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Dettaglio seduta n.35 del 19/02/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Interpellanze ed interrogazioni 3) Comunicazioni del Presidente 4) Comunicazione della Giunta regionale sulla situazione occupazionale 5) Esame disegno di legge n, 36/bis "Partecipazione della Regione alla S.p.A. SAMIA" 6) Esame delibera "Piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi" 7) Esame disegno di legge n. 28 "Norme per l'esercizio delle funzioni trasferite dal D.P.R. 15.1.1972 n. 9 in materia di nomina dei Consigli di Amministrazione delle IPAB" 8) Commissione regionale per la sistemazione idraulica e forestale: nomina di 5 esperti 9) dibattito sulla sicurezza sociale e sanità.
Poi c'é la ratifica di deliberazioni della Giunta regionale che la Giunta ha assunto con i poteri del Consiglio e che vanno deliberate nella prima seduta consiliare.
L'ordine del giorno era stato a suo tempo deciso con dei criteri che permettessero di esaurire l'esame e l'approvazione delle leggi regionali e di iniziare il dibattito sulla sanità, secondo le intese dell'ultimo Consiglio regionale.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Tempi e modi di effettuazione del dibattito sulla sanità e sicurezza sociale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Armella



ARMELLA Angelo

Anche ieri in Commissione è stata fatta presente l'opportunità che il dibattito sulla sanità avvenga in tempi possibili, non strozzato e quindi non all'ultimo punto all'o.d.g. Capisco l'esigenza di mandare avanti le leggi e di introdurne anche altre non preparate prima, ma arrivate tra una riunione di Consiglio e l'altra, però questo ci porta ad allontanare questo dibattito che è stato ripetutamente chiesto.
Le leggi sono importanti, ma è anche importante questo settore che impegna due terzi del bilancio della Regione rispetto a delle leggi che pur se importanti, hanno una rilevanza, quanto meno dal punto di vista finanziario, certamente inferiore.
La mia proposta sarebbe quella di avere una modifica dell'o.d.g. nel senso di fare passare una legge, ma di non farle passare tutte per non trovarci questa sera tardi a discutere di un argomento in un dibattito che non sarà breve.



PRESIDENTE

Intanto preciso che l'o.d.g. è stato redatto d'intesa con i Capigruppo come sempre. Naturalmente i Consiglieri hanno tutto il diritto di fare obiezioni sull'o.d.g. così com'è presentato, le voglio però garantire dall'esame delle questioni all'ordine del giorno, che le interrogazioni sono tre, le comunicazioni del Presidente non ci sono, le leggi non sono composte da molti articoli, quindi ho l'impressione che se procediamo sollecitamente il dibattito sulla sanità possa essere collocato al primo punto della seduta pomeridiana e non escludo nemmeno che si possa sentire la relazione ancora di stamane.
Se così non succedesse lo verificheremo.



ARMELLA Angelo

D'accordo.
Sulle dichiarazioni del Vicepresidente della Giunta regionale Libertini, alla stampa in merito al dibattito sull'urbanistica



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picco, ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Signor Presidente del Consiglio, io la prego di voler chiarire con il Vicepresidente della Giunta Libertini, qual è il significato delle dichiarazioni che ha fatto a conclusione del dibattito sull'urbanistica nella seduta di giovedì scorso, dichiarazioni riprese dalla .stampa con notevole alterazione dell'utilità e della produttività di questo dibattito.
Io penso che questo chiarimento debba essere dato perché il liquidare con semplicistiche dichiarazioni di verbosità un dibattito che ha cercato di chiarirei contenuti di un compito istituzionale fondamentale della Regione qual è quello della predisposizione, in alcuni casi, e del controllo degli strumenti urbanistici, è veramente un'alterazione notevole dei compiti propri del Consiglio regionale.
Chiedo quindi che, al di là delle dichiarazioni, se questi criteri di conduzione del Consiglio possono venire da parte di alcuni membri della Giunta, siano poi questi stessi membri della Giunta ad attenervisi ogni qualvolta vengono ad esporre le loro ragioni od i loro argomenti in Consiglio regionale.
Grazie.


Argomento:

Sui punti che vengono aggiunti telegraficamente all'ordine del giorno delle sedute consiliari


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto



OBERTO Gianni

Ieri sera mi sono fermato a Torino perché ci sono stati spostamenti di Commissioni, ecc, e sono stato chiamato d'urgenza ad Ivrea perché un telegramma aggiungeva dei punti all'o.d.g.
Siccome avviene con una certa insistenza questo aggiungere all'o.d.g.
argomenti all'ultimo minuto, costituisce una difficoltà venire preparati a discutere. Vero è che si dà una grossa incidenza ed una grossa importanza e la cosa ha anche un suo senso ed un suo significato, alle intese che intervengono a livello di Ufficio di Presidenza e di rappresentanti dei gruppi, ma ogni singolo Consigliere deve avere la sua autonomia e uno spazio di movimento che resta limitato quando non è in condizioni e in grado di poter approfondire la disamina del testo che viene proposto come discussione e come approvazione; per cui personalmente pregherei di ridurre al minimo assoluto queste aggiunte all'o.d.g. che solitamente arriva già con un certo distacco di tempo dal momento in cui viene spedito al momento in cui il Consigliere lo riceve.
Grazie.



PRESIDENTE

A questa seconda osservazione rispondo dicendo che anche quest'ultima decisione è stata presa nella Conferenza dei Capigruppo che si è tenuta ieri In genere cerco di seguire il criterio, perché altri non ne vedo d'iscrivere all'o.d.g. tutto ciò che viene deciso nella Conferenza dei Capigruppo e mi pare che un'altra metodologia non esista.
In questo particolare caso è la Giunta che si è fatta scrupolo di una cosa che d'altra parte era doverosa e cioè di garantire che il Consiglio potesse ratificare delle delibere che la Giunta aveva preso usando delle facoltà che gli sono consentite dalla deliberazione d'urgenza. O s'iscriveva questo argomento all'o.d.g. di oggi, oppure veniva rinviato di una settimana e questo era un documento così grande da non suggerire questa strada.
Quindi colgo l'osservazione nel senso che la farò mia e la proporr nella Conferenza dei Capigruppo, ma nel caso specifico credo che fosse inevitabile.
Anch'io comunque penso che sarebbe utile diminuire il più possibile l'invio dei telegrammi a casa dei Consiglieri, ma devo pure comunicare in qualche modo e non so quale altra via mi sia consentita.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Sulle dichiarazioni del Vicepresidente della Giunta regionale, Libertini alla stampa in merito al dibattito sull'urbanistica (segue)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la questione sollevata dal Consigliere Picco, se il Vicepresidente della Giunta vuole rispondere, gli ciò senz'altro la parola.
La procedura lo permette.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Debbo rispondere al Consigliere Picco che non ho mai rilasciato dichiarazioni alla stampa su questo argomento, quando voglio rilasciare una dichiarazione c'é un modo per farlo.
E' invece esatto - per la chiarezza - che conversando con i Consiglieri (forse c'era anche qualche giornalista) ho fatto l'altra sera, mentre c'era in corso il dibattito sull'urbanistica, delle considerazioni, che confermo che non riguardavano il dibattito sull'urbanistica in particolare, ma riguardavano lo squilibrio che ho notato nella mia esperienza di parlamentare nazionale e di Consigliere regionale, che vi e nelle assemblee legislative italiane, rispetto ad altre assemblee, tra la operativa - che poi è la funzione vera quella di legiferare - e la parte della discussione.
Le mie considerazioni si riferivano anche al dibattito che c'era stato la mattina, per iniziativa del Consigliere Oberto, rispetto alla questione interrogazioni e interpellanze ed i tempi di risposta; facevo anche l'esempio di come sono regolamentate le cose nel Parlamento inglese e nel Parlamento Europeo e trovo più funzionale quel tipo di organizzazione.
Questo è il senso delle mie dichiarazioni e confermo questa mia opinione ne sono fermamente convinto.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

I Consiglieri hanno ricevuto i verbali delle precedenti sedute, che sono stati inviati per posta; se non vi sono osservazioni possiamo considerarli approvati.


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Formazione professionale - Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Educazione permanente

Interrogazione dei Consiglieri Vietti, Soldano, Alberton: "Espletamento delle attività relative all'orientamento professionale ed all'assistenza sociale a favore degli alunni delle scuole materne e dell'obbligo"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Vietti, Soldano, Alberton: "Espletamento delle attività relative all'orientamento professionale ed all'assistenza sociale a favore degli alunni delle scuole materne e dell'obbligo".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione, formazione professionale ed assistenza scolastica

Ho dato risposta scritta a questa interrogazione, comunque vorrei aggiungere qualche parola di chiarimento.
E' nostra intenzione far sì che queste équipes medico-psico pedagogiche, la cui funzione è stata non sempre adeguata alle esigenze siano razionalizzate in futuro. Per noi c'è una via soltanto, quella di rendere l'équipes completa e soprattutto d'integrarla nel territorio perché è evidente che nella misura in cui l'équipes lavora sul bambino questo non potrà fare a meno di continuare ad essere un emarginato.
Se invece l'équipes lavora in collaborazione sia con gli insegnanti sia e soprattutto con la famiglia, con le persone che vivono nell'ambiente allora è probabilmente possibile mettere in moto quei meccanismi che non sono di semplice soluzione, che possono evitare l'emarginazione. Questo è il nostro intendimento.
Già quest'anno noi abbiamo cercato di razionalizzare questo tipo d'intervento privilegiando quelle iniziative che abbiamo ritenuto più valide.
E' evidente che quando ci sarà l'unità locale dei servizi, se ci sarà all'interno della stessa potrà essere collocato anche questo servizio, per cui si potrà stabilire un rapporto territorio-scuola molto più valido quindi con una conoscenza dell'ambiente, dei bambini, della popolazione da parte dell'équipes migliore, in modo da superare gli handicaps che attualmente si verificano.



PRESIDENTE

La parola alla Professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Signor Presidente, signori Consiglieri, anche a nome dei colleghi Alberton e Vietti ringrazio l'Assessore Fiorini per la cortese risposta alla nostra interrogazione, sia per quanto ci ha comunicato per iscritto sia per quanto ha dichiarato in questo momento.
Ritengo comunque doveroso fare qualche precisazione.
Noi condividiamo quanto evidenziato dall'Assessore circa l'Assistenza socio-psico-pedagogica relativamente ai limiti finanziari di cui ha parlato nella risposta scritta; analogamente riteniamo che sia utile privilegiare l'erogazione del servizio alle scuole materne ed elementari nell'ambito della prevenzione; così pure concordiamo sulla necessità di razionalizzare il servizio e collegare la scuola col territorio.
Tuttavia riteniamo di dovere esprimere qualche riserva: relativamente alle nuove iniziative e particolarmente, per quanto concerne la scuola media, ci è sembrata draconiana, cioè stroncatrice la decisione a cui è ricorso l'Assessorato. Non vorremmo che si fossero attuati dei criteri discriminanti soprattutto nei casi in cui gli organi collegiali della scuola erano disponibili e impegnati a promuovere un certo tipo di attività e di assistenza scolastica in senso decisamente positivo. Inoltre, pur riconoscendo la validità del servizio nell'ambito delle scuole materne e delle elementari, e molto importante ricordare che, a livello di scuola media il problema dell'orientamento è fondamentale. In particolare, ci è parso di cogliere qualche riserva, da parte dell'Assessore, sull'uso dei test, come se essi fossero esclusivamente selettivi; noi riteniamo invece di dover precisare che sono essenzialmente orientativi; soltanto in qualche caso limite, cioè in casi speciali da trattare a parte, noi riconosciamo che occorre usare prudenza e analogamente seguire un criterio più preciso e forse anche più restrittivo.
Comunque non vorremmo che si corresse il rischio di addivenire a quella pericolosa distinzione che, circa due anni fa, una circolare ministeriale faceva a proposito dell' orientamento, definendo l'orientamento scolastico come compito della scuola, un impegno dello Stato, e quello professionale come impegno della Regione. Questo dualismo sarebbe molto pericoloso per i giovani utenti, perché il processo educativo e formativo deve essere essenzialmente unitario.
Per quanto poi concerne l'erogazione effettiva dei contributi regionali, sia per quanto riguarda la parte nuova, sia per quanto riguarda la continuazione del servizio precedente, in base a quale criterio sono stati assegnati tali contributi? Forse in base al criterio del numero degli alunni? Non è chiaro, permane ancora qualche dubbio anche a questo proposito.
Infine, quando si parla della possibilità di usufruire di servizi per l'assistenza medico-psico-socio-pedagogica esistenti perché organizzati dai Comuni, o da Consorzi di Comuni, o da Comunità montane, non vorremmo che questo fosse un criterio vincolante. Non si vorrebbe infatti mortificare certe iniziative che non sono soltanto spontanee, ma costituiscono in realtà, il risultato di anni di studio, di ricerca, d'indagine e di approfondimento di problemi specifici; cioè riteniamo che sia necessario approfondire la questione, ma non escludere aprioristicamente quanto già è stato fatto.
Devo inoltre precisare che, in Commissione, il problema non è stato affrontato. Sarebbe opportuno, su certi temi impegnativi, non restare esclusivamente ad affermazioni di tipo marginale e sostanzialmente generico.
Pertanto, per tutte le ragioni esposte ritengo di dovermi dichiarare insoddisfatta anche a nome dei colleghi.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione del personale del Conservatorio musicale di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione del personale del Conservatorio musicale di Torino". Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

La situazione del Conservatorio di Torino è piuttosto intricata, se dovessi descriverla credo che andrei abbondantemente al di là dei quattro minuti che mi sono concessi.
Tuttavia, molto sinteticamente, il problema di fondo è questo: l'applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 417 del 1974 e degli artt. 91 e 92 che di fatto vengono a privare questi insegnanti, per lo meno la maggioranza di essi, di una parte cospicua del loro stipendio che viene a ridursi, in alcuni casi, in 110.000 lire mensili.
Evidentemente questa legge, che in sé è giusta, è stata applicata in modo rigido, drastico soltanto dal Conservatorio di Torino e di Alessandria, gli altri Conservatori italiani hanno pensato bene di rinviare perché il problema, in questo caso particolare, veniva ritenuto particolare in quanto la doppia attività degli insegnanti può essere considerata in alcuni casi a livello professionale, anche se in realtà si tratta di dipendenti di altri enti.
La situazione si è protratta per più tempo, finché ha portato contrariamente a quelle che erano state le decisioni interlocutorie del sindacato che tendeva ad una soluzione nazionale del problema, 35 insegnanti a sottoscrivere una dichiarazione ed a scendere in sciopero. La situazione si è gradualmente evoluta e attualmente in sciopero sono poco più di una dozzina d'insegnanti che ieri sera hanno fatto un'assemblea di cui non conosco i risultati.
E' evidente che quanto ci chiede il Consigliere Cerchio, oltre andare al di là delle nostre competenze, ci può mettere in imbarazzo perché si tratterebbe di assumere in questo caso una posizione su una questione assai complessa e che non può essere né per gli uni né per gli altri, possiamo al massimo auspicare una soluzione del problema che nel momento attuale è nelle mani del Ministro Malfatti il quale, in accordo con i sindacati, sta cercando di risolvere la questione.
In ogni caso penso che l'orientamento degli insegnanti del Conservatorio sia quello di accettare questa mediazione e credo che nell'assemblea di ieri sera abbiano deciso un ritorno al lavoro.
Ripeto, in questo caso si trattava solo più di una piccola frazione del numero iniziale d'insegnanti che era sceso in sciopero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Signor Presidente, signor Assessore, io mi rendo conto che le competenze del Consiglio regionale non prevedono interventi operativi su questi settori, ma trattandosi di un problema molto importante anche sei giornali non ne hanno fatto cenno, trattandosi di lavoratori in sciopero e della paralisi dell'insegnamento nei confronti di centinaia di studenti del Conservatorio di Torino e di Alessandria (che è una dipendenza del Conservatorio di Torino) c'è, come in altre situazioni, in altre rivendicazioni, una responsabilità di fondo soprattutto dell'Ente Regione sollecitato a fare da mediatore in questo campo.
In effetti l'interrogazione voleva sollecitare questo tipo di problematica per vedere una mediazione in merito e anche per dare la possibilità di dibattere anche un'altra problematica che gli studenti stanno portando avanti in questi anni nel senso di cambiare la situazione di minorità dello studente del Conservatorio in quanto e la regolamentazione e l'insegnamento e i metodi sono fermi dal 1932, con programmi scolastici certamente superati, senza un riconoscimento paritetico nei confronti di altre scuole. Si nota infatti che a livello di organi rappresentativi e quindi d'applicazione dei decreti delegati tutte le forme di rappresentanza degli studenti della scuola, del Conservatorio non sono riconosciuti. Inoltre necessita soprattutto una rivalutazione del titolo di scuola del Conservatorio che non è equiparato a nessun'altra scuola italiana.
Esiste infine il discorso della mancanza di strumenti, quali la mensa il presalario, la cassa scolastica, le borse di studio, gli strumenti didattici in genere: tutti mancanti in questo tipo di scuola.
Per la verità pare strano che il Conservatorio di Torino debba rappresentare la cavia o comunque il primo esempio relativamente al trattamento del personale docente per cui si da una differenziazione d'interpretazione e nei confronti dei docenti e nei confronti di studenti per cui da un mese e mezzo non si tengono le lezioni.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino: "Provvedimenti ed iniziative della Giunta regionale in relazione alla carenza di aule e servizi di alcuni Istituti tecnici di Pinerolo"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino: "Provvedimenti ed iniziative della Giunta regionale in relazione alla carenza di aule e servizi di alcuni Istituti tecnici di Pinerolo".
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore al piano territoriale regionale

Sul merito dell'interrogazione, le informazioni che posso dare sono per molti aspetti già note agli interroganti, anche perché venerdì scorso c'è stata un'assemblea a Pinerolo, a cui il Consigliere Colombino ha partecipato, presenti il Sindaco di Pinerolo, il Preside degli Istituti e delle Scuole medie superiori di Pinerolo, i rappresentanti dei Consigli di istituto ed i rappresentanti degli studenti. In quell'assemblea, che è durata più di due ore, si sono dibattuti questi problemi, quindi molti aspetti penso che siano già stati chiariti in quell'occasione.
Io li richiamo, anche per dovere di risposta formale all'interrogazione.
Ia situazione dell'Istituto alberghiero di Pinerolo è diventata critica in quest'ultimo anno scolastico in quanto si sono aggiunti, ai normali frequentanti della zona di Pinerolo, degli allievi che provengono dalla zona di Torino. L'Istituto tecnico alberghiero a Pinerolo è alloggiato in una villa ristrutturata, messa a disposizione dal Comune: sino all'anno scorso questa era una sistemazione funzionale, agibile, non affollata. La presenza di allievi provenienti da Torino ha creato una situazione di affollamento e quindi di difficoltà di funzionamento: si pensi che ben 94 dei 187 allievi provengono da Comuni che stanno al di fuori del comprensorio di Pinerolo. La prima deduzione che si può trarre è che la soluzione di questo problema deve intanto essere ricondotta ad una dislocazione più opportuna sul territorio regionale, nei vari comprensori degli istituti di questo tipo.
Direi che per certi aspetti la soluzione del problema di Pinerolo la si ritrova dando soluzione all'Istituto professionale dell'area torinese, in modo che gli allievi non siano costretti ad emigrare dal loro comprensorio per frequentare questa scuola.
Per altro, la situazione generale delle scuole superiori del comprensorio di Pinerolo, ma anche delle scuole dell'obbligo (l'informazione l'avevamo già ricevuta quando i Comuni ci avevano mandato le annotazioni sullo stato del servizio scolastico) si è dimostrata nel corso dell'assemblea non fra le peggiori di quelle che esistono nella nostra regione; questo evidentemente per una tradizione di presenza di strutture scolastiche nella zona del Pinerolese e anche per l'impegno dimostrato dalle Amministrazioni in questi ultimi anni, che hanno prevenuto la formazione di situazioni critiche.
Le due situazioni critiche che a Pinerolo sono presenti sono quella dovuta all'affollamento dell'Istituto alberghiero di cui si è detto, e quell'altra più grave ancora della sovrapposizione nello stesso insufficiente edificio dell'Istituto professionale Birago e dell'Istituto tecnico industriale Per una soluzione immediata, quella che dovrà essere messa in atto a partire dall'autunno prossimo, il Comune ha già predisposto linee d'intervento che si basano sull'entrata in funzione di un nuovo liceo scientifico, costruito dalla Provincia di Torino, che lascerà liberi i locali fino adesso utilizzati. In questi locali, a detta del Sindaco di Pinerolo, potranno trovare una migliore sistemazione gli altri coabitanti attuali del Liceo scientifico, cioè il Liceo classico, l'Istituto magistrale, la Scuola media, ma trattandosi di 24 aule lasciate libere dal Liceo scientifico c'è la possibilità di usarne una buona parte anche per dare un'immediata soluzione ad altre questioni, come ad esempio quella dell'Istituto alberghiero.
In futuro - e si tratterà qui di riportare il discorso nel prossimo programma d'intervento di edilizia scolastica triennale, programma che dovrà essere fatto entro il mese di gennaio - si tratterà di valutare come dare una soluzione definitiva all'Istituto tecnico alberghiero a Pinerolo oppure, con riferimento alla distribuzione delle residenze dei suoi studenti, nell'ambito regionale.
Voglio però aggiungere che per queste soluzioni si tratterà di giungere dopo una discussione e partecipazione delle comunità locali, delle strutture scolastiche e degli Enti locali comprensoriali di Pinerolo.
In questo confronto dovremo mettere anche in discussione la prospettiva di questi istituti professionali, tenendo conto che essi non possono non essere visti anche nel quadro della riforma della scuola media superiore Penso - ma qui lo pongo come problema che dovremo dibattere - che gli stessi istituti professionali, come quello alberghiero, debbano rientrare nella riforma della scuola media superiore, e che per essi debba essere prevista, una preparazione di base comune a tutti gli altri corsi di formazione, salvi, restando gli aspetti di preparazione professionale specifica.
Quindi in questo anno avremo modo e possibilità di ricercare, con forme partecipatine, la soluzione più opportuna, tenendo conto anche di questi problemi della riforma della scuola media superiore che sono in discussione al Parlamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino



COLOMBINO Michele

L'interrogazione aveva lo scopo di sensibilizzare maggiormente la Regione sul settore importantissimo che a Pinerolo particolarmente sentito ed è particolarmente urgente, infatti, su 1780 allievi che frequentano a Pinerolo gli Istituti Scolastici locali ben 1117 (ossia il 62 %) provengono da altri Comuni del Comprensorio e molti anche al di fuori del Comprensorio per cui la città di Pinerolo non può da sola sostenere un peso così rilevante e così impegnativo nel campo finanziario.
D'altronde l'incontro avvenuto recentemente a Pinerolo nella sede del Palazzo Comunale alla presenza dell'Assessore Rivalta ha visto dibattere seriamente e responsabilmente il problema degli Istituti Scolastici sia dai genitori, sia dagli studenti, sia dai docenti e da tale dibattito è emersa la necessità che l'Amministrazione regionale, in collaborazione con quella provinciale, promuova e sostenga l'iniziativa dell'ampliamento e del potenziamento specie degli Istituti Professionali onde rendere le strutture scolastiche adeguate alle esigenze dei tempi, ma soprattutto alle vere esigenze della zona, conformemente all'altissimo indice della popolazione scolastica



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così esaurite. La Giunta era anche disponibile a rispondere all'interrogazione sul Caseificio Passera ma non vedo il Consigliere Franzi, sarà quindi per la prossima volta.
Il Presidente non ha comunicazioni da fare.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Benzi, Cardinali, Rossi e Zanone.
Colgo l'occasione per fare le condoglianze al Consigliere Rossi che è stato colpito da un grave lutto familiare.


Argomento: Informazione

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Comunicazione del Presidente della Giunta regionale". Ha la parola il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, l'o.d.g. votato dal Consiglio regionale il 7 agosto 1975 in concomitanza all'approvazione della legge che reca "Costituzione del Consorzio per il trattamento automatico dell'Informazione e del Comitato provvisorio per la progettazione di un sistema regionale integrato dell'informazione", invitava il Presidente della Giunta, di concerto con i Rettori dell'Università e del Politecnico di Torino, a procedere perfezionando gli atti necessari alla formazione dello Statuto del Consorzio.
A questo scopo veniva ribadita, in quella sede, l'importanza di assumere il testo della prima stesura della legge come riferimento per la redazione dello Statuto, avvalendosi, per quanto riguardava la progettazione del sistema informativo, della collaborazione del Comitato scientifico provvisorio.
Sulla scorta di queste indicazioni sono stati insediati i due Comitati che nella fase transitoria attuale si configurano come organi della Regione, e si e proceduto nel lavoro a ritmo serrato.
Si sono svolte decine di riunioni dei due Comitati e dei rispettivi gruppi di coordinamento ristretti, sia separatamente, sia in seduta congiunta. Questo lavoro, svoltosi da parte dei rappresentanti dei tre Enti interessati con grande serietà ed impegno ed in un clima unitario e costruttivo, è stato affiancato da contributi di consulenza legale e di messa a disposizione di strutture tecniche fornite dalla Regione.
In questo modo e stato elaborato dal Comitato provvisorioiltesto dello Statuto che verrà valutato, nella sua stesura definitiva, in una riunione che avrà luogo all'inizio della prossima settimana ed un primo testo di relazione del Comitato scientifico, che costituisce la base per un ulteriore lavoro di approfondimento. Un primo testo e già stato consegnato stamane a tutti i Consiglieri.
Questi materiali, insieme ad altri in fase di perfezionamento troveranno,come sede naturale di dibattito e di approfondimento, le Commissioni consiliari, con la partecipazione di quanti hanno lavorato alla loro stesura, nelle forme e nei modi che la conferenza dei Capigruppo d'intesa con la Giunta, stabilirà.
L'urgenza dei tempi nei quali la Regione deve assumere iniziative nei confronti di alcuni aspetti della problematica inerente al Consorzio consiglia però d'illustrare brevemente in questa sede i criteri seguiti finora nel procedere del lavoro e gli orientamenti emersi.
La finalità generale del Consorzio è quella di mettere a disposizione degli Enti consorziati strumenti atti a soddisfare le loro esigenze di programmazione, ricerca, didattica e gestione operativa.
Questo comporta un'assunzione diretta di responsabilità, da parte della Regione, sui temi della ricerca scientifica, sia per quanto riguarda i trasporti tra l'Università ed i temi della programmazione, sia per quanto concerne un adeguamento delle iniziative della Regione Piemonte alle sollecitazioni che emergono dal tessuto sociale.
In questo senso si possono sviluppare delle iniziative da mettere a punto nel quadro del piano regionale di sviluppo e da valutare insieme al Consiglio, che siano finalizzate alla soluzione di problemi di particolare rilievo nei settori di competenza della Regione (della gestione del territorio, della sanità, dell'agricoltura, ecc.).
L'impegno assunto dalla Giunta regionale sulle problematiche dell'Università e, in particolare, sugli insediamenti delle sedi universitarie, tema già affrontato in passato e che oggi deve trovare concretizzazione in proposte ed iniziative precise, trova quindi sulla questione del Centro di calcolo un momento specifico di effettiva definizione.
Il documento del Comitato scientifico è interessante in quanto, a partire da un'analisi della situazione degli attuali centri di calcolo e delle esigenze degli Enti consorziati, individua linee di tendenza possibili e mette a fuoco i problemi inerenti la fase di transizione dalla situazione attuale a quella di unificazione degli strumenti di calcolo all'interno del Consorzio.
Lo Statuto, volto alla definizione di una struttura agile e funzionale ma coerente con la natura pubblica degli strumenti di controllo e di gestione propria dello Stato, definisce le finalità del Consorzio, la composizione degli organi di direzione e di consulenza scientifica, la struttura tecnica, le modalità di finanziamento.
In questa occasione si è fornita al Consiglio una documentazione dettagliata delle iniziative di meccanizzazione interne della Regione. E' un primo documento, ve n'è un altro che sarà poi distribuito, ma per ora non si è ritenuto di farlo.
Questo non solo perché sostanzialmente ultimata la prima fase di analisi delle strutture interne e di individuazione delle priorità, ma anche perché esiste un rapporto tra il metodo seguito in questo settore e le linee fissate nella definizione di costruzione del Consorzio.
La presenza dei consulenti per l'informatica, strumento della Regione per la gestione in prima persona della sua ristrutturazione e per contribuire al conseguimento dei suoi fini istituzionali, è giustificata nell'ottica di una interazione attiva con il Consorzio.
In sostanza, cioè, la Regione non intende concedere deleghe ad altri Enti, se non nelle forme e nei modi da essa democraticamente definiti, ma anzi si e predisposta ad assumere, anche in questo settore, iniziative di coordinamento e di programmazione nei confronti degli Enti locali del Piemonte. Quindi non si delegano altri istituti a compiere determinati atti, la Regione stessa è parte attiva, seminai usa di questi strumenti, ma questo e un discorso che potremo avviare molto più ampiamente in altra occasione.
Ne deriva la necessità, nel momento stesso in cui queste iniziative verranno assunte con la piena autonomia degli Enti locali stessi e nell'ambito della politica comprensoriale, di confermare la politica della Regione nei confronti del Consorzio in modo da favorire la necessaria attività promozionale del medesimo nel fornire all'utenza i servizi necessari. E' un quadro che potrà essere a lungo ed in modo approfondito dibattuto all'interno del Consiglio.
Le considerazioni contenute nel documento distribuito oggi, possono costituire una prima indicazione al riguardo.
Signori Consiglieri, questa comunicazione volutamente mantenuta nei termini sintetici di una prima informazione, che però mi è sembrato opportuno svolgere in questa sede anche nella mia qualità di Presidente del Comitato provvisorio, mi consente di fornire il documento che illustra la meccanizzazione delle procedure interne della Regione. Ed è un dato significativo molto importante, una nuova linea che viene ad emergere.
In esso vengono illustrati i compiti dei consulenti ed il lavoro da essi svolto, i criteri che hanno orientato la Giunta nell'impostare il processo di trasformazione delle strutture e sono dettagliatamente descritte le procedure impiantate ed il loro attuale stato di avanzamento.
In appendice viene fornita una descrizione puntuale dei parametri necessari ed utilizzati nella compilazione del bilancio e le informazioni che si possono ricavare dai tabulati di uscita.
I risultati finora conseguiti non sono che la prima fase di un profondo processo di rinnovamento, di controllo e di intervento sulla spesa, che deve essere gestito dalle forze politiche del Consiglio per conseguire nell'ambito del piano regionale di sviluppo, un più stretto rapporto con gli Enti locali ed un maggior peso della Regione nello sviluppo economico sociale e produttivo del Piemonte.
Questa è l'informazione che io ho ritenuto di dare oggi accompagnandola con un documento; successivamente, nelle prossime settimane, sarà fornita un'ulteriore documentazione, ma siccome si tratta di dati scientifici da verificare, lo sarà soltanto nel momento in cui le forze politiche e quelle all'interno del Consorzio avranno confrontato e deciso di consegnarle alle forze del Consiglio.



PRESIDENTE

Se c'e qualche Consigliere che desidera - rapidamente, trattandosi di un' indicazione, come ha sottolineato il Presidente stesso e sapendo che su questo argomento ritorneremo --prendere la parola, ne ha facoltà.
Il Consigliere Alberton, ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Ringrazio il Presidente di questa comunicazione. Non possiamo che essere anche noi d'accordo sul rinvio in Commissione di un esame più approfondito della cosa. Vogliamo solo ribadire in Consiglio quanto abbiamo già avuto occasione di discutere in sede di Comitato provvisorio: siamo veramente convinti che, allo stato di avanzamento a cui sono arrivati i lavori, s'imponga per la Regione un momento di riflessione perché, pur continuando ad analizzare prospettive alternative fra di loro, la Regione ormai deve necessariamente compiere delle sue scelte e precostituire per il Comitato scientifico alcune ipotesi di lavoro fondamentali.
Quindi da parte nostra non c'é che la piena disponibilità e la sollecitazione affinché i lavori possano proseguire il più celermente possibile.


Argomento: Boschi e foreste - Interventi per calamita' naturali - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Vicepresidente della Giunta regionale sulla situazione occupazionale


PRESIDENTE

Poiché più nessuno chiede di parlare, dò la parola al Vicepresidente della Giunta, Libertini, per la consueta panoramica socio-economica.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Parlerò solo delle variazioni intervenute nel corso della settimana in merito alle vertenze occupazionali, e dico subito che la mia comunicazione odierna sarà positiva sotto questo aspetto in quanto devo dare oggi notizia ai Consiglieri della conclusione di sette vertenze.
Una riguarda la Gutermann di Perosa Argentina, che opera nel settore tessile e dà lavoro a 700 dipendenti: l'accordo definisce i termini della riorganizzazione dell'attività produttiva all'interno del gruppo e ne garantisce per il futuro i livelli occupazionali.
Una seconda comunicazione riguarda la Manifattura Peretti di Borgomanero: qui esiste già un testo di accordo, che lunedì o martedì verrà siglato in Regione.
Per il gruppo Bonzano di Casale è stata raggiunta, con il nostro intervento, una intesa che prevede una diversificazione produttiva, la garanzia dei livelli occupazionali per tutto il 1976, la collocazione di dodici operai in Cassa integrazione a zero ore con impegno di un loro graduale assorbimento nella produzione.
Si è conclusa anche la vertenza concernente la SPI, la società di pubblicità che, avendo perso la pubblicità della "Gazzetta del Popolo" aveva proceduto ad una serie di licenziamenti. E' stata accettata la ripartizione dei lavoratori licenziati indicata dalla Regione in una sua proposta: parte sono stati assunti dalla SIPRA, parte dalla "Gazzetta del Popolo", parte sono stati riassunti alla SPI, nel senso che la SPI ha ritirato il provvedimento di licenziamento nei loro confronti, e la Regione si è fatta carico del collocamento nell'area torinese di quattro lavoratori.
E' stato raggiunto, e questo è abbastanza importante, l'accordo per lo stabilimento di Romagnano della Burgo, con la decisione d'attuare un provvedimento di Cassa integrazione che prevede nell'arco di sei mesi il riassorbimento graduale delle maestranze dei due stabilimenti Burgo e Burgo Scott fra il vecchio e il nuovo. Devo qui comunicare al Consiglio che sulla base di questo accordo, la Regione ha iniziato un confronto più generale con la Burgo in merito alla sua attività in Piemonte in rapporto a programmi espansivi che probabilmente potranno essere comunicati presto.
Si è conclusa, dopo mesi e mesi, la vertenza che riguarda l'assa di Susa, sostanzialmente con una garanzia dei livelli occupazionali e con il collocamento di un certo numero di lavoratori a Cassa integrazione. Avrei qualche riserva da avanzare rispetto all'accordo intervenuto, ma penso sia meglio me ne astenga perché a cose fatte le considerazioni valgono poco.
Infine, e stata praticamente chiusa, con un nostro intervento, la vertenza che riguarda il Caseificio Passera (in proposito c'era una interrogazione del Consigliere Franzi, cui non ho risposto perché il presentatore non era in aula al momento di discuterla). Alla società per azioni si è sostituita una società a responsabilità limitata ed è stato concluso un nuovo accordo con i contadini e quindi l'attività produttiva è ripresa. Vi è in sospeso solo un punto: bisogna che il Ministero delle Finanze si affretti a dare i rimborsi IVA, perché questa è una delle condizioni dell'accordo affinché funzioni il rapporto fra contadini fornitori di latte e caseificio stesso.
Infine, ieri sera abbiamo ricevuto un imprenditore che si accinge a rilevare, con ottanta probabilità su cento, la Max Nova di Novara, una azienda che era avviata alla smobilitazione. Anche questa vertenza riteniamo stia per chiudersi positivamente.
Dato questo elenco, come vedete positivo, devo peraltro dire, sia pure di sfuggita, che sono invece vivissime le preoccupazioni per la Singer e per il Valle Susa. La Giunta non ha oggi alcun fatto nuovo da comunicare in merito a questa situazione estremamente scottante: si riserva di parlarne nella seduta di giovedì prossimo.
Devo dire ancora che, mentre proseguivano i contatti con la FIAT per le questioni che riguardano il territorio (ma su questo l'Assessore Rivalta riferirà alla Commissione consiliare il 3 marzo), la FIAT ci ha chiesto di spostare ancora di otto giorni l'incontro per un confronto sull'assetto produttivo della FIAT nel Piemonte in rapporto al fatto che ancora non dispone di alcuni elementi al suo interno che richiedono un chiarimento (comprendiamo tutti, credo, di che si tratta: basta pensare alla questione Innocenti). Prima di terminare il mio intervento, vorrei rispondere al Consigliere Oberto, che nella precedente seduta aveva posto un quesito circa la Cassa integrazione. Per non ingombrare eccessivamente la seduta dando quindi anche un esempio dello stile che auspico venga adottato in Consiglio, come prima ricordavo al Consigliere Picco...



OBERTO Gianni

Dolce stil novo...



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

...mi riservo di far pervenire non solo al Consigliere Oberto ma a tutti i Consiglieri, entro giovedì prossimo, un'analisi dettagliata dell'andamento della Cassa integrazione, complessiva e per provincia.
Voglio solo anticipare questo dato: la Cassa integrazione, nel '75, ha avuto due andamenti diversi; abbiamo avuto 42 milioni di ore tra gennaio e giugno, meno di 20 milioni di ore fra giugno e dicembre; cioè, vi è stata una riduzione netta della Cassa integrazione; mentre, se l'ultimo periodo dell'anno lo si calcola non con l'anno solare ma dall'ultimo periodo del '74 fino a giugno '75, abbiamo avuto quasi 90 milioni di ore di Cassa integrazione e abbiamo avuto allora il 26 % della Cassa integrazione di tutta Italia.
Questo cosa dice? Indica una cosa che ho altre volte qui ricordato, e che voglio rimarcare a conclusione di questa comunicazione: che noi abbiamo avuto negli ultimi mesi una trasformazione della situazione occupazionale nel senso che, mentre nel '75 la situazione occupazionale era caratterizzata da una vasta area di Cassa integrazione ma da pochi licenziamenti, alla fine del '75 e nelle prime settimane del '76 abbiamo avuto una cospicua restrizione della Cassa integrazione, e la tendenza permane, anche se si è allargata sul territorio - è aumentata a Cuneo e si è ridotta a Torino -, nell'area piemontese, cui fanno riscontro due fatti:il precipitare di situazioni più gravi, non più in sospeso, con 11 mila licenziamenti che però in parte sono stati dispersi dalle azioni condotte, e, dall'altra parte, una ripresa.
Debbo dire infatti qui in Consiglio, perché non è logico che si diano soltanto notizie di sventure, che da due mesi (anche su questo saremo in grado di riferire con indici quantificati credo tra un paio di settimane) in molti settori dell' apparato produttivo piemontese si è delineata una ripresa. Cito in proposito il settore tessile: dal convegno di sabato a Biella è emerso con chiarezza che è in corso una ripresa del settore. E cito il settore automobilistico: la Lancia, per esempio, ha notevoli prospettive produttive; e in questo quadro rientra anche l'informazione che la FIAT ci ha dato, e che io ritrasmetto al Consiglio, informazione definitiva, che la FIAT ha in programma linee di espansione anche occupazionale per gli stabilimenti Lancia, e che in questo quadro non solo intende mantenere in vita lo stabilimento Lancia sito in Torino e chiede pertanto alla Regione di tenerne conto nell'ambito dell'organizzazione territoriale, ma pensa di potenziarlo dal punto di vista degli investimenti, della occupazione.
Su questa ripresa che in Piemonte si è iniziata pesa - l'ho detto l'altra volta e lo ripeto - solo una minaccia: che la stretta creditizia la stronchi sul nascere. E da questo punto di vista debbo ripetere ancora una volta quello che già due volte ho detto in quest'aula, e cioè che vi è una grande responsabilità del Governo che oggi si presenta alle Camere: esso deve sentirsi impegnato ad avviare una politica economica che fronteggi la crisi monetaria non in termini di rozzi strumenti puramente di restrizione creditizia, che qui in Piemonte avrebbero conseguenze gravi non solo rispetto ad una crisi esistente ma anche rispetto alle possibilità di ripresa che si configurano.


Argomento: Piani pluriennali

Stato dei lavori di formazione del Piano di sviluppo regionale


PRESIDENTE

Qualche collega desidera intervenire su queste comunicazioni? Chiede di parlare l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Credo sia utile comunicare brevemente al Consiglio qual è lo stato dei lavori di formazione del Piano regionale di sviluppo, non per dare una risposta surrettizia ad una mozione che è stata presentata ma perché mi pare che per gli sviluppi dei lavori del Consiglio e delle Commissioni sia opportuno conoscere a che punto sono arrivati i lavori per il piano.
Completate dalle Commissioni incaricate dalla Giunta l'analisi approfondita dei settori e la predisposizione del materiale per la stesura del piano, è in corso di stampa questo materiale, che costituisce un malloppo di ragguardevolissime dimensioni (800 pagine circa, forse più) poiché la Giunta ha intenzione di trasmetterlo alle Commissioni consiliari non appena stampato, cioè la settimana prossima, forse già entro la prima metà della settimana prossima. E' anche possibile che, per guadagnar tempo venga distribuito man mano che è pronto. Comunque, entro giovedì prossimo credo che il tutto potrà essere a conoscenza dei Consiglieri.
A questo punto deciderà l'Ufficio di Presidenza, il Presidente del Consiglio, se questo materiale può essere mandato alle Commissioni perch ne comincino l'esame. E' chiaro che contemporaneamente lo esaminerà la Giunta, che arriverà a formulare quella sintesi che costituirà poi il piano vero e proprio. E' ovvio che questo materiale non è il plano di sviluppo ma l'insieme degli studi che concorrono a formare la base sulla quale si deve elaborare il piano di sviluppo.
Noi pensiamo sia utile che il Consiglio venga portato a conoscenza di tutto il materiale di cui dispone la Giunta. I Consiglieri già hanno il rapporto dell'Ires, che è il punto di partenza per il piano regionale di sviluppo, il documento programmatico della Giunta, quello che si e discusso qui, gli atti della Conferenza sull'occupazione, che costituiscono il quadro politico entro il quale la Giunta ha impostato il lavoro di questo piano; venendo a disporre dell'insieme dei risultati delle ricerche che sono state condotte, potrà incominciare a lavorare su queste basi. La Giunta è impegnata a fare una sintesi di questi documenti, che costituirà il piano vero e proprio, ed a portarla in discussione al Consiglio entro termini molto brevi, che possiamo indicare, giorno più giorno meno, intorno al 15 marzo. Certo che nella misura in cui il lavoro delle Commissioni pu già consentire di formulare delle indicazioni anche in questo periodo terremo conto di tali indicazioni per arrivare alla formulazione del documento di piano.
Riteniamo che in questo modo, anche se ci sarà un parziale sovrapporsi del lavoro della Giunta e di quello delle Commissioni, si risponda a quella esigenza fondamentale che avevamo enunciato e alla quale vogliamo restare fedeli: di mettere a disposizione del Consiglio tutto il materiale di studio che abbiamo. Perché la Giunta non intende elaborare il piano nel chiuso delle sue stanze, ma desidera farlo attraverso un confronto il più possibile ampio. E nessun confronto è più ampio di quello effettuato ponendo tutti i Consiglieri nella condizione di conoscere lo stesso materiale su cui lavora la Giunta.
Nella giornata di oggi sarà distribuito ai Consiglieri lo schema del documento finale elaborato dalla Giunta, cioè praticamente la scaletta dei capitoli, un indice schematico del piano di sviluppo, che costituirà anche materiale intorno al quale poter fare questo approfondimento.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 36 bis: "Partecipazione della Regione alla Società per azioni S.A.M.I.A"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto dell'o.d.g.: "Esame del disegno di legge n. 36 bis: ' Partecipazione della Regione alla Società per azioni S.A.M.I.A.'".
Sono pervenuti i placet della VII e della I Commissione, e quindi la legge può essere affrontata, discussa e posta in approvazione.
Ha facoltà di parlare la signora Anna Graglia, che è incaricata di svolgere la relazione.



GRAGLIA Anna, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel rilevare l'estrema gravità della crisi economica che travaglia il Paese ed il Piemonte in particolare evidenziamo la conseguente necessità di porre mano concretamente a tutte quelle iniziative ed azioni che possono concorrere ad avviare un nuovo tipo di sviluppo.
Rilanciare adeguatamente le attività economiche, ed in particolare far giocare alle piccole e medie imprese un ruolo diverso, più autonomo ed importante - come è stato affermato nella Conferenza regionale sull'occupazione, gli investimenti e lo sviluppo economico - vuol anche dire apprestare, pur nei limiti delle attuali competenze, gli strumenti indispensabili in ogni campo.
E' per questo che nel settore della ricerca di mercati interni e internazionali, per migliorare i canali commerciali, la Regione, unitamente al Comune di Torino e alla Provincia di Torino, affronta il progetto di costituzione di un organismo permanente, a carattere regionale, nel quale vi sia una rotazione sistematica d'iniziative e si abbiano tutti i servizi necessari.
Per realizzare questo progetto complesso, uno strumento importante pu essere la Società per azioni S.A.M.I.A. Mediante l'allestimento e la gestione diretta di mostre e saloni e una sua struttura tecnica permanente il S.A.M.I.A. pone infatti a disposizione degli operatori interessati una sede ed una piattaforma tecnica e promozionale capaci di stimolare proficuamente l'interscambio fra le parti, e, conseguentemente, di incrementare la stabilità produttiva ed occupazionale.
Il S.A.M.I.A., sorto nel 1955 a Torino, come Società cooperativa per l'organizzazione del Salone Mercato Internazionale dell'Abbigliamento, è stato trasformato in Società per azioni, a prevalente capitale pubblico, il 13 aprile 1974.
Il capitale sociale, inizialmente previsto in 280 milioni, e suddiviso tra la Provincia di Torino (160 milioni), l'Istituto Bancario San Paolo di Torino (45 milioni), industrie del settore tessile e dell'abbigliamento (30 milioni), è stato recentemente aumentato, stante l'esigenza di assicurare alla Società una base finanziaria allargata per programmi a più ampio respiro, a 450 milioni, ripartito in due distinte categorie d'azione rispettivamente di Serie A (n 42.000) e di serie B (n. 3,000) del valore di L. 10.000 ciascuna.
Le azioni di serie A possono essere possedute unicamente da Enti pubblici o da Enti di diritto pubblico.
La VII Commissione ha discusso in modo approfondito ed in diverse sedute tale problema, facendo rilevare la necessità di una estensione delle sfere di attività della S.p.A. S.A.M.I.A. non limitandola al solo campo dell'abbigliamento e della moda, ma allargandola a tutti i settori produttivi sia dell'industria che dell'agricoltura e dell' artigianato oltre a quelli commerciali.
Tale esigenza è già stata recepita dallo stesso statuto della S.p.A.
S.A.M.I.A. con la modifica dell'art. 5 avvenuta in data 27/1/1976, e in questo ambito si muove la legge.
Operativamente, per promuovere, sostenere, incrementare, coordinare le attività economiche e commerciali, la Regione assume una partecipazione azionaria della S.p.A. S.A.M.I.A.
La Regione acquisisce al suo patrimonio, mediante sottoscrizione di corrispondenti quote del capitale azionario, 17.000 azioni di Serie A della S.p.A. S.A.M.I.A. di nominali L. 10.000 cada una, per un valore complessivo nominale di 170 milioni di lire.
Con questo intervento si avvia una fase nuova delle attività del S.A.M.I.A., capace anche di superare il periodo di difficoltà che lo stesso ha attraversato, dovuto non solo alla crisi economica generale ma agli stessi limiti strutturali che lo ponevano in condizione di affrontare la problematica economica senza possibilità di sviluppo.
Nel Consiglio d'amministrazione e nel Collegio sindacale della S.p.A.
S.A.M.I.A. entreranno membri eletti dal Consiglio regionale, garantendo la presenza della minoranza.
La spesa relativa alla partecipazione alla S.p.A. S.A.M.I.A. sarà addebitata al Bilancio 1976 per la somma di L. 175.000.000 al capitolo 1390.
La VII Commissione ha licenziato con voto unanime positivo il presente testo.
Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti i Consiglieri e la Giunta per l'opera svolta al fine di qualificare anche in questo campo la Regione.



PRESIDENTE

Il dibattito è aperto. Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Oberto ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Desidero esporre brevemente - e per poterlo fare con la maggior concisione e in termini concreti ho scritto, contrariamente al mio solito l'intervento - le ragioni del mio voto positivo, motivate e meditate, sul disegno di legge che concerne la partecipazione della Regione alla S.p.A.
S.A.M.I.A.
Questa Società si è trasformata, nel corso di circa un ventennio di attività e di esperienza, dalla sua essenziale, originaria, forma istitutiva, di natura privatistica, volta alla organizzazione del Salone Mercato Internazionale dell' Abbigliamento, d'interesse ovviamente generale, in società per azioni a prevalente capitale pubblico, per attribuirsi compiti propri di un Ente fiera, volto a valorizzare sfere d'attività di ogni settore produttivo, dell'artigianato all'industria all'agricoltura, sotto il controllo della nostra Regione, ed ovviamente con preferenziale attività promozionale per i prodotti piemontesi, nei vari campi e settori.
Concordo sull'allargamento previsto e sui suoi scopi, ma vorrei porre l'accento sull'esigenza che, così opportunamente operando, non si riduca il particolare ed iniziale interesse al settore dell'abbigliamento, ed anzi lo si evidenzi. E spiego le ragioni di questa mia sottolineatura. Questa attività specifica ha trovato negli anni trascorsi, in forma indiretta quella che era possibile, un apprezzamento ed un intervento anche cospicuo degli Enti pubblici torinesi e della stessa Regione. Il discorso, oggi allargato, sottintende un più vasto argomento, che si connette con l'esistenza in Torino dell'Ente nazionale della Moda, del quale penso che la Regione dovrà pure, un giorno, interessarsi.
Ma ora mi attengo al tema ed ai problemi connessi al Salone dell'abbigliamento, che interessa produttori e compratori, ed interessa anche il settore occupazionale della mano d 'opera.
E' innegabile che il tema moda, nell'economia italiana, ed in quella piemontese, ha bisogno di affrontare, a tempi anche brevi, un piano ed un progetto di sviluppo.
Si tratta di un settore economico che raggiunge i 6-7.000 miliardi di fatturato l'anno; che nel 1974 ha esportato per oltre 3.000 miliardi, ed ha avuto un saldo attivo di 2.200 miliardi, dando un contributo larghissimo per il contenimento del saldo passivo della bilancia commerciale.
Il comparto assorbe 1.200.000 addetti, che rappresentano il 14% delle forze del lavoro italiano; e di essi circa l'85% è personale femminile, di cui 130.000, cioè il 10 %, sono attualmente in Cassa integrazione.
L'imprenditoria italiana, e quella che sviluppa attività in Piemonte, è impegnata in una percentuale certo molto ragguardevole.
Ritengo che una disaggregazione dei dati complessivi ai quali ho fatto riferimento - che non ho avuto modo di fare, ma che può a braccio considerarsi - fornirebbe cifre rilevanti per il nostro Piemonte, come abbiamo potuto desumere nel corso di questi ultimi anni di crisi, avendo presente la complessità produttiva, che va dalla importazione della fibra grezza, naturale o sintetica, sino alla distribuzione, e passa per fasi molteplici di lavorazione, filatura, torcitura, coloritura, maglieria e tessuti, e per settori industriali diversi, come una distribuzione a livelli ristretti, sino a quelli di massiccia e larga distribuzione.
Ricordo di aver sentito proporre all'inizio della prima Conferenza dell'Ente Moda - che finì con l'esserne tutta condizionata - un interrogativo: l'Italia è un Paese manifatturiero e trasformatore tributario all'estero per le materie prime, industrializzato con grande prevalenza nel settore metalmeccanico, e con prospettive di sviluppo per le sue industrie chimiche: ed allora l'industria dell' abbigliamento, il "sistema moda", potrebbe costituire un'alternativa valida, sia pure parziale, ed in quale misura, ad un sistema economico che dà seri molteplici, sintomi di cedimento, cioè al "sistema metalmeccanico"? E' un interrogativo al quale non è stata data una risposta concreta, né e certamente possibile darla, ma che anche il Consiglio regionale, approvando questo disegno di legge, deve porsi e proporsi per gli sviluppi successivi E' un interrogativo impegnato ed inquietante, al quale può darsi soltanto a mio avviso, in queste condizioni, una risposta cautamente positiva, pur nella complessità delle vicende che hanno nomi troppe volte ricorrenti in quest'aula, come Montefibre, Montedison, Valle Susa e via dicendo, con la loro crisi in parte congiunturale, in parte strutturale.
Giuliana Ricca - cito una donna perché la donna è forse la più interessata ad un problema come questo, con una sensibilità tutta particolare, e poi perché, ad un certo momento, vogliamo far entrare nel dibattito anche giudizi di natura femminile - ha fatto un'attenta, accorta disamina del problema, indicando nello scoordinamento di quella che dovrebbe essere invece una coordinata ed integrata, e quindi multipla programmazione, pubblica e privata, una delle cause, forse la prima, che rendono ardua la soluzione del problema in termini concreti. Ma ha anche affermato, la Ricca, che siamo capaci di fare cose che altri, nel mondo non sanno fare: onde è chiaro che, preso atto dell'estrema complessità della situazione, non si può rimanere a guardarla.
Finora, il tessile abbigliamento moda è andato avanti all'italiana.
Ora, dovrebbe andare avanti in un altro modo Qualche settore troverà pure la forza di fare le cose da italiano intelligente, e non all'italiana movendo verso una soluzione ottimale, per la quale è richiesto un eccezionale senso di responsabilità ed un deciso intervento in tema di costi. Si abbia presente che le 3000 lire di costo orario che fanno carico su gran parte degli imprenditori del settore si riducono a sole 1.400 nelle buste-paga, perché le altre vengono assorbite dagli oneri sociali.
Impossibile, così, stabilire prezzi concorrenziali con produttori di Paesi a basso livello di gusto estetico ma anche altrettanto basso costo di produzione e di lavoro.
Per questo, votando positivamente la legge, e richiamandomi anche a talune considerazioni di carattere generale, riprese e ripetute nell'incontro di Biella della scorsa settimana, e ricordate qui questa mattina dal Vicepresidente Libertini, auspico che, come elemento fondamentale, ed a mio avviso preminente, dell'azione che la Società svolgerà, sia costante il rilancio del Salone Mercato Internazionale dell'Abbigliamento; mentre auspico che l'iniziativa dell'Ente fiere possa veramente attuare non soltanto in Torino - vorrei questo sottolinearlo con una particolare evidenziazione -, ma nelle varie zone del Piemonte che hanno particolari vocazioni e tradizioni fieristiche o di mercato interventi equilibratori ed espansivi, in una visione d'insieme congruamente programmata.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Alberton, ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Credo che, volendo emettere un giudizio completo sull'iniziativa che stiamo per varare, non si possa non fare un confronto tra la situazione nostra, piemontese, e quella di altre Regioni con un potenziale industriale più o meno simile al nostro. Se guardiamo sotto questo profilo la situazione lombarda, o quella emiliana, non possiamo non constatare come le strutture di cui dispone la nostra Regione sotto il profilo tecnico organizzativo per questo tipo di lavoro siano veramente di gran lunga inadeguate.
Credo che nessuno possa disconoscere come le strutture operanti in Torino, pubbliche o private, siano grandemente sottodimensionate rispetto ad enti analoghi esistenti in Milano, a Bologna e via dicendo. Il passo che stiamo per compiere deve essere giudicato anche sotto questo profilo.
A me personalmente questo passo sembra ancora inadeguato. Visto che s'intende assegnare a questo ampliamento della partecipazione del potere pubblico nella Società S.A.M.I.A. le dimensioni, in prospettiva, di un ente fiera, a questo punto deve porsi sì il problema di uno sviluppo della diffusione di conoscenza dei beni prodotti nella nostra Regione, ma comunque ci si deve adoperare per far diventare la nostra Regione maggiormente un centro di incontro economico, di scambio con altre Regioni e anche con altri Paesi. Le caratteristiche industriali del Piemonte rendono necessario che si superi quel livello, quasi di esposizione di produzione artigianale, che, a quanto almeno ci è stato dato conoscere, si tende ad assegnare come prospettiva a questo ente. Pensiamo all'importanza dei settori dei beni strumentali, all'importanza che potrebbe avere, per un settore largamente sviluppato in Piemonte quale quello dell'informatica, il creare delle strutture espositive per settori come questi. Se si considera l'alto grado di saturazione che hanno raggiunto analoghi enti presenti, per esempio, a Milano (mi risulta che la Fiera di Milano sia occupata per 200 giorni all'anno, quindi completamente satura ed incapace di recepire ulteriori iniziative), appare evidente che c'e la possibilità di un campo disponibile per una azione del nostro Piemonte. Mi chiedo, però, se possiamo ritenere che sia in grado di assolvere i compiti che ho cercato di delineare una struttura che opera senza una stretta compartecipazione delle categorie degli operatori economici direttamente interessati. Io non nascondo alcune perplessità in materia. Non credo che una struttura che porti il capitale pubblico ad occupare circa il 75% del capitale azionario possa raggiungere questi obiettivi se non le è garantito il consenso degli operatori economici: rischieremmo altrimenti di fare un'operazione ampiamente sottodimensionata rispetto alle necessità che, ritengo, tutti insieme ci proponiamo di soddisfare.
Non posso, quindi, non dichiarare sotto questo profilo una certa insoddisfazione per i lavori della VII Commissione, che credo abbiano perso una occasione per approfondire maggiormente questo tema in un confronto aperto atto a fare un punto sulla situazione, sulle strutture esistenti, in un confronto aperto con gli operatori economici presenti nella nostra Regione. Pensiamo a Unioni Industriali da un lato, Camere di Commercio dall'altro. Non mi risulta, ma sarei lietissimo di essere smentito, che nei lavori di indagine preparatoria di questa legge queste categorie siano state consultate e con queste categorie ci sia stato il franco dibattito che sarebbe necessario.
Un'altra considerazione la vorrei fare rispetto alla partecipazione della Provincia. Conoscendo la situazione gravemente debitoria della Provincia di Torino, è logico chiedersi se la presenza della Provincia in un ente come questo e possibile, oltreché chiedersi se sia istituzionalmente corretta. Queste perplessità se le porranno più giustamente i diretti responsabili. Non posso però fare a meno di sottolineare come, per esempio, la decisione dell'assemblea di aumento di capitale, e quindi di rendere possibile che altri enti diventino azionisti del S.A.M.I.A., per ora non è stata ancora discussa dal Consiglio provinciale di Torino. Sarebbe interessante conoscere come la Provincia di Torino intende muoversi in relazione a questo provvedimento: se intende avviarsi ad un progressivo disimpegno, lasciando che questi interventi pesino più massicciamente sulla Regione, tenuto anche presente che nella prospettiva dell'Ente Fiera non potremo non andare incontro, presto o tardi, a problemi anche di strutture immobiliari, con i conseguenti problemi anche di localizzazione.
Mi sembra, insomma, che rispetto ai problemi in gioco il dibattito non si sia sviluppato in tutta la sua profondità, anche se ho consapevolezza che quanto fatto è un passo in avanti rispetto alla situazione precedente.
Tutto ciò mi induce a chiedere che, approfittando della più prossima occasione che si presenti per questo argomento, che può essere il momento in cui la Regione integrerà con i suoi membri il Consiglio di amministrazione, questa problematica si riapra nella sua interezza, in particolare nei confronti delle categorie economiche. Lo stato d'insoddisfazione, che credo possa trovare tutti consenzienti, sulle strutture esistenti, impone una sintesi, una verifica, convinto che l'operatività del momento pubblico non avrà effetto senza la disponibilità e la capacità anche propria di queste categorie a muoversi ed impegnarsi su questo settore.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che con il disegno di legge che ci accingiamo ad approvare si faccia in concreto un ulteriore passo avanti verso la politica enunciata a favore di un rilancio, una qualificazione, una diversificazione, con l'aiuto degli imprenditori piccoli e medi che operano e che dovranno operare in futuro, nel tessuto regionale piemontese, di cui altre tappe, che sono state oggetto di discussione all'esterno e all'interno di questo Consiglio, si chiamano Tesoreria regionale, Finanziaria regionale.
Con questo atto, oggi diamo l'avvio a quel discorso dell'Ente Fiera del quale, come è stato anche ricordato dal collega Alberton poco fa, il tessuto economico e sociale della nostra Regione sente la necessità. Ed è indubbio che questo ente deve corrispondere - e si vedrà sia nella fase di realizzazione sia nella fase di attuazione e di vita - al concetto di realizzare condizioni generali obiettive che consentano all'imprenditore piccolo e medio, al mondo artigiano, di avere ampi respiri, ampi mercati ampie possibilità di eventuale domanda e di proposizione dei propri prodotti senza dover sostenere le difficoltà e gli oneri che comporta il dover ricercare nei vari punti del globo i possibili acquirenti, i possibili partners per l'attività. Se vogliamo dar luogo ad un dinamismo economico, dobbiamo creare condizioni generali che consentano l'espansione dell'iniziativa privata, finalizzata secondo le linee di programmazione sia per un riequilibrio territoriale che di diversificazione produttiva.
In un quadro proprio di programmazione seria, questa mattina l'Assessore alla Programmazione ed al Bilancio ha precisato quali sono i materiali a nostra disposizione. Ma, intendiamoci, se gli obiettivi che vogliamo raggiungere mirano ad avvalersi di tutte le forze economiche, non espresse o malamente espresse, esistenti nella nostra regione, occorre che realmente ci poniamo la domanda di come far si che questo spirito di intrapresa possa ottenere risultati soddisfacenti. E da parte di un istituto, di un ente pubblico con capacita legislative ed amministrative quale la Regione, il rapporto corretto con il mondo imprenditoriale mi pare consista proprio nel creare condizioni obiettive non nel singolo settore ma in generale, che possano consentire ad essi operatività Mi pare che in questo modo si risponde all'esigenza che le ormai istituzionalizzate comunicazioni dell'Assessore all'Industria evidenziano con il porre in luce la situazione difficile che attraversano gli imprenditori (non voglio usare l'aggettivo "drammatico" proprio per evitare che si contribuisca anche da parte nostra ad accrescere il pessimismo dilagante, che non deve colpire il tessuto e non deve attenuare la nostra volontà di agire).
Esistono, nella nostra regione, attività superate, attività mature piccole e medie, che forse non hanno prospettive di lunga vita nel futuro ma che oggi possono, se si sa creare per esse un mercato idoneo ai loro prodotti ancora richiesti, possono consentire ancora uno sfruttamento dei loro impianti, possono consentire al ciclo produttivo di avviarsi verso quelle fasi di qualificazione e di miglioramento di tecnologie che presuppone poi un successivo passo in avanti.
In questo quadro di finalità, con gli strumenti la cui realizzazione è già alle nostre spalle (la creazione degli strumenti non risolve nulla se non andiamo poi a vedere come questi strumenti possono operare, è questo il discorso successivo), noi abbiamo indubbiamente già fornito alcuni punti cardine, nel confronti dei quali il discorso con le forze imprenditoriali che indubbiamente sono in una fase di timore, di profonda disaffezione per come per lunghi anni è stato gestito il rapporto fra ente pubblico ed attività imprenditoriali, con tutte le conseguenze cui oggi assistiamo, ed anche di una certa sfiducia per certi tipi di attività dell'ente pubblico.
E io credo che il rapporto corretto con queste forze, non soltanto nelle forze cooperative che rappresentano loro ma proprio nella realtà generale specie quando si parla di strumenti operativi come l'Ente Fiera, comporti la necessità per l'ente pubblico, per l'operatore economico, di riacquistare una diversa stima per quelle che sono le produzioni che permettono condizioni di operatività da parte loro. In questo quadro, a mio parere, il confronto con le forze produttive sarà molto più facilitato, per consentire di ottenere la loro indubbiamente indispensabile, essenziale partecipazione ai progetti, alle indicazioni, alle finalità, agli obiettivi che noi abbiamo indicato e che vogliamo conseguire allorché avremo reso operanti con estrema chiarezza gli strumenti in base ai quali la Regione intende svolgere la sua attività.
Non c'è dubbio che l'operazione finanziaria che il disegno di legge presuppone, l'ingresso della Regione nell'ente S.A.M.I.A., l'obiettivo di realizzar e un ente fiera secondo le caratteristiche più volte enunciate verificheremo poi puntualmente la perfetta corrispondenza fra impegni e realizzazioni - siano il modo più preciso per muovere verso i traguardi che ci siamo proposti e che intendiamo raggiungere.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Il Gruppo repubblicano ritiene di dover fare alcune considerazioni su questo disegno di legge.
La prima concerne i criteri d'intervento della Regione, sui quali abbiamo qualche osservazione da muovere, pur apprezzando lo spirito che ha guidato la Giunta ad affrontare questo problema.
N ella passata legislatura regionale la Regione, nei confronti delle iniziative assunte da enti pubblici un po' in tutti i settori della vita regionale, aveva sempre tenuto la posizione di ente che legifera, che stabilisce dei criteri di indirizzo, che promuove delle nuove realtà, ma aveva proceduto sempre con molta cautela all'assunzione d'interventi diretti sul piano gestionale nelle varie branche di attività che via via gli enti pubblici piemontesi erano andati assumendo in vari campi, sono state, quindi, considerate con grande cautela ipotesi d 'intervento regionale in aziende e società come la Società di gestione dell'aeroporto e altre del genere, ritenendosi appunto che in sostanza compito della Regione fosse quello di svolgere un'azione di carattere promozionale, lasciando agli enti pubblici di livello territoriale inferiore il compito di gestire poi direttamente le attività che gli enti pubblici consideravano d'interesse primario.
Ripeto, ci rendiamo conto delle ragioni che hanno indotto la Giunta regionale a prendere in attenta considerazione il problema del S.A.M.I.A.
ma non vorremmo - questo è il nostro timore - che la Regione fosse coinvolta nei prossimi mesi, da parte della Amministrazione provinciale di Torino o dell'Amministrazione comunale, in richieste d'intervento o di partecipazione azionaria diretta in enti, strutture o società che fanno acqua - e ce ne sono molte - e per le quali può essere facile chiedere l'intervento diretto della Regione.
La seconda considerazione che vogliamo fare, in parte legata alla precedente, è che ci sembra un po' preoccupante che in una situazione di crisi o di difficoltà del S.A.M.I.A. l'unica chiave di soluzione la si trovi nell'intervento aggiuntivo ed ulteriore di enti pubblici. Come mai domandiamo alla Giunta - ricollegandoci ad alcune considerazioni che ha fatto poco fa il collega Alberton -, in una situazione che è pur sempre di crisi ma che, come diceva prima il Vicepresidente Libertini, per certi settori lascia intravvedere favorevoli prospettive di ripresa, gli enti privati, nella fattispecie industrie di abbigliamento ecc..., non sono coinvolti in una operazione di aumento di capitale e non hanno la capacità di sostenerla in modo adeguato? Un terzo elemento di preoccupazione dobbiamo consegnare a questo dibattito La relazione che la VII Commissione ha presentato per la discussione del Consiglio ci sembra incompleta, se non altro per un aspetto: le condizioni gestionali attuali del S.A.M.I.A. Noi riteniamo cioè, che il Consiglio debba conoscere in maniera precisa ed approfondita quali sono state le condizioni di gestione di questi ultimi anni del S.A.M.I.A., perché l'aspetto che dovrebbe vedere più attenta e preoccupata la Regione non è tanto la sottoscrizione di una quota di capitale al momento in cui entra nella società, ma quali sono le ipotesi di lavoro che ha seguito il S.A.M.I.A. in questi anni, se ne sono conseguite o no delle perdite di gestione, e comunque qual è la situazione, ripeto, non solo patrimoniale ma anche gestionale di questo ente.
Esprimiamo, ripeto, questo tipo di considerazioni e di preoccupazioni perché in qualche misura possono veder coinvolta la Regione nei prossimi mesi anche in altre iniziative o proposte di questo genere, e, per quanto riguarda il S.A.M.I.A., possono vedere la Regione impegnata non solo sul piano della sottoscrizione di un aumento di capitale ma poi alla copertura di passivi di esercizio.. Ci auguriamo che passività non vi siano, ma vorremmo avere, per quanto riguarda la posizione del Consiglio regionale maggiori elementi di valutazione. Fermo restando il fatto, ovviamente, che non possiamo disconoscere che in un settore così delicato e così importante della vita regionale, la Giunta debba avere la dovuta attenzione verso la necessità di svolgere azioni promozionali.
Ci riserviamo pertanto di esprimere una valutazione definitiva e complessiva su questo tipo di provvedimento in relazione a quanto la Giunta potrà dichiarare a conclusione del dibattito su questo tipo di problema.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Debenedetti, ne ha facoltà



DEBENEDETTI Mario

Intervengo molto brevemente, anche perché, come Presidente della VII Commissione, la mia adesione al progetto di legge risulta già formalmente espressa in sede di Commissione.
Desidero soprattutto rispondere ad alcune osservazioni che sono state fatte dal collega Alberton in ordine appunto ai lavori della VII Commissione. Vorrei dirgli che le preoccupazioni che ha esternato oggi in aula erano state avvertite anche dalla Commissione, tant'è che quella esigenza di fondo cui egli si riferiva, di dotare il Piemonte di uno strumento idoneo per intervenire in questo settore, ha indotto proprio la Commissione a cercar di superare i limiti del vecchio S.A.M.I.A. Per intenderci: proprio in sede di Commissione abbiamo concluso che una partecipazione regionale al S.A.M.I.A. poteva avere un significato solo se la sfera di competenza, di attribuzioni fosse stata ampliata in relazione alle esigenze reali sulle quali tutti, mi pare, concordiamo.
Questo, in effetti, e solo un primo passo verso obiettivi che si potrebbero anche perseguire seguendo altre strade, di più ampio respiro quali quelle indicate dal collega Alberton. Il mio punto di vista, quindi è questo: se non è possibile a breve termine una forma d'intervento globale, non per questo si deve rinunciare ad un intervento che sicuramente si colloca nella direzione di quell'obiettivo finale al quale tutti tendiamo, e che offre un momento di sperimentazione che sarà sicuramente valutato a tutti i livelli, penso prima dalla Giunta e poi a livello di Consiglio, per adeguare questo o eventualmente altri strumenti in funzione di quella che risulterà la forma migliore per garantire che l'intervento regionale sia effettivamente indirizzato al conseguimento di quegli scopi sui quali tutti concordiamo.
Proprio in questa ottica noi riteniamo - parlo anche a nome del Gruppo socialdemocratico - di dare formale adesione a questo progetto di legge: noi riteniamo che sia un esperimento che vada fatto, certi che da questa esperienza deriveranno indicazioni utili per eventuali interventi a più ampio respiro nel settore.
Un'altra osservazione desidero fare. Per quanto riguarda la situazione pregressa del S.A.M.I.A., la sua valutazione comporta indubbiamente una responsabilità diretta della Giunta, che all'art. 2 viene autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire la partecipazione azionaria. La Giunta, nella fase di attuazione, avrà sicuramente a disposizione, e dovrà valutare approfonditamente, data la delicatezza dell'operazione, tutti gli elementi necessari, che le permetteranno di non coinvolgere la Regione in una assunzione di eventuale responsabilità per l'attività pregressa. La finalità della legge non è infatti quella di entrare a sanare una situazione carente del S.A.M.I.A., ma quella di dare un respiro nuovo a questo ente e di dare alla Regione uno strumento per incominciare ad intervenire in questi settori Vorrei ancora rispondere al collega Alberton circa le consultazioni.
Perché non le abbiamo fatte? Intanto, non avevamo motivo di mettere in dubbio le dichiarazioni che ci hanno fatto i rappresentanti della Giunta secondo cui le categorie interessate erano già state sentite ed avevano esplicitamente aderito a questa iniziativa legislativa. Poi, direi che, sia pure in modo informale, la Commissione ha avuto elementi di valutazione quali, ad esempio, la posizione ufficiale del S.A.M.I.A., che è apparsa favorevolmente interessato all'approvazione della legge. Perciò, anche in relazione all'urgenza che nei fatti esisteva di mandare avanti questa iniziativa, per ragioni che penso illustrerà eventualmente l'Assessore, la Commissione ha ritenuto opportuno rinunciare alle consultazioni per non ritardare ulteriormente l'iter legislativo.
Non ho altro da aggiungere. Sicuramente anche questa è una fase nuova di sperimentazione: spetta agli organi competenti della Regione far sì che questa apertura e questo nuovo modo d'inserimento diretto della Regione nel settore dia in concreto quei risultati che tutti auspichiamo.



PRESIDENTE

Non ho altri Consiglieri iscritti a parlare. Dò quindi la parola al Vicepresidente della Giunta, Libertini, per la replica.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Devo rispondere anzitutto ad un quesito posto dal Consigliere Oberto in merito ad una questione di cui si è parlato nella recente Conferenza di Biella.



OBERTO Gianni

Della quale gradiremmo poter leggere gli atti, per non esserne due volte emarginati, in senso buono beninteso, anche perché ne abbiamo avuto notizia attraverso la stampa, ma sempre sotto le ali protettive dell'Assessore Vecchione...



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Per la verità, noi avevamo invitato pubblicamente tutti i Consiglieri a partecipare alla Conferenza: per esempio, il Consigliere Petrini è intervenuto ed ha anche parlato. Comunque, come già le ho detto ieri in Commissione, noi daremo tra qualche giorno una sintesi per problemi dei risultati della Conferenza di Biella, che distribuiremo al Consiglio; poi cureremo anche la stampa degli atti.
Come già ho avuto modo di dire, dunque, alla Conferenza di Biella consideriamo quello che lei ha chiamato "sistema moda", cioè, in sostanza un processo di qualificazione del "tessile", come un elmetto importante, ma non l'unico, di una riqualificazione del settore tessile che consenta a questo di "tenere". Cioè, noi pensiamo non tanto che questo processo possa portare ad una espansione del settore tessile e dell'abbigliamento in termini occupazionali tale da surrogare il "metalmeccanico" (pensiamo viceversa ad altri settori per l'espansione, l'abbiamo detto altre volte) però, pensiamo a questo "sistema moda", a questo tipo d'iniziative, e in generale alla qualificazione del tessile, come una condizione che permette al tessile di essere un settore non da terzo mondo ma da Paese industrializzato.
Debbo subito dire, però - e qui mi ricollego ad altri interventi -, che nell'assumere questa partecipazione del S.A.M.I.A. la Regione non ha di mira soltanto il settore tessile. Noi, in realtà, come è stato già detto e qui rispondo a problemi posti dal Consigliere Alberton, dal Consigliere Gandolfi, e debbo dire che il Consigliere Debenedetti, come Presidente della Commissione, mi ha preceduto in qualche risposta, sulla quale concordo con lui - compiamo, con questa legge, un primo passo, preliminare ma indispensabile, per un progetto assai più vasto, che noi abbiamo (e ci tornerò dopo) dichiarato pubblicamente, e non da oggi: il progetto di dotare la Regione Piemonte, anche se l'ubicazione è Torino, di una organizzazione fieristica che sia all'altezza delle esigenze del suo apparato produttivo e di un potenziamento delle sue correnti di scambio.
Questo progetto, come i Consiglieri sanno, passa per l'acquisizione del S.A.M.I.A. come strumento operativo e tende a risolvere il problema del S.A.M.I.A. non aggiungendo del capitale pubblico ma spingendo il S.A.M.I.A.
ad una sua riorganizzazione interna e facendo assumere ad esso più ampie funzioni: si ricollega con il progetto che è del Comune di Torino, ma che s'incontra con il nostro, di una riutilizzazione, direi di una rivitalizzazione, dell'area di "Italia '61'".



PICCO Giovanni

Sul quale problema spero avremo poi occasione di parlare.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Certamente, ci sarà occasione di parlare di tutto.
L'ottica nella quale noi ci poniamo è dunque questa ottica più complessiva. Quello che compiamo oggi è un primo passo preliminare in questa direzione.
Quando la Commissione ha deciso di non fare le consultazioni (ed è una decisione della Commissione di cui non tocca certo alla Giunta rispondere: in Commissione io sono andato non per chiedere che non facessero consultazioni, ma per dare risposta alle domande), ha tenuto conto del fatto, che io vorrei ricordare ai Consiglieri, che questo problema non è problema di oggi. Se loro aprono gli atti della Conferenza dell'occupazione, vedranno che nella relazione introduttiva che io feci a quella Conferenza era già posta questa questione pubblicamente; e nelle consultazioni che avemmo in rapporto alla Conferenza dell'occupazione, e anche in Consiglio (rimando ai verbali stenografici delle sedute delle Commissioni), noi parlammo di questo, che è uno degli elementi del progetto complessivo che noi abbiamo, ecco il punto. I rapporti con le categorie imprenditoriali sono stati molteplici da questo punto di vista L'ultimo caso è quello di Biella, occasione nella quale vi fu un pronunciamento esplicito a favore di un progetto di questo tipo. Altre occasioni sono state la stessa Conferenza dell'occupazione, perché se si rivedono gli atti si vedrà non solo che ne abbiamo parlato in sede di relazione ma che parecchie organizzazioni imprenditoriali ci hanno risposto sul merito nei loro interventi.
Oggi, dunque, noi facciamo un primo passo preliminare rispetto ad un progetto più complessivo di cui nei mesi scorsi si è parlato in termini generali, e del quale - e qui vengo incontro alla richiesta avanzata dal Consigliere Alberton - sono certo che avremmo modo di discutere, perch questa e la volontà della Giunta, e di discutere presto, e nelle Commissioni e in quest'aula; perché intendiamo, appena realizzato il primo passo, su cui oggi mi pare vi sia larga convergenza, cominciare a mettere in moto il progetto complessivo, discutendone con tutte le componenti del Consiglio, secondo il metodo che noi seguiamo, che è di far passare tutte le decisioni attraverso le sedi istituzionali, limitandoci ad anticipare i nostri progetti, le nostre idee.
Al Consigliere Alberton devo ancora dire che, anche se noi dobbiamo per ragioni istituzionali, mettere l'accento sull'artigianato - l' abbiamo detto anche alle Associazioni, imprenditoriali -, la prospettiva, è ovvio è di uno spazio per la piccola e media impresa, una operazione di quel tipo e una operazione che dà spazio alla piccola e media impresa. Sono, tra l'altro, convinto che sopravverranno nei prossimi mesi delle condizioni (parlo dell'attuazione della legge 382) che ci consentiranno anche di realizzare meglio questo progetto. Faccio solo due riferimenti, fra i molti che potrei fare, il passaggio di competenze in materia industriale che probabilmente avverrà nei prossimi mesi (mi riferisco ai risultati dei lavori della Commissione, sulla cui base i Ministri devono preparare in questi giorni i decreti) e il nuovo rapporto che, senza dubbio, una volta entrata in attuazione la 382, si stabilirà fra la Camera di Commercio e la Regione, perché è ormai di dominio pubblico che la Commissione parlamentare che ha svolto il lavoro sulla cui base si approntano i decreti ha espresso il parere che le Camere di Commercio devono in qualche forma rientrare nella competenza regionale. Per cui io sono convinto che nei prossimi mesi si realizzeranno tutte le condizioni, anche esterne, che oggi non esistono per andare avanti su questa strada.
Voglio infine rispondere al Consigliere Gandolfi in merito a due sue preoccupazioni. Io credo - e so di esprimere il pensiero collegiale della Giunta - che le osservazioni che il Consigliere Gandolfi ha fatto a proposito della prudenza che gli enti pubblici devono avere nell'avventurarsi in una gestione detta siano tutte fondate. Del resto, il Consigliere Gandolfi sa, perché abbiamo lavorato insieme, come ci siamo comportati a proposito della Finanziaria, resistendo anche a pressioni che venivano in questa direzione. La Regione è e deve essere sempre più un Ente che ha funzioni di indirizzo e di controllo, e non di gestione. Tra l'altro, sono convinto che questo elemento potrà essere riportato in primo piano nello sviluppo successivo del progetto, che noi intendiamo come un progetto che vede una convergenza di larghe cooperazioni, di altri enti e di privati. Oggi vi è, come lei stesso rilevava, una sorta di stato di necessità: se si vuol evitare che la situazione si deteriori e si vuol mettere in moto un progetto, siamo chiamati a questo atto necessario Ma questo atto necessario non significa affatto che la Regione imbocchi la strada, che noi consideriamo pericolosa, di una gestione diretta dell'economia.
Cosi, per quanto riguarda le questioni interne del S.A.M.I.A., terremo presenti le osservazioni che ha fatto il Consigliere Debenedetti: noi ci varremo dei poteri che ci ha dato la legge per evitare che ci piombino addosso situazioni pregresse delle quali non vogliamo assolutamente esser chiamati a rispondere.
E' dunque in questa linea di prudenza, ma di tempestività, e nell'ottica di un progetto più generale, che vogliamo discutere per intero in Consiglio, che noi chiediamo l'approvazione da parte del Consiglio della legge, così come parere positivo è venuto dalle Commissioni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Armella, ne ha facoltà



ARMELLA Angelo

Chiederei alla Giunta di volerci ragguagliare sulla situazione economica attuale del S.A.M.I.A. Mi è capitato poc'anzi di parlare con una persona che dice di vantare crediti nei confronti del S.A.M.I.A., e che era in attesa dell'approvazione della delibera per poter chiedere alla Regione di dargli quanto gli compete. L'ho invitata a rivolgersi direttamente al S.A.M.I.A., perché è dal S.A.M.I.A. che dovrà essere pagato. Ma c'é la possibilità che altri abbiano la stessa bella pensata.
Sarebbe bene, quindi, che potessimo conoscere a quanto ammonta il disavanzo del S.A.M.I.A. per il passato, prima di diventarne soci.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

E' una richiesta che provvederemo senz'altro a soddisfare. Però, sarà bene non badare troppo alle richieste: c'è gente ad esempio, che quasi ogni giorno viene a chiedermi di trovare del lavoro a domicilio: io non d lavoro a domicilio. Altri vengono in Regione a presentare richieste le più bizzarre.
E' chiaro, comunque, che per i problemi del S.A.M.I.A., deve essere il S.A.M.I.A. a risolverli: il problema è diverso, l'ha detto lei stesso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Alberton chiede di fare già ora la sua dichiarazione di voto. Penso si possa consentirglielo, anche se non rientra nella prassi consueta.



ALBERTON Ezio

Anticipo a titolo personale - senza coinvolgere il mio Gruppo -, la dichiarazione di astenermi nella votazione sulla legge.



PRESIDENTE

Chiede di parlare per dichiarazione di voto anche il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Visto che siamo già passati alle dichiarazioni di voto, mi corre obbligo precisare l'atteggiamento del Gruppo della Destra nazionale nei confronti di questa legge.
Noi riconosciamo, e anzi apprezziamo, le finalità intrinseche del disegno di legge portato in questo momento al nostro esame. Ma, a parte la riconosciuta esigenza e necessità di utilizzare il S.A.M.I.A. come strumento operativo della Regione, rimane in noi, pur dopo questo dibattito, la fondata perplessità che deriva da questo incamminarsi della Regione, cioè di un Ente pubblico, lungo la strada pericolosa della gestione diretta di enti quali il S.A.M.I.A. Ci rendiamo conto che questo è un passaggio obbligato che l'Esecutivo in carica deve affrontare, ma crediamo di non potere da parte nostra confortare questo tipo di sperimentazione con un voto favorevole. Per cui, fatte salve le dichiarazioni rese in premessa, il Gruppo della Destra nazionale si asterrà in sede di votazione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

La risposta del Vicepresidente Libertini ci soddisfa pienamente per un aspetto, cioè l'impegno della Giunta a non imboccare la strada degli impegni diretti di carattere gestionale. Ci lascia però insoddisfatti per un altro aspetto: noi, di fatto, con questo intervento, di cui pur comprendiamo le ragioni, entriamo in questa struttura al buio, cioè senza avere una minima valutazione di quella che è stata la situazione gestionale negli anni scorsi, e non tanto, direi, per i debiti pregressi che possiamo trovarci a dover calmare, quanto per quella che può essere una valutazione anche d'impegni di carattere gestionale, cioè di contributi di carattere gestionale che sarà poi necessario erogare, sia pure sotto forma di riduzioni e di nuovi aumenti di capitale nei prossimi anni.
Vorremmo che la Giunta, su questi aspetti che riguardano il progetto futuro e la effettiva situazione patrimoniale e gestionale dell'ente negli ultimi esercizi, fornisse al Consiglio nelle prossime settimane elementi più precisi di valutazione.



PRESIDENTE

Consigliere Gandolfi, a questo punto della discussione posso accettare solo delle dichiarazioni di voto, non più domande o richieste.



GANDOLFI Aldo

Non potendo avere risposta alla mia richiesta, dichiaro la nostra astensione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi, anch'egli per dichiarazione di voto.



BIANCHI Adriano

Non intendevo parlare ora, signor Presidente, ma anticipo la mia dichiarazione per non dover poi aprire la serie delle dichiarazioni.
Desidero dire, semplicemente e telegraficamente, che il mio Gruppo voterà in coerenza con l'atteggiamento assunto in Commissione, a favore della legge, sottolineando però che, con il passare dei giorni e anche per effetto della discussione in aula, sono cresciute fortemente in noi le perplessità, avendo avuto tutti meglio coscienza delle implicazioni generali che comporta questa decisione, che oggi presenta ancora, dal punto di vista obiettivo, aspetti di polivalenza in prospettiva che devono trovare indicazioni in ordine alle scelte che saranno fatte.
Già il Vicepresidente della Giunta ha fornito alcuni chiarimenti su sollecitazione del Consigliere Alberton, la cui preannunciata astensione non è un fatto esclusivamente personale ma integra l'atteggiamento del Gruppo, che e preoccupato, attento e in attesa che la questione venga riportata ad una discussione più ampia, per dare una soluzione generale che sia conforme alle indicazioni già qui fornite e a quelle più precise che potranno essere date con giudizio sugli strumenti che verranno proposti dalla Giunta e adottati dal Consiglio.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono così concluse. Possiamo pertanto passare all'articolato.
Art. 1 - "Allo scopo di promuovere iniziative commerciali per sostenere ed incrementare le attività economiche del Piemonte e di favorire lo sviluppo e il coordinamento di tali iniziative relativamente ai settori produttivi - industriale, agricolo e artigianale - e a quelli commerciali la Regione assume una partecipazione azionaria nella Società per azioni S.A.M.I.A., con sede in Torino" Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 48 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'art. 1 e approvato.
Art. 2 - "La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire alla Regione l'acquisizione al proprio patrimonio, mediante sottoscrizioni di corrispondenti quote del capitale azionario, di n. 17.000 azioni di serie A di nominali L. 10.000 caduna della Società per azioni S.A.M.I.A. per un valore complessivo nominale di 170 milioni di lire.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a prestare fidejussione alla Società S.A.M.I.A. per le eventuali necessità di finanziamenti destinati ad investimenti, nei limiti degli appositi stanziamenti di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 48 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "I membri del Consiglio di Amministrazione e del collegio sindacale della S.p.A. S.A.M.I.A., la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi degli artt. 2458 e 2459 del C.C., saranno designati dal Consiglio regionale, assicurando la rappresentanza delle minoranze.
I Consiglieri di Amministrazione come sopra nominati sono vincolati nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione".
Non sono stati proposti emendamenti Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 51 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'articolo 3 e approvato.
Art. 4 - "Per la sottoscrizione delle quote di capitale azionario di cui all'art. 2 della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1976, la spesa di 170 milioni.
Per gli oneri legali connessi alle operazioni di cui al precedente comma è autorizzata, per l'anno finanziario 1976, la spesa di 5 milioni.
Agli oneri di cui ai precedenti commi si provvede mediante una quota di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 1404 del bilancio per l'anno finanziario 1975, ai sensi della legge 27/2/1955 n. 64, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1976, del capitolo n. 1390 (Rubrica n. 3 - Interventi in campo finanziario - Categoria XII Partecipazioni azionarie e conferimenti), con la denominazione 'Oneri relativi alla sottoscrizione di quote di capitale azionario della S.p.A.
S.A.M.I.A., nonché oneri legali connessi', e con lo stanziamento di 175 milioni.
Il Presidente della Giunta è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si passi allora alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 53 hanno risposto SI 48 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 52 hanno risposto SI 47 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 36 bis è approvato.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame delibera "Piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi"


PRESIDENTE

Il punto sesto dell'o.d.g. reca: "Esame delibera 'Piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi'".
La parola al relatore, Consigliere Rosci.



ROSCI Marco, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il piano regionale, per quanto riguarda la difesa del patrimonio boschivo, risulta composto sostanzialmente da due parti: una prima parte di rilevamento statistico effettuata a cura dell'Assessorato all'agricoltura, attraverso un lavoro svolto dagli Ispettorati ripartimentali del Corpo forestale e dalle loro stazioni; una seconda parte che costituisce il piano vero e proprio, a sua volta composta di due elementi: la delimitazione dell'area territoriale piemontese, che rientra nei limiti del piano stesso, e la pianificazione vera e propria degli interventi, con relativa previsione finanziaria.
L'interesse della prima parte è in relazione soprattutto alla possibilità di quantificare il rilevamento statistico e relativa evidenziazione cartografica attraverso tre parametri: i luoghi di maggior frequenza e accentramento degli incendi; le caratteristiche degli incendi in riferimento alla superficie ed al tipo di bosco e alla percorrenza dell'incendio; la frequenza temporale nell'arco di tempo di un anno nei territori dei singoli Ispettorati ripartimentali. Va osservato, dal punto di vista tecnico, che l'evidenziazione cartografica, specialmente di quest'ultimo punto, e cioè della frequenza temporale degli incendi e della loro estensione, va riferita alle singole zone di competenza degli Ispettorati compartimentali, per cui, ad esempio, dalla cartografia allegata al piano risultano quali zone particolarmente battute dagli incendi territori controllati dall'Ispettorato di Novara e da quello di Torino, mentre nelle previsioni di intervento del piano la parte maggiore anche a livello di previsione finanziaria, risulta (all'incirca per metà) riferita all'Ispettorato di Cuneo. Questa differenza è da riferire appunto al fatto che i rilevamenti, e quindi l'evidenziazione, sono riferiti ai singoli Ispettorati del Corpo forestale per la protezione dagli incendi senza riferimento all'estensione del patrimonio boschivo rispetto al territorio dell'Ispettorato stesso, per cui ovviamente, dal momento che nel territorio dell'Ispettorato di Cuneo l'estensione del patrimonio boschivo è molto maggiore di quella delle zone di competenza degli Ispettorati di Novara e di Torino, anche se sui territori di competenza di questi Ispettorati la frequenza e l'intensità degli incendi risulta molto evidente sulla carta, in realtà non è così incidente rispetto al totale del patrimonio boschivo, e quindi alla necessità di interventi operativi da parte della Regione ai fini della prevenzione degli incendi stessi.
Il testo del Piano esamina anche l'attuale situazione e organizzazione del servizio antincendi, sulla base della legge regionale n. 13 del 6/5/1974, e formula anche in questo ambito ipotesi di pianificazione.
Per quanto riguarda la pianificazione delle opere, la Commissione ha ritenuto di dover raccomandare, nella fase decisionale ed esecutiva, una particolare oculatezza nella scelta delle opere stradali di accesso e di percorrimento boschivo (per cui vi è una previsione di spese per più di 5.000.000.000) e negli interventi sul bosco attraverso i viali tagliafuoco nel senso di una loro esclusiva funzionalità al controllo ed alla protezione del patrimonio boschivo. Questo è un punto che la Commissione ha ritenuto particolarmente importante, perché in un certo senso non venissero contrabbandati interventi sul territorio a livello di viabilità che non fossero specificatamente riferiti alla protezione del patrimonio stesso cioè diventassero, ad esempio, delle strade di accesso e di penetrazione anche di tipo turistico.
Riferendosi più in generale al servizio antincendi, la Commissione concorda sulla necessità di un ulteriore potenziamento, secondo le modalità indicate nel Piano, soprattutto per quanto riguarda il servizio radio (in quanto la parte del Piano che fa un esame della situazione attuale del servizio antincendi ha evidenziato una persistente carenza, dal punto di vista tecnico, nel servizio radio messo a disposizione delle squadre antincendi) e per quanto riguarda il servizio aereo con elicottero. A questo proposito, la Commissione riterrebbe opportuno che la Regione esamini la possibilità tecnica di un servizio aereo polivalente (già attualmente l'elicottero affittato dall'Assessorato all'agricoltura svolge alternativamente servizi per l'agricoltura e per l'osservazione e l'intervento antincendi) di diretta responsabilità regionale, quale oggi ancora non è, perché si tratta semplicemente di un affitto da società privata.
Per quanto riguarda, infine, l'organizzazione e l'impiego del servizio antincendi e l'addestramento del personale, soprattutto di quello volontario locale, la Commissione ritiene essenziale la più stretta collaborazione del Corpo forestale con gli enti e le Comunità locali, e anzitutto con le Comunità montane (questo collegamento è particolarmente necessario, anzi essenziale, per il servizio volontario locale); ciò anche in riferimento agli interventi nell'ambiente - cioè gli interventi di tipo stradale e di viali tagliafuoco - che sono previsti dal Piano.
La Commissione raccomanda unanimemente l'approvazione formale del Piano da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini



MARTINI Mario

Vorrei fare alcune considerazioni sul piano antincendio partendo anzitutto da un'osservazione di fondo e cioè che la legge regionale del 6 maggio 1974 n 13 ha facilitato enormemente il compito dell'attuale Giunta la quale ha potuto avvalersi di strumenti che molto opportunamente erano stati previsti anni or sono. Difatti la legge regionale prevedeva la divisione del territorio regionale in distretti, appunto ai fini della prevenzione degli incendi; questo e avvenuto e con encomiabile dedizione da parte del Corpo forestale che ha saputo adeguare la sua strutturazione alle linee di indirizzo della Regione.
La Regione è stata divisa in 19 distretti. A questo proposito - proprio perché seguo soprattutto i problemi degli enti locali - dovrei fare un piccolo rilievo: anche qui i distretti sono stati delimitati non tenendo ancora conto dell'esistenza dei comprensori o non tenendone adeguatamente conto, mentre in linea generale, visto che i comprensori stanno per diventare una realtà e visto che non passa seduta di Consiglio senza che se ne parli, sarebbe opportuno che si incominciasse a tenerne conto e si facessero coincidere uno o più distretti con il comprensorio.
Va però notato che nei 19 distretti sono distribuite 84 stazioni della Forestale il che, visto a livello cartografico, dà la sensazione di un'organizzazione abbastanza capillare e valida; ma se si scende ad un esame della situazione si vede che delle 84 stazioni, 63 sono aperte, 21 sono chiuse e delle 63 aperte ce ne sono 7 che hanno un unico elemento che poi ha il compito di coordinare l'attività di tutti i volontari che, come viene evidenziato dalla cartografia e dai dati della relazione, sono abbastanza numerosi e sparsa un po' in tutti i Comuni della Regione.
Perciò approfitterei di questa proposta di delibera che ci viene sottoposta per richiamare l'attenzione della Giunta appunto su queste stazioni sguernite. Non è ancora stata chiarita la competenza in merito ai dipendenti del corpo delle Guardie forestali, pero è certo che ci sono altre Regioni d'Italia, sia al Sud, sia al Nord, che hanno delle situazioni, per quanto riguarda il personale presente, notevolmente migliori e quindi ci vorrebbe un richiamo al Ministro competente per avere una più equa distribuzione fra le varie Regioni.
Con le assicurazioni avute dal Ministro Morlino, si dovrebbe arrivare alla fine del mese di agosto ad avere i decreti delegati ed allora sarebbe opportuno che la dipendenza delle Guardie forestali venisse chiarita ed avremmo così maggiori possibilità di intervento di quante non abbiamo ora.
Il piano prevede una spesa complessiva di 16 miliardi che dovrebbero essere reperiti su due leggi che operano in questo settore: la n. 47 dell'1/3/1975 che stanzia 4 miliardi all'anno, a cominciare dal 1976; e la n. 493 del 16/10/1975 che stanzia, per il 1976, la somma di 8 miliardi.
Come si vede gli stanziamenti, rapportati alle esigenze del Piemonte sono estremamente esigui. Naturalmente questo non dipende da noi, pero ritengo dipenda dalla Regione Piemonte far sì che si svolga un'azione di coordinamento tra la Regione e gli enti locali, in modo da razionalizzare ed eventualmente integrare gli interventi statali.
Dalla relazione risulta che è stata individuata in 5 miliardi la somma necessaria per un primo intervento correlato al piano per le strade di accesso e di penetrazione; è una cifra che può essere considerata ragguardevole, ma non è sufficiente.
Ed allora, proprio per insistere su questo concetto del raccordo tra gli interventi dello Stato e quelli che potrebbero essere gli interventi della Regione, mi e doveroso qui richiamare l'attenzione della Giunta sul problema delle strade militari.
Noi abbiamo un patrimonio enorme di strade militari che possono essere considerate strade sia di accesso, sia di penetrazione, che si trovano per in uno stato giuridico tutto particolare perché i Comuni, le Province, le Regioni non sono competenti, l'autorità militare, pur essendo competente non ha i mezzi, oppure per motivi di carattere vario non ritiene opportuno intervenire in questo settore. Perciò sarebbe bene che la Giunta regionale prendesse accordi con le autorità militari per vedere quali strade possono essere sdemanializzate, il che con poca spesa permetterebbe di salvaguardare un patrimonio stradale (anche ai fini della protezione dagli incendi) che ha un valore di centinaia di miliardi.
Un altro settore per il quale suggerisco un coordinamento fra Regione ed enti locali ed in modo particolare con le Comunità montane è quello dell'addestramento dei volontari. I volontari sono stati reperiti a livello comunale, era la prima fase e forse non si poteva pretendere di più comunque c'é una notevole rispondenza. Però bisogna dare loro la sensazione che non ci si avvale di questo volontariato solo nei momenti cruciali, ma si considera in tutto il suo valore l'adesione di questi contadini e montanari (e non solo contadini e montanari) a iniziative di questo genere.
La relazione prevede una spesa media di 50000 lire pro-capite per corsi di addestramento e di formazione dei volontari. Poiché le Comunità montane stanno costituendo un po' ovunque un servizio di volontariato a livello di agenti giurati volontari per la tutela della proprietà privata, sarebbe opportuno che ci fosse un coordinamento tra le iniziative della Regione della Forestale e delle Comunità montane, per dare a questi servizi una visione più confacente alle esigenze di intervento nelle zone montane.
Ritengo che lo spirito del provvedimento che stiamo per varare non sia soltanto quello di tutela di un patrimonio forestale esistente e di un suo eventuale incremento, ma piuttosto quello dell'incremento e della tutela dell'economia montana rapportata alle esigenze dei montanari.
Ed allora non posso fare a meno di richiamare l'attenzione della Giunta su un problema che fra l'altro ha già avuto delle ripercussioni a livello di cronaca: quello della proibizione dell'accensione di fuochi nelle zone boscose, nel periodo compreso tra il mese di ottobre ed il mese di aprile.
Dalla relazione predisposta dalla Giunta - la quale si è avvalsa della collaborazione fattiva dell'Ispettorato regionale alle foreste, a cui va il nostro vivissimo ringraziamento - si e visti che effettivamente il periodo tra novembre ed aprile è quello in cui si verifica il maggior numero di incendi. Se c'è una carenza, è quella che non viene evidenziato in che tipo di boschi avvengono gli incendi. Io sono un profano, ma ritengo che è più facile che gli incendi si verifichino piuttosto nei boschi resinosi che non in quelli cedui.
Un'altra cosa che andrebbe evidenziata è a chi e imputabile questa presenza di fuochi così diffusi in tutta la nostra montagna: ritengo comunque che non sia imputabile al montanaro che vive in montagna e che è il primo interessato alla salvaguardia della sua economia.
Sarebbe opportuno quindi che la Regione avesse dei contatti con le Comunità montane e con i Comuni per trovare eventualmente una possibilità di delega in relazione ai provvedimenti che devono essere assunti per la salvaguardia del nostro patrimonio boschivo dal pericolo del fuoco, in modo da trovare sul posto gli accorgimenti necessari affinché il montanaro possa senza danno per lui e per il patrimonio boschivo - distruggere il fogliame che non ritiene opportuno di sotterrare, oppure venga messo in condizione di poterlo sotterrare con degli interventi a livello di équipes di operatori che sul posto non si trovano più e che e forse necessario andare a reperire altrove.
Ho voluto fare queste considerazioni in senso costruttivo, ma con una considerazione finale di carattere politico generale e cioè che se la Giunta è stata messa dalla legge regionale del 1974 in condizione di rispondere con tanta precisione ed in modo accettabile, ritengo, da tutte le componenti politiche presenti in Consiglio, alla richiesta di un plano di intervento della legge nazionale per la tutela del patrimonio forestale contro il pericolo del fuoco, ciò lo si deve anche alla preveggenza che in allora c'è stata e che dimostra come la necessità di razionalizzare gli interventi e di portare avanti una determinata politica di intervento d'accordo con gli enti locali, sia una necessità ormai acquisita nel costume, al di là delle formule di nuovi o vecchi modi di governare, e come su questi temi sia possibile trovare un accordo fra tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Signor Presidente, i Consiglieri della passata legislatura sicuramente ricorderanno il dibattito svoltosi in sede di Consiglio nel marzo del 1974 in occasione dell'approvazione della legge regionale per gli interventi prevenzione ed estinzione degli incendi forestali.
In quell'occasione si sono poste in evidenza tutte le implicanze di ordine economico ed ecologico conseguenti i numerosi incendi di boschi che purtroppo ogni anno si verificano nell'ambito territoriale della nostra regione.
Tali fatti non sempre occasionali, ma purtroppo il più delle volte colposi ed anche dolosi, sono stati affrontati dalla Regione nel corso della passata legislatura con la massima responsabilità.
Oggi il Consiglio è chiamato a decidere sul piano regionale di attuazione della legge elaborato dagli uffici tecnici della Regione per dare pratica attuazione alla legge 1/3/1975 n.47.
Il piano così come impostato si può considerare valido perché da la possibilità di intervenire convenientemente ogni qualvolta si verificano incendi nelle zone forestali L'unico aspetto sul quale mi permetto ai insistere è quello relativo all'impiego di mezzi aerei allo scopo di poter intervenire più tempestivamente in quelle località meno accessibili per l'uomo e dove più difficilmente si possono impiegare i mezzi manovrati a mano.
L'impiego di mezzi aerei, già utilmente sperimentato in altri Stati attraverso particolari servizi di difesa civile, come avviene in Francia e negli Stati Uniti d'America, potrebbe rappresentare la soluzione più avanzata per la difesa dei boschi dagli incendi.
Non essendo stato ancora organizzato un servizio analogo, ritengo che la Regione dovrebbe esaminare autonomamente l'impiego di elicotteri che potrebbero essere utilizzati anche per altri servizi in caso di calamità naturali (alluvioni, valanghe, slavine) oppure per la difesa fito-sanitaria nelle zone ove già sono costituiti gli eliconsorzi.
E' appena il caso di ricordare che la vastità del territorio che deve essere costantemente tenuto sotto controllo, richiede una costante vigilanza e soprattutto l'immediato allarme e la maggiore tempestività di intervento. Sono tutti aspetti nei confronti dei quali non sempre la vigilanza da terra può essere soddisfacente.
Mi rendo perfettamente conto che l'attuazione di un tale sistema di avvistamento e di intervento a mezzo di elicotteri può essere costoso tuttavia i riflessi di economia per la difesa del patrimonio boschivo e soprattutto ecologici, per la salvaguardia dei beni naturali, possono essere considerati prevalenti nell'interesse dell'intera società.
Raccomando anche alla Giunta ed in particolare all'Assessore che nell'attuazione del piano si faccia ricorso a tutti quei moderni sistemi di difesa, anche preventiva, mediante l'utilizzo dei mezzi chimici già ampiamente sperimentati.
Sono prodotti a base di nitrati e fosfati che decomponendosi chimicamente sottraggono idrogeno ed ossigeno nella zona ove si sviluppa l'incendio creando condizioni chimiche che estinguono le fiamme. Tali prodotti oltre che favorire l'estinzione delle fiamme determinano la concimazione del suolo favorendo lo sviluppo della vegetazione in maniera più accelerata.
Ho voluto brevemente formulare queste sintetiche considerazioni a titolo di raccomandazione per l'Assessorato, perché convinto che la difesa dei boschi significa la difesa di un bene pubblico, cui la Regione deve provvedere con tutti i mezzi sia finanziari che tecnici di cui oggi si pu disporre.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la replica.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Io devo anzitutto ringraziare il Presidente della Commissione e gli altri colleghi che sono intervenuti affermando che considero altamente costruttivi le indicazioni ed i vari suggerimenti che qui hanno portato.
Consigliere Martini, indubbiamente la legge n. 13 che nella passata legislatura è stata discussa ed approvata ha rappresentato un buon supporto per la predisposizione del piano.
Non ho capito bene, invece, il discorso da lei fatto sui 19 distretti e sui relativi comprensori, perché qui il discorso è un altro, e cioè che i distretti sono troppo pochi, e alcuni troppo distanti; il problema sarebbe quello di renderli più centrali.
Concordo in pieno, invece, per quanto riguarda le stazioni, ma fino ad ora non è stato possibile fare molto, anche se si tratta di una questione importante.
Io sono in possesso della bozza di quello che dovrà diventare il decreto delegato nel quadro della 382 e con piena soddisfazione possiamo dire che i voti delle Regioni (se rimane quel testo) sono stati esauditi perché il Corpo forestale viene soppresso e le Regioni potranno trasformarlo in un corpo di polizia forestale senza compiti militari.
I restanti funzionari che sono ancora statali passano alle Regioni passano alle Regioni le restanti foreste, le stazioni e si potranno organizzare come meglio si riterrà.
I limiti della legge per il finanziamento li conosciamo tutti quanti.
C'e il problema delle strade militari che può essere preso in considerazione tenendo conto che le strade militari hanno una loro funzione, che è quella fondamentale, se però servono per evitare di fare una strada ben vengano. In questo senso mi pare di poter accogliere anche la raccomandazione della Commissione e del suo Presidente che si preoccupava perché le strade sono indispensabili anche per la tutela del bosco, ma sono anche quelle che lo rovinano. Noi qui le abbiamo ipotizzate a sua tutela.
Per quanto riguarda le osservazioni del Consigliere Franzi devo dire che noi non utilizziamo aerei, anzi, i nostri funzionari sono contrari agli aerei, essi sostengono che per le caratteristiche della nostra regione sarebbero di difficile impiego e pericolosi. Comunque, nonostante questo che è il pensiero dei funzionari, come Giunta abbiamo ritenuto di aderire ad una richiesta del Ministero di fare un esperimento. Però i funzionari sono contrari agli aerei, non a tutti i mezzi aerei, infatti è in servizio un elicottero e altri potranno essere messi in servizio. Posso accogliere la raccomandazione di avere un servizio unificato, si tratta, da parte nostra, di riuscire ad organizzare un servizio adeguato e che potrebbe rendere maggiormente economici sia la vigilanza e l'intervento contro un incendio, sia il trattamento antiparassitario.
Posso anche accogliere le altre raccomandazioni che mi vengono sia dal Presidente della Commissione, sia dal collega Martini relativamente all'esigenza di una maggiore collaborazione con le Comunità montane e sono anche d'accordo di dare una delega, almeno per una serie di certi servizi.
Purtroppo, sulla base della 47, non era possibile, però nel quadro del passaggio di ulteriori competenze credo che la materia possa essere meglio organizzata non solo con la semplice collaborazione, che è importante e già c'è, ma con la responsabilizzazione delle Comunità montane, garantendo loro i mezzi necessari per la lotta contro l'incendio boschivo.



PRESIDENTE

Possiamo passare al voto sul progetto di delibera che dice: "Il Consiglio regionale vista la relazione della Giunta regionale relativa al piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi sentita ed acquisita la relazione della V Commissione consiliare competente delibera di approvare ai sensi dell'articolo 1 della legge 1/3/1975 n, 47 il piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi concernenti il territorio piemontese, in base al documento presentato dalla Giunta regionale, Assessorato agricoltura e foreste, Ispettorato regionale delle foreste di Torino Il documento anzidetto, composto di una relazione illustrativa e di n.
7 tavole dalla lettera a) alla lettera c), viene allegato alla presente deliberazione e ne costituisce parte integrante".
Chi è d'accordo alzi la mano.
La delibera è approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.
Signori Consiglieri, sono le ore 12,25. Ho qui un ordine del giorno firmato da tutti i Gruppi sull'urbanistica, Se non vi fossero obiezioni lo metterei in votazione perché è pronto, è unitario, e non si prevede discussione.
Se vi sono richieste di parola lo spostiamo alla fine della seduta.
La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Se si passa alla votazione farei una breve dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

C'è solo questa dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Solo per spiegare al Consiglio che questo ordine del giorno è il risultato del lavoro della II Commissione, a cui era stato dato mandato dal Consiglio la volta scorsa di trovare una soluzione unitaria dopo il dibattito che si era svolto in aula.



PRESIDENTE

Vedo che vi sono le condizioni per metterlo in votazione. Devo leggerlo o lo dò per letto? Benissimo, lo dò per letto.
La parola al Consigliere Picco per la sua dichiarazione di voto.



PICCO Giovanni

Il Gruppo della D.C. dichiara di votare a favore di questo ordine del giorno che segue la presentazione di un altro ordine del giorno a fianco di quello della maggioranza e soprattutto segue la discussione che è avvenuta nella seduta del Consiglio regionale di giovedì scorso.
Noi intendiamo sottolineare questo voto positivo anche rivendicando la paternità delle conclusioni che sono state raggiunte nell'ordine del giorno stesso, soprattutto per quanto concerne la parte finale relativa agli impegni che la Giunta ha preso di riferire entro sei mesi al Consiglio regionale sulle conclusioni di impegni operativi che sono stati assunti.
Noi ci auguriamo che con la collaborazione delle forze politiche in seno alla Commissione questi impegni possano essere rispettati e che le comunità locali siano messe in condizioni di poter avere, nei tempi previsti, gli strumenti urbanistici operanti.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Non ne vedo.
Pongo in votazione l'ordine del giorno. Chi è d'accordo alzi la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, come volete che procediamo? Si può sospendere la seduta e riprenderla alle ore 15, però agli effetti dell'economia della discussione credo sarebbe opportuno che l'Assessore Enrietti fosse messo subito in condizione di svolgere la sua relazione.
Come si può fare? Prima c'é un'altra legge Consigliere Calsolaro, la sua relazione su questa legge quanto dura pressappoco?



CALSOLARO Corrado

Sette-otto minuti.



PRESIDENTE

Propongo allora di ascoltare questa relazione, poi di sospendere e nel pomeriggio di passare alla votazione degli articoli, in modo che l'Assessore Enrietti possa essere presto messo in condizione di fare la sua relazione.
Possiamo procedere in questo modo? D'accordo.


Argomento: Nomine - Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame disegno di legge n. 28 "Norme per l'esercizio delle funzioni trasferite dal D.P.R. 15/1/1972 n. 9, in materia di nomina dei Consigli di amministrazione delle IPAB"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro sul settimo punto all'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 28 'Norme per l'esercizio delle funzioni trasferite dal D.P.R. 15/1/1972 n. 9, in materia di nomina dei Consigli di amministrazione delle IPAB'".



CALSOLARO Corrado, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, in data 29 ottobre 1975 la Giunta regionale ha presentato il disegno di legge n. 28 contenente "Norme per l'esercizio delle funzioni trasferite dal D.P.R. 15/1/1972 n. 9, in materia di nomina dei Consigli di amministrazione delle IPAB".
Il disegno di legge è stato assegnato per l'esame all'VIII Commissione consiliare.
L'art. 1 stabilisce che le nomine dei membri dei Consigli di amministrazione delle Istituzioni pubbliche di Assistenza e Beneficenza già demandate ai Prefetti o ad altri organi statali da singole disposizioni degli statuti o delle tavole di fondazione, sono effettuate, a norma dell'art. 1 del D.P.R. 15/1/1972 n. 9, dalla Regione.
L'art. 2 fissa il termine di tre mesi dall'entrata in vigore della legge entro il quale la Regione deve provvedere alla sostituzione dei rappresentanti nominati dal Prefetto o da altri organi statali con propri rappresentanti.
L 'art. 3 dichiara l'urgenza della legge.
Dopo un esame preliminare del disegno di legge, l'Assessore regionale all'assistenza - a seguito di opportune intese con la Commissione ai fini di una più concreta valutazione della situazione relativa alla composizione dei Consigli di amministrazione delle IPAB, operanti in Piemonte, e più particolarmente alla competenza per le nomine - informava la Commissione di quanto segue: a) che le IPAB operanti in Piemonte, escluse quelle a carattere nazionale o pluriregionale, sono 1.419 b) che di esse, 384 non hanno fatto pervenire lo Statuto c) che per le 1.035 che hanno provveduto a far pervenire lo Statuto 653 non prevedono nomine da parte di organi statali d) che le IPAB per le quali sono previste nomine da parte degli organi statali sono 382.
Per queste ultime, che interessano il disegno di legge in esame, le nomine sono così distinte: a) Presidenti nominati dal Prefetto: 268, per il 70 %delle Istituzioni b) Componenti nominati dal Provveditore agli Studi: 330 per l'86 c) Componenti nominati dal Prefetto: 159, per il 41 d) Componenti già nominati dalla ex GIL: 215, per il 56%.
Le IPAB a carattere nazionale o pluriregionale operanti in Piemonte, e per le quali è esclusa la competenza regionale, sono 49.
Il numero complessivo delle IPAB operanti in Piemonte risulta pertanto di 1468: 135 Istituti per minori, 243 Istituti per anziani, 882 scuole materne, 77 Infermerie, 49 a carattere nazionale o pluriregionale, 82 varie.
Contemporaneamente, l'Assessore regionale all'Assistenza faceva pervenire alla Commissione proposte di emendamenti al disegno di legge in esame, e precisamente: due emendamenti (in alternativa fra di loro) all'art. 1 e un emendamento all'art. 2.
I due emendamenti all'art. 1 recitano rispettivamente: a) "Ia Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare per le nomine, provvede a norma dell'art. 1 del D.P.R. 15/1/1972, n. 9, alle nomine dei Presidenti e dei membri di Consigli d'amministrazione delle Istituzioni pubbliche e di Assistenza e Beneficenza, precedentemente demandate ai Prefetti od ad altri organi statali da singole disposizioni degli statuti o delle tavole di fondazione".
b) "Il Consiglio regionale e la Giunta regionale provvedono, a norma dell'art. 1 del D.P.R. 15/1/1972, n. 9, alle nomine rispettivamente dei Presidenti e dei membri dei Consigli di amministrazione delle Istituzioni pubbliche di Assistenza e Beneficenza, precedentemente demandate ai Prefetti o ad altri organi statali da singole disposizioni degli statuti o delle tavole di fondazione".
L'emendamento all'art 2 testualmente recita: "La Regione provvede entro il termine di mesi tre dall'entrata in vigore della presente legge, a nominare negli Enti di cui al precedente art. 1, i propri rappresentanti in sostituzione di quelli nominati dai Prefetti o da altri organi statali successivamente al 11 aprile 1972".
Il disegno di legge della Giunta merita alcune considerazioni.
Non vi è dubbio che il trasferimento alle Regioni a Statuto ordinario delle funzioni amministrative esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di Assistenza pubblica comprenda anche il potere di nomina degli amministratori, già affidato ai Prefetti, ai Provveditori agli studi, o ad altri organi centrali o periferici dello Stato.
Esiste in proposito una vasta produzione legislativa delle Regioni a Statuto ordinario che conferma la correttezza di tale interpretazione.
Mancano peraltro nella nostra Regione sia una normativa dl carattere generale per l'esercizio delle funzioni trasferite o delegate alla Regione dai decreti delegati del 14 e 15 gennaio 1972, sia una normativa specifica per la determinazione delle competenze degli organi regionali per l'esercizio delle funzioni amministrative attribuite alla Regione in materia di Assistenza pubblica.
Il disegno di legge in oggetto, si propone, pertanto, di ovviare ad una macroscopica carenza della nostra legislazione regionale che ha portato, di fatto, alla rinuncia dell'esercizio della competenza regionale per le nomine di Presidente e di membri dei Consigli d'amministrazione delle IPAB.
I problemi che si prospettano all'attenzione del Consiglio regionale sono due, e riguardano precisamente: 1) l'organo o gli organi della Regione ai quali deve essere attribuita la competenza delle nomine 2) le vicende giuridiche delle nomine effettuate dagli organi centrali e periferici dello Stato dopo il 1° aprile 1972, e cioè dopo il trasferimento delle funzioni alle Regione a Statuto ordinario.
Sul primo punto la Commissione ritiene di confermare, in linea di principio, la validità del criterio fissato all'art. 16, lettera o), dello Statuto che attribuisce in via generale le competenze per le nomine al Consiglio regionale.
Non può tuttavia non rilevarsi che l'entità quantitativa delle nomine per la gran parte d'interesse meramente locale e di non grande rilievo istituzionale (se singolarmente considerate), possa provocare di fatto degli intralci ai lavori del Consiglio regionale se attribuite al voto di questi.
Ne consegue che appare opportuno attribuire la competenza alla Giunta regionale con il correttivo - peraltro previsto dall'art. 24 dello Statuto esplicitamente richiamato - della preventiva consultazione della Commissione per le nomine.
Sembra anche opportuno suggerire - secondo i rilievi unanimemente emersi in fase di esame del disegno di legge ed accolti dalla Giunta - che per una equa ripartizione tra le forze politiche degli incarichi, venga sentita la Conferenza dei Capigruppo.
Sul secondo punto, sembra alla Commissione che le nomine effettuate dagli organi centrali e periferici dello Stato dopo il trasferimento delle funzioni alle Regioni siano da considerarsi viziate per difetto di legittimazione degli organi che vi hanno provveduto.
Si è ritenuto tuttavia di non fissare un termine per la sostituzione degli Amministratori delle IPAB, così nominati per consentire alla Giunta una valutazione d'opportunità per i singoli casi. In questo senso si suggerisce che in fase di applicazione della norma si proceda alla consultazione della Conferenza dei Capigruppo, fermo restando il principio generale di cui all'art. 24 dello Statuto.
La relazione è approvata a maggioranza (Gruppi consiliari comunista e socialista), con la riserva del Gruppo consiliare democristiano di svolgere le proprie osservazioni di merito nel corso della discussione in Consiglio.



PRESIDENTE

Vorrei solo sapere quanti Consiglieri si iscrivono per ora a parlare per poter ordinare un poco i lavori: Armella e Picco.
S'intende che i lavori riprenderanno alle ore 15 ed il primo iscritto a parlare è il Consigliere Armella.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



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