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Dettaglio seduta n.87 del 09/12/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto l'ordine del giorno che è stato redatto come avevano deciso i Capigruppo nella precedente seduta. Ciò che risulta dai punti all'ordine del giorno è quindi la conclusione di uno scambio di opinioni tra la Presidenza del Consiglio, i Capigruppo e la Giunta.
I processi verbali delle adunanze consiliari del 2 dicembre 1976 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna e se non vi sono osservazioni possiamo considerarli approvati. Benissimo passiamo al punto successivo all'ordine del giorno.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione dei Consiglieri Colombino e Chiabrando: "Iniziative che la Giunta intende avviare presso i competenti uffici delle Ferrovie dello Stato per esaminare la possibilità di una fermata dei treni-studenti nei pressi del Centro Studi di Pinerolo"


PRESIDENTE

Il punto secondo all'o.d.g. reca: "Interpellanze ed interrogazioni".
L'Assessore Bajardi risponde all'interrogazione dei Consiglieri Colombino e Chiabrando, relativa a: "Iniziative che la Giunta intende avviare presso i competenti uffici delle Ferrovie dello Stato per esaminare la possibilità di una fermata dei treni-studenti nei pressi del Centro Studi di Pinerolo".



BAJARDI Sante, Assessore alla viabilità e trasporti

A seguito dei necessari contatti avuti con la direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato, ci sono state presentate le seguenti considerazioni di ordine tecnico.
La fermata dei treni richiesta dagli studenti e dal personale scolastico del Centro Studi di Pinerolo in zona San Lazzaro, dovrebbe istituirsi in corrispondenza della diramazione per Torre Pellice, a circa 350 metri dal fabbricato viaggiatori di Pinerolo.
Data la caratteristica di questo impianto "stazione di testa", i treni della linea Torino-Torre Pellice devono eseguire una manovra di retrocessione: i dispari dopo la fermata in stazione, i pari prima dell'arrivo; articolata, questa manovra di retrocessione, su un tirante ubicato nelle adiacenze della suddetta diramazione per Torre Pellice.
La circolazione dei treni, così condizionata, ha comportato già una maggiorazione dei tempi di percorrenza sulla tratta Pinerolo-Torre Pellice un'eventuale fermata porterebbe - a dire dei dirigenti delle FF.SS. - ad ulteriori allungamenti di tempi e quindi alla necessità di prevedere una diversa impostazione dei treni stessi sulla tratta suddetta.
Inoltre, nelle attuali condizioni di impianto non riuscirebbe comunque possibile aderire alla richiesta dato che l'eventuale istituzione della fermata in una zona particolarmente impegnata dalle manovre, oltre a comportare un aggravio degli oneri di esercizio, potrebbe costituire un serio pericolo per l'incolumità dei viaggiatori.
Questa l'osservazione di ordine tecnico.
Più in generale possiamo dire che la soluzione ottimale potrebbe essere quella di una trasformazione radicale dell'impianto da "stazione di testa" in "stazione passante", in modo da permettere il proseguimento dei treni da Torino per Torre Pellice e viceversa senza dovere effettuare la retrocessione oggi necessaria.
Tale provvedimento risulterebbe, però, di, notevole portata, anche sotto l'aspetto del finanziamento ed esigerebbe innanzi tutto uno studio molto approfondito, da condurre di concerto con gli Enti locali interessati dato che è da presumere che la soluzione "passante", allontanando la stazione dal centro cittadino, provocherebbe senz'altro giustificate reazioni da parte di numerosi utenti che oggi si avvalgono degli impianti disponibili nella "stazione di testa", bene ubicata nell'ambito urbano di Pinerolo.
Dobbiamo dire che è stato richiesto all'Amministrazione comunale di Pinerolo (il cui territorio è evidentemente interessato dall'opera suddetta) di fornire un parere in base alle indicazioni del proprio piano regolatore e alle previsioni di sviluppo delle aree attigue alla ferrovia.
Siamo dell'opinione che richieste di questo genere dovranno essere prese in considerazione al momento della nostra proposta di ristrutturazione della rete ferroviaria in Piemonte. Ormai tutti conoscono gli orientamenti di questa amministrazione circa il ruolo che si intende affidare alla rete ferroviaria secondaria.
E' in fase di discussione tra le Regioni, e fra queste ed il Parlamento, il piano poliennale delle FF.SS. come piano nazionale di settore; i nostri riferimenti sono già predisposti e consegnati alla II Commissione consiliare.
Debbo aggiungere che, avendo avuto sentore che le proposte contenute nel documento del CIPE relativo al piano poliennale che ci è stato presentato in una seconda copia in questi giorni, può avere delle diversità rispetto al testo iniziale, sono in corso delle verifiche per eventualmente aggiornare le nostre osservazioni.
Inoltre la predisposizione del piano regionale dei trasporti consentirà di fornire entro tempi brevi (febbraio 1977, data in cui si concluderà) la prima parte degli studi che ci fornirà un quadro preciso dell'uso e dello sviluppo delle singole linee ferroviarie del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Mi rendo conto che esistono difficoltà di ordine tecnico e pertanto mi dichiaro soddisfatto della risposta datami dall'Assessore.
Vorrei però invitare la Giunta a continuare nell'azione di collegamento con gli organi preposti delle Ferrovie dello Stato, tenendo conto che nella zona San Lazzaro di Pinerolo esiste e funziona una vera cittadella degli studi. Tra l'altro, mi pare che agevolare gli studenti significa agevolare la scuola, specie quando non si richiedono delle cose impossibili ed eccessivamente costose.
Nel dichiararmi quindi soddisfatto, rinnovo alla Giunta la necessità di tenere conto di questa realtà onde continuare ad operare di concerto con le FF.SS. al fine di realizzare le aspettative della città di Pinerolo ed in modo particolare le aspettative dei numerosissimi studenti



PRESIDENTE

Non possiamo svolgere l'interrogazione del Consigliere Cerchio perch il Consigliere non è presente, ma ha chiesto correttamente congedo, ragion per cui l'interrogazione verrà discussa nella prossima seduta.
In elenco c'è anche l'interrogazione del Consigliere Marchini: "Circolare dell'Assessore alla sanità sulle scuole paramediche" ma è assente l'Assessore Enrietti, che però sta arrivando: dato che è l'ultima interrogazione di stamane propongo di svolgerla non appena arriva l'Assessore Rimaniamo intesi così, riconfermando però le decisioni precedenti che lasciano poco spazio alle interrogazioni al di fuori dell'ora iniziale Il Consigliere Marchini consente a che si proceda in questa maniera?



MARCHINI Sergio

Sì.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Sindaco di Cuneo, Tancredi Dotta Rosso, immaturamente scomparso


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ritengo che il nostro Consiglio regionale debba ricordare in questa seduta la scomparsa di Tancredi Dotta Rosso, Sindaco di Cuneo da undici anni, Presidente dell'Associazione dei Comuni d'Italia decorati di medaglia d'oro e, proprio nel giorno della sua scomparsa rieletto membro del Consiglio nazionale di questa Associazione.
Credo che tutti quanti abbiate conosciuto quest'uomo onesto, capace intelligente che aveva saputo conquistarsi la fiducia dei suoi cittadini attraverso una gestione oculata di un Comune che è caro al cuore di tutti i piemontesi.
Scompare con Dotta Rosso un amico, un antifascista, un uomo coerente che ha onorato il suo partito, la sua città.
Il Consiglio regionale lo ricorda nell'operosa attività che ha svolto in tutti questi anni, puntuale a tutti gli appuntamenti in difesa delle autonomie locali, costruttore anch'esso dell'edificio regionale, sia pure da un altro punto di vista e sedendo in un altro seggio.
Ci inchiniamo alla memoria di quest'uomo che avrebbe potuto dare ancora un grande contributo alla costruzione dell'edificio regionale ed al ruolo dei Comuni nella costruzione di una Italia diversa, più giusta e nuova.



(Tutti i Consiglieri in piedi osservano un minuto di raccoglimento)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente:


PRESIDENTE

a) Congedi



PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni del Presidente.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerchio, Oberto Tarena ed Astengo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente:

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati numerosi progetti di legge: proposta di legge n.
147 "Anticipazione di fondi ai Comuni del Piemonte per l'esercizio delle funzioni della soppressa ONMI" presentata dal Consigliere Carazzoni in data 2.12.1976; disegno di legge n. 148 "Modificazione agli stanziamenti del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1976 per l'assistenza ospedaliera" presentato dalla Giunta regionale in data 2.12.1976; disegno di legge n. 149 "Seconda variazione al bilancio per l'anno finanziario 1976" presentato dalla Giunta regionale in data 3.12.76; disegno di legge n. 150 "Ulteriore rifinanziamento della legge regionale n. 51" presentato dalla Giunta regionale in data 6.12.1976; disegno di legge n. 151 "Interventi diretti alla promozione del turismo regionale" presentato dalla Giunta regionale in data 6.12.1976; disegno di legge n. 152 "Partecipazione della Regione alla Società Azionaria Gestione Aeroporto di Torino (Sagat)"presentato dalla Giunta regionale in data 6.12.1976; disegno di legge n. 153 "Integrazione del capitolo 826 di spese del bilancio per l'anno finanziario 1976 per la concessione di contributi nella formazione del patrimonio sociale delle cooperative artigiane di garanzia" presentato dalla Giunta regionale in data 6.12. 1976.
Le mie comunicazioni sono terminate.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni dell'Assessore ai problemi del lavoro sulla situazione occupazionale in Piemonte


PRESIDENTE

Possiamo passare alle comunicazioni dell'Assessore Alasia sulla situazione occupazionale in Piemonte



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signori Consiglieri, a giorni forniremo il consueto quadro-bollettino di aggiornamento degli sviluppi delle vertenze occupazionali. Ora però la Giunta crede di avere il dovere di portare alla vostra attenzione tre situazioni particolari, ossia quelle della Venchi Unica, della Singer e della Montefibre che, per la loro importanza e gravità, debbono essere richiamate dalla Regione.
Penso di poter essere dispensato, proprio per la tempestività con la quale la Giunta dà questi aggiornamenti sulle vicende occupazionali, dal fare la cronistoria degli sviluppi che si sono susseguiti dall'inizio ad oggi, mi limito pertanto a parlare degli sviluppi più recenti.
Venchi Unica.
Voi sapete che dopo una laboriosissima e tormentata serie di trattative e di mediazioni svoltesi a Torino, in Prefettura, con la partecipazione dell'on. Donat Cattin e della Regione (era presente anche il Consigliere Alberton che ringrazio per avere seguito con noi questa fase delicata della vicenda, siamo giunti alla pratica applicazione dell'accordo di Roma con la nomina di un Procuratore generale. Questa è una soluzione di gradimento del Ministero, delle organizzazioni Sindacali, della Regione e dell'Unione Industriale che l'attuale proprietà della azienda ha sottoscritto.
Come avevo già detto in una riunione di novembre, a noi interessava potere ristabilire una situazione di relativa normalità, pagare i salari fare entrare in circuito le merci, riattivare le lavorazioni, realizzare approvvigionamenti delle materie prime, non perdere quella che viene chiamata il a "campagna natalizia" e fare riacquisire all'azienda una certa credibilità. Credo di poter dire al Consiglio che questo primo modesto, ma significativo, risultato è stato conseguito. Infatti;, dopo la nomina del Procuratore, che è avvenuta nella tarda notte del 22 novembre, le maestranze ed il Procuratore, nominati si sono adoperati lodevolmente affinché questa fase non fosse solo un rattoppo, ma avesse un senso ed un valore anche di prospettiva rispetto alla sistemazione definitiva dell'azienda.
Le cose ora stanno in questi termini: nello stabilimento di Collegno c'è un carico di lavoro assicurato su sette linee, ma solo fino all'11/12 dicembre; nello stabilimento di Torino lavorano doppi turni per la produzione di panettoni e di mandorlati; e iniziata la produzione di cassette-auguri con una previsione di 16.000 pezzi. Gli stessi elementi di ripresa si registrano nel settore del caffè dove il livello di produzione è buono e per questo è stato autorizzato l'acquisto da materie prime per cento milioni.
Inoltre, al 30 novembre è stato corrisposto il 95% delle spettanze del mese di settembre (intendo sottolinearlo "mese di settembre"). Il Procuratore ed il Consiglio di fabbrica hanno concordato di considerare la giornata di ieri, festiva, come una giornata lavorativa e si è lavorato per permettere una maggiore produzione nel periodo natalizio.
Questi, in sintesi, i fatti che mi inducono a parlare di modesta ma significativa azione e di modesti ma significativi risultati.
Detto questo, però, devo aggiungere che la vicenda, purtroppo, è ben lungi dall'essere risolta. Credo di poter dire in coscienza che la Regione ha fatto tutto il suo dovere e che il Ministro dell'Industria si è adoperato a fondo in quei giorni e in quelle notti per conseguire questo primo risultato. Ma questo poco ossigeno che abbiamo ora dobbiamo assolutamente saperlo utilizzare con il poco tempo a disposizione e sapendo che da troppe parti si guarda, anzi, starei per dire si "guata" la Venchi Unica con occhi che non sono certo quelli del pubblico interesse .
La giunta ha interessato anche un gruppo di banche perché la gestione ponte che si è realizzata con la nomina del Procuratore possa respirare.
Comprendiamo benissimo che l'amministrazione controllata darebbe alle banche maggiori garanzie e per questo ci siamo interessati, se n'è interessato direttamente il Presidente della nostra Giunta, per far sapere agli organi del Tribunale che l'amministrazione controllata è da noi auspicata. Ma non crediamo che questa possa essere per le banche la condizione sine qua non per intervenire, almeno nei termini limitati che sono stati loro richiesti in questa fase. Del resto abbiamo già alcuni accenni di disponibilità che ci fanno sperare bene; convocheremo domani nuovamente le banche e verificheremo questa disponibilità.
Credo che questo primo faticoso avvio non vada deluso, sarebbe molto grave se così fosse e per queste ragioni abbiamo chiesto al Ministero dell'Industria di indire subito una riunione per verificare la consistenza delle varie voci, delle varie ipotesi che circolano sul riassetto proprietario e produttivo.
Desidero dire una cosa: noi siamo troppo seri per fare dell'ironia su questa o su quell'altra ipotesi, sulle notizie non controllate che di tanto in tanto escono sui giornali, anche se debbo aggiungere che talvolta talune di queste notizie hanno più il sapore di "ballon d'essai" nella guerra sotterranea che c'è alla Venchi Unica che non di iniziative elaborate e consistenti. Quando, per esempio, il dr. Cigalino annuncia trionfalmente come ha fatto su "La Stampa" dell'altro ieri - che ci sono gruppi USA che intendono intervenire e dichiara di averne informato il governo, abbiamo il diritto e il dovere di sapere se ciò è vero ed in quali termini si presenta.
Abbiamo sentito tutte queste voci (e non aggiungo di più per ovvie ragioni di discrezione) ma vogliamo sentire delle proposte serie e non degli assaggi propagandistici che vengono da questo o da quell'altro giornale e vogliamo sentirle in collegialità con il governo, con i sindacati, con il Comune di Torino, con il Comune di Novate Milanese, con il Comune di Patti e chiediamo che sia fatto presto.
Ricordo ai signori Consiglieri (i giornali ne parlano stamane) che la scorsa settimana, presso la Commissione ministeriale della 464, proprio con il concorso della Regione e dei sindacati, si è trovata una formulazione positiva, quella che il Ministro ricorda in una dichiarazione stamane, per poter accedere al credito agevolato, naturalmente quando e come si realizzeranno condizioni aziendali di serietà e di garanzia; e questo è un altro fatto che deve indurci a valorizzare gli sforzi di questi 10/15 giorni e a non perdere tempo. Questo è il significato della richiesta pressante che propongo di fare al governo.
Singer.
Dopo la scadenza del mandato dell'IPOGEPI del 30 settembre, si è costituita per la Singer la SEI-GERI.
Penso che noi non possiamo non denunciare che quel mandato all'IPO GEPI, che è costato più di sei miliardi alla collettività, è passato invano, senza assolvere ai compiti per i quali si era costituita la IPO GEPI.
Spero che i Consiglieri daranno atto alla Giunta, al sottoscritto, di avere sistematicamente, tenacemente richiamato l'attenzione del governo su questo aspetto e sulla scadenza del 30 settembre e di averlo fatto durante tutta l'estate e l'autunno. Ebbene, non se n'è fatto niente e dato il momento di austerità e di risparmi la cosa è semplicemente sbalorditiva.
Consentitemi di dire che non possiamo più tollerare che situazioni del genere debbano protrarsi all'infi-nito Ho già ricordato altre volte, ma debbo nuovamente richiamarlo, che per primo il movimento sindacale ha denunciato questo stato di fatto chiamandolo col suo vero nome: uno stato di fatto parassitario. Ora si costituisce la SEI-GERI e passiamo da una formula all'altra: con la SEI GERI, con la GEPI in questi giorni si sono svolte alcune trattative sindacali sui problemi salariali che si sono risolti in parte positivamente. Ma anche qui resta per intero il problema: la SEI-GERI non potrà essere un altro ponte di passaggio non si sa per che cosa e dove, al quale mancano gli ultimi piloni e si finisce regolarmente in acqua, come è successo per la IPO. Non nascondo le mie preoccupazioni e la mia diffidenza sulla volontà politica che presiede a queste operazioni.
A questo punto dobbiamo parlarci chiaro e dirci se questi ponti devono portare alla soluzione produttiva ed occupazionale, come formalmente si afferma (come si affermò quando venne costituita la IPO), oppure se nelle intenzioni vere (non in quelle dichiarate) sono strumenti per differire nel tempo l'esodo delle maestranze e la disoccupazione.
Voi capite benissimo che la cosa non è di poco conto dal momento che si parla di piano di ristrutturazione e di cose di altro genere. La questione non è di poco conto perché distingue uno stato assistenziale e un'economia parassitaria da uno stato programmatore e da una politica di produzione e di sviluppo economico.
Per la Singer voi sapete che sono via via cadute tutte le ipotesi che da un anno a questa parte vi abbiamo ricordato qui: la ANIE, la Magic-Chef la San Giorgio, i ventilati progetti di acciai speciali e via discorrendo.
Ma chi ci ha mai dato una spiegazione plausibile di queste cose? Non siamo certo qui a piangere sul latte versato, anche se lo spreco è grave, siamo qui a dire che questa situazione non si deve più ripetere.
Lunedì avrà luogo un incontro a Roma con la GEPI, sembra esserci (misuro le parole) una possibilità di intervento di una azienda di elettrodomestici e di scaldabagni, pare però che quest'ipotesi ancora una volta comporti una forte limitazione numerica degli occupati; i sindacati hanno chiesto ufficialmente all'Unione Industriale di aprire un discorso per una parziale mobilità verso altre aziende e ci adopereremo (lo abbiamo già fatto in queste settimane) perché siano superati i limiti, le resistenze che sappiamo esserci, per una vera mobilità che porti al reimpiego in tempi vicini. Ma intanto chiediamo ai Consiglieri di tutti i Gruppi di sostenere di qui alla prossima settimana l'azione che intraprende la Regione (questa sera ci sarà una riunione in Provincia con la Regione ed il Comune di Leinì e le organizzazioni sindacali), affinché l'incontro di lunedì porti ad un impegno consistente di ripresa produttiva per una parte almeno, la più ampia possibile, dello stabilimento di Leinì.
Due parole, infine, per dire l'essenziale sulla Montefibre, perch anche qui la cosa non è di piccolo conto.
Credo che la potenza di manovra di questo gruppo sia nota e sia nota anche solo in termini di cronaca, all'uomo della strada, come pure le vicende che si sono susseguite per doverle ricordare qui.
Voi sapete che noi, fin dal 25 ottobre, quando ci fu l'allarme conseguente all'annuncio del salario pagato nella misura del 40%, non come Regione, i Comuni di Vercelli, di Verbania e di Ivrea e le organizzazioni sindacali, abbiamo chiesto al governo di andare a fondo del discorso. Lo abbiamo fatto perché avevamo la netta sensazione che fossero in corso anche qui, manovre, pressioni, dilazioni, slittamenti degli impegni sottoscritti sindacalmente, fruendo anche di alcune situazioni oggettive e tutto questo per accaparrarsi finanziamenti pubblici fuori da ogni disegno organico pubblicamente deciso.
Non sto a ricordarvi le polemiche di altri tempi del Ministro con la direzione dell'azienda. Questa è una brutta prassi ormai in voga. Solo l'altro giorno, esaminando con il Comune di Condove e con il Consiglio di fabbrica della Moncenisio la questione collegata all'EGAM, vedevamo riaffiorare questi atteggiamenti. Ieri chi ha letto "La Stampa" avrà visto che il Ministro Bisaglia informa che 500 miliardi sarebbero dati alla EGAM cito testualmente - "con un criterio di sopravvivenza" cioè per pagare gli stipendi. Noi certo vogliamo che si paghino gli stipendi, ma torniamo a dirvi che non è assolutamente sufficiente.
Anche in questo caso quindi ritorno alla nostra richiesta di piano organico, di interventi che rispondano ad una logica e non a criteri di parassitismo politico.
Ma ritornando alla Montedison: da ottobre in qua noi registriamo fatti che confermano seriamente le nostre preoccupazioni; Ivrea, come sapete viene messa a Cassa integrazione fino a metà gennaio; altri impegni sindacali slittano.
Negli accordi sindacali stipulati nel gennaio di quest'anno si era formalmente affermato (leggo testualmente): "La definizione di ulteriori attività sostitutive è prevista dagli accordi in un periodo massimo di cinque mesi, cioè entro il 15 giugno 1976". Siamo a dicembre.
Torniamo allora a ribadire la necessità urgente di verificare in sede politica - perché trattasi di un'azienda pubblica - l'attuazione degli impegni che erano stati sindacalmente sottoscritti anche per le aziende mezze scorporate (parlo del gruppo del Cotonificio); la necessità di verificare cosa sono questi corsi fissati negli accordi, perché quando si parla di corso formativo propedeutico, l'ho già detto un'altra volta "propedeutico" a casa mia significa introduttivo a qualcosa e se non si conosce lo sbocco del settore produttivo non si fa nessun corso; la necessità di definire l'assetto proprietario ed istituzionale del gruppo nell'ambito del settore pubblico, affrontando questo problema nel quadro di una precisa scelta strategica programmatoria del settore chimico e delle fibre.
Vi informiamo che chiediamo questo anche a nome dei Comuni di Vercelli Ivrea, Verbania e quindi proporremo la prossima settimana un incontro che sotto l'egida del governo riunisca le parti (l'azienda, i sindacati, i Comuni) per conoscere la natura di questa azienda, la politica che fa, chi la dirige, a quali programmi si ispira, a quali criteri ubbidisce.
Avere questo quadro di riferimento credo sia un nostro preciso dovere ed anche un preciso dovere del governo, per cui la prossima settimana chiederemo un'iniziativa di questo genere per far luce fino in fondo su tutta la vicenda della Montedison.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

I ringraziamenti reciproci sono chiaramente superflui, ognuno di noi è qui per fare il proprio dovere.
Venchi Unica.
Non possiamo non condividere le espressioni di severa critica usate nei confronti dell'attuale proprietà. Il continuare, dopo quanto già fatto nel passato, a far circolare voci e notizie che mai si riesce a dimostrare come vere sia sui finanziamenti, sia su eventuali acquirenti del pacchetto azionario, è ancora una volta indice di scarsissima serietà.
Non abbiamo certamente nessuna preferenza verso questa o un'altra soluzione, pero siamo convinti che un passaggio obbligato per il risanamento dell'azienda sia il cambiamento del regime proprietario, perch l'attuale proprietà ha perso ormai ogni credibilità nei confronti del sistema creditizio, del sistema industriale in generale per poter svolgere la sua funzione. E vorremmo augurarci che l'Unione Industriale a cui, tutto sommato, ancora oggi il proprietario attuale è affiliato, si facesse carico di coprire con la sua funzione rappresentativa le carenze dell'attuale proprietà.
Siamo favorevoli alla sollecitazione di un incontro a livello ministeriale, se non altro per una necessaria e doverosa verifica. Non crediamo che oggi vi siano cose sostanzialmente nuove rispetto a ieri, per pensiamo che tutti gli interessati, siano essi la Regione o le organizzazioni sindacali, possano e debbano muoversi, in questo momento in un quadro di certezza, sapendo quante delle voci fatte circolare siano esatte e quante non lo siano, affinché a nessuno sia concesso utilizzare alibi di una quasi impossibilità di movimenti internazionali per non portare a compimento la soluzione.
Singer.
Questo credo sia il problema più grave che ci trasciniamo dietro come Regione, ma nessuno può ignorare le difficoltà che si sono incontrare fin dall'inizio; le dimensioni stesse dell'azienda hanno rappresentato rappresentano e non potevano non rappresentare un problema molto, ma molto più grave di qualsiasi altro. E la situazione che si presenta oggi (se si parla di soluzione, essa sembra interessare un numero ridotto dei dipendenti) si è presentata fin dall'inizio. A noi interessa l'occupazione in senso generale e la disponibilità dimostrata oggi dalle organizzazioni sindacali circa la contrattazione di una mobilità che permetta di superare il vincolo della difesa ad ogni costo della soluzione globale per la Singer, la interpretiamo come un atteggiamento positivo di responsabilità.
Vorremo però che la Regione si impegnasse anche per un altro tipo di intervento. Il Comune di Leinì è stato occupato, continua ad essere occupato. Da parte di un'istituzione come quella regionale crediamo che possa e debba essere rivolto un invito ai lavoratori della Singer affinch superino questa occupazione, perché la stessa nulla aggiunge alla loro protesta e nulla aggiunge alla possibilità di soluzione del problema. Le istituzioni credo siano care a tutti e vedere un Comune non agibile non pu far piacere a nessuno e nessuno può pensare di scaricare sulle spalle del sindaco di quel Comune la responsabilità della non soluzione del problema.
Montefibre.
Anche qui ci associamo alla richiesta di verifica sugli impegni assunti a suo tempo dalla Società.
La vicenda è nota ed arcinota ed è estremamente deludente doverci ritornare sopra senza portare nessun elemento di novità. Quello che è certamente più intollerabile è la indeterminatezza delle soluzioni finali della questione, perché chiunque potrebbe sopportare anche slittamenti che potessero sorgere a conseguenza di crisi particolari non prevedibili e insorgenti all'ultimo momento, ma ciò che non è tollerabile è che i progetti proposti mutino in continuazione, a dimostrazione di scarsa consistenza industriale e di scarsa capacità programmatoria.
In questo senso le proteste dei lavoratori sono sicuramente da sostenere e crediamo che in sede nazionale e regionale ogni sforzo debba essere fatto per sfuggire ai ricatti da parte della Montedison e per costringere finalmente questa società a proporre programmi di reale consistenza industriale per i propri disegni di ristrutturazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Le vicende della Venchi Unica, della Singer e della Montefibre sono di importanza eccezionale e non più procrastinabili, ma avrei gradito sentire dell'Assessore anche qualche notizia sulla situazione aziendale della Beloit di Pinerolo dove è in corso in questi giorni il licenziamento di venti o più impiegati.
Mi ricollego ad una mia precedente interrogazione.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Ti avevo dato risposta



COLOMBINO Michele

Ma dopo quella risposta i licenziamenti si stanno concretizzando, così come avviene alla DEMA di Buriasco.
Per l'area pinerolese, già tanto provata, tutto questo è un gravissimo colpo con conseguenze preoccupanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

In merito ai problemi illustrati dall'Assessore Alasia, poiché ogni settimana inseriamo un altro piccolo francobollo nel mosaico di una situazione che diventa sempre più preoccupante, sono del parere che il Consiglio regionale dovrebbe condividere la presa di posizione dell'Assessore relativamente alla molteplicità dei problemi che ci stanno di fronte e che diventano sempre più assillanti E' chiaro che se il Parlamento, invece di essere a Roma, fosse a Leinì i lavoratori della Singer avrebbero occupato il Parlamento. L'esasperazione che ha portato all'occupazione del Comune non credo sia rivolta contro quell'amministrazione, anche se non è questa la linea di condotta che deve avere un movimento unitario dei lavoratori, ma ha lo scopo di richiamare l'attenzione delle istituzioni affinché cerchino soluzioni positive a questa situazione, nell'interesse non soltanto dei lavoratori, come è nostro dovere, ma nell'interesse di una politica economica generale.
Nell'appoggiare l'azione della Giunta, in modo particolare l'appello che l'Assessore ha rivolto al Consiglio, auspichiamo che in occasione delle feste natalizie le istituzioni, dal vertice alla periferia, assieme agli industriali, alle organizzazioni padronali, trovino un rapido sbocco a situazioni di questo tipo che generano esasperazione e malcontento, perch abbiamo la sensazione che questa macchia d'olio si vada allargando sempre più, rimettendo in discussione responsabilità molto pesanti.
Mi pare quindi che l'azione della Regione vada appoggiata anche nel complesso quadro politico, per richiamare il potere centrale ad un intervento più deciso.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, signori Consiglieri, direi che la relazione svolta dall'Assessore Alasia e gli interventi dei Colleghi abbiano solo dimostrato un fatto inoppugnabile: l'estrema limitatezza dei poteri della Regione nel campo dell'industria. Siamo i parenti poveri cui, di quando in quando, il Ministro permette di andare ad audiendum verbum e che le aziende normalmente guardano con una certa sufficienza.
Sulla vicenda della Venchi Unica ormai da due anni a Torino ne sentiamo di tutti i colori. L'accordo ultimamente raggiunto sul Procuratore e un accordo tardivo, che ha certamente impedito la vendita nei mesi migliori dei prodotti della Venchi Unica ed altresì l'acquisto di materie prime poiché, quando un'azienda è in queste condizioni, è normale che i fornitori non diano volentieri materiale nel timore di non venir pagati.
Il fatto che l'azione svolta abbia portato al risultato di far riprendere la lavorazione su due, tre, sette linee non significa ancora nulla: bisogna vedere a che cosa corrisponde questo in rapporto all'effettiva occupazione dei dipendenti. Può darsi che equivalga al 100 per cento, e ne saremmo lietissimi, ma può darsi che riguardi il 40 per cento, e allora vorrebbe dire che l'azienda lavora in passivo, e che perci la situazione andrà sempre peggiorando.
Il passaggio di un'azienda sotto amministrazione controllata normalmente prelude al blocco di tutti i pagamenti ai creditori per un tempo indeterminato, blocco che normalmente sfocia poi in una offerta di tacitazione con corresponsione del 40% del dovuto. Chi sono coloro che verranno danneggiati dal pagamento parziale dei debiti? Forse una miriade di artigiani, per i quali la perdita sarà assai grave. Ho fatto personalmente l'esperienza di situazioni del genere. E so bene anche che dalle aziende controllate solitamente si finisce con l'avere quel 40 oltre tutto, dopo quattro, cinque, a volte addirittura dopo sei anni di attesa. Sono fatti di cui in genere non ci si preoccupa molto, ma che sono fortemente dannosi, specie nel caso di aziende che si avvalgono, per lavori particolari, dell'opera di moltissimi piccoli artigiani, i quali così non vengono pagati nella giusta misura e non hanno chi li tuteli. Posso capire che la Regione debba guardare le cose in senso più generale, ma sarebbe bene che si tenesse conto anche di questi aspetti per valutare se veramente il passaggio all'amministrazione controllata delle aziende in difficoltà sia la soluzione migliore o se ve ne siano altre.
Anche quello della Singer è un gravissimo problema. Dò atto all'Assessore Alasia dell'impegno che profonde - devo ammettere che non gli invidio certo il posto che occupa, ben sapendo quale intensità di applicazione esso comporti -, ma osservo che ci mancano gli strumenti per intervenire. Direi che la cosa migliore da fare, cui ha accennato nel suo intervento, è lasciare che la Singer venga acquistata da un'altra società che vi abbia interesse, purché sia seria, anche se non la rileverà con tutti i dipendenti, a patto che l'Unione Industriale, come ho letto ieri sul giornale, si impegni a sistemare anche i dipendenti attualmente in forza che rimanessero senza lavoro.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Non c'è questo impegno, Benzi, c'è soltanto una richiesta fatta dalla F.L.M. in questo senso.



BENZI Germano

Allora, a patto che la richiesta sia mantenuta ferma.
Se ci fosse la possibilità di trovare qualcuno che rilevi la Singer anche se non al 100 per cento della sua attuale maestranza, però con l'impegno di una sistemazione per gli altri, sarebbe bene favorire questo sbocco. Ricordate quel che è successo per l'Emanuel? Dopo avere resistito per due anni, lottando duramente, anche gli ultimi dipendenti, rimasti a difendere il posto di lavoro nell'azienda, hanno dovuto rassegnarsi a cercar lavoro altrove, e per fortuna hanno potuto essere assunti in Comune.
Cerchiamo di non ripercorrere per la Singer la stessa strada. Se c'è la possibilità di sistemare i lavoratori che risulteranno in eccedenza facciamolo, ma in fretta. Non dimentichiamo che la mano d'opera più specializzata, i cosiddetti tecnici, trova normalmente l'impiego senza eccessiva difficoltà, e quelli che rimangono a lottare sono i lavoratori più indifesi, quelli che hanno scarse possibilità di trovare altra sistemazione.
Ultimo punto: la Montefibre. Tutti abbiamo il dubbio che la minaccia di non pagare gli stipendi, con preannuncio di due, tre, sei mesi, sia una manovra per costringere il Governo e le banche ad intervenire con finanziamenti. L'Assessore ha fatto accenno all'EGAM. Egregi colleghi, la maggior parte delle aziende dell'EGAM sono in stato fallimentare e da oltre un anno non pagano i fornitori: così questi, ad un certo momento, non daranno più niente all'EGAM se non a pronta cassa. L'EGAM, quindi, si dovrà ristrutturare in modo decente, così da poter competere in modo economico sul mercato, o finirà con lo sparire.
Una cosa ancora desidero dire alla Giunta: sono convinto dell'importanza del lavoro che svolge il collega ed amico Assessore Alasia.
Mi pare però che egli, date le numerosissime vicende in cui si trova coinvolto, si trovi nell'impossibilità di dedicarsi adeguatamente al settore dell'industria, e quindi si limiti a fare l'Assessore al lavoro.
Pur con tutta l'amicizia ed il rispetto che ho per Alasia, pregherei vivamente la Giunta di esaminare anche questa sfaccettatura del problema.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare L'Assessore ritiene di dover replicare agli interventi? Allora possiamo considerare chiuso il dibattito sull'informazione data dall'Assessore al lavoro.


Argomento: Variazioni di bilancio - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame disegno di legge n. 148: "Modificazioni agli stanziamenti del bilancio di previsione per l'anno 1976 per l'assistenza ospedaliera"


PRESIDENTE

Mi è stata fatta presente l'opportunità di rinviare le "Comunicazioni della Giunta regionale, sulla legge 22.7.1975, n. 382", oggetto del punto quarto dell'o.d.g., alla fase conclusiva della seduta, per affrontare subito l'esame di alcune leggi. Passiamo pertanto al punto quinto dell'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 148: 'Modificazioni agli stanziamenti del bilancio di previsione per l'anno 1976 per l'assistenza ospedaliera'".
Relatore e il Consigliere Luciano Rossi, che ha facoltà di parlare.



ROSSI Luciano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo tutti presente la precarietà della situazione finanziaria degli ospedali e le richieste più volte avanzate al Governo da parte delle Regioni e degli Enti ospedalieri stessi per superarla.
Al riguardo è sufficiente ricordare che, per l'esercizio '76, il rapporto percentuale medio tra le rate di acconto e il fabbisogno complessivo degli Enti ospedalieri è del 66%.
Il provvedimento preso dal Governo il 23.12.75, che modifica le aliquote di riparto del fondo nazionale ospedaliero dal 7,345% al 7,547 risulta del tutto inadeguato. Infatti, tale provvedimento, per la nostra Regione, comporta un incremento della quota di riparto di 4.545 milioni che è notevolmente inferiore alle necessità.
Di fronte a questa situazione, il C.I.P.E., nella riunione del 3.5.76 ha fissato in 2300 miliardi il fabbisogno complessivo mensile degli Enti ospedalieri per il 1975, e in 3.750 miliardi lo stesso fabbisogno per il 1976.
Tali somme aumentano le quote di riparto sino ad ora corrisposte rispettivamente del 18,2% per il 1975 e del 31,8% per il 1976. Ci significa un incremento di entrate anche per la nostra Regione; non è possibile, però, applicare al bilancio la cifra esatta, in quanto non esiste ancora il provvedimento legislativo sulle decisioni del C.I.P.E.
In questo contesto, il disegno di legge in esame pone due modifiche al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1976, per l'assistenza ospedaliera.
La prima, per far fronte alle maggiori spese per le case di cura private, infermerie ed istituti convenzionati, e per l'assistenza ospedaliera in forma indiretta. (Mi si consenta un breve inciso a questo riguardo: desidererei, lo dico a titolo personale, che la Commissione al bilancio potesse disporre di un quadro analitico delle spese ospedaliere per raggruppamenti di ospedali di zone a livello comprensoriale, al fine di valutare in modo più completo da un punto di vista di studio queste spese che costituiscono i tre quarti del bilancio della Regione Piemonte, anche se avvengono per emanazione indiretta da parte del Governo).
Tale variazione ammonta a L. 6.300 milioni, e viene fronteggiata con 4.545 milioni, relativi alle maggiori entrate conseguenti all'aumento dell'aliquota di riparto, e con 1755 milioni a seguito della riduzione dello stanziamento del Cap. 482 del bilancio in corso, relativo alla erogazione agli Enti ospedalieri.
Questa maggiore disponibilità che si determina viene destinata dal disegno di legge in esame per 6.000 milioni al Cap. 483, erogazione a case di cura private ed istituti convenzionati, e per 300 milioni al Cap. 484 relativo all'assistenza ospedaliera indiretta.
La seconda variazione, prevista dal disegno di legge n. 148, ha lo scopo di mettere in condizione gli Enti ospedalieri di far fronte agli impegni più urgenti, soprattutto per la corresponsione della tredicesima mensilità al personale.
Tale variazione ammonta a L. 12.640 milioni la cui disponibilità deriva dall'aumento della quota di riparto del fondo ospedaliero, conseguente alle citate decisioni del C.I.P.E. Tale somma sarà certamente superiore alla cifra indicata dal disegno di legge in esame appena il Governo emanerà le leggi dispositive.
Questa maggiore entrata e la correlativa maggiore spesa per 12.640 milioni vengono iscritte in bilancio in appositi capitoli di entrata e di spesa, precisamente il 34/1 e il 482/1.
Da quanto sinora evidenziato, l'articolato del disegno di legge in esame appare corretto sia sotto il profilo tecnico che sotto quello contabile. E' quindi giustificato anche l'articolo che dichiara urgente la legge: tra l'altro, ricordiamo che occorre corrispondere la tredicesima mensilità ai dipendenti ospedalieri.
Ci pare, però, opportuno sottolineare ancora al Consiglio quanto sia urgente che le decisioni del C.I.P.E. siano al più presto trasformate dal Governo in provvedimento legislativo, e, al tempo stesso, che la questione ospedaliera trovi una giusta ed adeguata soluzione nella riforma sanitarIa che tuttI attendiamo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo democristiano, come già è stato annunciato anche in Commissione, voterà a favore di questa legge.
La nostra posizione sulle variazioni di bilancio, sulla politica finanziaria della Regione è quella nota di opposizione, di critica, che abbiamo avuto in più di una circostanza occasione di esprimere. Ma allorquando vengono presentati disegni di legge che non hanno rilevanza politica, ma semplicemente rilevanza tecnica, una rilevanza che incide su operazioni contabili, non ci sentiamo di far mancare il nostro voto.
A proposito di questo disegno di legge, però, va fatta una osservazione fondamentale: è venuto in Commissione, quando era già iscritto per l'aula all'improvviso, e abbiamo quindi dovuto esaminarlo tra noi Commissari cercando di comprenderne le ragioni. Per la verità, si tratta di una variazione di bilancio che avrebbe potuto benissimo essere proposta qualche giorno fa, quando è stata varata un'altra variazione di bilancio. Queste cose dobbiamo dirle, dobbiamo sottolinearle, perché sono indicative di un metodo che non si può certo lasciar radicare in questa misura.
Anche oggi noi discutiamo un disegno di legge di variazione di bilancio che la Giunta considera molto importante, ed in effetti importante è poiché attiene al pagamento della tredicesima mensilità ai dipendenti degli ospedali, in assenza degli Assessori competenti, alla sanità e al bilancio.
Ritengo di dover ancora far rilevare che se il Gruppo democristiano non tenesse l'atteggiamento serio e responsabile che tiene sempre, non soltanto in questo caso con il voto, ma anche con la sua presenza in aula, in questo momento, questo disegno di legge così urgente, così importante, non potrebbe essere votato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare la Signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE Aurelia

Il Gruppo repubblicano, nonostante il ritardo con il quale è stato presentato questo disegno legge, lo considera parte integrante della variazione di bilancio già approvata quindici giorni fa. Non può pertanto non sottolineare un evidente scollamento della Giunta, che, dopo aver presentato una variazione di bilancio proposta dall'Assessore al bilancio che comprende varie voci ad iniziativa di vari Assessorati, propone successivamente, a parte, altri pezzi di variazione di bilancio, non sappiamo se di Assessori distratti o se non integrantisi nel primo disegno della Giunta.
Non ci sembra neppure caso di entrare nel merito della questione essendo ovvio che riteniamo si debba corrispondere la tredicesima mensilità ai dipendenti ospedalieri, e manteniamo la nostra presenza in aula proprio perché la maggioranza abbia la possibilità di far passare questo disegno di legge. Diciamo però chiaramente che non siamo assolutamente più disposti a tollerare questo tipo di comportamento da parte della maggioranza: variazioni di bilancio presentate in un primo tempo, variazione di bilancio presentate in seguito a getto continuo, che denotano l'evidente scollamento della maggioranza, impossibilità per i componenti della I Commissione di esaminare quello che viene loro sottoposto data l'assoluta mancanza di chiarimento e informazioni.
Per queste ragioni di metodo, dunque, il Partito repubblicano voterà contro questo disegno di Legge, che a nostro avviso costituisce parte integrante delle variazioni di bilancio, contro le quali abbiamo già votato in precedenza.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossetto. Ne ha Facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

L'intervento della collega del Gruppo repubblicano mi costringe ad una breve precisazione in ordine al funzionamento della Commissione, che è stata coinvolta dalle sue dichiarazioni Legittime, esatte, puntuali e di competenza della opposizione le osservazioni, che possono anche non essere condivise, ma sono tipiche di un certo tipo di metodologia e corrispondono ad esigenze che le forze politiche presenti in Consiglio hanno ragione di voler vedere rispettate quelle avanzate dal collega Paganelli. Non mi pare, però, che la I Commissione operi abitualmente nei modi e nei termini cui la collega Castagnone Vaccarino ha accennato: in genere non mancano l'informazione e le possibilità di un ampio e meditato ripensamento sui singoli problemi.
Il disegno di legge n. 148 ha avuto tutta una sua procedura particolare, ed ha coinvolto nella sua valutazione ed interpretazione le forze politiche presenti, cioè i Commissari



CASTAGNONE Aurelia

Potete ringraziare la minoranza, che vi ha dato qualche aiuto...



ROSSOTTO Carlo Felice

Non è certo venuto un particolare aiuto dal Gruppo repubblicano, che dopo aver approvato toto corde questo disegno di legge in V Commissione, ha mostrato di ignorarlo nel momento in cui è passato alla I Commissione.



CASTAGNONE Aurelia

Non aveva affatto approvato il disegno di legge.



ROSSOTTO Carlo Felice

Pregherei quindi di prender nota che i rilievi mossi hanno riferimento unicamente al disegno di legge n. 148, in rapporto al quale mi pare giusto chiedere alla Giunta di fare in maniera da evitare il ripetersi di episodi del genere.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Ritornare su questi argomenti, dopo averne parlato non oltre quindici giorni fa, mi sembra, tutto sommato, se non inutile, certamente un po' imbarazzante. Come componente di un Gruppo politico che fa parte della maggioranza, mi sento in dovere di muovere alcune osservazioni riguardo a ciò che è stato detto qui in particolare dalla Signora Castagnone Vaccarino, pur rimarcando - e questo è un invito che viene anche dal Gruppo comunista alla Giunta - la necessità di stabilire meglio il rapporto di coordinamento della Giunta con il Consiglio e con le Commissioni, dal quale, direi, può fluire un lavoro che non offra il fianco a rilievi e ad osservazioni.
Ciò detto, devo però anche rilevare come certe critiche di scollamento che qui sono state rivolte vadano, a mio parere, ben al di là della realtà delle cose, dell'episodio, e soprattutto mostrino come, in fondo, non si sia ancora riusciti, anche da parte, per esempio, di chi ha pronunciato queste parole, a comprendere che il nuovo modo di lavorare che ci prefiggiamo richiede una rifondazione, probabilmente, complessiva di problemi grossi, quali sono appunto quelli del coordinamento, del funzionamento delle nuove Commissioni, del seguire, soprattutto, tutta una serie di questioni e di vicende che giornalmente si presentano e che la Giunta deve affrontare.
Mi pare, quindi, del tutto inadeguato, oltre che ridondante, il termine di scollamento. Ritengo però che, nel contempo, vada stabilito un sistema alla cui adozione penso con questo richiamo di dare un contributo - di funzionamento degli organi, Giunta e Consiglio, nei loro rapporti, che dia maggior premio all'importanza e preparazione di tutti i Consiglieri, e quindi al dibattito in Consiglio, che ci eviti di trovarci di fronte a casi del genere. Senza far mio il rilievo del Consigliere Paganelli, dico ancora una volta che va tenuto in conto, va riproposto, come una giusta spia che l'opposizione pone a noi come maggioranza per accertare che le nostre azioni siano sempre più coordinate, la presenza sia assicurata e non si debbano muovere rilievi per il modo in cui provvedimenti di questo genere che nella sostanza tutti concordiamo sulla necessità di votare, vengono proposti.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Per una sintetica dichiarazione di voto. Il nostro Gruppo vota a favore di queste modificazioni nello spirito di una valutazione già data al momento della determinazione delle variazioni di bilancio.
La battaglia politica la si conduce al momento della formulazione del bilancio: le variazioni, purtroppo, molte volte rientrano nel campo delle necessità, dura lex sed lex, di fronte alle quali è giocoforza inchinarsi.
Le variazioni presentate oggi sono proprio di questo tipo, e le necessità di approvazione sono state già illustrate dal relatore Rossi e ribadite anche da altri rappresentanti dei Gruppi. Confermiamo che daremo voto favorevole alla variazione stessa.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Dico subito che voterò a favore di questo provvedimento.
Le considerazioni che intendevo svolgere sono state anticipate in certa misura dal rappresentante della Democrazia Cristiana. Il merito di questo provvedimento e la delicatezza del problema che esso intende affrontare impone chiaramente all'opposizione nel suo complesso un dovere di serenità e di obiettività. D'altra parte, ripropone l'occasione, attraverso i rilievi che sono stati mossi da colleghi di tutti i Gruppi politici, di chiedere che, nella gestione del bilancio, quanto meno queste variazioni vengano accorpate in un'unica soluzione, così da darci la possibilità di valutare in modo globale questi problemi.
Certo, senza voler insistere sul termine di "scollamento" della maggioranza, direi che calzerebbe l'espressione di "latitanza continua", e direi, "manifesta", per usare il frasario di noi avvocati, di una parte degli Assessori.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Siamo presenti, qui, abitualmente assai prima di lei.



MARCHINI Sergio

Non so se il Presidente della Giunta adotti il pluralis maiestatis per riferirsi alla sua funzione o agli Assessori socialisti nel loro insieme.
Sono portato ad interpretarlo in senso stretto, cioè come un pluralis maiestatis attinente alla sua funzione. Evidentemente...



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il giorno in cui fosse lei Assessore si renderebbe conto della molteplicità dei compiti da assolvere...



MARCHINI Sergio

Vorrà dare atto, Presidente, che il mio Gruppo ha sempre tenuto nei confronti della maggioranza un atteggiamento serio, responsabile, di estrema collaborazione costruttiva, che addirittura la nostra base ci rimprovera quotidianamente. Visto che riteniamo di fare abbastanza seriamente il nostro dovere, ci permetta di rilevare l'assenza degli Assessori interessati al disegno di legge che viene oggi in esame. Se il suo plurale vale per la sua persona, le diamo volentieri atto della sua continua presenza in quest'aula e di questo la ringraziamo.
Confermo, pertanto, il voto positivo, associandomi alle richieste venute da più parti perché i componenti della Giunta siano più partecipi sia nel procedere alla presentazione di questo tipo di problemi, sia anche fisicamente, per poter rispondere alle eventuali contestazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Il Gruppo della Destra Nazionale annuncia che darà voto contrario, per le stesse ragioni che hanno determinato il voto contrario in occasione della precedente richiesta di variazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, le informazioni che desidero dare, in occasione della discussione di questo disegno di legge, con ogni probabilità rimetteranno nella giusta luce l'iniziativa che ha assunto la Giunta e chiariranno come stiano effettivamente le cose per quanto riguarda questo particolare capitolo.
Nei giorni scorsi abbiamo anche chiesto udienza al Ministro del Tesoro Stammati, proprio per puntualizzare alcune situazioni che ci toccano da vicino. Una di queste riguarda la questione dell'erogazione dei fondi per gli ospedali.
Come voi sapete, i compiti delle Regioni in questo campo si limitano al puro e semplice trasferimento, attraverso i suoi uffici, agli ospedali delle varie quote del fondo ospedaliero ripartito fra di esse dal Governo.
Come è rilevato nella relazione, inizialmente il Governo aveva stabilito in 2700 miliardi la somma da ripartire fra le Regioni italiane per il settore ospedaliero; successivamente, per il 1975, anno in cui ebbe inizio l'assegnazione alle Regioni delle somme da trasferire agli ospedali elevò la somma a 3300 miliardi per il 1975, e più recentemente ancora, a 3750 miliardi per il 1976.
In effetti, le cose sono andate ben diversamente. Il Governo non ha finora dato esecuzione alla delibera presa in sede di C.I.P.E. di adeguare secondo le decisioni la somma di competenza regionale. E' una situazione che ci angustia non poco, e della quale vorrei che l'Assemblea prendesse piena coscienza, perché minaccia di travolgere anche il nostro bilancio.
La Giunta precedente, per ovviare a questo ritardo di erogazione, che come voi capite, concerne per noi circa cento miliardi non erogati anticipò, tramite un provvedimento ed una apertura bancaria, circa 22 miliardi, con tassi di interesse oggi sul 17% circa, che, con annessi e connessi, finisce con l'arrivare al 18%.
Si trattava di vedere con il Ministro del Tesoro, con i Direttori generali che erano presenti, come sbloccare questa situazione. Abbiamo dunque una esposizione di 22 miliardi, cui vanno aggiunti gli interessi, in misura credo attorno ai 7 miliardi, che non trovano collocazione in alcuna parte del bilancio. Occorrerà porre molta attenzione a come intende regolarsi il Governo rispetto all'erogazione del fondo, sentire, in sostanza, il punto di vista del Ministro del Tesoro. Egli e i Direttori che erano con lui hanno detto che sì, effettivamente, una iniziativa era stata assunta nella direzione di portare a 3300 miliardi per il '75 e 3750 per il '76 lo stanziamento per gli ospedali, ma che il mercato finanziario oggi non consentiva alcuna emissione né tanto meno - questo ce l'aveva già detto il Ministro Morlino - il Governo era intenzionato a corrispondere gli interessi sulle somme anticipate dalle Regioni.
Questo comporta alcune conseguenze, che dobbiamo meditare: la cifra da ripartire fra le Regioni per gli ospedali è tuttora di 2700 miliardi; in secondo luogo, il Governo non provvederà certo prima della metà del '77 all'adempimento relativo all'aumento della cifra a 3300 miliardi per il '75 e a 3750 per il '76 (si tratta di reperire, per completare la cifra relativa al '75, passando da 2700 miliardi a 3300, 600 miliardi, e per completare la cifra da 2700 a 3750, 1050 miliardi, quindi in totale 1650 ed è comprensibile che il Governo abbia difficoltà a reperirli ).
Cosa può fare in queste condizioni la Regione? Non spetta certo al nostro Ente erogare la tredicesima mensilità ai dipendenti ospedalieri poiché esso ha compiti di puro trasferimento agli ospedali, dopo averne suddiviso l'ammontare in parti eque, dei capitali erogati dal Governo.
Il significato della legge oggi in esame è dunque di un intervento autonomo della Regione, pur consapevole che la sua esposizione, con questo provvedimento, salirà ad oltre 40 miliardi, il che significa, calcolando un interesse del 18% annuo, che ai 7 miliardi di interessi maturati sulla somma che la precedente Giunta ha prelevato dalle banche, altri 7 miliardi per il '77, per un totale di 14 miliardi che nessuno ci rimborserà.
Si tratta allora di prendere una decisione. Potremmo fare opposizione al Governo, dire ai Presidenti degli ospedali, che giustamente vengono da noi ad insistere perché questa somma sia erogata: questo è un problema del Governo, al quale il Governo non fa fronte, il che denota chiari segni di "scollamento". Perché quello che qualcuno di voi ha detto si potrebbe benissimo ribaltare sul Governo, che, non dandoci i fondi occorrenti, ha la responsabilità di questa situazione.



FRANZI Piero

E' mai possibile che tu non sappia fare altro che ribaltare su altri in questo caso sul Governo, le responsabilità tue?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Sto proprio dicendo che non lo voglio fare, che non ci dobbiamo contrapporre al Governo. Ciascuno si assuma le sue responsabilità. Non ho detto questo: ovviamente, eravamo convinti che il Governo avrebbe provveduto a coprire, almeno per il '75, l'onere che si era assunto. Visto che è ormai chiaro che non si può prevedere quando questa somma ci sarà erogata, la Giunta d'urgenza assume una iniziativa: non già quella di pagare la tredicesima ai dipendenti ospedalieri, ma quella di dare un contributo agli ospedali addossandosi i relativi oneri.
Mi pare che questo gesto non sia stato adeguatamente apprezzato, pur essendo un gesto su cui l'assemblea dovrebbe meditare, per il significato che ha, per gli oneri che comporta. Ripeto, non c'è da parte nostra alcuna contrapposizione al Governo: abbiamo anzi un dialogo costante con il Governo, dall'on. Andreotti ai Ministri finanziari. Diciamo che, per sotto questo aspetto le questioni vanno meditate, perché comportare alcune conseguenze che ho indicato, prima fra tutte quella che alla fine del mese di dicembre, facendo i conti degli interessi e del capitale, certamente ci troveremo esposti di una somma superiore ai 40 miliardi, intorno ai 40-42 miliardi, per la quale non ci verrà riconosciuto il rimborso di alcun interesse, e quindi la Regione Piemonte finirà con l'accollarsi un onere tra l'apertura fatta dalla vecchia Giunta e quella necessaria per arrivare alla fine del 1977, di interessi non inferiori ai 14 miliardi.
Questa cifra dovremo o sottrarla nel prossimo bilancio dalle somme che dovranno essere erogate agli ospedali oppure dovremo, appunto in occasione del bilancio, prendere alcune decisioni.
Quanto ho esposto dovrebbe far rimeditare su questo problema per modificarne sostanzialmente gli aspetti. E' un problema che è diventato urgente risolvere nel momento in cui il Governo ha detto chiaro e tondo che non poteva liquidarci il '75, costringendoci a venire in qualche modo in aiuto agli ospedali per metterli in condizioni di poter pagare la tredicesima ai dipendenti e tirare avanti. Su di esso bisognerà ancora ritornare, e direi in modo molto più approfondito.
C'è poi da risolvere la questione della materiale erogazione dei fondi da parte della Tesoreria. Abbiamo avuto, in rapporto a questa questione, un ulteriore incontro con il Ministro Stammati. Egli aveva deciso che, da 6 miliardi, si passasse a 10. Ma oggi il governo regionale è in grado di produrre una spesa di intervento nel complesso mensile non inferiore ai 35 36 miliardi, da 35 a 40 miliardi. (Per la spesa ospedaliera vengono erogati mensilmente circa 17 miliardi). Il Ministro Stammati ci ha detto che la situazione della Tesoreria non permette di andare oltre: fino al l° gennaio 1977, in base ad accordi intervenuti in sede internazionale nell'ambito degli aiuti concessi al nostro Paese, la somma deve rimanere invariata.
Alle nostre difficoltà si aggiunge dunque la situazione della cassa del Tesoro, della Tesoreria, che non ci consente di andare oltre un certo limite.
Voglio dunque dire, ben conscio di aver sempre, a nome della Giunta e della collettività regionale, illustrato con esattezza le esigenze, che comprendiamo anche la situazione in cui si trova il Paese. E' un richiamo che faccio per noi stessi prima che per ogni altro, ma che si dovrà fare anche a quanti, nelle istituzioni regionali periferiche degli Enti locali hanno responsabilità pari alla nostra, e a tutte le forze politiche.
Ci troviamo, ripeto, in difficoltà e dal punto di vista della Tesoreria e dal punto di vista proprio dell'attribuzione delle somme che sono già state decise. Per cui questo provvedimento si innesta in quel processo che vede la Regione venire costantemente in aiuto alle istituzioni ospedaliere.
E' però opportuno chiarire i termini della questione perché, ripeto nell'attuale critica situazione del Paese ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, senza cercare mai di scaricarle su altri. La Giunta intende far fronte alle sue, dialogando però correttamente con tutti gli organi dello Stato al fide di risolvere gli impasse, trovando idonee soluzioni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

La discussione, che sembrava ormai esaurita, è stata opportunamente riaperta dal Presidente con alcune dichiarazioni che, per una parte concludono la discussione avvenuta sull'argomento all'ordine del giorno e per un'altra aggiungono delle informazioni.
Sul primo argomento non ho che da ribadire quanto ha già detto il Consigliere Paganelli in ordine all'atteggiamento attento, preoccupato e responsabile che il nostro Gruppo ha tenuto sia in Commissione, sia in aula, facendo forza anche sulle ragioni, sulle tattiche, direi meglio, che una opposizione può seguire, e preannunciando il voto favorevole, in considerazione di tutta la delicata tematica che il Presidente ha ampiamente esposto in questa sede.
Prendiamo atto di cose sapute, che il Presidente ha già anche comunicato, in ordine alle prospettive che in questo settore si aprono, che sono, del resto, coerenti con il richiamo rivolto a tutto il Paese. Mi fa piacere che la Giunta abbia dichiarato, forse per la prima volta in questi termini, che il rapporto con il Governo è, in questo momento, un rapporto che carica anche sulla Regione, e giustamente, le responsabilità generali di affrontare una situazione che è di assoluta emergenza. E allora, mentre affermiamo che la Regione e chi la rappresenta non potranno mancare al dovere di ricercare la tutela degli interessi specifici dell'istituto, e quindi della tempestività dei finanziamenti, ad evitare la messa in crisi di tutto un quadro del solo istituto che non è in grave mora in questo momento nel nostro Paese, sotto il profilo finanziario, direi che dobbiamo anche tirare alcune conclusioni.
Se i mezzi sono necessariamente limitati, affermiamoci a considerare anche il settore dell'erogazione della spesa: chiunque frequenti gli ospedali o gli ambienti dove si amministra la sanità, in genere, dopo aver dato atto dell'abnegazione di tutte le componenti e delle difficoltà in cui si dibattono i Consigli di amministrazione e così via, non può non constatare che, forse, mutata la mentalità assunta anche in questi ambienti, dove è primaria in ogni caso la preoccupazione per l'uomo e per la sua salute, forse non si sono ancora assimilati, come in altri ambienti i criteri dell'economia, dell'oculatezza della spesa, della necessità di aver presenti in ogni momento i riferimenti anche alle possibilità di erogazione. I tempi, le motivazioni, le durate dei ricoveri l'organizzazione del lavoro del personale, le modalità del ricorso ai mezzi diagnostici, l'impiego dei materiali, sono ancora da epoca consumistica.
Ritengo che sia possibile riorganizzare seriamente questo comparto, senza dover comprimere alcuna seria tutela della salute.
A questo punto, deve veramente intervenire, allora, la solidarietà politica, con l'impegno di tutte le componenti non per conferenze, ma per incontri, sollecitazioni, richiami, programmi di ridimensionamento soprattutto di natura di impostazione psicologica e di impostazione di atteggiamento. I tempi duri che ci sovrastano devono vederci preparati a garantire l'efficienza e l'efficacia di un servizio fondamentale essenziale, al quale si possono sacrificare tante altre esigenze salvaguardandolo e corrispondendo egualmente alle attese che l'economia generale e le possibilità dello Stato impongono. Non dimentichiamo che un'impostazione sbagliata nel campo della politica sanitaria ha costituito il momento di avvio ad una crisi irrimediabile per un Paese di nobili tradizioni democratiche ed amministrative quale l'Inghilterra.



PRESIDENTE

Conclusa così la discussione, possiamo passare all'esame dei singoli articoli.
Art. 1 - "A seguito dell'elevazione nel riparto del Fondo nazionale ospedaliero, del coefficiente riferito alla Regione Piemonte, la dotazione del capitolo n. 34 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1976 è aumentata di 4.545 milioni.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976, lo stanziamento del capitolo n 482 è ridotto di 1755 milioni e gli stanziamenti dei capitoli n. 483 e n. 484 sono aumentati rispettivamente di 6000 milioni e di 300 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 47 hanno risposto sì: n. 44 Consiglieri hanno risposto no: n. 3 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Art. 2 - "Per assicurare regolarità al funzionamento degli Enti ospedalieri e per l'attuazione degli altri compiti di cui all'articolo 1 della legge regionale 30 dicembre 1974, n. 43, l'Amministrazione regionale anticipa l'erogazione di una quota, pari a 12.640 milioni, della maggior assegnazione ad essa spettante sul Fondo nazionale ospedaliero per l'anno finanziario 1976.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1976 è conseguentemente istituito il capitolo n. 34/1, con la denominazione: "Quota della maggior assegnazione, spettante per l'anno finanziario 1976 per l'assolvimento delle funzioni di assistenza ospedaliera", e con la dotazione di 12.640 milioni. Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976 è corrispondentemente istituito il capitolo n.
482/1, con la denominazione: "Erogazione, agli Enti ospedalieri, di una quota della maggior assegnazione, nel riparto, relativo all'anno finanziario 1976, per l'assistenza sanitaria ospedaliera", e con lo stanziamento di 12.640 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 49 hanno risposto sì: n. 46 Consiglieri hanno risposto no: n. 3 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Art. 3 - "La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprie deliberazioni l'erogazione di ulteriori acconti agli Enti ospedalieri sensi della legge regionale 30 dicembre 1974, n. 43".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 50 hanno risposto sì: n. 47 Consiglieri hanno risposto no: n. 3 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Art. 4 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 49 hanno risposto sì: n. 46 Consiglieri hanno risposto no: n. 3 Consiglieri Poniamo in votazione l'intero disegno di legge, se nessuno chiede di parlare per dichiarazione di voto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
presenti e votanti: n. 50 hanno risposto sì: n. 47 Consiglieri hanno risposto no: n. 3 Consiglieri Il disegno di legge n. 148 è approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione presentata dal Consigliere Marchini: "Circolare dell'Assessore alla Sanità sulle scuole paramediche"


PRESIDENTE

Ritengo che si potrebbe svolgere a questo punto l'interrogazione del Consigliere Marchini, che era stata tenuta in sospeso in attesa che fosse presente in aula l'Assessore Enrietti, giunto proprio ora da Roma.
Ha facoltà di rispondere l'Assessore competente, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Le norme di indirizzo contenute nella circolare non intendevano affatto costituire una regolamentazione rigida, né, tanto meno, imperativa della materia, ma solo un contributo a dare un riferimento comune agli Enti ospedalieri e a permettere alle esperienze locali di essere democraticamente espresse ed utilizzate a favore di tutto il territorio regionale attraverso il coordinamento dei Comitati didattici.
La sintesi del problema era affermare che l'attività formativa di tirocinio non è solo attività applicativa e manuale, che l'attività didattica è parte inscindibile e qualificante dell'attività del medico ospedaliero, che il conferimento del tempo pieno assume significato solo se visto nella prospettiva di maggiore qualificazione e non di prestazione di maggiore orario, come discende da tutta la normativa della legge 132 e dai contratti nazionali del personale ospedaliero.
Tali indicazioni sono scaturite dal lavoro di una Commissione formata da studenti, sindacati di categoria, docenti della Facoltà, rappresentanti della Regione e del Comune di Torino.
I problemi di organico posti dalla circolare non derivano da essa, ma dalla situazione di fatto originata dalle disposizioni dello Stato riguardante i due tirocini e dalla deliberazione della Facoltà di Medicina di Torino di rendere obbligatorio un ulteriore tirocinio di circa mille ore in ospedale per il conseguimento della laurea.
Era indispensabile, data l'urgenza del problema, non che si cercasse di dare quanto meno un ambito unitario, magari formalista, ma che si tentasse di non vanificare un'importante funzione attribuita dalla legge ai servizi ospedalieri in vista di una loro più approfondita regolamentazione e programmazione. Il contenuto della circolare è quindi una proposta aperta che aspetta una verifica dai fatti, ma che consente fin d'ora di conseguire un approfondimento dei rapporti fra le singole componenti interessate.



PRESIDENTE

La parola per la replica al Consigliere interrogante, Marchini.



MARCHINI Sergio

Data la complessità e delicatezza della tematica in questione, non mi sento in grado di esprimere un giudizio immediato sulla sua risposta.
Mi pare, comunque, che in essa di positivo ci sia senz'altro la conclusione: che la sua circolare, quanto meno, ha creato l'occasione per una verifica, magari inizialmente non serena, con gli altri istituti e organismi, in particolare l'Università, interessati a questo problema.
Penso, quindi, che la mia interrogazione possa concludere il suo iter con il rinnovare l'invito che le viene dal mio Gruppo a che questa attività di mediazione, di verifica con le altre componenti su questo problema venga svolta al più presto, prima che, come lei ha avuto modo di vedere dalla documentazione, nasca anche un problema di conflittualità da risolvere in sede diversa dalla nostra.
Il problema è complesso e delicato, la sua risposta evidentemente si attiene ai principi generali e comprende un impegno ad approfondire il discorso con l'Università. In questo senso mi dichiaro soddisfatto invitandola però ad informare il Consiglio sui risultati che verranno da questa verifica.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati

Iniziative Esame Statuto dell'Istituto Finanziario regionale


PRESIDENTE

Il punto sesto all'o.d.g. reca: Esame Statuto dell'Istituto Finanziario regionale. E' relatore il Presidente della I Commissione, Consigliere Rossotto.
Prima di dargli la parola, volevo dire all'Assemblea che sono lieto di constatare che i Consiglieri sono oggi presenti in aula in gran numero. Non ritengo di dover attribuire questo fatto soltanto all'importanza degli argomenti all'ordine del giorno: spero che sia già un effetto della serie di misure che abbiamo preso e di una cresciuta consapevolezza dell'opportunità che una maggior presenza di tutti i Consiglieri alle sedute comporta altresì una maggior rapidità ed efficienza produttiva del Consiglio regionale nel suo complesso. Consigliere Rossotto, ha facoltà di parlare.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, lo Statuto dell'Istituto Finanziario Regionale piemontese, che è all'esame del Consiglio, è stato oggetto di accordi tra i partecipanti alla Società finanziaria regionale piemontese, approvato della Giunta e sottoposto successivamente all'esame della Commissione I.
In sede di Commissione si sono discussi e valutati alcuni degli articoli, che rispecchiano fedelmente i vari punti dell'accordo intervenuto con i soci e che rappresentava in quel momento una valutazione strettamente politica di quelli che potevano essere i significati.
Tralasciando alcune modifiche formali attinenti all'art. 4, ritengo opportuno illustrare i punti che hanno comportato maggior discussione nel corso di tre sedute: su alcuni si è raggiunto un accordo unitario di tutti i presenti in Commissione, su altri sono rimasti dei distinguo non tanto per il significato tecnico delle indicazioni che la Giunta e la maggioranza si accingevano ad assumere quanto per quelle che potrebbero essere implicazioni anche di carattere psicologico: ritenere che la Finanziaria regionale, con l'approvazione dello Statuto nel momento della sua costituzione, possa essere immediatamente operante.
Una certa importanza ha la valutazione dell'art. 6, in cui il capitale sociale, che nella legge è indicato in 20 miliardi, nello Statuto è previsto, al momento della costituzione, in 400 milioni, con ipotesi di aumento fino all'ammontare di 20 miliardi dopo la costituzione. E' sembrato opportuno adottare questa dizione perché, come i Consiglieri ben sanno, una società per azioni avente capitale superiore a 500 milioni, per poter essere costituita, deve ottenere l'autorizzazione del Comitato interministeriale del credito e le autorizzazioni relative della Banca d'Italia, il che implica un arco di tempo di tre, quattro, anche cinque mesi. Pertanto, la scelta politica della Giunta, fatta in accordo con i soci, è stata di costituire la Società, così da permettere quella operatività pragmatica di costituzione che porterà via un certo lasso di tempo, e nel contempo di chiedere immediatamente l'autorizzazione all'aumento: in tal modo, i due tempi tecnici, quello della costituzione e della prima presa di possesso degli uffici o degli organici che presuppongono poi l'attività concreta della Finanziaria, e il tempo che bisogna superare per legge per ottenere l'autorizzazione ad arrivare ai 20 miliardi vengono a coincidere, anziché a sommarsi.
Su questo punto, specialmente i rappresentanti della Democrazia Cristiana hanno voluto sottolineare che, se questo costituisce una assoluta normalità di prassi per il momento di costituzione della Finanziaria, è necessario sia chiaro che questa Finanziaria, fino a che non avrà ottenuto l'aumento, non potrà essere la Finanziaria regionale quale è prevista dalla legge, che quindi è ancora in una fase, direi, di rodaggio; una sottolineatura fatta perché non si incoraggino eccessive attese ulteriori su provvedimenti che si trascinano anche nel tempo e che hanno bisogno di avere il loro compimento definitivo.
Il relatore non si fa carico di altre osservazioni che fossero effettuate, limitandosi semplicemente alle indicazioni di sollecitazione venute su questi argomenti da parte della minoranza presente.
L'attenzione dei componenti la Commissione si è soffermata anche sugli artt. 19 e 20, che riguardano il Consiglio di amministrazione. Nella prima stesura il numero dei componenti il Consiglio d'amministrazione era fissato da 7 a 21, lasciando aperte, come si può ben comprendere, tutte le possibili strade per camminare verso la realizzazione di un Consiglio che avesse poi anche come organo l'amministratore delegato, invece di un Consiglio che potesse camminare in ordine di un Comitato esecutivo. La precisazione effettuata in Commissione, "da 15 a 21", ha voluto dire su quale strada la Giunta intende camminare, anche perché in ordine all'art.
13 era già stato fatto osservare che gli organi sociali dovevano forse anche comprendere l'indicazione del Presidente o indicare anche a quel punto l'indicazione dell'amministratore delegato. Invece, il mantenimento dell'art. 13 nel testo originario ha potuto rappresentare anche in questo senso un chiarimento.
Un'altra osservazione di correttezza per quella che deve essere la maggior trasposizione di volontà dalla ratio legis che è contenuta nella legge sulla Finanziaria a suo tempo approvata dal Consiglio si riferisce all'art. 20, dove viene indicata una durata in carica di tre anni. Questo significa che, ovviamente, visto che la legislatura regionale dura cinque anni, nella sua disposizione legislativa, si avrà un continuo sfalsamento di tempo in ordine alle forze politiche che possono rappresentare determinate maggioranze nel Consiglio regionale. Però, una durata diversa ad un certo momento si era affacciata l'ipotesi di due anni e mezzo sarebbe in contrasto con le norme del Codice civile che devono regolare la Società per azioni, perché il rinnovo e le nomine degli amministratori devono avvenire a ciclo completo del periodo di anno finanziario preso in esame.
Altre considerazioni sono richiamate dall'art. 29. Il testo che ho sott'occhio, e che credo sia lo stesso di cui dispongono i Consiglieri, ha subito una lieve modifica. A proposito del Comitato esecutivo, che è stato una scelta proprio di operatività in relazione all'ampiezza del Consiglio il testo a mie mani recita ancora "non più di cinque membri", mentre la dizione che si è concordata in Commissione, dopo il confronto con i soci è: "fino ad un numero massimo di sette", lasciando cioè una certa elasticità alla composizione del Comitato esecutivo nella fase di costituzione.
Per le altre norme, in riferimento a richiami specifici della legislazione civilistica, che devono regolare una Società per azioni, e una Società per azioni che, avendo capitale pubblico, deve seguire le particolari indicazioni di cui all'art. 2458 del Codice civile, e le indicazioni che la legislazione regionale ha fissato nel momento in cui ha determinato, lo scorso anno, la regolamentazione dell'Istituto Finanziario regionale, si tratta di chiara trasposizione, per cui i nodi politici che rimanevano hanno trovato nel confronto totale consenso e soluzione anche in considerazione del fatto che non si poteva far diversamente, sia per rispetto della volontà contrattuale dei singoli aderenti a questa società sia anche per alcune valutazioni.
E' rimasta, come accennavo prima, almeno a livello di Commissione, una divergenza di interpretazione dell'art. 6, quello che fissa il capitale sociale in 400 milioni. Mi pare però che, anche sotto questo aspetto essendoci un impegno chiaro, riconosciuto da parte della Giunta, che l'Istituto è in corso di effettiva costituzione e che l'operatività dello stesso non è collegata al momento in cui con nastri e fanfare ne sanzioneremo l'avvio con capitale di 400 milioni ma si avrà in un momento successivo, la scelta politica che la Giunta ha fatto di accettare un capitale ridotto da aumentare successivamente, per accelerare i tempi di concreta entrata in funzione della Finanziaria, possa essere giudicata giusta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Il Gruppo della Democrazia Cristiana voterà a favore dello Statuto presentato per la Finpiemonte. Nondimeno, ci permettiamo di fare una raccomandazione e sottolineare alcuni aspetti critici e negativi del procedimento per la sua istituzione e realizzazione operativa.
Una raccomandazione all'interno dello Statuto è circa la regolamentazione delle scadenze per la presentazione del bilancio della Finanziaria e la relazione previsionale programmatica della stessa. Non è una formulazione facile da mettere in atto, soprattutto se ci si prefigge l'obiettivo di combinare questi momenti consuntivi e previsionali della Finanziaria con quelli di presentazione del bilancio della Regione. Credo che sotto questo profilo lo Statuto debba essere verificato poi attentamente, per consentire al Consiglio regionale di disporre, nel momento in cui dovrà discutere e varare il suo bilancio regionale, di tutti gli elementi di risposta, forniti dalla Società Finanziaria, e poterne quindi prendere atto e valutarli.
Già il Presidente della I Commissione ha accennato ad alcune perplessità dichiarate dai Commissari della D.C. circa il capitale iniziale, 400 milioni, con cui viene varata a livello di Statuto la Finanziaria, per superare lo scoglio dell'autorizzazione del Comitato per il credito. Sappiamo benissimo che questo scoglio si ripresenterà quando il capitale sarà aumentato, e quindi nel preventivo dei tempi di intervento operativo della Finanziaria sarà necessario considerare anche il tempo necessario per l'aumento, nessuno di noi potendosi illudere che con 400 milioni di capitale la Finanziaria possa considerarsi operativa. Si potrà sì, dare il via al Consiglio d'amministrazione ed agli organi istituzionali del medesimo; però ci preoccupa non poco questo tempo che starà davanti alla reale operatività della Finanziaria, nel momento stesso in cui consideriamo che dall'approvazione della legge all'approvazione dello Statuto è passato esattamente un anno. Ecco, ci sembra che un anno per portare avanti queste operazioni sia da considerarsi un periodo troppo lungo, e se consideriamo la partenza con un capitale sicuramente non adeguato ai compiti ed ai fini propri della Finanziaria, i tempi necessari da prevedersi per il suo elevamento ci fa temere che passerà un altro anno circa prima che si possa vedere in funzione questo strumento importantissimo.
A queste preoccupazioni si uniscono quelle per la ancora scarsa definizione degli obiettivi da porsi come momenti prioritari di intervento della Finanziaria. Abbiamo già sottolineato questi aspetti nel corso della discussione sulla situazione economica regionale, e suoi riferimenti al Piano regionale, dicendo che nel piano non appaiono, a livello di individuazione degli obiettivi da assegnare alla Finanziaria, elementi più analitici, più approfonditi di quanti non esistessero addirittura nella legge e di quanti non ne esistessero o fossero esistiti al momento della discussione della legge.
E' nostra richiesta, e crediamo sia richiesta comune anche a tutte le componenti potenziali di questa Finanziaria, che un maggior approfondimento dei suoi compiti sia fatto anche prima dell'insediamento del Consiglio di amministrazione, nel senso che non possa essere questo l'organo che decide da solo o inizia esso ad analizzare con profondità questo aspetto. D'altra parte, crediamo che la Giunta regionale, nel corso delle trattative per il varo dello Statuto, abbia presentato documenti e proposte ai partners potenziali o reali di questa Finanziaria. E sarebbe estremamente corretto che la Giunta di queste proposte riferisse in Consiglio, perché la Finanziaria, nel cui Consiglio d'amministrazione è prevista anche la partecipazione di Consiglieri della minoranza, o di espressioni della minoranza, non è un organo di emanazione esclusiva della Giunta. E il trovarsi nelle condizioni in cui si arriva alla realizzazione di questo Consiglio d'amministrazione, con posizioni o precostituite in un rapporto esclusivo Giunta-partner della Regione, quasi che gli altri membri della Regione non espressi dalla Giunta o dalle forze di maggioranza fossero elementi aggiuntivi che nulla potessero portare di proprio contributo rispetto ad una impostazione il più possibile unitaria nel senso istituzionale della rappresentanza regionale in quell'organo, ci sembra cosa non molto opportuna.
Desideriamo, quindi, sapere se rispetto alle proposte avanzate nel testo di piano regionale ci sono documenti aggiuntivi, ci sono state proposte o accordi che, già raggiunti con i partners, potenziali o effettivi, in questo strumento importantissimo per la programmazione regionale, non siano ancora stati presentati al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE Aurelia

Il Gruppo repubblicano darà voto favorevole allo Statuto dell'Istituto Finanziario regionale piemontese, e coglie l'occasione per ringraziare anche l'Assessore al bilancio, che ha sempre partecipato alle sedute nelle quali è stato trattato questo argomento, cosicché è stato possibile un approfondimento ed una discussione che ha portato anche ad alcune modifiche.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, sottolineiamo, sempre per non ripetere alcune cose che sono già state dette dal Consigliere Alberton, la necessità di uno stretto rapporto fra la politica di piano e la Finpiemonte, che praticamente nasce proprio per rendere operativo il piano.
Questo rapporto darà quindi luogo ad un dibattito politico in occasione della discussione sul piano, e in tale sede penso che noi ci pronunceremo ulteriormente sui compiti della Finanziaria.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Gli interventi finora susseguitisi su un documento importante come questo tendono a dare pratica attuazione ad un disegno di legge che qui ci aveva tutti accomunati, un anno fa circa, nello sforzo comune di approfondire tutti gli aspetti che sul piano politico economico avrebbe dovuto affrontare una Finanziaria di questo tipo. Mi pare tutti concordino anche che approdare oggi allo Statuto, dopo una serie di valutazioni fatte in riunioni di Commissione, così come il Presidente della I Commissione ha illustrato, dove tutti si sono adoperati per sveltire quanto più possibile le procedure per giungere rapidamente ad una pratica funzionalità, sia elemento altamente positivo. Ritengo doveroso sottolinearlo in Consiglio regionale, perché i partners con i quali si è trattato per un lungo periodo di tempo, così come l'Assessore ci aveva informato in Commissione, sappiano che in Consiglio regionale c'è, nei riguardi dell'iniziativa, da parte di tutte le forze, una posizione unitaria costruttiva, anche se con diverse valutazioni, che permetterà di mettere assieme un meccanismo agile ed efficace. Certo, occorrerà ancora non poco tempo per giungere a questo traguardo, perché tutti sappiamo benissimo quale portata abbiano operazioni di questo genere, perché non si tratta solo di una legge che possa impegnare il Consiglio regionale.
Credo che questi aspetti positivi andassero rimarcati. Preoccupazioni per eventuali ritardi non possono avere, a mio avviso, nulla a che vedere con i1 meccanismo dello Statuto che stiamo approvando, perché esso cammina di pari passo con il meccanismo, sia pure tormentato, sia pure difficoltoso, che deve portarci ad arrivare rapidamente nelle prossime settimane, nei primi mesi dell'anno, al piano di sviluppo, dal quale proprio nel momento in cui sarà licenziato dal Consiglio regionale, i partners della Finanziaria, visti nel loro complesso, dovranno dedurre le scelte opportune, che devono avere una continua verifica, comunque, sempre da parte del Consiglio regionale in quello spirito, in quella dinamica che la legge istitutiva, ed oggi lo Statuto, confermano.
Ho voluto dir questo perché mi sentirei preoccupato se si decidesse già in questa fase - sul piano teorico, comunque, è possibile discutere di tutto - su scelte per cui il piano di sviluppo deve ancora pronunciarsi.
Non ho fatto questa raccomandazione con l'intento di rallentare l'entrata in funzione e lo sviluppo della Finanziaria, ma perché questa procedura segue un cammino il più unitario, il più corretto e il più produttivo possibile fra i vari organismi a questo riguardo impegnati.



PRESIDENTE

Ci sono ancora richieste di parola? Allora, può parlare, per la replica, l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alle finanze

Credo che l'adempimento che oggi il Consiglio regionale è chiamato ad assolvere con l'approvazione dello Statuto consenta di far decollare in tempi molto brevi la Finpiemonte. I componenti della I Commissione, che hanno esaminato questa proposta di Statuto in modo molto dettagliato ed approfondito, limandone tutti gli articoli, con la partecipazione di tutti i Consiglieri, hanno messo in primo piano, sempre, nel corso della elaborazione delle norme statutarie, la preoccupazione di far decollare subito la Finanziaria, gia scontando i ritardi, le difficoltà e la complessità di tutta la procedura connessa alla sua costituzione. E anche il fatto di prevedere un inizio con capitale sociale di 400 milioni non è un motivo né di rallentamento né di minor consistenza degli interventi della Finanziaria, ma semplicemente una norma dettata dalla preoccupazione di poter partire subito. E' infatti noto al Consiglio che per la sottoscrizione di capitali superiori a 500 milioni è necessaria l'autorizzazione del Comitato interministeriale del credito e del risparmio, e di conseguenza la decisione di far decollare subito la Finanziaria con il capitale previsto di 20 miliardi avrebbe comportato certamente un ritardo di qualche mese nell'avvio della società; partendo invece con la sottoscrizione di 400 milioni è possibile che la Finanziaria cominci subito ad operare mentre il Consiglio d'amministrazione chiede l'aumento di capitale fino a 20 miliardi in una o più tranches.
Diciamo, nella norma statutaria: "comunque entro un anno". In questo modo non si sommano, ma si sovrappongono, i due tempi morti: quello di prova, che comunque è prevedibile per l'inizio di attività della Finanziaria - nomina del Consiglio d'amministrazione, insediamento nella sede, prime procedure da esperire, reperimento di un minimo di personale che sicuramente comporterà qualche mese, e contemporaneamente quello per procedere all'aumento di capitale, in attesa dell'approvazione del Comitato interministeriale. In questo modo si tende a ridurre i tempi di avvio della società: non ritardo ulteriore, dunque, semmai tentativo di evitare un ritardo ulteriore il nostro, che ci ha mossi a questa partenza. Del resto la norma statutaria stabilisce chiaramente la necessità di arrivare a coprire i venti miliardi entro un anno. A maggior garanzia, già ci stanno arrivando le deliberazioni dei partners, per esempio degli istituti bancari, che sono tutte modellate sull' ipotesi dei venti miliardi: cioè le banche stanno deliberando partecipazioni nel quadro del complessivo capitale di 20 miliardi. Non vi sono dunque incertezze sull'approdo di questa operazione: semplicemente, essa, anziché in un tempo solo, avverrà in due o più tempi.
Circa i programmi di attività della finanziaria, mi pare che abbia ragione il Consigliere Alberton di sottolineare l'opportunità di farne oggetto di un dibattito in Consiglio prima dell'inizio del funzionamento della Società. Giacche, se è vero che la Finanziaria ha una sua autonomia operativa e gestionale, è anche vero che è strumento della programmazione regionale, che ad essa la Regione partecipa come socio di maggioranza, con membri nominati dal Consiglio regionale, in rappresentanza di tutte le forze, di maggioranza e di minoranza, quindi in rappresentanza delle forze dell'intero arco democratico presenti.
Quindi, la Giunta non si sottrarrà a questo dibattito, anzi ritiene che la trattazione e la discussione debbano essere il più possibile approfondite. Stiamo preparando un documento programmatico di utenti, per così dire, che ha cominciato ad essere discusso anche con i potenziali partners. Non appena sarà pronto lo potremo discutere in Consiglio, anche prima del Piano regionale di sviluppo, nel senso che potrebbe, per esempio essere discusso contemporaneamente alle nomine di spettanza della Regione nel Consiglio d'amministrazione della Finanziaria, o eventualmente anche prima, se si ritiene di farne oggetto di un punto specifico all'ordine del giorno. Sotto questo profilo non c'è alcun problema.
Direi che in questo documento, che, ripeto, non è ancora definito nella sua struttura ma è in corso di stesura, vengono ribadite le caratteristiche della Finanziaria. Intanto, in base alla legge istitutiva, quali sono i suoi ambiti di attività? Vanno esclusi gli interventi nel capitale di rischio e nel finanziamento diretto delle imprese, i campi di attività che possono essere più propri, ribadendo l'attività degli organismi pubblici e privati che già operano nel settore della politica industriale. Non vogliamo, cioè, farne né un doppione di organismi che già sono operanti e neppure un centro che tenda a togliere corpo e sostanza alle funzioni che già vengono svolte da altri organismi.
La Finanziaria avrà invece funzione di coordinamento, di stimolo, di promozione, coprendo i vuoti che ci sono nei settori della politica industriale; in modo particolare opererà attraverso progetti finalizzati, e quindi attraverso una snellezza anche operativa, una secchezza procedurale.
Non sarà un carrozzone, dovrà avere una struttura di organici molto ristretta, in maniera da rispondere per ogni progetto finalizzato, se non a criteri di profitto, certamente ad un criterio di rapporto equo tra spese e ricavi.
Non è una società di consulenza e non deve essere una società di beneficenza; deve cioè sviluppare la sua attività conformemente alla sua natura di società per azioni, in modo tale da avere su ogni progetto finalizzato un rapporto tra gli oneri ed i ricavi che se ne traggono.
Naturalmente, come la legge istitutiva dichiara, per quelle iniziative promozionali per le quali non è prevedibile un rientro, o quanto meno un rientro a breve termine, la Finanziaria potrà ricevere contributi finalizzati dalla Regione tali da coprire le perdite per quel determinato intervento di tipo promozionale. Su questo la Regione è sempre stata chiarissima nei confronti con i partners. Noi non abbiamo intenzione di fare mai alcun tentativo per accollare alla Finanziaria a degli interventi che non siano mossi da questa logica. E se la programmazione regionale comporterà interventi di questi tipo, sarà il bilancio regionale che ne sopporterà per intero l'onere.
I settori che, in base alla legge istitutiva e in base all'esame che la Giunta ha cominciato a compiere, appaiono allo stato attuale quelli più meritevoli di attenzione, e che presentano l'interesse più preminente ripeto, pur senza escluderne altri e pur mantenendo alla capacità della Finanziaria di scegliere e individuare poi in concreto gli interventi, quei settori verso i quali ci appare in prima approssimazione si possa indirizzare l'intervento, sono quelli finanziario e creditizio, e in particolare, per quanto riguarda le opportunità di garanzie fidi a medio termine per le piccole imprese, il settore della formazione, anche qui in modo particolare per quanto riguarda la piccola e media impresa e le aziende artigiane, il settore della promozione dell'attività di ricerca e di assistenza tecnologica in relazione alla politica di riconversione e riqualificazione delle strutture produttive, il settore del marketing e del sostegno alle esportazioni. Ritengo poi di collocare già fin d'ora all'interno dell'attività della Finanziaria, alcune di quelle iniziative che hanno costituito oggetto già di attenzione e di dibattito in quest'aula: per esempio, il discorso delle aree attrezzate, da vedere come una politica regionale di localizzazione e di rilocalizzazione degli impianti produttivi non soltanto collegata alla creazione ex novo di aree industriali in determinate zone della Regione, ma anche alla risistemazione delle aree industriali tradizionali e quindi agli interventi volti a razionalizzare il tessuto produttivo esistente in particolare nelle aree urbane.
Quindi, con questa ampiezza potrà la Finanziaria procedere ad una politica di aree industriali attrezzate molto più ampia, molto più penetrante, molto più efficace rispetto a quello che si pensava qualche tempo fa. L'intervento sulle aree industriali attrezzate, poi, non è da limitare ad un intervento di generica infrastrutturazione, come è quello previsto, ad esempio, dalla legge 21, ma dovrà riguardare l'insieme degli interventi volti a qualificare il tessuto in cui l'intervento di aree industriali avviene, e quindi formazione professionale, servizi attrezzature ed infrastrutture di vario genere.
In altre parole, l'intervento sulle aree industriali attrezzate, e più in generale l'intervento volto a favorire processi di rilocalizzazione di impianti produttivi, dev'essere funzionale ad un miglioramento qualitativo e della competitività del sistema industriale regionale.
In sintesi brevissima, rinviando un ulteriore approfondimento alla discussione più ampia che avremo in questa sede, mi pare che i tempi con i quali si giunge a definire, con l'approvazione dello Statuto, tutta la fase preliminare di costituzione della società finanziaria siano stati contenuti, pur con gli inevitabili ritardi, in una misura accettabile, Non possiamo che auspicare che anche le prossime scadenze che abbiamo siano tali da consentirci di varare la Finpiemonte nel volgere di pochissimo tempo. La Giunta ritiene che con i primi mesi del '77 la Finpiemonte possa essere una realtà viva ed operante.



PRESIDENTE

Conclusa la discussione, possiamo passare alla votazione. I Consiglieri hanno sotto gli occhi la proposta di Statuto dell'Istituto regionale finanziario. Non sono stati presentati emendamenti. La votazione avviene sui 40 punti presi nel loro complesso, per alzata di mano.
Vi sottopongo pertanto per l'approvazione il seguente testo di deliberazione: "Il Consiglio regionale, visto l'art. 72 dello Statuto regionale; vista la legge regionale 26 gennaio 1976 n. 8 la quale prevede la costituzione, in forma di Società per Azioni, dell'Istituto Finanziario regionale piemontese - Finpiemonte - a prevalente partecipazione regionale vista la bozza di Statuto predisposta dalla Giunta regionale, d'intesa con gli Enti e con le Aziende di Credito di cui all'articolo 1, comma secondo della legge regionale 26.1.1976 n. 8 che già hanno assicurato la loro partecipazione alla Finpiemonte; accertato che tale Statuto è conforme alla vigente legislazione in materia di Società per Azioni e alla specifica normativa stabilita dalla sopra richiamata legge regionale delibera di approvare l'allegata bozza di Statuto che costituisce parte integrante della presente deliberazione, autorizzando il Presidente della Giunta regionale - competente ad intervenire alla stipulazione dell'atto costitutivo dell'Istituto Finanziario regionale piemontese Finpiemonte S.p.A -, a norma dell'art. 9 della legge regionale 26.1.1976 n. 8, ad apportarvi le eventuali modifiche di carattere meramente formale che venissero richieste dal notaio in sede di stesura dell'atto di costituzione della Società o da parte del Tribunale al momento dell'omologazione dell'atto medesimo di dare mandato alla Giunta regionale di predisporre tutti i provvedimenti necessari per la sottoscrizione del capitale sociale e per i conseguenti versamenti nei limiti di cui all'articolo 10, primo comma della legge regionale 26 gennaio 1976 n. 8".
Chi è d'accordo su questa proposta di deliberazione? La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti: n. 50 favorevoli: n. 49 Consiglieri astenuto: n. 1 Consrgliere


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati - Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 114: "Norme per l'organizzazione e la partecipazione a Convegni, Congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed Associazioni e per l'acquisto di documentazione di interesse storico"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, siamo giunti al punto settimo dell'ordine del giorno. Vorrei ora invitarvi a rimanere continuamente in aula, perché non è improbabile che si riesca, operando con regolarità e sollecitudine, a concludere i lavori in mattinata, così da accogliere varie richieste che mi sono state rivolte in tal senso. E' una ipotesi che verificheremo dopo l'approvazione del disegno di legge n. 114 "Norme per l'organizzazione e la partecipazione a Convegni, Congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed Associazioni e per l'acquisto di documentazione di interesse storico".
Relatore è il Consigliere Rossotto, che ha facoltà di parlare.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Il disegno di legge in oggetto si presenta in sostituzione della legge regionale 4.1.1973 n. 2 che dovrebbe, con l'approvazione di questo documento, essere abrogata.
Si tenta, con questa disposizione normativa, di consentire alla Giunta ed al Consiglio strumenti più idonei per risolvere alcuni casi estremamente pratici che si sono verificati nel passato, non soltanto in ordine all'organizzazione ed alla partecipazione a convegni, quindi rimangono fatti momentanei e limitati nel tempo, ma anche per poter esprimere (cosa che la legge 4.1.1973 non consentiva) una volontà di adesione ad enti istituti, associazioni e comitati come al punto c) dell'art. 1 viene evidenziato.
Altro punto innovativo nei confronti della passata disciplina è quello di concedere uno strumento per acquisire biblioteche, pubblicazioni e raccolte di particolare rilievo.
In ordine a queste due innovazioni ed ad altra precedente che riconosceva la Regione come istituto - diceva il vecchio testo esponenziale di tutti i rapporti, le attività, gli stimoli che partono dall'Ente regionale, la Commissione è stata lungamente attenta ed in dialettico confronto. Si è ritenuto pertanto (interpellata sia la Presidenza del Consiglio, sia la Giunta) di cancellare quell'espressione che faceva riferimento ad una esponenzialità proprio perché, fatto riferimento all'attinenza delle funzioni delle Regioni e poste queste funzioni in relazione sia alla collettività nazionale, sia ai rapporti internazionali, si riteneva che fossero precisate sufficientemente le indicazioni e le valutazioni necessarie da dare in materia.
Invece sui due punti c) e d) dell'art. 1 è rimasto un dissenso che non so se in Consiglio verrà superato e che poneva in contrasto alcune forze politiche le quali non hanno diretta responsabilità nella gestione della Giunta, mentre possono essere coinvolte nella responsabilità di gestione del Consiglio sull'adesione e sulle procedure dell'acquisto.
Sul punto c) direi che le richieste di chiarimenti avanzate avevano lasciato comprendere che si poteva arrivare ad una decisione concorde. La posizione di dubbio che invece è rimasta fino alla fine è quella sul consenso all'acquisto di biblioteche, fondi, pubblicazioni e raccolte di "particolare rilievo". Su questo termine la Commissione ha ritenuto a maggioranza di dover concedere lo strumento sia alla Presidenza del Consiglio, sia alla Giunta, rilevando che già la dizione del testo di legge, dove parla di "particolare rilievo", vuol dire fatti di una certa importanza. Ciò che maggiormente preoccupa è che, quando vengono acquisiti questi mezzi di preservazione di entità culturali, che potrebbero andare dispersi, sia precisato che vengono rivalutati e utilizzati da parte della collettività regionale. E' indubbio che questa materia potrà essere emendata nei tempi che verranno, ad ogni modo oggi non esiste qualche intervento legislativo più puntuale e più preciso. Al momento la Commissione, a maggioranza, ha ritenuto di lasciare dotarsi la Presidenza del Consiglio e la Giunta di questi strumenti demandando al relatore, il compito, nel momento in cui si manifestava la maggioranza relativa su questo tipo di provvedimento, che ogni volta che si deve arrivare a questi tipi di valutazione venga coinvolta la realtà regionale, non soltanto il Consiglio, proprio per l'ampiezza di certi tipi di interventi necessari per preservare patrimoni culturali; l'importante è di vedere il loro migliore utilizzo.
Credo che le notizie di stampa, o certi tipi di situazioni hanno già evidenziato i pericoli che ci possono essere e forse l'impossibilità da parte dell'Ente Regione in questo momento di poter immediatamente intervenire.
Penso che, ferme le osservazioni che ancora una volta si fanno salve da parte della minoranza, il relatore abbia sentito l'obbligo di sottolineare i limiti con cui si è inteso fornire sia alla Presidenza del Consiglio, sia alla Giunta, uno strumento più ampio e più regolare di quello precedente di cui alla legge 4.1.1973 n. 2.
Infine - e questo proprio in relazione a deficienze materiali determinate forse dall'eccessivo (già lodato dal collega Paganelli) senso di risparmio che la Presidenza del Consiglio regionale pone in tutta l'attività - il disegno di legge 114 deve essere integrato con l'art. 11 che dice: "La presente legge deve essere pubblicata sul Bollettino Ufficiale ed entrerà in funzione a quel momento".
Mi auguro che il Presidente colga il significato di questa lacuna che dovrebbe essere integrata da una formalità che doveva essere compiuta dagli uffici. Pertanto si rende necessario, in sede di votazione, aggiungere un art. 11 che riproponga la formula di rito, elemento fondamentale perché la legge sia operante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Alberton, ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

In merito a questa legge, nel corso della discussione in Commissione abbiamo avuto già modo di fare presenti le nostre perplessità e le nostre riserve; crediamo però sia opportuno chiarirle e presentarle in aula perch non sorgano equivoci sulla nostra impostazione.
Questa legge in larga parte riprende una legge della precedente legislatura, quindi crediamo che, circa il fatto di promuovere convegni e manifestazioni, la posizione della D.C. non possa non essere considerata chiara.
Si aggiungono - come è già stato riferito dal relatore - due nuove potenzialità: l'adesione ad Enti, istituti, associazioni e comitati; in secondo luogo procedere all'acquisto di biblioteche, fondi, pubblicazioni e raccolte di particolare rilievo.
Le obiezioni che facciamo sono di natura molto diversa su questi due punti: al punto c) l'adesione ad Enti, istituti, associazioni e comitati va anche bene, purché ci sia una precisazione sulla premessa di dichiaratoria politica dell'art. 1 che ponga una corretta limitazione, delle corrette finalità a questa possibilità. Per questo abbiamo presentato un emendamento sostitutivo all'art. 1 (che è la parte più significativa di tutto il disegno di legge) che dice: "La Regione può, per materie attinenti le sue funzioni e più in generale per perseguire le finalità di cui al Titolo I dello Statuto (titolo che evidenzia tutte le finalità sostanziali della Regione Piemonte) prevedere i punti a), b) e c). In ogni caso deve essere garantito l'interesse regionale dell'iniziativa (questo ci preoccupa in relazione a convegni di varia natura, manifestazioni che possono avvenire in tutta la regione: non crediamo sia opportuno che la Regione aderisca o dia contributi a qualsiasi convegno organizzato da qualsiasi Ente locale o altra associazione, perché l'adesione della Regione ha pur sempre un certo significato) e deve essere salvaguardata la natura istituzionale della Regione".
Ci sembra che la dizione sia sufficientemente chiara per far comprendere l'atteggiamento politico con il quale ci poniamo di fronte a questo articolo.
Obiezioni di tutt'altra natura sono rivolte verso il punto d), quello dell'acquisto di biblioteche, fondi, pubblicazioni e raccolte. Noi abbiamo l'impressione che questo punto con lo spirito generale della legge abbia molto poco a che vedere e nello stesso tempo siamo convinti che questo sia e possa essere un problema reale che si presenta nella nostra Regione e che ci possano essere biblioteche, raccolte, documentazioni di particolare rilievo che magari rischiano di andare disperse e sulle quali bisogna intervenire In Commissione dicevamo che c'è un disegno di legge sull'organizzazione del sistema delle biblioteche in generale nel quale possono forse essere presi in considerazione alcuni di questi problemi. La questione fondamentale è, una volta acquisiti questi beni culturali, come organizzare la gestione dei medesimi non essendo pensabile che la Regione li acquisisca e poi o li gestisca in proprio, o li racchiuda dentro la sua biblioteca a utilizzo esclusivo dei Consiglieri regionali; questo sarebbe non garantire la fruizione pubblica di questi beni.
Invece ci sono casi particolari, e ne abbiamo citato uno in Commissione che a noi sembrava essere di attualità, ma sul quale vorremmo ricevere conferma: quello della biblioteca dell'Istituto di ricerca SORIS. Crediamo che se si analizza la destinazione di questo bene, cioè l'utilizzo, la gestione e se si dovesse alla fine arrivare alla conclusione che la collocazione ottimale di questo bene è l'I.R.E.S., per esempio, allora riconosciamolo; c'è già uno strumento legislativo che ci consente di fare questo: è la legge istitutiva dell'I.R.E.S., che prevede la possibilità di concedere contributi per iniziative particolari. Altrimenti, si inserisce nel bilancio un capitolo aggiuntivo, il cap. 15, che non è molto diverso dal cap. 14 che prevede l'acquisto di libri, pubblicazioni ecc.
all'insegna di una duplicazione e lasciando ampiamente scoperto, ripetiamo tutto il terreno della gestione e dell'utilizzo pubblico di questi beni.
Speriamo di essere stati sufficientemente chiari nell'esplicitare lo spirito che ha animato questo emendamento, ma e per caratterizzazioni politiche di alcune espressioni utilizzate nell'art. 1 e per questo fatto specifico, chiediamo un confronto in aula sulla nostra posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi



BONTEMPI Rinaldo

Accogliendo quelli che sono stati gli spunti dell'intervento del Consigliere Alberton, mi sembra che, in linea generale, l'accoglimento da parte dei Consiglio sia un fatto positivo in quanto permette di inserire in maniera organica la Regione, e quindi la Giunta, in quelle che sono le necessità che a mano a mano si vengono manifestando nell'attività regionale. In questo senso mi pare che l'aspetto positivo del disegno di legge, che potremmo definire un disegno di legge razionalizzante, sia il substrato di questo provvedimento.
Riguardo alle osservazioni fatte dal Consigliere Alberton, contenute anche in un emendamento, mi sembra di poter dire, a nome del mio Gruppo che i fini più perspicui a cui l'art. 1 deve badare sono i primi tre l'inserzione del punto d) da parte della Giunta in realtà risponde a delle preoccupazioni reali. Si tratta di vedere se sia o meno opportuno il mantenimento in una legge che abbia carattere generale come tutte le leggi o se non sia invece il caso, cogliendo un suggerimento del Gruppo della D.C., di non considerare i fatti reali che si presentano come tali e di risolverli nell'ambito delle varie procedure o di leggi amministrative.
Ritengo che non sia il caso di ingigantire la questione, mi pare che la clausola finale posta dall'emendamento della D.C.: "In ogni caso deve essere garantito l'interesse regionale dell'iniziativa e salvaguardato il ruolo istituzionale della Regione" potrebbe essere definita implicita nel provvedimento approvato dalla Giunta e qui viene resa molto bene esplicitamente, e mi pare di poterla condividere; a questo punto mi sembra soprattutto un problema tecnico, non politico, mantenere il punto d) e questa clausola di chiusura e di riserva, cogliendo una parte dell'emendamento della D.C., fa sì che non tutte e non comunque le iniziative di acquisto, sia pure di cose di un certo interesse per le considerazioni fatte dallo stesso Alberton, vengano recepite dalla Regione.
Ritengo quindi che, valutata la positività del provvedimento di razionalizzazione di interventi che vedevamo invece sparsi durante l'anno valutata la portata più tecnica che Politica del punto d) e rimettendomi a quelle che saranno le valutazioni della Giunta, mi pare che questo provvedimento vada mantenuto e quindi vada recepita la parte dell'emendamento della D.C. in cui si dice "In ogni caso deve essere garantito l'interesse regionale dell'iniziativa e salvaguardato il ruolo istituzionale della Regione" perché è una maniera esplicita di rendere poi la ratio intera del provvedimento di legge.



PRESIDENTE

La parola alla Signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE Aurelia

Voglio fare una piccola osservazione su un problema che forse è passato inosservato, a proposito dell'intervento di amministratori e funzionari regionali, nonché di esperti.
Mentre per quanto riguarda amministratori e funzionari regionali esiste un regolamento, relativo al rimborso spese e così via, per quanto concerne gli esperti il regolamento non esiste e vorrei appunto che fosse precisato che gli esperti dovranno sottostare allo stesso regolamento dei funzionari.
Questo per non creare una sperequazione, in quanto la maggior parte degli esperti in questo caso sarebbero i consulenti e non i dipendenti della Regione. Potrebbe essere inserito all'art. 5 un emendamento aggiuntivo che suonerebbe: "assumendo le occorrenti determinazioni ed i conseguenti impegni di spesa che per gli esperti non dovrà essere superiore a quella prevista per i funzionari regionali".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ho qualche perplessità perché sono stato distratto, come al solito. Se capisco bene, la D.C. suggerisce un emendamento sostitutivo, parzialmente abrogativo del punto d).
Su questo punto mi asterrei, perché mi paiono fondate le preoccupazioni della D.C. così come le ha esposte Alberton, tuttavia mi pare che questa finalità in definitiva debba essere la conseguenza logica di tutta una serie di provvedimenti e di iniziative che la Regione intende seguire appoggiare e comunque fare in prima persona. Quindi mi pare che dovrebbe essere conservato il punto d) che però dovrebbe essere integrato con delle garanzie precise e tutti qui capiscono che cosa voglio dire.
Ma il mio intervento è specifico: non ho capito bene che cosa significa "fondi", perché i fondi sono rustici o sono urbani, in definitiva sono case o terreni.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e al bilancio

E' la Rockfeller Fondation.



MARCHINI Sergio

Allora ho capito, il "fondo" significherebbe fare pervenire alla Regione una fondazione. A me sembra un po' difficile che si possa acquistare un fondo. Prendo atto però che lo spirito della legge è in questo senso, praticamente la Regione si sostituisce all'Ente gestore nelle finalità di talune fondazioni, o promuove in proprio delle fondazioni?



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Poi chiarisco il concetto.



MARCHINI Sergio

Se me lo chiarisce, bene, la ringrazio.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ne vedo.
La parola all'Assessore Simonelli che intende replicare.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Mi pare che la Giunta non abbia nessuna difficoltà ad accogliere la proposta di emendamento all'art. 1 avanzata dal Consigliere Alberton, anzi mi pare configuri meglio l'insieme della dizione dell'articolo, con una riserva circa la proposta abrogazione del punto d). Pensiamo che si possano porre in concreto esigenze di acquisto di raccolte, biblioteche, fondi e cose di questo genere, cioè può esserci anche la raccolta di riviste, di libri rari che il Tizio morendo lascia in eredità, ma sono necessità di intervento che a questo punto la Regione non avrebbe strumento legislativo per fare. Si potrebbero magari usare stanziamenti previsti per l'acquisto di pubblicazioni genericamente, ma con questa norma la Giunta ha ritenuto anche di rispondere a quella sollecitazione del Consiglio di ricondurre ad una previsione legislativa tutti gli interventi - anche quelli in astratto sui singoli capitoli del bilancio: era cioè, il tentativo, in attesa di una legge organica sui beni culturali, per incominciare ad offrire una disciplina legislativa a questo genere di acquisti che per l'innanzi magari si potevano fare usufruendo dei singoli stanziamenti di bilancio. Ci era sembrato utile inserire una norma di questo tipo al fine di chiarire l'ambito degli interventi.
Per quanto riguarda il caso SORIS, sul quale la Giunta regionale, se la trattativa potrà andare a buon fine, riferirà al Consiglio, mi pare interessante ed esatto quello che dice Alberton: è chiaro che quel caso specifico potrebbe anche risolversi con uno stanziamento ad hoc destinato all'I.R.E.S. Infatti, se si potesse acquisire il centro di documentazione SORIS, la sua sede naturale sarebbe l'Istituto regionale di ricerche, con la possibilità di essere consultato da chi vi ha interesse, come in generale per tutti gli altri fondi. Semmai, se lo si ritiene, al punto d) si potrebbe far seguire la prescrizione che in caso di acquisto di biblioteche, pubblicazioni, fondi ecc. ne sia garantito l'accesso a chiunque, cioè che diventino occasione di fruizione collettiva e non che siano privatizzati dalla Regione. Se però si ritiene che la norma sia così stravagante da non avere senso in questa legge, non è che la Giunta ne faccia una grossa questione, possiamo riunirci un attimo con i Capigruppo per discuterne. A noi pareva di venire incontro alle sollecitazioni più volte fatte dal Consiglio di disciplinare per legge anche questi stanziamenti che per l'innanzi venivano usati con i capitoli del bilancio Se vogliamo sospendere per cinque minuti forse possiamo trovare una soluzione adeguata



PRESIDENTE

C'è una proposta di sospensione che mi pare opportuno accogliere. In questo caso però difficilmente potremo completare i nostri lavori in mattinata. Ad ogni modo propongo di sospendere la seduta, di riunirci e poi decideremo sul da farsi.
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Forse sarebbe opportuno che i Capigruppo esaminassero anche l'ulteriore svolgimento dei lavori.



PRESIDENTE

Mi pare una proposta saggia, facciamo tutte e due le cose.
La seduta è sospesa per qualche minuto, perché ì Capigruppo devono esaminare il complesso dei problemi



(La seduta, sospesa alle ore 12,35, riprende alle ore 13,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
All'art. 1 è stato presentato un emendamento sostitutivo dell'intero articolo da parte del Gruppo della D.C. che recita: " La Regione può, per materie attinenti le sue funzioni e, più in generale, per perseguire le finalità di cui al Titolo I dello Statuto: a) organizzare - sia direttamente che in collaborazione con enti ed associazioni pubbliche e private - convegni, riunioni, mostre, rassegne celebrazioni ed altre manifestazioni.
b) partecipare a convegni, riunioni, mostre, rassegne, celebrazioni ed altre manifestazioni.
c) aderire ad enti, istituti, associazioni e comitati.
In ogni caso deve essere garantito l'interesse regionale dell'iniziativa e salvaguardato il ruolo istituzionale della Regione".
Vi sono richieste di parola? Nessuno desidera intervenire? Mi pare abbastanza chiaro.



BONTEMPI Rinaldo

Siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Non vi sono obiezioni, allora mettiamo in votazione l'emendamento sostitutivo all'art. l.
E' approvato all'unanimità dai 43 Consiglieri presenti.
Passiamo alla votazione dell'art. 1 come risulta dopo l'approvazione dell'emendamento.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Nel caso in cui l'organizzazione prevista dall'art. 1, lettera a) sia esclusivamente gestita dalla Regione, le spese sono poste a totale carico del bilancio regionale; nel caso in cui sia gestita in collaborazione, la Regione può erogare un contributo finanziario, ovvero può assumere direttamente i relativi oneri avvalendosi dei concorsi finanziari all'uopo convenuti.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 42 hanno risposto sì: n. 42 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - La partecipazione di cui all'art. 1, lettera b) può consistere nell'erogazione di un contributo finanziario, nell'invio di comunicazioni ed altri apporti di carattere tecnico o illustrativo, nell'intervento di amministratori e funzionari regionali nonché di esperti, designati con le modalità di cui all'art. 5.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 42 hanno risposto sì: n. 42 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - L'adesione di cui all'art. 1, lettera c) può consistere nel versamento di quote, nell'erogazione di contributi finanziari, in apporti di carattere tecnico, nella partecipazione di amministratori e funzionari regionali nonché di esperti, designati con le modalità di cui all'articolo successivo.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - La Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, determinano le modalità delle organizzazioni, delle partecipazioni, delle adesioni di cui all'art. 1, assumendo le occorrenti determinazioni ed i conseguenti impegni di spesa.
C'è qualcuno che vuole esporre le conclusioni a cui si è giunti nel breve incontro che si è svolto? A questo punto c'era un emendamento aggiuntivo della signora Castagnone Vaccarino che diceva: "Eliminare il punto alla fine dell'ultimo comma a cui viene aggiunto che per gli esperti..." La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, c'era preoccupazione di formulare un testo che consentisse quanto meno la possibilità di rimborsare le spese sostenute a coloro che vanno a questi convegni, particolarmente ai dipendenti regionali. Non ho il testo in mano, ma si è formulata una frase che dovrebbe suonare...



BONTEMPI Rinaldo

"Assumendo le occorrenti determinazioni ed i conseguenti oneri di partecipazione e di rimborso spese".



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

No, no "oneri di partecipazione e di assunzione delle spese". Quindi anziché "assumendo" bisogna mettere "adottando".



PAGANELLI Ettore

Affinché non ci siano dubbi che la Regione rimborsa totalmente le spese che i dipendenti sostengono.



PRESIDENTE

L'emendamento aggiuntivo nella versione testé letta viene messo in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Vi sono richieste di parola? Nessuna. Votiamo ora l'art. 5 come risulta dall'accoglimento di questo emendamento.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 40 hanno risposto sì: n. 40 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6: - Alla spesa per le finalità di cui all'articolo 1, lettera a) e di cui all'articolo 2 della presente legge valutata in 3 milioni, si provvede, per l'anno finanziario 1976, con lo stanziamento del capitolo n.
16 del corrispondente stato di previsione della spesa, la cui denominazione viene così modificata: "Spese e contributi per l'organizzazione, anche in collaborazione con altri enti ed associazioni pubbliche e private, di convegni, riunioni, mostre, rassegne, celebrazioni ed altre manifestazioni".
Eventuali concorsi finanziari di altri Enti saranno introitati nel capitolo n. 77 dello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1976.
Alla spesa per l'anno finanziario 1977 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvederà iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 16 con la denominazione di cui al primo comma del presente articolo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito.
presenti e votanti: n. 41 hanno risposto sì: n. 41 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Alla spesa per le finalità di cui all'articolo 1, lettera b) e di cui all'articolo 3 della presente legge, valutata in 65 milioni, si provvede, per l'anno finanziario 1976, con lo stanziamento del capitolo n.
9 del corrispondente stato di previsione della spesa, la cui denominazione viene così modificata: "Contributi ed altri oneri per la partecipazione a convegni, riunioni, mostre, rassegne, celebrazioni ed altre manifestazioni".
Alla spesa per l'anno finanziario 1977 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvederà iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 67, con la denominazione di cui al precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 39 banno risposto sì: n. 39 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Alla spesa per le finalità di cui all'articolo 1, lettera c) e di cui all'articolo 4 della presente legge, valutata in 25 milioni, si provvede, per l'anno finanziario 1976, mediante una riduzione di pari ammontare, del fondo di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa (Rubrica 5, n. 2), nonché mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 68, con la denominazione: "Contributi ed altri oneri per l'adesione ad enti associazioni e comitati", e con lo stanziamento di 25.000.000.
Alla spesa per l'anno finanziario 1977 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvederà iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 68 con la denominazione di cui al primo comma del presente articolo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 39 hanno risposto sì: n. 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 Alla spesa per le finalità di cui all'articolo 1, lettera d) della presente legge, valutata in 25 milioni, si provvede, per l'anno finanziario 1976, mediante una riduzione di pari ammontare del fondo di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa (Rubrica 5, n. 2), nonché mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 15 con la denominazione: "Spese per l'acquisto di biblioteche, fondi, pubblicazioni o raccolte di particolare rilievo" e con lo stanziamento di 25.000.000.
Alla spesa per l'anno finanziario 1977 e per ciascuno degli anni finanziari successivi, si provvederà iscrivendo nei rispettivi bilanci il capitolo di cui al precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 34 hanno risposto sì: n. 34 Consiglieri L'art. 9 è approvato.



BIANCHI Adriano

In sede di coordinamento bisognerà tener conto che l'art. 9 si riferisce al punto d) che nell'art. 1 non c'è più.



PRESIDENTE

Occorrerà ricordarsene in sede di coordinamento.



BIANCHI Adriano

Ho voluto soltanto fare una segnalazione tempestiva.



PRESIDENTE

Art. 10 - La legge regionale 4 gennaio 1973 n. 2 è abrogata.
Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Mi pare che sia opportuno un art. 11. La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Lo formalizzo con un articolo aggiuntivo.



PRESIDENTE

C'è la formula di rito "La presente legge è dichiarata esecutiva ecc.".



ROSSOTTO Carlo Felice

"La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".



PRESIDENTE

E' formalizzato, abbiamo inteso tutti.
Si passi alla votazione.



(Si passi alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 38 hanno risposto sì: n. 38 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Prima della votazione sull'intero disegno di legge qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, prendo la parola per dichiarazione di voto che, in coerenza con l'atteggiamento assunto di fronte a tutti gli articoli, è quella del voto favorevole, con un apprezzamento per l'accoglimento dell'emendamento che il Gruppo D.C., a mezzo del collega Alberton ed altri ha presentato, significando che l'esclusione della materia di cui al punto d) non comporta, nelle intenzioni dei proponenti, l'emendamento e quindi nel significato generale opposizione a che la Regione affronti questa specifica materia. Ci è sembrato che introdurla in questa legge costituisse un momento non sistematico, senza una sufficiente meditazione e senza la definizione dei criteri, dei principi dei metodi, dei modi attraverso i quali si potesse addivenire ad assicurare non solo materiale prezioso biblioteche, fondi culturali e così via al patrimonio regionale, ma anche i modi di impiego, di conservazione ecc.
Pertanto dichiaro che il mio Gruppo sarà a disposizione in ogni momento in cui la Giunta avesse nozione dell'urgenza di acquisire biblioteche o materiale di questo genere, per provvedere con strumenti anche specifici ed occasionali dettati dall'urgenza, così com'è a disposizione per discutere ed approvare una legge generale che disciplini tutta quanta questa materia che merita uno strumento legislativo a sé.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Annuncio il voto favorevole e faccio mie le considerazioni del Consigliere Bianchi, sottolineando in particolare l'ultimo aspetto da lui toccato relativo al fatto di non avere disciplinato in maniera transitoria con questa soluzione di carattere tecnico, una serie di problemi che ripeto, sono reali. Rivolgo un invito in questo senso alla Giunta e chiedo la disponibilità dei Gruppi consiliari ad affrontare invece la discussione e l'approvazione di una legge quadro sulla tutela dei beni culturali, una materia tra l'altro di stringente attualità su cui alcune Regioni hanno risposto, altre no, ci sono dei ritardi e mi pare importante andare a questa disciplina organica in una sede che è quella della legge quadro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Voglio solo sottolineare l'importanza della soluzione unitaria del problema in riferimento anche a tutto il lavoro che è stato compiuto in Commissione, la quale aveva individuato i singoli punti. Desidero sottolineare anche l'importanza della presenza puntuale della Giunta che può aiutare le forze politiche, a livello di Commissione, nella soluzione dei nodi quando si presentano, con un maggiore approfondimento e una maggiore responsabilizzazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto passiamo alla votazione sull'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 42 hanno risposto sì: n. 42 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla Venchi Unica


PRESIDENTE

Prima di passare ad altri punti all'ordine del giorno, desidero mettere in discussione un ordine del giorno di particolare importanza, firmato da tutti i Gruppi e concernente la situazione della Venchi Unica.
"Il Consiglio regionale, preso atto che la nomina di un Procuratore generale alla Venchi Unica, sollecitata e voluta dal Ministero dell'Industria, dalla Regione, dall'Unione Industriale e dalle organizzazioni sindacali, ha consentito in questi giorni una parziale corresponsione dei salari arretrati ed una prima ripresa delle attività produttive e commerciali; mentre sottolinea la positività di questa operazione, rileva che permanendo per intero il problema di definitivo assetto proprietario e produttivo dell'azienda, devono essere subito esaminate in sede governativa e con il concorso delle parti interessate le ipotesi sin qui affacciate per una soluzione definitiva, e questo tanto più quando corrono voci incontrollate di cessione del pacchetto azionario.
Il Consiglio regionale sottolinea l'estrema urgenza di questo esame e decisione senza la quale sarebbero vanificati anche i modesti risultati sin qui conseguiti. Per questo richiede al Ministro dell'Industria di convocare subito le parti interessate e cioè l'azienda, le organizzazioni sindacali i Comuni e la Regione".
Mi pare che il testo sia sufficientemente chiaro.
Vi sono dichiarazioni di voto? Non ne vedo.
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Sostituzione componente dimissionario del Consiglio di amministrazione dell'Opera Universitaria e nomina Presidente Collegio sindacale nella cooperativa di garanzia per il finanziamento agli artigiani di Tortona


PRESIDENTE

Si è convenuto, se non ho inteso male, di soprassedere alla nomina prevista al punto ottavo dell'ordine del giorno, cioè la nomina dei componenti della Sezione decentrata del CO.RE.CO. del Circondario Verbano Cusio-Ossola.
E' però auspicabile che le questioni delle nomine rimaste in sospeso fossero rivolte entro la prossima seduta, in modo da non prolungare troppo i tempi.
Passiamo allora al punto nono dell'o.d.g.: "Sostituzione componente dimissionario del Consiglio di Amministrazione dell'Opera Universitaria".
Siete pronti a votare questa nomina?



BIANCHI Adriano

Saremmo pronti ma ormai è piuttosto tardi.



PRESIDENTE

Possiamo votare in pochi minuti Qual è il nominativo?



BIANCHI Adriano

Cesare Riccardi.



PRESIDENTE

Bene, Cesare Riccardi nato a Bianzè il 25 novembre 1946, abitante in Piazza Piantale a Bianzè, studente presso l'Università di Torino, quarto anno di pedagogia. Cesare Riccardi viene eletto al posto di Paolo Ferrero dimissionario. Si proceda alla distribuzione delle schede ed alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Nel frattempo si distribuiscono le schede per la nomina del Presidente del Collegio sindacale nella Cooperativa artigiana di garanzia di Tortona, in rappresentanza della Regione. E' l'unica nomina che possiamo fare, ma è importante altrimenti gli artigiani di quella zona non possono usufruire delle leggi regionali.
Il nominativo qual è?



BIANCHI Adriano

Il dr. Vittorio Sala.



PRESIDENTE

Esaurito lo spoglio delle schede, comunico il risultato della votazione per la sostituzione del componente dimissionario del Consiglio di amministrazione dell'Opera Universitaria: presenti e votanti: n. 40 ha ottenuto voti: Riccardi Cesare: n. 36 schede bianche: n. 4 Passiamo alla votazione per la nomina del dr. Sala Presidente del Collegio sindacale nella cooperativa artigiana di garanzia di Tortona.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 ha ottenuto voti: Sala Vittorio: n. 34 schede bianche: n. 2


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 146: "Modifiche alle leggi regionali 30 ottobre 1972 n. 11 e 4 maggio 1976 n. 23"


PRESIDENTE

Sul punto dodicesimo all'o.d.g. è raggiunta l'intesa di discuterlo in una prossima seduta, raggruppando anche il documento che la Giunta ha consegnato questa mattina. Possiamo ancora brevemente trattare il punto undicesimo: Esame proposta di legge n. 146: "Modifiche alle leggi regionali 30 ottobre 1972 n. 11 e 4 maggio 1976 n. 23".
Si tratta di modifiche con le quali si rende possibile corrispondere ai Consiglieri regionali che non hanno ultimato il mandato dei cinque anni della legislatura, perché sono passati a svolgere altri incarichi, le loro spettanze per quanto riguarda il fondo di liquidazione.
Ho già svolto così la relazione della Commissione su questa proposta di modifica, che era stata presentata dalla Presidenza.
Non mi pare che vi siano state delle obiezioni, tra l'altro è una modifica dovuta.
Se non vi sono richieste di parola passo alla votazione. Prima però d lettura delle "Modifiche alla legge regionale 30 ottobre 1972 n. 11 e 4 maggio 1976 n. 23".
Il primo comma dell'art. 23 della legge regionale 30 ottobre 1972 n. 11 è sostituito dal seguente: "E' istituito presso il Consiglio regionale un 'Fondo di solidarietà tra i Consiglieri della Regione Piemonte' con lo scopo di liquidare un premio di reinserimento a quei Consiglieri che cessino dall'incarico di Consigliere per dimissioni o che non siano rieletti nella successiva legislatura ovvero che non si ripresentino candidati". Vi sono richieste di parola? Si passi alla votazione per alzata di mano.
La modifica è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Abbiamo approvato la modifica al primo comma dell'art. 23 della legge regionale 30 ottobre 1972, per cui dobbiamo ancora votare la legge nel suo complesso; poi voteremo la modifica dell'art. 3 della legge regionale 4 maggio 1976, n. 23 ed infine la legge nel suo complesso.
Suppongo non ci siano richieste di parola. Passiamo quindi alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge 30 ottobre 1972 n. 11, modificato in seguito all'approvazione di un emendamento al primo comma dell'art. 23.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri Adesso passiamo alla modifica della legge 23 del 4 maggio 1976: "L'art.
3 della legge regionale 4 maggio 1976 n. 23 è di conseguenza modificato come segue: "La liquidazione del premio di reinserimento dovuta ai Consiglieri regionali che cessino dall'incarico di Consigliere per dimissioni o che non vengano rieletti nella successiva legislatura ovvero che non si ripresentino candidati, di cui all' art. 23 L.R. 30.10.1972 n. 11, parte seconda, al titolo di "Fondo di solidarietà", ferme restando le altre disposizioni normative relative al fondo medesimo, viene fissata e determinata nella seguente misura a far tempo dal 1° gennaio 1976: pari all'ultima mensilità della indennità consiliare lorda percepita in carica dal Consigliere cessato, moltiplicata per ogni anno di effettivo servizio del mandato, il cui importo massimo non superi comunque le dieci mensilità a tale effetto la frazione di anno di effettivo esercizio in carica, non inferiore ai sei mesi ed un giorno, viene computata come anno intero quella minore non è considerata".
Si proceda alla votazione per alzata di mano. La modifica è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Passiamo allora alla votazione per appello nominale sull'intero testo della legge regionale 4.5.1976 n. 23, emendato come sopra all'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri


Argomento:

Esame proposta di legge n. 146: "Modifiche alle leggi regionali 30 ottobre 1972 n. 11 e 4 maggio 1976 n. 23"

Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Siamo giunti alla fine. Dovremmo fissare l'ordine del giorno per la prossima seduta che potrebbe essere così concepito: Approvazione verbali precedenti sedute Interpellanze ed interrogazioni Comunicazioni del Presidente Comunicazioni della Giunta regionale sul problema delle tariffe dei trasporti in Piemonte.
Relazione dell'Assessore Bajardi.
Comunicazioni della Giunta regionale sulla legge 22.7.75 "Norme sull'ordinamento regionale e sull'organizzazione della pubblica amministrazione". Relazione del Presidente della Giunta.
Esame mozione D.C.-P.R.I. relativa ad interpellanze su consulenze e personale (con l'abbinamento del documento che è stato consegnato questa mattina).
Esame variazione al bilancio per l'anno finanziario 1976. Relatore Raschio.
Nomina rappresentanti della Regione nella Cooperativa artigiani di garanzia di Tortona (i due membri che non abbiamo potuto eleggere oggi).
Esame norme per istituzione dei parchi e delle riserve naturali.
Certo non riusciremo ad esaurire questo ordine del giorno nella seduta del 16, procediamo però, conformi alle indicazioni della riunione dei Capigruppo, secondo la linea che tende, con le sedute del 16, del 22 e del 23 dicembre, ad affrontare il complesso dei problemi che ci eravamo prefissi di esaminare entro la chiusura dell'anno.
La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Come Presidente della I Commissione voglio fare presente che, per arrivare all'approvazione del bilancio entro l'anno, la Commissione all'unanimità, ha ritenuto di non effettuare le consultazioni perché il tipo di documento potrebbe anche non consentirlo, e di prendere atto delle decisioni del Consiglio nella sua completezza.
Volevo solo ricordare questo tipo di impegno per evitare sfasamenti che dovrebbero essere in ogni caso effettuati da parte della Giunta nella prossima seduta di Consiglio, sennò è inutile proseguire nell'esame del documento con queste premesse.



PRESIDENTE

Vi sono altre osservazioni all'ordine del giorno? L'Assessore Moretti mi comunica che è stata licenziata dalla Commissione la legge n. 23 e quindi potremo iscriverla all'ordine del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,10)



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