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Dettaglio seduta n.43 del 01/04/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame disegno di legge n. 33 bis "Istituzione della consulta regionale per il turismo, industria alberghiera, sport e tempo libero" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Era stata conclusa la discussione generale sul disegno di legge "Istituzione della consulta regionale per il turismo, industria alberghiera, sport e tempo libero".
Se non vi sono altre richieste di parola dopo gli interventi dell'Assessore e del Presidente della Commissione possiamo passare alla votazione degli articolati.
Art. 1 - "La Regione Piemonte in attuazione delle finalità di cui agli artt. 4 e 9 dello Statuto istituisce una Consulta regionale per il turismo lo sport ed il tempo libero".
Qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente una brevissima dichiarazione di voto.
Noi siamo in quest'aula, per esercitare, nell'ambito delle nostre possibilità e delle nostre capacità, un'opposizione dura ed intransigente nei confronti della maggioranza di sinistra; non però - teniamo a sottolinearlo - un'opposizione acritica e sterilmente negativa.
Questo è il tipo di confronto che noi preferiamo, anche perché è un confronto che non sottintende e non può sottintendere alcuna ipotesi di cedimento o di tradimento.
In questo quadro, a conferma di quanto già detto stamane, noi ribadiamo il giudizio negativo su questo disegno di legge, ma ci asterremo nella votazione dell'art. 1 intendendo con questo significare che la Destra Nazionale non è pregiudizialmente contraria alla costituzione di una Consulta regionale per il turismo, ma semplicemente, o all'opposto, ritiene che questo tipo di Consulta non sia idoneo, non sia sufficiente per varare veramente un'efficace e concreta e valida programmazione turistica programmazione turistica - ci si consenta di aggiungere anche questo ribadendo ad un'affermazione alquanto semplicistica che stamane abbiamo sentito fare da parte comunista - che non può e non deve essere, e noi lo affermiamo, finalizzata agli interessi dell'industria alberghiera, ma che ciò non di meno non riteniamo possa essere realizzata con il provvedimento che qui si viene ad assumere.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola sull'art. 1? Non ve ne sono, passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 34 hanno risposto sì: n. 33 Consiglieri si è astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - La Consulta ha il compito di stabilire un rapporto permanente fra le Regioni, gli Enti e le Associazioni che, in relazione ai propri compiti istituzionali, possono fornire utili indicazioni per la formulazione dei programmi regionali in materia di turismo, sport e tempo libero.
C'è un emendamento aggiuntivo del Consigliere Calsolaro che suona così: "ed esprimere pareri su iniziative, manifestazioni culturali, sportive turistiche e ricreative da realizzare con il concorso delle Province, dei comprensori, delle Comunità montane, dei Comuni singoli e consorziati".
Chi è favorevole? La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Vorrei un chiarimento: cosa vuol dire, che ogni manifestazione sportiva ecc, deve essere presa in esame da questa Consulta?



CALSOLARO Corrado

No.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e turismo, industria alberghiera

Programmi di iniziative.



BERTI Antonio

Spiegatemi esattamente qual è il compito di questa Consulta in ordine alle centinaia di iniziative che si assumono in Piemonte.



CALSOLARO Corrado

Deve fissare certi parametri in base ai quali le iniziative sono assunte o no dalla Regione.



BERTI Antonio

Allora deve fissare dei criteri.



CALSOLARO Corrado

Li deve fissare la Regione.



BERTI Antonio

Qui si parla di esaminare preventivamente e dare il parere su tutte le manifestazioni.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e turismo, industria alberghiera

Il Consigliere Calsolaro voleva dire programmare le iniziative che vengono sollecitate da organismi vari per non finanziare le iniziative singole che richiedono spese e non quelle senza significato culturale sportivo, ecc.



PRESIDENTE

Tutta la dizione del Consigliere Calsolaro potrebbe andar bene: "...
sulla base di parametri elaborati dalla Consulta stessa".
Potrebbe essere questo il senso?



CALSOLARO Corrado

Intendevo appunto dire questo: la Consulta fissa dei criteri.



PRESIDENTE

Allora possiamo dire: "sulla base di criteri elaborati dalla Consulta stessa".



BERTI Antonio

Non voglio drammatizzare su una legge su cui si è discusso anche troppo, ma secondo me dobbiamo intenderci: le Commissioni consultive sono organi di consultazione politica nel senso che, espressa una politica, la politica regionale dei vari settori si forma attraverso il contributo che le Consulte regionali danno in generale e di volta in volta, ma in relazione a programmi ed iniziative che la Regione vuole assumere nei determinati settori. Questa è la funzione delle Commissioni consultive regionali. Oppure si parla di Commissioni tecniche che affiancano l'Assessore per pareri sulle competenze, ed è una cosa diversa.
La mia opinione è che la Consulta - e faccio questa affermazione in vista di eventuali proposte - è una ricerca di contributi i più ampi possibili alla formazione delle politiche regionali, non che le iniziative dei singoli devono essere sottoposte al parere della Consulta. Secondo me questo è sbagliato, lede le competenze della Giunta la quale si assume le responsabilità direttamente.
Dividerei consulenze per formare politiche e competenze della Giunta per quanto riguarda eventuali autorizzazioni, altrimenti questa Consulta si riunisce in permanenza per esprimere dei pareri? Non ha alcun senso. Noi andiamo ad intorbidare le acque con decine di organismi - tra l'altro gettonati - che ci fanno perdere di vista l'essenziale.
Sono dell'avviso di sottolineare il valore della Consulta e di lasciar perdere il parere sulle singole autorizzazioni riguardanti le varie manifestazioni culturali, artistiche, ecc. che si svolgono in Piemonte. Mi preoccupo anche per le competenze dei Consiglieri regionali: se con le Consulte andiamo ad esautorare anche le Commissioni del Consiglio regionale si finisce per avere della gente esterna che decide ed i Consiglieri che non decidono se non nelle politiche.
Credo che si debba essere molto chiari, altrimenti non si capisce bene chi è che decide.



CALSOLARO Corrado

Non bisognava fare la Consulta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Mi pare che l'interpretazione data dal Consigliere Berti sia giusta in quanto l'emendamento proposto rischia di produrre un incontro periodico nell'estensione dell'emendamento, quando si parla di comprensori, di Comuni, di enti locali, ecc., si va a verificare un fatto tecnico di organizzazione non più in termini programmatori, ma di verifica analitica in termini tecnici di iniziative.
L'art. 2 invece è estremamente chiaro là dove indica il rapporto permanente fra la Regione e gli altri enti per quanto riguarda la formulazione dei programmi regionali. La Consulta ha questo significato e non la verifica tecnica formale di tutte le singole iniziative che enti locali minori possono fare, se no si va al di là di quella che è l'interpretazione che noi abbiamo dato, come forze politiche (penso di trovare concordi altri gruppi) sulla funzione specifica di questo organismo, come momento di sintesi programmatoria e non come verifica tecnica dei singoli fatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, io verrò immediatamente accusato dal Presidente della Giunta di volere strumentalizzare quanto qui si è detto, ma non posso fare a meno di rilevare, dal mio punto di vista, che anche la discussione seguita all'emendamento dimostra sostanzialmente quale sia la qualità del disegno di legge al nostro esame.
Siamo di fronte a un disegno di legge elaborato dalla Giunta e che poggia su una certa maggioranza; ad un emendamento che viene presentato dal Capogruppo socialista; all'interpretazione che di questo emendamento ha dato l'Assessore socialista al Turismo e sostanzialmente ad un dissociarsi di posizioni di altri gruppi componenti la maggioranza. Mi pare che stiamo andando avanti nella confusione.
Io devo dire (e mi duole perché non vorrei che si ingenerasse qualche sospetto in quanto sto dicendo) che stamane mi sentivo già non rappresentato, ma interpretato in un certo limite da ciò che aveva affermato il Consigliere Calsolaro esprimendo non delle critiche, ma delle osservazioni al disegno di legge; adesso devo dire che sono d'accordo con Berti (capitano cose di questo genere). Berti ha dato un'interpretazione fondata a questa tesi: la Consulta è un organismo consultivo? Benissimo allora, al di là del fatto che noi non siamo d'accordo su come viene fatta questo tipo di Consulta dovrebbe limitarsi a raccogliere pareri, opinioni ed a farne la sintesi programmatoria. Ma se si vuole investire la Consulta stessa di un potere decisionale e discrezionale (non voglio dire clientelare) nei confronti delle manifestazioni che vengono organizzate dai Comuni, dalle Comunità montane o altro, ne viene una snaturazione completa dell'organismo stesso, oltre che un'autolimitazione e dell'Assessorato e dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Suggerirei tre minuti di sospensione per riunire la Commissione.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero sport e turismo, industria alberghiera

Se noi leggiamo l'articolo dove si inserisce la proposta di Calsolaro vediamo che dopo le parole: "... possono fornire utili indicazioni per la formulazione dei programmi regionali" si legge ciò che propone Calsolaro e cioè "iniziative, manifestazioni" ma come indicazione, non come programma.



PRESIDENTE

In ogni caso occorre formulare l'emendamento in maniera diversa, quindi suggerirei cinque minuti di sospensione e in sede di Commissione competente i rappresentanti dei Gruppi formulano la stesura che ritengono opportuna perché qui c'è una discussione libera e utile, ma adesso bisogna concluderla. La Commissione serve per queste cose.
Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45, riprende alle ore 16)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Vi è stato, in sede di Commissione, un utile scambio di idee per appurare le varie esigenze emerse negli interventi e nella presentazione dell'emendamento.
Mi pare di non forzare l'interpretazione del Consigliere Calsolaro se dico qui che si è potuto appurare che la dizione dell'art. 2 comprende in sé anche le opportunità che lui presentava nel suo emendamento.
Con questo scambio di opinioni mi pare che si possa risolvere la questione nel senso che l'art. 2 può essere approvato così com'è formulato.
Vi sono altre richieste di parola? Passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 39 hanno risposto sì: n. 38 Consiglieri si è astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - La Consulta regionale per il Turismo, lo Sport e il Tempo libero è composta da: a) il Presidente della Giunta Regionale b) l'Assessore regionale al Turismo, Industria Alberghiera, Sport e Tempo Libero c) l'Assessore regionale alla Pubblica Istruzione d) l'Assessore regionale all'Assistenza e) un rappresentante regionale dell'Unione Nazionale Comuni Enti Montani (U.N.C.E.M.) f) un rappresentante regionale dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (A.N.C.I.) g) un rappresentante per ciascuna Provincia del Piemonte h) un rappresentante regionale delle associazioni di categoria del commercio i) un rappresentante regionale delle associazioni di categoria dell'artigianato l) un rappresentante regionale delle associazioni albergatori m) un rappresentante regionale delle associazioni del Campeggio e del Caravanning n) tre rappresentanti regionali delle confederazioni sindacali unitarie dei lavoratori o) sei rappresentanti regionali di enti e di associazioni di promozione del turismo sociale p) sei rappresentanti regionali degli enti di promozione sportiva q) un rappresentante regionale del CONI r) un rappresentante regionale delle associazioni escursionistiche ed alpinistiche.
La Consulta è presieduta dal Presidente della Giunta regionale, in sua assenza dall'Assessore al Turismo.
Ai lavori della Consulta possono partecipare i membri della Commissione consiliare competente.
Le funzioni di Segretario della Consulta regionale sono espletate da un funzionario dell'Assessorato al Turismo.
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo: dopo il paragrafo i) si propone di aggiungere "un rappresentante regionale delle organizzazioni professionali agricole".
Mi pare di avere capito, dallo scambio di idee avvenuto in Commissione che c'è l'intesa su questo.
Qualcuno chiede di parlare? Allora pongo in votazione l'emendamento presentato da un numero tale di Consiglieri, il che mi lascia intendere che c'è l'unità di tutti.
Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è accolto, con un astenuto, per le ragioni già espresse.
Passiamo allora alla votazione dell'articolo. La parola al Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Visto che stiamo arrivando all'elencazione degli individui o persone fisiche che comporranno questa Consulta, desidero ancora una volta puntualizzare in modo chiaro ed inequivocabile che la Consulta non è e non può essere un'esautorazione né delle Commissioni, né del Consiglio regionale, è una forma di partecipazione allargata a problemi che investono non la parte politica, ma esclusivamente la parte tecnica.
In tal senso può avere una sua funzione che noi riconosciamo, al di fuori di questo concetto la Consulta non ha motivo di esistere.
E' una doverosa ennesima precisazione.



PRESIDENTE

La precisazione è stata accolta, passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 44 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri si è astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - La Consulta regionale è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica per un triennio.
I rappresentanti saranno scelti fra candidati proposti dalle varie associazioni ed enti interessati.
I suoi componenti possono essere riconfermati.
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale).



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 46 hanno risposto sì: n. 45 Consiglieri ha risposto no: n. 1 Consigliere L'articolo 4 è approvato.
Art. 5 - Ai componenti della Consulta regionale del Turismo, Sport e Tempo Libero, non appartenenti all'Amministrazione regionale è attribuita una indennità di L. 10.000 per ogni giornata di seduta.
Le indennità di cui al precedente comma si intendono al lordo delle ritenute fiscali e la loro corresponsione decorre dalla prima seduta alla quale ciascun componente la Consulta ha partecipato.
Alla liquidazione dell'indennità provvede periodicamente la Giunta regionale sulla base di prospetti riepilogativi delle presenze sottoscritti dal Presidente della Consulta.
Ai componenti che risiedono in un Comune diverso da quello sede dell'Amministrazione regionale, viene corrisposto, quando si rechino alla seduta della Consulta, il rimborso delle spese di viaggio.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 45 hanno risposto si: n. 43 Consiglieri ha risposto no: n. 1 Consigliere si è astenuto: n. 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - All'onere previsto dal precedente articolo 5 si provvede, per l'anno finanziario 1976, a carico dello stanziamento iscritto nel capitolo n. 84 del corrispondente stato di previsione della spesa.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per gli anni 1977 e 1978 con lo stanziamento di cui al capitolo n. 84 dello stato di previsione del corrispondente bilancio.
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 48 hanno risposto sì: n. 47 Consiglieri ha risposto no: n. 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 47 hanno risposto sì: n. 46 Consiglieri ha risposto no: n. 1 Consigliere Il disegno di legge n. 33 bis è approvato.
Mi permetto di fare una raccomandazione come Presidente del Consiglio e credo che il Presidente della Giunta non potrà non essere consenziente: nel prossimo futuro bisognerà provvedere con estrema cura a non generalizzare il principio delle indennità da attribuire a membri di Consulte o di altri organismi di qualsiasi tipo e genere. Qualora questo sia ravvisato come una necessità, perché senza questa indennità gli organismi non possono nascere oppure si vengono a ledere legittimi interessi, sia sempre accompagnata, la clausola, da una raccomandazione, che ritengo fondamentale in un momento come questo per chi già percepisce uno stipendio mensile e che in ogni caso non verrebbe ad essere turbato dalla presenza ad una Commissione di cui uno deve essere onorato di far parte, da una raccomandazione, cioè e da una previsione anche giuridico-legislativa, perché meno che mai dobbiamo contribuire, sia pure involontariamente e sulla base dei principi più nobili, ad incrementare qualsiasi forma di giungla, di attribuzione di stipendi plurimi, situazione che vogliamo tutti quanti, mi pare combattere.
Il Presidente della Giunta desidera conoscere l'orientamento dei lavori del Consiglio circa il punto riguardante la sanità: quando lo svolgiamo questo punto? Facciamo questa legge, la n. 50 e poi lo discutiamo? Va bene.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame disegni di legge n. 50-51-52-53 tutti relativi ai trasporti


PRESIDENTE

Disegno di legge n. 50: "Rifinanziamento della L.R. 20.3.1975 n. 14 'Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di nuova assunzione'".
Relatore è il Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Chiedo al Presidente se è possibile fare una relazione unica per tutte e quattro le leggi.



PRESIDENTE

La cosa è sommamente gradita.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Si tratta del rifinanziamento di leggi già approvate dal Consiglio regionale nella passata legislatura e che riguardano quattro capitoli distinti.
Il n. 50 riguarda contributi a favore di aziende o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di nuova gestione. Dato che la legge prevedeva, per questo oggetto, la necessità del rifinanziamento per ciascuno degli anni successivi, occorre ora provvedere allo stanziamento per l'anno 1976 in una misura non inferiore a quella di 350 milioni stabilita per il 1975, allo scopo di sostenere l'esercizio di quelle autolinee di cui dovesse essere operata la pubblicizzazione anche in attesa dell'emanazione della preannunciata legge regionale sui trasporti che dovrà regolamentare l'intera materia.
Per il rifinanziamento di questa legge in Commissione unanimemente si è convenuto di inserire un ultimo comma all'art. 2 stabilendo che il contributo non è cumulabile con quello di cui alla legge regionale 20.8.1973 n. 22 e con la sovvenzione di cui alla legge 2.8.1952 n. 1221.
L'aumento dei costi di esercizio, in particolare per le aziende pubbliche che non hanno fruito dell'alleggerimento degli oneri per aumenti retributivi del personale, come invece è stato per le aziende private che godono dei benefici regionali (come ricorderete abbiamo votato ad ottobre per l'applicazione del protocollo d'intesa) induce a rivedere la situazione ed a promuovere appunto l'abolizione del suddetto comma, almeno per quanto concerne la legge 20.8.1973 n. 22.
Per quanto riguarda la cumulabilità con la sovvenzione di cui alla legge n. 1221 si osserva che tale sovvenzione è concessa a copertura dall'intero disavanzo, ma non oltre e pertanto sarebbe superfluo abolire la non cumulabilità.
Il disegno di legge n. 51 riguarda un altro rifinanziamento della legge 6.5.1974 n. 14 "Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica e agli enti locali per l'acquisto di materiale rotabile".
Questo è il rifinanziamento di una legge che venne approvata nel mese di maggio e anch'essa stabiliva, come l'altra, che ogni anno venga concesso lo stanziamento relativo. Nel 1975 questo finanziamento era fissato nella misura di 5.500 milioni e occorre provvedere ad assicurare la continuità dell'erogazione dei contributi ed il potenziamento e rinnovo del parco veicoli per l'esercizio 1976, in attesa della preannunciata legge generale sui trasporti, che dovrà disciplinare organicamente l'intera materia.
Pertanto questo disegno di legge è costituito di un articolo che determina lo stanziamento di 5.500 milioni.
E' stato poi introdotto l'art. 2 in cui allo scopo - commendevole mi sembra, la Commissione è stata d'accordo - di introdurre una remora all'impiego degli autobus acquistati con i soldi pubblici per usi diversi da quelli di linea, si propone che gli autobus rechino un'apposita indicazione che evidenzi l'intervento finanziario della Regione. Rispetto alla legge precedente è stato inserito questo articolo.
Il disegno di legge n. 52 riguarda la "Estensione al 1976 della L.R.
6.5.1974 n. 15 'Contributi alle imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi'".
Anche qui l'importo è identico a quello del 1975, e cioè di 1700 milioni; lo scopo è identico: continuità nell'erogazione dei contributi fino all'operatività della legge generale sui trasporti.
Questo disegno di legge si compone di tre articoli: il primo estende al 1976 l'operatività della legge; il secondo prevede anch'esso l'intervento finanziario della Regione allo scopo di obbligare i concessionari, le aziende private a usufruire di questi mezzi privati che sono della Regione solo per usi di linea; il terzo stabilisce lo stanziamento nella sua entità e la fonte di reperimento del finanziamento stesso.
Il disegno di legge n. 53 riguarda il "Rifinanziamento della L.R.
6.4.1974 n. 16 'Contributo in capitale ad enti locali, ad aziende pubbliche od a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici'".
In pratica si tratta dei contributi per la pubblicizzazione di autoservizi attualmente esercitati da aziende private. Questa legge deve essere rifinanziata per ciascuno degli anni successivi e anch'essa in fondo è un'operazione che ci consente di coprire il periodo che intercorre tra il momento attuale del 1976 e la regolamentazione organica dell'intera materia con la legge quadro dei trasporti.
Qui l'onere previsto è di 800 milioni come nel 1975. La legge consta di un solo articolo in cui è indicato sia l'importo dello stanziamento sia la fonte del reperimento del finanziamento stesso.
Queste sono le quattro leggi di cui si chiede l'approvazione.
La Commissione si è espressa unanimemente a favore di questo rifinanziamento per le motivazioni addotte e perché vengono ad essere non solo la garanzia di continuità dell'erogazione di questi servizi, ma costituiscono il ponte necessario per passare alla fase successiva che sarà regolamentata dalla legge quadro dei trasporti che sarà un fatto di grande importanza e che comunque darà una strutturazione organica alla materia in tutte le sue particolarità



PRESIDENTE

Avendo accordato al Consigliere Bontempi di svolgere un'unica relazione sulle quattro leggi, è del tutto evidente che i Consiglieri possono intervenire su ciascuna delle quattro leggi in questa sede. Facciamo una discussione unica e così non ripetiamo tutto il rituale legge per legge.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco, ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Signori Consiglieri, i provvedimenti di cui ai numeri 50, 51, 52 e 53 penso che, come è già stato esposto nella relazione dal Consigliere Bontempi, non meritino un esame specifico perché si tratta di rifinanziamenti di leggi regionali già operanti, della passata legislatura rifinanziamenti che sottolineano la bontà dell'impostazione e la correttezza della prospettiva di sostegno in termini operativi e della prospettiva di sviluppo del trasporto pubblico nella nostra regione.
Nel sottolineare questa positività ci collochiamo in un atteggiamento costruttivo per cercare di valutare quali sono o possano essere i miglioramenti che si potranno apportare ai provvedimenti stessi in un quadro più generale di riorganizzazione e di sistemazioni operative del trasporto in Piemonte.
Già il Consigliere Bontempi ha fatto riferimento - e le stesse relazioni dei disegni di legge lo riportano ampiamente - all'annunciata predisposizione di questo piano regionale dei trasporti che dovrà costituire un momento di riferimento e quindi ogni argomentazione e discussione di carattere generale la rinviamo a quella sede.
Ci preme pero sottolineare come di fatto i quattro provvedimenti già assorbano una consistente parte dei finanziamenti annuali che si andranno a collocare non solo in questo anno, ma negli anni successivi, rispetto al bilancio regionale; e ci preme sottolineare come una grossa parte di questa spesa sia riservata all'acquisto di mezzi di trasporto ed alla pubblicizzazione, che sono i due momenti di appoggio, di riferimento e di caratterizzazione di questa spesa.
Dal punto di vista strettamente normativo - al di là dell'indicazione data dal Consigliere Bontempi che è recepita in uno dei provvedimenti di legge - la caratterizzazione di spesa sui mezzi di trasporto non è ancora arrivata ad una definizione molto precisa di mezzi e di utilizzazione di questi mezzi. Noi riteniamo che in questa direzione si possano ancora fare degli sforzi, soprattutto cercando di collocarsi se non in diversificazione, ma in appoggio a normative dettate a livello nazionale e questo per consentire di attuare un sostegno di finanziamento a quegli investimenti che si collocano nella realtà regionale per le effettive esigenze sociali ed economiche della popolazione.
Anche questo è un discorso che potremo riprendere quando, in sede di piano regionale e generale dei trasporti, qualificheremo meglio l'intervento della spesa regionale nel settore degli acquisti.
Un secondo settore importante che ci preme sottolineare è quello della pubblicizzazione di alcune linee di servizi. Noi, purtroppo, dobbiamo lamentare come in passato talune di queste operazioni, non per colpa di nessuno, ma per esigenze di modificazioni sostanziali dei rapporti anche di imprenditorialità che si erano dati al momento della concessione siano venute con carico alla spesa pubblica che non ha trovato sufficiente coinvolgimento delle entità locali, degli enti locali in queste pubblicizzazioni.
Noi chiediamo che si caratterizzi, per il futuro, una linea di pubblicizzazione che si collochi non solo nel quadro delle decisioni politiche di priorità della spesa che sono state stamane qui ricordate e che devono essere in questo momento di eccezionale gravita, dal punto di vista economico, estremamente rigorose, ma che si collochi anche in una linea di corresponsabilizzazione degli enti locali e di partecipazione effettiva non solo alla spesa in quanto tale, che può essere solo un momento ma anche all'individuazione delle priorità che consenta di attuare delle scelte e quindi di potere garantire delle gestioni che siano non solo ancorate all'ipotesi di sostegno economico, ma che siano ancorate all'ipotesi di effettivo sostegno delle attività economiche produttive locali.
Questo discorso, lo capisco, è complesso e non è facile esaminarlo in questa sede, penso però che la Giunta sia consapevole di come questa gestione compartecipata, di questa corresponsabilizzazione con gli enti locali possa produrre in prospettiva una politica più oculata sia nelle richieste, sia nella corretta gestione delle poche risorse che sono disponibili.
Fatte queste osservazioni, il gruppo della D.C. voterà a favore dei provvedimenti, in attesa di potere affrontare, su argomenti di carattere più generale, in sede di discussione del piano di sviluppo economico, gli altri argomenti che io qui generalmente ho enunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Questi disegni di legge sono la continuazione fisiologica di provvedimenti assunti negli anni precedenti. Io voglio solo sottolineare all'Assessore e alla Giunta un tipo di preoccupazione sulla base delle esperienze che abbiamo fatto in questo campo in passato, ossia che gli interventi di pubblicizzazione rischiano di essere interventi che in questo momento scaricano sugli enti locali dei deficit di esercizio particolarmente pesanti e quindi si muovono proprio nel senso di quell'aumento della spesa corrente che riteniamo vada invece posto sotto controllo e contenuto nei limiti del possibile.
E allora, se questo è vero, oltre ad una estrema oculatezza nell'impostare questi interventi, noi riteniamo che la Giunta a questo punto debba farsi carico di un problema, che è quello del livello al quale è logico fissare un prezzo politico di trasporto. Il prezzo di trasporto è politico praticamente in tutti i paesi del mondo, o quasi, ma un conto è fissarlo ad un limite che comunque fa pagare il servizio in maniera adeguata e non crea dei deficit troppo alti e un conto è fissarlo e mantenerlo a dei limiti assolutamente incompatibili con lo stato attuale della finanza pubblica. Io non so dire se il costo del biglietto specialmente per gli abbonamenti, va fissato all'80% piuttosto che al 40 del costo economico, ma certamente in un quadro complessivo di organizzazione della spesa pubblica nel campo dei trasporti, specialmente se vogliamo potenziare il trasporto pubblico, ed è necessario farlo specialmente nella prospettiva di un aumento dei costi di esercizio molto alti dei mezzi privati, questo è un problema che è indilazionabile affrontare, se necessario anche con una normativa di carattere legislativo che fissi con chiarezza i limiti entro i quali gli enti locali si muovono ponendo un vincolo legislativo che permetta agli enti locali di mettersi al riparo da una richiesta che in molti casi rischia di diventare demagogica e dall'altro agli utenti del servizio di imputare con chiarezza eventuali fenomeni di disfunzione nella gestione degli enti pubblici di trasporto nella misura in cui ad un aumento del deficit debba corrispondere necessariamente un ritocco delle tariffe.
Sono due accorgimenti contro l'espandersi di fenomeni degenerativi nel campo della spesa pubblica che noi riteniamo vadano assolutamente posti sul tappeto, in una visione organica dei problemi del settore, sui quali chiediamo un'adeguata attenzione della Giunta ed un impegno non nell'ambito di questo disegno di legge, ma dei problemi di riorganizzazione della spesa complessiva cui l'Assessore più volte ha accennato.
Ferme restando quindi queste raccomandazioni e l'indicazione di questa preoccupazione, ovviamente il voto del Gruppo repubblicano sarà favorevole



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Bajardi. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

Mi riferirei essenzialmente alla quarta legge, la n. 53, per fare poi qualche considerazione di ordine più generale La pesantezza della situazione nel campo dei trasporti è oggi tale da aver determinato per la concreta gestione del servizio una condizione di crisi particolarmente acuta, che ha indotto molte aziende private a richiederne l'intervento pubblicizzatore della Regione. In un incontro avuto nelle scorse settimane con l'Associazione ANAC la Giunta ha avuto anche la richiesta ufficiale di un sostanziale aumento delle tariffe oppure di un sostanziale aumento dei contributi della Regione. E' una alternativa su cui dovremo tornare a riflettere nel prossimo futuro, che non sciogliamo oggi con le leggi in discussione, in cui ci limitiamo a riproporre le questioni cosi come erano state impostate negli anni precedenti.
In relazione, però, a questa complessiva situazione ed al fatto che sono giunte alla fase concreta le ipotesi di pubblicizzazione già imposte negli anni precedenti (mi riferisco all'Alto Novarese, alla Torino-Chieri ed al Chierese) direi: saranno totalmente utilizzati per questo i fondi non utilizzati negli anni precedenti che sono stati accantonati.
Si pone, quindi, alla nostra attenzione la concreta situazione determinatasi in due province. Sostanzialmente, nella provincia di Vercelli i servizi erano gestiti in larga parte dall'Azienda ATA: questa ha rinunciato ad un 20% delle proprie linee, ovverossia quelle chiamate della Val Cerrina ma che sono tutte le linee esterne alla provincia di Vercelli e che collegano questa provincia con l'Alessandrino, l'Astigiano, il Torinese e l'Eporediese, nei confronti delle quali, considerando che assolvono anche importanti collegamenti industriali (con Crescentino, per citarne uno) abbiamo dovuto intervenire d'urgenza in questi giorni per garantire il mantenimento del servizio, andando ad una riflessione più generale che nella fattispecie, trattandosi dell'ATA, coinvolge anche una recente decisione autonomamente assunta dalla Amministrazione provinciale di Vercelli di farsi carico della complessiva tematica. Sappiamo che dall'agosto dell'anno scorso la situazione finanziaria dell'ATA ha raggiunto limiti tali per cui le stesse erogazioni dei contributi sono direi, sotto controllo quotidiano al fine di garantire l'erogazione dei salari agli oltre 250 dipendenti, una situazione che si trascina anche da un periodo precedente. Sta di fatto che oggi noi abbiamo di fronte una concreta proposta di intervento pubblicizzatorie da parte dell'Amministrazione provinciale di Vercelli, che ha, tra l'altro, il pregio che nel momento in cui è assunta a livello provinciale non pone in discussione l'integrità dell'Azienda, una azienda che opera almeno in tre comprensori, oltre che nelle province contigue, e si fa carico anche di questa grossa preoccupazione di efficienza aziendale oltre che di efficienza sociale.
E' stata anche portata ufficialmente nel Comitato regionale di coordinamento dei trasporti della nostra regione la questione dell'orientamento assunto dall'Amministrazione provinciale di Alessandria di farsi carico della pubblicizzazione del servizio di trasporti per quanto riguarda l'azienda ARFEA, che opera nell'Alessandrino, nel Casalese e in altre connessioni che vengono verso il Torinese e la stessa Liguria.
Alla luce di queste richieste la questione è stata esaminata in Giunta e la proposta di bilancio che è in via di distribuzione accoglie una parte di queste esigenze, che possono essere soddisfatte, come la legge prevede con un contributo massimo del 65% da parte della Regione, per una limitata parte dell'intervento, tralasciando in una prima fase l'intervento verso gli immobili e interessandosi esclusivamente al materiale mobile, che è quello attraverso il quale si eroga concretamente il servizio. L'esigenza di intervento regionale dovrebbe essere ben più cospicuo: il bilancio regionale prevede l'elevamento della somma relativa alla legge 53 da 800 milioni a 2800 milioni.
Queste le cose che sono cresciute nel corso del periodo intercorso fra la discussione della legge in sede di Commissione ed oggi.
La questione l'abbiamo posta oggi, nel corso della riunione della II Commissione. Una valutazione giuridicamente più corretta, però, deve contemplare anche il parere della I Commissione, per le ben note ragioni finanziarie, ed a questa la Giunta propone di sottoporre la questione; poi se essa accoglierà la proposta, si procederà alla modificazione dell'importo di spesa relativo alla legge n. 53 passando da 800 milioni a 2800, una volta affrontate le tre leggi per le quali non esistono elementi di modificazione. Per queste ultime devo semplicemente rammentare che alla cifra di 5500 milioni in acquisti autobus si aggiungeranno nel relativo capitolo di spesa le somme che perverranno dal Piano autobus nazionale, e quindi la somma complessiva non sarà di 5500 milioni ma di questa cifra maggiorata di due rate di 2 miliardi e 250 milioni corrispondenti al '75 e al '76, che saranno cumulate nel bilancio del '77, per cui l'intervento complessivo della Regione sarà di 10 miliardi per l'acquisto di autobus pubblici e di un miliardo e 700 milioni per l'acquisto di autobus privati per correttezza di informazione devo aggiungere che nel '75 noi abbiamo proceduto ad acquisti di autobus per il totale dell'importo previsto annualmente, 5500 milioni, più 2 miliardi e mezzo di residui dell'anno '74 per cui il contributo complessivo della Regione Piemonte in termini di autobus è stato di una cifra quasi pari a 400 autobus. La somma di quest'anno manterrà grosso modo questa entità, però con una maggiore attenzione nelle scelte, in modo da dare una più corretta distribuzione territoriale di questo intervento e da analizzare l'intervento alla luce dell' esigenza, oltre che del potenziamento, anche di uno svecchiamento corretto del materiale mobile, in modo da non provocare eccessivi squilibri quanto all'età media del materiale mobile.
Per quanto riguarda le osservazioni di ordine più generale, mi pare di poter largamente condividere quelle fatte dal Consigliere Picco e dal Consigliere Gandolfi. Ritengo di poter anticipare che nella bozza di legge regionale generale, chiamiamola così, noi ci poniamo esattamente il problema che il Consigliere Gandolfi ricordava: qual è il costo reale della erogazione del servizio, quindi il costo industriale, qual è la tariffa politica che è accettabile, dovrà essere valutato, ed è un problema complesso perché il costo industriale varia in relazione alle concrete condizioni di esercizio del servizio. Il problema della tariffa politica non potrà però essere rapportato alle condizioni di esercizio, bisognerà trovare il modo di assumere altri parametri. L' idea che pensiamo di portare avanti è che il divario fra queste due tariffe debba essere quello che fa carico alla Regione, o allo Stato, nella misura in cui, 382 permettendo, inserisce il discorso del trasporto pubblico in una dimensione diversa.
Costi industriali maggiori, o tariffe politiche - maggiori intendiamo nel senso di entità minori - non potranno che essere addossate alle comunità locali - perché non possono che riflettere inefficienze di conduzione aziendale. Rispondo con ciò al Consigliere Picco, che si è mostrato preoccupato soprattutto per quanto riguarda il discorso della corresponsabilizzazione della comunità e degli enti locali, dei Comuni, ai fini di una corretta efficienza aziendale. Se a livello locale si intende nella autonomia che noi intendiamo dare ai comprensori anche in un campo di politica tariffaria specifica, nella misura in cui a livello comprensoriale si intende marcare ulteriormente il momento delle tariffe politiche, ci non può che essere caricato a livello locale e non scaricato su tutta quanta la collettività regionale o nazionale.
Siamo ben consapevoli, quindi delle complicazioni che l'approccio a questa questione comporta, e di alcuni dati di fatto esistenti: ad esempio la tariffa politica generale delle Ferrovie dello Stato è del 50% nelle tariffe pendolari è, grosso modo, del 20-30%. Dobbiamo considerare anche questi elementi di incentivo reale, che hanno il loro significato anche organizzativo ai fini del complessivo sistema dei trasporti, che induce ad un atteggiamento preferenziale verso il sistema di impianti fissi e le Ferrovie dello Stato. Sarebbe certamente errato andare oltre queste cifre perché si indurrebbe una azione concorrenziale della gomma nei confronti della rotaia. Esistono, in ogni caso, punti di riferimento oggettivi che derivano da una analisi dei costi delle attività dei trasporti che dovrà essere concretamente analizzata per quanto riguarda la nostra concretezza regionale.
Ho risposto così molto sommariamente, rinviando i necessari approfondimenti alla discussione più generale che faremo nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Passiamo alla votazione delle leggi.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

Per la n. 53, se non interverrà una modificazione nell'orientamento della I Commissione, si procederà alla votazione nell'attuale stesura.



PRESIDENTE

Cominciamo a votare per la n. 50.
Disegno di legge n. 50: "Rifinanziamento della L.R. 20/3/1975 n. 14: 'Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di nuova assunzione'".
Art. 1 - "L'ultimo comma dell'art. 2 della legge 20 marzo 1975, n. 14 è così modificato: '. il contributo non è cumulabile con la sovvenzione di cui alla legge 2 agosto 1952, n. 1221'".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "Per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 20 marzo 1975, n. 14, è autorizzata, per l'anno finanziario 1976, la spesa di 350 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvedeva mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1976, e la conseguente iscrizione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 610, con la denominazione "Contributi a favore di Aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese d'esercizio di autoservizi di linea di nuova istituzione" e lo stanziamento di 350 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 42 hanno risposto sì: n. 42 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo del disegno di legge n.
50.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 42 hanno risposto sì: n. 42 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 51: "Rifinanziamento della L.R. 6/5/1974 n. 14: 'Contributi agli Enti locali e alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile'".


PRESIDENTE

La Commissione ha espresso parere favorevole per tutte le norme finanziarie di queste leggi, dal 51 al 53, facendo però rilevare che la spesa potrà essere effettuata soltanto dopo l'approvazione del bilancio.
Credo che questa questione la potremo risolvere, al termine della votazione delle tre leggi, con un ordine del giorno che renda cosciente l'autorità governativa del fatto che noi siamo perfettamente consapevoli di votare le leggi prima che il bilancio sia stato approvato, ma lo facciamo al fine di accelerare gli iter, dato che l'esperimento delle formalità successive all'approvazione da parte nostra di questa, come di tutte le leggi comporta dai trenta ai quaranta giorni e in questo periodo il bilancio passerà senz'altro all'esame e all'approvazione del Consiglio regionale. Se l'Autorità governativa comprenderà lo spirito ed il senso della nostra iniziativa avremo guadagnato un mese di tempo.
Passiamo all'esame dell'articolato.
Art. 1 - "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 6 maggio 1974 n. 14 modificata dalla legge regionale 21 marzo 1975, n. 16, è autorizzata per l'anno finanziario 1976, la spesa di 5.500 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante l'accensione di un mutuo, di pari ammontare, ad un tasso non superiore al quindici per cento e per una durata non superiore ad anni trenta, da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con propria deliberazione, il mutuo predetto.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1976 sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 121 con la denominazione 'Provento del mutuo relativo al finanziamento dell'onere per la concessione di contributi in capitale ad Enti locali e ad Aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile', e con la dotazione di 5500 milioni. Nello stato di previsione della spesa del medesimo anno sarà corrispondentemente iscritto il capitolo n. 1195, con la denominazione 'Contributi in capitale agli Enti locali, alle Aziende speciali di cui al testo unico approvato con il R.D. 15 ottobre 1925, n.
2578, ed alle Aziende a prevalente partecipazione pubblica, nella spesa per l'acquisto di materiale rotabile', e lo stanziamento di 5.500 milioni.
All'onere derivante dall'ammortamento del mutuo di cui ai precedenti commi, valutato in 825 milioni per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione, nella rispettiva misura, di 755 milioni e di 70 milioni, degli stanziamenti di cui ai capitoli n. 1018 e n. 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa, e mediante l'iscrizione nello stato di previsione medesimo, dei capitoli n. 619 e n. 1431 riguardanti gli interessi passivi e la quota di capitale per il rimborso del mutuo, con il rispettivo stanziamento di 755 milioni e di 70 milioni.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1977 e successivi, fino alla completa estinzione del mutuo, saranno iscritti i capitoli n. 619 e n.
1431, con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento ricadenti nei relativi anni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico i risultati della votazione: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto sì: n. 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "Gli autobus acquistati con il contributo di cui al precedente articolo dovranno recare una indicazione, nelle forme che verranno precisate dalla Direzione compartimentale trasporti in concessione, che evidenzi l'intervento regionale.
Tale indicazione dovrà essere apposta anche sugli autobus che hanno usufruito del contributo regionale dei decorsi anni".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 41 hanno risposto sì: n. 41 Consiglieri Votiamo adesso l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 38 hanno risposto sì: n. 38 Consiglieri Il Consiglio regionale approva.


Argomento: Contributi alle attività produttive

Disegno di legge n. 52: "Estensione al 1976 della L.R. 6/5/1975 n. 15: 'Contributi alle imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi'".


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 52.
Art. 1 - "Il contributo di cui alla legge regionale 6 maggio 1974 n. 15 modificata con la legge regionale 21 marzo 1975, n. 17, è accordato anche per gli autobus acquistati durante l'anno 1976".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si effettui la votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "Gli autobus acquistati con il contributo di cui al precedente articolo dovranno recare una indicazione, nella forma che verrà precisata dalla Direzione compartimentale Trasporti in concessione, che evidenzi l'intervento regionale.
Tale indicazione dovrà essere apposta anche sugli autobus che hanno usufruito del contributo nei decorsi anni".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare.



(Si procede alla votazione per appello no- minale )



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 41 hanno risposto sì: n. 41 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 6 maggio 1974 n. 15, modificata come all'articolo 1 della presente legge, è autorizzata per l'anno finanziario 1976, la spesa di 1.700 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante l'accensione di un mutuo, di pari ammontare, ad un tasso non superiore al quindici per cento e per una durata non superiore ad anni trenta, da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con propria deliberazione, il mutuo predetto.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1976 sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 123 con la denominazione "Provento del mutuo relativo al rifinanziamento dei contributi in capitale ad imprese private nella spesa d'acquisto di autobus nuovi" e la dotazione di 1.700.000.000. Nello stato di previsione della spesa del medesimo anno sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 1197 con la denominazione: "Contributi in capitale alle imprese private esercenti autoservizi di linea di concessione regionale nelle spese per l'acquisto di autobus nuovi" e lo stanziamento di un miliardo e 700 milioni.
All'onere derivante dall'ammortamento del mutuo di cui ai precedenti commi, valutato in 250 milioni per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione, nella rispettiva misura di 230 milioni e di 20 milioni, degli stanziamenti, di cui ai capitoli 1018 e 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'iscrizione nello stato di previsione medesimo dei capitoli n. 623 e n. 1433 riguardanti gli interessi passivi e la quota di capitale per il rimborso del mutuo con il rispettivo stanziamento di 230 milioni e di 20 milioni.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1977 e i successivi, sino alla completa estinzione del mutuo, saranno iscritti i capitoli n. 623 e n. 1433 con stanziamenti pari in complesso alle rate.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si effettui la votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri Votiamo ora sull'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 45 hanno risposto sì: n. 45 Consiglieri Il Consiglio regionale approva.
Disegno dì legge n. 53: "Rifinanziamento della L.R. 6/5/1975 n. 16: 'Contributo in capitale ad Enti locali, ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici".
Chiede di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Per questo disegno di legge si è richiesto di portare il finanziamento da 800 milioni a 2800. Gli 800 milioni risultano dalla relazione dell'Assessore per quanto riguarda le linee di trasporto della provincia di Vercelli. La I Commissione dovrebbe poter tenere una breve riunione per esaminare l'articolato nella nuova stesura e vedere se modifica anche i capitoli del bilancio a cui si deve far riferimento.



PRESIDENTE

Su questa proposta del Presidente della I Commissione, che è praticamente di una sospensione della seduta per un esame dell'articolo finanziario da parte della I Commissione, vi sono richieste di intervento? Chiede di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Alla luce della considerazione che ha fatto poco fa il Presidente sulla necessità di votare successivamente un ordine del giorno per invitare le autorità di governo che esamineranno il provvedimento a considerarlo indipendentemente, anche se non è ancora intervenuta l'approvazione del bilancio, data l'anomalia delle circostanze in cui avviene questa votazione, mi parrebbe opportuno che si mettesse ai voti il testo presentato in aula, non un testo modificato. Se mai, le modifiche le potremo apportare in un secondo tempo. Siccome gli 800 milioni stanno nello stanziamento dell'anno precedente, c'è una giustificazione, a mio avviso della presentazione in questi termini del disegno di legge: se lo modificassimo dovremmo, a mio avviso, fare riferimento ad uno stanziamento di bilancio che non è ancora nemmeno noto.
Riterrei quindi opportuno o votare mantenendo lo stanziamento di 800 milioni, oppure differire la votazione ad un momento successivo.



PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Il mutuo, così com'è, fa parte del Titolo III del bilancio, secondo la mia interpretazione; quindi, questa legge non è viziata da quella lettera che noi della I Commissione abbiamo fatto per altre leggi a questo riguardo, però che non interessava la 53, ai fini del bilancio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare per la Giunta l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio

Vorrei chiarire che il meccanismo di finanziamento di questa legge prevede sempre, anche con l'aumento, che si contragga un mutuo per dare questi contributi. Ora, il mutuo incide sul bilancio soltanto sui fondi globali: il 1018 per quanto riguarda gli interessi, il 1406 per quanto riguarda l'ammortamento. Quindi, siamo in materia nella quale la legge pu essere operante. Questa non è, cioè, una di quelle leggi che in esercizio provvisorio non possono operare, perché la spesa è riferita al Titolo I e al Titolo III, non al Titolo III della spesa. Quindi, se il Consiglio lo ritiene opportuno, può essere portata in Commissione la proposta di ritoccare i fondi globali, perché l'incidenza è solo sui fondi globali.



PICCO Giovanni

Occorrerà almeno una variazione del bilancio provvisorio.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio

No, perché i fondi globali sono comprensivi di tutto. E' chiaro che se poi non si effettuerà la variazione nel bilancio definitivo altre leggi che sono in lista d'attesa non potranno passare, però la capienza c'è già nel bilancio, perché il fondo 1018 ha 11 miliardi e mezzo, se non ricordo male ovviamente in previsione di una serie di leggi alcune delle quali, se il fondo non venisse reintegrato con il bilancio, non troverebbero poi più copertura. Allo stato dei fatti, comunque, sul bilancio ci sono: tanto nel 1018 che nel 1406 c'è la copertura.



PRESIDENTE

Il Consigliere Picco aveva sollevato una obiezione attinente al rischio che la legge non potesse, modificata, essere approvata e proseguire il suo corso. La Giunta replica che questo pericolo non sussiste. Rimane comunque il fatto che si dovrà modificare la parte dell'articolo unico che prevede il finanziamento, e quindi occorrerà mi sia consegnato il testo rielaborato perché io possa porlo in votazione. Mi sembra pertanto opportuno sospendere la seduta per dar modo alla Giunta o a qualche Consigliere di presentarmi un nuovo testo di questa legge.



ROSSI Luciano

L'Assessore competente desiderava sottoporre il nuovo testo alla Commissione. La sospensione permetterà quindi di tenere questa riunione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa. Si riunisca la I Commissione.



(La seduta, sospesa alle ore 17,30, riprende alle ore 17,40)



PRESIDENTE

La I Commissione ha esaminato questo disegno di legge per quanto riguarda la modifica dell'articolo sul finanziamento, che passa da 800 milioni a 2800 milioni, ed ha concluso che esso può essere posto in votazione, con l'avvertenza che, a differenza del testo della Commissione che probabilmente i Consiglieri hanno sotto mano, non si compone di un unico articolo ma di due.
Art. 1 - "Per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 6 maggio 1974 n. 16, modificata dalla legge regionale 21 marzo 1975 n. 18 è autorizzata per l'anno 1976 la spesa di 2800 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante l'accensione di un mutuo di pari ammontare, ad un tasso non superiore al 15%, per una durata non superiore ad anni 30, da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate.
La Giunta regionale è autorizzata ad assumere con propria deliberazione il mutuo predetto".
Nessuno chiede di parlare? Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 44 hanno risposto sì: n. 44 Consiglieri Il Consiglio approva.
Art. 2 - "Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1976 sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 122 con la denominazione: 'Provento del mutuo relativo al rifinanziamento dei contributi in capitale ad enti locali e ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici' e la dotazione di 2800 milioni.
Nello stato di previsione della spesa del medesimo anno sarà corrispondentemente iscritto al capitolo n. 1196, con la denominazione: 'Contributi in capitale agli enti locali ed alle aziende speciali di cui al testo unico approvato con il Regio Decreto 15 ottobre 1925 n. 2578 ed alle aziende a prevalente partecipazione pubblica, alla spesa per investimenti nel settore dei servizi di trasporto collettivo su strada", lo stanziamento di 2800 milioni.
All'onere derivante dall'ammortamento del mutuo di cui ai precedenti commi, valutato in 450 milioni, per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione nella rispettiva misura di 410 milioni e di 40 milioni degli stanziamenti di cui ai capitoli numeri 1018 e 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'iscrizione nello stato di previsione medesimo dei capitoli n. 1621 e n. 1432 riguardanti gli interessi passivi e la quota di capitale per il rimborso del mutuo con il rispettivo stanziamento di 410 milioni e di 40 milioni".
Nessuno chiede di parlare. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri Il Consiglio approva.
Pongo ora in votazione l'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 44 hanno risposto sì: n. 44 Consiglieri Il Consiglio regionale approva il disegno di legge n. 53.


Argomento:

Disegno di legge n. 52: "Estensione al 1976 della L.R. 6/5/1975 n. 15: 'Contributi alle imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi'".

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Avremmo ancora due disegni di legge all'ordine del giorno dei lavori.
Però sono giunti parecchi ordini del giorno, e mi pare ci sia una richiesta perché si proceda soprattutto per un ordine del giorno che avrebbe una certa urgenza. Vi sono anche da porre in votazione due documenti a conclusione di due dibattiti consiliari. Il Consiglio intende che si dia la precedenza all'esame degli ordini del giorno?



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente, della Giunta regionale

Direi di proseguire secondo l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Le faccio presente che il Consigliere Alasia mi ha sollecitato a far votare con una certa urgenza l'ordine del giorno relativo alla vertenza Monoservizio.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Direi che è importante concludere l'esame e la votazione dei disegni di legge, per passare poi all'esame degli ordini del giorno, per i quali la votazione avverrà per semplice alzata di mano. Quello sulla Monoservizio poi, reca le firme dei rappresentanti di tutti i Gruppi, e quindi sarà certo approvato rapidamente.



PRESIDENTE

Sull'esito della votazione non ci sono dubbi, ma potrebbe darsi che qualcuno desiderasse intervenire, e quindi non è certo che la votazione si concluda in pochi minuti.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma la tecnica è comunque più sbrigativa di quella da seguire per le leggi.



PRESIDENTE

Allora, procediamo pure nell'esame delle leggi.


Argomento: Innovazione tecnologica - Artigianato

Esame disegno di legge n. 66 "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 9 aprile 1974 n. 10 recante provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento nel settore dell'artigianato"


PRESIDENTE

Passiamo allora all'esame del disegno di legge n. 66: "Modificazioni e integrazioni alla legge regionale 9 aprile '74 n. 10, recante provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato".
La parola al relatore, Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, nella seduta del Consiglio regionale del 4 e dell'11 dicembre 1975 la Giunta nell'illustrare la relazione annuale sulla gestione della legge sull'artigianato, prese formale impegno di predisporre modifiche ed aggiunte alla legge regionale 10 aprile 1974, n. 10: "Provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato".
Con la presentazione del disegno di legge n. 66: "Modificazioni e integrazioni alla legge regionale 10 aprile 1974, n. 10", la Giunta ha assolto l'impegno preso in Consiglio regionale.
Le modifiche, tese a migliorare, alla luce dell'esperienza fatta, la funzione dello strumento di programmazione regionale e la efficacia in ordine al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo produttivo del settore artigianale, sono scaturite da due ordini di esigenze: fare della programmazione regionale, offrendo, nel contempo, una risposta più adeguata alle esigenze finanziarie degli artigiani e prefigurare un sistema più completo di incentivi alle cooperative artigiane di garanzia.
Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi della gestione della legge regionale n. 10/1974, i dati di base indicano che la legge stessa ha funzionato e che gli stanziamenti di bilancio sono stati tutti utilizzati.
Alla data del 29 febbraio scorso le domande di finanziamento pervenute ed esaminate erano 2140, per un importo di finanziamento di circa 18,5 miliardi.
Senza considerare le operazioni non perfezionate per motivi diversi sospese per supplementi di istruttoria, domande rinunciate o non accolte da istituti di credito, che ammontano a circa 100, si ha quindi che le operazioni di finanziamento ammesse al contributo ed alla garanzia sussidiaria, ai sensi dell'art. 2 della legge n. 10 del 1974, sempre alla data del 29 febbraio corrente anno, risultano essere n. 2040, per un importo di finanziamenti di L. 17.421.920.000 = già erogati per una quota pari a circa il 70% degli stessi.
Il 30% circa delle operazioni sono state effettuate da imprese artigiane costituite sotto forma di società, mentre il restante 70% circa da imprese individuali.
Sono stati esauriti i fondi stanziati: nel bilancio 1975, dopo aver esaurito, nel mese di giugno scorso, quelli stanziati nel bilancio 1974.
Conviene ricordare, infatti, che la legge regionale n. 10/1974 ha potuto concretamente cominciare ad operare soltanto negli ultimi giorni del 1974 per cui durante l'esercizio 1975 si è potuto praticamente disporre tanto dello stanziamento 1974 quanto di quello 1975.
I dati sin qui forniti pongono sufficientemente in risalto, quindi, sul piano strettamente quantitativo, l'ampio ed importante effetto già esercitato dall'intervento regionale nel campo dei finanziamenti agevolati per l'artigianato e come gli artigiani hanno risposto ad una importante iniziativa della Regione, anche in tempi difficili e di crisi.
L'esperienza avviata in questo campo ha fatto rilevare la non appropriata ed insufficiente collocazione, tra gli strumenti della programmazione regionale, del meccanismo che regolava l'accesso ai finanziamenti agevolati da parte delle imprese artigiane.
In altri termini, la priorità temporale attribuita al momento delle valutazioni di politica economica svuota l'esercizio di una qualche funzione di programmazione nell'utilizzo degli incentivi finanziari predisposti a favore dell'Artigianato. Occorre perciò, invertire tale meccanismo, e la Giunta è stata, a questo riguardo, sensibile e tempestiva lasciando agli istituti di credito un momento di decisione rispetto ai criteri di affidabilità bancaria ma subordinando tale momento alle decisioni che il Comitato tecnico consultivo e la Giunta regionale, in ultima analisi, assumono, tenendo conto di criteri prioritari di intervento stabiliti dal Consiglio regionale.
E' quanto viene previsto, questo, con il disegno di legge con l'introduzione, all'art. 2 della legge regionale n. 10/1974, della determinazione annuale di criteri prioritari e selettivi di intervento - da stabilire, su proposta della Giunta, dal Consiglio regionale - all'art. 6 prevedendo un meccanismo di inoltro e di esame delle domande di contributo e di finanziamento tale da far corrispondere il funzionamento della legge alle scelte di programmazione.
Sempre all'art. 6 viene poi espressamente introdotta la possibilità di effettuare controlli sul mantenimento della destinazione del prestito alle finalità dichiarate ed, eventualmente, di revocare il contributo.
Per rendere più incisiva la funzione che si vuole attribuire alla legge regionale n. 10/1974 vengono adeguati (art. 3) i limiti massimi di finanziamento ai nuovi livelli possibili in base a quanto previsto dalle più recenti disposizioni di legge in materia di credito agevolato all'artigianato, tanto per le imprese artigiane singole o associate quanto per quelle costituite sotto forma di cooperativa, e viene suggerito di elevare il limite di spesa per il contributo, già previsto dalla legge regionale n. 10/1974 in 350 milioni annui, a 600 milioni per ciascuno degli anni 1976 e 1977.
Con il limite di spesa proposto sarà possibile così attivare un flusso supplementare di finanziamenti annui pari a L. 6.250 milioni che, sommati a L. 9.750 milioni, previsti in base agli attuali stanziamenti, portano ad un totale di L. 15.000 milioni. Faccio presente che questa relazione, stesa e concordata con parere concorde di tutti i Consiglieri della Commissione, è stata varata al 29 febbraio; ora, al 1° aprile, questo discorso e questo calcolo ha una diminuzione reale a seguito dell'aumento del costo del denaro: non ho creduto, poiché questa relazione l'ho licenziata con il consenso di tutti i componenti, senza cambiare nemmeno una virgola dignitoso, serio, responsabile, modificare alcune variazioni di carattere finanziario proprio perché sta purtroppo rapidamente cambiando il costo del denaro e quindi l'importo dei finanziamenti che è possibile annualmente agevolare con il contributo regionale.
Una innovazione di indubbio vantaggio per le imprese artigiane mutuatarie viene adottata prevedendo, con opportuna modifica dell'art. 5 comma 2', che l'ammortamento dei prestiti non venga necessariamente legato alle scadenze del 1° gennaio e del 1° luglio. Con tale accorgimento sarà possibile evitare alle imprese artigiane onerosi periodi di preammortamento, posti a totale loro carico.
Per quanto concerne le cooperative artigiane di garanzia, il primo periodo di applicazione della legge n. 10/1974 ha fatto intravvedere le vaste possibilità operative che tali organismi hanno nel campo dei prestiti di esercizio. Ciò ha indotto a ritenere opportuno l'allargamento dell'area degli incentivi già operanti, prevedendo qualche ulteriore forma di incentivazione e di sostegno a favore di questi importanti organismi associativi, la cui funzione può essere così esaltata.
Mentre si cerca, quindi, da un lato, di favorire direttamente, con un contributo "una tantum" nelle spese di impianto, il costituirsi di cooperative artigiane di garanzia (art. 11 ter), dall'altro viene incentivato, mediante un contributo annuale nelle spese di esercizio (art.
11 bis) l'esplicarsi di efficienti gestioni aziendali in grado di costituire - possibilmente a livelli territoriali omogenei - una cospicua ed efficace risposta alle esigenze di credito di esercizio da parte dell'artigianato piemontese.
Sempre avendo di mira tale obiettivo, viene altresì proposto, avendone tra l'altro constatato l'insufficienza nel 1975, il raddoppio per il 1976 e per il 1977 dello stanziamento di bilancio previsto per i contributi alla formazione del patrimonio sociale delle cooperative artigiane di garanzia.
Allo scopo di rendere più tempestiva la scadenza temporale con cui la Regione sostiene lo sviluppo patrimoniale delle cooperative, viene invece prevista la possibilità di erogare il contributo semestralmente anzich annualmente.
A fronte dei maggiori incentivi previsti per le cooperative artigiane di garanzia, esiste però un problema di più rigorosi controlli sulle stesse, tenuto conto del notevole impulso che sicuramente registreranno queste forme associative e delle competenze spettanti in questa materia alla Regione. Tale problema viene affrontato con l'art. 11 quater, che coordina e dà assetto unificato ai requisiti, soggettivi ed oggettivi, che ogni cooperativa artigiana di garanzia deve possedere per poter beneficiare delle diverse provvidenze regionali. Viene altresì configurata, con lo stesso articolo, una prima suddivisione di competenze tra Consiglio regionale e Giunta, attribuendosi al Consiglio le nomine di competenza della Regione in seno alle cooperative, e alla Giunta gli altri atti previsti dallo statuto-tipo.
Con il presente disegno di legge, quindi, è consentito realizzare, su un piano, la manovra dei flussi di credito agevolato e degli investimenti nel settore dell'artigianato in conformità agli obiettivi della programmazione regionale, e, su un piano diverso, un deciso sviluppo delle cooperative artigiane di garanzia.
La VII Commissione, unitariamente, ha dato parere favorevole al disegno di legge della Giunta, ritenendo di neppur procedere alle consultazioni perché ha potuto lavorare sul materiale ampiamente documentato fornito dalla Giunta stessa e pervenuto dagli Enti e Associazioni di categoria; le consultazioni, quindi, finivano con l'essere ripetitive.
Si ringrazia il Presidente della Commissione per la rapidità con cui si è arrivati alla conclusione dei lavori di questa importante iniziativa legislativa, che riguarda un settore fra i più colpiti della crisi economica. Un ringraziamento va anche alla Giunta, attraverso il Vicepresidente Assessore Libertini per l'assidua presenza nei lavori della Commissione.
La VII Commissione si augura che il Consiglio regionale accolga favorevolmente e in modo unitario il disegno di legge affinché diventi legge operante a bilancio regionale approvato. Grazie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Colombino. Ne ha facoltà.



COLOMBINO Michele

Signor Presidente, signori Consiglieri, la legge regionale 9 aprile 1974 n. 10, stante le sempre più rapide evoluzioni dei fenomeni economici necessitava innegabilmente di essere aggiornata e rivitalizzata, pena il rischio di diventare inefficiente. La nuova legge regionale n. 66 oggi in discussione in quest'aula, che apporta modificazioni ed integrazioni alla citata legge n. 10, è frutto concreto di un approfondito, comune e meditato esame da parte dei responsabili di questo Consiglio, che hanno sentito impellente la necessità di farsi carico del problema, già ampiamente e lungamente dibattuto nelle sedi appropriate, comprese le organizzazioni rappresentative della categoria, oltre che, naturalmente, in sede di VII Commissione.
Nel vivace dibattito svoltosi in questo Consiglio l'11 dicembre 1975 il Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana aveva dato il suo apporto di idee e di proposte, ritenendo di esercitare in tal modo dalla propria posizione oppositiva un ruolo costruttivo e di stimolo, dando così dimostrazione di essere al servizio dei cittadini, offrendo la propria collaborazione alla soluzione dei problemi avendo riscontrato la volontà di operare, senza strumentalizzazioni e pregiudizi.
Prendiamo atto che la sostanza di quelle istanze e di quelle proposte ha trovato concordanza nella Giunta, che le ha recepite ed inserite nel provvedimento modificativo. E' un documento valido, volto a dare all'artigianato una espressione nuova ed un rilancio, nel quadro generale di una programmazione adeguata ai temi di sviluppo per correttamente e concretamente svolgere un ruolo non più subordinato ma fondamentale per la ripresa economica.
Riteniamo che, in rapporto alle disponibilità finanziarie ed alla urgenza operativa, la legge sia da considerarsi valida, e sensibili pertanto, alle esigenze della categoria, e responsabilmente coerenti alla nostra posizione, esprimiamo il nostro responsabile parere favorevole.
In un anno secondo quanto stabilito dall'art. 12 della legge stessa valuteremo i risultati ottenuti dall'applicazione del provvedimento.
Durante questo periodo seguiremo con particolare attenzione l'operatività della normativa, disponibili ad accogliere tutti i suggerimenti soprattutto se critici, al fine di costruire, attraverso l'esperienza, un patrimonio di cognizioni valide per apportare ulteriori perfezionamenti ed aggiornamenti. Siamo convinti, infatti, che la perfezione, se deve costituire l'aspirazione di ogni individuo, per l'uomo politico è un imperativo. La natura umana non consente, purtroppo, il raggiungimento di tale traguardo, ma obbliga ciascuno di noi ad impegnarsi per raggiungerlo e su questa strada dobbiamo, ognuno e tutti, migliorarci, giorno dopo giorno, se non vogliamo fallire nella nostra funzione di uomini e di politici.
In questo spirito desidero puntualizzare alcune osservazioni che si allacciano a quanto dibattuto in questo Consiglio nella già richiamata seduta dell'11 dicembre dello scorso anno.
In quella circostanza venne richiesto di esaminare la possibilità di estendere, nel quadro di una politica creditizia a favore delle cooperative artigiane di garanzia, la provvidenza di cui all'art. 8 della legge n. 10 attualmente concessa solo agli istituti di credito.
Ritengo opportuno ritornare sull'argomento, tenuto conto che il nuovo provvedimento ha recepito altre proposte circa il finanziamento, per ribadire che, qualora la garanzia fosse prestata anche alle cooperative risulterebbe una migliore e più completa efficacia sul piano operativo di tutto il dispositivo, favorendo, contemporaneamente, l'associazionismo e rendendo più tranquilli gli amministratori. Nell'intervento in quella seduta proposi pure la concessione di contributi per partecipazione a fiere, mostre eccetera.
Dai giornali cittadini, e precisamente in "Libera Opinione-Stampa Sera", l'Assessore competente ha dato notizia di avere ". fortemente aumentato i contributi per mostre ed esposizioni...". Pur riconoscendo al Vicepresidente Libertini il diritto di manifestare l'orientamento e le decisioni della Giunta in materia di leggi, di innovazioni o di integrazioni legislative regionali, tale metodo ci lascia perplessi, perch ci troviamo ripetutamente - noi Consiglieri e Commissari - ad apprendere notizia di provvedimenti legislativi prima dalla stampa e dalle organizzazioni interessate che attraverso i normali canali procedurali.
Vedasi, ad esempio, il comunicato stampa del 17 febbraio, annunciante l'approvazione da parte della Giunta regionale del disegno di legge di modifica delle norme concernenti gli interventi di incentivazione creditizia a favore del settore artigiano ed inviato alle Associazioni sindacali artigiane del Piemonte con prot. n. 222/ART. E' un metodo, questo che ci colloca in sott'ordine e che ci costringe ad apprendere prima da altri ciò che altri dovrebbero apprendere, se non dopo, almeno contemporaneamente a noi.
E poiché siamo in tema di suggerimenti che non alterano e non intaccano la normativa della nuova legge regionale n. 66, esprimiamo ancora una volta la necessità che venga istituzionalizzata la Consulta artigiana - veramente aperta a tutti coloro che hanno peso, coscienza, e responsabilità nel settore - perché altrimenti non si potrebbe ritenere universale il concetto di democrazia se organi quali le Consulte vengono istituzionalizzati solo per alcuni settori di attività e per gruppi di cittadini, ad esempio, per lo sport e le donne.
Non siamo soli a portare avanti questo discorso, che riteniamo serio giusto e pertinente: anche una delle più consistenti e preparate organizzazioni sindacali - che pure sta portando avanti un discorso unitario con le altre organizzazioni - ne ha fatto esplicito richiamo su "Stampa Sera" del 17 febbraio scorso, nella rubrica "Libera Opinione".
Gli artigiani, senza preferenze od esclusioni, non solo hanno il diritto di essere presenti in tutti i settori della vita della Regione nella veste di rappresentanti di un grosso settore dei lavoratori autonomi ma anche di esprimersi in relazione ai loro problemi secondo metodi democratici; diversamente, si considerano una categoria strutturata in modo particolare ed anacronistico nell'ambito democratico regionale.
Questo Consiglio aveva anche espresso un accordo unanime sulla proposta della Giunta di indire per il mese di febbraio 1976 una conferenza regionale sull'artigianato, da realizzarsi in collaborazione con le organizzazioni rappresentative della categoria, convinti più che mai che è urgente ed indilazionabile avere un quadro conoscitivo preciso sullo stato sulla consistenza, sulla tipologia, sulla occupazione e sulla dislocazione dell'impresa artigiana, nonché sulla individuazione delle zone omogenee di attività onde operare un raffronto con l'apparato produttivo locale per conseguire utili e coordinati risvolti economici e territoriali.
Febbraio è passato. Finora la Giunta non ha fornito a questo Consiglio alcuna notizia, per cui è concesso di ritenere che, essendo trascorsa la data preannunciata, l'iniziativa sia stata abbandonata, oppure che la conferenza avrà luogo in un altro momento.
Sempre per quel concetto in precedenza espresso, rivolgo istanza affinché il Consiglio venga informato doverosamente e tempestivamente dalla Giunta in merito all'attuazione dell'iniziativa che il nostro Gruppo ritiene di primaria importanza e di cui auspica la realizzazione al fine di disporre su basi concrete i provvedimenti futuri per soddisfare le esigenze della categoria, sulle indicazioni anche delle linee espresse nel piano di sviluppo recentemente consegnato al Consiglio.
A conclusione, e al di là delle puntualizzazioni, convinti che senza l'apporto dell'artigianato nessun autentico processo di sviluppo, anche se avviato, può autodelinearsi e consolidarsi nelle diverse realtà territoriali, il nostro Gruppo conferma la propria adesione al disegno di legge n. 66 presentato dalla Giunta, con l'impegno serio e responsabile che farà quanto in suo potere per ulteriormente migliorare le disposizioni mediante un'attenta osservazione dell'operatività ed una assidua opera di stimolo nei confronti della Giunta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, nell'approvare queste modifiche ritengo di dover sottolineare che la legge del 1974 cui esse si riferiscono ha sostanzialmente funzionato, e funzionato bene.
A suo tempo - ne avevo già dato atto in un intervento in quest'aula il Vicepresidente della Giunta, nel presentare il disegno di legge di modifica, aveva fatto delle dichiarazioni in questo senso. Ed è per questo che rilevo come nella relazione che ha accompagnato queste modifiche, sia pure una relazione approvata all'unanimità, vi sia stata sostanzialmente la preoccupazione di ridurre questo riconoscimento. Quando, in un sistema dove le leggi spesso funzionano male - mi riferisco non solo al sistema della Regione Piemonte, ma al livello nazionale - si riesce a trovare una legge che ha funzionato, che ha erogato, che ha speso, mi sembra un po' poco dire, come si è detto almeno due volte nella relazione: "Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi..."; e, più oltre, "Sul piano strettamente quantitativo...". Oltretutto non mi sembra che ciò sia esatto posto che questa legge non solamente è stata operativa sul piano quantitativo, ma è una legge che è andata anche nella direzione che si voleva nel momento in cui la si è approvata, nel 1974, e cioè certamente in una direzione di programmazione. Il settore dell'artigianato è un settore che si voleva e si vuole privilegiare, e quindi questa legge non solo ha operato quantitativamente, ma anche operato in una direzione che è sostanzialmente giusta.
Io ritengo che bene abbia fatto la Giunta regionale a raccogliere una impostazione che era stata affermata dalla Giunta precedente, e cioè che quella relazione annuale che si doveva fare entro il mese di novembre su questa legge non dovesse essere solamente un rito da compiere perché così stabiliva la legge, ma dovesse essere effettivamente un momento per riesaminare la legge e per raccogliere gli spunti per migliorarla. Ritengo che questo dovrebbe essere un principio valido per tutte le leggi regionali: posto che le leggi regionali non sono, nel loro iter formativo complesse come le leggi nazionali, esse dovrebbero avere sempre nel tempo un momento meditativo che consenta alla legge regionale di essere migliorata, ed anche con una certa rapidità.
Venendo a questa modifica, si deve qui ricordare che uno dei punti della stessa era già stato dibattuto e tenuto presente proprio allorquando si era votata la legge: a chi spetta la decisione effettiva della erogazione della somma? Alla Regione o alle banche? Allora ci eravamo immediatamente trovati in un impatto con le banche, con la loro legislazione, e avevamo ritenuto di doverlo superare per non procrastinare oltre l'operatività della legge, con l'intesa che la questione sarebbe stata rivista.
La questione viene rivista oggi e viene rivista certamente in una direzione giusta, viene rivista bene. Purtroppo non è però certamente ancora quello che si desidera. Perché, in effetti, cosa vediamo? Vediamo che si son fatti dei passi in avanti, che viene stabilito giustamente un criterio di priorità che su proposta della Giunta viene deciso dal Consiglio, ma resta pur sempre il nodo di fondo, che è il nodo che la legislazione bancaria impone di rispettare, e cioè che la concessione vera e propria la fa la banca, e non la Regione.
Questo disegno di legge che ci apprestiamo a votare presenta notevoli miglioramenti: l'elevazione del limite a 25 milioni, così equiparandosi alla legislazione relativa all'Artigiancessa, con conseguente aumento anche delle somme per la formazione delle scorte; eliminazione del preammortamento; gli ulteriori miglioramenti a favore della cooperazione.
Il giudizio che si dà su queste modifiche è un giudizio sostanzialmente positivo, e non abbiamo alcuna difficoltà ad esprimere un voto favorevole che è anche un voto convinto perché questa legge rappresenta un effettivo miglioramento di una precedente legge che già aveva in effetti bene operato a favore della collettività regionale.



PRESIDENTE

Non mi sono pervenute altre richieste di parola da parte dei Gruppi consiliari. Ha pertanto facoltà di intervenire per la replica il Vicepresidente della Giunta Libertini.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti per le espressioni che hanno avuto.
Rispondo anzitutto al collega Colombino, che mi ha posto tre problemi.
Le mie dichiarazioni, che lei ha avuto l'amabilità di leggere con grande attenzione su "Stampa Sera", ricalcavano semplicemente il contenuto della relazione che la Giunta aveva presentato al Consiglio nel mese di novembre. Erano proprio le stesse considerazioni e le stesse cifre, del che lei si sarebbe certamente accorto se avesse letto a suo tempo con altrettante attenzione il documento della Giunta al Consiglio.
Quanto alla Consulta artigiana, lei è certo a conoscenza dell'accordo intervenuto con le organizzazioni artigiane. Qualcuno sosteneva la tesi dell'Ente per artigianato, cui noi siamo contrari; la maggioranza era incline alla Consulta. Si è deciso di fare un periodo di Consulta non istituzionalizzata, per passare, poi, se la Consulta avrà funzionato, alla sua istituzionalizzazione. Poiché l'esperienza sta volgendo in maniera positiva, credo che molto presto potremo discutere in quest'aula, secondo il suo desiderio, istituzionalizzazione della Consulta, che del resto funziona regolarmente, con la partecipazione di tutti, recentemente anche con la sua.
La Conferenza regionale per l'artigianato non è stata affatto annullata: sono state le organizzazioni di categoria, alle prese con l'IVA a chiederci un rinvio, richiesta alla quale noi abbiamo aderito. Colgo l'occasione per dire che verrà fissata ufficialmente in una prossima riunione della Consulta, cui lei parteciperà con gli altri rappresentanti dei Gruppi, la data in cui si svolgerà questa Conferenza, alla quale intendiamo dare un grande rilievo: si terrà comunque certamente nella prima decade del mese di giugno.
Al Consigliere Paganelli, che, come del resto egli ha già ricordato, io più volte mi sono richiamato alle esperienze precedenti, sono lieto di ribadire come le disposizioni che stiamo per prendere si innestino su una esperienza iniziata con la precedente Giunta che ha dato risultati positivi. Questo elemento di continuità l'ho sempre sottolineato e lo sottolineo ancora adesso, insieme agli elementi di rinnovamento che derivano dall'esperienza e dal contatto vivo con l'esperienza delle categorie.
Circa una preoccupazione che ho sentito avanzare, una preoccupazione seria, che voglio sottolineare, e cioè che su questa legge abbiano ad incidere il terremoto monetario ed il rialzo dei tassi, colgo l'occasione per informare il Consiglio che attualmente la situazione è la seguente: noi abbiamo concluso con le banche, in limite, una convenzione che fino alla fine del mese di luglio garantisce un tasso del 12%, e quindi, per gli artigiani, un tasso del 5,25%. Naturalmente, se il terremoto monetario dovesse prendere altre dimensioni, potrebbe anche darsi che ci si presentassero dei problemi. L'ultima verifica effettuata con le banche ci dice che per ora l'accordo rimane valido. Tanto più utile, quindi l'innovazione della legge, che ci consente di controllare più accuratamente le pratiche per evitare che le banche, pur accettando il mantenimento della convenzione, di fatto emarginino il funzionamento della legge.
Credo infine di dovere, sciogliendo un nodo che si era presentato in Commissione, proporre un piccolo emendamento. Era stato sollevato in Commissione il problema se il limite dei 25 milioni in relazione alla svalutazione monetaria non dovesse essere un po' aumentato. Noi abbiamo consultato le categorie ed abbiamo anche tenuto presente un altro aspetto assai importante, relativo a coloro che forniscono le macchine agli artigiani, e ci è venuta la richiesta di elevare il tetto dai 25 ai 30 milioni. E' in definitiva il riflesso della svalutazione. Io credo che noi potremmo in quel punto sostituire la cifra 25 con 30. Certo questo comporta dei problemi, ma li affronteremo poi nel funzionamento della legge. Perch io sono pienamente d'accordo con il Consigliere Paganelli a proposito del concetto secondo cui noi dovremmo considerare le leggi regionali un processo che si aggiusta di continuo e non delle tavole di bronzo, che non avrebbero alcun senso rispetto alla stessa natura dell'istituto regionale.
Quindi, mi riservo di proporre questo emendamento al momento della votazione.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa, possiamo passare alla votazione dei singoli articoli della legge.
Il primo articolo lo dò per letto, visto che è lunghissimo.
Il Consiglio è sovrano e poiché mi si dice che si può, lo dò per letto.
Però c'è un emendamento.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento è al comma che parla dell'art. 3: al posto di 25 milioni 30 milioni.



PRESIDENTE

L'art. 1 è quello che avete sotto i vostri occhi nel testo del progetto, con l'emendamento che consiste nella modifica di una cifra: da 25 milioni a 30 milioni.
Chi è favorevole all'emendamento alzi la mano.
L'emendamento è approvato.
Votiamo allora l'art. 1 nel nuovo testo così emendato. Vi sono richieste di parola? Si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 43 hanno risposto sì: n. 43 Consiglieri Art. 2 - La Giunta regionale, d'intesa con gli Istituti di credito interessati, provvederà ad adeguare alle disposizioni di cui al precedente articolo le convenzioni stipulate ai sensi della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, in atto alla data di entrata in vigore della presente legge.
Vi sono richieste di parola? Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 40 hanno risposto sì: n. 40 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nom male)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 41 hanno risposto si: n. 41 Consiglieri Il disegno di legge n. 66 è approvato.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sulle modalità di trasmissione al Commissario del Governo delle leggi test approvate


PRESIDENTE

Abbiamo appurato che la situazione sia delle leggi che prevedono stanziamenti in spese correnti, sia di quelle che prevedono spese di investimento, può essere fatta presente nella lettera con la quale trasmetto alla autorità di governo i progetti di legge votati dal Consiglio, affinché faccia le sue osservazioni o li approvi. Dobbiamo fare presente che si tratta di leggi votate oggi con previsione di stanziamento di bilancio senza che il bilancio sia ancora approvato.
E' sufficiente che questa illustrazione venga fatta nella lettera di accompagnamento, senza bisogno di uno specifico ordine del giorno sulla materia.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Proposta di legge n. 77 "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 30 ottobre 1972, n. 11 sull'istituzione del fondo di previdenza e di solidarietà per i Consiglieri regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 77 "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 30 ottobre 1972 sulla istituzione del fondo di previdenza e di solidarietà per i Consiglieri regionali".
Vi sono richieste di parola? Passiamo alla votazione dell'art. 1.
Art. 1 - A decorrere dal 1° gennaio 1976 la quota contributiva a carico dei Consiglieri regionali di cui all'art. 4 della L.R. 30 ottobre 1972 n.
11 viene elevata al 13% dell'indennità consiliare lorda.
Poiché nessuno chiede la parola, passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 39 hanno risposto sì: n. 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - A far data dal 1° gennaio 1976 la misura degli assegni vitalizi, di cui all'art. 12 della citata legge regionale 30.10.1972 n. 11 viene modificata in base alla seguente tabella, indicante, rispetto agli anni di contribuzione, la quota percentuale spettante, determinata sulla indennità mensile lorda dovuta ai Consiglieri in carica, nello stesso mese a cui si riferisce l'assegno vitalizio.
anni di contribuzione percentuale versati sull'indennità mensile lorda 5 25 6 30 7 35 8 40 9 45 10 50 11 51 12 52 13 53 14 54 15 55 16 56 17 57 18 58 19 59 20 (ed oltre) 60 La presente norma non si applica ai Consiglieri cessati dal mandato prima della conclusione della prima legislatura del Consiglio regionale per i quali rimarrà valido il trattamento previsto dalla legge regionale 30.10.1972 n. 11.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 40 hanno risposto sì: n. 40 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - La liquidazione del premio di reinserimento nella vita professionale, dovuta ai Consiglieri regionali che non verranno rieletti nella successiva legislatura o che non si ripresentino candidati, di cui all'art. 23 L.R. 30.10.1972 n. 11, parte seconda, al titolo di "Fondo di solidarietà" ferme restando le altre disposizioni normative relative al fondo medesimo, viene fissata a determinata nella seguente misura a far tempo dal 1° gennaio 1976: pari all'ultima mensilità della indennità consiliare lorda percepita in carica dal Consigliere cessato, moltiplicata per ogni anno di effettivo servizio nel mandato, il cui importo massimo non superi comunque le dieci mensilità; a tale effetto la frazione di anno di effettivo esercizio in carica, non inferiore ai sei mesi ed un giorno viene computata come anno intero, quella minore non è considerata.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 41 hanno risposto si: n. 41 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 41 hanno risposto sì: n. 41 Consiglieri Il disegno di legge n. 77 è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Osservazioni del Governo sulla legge regionale 5/2/1976 "Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili ed ai minori, nonché per il funzionamento dei centri d'incontro"


PRESIDENTE

Chiederei ancora qualche minuto di pazienza prima di passare agli ordini del giorno.
Torniamo un momento al punto nono dell'ordine del giorno: "Osservazioni del Governo sulla legge regionale 5.2.1976: 'Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili ed ai minori, nonché per il funzionamento di centri di incontro'.
Provvedimenti conseguenti".
Se non erro la Commissione ha raggiunto delle intese unitarie.
La parola al relatore, Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni, relatore

Egregi Consiglieri, sarò molto breve.
La IV Commissione ha esaminato la nota inviata dal Commissario di Governo in data 10 marzo 1976 e concernente "Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili ed ai minori, nonch per il funzionamento di centri di incontro".
Il Commissario di Governo ha fatto presente che: l'art. 8 è illegittimo in quanto, oltre ad interferire nell'ordinamento comunale, proroga ingiustificatamente il termine previsto dall'art. 8 della L.R. n. 21 per l'inquadramento del personale in deroga ai limiti di età e inoltre che la disposizione di cui all'art. 11 penultimo comma non si armonizza con i principi generali sulla contabilità pubblica, trattandosi di spese aventi natura corrente per le quali, in mancanza di impegno, non è consentita la loro conservazione a residui.
Al riguardo va precisato che, per quanto concerne il primo punto, si può concordare con quanto rilevato.
Si tratta, pertanto, di dare a detta norma carattere transitorio ed eccezionale (come era per l'art. 8 della L.R. n. 21) prevedendone cioè l'applicazione limitatamente ai Comuni e loro consorzi con la popolazione complessiva inferiore ai 15 mila abitanti, che erano esclusi dai contributi previsti dalla L.R. n. 21.
Inoltre, per quanto concerne il 2° punto è il caso di far presente che in merito ad altre leggi regionali concernenti spese correnti il governo è stato di diverso avviso in quanto le stesse sono state vistate: vedasi, ad esempio la L.R. dell'Umbria 23.2.1973 n. 12 - L.R. del Piemonte 15.1.1973 n. 3 in applicazione della Legge 6.12.1971 n. 1044 che riguarda le spese di gestione per gli asili-nido.
Poiché restano, peraltro, perplessità al riguardo della materia disciplinata dall'art. 49 del R.D. 18.11.1923 n. 2440 si propone, onde evitare qualsiasi possibile ritardo nel visto della legge in questione, di depennare dall'art. 11 il penultimo comma interessato.
Pertanto si ritiene di licenziare la L.R. 5 febbraio 1976 nel testo precedentemente approvato con le necessarie variazioni.
Gli artt. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 e 7 risultano invariati.
L'art. 8 viene modificato in quanto segue: Art. 8 - In via transitoria ed eccezionale il personale che alla data di entrata in vigore della presente legge esplica in base a formali provvedimenti degli enti beneficiari, i servizi previsti dalla legge medesima, in Comuni e Consorzi di Comuni con popolazione complessiva inferiore ai 15.000 abitanti, pu essere inquadrato nei ruoli organici, con le modalità previste dai singoli regolamenti organici, in deroga ai limiti di età.
Gli artt. 9 e 10 sono invariati.
Inoltre si è voluto dare una risposta, anche se parziale, alla domanda sempre più ampia e pressante che i Comuni vanno ponendo. D'altra parte questa risposta favorisce il processo di consolidamento ai fini della attivazione non solo dell'assistenza domiciliare ma anche di tutta una serie di servizi integrati e integrali con la domiciliare.
Perciò all'art. 11 si legge: "Per la concessione dei contributi di cui agli artt. 3 e 5 della presente legge è autorizzata la spesa di L. 1.800 milioni per l'anno finanziario 1976 e per ciascuno degli anni successivi.
Per la concessione dei contributi di cui all'art. 4 della presente legge è autorizzata la spesa di lire 400 milioni per l'anno finanziario 1976 e per ciascuno degli anni successivi. All'onere complessivo di L. 2 miliardi 200 milioni si provvede: per lire 800 milioni, con la disponibilità derivante dalla cessazione degli oneri stabiliti dalla legge regionale 29.7.1974, n. 21 ed iscritti al capitolo n. 546 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976, che viene soppresso per lire 1 miliardo 400 milioni, con una riduzione di pari ammontare dello stanziamento del capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976.
Nello stato di previsione della spesa per l' anno finanziario 1976 e per ciascuno degli anni successivi saranno conseguentemente iscritti il capitolo n. 547 con la denominazione "Contributi a Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità montane nelle spese per l'assistenza agli anziani, agli inabili ed ai minori", con lo stanziamento di L. 1 miliardo 800 milioni, ed il capitolo n. 548 con la denominazione "Contributi a Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità montane, per la gestione dei centri di incontro" con lo stanziamento di lire 400 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
L'art. 12 rimane invariato.
La IV Commissione sottopone al Consiglio le modifiche apportate per la loro approvazione.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di interventi? Si tratta di passare alla votazione delle variazioni agli articoli della legge.
Gli articoli dall'1 al 7 rimangono invariati.
L'art. 8 è variato come è stato letto dal Consigliere Ferrero e se non vi sono richieste di parola passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 39 hanno risposto sì: n. 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato con l'emendamento letto dal Consigliere Ferrero.
Gli articoli 9 e 10 risultano invariati.
L'art. 11 suona nell'esatta dizione testè letta dal Consigliere Ferrero.
Vi sono richieste di parola? Passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri Passiamo ora alla votazione dell'intero disegno di legge come risulta dalle variazioni che abbiamo testé approvate.
Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 33 hanno risposto sì: n. 33 Consiglieri


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno conclusivo del dibattito consiliare sulla politica sanitaria


PRESIDENTE

Vi sono ancora tre ordini del giorno che richiedono una certa attenzione. Il primo dice: "Il Consiglio regionale, sentita la relazione della Giunta sulla politica sanitaria, a seguito del dibattito consiliare ritiene che l'intervento riguardante la salute del cittadino, alla luce del dettato costituzionale e dello Statuto regionale, debba essere impostato in una visione globale e unitaria, che può essere tradotta operativamente quale primo momento, nella adozione del progetto di zonizzazione socio sanitaria, definendone finalità, funzioni, anche al fine di razionalizzare la distribuzione sul territorio dei presidii socio-sanitari a servizio della comunità piemontese impegna la Giunta a mantenere un costante e preciso rapporto con la competente Commissione in tutte le fasi della programmazione e della politica sanitaria, non soltanto per l'adempimento di un dettato statutario, ma nella convinzione che i problemi e le scelte in tema di servizi socio sanitari, per la loro intrinseca incidenza sociale, travalichino ogni visione di parte politica e richiedano la partecipazione ed il contributo di tutte le forze presenti nel Consiglio regionale impegna la Giunta a riferire al Consiglio previo esame della competente Commissione, in merito ai criteri di approvazione dei bilanci 1975 degli Enti ospedalieri e ai criteri di approvazione dei bilanci 1976; e al riparto dei contributi destinati all'acquisto delle attrezzature ospedaliere; al preventivo per realizzare il servizio di pronto soccorso di cui alla delibera del Consiglio del 30 aprile 1975 (dipartimenti, guarda medica), con la indicazione delle gradualità necessarie e sulle iniziative della Giunta per realizzare compiutamente il Centro regionale di Igiene del lavoro di cui alla delibera consiliare istitutiva".
Vi sono dichiarazioni di voto? Non ne vedo.
Passiamo senz'altro alla votazione.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni

Ordine del giorno sulla legge 382/1975


PRESIDENTE

Passiamo al secondo ordine del giorno: "Il Consiglio regionale constatato il preoccupante ritardo nell'invio alle Regioni da parte del Governo per il loro parere, degli schemi di decreti delegati in vista dell'attuazione del completamento organico del trasferimento e della delega alle Regioni delle funzioni amministrative, dei mezzi finanziari, degli uffici, come prescritto dalla legge 382/1975 sulla base degli articoli 117 e 118 della Costituzione considerato che tale ritardo oggettivamente, limita la effettiva partecipazione delle Regioni, degli Enti locali, e in definitiva, degli organi costituzionali dello Stato, alla formazione della proposta e della decisione, vanificando la norma della legge 382 richiede con fermezza: a) che gli schemi di D.D. rigorosamente conformi ai criteri fissati dalla legge 382, cioè, che il trasferimento delle funzioni dei mezzi, degli Enti sia previsto organicamente per materia e non per competenze ministeriali b) che gli schemi dei D.D. siano inviati alle Regioni entro e non oltre la prima settimana di aprile, al fine di permettere un minimo, oramai, di dibattito e di partecipazione degli Enti locali e delle forze sociali alla formazione del parere delle Regioni.
Il Consiglio regionale del Piemonte, respinge ogni e qualsiasi ipotesi di scorrimento dei tempi di emanazione dei D.D. che sarebbe di grave ulteriore deterioramento al funzionamento della pubblica amministrazione e dello Stato nel suo insieme mentre la situazione di profonda crisi richiede il massimo funzionamento basato sulla attribuzione dei poteri costituzionali alle autonomie locali".
Vi sono richieste di parola? Non ve ne sono Passiamo alla votazione.
E' approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione della Monoservizio-Bibo di Settimo


PRESIDENTE

Passiamo senz'altro al terzo ordine del giorno: "Il Consiglio regionale esprime la sua profonda preoccupazione per la gravità della situazione creatasi nell'azienda multinazionale Monoservizio-Bibo di Settimo Torinese esprime la sua piena solidarietà con la lotta dei lavoratori.
Sottolineata la gravità, sotto il profilo economico e sociale, delle resistenze aziendali in atto invita la proprietà a favorire un accordo che, superando ogni irrigidimento di principio, consenta la ripresa dell'attività produttiva in una prospettiva di salvaguardia dei livelli occupazionali che eviti i licenziamenti anche dilazionati, e di sviluppo della sua presenza industriale.
Invita la Giunta, le forze politiche, l'Unione Industriale, le altre forze sociali a mantenersi in stretto contatto operativo atto a favorire il raggiungimento dell'accordo, e a verificare altre soluzioni che garantiscano la prosecuzione dell'attività produttiva, nella salvaguardia dei livelli occupazionali e su basi economiche che consentano un corretto rapporto col mercato".
Vi sono richieste di parola? La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Abbiamo contribuito alla discussione dell'ordine del giorno già in sede di incontro con le Organizzazioni sindacali. Lo approviamo perché vogliamo ribadire ancora una volta la nostra convinzione sull'importanza politica economica e sociale di una ripresa degli investimenti produttivi che tuteli e sviluppi i livelli occupazionali.
Molte, però, importanti considerazioni nostre non trovano espressioni nella mozione, quindi riteniamo doveroso precisare le caratteristiche del nostro assenso.
Sinteticamente: gli errori della passata gestione dell'azienda Monoservizio non debbono attenuare la nostra attenzione sui problemi economico-produttivi in gioco che l'attuale gestione si trova ad affrontare: andamento dei costi delle materie prime, concorrenza interna ed internazionale, produttività.
A tal fine, poiché nessuna espressione di volontà politica può essere dissociata da un puntuale esame e conoscenza dei dati finanziari ed economici, riconfermiamo qui le nostre profonde, perplessità già dichiarate negli incontri avuti, su alcune proposte alternative di gestione presentate in questi giorni.
Riteniamo che l'accordo sia possibile e vogliamo per questo invitare la Giunta e le Organizzazioni sindacali (la proprietà è già oggetto di inviti specifici nell'ordine del giorno) a muoversi con la dovuta e consapevole responsabilità.
Le dichiarazioni implicite ed esplicite di sostegno a soluzione di alternative forzate ed economicamente insicure non sono il migliore contributo alla soluzione dei problemi, né di quelli di oggi né di quelli che potrebbero presentarsi in futuro.
L'ordine del giorno, giustamente, sollecita la presenza del capitale straniero nel senso di un suo impegno industriale e non solo commerciale.
In un quadro di economia aperta teniamo sempre presenti questi vincoli.
Se non ci sono analisi tecniche economiche crediamo che sia impossibile per tutti, anche per la Giunta e per le stesse Organizzazioni sindacali esprimere giudizi validi.
Per questo speriamo che i risultati dell'indagine tecnica promossa dal Ministero dell'Industria siano disponibili per la Regione.
Riteniamo comunque di dover sottolineare l'opportunità di un confronto della Giunta con le aziende del settore operanti nell'area al fine di prefigurare eventuali ipotesi di mobilità.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ve ne sono.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
Anche questo ordine del giorno è approvato all'unanimità.


Argomento: Piani pluriennali

Ordine del giorno conclusivo del dibattito svoltosi sulla mozione presentata dai Gruppi della D.C., del P.S.D.I., del P.R.I.


PRESIDENTE

Vi è un ultimo ordine del giorno: "Il Consiglio regionale, a conclusione del dibattito svoltosi sulla mozione presentata dai Gruppi D.C., P.S.D.I. e P.R.I. relativa alla elaborazione del Piano regionale di sviluppo e ai tempi e modi di discussione e formazione del documento prende atto delle dichiarazioni della Giunta sullo stato di elaborazione del Piano e dell'impegno assunto per una sua presentazione entro il mese di aprile nonché per la sollecita predisposizione della strumentazione necessaria a consentire una rapida discussione ed approvazione riafferma pur nelle contingenti gravi difficoltà dovute alla crisi economica e alle restrizioni finanziarie la necessità e l'importanza del Piano di sviluppo, sia come contributo della Regione Piemonte alla ripresa della politica di programmazione nazionale, sia come avvio di un processo destinato ad incidere sui metodi e sui contenuti dell'azione regionale sottolinea l'opportunità che nella fase di esame del Piano vi sia un ampio confronto tra le forze politiche e sociali e fra gli Enti locali del Piemonte.
Il Consiglio regionale rileva che i recenti provvedimenti del Governo determinano una stretta creditizia che, se prolungata, può avere gravi conseguenze sui livelli produttivi ed occupazionali.
Il Consiglio regionale esprime quindi la consapevolezza che le possibilità di allentare ed eliminare la stretta creditizia e di allontanare i rischi di una grave deflazione passano anche attraverso uno sforzo di contenimento e riqualificazione della spesa pubblica corrente e che uno sforzo di questo genere deve vedere l'assunzione precisa di responsabilità di tutte le forze politiche e degli operatori pubblici a tutti i livelli auspica un responsabile e realistico confronto tra le forze politiche presenti in Consiglio, in corrispondenza con la discussione del Bilancio di previsione per il 1976, per l'approvazione di proposte concrete e di immediata adozione che diano all'azione della Regione carattere di operatività, secondo scelte prioritarie, capaci di alleviare gli effetti della difficile situazione di crisi economica e sociale che il Paese attraversa invita infine, in questa prospettiva, la Giunta regionale ad assumere idonee iniziative, anche d'intesa con le altre Regioni, per sollecitare una revisione dei provvedimenti adottati dal Governo, in modo particolare per quanto riguarda le restrizioni creditizie e le misure relative ai tassi di interesse che potrebbero portare - se protratti - a bloccare i programmi di investimento degli enti territoriali e le stesse possibilità di avvio del Piano regionale di sviluppo".
Vi sono dichiarazioni di voto? Non ve ne sono.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Mi sia consentito di dire ai Consiglieri che questa giornata è per il momento unica nella recente storia del Consiglio regionale perché abbiamo potuto svolgere l'intero ordine del giorno e mi pare che sia un risultato positivo poiché comprendeva 18 punti, salvo gli ordini del giorno approvati poco fa. Si è fatto quindi il nostro dovere, ma forse anche qualcosa di più e mi pare un dato positivo.
Il Consiglio sarà convocato per i giorni 8 e 9, ma i punti all'ordine del giorno saranno resi noti a domicilio, perché per il momento è stato esaurito l'intero ordine del giorno dei lavori.


Argomento:

Ordine del giorno conclusivo del dibattito svoltosi sulla mozione presentata dai Gruppi della D.C., del P.S.D.I., del P.R.I.

Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Interrogazione urgente del Consigliere Oberto sull'opportunità di partecipare all'incontro delle Regioni frontaliere che avverrà a Nizza nei giorni 8-9-10 aprile 1976.
Interrogazione urgente del Consigliere Menozzi sulla condizione di grave disagio di parecchi Comuni che, nonostante la legge n. 28/1975, non sono assolutamente in grado di far fronte agli oneri spettantegli dall'esecuzione di opere pubbliche, e sui provvedimenti che la Giunta intende predispone all'uopo.
Interrogazione del Consigliere Cerchio sulle motivazioni che hanno giustificato l'approvazione della convenzione tra il Comune di Collegno e la Società Santa Maria Regina S.p.A., tendente a lottizzare l'area della villa Giacobbe in località Regina Margherita di Collegno.



BERTI Antonio

Non sono d'accordo su questo, avevamo raggiunto delle intese che stabilivano che sarebbero passate solo le interrogazioni di carattere regionale. Il Gruppo D.C. le rivolga al Comune di Collegno.



FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Tuttavia l'interrogazione è stata presentata ed io la devo leggere



BERTI Antonio

Nella riunione dei Capigruppo avevamo assunto delle decisioni in ordine a queste questioni e vanno rispettate.
Propongo alla Presidenza del Consiglio di respingerle come interrogazioni, o di darle come interrogazioni scritte, oppure il Gruppo D.C. denunci quell'accordo fatto con i Capi gruppo.



FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Interrogazione con richiesta di risposta scritta del Consigliere Curci concernente il caso degli agricoltori della zona di San Giovanni ad Ivrea espropriati dei terreni di loro proprietà, con un risarcimento irrisorio.
Interrogazione con richiesta di risposta scritta del Consigliere Robaldo concernente il percorso ferroviario Alba-Torino, via Bra, che è tra i più disagiati e disastrati del Piemonte.
Interrogazione con richiesta di risposta scritta del Consigliere Robaldo concernente l'annoso problema dell'inquinamento del Bormida che interessa ben tre province piemontesi.
Interrogazione del Consigliere Menozzi che chiede di conoscere se i nominativi eletti dal Consiglio regionale a far parte della Commissione provinciale per la tenuta dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli abbiano tutti i requisiti richiesti dall'art. 3, punto c, della legge 27/1975.
Interrogazione del Consigliere Franzi concernente la chiusura dell'Ufficio di collocamento del Comune di Villata e conseguente grave disagio dei lavoratori.
Interrogazione del Consigliere Cerchio concernente la discarica di rifiuti solidi urbani dei Comuni di Rivoli, Collegno, Pianezza ed Alpignano che è dislocata in una delle zone più caratteristiche della cintura torinese e che sta provocando gravi inconvenienti.
Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Bertorello, Franzi, Lombardi e Menozzi affinché la Giunta faccia emanare dagli uffici dipendenti direttive e precisazioni, per una corretta interpretazione ed attuazione delle leggi n. 590/1965 e 817/1971.
Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Bertorello, Franzi Lombardi, Menozzi tesa a conoscere se la Giunta regionale intende utilizzare il notevole materiale costituito dalle schede aziendali raccolte presso gli Ispettorati provinciali dell'agricoltura; inoltre formulano alcune proposte in merito.
Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Bertorello, Franzi, Lombardi e Menozzi per sapere quando la Giunta regionale intende presentare il regolamento di attuazione dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli.
Interpellanza dei Consiglieri Picco, Bianchi, Petrini ed Armella concernente la necessità che i programmi di ristrutturazione degli uffici del dipartimento organizzativo del territorio siano presto resi noti al Consiglio regionale.
Interpellanza dei Consiglieri Chiabrando, Franzi, Menozzi, Lombardi e Bertorello concernente i gravi episodi che stanno avvenendo in tutta la Regione, cioè l'estromissione di coltivatori diretti ed affittuari dei propri fondi, che conducono sovente da più generazioni.
Interpellanza dei Consiglieri Gandolfi e Robaldo che chiedono di conoscere l'atteggiamento che la Giunta regionale intende assumere in merito agli strumenti urbanistici della città di Casale e alle scelte di politica urbanistica dell'Amministrazione della città.



PRESIDENTE

Vorrei rispondere all'osservazione fatta dal Capogruppo del PCI, per confermare che in effetti era stata raggiunta un'intesa secondo la quale le interrogazioni venivano autolimitate ai problemi di grande rilevanza. Fra quelle che abbiamo ascoltato ve ne sono alcune di grande rilevanza, altre meno.
In ogni caso mi pare che ciò significhi che le interrogazioni che sono state presentate, ciascun Consigliere avvalendosi del proprio diritto vadano discusse con i Capigruppo nel senso che se si vuole continuare su questa strada, questa strada è diversa da quella su cui si era raggiunta l'intesa. Comunque la risposta deve essere data per iscritto per tutte quelle che non hanno rilevanza regionale ed in questo senso la Giunta si comporti secondo le intese raggiunte con i Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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