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Dettaglio seduta n.52 del 08/05/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del terremoto del Friuli


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, quando abbiamo deciso di convocare questo Consiglio regionale certo non prevedevamo di doverlo oggi aprire con il dolore e la commozione per la catastrofe che ha colpito una parte del nostro Paese: 600 morti e forse più, 400 dispersi, 2.000 feriti, centomila senzatetto sono le cifre imprecise di un disastro immane.
Ci inchiniamo alle vittime, ci sentiamo vicini al dolore di tanta povera gente che quando non ha perso il figlio, o la moglie, o la madre, ha perso tutto, ogni cosa, la casa, gli averi e ogni piccolo bene conquistato con anni di lavoro e di sacrifici.
Ma la commozione ed il dolore non bastano. La Regione Piemonte ha già cominciato a fare e farà tutto il suo dovere per aiutare quei paesi distrutti a risollevarsi, sia direttamente con gli aiuti che sono indispensabili subito, sia contribuendo a quell'azione di ricostruzione che deve anch'essa subito cominciare.
Chiediamo e chiederemo al Governo che non si perda tempo, che non si commettano gli errori già commessi, che non si ripeta lo scandalo e lo sperpero del Belice dove dopo otto anni ci sono ancora le baracche che ospitano i cittadini di Santa Ninfa e di Gibellina.
Chiediamo che dopo l'impegno e le dichiarazioni delle prime ore non segua il silenzio, il disinteresse dei giorni e degli anni che verranno.
Chiediamo che sia finalmente affrontato il problema di quell'azione di prevenzione e di conoscenza e di sicurezza che è vergognoso sia affidato nel nostro Paese a sette geologi, con un servizio geologico dello Stato e un servizio sismico nazionale che o sono fatiscenti, o semplicemente non esistono. Non è affatto vero che non si possa fare nulla contro queste calamità. La verità è che la civiltà e il livello di una società si valutano sulla base delle capacità che si hanno di affrontare prima di tutto i problemi che sono alla base stessa della possibilità della vita.
In questa ora di dolore, di commozione e di impegno assumiamo da questa tragedia il monito che ci viene a dar vita ad una fase nuova della vita nazionale per affrontare i grossi problemi che avevamo e quelli che si aggiungono oggi, con la ricerca di un'unita nazionale che ci viene da ogni fatto riproposta come unica via per salvare il nostro Paese, risolvendone i problemi.
Comunico inoltre che la Presidenza del Consiglio regionale ha preso contatto con i centri di soccorso del Comune di Udine e della Prefettura di Udine, avendone l'indicazione di far pervenire direttamente gli aiuti ed i soccorsi alla caserma Cavarzerani di Udine, dove vengono subito smistati gli aiuti che affluiscono per il pronto soccorso.
L'Ufficio di Presidenza ha provveduto a garantire per oggi pomeriggio una partenza di sette camion di primi aiuti che è stato possibile reperire questa mattina. Si tratta di tende da campo, lettini, materassi, coperte lampade a gas, cucine da campo, generi alimentari che è stato possibile reperire e di cui ci siamo accertati esservi un urgente bisogno. Basta pensare alle decine di migliaia di senzatetto che devono passare questa notte e altre notti in rifugi di fortuna. I camion arriveranno nelle prime ore della notte. Desidero ringraziare della collaborazione prontamente prestata dalla Lega delle cooperative, dalle Associazioni artigiane, dalla Coopitalia, da un grosso market di Cuneo e dalla Cooperativa edile del Biellese.
Qualcuno desidera prendere la parola? Il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, immediatamente dopo l'annuncio del gravissimo disastro, che ha colpito le zone del Friuli, la Giunta si è messa in contatto sia con la Regione Friuli - Venezia Giulia, sia con le Prefetture interessate.
Subito dopo, al fine di coordinare tutti gli interventi adeguati alla drammaticità della situazione, la Giunta ha inviato alcuni funzionari in quelle località, poiché non si riusciva ad avere un collegamento con le autorità che presiedevano ai soccorsi.
Ci si è anche chiesto quale sarebbe stato l'intervento che il governo regionale avrebbe potuto predisporre per quelle popolazioni, così duramente colpite. L'entità dell'intervento non è ancora stata stabilita, anche perché desideravamo conoscere prima le loro necessità.
Oggi, attraverso i funzionari inviati sul posto, lo sapremo con esattezza e provvederemo. Il governo regionale ha già espresso al Presidente del Friuli- Venezia Giulia il cordoglio e la solidarietà del Piemonte e ci auguriamo che i soccorsi e gli interventi abbiano ad essere immediati e non si verifichino i fatti a cui abbiamo assistito in altre zone del Paese.
In questo spirito rinnoviamo il nostro cordoglio e la nostra solidarietà e dici amo tutto il nostro impegno a favore di quelle popolazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Prendiamo atto delle pronte, qualificate e pertinenti reazioni dell'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio e del governo regionale di fronte alla sciagura terribile che ha colpito ancora una volta il nostro Paese ed esprimiamo innanzitutto il nostro dolore, il nostro sgomento di fronte a questi eventi che si aggiungono alle situazioni già difficili che l'Italia affronta, rendendole ancora più drammatiche.
Ma noi siamo convinti che quanto più gli eventi sfavorevoli appaiono fatali, quanto più si rivelano immani nella loro dimensione tanto più nel dolore si rafforza la nostra decisione, la nostra convinzione secondo la quale non vi è colpo della fortuna, non vi è sciagura che la volontà ferma la solidarietà e l'impegno civile di un popolo non possano superare.
E' per questo che, esprimendo il nostro consenso alle iniziative assunte, riteniamo che al di là degli interventi di carattere emergente in cui si esprime, oltre il peso economico, la solidarietà civile, la solidarietà umana, al di là degli interventi di tipo generale che competono allo Stato e che lo Stato non mancherà di fare, occorre pensare a qualcosa di specifico e di permanente, senza doppioni e senza sprechi; quindi un tipo di solidarietà qualificata, proiettata nel tempo perché nel tempo si risolvono i problemi, qualificata per settori di attività. Sappiamo che le popolazioni del Friuli in buona misura vivono modestamente di attività agricole non sempre opime. Ebbene, io esemplifico, per settori di attività: l'agricoltura, l'artigianato, il commercio, bisogna pensare a forme di aiuto proiettate nel tempo, integrative, che consentano veramente non di fare dei gesti clamorosi, dei gesti in cui si esprime ex abundantia cordis un sentimento, ma che siano congeniali .rispetto alle popolazioni delle due regioni, quella friulana, così dura, così seria, che sicuramente per propria virtù, al di là delle capacità dello Stato eviterà che avvenga quel che è avvenuto altrove e quella piemontese, così seria, concreta e realista.
Non saremo sentimentalmente meno impegnati se faremo qualche cosa in questa direzione.
E' per questo che propongo fin d'ora (le modalità potranno essere esaminate in un altro momento meno carico di tensione e di emozione) che venga costituita una Commissione permanente, un gruppo di lavoro permanente rappresentativo di tutto il Consiglio per l'identificazione, in rapporti seri con la Regione Friuli, dei settori specifici e particolari, perché al di sotto dell'ombrello dei grandi interventi saranno infiniti i minori interventi, ma non meno importanti per dare il senso della solidarietà concreta e per riaprire prospettive di vita e di ricostruzione alle popolazioni del Friuli cui va tutta la nostra solidarietà e l'augurio che dalla sciagura si possa presto risorgere a vita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quanto espresso dal collega Bianchi con chiarezza e con estrema sintesi sulla drammaticità dell'avvenimento, nel quadro generale di tutti gli altri gravi problemi che ci sovrastano e incombono, impone un attimo di riflessione. Esiste qualche cosa cine è più forte, che è superiore a tutte le piccole volontà di distinguersi che molte volte ci inducono, in questa nostra quotidiana fatica, ad affermare certi valori di partecipazione. E credo che l'immagine di quella bambina col volto ricoperto di fuliggine e di ferite, che ognuno di noi ha visto sui giornali, ci abbia indotti ad un momento di ulteriore riflessione. Come il Vajont già ha dimostrato, le popolazioni sanno trovare in se stesse la capacità di risolvere i propri problemi, ma la tragedia del Friuli ci pone ancora di fronte a problemi non risolti, a cose non fatte nel passato. E mi pare che sia serissimo il discorso del collega Bianchi in adesione all'iniziativa del Presidente del Consiglio in rappresentanza del Consiglio tutto e della Giunta di essere a disposizione dei nostri fratelli, e credo che la dimostrazione di solidarietà data sia stata spontanea. E la disponibilità a realizzare qualche cosa di permanente, di costruttivo di tutte le forze che si odono in questo Consiglio indipendentemente dalle iniziative prese dagli organi di governo della Regione è momento di ulteriore riflessione e che può dare inizio a qualcosa di concreto.
E io ritengo che le proposte partite dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Giunta e la disponibilità del rappresentante della maggiore forza di opposizione in questo Consiglio siano la dimostrazione che di fronte ai veri, fondamentali problemi che, ci rendiamo conto possono sorgere all'improvviso così, da fatti al di fuori della nostra natura, come uomini possiamo dare risposte concrete e anche la speranza, a coloro che qui ci hanno mandati, che al di fuori di vuote parole si dà e si vuole dare una valida risposta.
Ritengo che al Presidente del Consiglio regionale oggi compete la grossa responsabilità di dare una risposta politica di fronte ad un fatto che ci ha lasciati sgomenti, ma che ci deve impegnare nella realizzazione immediata di opere per rispondere a una cosa che è tragica, o estremamente naturale, estremamente semplice quale è la morte. La democrazia, che è l'altro fatto che non vuole morire, che e vita costante e che è impegno di uomini, deve saper dare anche in questi momenti delle risposte concrete. E io credo che a lei, signor Presidente, competa in questo momento dimostrare di poter coalizzare tutte queste intenzioni di massima serietà e di massimo impegno che vengono dagli uomini di questo Consiglio regionale nei confronti di gente che ha sofferto ed alla quale come uomini politici dobbiamo dare un'immediata risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robaldo.



ROBALDO Vitale

Signor Presidente, colleghi, il nostro Gruppo è perfettamente d'accordo con le iniziative assunte dalla Presidenza del Consiglio e della Giunta iniziative contingenti, urgenti, immediate che si imponevano per la gravità e la drammaticità del caso.
Riteniamo però che si imponga anche una serie di interventi organici per i quali chiediamo una riunione dei Capigruppo in cui tutte le forze espresse in Consiglio possano seriamente e concretamente valutare qual è l'apporto che noi come Regione possiamo dare per contribuire a risolvere questa tragica situazione.
Noi siamo disponibili quindi per questo intervento organico, approvando quello che è stato fatto per ora in linea del tutto contingente.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Minucci, ne ha facoltà.



MINUCCI Adalberto

Mi associo ai sentimenti espressi dal Presidente della Giunta e dal Presidente del Consiglio, a nome di tutti noi e di tutta la comunità piemontese e sottolineo con molto favore le iniziative che sono già state assunte e dal Consiglio e dalla Giunta.
Vorrei aggiungere pochissime cose.
La prima è questa: credo che sia da accogliere la richiesta che faceva il collega Bianchi di formare un Comitato di coordinamento politico e suggerisco che sia un Comitato piuttosto ristretto e operativo, composto da due Assessori o meglio ancora dal Presidente della Giunta e da un Assessore e da un componente per ogni Gruppo; questo darebbe al Comitato una ristrettezza ed un'agibilità notevole (sarei contrario a dei Comitati larghi) che utilizzi anche tutti gli strumenti di cui la Regione pu disporre, anche tecnici.
In secondo luogo suggerirei che fin da domani (e se c'è un accordo si potrebbe già annunciare oggi attraverso la stampa) si costituisca un centro unitario della Regione di raccolta dei contributi che associazioni organizzazioni, cittadini singoli vogliono mandare ai terremotati del Friuli perché temo, dalle prime notizie che i giornali e la televisione mettono in circolazione, temo soprattutto il pericolo che già si è manifestato nella zona terremotata, cioè la mancanza di un coordinamento la mancanza di una regolazione dei flussi di aiuti che, a quello che si sa provoca in queste ore gravissime difficoltà nelle zone terremotate. Questa mancanza di coordinamento può, sia pure con conseguenze meno drammatiche farsi dannosa anche nelle zone dove si raccolgono i fondi, se molte associazioni, o giornali, o categorie varie, ciascuno per proprio conto e con una lentezza perfettamente comprensibile, si mettono a raccogliere delle cose che magari possono non essere utili immediatamente; si sprecherebbe una parte, una quota della solidarietà viva che la comunità piemontese in questo momento intende manifestare.
Per cui, se la Regione come rappresentativa di tutta la comunità costituisce un forte e qualificato centro di raccolta in cui sia possibile selezionare il tipo di mezzi, di aiuti anche in rapporto alle esigenze che ci saranno continuamente comunicate dalla Regione Friuli, credo che potrebbe rappresentare un elemento di razionalità e di efficienza non trascurabile e sarebbe accolto con favore da tutti i soggetti della comunità regionale.
Infine vorrei sottolineare che, mentre accolgo in pieno l'istanza che suggeriva il collega Bianchi e che veniva ripresa adesso dal collega Rossotto, sarebbe bene studiare (e a questo dovrebbe essere preposto appunto questo Comitato politico di coordinamento) le forme di soccorso anche a tempi brevi, medi e lunghi, non dimenticando che il problema più scottante è quello di andare incontro alla gente del Friuli in queste ore.
E chi ha seguito, come credo tutti abbiano seguito, con vera ansia le vicende di queste ore, per esempio della notte trascorsa, con decine di migliaia di famiglie che non sono ancora riuscite a ricevere una tenda, un fornello a gas, una coperta e cori tanti bambini costretti a dormire all'addiaccio, penso che senta non solo una stretta al cuore, ma anche l'esigenza di agire subito per fare avere entro poche ore tutto quello che è possibile.
In questo senso condivido l'iniziativa dell'invio dei camion con i primi soccorsi e penso che dovremmo metterci in grado di far continuare questi aiuti così stringentemente necessari anche nelle ore e nei giorni immediatamente successivi; se è possibile anche nella giornata di domani che è domenica, si possa riuscire a far partire qualcosa e ancora lunedì in modo che almeno nei primi giorni si riesca a fornire tutto il possibile alle vittime di questa terribile sciagura.
Mi sembra allora che su due binari potremmo muoverci credo col consenso e anche col sostegno di tutta la comunità: quello del coordinamento degli aiuti, come suggeriva il collega Bianchi e quello di un centro di raccolta immediato che possa selezionare tutti i mezzi che la comunità piemontese vorrà consegnare alla Regione per farli avere al più presto alle genti che ne hanno bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Prendendo parte al dolore delle popolazioni del Friuli colpite dalla sciagura ed esprimendo ad esse la nostra più sincera solidarietà approviamo le iniziative che sono state sollecitamente assunte, tanto dalla Presidenza del Consiglio regionale quanto dalla Giunta, in particolare quelle esposte dal Presidente Viglione.
Condividiamo pertanto tutto quanto è stato detto sia dal Presidente del Consiglio, sia dal Presidente della Giunta e ci auguriamo, come e già stato detto dagli altri colleghi, che la solidarietà così unanimemente espressa si realizzi non solo, come purtroppo è avvenuto in molti casi, con parole o con auspici, ma con opere ed interventi organici, veri, a favore delle popolazioni così duramente e tragicamente colpite.
In questo senso aderiamo alla proposta di Bianchi, sviluppata ed ulteriormente puntualizzata dal collega Minucci, e ci dichiariamo disposti ad una riunione dei Capigruppo per l'esame operativo dell'iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Signor Presidente, signori Consiglieri, nell'esprimere il nostro cordoglio alle popolazioni così duramente provate, approviamo la tempestività del Presidente nel dare un aiuto immediato.
Tutte le proposte venute dai Gruppi sono da accettare, io però direi che il gruppo di lavoro dovrebbe andare sul posto ad accertarti di come è la situazione. Verso le due di oggi ho saputo dal Comando militare che le strade sono intasate e la vera difficoltà non è più di avere della roba da portare, ma è di farla filtrare attraverso il traffico spaventoso di quelle strade.
Le notizie diramate dai giornali e dalla televisione molte volte sono date in modo difforme dalla nostra mentalità, sarebbe quindi opportuno che un gruppo di noi andasse sul posto per vedere che cosa possiamo fare veramente, più che non mandare dei camion.
Il nostro Gruppo comunque farà il possibile per alleviare le sofferenze di quelle popolazioni così duramente colpite da questa calamità.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'on. Alpino del PLI, deceduto sul rapido Roma-Torino


PRESIDENTE

Devo dare al Consiglio una triste comunicazione: è morto questa notte mentre viaggiava in vagone-letto sul rapido Roma-Torino, il deputato liberale On. Alpino, uno dei parlamentari più rappresentativi del Partito liberale.
Nato a Bussoleno il 29 dicembre 1909, era stato eletto per cinque volte al Parlamento della Repubblica. Aveva fatto parte di Governi, nel secondo Governo Andreotti era stato Sottosegretario di Stato alle Finanze.
Alla famiglia, al Partito liberale, che perde uno dei suoi massimi esponenti, esprimo il cordoglio dell'intero Consiglio regionale.



(Tutti i Consiglieri, in piedi osservano un minuto di raccoglimento)



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, consentitemi di esternare i sentimenti suscitati in me da questa notizia, la seconda che mi colpisce oggi profondamente, in maniera ben diversa dalla precedente.
L'on. Alpino, che, come lei ha detto bene, signor Presidente, era stato eletto cinque volte al Parlamento della Repubblica, e che è stato, per il suo serio e duro impegno nella sua attività parlamentare, uno dei rappresentanti più qualificati del Partito liberale, io l'ho avuto a maestro in fatto di senso profondamente partecipativo e di ricerca quotidiana dei problemi da dibattere in sede nazionale.
Nonostante il distacco che politicamente vi è stato da parte mia e di altri numerosi amici nei confronti del Partito di cui l'on,. Alpino, nel momento in cui è mancato, era rappresentante nazionale, non posso non inchinarmi, a nome anche degli amici che a me si sono affiancati, in un doveroso e non strumentalizzato ossequio ad un uomo che continuo a considerare, e inviterei tutti a colleghi di questo Consiglio a considerare, un chiaro esempio di serio impegno politico.
Giorni fa noi abbiamo salutato altre persone seriamente impegnate in politica, amici che lasciavano questa assemblea, con la letizia in cuore però, di sapere che erano chiamati ad assumere cariche più importanti. Da lui il distacco è purtroppo definitivo. Se n'è andato in silenzio, con la semplicità che gli era propria, di uomo proveniente dà una famiglia di gente alla buona, di uomo che scendeva a Porta Nuova alle 9 del mattino e alle 10 già era in giro per la provincia, nei momenti del suo maggiore impegno, un uomo che si era conquistato tutto con la sua volontà e con un certo disincantato scetticismo tipico della gente piemontese nei confronti degli eventi umani. E ci tengo ad affermare che se qualche volta noi stessi, nel momento del distacco dar Partito, abbiamo potuto forse pronunciarci contro certi metodi, non abbiamo però mai abbandonato e non intendiamo tradire mai - di queste parole vorrei fosse inteso il profondo significato umano - suo impegno serio, costante, tenace.
Personalmente, gli devo molto, indipendentemente da quelle che furono le scelte, proprio per l'insegnamento che ha saputo darmi nei nostri incontri. Egli aveva profondamente assimilato, e mi ha fatto capire, questo concetto: che a coloro nei cui confronti ti impegni chiedendone il voto devi ancora parlare guardandoli negli occhi. A ciò egli doveva in buona parte i suoi successi personali.
Mi diceva questa mattina il prof. Gallo, annunciandomi la sua dipartita, che ieri sera era salito su quel treno con piglio giovanile. La morte lo ha colto nel momento in cui, dopo cinque legislature, aveva deciso di abbandonare la vita politica per dedicarsi ai suoi giovani figli, per dar loro quello che forse i lunghi anni di milizia politica non gli avevano consentito di dare.
Mentre tante brutture e tanta maldicenza stanno infangando la classe politica, credo, signori Consiglieri, che dell'On. Giuseppe Alpino indipendentemente dalle parole che diceva, dai concetti che sosteneva dagli ideali che difendeva, non si possa non riconoscere che è stato un galantuomo che ha onorato noi tutti con il suo impegno di militante, con la sua presenza nel pluralismo politico che caratterizza una società democratica.
Scusatemi se ho sottratto tempo all'assemblea con questo mio ricordo ma era un impegno che sentivo di dover assolvere non soltanto nei confronti dello scomparso ma dei suoi cari, ai quali tanta parte di vita in comune è stata tolta dalle esigenze che comporta il sostenere un discorso politico pulito e serio.


Argomento:

Commemorazione dell'on. Alpino del PLI, deceduto sul rapido Roma-Torino

Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Invito ora i signori Consiglieri a procedere all'approvazione dei processi verbali delle sedute dei giorni 27, 28 e 29 aprile. Vi sono obiezioni? Allora, si intendono approvati.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 D.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 e relativa surrogazione


PRESIDENTE

Per la conclusione del dibattito che si è svolto sugli aiuti alle popolazioni del Friuli, mi pare che sarebbe opportuno seguire questo ordine: dopo la lettura delle lettere di dimissione dei Consiglieri che intendono lasciare questa assemblea per presentarsi candidati alle elezioni politiche, contemporaneamente alla riunione della Giunta per le Elezioni in cui si dovrà esaminare la posizione delle persone proposte per la surrogazione, si potrà svolgere una riunione dei Capigruppo per assumere le decisioni che si riterranno opportune, così da passare con estrema rapidità alla traduzione in pratica dei pronunciamenti che vi sono stati qui, e da poter forse in questa stessa seduta annunciare la composizione del Comitato di coordinamento da più parti proposto.
Su questa procedura si è tutti d'accordo? Passiamo allora al punto quarto dell'o.d.g.: "Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e relativa surrogazione".
Devo comunicare al Consiglio che ho ricevuto le seguenti tre lettere: "Ho ricevuto l'invito dal mio Partito a candidarmi per le elezioni politiche del 20 e 21 giugno. Aderendo a tale invito, rassegno le dimissioni da membro del Consiglio regionale.
Ringrazio lei e i colleghi della collaborazione avuta e formulo i più vivi auguri di buon lavoro.
Con osservanza. Vitale Robaldo".
"Avendo ricevuto dal mio Partito l'invito a candidarmi alle prossime elezioni parlamentari, rassegno con la presente lettera le mie dimissioni da membro del Consiglio regionale.
Con deferenza. Aldo Gandolfi".
"Signor Presidente del Consiglio regionale, mi dimetto dall'incarico di Consigliere regionale, per gli effetti di cui all'art. 7 del Decreto legge 30 marzo 1972 n. 361. Angelo Armella".
Non posso non dedicare anche a questi colleghi che hanno avanzato una richiesta ben sapendo che il Consiglio l'accoglierà, sia pure a malincuore alcune doverose considerazioni.
Di questi tre Consiglieri, due, militanti in partiti differenti, sono stati protagonisti della vita della prima legislatura da Consiglieri e da Assessori, ed hanno dato un contributo di primo piano nella fase costituente della Regione.
Mi fa piacere ricordare il lavoro svolto insieme al Consigliere Gandolfi nella fase iniziale dell'elaborazione dello Statuto con il suo contributo particolare a quella parte dello Statuto che concerne le norme della programmazione democratica e tutta una serie di articoli che abbiamo contribuito insieme a scrivere. Di Armella devo sottolineare l'impegno severo, coerente, con visione personale autentica, autonoma, nella costruzione dell'edificio regionale, sia come Consigliere sia come Assessore: è stato, certo, suscitatore di dibattiti fra tesi differenti mettendo però in luce una personalità che certamente ha fatto spicco e di cui sentiremo la mancanza.
L'esperienza di Consiglio del collega Robaldo è più recente, risale all'inizio di questa seconda legislatura, ma credo sia stata già sufficiente a fargli conoscere e apprezzare l'attività del nostro Consiglio regionale, e che gli sarà utile per lo svolgimento del mandato che spero gli elettori vorranno conferirgli.
Questa operazione che si sta configurando nella Regione Piemonte avrà tutto sommato, un immediato vantaggio: il Piemonte sarà l'unica regione d'Italia ad avere un gruppo parlamentare regionale piemontese al Parlamento della Repubblica italiana. Sono infatti ben sei i Consiglieri regionali che aspirano a divenire parlamentari, ed io sono convinto che lo diverranno tutti: questo è comunque l'augurio che da questa tribuna desidero rivolgere loro.
Inoltre, la nostra Regione, se non sbaglio, diventerà la Regione nel cui Consiglio ci sono più rappresentanti del sesso femminile, perché, se non erro, con le nuove colleghe che stanno per fare il loro ingresso in quest'aula, mi pare che il numero delle componenti femminili salirà a ben sette, numero che non credo possa vantare nessun'altra Regione d'Italia.
Considero anche questo un fatto altamente positivo, un riflesso di una realtà del nostro Paese, e non soltanto del nostro Paese.
Nel complesso, dunque, questa operazione, a parte il rammarico per la perdita del contributo dei colleghi che ci lasciano, ha anche il vantaggio di dare una configurazione più aderente ai processi di trasformazione della nostra società.
Prima che si passi ai voti sulle richieste di dimissioni, qualcuno desidera parlare? Il Capogruppo della Democrazia Cristiana, Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, lei ha già trovato le parole acconce per commentare questo momento significativo della nostra vita politica, in cui siamo chiamati anche a meditare su ciò che comporta l'impegno politico, un momento che ha degli aspetti personali ed umani che non vogliamo mai trascurare, perché le due cose non sono mai e non devono mai essere interamente disgiunte.
Un contrattempo mi ha purtroppo impedito la seduta scorsa di esprimere qui più compiutamente i sentimenti che nutrivo per alcuni colleghi. Il Presidente del Consiglio vorrà consentirmi non di riportare in discussione un punto dell'ordine del giorno già superato ma di rivolgere un affettuoso saluto, accompagnato da un misto di rammarico e di compiacimento, anzitutto al collega Berti, con il quale mi sono misurato in continuazione per sei anni, e che resterà impresso nella mia memoria in maniera molto significativa per gli insegnamenti politici che me ne sono venuti e per i perduranti aspetti affettivi e personali; poi al Vicepresidente Libertini che ha segnato, con la sua personalità notevole, questo avvio di legislatura, con il quale avrei voluto poter continuare un rapporto vivo ed interessante, che credo però non mancherà comunque, perché l'aspetto regionale dei problemi non sarà sicuramente estraneo alle nuove responsabilità che dovrà assumere; infine al collega Zanone, amico carissimo, che peraltro, assurto a grandi responsabilità, si era già allontanato da noi da un po' di tempo, al quale auguro di poter svolgere il ruolo importantissimo in nome di una forza politica che ha segnato la tradizione democratica e di vita del nostro Paese nel modo più efficace.
Infine, rivolgo il mio saluto ai tre colleghi dei quali è stata annunciata ora la decisione di lasciare questa assemblea. So che non si tratta di arbitrarie decisioni personali, di scelta di ciò che più conviene, ma di scelte che si inseriscono e raccordano tutte molto correttamente nei ruoli e negli impegni che le forze politiche assegnano.
Del collega Gandolfi ricordo, come ha già detto il Presidente, che ogni qual volta c'è stato un problema importante, significativo, dalla fase statutaria alla fase di costruzione dell'attività regionale, abbiamo potuto fare affidamento sulla sua preparazione solida, concreta, nella quale per non mancava mai l'affiato di una cultura e di una sensibilità che ho vivamente apprezzato, che abbiamo vivamente apprezzato, poiché parlo non solo a titolo personale ma anche a nome del Gruppo.
Il collega Robaldo, in pochi mesi, ci era diventato così familiare che mi accadeva di domandarmi se fosse con noi veramente soltanto da un anno tanto era già assimilato ad una più lunga vicenda. Sono certo che l'esperienza di questi mesi costituirà una solida base di preparazione ai maggiori impegni che assumerà a livello nazionale. Lo accompagnino il nostro augurio e il ricordo del nostro affetto.
Con il collega Armella i miei rapporti sono stati di varia natura: noi ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, abbiamo lavorato insieme nello stesso partito, da amici, colleghi, qualche volta in competizione, qualche volta in contrasto: sì, in competizione e in contrasto, come capita talvolta nel nostro partito, data la sua struttura; ma mai è venuto meno il profondo legame di un'amicizia basata su momenti decisivi e significativi della vita.
Il Presidente ha già detto quanto la sua personalità sia stata viva e presente nell'esperienza dell'avvio regionale. Io posso ribadirlo a maggior ragione. Per non metterlo in difficoltà toccando le corde del sentimento mi limiterò ad esprimergli qui il ringraziamento affettuoso del Gruppo per l'azione che ha svolto, per l'impegno che ha mostrato, per l'intelligenza che vi ha profuso, e l'augurio che possa interpretare il nuovo ruolo in modo molto efficace, forte anche delle esperienze e delle indicazioni che la vita regionale gli ha dato.
A tutti ed a ciascuno auguro, come già ha detto il Presidente, di costituire idealmente nelle nuove sedi istituzionali uno dei gruppi particolarmente impegnati sul piano della costruzione dello Stato regionale, che e una delle speranze della democrazia per lo sviluppo del nostro Paese.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Desidero associarmi, a nome del Gruppo comunista, alle espressioni di augurio e di stima che sono state rinnovate qui, oggi, dopo il saluto di alcuni giorni fa, nei confronti di Consiglieri che si dimettono per affrontare l'avventura parlamentare.
Innanzitutto, insieme al saluto più cordiale a tutti, formulo l'augurio che il loro impegno, di cui abbiamo avuto ampiamente prova in questa sede possa essere proficuamente estrinsecato anche in sede parlamentare.
Purtroppo, essendo nuovo di questa assemblea, non ho avuto sufficiente consuetudine con i tre Consiglieri che ci lasciano da poter esprimere in modo più personalmente motivato il senso di affetto che comunque e insito in questo addio. Mi si permetta comunque di rivolgere - non per fare dei distinguo, sia chiaro - un saluto particolare, pieno di affetto e caldamente augurale al Presidente della II Commissione, di cui faccio parte come Vicepresidente, il Consigliere Gandolfi, del quale ho avuto modo di conoscete ed apprezzare in questi mesi soprattutto la capacità l'equilibrio, la preparazione e dal quale ho avuto modo di imparare ad affrontare questioni per me alquanto ostiche, quali erano quelle dei trasporti e dell'urbanistica.
Estendo, naturalmente, l'augurio agli altri due colleghi: al collega Robaldo, con il quale ho avuto una breve, ma che tuttavia ha lasciato la sua traccia, consuetudine per quel che riguarda il problema della droga, ed al collega Armella.
Credo di poter concludere questo mio intervento nell'unirmi a coloro che mi hanno preceduto nel rivolgere ai nostri colleghi, oltre agli auguri generali di tutto il nostro consesso, anche quell'augurio un po' particolare, che questi nostri colleghi, insieme agli altri che già si sono dimessi, per affrontare l'avventura parlamentare, ci possano confortare di un'azione autenticamente regionalista, che ci è particolarmente necessaria.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, ho molto apprezzato il suo fine umorismo, e mi associo sinceramente alle espressioni che ha usato il collega Bianchi senza neanche tentare di ripetere le cose che egli così bene ha detto poiché non ne sarei capace.
Nella precedente seduta io ho contestato, sia pure scherzosamente l'affermazione, a mio parere infelice (mi sia consentito dirlo), del Presidente della Giunta, secondo la quale i Consigliere regionali che ci lasciano "salgono" al Parlamento.
In occasione della mia dichiarazione di voto sul bilancio avevo anche detto che mi auguravo che il collega Simonelli non rinunciasse alla sua carica in Regione; e il nostro partito, in quanto tale, non solo come Gruppo consiliare, ha giustamente fatto cortesi pressioni in tal senso sul nostro compagno.
Voglio citarvi un fatto significativo. Quando il Presidente della Giunta regionale toscana, Lagorio, su proposta di Consiglieri regionali, di amici, di compagni, ha chiesto alla Direzione del PSI di essere presentato quale candidato nella lista del PSI per la circoscrizione di Firenze, la Direzione del partito ha votato all'unanimità, compresi quindi i compagni di corrente di Lagorio (considerato che anche il nostro partito è strutturato in correnti), un ordine del giorno che vi leggo: "La Direzione del Partito ha rivolto un appello al compagno Lelio Lagorio perché continui a mantenere la carica di Presidente della Regione Toscana, carica che ha tenuto con grande prestigio ed autorità" (prestigio ed autorità che tutti gli riconosciamo per l'attività che la Regione Toscana con Lagorio Presidente ha svolto in questi anni, ponendosi all'avanguardia nella lotta delle Regioni per l'affermazione della loro autonomia, dei loro poteri costituzionali). "In tal modo la Direzione intende sottolineare l'importanza decisiva del definitivo consolidamento dell'istituto regionale, cui va anche garantita continuità e stabilità di indirizzi".
Mi fermo qui, poiché mi pare non occorrano commenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Dopo le dichiarazioni del collega Calsolaro riesce molto imbarazzante dire se i nostri colleghi facciano bene o male a lasciare la Regione per il Parlamento. Però, i bei discorsetti elogiativi che sono stati loro rivolti mi fanno quasi venir la voglia di andarmene anch'io, per sentirmi fare qualche complimento, visto che non ci capita tanto spesso di scambiarci gentilezze.
Scherzi a parte, dispiace a tutti noi veramente che colleghi di provato valore e che hanno fatto molto per la Regione ci lascino. Ci conforta per la fondata speranza di avere in essi al Parlamento dei veri regionalisti che sapranno aiutare tutte le Regioni a progredire. Credo che questo sia il compito che dovranno soprattutto proporsi di assolvere questi nostri compagni.
Calsolaro non ha torto a deplorare che elementi così validi siano sottratti all'attività regionale; ritengo però che i loro sostituti, ai quali rivolgo fin d'ora il mio caloroso augurio, sapranno degnamente rimpiazzarli.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, non concordo affatto con il collega Capogruppo Calsolaro né per quanto concerne l'espressione "salire" al Parlamento usata da me l'altro giorno, né in merito alla considerazione che le dimissioni di alcuni validi colleghi indeboliscano la nostra Regione.
Ribadisco invece le conclusioni che abbiamo tratto l'altro giorno in occasione del commiato da Berti, Libertini e Zanone: che l'istituzione regionale si rafforza anche con la presenza in Parlamento di esponenti dei vari partiti, che hanno maturato un'esperienza all'interno delle Regioni.
C'è bisogno in quella sede di elementi che si ergano a paladini delle autonomie locali. Proprio oggi ho trascorso la mattinata a Verbania, per il convegno dell'ESAP, ed ho avuto modo di parlare con il Ministro Marcora.
Quando gli ho ricordato al suo passato di combattente per la libertà nella Repubblica dell'Ossola, che, come quella di Alba, autodefinendosi repubblica, esprimeva proprio la più profonda esigenza autonomistica, in una sorta di contestazione verso potere centrale, Marcora ha detto rispetto a quella che rappresentava appunto un'iniziativa atta a valorizzare, già fin da allora, le autonomie locali: "Ma sto cambiando parere". Ebbene, sono certo che questi nostri colleghi, che ora se ne vanno, certamente non cambieranno parere, anzi si rafforzeranno nell'idea regionalista. Lasciatemi citare in proposito una battuta che Garabello, il nostro intelligente amico Garabello, ha avuto qui in un'occasione: "Ahimè a seconda di dove ti metti a sedere, cambi parere". L'augurio più fervido che possiamo l'indirizzare in questa occasione a quanti oggi lasciano la Regione per il Parlamento è che, anche in tale sede, abbiano ad esprimere le stesse ansie, le stesse istanze, le stesse aspirazioni, verso le autonomie che hanno espresso qui.
Non aggiungerò molto a quanto è stato detto sulla personalità dei Consiglieri che oggi si sono dimessi. Di Armella dirò soltanto che lo si può contestare - spesso anch'io sono stato con lui in aperto contrasto ma non si può non riconoscere che ha una sua linea di condotta ben precisa accettabile o meno. Gandolfi è stato con me per lunghi mesi, anche in Giunta, e insieme abbiamo lavorato anche successivamente: le sue capacità e la sua preparazione sono noti a tutti. Robaldo lo conosco da tanti anni: prima ancora che venisse in Regione, lo apprezzavo per la sua attività di Consigliere provinciale, e appunto in Consiglio provinciale abbiamo avuto lunga comunanza di lavoro. Posso dire di lui che è sempre stato rigoroso puntuale, capace, solerte. Ancora l'altro giorno, nella Langa, ho sentito parlare di lui come di una persona che vi è di casa: "C'é Robaldo, arriva Robaldo...." La sua terra la conosce frazione per frazione, paese per paese. Spero che questa sua intelligente intraprendenza egli la trasfonda proprio nella difesa delle autonomie, anche quando andrà ad assidera nel Parlamento della Repubblica l'italiana.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Robaldo. Ne ha facoltà.



ROBALDO Vitale

Signor Presidente, colleghi, ringrazio tutti per le espressioni di stima e di simpatia che mi sono state rivolte, indubbiamente al di sopra dei miei meriti per le modeste capacità che ho potuto esprimere in questo brevissimo arco di tempo nel consesso regionale. In questa assemblea, della quale solo da pochi mesi ho avuto l'onore e il piacere di essere chiamato a far parte, ho incontrato indubbiamente delle personalità di notevole rilievo, dalle quali ho potuto trarre non solo insegnamenti ma anche incitamento e stimolo per un impegno politico, per un rigore morale che indubbiamente non potrò dimenticare facilmente.
Ho accolto l'invito del mio partito a presentarmi candidato al Parlamento In tal senso avevo posto una premessa fin da quando avevo aderito ad essere inserito in lista per il Consiglio regionale. Non sono d'accordo su quanto ha detto, invero con molto garbo, l'amico Calsolaro.
Sono convinto che come c'è pluralismo politico ci debba essere anche pluralismo all'interno dei vari partiti, per cui sia opportuna dialettica un ricambio che permetta ad altri di emergere. Pur riconoscendo la capacità, l'impegno, il valore soprattutto dei miei colleghi, di tutti i miei colleghi, sono convinto che nessuno di noi è indispensabile nel posto che occupa. Nella misura in cui si dà anche possibilità di questo ricambio si creano forze nuove, si acquisiscono esperienze nuove e c'è una possibilità veramente di allargare sul piano democratico una partecipazione ed una realtà vera e reale di interesse di tutti, che possono indubbiamente accedere a questi posti.
Ringrazio ancora per le espressioni che mi sono state rivolte ringrazio soprattutto per la collaborazione che ho avuto, davvero superiore ad ogni previsione, per l'esperienza, senz'altro estremamente confortante che ho potuto fare in veste di Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, devo ringraziare lei ed i colleghi che hanno voluto ricordare, con toni in cui ho sentito, oltre che della stima, anche dell'affetto, la mia attività di Consigliere regionale. Sono toni che rendono anche più difficile un distacco da un'esperienza che, oltre che estremamente interessante ed importante sul piano politico, è stata importante anche sul piano proprio dei rapporti umani con tutti i membri del Consiglio regionale della passata legislatura e con quelli di questa legislatura. E' un'esperienza che credo ricorderò, quali che siano per essere le vicende della mia vita, come uno dei periodi più belli, più interessanti , più importanti.
Al collega Calsolaro, che molto opportunamente, a mio avviso, ha portato in questa discussione alcuni temi, anche non conformistici, devo far presente che in circostanze di questo genere ipotizzare priorità e livelli di maggiore importanza nel rapporto fra autonomie e Stato è molto difficile e forse è sbagliato. Noi siamo oggi investiti da una crisi di proporzioni drammatiche, e - forse non ce ne rendiamo sufficientemente conto - la campagna elettorale che dobbiamo affrontare e le vicende politiche che ad essa seguiranno saranno probabilmente determinanti per la vita del nostro Paese e della nostra democrazia. E allora non c'è soluzione di continuità nel valutare l'importanza e la priorità dei problemi. Oggi non è tanto il momento di rivendicare priorità alle autonomie rispetto al centralismo dello Stato, ma di renderci conto che tutti assieme, a tutti i livelli, dobbiamo fare uno sforzo rigoroso per sciogliere alcuni nodi che sono alle nostre spalle e minacciano il futuro del nostro Paese, lo ricordavamo nei dibattiti precedenti, cioè la debolezza dell'apparato produttivo, la necessità di contenere e riqualificare la spesa Pubblica.
E allora noi crediamo che la cosa più importante, in una situazione di questo genere, quale che sia il livello e l'impegno che si scelga, sia di portarlo avanti con estremo rigore ed estrema serietà. Noi abbiamo sentito questo problema, e il nostro partito ritiene questa campagna elettorale per come si svolgerà, per come potrà essere affrontata, per le conseguenze che potrà portare, decisiva per le sorti del nostro Paese.
Quindi, il nostro impegno, in questo momento, ha questo significato.
Siamo ben lontani, in particolare l'amico Robaldo ed io, dall'avere la certezza di un'elezione al Parlamento, anzi, forse è più probabile che non ci sia; ma sentiamo la necessità di dare un contributo, che in certe zone può essere determinante, al successo delle nostre liste e di una linea politica che ovviamente riteniamo essere una linea politica importante per il futuro del Paese.
Rinnovo a tutti i colleghi il ringraziamento e l'augurio di buon lavoro, e assicuro che sì, quale che sia per essere il nostro destino, la nostra attenzione per le vicende della Regione sarà attenta, e, nei limiti delle nostre possibilità, produttiva di risultati per la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Armella.



ARMELLA Angelo

Non so se si deve ringraziare, ma voglio farlo. Penso che le parole che sono state dette non siano state soltanto una forma rituale di cortesia, ma siano state sincere (e poi, in questo momento non c'è motivo che non siano sincere).
Ringrazio il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta, i colleghi che hanno avuto l'amabilità di parlare e in modo veramente particolare il collega ed amico Adriano Bianchi.
Il distacco da questo Consiglio non è facile ed in questo momento si pensa a quello che si lascia, al molto buono che si lascia, perché bisogna dire che nella Regione si sta bene. Personalmente non ho avuto la fortuna di avere una direzione del partito che mi dicesse devi rimanere, anzi, la direzione del mio partito vuole che affronti un altro confronto e se queste doti (non pregi) che oggi sono segnalate come fattori di coerenza (in altri momenti erano motivi invece di minore apprezzamento) sono quelle che mi portano ad affrontare un'altra battaglia, mentre da un lato mi fa piacere dall'altro, se potessi scegliere personalmente, vorrei potermene stare qui tranquillo nel Consiglio regionale, anche se il Consiglio regionale è un'attività di confronto e quando la si fa con passione e con impegno non è sempre un'attività tranquilla.
Per il momento ci sono delle candidature, non c'é ancora il Parlamento non so se il Parlamento dia soddisfazione come la Regione, ma quello che voglio dire è che in effetti questo e il mio stato d'animo oggi: l'attività qui svolta, le molte occasioni che ho avuto di imparare ed ho imparato effettivamente molte cose in Consiglio regionale, in quella marcia delle istituzioni nel periodo statutario, nell'affrontare un settore importante di questioni amministrative. Tutto ciò che è espressione di una vita civile che ha avuto un grande rilievo nella Regione e che l'ha tuttora, ci ha visti attori e protagonisti come credo mai sia successo in nessun consesso diverso da quello Regione da molti anni nel nostro Paese.
Vi ringrazio tanto e mi spiace di lasciare questo Consiglio.



PRESIDENTE

Devo invitarvi a porre ai voti per alzata di mano la proposta di prendere atto delle dimissioni dei Consiglieri.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Vitale Robaldo alzi la mano.
Il Consiglio prende atto.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Aldo Gandolfi alzi la mano.
Il Consiglio prende atto.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Angelo Armella alzi la mano.
Il Consiglio prende atto.
Invito il Presidente a convocare la Giunta delle Elezioni per l'esame delle surroghe che devono presiedere a integrare il Consiglio regionale e contemporaneamente convoco i Capigruppo per esaminare la traduzione in concreto delle proposte che sono state qui avanzate per l'aiuto ai terremotati del Friuli Venezia Giulia.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,45 riprende alle ore 16,55)


Argomento: Protezione civile

Costituzione Comitato regionale di coordinamento dei soccorsi per i terremotati del Friuli


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo, con la Giunta, è addivenuta alla decisione di costituire immediatamente il Comitato di cui si è parlato nel breve dibattito sugli aiuti ai terremotati del Friuli.
Il Comitato sarà così costituito: dal Presidente del Consiglio, dal Presidente della Giunta, dagli Assessori alla sanità e all'assistenza, dai Consiglieri (già designati dai Gruppi) Picco e Cerchio per la DC, dal Vicepresidente Bellomo per il PSI, dal Consigliere Raschio per il PCI, dal Consigliere Furnari per il PSDI, e dai Consiglieri del PLI, dell'ULD e del PRI (i loro Gruppi ci faranno pervenire i nomi dato che in quel momento erano impegnati in alti e incombenza). Questo Comitato si riunisce subito per provvedere a tutte le incombenze per garantire gli aiuti immediati ed il fluire di questi aiuti domani e nei giorni che verranno e per individuare linee di intervento a medio termine. Si prenderanno anche contatti per evitare la duplicazione di Comitati di altro genere che convergano su queste stesse questioni, in modo da evitare dispersioni.
Naturalmente il Comitato sarà integrato da funzionari che garantiscano l'efficacia dell'intervento e la sua continuità.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 D.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 e relativa surrogazione (seguito)


PRESIDENTE

Devo inoltre dare lettura dei risultati della riunione della Giunta delle Elezioni.
"Il giorno 8 maggio 1976 alle ore 16,30 si riunisce, presso la sala del Consiglio regionale, la Giunta delle Elezioni. Presiede il Presidente Rossetto. Sono presenti i Consiglieri della Commissione e il Presidente riferisce che in relazione alla determinazione adottata dal Consiglio regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere regionale Gandolfi Aldo, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108 alla surrogazione del Consigliere dimissionario.
Ai sensi del citato articolo il seggio che rimane vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato, a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del PRI e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nel Gruppo del PRI nella circoscrizione di Torino segue immediatamente la signora Castagnone Aurelia, alla quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Gandolfi Aldo subentra ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108 la signora Castagnone Aurelia, prima esclusa nella lista del PRI e nella circoscrizione di Torino".
Chi è d'accordo di prendere atto di questa decisione alzi la mano.
La deliberazione è approvata.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Gandolfi con la signora Castagnole Vaccarino Aurelia sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 1953 n. 62.
Chi è d'accordo per questa immediata esecutività alzi la mano.
La deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva.
Prima di invitare la signora ad entrare nell'aula se per caso è nei paraggi, vediamo le altre deliberazioni.
La stessa deliberazione, con lo stesso rituale, e quindi la do per letta, e arriviamo alla conclusione che il Consigliere dimissionario Robaldo Vitale era stato eletto nella lista del PRI e nella circoscrizione di Cuneo. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo risulta che all'ultimo eletto nel Gruppo del PRI nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il signor Gastaldi Enrico, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Robaldo Vitale subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Gastaldi Enrico, primo escluso nella lista del PRI nella circoscrizione di Cuneo.
Chi è d'accordo alzi la mano.
La deliberazione è approvata.
La Giunta delle Elezioni è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Robaldo Vitale con il signor Gastaldi Enrico sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art.
49 della legge 10/2/1953 n. 62.
Chi è d'accordo per questa immediata esecutività alzi la mano.
La deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva.
Terza deliberazione inerente le dimissioni del Consigliere Armella.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista della DC e nella circoscrizione di Alessandria. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Alessandria risulta che all'ultimo eletto nel Gruppo della DC nella circoscrizione di Alessandria, segue immediatamente il signor Genovese Piero, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Armella Angelo subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Genovese Piero, primo escluso nella lista della DC e nella circoscrizione di Alessandria.
Chi è d'accordo alzi la mano.
Il Consiglio prende atto.
La Giunta delle Elezioni è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Armella Angelo con il signor Genovese Piero sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art.
49 della legge 1953 n. 62.
Chi è d'accordo alzi la mano.
Il Consiglio approva.
I tre Consiglieri, se sono nelle vicinanze dell'aula, possono prendere posto.
Rivolgo a nome di tutto il Consiglio regionale il saluto più cordiale alla signora che prende posto qui e ricordo anche a lei quanto ho già detto poco fa e cioè che il nostro Consiglio, con il suo ingresso, credo diventi il Consiglio dove c'è la maggior presenza di donne Consiglieri di tutte le Regioni d'Italia.
Questo mi pare un auspicio oltre che una cosa che allieta la nostra assemblea e la rende più consona ai tempi che stiamo affrontando.
I migliori auguri di buon lavoro durante la sua permanenza in questo Consiglio.
Devo ancora ricordare che per quanto attiene la convalida dei signori testé eletti, essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 del lo stralcio delle norme di regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano nei confronti dei neo Consiglieri cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Ricordo al Presidente della Giunta delle Elezioni che è tempo di convocare la riunione per procedere all'esame della condizione di ciascuno di noi, perché questo esame è tuttora ancora da fare. Sono certo che il Presidente procederà con sollecitudine a questa incombenza.
Propongo ora di non trattare gli altri punti all'ordine del giorno che sono rimasti e di convocare il Consiglio regionale non la prossima settimana, che è impegnata in tante altre cose, e anche per il fatto che non ci sono leggi licenziate dalle Commissioni, per cui ci troviamo nella condizione di avere esaurito tutte le leggi che avevamo all'ordine del giorno, salvo due che devono ancora essere esaminate dalla I Commissione.
E' perciò presumibile che ci sarà un Consiglio denso di leggi fra due settimane alla quale rinvio i Consiglieri.
Il Consiglio sarà convocato molto presumibilmente il 19 maggio, e non il 20, perché per quella data la sala è già impegnata per il Consiglio provinciale.
Circa l'ordine del giorno ci sarà una riunione dei Capigruppo che deciderà.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,05)



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