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Dettaglio seduta n.88 del 16/12/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta. I Consiglieri hanno certamente ricevuto l'ordine del giorno dei lavori in programma per la seduta odierna.
Il punto primo all'ordine del giorno concerne l'approvazione del verbale della precedente seduta, che è stato inviato con le consuete modalità. Se nessuno ha eccezioni da muovere lo si intende approvato


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione presentata dai Consiglieri Cerchio e Vietti: "Rimostranze emerse in alcune città del Piemonte in relazione allo spettacolo 'Cioni Mario'; opportunità di realizzare un momento programmatorio di queste attività"


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'ordine del giorno. "Interpellanze ed interrogazioni". La prima interrogazione in elenco è stata presentata dai Consiglieri Cerchio e Vietti ed è relativa alle: "Rimostranze emerse in alcune città del Piemonte in relazione allo spettacolo 'Cioni Mario' opportunità di realizzare un momento programmatorio di queste attività".
Invito pertanto l'Assessore competente Moretti a dare risposta a questa interrogazione.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero

Rispondo all'interrogazione dei colleghi Consiglieri circa lo spettacolo "Cioni Mario", che il Teatro Stabile ha tenuto a Strambino.
Il Sindaco di quel Comune ha rivolto critiche a questa rappresentazione, non tanto per il suo aspetto culturale, quanto per quel che concerne la sua liberalità. Il suo giudizio, piuttosto pesante, è contenuto in una lettera che egli ha inviato anche a chi vi parla definendo lo spettacolo inadatto al pubblico che può offrire quella cittadina, composto prevalentemente da cattolici osservanti.
Va però considerato che lo stesso spettacolo è stato ripreso dalla televisione, i giudizi sono stati lusinghieri, le recensioni giornalistiche de "La Stampa", della "Gazzetta del Popolo", dell'Espresso", del "Tempo illustrato" ne hanno parlato favorevolmente.
Non è certo nostro compito, contrariamente a quanto qualcuno sembra pensare, controllare gli spettacoli o censurarli, non possiamo limitare la libertà di espressione della nostra cultura teatrale. Questo spettacolo rientrava fra quelli che il Teatro Stabile ha fatto girare nel nostro Piemonte durante l'estate, e quelli che ha organizzato nel mese di settembre. Lo stesso spettacolo è stato presentato in altre città del Piemonte senza dar luogo ad alcun rilievo, ed anzi riscuotendo vivi consensi sotto un profilo culturale.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Cerchio



CERCHIO Giuseppe

Mi consentirà l'Assessore Moretti di dichiarargli, con estrema cordialità, la mia profonda insoddisfazione per la sua risposta.
La nostra interrogazione, che prendeva lo spunto dalla protesta del Sindaco di Strambino per questo spettacolo, ma non determinata dal fatto che gli abitanti di quella città siano dei bigotti, come l'Assessore ha mostrato di ritenere (nella lettera del Sindaco si legge, infatti: "Non siamo dei cattolici codini, che si spaventano di queste cose, ma è sulla scelta della politica culturale e dell'animazione teatrale che in questi anni sta facendo strada nel nostro Piemonte, un certo costume e un certo metodo d'avanguardia di teatro sperimentale, sul quale evidentemente possiamo trovarci d'accordo o non d'accordo"), aveva lo scopo di chiedere alla Giunta regionale se non ritenga ormai giunto il momento, dopo aver lasciato cadere occasioni, a nostro avviso stimolanti, offerte con altre interrogazioni nei mesi passati, di promuovere il confronto sulla politica culturale di cui tanto spesso l'Assessore Fiorini si è detto in questa sede desideroso di farsi promotore.
Desidero dire una parola di apprezzamento per la diligenza dell'Assessore al turismo, che non di rado si fa carico di colmare i vuoti lasciati da altri Assessori, già chiamati, soprattutto nei mesi precedenti a rispondere su questo argomento.
Direi che il discorso si sposta naturalmente in questo momento su una dibattuta questione, che a livello regionale, soprattutto nella nostra realtà metropolitana torinese, in queste settimane ha assunto una dimensione non indifferente: la politica culturale e di animazione, di decentramento culturale, portata avanti, o non portata avanti, dal Teatro Stabile, che dev'essere a nostro avviso, il punto di riferimento obbligato di tutto un momento culturale e di arte dell'espressione ma che, purtroppo oggi vediamo impoverito, e, direi, incancrenito nella sua possibilità operativa.
Avevamo sollevato nei mesi scorsi alcuni dubbi ed espresso alcune valutazioni sull'opportunità e la validità istituzionale di alcuni grossi contributi che la Regione aveva elargito al Teatro Stabile: 130 milioni una prima volta, 30 una seconda volta. Ritenevamo, e riteniamo, di essere nel giusto, affermando che queste erano elargizioni di fondi dirette niente altro che a coprire un deficit gestionale ed anche di credibilità del Teatro Stabile. Per la verità, le osservazioni fatte in quella sede e le occasioni fornite di stimolare la promozione di un confronto sulla politica culturale nel territorio regionale non hanno avuto seguito. Per questo motivo.



PRESIDENTE

La devo interrompere, perché mi pare stia andando fuori tema: le osservazioni che sta facendo sarebbero state pertinenti solo se lei avesse presentato una interrogazione sul Teatro Stabile.



CERCHIO Giuseppe

Accolgo l'invito e rientro subito nel tema. Vorrei solo far rilevare al Presidente che la nostra interrogazione, in realtà, si incentrava non tanto sullo spettacolo, di cui si parlava nella prima parte dell'interrogazione ma sulla possibilità di fornire un'ulteriore occasione alla Giunta regionale per introdurre un argomento importante come momento programmatico "alla luce della disorganicità, della polverizzazione e della dubbia validità di certe iniziative". Il discorso sul Teatro Stabile si collocava esclusivamente in questa funzione.
Concludo ribadendo che noi siamo, come forza politica, ancora in attesa di un momento di confronto, e riteniamo di doverlo sollecitare, su questo argomento, tanto dibattuto anche sui vari organi di informazione, tanto più che in proposito la stampa quotidiana ci fornisce alcune novità. Sulla "Gazzetta del Popolo" di ieri si dava infatti notizia di un progetto di legge che la forza politica socialista sta per proporre, a firma del Capogruppo Calsolaro, di cui per la verità noi Consiglieri non abbiamo ricevuto alcuna informazione, in ordine all'elargizione di fondi per interventi di carattere teatrale, ed in particolare per il Teatro Stabile.
E' questa un'altra forma, istituzionalizzata, per pagare i debiti di una gestione fallimentare.
Per questi motivi, mi dichiaro profondamente insoddisfatto.


Argomento: Viabilità

Interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Problemi di viabilità in località Sciolze e consolidamento del ponte che collega il Gassinese con Settimo Torinese"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Problemi di viabilità in località Sciolze e consolidamento del ponte che collega il Gassinese con Settimo Toridese".
La risposta compete al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi che ha facoltà di parlare.



BAJARDI Sante, Assessore alla viabilità, attuazione e gestione delle infrastrutture

I problemi di viabilità evidenziati dal Consigliere interrogante si riferiscono a strutture viarie che rientrano nella esclusiva competenza tecnico-amministrativa della Provincia di Torino: infatti, sia la strada Sciolze-Bardassano, sia il ponte sul Po che collega il territorio comunale di Castiglione Torinese con il territorio comunale di Settimo Torinese sono opere pubbliche provinciali.
In ogni caso, la Regione, attraverso l'Assessorato alla viabilità, ha provveduto a rilevare tutti i danni che si sono verificati sulla viabilità piemontese in conseguenza dei recenti eventi alluvionali.
Per quanto riguarda la strada Sciolze-Bardassano, a cura diretta della Provincia di Torino sono stati effettuati i primi interventi per ripristinare il transito lungo la predetta rotabile. Sono stati inoltre accertati e verificati gli interventi di ripristino a carattere definitivo Sono in corso di esame da parte dell'Amministrazione regionale le possibilità finanziarie e legittime per sopperire con procedure da definirsi alle necessità di tutte le Province del Piemonte che hanno subito danni alle reti viarie.
Per quanto riguarda il ponte sul Po collegante il Gassinese con il Comune di Settimo Torinese, va rilevato che la stabilità del ponte in argomento desta preoccupazioni e perplessità per la sicurezza del transito sia per quanto riguarda l'impalcato sia per le fondazioni. Sono in corso accertamenti e studi per verificare le condizioni statiche delle strutture ancora in sito e programmare gli interventi necessari per ripristinare eventualmente l'agibilità. Gli studi di cui sopra verranno estesi alla verifica di validità dell'attuale posizionamento e delle caratteristiche strutturali. Sono in corso contatti in tal senso tra la Regione Piemonte e l'Amministrazione provinciale di Torino, per definire le soluzioni tecniche più idonee sotto ogni aspetto, quantificarne gli oneri di spesa e verificare la possibilità anche di interventi finanziari della Regione Piemonte stessa.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

La ringrazio, Assessore, della risposta. In effetti, si tratta di problemi di competenza provinciale, che però hanno assunto una dimensione certamente notevole per rilevanza, per i quali sarebbe opportuno un intervento, nella misura in cui è legittimo, da parte della Regione Piemonte.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione presentata dai Consiglieri Colombino, Cerchio, Genovese Beltrami, Soldano, Picco, Vietti: "Interventi nel settore bandistico musicale; atteggiamento della Giunta sul progetto di legge presentato dal Gruppo democristiano"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Colombino Cerchio, Genovese, Beltrami, Soldano, Picco, Vietti: "Interventi nel settore bandistico-musicale; atteggiamento della Giunta sul progetto di legge presentato dal Gruppo democristiano".
La risposta compete all'Assessore Moretti, che ha facoltà di parlare.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero

Devo far presente ai colleghi interroganti che la competenza in materia di attività musicali non è della Regione ma del Ministero dello Spettacolo.
La Giunta ha ritenuto opportuno far rientrare il problema nella legislazione regionale, sulla base della vecchia legge statale n. 702 inglobandovi il problema delle bande. Con una diversa posizione politico culturale, considerando cioè le manifestazioni artistiche, culturali sportive, folcloristiche, non specificatamente le bande, per non trovarci poi di fronte a contributi solo per le bande, ma facendo altrettanto per altri settori, abbiamo invece collegato la questione con tutta quella che è la presenza sul nostro territorio regionale del folclore, delle bande, e dei gruppi ricreativi e culturali.
La legge, che sarà presentata martedì in Giunta, in sostituzione della 702, consente anche al Consiglio regionale di correggere il difetto contenuto nella 702, per cui si davano poteri all'Assessore per quanto riguarda l'erogazione: si provvederà cioè ad istituire una Commissione del Consiglio regionale per valutare culturalmente le manifestazioni ed aumentare finanziariamente l'intervento. Sarà anche elaborato un programma attraverso la Consulta regionale, istituita con legge regionale come auspicato la volta scorsa dal collega Colombino Abbiamo sollecitato alcune associazioni che non avevano ancora inviato il nominativo (quindi, molte volte, il ritardo con cui si opera non dipende dall'Assessore preposto). La Consulta sarà insediata nel mese di gennaio, ancora in tempo per predisporre un programma da coordinare sul territorio piemontese al fine di evitare sovrapposizioni fra le diverse manifestazioni.
La Regione, dunque, si è già mossa in modo da tener conto della richiesta degli interroganti ed ha già proposto un disegno di legge inserendo buona parte di quanto veniva richiesto nella proposta di legge della Democrazia Cristiana: "Tutela e diffusione del patrimonio musicale folcloristico del Piemonte". Nella nuova legge si parla già di manifestazioni artistiche, culturali, sportive, folcloristiche e musicali del Piemonte.
Credo di aver risposto a tutti i punti dell'interrogazione, e, se occorressero altri chiarimenti, sono a disposizione.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, all'interrogante, Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Sentita la relazione dell'Assessore competente, con la quale egli dichiara che la Giunta è parzialmente disponibile ad esaminare il problema oggetto dell'interrogazione, anche a nome e per conto dei colleghi interroganti, esprimo il mio parziale compiacimento e, nel dichiararmi sufficientemente soddisfatto di questa presa di posizione, voglio sottolineare che finalmente il problema delle bande musicali è tornato alla ribalta non soltanto per gli addetti ai lavori ma di fronte all'opinione politica, che è, e deve essere, lo specchio di quella pubblica.
Purtroppo, dalla data di presentazione del progetto di legge, 8 gennaio 1976, ad oggi, la situazione, sia quella generale che quella specifica, è notevolmente peggiorata, e le difficoltà da superare quotidianamente, da parte dei complessi bandistici che operano nel settore, si sono ancor più aggravate. Ne è conferma la stessa iniziativa che ha determinato l'interrogazione.
D'altronde, a convalida delle motivazioni espresse nella relazione sul progetto di legge, è d'obbligo citare l'enorme successo ottenuto dal Concorso bandistico organizzato dal quotidiano torinese del pomeriggio, che in occasione della manifestazione conclusiva così si è espresso: "L'ultima volta che piazza San Carlo era così stipata di gente è stato per il comizio di Berlinguer prima delle elezioni". Questo dimostra il carattere popolare nonché l'assolvimento della funzione sociale da parte delle bande, che traggono dalla loro origine associazionistica la matrice più vera per essere ancora oggi il mezzo più efficace per l'attuazione del rapporto fra la musica e la società.
Le norme statutarie della nostra Regione, che consentono, a quanto pare, sia le leggi in favore della difesa e della diffusione del patrimonio linguistico, che quelle, forse, a favore dell'aiuto finanziario per il Teatro Stabile, evidenziato dai giornali proprio ieri, come ha rilevato il collega Cerchio, che mi ha preceduto, non dovrebbero permettere alle bande ed alle corali, espressioni più vive e reali della nostra società, di continuare ad assolvere i compiti di difesa e di diffusione di un patrimonio sociale, artistico e popolare? D'accordo che non sempre lo Statuto e il Regolamento vengono osservati, e basta a dimostrarlo il lasso di tempo intercorso fra la presentazione della citata proposta di legge ed oggi; ma ciò non significa che il problema non debba essere affrontato.
Gli operatori del settore, da un lato, i rappresentanti di organismi politici dall'altro, hanno espresso il loro pensiero sul tema. La presidenza regionale dell'Associazione nazionale bande musicali autonome (ANBIMA), cui aderiscono i tre quinti dei complessi regionali, ha votato un ordine del giorno e si è posta a disposizione della Giunta per fornire la sua collaborazione fin dall'aprile scorso, senza ricevere, per la verità fino ad oggi alcuna risposta. L'Assessore alla cultura della Regione Toscana, Luigi Tassinari, non certamente democristiano, si è così espresso: "Le bande sono oggi l'espressione più evidente di uno stato di disagio in cui versa l'associazionismo musicale del nostro Paese. Tutto l'ordinamento delle attività musicali, infatti, è fondato sulla logica accentratrice ed aristocratica che emargina automaticamente i sodalizi periferici volontari e li abbandona, per così dire, al loro destino". Lo stesso Assessore Tassinari afferma che la Regione può e deve fare qualcosa fin d'ora.
L'esistenza del problema è ben evidente, ed esistono le possibilità di apportarvi delle soluzioni senza rivendicare alcun diritto di primogenitura, e con la massima disponibilità a collaborare con chi sull'argomento ha proposte da avanzare, tipo quelle evidenziate dall'Assessore Moretti.
Confermiamo la nostra richiesta di discutere, anche a sensi delle norme regolamentari, la nostra proposta di legge con il solo intento di raggiungere al più presto possibile il fine che ci eravamo prefissato: la tutela e la diffusione del patrimonio musicale e folcloristico del Piemonte.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Urgenza di un intervento regionale per la discarica realizzata in località Bruire"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Urgenza di un intervento regionale per la discarica realizzata in località Bruere". La parola, per la risposta, all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed inquinamenti

Ritengo sia indispensabile, prima di entrare nel vivo dell'argomento rifacendomi alle risultanze del sopralluogo compiuto recentemente, ribadire un concetto: per me, le discariche controllate restano sempre uno dei sistemi migliori di smaltimento dei rifiuti. Naturalmente, bisogna fare netta distinzione fra questa scelta, l'impostazione generale, la conduzione e quelle che sono le necessità quotidiane che possono emergere nella gestione, le questioni di routine quotidiana che ovviamente ricadono nella competenza e nella responsabilità dei Sindaci e degli Ufficiali sanitari cioè fra l'impostazione e la validità di questo sistema e tutto quello che quotidianamente per queste cose bisogna fare perché rispondano effettivamente agli scopi.
Già nella precedente risposta avevamo avuto modo di precisare che la discarica si trova a distanza di poco inferiore ai mille metri previsti dalla legge del 1941 dal centro abitato della frazione di Bruere. La realizzazione della discarica aveva peraltro già ottenuto nel 1975 le necessarie autorizzazioni. Si ribadisce oggi che la discarica viene sostanzialmente gestita secondo metodi corretti, e cioè con la compattazione dei rifiuti mediante mezzi pesanti, con successivo ricoprimento attraverso strati di terra. Inoltre, la discarica si trova situata in un bacino di argilla che impedisce infiltrazioni d'acqua nella falda sottostante e nel corso d'acqua limitrofo, evitandone quindi il possibile inquinamento. Ciò è peraltro dimostrato dal ristagno di acqua sul fondo di una delle due trincee scavate nella discarica, anche se la permanenza di acqua sul fondo può creare altri problemi dì carattere igienico-sanitario.
A seguito del sopralluogo effettuato in questi giorni da alcuni membri della Commissione tecnica per lo smaltimento dei rifiuti solidi, di cui alla legge regionale 46, sono comunque emersi alcuni rilievi sul tipo di conduzione della discarica, e alcune prescrizioni stanno per essere comunicate da parte delle autorità sanitarie alle Amministrazioni locali interessate all'utilizzazione della discarica stessa. Essendo questa realizzata su materiale argilloso, e quindi impermeabile, devono essere previste sul fondo delle trincee opere di drenaggio, in modo da garantire il defluire delle acque provenienti dal dilavamento. Tali acque dovranno essere o trasportate ad un impianto di trattamento o depurate in loco, come se ne vedono tante anche all'estero di discariche fatte razionalmente con le opere di drenaggio e con gli stessi impiantini di depurazione di tutte le acque colaticce.
A tale riguardo, va precisato che il Laboratorio provinciale di Igiene e Profilassi di Torino ha prelevato alcuni campioni dell'acqua attualmente presente sul fondo di una trincea per verificarne il grado di inquinamento e quindi individuarne i possibili metodi di trattamento. E' anche opportuno menzionare che nel mese di ottobre scorso la Società che gestisce la discarica, la SER, ha abusivamente scaricato in una fossa all'interno della stessa dei rifiuti semisolidi industriali, costituiti da oli esausti fosfati e fanghi concentrati. Per tale scarico abusivo, il servizio scarichi industriali della Provincia di Torino ha multato, in base alla legge regionale n. 32 del '74, la società, in data 27 ottobre, per la somma di 2 milioni, diffidandola. Gli scarichi abusivi, incompatibili con la gestione corretta di una discarica controllata, sono immediatamente cessati.
L'altro problema che solleva il Consigliere Cerchio, in merito all'impossibilità di permanenza nei luoghi di lavoro e di abitazione a causa dei miasmi provenienti dalla discarica, richiede necessariamente una ulteriore precisazione. Se la gestione della discarica avviene secondo gli schemi che attualmente sta realizzando la Ditta appaltatrice dello smaltimento rifiuti solidi, e cioè con il costipamento dei rifiuti mediante mezzi pesanti ed immediato ricoprimento con uno strato di terra, gli odori provenienti dalla discarica dovrebbero essere limitati al breve periodo di tempo in cui gli automezzi scaricano direttamente nelle trincee. Anche per il problema della presenza di roditori, sollevato dall'interrogazione in oggetto, la Ditta effettua regolare trattamento di derattizzazione e disinfezione della discarica e delle strade di accesso alla medesima.
Dal sopralluogo effettuato risulta quindi che la gestione della discarica avviene in modo corretto, secondo le prescrizioni di massima indicate nel disciplinare allegato alla legge regionale n. 46 del '75. Solo nel caso in cui la gestione non avvenga in modo continuativo e razionale possono verificarsi inconvenienti di tipo ambientale, miasmi, presenza di roditori, eventuale inquinamento delle acque. E' questo il punto al quale accennavo: che si fa la grossa distinzione, cioè, nella cura giornaliera che veramente le autorità locali devono porre a questi tipi di piani.
Spetta quindi all'Amministrazione comunale ed all'Autorità sanitaria locale fare in modo che la Ditta appaltatrice del servizio rispetti nei tempi e nei modi la realizzazione di tutte le opere necessarie a garantire una corretta gestione della discarica stessa.
L'Amministrazione regionale inviterà immediatamente i Sindaci interessati a seguire costantemente il programma di utilizzo di questa discarica ed a far realizzare alla Ditta appaltatrice del servizio opere di drenaggio nel fondo delle trincee, in modo da recuperare le acque provenienti dal dilavamento per trattarle in loco oppure convogliarle alle fognature comunali. Gli Ufficiali sanitari, poi, sono chiamati a svolgere periodicamente, almeno ogni quindici giorni, i sopralluoghi e controlli previsti dal disciplinare allegato alla legge regionale n. 46 del '75.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare, per la replica, il Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta, anche se il problema, per la verità, rimane, e anche se alcune osservazioni tecniche, a nostro avviso sono molto discutibili e comunque comprovabili. Non è vero che la discarica dista mille metri, secondo la risposta data due mesi fa dall'Assessorato (oggi si parla di "un po' meno di mille metri"): la distanza risulta di duecento metri soltanto. Evidentemente, vi è notevole differenza fra l'unità di misura usata dagli interessati e quella usata dalle autorità competenti.
Esistono nella zona tre fabbriche, con maestranze di oltre cento dipendenti, i quali si trovano obiettivamente nell'impossibilità di permanenza nel luogo di lavoro (il che implicherebbe anche un discorso di intervento a tutela del posto di lavoro).



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed inquinamenti

Duecento metri dal centro abitato o da qualche piccola costruzione isolata?



CERCHIO Giuseppe

Dalle tre fabbriche di cui parlavo, che non si trovano nel centro abitato ma hanno i dipendenti impegnati a rimanere sul posto quotidianamente per otto ore lavorative.
Comprendo peraltro la distinzione che giustamente è stata fatta da parte dell'Assessore fra una competenza a livello normativo, e quindi fra il disciplinare, e quelli che devono essere gli interventi da parte delle autorità locali per applicare, e per controllare che siano applicate, in termini sostanziali, queste disposizioni.
La discussione di questo problema ha ormai assunto una dimensione notevole. I giornali ne hanno parlato quasi quotidianamente, in queste ultime settimane. E' di pochi giorni fa un dibattito pubblico promosso dal quotidiano "La Stampa" in quel di Alpignano, in cui si è soprattutto trattata questa questione, toccando anche il discorso dell'inquinamento delle falde, e quindi della povertà, dell'impossibilita per queste poche zone agricole che ancora si trovano nella cintura di Torino di operare in modo funzionale ed organico.



ROSSI Luciano

Quando fai questo discorso, Cerchio, tieni conto anche del tipo di sviluppo che è avvenuto. Risali a monte e cerca di individuare le responsabilità. Che si dovrebbe fare? Chiudere le fabbriche e rimandare la gente nel Meridione?



CERCHIO Giuseppe

E' certo comunque, collega Rossi, che esiste un problema sul quale le autorità chiamate a risolverlo "glissano", palleggiandosi le responsabilità. Faccio rilevare che in occasione di quel confronto il titolare della Ditta SER (che oggi la Regione ci indica come corresponsabile di questa situazione, per aver effettuato scarichi abusivi) era a fianco del Sindaco comunista di Alpignano, a tutela reciproca dei loro interventi, tanto per andare a monte di certi apparentamenti.
Termino richiamando ancora l'attenzione soprattutto su un fatto molto importante, che indico all'Assessorato competente per ricollegarmi ad un discorso più generale: l'opportunità di sollecitare quei progetti di consorzio per l'incenerimento dei rifiuti solidi previsti da una legge regionale, sui quali c'è vuoto e silenzio assoluto. Ecco dunque che il discorso va alle fonti, all'origine di tutto: un intervento che è stato programmato, indicato, ma che non si quantifica in termini operativi.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Opportunità di prendere in esame le petizioni ed i suggerimenti dei pendolari per una soluzione dei problemi del Consorzio Torino-Rivoli"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Opportunità di prendere in esame le petizioni ed i suggerimenti dei pendolari per una soluzione dei problemi del Consorzio Torino-Rivoli".
E' competente a rispondere l'Assessore Bajardi, che ha facoltà di parlare.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

Le richieste avanzate dai pendolari della cintura di Torino, nel tratto appartenente alla zona ovest dell'area metropolitana, richiedono una sistemazione complessiva dei trasporti in quella zona, che si articola nei seguenti punti: 1) collegamento tra i Comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco Rivalta, Volvera, Alpignano, Rivoli, Moncalieri, Nichelino e tra questi e i nuclei industriali situati nella zona, di cui i principali sono costituiti dagli Stabilimenti FIAT di Rivalta, della Volvera, del Centro tecnico di Orbassano 2) trattandosi di una zona con prevalente destinazione industriale, in cui la modalità è determinata dalle esigenze delle aziende produttrici nasce il problema di un corretto utilizzo delle contribuzioni che le stesse possono pagare, e in alcuni casi si sono impegnate a farlo, per il potenziamento del servizio ed il ripiano dei costi di servizio.
In riferimento al punto 1), l'Assessorato ha predisposto, con le ditte di trasporto che operano nella zona, una prima ipotesi di servizio, con relativo costo. Si tratta dell'istituzione di una linea poligonale raccordante sia i Comuni della cintura sopraddetta sia le linee radiali che convergono su Torino. Questa ipotesi, con la relativa documentazione, è stata inviata ai Comuni interessati per le relative osservazioni. Siamo in attesa di risposta onde assegnare il servizio all'Azienda che presenti maggiore disponibilità in termini di affidabilità e di costo.Per quanto riguarda il punto 2), cioè l'uso delle contribuzioni aziendali, è questo come si sa, uno degli aspetti più critici nella ripartizione degli oneri del servizio di trasporto. Attualmente, gravano in modo esclusivo sugli Enti locali, in caso di azienda pubblica sull'utenza, con la manovra tariffaria, sulla Regione e sugli esercenti nel caso di aziende private.
Questi ultimi, tra l'altro, sopravvivono solo a condizione di non perdita.
In accordo con le organizzazioni sindacali, intenderemmo regolare e razionalizzare anche quella parte di onere sul servizio che verrebbe a gravare sulle aziende produttrici che utilizzano la pendolarità operaia medesima. Esiste a questo proposito un progetto di potenziamento per il collegamento fra Moncalieri, Nichelino, Orbassano (Centro tecnico) e di collegamento fra Santhià e la Lancia di Chivasso. Attualmente si opera per utilizzare le contribuzioni aziendali nel collegamento con gli stabilimenti FIAT di Orbassano e Volvera, e il resto della zona industriale interessata.
E' questo un riferimento presente anche nella legge generale sui trasporti e riguarda gli aspetti relativi al finanziamento del sistema dei trasporti con particolare riguardo ai bacini industriali.
Legato a questo aspetto vi è la costituzione dell'unità amministrativa in grado di usare i finanziamenti suddetti, e nell'attuale regime giuridico non può non essere il Consorzio. A questo proposito, se da una parte riteniamo gli Enti locali come punti fondamentali di riferimento per l'amministrazione del servizio di trasporto, oltre che per la gestione con le formazioni delle aziende pubbliche, dall'altra non possiamo fare a meno di individuare, come Regione, le unità territoriali minime in cui pu essere effettuato, ragionevolmente, ed a costi limitati, un servizio di trasporto. Queste unità possono coincidere con la dimensione comprensoriale, in alcuni casi possono invece costituirne dei sottomultipli, come nel caso in esame, che si riferisce al Comprensorio di Torino. La cosa che vogliamo evitare è la dispersione, la confusione con altri livelli ed altri settori.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cerchio



CERCHIO Giuseppe

Non posso che ringraziare l'Assessore per l'articolata risposta augurandomi che i tempi tecnici per la soluzione siano il più possibile brevi.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Opportunità di realizzare opere di difesa spondali per il torrente Banna, nel Poirinese"


PRESIDENTE

Vi è ancora un'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio: "Opportunità di realizzare opere di difesa spondali per il torrente Banna nel Poirinese".
E' competente a rispondere l'Assessore Fonio, il quale ha facoltà di parlare.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente e uso delle acque

E' utile precisare preliminarmente che il torrente Banna è classificato fra i corsi d'acqua di terza categoria, ai sensi del Regio Decreto 25 luglio 1904, e che pertanto le relative opere di difesa e arginatura rientrano tuttora nella competenza dello Stato, attraverso il Magistrato del Po.
L'ufficio del Genio Civile di Torino ha comunicato, su mia espressa richiesta, che comunque i danni verificatisi in seguito alle piogge dell'ottobre e novembre scorso hanno interessato quasi esclusivamente zone coltivate, e non già centri abitati.
Fatte queste precisazioni, mi pare però opportuno richiamare quanto ho avuto modo di riferire proprio ieri in II Commissione, e che verrà discusso nei prossimi giorni qui in Consiglio - l'argomento è stato ripreso anche dai giornali di questa mattina - sull'iniziativa che le Regioni padane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) hanno assunto nei confronti del Governo e delle Commissioni Parlamentari per una legge organica e per il finanziamento dei lavori urgenti nel bacino del Po.
Ho qui, a disposizione del Consigliere Cerchio, la proposta di delibera della Giunta, già mandata al Consiglio, che approva un documento comune concordato fra le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto e un programma di massima di interventi urgenti in corsi classificati di seconda e terza categoria interessanti il territorio piemontese per una spesa complessiva di 19 miliardi e 400 milioni. Fra gli interventi urgenti previsti in questo programma sono compresi - almeno lo erano nei giorni scorsi - anche gli interventi sul torrente Banna, in particolare opere di rafforzamento e completamento di difese spondali in sinistra del torrente in regione Tetti Giro del Comune di Santena, per una spesa prevista di 50 milioni.
Ho comunque invitato l'ufficio del Genio Civile di Torino a dettagliarmi ulteriormente la situazione sul torrente Banna, e sarò grato al Consigliere Cerchio se vorrà fornirmi eventuali altri elementi di sua più precisa conoscenza, perché stiamo proprio, al di là di quello che era il compito strettamente regionale in ordine alla legge 54, mettendo assieme tutti gli elementi per la terza e seconda categoria relativamente all'iniziativa presa di andare a rappresentare a Roma la situazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cerchio desidera replicare?



CERCHIO Giuseppe

Mi limito a ringraziare l'Assessore per la sua risposta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione presentata dai Consiglieri Soldano, Lombardi, Martini Paganelli: "Ritardi nell'assegnare alle scuole materne statali e non statali della provincia di Cuneo il saldo del contributo regionale previsto dalla legge 27/1974"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Soldano Lombardi, Martini, Paganelli: "Ritardi nell'assegnare alle scuole materne statali e non statali della provincia di Cuneo il saldo del contributo regionale previsto dalla legge 27/1974".
Avrebbe dovuto rispondere il Presidente della Giunta Viglione, che come dirò nelle mie comunicazioni, ha chiesto regolare congedo essendosi dovuto recare a Roma. Risponde in sua vece l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Devo ammettere che in effetti esiste un notevole ritardo, in quanto l'accredito di pagamento è stato inviato all'Istituto Bancario San Paolo in data 5 dicembre 1976. Va però rilevato che la delibera relativa a questi stanziamenti era stata approvata dalla Giunta in data 30 giugno 1976 e dal Commissario di Governo in data 2 luglio 1976. La differenza di tempo è dovuta in parte al superlavoro che deve affrontare l'ufficio Ragioneria relativamente a questo tipo di operazioni, che si sono, com'è noto, in quel periodo succedute a ritmo incalzante, anche accavallandosi, e in parte alla necessità di fare delle scelte per carenza di liquido, che, come il nostro Presidente ha più volte sottolineato, pone la Regione in difficoltà a sostenere i pagamenti; carenza non dovuta a propria volontà ma al fatto che il denaro che esiste presso il Ministero del Tesoro non viene svincolato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare, per gli interroganti, la professoressa Soldano. Ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

Ringrazio l'Assessore Fiorini, anche a nome degli altri interroganti per la cortesia con la quale ha voluto fornirci delucidazioni in merito a quanto abbiamo rilevato. In effetti, è doveroso evidenziare che in merito al problema in discussione esistono precise responsabilità dell'Assessorato al bilancio.
Prendo atto di quanto ci viene comunicato - eccesso di lavoro che grava sull'ufficio Ragioneria, difficoltà di scelte per carenze di liquido, anche per responsabilità del Ministero del Tesoro. Tuttavia, ritengo che se economie si debbono fare, queste non debbono essere, ancora una volta poste a carico del "resto del Piemonte". Ci risulta, infatti, che, per molte scuole materne di Torino e provincia, si è provveduto con regolarità.
Vorrei chiedere, in particolare, al Presidente della Giunta se ricorda la situazione di Sambuco o di Prunetto, in provincia di Cuneo, o di frazioni isolate di Comuni che sembrano maggiori, come Branzola di Villanova Mondovì, Breolungi, e Merlo di Mondovì. Non voglio andare più lontano con le citazioni, ma so di assumermi una precisa responsabilità al riguardo. Orbene, l'esclusione di tutte le scuole materne della provincia di Cuneo dalla ricezione del saldo relativamente ai contributi per il decorso anno scolastico è per noi una grossa ingiustizia, tanto più grave in relazione all'importanza del servizio pubblico che tali scuole svolgono.
Nulla da eccepire, da parte nostra, sul lavoro svolto dall'Assessorato per l'assistenza scolastica; ma una responsabilità specifica, ripeto, è da rilevare nei confronti dell'Assessorato al bilancio.
Devo inoltre precisare che già il primo stanziamento del contributo era giunto a primavera inoltrata, tanto che le singole scuole materne avevano dovuto provvedere a presentare i preventivi per il corrente anno scolastico, con una certa dilazione, entro il 20 agosto. L'anno scolastico per le scuole materne, comincia ovunque il 1° settembre. Ora, che cosa è accaduto, di fatto, nei centri minori? Che gli stessi amministratori hanno dovuto anticipare il denaro per determinate pendenze contabili; oppure peggio, hanno dovuto dilazionare i pagamenti, e quasi sempre a carico di piccoli fornitori. Il ritardo cioè, dei finanziamenti regionali, troppo prolungato nel tempo, finisce per tradursi in un danno gravissimo proprio a carico della gente più semplice, e, diciamolo pure, della gente che ha l'abitudine di far quadrare i propri bilanci a tempo e luogo. Spesso, cioè dobbiamo riscontrare un ritardo eccessivo nei pagamenti.
Avremmo potuto presentare a tale riguardo, un'altra interrogazione relativamente al rimborso dei contributi agli allievi della scuola secondaria superiore, oppure agli allievi frequentanti le scuole dell'obbligo. Che cosa è accaduto, infatti, per il corrente anno scolastico 1976-1977? I librai hanno rifiutato di anticipare somme che, per l'anno 1975-1976, ad essi sono state restituite a fine ottobre 1976, cioè dopo che su di essi, per lunghi mesi, gravavano i tassi per le somme prese a prestito presso gli istituti bancari. Noi non vogliamo che le cose continuino in questo modo, cioè riteniamo sia assurdo, inaccettabile, che privati cittadini debbano prestare denaro alla Regione.
Prendiamo dunque atto che la nostra interrogazione è indubbiamente servita, perché un meccanismo che si era inceppato finalmente si è mosso.
L'abbiamo presentata il 12 novembre: attraverso alcune telefonate che ho effettuato ieri sera, ho avuto conferma che i saldi sono pervenuti alle scuole materne interessate durante questo mese di dicembre.
Ripetiamo, quindi, che mentre non abbiamo nulla da eccepire nei confronti dell'operato svolto dall'Assessorato all'assistenza scolastica abbiamo motivi di doglianza nei confronti dell' Assessorato al bilancio.
Dichiariamo pertanto la nostra insoddisfazione proprio per quanto di competenza di questo Assessorato.


Argomento: Varie

Decadenza dell'interrogazione del Consigliere Marchini sugli: "Inconvenienti determinati dal nuovo impianto di depurazione e condizionamento installato nell'aula consiliare"


PRESIDENTE

Non rimane che un'interrogazione, ma non è possibile svolgerla in quanto l'interrogante non è presente. In applicazione rigorosa di quanto a suo tempo deciso, dato che il presentatore è assente senza aver chiesto congedo, l'interrogazione è dichiarata decaduta. E' l'interrogazione presentata dal Consigliere Marchini, relativa agli: "Inconvenienti determinati dal nuovo impianto di depurazione e condizionamento installato nell'aula consiliare di piazza Castello", alla quale si darà risposta per iscritto, senza più discuterne in aula.


Argomento:

Decadenza dell'interrogazione del Consigliere Marchini sugli: "Inconvenienti determinati dal nuovo impianto di depurazione e condizionamento installato nell'aula consiliare"

Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Il punto terzo dell'ordine del giorno reca: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico anzitutto che il Presidente della Giunta mi ha inviato una lettera con la quale mi prega di informare l'assemblea che chiede congedo per la mattinata dovendo partecipare ad un incontro con il Ministro Bonifacio in merito al problema carcerario; garantisce però la sua presenza per il pomeriggio e chiede che le questioni che lo vedevano come relatore siano spostate appunto al pomeriggio.
Hanno chiesto inoltre congedo i Consiglieri Astengo, Beltrami, Oberto Tarena e Lombardi.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Commemorazioni

b) Commemorazione delle vittime della criminalità ed iniziative della Regione


PRESIDENTE

Signori Consiglieri! Ancora una volta ci alziamo in questa assemblea per condannare, per esecrare i colpevoli, per inchinarci di fronte alle vittime, per prendere fino in fondo coscienza di ciò che significano le nuove vite stroncate in questi giorni a Roma e a Milano. Sono stati assassinati uomini che sostengono l'onere più diretto e lottano in prima fila contro il terrorismo criminale.
Qui ribadiremo ciò che in altre occasioni già abbiamo tutti assieme ricordato: c'è una strategia della tensione, ispirata a differenti motivazioni, ma unica negli effetti; ha tutta la veste della criminalità comune più feroce, ma è organizzata, guidata, si muove con obiettivi precisi - la distruzione dello Stato - ha solidi collegamenti internazionali. Sembra qualche volta colpita, quando se ne arrestano alcuni capi o gregari, ma rinasce e colpisce nuovamente, e dimostra di avere una rete solida, che le permette di riorganizzarsi dopo ogni colpo.
Abbiamo fatto già altre volte analisi ed espresso giudizi su ciò che questo terrorismo esprime e sulle fonti a cui si alimenta, il male profondo che avvelena la società in cui viviamo. Ma le analisi non bastano più, e non basta nemmeno più rendere omaggio alle vittime: occorre rimuovere assai più rapidamente di come stiamo facendo nel nostro Paese, le cause generali della crisi economica e morale, e occorre colpire, anzi, stroncare finalmente, e tagliare i fili dell'eversione di coloro che si muovono con disegni politici chiari e reazionari. Non possiamo più lasciare soli questi uomini che per 200-250 mila lire al mese sacrificano la vita per compiere un dovere che difende gli interessi di tutti e l'ordine democratico e repubblicano. Dobbiamo unire, impegnare, coordinare le forze democratiche le diverse parti dello Stato, in uno sforzo comune che ridia efficienza allo Stato e sia tale da riportare l'ordine repubblicano. In ogni parte del nostro Paese dobbiamo suscitare questa partecipazione, promuovere questo coordinamento, superare le divisioni che rendono ancora insufficienti gli sforzi della polizia, della magistratura, di tutte le forze dell'ordine degli Enti locali e della stessa vigilanza democratica.
Posso annunciare che domani, alle ore 15,30, in questa stessa aula, si riuniranno, su invito congiunto del Commissario del Governo e della Presidenza del Consiglio regionale, i Prefetti, i Questori, la Magistratura del Piemonte, i rappresentanti dei Comuni e delle Province, per un esame concreto di questo coordinamento nella nostra regione, con particolare riferimento alle questioni che riguardano la prevenzione e la lotta alla criminalità minorile. Almeno questa volta, rispetto ad altre volte, siamo in grado di denunciare una iniziativa concreta che tende ad affrontare e a coordinare gli sforzi comuni.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

La Giunta regionale si associa alle dichiarazioni della Presidenza del Consiglio.



(Tutti i Consiglieri in piedi osservano un minuto di raccoglimento)



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

XXXXX



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

c) Presentazione progetti di legge



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Procedo con le comunicazioni. Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: proposta di legge n. 154 "Organizzazione e gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali" presentata dai Consiglieri Vietti, Beltrami, Cerchio Soldano, Paganelli, Petrini, Menozzi e Bianchi in data 10 dicembre 1976 disegno di legge n. 155 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1977" presentato dalla Giunta regionale in data 10 dicembre 1976 disegno di legge n. 156 "Indirizzi per l'uso e la disciplina della viabilità dei Comuni, in rapporto ai servizi pubblici di trasporto; misure straordinarie per il potenziamento degli autoservizi di linea e per il contenimento dell'aumento delle tariffe preferenziali dei servizi medesimi" presentato dalla Giunta regionale in data 14 dicembre 1976 disegno di legge n. 157 "Trattamento dimissione del personale dell'Amministrazione regionale" presentato dalla Giunta regionale in data 14 dicembre 1976 disegno di legge n. 158 "Norme per la scelta delle aree e l'approvazione dei progetti per le opere di edilizia scolastica eseguite con i fondi degli Enti" presentato dalla Giunta regionale in data 14 dicembre 1976 proposta di legge n. 159 "Contributo straordinario per l'allevamento stanziale" presentata dai Consiglieri Chiabrando, Lombardi, Franzi, Menozzi e Bertorello in data 15 dicembre 1976.
d) Sulla Mostra della Resistenza in Sardegna



PRESIDENTE

Desidero svolgere un'ultima comunicazione. A chiusura del biennio di attività del Comitato sardo per il trentennale della Liberazione, il Consiglio regionale della Sardegna, in collaborazione con la Regione Piemonte, ha curato l'allestimento a Sassari ed a Cagliari, dal 25 ottobre al 4 dicembre, della Mostra dell'antifascismo, della Resistenza e della deportazione. L'iniziativa ha riscosso un grandissimo interesse per la viva partecipazione di visitatori, in particolar modo dei giovani che, grazie anche ai dibattiti ed alle manifestazione collaterali che si sono susseguite per tutto il periodo, hanno avuto modo di conoscere, forse per la prima volta, che cosa è stato il fascismo e qual è stato il contributo reale, al di là di personaggi emblematici, quali Gramsci e Lussu, che i sardi hanno dato alla lotta antifascista ed alla Resistenza.
Particolarmente eloquenti sono i dati quantitativi dei visitatori delle due esposizioni, 25.000 persone a Sassari su una popolazione di 130.000 abitanti, 33.000 visitatori a Cagliari. Migliaia e migliaia di questi erano studenti delle scuole di ogni ordine e grado che hanno visitato e giudicato. I quaderni dove i ragazzi hanno riportato le loro impressioni sono pieni di frasi toccanti e si sono ripetute quindi tutte quelle espressioni che abbiamo già conosciuto nelle altre Regioni del nostro Paese.
Credo che dobbiamo ancora una volta ringraziare lo sforzo dei lavoratori dell'Acquedotto e la partecipazione delle altre Regioni all'iniziativa congiunta delle forze antifasciste piemontesi che anche attraverso questa via, credo, portano il loro contributo a quell'offensiva di carattere ideale, componente non secondaria per la soluzione della crisi morale in cui versa attualmente il nostro Paese.
Vi sono richieste di parola sulle comunicazioni? Non ne vedo. Passiamo al punto successivo dell'ordine del giorno.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazioni della Giunta regionale sul problema delle tariffe sui trasporti in Piemonte (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo alle "Comunicazioni della Giunta regionale sul problema delle tariffe sui trasporti in Piemonte".
Su questo punto il Vice Presidente della Giunta, Bajardi, ha richiesto la parola per una dichiarazione.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

A tutti i Consiglieri è stato consegnato stamane un documento che riassume per iscritto, in abbondanza, le dichiarazioni che il sottoscritto avrebbe svolto stamattina. Il Gruppo della DC ha richiesto di procedere alla discussione sull'argomento in una prossima seduta.
La Giunta non ha nulla da obiettare, si riserverà in apertura della discussione - che mi auguro possa avvenire in tempi ravvicinati per permettere l'adozione delle misure conseguenti più urgenti - di sintetizzare gli elementi che potranno ancora accumularsi nel corso di questa settimana. In particolare, spero di poter consegnare in giornata a tutti i Consiglieri un'ipotesi di accordo tra Giunta e organizzazioni sindacali che dovrebbe sancire una parte della trattativa più generale che le organizzazioni sindacali hanno condotto con la Giunta sui vari aspetti in questo caso l'ipotesi di accordo si riferirebbe esclusivamente alla parte trasporti.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola sulle comunicazioni del Vice Presidente della Giunta? Chiede di parlare il Consigliere Picco, ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Ringrazio l'assessore Bajardi per avere accolto la nostra richiesta di procedere in altra seduta alla discussione su un documento che, per merito dell'Assessorato, è indubbiamente molto vasto, correlato ad aspetti e problemi diversi rispetto ai quali, credo, non solo la nostra forza politica, ma altre ritengono di dover dare un contributo costruttivo.
In particolare, sottolineo l'opportunità che, se nella prossima seduta di giovedì vi sarà questa discussione di carattere generale, si possa prevedere nella riunione della Commissione di mercoledì 22 un confronto su alcuni aspetti più propriamente tecnici che ci evitino di diluire eccessivamente il dibattito in sede di Consiglio regionale.
Per quanto attiene al documento sul piano di sviluppo delle Ferrovie dello Stato, gradirei sapere se l'Assessore è già in possesso dell'ultima edizione che viene qui preannunciata come definitiva, o se è opportuno attendere le precisazioni del Ministero dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Non ho niente da obiettare all'accordo intervenuto tra l'Assessore ed il Gruppo della DC. Vorrei soltanto fare presente, intanto, che mercoledì prossimo non ci sarà seduta di Commissione perché c'è seduta di Consiglio regionale. Si tratterebbe di andare non so a quando, e poi mi chiedo se non convenga che almeno, questa mattina, l'Assessore faccia le comunicazioni ed eventualmente le aggiorni al momento in cui si procederà al dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Non avevo pensato al fatto che mercoledì c'è Consiglio e non Commissione, comunque, come Gruppo, ci disponiamo a venire pronti per la discussione mercoledì 22. Ho già ringraziato l'Assessore per avere accettato quest'impostazione che, ripeto, è necessaria per dare un'impostazione programmatica ad alcuni provvedimenti ed al contributo delle singole forze politiche e nel medesimo tempo dare il maggiore spazio possibile perché l'obiettivo è di affrontare taluni argomenti, che in realtà vengono differiti nel tempo e non vengono mai affrontati. Comunque l'Assessore ha già accettato questa impostazione, sulla quale penso che anche le altre forze politiche possano concordare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

La riunione di ieri della Commissione avrebbe dovuto servire a sciogliere i quesiti di ordine tecnico, però una improvvisa convocazione da parte del Ministro Morlino della Commissione interregionale, delle Regioni per uno scambio di idee sul testo ultimo del piano poliennale delle FF.SS.
mi ha impedito ieri di essere presente alla Commissione e quindi non sono in grado, pur avendo mandato dei collaboratori, di fornire tutte quelle delucidazioni che sarebbero indispensabili per accelerare e rendere più politica la discussione.
Mi auguro che si crei una condizione tale, anche eventualmente con rapporti diretti, per cui possano essere sciolte tutte quelle esigenze di chiarimento, in modo che la discussione non sia viziata da elementi particolari.
Per quanto riguarda il punto specifico del piano poliennale delle Ferrovie dello Stato, è in corso una verifica; spero di essere in grado, la prossima riunione, di fornire l'aggiornamento della proposta di giudizio della Regione assieme ai principali documenti che fanno parte del piano.
Abbiamo richiesto agli uffici delle FF.SS. una copia integrale, si tratta di 15 centimetri di materiale da mettere a disposizione della Commissione e del Consiglio e in ogni caso la copia è negli uffici dell'Assessorato e i Consiglieri possono prenderne visione in qualsiasi momento, comunque ho già predisposto affinché a tutti i membri della Commissione pervenga la parte essenziale del documento per permettere loro di utilizzare gli elementi che riterranno necessari ai fini della discussione che andremo a fare nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Rimaniamo allora intesi in questo senso? Va bene.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 149: "Seconda variazione al bilancio per l'anno finanziario 1976"


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare agli altri punti all'ordine del giorno che per abbiamo difficoltà a trattare nell'ordine in cui sono stati elencati.
Il Presidente della Giunta ci ha chiesto di posticipare le comunicazioni della Giunta regionale sulla legge 22.7.75 n. 382, di cui è relatore.
L'esame della mozione D.C.-P.R.I. relativa ad interpellanze su consulenze e personale segue la stessa sorte; devo però avvertire che c'è stata anche una richiesta del Gruppo della D.C. di svolgere il punto alla presenza del Capogruppo Bianchi, e mi pare corretto.
Dobbiamo così forzatamente passare al punto settimo dell'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 149: 'Seconda variazione al bilancio per l'anno finanziario 1976'": Relatore è il Consigliere Raschio, a cui dò la parola.



RASCHIO Luciano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con la legge regionale n. 49 del 1976 si è provveduto a rifinanziare e modificare la legge regionale n.
28/75 che recava norme per l'incentivazione delle iniziative di Enti locali, Enti ospedalieri, e di Istituzioni di assistenza e di beneficenza assistiti da contributo regionale.
Naturalmente, prima dell'adozione di questo provvedimento sono stati consultati gli Enti locali piemontesi, riuniti per area ecologica, al fine di utilizzare, il più equamente possibile, le disponibilità residue sul bilancio 1975, nonché per impostare una efficace ripartizione delle risorse per il 1976. A provvedimento adottato si è ritenuto opportuno relativamente a quelle opere pubbliche di interesse generale, quali fognature, strade, impianti elettrici, sedi municipali, attribuire ai rappresentanti dei Comprensori, quali organi di programmazione, poteri decisionali in materia di scelte settoriali delle opere pubbliche da finanziare affinché la realizzazione delle medesime contribuisca a soddisfare, secondo le possibilità purtroppo ristrette della Regione, i bisogni prioritari delle popolazioni dei vari Comprensori.
Naturalmente le scelte dei rappresentanti dei Comprensori dovevano essere mantenute nell'ambito della somma complessiva destinata alla Regione a quelle opere pubbliche ed iscritte in bilancio nei vari capitoli relativi. Dalle indicazioni pervenute è emersa la necessità di apportare al termine dell'anno, alcune variazioni agli stanziamenti interessati del bilancio 1976, conservando però inalterata la somma complessiva disponibile.
Si è manifestato infatti insufficiente per 350 milioni lo stanziamento del capitolo relativo ai contributi rateali per acquedotti e fognature mentre sono da ritenersi esuberanti gli stanziamenti dei capitoli relativi ai contributi rateali per opere stradali e per impianti elettrici.
La variazione di bilancio di cui al disegno di legge in esame dell'ammontare di 250 milioni, consiste appunto in un incremento di pari ammontare del capitolo 1108 relativo alla concessione di contributi costanti trentacinquennali a Comuni e loro Consorzi e Comunità montane nella spesa per la costruzione, la ricostruzione, l'ampliamento ed il potenziamento di acquedotti, delle fognature compresi gli impianti di depurazione, il cui stanziamento passa da 2300 milioni e 2650 milioni. La relativa copertura finanziaria viene resa disponibile con la riduzione di 320 milioni dello stanziamento del capitolo 1213 relativo alla concessione di analoghi contributi agli Enti anzidetti per la costruzione, il completamento e la sistemazione di strade comunali, il quale diminuisce da 1200 milioni a 880 milioni, e con la riduzione di 30 milioni dello stanziamento del capitolo 1230, relativo sempre alla concessione di contributi per la costruzione, il completamento e l'adeguamento delle opere occorrenti per il rifinanziamento di energia elettrica a capoluoghi frazioni e borgate nonché per gli impianti di illuminazione pubblica, il quale diminuisce da 150 milioni a 120 milioni.
Dal punto di vista tecnico e contabile la variazione in esame appare ineccepibile per cui, come Commissione, riteniamo opportuno approvarla compresa la dichiarazione d'urgenza della legge in esame stabilita dall'art. 2.
Quello che ci preme pur tuttavia di sottolineare è l'importanza che assume la variazione di bilancio per essere stata resa necessaria dalle determinazioni di organi di programmazione decentrati quali sono i nascenti Comprensori e l'auspicio che la Giunta regionale voglia per il futuro continuare su questa strada che appare la più giusta e la più consapevole: ci sarà qualche variazione in più da apportare al bilancio di previsione ma avremo la certezza che i fondi messi a disposizione della Regione saranno destinati a sanare bisogni prioritari della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Una brevissima considerazione, di adesione naturalmente, sulla relazione presentata dal collega a nome di tutta la Commissione, e un'altra che secondo me non dobbiamo sottacere. E' vero che c'è stata la consultazione di tutti i Comitati comprensoriali provvisori, i quali in linea di massima hanno lavorato molto bene. E' altrettanto vero che il Vice Presidente Bajardi aveva presentato uno schema che indirettamente era di orientamento, quando ha preannunciato che i criteri per la concessione dei mutui da parte della Cassa depositi e prestiti erano indirizzati su determinati settori, mentre ne escludevano altri come quelli relativi alle strade ed agli impianti elettrici: c'è stato anche un invito indiretto ad orientarsi verso acquedotti e fognature. D'altro canto ritengo che su questo c'è anche un indirizzo generale del Consiglio regionale che privilegia alcuni interventi in confronto ad altri che in questo momento possono anche essere considerati di secondaria importanza.
Però il problema di fondo è un altro: intanto la Cassa depositi e prestiti, purtroppo, non fa fronte neanche a quegli impegni di scelta che aveva preannunciato. Da un po' di tempo i mutui non vengono più concessi e temo che l'anno prossimo ci troveremo con un cumulo di spese che i Comuni non riescono a tradurre in opere. Visto che è già stato preannunciato questo criterio di andare a vedere la consistenza dei fondi non utilizzati negli anni passati, sarà forse necessario trovare la maniera di venire incontro alle Amministrazioni comunali, eventualmente aumentando il contributo regionale, perché con i mutui che vengono concessi ad un tasso sovente non inferiore al 20% e con la Cassa depositi e prestiti che non concede mutui, con ogni probabilità ci troviamo di fronte ad una macchina che è nell'impossibilita di funzionare.
Quindi è valido il criterio adottato: siamo più che d'accordo sull'opportunità di questa variazione di bilancio, però rendiamoci conto che non abbiamo risolto il problema dell'effettivo impegno delle somme disponibili.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla viabilità e trasporti, attuazione e gestione delle infrastrutture

Vorrei solo fornire qualche elemento di maggiore comprensione, ovvio per gli addetti ai lavori, meno, credo, per la stampa perché le cifre avrebbero un significato ben diverso se fossero ragguagliate al monte delle opere avviate.
Una variazione di 300 milioni deve essere moltiplicata dal punto di vista delle opere, per 10/12. In effetti la cifra eccedente delle opere stradali per una massa di opere di cinque miliardi e mezzo e quella carente per acquedotti e fognature, è di sei miliardi e 200 milioni ed è eccedente per gli impianti elettrici per circa 400 milioni.
Dal punto di vista generale dobbiamo dire che con il sorgere dei Comprensori avremo finalmente quel punto di riferimento non provvisorio non informale di cui ci siamo avvalsi in questa prima parte, che ci darà certamente maggiori garanzie non solo politiche, ma programmatorie, nel senso che avvieremo, parallelamente al discorso del piano regionale di sviluppo, tutto il discorso dei piani comprensoriali e quindi passeremo ad una fase più programmatica non solamente di scelte settoriali, ma di concrete operazioni che possono corrispondere non solo sul piano sociale ma anche sul piano economico, con opere fatte al minore costo, con un maggiore vantaggio per la collettività, condizioni che invece oggi non esistevano.
Non certamente in contraddizione con le cose or ora dette dal Consigliere Martini, proprio in questi giorni stanno arrivando un centinaio di mutui accolti dalla Cassa depositi e prestiti. Non so se sono residui burocratici o ritardi nel funzionamento della Cassa depositi e prestiti che fa pervenire oggi delle dichiarazioni che sono state decise a giugno o a luglio, quando le disponibilità erano di una certa rilevanza.
Di fronte alle difficoltà dei Comuni ad utilizzare queste opere, si pu dire che in generale le ipotesi che ci sono state presentate dai Comuni nella quasi totalità sono già corredate di progetti, il che non risolve ancora il problema delle disponibilità finanziarie, ma ci fa pensare che lavorando non su intenzioni, ma su progetti già elaborati, queste opere siano considerate, in misura maggiore che in altre, scelte per le quali gli Enti locali hanno riservato le loro disponibilità.
Come fronteggiare il divario tra il massimo del nostro contributo, che è del 9% nell'ipotesi di ricorso al finanziamento ordinario, e quello reale, che oscilla attorno al 20%, è certamente un problema su cui si dovrà riflettere, ma è difficile dire in questo momento se questa strada pu essere seguita, per i rilevantissimi oneri che ricadrebbero sull'Amministrazione regionale. D'altro canto è una realtà che dobbiamo affrontare - vedremo le forme opportune - con il Consiglio.
Con la fine dell'anno scade il periodo che abbiamo dato a tutti i Comuni per le opere precedenti per le quali non sono stati presentati i relativi progetti; si tratterà di assumere gli atteggiamenti conseguenti.
Più volte è stata richiamata l'esigenza dell'annullamento dei decreti a suo tempo emanati e del recupero di queste risorse ai fini dell'accelerazione delle altre opere pubbliche per le quali si sono espressi oggi con maggiore attenzione gli Enti locali.



PRESIDENTE

Con la replica del Vice Presidente della Giunta si è conclusa la discussione generale. Possiamo quindi passare all'esame dei singoli articoli.
"Articolo 1 - Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio." Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'articolo 45 dello Statuto." Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 42 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 2 è approvato.
Inoltre, dò velocemente lettura della tabella annessa al disegno di legge: In aumento



TITOLO II - Spese di investimento Rubrica 6 - Assessorato alla

pianificazione e gestione urbanistica Capitolo 1108 "Contributi costanti trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi e Comunità montane, nella spesa per la costruzione, la ricostruzione, l'ampliamento ed il potenziamento degli acquedotti, delle fognature, compresi gli impianti di depurazione" 350 milioniIn diminuzione TITOLO II - Spese di investimento Rubrica 10 - Assessorato alla viabilità e trasporti, attuazione e gestione delle infrastrutture, navigazione interna e porti lacuali, polizia urbana e rurale.
Capitolo 1213 "Contributi costanti trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi e Comunità montane, nella spesa per la costruzione, il completamento e la sistemazione di strade comunali" 320 milioni Capitolo 1230 "Contributi costanti trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi e Comunità montane, nella spesa per la costruzione, il completamento o l'adeguamento delle opere occorrenti per il rifornimento di energia elettrica a capoluoghi, frazioni e borgate, nonché per gli impianti di illuminazione pubblica" 30 milioni Totale 350 milioni Passiamo ora alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 42 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere Il disegno di legge n. 149 è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei ora sottoporre alla vostra attenzione un modo di proseguire i nostri lavori: avremmo in elenco una nomina, una legge da approvare, la cui relazione però non sarà pronta che nel pomeriggio, due punti sui quali relazionerà il Presidente della Giunta e che quindi si potranno svolgere solo al pomeriggio; a questo punto, vista la situazione, propongo di svolgere il punto decimo, che è un disegno di legge pronto in tutte le sue parti, relazione, ecc., dopo di che suggerisco di tenere una riunione dei Capigruppo per decidere come procedere ulteriormente.
Vi sono delle osservazioni a questa procedura? Non ve ne sono, quindi passiamo al punto decimo.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame disegno di legge n. 137: "Proroga e modifiche delle disposizioni della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, concernente provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva"


PRESIDENTE

Il punto decimo dell'ordine del giorno reca: Esame disegno di legge n.
137: "Proroga e modifiche delle disposizioni della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, concernente provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva".
Il relatore è il Consigliere Rosci, che ha facoltà di parlare.



ROSCI Marco, relatore

Una proroga al 1976 delle provvidenze per l'incentivazione turistico ricettiva prevista dalla legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, la cui validità era limitata agli anni 1974 e 1975, appare opportuna per un doppio ordine di considerazioni: in generale, per la costante evoluzione del settore e per la sua riconosciuta fondamentale importanza per l'economia nazionale, tanto più oggi, come fonte di attrazione di valuta estera; nello specifico regionale, per la continuità di iniziative incentivate e suscitate dalla legge stessa. La Giunta regionale, all'atto di presentare in Commissione questo disegno di legge, ha comunque dichiarato che esso è da intendere come risposta contingente alle situazioni accennate, in attesa di organici piani turistici che tengano conto puntualmente della generale programmazione regionale e delle nuove realtà comprensoriali; e ciò, in quanto il disegno di legge, di cui qui si propone la proroga, non poteva tener conto delle nuove realtà, specialmente di quella dei Comprensori, che allora erano appena in fase di proposta. Questa dichiarazione la Commissione la sottoscrive pienamente.
Proprio per queste considerazioni, tuttavia, il disegno di legge già presenta due notevoli innovazioni rispetto al precedente.
Un nuovo comma inserito nell'articolo 6 prevede un'esplicita dimostrazione di conformità alla pianificazione territoriale regionale, con speciale riferimento ai parchi naturali e all'assetto urbanistico, per i contributi relativi ai villaggi turistici (affiancando ad essi, intesi fondamentalmente come strutture ricettive "ex novo", anche la considerazione dei villaggi - specie montani - ristrutturati, nei singoli edifici o in nuclei, nel rispetto dell'ambiente e delle tradizioni culturali-edilizie locali), ai campeggi, agli impianti turistici di trasporto, quindi relativi alle strutture che maggiormente possono incidere sulla realtà territoriale e ambientale.
Viene anche richiesta un'apposita convenzione fra Regione e richiedenti, in ordine alla gestione ed esercizio degli impianti. Vengono inoltre ulteriormente chiariti e precisati i criteri di priorità di cui all'articolo 4, mantenendo quello riferito ai territori montani, ma estendendo a tutto il territorio le priorità volte a privilegiare gli Enti locali e le partecipazioni pubbliche, le cooperative e consorzi di piccoli operatori, le associazioni, senza fini di lucro, di turismo sociale e giovanile, le piccole e medie aziende familiari.
Viene infine richiesto che sia allegata alle domande la licenza edilizia. Le altre innovazioni rispetto al precedente progetto di legge sono di semplice perfezionamento tecnico, come nel caso dell'aggiunta all'art. 8 comma 2 riferita a coloro che scelgono il tipo di contributi in conto capitale per attività in territorio montano.
La Commissione raccomanda all'unanimità l'approvazione del presente disegno di legge al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Esprimo il parere positivo del Gruppo DC in ordine a questo disegno di legge che in effetti rappresenta una proroga per il 1976 delle provvidenze per l'incentivazione turistico-ricettiva stabilite dalla precedente amministrazione, che di fatto viene qui riproposta a conferma della bontà della legge precedentemente impostata.
Esprimiamo un parere positivo anche perché sono state inserite nella relazione le osservazioni che avevamo fatto in sede di Commissione legislativa in ordine ad alcuni miglioramenti, ad alcuni completamenti della legge, soprattutto per ciò che riguarda il riferimento ai villaggi specie quelli montani, con la necessità quindi di fare ricomprendere nelle provvidenze di questa legge quelle realtà montane turistiche non certo di sfruttamento, ma che servono per incentivare l'aspetto culturale ambientale esistente nei villaggi montani che devono essere aiutati e valorizzati.
Naturalmente saremo, come forza politica, disponibili per tutto quel dibattito che sul turismo verrà fatto nei prossimi mesi, a partire da febbraio con la conferenza nazionale a Roma sul turismo e che vedrà una potenzialità nuova a livello di legislazione sia nazionale sia regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche da parte mia ci sarà voto positivo e soprattutto il compiacimento per la costante sensibilità dimostrata dalla Regione nel suo complesso a questo tipo di problemi.
Desidero però sottolineare, direi notariare affinché rimanga agli atti quanto è stato dichiarato dal relatore, cioè che il turismo in definitiva in questo particolare momento serve soprattutto per reperire valuta straniera.
A questo riguardo vorrei che il relatore ed il Gruppo che rappresenta tenessero presente questo piccolo particolare quando torneremo in Commissione per esaminare tutta la delicata problematica delle Pro Loco, il concetto di Azienda autonoma, di Comprensorio turistico e del turismo in genere perché non vorrei che nell'accentuazione esasperata del concetto di turismo come funzione sociale analoga allo sport, al tempo libero e tutto il discorso che ben conosciamo, si dimenticasse l'aspetto imprenditoriale del turismo come servizio reso, soprattutto a livello extra regionale se non addirittura a livello internazionale.
Per cui l'annotazione che ha fatto il relatore mi è stata particolarmente gradita e mi auguro che sia in questa misura anche un orientamento del suo partito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, di fronte a questo disegno di legge relativo al rifinanziamento di una precedente normativa regionale, il Gruppo della Destra Nazionale afferma il proprio assenso, pur non potendo peraltro condividere quel tipo di considerazioni che abbiamo or ora qui sentito fare in ordine ad una particolare sensibilità che sarebbe dimostrata verso il settore turistico da parte dell'esecutivo.
Anzi, teniamo a precisare che, pur riconoscendo l'opportunità di prorogare nel tempo la validità di queste disposizioni di legge che meritavano di essere rifinanziate, si rende quanto mai opportuna e necessaria un'approfondita analisi della situazione regionale in ordine alla programmazione turistica, perché, se è vero tutto quanto è stato qui sottolineato anche da parte del relatore in ordine alla particolare importanza che il fenomeno turistico oggi viene ad assumere, soprattutto per i suoi riflessi sulla bilancia dei pagamenti, è altresì vero che non riteniamo che questa Regione abbia affrontato con il dovuto impegno e con la necessaria serenità un fenomeno di queste dimensioni. Quindi siamo, a nostro avviso, ancora in una fase di transizione verso il futuro, futuro che ci auguriamo veda il turismo meglio e più considerato da parte della Regione.
Con queste precisazioni d'ordine critico tuttavia riconfermiamo il voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti per la replica.



MORETTI Michele, Assessore al turismo ed industria alberghiera

Concordo con i Consiglieri intervenuti per dare il proprio assenso alla legge e devo aggiungere che concordo sul modo in cui il Consigliere Rosci ha affrontato il problema della politica economica del turismo, anche la Giunta regionale è indirizzata in questo senso, cioè distinguiamo il turismo interno dal turismo esterno, quello tradizionale ed economico, che come ha giustamente esposto il Consigliere Rosci, produce moneta pregiata.
Abbiamo anche interesse a sviluppare questo tipo di turismo, tant'è che il piano di sviluppo 1976-1980 affronta la programmazione del turismo di tipo economico. E non credo che possiamo sganciare il turismo da questa impostazione politica.
Il turismo interno invece è collegato a tutta quell'azione che riguarda il turismo sociale. Alcune modifiche sono stata apportate alla legge per quanto riguarda il problema urbanistico e territoriale, pensiamo però che il discorso sulla programmazione della ricettività alberghiera ed extra alberghiera si debba inserire in un quadro più complessivo e debba investire anche i Comprensori, individuando aree omogenee a vocazione turistica ed aree che possano essere indicate come piani per la ricettività alberghiera.
La Giunta ha quindi affrontato il problema nell'ambito del piano di sviluppo che verrà in discussione in Consiglio.



PRESIDENTE

Poiché più nessuno chiede di parlare, passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1 - Le disposizioni della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23 concernente "Provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva", sono prorogate fino a tutto l'anno 1976, con le modifiche di cui all'articolo 2 della presente legge.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - L'ultimo capoverso della lettera a) del primo comma dell'articolo 2 è sostituito dal seguente: "Nei territori montani definiti tali dalle leggi vigenti, il contributo e determinato in ragione del 7% a favore degli imprenditori privati ed in ragione dell'8% a favore degli Enti pubblici o delle associazioni che senza fine di lucro, svolgono attività dirette ad incrementare il turismo sociale o giovanile. In alternativa al suddetto contributo sono concessi limitatamente alle iniziative il cui costo complessivo non superi la spesa di lire 60 milioni, contributi costanti in capitale per un periodo di 5 anni in misura annua pari alle percentuali sopra indicate, sulla metà della spesa ammissibile".
Dopo il primo comma dell'articolo 3 è inserito il seguente comma: "Le domande devono inoltre essere corredate dalla licenza edilizia che dovrà essere efficace all'atto della concessione dei contributi" L'articolo 4 è sostituito dal seguente: "I contributi saranno concessi con priorità nell'ordine: 1) per opere, in territori montani definiti tali dalle leggi vigenti e in particolare nelle zone di nuova incentivazione turistica secondo i piani o le esigenze indicate dai Comuni o dalle Comunità montane, ad iniziativa dei soggetti seguenti indicati in ordine di precedenza: a) Enti locali e società con prevalente partecipazione di capitale pubblico b) Cooperative e consorzi di piccoli operatori turistici ed associazioni che, senza fine di lucro, svolgono attività dirette ad incrementare il turismo sociale o giovanile c) piccole e medie aziende a prevalente conduzione familiare 2) per opere, all'infuori dei territori di cui al punto 1), ad iniziativa dei medesimi soggetti e nello stesso ordine di precedenza di cui alle lettere a), b), e c).
Dopo il primo comma dell'articolo 6 è inserito il seguente comma: "I contributi relativi a villaggi turistici, villaggi ristrutturati, nel rispetto dell'ambiente e delle tradizioni edilizie locali, a fini turistici, campeggi e impianti turistici di trasporto a fune sono concessi con esplicita motivazione che evidenzi la coerenza delle opere rispetto alle linee della politica regionale in tema di pianificazione territoriale con particolare riguardo ai parchi naturali e all'assetto urbanistico. Per le medesime opere la concessione dei contributi è subordinata alla stipula tra la Giunta regionale e i richiedenti, di una apposita convenzione, al fine di stabilire modalità di gestione e di esercizio degli impianti da finanziare".
Il secondo comma dell'articolo 8 è sostituito dal seguente: "I contributi di cui all'articolo 2, lettere a) e b), sono corrisposti direttamente agli Istituti mutuanti in rate semestrali posticipate, fatta eccezione per i contributi di cui all'ultimo capoverso della stessa lettera a) che sono corrisposti direttamente agli interessati in rate annuali".
Il quinto comma dell'articolo 10 è sostituito dal seguente: "Per le iniziative previste dall'articolo 1, lettere b) e c), i beneficiari delle provvidenze accordate debbono obbligarsi, con atto soggetto a registrazione, a mantenere la continuità della destinazione dell'opera realizzata per la durata di anni 15".
L'ultimo comma dell'articolo 10 è sostituito dal seguente: "In caso di mutamento di destinazione delle opere di cui ai due precedenti commi, il Presidente della Giunta regionale, su conforme deliberazione della stessa, sentito il parere degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 3, disporrà la revoca del provvedimento ed il recupero delle somme erogate".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Per l'anno 1976 le domande di contributi devono essere proposte entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
Le documentazioni, a corredo delle domande di contributi presentate fra il 1 ottobre 1975 e la data di entrata in vigore della presente legge verranno considerate utili.
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
"Articolo 4 - Ai fini dell'attuazione della presente legge sono autorizzati per l'anno 1976: 1) il limite di impegno di 200 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 2, lettera a), della legge regionale 12 agosto 1974, n.
23 2) Il limite di impegno di 25 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 2, lettera b), della legge regionale 12 agosto 1974, n.
23 3) la spesa di 300 milioni per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, lettera c), della legge regionale 12 agosto 1974, n.
23 4) la spesa di 50 milioni per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, lettera d), della legge regionale 12 agosto 1974, n.
23.
Per la prestazione della garanzia di cui all'articolo 9 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, è autorizzata la spesa di 20 milioni per ciascuno degli anni dal 1976 al 1985 e la spesa di 10 milioni per ciascuno degli anni dal 1986 al 1990.
Per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2 lettera a), della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23 - ultimo capoverso è autorizzata la spesa complessiva di 50 milioni ripartita in rate di 10 milioni per ciascuno degli anni dal 1976 al 1980. Le somme non impegnate nell'anno finanziario 1976 possono essere impegnate negli anni finanziari 1977 e 1978.
Le domande presentate nei termini stabiliti dall'articolo 3 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, e dall'articolo 1 della legge regionale 11 dicembre 1974, n. 36, possono essere esaminate ai fini della concessione delle provvidenze finanziate ai sensi del primo comma del presente articolo. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
"Articolo 5 - All'onere di 245 milioni, di cui al primo comma, numeri 1) e 2), e di cui al secondo comma del precedente articolo, si fa fronte: per 65 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo di cui al capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976 per 95 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del limite di impegno autorizzato per l'anno finanziario 1974 ai fini della concessione dei contributi di cui all'articolo 2, lettera a), della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, e delle conseguenti annualità iscritte nel capitolo n.
1368 del bilancio 1975 e nel capitolo n. 1379 del bilancio 1976 per 85 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, del limite di impegno autorizzato per l'anno finanziario 1974, ai fini della concessione dei contributi di cui all'articolo 2, lettera b), della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, e delle conseguenti annualità iscritte nel capitolo n.
1370 del bilancio 1975 e nel capitolo n. 1383 del bilancio 1976, e da iscrivere nei corrispondenti capitoli del bilancio per gli esercizi finanziari successivi.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976 gli stanziamenti dei capitoli n. 1379 e n. 1383 saranno conseguentemente ridotti nella rispettiva misura di 95 milioni e di 85 milioni, e saranno istituiti: il capitolo n. 1382, con la denominazione: "Contributi costanti della durata massima di 15 anni, per la costruzione, la ricostruzione l'ammodernamento e l'ampliamento di alberghi, pensioni, locande, villaggi turistici e ristrutturati a fini turistici, ostelli per la gioventù campeggi, case per ferie, rifugi alpini, esercizi della ristorazione ubicati in località di interesse turistico ed altri impianti concernenti il turismo sociale e giovanile, nonché per opere, servizi ed impianti compresi quelli sportivi e ricreativi - pubblici o di uso pubblico complementari all'attività turistica o comunque atti a favorire lo sviluppo del movimento turistico", e con lo stanziamento di 200 milioni il capitolo n. 1386, con la denominazione: "Contributi costanti della durata massima di 10 anni, per la ristrutturazione e l'adattamento di immobili ubicati nelle zone di montagna in Comuni o frazioni con popolazione non superiore a 2.500 abitanti", e con lo stanziamento di 25 milioni il capitolo n. 926, con la denominazione: "Oneri conseguenti la prestazione di garanzia sussidiaria ad Istituti convenzionati, per le operazioni di credito relative ad investimenti nel settore del turismo e dell'industria alberghiera", e con lo stanziamento di 20 milioni.
Nel primo rendiconto generale della Regione predisposto dopo l'entrata in vigore della presente legge le somme corrispondenti alle annualità dei contributi di cui all'articolo 2, lettera a), della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, ricadenti negli anni 1974 e 1975, saranno conservate nel conto dei residui nella misura di 705 milioni e le somme corrispondenti alle annualità dei contributi di cui all'articolo 2, lettera b), della legge regionale medesima, ricadenti negli anni 1974 e 1975, saranno conservate nel conto dei residui nella misura di 15 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio." Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
"Articolo 6 - All'onere di 350 milioni di cui ai numeri 3) e 4) dell'articolo 4 della presente legge si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1976 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 1377 con la denominazione: "Contributi in capitale fino al 20% della spesa riconosciuta ammissibile per le opere di arredamento o di rinnovo dell'arredamento degli esercizi del turismo e dell'industria alberghiera", con lo stanziamento di 300 milioni, nonché del capitolo n. 1378, con la denominazione: "Contributi in capitale fino al 50% delle spese, di importo non superiore a 20 milioni per opere, impianti e servizi complementari concernenti il turismo e l'industria alberghiera", con lo stanziamento di 50 milioni.
All'onere di 10 milioni, di cui all'articolo 4, terzo comma, della presente legge, si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo numero 1404 dello stato di previsione della spesa del corrispondente anno e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 1388, con la denominazione: "Contributi rateali, della durata di 5 anni, per investimenti nel settore del turismo e dell'industria alberghiera, di importo non superiore a 60 milioni, oppure fino alla concorrenza di 60 milioni per le iniziative di investimento di maggior importo", e con lo stanziamento di 10 milioni.
Per le successive quote annuali del contributo di cui al precedente comma nei bilanci per gli anni dal 1977 al 1980 sarà iscritto il capitolo 1388 con lo stanziamento di 10 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio." Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri Il disegno di legge n. 137 è approvato.


Argomento:

Sulle decisioni della Conferenza dei Capigruppo circa il programma dei lavori consiliari


PRESIDENTE

A questo punto suggerisco di tenere la riunione dei Capigruppo per esaminare il complesso dei problemi che possiamo ancora svolgere stamattina ed eventualmente quelli per la seduta di oggi pomeriggio.
Vi è qualche obiezione? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

A titolo informativo avverto che la legge sui parchi è quasi pronta, al limite potrebbe essere ancora esaminata in mattinata.



PRESIDENTE

Molto bene.
Sospendiamo per pochi minuti la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 11.30 riprende alle ore 12.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Informo i Consiglieri delle decisioni che abbiamo assunto nella conferenza dei Capigruppo. Questa mattina discuteremo ancora il punto relativo all'esame del disegno di legge n. 135, di cui è relatore il Consigliere Chiabrando, sia pure nelle forme che gli saranno consentite dal fatto che stanno ancora fotocopiando il documento, ma esiste l'intesa politica di svolgere ugualmente adesso questo punto. Poi dovremmo fare la nomina dei rappresentanti della Regione nella cooperativa artigiana di Tortona, nel frattempo dovrebbe arrivare l'Assessore Simonelli, che farà alcune comunicazioni per quanto concerne il bilancio della Regione.
Con ciò concluderemmo la seduta di questa mattina: oggi pomeriggio non vi sarà seduta, e ci ritroveremo il 22 dicembre, con l'intesa di affrontare i punti che non sono stati esaminati e che erano iscritti all'ordine del giorno e cioè: comunicazioni della Giunta regionale sulla legge n. 382 esame della mozione DC-PRI sul personale; dibattito sul problema delle tariffe sui trasporti.
Abbiamo altresì verificato che vi sono i tempi sufficienti per una discussione adeguata sul bilancio 1977. In sostanza il programma dei lavori che ci eravamo dati per concludere l'anno si potrà svolgere nei giorni previsti, forse addirittura nell'unica giornata del 22, ma molto più probabilmente utilizzando anche una parte della giornata del 23, questo è ancora in sospeso, perché dipenderà dall'andamento dei lavori. Intanto per è chiaro quel che faremo ancora stamattina, che non vi sarà seduta oggi pomeriggio e quel che sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta del 22 ed eventualmente del 23 dicembre.
Questi sono gli orientamenti dei Capigruppo. La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Ho chiesto di parlare soltanto perché ho visto che né all'ordine del giorno di questa seduta, né dalle dichiarazioni del Presidente figura la nomina del CO.RE.CO. della Sezione decentrata del Verbano-Cusio-Ossola e siccome la questione mi sembra abbastanza urgente, anche in rapporto all'elaborazione dei bilanci comunali e ad un avvio del lavoro in modo serio e concreto su questa documentazione, non ritengo giusto, se non ci sono ragioni di forza maggiore, rinviare a gennaio, o ad altre date, questa nomina.



PRESIDENTE

Mi pare che il Consigliere Bono abbia molto opportunamente ricordato questo punto, devo soltanto aggiungere che la questione è stata esaminata dai Capigruppo ed il fatto che non compaia ancora all'ordine del giorno di oggi, né che mi sia impegnato ad iscriverla, nel prossimo deriva soltanto da alcuni perfezionamenti - che certamente avverranno fra oggi e la seduta del 22 - delle intese politiche fra i Gruppi consiliari; è certo però che o il 22 o il 23 il punto sollecitato dal Consigliere Bono ci sarà.
Vi sono altre osservazioni? Non ne vedo, allora passiamo al punto successivo.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di legge n. 135: "Modifiche all'art. 3 della legge regionale 4/6/1975, n. 43 - Norme per l'istituzione dei parchi e delle riserve naturali"


PRESIDENTE

Il punto nono all'ordine del giorno reca: "Esame proposta di legge n.
135: 'Modifiche all'art. 3 della legge regionale 4/6/1975, n. 43 - Norme per l'istituzione dei parchi e delle riserve naturali".
Relatore è il Consigliere Chiabrando, a cui dò la parola.



CHIABRANDO Mauro, relatore

Il punto riguarda le modifiche alla legge regionale n. 43 del 1975 relativa all'istituzione dei parchi e delle riserve naturali.
In seguito alle ampie consultazioni svolte per la redazione del piano dei parchi sono emersi dei problemi e sulla base delle osservazioni è stata predisposta questa proposta di legge che detta norme per l'istituzione dei parchi e delle riserve naturali e che prevede, all'art. 2, che la Giunta regionale predisponga un piano regionale dei parchi e delle riserve naturali secondo le finalità della legge.
Il piano deve contenere la determinazione e la perimetrazione delle zone da sottoporre a tutela e deve essere approvato dal Consiglio regionale. La Commissione consiliare competente, prima V, ora II, ha svolto un ampio esame del provvedimento presentato dalla Giunta regionale indicendo numerose e articolate consultazioni. Da queste è emersa la preoccupazione che i divieti transitori previsti all'art. 3 della legge regionale 43/75 possano pregiudicare o impedire le normali attività agricole e forestali delle zone da sottoporre a tutela.
L'art. 3 di cui sopra prevede, infatti, fino alla data di entrata in vigore delle leggi regionali istitutive dei singoli parchi, tra gli altri i seguenti divieti: ".
b) - esecuzione di tagli boschivi, anche parziali, con eccezione dei tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante c) - riduzione a coltura dei terreni boschivi".
In riferimento a questi vincoli, gli Amministratori e le organizzazioni agricole consultate hanno fatto notare come alcune operazioni, che paiono essere vietate dalla legge, rappresentino di fatto espressione di base della economia delle popolazioni locali e talvolta degli stessi Comuni.
Tra queste in particolare, i tagli di piante da parte di privati e dei lotti sulle proprietà comunali, la ristrutturazione di baite, stalle e alpeggi, l'apertura di strade di servizio ad uso agricolo e forestale nonché l'avvicendamento tra pioppeti e colture erbacee. Sia l'Assessore competente che i membri della Commissione hanno condiviso queste esigenze e si è data assicurazione ai vari Enti consultati che esse devono essere salvaguardate, dato che coincidono di fatto col normale svolgimento dell'attività agricola o forestale, nei modi e nei luoghi ove normalmente è stata fino ad oggi svolta. Si è in particolare affermato che tale attività non solo non contrasta con i principi informatori della legge sui parchi ma tende addirittura a conservare e a tutelare l'ambiente tipico di molte aree proposte nel piano dei parchi.
In questo senso, nei confronti delle attività agricole e silvo pastorali e degli insediamenti umani ad esse connesse, che sono parte integrante dell'ambiente da salvaguardare, l'azione di tutela dovrà tradursi in azione di sostegno e qualificazione della loro presenza, onde evitare l'insorgere di processi di degradazione.
In base a questi fatti, il Gruppo consiliare della D.C. ha presentato in data 22 ottobre 1976 la p.d.l. n. 135 "Modifiche all'art. 3 della L.R.
43/75", onde permettere una chiara ed inequivocabile interpretazione dei divieti transitori, al fine di non pregiudicare l'approvazione del Piano dei parchi Dopo un esame del testo, nonché di alcune proposte formulate dalla Giunta regionale, la Commissione è pervenuta alla stesura di un testo concordato all'unanimità, oggi sottoposto all'approvazione del Consiglio ove vengono appunto esplicitati quei concetti che generavano nelle comunità locali le maggiori perplessità: tagli boschivi e attività agricole o edificatorie a fini agricoli.
Il testo proposto contiene dunque un articolo 1, sostitutivo dell'art 3 della legge regionale 43/75, nonché un articolo 2 con le conseguenti modifiche di alcuni commi dell'art. 7 della stessa legge. In particolare si indica chiaramente come nei territori individuati nel Piano dei parchi possano essere esercitati il pascolo, la selvicoltura, l'agricoltura, nelle forme e nei terreni ove tali attività sono attualmente praticate o saranno previste dai Piani agricoli zonali; in tali forme sono comprese le coltivazioni dei pioppi e delle altre colture industriali del legno considerate, di fatto, seminativi. I tagli totali dei boschi saranno autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste.
Si ricorda inoltre che, ove presenti, restano vigenti gli strumenti urbanistici comunali con tutte le possibilità edificatorie da essi previste nelle zone stabilite; in particolare è consentito costruire e ripristinare fabbricati rurali e loro pertinenze ad uso esclusivo dei conduttori dei terreni agricoli e forestali. Il Presidente della Giunta regionale potrà anche autorizzare l'apertura di strade ad uso esclusivo agricolo o forestale.
Con questa legge riteniamo pertanto di dare una corretta interpretazione ed attuazione alla legge regionale 4/6/75 n 43.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Dico subito che esprimerò parere favorevole a questo disegno di legge.
Colgo però l'occasione dell'esame che il Consiglio fa oggi del testo presentato per segnalare la necessità che quando si scelgono determinati indirizzi, determinate indicazioni, si affrontino anche le reazioni a certi tipi di decisioni.
Dopo che da quattro o cinque anni ormai si parla del sistema dei parchi nell'area metropolitana torinese, un sistema che, partendo dalla Mandria e valicando la collina morenica di Rivoli, raggiunge la zona del parco di Stupinigi, seguendo anche le sponde dei fiumi, si è venuta ora manifestando una reazione esplosiva da parte dei contadini del Rivolese i cui terreni sono interessati all'iniziativa: forse male informati, perché dalla relazione qui svolta questa mattina mi pare emerga perfettamente che l'agricoltura non potrà che trarre vantaggio da questo tipo di intervento essi hanno aspramente contestato l'iniziativa di realizzazione di un parco nella loro zona.
E' mia netta impressione, convalidata da quanto ho appreso dalla lettura dei giornali di stamane, che si cerchi di far saltare un certo tipo di impegno che avevamo deciso di assumere proprio per la tutela degli agricoltori: quello di dar vita ad un parco non del tipo di quello, caro al Consigliere Oberto, del Gran Paradiso, ma creato per evitare un ulteriore deturpamento delle bellezze naturali di quei siti mantenendo immutate le situazioni ecologiche di rispetto ambientale e colturale.
Bisogna dire con chiarezza che se i contadini, che sono proprio coloro che potranno avvantaggiarsi maggiormente della tutela della loro terra, si oppongono alla realizzazione del nostro progetto, vi è da pensare che non intendano rinunciare alla possibilità di un diverso sfruttamento delle loro terre, che sono in zone molto vicine a Torino, in posizione di una certa amenità, e quindi potrebbero diventare appetite per insediamenti residenziali e abitativi. Se siamo convinti della utilità dell'attuazione di questo strumento dei parchi per raggiungere realmente i fini che ci siamo ripromessi, dobbiamo anche dire che non si deve indulgere alla logica che, a quanto ho letto, la II Commissione avrebbe accolto. Altrimenti potremmo benissimo fare a meno di passare questo disegno di legge: ci troveremmo sempre di fronte a contestazioni tendenti a limitare, a restringere il territorio interessato.
Chi ha veramente a cuore la tutela delle colture agricole, come sa bene il collega Chiabrando, per la sua esperienza di Assessore all'agricoltura e di Presidente della Commissione, non può non riconoscere che questo disegno tutela maggiormente le possibilità di sviluppo dell'agricoltura sottraendola a tutti gli interventi estranei nocivi. Su questo punto dobbiamo pronunciarci con estrema chiarezza, a costo di procurarci l'impopolarità, prendendo i provvedimenti idonei, consci che chi promuove od attua certi tipi dì contestazione, cercando di impedire la delimitazione della zona a parco, non vuole la tutela del bene che a noi interessa difendere, cioè l'agricoltura, ma è mosso dall'intento di realizzare rendite diverse, provenienti da tutta un'opera di urbanizzazione e di insediamenti negativi, che il disegno dei parchi mira a scoraggiare.
Il disegno di legge che è sottoposto al nostro esame tiene presente sia lo scopo che ci eravamo prefisso, di tutela delle bellezze naturali, sia gli interessi di coloro che potrebbero essere danneggiati da un prevalere di questo interesse generale. Dobbiamo quindi essere concordi ed unanimi nel resistere di fronte a certe tensioni o spinte che, per spirito corporativo o per informazione strumentalizzata della gente delle zone interessate, tendono a far accettare la logica che i beni non vengono tutelati per tutti ma ad esclusivo vantaggio di quei pochi che vogliono trarne non il frutto derivante dall'uso agricolo industrializzato ma quello, che tutti abbiamo sempre deprecato come deteriore, proveniente dalla possibilità di alienazione a fini di edificazione residenziale che esiste nelle vicinanze di grosse concentrazioni urbane come quella di Torino, possibilità di cui la collina di Rivoli sta diventando un classico esempio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Il Gruppo comunista esprime parere favorevole a questo progetto di legge, che è stato approvato all'unanimità in Commissione, perché ritiene dall'andamento delle consultazioni, dal dibattito che si è svolto, dai rilievi che sono stati registrati, che sia il caso di dare maggior precisione alla dizione della legge n. 43, affinché le attività agricole, i contadini, i piccoli proprietari, in modo particolare i piccoli operatori economici, abbiano piena certezza che la creazione del parco non recherà pregiudizio alla loro attività, ma anzi sarà un momento di esaltazione delle attività agricole, che ormai sono diventate una componente organica dell'ambiente che si è andato costituendo.
E' stato ripetuto ed affermato più volte, durante il dibattito, durante le consultazioni, che noi non abbiamo mai considerato l'attività agricola e ciò vale tuttora, come un momento che può determinare guasti all'ambiente: i guasti all'ambiente provengono da altre attività, che tutti conosciamo e che pertanto non è neppure il caso di specificare.
Si è giunti, quindi, alla formulazione di questo nuovo art. 3 della legge, su iniziativa sia della Giunta regionale, che aveva predisposto una sua circolare sul modo di interpretarlo, sia dello stesso Gruppo della Democrazia Cristiana, che aveva presentato al proposito una proposta avente le medesime finalità ed i medesimi obiettivi che si prefiggeva la Giunta.
Mi pare che per oggi il discorso debba limitarsi all'approvazione, che mi auguro unanime in Consiglio come è stata in sede di Commissione, di questa modifica all'art. 3 della legge, non disperdendo il dibattito su altre situazioni che si sono determinate, e soprattutto in riferimento a comunicazioni di stampa assolutamente inesatte ed infondate, che non sono state attinte sicuramente presso partecipanti ai lavori della II Commissione, causa soltanto, come in alcuni casi è capitato, di disorientamento e di aggravamento di situazioni già difficili.
Osservo anche che, mentre si nota una particolare solerzia da parte di alcuni giornali a pubblicare certe notizie inesatte, o a citare addirittura posizioni che nulla hanno a che fare con una sana e giusta politica dei parchi, si evita sistematicamente di dare ospitalità ai comunicati ufficiali, come quello che era stato espresso dalla II Commissione, a conclusione di un ciclo di lavori, per precisare alla comunità locale il problema. La questione dei parchi qui citati, e citati nella piccolissima notizia di giornale, è ancora all'esame della Commissione, è ancora in una fase di studio e di elaborazione.
Riteniamo che tutto debba essere fatto al fine di seguire nella misura massima possibile il risultato scaturito da una linea giusta, seria, una linea che vuol realizzare la difesa dell'ambiente nei fatti, non con le chiacchiere.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Il Gruppo socialista, come peraltro ha già fatto in occasione della seduta della Commissione, esprime il proprio parere favorevole alla proposta di legge, che nasce, come è stato detto, da istanze pervenute alla Commissione in occasione delle consultazioni e che hanno mosso il Gruppo della Democrazia Cristiana a promuovere l'iniziativa di modifica della legge.
Ritengo però di dover dichiarare, a titolo personale, per essere stato a suo tempo, nella prima legislatura, relatore di questa legge, che a mio avviso la dizione contenuta nella legge n. 43 mi sembrava, e mi sembra tuttora, perfettamente aderente allo spirito di salvaguardia dell' attività agricola. Non vi è stata mai, in occasione dell'approvazione della legge da parte di alcun Gruppo, la benché minima intenzione di mortificare l'attività agricola; anzi, l'istituzione dei parchi era intesa proprio come promozione e salvaguardia delle colture agricole.
Comunque, siccome l'interpretazione delle norme dell'art. 3 avrebbe potuto dar luogo a perplessità e a decisioni interpretative di carattere contraddittorio, il Gruppo socialista ha aderito alla modifica dell'art. 3.
Ogni altra considerazione sui parchi verrà svolta in occasione della discussione generale, che mi auguro avvenga quanto prima, comunque entro il prossimo gennaio.
Confermo il voto favorevole del Gruppo socialista alla proposta di modifica dell'art. 3 della legge relativa alla istituzione dei parchi e delle riserve naturali.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola da parte dei Consiglieri l'Assessore Rivalta può svolgere il suo intervento di replica.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Quando, sul finire della passata legislatura, era stata presentata la legge sui parchi, le forze politiche all'interno della Commissione ritenendo fondamentalmente valida l'iniziativa assunta dalla Giunta di allora, avevano superato, accantonandoli, certi motivi di discussione a sui si era stati indotti per particolari formulazioni della legge. L'intento di instaurare una politica di salvaguardia di aree particolarmente significative, induceva a superare limiti che pur si erano riconosciuti nella formulazione della legge, e per eliminare i quali avremmo dovuto rimandare la sua approvazione, stante il fatto che la legislatura stava per concludersi: Dopo l'approvazione della legge e la formazione della nuova Giunta, ci siamo impegnati ad applicarla secondo i tempi e le modalità che erano stati previsti, e non ci siamo preoccupati, come Giunta, di eliminare, attraverso una modifica legislativa, le possibili incertezze di interpretazione che le norme di quella legge avrebbero potuto provocare. E ciò, intanto, per un rispetto ad una decisione che il Consiglio regionale aveva assunto all'unanimità, e, per altro verso, perché non ci pareva opportuno relativamente anche ai non sostanziali limiti, che la nuova Giunta si ponesse immediatamente in una posizione di revisione delle leggi fatte nella passata legislatura. Abbiamo quindi proceduto all'applicazione della legge, formulando un progetto di piano regionale dei parchi che è stato presentato all'esame della Commissione, entro tempi previsti dalla legge stessa.
E' vero, a mio parere, che l'art. 3 contenuto nella legge da adito ad incertezze interpretative, ma nella sostanza si deve considerare che esso è stato ispirato da obiettivi validi e positivi: è chiaro che, se ci si vuole muovere in direzione della difesa ambientale, sono pur necessari dei divieti; peraltro si tratta di divieti transitori, e pertanto modificabili quando, a ragion veduta, si faranno le leggi istitutive dei singoli parchi dopodiché, attraverso una analisi ed una osservazione particolare, si potrà definire un regime di controllo specifico per ogni singola zona.
Se si vuol realizzare una difesa ambientale, è chiaro che non si devono lasciar manomettere le bellezze naturali ed ambientali, non si devono consentire tagli di boschi che sono un elemento essenziale della conservazione dell'ambiente, sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista dell'assetto idrogeologico, non si devono tollerare in quell'ambiente modificazioni, come quelle arrecate con movimenti di terra o inserimenti di infrastrutture, che non rientrino in quelle che tradizionalmente sono state normalmente eseguite in passato, e che quindi hanno contribuito a caratterizzare l'ambiente. Non si può, sotto questo profilo, permettere l'apertura di cave, che sono elementi che deturpano mangiano addirittura il suolo, le colline. E non si può lasciare che vi si eserciti la caccia, non per una presa di posizione di principio, che andrebbe discussa, se mai, in altra sede, ma perché per mantenere immutato l'ambiente nei suoi aspetti naturali è necessario porre per lo meno attenzione alla conservazione della fauna; salvo che poi, nelle leggi istitutive, in presenza di un proliferare della selvaggina superiore alla densità consentita per non provocare danni all'agricoltura, non si debba decidere di permettere una caccia di selezione, di riduzione; ma in nessuna zona del nostro territorio risulta esserci una situazione di pericolo di questo genere, anche se mi augurerei che ci si arrivasse.
Se, dunque, ci sono incertezze interpretative, gli obiettivi sostanzialmente sono giusti, e vanno perseguiti con divieti transitori.
Queste ragioni di sostanza, oltre a quelle altre di rapporti politici di cui ho detto prima, ci hanno quindi indotto a non modificare la legge.
E' vero, dicevo, che possono esserci incertezze interpretative, perch quando si parla di manomissione delle bellezze naturali bisogna introdurre un canone interpretativo per la loro individuazione, su un piano il più possibile oggettivo (altrimenti, ciascuno può interpretare soggettivamente il concetto di bellezze naturali e quindi può non trovarsi mai un denominatore comune). Inoltre, può esserci incertezza interpretativa sotto altri profili: quello riguardante il divieto di dissodamento, parola che certamente suscita qualche dubbio di interpretazione (dissodamento pu essere anche un'aratura profonda, e qualcuno, equivocando, o volendo equivocare, potrebbe anche pensare che si interviene a limitare l'aratura) quello del taglio del bosco, consentito solo in qualche caso eccezionale entro i quali potrebbe sorgere il dubbio che non rientrino i normali interventi forestali che i contadini sono soliti praticare.
Queste incertezze interpretative, che io racchiudo però in una giustezza di impostazione dell'art. 3 della legge della passata legislatura, hanno certo creato qualche difficoltà nel corso della elaborazione della proposta regionale dei parchi. Qualche equivoco interpretativo è sorto in buona fede, da parte soprattutto degli agricoltori. Qualche altro è stato stimolato ad arte da chi da una politica di controllo ambientale vede messe in pericolo certe prospettive speculative e interessi connessi a insediamenti, che potevano avere proprio in queste zone, in cui è preminente il valore ambientale, disegni di sviluppo.
Nel corso di questo anno, come Giunta, abbiamo avuto rapporti con i Comuni: richieste di indicazioni e di proposta di confini, o di modifiche di confini; abbiamo avuto rapporti diretti con tutti gli Enti locali interpellati nel loro ruolo di rappresentanti di una comunità.
Personalmente, sono stato ovunque la mia presenza è stata richiesta, almeno fino a che il lavoro non è passato nella fase di consultazione delle Commissioni; nelle varie zone ho partecipato ad assemblee di carattere pubblico, nel corso delle quali questi equivoci sono stati in genere sostanzialmente chiariti e rimossi. Questi contatti ci hanno fatto maturare meglio l'impostazione che era propria del Consiglio nella passata legislatura, secondo la quale una politica di conservazione ambientale non è una politica contro l'agricoltura, contro l'attività forestale, contro l'attività pastorizia, che anzi le attività pastorali, forestali ed agricole sono elementi essenziali per la conservazione dell'ambiente.
Noi ereditiamo un ambiente che non è allo stato naturale, un ambiente che ha avuto, nelle parti per lo meno non impervie, la presenza umana come elemento determinante nel definirne il disegno e le caratteristiche. Ed è precisamente questo l'ambiente che oggi vogliamo conservare e salvaguardare. Nessuno di noi si è proposto, neanche nella passata legislatura, di procedere al recupero ambientale, che tra l'altro sarebbe stato evidentemente falso, con un ritorno innaturale allo stato primitivo.
In questi colloqui abbiamo chiarito che proprio nei confronti di queste zone la stessa attività settoriale agricola della Regione dovrà dedicare particolare attenzione.
In esse sarà necessario, proprio per una difesa ambientale, conservare salvaguardare, favorire l'attività agricola; sarà necessario favorire l'attività di forestazione, come difesa ambientale, ma anche come coltura del legno: un Paese che, come il nostro, soffre di carenza di legname, ha bisogno proprio anche di impostare, a partire da queste zone di maggior valore ambientale, una coltura del legno che sia anche un utilizzo economico insieme che ambientale del patrimonio forestale. Si dovranno poi valorizzare tutte le aree pastorizie, migliorare gli alpeggi: una serie di dissesti in montagna avvengono perché non si taglia più il fieno, perché è assente la pastorizia (e il terreno sul quale rimane il fieno rinsecchito diventa una sorta di scivolo ideale per favorire la formazione delle slavine, e quindi viene a mancare la condizione per un regolare scioglimento delle nevi). Quindi, una politica di conservazione che passa attraverso l'agricoltura, la forestazione e la pastorizia.
Queste considerazioni hanno portato in genere a rimuovere gli equivoci.
Tanto che la stessa Commissione, quando ha iniziato il lavoro di consultazione, ha trovato si delle questioni da discutere, ma ha trovato anche, ovunque, una sostanziale adesione da parte di tutte le organizzazioni contadine. Sono emersi, però, alcuni punti in cui questo equivoco non è parso essere chiarito fino in fondo. Di qui la decisione direi parallela, del Gruppo democristiano di presentare una legge di modifica dell'art. 3, e da parte della Giunta, liberata dall'iniziativa del Gruppo democristiano da un certo senso di rispetto della legge della passata legislatura, di fornire un chiarimento attraverso un regolamento o una circolare. Dalla discussione in Commissione è nato il testo della legge che oggi viene presentato E' un testo di legge che, secondo me, elimina qualche equivoco, che allenta le maglie in misura forse eccessiva rispetto ad un principio di salvaguardia transitoria, nel senso che qui chiaramente - e sia detto almeno all'interno del nostro Consiglio - appare che il taglio del bosco è pressoché libero, salvo il taglio totale, e quindi in qualche situazione ci potrà portare anche ad avere qualche scompenso, qualche corsa anche al taglio del bosco, di carattere speculativo.
Quello che diventa importante, comunque, a mio parere, per andare avanti, è eliminare qualsiasi possibilità di equivoco e di utilizzo soprattutto strumentale degli equivoci; gli equivoci sorti in buona fede sono equivoci accettabili, fanno parte, tutto sommato, del modo naturale di prendere coscienza, sono nel processo di presa di coscienza, di maturazione culturale di tutti noi; ma gli equivoci strumentali veramente non possono essere tollerati.
Ecco allora che, secondo me, anche se l'obiettivo dell'art. 3 era giusto, anche se l'interpretazione politica che i legislatori, il Consiglio regionale, la Regione hanno dato, non lasciava adito ad interpretazioni equivoche, è bene arrivare anche con qualche larghezza a togliere qualsiasi appiglio per una strumentalizzazione, e credo che la legge attuale risponda a ciò. E' sperabile che l'eliminazione di questi equivoci possa isolare chi fa dell'agitazione strumentale, anche di natura politica. In qualche situazione, come proprio a proposito della zona di Rivoli - non ero neanche stato avvisato dall'assemblea, e per questo non vi ho partecipato : credo sia l'unica assemblea pubblica su questo tema a cui io non abbia partecipato - è stata denunciata, da un giornale non di parte, la presenza di agitatori e picchiatori fascisti della Valle di Susa, chiaro segno della strumentazione politica che attorno a questo problema è stata fatta.



CURCI Domenico

Questo è veramente enorme.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Non credevo di urtare la suscettibilità di alcuno riportando una notizia di stampa, e non voglio neanche discutere su questo tema se ti senti offeso quando parlo di strumentazioni fasciste non hai motivo di rammaricarti dell'esistenza di una così netta barriera tra noi e voi.



CURCI Domenico

Ma non è avvenuto il fatto che quel giornale ha citato.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Vorresti dire che tu controlli tutti fascisti della nostra regione e sai quindi per certo che non c'era alcun fascista all'assemblea di Rivoli? Ne prendo atto.
Ma lasciamo stare queste polemiche. La settimana scorsa ho voluto rivedere la zona collinare di Rivoli, proprio per cogliere ulteriori possibilità di verifica della proposta del parco della collina rivolese parco che peraltro ci è stato richiesto da quasi tutti i Comuni inclusi nella proposta, parte dei quali ci hanno anche mandato l'indicazione dei confini. E' una zona di interesse ambientale considerevole: si tratta della collina morenica compresa fra la valle della Dora e quella del Sangone alla sua testata si trovano i laghi morenici di Avigliana; è costellata di conche, di pianori coltivati fra piccoli dossi boscati. In questa zona esiste una ricca testimonianza architettonica monumentale, l'incompiuto castello di Rivoli, progettato da Juvarra, legato ad uno dei periodi più felici dell'architettura della nostra regione; il patrimonio pubblico costituito dalla villa Mellano, altro esempio di architettura, questa dell'Ottocento, di un certo pregio ed anche di un certo costume Sant'Antonio di Ranverso, altro sublime esempio di architettura gotico romanica; la torre di avvistamento medioevale. Esistono quindi più punti di interesse per un percorso non soltanto naturalistico, ma di lettura e di conoscenza di alcuni secoli della nostra storia. E questo in un ambiente boscato, non ancora degradato.
Questa visita mi ha confermato la giustezza dell'impostazione. E me l'ha riconfermata anche il fatto che la collina di Rivoli, proprio per quello che dicono i contadini del posto, è già ora, ogni domenica sottoposta ad una pressione di carattere turistico, date le sue attrattive e la vicinanza alla città.
Mi pare, allora, che se si vuol fare qualcosa di serio in difesa dell'agricoltura in quella zona, si deve arrivare ad indirizzare questi flussi turistici negli spazi non destinati alla coltivazione agricola secondo percorsi ben definiti, ben delimitati, secondo percorsi che colgono aspetti di interesse culturale. Nella misura in cui riusciremo ad introdurre questo tipo di fruizione, selezionando i percorsi, forniremo strumenti di difesa attiva per l'agricoltura; se si istituisce il parco, si introdurranno anche strumenti di difesa normativa, a favore dell'agricoltura.
Voglio sperare che questo discorso ci permetta di continuare il colloquio ancora con questa zona. Voglio sperare che con questa legge, che viene su iniziativa del collega Chiabrando ed ha poi avuto formulazione unanime in Commissione, si possa disgiungere la posizione di difesa dell'agricoltura da quella di chi vuole che quello diventi un territorio coperto da edifici. Nel giro che ho fatto venerdì ho rilevato, ancor più che non in primavera, presenza di cantieri, di edifici in costruzione, che vanno a situarsi non nelle zone più impervie, quelle boschive (quelle dove sarebbe logico fare i percorsi interni di fruizione pubblica), ma proprio nelle conche pianeggianti, ove si pratica l'agricoltura. E vorrei che i Consiglieri regionali che ne hanno l'opportunità passassero all'interno della collina di Rivoli, per rendersi conto di come l'attività edilizia sia in espansione, un'espansione che ha molte analogie con quella che si è avuta negli anni scorsi sulla collina torinese.
Ho viva speranza che questa legge ci permetta di ricucire, tutti assieme, attraverso contatti con le organizzazioni contadine, contatti con gli Enti locali, un discorso, a Rivoli come a Viverone, dove la creazione del parco, in loco vivacemente contrastata, è sostenuta anche dall'Università in ragione del notevole interesse scientifico della zona: le strutture scientifiche dell'Università ci hanno evidenziato, chiedendoci di creare la riserva naturale, l'importanza di conservare una delle poche paludi rimaste nel nostro territorio.
Mi auguro che la legge, votata oggi, in anticipo sulla stessa discussione del piano, possa essere un ulteriore elemento di chiarimento al di là delle informazioni non corrette che sono state riportate dai giornali, circa l'ormai già avvenuta esclusione dal piano dei parchi delle due zone, dalle quali si sono levate le maggiori proteste, in parte in buona fede, ma in massima parte di natura strumentale.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione generale sia conclusa, possiamo passare all'esame dei singoli articoli. Sul primo articolo non ho emendamenti, vi sono richieste di parola? Il Consigliere Marchini chiede di parlare, ne ha facoltà



MARCHINI Sergio

Mi scuso per non essere intervenuto nella discussione generale, ma vorrei dire brevemente che ritengo estremamente opportuna l'integrazione che la D.C. ha richiesto in questo articolo perché fa giustizia di tante strumentalizzazioni, ma che d'altra parte può anche fare giustizia di interpretazioni finali troppo restrittive che potevano venire dagli uffici competenti Visto che l'Assessore Rivalta ha fatto un panorama abbastanza ampio su questo tema, mi pare che l'ottica con cui dovremmo guardare a questi problemi non debba essere museografica, non solo nei confronti dell'oggetto dei piani, ma anche nel modo di concepirli. Muovendosi la realtà regionale muovendosi il Paese, muovendosi la cultura delle collettività, secondo me questo piano dovrà essere, anche per il suo contenuto, modificato di tanto in tanto in relazione alla domanda diversa che viene dalla popolazione piemontese. A me sembra che quanto prima il Consiglio regionale, le forze politiche che lo riterranno, oltre alla mia, dovrebbero concretizzare la petizione di principio che c'è nella legge del piano dove si continua a parlare di agricoltura, forestazione, silvicoltura, pastorizia ecc. A me pare che dovremmo copiare dei Paesi che sono un po' più avanzati di noi, in particolare dalla Francia, dove, oltre a queste affermazioni di principio si arriva a fare dei parchi un privilegio, quindi privilegio significa dare degli incentivi a chi decide di vivere in questo tipo di realtà non solo paesaggistica, ma chiaramente garantita dalla presenza dell'uomo che lì vive, lavora, opera, fa figli ecc.
Mi pare quindi che oltre ai chiarimenti per quello che riguarda i vincoli - e bene ha fatto la D.C. a richiederli - bisognerà chiarire anche che cosa significa privilegiare l'agricoltura: a mio avviso significa garantire, per esempio, che tutti gli interventi regionali in materia di agricoltura trovino la possibilità di privilegiare i parchi In questo senso anticipo che successivamente faremo la proposta di modificare la legge proprio perché coloro che decidono di continuare a vivere in queste zone sappiano che vengono chiamati dalla Regione (come dicono in Francia) "giardinieri della natura" per cui, siccome stanno lì in difesa di un bene che dichiariamo pubblico, devono trovare da parte degli Enti pubblici, soprattutto dalla Regione, particolari provvidenze.
Diversamente facciamo soltanto della retorica.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Vi do la lettura dell'art. 1.
Articolo 1 - L'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43 è così sostituito: "I territori individuati nel piano regionale dei parchi e delle riserve naturali sono soggetti fino alla data di entrata in vigore delle leggi regionali di cui al successivo articolo 5, e comunque per non più di 5 anni, ai seguenti divieti: a) manomissione e alterazione delle bellezze naturali b) movimenti di terreno e scavi suscettibili di alterare l'ambiente c) aperture di cave d) esercizio venatorio.
Il pascolo e l'agricoltura si esercitano nelle forme e nei terreni entro cui tali attività sono attualmente praticate oppure saranno previste dai piani agricoli zonali. Per quanto concerne la selvicoltura, fatti salvi gli adempimenti derivanti dalla applicazione del R.D.L. 30/12/1923 n. 3267 e successive modificazioni e integrazioni, sono autorizzati i tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante, la ceduazione, i diradamenti ed è permessa la coltivazione dei pioppi e delle altre essenze industriali da legno. I tagli totali dei boschi devono essere autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste. E' vietato l'abbattimento e l'indebolimento di alberi che abbiano particolare valore ambientale, scientifico o urbanistico. Il Presidente della Giunta regionale, sentito il parere degli Ispettorati ripartimentali delle foreste, può autorizzare l'apertura di strade al servizio esclusivo delle attività previste dal 2° e 3 ° comma del presente articolo.
Entro i limiti e le norme previsti dagli strumenti urbanistici vigenti, nei territori stessi è consentito costruire e ripristinare fabbricati rurali ivi compresi stalle, tettoie ed altre pertinenze, ad uso esclusivo dei conduttori dei terreni agricoli e forestali. Tali costruzioni sono vincolate all'uso per cui sono state consentite.
Nella determinazione dei territori da includere nel piano, la Giunta regionale individua zone territoriali omogenee di tipo F di cui al D.M.
2/4/1968, n. 1444, che, d'intesa con i Comuni competenti, dovranno essere recepite dagli strumenti urbanistici relativi fino all'entrata in vigore del Piano Territoriale di Coordinamento di cui all'art. 8.
La vigilanza è affidata al personale del Corpo forestale impiegato dalla Regione, alle guardie di caccia e pesca, agli agenti di polizia locale urbana e rurale".
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Il 1° comma dell'articolo 7 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43 è così modificato: "Le violazioni e i divieti di cui ai punti a), b) e c) ed alle limitazioni di cui ai commi 4°, 5° e 6 ° dell'articolo 3 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 20.000 ad un massimo di L. 5.000.000".
Il 4° comma dell'articolo medesimo è così modificato: "Per la violazione al divieto di cui al punto d) dell'articolo 3 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo della proposta di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri La proposta di legge è approvata.


Argomento: Nomine

Nomina dei due rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia di Tortona


PRESIDENTE

Passiamo ora alla nomina dei due rappresentanti della Regione nella cooperativa artigiana di garanzia di Tortona, altrimenti la cooperativa non funziona e gli artigiani non possono fruire dei finanziamenti della Regione.
E' una cosa di pochi minuti. I nominativi sono quelli dei Signori Gianfranco Gaviglio e Clemente Bajardi.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 38 hanno ottenuto voti: BAJARDI Clemente: n. 36 GAVIGLIO Gianfranco: n. 36 schede bianche: n. 2


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati - Bilanci preventivi

Comunicazione sul piano regionale di sviluppo e sul bilancio di previsione per l'anno finanziario 1977


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli per una comunicazione sul bilancio 1977.



ROSSOTTO Carlo Felice

Chiedo la parola su una questione collegata a quelle dichiarazioni.



PRESIDENTE

Gliela darò immediatamente dopo. L'intesa fra i Capigruppo era che si esaurivano i punti all'ordine del giorno e poi l'Assessore faceva le sue comunicazioni. Se però il Consigliere Rossotto ritiene che la sua comunicazione sia preminente rispetto a quella dell'Assessore, gli d senz'altro la parola.



ROSSOTTO Carlo Felice

Ho sentito che il 22 ed il 23 dicembre si discuterà il bilancio. Faccio presente ai colleghi Consiglieri che la Commissione I, per adempiere a questa formalità, deve rinunciare alle consultazioni sul bilancio. C'erano stati degli impegni in Commissione, da parte della Giunta, di trasferire questa decisione a livello di Consiglio, perché la consultazione sul bilancio fa parte delle regole istituzionali e statutarie del Consiglio ed è di competenza non della Commissione, ma del Consiglio.
E' stato ultimato l'esame dei risultati delle consultazioni effettuate dalla I Commissione in ordine alla proposta di piano regionale di sviluppo e la relazione è già stata consegnata all'Ufficio di Presidenza. Volevo che il Consiglio ne fosse informato prima che l'Assessore prendesse la parola.
La Commissione ha esaminato questi due problemi, starà alle forze politiche presenti vedere come procedere. E' necessaria un'assunzione di responsabilità da parte del Consiglio in ordine non alle consultazioni sul bilancio preventivo 1977, ma in ordine alle successive attività da svolgere in relazione al piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

Mi pare che si possa già trarre una conseguenza dalla comunicazione fatta dal Presidente della I Commissione Rossotto, e cioè che entro questa sera si potrà avere il testo integrale della relazione della I Commissione in ordine al piano; potremo farne preparare delle copie e distribuire il tutto entro la giornata di lunedì ai Consiglieri, su questa base le forze politiche ed i Capigruppo decideranno quando iscrivere all'ordine del giorno il punto relativo.
Possiamo intanto decidere su questo? La decisione è puramente inerente agli uffici del Consiglio e la discussione si svilupperà sulla base della comunicazione dell'Assessore Simonelli, che ha la parola.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Come ha detto il Presidente della I Commissione, ci sono due problemi distinti, anche se tra loro strettamente collegati: il proseguimento dell'iter di approvazione del piano regionale e la discussione e l'approvazione del bilancio di previsione per il 1977.
Sul primo punto direi che la Giunta si rimette alle decisioni che saranno prese dai Capigruppo, ritiene soltanto utile che il Consiglio venga investito (dal momento che si è conclusa la fase delle consultazioni, e che la I Commissione ha già potuto conoscere il contenuto della relazione del Presidente) entro il mese di dicembre dei risultati della consultazione e della relazione del Presidente della I Commissione. Che poi la discussione su tutto questo si faccia entro il mese di dicembre, o venga posposta di qualche giorno, non mi pare che sia, anche in base alle opinioni che ci siamo scambiate in I Commissione, un grosso problema. Quello che ci pare utile è che non venga segnata una battuta d'arresto nell'iter di formazione del piano.
Per quanto riguarda il bilancio di previsione per il 1977, desidero ripetere qui le cose che ho dichiarato in Commissione. La Giunta ha presentato, per il 1977, uno schema di bilancio di tipo tradizionale, che non contiene scelte in ordine a nuove direzioni di spesa, ha cioè presentato un bilancio che prevede le entrate che in parte sono certe perché quest'anno il riparto del fondo dell'art. 8 è già stato fatto e quindi, per questa parte, abbiamo delle entrate certe, le altre sono prevedibili con maggiore attendibilità che non in passato.
Dal lato delle spese, si limita a prevedere gli stessi livelli della spesa del bilancio 1976 con pochi incrementi per le spese correnti e di gestione, che sono collegate a particolari necessità di intervento a causa dell'aumento dei costi o dell'aumento del costo del personale, e gli oneri che derivano dalle leggi regionali già in vigore. Non è previsto alcun intervento nuovo in nessuna direzione. I due fondi globali, che tradizionalmente raggruppano le somme a disposizione per nuovi interventi legislativi e cioè quelli che facevano capo al cap. 1018 per le spese correnti ed al cap. 1404 per le spese di investimento, sono iscritti soltanto per memoria e non contengono l'elenco dei provvedimenti legislativi da finanziare.
E' stato istituito un nuovo fondo, denominato "fondo a disposizione per gli interventi in attuazione del piano di sviluppo", al quale sono state fatte affluire tutte le risorse disponibili che sono in tutto tre miliardi e 170 milioni. Questo fondo potrà peraltro essere incrementato sulla base di una duplice verifica che la I Commissione prima, ed il Consiglio regionale poi, dovranno fare. Intanto una verifica sullo stato di attuazione della spesa e sullo stato di funzionamento delle leggi regionali; stiamo predisponendo una serie di schede relative a tutte le leggi regionali in vigore per verificare il grado di operatività di queste leggi e quindi consentire al Consiglio di modificare la legislazione che abbiamo approvato negli anni passati e così recuperare delle somme che dovranno affluire a questo fondo.
La seconda azione di verifica riguarda gli oneri per opere pubbliche cioè le annualità ed i limiti di impegno che conseguono a contributi dati negli anni passati ai Comuni per interventi nelle opere pubbliche. In questo caso, come al Consiglio è noto, l'anno scorso abbiamo potuto recuperare una cifra rilevante dell'ordine di 15 miliardi, che corrispondeva ad oneri non spendibili, perché non erano state iniziate le opere da parte dei Comuni. Anche in questo caso stiamo predisponendo un elenco analitico, opera per opera, Comune per Comune, per consentire di fare un'operazione analoga nel 1977, operazione che potrà anche avere dimensioni inferiori rispetto a quella dell'anno scorso, ma che potrà consentire di recuperare altre somme.
Un terzo elemento è venuto in discussione nella I Commissione e riguarda gli oneri per i mutui. A bilancio 1977 sono stati posti, come oneri di ammortamento e di quote interessi, le somme corrispondenti ad una semestralità di tutti i mutui che la Regione deve ancora contrarre. E' chiaro che un'analisi può essere condotta anche su questo terreno per vedere se per ragioni tecniche, o di funzionamento delle leggi che prevedono i mutui, in qualche caso possa essere esclusa per il 1977 la possibilità di accendere il mutuo. Nei casi in cui ciò si verificasse possiamo togliere anche gli oneri relativi alla semestralità che è rimasta.
Attraverso queste operazioni sarà possibile recuperare delle somme ulteriori da fare affluire a questo fondo, oppure da destinare ai fondi globali, indicando le leggi da finanziare. E' un lavoro al quale la I Commissione prima ed il Consiglio poi potranno accingersi nei prossimi mesi, lavoro che non potrà dare frutti nell'immediato anche perché il recupero di queste ulteriori somme deve essere fatto in ogni caso con legge.
Perché la Giunta ha proposto alla I Commissione ed al Consiglio un bilancio di questo tipo? Per due considerazioni fondamentali: la prima è generale, riguarda tutte le Regioni e cioè avrebbe dovuto entrare in funzione la riforma della contabilità regionale secondo la legge 335 (legge Morlino). In effetti non si è ancora raggiunto un sufficiente grado di omogeneità e di chiarezza nei criteri ispiratori perché, per potere attuare le norme della legge Morlino, è necessario che le Regioni approvino una legge regionale di contabilità in attuazione della legge statale: è prevista l'assunzione da parte delle Regioni di una legge regionale. Le Regioni stanno cercando di trovare dei criteri di omogeneità nel preparare queste leggi ed hanno concordemente deciso che non è ancora possibile presentare, in questa fase, i disegni di legge di contabilità; qualcuna sta predisponendo una specie di legge pilota sulla quale andremo poi a confrontarci per verificare se risponde ai requisiti. Quindi le Regioni non presentano bilanci in base alla nuova normativa nazionale perch tecnicamente non è possibile farlo. Allora le Regioni si stanno orientando a presentare bilanci tradizionali, o chiedendo l'esercizio provvisorio oppure con l'approvazione di un bilancio che comunque deve essere inteso come provvisorio. Tra queste due ipotesi la Giunta ha scelto il bilancio e non l'esercizio provvisorio per una ragione squisitamente tecnica. Come i Consiglieri sanno, l'esercizio provvisorio deve, per Statuto, essere limitato ad un quadrimestre, può darsi che la normativa nuova, entro aprile, riusciamo ad approvarla, ma può darsi anche di no, allora ci troveremmo nella necessità di approvare un altro bilancio, anch'esso di tipo tradizionale, se entro marzo-aprile non riuscissimo ad avere il quadro completo; abbiamo preferito avere invece un bilancio di tipo operativo anche se con queste caratteristiche di provvisorietà, cioè un bilancio che dovrà, per intenderci, essere interamente rifatto nella forma e nella sostanza dopo l'introduzione delle nuove norme.
Il secondo motivo che consiglia di non presentare un bilancio definitivo in questa fase, riguarda la mancata approvazione del piano regionale di sviluppo: che senso avrebbe operare oggi delle scelte sulla destinazione delle risorse regionali, quando stiamo discutendo il piano regionale di sviluppo da cui quelle scelte devono scaturire? Pare opportuno, in questo caso, attendere che il piano regionale di sviluppo sia approvato e fare scaturire poi dal piano la tranche di finanziamento relativa al 1977. Ecco perché abbiamo introdotto quel nuovo fondo globale che chiamiamo per interventi in attuazione del piano ed in cui devono perciò essere accorpate le risorse proprio destinate al finanziamento del piano. A dire il vero anche questa motivazione è comune alle altre Regioni nel senso che viene prendendo corpo la tesi che per fare i nuovi documenti contabili previsti dalla riforma Morlino, e cioè essenzialmente il bilancio pluriennale ed il bilancio di cassa, è necessario avere dei piani di sviluppo, perché la legge Morlino all'art. 1 dice: le Regioni dovranno dotarsi di un bilancio pluriennale che sia la traduzione contabile del piano regionale di sviluppo, quindi dà per presupposto, senza dirlo esplicitamente, che le Regioni si debbono dotare di piani di sviluppo.
Nessuna Regione, in realtà, in questa fase è in grado di darsi piani di sviluppo perché la nostra è l'unica ad avere in corso di stesura e di formazione un documento di questo tipo; le altre Regioni, probabilmente ricorreranno all'elaborazione nei prossimi sei mesi di documenti programmatici, come hanno fatto le Comunità montane con i piani stralcio cioè di documenti programmatici che valgono formalmente a ritenere esaudito il richiamo della legge a piani regionali di sviluppo, pur senza avere piani veri e propri. Quindi l'attesa non è solo dovuta al fatto che mancano tecnicamente i nuovi strumenti per fare il bilancio, ma anche perché nel merito occorre attendere un documento di piano; e anche questo argomento che inizialmente pareva essere proprio nostro, solo del Piemonte, rischia invece di diventare un argomento che riguarda tutte le Regioni. Lunedì ci sarà una riunione al Ministero del bilancio ancora su questo tema: raccordo tra i bilanci ed i piani regionali di sviluppo; in quell'occasione prenderemo in esame, seppure in modo molto schematico e solo come primo elemento di discussione, la proposta di piano del Piemonte, perché è l'unica che esiste in questo momento e la prenderemo in esame per dire che non è ancora il piano, che la metodologia deve essere arricchita da altri elementi, ecc. Però al bilancio vogliono che andiamo a discutere com'è questa proposta del piano regionale del Piemonte perché su questa anche le altre Regioni vogliono discutere per vedere quali sono i documenti programmatici che comunque devono essere redatti per poter fare il bilancio pluriennale.
In base a tutti questi elementi è chiaro che sarebbe apparso, qui come in tutte le altre Regioni, fuori luogo, intempestivo, non motivato presentare un bilancio di previsione che contenesse in questo momento delle scelte per il 1977.
La Giunta propone perciò un bilancio che vuole essere operativo, vuole consentire di non bloccare le attività di spesa nei prossimi mesi, ma che è dichiaratamente un bilancio provvisorio, ossia un bilancio che non contiene scelte.
La Giunta prevede poi un calendario di elaborazione di documenti che segue questa trafila: presentazione della legge regionale di contabilità presentazione del piano regionale di sviluppo (prima ancora per presentazione della legge sulle procedure della programmazione, che deve avvenire ancora entro il 31 dicembre di quest'anno); rifacimento del bilancio con presentazione del bilancio 1977, del bilancio pluriennale e del bilancio di cassa. Il tutto dovrebbe essere completato entro il primo semestre del 1977, in maniera da potere già rendere operativa la nuova normativa di bilancio nel corso del prossimo esercizio.
Questo, in sintesi, il quadro degli adempimenti che ci stanno di fronte.
Per queste ragioni di merito e di sostanza la Giunta ha ritenuto di proporre alla I Commissione, e questa ha chiesto oggi alla Giunta di farlo in Consiglio, la proposta di non aprire consultazioni sulla proposta di disegno di legge del bilancio preventivo perché apriremmo delle consultazioni soltanto sul metodo, di fatto chiederemmo alla comunità regionale, alle forze sociali, agli Enti locali non di consultarsi sulla sostanza dei provvedimenti da prendere e quindi sugli indirizzi della spesa, ma sul metodo per rinviare le scelte e ci pare che non sarebbe opportuno, nel momento in cui la comunità regionale è stata appena chiamata a confrontarsi intorno alle scelte sul piano regionale, cioè ci pare che introdurre, dopo la consultazione che è avvenuta sul piano regionale e che ha toccato il merito dei problemi, una consultazione di tipo metodologico che dovrebbe comunque essere seguita da un'altra consultazione fra tre mesi quando si dovrà andare a fare il bilancio definitivo, sarebbe veramente un carico anche per gli Enti consultati che non ci pare opportuno fare. Nello stesso tempo è chiaro che un bilancio di questo tipo dovrebbe essere discusso in Consiglio ed approvato con un iter procedurale di discussione di tipo abbreviato, collegato alla sua caratteristica ed alla sua natura.
La Giunta si sente di fare questa proposta proprio in vista della natura che questo documento viene ad avere, cioè di un documento che è per sua natura provvisorio, non contiene scelte nuove ed è destinato ad essere ripreso in mano e rifatto nei prossimi mesi. Però se non lo approviamo adesso rischiamo di essere, nei prossimi mesi, nella paralisi per quel che riguarda la normale gestione della Regione.
Alla I Commissione sono stati consegnati: una sintetica relazione generale, la parte dell'entrata ed un documento relativo al complesso dei mutui assunti dalla Regione, nonché il rendiconto per il 1975 che chiude con un avanzo di 18 miliardi e che ci pare opportuno discutere contestualmente al bilancio proprio per poter anche vedere come in concreto si utilizzano questi 18 miliardi che, data la rigidezza del bilancio rappresentano, una quota di un certo interesse, rappresentano risorse sulla cui destinazione si può discutere, perché sono un qualcosa di significativo.
Oggi vengono consegnati alla Commissione alcuni altri documenti, cioè la parte di relazione relativa alla spesa, una prima indicazione di funzionamento delle leggi regionali delle quali si prevede lo stanziamento previsto in legge, la parte impegnata e la parte spesa per ogni anno; farà seguito tra oggi e domani la presentazione di schede sintetiche per ogni legge, questo per consentire quell'analisi approfondita della legislazione in vigore che ci consentirà il recupero di altre somme. Ripeto, operazione da condurre in parallelo, che non è condizione per l'approvazione del bilancio, ma da condurre in parallelo perché darà i suoi effetti nei prossimi mesi. E poi un elenco di tutti gli interventi pluriennali che la I Commissione ha chiesto molto opportunamente, nel senso che abbiamo una condizione delle leggi che prevede gli interventi pluriennali di tre tipi diversi, abbiamo cioè leggi pluriennali che già nel testo della legge prevedevano il finanziamento a carico di più esercizi e quindi per queste leggi il bilancio 1977 prevede lo stanziamento, alcune di queste leggi cioè, sono già rifinanziate anche per il 1977. Ci sono altre leggi che erano nate con un'ottica pluriennale e quindi che prevedevano di durare, ma che avevano il finanziamento fermo all'anno scorso, e che quindi nel 1977 dovrebbero essere rifinanziate e non lo sono sul bilancio, quindi bisogna tenerne conto anche nella destinazione delle somme a disposizione.
Esiste un terzo elenco di leggi, magari pluriennali per il passato, il cui finanziamento è scaduto comunque nel 1976. Vengono consegnati alla I Commissione anche questi tre elenchi perché si possa ragionare su tutto il complesso degli elementi a disposizione.
In conclusione, la procedura con la quale la Giunta chiede che venga approvato il bilancio di previsione per il 1977 è certamente anomala e non sarebbe serio se contrabbandassimo in termini diversi il problema, è una procedura anomala perché si chiede l'approvazione di un documento con urgenza e senza consultazioni e poi di un documento dal quale non traspaiono scelte politiche. Quindi, per parte della Giunta, questo documento non viene presentato con alcuna connotazione né trionfalistica né di raffronto col passato e neppure di analisi per grandi settori di indirizzo della spesa perché sarebbe superfluo e non serio. E' bene che queste cose si dicano con franchezza. Presentiamo un bilancio che ha natura di documento provvisorio, ci pare però un documento indispensabile, se non vogliamo bloccare la vita della Regione.
Il confronto è soltanto rinviato, mettiamo a disposizione della I Commissione e del Consiglio tutti gli elementi contabili necessari al confronto, con piena conoscenza di causa, sappiamo che esistono alcuni problemi da esaminare molto accuratamente: la situazione di indebitamento della Regione, la situazione dei mutui, la situazione delle leggi pluriennali che ho già ricordato, la situazione analitica delle opere pubbliche finanziate nel passato, anche perché attraverso queste verifiche potremo in realtà mettere in moto altre risorse ed in particolare completare le opere pubbliche iniziate e non concluse, che è attività alla quale può essere destinato, anche con revisioni procedurali, con recupero di somme, con accelerazione di pareri da parte dei diversi organi della Regione, può essere dato loro un contributo per far sì che, con avendo una scarsità di risorse terribile nel 1977, come quella evidenziata dal bilancio, e pur non potendo stanziare risorse per nuovi interventi, se acceleriamo l'ultimazione delle opere in corso, in realtà facciamo in modo che si spendano lo stesso delle grandi risorse; se muoviamo le somme ferme attraverso interventi di tipo amministrativo, di tipo procedurale snellimento di procedure, sollecitazione ai Comuni, accorpamento di interventi per Comprensori, mobilitazione dei Comprensori sui programmi di spesa, spostamento di risorse da uno stanziamento all'altro per accelerare le opere che possono partire al posto di quelle che non potrebbero partire nel 1977, anziché lasciare degli altri residui, facciamo una mole considerevole di opere, non sarà un anno di pausa nel senso che si spendono lo stesso dei soldi e si realizzano delle opere, pur non potendo stanziare risorse nuove e aggiuntive, ma limitandoci a fare partire le opere ferme.
In sintesi, queste sono le caratteristiche del bilancio, queste le richieste che la Giunta ha fatto alla I Commissione e che ripete qui al Consiglio.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai Consiglieri che la chiedono, vorrei ricordare le caratteristiche della discussione che si svolge sulla comunicazione testè svolta dall'Assessore Simonelli, comunicazione che è stata richiesta ed ottenuta per avere un quadro della situazione prima di definire quando e come discuteremo gli argomenti che l'Assessore ed il Presidente della I Commissione hanno introdotto. Ricordo questo, perch l'argomento è affascinante, ma potrebbe portarci ad una simpatica discussione di alcune decine di ore.
La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Ascoltata la breve dichiarazione dell'Assessore Simonelli, non posso non esternare considerevoli perplessità intorno a questa metodologia, anche se sono emerse giustificazioni sul piano dei tempi, sul piano della maturazione della nuova legge che dovrebbe regolamentare la contabilità regionale.
Onestamente però credo che la strada migliore fosse quella dell'esercizio provvisorio, perché non vi è alcun dubbio che, come annunciato dal Presidente della I Commissione, se ci troviamo di fronte al completamento dell'iter del piano di sviluppo, possiamo, nel corso dei quattro mesi che ci stanno davanti, presentare il bilancio, sia pure in termini tradizionali, ma con un chiaro inserimento di tutte le prospettive legate al piano, nessuno ce l'impedisce; al massimo avremmo dovuto correggerlo per adeguarlo alla nuova normativa. Ma è evidente che oggi il bilancio presentato in questi termini e quindi senza consultazione, con un'anomalia che, a mio modo di vedere, dà la sensazione di volere fare qualche cosa, ma che in realtà documenta che non si è arrivati obiettivamente a farla, credo non sia accettabile e quindi ribadisco il concetto che sarebbe molto più logico portare avanti il discorso dell'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'argomento è già stato dibattuto in Commissione ma doveva, per correttezza, come è stato sottolineato, e per chiarezza politica essere portato in Consiglio.
Non entro nel merito, mi attengo strettamente al richiamo opportunamente fatto dal Presidente. Siamo di fronte alla proposta di presentazione di un esercizio provvisorio che teoricamente può durare tutto l'anno: questo è un espediente tecnico, per me che sono abbastanza profano in materia, la maggioranza chiede di rinunciare alle consultazioni e ad un certo tipo di dibattito politico sull'argomento adducendo varie ragioni tecniche di opportunità, di indagini da farsi sulle leggi pluriennali, sui mutui, al fine di reperire le risorse, di concentrarle, di dislocarle nel modo più opportuno. In particolare, si richiama ancora una volta (ed è un richiamo che abbiamo sentito fare anche in tempi lontani e precedenti) l'opportunità di agganciare il bilancio al piano di sviluppo.
Dichiariamo subito che non ci opponiamo a che si discuta un documento che viene presentato, con dichiarazione e confessione della Giunta, come documento meramente contabile atto a garantire la continuità amministrativa e la funzionalità della Regione nel suo complesso. Naturalmente il disporci ad accettare questa procedura non significa approvare questa scelta e questa metodologia, non significa dare un voto favorevole, potremmo già anticipare fin d'ora la dichiarazione di voto e ne faccio grazia al Consiglio.
Rinunciare alla consultazione. Le motivazioni addotte in termini asettici da parte dell'Assessore sarebbero politicamente anche molto rilevanti e molto interessanti se presentate alla consultazione, se esposte ai cittadini i quali potrebbero chiedere, o potrebbero chiedercelo in un altro momento, quali delle operazioni a cui si vorrebbe agganciare il bilancio potevano essere fatte tempestivamente, quali scelte potevano essere fatte, perché non si fanno scelte, sempre ci saranno motivi d'ordine di legislazione generale, di riforma in fieri per rinviare l'indicazione l'impostazione di certe scelte. Con questo non ci nascondiamo, e non nascondiamo a nessuno, le difficoltà anche dell'ora presente e le varie aspettative.
Sul piano e sulle modalità della sua presentazione, sui suoi contenuti e sulla sua discussione ci siamo già espressi altra volta ed intendiamo esprimerci con una relazione (chiamiamola così, non so, non vorrei essere non esattamente informato sui lavori della I Commissione), con una relazione di minoranza che segua alla relazione che è stato dichiarato essere di maggioranza. Questa è una facoltà che ci è riconosciuta e che ribadiamo qui, per la quale occorrono i tempi sufficienti perché questo documento non sia una mera registrazione (e sarebbe anche facile se volessimo attenerci a questo) dei pronunciamenti che sono avvenuti attraverso la consultazione, ma abbia quel carattere anche alternativo e propositivo dei limiti che sono consentiti a chi non detiene gli strumenti per proposte tecniche di questa ampiezza.
Pertanto, con tutte le riserve che ci trovano consenzienti con la presa di posizione del Consigliere Cardinali, dichiariamo la disponibilità ad affrontare la discussione nelle prossime sedute, avendo ben chiaro che l'appuntamento sui temi di fondo e riguardanti il bilancio è rinviato: in quella sede registreremo sinteticamente la situazione e le motivazioni per le non scelte; le motivazioni a questo punto divengono obiettive, ma potremmo risalire indietro per la rinuncia alle consultazioni e l'appuntamento per il prosieguo della discussione che si aprirà supponiamo, nelle prime settimane di gennaio sulla prima fase di elaborazione del piano di sviluppo, per vedere quali altre fasi dovranno seguire se effettivamente vorrà essere il momento di aggancio per un bilancio e non ulteriore giustificazione per slittamenti.
Si è richiamata anche da parte dell'Assessore la legge sulle procedure per la programmazione. Credo che motivi comprensibili a giustificare il ritardo nella presentazione di un documento di questa essenzialità di cui si parla e si discute da un anno e mezzo non se ne vedono molti, ma poich il documento non esiste, c'è una ragione obiettiva, da un lato di critica e dall'altro di consenso, a discutere questo documento e a consentire che l'istituto regionale prosegua la sua attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ritengo in primo luogo di dover dare atto e ringraziare l'Assessore per la chiarezza dell'esposizione che ha reso quasi comprensibile, anche a chi non ha dimestichezza con questi problemi, l'argomento abbastanza delicato.
Sul quesito che ci viene posto mi pare che una forza di opposizione debba pronunciarsi in senso di astensione, in quanto viene lasciato alla maggioranza, in particolare alla Giunta, stabilire di non avvalersi della consultazione come metodo di verifica di una sua decisione. Dal punto di vista tecnico è chiaro che tutti i tipi di vincoli di ordine metodologico e di natura normativa interni ed esterni, oserei dire, che l'Assessore ci ha esposto evidentemente non possono essere sottovalutati. Mi pare tuttavia che una forza di opposizione debba rilevare come non si dia al Consiglio la possibilità di discutere politicamente il bilancio, perché ci viene presentato, come ha detto Cardinali, un "esercizio provvisorio"; sembra quasi che ci sia una proroga del bilancio dal 1976 al 1977 come indirizzo politico. Mi sembra che si snaturi un po' lo Statuto della Regione per il fatto che la maggioranza non si presenta al dibattito politico, che sul voto del bilancio ha delle caratteristiche peculiari. In definitiva andiamo a dare una cambiale in bianco, politicamente non motivata, su un documento contabile di continuità di un tipo di gestione che ha già avuto voto favorevole l'anno scorso per tutto il 1977.
Non è certamente il caso di dare corpo ai fantasmi su questo tipo di preoccupazione, penso però che la Giunta dovrebbe responsabilmente prendere atto che anche in termini di correttezza verso il Consiglio la scadenza che dovrebbe essere puntualmente verificata, dovrà essere rispettata con tutte le implicazioni politiche quando verranno discussi gli argomenti a cui sarà agganciato il bilancio reale successivo all'approvazione del piano di sviluppo.
Ovviamente il giudizio su tutta questa vicenda è estremamente critico il parere che la Giunta ci chiede, l'adesione ad una procedura del tutto eccezionale di non arrivare alle consultazioni è una responsabilità che lascio integralmente alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Il mio intervento lo faccio in rappresentanza delle idee, della funzione politica, delle responsabilità politiche che come liberaldemocratici ci siamo assunti nel governo della Regione Piemonte e come maggioranza che sostiene la Giunta Voglio prima di tutto affermare che proprio in Commissione le forze di maggioranza hanno ritenuto che questa impostazione - di cui mi permetter in seguito di riconoscere la validità, la coerenza e la correttezza con quelli che sono stati gli impegni assunti nel momento in cui si sono formate le maggioranze - non fosse una cambiale in bianco.
E' stato il Consigliere Raschio a ricordare come il principio istituzionale fondamentale della garanzia che un bilancio può essere provvisorio (perché questa era la scelta politica che lo articolava) non poteva assolutamente passare senza il termine delle consultazioni e che in ogni caso, attraverso il dibattito del Consiglio, si dovevano stabilire i termini di validità della cambiale, cambiale a vista, non in bianco cambiale che ha dei termini molto precisi e dei significati politici collegati allo stesso.
Devo anche ricordare come rappresentante liberaldemocratico che è mio convincimento - ma credo che sia convincimento di tutti i colleghi presenti nel Consiglio - che un bilancio, per essere momento di risposta alle esigenze che la realtà sociale ci pone, deve essere collegato ad un documento di piano e quindi alla realizzazione della politica di piano. Il collega Bianchi ha accennato ai termini e ai ritardi, credo come forza politica e mai come istituzione (la difficoltà di essere monadi in un Consiglio necessita molte volte di dover scindere quando si parla come rappresentante di un'istituzione e quando si parla come forza politica).
L'iter che la democrazia pone per l'elaborazione del piano di sviluppo è passato attraverso le consultazioni di 15 Comprensori, ha terminato il suo momento di consultazione il 24 di novembre e devo dare atto ai colleghi che insieme al sottoscritto fanno parte della I Commissione, del lungo lavoro effettuato.
Ho parlato di maggioranza perché esistono delle posizioni che non possono essere recuperate da una relazione, il processo di costruzione del piano è valido se sa essere il più unitario possibile, lasciando tutti gli spazi a questa unitarietà, non creandola. Ci sarà un dibattito, ma perch sia costruttivo e necessario che i colleghi della I Commissione conoscano perfettamente la materia. La Giunta poi non dovrà più fare una proposta, ma fare il piano e su questo collegare le scelte operative.
Mi pare che la funzione dell'opposizione debba proprio essere quella di ricordare che i tempi sono cortissimi ed è indubbio che per fare una politica di piano esistono altri adempimenti che impegneranno faticosamente il Consiglio e la Giunta. C'è la legge sulle procedure, c'è, mi pare, per un accordo politico, la necessità che la I Commissione, cioè il Consiglio dia un certo orientamento di quelli che possono essere i regolamenti che i Comprensori devono redigere nella pienezza della loro autonomia ed autorità, in collegamento anche con la politica di piano che li vede come momento di pari dignità e di pari importanza decentrata dell'organo regionale. Esiste anche la necessità di adeguamenti tecnici e politici come il piano pluriennale in funzione della legge 335, sulla quale però gravano le carenze, i ritardi a livello governativo.
Sarà poi compito e funzione della maggioranza rispettare le esigenze le volontà e le sollecitazioni che l'opposizione sottolinea ed impone come ritmo di lavoro, ma può dire che è un bilancio di competenza perch colleghi Consiglieri, la realtà è che, dopo sei anni di funzionamento dell'istituto regionale, oggi abbiamo (e lo dice il bilancio di competenza all'esame nostro) possibilità di interventi per tre miliardi, non avendo impegnato disponibilità per quelle leggi pluriennali che hanno terminato il loro iter nel 1976. Quindi il ripensamento che deve coinvolgere tutte quante le forze politiche si impone necessariamente e mi sembra anche di dover sottolineare come in questi tre miliardi già si evidenzia un problema sul quale politicamente mi opporrei, perché sono spese soltanto di gestione, spese che non incidono sulle strutture, ma che rispondono ad esigenze sociali, quella dell'assistenza farmaceutica agli agricoltori, ai commercianti ed agli artigiani, che vogliono dire portar via sei mesi perché c'è da augurarsi che il 1° luglio 1977 il governo ci dirà come risolvere queste incombenze.
Ecco dove l'esercizio provvisorio non ha un significato, mentre è indubbio che il non poter effettuare delle scelte è un aspetto negativo che coinvolge l'operatività non soltanto di coloro che hanno assunto la maggioranza. E mi pare che l'estrema franchezza, con cui l'Assessore ha parlato oggi, dimostra che si sta stabilendo un corretto e corresponsabile discorso tra maggioranza ed opposizione nell'intento di proseguire nella politica di scelte che presuppone la necessità di non perdere tempo.
Accogliendo quindi l'invito dell'Assessore ad accettare la realtà operativa come si presenta, sollecito la Giunta a presentare rapidamente in Commissione una bozza di articolato di cui anche il Consiglio deve prendere atto. Il fatto che questo non è un esercizio provvisorio, ma un bilancio provvisorio con limiti e con scadenze (decideremo noi la data) costringe la forza di maggioranza, la Giunta ad assumere rapidamente alcune ulteriori iniziative che si chiamano leggi sulle procedure, che si chiamano elementi precisi per poter insieme vedere dove va modificata quella legislazione che è stata un vanto per tutti, che nel 90% dei casi è stata una legislazione all'unanimità; mi auguro che questa unanimità non venga meno nel momento in cui andremo a rivederla per recepire quelle risorse che possono e devono rappresentare la base operativa di quel bilancio non più provvisorio.
Sottolineo il senso di responsabilità con il quale le opposizioni specialmente l'opposizione che ha maggior peso in questo Consiglio, la DC hanno accolto il discorso dell'Assessore. Il fatto che siano stati sottolineati carenze e ritardi fa parte della funzione di stimolo di cui l'opposizione, anche nel momento in cui capisce la necessità o l'opportunità di certi provvedimenti, non può fare a meno e questo, come forza monade di maggioranza, accolgo e ritrasferisco al potere esecutivo al quale consentiamo di operare perché proprio su un ritmo di tempi accelerato possa agire.
Credo che il momento nel quale verrà fissata la discussione consiliare sulla relazione di maggioranza sul piano di sviluppo consentirà di incominciare a giudicare l'operato della Giunta nella realizzazione del piano, perché in questo momento la Giunta sta aspettando che il Consiglio termini la sua funzione e credo che la sollecitazione da parte delle forze di maggioranza in Commissione perché finisse un certo tipo di discorso che poteva anche sfilacciarsi e perdere significato e l'iter successivo che deve avere la costruzione della politica di piano, abbiano questo significato, di responsabile costituzione di un modo leggermente diverso di governare il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Prendiamo atto, dopo quanto ha detto l'Assessore al bilancio a nome della Giunta, che il documento che ci è stato presentato, e cioè il bilancio preventivo del 1977, è un fatto contabile e non un fatto politico.
E', a mio avviso, un'affermazione grave da parte di chi praticamente detiene il potere nella Regione Piemonte. La decisione che le consultazioni non debbano esserci è la conseguenza logica di una non scelta politica. E proprio per questo e perché non possiamo accettare il fatto che un documento come il bilancio sia un documento puramente contabile, ci asteniamo per quanto riguarda la richiesta di consultazioni o meno sul bilancio.
Esprimiamo poi la stessa perplessità che ha già espresso il Capogruppo del PSDI, collega Cardinali, sul fatto che non si acceda all'esercizio provvisorio che obbligherebbe, nel giro di quattro mesi, a fare questa scelta politica che speriamo sia nel divenire del piano e speriamo comunque di non dover apprendere ulteriori notizie dagli articoli sulla stampa del consulente della Regione Piemonte, dr. Mossesso.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà



BONTEMPI Rinaldo

Ritengo che gli interventi, sia pur abbastanza brevi, e quindi nel solco delle indicazioni date dal Presidente del Consiglio, che hanno fatto seguito alla comunicazione dell'Assessore Simonelli vadano intesi in tutta la loro varietà, e che, in rapporto anche alle osservazioni in essi contenute, metta conto, da parte del Gruppo comunista, esprimere alcune valutazioni e fare alcune precisazioni, che mi sembrano doverose per riportare la discussione di oggi nei corretti termini di intendimento e di interpretazione della proposta fatta dalla Giunta.
Mi sembra, cioè, che vada preso atto, innanzitutto, che la Giunta si è pronunciata con la massima correttezza ed il massimo realismo, definendo il documento di bilancio che ci viene presentato un documento di tipo particolare, a carattere "provvisorio", senza avere le caratteristiche tecniche dell'esercizio provvisorio. Ciò per motivi enunciati dall'Assessore - di opportunità - che ci sembra di dover condividere. Con queste connotazioni va esaminata e giudicata anche la proposta di passare rapidamente alla discussione ed alla votazione, tralasciando la fase delle consultazioni.
Partendo da questo, pur riconoscendo, naturalmente, come sempre, la legittimità politica delle riserve e delle denunce, che qui sono state fatte, di ritardi, di carenze, mi pare che dobbiamo renderci tutti conto se vogliamo fare un passo in avanti sul piano costruttivo - un aggettivo che ripetiamo spesso ma al quale dovremmo anche improntare ogni nostro criterio di interpretazione - dell'obiettiva novità della presentazione del bilancio, in questo momento, e per motivazioni di carattere generale e per motivazioni di carattere particolare, alla Regione, cioè che non è ancora ultimato l'iter del piano di sviluppo.
Non possiamo assolutamente, secondo me, dimenticare che questa novità si concreta in una serie di fattori tutti molto importanti, che ci porteranno - questo sì, è l'impegno che dobbiamo assumerci per i prossimi mesi - ad avviare un confronto, direi permanente, continuo, perché abbiamo da sciogliere tutta una serie di nodi che non sono paragonabili, non sono omogenei a quelli che tradizionalmente, nell'affrontare il bilancio avevamo di fronte gli scorsi anni. Se negli anni passati, arrivati a dicembre, la scelta tra esercizio provvisorio e bilancio vero e proprio poteva essere ricondotta nell'alveo tradizionale dell'essere giunti in tempo o meno all'appuntamento di fine anno con le scelte definite, oggi mi pare che il discorso sia profondamente diverso e sia cioè collegato a quel fattore di carattere generale che è la nuova legge di contabilità regionale, che ha d'altra parte portato, come diceva l'Assessore Simonelli tutte le Regioni ad assumere una posizione abbastanza analoga a questa sospensione di scelte, in questo momento, dicembre '76, in attesa di definire in maniera omogenea i singoli provvedimenti legislativi regionali di recepimento.
Ma desidero ricordare un altro fatto intrinseco alle nostre disponibilità ed alla nostra realtà finanziaria regionale, e cioè quello del tema affrontato sempre in maniera teorica (che d'altra parte, invece proprio per l'impulso della Giunta e per i documenti che ci verranno consegnati presto, potrà scendere nel concreto) rappresentato dall'opera di revisione delle leggi, di riesame di tutto quello che abbiamo, nel tempo costruito attraverso la legislazione regionale, non nell'ottica della programmazione.
Mi pare che questo vada tenuto presente, e, ripeto, pur dando atto della profonda responsabilità e correttezza del dibattito così come si è svolto, mi pare di dover richiamare all'attenzione delle forze politiche un concetto che qui non è emerso da parte di alcun intervenuto, che è quello della obiettiva novità della situazione, per i motivi che ho illustrato prima.
E' veramente difficile, mi pare, a questo punto, che non venga colta positivamente da parte di tutte le forze politiche questa dichiarazione di profondo realismo da parte della Giunta. Perché quando dico, e lo ripeto che, oggi come oggi, per i motivi di carattere generale, per questi motivi di carattere specifico, è ben difficile, e sarebbe veramente un po' velleitario, far carico in modo unilaterale alla Giunta di non aver operato delle scelte, dico, mi sembra una verità su cui è difficile smentirmi. E nella discussione in I Commissione queste cose sono emerse chiaramente.
Ma allora qual è il punto in positivo, fatti questi rilievi, nella discussione di oggi? Il punto in positivo è certo lo stimolo all'accelerazione dei tempi nella definizione degli atti che, fra l'altro competono a noi. Quali sono le scelte che toccano a noi? Sono innanzitutto l'ha ricordato Rossotto nel suo intervento - la rapida presentazione da parte della Giunta di una bozza della legge sulle procedure della programmazione su cui chiamare ad uno sforzo il più possibile unitario, per la sua peculiarità, le varie componenti politiche nella Commissione, e l'approvazione dello schema definitivo del piano di sviluppo.
Ma allora questo richiamo ai Gruppi politici vuol anche dire, secondo me, che, per esempio, dopo la fase che si è ora conclusa delle consultazioni in merito al piano, su cui abbiamo già avuto anche notevoli divergenze di pareri, e su cui, tra l'altro, le forze politiche presenti in Consiglio hanno avuto opinioni fortemente divergenti (ne abbiamo avuto l'eco nell'ultimo dibattito di politica economica generale), dobbiamo arrivare al dunque chiedendo, certo, alla Giunta un impegno di tempi stretti, ma anche mettendo in condizioni la Giunta, con il fare il nostro dovere nella maniera più completa, di calendarizzare il dibattito sulla relazione del Presidente della I Commissione. Questo cosa significa? Che la relazione del Presidente della I Commissione (mi pare sia stato questo il senso della discussione anche nella stessa Commissione) sia il punto di arrivo di una fase, ma di partenza per un'altra. Dobbiamo dunque accelerare il più possibile le cose, riducendo ai minimi termini le esigenze, sia pur valide, di ripensamento, di analisi; d'altronde, le loro posizioni, i vari Gruppi politici le hanno espresse più volte, in più sedi, i giornali ne sono stati, direi, specie per la parte di osservazioni critiche, ampia cassa di risonanza. Ritengo che dobbiamo procedere rapidamente anche qui in Consiglio, così da mettere in condizioni la Giunta di operare e di dare al più presto l'indicazione programmatica da cui potrà partire correttamente anche la scelta che poi, giuridicamente e contabilmente, sarà collocata nel bilancio.
Ritengo di dover concludere il mio intervento ribadendo che la scelta fra un bilancio così come strutturato e l'esercizio provvisorio, risolta dalla Giunta a favore del primo tipo di documento, sia una scelta eminentemente di carattere tecnico, e che la preferenza sia legata alla maggiore operatività che esso può conferire all'azione della Regione: e richiamando tutti agli impegni che dobbiamo insieme concordare, coscienti che quanto più presto li assumeremo, noi come forze politiche, la Giunta per quel che le compete, più presto avremo quell'avvio concreto del confronto sulle scelte che voi, colleghi dell'opposizione avete chiesto e che noi siamo pienamente disponibili a sostenere nei tempi più brevi possibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Intervengo brevemente, soltanto per evitare che un silenzio da parte socialista induca in equivoco. Dirò poche parole di adesione e di sostegno all'impostazione che la Giunta ha dato a questo bilancio provvisorio, che si distingue dall'esercizio provvisorio per i termini e per i contenuti gia reiteratamente precisati dai colleghi che mi hanno preceduto.
Nell'intervento dell'Assessore Simonelli mi hanno principalmente colpito le sue affermazioni, che denotano un profondo realismo, che questa è una proposta di procedura anomala. Egli ha parlato con consapevole umiltà, desidero sottolinearlo, il che dimostra che la proposta della Giunta è saldamente piantata nel terreno politico, sociale, economico in cui oggi ci troviamo. Dall'angolazione da cui ha preso le mosse la Giunta per fare questa proposta diventa difficile dissentire: si possono avanzare critiche sul modo di procedere, sulla sua stranezza, ma diventa estremamente difficile, se non impossibile, respingere questa impostazione.
Del resto, ci troviamo praticamente alle soglie del dibattito sul piano: è già stata distribuita la relazione del Presidente della I Commissione sulle posizioni che sono emerse durante le consultazioni per il piano economico, ed in quell'occasione avremo spazio e tempo per esprimere tutte le nostre valutazioni - che non prescinderanno neanche da questa forma di accettazione del bilancio ordinario, tradizionale per il '77 anche quelle critiche, anche quelle contrapposte. Evidentemente, ogni parte politica si assume la propria responsabilità, così com'è abituata a fare questa Giunta della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, mi atterrò strettamente al tema in discussione, cioè mi limiterò ad esprimere un parere in ordine alla procedura che la Giunta ha dichiarato di voler seguire attraverso la comunicazione resa in assemblea dall'Assessore Simonelli.
In questa rapida discussione, che per parte mia non appesantirò con un lungo intervento, ho colto soprattutto due definizioni: l'una proveniente dai banchi della maggioranza, l'altra dai banchi di una forza di opposizione. Ho sentito, cioè, parlare di cambiale, e discettare se si tratti di cambiale a vista o di cambiale in bianco. E' allora evidente che basterebbe allacciarsi a questa definizione, che in fondo mi sembra realistica - visto che il richiamo al realismo è tanto di moda - per affermare che chi siede sui banchi dell'opposizione non può firmare alla maggioranza cambiali di alcun genere, a vista o no.
Ma voglio ancora dire, al di là di questa considerazione di principio che, in effetti, la procedura proposta non può essere accettata, o quanto meno ha da venire motivatamente criticata, in tanto in quanto è esatto il rilievo che, se non era possibile, e di questo diamo atto, andare ora a scelte definitive, per le incombenze che gravano sul Consiglio e per la situazione generale in cui viene a trovarsi in questo momento l'istituto regionale, è altresì vero che molto più corretto sarebbe stato scegliere la strada dell'esercizio provvisorio. Perché, in realtà, con questo che si è voluto chiamare bilancio provvisorio, da un lato si perseguono gli stessi fini dell'esercizio provvisorio, ma dall'altro si evita ogni limite, anche quello che all'esercizio provvisorio veniva ad essere fissato. Ecco perch è pertinente l'espressione di cambiale per l'assenso chiesto all'assemblea.
Il Capogruppo comunista ha voluto osservare che si tratta di una obiettiva novità presentata da questa Giunta, quella di un modo nuovo cioè, di prendere atto di una realtà e di procedere di conseguenza. Sembra al mio Gruppo che, se novità vi è, questa consiste unicamente in un gioco per cui ci si presenta un esercizio provvisorio mascherandolo da bilancio provvisorio. Veramente un po' troppo poco per poter trovare consenziente anche la nostra parte politica. Pertanto, non possiamo che riaffermare la nostra perplessità in ordine al sistema che qui si intende seguire riservandoci ovviamente il giudizio di merito su questo bilancio provvisorio, o esercizio provvisorio, che è in realtà la scelta di non scegliere, allorquando affronteremo, nella prossima settimana, la discussione in argomento.



PRESIDENTE

Conclude la discussione l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Ringrazio i Consiglieri intervenuti. Mi rimangono da chiarire pochissimi punti.
Intanto, devo precisare che la scelta del bilancio provvisorio, anzich dell'esercizio provvisorio, come ha evidenziato da ultimo il Consigliere Bontempi, è motivata dalle considerazioni cui avevo brevemente accennato cioè che può darsi che le nuove norme di contabilità non possano divenire operanti entro il mese di marzo, così da consentire di approvare il bilancio prima della fine dell'esercizio provvisorio, mentre certamente avremo per quell'epoca il piano approvato. Però, se non sono operanti le nuove norme di contabilità, non possiamo fare il bilancio sulla base dell'approvazione del piano, e dovremo cioè andare addirittura a due diversi bilanci '77, uno da approvare a marzo e uno da approvare magari un mese dopo. Ci sembra una situazione da esorcizzare, questa.
La Giunta, a questo punto, non aveva altra scelta che presentare la situazione così com'è. E quando ho detto che il bilancio si presenta all'insegna del realismo e volutamente come un bilancio provvisorio, non ho detto che è un bilancio meramente contabile. Nessun bilancio è mai un fatto meramente contabile. Questo è un bilancio che tiene conto delle scelte compiute in passato, delle valutazioni che abbiamo dato, talora insieme talora in dissenso; contiene tutto ciò che la Regione ci ha messo dentro.
Si può anche scegliere di cambiarle, queste cose; e ogni volta che si sceglie di cambiare o di lasciare si fa una scelta politica.
La Giunta, come hanno precisato il Presidente della I Commissione e da ultimo i Consiglieri Bontempi e Bellomo, ha voluto sottoporre alla I Commissione, per un primo esame di carattere tecnico, poi al Consiglio, la condizione reale in cui si trova la Regione, caratterizzata da una enorme scarsità di risorse, per cui il problema del '77 è certamente grave anche in termini di bilancio di competenza. Ma il problema è comunque un problema grave per tutti gli esercizi futuri. Siamo arrivati al punto di non poter più spendere, per mancanza di risorse aggiuntive da destinare agli interventi nuovi. Questa situazione è un dato: se ci sono dubbi o perplessità, la Giunta mette a disposizione del Consiglio tutti gli elementi di cui dispone perché questo dato possa essere verificato con mano.
La verità consiste nel fatto che bisogna recuperare delle risorse che abbiamo già destinato con gli interventi legislativi pluriennali in passato. Siccome non abbiamo soldi, dobbiamo garantirci di spendere bene, e secondo indicazioni prioritarie, cioè secondo le indicazioni di piano, non solo le nuove risorse che ci arriveranno di anno in anno ma anche quelle che abbiamo già impegnato con la nostra attività precedente. Questo lavoro delicatissimo, politicamente, di riesame di ciò che la Regione ha già fatto, la Giunta si impegna a compierlo insieme con le forze del Consiglio.
Ecco l'elemento di novità: vogliamo discutere insieme sul modo di procurarci delle risorse aggiuntive. Qui sta lo sforzo da compiere, che è dichiarato. Cioè, avremmo potuto far lo sforzo in Giunta, ed arrivare con delle proposte. Abbiamo ritenuto che, data la delicatezza del discorso, che implica la responsabilità politica che tutte le forze politiche hanno avuto perché le leggi pluriennali in vigore sono state in qualche caso votate da tutto il Consiglio, in qualche altro dalle maggioranze, e le maggioranze sono state diverse nei cinque anni della prima legislatura - la Giunta non dovesse decidere con suo atto quali leggi vanno ritoccate, ma che questa fosse una operazione da condurre insieme. Quindi, la novità consiste nel fatto che vogliamo responsabilizzare tutto il Consiglio delle decisioni di questa verifica.
La Giunta ha voluto far presenti le difficoltà obiettive in cui si trova la Regione, dopo aver dichiarato la volontà di non produrre, in questa situazione, alcuna iniziativa unilaterale, ma di andare a confrontarci su come aumentare le risorse, chiedere al Consiglio l'appoggio per una battaglia complessiva che tutte le Regioni stanno conducendo per ottenere più risorse dal livello centrale di Governo al fine di finanziare i piani di sviluppo, e perché, senza un aumento degli stanziamenti sui fondi dell'art. 9 e dell'art. 12, nessuna Regione potrebbe finanziare il proprio piano di sviluppo, e sarebbe davvero paradossale, assurdo che mentre il Governo vara un provvedimento di riforma legislativa in cui prevede che le Regioni facciano dei piani, non predisponga le risorse per finanziare quei piani.
Le Regioni stanno facendo una verifica con il Governo perché i piani regionali siano finanziati con fondi appositi, forti del fatto che la legge 281 del 1970 prevede i fondi per i piani regionali di sviluppo e i fondi per i progetti speciali delle Regioni. I fondi per i progetti speciali delle Regioni non sono mai stati usati, se non per 100 miliardi nel 1975 il fondo ex art. 9 viene usato per cifre irrisorie.
O si sbloccano le risorse, e allora andiamo a fare i discorsi di piazza, urliamo, finanziamo i progetti eccetera; o queste risorse non si sbloccano, e allora ci gestiremo la miseria, nei prossimi anni; e, dovendo gestire la miseria, diventa ancora più importante fissare delle scelte prioritarie, perché, nella misura in cui le risorse sono scarse, è ancora più importante decidere a che cosa destinarle, e quindi anche tagliando delle risorse che sono andate in altre direzioni in passato, quando i tempi erano più facili e ci si poteva permettere di spendere in tutte le direzioni. Così abbiamo fatto, erogando con leggi di spesa contributi in tutte le direzioni.
Ecco allora quali sono gli elementi del confronto. Quando la Giunta propone di mettere a disposizione del Consiglio tutti gli elementi di conoscenza perché esso possa decidere, magari anche dividendosi nel voto magari anche seguendo poi nel merito scelte diverse, ma avendo comune una metodologia e comune la conoscenza degli elementi da cui partire, mi pare sia sempre un metodo di confronto diverso, nuovo, e su questo ci impegniamo, e questo metodo è destinato ad essere applicato con continuità nei prossimi mesi, lo diceva bene Bontempi.
Ecco perché ci sentiamo la coscienza tranquilla nel dire: oggi possiamo anche fare a meno della consultazione, possiamo anche chiedere una procedura anomala per l'approvazione del bilancio. Ribadiamo che siamo favorevoli alla consultazione approfondita quando avremo la possibilità di proporre delle scelte, ma poi sappiamo di non poterci sottrarre agli impegni che abbiamo nei confronti del Consiglio. Del resto, è interesse di questa Giunta e di questa maggioranza che il piano si traduca in atto, e cioè che il bilancio diventi uno strumento di piano, uno strumento operativo. Certo, più dura questo bilancio che proponiamo all'approvazione del Consiglio e meno la Giunta ha di che vantarsene nel prossimo esercizio: è evidente che il nostro interesse è sostituirlo al più presto. Per sappiamo che gli adempimenti che sono stati indicati questa mattina ci porteranno a discutere di questo argomento ininterrottamente: praticamente ci confronteremo costantemente nei prossimi sei mesi su questi problemi: programmazione finanziaria pluriennale e scelte di bilancio e politica della spesa; rapporto Regioni-Stato sulla politica delle entrate. Ecco perché non ci pare scandaloso chiedere in questo caso una procedura più sintetica e la rinuncia alle consultazioni: abbiamo davanti a noi un'agenda, un calendario ricchissimo di appuntamenti, sui quali avremo modo nel merito di confrontarci con la più ampia liberta di consentire o dissentire.



PRESIDENTE

Abbiamo così concluso la discussione, certamente importante.
Dato che siamo in fase di perfezionamento dei nostri lavori, rilevo che appare abbastanza evidente che forse non abbiamo compiuto una buona scelta nel decidere di concludere i lavori nella mattinata, dato che, così facendo, abbiamo sacrificato lo svolgimento di alcuni punti previsti per il pomeriggio - ad esempio, il Presidente della Giunta non potrà fare la sua comunicazione in merito alla legge 382, in accoglimento ad una richiesta della minoranza, D.C. e PRI - e abbiamo concluso, anziché ad un'ora pressoché normale, com'era nelle intenzioni, alle due del pomeriggio. Su quest'ultimo argomento, infatti, si è sviluppato un dibattito politicamente assai vivo.
Traggo, quindi, tutto sommato, da questa esperienza, le cui varie fasi sono state vissute da noi tutti con piena compartecipazione di responsabilità, l'ulteriore determinazione di concludere sempre i lavori della mattinata, quando è prevista una seduta anche per il pomeriggio attorno alle ore 12,30.
Non ho altre comunicazioni da fare.


Argomento:

Ordine del giorno delle prossime sedute


PRESIDENTE

L'ordine del giorno delle prossime sedute, se non vi sono dissensi, pu essere il seguente: Approvazione verbali precedenti sedute Comunicazioni del Presidente Dibattito sul problema delle tariffe sui trasporti in Piemonte Comunicazioni della Giunta regionale sulla legge 382 Esame mozioni D.C.-PRI relative a interpellanze su consulenze e personale Esame disegno di legge n. 132: "Integrazione straordinaria per il piano regionale di risanamento delle acque, approvato dalla legge regionale n. 23 del 29/4/1975" Nomina componenti Sezione decentrata del CO.RE.CO. del Circondario del Verbano-Cusio-Ossola Dibattito sul bilancio di previsione per l'anno finanziario 1977 Lascio in sospeso la questione sollevata dal Presidente della I Commissione, che dev'essere definita sulla base di una intesa politica fra tutti i Gruppi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.10)



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