Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.61 del 08/07/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto l'ordine del giorno, che reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Interpellanze ed interrogazioni 3) Comunicazioni del Presidente 4) Comunicazioni della Giunta regionale sullo stato delle vertenze occupazionali.
5) Esame disegno di legge n. 43: "Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo" 6) Esame deliberazioni conseguenti alla mancata apposizione del visto da parte del Commissario del Governo alla legge regionale concernente "Norme per il recupero alle colture delle terre incolte od insufficientemente coltivate" 7) Esame disegno di legge n. 98: "Rifinanziamento della legge regionale 4/6/1975 n. 45 e modifiche" 8) Esame disegno di legge n. 90: "Norme per l'affidamento e l'esecuzione delle opere di edilizia scolastica di cui alla legge 5/8/1975 n. 412" 9) Istituzione della Consulta regionale per i problemi europei.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il punto primo all'o.d.g. reca: "Approvazione verbali precedenti sedute". I processi verbali delle adunanze consiliari del 24, 25, 31 maggio, 7 e 9 giugno sono stati trasmessi per posta ai Consiglieri unitamente all'o.d.g. di convocazione del Consiglio. Se non vi sono osservazioni si ritengono approvati.
Dei punti iscritti all'o.d.g. una parte sono pronti per essere esaminati, e il Consiglio deciderà se esaminarli e procedere, una parte non lo sono. Suggerirei di sviluppare i punti che sono pronti uno dopo l'altro e di decidere poi come e quando affrontare quelli ancora da definire.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Interpellanze ed interrogazioni".
Ve ne sono sette su cui la Giunta è pronta a rispondere e a discutere.
Comincerei con quelle per cui sia presente almeno uno dei presentatori oltre che l'Assessore competente a rispondere.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione presentata dai Consiglieri Martini, Colombino, Soldano Lombardi e Paganelli: "Situazione delle strade militari nelle zone alpine del Piemonte. Opportunità di promuovere incontri con l'Autorità militare per concordare programmi d'intervento"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Martini Colombino, Soldano, Lombardi e Paganelli: "Situazione delle strade militari nelle zone alpine del Piemonte. Opportunità di promuovere incontri con l'Autorità militare per concordare programmi d'intervento".
E' competente a rispondere l'Assessore Bajardi. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Assessore alla viabilità e trasporti

In Piemonte esiste una rete di strade costruite prevalentemente in zone montane dall'Amministrazione militare, che si sviluppano per una lunghezza complessiva di circa 654 chilometri. Tale rete interessa esclusivamente le province di Torino e di Cuneo: 182 chilometri nella provincia di Torino 472 nella provincia di Cuneo. Di tale rete risultano appartenenti tuttora al Demanio militare solamente 293 chilometri; la restante parte è già stata consegnata, definitivamente o provvisoriamente, agli Enti locali.
Ai Consiglieri interroganti è stata consegnata una documentazione che illustra le caratteristiche che hanno contraddistinto questo processo di trasferimento e contiene un giudizio di merito per fasce di strade. La rete tuttora appartenente al Demanio militare è costituita da opere che, se pur realizzate per scopi militari, vengono utilizzate anche per fini turistici e forestali e costituiscono spesso elemento indispensabile per un migliore sviluppo dell'economia montana. Esse infatti collegano località di fondo valle con alpeggi e frazioni a quote assai elevate.
D'intesa con l'UNCEM e gli Enti locali interessati, è stata condotta una indagine sullo stato e sulla funzionalità di tutta la rete stradale dalla quale abbiamo tratto gli elementi consegnati stamani. Dall'analisi così condotta è risultato che, dei 654 chilometri, 578 presentano aspetti rilevanti per l'interesse pubblico. Le caratteristiche tecniche delle suddette strade non sempre, peraltro, risultano idonee anche per gli scopi suddetti. La limitatezza delle carreggiate, la mancanza di banchine, le notevoli pendenze, i raggi minimi di curvatura e l'assenza delle necessarie segnaletiche mettono in evidenza le principali carenze tecniche di tali strade, che pregiudicano la possibilità di transito sicuro.
Anche se l'estensione di tale patrimonio viario risulta modesta l'interesse che tali strade presentano per l'economia pubblica richiederebbe interventi migliorativi e manutentivi per la loro conservazione.
Il problema sollevato dai Consiglieri interroganti è all'attenzione dell'Assessorato alla Viabilità, oltre che per l'aspetto sociale, turistico ed economico, anche per i notevoli oneri economici che comunque dovrebbero essere assunti per l'adeguamento della rete stradale in questione ai fini di una viabilità sicura. Posso comunque assicurare ai colleghi Consiglieri interroganti che, in seguito a preliminare indagine già condotta, verrà d'intesa con gli Enti locali interessati, stabilita una successiva verifica d'importanza prioritaria, anche al fine d'intraprendere, in comune con altri colleghi Assessori (Agricoltura ed Ecologia) quei contatti, che certo hanno indubbio carattere di delicatezza, con l'Autorità militare, per avviare un costruttivo discorso inteso alla conservazione e al miglioramento delle strade che gli stessi Enti locali indicheranno.
Non esistono, allo stato attuale, disposizioni legislative regionali che consentano interventi diretti in questo campo, per cui, anche sotto questo aspetto, solo allorché potrà essere completato lo studio in corso potrà essere valutata l'opportunità di una legge ad hoc.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore per l'esemplare sobrietà con cui ha risposto all'interrogazione. La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore per aver saputo cogliere il significato dell'interrogazione, come appare evidente dalla sua dichiarazione di voler cercare di evidenziare, in accordo con gli Enti locali, le strade di primaria importanza sulle quali si potrebbe trovare una possibilità d'intervento.
La Regione non ha evidentemente una competenza diretta in materia.
Però, bisogna uscire dal circolo vizioso che fa sì che, essendo queste strade classificate come appartenenti al Demanio militare, non vi è alcun ente in condizioni d'intervenire direttamente su di esse.
Si stabilisca dunque la priorità in accordo con gli Enti locali, si esamini con le Autorità militari la possibilità di sdemanializzare alcune di queste strade e di farle diventare o comunali o provinciali. Dopo di che, la Regione potrebbe dare un utile contributo alla soluzione di un problema che ha risvolti turistici, economici, di carattere generale, ma che, quanto meno, interessa anche un settore di diretta competenza nostra come quello della forestazione e dell'ingresso nelle aree forestate. Si tratta di valorizzare, con spesa modesta, un ingente patrimonio.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione presentata dal Consigliere Paganelli: "Atteggiamento della Giunta sui problemi connessi all'inquinamento del Bormida"


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dal Consigliere Paganelli: "Atteggiamento della Giunta sui problemi connessi all'inquinamento del Bormida". E' competente a rispondere l'Assessore Fonio. Ne ha facoltà.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed agli inquinamenti

Riprendo, sui problemi relativi all'inquinamento del fiume Bormida e sui conseguenti interventi necessari, gli elementi già forniti nella recente risposta scritta data all'ex Consigliere Robaldo sullo stesso argomento, integrandoli con alcune osservazioni attinenti le più specifiche richieste del Consigliere Paganelli. Cercherò di essere breve, per quanto l'argomento sia molto impegnativo.
Mi preme innanzitutto evidenziare al collega Paganelli e ai signori Consiglieri quanto in più di una occasione ho avuto modo di sottolineare già alla precedente Giunta quadripartita. Dalle analisi delle principali cause dell'inquinamento del fiume Bormida è emerso che tale inquinamento ha la sua origine, pressoché esclusiva, negli scarichi di natura industriale localizzabili principalmente alla testa delle due Bormide ancora in territorio della provincia di Savona e quindi fuori del territorio della nostra Regione, ed imputabili principalmente alle seguenti industrie: ACNA di Cengio, COKITALIA di San Giuseppe di Cairo e 3M ITALIA di Ferrania. Per questo fatto, poiché diventa marginale l'inquinamento del Bormida da parte degli scarichi urbani dei Comuni lungo l'asta del fiume (se si fa eccezione per il solo Comune di Acqui Terme), il bacino del Bormida non e stato inserito nel piano di depurazione delle fognature approvato con la legge regionale n. 23 del 1975.
Di contro, però, già la precedente Giunta regionale, su mia proposta proprio in considerazione della rilevanza degli scarichi industriali come causa dell'inquinamento del Bormida, ha affidato alle Società PRAXI ed ECOTROL lo studio per un piano di riassetto ecologico del bacino del fiume Bormida.
Lo studio si articola nelle seguenti fasi: indagine conoscitiva (tralascio di elencare tutti i punti della conoscenza) individuazione dei problemi critici prioritari e proposte alternative di riassetto esame economico globale dei problemi in gioco attraverso l'individuazione dei costi e dei benefici: valutazione dei danni provocati dall'attuale situazione d'inquinamento valutazione dei costi globali d'intervento e di gestione per le proposte finalizzate all'eliminazione dell'attuale situazione d'inquinamento valutazione dei presumibili benefici proposte operative da avviarsi possibilmente in accordo con le Società industriali interessate. Programma temporale degli interventi.
La ricerca in corso ha lo scopo di fornire gli elementi indispensabili per individuare il programma integrato di riassetto ecologico del fiume Bormida, anche in conformità a quanto stabilito dalla legge regionale 8.11.1974 n. 32 sulla disciplina degli scarichi delle attività produttive.
Al momento attuale lo studio procede secondo il programma prestabilito e si concluderà entro il corrente anno.
Ritengo anche utile ricordare al collega Paganelli che già la Giunta precedente ha provveduto, in base all'art. 7 della legge regionale n.
32/1974, a potenziare i Laboratori provinciali di Igiene e Profilassi ed i servizi di vigilanza sugli scarichi industriali con idonee apparecchiature scientifiche e con personale qualificato. Sulla base di tale programma alle Amministrazioni provinciali di Asti, Alessandria e Cuneo sono state tra l'altro, caso unico rispetto alle atre province, concesse in comodato tre centraline automatiche, una per laboratorio, che sono state sistemate in località opportunamente scelte sul fiume Bormida e che forniranno quindi una serie completa di dati relativi all'inquinamento del corso d'acqua.
Questi dati potranno essere utilizzati sia come integrazione della ricerca in argomento, sia come elementi di base per indagini relative a particolari situazioni locali.
Passo ora all'altro aspetto dell'interrogazione, quello relativo ai rapporti ed alla collaborazione con la Regione Liguria.
La Regione Liguria, con legge regionale 31 luglio '74 n. 22, relativa a contributi straordinari ad Enti locali e loro Consorzi per la realizzazione d'impianti di depurazione delle acque di scarico e d'impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ha stanziato per tali interventi negli esercizi finanziari 1974 e 1975 10 miliardi all'anno.
La Giunta regionale ligure deve però portare a termine la predisposizione di un programma d'intervento (che ha alcune affinità con il nostro piano di risanamento delle acque, già in attuazione), che sarà sottoposto, pare, prima dell'estate, alla approvazione del Consiglio regionale ligure.
Nello schema di programma è prevista la necessità di realizzare l'impianto consortile previsto per la Valle Bormida e per il litorale savonese, che impegnerà presumibilmente una spesa di 13 miliardi.
La necessità di un intervento per la Valle Bormida è anche stata evidenziata dalla Regione Liguria al Governo nell'ambito degli interventi anticongiunturali previsti dal Decreto legge 13 agosto 1975 n. 376. E' ovvio che gran parte della spesa presunta, di 13 miliardi, dovrà far carico alle industrie del territorio ligure, che, come ho già ricordato, sono le principali fonti d'inquinamento del Bormida.
In tale quadro s'informa che l'Assessorato alla tutela dell'ambiente ha rinnovato ancora recentemente la necessità di un incontro, a livello politico e tecnico, con gli Assessorati competenti della Regione Liguria (Assessorato all'Igiene e Sanità e Assessorato ai Lavori pubblici), nonch con l'Amministrazione provinciale di Savona - se mai, farò avere copia di queste lettere - per concordare un intervento congiunto a breve termine delle Amministrazioni regionali interessate al risanamento del bacino del fiume Bormida.
Si ricorda infine che il giorno 15 maggio una delegazione della Giunta regionale, composta dal Presidente Viglione, dall'Assessore all'Ecologia e dall'Assessore alla Pianificazione territoriale, ha effettuato un sopralluogo nella Valle Bormida allo scopo di approfondire i problemi connessi all'inquinamento del fiume. Nell'ambito di tale visita si sono avuti contatti con le Amministrazioni locali di Saliceto, Camerana e Monesiglio e con il Consiglio di fabbrica e la Direzione dello stabilimento ACNA di Cengio.
L'orientamento definitivo che verrà stabilito in merito agli interventi d'attuare per la soluzione del problema in oggetto e le decisioni che le due Regioni andranno ad assumere, con una indicazione precisa dei tempi d'intervento, potranno essere fornite alla luce degli elementi che verranno fatti presente dalle Società incaricate dello studio del piano di riassetto ecologico del fiume Bormida e degli accordi che saranno raggiunti nell'incontro fra le due Amministrazioni regionali interessate, che speriamo possa avvenire al più presto.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare il Consigliere interrogante, Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Ringrazio l'Assessore per la risposta, esauriente e sostanzialmente soddisfacente, ed accompagnata dall'assicurazione dell'Assessore di voler seguire sempre, molto attentamente, questo problema.
Il tono e il contenuto della risposta fanno un po' sorvolare sulla metodologia seguita. Questo stesso argomento era proposto in una interrogazione del collega Robaldo, oltre che nella mia interrogazione del 14 aprile. La Giunta ha risposto oggi. Però, nel mese di maggio è stata data ampiamente alla stampa - ed io ho qui i ritagli dei giornali che ne hanno parlato - notizia di tutte queste iniziative, prima ancora che si rispondesse all'interrogante. Penso si tratti di notizie diramate dall'Ufficio stampa ai vari giornali che le hanno pubblicate. E' evidente che questo, sotto un profilo metodologico, non è certo un sistema commendevole. Ma, ripeto, la sostanza della risposta data dall'Assessore e la sua assicurazione di seguire il problema mi induce a passar sopra queste considerazioni di metodo.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed agli inquinamenti

Probabilmente quelle notizie, provenienti dall'Ufficio stampa, sono state conseguenza della visita ufficiale che la Giunta ha effettuato sul posto: ne è scaturita una informazione di ordine generale. Men che mai si è voluta anticipare all'esterno del Consiglio una risposta dovuta ai Consiglieri.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione presentata dai Consiglieri Paganelli, Bianchi, Alberton Picco, Cerchio: "Criteri e termini entro i quali la Giunta regionale intende presentare un idoneo disegno di legge per adeguare il bilancio regionale alla sua effettiva e documentata consistenza"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Paganelli Bianchi, Alberton, Picco, Cerchio: "Criteri e termini entro i quali la Giunta regionale intende presentare un idoneo disegno di legge per adeguare il bilancio regionale alla sua effettiva e documentata consistenza". E' competente a rispondere l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio

Come esattamente si rileva nell'interrogazione dei Consiglieri democristiani, successivamente all'approvazione del bilancio si sono definiti per alcune voci di entrata i livelli che al momento in cui discutemmo in quest'aula non erano ancora noti nelle loro esatte dimensioni. Questo vale in particolare per il fondo previsto all'art. 8 della legge 281, che ha una consistenza, in base al provvedimento legislativo votato dal Parlamento e quindi legge dello Stato, consistenza quindi certa e quantificata, di 10 miliardi e 800 milioni inferiore allo stanziamento di bilancio. Quanto alle altre voci di entrata, in particolare quelle relative al fondo ex art. 9, e sue integrazioni, disposte con lo stesso provvedimento legislativo, non è ancora intervenuto il piano di riparto tra le Regioni. Si può perciò presumere che anche su queste voci vi possa essere una carenza di entrate, anche se lo stanziamento che abbiamo posto a bilancio di 7 miliardi e 800 milioni, corrispondente alle quote che la Regione ha speso per gli oneri derivanti dall'applicazione del contratto collettivo di lavoro ai dipendenti delle aziende di autolinee in concessione, dovrà essere valutato alla luce dello stanziamento complessivo che arriverà sul fondo ex art. 9, per il quale è vero che è prevista una quota aggiuntiva di 18 miliardi tra tutte le Regioni, cui però devono essere aggiunte altre due quote, una per il '75 e una per il '76, che vanno ad incrementare il fondo ex art. 9. Quindi, complessivamente, le risorse aggiuntive che vanno a gonfiare il fondo ex art. 9 per il '76 ammontano non a 18 ma complessivamente a 138 miliardi.
E' vero che di questi 138 miliardi non è stato ancora stabilito né il riparto tra le Regioni né quale quota possa essere destinata agli oneri di cui si parla, cioè al rimborso alle Regioni di quanto anticipato per i dipendenti delle autolinee. In ogni caso, però, il risultato complessivo di queste operazioni non sarà certamente nel senso di lasciarci un buco nel bilancio che sia pari a 7 miliardi e 800 milioni né pari al semplice riparto secondo i criteri del fondo ex art. 9 dei 18. Perché la tesi che hanno sostenuto le Regioni, e che finora però il Governo non aveva accolto era che i 18 miliardi non venissero distribuiti in base ai criteri dell'art. 9, cioè con gli stessi parametri (in questo caso a noi ne sarebbe toccata una quota minima), ma sulla base delle documentate spese sostenute in materia dalle Regioni, criterio evidentemente del tutto diverso, che comporta l'assegnazione di fondi in misura molto diversa.
Detto questo, vorrei aggiungere che in ogni caso, quindi, l'esigenza di fare una legge di variazione di bilancio c'è comunque, perché, anche in mancanza ancora della certezza su quello che può essere lo stanziamento che ci verrà per il fondo ex art. 9, in ogni caso il fondo ex art. 8 ci consegna una situazione diversa da quella contenuta nel bilancio.
La Giunta sta pertanto studiando di utilizzare questa necessità, di fare una legge di variazione, per verificare anche tutto l'insieme della consistenza della spesa e dell'entrata e presentare una legge di variazione che organicamente ci dia il quadro complessivo della situazione del bilancio. La stiamo predisponendo e dopo le ferie, cioè nell'autunno, il Consiglio sarà chiamato a discuterne.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

E' dunque pacifico, come d'altronde avevamo ampiamente dimostrato nel corso della discussione sul bilancio, che la Regione Piemonte ha un bilancio gonfiato, un bilancio che deve essere portato su corretti binari.
Noi pensavamo che questa variazione di bilancio dovesse avvenire prima della pausa estiva; altrimenti, la Giunta procede con un bilancio alquanto approssimato, certamente lontano da quella rigorosa e corretta politica amministrativa e soprattutto da quella politica di programmazione che vengono sbandierate in ogni occasione.
Quindi, la Regione Piemonte avrà un bilancio per il '76 esattamente adeguato alla sua consistenza solo verso la fine dell'esercizio, quando addirittura dovrebbe essere presentato il bilancio preventivo per il 1977.
Per questo rinvio, che la Giunta dichiara di fare, al mese di settembre ottobre per l'approvazione di questa legge di variazione di bilancio, noi ci dichiariamo insoddisfatti della risposta data dall'Assessore.



PRESIDENTE

Interrompo brevemente lo svolgimento delle interrogazioni per rivolgere un affettuoso saluto al Consigliere Oberto, che ritorna tra noi dopo una lunga assenza. Siamo lieti di rivederlo in buona salute e gli esprimiamo la nostra viva simpatia.



OBERTO Gianni

La ringrazio, Presidente, e con lei ringrazio tutti i colleghi. La gamba zoppica ancora, la lingua è tornata quale era un tempo, e di questo forse i presenti avrebbero motivo di rammaricarsi in quanto i miei interventi sono sempre stati abitualmente piuttosto prolissi. Ma prometto che cercherò di abituarmi ad una maggior concisione, così da rendermi simpatico anche sotto questo profilo.
Sono grato a tutti per l'affettuosa partecipazione alla pena che ho dovuto scontare, per la loro dimostrazione di sincera amicizia, che mi ha fatto estremamente piacere. Grazie, grazie, signor Presidente del Consiglio, anche per il suo diretto e personale interessamento, grazie signor Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Tanti auguri ancora.


Argomento: Comprensori

Interrogazione presentata dai Consiglieri Martini e Bianchi: "Tempi d'avvio delle procedure per l'elezione dei Consigli di Comprensorio"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Martini e Bianchi: "Tempi d'avvio delle procedure per l'elezione dei Consigli di Comprensorio". E' competente a rispondere l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Sono lieto di poter comunicare ai Consiglieri interroganti ed al Consiglio che nella seduta di ieri la Giunta ha approvato una proposta di regolamento per le prime elezioni dei Comitati comprensoriali, che sarà disponibile per il Consiglio nei prossimi giorni affinché si possa giungere ad una sua sollecita approvazione.
Abbiamo infatti pensato che per poter procedere all'avvio dei Comitati comprensoriali fosse opportuno un documento di questo tipo, cioè una sorta di regolamento elettorale che, sviluppando i contenuti della legge arrivasse però a specificare nel dettaglio tutte le operazioni di voto.
Non desidero soffermarmi sui contenuti, perché questo argomento sarà oggetto di esame da parte delle competenti Commissioni consiliari già nei giorni prossimi. La Giunta aveva l'intenzione, in effetti, di accelerare i tempi della procedura di attuazione dei Comprensori in modo da giungere prima dell'estate. Il fatto dello scioglimento anticipato delle Camere e dell'impegno del Paese in una campagna elettorale ci ha dissuasi dal mettere anche questa carne al fuoco portandoci a rinviare gli adempimenti elettorali dei Comprensori a dopo le ferie. Nella proposta che la Giunta ieri ha varato viene anche indicata una data per l'effettuazione delle elezioni: quella di domenica 31 ottobre. Data che evidentemente è indicativa: saranno poi tutte le forze del Consiglio a valutare se sia congrua ed opportuna. Dal punto di vista degli adempimenti tecnicamente possibili, in effetti, il periodo da cui si potrebbe cominciare nell'ipotesi che il regolamento sia approvato prima delle ferie, il momento da cui potrebbe scattare il giorno delle elezioni è la metà di ottobre.
Avremmo fissato come data quella del 31 per non accelerare oltre misura i tempi; valuteremo poi insieme se mantenere ferma tale data o stabilirne un'altra. Noi riteniamo comunque che sia bene avviarsi il più presto possibile alla elezione dei Comitati comprensoriali, anche in relazione alle scadenze che ci sono: la discussione del piano regionale di sviluppo la discussione del bilancio preventivo per il 1977 e così via.



PRESIDENTE

Chiede di parlare per gli interroganti il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

La presentazione dell'interrogazione è stata motivata, in effetti dalla considerazione che ci sono dei tempi tecnici che devono essere rispettati. Il problema doveva venire affrontato immediatamente se non si voleva rischiare di far procrastinare ulteriormente la data delle elezioni del Consiglio comprensoriale.
Diamo atto con soddisfazione alla Giunta che, oltre ad aver predisposto questa circolare d'attuazione della legge per quanto riguarda le modalità delle elezioni, ha ritenuto anche opportuno portarla a conoscenza della Commissione consiliare - penso l'VIII^, che dovrebbe essere la più competente in materia.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La I e l'VIII.



MARTINI Mario

Al tempo stesso, trattandosi di un avvenimento che ha notevole rilevanza all'esterno del Consiglio regionale, prendo anche atto con soddisfazione che non ci si sia irrigiditi su una data, ma la si sia subordinata a criteri di opportunità che potranno essere valutati dai Capigruppo, ritengo, in sede politica.


Argomento: Informazione

Interrogazione presentata dai Consiglieri Bianchi, Vietti, Martini Chiabrando, Paganelli: "Opportunità degli inserti su 'La Stampa' e sul 'Times'"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Bianchi, Vietti Martini, Chiabrando, Paganelli: "Opportunità degli inserti su 'La Stampa' e sul 'Times'". Risponde il Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, l'interrogazione tocca uno degli aspetti certamente più rilevanti della vita regionale, cioè quello dell'informazione.
Dall'interrogazione non sembra scaturire alcun elemento per negare la possibilità alla Giunta regionale o agli organi del Consiglio regionale di rendere l'informazione alla comunità, e non soltanto alla comunità piemontese, ma a tutti gli interessati, cittadini ed operatori, della vita democratica, sociale, economica della Regione Piemonte. Il dubbio verte, mi par di cogliere, su due elementi: sulla opportunità di ciò in relazione alla rigidezza del nostro bilancio e sulle modalità dell'informazione.
Quanto al primo elemento, siamo del parere che la spesa non possa aver inciso in modo rilevante: si è trattato di una spesa ben al di sotto dei dieci milioni, per un'operazione che ha portato la Regione Piemonte nei suoi vari aspetti a conoscenza non soltanto di quanti operano nel nostro Paese o all'interno della comunità ma anche di chi vive all'estero (mi riferisco specificamente all'inserto del "Times"). D'altronde, questa iniziativa, osservo ai Consiglieri interroganti e certamente lo ricordano quanti erano in Giunta in precedenza, fu proprio assunta dalla Giunta prima in carica e non trovo sotto questo aspetto delle critiche rispetto alle modalità ripetute per l'inserto che questa Giunta ha commissionato ai due giornali.
Veniamo all'aspetto più proprio che viene sollevato nell'interrogazione, quello in particolare delle modalità secondo le quali si è realizzata l'iniziativa. Si dice, in sostanza, che si sono adottate modalità dirette a finalità di parte. Obietto anche agli interroganti, che in precedenza con la loro deliberazione avevano trattato questo particolare aspetto, che l'inserto in un giornale non è commissionato nei vari aspetti descrittivi di una realtà, ma che il giornale si riserva la libertà di condurre l'operazione secondo criteri scelti dalla sua direzione. Sia per quanto riguarda il "Times", sia per quel che concerne "La Stampa", non vi è stata alcuna pressione rispetto a questo aspetto e la Direzione si è assunto l'impegno di far conoscere i vari aspetti della realtà piemontese unicamente sottoponendo a noi soltanto a titolo informativo la modalità di realizzazione, sulla quale da parte nostra non è stata sollevata alcuna eccezione, e quindi nella piena libertà di decisione redazionale.
Ricordo ancora che l'iniziativa ha avuto riscontro non soltanto nelle Giunte precedenti ma anche in altre Regioni: cito particolarmente l'Emilia e Romagna, la Lombardia, la Toscana, la Sicilia, che sono state oggetto d'inserti non soltanto su quotidiani locali ma anche su quotidiani che più trattano di questioni economiche, tipo "24 Ore".
Come si potrebbe operare, in definitiva, per ovviare anche al sospetto che noi vorremmo fosse cancellato, di una conduzione di parte per questo tipo d'informazione? Questa problematica rimane, ma io ritengo possa essere affrontata benissimo nella sede idonea delle forze politiche sottoponendola eventualmente ad una specie di commissione formata all'interno dei Capigruppo consiliari quando si dovesse ulteriormente realizzare una iniziativa del genere. Ciò garantirebbe tutte le forze politiche e anche l'aspetto metodologico, l'aspetto della sostanza stessa dell'informazione avrebbe una verifica preventiva, certo preferibile ad una verifica e critica successiva. Sarebbe così cancellato ogni sospetto al riguardo. In questo senso la Giunta si potrebbe impegnare.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare l'interrogante Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, lei ha citato dei precedenti ed io debbo farle osservare che questi non sono, come diciamo noi avvocati,"in termini", nel senso che l'informazione che la Giunta precedente diede su materia regionale aveva ad oggetto materia diversa: si trattava d'informare unitamente alle altre Regioni, l'opinione pubblica, nazionale ed internazionale, sull'attuazione dello stato regionale; era quindi una informazione di rilevanza generale ed obiettiva, data con spesa molto modesta, intorno ai due milioni, se non vado errato.
In ipotesi, anche eventuali errori precedenti non ci giustifichiamo tutti insieme, a perseverarvi. Ma ritengo che nel caso particolare non vi fossero analogie.
Siamo certo gli ultimi che contesteremmo agli organi regionali il diritto - dovere di dare informazioni tempestive, con oggetti seri, con materie di rilevanza per l'esercizio dei propri diritti da parte di tutti i cittadini, per l'utilizzazione della legislazione regionale e via dicendo per la conoscenza dell'attività amministrativa e politica.
Quanto alla spesa, credo che i 7-8 milioni per questa pubblicazione, se si va a vedere l'inserto, nel contesto economico in cui il Presidente della Giunta, la stessa Giunta si applicava a ricercare possibilità di tagli rigorosi negli stanziamenti, siano stati un po' eccessivi.
In ordine alle modalità, mi pare che la insoddisfazione dello stesso Presidente dia ragione della insoddisfazione degli interroganti. Sappiamo come vanno queste cose, ci rendiamo conto che i giornali si riservano a ragione tutta la libertà di fare gli inserti nei modo che ritengono migliore - tra l'altro - dal punto di vista tecnico, non c'è nulla di ridire: ottime l'impaginazione, le fotografie, bene scelti gli argomenti apprezzabili i contenuti, non mancano articoli pregevoli, anche la pagina fitta di notizie e di numeri telefonici ha la sua utilità, qualcuno l'avrà ritagliata e messa da parte per utilizzarla a preferenza dell'elenco telefonico in caso di necessità con guadagno di tempo. Il Presidente della Giunta ha concluso dicendo che in futuro si dovranno adottare metodi più obiettivi per fornire informazioni al pubblico: io mi associo alla sua insoddisfazione per quanto è avvenuto fino a questo momento.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Martini: "Ragioni per le quali la Regione non ha presenziato al Convegno promosso dal Parlamento Europeo"


PRESIDENTE

Rimane un'ultima interrogazione, del Consigliere Martini: "Ragioni per le quali la Regione non ha presenziato al Convegno promosso dal Parlamento Europeo". Risponde ancora il Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signor Consigliere, alla Giunta era pervenuto un invito programma per la partecipazione ad una riunione in Nizza indetta da Enti, istituzioni di carattere locale ed europeo per i giorni 3 e 4 giugno. Quando abbiamo esaminato a fondo il programma siamo giunti alla determinazione di non accogliere l'invito perché, già accusati di partecipare a tanti convegni o di promuoverne, ci siamo imposti di aderire solo a riunioni e manifestazioni cui riteniamo di poter dare un effettivo contributo, e che non rappresentino soltanto un momento formale d'incontro, magari, come spesso accade, di carattere turistico, ma contengano un motivo di reale informazione o di confronto fra le varie parti che operano all'interno dell'Europa.
Il programma della riunione di Nizza era così concepito: 3 giugno - ore 9,30, apertura, convegno di lavoro a Palazzo Massena ore 12, colazione al Ristorante Ciel Azur dell'Aeroporto di Nizza ore 14,45, partenza per le visite ore 19, ricevimento al Palazzo della Prefettura 4 giugno - ore 9,30, riunione di lavoro ore 11,30, conferenza stampa; colazione al Ristorante L'Esquinade; partenza visita zona italiana ricevimento, la sera, all'Hotel Negresco.
Si concludeva: "Pregasi dare ulteriore comunicazione alla signora Pampaloni, sindaco di Nizza".
Tutto sommato, l'argomento poteva anche essere di eccezionale importanza ma non abbiamo ritenuto che per due giorni, con quattro ore, in definitiva di discussione sui temi che, tutto sommato, non abbiamo conosciuto che attraverso questo fonogramma, ci fosse possibile dare un serio contributo a questa riunione, e pertanto abbiamo preferito non parteciparvi.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

La risposta del Presidente della Giunta mi lascia insoddisfatto sia per il contenuto sia per il tono propedeutico. E' opportuno essere cauti e non eccedere nel dare lezioni, perché si rischia anche, così facendo, di doverne subire qualcuna, come è capitato recentemente.
Mi limito a leggere alcuni degli argomenti trattati nella riunione di Nizza: adduzione dell'acqua del Roja linea Nizza-Cuneo Parco nazionale del Mercantour, situato a cavallo della frontiera completamento dell'Autostrada dei fiori e dell'Autostrada n. 8 completamento del tronco stradale Isola-Colle della Lombarda Parco internazionale di attività di Valbonne Sofia Antilopis, (una notevole innovazione, a livello concorrenziale, portata nell'area di Nizza, di industrie non inquinanti, di avanguardia, che ritengo che la programmazione regionale dovrebbe quanto meno tener presente, perché destinata ad avere notevoli ripercussioni anche sul Piemonte) lavori di ampliamento dell'aeroporto internazionale Nizza Costa Azzurra problema dei collegamenti con le città della Riviera italiana lotta contro l'inquinamento marino porto commerciale di Nizza trasporto marittimo merci dall'aeroporto internazionale e dal nuovo porto di Nizza all'Italia galleria del Mercantour complementarietà industriale e sviluppo delle zone di frontiera dell'Haut Pays Alpes Azur Associazione per la promozione della cooperazione della regione trans frontaliera.
Il contenuto di questa Conferenza, tenuta a Nizza nei primi giorni di giugno, fra l'altro indetta dalla Commissione per la politica regionale del Parlamento Europeo, e non dagli Enti locali, mi pare abbia una sua validità e non possa essere snobbato. D'altro canto, io ritengo che non è sempre indispensabile che sia presente alle varie manifestazioni il Presidente della Giunta o un membro della Giunta: la Regione potrebbe anche essere rappresentata da uno dei 60 Consiglieri che sono in questo consesso. Anche per non dare la sensazione che certi problemi di cooperazione europea vengono trattati a livello globale ma non vengono poi affrontati concretamente. Ci sono dei problemi che richiedono un interesse e una collaborazione più immediata per dar senso a certi discorsi di collaborazione europea a livello universale.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interrogazione urgente presentata dal Consigliere Carazzoni in data odierna sulla posizione dell'Assessore Astengo in seguito a una condanna dello stesso in sede di appello


PRESIDENTE

Abbiamo così esaurito le interrogazioni. Ne rimane una del Consigliere Cerchio, ma l'interrogante è giustificatamente assente in quanto in congedo.
Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. A che proposito?



CARAZZONI Nino

Ho presentato stamani una interrogazione con carattere di urgenza, che stante la sua delicatezza, ritengo possa e debba avere risposta già in questa seduta. Vorrei sapere se il Presidente della Giunta è in grado di rispondere ed è disposto a farlo.



PRESIDENTE

L'ho ricevuta da lei e la consegno solo adesso al Presidente della Giunta. Mi pare che la procedura che lei sollecita sia un po' singolare: le interrogazioni vanno di norma lette in Consiglio e la risposta viene data dopo un certo tempo. Inoltre, non vedo qui l'Assessore fatto oggetto dell'interrogazione.



CARAZZONI Nino

Di questo sono il primo a dolermi, e colgo l'occasione per far presente che qualora avessi avuto modo d'incontrarlo avrei sottoposto preventivamente il documento all'interessato.



PRESIDENTE

Suggerisco di leggere l'interrogazione al termine della seduta, come di consueto; la Giunta eventualmente s'impegna a dare risposta alla prossima seduta, presente l'Assessore interessato. Questo per correttezza nei confronti dell'Assemblea.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Se il Consigliere Carazzoni insiste per avere la risposta subito, non ho nulla in contrario, per mia parte, ad accontentarlo.



CARAZZONI Nino

Ritengo che il problema sia di una certa delicatezza. Mi rendo conto che la procedura può essere inusitata. Mi dolgo soprattutto dell'assenza dell'Assessore interessato. Credo però che l'opinione pubblica abbia il diritto di sapere se ci troviamo in Consiglio regionale con un Assessore in carica o con un Assessore decaduto.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signor Consigliere, nella udienza di martedì scorso al Tribunale penale di Venezia si è discussa la causa in appello contro un gruppo di dieci docenti dell'Istituto di Urbanistica di Venezia, imputati di omissione di atti d'ufficio per avere in una seduta rinviato la conclusione di una tesi di laurea di uno studente greco in Italia.
I motivi sono già stati chiariti, mi pare, anche dalla stampa, e vanno ricercati in una valutazione che era stata data dalla Commissione in un particolare momento della vita del Paese cui appartiene lo studente presentatosi per la discussione della sua laurea.
Il Pretore di Venezia ritenne colpevoli di omissione di atto d'ufficio i dieci docenti. In Appello il Tribunale di Venezia ha confermato la sentenza, di condanna a 60 mila lire di multa. E' stato proposto ricorso per Cassazione. Siamo ora in attesa della decisione della Corte suprema di Cassazione.



CARAZZONI Nino

Ringrazio il Presidente della comunicazione. Non mi resta che prendere atto che avverso una sentenza di secondo grado, cioè in sede di Appello, è già stato interposto ricorso in Cassazione, il che ovviamente sospende, dal punto di vista giuridico, gli effetti della sentenza stessa. Restano i risvolti morali della questione, che portano a considerare tuttora in carica un Assessore che al momento è dichiarato decaduto dai pubblici uffici. Sui risvolti morali non ritengo dovermi pronunciare in questa sede ma penso che il giudizio sia chiaro a tutti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerchio e Menozzi. Il Consigliere Menozzi mi ha fatto pervenire una lettera con la quale mi comunica che purtroppo le sue condizioni di salute non gli consentono ancora di riprendere il lavoro in seno all'Assemblea, ma spera che ci possa avvenire alla ripresa dell'attività consiliare dopo la pausa estiva nella sessione autunnale. Anche a nome dell'Assemblea gli rivolgo i più cordiali auguri di ristabilimento.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alle seguenti leggi: alla legge regionale 25/5/1976: Istituzione dell'azienda regionale per la gestione della Tenuta 'La Mandria' alla legge regionale 31/5/1976: Compensi ai componenti di Commissioni Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale alla legge regionale 7/6/1976: Rifinanziamento e integrazione della L.R.
19/11/1975 n. 54 'Interventi regionali in materia di sistemazione di bacini montani, opere idraulico-forestali, opere idrauliche di competenza regionale' alla legge regionale 7/6/1976: Rifinanziamento della L.R. 4/6/1975 n. 46 'Interventi a favore di Consorzi fra Enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi' alla legge regionale 7/6/1976: Norme provvisorie di salvaguardia all'istituzione di nuovi istituti privati di diagnosi e cura alla legge regionale 7/6/1976: Modificazione della L.R. 30/3/1974 n. 9 'Contributi nelle spese di funzionamento delle Comunità montane' alla legge regionale 7/6/1976: Delega al Comune di Tortona della gestione della Comunità protetta per i profughi.


Argomento:

c) Mancata apposizione visto del Commissario del Governo


PRESIDENTE

Purtroppo il Commissario del Governo non ha apposto il visto alle seguenti leggi regionali: alla legge regionale 25/5/1976: Interventi regionali per favorire l'esercizio del diritto allo studio alla legge regionale 31/5/1976: Riconoscimento del titolo di studio al personale inquadrato nei ruoli regionali ai sensi della legge 12/8/1974 n.
22 e 5/12/1975 n. 60 alla legge regionale 31/5/1976: Istituzione dei servizi di mensa per il personale regionale alla legge regionale 31/5/1976: Trattamento economico di missione per il personale dell'Amministrazione regionale.
La mancata apposizione del visto a leggi che riguardano il personale crea notevoli problemi, che il Consiglio dovrà affrontare al più presto ad evitare una effettiva paralisi anche del funzionamento degli uffici. Mi riferisco soprattutto all'ultima legge che ho citato: diventa sempre più difficile mandare un qualunque funzionario in missione per l'Italia perch è evidente che con 6-7 mila lire è piuttosto complicato fare almeno due pasti e dormire in qualunque albergo del nostro Paese.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati numerosi progetti di legge. Me ne compiaccio perché ciò significa che il periodo di sospensione dall'attività del Consiglio regionale non ha costituito una pausa nella capacità di elaborazione e di iniziativa politica dei Gruppi e dei singoli Consiglieri.
Sono stati presentati: il disegno di legge n. 101: "Delimitazione della zona montana omogenea Alta Valle dell'Elvo: inserimento del Comune di Magnano", presentato dalla Giunta regionale in data 4/6/1976 la proposta di legge n. 102: "Modificazione delle delimitazioni stabilite con legge regionale 11/8/1973 n. 17" presentata dai Comuni di Verzuolo Paesana, Costigliole Saluzzo, Pagno, Busca, Brondello in data 1° aprile '76 il disegno di legge n. 103: "Determinazione per l'anno 1976 della spesa per la concessione dei contributi previsti dall'art. 2 della legge regionale 4/6/1975 n. 42 concernente: 'Provvedimenti per la promozione dello sport in Piemonte'", presentato dalla Giunta regionale in data 16/6/1976 il disegno di legge n. 104: "Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali", presentato dalla Giunta regionale in data 8/6/1976 la proposta di legge n. 105: "Norme per la disciplina della raccolta dei funghi", presentata dai Comuni di Cumiana, Cantalupa, Roletto, San Pietro Val Lemina, Prarostino, in data 31/5/1976, dichiarato ricevibile ed ammissibile dall'Ufficio di Presidenza il disegno di legge n. 106: "Rifinanziamento della legge regionale 8/9/1975 n. 51 con modifiche e integrazioni", presentato dalla Giunta regionale in data 1/7/1976; --- il disegno di legge n. 107: "Modificazione ed integrazioni alla legge regionale 13/8/1973 n. 21 recante: 'Norme per l'esercizio della caccia nella regione Piemonte'", presentato dalla Giunta regionale in data 1/7/1976 il disegno di legge n. 108: "Interventi regionali per favorire l'esercizio del diritto allo studio", presentato dalla Giunta regionale in data 5/7/1976.
Tutti i progetti di legge presentati sono già stati assegnati alle Commissioni competenti per l'esame, siamo quindi già in fase di lavoro in Commissione.


Argomento:

e) Saluto ai parlamentari piemontesi


PRESIDENTE

Desidero fare una ulteriore comunicazione al Consiglio. All'inizio di questa seduta, la prima che si svolge successivamente alle elezioni politiche, rivolgo, certo d'interpretare anche il pensiero di tutti i colleghi Consiglieri, il più caloroso saluto ai Parlamentari piemontesi eletti per la settima legislatura della Repubblica italiana. Un particolare saluto desidero indirizzare ai nuovi Parlamentari che ci sono stati colleghi nei lavori al Consiglio regionale, che hanno visto quasi tutti esauditi dal corpo elettorale gli auguri loro rivolti per l'elezione dopo la candidatura. Siamo certi che i Parlamentari piemontesi sapranno degnamente rappresentare la nostra Regione nelle massime Assemblee legislative e portare in esse un contributo pari all'aspirazione, alla capacità e alla volontà di progresso della popolazione piemontese.
I colleghi converranno che la questione di maggiore urgenza di fronte al nuovo Parlamento è quella di dar vita sollecitamente ad un nuovo Governo. Nella seduta dell'Ufficio di Presidenza di ieri, su proposta dei Consigliere Segretario Petrini, è stata esaminata l'opportunità di avviare fin dall'inizio della legislatura, un rapporto non occasionale della nostra Assemblea con i Parlamentari, e direi, più in generale, con i due rami del Parlamento. Se è vero che questa legislatura dovrà portare qualcosa di nuovo, dovrà portare anche ad un perfezionamento, un miglioramento dei rapporti fra l'Assemblea regionale e i due rami del Parlamento, come d'altra parte avevamo avuto occasione di far presente al Presidente della Camera e al Presidente del Senato nell'incontro che le Regioni avevano tenuto all'inizio dell'anno.
E' nostra opinione che sarebbe opportuno promuovere al più presto un incontro della Presidenza del Consiglio, della Giunta, forse dell'Associazione degli Enti locali piemontesi, per vedere cosa il sistema delle autonomie ritiene di suggerire al Governo che deve nascere e al Parlamento appena insediato, ed anche per fissare una prassi, empirica fin che si vuole, di collegamento fra l'attività della nostra Assemblea e quella delle Assemblee parlamentari.
Mi riservo di sottoporre ai Capigruppo la possibile data di tale incontro, che si potrebbe però indire in ogni momento, infatti la fase di consultazione per la formazione del Governo dovrebbe rendere possibile e garantire il successo dell'iniziativa: credo che nelle prossime settimane i deputati ed i senatori saranno, tutto sommato, prevalentemente in Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale sullo stato delle vertenze occupazionali


PRESIDENTE

Il punto quarto dell'o.d.g. reca: "Comunicazioni della Giunta regionale sullo stato delle vertenze occupazionali".
Farà anzitutto una comunicazione il Presidente della Giunta regionale.
Seguirà l'Assessore Alasia con un aggiornamento sulla situazione delle vertenze occupazionali.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, comunico che il 15 e 16 luglio una delegazione composta da Assessori e funzionari dei vari Assessorati e Dipartimenti si recherà a Bruxelles per un incontro con i vari organi ed uffici delle Comunità. Il calendario sta per essere messo a punto: nei giorni che seguiranno sarò in grado di fornire più dettagliate informazioni.
Il viaggio e l'incontro, con il rappresentante del Governo italiano prima, e con i vari organi e commissari delle Comunità, ha lo scopo di verificare l'attuale situazione dei rapporti con le Regioni, la possibilità d'interventi finanziari a sostegno della nostra economia, e, in definitiva di allacciare una serie di costanti rapporti che vedano presente la Regione Piemonte all'interno della Comunità stessa. Ci proponiamo di dare, al termine del viaggio, una dettagliata relazione al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola o di chiarimenti su questa comunicazione? Chiede di parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Si può conoscere, in linea di massima, la composizione di questa Commissione che si recherà a Bruxelles?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Sarà composta dal Presidente, dal Vicepresidente e dai rami più interessati al rapporto: Agricoltura, Istruzione, Assistenza.



OBERTO Gianni

Questo a livello esecutivo o anche con partecipazione del Consiglio?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vi sono, a fianco dei componenti della Giunta, alcuni funzionari in rappresentanza dei vari Dipartimenti e Assessorati, i quali avranno il compito più specifico poi di prendere conoscenza di questa realtà e di approfondirla per vedere la presenza della Regione Piemonte in ogni momento della vita della Comunità.



OBERTO Gianni

E' prevedibile anche una partecipazione di rappresentanti del Consiglio?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nel momento in cui il Consiglio ha organizzato il suo incontro evidentemente già ha fatto questo all'interno del Consiglio stesso, perch ha operato non soltanto a livello parlamentare ma anche a livello più proprio esecutivo. Però possiamo anche esaminare nella sede più propria dei Capigruppo l'opportunità di una tale previsione. La Giunta non ha nulla in contrario ad aprirsi su questa tematica.



PRESIDENTE

La giornata di oggi mi pare veda ripetutamente coinvolta, sia nelle interrogazioni che nelle comunicazioni che nei punti all'o.d.g., la problematica europea, e di questo mi compiaccio. Avrete visto che c'è all'o.d.g., al punto nono aggiuntivo, l'istituzione della Consulta. Forse in quella sede potremo brevemente scambiarci le idee anche su questi sistemi di iniziative e di rapporti che mi paiono estremamente importanti.
Rimandando quindi un approfondimento dei temi di questo argomento al punto all'o.d.g., possiamo, passare, penso, alla comunicazione d'informazioni sullo stato occupazionale, che l'Assessore Alasia è pronto a fare. La parola all'Assessore.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, mi limiterò ovviamente a riferire sugli ulteriori sviluppi, dando per presenti alla memoria le informazioni che già avevo fornito al Consiglio nell'ultima e nella penultima seduta.
Si è definitivamente e positivamente conclusa, con l'intervento attivo della Regione, essendo stato stipulato l'accordo in sede regionale, la vertenza della ex GTA. Si è costituita la nuova società, con la ragione sociale Sir George, che avevo preannunciato nella seduta del 31 maggio.
Questa società "garantisce gli attuali livelli di occupazione - leggo testualmente nel documento sul quale si è raggiunto l'accordo -, ribadisce il suo fermo intendimento di aumentare ulteriormente l'occupazione.
L'Azienda manterrà la continuità del rapporto di lavoro, garantendo di conseguenza l'indennità di anzianità già maturata nella vecchia società mantenendo anche il salario, categorie e tutto quanto previsto dagli accordi aziendali esistenti".
In questi giorni abbiamo avuto un incontro con i dirigenti del Maglificio di Borgomanero e con l'Amministrazione locale. La situazione qui, desidero ricordarlo, è molto delicata. Lo scorso anno l'Azienda aveva avuto forti difficoltà di mercato. Ci risulta che è ora in fase di netta ripresa, grazie anche alla qualità della sua produzione. Permangono per grossi problemi gestionali che appesantiscono la situazione aziendale e potrebbero avere conseguenze sull'occupazione, anche vicine nel tempo, e desidero rimarcarlo, conseguenze sull'occupazione dei dipendenti, che sono in stragrande maggioranza, maestranza femminile. In considerazione di tutto questo, cioè considerando la qualità della produzione, che ha sbocchi anche sul mercato estero, oltre che in Italia, la particolarità dell'occupazione cioè occupazione femminile, e la particolarità della zona, avuta la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, noi ci stiamo adoperando nelle sedi ministeriali perché siano concessi i finanziamenti necessari.
Con l'intervento della Regione e del Comune di Collegno si cerca una soluzione, che io mi auguro e spero sia vicina, per la Legatoria Sardone di Collegno, che solo alcuni giorni fa pareva irrimediabilmente compromessa con la procedura fallimentare in corso. Noi ci siamo tenuti in contatto con il curatore e con il Tribunale e stiamo esaminando con i Sindacati e con i proprietari sia una soluzione con un gruppo di legatorie che si consorzierebbero (dovremmo avere una risposta domani), sia una ipotesi di tipo cooperativistico.
Non sono purtroppo in grado, signori Consiglieri, di fornire nuovi elementi che lascino intravedere una soluzione per l'Adamas di Castellamonte, che, come ricorderete, era stata sollecitata in questo Consiglio anche dall'allora Consigliere Gandolfi. E' un'azienda tuttora occupata dalle maestranze ed abbandonata dal proprietario. La situazione è grave e delicata. Si tratta di una azienda che peraltro ha una produzione di alta qualità: metalli duri per utensileria. In queste settimane pare che anche gruppi esteri abbiano preso contatti manifestando interesse alla vicenda di questo stabilimento.
Noi, come Regione, abbiamo allacciato rapporti in varie direzioni per salvare questa attività qualificata, puntando ad una operazione di rilevamento, perseguendo sia l'ipotesi di un rilevamento pubblico, come dirò poi, stante il fatto che l'Adamas fornisce anche aziende pubbliche sia l'ipotesi di un rilevamento privato. L'Unione Industriale di Ivrea, con la quale abbiamo discusso, non ha lasciato intravedere, per ora, alcun particolare interesse. La Cogne, con la quale ci siamo posti in contatto si è pure dimostrata scettica, ma non ha escluso di poter considerare il problema se sarà a ciò sollecitata dalla Direzione centrale delle Partecipazioni statali. Noi abbiamo, come Regione, già mosso passi in tutte queste direzioni, senza ottenere peraltro fino ad oggi un riscontro.
Vogliamo sperare che i silenzi di Roma siano dovuti alla circostanza elettorale e post-elettorale. Naturalmente stiamo ritornando alla carica: ieri io ho scritto al Ministro alle Partecipazioni statali per porre il problema, affinché l'Adamas, che ha finora effettuato forniture ad importanti aziende del settore pubblico, oltre che ad importanti aziende private, non debba scomparire. Valutazioni fatte indicano che basterebbe il 20,o forse persino meno per cento di quel che la Fin-Meccanica consuma di metallo duro per assicurare la vita a questa azienda, ed a noi pare meglio garantire la vita ad una azienda italiana che essere tributari all'estero come capita oggi per il metallo duro.
Si è conclusa positivamente la vertenza per l'occupazione dei lavoratori della ex Eaton di Casale, ora assorbiti dalla LRP. Noi ci siamo adoperati per questa conclusione. Dal momento che è prevista nell'accordo sindacale, stipulato in sede di Comune con la Regione, i Sindacati, il proprietario, una ulteriore espansione produttiva, per la quale l'Azienda si è impegnata, con ulteriore ampliamento dell'occupazione, secondo un accordo di massima che è stato sottoscritto in Comune, la Regione sosterrà la richiesta di finanziamenti ed anche la richiesta d'iniziative locali che si renderà necessario prendere in materia di formazione professionale conseguente a questa operazione.
Per la Singer, per la quale ci sarà un'assemblea aperta con i Parlamentari piemontesi lunedì, cui sono invitati, anzi caldamente pregati di partecipare, i vari Gruppi consiliari, dopo l'incontro che abbiamo avuto con il Ministro Donat-Cattin, sul quale ho riferito, se non ricordo male nella seduta del 7 giugno, è arrivato il pagamento di un'altra quota della Cassa integrazione. E' un fatto modestamente positivo. Devo dire, però, che restano inalterati tutti gli altri problemi.
Per queste ragioni, in data 28 giugno abbiamo inviato al Ministro dell'Industria una motivata nota riassumente i termini della situazione Singer, per porre, in sostanza, il problema centrale, che mi ero permesso di richiamare nella precedente seduta. I signori Consiglieri sanno che questa vertenza dura dal settembre '75; ne abbiamo parlato altre volte.
Nella seduta del 7 giugno io ho ricordato qui l'opinione, e anche l'impegno, posso dirlo, del Ministro Donat-Cattin, da noi condivisa, di dover arrivare ad una conclusione per la Singer almeno di una prima rilevante parte di questo complesso entro luglio. Debbo però aggiungere che allo stato attuale dei fatti e delle cose siamo sempre e solo a congetture.
Noi abbiamo chiesto pertanto al Ministro che le varie ipotesi che si formulano - Magic Chef, Anie e altre - vengano verificate subito, dal momento che si parla di questo impegno che dovrebbe decollare prima delle ferie, nella loro concretezza, nei loro contenuti, affinché si possa entro luglio, secondo la formulazione del Ministro, "porre fine ad uno stadio assistenziale quale quello dell'IPO", uno stadio, come ben sappiamo passivo per tutti, e dare con agosto-settembre uno sbocco all'assetto proprietario ed una certezza produttiva, quindi, ai lavoratori della Singer e alla nostra economia. Ricordo che lunedì mattina ci sarà all'interno della Singer questo incontro con i parlamentari cui sono invitati ovviamente, anche i signori Consiglieri.
Abbiamo preso contatto con la situazione della Bemberg di Gozzano, dove la direzione ha preannunciato per l'autunno l'intenzione di chiudere l'attività del settore cupro-matassa. Anche qui desidero ricordare che tale eventualità sarebbe di notevole gravità, per gli immancabili riflessi occupazionali in una zona già economicamente dissestata, su una maestranza che è nella quasi totalità composta da elementi femminili. Noi abbiamo messo le mani avanti per tempo, perché ci siamo mossi in queste settimane pur se il provvedimento viene annunciato per l'autunno. Abbiamo fatto questo non solo per la gravità del licenziamento eventuale di varie centinaia di donne nella zona dell'Orta ma anche per la complessità della situazione e per il fatto che il tipo di produzione - parlo del cupro matassa - comporta delicati problemi ecologici, causa inquinamento.
Noi, signori, non vogliamo qui difendere staticamente il cupro-matassa difendiamo e continueremo a difendere rigidamente l'occupazione. L'Ufficio Studi del mio Assessorato sta mettendo a punto anche una valutazione tecnico-produttiva industriale, in modo da avanzare una proposta di riassetto produttivo. Ma io desidero dire, a questo punto, che si tratta di un problema che non compete solo alla Regione risolvere, bensì anche alla proprietà dell'Azienda, ai Sindacati. Noi avanzeremo questa proposta, per deve essere chiaro che ogni eventuale soluzione alternativa non può aver luogo che all'interno della Bemberg e con la Bemberg stessa, che è l'azienda più rilevante nella zona.
Signori Consiglieri, come sempre, a questa informazione della Giunta noi diamo il carattere che ricordavo prima, di aggiornamento sulle principali vertenze occupazionali in atto. Sono moltissime. Voi capite che io non posso fare tutta la cronistoria di ogni caso in questa sede. Ripeto quanto già detto l'altra volta: presso l'Assessorato c'è lo schedario di tutte le situazioni occupazionali che stiamo seguendo, credo diligentemente.
Io debbo, quindi, limitarmi a questo succinto quadro. Tuttavia, la Giunta deve sottolineare alcune cose, a questo punto. Deve far rimarcare che se il quadro dello sviluppo delle vertenze sindacali occupazionali ora in atto, ripeto, è seguito da noi attentamente, e presenta punti certamente delicati, come quelli che ho ricordato ed altri, anche gravi, ma non ha la estensione quantitativa che si presentava alcuni mesi fa, vi è la fondata preoccupazione che l'autunno, o il tardo autunno - la previsione non è, del resto, soltanto nostra - prepari per la nostra economia, e quindi per l'occupazione, situazioni ben più gravi e ben più serie.
Come certamente saprete, oggi si parla, prudentemente, di ripresa ripresa drogata, effimera, collegata soprattutto a vicende internazionali provocate soprattutto dai margini di competitività sul mercato internazionale ed anche alla perdita di valore della lira. Si fa riferimento a quelle che vengono chiamate le componenti esogene, cioè le spinte più robuste che poi arriverebbero dall'estero. E' vero anche signori Consiglieri, che, come è stato rilevato dalla stampa - mi riferisco alla stampa in generale ed al giornale "La Stampa" in particolare -, il Piemonte, che nei mesi scorsi aveva toccato i punti più gravi e più acuti per la Cassa integrazione e l'occupazione, presenta in questi mesi indici di ripresa più marcati di quelli medi nazionali: l'indice del ricorso alla Cassa integrazione in Piemonte, facendo riferimento a 100 nel '75 (e sapete quanto peso la Cassa integrazione nel '75), dopo aver raggiunto l'indice 103 nel febbraio, è sceso in marzo a 92,6, a 61,7 in aprile, a 52,9 in maggio. Credo che in termini di ore siamo passati dal febbraio al maggio da 4 milioni 700 mila ore di cassa ordinaria e 2 milioni e mezzo o poco più.
Il quadro occupazionale continua però a rimanere grave e preoccupante.
La disoccupazione e inoccupazione giovanile, intellettuale e femminile continua a rimanere un dato strutturale di questa situazione; anzi, come ho ricordato prima, tende ad accentuarsi. L'incidenza della disoccupazione giovanile rispetto alla disoccupazione totale registra nella nostra area un'ulteriore accentuazione: siamo passati dal 30,6 dei mesi scorsi al 30,9%. La disoccupazione femminile e passata dal 52,9 al 53,8.
Ma non è con questa comunicazione, signori Consiglieri, che noi vogliamo far qui l'analisi della situazione economica occupazionale.
Vogliamo però dire una cosa: vogliamo assicurare al Consiglio che nel dare a queste informazioni un carattere dettagliato e analitico sulle vertenze occupazionali, che, ripeto, seguiamo con meticolosità, vogliamo assicurarci che le singole vicende, i singoli alberi non ci nascondano la foresta, e che siamo quindi attenti ai fenomeni più generali per non correre il rischio - ne parlavo, per esempio, l'altro giorno con Alberton per la questione del controllo numerico della Olivetti - di trovarci solo a rimorchio delle varie vicende occupazionali che si aprono.
Drogata o effimera, a seconda di come la si vuol definire, che sia la ripresa, resta il fatto che ci pare permangano tutti quei problemi, quei nodi che ci hanno fatto giudicare allora, tra la fine del '75 e l'inizio del '76, la crisi non come un fatto congiunturale, anche se motivi congiunturali l'hanno aggravata, ma come un fatto strutturale. Perché, se l'indice della produzione ha segnato una ripresa, resta il fatto che disoccupazione, inoccupazione giovanile e femminile, inflazione, deficit della bilancia commerciale e particolarmente deficit alimentare raggiungono livelli assai gravi. Come hanno rilevato ancora in questi giorni eminenti economisti sui nostri quotidiani e periodici, proprio rifacendosi a quei dati strutturali che ho sottolineato poco fa, il dato più grave della situazione consiste nel lasciare le cose così come si presentano, nel continuare a non governare l'economia.
Ho svolto queste rapide considerazioni - e mi scuso della sommarietà del giudizio - per dire, signori Consiglieri, che noi abbiamo alla nostra attenzione altre situazioni, sulle quali non mi sono soffermato in questa informazione, particolarmente gravi o suscettibili di diventarlo, come ad esempio quella del progetto di trasferire la sezione del controllo numerico della Olivetti da San Bernardo di Ivrea a Marcianise, nel Casertano. E' una questione molto delicata. Noi abbiamo avuto un primo studio da parte della Società, che teniamo a disposizione dei Consiglieri che vorranno prenderne conoscenza, perché vogliamo stabilire su questo non un impegno solo della Giunta ma un impegno di tutto il Consiglio - personalmente ne ho già consegnato copia al Consigliere Alberton, che si è fatto premura d'interessarsi di questi problemi: sarebbe utile ed opportuno che lo stesso avvenisse da parte degli altri Gruppi. La situazione, ripeto, è delicata, e l'abbiamo esaminata in un incontro con l'Azienda e con i Sindacati. Abbiamo già espresso, come avrete appreso dai quotidiani, pubblicamente la nostra preoccupazione e chiesto che venga vagliata più attentamente l'operazione soprattutto per garanzie occupazionali e per progetti concreti per l'elettronica.
Debbo dire, a questo proposito, dal momento che si tratta di trasferimento a Marcianise, nel Casertano, che noi, come Regione - e credo anche la Confederazione dei Sindacati nel suo insieme -, abbiamo sempre assunto e assumeremo sempre una posizione non "regionalistica" ma d'incoraggiamento allo sviluppo delle iniziative al Sud. Ma qui la questione va vista globalmente, non solo in relazione a determinati benefici di ordine finanziario o fiscale che l'Azienda avrebbe, ma tenuto conto anche della difesa qualitativa di quella occupazione del controllo numerico, dell'alta specializzazione di questi lavoratori. Nella sezione di San Bernardo c'è una maestranza assai qualificata, non facilmente n rapidamente (la Olivetti è venuta a parlarci di corsi di aggiornamento da tenere a Marcianise) sostituibile. Occorre quindi garantire a San Bernardo l'utilizzo e l'impiego adeguato di quelle qualità produttive ed elaborare un programma che non sia di graduale abbandono del controllo numerico. Per questo parliamo di garanzie occupazionali, quantitative, reali, e qualitative, con quel tipo di qualità di mano d'opera, e di progetto per l'elettronica. Ritorneremo comunque, penso, più compiutamente su questa questione, che è all'esame proprio in questi giorni, ma ho voluto informare il Consiglio fin d'ora.
E' altresì preoccupante la situazione alla Fiat di Cameri, la cui Direzione ha annunciato di voler porre a Cassa integrazione per venticinque giorni, entro l'anno, 1200 lavoratori che attualmente costruiscono autobus.
I signori Consiglieri sanno, perché la questione è stata qui trattata sia in questa che nella passata legislatura, quante parole siano state spese a proposito del trasporto pubblico e del cosiddetto "piano autobus". Mi pare che poi il Ministro - se non vado errato Andreotti - ad un certo momento abbia detto che questo era un altro sogno da tenere nel cassetto. Ebbene Grottaminarda, nel Sud, dovrebbe decollare nel 1978, quindi siamo ancora distanti; ma già vi sono stati tentativi, per Grottaminarda, di ridimensionamento dei progetti a suo tempo concordati con i Sindacati.
Credo, signori Consiglieri, per essere estremamente conciso, che la decisione presa da questa Giunta e da questo Consiglio a suo tempo per i 400 autobus sia una attestazione concreta di come intende operare il Piemonte, e costituisca un primo contributo. Ma va detto chiaramente che nessun intervento regionale potrà supplire alla carenza di un coordinamento nazionale, di una visione, di un disegno di insieme, che a questo proposito non c'é ora e che noi rivendichiamo, anche in questo momento in cui si andrà ad un dibattito programmatico per la formazione del Governo.
In questi giorni l'Assessore Simonelli ed io abbiamo avuto incontri con tutti i movimenti giovanili, per rimettere a punto, dopo la sospensione concordata con tutti per la campagna elettorale, le iniziative sui problemi dell'occupazione giovanile; considerando anche i fatti nuovi, cioè la recente piattaforma rivendicativa della Federazione CGIL, CISL, UIL su punti, badate bene, e su campi di applicazione e con proposte che non sto ad elencare qui per brevità ma che hanno attinenza diretta con i compiti d'intervento della Regione e che dovranno quindi trovare una correlazione fra questo problema e il piano complessivo di sviluppo che ci apprestiamo a varare.
Sono stato autorizzato a dire che tutti i movimenti giovanili che erano presenti (dell'arco democratico) hanno unanimemente auspicato, a prescindere dalle questioni di contenuto, su cui il giudizio è sempre aperto, che il prossimo dibattito programmatico, che dovrebbe aver luogo in sede nazionale, per la formazione del Governo assuma questo problema. Ho trovato alcuni accenni di questa questione, e non a caso, credo, non per atto formale, nel discorso d'insediamento del Presidente della Camera, e così pure in interviste di Donat-Cattin poco prima delle elezioni. Abbiamo però bisogno che a questo punto si esca dalla fumosità dei progetti o delle opinioni nobilissime ma personali per passare ad una formulazione d'intervento politico vero e proprio.
Noi facciamo nostra questa istanza dei movimenti giovanili, e in occasione del dibattito parlamentare assumeremo una iniziativa adeguata.
Ho voluto, signori Consiglieri, nell'ultima parte di questa comunicazione informarli e assicurarli, sia pure in termini stringati, che la Giunta segue con attenzione le singole vertenze occupazionali. Questa attenzione è intimamente collegata alla nostra iniziativa politica più generale per incidere sul quadro complessivo delle scelte economiche nazionali, regionali, pubbliche e private Ma di questo avremo occasione di discutere credo anche in sede di esame del piano di sviluppo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

A noi sembra che in una situazione che certamente permane grave e presenta effettivamente alcune punte preoccupanti, il quadro complessivo denoti, come diceva l'Assessore, un sottofondo di maggiore stabilità rispetto ai mesi passati. Siamo anche noi convinti che questo derivi sostanzialmente da una ripresa di andamento favorevole sul piano internazionale, alla quale la nostra economia cerca, pur ancora fra molte difficoltà, di agganciarsi.
Concordando, quindi, su questa analisi, condividiamo anche le preoccupazioni che l'aggancio possa essere semplicemente parziale o che non appena questo aggancio fosse realizzato, abbiano a scattare nuovamente alcuni dei fenomeni che hanno contraddistinto la ripresa verificatasi in passato così da farci ripiombare in una crisi ciclica a breve scadenza.
Questo ci stimola, come Gruppo consiliare e come partito, ad augurarci che, sulla base delle analisi effettuate durante quest'ultima campagna elettorale dalle diverse forze politiche, che già nella individuazione dei problemi - ed è già molto -, ma più ancora nella proposta di soluzioni per essi - ed è assai di più -, hanno dimostrato larghe convergenze, sia possibile dare origine in tempi brevi ad una politica organica d'intervento in materia. Fin dal settembre - ottobre dell'anno scorso le forze politiche a livello nazionale stanno discutendo per mettere a fuoco provvedimenti d'intervento industriale. Credo che le esperienze di questi mesi debbano convincere tutti che o si affronta in maniera organica questo problema o altrimenti non basta respingere proposte per vederlo poi risolto.
Sui fatti specifici, mentre ringrazio l'Assessore per il continuo aggiornamento delle informazioni sulle varie vertenze, vorrei dire pochissime parole in rapporto particolarmente alla situazione che vi è alla Olivetti. Non perché questa sia più grave di altre, quindi per privilegiare un aspetto locale: mi interessa essenzialmente per gli aspetti emblematici che essa può avere. Noi stiamo entrando nella discussione del Piano regionale, che, riprendendo gli studi di anni passati, ha sempre assegnato alla nostra Regione un ruolo specifico, fondamentale proprio nel terreno dei beni strumentali. Noi rischiamo di trovarci di fronte ad un caso in cui scelte aziendali vadano contro corrente rispetto alle indicazioni di politica industriale che l'elaborazione del Consiglio regionale pu contenere. E' un caso che, quindi, impegna e deve impegnare la Giunta ed il Consiglio proprio per verificare fino a che punto sia possibile dare corpo a indicazioni programmatiche contenute in un piano regionale di sviluppo.
Certo, neanche da parte nostra ci sarà mai alcun tentativo di far prevalere lo spirito regionalistico piemontese nei confronti di altre situazioni, e in questo senso comprendiamo le perplessità che anche il movimento sindacale sta ritrovando nel cercar di mettere a fuoco una sua strategia, perché crediamo che debba esserci senz'altro un confronto chiaro e che porti ad una maturazione complessiva tra espressioni del movimento operaio della zona industriale del Nord e della zona industriale del Sud.
Chiediamo solo che questo sforzo di analisi coinvolga, oltre che le espressioni sindacali, anche le espressioni istituzionali, ed in questo senso ci auguriamo che sia informata di questa situazione la stessa Regione Campania, in modo tale che la posizione eventualmente assunta dalla Regione Piemonte non suoni anche sotto questo profilo come una posizione campanilistica ma ritrovi l'opportunità di un confronto sulle linee programmatiche di un piano di sviluppo. Noi crediamo, cioè, che sia possibile salvaguardare livelli occupazionali nello stabilimento del Sud anche attraverso altri tipi di prodotti, senza dover correre i rischi inerenti al trasferimento al Sud di una produzione, come è stato detto particolare, specializzata, avente una lunga e profonda tradizione nella nostra Regione, come quella delle macchine utensili a controllo numerico.
Noi ci auguriamo che la Giunta consenta al Consiglio su questo tema in particolare (in particolare proprio per gli aspetti emblematici che esso può incarnare) di accompagnare l'elaborazione del movimento sindacale, di accompagnare il confronto da instaurare poi con la stessa Azienda al fine di trovare quella soluzione, crediamo possibile, che salvaguardi nella misura più ampia gli interessi indubbiamente legittimi delle Regioni meridionali senza intralciare gli obiettivi programmatici della nostra Regione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho seguito con molta attenzione l'esposizione fatta dal collega Assessore Alasia. Concordo sul fatto che si profili una ripresa industriale, nonostante il Governo e nonostante i Partiti.
Devo però esprimere un rammarico. Le comunicazioni che l'amico collega Alasia ha fatto sulle singole aziende sono molto interessanti, ma riesce difficile, a meno di compiere miracoli di ginnastica mentale, seguire sulla base di un intervento di tali proporzioni, via via l'andamento delle varie vertenze in modo da dare anche una collaborazione effettiva su certi problemi. Ritengo quindi che sarebbe opportuno tenere aggiornata una specie di scheda per azienda che rispecchi la situazione effettiva.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Scusa, Benzi, questo è stato fatto, come aveva già annunciato al Consiglio l'Assessore Libertini: c'é uno schedario completo.



BENZI Germano

Lo schedario è già una utilissima innovazione. Ma ci obbliga a rivolgerci di volta in volta agli uffici dell'Assessorato, il che può non essere sempre agevole. Molto meglio sarebbe farcene avere una copia aggiornata.
Mi ha stupito molto la comunicazione relativa all'Adamas. Io conosco questa azienda da venti o venticinque anni, per aver anche intrattenuto con essa rapporti di lavoro. Quanti dipendenti ha ora?



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Una settantina: per l'esattezza: erano 72, ora sono scesi a 66.



BENZI Germano

Il settore in cui opera l'Adamas ha avuto in questi ultimi dieci anni una espansione enorme. Io mi domando come sia possibile che, mentre si stanno creando nuove aziende di una certa rilevanza (ne sono sorte tre nuove in Lombardia, con 30-40 dipendenti), proprio in quel settore, una vecchia azienda come l'Adamas che è stata una delle prime, in Piemonte ed anche in Italia, che si sia dedicata alla lavorazione dei metalli duri vada in rovina. O le spese generali sono troppo elevate, o non si sa lavorare. Mi farebbe avere personalmente, in via amichevole, anche riservata se del caso, maggiori dati e ragguagli, visto che ho acquisito una certa pratica in quel settore, per aver modo di esaminare a fondo la questione, perché non riesco a spiegarmi certe cose? Torino offre un mercato veramente imponente in quel campo di produzione: basti pensare ai consumi della Fiat, che potrebbero assorbire il prodotto di dieci Adamas.
Per quanto riguarda l'occupazione nel settore giovanile, dobbiamo smetterla con le solite geremiadi e fare proposte concrete. Nel settore nel quale personalmente opero abbiamo già esaminato più volte la questione, e l'unica soluzione che ci sia sembrato possa avere un valore pratico e quella di assumere questi ragazzi con contributi ridotti. In questo modo si sbloccherebbe immediatamente la disoccupazione. Con l'attuale sistema noi castighiamo i giovani. Se le aziende fossero autorizzate ad assumere con contributi ridotti al 50 o al 20 %, con tutte le stesse garanzie, vi sarebbe modo di dar lavoro ad almeno mezzo milione di giovani, subito. E' questa la strada da seguire oggi, diversamente le aziende non si muoveranno, perché sono già troppo oberate.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Ho preso nota con interesse delle comunicazioni fatte dall'Assessore Alasia, che hanno un carattere di staticità rispetto a quelle, diverse, del suo predecessore Libertini, ora parlamentare, certamente uno degli Assessori più peripatetici di tutti i Consigli regionali. Anche le comunicazioni sulla situazione del mondo del lavoro venivano da lui fatte a tozzi e bocconi, camminando e spostandosi, per cui non era sempre facile percepire esattamente il pensiero, che pur fluiva in forma brillante dalla sua intelligenza.
Mi ha colpito, nella esposizione dell'Assessore Alasia, quel concetto ripetuto e ripreso, della ripresa autunnale alla quale si dà l'aspetto di una ripresa "drogata". Tra queste virgolette io penserei che se siamo al livello di una piccola droga, di un buon bicchiere di vino, ci stiamo e siamo d'accordo che possa essere tale; ma se va intesa drogata con droga leggera o pesante c'è di che essere seriamente preoccupati, perché non sappiamo cosa potrà avvenire successivamente, sia pure dando credito alla ripresa autunnale, anche in relazione alle notizie, per esempio, che si sono lette sui giornali di questi giorni, del proposito di fare un Sindacato europeo dell'automobile, che può essere una predisposizione per altre forme di visione sindacale a carattere europeo ma che indubbiamente interessano enormemente il mondo del lavoro piemontese e i problemi del lavoro piemontese.
Sono dunque lieto che l'Assessore concordi sulla possibilità che l'autunno porti ad una ripresa. Evito di ripetere quanto sull'argomento ha opportunamente già detto l'amico Alberton.
Neppure ripeto, ma mi limito a sottolineare, quello che Alberton ha detto a proposito del problema Marcianise, che interessa in modo particolare la sede della città di Ivrea, dove lui ed io viviamo, e che certamente questa sera - lo dico rivolto soprattutto al Presidente della I Commissione, che presiederà ad Ivrea l'incontro con i rappresentanti delle varie categorie degli Enti locali per il primo esame relativo al complesso dello sviluppo sociale del Piemonte, dei comprensori ecc. - tornerà all'esame. Qui la cosa è di estrema chiarezza e direi che è proprio un punto di principio. Se io non ho inteso male, noi riaffermiamo, come Consiglio regionale, quella vocazione che emerge, d'altra parte, da alcune manifestazioni d'impegni presi dalla Giunta che ho avuto l'onore di presiedere e dalla attuale Giunta, che Nord e Sud continuano ad essere anelli congiunti i quali non possono assolutamente agire senza avere una specie d'incastro, se si vuole che vi sia una ripresa a carattere generale che non determini altri squilibri. S'impongono, però, esami e studi estremamente delicati, soprattutto quando, come nel caso del problema di Marcianise, non c'è soltanto il problema di portare al Sud una porzione di una azienda quale è la Olivetti, che agisce attualmente in una zona comprensoriale determinata Comprensorio di Ivrea, ma si tratta di vedere come e quando vi sarà la possibilità della preparazione di una maestranza estremamente preparata e qualificata per l'assolvimento di compiti che comportino, o non comportino (io accenno soltanto al problema, senza risolverlo) il trasferimento anche di personale che dal Nord vada al Sud per sviluppare questa azienda, creando problemi non soltanto di natura economica ma sociale, con riferimenti alla caratteristica etnica della Regione nostra.
Si tratta di un argomento che ritornerà certamente all'esame del nostro Consiglio. Sono grato all'Assessore per averlo sottolineato sotto questo particolare punto di vista.
Desidero fare due altre brevissime osservazioni, relative alla Bemberg ed alla Adamas.
La Bemberg è direttamente interessata alla soluzione del problema che è stato rilevato da parte dell'Assessore Alasia. Con la Bemberg trattiamo da oltre un anno e mezzo. Abbiamo avuto indicazioni precise ed impegni che debbono risultare da qualche documento, da qualche verbale che sarà reperibile presso la sede della Regione Piemonte. Vi sono stati impegni che hanno accompagnato l'illustrazione di una situazione le cui caratteristiche erano già estremamente gravi un anno e mezzo fa, che indubbiamente, se non si pone rimedio con una certa rapidità, diventeranno sempre più gravi sotto il duplice aspetto del rischio di una disoccupazione pesante e di un depauperamento di quello che è un momento della difesa ecologica della zona ove i lavori si vanno svolgendo.
Sul problema dell'Adamas sono d'accordo su quanto ha detto il collega Alasia. Proprio ieri ho avuto occasione di fare una delle mie prime uscite in quel di Castellamonte e mi è capitato di conferire con autorità e con gente che lavora. Ho avvertito questo stato di perplessità. Tutti dicono: il problema, nella sua entità, è modesto. Perché non è possibile, allora collocarlo su un piano di soluzione sotto una delle forme che rapidamente possono essere prospettate? Quindi un incontro, un colloquio, signor Assessore, anche con i Consiglieri regionali della zona e con quegli altri Consiglieri regionali che possano avere interesse al problema potrebbe fornire quello slancio operativo che necessita per concludere.
Un'ultima domanda. A che punto siamo con la Emanuel? L'Assessore non ce ne ha parlato, e credo a ragion veduta. La Emanuel ad un certo momento è fallita. Abbiamo avuto occasione di sottolineare più di una volta qui che il fallimento delle aziende e il punto più negativo possibile in ordine a quella che possa essere la soluzione per il personale: il mettere, con la dichiarazione di fallimento, il tutto nelle mani del meccanismo della autorità giudiziaria, che è vincolata alla nomina di un Consigliere istruttore e di un Consigliere curatore le cui responsabilità corresponsabilità e competenze sono difficilmente forse anche distinguibili sotto un profilo squisitamente giuridico, portano, come hanno portato nel caso della Emanuel, ad una soluzione che si trascina per anni all'impossibilità di arrivare a soluzioni possibili, che erano possibili che sono state possibili già nel passato, già nella precedente Giunta, per l'irrigidimento da una parte delle organizzazioni sindacali, che volevano mantenere salvo il prestigio di risolvere direttamente loro i problemi del lavoro, e per le difficoltà frapposte da parte degli organi della curatela fallimentare, la quale andava dicendo: dovrei rapidamente vendere, perch devo dar conto alla massa dei creditori, devo al più presto fare la liquidazione dell'attivo ecc. La Regione è allora intervenuta direttamente e credo abbia fatto bene, anche se forse l'operazione, dal punto di vista strettamente contabile, di bilancio, per chi giudicasse con la mentalità del ragioniere, può apparire inopportuna, per contribuire con uno stanziamento di trenta milioni, poi rinnovato, attraverso l'Ente comunale assistenziale di Moncalieri, ove ha sede la Emanuel interessata in modo particolare. Ma mi pare che siano tuttora in fase d'incertezza in ordine alla chiusura di questa situazione.
Mentre ringrazio l'Assessore per le informazioni di carattere generale lo pregherei di dire, se possibile oggi o comunque appena possibile, una parola di chiarificazione su questo problema specifico dell'Emanuel.
In riferimento a quanto detto poco fa dal Consigliere Benzi, ricordo che noi avevamo avuto dall'Assessore Libertini, proprio su richiesta mia un tabulario con l'indicazione della situazione delle varie aziende del Piemonte in crisi. Basterebbe forse tenerlo aggiornato per metterci in grado di essere a conoscenza, senza dover sempre far ricorso agli Uffici del suo Assessorato, collega Alasia, della situazione ancora purtroppo drammatica del mondo del lavoro e della produzione nel nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

L'informazione fornitaci questa mattina dall'Assessore Alasia, in linea con la metodologia in uso da tempo in questo Consiglio, che lo rende sempre presente e sensibile ai problemi occupazionali e della ripresa produttiva ed economica anche nel settore industriale, rivela una situazione piuttosto contraddittoria, direi variopinta: oltre a presentarsi situazioni delicate preoccupanti, perché anche là dove si manifestano sintomi di ripresa economica, questa tende soprattutto a rilanciare il vecchio meccanismo di sviluppo in funzione di una politica di esportazione collegata al mercato estero, manca quella ripresa di fondo collegata anche al mercato interno che è uno dei grossi nodi strutturali per avere un tipo di ripresa economica nuova nel nostro Paese, che apra prospettive alla comunità nazionale.
Certamente, l'esame del Piano di sviluppo permetterà di verificare questi aspetti nel quadro di quelle proporzioni che una Regione come la nostra deve avere sia nell'ambito del Piemonte sia come punto di riferimento sui problemi del Mezzogiorno e dell'economia nazionale nel suo insieme.
Fatta questa premessa sul complesso dei problemi, nel merito dei quali potremo entrare molto dettagliatamente, come Consiglieri singoli e come Gruppi politici presenti in quest'aula, a portare il proprio originale contributo, mi pare di dover rimarcare un aspetto comunque abbastanza preoccupante ai fini di un tipo di sviluppo, che è quello indicato dall'Assessore, in riferimento alla Fiat di Cameri. Mentre si dovrebbe puntare ad una politica di trasporti pubblici cui la Fiat di Cameri dovrebbe essere direttamente interessata, notiamo che proprio questo settore, in cui la nostra legge regionale afferma di voler tendere ad intervenire non solo per compiti di istituto ma proprio a fini di politica economica, viene trascurato: la Fiat di Cameri non entra ancora nel disegno di una ripresa economica; da parte di un certo mondo industriale e anche della politica nazionale nel suo insieme, un settore, quello dei trasporti pubblici, che è fondamentale per un certo tipo di sviluppo del nostro Paese, viene lasciato in non cale.
Credo che in rapporto a questa questione non ci si possa limitare ad una denuncia ed a verificare la situazione cui ci troviamo di fronte, ma si debbano richiamare, ora che si sono insediate, le nuove Camere, le quali si dovranno orientare verso una certa politica di programma economico governativo, ad avere chiaro che uno degli anelli dello sviluppo economico del nostro Paese è dato da un tipo di politica dei trasporti pubblici, e quindi di un indotto industriale ad esso collegato, che sta alla base del nostro Paese. Io direi che il problema della Fiat di Cameri deve indurci a dedicare qualche parola di più a questa problematica in un'aula politica come la nostra, che non deve limitarsi a registrare il fatto che un importante settore della Fiat non cammina perché non lo si vuol far camminare.



PRESIDENTE

Vorrei far presente ai Consiglieri che si profila la possibilità stante il fatto che i punti sesto e settimo ed ottavo dell'o.d.g. non sono pronti, di concludere i nostri lavori nella tarda mattinata (l'una e mezzo forse le due). E' una prospettiva che mi pare sarebbe opportuno inseguire ma per raggiungere tale obiettivo occorrerà che i lavori siano ordinati con un certo criterio.
Immediatamente dopo la replica dell'Assessore Alasia e la chiusura di questo punto dell'o.d.g. decideremo come procedere. Ma ho ritenuto bene informare fin d'ora i Consiglieri di questa possibilità.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Intervengo su due punti precisi ed essenziali: sul fatto che si usi relativamente alla ripresa economica, l'aggettivo "drogata", e sul fatto richiamato dal collega Rossi, che si lasci, in un certo senso, in secondo piano il problema di Cameri.
Cosa s'intende per ripresa "drogata"? Noi diciamo che c'è droga tutte le volte che si interviene in un processo naturale con qualcosa di innaturale e di non fisiologico. Ora mi pare invece che qui l'aggettivo "drogato" venga utilizzato da qualche forza politica per far trapelare che la rinascita economica del mondo occidentale, a partire dagli Stati Uniti sia viziata da un qualcosa di politico. Occorrerà dunque intenderci sul significato da dare all'aggettivo.
E' evidente che la ripresa italiana è conseguenza della ripresa internazionale. Questa non è drogata ma è l'espressione di un sistema liberista che ha ancora una sua vitalità e che sta dimostrando la sua capacità di affermazione. La ripresa italiana è in un certo senso drogata nella misura in cui, evidentemente, c'è da augurarsi che a questo aspetto internazionale comune alle economie che si riconoscono nel Mercato Comune e nelle altre colleganze internazionali si sovrapponga il fatto eccezionale della nostra posizione valutaria. Noi abbiamo una lira sottovalutata, e questo crea un margine ai nostri operatori economici; questo margine forse possiamo già considerarlo in questo momento non più un fatto di droga tanto che abbiamo visto nei giorni scorsi la Banca d'Italia intervenire guarda caso, in difesa del dollaro. A questo punto, cari colleghi, lo scontro non è più su una terminologia o su un aggettivo: noi prendiamo atto con soddisfazione, come liberali, che il sistema liberale negli Stati Uniti e in Europa sta dimostrando la sua vitalità, anche se la sinistra non sarà certamente d'accordo su ciò. In Italia ci pare che la vostra affermazione, che il rilancio previsto per l'autunno sia da attribuire ad una questione valutaria, sia contraddetta proprio dal comportamento della Banca d'Italia, che in questo momento sta difendendo il dollaro appunto per evitare che la droga a favore della lira operi oltre certi limiti.
Quanto ho ora detto si lega anche alla domanda posta dal collega Rossi.
Egli ha detto: per anni siamo andati sostenendo che la Fiat avrebbe dovuto produrre pullman!, e che la crisi dell'auto si sarebbe ridotta fabbricando pullman. Non starò qui a ricordare la barzelletta delle "vespe" e dei comizi di Togliatti: intendo ovviamente non gli insetti ma le motorette della Piaggio, che hanno fatto perdere tanti ascoltatori a Togliatti ed anche a Malagodi nei loro comizi. Però, mi pare che effettivamente sia superato ormai il concetto che il problema della Fiat sia da vedere soprattutto in termini di costruzione di pullman. Mi pare che piuttosto noi dovremmo guardare con preoccupazione alla decisione della multinazionale che ha sede qui a Torino di accettare che l'Italia rimanga un Paese di serie B. Cioè, il problema dell'auto per la Fiat non è in relazione agli autobus, secondo me, ma al fatto che a livello di holdings internazionali viene chiaramente fuori che c'é una scelta in funzione degli anni ottanta acciocché l'Italia continui ad essere una potenza industriale di serie B in senso sociale. Intendo con ciò dire che si continueranno a mantenere in Italia tipi d'investimento basati su aziende con basso valore indotto.
Mentre la Germania punta sulle centrali termonucleari, noi puntiamo sulle scatolette da esportare in tutta Europa. Perché i tedeschi si orientano in questo senso? Evidentemente, per ragioni di carattere sociale: la produzione di centrali nucleari non comporta l'utilizzo di quel tipo di mano d'opera e non necessita di quelle provvidenze di carattere sociale che richiede l'azienda metalmeccanica e soprattutto quella automobilistica.
Concludo col dire che auspico che la ripresa ventilata, ma che io, per essere sincero, ancora non vedo, effettivamente ci sia. Siamo disponibili a sottoporla, se ci sarà, ad un esame anti-doping per vedere se sia drogata o meno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Ringrazio tutti ed in particolare i Consiglieri Alberton, Benzi Oberto, Rossi e Marchini che sono intervenuti dando suggerimenti.
Io non vorrei - dato il carattere di queste informazioni - rubarvi molto tempo e riprendere questioni di merito cui ho accennato per spiegare la natura dell'intervento nelle singole vertenze che avremo occasione certamente di discutere molto presto. Vorrei solo dire rapidamente alcune cose e intanto assicurare i Consiglieri Alberton e Oberto (che ha capito bene a proposito della Olivetti), che seguiremo questa metodologia. Credo di averlo detto prima, lo dicevo nei giorni scorsi parlando con te, ma vale evidentemente per tutto il Consiglio, che noi non intendiamo certo sottoporre al solo giudizio della Giunta una questione di questa matura. E' in corso un esame da parte nostra dell'azienda e da parte sindacale che non coinvolge solo la Confederazione regionale, ma le Confederazioni nazionali quindi assicuro tutti i Consiglieri che avremo questo tipo di rapporto.
Per quel che riguarda alcune questioni specifiche che sono state sollevate, informo che ho scritto ieri l'altro al Ministro delle partecipazioni statali relativamente alla vicenda dell'Adamas e non appena avrò un cenno di risposta e una valutazione rispetto al problema Cogne (non entro nel merito, l'ho già trattato prima) coglierò senz'altro la sollecitazione del Consigliere Oberto di avere anche dai Consiglieri in zona un parere.
Emanuel. I signori Consiglieri sanno che avevamo deciso di cercare uno sbocco sia pubblico che privato; io ho già riferito in una delle precedenti sedute che abbiamo battuto tutte e due le strade: Unione Industriale singoli imprenditori, GEPI (con una richiesta peraltro formalizzata dalla Confederazione). L'una e l'altra ipotesi sono cadute per cui siamo alle strette e i signori Consiglieri sanno che per mantenere l'occupazione unanimemente (c'è un documento firmato da tutti i Gruppi) abbiamo deciso per una collocazione diversa di questi lavoratori. In questa gamma di ipotesi non è esclusa quella dell'Unione Industriale che si è dichiarata disponibile ad una certa quota di assorbimento, che però è molto parziale.
Non vorrei aggiungere, per ragioni di brevità, altre considerazioni voglio solo assicurare il Consigliere Benzi che tutto il materiale è a disposizione dei signori Consiglieri; accolgo ben volentieri la sollecitazione di Oberto di fare quel tabulario aggiornato (sono Assessore da un mese e una settimana). Voglio assicurarvi però che il settore delle vertenze del mio Assessorato viene rafforzato con un rapporto dell'Ufficio studi, in modo da non fornire solo l'iter sindacale, ma anche il retroterra d'informazione industriale, economico ecc. di ogni vertenza.
Tu capisci, Benzi, che se dovessi dare un'informazione per iscritto di questa natura, con tutti gli atti che ne conseguono, vicende complesse che a volte coinvolgono il curatore, il tribunale, sempre le maestranze, una gamma di padroni, dovrei portare qui l'Enciclopedia Treccani, cosa che non farò perché non faccio l'editore.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Abbiamo esaurito la discussione sulle comunicazioni. Possiamo passare a trattare il punto quinto all'o.d.g.
Dopo ci sarà la possibilità di trattare il punto nono. Due Assessori fanno presente l'opportunità di approvare due delibere (per alzata di mano) la cui urgenza è suggerita da tutta una serie di considerazioni che sono già state vagliate in Commissione e su cui c'è il consenso unanime dei Gruppi. Quindi si tratta di votare l'inserimento di due punti all'o.d.g. e di discutere i punti quinto e nono. Tutto questo si può anche fare entro le ore 14, se c'è una disciplina, un modo di lavorare che sia coerente con questo obiettivo.
Il Consiglio consente che si proceda in questo modo? Benissimo, allora cerchiamo di realizzare questo obiettivo.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Esame disegno di legge n. 43: "Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo"


PRESIDENTE

Cominciamo con il punto quinto: "Esame disegno di legge n. 43: 'Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo'".
La parola al relatore, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, relatore

La Giunta regionale ha presentato in data 11 dicembre 1975 il disegno di legge n. 43 contenente "Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo".
Il disegno di legge è stato assegnato per l'esame in sede referente alla VIII Commissione consiliare.
La Commissione, dopo opportuno approfondimento dei principi che regolano la materia dei controlli e del proposto testo legislativo effettuato in collaborazione con la Giunta e con un consulente di riconosciuta particolare competenza, ha proceduto alla consultazione degli Enti interessati inviando relazione e testo del disegno di legge a tutti i Comuni, le Comunità montane, le Province, gli Enti ospedalieri, i Comitati regionali di controllo, e le Associazioni (ANCI, URPP, Lega per le Autonomie ed i poteri locali, UNCEM, FIARO, e l'Associazione dei segretari comunali) invitandoli a presentare osservazioni scritte.
Successivamente ha proceduto alla consultazione orale delle rappresentanze degli Enti indicati, nonché dei Presidenti dei Comitati provvisori dei comprensori.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta consta di 28 articoli e si ispira all'esigenza di fare dei controlli uno strumento di garanzia dell'autonomia locale. Contiene pertanto significative innovazioni rispetto al regolamento provvisorio approvato dal Consiglio regionale il 28 giugno 1972 che, con l'approvazione del presente disegno di legge da parte del Consiglio regionale, viene abrogato.
L'articolo 130 della Costituzione esclude che le Regioni possano legiferare sulla composizione dei propri Comitati di controllo, disponendo invece che "un organo della Regione, costituito nei modi stabiliti dalla legge della Repubblica, esercita, anche in forma decentrata, il controllo di legittimità sugli atti delle Province, dei Comuni e degli altri Enti locali".
Una riserva di legge statale si ricava dal capoverso dell'art. 130, che ammette una richiesta di riesame degli atti sottoposti a controllo di merito da parte dell'organo regionale di controllo limitatamente ai "casi determinati dalla legge".
La Corte Costituzionale, nella nota sentenza n. 40 del 3.3.1972, ha rilevato che "l'intera materia dei controlli non risulta attribuita ad alcuna tra le competenze normative regionali". Essa è stata regolata dalla legge Scelba, per quanto riguarda non solo i criteri di formazione dei vari Comitati, ma anche le principali modalità di funzionamento degli organi regionali di controllo, oltre che l'estensione e gli effetti dei controlli.
Da questa premessa si dovrebbe desumere che l'iniziativa regionale in materia di controllo sugli atti degli Enti locali non trovi rispondenza sul piano della legislazione spettante alle Regioni ordinarie. Ad esse non sarebbe consentito che di stabilire se il controllo debba essere accentrato o decentrato, di fissare le indennità giornaliere per i componenti dei collegi, sulla base dei rinvii che la legge Scelba opera a favore di talune fonti normative regionali.
La Giurisprudenza costituzionale, tuttavia, è ben lontana dall'essersi consolidata ed imposta alla totalità degli enti interessati.
La Corte, infatti, non ha formalmente dichiarato illegittime quelle numerose norme statutarie che affidano ai singoli legislatori locali, in contrasto con l'interpretazione giurisprudenziale dell'art. 130 della Costituzione, la disciplina delle modalità dei controlli regionali, e neppure ha potuto impedire che talune delle norme stesse ricevessero attuazione, sia prima che dopo la sentenza numero 40.
Le funzioni regionali di controllo presentano altresì la caratteristica ulteriore di essere state trasferite alle Regioni ordinarie sulla base della legge Scelba, talvolta sin dai primi mesi del 1971: indipendentemente, quindi, dal concretarsi delle altre potestà amministrative e legislative locali divenute esercitabili dal 1° aprile 1972.
Di conseguenza, vi sono Regioni ordinarie che hanno autonomamente regolato il funzionamento degli organi regionali di controllo, sia pure ad integrazione della legge Scelba; che hanno altresì configurato l'ipotesi di decadenza e di scioglimento, a carico di alcuni o di tutti i componenti dei loro Comitati; che hanno modificato le disposizioni legislative statali quanto ai tipi delle relative indennità; e che sono giunti ad esonerare dal controllo una serie di atti degli Enti locali, come le mozioni di carattere politico, gli atti meramente confermativi ed esecutivi di provvedimenti già adottati e perfezionati ai sensi di legge e, in genere, le deliberazioni prive di carattere dispositivo.
Concretamente, perciò, il principio del parallelismo subisce notevoli limitazioni, ma non può dirsi del tutto escluso dalla materia dei controlli. Malgrado le drastiche affermazioni della Corte Costituzionale la competenza legislativa statale derivante dall'art. 130 della Costituzione condiziona, ma non arriva a vanificare la concorrente competenza regionale in materia di organizzazione interna e di ordinamento di tutti gli uffici dell'Ente Regione, implicitamente fondata sugli artt.
123, primo comma, e 117, primo comma, della Costituzione.
I Comitati di controllo rappresentano, così, un complesso di organi a sé stanti, regionali per esplicito disposto dell'art. 130 della Costituzione, ma costituiti ed organizzati in modo tale da sottrarli al comune regime degli uffici della Regione.
L'esecutivo regionale, infatti, non è competente a nominare alcuno dei componenti i collegi in questione, e meno ancora a scegliere il loro Presidente, che i Comitati stessi eleggono nel proprio seno. Viceversa, dei cinque membri effettivi, tre sono eletti dal Consiglio regionale con un sistema tendente a garantire la scelta di un nominativo da parte della minoranza; mentre la designazione degli altri due membri viene addirittura tolta alla Regione - con disposizione di dubbia costituzionalità che stranamente non è stata impugnata nei ricorsi regionali promossi a suo tempo contro la legge Scelba - per affidarla in un caso al Commissario di Governo, nell'altro ad un organo giudiziario statale, quale il Presidente del Tribunale Amministrativo regionale.
Si ritiene di dover mettere l'accento sulla regionalità degli organi che controllano gli atti degli Enti locali per l'esigenza di rinsaldare il nesso che li lega all'ordinamento regionale complessivo, affinché i controlli vengano orientati secondo gli indirizzi e le scelte programmatiche della Regione, mediante direttive impartite ai collegi da parte del Consiglio regionale.
Gli attuali organi di controllo non hanno, o non devono avere, nulla, o ben poco, a che spartire con la Giunta provinciale amministrativa e con i Prefetti del vecchio ordinamento, in quanto non dispongono di alcun potere di riforma né di annullamento degli atti controllati per motivi di mera opportunità politica o amministrativa.
L'art. 130 della Costituzione, innovando assai profondamente sulla legge comunale e provinciale del 1934, ha ridimensionato il controllo di merito, consentendo ai Comitati di richiedere una sola volta il riesame delle più importanti deliberazioni degli Enti locali minori, senza poter più procrastinare l'esecutività degli atti stessi qualora vengano integralmente riapprovati dai Consigli comunali o provinciali.
Ne segue che il vero controllo regionale deve accentrarsi sulla legittimità degli atti, cioè sulla loro corrispondenza ai parametri legislativi o regolamentari. Solo in questi termini l'organo di controllo ha la facoltà di annullare le deliberazioni controllate, entro il perentorio termine di venti giorni dal ricevimento degli atti o dei chiarimenti o elementi integrativi di giudizio.
Sul piano della legittimità, l'unica forma di coordinamento ammissibile da parte degli organi politici della Regione potrebbe consistere nell'organizzare periodiche riunioni di tutti i componenti le Sezioni del Comitato regionale di controllo, al fine di cercare il superamento delle eventuali divergenze interpretative, mentre qualunque altra intromissione equivarrebbe al tentativo di reintrodurre quelle valutazioni di opportunità che l'ordinamento politico ha giustamente inteso escludere.
I soli poteri di controllo suscettibili di essere orientati dalle delibere del Consiglio regionale, si risolvono, pertanto, in rinvii con richiesta di riesame degli atti viziati nel merito. Ed è solo ancorandosi agli indirizzi ed ai programmi regionali che gli organi di controllo possono acquistare in autorevolezza e credibilità rispetto agli Enti locali controllati, facendosi valere anche sul piano delle valutazioni di opportunità.
E' principio comunemente accettato quello dell'esigenza di porre finalmente mano alla riforma dell'ordinamento dei poteri locali, cioè dei Comuni, delle Province e degli altri Enti locali.
L'attuazione del principio costituzionale dell'autonomia locale richiede una rifondazione dei poteri locali da imperniare su due postulati essenziali: la ricerca di dimensioni adeguate all'effettivo autogoverno e la riqualificazione delle funzioni in collegamento con la programmazione.
Il punto di partenza di tale riforma deve essere l'abrogazione della vigente legge comunale e provinciale, che faccia luogo a una legge di principi che determini le linee essenziali del nuovo ordinamento e lasci spazio ad una normativa da affidare principalmente alle Regioni, e, per una certa parte, agli stessi Enti locali.
Nella relazione al disegno di legge 24/7/1974 del Ministro dell'Interno on. Taviani e nel relativo testo legislativo che ha per oggetto la "Competenza degli organi degli Enti locali e semplificazione dei controlli sugli atti relativi" si dice, fra l'altro: "Sono ben note le critiche che anche indipendentemente dalle più vaste aspirazioni di riforma della legge comunale e provinciale, vengono mosse da più parti al sistema dei controlli: esso non solo non sarebbe conforme al principio costituzionale di autonomia dei Comuni e delle Province, ma contrasterebbe altresì con le esigenze di speditezza dell'azione amministrativa degli enti stessi".
E più in là: "Viene pertanto dato spazio all'autonomia degli enti interessati, sia con l'attribuzione di poteri regolamentari per la loro organizzazione avente rilevanza esterna, sia con l'introduzione dell'istituto dell'autocontrollo degli atti non riservati alla competenza del Consiglio. Ne risulterà più spedita l'azione amministrativa degli enti stessi e notevolmente accelerata la loro attività corrente".
E infine : "Viene dunque sostituito l'autocontrollo del Comune stesso ai pedissequi controlli esterni, che costituiscono oggi un appesantimento per l'attività corrente del Comune".
"Ma ciò non delinea tuttavia sostanzialmente una menomazione dei poteri di controllo spettanti alle Regioni nei confronti dei Comuni. Infatti il controllo degli appositi Comitati regionali resta fermo per le deliberazioni assunte dai Consigli comunali sugli atti più importanti per la loro natura. Inoltre il controllo è mantenuto per alcuni atti di maggiore rilevanza, a garanzia degli interessi generali e per peculiari profili di legittimità anche se questi siano adottati dalla Giunta o dal Sindaco. Infine va accertato che, poiché il regolamento che ridistribuisce le competenze deve passare al vaglio del Comitato regionale di controllo questi (e per esso la Regione) ha la possibilità di condizionare la prevista articolazione di competenze in relazione alle esigenze di controllo esterno ritenute indeclinabili".
Lo scioglimento anticipato delle Camere non ha consentito l'esame del disegno di legge governativo, mentre con l'approvazione della legge 382 il controllo sulle deliberazioni adottate dalle Province, dai Comuni e da altri Enti locali nelle materie ad essi delegate dalla Regione e nelle materie subdelegate è attribuito rispettivamente agli organi di cui agli artt. 55, 56 e 61 della legge 62.
Il testo normativo predisposto dal disegno di legge della Giunta è stato riveduto e riorganizzato dalla VIII Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, lei ha finito, se non erro, tutta la parte politica della relazione, dopo di che c'é la descrizione degli articoli. Suggerirei di dare per letta questa parte, se a lei non spiace.



CALSOLARO Corrado, relatore

Alcune cose però non sono state accolte.



PRESIDENTE

Tutto il materiale è stato distribuito ai Consiglieri, la parte politica è stata illustrata, così facendo si risparmierebbe un quarto d'ora, venti minuti. E' un suggerimento.



CALSOLARO Corrado, relatore

Mi rimetto al Consiglio.



PRESIDENTE

Io mi rimetto a lei, poiché prima abbiamo fatto una discussione per tentare di coordinare i lavori e adesso siamo quasi a metà della relazione.



CALSOLARO Corrado, relatore

Per me è indifferente.



PRESIDENTE

Possiamo dare per letta la seconda parte della relazione? Vi sono delle obiezioni? Non ve ne sono, allora diamola per letta.
La ringrazio molto. Passiamo alla discussione generale sul disegno di legge. Chi chiede di parlare? Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Alcune brevi considerazioni e non per inserirmi nella relazione del Presidente, che è stata portata a conoscenza dei membri dell'VIII Commissione, una relazione faticata nel senso che ci siamo trovati davanti ad un testo di legge che poi ha dovuto essere notevolmente modificato. Il Presidente ha svolto un'attività intensissima e la Commissione naturalmente lo ha seguito in questo; la consultazione è stata estesa a tutti quanti potevano avere interesse diretto o indiretto all'approvazione della legge sono continuati nei corso della discussione all'interno dell'VIII Commissione i contatti con la Giunta perché c'era una volontà diffusa tra tutti i membri della Commissione d'interpretare, correggere, integrare eventualmente modificare il testo presentato dalla Giunta, però su un piano di collaborazione e non su un piano di pura e semplice dialettica di contrapposizione, fine a se stesso.
Ringrazio particolarmente il Presidente della Commissione per avere condotto i lavori in modo tale da consentire anche a chi, come il sottoscritto, non ha una conoscenza diretta del lessico giuridico, il che è una grossa carenza, e comunque a fatica riesce ad addentrarsi nei meandri del diritto amministrativo, di portare il proprio contributo, la propria esperienza amministrativa acquisita quanto meno nei lunghi anni passati.
Se il Gruppo D.C. avesse potuto contare (non per colpa sua non ha potuto essere presente) sulla presenza del Consigliere avv. Oberto, con ogni probabilità l'apporto del Gruppo avrebbe potuto essere anche più qualificato. Comunque mi limito a evidenziare tre punti sui quali i rappresentanti della minoranza D.C., all'interno della Commissione hanno dato la loro adesione, sia pure dopo una lunga e approfondita meditazione.
C'é una questione di carattere generale che riguarda il modo in cui sono state recepite largamente nella legge le norme che erano state a suo tempo approvate a livello di regolamento.
Si può dire che la legge chiarisce e sviluppa alcune disposizioni che potevano permettere diversità d'interpretazione, integra il regolamento con altri che l'esperienza di questi anni di attività, di controllo ha opportunamente suggerito, ma un attento confronto fra il testo del regolamento e il nuovo testo della legge (mi riferisco naturalmente al testo approvato dalla VIII Commissione) fa giustizia della sensazione, che per un certo momento si era avuta, che questa legge dovesse porsi quasi in contrapposizione al regolamento e che il regolamento provvisorio fosse reo quanto meno di non avere favorito un colloquio sereno fra i controllori e i controllati e al limite anche di avere favorito qualche abuso all'interno dei singoli organi di controllo. Mi riferisco, ad esempio, ad affermazioni che avevamo sentito, in base alle quali si sarebbe dovuto disciplinare l'intervento dei membri supplenti, oppure all'art. 14 del testo che era stato presentato dalla Giunta s'intendeva disciplinare non soltanto il numero delle sedute, ma anche la durata delle stesse e l'art. 9 addirittura prevedeva la possibilità di scioglimento dell'organo di controllo disposizioni che, a mio modo di vedere, sono state lasciate opportunamente cadere perché riguardano un diritto di autogoverno interno dell'organo di controllo. Per quanto riguarda lo scioglimento non abbiamo neanche trovato degli appigli nella legislazione nazionale, non ci sono esempi dello Stato che prevedano la possibilità di scioglimento di un organo di controllo statale.
Secondo me non è poco che si sia superato questo stato d'animo iniziale e che, tutto sommato, si sia invece ridimensionato il giudizio sulla validità che poteva avere questa nuova legge sostitutiva e col significato di superare il regolamento, avvalendosi però di tutte le esperienze maturate in questi anni a livello di controllo, non in senso negativo, ma in senso positivo.
Una seconda considerazione è il giudizio che si può dare su tutta questa legge: se c'è un carattere peculiare della legge è quello di cercare quanto meno di scoraggiare eventuali tentazioni di presidenzialismo, sia a livello di sezioni staccate del CORECO, sia a livello di Comitato regionale di controllo; parliamo di tentazioni, addirittura a livello di Comitato, di superpresidenzialismo che poteva avere un supporto burocratico quando meno nell'art. 4 del regolamento che così si esprimeva: "Il Segretario dell'Ufficio di segreteria istituito presso il Comitato regionale di controllo, è responsabile della direzione generale di tutti gli uffici di Segreteria". Si creava una specie di organizzazione piramidale che automaticamente poteva poi, legata alle funzioni, sicuramente più ampie riconosciute al Presidente delle singole sezioni ed al Presidente del CORECO, essere interpretata come una specie di supporto burocratico a tentazioni di questo genere.
Negli altri casi per le sezioni di controllo periferiche, si prevede ad esempio all'art. 8 che il Presidente duri in carica 20 mesi e non possa più essere rieletto. Si è poi trovata naturalmente un'aggiunta che non so se è pienamente soddisfacente perché forse era meglio dire "di norma" ma abbiamo poi accettato questo testo "salvo cause di forza maggiore" perché non potremo costringere chi non vuole fare il Presidente a farlo per forza quando l'organo abbia trovato in sé un'armonica composizione ed un solidale riconoscimento della validità del Presidente scelto a turno.
Inoltre ci sono le disposizioni dell'art. 25, che dice che lo stesso personale delle varie sezioni e del CORECO è funzionalmente alle dipendenze del Comitato della sezione cui è destinato e non più del Presidente come diceva invece il regolamento.
Sono norme che la mia parte politica non aveva sostenuto in occasione dell'approvazione del regolamento, in quanto aveva inteso dare un taglio diverso che è stato forse interpretato come eccessivamente orientato verso la funzionalità dell'organo di controllo; ma a queste innovazioni i Consiglieri D.C. della VIII Commissione non hanno voluto negare il loro assenso in quanto rispondente ad una concezione valida di esercizio democratico delle funzioni, basato sul concorso responsabile di tutti i membri del consesso. Ma se sarà l'esperienza a collaudare il nuovo meccanismo di rotazione presidenziale e l'esercizio collegiale delle funzioni, vorrei quanto meno che fosse riconosciuto ai membri della minoranza D.C. dell'VIII Commissione di non aver ceduto ad altre suggestioni di democraticità ad oltranza che potevano compromettere un già difficile equilibrio che si determina ogni volta che c'è una gestione collegiale, e mi riferisco naturalmente alle proposte di partecipazione dei rappresentanti degli Enti locali alle sedute, in contradditorio con l'organo di controllo e la pubblicità delle riunioni che, a suo tempo quando si era discusso il regolamento, erano state sollevate dalla minoranza che diventata attualmente maggioranza non ha più ritenuto opportuno inserirle nel testo di legge.
C'è ancora un'ultima considerazione su un elemento innovativo che è stato introdotto dal disegno di legge che stiamo esaminando, e mi riferisco all'art. 14 che introduce l'assemblea generale dei Presidenti e dei membri dell'organo di controllo, convocata almeno due volte all'anno, dal Presidente della Giunta di concerto con il Presidente del Comitato regionale. Il testo del disegno di legge della Giunta demandava la convocazione dell'adunanza generale alla competenza del Presidente del Comitato di controllo; direi che c'era però una certa discrepanza nei confronti di una tendenza, come ho detto prima, a scoraggiare tentazioni al presidenzialismo nel demandare al Presidente del CORECO la convocazione e la Presidenza dell'assemblea biennale dei vari membri degli organi di controllo.
Qui si potrebbe aprire, sul piano giuridico, una lunga discussione e come sovente capita, sul piano giuridico dopo una lunga discussione le risultanze potrebbero essere opposte e ambedue opinabili, però ci tengo a far rilevare che i rappresentanti D.C. all'interno della Commissione hanno ritenuto opportuno non porre delle pregiudiziali nei confronti di questa seconda dizione dell'art. 14, pur rendendosi conto che la scelta della Commissione aveva un preciso significato politico, se si tiene presente che l'adunanza ha lo scopo, oltre che di assicurare il coordinamento, anche di favorire l'unità d'indirizzo dell'attività di controllo. I Consiglieri D.C.
contribuendo alla formulazione del nuovo testo dell'art. 14, l'hanno fatto con piena cognizione di causa, pur rendendosi conto che ogni scelta politica può comportare dei rischi.
Difatti, se si considera che a norma dell'art. 1 il controllo viene esteso anche sugli atti derivanti dalle funzioni delegate dalla Regione (e qui non è che questa dizione sia esauriente, perché è evidente che sugli atti delegati dalla Regione agli Enti locali ci dovrà essere una normativa interna che vedremo in che misura sarà integrativa della dizione di carattere generale che è stata introdotta nella legge del CORECO) e che a norma dell'art. 21 il Comitato e le sezioni s'ispirano nell'esercizio del controllo di merito (ci terrei a evidenziare questo perché forse è sfuggito nella relazione del Presidente che lo riferisce un po' a tutto il controllo) a criteri rispondenti all'interesse pubblico generale, in armonia con gli obiettivi della programmazione generale, potrebbe profilarsi il pericolo di un'individuazione di unità d'indirizzo nell'attività di controllo, pesantemente condizionata da indirizzi propri dell'esecutivo regionale. Questi sono pericoli che potrebbero sussistere anche se c'é la valvola di sicurezza che naturalmente a monte dell'esecutivo regionale c'è sempre il controllo del Consiglio regionale al quale è fra l'altro anche riconosciuta la possibilità di procedere a delle convocazioni similari. Si tratta però di rischi opinabili che le forze politiche devono sapere affrontare e che comunque come forza di minoranza noi abbiamo ritenuto, all'interno della VIII Commissione, di accettare, con l'impegno di vigilanza e di denuncia di ogni eventuale tentativo di prevaricazione che possa intaccare la reale autonomia degli Enti locali.
Con queste considerazioni che ho voluto ridurre al minimo e guardando ai punti più significativi della legge, per quanto mi riguarda non ho niente da aggiungere né da togliere a quanto ho detto e fatto nell'VIII Commissione dando il mio assenso di massima alla legge, che ritengo abbia notevolmente semplificato e chiarito le procedure di controllo e se tutti assieme abbiamo raggiunto questo obiettivo mi pare che non sia un obiettivo da poco e che va sicuramente nella direzione dell'interesse degli Enti locali e nell'esaltazione della loro autonomia.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, condivido senz'altro la sua raccomandazione di contenere i tempi dell'intervento, anche se non posso non rammaricarmi di questa esigenza in quanto il disegno di legge portato al nostro esame ha una sua delicatezza ed una sua importanza politica che non possono essere né sottaciute, né sminuite.
Infatti, attraverso la normativa che viene qui proposta per il funzionamento dell'organo regionale di controllo, si vengono ad affermare dei principi, delle concezioni che travalicano il contenuto del testo legislativo che è al centro del dibattito per investire invece la sfera più generale dei rapporti tra Stato e Regione; intendiamo cioè dire che questo disegno di legge non può e non deve essere valutato oggettivamente e giustamente se non come un terreno di confronto, anzi, diciamo un terreno di scontro tra i difensori dello Stato unitario, tra i quali noi ci collochiamo, e tra i sostenitori dello Stato che viene espropriato dalle Regioni, o quanto meno di un altro tipo di Stato, di uno Stato federativo cioè di uno Stato concepito come Federazione di Regioni.
L'attenta lettura della relazione che accompagna questo disegno di legge e quanto qui ripetuto in aula dai relatore collega Calsolaro d'altra parte non può lasciare dubbi in proposito: il problema è squisitamente politico, deve essere quindi affrontato in termini politici anche se necessariamente le ragioni del contendere dovranno essere spostate su un terreno giuridico.
In questo quadro la Destra Nazionale, in contrasto con l'opinione affermata dal relatore e condivisa dall'VIII Commissione, solleva riserve sulla legittimità costituzionale del disegno di legge n. 43 con il quale si vorrebbero attribuire alla Regione potestà normative in ordine al controllo sugli Enti locali minori quali le Province e i Comuni.
Noi sosteniamo queste tesi dell'esistente contrasto con la Costituzione, richiamando l'attenzione dei colleghi e dell'assemblea sul fatto che ogni e qualsiasi competenza della Regione deve essere attribuita espressamente ad essa, poiché è inaccettabile, poiché è da respingere il principio dell'interpretazione analogica o per estensione. In altre parole e in ordine alla competenza spettante alla Regione, vale qui il principio che certo i colleghi avvocati conoscono e condividono che "ubi lex voluit dixit".
Per cui, questo premesso, la domanda che ci dobbiamo porre, collega Calsolaro, è questa: la Regione può legiferare in materia di controlli? A nostro avviso - e siamo in aperto contrasto, lo riconosco - la risposta è stata data dalla sentenza della Corte Costituzionale che qui è stata citata.
La relazione illustrativa della Giunta socialcomunista si limitava a farne un cenno brevissimo, la relazione letta in aula, invece, più opportunamente ad avviso nostro, ricorda per esteso questa sentenza.
La sentenza del 3 marzo 1972 della Corte Costituzionale è di esemplare chiarezza al riguardo, perché se noi ci trovassimo, come dovremmo, a considerare esattamente ciò che ha statuito la Corte Costituzionale, allora tutto il discorso dovrebbe essere impostato in termini diversi; al limite questo è un disegno di legge che andrebbe ritirato. La Corte Costituzionale, respingendo le censure di illegittimità di alcuni articoli della così detta legge Scelba (legge 10/2/1953 n. 62) e proprio a proposito di quelli in materia di controllo sulle Province e sui Comuni, ha ribadito senza mezzi termini come, nonostante le perplessità cui può dare luogo l'interpretazione letterale dell'art. 130 della Costituzione, se confrontata con l'art. 125, l'intera materia dei controlli sugli Enti locali - e qui citiamo tra virgolette - "non risulti attribuita ad alcuna tra le competenze normative regionali".
Non è materia statutaria, perché manifestamente non rientra nell'organizzazione interna delle Regioni; non è nemmeno prevista fra le potestà legislative che sono elencate all'art. 117 della Costituzione, o comunque inclusa nell'una o nell'altra di esse. E poiché allora, come dicevamo, non si danno competenze legislative regionali che non siano tassativamente stabilite in Costituzione o in altra legge costituzionale sembra a noi che non sia ipotizzabile e accettabile soprattutto una attribuzione di potestà normativa nel conferire ad un organo della Regione le funzioni di controllo sugli atti degli Enti locali.
E qui accogliamo una raccomandazione del Presidente risparmiando la citazione di tutti gli autori che si sono detti concordi con questa tesi cioè concordi nel ritenere non di competenza delle Regioni la normativa relativa ai controlli.
Ci permettiamo solo osservare che qualora vi fossero dubbi sulla validità, osiamo dire sulla certezza giuridica di quanto qui noi stiamo sostenendo, potrebbe bastare l'osservazione che nel corso della sesta legislatura, quella traumaticamente interrottasi, vi sono stati ben quattro disegni di legge presentati al Parlamento nazionale su questa materia: dai D.C. on. Colombo e sen. Signorello, dal socialista Pieraccini, dal comunista Maccaroni. Dal che è facile dedurre che se l'argomento fosse stato di competenza delle Regioni, il Parlamento nazionale non sarebbe stato certamente sollecitato, tanto più da esponenti della sinistra, ad intervenire su questa materia. E neppure ci pare che possa valere l'osservazione che altre Regioni hanno già legiferato in proposito e hanno legiferato senza opposizioni da parte del Governo. Noi crediamo che si tratti pur sempre di leggi regionali che chiunque, nei modi previsti, in qualunque momento potrebbe inficiare d'illegittimità costituzionale usando le medesime argomentazioni che qui stiamo sviluppando e che, almeno sino a prova contraria, per il momento restano avvalorate dalla citata sentenza della Corte Costituzionale.
Se tutto questo è vero, come noi crediamo sia, ne deriva quale conseguenza logica che l'intero disegno di legge n. 43 sul funzionamento dell'organo regionale di controllo esula dalla competenza normativa della Regione Piemonte e questo poiché la durata della carica dei componenti del suddetto organo di controllo, la loro decadenza, la loro sostituzione, le norme che disciplinano le adunanze, il funzionamento, lo scioglimento dell'organo spettano tutti al legislatore statale, non già a quello regionale, come ha correttamente interpretato la Corte Costituzionale.
Noi comprendiamo benissimo le ragioni politiche che hanno spinto la Giunta socialcomunista a portare avanti questa iniziativa e si tratta di ragioni politiche del tutto coerenti, vogliamo riconoscerlo, con quel disegno che può essere variamente definito, che noi ci permettiamo definire di "assalto allo Stato" che, muovendo dalle Regioni il PCI ed il PSI stanno progressivamente attuando.
Ma se si ha ancora, come noi abbiamo, la religione dello Stato, allora pensiamo che non ci si possa non esporre in via pregiudiziale al disegno di legge n. 43, esattamente come noi abbiamo ritenuto di dovere fare esprimendo queste riserve di carattere costituzionale e concretando la nostra richiesta nella presentazione di un ordine del giorno, che faremo immediatamente, per il non passaggio all'esame degli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, il disegno di legge in discussione affronta uno dei temi più importanti e delicati della vita della nostra comunità regionale, dei suoi enti, delle sue istituzioni e riguarda nel suo insieme tutta la vita e la problematica regionale degli enti, della comunità locale e di quanti operano nel contesto della comunità stessa.
Non ci è certamente ignoto il dibattito degli ultimi anni rispetto a questa problematica, né tanto meno ci è ignoto lo sforzo parlamentare per giungere ad una definizione della normativa costituzionale che la portasse ad essere organicamente inserita in tutta la vita regionale, così le proposte di legge Pieraccini e quella dell'on. Taviani, citata nella relazione così puntuale e rigorosa del Consigliere Calsolaro.
Ma non si tratta qui di stravolgere la normativa costituzionale o le normative che hanno dato vita all'Ente Regione, si tratta di dare un'interpretazione del ruolo che in questo momento la Regione deve avere rispetto al problema.
La sentenza della Corte Costituzionale, scaturita da un ricorso della Regione lombarda e più precisamente dal Presidente Bassetti, riguardava la capacità e la competenza delle Regioni a dettare normative sostanziali rispetto alla problematica dei controlli. Questa è la trincea che ci separa da quella che è invece la capacità della normativa regionale rispetto all'organizzazione del sistema dei controlli. Cambia sostanzialmente aspetto ed evidentemente nel disegno di legge non si sottrae alcuna competenza agli organismi di controllo, non si definiscono certo le materie (queste sono già definite in generale dalla legge statale), si dà un'organizzazione nel senso che si determinano certi punti che la legge statale non aveva assolutamente previsto.
Non vorremmo passare per degli innovatori a tutti i costi, quanto è contenuto nel disegno di legge regionale è frutto anche di esperienze maturate in altre regioni, ed ha già trovato accoglienza da parte dello Stato, di questo Stato che si vorrebbe aggredito dalle forze socialcomuniste, come ha detto il rappresentante della destra nazionale, di un Governo che certo socialcomunista non era.
In questa normativa si è superato anche il ristretto campo della pura organizzazione, si è cercato di dare concretamente alcune realtà che erano presenti di fronte a questa ampia problematica. Quindi c'è una visuale più ampia. Noi abbiamo colto anche tutti gli altri aspetti che la Lombardia, la Toscana, la stessa Liguria, l'Umbria e le altre regioni avevano in questo campo già legiferato ed abbiamo costituito praticamente un momento nuovo.
Quali, in effetti, le reali modificazioni di fondo del sistema dei controlli? Si è parlato qui del regolamento - e chi vi parla è stato anche uno degli autori del vecchio regolamento, ho contribuito alla sua stesura ma certo si deve dire che la modificazione più profonda è quella non di un mero e formale controllo, ma di un dialogo che scaturisce attraverso chi è controllato e chi lo deve controllare, non come forma soltanto così meramente sull'atto, ma attraverso un momento di audizione come confronto al limite vorremmo dire anche come momento culturale tra chi è addetto al controllo e l'ente controllato; perché attraverso un continuo confronto e contatto tra le amministrazioni locali ed i Comitati di controllo è sorto un momento diverso culturale, di maggiore approfondimento della realtà.
L'altro momento è l'eliminazione burocratica; infatti si accenna ad una serie di deliberazioni che sono sottratte di per se stesse al controllo (quelle prive di contenuto dispositivo) e se si pensa che oggi gli atti soggetti a controllo in Piemonte superano largamente i 500.000 annui, si capisce quale eliminazione burocratica sorga da questo disegno di legge.
Non solo, ma si dà una nuova forma di governo agli Enti locali procedendo per delibere quadro, per grandi materie che possono coinvolgere la vita dell'ente locale, dalla quale poi discendono tutti gli atti esecutivi che non hanno più necessità di controllo alcuno, come le delibere che riguardano l'urbanistica il cui controllo di merito viene esercitato già dalla Giunta regionale e quindi non trova più rispondenza in un nuovo controllo da parte del Comitato. Perché spesso le doglianze, giuste, dei Comuni o degli altri enti erano che il controllo si ripeteva nuovamente attraverso il Comitato, o altri enti come la Giunta regionale, quindi diventava un plurimo controllo che non era assolutamente previsto dalla legge.
Per quanto riguarda il controllo di merito va ricordato che esso si aggancia e si riferisce al piano di sviluppo regionale. Questa è una delle innovazioni certamente più importanti, perché il controllo di merito non deve essere condotto episodicamente dal Comitato di controllo esclusivamente come campanello d'allarme, ma deve riferirsi all'uniformità di comportamento dell'Ente locale coinvolto in una politica regionale del piano di sviluppo e di programmazione.
Altri aspetti che hanno innovato profondamente riguardano l'istruttoria delle pratiche, istruttoria che viene sottratta al semplice esame dei funzionari, ma viene riferita in prima persona ai membri del Comitato di controllo in collaborazione con gli istruttori dei Comitati di controllo.
E' questa un'innovazione molto importante che permette di uscire dal controllo burocratico dei Comitato il quale di volta in volta esamina istruttorie o atti già istruiti nella sede del Comitato di controllo dai funzionari, ma prende direttamente conoscenza e coscienza di ogni atto per condurlo ad una realtà di approvazione o meno.
Dobbiamo dire però che queste innovazioni, che rientrano nella competenza regionale, di per sé sole non sono ancora sufficienti a rendere diverso il sistema del rapporto fra l'istituzione regionale e gli altri Enti locali, diciamo che attraverso questa legge si apre finalmente la possibilità di dotare di strumenti diversi anche tutti gli Enti locali.
Parliamo qui specificamente della modificazione della legge 28 dell'approvazione degli strumenti tecnici che gli Enti locali si danno, di progetti o altri elaborati non più attraverso l'iter che finora hanno seguito, ma attraverso quella che è la legge urbanistica che la Giunta regionale sta per presentare al Consiglio che toglierà certamente tutto quello che è il controllo che viene esercitato finora, e definirà esattamente tutti gli interventi dei Comuni o degli altri enti, sia sotto l'aspetto tecnico per la modificazione della 28, sia per quanto riguarda la legge urbanistica, arrivando finalmente ad un concetto diverso da quello che ha visto finora la Regione come ente di controllo e non come ente di promozione legislativa e di programmazione quale dovrebbe essere.
Con questo disegno di legge si viene quindi ad avviare un nuovo processo che la Giunta pensa di concludere attraverso le strumentazioni urbanistiche. Ripeto, con la legge urbanistica, con la modificazione della legge 28 per quanto riguarda un concetto diverso che si verrà ad instaurare, quindi con l'elezione dei Comitati comprensoriali si avvierà il primo, vero, autentico processo di decentramento che dovrà trovare con il piano di sviluppo e con il nuovo bilancio, che avrà delle caratteristiche pluriennali, una vita nuova dell'istituto regionale ed un nuovo rapporto con le comunità locali.



PRESIDENTE

Conclusa la discussione generale, abbiamo di fronte a noi un ordine del giorno del Gruppo del MSI-DN che chiede di non passare agli articoli.
Qualcuno chiede di parlare? Pongo allora in votazione l'ordine del giorno.
E' respinto.
I Gruppi desiderano fare adesso le dichiarazioni di voto o alla fine della votazione degli articoli?



BIANCHI Adriano

In sede finale, dopo la votazione degli articoli, è la sede più adatta.
Anche perché ci sono discussioni sugli eventuali emendamenti che condizionano il voto.



PRESIDENTE

Va bene, allora passiamo subito all'esame dei singoli articoli.
Titolo I - Struttura dell'organo di controllo Art. 1 - Disposizioni generali "La Regione esercita nell'ambito del proprio territorio, il controllo sugli atti - compresi quelli derivanti dalle funzioni da essa delegate - delle Province, dei Comuni, degli Enti ospedalieri, delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, e degli altri Enti locali.
Il controllo è esercitato dall'organo regionale costituito a norma del successivo art. 2.
Ai sensi dell'art. 130 della Costituzione tutte le funzioni di controllo sugli atti, sotto qualsiasi denominazione e forma esercitate, sono sostituite dai controlli dell'organo regionale, che li esercita nelle forme e nei modi indicati dalla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 1 è approvato.
Art. 2 - Organo di controllo e decentrazione "L'organo regionale di controllo, composto nei modi previsti dalla legge dello Stato, esercita le sue funzioni in forma decentrata, ai sensi dell'art. 69 dello Statuto, ed è costituito dal Comitato regionale di controllo, con sede nel capoluogo della Regione, e dalle sezioni decentrate, con sede nei capoluoghi di provincia e circondario.
L'organo regionale di controllo opera in conformità delle norme della Costituzione della Repubblica italiana e dello Statuto della Regione Piemonte che garantiscono e promuovono l'autonomia degli Enti locali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Costituzione e durata dell'organo di controllo "Il Comitato regionale di controllo e le sezioni decentrate sono nominati con decreto del Presidente della Giunta e costituiti in conformità di quanto disposto dagli artt. 55 e 56 della legge 10 febbraio 1953 n. 62 nonché dall'art. 16 della legge 12 febbraio 1968 n. 132.
Per il controllo degli atti degli Enti ospedalieri il Comitato regionale e le sezioni decentrate sono integrati dal Medico provinciale. In caso di assenza o d'impedimento, il Medico provinciale è sostituito dal proprio supplente.
Il Consiglio regionale procede alla designazione dei membri elettivi entro 30 giorni dalla sua prima seduta. Il Presidente della Giunta regionale provvede alle nomine del Comitato e delle sezioni entro i successivi 30 giorni.
Il Presidente della Giunta regionale provvede all'insediamento del Comitato e delle sezioni convocando tutti i membri entro 30 giorni dalla data del decreto di nomina.
Il Comitato e le sezioni durano in carica sino alla rinnovazione del Consiglio regionale ed esercitano le loro funzioni fino all'insediamento dei nuovi organi".
Chiede di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Vorrei fare presente che l'eventuale accoglimento dell'emendamento all'art. 16 richiederebbe una modifica del secondo comma dell'art. 3.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Si, è vero. Infatti nell'emendamento della Giunta regionale si dice che tutti gli Enti ospedalieri sono soggetti a controllo delle sezioni decentrate e non del Comitato regionale e degli Enti regionali, a questo punto bisogna anche modificare l'art. 3.



PRESIDENTE

L'emendamento soppressivo riguarda le parole "il Comitato regionale e".
Lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' accolto.
Si vota allora l'art. 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.Art. 4 - Decadenza dei Componenti "I Membri elettivi dell'organo di controllo decadono qualora sopravvengano cause di ineleggibilità o di incompatibilità previste da legge della Repubblica.
Decadono altresì dalla carica i membri elettivi dell'organo di controllo che, senza giustificato motivo, non intervengano a cinque sedute consecutive.
Il Presidente della Giunta regionale contesta la causa di decadenza all'interessato, il quale deve presentare le proprie controdeduzioni entro 10 giorni dalla relativa comunicazione. Trascorso tale termine il Consiglio regionale dichiara con deliberazione la decadenza dalla carica.
Nel caso d'incompatibilità l'interessato deve optare, su invito del Presidente della Giunta, tra la carica di membro dell'organo di controllo e quella che costituisce causa d'incompatibilità. Il Consiglio regionale delibera la decadenza dalla carica se l'opzione non è comunicata nel termine indicato dal terzo comma del presente articolo.
Il Presidente della Giunta regionale comunica al Commissario di Governo o al Presidente del Tribunale Amministrativo regionale o al Presidente della Provincia l'esistenza di cause di decadenza nei confronti di membri non elettivi dell'organo di controllo per i provvedimenti di rispettiva competenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Dimissioni dei componenti "Le dimissioni dei membri, anche non elettivi, dell'organo di controllo sono presentati al Presidente del Comitato o delle Sezioni di appartenenza il quale ne dà immediata comunicazione al Presidente della Giunta.
Il membro dimissionario è sostituito, a far tempo dalla presentazione delle dimissioni e fino alla designazione del successore, dal corrispondente membro supplente".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 5 è approvato.
Art. 6 - Sostituzione dei componenti "La sostituzione dei membri del Comitato e delle sezioni, cessati per qualunque causa dall'incarico, avviene nei modi e nelle forme previste dalla legge per la loro nomina, salvaguardando per i membri elettivi l'iniziale presenza della minoranza.
Il Presidente della Giunta regionale promuove la sostituzione entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione di vacanza dell'incarico ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Titolo II - Funzionamento dell'organo di controllo Art. 7 - Elezione del Presidente e del Vicepresidente "Il Comitato e le sezioni, nella seduta d'insediamento, sotto la Presidenza dell'esperto effettivo più anziano di età, e prima di deliberare su qualsiasi altro oggetto, eleggono con distinte votazioni a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta di voti, il rispettivo Presidente e Vicepresidente da scegliere tra i membri effettivi eletti dal Consiglio regionale.
Qualora dopo due votazioni nessun candidato abbia riportato la maggioranza assoluta dei voti, si procede ad una terza votazione nella quale risulta eletto il membro elettivo effettivo che abbia ottenuto il maggior numero di voti.
A parità di voti risulta eletto il membro effettivo che ha riportato il maggior numero di voti nell'elezione effettuata dal Consiglio regionale e in caso di ulteriore parità, il membro più anziano di età.
All'elezione di cui al presente articolo partecipano i soli membri effettivi dell'organo di controllo.
I Presidenti ed i Vicepresidenti del Comitato e delle sezioni durano in carica venti mesi, salvo il caso della scadenza dell'organo, e non sono rieleggibili, se non nel caso di forza maggiore, durante la stessa legislatura regionale.
In caso di assenza o d'impedimento del Presidente, le sue funzioni sono esercitate dal Vicepresidente. In caso di assenza o d'impedimento di questi, le funzioni sono assunte dal terzo membro effettivo eletto dal Consiglio regionale.
In caso di assenza o d'impedimento di tutti i membri effettivi elettivi assume le funzioni di Presidente il membro supplente elettivo più anziano di età".
C'è un emendamento presentato dal Consigliere Bianchi: "Al comma quinto sostituire la dizione 'e non sono rieleggibili se non nel caso di forza maggiore' con la dizione 'e di norma non sono rieleggibili'". E' una dizione onnicomprensiva di tutte quelle cause di forza maggiore che sarebbero assai difficili da stabilire qualora si entrasse nel merito.



BIANCHI Adriano

Il Presidente l'ha già anticipato: la forza maggiore è quella situazione che giustifica i non comportamenti, ma rendere rieleggibile qualcuno per forza maggiore... o si invoca l'intervento dei palestinesi che sequestrino, o gruppi armati che impongano la rielezione o cose di questo genere, la dizione non è felice. Poiché il principio è stato stabilito altrove e deve essere rispettato sulla base delle altre norme, la rielezione è l'eccezione e si addiviene alla rielezione solo quando non si è in condizioni di rispettare la norma generale.
Credo che il Consiglio possa accettare questa dizione che anche giuridicamente credo sia più corretta.



PRESIDENTE

La Giunta?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo che la proposta del Consigliere Bianchi sia da accogliere in quanto la "forza maggiore" potrebbe essere un fulmine, il fiume in piena e non è possibile che il Comitato sia colpito da un fulmine o da un terremoto.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con la proposta di emendamento modificativo alzi la mano.
E' accolto con un'astensione.
E adesso votiamo l'art. 7 nel nuovo testo che risulta dall'accoglimento dell'emendamento modificativo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Funzioni del Presidente "I Presidenti del Comitato e delle sezioni rappresentano i rispettivi collegi, ne convocano e presiedono le adunanze, formulano l'ordine del giorno; sottoscrivono i verbali delle sedute e ogni decisione del collegio regolano l'attività del collegio e curano l'esecuzione delle decisioni da esso adottate; mantengono i rapporti con gli organi della Regione.
I Presidenti vigilano sul funzionamento degli uffici di segreteria dei rispettivi collegi e sulla corretta esecuzione delle disposizioni da essi impartite.
Ai fini dell'istruttoria degli atti sottoposti al controllo, i Presidenti provvedono a ripartire le pratiche tra i membri del collegio, secondo i criteri determinati dal successivo art. 9".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - Esercizio delle funzioni dell'organo di controllo "Il Comitato e le sezioni esercitano le loro funzioni collegialmente.
L'istruttoria degli atti sottoposti a controllo è svolta dai singoli membri effettivi o supplenti con l'assistenza del Segretario o di altro funzionario dell'ufficio di segreteria.
Le pratiche sono ripartite tra i membri del collegio secondo criteri da esso determinati in modo da assicurare un'equa ripartizione del lavoro, un adeguato approfondimento dell'istruttoria e la maggior tempestività del controllo.
I relatori sottopongono al collegio, nei termini stabiliti dal Presidente le proprie proposte accompagnate da apposite relazioni. Di esse viene fatta menzione nel verbale della seduta".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
Art. 10 - Convocazione delle adunanze "Il Comitato e le sezioni stabiliscono il calendario delle adunanze che devono aver luogo durante l'orario degli uffici regionali. Il calendario è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Le riunioni ordinarie dei collegi non devono superare il numero di due alla settimana.
Alle adunanze sono convocati anche i membri supplenti, i quali partecipano alle discussioni senza diritto di voto, salvo i casi in cui vengono a sostituire i rispettivi membri effettivi secondo i criteri determinati dal collegio.
Per le adunanze ordinarie previste dal calendario non è prescritta convocazione. In questo caso l'ordine del giorno degli argomenti da trattare viene depositato presso la segreteria almeno il giorno prima di quello fissato per l'adunanza.
L'organo di controllo può trattare anche argomenti non iscritti all'ordine del giorno con la presenza ed il consenso unanime dei membri effettivi.
I Presidenti possono convocare i rispettivi collegi in seduta straordinaria, qualora ne ravvisino l'opportunità o quando lo richiedano almeno tre componenti effettivi. La convocazione è effettuata con avviso telegrafico, contenente l'indicazione dell'ordine del giorno; essa deve essere comunicata al Presidente della Giunta regionale e deve pervenire ai membri del collegio almeno il giorno prima di quello fissato per l'adunanza".
Vi è una proposta di emendamento presentata dal Consigliere Marchini che dice di sopprimere il secondo capoverso, dalle parole "le riunioni" alle parole "alla settimana".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Forse bisognava suggerire un emendamento modificativo.
Mi pare che il limite delle due adunanze settimanali sia del tutto insufficiente. Non si capisce il perché si vogliano imporre ai CORECO le due sedute settimanali, perché sappiamo qual è il lavoro che incombe su questo tipo di collegi e mi pare che questo limite sia del tutto in contrasto con la realtà effettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

L'emendamento proposto dal collega liberale ci pare non tenga conto dell'insieme dell'articolo.
Le adunanze ordinarie hanno una loro regolamentazione anche in fatto di convocazione e sono calendariate, su proposta dell'organo di controllo, dal Presidente della Giunta.
Nel penultimo comma sono previste le sedute straordinarie per le quali è prevista un'altra procedura; per queste è sufficiente dare comunicazione non c'é bisogno dell'autorizzazione del Presidente della Giunta. E' chiaro che se le sedute straordinarie diventano tali e tante da potersi configurare come ordinarie vuol dire che quel Comitato di controllo trova una scappatoia nelle sedute straordinarie, e allora c'e l'intervento della Regione.
Si pensi che ci sono state sezioni di organi di controllo che hanno esaminato a una a una le delibere dei Consigli comunali relative alle assegnazioni degli spazi elettorali, consumando così sedute intere.
Mi pare quindi che la normativa preveda sufficiente elasticità con le sedute straordinarie per permettere agli organi di controllo di adempiere a tutte le loro funzioni.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini mantiene l'emendamento?



MARCHINI Sergio

Si, perché proprio quello che ha detto il rappresentante comunista me lo conferma, in definitiva noi ci poniamo in una posizione di sospetto e non di collaborazione.



PRESIDENTE

Va bene. La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei soltanto dire al Consigliere Marchini che nell'ipotesi di iter favorevole di tutta la legge, la quantità di lavoro viene, secondo i nostri calcoli, ad essere più che dimezzata in quanto le deliberazioni che oggi devono essere portate all'esame del CORECO diminuirebbero di oltre la metà consentendo così di svolgere tranquillamente il lavoro del Comitato.
La Giunta regionale ha già approvato il disegno di costituzione del circondario del Cusio-Ossola, per cui viene ad essere creato un nuovo Comitato con una maggiore ripartizione del lavoro della provincia di Novara. Passiamo così a 14 CORECO e ci paiono sufficienti per contenere nella ordinarietà le due sedute.
Tenga conto che ogni seduta ha un costo assai elevato e che ci siamo tutti quanti ripromessi di dover contenere le spese.
Ci pare quindi che con due sedute ordinarie e con la possibilità di farne altre straordinarie si possa ovviare ad ogni inconveniente.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Chi è d'accordo con l'emendamento del Consigliere Marchini alzi la mano.
E' respinto.
Si vota adesso l'art. 10.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 47 hanno risposto SI 45 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 - Le adunanze "Per la validità delle adunanze è necessaria la presenza di almeno quattro membri, siano essi effettivi o supplenti.
Qualora, trascorsa un'ora dalla convocazione fissata nel calendario o nell'apposito avviso per le adunanze straordinarie, non sia stato raggiunto il numero legale per la validità dell'adunanza, il Presidente ne dichiara il rinvio.
Le decisioni sono adottate con voto palese, a maggioranza dei presenti.
In caso di parità prevale il voto del Presidente.
Le decisioni sono sottoscritte dal Presidente e dal segretario.
I membri del Comitato e delle sezioni non possono partecipare alla trattazione di argomenti per i quali sussista un interesse proprio, di parenti o di affini entro il quarto grado, o d'imprese o Enti con i quali abbiano rapporti di amministrazione, di vigilanza, di consulenza o di prestazione d'opera".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
Art. 12 - Udienze "Gli amministratori dell'Ente che ha emanato l'atto debbono essere sentiti dall'organo di controllo quando ne facciano richiesta al collegio.
I rappresentanti dell'Ente possono altresì essere invitati alle adunanze del collegio per fornire chiarimenti riguardanti l'atto sottoposto al controllo.
Gli amministratori possono farsi assistere dai propri consulenti.
In ogni caso si deve far menzione di dette audizioni nel verbale di adunanza".
Vi è un emendamento soppressivo del Consigliere Marchini che dice: "Al secondo capoverso sopprimere le parole 'alle adunanze del collegio'".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

E' forse un po' una cineseria, ma è una preoccupazione. Visto che la legge ha il principio della segretezza delle discussioni, non si capisce bene fino a quando gli invitati hanno diritto di rimanere e questo, anche sul piano della buona educazione, crea dei problemi non indifferenti.
Siccome partecipano all'adunanza e questa è un momento operativo della decisione perché ad un certo punto il collegio, investito dei poteri introduce la questione, la esamina e poi delibera, dobbiamo decidere a quale parte dell'adunanza gli invitati possono partecipare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Noi siamo contrari all'emendamento perché altrimenti non si capisce perché i Sindaci, gli Assessori, gli amministratori comunali sono invitati.
Possono essere sentiti in qualunque momento dal Comitato, da un membro del Comitato, da un funzionario. Sono invitati, invece, o possono chiedere di essere sentiti, alle adunanze del collegio, ed è precisato: "per fornire chiarimenti riguardanti l'atto sottoposto a controllo", non per assistere alle adunanze. Sono sentiti, discutono e, naturalmente, fatte le loro illustrazioni e controdeduzioni se ne vanno.
Questo punto è stato discusso in Commissione, non è certo venuto fuori a caso. I membri della Commissione possono anche essersi sbagliati, ma si è ritenuto che quando si dice che sono sentiti nelle adunanze per fornire chiarimenti per quell'atto sottoposto a controllo, è sufficiente. Che al momento della decisione gli invitati debbano uscire mi pare implicito, non è posto in discussione. A meno che scrivendolo si ponga in discussione il principio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Io ritengo che il rilievo del Consigliere Marchini sia assolutamente esatto e pertinente.
Essere invitati a un'adunanza, secondo questa formulazione, significa l'adunanza per la parte in cui si tratta l'esame di quell'atto e ritengo che nessun Presidente abbia il potere, in funzione di questo testo, di ascoltare semplicemente e poi di fare uscire l'interpellato perché questo ha diritto di partecipare all'adunanza, così come la legge scrive; non bastano le intenzioni del legislatore se non le ha espresse in termini chiari, obiettivi e interpretabili esattamente da parte di tutti.
Penso che il legislatore potrebbe dire in questo altro modo: "i rappresentanti dell'Ente possono essere altresì invitati per fornire al collegio chiarimenti riguardanti l'atto sottoposto al controllo". In questi termini il collegio riunito sente e poi licenzia. Ma invitare uno ad un'adunanza significa invitarlo all'adunanza che si inizia e si conclude.



PRESIDENTE

Mi è stato formalizzato un altro emendamento sullo stesso argomento che suona così: "I rappresentanti dell'Ente possono altresì essere invitati per fornire al collegio chiarimenti riguardanti l'atto sottoposto al controllo". Anche questo emendamento è del Consigliere Marchini.



BESATE Piero

"Per fornire al collegio in adunanza", altrimenti si può equivocare perché il collegio può anche sospendere la seduta e sentirli; invece no devono essere sentiti in adunanza. Si tratta di amministratori, non di gente qualunque.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Noi avvocati ci raffrontiamo sempre al Tribunale che agisce in collegio, sente le parti, si riunisce e decide. Mi pare quindi che la dizione che è stata formulata nell'emendamento del Vicepresidente Paganelli possa essere soddisfacente: il sindaco viene chiamato di fronte al collegio, espone le sue ragioni, dopo di che il collegio decide.
Qui c'é anche un problema di fondo che non si può tacere: la pubblicità della seduta non è affermata in nessuno di questi articoli, è ancora una questione che deve essere risolta per tutti i Comitati di controllo. Non vi sono ancora, né in un senso né in un altro, delle pronunce, delle disposizioni, delle normative che possano vietare o consentire la pubblicità.
Pertanto ritengo che la dizione "chiamati di fronte al collegio per fornire chiarimenti riguardanti l'atto" possa essere, se così intesa accolta. E la Giunta in tal senso si esprime.



MARCHINI Sergio

Aderisco a questa formulazione. Spero di essere creduto sulla parola l'avevo fatta anch'io così in prima stesura, poi mettendola gi evidentemente l'ho cambiata.



PRESIDENTE

Va bene.
Il testo quindi é: "I rappresentanti dell'ente possono altresì essere invitati per fornire al collegio chiarimenti riguardanti l'atto sottoposto al controllo".
Chi è d'accordo con questo emendamento alzi la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 12.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
Articolo 13 - Verbale di adunanza "Il verbale delle adunanze deve indicare i nomi dei presenti e contenere un cenno sommario delle questioni trattate, delle proposte al relatore e delle decisioni adottate.
E' redatto dal Segretario del collegio, approvato al termine della seduta o all'inizio della seduta successiva, e sottoscritto dal Presidente e dal Segretario.
Ogni membro del collegio ha diritto di fare inserire nel verbale le motivazioni del proprio voto e ogni altra dichiarazione che ritenga rilevante ai fini dell'attività del collegio.
I verbali delle adunanze restano depositati presso la Segreteria dell'Organo di controllo.
Tutti i cittadini hanno diritto di averne visione e di ottenerne, a proprie spese, copia libera o autentica".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
Articolo 14 - Assemblea generale "Allo scopo di assicurare il coordinamento e di favorire l'unità di indirizzo dell'attività di controllo, il Presidente della Giunta regionale di concerto con il Presidente del Comitato regionale di controllo convoca almeno due volte all'anno, i Presidenti e i membri effettivi e supplenti dell'Organo di controllo.
L'assemblea generale esamina tra l'altro: a) i criteri di interpretazione di disposizioni legislative e regolamentari che abbiano dato luogo a discordanti interpretazioni b) gli inconvenienti rilevati nella legislazione regionale comportanti difficoltà o contrasto di interpretazione c) le osservazioni sull'attività di controllo formulate dai membri del Comitato e delle Sezioni, dagli enti locali, dai cittadini e dalle loro associazioni.
La convocazione dell'assemblea generale deve contenere l'indicazione degli argomenti da trattare ed è inviata per conoscenza al Consiglio regionale.
L'assemblea generale è convocata in via straordinaria su richiesta della Giunta regionale o del Consiglio regionale o dell'organo di controllo. In questo caso la richiesta deve ottenere il voto favorevole della maggioranza dei singoli collegi o dei membri effettivi che li compongono.
L'assemblea generale è presieduta dal Presidente della Giunta regionale.
Il verbale delle assemblee generali è redatto dal Segretario del Comitato regionale di controllo.
Il Presidente della Giunta regionale, per quanto di competenza, pu promuovere riunioni congiunte della Giunta con il Comitato o con le Sezioni.
Il Presidente del Consiglio regionale, sentito l'Ufficio di Presidenza, pu promuovere riunioni congiunte del Comitato o delle Sezioni con le Commissioni consiliari".
La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Assume un'importanza del tutto particolare, in relazione a quelle che sono state le dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta regionale nel corso di questa seduta, questo articolo.
Io mi ricollegavo ad un intervento del passato, quando egli sperava riteneva che ci sarebbero state delle norme legislative di carattere nazionale che avrebbero ridotto notevolmente la materia che doveva andare all'esame delle Commissioni di controllo, il che avrebbe di sua natura snellito enormemente quello che è un peso di natura economica, ma non soltanto di natura economica, del lavoro di queste Commissioni.
Questa mattina il signor Presidente della Giunta regionale, in un intervento che meriterebbe una contrappuntazione (che non faccio per ragioni di tempi e anche perché, nonostante non sia dipeso dalla mia volontà, non ho potuto partecipare ai lavori della Commissione), ha fatto un'affermazione di grandissimo rilievo ed importanza. E' certo che l'interpretazione della legge sarà soprattutto l'interpretazione letterale ma è opportuno che vi sia una dichiarazione (almeno personalmente lo ritengo opportuno) per cui l'interprete che dovrà ad un certo momento vedere che cosa abbia in realtà voluto l'organo deliberativo, possa fare riferimento a quelli che sono i lavori e della Commissione e successivamente i lavori del Consiglio che ha approvato.
Il Presidente della Giunta regionale ha detto che ad un certo momento si potrebbe arrivare ad dirittura all'approvazione, da parte dei Comitati di controllo - se ho inteso bene - su delibere anche fatte per semplice richiamo a titoli e non specificamente delibera per delibera. E' indubbiamente una questione molto suggestiva e molto interessante. Badi però - mi permetto, da avvocato ad avvocato, di dirglielo - che andando per assurdo si potrebbe dire che nessun titolo è necessario potendo l'ente deliberare facendo riferimento al titolo fondamentale della vita dell'Amministrazione, il bilancio e facendo riferimento al bilancio non c' più bisogno di niente altro. Lo dico tra parentesi, non era questa la ragione del rilievo, è un motivo molto interessante, perspicuo che deve essere approfondito ed esaminato anche alla luce di quello che altri Comitati di controllo hanno fatto attraverso quella consultazione letterale che noi abbiamo predisposto.
Quello che importa è proprio l'articolo 14.
Signor Presidente della Giunta, il caso concreto si era presentato già in passato, cioè vi erano stati degli organi di controllo che avevano sollecitato il Presidente della Giunta regionale a farsi promotore di incontri per arrivare ad esaminare quali potessero essere le forme migliori di interpretazione nella dissonanza che poteva verificarsi tra l'interpretazione di una sezione e di un'altra. Il Presidente della Giunta del tempo non aveva ritenuto opportuno di accedere a questa istanza ed a questa richiesta meditatamente, perché riteneva e ancor oggi ritiene che un qualunque intervento di questa natura promozionale, accompagnato poi dalla Presidenza della riunione che si fa da parte del Presidente dell'organo esecutivo, possa essere motivo non dico di nullità, perché allora chiederei la soppressione dell'articolo, mentre invece io lo approvo (mi limiterò a dire con quali limiti lo approvo) ma porta certamente un intervento dell'organo esecutivo e successivamente dello stesso organo consiliare perché all'ultimo capoverso si prevede che anche il Presidente del Consiglio regionale possa convocare, sentito l'Ufficio di Presidenza riunioni congiunte del Comitato delle sezioni con le Commissioni addirittura con le Commissioni consiliari. Io non chiedo che lo si sopprima, dico che ho dei motivi di forte perplessità personale, come modesto amministratore, ma anche come giurista, se sia valido o non valido un apporto di questa natura e una presa di posizione di questo rilievo e di questa importanza da parte del Presidente dell'organo esecutivo e da parte del Presidente dell'organo consiliare.
Il sugo di questo mio intervento contenuto brevemente e per il tempo non senza rilevare che le leggi più importanti, signor Presidente del Consiglio, le passiamo sempre con la rapidità del fulmine là dove sarebbe opportuno avere del tempo per....



PRESIDENTE

Si tratta solo di mettersi d'accordo a livello di forze politiche e di Capigruppo e di contemperare le spinte assolutamente contraddittorie che vengono in questa direzione, perché non ho nessuna obiezione da avanzare a quello che lei dice, solo che bisogna deciderlo, tutto lì.



OBERTO Gianni

Sì, lo so, fa comodo anche a me terminare fra dieci minuti per ragioni chiare, però, ripeto, le leggi più importanti, vorrei dire, vanno di grande carriera in termine di seduta, quasi sempre, senza che vi sia la possibilità di quella meditazione che qualche volta sarebbe sufficiente per evitare il ritorno da parte dell'organo governativo e il ricorso financo alla Corte Costituzionale.
In sintesi, l'art. 14 demanda al Presidente della Giunta regionale, di concerto con il Presidente della Commissione, al Presidente del Consiglio ove ne ravvisi l'opportunità, la possibilità di convocare il CO.RE.CO. le singole sezioni. Questa possibilità deve essere esercitata con il peso della bilancia dell'orafo o del farmacista, che cioè si eviti quella che potrebbe essere interpretata una prevaricazione dell'organo esecutivo, o dell'organo di Consiglio su quello che è l'esercizio pieno della libertà del controllo che deve essere esercitato dal Comitato.
E quindi la mia si traduce in una raccomandazione che tuttavia chiedo sia inserita a verbale perché possa, ove occorra, essere richiamata a suo tempo.



PRESIDENTE

Credo che si possa accogliere la raccomandazione del Consigliere Oberto.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La sua osservazione, Consigliere Oberto, è veramente puntuale.
Le dirò di più: questo articolo nasce dall'esigenza di dare uniformità alle interpretazioni che possono assumere i vari Comitati, le varie sezioni. E la riunione è limitata puramente alla verifica di questa situazione. Io ho sempre rifiutato in questi mesi, pur sollecitato, di fornire alle sezioni delle interpretazioni che potessero suonare un intervento dell'esecutivo.
La definizione dell'organo di controllo non è ancora del tutto chiarita oggi, non si parla di organo giurisdizionale né si dice paragiurisdizionale, ma noi riteniamo che il l'autonomia del Comitato e delle sezioni decentrate debba essere salvaguardata. Per cui questa normativa ha un carattere puramente organizzativo, per dare un concreto motivo di verifica a tutte le sezioni, su orientamenti che debbono essere assunti, ma nessun intervento farò mai, né la Giunta farà mai, sul Comitato di controllo per dargli delle soluzioni che esso solo può assumere.



OBERTO Gianni

Prendo atto soddisfatto di queste dichiarazioni che passano a verbale.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi possiamo passare alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 14 è approvato.
Articolo 15 - Relazione annuale "Per consentire al Consiglio regionale l'esame dei risultati raggiunti nell'esercizio dell'attività di controllo, anche in rapporto agli obiettivi della programmazione regionale, i Presidenti del Comitato e delle sezioni trasmettono entro il mese di febbraio di ogni anno al Presidente della Giunta regionale una relazione sull'attività svolta durante l'anno.
La relazione deve essere approvata dal Comitato o dalla sezione, e deve contenere le eventuali osservazioni o relazioni presentate dai membri di minoranza.
Nella relazione, oltre ai criteri adottati nell'esercizio del controllo devono essere analiticamente indicati: a) il numero delle sedute del collegio b) il numero degli atti ricevuti, suddivisi per categorie di enti controllati c) il numero degli atti annullati suddivisi per enti deliberanti, argomenti e motivi di annullamento d) il numero degli atti sottoposti a controllo di merito e) il numero degli atti rinviati con richiesta di riesame con l'indicazione sintetica dei motivi del rinvio e l'indicazione di quanti siano integralmente riadottati f) il numero e l'esito degli atti per i quali siano stati richiesti chiarimenti o elementi integrativi di giudizio g) il numero delle udienze effettuate con gli amministratori h) una valutazione in merito all'attività di controllo ed alla normativa in vigore nella materia, all'adeguatezza della sede, alle attrezzature tecniche, alla dotazione di personale, nonché le eventuali proposte ai fini di un migliore svolgimento delle funzioni di controllo.
Il Presidente della Giunta regionale trasmette al Consiglio regionale entro il successivo mese di marzo, le relazioni del Comitato e delle sezioni con le eventuali osservazioni della Giunta".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 15 è approvato.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei solo fare presente che nella sistemazione del testo sarà bene collocare i punti e) ed f) dopo il punto c) e il punto d) dopo il punto f).



PRESIDENTE

Va bene.
Passiamo ora al Titolo III - Provvedimenti dell'organo di controllo Articolo 16 - Atti soggetti a controllo "Sono sottoposti al controllo del Comitato regionale gli atti: a) delle Province b) dei Consorzi di cui fanno parte le Province c) degli enti ospedalieri classificati regionali d) delle aziende e degli enti a carattere provinciale di cui al R.D.
15/10/1925, n. 2578, e successive modificazioni.
Sono sottoposti al controllo delle Sezioni decentrate competenti per territorio gli atti: a) dei Comuni b) dei Consorzi operanti nell'ambito del territorio di uno o più Comuni della Provincia. Ove del Consorzio facciano parte Comuni appartenenti alla competenza di Sezioni diverse della stessa Provincia o Comuni appartenenti a più Province, il controllo è esercitato dalla sezione nella cui circoscrizione ha sede l'Amministrazione del Consorzio c) delle Comunità montane d) delle aziende e degli enti a carattere comunale di cui al sopraccitato R.D. 15/10/1925, n. 2578, e successive modificazioni e) degli enti ospedalieri classificati provinciali o di zona, o non classificati f) delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza g) degli enti comunali di assistenza.
Gli atti soggetti a controllo devono essere trasmessi corredati anche da un unico elenco descrittivo, in duplice copia autentica, agli uffici del Comitato o della Sezione competente che ne rilasciano ricevuta. Il Comitato o la Sezione possono indicare agli enti controllati criteri di massima per la classificazione e la descrizione degli atti in elenco.
Non sono soggetti a controllo gli atti meramente confermativi o ripetitivi od esecutivi di provvedimenti già adottati e perfezionati ai sensi di legge, e, in genere, tutte le deliberazioni prive di contenuto dispositivo.
L'elenco di tali atti deve comunque essere trasmesso all'organo di controllo competente che può chiedere copia dei provvedimenti medesimi.
Le Amministrazioni degli enti di cui alla lettera c) del primo comma e alle lettere e), f) e g) del secondo comma del presente articolo sono tenute a trasmettere, entro otto giorni dalla data della loro adozione, un elenco contenente la data e il numero del registro, l'oggetto iscritto all'ordine del giorno e la trascrizione del dispositivo dell'atto adottato.
Il Presidente del collegio entro 15 giorni dalla ricezione dell'elenco di cui sopra richiede all'Ente interessato copia degli atti sui quali il collegio ritiene di dover esercitare il controllo.
Il termine per l'esercizio del controllo sui predetti atti scade entro il ventesimo giorno dalla data di ricezione dell'atto da parte dell'ufficio di segreteria del collegio.
Gli atti di cui non sia stata richiesta la trasmissione da parte dei competenti collegi diventano esecutivi il ventesimo giorno successivo alla data della loro adozione".
Sull'art. 16 sono stati presentati numerosi emendamenti.
Il primo è un emendamento presentato dalla Giunta regionale che propone di sopprimere il punto c) "degli enti ospedalieri classificati regionali".
Il secondo emendamento firmato dal Presidente Viglione e dal Vicepresidente Bajardi dice: "Al secondo comma sopprimere al punto e) le parole: 'classificati provinciali o di zona, o non classificati' e sopprimere al quinto comma le parole: 'di cui alla lettera c) del primo comma'".
Vi è poi un emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Marchini che dice: "Prima dell'articolo 16 inserire il seguente articolo: 'Nell'esercizio delle sue funzioni l'organo collegiale di controllo pronuncia: a) dichiarazione che l'atto è immune da vizi b) ordinanza motivata di annullamento per illegittimità c) ordinanza motivata di richiesta di riesame per i rilievi di merito. Al di fuori di quelli tassativamente indicati nel comma precedente non possono essere adottati altri provvedimenti decisionali né provvedimenti condizionati o comunque modificativi dell'atto soggetto a controllo'".
Gli emendamenti soppressivi mi paiono molto chiari, a meno che qualcuno voglia illustrarli.
Il Consigliere Marchini desidera illustrare il suo emendamento?



MARCHINI Sergio

Il mio, visto così, sembra un po' complesso. In sostanza lo affido, più che alla valutazione del Consiglio, alla valutazione della Giunta e del Presidente della Commissione competente.
Con questo articolo - tra l'altro preso a pie' pari dalla normativa di un'altra Regione - ho ritenuto di dare un contributo e cercare di superare il problema, che a me sembra non risolto dalla legge che andiamo ad approvare, dei visti atipici e dei visti condizionati.
E' una materia complessa e succede che nella nostra legge non è scritto se ci sono ancora o se non ci sono più i visti atipici, i contratti o cose di questo genere. Se diciamo che non ci sono più, il Commissario di Governo ci manda indietro la legge, se non lo diciamo ci troviamo di fronte ad una situazione di contraddittorietà possibile tra i diversi organi di controllo.
Questo tipo di articolo, rimesso alla Giunta per la parte che riterrà di riprendere di questo discorso, potrebbe superare il problema in questi termini e cioè che l'organo di controllo venga garantito dalla volontà del legislatore (nella specie il Consiglio regionale) che i visti atipici non devono più essere apposti. Diversamente ci può anche essere un'omissione di atti d'ufficio da parte dell'organo di controllo che rifiuti questo tipo di visto.
Se la Giunta invece ritiene che la legge che ha presentato e così come è stata elaborata dalla Commissione risolve il problema e in un certo modo me lo chiarisce, io sono disposto a ritirare l'emendamento.
Ho voluto fare presente questa preoccupazione perché non mi è sembrato che fosse risolta dal testo che ci è stato presentato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta ritiene che il disegno di legge presentato si collochi esattamente nella normativa vigente e colga tutti gli aspetti giuridici più significativi che attengono al controllo. Quindi considera con la normativa di avere esaurito ogni suo compito.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola si passa alla votazione degli emendamenti.
"Al comma primo sopprimere il punto c)".
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' accolto.
"Al secondo comma sopprimere al punto e) le parole: 'classificati provinciali o di zona, o non classificati'".
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' accolto.
"Sopprimere al comma quinto le parole: 'di cui alla lettera c) del primo comma'".



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

No, le parole "di cui" devono restare, l'emendamento è "Sopprimere le parole: 'alla lettera c) del primo comma'".



PRESIDENTE

Benissimo.
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' accolto.
Adesso c'è l'emendamento aggiuntivo che nel caso fosse approvato dovrebbe essere collocato prima dell'articolo 16.
Chi è d'accordo con l'emendamento Marchini alzi la mano.
E' respinto.
Adesso votiamo l'articolo 16 come risulta dagli emendamenti accolti.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 16 è approvato.
Articolo 17 - Regolarizzazione degli atti "Quando l'atto inviato per il controllo manchi dei requisiti formali o presenti errori materiali, il Presidente del collegio, su proposta del relatore o dell'ufficio, può invitare l'ente interessato a regolarizzare l'atto in tempo utile per l'esercizio del controllo.
L'ufficio può chiedere direttamente all'ente interessato informazioni o chiarimenti in ordine all'atto da controllare, quando ciò sia utile ai fini dell'esame dell'atto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 17 è approvato.
Articolo 18 - Controllo di legittimità "Gli atti degli enti soggetti a controllo di legittimità diventano esecutivi se nel termine di venti giorni dalla data del loro ricevimento da parte dell'ufficio di segreteria dell'organo di controllo, questi, con provvedimento motivato, non ne abbia pronunciato l'annullamento o non abbia richiesto chiarimenti o elementi integrativi di giudizio all'ente deliberante.
In quest'ultimo caso il termine per l'esercizio del controllo di cui al comma precedente è interrotto e decorre nuovamente dalla data di ricezione da parte dell'ufficio di segreteria, dei chiarimenti o degli elementi integrativi di giudizio da parte dell'organo di controllo.
La richiesta di chiarimenti o di elementi integrativi di giudizio non pu essere ulteriormente rinnovata".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 18 è approvato.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Prima di passare all'articolo 19 facciamo una verifica delle volontà reciproche.
Ci sono ancora dieci articoli da approvare, in genere ci vogliono due minuti per articolo se non vi sono emendamenti, però due articoli hanno emendamenti, diciamo mezz'oretta per concludere la votazione, poi ci sono le dichiarazioni di voto, in sostanza si può prevedere di terminare alle ore 14,30. Le altre questioni hanno una votazione veloce. Se si vuole andare avanti avverto che finiremo la seduta verso le ore 14,45. Vi sono i pro ed i contro ed io li espongo, affinché l'assemblea decida in piena libertà.
Se invece vogliamo interrompere adesso, si riprende alle ore 15,30.
Perché c'è stata la sollecitazione a fare in fretta? C'è una riunione di Capigruppo (piuttosto importante altrimenti non si convoca il Consiglio) con una serie di questioni da esaminare; c'e una Commissione che si riunisce oggi pomeriggio; ci sono almeno otto Consiglieri che mi hanno chiesto di finire stamani invece che nel pomeriggio; c'è la Giunta che ha chiesto di iscrivere due punti all'ordine del giorno aggiuntivi a quelli che già ci sono. Quindi, quando si propone una certa linea è perché ci sono almeno dodici motivi che la consigliano. Tuttavia si può anche cogliere una linea del tutto differente, che è quella di interrompere adesso e di riprendere alle ore 15,30. L'essenziale è che tutti siano consenzienti.
La discussione è aperta.



ROSSI Luciano

A questo punto andiamo avanti, se lei interrompeva la seduta mezz'ora fa andavamo ancora a pranzo, ma alle due dove andiamo? Bisogna anche essere pratici.



BONTEMPI Rinaldo

La votazione deve essere fatta su un piano funzionale, abbiamo ancora un certo numero di articoli e delle delibere. Si tratta di vedere se è più opportuno sospendere e riprendere alle ore 15,30 o continuare. Le dichiarazioni di voto ci saranno, possono anche essere ridotte, ma ci saranno.
Vorrei sentire anche gli altri Gruppi che cosa intendono fare, tenendo conto che sono già le ore 13,40.



BIANCHI Adriano

Siamo forse al punto di non ritorno, come si dice, adesso bisogna andare in vetta altrimenti perdiamo tutta la fatica e il tempo passato qui acceleriamo tutto ciò che deve essere fatto necessariamente in questa seduta ed i Capigruppo si riuniranno dopo.
Io direi che, con un appello alla discrezione, riducendo gli interventi all'essenziale, sarà bene andare in fondo alla legge. Bisognava interrompere un'ora fa, ma non adesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Sono d'accordo con chi propone di continuare.
Vorrei però raccomandare, quando stabiliamo di fare una doppia seduta di farla, la cosa migliore è avere il quadro della certezza.



PRESIDENTE

E' una dichiarazione chiaramente legittima.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Esame disegno di legge n. 43: "Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo " (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo allora all'articolo 19.
Articolo 19 - Controllo di merito "Il controllo di merito è limitato agli atti per i quali è previsto dalla legge, e in particolare a quelli concernenti: a) bilanci preventivi e loro variazioni b) storni di fondi da una categoria all'altra del bilancio c) atti vincolanti il bilancio per oltre cinque anni d) regolamenti degli enti soggetti a controllo e) assunzione diretta di pubblici servizi.
Il controllo di merito è esercitato, entro venti giorni dal ricevimento dell'atto, esclusivamente nella forma di richiesta motivata di riesame, che sostituisce ogni altro provvedimento.
Per le deliberazioni di approvazione del bilancio il termine di cui al precedente comma è di quaranta giorni.
Le deliberazioni diventano esecutive se, entro i termini indicati al secondo e terzo comma del presente articolo, l'organo di controllo non abbia deciso la richiesta di riesame o non abbia richiesto, con provvedimento motivato, chiarimenti o elementi integrativi di giudizio.
Nel caso di richiesta di riesame, ove l'ente, a maggioranza assoluta dei componenti dell'organo che ha potere deliberante, confermi la deliberazione senza modificazioni o accolga integralmente o parzialmente i rilievi formulati dall'organo di controllo, l'atto diviene esecutivo dopo la pubblicazione per quindici giorni e l'invio, da effettuarsi entro otto giorni dalla sua adozione, all'organo di controllo.
Le deliberazioni di totale o parziale modifica, in conformità dei rilievi dell'organo di controllo nonché quelle confermative, sono soggette al solo controllo di legittimità per cause sopravvenute".
Vi sono due emendamenti aggiuntivi presentati dal Consigliere Marchini: "Al primo capoverso aggiungere il seguente punto f): 'Deliberazioni di adozioni di strumenti urbanistici e loro varianti'".
"Al terzo capoverso, dopo la parola 'bilancio' aggiungere le parole 'e di adozione di strumenti urbanistici o loro varianti'".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Solo un breve commento.
Siccome l'articolo in definitiva dichiara una competenza di merito dove la legge la prevede e poi indica a titolo esemplificativo, io penso che la Giunta dovrebbe chiarire questo punto perché, a mio avviso, il parere di merito sia nella legge in particolare, sia nella 765 del 1967, sia nella legge 10/2/1953 (che in definitiva facevano dell'esame da parte della Giunta provinciale amministrativa un fatto di approvazione, cioè un fatto operativo e non di puro controllo) esisteva l'esame di merito.
E questo sarebbe praticamente l'oggetto del primo emendamento, cioè considerare l'esame delle deliberazioni di adozione di strumenti urbanistici soggette a controllo di merito, così in esplicazione ad una situazione normativa non chiara e non chiarita dal nostro progetto di legge.
Nella sostanza mi pare che considerando che queste deliberazioni hanno un effetto immediato facendo scattare la salvaguardia, salvaguardia che nel merito, non nel diritto, viene poi soltanto più modificata dalla reiezione dello strumento, oppure dall'adozione di uno che lo supera, ripeto, a prescindere dal merito, il secondo emendamento si giustifica, a mio avviso anche soltanto in punto di legittimità. Anche l'esame di legittimità di uno strumento urbanistico non può essere ristretto nei termini di una deliberazione di carattere ordinario.
Riassumo: il problema primo è di merito, il secondo trova la sua giustificazione anche qualora venisse rigettato il primo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei solo fare brevemente osservare al Consigliere Marchini che già nel mio intervento era data una risposta a questo quesito.
Il controllo di merito sullo strumento urbanistico viene già esercitato per legge dalla Giunta, per cui non possiamo avere i controlli plurimi, il nostro ordinamento non li prevede. Se prendiamo una posizione affermativa su questo problema, noi apriamo una porta a controlli che possono estrinsecarsi in mille modi. Il controllo della deliberazione con la quale si approva lo strumento urbanistico, è il controllo formale sulla deliberazione e non sullo strumento urbanistico, diversamente trasformiamo il Comitato di controllo in un'istituzione operante rispetto a problematiche che non sono di legittimità, ma in sostanza concorrono con i controlli (io li chiamo controlli, ma non dovrebbero essere tali) che vengono esercitati dalla Giunta e potremmo avere dei controlli difformi rispetto a questa problematica. Praticamente il CO.RE.CO. respinge un atto che poi la Giunta ritiene essere accoglibile.
La cosa è già stata chiarita, tant'è che i Comitati di controllo non scendono più all'esame degli strumenti, ma soltanto alla legittimità dell'atto deliberativo col quale viene approvato lo strumento. Il Comitato diversamente diventa un organo tecnico e non lo é, la legge lo esclude chiaramente.
La Giunta quindi non può accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo sul primo emendamento? E' respinto.
Chi è d'accordo sul secondo emendamento? E' respinto.
Passiamo adesso alla votazione dell'articolo 19.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 19 è approvato.
Articolo 20 - Criteri per l'esercizio del controllo di merito "Nell'esercizio del controllo di merito, il Comitato e le sezioni si ispirano a criteri rispondenti all'interesse pubblico generale, in armonia con gli obiettivi della programmazione regionale e secondo gli indirizzi di massima determinati dal Consiglio regionale.
L'organo di controllo può chiedere la collaborazione dei competenti uffici regionali ai fini della valutazione delle questioni tecniche relative agli atti sottoposti a controllo, senza pregiudizio dei termini di cui agli articoli 18 e 19".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 20 è approvato.
Articolo 21 - Controllo sostitutivo "I poteri di controllo sostitutivo sugli enti locali sono esercitati ai sensi dell'art. 130 della Costituzione dal Comitato e dalle sezioni in conformità dell'art. 16 della presente legge.
A tal fine, qualora un ente locale ometta o ritardi un atto obbligatorio l'organo di controllo, d'ufficio o su richiesta della Giunta regionale invita l'ente a compierlo entro un congruo termine.
Scaduto inutilmente il termine fissato, l'organo di controllo, sentiti i rappresentanti dell'ente locale interessato, adotta i provvedimenti di legge, nominando un Commissario scelto fra i dipendenti della Regione per l'espletamento dell'atto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 21 è approvato.
Articolo 22- Pareri tecnici "L'organo di controllo, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'art.
20, non può chiedere pareri tecnici di organi ed uffici centrali o periferici dello Stato o della Regione.
Resta impregiudicato l'obbligo per gli enti deliberanti di richiedere tali pareri quando le leggi lo prevedano in modo esplicito e tassativo. La mancanza dei prescritti pareri obbligatori non pregiudica l'esame dell'atto.
Alle deliberazioni comportanti spese a totale carico dell'ente locale, deve essere allegata una relazione tecnica illustrativa.
Nel caso di atti concernenti opere finanziate dallo Stato o assistite da contributo statale, il Comitato e le sezioni si limitano all'esercizio del controllo per quanto di competenza.
Sulle deliberazioni concernenti i piani urbanistici generali ed esecutivi nonché quelle attuative dei medesimi, per le quali è prevista l'approvazione dei competenti uffici regionali, il Comitato e le sezioni provvedono esclusivamente al controllo di legittimità sull'atto deliberativo".
Vi è un emendamento soppressivo del Consigliere Marchini: "Al secondo capoverso sopprimere le parole: 'La mancanza dei prescritti pareri obbligatori non pregiudica l'esame dell'atto'".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Questa mi pare una questione molto importante e delicata, perché se lasciamo l'articolo così com'è, dobbiamo necessariamente riaprire nell'ambito dell'attività del collegio, la prassi di approvare con i conché, nella misura che, qualora, cioè praticamente fare dei visti condizionati.
Diversamente non si capisce come possa il CO.RE.CO. approvare una delibera che manca di uno degli elementi costitutivi, cioè un parere vincolante o comunque obbligatorio. Mi sembra di conseguenza che queste due righe vadano soppresse. Se non le sopprimiamo dobbiamo implicitamente ammettere che il collegio sarà autorizzato a tornare ai visti condizionati conché, nella misura che. In caso contrario mi pare che nessun collegio potrà approvare una deliberazione che è priva di un elemento costitutivo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Anche per questo emendamento valgono le osservazioni che abbiamo fatto in precedenza.
Vi sono degli adempimenti che spettano agli enti locali e questi adempimenti, di carattere tecnico, naturalmente si intersecano e sono collegati agli aspetti dell'approvazione e della legittimità dell'atto. Ma occorre qui ribadire che spesso vi sono delle deliberazioni di massima che approvano determinate opere, o anche delibere quadro che non hanno ancora necessariamente tutti gli elaborati tecnici, ma contengono gli adempimenti e le previsioni di adempimenti degli elaborati tecnici.
Il Comitato di controllo, ripeto, non può essere e non può diventare un organo tecnico e il controllo deve essere esercitato puramente sulla legittimità stessa dell'atto e con le conseguenze che la deliberazione assume, se no torniamo indietro, allo stesso esercizio di controllo che viene effettuato oggi. Ormai tutti i Comitati si sono dati un metodo che è quello della legittimità pura dell'atto e sono usciti dalle secche di interferire nell'atto stesso, nelle sue implicazioni di carattere tecnico.
Abbiamo detto già che ci riferiamo puramente alla legittimità dell'atto che viene sottoposto a controllo. Quasi tutti gli atti dei Comuni fanno delle previsioni di opere che una volta approvate trovano nell'elaborazione tecnica delle successive attuazioni. Se dovessimo dire che ogni Comune ogni ente deve munirsi prima di tutti gli atti esecutivi, di tutti i capitolati e li sottopone dopo anni di fatiche al Comitato, sarebbe la paralisi degli enti. Questo lo abbiamo ripetuto fino alla noia, ma evidentemente non viene compreso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento soppressivo del Consigliere Marchini per alzata di mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'articolo 22.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 22 è approvato.
Articolo 23 - Provvedimenti di approvazione "Qualora il Comitato o la sezione non adotti un provvedimento di annullamento per vizio di legittimità o di richiesta di chiarimenti o di elementi integrativi di giudizio o di richiesta di riesame per motivi di merito, si dà atto a verbale che l'atto è stato sottoposto all'esame senza rilievi.
Non possono essere adottati provvedimenti condizionati o modificativi degli atti sottoposti a controllo.
I provvedimenti finali dell'organo di controllo sono definitivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 23 è approvato.
Articolo 24 - Comunicazione dei provvedimenti "I provvedimenti dell'organo di controllo devono essere comunicati entro il giorno successivo all'ente deliberante, anche a mezzo di telegramma o di fonogramma. La comunicazione deve contenere il testo integrale del dispositivo di annullamento o di richiesta di chiarimenti o elementi integrativi di giudizio o di rinvio per riesame.
Il testo integrale delle relative motivazioni deve essere comunicato all'ente interessato entro i successivi dieci giorni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 24 è approvato.
Articolo 25 - Uffici di segreteria "Presso il Comitato e ciascuna sezione è istituito un ufficio di segreteria diretto da un funzionario della Regione nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
La struttura degli uffici, il loro organico e la definizione delle mansioni dei funzionari ad essi assegnati sono determinati dalla legge regionale sull'ordinamento degli uffici regionali.
Fermo lo stato giuridico ed il rapporto organico con la Regione, il personale è funzionalmente alle dipendenze del Comitato o della sezione cui è destinato.
I provvedimenti concernenti il funzionamento dell'ufficio sono adottati dal Comitato o dalla sezione, sentiti i rappresentanti del personale.
Il Segretario è responsabile dell'organizzazione del funzionamento dei servizi, e dell'esecuzione delle disposizioni impartite dal collegio e dal suo Presidente. In caso di assenza o di impedimento, è sostituito da altro funzionario nominato dal Presidente della Giunta regionale.
Il Segretario assiste alle adunanze del collegio, provvede all'invio degli avvisi di convocazione, redige e sottoscrive i verbali delle adunanze riceve gli atti degli enti locali dandone contestuale ricevuta, sottoscrive le deliberazioni del collegio, rilascia gli atti certificativi inerenti all'attività dell'organo di controllo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 25 è approvato.
Articolo 26 - Archiviazione degli atti "Le Segreterie dei singoli collegi provvedono all'archiviazione degli atti adottati a norma delle vigenti disposizioni di legge.
Gli atti sottoposti a controllo, ad eccezione di quelli regolamentari e dei bilanci, sono conservati per la durata di tre anni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 26 è approvato.
Articolo 27 - -Rappresentanza di giudizio "La rappresentanza in giudizio della Regione nelle controversie e nei ricorsi aventi per oggetto provvedimenti dell'organo di controllo spetta al Presidente della Giunta regionale.
L'eventuale costituzione in giudizio è deliberata dalla Giunta, previo eventuale parere dell'organo autore del provvedimento e sentita la Commissione consiliare competente. In ogni caso il Presidente del Comitato o della sezione interessata trasmette al Presidente della Giunta gli atti relativi al provvedimento impugnato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 27 è approvato.
Articolo 28 - Diritti dei Consiglieri regionali "I Consiglieri regionali hanno, nei confronti del Comitato e delle sezioni i diritti previsti dal terzo comma dell'articolo 12 dello Statuto regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 28 è approvato.
Articolo 29 - Abrogazione di precedenti disposizioni "Il regolamento provvisorio regionale 28/6/1972 è abrogato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 29 è approvato.
Abbiamo così terminato la votazione sui singoli articoli. Vi sono richieste di parola per dichiarazione di voto? I Gruppi consiliari rinunciano. Pongo allora in votazione l'intero disegno di legge n. 43.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito : Presenti e votanti 44 hanno risposto SI 43 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere Il disegno di legge n. 43 è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Delibera della Giunta regionale n. 56-3348 dell'8 giugno 1976 avente per oggetto "Esercizio delle funzioni di vigilanza sulle istituzioni pubbliche e private di assistenza"


PRESIDENTE

Adesso dobbiamo esaminare l'opportunità di approvare due delibere che non compaiono nell'ordine del giorno, ma che è necessario approvare sollecitamente oggi per la loro urgenza e sulle quali vi è stato un parere positivo e unanime delle Commissioni competenti.
La prima di queste due delibere concerne l'esercizio delle funzioni di vigilanza sulle istituzioni pubbliche e private di assistenza, proposta dalla Giunta regionale e che leggo velocemente: "A relazione dell'Assessore Vecchione: A norma della legge 23 dicembre 1975 n. 698, art. 2, sono stati trasferiti alle Regioni i poteri di vigilanza e di controllo su tutte le istituzioni pubbliche e private per l'assistenza e protezione della maternità e dell'infanzia previsti dall'art. 5 del R.D. 24 dicembre 1934 n. 2316 comprese le funzioni che lo stesso articolo riserva alla tutela e vigilanza governativa a norma della legge 17 luglio 1890 n. 6972 e del R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841, nonché quelle derivanti dal R.D. 8 maggio 1927 n.
798, convertito nella legge 6 dicembre 1928 n. 2838 e relativo regolamento di esecuzione.
I poteri suddetti si compenetrano con quelli già trasferiti alle Regioni con il D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 9, circa la vigilanza ed il controllo sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza.
Le principali funzioni di vigilanza e di controllo trasferite alla Regione consistono pertanto in: A) funzioni di vigilanza: 1) vigilare sul regolare andamento delle istituzioni 2) ordinare inchieste sugli uffici e la verifica dello stato di cassa dei tesorieri 3) richiedere copia di tutti gli atti e provocarne in ogni tempo l'annullamento 4) curare il coordinamento delle varie forme di assistenza 5) provvedere alla protezione dell'infanzia abbandonata, vigilando a tal fine: perché gli E.C.A. assolvano ai loro obblighi per la rappresentanza legale dei poveri e la tutela degli orfani e minorenni abbandonati, dei ciechi e dei sordomuti poveri e per la ricerca dei parenti obbligati alla prestazione degli alimenti affinché le istituzioni diano avviso delle dimissioni dei ricoverati per iscritto all'E.C.A. ed al Procuratore della Repubblica, nonché alla Regione alla quale devono essere comunicate le dimissioni o ammissioni di minori da ed in istituti vari sui minori, a termine delle leggi vigenti, denunciando, ove occorre all'Autorità giudiziaria i fatti che vengono a conoscenza, i quali possono importare la perdita della patria potestà, della tutela legale, della qualità di tutore e curare che in questi casi si provveda alla nomina del legale rappresentante dei minori. A tale effetto il Procuratore della Repubblica deve comunicare alla Regione copia del provvedimento che importi decadenza dalla patria potestà riguardo ad uno o ad entrambi i genitori sull'impiego al lavoro dei minorenni, per denunciare i fatti di cui si venga a conoscenza, che possano contravvenire alle norme che disciplinano detto impiego.
Per quanto concerne, in particolare, il trasferimento delle competenze già esercitate dall'O.N.M.I., le funzioni di vigilanza possono così compendiarsi: a) vigilanza sull'applicazione delle disposizioni legislative e regolamentari in vigore per la protezione della maternità e dell'infanzia e promozione per il miglioramento fisico e morale dei fanciulli e degli adolescenti; riforme di tali disposizioni qualora se ne ravvisi l'opportunità b) vigilanza e controllo sulle istituzioni pubbliche e private per l'assistenza e protezione della maternità e dell'infanzia in quanto a: facoltà di provvedere al coordinamento ed all'indirizzo di tutte le istituzioni per l'assistenza alla maternità ed all'infanzia riconoscimento di idoneità a funzionare ad istituti, comitati e associazioni di carattere pubblico e privato, che in tutto od in parte intendono comunque provvedere alla protezione ed all'assistenza della maternità e dell'infanzia, sulla base di requisiti economici, tecnici e morali potere di intervento per l'organizzazione ed il funzionamento di servizi di protezione ed assistenza, anche mediante l'emanazione di prescrizioni generali e speciali potere di promozione della sospensione e dello scioglimento delle amministrazioni, proposte di riforma degli statuti delle I.P.A.B.
potere ispettivo sull'andamento dei servizi e delle singole istituzioni.
B) funzioni di controllo: 1) sospensione e scioglimento delle amministrazioni 2) nomina del Commissario per la temporanea gestione dell'ente 3) nomina e decadenza di singoli amministratori.
E' opportuno, inoltre, accennare anche ad alcune funzioni di amministrazione attiva (che presentano, sul piano operativo, un campo di intervento molto vicino a quello del controllo); alle funzioni, cioè inerenti l'ordinamento delle I.P.A.B., ossia tutto quanto concerne la loro struttura organica e la loro vita istituzionale: riconoscimento giuridico revisione e riforme degli statuti, concentramento nell'E.C.A.
raggruppamento, fusione , trasformazione, estinzione.
Per quanto concerne le istituzioni private, infine, la Regione ha facoltà di decretare la chiusura degli istituti aventi per fine il ricovero, nei casi di abuso della pubblica fiducia o di cattivo funzionamento, oltre ai poteri di vigilanza sopra ricordati.
Poiché le funzioni di vigilanza e di controllo, nella loro generalità, sono strumentali alla funzione di programmazione - e quindi di indirizzo e di coordinamento, propria della Regione - e poiché la Regione Piemonte intende sviluppare attorno al processo di programmazione la più ampia partecipazione degli enti locali e delle forze sociali presenti nel territorio, è da ritenere opportuno esercitare le richiamate funzioni con il concorso, il contributo, il parere degli organi di governo delle Unità locali dei servizi.
In questa direzione, e nell'attuale fase transitoria, in attesa della delega delle funzioni di vigilanza ai Comuni singoli e consorziati, da attuarsi con apposita legge regionale, la Regione Piemonte intende avvalersi - ai sensi dell'art. 68 dello Statuto regionale - della collaborazione delle Amministrazioni provinciali, che,utilizzando anche personale ex O.N.M.I., costituiranno unità operative sul territorio operanti in stretto raccordo con i servizi comunali e consortili.
Tutto ciò premesso, la Giunta regionale, unanime.
udita la relazione dell'Assessore all'assistenza, propone pertanto al Consiglio regionale di adottare la seguente deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale concernente l'esercizio delle funzioni di vigilanza sulle istituzioni pubbliche e private di assistenza delibera di approvare quanto proposto dalla Giunta regionale stessa di avvalersi, di conseguenza, per l'esercizio delle funzioni di vigilanza sulle istituzioni pubbliche e private di assistenza - nell'attuale fase transitoria in attesa della delega delle funzioni di vigilanza ai Comuni singoli e consorziati, da attuarsi con apposita legge regionale - della collaborazione delle Amministrazioni provinciali, le quali, utilizzando anche il personale ex O.N.M.I., costituiscono unità operativa sul territorio, operanti in stretto raccordo con i servizi comunali e consortili.
Le modalità di utilizzazione degli uffici saranno stabilite d'intesa con le Amministrazioni provinciali interessate.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto'".
Credo che sia estremamente esplicita e se non vi sono opposizioni farei votare prima di tutto per l'iscrizione della delibera all'ordine del giorno, per alzata di mano.
E' approvata.
Vi sono richieste di parola sulla delibera? Pongo in votazione la delibera per alzata di mano.
E' approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Artigianato

Delibera della Giunta regionale n. 30-3757 del 30 giugno 1976 avente per oggetto "Legge regionale 9 aprile 1974 n. 10 modificata ed integrata dalle successive leggi regionali 23 agosto 1974 n. 26 e 7 maggio 1976 n. 24. Proposta al Consiglio regionale di determinazione di criteri prioritari e selettivi di intervento per l'anno 1976"


PRESIDENTE

Una seconda delibera concerne la legge regionale 9 aprile 1974 n. 10 modificata ed integrata dalle successive leggi regionali del 23/8/1974 n.
26 e del 7/5/1976 n. 24 "Proposta al Consiglio regionale di determinazione di criteri prioritari e selettivi di intervento per l'anno 1976".
La leggo velocemente: "A relazione dell'Assessore Alasia: L'art. 2 della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, così come modificato ed integrato dalla legge regionale 7 maggio 1976, n. 24, stabilisce che la Giunta regionale proponga al Consiglio i criteri prioritari e selettivi per gli interventi previsti dallo stesso art. 2 sopra richiamato.
Per affrontare in termini del tutto razionali tale problematica occorrerebbe poter disporre di una conoscenza del settore artigiano non frammentaria, quale è quella attuale, ma organica e sufficientemente analitica quale avrebbe dovuto fornire l'indagine conoscitiva sull'artigianato piemontese, la cui importanza, sotto questo profilo, si ripropone quindi con immediatezza.
In ossequio all'adempimento prescritto l'Assessorato ritiene tuttavia che sia possibile, tenuto conto degli obiettivi e dei metodi della programmazione regionale e dello stato attuale di elaborazione teorica in materia di credito agevolato alle imprese artigiane, individuare essenzialmente tre livelli ai quali agganciare i criteri prioritari e selettivi per gli interventi previsti dall'art. 2 della legge regionale 9 aprile 1974, n.10, con la preliminare avvertenza che i criteri prioritari andranno articolati tra di loro con una certa flessibilità, sulla base del reale andamento delle richieste, e andranno ricercati con carattere di tendenza piuttosto che di rigida determinazione.
Tali livelli sono rappresentati: 1) dal territorio nella sua articolazione comprensoriale 2) dai differenti comparti produttivi dell'artigianato 3) dalla struttura della domanda di credito agevolato.
Per quanto concerne il territorio, i dati analizzati sulla base della gestione già effettuata della legge regionale n. 10/1974, hanno messo in evidenza una caratteristica costante rappresentata dalla più alta percentuale di finanziamenti assorbita dai Comprensorio di Torino, rispetto alla stessa consistenza percentuale di imprese artigiane censite nello stesso comprensorio.
I dati più recenti infatti, aggiornati dalla data di entrata in vigore della legge regionale 7 maggio 1976, n. 24, danno la seguente distribuzione percentuale, per comprensori, delle operazioni ammesse al contributo ed alla garanzia sussidiaria regionale: 1) Torino 51,46 2) Alessandria 7,00 3) Biella 6,75 4) Saluzzo - Savigliano - Fossano 5,44 5) Novara 5,20 6) Alba -Bra 4,16 7) Cuneo 3,96 8) Ivrea 3,53 9) Asti 2,87 10) Pinerolo 2,67 11) Casale Monferrato 2,00 12) Mondovì 1,90 13) Borgosesia 1,41 14) Vercelli 1,23 15) Verbania 0,42 ______ 100,00 Tale distribuzione risulta determinata in parte da fattori sistematici ed in parte da fattori casuali. Su questi ultimi è possibile agire subito in attesa di poter elaborare, con l'indagine conoscitiva sull'artigianato piemontese, alcuni indici di piano che permettano una razionale suddivisione dei flussi di credito agevolato tra i diversi comprensori della Regione.
L'indicazione di fondo che si può trarre al riguardo, osservando le cifre prima esposte, è quella di ricercare un ridimensionamento della quota relativa al Comprensorio di Torino e di favorire, con l'eccedenza, il Comprensorio di Biella, data la qualificante presenza di artigianato tessile, i Comprensori di Casale Monferrato, Mondovì, Borgosesia e Vercelli, in quanto legati alle scelte di riequilibrio territoriale fatte con la legge regionale sulle aree industriali attrezzate, e Verbania poich la quota relativa di operazioni ammesse al contributo non raggiunge neanche l'1%.
Si ritiene opportuno quindi, partendo da una base empiricamente accertata e tenendo conto delle prime indicazioni del Piano regionale di sviluppo 1976/1980, proporre la seguente ripartizione territoriale del plafond assegnato per l'anno 1976, ottenuta comprimendo di 8,25 punti percentuali la quota assorbita dal Comprensorio di Torino ed ampliando quella relativa ai Comprensori di Biella, Vercelli, Mondovì, Borgosesia, Casale Monferrato e Verbania: 1) Torino 43,21 -8,25 2) Biella 9,00 --- +2,25 3) Alessandria 7,0 4) Saluzzo-- Savigliano - Fossano 5,44 5) No vara 5,20 6) Alba - Bra 4,16 7 )Mondovì 4,00 --- +2,10 8) Cuneo 3,96 9) Ivrea 3,53 10) Asti 2,87 11) Pinerolo 2,67 12) Borgosesia 2,54 --- +1,13 13) Vercelli 2,50 --- +1,27 14) Casale Monferrato 2,50 --- +0,50 15) Verbania 1,42 --- +1,00 _______ _________ ________ 100,00 -8,25 +8,25 Per quanto concerne i criteri prioritari di intervento sui differenti comparti produttivi dell'artigianato occorre partire da quello che costituisce uno degli obiettivi principali e cui tende l'azione programmatoria della Regione, e cioè la promozione delle iniziative destinate a mantenere od incrementare l'occupazione attraverso un allargamento della base produttiva.
Appare quindi opportuna la scelta di favorire in via principale l'artigianato di produzione di beni, in quanto esso raccoglie le imprese artigiane più idonee a dare contributi decisamente positivi sul piano occupazionale.
Si propone pertanto che i plafond di finanziamenti agevolati siano ripartiti per 3/4 all'artigianato di produzione di beni e per 1/4 all'artigianato di produzione di servizi.
Infine, occorre prevedere alcune misure di contenimento e di qualificazione della domanda di credito, in maniera da evitare la dispersione degli interventi e rendere così più incisiva tutta l'azione esercitabile attraverso i flussi di credito agevolato.
A quest'ultimo proposito si suggerisce: 1) di dare la priorità alle richieste che provengono da imprese artigiane costituite in forma cooperativistica o consortile, ed alle iniziative aventi ad oggetto le finalità di cui ai punti b), c), d), dell'art. 2 della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, rispetto alle finalità più classiche individuate ai punti d), e), f ), dello stesso articolo 2) di dare la priorità, nel settore della meccanica, a quegli investimenti in impianti e macchinari che costituiscono fattore di diversificazione e riconversione produttiva in particolare per le imprese artigiane che operano nel campo dell'indotto automobilistico 3) di dare la priorità, nel settore dell'edilizia, alle domande di finanziamento destinate all'acquisto di macchine ed attrezzature rispetto alla costruzione di laboratori (magazzini o locali di sgombero). In subordine, la priorità potrà essere data agli investimenti relativi ad immobili con evidenti caratteristiche industriali 4) di dare la priorità, nel settore dell'autotrasporto, alle operazioni non assistite da istituti specializzati e, in ogni caso, a quelle destinate all'acquisto di macchine speciali rispetto ai semplici automezzi 5) di dare la priorità alle operazioni di importo superiore ai 3 milioni fatta eccezione per le iniziative dell'artigianato di servizio fino al limite del plafond assegnato allo stesso, ed alle iniziative aventi ad oggetto macchinario, attrezzature e laboratori, rispetto alle iniziative destinate alla formazione di scorte 6) di dare la priorità, per quanto concerne le iniziative destinate alla costruzione di laboratori, a quei laboratori con evidenti caratteristiche industriali rispetto a quelli inseriti all'interno di vere e proprie strutture residenziali 7) di dare la priorità alle imprese che non hanno mai avuto accesso al credito, rispetto alle aziende che abbiano già beneficato - in unica o più soluzioni - dell'importo massimo concedibile.
La Giunta regionale udita la relazione dell'Assessore competente per i problemi dell'artigianato riconosciuta la necessità che l'articolazione dei criteri prioritari e selettivi sia concepita in maniera flessibile, sulla base del reale andamento delle richieste, e venga ricercata come linea di tendenza piuttosto che come linea di rigida determinazione vista la legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, modificata ed integrata dalle successive leggi regionali 23 agosto 1974, n. 26, e 7 maggio 1976, n.
24 a voti unanimi espressi nelle forme di legge delibera di proporre al Consiglio regionale, a norma dell'art. 2, secondo comma della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, così come modificato ed integrato dalle legge regionale 7 maggio 1976, n. 24, la determinazione per l'anno 1976, dei seguenti criteri di priorità: 1 ) priorità alle domande di contributo presentate da imprese artigiane aventi sede in comprensori periferici rispetto a quello torinese, nei limiti delle seguenti percentuali del plafond di contributo assegnato per l'anno 1976: 1) Torino 43,21 2) Biella 9,00 3) Alessandria 7,00 4) Saluzzo - Savigliano - Fossano 5,44 5) Novara 5,20 6) Alba - Bra 4,16 7) Mondovì 4,00 8) Cuneo 3,96 9) Ivrea 3,53 10) Asti 2,87 11) Pinerolo 2,67 12) Borgosesia 2,54 13) Vercelli 2,50 14) Casale Monferrato 2,50 15) Verbania 1,42 ________ 100,00 2) priorità alle domande di contributo provenienti da imprese artigiane del settore di produzione di beni rispetto a quelle del settore di produzione di servizi, nei limiti rispettivamente di 3/4 ed 1/4 del plafond di contributo assegnato per l'anno 1976 3) priorità alle richieste che provengono da imprese artigiane costituite in forma cooperativistica o consortile, ed alle iniziative aventi ad oggetto le finalità di cui ai punti b), c), d) dell'art. 2 della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, rispetto alle finalità individuate ai punti d), e), f) dello stesso articolo 4) priorità nel settore della meccanica, a quegli investimenti in impianti e macchinari che costituiscono fattore di diversificazione e riconversione produttiva in particolare per le imprese artigiane che operano nei campo dell'indotto automobilistico 5) priorità, nel settore dell'edilizia, alle domande di finanziamento destinate all'acquisto di macchine ed attrezzature rispetto alla costruzione di laboratori (magazzini o locali di sgombero). In subordine la priorità potrà essere data agli investimenti relativi ad immobili con evidenti caratteristiche industriali 6) priorità, nel settore dell'autotrasporto, alle operazioni non assistite da istituti specializzati e, in ogni caso, a quelle destinate all'acquisto di macchine speciali rispetto ai semplici automezzi 7) priorità alle operazioni di importo superiore ai 3 milioni, fatta eccezione per le iniziative dell'artigianato di servizio fino al limite del plafond assegnato allo stesso, ed alle iniziative aventi ad oggetto macchinario, attrezzature e laboratori, rispetto alle iniziative destinate alla formazione di scorte 8) priorità per quanto concerne le iniziative destinate alla costruzione di laboratori, a quei laboratori con evidenti caratteristiche industriali rispetto a quelli inseriti all'interno di vere e proprie strutture residenziali 9) priorità alle imprese che non hanno mai avuto accesso al credito rispetto alle aziende che abbiano già beneficiato - in unica o più soluzioni - dell'importo massimo concedibile".
Anche su questa vi è il parere unanime della Commissione, a firma del Presidente della VII Commissione, Debenedetti.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Vorrei solo far notare (certo sono buoni testimoni i Commissari che ieri stavano con me in quella Commissione) che non si può parlare di unanimità di pareri, anche se vi è stata una larghissima concordanza in ordine al problema discusso.
Ho detto e qui ripeto e in questo modo giustifico il mio atteggiamento che i criteri che andavano adottati e che non potevano essere rinviati sono stati determinati, per esplicita confessione contenuta nella delibera stessa, in mancanza di una seria e più approfondita programmazione. Quindi da parte mia, pur rendendomi conto delle inderogabili scadenze che andavano e debbono essere rispettate (eravamo in presenza di una scelta dell'organo politico che non mi sentivo di condividere) avevo preannunciato ieri in Commissione che su questa delibera mi sarei astenuto e riconfermo la posizione.



PRESIDENTE

Prima di tutto votiamo allora l'iscrizione della delibera all'ordine del giorno.
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' approvata.
Passiamo ora alla votazione della delibera, se nessuno prende la parola.
Chiede di parlare l'Assessore Alasia.



(Interruzioni e brusii in aula)



PRESIDENTE

Vuole veramente illustrarla?



ALASIA Giovanni, Assessore all'artigianato

Non sento un particolare bisogno di illustrarla stante quanto mi hanno comunicato il Presidente ed il Vicepresidente della Commissione, e anche perché i signori Consiglieri l'hanno sotto gli occhi, ma le osservazioni del Consigliere Carazzoni mi inducono a dire alcune cose.



CARAZZONI Nino

Siamo d'accordo, nella sostanza.



ALASIA Giovanni, Assessore all'artigianato

Allora rinuncio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la delibera per alzata di mano.
E' approvata con un'astensione.


Argomento: Questioni internazionali - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Istituzione della Consulta regionale per i problemi europei (rinvio)


PRESIDENTE

Abbiamo ancora il punto nono all'ordine del giorno, sul quale vi è stata una lunga elaborazione in varie sedi ed è la proposta dell'istituzione della Consulta regionale per i problemi europei, organo preminente di consulenza per la Regione.
La proposta è sotto i vostri occhi e quindi non mi dilungo ad illustrarla anche perché abbiamo avuto già più volte occasione di spiegarne l'opportunità, le motivazioni, le funzioni.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, il funzionamento un po' anomalo di queste sedute addirittura mi porta a giustificare ed a scusare di dovere intervenire sempre in chiusura dei lavori; ma vi sono argomenti sui quali non è possibile una non assunzione di chiare responsabilità da parte mia.
Mi limiterò allora a fare una telegrafica dichiarazione di voto in ordine alla delibera portata al nostro esame.
La Destra Nazionale voterà contro questa delibera per ragioni di principio e per ragioni di merito. Vota contro per ragioni di principio perché si richiama alle motivate riserve critiche che più volte ho gia avuto occasione di esternare e che in questo momento riconfermo, su un tipo di iniziative, quale questa in discussione, che porta la Regione a travalicare, ad avviso mio, quelli che sono i compiti propri, per sconfinare in settori non di sua diretta competenza.
Vota contro per ragioni di merito, vista la definizione di Statuto che si è voluta dare e considerando inaccettabile la discriminazione introdotta là dove, pur ammettendosi la partecipazione di un rappresentante per ogni Gruppo consiliare alla Consulta stessa, si limita però ai partiti del così detto arco costituzionale e alle relative organizzazioni giovanili e femminili la possibilità di intervenire alla Consulta.
Io voglio solo aggiungere una ferma protesta ed una riserva da parte mia su eventuali iniziative che anche in campo giuridico possono o potrebbero essere assunte al riguardo, perché ritengo che non si possa assolutamente usare, in un atto ufficiale della Regione, una dizione quale questa dell'"arco costituzionale": che appartiene sì alla dialettica o, se si vuole, alla polemica politica; ma, non essendo suffragata da nulla perché resta da dimostrare che la Destra Nazionale è al di fuori dell'arco costituzionale, mi sembra anomalo, strano ed inaccettabile che in un documento ufficiale si introducano, e quindi se ne rendano corresponsabili coloro che hanno proposto questa dizione, coloro che qui l'approvano formulazioni di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Intanto anticipiamo che ci disponiamo ad un voto favorevole su quanto si riterrà di sottoporre a votazione.
Innanzi tutto proporrei una modificazione nel testo che deve essere esaminato e che dice: "Istituzione della Consulta regionale per i problemi europei". Direi per i problemi attinenti all'unificazione europea, per i problemi dell'unificazione europea, perché dicendo "problemi europei" mi sembra che spaziamo veramente al di là dei limiti anche storici e degli scopi storici che si vogliono raggiungere.



PRESIDENTE

Quale dizione suggerirebbe?



BIANCHI Adriano

"Per i problemi di unificazione europea".
Poi si parla di approvazione di uno Statuto, ma qui mi sembra che siamo di fronte ancora a delle ipotesi, non ad una formalizzazione precisa di uno Statuto già da approvarsi in questa sede.
Mi viene sottoposto in questo momento, allora forse c'è stato un disguido a mio riguardo in ordine a questo contenuto perché vedo che c'è già uno Statuto esaminato opportunamente.



CHIABRANDO Mauro

Neanche io l'ho ricevuto, l'allegato non c'era.



PICCO Giovanni

Facendo mie le richieste del Capogruppo Bianchi circa la denominazione che peraltro, lei sa, è stato un argomento discusso già nella sede informale di convocazione dei partiti dei movimenti federalisti, faccio osservare che in quella sede si è approvato l'allegato documento di linee generali per quanto attiene alle finalità ed alle strutture della Consulta ma ritengo che questo non si possa definire lo Statuto.



PRESIDENTE

Infatti non è lo Statuto.



PICCO Giovanni

La delibera andrebbe allora corretta dicendo: si approvano gli indirizzi per lo Statuto della Consulta, riservandoci successivamente di approvare il testo che sarà predisposto.



PRESIDENTE

Il documento che abbiamo sotto i nostri occhi è stato consegnato due giorni fa a tutti i Gruppi nella quantità sufficiente e necessaria perch potesse essere messa a disposizione di tutti i Consiglieri.
Il testo che avete sotto i vostri occhi non comprende lo Statuto, ma comprende la dizione delle finalità e la struttura. E' stato esaminato in più occasioni, da tre mesi a questa parte, ma quest'ultima stesura è stata approvata da tutte le forze politiche e dai movimenti federalisti europei in una riunione che si è tenuta alcuni giorni or sono. Questo per quanto riguarda l'iter del documento.
Chiarito quindi che questo non comprende lo Statuto, ma comprende la definizione delle finalità generali e della struttura, la proposta di delibera che viene sottoposta alla vostra attenzione ha questa caratteristica e questo limite.
Per quanto riguarda il titolo che il Consigliere Bianchi suggerisce potremmo anche approvare il tutto lasciandolo in sospeso, perché se apriamo adesso una discussione sulle finalità che il Consigliere Bianchi suggerisce dell'unificazione europea, avrei per primo delle esitazioni nel senso che, mentre i problemi europei sono onnicomprensivi anche dell'unificazione, nello stesso tempo non danno una caratterizzazione così generale, tale da finalizzare tutto soltanto a quel tema, la parola "unificazione" invece ridurrebbe l'arco dei problemi che la Consulta certamente affronterà: faccio riferimento ai problemi di carattere economico e sociale, ai problemi dell'istruzione professionale, degli emigranti che non necessariamente o non aprioristicamente sono immediatamente collegabili all'unificazione europea.
Da una prima approssimazione sarebbe più conveniente usare questo titolo, tuttavia, se raggiungeremo un'intesa per una definizione letterale che trovi il consenso di tutti, questo si potrà benissimo fare anche dopo avere approvato la delibera che istituisce la Consulta nelle finalità e nella struttura.
Vi sono obiezioni a questa procedura?



BIANCHI Adriano

Direi di modificare il primo comma: è istituita una Consulta regionale quale organo permanente di consultazione della Regione con le seguenti finalità, quindi restano poi solo le finalità sotto. Non capisco bene la sua proposta.



PRESIDENTE

La proposta è questa: o lei propone un titolo che sia risolvente di tutti questi problemi, ma noi ne abbiamo discusso ampiamente e non abbiamo trovato una titolazione diversa da quella che viene suggerita, abbiamo trovato delle diversità di valutazioni su questo tema per cui alla fine si è deciso di intitolare così la Consulta, pur essendovi delle forze che suggerivano la titolazione che lei ha indicato. Quindi se la cosa diventa una contrapposizione fra problemi europei e problemi dell'unificazione è chiaro che si va ad una votazione di maggioranza e minoranza. Se c'é una soluzione letterale che unifica le cose ben venga, ma non è tanto facile.



BIANCHI Adriano

A noi basterebbe l'accentuazione e la messa in primo piano del problema dell'unificazione europea, se poi ci sono dei problemi dell'unificazione....



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Si può invertire l'ordine delle parole.



PRESIDENTE

Se lei vuole suggerire l'evidenziazione di questo elemento rispetto a tutti gli altri possiamo benissimo trovare questa formulazione, purché non ci sia una contrapposizione in sostanza.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, mi permetto di dire la mia impressione nuda e cruda: non si fa l'Europa all'ora di pranzo.
In altri termini, noi qui, tanto per cominciare, anche a livello statutario non siamo i Missi Dominici di nessun partito, facciamo parte di partiti, svolgiamo la nostra funzione. Non solo, ma, non d'accordo con quanto ha detto l'esponente della Destra Nazionale, ma cogliendone un aspetto, mi pare di poter dire che la presa di coscienza da parte della Regione di problemi di livello europeo, forse addirittura fuori dal suo istituto, devono trovare un'ora ed anche, consentitemelo, un decoro maggiore. Non possiamo discutere di una nostra presa di coscienza come Consiglio regionale dei problemi europei, di che linea dobbiamo seguire semplicemente perché organismi di giovani di partito o di segreteria hanno ritenuto di concordare su una bozza di delibera, che poi fa riferimento ad un documento che non ci viene presentato.
Mi pare addirittura, in linea con l'impegno che la Giunta, i partiti e la Presidenza vogliono assumere, che su questo argomento dovrebbe esserci un Consiglio straordinario, pubblicizzato opportunamente perché se vogliamo dire che c'è una vocazione europea del Consiglio regionale piemontese evidentemente va fatto dando alla cosa una pubblicità tale che non sia espressione della Giunta e dei partiti, ma della Regione Piemonte e che venga fuori dopo un dibattito culturale, politico, non una strozzatura su una parolina messa prima o dopo.
Credo quindi che proprio perché su questo tema vogliamo dare un nostro contributo e soprattutto una testimonianza di cittadini piemontesi e non di esponenti di partiti che si sono trovati in qualche seduta, mi permetto di suggerire (anche perché nelle discussioni precedenti siamo arrivati a strozzare dei dibattiti tecnici a livello di testardaggine di un Consigliere di opposizione) alla Presidenza di voler recedere dall'invito a votare questa delibera ed a dare spazio a questa nostra iniziativa in una sede più consona e in un'ora meno pressata da esigenze fisiologiche.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda questa questione, bisogna che facciamo ancora riferimento ad una visione di carattere generale, alle riunioni dei Capigruppo, a ciò che si mette all'ordine del giorno, a ciò che si dice di voler fare ed a ciò che si fa. Questo punto è stato inserito nell'ordine del giorno per decisione anche dei Capigruppo, non nasce oggi, nasce sulla base di un'esperienza che la Regione Piemonte ha fatto, delegazioni che sono andate e delegazioni che stanno per partire. E' presente l' opportunità di approvare oggi la Consulta anche per il fatto che siamo in fine di sessione estiva e che vi saranno rilevanti problemi in sede di Capigruppo per trovare un coordinamento fra i temi che ancora debbono trovare spazio in questa ultima fase, per tener conto delle esigenze della maggioranza e delle minoranze, la designazione dei giorni che saranno sufficienti e necessari per fare in modo che tutte le questioni siano trattate. L'opportunità ravvisata stamattina da un'interrogazione del Consigliere Martini di essere presenti ai principali appuntamenti: fra i principali appuntamenti c'è anche quello (e lei lo saprà perché è un convinto europeista) che il 12 e 14 di questo mese c'è la decisione del Parlamento europeo sul sistema di votazione.
Siamo stati sollecitati da tutte le forze politiche europeiste ad essere presenti come Regione Piemonte a questo appuntamento con una presenza nostra consiliare e non ci siamo permessi di rispondere no, ma è certo che la presenza migliore che possiamo realizzare, oltre ad inviare qualche nostro rappresentante, è certamente una decisione a cui guardano con grande interesse tutte le forze europeiste perché questa Consulta che nasce oggi, non a freddo, ma sulla base di un convegno, di una discussione che dura da alcuni mesi, è molto attesa.
Se rinviare questo argomento significa portarlo al primo punto della prossima seduta per approfondirlo, va benissimo, ma se significa parlarne a settembre dico no e per ragioni politiche e per ragioni di opportunità e per decisioni già assunte.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Evidentemente non c'è nessun rilievo né- diretto né indiretto all'operato della Presidenza del Consiglio, la quale sollecita giustamente il Consiglio a trarre le conclusioni del lavoro che si è fatto.
E' emerso, per varie ragioni obiettive, un momento di perplessità e poiché non siamo all'ultima seduta di questa sessione, e poiché c'è l'impegno, prima di chiudere questa sessione, di pervenire ad una conclusione, e appare opportuno forse farlo con un ulteriore ripensamento anch'io le solleciterei di porre l'argomento al primo o al secondo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta in modo che a seguito di questi chiarimenti e di questa discussione si possa definire il tutto nel modo più efficace e chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi associo alla richiesta del collega Bianchi.



PRESIDENTE

Vi sono altre obiezioni? Possiamo allora accogliere questo suggerimento. La questione sarà portata in una delle prossime sedute, prima della fine della sessione estiva.


Argomento:

Sulle prossime sedute consiliari


PRESIDENTE

Prima di chiudere la seduta bisogna decidere quando tenere la riunione dei Capigruppo. Forse possiamo decidere una prassi che ci consenta di salvare tutte le varie opportunità.
Ho ricevuto qualche sollecitazione a non fare la riunione dei Capigruppo oggi pomeriggio e mi pare di capirne anche i motivi, è tardi e ci sono altre incombenze. Basterebbe salvare l'opportunità di tenere il Consiglio uno dei giorni possibili; la Giunta ha il problema di essere presente a Bruxelles il 15 e 16; la sala è impegnata per le sedute del Consiglio provinciale, vi è la possibilità di tenere seduta di Consiglio il giorno 19. Per quell'epoca sarebbero pronte sicuramente non solo le leggi di cui abbiamo stamattina sospeso l'esame, ma anche altre leggi e certamente altre questioni ancora da esaminare ed approvare prima della fine del mese.
Si potrebbero quindi ipotizzare le sedute del 19, 22:e 23 entro le quali tutto quanto è pronto potrebbe essere esaminato ed approvato.
Se fossimo d'accordo su queste tre date il problema di vedere che cosa esaminare potrebbe essere rinviato ad una seduta dei Capigruppo che duri quanto è necessario e che potrebbe essere convocata per mercoledì mattina.
Quando faccio questa proposta tengo conto di tutta una serie di altre date riunioni, Giunta, Comitati, ecc. Andrebbe bene mercoledì mattina alle ore 10,30? Vi sono dissensi? Il Capogruppo D.C. Bianchi dice che è d'accordo ed anche gli altri. Benissimo.La riunione dei Capigruppo è convocata per mercoledì alle ore 10,30 e le sedute del Consiglio sono per il 19, 22 e 23 luglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



< torna indietro