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Dettaglio seduta n.60 del 09/06/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
Al termine della discussione su interpellanze ed interrogazioni far alcune dichiarazioni sui gravi fatti svoltisi ieri a Genova.
I signori Consiglieri hanno ricevuto l'ordine del giorno, che reca: 1) Interpellanze ed interrogazioni 2) Prosecuzione esame progetti di legge n 47 e n 57: 'Norme per la costituzione e il riconoscimento delle associazioni dei produttori zootecnici e per la determinazione del prezzo del latte alla produzione' 3) Esame disegno di legge n 76: 'Definizione degli ambiti territoriali delle unita locali dei servizi' 4) Esame disegno di legge n 100: 'Integrazione straordinaria per favorire l'esercizio del diritto allo studio'.
E'- inoltre stato licenziato dalla Commissione competente per l'esame il disegno di legge n 96:'Trasferimento all'esercizio 1976 di stanziamenti di spese in conto capitale autorizzati sugli esercizi 1974 e 1975 da leggi regionali in materia di agricoltura e foreste'. Vedremo quest'ultimo punto se trattarlo o meno, perché ciò esorbita dalle intese che avevamo raggiunto per completare la seduta di questa mattina. Dubito persino che possiamo riuscire ad arrivare fino a quel punto.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Picco, Bianchi, Petrini, Armella: "Necessità di rendere noti i programmi di ristrutturazione degli uffici del Dipartimento organizzazione del territorio e le linee del documento n. 3 della Giunta, redatto dall'Assessorato alla pianificazione urbanistica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'o.d.g. : "Interpellanze ed interrogazioni".
Cominciamo con l'interpellanza n 126 dei Consiglieri Picco, Bianchi Petrini, Armella: "Necessità di rendere noti i programmi di ristrutturazione degli uffici del Dipartimento organizzazione del territorio e le linee del documento n 3 della Giunta, redatto dall'Assessorato alla pianificazione urbanistica".
Il Consigliere Picco rinuncia ad illustrarlo. Ha facoltà di parlare l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore agli strumenti urbanistici comunali e intercomunali

Signor Presidente, signori Consiglieri credo sia non solo legittimo ma doveroso da parte degli Assessori occuparsi della struttura degli uffici e cercar di dare a questi uffici una organizzazione rispondente ai bisogni. Soprattutto, mi sembra che sia stato necessario avviare un discorso circa la fase, direi, di regime di questa strutturazione per il dipartimento n. 2, che ha visto smembrarsi degli Assessorati inizialmente unitari, ricomporsi delle parti in modo diverso, e ciò non già semplicemente per un disegno direi puramente tecnico, ma soprattutto per finalità di programmazione, per una chiara distinzione fra il momento programmatorio della pianificazione territoriale e il momento programmatorio decisionale operativo della pianificazione e gestione urbanistica, e una distinzione ancora nelle opere pubbliche con l'accorpamento nell'ambito della gestione urbanistica di quelle opere che sono strettamente connesse al processo di urbanizzazione, quindi acquedotti e fognature in modo particolare. In questo quadro, gli uffici, che erano inizialmente organizzati in modo diverso, con un unico Assessorato all'Urbanistica, un unico Assessorato ai Lavori pubblici, sono stati ripartiti in tre Assessorati. Difficoltà anche di riparto erano evidentemente un fatto al quale si doveva andare incontro, come anche grave e il fatto della scarsità dei funzionari in questo settore, scarsità dei funzionari che nasceva soprattutto dall'origine della Regione, con il passaggio di alcuni funzionari dello Stato alla Regione e una crescita attraverso prime assunzioni.
Purtroppo, il passaggio dallo Stato alla Regione di quella che era la Sezione urbanistica dei Provveditorati alle Opere pubbliche è avvenuto in modo un po' tragico nella nostra Regione, perché ci sono stati dei decessi ci sono state quindi delle riduzioni numeriche e anche qualitative di questi funzionari, che invece in altre Regioni hanno costituito il nerbo degli uffici dell'urbanistica sotto i due livelli di pianificazione territoriale e di pianificazione urbanistica.
Di fronte a questa situazione ho ritenuto doveroso sviluppare uno studio, che è stato condensato in un documento, quello che porta precisamente il numero 3, distribuito sia ai Colleghi della Giunta sia ai membri della Commissione II sia anche ai funzionari nell'interno dell'Assessorato e ai Sindacati, in modo che ci sia una discussione su una base, non informale e fondata unicamente su sensazioni individuali ma che abbia una traccia. Questa traccia ha precisamente il significato di raccogliere osservazioni in merito e sulla base di queste osservazioni fare poi una proposta di strutturazione, che cammini in modo parallelo a quello che è il più grosso processo delle strutture che sono allo studio attualmente e che sboccheranno poi nella legge sulle strutture.
Credo che queste informazioni fossero doverose, ma d'altra parte ritengo che qualsiasi ulteriore sviluppo in questo senso possa trovare la sua sede logica anche nell'ambito della Commissione, oltre che attraverso tutte le forme, diciamo, di apporto di altri contributi che potranno venire, e soprattutto da quelli dei funzionari stessi che hanno esaminato e stanno esaminando questo documento e cercano di dare una certa risposta di organizzazione.
Devo anche aggiungere, prima di concludere, che siamo in una fase di transizione, quella dell'esame di tutte le giacenze dei piani, per i quali io mi ero impegnato a riferire entro sei mesi dalla discussione avvenuta in Consiglio regionale. Entro la fine del prossimo luglio, forse anche un po' prima per non cadere nel periodo estivo, intendo riferire, e spero di poter dare una risposta che sia tale da tranquillizzare circa la prima fase, che era quella dell'esame delle situazioni del passato. La struttura, invece va vista in prospettiva, e va vista poi soprattutto in funzione dell'avviamento, che si avrà nei mesi autunnali, della articolazione comprensoriale. Anche in questa prospettiva questo documento avviava già alcuni discorsi per i quali poi ci saranno degli sviluppi in relazione sia agli accertamenti delle esigenze di funzionari (accertamento che in altre Regioni ha portato a risultati molto concreti: cito soltanto, tra parentesi, quelli dell'Emilia-Romagna, che ha definito anche numericamente i funzionari necessari nel campo dell'urbanistica, sia alla Regione che ai Comuni, per coprire le carenze in oggi). Ma non soltanto questo elemento quantitativo dovrà essere esaminato a fondo, non soltanto l'articolazione comprensoriale dovrà essere considerata attentamente: a questo punto occorreva valutare soprattutto la coerenza fra l'innesto di questo gruppo di funzionari tecnici ed il contesto complessivo di tutta l'articolazione dei funzionari della Regione. Il settore urbanistico è nato asfittico, ha una scarsa quantità di funzionari, questo è stato da me più volte rilevato.
Comunque, una struttura più precisata nei compiti, nelle mansioni, nella articolazione, nella gerarchia stessa delle varie parti, e soprattutto nelle quantità e guaina, dovrà essere necessariamente predisposta se si vorrà affrontare con garanzie di efficienza e di rispondenza ai bisogni reali la seconda fase, quella, precisamente, della messa in moto di tutti i piani a livello locale, intercomunale, sub-comprensoriale, per poter far sì che poi la pianificazione comprensoriale si appoggi effettivamente su di una piattaforma seria di studi e di decisioni.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare il Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri con i Colleghi della II Commissione avevo presentato questa interpellanza per richiamare l'attenzione del Consiglio regionale su un tema che mi sembra sia stato giustamente valutato dall'Assessore Astengo al quale va certamente riconosciuto il merito di averlo sottoposto alla Giunta ed ai Consiglieri. L'avevo fatto ai primi di aprile, in un momento in cui questo dissesto degli uffici di corso Bolzano era particolarmente rilevante. Per certi aspetti, rilevante lo è ancor oggi, perché il disagio che deriva sia al pubblico sia agli amministratori dall'affacciarsi a questo complesso di strutture (non parlo solo dell'Urbanistica, ma del Genio civile, dei Provveditorato eccetera) che è insediato in questo palazzo provoca a tutt'oggi assoluta incertezza ed impossibilità ad affrontare compiutamente un rapporto corretto con gli Assessorati.
Questo problema, quindi, nonostante i perfezionamenti di tipo organizzativo e di tipo logistico avvenuti nel frattempo, sussiste, ed io richiamo l'attenzione degli Assessori del dipartimento a volerlo comunque affrontare, non solo nel senso di voler favorire questa accessibilità al colloquio e al rapporto con le Amministrazioni comunali e con il pubblico ma nel senso anche di delineare una prospettiva nella quale si andrà muovendo, e sviluppando, e regionalizzando, questo settore.
La risposta dell'Assessore, a mio avviso, può essere accettata per quanto attiene al momento propositivo, ma non è ancora soddisfacente, e penso che i Colleghi se ne saranno resi conto, per quanto attiene alla soluzione concreta dei problemi. Quindi, il problema rimane in tutta la sua gravità, ed io invito il Presidente della Giunta a volersene far carico come coordinamento, perché questo documento n. 3 è stato proposto e probabilmente non ancora vagliato ed affrontato dalla Giunta, lo sia in modo tale che poi le Commissioni ed i Gruppi consiliari possano dare in proposito il loro apporto.
Più specificatamente, per quanto attiene ai problemi di competenza dell'Assessore proponente, cioè l'Assessore Astengo, prendo atto con piacere della sua volontà di delineare questa prospettiva di gerarchizzazione delle strutture e di sua razionalizzazione sia nell'ambito della legge sulle strutture sia nell'ambito della riforma, chiamiamola così, dell'istituto comprensoriale, o per lo meno, di organizzazione dell'istituto comprensoriale.
Rimane comunque il problema dell'oggi, immediato. Noi riteniamo che se questi processi si potranno anche in futuro perfezionare, essi non devono comunque sconvolgere né le strutture attuali né i rapporti di gerarchia che attualmente sussistono. Da questo punto di vista mi permetto di sottolineare come la stessa deficienza di personale che l'Assessore lamenta deriva molto probabilmente da una insufficiente utilizzazione del personale gia disponibile. Prendiamo atto del fatto che, dovendosi affidare incarichi di revisione di strumenti urbanistici a professionisti esterni, si tende a scegliere questi professionisti fuori della Regione perché non vi siano congruenze o sovrapposizioni di interessi professionali. Se la scelta dev'essere in quella direzione siamo d'accordo che sia tale: per richiamiamo anche il problema e l'esigenza di una più razionale utilizzazione dei funzionari che già sono presenti, a vario titolo, sia negli organici della Giunta sua più specificatamente degli Assessorati perché sussiste (e ancora ieri ne ho avuto sentore) un notevole disagio da parte di alcuni funzionari i quali non sono utilizzati come probabilmente potrebbero essere, e questo sia a livello di istruttoria e di esame di strumenti urbanistici o di pratici, sia di partecipazione a Commissioni , a Comitati vari che si sono costituiti anche con l'integrazione di esperti esterni.


Argomento: Albo professionale agricolo

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Bertorello, Franzi, Lombardi e Menozzi: "Criteri e tempi di utilizzazione delle schede aziendali raccolte presso gli Ispettorati agrari"


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando, Bertorello Franzi, Lombardi, Menozzi: "Criteri e tempi di utilizzazione delle schede aziendali raccolte presso gli Ispettorati agrari".
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ovviamente, ciascuno è legato alle proprie realizzazioni e così è indubbiamente per il Consigliere Chiabrando, che aveva istituito nella sua precedente gestione dell'Assessorato questa scheda, peraltro molto criticata da noi, e non soltanto da noi.
Io non ritengo, comunque, che questa scheda possa essere utilizzata in modo corretto, coerente, per indagini o studi particolari: e un materiale che indubbiamente è stato presentato, viene ancora presentato, sia pure modificato, e potrà essere utilizzato e soprattutto messo a disposizione ad esempio, dell'ESAP nella elaborazione dei piani zonali di sviluppo, così come potrà essere utilizzato come materiale di confronto prossimamente quando la Commissione VI e poi il Consiglio avranno deliberato in merito al regolamento per l' istituzione concreta dell'Albo degli imprenditori agricoli, che pure prevede una scheda. Si tratterà, poi, in sede prima di Commissione e poi di Consiglio, di verificare i modelli che si propongono per decidere se scegliere quelli che si propongono o modificarli anche in relazione alla scheda aziendale a suo tempo presentata. In ogni caso indubbiamente, essendo materiale procurato per verificare determinati provvedimenti, quindi materiale a disposizione dei nostri uffici, potrà diventare un'utile base di confronto e trovare una qualche utilizzazione.
Non è stato facile aderire alla richiesta di precisare numero e consistenza delle stesse schede, anche perché molti uffici, non avendo avuto istruzioni diverse, non hanno provveduto ad incasellare queste schede ma le hanno lasciate unite alle singole domande. Comunque, ecco la richiesta precisazione: il dato esatto per la provincia di Alessandria è di 1388; per la provincia di Asti (solo stima), 1800; per la provincia di Cuneo il dato esatto (evidentemente, hanno effettuato la catalogazione in modo corretto) è di 2313; per Novara, stima, 1000; per Torino, stima, 2500 per Vercelli, stima, 1605. Quindi, nel complesso, dati esatti 5501, stima 6905, totale 11.406. Sono state quindi raccolte complessivamente circa 12.000 schede aziendali. Le Aziende che hanno beneficiato delle provvidenze regionali negli anni '74-'75-'76 sono quindi: provincia di Alessandria stima (non si hanno i dati effettivi), 3038; provincia di Asti 2000 provincia di Cuneo, 2500 (dati effettivi, questi); provincia di Novara 1000; provincia di Torino, 2000 (stima); provincia di Vercelli (dati effettivi). 2873 il numero delle Aziende che hanno beneficiato delle provvidenze non coincide con il numero delle schede aziendali, poiché non per tutti i tipi di intervento era stata richiesta la scheda (vedi premio vitelli eccetera).
Si ritiene comunque che questi dati abbiano un significato abbastanza limitato, difforme, proprio perché non tutti sono riportati nelle schede e non si e proceduto ad un incasellamento di queste schede. Ciò non esclude però che la mole di lavoro fatto possa essere utilizzata, come dicevo prima, quale elemento di confronto per gli uffici, per quanto riguarda la costruzione, che andiamo a definire, dell'Albo, e infine materiale da mettere a disposizione dei Comitati o dell' ESAP nella redazione dei piani zonali di sviluppo, così come può servire per una indagine che l'Assessorato decida di fare in una certa zona come materiale di comparazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando per la replica.



CHIABRANDO Mauro

Mi è dispiaciuta la battuta iniziale dell'Assessore. L'interrogazione si limitava molto obiettivamente ad un suggerimento, ad una semplice richiesta di dati sulla situazione, dati che abbiamo avuto, per il che ringrazio. Comprendo anch'io che questi numeri non possono corrispondere non possono esserci verifiche.
Quanto all'utilizzazione, ammetto che questa scheda non fosse perfetta: era un primo tentativo. Potrà essere modificata, potrà essere utilizzata diversamente: credo che comunque sia un documento da perfezionare e da tenere in evidenza. Lo dimostra anche il fatto che, a quel che mi risulta la zona di Ovada e altre zone l'hanno adottata, non so se nella stessa forma o modificata, per raccogliere dati sulla situazione di fatto nella zona. Quindi, come sostanza, mi pare - d'altronde l'Assessore nella sua risposta non ha negato questa sostanza - che la scheda sia valida. Sono d'accordo anch'io che potrà essere utilizzata dall'Ente di sviluppo e per l'Albo professionale. Quindi, mi pare di poter concordare in questo con l'Assessore. Quanto ai numeri, chiederei mi fosse fornito il quadro preciso della situazione, perché non sono riuscito a prenderne nota.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Picco e Chiabrando: "Domande di finanziamento dei piani urbanistici"


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Picco e Chiabrando: "Domande di finanziamento piani urbanistici".
Ha facoltà di rispondere l'Assessore competente, Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore agli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali

Non si può ancora considerare conclusa la raccolta delle domande di contributo, dato che il termine di presentazione è stato da noi prorogato con legge n. 34, alla fine di questo mese. Tuttavia, la situazione appare già abbastanza consolidata.
I Comuni che hanno fatto la richiesta ammontano a tutt'oggi a 569, in quanto ai 520 del prospetto che era stato consegnato alla II Commissione nell'incontro che avevamo avuto su questa legge si sono aggiunte altre tre Comunità montane, con 33 Comuni, e i piani regolatori intercomunali che interessano 16 Comuni. Il totale delle richieste di contributi, nella formula grezza in cui sono state presentate, cioè nelle ipotesi formulate nelle singole delibere in base a parametri molto diversi fra loro (alcuni Comuni hanno tenuto conto delle tariffe professionali, altri hanno fatto delle ipotesi di spese eccetera, per cui sono tutte da vagliare) comporta una spesa di 3 miliardi e 403 milioni. Aggiungendo i 104 milioni necessari per soddisfare le ultime richieste arrivate si arriva a 3 miliardi e 507 milioni. Calcolando però che non tutto l'importo sarà ammesso a contributo ma in alcuni casi il 100 per cento, in altri il 70, la cifra si riduce sensibilmente, ma non vistosamente, passando a 3 miliardi e 175 milioni. Si tratta, adesso, di fare questa verifica, ma nel caso specifico, trattandosi di Comunità montane e Piani regolatori intercomunali, per cui si dà il 100 per cento, raggiungiamo 3 miliardi e 281 milioni.
A questo punto, la legge essendo stata approvata, noi abbiamo ancora un adempimento da compiere, per il quale si attendeva solo la promulgazione della legge: il regolamento della Giunta. Questo regolamento è già stato studiato. Certo, non è facile trovare dei parametri che valgano per i piccoli e i grandi Comuni, senza soggiacere soltanto all'indicazione della tariffa professionale. Comunque, credo che la deliberazione in proposito potrà essere presa nei prossimi giorni, cioè prima della fine del mese perché, d'altra parte, la legge può sì anche dare una assicurazione del finanziamento, ma è evidente che l'erogazione va fatta a partire dal 1 luglio. Al miliardo e 100 che abbiamo a disposizione per questi contributi va poi aggiunta la quota relativa alla cartografia. Molte delle richieste dei Comuni, infatti, si basano anche su preventivi di cartografia, spesso anche assai elevati perché stesi da ditte che, ovviamente, per eseguire le carte per un singolo Comune richiedono prezzi superiori a quelli che comporterebbe un discorso di carattere generale. In ogni modo, noi possiamo considerare di avere a disposizione questo altro mezzo miliardo,almeno per la cartografia, e quindi la nostra disponibilità di un miliardo e 600 milioni si avvicina, grosso modo, ai 50 percento di questa richiesta.
Quindi, pur sapendo che negli anni successivi dovremo rifinanziare, o appunto contenere, tuttavia, per un primo avviamento, non siamo lontani da questo 50 per cento della richiesta grezza che è stata formulata.
Bisogna poi ancora aggiungere questo fatto: gli strumenti richiesti sono in numero superiore al numero dei Comuni, perché a volte questi Comuni presentano anche piani particolareggiati, centro storico, 167. Molte spese per queste operazioni dovranno essere contenute nel piano generale. E' quindi in corso tutta una operazione di revisione, per cui io potrò dare risposte più precise, penso a fine mese, non appena compiuta la messa a punto di tutte le domande: dovrei essere in grado allora di dare un prospetto finale e insieme anche le indicazioni di questo riparto prima che questo venga reso effettivamente operante.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare l'architetto Picco.



PICCO Giovanni

Prendiamo atto della risposta dell' Assessore, una risposta ancora interlocutoria. Faremmo alcune raccomandazioni. Anzitutto, rileviamo la necessità di omogeneizzare queste richieste, cioè di decantare quelle che possono essere giuste (per esempio, l'intervento sulla cartografia) ma potrebbero essere oggetto di provvedimenti a stralcio, a parte.
La seconda raccomandazione è che si faciliti l'accesso a questa erogazione di contributo subito ai Comuni che erano già compresi nella fascia della legge 34, perché riteniamo che, tutto sommato, nel quadro delle esigenze di bilancio e di cassa delle finanze comunali, sia opportuno favorire i Comuni inferiori.
Inoltre, che si stabilisca un certo regolamento ed un certo ordine di precedenza relativamente alle domande che sono pervenute.
Certo, di fronte alle cifre che ci sono state denunciate, che probabilmente saliranno ancora nei prossimi giorni, si tratta di fare una scelta, che è quella di stabilire nel regolamento la prima quota di finanziamento. Credo non si vada al di là di questo tipo di decisione, che potrebbe essere molto prudente nel senso che consente per intanto l'avvio all'assegnazione degli incarichi, con l'impegno ovviamente negli anni successivi a far fronte alle altre spese. Le cifre, però, stante il fatto che le domande hanno una precisa scadenza e che comunque sono impegni pluriennali, che quindi non si riperpetueranno nei prossimi anni dovrebbero consentire di far fronte a questa legge. Per quanto ci riguarda comunque, siamo disponibili ad esaminare anche gli aspetti finanziari, per consentire un celere avvio degli obiettivi della legge stessa.


Argomento: Comunita' montane - Informazione - Comitato RAI

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Colombino, Petrini: "Eventuale iniziativa di indagine da parte della Giunta attraverso le Comunità montane per ricavare una mappa delle deficienze e delle esigenze connesse alla ricezione RAI-TV"


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Cerchio, Colombino, Petrini: "Eventuale iniziativa di indagine da parte della Giunta attraverso le Comunità montane per ricavare una mappa delle deficienze e delle esigenze connesse alla ricezione RAI-TV".
La parola, per la risposta, all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interrogazione dei colleghi Cerchio, Colombino e Petrini affronta un problema di grande interesse e rilievo per le nostre Comunità e le nostre vallate alpine. In merito, intendo informare il Consiglio e gli interroganti delle iniziative già assunte e delle indagini anche gia svolte.
Gia in data 11 novembre '75, chi vi parla, come Assessore delegato per conto dei Presidente a sovrintendere al nostro Servizio montagna, aveva, su segnalazione ed a seguito di un incontro con le Comunità montane, già segnalato la situazione di carenza con una lettera inviata alla Direzione della RAI di Torino, chiedendo appunto di conoscere le iniziative e rappresentando le esigenze dei miglioramento della ricezione televisiva che del resto è uno degli aspetti di quel divario di condizioni civili e sociali esistente fra le popolazioni montane e le altre popolazioni.
La RAI di Roma si era impegnata, con lettera in data 19 febbraio '76, a risolvere entro il corrente anno la situazione ricettiva almeno in alcune zone, per esempio in Valsesia, mediante la costruzione, attualmente in corso, degli impianti della prima e seconda rete di Monte Quarone, e rimandando un esame più generale a quando il programma di estensione che era in corso di elaborazione fosse stato completato.
Non ricordo bene se contemporaneamente, o successivamente, il Presidente della Giunta, cui avevamo segnalato questa situazione, e che era poi stato anche direttamente interessato dalla Comunità, aveva assunto un'iniziativa analoga, mi pare in data 16/1, sollecitando nuovamente la RAI di Torino a prendere nella dovuta considerazione la situazione esistente, e quindi le proteste, le segnalazioni delle Comunità montane.
Un secondo intervento e stato esperito in data 5 marzo da parte di nuovo del nostro Ufficio Montagna e di chi vi parla, in veste di Assessore nei confronti della RAI, sedi di Torino e di Roma.
Con riferimento alla indagine, alla quale sono disponibilissimo, si tratta di verificare se quella fatta non è valida, perché una iniziativa di questo tipo è in corso di attuazione o attuata da parte dell'UNCEM con le singole Comunità montane, nel senso che l'accordo con l'UNCEM comporta per le singole Comunità montane di costruire una situazione che si può chiamare appunto una indagine. Io potrei impegnarmi adesso a fare una verifica del punto cui è giunta questa indagine, a vedere se è valida, e quindi intanto a rappresentarla a tutti i Colleghi, o ad intervenire ulteriormente per meglio verificarne la completezza e quindi su quella base riprendere tutta una serie di iniziative, di operazioni, di atti concreti per avviare a soluzione questo grosso ed importante problema.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare il Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore competente in risposta ad una domanda formulata dal sottoscritto e dai colleghi Petrini e Cerchio.
Ritengo doveroso puntualizzare e sottolineare che la presentazione di questa nostra interrogazione è stata determinata dall'esigenza di appoggiare la cosciente presa di posizione sul tema delle ricezioni televisive assunta da due tra le componenti più vive dell'apparato regionale: l'UNCEM, come ha sottolineato l'Assessore, e l'Amministrazione provinciale di Cuneo.
Senza aver intenzione di presentare un'altra interrogazione, faccio rilevare che la Delegazione piemontese dell'UNCEM già da tempo ha sottoposto il problema in oggetto alla Giunta, tra l'altro senza riceverne fino a questo momento, alcuna risposta.
Ribadisco che l'Amministrazione regionale deve farsi carico del problema per una serie di considerazioni di cui alcune già avanzate in sede di interrogazione ed altre che si aggiungono a quelle. In primo luogo l'entità del fenomeno. Infatti, le cifre che ha menzionato l'Assessore mancano di alcuni elementi, che desidero integrare con i dati già resi ufficialmente noti dall'UNCEM. Infatti, dei 380 Comuni montani della Regione, 273 ricevono il Primo Canale attraverso ripetitori RAI e 102 da ripetitori privati, mentre 5 sono completamente esclusi. Dei Comuni fortunati, però, molti hanno ricezioni imperfette o nulle in alcune frazioni. Per il Secondo Canale, i dati sono i seguenti: 190 ripetitori della RAI, 142 ripetitori privati, ben 48 Comuni non ricevono il programma anche per il Secondo Canale vale l'osservazione di cattiva ricezione e di esclusione per parte del territorio.
Di fronte all'imponenza dei dati citati, - e tenuto presente che recenti riforme hanno stabilito alcune diversificazioni nelle testate dell'informazione televisiva, la ricezione di un solo canale costituisce una limitazione della libertà d'accesso alla informazione obiettiva e una licenza alla unilateralità. In questi piani è previsto un programma per far giungere la televisione, I e II canale, in tutti i centri con almeno mille abitanti, indipendentemente dal numero dei teleutenti. Successivamente, il sistema sarà rafforzato per far arrivare in tutte le borgate, anche le più piccole i programmi televisivi. Sappiamo bene, però, quanto tempo definito tecnico intercorra dalla fase dei piani a quella delle realizzazioni, e ci chiediamo per quanto ancora gli abitanti delle valli della nostra Regione dovranno considerarsi cittadini normali quanto a dovere di pagare le tasse e cittadini di seconda categoria quando è in gioco l'accoglimento di loro giuste rivendicazioni.
Riconfermiamo pertanto che fa Giunta regionale deve continuare sulla strada intrapresa, di interpretare, per un senso di giustizia democratica nel quadro di una collaborazione fattiva, concreta e continua con gli Enti locali, l'istanza da noi avanzata ed intervenire per la parte di competenza presso gli organi statali al fine di rimuovere il più presto possibile gli ostacoli, burocratici e non burocratici, che impediscono ad una notevole parte della popolazione di avere parità di trattamento.



PRESIDENTE

Poiché sono ormai le 10,30, proporrei, se il Consigliere Chiabrando non ritiene necessario che si dia riposta oggi anche alla sua restante interrogazione, di passar oltre nell'esame dei punti all'ordine del giorno.
Prima, però, devo fare, come preannunciato, alcune dichiarazioni.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione di Francesco Coco, Procuratore Generale della Repubblica del brigadiere Giovanni Saponara e del carabiniere Antioco Dejana brutalmente assassinati a Genova


PRESIDENTE

Un nuovo assassinio, un nuovo attentato alla coscienza civile del nostro Paese, un nuovo salto di qualità nella strategia del terrore, il delitto forse più grave, dopo piazza Fontanta e la strage dell'Italicus.
Questo noi oggi denunciamo in questa seduta del Consiglio regionale, in rapporto al massacro che ieri è stato compiuto assassinando il Procuratore Generale Francesco Coco, il brigadiere Giovanni Saponara e il suo autista il carabiniere Antioco Decana. Questa volta si è voluto colpire la giustizia, sfidare uno dei capisaldi dell'ordinamento repubblicano.
Al cordoglio per le vittime, che qui esprimiamo alle famiglie così atrocemente colpite, si accompagnano lo sdegno e la condanna morale per coloro che hanno eseguito il crimine, che li raggiunge prima ancora che li persegua la giustizia che hanno voluto colpire. Non possiamo permettere che questo delitto rimanga impunito, non possiamo consentire che un nuovo mistero si aggiunga a quelli che già circondano la catena di delitti che insanguinano l'Italia da sette anni.
Quel che sappiamo per certo è che coloro che l'hanno compiuto non sono dei folli: sono assassini convinti, perfettamente consapevoli di quello che fanno, che hanno agito con premeditazione, con preparazione, con freddezza organizzazione e sicurezza, convinti di farla franca, come già gli assassini di Calabresi e Scaglione, come il deputato Saccucci, golpista o mandante di assassini, temporaneamente in vacanza o in permesso, che attende a Barcellona di essere rieletto onorevole.
Ma la violenza non vincerà. La risposta di questo nostro Paese sarà quella già data in questi anni, dal 1969 ad oggi. Vogliono la rissa, il disordine, il caos: risponderemo con l'unità, la fermezza, la maturità di chi ha capito quale sia la posta in gioco. Chiediamo che sia fatta giustizia. Dev'essere lo Stato italiano, in tutti i suoi organi, a far fronte contro gli attentati e gli attacchi alla democrazia e alla libertà.
Le dichiarazioni solenni non bastano più, occorrono i fatti, e questi devono essere: arrestare gli assassini, scoprire i mandanti, mettere in condizione di non nuocere coloro che agiscono in questi giorni per produrre l'ultima scalata del terrore, ed epurare gli organi dello Stato di tutti coloro che, invece di servire la Repubblica, operano per la sua rovina.



(Tutti i Consiglieri in piedi osservano un minuto di raccoglimento)



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Capogruppo democristiano, Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Avverto la delicatezza del fatto di intervenire dopo le parole che il Presidente ha pronunciato per interpretare la volontà e l'atteggiamento dell'intero Consiglio. Ma non vorrei, non intervenendo, che il silenzio potesse suonare, in questo momento, più che delicatezza, quasi atteggiamento formale: il Presidente assolve il compito per tutti e si passa all'ordine del giorno; e pertanto aggiungerò alcune parole che stavo preparandomi in questo momento.
Ho l'impressione che le parole appunto, di fronte alla gravità di questi fatti, siano consunte, e che siano consunte, mostrino la corda anche le forme rituali. Abbiamo sentito parlare dai giornali di sedicenti "Nuovi Partigiani". Non avalliamo una tale denominazione; questi orribili delitti comportano, purtroppo, atti tecnicamente facili, per i quali non si richiede coraggio, contrariamente a quanto si crede comunemente, ma soltanto l'assoluta mancanza di quella dignità che è presente in ogni uomo civile, e che è sostegno essenziale per chi voglia essere o sia un combattente autentico, soltanto ottusità, ferocia, viltà. Se le parole sono consunte, si deve passare all'azione, dentro, attorno, fuori di noi, a livello di persone, della comunità, delle aggregazioni politiche, della società, dello Stato; azione per condannare, non solo verbalmente, ed isolare tutte le forme di violenza, morali, ideologiche, politiche, vanno abbandonate, avendo realisticamente presente anche che probabilmente non c'è solo un problema di volontà politica o di organizzazione o di gestione degli strumenti, ma che probabilmente gli stessi strumenti sono inadeguati.
Non è vero che tutti siano ancora da scoprire: alcuni sono anche stati scoperti. Ma è un fatto che nel sistema che, per comune responsabilità sotto questo profilo, si è andato determinando, le carceri fanno paura soltanto più ai galantuomini o a coloro che incorrono in incidenti minori per gli altri sono luogo di incontro, di preparazione, di sviluppo di situazioni. La prospettiva di passar la vita in carcere non turba più il sonno di nessuno: ahimè, sotto un certo profilo siamo in guerra, e sappiamo che le condanne all'ergastolo, in periodo di guerra, non hanno mai suscitato preoccupazione. Non voglio arrivare a dire cose che urtano contro i miei principi e contro le indicazioni venute a me dall'educazione che ho ricevuto. Ma è certo che dobbiamo far seguire alle parole i fatti, tutti noi. E allora ci sono forme di violenza quotidiana, ci sono minacce da scrivere nelle liste, ai primi, ai secondi posti, che ci vengono ripetute nei comizi, che sono chiare istigazioni ai delitto politico. Queste non devono essere solo oggetto di deprecazione, ma la volontà democratica di tutto il Paese deve piegarsi a considerare anche le nuove forme e le nuove previsioni di reati come fatti gravissimi, che non comportano deprecazione soltanto ma dure conseguenze.
E' stato giustamente rilevato, mi sembra, nel numero di oggi del maggiore quotidiano torinese, nell'articolo di fondo, come tutta questa violenza, che rivela una Italia sotterranea che non riusciamo a capire, sia in contraddizione inaccettabile rispetto alla situazione generale del nostro Paese, alla volontà generale di lottare per condizioni migliori, di discutere sulle formule e sui metodi per affrontare i propri problemi, ma che rifiuta uno stato di emergenza di questo genere. Ebbene, tutti insieme cerchiamo di operare affinché le istituzioni dello Stato, che proprio negli ultimi cinque anni sono state da varie parti indebolite al di là di quella che era già una debolezza organica, per la loro insufficienza e per ritardi che si sono verificati, trovino l'appoggio effettivo di tutte le volontà politiche e di tutte le volontà civili, che sono assolutamente preponderanti nel nostro Paese. Ha ben concluso il Presidente: la giustizia prevarrà nel nostro Paese, la democrazia non cederà, le forze della democrazia sono ben più radicate, ben più profonde di quel che questi provocatori intendano far ritenere.
Si pensa da varie parti, dalle posizioni estreme da cui si parte con delle motivazioni per questi atti, che le prospettive che oggi ha il Paese siano troppo moderate, quali vengono proposte da una parte o quali vengono sostenute dall'altra. Allora si sognano dannunzianamente delle situazioni che inneschino un conflitto in cui siano coinvolte le forze sane del Paese.
Noi respingiamo ancora una volta questa prospettiva e siamo sicuri che poco per volta costoro saranno isolati non solo nel cuore dei cittadini, ma fisicamente, dal corpo del Paese, per esserne espulsi. Ma occorrerà la volontà politica di procedere con diversa durezza. La democrazia non pu più essere concepita come un regime imbelle: già una volta questa motivazione fu adottata per farla cadere, e non vorremmo che i cittadini constatassero oggi che tale è per proporre delle soluzioni che la facciano definitivamente tramontare.



PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni? Chiede di parlare il Consigliere Bontempi.
Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signori Consiglieri ritengo che di fronte a questo ennesimo fatto criminale, che viene a collocarsi una volta ancora, puntualmente, in un momento, quello preelettorale, di grande importanza per la democrazia, per qualsiasi democrazia, ma direi in particolare per una democrazia che sta cercando attraverso anche il cambiamento e la tendenza al cambiamento, di modificare certi schemi un tempo immutabili, e che sia giusta l'affermazione del Capogruppo della Democrazia Cristiana, collega Bianchi, che le parole appaiono consunte. Penso che tutti noi, tutto il popolo italiano, di fronte al ripetersi sistematico (ormai da sette anni, in ogni momento importante della vita politica e democratica del Paese, si tratti di elezioni o di contratti, assistiamo al verificarsi di manifestazioni di questo genere) sentiamo la necessità che si faccia qualcosa di concreto.
I fatti sono indubbiamente necessari. Ritengo però - riprendo qui un concetto che ho rilevato dall'intervento Bianchi - che noi, come forze politiche, dobbiamo fare in modo che sia garantita la costruzione, al più presto, di un processo di unità democratica autentica, che non venga a sfilacciarsi neanche in periodo elettorale, quando certo si palesano contrapposizioni, anche scontri, ma sempre scontri civili, nell'ambito del dibattito e della dialettica democratica.
Questo processo di unità, questa fermezza democratica, che certo può e deve avere come effetto un intervento delle autorità pubbliche, della Magistratura, oggi così duramente colpita, tale da assicurare rapidamente i colpevoli alla giustizia, deve avere come substrato sociale, come substrato politico, un momento di grande fermezza, di mobilitazione popolare.
Ricordate la reazione profondamente unitaria all'indomani della strage efferata, preordinata, di Piazza della Loggia, a Brescia, uno dei fatti di maggior gravità che si siano avuti, del quale quest'ultimo evento si colloca purtroppo sullo stesso piano? Ebbene, questa reazione unitaria questi fatti di unità democratica, che sono fondamentali e che possono essi soli garantire una fiducia nelle istituzioni tale che le stesse istituzioni siano messe in condizioni di agire rapidamente ed incisivamente, non dobbiamo riservarli esclusivamente a quando si verificano fatti così clamorosi: dobbiamo costruirla, garantircela, direi, più che altro mantenerla costantemente, anche nei momenti chiave della nostra vita politica.
Purtroppo l'Italia da questo lato mostra ancora una volta una delle più vistose contraddizioni tra la sua straordinaria vocazione e struttura democratica a livello popolare, a livello anche delle forze politiche, e un tipo di Italia, di italiani almeno, che si dice rappresentino forze sotterranee, forze della violenza, che non si è avuto il coraggio, non si è avuto la consequenzialità democratica di colpire alla radice al loro primo manifestarsi. Non possiamo certo dire, infatti, che si sia fatto molto per assicurare alla giustizia questi individui. Sotto questo profilo ci spiace dover rilevare uno svilimento della capacità incisiva delle istituzioni derivante anche dal fatto che queste macchinazioni, o comunque questi movimenti eversivi, da condannare e da stigmatizzare duramente, hanno spesso, troppo spesso, connivenze con organi o con persone che nelle istituzioni devono operare. Il caso di Saccucci, di Sezze, del maresciallo Troccia, ricordato da tutti i giornali, e un altro di questi esempi.
Ma allora, qual è il compito, il fatto cui dobbiamo chiamare tutti? Dobbiamo invitare tutti ad un'opera di profonda unità democratica, prima ma anche di profonda pulizia democratica, all'interno delle stesse istituzioni. Perché, ecco, i cittadini di autentica vocazione democratica le forze politiche di estrazione e di vocazione democratica non possono certo tollerare il perdurare di uno stato di cose che ormai rende consunte le parole, in cui le denunce, anche le più veritiere, sono poste in non cale. E' un filo nero, profondo, che ogni anno si srotola in due o tre delitti, di qualsiasi tipo, certo, anche omicidi e stragi (e questa è più strage che omicidio, anche per l'efferatezza dell'esecuzione). Il non essere riusciti a dare una risposta sul piano delle istituzioni, se non in maniera molto limitata, è colpa grave, colpa sulla quale, - lo dico senza voler scendere in polemica, dobbiamo riflettere tutti. E' necessario che riusciamo a garantire all'interno delle istituzioni, e attraverso le istituzioni, una rispondenza a quegli ideali, a quei valori democratici nei quali crediamo profondamente.
Oggi scioperano tutti i lavoratori italiani: è un fatto di mobilitazione di altissimo significato, un fatto che noi, forze democratiche italiane, possiamo vantare, a differenza di molti altri Paesi.
Un fatto positivo su cui dobbiamo costruire altri fatti anche più incisivi: ma a tal fine è necessario che tutti noi che operiamo nell'ambito delle forze democratiche riusciamo ad eliminare, per il breve periodo di campagna elettorale che ancora rimane, e che ci dà ancora motivo a timori, perch siamo ormai di fronte ad una escalation di violenza, e poi anche in futuro per le elezioni, in occasione dei rinnovi contrattuali, per i momenti in cui è possibile un cambiamento in Italia (attraverso i contratti o anche le elezioni) ogni pretesto a simili episodi, tenendo un comportamento leale corretto, civile, aperto, e soprattutto largamente unitario. Dobbiamo essere noi, ed i cittadini che in noi si riconoscono, a garantire questo processo di unità e questa difesa dei valori unitari.
Ritengo di non dover dire di più. Non mi resta che associarmi alla condanna espressa dal Presidente Sanlorenzo ed anche dal Capogruppo Bianchi. Non occorrono molte parole per bollare di infamia questi killers professional, professionisti del crimine in senso stretto. Mi sono sembrati molto giusti in proposito certi passi dell'articolo di Beria d'Argentina apparso oggi sul "Corriere della Sera" .Manifestazioni come queste appartengono esclusivamente all'aspetto negativo che c'è sempre stato in tutte le società, l'aspetto della criminalità, l'aspetto della soppressione della vita. Ad essi noi dobbiamo rispondere senza paura, senza timore denunciando il carattere in se gravemente criminoso ma soprattutto gravemente strumentale che viene ad avere contro la vita democratica contro il regolare svolgimento di questa competizione elettorale, per la quale auspichiamo tutti un clima che sia il più aperto e il più civilmente democratico possibile. Anche noi dobbiamo contribuire a raggiungere questo scopo, cercando in questi giorni di riportare i temi dei confronto elettorale alle vere coordinate, cioè il confronto sui problemi, sul destino dell'Italia sul piano economico, civile e sociale. Solo in questo modo, cioè creando e mantenendo un clima unitario fra tutte le forze politiche democratiche, noi potremo trovare la forza di compiere quell'azione più incisiva, che il Consigliere Bianchi mi è sembrato sollecitare, su cui siamo d'accordo, che anzi reclamiamo a piena voce necessaria oggi quanto mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi questo è certamente il momento dell'esecrazione e della rabbia per tutti, il momento della responsabilità, il momento dell'unità di tutte le forze politiche, ma mi pare che debba anche essere il momento della riflessione e - visto che qui c'é una maggioranza di sinistra dell'autocritica, termine a loro così congeniale. Autocritica in questo senso: non è nella nostra cultura e nella nostra filosofia pensare che questi fatti avvengono perché esistono dei geni maligni che vivono in tutte le società. Sì, in ognuno di noi esiste la violenza, e la società, che è il prodotto di noi, ha nella violenza una componente essenziale. Tuttavia, se dopo 30 anni di democrazia vi è questa situazione, ragazzi che muoiono nei comizi, funzionari che vengono uccisi al posto di lavoro, se c'è la persecuzione contro gli organi dello Stato, se dei deputati girano armati ci saranno pure delle responsabilità politiche, ci sarà pure una responsabilità di regime da approfondire. D'accordo per l'unità nel futuro e per l'unità nel presente, ma un momento di responsabilizzazione di tutte le forze politiche ci deve essere. E dov'è che tutti dobbiamo fare l'autocritica? E' sul costume, sul clima che abbiamo determinato anche nel modo di fare politica, nella nostra non chiarezza, nella nostra non lealtà.
Mi pare che qui scontiamo tutti un grosso debito che abbiamo assunto in passato, e che a tutti i partiti può avere portato qualche voto: nel 1964 ai liberali, il 15 giugno ad altre forze politiche, nel 1948 alla D.C.
scontiamo gli ammiccamenti a certe situazioni che abbiamo sempre considerato dei fatti, tutto sommato, tollerabili, destinati a passare come il morbillo, ammiccamenti verso la destra dicendo, ma sì, dopo tutto quei voti sono anticomunisti e un giorno o l'altro li ricupereremo. E questo lo dico per noi liberali, ma vorrei che venisse ammesso anche da altre forze politiche.
Mi pare veramente necessario un salto di qualità nel modo di fare politica, nel rispetto per l'avversario, che non c'è sempre stato, nel rispetto verso le minoranze, ma concreto, effettivo, che non significa rispondere ai nostri interventi con un certo tono, rispetto che dia a tutti i cittadini la consapevolezza che questa è una società aperta alle istanze più diverse. Un salto di qualità che significa anche non utilizzare come carri armati degli schettini da bambini come la legge Reale. Ieri sera durante una trasmissione di Tribuna elettorale registrata intempestivamente, abbiamo visto il rappresentante di una forza politica sia pure non grossa, adirarsi per l'esistenza della legge Reale.
Ricordiamoci che queste forze politiche non molti mesi fa e non molti anni fa chiedevano che venissero disarmate le forze di politica, questa è la realtà.
Ora, il momento dell'unità c'è e ci sarà e ognuno di noi si deve impegnare a portarlo avanti, però dobbiamo avere il coraggio di non dare scandalo; ricordiamoci che il Vangelo, quando parla di scandalo, non parla del peccato, ma di chi utilizza il peccato nei confronti dei terzi. Se cessiamo di dare scandalo, anche nei fatti politici, forse la politica diventerà una cosa più seria.
In altri termini dobbiamo dare la consapevolezza e la garanzia ai cittadini che la politica è la gestione chiara, pulita della cosa pubblica aperta a tutti; l'unitarietà delle forze significa anche diversificazione esasperata e portata fino all'ultima conseguenza, proprio per dare la garanzia al cittadino di potersi rappresentare in questa o in quell'altra forza politica, o esso stesso come individuo avere la possibilità di portare avanti le sue istanze. Non possiamo più permettere che la nostra democrazia possa oggettivamente riconoscere fondati i discorsi che fanno i radicali. Tutti quanti, quando sentiamo Pannella parlare, ci rendiamo conto che non abbiamo fatto abbastanza per le minoranze, ma abbiamo fatto molta demagogia. Il collega Bianchi parlava delle carceri probabilmente perché fa il mio mestiere, io lo faccio oltre tutto sotto un aspetto un po' particolare. Orbene, a mio avviso, è dare scandalo fare una legge carceraria come quella che è stata fatta, cioè una legge ponte che da l'illusione ai nostri detenuti di poter avere certi tipi di garanzie che non esistono perché mancano le strutture, mancano i soldi, mancano gli individui.
Allora, signori, non è dare scandalo questo, non è creare una situazione di conflittualità in un ambiente così delicato e non è irresponsabilità politica fare credere ai detenuti (che naturalmente non sanno che differenza ci sia fra un decreto legge, una legge e una legge delega), che avranno certi diritti a breve termine mentre poi si sentono dire dal direttore del carcere che questi diritti diventeranno concreti fra sei anni, quando lui sarà morto o sarà uscito? Questo significa fare del terrorismo politico, significa determinare situazioni di disordine.
Per cui io raccolgo l'appello suo, del collega D.C. e del collega comunista affinché le forze politiche, le forze sociali, le forze culturali si chiudano a difesa, ma non facciamo quadrato verso l'interno, dobbiamo fare quadrato verso l'esterno e questo per conto mio significa un nuovo modo di gestire la politica, un nuovo gusto di fare la politica oserei dire e un diverso clima politico, sociale, di maggiore chiarezza, di minore demagogia e di minore disponibilità a strumentalizzare le situazioni di disagio che ci sono nella opinione pubblica. Non dobbiamo ripetere l'errore di fomentare l'odio contro il padrone, contro lo sbirro, questa probabilmente è la radice della violenza che c'è nel nostro Paese.
C'e un altro tipo di violenza, comunque, ed è l'odio che ognuno di noi ha accettato perché ha pensato di poterlo strumentalizzare, è l'anticomunismo inteso come obiezione nei confronti di un certo tipo di società. Evidentemente abbiamo pensato noi della destra (se vogliamo chiamarla così per un momento per semplicità di cose) di poterlo strumentalizzare, dalla sinistra si è pensato di poter strumentalizzare un altro tipo di avversione verso altri generi di fenomeni sociali.
Mi pare che la politica debba essere qualcosa di diverso, debba essere un confronto di idee chiarissimo perché tutte le volte che noi otteniamo da questo modo di comportarci un risultato, è un risultato a credito e il debito poi si deve pagare e purtroppo non lo pagano le forze politiche, ma lo paga tutto il Paese, lo pagano le istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri la Giunta regionale condanna l'atto mostruoso compiuto a Genova ieri con l'uccisione del Procuratore Generale Coco e dei due agenti che lo accompagnavano. Ma la Giunta regionale, associandosi alle parole del Presidente del Consiglio Sanlorenzo, e concordando con quanto hanno detto i Consiglieri Bianchi, Capogruppo della D.C., e Bontempi, Capogruppo del PCI rileva ancora, che se è vero che oggi le parole non servono più, si impongono però alcune osservazioni e alcune meditazioni.
Dal 1969 ad oggi, i servizi di sicurezza hanno conosciuto, quando non sono stati complici, le situazioni che si maturavano nella strategia del terrore delle bombe. E' dimostrato dalle recenti inchieste di rinvio a giudizio, che spesso se ne conoscevano gli autori.
Rileva ancora la Giunta che dei numerosi processi che dal 1968/69 in poi sono stati collocati in istruttoria, pochi si sono celebrati dall'istruttoria non sono mai passati oltre, salvo rarissimi casi. Autori di fatti gravissimi e noti a tutti (ricordiamo specificamente il terzetto che fu sorpreso alla frontiera svizzera e che venne indicato come uno degli autori dell'omicidio Calabresi), sorpresi con mitra, pistole e bombe dopo alcune settimane già venivano scarcerati. Molte sedi naturali di processo sono state violate da decisioni che hanno colpito civilissime città (citiamo Milano), molte inchieste sono state insabbiate, non hanno avuto più alcun svolgimento e la verità attualmente è sconosciuta. Colpevoli sono stati lasciati in libertà se non addirittura impuniti; sono recenti i casi clamorosi di cui ha parlato tutta la stampa.
Noi abbiamo già fatto richiamo in quest'aula in più di un'occasione all'unità delle forze politiche, anzi, non vi è stata occasione in cui non abbiamo fatto richiamo all'unita delle forze politiche, per la difesa della legalità repubblicana, ma occorre che vi sia estrema chiarezza. Anche il Presidente Moro recentemente - e stupisce questo fatto perché elementi più concreti egli dovrebbe conoscere - ricordò che trame oscure stavano agendo nel nostro Paese. Occorre quindi fare riferimento sì alla unità, ma che questa unità non venga vanificata nel momento in cui bisogna tagliare i rami ed i legami internazionali e nazionali della provocazione. Questo è il momento che genera degli effetti che possono essere decisivi, solutori della situazione.
Non vi è nessun dubbio che le forze politiche democratiche presenti in questo Consiglio abbiano sempre perseguito la linea del rifiuto, del rigetto di ogni minimo atto anche di violenza, ma è bene che si sappia con altrettanta chiarezza che il popolo italiano chiede di conoscerne gli autori, chiede che questi legami siano recisi una volta per tutte. Soltanto con questa chiarezza e con questo intento il Paese potrà uscire dalla crisi di una strategia della tensione che non permette di lavorare, che tiene costantemente il Paese in sospeso dal lontano 1969 attraverso facce multiformi.
E allora dobbiamo dire che tutta questa problematica deve essere affrontata alla radice.
Certo qui non si valutano soltanto le parole, come ha detto il Capogruppo Bianchi, ma anche la volontà effettiva di tradurle nella realtà.



PRESIDENTE

Comunico, a conclusione di questo breve dibattito, che oggi pomeriggio appunto per passare dalle parole ai fatti, il Comitato regionale unitario antifascista è convocato alle ore 16,30 per esaminare tutti gli episodi che si sono verificati in Piemonte nella conduzione della campagna elettorale per prendere le opportune misure e decisioni, per garantire che nella Regione si possa concorrere con le forze dello Stato ad impedire nuove provocazioni ed atti che possano turbare in qualche modo il regolare ed ordinato dibattito elettorale.


Argomento:

Commemorazione di Francesco Coco, Procuratore Generale della Repubblica del brigadiere Giovanni Saponara e del carabiniere Antioco Dejana brutalmente assassinati a Genova

Argomento:

Programma dei lavori della I Commissione


PRESIDENTE

Comunico inoltre che la I Commissione mi ha trasmesso un calendario di lavori che credo abbiano una certa rilevanza per quanto riguarda l'esame delle procedure relative alle consultazioni per il piano regionale di sviluppo.
Il calendario reca: il giorno 25.6.76 alle ore 9,30 riunione informale della I Commissione per l'esame della seconda parte, sezione VI, del documento del piano di sviluppo; entro l'8 luglio la Commissione terrà altre riunioni di approfondimento. Dal 10 al 15 luglio incontri informativi con i seguenti Enti: Camera di Commercio, Artigianato, API, Cooperazione agricoltura, Sindacati, Unione industriale, Università, ANCI, UPI, Lega Lega dei Comuni, Giunta regionale e Comunità montane.
La Commissione ha ritenuto di dare mandato alla Giunta di provvedere subito all'invio agli Enti di cui sopra delle necessarie copie di documento del piano. Dal 16 al 25 luglio 1976 incontri informativi da parte della Giunta e della Commissione con gli Enti locali, le forze sociali a livello comprensoriale e consegna dei documenti del piano. A questo riguardo la Commissione ha chiesto alla Giunta di provvedere alla stampa di almeno 6000 copie di documenti entro il 16 luglio 1976 per la distribuzione durante gli incontri di cui sopra.
A settembre inizio delle consultazioni con procedure e tempi che saranno definiti in successive sedute della Commissione.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Zootecnia - Commercio

Prosecuzione esame progetti di legge n. 47 e n. 57: "Norme per la costituzione ed il riconoscimento delle associazioni dei produttori zootecnici e per la determinazione del prezzo del latte alla Produzione"


PRESIDENTE

Possiamo ora passare all' esame degli emendamenti ed alla votazione degli articoli dei progetti di legge n. 47 e 57.
La discussione è stata svolta.
Articolo 1 - Finalità "La Regione Piemonte con la presente legge si prefigge, in attuazione della legge 8.7.75 n. 306, ed in armonia con la programmazione regionale la determinazione di criteri per la costituzione ed il riconoscimento di associazioni di produttori zootecnici e per la determinazione del prezzo di vendita alla produzione del latte di tutte le specie animali ed a qualsiasi uso destinato".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 33 Hanno risposto si: n. 33 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato Articolo 2 - Requisiti delle associazioni "Le associazioni dei produttori zootecnici di cui al precedente articolo devono possedere i seguenti requisiti: 1) avere, quali soci, produttori zootecnici singoli o associati e loro cooperative, che abbiano la disponibilità del prodotto 2) essere aperte a tutti i produttori della zona in cui opera l'associazione, condizionando l'ammissione alla presentazione della domanda ed al possesso dei requisiti previsti dallo statuto 3) garantire negli organi direttivi, esecutivi e collegiali la rappresentanza delle minoranze 4) possedere i requisiti di cui all'art. 2 della legge 8.7.75 n. 306 e avere dimensioni organizzative ed economiche che, avendo riguardo anche al numero dei soci ed al volume della produzione, permettano un'efficace azione per il miglioramento e la disciplina della produzione e per la tutela del mercato, ed operino nell'ambito di una o più delle zone che saranno determinate, su proposta della Giunta, con deliberazione del Consiglio regionale 5) consentire la partecipazione di esperti nei propri organi collegiali nella misura di un quinto del totale dei componenti l'organo direttivo 6) prevedere da parte delle cooperative loro aderenti, aventi la disponibilità del prodotto, il rispetto delle norme di commercializzazione e degli indirizzi che l'associazione attua 7) deliberare regolamenti e programmi di produzione e di vendita vincolanti per i produttori associati con l'obbligo per gli stessi produttori di provvedere alla vendita dei prodotti zootecnici per il tramite dell'associazione secondo modalità stabilite in conformità alle disposizioni statutarie 8) garantire alle cooperative aderenti e loro consorzi, aventi la disponibilità del prodotto dei soci, tanti voti quanti sono i soci delle stesse con produzione zootecnica 9) essere disciplinate da norme statutarie che prevedano il voto pro capite per i soci singoli. Gli statuti possono prevedere che alle associazioni siano ammessi i produttori di zone limitrofe a quelle in cui siano costituite le corrispondenti associazioni, sempreché i produttori medesimi non facciano già parte di altre associazioni previste dalla legge 8.7.1975 n. 306 10) assicurare nel Consiglio di amministrazione la rappresentanza delle minoranze mediante un sistema elettorale in base al quale l'attribuzione dei seggi sia fatta su base proporzionale garantendo, in ogni caso, almeno i 2/6 dei seggi alle liste minoritarie. L'attribuzione dei seggi fra le liste minoritarie che abbiano conseguito almeno il 5% dei voti validi sarà fatta su base proporzionale 11) prevedere il rispetto, da parte dei loro aderenti, degli obblighi stabiliti dall'art. 6 della legge 8 luglio 1975 n, 306 12) essere dotate almeno dei seguenti organi: Consiglio di amministrazione, Comitato esecutivo, Presidente, Collegio sindacale".
E' stato presentato un emendamento modificativo, firmato dai Consiglieri Besate e Calsolaro che dice: "Sopprimere il par. 5 del primo comma ed istituire un ultimo comma 'Le Associazioni di cui al precedente comma possono consentire la partecipazione di esperti nei propri organi collegiali nella misura di un quinto del totale dei componenti gli organi stessi' ".
La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Questa trasformazione del paragrafo in comma si rende necessaria per un fatto grammaticale che avrebbe però conseguenze politiche, perché messo all'interno del primo comma: retto dal "devono" diventa un fatto obbligatorio, l'intenzione era invece di consentire un'eventuale possibilità e facoltà. E' bene quindi scorporarlo dal primo comma e fare un comma autonomo.
Su questo c'è il completo consenso dei Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando



CHIABRANDO Mauro

L'emendamento è firmato anche da me e pertanto confermo che il Gruppo D.C. si associa.



PRESIDENTE

Qui c'e una firma con uno svolazzo finale che quasi la cancella, ed io ho creduto che fosse veramente cancellata.
Non essendovi opposizioni si passa alla votazione dell'emendamento.
E' accolto Si passi alla votazione dell'art 2 come sopra emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n 34 Hanno risposto si: n 34 Consiglieri L'art 2 è approvato Articolo 3 - Compiti delle associazioni "Alle associazioni dei produttori zootecnici sono affidati i seguenti compiti: 1) organizzare e difendere le produzioni zootecniche e loro derivati istituendo eventuali sezioni distinte per produzioni diverse nell'ambito di una stessa associazione 2) proporre alla Regione, in armonia con gli indirizzi regionali e zonali di programmazione, indicazioni relative ai piani di ristrutturazione, unificazione e risanamento concernenti le strutture di produzione, di trasformazione e di commercializzazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari e zootecnici in genere 3) promuovere rapporti di collaborazione con le Associazioni Provinciali Allevatori territorialmente interessate, favorendo la realizzazione di programmi di miglioramento del bestiame e la diffusione della fecondazione artificiale ai fini di contribuire allo sviluppo della zootecnia 4) svolgere opera di propaganda e promuovere studi e ricerche utili al miglioramento ed alla valorizzazione del prodotto, nonché iniziative dirette ad incrementare la produzione, agevolarne la vendita ed il consumo fornire servizi alle imprese associate per il raggiungimento degli scopi sociali 5) svolgere inoltre ogni altra attività ad esse affidate con apposito provvedimento dagli organi della Regione in materia di interventi nella produzione, nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti zootecnici 6) stipulare accordi e contratti di qualsiasi natura, necessari e comunque utili al raggiungimento degli scopi statutari.
Alle spese necessarie per l'organizzazione e l'esercizio della loro attività le associazioni provvedono mediante contributi a carico degli associati, la cui misura e stabilita annualmente dall'assemblea, con deliberazione sottoposta all' approvazione dell'Assessore regionale competente. Le associazioni possono ricevere contributi finanziari dalla C.E.E., dallo Stato, dalla Regione e da altri Enti locali"



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 34 Hanno risposto si: n. 34 Consiglieri L'art, 3 è approvato Articolo 4 - Riconoscimento delle associazioni "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta stessa, sentito il parere delle organizzazioni professionali e cooperative maggiormente rappresentative e dell'Associazione Regionale Allevatori, provvede entro 60 giorni dalla presentazione della relativa istanza ad accertare la presenza, o meno, dei requisiti richiesti ed emana il relativo decreto. Con lo stesso provvedimento viene approvato lo Statuto.
Il decreto può essere impugnato dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di 30 giorni.
Qualora l'associazione operi nel territorio di più Regioni, il riconoscimento è effettuato separatamente da ciascuna Regione interessata alla quale deve essere presentata separata istanza.
In conformità a quanto disposto dal penultimo comma dell'art. 2 della legge 8 luglio 1975 n 306, le cooperative agricole, anche di trasformazione, ed i loro consorzi possono essere sconosciute come associazioni di produttori zootecnici.
Le associazioni possono costituire associazioni di secondo e terzo grado a più ampia base territoriale, per il raggiungimento degli scopi di cui al presente articolo e per il necessario coordinamento, garantendo negli organi direttivi ed esecutivi la rappresentanza proporzionale delle minoranze".
Vi è un emendamento che dice: "A pag. 5 sostituire le parole 'ed esecutivi' con 'esecutivi e collegiali" . E' firmato dai Consiglieri Chiabrando, Besate e Calsolaro.



CHIABRANDO Mauro

E' una questione puramente tecnica.



PRESIDENTE

Non vi sono obiezioni? Pongo in votazione l'emendamento.
E' accolto Si passi alla votazione dell'articolo così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 32 Hanno risposto si: n. 32 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato Articolo 5 - Comitato economico "Per la contrattazione e per la valorizzazione del prodotto previste dalla legge 8 luglio 1975 n. 306, e costituito con decreto del Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta stessa, un Comitato economico, di cui fanno parte i rappresentanti delle associazioni riconosciute ai sensi dell'art. 4 della presente legge. Ai soli fini del coordinamento interno dei propri lavori, il Comitato nomina nel proprio seno un segretario.
Il Comitato economico è assistito da un rappresentante per ognuna delle tre organizzazioni professionali agricole regionali maggiormente rappresentative, designato dalle stesse.
Il Comitato è presieduto dall'Assessore regionale all'agricoltura, dura in carica tre anni ed entro trenta giorni dalla scadenza sarà provveduto agli adempimenti necessari al suo rinnovo".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 37 Hanno risposto si: n. 37 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Standard merceologico "Per la definizione del prezzo base alla stalla del latte di provenienza bovina a qualsiasi uso destinato, lo standard merceologico valevole per l'intero territorio regionale, viene così determinato, ai sensi della procedura di cui agli articoli 8 e 9 della legge 8 luglio 1975 n. 306: 1) contenuto di grasso: fino al 3,3 2) contenuto di proteine: fino al 3 3) classi indicative del valore batteriologico.
Col metodo del bleu di metilene: a) tempo di reduttasi superiore a h. 4,30' b) da h. 2 a h. 4,30' c) inferiore a h. 2.
Col metodo della numerazione: a) numero di germi inferiore a 500.000 per millilitro b) da 500.000 a 1.500.000 di germi per millilitro c) oltre i 1.500.000 di germi per millimetro 4) classi dell'indice citologico: a) inferiore a 300.000 leucociti b) da 300.000 a 800.000 leucociti c) oltre 800.000 leucociti.
Il latte ovino, ai fini della determinazione del prezzo base, deve avere un contenuto in grasso al 5,5% ed un contenuto in proteine fino al 4,5%.
Per i latti di provenienza da altre specie animali, lo standard merceologico è definito dalla Giunta Regionale sulla base delle caratteristiche minime di idoneità alla commercializzazione previste dalla vigente legislazione".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 37 Hanno risposto si: n. 37 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Maggiorazioni "Le maggiorazioni percentuali da applicare al prezzo base del latte bovino sono fissate nelle seguenti misure: 1) aumento dello 0,5% per ogni decimo di grasso in più 2) aumento dell'1% per ogni decimo di proteine in più 3) aumento del 2% per latte delle classi A e dello 0,75% per latte delle classi B del valore batteriologico di cui all'art 6, punto 3) della presente legge 4) aumento del 3% per latte refrigerato in stalla a 4 C 5) aumento dello 0,5% per latte proveniente da allevamenti indenni da T.B.C.; aumento dell'1% per latte proveniente da allevamenti indenni o ufficialmente indenni da brucellosi 6) aumento dell'1% per latte della classe A e dello 0,5% per latte della classe B dell'indice citologico di cui all'art 6, punto 4) della presente legge.
Le maggiorazioni percentuali da applicare al prezzo base del latte ovino sono fissate nelle seguenti misure: 1) aumento dell'1,3% per ogni mezzo grado (0,5) di grasso oltre il 5,5 2) aumento dell'1,8% per ogni maggiorazione dello 0,25% di contenuto proteico oltre il 4,5%".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n 37 Hanno risposto si: n 37 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Variazioni "Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, pu deliberare, sentite le parti, per le successive campagne lattiero-casearie variazioni allo standard merceologico e alle percentuali di maggiorazione".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 38 Hanno risposto si: n 38 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato Articolo 9 - Laboratori di analisi "Per le analisi le parti possono rivolgersi presso i laboratori specializzati dell'Istituto Zooprofilattico, delle Amministrazioni Provinciali, dell'Istituto Sperimentale per la Zootecnia, delle Associazioni Provinciali Allevatori e presso altri laboratori autorizzati dalla Giunta regionale. Questi ultimi debbono disporre di attrezzature adeguate all'espletamento delle analisi e di personale specializzato.
Per la determinazione del valore batteriologico i laboratori specializzati dovranno osservare tutti gli accorgimenti necessari, atti ad evitare il verificarsi di alterazioni dei valori di analisi dal momento del prelievo all'atto delle determinazioni analitiche.
La spesa delle analisi mensili è a carico di ambo le parti, mentre quella per le eventuali analisi straordinarie è a carico del richiedente.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n 36 Hanno risposto si: n 36 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Norme per l'analisi "Nell'espletamento delle analisi per la definizione delle caratteristiche del latte dovranno essere osservate le seguenti norme tecniche: contenuto in grasso, oltre che con il metodo Gerber, può essere determinato con metodi fotocolorimetrici o con analizzatori a raggi infrarossi il contenuto in proteine può essere determinato con il metodo colorimetrico - all'amido nero - ovvero con analizzatori a raggi infrarossi il valore batteriologico viene determinato con il metodo dei bleu di metilene o con il conteggio batterico l'indice citologico può essere determinato mediante conteggio delle cellule somatiche o con conteggio cellulare elettronico oppure con metodi diretti o mediante fluorescenza le condizioni sanitarie sono dimostrate mediante le attestazioni rilasciate dai servizi sanitari competenti per territorio.
Salvo diverso accordo tra le parti, il personale addetto al prelievo deve rivestire la qualifica di guardia giurata ed essere incaricato dal laboratorio che eseguirà le analisi.
Il campione prelevato deve essere immesso in contenitori sterilizzati con tappo debitamente sigillato.
Il prelievo del campione deve essere eseguito almeno una volta al mese e per due mungiture al giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 32 Hanno risposto si: n. 32 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11. - Annata lattiero-casearia "L'annata lattiero-casearia ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n 36 Hanno risposto si: n.36 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Norma transitoria "Per l'annata lattiero-casearia 1976, per quanto concerne il prezzo del latte bovino alla produzione, vale l'accordo stipulato fra le parti in data 19 novembre 1975, ai sensi dell'art. 12 della legge 8 luglio 1975 n- 306 pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 48 del 2 dicembre 1975."



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n 37 Hanno risposto si: n. 37 Consiglieri L'articolo 12 è approvato Articolo 13 - Benefici "Le associazioni previste dalla presente legge sono ammesse a fruire dei benefici di cui alla legge regionale 4 giugno 1975, n. 45".
C'è un emendamento aggiuntivo che dice: "Dopo le parole 'alla legge regionale 4 giugno 1975 n. 45' aggiungere 'e successive modificazioni ed integrazioni' ".
E' firmato dal Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

E' meglio che ci sia anche quella dizione per il fatto che sono all'esame della I e della VI Commissione i rifinanziamenti di determinate leggi: se questa legge non venisse rifinanziata bisognerebbe nuovamente riapprovare, ecc. Quindi vi prego di voler accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Mi pare saggio. Vi sono obiezioni? Non ne vedo, quindi si passa alla votazione dell'emendamento.
E' accolto.
Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 37 Hanno risposto si: n. 37 Consiglieri.
L'articolo 13 è approvato.
Articolo 14 - Rinvio "Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge, valgono le norme di cui alla legge 8 luglio 1975, n. 306".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presentì e votanti: n. 37 Hanno risposto si: n. 37 Consiglieri.
L'articolo 14 è approvato.
Vi sono dichiarazioni di voto? Si passa alla votazione dell'intero disegno di legge



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 40 Hanno risposto si: n. 40 Consiglieri.
I progetti di legge n. 47 e 57 sono approvati


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - USSL: Piante organiche - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 76: "Definizione degli ambiti territoriali delle unità locali dei servizi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei disegno di legge n. 76: "Definizione degli ambiti territoriali delle unità locali dei servizi". La parola al relatore Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri la IV Commissione ha licenziato il disegno di legge che reca: "Definizione degli ambiti territoriali delle unita locali dei servizi" e mi ha incaricato di svolgere la relazione illustrativa con la quale presentarlo al Consiglio regionale.
Nonostante l'articolato si presenti in forma succinta, esso, insieme alla zonizzazione individuata nell'allegato, è stato oggetto di ampio ed approfondito esame in seno alla Commissione consiliare. Si trattava, in sostanza, di individuare le finalità ed i criteri ispiratori a cui attenersi e nel contempo di fissare gli ambiti territoriali cogliendo quanto di esigenza e di proposta nasceva dagli Enti locali del Piemonte.
Su questi temi è avvenuta la consultazione in ogni comprensorio per gli Enti e le associazioni territorialmente localizzate e in sede centrale per le rappresentanze regionali delle organizzazioni sindacali e per gli altri Enti e associazioni interessate.
Gli elementi sui quali si è focalizzato l'interesse ed il consenso sono stati: innanzi tutto la necessità che zonizzazioni previste per servizi differenti, abbiano confini coincidenti, eventualmente prevedendo la presenza di accorpamenti territoriali che stiano in rapporto tra di loro in termini di multipli o sottomultipli; ciò al fine di permettere ai Comuni e non solo a loro, di predisporre in modo semplice, unitario e coordinato le necessarie misure organizzative per la gestione e l'indirizzo dei servizi.
E' stato da più parti ricordato come nella fase attuale sia auspicabile, se non addirittura indispensabile, il più stretto contatto tra i differenti servizi sociali oggi erogati, o di cui si prevede l'avvio decentrato.
La Commissione propone quindi, in particolare, che vengano al più presto effettuati i passi necessari per la modifica degli attuali ambiti dei distretti scolastici, secondo i criteri qui esposti e in conformità con la zonizzazione unica dei servizi, come approvata dal Consiglio regionale e in secondo luogo la necessità di tenere in conto le gravitazioni di popolazione e culturali oggi in atto e gli accorpamenti territoriali già operanti, Particolare valore è stato attribuito ai Comprensori di cui le zone proposte risultano essere rigorosamente dei sottomultipli.
Inoltre, attraverso il richiamo al dibattito e allo spirito che hanno portato alla definizione di questi ultimi, si è riaffermata la necessità di una logica e di un disegno programmatorio che non venga meno di fronte ad esigenze di breve o di poco momento.
Infine, l'utilità di raccogliere il materiale già prodotto, assai ricco di cartografie, valutazioni sull'esistente e suggerimenti e di valorizzare quanto di esperienza partecipata sui temi della sicurezza sociale sia stato fin qui accumulato.
In particolare si è convenuto di accettare tutte le opzioni avanzate dai Comuni interessati, qualora non in contrasto con i Comprensori; alcune modifiche dovranno forse essere apportate in futuro ad alcuni tratti dei confini comprensoriali, con la conseguente modifica delle unità locali dei servizi.
I Consiglieri presenti sono a conoscenza di specifici problemi che potranno trovare soluzione per questa via. Certamente sarà necessario inquadrarli in un disegno organico, valutando nel contempo le proposte che l'esperienza concreta derivante dalla gestione dei servizi che via via verrà attuata potrà suggerire.
Assai rare sono state le istanze localistiche, il che conferma la responsabilità con la quale le amministrazioni comunali si misurano con l'esigenza delle popolazioni e con gli indirizzi programmatori della Regione e nello stesso tempo, quindi, conferma il ruolo insostituibile da essi già svolto nella predisposizione e nel finanziamento di importanti servizi sociali.
Per queste sommarie considerazioni e per quante altre, certo di non minore importanza, potrebbero essere sviluppate, la IV Commissione ha proceduto all'esame congiunto del disegno di legge n. 76 e della proposta di deliberazione dei gruppi D.C., liberale, repubblicano e socialdemocratico e ha deciso di presentare una proposta unificata. Questo non esclude la necessità di un ulteriore approfondimento di tematiche così complesse quali la unitarietà di impostazione dei servizi sociali e l'individuazione degli idonei strumenti di governo. Le diverse esperienze delle forze sociali e le diverse impostazioni politiche sono perci chiamate ad un serrato confronto, che auspichiamo abbia inizio nel più breve tempo possibile: peraltro lo stesso articolato in esame lo richiede.
Infatti, mentre all'art. 1 si individua la contestualità dell'allegato sulla zonizzazione al disegno di legge in esame e all'art. 2 si fa riferimento all'unitarietà del complesso integrato di tutti i servizi che costituiscono l'unita locale e alla legge sui comprensori, all'art. 3 si legge "La Regione provvede con apposite leggi a delegare ai Comuni e alle Comunità montane l'esercizio delle competenze regionali in materia di servizi".
L'art 4 indica l'unicità di gestione per tutti i servizi compresi nell'unità locale e individua le forme per esercitarla con le necessarie salvaguardie per la fase transitoria.
Per quanto su esposto la IV Commissione sottopone al Consiglio questo articolato ed il suo allegato per l'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Abbiamo concordato sull'esigenza di addivenire alla zonizzazione per predisporre strumenti di programmazione e anche per anticipare e predisporre gli interventi che saranno conseguenti alla riforma sanitaria ed assistenziale nazionale.
Questo nostro atteggiamento è confermato dal fatto che abbiamo presentato una nostra proposta di zonizzazione.
Lo strumento in approvazione ha valore di mezzo per l'organizzazione del territorio ed è largamente e positivamente condizionato e guidato dalla precedente operante individuazione dei Comprensori.
Noi siamo quindi favorevoli alle conclusioni cui si è pervenuti, che sono conclusioni convergenti e di fusione delle varie proposte, e che comportano l'accoglimento delle richieste deliberate dai Comuni, quando queste non contrastano con la delimitazione comprensoriale, e anche per il fatto che si sono adottate norme che tengono conto della realtà esistente quale risulta dall'art. 4.
Il giudizio sull'unità locale è dunque riservato, un successivo provvedimento legislativo si esprimerà a questo riguardo e in quell'occasione daremo il nostro giudizio politico, il nostro apporto e le nostre proposte.
L'unità locale non è qui definita, né vi è una cartografia dalla quale si possa rilevare il quadro dei servizi operanti sul territorio. Quindi è soltanto un momento positivo di predisposizione metodologica di strumenti un momento di razionalizzazione ai fini della programmazione. Noi ci auguriamo che i contenuti da versarsi in questo schema siano positivi e corrispondenti ai giudizi espressi dalle forze politiche.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE Aurelia

Il Gruppo repubblicano ritiene necessaria l'approvazione di questa legge per poter rendere operante la legge nazionale; vorrebbe soltanto fare una riserva per quanto riguarda l'art 1, che del resto è fondamentale indicando questo la zonizzazione dei vari servizi.
A questo proposito avevamo già osservato in Commissione - e non possiamo fare a meno di osservare ancora qui - che la divisione della città di Torino in 23 zone più uno, cosa che poi non si capisce troppo bene, dato che si comincia dal n. 24.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

No, sono 23.



CASTAGNONE Aurelia

Ma siccome c'è scritto 23 più uno anche nell'allegato mi consentirete almeno di avere qualche perplessità.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

No, è il n. 1, diviso in 23 zone.



CASTAGNONE Aurelia

Diviso in 23 zone che, se non vado errata, sono esattamente corrispondenti ai quartieri. Se noi riteniamo effettivamente necessario che i quartieri abbiano una loro individuazione ed un loro significato pensiamo tuttavia che una divisione che rende non superiore ai 50.000 abitanti l'unità (all'incirca, naturalmente, perché non tutte saranno di 50.000 abitanti) sia uno spezzettamento eccessivo, con minori possibilità di rendere un buon servizio.
Abbiamo sempre parlato di 150/200.000 abitanti come minimo nelle zone urbane, per non avere un'eccessiva dispersione.
Ripetiamo quindi oggi le nostre osservazioni. Non avremmo avuto niente in contrario se si fosse trattato di un accorpamento di due o tre quartieri per non spezzare la struttura dei quartieri stessi, rientrando così nella logica usata dalla Giunta che è quella di non spezzare strutture precedentemente esistenti.
La nostra riserva quindi e fondamentale, per cui riteniamo di doverci astenere sull'articolo 1, relativo alla zonizzazione della città di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini



MARCHINI Sergio

Prendo la parola brevemente per anticipare il voto positivo su quanto ci viene sottoposto, perché ci sembra un momento essenziale per incominciare ad inquadrare dei provvedimenti settoriali che la Giunta ha preso e soprattutto per prefigurare una zonizzazione del territorio su cui incanalare tutte le iniziative che verranno, soprattutto quando la legislazione nazionale ci metterà nella pienezza dei nostri poteri.
Mi pare che l'indirizzo della Giunta, che oggi si focalizza su questo tipo di strumento, in definitiva faccia giustizia di tesi portate avanti dalla mia parte anche in epoca ormai remota, quando si diceva che la tanto discussa e conclamata crisi del sistema sanitario in Italia finiva per essere una crisi sociale delle strutture para e presanitarie più che non delle strutture sanitarie in senso stretto.
Colgo l'occasione per suggerire alla Giunta di tenere presente questo nostro modo di vedere il problema, nel senso che questo tipo di strumento che andiamo a realizzare, di cui oggi diamo una configurazione geografica sia soprattutto un modo per razionalizzare e coordinare i rapporti fra tutti questi servizi e le strutture sanitarie in senso stretto, per poterle alleggerire da quelle funzioni di cronicari e altre per cui oggi vengono utilizzati non nel modo migliore.
Avrei anch'io da fare qualche riserva sulla zonizzazione in senso stretto e tecnicamente, non lo faccio perché gia il fatto delle 23 unità a Torino ci porta a considerare che a Torino ci saranno delle strutture debordanti dall'una o dall'altra per cui probabilmente è ancora una zonizzazione di larga massima. D'altra parte il progetto di legge ci dice che questa è una norma per qualche parte in bianco che avremo la possibilità di modificare in futuro e anche per questo mi pare che si possano superare queste riserve marginali ed esprimere un parere favorevole.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ve ne sono, dò quindi la parola all'Assessore Enrietti per la replica.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Poche considerazioni se non il compiacimento della Giunta per l'ampio dibattito che si è svolto su questa proposta di legge, che d'altronde era stata presentata dalla Giunta in termini aperti e non chiusi in modo tale da poter accogliere quanto di positivo fosse gia stato fatto precedentemente.
La Commissione ha proseguito su questo indirizzo, la proposta aperta, e tutti i Gruppi hanno partecipato all'elaborazione di questo importantissimo disegno di legge che avvia concretamente il discorso programmatorio del piano socio sanitario.
All'osservazione fatta dal Gruppo repubblicano devo rispondere che ritengo fondamentale la volontà degli Enti locali. Quindi prendendo come base il nostro criterio che era quello di non superare gli 80.000 abitanti e non meno di 20.000 abitanti, ed essendoci una deliberazione del Consiglio comunale di Torino, in tal senso abbiamo recepito il discorso fatto dagli Enti locali.
La Giunta non ha altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato del disegno di legge n. 76 "Definizione degli ambiti territoriali delle unità locali dei servizi" Articolo 1 "Il territorio della Regione Piemonte è suddiviso nelle zone indicate nell'allegato, che fa parte integrante della presente legge".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti: n. 31 Hanno risposto si: n 30 Consiglieri Si è astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "Le zone di cui all'art 1 rappresentano la dimensione territoriale sulla quale si articola il complesso integrato di tutti i servizi di base che costituiscono, nel loro insieme, l'Unità locale dei servizi.
Eventuali modifiche alle zone possono essere adottate dal Consiglio regionale, anche in relazione all'art 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 41, sulla base di motivate richieste dei Comuni".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti: n. 37 Hanno risposto si: n. 36 Consiglieri Si e astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 2 è approvato Articolo 3 "La Regione provvede con apposite leggi a delegare ai Comuni ed alle Comunità montane l'esercizio delle competenze regionali in materia di servizi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti: n. 38 Hanno risposto si: n. 38 Consiglieri L'art. 3 è approvato Articolo 4 "La gestione è unica per tutti i servizi compresi nell'Unità locale ed è esercitata dai Comuni e dalle Comunità montane, in forma decentrata o consortile, in base alla dimensione delle singole zone nelle quali i Comuni e le Comunità montane sono inseriti.
In attesa delle normative di cui all'art 3, consentita la prosecuzione della gestione consortile dei servizi già operanti in Unità locali diverse ove non in contrasto con gli indirizzi programmatici della Regione".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti: n 37 Hanno risposto si: n. 36 Consiglieri Si è astenuto: n 1 Consigliere L'articolo 4 è approvato.
Procediamo allora alla votazione dell'allegato al disegno di legge n.76.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Vedo che nella zona U.L. n 43 si dice: "Va tuttavia tenuto presente che il Comune di Bagnolo Piemonte, proposto nel Comprensorio Saluzzo Savigliano, in sede di consultazione per la definizione dei Comprensori, ha chiesto l'aggregazione al Comprensorio di Pinerolo", cosa che non corrisponde al vero. E continua "Qualora si ritenga di rispondere in modo affermativo ecc.", mi pare che una frase al condizionale non stia molto bene, l'allegato deve essere chiaro e preciso.
Gradirei dei chiarimenti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità.

Questa è l'illustrazione fatta a suo tempo nella presentazione, Infatti questa prima parte non si vota, noi votiamo semplicemente l'elenco dei Comuni della zona.



CHIABRANDO Mauro

Allora questo non c'entra con l'allegato



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità.

Si vota solo l'elenco dei Comuni della zona fino a pag. 10.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'allegato fino a pag. 10 compresa.
E' approvato con un'astensione.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti: n. 39 Hanno risposto si: n. 38 Consiglieri Si è astenuto . n. 1 Consigliere Il disegno di legge n. 76 è approvato


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame disegno di legge n. 100: "Integrazione straordinaria per favorire l'esercizio del diritto allo studio"


PRESIDENTE

Se tutti sono consenzienti ci sarebbe ora da votare il disegno di legge n. 100 -"Integrazione straordinaria per favorire l'esercizio del diritto allo studio" che ha solo due articoli, ma che è urgente.
Non vedo obiezioni, do quindi la parola al relatore Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

Presidente e signori Consiglieri, nel corso dell'anno scolastico 1975/1976 si è riscontrata un'insufficienza dello stanziamento del capitolo n 236 del bilancio per l'anno 1975, concernente tra l'altro l'assegnazione ai Comuni ed ai consorzi di Comuni per l'esercizio, mediante delega, del servizio di mensa ed altri interventi idonei a favorire la realizzazione della scuola a tempo pieno per la scuola dell'obbligo.
Tale insufficienza si ricollega sia all'aumento dei prezzi, sia, in buona misura, al numero cospicuo di nuove iniziative assunte nel corso dell'anno da alcuni Comuni.
Con la legge regionale 26 gennaio 1976, n 9, lo stanziamento suddetto è stato integrato di 600 milioni, facenti parte dei 1000 milioni accantonati per interventi straordinari in materia di assistenza scolastica della legge regionale 15 gennaio 1976, n 2, relativa a variazioni ai bilancio 1975.
Anche nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1976 figura stanziata, nel fondo speciale per il finanziamento di provvedimenti legislativi, nella Rubrica dell'Assistenza scolastica, la somma di 1000 milioni.
Il d.d.l. che ora si propone, a promulgazione avvenuta della legge di bilancio per l'anno 1976, utilizza detta somma interamente ai fini dell'integrazione dello stanziamento del capitolo n. 236 del bilancio medesimo, destinandola specificatamente ai servizi suddetti relativi all'anno scolastico in corso; ciò per evitare che lo sforzo sostenuto dai Comuni in questa direzione abbia a creare difficoltà per i Comuni stessi fattisi promotori di nuove iniziative.
Il disegno di legge si compone di due articoli, il primo relativo alle modalità di finanziamento della spesa autorizzata ed il secondo concernente la dichiarazione di urgenza.
La Commissione I ha infine accolto e fatta propria la raccomandazione della III Commissione perché nel futuro "si eviti l'adozione di integrazioni straordinarie dei capitoli di spesa del bilancio ed insieme si operi nella direzione di una verifica e di una conoscenza reale delle spese sostenute dai Comuni nel campo del diritto allo studio con specifico riferimento agli interventi per il servizio mensa".



PRESIDENTE

Chiede di parlare la signorina Soldano, ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

A nome del mio Gruppo ritengo doveroso esprimere alcune considerazioni.
Come gia abbiamo fatto rilevare in Commissione, tenendo conto della realtà del problema e altresì ritenendo che sia doveroso contribuire responsabilmente alla realizzazione del diritto allo studio nelle forme e nei modi che liberamente e autonomamente i singoli Comuni ritengono di dover operare, noi pensiamo di dover precisare che, pur assumendo il concetto di sanatoria, non si debba creare con il presente atto un precedente pericoloso circa eventuali sanatorie future nei confronti dei debiti assunti dai Comuni.
Nostra preoccupazione è quella di assicurare che i fondi destinati alle varie voci del bilancio regionale, con specifico riferimento al diritto allo studio, siano equamente ripartiti tra i Comuni nel rispetto delle reali esigenze, ma altresì sulla base di un accurato esame dei programmi.
Anche nella relazione del Presidente della I Commissione, noi prendiamo atto di quanto viene asserito al secondo comma: "Tale insufficienza si ricollega sia all'aumento dei prezzi, sia, in buona misura, ai numero cospicuo di nuove iniziative assunte nel corso dell'anno da alcuni Comuni" Queste nuove iniziative sono illustrate nell'ambito dei programmi preventivi.
Pertanto, in via di massima, potremmo essere d'accordo: però noi temiamo che, addivenendo all'accoglimento di queste richieste, si possano creare degli squilibri nell'ambito piemontese, cioè non vorremmo che, per iniziative pur lodevolissime, che possono essere assunte in alcuni centri venisse di fatto a crearsi una serie di squilibri negativi, a danno degli utenti dei Comuni in cui, per particolari vincoli di bilancio, non siano possibili iniziative del genere, il tutto a danno degli utenti. E questo asseriamo con specifico riferimento agli allievi che risiedono nelle zone più spopolate del Piemonte e particolarmente nei piccoli centri.
Pertanto, ben venga questa azione di sostegno a livello di bilanci comunali; ma altresì la Regione si preoccupi di verificare i singoli casi in modo che sia realizzata un'autentica azione di coordinamento e, se mi è lecito, di equa ripartizione dei fondi a disposizione. Non trascuriamo che particolarmente la voce "mense", nell'ambito delle leggi precedenti e di quella recentemente approvata dal Consiglio regionale, deve gravare responsabilmente e consapevolmente anche sulle famiglie; invece riteniamo fondamentale che la maggiore integrazione a favore dei bilanci comunali debba essere tenuta presente a favore della voce "trasporti". Occorre cioè dare a tutti la possibilità concreta di frequentare la scuola con adeguati servizi di trasporto. Le mense non costituiscono un elemento essenziale salve le particolari condizioni che, in modo forse un po' superato, si definiscono tuttora condizioni di bisogno, siano corresponsabilmente chiamate a contribuire, le famiglie, attraverso gli organi collegiali, cioè i consigli di circolo o i consigli di istituto.
Con questa precisazione che non vuol essere restrittiva, ma esprime, in sintesi, una fondata preoccupazione, noi daremo voto favorevole, come altresì vogliamo assicurare l'attuazione urgente per la ripartizione stessa.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE Aurelia

Dato che la signorina Soldano è stata così precisa, mi pare inutile ripetere quanto ha gia detto, vorrei soltanto sottolineare ancora che per quanto riguarda la mensa riteniamo sia un servizio che deve essere reso come tale, ma che deve essere pagato dal cittadino che ne usufruisce. In secondo luogo vogliamo pregare la Giunta di avere una programmazione precisa fin dall'inizio dell'anno per quanto riguarda l'istituzione di questi servizi, in modo da non doversi trovare tutti gli anni ad integrare le somme che sono già state stanziate.
Con queste riserve, anche noi daremo però voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini per la replica.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Accetto la raccomandazione della signorina Soldano. In realtà noi abbiamo predisposto questa legge in modo che una possibilità di programmare gli interventi sia sempre riservata anche agli organi della Regione, quali sono appunto i Comprensori.
D'altra parte le possibilità di far distribuire al Consiglio i fondi tra i vari Comprensori assicura quell'equità a livello regionale che lei appunto caldeggiava. Credo che con la nuova legge non si presentino più problemi di questo genere.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato del disegno di legge n. 100 "Integrazione straordinaria per favorire l'esercizio del diritto allo studio".
Articolo 1 Per la realizzazione del servizio di mensa ed altri interventi idonei a favorire la realizzazione della scuola a tempo pieno di cui alla legge regionale 2 settembre 1974, n. 27, modificata dalla legge regionale 4 giugno 1975, n. 39, è autorizzata, per l'anno finanziario 1976, l'ulteriore spesa di 1.000- milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976 e mediante l'integrazione di 1.000- milioni dello stanziamento di cui al capitolo n. 236 dello stato di previsione medesimo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto si n. 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato all'unanimità.
Articolo 2 - (Urgenza) La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art.45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n 37 Hanno risposto si n 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo del disegno di legge n 100.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n 37 Consiglieri Il disegno di legge n 100 è approvato all'unanimità dei Consiglieri presenti.


Argomento: Boschi e foreste - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 96: "'Trasferimento all'esercizio 1976 di stanziamenti di spesa in conto capitale autorizzati sugli esercizi 1974 e 1975 da leggi regionali in materia di agricoltura e foreste" (rinvio)


PRESIDENTE

All'ordine del giorno vi sarebbe ancora il punto quinto ma non vi era l'intesa e a meno che non vi sia una richiesta specifica motivata di trattare il punto, non lo tratterei. E' l'esame del disegno di legge n 96 "Trasferimento all'esercizio 1976 di stanziamenti di spesa in conto capitale autorizzati sugli esercizi 1974 e 1975 da leggi regionali in materia di agricoltura e foreste".



CHIABRANDO Mauro

Non ci sarebbe nulla in contrario, però la Commissione VI, che dovrebbe dare il parere consultivo, non l'ha ancora dato.



ROSSI Luciano

Noi l'abbiamo trasmesso per mandarlo alla Commissione VI, non perch fosse portato in aula.



PRESIDENTE

Siamo d'accordo così, allora.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Soprattutto per il collega Chiabrando, ma vale per tutti, la sollecitazione del dialogo per quanto concerne la Giunta e l'Assessore competente era per poter immediatamente presentare il rifinanziamento della legge 51. Siccome ho letto una dichiarazione del collega Chiabrando che diceva bene per il rifinanziamento della legge 45, ma manca quello della 51, questo ci dava cinque miliardi da collocare su quella legge.



PRESIDENTE

La seduta sta per concludersi, le intese fra i Capigruppo sono di questa natura: il Consiglio verrà riconvocato a domicilio in data da destinarsi. Prima di questa seduta ci sarà certamente una riunione di Capigruppo che decideranno l'ordine del giorno, l'iter dei lavori, le priorità e quanto connesso.
E' probabile che una riunione dei Capigruppo possa essere convocata a non molta distanza da oggi per esaminare i problemi che eventualmente si ponessero di particolare rilevanza e urgenza. Non sto facendo riferimento a fatti gravi, ma a fatti che riguardano la vita normale del Consiglio.
Salutiamo tutti i Consiglieri e auguriamo loro di svolgere queste giornate dedicandole a ciascuno dei loro partiti ed a convincere i cittadini a votare bene e con l'augurio di buone votazioni reciproche togliamo la seduta del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,20)



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