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Dettaglio seduta n.64 del 23/07/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDETE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto un nutrito ordine del giorno, stilato a conclusione di una riunione dei Capigruppo. E' assai probabile che nel corso dei nostri lavori vengano decise modifiche all'ordine di trattazione dei vari punti e sono anche prevedibili proposte di aggiunte fra oggi e lunedì.
Possiamo senz'altro cominciare con i primi punti, sui quali non vi sono rilevanti variazioni da apportare rispetto all'elenco.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il punto primo dell'ordine del giorno reca: "Approvazione verbali precedenti sedute".
Credo che i Consiglieri abbiano ricevuto i processi verbali delle adunanze del 19 luglio '76. Se non vi sono osservazioni possiamo considerarli approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Menozzi, Beltrami e Calsolaro.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati da parte della Giunta regionale i seguenti disegni di legge: N. 113: "Istituzione del Circondario del Verbano-Cusio-Ossola", in data 19 luglio 1976 N. 114: "Norme per l'organizzazione e la partecipazione a convegni congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed associazioni e per l'acquisto di documentazione di interesse storico ed artistico", in data 22 luglio 1976 N. 115: "Concessione di garanzia fidejussoria per anticipazione di cassa alla Società Subalpina di imprese ferroviarie S.p.A, con sede in Domodossola" in data 22 luglio 1976 Riadozione con modifiche della legge regionale approvata dal Consiglio il 9 giugno 1976 riguardante i produttori zootecnici ed il prezzo del latte, presentata in data 22 luglio 1976.


Argomento:

b) Presentazione disegni di legge

Argomento:

c) Ritiro disegni di legge da parte della Giunta regionale


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha invece ritirato i disegni di legge: N. 108: "Interventi regionali per favorire l' esercizio del diritto allo studio" N. 110: "Istituzione dei servizi di mensa per il personale regionale".


Argomento: Questioni internazionali

d) Deplorazione per le condanne comminate in Polonia ai lavoratori in sciopero per l'aumento del prezzo dei generi di prima necessità.


PRESIDENTE

Credo di interpretare i sentimenti ed il pensiero di tutti i Gruppi rappresentati in questo Consiglio e della popolazione piemontese, svolgendo alcune considerazioni in merito ai fatti accaduti nella Repubblica popolare polacca. Noi proviamo rammarico ed esprimiamo deplorazione per le condanne che sono state comminate a lavoratori per effetto di quanto successo il giorno 25 in relazione a manifestazioni di protesta per l'aumento dei prezzi avvenuto in quel Paese. La nostra deplorazione è prima di tutto per il fatto che la stampa non sia stata messa in grado di conoscere tutti gli aspetti del problema e quindi di formarsi una opinione autonoma sugli avvenimenti che si sono succeduti; in secondo luogo, per le condanne che sono state comminate di fronte ad una dialettica che dev'essere garantita quando contrasti di questa natura si manifestano in qualsiasi Paese. Poich noi non consideriamo la libertà, in tutti i suoi aspetti, come qualcosa da difendere in rapporto a certi confini, e quindi soltanto quando fatti di questo genere avvengono in questo o quest'altro Paese avente una determinata caratterizzazione ideologico-politica.
Credo che questa deplorazione dimostri chiaramente l'intendimento del nostro Consiglio di rimanere fermo nella posizione che esso ha sempre tenuto ogni qualvolta sono stati messi in discussione in qualche misura le libertà individuali e collettive.
Le comunicazioni del Presidente sono terminate. Desidera parlare ora il Presidente della Giunta.


Argomento: Rapporti con altre Regioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sui risultati del Convegno a Roma dei Presidenti delle Regioni


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, si è svolta a Roma, nella giornata di mercoledì una riunione dei Presidenti delle Giunte regionali, per esaminare, dopo le elezioni del 20 giugno, le possibilità di rilancio dell'attività delle Regioni del nostro Paese. La discussione si è incentrata soprattutto sul momento che vede la costituzione di un nuovo Governo nel nostro Paese.
I Presidenti delle Regioni presenti hanno convenuto sulla necessità di porre mano a nuove iniziative tali da vedere la presenza e l'interesse del nostro Paese e delle istituzioni delle comunità regionali nella formazione del programma e nelle linee che saranno esposte dal Presidente designato On. Andreotti, incentrate, a richiesta dei Presidenti delle Regioni, anche sui problemi ancora aperti nei rapporti fra Stato e Regione.
Non si tratta, dunque, solo della riesumazione di alcune iniziative già portate innanzi in precedenza, quali quella dell'adempimento della delega per la 382, che tutti ritengono molto importante, o quella di una modificazione dei rapporti anche finanziari della distribuzione delle risorse pubbliche, altrettanto importante, ma della presenza e del ruolo che le Regioni e le comunità locali intendono avere a livello di formazione di programmi di iniziative sia in sede nazionale che in sede comunitaria.
Le Regioni, attraverso i loro Presidenti, hanno chiesto, pertanto, di essere ricevute dal Presidente del Consiglio designato. Si pensa che l'incontro con l'On. Andreotti, che già nella giornata di ieri ha ricevuto alcuni sindaci in rappresentanza degli Enti locali del nostro Paese, possa avvenire nella prossima settimana, dopo un altro abboccamento fra i Presidenti delle Regioni, che dovrà concludersi con la redazione di un documento comune.
Nel programma esposto dal Presidente designato sono contenute le linee che finora abbiamo sempre sostenuto, ma che, per motivi che non sto qui a ricordare, ancora non hanno trovato attuazione. Rileviamo però anche - e già lo hanno rilevato anche i Presidenti riuniti in Roma - che, in base alle indiscrezioni raccolte e alla conoscenza parziale del documento approntato dal Presidente designato, in esso non vi è ancora il minimo accenno al ruolo delle autonomie, allo schema di suddivisione delle risorse finanziarie, al rapporto delle competenze. L'iniziativa che è stata presa tende a portare ad un diverso rapporto fra le Regioni ed il Governo centrale.



PRESIDENTE

Mi permetto di sottolineare l'importanza delle dichiarazioni fatte or ora dal Presidente della Giunta. Egli ha annunciato una innovazione profonda nella prassi seguita finora, nella fase delle consultazioni per la soluzione di una crisi di governo, dai vari Governi della Repubblica innovazione che equivale ad un riconoscimento: per la prima volta nella storia parlamentare del nostro Paese sono stati infatti ricevuti i Sindaci in rappresentanza dell'ANCI e saranno ricevuti i Presidenti delle Regioni.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sui tempi e modi di convocazione del Consiglio e delle Commissioni sull'attività delle Commissioni e sui licenziamenti dei progetti di legge da parte delle stesse


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto terzo all'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 98: 'Rifinanziamento della legge regionale 4/6/1975 n. 45 con modifiche ed integrazioni"'.
La I Commissione ha espresso parere favorevole. Mi è stato riferito però, che rimangono da superare certe difficoltà. Chiede di parlare il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Si tratta di una questione puramente procedurale. Devo far presente che oggi, quando sono partito da casa, alle ore 8,30, non avevo ancora ricevuto avviso di convocazione del Consiglio né relativo ordine del giorno



FRANZI Piero

Io l'ho ricevuto ieri sera, alle 22,30, per raccomandata-espresso.



ALBERTON Ezio

Vorrei anche sottolineare che ieri pomeriggio, partito da casa alle ore 15 per venire a Torino, al mio rientro, alle 20,30 ho trovato un telegramma con cui il Presidente della I Commissione mi convocava per le ore 16 a Torino.
Non vorrei che tutta una serie di appuntamenti venisse disattesa per ragioni anche formali, cosicché i lavori del Consiglio o delle Commissioni non potessero procedere con la rigorosità che il senso di responsabilità di ciascun Consigliere porterebbe a pretendere.



PRESIDENTE

L'osservazione è del tutto pertinente Mi pare di poterne trarre queste conclusioni. Per quanto riguarda la convocazione delle Commissioni, tocca ai Presidenti di Commissione valutare i modi, i tempi e le forme attraverso le quali sia opportuno effettuare le convocazioni; quindi, in sede di Commissione, i Consiglieri facciano presente le modifiche che possano ritenere opportune per la metodologia di convocazione. Per quanto riguarda invece, la convocazione del Consiglio, date le circostanze, non resta che ripristinare la procedura che si seguiva un tempo, che avevamo sospeso perché parecchi Consiglieri si erano lamentati di essere svegliati nottetempo. Per essere sicuro che l'avviso arrivi tempestivamente, non posso che comunicare la convocazione del Consiglio per telegramma, anche se questo arriva alle due o alle tre di notte. A meno che la convocazione venga concordata con notevole anticipo: ma questo dipende dalle intese che si raggiungono fra i Capigruppo, visto che sono i Capigruppo che fissano i punti dell'ordine del giorno.
Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà



PAGANELLI Ettore

La soluzione, signor Presidente, sarebbe appunto quella di programmare con un tantino più di anticipo, lasciando una disponibilità di qualche giorno in più. Perché non si tratta soltanto della convocazione, per la quale, certo, si potrebbe rimediare usando il mezzo telegrafico, ma anche del problema dei testi da allegare, che i Consiglieri si lagnano di non ricevere tempestivamente.
Penso che dopo le ferie dovremo proporci questo obiettivo: programmare le sedute del Consiglio con maggior anticipo.



PRESIDENTE

Questa è una osservazione che dev'essere rivolta a tutto il collettivo che decide la convocazione delle Commissioni del Consiglio, che è il collettivo dei Capigruppo. E' una questione complessa, che dovremo affrontare tutti insieme subito dopo la pausa per le ferie.
Chiede di parlare la dottoressa Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE Aurelia

Vorrei sottolineare che anche il materiale dev'essere approntato con maggior tempestività: se le Commissioni lo varano in modo che esso ci venga consegnato soltanto il giorno in cui il Consiglio viene riunito, non so come i Consiglieri possano discutere a ragion veduta i vari argomenti. E non credo che il Consiglio regionale piemontese voglia varare leggi senza che i Consiglieri sappiano se non come si alzano e si abbassano le mani, il che costituisce un esercizio ginnico, ma non è un esercizio legislativo.



PRESIDENTE

Anche su questo è sufficiente che ci sia l'intesa fra maggioranza e minoranza per prendere decisioni come quella, ad esempio, secondo cui un punto non può essere trattato se i documenti non sono stati consegnati entro un dato giorno o una data ora. La rigorosa applicazione di questa procedura comporta tutta una serie di conseguenze che, se i Gruppi sono d'accordo, non abbiamo alcuna difficoltà a fronteggiare: essa faciliterebbe anche il lavoro degli uffici del Consiglio.
Chiede di parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

In riferimento al punto terzo dell'ordine del giorno, che il Presidente ha annunciato, rilevo che la VI Commissione ha licenziato il testo, ma, a quel che mi risulta - e dovrebbe parlare in proposito il collega Rossi la I Commissione deve ancora esaminare il relativo testo (potrebbe comunque farlo ancora in giornata, credo).



ROSSI Luciano

Visto che la discussione sul disegno di legge n. 98 compariva nell'ordine del giorno della odierna seduta del Consiglio, ad evitare un nuovo rinvio all'approvazione di questa legge (che era stata, forse erroneamente, trasmessa per l'esame alla I Commissione in sede referente tanto che noi stessi avevamo già preparato una relazione, e poi, in seguito ad una giusta osservazione noi avevamo rinviato alla VI Commissione), di cui i membri della I e della VI Commissione hanno avuto il testo quindici giorni fa. Soltanto ieri mi è stato comunicato da funzionari della Ragioneria, d'accordo con il funzionario competente per l'agricoltura della VI Commissione e con quello della I, che era stato licenziato il testo per la parte finanziaria, e restavano in sospeso solo degli aspetti della parte normativa, ho ritenuto di poter portare la parte finanziaria in I Commissione, dato che a noi spetta solo esprimere un parere in sede consultiva limitatamente alla parte finanziaria, dopo aver controllato, in qualità di Presidente, con gli uffici e con la Ragioneria della Regione che fosse in perfetta corrispondenza con gli atti del bilancio.
Dico questo non per cercare giustificazioni, ma per fare a mia volta un richiamo sul metodo. Io sono d'accordo che i Capigruppo decidano la data di convocazione del Consiglio, l'ordine del giorno dei lavori e via dicendo.
Si deve però tener conto anche delle esigenze di lavoro dei Presidenti delle Commissioni, che sono quelle che devono lavorare sui testi di legge e non possono sempre farlo con affanno. Io non ho potuto spedire il telegramma di convocazione prima di giovedì, poiché solo allora mi è stato comunicato dalla VI Commissione che ormai le cose erano a posto. Questa la questione.
Sarebbe dunque opportuno che un'ora prima che si riuniscano i Capigruppo per decidere sulla convocazione del Consiglio e il relativo ordine del giorno, i Presidenti delle Commissioni venissero interpellati per dire quali sono le leggi che sono state perfezionate, cosa c'è da correggere e via dicendo. Questo è indispensabile come metodologia di lavoro, per garantire un rapporto corretto dell'Ufficio di Presidenza con i Presidenti di Commissione, dei Presidenti di Commissione con ì Capigruppo e di conseguenza con la stessa Giunta regionale. Questo è indispensabile, ad evitare che i Presidenti di Commissione si trovino nell'impossibilità di istituire adeguatamente i disegni di legge.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, questo problema, che già determinava di continuo lagnanze anche nella precedente legislatura regionale, è bene finisca con l'avere uno sbocco, ad evitare che ad ogni seduta noi ci troviamo a ridiscuterlo. E' necessario che noi ci fissiamo un metodo.
Il Regolamento prevede specificamente la riunione dei Presidenti dei Gruppi con i Presidenti delle Commissioni, unitamente alla Giunta. E così in effetti venne fatto spesso in precedenza, convocando i Presidenti delle Commissioni unitamente ai Presidenti dei Gruppi ed alla Giunta, come ricorderanno certo il Consigliere Bianchi e gli altri Presidenti dei Gruppi di allora, componendosi così un mosaico per quanto riguardava l'iniziativa che potevano avere la Giunta o anche i singoli, la situazione esistente nelle Commissioni, la decisione, infine, insieme delle cose che dovevano essere poi licenziate. Poi questa procedura venne abbandonata perch qualcuno osservò che i Presidenti dei Gruppi decidono politicamente la soluzione di questi problemi mentre i Presidenti delle Commissioni hanno una parte organizzativa tecnica che è diversa. E' vero, in effetti, che la Giunta, i Presidenti dei Gruppi e i Presidenti delle Commissioni hanno ruoli diversi, ma a maggior ragione ci si deve riunire per sciogliere una buona volta questi nodi, che altrimenti non verranno mai sciolti.
Per l'avvenire sarà bene, comunque, accogliere l'istanza formulata dal Presidente della I Commissione, Rossi: anche a mio giudizio è necessario che alle riunioni per decidere quel che si deve discutere in aula consiliare siano presenti i Presidenti delle Commissioni, che hanno una parte tanto importante nel lavoro di preparazione.



PRESIDENTE

Potremo esaminare con maggior calma questa complessa materia, per addivenire ad eventuali decisioni modificative o del regolamento o della prassi e garantire, in sostanza, la possibilità concreta ad ogni Consigliere di dare il proprio apporto ai lavori del Consiglio e intervenire a ragion veduta, se lo ritiene opportuno, su ciascuno dei punti all'ordine del giorno.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 98: "Rifinanziamento della legge regionale 4/6/1975, n. 45, con modifiche ed integrazioni" (rinvio)


PRESIDENTE

Mi pare comunque, da quel che ho potuto capire, che l'esame della legge n. 98 non possa essere effettuato ora.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, la prospettiva del rinvio è preoccupante. Se proprio non è possibile fare ora la discussione, bisogna essere sicuri di poterla svolgere lunedì mattina. Questa legge, infatti, così come la n. 106 sul terreno del rifinanziamento, è molto importante per lo sviluppo della politica agraria nelle campagne. Ognuno, dunque, a questo punto deve assumersi le sue responsabilità.



PRESIDENTE

Il Presidente della VI Commissione ritiene che la legge possa essere perfezionata in tempo per portarla in discussione entro lunedì?



CHIABRANDO Mauro

Per noi, la discussione potrebbe avvenire anche subito: manca solo la definizione dell'aspetto finanziario. Si potrebbe comunque trattarla nel pomeriggio, e sarebbe meglio ancora che attendere lunedì.



ROSSI Luciano

Ma l'aspetto finanziario è stato modificato rispetto alle indicazioni che mi ha dato il funzionario della tua Commissione?



CHIABRANDO Mauro

Non credo.



ROSSI Luciano

E allora? Ho licenziato quello che mi è stato trasmesso dalla VI Commissione, non mi sono inventato niente.



CHIABRANDO Mauro

Credo che tutto sarebbe risolto se il Presidente del Consiglio prendesse l'impegno che lunedì mattina il d.d.l. n. 98 sarà discusso come primo punto.



PRESIDENTE

Non ho alcuna difficoltà ad assumere questo impegno. Faccio solo presente la contraddittorietà fra le istanze avanzate qui poco fa e questa intesa di carattere politico, che giudico sempre prioritaria.
Cosa si sta decidendo in questo momento? Si sta decidendo, con una intesa corretta a livello politico fra il Presidente della Commissione I e Presidente della Commissione VI di affrontare lunedì questa questione. Come posso però rispettare il Regolamento, che stabilisce che prima di lunedì si debba trasmettere il testo nella versione ultima? Come vedete, è sempre opportuno seguire la prassi di allinearsi alle intese raggiunte più che non stare alla lettera e allo spirito di certe norme del Regolamento. Adesso prendo per buone le stesse cose che avevo preso per buone quando, nella riunione dei Capigruppo, mi era stato detto che la legge sarebbe stata pronta per oggi. Pertanto, iscrivo all'ordine del giorno di lunedì il punto che è stato sottoposto questa mattina e di cui si ravvisa l'opportunità di rimandarlo fra tre giorni.



CHIABRANDO Mauro

Chiedo scusa di interloquire in modo poco formale: il funzionario mi fa presente in questo momento che la VI Commissione, stante che la I non si era pronunciata ufficialmente, per i motivi che sono stati esposti, ha trasmesso soltanto la 106, non la n. 98. Pertanto, non potremmo discutere la 98.



PRESIDENTE

Allora, la discussione sulla 98 è senz'altro rinviata a lunedì.



ROSSI Luciano

Devo però avere il tempo di convocare la Commissione un'altra volta. E visto che i Commissari vogliono avere i documenti tre giorni prima, per poterli esaminare, mi occorrerebbe averli oggi per poterli consegnare.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei far presente come più volte la I Commissione sia stata riunita nel corso di una seduta di Consiglio: direi, anzi, che per leggi di puro rifinanziamento abbia prevalso costantemente la norma della riunione della I Commissione pendente la seduta di Consiglio, in questa seconda fase della vita regionale. Quindi, non è assolutamente il caso di scandalizzarsi se anche oggi si ricorre ad un metodo che abbiamo visto costantemente applicato.
Proporrei pertanto questa soluzione: la I Commissione si riunisca in mattinata, cosicché si possano approntare i documenti e nel pomeriggio si abbia modo di affrontare la n. 98 unitamente alla n. 106, dopo che da parte del Presidente del Consiglio si sia ordinata l'acquisizione dei documenti a tutti i membri.



PRESIDENTE

Che cosa pensa il Consiglio di questa procedura? Il Presidente della I Commissione la ritiene applicabile?



ROSSI Luciano

Appena ricevuto il testo chiamerò la Ragioneria: se tutto risulterà conforme al bilancio, convocherò la Commissione, altrimenti no, perché non voglio espormi al ridicolo.



PRESIDENTE

D'accordo: si faccia questa verifica contabile e, se sarà possibile già nel pomeriggio di oggi scioglieremo questo nodo.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 106: "Rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 51 con modifiche ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno: Esame disegno di legge n. 106: "Rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 51 con modifiche ed integrazioni". Ho ricevuto la lettera con il parere favorevole del Presidente della VI Commissione, Chiabrando.
Relatore è il collega Consigliere Luciano Raschio, che ha quindi facoltà di illustrare il provvedimento.



RASCHIO Luciano, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la Commissione VI licenzia, a maggioranza, anche se su gran parte dell'articolato l'accordo è unanime, il rifinanziamento della legge regionale 8/9/'75, n. 51. Con la presente legge si intende, alla luce delle esperienze applicative della legge n. 51 superare le carenze ed inadeguatezze riscontrate.
La VI Commissione ha lavorato parecchio, in collaborazione con l'Assessore Bruno Ferraris, per apportare al testo presentato dalla Giunta ulteriori modifiche, e in alcune parti sostanziali correzioni, al fine di licenziare una legge che fosse rispondente alla nostra poliedrica attività agricola.
Mentre si afferma, con la presente legge, la scelta prioritaria verso la cooperazione agricola e la famiglia diretto-coltivatrice, si viene a dare anche un giusto risalto al problema delle aziende "part-time", che come tutti sappiamo per esperienza, è una realtà tipica piemontese, e che deve, a parere della maggioranza, essere affrontata come elemento importante di recupero produttivo tenendo conto dell'alto grado di invecchiamento dei contadini e della possibilità di un sostanziale ritorno dei giovani alla terra.
La legge, mentre regolamenta le condizioni e le modalità di assicurazione di tutte le forme non cooperative, fissando in almeno cinque componenti il numero dei soci e sancendo il voto pro capite, prevede attraverso la cooperazione, di dare spazio anche a quegli imprenditori agricoli che svolgono attività nelle campagne non a titolo principale. A tale proposito è bene ricordare che l'articolato è posto in modo tale da consentire che tale tipo di imprenditore agricolo sia di stretta provenienza operaia, contadina, bracciantile, evitando così che altra provenienza sociale possa, nella pratica, determinare un corso diverso agli orientamenti della cooperativa agricola.
L'attuale legge nei confronti delle aziende zootecniche "senza terra" presenta, a nostro avviso, una migliore articolazione rispetto alla precedente proprio perché dà una realistica soluzione alle esigenze alimentari secondo il tipo di bestiame. In tal modo si pongono precise condizioni agli imprenditori agricoli singoli ed associati (avere una capacità produttiva di almeno il 60% del fabbisogno alimentare del bestiame allevato se si tratta di aziende in pianura e del 40% se poste in collina o in montagna) per avere un controllo serio ed efficace anche in direzione di coloro che ricevono aiuti finanziari dalla Regione per lo sviluppo della zootecnia.
Richiamandosi alla vigente regolamentazione del credito agrario, quale risulta dall'art. 19 della legge 153/75, la legge prevede l'estinzione anticipata dei prestiti e dei mutui assistiti negli interessi dal concorso della Regione. Tale regolamentazione viene estesa anche alle precedenti leggi regionali (n. 17 del 1974 - n. 18 del 1974 - n. 19 del 1974 e n. 19 del 1975).
Scorrendo rapidamente il complesso articolato, e cogliendo le parti a nostro avviso più significative, si pone ad esempio un limite ai premi di allevamento del bestiame bovino soltanto per gli imprenditori agricoli singoli, e non per le cooperative agricole.
Una importante innovazione è stata apportata, rispetto alla legge precedente, estendendo il contributo dai centri di allevamento anche alle cooperative che costituiscono appositi "centri di svezzamento" per il bestiame bovino (maschi e femmine). La legge, inoltre, prevede l'estensione della fecondazione artificiale ad altre specie di animali, non solo bovine consentendo l'utilizzo di riproduttori di pregio.
La relazione che la Giunta regionale, tramite l'Assessore Ferraris, ha fatto chiarisce molto bene come è stato predisposto il rifinanziamento della legge n. 51. Esso, infatti, parte "in primis" dalla consistenza delle risorse finanziarie disponibili, dalle domande presentate nel corso dell'intero 1975 che non poterono essere accolte perché scoperte nel finanziamento, dai provvedimenti statali in corso e che metteranno a disposizione della Regione Piemonte dei fondi da utilizzare per gli interventi nel settore agricolo; dalle ipotesi del piano di sviluppo.
Quindi, come si è potuto appurare, anche nei lavori della Commissione non è stato fatto dalla Giunta un rifinanziamento meccanico e settoriale ma è stato proposto, come i signori Consiglieri potranno vedere, un incremento degli stanziamenti che hanno influenza sull'aumento della produzione agricola e che possono avere un carattere anticongiunturale.
Nei dispositivi finanziari (art. 8) la legge prevede dal 1976 al 1979 la spesa di 2.700 milioni, di cui 1.100 milioni per "contributi per la difesa fitosanitaria e per la difesa' attiva dalle avversità atmosferiche" (capitolo 1327), 1.300 milioni per "contributi per l'assistenza tecnica in agricoltura" (cap.1295 ), e 300 milioni per "sovvenzioni alle organizzazioni professionali ed alle cooperative" (cap. 1265).
Inoltre (art. 9), per il credito di conduzione viene autorizzata l'integrazione da 800 a 1500 milioni per il 1976 e l'integrazione da 800 a 1.000 milioni per il 1977-1978-1979, della spesa per la concessione di contributi in conto interessi per favorire il credito agrario di conduzione ai sensi della legge regionale 12 marzo 1974 n. 7.
Per i contributi in conto interesse per l'acquisto di bestiame (all'art. 10), viene autorizzata la spesa di 200 milioni per gli anni 1976 e 1977.
Per contributi in capitale per l'acquisto di riproduttori, premi di allevamento, alpeggio, fecondazione artificiale, mostre e rassegne, è previsto, all'art. 11, uno stanziamento di 9.135 milioni per il 1976; di 3910 milioni per "contributi in capitale per miglioramenti fondiari"; di 500 milioni per "contributi in capitale per la meccanizzazione agricola" di 1.200 milioni per "contributi in capitale per vivai, reimpianto vigneti difesa fitosanitaria, difesa attiva dalle avversità atmosferiche"; di 150 milioni per "contributi per la difesa passiva dalle avversità atmosferiche"; di 2.000 milioni per "contributi in capitale per miglioramenti di pascoli montani"; di 700 milioni per "contributi in capitale per rimboschimenti"; di 38 milioni per le "spese generali per la gestione della legge", ed infine di 200 milioni per "contributi in capitale per la redazione di progetti irrigui".
La spesa complessiva, pertanto, di questo insieme di voci sull'art. 11 è prevista in 17.833 milioni per l'anno finanziario 1976.
L'art. 12 prevede per il 1976 la spesa di 600 milioni per interventi straordinari relativi all'incremento della produzione legnosa, mentre l'art. 13 prevede una spesa di 665 milioni per "contributi da erogare alle associazioni allevatori per la tenuta dei libri genealogici e per i controlli del bestiame".
Per ultimo, l'art. 14 della legge regolamenta l'intervento finanziario della Regione a favore delle agevolazioni creditizie per complessivi 3.300 milioni.
Nelle disposizioni finali (art. 15) le spese autorizzate dalla legge e non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza possono essere impegnate negli esercizi finanziari successivi.
Signor Presidente, signori Consiglieri, la VI Commissione licenzia, a maggioranza, la presente legge e la sottopone all'attenzione ed al voto del Consiglio. Ritengo doveroso, a nome di tutti i commissari, ringraziare l'Assessore Ferraris per la sua costante presenza in Commissione e per l'apporto dato ai lavori di sistemazione dell'articolato. Credo si possa affermare che, con questa legge, un ulteriore passo concreto in avanti si produce nell'interesse dell'agricoltura piemontese: lo stesso apporto della minoranza e del Presidente Chiabrando è stato prezioso per realizzare, nel modo migliore possibile, un articolato legislativo esauriente.
Colgo l'occasione per ricordare che la Regione Piemonte sta compiendo uno sforzo finanziario per dare un contributo impegnato alla rinascita ed allo sviluppo della nostra agricoltura: infatti, vengono proposti stanziamenti di ben 35 miliardi e 288 milioni, con la possibilità di muovere all'incirca 160 miliardi dì investimenti indotti. Il che, ci pare non è certamente poca cosa!



PRESIDENTE

La relazione è stata svolta. Si apre la discussione.
Chiede di parlare il Presidente della VI Commissione, Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Signor Presidente, noi esprimiamo, intanto, il nostro apprezzamento per questo rifinanziamento della legge 51, che è certamente una legge di importanza fondamentale, fra le più importanti che il Consiglio regionale abbia varato ultimamente, in favore dell'agricoltura. Con esso si viene a dare continuità di applicazione a tale legge, come noi avevamo chiesto presentando una nostra proposta, nell'ottobre dell'anno scorso, sia per il '76 che per il 77, come espressamente previsto dalla legge nel suo testo.
Con il rifinanziamento vengono proposte alcune modifiche, che in parte innovano positivamente, suggerite certamente dalla esperienza fatta in questo primo anno di applicazione della legge. Queste modifiche positive noi le accettiamo e le condividiamo. Mi riferisco, in particolare, alle precisazioni che vengono fatte sulla estinzione dei prestiti, dei mutui che effettivamente mancavano nella prima stesura, all'abbassamento della produzione foraggiera prevista per gli allevamenti minori, che certamente esigono un maggior acquisto di mangimi sul mercato. Siamo anche d'accordo sull'aumento delle spese previste per l'acquisto di bestiame sull'elasticità anche e l'ampliamento di compiti che vengono assegnati ai centri di allevamento, su quanto è precisato circa i contributi ai Consorzi di difesa dalle avversità atmosferiche, sull'iniziativa dei progetti irrigui.
Esprimiamo il nostro apprezzamento anche per i miglioramenti apportati successivamente. La Commissione, come ha già detto Raschio, ha lavorato parecchio su questo testo, che, forse anche per la scarsa disponibilità di tempo, era risultato un po' farraginoso, che comunque la Commissione è riuscita a migliorare e perfezionare con sostanziali modifiche, accogliendo anche nostre proposte come quella della eliminazione del limite abbassato della produzione foraggiera per le cooperative, che non ci pareva molto logico perché finiva con il favorire i non imprenditori agricoli, come quella (forse è fatto marginale, ma è importante che l'Assessore la condivida) che i Comuni possano avere contributi per il miglioramento degli impianti irrigui, che sovente essi stessi gestiscono, come anche l'aumento questo è stato accolto come nostra proposta - del numero dei capi occorrenti per beneficiare dei premi, che, fissato in 20 capi, è stato portato a 30.
Indicati gli aspetti di questo nuovo testo della legge che noi apprezziamo come positivi, dobbiamo avanzare riserve, esprimere perplessità emerse anche in Commissione - anche gravi su alcune innovazioni che la nuova maggioranza, per motivi politici, ha voluto apportare, con argomentazioni certamente valide ma che noi non condividiamo perché sono in direzione opposta alla linea che faticosamente abbiamo cercato di seguire per favorire l'imprenditorialità, la professionalità in agricoltura, linea che con queste modifiche viene purtroppo compromessa, o assai intaccata.
Noi non siamo d'accordo, per esempio, sull'abolizione dei finanziamenti ai corsi di formazione e di aggiornamento a breve termine, che svolgevano una funzione importante nei periodi invernali, nei periodi di stasi dell'attività, in cui i giovani agricoli potevano ritrovarsi e aggiornarsi sulle nuove tecniche agricole. La Giunta, nel proporci di eliminare questo intervento, adduce motivi senz'altro anche positivi, sostenendo, per esempio, che l'intervento potrà essere continuato dall'Assessorato all'Istruzione. Noi, però, non siamo d'accordo: è, una attività che si svolge da decenni e non ci pare opportuno interromperla così bruscamente.
Ma l'aspetto negativo a nostro avviso, più grave di queste innovazioni che noi segnaliamo, è costituito dalla estensione delle provvidenze ai non imprenditori agricoli, sia pure attraverso la cooperazione, e con richiamo alla legislazione vigente, vecchia però di trent'anni e quindi non più adatta ai tempi e alla situazione nostra piemontese. Con questa innovazione, a nostro avviso, si torna indietro di almeno trent'anni rispetto ai punti fermi che consideravamo ormai definitivamente acquisiti l'anno scorso con la legge 51,con tanta fatica condotta in porto, dando una precisa descrizione della figura dell'imprenditore agricolo, e anche con l'Albo professionale. I finanziamenti potranno così nuovamente andare a beneficio anche di chi con l'agricoltura ha poco a che vedere. Penso che il collega Raschio abbia commesso una svista nel leggere la sua relazione quando ha detto che i benefici saranno limitati a coloro che hanno attinenza diretta all'attività agricola.



RASCHIO Luciano, relatore

Non è stata una svista, ma una affermazione di volontà che la relazione doveva contenere. Ho semplicemente recepito l'esigenza che in Commissione è venuta fuori, che l'Assessore ha mantenuto nella formulazione.
L'Assessore Ferraris, ha fatto chiarisce molto bene come è stato predisposto il rifinanziamento della legge n. 51. Esso, infatti, parte "in primis" dalla consistenza delle risorse finanziarie disponibili, dalle domande presentate nel corso dell'intero 1975 che non poterono essere accolte perché scoperte nel finanziamento, dai provvedimenti statali in corso e che metteranno a disposizione della Regione Piemonte dei fondi da utilizzare per gli interventi nel settore agricolo; dalle ipotesi del piano di sviluppo.
Quindi, come si è potuto appurare, anche nei lavori della Commissione non è stato fatto dalla Giunta un rifinanziamento meccanico e settoriale ma è stato proposto, come i signori Consiglieri potranno vedere, un incremento degli stanziamenti che hanno influenza sull'aumento della produzione agricola e che possono avere un carattere anticongiunturale.
Nei dispositivi finanziari (art. 8) la legge prevede dal 1976 al 1979 la spesa di 2.700 milioni, di cui 1.100 milioni per "contributi per la difesa fitosanitaria e per la difesa attiva dalle avversità atmosferiche" (capitolo 1327), 1.300 milioni per "contributi per l'assistenza tecnica in agricoltura" (cap.1295 ), e 300 milioni per "sovvenzioni alle organizzazioni professionali ed alle cooperative" (cap. 1265).
Inoltre (art. 9), per il credito di conduzione viene autorizzata l'integrazione da 800 a 1500 milioni per il 1976 e l'integrazione da 800 a 1.000 milioni per il 1977-1978-1979, della spesa per la concessione di contributi in conto interessi per favorire il credito agrario di conduzione ai sensi della legge regionale 12 marzo 1974 n. 7.
Per i contributi in conto interesse per l'acquisto di bestiame (all'art. 10), viene autorizzata la spesa di 200 milioni per gli anni 1976 e 1977.
Per contributi in capitale per l'acquisto di riproduttori, premi di allevamento, alpeggio, fecondazione artificiale, mostre e rassegne, è previsto, all'art. 11, uno stanziamento di 9.135 milioni per il 1976; di 3910 milioni per "contributi in capitale per miglioramenti fondiari"; di 500 milioni per "contributi in capitale per la meccanizzazione agricola" di 1.200 milioni per "contributi in capitale per vivai, reimpianto vigneti difesa fitosanitaria, difesa attiva dalle avversità atmosferiche"; di 150 milioni per "contributi per la difesa passiva dalle avversità atmosferiche"; di 2.000 milioni per "contributi in capitale per miglioramenti di pascoli montani"; di 700 milioni per "contributi in capitale per rimboschimenti"; di 38 milioni per le "spese generali per la gestione della legge", ed infine di 200 milioni per "contributi in capitale per la redazione di progetti irrigui".
La spesa complessiva, pertanto, di questo insieme di voci sull'art. 11 è prevista in 17.833 milioni per l'anno finanziario 1976.
L'art. 12 prevede per il 1976 la spesa di 600 milioni per interventi straordinari relativi all'incremento della produzione legnosa, mentre l'art. 13 prevede una spesa di 665 milioni per "contributi da erogare alle associazioni allevatori per la tenuta dei libri genealogici e per i controlli del bestiame".
Per ultimo, l'art. 14 della legge regolamenta l'intervento finanziario della Regione a favore delle agevolazioni creditizie per complessivi 3.300 milioni.
Nelle disposizioni finali (art. 15) le spese autorizzate dalla legge e non impegnate nell' esercizio finanziario di competenza possono essere impegnate negli esercizi finanziari successivi .
Signor Presidente, signori Consiglieri, la VI Commissione licenzia, a maggioranza, la presente legge e la sottopone all'attenzione ed al voto del Consiglio. Ritengo doveroso, a nome di tutti i commissari, ringraziare l'Assessore Ferraris per la sua costante presenza in Commissione e per l'apporto dato ai lavori di sistemazione dell'articolato. Credo si possa affermare che, con questa legge, un ulteriore passo concreto in avanti si produce nell'interesse dell'agricoltura piemontese: lo stesso apporto della minoranza e del Presidente Chiabrando è stato prezioso per realizzare, nel modo migliore possibile, un articolato legislativo esauriente.
Colgo l'occasione per ricordare che la Regione Piemonte sta compiendo uno sforzo finanziario per dare un contributo impegnato alla rinascita ed allo sviluppo della nostra agricoltura: infatti, vengono proposti stanziamenti di ben 35 miliardi e 288 milioni, con la possibilità di muovere all'incirca 160 miliardi di investimenti indotti. Il che, ci pare non è certamente poca cosa!



PRESIDENTE

La relazione è stata svolta. Si apre la discussione.
Chiede di parlare il Presidente della VI Commissione, Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Signor Presidente, noi esprimiamo, intanto, il nostro apprezzamento per questo rifinanziamento della legge 51, che è certamente una legge di importanza fondamentale, fra le più importanti che il Consiglio regionale abbia varato ultimamente, in favore dell'agricoltura. Con esso si viene a dare continuità di applicazione a tale legge, come noi avevamo chiesto presentando una nostra proposta, nell'ottobre dell'anno scorso, sia per il '76 che per il '77, come espressamente previsto dalla legge nel suo testo.
Con il rifinanziamento vengono proposte alcune modifiche, che in parte innovano positivamente, suggerite certamente dalla esperienza fatta in questo primo anno di applicazione della legge. Queste modifiche positive noi le accettiamo e le condividiamo. Mi riferisco, in particolare, alle precisazioni che vengono fatte sulla estinzione dei prestiti, dei mutui che effettivamente mancavano nella prima stesura, all'abbassamento della produzione foraggiera prevista per gli allevamenti minori, che certamente esigono un maggior acquisto di mangimi sul mercato. Siamo anche d'accordo sull'aumento delle spese previste per l'acquisto di bestiame sull'elasticità anche e l'ampliamento di compiti che vengono assegnati ai centri di allevamento, su quanto è precisato circa i contributi ai Consorzi di difesa dalle avversità atmosferiche, sull'iniziativa dei progetti irrigui.
Esprimiamo il nostro apprezzamento anche per i miglioramenti apportati successivamente. La Commissione, come ha già detto Raschio, ha lavorato parecchio su questo testo, che, forse anche per la scarsa disponibilità di tempo, era risultato un po' farraginoso, che comunque la Commissione è riuscita a migliorare e perfezionare con sostanziali modifiche, accogliendo anche nostre proposte come quella della eliminazione del limite abbassato della produzione foraggiera per le cooperative, che non ci pareva molto logico perché finiva con il favorire i non imprenditori agricoli, come quella (forse è fatto marginale, ma è importante che l'Assessore la condivida) che i Comuni possano avere contributi per il miglioramento degli impianti irrigui, che sovente essi stessi gestiscono, come anche l'aumento questo è stato accolto come nostra proposta - del numero dei capi occorrenti per beneficiare dei premi, che, fissato in 20 capi, è stato portato a 30.
Indicati gli aspetti di questo nuovo testo della legge che noi apprezziamo come positivi, dobbiamo avanzare riserve, esprimere perplessità emerse anche in Commissione - anche gravi su alcune innovazioni che la nuova maggioranza, per motivi politici, ha voluto apportare, con argomentazioni certamente valide ma che noi non condividiamo perché sono in direzione opposta alla linea che faticosamente abbiamo cercato di seguire per favorire l'imprenditorialità, la professionalità in agricoltura, linea che con queste modifiche viene purtroppo compromessa, o assai intaccata.
Noi non siamo d'accordo, per esempio, sull'abolizione dei finanziamenti ai corsi di formazione e di aggiornamento a breve termine, che svolgevano una funzione importante nei periodi invernali, nei periodi di stasi dell'attività, in cui i giovani agricoli potevano ritrovarsi e aggiornarsi sulle nuove tecniche agricole. La Giunta, nel proporci di eliminare questo intervento, adduce motivi senz'altro anche positivi, sostenendo, per esempio, che l'intervento potrà essere continuato dall'Assessorato all'Istruzione. Noi, però, non siamo d'accordo: è una attività che si svolge da decenni e non ci pare opportuno interromperla così bruscamente.
Ma l'aspetto negativo a nostro avviso, più grave di queste innovazioni che noi segnaliamo, è costituito dalla estensione delle provvidenze ai non imprenditori agricoli, sia pure attraverso la cooperazione, e con richiamo alla legislazione vigente, vecchia però di trent'anni e quindi non più adatta ai tempi e alla situazione nostra piemontese. Con questa innovazione, a nostro avviso, si torna indietro di almeno trent'anni rispetto ai punti fermi che consideravamo ormai definitivamente acquisiti l'anno scorso con la legge 51, con tanta fatica condotta in porto, dando una precisa descrizione della figura dell'imprenditore agricolo, e anche con l'Albo professionale. I finanziamenti potranno così nuovamente andare a beneficio anche di chi con l'agricoltura ha poco a che vedere. Penso che il collega Raschio abbia commesso una svista nel leggere la sua relazione quando ha detto che i benefici saranno limitati a coloro che hanno attinenza diretta all'attività agricola.



RASCHIO Luciano, relatore

Non è stata una svista, ma una affermazione di volontà che la relazione doveva contenere. Ho semplicemente recepito l'esigenza che in Commissione è venuta fuori, che l'Assessore ha mantenuto nella formulazione.



CHIABRANDO Mauro

Questo passo della relazione del Vicepresidente poteva avere un fondamento se passava la formulazione che anche l' Assessore ad un certo punto aveva proposto, cioè tendente a limitare la presenza nelle cooperative a coloro che in certo qual modo svolgono attività agricola, i lavoratori agricoli eccetera; ma questa precisazione è stata poi soppressa con l'adozione della formula più ampia del richiamo alla legislazione vigente. Quindi, con questa formulazione veramente riapriamo la porta salvo che, come io spero ed auspico, ci sia una precisazione successiva come è stato assicurato in Commissione - a tutti coloro che vorranno così attingere finanziamenti alla Regione per una attività agricola che in effetti non svolgono.
E il fatto grave, il riflesso, per noi sicuramente negativo, che questa innovazione verrà a provocare è che si impedirà che i terreni vengano ad accorparsi attorno alle vere aziende, quelle che noi dobbiamo incentivare che sono quelle dei coltivatori diretti, comunque degli imprenditori agricoli. I proprietari non coltivatori non solo potranno continuare a tenersi i terreni come ritengono meglio, ma potranno anche ottenere aiuti dalla Regione. Questo è un aspetto decisamente non accettabile della legge che, a nostro avviso, anziché favorire la permanenza, o il ritorno, dei giovani nelle campagne, cui la maggioranza dice di tendere, ne incoraggerà ulteriormente l'allontanamento.
Comunque, queste sono discussioni certamente lunghe e complesse, che hanno aspetti diversi, sulle quali però noi abbiamo veramente una posizione chiara e precisa che intendiamo mantener ferma. Torneranno, così, quei contributi a pioggia che avevamo cercato di evitare, e relative difficoltà.
Noi prendiamo comunque atto di questa scelta nuova della maggioranza, che viene a sostegno di una agricoltura marginale, di sussistenza, con indubbio rallentamento dello sviluppo produttivo ed economico del settore, come in più occasioni abbiamo già affermato.
Altro aspetto della legge, infine, che noi critichiamo è l'esiguità dei finanziamenti. E' stato segnalato, sia nelle consultazioni sia poi anche in Commissione, il fatto che l'apporto finanziario di questa legge non è certamente adeguato alle effettive esigenze della nostra agricoltura. Noi con la nostra proposta di legge n. 21, prevedevamo 44 miliardi globali per il '76 e ancora 44 miliardi per il '77, e questo costituiva, in sostanza una equa maggiorazione dei 35 miliardi dell'anno scorso, che venivano così aggiornati per l'aumento normale dei prezzi intervenuto. Con la legge che la Giunta ci propone è vero che si parla di 35 miliardi, però non sono 35 credo si debba dare atto, ma 26 e 800, perché gli altri 8 miliardi si indicano ma non sono previsti in questa legge: verranno in futuro prossimamente, speriamo presto. Quindi, l'apporto finanziario di questa legge, oggi come oggi, è di 26 miliardi e 898 milioni per il solo '76, con un apporto minimo di 3 miliardi e 700 milioni per il '77 e gli anni successivi. Praticamente, quindi, nel '77, fra sei mesi, i finanziamenti cesseranno, all'infuori di quei 3 miliardi e 700 milioni che sono indicati e che riguardano solo alcune iniziative. La Giunta ci dice: però ci saranno le direttive comunitarie. Queste, però, salvo che per l'assistenza tecnica e per qualche aspetto marginale, non daranno l'apporto finanziario che questa legge stava dando sia per il '75 che per il '76.
Quindi, noi, registrando un 25% in meno di finanziamento in termini di cifre, che in termini reali è un 40% dato l'aumento dei prezzi, facciamo notare e sottolineiamo l'inadeguatezza dell'apporto finanziario. Si tratta di un apporto che non conferma certo la priorità di attenzione che la Giunta ha in più occasioni richiamato al finanziamento per il settore agricolo. In particolare, per quanto riguarda i finanziamenti sottolineiamo, riservandoci anche di proporre un emendamento, come la cifra di 1300 milioni per l'assistenza tecnica sia assolutamente inadeguata: tutte le organizzazioni agricole che sono state consultate hanno rilevato che questa somma non sarà sufficiente a finanziare le iniziative già in via di attuazione. Noi avevamo proposto due miliardi, e credo sia la cifra necessaria per far fronte al settore, che è importante, dell'aggiornamento dell'assistenza tecnica, della contabilità eccetera. Anche i miglioramenti fondiari scendono da 10 miliardi a 3 miliardi e 900 milioni. Mi pare che si scenda veramente ad una cifra assolutamente insufficiente.
Queste, signor Presidente sono le nostre osservazioni, esposte molto sinteticamente. Dopo aver espresso esplicitamente soddisfazione per i numerosi lati positivi di questa legge, rimarcandoli, non potevamo fare a meno di sottolineare anche gli aspetti che noi riteniamo negativi e che non condividiamo.
Auspichiamo comunque di vedere accolta nelle risposte della Giunta che seguiranno alla discussione qualche nostra proposta. Sulla base appunto di tale risposta decideremo l'atteggiamento da tenere in sede di votazione della legge.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Franzi, ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, colleghi, la legge che ci apprestiamo ad approvare credo che nel contesto dell'attività legislativa del Consiglio di quest'ultimo anno sia senz'altro da collocare fra le più importanti perch viene ad interessare il settore dell'agricoltura, considerato giustamente ormai da tutti come quello per il quale si debbono riservare le maggiori attenzioni.
La disponibilità a tutti i livelli politico, sindacale ed economico, da qualche tempo è particolarmente impegnata a rilanciare l'economia agricola perché finalmente riconosciuta come componente indispensabile per il rilancio dell'economia nazionale.
L'occasione di oggi però non permette di affrontare più dettagliatamente gli aspetti socio-economici connessi al settore agricolo che direttamente possono influire positivamente a migliorare l'economia della nazione. Tale discorso avremo modo di farlo in occasione dell'esame del piano quinquennale regionale.
La legge che stiamo esaminando, seppure molto breve nella sua articolazione, tuttavia è di estrema importanza per quanto riguarda il settore agricolo perché vengono messi a disposizione dei produttori i mezzi finanziari indispensabili per poter continuare a produrre e migliorare le condizioni sociali di tutto il settore.
Ma la legge merita alcune brevi considerazioni, soprattutto per quanto riguarda l'impostazione politica ed il taglio che si deve dare sotto certi aspetti.
La Giunta regionale, con il proprio disegno di legge n. 98, ha inteso proporre anche soluzioni innovative soprattutto per quanto riguarda la cooperazione. Si vorrebbe introdurre il concetto, a nostro avviso non legittimo, di considerare fra i beneficiari delle provvidenze pubbliche forme associate nelle quali possono trovare spazio anche coloro che non esercitano l'attività agricola in modo prevalente, purché vi sia l'apporto di terreno.
Tale soluzione non è stata accettata in Commissione dalla nostra parte politica perché non solo disattende la vigente legislazione, sia comunitaria sia nazionale, ma soprattutto perché verrebbe a mortificare gli autentici coltivatori dei terreni e lavoratori agricoli che dall'attività agricola, sia essa esercitata come lavoratore o coltivatore, traggono il loro unico reddito.
Anche nel corso della consultazione con le organizzazioni professionali agricole e della cooperazione, tenuta il giorno 19 u.s. abbiamo verificato una generale opposizione a tale impostazione e da tutti è stato sostenuto il concetto che i finanziamenti pubblici per l'agricoltura devono essere utilizzati soltanto da coloro che nell'agricoltura vivono e dedicano in modo prevalente ed a titolo professionale la loro attività personale.
Nel corso dell'esame in sede di Commissione, per la verità, l'Assessore Ferraris ha accolto queste osservazioni però con una dizione di articolo la cui interpretazione lascia ampia possibilità di orientamento e di scelta che dovrà essere definita più precisamente in sede politica.
La sostanza di fondo della nostra opposizione, quindi, riguarda l'interpretazione da darsi all'inciso che concerne le cooperative di conduzione. E' una dizione molto generica che nella proposta dell'Assessore dovrebbe poter comprendere coltivatori diretti e persone che esercitano altre attività non agricole per la gestione in comune dei terreni immessi nella società.
L'Assessore sostiene che con tale soluzione si potrebbe conseguire il duplice scopo di recuperare all'agricoltura terreni non utilizzati e lasciati incolti e nel contempo le residue forze di lavoro di operai non occupati a tempo pieno od anche pensionati, ex lavoratori agricoli ed ex coltivatori diretti.
In teoria tale impostazione potrebbe anche apparire valida se noi fossimo politicamente impegnati a sostenere soltanto l'azienda e non invece l'imprenditore. Tutta la legislazione pregressa della Regione, lo stesso programma che ci propone la Giunta e le direttive comunitarie, sono decisamente orientati a sostenere e a beneficiare l'imprenditore agricolo che esercita abitualmente e prevalentemente l'attività agricola.
L'azienda quindi, nella sua accezione più ampia, deve rappresentare soltanto lo strumento attraverso il quale conseguire un maggior reddito per l'imprenditore. Il destinatario quindi non deve essere l'azienda in sé e per sé quale complesso di beni organizzati per l'esercizio dell'impresa come previsto dall'art. 2555 del codice Civile - ma l'imprenditore che esercita professionalmente l'attività agricola organizzando l'insieme dei beni aziendali per la produzione ed il conseguimento di un reddito.
Nella nostra legislazione regionale abbiamo ulteriormente riconsiderato la figura dell'imprenditore modificando il concetto generico dell'art. 2082 del Codice Civile precisando che per imprenditore agricolo è da intendersi la persona fisica che esercita personalmente e professionalmente l'agricoltura impegnandovi in modo prevalente la propria attività.
Questa nuova dizione viene altresì proposta come interpretazione autentica da parte della Giunta con il disegno di legge n. 106 allo scopo di evitare che, come già si è verificato, possano beneficiarne altre persone che non si dedicano alle attività agricole.
Ebbene, proprio non riusciamo a capire come mai la Giunta, allorquando si parla di imprenditori individuali, sia giustamente così rigorosa, mentre quando si tratta di impresa collettiva voglia allargare le maglie a tutti cioè anche a coloro che dell'agricoltura ne fanno una seconda attività, che il più delle volte non è nemmeno integrativa di altri redditi già abbondantemente elevati.
Noi ci opponiamo a tale soluzione perché vogliamo evitare che attraverso l'artificio della cooperazione si introducano soggetti che esercitano altre attività professionali (dirigenti di azienda, industriali professionisti, insegnanti, ecc.) proprietari di più o meno rilevanti superfici di terra al solo scopo di eludere la legge vincolistica dell'affittanza agraria.
La vigente legislazione sull'affittanza, giusta od ingiusta che sia, a seconda dei diversi punti di vista, è legge dello Stato voluta da quasi tutte le forze dell'arco costituzionale, per cui proprio non vediamo la ragione politica per cui la Regione Piemonte, attraverso questo nuovo marchingegno, debba creare condizioni di maggior vantaggio per i proprietari di terreni che non lavorano in agricoltura e che si tradurrebbe in definitiva in una condizione di danno per gli affittuari autentici coltivatori diretti. Se così non fosse inteso, si snaturerebbero tutta la filosofia e la finalità delle direttive comunitarie che è quella di assicurare agli imprenditori agricoli a titolo principale un reddito e condizioni di vita comparabili a quelli delle altre categorie extra agricole. Con l'impostazione della Giunta si verrebbe invece ad avvantaggiare, con le poche disponibilità finanziarie riservate all'agricoltura, persone che esercitano altre attività professionali,che già posseggono redditi superiori a quelli agricoli e che sono in realtà quegli stessi redditi che dovrebbero poter conseguire gli imprenditori agricoli. E' un'impostazione illogica ed ingiusta che ci auguriamo non venga ulteriormente sostenuta.
A questo riguardo devo prendere atto che il relatore, nella sua chiara esposizione, ha già indicato che per quanto riguarda la cooperazione si deve fare riferimento a quegli imprenditori agricoli che svolgono attività nelle campagne non a titolo prevalente. Se questo è il concetto lo accettiamo e in questa direzione presenteremo alcuni emendamenti.
Per quanto riguarda la cooperazione e l'inserimento in essa di unità che non esercitano l'attività agricola a titolo prevalente, merita richiamare l'art. 13 della legge 26.5.1975 n. 153 di recepimento delle direttive CEE, ove si precisa che possono beneficiare delle provvidenze sempre che i soci delle cooperative traggono dall'attività aziendale ed associata almeno il 50% del proprio reddito ed impieghino nell'attività aziendale almeno il 50% del proprio tempo, nozione questa ritenuta fondamentale e che riprende l'impostazione giuridica dell'art. 3 della direttiva 159.
A tale riguardo si potrà obiettare che l'una cosa sono le direttive CEE e l'altra quelle della legge in esame, tuttavia è appena il caso di osservare che il diritto comunitario viene considerato dalla Cassazione prevalente sul diritto statale, e che vincola lo Stato membro cui è rivolto per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma ed ai mezzi.
La Corte di giustizia della Comunità, con sentenza 6 ottobre 1970 ha riconosciuto l'immediata applicabilità di tutte le disposizioni comunitarie, siano esse contenute in decisioni o in direttive purché chiare e precise e tali da togliere agli Stati membri ogni potere discrezionale in ordine all'osservanza dei precetti ad essi imposti.
Si tratta, in effetti, di accettare il principio giuridico del trattato di Roma, secondo cui una rilevante parte della potestà legislativa è sottratta ai singoli Stati e che per gli stessi la normativa comunitaria si traduce in una vera obbligazione a fare.
Nel caso nostro la direttiva comunitaria n. 159, art. 3, primo comma,precisa che lo Stato membro deve fissare "la condizione che il tempo di lavoro dedicato alle attività extra aziendali sia inferiore alla metà del tempo di lavoro totale dell'imprenditore agricolo". Questa direttiva come precisa la Corte di giustizia della Comunità, è chiara e precisa e toglie quindi al legislatore dello Stato membro e quindi anche alla Regione ogni potere discrezionale per una diversa valutazione.
Ho voluto richiamare brevemente queste considerazioni per dimostrare che non soltanto sotto un profilo strettamente politico l'impostazione della Giunta non è accettabile ma che oltre tutto si presenta illegittima nei confronti sia della legislazione nazionale, sia della normativa comunitaria.
E' evidente che la maggioranza ha la possibilità di decidere in modo diverso, tuttavia sia chiaro che se ne assume tutte le responsabilità sia di ordine politico e sociale, sia legislative.
Noi insistiamo perché (confortati anche dalle tesi sostenute dai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e dai rappresentanti della cooperazione) che i beneficiari delle provvidenze finanziarie pubbliche offerte dalla Regione devono essere soltanto gli autentici imprenditori agricoli a tempo pieno e comunque coloro che esercitano in ogni caso l'attività agricola come tale e non in modo diverso.
Se vogliamo quindi essere consequenziali con noi stessi e dare credito alle dichiarazioni più volte ascoltate anche in questo Consiglio, dobbiamo congiuntamente sforzarci a comprendere che soltanto attraverso l'esercizio della professionalità agricola potremo veramente realizzare quelle condizioni di miglioramento economico da tutti auspicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Mi pare sia utile, per la possibilità di costituire delle cooperative e delle associazioni agricole nelle nostre zone dove la proprietà è molto frazionata, la proposta di legge di estendere a proprietari(anche a part time) non coltivatori diretti la possibilità di entrare in cooperative agricole per questi motivi: 1) lo scopo principale della cooperativa è quello di rendere più economica la gestione, permettendo cioè di fare più lavoro con minor manodopera. Ciò avrà, riunendo le sole proprietà dei soci, specie nelle nostre zone, come conseguenza di provocare eccedenza di manodopera e quindi, in ultimo, disoccupazione in agricoltura 2) la legge 590 dice che è coltivatore diretto chi presta la propria manodopera in modo permanente nella coltivazione dei fondi e ne ricava la maggior parte del suo reddito e può coltivare un terzo delle terre di sua gestione (valutate in base alla tabella ha-coltura). La stessa definizione si può applicare alla cooperativa, quindi anche questa può avere in coltivazione tre volte la terra dei proprietari dei soci senza perdere la qualifica di cooperativa di coltivatori diretti. Però nelle nostre zone le proprietà agricole raggiungono di solito i valori minimi perché gli addetti non perdano la qualifica di coltivatori diretti.
Per la maggior parte delle nostre zone, quindi, risulta necessario, per poter costituire associazioni valide, trovare terreni da riunire nell'associazione.
Questi terreni dovrebbero provenire o da proprietari non coltivatori diretti, secondo una delle forme previste dall'art. 2, c)della legge 51, o dal prepensionamento. Però per le leggi attuali e quelle proposte sugli affitti agrari i proprietari rifiutano gli affitti, le enfiteusi ecc, ed il prepensionamento è, per ora, una utopia.
In conclusione, per dare la possibilità di costituire associazioni valide, è necessario che i proprietari non coltivatori diretti possano entrare nell'associazione, perché si deve integrare l'associazione nelle nostre zone di solito con l' apporto di circa due terzi dei terreni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Anzitutto concordo con il collega Franzi che anche se la discussione di questa legge avrebbe potuto essere un'occasione per un dibattito, una verifica, una puntualizzazione sulla politica agraria, non vi è dubbio che questo non è il momento, sia perché siamo al termine della sessione, sia per l'esigenza di essere brevi. Quindi penso anch'io che sia bene rimandare alla discussione generale sul piano un più approfondito dibattito sull'agricoltura, sulla legislazione e sulle modifiche sostanziali da apportare.
Venendo quindi brevemente al disegno di legge di rifinanziamento della 51, prendo atto degli apprezzamenti formulati dal Presidente della Commissione, che ringrazio per l'apporto dato al perfezionamento del documento. Non sto neppure a sottolineare, avendolo già fatto sia il relatore Raschio, sia lo stesso Presidente, le innovazioni, i miglioramenti apportati alla legislazione in vigore, cioè alla precedente legge n. 51, ma mi soffermo brevemente sulle questioni negative che, secondo l'opposizione il Presidente della VI Commissione e il collega Franzi, sarebbero sostanzialmente queste: l'introduzione della cooperazione per la conduzione del servizio, cioè una precisazione della dizione prima prevista che si ripeterà nella legge n. 45.
Franzi ci ha dato atto che noi abbiamo riaffermato, e con rigore, di voler mantenere i finanziamenti agli imprenditori a titolo principale, o comunque ai coltivatori diretti, avendo inserito quella norma che non consente di darli alle società per azioni, dice però che questo è in contrasto con l'introduzione di una norma molto più generica sulla cooperazione.
Io potrei prendere pari pari il discorso fatto dal collega Gastaldi potrei esporre una serie di altre argomentazioni, ma il problema è sostanzialmente questo: noi siamo intenzionati a far sì che i finanziamenti della Regione e dello Stato vadano fondamentalmente, prevalentemente prioritariamente ai coltivatori diretti, a tutti coloro che esercitano l'agricoltura a titolo principale, però riteniamo che nella situazione attuale della nostra regione una forma che può fare eccezione è proprio la cooperazione, eccezione che del resto abbiamo già fatto in quanto diventa il vero strumento, l'unico, perché nessuno ha ancora escogitato né leggi di imperio (sono state escogitate, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di adoperarle), né accorpamenti forzosi, né la legge dell'affitto; occorre prendere atto di una situazione e ricuperare quanto è possibile. Noi riteniamo che questa forma di cooperative di conduzione, che originariamente erano cooperative di lavoratori agricoli che prendevano in affitto i terreni, che nel tempo si è estesa, nella quale troviamo coltivatori diretti, lavoratori a part-time, come ha detto Gastaldi, possa essere la forma più valida per andare verso misure di vero accorpamento dei terreni, verso gestioni più economiche.
Io, con riferimento a tutte le cose dette da Franzi e anche alle raccomandazioni contenute nella relazione Raschio, (intanto si parla di legislazioni vigenti e tutti sappiamo che la legislazione vigente è anche quella che ci sarà fra sei mesi, tutti sappiamo che c'è un testo sulla cooperazione che doveva già essere approvato nella scorsa legislatura parlamentare e che lo sarà in questa, forse nei prossimi mesi; legislazione vigente vuol dire anche la legge n. 153 per cui la forma, lo ammetto, è generica, è vaga, è quella di legge perché non abbiamo trovato un accordo preciso) accetto l'impegno ad una delimitazione attraverso le così dette norme di attuazione, in modo che ciò non diventi una sostituzione della società per azioni, se la volontà dell'Assessore fosse questa non avrebbe introdotto quell'altra modifica che invece taglia per sempre la possibilità alla società per azioni di fruire dei finanziamenti pubblici. Questa formula consente, come dicevo, di recuperare lavoro e terreni; naturalmente potremo stabilire norme tali che non consentano l'abuso dall'altra parte ma il settorialismo, il corporativismo spinto all'eccesso può provocare in un momento come questo in cui c'è bisogno di utilizzare il massimo delle risorse, danno economico e sociale. Quindi io respingo l'accusa che questa Giunta voglia andare alla rovescia, dare i soldi ai direttori della Fiat farebbe ridere i polli. E del resto nessuno ci crederebbe.
Questa Giunta tiene conto dell'esperienza e cerca di recuperare quanto è possibile affinché l'agricoltura possa svilupparsi e contribuire a risolvere i problemi economici del nostro Paese.
Per quanto riguarda i finanziamenti, non sarò io a dire che sono abbondanti, ma dobbiamo vederli nel loro complesso, i 26/27 miliardi di oggi con gli otto e tanti che devono venire, dobbiamo tener conto anche delle altre risorse sia a bilancio sia dei fondi di rotazione che questi anni sono aumentati a 18 miliardi mentre l'anno scorso erano soltanto 14.
Nessuna Regione d'Italia (controllate i bilanci e le leggi) compie lo sforzo della nostra spendendo un miliardo e 300 milioni per l'assistenza tecnica. E se si considera che abbiamo introdotto la voce "assistenza tecnica" anche nella legge 45, vediamo un incremento, rispetto allo scorso anno, di 300 milioni.
Infine occorre considerare che, proprio per quanto concerne l'assistenza tecnica, entreranno in funzione quanto prima le direttive. Mi auguravo che potessero essere approvate in questa stessa seduta e noi ancora per una parte di quest'anno avremmo potuto fruire dei finanziamenti previsti dalla 153, ma non è possibile. In ogni caso è certo che questi finanziamenti ci saranno per il 1977. Con l'entrata m vigore delle direttive quasi tutte le altre Regioni si orientano a mantenere l'assistenza tecnica; noi, per dare la garanzia che c'è a favore dell'assistenza tecnica, un impegno particolare preciso, anche perch coglie un'esigenza, una spinta delle stesse organizzazioni, abbiamo previsto che questa voce rimanga a bilancio fino al 1979. Credo quindi che sia ingenerosa la critica nei confronti di questa Giunta a questo proposito.
Per avere maggiori fondi a favore dell'assistenza tecnica, e per tutta una serie di altre considerazioni, abbiamo proposto la soppressione della formazione professionale, che avveniva nell'ambito dell'assistenza tecnica perché deve venire gestita direttamente dall'Assessore all'Istruzione e perché riteniamo che debba rispondere ad un'unica normativa; in particolare, proprio per l'agricoltura, con l'entrata in funzione delle direttive avremo un altro grosso capitolo per la formazione professionale.
Le critiche del Presidente della Commissione, come tutte le critiche, hanno la loro motivazione, raccolgono istanze che noi rispettiamo, ma abbiamo dimostrato che possono trovare il loro soddisfacimento in un altro ambito in quello delle direttive di domani, e subito intanto in quello della formazione professionale gestita dall' Assessore all'istruzione.



PRESIDENTE

Mi è stata annunciata la presentazione di una serie di emendamenti.
Iniziamo intanto con la votazione degli articoli in attesa delle fotocopie degli emendamenti. Forse bisognerà anche qui innovare qualcosa perché quando gli emendamenti vengono presentati all'ultimissimo secondo anche gli altri Consiglieri non ne possono prendere correttamente visione: il tempo materiale per stamparli, per distribuirli, per leggerli sono tutte procedure che bisognerà instaurare.
All'art 1 non vi sono emendamenti.
Art. 1 - Finalità.
La Regione Piemonte, con la presente legge, dispone un primo rifinanziamento, con integrazioni e modifiche, della legge regionale 8 settembre 75, n. 51, prolungandone l'operatività fino all'esercizio 1979 con riserva di incrementare ulteriormente gli stanziamenti per le provvidenze previste dalle vigenti disposizioni, in relazione a nuove assegnazioni di fondi statali per le finalità considerate alla legge 7 agosto 1973, n. 512, dalla legge 23 aprile 1975, n. 125 art 3 e da altre consimili norme legislative.
Ai sensi dell'art. 2 della legge 19.5.1976, n. 335 i successivi rifinanziamenti per gli esercizi 1977, 1978, e 1979 potranno essere disposti con le leggi relative all'approvazione dei rispettivi bilanci.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato..
Art. 2 - Modifiche ed integrazioni all'art. 2.
All'art. 2 della legge regionale 8/9/75 n. 51, dopo il primo comma della lettera a) è aggiunto quanto segue: "ed alle cooperative agricole, ivi comprese quelle di conduzione e di servizio, costituite ai sensi della legislazione vigente. Le associazioni di imprenditori agricoli debbono essere composte da almeno 5 soci ed adottare statuti nei quali sia sancito il voto pro-capite per i soci persone fisiche".
All'art. 2 della legge regionale 8/9/75 n. 51, dopo la lettera f), è aggiunto quanto segue: "Gli imprenditori agricoli singoli od associati e le cooperative di conduzione che allevano bestiame suino od avicunicolo debbono avere una capacità produttiva almeno del 35% del fabbisogno alimentare del bestiame allevato".
All'art. 2 della legge regionale 8/ 9/75 n. 51, dopo la lettera g) è aggiunto quanto segue: "Per le altre specie è richiesta l'adesione ai piani di profilassi se esistenti".
All'art. 2 della legge regionale 8/9/75 n. 51, dopo la lettera h), sono aggiunti i seguenti commi: "E' consentita l'estinzione anticipata dei prestiti e dei mutui assistiti dal concorso regionale negli interessi. Il contributo negli interessi può essere attualizzato a vantaggio dell'operatore per i mutui di miglioramento fondiario. In merito si richiama quanto previsto dall'articolo 19 della legge 9/5/1975 n. 153.
Tali norme sono estese alle leggi regionali 2/7/74 n. 17, 2/7/74 n. 18 5/7/74 n. 19, 24/3/75 n. 19".
Nei confronti dell'articolo 2 è stato presentato un emendamento aggiuntivo: "Al primo comma, terza riga, dopo le parole 'legislazione vigente' aggiungere 'fra coltivatori diretti e/o lavoratori agricoli".
L'emendamento è stato presentato dai Consiglieri Bianchi, Bertorello Lombardi, Chiabrando, Franzi.
I Consiglieri hanno ricevuto gli emendamenti? La Giunta ha potuto esaminarli? Qualcuno desidera illustrarlo ? La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'Agricoltura e foreste

Accetto la raccomandazione nell'elaborazione delle norme, ma così non lo posso accettare, non eravamo già d'accordo in Commissione, quindi è inutile riparlarne. Noi riteniamo che ci sia un certo tipo di piccolo concedente la cui terra deve essere recuperata nelle cooperative.
Del resto, l'ho già detto, c'è il problema dei Consorzi agrari. Sei mesi fa voi, non altri, ci avete presentato un emendamento alla legge 10 perché vi eravate accorti in ritardo che altrimenti l'Assessore avrebbe potuto bloccare certi finanziamenti e nei Consorzi agrari ci sono appunto ex concedenti, concedenti, proprietari, anzi, grandi proprietari. Il problema non è di escludere in assoluto da una cooperativa di conduzione che può fare l'accorpamento dei terreni, chiunque e sempre, ma è di vedere la prevalenza del coltivatore diretto, su questo eravamo già d'accordo.
Come abbiamo concluso in Commissione, mi pare che ci si avvicini parecchio ma una forma drastica non mi pare accettabile in questo momento.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Il Consigliere Franzi, ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Forse abbiamo invertito i tempi, erano i presentatori a dover illustrare l'emendamento e la Giunta rispondere se lo accoglie o meno adesso siamo in imbarazzo sapendo già che non lo accoglie.
Noi lo abbiamo presentato per ribadire quanto già abbiamo dichiarato inizialmente: abbiamo letto solo stamattina la relazione della maggioranza e l'emendamento si colloca perfettamente con la volontà della maggioranza della Commissione, perché la legge regolamenta e prevede attraverso la cooperazione di dare spazio anche a quegli imprenditori agricoli che svolgono attività nelle campagne non a titolo principale. La volontà generale delle organizzazioni professionali, e delle organizzazioni cooperative è quella di escludere dal beneficio delle provvidenze pubbliche della Regione le persone che non hanno niente a che vedere con l'agricoltura.
D'altra parte lo stesso relatore collega Raschio dice "a tale proposito è bene ricordare che l'articolato è posto in modo da consentire che tale tipo di imprenditore agricolo sia di stretta provenienza contadina bracciantile, evitando così che altra provenienza sociale possa nella pratica determinare un corso diverso dagli orientamenti della cooperativa agricola".
Il relatore Raschio che tutti stimiamo, non è l'ultimo arrivato in questo Consiglio, e penso che abbia interpretato correttamente quello che la Commissione in 6/7 sedute ha inteso esprimere.
Noi insistiamo quindi perché sia accolto questo emendamento, vogliamo evitare distorsioni, non vogliamo che attraverso l'artificio della cooperazione si possano introdurre persone che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura. E siccome si sta già verificando in certe zone della Provincia che si vogliono introdurre dirigenti industriali, professori professionisti a fianco dei coltivatori diretti, questo noi non lo possiamo accettare, noi vogliamo che i soldi, che le disponibilità della Regione (che poi sono dei contribuenti) vadano a beneficiare gli autentici produttori agricoli.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola sull'argomento? La Giunta si è già espressa, modifica il suo atteggiamento rispetto a ciò che è stato detto?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

No.



PRESIDENTE

Si passa allora alla votazione dell'emendamento aggiuntivo al primo comma.
L'emendamento è respinto.
Secondo emendamento aggiuntivo, presentato dal Gruppo D.C.: "Al secondo comma terza riga, dopo le parole 'cooperative di conduzione' aggiungere 'costituite ai sensi della legislazione vigente fra coltivatori diretti e/o lavoratori agricoli' ".
Qualcuno desidera illustrarlo?



FRANZI Piero

Il collega, Assessore Ferraris, ha introdotto nella sua dichiarazione di non accoglimento del primo emendamento, un inciso che riguarda i Consorzi agrari. Non so cosa c'entrano con le cooperative di conduzione, i Consorzi agrari sono delle cooperative di commercio e niente di più, cioè offrono all'agricoltura i beni strumentali e nell'interesse dei produttori agricoli organizzano forme di ammasso volontario dei prodotti, però non coltivano terreni, mentre il punto fondamentale della nostra divergenza è soltanto quello che a coltivare i terreni devono essere autentici coltivatori diretti. Quindi il discorso sui Consorzi agrari non credo che possa essere valido.



PRESIDENTE

La Giunta?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non lo accoglie.



PRESIDENTE

Si passa alla votazione di questo emendamento.
E' respinto.
Possiamo cosi passare alla votazione dell'articolo 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Art. 3 - Modifiche ed integrazioni all'art. 4.
All'art. 4 della legge regionale 8/9/1975 n. 51, ai punti 1 e 2 della lettera b) le cifre "L. 1.000.000" e "L. 700.000" sono sostituite rispettivamente con le cifre "L. 1.500.000" e L. "1.000.000".
All'art. 4, lettera c), della legge regionale 8/9/1975 n. 51, viene aggiunto il seguente comma: "I premi sono limitati a trenta capi bovini all' anno per ogni imprenditore agricolo. Tale limite non si applica per le cooperative agricole".
All'art. 4, lettera e), della legge regionale 8/9/1975 n. 51, sono aggiunti i seguenti commi: "Il numero minimo di 100 capi di bestiame bovino femminile in pianura e di 50 nelle altre zone, può essere raggiunto almeno dopo il secondo anno di attività del centro.
I contributi possono essere estesi anche alle cooperative per lo svezzamento di vitelli maschi e femmine effettuato in appositi centri. Tali contributi sono limitati ad un periodo di tre mesi dalla nascita ed ai vitelli nati nelle aziende dei soci".
All'art. 4 della legge regionale 8/9/1975 n. 51, la lettera h) è così sostituita: "Le agevolazioni previste dalle lettera a), b), d) e g) del presente articolo possono essere estese al bestiame ovino, caprino, suino equino da carne e cunicolo, con massimali di spesa riferiti alle singole specie, che saranno determinati dalla Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - Modifiche all'art. 9.
All'art. 9 della legge regionale 8/9/1975 n. 51 il secondo comma della lettera b) è così sostituito: "Il contributo regionale sarà liquidato in misura non superiore al 90 dell'onere effettivamente sostenuto per interessi passivi, per il periodo intercorrente tra l'accensione dei prestiti e la riscossione dei contributi, tenendo conto di eventuali rimborsi ottenuti dallo Stato o da altri enti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Integrazione all'art. 5.
All'articolo 5, lettera a) della legge regionale 8/9/1975 n. 51, è aggiunto il seguente comma: "Per le opere irrigue le agevolazioni possono essere concesse anche ai Comuni o loro consorzi che siano titolari delle concessioni irrigue".
All'art. 5 della L.R. 8/9/1975 n. 51, è aggiunto quanto segue: "c) (Progetti irrigui) La Giunta regionale direttamente o tramite l'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte o Istituti qualificati può provvedere alla redazione di progetti irrigui, compresi i relativi studi, rilievi, sondaggi e ricerche di rilevante interesse per l'economia regionale.
Inoltre la Giunta può finanziare, con spesa anche a totale carico della Regione, le iniziative previste al primo comma assunte da consorzi irrigui di miglioramento fondiario di bonifica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 52 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - Modifiche ed integrazioni agli artt. 11 e 16.
All'art. 11 della legge regionale 8/9/1975 n. 51, al comma primo della lettera a), sono soppresse le seguenti parole: "nonché organizzando, per un numero di almeno venti imprenditori agricoli associati, corsi di aggiornamento teorico pratico della durata massima di trenta giorni".
All'art. 16 della legge regionale 8/9/1975 n. 51, sono aggiunti i seguenti commi: "Ia fidejussione può essere concessa anche prescindendo dall'intervento del Fondo interbancario, quando sia da prestare nell'interesse di cooperative agricole o di loro consorzi nei riguardi di opere di particolare rilevanza economica e sociale, nonché in presenza di obiettive difficoltà di finanziamento da parte degli Istituti esercenti il Credito agrario.
In tali casi il provvedimento relativo alla concessione della fidejussione è adottato dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta".
Vi è un emendamento modificativo del Gruppo D.C.: "Il primo comma dell'art. 6 è soppresso".
Qualcuno desidera illustrarlo? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Noi chiediamo la soppressione del primo comma con il quale la Giunta propone di sopprimere i corsi di assistenza tecnica a breve termine.
Nella mia relazione ho già spiegato i motivi per cui vorremmo che questa attività avesse a continuare.



PRESIDENTE

Vi sono altri che chiedono di parlare? Ia parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Noi non possiamo accettare questo emendamento per le ragioni già dette.
La formazione professionale trova nell'Assessorato all'Istruzione la normativa e i finanziamenti necessari e in più, appena avremo approvato le direttive (che per quanto riguarda la Giunta sono ormai a punto) troverà anche sulla legge delle direttive una serie di interventi per la formazione professionale.
I fondi che non verranno utilizzati per la formazione professionale così com'era prevista vanno all'assistenza tecnica. Le organizzazioni su questo punto sono divise: una le chiede, le altre non presentano neppure le domande perché ritengono che l'assistenza tecnica sia una cosa e la formazione professionale un'altra. L' orientamento della Giunta è di riportare tutto all'Assessorato, quindi non ha nessun senso mantenere questa piccola quota per la formazione professionale.



PRESIDENTE

Si passa alla votazione dell' emendamento.
E' respinto.
Passiamo alla votazione dell'articolo 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Interpretazione autentica.
Per "imprenditore agricolo" quale previsto dalle leggi regionali 2.7.1974 n. 17, 5.7.1974 n. 19 e 8.9.1975 n. 51, è da intendersi la persona fisica che esercita personalmente e professionalmente l'agricoltura impegnandovi in modo prevalente la propria attività.
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 50 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Spese e sovvenzioni annuali.
Per ciascuno degli anni finanziari dal 1976 al 1979 sono autorizzate: la spesa di 1100 milioni, per i contributi di cui all'art. 9, lettera a) e lettera c), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 la spesa di 1300 milioni per l'attività di cui all'art. 11 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 la spesa di 300 milioni, per le sovvenzioni di cui all'articolo 13 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51.
All'onere di 2700 milioni, di cui al precedente comma, si provvede, per l'anno finanziario 1976, mediante la soppressione degli stanziamenti di cui ai capitoli n. 731, n. 734 e n. 1322 del bilancio per l'anno 1976, nella rispettiva misura di 10 milioni, 1 milione e 2350 milioni, nonché mediante una riduzione di 339 milioni dello stanziamento del capitolo n. 1312 del bilancio.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio 1976 saranno conseguentemente istituiti: il capitolo n. 1327, con la denominazione: "Contributi per la difesa fitosanitaria e per la difesa attiva dalle avversità atmosferiche", e con lo stanziamento di 1100 milioni capitolo n. 1295, con la denominazione: "Contributi per l'assistenza tecnica in agricoltura", e lo stanziamento di 1300 milioni il capitolo n. 1265 con la denominazione: "Sovvenzioni alle organizzazioni professionali e alle cooperative", e con lo stanziamento di 300 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Sono stati presentati tre emendamenti dal Gruppo D.C.: "Al primo comma, secondo trattino, la cifra di 1300 milioni è sostituita con la cifra '2000 milioni'.
Al secondo comma la cifra '2700 milioni' e '339 milioni' sono rispettivamente sostituite con le cifre '3400 milioni' e '1039 milioni' al terzo comma, secondo trattino, la cifra di 1300 milioni è sostituita con 2000 milioni' ".
La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

E' un emendamento del collega Chiabrando, però mi permetto di rubargli le funzioni di speaker.
Qui siamo in tema finanziario e vorrei dire all'Assessore competente ed all'Assessore al bilancio: abbiamo ascoltato da tutti i rappresentanti delle organizzazioni professionali e cooperative le lamentele per i ritardi nelle liquidazioni dei contributi e dei finanziamenti, è possibile accelerare i tempi? E' una richiesta che è stata fatta a noi dalla Commissione, rivolta all'Assessore di cui mi faccio portavoce in sede di Consiglio come raccomandazione.
Per quanto riguarda l'emendamento, chiedo di trovare il modo di aumentare il miliardo e 300 milioni, se non a due miliardi quanto meno a un miliardo e mezzo, un miliardo e sei, perché i centri di assistenza agricola già costituiti sono 160 e quest'anno ne sono stati finanziati appena 110 per carenze di fondi. E' evidente che, pur avendo aumentato lo stanziamento di cento milioni e potendo ricuperare altri 50 milioni, non sono ugualmente sufficienti per finanziare i 50 centri di assistenza tecnica agricola già costituiti e che sono in attesa di finanziamento. Se poi si devono aumentare i compensi per i tecnici, credo veramente che il prossimo anno la Giunta si troverà in difficoltà a mantenere i centri attualmente finanziati.
Le due domande sono: accelerare le procedure per quanto riguarda la liquidazione dei contributi; aumentare lo stanziamento per avere maggiori disponibilità finanziarie per i centri e per le prestazioni dei tecnici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Con riferimento alla prima domanda che riguarda una sollecitazione avvenuta nel corso della consultazione, devo informare che effettivamente le spese di gestione erano state bloccate per una questione giuridica. Si trattava di risolvere il problema della famosa trattenuta del 4 %. Come Assessorato all'agricoltura noi avevamo detto che le cooperative sono imprese agricole e quindi la trattenuta non andava fatta, comunque l'ufficio pagatore ha voluto fare degli accertamenti e ci ha messo forse qualche giorno o qualche settimana in più, comunque il problema è stato risolto: non ci sarà la trattenuta.



CHIABRANDO Mauro

Era già stato risolto in precedenza.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

No, l'anno scorso la tua gestione aveva consentito la trattenuta, se io avessi lasciato le cose come stavano trattenevamo il 4%, invece ho posto il problema, convinto che sarebbe stato risolto al più presto, invece gli uffici non si sono accontentati e - forse anche giustamente - hanno voluto maggiori ragguagli dall'ufficio legale; comunque la questione è stata risolta, ma a vantaggio delle cooperative.
Per quanto riguarda l'aumento è questione di risorse, siccome le risorse sono quelle che sono vi chiedo se avete qualche proposta sostitutiva, da dove li volete togliere questi soldi. Ma ritorno a dire che siccome questa voce non è sacrificata nel nostro bilancio, anzi, riceve un ulteriore incremento e serve ormai per l'assistenza tecnica del 1976, se le organizzazioni asseconderanno lo sforzo dell'Assessorato la somma potrà essere erogata a partire da dicembre come acconto per i Centri che dovranno funzionare col 1° gennaio. A quella data credo saranno pure in funzione le direttive comunitarie e allora tutti i Centri che non entreranno in questo tipo di sovvenzionamento, così come prevede la legge nazionale e regionale potranno fruire dell'assistenza tecnica, e la nostra continuerà ad essere la Regione che dà più assistenza tecnica di ogni altra, forse tre o quattro Regioni assieme non fanno quello che fa la nostra.
Un problema che porterò in Consiglio è che sia veramente assistenza tecnica qualificata al più alto grado possibile.
Per cui non accolgo gli emendamenti.



PRESIDENTE

Qui mi permetto di fare una raccomandazione ai Consiglieri: per quanto riguarda emendamenti modificativi di articoli di legge relativi al bilancio, o che riguardino stanziamenti di così cospicua rilevanza rispetto alle cifre originarie, sarebbe davvero opportuno che gli stessi fossero esaminati dalla I Commissione, perché quale Assessore, quale Giunta pu dare una risposta immediata ad un'eventuale proposta di questa natura che investe capitoli di bilancio così alti? Quindi, fermo restando il diritto di presentare gli emendamenti quando si vuole, per quanto riguarda argomenti di questa rilevanza e di questa portata direi che il parere della Commissione I è pressoché indispensabile per cercare anche in quella sede una qualsiasi possibilità di conciliazione.
E' una raccomandazione, i Consiglieri ne tengano conto.
Si passa alla votazione del primo emendamento relativo alla sostituzione di 1300 milioni con due miliardi.
L'emendamento è respinto.
Secondo emendamento dei 2700 milioni, lo pongo in votazione.
L'emendamento è respinto.
Terzo emendamento, 1300 milioni sostituiti con due miliardi.
L'emendamento è respinto.
Si passa ora alla votazione dell'articolo 8 che rimane nella sua veste originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - Credito di conduzione.
Sono autorizzate l'integrazione da 800 milioni a 1500 milioni per l'anno finanziario 1976, e l'integrazione da 800 milioni a 1000 milioni per gli anni finanziari dal 1977 al 1979, della spesa per la concessione di contributi in conto interessi per favorire il credito agrario di conduzione ai sensi della legge regionale 12 marzo 1974, n. 7.
Alla spesa di cui al precedente comma si provvede: quanto a 1000 milioni, con la riduzione degli stanziamenti dei capitoli n. 744 e n. 745 del bilancio per l'anno finanziario 1976 nella rispettiva misura di 200 milioni e di 800 milioni quanto a 500 milioni, mediante l'accensione di un mutuo alle condizioni di cui al successivo articolo 11 della presente legge.
Nel bilancio per l'anno finanziario 1976 sarà istituito il capitolo 1270, con la denominazione: "Contributi in conto interessi per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione", e lo stanziamento di 1500 milioni.
Nel bilancio degli anni finanziari dal 1977 al 1979 il capitolo n. 1270 sarà iscritto con lo stanziamento di 1000 milioni ed il capitolo n. 744 risulterà soppresso.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 52 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 - Contributi in interesse per l'acquisto di bestiame.
Per la concessione dei contributi in conto interessi sui prestiti annuali di cui all'articolo 4, lettera a), della legge regionale 8 settembre 1975 n. 51, è autorizzata la spesa di 200 milioni per ciascuno degli anni finanziari 1976 e 1977.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1976, mediante la soppressione del limite di impegno, di pari ammontare, stabilito per i prestiti biennali nell'articolo 19 della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17 e la conseguente annualità per l'anno finanziario 1977, con la riduzione da 1700 milioni a 1500 milioni dello stanziamento del capitolo n. 1318 del bilancio per l'anno finanziario 1976.
Nel bilancio per l'anno finanziario 1976 sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 1316 con la denominazione: "Contributi negli interessi dei prestiti annuali per l'acquisto di bestiame da destinare all'ingrasso", e con lo stanziamento di 200 milioni.
Nel bilancio dell'anno finanziario 1977 sarà iscritto il capitolo n.
1316, con la denominazione e lo stanziamento di cui al precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 - Contributi in capitale, sovvenzioni e spese.
Per l'anno finanziario 1976, sono autorizzate le seguenti spese lire 9135 milioni, per i contributi di cui all' art. 4, lettere b) c), d), e), f), g), h), ed 1), della legge regionale 9 settembre 1975, n.
51 lire 3.910 milioni per i contributi di cui all' art. 5, lettera b) della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 500 milioni per i contributi di cui all'art. 7, lettera b) della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 1200 milioni per i contributi di cui all' art. 8 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 150 milioni per gli oneri di cui all'art. 9, lettera b), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 2000 milioni per i contributi di cui all' art. 14, lettera a) della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 700 milioni per i contributi di cui all'art. 15 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 38 milioni per le spese generali di cui all'art. 18 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 lire 200 milioni per le attività di cui all'art. 5 della presente legge.
Alla spesa complessiva di 17.933 milioni, per l'anno finanziario 1976 si provvede come segue: quanto a 6.933 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare del fondo istituito al capitolo n. 1395 del bilancio per l'anno finanziario 1976 in corrispondenza della somma assegnata alla Regione Piemonte ai sensi dell'articolo 10 del D.L. 13 agosto 1975, n. 377 convertito, con modificazioni, nella legge 10 ottobre 1975, n. 493 quanto a 200 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare della disponibilità accantonata alla Rubrica n. 3 dell'elenco relativo al fondo di cui al capitolo n. 1404 del bilancio per l'anno finanziario 1976.
Alla restante somma di 10.700 milioni, nonché alla somma di 500 milioni di cui all'art. 9 della presente legge, si provvede mediante l' accensione di mutui, per un ammontare complessivo di 11.200 milioni, ad un tasso non superiore al tredici per cento e per una durata non superiore ad anni trenta da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata per l' anno 1976 sarà istituito il capitolo n. 128, con la denominazione: "Provento dei mutui autorizzati a copertura di spese relative a contributi ed attività per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste", e con la dotazione di 11.200 milioni.
Nello stato di previsione della spesa per l' anno finanziario 1976 saranno istituiti: il capitolo n. 1311, con la denominazione: "Contributi in capitale per l'acquisto di riproduttori, premi d'allevamento, alpeggio, fecondazione artificiale, mostre e rassegne", e con lo stanziamento di 9135 milioni il capitolo n. 1274, con la denominazione: "Contributi in capitale per miglioramenti fondiari", e con lo stanziamento di 3910 milioni il capitolo n. 1284, con la denominazione: "Contributi in capitale per la meccanizzazione agricola" e con lo stanziamento di 500 milioni il capitolo n. 1328, con la denominazione: "Contributi in capitale per vivai, reimpianto vigneti, sostituzione cultivar, impianto di specie di particolare interesse, difesa fitosanitaria e difesa attiva dalle avversità", e lo stanziamento di 1200 milioni il capitolo n. 1329 con la denominazione: "Contributi per la difesa passiva dalle avversità atmosferiche", e con lo stanziamento di 150 milioni il capitolo n. 1341, con la denominazione: "Contributi in capitale per miglioramenti di pascoli montani", e con lo stanziamento di 2000 milioni il capitolo n. 1345, con la denominazione: "Contributi in capitale per rimboschimenti", e con lo stanziamento di 700 milioni il capitolo n. 1325, con la denominazione: "Contributi per spese generali", e con lo stanziamento di 38 milioni il capitolo n. 1280 con la denominazione: "Contributi in capitale per la redazione di progetti irrigui", e con lo stanziamento di 200 milioni.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al terzo comma valutati in 1500 milioni per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione del fondo di cui ai capitoli n. 1018 e n. 1406 del bilancio per l'anno finanziario 1976, nella rispettiva misura di 1400 milioni e di 100 milioni, ed istituendo nel bilancio medesimo i capitoli n. 757 e n.
1447 relativi alle quote interessi ed alle quote di rimborso del capitale dei suddetti mutui, con il rispettivo stanziamento di 1400 milioni e di 100 milioni.
Nei bilanci degli anni finanziari 1977 e successivi saranno iscritti i capitoli n. 757 e n. 1447 con gli stanziamenti di cui al precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Art. 12 - Interventi per i rimboschimenti.
E' autorizzata per l'anno finanziario 1976 la spesa di 600 milioni, per interventi straordinari relativi all'incremento della produzione legnosa mediante l'esecuzione di piantagioni forestali a rapido accrescimento, con le modalità di cui all'art. 15, punto 2, della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo di cui al capitolo n. 1395 del bilancio per l'anno finanziario 1976, in corrispondenza della quota assegnata alla Regione Piemonte ai sensi dell'art. 10 del D.L. 13 agosto 1975, n. 377, convertito con modificazioni nella legge 10 ottobre 1975, n.
493, nonché iscrivendo la somma di 600 milioni al capitolo n. 1340 dello stato di previsione della spesa per l'anno medesimo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
Art. 13 - Contributi alle associazioni allevatori.
E' autorizzata per l'anno finanziario 1976, la spesa di 665 milioni per i contributi di cui all'art. 4, lettera i), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51.
All'onere di cui al precedente comma si provvede istituendo nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1976 il capitolo n. 22/1, con la denominazione: "Assegnazione di fondi da destinare, ai sensi dell'articolo 10 della legge 16 ottobre 1975, n. 493 alle attività relative alla tenuta dei libri genealogici ed ai controlli del bestiame svolti dalle associazioni provinciali degli allevatori", e con la dotazione di 665 milioni.
Nello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 747, con la denominazione: "Contributi alle associazioni provinciali degli allevatori per l'attività relativa alla tenuta dei libri genealogici ed ai controlli funzionali del bestiame (articolo 10 della legge 16 ottobre 1975, n. 493)", e con lo stanziamento di 665 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
Art. 14 - Agevolazioni creditizie.
Sono autorizzati per l'anno finanziario 1976: il limite di impegno di 300 milioni per i contributi relativi ai prestiti quinquennali di cui all'articolo 4, lettera a), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 il limite di impegno di 1800 milioni per i contributi relativi ai mutui ventennali di cui all'art. 5, lettera a), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 il limite di impegno di 600 milioni per i contributi relativi ai mutui trentennali di cui all' art. 6, lettera a), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 il limite di impegno di 600 milioni per i contributi relativi ai prestiti quinquennali di cui all'articolo 7, lettera a), della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51.
All'onere di 3300 milioni di cui al precedente comma si provvede: per 1000 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo di cui al capitolo n. 1404 del bilancio per l'anno 1976 per 1500 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, dei limiti di impegno stabiliti nell'articolo 19, primo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17 per l'anno finanziario 1976 e delle annualità ricadenti negli anni finanziari successivi, con la soppressione del capitolo n. 1318 del bilancio per l'anno 1976 e del relativo stanziamento per 600 milioni mediante la soppressione del limite di impegno, di pari ammontare, stabilito per l'anno 1975 nell'articolo 19 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 nonché delle annualità ricadenti negli anni finanziari successivi, con la soppressione del capitolo n. 1279 del bilancio per l'anno finanziario 1976 e del relativo stanziamento per 200 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del limite di impegno stabilito per l'anno 1975 nell'art. 19 della legge regionale 8 settembre 1975, n. 51 nonché delle conseguenti annualità ricadenti negli anni finanziari successivi, con la riduzione da 300 milioni a 100 milioni dello stanziamento del capitolo n. 1349 del bilancio per l'anno finanziario 1976.
Gli ulteriori limiti di impegno per gli anni finanziari 1977 e successivi saranno disposti con apposite leggi regionali che ne stabiliranno il finanziamento.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
Art. 15 - Disposizioni finali.
Le spese autorizzate ai sensi della presente legge non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza, possono essere impegnate negli esercizi finanziari successivi anche in corrispondenza di attività da effettuare negli esercizi medesimi.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 49 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Si può ora passare alla votazione dell'intero disegno di legge.
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Sinteticissima dichiarazione di voto. La legge nel suo complesso è una legge di rifinanziamento nella quale sono accolti principi, indicazioni indirizzi e problemi e interessi che sono da noi condivisi e quindi c'è un giudizio positivo di carattere generale sulla legge e anche sulla necessità di adottarla, come stiamo adottandola, tempestivamente.
Peraltro su alcuni punti qualificanti riguardanti la più esatta,puntigliosa definizione delle categorie beneficiarie e l'entità di alcuni stanziamenti vitali, i dissensi non sono stati superati o forse questo rientra anche nella dialettica tra maggioranza e opposizione.
L'Assessore ha ritenuto di poter superare le obiezioni che venivano dagli emendamenti, assicurando che in sede di interpretazione e gestione della legge certi principi sarebbero stati nella sostanza egualmente rispettati.
L'opposizione deve attenersi più strettamente a ciò che la legge stabilisce perché quello che avverrà dopo, una volta che la legge è licenziata, pu essere più difficilmente definito e stabilito e sarebbe del resto una contraddizione cominciare ad affermare una cosa per poi pensare di correggerla in sede di gestione o di prassi interpretativa.
In ogni caso gli impegni e le indicazioni della Giunta su questo punto trovano nella presa di posizione del mio Gruppo un punto di riferimento e di stimolo preventivo e cioè l'azione di controllo doverosa sulla fase di gestione parte già dal momento di elaborazione della legge. La discussione e la presentazione degli emendamenti e quindi tutto il corpo che è attorno alla legge approvata sono già un momento per le verifiche successive.
In questo spirito e in questo quadro, riesprimendo un giudizio complessivamente positivo per il rifinanziamento di una legge che abbiamo proposto e votato e che accoglie in larga generalità indicazioni e principi che condividiamo, dichiariamo che ci asterremo nel voto complessivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Facciamo una breve dichiarazione per dare il nostro assenso alla legge cosa che del resto è apparsa durante le votazioni sui singoli emendamenti ed articoli - con una brevissima motivazione aggiuntiva rispetto ai motivi che sono stati oggetto del dibattito: la definizione di imprenditore agricolo, come viene precisato nella legge rapportandola alla persona fisica, toglie ogni possibilità giuridica che non appartenenti a categorie agricole ottengano dalla magistratura una sentenza a loro favore.
Per quanto riguarda l'assistenza tecnica, così come ha già detto l'Assessore e come è stato ribadito in Commissione, sarà rapportata alle direttive agricole in relazione alla socio-informazione, e la qualificazione professionale vecchio problema quest'ultimo, che, per sempre questo Consiglio ha tenuto presente anche per quanto concerne la sanità e non solo l'agricoltura, per cui, riteniamo che debbano rispondere ad un'unica normativa, ciò nell'interesse della formazione degli agricoltori e dei lavoratori agricoli.
Considerato quanto è stato detto da Franzi e ribadito dall'Assessore su un dibattito organico sull'agricoltura (che avverrà, credo, in occasione delle tre direttive comunitarie) noi esprimiamo il nostro voto favorevole tenendo presente che le obiezioni fatte dall'opposizione e dal Gruppo della D.C. hanno trovano un'eco da parte della Giunta anche in sede di Commissione, soprattutto riferite al momento dell'attuazione della legge e alle istruzioni amministrative per la sua attuazione e, quindi, non ci pare che questa non completa unità nel momento della votazione sia tale da inficiarne la validità complessiva politicamente considerata.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 56 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sono le ore 12,25, il Consiglio è convocato normalmente fino alle ore 12,30, ma ho una richiesta di convocazione alle ore 14,30 della VIII Commissione. Vi è anche una riunione prevista dall'Ufficio di Presidenza.
Suggerisco pertanto di interrompere adesso i lavori e di riprenderli puntualmente alle ore 15,30.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sul mancato ricevimento della convocazione della Commissione VIII e sulle dimissioni del Presidente della Commissione stessa


PRESIDENTE

Chiede di parlare l'avv. Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Faccio parte con altri tre colleghi del Gruppo della D.C. della VIII Commissione e ovviamente, ricevendo l'ordine del giorno di convocazione della seduta di oggi, sono rimasto sorpreso nel vedere al punto ultimo "Esame regolamento per le elezioni dei Consigli dei Comitati comprensoriali di cui alla legge regionale 4.6.1975 n. 41", senza che il regolamento fosse passato in precedenza alla VIII Commissione la quale deve esprimere un proprio parere, a meno che si voglia superare questo parere non trattandosi di una legge, e la cosa sarebbe fattibile. Ma se si vuole seguire quella che è una prassi ormai recepita, evidentemente la Commissione deve riunirsi.
Stamane scendendo da dove sto ultimando il mio periodo di convalescenza sono passato in ufficio e a casa a Ivrea, ma non ho trovato nessuna convocazione, ho chiesto ai colleghi e tre di loro mi hanno detto: nessuna convocazione della Commissione, un quarto (il quale abita a Torino e quindi c'è una maggiore vicinanza telegrafica e a questo proposito, se posso aprire una parentesi, credo che veramente si possa dire che l'attuale forma di governo batte la passata forma di governo in quanto ad uso e ad abuso di telegrammi che arrivano di giorno e di notte, creando anche dei periodi di incertezza: ma questo telegramma, annulla il precedente? E chiudo subito la parentesi che è argomento che potremo trattare diversamente), un quarto collega dicevo ha ricevuto una convocazione telegrafica per le ore 14,30 che oggi viene ripetuta dal signor Presidente, nella quale convocazione telegrafica si parla di esame e approvazione regolamento elezione Consigli Comitati comprensoriali. A prescindere dalla dizione "approvazione" un poco arbitraria, l'approvazione può esserci e può non esserci, l'esame è possibile e difatti lei,signor Presidente, convocando il Consiglio non ha parlato di approvazione, ma di "esame", a prescindere da questa assoluta improprietà, io sono rimasto sorpreso nel vedere che la firma del telegramma è del Vice Presidente, il quale è solitamente sentito dal Presidente per procedere alle convocazioni delle sedute delle Commissioni.
Mi sono chiesto: ma i due telegrammi che ho ricevuto qualche tempo addietro dal Presidente della VIII Commissione, l'avv. Calsolaro, che fine hanno fatto? Per me sono là sul tavolo e aspettano una risposta, ma la risposta è in grado di darla il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta? Quelle dimissioni sono rientrate, sono state accettate, sono state esaminate, vi è stata una proposta di nomina di un nuovo Presidente? Il Vice Presidente in una situazione di questo genere è autorizzato, si sente autorizzato a convocare la Commissione telegraficamente, come è stato fatto, avallando poi il telegramma con la preghiera rivolta al Presidente del Consiglio di volerne dare notizia? Ed è possibile che alle 14,30 ci si riunisca e si esamini questo argomento in maniera definitiva per arrivare a riferire? Chi riferirà? Chi sarà investito di riferire al Consiglio perch possa esaminare ed eventualmente approvare? Ho voluto sollevare pubblicamente questa questione perché evidentemente quando ci sono le dimissioni di un Presidente di Commissione il problema è molto importante, delicato e grave. La Commissione resta acefala, c'è un Vice Presidente che sostituisce il Presidente dimissionario, ma non lo sostituisce se non per parlare dell'argomento delle dimissioni stesse.
Ho visto che il collega Viglione (in questo caso avvocato più che Presidente della Giunta) ha avuto un fremito quando ho detto che il Vice Presidente può convocare soltanto in quel caso.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Avv. Oberto, non diciamo...



OBERTO Gianni

Avv. Viglione, mi permetto di dire che c'è il Presidente di una Commissione che da 15 giorni si è dimesso, le dimissioni sono state rese pubbliche e abbondantemente sottolineate attraverso gli organi di stampa il Consiglio regionale di questo non è stato investito per nulla, non sappiamo se il Presidente è sostituito, se le dimissioni sono accettate e ci troviamo di fronte ad una convocazione che, mi permetta di dire non come Consigliere regionale, ma come giurista, è per lo meno abnorme, è per lo meno incerta, o per lo meno equivoca, tale da indurre i componenti della Commissione a partecipare o a non partecipare, avallando in questa maniera l'adozione del Vice Presidente, ma dando anche per acquisito che le dimissioni del Presidente sono state accettate.
Ho ritenuto di fare questa osservazione perché attiene ai lavori del nostro Consiglio. Se non fosse iscritto all'ordine del giorno del Consiglio regionale l'esame di questo regolamento, non avrei sollevato il problema in questa sede, mi sarei rivolto al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta per avere delle notizie. Ma è pubblica la convocazione, è pubblica la notizia, gradirei avere delle indicazioni e delle precisazioni.



PRESIDENTE

L'unico dettaglio sta nel fatto che non ho mai ricevuto nessuna lettera di dimissioni da nessuno. Ho letto un articolo sui giornali che si sono sbizzarriti su alcune cose che concernono un Presidente di Commissione, ma il Presidente del Consiglio non ha mai ricevuto in forma ufficiale, l'unica che mi interessa...



OBERTO Gianni

Ma il Vice Presidente l'ha ricevuta?



PRESIDENTE

Ma, Consigliere Oberto, a me interessa solo ciò che è ufficiale e vero tutto il resto non mi interessa assolutamente in qualità di Presidente del Consiglio. Non ho ricevuto nessuna comunicazione di dimissioni e conseguentemente non le ho iscritte all'ordine del giorno.
Pare che sia giunto un telegramma di dimissioni di un Presidente, ma l'ho letto sui giornali.



OBERTO Gianni

Ma il Vice Presidente Besate l'ha ricevuto.



PRESIDENTE

Lo so, lo so, la questione quindi la esaminerà l'VIII Commissione quando lo riterrà opportuno. Ho la richiesta del Vice Presidente dell'VII Commissione di convocare la Commissione oggi alle ore 14,30; i Consiglieri sono liberi di andare o di non andare, lei ha sollevato la questione, era nel suo pieno diritto, ma devo darle solo la spiegazione formale del perch la questione delle dimissioni non è stata posta all'ordine del giorno. A me ufficialmente non è stata mandata nessuna lettera di dimissioni.
Per quanto riguarda invece il proseguimento dei nostri lavori siamo liberi di fare quello che vogliamo: discutere la questione che ha sollevato lei adesso, discuterla oggi pomeriggio, intendevo soltanto suggerire un comportamento complessivo che consentisse ai nostri lavori di svolgersi con una certa tranquillità, poiché abbiamo vissuto poco tempo fa alcune sedute un po' nervose dal punto di vista dell'andamento.
Suggerisco di sospendere adesso, di riprendere alle ore 15,30 con gli argomenti che i Gruppi ed i Consiglieri riterranno opportuno di esaminare.
Vi sono obiezioni? La parola al Consigliere Chiabrando, su questi argomenti, naturalmente.



CHIABRANDO Mauro

Se chiude la seduta,vorrei chiederle di poter convocare pubblicamente la VI Commissione per cinque minuti, adesso, per dar modo alla I Commissione di svolgere i suoi lavori alle ore 15.



PRESIDENTE

Allora c'è più di una ragione per sospendere i lavori e riprenderli alle ore 15,30, dopo di che si affronteranno i problemi che si riterrà opportuno affrontare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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