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Dettaglio seduta n.51 del 06/05/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto l'ordine del giorno che reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Interpellanze ed interrogazioni 3) Comunicazioni del Presidente 4) Sostituzione di un componente dimissionario del CO.RE.CO. di Casale Monferrato 5) Esame deliberazione Giunta regionale relativa al Regolamento organico provvisorio dell'E.S.A.P.
6) Esame deliberazione Giunta regionale relativa ad una proposta di rettifica della delimitazione dei Comprensori 7) Esame disegno di legge n. 30: "Modifiche alla L.R. 23 maggio 1975 n.
34 recante 'Concessione di contributi in conto capitale ai Comuni ed ai loro Consorzi, nonché alle Comunità montane per la formazione di strumenti urbanistici' 8) Esame disegno di legge n. 89: "Concessione di garanzia fidejussoria a favore della Società cooperativa 'Consorzio regionale Latte Verbano' " 9) Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e relativa surrogazione.
Proporrei, per ragioni ovvie, una inversione dei punti dell'o.d.g., per collocare al primo posto l'argomento iscritto al punto nono, poiché è indispensabile procedere con la maggior sollecitudine alla surrogazione dei Consiglieri dimissionari per mettere il Consiglio regionale in grado di funzionare nella pienezza delle sue disponibilità.
Vi sono obiezioni a che si proceda a questa inversione? Allora passiamo senz'altro al punto nono.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, e relativa surrogazione


PRESIDENTE

Il punto nono reca: "Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, e relativa surrogazione".
Comunico ai Consiglieri regionali di aver ricevuto tre lettere di dimissioni. Una, a firma di Valerio Zanone, è in questi termini: "Illustre Presidente, ai sensi e per gli effetti delle leggi elettorali, rassegno le dimissioni dalla carica di Consigliere regionale al fine di poter partecipare quale candidato alle prossime elezioni politiche.
Nel rinunciare al mandato desidero esprimere a Lei ed a tutti i colleghi i sensi della più affettuosa amicizia ed i più cordiali auguri di buon lavoro. Con i migliori saluti".
Una seconda, giunta successivamente, reca la firma di Lucio Libertini: "Signor Presidente, il Partito Comunista Italiano ha deciso di presentare la mia candidatura alle imminenti elezioni politiche.
In conseguenza di ciò, le comunico le mie dimissioni dalla Giunta regionale e dal Consiglio stesso e chiedo al Consiglio di prenderne atto.
Cordiali saluti".
Ho ricevuto, infine, una lettera a firma Antonio Berti: "Signor Presidente, La prego di proporre al Consiglio regionale la presa d'atto delle mie dimissioni da Consigliere regionale del Piemonte.
Ciò per accettare la richiesta del mio Partito di essere candidato per il Partito Comunista Italiano alle elezioni politiche del 20 giugno.
Questi sei anni dalla nascita delle Regioni ad oggi hanno costituito per la mia formazione di uomo politico e di amministratore pubblico, sul piano dei rapporti umani e politici, delle conoscenze specifiche su un nuovo modo di fare politica, una esperienza di grande importanza, di cui farò tesoro per la mia attività futura.
La prego, signor Presidente, di porgere i miei saluti ed auguri di buon lavoro ai Consiglieri ed al personale della Regione, con il quale ho avuto fruttuosi rapporti di lavoro in questi anni. Cordiali saluti".
I Consiglieri permetteranno che, prima di dar loro la parola e di procedere agli adempimenti, io dica qualcosa nei confronti dei colleghi che hanno annunciato le loro dimissioni per presentarsi candidati al Parlamento. Rivolgerò loro prima di tutto - e penso di poterlo fare a nome di tutti i membri del Consiglio, alcune parole non formali di saluto, di ringraziamento e di augurio.
Lasciano oggi questo Consiglio regionale tre colleghi: due che ne sono stati protagonisti fin dall'inizio della prima legislatura e uno che lo è divenuto subito nella seconda. Sembra ieri, eppure sono già passati sei anni, da quando, provenendo da esperienze e formazioni culturali e politiche diverse, cinquanta Consiglieri furono chiamati a dar vita a qualcosa che doveva rappresentare, dovrà essere, e in una certa misura già è, la pedina fondamentale di una riforma dello Stato matura assai prima del 1970 ed oggi indispensabile per rinnovare il nostro Paese. Fra questi cinquanta c'erano anche i colleghi Zanone e Berti. Il primo è stato chiamato dal suo a diventarne il Segretario nazionale, l'altro a continuare, insieme al Vicepresidente della Giunta, Libertini, in Parlamento, una lotta che non si svolge solo nelle Regioni ma anche ad un livello superiore, poiché il suo esito dipende anche e prima di tutto da come si fanno le leggi al Parlamento e dall'indirizzo politico generale del Paese. Sono certo che essi porteranno nello svolgimento del mandato nuovo che riceveranno dagli elettori quello stile del confronto severo che non tende mai a divenire uno scontro, quella ricerca di punti di convergenza sui problemi concreti, quel modo nuovo di fare politica che, malgrado tutti i nostri limiti, costituisce già un fatto nuovo e positivo della vita politica italiana. E questo lo si deve già alle Regioni e al loro modo di essere e di lavorare con il metodo della partecipazione.
Ma c'è una ragione più generale che può attenuare il rammarico di non averli più con noi, qui, nel lavoro di questa legislatura, ed è che c'è bisogno di un rinnovamento profondo, che, certo, dev'essere di linee e di politiche, prima di tutto, ma che non può non investire anche le persone che nei partiti operano a livello nazionale, in questa fase così delicata e confusa e convulsa di transizione della nostra società. Le Regioni, la nostra in particolare, devono dare un particolare contributo a questo mutamento, di una parte almeno del personale politico del nostro Paese. I colleghi che oggi lasceranno quest'assemblea potranno portare, perché ne hanno tutte le qualità, quel prezioso contributo che parte dalle esperienze compiute da loro direttamente in una realtà regionale importante, dove sono presenti tutti i più grandi e gravi problemi della società nazionale, in forme e con un'ottica e con una sperimentazione del tutto originali rispetto alla tradizionale esperienza parlamentare.
Ci aspettiamo quindi da loro e dal nuovo importante mandato nelle massime assemblee legislative del nostro Paese la- continuazione di quell'azione concreta che è necessaria per completare il processo di costruzione delle Regioni. Certo, mancheranno nell'Assemblea piemontese l'intelligenza ironica di Zanone, l'onestà intellettuale e morale e la preparazione di Berti, la capacità di lavoro e di iniziativa politica del Vicepresidente Libertini. Tutti e tre ricevano l'augurio più sincero per il nuovo mandato che li attende, e li accompagni la stima profonda di tutta l'Assemblea regionale piemontese.
Qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Credo non sia il caso di fare dichiarazioni che potrebbero suonare anche di commozione, non soltanto di pura e semplice valutazione, anche perché le cose che possiamo dire nei confronti dei tre colleghi che hanno presentato le loro dimissioni oggi le potremo ripetere per quei colleghi che lo faranno nelle ore successive.
Come soci fondatori, consentitemi questa espressione, della Regione siamo veramente dispiaciuti che la spada, pur necessaria, tagli i papaveri più alti di questo Consiglio regionale, e li tagli a ragion veduta, non perché si tratti delle persone da far fuori ma perché si tratta di coloro che hanno espresso il meglio nel Consiglio e quindi devono essere chiamati a compiti maggiori.
Noi ci auguriamo che i colleghi, quelli di oggi e quelli dei prossimi giorni, che assumeranno responsabilità a livello parlamentare, vorranno mantenere il costante tramite con l'istituto regionale, e non soltanto per una pura forma di cortesia che sappia di ricordo ma perché siamo tutti coscienti che il raccordo diretto fra Parlamento e Regioni potrà realmente dare l'avvio alla risoluzione di quei problemi angosciosi che il nostro Paese deve ancora oggi affrontare.
Auguri, dunque, ai colleghi che se ne vanno.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo doveroso da parte mia alcune brevi e sentite considerazioni in rapporto alle tre dimissioni annunciate.
Nei confronti del collega Zanone, i lunghi anni che ci hanno visto in contrasto all'interno, e poi, per le note vicende, in contrasto all'esterno, non hanno mai incrinato i rapporti di stima personale e per quello che insieme abbiamo cercato di costruire, di realizzare. Certi valori rimangono inalterati, indipendentemente dalle assunzioni di responsabilità in coscienza fatte. Le parole che lei, signor Presidente, ha dedicato all'opera da lui svolta qui fin dai tempi della elaborazione dello Statuto, in difesa dei valori di una classe che in certi momenti non ha saputo esprimere esattamente le sue istanze politiche mi fanno piacere e sono la dimostrazione più evidente del clima che in sei anni si è venuto instaurando in questa assemblea, So - chi lo sostituirà - lo voglio dire con estrema serenità, indipendentemente da quelle che io considero formule di rito - è persona estremamente degna e valida, e saprà, nel confronto, e anche nello scontro su singole posizioni, arricchire questo Consiglio regionale di valori in cui indubbiamente l'elettorato che lo ha espresso si potrà riconoscere.
Per il collega Libertini, che ho conosciuto molto intensamente pur in questo brevissimo arco di tempo, prima stando all'opposizione e poi soprattutto dopo essere entrato a far parte della maggioranza, provo viva riconoscenza per aver egli contribuito con tutti noi a dare all'istituto regionale una sua funzione ed una sua dimensione, con impegno indubbiamente diuturno. L'aver retto l'Assessorato affidatogli nel momento di drammatica crisi economica che la nostra Regione e il Paese tutto stanno attraversando e aver saputo sciogliere cosi gran numero dei nodi di tensione che esistevano nel nostro tessuto è indubbiamente un merito di cui egli pu gloriarsi.
L'amico Berti - e l'espressione è in questo caso particolarmente sentita - ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo assai da vicino. Da lui ho imparato molto, voglio dirlo, prima stando all'opposizione insieme a lui, poi, ulteriormente, da quando siamo diventati maggioranza. E' stato un insegnamento di durezza di impegno, di serietà. Nella vita, di tanto in tanto, esistono punti sui quali vale la pena di misurare se stessi e le proprie capacità. E devo dire che nei confronti del collega Berti questo è stato, dal punto di vista della serietà d'impegno politico, di intuizione di capacità di saper trovare sempre anche nella durezza il momento costruttivo, è stato un insegnamento che a 44 anni è anche giusto riconoscere in un momento come questo, in cui, sia pur senza cadere nel patetico, si devono porre in risalto certi valori umani che costituiscono quel patrimonio in virtù del quale si è liberi, si è democratici, si è pluralistici e si contribuisce anche così a dare una maggior dignità alla dura fatica, molte volte misconosciute, che cerchiamo di portare avanti quotidianamente non per deleghe dei grandi ma per deleghe di tanti piccoli.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Paganelli, Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, siamo ai primi distacchi che la campagna elettorale determina in questo Consiglio, e i distacchi di una parte del corpo hanno sempre un che di doloroso.
Gli anni trascorsi dal 1970 ad oggi hanno lasciato in molti di noi un segno: un segno di amicizia, di cordialità, di simpatia, anche fra appartenenti a diverse formazioni politiche, direi anzi particolarmente fra appartenenti a diverse formazioni politiche. Il discorso mi sembra valga soprattutto per i colleghi Zanone e Berti, con il quale ultimo specialmente siamo stati protagonisti, da diverse posizioni, di battaglie civili democratiche.
Per quanto riguarda il collega Libertini penso che il miglior elogio che possa venirgli da un Consigliere regionale che è quello che ha lasciato l'Assessorato poi a lui affidato nel luglio del 1975 sia insito in questo riconoscimento: il collega Libertini, di diversa formazione politica, si è collocato, in quel settore della vita regionale, in una posizione non di netto contrasto con quanto era stato fatto precedentemente, ma di continuità, pur nella diversità ideologica, pur nella diversità d'impostazione, un insegnamento che non da tutti è stato seguito.
L'atmosfera di questo momento è certamente un'atmosfera di simpatia e anche di commozione, ed ha portato il Presidente del Consiglio regionale a ricordare tutta la nostra esperienza di questi sei anni, a ricordare determinate posizioni. Anch'io, a nome del Gruppo della Democrazia Cristiana, debbo ricordare quale è stato il ruolo del nostro Partito, il ruolo del nostro Gruppo, nei momenti in cui è stato maggioranza e nei momenti in cui è stato all'opposizione. E certo, questo, un momento meditativo, che serve e servirà per tutti.
L'atmosfera in cui questi distacchi avvengono io penso sia un auspicio e un monito per l'imminente campagna elettorale: l'auspicio e il monito che questa competizione elettorale si svolga in un clima di grande civiltà e di grande rispetto tra le forze politiche. E soprattutto il fatto che a questa competizione partecipino i colleghi che hanno una lunga esperienza regionale significa che nel nuovo Parlamento della Repubblica ci saranno uomini che hanno vissuto dal sorgere e dal vivo l'esperienza regionale e che certamente con la loro intelligenza e la loro capacità daranno un contributo notevole per far sviluppare e far camminare quella riforma regionale che è stata la più grande riforma avviata nel nostro Stato negli ultimi anni.
Ai tre colleghi che lasciano quest'aula rivolgo l'augurio di un immancabile successo nella loro campagna elettorale.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, io sono uno degli ultimi arrivati in questa onorevole assemblea, tuttavia l'anno che abbiamo trascorso assieme mi ha consentito di conoscere profondamente i compagni e colleghi che adesso ci lasceranno e vorrei esprimere loro, a nome del Gruppo socialista, in questa ora di commiato, il più fervido, fraterno, sincero saluto.
E con il saluto vorrei fare intanto l'augurio che taglino vittoriosamente i traguardi che i loro partiti gli hanno teoricamente assegnati, mentre per quanto riguarda il nuovo mandato in cui saranno chiamati a svolgere la propria attività siamo in grado di prevedere una brillante carriera perché conoscendo il valore dei colleghi che ci lasciano siamo tranquilli sulla loro capacità di rappresentare bene la Regione Piemonte, anche se fuori da questo ambiente.
A questi nostri colleghi esprimo l'augurio sincero del Gruppo del P.S.I.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robaldo. Ne ha facoltà.



ROBALDO Vitale

Signor Presidente, signori Consiglieri, io mi trovo a disagio a parlare perché solo per motivi tecnici non abbiamo dato le dimissioni assieme all'amico Gandolfi, dimissioni che verranno presentate alla Presidenza nella giornata di oggi.
Anche se il Presidente ha detto che il momento doveva essere scevro da una certa emotività, indubbiamente negli interventi di tutti quelli che mi hanno preceduto c'è stato un sottofondo di emotività che non possiamo assolutamente sottacere. Io mi trovo, anche su un piano sentimentale, in una posizione estremamente delicata, come matricola di questo Consiglio mi sono trovato in mezzo ad un rimescolamento conseguente al voto del 15 giugno che, oltre ad esaltare certe posizioni politiche ha posto in maggiore evidenza quelle che erano le capacità personali politiche tecniche e amministrative dei membri di questo Consiglio, sia di maggioranza, sia di opposizione.
L'inizio di questa seconda legislatura regionale è stato un crogiuolo che ha fatto emergere da questa situazione del tutto nuova e quasi imprevedibile le personalità, le forze, gli indirizzi ai quali noi permettetemi, soprattutto io, non eravamo preparati. Ebbene, nel momento in cui dobbiamo salutare i tre amici che sono, senza offesa per nessuno, tra i nomi più prestigiosi di questo Consiglio per quello che hanno fatto dall'inizio della costituzione della Regione Piemonte ad oggi e per quello che è stato il fattivo, proficuo, intelligente inserimento del collega Libertini in questa seconda tornata, nel momento in cui salutiamo questi amici io dico che questa assemblea può andare orgogliosa perché i candidati che andranno ad affrontare la competizione elettorale daranno un contributo notevole per risolvere i problemi anche sul piano nazionale. Noi diciamo che (io parlo da posizione insospetta e non certamente per piaggeria) se riusciamo a trasferire anche sul piano nazionale un po' di quell'impegno di quella serietà che il Consiglio regionale e le Giunte susseguitesi dal momento della costituzione della Regione hanno dimostrato, operando a livello piemontese, diamo un contributo che non ci deve vedere in questo momento sentimentalmente quasi scossi, ma ci deve dare il conforto della certezza che domani, anche sul piano nazionale, ci sarà un valido contributo.
Per il resto mi associo a quanto ha detto il Presidente del Consiglio e ringrazio gli amici per il contributo che hanno dato a questo consesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, se negli interventi che mi hanno preceduto era trasparente (in molti casi anche dichiarato) l'imbarazzo, il dispiacere per queste partenze - perché di partenze si tratta - io penso che questo imbarazzo, questo dispiacere sia tanto più forte per me personalmente e per Gruppo comunista per una serie di ragioni che molto brevemente vorrei illustrare.
Personalmente perché a questa fase di addii che hanno in sé una componente umana, (lo rileviamo anche nella sincerità delle cose che sono state dette, nel modo in cui sono state dette) non credevo di dover arrivare dopo appena nove mesi di esperienza in questo Consiglio regionale soprattutto non credevo che le elezioni anticipate portassero via, in particolare al nostro Gruppo, e certo anche a tutti gli altri, ma permettetemi di soffermarmi in particolare sul nostro Gruppo, due compagni due amministratori, due personalità politiche del rilievo dei compagni Libertini e Berti.
Mi scuso quindi se imbarazzo e dispiacere non mi permetteranno di essere molto chiaro, anzi, forse il mio intervento sarà un pochino spezzettato. Certo una cosa mi sembra di dover dire: tutte le istituzioni al loro interno creano un clima per cui ci si sente poi, al di là delle divisioni politiche, dei confronti politici, di una stessa famiglia.
Le considerazioni che facciamo derivano in maniera diretta dalla coscienza che in fondo il compagno Berti, il compagno Libertini, il Consigliere Zanone (io non ho avuto modo di conoscerlo molto, ma penso di poter parlare anche di lui) sono stati dei protagonisti attivi, dei fautori convinti di una esperienza che abbiamo fatto tutti assieme e che ha tentato, dal 1970 in poi, d'individuare nella Regione un nuovo modo di governare, un nuovo modo di dare allo Stato italiano una sua struttura democratica articolata. Quindi questo non è solo un addio dell'istituzione ma è soprattutto il dispiacere di vedere andar via dei personaggi che hanno grandemente contribuito alla costruzione della Regione.
Mi sembra che sia scontato il discorso del grande e anche straordinario contributo politico che è stato dato dal compagno Berti e dal compagno Libertini, certamente anche dal Consigliere Zanone, io però vorrei soffermarmi in particolare su quelli del nostro Gruppo che conosco di più.
Il loro è stato un contributo politico che ha dato un rilievo oggettivo alla nostra Regione e qui in particolare vorrei soffermarmi sui nove mesi dell'esperienza del compagno Libertini, e penso di poter parlare non solo a nome del Gruppo comunista, ma a nome di tutto il Consiglio: la partenza di Libertini è una grande perdita perché con la sua azione abbiamo ritrovato un modo di porsi della Regione che è stato di grande importanza.
Quanto poi al compagno Berti le considerazioni sono ancora di tipo diverso e mi sia permesso di parlarne come chi è arrivato qui nove mesi fa e che come altri del mio Gruppo ha trovato nel compagno Berti una guida sicura, ma soprattutto un amico costante, un compagno nel vero senso della parola, il quale ci ha dato, insieme ad un indirizzo politico e ad un insegnamento costante e continue, anche un grande aiuto sul piano umano.
Ritengo che tutto il Consiglio sia d'accordo con me nell'apprezzare la sua straordinaria umanità che forse (le voglia dire apertamente) a volte si manifestava anche con atteggiamenti di persona con carattere particolarmente estroverso, ma che era caratteristica di una umanità che deve sempre, secondo me, accoppiarsi alla politica; è un modo di fare politica per farsi capire dalla gente.
La partenza del compagno Berti dal Gruppo è per noi tutti una grossissima perdita, di questa ne siamo coscienti, ma riteniamo che il portare questi due compagni, con il loro grande rilievo politico, al Parlamento e al Senato sia una scelta giusta.
Come colmare però questa perdita? Innanzi tutto, se veramente abbiamo imparato qualcosa dai compagni Libertini e Berti, soprattutto da Berti dovremo cercare di dare tutti un contributo ancora maggiore per far sì che se non potremo rimpiazzarli, perché non sarà certamente facile, ci sia comunque un adeguato impegno da parte nostra.
Il compagno Berti è stato non solo un socio fondatore della Regione, ma un convinto assertore e la prima cosa che noi nuovi del Gruppo ci siamo sentiti dire è stata proprio quella che si deve operare per fare della Regione un momento attivo, ad un livello politico nuovo e di grande impegno, non solo di decentramento. Queste cose che ci sono sempre state dette da Berti le dobbiamo applicare con il nostro impegno, ma nello stesso tempo all'anno la garanzia che la presenza di questi due compagni così qualificati a livello parlamentare, ci sarà di grande aiuto.
Il saluto in fondo è tutto qui, altre cose forse è inutile dirle se non esternare il nostro sincero rammarico di vedere andar via un compagno (io parlo soprattutto del Capogruppo) che ci ha guidati, che ci ha insegnato a stare su questi banchi.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, se ne vanno al Parlamento, "salgono" Berti Libertini e Zanone



CALSOLARO Corrado

Salgono?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

"Salgono", perché è presumibile che debba esserci un certo salto, le istituzioni hanno una loro logica che noi individuiamo in quel termine.
Io non voglio aggiungere molto a quanto è stato detto. Di Zanone è stata rilevata la preparazione, il contributo che ha dato costantemente con serietà, con impegno in tutti questi anni che l'hanno poi visto assumere la carica di Segretario del partito liberale.
Di Libertini è stato sottolineato, giustamente, l'apporto di novità che ha dato all'interno della Giunta regionale. Vorrei aggiungere che egli ha portato all'interno della Giunta e del Consiglio regionale un elemento assai importante, la fantasia.
Libertini in questi mesi, attraverso la sua opera, ha aperto nuove frontiere alla Regione, dialogando costantemente col mondo del lavoro, col mondo imprenditoriale, allargando una visione che spesso era ripetitiva di quella dello Stato, cioè burocratica, contro la quale ci eravamo sempre battuti, e che col suo apporto, con la sua fantasia, egli ha portato ad essere realtà. E' noto il suo contributo alla conferenza per l'occupazione gli investimenti e lo sviluppo, sono noti i suoi studi in materia economica negli ultimi mesi, è noto il suo apporto alla redazione del piano di sviluppo regionale. E di questo gli siamo estremamente grati.
Con Berti abbiamo vissuto sei anni all'interno del Consiglio regionale e vogliamo sottolineare il ruolo che egli ha svolto nella difesa delle autonomie, nel rifiuto di ogni clientelismo, nella costruzione di un nuovo modello che poi si è esplicitato attraverso l'iniziativa, il programma l'impegno che il nuovo Governo ha assunto nell'agosto del 1975.
Nel confronto spesso Berti è stato aspro. Si dice che la politica è costantemente tensione e costantemente scontro, ed è vero, però dobbiamo dire che il confronto e lo scontro, sono stati costruttivi, positivi, hanno sempre trovato un momento di sintesi, di intesa, e questo è il lato più bello che oggi voglio rilevare nell'opera da te svolta nel corso di questi sei anni: nel momento in cui tutto sembrava dovesse crollare perché lo scontro si era fatto più aspro, la tua dialettica politica riusciva a modificare situazioni che sembravano immodificabili, all'interno del Consiglio regionale, tra le forze politiche. E questo mi sembra il lato più significativo.
Debbo dire anche, con tutta chiarezza, che da lungo tempo si sapeva della partenza del Vicepresidente Libertini, il quale ritornava in Parlamento da dove era venuto; si sapeva anche di Zanone che, Segretario nazionale del PLI, evidentemente aveva da giocare un suo ruolo in sede nazionale; ma la vera, autentica novità, Berti, è stata la tua ascesa a senatore. Sul momento, diciamolo pure, la cosa ci ha preoccupati, ma poi ci siamo convinti che con la tua partenza, con quella di Libertini, con quella di Zanone, non si apra alcun vuoto, nel senso che l'esperienza che avete maturato qui, costituisce una forma ideale e pratica di collegamento fra l'istituto regionale ed il Parlamento. Sono certo che saprete superare le difficoltà rappresentate da un Parlamento non limitato a 60 componenti, ma composto di 330 membri al Senato e di 630 alla Camera e l'apporto che darete sarà significativo ed interessante proprio per l'esperienza che avete maturato : la costruzione dell'autonomia regionale avrà in voi un valido contributo in sede nazionale proprio per quanto avete dato in questi sei anni al Consiglio regionale del Piemonte.
Quindi non vi diciamo addio, e questo filo conduttore, che ci ha visti presenti attraverso un continuo serrato dialogo, sarà lo stesso che ci vedrà presenti idealmente al Parlamento dove voi andrete a rappresentare la comunità regionale piemontese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare Vicepresidente Libertini. Ne ha facoltà.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Ringrazio il Presidente del Consiglio ed i colleghi per le cortesi ed affettuose espressioni.
Lascio con rincrescimento il mandato di Consigliere regionale sia perché ciò comporta almeno un mutamento dei miei rapporti con Torino e col Piemonte, una città e una regione nelle quali è profondamente radicata la mia vita, sia perché la mia partenza significa abbandonare un'opera intrapresa, io credo importante, che però verrà continuata e della quale ora appena si vedono i primi risultati.
Ciò avviene non per una mia scelta personale: secondo il costume del nostro partito, dei comunisti, si tratta di una scelta collettiva collegata ad una logica politica e rapportata ad una situazione nuova e grave che tutte le forze politiche si trovano a dover affrontare.
Voglio anche dire però che in questa scelta collettiva, alla quale io partecipo come limitante, non vi è soltanto una diversa dislocazione delle forze, ma vi è un'altra logica che è quella di un processo di crescita e di rinnovamento; esistono delle forze giovani che entreranno tra qualche minuto in questa aula, esistono delle forze giovani che sono sui banchi che faranno delle esperienze, probabilmente anche a livello di Giunta, ed io credo che questo sia un aspetto positivo, sia l'altra faccia della medaglia rispetto al passaggio di alcuni di noi (se gli elettori saranno d'accordo) a un altro livello dell'attività istituzionale.
In questa situazione a me preme fare due considerazioni politiche soltanto: la prima è che in questi mesi di lavoro noi abbiamo instaurato un metodo che consiste nel fare della Regione non solo un'istanza amministrativa, ma un vero e proprio governo, cioè, come detta la Costituzione, una parte dello Stato. La Regione è oggi un interlocutore che è tanto più forte perché affonda le sue radici, con la Giunta in carica nel consenso delle grandi masse popolari e per questo può avere rapporti con tutte le parti sociali.
Mi consentirete di dire in questo momento che a torto, all'esterno di questo Consiglio, su qualche giornale si sono personalizzati certi aspetti dell'attività della Giunta, ma questa linea che parte dalla Conferenza dell'occupazione e giunge al piano nei contenuti che discuteremo, che è una linea di rapporto col mondo imprenditoriale e con tutte le parti sociali per un progetto di cambiamento del Piemonte, è una linea che viceversa appartiene a tutti i partiti che formano la Giunta, è un'espressione collettiva ed io sono sicuro che questa linea non solo non verrà attenuata ma verrà anzi rafforzata nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
La seconda considerazione politica è che qui è cresciuto, nel Consiglio regionale, un rapporto importante che è necessario consolidare. Nell'estate scorsa abbiamo costituito una Giunta paritaria fatta dalla metà dei Consiglieri. Fin dal primo momento dichiarammo che volevamo però praticare una politica di larghe aperture di rapporto, lavorare insieme con tutto il Consiglio.
Credo che questo si sia cominciato a realizzare in questi mesi, che questa larga apertura sia stata realizzata anche nel metodo e che tutto il Consiglio si senta protagonista della vicenda regionale. E ciò è importante non solo per quella tolleranza e quel rispetto delle idee altrui senza le quali non vi è democrazia, e non perché si voglia con ciò spegnere la dialettica sociale e politica necessaria, ma è importante, signori Consiglieri. perché l'impegno comune nostro in quest'aula è quello di preservare e rafforzare il quadro democratico che nasce dal patto antifascista e costituzionale. Contro questa linea che mantenendo una dialettica tra le varie parti ricorda però una matrice comune, che è quella della Resistenza, dell'antifascismo e della Costituzione, si scatenano oggi la violenza, gli attacchi, le provocazioni, la strategia della tensione, ma maggiore è stato e credo sarà l'impegno di tutti nei prossimi mesi. Ed in questo senso, nel vuoto che le elezioni politiche aprono, la funzione delle Regioni può essere di grande rilievo.
Tutti dobbiamo ricordarci, e non lo dimenticheremo nella campagna elettorale, che ciascuno di noi ha posizioni diverse, che deve manifestarle; queste posizioni si confrontano, ma la vita non finisce il 20 giugno e ci ritroveremo all'indomani del 20 giugno con tutti i problemi sul tavolo che abbiamo adesso, e per risolverli sarà necessaria una politica di unità e di collaborazione tra le forze democratiche e antifasciste.
Con questo animo io rivolgo un saluto alla Presidenza del Consiglio che ha diretto con tanta efficacia e cortesia i nostri lavori, ai colleghi della Giunta con i quali abbiamo lavorato in questi mesi in spirito di fraterna unità, ai compagni del Gruppo comunista che hanno dato un contributo essenziale ai lavori di questa assemblea e un saluto all'opposizione nella convinzione che la critica che viene dall'opposizione, non solo il suo consenso, è un elemento essenziale per la vita dell'assemblea e per lo sviluppo della democrazia. Ed io vorrei qui consentitemelo, chiudere, ringraziando l'opposizione per il suo contributo ma anche per la sua critica perché ciò che noi stiamo costruendo, anche partendo dalle Regioni, e una società nella quale il pluralismo e la democrazia si allargano alla partecipazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Sono grato al mio partito per l'onore che mi fa di considerarmi capace di rappresentalo nelle sue liste alle prossime elezioni politiche.
E' una scelta che abbiamo fatto assieme e le valutazioni del mio partito sulla mia attività mi rendono fiero, le ho accettate con molto interesse e col fermo proposito di operare, se ciò mi sarà consentito, al nuovo livello, col massimo impegno.
Sono profondamente grato a tutti i colleghi che stamattina hanno preso la parola, dal Presidente del Consiglio al Presidente della Giunta, a Cardinali, a Rossotto, a Paganelli, a Robaldo, al mio compagno Bontempi, a Bellomo per le espressioni che hanno avuto nei miei confronti.



(Applausi dai banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Dobbiamo ora procedere alla presa d'atto delle dimissioni.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni presentate dal Consigliere Valerio Zanone alzi la mano.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni presentate dal Consigliere Libertini alzi la mano.
Chi è d'accordo di prendere atto delle dimissioni presentate dal Consigliere Berti alzi la mano.
Il Consiglio prende atto.
Ho ricevuto delle lettere di Consiglieri che dovrebbero subentrare e che rinunciano alla loro elezione. Queste lettere le consegnerò alla Giunta delle Elezioni che opportunamente si convoca per esaminare tutti gli atti e i documenti che seguono. Contemporaneamente convoco anche la Commissione per le nomine in modo da poter lavorare congiuntamente e risolvere così alcuni problemi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,45, riprende alle ore 11,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Leggo i verbali delle conclusioni a cui è giunta la Giunta delle Elezioni.
"Il giorno 6 maggio 1976 alle ore 10,50 si riunisce presso la sala del Consiglio regionale la Giunta delle Elezioni. Presiede il Presidente Rossotto.
Sono presenti i seguenti Consiglieri: Bono, Fonio, Rossi, Colombino Besate e Dadone.
Il Presidente Rossotto riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio regionale in data odierna alle dimissioni del Consigliere regionale Zanone Valerio, occorre procedere ai sensi dell'art.
16 della legge 17.2.1968, n. 108 alla surrogazione del Consigliere dimissionario.
Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato, a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del PLI e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nel gruppo del PLI nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il signor Marchini Sergio, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Zanone Valerio subentra, ai sensi dell'art.
16 della citata legge n. 108, il signor Marchini Sergio, primo escluso nella lista del PLI e nella circoscrizione di Torino".
Propongo che il Consiglio regionale prenda atto.
Chi è d'accordo alzi la mano.
Il Consiglio regionale prende atto.
La Giunta delle Elezioni è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Zanone Valerio con il signor Marchini Sergio, sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 53 n. 62.
Chi è d'accordo con questa proposta alzi la mano.
La proposta è approvata.
(Provvederò, al termine degli altri verbali, ad invitare il Consigliere Marchini a prendere posto).
Secondo verbale. Risparmio le frasi preliminari.
Il Presidente Rossotto riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere regionale Libertini Lucio, occorre procedere ai sensi dell'art. 16 della legge 17.2.1968 n. 108 alla surrogazione del Consigliere dimissionario.
Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato, a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del PCI e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto del gruppo del PCI nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il signor Blandino Vincenzo, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
Poiché il signor Blandino Vincenzo ha rinunciato all'elezione a Consigliere regionale con lettera datata 5.5.76 la cui firma autografa risulta autenticata dal notaio Sicignano Mario di Susa e dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che nel gruppo del PCI, nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente il signor Caramassi Carlo, a questi deve essere attribuito il seggio vacante ma poiché il signor Caramassi Carlo ha rinunciato all'elezione a Consigliere regionale con lettera datata 5.5.76, la cui firma autografa risulta autenticata dal notaio Sicignano Mario di Susa e dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che nel gruppo del PCI, nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente il signor Fabbri Vincenzo, a questi deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Libertini Lucio subentra, ai sensi dell'art.
16 della citata legge n. 108, il signor Fabbri Vincenzo, primo escluso nella lista del PCI dopo le rinunce di cui sopra, e nella circoscrizione di Torino.
Propongo che il Consiglio regionale prenda atto che il Consigliere Fabbri Vincenzo è il primo escluso, dopo quelli che hanno rinunciato, nella lista del PCI per la circoscrizione di Torino.
Chi è d'accordo alzi la mano.
Il Consiglio regionale prende atto.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Libertini Lucio con il signor Fabbri Vincenzo, sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 1953 n. 62.
Chi è d'accordo alzi la mano.
La proposta è approvata.
Terzo verbale.
Il Presidente Rossotto riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere regionale Berti Antonio, occorre procedere ai sensi dell'art. 16 della legge 17.2.1968 n. 108 alla surrogazione del Consigliere dimissionario.
Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato, a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del PCI e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nel gruppo del PCI nella circoscrizione di Torino segue immediatamente la signora Dato Margherita alla quale deve essere attribuito il seggio vacante. Poiché la signora Dato Margherita ha rinunciato all'elezione da Consigliere regionale con lettera datata 5.5.76 autenticata dal notaio Sicignano Mario di Susa e dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che nel gruppo del PCI, nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente la signora Marchiaro Maria, a questa deve essere attribuito il seggio vacante.
Propongo quindi di prendere atto di questa designazione.
Chi è d'accordo alzi la mano.
Il Consiglio regionale prende atto.
La Giunta delle Elezioni esprime l'avviso che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Berti Antonio con la signora Marchiaro Maria, sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art.
49 della legge 1953 n. 62.
Chi è d'accordo alzi la mano.
La proposta è approvata.
Per quanto attiene alla convalida dei signori testè eletti, ricordo che essa viene devoluta ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di regolamento alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano nei confronti dei neo Consiglieri cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto la Giunta delle elezioni riferirà in Consiglio.
A questo proposito ricordo che bisognerà fare questa operazione per tutti i 60 Consiglieri perché non è ancora avvenuta e adesso vi sono tutte le condizioni perché la Giunta delle Elezioni possa procedere a questo complessivo esame della condizione di convalida dei Consiglieri regionali.
Se i Consiglieri neo eletti sono nei pressi dell'aula li invito a prendere posto nell'aula del Consiglio, e rivolgo loro il benvenuto e l'augurio di buon lavoro in questo consesso che ha vissuto stamani un momento di intensa commozione e di viva partecipazione alle fortune del nostro Consiglio regionale, sicuri tutti quanti che potranno svolgere il loro incarico e sostituire degnamente coloro che ci lasciano.
Vi sono numerose richieste, da parte dei Gruppi, di fare in modo di concludere i nostri lavori questa mattina, sia pure sul tardi perché, se non erro, ci sono anche incombenze di carattere pubblico: insediamento dell'ESAP a Verbania, riunioni dei partiti per la designazione delle candidature. Bisognerebbe perciò dare un andamento sollecito ai nostri lavori e di fare qualche scelta perché i punti all'ordine del giorno non potremo farli tutti.
Cominciamo con quelli che, da tutti i punti di vista, hanno qualche esigenza di priorità.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Produzione e trasformazione dei prodotti - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 89 "Concessione di garanzia fidejussoria a favore della società cooperativa Consorzio regionale Latte Verbano"


PRESIDENTE

Suggerirei d'incominciare con l'esame del disegno di legge n. 89 "Concessione di garanzia fidejussoria a favore della società cooperativa Consorzio regionale Latte Verbano" perché mi è stato fatto presente che se non approviamo entro oggi questo disegno di legge, salta in aria persino la possibilità che tutto possa procedere con l'autorizzazione del Ministero.
Vi sono obiezioni a questa procedura?



RASCHIO Luciano

Chiederei di tenere anche in conto nella programmazione dei nostri lavori della nomina del nuovo membro in luogo di quello dimissionario del CO.RE.CO. di Casale Monferrato, perché è molto importante.



PRESIDENTE

Va bene. Cominciamo allora con il disegno di legge n. 89.
Relatore è il Presidente della I Commissione, Rossi, che ha facoltà di parlare.



ROSSI Luciano, relatore

Il disegno di legge in esame prevede una deroga alle disposizioni contenute nell'art. 15 della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17, relativo alla concessione della garanzia sussidiaria del fondo interbancario di garanzia, di cui all'art. 36 della legge 2 giugno 1961, n. 454, della garanzia fidejussoria regionale, solo successivamente all'intervento sussidiario del fondo interbancario di garanzia e all'aver esperito, da parte degli Istituti mutuanti, tutte le procedure di riscossione coattiva sui beni dei mutuatari inadempienti.
La deroga prevista dal disegno di legge in esame consiste nella concessione diretta della garanzia fidejussoria regionale, senza condizionarla alla preventiva concessione della garanzia sussidiaria del fondo interbancario.
Tale deroga si è resa necessaria per la concessione della fidejussione regionale al Consorzio regionale Latte Verbano, per le difficoltà che il medesimo incontra nell'accensione, con Istituti di Credito agrario, di un mutuo ventennale di 800 milioni, sul quale, peraltro, la Regione ha concesso un contributo in conto interesse.
Questo Consorzio, costituitosi tra allevatori associati, rappresenta una delle strutture portanti del sistema regionale per la lavorazione e la commercializzazione del latte, per il quale la politica di piano prevede la necessità di operare insieme con altre imprese a carattere cooperativo e con le Centrali del latte di Torino e di Alessandria, dove esiste una rilevante partecipazione pubblica.
A questo punto occorre rilevare che l'intervento regionale, a favore del Consorzio Latte Verbano non è limitato soltanto alla concessione del contributo in interessi sul mutuo e della relativa garanzia fidejussoria ma si estende anche alla concessione di un contributo in capitale per i rimanenti 800 milioni, occorrenti per l'acquisto del complesso industriale lattiero della SpA "Produttori latte" di Novara.
Questo massiccio intervento regionale diretto all'acquisizione del complesso industriale lattiero è stato sollecitato dalle più svariate forze sociali e politiche: Organizzazioni agricole e cooperative, Associazioni di allevatori, Organizzazioni sindacali dei lavoratori e Partiti politici, in quanto un'eventuale cessazione dell'attività di detto complesso, o l'acquisto del medesimo da parte di privati, avrebbe potuto avere riflessi negativi sia sul piano dell'occupazione dei 109 dipendenti attualmente impiegati nello stabilimento, sia nei confronti dei produttori di latte.
Il disegno di legge in esame non comporta ulteriori spese, in quanto al relativo onere, valutato in 70 milioni annui, si provvede con gli stanziamenti autorizzati ai sensi dell'art. 20 della citata legge regionale 2 luglio 1974, n. 17.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola? Il Consigliere Chiabrando, ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Prendo la parola soltanto per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo, perché, tra l'altro, si tratta della conclusione di un'operazione già avviata dalla precedente amministrazione e di un adempimento richiesto dalle banche, in quanto non si sono ritenute sufficientemente coperte da quel tipo di fidejussione che noi avevamo previsto nella legge.
Quindi il voto è favorevole, con la speranza che si concluda presto questa operazione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto. Passiamo pertanto alla votazione degli articoli.
"Articolo 1 - In deroga alla disposizioni di cui all'art. 15 della legge regionale 2 luglio 1974, n.17, può essere concessa, da parte dell'amministrazione regionale, una fidejussione per un mutuo di 800 milioni, agevolato dal contributo in conto interesse di cui all'art. 8 della legge regionale medesima da contrarsi dalla Società cooperativa 'Consorzio regionale Latte Verbano. ' La fidejussione verrà prestata per la differenza tra l'ammontare del mutuo e la garanzia reale offerta per 50 milioni dalla Società mutuataria.
La fidejussione è solidale ed indivisibile con la Società cooperativa mutuataria e concerne il pagamento, da parte della Regione, di ogni singola annualità lorda di ammortamento derivante dal contratto di mutuo, con rinuncia al beneficio del termine di cui all'art. 1957, primo comma, del Codice Civile ed alla preventiva escussione della Società cooperativa mutuataria".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Comunico intanto che il Consiglio regionale verrà convocato sabato alle ore 15 per la presa d'atto delle dimissioni dei Consiglieri che eventualmente volessero usufruire di tutto il periodo di tempo loro concesso dai dispositivo di legge che prevede sette giorni dalla data di scioglimento delle Camere, esattamente avvenuta il 1° maggio di quest'anno e che quindi si conclude con l'8 di maggio. Affinché tutti i Consiglieri siano messi nelle condizioni di avere la presa d'atto come hanno avuto i tre Consiglieri di questa mattina, il Consiglio regionale viene convocato per le ore 15 di sabato prossimo.



ROSSI Luciano

Scusi, Presidente, ma non era possibile tenere seduta nella tarda mattinata di sabato?



PRESIDENTE

E' per evitare di dover convocare un'altra volta il Consiglio regionale e di offrire nello stesso tempo a tutti i Partiti politici il tempo sufficiente per esaminare ancora ciò che devono esaminare.



CARAZZONI Nino

E se ci fossero delle dimissioni dopo le ore 15?



PRESIDENTE

A questo punto il Consigliere si affida alla sola interpretazione della legge che consente di ritenere le dimissioni, anche solo consegnate valide. Noi non abbiamo invece voluto creare soluzioni di continuità tra le dimissioni ed il reintegro.
"Articolo 2 - Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in L. 70 Milioni annui, si provvede con gli stanziamenti autorizzati ai sensi dell'art. 20 della legge regionale 2 luglio 1974, n.
17".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art.
45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 89 è approvato.


Argomento: Comprensori

Esame deliberazione Giunta regionale relativa ad una proposta di rettifica della deliberazione dei Comprensori


PRESIDENTE

Proporrei di passare ora all'esame di un altro punto che si pu esaurire rapidamente, il punto sesto dell'o.d.g.: "Esame deliberazione Giunta regionale relativa ad una proposta di rettifica della delimitazione dei Comprensori".
Dò lettura del progetto di deliberazione: "Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 70/CR 1870 del 9/3/1976, concernente la delimitazione dei Comprensori constatato che il Comune di Comignago, per il passaggio di alcuni Comuni dal Comprensorio di Verbania al Comprensorio di Novara, rappresenta un enclave del Comprensorio di Verbania in quello di Novara vista la deliberazione del Comune di Comignago, pervenuta in data 25/3/1976, in cui si richiede l'inserimento nel Comprensorio di Novara ravvisata l'opportunità di aderire alla richiesta medesima la Giunta regionale, unanime, delibera di proporre al Consiglio, in rettifica alla deliberazione in oggetto, l'inserimento del Comune di Comignago nel Comprensorio di Novara".
Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, la proposta di delibera della Giunta ha una sua incontestabile validità. L'astensione che io dichiarerò non concerne pertanto il merito del progetto stesso ma è unicamente un richiamo per coerenza alla posizione che la Destra nazionale ha sempre assunto in ordine al problema dei Comprensori.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Passiamo pertanto alla votazione, per alzata di mano.
La deliberazione è approvata da tutti i presenti, salvo un astenuto.


Argomento: Enti strumentali - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale relativa al Regolamento organico provvisorio dell'ESAP


PRESIDENTE

Un altro punto che non dovrebbe richiedere una lunga discussione è quello al punto quinto dell'o.d.g.: "Esame deliberazione Giunta regionale relativa al Regolamento organico provvisorio dell'ESAP".
Dò lettura del testo di delibera: "Vista la legge regionale 24/4/1974, n. 12, che istituisce l'Ente di Sviluppo agricolo del Piemonte visto l'art. 12 della legge istitutiva riguardante il regolamento organico vista la legge regionale 26 maggio 1975, n. 35, che ha fissato la dotazione organica del personale dell'Ente vista la proposta di regolamento organico provvisorio predisposta dall'Ente di Sviluppo agricolo del Piemonte la Giunta regionale, unanime, delibera di proporre al Consiglio regionale l'adozione, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale 24/4/1974, n. 12, dell'allegato regolamento organico".
I Consiglieri hanno sotto i loro occhi l'allegato.
Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, mi vedo costretto a ripetere la dichiarazione di astensione resa poc'anzi, richiamandomi alla posizione sempre tenuta dal mio partito a fronte dell'Ente di sviluppo agricolo.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Possiamo pertanto passare alla votazione per alzata di mano.
La deliberazione è approvata da tutti i presenti, con l'astensione preannunciata.


Argomento: Nomine

Sostituzione di un componente dimissionario del CO.RE.CO. di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto quarto dell'o.d.g.: "Sostituzione di un componente dimissionario del CO.RE.CO. di Casale Monferrato". Sono state superate le incertezze che assillavano il Consiglio regionale da alcuni mesi relativamente a questa nomina?



RASCHIO Luciano

Sì, signor Presidente: noi proponiamo il collega Core Secondo, di Casale Monferrato, già amministratore, già Consigliere provinciale, che quindi anche sotto questo profilo ha tutti i requisiti per ricoprire un incarico di tale responsabilità.



PRESIDENTE

Ho infatti sotto gli occhi i dati anagrafici ed il curriculum di Core Secondo: nato ad Asti il 28/7/1917, residente a Casale Monferrato, in via Bruno Buozzi 2; impiegato, già Consigliere comunale dal 1951 al '55, già Consigliere provinciale nel periodo 1960-70.
Nessuno chiede di parlare? Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 ha ottenuto voti: Core Secondo n. 28 schede bianche n. 8.
Il signor Secondo Core sarà pertanto il nuovo componente del CO.RE.CO.
di Casale


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente"


Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Armella, Cerchio, Menozzi, Oberto Tarena Zanone, Furnari, Franzi. Debenedetti.


Argomento:

b) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti disegni di legge, tutti ad iniziativa della Giunta regionale: n. 91 - "Norme provvisorie di salvaguardia all'istituzione di nuovi Istituti privati di diagnosi e cura", in data 21 aprile 1976, assegnato in data 26 aprile 1976 alla IV Commissione n. 92 - "Delega al Comune di Tortona della gestione della comunità protetta per profughi", in data 29 aprile 1976, assegnato in data 6 maggio 1976 alla IV Commissione in sede referente e alla I Commissione in sede consultiva n. 93 - "Riconoscimento del titolo di studio al personale inquadrato nei ruoli regionali ai sensi delle leggi 12/8/1974, n. 22, e 5/12/1975, n 60", in data 30 aprile 1976, assegnato in data 30 aprile 1976 alla I Commissione.


Argomento:

e) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale 1/4/76 concernente: "Estensione al 1976 della legge regionale 6/5/1974 n. 15: 'Contributi alle imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi' " alla legge regionale 1/4/76 concernente: "Rifinanziamento alla legge regionale 20/3/75 n. 14: 'Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di nuova assunzione' " alla legge regionale 1/4/76 concernente: "Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani agli inabili ed ai minori, nonché per il funzionamento di centri d'incontro" alla legge regionale 1/4/76 concernente: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30/10/72 n. 11 sull'istituzione del fondo di previdenza e di solidarietà per i Consiglieri regionali" alla legge regionale 1/4/76 concernente: "Istituzione della Consulta regionale per il turismo, sport e tempo libero".


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 30: "Modifiche alla legge regionale 23 maggio 1975 n. 34 recante: 'Concessione di contributi in conto capitale ai Comuni ed ai loro Consorzi, nonché alle Comunità montane, per la formazione di strumenti urbanistici'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo dell'o.d.g. che reca: "Esame disegno di legge n. 30: 'Modifiche alla legge regionale 23 maggio 1975 n, 34 recante: 'Concessione di contributi in conto capitale ai Comuni ed ai loro Consorzi nonché alle Comunità montane, per la formazione di strumenti urbanistici'".
La parola al relatore, Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Signori Consiglieri, nella mia relazione mi limiterò a sintetizzare i punti più importanti e più qualificanti di questo disegno di legge.
Già il disegno di legge n. 30 disciplinava l'erogazione di contributi da parte della Regione a Comuni, Comunità montane e Consorzi di Comuni per la formazione di strumenti urbanistici in quote dal 70 al 100%. Ora, è opportuno procedere ad una modifica di questa legge, varando questo nuovo disegno di legge n. 34, per far corrispondere l'azione della Regione alle necessità che si sono manifestate in particolare in questi ultimi tempi.
Riassumo le modifiche.
Sono stati ammessi a fruire delle agevolazioni i Comuni con popolazione inferiore ai 60 mila abitanti, mentre prima il plafond era di 10 mila abitanti: la Giunta ha ritenuto di dover elevare tale plafond perché i problemi finanziari che assillano i Comuni con popolazione non oltre i diecimila abitanti sono purtroppo divenuti comuni a quelli di entità superiore.
Altro punto importante è che la spesa che può essere ammessa al contributo comprende anche gli oneri occorrenti per l'impianto dell'Ufficio urbanistico comunale o intercomunale, oltre che per gli incarichi, le consulenze, le indagini preliminari sulla base di parametri che saranno fissati con deliberazione della Giunta regionale. Questa scelta va nell'indirizzo molto preciso di un processo positivo che è in corso di aggregazione dei Comuni, specie dei piccoli Comuni, per darsi degli strumenti che superino la semplice dimensione comunale ed arrivino alla dimensione intercomunale, una dimensione, cioè, ottimale sia per lo strumento urbanistico sia soprattutto, poi, per l'attuazione dei piani e dei servizi.
A questo proposito, il disegno di legge contiene anche una specificazione, all'art. 2, di come vadano intesi questi uffici intercomunali. Lo leggo, perché mi pare ne valga la pena: "La concessione di contributi per l'impianto degli uffici urbanistici intercomunali di cui all'art. 1 è subordinata alla creazione del Consorzio fra i Comuni interessati alla redazione del Piano regolatore intercomunale", cioè , il momento dell'ufficio è susseguente alla creazione del momento politico del Consorzio.
"Per il funzionamento di detti uffici dev'essere utilizzato personale comandato distaccato dalle Amministrazioni comunali e da quelle provinciali (quindi, s'integreranno con gli incarichi e le consulenze). Dopo la costituzione degli organi comprensoriali, a norma della legge 4/6/75 n. 41 l'erogazione dei contributi previsti dal primo comma del presente articolo sarà subordinata alla definizione dei rapporti fra Uffici intercomunali e organi comprensoriali". Cioè è contenuta qui, come nell'ultimo comma "Nelle sedi dei Comprensori l'Ufficio urbanistico intercomunale fa parte delle strutture del Comprensorio", una anticipazione di quello che dovrà essere un corretto rapporto fra questi Uffici intercomunali e gli organi comprensoriali.
E' il caso di sottolineare ancora in questa relazione l'urgenza particolare di questo provvedimento: una urgenza che deriva dal fatto che moltissimi sono i Comuni che hanno avanzato richiesta per avere i contributi della Regione. L'Assessore ce ne ha informato in Commissione. E' un numero superiore ai 400, e da questo lato, quindi, esiste una ragione d'urgenza particolare dell'approvazione di questo provvedimento.
La Commissione, dopo averlo esaminato, ha concordato di mandarlo avanti in questo senso.
Esiste anche un problema di termine di presentazione delle domande nella legge questo termine è fissato al 31 maggio; ma, tenendo conto che oggi è il 6 maggio e che l'iter della legge porterà a scavalcare questo termine, penso sarebbe opportuno prendere in considerazione, se l'Assessore e d'accordo, l'eventualità di una dilazione di un mese, spostando cioè la data al 30 giugno per dar modo ai Comuni che hanno le necessità di vederle soddisfatte da questa legge, che è stata fatta proprio per questo scopo.
Lo stanziamento viene anche aumentato, proprio perché, di fronte alla massa di richieste e all'importanza di provvedere rapidamente a dotarsi degli strumenti urbanistici, anche di un tipo di strumenti urbanistici quali quelli dei piani intercomunali, è necessario prevedere una spesa che per l'anno 1976 è contabilizzata in un miliardo di lire e di 700 milioni per ciascuno degli anni finanziari 1977 e '78.
Credo di aver delineato nella mia relazione le innovazioni sul tronco di provvedimento di legge che già era operante; modificazioni positive direi anche evolutive. Suggerisco al Consiglio e soprattutto all'Assessore di prospettarsi l'eventualità della proroga ulteriore di un mese del termine di presentazione delle domande, portandolo in pratica al 30 giugno.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Petrini. Ne ha facoltà.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò breve, in considerazione del sostanziale assenso che il mio Gruppo intende esprimere sul disegno di legge di iniziativa della Giunta a modificazione della legge regionale n.
34.
Le variazioni apportate discendono, come ricordava il collega Bontempi di fatto, dall'analisi delle situazioni reali fino ad oggi determinatesi nell'ambito dei Comuni che intendevano usufruire dei benefici della legge n. 34, nonché, per altro verso, di alcune modifiche strutturali apportate negli uffici regionali dall'Assessorato all'urbanistica.
Mentre evito di esprimermi sul secondo punto, in ordine al quale tuttavia, il Gruppo della Democrazia Cristiana è in attesa di qualcosa di più delle notizie frammentarie fin qui avute, faccio presente che occorre prender atto di alcune difficoltà che hanno limitato alla radice la capacità della legge di raggiungere i propri obiettivi e delle necessarie contromisure che ora vengono adottate.
Innanzitutto, i tempi. Per operazioni certamente complesse e sicuramente nuove nella tradizionale prospettiva urbanistica comunale, un respiro più ampio è necessario per permettere a ciascun amministratore un'analisi non affrettata dei problemi generali e specifici del nuovo processo.
Secondariamente, "la dimensione"- dei Comuni ammissibili a contributo viene elevata fino a comprendere i centri con popolazione fino a 60.000 abitanti, rispetto al precedente limite di 10.000 abitanti. E' un riconoscimento, direi, persino ovvio della possibilità di tali centri di farsi promotori di iniziative per la redazione di piani regolatori intercomunali nei confronti delle località limitrofe, di cui spesso condividono caratteristiche e problemi. I Comuni di più ampia dimensione possono con maggiore efficacia esercitare un potere stimolante alla costituzione dei consorzi nei confronti dei Comuni finitimi, e ciò non soltanto per una preesistente disponibilità di strutture tecniche operative capaci di essere messe al servizio dell'iniziativa urbanistica consortile ma anche per la stretta connessione e interdipendenza che si osserva in presenza di centri più popolosi tra questi ultimi e la loro "cintura" in termini sia urbanistici che di tutta una gamma di attività e di servizi.
Infine, come previsto all'art 2, sta bene collegamento con l'Istituto comprensoriale, che per sua struttura dovrà occuparsi ampiamente di temi urbanistici. Basti pensare alla redazione dei piani territoriali di coordinamento, che in alcune zone del nostro Piemonte sono già avviati (mi riferisco in modo particolare al Biellese, dove già si sta affrontando il discorso del Piano territoriale di coordinamento in termini concreti).
Proprio in funzione coordinatrice, e allo scopo di evitare dannose duplicazioni, è giocoforza prevedere con chiarezza la definizione dei rapporti fra uffici urbanistici intercomunali ed organi comprensoriali. La materia è senz'altro suscettibile di sviluppo e di approfondite analisi: voglio soltanto ricordare come sia strettamente connesso l'argomento che stiamo discutendo e la possibilità stessa concreta di redigere piani regolatori intercomunali con il compito di definire le aree omogenee subcomprensoriali. C'è spazio, ed è necessario pensarci per tempo, per ulteriori riflessioni.
Vorrei piuttosto manifestare alcune perplessità emerse da contatti, con amministratori locali; perplessità che, senza mutare il nostro giudizio sostanzialmente positivo sull'attuale provvedimento, implicano una notevole attenzione circa i meccanismi esecutivi della legge ed alcune questioni che potranno insorgere. Sono preoccupazioni di carattere essenzialmente finanziario, in linea ovviamente con il difficile momento della finanza locale, incentrata soprattutto sulla capacità dello stanziamento previsto sia pure ulteriormente potenziato, di corrispondere adeguatamente alle richieste che ci sono pervenute o ci perverranno. Il problema non è soltanto in termini assoluti di carenza di disponibilità. Infatti, il carattere incentivante della legge n. 34 e dell'odierna modificazione rischia di essere vanificato qualora esse muovano istanze cui non è poi possibile dar credito. Non soltanto, ma sussiste l'incertezza sul costo di determinate operazioni preliminari, e bene fa la legge a parlare anche d'incarichi che i Comuni debbano necessariamente incontrare senza la sicurezza che la Regione intervenga poi al contributo.
Non mi pare di chiedere troppo se insisto perché il Consiglio sia tenuto a conoscenza dei dati circa le domande pervenute e il relativo onere da sostenersi. La fissazione dei parametri d'intervento è utile e necessaria anche nella misura in cui non è strumento di discriminazione doppiamente grave, in se stessa e per le attese deluse che finisce con il creare.
Gli ulteriori fondi che vengono oggi stanziati non devono comunque rappresentare un palliativo o l'inadeguato correttivo dell'impostazione finanziaria della legge n. 34, che palesemente si limitava a dare il via ad un determinato processo. Gli esempi di precedenti leggi regionali dovrebbero averci ormai insegnato ad evitare i continui rifinanziamenti di operazioni previste dalle leggi stesse durante il loro arco di validità temporale.
Altro elemento da non trascurarsi, soprattutto nell'ottica dei Comuni minori, è la questione delle spese eventualmente connesse alla gestione del Piano urbanistico intercomunale. E' inutile, infatti, garantire un avvio se l'onere successivo, per svariati motivi, è insostenibile per le casse comunali. Come amministratori, dobbiamo aver riguardo, in quanto fattore decisivo ai fini stessi della validità del combinato dei due provvedimenti che oggi approviamo, il momento gestionale del piano commisurato alle reali capacità economiche dei Comuni. Se, come c'è da attendersi, nuove difficoltà insorgeranno, è logico preoccuparsene fin d'ora, predisponendo adeguate contromisure sotto forma di ulteriori interventi a sostegno degli Enti locali anche in questa successiva e delicata fase.
Ricordando comunque la iniziale promessa di brevità, desidero sottolineare come il "si" del Gruppo democristiano sia politicamente condizionato al rispetto e al riguardo delle riserve formulate poc'anzi e come tale rappresenti uno stimolo alla Giunta e all'Assessore a fornire al più presto precise risposte sulla fase di applicazione diretta della legge n. 34 così modificata. Grazie.



PRESIDENTE

Chiede di parlare Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Il nostro Gruppo voterà in favore di questa legge, che è la prosecuzione della legge n. 34 da me personalmente presentata a suo tempo.
Vorrei però chiedere una piccola modifica per quanto riguarda il tetto di 60 mila abitanti, per raggiungere il quale mi sono a suo tempo battuto.
Fissando questo plafond, finisce con l'essere escluso dalla possibilità di beneficiare dei finanziamenti previsti da questa legge, a parte i sei Comuni capoluogo di provincia, un solo Comune, quello di Moncalieri nella nostra Regione, dato che ha 61.500 abitanti; ciò potrebbe dare la sensazione che vi sia un partito preso da parte della Giunta contro queste Comune. Se elevassimo il plafond a 65.000 unità, così da comprendere anche Moncalieri, non arrecheremmo alcun aggravio particolare mentre estenderemmo il beneficio al Comune di Moncalieri.
E' una richiesta-proposta che avanzo pel ragioni di equità: non mi pare giusto che Moncalieri debba essere danneggiata, in quante assolutamente non lo merita.



PRESIDENTE

Chiede di parlare Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Sono d'accordo con il collega Petrini allorché dice che la legge serve ad alleviare la gravissima situazione finanziaria degli Enti locali. Credo però non sia sufficiente questa interpretazione di fronte alla realtà oggettiva in cui si trovano gli Enti locali. Attraverso questa legge si mira anche a stimolare un rapporto sempre più articolato fra Consiglio e Giunta e le istituzioni locali affinché i meccanismi che con ogni legge si prevedono possano entrare in funzione al più presto, evitando di effettuare interventi a pioggia. Occorrerà seguire attentamente lo svolgimento di questi studi, in modo da poter apportare le correzioni che eventualmente risultassero necessarie alla legge, sia da un punto di vista sostanziale per l'entità finanziaria, sia anche dal punto di vista strutturale, per renderla tale da permettere un rapporto che rilanci una politica urbanistica a livello dell'uso del territorio con un complesso di studi che i comprensori, ormai alla vigilia dell'entrata in funzione, possano già utilizzare per andare effettivamente ad una politica sul territorio concreta e secondo lo spirito che da più parti già in questo Consiglio regionale più volte è stato precisato.
In questa visuale anche il Gruppo comunista dà il suo contributo, così com'è necessario per far fronte alla situazione che si presenta.



PRESIDENTE

Più nessun Consigliere chiede di parlare. Ha facoltà di replica l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore agli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali

Ringrazio sia il relatore, sia i Consiglieri Petrini, Benzi, Rossi, che sono intervenuti. C'è dunque un consenso generale sulla necessità di fornire mezzi, più consistenti di quelli precedentemente previsti dalla legge 34, ai Comuni perché possano avviare gli studi di pianificazione urbanistica, sia in sede comunale sia in sede intercomunale, e anche provvedere a quelle strumentazioni operative che sono i piani particolareggiati, i piani dei centri storici, i piani della 167, il cui finanziamento è precisamente previsto anche nell'ambito di questa legge.
Ritengo che le osservazioni fatte circa la gestione di questa legge derivino da preoccupazioni che sono pienamente condivise. La Giunta è tenuta ad approvare un regolamento per l'erogazione dei contributi: di questo regolamento, che è allo studio, daremo immediatamente notizia in Consiglio, appunto per poter far sì che ci sia una omogeneità d'indirizzo nella formulazione di parametri e di valori, che possano essere assunti per erogare contributi che non siano soggetti a disparità di valutazione emergenti dai singoli preventivi.
In questo senso è stata chiesta anche una collaborazione alla Consulta regionale degli Ordini professionali per poter avere suggerimenti. Sarà quindi mia cura predisporre al più presto questo regolamento e dare di esso notizia, eventualmente anche in Commissione, in modo che ci possa essere uno scambio di idee fra tutte le forze politiche, con tutti i Colleghi interessati a questa operazione.
Un elemento che integrerà questo sforzo di sostegno delle operazioni di progettazione urbanistica sarà dato anche dalla cartografia. In bilancio a questo scopo sono stati previsti alcuni importi. Si sta predisponendo un disegno di legge per queste operazioni, con la previsione di supplire a situazioni di carenza in determinate zone con operazioni poco costose ma di rapida attuazione.
Ci stiamo dunque collocando nell'ottica operativa, e in questo senso tutti i suggerimenti sono indubbiamente graditi e i canali per portare avanti questo discorso già esistono, oltre che in Consiglio, nelle Commissioni consiliari.
Veniamo ora alle due proposte.
Il relatore Bontempi ha caldeggiato lo scorrimento dei termini per la presentazione delle domande fino al 30 giugno. Sono pienamente consenziente, a nome della Giunta: ci risulta che effettivamente vi sono alcuni Consigli comunali che si apprestano a deliberare, ma hanno timore di arrivare oltre il termine di presentazione; dilazionando questo termine noi daremo loro un motivo di tranquillità. Faccio pertanto mio l'emendamento per lo spostamento del termine al 30 giugno.
Ritengo pure pienamente accettabile l'emendamento proposto dal Consigliere Benzi. Si era fissato il plafond di 60 mila pensando che esso permettesse di comprendere anche il Comune di Moncalieri, in cui, fra l'altro, è in corso non solo la revisione del piano ma la messa in moto d'importanti studi relativi ai recupero del centro storico, per il quale Comune, quindi, una agevolazione in questo senso potrebbe essere estremamente interessante. Non è davvero il caso di formalizzarsi su una differenza di poche migliaia di abitanti. Per maggior garanzia possiamo con animo tranquillo accettare di elevare il plafond a 65 mila abitanti.
I dati relativi ai Comuni che hanno fatto richiesta sono significativi: hanno avanzato richieste 146 Comuni per i Piani regolatori intercomunali 75 per programmi di fabbricazione, 76 per piani regolataci generali, per un totale di oltre 300. Abbiamo inoltre un centinaio di richieste specifiche per i piani di lottizzazione, per i piani degli impianti industriali, piani particolareggiati e piani dei centri storici.



PRESIDENTE

La discussione è esaurita. Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "Alla legge regionale 23 maggio 1975 n. 34, sono apportate le seguenti modificazioni: il quinto comma dell'art. 1 è sostituito dal seguente: "Sono ammessi al contributo i Comuni con popolazione inferiore ai 60 mila abitanti".
Il secondo comma dell'art. 3 è sostituito dal seguente: "La spesa preventiva può comprendere gli oneri occorrenti per l'impianto dell'ufficio urbanistico comunale o intercomunale, oltre che per gli incarichi, le consulenze e le indagini preliminari, sulla base di parametri che saranno fissati con deliberazione della Giunta regionale".
L'ultimo comma del predetto articolo 3 è sostituito dal seguente: "In sede di prima applicazione saranno considerate per il 1975 le domande trasmesse entro il 31 dicembre 1975 e per il 1976 le domande trasmesse entro il 31 maggio".
L'art. 4 è sostituito dal seguente: "Nei limiti degli stanziamenti indicati al successivo art. 6, la Giunta regionale delibera la concessione del contributo a favore dei Comuni ammessi a beneficio con l'indicazione della spesa ritenuta ammissibile".
Il terzo comma dell'art. 5 è sostituito dal seguente: "L'erogazione del contributo è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale nella seguente misura: 1) con acconti fino alla concorrenza del 50 % del contributo concesso da erogare sulla base di stati di avanzamento degli studi, nel periodo di formazione del piano, prima della data di trasmissione dello strumento urbanistico all'Assessorato alla pianificazione e gestione urbanistica per la prescritta istruttoria 2) fino alla concorrenza del residuale 50% del contributo concesso quando lo strumento urbanistico sarà stato approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale".
E' stato proposto dal Consigliere Benzi un emendamento, che prevede ai secondo comma una variante circa l'entità della popolazione: "Al contributo i Comuni con popolazione inferiore ai 65 mila abitanti".
Metto in votazione l'emendamento. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Un secondo emendamento è stato proposto dal Consigliere Bontempi, cioè che al comma quarto, anziché "trasmesso entro il 31 maggio", si scriva "entro il 30 giugno '76".
Metto in votazione l'emendamento. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Dobbiamo ora procedere alla votazione per appello nominale dell'articolo quale risulta apportandovi i due emendamenti.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 - "La concessione di contributi per l'impianto degli uffici urbanistici intercomunali di cui all'art. 1 è subordinata alla creazione del consorzio fra i Comuni interessati alla redazione del Piano regolatore intercomunale.
Per il funzionamento di detti uffici dev'essere utilizzato personale comandato o distaccato dalle Amministrazioni comunali o da quelle provinciali.
Dopo la costituzione degli organi comprensoriali a norma della Legge regionale 4/6/1975 n. 41, l'erogazione dei contributi previsti dal primo comma del presente articolo sarà subordinata alla definizione dei rapporti tra gli uffici intercomunali e gli organi comprensoriali.
Nelle sedi di Comprensorio l'Ufficio urbanistico intercomunale fa parte delle strutture del Comprensorio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si effettui la votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 - "Per l'attuazione degli interventi di cui all'art. 1 della legge regionale 23 maggio 1975 n. 34, è autorizzata una ulteriore spesa di 1 miliardo per l'anno finanziario 1976 e di 700 milioni per ciascuno degli anni finanziari 1977 e 1978.
All'onere per l'anno 1976 si provvede per 300 milioni mediante una quota, di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 1404 del bilancio per l'anno finanziario 1975, ai sensi della legge 22 febbraio 1955 n. 64, e per 7 00 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1404 del bilancio per l'anno finanziario 1976. Lo stanziamento del capitolo n.
1105 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976 sarà conseguentemente aumentato da 100 milioni a 1.100 milioni.
Nel bilancio dell'anno finanziario 1977 e nel bilancio dell'anno finanziario 1978 il capitolo n. 1105 della spesa sarà iscritto con lo stanziamento di 800 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si passi ora alla votazione sull'intero disegno di legge n. 30.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'intero disegno di legge è pertanto approvato.


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, abbiamo così esaurito i punti all'ordine del giorno, salve quello relativo ad "Interrogazioni ed interpellanze", che non viene svolto già da due sedute, nonostante si sia pronti a rispondere su alcuni degli argomenti proposti.
Comunico che il Consiglio è convocato per sabato prossimo alle ore 15: all'ordine del giorno, oltre alle solite comunicazione del Presidente, vi sarà certamente un punto relativo ad altre eventuali dimissioni di Consiglieri e surrogazioni, con la stessa formulazione usata per la seduta odierna.


Argomento:

Interrogazione (annuncio)


PRESIDENTE

Prima di dichiarare chiusa la seduta, prego la signora Fabbris di dar lettura dell'interrogazione pervenuta.



FABBRIS Pierina, Consigliere segretario.

Interrogazione presentata dai Consiglieri Cerchio, Colombino e Petrini che chiedono quali provvedimenti intenda adottare la Giunta per risolvere il problema di moltissimi utenti televisivi della nostra Regione, in particolare quelli ubicati nelle vallate alpine, che non ricevono affatto o ricevono imperfettamente o parzialmente i programmi per mancanza di idonei ripetitori.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.45)



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