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Dettaglio seduta n.5 del 07/08/75 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Calsolaro e Minucci.
Voglio però ricordare, stante le assenze di questa mattina che mi auguro non debbano verificarsi anche nel pomeriggio, che c'è una norma del regolamento che sono intenzionato scrupolosamente ad osservare, perché mi pare che sia nella volontà di tutti i Consiglieri e che dice esplicitamente così: "I nomi dei Consiglieri che non partecipano per oltre cinque giornate di sedute consecutive alle sedute del Consiglio senza aver ottenuto regolare congedo, sono annunciati dal Presidente del Consiglio in assemblea. Il Presidente, nel caso di reiterate assenze non giustificate, può richiedere all'assemblea che i nomi degli assenti vengano pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione".
Io procederò in modo da richiedere immediatamente, qualora questo si verificasse, che l'assemblea mi autorizzi a pubblicare i nomi dei Consiglieri che sono assenti alle sedute del Consiglio Regionale.
L'ordine del giorno della seduta di oggi reca: 1) Approvazione verbale precedente seduta 2) Al secondo punto non è iscritto, ma chiedo che il Consiglio mi autorizzi ad inserire una risposta all'interpellanza presentata dal Consigliere Franzi alla quale la Giunta si è dichiarata disposta a rispondere già nella seduta di oggi.
3) Comunicazioni del Presidente.
4) Ratifica, a norma dell'art. 40 dello Statuto, della deliberazione della Giunta concernente l'approvazione del programma di localizzazione ai sensi del 2° comma dell'art. 1 della legge 27 maggio 1975 n. 166.
5) Esame delle seguenti leggi rinviate dal Commissario del Governo e deliberazioni conseguenti: Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975-76-77, approvata il 29 aprile 1975 Costituzione del consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dall'informazione, approvata il 10 aprile 1975 Rifinanziamento della legge regionale 12 agosto 1974 n. 23 concernente "Provvedimenti per l'incentivazione turistico alberghiera" approvata il 29 aprile 1975 Trasferimento alle Comunità Montane delle funzioni in materia di bonifica montana, approvata il 24 aprile 1975 Comunicazioni della Giunta Regionale: a) "Piano di emergenza" del Governo per l'occupazione b) Convocazione della Conferenza regionale per l'occupazione e lo sviluppo.
Vi sono osservazioni all'ordine del giorno? La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Io proporrei di anticipare il punto a) del punto 5) all'inizio di questa seduta possibilmente.



PRESIDENTE

La Giunta cosa dice? La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Io proporrei di mantenere l'ordine del giorno così com'è, ne abbiamo discusso ieri nella riunione dei Capigruppo ed abbiamo concordato che era importante passare subito le leggi e discutere le comunicazioni del Presidente anche perché riguardano la questione della Emanuel. Avremo tutto il tempo necessario per dibattere anche le altre due questioni, quindi la mia proposta è che rimangano le cose come le abbiamo decise nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Rispetto alla proposta del Consigliere Picco posso comunque garantire che daremo ai lavori un sollecito sviluppo in modo tale da consentire che quel punto che lei ha richiesto sia svolto in tempo utile sia per i Consiglieri, che per la stampa e per la rilevanza politica che l'argomento ha.


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

Approvazione verbale precedente seduta. Il processo verbale dell'adunanza del 1° agosto è stato trasmesso ai Consiglieri unitamente all'ordine del giorno di convocazione del Consiglio; se non vi sono osservazioni si intende approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Franzi relativa alla necessità di un intervento presso la Montefibre al fine di salvaguardare l'attuale livello occupazionale


PRESIDENTE

C'è un'interpellanza del Consigliere Franzi a cui la Giunta è in grado di rispondere.
Vuole illustrarla Consigliere Franzi?



FRANZI Piero

Mi riservo di replicare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Libertini.



LIBERTINI Lucio, Assessore ai problemi del lavoro

L'interpellanza del Consigliere Franzi è opportuna ed in un certo senso lo ringrazio perché dà l'occasione alla Giunta di esprimere una valutazione importante su un problema importante.
La decisione della Montefibre di chiudere il reparto di produzione Helion dello stabilimento di Vercelli si inscrive nel quadro della sistematica e generale violazione degli accordi conclusi con i sindacati nel 1973 da parte della Montedison.
Desideriamo porre in evidenza, in questa occasione, che non solo quegli accordi sono stati totalmente disattesi, ma che tutto prova che essi sono stati conclusi nel 1973 senza che la Montedison avesse allora alcuna seria intenzione di attuarli e ciò oltre tutto pone un problema di credibilità politica che pesa fortemente anche sul presente.
I lavoratori interessati hanno fatto la loro parte ed hanno pagato il prezzo degli accordi del 1973, attraverso la Cassa integrazione e la riduzione dell'occupazione e dei salari; ma la conversione produttiva non c'è stata per unica e sola responsabilità della Montedison. Anche alla luce di tutto questo crediamo si debba guardare con profondo scetticismo alle nuove proposte sostitutive elaborate da quel gruppo finanziario industriale; e d'altronde le decisioni di smobilitazione che vanno avanti a Vercelli mostrano qual è la reale tendenza.
Desidero assicurare il Consigliere Franzi, e soprattutto i lavoratori e le popolazioni colpite, che la Giunta Regionale interverrà rapidamente e con la necessaria energia. Noi cercheremo di prendere nelle prossime ore contatto con le direzioni Montefibre e Montedison, nonostante le difficoltà oggettive del periodo feriale e desideriamo che si apra al più presto tra la Regione e questi Gruppi una discussione seria, a carte scoperte, sulla prospettiva dell'occupazione e degli investimenti. In questa contrattazione, che avrà luogo nell'ambito dei poteri di programmazione della Regione, noi partiremo dalle esigenze di rispettare gli accordi del 1973 ed in tal senso dichiariamo di trovare giusta la posizione assunta a questo riguardo dai sindacati.
Nello stesso tempo debbo aggiungere che la Giunta si propone di collocare tutto ciò nel quadro di una più ampia trattativa sull'occupazione e sugli investimenti che cercheremo di aprire con la Montedison (così come con altri gruppi) in occasione della preparazione della Conferenza regionale indetta nei primi giorni di ottobre ed in rapporto alla definizione del piano di sviluppo economico.
Siamo convinti che nella politica della Montedison ci sono tutti quegli aspetti finanziari e speculativi che da più parti sono stati denunciati. Ma crediamo altresì che individuare all'interno di questo Gruppo, a differenza di qualche anno fa, anche una linea di strategia industriale, che ha risvolti di un certo interesse per esempio nel campo della ricerca. Ma questa strategia tende a dislocare il peso della Montedison verso l'area internazionale, aggravando la crisi italiana e piemontese. E' questo il nodo che occorre sciogliere e che sta a monte della catena delle chiusure e dei licenziamenti.
L'impegno ad agire nella direzione che ho esposto era già nel programma di Giunta, approvato dal Consiglio e noi qui riconfermiamo tale impegno con tutto il vigore necessario. La Regione, pur con i mezzi limitati e precari di cui dispone, userà tutti i poteri di intervento possibili per incidere nella direzione giusta.
E tuttavia, mentre ci facciamo carico di tutte le nostre responsabilità, dobbiamo lamentare l'inerzia dei Governi centrali (non in particolare di quello in carica, ma dei vari Governi centrali) che hanno oggettivamente favorito gli avvenimenti negativi di cui qui discutiamo.
Non solo non vi è stato sinora nessun tentativo serio di intervenire nella strategia generale della Montedison; non solo si è lasciato ad essa mano libera nel campo dei prezzi (e tutti sanno cosa accade per esempio per i fertilizzanti) ma non si è fatto valere quel controllo pubblico che corrispondeva a ingenti investimenti di denaro pubblico, di fatto maggioritari nello stesso controllo del pacchetto azionario. Si è permesso che la Montedison si configurasse piuttosto come uno Stato nello Stato.
Noi riteniamo che in Italia oggi non si debba allargare l'area della proprietà pubblica, già larghissima. Il problema è piuttosto quello di far funzionare bene la proprietà pubblica, spazzando via il sottogoverno e l'inefficienza. E' perfettamente possibile, se vi è adeguata volontà politica, raccordare l'efficienza e l'economicità dei gruppi pubblici a una politica nazionale di sviluppo; e su questa strada occorre andare. Ma nel caso della Montedison non si tratta di nazionalizzare alcunché, si tratta solo di impedire che si faccia un uso privato della proprietà pubblica e del denaro pubblico.
Io credo che vorrete tutti convenire - e lei Consigliere Franzi per primo che se si vuole affrontare seriamente l'insieme dei problemi suscitati dal Gruppo Montedison nella nostra Regione e nel resto del Paese è su queste scelte prioritarie che occorre incidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Prendo atto delle dichiarazioni formulate dal Vice Presidente della Giunta. Mi pare però che il voler rimettere tutto all'esame della situazione per il prossimo mese di ottobre, come annunciato dalla Giunta porta a tempi eccessivamente lunghi una situazione che si ormai esasperata nell'arco di questi ultimi due anni. Il Vice Presidente ha fatto riferimento all'accordo del 1973. E' un discorso che abbiamo fatto parecchie volte in questa stessa aula negli ultimi due anni Per quali motivi la Montefibre-Montedison non abbia rispettato l'accordo del 1973 è stato chiarito già più di una volta, ma quello che vorrei chiedere alla Giunta è quello che assuma specifico impegno per risolvere il problema entro tempi brevi, e soprattutto conoscere quali provvedimenti intende assumere per risolvere la questione di Vercelli. Vercelli è una città che sta morendo, ci sono più di duemila disoccupati solo della Montefibre, ma se aggiungiamo tutti quelli degli altri settori la situazione diventa preoccupante. Due giorni fa il Comitato di agitazione cittadino, presieduto dall'ex sindaco Boggio, è stato ricevuto dal Presidente del Consiglio e gli ha esposto la situazione della città di Vercelli. Il discorso introdotto sulle responsabilità della Montedison, dei passati Governi e di altri, vuol dire ribaltare su altri gli impegni che la Giunta in carica deve invece assumersi per risolvere questi problemi. Chiedo perciò che la Giunta porti a termine gli impegni assunti la scorsa settimana, per risolvere il problema di Vercelli. Ciò detto non credo di potermi dichiarare completamente soddisfatto della risposta, ne prendo atto e starò a vedere quali provvedimenti prenderà la Giunta in carica.



PRESIDENTE

L'interpellanza e discussa.


Argomento:

Interpellanza del Consigliere Franzi relativa alla necessità di un intervento presso la Montefibre al fine di salvaguardare l'attuale livello occupazionale

Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

a) Nomina del Vicepresidente della Giunta Regionale ed assegnazione delle deleghe agli Assessori


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta in data 5 agosto 1975 mi ha fatto pervenire, ai sensi dell'art 53, 5° comma dello Statuto, copia dei decreti con i quali il Presidente stesso ha nominato l'Assessore Libertini Lucio Vicepresidente della Giunta ed ha assegnato ai membri della Giunta le seguenti deleghe per le funzioni di competenza regionale: Presidente: Funzioni istituzionali - Enti locali e decentramento Personale - Legale - Economato - Servizi Libertini Lucio, Vice Presidente: Funzioni proprie e coordinamento funzionale dei Dipartimenti Simonelli Claudio: Programmazione - Finanze - Bilancio - Patrimonio e concessioni 1° Dipartimento: produzione e lavoro.
Libertini Lucio: Problemi del lavoro e dell'immigrazione - Industria Artigianato - Partecipazioni regionali Ferraris Bruno: Agricoltura e Foreste Marchesotti Domenico: Commercio - Fiere e mercati - Acque Minerali e Termali - Cave e torbiere Moretti Michele: Tempo libero - Sport e turismo - Industria alberghiera Caccia e pesca 2° Dipartimento: organizzazione e gestione del territorio.
Rivalta Luigi: Piano territoriale regionale - Piani comprensoriali - Piani dei parchi naturali - Piani paesistici - Demanio regionale Astengo Giovanni: Strumenti urbanistici comunali ed intercomunali Strumenti attuativi - Programmi operativi - Opere di urbanizzazione ed infrastrutturali - Espropriazione - Vigilanza Bajardi Sante: Viabilità e trasporti - Attuazione e gestione delle infrastrutture 3° Dipartimento: servizi sociali.
Enrietti Ezio: Sicurezza sociale - Sanità.
Vecchione Mario: Assistenza Fiorini Fausto: Istruzione e formazione professionale e assistenza scolastica - Musei - Biblioteche - Beni culturali Fonio Mario: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti - Sistemazione idrogeologica e forestale - Uso delle acque.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Costituzione della Giunta delle Elezioni


PRESIDENTE

Comunico inoltre che nel giorno 5 agosto 1975 presso la sede del Consiglio Regionale, si è riunita la Giunta delle elezioni, ai sensi dell'art. 13 del regolamento provvisorio del Consiglio Regionale.
Presente il Presidente del Consiglio Regionale, Dino Sanlorenzo, la Giunta delle Elezioni ha proceduto alla propria costituzione, eleggendo nel proprio seno, come Presidente, il Consigliere Rossotto, come Vice Presidenti i Consiglieri Fonio e Bono e come Segretario il Consigliere Cerchio.
Successivamente la Giunta stessa, al fine di poter procedere all'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti secondo il disposto del 2° comma dell'art. 13 del regolamento provvisorio, ha deliberato di far compilare ad ogni Consigliere Regionale un questionario per la verifica della condizione di eleggibilità dell'ufficio di Consigliere Regionale ai sensi degli artt. 5 e 6 della legge 17.2.1968, n. 108, con richiesta di trasmetterlo alla Presidenza del Consiglio Regionale entro il 15.9.1975.


Argomento: Commemorazioni

c) Anniversario della tragedia sull'ltalicus


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, un anno or sono, a Torino, il Presidente dell'assemblea regionale Viglione convocava alla stessa data una grande assemblea degli Enti locali per stigmatizzare e condannare l'eccidio avvenuto pochi giorni prima in San Benedetto Val di Sambro, eccidio che è passato con il nome dell'Italicus.
E' passato un anno da quel giorno e vogliamo ricordarlo per rendere omaggio ai caduti, ma non solo per questo, vogliamo ricordare che è ancora pienamente valida quella parte del documento che fu votato nell'assemblea di Palazzo Madama, là dove c'era scritta che è indispensabile che la magistratura, superando i gravissimi ritardi e le lacune, conduca a conclusione i procedimenti giudiziari che riguardano i complotti fascisti e gli stessi processi a carico del Segretario e dei dirigenti del M.S.I.
autorizzati dal Parlamento.
Un anno è passato, ma giustizia non è stata ancora fatta ed il Consiglio Regionale del Piemonte chiede giustizia.
Le comunicazioni del Presidente hanno così termine. Vi sono richieste di parola? Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, non posso accettare assolutamente quanto da lei ora comunicato nella parte che collega la figura del Segretario nazionale del M.S.I.-D.N. e della classe dirigente del M.S.I.-D.N. con la strage dell'Italicus. E' vero quanto lei ha detto, un anno è passato ma giustizia non è ancora stata fatta per quei morti, la chiediamo anche noi, la chiediamo anche noi ad alta voce proprio perché abbiamo la volontà che si faccia luce su quelle trame che certamente non sono nere come da più parti si è cercato di avallare.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta per fare delle comunicazioni.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

a) Assegnazione della delega agli Assessori


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

La prima comunicazione che intendo fare è una correzione agli incarichi assegnati in Giunta e di cui ha dato lettura il Presidente Sanlorenzo, per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, gli inquinamenti la sistemazione idrogeologica e forestale e l'uso delle acque.
In un primo momento si era ritenuto di porre questo Assessorato nel 3 Dipartimento, quello della Sicurezza sociale; dopo lunga discussione invece è maturata la convinzione che queste competenze andassero più propriamente inserite nel 2° Dipartimento, organizzazione e gestione del territorio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Parco autovetture


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Un'altra comunicazione riguarda l'uso delle macchine. Interpretando forse più correttamente il regolamento che il Consiglio si era dato, si è ritenuto di non assegnare agli Assessori l'autista e la macchina personale ma di comporre un parco macchine al servizio della Giunta e dei singoli Assessorati.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Deliberazioni e ordini del giorno approvati dalla Giunta Regionale nella passata e presente legislatura


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Delibere al Consiglio. Ho disposto che le delibere dei cinque anni trascorsi della Giunta, fossero tutte inviate al Consiglio e alla Presidenza del Consiglio Regionale per la documentazione.
Ho disposto altresì - e la Giunta ha concordato - che sia inviato l'ordine del giorno della Giunta, appena formato, alla Presidenza del Consiglio per un corretto rapporto di informazione.
Ho disposto altresì che tutte le deliberazioni approvate in Giunta e che successivamente hanno trovato approvazione in sede di Commissario di Governo dall'apposita Commissione, siano inviate alla Presidenza del Consiglio per un ulteriore corretto rapporto di informazione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata) - Edilizia scolastica

d) Riunione dei Sindaci interessati al problema della legge sulla casa ed a quello del piano degli asili-nido per gli anni 72-73-74


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Sabato 2 agosto si è svolta una riunione dei Sindaci convocati per discutere sulla definizione di atti e procedure per la sollecita attuazione dei provvedimenti per l'edilizia di cui alla legge 27 maggio 1975 n 166 e per esaminare la situazione inerente la realizzazione dei programmi di costruzione degli asili nido per gli anni 1972-73-74.
E' stata una prima occasione di incontro su problemi urgenti che riguardano due servizi essenziali per i lavoratori il cui riflesso sull'occupazione ha una notevole rilevanza.
I Sindaci presenti sono stati numerosi e gli interventi hanno ribadito le difficoltà tecniche esistenti e la lentezza delle procedure, in particolare di quelle riguardanti l'esproprio.
E' stato sottolineato da parte di molti degli intervenuti l'opportunità di continuare in questo tipo di contatti diretti fra gli Amministratori locali e la Regione, per un approfondimento dei problemi esistenti.
Ho dato assicurazione, insieme al Vicepresidente ed agli Assessori presenti, che la Regione è a completa disposizione dei Comuni per tutto quanto attiene l'assistenza tecnica per chiarimenti procedurali ed operativi.
Tale collaborazione fra Comuni e Regione faciliterà certamente il superamento degli ostacoli esistenti sia per quanto attiene allo sveltimento delle procedure regionali che per l'aspetto dei finanziamenti.
La Giunta si ripropone di avviare su altri temi di rilevante interesse analoghi e costanti incontri con i Comuni e le forze sociali, al fine di informare tutta la comunità sullo stato reale dei diversi settori della Regione.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

e) Personale regionale


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Questione del personale. Ho incontrato più volte le organizzazioni sindacali sulla questione dell'inquadramento del personale regionale.
Anche in relazione alle scelte che quanto prima si dovranno fare per risolvere questo delicato problema, ritengo opportuno fornire al Consiglio alcuni dati sul personale in servizio e sulle decisioni che la Commissione di controllo ha assunto.
Il personale attualmente in servizio presso la Regione è di 1.475 unità così suddivise: dipendenti di ruolo, trasferiti o comandati n. 930 dipendenti avventizi n. 545 L'inquadramento nel ruolo regionale, in applicazione della legge regionale n. 22 ha interessati 1516 dipendenti. Vi è una differenza, come i Consiglieri potranno rilevare, tra le 1475 unità presenti e le 1516 che è dovuta a chi o per pensionamento, o per dimissioni o per altra causa, ha lasciato la Regione. Bisognerà però approfondire la questione perché la Giunta intende, per ora, non sostituire questo personale; si opererà un censimento, si chiariranno determinate attività all'interno dei singoli Assessorati e dei singoli uffici, dopo di che si porteranno alle forze politiche e in sede di Presidenti di Gruppi i risultati e infine, se si renderanno rigorosamente necessarie delle assunzioni, si provvederà, perch non riteniamo di dover sostituire continuamente del personale senza un'attenta riorganizzazione del servizio.
L'inquadramento dunque ha riguardato 1516 dipendenti: 768 trasferiti da Amministrazioni statali e dai soppressi Centri di formazione professionale 36 comandati dall'Amministrazione dello Stato 186 comandati da Enti pubblici 526 avventizi.
L'inquadramento nelle qualifiche regionali è stato effettuato come segue: Dirigente di settore n. 49 dipendenti di cui 31 trasferiti dallo Stato 9 comandati dall'Amm.ne dello Stato 9 comandati da Enti pubblici Capo Servizio 105 Istruttore 256 Capo Ufficio 411 Segretario 345 Operatore specializzato 331 Operatore 19 In ordine ai provvedimenti di inquadramento adottati dalla Giunta Regionale, la Commissione di controllo ha assunto le seguenti decisioni: 1) personale avventizio ha approvato l'inquadramento di tutti i dipendenti (n. 526) con la sola raccomandazione all'Amministrazione di "valutare, avuto riguardo all'incidenza della spesa, l'applicazione dei deliberati provvedimenti anche per la parte concernente la valutazione del servizio al 100%".
2) personale trasferito e comandato.
a) ha consentito l'ulteriore corso per 325 delibere riguardanti: 48 dipendenti inquadrati a Dirigente di Settore; 104 a Capo Servizio; 173 a Capo Ufficio b) ha consentito l'ulteriore corso limitatamente alla attribuzione della qualifica regionale, annullando, peraltro il riconoscimento dell'anzianità ai fini della ricostruzione economica per n. 178 delibere c) ha consentito l'ulteriore corso (per la parte che non ha formato oggetto di espresso annullamento) per n. 44 delibere riferentesi a dipendenti inquadrati nella qualifica di Capo Ufficio ed in possesso del diploma di istruzione secondaria di II grado d) ha consentito l'ulteriore corso per n. 15 delibere e) ha annullato (e qui è la parte principale) in tutto 428 deliberazioni e precisamente: n. 10 deliberazioni riguardanti rispettivamente un dirigente di settore, un Capo Servizio e 8 Capo ufficio n. 13 deliberazioni riguardanti rispettivamente 12 Capo Ufficio e un Segretario n. 404 deliberazioni riguardanti rispettivamente 155 Istruttori, 160 Capi Ufficio, 76 Segretari e 13 Operatori specializzati.
Abbiamo così una situazione molto complessa: vi è una parte del personale avventizio inquadrato con approvazione in toto della delibera, vi sono invece delle deliberazioni subordinate e degli annullamenti totali che riguardano 404 delibere relative ai comandati trasferiti perché non risultano in possesso del titolo di studio prescritto.
In ordine agli stessi problemi sono già state sentite le organizzazioni sindacali del personale e sono in programma ulteriori incontri.
Nella consapevolezza che la definizione dei travagliati problemi dell'inquadramento è fondamentale per la funzionalità dell'Ente, la Giunta si impegna a trovare nel minor tempo possibile e nel modo più soddisfacente una soluzione alle innumerevoli questioni onde poter assicurare il collocamento nel ruolo regionale a tutto il personale in servizio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

f) Situazione occupazionale all'Emanuel


VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Vertenza Emanuel. La Giunta ha immediatamente preso in esame la questione inerente l'Emanuel per ricercare una soluzione alla vertenza ormai in atto da 15 mesi, soluzione che tenesse conto degli orientamenti espressi dagli operai dell'azienda, dal Consiglio di fabbrica, dalle organizzazioni sindacali, dalla precedente Giunta e da tutte le forze politiche.
La soluzione adottata, che verrà esposta dall'Assessore Fiorini, tende a salvaguardare le garanzie dell'occupazione attraverso un progetto di formazione professionale.
Certamente non si tratta di una soluzione definitiva, soluzione che la Giunta Regionale ha ulteriormente sollecitato al Governo.
Questa prima iniziativa, costituisce oltre che un intervento a salvaguardia della situazione di crisi, un primo atto di volontà politica della nuova Giunta, tendente nell'ambito delle proprie competenze a dare una priorità ai problemi del lavoro.
Come già indicato nelle linee programmatiche, tale priorità consegue direttamente dalla situazione economica e dalla grave crisi occupazionale attualmente in atto.
Particolare solidarietà la Giunta Regionale ha voluto dimostrare ai lavoratori dell'Emanuel che sono in lotta da 15 mesi non soltanto per la difesa del proprio posto di lavoro, ma che hanno posto come base della propria azione tutta la problematica occupazionale, conferendo ad essa un ruolo propositivo, elaborando linee di ristrutturazione dell'azienda.
Come ulteriore atto politico nei confronti dei lavoratori dell'azienda e quale stimolo nei confronti del Governo centrale, per una rapida definitiva soluzione della vertenza dell'Emanuel, mi auguro che tutte le forze democratiche presenti nel Consiglio Regionale, vorranno dare il loro assenso all'ordine del giorno di solidarietà verso l'azienda e di sollecita risoluzione del problema, che sarà proposto al termine della seduta.
E' questa, infatti, una vertenza per la cui conclusione è indispensabile l'unita di tutte le forze politiche democratiche che intendono contribuire al superamento della crisi occupazionale della nostra Regione.



PRESIDENTE

Sono ultimate le comunicazioni del Presidente della Giunta. C'è qualche richiesta di chiarimento? Voglio precisare che il regolamento dice che sulle comunicazioni del Presidente della Giunta sono ammesse solo richieste di chiarimento, se si vuole poi fare una discussione su alcuni argomenti che il Presidente della Giunta ha introdotto, se ne può fare richiesta al termine della seduta affinché siano messi all'ordine del giorno di una seduta successiva o al termine di questa, ma non adesso. Qualcuno chiede di parlare? Nessuno.
Passiamo allora al punto terzo dell'ordine del giorno. Vorrei per proporre al Consiglio una brevissima sospensione, di non più di cinque minuti, per consentire l'insediamento della I Commissione, al fine di permettere un più sollecito svolgimento dei lavori successivi che prevedono, come sapete, la riadozione di quattro leggi, le quali hanno parti finanziarie da esaminare e se la I Commissione non è insediata queste leggi non possono essere esaminate e si paralizzerebbe il lavoro successivo.
Insedierei quindi la I Commissione, così mentre il Consiglio procede nei suoi lavori, la Commissione può fare altrettanto.
C'è qualche obiezione a questa procedura? Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 10,45 riprende alle ore 11)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Ratifica a norma dell'art. 40 dello Statuto, della deliberazione della Giunta concernente l'applicazione del programma di localizzazione ai sensi del 2° comma dell'art. 1 della legge 27 maggio 1975, n. 160


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che è stata insediata la I Commissione Programmazione e Bilancio, che ha provveduto ad eleggere il suo Presidente nella persona del Consigliere Luciano Rossi ed il suo Vicepresidente nella persona del Consigliere Carlofelice Rossotto.
La I Commissione può mettersi immediatamente al lavoro perché vi sono da esaminare le parti finanziarie delle quattro leggi iscritte all'ordine del giorno. Io ho provveduto a trasmettere immediatamente alla I Commissione le parti finanziarie delle quattro leggi che sono poi da esaminare in Consiglio Regionale.
Passiamo ora al terzo punto all'ordine del giorno: "Ratifica, a norma dell'art. 40 dello Statuto, della deliberazione della Giunta concernente l'approvazione del programma di localizzazione ai sensi del 2° comma dell'art. 1 della legge 27 maggio 1975 n. 166".
Mi pare che sia intercorsa un'intesa che rispecchia la forma e la sostanza, per cui introdurrà questa discussione il Consigliere Oberto che ha avuto modo di seguire tutta la fase istruttoria e anche, in un primo momento, quella deliberativa.
Invito quindi il Consigliere Oberto a prendere per primo la parola ed a svolgere le considerazioni che ritiene opportune.
La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono stato un poco incerto se cogliere questa occasione per alzarmi dalla panchina sulla quale mi ero proposto di stare seduto un poco come giocatore di riserva, ma poi ho pensato che fosse opportuno invece, in una circostanza così importante come quella della quale relazionerò, consentire al Consiglio di apprezzare - ove naturalmente lo ritenga opportuno - tutto lo sforzo che la Giunta, che ho avuto l'onore e la responsabilità di presiedere dal 21.12.1973 sino a pochi giorni addietro, ha sempre portato con tempestività e con tutto l'entusiasmo possibile, in una chiarezza di collaborazione della quale voglio dare atto pubblicamente oggi anche ai colleghi socialisti che costituivano della Giunta una componente non piccola e non indifferente insieme a quella dei socialdemocratici e dei repubblicani, per affrontare studiare, esaminare e per quanto possibile risolvere dei problemi importanti e meno importanti, sempre avendo dinanzi agli occhi la visione dell'assolvimento di un compito che è quello di rendere testimonianza ai cittadini piemontesi di come Consiglio Regionale e Governo Regionale abbiano a cuore i problemi e li vogliano concretamente risolvere.
Ecco la ragione per cui, molto brevemente, prendo la parola per illustrare la situazione e la posizione così come si è venuta sviluppando e svolgendo, anche se per una lettura molto sommaria che ho potuto fare stanotte rientrando da un viaggio all'estero per ragioni di servizio di altra natura e non di Consigliere Regionale, ho appreso che vi è stata una grossa riunione (che poi è stata ricordata succintamente qui dal Presidente della Giunta o dal Presidente del Consiglio, non ricordo) nella giornata del 2 di agosto, dove i sindaci (100/150) sono stati messi al corrente di quanto era accaduto. Io resto sempre della mia convinzione e cioè che certamente faremo bene a continuare con questo criterio dell'informazione esterna quanto, più sollecita e quanto più larga possibile, ma rimango anche sempre fermo nel mio convincimento che i primi ad essere informati debbono essere i signori Consiglieri Regionali i quali assumono la responsabilità e devono possibilmente conoscere, non attraverso i comunicati di stampa, ma attraverso comunicazioni dirette, quelle che sono le impostazioni dei vari problemi, le linee di conduzione delle varie soluzioni che vengono in certa guisa proposta.
Ecco la ragione per cui prendo la parola per illustrare molto brevemente quello che la Giunta si è venuta a trovare nelle condizioni di dover fare, non senza avere avvertito l'esigenza, proprio per le caratteristiche particolari e peculiari del tempo di operatività, di ascoltare la voce delle varie composizioni e componenti politiche del vecchio Consiglio Regionale che sono poi le componenti di questo Consiglio.
Che cosa è accaduto? E proprio nel cuore del momento operativo della campagna elettorale, che ha capovolto le situazioni, e lo dico soltanto per inciso, non mi interessa in questo momento una valutazione di carattere politico di interpretazione di voto che, d'altra parte, è stata già fatta largamente in questo Consiglio, ma mi consente di dire, come motivo di meditazione, che se si presentano delle difficoltà in questo capovolgimento ad assumere dei ruoli diversi, ruoli che conducono però, sempre in fase operativa, al raggiungimento di uno scopo comune, se cioè può riuscire non agevole e non facile mutare il ruolo della maggioranza in quello dell'opposizione e, se vi sono obiettive difficoltà a superare, anche momentaneamente, delle situazioni di disagio, anche il saper vincere non è sempre una cosa molto facile e molto agevole, specialmente quando la vittoria che si coglie non è quella che si supponeva di cogliere e anche se il risultato di questa vittoria è esso stesso motivo di una composizione diversa, di una strutturazione di Governo regionale: ma di queste cose penso che avremo motivo e tempo di discutere successivamente, quando vi saranno dei tempi più specificamente indicati ad esaminare questa situazione e anche alla luce di quelle che il Partito della DC (al quale mi onoro di appartenere, al quale desidero e mi propongo di appartenere con tutte le mie forze fino al momento in cui ritroverà in se stesso la forza ed il vigore di riprendere il senso di responsabile Governo della vita del nostro Paese, così come ha dovuto fare in questi ultimi 30 anni) ha ieri attraverso decisioni della sua direzione, chiaramente indicato approvando la linea di condotta che la DC regionale piemontese, il Capogruppo in questa sede, i colleghi Consiglieri che sono intervenuti hanno sottolineato come motivo di grande e di profonda attenzione.
Chiusa questa parentesi, mi rifaccio alle giornate ultime del maggio 1975 quando, mentre tutti erano infervorati in foro esterno a correre ciascuno la propria battaglia per vincerla, o con la speranza di vincerla e per raccogliere i frutti quali sono stati raccolti, veniva dato l'annuncio (come sempre prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) di una legge che va sotto l'indicazione della n. 166. Ci sono degli accostamenti anche numerici i quali hanno la loro importanza, (io ai numeri un poco credo, non soltanto ai numeri dei risultati elettorali, ma anche proprio al significato ed al senso dei numeri); la 167 si riscontra adesso in una 166 ci sono delle assonanze numeriche che portano a valutare anche soltanto così, per il gusto direi fonetico, alcune indicazioni che hanno invece una loro sostanza.
Questa legge del 27 maggio 1975 n. 166, conosciuta attraverso pubblicazioni di giornali e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale soltanto parecchio tempo dopo ed esattamente il 7 giugno 1975, ha per oggetto "Interventi straordinari di emergenza per l'attività edilizia che autorizza l'assegnazione anticipata sul piano triennale per l'edilizia residenziale pubblica di 1062 miliardi ai fini della realizzazione di edilizia sovvenzionata".
Si è riunita immediatamente la Giunta, si è venuti a conoscenza che il Ministro dei LL.PP. Bucalossi sarebbe stato a Torino per un incontro occasionale, esteso alle forze politiche, e la Giunta, esaminata prontamente la legge, avuto presenti quelle che sono le linee che conducono la legge stessa, si è pronunciata immediatamente con una convinta e vibrata protesta sull'insufficienza della dotazione finanziaria di questa legge.
Tuttavia non si è accontentata di piangere lacrime sul latte versato, dopo di avere chiarito con gli organi centrali e col Parlamento (in definitiva è il Parlamento che approvando le leggi deve rendersi conto se la dotazione finanziaria è sufficiente o non è sufficiente) che questa somma non avrebbe potuto, in nessuna maniera, rispondere a quelle che sono le esigenze specialmente in determinate Regioni come la nostra, per l'assegnazione specifica fatta al Piemonte che si riduceva (cito in cifra tonda) a 63 miliardi, senza tenere conto di che cosa sia il Piemonte del 1975 rispetto a quello del 1971 quando vi fu una prima assegnazione di fondi nella stessa identica misura ripetuta nel 1975 e sottolineò essenzialmente quello che ad avviso personale mio e condiviso dalla Giunta unanimemente, era una ragione intrinseca e sostanziale che legittimava una diversa indicazione di cifra a disposizione della Regione Piemonte che oggi è una grossa realtà con i suoi abitanti composti però da una parte di cittadini residenti da sempre in Piemonte e da una parte cospicua di cittadini del Sud d'Italia che sono stati richiamati al Nord e per i quali non è stato possibile risolvere molti dei problemi primitivi vorrei dire, prioritari certamente tra i quali vi è indubbiamente anche quello della casa.
E allora - lo rappresento con tutto il rispetto al Governo attuale dicendo che era una linea di conduzione che il Governo che ebbi la responsabilità di presiedere aveva assunto - occorrerà d'ora innanzi e sempre più sottolineare che è giusto che nelle attribuzioni di fondi (sentiremo poi che cosa ci dirà l'Assessore Simonelli, il quale, in mia rappresentanza, fu a Roma, e anche qui per un'impossibilità fisica mia nell'ultima riunione ed ebbe nozione di quello che è il pacchetto che verrà in questi giorni perfezionato e indicato nelle cifre) si voglia sempre di più sottolineare questo aspetto: il Piemonte è una Regione che ha in sé un grosso contenuto di Regione del Sud, vi sono centinaia di migliaia di cittadini venuti qui per cercare pane e lavoro e che avendo trovato in parte il lavoro stentano qualche volta ad avere il pane, ma soprattutto stentano ad avere l'abitazione e la casa. Per cui sottolineo questo motivo di attenzione per tutti i colleghi Consiglieri: il problema numero uno accanto a quello dell'occupazione, è quello della casa; se la Regione Piemonte non affronta e non risolve questo problema concretamente, fallisce ad uno dei suoi scopi principali.
Ecco perché la Giunta si mise di buzzo buono e rapidamente, servendosi degli strumenti burocratici della sezione urbanistica, valendosi di studi di massima predisposti anche in passato, esaminata la posizione di questa legge, si premurò di rappresentare personalmente al Ministro Bucalossi, in occasione dell'incontro verificatosi il 9 giugno 1975, i problemi di fondo circa l'applicazione della legge, invocando - ed è forse opportuno, io lo propongo come Consigliere - che ratificandosi, ove il Consiglio ritenga di ratificare, ovviamente, la delibera della Giunta, rafforzi ed accompagni questa ratifica come una richiesta ed una sottolineatura dell'esigenza che siano dati più quattrini.
Ho letto sui giornali che non è soltanto il problema dei quattrini.
Certo, quelli della Regione non sono soltanto problemi di quattrini, ma sono anche di quattrini e questo Governo regionale si scontrerà, come i Governi regionali passati, con l'impossibilità di far fronte alla soluzione di alcuni problemi proprio perché mancheranno gli strumenti finanziari.
Ripeto anche da questo banco quello che ho avuto la responsabilità di dire come Presidente della Giunta Regionale, che non si dà vera autonomia ad un Ente qualunque se questa autonomia politica invocata, richiesta, non è accompagnata da autonomia finanziaria; se manca questa non è possibile affrontare e non è possibile soprattutto risolvere questi problemi.
Ecco allora che con tempestività e con rapidità si volle puntualizzare questa situazione, si volle questo incontro con il Ministro dei LL.PP. si concordarono delle linee di partenza per attuare la legge. Era un momento delicato. Al termine dell'ultima seduta del Consiglio Regionale io avevo assunto l'impegno, mediato finché si vuole, ma lo avevo assunto e l'ho mantenuto, per i casi che fossero di particolare gravità nell'arco di tempo che andava dal passaggio tra il Consiglio Regionale scaduto allora e quello ora eletto, di sentire le voci delle rappresentanze politiche delle varie componenti partitiche che componevano il Consiglio. Ed ecco che la Giunta fu con me d'accordo che si convocasse una prima riunione dei Capigruppo consiliari, proprio al fine di valutare con loro le linee lungo le quali la sezione urbanistica avrebbe dovuto continuare la sua azione per predisporre nei tempi brevissimi fissati dalla legge, le linee del piano, e quelle linee, così come furono in quella riunione illustrate, furono sostanzialmente accettate, con l'apporto di alcune variazioni che le varie sensibilità politiche suggerivano, per un'impostazione la più corretta possibile delle linee di programmazione nel settore edilizio.
Quindi, se il Presidente della Giunta Regionale me lo consente, come semplice battuta, una specie di Giunta aperta era già quella che ha sentito il parere di tutti, che ha tesaurizzato le indicazioni di tutti, mantenendo tuttavia la sua linea di Giunta così com'era costituita.
Presso la sezione urbanistica regionale si sono verificate, a ritmo intensissimo, le consultazioni con i vari Istituti autonomi delle case popolari, si sono sentite le organizzazioni delle cooperative, si sono consultati e sentiti i rappresentanti dei vari settori imprenditoriali che hanno portato in definitiva alla localizzazione tempestiva, con una delibera che la Giunta assumeva il 30 luglio 1975, in modo da poter far pervenire il piano (che oggi il Consiglio Regionale è chiamato ad esaminare ed eventualmente a ratificare) al CER. entro i venti giorni previsti per la sua elaborazione.
Qui ci sarebbe da aprire un'altra parentesi di critica alla struttura delle leggi anche parlamentari; qualche volta noi ci siamo doluti di leggi fatte da noi con una certa fretta che hanno avuto poi delle risonanze non felici. Anche questa legge effettivamente ha fissato dei termini prevedendo, tra l'altro, la convocazione del Consiglio Regionale anche in pendenza dello scioglimento del Consiglio stesso, creando pertanto dei problemi di non facilissima soluzione. Comunque si è arrivati a presentarlo al CER in tempo utile.
Lo studio. Sono stati delineati anche i criteri per quello che doveva verificarsi e che si verifico successivamente, cioè per l'emissione dei nullaosta che il Presidente della Giunta doveva emettere per l'edilizia condizionata e per l'edilizia agevolata.
In sostanza le linee possono essere così richiamate per una valutazione rapida ma sufficientemente concreta. La legge si articola avendo presente l'edilizia sovvenzionata per interventi che siano a totale o a parziale carico dello Stato, destinati esclusivamente in locazione semplice alla generalità dei cittadini che abbiano i diritti riconosciuti da precedenti disposizioni legislative.
Un secondo punto dell'articolazione della legge si riferisce all'edilizia convenzionata agevolata per interventi a favore di cooperative edilizie che io immagino possano essere sempre più accompagnate nello sviluppo della loro attività anche in futuro, quanto più queste realtà operative diventeranno motivo di attenzione e di accettazione della persona singola, cioè dell'individuo che sentirà sempre di più questa opportunità e questa esigenza in un momento cooperativo comunitario, gli IACP e le imprese di edilizia privata, voglio riconoscerlo apertamente, hanno dato un apporto non indifferente di contributo, di esame, di studio e di impegno sia pure con una sovvenzione molto ridotta e molto limitata, alla concreta soluzione dei termini del problema, finanziando il tutto con dei mutui ordinari sui quali viene concesso un contributo dello Stato per ridurre il tasso di interesse al 4 o al 5% in relazione alla natura del soggetto beneficiario della norma di legge.
Terza articolazione della legge quella relativa alle urbanizzazioni primarie e agli oneri per l'acquisizione delle aree nell'ambito dei piani di zona formati a sensi della legge 18 aprile 1962 n. 167.
La legge aumenta anche il fondo di dotazione disponibile per questa destinazione, da 300 a 450 miliardi a livello nazionale (teniamola ben presente, è una cosa estremamente modesta quando vi sia la suddivisione Regione per Regione). L'edilizia sovvenzionata ha visto assegnato come piano di emergenza uno stanziamento di 63 miliardi 255 milioni sull'importo complessivo che ho ricordato essere di 1062 miliardi. Questa cifra era stata già assegnata nel giugno del 1972, tre anni prima, erano fondi destinati all'edilizia pubblica residenziale e già allora si era lamentata, ma inutilmente, l'insufficienza della somma, cosa che è stata fatta ancora per l'assegnazione attuale.
Alle considerazioni sull'esiguità e ancora più sulla insufficienza dei finanziamenti in rapporto al fabbisogno di abitazioni, occorrerà che si tengano presenti gli aggravamenti derivanti dai costi generali che si sono verificati in questi tre anni per le costruzioni, dei materiali, della manodopera e degli stessi strumenti finanziari del denaro da assumersi a mutuo, a prestito; è quindi di intuitiva evidenza l'aumento di questo divario tra le capacità realizzative dei fondi assegnati e le necessità di intervento pure sommariamente valutate.
A questo fine mi sembra opportuno rilevare che per formulare gli ordini di priorità riportati nel programma di localizzazione abbiano agito correttamente la sezione urbanistica regionale e successivamente la Giunta aderendo alle linee tecniche e indicative e facendo le proprie scelte politiche di quello studio volto a determinare il fabbisogno abitativo insoddisfatto che la Regione denunciava già, l'ho ricordato, nel 1971. E quindi pur avanzando le necessarie riserve valutative che sono dovute alla retrodatazione della situazione rilevata, non si può non considerare come anche in un'ipotesi di intervento che comprenda soltanto una prima e prioritaria parte dei vani che sono stati stimati necessari per riequilibrare a tempi medio-brevi, (ma vorrei dire a tempi brevi, tanta è la sete di casa che vi è nel nostro Piemonte e soprattutto nell'area torinese e della prima e della seconda cintura torinese) la situazione di disagio abitativo dicevo, con i fondi che sono stati attribuiti dalla legge 166 alla Regione Piemonte in maniera che si possa sì e no realizzare circa il 4% di tale fabbisogno, il che è indubbiamente molto poco.
Si inserisce qui il discorso relativo alla utilizzazione di fondi per il risanamento dei complessi edilizi compresi nei centri storici. Torna all'ascolto del Consiglio Regionale questo argomento sul quale abbiamo avuto modo di intrattenerci più di una volta, nei cinque anni passati senza essere riusciti a risolvere la situazione non per mancanza di volontà politica o di buona volontà, ma per difficoltà obiettive che inevitabilmente incontrerà anche il Governo regionale di oggi (al quale auguro di riuscire a superarle), A riprova di quello che sto dicendo sta la dimostrazione della residua somma di un miliardo e 117 milioni 428.000 lire destinata, nell'ambito della precedente ripartizione, ad analogo scopo e tuttora inutilizzata.
Allora sembra opportuno operare per utilizzare innanzi tutto i fondi giacenti, mentre in questa assegnazione si deve tendere a favorire per quanto possibile la riqualificazione di parte del vecchio - e non privo di valori storici - patrimonio di abitazione, anche di edilizia pubblica.
Nei giorni scorsi i quotidiani torinesi hanno riproposto all'attenzione e alla considerazione dei Consiglieri Regionali anziani e dei nuovi Consiglieri Regionali, per esempio, l'utilizzazione di un grosso castello quello della Venaria, ma sempre senza tenere presenti i fondi richiesti per questa sistemazione, fondi che debbono essere reperiti; noi ci auguriamo che questo Governo regionale riesca a reperirli, altrimenti continueremo a fare dei bei discorsi, a trovarci concordi e consenzienti sull'opportunità di risolvere certi problemi, ma nell'impossibilità pratica di risolverli.
Il 15% dell'importo complessivo, pari a 9488 miliardi, è stato destinato alla manutenzione ed al risanamento dei vari IACP proporzionalmente alle dimensioni del parco-vani di ciascun Istituto.
La Giunta, nel documento recepito nella deliberazione (che troverà, io penso, la ratifica da parte del Consiglio) si è soffermata su due aspetti del tutto particolari, che val forse la pena siano dai Consiglieri sottolineati e valutati.
Interventi per il ricupero di costruzioni vecchie: i problemi di Leumann e del quartiere SNIA sono delle testimonianze di natura anche urbanistica, civile, di tempi passati, che hanno ancora una loro utilità in questo tempo e che pertanto devono essere affrontati; l'Assessore che avrà questo compito particolare potrà approfondire lo studio, forse presentare una proposta di legge al Parlamento, perché si tratta di legge parlamentare, in maniera da abbreviare e i tempi e anche i modi operativi perché Leumann e il quartiere SNIA che la Giunta Regionale si è proposta di salvare e che il Consiglio a mio avviso farà bene, ratificando la delibera ad insistere perché siano salvati, creano questa situazione di difficoltà obiettiva. Occorre previamente acquisire i complessi da parte dei vari Comuni interessati e successivamente vi saranno le assegnazioni all'IACP il quale, con i fondi cui ho fatto cenno in precedenza, potrà realizzare i risanamenti necessari.
E' proprio necessaria, indispensabile tutta questa dinamica? O c'è una scorciatoia da cercare per abbreviare i tempi e anche per evitare tutta una burocratizzazione che non può ovviamente essere foriera di risultati positivi e concreti? La Giunta ed il Consiglio, io penso, oggi vorranno sottolinearne l'importanza.
L'argomento mi consente di aprire una piccolissima parentesi. Nella legge è previsto che in quei Comuni per i quali sia applicata la 167 si possano - seguendo lo stesso criterio difficile dell'acquisizione della casa - restaurare abitazioni di privati cittadini, di lavoratori, di agricoltori intanto in quanto siano titolari del diritto di fruire di questo servizio di carattere generale, per cui là dove ci sono delle obiettive difficoltà di acquisizione di terreni, oggi sempre più difficili da acquisire anche perché impingono in una riduzione di terreno destinato al mondo dell'agricoltura, ci si indirizzi in questa direzione, in maniera che quelle case possano essere restaurate perché la procedura attuale è quella, restituirle a coloro che ne sono proprietari attualmente in quanto portatori di questo interesse e di questo diritto, il che consentirebbe, a mio avviso (io non sono un tecnico, sono cose che mi sono state dette recentemente anche da amici Sindaci che si trovano nella grossa difficoltà dell'urbanizzazione per l'applicazione della 167, del reperimento concreto dei terreni e del reperimento dei quattrini per il pagamento dei terreni stessi) di risolvere, con un taglio che vorrei dire minimo, il problema nel suo complesso.
Per quanto attiene all'edilizia convenzionata e all'edilizia agevolata la norma di legge prevede la concessione di un contributo da parte del Ministero dei LL.PP. a Enti pubblici, a cooperative, a imprese edilizie per operazioni di mutuo agevolato, a un tasso che non sia superiore al 4% annuo (naturalmente oltre il rimborso del capitale) se Enti e cooperative a proprietà indivisa, e 5% se cooperative a proprietà individuali e imprese private.
Le costruzioni debbono essere realizzate nell'ambito di piani di zona che sono formati a norma della legge 18 aprile 1962, la 167, su aree concesse mediante il diritto di superficie.
Signori Consiglieri, è forse opportuno che noi sappiamo il perch dell'urgenza di questa ratifica nelle linee che sono state indicate, con quelle modifiche che il Consiglio, nella sua sovranità, riterrà eventualmente di portare e perché tutto questo debba essere concluso in un termine vicinissimo, che è quello del 31 ottobre di questo anno, in maniera che si possa dare quel minimo di ossigeno ad un settore la cui crisi cade pesantemente su tutta la Regione: non c'è soltanto fame di case obiettivamente non c'è soltanto da risolvere il problema di dare l'abitazione a chi non ce l'ha, ma su questo problema che vorrei dire di fondo e principale si innesta l'altro, non meno importante, di una disoccupazione già di fatto esistente e che appare divenire sempre più preoccupante, che è quella della manodopera del settore dell'edilizia.
E' per questo, signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri che mi sono forse un poco attardato ad illustrare il documento approvato nella delibera, perché ciascuno di noi, nel ratificarlo, assuma piena coscienza di quanto è stato fatto e nell'apportare eventuali modifiche assuma piena responsabilità dei tempi brevi entro i quali è necessario operare e concludere.



PRESIDENTE

Ha la parola l'Assessore Rivalta.
Il regolamento prevede la richiesta di parola dei Consiglieri, ma avendo adottato una procedura eccezionale col dare prima la parola al Consigliere Oberto, riterrei opportuno dare ora la parola alla Giunta eventualmente i Consiglieri diranno qualche cosa dopo e la Giunta avrà nuovamente la possibilità di replicare. A meno che i Consiglieri vogliano parlare prima di sentire il parere della Giunta. E' chiaro che chi ha illustrato la ratifica non è la Giunta di adesso, è quella di prima, è un Consigliere che esprime ciò che è stato fatto in precedenza, comunque non c'è imbarazzo nella scelta.
Qualche Consigliere desidera parlare adesso? La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore al piano territoriale regionale

L'informazione di stamattina sulla applicazione della legge 166 avviene con ritardo per la pausa elettorale; con essa si intende supplire al mancato adempimento dell'impegno previsto dal dettato legislativo, per il quale il programma di localizzazione degli interventi doveva essere effettuato dall'organo competente della Regione, e nel caso nostro, per norma statutaria, dal Consiglio Regionale.
Si era inteso in un primo momento, sulla base della possibilità concessa dalla circolare del Ministro Morlino, convocare il Consiglio Regionale già sciolto, ma poiché allora si era in periodo pre-elettorale la legge fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 7 giugno, si è preferito procedere di comune accordo attraverso una discussione in Commissione, con successiva ratifica delle decisioni in Consiglio Regionale, che avviene appunto questa mattina.
Il Consigliere Oberto ci ha informati sugli atti e sui fatti avvenuti in questo periodo di vacanza elettorale. Ha fatto riferimento anche al lavoro della Commissione, che è quello su cui si è basata la formazione di questo programma di localizzazione. Ci ha informati del programma dell'edilizia sovvenzionata, non ci ha dato informazione (non ce la diede neppure in Commissione prima della scadenza del suo mandato) per quel che riguarda il programma di localizzazione dell'edilizia agevolata e convenzionata (mi riferisco ai nulla osta che sono stati concessi alle cooperative e alle imprese private). Era, questo, un mandato che la legge affidava in modo specifico al Presidente della Giunta, ma sul quale i Consiglieri avrebbero voluto, nel momento in cui si adempieva a questo mandato, avere un'informazione. Dico questo senza nessun accenno polemico che mi sarebbe sollecitato per altro, dall'accenno alla questione dell'informazione che l'ex Presidente della Giunta ha fatto nel suo intervento con riferimento all'assemblea con gli amministratori comunali di sabato 2 agosto. Richiamo semplicemente, come constatazione di fatto, che c'è stata una carenza di informazione, nel corso del mandato del Presidente Oberto nel passato, per quanto riguarda l'edilizia convenzionata e agevolata. Appena avremo i documenti da parte degli uffici, li comunicheremo a tutti i Consiglieri, in modo che essi abbiano anche questa parte di informazione relativa all'applicazione ed alla concessione dei nulla osta alle imprese ed alle cooperative.
L'intervento che si ratifica questa mattina è già stato deliberato approvato, ed è già stato comunicato al CER. E' in sostanza una presa d'atto quella che compiamo. D'altra parte non si poteva fare altrimenti poiché si è trattato di applicare una legge di intervento di emergenza.
Voglio qui esprimere il giudizio negativo che questa Giunta dà a tutti i provvedimenti di emergenza, in generale, e a questo in particolare riguardante l'edilizia e l'abitazione. Si deve ricorrere ad essi, perch nel passato non si è fatta una politica opportuna nei confronti del settore edilizio e della politica dell'abitazione. Sono provvedimenti improvvisati con i quali si cerca di rimediare al risultato di una politica economica sbagliata, alle distorsioni settoriali che si sono avute nella produzione di beni nel nostro Paese. E' quindi una legge che di per sé stessa è la denuncia di una errata politica economica.
E' un intervento - e lo richiamava lo stesso ex Presidente Oberto - che non copre minimamente il fabbisogno presente nel nostro Paese, e nella nostra Regione. Ci siamo quindi trovati in quella Commissione che ha sostituito il Consiglio nel prendere le decisioni, ad operare nel vincolo di queste due condizioni: intervento di emergenza, insufficienza del fabbisogno. Queste due condizioni hanno fortemente influenzato il risultato del programma di localizzazione. Il dover operare nei tempi previsti dalla legge, tempi molto ridotti, ha portato ad un programma di localizzazione che non ha potuto tener conto dell'intero quadro dei fabbisogni, e che non ha potuto tener conto compiutamente delle linee programmatiche di riequilibrio regionale che in questo Consiglio si sono più volte riaffermate. Ne è venuto fuori quindi un intervento che ha tutti i limiti del provvedimento di emergenza. Si sono scelti i Comuni ove il fabbisogno appariva maggiore, più evidente, ai dati del censimento del '71.
Devo correggere un'indicazione data dal Consigliere Oberto: non si è fatto riferimento, per questa localizzazione, a quell'indagine sul fabbisogno svolta dalla sezione urbanistica due o tre anni fa, quando è stata promulgata la legge 865: indagine troppo sommaria e non omogenea, che non poteva dare nessun affidamento. E' stato fatto riferimento invece al fabbisogno, così come emerge dai dati riguardanti le abitazioni, contenute nelle schede di famiglia del censimento del 1971.
Quindi, si è fatta una localizzazione che tiene conto dei problemi che si sono creati nel passato, al fabbisogno che era presente nel 1971 (cosi come l'abbiamo potuto valutare attraverso i dati del censimento), e non orientato ad un programma di riequilibrio regionale. E credo che questa sia la maggiore carenza a cui la situazione ci ha indotti. E' certo che questa localizzazione fatta sul piano dell'emergenza, contraddice per molti aspetti a quelle che sono le impostazioni del piano di sviluppo ed ai contenuti del piano territoriale di coordinamento.
Abbiamo dovuto quindi scegliere di intervenire sul fabbisogno che si è creato e non tanto sul fabbisogno che vogliamo creare in ragione di una diversa programmazione dello sviluppo regionale. Abbiamo dovuto scegliere di intervenire nei Comuni maggiori, quelli con più di 10.000 abitanti ad eccezione della provincia di Torino, in cui si è scelto di intervenire in quelli con più di 20.000 abitanti. Questo è un intervento di carattere straordinario che non vogliamo ripetere per il futuro, altrimenti attraverso successivi interventi di emergenza impediamo l'avvio di una qualsiasi politica di programmazione e di riequilibrio regionale.
E' stato tenuto conto (e lo aggiungo qui all'informazione del Consigliere Oberto) delle linee programmatiche di riequilibrio regionale imponendo una ripartizione dei finanziamenti che ha limitato al 50 l'intervento nella provincia di Torino. Se si tiene conto che sulla base del fabbisogno del 1971 la provincia di Torino avrebbe assorbito più del 60% dell'intervento, appare chiaro che questo correttivo tende a favorire finanziamenti nelle province esterne a quella di Torino.
La stessa aliquota, 50% e 50%, è stata quella che si è tenuta in conto per gli interventi all'interno della provincia di Torino: il 50% al Comune di Torino, il 50% ai Comuni esterni a quello di Torino.
Anche qui, se non si fosse proceduto con questo criterio rozzo si sarebbe assegnata una quantità ben superiore di intervento alla città di Torino, cosa che avrebbe contrastato con le linee di riequilibrio dell'area ecologica torinese; avrebbe contrastato con le stesse possibilità di intervento presenti nel Comune di Torino.
Ho voluto richiamare questi elementi non tanto per fare una critica nei confronti della deliberazione che la Giunta passata ha preso su questo programma (peraltro un programma che è emerso sulla base della discussione svolta nella Commissione), ma per indicare come l'assenza di politiche di programmazione ci abbiano indotti, anche al livello regionale, ad operare nei limiti di un provvedimento di emergenza.
Manca (dico "manca" e in questo non sono in una posizione coincidente con quella del Consigliere Oberto) all'interno di questo programma di intervento, una politica per il recupero dei vecchi abitati, dei centri storici in particolare.
E' vero che nella relazione si invita l'IACP ad operare per il ricupero dei quartieri della Leumann e della Snia, ma è un invito che soltanto in parte, dalle informazioni che ho avuto in questi giorni, si è tradotto in impegno operativo. Nella convenzione Regione-IACP, è richiamato solo il quartiere della Leumann di Collegno.
Sono due interventi necessari (uno, credo, potrà svolgersi in applicazione della 166, quello della Leumann, visto che è stato inserito nella convenzione IACP-Regione), indispensabili per recuperare ad un livello soddisfacente le condizioni abitative degli abitanti, in gran parte ormai persone anziane che hanno lasciato il lavoro.
Sono due interventi importanti anche dal punto di vista culturale. E' importante che la Regione Piemonte svolga una politica di ricupero di beni culturali, ed io ritengo i quartieri della Leumann e della Snia (come altri quartieri operai costruiti nella prima parte del secolo, in connessione con lo sviluppo industriale piemontese) una testimonianza storica e culturale del movimento operaio e della rivoluzione industriale.
Due interventi necessari, significativi dal punto di vista culturale che noi intendiamo estendere ai quartieri di questo tipo. Discuteremo prossimamente in Giunta, e sottoporremo al Consiglio, l'opportunità di prevedere un provvedimento legislativo ad hoc per recuperare questi quartieri.
Potrebbe essere, questa,la forma attraverso cui si riutilizza una parte almeno dei finanziamenti che erano stati stanziati, con un intervento autonomo della Regione, all'edilizia e che ci sono stati, con una motivazione molto drastica, respinti dal Governo.
Poiché attualmente l'intervento di ricupero è limitato al quartiere Leumann, dobbiamo dire - ecco la mia posizione difforme da quella del Consigliere Oberto - che non siamo stati in grado di promuovere una reale politica di ricupero dei centri storici, e non abbiamo impegnato nel modo in cui avremmo potuto l'intervento della 166 per un'azione più estesa, più sistematica in questa direzione. A questa impossibilità hanno concorso due elementi: uno è la mancanza di strumenti urbanistici esecutivi di competenza comunale; l'altro, che per certi versi sul piano della responsabilità si sovrappone alla carenza comunale, è la mancanza di una politica programmata di intervento sui centri storici da parte della Regione Piemonte. Il Consigliere Oberto molto puntualmente ha richiamato l'importanza di intervenire nei vecchi abitati. Devo qui, in termini del tutto discorsivi, dire che sotto questo profilo l'intervento del Consigliere Oberto fatto dai banchi dell'opposizione è stato più puntuale di quelli fatti nel passato da questa parte del Consiglio sullo stesso argomento.
Devo appunto trarre la conclusione che l'opposizione, tutto sommato non è una posizione più facile, semmai fa approfondire meglio i problemi vi induce ad affrontare in modo più attento i problemi che noi dall'opposizione in questi anni avevano posto, proprio con riferimento ai centri storici.
Lei ricorderà che abbiamo duramente contrastato, e con un certo insuccesso, quella circolare che era stata emessa dall'allora Assessore Cardinali, la quale consentiva di intervenire nei centri storici a livello del singolo edificio, purché fosse stata sottoscritta una convenzione per le spese di urbanizzazione. Con quella circolare si è aperta una politica di vera distruzione dei centri storici, e non già di ricupero. E lei ricorderà benissimo le molteplici interrogazioni che abbiamo presentato avverse ad interventi edilizi nei centri storici di vari Comuni (Carmagnola, Vercelli, Torino) alle quali sono state date delle risposte generiche. Ma quel che è più grave, non si è svolta un'azione di vigilanza.
Ora si tratterà di svolgere un'azione di promozione perché i centri soprattutto quelli maggiori, si dotino degli strumenti urbanistici necessari per consentire interventi di risanamento. E' questo un compito che spetta alla Regione e di cui questa Giunta si fa carico; noi vogliamo stimolare per il futuro un recupero dei centri storici secondo un piano programmato.
Dette queste cose, che aggiungono ed in parte modificano le opinioni espresse dal Consigliere Oberto, si tratta di prendere atto del programma di localizzazione. Alle carenze del programma di cui ho parlato, pu portare in parte ammenda il fatto che comunque i Comuni ove sono stati localizzati questi interventi, presentano tutti alti fabbisogni. Ci sono anche delle ragioni che giustificano le localizzazioni. Si tratta ora di fare in maniera che questo provvedimento di emergenza abbia rapida attuazione, evitando l'accumulo di ritardi che si è registrato nell'attuazione, per esempio, degli interventi del triennio 1971/1973 previsti dalla legge 865 (non tutti i finanziamenti sono ancora stati erogati). Speriamo che il Governo eroghi tempestivamente questi soldi; da parte nostra ci impegniamo a seguire con molta attenzione le procedure di applicazione della legge per far sì che nessun ritardo dipenda dalla Regione Piemonte. A questo scopo era stata indetta l'assemblea del 2 agosto (assemblea che peraltro era stata convenuta con il Consigliere Oberto nell'allora sua veste di Presidente della Giunta). Io stesso avevo parlato al Presidente Oberto sulla necessità di convocare, chiunque fosse stato a presiedere la Giunta, chiunque fosse stato l'Assessore, un'assemblea per poter avere un rapporto immediato ed operativo con i Sindaci; per dare ad essi la sensazione di una nostra particolare attenzione (nostra nel senso più generale, di Regione, non di singole persone, o di Giunta contrapposta al Consiglio) all'applicazione di questa legge, e per convenire con loro le procedure da seguire.
Non c'è stato il tempo per questa nuova Giunta, che si è formata il venerdì, di dare comunicazione al Consiglio (è nostra intenzione, in futuro, disporre della più ampia informazione all'interno del Consiglio).
D'altra parte l'Ufficio di Presidenza che aveva proceduto formalmente assieme all'Assessore Simonelli, alla convocazione dell'assemblea, aveva invitato tutti i membri di questo Consiglio ad essere presenti. Alcuni Consiglieri erano presenti e hanno anche dato un valido contributo alla discussione, di cui terremo conto in futuro.
Respingo quindi l'accusa di mancata informazione. E' stata un'assemblea promossa dal Consiglio Regionale nella forma più aperta. Noi ci siamo sentiti in dovere, in quella sede, soprattutto per la questione dell'esproprio, per le procedure che devono portare alla disponibilità dell'area, di indicare una linea, e di dimostrare il nostro impegno.
Abbiamo incaricato alcune persone dell'ufficio urbanistica di seguire con carattere di priorità le pratiche che riguardano gli espropri e le procedure per l'occupazione d'urgenza relative alla legge 166.
Il successo di partecipazione all'assemblea, ma anche al dibattito dice quanto era necessario un rapporto di questo genere; rapporto di cui certo non si deve abusare, ma che in particolari momenti deve essere con tempestività utilizzato.
Per non incorrere nel rischio che in futuro si debba operare, con carattere di emergenza, noi ci proponiamo, alla ripresa in settembre di presentare al Consiglio ed alla Commissione degli orientamenti di programmazione, d'uso e di localizzazione, di futuri finanziamenti per l'edilizia economico-popolare, in modo che in ogni momento in cui a livello governativo ci sarà la promulgazione di una nuova legge di finanziamenti la Regione Piemonte abbia pronte e già discusse all'interno del Consiglio e con la comunità, le linee di intervento.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Intervengo solo per contestare la storica affermazione fatta dal collega Rivalta secondo cui io sarei l'affossatore, o il nemico, o il distruttore dei centri storici del Piemonte.
La circolare a cui egli ha fatto riferimento, fu responsabilmente assunta nell'ambito della legge e delle approvazioni degli strumenti urbanistici che per quanto riguarda i centri storici implicavano e implicano tuttora il piano particolareggiato, né mi risulta che la gestione della circolare abbia mai contravvenuto allo strumento del piano particolareggiato per l'attuazione dei risanamenti dei centri storici.
Quindi non si è trattato di un attentato a questo tipo di ristrutturazioni al contrario, si è cercato (e credo che forse è uno dei pochi risultati che si sono ottenuti in quella direzione) di consentire, nell'ambito di strumenti urbanistici approvati, l'esecuzione delle volumetrie piene che gli strumenti approvati prevedevano, ma con l'esclusione della attuazione di tutto questo nei centri storici per i quali la 765 o impone i piani particolareggiati, o al massimo consente le così dette ristrutturazioni o strutturazioni conservative.
Ho voluto puntualizzare per evitare di passare alla storia come il nemico dei centri storici.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri chiedono la parola su questo punto? Ha chiesto ancora la parola per una brevissima replica, l'Assessore Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi, Assessore al piano territoriale regionale

Vorrei dire al Consigliere Cardinali che il merito di quella circolare può essere valutato da questi due fatti: è una circolare che consente di intervenire anche in assenza dei piani particolareggiati, quindi sfuggendo ad una politica organica e pianificatrice di ricupero dei centri storici la circolare della Regione è presa per quattro quinti, letteralmente, da una circolare ministeriale emessa nel 1968, e ritirata dopo appena un mese perché ritenuta illegittima.



CARDINALI Giulio

Vi sono state conferme anche dal Consiglio di Stato.



RIVALTA Luigi, Assessore al piano territoriale regionale

In sede politica nazionale era stata ritenuta illegittima.



PRESIDENTE

La discussione su questo punto è conclusa.
Desidererei soltanto aggiungere, rispetto al riferimento iniziale che ha fatto il Consigliere Oberto circa l'opportunità che gli atti, i documenti che riguardano il Consiglio Regionale siano sempre conosciuti dai Consiglieri prima che dalla comunità esterna, che io consento con questa affermazione, ma vorrei ricordare al Consigliere Oberto che se questa volta è successo qualche cosa di diverso è dovuto al fatto che quel punto che stiamo adesso trattando era iscritto all'ordine del giorno della precedente seduta ed è per addivenire ad una sua richiesta che è stato spostato ad oggi, si è quindi tenuta l'assemblea dei Sindaci in tempi previsti precedentemente dalla mia firma e dal suo consenso rispetto a ciò che poteva essere lo svolgimento che lei aveva auspicato.



OBERTO Gianni

Guardi signor Presidente che non c'è nessuna malizia, quando io sono malizioso lo sono apertamente e quando dico le cose le dico convinto.
Lei mi aveva chiesto addirittura di convocare questa assemblea dei Sindaci, io le feci presente che avrei convocato un'assemblea di Sindaci i quali sarebbero venuti e avrebbero trovato un Presidente già scaduto, già ex e allora dissi che non ritenevo che fosse accompagnata la convocazione di quell'assemblea dalla mia firma. Seppi successivamente che l'Assessore Simonelli, autonomamente, si determinò a firmare quella convocazione ed io ne presi atto, niente altro. Nelle mie parole c'era proprio soltanto questo vivo desiderio, che per quanto mi ha riguardato, in passato ho sempre cercato di osservare, che i primi ad essere informati delle cose siano i Consiglieri, anche se poi ci sono delle fughe (e le avrà anche lei signor Presidente del Consiglio, le avrà il Presidente della Giunta) che vengono portate fuori dai giornali per cui molte volte io stesso Presidente della Giunta apprendevo certe cose prima dai giornali.
Solo in questo senso, niente di malizioso.



PRESIDENTE

Va benissimo, tutto è chiarito.
Passiamo alla ratifica della delibera della Giunta. I Consiglieri hanno certamente in mano questo ponderoso malloppo e credo che nessuno abbia desiderio di richiedere che lo legga tutto, ma che venga dato per letto e si passi semplicemente alla sua ratifica.
Qualcuno chiede la lettura di tutto il testo? Non vedo nessuna richiesta del genere, quindi si procede alla ratifica della delibera della Giunta, illustrata dal Consigliere Oberto, per alzata di mano.
Chi e d'accordo alzi la mano.
E' ratificata all'unanimità.
E' quindi approvato il programma di localizzazione degli interventi straordinari di emergenza per l'attività edilizia di cui alla legge 27.5.1975 n. 166, quale risulta dal documento allegato alla deliberazione suddetta.
Con ciò abbiamo svolto il terzo punto all'ordine del giorno ed ora siamo di fronte ad una scelta che dobbiamo compiere assieme: sono le ore 12. Io ho una richiesta del Presidente della Giunta per una comunicazione che prevedo occuperà un quarto d'ora, venti minuti, poi potremmo senz'altro iniziare, se lo volete, l'esame delle leggi e delle loro modifiche; oppure potremmo anticipare lo svolgimento delle comunicazioni della Giunta Regionale sul piano di emergenza e sulla convocazione della Conferenza regionale e riprendere oggi pomeriggio con le leggi.
Mentre ci pensate un momento, darei la parola al Presidente della Giunta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Situazione occupazionale all'Emanuel (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Come avevo già preannunciato nelle mie comunicazioni, è intenzione costante della Giunta di informare il Consiglio degli atti più importanti e delle deliberazioni più significative.
Vi è la deliberazione assunta dalla Giunta per contribuire a risolvere il problema della Emanuel, se il Consiglio non ha nulla in contrario l'Assessore Fiorini potrebbe brevemente illustrare i motivi che hanno determinato la Giunta ad assumere questa deliberazione.
Ciò era già stato deciso nella riunione dei Presidenti dei Gruppi e quindi se non vi sono opposizioni chiederei al Presidente del Consiglio di dare la parola all'Assessore competente, Fiorini.



PRESIDENTE

Se ho capito bene si tratta di una comunicazione.
Vi sono opposizioni o pareri diversi da parte dei Consiglieri? Non ne vedo, allora dò la parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione e formazione professionale

Credo che il Presidente abbia già illustrato il motivo per il quale la Giunta ha deciso di portare queste comunicazioni in Consiglio. E' un nuovo modo di governare, è un modo di far partecipare il Consiglio anche a tutte le delibere più importanti della Giunta e noi consideriamo che questa sia una delibera importante. In fondo è anche un dovuto riconoscimento al Consiglio precedente che si è occupato per molto tempo della questione della Emanuel, senza, non per responsabilità propria, arrivare ad una soluzione, essendo chiaro che la responsabilità invece va ricercata altrove e semmai a livello di Governo.
Ora si presenta la possibilità di riproporre questo argomento, cioè il tema del salvataggio di un'azienda tecnicamente sana dando da una parte respiro ai lavoratori e dall'altra consentire, in tempi abbastanza ravvicinati, una soluzione di carattere pubblico.
Questa delibera che presentiamo è stata concordata con l'F.L.M., con il Consiglio di fabbrica della Emanuel e con la consulenza dell'ISFOL che ha competenza per queste materie in particolare.
Io vorrei brevemente fare non tutta la storia della vicenda Emanuel, ma fissare se non altro due punti: l'Emanuel, si diceva inizialmente, è in situazione difficile per due motivi fondamentali e cioè per un sovradimensionamento del personale (un rapporto, ad esempio, tra impiegati ed operai, quelli in produzione) e in secondo luogo per un certo ultimo ritardo nell'aggiornamento tecnico e delle maestranze e degli impianti.
La situazione da allora è molto mutata, allora c'erano complessivamente 600 dipendenti, oggi sono 130, cioè quelli ancora disponibili per lavorare nell'azienda. Si tratta di persone che hanno dimostrato, con l'azione, di essere strettamente legate al loro lavoro e di una certa capacità tecnica.
Il progetto quale scopo ha? Ha appunto lo scopo di riproporre al Ministero competente la necessità di fare intervenire le partecipazioni statali o la GEPI assumendo del personale che la Regione si impegna a riqualificare attraverso la richiesta di un corso di riqualificazione.
Questo è, grosso modo, il progetto, che noi riteniamo anche economicamente valido, e su questo insisto, sia per l'economia piemontese sia anche visto all'interno dell'azienda, perché se è vero, come è vero che nell'attuale situazione fallimentare, il patrimonio dell'Emanuel viene svenduto, questo è un modo per conservare valore a quello che valore ha ed è un modo di preservare un patrimonio alla comunità.
Ed è per questo che noi non riteniamo il nostro un tipo di intervento assistenziale, ma di carattere produttivistico.
Brevemente illustro ora la delibera. La delibera è una richiesta di finanziamento che va presentata al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, sui fondi CEE, per la riqualificazione del personale.
Il documento che noi presentiamo ha degli allegati nei quali vengono indicati quali contenuti possono avere i sette corsi di riqualificazione che proponiamo per il personale: essi dovrebbero inserire il personale successivamente con una preparazione di carattere tecnico più alta e di inserirlo sempre più strettamente nella gestione dell'azienda.
Per i colleghi che lo volessero la Giunta è disposta a distribuire eventualmente la delibera; non la leggo perché è voluminosa. Si tratta di corsi di un certo tipo, per ogni corso è previsto l'oggetto della riqualificazione.
La delibera assicura ai lavoratori una certa entrata, perché secondo quanto previsto dalla legge 736, è possibile che l'intervento del Ministero con i fondi CEE avvenga sulla base di remunerazione nei confronti dei lavoratori. Noi abbiamo contattato i lavoratori ed abbiamo rilevato che la remunerazione è effettivamente bassa, i parametri indicati dal Ministero sono di 65.000 lire mensili, più 15.000 lire dei trasporti.
C'è poi un'altra possibilità di stanziamento di L. 60.000 lire per la mensa e la Federcoop è disposta a fare questo servizio. C'è poi un rimborso di materiale didattico agli operai, ma in ogni caso non si tratta di una somma sufficiente per mantenere gli operai e le loro famiglie per questi mesi.
La Giunta si impegna quindi, con successiva delibera, a integrare attraverso l'assistenza tramite il Comune di Nichelino, in modo che i lavoratori dell'Emanuel possano percepire sulle 130/140.000 lire mensili nette.
L'esecuzione dei corsi verrà fatta direttamente dalla Regione con gestione propria, quindi si cercherà del personale competente nei singoli rami. La direzione dei corsi è stata assunta personalmente dal sottoscritto.
Per quanto riguarda la messa a punto del corso è evidente che avverrà in collaborazione con le maestranze dell'Emanuel e sotto la direzione del personale dell'Assessorato alla formazione professionale.
Io sono disponibile per dare eventuali altre informazioni, oppure per fare distribuire la delibera a chi la voglia leggere.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede la parola sulle comunicazioni dell'Assessore Fiorini? Anche qui il regolamento prevede che al termine della seduta ci sia la discussione, comunque si può dare brevemente la parola a chi la chiede.
La parola al Consigliere Alasia.



ALASIA Giovanni

Signor Presidente, molto brevemente perché credo che Fiorini abbia esposto l'essenziale, vorrei fare alcune considerazioni.
Questa delibera, a mio giudizio, ha il carattere di un atto concreto sia pure parziale (di questo dobbiamo averne coscienza) per consentire di affrontare con maggior respiro le questioni che questa prolungata crisi ci propone.
Io credo - e non è un riconoscimento formale, io la questione l'avevo seguita (il Consigliere Oberto lo ricorda) anche nella mia precedente veste di sindacalista - che questa delibera si iscriva coerentemente ed in modo conseguente in quegli atti che già la Giunta precedente aveva fatto e nell'ordine del giorno che il Consiglio unanimemente ha votato, se ricordo bene, il 15 aprile di quest'anno; rappresenta però un'esplicitazione che a questo proposito è possibile nel quadro dei compiti istituzionali della Regione.
Io non credo siano affermazioni di maniera o retoriche ricordare che nei 15 mesi di una lotta che è stata lunga, difficile, complessa tormentata, i lavoratori dell'Emanuel hanno fornito una ennesima testimonianza di come le lotte operaie abbiano un valore positivo anche per controbattere disegni speculativi e per contribuire ad uno sbocco positivo delle crisi. Parlo di disegni speculativi perché si può ricordare che all'origine di tutto questo non c'era una crisi del mercato della domanda vi erano in portafoglio due miliardi di ordinazioni, questo dobbiamo tenerlo ben presente. In una lotta come questa c'è tutto il valore umano lo spirito di dedizione, la mole immensa di sacrifici che la classe operaia ha fatto non solo nel suo interesse, ma nell'interesse più generale della collettività. Si possono immaginare le mille difficoltà, anche in ordine personale, familiare che questi lavoratori hanno dovuto affrontare e credo sia nostro dovere dare loro un sostegno anche morale.
Ma non si tratta solo di questo, aveva ragione Fiorini quando diceva che non si tratta solo di un intervento assistenziale; qualcosa di più si impone alla Regione, al Governo, a tutte le istituzioni, c'è in questo caso, molto evidente, la prova provata di una classe operaia che è assurta a ruolo dirigente, capace cioè di dare una risposta ai suoi problemi ed a quelli della collettività: dall'inizio della lotta al 30.9.1974 questi lavoratori hanno prodotto, senza salario, 605 milioni di lavoro finito.
Io spero, signori Consiglieri, che un giorno - che mi auguro vicino - i lavoratori della Emanuel potranno pubblicare il libro che hanno preparato su questa vertenza; io l'ho qui con me, è a disposizione di chi vuole prenderne visione: sono decine e decine di pagine di un ragionamento rigoroso, serrato, in considerazioni pertinenti di carattere tecnologico che rivelano una conoscenza minuziosa del processo produttivo e delle potenzialità aziendali.
Io credo che solo una classe politica cieca e sorda potrebbe non tenerne conto. Quello che propone la Giunta con questa delibera a mio giudizio non corrisponde dunque solo ad un pur dovuto atto di solidarietà è una scelta - desidero ricordarlo - unitaria che facciamo con i lavoratori dell'Emanuel, perché questa proposta è stata elaborata, discussa unitariamente da CGIL. CISL e UIL e si inquadra nel tipo di soluzioni che essi auspicano e propongono per lo sbocco produttivo.
Voglio solo più dire alcune cose sul merito. Noi dobbiamo essere consapevoli che questo può essere solo un utile ponte per arrivare alla soluzione e mentre prendiamo respiro la Giunta (credo che il Presidente Viglione l'abbia già fatto, continuando l'iniziativa già sviluppata dal Presidente Oberto) deve apprestare tutte quelle iniziative, anche verso il potere centrale, che consentano di giungere alla soluzione definitiva.
E' necessario riprendere quindi le iniziative che erano sottolineate nel documento votato unanimemente il 15 aprile che parlava, è vero Consigliere Oberto, espressamente della soluzione di sbocco con partecipazione pubblica o della GEPI e che sarebbe non un'operazione di salvataggio, ma offrirebbe ad un'azienda delle dimensioni dell'Emanuel il necessario retroterra. Questo progetto di formazione professionale non è una sorta di parcheggio, ma è coerente con le linee che sono state sostenute per la ristrutturazione. Si parla di sette corsi che sono stati sollecitati dal Consiglio di fabbrica delle organizzazioni sindacali: due per l'Emanuel presse, cioè corsi di tecnologia dei materiali di meccanica applicata alle macchine; due per lavoratori destinati alla produzione di sollevatori di impianti di lavaggio, quindi oleodinamica, meccanica idraulica, comandi a regolazione; due per i lavoratori destinati alla produzione di compressori; uno per i lavoratori destinati alla produzione di impianti di depurazione, quindi chimica organica, fisica ecc.
Infine ricordo che il decreto delegato del gennaio 1972, la legge 736 dell'8.11.1973 e la circolare applicativa che fissa i parametri ci offrono la possibilità di questa spesa.
Io credo sia giusto sostenere la Giunta in questa richiesta di finanziamento al Ministero del Lavoro e credo sia giusto anche prevedere a carico della Regione, così come è accennato nella delibera, quelle spese che consentono di offrire ai lavoratori dell'Emanuel un trattamento legale dando le garanzie previdenziali previste dai nostri ordinamenti.
Concludo ricordando che con questa noi non facciamo una delle tante operazioni clientelari che in materia di formazione professionale si sono fatte largamente nel nostro Paese, ma corrispondiamo ad una rivendicazione che ha anche uno sbocco produttivo e abbiamo anche coscienza della portata limitata di questo che è solo un primo atto al quale dovrà fare seguito la necessaria azione presso il Governo centrale.
Io penso che sarebbe opportuno (mi permetto questo suggerimento) che la delibera fosse suffragata, sostenuta eventualmente da un ordine del giorno che questo Consiglio potrebbe votare, credo, unanimemente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Su questo argomento desidero dire due parole perché molto gentilmente l'Assessore mi ha fatto vedere la deliberazione ancora prima di illustrarla.
Io concordo sull'iniziativa, soprattutto perché la Regione assume l'iniziativa di chiedere dei finanziamenti alla CEE per questo tipo di intervento. La nostra Regione e le Regioni italiane in genere non hanno sempre chiesto, e quindi ottenuto poco in proposito, a differenza dei tedeschi, degli olandesi e degli altri Paesi del MEC. Chiedo venia ma in questo momento mi sfugge quanto prevede il capitolo 344 del bilancio che dovrebbe integrare le spese a carico della Regione; è il capitolo delle spese per la formazione professionale? Attendo risposta dall'Assessore Simonelli.
Al Consigliere Alasia dico che nessuno ha intenzione di parlare di tentativi clientelari e neanche lei, caro amico, lo doveva dire, altrimenti viene in mente il detto latino "excusatio non petita" e lo si fa diventare un "excusatio manifesta". Non lo è, non lo credo assolutamente.
Io debbo però far rilevare quanto mi è venuto in mente facendo considerazioni di questo genere in rapporto alla situazione occupazionale industriale futura della nostra Regione. La deliberazione può nascondere un'insidia; non è un processo alle intenzioni, semmai potrebbe essere un processo alle costrizioni future; cioè non vorrei che potesse costituire un precedente per cui se nei mesi futuri casi di questo genere dovessero ripetersi, si sarebbe costretti a prendere in esame tutte le eventuali richieste che potrebbero saltar fuori per situazioni similari.
E allora cosa potrà succedere? Succederà sicuramente che, a differenza di questa che è un'iniziativa tendente ad ottenere una riqualificazione di operai che potranno servire, come io spero, per una Emanuel che possa continuare la sua attività; ma se disgraziatamente andasse male, la riqualificazione professionale potrà servire benissimo per l'impiego degli operai in altri settori; l'importante è che siano riqualificati professionalmente bene.
Sulla serietà dei corsi mi pare che sia sufficiente garanzia la dichiarata disponibilità dell'Assessore ad assumersene personalmente la direzione, quindi nulla da dire su questo.
Ciò su cui volevo mettere in guardia la Giunta e noi stessi, sono i pericoli futuri (che mi auguro non abbiano ad esserci) però è evidente che nel momento in cui questa situazione si ripetesse e le integrazioni della Regione dovessero continuare, temo che pescando in quel capitolo 344 della formazione professionale solo per queste iniziative, si possa depauperare il patrimonio disponibile per la qualificazione professionale tradizionale che la Regione fa, sia pure con una impostazione nuova di depurazione di alcuni vecchi corsi di cui già si è sentito parlare.



PRESIDENTE

Vi sono altre osservazioni? La parola al Vicepresidente della Giunta Libertini.



LIBERTINI Lucio, Assessore ai problemi del lavoro

Riguardo alle cose che diceva ora il Consigliere Borando, voglio sottolineare (sarà un argomento che riprenderemo) che l'intervento che viene fatto con questa delibera è un intervento specifico relativo ad una situazione specifica e che ha degli scopi che del resto l'Assessore Fiorini ha sottolineato, che sono formativi. Non intendiamo davvero affrontare la situazione industriale che si delinea, sulla base di misure assistenziali ma con una politica complessiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Brevemente per dire che un giudizio tecnico sulla proposta, completo esauriente non può essere dato e sarebbe presunzione farlo, del resto il Presidente ci ha ricordato che non sarebbe questo il momento per addentrarci in una discussione di questo genere.
Io intendo solo non tacere, perché non voglio che taccia il Gruppo anche se ha già parlato il Consigliere Borando, per dare l'adesione chiamiamola politica alla continuità di un' azione che è volta a ricercare l'utilizzazione di tutte le competenze regionali, sia in senso tecnico proprio, sia in senso politico come proposto ad ogni altra sede che ha le capacità, le competenze e i mezzi per intervenire.
L'intervento del Vicepresidente Libertini, volto a sottolineare il carattere di eccezionalità e di specificità, mi dà fino a questo momento le assicurazioni che intendevo chiedere. Ribadisco invece la nostra piena adesione come linea, come tendenza ad utilizzare fantasia ed immaginazione e capacità politica per dare una soluzione ad una vertenza che ha un carattere emblematico, come è stato giustamente ricordato e che noi desideriamo vedere risolta nei termini di conservazione del patrimonio, di utilizzazione delle capacità tecniche e professionali dei lavoratori e in termini anche di soddisfazioni umane per chi si è impegnato in una lotta in un'azione così lunga, così defatigante e così carica di oneri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Mi pare abbastanza inconsueto il nuovo modo introdotto: o la delibera è portata in Consiglio perché se ne discuta, la si approvi o non la si approvi, ma portarla a conoscenza per poi tradurla in un ordine del giorno mi sembra una conclusione abbastanza anomala, inconsueta.
Io credo in ogni modo che non possiamo non essere consenzienti su ci che viene proposto, anche perché rientra nello spirito di quella possibilità di interventi immediati che la Regione può e deve avere in merito a tutto questo e alle situazioni gravi in cui versano i settori industriali.
Una cosa devo aggiungere però in contrasto a quanto diceva il Vicepresidente Libertini: non credo che ci fermeremo qui, a questo non ci credo.



LIBERTINI Lucio, Assessore ai problemi del lavoro

Io non ho fatto una previsione, ma una dichiarazione di volontà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Volevo chiedere se si è tenuto conto della particolarissima situazione in cui si trovano adesso questi 130 operai della Emanuel che sono il residuo di 600 e più (è una situazione che investe, a titolo di fallimento l'azienda) e se pertanto una operazione di questo genere può essere condotta avanti senza creare delle illusioni che diano poi delle delusioni non avendo previamente almeno un parere a questo proposito e da parte del curatore del fallimento e soprattutto da parte del giudice delegato, il quale penso che dovrebbe investire addirittura lo stesso tribunale fallimentare, perché si inserisce tutto il discorso in una procedura non normale e di per sé stessa motivo di particolare attenzione da parte di chi dovesse consentire la gestione di questo corso, o di questi sette corsi di riqualificazione che investono circa 200 ore lavorative.
La cosa non è certamente di piccolo conto; politicamente non si fa altro che continuare - ne dò atto al Consigliere Alasia - quanto già iniziato, non è una novità, se ne era parlato e avevamo trovato delle difficoltà a portarli innanzi. Desidero però dire che, pur approvando politicamente tutte le iniziative che possono risolvere problemi di lavoro sempre tenendo conto di quanto è stato opportunamente detto, noi viviamo ancorati ad articoli di bilancio e a fondi stanziati in bilancio; io non so che cosa abbia di residuo il 144, so soltanto che qui assumiamo un impegno complessivo di 363 milioni e mezzo (le cifre vanno sempre dette perché la gente sappia qual è la responsabilità di natura finanziaria e qual è l'impegno che dobbiamo assumere). Mi ritorna il pensiero di prima: non abbiamo un'autonomia finanziaria sufficiente per essere autonomi politicamente; dobbiamo pertanto renderci conto che non bisogna creare delle illusioni.
Ma l'aspetto del mio intervento è essenzialmente l'altro: si vogliono avere consenzienti gli organi fallimentari. Il Presidente della Giunta è come me, un avvocato e sa che cosa vuol dire mettere il dito nell'ingranaggio della giustizia, soprattutto della giustizia fallimentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Questa delibera è indubbiamente uno strumento che può consentire alla Giunta di intervenire in maniera concreta di fronte al problema che da oltre 15 mesi il Consiglio Regionale conosce e che è la situazione di estremo disagio degli ex dipendenti dell'Emanuel.
Quanto ha detto il collega Oberto su quelli che possono essere i rapporti con l'autorità giudiziaria, e quanto ha detto il collega Bianchi sulla necessità di muovere a livello nazionale perché una soluzione, la meno peggiore, possa essere raggiunta, trova indubbiamente in questa delibera un dato di fatto.
Io non ritengo di dover dare suggerimenti su quella che dovrà essere l'azione della Giunta per fare i necessari passi presso le autorità costituite che hanno diritti di far valere nei confronti degli stabilimenti e degli impianti, ma prendendo atto di quanto la Giunta ha fatto voglio già porre in evidenza quelle che saranno le successive eventuali critiche all'azione della Giunta e alla soluzione pubblicistica che ho sentito avanzare dal Consigliere Alasia. Finché impegniamo i capitali e le risorse finanziarie che la Regione ha, al fine di migliorare le capacità tecnologiche e lavorative di cittadini che stanno difendendo il loro posto di lavoro, compiamo indubbiamente un qualche cosa di socialmente utile, ma il prevedere di arrivare ad una soluzione attraverso le partecipazioni statali, mi lascia dubbioso.
Come la mia forza politica ebbe a dire già in occasione delle sollecitazioni che venivano fatte per altri stabilimenti, per altri nuclei di tecnologia che sarebbero stati dispersi se non si fossero presi dei provvedimenti e cioè se non si fosse fatto intervenire il capitale pubblico (ricordo il caso della Moncenisio ed altri che abbiamo conosciuto nella passata legislatura) questa è la strada, pero non permette di risolvere i problemi della nostra Regione. E quindi le soluzioni che verranno successivamente all'esame del Consiglio Regionale troveranno, se sono avviate verso linee di ordine pubblicistico come stamattina ho sentito dire..



ALASIA Giovanni

Non è una proposta, è un ordine del giorno.



ROSSOTTO Carlo Felice

Su questo punto invece c'è un atteggiamento negativo da parte del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Desidero dare un chiarimento sulla spesa e sulla attribuzione a bilancio che aveva sollecitato il Consigliere Borando.
Intanto devo precisare che l'onere complessivo del progetto che è di 163 milioni e 500,000 lire, dovrebbe far carico in misura larghissima al Ministero del Lavoro il quale può intervenire fino al 90%. Noi non abbiamo in delibera di Giunta stabilito quale quota fa carico alla Regione proprio per attendere la cifra residua che può essere come minimo del 10%, ma che potrebbe anche essere di più. Ci siamo riservati di assumere, con provvedimento separate, l'impegno di spesa che farà carico alla Regione caricandolo fin d'ora sul capitolo 344 del bilancio che è il capitolo che riguarda contributi ad Enti pubblici e privati per l'organizzazione ed il funzionamento dei corsi di formazione e addestramento professionale e dei corsi per apprendisti, cioè è il capitolo generale sul quale affluiscono i fondi per la formazione professionale, e che può avere la capienza per far fronte a questo intervento per la parte residua della Regione, che nel caso non l'avesse può essere integrato con una variazione di bilancio che tra l'altro dovremo comunque fare. Ne parlerò poi nel corso della seduta.
Quindi è il capitolo apposito per questo intervento.



PRESIDENTE

Conclude la discussione il Presidente della Giunta.
La parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Brevemente per dare una risposta al Consigliere Oberto ed al Consigliere Cardinali.
La Giunta si è posto il problema ed ha ritenuto di risolverlo in questo modo per due motivi: il primo è di ordine tecnico. Con la gestione fallimentare noi riteniamo di andare con un atto deliberativo perfetto nei suoi termini essenziali; l'andare alla curatela ad esprimere un'intenzione la curatela poteva anche dire venite con questo atto deliberativo, oppure di ordine di impegno; ma evidentemente la curatela non può andare ad un ordine di impegno. Quale sarebbe l'impegno della curatela? Affittare i locali ed i macchinari nel momento in cui noi andiamo con l'atto deliberativo finale.



OBERTO Gianni

E se vende la curatela domani?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale.

E se vende domani fa in fretta, abbiamo dato l'esecutività alla deliberazione, non possiamo fermare il processo in corso della curatela con una disposizione della Regione. Noi riteniamo quindi di sollecitamente approvare questo atto, senza creare illusioni perché i lavoratori sanno tutta la questione.
Evidentemente non veniamo qui per far approvare la deliberazione abbiamo detto che le deliberazioni più importanti sono portate alla conoscenza del Consiglio, quindi l'ordine del giorno è rafforzativo da un punto di vista politico ed in questo si innesta anche, rispetto alla curatela fallimentare, quando l'atto sia perfetto da parte del Governo regionale e da parte di quello nazionale è un ulteriore momento di rafforzamento politico nei confronti della stessa curatela fallimentare.
Quindi abbiamo ritenuto, per questi motivi, di procedere sollecitamente.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa.
Ho sentito parlare di un ordine del giorno, si desidera approvarlo adesso? No, alla fine della seduta.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975-76-77, approvata il 29 aprile 1975 (legge rinviata dal Governo)

Argomento: Sistema informativo regionale

Costituzione del consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dall'informazione, approvata il 10 aprile 1975 (legge rinviata dal Governo)

Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Rifinanziamento della legge regionale 12 agosto 1974 n. 23 concernente: "Provvedimenti per l'incentivazione turistico-alberghiera", approvata il 29 aprile 1975 (legge rinviata dal Governo)

Argomento: Comunita' montane

Trasferimento alle Comunità Montane delle funzioni in materia di bonifica montana, approvata il 24 aprile 1975 (legge rinviata dal Governo)


PRESIDENTE

Siamo ora di fronte al punto quarto dell'ordine del giorno: esame delle leggi rinviate dal Commissario del Governo.
Vorrei scambiare qualche parola con il Consiglio per vedere l'ordine dei lavori. Se vogliamo possiamo procedere secondo quanto il Consiglio ritiene opportuno, l'unica cosa che escluderei è di iniziare ovviamente una votazione per poi sospenderla perché l'ora è tarda, se si incomincia a votare si votano almeno una o due leggi. Si potrebbe anche utilizzare ancora una mezz'oretta trattando il quarto punto dell'ordine del giorno.
I Capigruppo che cosa desiderano fare? La mia intenzione originaria era di chiudere i lavori alle 13 e di riprenderli alle 15 precise, abbiamo quindi venti minuti davanti a noi. La procedura di votazione delle leggi è abbastanza sollecita. C'è qualche dissenso su questa procedura? Nessuno.
Devo prima rendere note ai Consiglieri le intese intercorse fra i Capigruppo sulla riadozione di queste leggi: i Capigruppo sono addivenuti alla decisione, assieme alla Giunta, di procedere in modo rapido per l'importanza delle leggi e anzi, il principio ispiratore è stato proprio quello di far sì che non si chiudesse questa sessione del Consiglio Regionale senza che alcune di queste leggi fossero riadottate, in modo da non perdere un minuto di tempo perché il loro iter prevede pur sempre ancora l'approvazione del Governo. Per rendere possibile questa celerità, i Capigruppo si sono assunti il compito di esaminare queste quattro leggi e di addivenire, di comune intesa, alle modifiche che si rendevano necessarie. I Capigruppo inoltre hanno convenuto sulla prassi, d'altra parte già instaurata nel Consiglio, di procedere all'approvazione, in questa sede, e alla modifica, soltanto di quegli articoli che debbono subire una necessaria modificazione per tenere conto dei suggerimenti del Governo; con questa procedura che i Capigruppo e la Presidenza suggeriscono al Consiglio l'iter dovrebbe essere sufficientemente sollecito.
Vi è qualche dissenso di carattere generale su questo iter che è stato concordato? Non ve ne sono e allora passerei senz'altro all'esame delle modificazioni da apportare alla legge sull'agricoltura, previa prima una rapida dichiarazione dell'Assessore Ferraris.
a) Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975-76-77, approvata il 29 aprile 1975



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste.

Io credo e spero che i colleghi abbiano avuto il tempo di leggere la relazione scritta e che quindi conoscano la sostanza del problema di fronte al quale si e trovata la Giunta. Tutto ciò mi consentirà di essere rapido e sintetico, però alcune dichiarazioni devono essere fatte in quanto i colleghi della precedente legislatura conoscono assai bene quale fu il nostro atteggiamento nei confronti del provvedimento in questione.
Noi abbiamo votato contro, pur avendo partecipato attivamente alla sua rielaborazione rispetto al testo iniziale della Giunta, ed il nostro atteggiamento non è mutato, resta fondamentalmente quello espresso dal nostro Capogruppo e dal sottoscritto nella seduta del 29 aprile 1975 e cioè giudichiamo questo provvedimento dispersivo, frammentario, lontano da ogni discorso programmatico, non finalizzato a quella politica di investimenti per la trasformazione delle strutture produttive di mercato che noi riteniamo debba essere, soprattutto adesso, la scelta fondamentale per quanto riguarda la politica agraria.
Per contro non condividiamo neppure le osservazioni con le quali il Governo ha rinviato il provvedimento al nuovo esame del Consiglio e non solo per una questione di principio, per quel giusto e doveroso senso di tutela delle prerogative legislative delle Regioni che in materia di agricoltura sono, o dovrebbero essere, pressoché esclusive, ma anche per una questione di merito.
Il problema pertanto che ci siamo posti, che abbiamo cercato di risolvere e che abbiamo risolto in parte contattando quelli che penso siano i colleghi che andranno a far parte della VI Commissione agricoltura, sia pure in modo informale, e discutendone nella conferenza dei Capigruppo, è stato quello di lasciare da parte, per il momento, le grosse questioni di principio cui ho voluto accennare e di riflettere un momento sulla realtà delle cose. Noi abbiamo impiegato sei mesi ad elaborare e ad approvare la legge, la presentazione da parte della nuova Giunta di un altro provvedimento, o di più provvedimenti (perché la nostra impostazione era che si dovessero presentare diversi provvedimenti) potrebbe richiedere altri tre mesi, o forse anche sei.
A questo punto che cosa si verificherebbe? Che il 1975, l'anno che per scelta unitaria di tutto il Consiglio doveva essere quello del massimo sforzo (e lo è stato - sul piano quantitativo, non della qualità - con le due leggi portate in discussione ed approvate, una accolta e l'altra rinviata) diventerebbe un anno bianco, un anno in cui si interromperebbe il flusso degli investimenti in agricoltura, cioè si ripeterebbe la situazione del 1971/1972 e parzialmente del 1973. Di qui e per evitare questa nuova sciagura nei confronti di un settore che invece intendiamo privilegiare e in modo nuovo, ecco la nostra scelta: riproporre immediatamente il testo approvato nel corso della precedente legislatura, accogliendo soltanto in parte le osservazioni del Governo.
Mi resta ancora da dare un chiarimento doveroso. Naturalmente noi intendiamo intervenire per quanto concerne la gestione di questa legge; i colleghi della precedente legislatura conoscono le nostre posizioni in merito alle famose norme di attuazione ed in questo senso noi opereremo ossia consultando la Commissione e le organizzazioni, ma opereremo a gradi con una prima modifica di snellimento di quelle procedure e poi con provvedimenti più sostanziali, magari con una legge che snellisca, che decentri, che deleghi. E' un problema che se riguarderà la materia legislativa verrà in Consiglio e avrà il suo iter, se riguarderà soltanto materie di competenza della Giunta saremo fedeli a quanto chiedemmo in precedenza e anche se di competenza della Giunta, come stabilisce la legge voluta dalla precedente maggioranza, noi consulteremo egualmente, almeno per le modifiche sostanziali, anche per non bloccare il flusso delle domande e quindi la possibilità di esaminarle ed accoglierle.
Credo non sia necessario che io insista sulle osservazioni, nella relazione è detto come abbiamo proceduto, devo invece soffermarmi un momentino su un problema - trattato anche nella relazione - che merita qualche delucidazione: nel perfezionare il provvedimento e dando la risposta alle osservazioni del Governo, soprattutto a quelle che si riferiscono ai punti a) e b) e quindi alla materia finanziaria, l'Assessore al bilancio ed i suoi uffici hanno scoperto (o già lo sapevano) che nel corso della precedente gestione in questi sei mesi sarebbero stati utilizzati 700 e più milioni (le cifre dell'Assessore non concordano con quelle della Ragioneria) di due diversi capitoli 1374 e 1349, uno dei quali fa riferimento alla legge n. 17. Io non ho ancora potuto accertare bene se sono stati utilizzati per il 1975, oppure per coprire vuoti del 1974. Di qui comunque il problema che si è posto è questo: non si poteva riadottare la legge in questo modo perché mancavano 700 milioni. Le alternative erano due: o ridurre un capitolo - ed era difficile perché non si conosceva esattamente se si trattava del 1974 o del 1975 anche per la situazione esistente nell'Assessorato, essendo tutti a fruire del loro giusto periodo di riposo -- o impinguarlo, ma attingendo dove? La soluzione è stata trovata in questo modo: sono stati tolti 700 milioni al capitolo che sorregge l'art. 23 "credito di conduzione" riducendo quindi i 1500 milioni a 800 (cosa gravissima perché il credito di conduzione è un veicolo, è una linea di intervento importante che esige, a mio parere, di essere impinguata) e poi è stato possibile arricchire lo stesso art. 23 di ben 2220 milioni che vennero assegnati alla Regione al termine della precedente legislatura, nel mese di aprile, il 16, il 20, il 24, anche qui le date non sono certe. La legge viene così ad avere 1520 milioni in più.
A questo punto potrebbe sorgere una critica: ma come, voi mantenete tutte quelle critiche nei confronti della legge e adesso la impinguate a questo modo? Non c'è contraddizione perché in ogni caso la legge, il decreto, le istruzioni ecc. che assegnano questa somma dicono che deve essere utilizzata per il credito di conduzione ai produttori agricoli singoli ed associati, con preferenza ai coltivatori diretti e alle cooperative. L'art. 23 della legge in esame non era stato da noi criticato in quel punto in quanto recita testualmente: la normativa e stata unitariamente e concordemente forgiata per essere utile ad esercitare il credito di conduzione nel modo che noi continuiamo a ritenere conveniente.
Per quanto riguarda invece le osservazioni del Governo, come ho detto due sono state accolte: aumentare il mutuo da 20 a 30 anni per la proprietà contadina; quella che ci chiede, anche se è assurdo, di eliminare dalla meccanizzazione gli interventi per i mezzi aerei, cosa che si può fare perché non riteniamo che in questi sei mesi ci sia tanta gente in grado di comperare degli elicotteri, ma che dovrà essere mantenuta come possibilità in una diversa legge.
Di altre due osservazioni, una la si respinge anche sulla base del comportamento dello stesso Governo il quale, mentre fa osservazione riguardo alla fidejussione, approva la fidejussione che, con lo stesso testo, è riportata nella legge sulla cooperazione ed era gia stata approvata, con lo stesso testo, nella legge sulla zootecnia.
All'ultimo punto, il quarto, si precisa che l'azienda pilota non vuole essere ricerca ecc., ma si aggiunge la parola "dimostrativa".
Infine, per quanto riguarda punti b) e c), rimando al testo, con particolare riferimento al punto e), e si arriva a tradurre il chiarimento in una nuova formulazione dello stesso articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Io non raccolgo la polemica tentata dall'amico Ferraris altrimenti dovremmo riprendere la discussione che abbiamo fatto ampiamente il 29 aprile scorso; comunque ribadisco, e avremo modo di riparlarne quando dovremo rifinanziare la legge, che questo complesso di interventi organico, è sufficiente e permette di vedere le cose globalmente, quindi con una possibilità di programmare, almeno come tentativo, gli interventi in agricoltura.
Noi siamo d'accordo sulle proposte che ci vengono fatte dalla Giunta relative alle modifiche e alla non accettazione di alcune osservazioni del Governo. Sostanzialmente il modo di mandare avanti la legge è quello già adottato dalla passata Giunta ed è il migliore, il più veloce per rendere operante immediatamente la legge.
Devo comunicare (ed il mio successore ne è già al corrente) che per anticipare i tempi e per evitare che si arrivasse a fine anno senza operatività, la Giunta precedente aveva diramato delle istruzioni provvisorie in modo che già oggi i coltivatori possono presentare le domande.
Desidero raccomandare, a proposito degli storni dei fondi da un capitolo all'altro, un'attenzione particolare per quanto riguarda la sottrazione della somma dal credito di conduzione. Questa somma era già stata ripartita tra gli istituti di credito e quindi bisognerà risalire a questa ripartizione per rettificarla, se necessario. Comunque siamo d'accordo che venga prelevata questa somma per sopperire ad un errore che tecnicamente non so come spiegare, evidentemente si tratta di un errore di calcolo. Vorrei anche dei chiarimenti su come la legge viene ad avere 1520 milioni in più, non dovrebbe avere neanche una lira in più perché le somme previste restano tali, si sposta soltanto la cifra di 700 milioni che si dice è venuta a mancare, quindi la somma non dovrebbe cambiare.
Concludo il mio intervento riconfermando il voto favorevole della D.C.
restando d'accordo che si insista per mantenere la fidejussione e si insista per le aziende forestali: siamo d'accordo pure di accogliere le osservazioni del Governo circa la durata dei mutui sui terreni e il non acquisto del mezzo aereo che potremo rimandare ad un futuro provvedimento legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Ho ascoltato le dichiarazioni dell'Assessore Ferraris e le deduzioni del collega Chiabrando relative allo storno di fondi per il credito di esercizio.
Mi pare di ricordare che l'ultima volta che si è esaminato il problema del credito di conduzione si era ravvisata l'opportunità di mettere a disposizione un certo "plafond" proprio per fronteggiare le richieste che venivano dal mondo dei produttori agricoli, per cui il volere ridurre quelle disponibilità significa contrarre fortemente le possibilità di accesso al credito di conduzione e mettere in una situazione difficile tutte quelle aziende che pensavano di attingere a quel credito per le forniture dei beni strumentali agricoli per le coltivazioni autunnali. Ma a parte questo, mi pare di dover sottolineare anche un altro aspetto, quello delle possibilità tecniche dello storno perché il finanziamento è previsto da una legge e non solo dal bilancio per cui vorrei un chiarimento su questo aspetto tecnico- finanziario più che tecnico-economico, facendo sempre salva la riserva di continuare ad assicurare ai produttori agricoli le stesse disponibilità di mezzi per accedere al credito di conduzione.
Teniamo presente che abbiamo davanti a noi mesi difficili e se va in porto la richiesta di aumento dei concimi chimici nella misura del 25% e se continua la lievitazione dei prezzi dei beni strumentali per l'agricoltura sicuramente i nostri produttori nei mesi di settembre, ottobre e novembre dovranno fronteggiare non poche difficoltà per provvedere alle coltivazioni autunnali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Come ha detto nella sua relazione l'Assessore Ferraris, in realtà dalla legge così come viene proposta per l'approvazione oggi il credito agrario di conduzione viene ad essere aumentato e non diminuito, cioè anziché un miliardo e mezzo viene ad avere tre miliardi.
Come si arriva a questo risultato? Si arriva attraverso due operazioni distinte: da una parte si sono reintegrati i capitoli che erano carenti per la mancanza dei 700 milioni che risultavano impegnati gia sui capitoli, con 700 milioni che erano stanziati all'art 23 della legge e destinati al credito di conduzione.
Questi 700 milioni facevano carico all'art. 1018 del bilancio, cioè al fondo da cui si pesca per finanziare provvedimenti legislativi in corso di approvazione; mentre sono rimasti sull'art. 23 gli 800 milioni destinati a finanziare il credito di conduzione previsti dalla legge regionale del 1974. Quindi la risposta a Franzi è questa: gli 800 milioni sono rimasti sono stati invece tolti i 700 che si erano aggiunti e che essendo prelevati dall'art. 1018, possono essere destinati a qualsiasi iniziativa sono stati spostati sugli altri articoli della legge.



CHIABRANDO Mauro

Quindi si spostano da un capitolo all'altro.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Si portano da un capitolo all'altro, ma siccome di là i 700 mancavano è chiaro che mancando questi 700 milioni per finanziare, il meccanismo della legge era questo: almeno per una parte questa legge era finanziata dai capitoli del bilancio, come il Consiglio ricorderà, cioè una parte dei finanziamenti di questa legge era ottenuta togliendo gli stanziamenti del bilancio e anche gli stanziamenti previsti dalle singole leggi regionali che venivano tutte fatte confluire in questo provvedimento.
Facendo la verifica in Ragioneria sulla possibilità di copertura integrale della legge, ci siamo accorti che su due capitoli di bilancio, il 1334 e il 1348, complessivamente vi erano impegni per 700 milioni, quindi questi non ci sono più perché sono già stati spesi, però, siccome riusciva difficile sottrarre dai capitoli della legge le spese che corrispondevano a quelle già fatte, cioè sarebbe stata una fatica estremamente complessa e anche impossibile in questo periodo di ferie degli uffici andare ad individuare nei singoli punti di tutti i capitoli, quali erano le spese già fatte e quindi qual era la parte che bisognava togliere analiticamente, 5 milioni qua, 15 là, diventava un modo di sfracellare il testo della legge rendendolo incomprensibile, allora si è deciso di fare un'operazione più semplice, anche perché nel frattempo era arrivato un finanziamento dallo Stato per l'intervento sui prestiti di conduzione, che apriva enormemente le possibilità di finanziare questo tipo di intervento. Allora si è deciso di non andare a toccare i singoli stanziamenti destinati alla zootecnia e alle altre parti della legge, di ripristinare il testo della legge nella sua interezza e di limitarsi a sostituire i 700 milioni che vengono a mancare per il fondo di conduzione, con due miliardi e 220 milioni nel frattempo attribuiti dallo Stato e già messi a bilancio. Di conseguenza tutti gli interventi della legge sono immutati, soltanto il credito di conduzione anziché essere finanziato per 1500 milioni viene finanziato per 3020, utilizzando a tal fine uno stanziamento nel frattempo arrivato dal Governo.
Questa mi pare sia una spiegazione esauriente.



PRESIDENTE

La discussione è chiusa, la replica dell'Assessore è avvenuta e se non vi sono dichiarazioni di voto si passa alla votazione.
"Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975/76/77".
L'art 1 rimane invariato.
Dò lettura del nuovo testo dell'articolo 2: Articolo 2- "Criteri generali: beneficiari, priorità, programmazione." a) Gli interventi regionali, previsti dalla presente legge, sono riservati agli imprenditori agricoli, singoli od associati a mezzo di atto pubblico.
Ai fini della presente legge è considerato imprenditore agricolo chi esercita professionalmente l'agricoltura, impegnandovi in modo prevalente la propria attività.
b) E' comunque riservata la priorità ai titolari di impresa familiare diretto-coltivatrice, iscritti negli elenchi previsti dalle leggi 22/11/1954 n. 1136 e 9/1/1963 n. 9, e, fra essi ai coltivatori di cui alla successiva lettera e alle cooperative e alle forme associate e, tra esse, a quelle costituite da coltivatori diretti.
c) Per gli effetti della presente legge le aziende e i terreni condotti in affitto, mezzadria, enfiteusi o per usi civici, sono equiparati a quelli in proprietà. In particolare, l'affitto deve garantire una detenzione stabile del fondo e il conduttore deve impegnarsi a non avvalersi della rinuncia di cui al 30 comma art. 23 legge 11/2/1971, n. 11.
Sono pertanto ammessi a fruire degli interventi regionali anche gli affittuari che intendono eseguire migliorie sul fondo affittato, col consenso del proprietario, o in forza della legge 11 febbraio 1971, n. 11 e successive modificazioni.
d) Le iniziative, per ottenere i benefici regionali, devono essere in armonia con la programmazione regionale, con i piani zonali di sviluppo agricolo, e con i piani delle Comunità Montane, ove esistenti e, se la loro natura lo richiede, devono essere inquadrate in un piano aziendale di durata pluriennale.
e) Le opere e le iniziative da finanziare, sia singole che collettive devono avere validità economica ed essere proporzionate ad effettive necessità delle aziende agricole.
Il giudizio sull'azienda, le sue prospettive di sviluppo e la validità delle iniziative proposte deve tener conto anche dell'età dei coltivatori uomini e donne e del loro impegno ad esercitare l'attività agricola per almeno 10 anni.
f) Le aziende zootecniche devono avere una capacità produttiva di almeno il 60% del fabbisogno alimentare del bestiame allevato, se poste in pianura, e almeno il 40% se poste in collina, collina depressa e montagna.
g) Gli imprenditori agricoli che allevano bestiame bovino, per ottenere le agevolazioni previste dalla presente legge, devono aderire ai piani di bonifica sanitaria per la tubercolosi e per la brucellosi a norma delle leggi vigenti.
h) I tassi d'interesse a carico dei beneficiari sono stabiliti nella misura fissata dalla legge 23.4.1975 n. 125 e dalle successive norme statali.
Le modifiche ai tassi agevolati disposte da ulteriori provvedimenti statali, saranno adottate con decreto del Presidente della Giunta Regionale. Per i mutui di miglioramento resta a carico dell'Amministrazione Regionale la differenza tra le rate di preammortamento ed ammortamento calcolate ai tassi agevolati e le rate calcolate al tasso praticato dagli Istituti esercenti il credito agrario.
Per gli altri prestiti resta a carico dell'Amministrazione Regionale la differenza tra le rate di ammortamento calcolate ai tassi agevolati e le rate calcolate al tasso praticato dagli Istituti ed enti esercenti il credito agrario.
i) Ai fini della presente legge sono considerate zone di montagna quelle definite come tali dalla Legge 25/7/1952, n. 991 e successive modificazioni; zone di collina depressa quelle così classificate dai decreti ministeriali 7/11/1961 e 23/3/1963; zone di collina e zone di pianura le restanti, secondo la classificazione ISTAT del mese di agosto 1058.
La Giunta Regionale, occorrendo, propone al Consiglio Regionale le modifiche delle zone di collina depressa, collina, pianura.
Nessuna osservazione? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto si 51 Consiglieri si è astenuto: 1 Consigliere L'art. 2 è approvato nella nuova stesura.
Gli artt. 3, 4 e 5 rimangono invariati Dò lettura del nuovo testo dell'art. 6: Articolo 6 - "Acquisto terreni-Accorpamento".
a) Acquisto terreni.
Ai Coltivatori diretti può essere concesso il concorso nel pagamento degli interessi su mutui trentennali per la formazione, l'ampliamento e l'arrotondamento delle aziende diretto-coltivatrici con le modalità previste dalle leggi 2.6.1961 n. 454, 26.5.965 n. 590, 14.8.971 n. 817 nonché dal D.P.R 15.11.1965 n 1390.
La stipulazione dell'atto di acquisto può essere autorizzata prima della emissione del nullaosta, ma l'autorizzazione non comporta impegno per l'Amministrazione Regionale, ne dà diritto a preferenze o priorità.
b) Accorpamento Agli imprenditori agricoli, singoli od associati, che attuino validi programmi per realizzare l'accorpamento delle aziende, mediante permute possono essere rimborsate le relative spese notarili, fiscali e professionali che siano documentate e riconosciute ammissibili.
Vi sono richieste di parola? Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto si 52 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 6 è approvato nella nuova stesura.
Do lettura del nuovo testo dell'art. 7 Articolo 7 - Meccanizzazione.
a) Contributi in conto interesse.
Agli imprenditori agricoli, singoli od associati, può essere concesso un contributo in conto interessi su prestiti quinquennali per acquisto di macchinari ed attrezzature agricole per trattamenti collettivi delle colture, che rientrino in una idonea ed economica dotazione delle aziende.
Il prestito è concesso sul costo totale della macchina per i coltivatori diretti e per le forme associative e sul 75% della spesa per gli altri imprenditori agricoli.
b) Contributi in conto capitale.
Alle cooperative ed agli imprenditori agricoli associati con almeno 5 aziende può essere concesso, in alternativa a quanto previsto al precedente punto a), un contributo in conto capitale fino al 50% della spesa.
Per i mezzi aerei il contributo è limitato al 35% della spesa.
c) Procedure.
L'acquisto è consentito, in entrambi i casi a) e b) anche prima del formale atto di impegno, purché sia successivo alla presentazione della domanda di contributo. L'acquisto anticipato non comporta impegno da parte dell'Amministrazione Regionale, né dà diritto a precedenze o priorità.
Vi sono delle dichiarazioni? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto si 52 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 nella nuova stesura è approvato.
Gli artt. 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14 rimangono invariati.
Dò lettura del nuovo testo dell'art. 15 Articolo 15 - Rimboschimenti Allo scopo di valorizzare la funzione economica del bosco e delle foreste per recuperare zone abbandonate o irrazionalmente coltivate e per attuare urgenti interventi di bonifica, sistemazione e miglioramento di zone interessate da degradazione del bosco e del cotico erboso l'Amministrazione Regionale è autorizzata a predisporre i seguenti interventi: 1) l'acquisizione dei terreni atti all'accorpamento ed all'organico accrescimento dei complessi boschivi e pascoli esistenti e atti alla costituzione di aziende pilota dimostrative e aziende produttive a prevalente indirizzo silvo-pastorale.
L'Amministrazione Regionale può inoltre assicurarsi la disponibilità dei terreni sopra indicati mediante affitto a lungo termine.
2) Lo sviluppo della forestazione con la concessione ai Comuni, ad Enti e ad altri proprietari di terreni di contributi in conto capitale per il rimboschimento con specie forestali tradizionali e a rapida crescita e per la ricostituzione ed il miglioramento dei boschi.
Il contributo può essere concesso fino alla misura del 90% nelle zone montane e in quelle vincolate ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267 e del 60% nelle altre zone. In queste ultime i contributi per reimpianto di pioppeti sono limitati alle zone golenali e nei terreni comunque non idonei alle colture agrarie.
Vi sono richieste di intervento? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto si 52 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art, 15 e approvato nella nuova stesura.
Gli artt. 16, 17 e 18 rimangono invariati.
Dò lettura del nuovo testo dell'art. 19.
Articolo 19 - Disposizioni finanziarie e contabili per le agevolazioni creditizie.
Ai fini della concessione delle agevolazioni creditizie stabilite nella presente legge sono autorizzati, per l'anno finanziario 1975, i limiti di impegno: di 200 milioni per i contributi relativi ai prestiti annuali di cui all'articolo 4, lettera a) di 300 milioni per i contributi relativi ai prestiti quinquennali di cui all'articolo 4, lettera a) di 1950 milioni per i contributi relativi ai mutui ventennali di cui all'articolo 5, lettera a) di 600 milioni per i contributi relativi ai mutui trentennali di cui all'articolo 6, lettera a) di 600 milioni per i contributi relativi ai prestiti quinquennali di cui all'articolo 7, lettera a) di 600 milioni per i contributi relativi ai mutui ventennali di cui all'articolo 10 di 300 milioni per i contributi relativi ai mutui ventennali di cui all'articolo 14, lettera b).
Alla spesa di 4550 milioni si provvede, per l'anno finanziario 1975: per 700 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, dei limiti d'impegno stabiliti in complessivi 1.700 milioni per l'anno 1975 dall'articolo 19, primo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, numero 17, nonché delle relative annualità ricadenti negli anni successivi, e con una conseguente riduzione, pari a 700 milioni, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1346 del bilancio per l'anno 1975 per 1.450 milioni mediante una riduzione di pari ammontare del fondo speciale di cui al capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1975 per 250 milioni mediante una riduzione degli stanziamenti di cui ai capitoli n. 1329, n. 1353 e n. 1355 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, con effetto anche per gli anni successivi rispettivamente nella misura di 100 milioni, 50 milioni e 100 milioni per 300 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo numero 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 per 230 milioni con la disponibilità, di pari ammontare, derivante dalla soppressione dei capitoli numero 1326 e n. 1350 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 per 1220 milioni con una quota, di pari ammontare, della disponibilità derivante dalla soppressione del capitolo n. 1348 del bilancio per l'anno finanziario 1975.
Ai fini della completa copertura della spesa di cui al precedente comma, lo stanziamento di 500 milioni di cui all'articolo 5 della legge regionale 31 ottobre 1973, n. 24, è ridotto a 100 milioni per l'anno finanziario 1975 e per ciascuno degli anni successivi.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 saranno conseguentemente istituiti: il capitolo n. 1348/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi negli interessi di prestiti annuali per l'acquisto di bestiame da ingrasso e di prestiti quinquennali per l'acquisto di bestiame da riproduzione", e lo stanziamento di 500 milioni il capitolo n. 1330/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in conto interesse dei mutui ventennali per miglioramenti fondiari", e lo stanziamento di 1.950 milioni il capitolo n. 1350/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributo negli interessi dei mutui trentennali per l'acquisto di terreni", e lo stanziamento di 600 milioni il capitolo n. 1351/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi negli interessi dei mutui quinquennali per la meccanizzazione agricola", e lo stanziamento di 600 milioni il capitolo n. 1351/2, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi negli interessi dei mutui ventennali per la realizzazione di opere finanziate da altri Enti", e lo stanziamento di 600 milioni il capitolo n. 1359/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributo negli interessi sui mutui ventennali per il miglioramento dei pascoli montani" e lo stanziamento di 300 milioni.
Gli ulteriori limiti di impegno per gli anni finanziari 1976 e 1977 saranno disposti con successive leggi regionali, che ne stabiliranno il finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Qualcuno chiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 53 hanno risposto si 52 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 19 è approvato nella nuova stesura.
L'art. 20 rimane invariato.
Dò lettura dell'art. 21 nel nuovo testo.
Articolo 21 - Disposizioni finanziarie per i contributi in capitale.
Per la concessione dei contributi in capitale stabiliti dalla presente legge sono autorizzati, per l'anno finanziario 1975: la spesa di 8.300 milioni, per i contributi di cui all'articolo 4 lettere b), c), d), e), f), g), h), i) ed l) la spesa di 12.300 milioni per i contributi di cui all'articolo 5 lettera b) la spesa di 100 milioni per i contributi e gli oneri di cui all'articolo 6, lettera b) la spesa di 500 milioni per i contributi di cui all'articolo 7, lettera b) la spesa di 1.200 milioni per i contributi di cui all'articolo 8 la spesa di 1.100 milioni per i contributi di cui all'articolo 9, lettere a) e c) la spesa di 2.000 milioni per i contributi di cui all'articolo 14 lettera a) la spesa di 300 milioni per i contributi di cui all'articolo 15.
Alla spesa di 25.800 milioni si provvede mediante l'accensione di mutui per un importo di pari ammontare complessivo, ad un tasso non superiore al quindici per cento e per una durata non superiore ad anni trenta, da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno 1975 sarà istituito il capitolo n. 93, con la denominazione "Provento dei mutui autorizzati a copertura di spese relative a contributi in capitale per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste" e la dotazione di 25.800 milioni.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 saranno conseguentemente istituiti, anche in sostituzione dei capitoli soppressi per effetto delle disposizioni contenute nella presente legge: il capitolo n. 1348, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per l'acquisto di riproduttori, premi d'allevamento, alpeggio, fecondazione artificiale, attività di selezione del bestiame, mostre e rassegne" e lo stanziamento di 8.300 milioni il capitolo n. 1330, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per miglioramenti fondiari" e lo stanziamento di 12.300 milioni il capitolo n. 1350, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per l'accorpamento di aziende agricole" e lo stanziamento di 100 milioni il capitolo n. 1351, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per la meccanizzazione agricola" e lo stanziamento di 500 milioni il capitolo n. 1352, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per vivai, reimpianto vigneti, sostituzione cultivar, impianto di specie di particolare interesse, difesa fitosanitaria e difesa attiva dalle avversità" e lo stanziamento di 1200 milioni il capitolo n. 1352/1, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per a difesa delle colture" e lo stanziamento di 1.100 milioni il capitolo n. 1359, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per miglioramento di pascoli montani" e lo stanziamento di 2.000 milioni il capitolo n. 1359/2, con la denominazione "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste. Contributi in capitale per rimboschimenti ed impianti a rapida crescita" e lo stanziamento di 300 milioni.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui ai precedenti commi, valutati in 2.050 milioni per l'anno 1975 si provvede: per 1.000 milioni mediante una disponibilità, di pari ammontare derivante dalla riduzione da 10.100 milioni a 4.000 milioni del provento del mutuo e della spesa iscritti, rispettivamente, nei capitoli n. 94 e n.
1349 del bilancio per l'anno 1975, ai sensi dell'articolo 22, secondo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17, e la conseguente riduzione degli stanziamenti di cui ai capitoli n. 748 e n. 1412 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, nella rispettiva misura di 900 milioni e di 100 milioni per 530 milioni, mediante una quota, di pari ammontare, della disponibilità derivante dalla soppressione del capitolo n. 1348 del bilancio per l'anno finanziario 1975 per 500 milioni, mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 del Bilancio per l'anno finanziario 1975 per 20 milioni mediante una riduzione di pari ammontare del fondo speciale di cui al capitolo n. 1406 del Bilancio per l'anno finanziario 1975.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 saranno altresì istituiti i capitoli relativi alle quote interessi e alle quote di rimborso del capitale con il rispettivo stanziamento di 1900 milioni e di 150 milioni.
Al maggior onere ricadente nell'anno finanziario 1976 ed in ciascuno degli anni successivi, valutato in 2050 milioni, si farà fronte: per 1.000 milioni con la disponibilità, di pari ammontare, derivante dalla riduzione degli oneri di ammortamento previsti a carico dell'anno finanziario 1976 e di ciascuno degli anni successivi, ai sensi dell'articolo 22, quinto comma, della legge regionale 2 luglio 1974 n. 17 per effetto della riduzione a 4.000 milioni del mutuo e della spesa di 10.100 milioni autorizzati per l'anno finanziario 1976 per 1.050 milioni con la disponibilità, di pari ammontare, derivante dalla riduzione, a partire dall'anno finanziario 1976, degli oneri iscritti nei capitoli nn. 1208, n. 1210, n. 1212 e n. 1218 del bilancio 1975, nella rispettiva misura di 200 milioni, nonché dell'onere iscritto nel capitolo n. 1316 dello stesso bilancio, nella misura di 250 milioni.
Le ulteriori spese per gli anni finanziari 1976 e 1977 saranno disposte con apposite leggi regionali, che ne stabiliranno il finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi sono degli interventi? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto si 51 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 21 è approvato nella nuova stesura.
L'art. 22 rimane invariato.
L'art. 23 viene proposto in una nuova stesura, che leggo: "Per gli interventi di cui all'art. 12 della presente legge è autorizzata la spesa di 3020 milioni per l'anno finanziario 1975.
All'onere di cui al precedente comma si provvede con lo stanziamento di 800 milioni di cui al capitolo n. 745 del bilancio per l'anno finanziario 1975 e con lo stanziamento di 2.220 milioni di cui al capitolo n. 745/1 istituito nel bilancio medesimo in attuazione del D.L. 24 febbraio 1975 n.
26".
Devo altresì aggiungere che la Commissione Programmazione e Bilancio, che si è riunita per esaminare la parte finanziaria inerente alla legge, ha espresso parere favorevole sulle proposte che sono state avanzate.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

D'accordo su questo articolo rinnovato viene chiarito l'equivoco di prima in quanto non era stato detto chiaramente che nella legge veniva recepito il fondo statale, di 2000 milioni. Ecco perché aumenta il fondo ma è dovuto al finanziamento statale.



PRESIDENTE

E' tutto chiarito, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto si 52 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato nella sua nuova stesura.
Dobbiamo adesso votare la legge nel suo complesso e se non vi sono osservazioni, si passa alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto si 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge sull'agricoltura nel nuovo testo presentato e discusso è quindi approvata.


Argomento:

Trasferimento alle Comunità Montane delle funzioni in materia di bonifica montana, approvata il 24 aprile 1975 (legge rinviata dal Governo)

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Proporrei ora questo calendario dei lavori se vogliamo assolvere gli impegni che i Capigruppo hanno detto di voler assolvere.
E' possibile realizzare tutto ciò che abbiamo ancora all'ordine del giorno, se i lavori si svolgono così: alle 14,30 i Consiglieri sono convocati per l'insediamento delle Commissioni; alle 15 si riprendono i lavori per votare le tre leggi rimaste, in modo da consentire un adeguato spazio alle informazioni di carattere politico che la Giunta ha già annunciato al quinto punto all'ordine del giorno.
Se non si rispetta questo orario, in realtà qualcuna di queste cose salta perché è del tutto evidente che le Commissioni non possiamo insediarle durante i lavori perché saremo in sede di votazione delle leggi né si possono insediare mentre si discutono gli argomenti iscritti all'ordine del giorno; se non si insediano le Commissioni è un aspetto fondamentale di tutta la vita della Regione che viene paralizzato.
E' una proposta un po' onerosa quella che faccio al Consiglio, ma non ce n'è un'altra.
I Consiglieri sono quindi riconvocati per le ore 14,30 per l'insediamento delle Commissioni che, vi garantisco, sarà rapido e il Consiglio è riconvocato alle ore 15 precise.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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