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Dettaglio seduta n.38 del 26/02/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Proseguimento dibattito sulla sicurezza sociale e sanità


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ci sono delle Commissioni in corso? La V era stata convocata per le ore 15; se è una breve riunione ha un senso, se invece comincia a durare un'ora non ha più senso convocarla alle 15, deve allora convocarsi in ore che non siano quelle del Consiglio. Potevano farla ieri sera alle ore 21. C'è anche la sera per lavorare, anche la notte quando è necessario.
Ha la parola, per la replica al dibattito sulla sanità, l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Dopo questo ampio dibattito sulla sanità e sulla sicurezza sociale credo di dover compiutamente dare delle risposte ai Consiglieri intervenuti ed a tutto il Consiglio.
Occorre fare alcune considerazioni di carattere generale che mi consentono di dire che questo dibattito ha avuto degli elementi altamente positivi e in contrapposizione alcuni spunti di interventi, a mio avviso non tali da mantenere questo dibattito al livello iniziale. Va posta per all'inizio di questa mia replica una considerazione di carattere generale: che è quella in cui non ho ravvisato in nessun intervento in questo Consiglio regionale, una politica alternativa alla posizione che è stata espressa a nome mio da tutta la Giunta, non vi è ossia una contrapposizione di linea sulla politica sanitaria del Piemonte, vi sono delle osservazioni alle quali io risponderò, ma certamente mi pare che si possa con molta tranquillità dire che non è scaturita da questo dibattito, nemmeno da un solo intervento, una linea alternativa a quanto la Giunta ha proposto.
A questo mi riferivo, quando in alcune occasioni ho avuto modo di dire che sulla linea politica si partiva dall'anno zero, perché sulla linea politica, a mio avviso, è la prima volta che vi è un'assunzione da parte della maggioranza di chiare prospettive, di chiare linee politiche nella politica socio-sanitaria, vi sono in sostanza delle linee sulle quali possiamo essere d'accordo o in disaccordo, comunque credo di avere a nome della Giunta illustrato delle posizioni politiche chiare sulle quali intendiamo marciare con estrema serietà e con estremo rigore.
Vi è stato, specialmente in alcuni interventi, e in particolare in un intervento fiume, la centralizzazione di un aspetto contabile e di un aspetto ospedaliero che a mio avviso deforma tutto il senso della relazione introduttiva che io avevo fatto ed il senso della linea politica che si vuole portare avanti e che, a mio avviso, culturalmente è già stata accettata sul piano nazionale quasi dalla totalità degli operatori politici, sindacali e sociali. A noi occorre fare un salto di qualità, non credo che la politica sanitaria del Piemonte si riduca, anche se è un aspetto importantissimo, all'esame di un bilancio o all'esame di un fatto contabile, non credo che si possa ridurre l'impostazione programmatoria di tutta la Regione Piemonte semplicemente a degli aspetti di considerazioni varie su questo o quell' altro argomento specifico che riguarda il momento ospedaliero. Noi vogliamo dare un respiro molto più ampio a questa politica e mi rifaccio alla relazione in cui viene posto al centro di questa politica il discorso della prevenzione, ma non come discorso astratto, ma come indicazione che si traduce poi in contenuti reali.
Quindi mi consentano i Consiglieri che hanno individuato nella mia relazione una politica confusa (e mi riferisco al Consigliere Carazzoni) mi consentano di dire che se c'é una linea politica, non è certamente confusa il problema è che se esiste un'altra linea politica, ebbene, questa venga fuori e sia determinata con un'altra posizione politica.
In secondo luogo mi pare che alcuni essenziali concetti vadano recepiti in questa linea politica ed io per non portar via molto tempo invito a rileggere la relazione per la necessaria acquisizione; se questo non viene fatto il nostro diventa un discorso fra sordi. E il discorso era di collocare la linea politica sul piano della programmazione e della metodologia della costruzione di questa stessa linea politica come elementi fondamentali della stessa politica, ossia quando noi parliamo del concetto della globalità degli interventi nel campo sanitario, quando noi sottolineiamo il concetto della programmazione come riflesso della globalità degli interventi, quando insistiamo sulla necessita fondamentale del censimento dei bisogni per la successiva definizione delle attrezzature necessarie, indichiamo elementi innovativi se non rivoluzionari (e che non è d'altronde emerso dalle linee politiche della minoranza) rispetto agli interventi di carattere settoriale che sono stati fatti in passato. E alcuni primi passi sono stati consequenziali a questa linea politica: la zonizzazione che abbiamo presentato: il censimento delle esigenze socio sanitarie e generali di questi contenitori per definire poi conseguentemente il modello dei servizi alternativi tale da soddisfare compiutamente tutte le esigenze socio-sanitarie di questa zona.
Queste sono le linee fondamentali sulle quali preferivo un confronto serrato e concreto su altre proposte, ciò che invece non vi è stato, o almeno non è emersa una linea alternativa. E quindi come conseguenza dovrei trarre che tutti sono d'accordo sull'impostazione politica generale, anche se è di principi, ma a mio avviso è un fatto estremamente nuovo ed importante definire i principi sui quali camminare per fare poi gli interventi graduali e coordinati.
La mia relazione mi pare estremamente chiara e precisa sugli indirizzi di politica generale:mi si consenta perciò di dire che non è accettabile l'osservazione che la relazione poteva essere accettata sul piano degli orientamenti generali, ma dimostrava un'eccessiva scarsità di concretizzazione. Invece io devo dire che in base a queste linee di politica generale che sono elementi fondamentali di chiarezza, io ritengo che la Giunta abbia fatto alcuni passi nella prassi estremamente concreti e dò atto ad alcuni Consiglieri che lo hanno affermato, avendolo capito. La Giunta ha operato, magari anche male, però ha operato. Non è stata inattiva e senza orientamento.
Ed io ritengo di non avere operato male, ma di aver dato a quei contenuti di linea generale prima accennati, dei contenuti precisi e delle azioni concrete di realizzazione: abbiamo messo in moto il censimento dei dimessi agli Enti ospedalieri e la cosa - me lo consenta Consigliere Armella - non è quella di telefonare o di fare o di non fare ciò che è stato fatto, oppure di vedere ciò che è stato fatto nella precedente amministrazione; io devo perciò comunicare al Consiglio che l'Assessorato le strutture stesse dell'Assessorato così come le ho ricevute sei mesi fa non consentivano la minima realizzazione di un qualsiasi censimento, degno di essere chiamato con questo nome. E non ne do la responsabilità a nessuno, anzi, mi sforzo di non accogliere alcuni elementi provocatori emersi in questa sede, però alcune cose vanno dette; ossia le strutture stesse dell'Assessorato ridotto a 22/23 persone non erano tali da poter consentire un censimento fatto come deve essere fatto.
E così abbiamo messo in moto il censimento dei dati con la collaborazione tecnica estremamente preziosa dell'IRES ed é, questo, un fatto concreto che ci permette di dire entro 15 giorni dal recepimento di quei dati quanti dimessi, quanti ammalati ci sono in un ospedale e quante stanze libere in relazione ai dimessi ci possono essere. E questo credo che sia un dato estremamente positivo di realizzazione concreta.
E quindi l'organizzazione dei servizi all'interno dell'Ente ospedaliero (Enti ospedalieri che, abbiamo ragione di dire, in Piemonte sono amministrati con diligenza, ma che comunque occorre dare loro maggiore sensibilità e maggiore indirizzo, maggiore senso dell'utilizzazione delle risorse). E me lo consentano i colleghi Consiglieri se c'é un dato che deve essere anche rilevato in questo Consiglio, è quello delle attrezzature giacenti da 6/7 anni in determinati ospedali torinesi ed inutilizzate. Me lo consentano, prima di fare il discorso sulle altre attrezzature sull'acquisto programmatorio o sul bilancio, sul quale parlerò più tardi occorre pur dire che alcuni tagli diversi si sono dati Dopo tutto quello che sta succedendo in campo nazionale noi vediamo che a Torino in Piemonte il Comitato regionale recepisce dei dati diversi e vediamo che vi sono persone che non rispettano determinate norme - e mi pare che l'ospedale torinese al quale mi riferisco sia in chiare lettere l'ospedale San Giovanni - senza fare con questo rimostranza alcuna per quanto riguarda (e non sono emerse responsabilità del genere) gli amministratori, ma evidentemente alcuni dati di fatto sussistono,. Io chiedevo soltanto che il betatrone del quale si sono interessati tutti i giornali, dal Times, ai vari giornali d'Italia, funzionasse. Questa era la domanda che si poneva l'Assessore e abbiamo dovuto creare un'inchiesta, abbiamo dovuto trovare dei responsabili per farlo funzionare Questa mi pare che sia la concretizzazione reale di una linea politica che si allontana da quello che è il clientelismo, da quelli che sono interventi settoriali, fa un salto certamente di qualità, un salto certamente di impostazione di tipo generale.
E mi consentano di dire che queste cose le vogliamo fare senza cercare colpevoli, né voler fondare semplicemente tutta l'impostazione su quella che possa essere la ricerca di chi ha sbagliato, non è questo il discorso perché il discorso sulla sanità è talmente importante e talmente complesso che occorre il contributo di tutti e non la ricerca di chi ha sbagliato, ma la ricerca se non altro di fare meglio nel futuro. L'accertamento dell'errore deve comunque servire a meglio utilizzare i soldi della comunità.
E altre cose mi pare che noi abbiamo posto in essere e come battuta l'ha fatto il Consigliere Armella per quanto riguarda la dialisi. Non siamo intervenuti in maniera settoriale sul caso di Alessandria, ma non siamo intervenuti in maniera precisa perché rifiutiamo l'intervento settoriale non segnalato in maniera evidente; noi invece proponiamo, come abbiamo proposto e come sulla mia relazione è scritto, un piano organico di interventi nel campo della dialisi. E interverremo di certo, facendo in modo che tutte le attrezzature per la dialisi funzionino 24 ore su 24, ma mi si consenta però, non se ne può fare colpa a chi è Assessore da sei mesi rispetto a chi lo è stato per cinque; se in sei mesi noi non abbiamo fatto un intervento sporadico, magari necessario, è perché vogliamo muoverci sul piano programmatorio generale, con un intervento deciso che consenta l'intervento non tanto di carattere settoriale perché come c'é Alessandria certamente ci sarà Vercelli e come c'é Vercelli certamente ci saranno altre parti.
E allora come occorre fare un intervento più meditato e più programmato ed intervenire sollecitamente, ciò che facciamo in maniera concreta autorizzando gli Enti ospedalieri ad esempio, in maniera che possano avere gli operatori necessari per far funzionare le apparecchiature 24 ore su 24.
I Consiglieri si sono chiesti: come è possibile che Moncalvo abbia una quota di finanziamento pari a 406 milioni, è stato citato Canelli,un miliardo e rotti, ecc. Qua occorre però avere le idee chiare e occorre vedere bene, prima come è stata fatta la divisione del fondo nazionale ospedaliero dalla precedente amministrazione e fare quindi un discorso conseguente, ossia: noi oggi stiamo dividendo il fondo nazionale ospedaliero nelle stesse quote che aveva fissato la precedente amministrazione, quindi nelle stesse identiche quote, ossia 14 miliardi e 500 milioni sono la quota mensile che la Giunta regionale versa agli Enti ospedalieri, non una lira di più, non una lira di meno.



ARMELLA Angelo

Questi sono gli acconti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Questi sono gli acconti, io dico quanti soldi arrivano agli Enti ospedalieri come quote. E allora incominciamo a dire che per la definizione è necessario, e qua la proposta che aveva fatto il Consigliere Berti mi pare necessaria, il censimento di tutte le necessità sia degli Enti ospedalieri che delle case di ricovero, e nelle case di ricovero occorre fare un discorso a monte che va alla classificazione stessa degli Enti ospedalieri. Perché io mi ritrovo una lettera inviata allora all'Assessore Armella dall'ospedale di Gavi in cui si diceva testualmente che da tempo immemorabile non volevano essere classificati Enti ospedalieri. "Per questo motivo noi richiediamo il declassamento, cioè il ritorno allo stato primitivo" cosa che non ha avuto esito. Questo il 16 dicembre 1974.
Noi invece, appunto perché siamo in fase conoscitiva, appunto perch vogliamo impostare una linea di programmazione seria, non siamo andati a declassare l'ospedale di Gavi, siamo andati a fare un'altra operazione politica, che a mio avviso è molto più importante e molto più seria, che è quella della congiunzione dei quattro Enti ospedalieri che sono Gavi Arquata Scrivia, ecc, facendo in questo modo un'opera di razionalizzazione delle strutture ed in questo senso noi non minimizziamo il discorso. Certo che a Gavi spettano 300 milioni che, secondo i criteri stabiliti dalla legge 43 e non dal sottoscritto che non era Consigliere regionale, tanto meno di questa maggioranza...



ARMELLA Angelo

No, no, c'è l'art. 8 della legge.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Bisogna leggerla, e poi la leggerai tranquillamente.



ARMELLA Angelo

Leggila tu.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Oltre tutto non voglio entrare in polemica su questo perché i dati sono reali, servono per te e servono per me. Vi sono dei criteri della legge 43 vincolanti, ma il discorso sta a monte, sta nella classificazione dell'Ente e sta nella definizione del fondo ospedaliero in maniera definitiva. E' in quel momento che noi entriamo nel discorso e vediamo che la programmazione evita i discorsi fumosi.
E allora, per arrivare alla definizione delle quote occorre avere tre elementi essenziali. Occorre avere prima di tutto - perché siamo in una fase transitoria - il bilancio consuntivo 1975, che incomincia a pervenirci ora, occorre avere il preventivo 1976 che è stato fatto in base ad una nostra circolare ed in base a quanto è stabilito dalla legge 43 precedentemente citata, conoscere la quota definitiva del fondo nazionale ospedaliero che toccherà al Piemonte.
Con questi tre elementi, arriveremo, di concerto con tutto il Consiglio regionale, in maniera particolare con la IV Commissione, alla definizione delle quote del fondo nazionale ospedaliero.
Queste sono alcune linee di carattere generale e alcune risposte di carattere particolare.
Ma occorre fare ancora un discorso a monte che si cala in maniera precisa in questo tipo di argomentazione; occorre porre il problema di chi vuole sino in fondo la programmazione socio-sanitaria, abbandonando la logica che tutto deve essere o inventato, o deve essere semplicemente frutto di alcune pressanti richieste, magari legittime sotto molti aspetti E qua occorre ancora fare anche il discorso sull'edilizia ospedaliera.
Il Consigliere Berti si riferiva a Santhià. Questi sono casi che certamente non possono essere imputati alla responsabilità di questa Amministrazione in maniera particolare del sottoscritto, ma sta di fatto che c'é un ospedale nuovo, che non può funzionare perché non sono state previste le strutture. E come altre cose occorre entrare fino in fondo sul piano della programmazione e voi lo sapete che ci sono parecchie autoambulanze della Croce Rossa ferme negli ospedali che non possono essere utilizzate ed il Consigliere Petrini ne ha fatto richiesta per la Croce Rossa di Biella ed io non gli ho potuto rispondere altro che faremo un censimento, però ci sono questi squilibri, purtroppo, nella nostra Regione, E ci sono anche, ed io non ho fermato alcun progetto e lo voglio dire con molta chiarezza, non c'é alcun progetto bloccato dal mio Assessorato, comunque occorre evidenziare che alcuni investimenti fatti nell'edilizia ospedaliera meritano un riesame. Io non ho bloccato una sola delibera fatta dalla precedente amministrazione, non c'é un progetto fermo per colpa mia, lo ripeto, al mio Assessorato, sugli investimenti fatti dalla precedente amministrazione. Anche se però occorre dire,e questo lo discuteremo in IV Commissione, lo discuterà il Consiglio, lo discuteremo dove vorrete occorre mettere maggiore ordine nel settore anche dell'edilizia ospedaliera. Occorre non un intervento di tipo settoriale, occorre pensare effettivamente se vogliamo costruire il monoblocco al Mauriziano investimento che arriverà alle somme finali di parecchi miliardi, o se occorre invece intervenire in altri settori. E si deve dare atto che da parte mia, senza aver bloccato niente, non vi è stato un intervento di un centesimo sul piano dell'edilizia ospedaliera, ma non che non si sia voluto fare; non si è fatto perché occorre inserire questo discorso in un piano a larghe maglie sull'edilizia ospedaliera, perché se così non facessi entrerei di nuovo in una logica che mi porterebbe di nuovo ad interventi spiccioli, ma che non consentono un intervento programmatorie.
Occorre invece investire, e su questo vi è l'impegno politico preciso della Giunta e del mio Assessorato, investire tutto il Consiglio nella definizione di questi piani, quindi non certamente una volontà di togliere al Consiglio, ma una volontà di partecipazione massima di tutto il Consiglio.
Vi sono altre cose e alcune risposte devono essere date.
Sembrerebbe quasi che questa amministrazione voglia privilegiare le case di cura private. Si è detto come battuta, ed io rispondo come battuta.
Basti dire che il primo semestre 1975, quando non c'era ancora questa amministrazione, le spese per le case di cura superavano già quanto preventivato nel 1975 e qui non se ne può fare colpa oggi se da dati di fatto, seguendo una determinata politica, le case di cura spendono di più di quanto previsto. E di questo non credo se ne possa fare alcuna colpa al sottoscritto e questo non vuol dire certamente favorire le case di cura anzi, vi è un altro tipo di problema di cui si deve fare carico tutto il Consiglio, non soltanto la Giunta. Questo problema è quello dell'autorizzazione o meno delle case di cura, delle nuove case di cura che fanno domanda alla Regione, se si vogliono autorizzare o meno nuovi laboratori di analisi privati.
Queste sono domande che pongo al Consiglio, e che pongo come scelte di tipo politico, Per quanto mi riguarda, non ho autorizzato né una casa di cura né un laboratorio, Con questo non intendo dire che non lo si debba fare in modo assoluto. Occorre fare un esame, e qui sta il fondamento della nostra politica, delle esigenze: perché ci potrà capitare di trovarci nella necessita di dare delle risposte. In questo momento, ad esempio, è necessità emergente quella di creare degli ambulatori che possano effettuare le analisi in tempi molto brevi. Occorre allora intervenire in due settori: autorizzando, per alleviare questo tipo di domanda determinate localizzazioni di laboratori di analisi su cui entro certi limiti si possa essere d'accordo, ma soprattutto potenziando i poliambulatori, con l'avvalersi anche di tutte quelle attrezzature dell' INAM che sono a disposizione e che in molti casi non sono state incentivate.
E qui si può inserire anche la risposta per la domanda che mi è stata rivolta all'inizio: ma si vuol dare una soluzione al problema dei lungodegenti? Volendo essere coerenti fino in fondo, occorre aspettare, per dare delle risposte, di aver determinato completamente il censimento dei bisogni e aver fatto, se non altro, il primo piano, a larghe maglie, per gli ospedali, Siamo in fase di elaborazione delle linee generali del piano programmatorio, e sulla base di queste linee daremo, almeno a larghe maglie, nel volgere di brevissimo tempo - un mese, due, tre al massimo - la risposta anche a questo quesito.
Su un altro aspetto mi pare che occorra fare molta attenzione, sulle cose che noi abbiamo recepito e che sono venute maturando nella passata amministrazione: mi riferisco ai dipartimenti di emergenza e alle unità di base, che non sono patrimonio di questa maggioranza né del mio Assessorato ma di tutto il Consiglio, perché allora tutto il Consiglio aveva contribuito alla elaborazione di questi strumenti. Ma sono fatti operativi e concretizzazioni reali assunti da questa Amministrazione, che ha risolto determinati problemi allora irrisolti. Infatti, le unità di base sono state costituite nel '73 (il Consiglio aveva votato all'unanimità in questo senso), ma solo oggi hanno avuto possibilità di concreta attuazione.
E mi si consenta a questo proposito, lungi da me la volontà di approfondire dei solchi, anzi, per quanto mi riguarda, intenzionato ad attenuare tutte le divergenze che ci possono essere e di arrivare ad una soluzione unitaria, o per lo meno a prospettive unitarie di soluzione su questi argomenti, di fare una domanda: quante ne abbiamo realizzate, di unità di base? Il Consiglio regionale aveva deliberato nel '73 la loro costituzione. Sino alla fine del '75 non vi è stata possibilità di realizzazione concreta, perché non erano stati definiti alcuni problemi sul piano sindacale. Oggi che questi sono stati risolti, entrano in attuazione e ce ne sono soltanto cinque attuate, oggi come oggi, di cui alcune precedentemente convenzionate.
Ma vogliamo fare un'altra considerazione. Prima, a mio avviso occorrono le unità di base, e poi contemporaneamente si devono aumentare sia le attrezzature che gli organici del Centro regionale di Medicina del Lavoro. Ma non si può certo procedere inversamente. Mi pare un concetto di logica elementare, se vogliamo dare concretezza a questo discorso che entra sul piano della prevenzione ed entra sul piano della realizzazione del tipo di politica che intendiamo fare. Ancora un'ultima osservazione. Io credo che la partecipazione - se ne è fatto riferimento, senza approfondimento della Regione Piemonte ad una Mostra nazionale sul piano dell'edilizia ospedaliera, sul piano delle attrezzature, può essere valida o no comunque, ci si consenta di dire che, oggi come oggi, si pone (si poneva in passato sotto molti aspetti, ma non credo in questo settore) il problema della rappresentanza nazionale della linea politica sanitaria. Perch questo è il tipo di discorso che noi dobbiamo anche fare. La Regione Piemonte non può certo essere ricondotta - senza con questo voler fare un discorso campanilistico - a livello di altre Regioni che, pur tutte eguali sotto molti aspetti, non possono vantare le tradizioni ed i compiti della nostra. In questo quadro va affrontato anche il problema del Fondo nazionale ospedaliero e poi del Fondo per l'edilizia ospedaliera. In questo senso non può essere ammissibile che a decidere insindacabilmente quanto vada assegnato del Fondo alla Regione Piemonte siano, come un tempo, tre o quattro Assessori regionali alla Sanità riuniti insieme; non è ammissibile come ho già detto nello svolgere la mia relazione (aggiungendolo al momento a quanto avevo scritto, perché mi pareva necessario, sul piano delle implicazioni politiche, entrare nel merito), che alla Regione Piemonte vengano assegnati sul Fondo dell'edilizia ospedaliera 23 miliardi e ne vadano 84 al Veneto. Questo è uno squilibrio effettivo di proporzioni non giustificato da alcuna considerazione. Un discorso di questo tipo non è accettabile. Lo dico schiettamente, pur ribadendo in premessa che non faccio un discorso campanilistico. E' questione della presenza politica della Regione Piemonte in riferimento alla politica nazionale.
Credo poi, tornando al Fondo nazionale ospedaliero, che occorra anche fare un riferimento. Non è vero, Consigliere Armella, che non sia accettato il discorso della suddivisione del Fondo nazionale ospedaliero in relazione agli abitanti. E' accettato da tutti, questo, dalle Regioni del Nord come da quelle del Sud, perché è giusto, a mio avviso, che la divisione sia fatta su queste basi. Anche la proposta del Ministro era in questo senso.
Si trattava solo di stabilire quanto tempo occorresse per arrivare alla realizzazione di questo tipo di suddivisione. Si è convenuto che si potrà arrivare alla definizione delle quote spettanti alle singole Regioni del Fondo nazionale ospedaliero entro quattro anni, ravvisando come ottimale il criterio della divisione per abitanti, e non per posti letto oppure in base al rapporto posti letto-abitanti.
Credo di aver risposto, in maniera complessiva se non singolarmente, ai vari interventi che si sono succeduti in questo preziosissimo dibattito.
Desidero però ancora dare indicazioni sulla nostra impostazione politica generale, ferme restando queste proposte di carattere operativo e di carattere concreto, precisando quali realizzazioni intendiamo avviare nel prossimo futuro. Anzitutto, puntiamo alla zonizzazione del Piemonte, di cui ho già detto nel presentare la relazione. Poiché c'é la possibilità di scegliere fra criteri diversi in base ai quali affrontare il problema della zonizzazione, ci proponiamo di consultare le forze in loco e tutto il Consiglio in maniera del tutto aperta, con l'augurio di poter arrivare ad una proposta unica per la zonizzazione del Piemonte, Quindi, un discorso estremamente aperto ma una realizzazione concreta pure questa, e quindi, in termini di valutazioni, del tutto positiva. Ultimata la fase di consultazioni, intendiamo muoverci immediatamente, partendo dalla linea generale, che era quella del censimento dei bisogni, per arrivare quindi alla risposta ed al modello alternativo, al modello dei servizi da creare nei vari contenitori, che sono questa zonizzazione, che dovranno essere poi le future unita locali dei servizi. Non appena fatta la consultazione sulla zonizzazione, provvederemo ad elaborare la legge istitutiva degli organi di potere che dovranno governare le future unità locali dei servizi.
Questo è il nostro ruolino di marcia per l'immediato. Per poterlo seguire contiamo sull' apporto positivo di tutte le forze del Consiglio.
Ripeto ancora quanto ebbi già ad affermare nel presentare la mia relazione: il problema della Sanità è problema troppo importante perché lo si possa affrontare in chiave di polemica sul bilancio; esso richiede il contributo fattivo di tutti i Consiglieri regionali, di tutte le forze sociali. Su un settore così delicato e complesso come questo non ci si può attardare in sterili polemiche ma si deve arrivare concretamente alla realizzazione di un efficiente ed organico sistema di intervento nel territorio sul piano della salute.



PRESIDENTE

Il dibattito è concluso.
Prima di passare al successivo punto dell'ordine del giorno ritengo ci siano da prendere delle decisioni.
Dico subito che accolgo la raccomandazione del Capogruppo comunista Berti, che si provveda a far pervenire sollecitamente tutti i documenti relativi alla zonizzazione ai Consiglieri ed a tutti coloro che vi sono interessati.
Rinnovo poi qui in Consiglio, in modo che si possa decidere subito senza perdita di tempo, la proposta che avevo avanzato in fine della precedente seduta, di dar vita ad una pubblicazione unica che raccolga i risultati del dibattito che si è qui tenuto su questo punto, che mi sembrano particolarmente rilevanti ed interessanti. E' forse la prima volta che si svolge in questo Consiglio un dibattito così ampio su questa materia, e credo che farlo conoscere, con rapidità e tempestività, a tutti gli operatori sanitari, gli ospedali, i medici, eccetera, possa avere una utilità politica seria, richiamando una partecipazione alle discussioni e alle decisioni che si prendono in questo Consiglio.
Chiede di parlare il Consigliere Armella. Ne ha facoltà.



ARMELLA Angelo

Il mio Gruppo ha redatto un ordine del giorno in cui ci si propone di condensare alcune richieste che non hanno avuto risposta da parte della Giunta e puntualizzare alcune posizioni che noi abbiamo sostenuto nel corso di questo dibattito o che sono emerse dal complesso del dibattito stesso.
Ecco il testo: "Il Consiglio regionale sentita la relazione della Giunta sulla politica sanitaria, a seguito del dibattito consiliare ritiene che l'intervento riguardante la salute del cittadino, alla luce del dettato costituzionale e dello Statuto regionale, debba essere impostato in una visione globale ed unitaria che può essere tradotta operativamente, quale primo momento, nell'adozione del progetto di zonizzazione socio-sanitaria del territorio, definendone finalità funzioni, compiti, ed a tal fine chiede l'accelerazione dei tempi tecnici delle procedure per l'esame degli elaborati assegnati alla competente Commissione consiliare, esame che deve essere largamente affidato alle consultazioni con le comunità locali e con le forze sociali della Regione, demandando alla Commissione stessa ogni più utile approfondimento degli argomenti trattati nell'odierno dibattito in particolare, ai fini di una corretta ed efficiente gestione della politica sanitaria impegna la Giunta ad approvare i bilanci degli Enti ospedalieri del 1975, entro un mese, almeno degli ospedali che hanno presentato bilanci nei limiti dei coefficienti a suo tempo fissati dal Comitato sanitario di cui all'art. 20 della Legge n. 386/1974, nonché a rettificare i bilanci che sono in eccedenza dei limiti anzidetti, non appena sarà nota l'integrazione della quota di riparto del fondo nazionale alla Regione Piemonte, quanto sopra previo parere del Comitato sanitario degli esperti nominati dal Consiglio.
Impegna la Giunta a sospendere nel frattempo ogni erogazione per attrezzature agli ospedali se non nei casi di assoluta necessità di sostituzione per garantire i servizi esistenti, nonché a riferire al Consiglio del consuntivo delle spese dell'assistenza ospedaliera degli anni 1974 e 1975, del preventivo per realizzare il servizio di pronto soccorso di cui alla delibera del Consiglio del 30 aprile 1975 (dipartimenti guardia medica), con l'indicazione delle gradualità necessarie.
Invita la Giunta a rendere nota ai Consiglieri l'indicazione di spese indicata dalla Giunta ad ogni singolo Ente, con il riferimento altresì alla spesa sostenuta dai detti Enti negli anni 1974 e 1975".
Chiedo scusa se a questo punto sospendo la lettura per un breve inciso.
L'Assessore ha fatto confusione tra la somma che per acconto si versa a tutti gli ospedali, e che è di 14 miliardi ogni mese, e l'assegnazione ai singoli Enti, che non venne fatta dalla Giunta precedente, mentre si approntarono i coefficienti, che ora sono stati molto aumentati.
Aggiungo che nella legge 43 più volte citata, una esplicita norma, cioè l'art. 8, dispone che agli Enti ospedalieri di cui all'art. 65 della legge 132 nonché alle infermerie non erette in Enti ospedalieri, possa essere assegnata una quota di riparto in base ai costi effettivi qualora questi fossero inferiori a quelli corrispondenti ai coefficienti. Con la quale norma, se fosse applicata, non si andrebbe ad assegnare 400 milioni a quelli che ne hanno spesi soltanto 90, o 50, o 20.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Questi vanno in fondo riserva.



ARMELLA Angelo

Esistono lettere, non so se dell'Assessore o della Giunta, in cui si danno le indicazioni denunciate. Questo è incentivazione della spesa.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Non è incentivazione di spesa, è semplicemente accettazione dei criteri della legge 48.



ARMELLA Angelo

Non è vero, la stessa legge lo smentisce inequivocabilmente. E poi urterebbe il buon senso prima ancora che qualsiasi norma legislativa. Avrà sentito l'Assessore, sentiranno il Presidente della Giunta, l'Assessore al bilancio, di amministratori degli ospedali che dicono: va bene, riusciamo anche a raddoppiare la spesa che avevamo, ma non riusciamo a triplicarla, e quindi non sappiamo come preparare il bilancio.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Sono assolutamente illazioni sue, lo vediamo dai consuntivi.



ARMELLA Angelo

Non sono affatto mie illazioni: se la Giunta ci fornirà l'elenco potremo fare il confronto, senza dover procedere a tentoni chiedendo ai vari ospedali.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Se vorrà presentare una interrogazione in proposito le potrò dare una precisa risposta.



ARMELLA Angelo

Non vedo perché dovrei fare una interrogazione. Chiedo cose che mi sembrano ovvie. Mi pare che una richiesta analoga l'abbia fatta, sia pure in senso generale, anche il Capogruppo comunista. Non sono poi così fuori tema.
Riprendo la lettura dell'ordine del giorno: "Invita altresì la Giunta a portare a termine la realizzazione del Centro regionale di Igiene del Lavoro, di cui alla convenzione tra la Regione ed il CTO del 13/3/1975".



PRESIDENTE

La Giunta chiede cinque minuti di sospensione.
Sarebbe opportuno che il testo dell'ordine del giorno mi fosse consegnato, così che possa farlo copiare a macchina e distribuire ai Consiglieri per una più puntuale conoscenza.
Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

In via preliminare, il nostro Gruppo ritiene corretto che un dibattito di così ampia portata venga concluso con la votazione su uno o più documenti. Sarebbe però cosa altrettanto corretta che si potesse prender visione di copia del documento.



PRESIDENTE

La sospensione ha appunto anche questo scopo.



CARAZZONI Nino

In secondo luogo, non ci pare che vi sia in questo momento urgenza assoluta di votare il documento stesso. Poiché il Consiglio è già convocato per il 1° marzo, rinviando la votazione a quel giorno avremmo un ragionevole lasso di tempo per poterlo soppesare. Anche perché ci è parso di udire affermazioni particolarmente impegnative.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle 16,30, riprende alle 17,25 )



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Devo anzitutto dar lettura di un secondo ordine del giorno, presentato dalla Giunta: "Il Consiglio regionale approva la relazione dell'Assessorato alla sicurezza sociale e sanità, i documenti allegati e le sue conclusioni al dibattito sottolinea in particolare l'importanza e la validità dell'opera programmatoria intrapresa; rileva come la coerenza dei comportamenti dell'Assessorato alla sicurezza sociale e alla sanità rispetto al disegno del Piano socio-sanitario regionale, rappresenti la migliore garanzia di soddisfacimento dei bisogni sanitari che emergono sul territorio piemontese".
La decisione dei Capigruppo è stata di mantenere i due ordini del giorno, di portare la materia in sede di Commissione competente al fine di elaborare un documento conclusivo del dibattito che sia il più possibile organico rispetto ai vari apporti che si sono avuti nella discussione confrontando altresì i punti di eventuale divergenza che ancora rimanessero e riportando all' esame del Consiglio l'intera materia nella seduta del 9 marzo.
Non vedo obiezioni a questa decisione dei Capigruppo. Allora, passiamo senz'altro al successivo punto dell'o.d.g.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 68 "Integrazione della legge regionale n. 4 concernente l'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1976"


PRESIDENTE

Il punto sesto dell'o.d.g. reca "Esame D.D.L. n. 68: 'Integrazione alla legge regionale 19/1/76 n. 4 concernente l'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1976'".
E' relatore il Presidente della I Commissione, Rossi. Ha facoltà di parlare



ROSSI Luciano, relatore

La legge regionale n. 4 del 19 gennaio '76 autorizzava l'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l'anno 1976, che, dopo la prima nota di variazione, ammontava alla somma di L. 364.500.000.000.
Con l'entrata in vigore della legge n. 698 del 23/12/75, relativa alla soppressione dell'ONMI e conseguente trasferimento alle Regioni del le funzioni amministrative nonché dei poteri di vigilanza esercitati dall'Ente soppresso, lo Stato ha stanziato un fondo speciale, per far fronte alle spese inerenti i nuovi compiti, da ripartire tra le Regioni in proporzione delle spese sostenute dall'ONMI nel biennio 1973/1975.
Ai sensi della citata legge, le Regioni devono prevedere, con propria legge di bilancio, l'anticipo dei fondi occorrenti agli oneri di spese che ne deriveranno.
Con la seconda nota di variazione al Bilancio la Giunta regionale, di conseguenza, ha proposto una maggiore previsione di 2.000.000.000 di lire: pertanto, la previsione del Bilancio per l'anno 1976 passerà da L.
364.500.000.000 a L. 366.500.000.000.
Successivamente, con l'approvazione della legge n. 764 del 18/11/1975 relativa alla soppressione dell'Ente "Gioventù Italiana" e conseguente trasferimento alle Regioni dei compiti istituzionali e delle attività svolte dall'Ente, sono state assegnate alle Regioni anche le quote di patrimonio immobiliare e di personale operante nell'Ente.
Per far fronte agli oneri di spesa relativi alla gestione del personale e derivanti da attività svolte dall'Ente soppresso, la Giunta, con la terza nota di variazione, ha previsto, per l'entrata come per la spesa, un aumento di 1.380.000.000 di lire: di conseguenza, la previsione del Bilancio per l'anno 1976 aumenterà da L 366.500.000.000 a L. 367.880.000 000.
Gli oneri di spesa previsti, che vanno riferiti al Titolo I del Bilancio, potranno essere autorizzati, ai sensi della legge regionale n. 4 del 1976, anche durante l'esercizio provvisorio del Bilancio, in quanto si tratta di spese correnti.
Per poter far fronte ai nuovi oneri di spesa, la Giunta ha presentato il D.D.L. n. 68, che prevede: nell'art 1 l'estensione dell'esercizio provvisorio anche alle due note di variazione sopracitate, e nell'art. 2 per i motivi sopra espressi, la dichiarazione d'urgenza di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, nella seduta del 19 gennaio scorso il Gruppo della Destra Nazionale votò contro la richiesta di autorizzazione all'esercizio provvisorio per il '76, attribuendo a quel voto un significato eminentemente politico e non meramente tecnico quale invece venne attribuito da altre forze politiche presenti in questo consesso. In coerenza con quella votazione, il Gruppo della Destra Nazionale voterà anche contro la richiesta integrazione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

In occasione della votazione sull'esercizio provvisorio, anche noi avevamo fatto delle sottolineature circa il valore politico e tecnico dell'esercizio provvisorio, astenendoci in quel momento con una certa motivazione. Oggi viene al nostro esame un disegno di legge che è senza dubbio esclusivamente tecnico. Pertanto, il Gruppo democristiano, che già in Commissione ha votato a favore, conferma anche in questa sede il suo voto favorevole.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare per dichiarazione di voto. Possiamo pertanto passare alla votazione sugli articoli.
"Articolo 1 - Per l'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1976 autorizzato ai sensi della legge regionale 19 gennaio 1976, n. 4, si osservano anche le note di variazione, successive alla prima e di cui ai d.d.l. n. 67 e n. 69, all'esame del Consiglio regionale".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 49 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo, a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6 ° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 50 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
Passiamo alla votazione per l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 48 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato e diventa legge.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame disegni di legge n. 74 e n. 75 relativi al finanziamento delle leggi regionali per l'assistenza farmaceutica agli artigiani ed agli esercenti attività commerciali


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo dell'o.d.g.: "Esame D.D.L. n. 74 e n. 75 relativi al finanziamento delle leggi regionali per l'assistenza farmaceutica agli artigiani e agli esercenti attività commerciali".
La parola al relatore, Consigliere Armella.



ARMELLA Angelo, relatore

Per la verità, sono un oratore un po' occasionale: ho accettato di relazionare io perché in quel momento in Commissione non c'era alcuno che potesse farlo, ad evitare che si procrastinasse ulteriormente il finanziamento di una legge che il Consiglio regionale aveva approvato su proposta di quella Giunta di cui facevo parte.
Come tutti sanno, negli anni decorsi, considerando che alcune categorie di lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani ed esercenti attività commerciali) non beneficiavano di assistenza farmaceutica, non essendo questa assistenza corrisposta dalle loro mutue, il Consiglio regionale ritenne giusto fare un ulteriore passo in relazione ad una effettiva parificazione di redditi, quindi concedendo un'assistenza farmaceutica direttamente a questi lavoratori autonomi ed erogandola attraverso le Casse mutue Coltivatori Diretti o le Casse mutue provinciali Artigiani ed esercenti attività commerciali.
Questa materia fu diversamente valutata, in quel momento, non tanto sul punto dell'opportunità di concedere questa assistenza, sul che c'era larga concordanza, quanto piuttosto sull' utilità di procedere a questa erogazione attraverso le Casse mutue: proprio per questo ci furono dei Gruppi che votarono a favore ed altri che si astennero, pur rimanendo fermo il principio della erogazione dell'assistenza farmaceutica.
La Giunta ora propone di finanziare la legge anche per il 1976, ferme restando le modalità di erogazione, che sono quelle in precedenza determinate, cioè attraverso le Casse Mutue provinciali degli esercenti e degli artigiani.
Già in una precedente seduta il Consiglio ha approvato una legge analoga, proposta da un gruppo di Consiglieri democristiani vicini alla Coltivatori diretti e poi unificata in sede di Commissione con altra proposta della Giunta, di cui fu relatore il Consigliere Lombardi. Per questo si è ritenuto che potessi essere io il relatore senza che con ciò si venisse meno al principio per cui non devono essere Consiglieri di Gruppi di opposizione a svolgere la relazione sulle leggi presentate dalla Giunta trattandosi semplicemente del rifinanziamento di una legge precedente.
La Commissione ha ritenuto all'unanimità che la legge dovesse essere approvata nell'importo che è stato determinato e che corrisponde esattamente all'importo del '75. Si vedrà poi in sede di consuntivo se in effetti sarà del tutto sufficiente o no. Per quel che se ne sa, il meccanismo è tale che si può contenere anche la spesa in questi limiti, ma sappiamo tutti che in questa materia un esame potrebbe essere possibile. In effetti, l'affermazione che la legge fa è che si vuole attuare quella legge 20 gennaio '75 n. 4 e parimenti la legge 20 gennaio '75 n. 3 Quindi, la relazione penso valga sia per l'una che per l'altra proposta di legge.
Devo ancora aggiungere che nella proposta relativa agli esercenti attività commerciali c'è un piccolo refuso, un errore del proto che dovrà essere corretto nel testo definitivo: cioè, si è parlato di coltivatori diretti mentre chiaramente si doveva intendere - ecco un esempio di quello che i giuristi chiamano errore ostativo - "esercenti attività commerciali"



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Si tratta, come giustamente ha rilevato il relatore, di leggi che sono frutto della precedente legislatura e frutto di un collegamento di attività economiche di liberi soggetti economici a provvedimenti presi a favore dei coltivatori diretti, come il refuso, tutto sommato, evidenzia in maniera abbastanza chiara, quindi che rientrano in una politica che io ritengo non per demagogia di dover approvare. Sottolineo l'opportunità che il Consiglio approvi il rifinanziamento mentre ci si avvicina alla presentazione del piano di sviluppo che dovrà innescare fenomeni di vera, effettiva riqualificazione nei vari settori, specialmente nel settore agricolo questi tipi di intervento, anche se determinano a carico dell'organo regionale non per motivi istituzionali, in surrogazione di quelli che sono doveri dello Stato, una continua ed onerosissima spesa corrente, sono opportuni.
Sollecito l'approvazione, che in questo momento fa salvi tutti gli eventuali ripensamenti in materia per evitare a favore degli agricoltori come dei commercianti come degli artigiani, una politica soltanto assistenziale che poi determina anche più forti ingiustizie, che non differenzia fra coloro che più hanno e coloro che hanno meno. Mi pare che sia una seria - e tale mi auguro che appaia agli occhi dei più puntualizzazione di un problema sul quale la Regione deve cambiare tipo di politica.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola per dichiarazioni di voto sui due progetti di legge, possiamo passare alla lettura dell'articolato.
La prima legge, la n. 74, si compone di un unico articolo: "Articolo unico - Ai fini dell'attuazione della legge 20 gennaio 1975 n. 3: 'Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa degli artigiani ', è autorizzata la spesa di 550 milioni per l'anno 1976.
All'onere di cui sopra, per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare dello stanziamento di cui al capit. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'iscrizione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo 479 con la denominazione 'Assistenza farmaceutica ed integrativa degli artigiani ' e lo stanziamento di 550 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi pertanto alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri La legge è approvata.
Passiamo ora alla lettura dell'articolo unico della legge n. 75: "Articolo unico - Ai fini dell'attuazione della legge 20 gennaio 1975 n. 4, 'Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali ' è autorizzata la spesa di L. 450 milioni per l'anno 1976.
All'onere di cui sopra, per l'anno finanziario 1976, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare dello stanziamento di cui al capitolo 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'iscrizione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo 480 con la denominazione 'Assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali e lo stanziamento di L. 450 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri L'articolo unico è approvato, e pertanto è approvata la legge.


Argomento:

Esame disegni di legge n. 74 e n. 75 relativi al finanziamento delle leggi regionali per l'assistenza farmaceutica agli artigiani ed agli esercenti attività commerciali

Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto invito il Consiglio a decidere sull'opportunità o meno di proseguire nell'ordine del giorno, che prevede ora l'esame della deliberazione della Giunta regionale in merito alla Mandria. La Commissione ha svolto i suoi lavori e tutto è pronto per la discussione: si tratta solo di valutare insieme se c'è tempo di giungere alla conclusione di questo punto tenendo conto dell'impegno inderogabile che la Giunta, e credo tutto il Consiglio, hanno di incontrarsi con i democratici spagnoli alle ore 19 precise. La Giunta è dell'avviso che sarebbe bene rinviare a lunedì.
La mia proposta è pertanto di concludere ora i lavori del Consiglio regionale, facendo presente che, all'ordine del giorno della seduta del 1 marzo, vi saranno i seguenti punti, oltre a quelli già a conoscenza dei Consiglieri: sostituzione rappresentante della Regione nel consorzio IACP del Piemonte, su richiesta del Consigliere Calsolaro programma per la sistemazione idrogeologica e forestale del '75, parere del Consiglio regionale, su richiesta dell'Assessore.
naturalmente è confermato l'impegno che abbiamo assunto un minuto fa di esaminare anche il documento conclusivo della discussione sulla sanità ritengo inoltre di poter senz'altro accogliere la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della sostituzione di membro dell'Ufficio di Presidenza, poiché il Gruppo che doveva sciogliere la riserva l'ha fatto.
Vi sono obiezioni a questa procedura? Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Mi pare che potremmo utilizzare quarantacinque-cinquanta minuti che possono valere quasi una giornata, e cioè andare avanti per la Mandria in modo da non dover tenere riunioni lunedì 1 solo per le nomine e da poterci rincontrare il giorno 9 con una seduta piena.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Proporrei invece di procedere ora alla scelta dei nominativi per il Consiglio d'Amministrazione dell'ESAP, che lunedì deve insediarsi e così sarebbe al completo.



PRESIDENTE

Sono dunque emersi pareri differenti.
I punti rimasti da esaminare dell'ordine del giorno per questa seduta sono numerosi e aggiungendo ad essi quelli che abbiamo ora indicato configurano una serie di impegni non modesti, tali da impegnare più di una seduta. Quindi occorrerà senz'altro tenere seduta il r marzo, tanto più che il giorno 9 potremo disporre soltanto di mezza giornata, visto che per il pomeriggio è convocato in quest'aula il Consiglio provinciale.
Potremmo effettivamente svolgere ancora un punto questa sera, ma non la discussione sulla Mandria, che non sarebbe certamente breve, ma eventualmente, come ha suggerito l'Assessore Ferraris, l'elezione dei rappresentanti nell'ESAP.
Il Consiglio è d'accordo su questo programma? Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Se ho inteso bene, l'esame della deliberazione relativa alla delimitazione dei comprensori, che era stato previsto per la seduta del 1 marzo, è stato spostato al 9 marzo, Dal momento che lunedì il Consiglio terrà seduta per tutta la giornata, pregherei il Presidente di voler informare il Consiglio che al fine di aver pronta per la seduta del 9 la relazione scritta sulla delibera della Giunta è necessario che le Commissioni I, II e VIII si riuniscano martedì mattina per le ore 10, per considerare la deliberazione alla luce dei risultati delle consultazioni che si terranno domani e sabato mattina.



PRESIDENTE

E' una proposta che mi pare saggia, Vi sono obiezioni al suo accoglimento? Allora per martedì mattina 2 marzo sono convocate le Commissioni I, II e VIII per l'esame definitivo dei risultati delle consultazioni ancora in corso per la definitiva approvazione della delibera sui comprensori.



OBERTO Gianni

Per quel giorno è già prevista la riunione della VIII.



PRESIDENTE

Comunque, poiché c'è l'impegno dei Capigruppo, assunto in due sedi e riconfermato, di fare in maniera che questa delibera sia davvero approvata entro il 9, non c'è altra possibilità, La riunione delle Commissioni suddette e confermata per le ore 9 di martedì mattina.
Procediamo allora alle nomine per l'ESAP.


Argomento: Nomine

Sostituzione di tre esperti dimissionari nel Consiglio di Amministrazione dell'ESAP.


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo dell' o.d.g. reca: "Sostituzione di tre esperti dimissionari nel Consiglio di amministrazione dell' ESAP".
I membri da nominare sono tre. Chiede di parlare il Consigliere Berti.
Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Se il Consiglio è d'accordo, proporrei di procedere subito. In sostituzione di Franco Revelli, che si è dimesso per incompatibilità tra la carica nell'ESAP e quella di Consigliere provinciale di Cuneo, per la quale ha optato, proporremmo Giampiero Cuccuru, di Alessandria, ragioniere, che si occupa attivamente dei problemi dell'agricoltura.



PRESIDENTE

Quali sono gli altri due nomi proposti?



BELLOMO Emilio

Sono quelli di due socialisti: Andrea Coucurde, laureando in Agraria responsabile di corsi professionali, e Roberto Crugnola, geometra, di Arona, un giovane che svolge, mi pare, un'attività nel settore dell'agricoltura.
Dovrebbero sostituire il dott. Maspoli, nominato Presidente, e il geom.
Maffè.



PRESIDENTE

Il geom. Crugnola è nato e residente ad Arona, il geom. Coucurde è laureando in agraria, Consigliere responsabile del CIPA e membro direttivo dell'Alleanza dei Contadini. Le qualifiche sono perfettamente coerenti con lo scopo della nomina. I dimissionari sono: Maspoli, Maffè e Revelli.
I Consiglieri hanno ricevuto la scheda. Sono pregati di procedere alla compilazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 Hanno ottenuto voti CUCCURU Giampiero n. 22 COUCURDE Andrea n. 22 CRUGNOLA Roberto n. 22 Schede bianche n. 16 Propongo l'immediata esecutività della nomina che qui abbiamo effettuato. Chi è d'accordo sulla immediata esecutività è pregato di alzare la mano. L'immediata esecutività è approvata.
La seduta è tolta. Il Consiglio regionale è convocato per il 1° marzo alle ore 9,30.



(La seduta ha termine alle ore 18,10)



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