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Dettaglio seduta n.6 del 07/08/75 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Minucci e Calsolaro.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Insediamento delle Commissioni consiliari e costituzione della Commissione consultiva per le nomine


PRESIDENTE

Ho il piacere di annunciare che mercé la collaborazione vivissima di tutti i Consiglieri è stato possibile procedere sollecitamente all'insediamento di tutte le otto Commissioni consiliari. Con questo atto si compie la prima fase di insediamento di tutti gli organi della Regione e mi permetto di sottolineare il fatto che attraverso la collaborazione di tutti i Gruppi del Consiglio, è possibile annunciare oggi che la nostra è la prima Regione d'Italia che ha provveduto ad eleggere il Presidente del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza, la Giunta, le otto Commissioni permanenti del Consiglio, la Giunta delle elezioni e la Giunta del regolamento.
Dirò dopo che è stato possibile, sempre per questa collaborazione anche procedere alla nomina della Commissione per le nomine di cui fra poco la composizione. Desidero solo comunicare ai Consiglieri i Presidenti ed i Vice Presidenti che sono stati eletti: i nomi del Presidente e del Vice Presidente della Commissione sono già stati comunicati stamani; nella II Commissione sono stati eletti Presidente il Consigliere Gandolfi e Vice Presidente il Consigliere Bontempi; nella III Commissione Presidente Alasia, Vice Presidente Soldano; nella IV Commissione Presidente Beltrami Vice Presidente Ferrero; nella V Commissione Presidente Bono, Vice Presidente Franzi; nella VI Commissione Presidente Chiabrando, Vice Presidente Raschio; nella VII Commissione Presidente Debenedetti, Vice Presidente Graglia, nell'VIII Commissione Presidente Calsolaro, Vice Presidente Besate.
Si può notare, dalle designazioni fatte dai Gruppi, come non soltanto sia stato attuato il principio della distribuzione fra le varie forze politiche delle Presidenze delle Commissioni, ma una rapida statistica dei Presidenti e Vice Presidenti permette di osservare che le signore presenti in questo Consiglio sono state tutte quante designate dai Gruppi a ricoprire un incarico di responsabilità nell'Ufficio di Presidenza, o come Vice Presidenti di Commissione e questo è un segno simpatico dei tempi che mutano e del progresso che viene anche in questo caso segnalato come espressione diretta..



OBERTO Gianni

E' l'anno della donna!!



PRESIDENTE

E' l'anno della donna e mi pare simpatico sottolineare questo elemento.
Desidero anche sottolineare un altro dato e cioè che il più giovane Consigliere del nostro Consiglio ha già ricevuto l'incarico di essere Vice Presidente di una Commissione e anche questo è un fatto simpatico della nostra Assemblea regionale.
Mi preme ancora comunicare al Consiglio che è stato possibile costituire anche la Commissione per le nomine che viene costituita secondo gli stessi criteri della Commissione per il regolamento. E' una Commissione particolare, che ha rilevanza statutaria come voi ben ricordate.
La Commissione per le nomine risulta così composta: Consiglieri Berti Graglia, Besate per il PCI; Bianchi, Alberton e Soldano per la D.C.
Calsolaro e Bellomo per il PSI; Robaldo per il PRI; Cardinali per il PSDI Rossotto per il PLI; Carazzoni per il MSI. La Commissione è presieduta dal Presidente del Consiglio.
Il suo insediamento - non c'è bisogno che lo sottolinei - rappresenta un atto di particolare rilevanza, toccherà ora al Presidente della Giunta alla Giunta, ma anche al Consiglio, mettere rapidamente la Commissione in grado di funzionare, ma le dichiarazioni in questo senso il Presidente della Giunta le ha già rese, io le ricordo soltanto.
Auguro buon lavoro a tutte le Commissioni ed a questa in modo particolare.


Argomento:

Insediamento delle Commissioni consiliari e costituzione della Commissione consultiva per le nomine

Argomento:

Esame leggi rinviate dal Commissario del Governo e deliberazioni conseguenti (seguito)

Argomento: Sistema informativo regionale

b) Costituzione del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dall'informazione


PRESIDENTE

Si può ora procedere allo svolgimento dei nostri lavori. Stamani abbiamo esaurito l'esame di una delle quattro leggi, possiamo senz'altro passare all'esame di un'altra legge: "Costituzione del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dall'informazione".
Questo progetto di legge risulta alquanto modificato e mi permetto di leggere gli articoli così come si susseguono perché sostanzialmente è un altro documento che viene presentato.
Se nessuno chiede di parlare passo alla lettura degli articoli.
Art. 1. - Costituzione del Consorzio "La Regione partecipa con l'Università degli Studi e con il Politecnico di Torino al "Consorzio per il trattamento automatico dell' informazione" con sede in Torino.
Il Presidente della Giunta Regionale con il Rettore dell'Università degli Studi di Torino e con il Rettore del Politecnico di Torino stipula l'atto costitutivo e redige lo statuto del Consorzio, il quale dovrà essere approvato dal Consiglio Regionale con apposita deliberazione.
In attesa della stipulazione dell'atto costitutivo del Consorzio e dell'approvazione di cui all'art. 61, comma 3 del T.U. delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31 agosto 1933, n. 1592, si applicano le disposizioni note nell'articolo 6 della presente legge".
Vi sono osservazioni? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 50 Hanno risposto si n. 50 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Art. 2. - Partecipazione al Consorzio "Oltre alla Regione Piemonte, all'Università degli Studi di Torino e al Politecnico di Torino, possono partecipare al Consorzio: a) gli Enti locali del Piemonte b) ogni altra Università o Istituto superiore o Centro di ricerca del Piemonte c) le organizzazioni sindacali, sociali o di categoria operanti nella Regione d) gli altri Enti ed organizzazioni eventualmente previsti dallo Statuto del Consorzio." Vi sono osservazioni? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 50 Hanno risposto si n. 50 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Articolo 3. - Finalità e compiti del Consorzio Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto pubblico.
Finalità generale del Consorzio è di mettere a disposizione degli Enti e delle organizzazioni consorziati, attraverso la creazione di un organico sistema informativo regionale, i mezzi per il trattamento automatico dei dati oggi indispensabili a ciascuno di essi per conseguire i rispettivi fini istituzionali nei campi della programmazione, della ricerca, della didattica e della gestione operativa.
Compito del Consorzio è la progettazione, la realizzazione e la gestione di un sistema regionale di elaborazione dei dati che, operando nel quadro della politica regionale di programmazione ed operativa degli Enti ed organizzazioni consorziati, garantisca lo scambio diretto delle informazioni e delle conoscenze, l'utilizzazione in comune delle risorse la standardizzazione delle procedure; faciliti l'accesso alle tecniche informatiche da parte degli Enti di minore dimensione e la loro estensione a nuovi settori operativi di interesse sociale, favorisca la formazione di tecnici dell'informatica orientati ai problemi economico-sociali della Regione.
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 46 Hanno risposto si n. 46 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4. - Rappresentanza della Regione nell'assemblea del Consorzio I rappresentanti della Regione Piemonte nell'assemblea del Consorzio dovranno essere in numero non inferiore a tre e sono eletti dal Consiglio Regionale a scrutinio segreto in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze consiliari.
I rappresentanti della Regione Piemonte possono essere revocati dal Consiglio Regionale stesso a maggioranza di 2/3 dei suoi componenti.
Lo Statuto del Consorzio prevede le modalità per la nomina dei rappresentanti dell'Università degli Studi di Torino e del Politecnico di Torino e degli altri Enti ed organizzazioni consorziati.
Poiché non vi sono osservazioni si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 47 Hanno risposto si n. 47 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Articolo 5. - Norme finanziarie Per la costituzione del fondo di dotazione iniziale del Consorzio, è autorizzata la spesa di 150 milioni, ripartita in tre quote annue di uguale ammontare.
Alla spesa di cui al precedente comma, si provvede, per l'anno 1975 mediante una riduzione pari a 50 milioni, della disponibilità di cui alla rubrica 3, n. 1, del fondo speciale iscritto nel cap. n. 1401 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, del cap. 1391, con la denominazione "conferimento di quota del fondo di dotazione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione", e lo stanziamento di 50 milioni.
Nel bilancio degli anni 1976 e 1977 sarà iscritto il cap. n. 1391, con la denominazione e stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
E' stata presentata la proposta di emendamento sostitutivo del 2 comma, a firma dell'Assessore Simonelli, che suona: "Alla spesa di cui al precedente comma, si provvede, per l'anno 1975 mediante una riduzione pari a 50.000.000, della disponibilità di cui alla rubrica 6, n. 1, del fondo speciale iscritto nel cap. n. 1404 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, del cap. n. 1391, con la denominazione "Conferimento di quota del fondo di dotazione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione", e lo stanziamento di 50.000.000".
Vi sono osservazioni? Si procede alla votazione dell'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità.
Pongo in votazione l'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 48 Hanno risposto si n. 48 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Articolo 6. -- Costituzione del Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione delle attività del Consorzio.
In attesa dell'approvazione da parte dei competenti organi ministeriali dell'atto costitutivo del "Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione" di cui alla presente legge, è istituito presso la Regione Piemonte un Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione della attività del Consorzio.
E' compito del Comitato provvisorio svolgere una attività di studio e progettazione in preparazione delle attività del Consorzio quali definite dall'art. 3 della presente legge.
Fanno parte del Comitato provvisorio il Presidente della Giunta Regionale, l'Assessore alla Programmazione e tre membri nominati dal Consiglio Regionale del Piemonte.
I membri di nomina del Consiglio Regionale sono eletti a scrutinio segreto ed ogni Consigliere Regionale non può votare più di due nomi.
Fanno inoltre parte del Comitato provvisorio tre membri nominati dall'Università degli Studi di Torino e due membri nominati dal Politecnico di Torino.
Il Comitato provvisorio è presieduto dal Presidente della Giunta Regionale o su delega dall'Assessore alla Programmazione.
Il Comitato provvisorio si avvale per i suoi lavori della collaborazione di un Comitato scientifico composto di 10 membri dei quali 2 nominati dalla Giunta Regionale e 3 nominati dal Consiglio Regionale del Piemonte secondo le modalità previste al 4° comma del presente articolo per la nomina dei membri del Comitato provvisorio, tre nominati dall'Università degli Studi di Torino, 2 nominati dal Politecnico di Torino.
Il Comitato provvisorio ha sede presso la Giunta Regionale del Piemonte.
Vi sono osservazioni? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 47 Hanno risposto si n. 47 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Articolo 7. - Norme finanziarie Per le spese di impianto e di funzionamento del Comitato provvisorio e del Comitato scientifico di cui all'articolo 6 della presente legge è autorizzata la spesa annua di lire 50 milioni a partire dall'anno finanziario 1975.
Alla spesa di cui al precedente comma si provvede, per l'anno 1975 mediante una riduzione, pari a 50 milioni, della disponibilità di cui alla rubrica 6 n. 1, del fondo speciale iscritto nel capitolo n. 1404 del corrispondente stato di previsione della spesa per il bilancio 1975 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n.
1391, con la denominazione "Conferimento di quota del fondo di dotazione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione", e con lo stanziamento di 50 milioni.
Nel bilancio degli anni 1976 e successivi sarà iscritto il capitolo n.
89, con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi è un emendamento sostitutivo dell'intero articolo a firma dell'Assessore Simonelli, ne dò lettura: Per le spese di impianto e di funzionamento del Comitato provvisorio e del Comitato scientifico di cui all'articolo 6 della presente legge è autorizzata la spesa annua di 50.000.000 a partire dall'anno finanziario 1975.
Alla spesa di cui al precedente comma si provvede, per l'anno 1975 mediante una riduzione, di pari ammontare, della disponibilità di cui alla rubrica 3, numero 2, lettera a), del fondo speciale iscritto nel capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 89 con la denominazione: "Contributo delle spese di impianto e di funzionamento del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione", e lo stanziamento di 50.000.000.
Nel bilancio degli anni 1976 e successivi sarà iscritto il cap. n. 89 con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Lo pongo ai voti per alzata di mano. E' approvato.
Vi sono osservazioni all'art. 7? Si passi allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 49 Hanno risposto si n. 49 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Prima di votare la legge nel suo complesso comunico che la I Commissione ha espresso parere favorevole all'intero progetto di legge.
Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna.
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 49 Hanno risposto si n. 49 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

c) Rifinanziamento della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, concernente "Provvedimenti per l'incentivazione turistico-alberghiera"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della legge: "Rifinanziamento della legge regionale 12 agosto 1974 n. 23, concernente; Provvedimenti per l'incentivazione turistico-alberghiera".
Rispetto al primitivo testo licenziato dal precedente Consiglio Regionale e rinviatoci dal Governo, la legge viene riproposta con un'unica modificazione all'art. 3 che suona: Articolo 3. - Disposizioni finanziarie per i contributi in capitale.
All'onere di 1.100 milioni di cui ai numeri 3 e 4 dell'articolo 2 della presente legge, si provvede mediante l'accensione di mutui, di pari ammontare complessivo ad un tasso non superiore al 15% e per una durata non superiore ad anni 30, da estinguere mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale e autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno 1975 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 104 con la denominazione "Provento dei mutui autorizzati per il finanziamento di contributi in capitale nelle spese relative ad investimenti nel settore del turismo e dell'industria alberghiera" e la dotazione di 1.100 milioni.
Nel corrispondente stato di previsione della spesa saranno conseguentemente istituiti: il capitolo n. 1384, con la denominazione "Contributi in capitale nelle spese di importo non superiore a 20 milioni per opere, impianti e servizi complementari concernenti il turismo e l'industria alberghiera" e lo stanziamento di 500 milioni il capitolo n. 1385, con la denominazione "Contributi in capitale nelle spese per le opere di arredamento o di rinnovo dell'arredamento degli esercizi del turismo e dell'industria alberghiera" e lo stanziamento di 600 milioni.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al primo comma valutati in 85 milioni per l'anno 1975, si provvede mediante una riduzione degli stanziamenti di cui ai capitoli numero 1018 e n. 1406 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, nella rispettiva misura di 75 milioni e di 10 milioni, e la conseguente istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 941, con la denominazione "Quote interessi per l'ammortamento dei mutui autorizzati a copertura delle rate relative ai contributi in capitale per investimenti, non finanziati da prestiti, nel settore del turismo e dell'industria alberghiera" e lo stanziamento di 75 milioni, nonché del capitolo n. 1425, con la denominazione "Quote capitali per l'ammortamento dei mutui autorizzati a copertura delle rate relative ai contributi in capitale per investimenti non finanziati da prestiti, nel settore del turismo e dell'industria alberghiera" e lo stanziamento di 10 milioni.
Al maggior onere derivante dall'ammortamento dei mutui di cui ai precedenti commi, valutato in 85 milioni per gli anni 1976 e successivi, si farà fronte con la disponibilità derivante da una riduzione, di pari ammontare, dell'onere iscritto nel capitolo n. 1316 del bilancio per l'anno finanziario 1975.
A partire dall'anno 1976, e fino alla completa estinzione dei mutui di cui ai precedenti commi, nel bilancio regionale saranno istituiti i capitoli n. 941 e n. 1425, con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento scadenti nei rispettivi anni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi sono osservazioni? La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Noi diciamo "non superiore al 15%", ma se può essere inferiore è meglio.



PRESIDENTE

Il Consigliere Borando che cosa propone?



BORANDO Carlo

Il 15% è già un bel tasso, se si sapesse di poter fare il 12 o il 13 ci sarebbe un tetto al di là del quale non si potrebbe andare; ma è ragionevolmente comprensibile che è difficile prevedere che cosa accadrà in questi mesi futuri e quindi il porre un tetto al di là del quale non si pu andare per rendere vano l'intervento non mi sento di farlo. Comunque, in ogni caso non deve essere superiore al 15%.



PRESIDENTE

Credo di poter interpretare la sua osservazione come una raccomandazione alla Giunta a fare in modo che i tassi siano inferiori al 15%. La sua osservazione non si concretizza però in emendamento letterale al testo?



BORANDO Carlo

No.



PRESIDENTE

Credo che la Giunta non abbia difficoltà ad accogliere questo suggerimento.
Si passi ora all'appello nominale sull'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 52 Hanno risposto si n. 52 Consiglieri L'art. 3 nella nuova stesura è approvato.
Si deve procedere ora alla votazione della legge nel suo complesso.
Se non vi sono richieste di parola si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 52 Hanno risposto si n. 52 Consiglieri.
La legge è approvata all'unanimità nel suo nuovo testo.


Argomento: Comunita' montane

d) Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana


PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione dell'ultima legge all'ordine del giorno "Trasferimento alle Comunità Montane delle funzioni in materia di bonifica montana".
Gli articoli modificati risultano essere solo il 4 e il 5.
Rimangono immutati quindi gli artt. 1-2-3.
Articolo 4.
Il personale di ruolo e quello assunto a tempo indeterminato, in servizio presso i soppressi Enti alla data del 31/12/1974, sarà collocato a domanda, da presentarsi entro il termine perentorio di 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, nel ruolo unico regionale ed inquadrato nelle qualifiche di cui all'art. 3 della legge regionale 12/8/1974 n. 22 sulla base della seguente tabella di equiparazione:



TABELLA A

_______________________________________________________ Categorie e classi stabilite dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro per i dipendenti Qualifiche dei Consorzi di Bonifica Montana e degli Uffici regionali Raggruppati dei Consorzi di Bonifica Montana _______________________________________________________ Direttore Generale classe 1^-2 ^-3^ Dirigente di settore _______________________________________________________ Direttore Generale classe 4^-5" Capo Dirigente classe 4^- 5^ servizio _______________________________________________________ Dirigente classe 6^-7^- 8^-9 Cat. 1^ classe 1^-2^-3^ -4^ 5^ Istruttore _______________________________________________________ Categoria 2^ classe 1^-2^3^- Capo Ufficio _______________________________________________________ Categoria 2^ classe 4^-5^ Segretario _______________________________________________________ Categoria 3^ classe 1^-2^-3^-4^-5^ Operatore Specializzato _______________________________________________________ Categoria 4^ A-4^B-4^ C Operatore _______________________________________________________ Il personale di cui al 1° comma del presente articolo è costituito da n. 32 dipendenti e ripartito in categorie e classi come risulta dalla seguente tabella B:



TABELLA B

____________________________________________ Categorie e classi stabilite dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro per i Numero dipendenti dei Consorzi di Bonifica Montana dipendenti e degli Uffici Raggruppati dei Consorzi di Bonifica Montana _______________________________________________________ Dirigente classe 5^ 1 _______________________________________________________ Dirigente classe 9^ 1 _______________________________________________________ Categoria 1^ classe 1-2-3-4-5 8 _______________________________________________________ Categoria 2^ classe 1-2-3 5 _______________________________________________________ Categoria 2^ classe 4-5 3 _______________________________________________________ Categoria 3^ classe 1 2-3-4-5 12 _______________________________________________________ Categoria 4^A-4^B-4^C 2 32 _______________________________________________________ Il collocamento nel ruolo regionale decorre dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 12/8/1974 n. 22 per l'accesso alle qualifiche di Dirigente di Settore, Capo Servizio e di Istruttore è richiesto il Diploma di laurea; per l'accesso alle qualifiche di Capo Ufficio e di Segretario, il diploma di istruzione secondaria di 2 grado, per l'accesso alle qualifiche di Operatore specializzato ed Operatore, il diploma di istruzione secondaria di 1° grado.
In difetto si farà luogo all'attribuzione della qualifica immediatamente inferiore.
Al personale di cui sopra, sarà attribuito il trattamento economico di cui all'art. 55 della legge regionale 12/8/1974 n. 22.
Qualora il trattamento economico spettante risulti inferiore a quello in godimento, l'eccedenza sarà conservata, a favore del dipendente, a titolo di assegno personale pensionabile, riassorbibile con i futuri miglioramenti.
Ai fini della ricostruzione economica della carriera i periodi di servizio prestati presso l'Ente di provenienza anteriormente alla data di inquadramento saranno computati nelle seguenti misure: in ragione del 100% se effettuati in posizione di ruolo nella categoria rivestita al momento dell' inquadramento in ragione del 50% per i servizi prestati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato o in posizione di ruolo in categorie inferiori.
L'anzianità sopra determinata è considerata utile ai fini delle anzianità richieste per l'accesso alle diverse qualifiche funzionali.
Il personale così inquadrato può essere comandato presso le Comunità Montane.
In relazione a quanto previsto nei commi precedenti, le dotazioni organiche provvisorie di cui all'art. 3 della legge 12 agosto 1974 n. 22 sono così modificate: 1) Custode, posti n. 40 2) Operatore da posti n. 340 a posti n. 342 3) Operatore specializzato, da posti n. 300 a posti n. 313 4) Segretario da posti n 280 a posti n. 283 5) Capo Ufficio, da posti n. 250 a posti n. 262 6) Istruttore da posti n. 160 a posti n. 161 7) Capo Servizio da posti n. 110 a posti n. 111 8) Dirigente di settore, posti n. 45 Vi sono richieste di parola? Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 51 Hanno risposto si n. 51 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5.
Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, a partire dall'anno 1975, la spesa di 200 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1975, mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1355 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo: del capitolo n. 750, con la denominazione "Stipendi ed altri assegni fissi al personale già dipendente dai Consorzi di Bonifica Montana e dall'Ufficio Raggruppato dei Consorzi di Bonifica Montana" e con lo stanziamento di 160 milioni del capitolo n. 750/I, con la denominazione "Oneri riflessi, a carico della Regione, per il personale già dipendente dai Consorzi di Bonifica Montana e dall'Ufficio Raggruppato dei Consorzi di Bonifica Montana" e con lo stanziamento di 40 milioni.
Nel bilancio dell'anno 1976 e di ciascuno degli anni successivi saranno iscritti i capitoli n. 750 e 750/I con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma. Lo stanziamento del capitolo n. 1355 vi sarà iscritto nella misura risultante dalla riduzione di cui al primo comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi sono osservazioni? Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 52 Hanno risposto si n. 52 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Comunico che la I Commissione ha espresso parere favorevole per la parte finanziaria anche su questa legge.
Vi sono osservazioni? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 52 Hanno risposto si n. 52 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta Regionale a) sul "piano d'emergenza" del Governo per l'occupazione b) sulla convocazione della conferenza regionale per l'occupazione e lo sviluppo


PRESIDENTE

Ho il piacere di comunicare al Consiglio che siamo giunti al quinto ed ultimo punto all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio Regionale di oggi che reca "Comunicazioni della Giunta Regionale: a) sul "piano di emergenza" del Governo per l'occupazione; b) sulla convocazione della conferenza regionale per l'occupazione e lo sviluppo.
Sulla prima parte relatore è l'Assessore Simonelli, sulla seconda invece è il Vicepresidente della Giunta Regionale Libertini.
Mi pare che la Giunta suggerisca la trattazione ed informazione dei due punti ed un'unica discussione, dato che sono strettamente collegati. Se non vi fossero obiezioni da parte dei Gruppi o dei singoli Consiglieri si procederebbe come ho suggerito.
Vi sono obiezioni? Non ve ne sono. Darei allora per primo la parola all'Assessore Simonelli che svolge l'informazione sul piano di emergenza del Governo per l'occupazione.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione.

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come è noto al Consiglio, il Ministro del Tesoro ed il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri hanno presentato un pacchetto contenente provvedimenti di emergenza, che è stato anche sottoposto all'esame delle Regioni in seno alla Commissione Interregionale per la programmazione economica, nella seduta del 28 luglio.
Su questo insieme di provvedimenti deve essere espresso un giudizio fortemente critico, che del resto le Regioni hanno in quella sede formulato e che è stato formulato anche dal ventaglio dei commentatori che hanno affrontato l'esame di questo provvedimento con una singolare sintonia di giudizi negativi che vanno da quelli delle organizzazioni sindacali dei lavoratori a quelli recentissimi del dr. Carli nell'intervista rilasciata all' "Espresso".
In effetti, una delle prime valutazioni critiche negative che devono essere formulate su questo provvedimento, riguarda la stessa natura dei problemi che vengono affrontati e che sono eminentemente strutturali; tutti i problemi che la crisi ha messo all'evidenza del Paese, da quelli della riconversione del sistema produttivo, a quelli del Mezzogiorno, a quelli dell'agricoltura, sono di natura strutturale e quindi un intervento come quello del pacchetto non li sfiora neppure e non consente di offrire soluzioni adeguate.
C'è da dire che il pacchetto si presenta per quello che è e, a differenza di altri interventi del passato, gli va almeno riconosciuto il pregio di non tentare mistificazioni o forme trionfalistiche di autocompiacimento, anche se, come osservava in un'intervista recente Giolitti, è stata certamente evitata una fuga in avanti con un provvedimento di tipo, ma ciò non ci salva dalla realtà di un salto all'indietro, si tratta cioè di un provvedimento anticongiunturale classico, di tipo banale si potrebbe dire, che al limite non può neppure essere considerato un vero e proprio piano, proprio perché gli manca la logica unitaria che dovrebbe presiedere al piano, manca l'indicazione di priorità precise sulle quali concentrare gli interventi e assume piuttosto l'aspetto di un ventaglio di settore ai quali viene distribuita una manciata di miliardi senza l'indicazione di precise priorità e per lo più individuando, anche per i finanziamenti, completamenti, oppure opere già pronte, opere ferme da mettere in moto che non consentono neppure un esame del merito per individuare il giudizio che si può dare sui singoli interventi.
Al limite si potrebbe dire - e lo rilevava recentemente il dr. Gatti in un intervento fatto sulla "Gazzetta del Popolo" - che lo stesso carattere di emergenza del pacchetto rischia di essere compromesso perché non viene introdotta nessuna innovazione ai meccanismi, alle procedure di spesa cosicché l'affidarsi ai canali tradizionali della spesa e non individuare invece nuovi o diversi strumenti, rischia di portare anche la realizzazione degli interventi a tempi lunghi, per cui dei provvedimenti che dovrebbero avere carattere di urgenza e di immediatezza, si rischia di non vederne nessuno andare in porto nel 1975 e si rischia anche di vedere, attraversi i paralizzanti meccanismi della spesa pubblica e tradizionale, ricrearsi attraverso il pacchetto, il fenomeno dei residui passivi che è ben noto.
Ancora più grave poi è l'impostazione del pacchetto in riferimento al ruolo ed alla competenza delle Regioni. In effetti furono le Regioni a farsi promotrici di un provvedimento di emergenza fin dal primo semestre 1974, quando era apparso evidente, di fronte alla politica deflativa assunta dal Governo, il rischio grave di caduta degli investimenti, della domanda e dell' occupazione che ne conseguivano; e le Regioni proposero l'adozione di provvedimenti di emergenza proprio perché facessero da contrappeso agli effetti della politica restrittiva adottata dal Governo sul terreno monetario, fiscale, parafiscale e creditizio e attraverso alcuni interventi selettivi e qualificati, avvenisse un rilancio di spesa pubblica indirizzata ai consumi sociali e quindi anche agli investimenti produttivi che ai consumi sociali sono collegati: la casa, i trasporti e così via.
A questi fini il piano di emergenza avrebbe però dovuto passare attraverso le Regioni, proprio attraverso le Regioni passa gran parte degli interventi rivolti a soddisfare i consumi sociali e quindi le Regioni avevano contrapposto la tesi di provvedimenti di emergenza filtrati attraverso programmi elaborati dalle Regioni, in sostituzione della tesi iniziale del Governo che era quella - come il Consiglio ricorderà - dei progetti speciali che si limitavano ad essere il recepimento puro e semplice dei programmi dei grandi gruppi economici, oppure progetti elaborati in modo tecnocratico dalla programmazione nazionale. Su questo punto i Consiglieri che hanno partecipato ai dibattiti della tornata precedente del Consiglio sono informati perché anche la Giunta di allora e il Consiglio tutto presero posizione su questi provvedimenti, in modo conforme.
Ora, di tutta questa impostazione che le Regioni avevano portato avanti per qualificare gli interventi di emergenza, non vi è più traccia nel provvedimento del Governo; anche rispetto all'impostazione iniziale data dal Vice Presidente del Consiglio La Malfa, che era di riservare una certa parte a finanziare i progetti speciali delle Regioni, pare che non vi sia più traccia, almeno stando alle notizie che hanno avuto le Regioni alla Commissione interregionale, ma che sono poi state date anche alla stampa sull'illustrazione fatta davanti alle Commissioni Finanza e Bilancio della Camera dei Deputati, cioè pare che sia in definitiva caduta quella parte di pacchetto che doveva servire a finanziare i progetti speciali delle Regioni. I vari interventi proposti verrebbero così a cadere dall'alto sulla testa delle Regioni, senza alcun rispetto sostanziale, ma anche formale delle loro competenze.
Come è noto al Consiglio, il pacchetto prevede finanziamenti per circa 3500 miliardi rivolti ai settori dell'esportazione (di cui non dico perch non tocca alla competenza regionale) dell'edilizia residenziale dell'edilizia ospedaliera, dei porti, aeroporti, viabilità, trasporti cantieri navali, industria, agricoltura e Mezzogiorno.
Soffermandomi soltanto sulle voci che riguardano materie di competenza regionale, dirò per sommi capi e per brevissimi cenni che per l'edilizia residenziale si tratta di un rifinanziamento della legge 166 per 600 miliardi a favore dell'edilizia sovvenzionata e per 40 miliardi, come limite di impegno e quindi tale da mettere in moto circa 500 miliardi di lavori per l'edilizia agevolata; non sono chiare le procedure, il Governo si è dichiarato disponibile a finanziare i progetti pronti e quindi anche attraverso finanziamenti che non siano equi per l'insieme delle Regioni quindi anche favorendo le Regioni nelle quali vi sono provvedimenti pronti per essere finanziati, salvo operare il conguaglio e la perequazione in sede di piano triennale per l'edilizia economica e popolare.
Per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera, è costituito un fondo per finanziare le opere di completamento degli ospedali quali al Governo risultano sulla base del piano ospedaliero che è presso il Ministero dei Lavori Pubblici, piano ospedaliero in senso improprio: progetti elaborati dagli ospedali e per i quali è iniziato il finanziamento fin dal 1965 sul bilancio del Ministero dei Lavori Pubblici.
Porti, aeroporti, viabilità sono indicazioni generiche alle quali non ha corrisposto l'indicazione specifica dei settori di intervento e delle aree in cui vengono localizzati.
Per i trasporti ci sono dieci miliardi destinati alle metropolitane e poi 30 miliardi all'anno per cinque anni per il piano autobus. Il Governo ha intenzione, a questo proposito, di dare contributi nella misura del 30 degli oneri per l'acquisizione di nuovi automezzi.
Il piano autobus che il Governo stesso aveva dichiarato non esistere, è stato viceversa riesumato dalle sue ceneri, ma in una forma che, come dir subito, è inaccettabile.
Ci sono poi gli interventi per cantieri navali e industrie per l'agricoltura. Per l'agricoltura, secondo l'illustrazione fatta dalla Commissione interregionale, erano previsti 100 miliardi per il fondo di rotazione per la meccanizzazione agricola, 30 miliardi per la bonifica, 260 miliardi per il completamento delle opere di irrigazione, 60 miliardi di contributi sui mutui del Feoga.
Rispetto a questo programma, le Regioni hanno sollevato numerose obiezioni in particolare chiedendo in via generale che nelle materie di competenza delle Regioni i finanziamenti vengano fatti affluire sui fondi di cui all'art. 9 e di cui all'art. 12 della legge finanziaria regionale cioè vengano convogliati in fondi speciali destinati alle Regioni con vincoli di destinazione prioritaria. Su questa richiesta il Governo non si è pronunciato e, salvo modifiche dell'ultima ora, è rimasta estremamente vaga ed incerta la procedura che viene seguita per i singoli interventi non è ancora ben chiaro neppure se questi interventi saranno disposti tutti con provvedimento legislativo e in parte con provvedimento amministrativo e quali saranno le procedure attraverso le quali queste somme saranno erogate; se ci sarà un provvedimento legislativo ad hoc, se verrà concesso alle Regioni di utilizzarli secondo la loro attività legislativa e così via.
Nel merito dei singoli provvedimenti le principali osservazioni critiche che sono state e che debbono essere formulate riguardano: per l'edilizia residenziale, oltre ad una protesta di fondo sull'insufficienza e contraddittorietà di scelte tampone che precludono la possibilità di fare un piano organico, si è condannato l'indirizzo che il Ministro Colombo, in particolare, non forse l'intero Governo, ha sostenuto e cioè quello di consentire che per gli interventi di edilizia convenzionata siano finanziati anche interventi fuori dalle aree della 167. Le Regioni hanno ribadito in quella riunione e ribadiamo qui, che non riteniamo che la legge 865 possa essere alterata sotto la spinta di pretese esigenze di immediatezza degli interventi che non si giustificano, anche perché i progetti pronti nelle aree metropolitane e nelle aree urbane sono già ampiamente sufficienti per consentire che tutti gli interventi che sono finanziati con 40 miliardi di contributi come limite di impegno, vengano realizzati all'interno delle zone 166.
Per l'edilizia ospedaliera la richiesta che è stata formulata dal Governo è d'accordo sui completamenti, ma questi completamenti devono essere verificati con le Regioni, perché l'elenco che c'è presso il Ministero dei Lavori Pubblici non risponde certamente alla realtà, cioè a noi interessa che siano finanziati effettivamente gli ospedali le cui opere che sono in corso di realizzazioni sono materialmente ferme e non viceversa, come è probabile, quelle opere che magari nel frattempo le singole amministrazioni ospedaliere hanno già finanziato per conto loro o altre che sono in realtà ampliamenti e non completamenti.
Abbiamo espresso poi parere contrario, alla luce della filosofia dell'emergenza, cioè interventi che vadano a soddisfare bisogni sociali prioritari, che mettano in moto dell'occupazione, che favoriscano anche investimenti indotti, abbiamo espresso parere contrario ad interventi di viabilità, cioè a far partire i programmi dall'ANAS che sono certamente fra tutti, i meno suscettibili a provocare effetti indotti sull'occupazione e sull'attività produttiva.
Per i trasporti si è ribadita l'opportunità di un integrale finanziamento del piano autobus, cioè dei 30.000 autobus in cinque anni ritenendo sbagliato un provvedimento come quello che il Governo si accinge a prendere di finanziare cioè il 30% dell'acquisizione dei mezzi perch l'altro 70 qualcuno lo deve pur pagare e quindi è assurdo pretendere che siano le imprese o le municipalizzate, in modo generalizzato, a far fronte a questo onere. Del resto le leggi regionali che già sono in vigore a questo proposito, prevedono contributi ben altrimenti superiori a quelli del 30%.
Abbiamo anche detto che le Regioni ritengono di dovere gestire questa operazione del piano autobus quanto meno insieme con il Governo, mentre vi è anche la tendenza a centralizzare la commessa a livello nazionale.
Per l'agricoltura si è insistito sulle priorità a favore della zootecnia e sulla necessità di interventi organici.
Rispetto al pacchetto così come enunciato alla Commissione interregionale, quello presentato alle Commissioni congiunte finanza e bilancio del Parlamento presenta, da quello che si è capito dai giornali due sole novità: la scomparsa degli interventi di viabilità e l'introduzione di un intervento per 200 miliardi a favore della zootecnia che però non è precisato in che modo, in che misura, in che forma sarà adottato. Mentre resta ancora completamente incerto tutto il meccanismo di coinvolgimento delle Regioni nell'attuazione della spesa e quindi continua a non essere fornita alcuna assicurazione circa il rispetto delle attribuzioni regionali per il settore di competenza.
Alla luce di queste considerazioni e salvo che fossero introdotte delle modifiche significative al provvedimento, i fondi che potranno affluire al Piemonte, in conseguenza del pacchetto di emergenza, sono certamente di una certa consistenza, ma in gran parte a destinazione vincolata e consentiranno solo parzialmente un'adeguata manovra di bilancio ispirata ad una logica di programmazione.
A tali fondi si aggiungeranno nei prossimi mesi gli stanziamenti che affluiranno in conseguenza dell'approvazione del piano pluriennale di interventi per l'edilizia scolastica e altri che nel frattempo maturassero tra l'altro è maturato, nel frattempo, lo stanziamento per 4 miliardi e 92 milioni previsto dalla legge n. 18 del 1974, cioè la legge Marcora, a destinazione vincolata per la zootecnia.
A questa massa di finanziamenti quindi: piano di emergenza, altre leggi settoriali nel frattempo approvate, o rispetto a quelle approvate in passato che provvedono al riparto e alla destinazione dei fondi, si potranno poi aggiungere le risorse reperibili in sede di variazione di bilancio, anche se possiamo sin d'ora dire, senza tema di smentita, che non si tratterà certamente di somme considerevoli.
Questo insieme di risorse e quindi la loro migliore utilizzazione dovrà fare oggetto di approfondita analisi in sede di Giunta prima e di Consiglio poi, anche perché successivamente e in conseguenza della conferenza economica regionale convocata per ottobre e di cui parlerà il collega Libertini tra poco, si dovrà poi procedere agli adempimenti conseguenti, a cominciare dalla legge di variazione del bilancio 1975 e dall'impostazione e poi presentazione del bilancio preventivo per il 1976.
A questo proposito la Giunta si è già impegnata stamattina davanti alla I Commissione a fare, nella seduta già convocata per il 10 settembre un'approfondita ed ampia relazione sullo stato di attuazione del bilancio 1975 che sarà quindi la tappa successiva di approfondimento di questo discorso.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Vicepresidente della Giunta Libertini, ne ha facoltà.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Signori Consiglieri, voi ricordate tutti che l'impegno a convocare una conferenza regionale sull'occupazione, gli investimenti e lo sviluppo era contenuto nel programma della Giunta che è stato approvato nel Consiglio e quindi la Giunta, deliberando di indire la conferenza e investendo del problema oggi il Consiglio, adempie ad un obbligo che aveva contratto.
Voglio però aggiungere subito che non vi è soltanto il formale adempimento di quest'obbligo, pure importante, perché credo che sia giusto in questa occasione, sottolineare al Consiglio che gli ultimi dati che riguardano l'occupazione e che riguardano le prospettive subito dopo il periodo feriale, debbono accentuare la nostra comune preoccupazione.
Voi sapete che cosa abbiamo alle spalle. Io non voglio tediarvi a lungo e quindi sarò molto rapido, ma qualche cifra di riferimento va data: se per esempio consideriamo la Cassa integrazione, l'applicazione dal 1° gennaio al 30 giugno 1975, siamo di fronte ad un totale di 42 milioni 263.431 ore integrate, di cui poco più di 27 milioni nella provincia di Torino, il resto nella Regione.
Dai dati che stiamo cercando di ricavare, (voi sapete che l'apparato statistico in questo campo è estremamente debole e frammentario) emergono indicazioni di un certo interesse, per esempio una delle indagini che si stanno facendo riguarda certi campioni e testimonia un fatto che è abbastanza interessante e preoccupante, perché un'indagine che riguarda 230 aziende dell'area torinese, che interessano 50.000 operai, dà nel corso degli ultimi sei mesi un calo di duemila unità, pari al 4,4%, ma non è questa la cosa più interessante, bensì che il caso è marcatamente più alto nelle unità con minori addetti, cioè mentre nelle aziende che sono sopra i cento operai si ha un calo soltanto del 2%, nelle aziende che hanno un numero più basso di operai si va fino al 6% in meno, cioè questo campione come del resto altri che si stanno elaborando, indica un dato che è del resto di osservazione comune: la riduzione dei livelli di occupazione è più sensibile nell'area che è meno controllabile, cioè non quella della grande impresa, ma quella dell'impresa minore.
Conoscete anche lo studio della CISL. che è abbastanza interessante reso noto in questi giorni, che calcola in 30.000 i lavoratori che sono occupati in meno nell'area torinese nel corso dell'ultimo anno.
Dai bilanci della Fiat (del resto in un contatto con l'azienda questa cifra ci è stata confermata) risulta che nel solo settore automobili benché vi sia un accordo che blocca i licenziamenti (i licenziamenti sono bloccati, ma è bloccato il tourn-over) sono occupati in meno alla Fiat, nel corso degli ultimi 12 mesi, 8000 lavoratori.
Vi sono poi delle questioni molto grosse di prospettiva, che riguardano in primo luogo la Montedison; la situazione la conoscete tutti, stamattina abbiamo avuto occasione di riparlarne, è un'area di 27.000 lavoratori che è in parte minacciata di una perdita totale di posti di lavoro.
Conoscete credo anche, perché sono apparsi sui giornali, i dati delle vendite delle automobili nel mese di giugno e abbiamo anche dei dati indicativi del mese di luglio che confermano questa tendenza da parte dell'azienda a riproporre l'uso massiccio della Cassa integrazione dopo il periodo feriale.
Gli industriali tessili hanno fatto una valutazione, corredata da una serie di comunicazioni (alcune delle quali sono giunte all'Assessorato dell'Industria e Lavoro in questi giorni e che riguardano alcune aziende in varie aree, particolarmente del Biellese) di un'esuberanza di manodopera nel settore pari al 40% degli occupati. Noi respingiamo questa valutazione la riteniamo strumentale, però non vi è dubbio che dietro allo strumentalismo vi è tuttavia una radice di problema effettivo.
Infine voi sapete che vi sono problemi per la prima volta, da moltissimi anni, direi quasi a memoria d'uomo, di esuberanza di personale di riduzione e così via, non so la forma che prenderanno, nella Olivetti di Ivrea, che del resto ha già perso, negli ultimi due anni, circa duemila occupati, e che ora manifesterebbe un'esuberanza, rispetto ai fabbisogni produttivi, di duemila addetti.
Infine la Pirelli ha già preso contatto con la Giunta, intende discutere alla ripresa di un piano di ristrutturazione per il quale vi è un rapporto con i sindacati che implica, se dovesse essere accettato in quella forma, la riduzione dei livelli occupazionali.
Dico questo per ricordare che siamo in una situazione pesante, ci avviamo ad una situazione drammatica per molti aspetti, anche se questo ci deve indurre a tenere i nervi saldi e che la conferenza dell'occupazione non come conferenza di studio come l'abbiamo vista sin dal primo momento ma come momento operativo della politica regionale, diventa dunque una necessità, una scadenza, di grande rilievo nella vita della nostra Regione.
Voglio sole aggiungere (e poi vengo a dare i particolari sull'organizzazione della conferenza) che su circa 840.000 addetti all'industria, manifatturiera nella nostra Regione, l'area della Cassa integrazione riguarda 240.000/250.000 unità; poi vi sono altri settori di cedimento non facilmente misurabili che ho indicato con dati di campione.
Il problema dell'occupazione certamente darà, come ha dato nel passato molto lavoro ed io voglio qui rendere omaggio all'attività indefessa di un Assessore della Giunta precedente, l'Assessore Conti che è rimasto sulla trincea del suo Assessorato tante ore al giorno- per un'attività di tipo assistenziale che, io dico molto apertamente, dovremo continuare; già in questi giorni ci piovono addosso richieste di incontri, di mediazioni e la Giunta farà il suo dovere, però non crediamo che questa sia la strada questa sarà un'esigenza a cui dovremo far fronte e ci prepariamo a far fronte.
In secondo luogo è certo che in prima istanza noi tendiamo a difendere l'occupazione per quello che è, non possiamo accontentarci di promesse che riguardino il futuribile contro cali reali dell'occupazione, noi difendiamo l'occupazione ai livelli cui è, però è altrettanto vero -, e questo è un elemento fondamentale della politica della Giunta - che noi pensiamo che una politica di difesa dell'occupazione sia saldamente legata ad una politica di rinnovamento dell'apparato produttivo, l'occupazione non pu essere difesa in termini statici, ma va difesa con una politica economica complessiva che affronti i grandi nodi dell'industria nella nostra Regione e negli altri settori produttivi, che avvii le necessarie riforme e trasformazioni, che crei anche nuovi spazi occupazionali rispetto ad altri spazi che fatalmente tendono a restringersi.
E' dunque partendo da questa impostazione che noi andiamo alla convocazione della conferenza.
La data che la Giunta ha indicato è quella del 3, 4 e 5 ottobre prossimo; la sede, la città di Torino.
La conferenza dovrà fare una scelta per non essere una sede nella quale si venga a discutere di tutto e di niente e la scelta che noi pensiamo di fare è quella dell'industria come questione fondamentale, ma l'industria nel suo raccordo organico con le questioni dell'agricoltura, dei consumi sociali (cioè della loro espansione) del riequilibrio socio-territoriale del Piemonte, del rapporto col Mezzogiorno, del nesso con la bilancia dei pagamenti. Quindi è un arco di questioni che però vengono viste dall'ottica dello sviluppo, del rinnovo dell'apparato industriale, dell'occupazione nel settore industriale.
D'altro canto voglio anche dire che è orientamento della Giunta andare nel corso del mese di settembre e anche ottobre, a una serie di iniziative che riguarderanno altri settori, per esempio per l'agricoltura sono stati già presi dei contatti con organizzazioni contadine ed in questa direzione noi pensiamo di andare a consultazioni specifiche che si raccorderanno con questo momento centrale della conferenza.
Qual è la modalità dello svolgimento, della preparazione della conferenza? Noi abbiamo già ieri, nella riunione dei Capigruppo, espresso un'opinione e raccolto i pareri dei Capigruppo e ci sembra che quello che sto per dire possa essere un punto di incontro metodologico, non di contenuto.
Noi siamo convinti che alla conferenza si deve andare nella distinzione dei ruoli e quindi non nella confusione o in unanimismi di facciata, ma con un serio confronto tra le forze politiche, meglio se questo confronto si concluderà con delle convergenze, ma le convergenze non possono essere date a priori o non possono essere fatte entrare dalla finestra di un lavoro puramente metodologico. Per cui è chiaro - e lo voglio dire - che la conferenza sarà una sede di confronto tra le forze politiche sociali ed economiche.
E in questo quadro la Giunta, espressione della maggioranza del Consiglio, si assume tutte le sue responsabilità. Tuttavia - ecco il punto la Giunta non pensa di gestire la preparazione della conferenza e la conferenza stessa da sola, ma nella distinzione dei ruoli, delle posizioni e quindi mantenendo aperto un terreno di confronto intende associare il Consiglio alla gestione della conferenza, non intende cioè emarginare alcuna delle forze presenti in Consiglio, ma intende che tutti possano essere associati alla gestione ed esprimere in quella sede della preparazione, dello svolgimento, liberamente la loro opinione, realizzando le convergenze o le divergenze che oggettivamente si manifesteranno.
Come fare questo? Una strada che abbiamo individuato già ieri nella riunione dei Capigruppo e che mi sembra molto opportuna, è la seguente: la Giunta ai primi di settembre preparerà un documento che non entrerà nel contenuto (anche se avrà alcune implicazioni di contenuto) ma riguarderà la metodologia della conferenza, le scelte dei temi di discussione e così via un documento che possa essere un documento di convocazione rivolto alle altre forze; questo documento verrà fatto pervenire alla I Commissione la quale farà una prima discussione invitando la Giunta (vi è già un'intesa di massima con la I Commissione, a questo riguardo); credo che potrà partire dopo la riunione di oggi, la convocazione della I Commissione per avere questa prima serie di confronti.
Successivamente, nel periodo tra l'indizione pratica della conferenza che avviene con questo documento e la conferenza stessa (perché la conferenza non deve avere un carattere di dibattito accademico o di ricerca scientifica, deve avere anche questi criteri, ma deve avere un carattere operativo) noi pensiamo di andare ad una serie di rapporti con le organizzazioni di categorie, con i sindacati, con le organizzazioni industriali, con le organizzazioni artigiane, con i grandi gruppi. Noi pensiamo che questi rapporti possano passare per la I Commissione, cioè che la I Commissione possa prendere l'iniziativa di convocare le categorie, i grandi Gruppi in una serie di udienze conoscitive che ci permettano di approfondire e confrontare le rispettive posizioni rispetto a delle opzioni concrete e a degli impegni concreti che si riflettano poi nella conferenza non con l'idea, o con la presunzione di arrivare alla conferenza avendo già realizzato i terreni di accordo, sappiamo benissimo che ancora in sede di conferenza vi saranno terreni di divergenza e di scontro, ma con l'idea intanto di chiarire il terreno, rendere chiari i termini delle scelte e permettere una discussione seria.
La I Commissione diventerebbe dunque una sede attraverso alla quale il Consiglio realizza nella distinzione e nelle posizioni un terreno di unità metodologica nella preparazione della conferenza, il che naturalmente non esclude che la Giunta abbia degli incontri (di cui però informeremo via via il Consiglio) più approfonditi che riguardano certi aspetti tecnici che andremo a definire, se vogliamo uscire dal regno della enunciazione e andare sul terreno operante della politica economica.
La conferenza, che comincerà il 3 e durerà tre giorni pieni, sarà presieduta, secondo il nostro intendimento, dal Presidente della Giunta Viglione, il quale l'aprirà con un messaggio di indirizzo politico che riguarda in particolare i rapporti tra la programmazione regionale e la programmazione nazionale, tra lo Stato e la Regione; e già la relazione di Simonelli di oggi indicava che vi è materia per una precisazione autorevole, fatta in una sede autorevole su questo ordine di questioni e che è preliminare ai temi della conferenza, Perché - voglio dirlo anche se non riprenderò qui delle polemiche giornalistiche che avranno la loro conclusione sui giornali dove sono state iniziate - non vi è affatto contraddizione non solo tra il pensiero di Simonelli e il mio, perché la Giunta su questo terreno è perfettamente unita e solidale, ma non vi è contraddizione concettuale tra il fatto che la Regione assuma tutte le responsabilità che le competono sul terreno della programmazione e della politica economica (ripeto, tutte fino in fondo) e la nozione realistica che vi sono questioni di politica economica, quasi tutte, che trascendono i limiti della Regione e che quindi richiedono un rapporto con lo Stato, non è che possa essere risolta nessuna questione in termini di isolazionismo piemontese. Questo è vero per ogni Regione, ma è particolarmente vero per una Regione nella quale hanno sede tre gruppi che addirittura hanno una dimensione multinazionale.
Ecco perché noi porremo, all'inizio della conferenza, la questione delle competenze della Regione, delle sue responsabilità alle quali non ci sottrarremo per una seria programmazione e dal rapporto tra questa, la programmazione e la politica economica nazionale.
Successivamente vi sarà una relazione introduttiva che la Giunta ha affidato a me quale Assessore all'Industria e Lavoro e la conferenza vedrà alla fine un intervento conclusivo dell'Assessore Simonelli, nella sua qualità di Assessore al Bilancio ed alla Programmazione, intervento (voglio sottolinearlo) che non intende concludere la conferenza, perché dirò poi come verrà conclusa, ma intende fare rilevare gli elementi che vi sono nel dibattito e che si riferiscono alla stesura del piano alla quale intanto avremo posto mano, cioè l'intervento di Simonelli deve fare un raccordo tra il dibattito che avrà luogo nella conferenza e i problemi che abbiamo nella stesura del piano.
Infatti, la conclusione della conferenza non può che spettare al Consiglio Regionale; noi proponiamo cioè che all'indomani della conferenza dopo alcuni giorni, vi sia qui un dibattito politico nel quale ciascun Gruppo assuma le sue responsabilità, le sue posizioni e lì vi sia la conclusione, il trasferimento dei contenuti della conferenza in negativo o positivo nella stesura del piano e nella politica generale economica della Regione.
Nel corso della conferenza noi intendiamo che vi sia spazio non solo per le organizzazioni di categoria imprenditoriali e per le organizzazioni sindacali e per i grandi gruppi più significativi, ma intendiamo che vi sia uno spazio molto preciso per le forze politiche presenti nel Consiglio senza esclusioni; intendiamo cioè che ogni forza politica presente in Consiglio possa non solo intervenire nel dibattito, perché è ovvio, è un diritto di ciascun Consigliere, ma possa avere il modo e il tempo per esporre organicamente il suo pensiero rispetto ai temi in discussione, non escludendo la possibilità di avere interventi (ma questo dipende dagli accordi che potremo prendere, dalle circostanze concrete) che abbiano carattere nazionale, dato il rilievo nazionale che la conferenza viene oggettivamente ad assumere, possiamo pensare che vi sia delle forze politiche presenti in Consiglio (già ieri qualcuno ce l'ha significato) che desiderano fare intervenire dei dirigenti nazionali. Noi non abbiamo nulla in contrario, si tratterà di definire il modo e il tempo. Il problema è però che ogni Gruppo presente in Consiglio abbia modo di pronunciarsi nella conferenza.
Gli inviti saranno inoltre estesi prima di tutto al Governo; certo, vi saranno degli inviti non solo di cortesia, ai Ministri competenti che sono quelli dell'Industria, del Bilancio, del Lavoro, ma al di là degli inviti che sono inviti di dovere come forma e come sostanza, noi intendiamo rivolgere un invito al Governo nel suo insieme, che deciderà poi di farsi rappresentare come crede.



BERTI Antonio

Ci sarà in crisi il Governo!!



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Spero che non lo sarà ancora. La cosa che intendiamo sottolineare è che l'invito è diretto al Governo.
In secondo luogo (ma lo discuteremo nella I Commissione) è possibile vedere l'utilità di invitare alla conferenza quelle Regioni che hanno problemi economici interrelati con i problemi economici della Regione Piemonte; per esempio annuncio fin d'ora che la Regione Liguria rispetto al problema infrastrutture, porti e così via chiede un rapporto. Ho fatto un esempio, non ho delle scelte da proporre, dico soltanto che questo è un problema che affronteremo.
Infine, intendiamo non solo invitare alla conferenza, ma intendiamo avvalerci, nella preparazione della stessa, della collaborazione di istituti di ricerca universitari e non universitari; non pensiamo ad interventi di altri Assessori nel corso della conferenza, ma è chiaro che ogni Assessorato farà avere il materiale necessario.
Per ultimo voglio ricordare che già la votazione qua in Consiglio del programma che conteneva l'annuncio della conferenza, ha suscitato notevole interesse per cui qui ho già molte lettere ed ho avuto diverse telefonate di organizzazioni artigiane di vario indirizzo, interessate alla questione.
Anche la Fiat ha già dichiarato la sua disponibilità piena non solo a partecipare alla conferenza, ma a partecipare a questo confronto preliminare.
Cosa molto importante, fra gli inviti ci sono quelli rivolti ai Comuni della Regione. Il Comune di Torino, sia pure in modo informale, ci ha comunicato che pensa di andare ad un dibattito specifico nell'ambito del Consiglio comunale di Torino, magari in forma di assemblea aperta.
Dico questo per dire che l'esigenza della conferenza appare sentita dall'insieme delle forze economiche, sociali e politiche, che quindi l'impegno che noi dedicheremo sarà un impegno serio se vogliamo arrivare in modo serio alla conferenza, che, come ho detto, la Giunta si assumerà tutte le sue responsabilità, ma il Consiglio deve sentirsi pienamente partecipe privo di inibizioni, di limiti e di imbarazzi, in maniera che nella posizione chiara di ciascuno possa contribuire al successo di questa importante iniziativa.



PRESIDENTE

Chi chiede di parlare su queste informazioni? Il Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, le comunicazioni che ci hanno fatto l'Assessore alla Programmazione e il Vicepresidente della Giunta ci portano nel vivo dell'azione politica che la Regione deve riuscire ad affrontare nei prossimi mesi. Ci fanno anche toccare con mano elementi della situazione di crisi che stiamo vivendo e che occorre affrontare con provvedimenti di urgenza e di carattere congiunturale ma anche con un'azione di carattere strutturale nuova.
Nell'analisi di questo duplice ordine di problemi, cioè congiunturali e di prospettiva di ristrutturazione produttiva, concordiamo con molte delle considerazioni che sono state fatte dall'Assessore Simonelli, ma direi che la considerazione che ci sembra vada fatta in questo momento, proprio mentre ci accingiamo a convocare la conferenza sull'occupazione e sulla situazione produttiva in Piemonte, è che in definitiva gli organi di Governo e di programmazione a livello nazionale da alcuni anni a questa parte non hanno fatto che produrre delle analisi, dei piani o dei provvedimenti che hanno una caratteristica di interventi esclusivamente anticongiunturali; dal discorso dei progetti speciali del Ministero del Bilancio di due anni fa, a questo ultimo intervento, gli organi della programmazione nazionale, gli organi di Governo preposti all'impostazione della politica economica non hanno fatto altro che studiare le forme più opportune, più corrette di intervento con caratteristiche fondamentalmente anticongiunturali. I progetti speciali non erano altro che un elenco di interventi nel campo delle infrastrutture, delle opere pubbliche dell'assetto del territorio e così via, era un elenco di progetti, pronto o che avrebbe dovuto essere pronto, per un'azione anticongiunturale. Oggi scartato quel tipo di ipotesi di intervento, ci troviamo un'altra volta per esigenze obiettive (e del resto con molta onestà riconosciute dal Ministro del Tesoro) nella necessità di varare un provvedimento anticongiunturale in forme diverse, ma ovviamente ancora con quelle caratteristiche.
La preoccupazione che il PRI ha espresso in parecchie occasioni nei dibattiti che si sono intrecciati in questi mesi sulla condizione piemontese, è che occorre fare dei piani di emergenza che devono investire la responsabilità degli organi di Governo a tutti i livelli, di tutte le forze politiche, di tutte le forze sociali del Paese; le Regioni devono riuscire a produrre degli interventi di carattere congiunturale che abbiano un minimo di efficacia e di validità nella situazione occupazionale e di caduta della produzione che ci troviamo a dover fronteggiare, ma il problema di fondo e di prospettiva è un altro, cioè quello di creare delle condizioni di carattere strutturale che ci mettano al riparo dagli aspetti pericolosi e drammatici della crisi, della caduta di produzione che stiamo attraversando.
E da questo punto di vista noi vogliamo valutare il tipo di iniziativa che la Giunta ha deciso di avviare. Noi abbiamo detto in parecchie occasioni, e lo ripetiamo, che il problema di fondo che una classe dirigente regionale deve riuscire a risolvere nei prossimi anni è quello di realizzare una politica industriale attiva, di tipo nuovo, che incida sulle condizioni di sviluppo del Piemonte attraverso possibilità di espansione di nuovi settori produttivi, più in linea con gli indirizzi che nell'ambito della politica economica nazionale si dovrebbero realizzare e capaci di dare prospettive e sostegno diverso all'occupazione in Piemonte.
Il PRI che cosa si aspetta dall'attività della Regione nei prossimi mesi? la possibilità di iniziare un rapporto con gli imprenditori e certamente con le grandi strutture produttive, ma direi soprattutto con taluni settori della piccola e media industria, con le organizzazioni sindacali, con tutti gli operatori economici e finanziari della Regione per una valutazione oggettiva di quelli che sono i settori sui quali si pu puntare per una proiezione, per un'attività di sviluppo industriale in Piemonte. Una iniziativa del genere, naturalmente collegata alle scelte di carattere programmatorio nazionale, deve avere una capacità concreta di proposta di elementi di contrattazione e di decisione a livello locale che vanno poi ovviamente collocati, come giustamente diceva prima il Vice Presidente della Giunta, in un'ottica nazionale traducendosi quindi anche in azioni di pressione e di contrattazione con gli organi di Governo; deve avere però soprattutto una capacità di analisi più approfondita di quelle che sono state fatte in passato su quei settori che si possono proporre come settori promozionali e di sviluppo per il futuro, una capacità di carattere propositivo estremamente concreta e quindi di accordo e di raccordo tra tutte le componenti e tutti i livelli decisionali che a questa nuova politica devono dare un contributo.
Noi che cosa dobbiamo osservare rispetto alla proposta che ci è stata fatta e di cui attendiamo gli elementi di carattere metodologico che ci sono stati garantiti? Non vorremmo che questa conferenza sull'occupazione di cui sono stati sottolineati gli aspetti operativi fosse considerata come un fatto conclusivo e quindi più di facciata che altro e che si limitasse a far registrare degli elementi da trasferire nel piano regionale che il Consiglio Regionale dovrà approvare, sulla base degli impegni della Giunta entro la fine dell'anno. Il problema ci sembra che non sia questo, la definizione di un piano regionale che abbia caratteristiche operative è fondamentale, ma più importante ancora, ci sembra, è la capacità della Regione, attraverso i suoi organi di Governo, di entrare nel vivo di queste problematiche con un'azione che abbia una sua continuità ed una sua capacità di proiezione nel futuro e soprattutto nelle prospettive dei tempi medi e lunghi; a nostro avviso quindi la conferenza sull'occupazione deve essere considerata dalle forze politiche presenti in Consiglio non come il punto di arrivo di un lavoro di carattere conoscitivo, di raccordo e di proposta di carattere operativo, ma come il punto di partenza di azioni a medio e lungo termine di carattere settoriale.
A nostro avviso la conferenza sull'occupazione darà un risultato positivo, ripeto, se la Giunta non la considererà come un punto di arrivo o come un elemento di facciata di una politica che abbia il respiro di alcuni mesi, ma se dalla stessa partiranno una serie di azioni settoriali molto precise, cioè se servirà ad approfondire le problematiche sulle quali il Consiglio Regionale si dovrà misurare nell'arco dei prossimi due o tre anni e se su queste la maggioranza che si esprime attraverso la Giunta saprà elaborare un piano di azione che abbia la capacità di misurarsi con i problemi nuovi che il mondo industriale deve riuscire ad affrontare e a risolvere attraverso un'azione di raccordo con tutte le altre componenti politiche e sociali del nostro Paese.
Noi valuteremo le proposte di carattere metodologico che la Giunta ci farà agli inizi di settembre, garantendo sin d'ora il massimo contributo del PRI per il successo di questa iniziativa, ma con la riserva di verificare in concreto quali saranno le reali volontà e capacità della Giunta di dar corpo ad un lavoro di prospettiva di questo genere e, ripeto di non fermarsi ai risultati - che possono essere importanti ma possono rimanere veramente superficiali e contingenti -- di questo incontro.
Noi ci riserviamo, ripeto, di valutare quello che la Giunta ci vorrà offrire, dicendo sin d'ora che saremo attenti e molto precisi nel denunciare eventuali tentazioni della Giunta di mantenersi ai livelli minimalistici di un'azione di questo genere e nel richiederle, naturalmente nell'ovvia considerazione delle limitazioni di competenza, di orientare tutto il lavoro in una prospettiva che sia veramente capace di determinare interventi di tipo nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Io credo che non siano questi la sede e il momento di anticipare temi di un dibattito che si apre in modo particolare oggi ma proseguirà certo nel prossimo futuro.
Avendo partecipato alla riunione dei Capigruppo di ieri, ho poco da aggiungere a ciò che il Vice Presidente Libertini ha indicato in merito alla conferenza sull'economia da tenersi nei primi giorni di ottobre.
Abbiamo concordato sulle modalità e in parte anche sull'articolazione della conferenza stessa e credo che sarà un momento di interessante confronto sui temi specifici che diventano ogni giorno più drammatici. Ma direi che le cose importanti sono state dette oggi dall'Assessore Simonelli nel momento in cui ha espresso una valutazione, sulla quale sembra concordino le Regioni italiane, sul pacchetto di emergenza presentato dal Governo.
Penso che non dovremmo semplicemente limitarci a valutazioni generiche dovremmo anche dire in che cosa si sbaglia, quali sono le cose che devono essere fatte e non si fanno, qual è l'indirizzo che si può offrire per migliorare le proposte.
Il mio Partito ha sostenuto di avere anticipato già da parecchi mesi proposte concrete sul modo di intervenire per superare la crisi occupazionale e la minacciata crisi di recessione, e allora possiamo dire o che il pacchetto arriva in ritardo rispetto a quanto era stato richiesto o se non c'è ritardo, oppure arriva in termini di intervento non risolutivi secondo quanto ci dice l'Assessore Simonelli. Non è completo? E' insufficiente, pone mano a leve che non sono garantite dalla rapidità dell'erogazione delle somme che si sono pur tuttavia reperite? Mi pare che sono queste le risposte che dobbiamo dare, soprattutto in termini di prospettiva operativa. E' il momento di riaprire la valvola dei consumi? Ha un senso ipotizzare oggi l'aumento della benzina e la sua riduzione? Ha un senso oggi portare il dibattito economico sui temi delle grandi trasformazioni, delle grandi metodologie, del nuovo metodo di sviluppo, o è tempo di fare una pausa per risolvere con maggiore tranquillità e immediatezza i problemi del futuro? Certo è che risposte di questo genere non mi pare siano emerse da ci che ci ha detto l'Assessore Simonelli il quale ha liquidato l'intervento governativo dicendo: sono soldi che verranno spesi in ritardo, che verranno spesi probabilmente nel momento in cui non serviranno più. Mi pare molto grave tutto questo, perché se in realtà la situazione è a questo punto, io credo, amici e compagni, che la prospettiva che abbiamo davanti sia il naufragio, non certamente la salvezza.
A me pare che occorra quindi stare attenti anche a questo tipo di valutazioni perché indispensabile sapere entro quali limiti ci dobbiamo orientare, cosa intendiamo, come Regione, prospettare, che cosa eventualmente controbattere alle proposte che vengono fatte e soprattutto dobbiamo avere idee chiare sulle prospettive che ci attendono. L'occasione sarà la conferenza economica, ma questa verrà a ottobre, a quell' epoca saranno passate altre settimane, certamente le cose non saranno migliorate ed il mio timore, è che oggi noi si navighi con scarsa possibilità di condurre la nave su una rotta sicura, si navighi nella improvvisazione cogliendo solo gli aspetti congiunturali, neanche tutti e anche male.
Nella vicina Confederazione Elvetica nei momenti di crisi recessiva si dava corso alle opere pubbliche; strade, costruzioni, opere pubbliche nel senso tradizionale, ma credo che si trattasse di momenti meno gravi di quelli che oggi noi affrontiamo. Sono anch'io del parere che questa è una strada, se è la sola certamente è insufficiente, ma se non è la sola allora deve emergere in che direzione si vuole andare, deve essere data qualche indicazione più precisa e più concreta del ruolo che assumerà la Regione e quindi la Giunta che oggi la rappresenta, nel momento in cui verrà proseguita la discussione con il Governo in merito ai pacchetti ed ai provvedimenti che sono stati annunciati.
Io ho voluto dire queste cose perché emerge sempre di più la preoccupazione che la situazione sia sproporzionata alle nostre forze, e quando dico "nostre" intendo dire della Regione Piemonte e del nostro Governo e pertanto questo non fa che aumentare le gravi angosce che già ci sono per i mesi che dovremo affrontare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Brevemente, senza la pretesa di entrare nel merito dei complessi problemi che hanno fatto capolino in questo scorcio di seduta estiva.
Già l'Assessore Simonelli ha dato atto che è facile fare la critica a provvedimenti che si autodefiniscono onestamente di emergenza, in una fase critica e anche di difficoltà del Governo e dei rapporti tra le forze politiche nella situazione post-elettorale, presentandoli e vedendoli nella prospettiva di una politica di piano, o di una politica che tende a modificare strutture che sono in crisi. I limiti quindi sono stati già definiti, riconosciuti, ma io vorrei rilevare che mi è sembrato, seguendo la stampa, che non tutti i giudizi sono stati negativi: preso atto dell'insufficienza rispetto ai problemi più gravi che ci riguardano e che ci interessano, preso atto di questi stessi provvedimenti, credo che anche i sindacati non si siano pronunciati in ordine alla volontà espressa dal Governo, agli sforzi fatti, agli strumenti, alle disponibilità del tempo breve, non siano state fatte delle valutazioni globalmente critiche. Noi possiamo invece farle se impostiamo una discussione, per preparare un impatto, un modo di affrontare insieme i problemi della crisi nella Regione più industrializzata del Paese, per proporre qui, in relazione alle nostre forze e in relazione alle responsabilità altrui al giusto e maggior livello, indicazioni più precise e risolutive.
Io direi che anche in ordine a questi provvedimenti l'atteggiamento che deve tenere la Regione è sostanzialmente quello di sollecitare il Governo agli ultimi ritocchi a vedere di semplificare, di facilitare i meccanismi della spesa, ad utilizzare al massimo le competenze regionali, le capacità delle Regioni, assicurando il Governo che i provvedimenti di emergenza così definiti possono raggiungere i risultati voluti nei tempi auspicati. Io credo che la Regione Piemonte possa dare queste garanzie e possa insistere in questa direzione ed ulteriormente offrire la propria opera perch dall'analisi che ho sentito fare dall'Assessore Simonelli i provvedimenti non appaiono poi tanto distaccati dalla realtà e dalle possibilità di intervento e di applicazione.
Il fatto di ritornare ad utilizzare i meccanismi istituzionali dello Stato è frutto di una polemica che si è svolta e sviluppata, sulla quale potremo anche avere opinioni divergenti rispetto alle conclusioni cui si è pervenuti, col discorso sui progetti speciali se fossero e non fossero da accantonare, se fosse un modo corretto o meno di esplicare degli interventi.
Quindi assumiamo questa gestione e le valutazioni che ci consente come un momento preparatorio all'assunzione delle ulteriori responsabilità da parte della Regione Piemonte nel prendere le proprie decisioni, i propri provvedimenti e nel preparare questa conferenza che vuole essere più concreta e producente possibile rispetto a decisioni che si impongono in materia di piano di sviluppo, in materia di bilancio, della politica che col bilancio si vuol fare, in materia di proposte nei confronti dello Stato, del Parlamento, del Governo per la definizione di una politica industriale e dello sviluppo in alternativa, ma di rapida ed efficace applicazione in relazione alla drammaticità della situazione.
E' certo che di fronte ad una situazione quale quella che ha solo esemplificativamente delineato il Vicepresidente Libertini, si imporrà parlando di metodologia, un atteggiamento che porti ad analisi spietate non viziate da indulgenza in nessuna direzione, che non assuma come fatti pacifici, come fatti ineliminabili, una serie di condizioni che riguardano tutte le componenti e tutti i momenti del processo produttivo che devono essere sottoposti a riesame e valutazione. Ed io comincio a preannunciare che cercheremo di dare non solo come forza politica, ma come forza che ha una sua rappresentatività di realtà sociali, l'apporto il più impegnato possibile. Mi piace sentire ripetere (più volte lo ha ribadito il Vicepresidente) che c'è una politica assistenziale, una politica di presenza, di interventi in tutti e in ciascun caso perché tutti quanto meno umanamente, socialmente e politicamente debbono essere oggetto delle attenzioni dell'istituzione regionale; ma proprio la gravità generale della situazione impone che si punti decisamente su delle scelte, su delle iniziative di fondo, senza di che ci si disperderebbe in un atomismo di interventi che finirebbe per non produrre risultati.
In ordine alla Conferenza in particolare, mi sembra che voglia o debba essere o intenda essere una specie di mobilitazione articolata. Noi diciamo non una mobilitazione che tenda soltanto ad un momento unitario nel senso della conformità dei giudizi e delle conclusioni, ma ad un momento unitario nella volontà di raccogliere tutte le forze attorno ad una politica che si tende insieme a definire, a concordare e a sviluppare. Anche questo credo sia necessario precisarlo dal punto di vista di una corretta metodologia politica affinché ogni forza, ogni momento possa esprimere il massimo delle potenzialità che gli sono attribuite, che gli sono consentite.
E così il rapporto ne viene fuori corretto tra le responsabilità che sono della Giunta, le valutazioni e le responsabilità che sono del Consiglio e le funzioni che possono essere attribuite alla Commissione e non, risottolineo, gli aspetti e le indicazioni che già nell'incontro dei Capigruppo sono stati formati perché il Vicepresidente correttamente ha riportato qui le conclusioni cui siamo pervenuti. Mi piace ribadire che la Commissione riceve dal Consiglio (e la Commissione è proiezione anche come presenza e rappresentanza delle forze politiche) il mandato di compiere questa operazione di informazione, di cernita, di definizione, di ambiti di questioni e di problemi per raccordare e per concretare poi lo sforzo il giudizio critico e costruttivo della conferenza su dei temi precisi.
Quindi la Commissione opera in funzione di questa sua rappresentatività e proiezione rispetto al Consiglio.
In ordine agli inviti ci sarà un elenco ampio immagino , forse, e non so se sia meramente casuale la cosa - nella ricerca di un coordinamento per la formulazione di una nuova politica industriale dello sviluppo che parta con alcune sue indicazioni dal Piemonte, ma che divenga in qualche modo uno dei momenti della politica nazionale, non è stato fatto riferimento alle collaborazioni che sono necessarie da parte degli istituti di credito o del credito nel complesso, credo che sia un momento che non potrà essere trascurato, ma ovviamente nell'esemplificazione è solo saltato, ritengo materialmente.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Le banche sono tra coloro che hanno già preso contatto con noi.



BIANCHI Adriano

Concludo dicendo che la nostra partecipazione sarà attiva ed impegnata fin dall'inizio, intesa ad esprimere dialetticamente, ma avendo ben presenti le finalità che ci si propone, soprattutto il tipo di attese che sono già state espresse e di cui sono destinatari in questi giorni la Giunta ed il Vicepresidente per l'incarico specifico che hanno.
E ancora, accolgo come tranquillante, l'indicazione che la conferenza non sarà solo un momento, come il Consigliere Gandolfi ha precisato, di confronto, di ricerca, di mera maturazione culturale, ma un atto preparatorio sotto il profilo della ricerca concettuale, sotto il profilo della mobilitazione e del coinvolgimento delle forze atte ad attuare una certa politica; infine dovrà essere presente in tutto l'iter della conferenza la proposta dell'autonomia della decisione che spetta all'istituzione e cioè che spetta, per quanto riguarderà le competenze regionali, al Consiglio il quale non può che sentirsi rafforzato, fornito di tutti gli elementi e non condizionato, se non in positivo, a prendere le decisioni che le responsabilità affidategli gli deferiscono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io ritengo che la conferenza che ai primi di ottobre vedrà impegnate, secondo la metodologia che ha espresso la Giunta, le forze politiche e le forze sociali, non deve essere altro che un momento ultimo di definitiva chiarificazione delle nostre responsabilità di fronte alla collettività regionale, sarà quello il momento in cui dovranno uscire le scelte e le opposizioni alle scelte che vengono fatte, e non soltanto più delle consultazioni con le grandi imprese, con le forze sociali così come nella passata legislatura si fece con gli incontri tenuti con FIAT, Montedison, Enel, ENI.
Ma quello che tengo a sottolineare e che mi è parso di sentire avanzare oggi nel dibattito, è che non ritengo corretto distinguere le due fasi congiunturali, cioè gli interventi a favore di necessità che dovremo per forza affrontare per la drammaticità della situazione, dagli interventi strutturali. Mi pare che nel nostro Paese un errore del genere, o per lo meno un'impostazione che poi ha dato origine a lunghe discussioni accademiche, fu compiuto all'indomani della fine della guerra quando si affrontò il discorso della ricostruzione del Paese come era in precedenza anche allora esistevano problemi di carenza di capitali, necessità di garantire il posto di lavoro, di crearne a chi non l'aveva mai avuto e a chi si affacciava per la prima volta la possibilità di una diversa dignità di vita. Mi pare che il commettere l'errore di valutare problemi congiunturali separati da quelli strutturali sia un errore fondamentale.
Su questa linea il Gruppo liberale già nel lontano febbraio del 1974 in un ordine del giorno che aveva presentato alle forze politiche presenti nel Consiglio, sottolineava l'importanza del momento congiunturale come momento positivo per risolvere alcuni fattori negativi delle strutture economiche e sociali che il Piemonte aveva evidenziato nella sua realizzazione di sviluppo indubbiamente forte, ma non controllato sufficientemente.
Se prevarranno scelte di fondo di economia di mercato con finalità sociali, o di economia socializzata che vuole sfruttare e utilizzare gli strumenti nell'economia di mercato ancora validi e che possono essere sufficienti, sarà il momento della verifica, ma dovrà essere un momento di verifica operativa immediatamente perché gli elementi ormai esistono, se noi invece trasformassimo questo tipo di conferenza in un qualche cosa di preparatorio a scelte che verranno successivamente con l'approvazione del piano di sviluppo che dovrebbe avvenire entro il 1975, per poi diventare operante nel 1976, vuol dire che allora avremo spezzato i due momenti tra gli interventi congiunturali e gli interventi strutturali, interventi congiunturali che ovviamente non possono che portare a mantenere quelli che sono gli aspetti negativi di un tipo di sviluppo e anche tutto quello che di negativo esiste per un discorso corporativo che nella realtà della nostra Regione è avanzato. Perché, diceva il Consigliere Bianchi, bisogna andare con estrema lealtà e correttezza a questo confronto, a questo dialogo, ed è giusto che in quella occasione, come già più volte è stato puntualizzato anche dalla mia componente, verificare quello che vogliono dire i problemi della diversificazione, i problemi della difesa dei posti occupazionali, ma anche tutti i problemi connessi ad un eccessivo parassitismo che la nostra realtà di servizi sociali sta presentando e sta caricando sulle spalle della collettività regionale.
Noi stamani ci siamo occupati dell'avvenire di 130 lavoratori della Emanuel, abbiamo preso dei provvedimenti, la Giunta ha presentato una delibera di seri e pesanti provvedimenti per quelle che sono le finanze regionali, ma stamattina stessa sul giornale abbiamo letto, nelle dichiarazioni di chi sotto la nostra ampia responsabilità politica esercita di fatto il potere di un servizio sociale quale quello dell'assistenza ospedaliera, che il 53% dei dipendenti di questi centri di lavoro e di produzione non è presente al lavoro.
Questa è una realtà che drammaticamente abbiamo lasciato accumularsi sulle spalle di una collettività che in piena salute poteva forse anche permettersi, ma gravemente malata com'è non può assolutamente. La grossa preoccupazione che il Consigliere Cardinali ha espresso a chiusura del suo intervento, vuole dire denuncia e assunzione di responsabilità, per quanto impopolare e per quanto antidemagogica voglia essere. Dobbiamo andare alla ricerca di soluzioni operative chiare e precise e su queste potranno esserci i consensi più camuffati da atteggiamenti di conformismo, ma consensi che trovano la giustificazione nel coraggio di aver saputo imporre finalmente parole chiare su decisioni che la realtà sociale e regionale aspetta da noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Il compagno Libertini, nel presentare le proposte per la conferenza, ha fatto una premessa piuttosto negativa sulle prospettive che abbiamo per quanto riguarda il problema dell'occupazione e ha messo in luce come tutto ciò aggravi la situazione economica esistente.
Ciò mi ha offerto lo spunto per questo breve intervento e mi riferisco al fatto che non possiamo chiudere questo Consiglio senza invitare la Giunta ad esaminare la possibilità di un passo presso il Comitato interministeriale a proposito dell'aumento dei prezzi in atto: caro telefono, fertilizzanti, metano, tutte misure che i sindacati unitariamente hanno decisamente condannato e che altre categorie sociali hanno parimenti denunciato e che secondo me non possono trovare insensibile il nostro Consiglio Regionale.
Poiché queste misure in corso tendono ad aggravare un quadro economico che, per quanto ha già detto Libertini, sarà certamente ancora più grave nel prossimo futuro, propongo che la Giunta, a nome proprio, o a nome del Consiglio se le altre forze vorranno associarsi, compia questo passo che secondo me è assolutamente indispensabile.
Non aggiungo niente nel merito delle proposte fatte perché andremo sicuramente ad un dibattito più approfondito nei tempi e nelle forme che sono stati qui proposti e che nessun Gruppo ha ritenuto sbagliato, anzi, mi sembra di poter cogliere come un fatto positivo che da ogni Gruppo è venuto, pur nella necessaria distinzione, nelle osservazioni anche critiche, la disponibilità ad operare concretamente perché la conferenza possa avere esito positivo.
Mi sento di poter assicurare pienamente il Consigliere Gandolfi per quanto richiesto: la risposta alle sue osservazioni è nel documento programmatico che è stato presentato. Direi di più, la richiesta di Gandolfi è il nostro obiettivo principale, la conferenza, secondo le impostazioni già presenti nel documento programmatico, per scelta nostra non vuole essere un obiettivo a breve termine, ma vuole costituire un punto di riferimento valido per il Consiglio Regionale, ma valido anche per gli Enti locali e per i privati. Quindi, necessariamente, affrontando il nodo principale, deve dare un quadro di prospettiva più ampio ed a lungo termine entro il quale potranno organicamente collocarsi gli interventi di carattere settoriale che dovremo approfondire nelle forme e nei metodi che naturalmente decideremo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per una breve replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Voglio solo assicurare il Consigliere Berti che la Giunta esaminerà la sua proposta anche perché (è bene affermarlo) sia il telefono che il metano e tutti gli altri beni di cui oggi si propone l'aumento, sono alla base di servizi sociali. Mi pare giusto che la Giunta debba studiare i modi e i mezzi di intervento e comunicarli al Consiglio quando si riunirà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Desidero solo chiarire che il Gruppo repubblicano non ritiene di potersi associare alla richiesta fatta dal Capogruppo Berti, in primo luogo perché non abbiamo elementi di valutazione per entrare in quest'ordine di problemi e perché in linea di principio non ci sembra di poter accedere alle considerazioni fatte dal Presidente Viglione sul carattere sociale di certi servizi, per taluni può valere, per certi altri assolutamente no. Ci sembra soprattutto che in questo momento, pur rendendoci conto della gravità di taluni provvedimenti che si stanno assumendo, il Paese debba avere chiara coscienza che non si può andare avanti nel quadro di certi servizi che non sono servizi sociali, in un processo continuo di fiscalizzazione di passivi, sono delle condizioni strutturali che vanno affrontate e che sono o condizioni di cattiva gestione di certi settori, o condizioni di divaricazione tra costi e ricavi nella produzione di certi servizi che vanno assolutamente rimessi in sesto, pena certi fenomeni di carattere inflazionistico che sono particolarmente gravi e che rischiano di diventare pericolosi.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione si possa considerare conclusa in quanto la richiesta del Consigliere Berti era rivolta alla Giunta, la Giunta l'ha assunta, il Gruppo che ha voluto distinguersi e dissociarsi da questa richiesta l'ha potuto fare, la correttezza del dibattito è stata assicurata, devo quindi considerare conclusa la discussione aperta dalle comunicazioni della Giunta e fatte dagli Assessori Simonelli e Libertini.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno inerente alla questione dell' Emanuel


PRESIDENTE

A questo punto le incombenze che abbiamo ancora di fronte sono poche.
Abbiamo due ordini del giorno che inviterei a prendere in esame.
Il primo è inerente alla questione della Emanuel e suona così: "Il Consiglio Regionale, informato dalla Giunta sulla delibera 6/8/75 relativa all'istituzione dei corsi di formazione professionale per i lavoratori dell'Emanuel, rinnovando il proprio impegno solidale, riservata ogni valutazione tecnica, esprime la propria adesione agli obiettivi della iniziativa". E' firmato dai Consiglieri Bianchi, Berti, Rossotto Cardinali, Libertini, Robaldo.
Ci sono quindi Giunta, Consiglio e forze politiche.
Vi sono osservazioni? La parola al Consigliere Alasia.



ALASIA Giovanni

E' una questione formale, ma è importante dal momento che si parla di delibera. Se non vado errato la delibera è del 5 agosto.



PRESIDENTE

Se è 5 lo correggiamo immediatamente.
La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Io direi "relativa alla proposta di istituzione dei corsi" perch ancora non si istituisce.



PRESIDENTE

Mi pare del tutto accoglibile la proposta del Consigliere Oberto.



ZANONE Valerio

E' firmata anche da un Assessore?



PRESIDENTE

E' una forma per manifestare che anche la Giunta è presente nella vicenda, se invece si preferisce non firmarla si può fare in ambedue i modi. La Giunta è meglio che non ci sia? Benissimo, l'iniziativa è consiliare, la firma è quella dei rappresentanti dei Gruppi, viene tolta la firma del Consigliere Libertini e tutte le questioni inerenti all'ordine del giorno sono risolte.
Chi è d'accordo con questo ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con un'astensione.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno sul Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione


PRESIDENTE

Un secondo ordine del giorno suona: "Il Consiglio Regionale, dopo nuovo esame della legge "Costituzione del Consorzio per il trattamento automatico dell' informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dell'informazione" avendola approvata accogliendo le osservazioni avanzate alla legge dal Governo, e in particolare avendo stralciate le norme che prefiguravano il testo dello Statuto del Consorzio invita il Presidente della Giunta ad assumere le norme sopra richiamate, come riferimento per la redazione dello Statuto del Consorzio che ai sensi del II comma dell'articolo 1 della legge oggi approvata, dovrà essere redatto dal Presidente della Giunta stessa in concorso con il Rettore dell'Università degli studi di Torino e con il Rettore del Politecnico".
E' firmato dai Consiglieri Berti, Cardinali, Rossotto, Bianchi Robaldo, Bellomo.
Su questo ordine del giorno la Giunta vuole pronunciarsi? Vi sono osservazioni? Lo pongo in votazione.
L'ordine del giorno è approvato.
Non vi sarebbero altri adempimenti, quindi chiedo ancora alcuni minuti di pazienza per queste brevissime parole che vorrei pronunciare al termine della prima fase della vita del nostro Consiglio Regionale, con qualche cifra.
Abbiamo tenuto sinora quattro sedute dal 21 luglio al 7 agosto, sono passati 18 giorni. La Giunta mi pare che abbia tenuto due sedute, domani mattina ne terrà una terza; sono state approvate quattro leggi, una serie di delibere, si sono svolti già alcuni dibattiti di grande rilievo, come quello di oggi che annuncia una conferenza sull'occupazione. Si è dato luogo all'insediamento di 11 Commissioni previste dallo Statuto, tutti gli organi della Regione sono regolarmente in funzione.
Purtroppo molte Regioni del nostro Paese non hanno ancora né il Presidente della Giunta né il Presidente del Consiglio e quindi molte altre cose che da questo dipendono.
Credo che al di là di un giudizio qualitativo che non spetta a me pronunciare, su ciò che è stato fatto, si può dire che il Consiglio in questi primi 18 giorni ha lavorato; non sempre il fare presto coincide con il fare bene, ma mi pare difficile non dare atto in questo momento a tutti i Gruppi del Consiglio di aver lavorato con un impegno che, permettetemi per l'esperienza che abbiamo avuto nella prima legislatura, è superiore ed è politicamente significativo perché ad esempio per la seduta di oggi non poteva sfuggire a nessuno che non c'erano, in realtà, problemi che avrebbero dovuto garantire la presenza di tutti i Consiglieri, invece c'è stata la presenza di 50/52 Consiglieri, quindi un'alta presenza sia nella fase dei dibattiti che nella fase delle votazioni, E questo è certamente un dato già confortato dalle prime sedute del Consiglio che segnano un miglioramento qualitativo e quantitativo dell'impegno dei Consiglieri, un buon avvio direi di questa prima fase della legislatura.
Permettetemi anche di ringraziare i Gruppi, i singoli Consiglieri ed i Capigruppo verso i quali in questo primo periodo si è dovuta rivolgere la maggior quantità di lavoro nel redimere questioni di dosaggio politico, nel designare gli uomini per le Commissioni, le Presidenze, dando tutti la loro piena collaborazione all'Ufficio di Presidenza, alla Presidenza del Consiglio nello svolgere le incombenze che loro spettavano e consentendo così questo primo risultato che mi permetto di definire positivo.
Auguro ai Consiglieri buone ferie, anche se scarse, ci ritroveremo ai primi di settembre; auguro buon lavoro alla Giunta che so praticamente non andare in ferie e concludo questi lavori rendendo pubbliche le richieste di interrogazioni che sono state avanzate dai Consiglieri.


Argomento:

Ordine del giorno sul Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione

Argomento:

Interrogazioni (annuncio)


FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Interrogazione urgente del Consigliere Armella sulla "Comparsa del colera in Portogallo: iniziative e misure di prevenzione da assumere nel territorio regionale".
Interrogazione urgente del Consigliere Armella sui "Fenomeni di assenteismo negli ospedali; iniziative da assumere per assicurare la continuità e l'efficienza dei servizi".
Interrogazione del Consigliere Anna Maria Vietti, concernente le notizie di stampa secondo cui la Montedison intenderebbe smantellare la Vallesusa e lo stabilimento di Lanzo Torinese.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Problema del personale


PRESIDENTE

C'è ancora una richiesta di parola del Consigliere Borando (il quale correttamente mi aveva fatto presente questo desiderio) in relazione alle primitive comunicazioni del Presidente della Giunta.
Dandogli atto della correttezza della procedura gli dò la parola.



BORANDO Carlo

In relazione al problema del personale.
Dirò subito che sento l'obbligo di intervenire su questo argomento brevemente, nella mia qualità di ex Presidente della Commissione paritetica che ha operato a nome e per conto della Giunta sul problema dell'inquadramento.
Ringrazio il Presidente della Giunta per le comunicazioni fatte in relazione alla situazione dell'inquadramento; erano necessarie per l'aggiornamento sulla situazione di un problema tanto tormentato e complesso. Prendo atto del proposito di non procedere per il momento a nuove ed immediate assunzioni, anche perché bisognerà fare il calcolo di tutto il personale esistente e stabilire semmai di spostarlo da qualche settore dove ve ne è troppo per metterlo dove manca.
Prendo atto con piacere dell'avvenuto inquadramento del personale avventizio con deliberazione già adottata dalla Giunta precedente e prendo altresì atto dell'annunciata disponibilità del Commissario di Governo ad esaminare (ed io spero approvare) le deliberazioni relative ai 360 trasferiti e comandati.
Mi spiace che il problema dei 460 circa trasferiti e comandati interessati alla qualifica di istruttori e di capi ufficio si sia arenato di fronte alla mancanza del titolo di studio. Qui bisogna coerentemente agire, così come si era fatto prima: io ero convinto di questo e così pure gli allora Assessori Simonelli e Benzi che con me facevano parte della Commissione paritetica; debbo affermare che lo spirito con cui si era operato derivava dagli intercorsi accordi tra la Giunta Regionale e le organizzazioni sindacali, sulla scorta delle risoluzioni concordate tra Governo e sindacati in sede nazionale e che mettevano in evidenza, in linea principale, i livelli funzionali e le relative equiparazioni per l'inquadramento del personale regionale in genere.
Da qui la necessità di difendere i criteri usati nella applicazione delle norme dell'avvenuto inquadramento, e quindi nell'inquadramento stesso. Se per l'inquadramento dei 460 indicati osta il problema del titolo di studio, sarà opportuno pensare ad uno strumento legislativo onde rendere possibile l'adozione dei criteri usati prima e completare quindi l'inquadramento di tutto il personale regionale.
Io quindi faccio voti che la Giunta pensi a questo altrimenti avremo una parte del nostro personale colpito da una palese ingiustizia per il fatto che la nostra legge non consente l'applicazione di certe norme che sono state bocciate dal Commissario del Governo.



PRESIDENTE

Preso atto dell'intervento del Consigliere Borando; a questo punto posso davvero togliere la seduta, con i migliori auguri di buone ferie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,50)



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