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Dettaglio seduta n.321 del 27/03/80 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 503: "Ordinamento e pianta organica del personale dei parchi e delle riserve naturali"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prosegue l'esame dell'ordine del giorno della seduta precedente con la relazione sul progetto di legge n. 503: "Ordinamento e pianta organica del personale dei parchi e delle riserve naturali".
La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

La politica dei parchi e delle riserve naturali, che ha avuto avvio con la legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, si è oggi concretizzata con una serie di parchi e riserve istituiti dalla Regione. L'istituzione di queste aree comporta come diretta conseguenza la tutela dell'ambiente naturale, ma tale tutela può essere concretamente esercitata solamente se si provvede a fornire gli Enti gestori di personale, per consentire non solo la mera gestione amministrativa, ma anche la vigilanza dei beni ambientali e naturali sottoposti a salvaguardia.
Pertanto il presente disegno di legge, elaborato in base alle norme previste nelle singole leggi istitutive dei parchi e delle riserve naturali, e licenziato dalla Commissione dopo un'ampia consultazione con i rappresentanti dei parchi e i rappresentanti sindacali, si propone di dare risposta alle esigenze di personale dei singoli Enti gestori. Tale personale è ovviamente inquadrato presso ogni parco o riserva, con l'applicazione dell'ordinamento giuridico ed economico in vigore per il personale regionale e non incide quindi sulla dotazione organica di cui alla legge regionale 17 dicembre 1979, n. 73. Al disegno di legge è allegato un regolamento per il personale di cui trattasi.
Nel disegno di legge si è tenuto in conto anche della situazione particolare del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio che già ha a disposizione due dipendenti, in quanto, a seguito dell'affitto dei terreni del Parco dell'Opera Pia Parroci della Diocesi di Mondovì e delle disposizioni di cui all'articolo 17 della legge regionale 28 dicembre 1978 n. 84, la Regione è subentrata all'Opera stessa nei contratti di lavoro del personale a quel tempo dipendente dell'Opera Pia.
Peraltro questi dipendenti sono attualmente inquadrati con contratto collettivo del settore agricolo.
Il disegno di legge, pertanto, consente un'unificazione del trattamento giuridico ed economico del personale dei parchi e delle riserve naturali sia attualmente in servizio sia previsto nei nuovi organici, evitando una diversificazione dei trattamenti e consentendo inoltre un'equiparazione dello stesso al personale regionale.
Il presente disegno di legge è stato licenziato dalla I Commissione all'unanimità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

La Commissione ha deciso all'unanimità, quindi votiamo a favore.



PRESIDENTE

Si proceda all'esame dei singoli articoli e dell'intero disegno di legge. Articolo 1 - Finalità "La presente legge definisce l'ordinamento e la pianta organica del personale dei parchi e delle riserve naturali regionali.
Il personale in servizio presso i parchi e le riserve naturali regionali è inquadrato nei livelli funzionali retributivi previsti per i dipendenti regionali ai sensi della legislazione vigente, con l'applicazione dello stato giuridico e trattamento economico in vigore per il personale regionale, integrato dal regolamento allegato alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Dotazioni organiche "Ai sensi di quanto disposto dalle leggi regionali: 1) 20 marzo 1978, n. 14, articolo 6 2) 23 agosto 1978, n. 55, articolo 6 3) 28 dicembre 1978, n. 84, articolo 6 4) 19 aprile 1979, n. 18, articolo 6 5) 28 agosto 1979, n. 51, articolo 7 6) 3 dicembre 1979, n. 66, articolo 6 7) 28 gennaio 1980, n. 5, articolo 6 sono previste rispettivamente le seguenti dotazioni organiche: a) Parco naturale dell'Alpe Veglia: n. 7 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 4 - V livello: n. 2 - VII livello: n. 1.
b) Parco naturale delle Lame del Sesia e Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit: n. 9 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 7 - V livello: n. 1 - VII livello: n. 1.
c) Parco naturale dell'Alta Valle Pesio: n. 8 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 6 - V livello: n. 1 - VII livello: n. 1.
d) Parco naturale Alta Valsesia: n. 8 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 5 - V livello: n. 2 - VII livello: n. 1.
e) Riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza: n. 5 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 3 - V livello: n. 1 - VII n. 1.
f) Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè: n. 5 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 3 - V livello: n. 1- VII livello: n. 1.
Ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 2 giugno 1978, n. 29, le attività di gestione e di vigilanza della Riserva naturale speciale del Bosco del Vaj sono direttamente esercitate dal Comune di Castagneto Po che può avvalersi, nell'ambito degli stanziamenti annuali regionali, di proprio personale o degli uffici regionali, comprensoriali o provinciali.
Il personale comunale di cui al comma precedente non può comunque eccedere le due unità e le funzioni dello stesso sono stabilite con convenzione da stipularsi fra la Regione Piemonte ed il Comune di Castagneto Po.
Ai sensi degli articoli 9 e 14, lettera a), della legge regionale 21 agosto 1978, n. 53 e degli articolo 9 e 15, lettera a), della legge regionale 31 agosto 1979, n. 52, il Consorzio di gestione del Parco naturale della Valle del Ticino ed il Consorzio di gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo si avvalgono di proprio personale".
La Giunta regionale presenta un emendamento aggiuntivo: aggiungere il seguente punto: "g) Parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea: n. 5 dipendenti così ripartiti per livello: IV livello: n. 3 - V livello: n. 1 - VII livello: n. 1".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Direttore "La figura del direttore del parco o della riserva naturale è prevista dalla legge istitutiva del parco o della riserva naturale.
Il direttore è assunto in seguito a pubblico concorso per funzionari dell'VIII livello.
La funzione di direttore può essere attribuita per incarico qualora ci sia espressamente previsto dalla legge istitutiva dei parchi o delle riserve naturali.
La nomina del direttore avviene secondo le norme previste dalle leggi istitutive dei parchi o delle riserve naturali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Personale di vigilanza "Il personale, di cui al precedente articolo 1, addetto alla vigilanza dei parchi o delle riserve naturali, è inserito nel IV livello funzionale retributivo.
Il personale di cui al comma precedente svolge le funzioni di polizia amministrativa, di cui all'articolo 9 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 limitate alle previsioni di cui alle leggi istitutive dei parchi e delle riserve naturali e deve essere munito di una tessera di riconoscimento ed è tenuto all'uso della uniforme".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Corsi di formazione "Per il personale di vigilanza in servizio presso i parchi e le riserve naturali sono organizzati dalla Giunta regionale corsi di formazione e aggiornamento annuali.
Sono inoltre organizzati dalla Giunta regionale corsi di qualificazione e aggiornamento professionale per tutto il personale in servizio presso i parchi e le riserve naturali".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Parco naturale dell'Alta Valle Pesio - Norma transitoria "Il personale attualmente in servizio presso il Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, a norma del primo comma dell'articolo 17 della legge regionale 28 dicembre 1978, n. 84, può essere inquadrato, a domanda da presentarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel ruolo del parco stesso, nei livelli di cui al primo comma, sub c), dell'articolo 2 della presente legge, sulla base della seguente tabella di equiparazione: qualifiche attuali: Capo Uomo, contratto collettivo nazionale ed integrativo provinciale di lavoro per gli operai agricoli: qualifica regionale IV livello Prima categoria - secondo gruppo, contratto collettivo nazionale di lavoro per gli impiegati agricoli e forestali: qualifica regionale V livello.
Il trattamento economico spettante è quello previsto dalla legislazione regionale vigente alla data di entrata in vigore della presente legge per i livelli iniziali conferiti in base alla tabella di equiparazione di cui al comma precedente.
Qualora il trattamento economico spettante risulti inferiore a quello in godimento, l'eccedenza sarà conservata, a favore dei dipendenti, per le sole voci compatibili con le strutture del salario regionale, a titolo di assegno personale pensionabile, riassorbibile con i futuri miglioramenti a qualsiasi titolo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Urgenza "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'articolo 45, sesto comma, dello Statuto regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame deliberazione Giunta regionale: "Indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale per la redazione dei piani commerciali comunali e per la programmazione delle grandi strutture di vendita (ai sensi della legge 11 giugno 1971, n. 426, dei D.D.M.M. 14 gennaio 1972 e 28 aprile 1976, della legge 18 maggio 1976, n. 398 e della legge 14 ottobre 1974, n. 524)"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto dodicesimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale per la redazione dei piani commerciali comunali e per la programmazione delle grandi strutture di vendita (ai sensi della legge 11 giugno 1971, n. 426, dei D.D.M.M. 14 gennaio 1972 e 28 aprile 1976, della legge 18 maggio 1976, n. 398 e della legge 14 ottobre 1974, n.
524)".
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

Con la deliberazione in esame e il documento allegato che hanno per titolo, a seguito degli emendamenti approvati dalla Commissione: "Indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale per la redazione dei piani commerciali comunali e per la programmazione delle grandi strutture di vendita", si intende rispondere ai poteri che alla Regione vengono attribuiti dalla legge 426/1971, dai D.D.M.M, del 14 gennaio 1972 e del 28 aprile 1976, dalle leggi n. 524/1974 e n. 398/1976.
Allo scopo di fornire adeguate indicazioni per la programmazione del settore sono state predisposte e pubblicate dall'Assessorato apposite ricerche in sei "Quaderni", permettendo così di disporre quelle informazioni sulla complessa e peculiare problematica. Tali ricerche sono state il primo passo per la formulazione dello "schema di riferimento per la programmazione del sistema distributivo", terminato nel febbraio del 1979 e distribuito ai colleghi del Consiglio, oltre che ai Comprensori, i Comuni, gli operatori commerciali e le forze sindacali. Quel documento aveva un duplice scopo: in primo luogo definire dei punti di riferimento tra le varie forze sociali, enti ed organismi interessati per alimentare una discussione e recepire contributi per approfondire e meglio focalizzare gli obiettivi di politica distributiva; in secondo luogo per facilitare l'azione della Regione oltre che sul piano della programmazione e degli investimenti, anche per quanto concerne la propria attività amministrativa in materia di nulla-osta per le grandi strutture di vendita.
Entrando ora nel merito della deliberazione e del documento allegato seppure in modo succinto, si rileva che le indicazioni di pianificazione commerciale discendono dalla constatazione della persistente inadeguatezza del sistema distributivo a svolgere una funzione adeguata nei confronti del consumatore, quindi della società. Si è in presenza di una notevole polverizzazione sul territorio dei punti di vendita, sovente con poca modernità ed efficienza, localizzazioni dettate da semplici casualità, non coordinate da un disegno preciso di riorganizzazione. Ricordo che lo studio e le analisi fatte dall'Ires e dall'Isom Piemonte indicano che gli oltre 95.000 esercizi esistenti in Piemonte, nella maggior parte sono di piccola dimensione, infatti solo l'11,2% di questi operano su una superficie che varia dai 100 ai 400 mq e l'1,3% supera i 400 mq.
Ne consegue che più del 58% degli occupati opera nei piccoli esercizi e sono soprattutto lavoratori coadiuvanti di aziende familiari. Infine risulta che l'occupazione nei settori della distribuzione moderna è di poco superiore al 3%, anche se la tendenza cresce maggiormente rispetto alle piccolissime aziende.
L'obiettivo di fondo, in tale situazione, è quello di fornire a scala regionale le indicazioni necessarie per rivitalizzare e riorganizzare il commercio, considerato per lungo tempo (forse troppo) come settore rifugio e non come uno dei settori importanti per contribuire al rilancio della stessa politica economica.
Da ciò la necessità di una trasformazione che sia programmata, ma che non discenda dall'alto senza di conseguenza trovare efficaci riscontri nella realtà dei fatti, bensì concordata con tutte le forze:, operatori Enti locali, sindacati.
Conseguentemente a questa impostazione, l'allegato alla deliberazione in esame indica che gli squilibri esistenti attualmente tra le forze operanti nel settore vanno gestiti non più sulla base di discriminazioni e privilegi in sede di rilascio di autorizzazioni o di definizioni di piani ma gradualmente annullati attraverso: una politica pubblica che agevoli ed indirizzi le diverse forme di impresa a realizzare strutture di vendita integrate, momenti organizzativi comuni, strategie complementari di investimento un intervento pubblico a favore delle piccole imprese singole o associate e della cooperazione tra consumatori, che più sono in una condizione di inferiorità economica e finanziaria ma che intendono innovare e contribuire alla trasformazione della rete di vendita nel quadro della programmazione.
Per quanto riguarda il problema delle strutture di vendita, il documento sottolinea e ribadisce la contrarietà all'insediamento di grandi ipermercati che stravolgono l'assetto del territorio ed aggravano la pendolarietà dei consumatori (vedi il costo della benzina). La linea proposta è invece quella di puntare essenzialmente su centri commerciali integrati composti da diversi esercizi commerciali di differenti dimensioni e gamma merceologica.
Un contributo per la realizzazione di tali obiettivi lo potrebbe dare la stessa Finpiemonte al fine di promuovere esperienze pilota di attuazione di programmi di intervento coerenti con le indicazioni programmatiche con il concorso attivo dell'Ente locale e delle imprese e fungere da struttura di riferimento e di supporto progettuale per il coagulo delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione di strutture commerciali innovative.
Inoltre in merito alle linee di politica distributiva per la riarticolazione dei centri urbani e per l'adeguamento degli addensamenti commerciali, si indicano due strategie fondamentali: la prima riguarda una politica di riassetto a scala territoriale della distribuzione commerciale precisando il ruolo affidato ai diversi tipi di centri urbani piemontesi al fine di una più soddisfacente organizzazione sul territorio dei servizi commerciali.
A tal proposito si è individuata una rete di poli urbani della "rete primaria" (n. 37) in quei centri su cui si dovrebbe fondare la distribuzione territoriale delle funzioni commerciali.
Sono i Comuni capo-comprensorio che hanno la capacità di offrire attualmente, e più ancora in prospettiva, un'integrazione tra i servizi sociali e le funzioni commerciali.
La rete dei poli urbani non appare sufficiente per garantire un'omogenea diffusione dei servizi commerciali in tutto il territorio regionale; vengono quindi individuati 47 sub-poli che rappresentano la struttura integrativa per allargare la rete primaria nelle zone più scoperte.
Tenuto conto che con i poli e sub-poli della rete primaria non viene coperto tutto il territorio regionale, le indicazioni programmatiche che individuano una rete secondaria tesa a svolgere una funzione essenziale di diffusione dei consumi commerciali più frequenti in prossimità di insediamenti residenziali, evitando disagi derivabili dagli spostamenti verso i centri di maggiori dimensioni. Alcuni di questi centri dovrebbero svolgere una funzione di distribuzione dei servizi meno frequenti sul territorio circostante o di supporto per le attività turistiche più lontane dai poli e sub-poli della rete primaria.
La seconda strategia riguarda le politiche commerciali da realizzare nelle diverse situazioni di addensamenti commerciali esistenti all'interno dei centri.
Gli addensamenti commerciali sono stati trattati a parte poiché, vista la grande variabilità delle loro caratteristiche, non era consentita una schematizzazione articolata in rigide tipologie ed in conseguenti politiche distributive.
Sono state trattate esclusivamente le situazioni-tipo che si ritrovano più frequentemente nella realtà piemontese.
Si sono tratteggiate le caratteristiche e le politiche proposte per gli addensamenti: da depolarizzare, da potenziare e da caratterizzare. Per ognuna di queste sono previste contemporaneamente iniziative di riqualificazione.
Una politica particolare è necessaria in tutte le situazioni di insediamenti commerciali non ubicati in addensamenti integrati nel contesto urbano, ma che si sono sviluppati lungo assi viari (insediamenti arteriali).
La terza parte delle "indicazioni programmatiche" affronta l'argomento della pianificazione a scala locale.
Si forniscono i criteri generali di programmazione della rete di vendita per i tre comparti: commercio fisso, ambulante e pubblici esercizi nell'articolazione per classi di Comuni precedentemente descritta.
Le indicazioni forniscono per il commercio fisso i criteri fondamentali per l'utilizzo degli strumenti di pianificazione forniti dalla legge 426/1971; per il commercio ambulante si indicano criteri per una corretta progettazione dei mercati (dimensione, localizzazione, merceologie, forme di mercato, concessione di posteggi, ecc.); per il piano dei pubblici esercizi sono forniti i criteri per la suddivisione del Comune in zone, per la definizione del limite massimo delle superfici di vendita e per il limite minimo degli esercizi.
La quarta parte del documento tratta di un argomento di indubbio interesse per le competenze specifiche che la Regione deve assolvere in base alla legge 426/1971, articoli 26 e 27: i criteri di programmazione delle grandi superfici di vendita e per il rilascio dei nulla-osta.
La logica di queste indicazioni è quella di fornire una base comune di orientamenti e di indirizzo alle organizzazioni di categoria, ai singoli operatori, alle forze sociali e agli operatori pubblici per compiere le loro scelte di programmazione e di investimento.
I criteri per il rilascio dei nulla-osta si ispirano al concetto di programmazione orientativa, al fine di attivare un processo dialettico di gestione della programmazione congiuntamente a tutte le forze sociali interessate.
Il problema che si è posto è quello, con i criteri, di non limitare le possibili soluzioni racchiudendole in indirizzi esageratamente vincolistici per non ledere sia l'autonomia dei singoli operatori, sia di libertà di scelta dei consumatori, ma di indirizzare le scelte enunciando alcuni vincoli funzionali al sistema di valori precedentemente esplicitato, al fine di indirizzare l'adeguamento e lo sviluppo della rete di vendita.
Infine per quanto concerne la decisione finale per i nulla-osta essa dovrà scaturire da una valutazione tecnica delle domande e dal confronto sui dati di fatto con i Comuni e i Comprensori, con le forze economiche e sociali all'interno della Commissione regionale prevista dalla legge n. 426 del 1971.
Egregi colleghi, quanto sinora esposto sulle finalità e sui criteri ai quali si ispira la deliberazione e l'allegato in esame tiene conto della consultazione effettuata dalla IV Commissione con le categorie interessate e le loro associazioni, consultazione improntata a recepire in termini di effettiva collaborazione un insieme di proposte che hanno permesso ai componenti della Commissione di formulare gli emendamenti che fanno parte integrante dell'allegato alla deliberazione.
La consultazione ha fatto emergere ancora più compiutamente l'importanza delle indicazioni tese a facilitare l'operatività fra l'Ente pubblico e gli operatori singoli ed associati, perché i criteri di una programmazione concordata trovino una loro più concreta e giusta affermazione.
E' in questo contesto che apprezziamo il riconoscimento delle categorie verso la Regione, in quanto il metodo adoperato in tutte le varie fasi della ricerca e dell'elaborazione è avvenuto attraverso un confronto reale che tiene conto del complesso della realtà del settore.
Con altrettanto apprezzamento ringrazio, a nome della Commissione, le associazioni di categoria ed in particolare i consulenti e i funzionari dell'Assessorato al commercio per il diligente lavoro svolto. Auspico che i colleghi del Consiglio esprimano voto positivo alla deliberazione, al documento allegato comprensivo degli emendamenti approvati dalla IV Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Le indicazioni programmatiche per il settore della distribuzione commerciale, presentate da questa deliberazione, tendono a fornire un indirizzo comune a tutti gli Enti locali, agli operatori e alle forze sociali. Tali indicazioni costituiscono un apprezzabile contributo per avviare un processo di ammodernamento e di riqualificazione dell'assetto distributivo.
Come è stato indicato opportunamente dalla relazione del collega Rossi il documento è diviso in alcune parti: nella prima parte viene svolta un'analisi dell'evoluzione che il settore distributivo ha subito negli ultimi anni, vengono evidenziate le caratteristiche che ha assunto la rete distributiva, si fanno notare le distorsioni che si sono create e gli squilibri che di conseguenza esistono nell'ambito territoriale. Per risanare gli squilibri vengono date delle linee di politica distributiva che dovrebbero tendere innanzitutto a migliorare il servizio reso al consumatore, contribuire a contenere l'inflazione e a rilanciare gli investimenti, consentire dei maggiori sbocchi occupazionali ai giovani e tutto questo dovrebbe avvenire migliorando la distribuzione della rete di vendita nel territorio, favorendo la concorrenza tra le diverse forme di vendita e riducendo i costi di commercializzazione.
Su queste strade e su queste vie il nostro Gruppo consiliare si esprime in termini positivi, anche perché sono chiamati a realizzare questo programma tutte le forze politiche, sociali, economiche e le Amministrazioni locali.
La seconda parte del documento ha un carattere più tecnico e più programmatico e si evidenzia come attualmente il settore distributivo sia strutturato in forma piramidale, con Torino al vertice e centinaia di Comuni alla base. E' un assetto che conduce ad una concentrazione di servizi, non solo commerciali, in pochi centri definiti primari, creando carenze e squilibri nei confronti dell'utenza. Per evitare tutto questo, si dovrebbero particolare le strutture commerciali mediante certe depolarizzazioni e la rivitalizzazione di centri secondari.
Questo processo dovrebbe essere sostanzialmente realizzato sia nell'ambito cittadino per quei Comuni che hanno gravitazioni verso il centro commerciale forte, sia in un ambito territoriale più vasto per evitare le gravitazioni fra i Comuni.
Sono evidenti i pericoli che si corrono nell'insediamento arteriale e concordiamo con la deliberazione quando spiega i motivi per cui sono scoraggiati.
Per i processi di riarticolazione si indicano invece i modi come arrivare al riequilibrio della rete commerciale. Principalmente si punta all'indicazione del fabbisogno di strutture di medie dimensioni, al nucleamento degli esercizi, alla tendenza ad avere esercizi più produttivi e con le dimensioni medie e maggiori di quelle attuali ed al servizio di vicinato per i Comuni di piccole dimensioni.
Le linee programmatiche toccano anche i problemi dell'ambulantato e dei pubblici esercizi; anche per questi settori vengono date delle indicazioni per renderli più funzionali alle esigenze dei consumatori e più equilibrati nel territorio.
Il tutto viene sempre fatto in base al ruolo degli Enti locali e del Comune in particolare.
L'analisi così condotta e le indicazioni proposte sono senza dubbio un notevole contributo alla riqualificazione del settore commerciale, per anche se tutto il progetto è abbastanza e sufficientemente particolareggiato, non si poteva nel confronto e nel dibattito in sede di V Commissione consiliare e successivamente in sede di articolate consultazioni, non fare a meno di esprimere alcuni suggerimenti ed alcuni dubbi: prima di tutto per quanto riguarda i costi che un tale progetto comporta, perché, anche se si parla di processo da innescare e di finanziamenti possibili, bisogna tenere presente che un processo del genere dovrebbe essere portato avanti principalmente dagli attuali operatori per evitare con ciò di sovrapporre alla rete esistente nuovi insediamenti esterni. Questo significa sia nuovi investimenti da parte dei privati che investimenti pubblici per riqualificare gli addetti attuali e per qualificare quelle forze giovanili che nel commercio potrebbero trovare ulteriore sbocco. C'era, e c'é, poi il problema di trovare spazi fisici in cui ubicare più moderne strutture e i servizi accessori che ne derivano questo sembrava abbastanza difficile da raggiungere senza una programmazione congiunta del settore commerciale e di quello edilizio. Ed in questo senso abbiamo espresso alcuni suggerimenti ed alcune modifiche intervenute nella modifica della legge 56, che possono sembrare un miglioramento ed un aspetto positivo.
Un altro tipo di coordinamento va fatto per realizzare dei piani che a questo punto non interessano solo i confini comunali, ma che interessano delle aree più vaste o addirittura i Comprensori.
C'era, e c'è da verificare ancora, se il ruolo di certi Comuni corrispondesse effettivamente a quello indicato e se, in molti casi, i risultati ottenuti potranno essere quelli previsti.
Con tutte queste considerazioni ed in presenza di una serie di modifiche e di emendamenti filtrati attraverso la disamina della V Commissione consiliare, si ritiene di poter esprimere, pur con le riserve indicate, un parere sostanzialmente positivo.
In sede di Commissione sono state accolte le modifiche richieste dalle organizzazioni sindacali ed, in particolar modo, si è tenuta presente la necessità di un'evoluzione democratica ed autonoma del settore del commercio al dettaglio. Le leggi attualmente esistenti (la legge 426 per il commercio fisso, la legge 398 per il commercio ambulante e la legge 524 per i pubblici esercizi) sono, pur nella carenza delle loro normative, un punto di riferimento ed un punto di partenza per far sì che il commercio al dettaglio non sia più considerato un serbatoio o una cassa di compensazione per la disoccupazione o per il secondo lavoro, ma determinino un'attività imprenditoriale e produttiva, come opportunamente richiamava il collega Rossi nella sua relazione.
Noi ci dichiariamo contrari alle grandissime strutture di vendita soprattutto se falsate e nascoste da pseudo forme di cooperative di Consumo o da circoli aziendali e ricreativi, che spesso si collocano come speculazioni di carattere privato.
Riteniamo che qualsiasi indicazione e che qualsiasi legge nel settore commerciale debba essere accompagnata da una seria politica sulla professionalizzazione del settore e da un effettivo intervento nel campo di accesso al credito delle imprese commerciali.
Il Gruppo consiliare della D.C. riconosce un importantissimo ruolo alla intermediazione e crede nella sua capacità di modernizzarsi in nuove forme quali centri commerciali integrati e nelle nuove forme, tipo self-service o forme similari.
E' importante inoltre che la Regione incentivi tutte le forme che favoriscono l'approvvigionamento, in specie le forme associate dei gruppi di acquisto. La deliberazione presentata e che giunge dopo un soffermato ed articolato dibattito in sede di categorie e successivamente in sede di V Commissione e di consultazione, deve pertanto risultare, a nostro modo di vedere, un primo passo su questa strada e su questa via, che deve essere percorso, soprattutto, noi riteniamo, insieme con gli operatori del settore.
In questo senso e con queste considerazioni, noi esprimiamo alla deliberazione proposta un voto favorevole.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola metto in votazione la deliberazione che è a vostre mani.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aura.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione: "Concessione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata agli addetti alle Forze dell'Ordine, ai sensi dell'articolo 10 del D.P.R. 30 dicembre 1972 n. 1035"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, prima di procedere all'esame dell'ordine del giorno, ho ricevuto una richiesta per esaminare sollecitamente una proposta di deliberazione ritenuta dalla Giunta regionale particolarmente urgente.
Nel recente convegno che abbiamo tenuto relativo alle analisi e alle esperienze di lotta contro il terrorismo è venuto alla ribalta, anche su sollecitazione del Prefetto e del Commissario di Governo, un problema molto concreto inerente all'importante questione in discussione, ed era il problema di trovare un alloggiamento ai poliziotti che più volte sono stati annunciati come necessari per completare gli organici di Torino, ma che naturalmente hanno sempre incontrato l'ostacolo non irrilevante di trovare un'adeguata sistemazione abitativa.
La questione è stata discussa nel convegno ed è stata oggetto anche di una risoluzione in tale direzione: ora ho il piacere di annunciare che la Giunta regionale ha delle comunicazioni da svolgere in materia, per provvedere concretamente alle necessità.
Ha chiesto la parola l'Assessore Rivalta, che illustra al Consiglio la deliberazione.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

La Giunta regionale ha risposto a questa sollecitazione in ragione della motivazione profonda che essa esprime: assicurare un'adeguata capacità di controllo e di sicurezza in un'area come quella torinese, e in generale nel Piemonte, attraverso la dislocazione nella Regione di alcune migliaia di Carabinieri, Guardie di Finanza e Guardie carcerarie. La deliberazione della Giunta prevede di riservare a questi agenti il 10% dei programmi di edilizia residenziale sovvenzionata, costruita attraverso i finanziamenti della 513 e del primo progetto biennale della 457.
Riunendoci ancora questa mattina abbiamo riconsiderato il problema e valutata l'opportunità di elevare questa aliquota al massimo consentito dalla legge, cioè al 15%. Il problema è di natura tale che richiede gli interventi massimi possibili.
Con la legge 513, nel corso del 1978 (la legge 513 è dell'autunno 1977), sono stati appaltati 63 miliardi di opere corrispondenti a poco più di due mila alloggi. Con il primo progetto biennale della legge 457, entro la scadenza del 20 gennaio di quest'anno, sono stati appaltati lavori di edilizia sovvenzionata per 83 miliardi: considerato il costo maggiore degli appalti (sono passati quasi due anni dal 1978) si può presumere che si possono costruire circa due mila alloggi; in totale quindi la riserva del 15% mette a disposizione 300 alloggi a valere sui programmi della 513 e 300 a valere su questi programmi della legge 457.
Le abitazioni in corso di costruzione della 513 saranno pronte probabilmente entro la fine dell'80, o ai primi mesi dell'81 complessivamente il programma della 513 ha già superato la metà dell'utilizzo dei denari investiti. Per la 457, essendo stati i lavori iniziati di recente, occorrerà almeno un anno e mezzo o due anni circa per la costruzione. Viene comunque in questo modo garantita, scaglionati in due fasi temporali, a secondo dalle date di avvio dei programmi, l'assegnazione di 600 alloggi ai militari (Carabinieri, Guardie di Finanza e Guardie carcerarie) che verranno inviate a Torino. Dalle notizie che ci sono pervenute (anche in relazione agli incontri che il Sindaco di Torino insieme ad altri Sindaci di grandi città, hanno avuto ieri a Roma) si presume che saranno inviati nella nostra Regione alcune migliaia di agenti forse 3-4 mila persone. Una parte, forse anche consistente, trattandosi di giovani militari, alloggeranno nelle caserme: per essi si tratterà quindi di alloggiamento nelle caserme esistenti e le caserme di Torino sono in grado di recepire alloggiamenti in questa misura. Una parte dei militari saranno invece sposati e alloggeranno in famiglia: per questi si tratterà di assicurare l'alloggio. I 600 alloggi ad essi riservati potranno non essere sufficienti, tuttavia costituiscono un polmone di una certa entità e possono contribuire significativamente a dare soluzione ai problemi di alloggiamento che si determineranno.
La legge consente soltanto l'utilizzo di una riserva del 15% rispetto all'intero programma per interventi di carattere urgente e di pubblica utilità: non è quindi superabile questa aliquota del 15%. Avevamo dapprima deciso di destinare il 10% per riservarci ancora un 5% per eventualità che potessero in futuro verificarsi; l'importanza dell'assegnazione di alloggi agli agenti di Pubblica Sicurezza ha fatto sì che questa mattina si sia deciso di utilizzare subito e immediatamente tutta la riserva a questo fine.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Gli Enti locali, la nostra comunità regionale, i partiti e le forze democratiche hanno da tanti anni in corso iniziative per la lotta e per sconfiggere il terrorismo, l'eversione e la criminalità comune, ma credo che questa sia un'iniziativa fra le più importanti.
Come voi sapete, una parte degli alloggi è costituita dalle caserme però, oggi, nella situazione attualmente esistente, paiono essere insufficienti e occorre un intervento significativo da parte delle istituzioni, Comuni, Regioni, Province ed Enti locali, per dare e assicurare il necessario alloggio a quanti verranno in Piemonte, nella nostra comunità, particolarmente colpita dall'eversione e dalla criminalità, e questo per ulteriormente rafforzare le iniziative assunte dagli Enti locali.
Credo che le forze politiche tutte valuteranno positivamente la nostra iniziativa che già si accompagna alle tante altre che tutti i partiti politici, che tutte le forze democratiche hanno assunto in questi anni dando un tangibile segno di presenza, di rapidità e di intervento che ritengo una comunità regionale debba essere in grado di dare.
La Regione Piemonte ha dato questo segno di tempestività, perché la guerra che c'è in corso (lo ha anche detto il Presidente della Repubblica che si tratta di una vera e propria guerra in mutate e diverse condizioni) si vince nella misura in cui rapidamente si può convergere su degli obiettivi che debbono essere colpiti e se non vi è rapidità e decisione e si rimandano sempre nel tempo, come spesso è avvenuto, soluzioni che invece devono avere caratteristica di immediatezza, questa battaglia in definitiva non può essere vinta. Badate bene, è una guerra che costa e costerà al Paese assai di più di quanto non sarebbe costata se fosse stata affrontata con la decisione necessaria.
Ricordate che si è valutato il costo della sicurezza nelle banche nelle istituzioni e in vari momenti della nostra vita economica, pari al 10% del valore del prodotto.
L'intervenire immediatamente, il procedere con rapidità, significativa e tempestiva (la tempestività deve essere il dato di fondo di questo provvedimento come credo abbia fatto sempre la Regione Piemonte, il Consiglio regionale e le forze politiche tutte), ritengo sia un contributo nella lotta vittoriosa contro la criminalità e contro l'eversione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Credo che non si possa non essere d'accordo con questo provvedimento il quale peraltro non è nemmeno nuovissimo, nel senso che già la precedente Giunta regionale aveva esercitato, in direzione di necessità più impellenti, l'esercizio del diritto di riserva per destinazioni particolari.
I problemi, secondo me, riguardano l'effettiva possibilità di utilizzare i tagli degli alloggi che si rendono disponibili per le famiglie degli addetti ai corpi di sicurezza, guardie di polizia, carabinieri guardie di finanza e agenti di custodia: ovviamente è in gioco, in questo tipo di discorso, l'esigenza di ricercare i tagli più opportuni per dare un'effettiva risposta a questa esigenza. In passato avevo già analizzato questo aspetto, e mi era stato fatto rilevare come, al di là dell'arrivo di nuovi contingenti, il problema esisteva, per quanto riguardava il normale turn over, più che per il personale anziano, di stanza in Piemonte, per il personale di nuovo arrivo, il quale il più delle volte è privo di famiglia a carico. Quindi il problema della tipologia di riserva non è estraneo alla risposta concreta che si intende dare e che qui è stata annunciata dalla Giunta. Si tratta di intervenire su dei programmi già avviati e in fase di realizzazione, perché ritengo che realisticamente gli alloggi di risulta di cui la Giunta non ci ha dato dei dati, presentino scarsa disponibilità quindi si tratta di intervenire sugli alloggi in costruzione per far sì che siano immediatamente adeguati alle tipologie per dare un'effettiva risposta al problema. Ovviamente, in questo discorso entra in gioco il criterio della tempestività che qui è stato ricordato e non sempre rispettato ogniqualvolta c'è di mezzo una struttura operativa e pubblica come quella dell'Istituto Case Popolari. Quindi raccomando particolarmente alla Giunta di assumere direttamente la gestione delle eventuali modificazioni in fase di realizzazione di questi interventi, per essere effettivamente garantiti dell'immediata disponibilità e quindi dell'immediata utilizzazione.
Con questo noi esprimiamo voto favorevole, anzi, auspichiamo che la Giunta ci voglia tenere informati sulla fase di realizzazione del programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il mio intervento, oltre ad annunciare il voto favorevole del Gruppo comunista, vuole sottolineare alcuni aspetti già messi in rilievo dal Presidente Viglione. Credo che anche questo provvedimento, per la tempestività con cui lo assumiamo e anche, tutto sommato, per il rilievo quantitativo che viene ad assumere (mi pare che 600 alloggi, due tranches di 300, rappresentino anche un momento consistente sul piano quantitativo) si iscrive in una strategia che complessivamente le istituzioni democratiche piemontesi hanno adottato nei confronti di un aspetto della lotta al terrorismo; cioè l'aspetto proprio della concretezza e, tutto sommato, degli atti concorrenti a definire le condizioni per un piano per Torino. Vorrei richiamare questo elemento perché proprio la possibilità di riservare un certo numero di alloggi ai nuovi arrivi che potranno abitarvi è anche il significato culminante di uno sforzo che è stato compiuto dalle Amministrazioni democratiche del Piemonte in tale direzione. Vorrei qui ricordare gli altri momenti importanti in cui proprio l'ausilio, sotto il profilo tecnico, delle strutture, e a volte anche di quelle minute, è stato uno degli elementi per cui, con molta concretezza, le istituzioni, assieme all'azione politica più generale, hanno indotto a maggiore facilità e agilità i comportamenti degli organi dello Stato, che sappiamo che per remore burocratiche di vario tipo, non sarebbero mai stati in grado, in certi casi, di riuscire a provvedere anche soltanto alle necessita fondamentali (si parlava di macchine per scrivere, ci sono degli esempi abbastanza noti e giusti da ricordare). Credo sia giusto dare rilievo a questo provvedimento perché si iscrive al nostro comportamento complessivo e quindi concordo con le valutazioni del Presidente della Giunta e credo sia opportuno che noi tutti ci rendiamo conto come in questi anni non abbiamo fatto solo delle assemblee, che hanno rappresentato un momento politico importante, ma abbiamo cercato come istituzioni di predisporre le migliori condizioni possibili, anche andando al di là delle nostre competenze (forse non in questo caso, ma in altri), perché si intervenisse e si mettessero le forze dell'ordine dello Stato nelle condizioni migliori per intervenire nella battaglia contro il terrorismo. Questo è uno degli elementi che va ricollegato al recente convegno sul terrorismo, convegno di grande importanza, tra le cui conclusioni o, almeno, tra gli elementi c'era anche la questione della presenza delle forze di polizia a Torino, di una presenza quantitativa a Torino e quindi dello sforzo da compiere da parte delle Amministrazioni anche per predisporre, con la massima tempestività, le condizioni di insediamento. Ritengo che questa iniziativa vada iscritta in una strategia complessiva ed io l'ho ricordata non perch fosse ignota o sconosciuta, ma perché mi pare giusto ricordarla anche da questa tribuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Le considerazioni del collega che mi ha preceduto fanno sì che ci si possa limitare ad un intervento di tipo formale che mi pare peraltro necessario. Indubbiamente, con questo provvedimento noi andiamo ad iscrivere un altro punto positivo alla strategia che la nostra istituzione ha svolto riguardo a queste problematiche. Al di là delle differenze che intercorrono fra le forze politiche e che intercorreranno certamente anche in futuro, sul modo di avvicinarsi a questi problemi e di individuarne le ragioni, le cause e le terapie, mi pare certo che, così come in altri Paesi, con strumenti di tipo diverso, anche nel nostro si è riusciti ad andare molto avanti sul piano della partecipazione popolare e della presa di coscienza delle difficoltà di questi problemi.
Oserei dire, peraltro, che a livello nazionale mentre la battaglia politica, se così vogliamo definirla, si può considerare, se non vinta certamente in una situazione estremamente positiva, la battaglia funzionale (se mi passate il termine) è abbastanza indietro; per battaglia funzionale intendo riferirmi alla capacità delle istituzioni di organizzarsi in funzione di problemi specifici. Mi pare certamente un punto a favore della nostra istituzione intervenire (lo ha detto poc'anzi il collega Bontempi, e mi sembra il termine che più traduce questo nostro modo di atteggiarsi rispetto a determinati problemi) con una tempestività che dà la prova e la dimostrazione di un'attenzione puntuale rispetto alla problematica che investe questa vicenda.
Questo è tanto più opportuno quando avvertiamo delle smagliature nel sistema delle forze dell'ordine e della Magistratura che sono, per onestà intellettuale, estremamente preoccupanti; le vicende, gli episodi di questi ultimi giorni stanno ad indicare che certamente la capacità organizzativa di certi corpi preposti all'ordine pubblico fanno riflettere, e soprattutto fanno molto riflettere, a mio avviso, le fotografie che abbiamo visto: le bare di tre Carabinieri (uno dei quali avevo il piacere di conoscere da anni) portate da Carabinieri in borghese. Mi pare che questo sia un fatto che ci debba far riflettere e renderci concordi, al di là delle visioni che possiamo avere, su interventi che tendano a cercare di ricucire queste slabbrature che, per quanto attiene all'Arma dei Carabinieri, mi sembrano senza precedenti nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni possiamo passare all'approvazione della deliberazione che parla della concessione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e sovvenzionata agli addetti delle forze dell'ordine ai sensi del primo comma dell'articolo 10 del D.P.R. n. 1035 del 30 dicembre 1972.
Assieme all'utilità generale e strutturale del provvedimento, il Prefetto mi ricordava un'utilità indotta del provvedimento quando verrà applicato, e cioè la sistemazione degli agenti in case degli I.A.C.P.
potrebbe consentire anche una presenza qualitativa dei poliziotti in un tessuto della città pertanto ad un tempo risolve il loro problema ed estende anche la prevenzione della delinquenza e la vigilanza della città cioè proprio quel tipo di provvedimento che è stato più difficile da individuare con questo provvedimento si tende, assieme ad altri, a realizzare. Credo che il Consiglio regionale verrà reso edotto tra non molto anche delle decisioni prese nell'incontro di ieri fra i Sindaci delle grandi città e il Presidente della Repubblica, per cui mi pare che siamo su una strada non più solo di auspici, discorsi e provvedimenti generici, ma stiamo andando in una fase di concretezza operativa che è auspicata da tutta la comunità regionale.
Detto questo, vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale preso atto delle particolari difficoltà che gli addetti alle Forze dell'Ordine, intendendo per tali gli appartenenti al corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza, all'Arma dei Carabinieri, alle Guardie di Finanza e agli agenti di custodia, incontrano nel reperimento di idonee sistemazioni abitative che ne rendono generalmente difficile il trasferimento in sedi di servizio in cui la loro presenza è largamente richiesta, a causa delle gravi carenze del mercato immobiliare che rendono arduo, quando non impossibile, il reperimento di alloggi in locazione nel territorio regionale tenuto conto che, in sede di partecipazione ai bandi generali per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, costruiti con finanziamenti disposti dalle leggi 8 agosto 1977, n. 513 e 5 agosto 1978 n. 457, le aspettative di tale categoria vengono largamente disattese a causa dell'elevatissimo numero di aspiranti all'assegnazione rilevata la funzione pubblica primaria che tale categoria svolge attraverso il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, cui deve fare riscontro una particolare sensibilità delle istituzioni, che devono impegnarsi a fornire concreti segni della propria solidarietà e facilitarne l'inserimento nelle comunità locali al fine di garantire con il suo apporto la difesa della democrazia visto l'articolo 10 del D.P.R. 30 dicembre 1972, n. 1035, che prevede la facoltà della Regione di riservare, in deroga ai programmi di intervento già approvati, una aliquota degli alloggi compresi in detti programmi e non superiore al 15%, al fine di provvedere alla sistemazione abitativa di nuclei familiari in dipendenza di sopraggiunte necessità di pubblica utilità visti gli articoli 3 e 9 del medesimo D.P.R. 1035/1972 per quanto attiene alla previsione di categorie speciali visto l'articolo 55 della legge 5 agosto 1978, n. 457, che attribuisce alle Regioni la facoltà di apportare perfezionamenti ed integrazioni alla disciplina del procedimento di assegnazione stabilita nel summenzionato D.P.R. 1035/1972; ritenuto che la circolare regionale n. 19 in data 20 novembre 1979, che disciplina la concessione della riserva di alloggi ai sensi del su richiamato articolo 10 del D.P.R. 1035/1972, non esaurisce nell'ambito della competenza a definire la sopraggiunta necessità di pubblica utilità, tutte le possibili fattispecie ritenuto altresì che la sistemazione abitativa degli appartenenti alle Forze dell'Ordine, stante la gravità della situazione dell'ordine pubblico in dipendenza di atti terroristici e delinquenziali, sia da considerare una sopraggiunta necessità di pubblica utilità e rientra quindi nella previsione legislativa di cui all'articolo 10 del D.P.R. 1035/1972 delibera in deroga ai programmi di intervento già approvati, la concessione della riserva, ai sensi e per gli effetti del primo comma dell'articolo 10 del D.P.R. 30 dicembre 1972, n. 1035, nella misura del 15% degli alloggi di risulta o in corso di costruzione in attuazione dei programmi di intervento di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, finanziati ai sensi delle leggi 8 agosto 1977, n. 513 e 5 agosto 1978, n. 457, per la sistemazione abitativa di nuclei familiari di addetti alle Forze dell'Ordine intendendosi per tali gli appartenenti al corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza, all'Arma dei Carabinieri, al corpo delle Guardie di Finanza e al corpo degli agenti di custodia.
Ad integrazione delle disposizioni contenute nella circolare regionale n. 19 in data 20 novembre 1 97 9, per la disciplina del procedimento di assegnazione, ai sensi del secondo comma dell'articolo 55 della legge 5 agosto 1978, n. 457, la competenza all'individuazione dei beneficiari di tale riserva viene attribuita al Commissario di Governo per la Regione Piemonte, che ne trasmetterà gli elenchi nominativi, corredati della prescritta documentazione, alle Commissioni costituite ai sensi dell'articolo 6 del D.P.R. 30 dicembre 1972, n. 1035, competenti per territorio, ai fini del controllo del possesso dei requisiti di cui all'articolo 2 dello stesso D.P.R. e dell'attribuzione degli eventuali punteggi preferenziali previsti dall'articolo 7 del medesimo D.P.R., per la formazione di graduatorie speciali da valere per l'assegnazione della quota di alloggi riservata.
Stante l'esigenza di provvedere in tempi brevi alla sistemazione abitativa delle categorie in oggetto, in dipendenza delle sopraggiunte necessità di pubblica utilità, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'articolo 49 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 531: "Prima nota di variazione al bilancio di previsione per l'anno 1980"


PRESIDENTE

Punto tredicesimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n.
531: "Prima nota di variazione al bilancio di previsione per l'anno 1980".
La parola al relatore, Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la prima nota di variazione al bilancio 1980 che è stata esaminata in Commissione e che viene oggi portata all'attenzione del Consiglio, come al solito recepisce alcune modificazioni intervenute tra i rapporti e le capacità di stanziamento da parte dello Stato. Alcune modificazioni riguardano il settore dell'agricoltura, con riduzioni che hanno costretto ad un recupero abbastanza articolato, come la relazione, che ha accompagnato il progetto di legge, precisa in maniera assai esauriente.
Con gli aumenti consentiti nel bilancio di previsione, si rendono possibili finanziamenti e relative coperture ad una serie di previsioni, in termini di competenza e in termini di cassa, sulle singole aree che trovano, anzi hanno già trovato, capacità di spesa immediata, di erogazione, parte in disposizioni di legge approvate in precedenza, ad esempio l'Istituto Piante da legno, parte in interventi che nei giorni scorsi sono stati approvati e che avevano come punto di riferimento questa variazione al bilancio.
Emerge sempre di più, ogni volta che si affrontano questi problemi, la difficoltà che la Regione incontra, nella sua attività finanziaria, di spesa e di previsione di spesa delle Regioni, nei rapporti diretti con le erogazioni da parte dello Stato, in quanto molte volte le nostre previsioni sono fatte in relazione all'adozione di certi parametri di ripartizione e poi, in sede di consuntivo, quando queste ripartizioni avvengono, si hanno delle modificazioni notevoli.
In Commissione sono stati valutati i tipi di finanziamento e l'opposizione, che su questa materia ha sempre rappresentato un punto di riferimento attento, preciso e puntuale, cogliendo anche gli aspetti prettamente tecnici e contabili e direi di legittimità di questi tipi di interventi, ha riservato alcune valutazioni di carattere prettamente politico su alcuni rifinanziamenti che vengono effettuati con questa legge di variazione, che credo saranno oggetto di valutazione e di attenzione come lo sono stati in sede di Commissione, da parte di tutto il Consiglio.
In ogni caso pertanto, vista la mole del presente disegno di legge invito i signori Consiglieri ad osservare attentamente tutte le valutazioni e le indicazioni contenute nella relazione della Giunta che accompagna le variazioni al bilancio effettuate ed inoltre invito il Consiglio all'approvazione del progetto di legge, precisando che lo stesso è stato approvato a maggioranza in sede di Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, siamo in fine legislatura e tuttavia ci viene presentata questa proposta di legge come la prima variazione al bilancio del 1980. Avremo ancora tempo, nei termini probabilmente non lunghi che ci saranno ancora dati in Consiglio, di fare altre numerose variazioni. Tuttavia non si tratta di una variazione di pochissimo conto, dato che abbiamo circa 85 miliardi in aumento in termine di competenza, circa 20 miliardi in diminuzione sempre in termini di competenza, quindi con una variazione fra entrate e spese di circa 65 miliardi globali. Non è proprio una piccolissima variazione. Faremo tuttavia alcune modeste osservazioni alla variazione che ci è stata presentata.
Prima di tutto troviamo alcune stranezze, per esempio, un aumento ulteriore dell'avanzo finanziario, già molto elevato nel 1979, di 7 miliardi e 657 milioni.
Altre variazioni non sappiamo a che cosa attribuirle, ad economie ulteriori di spese, ad impegni di spesa in realtà poi non spesi, a impegni di spese decadute, non sappiamo quindi di che cosa si tratta. Abbiamo poi un capitolo 635 che in realtà è un puro gonfiamento di una partita di giro di tutta questa variazione, perché ci si dice che si fanno entrare 8 miliardi su una proposta di legge che non è ancora stata approvata dal Parlamento; questa cifra la troviamo puntualmente anche in uscita.
Un altro settore, quello dei trasporti riguarderebbe il piano nazionale dei trasporti. Devo dire che non riesco a capire perché sia stata omessa sia in entrata che in uscita una spesa per una legge che non è ancora stata approvata dal Parlamento.
La terza questione che vorrei sollevare per quanto concerne le entrate riguarda i 2 miliardi e 200 milioni di interessi attivi. Avevamo sottolineato durante il dibattito sul bilancio che la quantità degli interessi attivi non corrispondeva ai capitali che giacevano nelle banche e ne abbiamo la conferma in questa variazione, dove puntualmente gli interessi sono aumentati non di due noccioline, ma di qualcosa come 3 miliardi e 200 milioni.
Per quanto riguarda le uscite, abbiamo, oltre a quella già ricordata sui trasporti, per cui ci sono 8 miliardi di entrate e 8 di uscite (dobbiamo ricordare che crescono le spese proprio nei settori dove la Giunta è già stata criticata e dove, nonostante interrogazioni ed interpellanze, non ha dato risposte, e che sono state presentate, oltre che dalla mia parte politica anche da altri) abbiamo in questo caso un aumento di spese di un miliardo per pubblicazioni (già più volte abbiamo criticato le spese per pubblicazioni), altri 100 milioni per libri e riviste e altri 100 milioni per convegni. Quindi, oltre alla critica iniziale di una spesa troppo alta nel bilancio, noi con tutta tranquillità ci vediamo nuovamente aumentate queste spese. Alle nostre osservazioni riguardanti le continue acquisizioni immobiliari della Regione, le continue spese per intervenire sulle acquisizioni immobiliari con ristrutturazioni, abbiamo visto che oggi è stato risposto con la distribuzione in Consiglio, e del resto i Capigruppo l'avevano già ricevuta, di una pubblicazione sulle opere che la Regione possiede: vediamo che abbiamo un aumento di ben un miliardo per riparazioni, manutenzioni e risistemazione e di ben 7 miliardi per altre indecise sistemazioni di immobili, non abbiamo capito quali nuove acquisizioni, perché questo capitolo è assai confuso e comprende acquisizioni e sistemazioni di immobili. I 7 miliardi dell'iniziale bilancio di previsione (ci era stato detto: abbiamo considerato per rispetto al Consiglio di fare pochissime spese in questo campo, le farà poi il nuovo Consiglio) risultano non essere stato altro che un ridicolo escamotage, dal momento che la spesa non è stata messa nel bilancio preventivo, ma è subito nella prima variazione. Ribadisco che per l'ennesima volta c'è una presa in giro nei confronti del Consiglio a questo proposito e che, d'altra parte, nonostante la mole, la pubblicazione probabilmente sarà una di quelle che hanno contribuito al miliardo di pubblicazioni. In realtà non è stata data alcuna risposta alla nostra interpellanza che non esigeva un dispendio del genere, ma esigeva notizie ben altrimenti puntuali e precise che non ci sono state date dopo mesi e mesi di attesa.
Alcune altre piccolissime osservazioni invece riguardano l'agricoltura e alcune contraddizioni che non abbiamo ben capito. Per esempio, abbiamo un capitolo 3090 nel quale abbiamo 500 milioni in più e poi un capitolo 3080 nel quale abbiamo un miliardo in meno. I titoli dei capitoli sono tra di loro assai simili, perché si tratta sempre di contributi in conto interessi tra macchina e attrezzature e non riusciamo a capire la differenza, salvo che si tratti di un puro fatto contabile, comunque in questo caso c'è una diminuzione. Invece c'è un forte aumento del capitolo 2775, di circa un miliardo, in cui si tratta di contributi in conto interessi per attrezzature, macchine, bestiame bovino; ma si tratta in questo caso di denari freschi regionali. Abbiamo molte volte osservato che l'agricoltura è già ampiamente assistita e che la scelta fatta dalla Regione Piemonte di assisterla ulteriormente con i denari regionali evidentemente è un tipo di scelta che se va incontro all'agricoltura, va a scapito di altre..



(Il Consigliere Chiabrando interrompe)



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Non appartengo ancora al Gruppo della D.C. e pertanto le mie osservazioni credo di poterle fare liberamente.
Noi abbiamo fatto altre scelte e le ha fatte anche l'intero Consiglio come per esempio nell'edilizia popolare, sono state fatte delle scelte laddove è venuto a mancare il contributo dello Stato e la Regione ha sopperito con contributi propri, ma in quel caso si trattava di un contributo dello Stato ristrettissimo rispetto alle esigenze. Debbo dire che incomincio a ritenere i contributi dati all'agricoltura (che è uno dei campi più assistiti), insomma incomincio a ritenere che questo tipo di scelta sia distorcente dell'economia piemontese.
Non faccio altre aggiunte particolari, ma voglio dire che abbiamo una serie di aumenti di carattere elettoralistico, per esempio, una viabilità comunale per contributi trentacinquennali che viene aumentata di 500 milioni, sono quelle cose che si fanno quando si sta per andare a nuove elezioni. Abbiamo un aumento di 2 miliardi e 200 milioni per quanto riguarda il turismo (e anche queste sono spese illuminanti); abbiamo un aumento forte di spese per quanto riguarda i contributi per i trasporti e questo è un tipo di scelta che incomincia ad impressionarci, perché le cifre globali, già altissime nel bilancio di previsione, continuano ad aumentare per quanto riguarda questa parte. Abbiamo contributi di esercizio per autoservizi di linea per un miliardo e 700 milioni e abbiamo sovvenzioni per l'esercizio di tramvie, di filovie extra urbane e di funivie in servizio pubblico e di autolinee sostitutive di impianti fissi per un miliardo e 500 milioni; abbiamo ancora strani 8 miliardi che vanno e vengono, anche per questi non ci è stata data nessuna spiegazione, tanto meno nella relazione di accompagnamento.
Da questo breve intervento quali conclusioni possiamo trarre come Gruppo? La Giunta ci aveva presentato un bilancio che era stato criticato dal nostro Gruppo. Le variazioni di bilancio aggravano proprio quei punti sui quali le critiche erano state fatte, sembrava quasi un ulteriore bilancio previsionale fatto dai Gruppi nel quale si prevedesse che gli errori, a nostro avviso, nei quali incorre la Giunta, siano quelli che la stessa ritiene di dover continuamente ripetere. Peraltro noi daremo voto negativo a questa variazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Prendo atto con soddisfazione che il capitolo per l'agricoltura aumenta di 11 miliardi e 343 milioni.
Il mio intervento è decisamente all'opposto rispetto a quello della dottoressa Castagnone Vaccarino, che ha voluto criticare e considerare come eccessivi gli stanziamenti messi a disposizione nel settore agricolo. Mi spiace che la dottoressa Castagnone Vaccarino non sia stata presente ieri che è stata una giornata molto intensa e nella quale si sono puntualizzate le reali condizioni dell'agricoltura piemontese, sintetizzabili in due cifre: i produttori agricoli hanno un reddito medio di 5 milioni e mezzo mentre invece chi lavora nei settori extra agricoli ha un reddito medio di 10 milioni e mezzo circa. Possono anche essere i famosi dati medi di Trilussa, però, quando si parla in termini generali occorre usare i dati medi, infatti nei settori extra agricoli non è vero che ci siano sempre dei redditi di 10 milioni e mezzo, ma ci sono anche redditi di 25/30/50 milioni e nel settore agricolo c'è anche il produttore che ne ha appena 5.
Al di là di queste considerazioni, dicevo ieri che aiutare l'agricoltura significa aiutare dei lavoratori autonomi che lavorano senza orologio, senza ferie e senza tutte quelle provvidenze di carattere assistenziale di cui beneficiano gli altri settori extra agricoli. Gli agricoltori sono coloro che sotto il profilo sociale si trovano nelle condizioni più disagiate. Queste considerazioni le dobbiamo pur sempre tenere presenti. Ma al di là di queste valutazioni di ordine generale, che sarebbero ripetitive rispetto a quanto già detto ieri, vorrei pregare l'Assessore Simonelli di tenere presente una segnalazione che è stata fatta. Può sembrare strano che un Consigliere democristiano parli anche a nome di un Consigliere comunista (il collega Besate), e penso anche di interpretare il pensiero del Consigliere Bellomo, e quindi avanzo un'intesa a tre su una richiesta targata "Vercelli", che consiste in questo. L'anno scorso, nel mese di settembre/ottobre, la Provincia di Vercelli è stata gravemente danneggiata dalle alluvioni che si sono verificate; la Regione ha riconosciuto l'urgenza ed è intervenuta con una serie di interventi a carattere di immediatezza con stanziamenti nell'ambito dei 100 milioni, per tamponare le falle aperte nei canali di irrigazione e in altre strutture idrauliche collegate all'irrigazione del Vercellese, però i 100 milioni stanziati non sono stati sufficienti a completare il rifacimento e la sistemazione dei danni causati dall'alluvione.
L'Assessore all'agricoltura ha già fatto pervenire all'Assessore al bilancio la richiesta di un ulteriore stanziamento di 3 miliardi. La richiesta che avanzo a nome del collega Besate e penso di interpretare anche il pensiero del collega Bellomo, perché, se anche siamo su posizioni politiche diverse, comunque di fronte alla concreta realtà dei dati tecnici non credo possano esserci delle differenziazioni, perché le questioni tecniche sono quelle che sono.
La richiesta ufficiale che faccio è di trovare il modo di inserire a bilancio le disponibilità finanziarie per 3 miliardi, per completare le opere già avviate come pronto intervento, perché se si dovesse verificare un disgelo o uno scioglimento delle nevi sulle montagne, non solo si potrebbero gonfiare i danni, ma oltre tutto anche quei 700/800 milioni già spesi sarebbero una spesa vanificata e si potrebbe correre il gravissimo rischio di mettere in crisi tutta l'irrigazione dell'Alto Vercellese che peraltro, è anche una zona assai povera. Quindi la raccomandazione molto calda e sentita che faccio è quella di trovare il modo ed il marchingegno (e l'Assessore Simonelli pare l'abbia già trovato) di inserire a bilancio questo stanziamento di 3 miliardi. E' una raccomandazione che faccio all'Assessore e alla Giunta, ma anche al Consiglio, perché si dimostri sensibile e disponibile nell'accogliere questa richiesta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, le considerazioni che questa variazione di bilancio suggerisce non sono molte, forse anche perché non abbiamo potuto in questi giorni dedicare molto impegno e molto tempo alle proposte di variazione che ci sono fatte.
Ritengo che in massima parte sia una variazione necessitata e per la verità anche sufficientemente documentata. La relazione che ci è stata consegnata, e voglio dare atto agli uffici e all'Assessore di queste relazione, non contiene ancora quei punti cui accennava la collega Castagnone Vaccarino ma ha per altri aspetti delle spiegazioni sufficientemente chiare.
E' una variazione che porta un aumento delle previsioni in competenza di 65 miliardi ed il bilancio mi pare giunga (non possiedo la stesura definitiva del bilancio perché credo non sia ancora stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale) a 2.115/2.116 miliardi, somma che non è certamente indifferente.
Le principali variazioni derivano da un minor finanziamento di una legge sull'agricoltura (legge 403/1977) per oltre 10 miliardi cui però fa riscontro un maggior finanziamento di un'altra legge di agricoltura per 9 miliardi e 514 milioni. Va complessivamente notato che le erogazioni dello Stato sui capitoli che riguardano il settore dell'agricoltura, se i miei calcoli non sono inesatti, è complessivamente aumentata di circa 15/16 miliardi. Questa variazione di bilancio si innesta perfettamente nel bilancio 1980 e ne conferma le tendenze e gli indirizzi che in quella sede avevamo sottolineato e criticato.
Senza avere il pregio di un'organicità di discorso e di completezza richiamo semplicemente certi punti, e su alcuni di questi non vi è neppure l'originalità perché sono stato nuovamente e puntualmente anticipato dalla collega Castagnone Vaccarino.
Sono però osservazioni che ritengo siano significative e che ripeto ogni qualvolta mi accingo a fare delle discussioni di questo tipo perch penso, che siano osservazioni che anche chi a volte accede senza approfondire gli argomenti di bilancio, deve tenere ben presente, se non vuole dare dati e informazioni inesatte e fare osservazioni che sono al di fuori della realtà.
Le somme per i servizi sanitari e sociali aumentano ancora di circa 17 miliardi, e tutti ben sappiamo che queste somme superano ormai i 1.200 miliardi, superano cioè abbondantemente la metà del bilancio regionale. E' un dato (e non mi stancherò mai di ripetere) che deve essere tenuto presente ogni qualvolta si ragiona su cifre di bilancio.
Seconda osservazione, anche questa già fatta, ma sulla quale ritorno capitolo 1000: spese per la progettazione e sistemazione di immobili regionali: aumento di 7 miliardi. Osserveremo e leggeremo con attenzione i documenti che ci sono stati dati ieri, ma ripetiamo che su questo capitolo occorre fermarsi un momento, ragionare e programmare: se si continua a procedere occasionalmente, a seconda delle situazioni nelle quali ci si trova, arriveremo al punto in cui le spese di sistemazione e di gestione di immobili saranno troppo onerose e insostenibili nel quadro del pur così vasto bilancio regionale.
Capitolo 2110 di entrata: interessi attivi sulla giacenza di cassa (eravamo stati facili profeti) aumento di 3 miliardi e 200 milioni raggiungendo così allo stato attuale la cifra di 26 miliardi e 75 milioni.
Richiamo le considerazioni che ho già fatto in sede di discussione di bilancio. Non solo paghiamo adesso con gli interessi il personale, e credo che siamo anche attrezzati per pagare quegli aumenti che forse proprio ieri sono stati concordati a livello nazionale e che sono attesi giustamente dai dipendenti, ma incominciamo ad accantonare anche delle somme di interessi.
E' un altro dato da meditare.
Quarta osservazione. L'aumento di alcuni capitoli (quelli soli, così come ha detto la collega Castagnone Vaccarino): pubblicazioni, convegni aumento che è grave perché si fa verso la fine della gestione. Capisco che al mese di settembre e ottobre ci si trovi nella necessità di aumentare dei capitoli gestionali perché nel corso dell'anno iniziative e manifestazioni possono aver prosciugato questi capitoli, ma ora questo aumento è ancora più grave perché viene proposto nel mese di marzo. Le cifre possono anche non essere di per sé gigantesche (100 milioni su un capitolo e 100 milioni in più sull'altro capitolo), ma la gravità di questo aumento è che ci viene proposto a metà del mese di marzo.
Questo aumento ci fa ampliare il discorso e ricordare alla Giunta, con molta chiarezza, il periodo nel quale entriamo: periodi di elezioni periodo in cui non vi è il controllo del Consiglio e nel quale proprio per questo vi deve essere da parte della Giunta un più rigoroso rispetto di funzioni e di competenze altrimenti (questo va detto con molta chiarezza) quello che in questa aula è un confronto che si svolge attraverso i richiami in sede di discussione o che si svolge attraverso le interrogazioni, può diventare, al di fuori di questa aula, uno scontro che trova poi altre sedi, che non sono poi di confronto.
Ho già ricordato e lo ricordo ancora, al termine della passata legislatura il Gruppo comunista richiese alla Giunta delle precise garanzie di correttezza della gestione nella fase intermedia tra la fine della legislatura e l'inizio della nuova. Con forza queste richieste oggi avanziamo dai nostri banchi.
L'aumento del capitolo 9550 (oltre 7 miliardi e 650 milioni per pronti interventi) sappiamo che si riferisce agli eventi calamitosi del 1977, ma l'argomento ci suggerisce un'altra raccomandazione alla Giunta.
Sul problema dei pronti interventi vi è già una mia interrogazione recente in attesa di risposta. Anche su questo settore, specie nei prossimi mesi, la Giunta faccia corretto uso dei suoi poteri. Il pronto intervento ha una natura che non può essere suscettibile di troppe interpretazioni estensive. Questo è un altro punto che raccomandiamo in questo particolare momento.
La variazione si inserisce, dunque, senza intaccarne l'impostazione anzi, accentuandola, sul bilancio contro il quale abbiamo votato ed il nostro voto oggi non può che essere la conseguenza di quello più ampiamente documentato qualche mese fa in sede di bilancio. Però con questa discussione, non intendiamo chiudere in quest'aula un dibattito che è stato sereno, ma serrato su problemi finanziari e che ci ha visti impegnati puntuali almeno nell'impegno e con i pochi mezzi tecnici di cui disponevamo, negli appuntamenti che si sono via via susseguiti in questi cinque anni.
Poiché la vita del Consiglio non sarà così breve (ci auguriamo però che non sia così lunga come voci giunte oggi potrebbero anche lasciare intendere, ma non sarà così breve come in un primo tempo si era ipotizzato e quindi buona parte del mese di aprile sarà dinnanzi a noi), ci incombe da questi banchi di ricordare alla Giunta l'obbligo statutario, lo stiamo ripassando in questi giorni di concorsi anche noi che facciamo parte di Commissioni, di presentazione del conto consuntivo entro il 30 aprile. Non si ricorra poi all'espediente di dire "il Consiglio è terminato al 20, ci sono ancora 10 giorni e questo conto consuntivo non lo abbiamo presentato".
Il dibattito finanziario non è certo di poco conto nel confronto politico che ci attende se un partito, seriamente impegnato in responsabilità di governo in questa Regione, come il P.C.I. ha ritenuto di dedicare allo stesso e alle critiche che da questi banchi solitamente si muovono, larga parte della sua conferenza di fine legislatura.
Sui dati elaborati che sono stati forniti dai colleghi comunisti, sulla loro impostazione finanziaria, avremo modo di discutere, certamente nell'imminente campagna elettorale. Sui dati le manovre possono non essere molte e diciamo subito che il contraddittorio sereno, civile e obiettivo sui dati che sono stati forniti dai colleghi con tanta sicurezza, sia con riferimento interno sia in rapporto ad altre Regioni, lungi dal preoccuparci ci alletta e ci impegnerà nei prossimi mesi. Ma prima che su altre sedi, sulle piazze o sui fogli che la pubblicistica riserverà a questa legislatura, noi vogliamo ancora una volta "misurarci" e "confrontarci" in questa sede di Consiglio.
Rinnoviamo pertanto il formale invito alla Giunta a presentare il conto consuntivo 1979. Saremo lieti se già oggi in questa stessa seduta ci verrà data l'assicurazione che richiediamo.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, siamo ormai giunti alla fine della legislatura, a Roma l'on. Cossiga sta arrivando alla conclusione, l'on. Bettino Craxi si avvicina sempre di più a quel momento dell'alternanza dal quale partirà il crollo dell'egemonia trentennale di potere democristiano, e noi siamo qui ad esaminare il primo documento di variazione sul bilancio 1980, l'ultimo di tutta una serie che ha caratterizzato la seconda legislatura regionale.
Il documento che ci accingiamo ad esaminare non poteva che rivestire un carattere tecnico (lo ha ribadito l'Assessore in sede di Commissione) che esclude comunque l'introduzione di nuovi interventi di carattere programmatorio che andrebbero a vincolare la successiva Amministrazione.
La variazione al bilancio di previsione che ci viene presentata, è strettamente conseguente alle comunicazioni che sono pervenute finora alla Giunta, relative a nuove assegnazioni o trasferimenti di fondi dello Stato quindi è conseguente a nuove stime di assegnazioni statali a più aggiornati accertamenti sulla gestione dell'esercizio 1979, sull'esercizio corrente e sulle note di variazione per il 1980 del bilancio dello Stato; se non ho letto male, mi pare che l'ammontare complessivo di tutto questo movimento supera i 65 miliardi.
In effetti, per il carattere della finanza regionale, derivata da quella statale, e per i vincoli di destinazione che pone lo Stato per cui la finanza regionale è in assoluto stato di dipendenza e quindi di non autonomia concreta e autentica nelle scelte, i rapporti finanziari con lo Stato vanno via via sempre più complicandosi, soprattutto a causa dello sfasamento dei tempi di erogazione delle risorse rispetto a quello delle previsioni di bilancio e per la variabilità dei criteri di riparto in base ai quali viene effettuato il riparto stesso delle risorse assegnate. Valga per tutti la vicenda relativa all'area dell'agricoltura, i cui contrattempi hanno cagionato e cagionano una grande confusione e una grande complicazione, ivi compresa la necessità di slittamento nella disponibilità di risorse sui tempi programmati previsti dalla Regione. Credo che su questo argomento l'Assessore Simonelli avrà più di una cosa da dire avendone già anticipato qualcuno in sede di I Commissione. E' vero che molte variazioni di bilancio si potrebbero evitare qualora le risorse dello Stato fossero scritte a bilancio solo dopo che è pervenuta la comunicazione ufficiale, ma è pur vero che non è possibile impostare nessun vero bilancio programmatorio di intervento, senza tenere conto sin dall'inizio delle somme che lo Stato si impegna ad erogare, sia pure, come noi abbiamo sempre detto, con vincolo di destinazione, pur non conoscendo ancora i criteri del riparto e l'ammontare definitivo.
Le maggiori entrate determinate dalle nuove assegnazioni statali si riflettono naturalmente in un aumento complessivo dello stato di previsione della spesa, così ci accade di constatare che mentre le spese correnti subiscono complessivamente un incremento di 23.467 milioni, le spese di investimento aumentano complessivamente di 42.524 milioni.
E' una indicazione che le maggiori entrate, ed in particolare le risorse erogate dallo Stato, non sono destinate soltanto a coprire maggiori costi di funzionamento, ma anche a finanziare determinati investimenti che rientrano nel più ampio quadro della programmazione regionale.
A costituire le maggiori entrate non concorrono soltanto le assegnazioni di fondi con vincoli di destinazione, che peraltro rappresentano sempre la parte di gran lunga più importante, ma in ogni caso non si può trascurare anche il maggior avanzo finanziario di 7.600 milioni costituito per lo più da economie di spesa sull'esercizio 1979. Né si pu trascurare l'incremento di 18 mila milioni alla quota di riparto del fondo comune di cui all'art. 8 della legge 281, anche se questo incremento, nella sua parte liberamente disponibile, è piuttosto modesto, pari soltanto a poco più di 5 mila milioni.
Ci sarebbe ancora una lunga serie di considerazioni da fare su alcuni numeri che appaiono nella variazione, soprattutto in riferimento alle due aree di intervento maggiormente interessate (agricoltura e trasporti), per arrivare rapidamente ad osservare che anche da un sommario esame degli aspetti più importanti di questa variazione di bilancio, i rilievi che andiamo facendo da sempre sulla dipendenza sempre più vincolante della nostra finanza regionale dal bilancio statale, una dipendenza che limita l'autonomia decisionale ed operativa della Regione, sono rilievi che trovano puntualmente un loro fondamento e una loro riconferma.
Se da un lato non possiamo tacere queste rapide annotazioni su un preciso aspetto del problema dei rapporti finanziari fra Stato e Regione dall'altro lato, non posso fare a meno di rimarcare la coerenza alla politica di programmazione di fronte all'incessante aumento della spesa di funzionamento, la tempestività dell'impiego delle risorse nella realizzazione di quei programmi che costituiscono le tappe obbligate per il conseguimento del piano di sviluppo.
Infine non posso non sottolineare la capacità di una pronta riattivazione di quelle risorse che, per svariati motivi, dimostrano scarsa capacità di attivazione.
Questi sono gli aspetti che consentono di dare un giudizio sull'operato di una Amministrazione che sta arrivando al termine. Il nostro giudizio naturalmente è favorevole, e anche se non ho dato la delega al collega Franzi sono perfettamente d'accordo di fare tutto quanto è possibile per raccogliere la sua richiesta di iscrivere a bilancio quella somma che non vorremmo venisse urgentemente necessitata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Tenendo conto di come si è sviluppata la discussione, vorrei fare alcune considerazioni, la prima sui documenti che l'Assessore ci ha fornito, e in questo senso dobbiamo ringraziare i tecnici perché questi documenti vengono forniti puntualmente e permettono una lettura non solo agli addetti ai lavori, ma esemplificano la possibilità di interventi politici, di considerazioni, di valutazioni di merito, il che su una materia così complicata è sempre importante. Pertanto ringrazio i funzionari dell'Assessorato che sempre più diligentemente e faticosamente devono stare dietro a tutti i meccanismi in questione.
La considerazione che volevo fare è questa: abbiamo tra maggiori e minori entrate, una variazione di 65 miliardi. Partendo dal ragionamento del Consigliere Paganelli e della collega Castagnone Vaccarino 65 miliardi su una cifra di oltre 2 mila miliardi non è neppure eccessiva, però la riflessione che sarà opportuna fare anche in funzione del consuntivo, ma non solo del 1979, soprattutto il nuovo Consiglio che si troverà nel consuntivo del 1980, abbiamo una situazione di questo genere: 65 miliardi sono il pacchetto su cui dobbiamo operare; di questi 65 miliardi, ossia 53 pari all'82%, sono entrate vincolate e solo 12 miliardi, pari al 18%, sono quelle non vincolate. Cosa succede in questo caso? Vorrei che il discorso che per alcuni aspetti è interessante e che bisogna avere sempre più oculatezza e attenzione, mi pare che bisogna avere sempre più presente la questione generale, nel senso che se prendiamo le entrate vincolate, le spese di gestione obbligatoria, i mutui già accesi noi registriamo che il bilancio 1980 è vincolato in effetti per oltre il 93%, e questa dinamica peserà sempre di più ancora nei mesi seguenti per il modo come i criteri della politica generale della finanza pubblica non vengono affrontati in termini costituzionali. Conseguentemente ci troveremo sempre di più soggetti ad un modo di governare, sia la maggioranza e sia l'opposizione chiamati a dimenticarci su leggi settoriali finalizzate da leggi statali con meccanismi iperbolici per cui noi saremo vincolati sempre di più a meccanismi che aumenteranno da una parte i residui attivi e di conseguenza i residui passivi, e con sempre una minora autonomia da parte del Consiglio regionale in termini di investimenti aggiuntivi o per nuovi investimenti.
Avremo perciò sempre minori risorse per finanziare leggi che abbiamo diligentemente approvato come Consiglio regionale e votato anche all'unanimità.
Questa è la preoccupazione che mi indica la variazione di bilancio e che mi permette di invitare ad una riflessione più attenta. Sono giuste allora certe osservazioni se viste in questa dinamica, di fare attenzione a spese di investimento in certi settori che non alimentano processi economici positivi.
Quindi oculatezza senz'altro occorrerà avere, ma noi siamo in una situazione - e vorrei che avessimo attenzione - che, per esempio, i Comuni e Province in questi mesi, entro la prima settimana di aprile, in base alla legge finanziaria, devono fare i bilanci, per chi come moltissimi colleghi di questo Consiglio, hanno rapporti con il sistema complessivo delle autonomie, già si verifica la tendenza di non aprire determinati servizi.
C'è un calo nel settore scolastico per certi servizi, pur aumentando il numero delle scuole di ogni grado e asili nido, perché i fondi di gestione sono sempre più limitati e non sufficienti. Cito questo esempio per dire: mentre per i Comuni non diminuisce la capacità di investimento, in base alla nuova legge finanziaria, diminuiscono però le entrate in confronto alla svalutazione e ai costi generali, la possibilità di gestire i servizi di conseguenza in una situazione di questo genere il coordinamento di tutto il sistema della finanza pubblica a livello regionale, attraverso i Comprensori e i vari meccanismi che si vogliono avere (Regioni, Comuni e Province) dovranno essere molto più oculati affinché nel momento congiunturale difficile come l'attuale si vada a processi integrativi finanziari fra i vari Enti, che permettano di tenere in piedi da una parte il massimo di investimento, ma dall'altra parte il massimo di capacità gestionale con spese economiche sempre più razionali e opportune. Io leggo in questo modo la variazione al bilancio e sarei anche felice che prima delle elezioni amministrative la Regione revisionasse la legge 28, proprio per facilitare quell'azione verso i Comuni per una utilizzazione più rapida di tutti i fondi e di conseguenza incrementare elementi occupazionali.
Auspico che le Commissioni interessate alla revisione della legge 28 vadano avanti in fretta a questo riguardo anche per eliminare, almeno in parte, i residui passivi che hanno costituito elemento interessante di dibattito in questo Consiglio.
La variazione di bilancio la leggo anche in questa ottica: con elementi di preoccupazione per un eccessivo vincoliamo, con una diminuzione delle possibilità di capacità di investimento, con una opportunità di ulteriore coordinamento con la finanza del sistema più generale delle autonomie. E' necessario che il nuovo governo dia anche disposizioni in materia finanziaria obiettive e coerenti come, ad esempio, nei confronti della legge di riforma sanitaria, perché i 1.300 miliardi stanziati dal bilancio trovino dal punto di vista della contabilità e nei criteri della spesa, non solo oculatezza, ma possibilità di controllo e quindi di una politica programmata verso il settore sanitario. Le Regioni e il sistema complessivo delle autonomie attraverso le unità sanitarie devono accogliere questa impostazione. Questa variazione del bilancio sulla sanità la leggo in questi termini e certamente mi auguro di avere il tempo di verificare il consuntivo proprio nei rapporti con il sistema delle autonomie al fine non si accentui una politica di residui. Chiedo all'Assessore competente maggiore attenzione all'opera di controllo finanziario perché si diminuisca la mole complessiva dei residui verso questo settore che oggi è il punto più delicato.
Per quanto concerne l'agricoltura pare a me che parte dei residui sia collegato allo slittamento delle entrate che di anno in anno avvengono sia attraverso la modifica delle leggi regionali che per le nuove disposizioni governative. Tale fatto è indicativo e deve costringerci a riflettere non solo sul nostro modo di legiferare, ma anche sui rapporti che vanno perfezionati con il potere centrale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare opportuno non passare sotto silenzio l'argomento emerso all'inizio dell'intervento del collega Bellomo e ripreso con maggiore serietà dal Presidente. Mi pare che da questo consesso debba venire fuori, seppure soltanto da un dibattito di questo tipo e magari con un ordine del giorno, qualora altre forze politiche lo volessero sottoscrivere, un "no" chiaro a quanto si sta dicendo, che queste elezioni non si faranno, ma si rinvieranno all'8 di novembre o il 26 ottobre.
Se questo avvenisse, andremmo veramente a qualcosa di molto diverso da quello che si augura Bettino, e che in una certa misura ci auguriamo anche noi, di riuscire a fare l'alternanza di potere nel nostro Paese. A me sembra che in questo modo si impedirebbe una cosa altrettanto legittima e altrettanto logica che noi ci auguriamo, che ci sia l'alternanza della maggioranza in questo consesso. Diciamo chiaro che gli appuntamenti elettorali, e in particolare quello della Regione, perché la legge elettorale è specifica su questo, gli appuntamenti con la collettività, con la storia e con la realtà, vanno rispettati puntualmente e quindi a questo governo che nasce già in modo così anomalo, caro Vicepresidente socialista noi auspichiamo che ci sia un'alternanza di potere, ma l'alternanza di potere non è un'alternanza di persone, è un'alternanza di schieramento, di interessi, di politica e di intuizione. Se voi pensate di arrivare all'alternanza di potere passando attraverso sezionamenti successivi della solidarietà tra le forze progressiste del nostro Paese, in cui noi pensiamo di poterci collocare e in cui certamente si collocano i socialdemocratici voglio ben vedere se l'alternanza di potere a cui arriverà Craxi non sarà l'alternanza di sinistra, non sarà certo quella che noi auspichiamo, del Paese progressista e moderno. Quindi se voi pensate di arrivare all'alternanza di potere maciullando i socialdemocratici e i liberali con la complicità, in questo caso, del "genio pompieri" dei repubblicani veramente, passa l'armata Brancaleone. Penso che darete atto che l'on.
Zanone anche in questo caso ha dimostrato la sua flemma e la sua maturità che forse deriva da qualche problema cardiaco e quindi non ha fisico per comportarsi come Longo.
Queste sembrano facezie, ma non lo sono, soprattutto perché stiamo affrontando una variazione di bilancio che è stata sottolineata ed ha una caratteristica precisa. La collega Castagnone Vaccarino si stupisce, o per lo meno si chiede, ma evidentemente è un argomento meramente dialettico e formale, come mai i vizi capitali di questa maggioranza si accentuano con la variazione di bilancio. C'è un detto dei latini "in cauda venenum", cioè alla fine, proprio all'ultimo momento, nella coda, di questa Amministrazione vengono fuori, si accentuano e si vedono, anche perch debbono essere concentrati in tempi stretti dei provvedimenti ancora più qualificati o dequalificati (si tratta di vedere da che punto si guarda) le caratteristiche della politica di spesa di questa maggioranza.
Se così è e se è evidente che questa maggioranza, noi ci auguriamo in queste poche settimane di vita che le rimangono, dovendo chiudere i suoi conti e dovendo portare a termine un disegno che noi non abbiamo condiviso debba accentuare quelle caratteristiche negative che evidentemente sono state le linee di demarcazione tra le scelte di una maggioranza e le critiche di un'opposizione, direi che è normale che questo venga fuori.
Ecco che allora nelle pubbliche dichiarazioni si capovolge addirittura e si parla diversamente rispetto a quello che si è detto nel dibattito sui residui passivi, ne faccio soltanto un problema di stile, ma chiedo soprattutto agli amici comunisti come mai c'è diversità tra le loro dichiarazioni in Consiglio sui residui passivi, nel dibattito sulla politica finanziaria, e quello che dicono fuori, sembrerebbe che giudichino la politica di spesa della loro stessa maggioranza non tanto sui documenti della Regione, ma, guarda caso, dalle pubblicazioni del Ministro competente a livello nazionale. Cercando poi di arrivare sinteticamente a chiudere questo mio intervento, che per molti versi non può che essere ripetitivo di interventi certamente più compiuti svolti dalla collega Castagnone Vaccarino e dal Consigliere Paganelli, direi che nella pubblicazione che ci viene portata sui banchi si evidenzia particolarmente la parcellizzazione di interventi che è fuori luogo non è corretto e non è di buon gusto chiamare di tipo elettoralistico e clientelari, ma se voi non ci date una chiave di lettura per capire il motivo per cui tanti capitoli vengono modificati ad hoc, sia pure soltanto attraverso interventi di non grandissima rilevanza numerica, ma di gravissima rilevanza politica, e direi anche di decenza, ecco che allora si rifà viva la voce già richiamata sui convegni, sulle pubblicazioni, soprattutto quando siamo ancora sotto lo choc dei 350 milioni spesi per pubblicare un piano delle acque che nessuno sa se verrà approvato; secondo noi, fatti di questo genere in altri tempi avrebbero provocato non dico il suicidio del Ministro, ma certamente un atteggiamento diverso.
Di questi tempi va di moda l'autocritica, le dimissioni non esistono più, esiste invece l'autocritica, abbiamo già capito che il modo per rimanere al proprio posto, riconoscendo i propri errori, è l'autocritica, a noi invece sembra che quando si riconoscono i propri errori si danno le dimissioni, questo è un modo diverso di vedere l'alternanza, vede il compagno socialista..



BELLOMO Emilio

Quando lo dici a noi, lo dici anche al tuo partito.



MARCHINI Sergio

Compreso anche i socialisti.
Non mi risulta che il P.S.I., dove c'è il socialismo vero, non fa l'autocritica ma dà le dimissioni, dove c'è il socialismo reale fa l'autocritica. Molti liberali si sono suicidati quando avevano ancora la possibilità di fare cose che non fossero politicamente corrette, è successo. Tra le osservazioni che hanno fatto i colleghi dell'opposizione sul capitolo attinente alla variazione di bilancio, indubbiamente è estremamente polposa quella che riguarda gli immobili regionali. Non sono così d'accordo nel contestare la politica di potenza della Giunta che tende a crearsi un posto al sole o all'ombra o in Piazza San Carlo, ma certamente vorrei che questa politica di radicamento dei servizi regionali nelle varie città avesse in effetti un quadro di riferimento di maggiore leggibilità che non fossero documento che, ahimè, il più delle volte finiscono per perdersi, mi auguro che quelli che passano dopo di noi, cioè gli inservienti, non cestinino la roba che trovano sui nostri tavoli ma li rimettano dove li avevano presi, perché ieri sera, con gran desolazione visto che la pubblicazione sugli immobili regionali in via di restauro è certamente pregevole e mi risulta costi una trentina di milioni è rimasta giacente sui nostri tavoli. Ecco un altro interrogativo che mi pongo: quello che rimane sui nostri tavoli ritorna su quel banco o finisce nella spazzatura ad aggravare i costi della nettezza urbana? Di fronte ad una variazione come quella posta al capitolo relativo, di 7 miliardi, era giustificato un minimo di illustrazione nella relazione, 7 miliardi di variazione su un capitolo giustificavano a mio avviso una illustrazione breve di cosa significano queste cifre avrebbe premiato la Giunta. Mi pare che questo non sia stato fatto e ci rimandate a una pubblicazione certamente pregevole, ma che non ha il suo aggancio immediato come lo strumento finanziario, anche perché poi ci avete dato come chiave di lettura un secondo documento, che è quello rosso, però forse non tutti hanno capito che è il modo per leggere il documento rosso-bianco.
Desidero fare ancora alcune osservazioni sull'agricoltura. Anche qui mi pare condivisibile quanto diceva la collega Castagnone Vaccarino, fin quando non decidiamo chi va all'opposizione e chi va al governo con i repubblicani ci si intende, poi, guarda caso, quando si tratta degli schieramenti, diventa difficile l'intesa.
Per quanto riguarda l'agricoltura, indubbiamente, l'aspetto assistenzialistico è ancora, secondo noi, inaccettabile, anche se non possiamo non cogliere l'occasione per dire che l'assistenzialismo in agricoltura secondo noi si qualifica soprattutto e si quantifica nell'eccessivo protezionismo a favore delle cooperative e qualche volta dovremmo andare più a fondo a verificare che cosa succede in questo mondo ed inoltre dovranno stare altrettanto attenti ai colpi di coda che vengono da un'altra forza politica presente all'opposizione, che in agricoltura quanto ad assistenzialismo certamente non ha niente da imparare da nessuno.
Su questo la nostra attenzione è appuntata nei confronti di questa maggioranza, ma rimarrà anche quando la responsabilità di questo settore dovesse passare ad altra forza politica.
Rivolgo un'ultima considerazione al collega Rossi, che mi pare dovuta.
Ritengo giusto quello che ha detto: se scorporiamo in queste cifre quella spesa vincolata, quella spesa tutto sommato ancora disponibile, vediamo che questa variazione, dal punto di vista politico, indubbiamente si riduce come quantità. Collega Rossi, se è vero questo, se da 65 miliardi passiamo in definitiva a 12 miliardi, così mi pare di aver capito, ecco allora che quel tipo di considerazione che hanno fatto i due colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto diventano ancora più importanti, perché se l'incertezza, se le diseconomie che hanno evidenziato le leggiamo in 65 miliardi, sono già un tasso inaccettabile, ma se le valutiamo in 12 miliardi, allora vediamo veramente giustificato il giudizio che hanno espresso, che questa è una variazione di bilancio "in cauda venenum" secondo qualcuno, di fine legislatura, secondo qualcun altro di inizio della campagna elettorale, perché l'incertezza su come verranno utilizzati questi soldi, intendo dire dal punto di vista della logica programmatoria esiste su 65 miliardi, a questo punto su 12 miliardi esiste la certezza che evidentemente in larga parte questa variazione di bilancio è in definitiva una operazione di "pronto soccorso" in chiusura di una gestione, che ci auguriamo si chiuda in termini costituzionali fra alcuni giorni.
Non mi faccio promotore di una iniziativa in questo senso, ma mi auguro che nei modi opportuni - augurandomi che la collettività colga questa nostra preoccupazione - anche dal Consiglio regionale del Piemonte, che non è poi in definitiva un Consiglio regionale di una piccola regione dell'Asia minore, venga fuori una protesta precisa per il fatto che un Ministro, e guarda caso, proprio dipendente regionale, abbia anticipato, con scorrettezza di comportamenti, che le elezioni regionali non avranno la loro effettuazione alla scadenza precisa. Quindi, chiudo questa mia breve considerazione sulla variazione di bilancio, anticipando voto negativo, in coerenza con tutte le nostre valutazioni sulla politica finanziaria della Regione e ribadendo la volontà che questo mio intervento sia servito anche (e mi auguro che altri si associno) ad esprimere una precisa richiesta che non si facciano manovre dilatorie su una necessità assoluta e che si faccia chiarezza sulla rappresentanza politica della nostra Regione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Il giudizio che noi diamo sulla variazione di bilancio che ci viene proposta non altera il giudizio che abbiamo dato in passato sul bilancio di questa Regione, semmai per alcune considerazioni non potrebbe peggiorare ma nella sostanza il giudizio rimane inalterato, perché riguarda non soltanto il fatto tecnico di bilancio, ma la politica portata avanti da questa maggioranza in tutto il complesso della legislatura.
Certamente è già stato rilevato che in questa variazione di bilancio risultano accentuati alcuni di quei interventi di facciata che servono a mascherare e a nascondere la mancata soluzione di molti problemi.
Come è già stato rilevato, sono aumentate le spese per le pubblicazioni, basta vedere come continuamente siamo inondati, e non soltanto noi, ma l'intera regione di pubblicazioni che poi, signor Presidente, se lei facesse una ispezione negli uffici e nei sotterranei di questo palazzo, ma anche in altri palazzi della Regione, potrebbe vedere quale fine fanno una parte di queste pubblicazioni; qualche maligno si è divertito a fare il calcolo degli alberi che, con notevole beneficio ecologico, si sarebbero risparmiati se la Regione Piemonte avesse un senso della misura maggiore nello sfornare carta stampata.
Aumentano le spese dei convegni, delle manifestazioni, ma non sto a ripetere delle cose che sono già state dette da altri. Non mi spiego allora perché le stanze di questo palazzo siano piene di carta fino al soffitto se c'è questa sete di leggere, perché allora le pubblicazioni non rimarrebbero qua e questo dimostra che la produzione regionale è superiore anche alla sete di leggere che esiste nell'intera comunità.
Il sistema di altri interventi rimane quello (ed è rimasto del resto in questi anni) degli interventi a pioggia, che ci siamo sentiti criticare per cinque anni nella precedente legislatura e che questa maggioranza ha soltanto accentuato, trasformando la pioggia in un temporale, anche se su questo sistema di interventi si è voluta buttare la polvere dorata di un'apparente programmazione a livello comprensoriale, che poi è una falsa programmazione, perché in realtà anche da parte dell'organismo comprensoriale scelte programmatiche non ci sono state.
Il giudizio quindi che diamo su questa variazione di bilancio e il voto conseguente è negativo. Voto negativo che investe non soltanto il fatto tecnico, ma tutta la politica svolta in questi cinque anni e che ci spinge a dare all'aggettivo "felice" dato dal collega Bellomo in conclusione di legislatura, un significato assai diverso dal suo, forse più vicino al significato che danno i piccoli Comuni della Regione vessati dall'Assessore all'urbanistica.
Per quanto riguarda le prospettive di politica nazionale che ci ha indicato il collega Bellomo, attendiamo una verifica non soltanto nostra ma che evidentemente farà tutto il Paese, il voto che ci auguriamo senza rinvii daranno gli elettori italiani a giugno, convinti come siamo che questo giudizio varierà non poco quelle prospettive di politica nazionale che il collega ci ha indicato; e devo dire molto sinceramente che a questa nostra convinzione sul risultato elettorale si accoppia anche l'amarezza per i madornali errori di scelte e di iniziative politiche che hanno fatto in questo periodo i compagni socialisti.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare, la parola quindi all'Assessore Simonelli per la replica.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e alla programmazione

La variazione al bilancio '80 ha dato luogo ad un dibattito breve ma credo, non perciò meno interessante, non è necessario fare discorsi di ore per mettere a fuoco le problematiche che nascono da documenti finanziari e contabili e anche in una variazione, che come è stato correttamente individuato, in particolare dall'intervento del Consigliere Paganelli, è tecnica e in gran parte necessitata, nascono evidentemente spunti per considerazioni di carattere politico e di politica finanziaria della Regione.
Qualche considerazione peraltro occorre fare su alcuni rilievi puntuali che sono stati avanzati, sarei agevolato nel rispondere se fossero presenti i Consiglieri intervenuti, visto che alcune risposte riguardano domande precise che da loro erano state poste. Risponderò lo stesso, perché resti affidato alla memoria dei posteri nei documenti che si accumuleranno nelle biblioteche che contengono gli atti del Consiglio regionale.
In particolare, la collega Castagnone Vaccarino poneva alcuni quesiti: il primo, in ordine all'aumento dell'avanzo di amministrazione contenuto in questa proposta di variazione. La lettura della relazione che accompagna la variazione avrebbe consentito alla dottoressa Castagnone Vaccarino di sciogliere questo suo dubbio, perché vi si spiega che l'aumento dell'avanzo di amministrazione 1979 è relativo ad oneri per pronti interventi che, non essendosi spesi nel corso del 1979, vanno mandati in economia e vanno reimpostati nella competenza 1980, pronti interventi stanziati in conseguenza di eventi calamitosi, quindi fondi che arrivano dallo Stato e che non sono stati spesi nel corso del 1979, pertanto vanno mandati in economia e di conseguenza aumentano l'avanzo presunto e vengono reimpostati nella competenza 1980. Quindi è un semplice trasferimento dal 1979 al 1980 di 7 miliardi e 665 milioni.
Dalla relazione viene anche illustrato il maggiore stanziamento di 8 miliardi relativo al piano autobus. Il discorso è molto semplice: noi dobbiamo finanziare delle spese crescenti nel settore dei trasporti, che in gran parte derivano da necessità che la legge pone a carico della Regione senza che la Regione possa in qualche modo gestire una politica relativa.
Mi riferisco, per esempio, agli oneri che derivano dal contratto dei lavoratori delle aziende concessionarie dei trasporti, i cui oneri aggiuntivi, ogni volta che si cambia contratto, vengono posti a carico delle Regioni. Mi riferisco agli interventi di spese correnti nei confronti delle aziende che le leggi pongono a carico della Regione. Tra le spese rilevanti che la Regione sostiene non a destinazione vincolata vi è il piano autobus, cioè l'acquisto di mezzi di trasporto collettivo. Ora, da quando fu varato il piano autobus, eccettuati i finanziamenti stanziati dai decreti La Malfa poi diventati legge 492 del 1975 si parlò di un fondo nazionale dei trasporti che avrebbe dovuto garantire il finanziamento dei piani autobus delle Regioni.
Questo fondo nazionale dei trasporti non si è fin qui realizzato, per in questo momento, avanti al Parlamento vi sono due progetti di legge di contenuto praticamente analogo, relativi all'istituzione del fondo nazionale dei trasporti. La signora Castagnone Vaccarino lamenta che siano stati messi a bilancio dei fondi derivanti da una iniziativa legislativa che non ha ancora concluso il suo iter, perché i due progetti di legge non sono ancora diventati legge.
Noi abbiamo creduto di far questo sulla base di un'altra considerazione, che l'onere relativo è stato previsto nel bilancio dello Stato con la seconda nota di variazione del bilancio dello Stato 1980, il che ci fa presumere che lo stanziamento che il Ministro del Tesoro ha coperto con la seconda nota di variazione al bilancio dello Stato diventi disponibile nel corso dell'anno; non si tratta cioè di una vaga ipotesi, ma di una decisione che in sede politica è già stata presa e che si concretizza in uno stanziamento sul bilancio dello Stato da cui evidentemente pensiamo possa derivare anche il contributo alla Regione.
Un altro genere di problemi ha riguardato le questioni dell'art. 1000 e degli stanziamenti per gli immobili regionali.
Concordo con gli inviti alla prudenza che sono venuti da parte del Consiglio, relativi alla necessità di muoversi con cautela nell'incrementare ulteriormente il parco immobiliare della Regione, tenendo conto degli oneri elevati che comporta non solo l'acquisizione degli immobili, ma soprattutto la loro sistemazione e la loro resa in condizioni di agibilità, senza sottovalutare che ci sono delle esigenze, per esempio riferite agli uffici regionali in Torino non ancora soddisfatte, nonostante le acquisizioni intervenute.
Tutto ciò premesso (ma è materia che riguarderà la prossima legislatura), posso dare l'elenco degli interventi che giustificano il maggiore incremento di 7 miliardi, proposto nella legge di variazione al bilancio 1980 e che attengono ad interventi urgenti, necessitati o per ragioni addirittura di stabilità degli immobili stessi o per completamenti necessari di opere in corso che come tali non possono essere lasciati a metà.
Gli uffici avevano predisposto in relazione agli interventi sugli immobili un'esigenza di ulteriori finanziamenti pari addirittura a 25 miliardi. Da questo elenco di lavori si sono stralciati i 7 miliardi ritenuti indispensabili nel 1980. Quindi, nulla che attenga all'acquisizione di nuovi immobili, tutti i 7 miliardi sono destinati a manutenzioni straordinarie, ripristini, restauri e sistemazioni. In particolare, ma sono dati a puro titolo indicativo, perché evidentemente poi in corso di esecuzione possono anche variare, 650 milioni riguardano il castello di Rivoli in cui devono essere fatti dei lavori di restauro conservativo e di ripristino, soltanto una parte dei lavori necessari; 150 milioni per i lavori più urgenti per il convento dell'Annunziata; circa 150 milioni dovrebbero completare l'ultimo lotto del Palazzo Callori a Vignale 400 milioni riguardano questo palazzo e rappresentano la fine dei lavori a Palazzo Lascaris; 60 milioni circa per una perizia suppletiva nello stabile di Via San Francesco d'Assisi n. 35, per i Gruppi consiliari; circa un miliardo riguarda la colonia Medail di Bardonecchia; 700 milioni per l'Istituto del Buon Pastore; 500 milioni per il Centro di formazione professionale di Vercelli; 2 miliardi per Palazzo Reale, che dovrebbero consentire la disponibilità dei locali per trasferimenti degli uffici della Giunta; 500 milioni dovrebbero riguardare la sistemazione in corso degli uffici regionali in Corso Bolzano n. 44 e 300 milioni per Villa San Remigio a Verbania.
Questo è il quadro degli interventi più urgenti che dovrebbero essere finanziati con i 7 miliardi previsti nell'aumento del bilancio.
Sono stati poi fatti degli altri rilievi relativi alla natura di taluni capitoli della parte corrente della spesa, che vengono incrementati con la legge di variazione.
Evidentemente ognuno è libero di dare le valutazioni che crede. Penso che non possa essere sottovalutata la necessità di documentare, specie a fine legislatura, ciò che tutta la serie di lavori, di opere, di iniziative che la Regione nel suo complesso ha fatto (Regione, intendo dire, Giunta e Consiglio) in questi anni e che deve essere portata a conoscenza della comunità regionale e questo spiega la cifra più rilevante tra quelle oggetto di contestazione, che mi pare peraltro il Consigliere Paganelli nel suo intervento non contestasse, e cioè quello delle pubblicazioni e della presentazione di documenti.
Per quanto riguarda il capitolo "Partecipazione a convegni" gli aumenti sono di rilievo modesto, anche se evidentemente a poca distanza dalla fine della legislatura inducono a considerazioni critiche da parte di qualche Consigliere, ma l'aumento è modesto e per quanto riguarda i convegni ci siamo resi tutti conto, da quanto abbiamo vissuto negli ultimi mesi, che hanno visto una ricca iniziativa di manifestazioni e convegni, che producono, tra l'altro, un'ampia partecipazione delle forze del Consiglio oltre che delle forze esterne, per discutere ciò che ha costituito oggetto dell'attività nel corso della legislatura.
La partita dell'agricoltura ha rappresentato al suo interno quegli spostamenti che il Consigliere Paganelli correttamente richiamava e che giustificano anche le considerazioni della collega Castagnone Vaccarino, in ordine ad alcuni capitoli che aumentano e altri che diminuiscono. Questo avviene perché ci sono dei fondi a destinazione vincolata di una legge statale che si riduce e fondi a destinazione vincolata di un'altra legge statale che invece aumenta. Abbiamo avuto bisogno di creare dei saldi e delle compensazioni, anche se ci sono delle risorse aggiuntive a carico della Regione che vengono poste nel bilancio 1980. Questo è stato spiegato e non voglio riprendere il dibattito di ieri, il confronto di ieri, perch tali interventi vanno in una direzione che la Giunta ha ritenuto prioritaria, cioè nei confronti dell'agricoltura.
Sull'agricoltura c'è un problema particolare, ed è quello che è stato sollevato dal Consigliere Franzi a nome dei rappresentanti della Provincia di Vercelli, e cioè la necessità di prevedere interventi per 3 miliardi a completamento dei pronti interventi necessitati da calamità atmosferiche.
E' una questione molto semplice: la mia proposta, relativa anche ad alcune altre questioni, è quella di una brevissima sospensione per una riunione della I Commissione, che è necessaria per gli emendamenti da portare al bilancio.
La questione è - molto semplice. Esiste a bilancio uno stanziamento per questo genere di lavori che rappresenta l'anticipazione sulla 364, la legge nazionale che prevede gli interventi del fondo nazionale di solidarietà ed inoltre la possibilità per la Regione di anticipare le somme. Si tratta di vedere se, sulla base dello stanziamento esistente, si possono fare questi tipi di intervento, oppure no. Se non si possono fare in base allo stanziamento esistente, va vista l'opportunità, in relazione ai tempi entro i quali tali interventi devono essere realizzati, di prevedere la somma in entrata e in uscita, tenendo conto che l'unico rischio che si corre è quello di vederci fare dei rilievi alla legge di variazione, nel caso in cui il Ministero del Tesoro trovasse da opinare su una previsione in entrata dal fondo di solidarietà nazionale di una certa somma eccessiva rispetto a quello che dovrebbe essere il riparto a favore del Piemonte.
Quindi c'è da svolgere un'azione attenta, oculata e tempestiva presso il Ministero dell'agricoltura perché vengano riconosciute le esigenze del Piemonte, cosa che a tutt'oggi non è stata fatta, infatti finora non abbiamo avuto riparti che tenessero conto della nostra esigenza di soddisfare gli interventi per le calamità del 1979, quindi non siamo stati affatto ancora presi in considerazione e il rischio che si corre è che l'ulteriore incremento di questo stanziamento possa portare a delle riserve da parte del Governo. Non ci sono altri problemi, è una partita che si gioca sul piano dell'anticipazione della 364, si può giocare in entrata e si può giocare in uscita.
Non vorrei soffermarmi su altre considerazioni, anche se l'intervento del collega Rossi e di altri hanno aperto una problematica più vasta, che credo sarà oggetto di un confronto prima della fine della legislatura e quindi anche le considerazioni e i rilievi in ordine alla gestione da parte della Giunta e delle sue competenze nella fase tra lo scioglimento del Consiglio e l'elezione della nuova Giunta e quelle doverose esigenze di correttezza nella gestione delle risorse regionali alle quali si richiamava il collega Paganelli, che peraltro noi qui possiamo confermare, potranno ancora essere oggetto di una discussione successiva.
Credo che possiamo ancora portare al Consiglio, ci eravamo impegnati a fornirlo entro la fine della legislatura, un documento di rendicontazione sul 1979, oltre che sullo stato di attuazione dei programmi e dei progetti.
Questo impegno certamente lo manteniamo, non sono in grado di dire già stamattina se il documento di rendicontazione potrà essere un rendiconto vero e proprio, cioè redatto e compilato secondo quello che la legge richiede, noi lavoravamo in un'altra ipotesi che era quella di presentare un documento di rendicontazione che avesse tutte le caratteristiche sostanziali del rendiconto, quindi con una presentazione analitica di tutti gli elementi contabili necessari, senza avere l'aspetto formale del rendiconto perché pensavamo che i tempi non lo consentissero. L'ipotesi che viene fatta di un ritardo nella consultazione elettorale apre il problema di verificare se siamo in grado di presentare un vero e proprio rendiconto e anche su questa la Giunta sarà più precisa in una delle prossime sedute.
Rinnovo alla cortesia del Presidente la richiesta di consentire alla I Commissione una breve riunione per esaminare alcuni problemi.



PRESIDENTE

Prima di passare alle votazioni conseguenti ritengo si possa accogliere la proposta dell'Assessore di convocare brevemente la I Commissione per esaminare le modifiche che è necessario apportare. La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,30, riprende alle ore 12,50)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e alla programmazione

Nella riunione della Commissione si è verificata la possibilità di destinare, per gli interventi a completamento dei pronti interventi in agricoltura nell'area vercellese, la somma complessiva di un miliardo e 400 milioni, di cui 400 milioni utilizzabili sullo stanziamento esistente a bilancio come anticipazioni sulla legge 364, mentre il miliardo viene rinvenuto dall'entrata derivante dalla tassa di circolazione che sta incrementandosi, per la quale gli uffici ci dicono che è possibile prevedere uno stanziamento superiore a quello iniziale; si istituisce un apposito capitolo in cui poniamo il miliardo come anticipazione sulla 364 a carico della Regione, quindi non prevedendolo in entrata, cosa che avrebbe fatto correre dei rischi al bilancio in sede di controllo, ma invece destinandolo come risorse proprie della Regione.
Gli emendamenti si stanno scrivendo, li consegneremo subito al Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda quindi alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno 1980, sono introdotte le variazioni di cui alla tabella A), annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1980, sono introdotte le variazioni di cui alla tabella B), annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "Lo stanziamento del fondo speciale di cui al capitolo n.
12500 (elenco n. 4) è determinato in L. 3.490 milioni.
Lo stanziamento del fondo speciali di cui al capitolo n. 12600 (elenco n. 5) è determinato in L. 10.590 milioni".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: l'ultima parola "L. 10.590 milioni" è sostituita con "L. 10.640 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - "Lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 è determinato in L. 37.524.372.889".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 13 primo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 520, è aumentata di 100 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 16 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 1400 è ridotta di 40 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - "E' autorizzata l'iscrizione della somma di 180 milioni al capitolo n. 1430 quale quota dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge regionale 8 marzo 1979, n. 12".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 20 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 2350 è aumentata di L. 82.520.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 22 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 2630 è aumentata di 200 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 23 primo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 2675, è ridotta di 300 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 23, quinto comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3260 è aumentata di 50 milioni.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interessi, di cui all'articolo 36 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63, è aumentata di 250 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3630.
La spesa per la concessione dei contributi negli interessi attualizzati, di cui all'articolo 15 della legge regionale 12 ottobre 1978 n. 63, è aumentata di 1.000 milioni ed e iscritta al capitolo n. 2775".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 - "La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 18 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 stabilita per l'anno finanziario 1980 in 800 milioni, ed iscritta al capitolo n. 3030, è ridotta di 500 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 24 sesto comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3410, è ridotta di 1.400 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 24, settimo comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3460 è ridotta di 200 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 24, ottavo comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3480 è aumentata di 900 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 24, undecimo comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3750 è aumentata di 343 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 24, ultimo comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 3790 è aumentata di 200 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 - "La spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui all'articolo 36 della legge regionale 12 ottobre 1978, n.
63, stabilita per l'anno finanziario 1980 in 200 milioni, ed iscritta al capitolo n. 3630, è aumentata di 250 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 13 è approvato.
Articolo 14 - "La spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui all'articolo 42 della legge regionale 12 ottobre 1978, n.
63, è determinata per l'anno finanziario 1980 in 500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3765".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 14 è approvato.
Articolo 15 - "La spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui all'articolo 43 della legge regionale 12 ottobre 1978, n.
62, è determinata per l'anno finanziario 1980 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 4192".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 15 è approvato.
Articolo 16 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 29 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5160 è aumentata di 300 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 29 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5205, è ridotta di 236 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 16 è approvato.
Articolo 17 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 33 primo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5650, è ridotta di 5.700 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 33, secondo comma della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5660 è aumentata di 1.000 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 17 è approvato.
Articolo 18 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 34 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5855 è aumentata di 1.700 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 18 è approvato.
Articolo 19 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 35 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5860 è aumentata di 1.500 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 19 è approvato.
Articolo 20 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 37 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5890 è aumentata di 600 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 20 è approvato.
Articolo 21 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 43 quarto comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 6075, è aumentata di 500 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 43, nono comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 10260, è ridotta di 500 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 21 è approvato.
Articolo 22 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 46 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 7140 è aumentata di 450 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 22 è approvato.
Articolo 23 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 51 primo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 7930, è aumentata di 300 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 23 è approvato.
Articolo 24 - "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'articolo 54 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritte ai capitoli n. 8370 n. 8380 e n. 8430, sono aumentate rispettivamente di 700 milioni, 150 milioni e 900 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 24 è approvato.
Articolo 25 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 63 secondo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 9310, è aumentata di 1.500 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 25 è approvato.
Articolo 26 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 64 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 10070 è ridotta di 260 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 26 è approvato.
Articolo 27 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 65 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 10050 è ridotta di 50 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 27 è approvato.
Articolo 28 - "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 5 dicembre 1979, n. 67, è determinata per l'anno finanziario 1980 in 1.675 milioni ed è iscritta al capitolo n. 10375".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 28 è approvato.
Articolo 29 - "La spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui all'articolo 3, quarto comma, della legge regionale 16 maggio 1975, n. 28, è determinata per l'anno finanziario 1980 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11103".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 29 è approvato.
Articolo 30 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 67 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 11400 è aumentata di 350 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 30 è approvato.
Articolo 31 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 70 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 11660 è aumentata di 60 milioni.
L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 70 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 11670, è ridotta di 60 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 31 è approvato.
Articolo 32 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 71 primo comma, della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 11810, è aumentata di 1.230 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 32 è approvato.
Articolo 33 - "Al fine di consentire l'osservanza delle disposizioni di cui all'articolo 24, primo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n.
12, è trasferita all'anno finanziario 1980 la decorrenza del limite di impegno iscritto al capitolo n. 7490".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 33 è approvato.
Viene presentato dalla Giunta regionale il seguente articolo aggiuntivo: Articolo 34 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 52 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 8900 è aumentata di 700 milioni".
Chi è favorevole alzi la mano.
E' approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 34.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 34 è approvato.
Viene presentato dalla Giunta regionale il seguente articolo aggiuntivo: Articolo 35 - "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'articolo 62 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 9180 è aumentata di 70 milioni".
Chi è favorevole alzi la mano.
E' approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 35.



(Si procede alla - votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 35 è approvato.
Viene presentato dalla Giunta regionale il seguente articolo aggiuntivo: Articolo 36 - "La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 55, ultimo comma, della legge regionale 12 ottobre 1978, n.
63, è determinata, per l'anno finanziario 1980, in 1.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3891".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 36.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 36 è approvato.
Viene presentato dalla Giunta regionale il seguente articolo aggiuntivo: Articolo 37 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 37.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'articolo 37 è approvato.
E' necessario ancora approvare per alzata di mano le tabelle allegate alla legge.
Sono approvate.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Esame proposta di deliberazione "Statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'Unità Locale dei Servizi n. 74 (Ovada)"


PRESIDENTE

La parola al Presidente della V Commissione, Ferrero.



FERRERO Giovanni

Propongo di approvare lo "Statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'Unità Locale dei Servizi n. 74 (Ovada)". Non credo proprio sia il caso che ne discutiamo, è la solita procedura: il Consiglio deve dare il suo parere al Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali tra i Comuni di Ovada, Belforte Monferrato, Carpanetto Casaleggio, ecc.



PRESIDENTE

Vi sono obiezioni? Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale udita la relazione della V Commissione in ordine allo Statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'Unità Locale dei Servizi n. 74 visto il D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 vista la legge 23 dicembre 1978, h. 833 vista la legge regionale 8 agosto 1977, n. 39 vista la legge regionale 9 luglio 1976, n. 41 esprime parere favorevole ai sensi dell'articolo 6, secondo comma, della legge regionale 8 agosto 1977, n. 39, agli schemi di deliberazione predisposti dai Comuni della suddetta Unità Locale dei Servizi, facendo proprie le osservazioni espresse dalla V Commissione nei documenti allegati; dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmetterli al Presidente della Giunta regionale per i successivi adempimenti previsti dalla citata legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 14 astensioni su 40 Consiglieri presenti e votanti.


Argomento: Nomine

Sulle nomine


PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Vorrei porre la questione di una materia analoga a quella che abbiamo votato adesso e che riguarda le Unità Sanitarie Locali. E' pervenuto dalla Giunta alla Commissione del materiale che riguarda le procedure di commissariamento delle strutture socio-sanitarie che non hanno ancora provveduto a dotarsi degli aspetti istituzionali necessari. La legge regionale 3/1980 prevede che si proceda attraverso struttura commissariale nel caso in cui entro una certa data non si effettuino le nomine. Queste procedure commissariali non sono state valutate né discusse dalla Commissione per impossibilità, dati i concorsi ed altri motivi ancora.
Vorrei porre formalmente ai Consiglieri e al Consiglio la questione in modo che si decida che cosa fare ben sapendo che se noi oggi non diamo un nostro parere relativo alla procedura di commissariamento, vi saranno ritardi di alcuni giorni nella piena operatività di quelle strutture e quindi non è un problema di Commissione, ma è un problema delicatissimo che riguarda da vicino un certo numero di Unità Sanitarie Locali, nella fattispecie le numero 4, 32, 37, 44 e 50. Se il Consiglio ritiene di non prendere in esame la cosa e di non esprimere la sua opinione, si intende però che tutte le forze politiche sono consapevoli dell'opportunità di riesaminare la questione in una sede successiva e sono solidalmente impegnate nelle conseguenze che dalla mancata decisione nella data ultima possibile ne possano derivare. Questa sarebbe una cosa che dovrebbe fare la Giunta.
Il mio compito consiste solo nel far presente che esiste una legge della Regione tassativa per tutti e che esiste un materiale relativo a quella legge. Se noi oggi decidiamo di non esaminare in sede politica la cosa, questo vuol soltanto dire che le forze del Consiglio hanno convenuto che un ritardo di qualche giorno non comporta nulla di grave. Questa è implicitamente la mia opinione nella situazione attuale.



PRESIDENTE

Mi pare abbastanza evidente che le forze politiche si assumeranno la responsabilità di esaminare questa delicata questione e di portarla all'attenzione del Consiglio regionale il 2 aprile.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

C'é un'altra questione che vorrei sollevare ed è questa: abbiamo esaminato nella scorsa riunione dei Capigruppo una serie di nomine rispetto alle quali sono state avanzate dalle forze politiche in genere questo tipo di obiezione: siamo ad un mese o poco più dalla scadenza e non vediamo perché dobbiamo nominare un organismo o un ente che poi scade fra tre mesi. Va bene. Possiamo anche accedere a questa opinione, però sarebbe necessario che venisse ufficializzata dal Consiglio, e quindi con l'accordo delle forze politiche, una dichiarazione tale che metta in condizione di funzionare i vari Assessorati senza magari l'istituzione di una certa Commissione. E' un problema che voglio porre, perché in alcuni casi si tratta di proroga, in altri, come la Commissione per i mercati all'ingrosso, si tratta di istituzione, ci sono delle procedure di legge che stabiliscono che l'Assessorato decide sentendo la Commissione; allora se le forze politiche dicono che la Commissione scade fra due mesi e non se ne fanno i nomi, è comunque necessario che ci sia una dichiarazione tale per cui l'Assessorato possa procedete ugualmente anche senza Commissione.



PRESIDENTE

Ho dei dubbi profondi che non si possano fare certe nomine. Ci sono delle forze politiche che intendono comportarsi diversamente da ciò che la legge impone, altre forze si assumono la responsabilità di eleggere tutti i membri delle Commissioni che dovrebbero essere elette prima della scadenza della legislatura. Ma chi ci garantisce che il prossimo Consiglio regionale entri in funzione poche settimane dopo le elezioni? Chi ci garantisce che non ci sarà una lunga trattativa fra i partiti che potrà anche durare parecchi mesi? Cosa succederà allora alle leggi rese vacanti perché le forze politiche si rifiutano di fare il loro dovere adesso, in fine di legislatura? Pongo tutte le questioni delle nomine all'ordine del giorno della prossima seduta e le forze politiche si comportino di conseguenza.
La parola al Consigliere Vera.



VERA Fernando

Non so quali siano le forze politiche che sono del parere di non fare queste nomine per i pochi mesi di vita che avrebbero davanti. Noi riteniamo che le Commissioni rappresentino una garanzia nei confronti della Giunta e quindi siamo del parere che queste nomine si debbano fare.



PRESIDENTE

Benissimo. Il giorno 2 aprile tutte le nomine giacenti verranno poste all'ordine del giorno, se i Gruppi non consegnano i nomi, le altre forze politiche sottoporranno altri nomi, anche al limite di un solo partito, in modo che tutte le Commissioni siano composte. Tutte le nomine vengono poste all'ordine del giorno e verranno effettuate con rapporti di maggioranza o di minoranza, o anche unicamente quelle che rappresentano la maggioranza in Consiglio. Non vi è altra soluzione. Gli organismi devono essere messi in condizione di funzionare.
Vi sono altre questioni? Non ve ne sono. Il Consiglio regionale è convocato per il giorno 2 aprile.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,10)



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