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Dettaglio seduta n.84 del 25/11/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri già conoscono l'o.d.g. di cui pertanto non dò lettura.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Simonelli e Rivalta ed i Consiglieri: Cardinali, Benzi e Marchini; non ho ricevuto analoga richiesta da parte di alcuno dei numerosi altri Consiglieri che in questo momento non sono in aula, e che penso quindi siano semplicemente in ritardo.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sulla presenza in aula degli Assessori all'inizio delle sedute consiliari


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

La mia vuol essere una specie di mozione d'ordine. Non ho, come lei sa natura pedantesca, e posso capire che ciascuno di noi a turno si trovi nell'impossibilità di arrivare puntuale all'inizio della seduta, ma che la Giunta sia pressoché totalmente latitante, soprattutto in relazione alla risposta alle interrogazioni previste per questa mezz'ora, non è certo fatto molto positivo.
Pregherei quindi il Presidente, che è, per dire il vero, sempre di una estrema puntualità e diligenza, di voler fare in modo che almeno vengano concordate preventivamente quelle presenze che garantiscano un minimo di funzionalità ai lavori del Consiglio, anche ai fini delle risposte alle interrogazioni o alle interpellanze, così che anche i Consiglieri che le presentano si sentano impegnati a trovarsi tempestivamente in aula e non possano accampare motivi di protesta se vedono decadere le proprie interrogazioni quando mancano in tatto di puntualità.



PRESIDENTE

Sono d'accordo con lei e seguirò i suoi suggerimenti.
Passiamo ora a svolgere il punto secondo dell'o.d.g.: "Interpellanze ed interrogazioni".


Argomento: Comunita' montane: Piani di Sviluppo

Interrogazione del Consigliere Martini: "Elenco delle Comunità montane che hanno presentato il Piano pluriennale di sviluppo ed eventuale verifica con le Amministrazioni interessate delle cause dei ritardi"


PRESIDENTE

Tenendo conto delle scarse presenze di Consiglieri ed Assessori passiamo a svolgere l'ultima interrogazione in elenco, cioè quella del Consigliere Martini, che, devo dire, si trova sempre in aula puntualissimo, alle ore 9,30.
Il Consigliere Martini chiede l'elenco delle Comunità montane che hanno presentato il Piano pluriennale di sviluppo e l'eventuale verifica con le Amministrazioni interessate delle cause dei ritardi.
E' competente a rispondere l'Assessore Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

In risposta all'interrogazione del Consigliere Martini inerente alla redazione dei piani di sviluppo economico e sociale da parte delle Comunità montane posso precisare quanto segue.
In data 7 luglio '76 abbiamo inviato a tutte le Comunità montane piemontesi, e per conoscenza agli Assessori, o comunque ai membri della delegazione dell'UNCEM, una circolare con la quale invitavamo le Comunità montane a comunicare lo stato di attuazione della redazione del piano di sviluppo e ad indicare il termine entro il quale tale piano avrebbe potuto essere adottato. Ciò in quanto si ritiene corretto che l'utilizzo delle somme stanziate con la legge 11/3/75 n. 72 per l'anno '76 debba essere realizzato sulla scorta di un programma-stralcio realmente connesso e derivante dalle previsioni operative del piano di sviluppo economico e sociale.
Il risultato di questa iniziativa - l'ultima in ordine di tempo, perch altre ne erano già state assunte prima - è stato questo: per 19 Comunità montane su 44 non abbiamo ricevuto alcuna risposta; le Comunità montane Valle Curone, Grue, Ossona, Valle Gesso, Vermenagna Pesio, Alta Valle dell'Elvo, Valle Grana, Valle Anzasca, Valle Vigezzo Valle di Lanzo, Valle Ossola, Valle Vallelme e Alto Ovadese, Val Pellice Alto Canavese, Valle Varaita, Alta Langa montana prevedono di adottare il Piano di sviluppo nel corrente anno; le Comunità montane Val Sangone Prealpi Biellesi" Bassa Valle del Cervo, Alta Valle di Susa, Valle Sacra Valle Orco e Soana, Bassa Vale di Susa, Alta Valle Cervo, Valle Grande Valle Mosso ipotizzano l'adozione del Piano di sviluppo entro l'estate del '77 per le Comunità montane Valle Monregalese e Valle Stura di Demonte il Piano è già stato ultimato e adottato, ma non ancora trasmesso alla Regione per la definitiva approvazione.
Le motivazioni che hanno determinato lo slittamento dei termini fissati dalla legge regionale 17/2/75 n. 9 in un anno a decorrere dalla data di emanazione del decreto del Presidente della Giunta regionale di approvazione dello Statuto della Comunità montana, sono numerose e di varia natura.
Intanto, la consultazione elettorale del 15 giugno '75 ha fermato l'attività delle Comunità montane per un periodo medio di almeno otto-dieci mesi, nel senso che prima si son dovute comporre le Giunte comunali, poi il Consiglio comunale ha ricostituito le delegazioni, quindi il Consiglio della Comunità, quindi la Giunta ecc. In tutto questo periodo, ovviamente i tecnici degli Enti nominati per la redazione del piano hanno dovuto fermare e poi riprendere, e alcuni anche rivedere, le impostazioni o gli obiettivi, a seconda del piano, a seconda dei nuovi orientamenti e indirizzi dati dalle nuove Giunte delle Comunità montane.
Inoltre, anche il processo di partecipazione della popolazione interessata alle varie fasi della trazione del piano ha comportato e comporta, come del resto ogni consultazione, degli slittamenti dei tempi.
Infine, anche l'istituzione del Comprensorio ha comportato delle perplessità e degli arresti. Per esempio, per tutte le Comunità che avevano affidato il piano all'IRES ci siamo trovati di fronte ad una proposta dell'IRES di soprassedere in attesa del piano regionale e dei piani dei Comprensori. In una riunione svoltasi presso l'Assessorato, noi respingendo questa impostazione, abbiamo sollecitato l'IRES a procedere speditamente all'adempimento del mandato ricevuto, quello di predisporre i piani delle Comunità che all'IRES si erano rivolte. Se mai, successivamente si potrà, quando ci sarà il Comprensorio con un suo piano, proporre varianti alle Comunità che ad esso fanno capo, e le Comunità potranno confrontarsi su questa richiesta eventuale di varianti.
Queste le varie ragioni dei ritardi, questo il quadro della situazione.
Sono in corso in questo periodo (sabato ve ne sarà una a Domodossola, la settimana prossima, mi pare lunedì 6, a Cuneo) di funzionari del servizio ai quali spesso partecipa anche l'Assessore incaricato, cioè chi vi parla con i Presidenti delle Comunità di ogni singola provincia per fare nuovamente il punto, per esaminare le eventuali altre difficoltà presentatesi e per cercare soprattutto di capire come stanno le cose in quelle Comunità dove non si risponde neppure ai solleciti che vengono inviati da parte della Regione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante, Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore per aver evidenziato nella sua risposta alcune difficoltà che induttivamente l'Assessorato ha addotto per giustificare i ritardi nella presentazione dei piani delle Comunità montane.
La mia interrogazione aveva però un altro scopo, preciso subito, anche perché non vorrei si avesse l'impressione che ho voluto con essa evidenziare i ritardi delle Comunità montane: quello di una constatazione di questi ritardi e di un invito alla Giunta a verificarne i motivi con la delegazione dell'UNCEM e con i Presidenti e gli amministratori delle Comunità montane. Perché ci sono ritardi che sono dovuti a motivi di carattere tecnico - e anche questo dovrebbe già farci riflettere sul fatto che scarseggiano gli operatori a livello programmatorio: anche se le offerte che sono state fatte alle varie Comunità erano multiple e tutte sembravano sorrette da una notevole dignità professionale, all'atto pratico riesce difficile improvvisare degli operatori a livello programmatorio ma ce ne sono anche di quelli dovuti a motivi di carattere politico, oltre a quelli che sono stati evidenziati dall'Assessore, e si lamenta in molte Comunità la mancanza di qualche indicazione precisa di scelte fatte dalla Regione, e quindi dalla Giunta regionale, perché alcune Comunità possano a loro volta trovare un indirizzo per la loro politica di programmazione.
Perché, se nella Valle Gesso e nella Val Vermenagna si dice che la Regione è disponibile ad accettare la nuova struttura viaria portante che va dal Ciriegia a Piacenza, allora è evidente che la programmazione di questa Comunità avrà un indirizzo e rimarrà condizionata sicuramente da questa scelta. Il fatto poi che il fervore di iniziative di certe stazioni turistiche sia bloccato in modo indiscriminato proprio dall'Assessorato alla pianificazione territoriale, e quindi da parte della Giunta, mette in difficoltà le singole Amministrazioni delle varie Comunità montane nel fare delle scelte in questo settore.
Ho voluto evidenziare anche queste carenze di indicazioni di carattere politico a completamento del quadro tracciato dall'Assessore, con un invito alla Giunta a prendere contatti con la delegazione dell'UNCEM e con le Amministrazioni interessate delle varie Comunità per vedere se è possibile togliere quanto meno queste ulteriori remore per la definizione dei piani di sviluppo delle Comunità montane.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Questi contatti sono già programmati e in parte, come ho detto, già in corso.



PRESIDENTE

Dobbiamo ora sospendere l'esame delle interrogazioni, perché per tutte le altre o mancano i presentatori o manca l'Assessore competente a rispondere: infatti per l'interrogazione presentata dai Consiglieri Beltrami e Vietti è assente l'Assessore Enrietti; per le interrogazioni del Consigliere Benzi, del Consigliere Chiabrando e del Consigliere Marchini manca il presentatore; per l'interrogazione infine presentata dai Consiglieri Picco, Petrini e Martini manca l'Assessore Astengo.
L'unica interrogazione che si poteva svolgere è stata svolta.
E' evidentemente una situazione che non si può tollerare, e ne discuteremo senz'altro alla prossima riunione dei Capigruppo. L'unica giustificazione che per ora mi risulta valida è quella del Consigliere Marchini, il quale mi ha fatto sapere che stamattina ha avuto un incidente e che pertanto si riprometteva di svolgere le sue tre interrogazioni oggi pomeriggio, non sapendo che non sarà possibile in quanto non terremo seduta pomeridiana.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame del disegno di legge n. 130: "Autorizzazione di ulteriore spesa per l'anno finanziario 1976 per la concessione dei contributi in conto capitale di cui al Titolo I della legge regionale 17/5/1976, n. 27"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto quinto dell'o.d.g.: "Esame del disegno di legge n. 130: 'Autorizzazione di ulteriore spesa per l'anno finanziario 1976 per la concessione dei contributi in conto capitale di cui al Titolo I della legge regionale 17/5/1976, n. 27'". Relatore è il Consigliere Rossi che ha facoltà di parlare.



ROSSI Luciano, relatore

Egregi colleghi, signor Presidente, il disegno di legge in esame integra la spesa autorizzata con la legge regionale 17/5/1976 n. 27 relativa all'acquisizione ed al risanamento dei complessi residenziali di interesse storico culturale, per un ammontare di 2000 milioni da destinare alla concessione dei contributi in conto capitale a favore dei Comuni e loro Consorzi per l'acquisizione di detti complessi residenziali.
La necessità di aumentare la dotazione dei fondi destinati al settore della casa era già stata avvertita in sede di approvazione del bilancio di previsione per l'anno 1976, tanto che i capitoli 1398 e 1404 presentano la disponibilità di questi 2 miliardi.
Tuttavia, l'approvazione del bilancio di previsione si è verificata in epoca successiva all'approvazione della legge regionale n. 27, per cui si è reso necessario concretizzare tale disponibilità di fondi nel disegno di legge in esame.
D'altra parte, un incremento di tale spesa è giustificato anche dalla prossima promulgazione di una legge nazionale per il finanziamento di interventi di edilizia pubblica residenziale, ai fini del loro risanamento per cui la citata legge regionale n. 27/76 esplica un'azione specifica diretta a consentire l'immediata acquisizione dei complessi residenziali al fine del risanamento con i fondi che saranno disposti dallo Stato.
Naturalmente, per sopperire all'inadeguatezza della spesa autorizzata con la legge regionale n. 27/76 non sono sufficienti i 2 miliardi di cui al presente disegno di legge, per cui si ritiene opportuno invitare la Giunta regionale a realizzare i suoi progetti che prevedono per gli esercizi 1977 e 1978 un incremento della spesa destinata al settore della casa di 5 miliardi, e l'estensione dei finanziamenti fino all'anno 1980, sempre bilancio permettendo.
Di queste integrazioni finanziarie potrà, tra gli altri, usufruire il Comune di Torino per la realizzazione del piano straordinario di interventi nel centro storico, insieme ad altri Comuni della Regione che intendono attuare programmi analoghi. Lo scopo principale che s'intende conseguire con questi finanziamenti diretti all'acquisizione dei complessi residenziali è infatti quello di promuovere da parte degli Enti locali la formazione dei piani particolareggiati, ai sensi della legge n. 167 all'interno degli abitati, mentre il risanamento potrà essere effettuato utilizzando i finanziamenti dello Stato, oltre ai fondi regionali previsti nella stessa legge n. 27 del '76 e ad eventuali rifinanziamenti della legge regionale che diventassero in futuro possibili.
Oltre all'art. 2, che stabilisce le modalità che i Comuni o i Consorzi di Comuni dovranno seguire se intendono beneficiare dei suddetti contributi, l'art. 3 del disegno di legge in esame ne dichiara l'urgenza.
La Commissione rileva come la legge sia meritevole di approvazione da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Poiché la legge avrà un iter di votazione piuttosto breve, il mio intervento comprenderà anche la dichiarazione di voto. Mi spiace dover parlare in assenza dell'Assessore Rivalta, al quale intendevo particolarmente rivolgermi, ma penso che la mia puntualizzazione possa essere raccolta dal Presidente della Giunta.
Il provvedimento che ci accingiamo a votare si colloca in un quadro di attese e di ritardi in termini d'interventi sul discorso e sul problema dei centri storici che indubbiamente ricrea una serie di attese e di aspirazioni da parte dei Comuni. Già in occasione della prima distribuzione di fondi, alcuni Comuni, interpretando in modo non corretto il contenuto della legge n. 27, avevano posto alla Regione il quesito - forse un po' in termini provocatori, sotto forma di domanda - circa le acquisizioni di beni non strettamente compresi nel contenuto della legge n. 27. Questo perch obiettivamente il discorso relativo all'acquisizione di beni patrimoniali nei centri storici per determinare una promozionalità d'indirizzo, di destinazione uso e di operatività da parte dell'Ente pubblico non sempre passa solo e necessariamente attraverso il discorso dell'edilizia economico popolare: vi sono acquisizioni di beni patrimoniali anche per servizi pubblici, e cito il caso di Rivarolo, che aveva chiesto appunto di potere acquisire un vecchio teatro per farne una attrezzatura sociale ad uso della popolazione. Molte volte queste acquisizioni di beni patrimoniali ripeto hanno un obiettivo di riverberazione in termini di benefici su tessuti ormai obsoleti, e quindi destinati ad essere emarginati rispetto al contesto di sviluppo della città, che, ovviamente, sarebbe bene considerare.
Ora, noi ci rendiamo conto che non si poteva, nel quadro della disponibilità delle risorse, dare una proiezione eccessivamente ampia al contenuto della legge n. 27: dobbiamo però ribadire in questa sede che uno dei problemi da porre all'attenzione è quello di riconsiderare questa legge alla luce di possibilità di acquisizioni di beni patrimoniali che non siano strettamente quelli dell'edilizia popolare.
Una seconda raccomandazione, che si evidenzia anche in questa circostanza, è quella relativa alla limitata, comunque, possibilità che la legge stessa ha per quanto attiene all'innesco dell'operatività, non tanto e solo in termini di disponibilità finanziaria quanto per carenze, che noi avevamo già rilevato al momento della votazione della 27, d'invenzioni sostanziali sul piano operativo che prefigurassero una ipotesi di concreto avvio di ristrutturazione e di risanamenti sia pure finalizzati, come la legge vuole, all'edilizia economico popolare. E il caso si manifesterà proprio per quei beni che noi abbiamo già acquisito con la legge 27 primo riparto di fondi acquisiti sì patrimonialmente, però la cui operatività quindi il cui recupero in termini di ristrutturazione e di rivalorizzazione, è ancora tutta da impostare.
Queste le considerazioni di carattere generale che giustificano la nostra posizione, se pur critica, anche favorevole al disegno di legge e al rifinanziamento della legge stessa, in quanto riteniamo che ogni azione intesa a determinare acquisizione patrimoniale da parte delle Amministrazioni comunali precostituisca di per sé una capacità d'intervento e quindi di possibilità di attuare gli obiettivi che la legge stessa si propone.
Dobbiamo, però, anche in questa occasione, rilevare come si siano diffuse, in circostanze prossime all'approvazione da parte della Giunta del rifinanziamento, notizie circa la destinazione d'uso di questi fondi anticipatrici di destinazioni che dorranno correttamente inserirsi nel meccanismo della legge. Naturalmente, noi non possiamo non denunciare questo aspetto, che riguarda la Giunta ed i rapporti della Giunta con l'amministrazione comunale di Torino in modo particolare, perché riteniamo che il rifinanziamento, di per sé, debba essere considerato a disposizione di tutti quei Comuni del Piemonte i quali, avendo a disposizione gli strumenti che la legge prevede, cioè la 167, avendo a disposizione la possibilità di acquisire questi beni, siano da favorirsi indipendentemente da soggetti di priorità, oppure da sollecitazioni di priorità che vengono annunciate.
Dico questo indipendentemente dalla posizione critica che il Gruppo consiliare della D.C. ha assunto nel Comune di Torino sugli interventi spiccioli votati e deliberati dal Consiglio comunale stesso nelle ultime tornate, interventi che - ne riparleremo nella sede opportuna, in II Commissione - noi non approviamo perché, oltre ad essere dispendiosi dal punto di vista economico, non sono inseriti in un quadro finalizzato di interventi così come a suo tempo erano stati delineati nell'ambito dei piani particolareggiati.
Però, al di là del merito, riteniamo assolutamente inopportuno che in occasione di proposte tipo come queste, cioè di rifinanziamenti di leggi siano precostituite delle posizioni di privilegio e di pressione tali da determinare quasi automaticamente la destinazione d'uso in quella direzione. Noi riteniamo che la legge debba essere votata, debbano essere date ai Comuni le scadenze necessarie per la presentazione delle loro richieste, e che poi le richieste vadano portate in Commissione e valutate rispetto non a priorità determinate da pressioni politiche ma a priorità obiettive, riconsiderate in un quadro generale di effettive esigenze della comunità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'intervento del collega Picco mi induce ad una precisazione, per affermare quelli che, a valutazione di noi liberal-democratici, sono gli elementi positivi, pur riconoscendo anche l'estrema correttezza dell'impostazione teorica e di principio di quanto egli ha detto.
Come il Consiglio sa, noi ci troviamo da anni ormai in una situazione veramente allarmante in relazione al problema della casa, che investe ovviamente l'intero territorio regionale. A più riprese la Regione si è trovata nella necessità di effettuare interventi straordinari, a tampone.
Nella passata legislatura, ad esempio, destinammo 300 milioni per integrare la somma che il Comune di Torino poteva destinare al pagamento di affitti per dare una abitazione agli occupanti abusivi di alloggi, necessità che era urgente soddisfare specie in una città come Torino, che attraversa indubbiamente momenti di tensione sociale di alta drammaticità. E credo che il collega Picco, sulle spalle del quale gravava, al momento di quegli interventi, la responsabilità della gestione della polveriera città di Torino, ricordi quanto fosse necessario l'intervento, sia dal punto di vista politico che di sostegno economico, che la Regione effettuava nei confronti dell'Amministrazione di Torino, pur nella limitatezza dei mezzi finanziari a nostra disposizione, nella inadeguatezza delle nostre possibilità d'intervento, data anche l'impossibilità di un intervento diretto in questa materia (una precedente legge era stata ritenuta inattuabile da parte della Regione proprio ad opera degli organi centrali di controllo) e quindi la necessità di accantonare ogni nostra iniziativa in attesa di, passatemi il termine, tempi migliori.
Proprio ieri veniva ricordato dai colleghi della D.C. che dobbiamo renderci conto della drammaticità della situazione e adeguare ad essa i nostri interventi, proprio perché siano operativi, concreti ed immediati ma diano anche soluzione concreta a problemi in conformità della linea politica che responsabilmente il Governo nazionale sta seguendo. Pur facendo salvi i principi enunciati dal collega Picco per il problema generale - è ovvio che dovremo muovere verso le soluzioni che egli suggerisce non appena avremo le disponibilità anche finanziarie per interventi più organici -, trovandoci a dover rifinanziare un precedente intervento di due miliardi con ulteriori due miliardi racimolati proprio dal fondo della pentola, dobbiamo anche dare indicazioni per una immediata esecutività.
E' una scelta politica sulla quale indubbiamente si può discutere. Noi liberali democratici ci pronunciamo in perfetta adesione con quelle che sono state le impostazioni dei nostri colleghi nel Consiglio comunale di Torino. E qui vorrei dire qualcosa in merito all'accenno che è stato fatto sul tipo d'intervento del Comune di Torino, del quale parlo in questo momento come se non lo conoscessi, anche per un rispetto di autonomie e rapporti. Se noi riteniamo di dover dare la nostra adesione immediata concreta, fattiva a qualche piccolo intervento in questo settore, e abbiamo scelto per farlo proprio Torino, non mi pare che al nostro livello rispettosi come dobbiamo essere delle autonomie, al momento di decidere il finanziamento, possiamo chiedere di rimettere in discussione un certo tipo di scelta. E' giusto che si preoccupino delle scelte le forze che sono all'opposizione in Comune e lo sono anche qui, perché credo che questo sia un compito dell'opposizione, ma per parte mia dico che se anche gli interventi che deriveranno da questo tipo di finanziamento al Comune di Torino non saranno perfetti - sul che potremmo anche trovarci d'accordo non spetta a noi, ma al Comune assumere la decisione politica ed amministrativa, è quella la sede del confronto sul tipo di scelta che viene effettuata. Da parte nostra c'è la responsabilità di una scelta politica di un indirizzo, di dare la precedenza.
Questo mio brevissimo intervento non ha alcun intento polemico e non viene meno alla regola del rispetto delle posizioni che ciascuno di noi assume in rapporto ai singoli problemi, né vuol contraddire l'indicazione generale di principio che è stata data dal collega Picco ma che al momento attuale, ribadisco, dovendo intervenire nell'ambito delle nostre limitate disponibilità finanziarie, siamo costretti a non seguire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Penso che la discussione fatta quando approvammo la legge 27 discussione che ricordo essere stata ricca di spunti da parte delle varie componenti politiche del Consiglio - esima oggi, nel momento in cui andiamo a questo rifinanziamento, da un intervento molto ampio che riprenda i principi cardini della legge.
Forse in questa occasione mette in conto, prendendo lo spunto dagli interventi dei Consiglieri Picco e Rossotto, di ribadire ancora una volta quello che mi ricordo fu il tema dominante della replica dell'Assessore mettere l'accento sul carattere esemplare di questa legge perché con questo tipo d'intervento, chiaramente insufficiente sotto il profilo finanziario anche oggi che viene rifinanziato, si pongono in essere alcune condizioni fondamentali affinché da parte dei Comuni della Regione, attraverso la promozione dell'adozione degli strumenti urbanistici particolareggiati, si abbia la possibilità di accedervi per il restauro e la ristrutturazione dei complessi residenziali già esistenti nei centri storici da parte dello Stato.
Il carattere esemplare viene maggiormente sottolineato da questo finanziamento e certo le osservazioni di carattere generale fatte dal Consigliere Picco vanno adeguatamente tenute in conto anche per la novità dell'adozione di questa legge ed il suo rifinanziamento, sia pure nella misura limitata di due miliardi, dà il segno di quello che può essere il ruolo della Regione nell'ambito della politica della casa, non quello di intervenire con massicci finanziamenti che non solo esaurirebbero le risorse limitate della Regione, ma inciderebbero molto poco sulla vera politica della casa, bensì quello di avviare una serie d'interventi di carattere promozionale per fare in modo che l'azione di coordinamento politico e quindi di stimolo verso i Comuni trovi il suo centro motore nella Regione, il suo coagularsi nell'azione dei Comuni e alla fine il punto di attacco finanziario, di innesco dei veri processi e quindi della costruzione e del risanamento della ristrutturazione da parte dello Stato.
La scelta dei centri storici segna tra l'altro l'acquisizione anche culturale che si è operata con una certa rapidità negli ultimi tempi; penso che tutti i Consiglieri che seguono un po' questi problemi abbiano avuto modo di rendersi conto che ormai gli articoli dei giornali continuano, e giustamente, ad insistere sulla necessità del restauro e del recupero dei complessi residenziali di carattere storico all'interno delle varie città.
E questo è un indirizzo che la Regione con questa legge ha chiaramente assunto.
Nel momento in cui dichiariamo il nostro voto favorevole alla legge, ci pare importante ribadire questi aspetti generali, riprendendo anche le osservazioni del Consigliere Picco che vanno valutate nella loro giusta importanza.
L'ultimo argomento, su cui non credo di dovermi soffermare particolarmente, è relativo all'osservazione del Consigliere Picco (attento esperto per il suo Gruppo di questi problemi) e concernente la destinazione di questi due miliardi. A questo proposito ci sono due osservazioni da fare: una, sul piano del metodo in generale (il Consigliere Picco la conosce) è che in realtà nel momento in cui abbiamo promulgato la legge ed abbiamo chiesto ai Comuni d'inviarci le richieste - naturalmente sulla base della predisposizione, dell'adozione e della approvazione da parte dei Comuni degli strumenti particolareggiati - il numero dei Comuni che ha potuto concretamente accedere anche al primo stanziamento è stato estremamente limitato, proprio perché nella realtà piemontese un certo ritardo nella predisposizione di questi strumenti è piuttosto rilevante.
La realtà che ci è drammaticamente davanti ancora oggi e che certo non è destinata a finire neanche se questo od altri interventi di tale entità e portata dovessero verificarsi, ci deve però comunque far dire che un intervento di questo tipo, nel risanamento del centro storico politicamente e culturalmente più adeguato è una scelta che va seguita dalla Regione e quindi conferma, secondo me, la bontà di questo rifinanziamento.
Dalle osservazioni che faceva il collega Picco vorrei trarre questo ultimo richiamo a tutte le forze politiche del Consiglio; l'andare avanti nella sperimentazione per i momenti di operatività, l'introduzione di quelle altre osservazioni sui servizi sociali, non solo per l'edilizia economico-popolare, ma per cercare di innescare là dove di maggior emergenza è il bisogno, là dove più drammatica è la contraddizione tra fabbisogno abitativo e rispondenza delle strutture, là dove, (per una crescita che ormai è inutile ricordare essere stata tumultuosa, ma questa è la verità) ha portato gradualmente ad una snaturazione della stessa realtà abitativa del centro storico, proprio per questo l'intervento che si verificasse a Torino e che permettesse l'innesco di un risanamento nel centro storico di Torino sarebbe necessario e quanto mai utile. Anche per questo riteniamo come Gruppo di dover esprimere il nostro voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, vorrei solo formulare due osservazioni sul dibattito che stamane si è svolto in ordine al disegno di legge presentato dalla Giunta.
La prima osservazione è quella che non ci vede protagonisti del problema della casa, o comunque di una diretta competenza rispetto al recupero di beni nei centri storici che potranno essere finalizzati ad abitazioni, o comunque ad un recupero nell'insieme.
Il Consigliere Picco non era ancora presente quando la Giunta presieduta dall'avv. Oberto, pose all'attenzione del Consiglio l'approvazione di un disegno di legge che finanziava in modo massiccio il settore della casa con degli interventi specifici in questa direzione; come lei sa il Governo rinviò la legge sotto lo specioso motivo che non spettava alcuna competenza diretta e primaria alla Regione, riservata invece alla competenza dello Stato.
Il disegno di legge presentato successivamente da questa Giunta aveva la caratteristica, quindi, di un recupero di beni dell'esistente secondo una linea che questo Consiglio in più occasioni si è data. Quindi l'erogazione, l'indicazione di risorse finanziarie in questa direzione deve tener conto di questa specificità dell'intervento.
Noi sappiamo (e in questo Consiglio già in più occasioni è stato rilevato) che con l'utilizzazione dell'esistente, sia esso centro storico recupero di altri beni non propriamente del centro storico, la grossa problematica della casa o comunque delle abitazioni, degli immobili in senso generale potrebbe trovare soluzione.
Come si sa, il processo dell'edilizia residenziale sovvenzionata o comunque delegata dallo Stato alle Regioni, si è iniziato con la fine di febbraio di quest'anno attraverso una serie di appalti, di iniziative concrete; successivamente si è bloccato perché l'erogazione dei fondi è venuta a mancare talché oggi l'Assessore è a Roma anche a questo proposito.
Che si fa allora? L'intervento che la Regione è ammessa a fare è quasi una forma integrativa del più grande disegno che oggi è di fronte a noi. Mi sembra allora che, come ha detto Bontempi, prefiguri già una serie d'interventi che successivamente potranno meglio essere precisati attraverso l'approvazione di una legge che è stata presentata alle Camere e nel momento in cui andremo a verificare se questa approvazione avrà dato validità a questo principio, ci troveremo ad aver compiuto un passo innanzi, quello dell'acquisizione di beni che sono presenti.
Se non sbaglio, però, Consigliere Picco, lei ha posto un problema di corretto indirizzo ed intervento che non sia episodico, bensì che abbia carattere di razionalità e quindi non possiamo che confermarle che la Giunta si muoverà in questa direzione, investendo tutte le forze presenti in Consiglio tramite le Commissioni; come ha detto ieri il Consigliere Oberto però non tutto si esaurisce in Commissione, sono perfettamente d'accordo, ma noi vorremmo che il risultato del lavoro della Commissione pervenisse comunque in quest'aula e di questo le diamo piena assicurazione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Possiamo pertanto passare all'esame dei singoli articoli della legge.
Art. 1 - "Per la concessione dei contributi in conto capitale di cui al Titolo I della legge regionale 17/5/1976, n. 27, concernente 'Acquisizione o risanamento di complessi residenziali di interesse storico o culturale' è autorizzata per l'anno finanziario 1976, l'ulteriore spesa di 2000 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si fa fronte mediante una riduzione degli stanziamenti di cui ai capitoli n. 1398 e n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976, nella rispettiva misura di 1269 milioni e di 731 milioni, e mediante l'iscrizione della somma di 2000 milioni al capitolo 1093, istituito nello stato di previsione medesimo ai sensi dell'art. 17 della legge regionale 17/5/1976 n. 27, con la denominazione, 'contributi in capitale a favore dei Comuni o loro Consorzi per l'acquisizione di complessi residenziali di interesse storico o culturale'.
Le somme non impegnate nell'esercizio finanziario 1976 potranno essere utilizzate nell'esercizio finanziario successivo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non è stato presentato nessun emendamento. Passiamo alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "I Comuni o Consorzi di Comuni che intendono beneficiare dei contributi di cui al precedente art. 1, dovranno presentare domanda formale al Presidente della Giunta regionale entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge con l'osservanza delle modalità di cui all'art. 4, comma secondo della legge regionale 17/5/1976, n. 27".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45, sesto comma dello Statuto".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Risposta scritta all'interrogazione del Consigliere Benzi relativa alla metropolitana di Torino


PRESIDENTE

Il Vicepresidente della Giunta, Bajardi, mi ha comunicato che, malgrado l'assenza del Consigliere Benzi (che non ha chiesto congedo, ma ha motivato la sua assenza), gli farà pervenire la risposta scritta all'interrogazione da lui presentata, concernente la metropolitana di Torino, così che, almeno per questa via, si riesca a risolvere uno dei documenti all'o .d .g.


Argomento: Nomine

Art. 1, legge 7/8/1971, n. 685. Comitato Tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito alle imprese artigiane. Sostituzione del rappresentante della Regione, con funzioni di Presidente


PRESIDENTE

Vi sono ora due nomine importanti da fare, perché, se non vengono fatte, bloccano tutta una serie di attività, anche finanziarie, assai importanti (soprattutto la seconda nomina).
La prima nomina riguarda la sostituzione del rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione dell'Artigiancassa.
La situazione precedente vedeva presente in questo Consiglio di amministrazione l'Assessore Alasia, la Giunta invece propone che a sostituirlo venga nominato, con funzioni di Presidente, il dr. Carmelo Pesimena, funzionario regionale in servizio presso l'Assessorato competente in materia di artigianato.
Vi sono richieste di parola? Consigliere Paganelli, ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

In linea di principio, ritengo che quando si tratta di incarichi che hanno una rilevanza politica è meglio che ci sia l'indirizzo politico, che ci sia il rappresentante politico. Tuttavia in questo caso, rendendomi conto degli impegni che l'Assessore ha e che certo non sempre gli consentono di essere presente anche in questo settore, sono dell'opinione che la scelta che l'Assessore ha fatto e che la Giunta ha fatto propria sia una scelta felice. Ho avuto la possibilità di conoscere questo funzionario e per quanto mi riguarda personalmente darò il voto favorevole nel contempo però voglio anche fare un'osservazione che mi servirà allorquando faremo un più ampio dibattito sulla nostra mozione sul personale. Siamo lieti che l'attuale Giunta, tra il personale che a suo tempo era stato assunto, possa trovare persone che tecnicamente e politicamente soddisfano gli indirizzi dell'amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo di dover evidenziare particolarmente l'ultima parte che il Consigliere Paganelli ha trattato e che si riferisce al modo nuovo di amministrare. Pensiamo che bene abbia fatto e continui a fare la Giunta, in certe occasioni, a delegare funzionari capaci, attaccati al lavoro, a servizi di responsabilità anche di carattere politico-amministrativo. Questo non vuol dire sottrarre la Giunta e l'Assessore ad un impegno politico, ma tenere conto anche delle qualità di alcuni nostri funzionari operando evidentemente una certa selezione.
Nel caso specifico, posso dire che il dr. Pesimena (delle cui capacità è già stato dato atto dall'avv. Paganelli) si è dimostrato molto attaccato al lavoro e soprattutto molto qualificato. Certo, l'Assessore Alasia non aveva (questo è bene dirlo) altre possibilità se non delegare il dr.
Pesimena a rappresentarlo in seno al Consiglio dell'Artigiancassa. Questo vuol dire dare al nostro Assessore la possibilità di curare alcuni problemi che tutti voi sapete come sono pesanti - mi riferisco alle fabbriche sull'orlo della liquidazione o addirittura del fallimento - e serve a fare entrare il nostro personale più capace in centri organismi a cui è giusto che acceda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore all'artigianato

Ringrazio vivamente Paganelli e Raschio per le parole sensate che hanno detto a questo proposito. Vorrei semplicemente aggiungere due parole a commento della delibera.
Come i Consiglieri sanno, la legge parla espressamente di un rappresentante della Regione e non di "Assessore" e la prassi in uso era quella di nominare l'Assessore a questo incarico. Ho potuto esperimentare (e credo l'abbia sperimentato anche Paganelli perché, se non vado errato aveva questo incarico prima di me, credo l'abbiano sperimentato tutti i miei predecessori) come una designazione di questo genere rischi di essere formale quando si riassume nella figura dell'Assessore e sono arrivato a questa conclusione non facilmente. E siccome voglio assicurare Paganelli che annettiamo una grande importanza a questo compito, credo sia giusto abbandonare certe prassi meramente rappresentative per far prevalere quei giusti criteri che egli richiamava e che sono criteri di funzionalità e di responsabilizzazione. Del resto si sa cosa significhi andare all'Artigiancassa; significa sedersi lì magari per alcuni giorni ad affrontare una serie di pratiche, una per una.
Per concludere voglio dire che non è un disimpegno il nostro, anzi vogliamo dedicare un maggiore impegno al problema e designiamo il dr.
Pesimena perché è un funzionario molto serio e molto qualificato, che regge l'ufficio artigianato del nostro Assessorato e che nella fattispecie segue l'applicazione della legge n. 10 e quindi potrà, in modo coordinato realizzare l'applicazione di due normative parallele.
Questo è il senso della nomina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Non ho assolutamente niente da dire nei confronti della persona che è stata indicata, specialmente dopo il giudizio estremamente positivo espresso dal Consigliere Paganelli, che ebbe a suo tempo occasione di conoscerlo. E' però un atteggiamento, quello che si prende oggi, che non dovrebbe avere - a mio sommesso avviso personale - il carattere di un precedente, perché sono intimamente convinto che là dove la legge dice che deve esserci un rappresentante della Regione, questi debba essere un Assessore o, ove l'Assessore non ne abbia la possibilità, un Consigliere soltanto eccezionalmente il funzionario, il quale funzionario, per abile per bravo che sia, può venire a trovarsi in una condizione (lo abbiamo sperimentato molte volte) in cui non si sente di prendere una decisione che rappresenti politicamente la volontà ed il pensiero del Governo o del Consiglio regionale. E' metterlo in una situazione difficile e di imbarazzo.
Quindi non oppongo nulla a questa scelta che è stata spiegata con delle ragioni di funzionamento, con la capacità specifica del designato, ritengo però opportuno sottolineare, almeno sotto il profilo personale, che non intendo che questo possa costituire precedente invocabile in altri casi.



PRESIDENTE

Mi pare che l'osservazione finale del Consigliere Oberto implichi un ragionamento di carattere più generale che non inficia in questo momento la decisione che stiamo per prendere. Nessuno chiede di parlare? Allora leggo il testo della delibera in oggetto.
"Il Consiglio regionale Vista la legge 7 agosto 1971, n. 685 la quale prevede la costituzione e la composizione del Comitato Tecnico regionale per le concessioni del contributo nel pagamento degli interessi sulle operazioni di credito artigiano effettuate ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 949 e successive modificazioni Atteso che, in seguito alle dimissioni presentate dall'Assessore regionale Giovanni ALASIA, è necessario provvedere alla nomina, ai sensi dell'art. 1 della predetta legge n. 685, del rappresentante della Regione che assumerà la carica di Presidente del Comitato Tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito alle imprese artigiane Ritenuta l'opportunità che a tale carica sia designato un funzionario regionale in servizio presso l'Assessorato competente in materia di artigianato; visto l'art. 16 (lett. O-P dello Statuto regionale) delibera in sostituzione dell'Assessore regionale Giovanni ALASIA dimissionario, è nominato rappresentante della Regione in seno al Comitato Tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito alle imprese artigiane, con funzioni di Presidente, il dr. Carmelo PESIMENA, funzionario regionale in servizio presso l'Assessorato competente in materia di artigianato.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è d'accordo alzi la mano.
La delibera è approvata.
Si proceda quindi alla distribuzione delle schede ed alla votazione a scrutinio segreto del nome di cui alla delibera or ora approvata, con la quale si sostituisce, alla Presidenza dell'Artigiancassa, l'Assessore Alasia con un funzionario della Regione. Il candidato è il dr. Carmelo Pesimena.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 40 hanno ottenuto voti: PESIMENA Carmelo: n. 33 ALASIA Giovanni: n. 1 schede bianche: n. 5 scheda nulla: n. 1 Proclamo quindi eletto il signor Carmelo Pesimena.


Argomento: Nomine

Nomina rappresentanti della Regione nella cooperativa di garanzia per il finanziamento agli artigiani della Provincia di Novara


PRESIDENTE

Si tratta ora di nominare il Presidente del Collegio sindacale e due rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia di Novara.
Come era stato deciso in sede di Commissione nomine e in sede di Capigruppo, si è chiesto al Comune dì Novara di indicare i nomi, cosa che il Comune di Novara ha fatto comunicando sia i tre nomi, sia i loro curricula vitae da cui si può facilmente desumere che dal punto di vista professionale hanno tutti i requisiti richiesti per essere eletti.



MARTINI Mario

Ci sono delle perplessità.



PRESIDENTE

Si può sospendere la seduta per qualche minuto, stavo anzi per proporlo. Possiamo procedere in due modi: vi leggo le lettere che il Comune di Novara ha inviato e le valutiamo insieme oppure sospendere i lavori per qualche minuto e convocare i Capigruppo o la Commissione nomine, come reputate più opportuno. Quale via il Consiglio preferisce seguire? Il Presidente della Giunta chiede di parlare, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, propongo cinque minuti di sospensione e una riunione dei Presidenti dei Gruppi unitamente alla Giunta, perché a questo punto si potrebbe anche votare una nomina relativa alla cooperativa di garanzia di Tortona, se non vado errato.
Inoltre c'è un altro problema che si potrebbe risolvere stamane ed è la sostituzione di un membro del CORECO di Mondovì deceduto recentemente anche se la nomina non è all'o.d.g.
Per la cooperativa di garanzia di Tortona il Capogruppo D.C. Bianchi ha già le indicazioni che avevamo sollecitato in sede locale, tramite suo. Se sussistono le condizioni possiamo procedere a queste nomine.



PRESIDENTE

Vi è qualche obiezione a questa richiesta? Nessuna, allora convoco immediatamente i Capigruppo e la Giunta. Riprenderemo i lavori subito dopo.



(La seduta, sospesa alle ore 11, riprende alle ore 11,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siano ora distribuite le schede per le nomine dei rappresentanti della Regione nella Cooperativa artigiana di garanzia di Novara (Presidente del collegio sindacale e due rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione).
I candidati che sono stati presentati e che hanno i requisiti richiesti dalla Commissione nomine sono: il rag. Francesco Dulio a Presidente del Collegio sindacale; il rag. Guido Bosetto e la rag. Liliana Bosotti a rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia di Novara.
Votiamo ora per il Presidente del Collegio sindacale. Il rag. Francesco Dulio è persona che tutti ben conosciamo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 35 hanno ottenuto voti: DULIO Francesco: n. 32 Schede bianche: n. 3 Si passa ora alla votazione dei due rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 36 hanno ottenuto voti: BOSETTO Guido: n. 32 BOSOTTI Liliana: n. 32 Schede bianche: n. 4 Li proclamo pertanto eletti.


Argomento: Nomine

Sostituzione di un componente supplente del CORECO di Mondovì


PRESIDENTE

Mi è pervenuta la richiesta di inserire all'o.d.g. anche la votazione per sostituire un membro supplente deceduto del CORECO, di Mondovì. Abbiamo già ricevuto il nome del candidato e credo che potremmo eleggerlo per non consentire vacanze al funzionamento del CORECO. E' scomparso Lorenzo Gallo e viene segnalato in sua sostituzione dal PSI, che aveva a suo tempo designato il membro supplente del Comitato regionale di controllo di Mondovì, il signor Vittorio Bassino.
Vi è qualche opposizione? Nessuna, allora si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 34 ha ottenuto voti: BASSINO Vittorio: n. 32 Schede bianche: n. 2 Il signor Vittorio Bassino è eletto membro supplente del CO.RE.CO. di Mondovì.


Argomento: Nomine

Nomina del rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione dell'Istituto italiano di idrobiologia di Verbania per il quinquennio 1975/1980


PRESIDENTE

Dato che siamo in sede di nomine eleggiamo anche il rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione dell'Istituto italiano di idrobiologia di Verbania per il quinquennio 1975/1980, poiché "non essendo specificatamente indicato dalla legge istitutiva dell'Ente l'organo regionale preposto a questa funzione, la Giunta ha deciso, in conformità ai principi che ispirano l'attività della Commissione per le nomine, di demandare al Consiglio regionale la scelta del nominativo".
Vi sono richieste di parola? Mi pare che il nominativo proposto fosse quello dell'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Ma non c'è incompatibilità?



PRESIDENTE

Che io sappia, no.



BONO Sereno

Siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Va bene, allora si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 33 hanno riportato voti: FONIO Mario: n. 28 CALSOLARO Corrado: n. 3 Schede bianche: n. 2 E' pertanto eletto l'Assessore Fonio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di deliberazione: "Delega alla Giunta regionale per la concessione dell'autorizzazione preventiva a funzionare delle strutture educativo-assistenziali"


PRESIDENTE

Mi pare che ci sia un'intesa fra tutti i Gruppi, dietro sollecitazione dell'Assessore Vecchione, di aggiungere all'o.d.g. un punto suggerito dalla V Commissione che nella sua ultima seduta "ha esaminato criteri di idoneità per la concessione dell'autorizzazione preventiva a funzionare delle strutture educativo-assistenziali ed ha approvato all'unanimità l'unità proposta di deliberazione da portare all'approvazione del Consiglio regionale".
L'Assessore Vecchione desidera dire qualche cosa per giustificare l'urgenza con cui si richiede l'approvazione della delibera?



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

L'urgenza di presentare questa delibera al Consiglio è derivata dal fatto che in V Commissione pende l'esame della delibera relativa ai criteri per l'autorizzazione degli istituti per minori. Dato che in Commissione si pensa che l'esame di questa deliberazione sia piuttosto lungo e premono le domande di alcuni istituti ai quali occorre dare l'autorizzazione al funzionamento per permettere in via cautelare a queste istituzioni di funzionare, la V Commissione ritiene che la Giunta possa rilasciare le autorizzazioni al funzionamento. Nel frattempo si esaminerà nel complesso la deliberazione proposta dalla Giunta che verrà sottoposta all'esame del Consiglio. Sostanzialmente chiedo di poter autorizzare il funzionamento degli istituti perché è un atto dovuto, nel frattempo la Commissione esaminerà nel merito e verrà portata in Consiglio la delibera dei criteri per il funzionamento delle istituzioni per minori, criteri ai quali la Giunta si dovrà attenere per autorizzare di volta in volta gli istituti.
Questa è la ragione dell'urgenza ed io ringrazio la V Commissione, il Presidente del Consiglio ed i Gruppi.



PRESIDENTE

La delibera che viene sottoposta alla vostra attenzione delega alla Giunta regionale la possibilità di concedere l'autorizzazione richiesta sulla base dei suddetti criteri, nelle more dell'approvazione degli stessi da parte del Consiglio, solo nel caso in cui l'istruttoria risulti positiva, con esclusione quindi delle istanze che potrebbero portare ad un diniego dell'autorizzazione medesima. La delibera propone altresì dì considerare questa delibera immediatamente esecutiva.
Vi sono ancora richieste di parola? La signorina Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria

In Commissione abbiamo fatto un lungo dibattito su questi criteri, su cui abbiamo numerose riserve, però l'esame approfondito della proposta della Giunta non deve fare ritardare l'autorizzazione a degli istituti che attendono di poter iniziare la loro attività o che forse l'hanno già iniziata. Pertanto siamo d'accordo su questa delibera che è stata concordata unanimemente nella V Commissione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Leggo la proposta di deliberazione.
"Il Consiglio regionale Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 22-5260 del 2/11/1976 con cui si propone al Consiglio regionale di approvare l'adozione dei criteri di idoneità richiesti per l'autorizzazione preventiva a funzionare delle strutture educativo-assistenziali Considerato che detta deliberazione è all'esame della V Commissione e che tale esame deve essere particolarmente approfondito, data la complessità della materia Ritenuto di dover prendere in considerazione le istanze presentate nel frattempo al fine di ottenere l'autorizzazione preventiva a funzionare da parte di alcune strutture educativo-assistenziali Ritenuto altresì, su proposta della V Commissione, di dover delegare la Giunta regionale a concedere l'autorizzazione richiesta sulla base dei suddetti criteri, nelle more dell'approvazione degli stessi da parte del Consiglio, solo nel caso in cui l'istruttoria risulti positiva, con esclusione quindi delle istanze che potrebbero portare ad un diniego dell'autorizzazione medesima Il Consiglio regionale delibera di delegare la Giunta regionale a concedere l'autorizzazione richiesta sulla base dei suddetti criteri, nelle more dell'approvazione degli stessi da parte del Consiglio, solo nel caso in cui l'istruttoria risulti positiva, con esclusione quindi delle istanze che potrebbero portare ad un diniego dell'autorizzazione medesima e di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/53 n. 62".
Chi è d'accordo su questa delibera alzi la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 136: "Azienda per la gestione della tenuta 'La Mandria'. Bilancio di previsione per l'anno 1976"


PRESIDENTE

Il punto ottavo all'o.d.g. reca: "Esame disegno di legge n. 136: "Azienda per la gestione della tenuta 'La Mandria'. Bilancio di previsione per l'anno 1976".
Relatore è il Consigliere Dadone, a cui dò la parola.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ai sensi dell'art. 6 lettera a) della legge regionale 25 maggio 1976 n. 32, tra i compiti del Consiglio di Amministrazione dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta "La Mandria" rientra quello di presentare, sentito il parere del Comitato tecnico politico, alla Giunta regionale il programma quinquennale ed i piani stralcio annuali di gestione e di miglioramento, da sottoporre per l'approvazione al Consiglio regionale.
Ora è evidente che, data la brevità del periodo di gestione, il Consiglio di Amministrazione non è in condizioni di poter formulare un programma quinquennale e i relativi piani stralcio annuali D'altra parte la necessità di un bilancio, relativo all'esercizio in corso, si impone per poter svolgere in questo scorcio di esercizio la necessaria attività gestionale.
Il citato art. 6 lettera b) prevede che il Consiglio d'Amministrazione deve approvare, sentito il parere della Giunta regionale, il bilancio preventivo e le variazioni da apportarvi nel corso dell'esercizio.
Questo bilancio, ai sensi dell'art. 11 della legge regionale, deve essere allegato al bilancio di previsione della Regione e, contestualmente ad esso, approvato dal Consiglio regionale.
Data l'impossibilita in questo primo periodo di gestione di seguire la prassi indicata, in quanto il bilancio dell'Azienda Autonoma viene presentato dopo l'approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio regionale, si è ritenuto opportuno che esso sia approvato dal Consiglio regionale come atto indipendente, o allegato ad una variazione del bilancio regionale, a seconda che comporta o meno una variazione del bilancio regionale stesso.
Poiché il bilancio dell'Azienda Autonoma viene presentato in pareggio il Consiglio dovrà esaminarlo come documento autonomo.
L'impostazione di questo bilancio è analoga a quella del bilancio regionale: in mancanza della legge regionale sulla contabilità, da emanarsi in applicazione della legge quadro statale, anche questo bilancio non potrà che essere impostato sulla normativa relativa alla contabilità generale dello Stato.
Lo stato di previsione delle entrate che comprende: entrate correnti entrate in conto capitale, partite compensative, contabilità speciali ed entrate per assunzione di prestiti o altre operazioni di credito, si articola in titoli i quali a loro volta sono suddivisi in categorie secondo l'analisi economica delle entrate stesse.
Le entrate correnti comprendono nella prima categoria quelle che, ai sensi dell'art. 12 della citata legge 25/5/1976 n. 32, sono le fonti di finanziamento della gestione dell'Azienda, vale a dire: 1 - il contributo di funzionamento stanziato annualmente dalla Regione 2 - eventuali contributi dello Stato e degli Enti locali 3 - eventuali contributi straordinari concessi dalla Regione 4 - eventuali altre entrate e contributi derivanti da lasciti donazioni ed ogni altro atto di liberalità.
Poiché le entrate relative alle ultime tre voci sono incerte, sono state iscritte in bilancio soltanto per memoria.
Il contributo di funzionamento versato annualmente dalla Regione ammonta, ai sensi dell'art. 15 della legge sulla istituzione dell'Azienda Autonoma, a 500 milioni.
Per quanto riguarda gli introiti derivanti dalla gestione dell'Azienda costituenti la seconda categoria delle entrate correnti, sono stati iscritti in bilancio con stanziamento zero, in quanto le due branche collaterali in cui si suddivide la gestione dell'Azienda: gestione della selvaggina e gestione zootecnica, hanno formato oggetto di due contabilità speciali, il cui saldo contabile è zero in quanto si prevede una gestione finanziaria in pareggio.
L'opportunità di considerare le due branche della gestione come altrettante contabilità speciali è suggerita anzitutto dalla necessità di avere costantemente una visione unitaria delle rispettive gestioni e poter addivenire ad un risultato contabile definito delle medesime, ed in secondo luogo di non appesantire la gestione del bilancio con una serie di capitoli, non derivanti dagli scopi per i quali l'Azienda è sorta, ma relativi alla gestione di beni che costituiscono un mezzo per il raggiungimento di quei fini.
La terza categoria di entrate correnti, costituita dai proventi e beni patrimoniali, comprende sia gli interessi attivi sul fondo di cassa previsti nella misura di 25 milioni, sia gli introiti derivanti dagli affitti di beni immobili che ammontano a 10 milioni.
La misura degli interessi attivi corrisponde all'interesse di un capitale di 1400 milioni (500 milioni contributo regionale annuo di funzionamento più 900 milioni fondo di dotazione iniziale) depositato al tasso del 15% per un periodo di due mesi.
Poiché il versamento della somma avverrà solo dopo l'istituzione del Servizio di Tesoreria, la permanenza del capitale sul conto del tesoriere per un periodo di due mesi, nel corso del 1976, appare superiore ad ogni reale possibilità pratica.
La quarta categoria di entrate correnti, relativa a recuperi ed altre entrate, appare in bilancio composta soltanto da due capitoli iscritti per memoria, data la mancanza di ogni elemento di conoscenza del loro ammontare.
Le entrate in conto capitale (Titolo II) comprendono soltanto il fondo di dotazione iniziale che, ai sensi dell'art. 14 della legge regionale n.
32/76, costitutiva dell'Azienda Autonoma, ammonta a 900 milioni.
Nei Titolo III "Partite compensative" sono comprese soltanto quelle entrate che si compensano nella spesa, e rappresentano semplici necessità contabili.
Le contabilità speciali (Titolo IV) comprendono le due branche collaterali della gestione dell'Azienda, di cui già abbiamo fatto cenno, e sono iscritte in bilancio per somme corrispondenti alle entrate o alle spese, in quanto pareggiano, risultanti dai due bilancini allegati al bilancio dell'Azienda.
Per quanto riguarda il Titolo V, relativo alle entrate conseguenti ad operazione di credito, esso risulta costituito dalla sola categoria delle entrate per anticipazioni, e l'unico capitolo è per altro iscritto in bilancio solo per memoria, in quanto è assolutamente incerta la necessità di una loro contrazione, ed il loro ammontare.
Lo stato di previsione della spesa che comprende spese correnti, spese d'investimento, contabilità speciali e rimborsi di prestiti, si articola anch'esso in Titoli, corrispondenti alle suddette spese, suddivisi a loro volta in categorie secondo l'analisi economica ed in sezioni secondo l'analisi funzionale delle spese stesse.
In base all'analisi funzionale si sono individuate quattro sezioni.
Nel settore delle spese correnti la prima sezione è relativa alle spese per i servizi comuni e comprende le spese per il funzionamento dell'Azienda, dei suoi organi e dei servizi generali che deve svolgere.
Vi figurano pertanto le spese relative al funzionamento del Consiglio d'Amministrazione e del Comitato tecnico-politico, le spese per il personale amministrativo, nonché quelle relative all'uso dei locali, al funzionamento degli uffici, e al pagamento di imposte e tasse.
La seconda e la terza sezione sono state individuate sulla base dell'art. 2 della legge istitutiva dell'Azienda Autonoma, che stabilisce le finalità della medesima; si è pertanto riscontrata la necessità di creare una sezione gestione parchi e una sezione monumenti e fabbricati.
La sezione gestione parchi, oltre alle spese per il personale di custodia, comprende le spese per la manutenzione ordinaria, per acquisti di materiale di consumo e per la forestazione.
La sezione monumenti e fabbricati comprende le spese per il personale addetto alla manutenzione ordinaria degli immobili e dei servizi generali e le spese per la manutenzione ordinaria.
Nella sezione IV, relativa alle somme non attribuibili, sono riportate le partite corrispondenti al Titolo III dell'entrata, ed i due fondi di riserva, di cui quello per le spese impreviste è iscritto solo per memoria.
Nel settore delle spese d'investimento la sezione I riguarda solo la spesa per l'impiego del capitale iniziale di dotazione nell'acquisto di scorte vive e morte esistenti nella tenuta, nell'acquisto di attrezzature e in spese per sistemazioni, ripristini e restauri.
La sezione II "gestione parchi" comprende le spese per la manutenzione straordinaria e ristrutturazione dei parchi, le spese per la sistemazione di un'area destinata a parcheggio, ed infine le spese per acquisto di attrezzature.
Nella sezione III "Monumenti e fabbricati" è iscritta in bilancio soltanto la spesa per la manutenzione straordinaria.
Le contabilità speciali (Titolo III) riguardano, come abbiamo visto, le due branche collaterali di gestione dell'Azienda Autonoma, e per la loro natura sono iscritte nella parte spesa, per somme uguali a quelle dello stato di previsione dell'entrata.
Il Titolo IV infine relativo alle spese per rimborso di prestiti comprende il solo stanziamento destinato al rimborso di anticipazioni passive, iscritto peraltro, come per la parte entrata, solo per memoria.
L'esame critico dei vari stanziamenti di spesa, non disponendo di termini di paragone o di altri elementi conoscitivi, non consente di esprimere valutazioni circa la loro attendibilità ed equità.
Relativamente alle spese per il personale sarebbe stato opportuno che fosse indicato in bilancio il numero dei dipendenti e la qualifica ricoperta dai medesimi.
La legge regionale n. 32/76 che ha istituito l'Azienda, dice soltanto all'art. 17 che al personale, già dipendente dell'Azienda Agricola La Mandria, verrà conservato il trattamento economico, normativo e giuridico in atto, con riconoscimento a tutti gli effetti delle anzianità maturate all'art. 10 afferma ancora che al personale dipendente dall'Azienda Autonoma e al Direttore comporta il trattamento economico e normativo di diritto privato, previsto dal contratto collettivo del settore.
Nella predisposizione dell'organico del personale, che ai sensi dell'art. 16 della più volte citata legge n. 32 del 1976 deve essere effettuata entro sei mesi dalla costituzione del Consiglio d'Amministrazione sarà opportuno che siano attentamente valutate le reali necessità di personale dell'Azienda per renderla economicamente efficiente e funzionale, anziché trasformarla in un Ente burocraticamente inefficiente e sofferente di elefantiasi, utilizzato unicamente per offrire possibilità d'impiego ad alcune decine di persone.
Altre voci di spesa comprese nella categoria beni e servizi dovranno essere attentamente valutate sia dal punto di vista della loro opportunità che da quello della loro attendibilità, onde impedire che le spese correnti destinate al funzionamento dell'ente possano un giorno, non solo assorbire gran parte delle risorse necessarie per il raggiungimento delle finalità dell'ente, ma richiedere ulteriori interventi da parte della Regione.
Non è comunque il caso di trarre valutazioni pessimistiche dall'esame delle voci di spesa di questo bilancio dell'Azienda Autonoma, anche perch la mancata conoscenza di elementi relativi alle passate gestioni non consente possibilità di confronto e di giudizio.
Una raccomandazione si può rivolgere tuttavia al nuovo Consiglio di Amministrazione, ed è quella di operare in modo da impedire che determinate categorie di spese possano avere, a seguito di una loro forte incidenza riflessi negativi non soltanto sulla situazione economica e finanziaria dell'Azienda Autonoma, ma anche su quella già precaria dell'Azienda Regione Piemonte.
La presente relazione viene licenziata a maggioranza dalla I Commissione, ciò non di meno si raccomanda al Consiglio la sollecita approvazione della legge in questione perché, come risulta evidente l'importanza dell'oggetto ne richiede un rapido disbrigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, vorrei fare osservare che il testo letterale del disegno di legge merita delle correzioni prettamente formali che la Commissione non ha fatto in tempo a trasferire materialmente per iscritto e mi permetto di farlo osservare perché penso che prima di dare lettura degli articoli si possa provvedere in merito.
Gli artt. 1, 2, 3 portano la dizione "deliberazione" cioè dicono "approvato in lire un miliardo ecc. annessa alla presente deliberazione" essendo una legge non può essere una deliberazione. Bisognerebbe sostituire la parola "deliberazione" tre volte. E poi c'è un pleonasmo che avevamo già notato in precedenza all'art. 5 "La presente legge regionale"; quel "regionale" si potrebbe togliere. Se nella lettura si vorrà tener conto di questo anche se non è stato materializzato...



PRESIDENTE

Va bene, in altri termini si dovrebbero considerare gli articoli in votazione scritti come lei adesso ha suggerito.
Vi sono richieste di parola? Il Consigliere Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Per quante indagini io abbia fatto non sono riuscito a risolvere il problema che avevo l'altra volta posto alla considerazione dei colleghi, e cioè se quella bellissima fotografia pubblicata da un quotidiano torinese fosse la fotografia di un cervo, com'era scritto, o di un daino. La maggioranza sarebbe per un daino e non per un cervo. Qualcuno dice addirittura che non sarebbe una fotografia presa nella "La Mandria" perch coloro i quali sono andati a visitarla non hanno visto niente assolutamente.
Dico queste cose soltanto per raccomandare che le visite nel parco del "La Mandria" siano regolamentate con estrema cautela, gli animali sono molto più sensibili degli uomini, si allontanano, si rintanano nei boschi nessuno più li vede. E' un'esperienza lunghissima che io ho per il Parco Nazionale del Gran Paradiso dove praticamente si può passare a distanza di venti metri da un branco di 30/40 stambecchi senza vederli perché si sono rifugiati sentendo l'odore dell'uomo. Noi tolleriamo l'odore dell'animale l'animale non tollera il nostro. Questa raccomandazione è di carattere generale.
Mi hanno anche detto - cosa che non è stata oggetto di una fotografia che sulla palazzina, o in prossimità della palazzina, fanno bella mostra di sé alcuni alberelli cresciuti come crescono sui monumenti antichi, sulle case antiche. Siccome vedo che nel bilancio della Sezione III Monumenti e fabbricati è prevista una manutenzione straordinaria di cento milioni vorrei suggerire che la prima manutenzione da farsi sia proprio quella di togliere questi alberelli (oggi c'è una donazione straordinaria di alberi di piante) per evitare che gli edifici, che richiederanno una spesa non indifferente per la loro manutenzione, non siano ulteriormente danneggiati dalle radici.
Mi felicito perché il bilancio contiene, a mio sommesso modo di vedere in una cifra relativamente modesta quella che sarà l'esperienza della prima gestione. Temo anzi che sia un bilancio in difetto e non in eccesso se al parco si vorrà fare accedere gradualmente, ma intensamente, non cumulativamente, un numero non indifferente di persone.
E' vero che è anche prevista la costruzione di un piazzale per il deposito delle macchine, il che è un poco contro alla natura dei parchi in genere, ma d'altra parte se non arrivano lì non godono neanche un poco del parco e quindi è un male da tollerarsi, come purtroppo se ne tollerano tanti; il meglio sarebbe partirsene con i mezzi pubblici, scendere a distanza, allenarsi un momento a camminare perché il parco è fatto per essere visitato a piedi, o, come mi pare di avere detto l'altra volta, con dei trenini, come ho visto per esempio nel grande parco di Norimberga che è una cosa veramente superba e c'è anche chi illustra...



PRESIDENTE

Anche a Vienna, anche a Londra.



OBERTO Gianni

Ed è una cosa ammirevole perché visitare il parco vuol dire essere accompagnato da una persona che lo sa illustrare, che ti sa far considerare le bellezze che non si acquisiscono istintivamente.
Ripeto, il bilancio è indubbiamente accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Naturalmente mi collego alle raccomandazioni che, per la sua competenza e passione particolare, il Consigliere Oberto ha fatto in ordine ai modi di gestire il parco, si da consentire la massima fruizione da parte del pubblico, ma questa massima fruizione, come tutti i beni delicati, non deve significare distruzione o consumo una volta per tutte.
Noi voteremo quindi la legge anche per le altre considerazioni fatte non senza richiedere però alcune assicurazioni in ordine all'apparire qui di voci che, mi rendo ben conto, possono, alcune di queste almeno, avere una giustificazione ai fini della gestione di ogni tipo di azienda, ma che possono anche rappresentare in prospettiva la via per l'allargamento di spese o introduzioni di iniziative che poco si conciliano con la natura del parco de "La Mandria".
Leggo al n. 27, così, da profano: "Spese per consulenze e collaborazioni". Ovviamente ci potrebbero essere delle cause, delle iniziative da assumere; però consulenze e collaborazioni in generale.
"Spese per l'organizzazione di convegni, riunioni e incontri". Qui cominciamo già ad allargare il campo. Insomma, si tratta sempre di interpretare, ma lo voglio sottolineare perché attraverso la discussione si definisca in modo proprio il campo di queste iniziative.
"Spese per adesione a convegni, incontri e riunioni"; "Spese per collaborazioni, consulenze ed indagini conoscitive"; "Spese per consulenze collaborazioni ed impegni conoscitivi": tutte queste voci, restrittivamente interpretate e soprattutto utilizzate in modo serio e corretto, possono starci, ma facilmente ci possono stare anche debordamenti che porterebbero poi a delle conseguenze non favorevoli e pertanto, ottenuta un'assicurazione a questo riguardo, voteremo a favore della legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, l'occasione che oggi ci vede qui a discutere il bilancio del Consiglio d'amministrazione de "La Mandria" ci offre altresì la possibilità, a seguito di un'interessante discussione per gli interventi dei Consiglieri Oberto, Bianchi, Rossotto, di fare, se ce lo consentite solo per alcuni minuti, il punto sulla situazione dei parchi, con speciale riferimento all'interno dell'area torinese.
Già la precedente Giunta, presieduta dal Presidente Oberto, aveva posto in cantiere, specialmente per l'area più compromessa che è quella torinese tre iniziative che sono quelle de "La Mandria", di Stupinigi e delle Vallere. Già si erano avuti alcuni risultati positivi con l'accertamento delle consistenze di questi terreni soggetti a vincolo di parco e la nuova Giunta ha iniziato perfezionando l'acquisto de "La Mandria" (dirò poi come stanno attualmente le cose per quanto riguarda Stupinigi e le Vallere).
Parlo specificamente di questi tre parchi perché il progetto dei parchi esterni è assai interessante ma, se vogliamo collocarlo nell'ambito generale della Regione Piemonte, cioè della necessità, hanno una rilevanza minore. Dove vi è più compromissione, come l'area torinese che vede presente un milione 600/un milione 700.000 abitanti, priva di verde, la domanda di verde, come è già stato sottolineato, con la partecipazione domenicale di 50.000 persone a visitare il parco de "La Mandria", è forte e va soddisfatta.
Vorrei dare soltanto alcuni dati conclusivi. L'intera operazione de "La Mandria" è costata al bilancio della Regione quattro miliardi circa: circa due miliardi e 600.000 lire la parte immobiliare, terre, castelli, cascine 600 milioni circa i beni mobili (esclusi gli animali) cioè mobili di antiquariato che erano nel castello, beni mobili attinenti all'azienda agricola; 800 milioni è costata l'acquisizione dei bovini, dei fagiani e di altri uccelli in voliera. I bovini sono, come voi sapete, di razza Charolet, Limousine, pochissimi di altri tipi, non da latte ma da riproduzione e potrebbero costituire qualcosa di importante per la nostra regione.
Come si colloca attualmente tutta la vicenda de "La Mandria"? Si colloca non a esaltazione aziendalistica, che sarebbe la suggestione maggiore, cioè quella di dedicare i nostri interventi soprattutto all'agricoltura, tralasciando tutta la parte a parco, a bosco. Diciamo che deve esserci un perfetto equilibrio fra l'animazione interna di cultura e l'acquisizione per la destinazione del parco. E diamo assicurazione al Consigliere Capogruppo Bianchi che per quanto riguarda la problematica del bilancio alcune voci che vi sono state immesse le prendiamo dai nostri bilanci che ancora ci pervengono da tradizionali bilanci dei Comuni e delle Province.
Colgo l'occasione per illustrare brevemente come invece si collocano le problematiche relative agli altri due parchi, Stupinigi e Le Vallere, già in programma con la precedente Giunta. Il Consigliere Oberto ricorderà che più volte affrontammo questa problematica che vedeva una composizione nell'area metropolitana torinese di oltre 30 milioni di mq, perché tale è l'area che noi investiamo.
"La Mandria" è di circa 27 milioni di mq, ma soltanto 14 milioni sono nostri, gli altri sono ancora della Bolchini e della SAI.
L'area globale di Stupinigi a verde è di 21 milioni; l'area che pu essere destinata a parco è di circa 8 milioni di mq., l'altra parte è adibita a zona agricola vincolata, comunque incostruibile, quindi è un polmone di verde.
L'area delle Vallere è di un milione e 200.000 mq, e si stende fra il Po, Moncalieri e la radiale.
Per quanto riguarda Stupinigi, l'Ordine Mauriziano intende procedere ad iniziative che lo vedano non soltanto collocato nel momento ospedaliero ma, nella globalità della sua istituzione, intende essere presente anche in altre iniziative talché il Consiglio di amministrazione ha già assunto una decisione favorevole all'insediamento di agraria e veterinaria nella zona iniziale delle Cascine e a vedere invece il parco gestito in consorzio tra la Regione e l'Ordine Mauriziano.
Quindi è probabile che per il luglio-agosto del 1977 una prima zona del parco di Stupinigi venga aperta. Si dice spesso che nel parco c'è un flusso troppo elevato, ma questo perché le strutture sono quelle sole, nella misura in cui altre strutture si aprono al pubblico cambiano le condizioni Si dice spesso che i nostri giardini a tappeto erboso scompaiono, perch essendo il parco in città ristretto rispetto agli abitanti, questo ne determina l'usura. Se i parchi fossero 200/300 come a Londra l'inserimento di chi ne fruisce sarebbe minore e le strutture non verrebbero a cedere.
L'Assessore Rivalta è a Roma anche per il centro di calcolo che sta per andare in porto, per cui le due facoltà di agraria e veterinaria potranno vedere iniziati i lavori nell'estate del 1977. Nell'estate-autunno del 1977 si potrebbe vedere anche l'apertura di una parte del parco di Stupinigi sollevando così "La Mandria" da una fruizione troppo elevata, tale da poterla sconvolgere.
Per le Vallere abbiamo in corso per 360.000 metri una trattativa con una parte di proprietà, quella più vicino a Italia '61. Nel 1978 potremmo arrivare alla conclusione della trattativa per una prima parte iniziandone l'attrezzatura perché se non c'è l'inizio di un'attrezzatura è inutile averlo vincolato, rimane come prima, allora lo si poteva lasciare com'era.
Comunico anche al Consiglio che ho ricevuto il rappresentante del gruppo acquirente della SAI, Ursini, al quale ho posto anche la necessità di intavolare trattative per acquisire un'area di circa quattro milioni di metri in fondo al parco che la SAI aveva acquistato costruendo delle ville in una parte; nell'altra vi è il golf, e in un'altra ancora vi è una pista però rimangono circa due milioni di metri liberi che abbiamo tutto l'interesse di acquisire essendo confinanti.
Si può dire che questa trattativa che la Giunta precedente aveva iniziato dal 1974 concretamente attraverso un'elaborazione di dati, si andrà a concludere, a nostro giudizio nel 1978. Questa era l'informazione che volevo dare e che mi pare possa essere utile al Consiglio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Non ho inteso molto chiaramente le comunicazioni del Presidente in ordine al problema delle Vallere, un problema estremamente chiacchierato e che è stato oggetto di un approfondito dibattito alcuni giorni fa in Consiglio comunale a Moncalieri, in cui le stesse forze politiche che detengono la maggioranza (PCI-PSI) sono apparse divise nell'interpretazione. Vorrei cioè sapere dal Presidente qual è il giudizio che la Giunta dà in ordine alla problematica delle Vallere.
Egli ha accennato alla trattativa attualmente in corso per l'eventuale acquisto da un privato di 360 mila mq. Ma il problema riguarda evidentemente tutta la zona, e quindi più del 50 per cento dei terreni attualmente utilizzati per attività agricola, in cui sono impegnati un centinaio di coltivatori. Dicendo che alla fine del '78 si risolverà anche il problema delle Vallere, s'intende che il primo acquisto di 360 mila mq.
è il primo passo per l'acquisto di tutto il territorio delle Vallere? Qual è veramente l'intenzione della Giunta? Dobbiamo evidentemente chiarire i termini del buon utilizzo di questo territorio, anche per non ridurre ulteriormente la superficie destinata all'utilizzo agricolo in questa che è una delle pochissime aree di produzione agricola presenti ancora nella cintura di Moncalieri.



PRESIDENTE

Ritengo di dover fare una puntualizzazione.
Il Presidente della Giunta, in sede di discussione sul disegno di legge del bilancio della Mandria, ha allargato il discorso, e il Consigliere Cerchio ha ripreso uno degli argomenti da lui introdotti, considerando questo allargamento di discorso come una comunicazione del Presidente.
A questo punto occorre decidere se si vuol proseguire ora il dibattito sulla questione, a ruota libera, considerando che le dichiarazioni del Presidente spaziano su tutta la materia, o fissare per una prossima seduta una discussione più organica, che investa tutta la problematica dei parchi e del verde.
E' il Consiglio che deve fare questa scelta, altrimenti il discorso sarà necessariamente allargato e tutti i Consiglieri avranno diritto di intervenire in merito nel dibattito generale.
Chiede di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Rispondo subito al quesito giustamente posto dal Presidente del Consiglio. Il problema delle Vallere è un problema sul quale devono pronunciarsi le forze politiche, non soltanto la Giunta. L'unica cosa certa fin da questo momento è che sul territorio delle Vallere non si costruirà più in modo assoluto. Dico questo perché non vorrei che quanti ora si proclamano coltivatori diretti e dicono di voler difendere l'agricoltura domani cedessero all'allettamento di una vendita di aree a scopo di fabbricazione.
Siamo perfettamente d'accordo che occorrerà esaminare il problema delle coltivazioni da adottare, ortaggi, forestazione e via dicendo, e tutti insieme decideremo come e quando farlo, perché un parco dev'essere animato coltivato, non vorremmo proprio avere un parco totalmente inanimato. Ma diciamo fin da questo momento che sul territorio delle Vallere non si costruirà più.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Rispondo alla domanda che lei aveva rivolto al Consiglio. A me pare si debba concludere, in questa seduta, il discorso sulla Mandria. Una possibilità di discorso più ampio sulla politica dei parchi della Regione si avrà in Consiglio entro il prossimo mese di dicembre, quando verrà all'esame il piano dei parchi. In quella occasione potremo affrontare tutta la tematica dei parchi nell'ambito della Regione. Questa mi pare la miglior decisione da prendere, per il buon ordine dei lavori e per il rispetto di una giusta metodologia.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cerchio concorda?



CERCHIO Giuseppe

Non vorrei essere sembrato inopportuno: ho voluto soltanto intervenire in merito alla comunicazione del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

In effetti, era stato il Presidente della Giunta ad ampliare il discorso. Chiudiamo comunque per questa sera l'argomento con l'intesa che la discussione verrà ripresa nei suoi termini più ampi il prossimo mese, in occasione del dibattito sui parchi.
Se non vi sono altri interventi specifici sul problema in esame passiamo alla votazione degli articoli.
Il Consigliere Rossotto aveva avanzato, con il Consigliere Bianchi alcune osservazioni sulla correttezza formale degli articoli. Credo sia il momento adatto per rivedere la forma degli articoli; quindi la prego Consigliere Rossotto, di esplicitare le sue osservazioni.



ROSSOTTO Carlo Felice

Negli artt. 1, 2, 3, ritengo opportuno sostituire l'espressione "alla presente deliberazione" con "alla presente legge".
All'art. 5, là dove si dice "la presente legge regionale", propongo di cancellare l'aggettivo "regionale", assolutamente superfluo.



PRESIDENTE

Visto che non abbiamo certo competenza per fare leggi di carattere nazionale, considero del tutto giusta, e anche ovvia, l'osservazione del Consigliere Rossotto. Procediamo allora all'esame degli articoli, che si intendono modificati come ora proposto.
Art. 1 - "E' approvato in L. 1.502.500.000, come da tabella n. 1 annessa alla presente legge, lo stato di previsione dell'entrata dell'Azienda per la gestione della tenuta 'La Mandria' per l'anno finanziario 1976".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "E' approvato in L. 1.502.500.000, come da tabella n. 2 annessa alla presente legge, lo stato di previsione della spesa dell'Azienda per la gestione della tenuta 'La Mandria' per l'anno finanziario 1976".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 1976, annesso alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - "Sono considerate spese obbligatorie quelle riportate nell'elenco n. 1 annesso allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Possiamo ora passare alla votazione dell'intero disegno di legge. Non vi sono richieste di parola. Si ponga ai voti.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente risultato: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
Il Consiglio regionale ha così approvato il disegno di legge n. 136 sul bilancio di previsione della Mandria.
Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione della tenuta "La Mandria" verrà allegato al verbale di questa seduta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 120: "Integrazione alla legge regionale 30 agosto 1976, n. 49, per il rifinanziamento di opere sanitarie ospedaliere"


PRESIDENTE

Poiché non ero presente alla riunione dei Capigruppo, vorrei che il Presidente della Giunta e i Capigruppo mi precisassero se le intese erano di passare a questo punto all'esame del disegno di legge n. 120.



FERRERO Giovanni

Le intese erano di prendere in esame il disegno di legge n. 116.



PRESIDENTE

Per quel che mi risulta, il disegno di legge n. 116 è all'o.d.g. della prossima seduta del Consiglio, quella di giovedì 2 dicembre.



FERRERO Giovanni

Perché non oggi?



PRESIDENTE

Poiché, ripeto, non ero presente alla riunione dei Capigruppo, non sono in grado di precisarle nulla in proposito. In attesa, comunque, che si chiarisca questo particolare, ritengo opportuno passare all'esame del disegno di legge n. 120: "Integrazione alla legge regionale 30 agosto 1976 n. 49, per il rifinanziamento di opere sanitarie ospedaliere".
E' relatore il Consigliere Rossi, che ha facoltà di parlare.



ROSSI Luciano, relatore

Colleghi del Consiglio, il disegno di legge in esame integra la legge regionale n. 49 del 30 agosto '76, legge che prevedeva il rifinanziamento di spese pubbliche di interesse regionale, e tra queste il finanziamento di spese sanitarie ospedaliere.
Il disegno di legge, infatti, stanzia 300 milioni che vengono destinati in contributi costanti trentacinquennali ad enti ospedalieri specificatamente per la costruzione di opere di edilizia atte alla realizzazione dei dipartimenti di emergenza di primo e secondo livello, già a suo tempo approvati dal Consiglio regionale, credo con legge, nel 1974 o all'inizio del 1975.
Questo stanziamento di 300 milioni, che integra quello della legge n.
49 dell'agosto scorso, ha trovato una copertura a seguito dell'approvazione della variazione al bilancio dell'esercizio finanziario in corso. In effetti, questa legge fin dal mese di agosto era in Commissione in attesa che venisse fatta la variante di bilancio, cosa che è avvenuta ieri. Con lo spirito facciamo ancora presente alla Giunta regionale di tenere sempre in considerazione le entrate finanziarie, permettendo, nella formulazione del bilancio '77, gli ulteriori finanziamenti necessari a garantire il completamento del programma per la costruzione dei Dipartimenti sanitari prima ricordati, che, se non erro, richiederà un altro intervento annuale in conto capitale di almeno 600 milioni.
Rivolgo al Presidente della Giunta, e quindi alla Giunta, in assenza dell'Assessore, la raccomandazione di sottoporre nei termini di tempo necessari all'apposita Commissione consiliare i criteri dell'utilizzo dei fondi e le scelte di merito per la costruzione dei Dipartimenti.
La Commissione ritiene quindi corretto il disegno di legge, sia sotto l'aspetto tecnico sia sotto quello finanziario, ed invita il Consiglio regionale ad approvarlo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Abbiamo seguito con attenzione la relazione svolta dal Consigliere Rossi e ci siamo resi conto della validità della sostanza di questa norma.
Tuttavia, mi sia consentito, a nome però del Gruppo D.C., di osservare che ancora una volta l'Assessore competente per la materia non è in aula mentre si discute una legge che concerne gli incarichi a lui delegati quando sarebbe necessaria la sua presenza per rispondere alle domande che gli potrebbero essere rivolte. Ed ogni volta c'è una ragione valida per distrarre ora questo, ora quell'altro Assessore dal partecipare ai lavori del Consiglio: un convegno a Bari, una convocazione a Roma, un congresso a Tortona Mi rendo conto di come vadano queste cose, proprio perché ho occupato l'uno e l'altro di quei seggi nient'affatto comodi. Però, la presenza dell'Assessore nel momento in cui si discute una sua legge mi pare assolutamente indispensabile. Non dico con questo che l'assenza significhi mancanza di rispetto al Consiglio: dico solo che il Consiglio non è in questo modo posto in grado di sviluppare, come sarebbe auspicabile, un colloquio con il diretto responsabile del settore.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, i rilievi che ha mosso il Consigliere Oberto, non nei riguardi di tutta la Giunta ma limitatamente alla discussione di questo disegno di legge, sono sostanzialmente giusti, e non saremo certo noi a difendere delle tesi indifendibili. Vi sono, certo, momenti in cui impegni particolari di convocazioni in sede ministeriale o di convegni fra Assessori, come questo di Bari, come quello di Roma per l'Assessore Rivalta, pongono l'uno o l'altro Assessore nell'impossibilità di partecipare ai lavori del Consiglio, ma vi sono anche situazioni che la Giunta stessa condanna. Lo dico con tutta chiarezza, senza stare a girare attorno all'argomento, con l'estrema franchezza che il caso richiede.
Questo è un disegno di legge che vede un inserimento integrativo per una certa parte dell'edilizia ospedaliera e dell'iniziativa che ne consegue attraverso momenti come quelli della costituzione dei Dipartimenti di emergenza.
Ritengo opportuno fornire alcune informazioni aggiuntive rispetto al completamento delle opere edilizie a ciò connesse. Ieri abbiamo trasmesso al Consiglio la deliberazione con la quale la Giunta propone la suddivisione del pacchetto La Malfa. Unendo i 35 miliardi del pacchetto La Malfa alla cifra già deliberata dalla precedente Giunta, di circa 16 miliardi, raggiungiamo una condizione non ancora ottimale, ma certo importante, di 50 miliardi. Il completamento delle opere ospedaliere relative alla Regione Piemonte - secondo la scelta che è stata fatta e che il Consiglio esaminerà - comporta una spesa di circa 70 miliardi, e con la cifra indicata non potremo provvedere a tutte ma certamente ci avvicineremo molto a tale traguardo. Con questa legge si completa altresì l'altra parte di costruzione dei Dipartimenti di emergenza di primo e secondo livello tal che si può presumere che entro la fine del 1977 un quadro generale attinente alla sanità possa essere naturalmente completato.
Ho voluto dare queste indicazioni ulteriori per far comprendere che nonostante l'Assessore oggi manchi, la Giunta sotto questo aspetto non è stata carente ed ha assunto queste iniziative, che vengono portate all'attenzione del Consiglio per l'approvazione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, a questo punto credo sia opportuno trarre alcune deduzioni con altrettanta chiarezza e pacatezza.
Non essendovi in questo caso le stesse situazioni e ragioni che hanno portato altre volte ad esaminare dei provvedimenti in assenza dell'Assessore competente, cosa che può sempre in via eccezionale avvenire chiederemmo che l'esame ulteriore e la votazione di questo disegno di legge venissero aggiornati all'inizio della prossima seduta, per consentire all'Assessore di dimostrarci, con la sua presenza, o ripetendo l'assenza quali sono i suoi intendimenti nei riguardi di questo testo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Nessuna difficoltà, visto che è in corso una delibera della massima importanza come quella indicata dal Presidente della Giunta, a dare la possibilità all'Assessore di spaziare, in quella occasione, sulla materia in tutta la sua ampiezza. Su questo disegno di legge, però, sento anche il dovere morale di chiedere al Consiglio di consentire che sia posto in approvazione, memore anche delle sollecitazioni ricevute in passato da membri delle varie componenti politiche della I Commissione.
Nel mese di agosto avevo preso l'iniziativa di fermare l'iter di questa legge per motivi di principio, in quanto la sua copertura finanziaria richiedeva una variazione di bilancio assai complessa. Avevo con ciò creato grosse difficoltà, perché si trattava di intervenire sui Dipartimenti di primo e secondo grado e così via.
Non m'interessa cercare giustificazioni per l'Assessore: a questo proposito è già intervenuto il Presidente. Ma, dato che si è già protratto così a lungo l'iter di questa legge per cercare la disponibilità finanziaria, pregherei, nell'interesse degli ospedali che l'attendono, il collega Bianchi di consentire a che si giunga all'approvazione in questa stessa seduta, tenendo appunto conto del fatto che un'altra deliberazione ci offrirà tra breve la possibilità di trattare ampiamente della questione in Consiglio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Ovviamente, il Gruppo della D.C. antepone a queste questioni di principio, di ampio rilievo ed importanza, cui peraltro non rinuncia l'interesse immediato, bruciante ed urgente di un mondo e di istituzioni al quale spetta senz'altro il primo posto. Non ho inteso bene, però, se il ritardo di una settimana potrebbe essere pregiudizievole a tale interesse ed in qual misura.
Sarei comunque per accogliere l'appello del Consigliere Rossi, che aggrava però ulteriormente l'altra questione di principio, perché, se vi sono urgenze così impellenti da indurre la maggioranza a chiedere all'opposizione di rinunciare a questioni di principio, appare ancora più grave - e tale da comportare la presentazione di mozioni o il ricorso ad altri consimili strumenti - l'atteggiamento di disinteresse e trascuratezza di chi ha il dovere di sostenere e propugnare la questione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Dalle considerazioni che ha svolto il collega Rossi mi pare si debba dedurre, a parere almeno del Gruppo socialista, l'opportunità di procedere all'esame del disegno di legge, in considerazione del fatto che, se l'Assessore competente è assente, è però presente la Giunta, il cui Presidente ha personalmente esposto le linee del provvedimento.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Ritengo che da questo episodio si possa ricavare tutta una serie di indicazioni, su cui per ovvi motivi, tra cui quello che è necessario a quest'ora esser brevi, non intendo spaziare.
In primo luogo, questo episodio è una dimostrazione dell'esigenza di autodisciplina da parte di tutti gli organi, di tutti i momenti presenti in Consiglio, cioè Giunta, Gruppi e via dicendo. Ma anche e soprattutto mi induce a rinnovare qui una raccomandazione che ho già rivolto altre volte e che credo possa trovare consenzienti anche gli altri Gruppi politici consiliari: quella di tener fermo come giorno di seduta del Consiglio, il giovedì, così che, sulla base di questa fissità, ci sia una autoregolazione da parte di tutti, anche dei Gruppi. Perché questa mattina, quando è stata sollevata la questione delle presenze per lo svolgimento delle interrogazioni, mancava si qualche Assessore, ma erano anche assenti gli interroganti.



OBERTO Gianni

Però l'interrogante, se si assenta, decade dal diritto di ottenere risposta.



BONTEMPI Rinaldo

Comunque, è un discorso che ci dobbiamo fare tutti con la massima obiettività. La mia non vuol essere una considerazione polemica, penso lei abbia compreso, ma un richiamo a tener presente che il momento del Consiglio va sempre privilegiato, e il privilegio al momento del Consiglio comporta che ci si accordi, dopo averne ovviamente discusso, su forme di organizzazione dei lavori e di tutta l'attività consiliare che siano le più idonee a consentire che questo privilegio sia dato in concreto.
Come si è già osservato nell'ultima riunione dei Capigruppo, deve essere tenuta ferma la convocazione del giovedì del Consiglio, in modo che in quel giorno qualsiasi altro impegno, da parte di chiunque, sia posposto all'impegno di essere presente in aula, a meno di impegni di eccezionale portata come quello per cui l'Assessore Simonelli oggi non partecipa ai lavori, avendo dovuto recarsi a Bari



PAGANELLI Ettore

Proprio in considerazione di questo impegno si era accettato di far seduta ieri e di trattare il punto dell'o.d.g. cui era direttamente interessato.



BONTEMPI Rinaldo

Paganelli Ettore, credo tu possa capire dal mio tono e dalle mie parole che non intendo affatto essere polemico nei confronti di chi non lo merita.
Voglio soltanto sottolineare l'importanza di questa fissità al fine di dare carattere di eccezionalità alle assenze e, d'altra parte, di preordinare i lavori in maniera che si possano svolgere con la presenza del maggior numero di Consiglieri. Il sistema delle porte chiuse può anche avere la sua efficacia, ma sarebbe certo meglio giungere al risultato desiderato attraverso innovazioni nello svolgimento dei lavori del Consiglio: per esempio, quella di predeterminare la durata degli interventi, salva facendo la richiesta di poter spaziare maggiormente nel caso di dibattiti di particolare interesse, da parte di qualche Gruppo; anche la collocazione in certi casi, di orari di votazione dovrebbe essere studiata in modo da favorire la massima funzionalità del nostro organo consiliare.
Dobbiamo evitare di imitare due poli: quello greco e quello romano. Se perdurasse la tendenza ad una certa difficoltà di lavorar bene in Consiglio, potremmo essere attratti dal polo Camera o Senato, che non è certamente da prendere ad esempio, e ciò non sarebbe certo apprezzato dalla popolazione piemontese, e neppure da noi, tutto sommato. Vorrei ricordare a tutti che abbiamo per contrapposto il polo dei Consigli comunali - almeno quelli della maggior parte dei nostri Comuni -, dove invece, per tradizione, i Consiglieri arrivano puntualmente ed i lavori si svolgono secondo criteri di presenza. Secondo me, dobbiamo tendere a questo secondo polo, più basso per importanza, ma che consente un migliore svolgimento dei lavori. In questo senso ho parlato di autoregolazione, di coscienza dell'importanza del Consiglio.
Ho voluto svolgere questo intervento per sottolineare l'opportunità di regolare i lavori del Consiglio in modo che episodi come quello odierno non abbiano a ripetersi. Perché, valutando obiettivamente l'atteggiamento responsabile assunto dal Gruppo della D.C. attraverso le considerazioni svolte dal suo Capogruppo Bianchi, diciamo anche che questa situazione dev'essere imputata non tanto ad una mancanza della Giunta nel suo insieme o di qualche Assessore, quanto al fatto che a questo argomento ci siamo sempre avvicinati per accenni, in maniera indiretta, mentre sarebbe stato certo meglio andare in medias res, centrare il problema fondamentale, che è la necessita di assicurare privilegio al ruolo del Consiglio, dandoci anche le forme organizzative atte a far valere tale privilegio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, ho già sottolineato in precedenza che la Giunta a questo disegno di legge ha lavorato, come sempre, collegialmente, e quindi non vi è stata da parte sua inadempienza ma sostanziale adempienza. Non vedrei pertanto il motivo per un rinvio di un disegno di legge che, oltre tutto, si innesta in un processo che ha visto una deliberazione recepire il pacchetto La Malfa dopo un lungo iter di istruttoria e si inserisce in una domanda sempre crescente e drammatica da parte degli ospedali di quei Dipartimenti di emergenza che da lungo tempo erano stati delineati in questa sede.
Si deve fare netta distinzione fra l'attività della Giunta, presente nella sostanza delle cose, nella materia, che, avendo lavorato collegialmente, conosce e porta ad attuazione il disegno di legge che tutti i suoi componenti hanno contribuito ad elaborare, e manchevolezze di singoli, su cui ho già espresso il mio giudizio, ma che non possono ritardare l'iter legislativo. Non sono certo io a voler difendere posizioni che, ripeto, per certi versi non si possono difendere, ma voglio dire che la sostanza del problema procede perché la Giunta nel suo insieme la porta avanti.



PRESIDENTE

Posso interpretare il succo della discussione e del confronto come una autorizzazione a mettere in votazione questo unico articolo, tenendo per conto che i problemi sollevati andranno affrontati in una sede in cui sia possibile risolverli? In relazione a ciò avanzo immediatamente una proposta: che ci sia martedì, giornata già prevista a suo tempo dallo schema di riorganizzazione generale dei lavori del Consiglio, una lunga riunione dei Capigruppo, in cui si affrontino i problemi emersi questa mattina in rapporto alle interrogazioni, quelli emersi dalla gestione complessiva della giornata di oggi e quelli che emergono da altri fenomeni riguardanti i singoli Consiglieri dall'inizio della legislatura. Invito i Capigruppo ad andare alla riunione determinati a risolvere questi problemi ed a prendere decisioni concrete.
Sono dell'avviso che è necessario fare questo salto di qualità, perch è deprimente sentire nel Consiglio disagio per la maturazione di questioni che impongono rapide soluzioni e vedere poi che non si arriva ad una loro definizione concreta.
Questa riunione dei Capigruppo dovrebbe aprirsi con una introduzione della Presidenza del Consiglio in cui si facciano presenti le assenze alle sedute consiliari senza presentazione della richiesta di congedo, gli orari (si dovrebbe decidere se mantenere ferma o spostare l'ora di inizio delle sedute), il tutto sulla base di una statistica precisa, documentata, che rifletta in tutti i suoi aspetti il funzionamento del Consiglio.
Se questa mia dichiarazione è sufficiente a dare una garanzia che i problemi saranno affrontati, proporrei di votare ora l'unico articolo di questo disegno di legge.
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, come ho già detto, siamo pronti a votare questa legge. Lei ha giustamente sottolineato che ci sono due problemi: un problema generale organizzativo, nel quale possono trovare collocazione, ma potrebbero anche non trovarla, altri problemi, quale quello emerso stamattina, che è di carattere diverso e speciale.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Furnari. Ne ha facoltà.



FURNARI Baldassare

Dopo le assicurazioni date dal Presidente, siamo favorevoli a che si ponga in votazione la legge, e dichiariamo il nostro voto positivo.



PRESIDENTE

Dò lettura dell'articolo unico.
Articolo unico - "L'articolo 8 della legge regionale 30 agosto 1976, n.
49, è modificato come segue: al primo comma, dopo il punto 6), è aggiunto il punto '7) di L.
300.000.000, per costruzione, ampliamento e ristrutturazione di opere sanitarie ospedaliere'.
dopo il secondo comma è aggiunto il seguente altro 'All'onere di L.
300.000.000 si provvede mediante una riduzione di pari ammontare del fondo di cui al cap. 1404 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1976 e l'istituzione del cap. 1150 'Contributi costanti trentacinquennali ad Enti ospedalieri per la costruzione, l'ampliamento od il completamento di opere sanitarie ospedaliere'".
Pongo allora in votazione questo articolo unico. Non sono stati presentati emendamenti. Vi è ancora qualche richiesta di parola? Si ponga in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'articolo unico è approvato.
Signori Consiglieri, prima di dichiarare chiusa la seduta, invito i Capigruppo ad una breve riunione in cui vorrei sottoporre al loro esame, ed alla loro eventuale approvazione, la data e l'o.d.g. predisposto per i lavori della prossima seduta del Consiglio, in considerazione anche dell'impegno costituito dal Congresso nazionale dell'ANCI.



OBERTO Gianni

I punti all'o.d.g. odierno passeranno certamente?



PRESIDENTE

Senz'alto. Dò per letta l'interpellanza del Consigliere Bianchi pervenuta alla Presidenza.
La seduta è sciolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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