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Dettaglio seduta n.319 del 26/03/80 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PAGANELLI ETTORE


Argomento:

Rinvio ad altra seduta dell'approvazione dei processi verbali


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La seduta è aperta.
I processi verbali delle adunanze consiliari del 26 e 27 febbraio, 6 13, 17, 19 e 20 marzo non sono ancora stati predisposti per mancanza di personale. Saranno distribuiti non appena ne verrà ultimata la stesura.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico che hanno chiesto congedo per la seduta odierna i Consiglieri castagnone Vaccarino, Menozzi, Minucci e Valetto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge : N. 524: "Modifica del disciplinare allegato alla legge regionale 4/6/1975 n. 46: interventi a favore dei Consorzi tra Enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi", presentato dalla Giunta regionale in data 13 marzo 1980 N. 525: "Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta", presentato dalla Giunta regionale in data 13 marzo 1980 N. 526: "Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo", presentato dalla Giunta regionale in data 13 marzo 1980 N. 527: "Istituzione dell'area attrezzata della Villa S. Remigio" presentato dalla Giunta regionale in data 13 marzo 1980 N. 528: "Emendamenti alla legge regionale n. 8 del 25 febbraio 1980" presentato dalla Giunta regionale in data 19 marzo 1980 N. 529: "Integrazione e modifiche alla legge regionale 4 giugno 1975 n. 47 recante interventi a favore degli Enti locali territoriali dell'associazionismo e della cooperazione per lo sviluppo strutturale della rete distributiva del Piemonte", presentato dalla Giunta regionale in data 19 marzo 1980 N. 530: "Integrazione della legge regionale 6 marzo 1980 n. 12" presentato dalla Giunta regionale in data 19 marzo 1980 N. 531: "Prima variazione al bilancio per l'anno 1980", presentato dalla Giunta regionale in data 24 marzo 1980.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale del 13/2/1980: "Modificazione delle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 17 della legge regionale 15 gennaio 1973 n. 3, concernente criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6 dicembre 1971 n. 1044 e con quello della Regione" alla legge regionale del 13/2/1980: "Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di artigianato di cui al primo e quinto comma dell'art. 9, al primo, quarto e quinto comma degli artt. 12 e 14 nonché al secondo comma dell'art. 13 della legge 25 luglio 1956 n. 860 trasferite alla Regione ai sensi degli artt. 63, secondo comma, lett. c) e 64 del D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616 e finora esercitate dalle Camere di Commercio" alla legge regionale del 13/2/1980: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di centro di formazione professionale della Regione".
Le comunicazioni del Presidente sono terminate.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge relativi all'istituzione dei parchi


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo all'esame dei progetti di legge relativi all'istituzione di numerosi parchi nel territorio piemontese. La parola al relatore Consigliere Bono.



BONO Sereno, relatore

Con questi progetti di legge la Regione compie un altro importante passo nell'attuazione del piano dei parchi, approvato all'inizio di questa legislatura ed ulteriormente aggiornato verso la seconda metà dello scorso anno.
Attuando una procedura particolare, a nome della Il Commissione propongo al Consiglio con un'unica relazione i sei disegni di legge presentati dalla Giunta regionale per l'istituzione delle: Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varano Riserva naturale speciale del Parco Burcina - Biella Riserva naturale speciale dell'Orrido e della stazione di Leccio di Chianocco Area attrezzata della Villa S. Remigio Parco naturale Rocchetta Tanaro.
La scelta di questa procedura è stata fatta dalla II Commissione, che ha approvato tutte e sei le leggi alla unanimità, al fine di evitare inutili ripetizioni in quanto l'impianto strutturale delle leggi è lo stesso, e ripete quello delle leggi istitutive dei parchi naturali o delle riserve che il Consiglio regionale ha già approvato in altre occasioni.
E' evidente che ogni riserva, o parco naturale, o area attrezzata che oggi viene proposta all'approvazione del Consiglio presenta proprie particolarità specifiche, particolarità che d'altronde sono state ampiamente ed intelligentemente evidenziate nelle relazioni che per ogni parco sono state presentate dalla Giunta regionale, relazioni alla cui lettura si rimandano tutti i colleghi che desiderano approfondire aspetti particolari.
In questa breve relazione di presentazione delle leggi intendiamo solo sottolineare qualche aspetto di ordine più generale ma che riteniamo di particolare rilievo al fine di illustrare, a conclusione di questa legislatura, come la Regione ha operato in questi cinque anni per realizzare quegli obiettivi che erano stati enunciati con l'approvazione della legge n. 43 del 4 giugno 1975 e che è stata approvata proprio alla conclusione della precedente legislatura.
In questi cinque anni è stato dato l'avvio concreto e con particolare slancio all'attuazione di una politica di difesa, rivalutazione e potenziamento del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale del Piemonte, azione che ritroviamo nei suoi momenti di attuazione con l'approvazione del primo piano regionale dei parchi, all'inizio di questa legislatura e che è stato opportunamente aggiornato, come prevede la legge nello scorso anno.
Quel piano trova oggi un importante momento di attuazione con l'approvazione delle leggi che vengono presentate e che in aggiunta ai 13 parchi già istituiti, portano il numero complessivo dei parchi regionali operanti in Piemonte al numero di 19 unità.
In proposito dirò che la II Commissione sta ancora lavorando seriamente per presentare al Consiglio, prima che cessi la propria attività, un altro gruppo di leggi per l'istituzione dei parchi significativi, quali sono ad esempio quelli di Stupinigi, dell'Orsiera-Rocciavrè, dell'Argentera, dei Lagoni di Mercurago e dei Laghi di Avigliana.
Qualcuno forse dirà che si sarebbe potuto fare di più, e non saremo certo noi a ritenerci completamente soddisfatti per il lavoro compiuto.
Certo è però che la Regione Piemonte in questo settore specifico della sua attività ha svolto, con il contributo di tutte le forze che compongono il Consiglio, un lavoro non indifferente che la pone, sicuramente, ai primi posti tra le venti Regioni italiane.
Abbiamo realizzato questi importanti risultati perché vi è stato un impegno fermo e convinto della Giunta, dei membri della II Commissione e dei funzionari preposti a questo lavoro, impegno che non si è fermato di fronte alle difficoltà incontrate, spesse volte create artatamente e che tendenziosamente presentavano l'istituzione di un parco o di una riserva come un momento contrastante con gli interessi delle popolazioni locali, ed il più delle volte abbiamo dovuto sostenere vere e proprie lotte per sconfiggere queste insinuazioni che spesso venivano usate a copertura di interessi particolaristici non sempre confessabili.
Il lavoro fatto mi sembra positivo in quanto con le popolazioni interessate si è giunti ad un chiarimento assai diffuso, molti oggi si rendono già pienamente conto che con la politica dei parchi fatta dalla Regione Piemonte si è corrisposto a delle esigenze e a delle aspettative che erano assai diffuse tra la popolazione piemontese, altri ancora acquisiranno questa coscienza quando l'attività dei parchi entrerà nel suo pieno svolgimento.
Importante è anche sottolineare che tutte le leggi istitutive di parchi o di riserve naturali fino ad ora approvate, sono state votate all'unanimità dal Consiglio regionale e che queste sei che oggi vengono presentate, già approvate unanimemente dalla II Commissione, saranno anch'esse, com'è augurabile, approvate all'unanimità anche dal Consiglio.
Tra le proposte che oggi sono sottoposte alla nostra approvazione vi sono l'istituzione delle riserve naturali speciali dei Sacri Monti di Varallo e di Orta, che unitamente al Sacro Monte di Crea, per il quale la legge è già stata approvata da questo Consiglio, completano l'impegno dell'Amministrazione regionale verso queste importanti testimonianze artistiche, storiche e religiose della nostra regione che, particolarmente negli ultimi decenni, hanno subito un costante processo di degrado che senza un serio intervento, come quello che stiamo per realizzare, avrebbe messo in serio pericolo la loro stessa esistenza per le generazioni future.
Le opere che noi oggi ci proponiamo di difendere risalgono alla fine del 1400 per il Sacro Monte di Varallo e alla fine del 1500 per il Sacro Monte di Orta, e già queste date da sole ci stanno ad indicare quale patrimonio storico, oltre che di alto valore artistico abbiamo da difendere.
Proponendo l'istituzione della riserva speciale del Sacro Monte di Orta si è pensato anche alla necessità di intervenire per conservare nella sua integrità un altro aspetto di alto valore, presente nello stesso Comune, e che con il vecchio borgo ed il Sacro Monte costituisce un insieme di rara bellezza: l'Isola di S. Giulio.
Abbiamo però ritenuto che il problema necessitasse di ulteriori e più particolareggiati approfondimenti e che per intanto, data anche l'urgenza di certe opere di restauro, si dovesse partire rapidamente con la legge per il solo Sacro Monte.
Ciò non toglie che l'interessamento debba sempre essere vivo e che in un prossimo futuro anche questo problema possa essere affrontato e risolto positivamente.
Altri due disegni di legge che noi oggi dobbiamo esaminare interessano l'istituzione dell'area attrezzata di Villa S. Remigio a Pallanza e della riserva naturale speciale della Burcina di Biella.
Le caratteristiche che uniscono questi due significativi momenti sono rappresentate dalla creazione di due grandi parchi-giardino, costruiti nella seconda metà del 1800 e che oggi rappresentano, oltre al particolare significato arboreo e floristico, una componente di alto valore paesaggistico.
Oggi questi parchi sono di proprietà pubblica, la Burcina è di proprietà del Comune di Biella e Villa S. Remigio è di proprietà della Regione.
Va inoltre sottolineato che con la legge istitutiva dell'area attrezzata di Villa S. Remigio non ci si vuole limitare a tutelare solo quest'area pur considerando interamente la sua importanza, ma attraverso a questo primo momento si vorrebbe creare una struttura che ci permetterà in futuro, senza un'eccessiva proliferazione di Enti, di fare una politica di difesa di altri beni ambientali, artistici o storici presenti sulle sponde piemontesi del Lago Maggiore, quali alcune ville o parchi esistenti oggi seriamente minacciati, edifici storici (esempio i Castelli di Cannero) o complessi di particolare valore artistico e culturale che costituiscono anche una componente importante dell'offerta turistica che ha un peso significativo nell'economia dell'Alto Novarese.
Le altre aree per le quali si propongono delle leggi per la loro tutela sono Rocchetta Tanaro per la quale si propone l'istituzione di parchi naturali e l'Orrido e Stazione di Leccio di Chianocco per il quale si propone l'istituzione di una riserva naturale speciale.
Queste aree collocate in montagna, l'Orrido di Chianocco, oppure in collina come Rocchetta Tanaro presentano particolari valori di interesse ambientale e, nelle loro specificità, sono particolarmente ricche di flora e di fauna e la loro tutela è stata ampiamente richiesta dalle Amministrazioni o dalle associazioni locali.
Il quadro esposto in modo volutamente molto sintetico, deve essere completato portando a conoscenza del Consiglio che su queste proposte c'è l'accordo più completo sia con i Comuni interessati, in parecchi casi essi stessi proponenti dell'iniziativa, che con le associazioni locali che a titoli diversi si interessano di questi problemi.
Per concludere si ricorda che le leggi, come è ormai diventata una prassi consolidata, affidano interamente la gestione degli istituendi parchi e riserve ad Enti costituiti dai Comuni interessati e da una rappresentanza del Consiglio regionale indicata dai rispettivi comitati comprensoriali.
Come ho detto, le leggi, concordate o addirittura proposte dai Comuni interessati, sono state tutte approvate all'unanimità dalla II Commissione consiliare; è quindi auspicabile che anche il Consiglio regionale la approvi anch'esso all'unanimità.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, il relatore, in termini succinti e chiari, ha illustrato le caratteristiche delle aree dei parchi mettendo assieme esigenze di natura ecologica, necessità di conservazione di elementi culturali esistenti nelle singole realtà e l'opportunità di dare a quelle aree un'organizzazione in una prospettiva educativa, attraverso la difesa il rispetto e l'invito, specialmente ai giovani, ad atteggiamenti educativi non solo per le aree a parco, ma anche per le restanti aree della Regione che, seppure non vincolate a scopi pubblici, sono ugualmente degne della migliore conservazione e della migliore fruizione.
Quindi i motivi che hanno indotto alla presentazione di questi progetti di legge, che sono di varia estrazione, essendo alcuni di iniziativa consiliare, altri di iniziativa di Enti locali, ci paiono positivi.
Discorsi di questo genere dovrebbero produrre elementi educativi anche per il futuro. Il rispetto e una civile fruizione del territorio regionale è un'esigenza che comporta valutazioni serie sui vincoli di natura particolare.
La strada intrapresa dei parchi regionali è significativa se riuscirà a trasformare idealmente territori dominati dalla natura e da fatti culturali, come le costruzioni antiche.
Questa iniziativa ci trova d'accordo così come abbiamo dichiarato durante la discussione in Commissione, riteniamo però che la gestione di questi parchi non debba essere motivo per la creazione di sovrastrutture di carattere amministrativo, caso mai elemento di forte responsabilizzazione da parte dei Comuni che in gran parte sono associati, essendo per lo più parchi a carattere infracomunale.
E' per questo che si è cercato di dare agli organi di amministrazione una dimensione limitata, che deve puntare essenzialmente sull'impegno degli Enti locali.
Le leggi prevedono che la Regione sia rappresentata da Amministratori locali, scelti dietro indicazione del Comprensorio ed in qualche caso della Provincia. Questi organi di amministrazione avranno una dimensione limitata e punteranno essenzialmente sull'impegno dell'Ente locale; dovranno essere strutture snelle, formate da persone che hanno responsabilità negli Enti locali e quindi sensibilità per la conservazione, lo sviluppo e il miglioramento delle aree parco; non dovranno essere organi eccessivamente burocratici.
Non c'è dubbio che Paesi più avanzati hanno creato attraverso i parchi pubblici oasi di serenità e aree di fruizione della natura e di beni culturali, puntando sulla formazione del personale addetto. A nostro avviso, la Regione deve andare in due direzioni: al numero limitato del personale, impiegato a tempo pieno, il quale oltre alle ore di lavoro dedichi il proprio interesse alla conservazione del parco, all'educazione delle persone che fruiscono del parco stesso alla professionalità, eventualmente attraverso una particolare istruzione di carattere tecnico-professionale.
Ad esso dovrà essere garantito un modo di vita dignitoso e tale che sia di stimolo ad una seria applicazione professionale. Non occorre essere professori: i veri professori sono anche coloro che sanno insegnare con l'esempio e con l'impegno in determinate situazioni.
Non si tratta di dare indicazioni di tipo idealistico, ma indicazioni di carattere pratico che portino al miglioramento del personale già esistente e alla formazione di quello che dovrà essere in futuro istruito.
Queste osservazioni non sono tanto sui testi delle leggi, quanto sull'atteggiamento della Regione che deve sapere inculcare negli Enti locali perché arrivi a tutti i cittadini piemontesi. In questo senso il nostro voto sui provvedimenti proposti è favorevole.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il collega democristiano, ora intervenuto, ha sottolineato una preoccupazione e una sensazione che non dovrebbero lasciarci indifferenti.
In effetti il grado di approfondimento e di attenzione su questa problematica da parte della collettività è ben diverso nel complesso rispetto a quello che si è aperto quest'anno.
Visto che probabilmente questo è l'ultimo provvedimento affrontato in ordine a questo tipo di vicende, mi si consentano alcune considerazioni conclusive; poi, magari, lo faremo in un'aula più piena di persone e probabilmente meno disponibili a sentire alcune divagazioni che per ritengo doveroso fare, anche perché ho avuto di recente un'esperienza di contatto con la collettività che mi ha lasciato estremamente perplesso.
Vorrei soprattutto sapere se certi atteggiamenti di alcune forze politiche si traducono anche nella realtà del territorio, così come sono in relazione ai voti che qui esprimono. Cosa su cui ho alcuni dubbi. Mentre si deve esprimere un giudizio positivo su questa politica, se ne deve peraltro richiamare il suo grosso limite: in definitiva essa è pur sempre una politica di difesa e non ancora di indicazioni in senso lato.
Con la legge 56 mi pare che si è già realizzato uno strumento di difesa del territorio che avrebbe dovuto spronare la Giunta nel suo complesso ad un maggiore intervento specifico più che a una attività di difesa che, per molti versi, finisce per essere ripetitiva di quella attuata dalla legge 56.
E' chiaro che dopo i cinque anni che andiamo ormai a concludere soprattutto con i tempi intermedi che la legge n. 56 impone, soprattutto la realtà turistica del Piemonte e delle nostre vallate imporrà certe richieste alle quali si darà una precisa risposta in tempi brevi. Su questo ci sono da parte della Giunta alcuni ritardi. Qualcuno ha sostenuto che alcune vallate del Piemonte sono depositarie di un bene che in una certa misura non è né diverso né meno stimabile dell'oro nero degli sceicchi tenendo presente che la localizzazione dell'oro bianco nel mondo è più concentrata e più rara geograficamente di quanto non sia l'oro nero.
Oltretutto pare che l'oro bianco, fin quando il Padre Eterno non cambierà idea, sia una risorsa non consumabile.
Si fa anche un riferimento di tipo statistico. In Svizzera le persone che praticano questo sport sono 15 rispetto a 100; in Italia è di 3 rispetto a 100, quindi dobbiamo aspettarci un certo fenomeno, in particolare in Piemonte, ci si aspetta in tempi brevi di avere 260.000 utenti in più di quelli attuali. Inoltre avremo la necessità di rispondere a questa domanda che premerà sul territorio. Per inciso, dirò che la sola Valle di Susa, dal punto di vista sciistico, ha la potenzialità delle alpi francesi, quindi, di fronte a una prospettiva di questo tipo, mi sembra di dovere sottolineare in termini critici che non si è sufficientemente andati nella difesa attiva di questa realtà incominciando a mettere in movimento processi di analisi e di sviluppo di questa realtà.
Il mio timore, visto che voterò a favore dei provvedimenti che la Giunta mi sottopone, è che in situazioni di minore controllabilità di queste vicende si riaprono comportamenti sul piano politico e operativo ai quali siamo tutti contrari ed ai quali, probabilmente, la realtà delle cose, la domanda internazionale, la domanda sociale e politica, ci coglierà non sufficientemente attrezzati e in un momento di debolezza.
Traggo la necessità di questo intervento più che da un debito nei confronti della relazione della Giunta da un'esperienza attuale di un convegno nel quale ho avvertito uno scollamento totale fra le forze politiche regionali che dicono le cose che abbiamo sentito questa mattina e cose diverse, che dicono in periferia, che fanno nascere nella gente aspettative diverse da quelle che sono indicate nella legislazione regionale. Questo è un momento da superare. Mentre la politica dei parchi è andata avanti nella sua configurazione e nella sua collocazione sul territorio, e minimamente sul piano istituzionale degli organi rappresentativi mi pare che la legislazione regionale, nel suo complesso non abbia ancora individuato nella montagna, e nei parchi in specie, un oggetto di particolare attenzione nelle diverse leggi. Nella discussione della legge urbanistica, avevamo già sostenuto che questo discorso doveva essere tenuto presente. In alcune leggi sul turismo ci era sembrato di dover dire che particolari interventi e incentivi dovevano essere previsti per le aree soggette a parco e così ci sembra si debba dire sull'agricoltura. La realtà della montagna e delle aree soggette a parco non può essere oggetto di un'attenzione settoriale da parte dell'Assessorato al territorio, ma deve essere oggetto di attenzione da parte della Giunta nella sua globalità.
Lamento poi che tutta la politica turistica ancora non abbia una dimensione diversa da quella istituzionale propria. Non mi sembra corretto dal punto di vista della gestione del territorio, individuare come riferimento della politica turistica, per esempio, la Comunità montana, il Comprensorio, l'Unità Locale dei Servizi. Ci sarà pure un tipo di dimensione diversa che lega valli confinanti, che lega bacini turistici addirittura che lega bacini naturalistici diversi che non siano delle scriminazioni che abbiamo posto sul territorio per ragioni di tipo fiscale.
Questo sforzo non è stato fatto, e non ne faccio una colpa all'Assessore Rivalta, ma devo dire che la Giunta lascia andare il Piemonte nella realtà degli anni '80 senza una scala di lettura della montagna senza l'individuazione di quelle famose aree omogenee, i bacini turistici che non solo sono le Comunità montane. La mancanza di questo tipo di interpretazione sul territorio probabilmente porrà un grosso Ostacolo, non tanto nell'operare, perché in termini di politica difensiva tutto è abbastanza facile, ma nella presa d'atto della realtà delle nostre montagne, che sono qualcosa d'irripetibile nell'arco alpino e probabilmente nel mondo. E, quando la realtà economica premerà sui politici, la mancanza di un'organizzazione ad hoc del territorio montano farà di nuovo pagare alla montagna ed alle zone soggette a parco, un prezzo in termini di rilancio, di un certo tipo di politica che tutti condanniamo e le cui responsabilità saranno indubbiamente di tutti. Sugli interventi specifici e con i limiti che abbiamo evidenziato all'Assessorato e alla Giunta nel suo complesso, esprimo voto favorevole.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo alla votazione dei numerosi progetti di legge in materia di parchi.
"Progetto di legge n. 427 - Istituzione della riserva naturale speciale dell'Orrido e Stazione di Leccio di Chianocco".
"Articolo 1 - Istituzione della riserva naturale. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita, con la presente legge, la riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, incidente sul Comune di Chianocco, sono individuati nell'allegata planimetria, in scala 1:25000 facente parte integrante della presente legge.
I confini della riserva sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e recanti la scritta 'Regione Piemonte - Riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, con particolare riguardo alle stazioni di Leccio in essa esistenti 2) promuovere la valorizzazione delle attività forestali della zona garantendo la continuità delle cure colturali al bosco 3) favorire la fruizione a fini scientifici e culturali, sociali e didattici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a riserva naturale speciale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono predisposti dalla Giunta regionale d'intesa con il Comune di Chianocco.
Le attività di attuazione dei piani e di vigilanza sono esercitate dal Comune di Chianocco, che può avvalersi, nell'ambito degli stanziamenti annuali di cui alla presente legge, e sentita la Giunta regionale, di proprio personale o degli uffici regionali comprensoriali o provinciali ovvero del personale di cui al successivo articolo 6".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale della riserva naturale speciale sono disciplinati con legge regionale, sentito il Comune di Chianocco".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. Il Comune di Chianocco redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativi alla gestione della riserva naturale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale. Il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui ai riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono allegati al bilancio comunale per essere sottoposti all'esame ed approvazione dei competenti organi di controllo.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio comunale di Chianocco, relative alla gestione della riserva naturale speciale, quando comportino variazioni ai bilanci di cui al primo comma del presente articolo, devono essere adottate previo parere vincolante della Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo con particolare riferimento alle piante di leccio, fatte salve le normali attività colturali e) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agricole e forestali f) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada.
La costruzione di opere di qualsiasi genere che determinino modificazioni dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale e alla manutenzione e utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n.
57.
Fino all'approvazione del piano di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'articolo 12 della legge succitata".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a), primo comma, dell'articolo 8 della presente legge, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e f), primo comma del precedente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni al divieto di cui alla lettera e), primo comma, ed alla limitazione di cui al secondo comma del presente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 6 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità dalla previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi precedenti comportano oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino, da realizzarsi in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel piano naturalistico di cui all'articolo 8 della presente legge saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco è affidata: a) al personale di sorveglianza previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 10 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 10 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico. Per la redazione del piano naturalistico, di cui all'ultimo comma dell'art. 8 della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 4 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 4 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Procediamo ora alla votazione sull'intero progetto di legge n. 427.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri Il progetto di legge n. 427 è approvato.
"Progetto di legge n. 505 - Istituzione del parco naturale di Rocchetta Tanaro".
"Articolo 1 - Istituzione del parco naturale di Rocchetta Tanaro. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituito, con la presente legge, il parco naturale di Rocchetta Tanaro".
Si proceda alla votazione.



(Sì procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini del parco naturale di Rocchetta Tanaro, incidente sul Comune di Rocchetta Tanaro, sono individuati nell'allegata planimetria, in scala 1:25000, facente parte integrante della presente legge.
I confini del parco sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso e recanti la scritta 'Regione Piemonte - Parco naturale di Rocchetta Tanaro'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione del parco naturale di Rocchetta Tanaro sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche con particolare riguardo agli aspetti forestali, botanici e faunistici 2) promuovere la valorizzazione delle attività forestali ed agricole della zona, garantendo la continuità delle cure colturali al bosco 3) favorire la fruizione a fini scientifici e culturali, sociali e didattici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a parco naturale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono predisposti dalla Giunta regionale d'intesa con il Comune di Rocchetta Tanaro.
Le attività di attuazione dei piani e di vigilanza sono esercitate dal Comune di Rocchetta Tanaro, che può avvalersi nell'ambito degli stanziamenti annuali di cui alla presente legge, e sentita la Giunta regionale, di proprio personale o degli uffici regionali, comprensoriali o provinciali, ovvero del personale di cui al successivo articolo 6".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale del parco naturale sono disciplinati con legge regionale, sentito il Comune di Rocchetta Tanaro".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. Il Comune di Rocchetta Tanaro redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativi alla gestione del parco naturale di Rocchetta Tanaro, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale, il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui ai riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono allegati al bilancio comunale per essere sottoposti all'esame ad approvazione dei competenti organi di controllo.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio comunale di Rocchetta Tanaro, relative alla gestione del parco naturale di Rocchetta Tanaro, quando comportino variazioni ai bilanci di cui al primo comma del presente articolo, devono essere adottate previo parere vincolante della Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio del parco naturale di Rocchetta Tanaro, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria. Sono consentiti gli interventi tecnici di cui alla legge regionale 20 ottobre 1977, n. 50 c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali attività colturali e) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agricole e forestali f) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada g) costruire nuovi edifici od opere che possano alterare le caratteristiche ambientali dell'area.
Su tutto il territorio del parco naturale di Rocchetta Tanaro è concesso ripristinare i fabbricati esistenti, vincolandone l'uso alle finalità di cui al precedente articolo 3.
La costruzione di opere di qualsiasi genere che determinino modificazioni dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale ed alla manutenzione ed utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico e piano di assestamento forestale, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
Fino all'approvazione dei piani di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'articolo 12 della legge succitata".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a), primo comma, dell'articolo 8 della presente legge, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e f), primo comma del precedente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere e) e g), primo comma, ed alle limitazioni di cui al secondo e terzo comma del precedente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità dalla previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo, terzo e quarto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino da realizzarsi in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel piano naturalistico di cui all'articolo 8 della presente legge saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza del parco naturale di Rocchetta Tanaro è affidata: a) al personale di sorveglianza previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione del parco naturale di Rocchetta Tanaro' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione del parco naturale di Rocchetta Tanaro, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 25 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione del parco naturale di Rocchetta Tanaro' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 25 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale. Per la redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale, di cui al precedente articolo 8, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 10 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale del parco naturale di Rocchetta Tanaro' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 10 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello no- minale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo del progetto di legge n.
505.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri Il progetto di legge n. 505 è approvato.
"Progetto di legge n. 512: Istituzione della riserva naturale speciale del parco della Burcina".
"Articolo 1 - Istituzione della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina'. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita con la presente legge, la riserva naturale speciale del 'Parco Burcina' Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina', incidente sui Comuni di Biella e Pollone, sono individuati nell'allegata planimetria, in scala 1:25000, parte integrante della presente legge.
I confini della riserva naturale speciale sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso e lungo il perimetro in modo che da ogni tabella siano visibili le due contigue, e recanti la scritta 'Regione Piemonte - Riserva naturale speciale del Parco Burcina'.
Le tabelle devono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità a cura dell'Ente gestore della riserva".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina' sono specificate secondo quanto segue 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche della riserva, con particolare riguardo agli aspetti floristici e forestali 2) promuovere la valorizzazione delle attività della riserva garantendo le cure colturali necessarie 3) favorire la fruizione a fini scientifici, culturali, sociali e didattici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a riserva naturale speciale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate da un Consiglio Direttivo composto da : a) sei rappresentanti, di cui due della minoranza, del Comune di Biella b) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Pollone c) tre rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale di Biella d) un esperto in materia botanica nominato dal Consiglio regionale.
Il Consiglio Direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto della riserva. Lo Statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio Direttivo b) il Presidente.
I membri del Consiglio Direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere confermati.
Alle riunioni del Consiglio Direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale, ed un funzionario nominato dal Consiglio Direttivo della riserva.
Il Consiglio Direttivo, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, alle quali debbono essere invitati.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo, il Consiglio Direttivo utilizza il personale di cui al successivo articolo 6 e può avvalersi degli Uffici regionali, comprensoriali provinciali e dei Comuni di Biella e di Pollone.
L'uso degli immobili presenti nel parco e delle produzioni connesse all'attività della riserva naturale sarà regolato tramite apposita convenzione tra la Regione ed il Comune di Biella".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale della riserva sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio Direttivo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. La riserva naturale speciale del 'Parco Burcina' ha un proprio bilancio.
Il bilancio preventivo deve essere presentato dal Consiglio Direttivo sentito il Comitato tecnico-scientifico, alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono sottoposti all'approvazione con deliberazione della Giunta regionale.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo in attuazione del bilancio diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente debbono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina', oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare o distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali attività colturali e) costruire nuove strade od edifici ed ampliare le strade esistenti se non in funzione della fruizione della riserva f) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuori strada.
La costruzione di opere di qualsiasi genere che determinino modificazioni dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale.
Le norme relative al mantenimento delle caratteristiche naturali forestali e botaniche, sono previste in apposito piano naturalistico, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
In conformità al secondo comma dell'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, sono esclusi da autorizzazione gli interventi colturali per la manutenzione della riserva naturale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni di cui alla lettera a), primo comma, dell'articolo 8 della presente legge, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d) e f) del primo comma del precedente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alla lettera e) del primo comma ed alle limitazioni di cui al secondo comma del precedente articolo 8 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità dalla previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano le sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo, terzo e quarto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino da realizzarsi in conformità alle disposizioni che verranno formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere tra- smesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, le quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 Vigilante. La vigilanza della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina' è affidata: a) al personale di sorveglianza della riserva previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie nominate in conformità all'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale speciale del Parco Burcina' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione della riserva naturale speciale del 'Parco Burcina', di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 70 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale speciale del parco Burcina' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 70 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico. Per la redazione del piano naturalistico, di cui all'articolo 8 della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 20 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico della riserva naturale speciale del parco Burcina' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 e ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Norma transitoria. I membri del Consiglio Direttivo, di cui al precedente articolo 5, sono nominati dai Consigli comunali di Biella e di Pollone e dal Consiglio regionale entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
"Articolo 18 - Norma transitoria. L'Ente 'Riserva naturale speciale del parco Burcina', di cui al precedente articolo 1, subentra al Comune di Biella nei contratti di lavoro del personale del parco della Burcina addetto alla custodia, vigilanza e manutenzione dell'area, in servizio al primo gennaio 1980.
Il rapporto di lavoro di tale personale sarà regolato in base a quanto disposto dalla legge regionale di cui all'articolo 6 della presente legge.
Dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino alla data di funzionamento del Consiglio Direttivo il personale di cui al primo comma del presente articolo sarà retribuito direttamente dalla Regione Piemonte con lo stanziamento di cui al precedente articolo 12".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri Il progetto di legge n. 512 è approvato.
"Progetto di legge n. 525: Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta".
"Articolo 1 - Istituzione della riserva naturale. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita con la presente legge la riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, incidente sul Comune di Orta S. Giulio, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25000, facente parte integrante della presente legge.
I confini della riserva sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e recanti la scritta 'Regione Piemonte - Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche del Sacro Monte 2) promuovere la valorizzazione delle attività sociali, garantendo il ripristino e la conservazione del complesso storico-religioso e forestale 3) favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a riserva naturale speciale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate da un Consiglio Direttivo composto da: a) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Orta S. Giulio b) tre rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale del Verbano-Cusio-Ossola.
Il Consiglio Direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto della riserva. Lo Statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio Direttivo b) il Presidente, da eleggersi fra i membri del Consiglio Direttivo.
I membri del Consiglio Direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio Direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio Direttivo si avvale, nello svolgimento delle proprie funzioni, di un Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, alle quali debbono essere invitati.
I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui all'articolo 3 sono predisposti di intesa con la Giunta regionale.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo il Consiglio Direttivo utilizza il personale di cui al successivo articolo 6 e può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali provinciali e del Comune di Orta S. Giulio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale della riserva naturale speciale sono disciplinati con legge regionale, sentito il Comune di Orta S. Giulio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. Il Consiglio Direttivo della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativi alla gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, che vengono approvati dalla Giunta regionale.
Il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui ai riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo della riserva naturale speciale diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente devono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare o distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali attività colturali e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico, urbanistico f) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle finalità della riserva g) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture stabili o temporanee che possano deteriorare le caratteristiche ambientali del luogo.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale e alla manutenzione e utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico e piano di assestamento forestale, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
Fino all'approvazione dei piani di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'articolo 12 della legge succitata.
Nella riserva naturale sono ammesse opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nel rispetto delle norme di cui alla legge 29 giugno 1939, n.
1497".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere e), d), e) e g) ed alla limitazione di cui al secondo comma del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere f) e h) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità della previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano le sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo e terzo del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 ai applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta è affidata: a) al personale di sorveglianza previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 -Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 50 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale, di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 50 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
" Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale. Per la redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale, di cui al terzo comma del precedente articolo 8, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 20 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri Il progetto di legge n. 525 è approvato.
"Progetto di legge n. 526: Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo".
"Articolo 1 - Istituzione della riserva naturale. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita con la presente legge la riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo, incidente sul Comune di Varallo Sesia, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25000, facente parte integrante della presente legge.
I confini della riserva sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro, con le strade di accesso, e recanti la scritta 'Regione Piemonte - Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche del Sacro Monte 2) promuovere la valorizzazione delle attività sociali, garantendo il ripristino e la conservazione del complesso storico-religioso e forestale 3) favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a riserva naturale speciale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate dall'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo, istituita con R.D. 10 luglio 1890, ed integrata con 3 rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comprensorio di Borgosesia.
I piani di intervento sulla riserva naturale speciale sono predisposti dall'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo d'intesa con la Giunta regionale.
Le attività di attuazione dei piani e di vigilanza sono esercitate dall'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo che può avvalersi nell'ambito degli stanziamenti annuali di cui alla presente legge, e sentita la Giunta regionale, del personale del Comune di Varallo Sesia o degli uffici regionali, comprensoriali o provinciali, ovvero del personale di cui al successivo articolo 6".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale della riserva naturale speciale sono disciplinati con legge regionale, sentita l'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. L'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativi alla gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale.
Il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni dell'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente devono essere inviate alla Regione entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca è fatto divieto di : a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare o distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali attività colturali e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico, urbanistico f) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle finalità della riserva g) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture stabili o temporanee che possano deteriorare le caratteristiche ambientali del luogo.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale e alla manutenzione e utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico e piano di assestamento forestale, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
Fino all'approvazione dei piani di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'articolo 12 della legge succitata.
Nella riserva naturale sono ammesse opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nel rispetto delle norme di cui alla legge 29 giugno 1939, n.
1497".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere e), d), e), e g) ed alla limitazione di cui al secondo comma del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere f) e h) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità della previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano le sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo e terzo del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo è affidata: a) al personale di sorveglianza previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 50 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 50 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale. Per la redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale, di cui al terzo comma del precedente articolo 8, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 20 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri Il progetto di legge n. 526 è approvato.
"Progetto di legge n. 527: Istituzione dell'area attrezzata della Villa San Remigio". "Articolo 1 -Istituzione dell'area attrezzata della Villa S.
Remigio. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita con la presente legge, l'area attrezzata della Villa S. Remigio, Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini dell'area attrezzata della Villa S.
Remigio, incidente sul Comune di Verbania, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25000, facente parte integrante della presente legge.
I confini dell'area attrezzata sono delimita- ti da tabelle portanti la scritta 'Regione Piemonte - Area attrezzata della Villa S. Remigio', da collocarsi in modo che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni tabella siano visibili le due contigue.
Le tabelle devono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n.
43, le finalità dell'istituzione dell'area attrezzata della Villa S.
Remigio sono: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche culturali ed architettoniche dell'area attrezzata 2) mantenere e valorizzare il patrimonio forestale 3) mantenere e valorizzare gli aspetti culturali e architettonici presenti nell'area attrezzata, concorrendo alla manutenzione delle entità architettoniche che costituiscono una componente inscindibile con l'assetto dell'area forestale in cui sono inserite 4) promuovere iniziative atte a consentire la fruizione del territorio a fini scientifici, didattici, culturali, ricreativi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione ad area attrezzata, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 3, ha la durata di anni 99, prorogabili alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Direzione e amministrazione. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate da un Consiglio Direttivo composto da: a) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Verbania b) tre rappresentanti, designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale del Verbano-Cusio-Ossola.
Il Consiglio Direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto dell'area attrezzata. Lo Statuto è Approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio Direttivo b) il Presidente, da eleggersi fra i membri del Consiglio Direttivo.
I membri del Consiglio Direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio Direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio Direttivo si avvale, nello svolgimento delle proprie funzioni, di un Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, alle quali debbono essere invitati.
I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui all'articolo 3 sono predisposti di intesa con la Giunta regionale.
Per l'espletamento delle funzioni di cui primo comma del presente articolo il consiglio Direttivo utilizza il personale di cui al successivo articolo 6 e può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali provinciali e del Comune di Verbania".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale dell'area attrezzata sono disciplinati con legge regionale sentito il Consiglio Direttivo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. Il Consiglio Direttivo dell'area attrezzata della Villa S. Remigio redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativo alle attività di amministrazione e di direzione dell'area attrezzata, che vengono approvati dalla Giunta regionale.
I bilanci di cui al comma precedente devono essere presentati alla Giunta Regionale: a) il bilancio preventivo entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce b) il rendiconto consuntivo finanziario, entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo dell'area attrezzata diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente devono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Vincoli e permessi. Sull'intero territorio dell'area attrezzata della Villa S. Remigio, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico, urbanistico f) costruire nuove strade e ampliare le esistenti g) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzioni di nuovi edifici o di strutture stabili o temporanee che possano deteriorare le caratteristiche ambientali del luogo.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale e alla manutenzione e utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico e piano di assestamento forestale, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
Fino all'approvazione dei piani di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'articolo 12 della legge succitata.
Nell'area attrezzata sono ammesse opere di manutenzione ordinarla e straordinaria nel rispetto delle norme di cui alla legge 29 giugno 1939, n.
1497".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e) e g) ed alla limitazione di cui al secondo comma del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere f) e h) dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
I tagli boschivi effettuati in difformità della previsione di cui all'articolo 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano le sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo e terzo, del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza dell'area attrezzata della Villa S. Remigio è affidata: a) al personale di sorveglianza dell'area attrezzata previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità dell'articolo 138 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 1 milione.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione dell'area attrezzata della Villa S. Remigio' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 1 milione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione dell'area attrezzata della Villa S. Remigio, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in lire 50 milioni per l'anno finanziario 1980, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione dell'area attrezzata della Villa S. Remigio' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 50 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale. Per la redazione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale, di cui al terzo comma del precedente articolo 7, è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di lire 20 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale dell'area attrezzata della Villa S. Remigio' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Procediamo ora all'approvazione dell'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri Il progetto di legge n. 527 è approvato.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione "Istituzione del Comitato tecnico scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi o delle riserve naturali"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Chiede la parola il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

La Commissione ha pure approvato all'unanimità una deliberazione che prevede l'istituzione del Comitato tecnico-scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali. Chiedo che venga approvata urgentemente.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Vi sono obiezioni da parte dei Gruppi? Non ci sono obiezioni. Prima di porre in votazione la deliberazione ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale considerato che le leggi istitutive dei parchi e delle riserve naturali prevedono l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico ritenuto opportuno procedere all'istituzione del Comitato sentita la Commissione consiliare competente delibera di istituire il Comitato tecnico-scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali.
Tale Comitato, unico per tutte le aree istituite in parco o riserva naturale, è così composto: n. 2 veterinari, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di medicina e veterinaria n. 3 zoologi, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali n. 3 botanici, nominati dal Consiglio regionale, sentita la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali n. 3 forestali nominati dal Consiglio regionale sentito l'Istituto per le piante da legno e l'ambiente della Regione Piemonte n. 3 agronomi, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di agraria n. 3 geologi, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali n. 2 architetti, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di architettura n. 2 storici, nominati dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di lettere e filosofia n. 1 archeologo, nominato dal Consiglio regionale sentita la Facoltà di lettere e filosofia.
Il Comitato tecnico-scientifico è suddiviso in tre Commissioni: 1) Commissione per i parchi montani 2) Commissione per i parchi di pianura, collinari, fluviali, lacuali 3) Commissione per le riserve naturali.
Le Commissioni n. 1 e n. 2 sono così composte: n. 1 veterinario n. 1 zoologo n. 1 botanico n. 1 forestale n. 1 agronomo n. 1 geologo n. 1 architetto n. 1 storico.
La Commissione n. 3 è così composta: n. 1 zoologo n. 1 botanico n. 1 forestale n. 1 agronomo n. 1 geologo n. 1 archeologo Il Comitato tecnico-scientifico dura in carica cinque anni e scade comunque con lo scioglimento del Consiglio regionale. Esso svolge la sua attività finché non siano insediati i nuovi componenti.
Il Comitato tecnico-scientifico nomina al suo interno un Presidente ed un Vice Presidente. Svolge funzioni di segretario verbalizzante un funzionario dell'Assessorato ai parchi naturali nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale. Possono partecipare alle riunioni del Comitato tecnico-scientifico l'Assessore ai parchi ed i membri della Commissione consiliare competente.
Il Comitato tecnico-scientifico si riunisce ogni qualvolta sia convocato dal suo Presidente su richiesta dell'Assessore competente o di almeno un terzo dei suoi componenti.
L'ordine del giorno del Comitato tecnico-scientifico viene predisposto anche in base alle richieste che pervengono dagli organismi di gestione dei parchi o delle riserve naturali.
Le Commissioni vengono nominate dal Comitato tecnico-scientifico nella sua prima riunione e vengono convocate dal Presidente del Comitato anche in sedute non plenarie.
Le riunioni del Comitato tecnico-scientifico hanno validità quando partecipino almeno 11 membri; le riunioni delle Commissioni hanno validità quando partecipino almeno 3 membri.
Ai membri del Comitato tecnico-scientifico spettano i compensi di cui alla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33".
Chi approva è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Boschi e foreste

Esame progetti di legge n. 491 e 495 relativi a: "Modificazioni e integrazioni della legge regionale 12.10.1978 n. 63 - Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo all'esame dei progetti di legge n. 491 e 495 relativi a: "Modificazioni e integrazioni della legge regionale 12.10.1978 n. 63 Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, intervenendo per il mio Gruppo, in sede di dibattito sulla legge agricola n. 63 che oggi stesso modificheremo in alcune sue parti per renderla più rispondente alle esigenze dell'economia e del mondo contadino, ricordavo al Consiglio che i partiti dell'arco costituzionale avevano trovato un'intesa politica, concreta e ragionata sui problemi onerosi e urgenti - di un autentico rilancio dell'agricoltura nazionale.
L'intesa fra i partiti, che indicava strumenti e mezzi necessari al rilancio, postulava un grosso e ambizioso traguardo: arrivare negli anni '80 a coprire, con la produzione diretta, con la produzione cioè delle nostre campagne, delle nostre stalle, e delle nostre serre, e delle nostre strutture produttive, in genere, coprire il 90%, del nostro fabbisogno di beni agricoli-alimentari.
A qualcuno quell'obiettivo era parso fuori della realtà; mentre invece altri, tra cui lo stesso attivo Ministro Marcora, ritenevano l' obiettivo raggiungibile, attraverso una sola, semplice, precisa condizione: che animasse le forze politiche stesse e che sfociasse in un fatto concreto: dare una palese e vigorosa sterzata alla politica agricola, in modo tale da passare veramente - sono cose che osservava lo stesso Ministro - dalla conclamata e osannata "centralità dei patti", ad una, magari meno rumorosa ma più reale e più vera "centralità dei fatti", in modo tale che si rendesse veramente giustizia al lavoro del contadino, si garantisse in modo sempre più consolidato il suo reddito di lavoro, le sue speranze di sviluppo e di progresso, la sua legittima richiesta di essere protagonista di se stesso e del suo destino, ma protagonista nello sforzo generale di tutti, per rilanciare il settore agricolo, per combattere sul campo una battaglia di progresso e di avanguardia, una battaglia di giustizia che in definitiva è una battaglia per il Paese intero, essendo ovvia la considerazione, che la politica del settore agricolo è la politica del consumatore, e se è corretta, efficace, intelligente la prima, i suoi effetti positivi ricadono su tutti.
A questo punto siamo alla soglia degli anni '80 e dopo queste rapide premesse, sorgono alcune domande alle quali dovremmo e dovremo dare una risposta precisa.
La vigorosa sterzata nella politica agricola del Paese c'è stata, dopo l'intesa politica fra i partiti dell'arco costituzionale? Il Governo - anzi i Governi che sono venuti dopo l'intesa - hanno fatto quello che avrebbero dovuto in direzione di un rinnovamento della politica agricola per la parte di loro competenza? Le Regioni - titolate e competenti nel settore - si sono mosse in linea con la legislazione nazionale, con le direttive comunitarie e soprattutto con gli interessi dell'agricoltura e degli addetti? Le Regioni hanno saputo dare una risposta ad alcuni interrogativi fondamentali, come per esempio quale agricoltura? per quale sviluppo economico? e quale deve essere il ruolo delle Regioni? e quali i compiti del Ministero? e quale il nostro atteggiamento rispetto alla politica agricola comunitaria? Sono tutti interrogativi che comporterebbero un discorso impegnativo e di non lieve momento; un discorso che impedirebbe a molti di noi - io in testa - di partecipare con contributi significativi tanto sarebbe un discorso complicato e complesso.
Ma, detto questo, aggiungo subito che per me è legittimo e opportuno che si apra un dibattito su queste problematiche, per consentire alle forze politiche del nostro Consiglio di esprimere un giudizio complessivo su come si è mossa la nostra Regione su materie di politica agricola, su quali basi ha impiantato la sua impostazione programmatoria, nel quadro del Piano di sviluppo piemontese; quali strumenti si è data per attuare politiche specifiche del settore agricolo; quali risultati sono stati conseguiti dove è saltato qualche momento nell'itinerario programmatorio; e se è saltato perché è saltato, a causa di quali ragioni? Voglio dire che la Giunta regionale ha ben meritato, dall'iniziativa di portare il discorso complessivo di politica agricola in Consiglio, e non soltanto, a mio modo di vedere, per farne un consuntivo - anche se questo, più che legittimo è doveroso - a conclusione di una legislatura, che ha trovato al centro della sua attività il fondamentale settore agricolo - ma per creare anche un momento di verifica generale, un attimo di riflessione complessiva, fra di noi, ma soprattutto fra la gente agricola del nostro Piemonte, e non solo fra gli operatori agricoli, ma fra tutti i piemontesi. Un dibattito consiliare, quindi, in funzione di una puntualizzazione che riguarda e coinvolge dieci anni di iniziativa regionale in campo agricolo e soprattutto gli ultimi cinque anni.
Nessuno meglio di me sa che fare una puntualizzazione di questo genere anche se particolarmente riferita a questa seconda legislatura, è cosa tutt'altro che facile; e tutti comunque sappiamo che il discorso agricolo nel nostro Consiglio regionale è sempre stato appassionatamente articolato e talora vivacemente intrecciato e reso un discorso molto interessante anche per coloro che come me non sono addetti ai lavori e faticano a stare in questa materia.
E tuttavia è stato un discorso altamente responsabile; un discorso aperto che si è avvalso delle iniziative e delle proposte della maggioranza, ma anche dei preziosi contributi delle forze dell'opposizione e che ha registrato sovente la positiva convergenza valutativa e decisionale delle forze politiche medesime, partite magari in contrapposizione e in divergenza.
E' stato un discorso costruttivo - è una parola abusata ma non ne trovo altra - fatto a più voci, nel segno degli autentici interessi del mondo rurale e dell'economia agricola.
E secondo me, questo discorso è stato possibile, perché la nostra Regione, per quanto riguarda il settore agricolo (ma non limitato a questo ovviamente) è stata capace di assumere iniziative valide e tempestive perché è stata capace di creare un quadro legislativo, in dotazione pienamente rispondente alle esigenze del settore; perché è stata capace di darsi gli strumenti necessari, per operare concretamente dentro un progetto di programmazione regionale.
Non credo di vaneggiare, quando sostengo che nella nostra Regione il tema della programmazione non è andato smarrito nel cassetto, ma è stato portato avanti, con caparbia convinzione piemontese.
Voglio dire che l'impegno della Regione per realizzare un quadro di programmazione non è mai venuto meno.
Non affermo nulla di straordinario se sostengo che l'attuale legislatura si chiude con all'attivo una serie di leggi e di strumenti operativi, che, per altro, sono sempre stati indicati nella proposta politica socialista in Piemonte.
I livelli della programmazione regionale o sub-regionale, che operano attualmente nel nostro Piemonte (Comprensori, Comunità montane, Comitati per i piani agricoli zonali, ecc.) garantiscono un livello di partecipazione elevato e significativo. Se non ricordo male, credo di aver letto che i componenti dei Comitati per i piani agricoli zonali sono oltre quattromila nel Piemonte.
Se è così, come ritengo, ai tratta di uno sforzo enorme, per una più diffusa presa di coscienza dei problemi sociali ed economici locali, e per gli impegni conseguenti.
E non ci persuadono del contrario le critiche ed i commenti contenuti nella "Proposta 80" per l'agricoltura che la Federazione della Coltivatori diretti ha elaborato e distribuito in Piemonte. Critiche e commenti che vanno riguardati con attenzione, soprattutto nelle parti propositive, e sulle quali si tornerà fatalmente negli anni a venire.
Superfluo fare l'elogio degli strumenti che la Regione ha utilizzato in questi anni, dal Piano di sviluppo alla legge sulle procedure della programmazione economica; dalla legge 15 di recepimento delle direttive CEE, alla legge 63 dell'ottobre 1978, una legge importante, che ha adeguato correttamente tutta la nostra legislazione agricola alla legislazione nazionale (quadrifoglio), alle direttive comunitarie.
Ma non sarà inutile elencare la legge 20 sui piani agricoli zonali, la legge 61 sul recupero delle terre incolte o mal coltivate, quelle stesse proposte di adeguamenti dei programmi di settore (votati la scorsa settimana) al piano agricolo alimentare, in ottemperanza alla legge 984 del 1977, più conosciuta come "quadrifoglio" che alla Camera dei Deputati è stato definito come l'atto di concepimento dal "piano agricolo alimentare" sul quale i socialisti hanno fatto a suo tempo osservazioni significative circa le prospettive innalzate dal piano stesso; circa le sue connessioni con un progetto politico di maggiore ampiezza; circa la priorità degli interventi che prevede.
Non sarà inutile richiamare alla memoria di tutti noi quell'insieme di altri interventi, nello specifico dei problemi, che si sono presentati man mano come, per esempio, gli anticipi sulla 364 contro le calamità, oppure gli anticipi alle Comunità montane, in attesa di definire, a livello centrale, il finanziamento complessivo pluriennale in base alla 1102.
Forse non ho citato gli esempi più eloquenti, ma il mio scopo era quello di sottolineare l'iniziativa propositiva della Giunta e del Consiglio, per poter dare una risposta soddisfacente alle attese del mondo produttivo agricolo del Piemonte. Per me, questa iniziativa è stata costante ed efficace: costante per l'incessante attenzione dedicata dalla Giunta e dell'Assessore alle complesse e aggrovigliate problematiche del settore agricolo; efficace perché gli interventi operativi decisi sono sempre stati il risultato di un confronto fra le forze politiche e di una partecipazione e collaborazione delle forze produttive e delle associazioni di categoria, che al di là del voto con cui sono stati sostenuti in aula al momento conclusivo, sono sempre stati sforzi, nobili e lodevoli prodotti dalle forze politiche a sostegno di un settore economico, verso il quale, credo (sia detto senza retorica), tutta la collettività è debitrice.
Mi rendo perfettamente conto che il discorso porta lontano e mi mette in contraddizione con me stesso, quando sostengo l'assunto della "centralità dei fatti" per dire che noi dobbiamo mirare ai fatti concreti alle decisioni operative, alle misure precise che producano effetti positivi nel settore agricolo e non indulgere alle parole ed ai discorsi in girotondo su se stessi, non indulgerci ai gargarismi di parole che non fanno né la storia né la cronaca e niente di concreto.
La preziosa e ponderosa - credo proprio che si debba lodare lo scrupolo col quale l'Assessore ed i suoi collaboratori hanno lavorato in questo senso - la ponderosa documentazione che abbiamo potuto esaminare e analizzare; i dati forniti, le indicazioni comparative, le tabelle, gli obiettivi fissati, le percentuali dimostrative e le affermazioni sostenute e dimostrate nei documenti complementari alla delibera della Giunta sui programmi settoriali del Cipaa; tutta la sequenza che ognuno di noi ha potuto verificare in questi giorni, mi dispensa dal tentare un commento che, per la verità, mi risulterebbe difficile fare in modo efficace ed organico.
Mi dispensa anche dal commento la relazione stessa, svolta dall'Assessore, ricca di dati e di comparazioni e di indicazioni; relazione e documentazione fatte, mostrano chiaramente l'impegno e lo sforzo che stanno alla base delle stesse, e che meritano certamente tutta la nostra attenta e positiva considerazione. Si sono inquadrati, bene, e con scelta efficace, i settori che manifestano il maggior bisogno di intervento, quali il zootecnico, le coltivazioni pregiate (vino, ortofrutta, ecc.), la forestazione, l'irrigazione che, come vercellese e risaiolo mi riguarda in modo particolare; la valorizzazione dei territori collinari e montani, la ristrutturazione aziendale per conquistare un maggior reddito, selezionando l'intervento a favore di coloro che hanno maggiore bisogno rispetto a quelli in condizioni più favorevoli.
Ci siamo dotati, sia per la 15 che per la 63, dello strumento del piano aziendale e interaziendale, sul quale a suo tempo si era accesa una disputa vivace fra di noi, fra i favorevoli ed i contrari.
Si è favorita la diffusione della contabilità aziendale. Si è valorizzato l'intervento in montagna, predisponendo, laddove si è potuto una sorta di priorità e di privilegio, perché si è individuato in questo settore un punto di preoccupazione per l'immediato ed il futuro.
Ci stiamo muovendo in direzione di un rapporto moderno, con la Convenzione tra Regione e Centro di calcolo, che per il settore agricolo sarà di grande vantaggio in quanto consentirà di snellire e accelerare tutta una serie di procedure e di pratiche burocratiche di cui rileviamo tutti il bisogno e l'urgenza. C'è ancora il discorso sugli stati di attuazione che ci sono stati forniti per alcune leggi per le direttive comunitarie della CEE, sul numero dei piani che sono stati presentati sulle implicanze valutative che questi dati comportano, e su tutto il quadro fornito dalla documentazione predisposta dall'Assessorato.
E' un discorso che sia pure a spicchi, è già stato fatto ogni qualvolta in quest'aula è apparso un provvedimento relativo all'agricoltura, ogni qualvolta in quest'aula è stata data una risposta ad un'interrogazione.
E nessuno può negare che le volte che qui dentro si è parlato di agricoltura, sono state tante, anzi, tantissime, e non poteva essere altro che così, l'agricoltura essendo una risorsa vitale per il Piemonte e la Giunta ed il Consiglio avendo destinato ad essa ogni più attenta considerazione.
Un discorso che, fuori da quest'aula è stato mantenuto costantemente aperto sull'apporto dei produttori e delle organizzazioni di categoria che, per la verità, si sono sempre dimostrate disponibili e sensibili alla collaborazione con la Regione. Il mondo delle campagne deve andare avanti con l'apporto di tutti, e non deve essere indotto a rinchiudersi in se stesso; voglio dire che questo mondo deve allargare la partecipazione dei protagonisti al lavoro dei campi; non deve cadere in tentazioni egocentriche e singolaristiche. Le forme associative sono un obiettivo da stimolare, da perseguire con convinta efficacia. Mi domando - e lo domando agli altri colleghi - esperti di questa materia se il Progetto '80 della Coldiretti risponde a queste esigenze, ovverosia persegue questa che a me pare essere la giusta direzione di marcia. Posto che il problema fondamentale del potenziamento dell'agricoltura, mediante la piena valorizzazione di tutte le risorse e l'allargamento e la qualificazione della sua base produttiva, ci trova sostanzialmente tutti d'accordo in quest' aula, mi domando e lo domando ai colleghi più esperti di me: quale agricoltura vogliamo? Per parte mia rispondo che al nostro Paese occorre un'agricoltura moderna, specializzata ed industrializzata. Un'agricoltura che deve valorizzare l'impresa, e non più la proprietà. Un'agricoltura associata fondata sul primato delle imprese coltivatrici e sullo sviluppo volontario di tutte le forme cooperativistiche e associative, per creare dimensioni giuste dell'impresa stessa e per aumentare la forza dei produttori sia nei confronti dell'industria che nei confronti del mercato del consumo.
Per costruire questa agricoltura, il Senatore Avolio, Presidente della Confcoltivatori, dice che sono necessarie tre condizioni: sul piano politico, cambiare la qualità dell'intervento pubblico togliendogli il suo carattere prevalentemente assistenzialistico quando non clientelare e finalizzarlo a precisi obiettivi sul piano istituzionale, favorire una programmazione dal basso a partire dal livello zonale (come del resto abbiamo fatto in Piemonte) sul piano comunitario, una politica che tenda a modificare l'andamento della CEE e che ponga l'accento più sull'intervento nelle strutture e meno nel sostegno dei prezzi e dei mercati.
Noi condividiamo questa impostazione perché è funzionale agli obiettivi generali di un vero rilancio dell'agricoltura e per quanto ci riguarda come Regione, crediamo di poter affermare con tutta tranquillità, che questa Regione si è mossa in quella direzione. Perciò il nostro giudizio complessivo sulla politica agricola della Regione Piemonte, è un giudizio di adesione e di sostegno della linea portata avanti in questi anni.
Venendo alle modificazioni della legge regionale 63 del '78 e alle integrazioni che giungono in quest'aula dopo oltre un anno di piena attuazione, mi pare di dover dire pochissime cose: soprattutto che le modifiche e le integrazioni sono dovute in parte all'esperienza stessa di questa prima fase di attuazione e per altra parte, invece, sono state suggerite da una realtà in continuo movimento e per alcuni versi mutamento, cioè dall'esigenza di recepire e di soddisfare concretamente perché questo è quello che conta, problematiche nuove ed emergenti che si impongono al vaglio delle forze politiche con la forza, con la logica di una realtà in movimento. Infine, le modifiche e le integrazioni alla legge 88 sono ancora suggerite dalla stessa Comunità Economica Europea.
Tra le modifiche dettate dall'esperienza vissuta, constatata collaudate in questi mesi di attuazione della legge, si possono considerare tutte quelle che sono intese a snellire ulteriormente le procedure con riferimento agli articoli relativi ed al funzionamento delle Commissioni consultive e alle procedure per l'istruttoria dei fabbricati rurali. Alcune altre modifiche riguardano l'adeguamento alle leggi sulle strutture approvate successivamente alla legge 63 e quindi la parte relativa al decentramento che viene mantenuto, ma la cui definizione, l'attribuzione cioè di questa o quella funzione a questo o a quell'altro servizio periferico o come viene oggi definito "Unità organizzativa decentrata dei servizi regionali", viene demandata ad una deliberazione di Giunta, sentita la Commissione agricoltura del Consiglio regionale.
Rientrano tra le modifiche intese a recepire, a soddisfare realtà e problemi già esistenti ma che non erano stati presi in considerazione nel testo originario della legge.
Fra queste innovazioni si possono ricordare l'ampliamento dei beneficiari soprattutto ai fini della ricerca e della sperimentazione a Enti, Comuni, Comunità montane, onde consentire agli stessi di intervenire eventualmente in carenza di iniziative da parte di operatori singoli o associati, specie nel campo delle infrastrutture rurali e nel settore della trasformazione.
Si può ricordare l'allargamento della possibilità di intervento nel settore della zootecnia, nel senso che a favore delle Cooperative di allevamento, di fronte ad effettive difficoltà nell'acquisto di bestiame piemontese, viene ammessa la possibilità di acquistare altre razze da carne, ma, secondo il mio modo di vedere, l'interpretazione di maggior rilievo è stata senza dubbio quella rappresentata dalla possibilità di finanziare impianti per energie alternative in agricoltura, biogas solare.
In III Commissione (i colleghi lo ricorderanno) questo argomento è stato ampiamente dibattuto e valutato. Si potrebbe anche ricordare come in questo quadro sia stata presa in ampia considerazione la proposta del Gruppo democristiano, per l'estensione degli aiuti alla proprietà coltivatrice; si può ricordare, infine, che sono state introdotte alcune modificazioni per accogliere talune, precise osservazioni della CEE: prolungamento dai cinque ai dieci anni dei prestiti d'esercizio, per gli acquisti di macchine attrezzature, nell'ambito dei piani aziendali di sviluppo.
Si tratta di alcune parziali modifiche e di alcune precise interpretazioni che se per un verso esprimono una certa incidenza ed hanno una loro precisa dimensione e ragione di essere, secondo me, non mutano e non snaturano l'impianto complessivo della legge 63 che resta, lo abbiamo detto a suo tempo, lo ribadisco oggi, una grossa ed importante legge organica e programmatoria in materia di agricoltura e foreste.
E' superfluo che io aggiunga che a queste modificazioni della legge c'è un consenso totale, pieno ed impegnato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori Consiglieri, il mio intervento sarà di carattere generale sulla situazione globale dell'agricoltura e non farà alcuna considerazione sulla legge che è al nostro esame.
Dopo l'intervento svolto in occasione del dibattito sul bilancio di previsione 1980, non pensavo di dovermi cimentare ancora una volta sui problemi dell'agricoltura, ma la relazione di fine legislatura alquanto trionfalistica e il suo taglio decisamente pre-elettorale mi impongono qualche breve considerazione non soltanto per una più corretta verifica generale sullo stato dell'agricoltura nazionale e piemontese in particolare, solo 10 anni di attività delle Regioni, ma anche per rendere più obiettiva quella che è la reale consistenza economica e sociale che si vive nell'ambiente agricolo piemontese.
Dire che l'agricoltura va male significa fare della bassa demagogia, ma dire che tutto va bene significa non conoscere in profondità la realtà economica del settore. Troppe volte, in- fatti, si valutano soltanto i fattori esterni più appariscenti, collegati al valore finale dei prodotti agricoli, senza tenere conto dell'incidenza dei costi di produzione. A tal riguardo basterebbe considerare che nel Piemonte, mentre nel 1971 il valore aggiunto al costo dei fattori era di 322 miliardi per l'agricoltura, e di L. 2920 miliardi per l'industria, nel 1977 il settore agricolo è salito a 831 miliardi e l'industria a 8571 miliardi, con un indice di 258 per l'agricoltura e di 293 per l'industria. In altre parole l'agricoltura nei confronti dell'industria, in soli 7 anni, ha perso ulteriori 35 punti. E' vero che si tratta di valore aggiunto di produzione, ma è anche vero che se diminuisce questo valore, diminuisce il reddito per unità di prodotto e di lavoro. Questo aspetto negativo lo si può ancora meglio comprendere se si considera che il settore agricolo contribuisce grosso modo con il 5 alla formazione del valore aggiunto regionale, con una partecipazione di addetti lavorativi pari al 10%; il che significa che mediamente in termini monetari le unità lavorative agricole dispongono della metà del reddito di cui dispongono gli altri settori extra-agricoli. E' evidente che questa situazione di svantaggio economico è anche causa del continuo esodo agricolo, anche se in misura meno dirompente che non negli anni '60, tant'è che nel giro di pochi anni la popolazione agricola piemontese si è ulteriormente ridotta di altre 20.000 unità (da 235.000 unità nel '70 a 215 mila unità nel '79), anche se vi è stato un sensibile ritorno alla terra negli ultimi anni (da 183.000 a 215.000 unità).
Nella realtà attuale l'agricoltura contribuisce alla formazione delle risorse regionali appena con il 5% anziché il 5,40% come nel 1971. Questa situazione si aggrava ulteriormente se ancora consideriamo che la produzione di grano è diminuita di circa il 18%, quella del mais del 5 che il patrimonio zootecnico si mantiene sugli stessi livelli del 1970, la produzione di latte è diminuita di 200.000 q.li: situazioni che devono quindi farci meditare, soprattutto quando si dice che sono stati spesi centinaia di miliardi per rilanciare l'agricoltura e che le produzioni sono in aumento. Quello che invece costituisce la triste realtà di questo ultimo periodo lo si desume soltanto dai numeri statistici. Verifichiamo che dal '70 al '79 l'andamento dei prezzi dei prodotti pagati agli agricoltori è salito da 100 a 249,40, mentre i beni di investimento sono passati da 100 a 284,50, con uno scarto quindi a danno della produzione agricola di oltre 30 punti.
Soltanto nell'arco degli ultimi tre anni dal '70 al '79 i prezzi dei concimi sono aumentati di circa il 23-25%, con punte anche del 30%; le macchine del 35%; il gasolio di circa il 52%; mentre i prodotti sono aumentati di appena il 15-16%. Se restringiamo l'analisi agli ultimi due anni, '78 e '79, i concimi sono aumentati del 17-18%, le macchine del 18 20%, il gasolio del 46%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli e di allevamento sono rimasti quasi immutati. Anche per i risoni, settore che ha manifestato delle buone possibilità di difesa negli anni passati, vi sono state delle diminuzioni che vanno dal 3,50% per le grane tonde fino all'11,50% per le grane lunghe; così pure per il mais vi è stata una diminuzione dell'1,50% . Ecco dimostrata l'insoddisfazione dei produttori e la ragione delle premure pressanti che da tutte le parti emergono per sostenere con sempre maggiori mezzi finanziari tutto il comparto per evitare di ricadere in una nuova fase di pesante recessione. Non si pu pensare che soltanto con l'aumento della produzione (3% nel 1977, 1,52% nel 1979), oppure con l'aumento dei prezzi dell'1,50%, o al massimo il 5%, come si sta forse raggiungendo l'accordo in questi giorni a Bruxelles, i produttori siano in grado di quadrare i loro bilanci quando i beni strumentali aumentano a un ritmo del 18-20%. Non si può accettare che siano ancora una volta i produttori agricoli i primi a dover pagare le conseguenze inflattive che stanno rovinando l'economia nazionale. Certo che a questo punto si dovrebbe ampliare ai restanti settori produttivi extra agricoli, la verifica per individuare quali sono le condizioni produttive e quali i rimedi da adottare e aumentare la produttività, unica soluzione valida per contenere un ulteriore degrado di inflazione. E' la domanda che si pongono i produttori che più di altri sono esposti a questo pericoloso tarlo: come si può sperare nell'agricoltura quando da una parte si propone un aumento medio dei prezzi di circa l'1,50% dei prezzi e dall'altro il costo del denaro sale del 25%? Il che, sicuramente, comporterà un ulteriore aumento dei prodotti industriali di cui è utilizzatrice l'agricoltura.
E' un problema di politica nazionale ma diventa anche regionale se si tiene conto che, proprio per il settore agricolo, la Regione ha tutte le competenze in materia.
Ricordo quando nel quinquennio '70-'75, l'attuale Assessore Ferraris attaccando duramente la Giunta perché non interveniva con autonome iniziative a sostenere il prezzo del latte e quando il collega Bertorello polemizzava perché non si proponevano soluzioni capaci di risolvere la pesantezza dei prezzi di mercato, quando il Presidente Viglione criticava la Giunta di incapacità operativa autonoma e ricordo le manifestazioni anche violente contro il Governo regionale di allora, perché non si interveniva ad indennizzare i danni della grandine dell'Astigiano, quasi che le grandinate di quegli anni fossero causa della Giunta, a differenza di quanto è avvenuto in questi anni che è stato causa, invece, di altri responsabili. E potrei citare altri ricordi dolorosi e per certi versi anche cattivi, ma che ho voluto dimenticare: quello era il sistema di fare politica da parte della minoranza di allora, sistema ben diverso adottato dall'attuale minoranza, che pur avendo maggiori motivazioni di polemica, ha voluto dare un taglio completamente diverso, cioè propositivo e partecipativo, perché è convinta che non è con le violenze verbali e le polemiche che si possono risolvere i problemi dei prezzi e dei mercati.
Che in questi cinque anni la Giunta avrebbe potuto fare di più è dimostrabile non soltanto in riferimento alle più ampie competenze o dal numero dei dipendenti, ma semplicemente e solamente, dalle disponibilità di bilancio perché far politica non significa soltanto fare dei discorsi altisonanti, ma disporre di mezzi finanziari e saperli soprattutto spendere bene.
Nel 1972 le disponibilità dell'intero bilancio della Regione erano 48 miliardi 860 milioni; nel 1973 sono saliti a 73 miliardi 562 milioni; nel '74 126 miliardi 600 milioni; nel '75, 347 miliardi 640 milioni; nell''80 il bilancio della Regione è di 2330 miliardi e, in termini di cassa, 2138 miliardi. In nove anni quindi la possibilità di spesa è aumentata del 445%.
Non mi soffermo a ripetere quanto più volte in questi 5 anni ho avuto modo di raccomandare alla Giunta, tuttavia se ci fosse stata più apertura e disponibilità a voler ascoltare i suggerimenti della minoranza, forse l'agricoltura piemontese, oggi, si troverebbe in condizioni di maggiore efficienza di quanto purtroppo non lo sia. Più volte abbiamo raccomandato alla Giunta di limitare le procedure burocratiche per accelerare la spesa però, non siamo mai stati ascoltati per cui oggi ci troviamo in una situazione di pesante difficoltà ben diversa da quella illustrata dall'Assessore. E proprio sulla relazione dell'Assessore è necessario fare alcune valutazioni allo scopo di fare chiarezza nei confronti della popolazione regionale nel suo insieme. L'Assessore ci dice che nel periodo 76/79, sono stati spesi complessivamente 340 miliardi 641 milioni. Non pongo in dubbio questo dato, tuttavia da un esame dei bilanci dello stesso periodo la Regione per il settore dell'agricoltura avrebbe potuto, o meglio dovuto, spendere 427 miliardi 328 milioni, al netto di 83 miliardi 549 milioni per residui passivi al 31/12/79, e soprattutto al netto di 71 miliardi e 440 milioni passati all'economia nel bilancio del 1978.
La reale disponibilità di spesa negli anni in esame è stata quindi la seguente: 1976 - 44 miliardi 104 milioni 1977 - 142 miliardi 223 milioni 1978 - 111 miliardi 819 milioni però nel 1978 si dovevano spendere 183 miliardi dai quali sono stati detratti 71 miliardi e 440 milioni come economie di bilancio 1979 - 212 miliardi e 733 milioni, e la previsione del 1980 è di 206 miliardi e 29 milioni.
La Giunta quindi in questi 5 anni ha avuto una disponibilità finanziaria complessiva di 716 miliardi 908 milioni contro una spesa effettiva - come dichiarato dall'Assessore nella sua relazione - di 340 miliardi 691 milioni, poco più del 50% è stato speso rispetto a quella che era la disponibilità globale dei 5 anni. Questa situazione di pesantezza burocratica si traduce nell'ingente numero di pratiche inevase; l'Assessore ci dice che in 5 anni sono state evase circa 30 mila pratiche, con una spesa di 340 miliardi, ma è anche realtà che al 31 dicembre 1979, su 1305 piani aziendali presentati, in base alla legge 15, ne risultavano approvati soltanto 588 pari al 45%, mentre sulla legge 63 risultavano finanziabili 17.915 domande su 19.190 presentate (la differenza riguarda quelle respinte) e risultavano finanziate, sempre al 31 dicembre 1979, soltanto 3115 pari al 17%. Mi si dirà che non ci sono sufficienti disponibilità finanziarie, ma a cosa servono le disponibilità ed i mezzi quando, come abbiamo poc'anzi visto che nel quinquennio si sono mandati ad economia 71 miliardi e si è speso poco più del 50%. Si è voluto fare questo esame critico come emerge da un'attenta analisi dei dati statistici e finanziari pubblicati dalla Regione, quindi dati che non possono essere in alcun modo contestati. Ecco perché la situazione dell'agricoltura piemontese presenta la pesantezza economica che porta i produttori agricoli a guadagnare - come giustamente dice l'Assessore - appena 5 milioni e mezzo contro gli oltre 10 milioni dei settori extra-agricoli.
Mi chiedo se la responsabilità è della Giunta. A nostro avviso, diciamo di sì. E non è certo per merito della Giunta se nel quinquennio '75/'79 la produzione vendibile è aumentata del 10% e se il reddito netto agricolo dal '70 al '79 è aumentato del 30%; sarebbe anche corretto dire che nei settori extra-agricoli è aumentato dal 50 al 60%.
Signor Presidente, amico Assessore, sono state fatte queste osservazioni non certamente con spirito politico, ma soltanto per illustrare la seconda faccia della medaglia. L'Assessore Ferraris, a nome della Giunta, ha illustrato la faccia, così come è vista dalla maggioranza di questa medaglia che è l'amministrazione regionale; per parte mia ho letto l'altra faccia, così come è vista ed interpretata da parte della minoranza. Interpretazioni quindi decisamente diverse che comunque rispettano il gioco delle parti, così come vuole un giusto e corretto rapporto democratico. Non si dubita della buona volontà e dell'impegno, n del Presidente della Giunta né dell'Assessore, per rispondere nel modo più puntuale alle esigenze dei nostri produttori, purtroppo però i risultati che si sono conseguiti non sono rispondenti né alla buona volontà n all'impegno profuso.
Il bilancio di questi cinque anni per troppi versi è negativo e così si cerca di scaricare responsabilità sul Governo, sulla CEE, sulla D.C. e sul comportamento dell'organizzazione professionale che ad essa si richiama per la sua dichiarata collateralità. Meglio sarebbe stato dire che si tratta della Coltivatori Diretti, cioè chiamarli col suo nome e cognome. Ogni organismo ha certo delle responsabilità in quanto nessuno è perfetto soltanto ove non si vive la vita democratica, come si vive in Italia, non si commettono errori, ma la Giunta di errori quanti ne ha commessi? Dalla relazione dell'Assessore Ferraris si ha l'indicazione che la Giunta ha fatto tutto bene e che gli errori sono solo degli altri.
Sbagliare purtroppo è umano, mentre si ha la sensazione che gli uomini della Giunta non sappiano sbagliare per cui da questo mancato riconoscimento di non aver commesso errori si ha quasi la sensazione che la Giunta non sia composta da uomini in carne, ossa e spirito. Noi crediamo nello spirito.
Desidero, l'ultima volta che intervengo sui problemi dell'agricoltura fare alcune doverose raccomandazioni che potranno valere non soltanto per l'attuale Giunta ma anche per quella che la potrà o dovrà sostituire. Le raccomandazioni sono queste: sostenete l'agricoltura perché aiutare i produttori significa aiutare gente che lavora senza orologio e senza ferie sostenete tutte le strutture operative, senza discriminazioni, che comunque si innestano nel ciclo operativo dell'agricoltura; assicurate agli agricoltori il massimo appoggio sia ai produttori singoli che ai produttori associati con l'avvertenza però che gli investimenti siano sempre produttivi.
Queste sono le tre raccomandazioni che io ancora una volta mi permetto di fare all'attuale Giunta che, ripeto, debbono valere anche per la Giunta del quinquennio 1980/85.
Con questo, saluto tutti gli amici della Giunta e del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Signor Presidente e colleghi, cercherò nel mio intervento di allargare i concetti che condivido espressi dal collega Franzi, magari ripetendo qualche punto, ma credo che in questo caso le ripetizioni giovino, anche per esprimere meglio quella che è la posizione della D.C. in merito alla gestione dei problemi agricoli in questi cinque anni nella nostra Regione.
Il ponderoso materiale che ci è stato consegnato in occasione della discussione delle modifiche alla legge 63 e della delibera di adeguamento dei programmi regionali alle decisioni del Cipaa potrebbe essere sintetizzato in poche frasi. Non ci siamo parlati io e il collega Franzi ma evidentemente il giudizio collima: la Regione ha fatto tutto bene, sono aumentati gli occupati, il reddito, la produzione, se qualcosa non ha funzionato la colpa è delle inadempienze del Governo e della politica agricola comunitaria. Ora, anche se siamo ormai prossimi alla campagna elettorale, ritengo che questo tono trionfalistico, che raggiunge il culmine quando nella relazione si sostiene che la politica agricola regionale è stata anticipatrice di molte iniziative a livello nazionale e comunitario, è fuori luogo e non facilita un sereno dibattito che viene oltretutto a collocarsi in un momento assai difficile per la nostra agricoltura, momento difficile che non potrà essere superato con posizioni propagandistiche o tanto meno giocando a scarica barile.
In realtà le buone intenzioni contenute nei primi documenti presentati dalla maggioranza all'inizio della legislatura hanno avuto poche realizzazioni concrete, come un'analisi, seppure sintetica, pu evidenziare.
Programmazione. Doveva fondarsi sulla realizzazione delle zone agrarie e sui relativi piani agricoli zonali. L'attuale Assessore ne denunciava la mancanza all'inizio del 1975; siamo nel 1980 e dobbiamo ancora definire le metodologie, competenza dell'Esap, per procedere alla loro elaborazione.
Conosciamo le posizioni, ne abbiamo discusso alcuni giorni fa in Consiglio.
La sostanza al di là delle parole è che poco è stato fatto e che, mancando lo strumento fondamentale, la programmazione in agricoltura oggi è inesistente.
L'esclusione di molte aziende, e di certi interventi voluti con la 63 non può essere considerata fatto programmatorio, tanto più quando esso si basa su norme pianificatrici e studiata a tavolino (vedi Piano di sviluppo aziendale) da tecnici lontani dalla realtà, non comprese ed accettate dalla quasi totalità del mondo agricolo.
Partecipazione. I momenti di confronto reale tra il Governo regionale ed il mondo agricolo non sono stati molti, nonostante la disponibilità personale dell'Assessore. Le Commissioni previste ai vari livelli, e per i vari provvedimenti, dopo un notevole interesse iniziale, hanno perso la fiducia nelle loro funzioni tanto che per renderle operative si è ridotto ad 1/3 l'obbligo della presenza e ciò nonostante spesso nemmeno tale percentuale è raggiunta. Certo, se i suggerimenti di pareri espressi vengono tenuti in considerazione solo se confortano le tesi della Giunta (quante volte ci siamo sentiti dire in Commissione che erano d'accordo la tale organizzazione o il tal rappresentante), se vengono regolarmente disattesi quando con queste contrastano è facile che subentri il disinteresse tanto più quando vengono tenuti nella stessa considerazione formale e sostanziale, i pareri di chi rappresenta fette ben diverse della realtà agricola piemontese. Spesso ci siamo sentiti dire che la maggioranza è d'accordo. Ma di quali maggioranze si parlava? Di maggioranze forse che stanno dietro alle etichette che non hanno incidenza nella realtà economica della nostra Regione? Informazione. Gli strumenti di informazione per il settore agricolo sono stati gestiti dalla Giunta senza alcun controllo da parte della minoranza. "Piemonte agricoltura", nonostante la nostra precisa richiesta di partecipazione, espressa con un'interrogazione al momento dell'uscita passata inascoltata, è stato gestito in modo superficiale e propagandistico: sono mancate le informazioni fondamentali, sono stati abbondanti invece gli articoli e anche le fotografie di questo o quel personaggio; sono stati reclamizzati finanziamenti mai decisi e reclamizzati gettando nel ridicolo qualche volta e screditando agli occhi dei cittadini interessati la nostra Regione. Faccio riferimento ad una delibera considerata approvata, per quel che riguarda l'approvazione del piano per il 355 e poi abbandonata e disattesa. Certo, in una situazione in cui è impossibile usufruire del servizio telefonico per parlare coi vari Assessorati, nonostante le assicurazioni del Presidente di alcuni mesi fa e in cui il Bollettino di informazione della Giunta non vede i Consiglieri regionali fra i destinatari (anche qui nonostante la segnalazione fatta dal nostro Capogruppo e lo stupore del Presidente) siamo rimasti a livello dello stupore: a tutt'oggi i Consiglieri regionali non ricevono il bollettino d'informazione della Giunta regionale; in una situazione in cui quasi sempre i Consiglieri conoscono per caso le circolari e le pubblicazioni dei vari Assessorati, il problema dell'informazione è un problema di carattere generale, non solo dell'Assessorato all'agricoltura ma è un problema che dimostra quanto si sia cercato il consenso e quanto poco si sia provveduto all'informazione. Per quanto riguarda la legislazione i motivi della nostra opposizione alle leggi agricole approvate nella II legislatura sono ormai agli atti del Consiglio. Il fatto che qualche settimana fa abbiamo modificato la legge n. 20, il fatto che oggi sia in discussione la modifica della 63, dimostra che queste leggi non erano poi quegli "affreschi" che qualcuno descriveva e soprattutto alcune critiche mosse dall'opposizione perlomeno nel momento in cui si denunciava scarsa chiarezza, confusione, ebbene il fatto che oggi discutiamo queste modifiche dimostra che queste critiche non erano infondate. Sostanzialmente noi abbiamo sempre detto due cose: la prima riguardava la scarsità dei finanziamenti, la seconda la complessità delle procedure.
Per quel che riguarda i finanziamenti ha già parlato il collega Franzi e probabilmente interverranno altri colleghi del Gruppo. Vorremmo per sottolineare il fatto che, mentre a livello nazionale il Parlamento e le forze politiche ivi presenti, sono stati sensibili e hanno cercato di fare uno sforzo finanziario per l'agricoltura, questo sforzo è stato di fatto annullato dalle decisioni prese a livello regionale.
Riteniamo che i finanziamenti del "quadrifoglio" dovevano essere una aggiunta ai finanziamenti della Regione e non dovevano invece essere sostitutivi delle iniziative a carattere regionale; quindi, quando nelle discussioni sulle cifre si va ad inserire i finanziamenti aggiunti attraverso il quadrifoglio, si procede con un'ottica non concreta per la nostra agricoltura. In ordine alle affermazioni contenute nelle relazioni nostalgiche del piano verde n. 1 e n. 2, devo dire che chi afferma queste cose dimentica che il Gruppo della D.C. aveva formulato nel '75 due testi di legge, che sono poi stati approvati attraverso le leggi 45 e 51, che sono state la base sulla quale si è costruita la legge 63, alla quale per secondo il nostro avviso, sono stati aggiunti elementi negativi. Abbiamo solamente messo in evidenza che venivano instaurate procedure, che avrebbero ritardato l'approvazione delle pratiche e queste nostre motivazioni sono state confortate dai risultati della gestione complessa di quelle leggi sia attraverso le frequenti circolari mai definitive, tanto è vero che ancora oggi ci sono delle procedure per modificare la circolare base sulla legge 63.
Rimane il grosso problema del confronto fra le pratiche approvate e quelle da approvare. Non è sufficiente dire all'opinione pubblica ed al Consiglio che sono state approvate alcune migliaia di pratiche senza dire che altre migliaia di pratiche sono ferme in attesa di una definizione.
I risultati di questa gestione li vorrei vedere tenendo conto di quella che è stata l'esposizione per quel che riguarda il programma Cipaa.
Ammodernamento delle aziende agricole. Si dice che il ricorso al prestito d'esercizio è aumentato. Sappiamo che l'azienda agricola ricorre al credito solo quando è necessario, ebbene, il ricorso al credito di esercizio probabilmente è sinonimo di uno stato di difficoltà dell'agricoltura, il fatto stesso che a metà anno alcuni istituti di credito chiudano per mancanza di finanziamenti non è da attribuirsi ad un largo credito all'agricoltura.
Zootecnia. Sappiamo che è il settore produttivo portante della realtà agricola piemontese. Ci sono anche qui dei coltivatori che hanno giacente presso gli uffici la domanda per costruire una stalla da troppo tempo, di conseguenza, non sono state sfruttate tutte le capacità produttive esistenti per quanto riguarda il latte e soprattutto per quanto riguarda la carne. E' vero che si sono finanziate molte stalle sociali, ritengo per che la D.C. e la Coltivatori Diretti con il progetto '80, al quale il Consigliere Bellomo ha fatto riferimento, non disconoscano l'importanza che ha il settore della cooperazione e dell'associazionismo.
Abbiamo sempre detto però che i finanziamenti devono tenere conto che le iniziative abbiano un fondamento e debbano procedere con le dovute garanzie affinché non ci si trovi entro breve tempo a constatare il fallimento di molte iniziative che si ribalterebbe negativamente sugli attuali cooperatori e sulla cooperazione in genere.
Non abbiamo notizie dell'Istituto Zooprofilattico, istituto fondamentale per il miglioramento della zootecnia. Evidentemente ci sono difficoltà nel portare avanti il programma e gli obiettivi. E' nota la mancanza di una presenza tecnico-scientifica nel settore della zootecnia.
Ci sono problemi di ipofertilità, di morie neonatali in percentuali altissime. Purtroppo a tutt'oggi manca chi ha saputo tirare la fila delle varie iniziative, tanto che gli allevatori devono affidarsi a questo o a quel luminare per ottenere risultati piuttosto scarsi. E' necessario un raccordo di tutte queste iniziative.
Coltivazioni pregiate. Stupisce che in una difficile situazione di mercato si preveda l'aumento delle superfici per coltivazioni pregiate. Per esempio, parlare di incrementare la produzione, nel settore dei meleti vuol dire andare contro alla situazione reale del nostro Paese e dell'intera CEE. Sarebbe meglio parlare di riconversione degli impianti questo però non è scritto nelle previsioni della Giunta.
Allo stesso modo non si può parlare di aumento indiscriminato della fraghicoltura. E' una coltivazione che interessa vaste zone premontane, ma non si può parlare di estensione in un momento in cui si intravede crisi di mercato: sarebbe più opportuno parlare di prolungamento della presenza delle fragole sul mercato, favorendone la coltivazione nelle zone ad altimetria più elevata.
Settore del vino. Si deve procedere sulla strada dei controlli contro le sofisticazioni. Anche in questo settore, purtroppo, non è stato fatto a sufficienza: si sono toccate le piccole aziende ma le grandi aziende non sono state sufficientemente controllate. E' necessaria un'azione continua perché solo attraverso questo meccanismo è possibile ridare fiducia ai produttori.
Promozione. I momenti della promozione devono essere raccordati: fanno promozione l'Assessorato all'agricoltura, l'Esap, le Camere di Commercio.
Riteniamo che sia necessario trovare un momento unico per la promozione dei vini, sia per quel che riguarda il mercato Interno che quello esterno.
Irrigazione. Spesso abbiamo detto che senza una valida irrigazione è impossibile ottenere una razionale agricoltura. Sostanzialmente in questi anni non si è riusciti a programmare un intervento che affrontasse alle radici il problema dell'irrigazione specialmente nella zona sud della nostra Regione. C'è il problema del riordino delle utenze irrigue: questo riordino è però impossibile se a monte non ci saranno dei bacini sufficienti a garantire più acqua di quella attuale. Occorrono degli invasi a monte che diano la possibilità di distribuire l'acqua dove è scarsa e dove è assente. Purtroppo non si sono ancora individuate le zone in cui ipotizzare queste strutture e questo è uno dei fatti più negativi dell'Amministrazione regionale di questi cinque anni. Auguriamoci di non andare incontro a periodi di siccità che nelle Province di Cuneo, di Asti e di Alessandria comporterebbe problemi grandissimi e difficili da affrontare nel momento contingente. Si continua ad installare pozzi che comportano spese di costruzione, di gestione e di consumo di energia, ma il problema va risolto alla radice perché la sua risoluzione porterebbe vantaggi all'irrigazione e risparmio di forza motrice.
Riconosciamo che la legge 63 ha cercato di privilegiare le strutture agricole delle zone di montagna e di collina però, nonostante questi obiettivi, in realtà è stato difficile fermare l'esodo da quelle zone. Un giovane che svolga attività agricola in zone depresse ha grosse difficoltà per ottenere i finanziamenti nonostante tutte le agevolazioni.
Nel settore della forestazione non si possono dimenticare le difficoltà della legge 57 per aprire le strade indispensabili per il passaggio nel bosco di mezzi tecnici meccanizzati. E' necessario coinvolgere le proprietà private e costituire Consorzi per poter incidere nelle zone boschive della Regione in cui la proprietà è molto spezzettata.
Infrastrutture. Anche questo è un problema fondamentale per il riequilibrio territoriale a cui si fa riferimento nel Piano di sviluppo.
Come è possibile pensare che si formino nuove famiglie nelle zone rurali se manca l'acqua, la strada, la luce? Nel campo della elettrificazione sono troppe le domande giacenti per ottenere l'installazione o il potenziamento dell'energia elettrica; sono migliaia le aziende che non ricevono la televisione o che non possono usare gli elettrodomestici più elementari della vita familiare. Sappiamo che ci sono anche difficoltà di collaborazione fra Regione e Enel, sappiamo che molti lavori sono finanziati, ma che manca manodopera per poterli realizzare, ma il problema è generale.
Si accusa il mondo agricolo di essere corporativo ma - mi chiedo - non ci sono forse altri mondi molto più corporativi che per garantirsi il lavoro nel futuro non sfruttano tutte le possibilità di lavoro attuale? Per esempio, nel settore della produzione lattiero-casearia ci sono industriali che non ritireranno più il latte se non da quei produttori che fanno la refrigerazione; ebbene, larga parte delle aziende della nostra pianura non potranno installare il refrigeratore perché l'energia elettrica non è sufficiente, quindi ritengo che l'elettrificazione rurale debba essere urgentemente affrontata perché è un problema prioritario.
Esap. A mio avviso, nella relazione si sono dati all'Esap più meriti di quelli che ha. Sostanzialmente si accusa il nostro partito della sua scarsa operatività e delle sue difficoltà. Intanto vorrei far notare che nessuna delle organizzazioni professionali fanno parte della Giunta ed evidentemente i dubbi che aveva l'organizzazione a noi vicina ce l'hanno anche organizzazioni che sono vicine ad altre forze politiche. La non presenza nella gestione dell'Esap delle organizzazioni professionali, fa mancare all'Ente quella credibilità che è necessaria per poter incidere nella realtà agricola della Regione.
La zonizzazione non l'ha fatta l'Esap, l'hanno fatta i Comprensori con la sua collaborazione. L'Esap soprattutto non deve fare l'industriale.
Tutte le forze politiche sono d'accordo nel dire che la mano pubblica non deve inoltrarsi nelle iniziative di carattere economico-industriale, ma poi continuiamo a vedere l'Esap che acquista caseifici e che li gestisce.
Vorremmo sapere dall'Assessore che cosa è stato fatto in questo settore quali sono i risultati raggiunti e se non sarebbe meglio dare la gestione di questi impianti ad associazioni, a cooperative di produttori che ne hanno fatto domanda.
Vivaio e centro agrimeteorologico. Si danno per definite iniziative che sono appena agli inizi. Non mi risulta che i produttori di frutta e i viticultori abbiano avuto segnalazioni dal centro agrimeteorologico costituito dall'Esap. Anche il vivaio è un'iniziativa calata abbastanza dall'alto che, oltretutto, ha incontrato momenti di tensione fra l'Esap e gli altri Enti interessati e non sono stato informato se sono stati superati.
Legge 364. L'Assessore ha detto: "siete potenti se riuscite a superare e a vincere anche le calamità naturali". Direi che bisogna rovesciare la domanda. Continuare a insistere sulle migliaia di pratiche per calamità naturali non ha senso, perché le calamità naturali ci sono sempre state.
Non che grandini solo sotto le gestioni socialcomuniste, ha sempre grandinato, le alluvioni sono sempre avvenute e questi problemi sono stati sempre risolti.
Settore assistenziale. L'assistenza farmaceutica è problema ormai superato, certo che questa vicenda non è molto compresa dai coltivatori diretti, dai commercianti e dagli artigiani. La legge è stata proposta, è stata approvata all'unanimità in Commissione e in Consiglio ma non riesce ad andare avanti: è uno di quei punti interrogativi sulla credibilità delle istituzioni.
Natalità. Nella nostra agricoltura c'è molta manodopera femminile molte aziende vengono condotte a tempo pieno dalle donne e a tempo parziale dagli operai contadini. Alle donne coltivatrici che vivono in zone dove mancano scuole materne e asili nido, abbiamo tolto anche quel piccolo aiuto. Certamente non si è fatta una buona programmazione della spesa dimenticando un settore produttivo assai importante che andrebbe tenuto in ben diversa considerazione.
Trasporto pensionati. Nella Regione tutti i pensionati a livello di Comune, specialmente dei grandi Comuni, possono viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici. Una circolare del Vicepresidente della Giunta, l'Assessore ai trasporti, disponeva di questa possibilità anche per i pensionati delle zone periferiche. A tutt'oggi, malgrado le assicurazioni, ci sono migliaia di pratiche ferme. E' una questione di principio: la circolare deve essere applicata, le aziende che non la applicano devono in qualche modo essere incentivate ad applicarla, eventualmente ritardando i pagamenti da parte della Regione.
E' nostra convinzione che per l'agricoltura piemontese si poteva e si doveva fare di più e meglio. Le migliaia di pratiche ferme da troppo tempo si incontrano in questo momento con la grave crisi dei mercati agricoli che porta all'esasperazione i produttori.
La zootecnia, prima con la carne ora con il latte, sta stancando gli allevatori; la viticoltura, nonostante la preoccupazione del Presidente Viglione, che aveva espresso non molto tempo fa, la preoccupazione di non avere sufficiente quantità di vino da inviare sui mercati esteri, per la conquista dei quali sono stati spesi, in forma scoordinata, centinaia di milioni, tanto da auspicare Consorzi con produttori di altre Regioni (come è stato detto in Consiglio dal Presidente della Giunta), ora questo vino c'è, ne sono piene le cantine, il prezzo continua a scendere e questa vendita, purtroppo non avviene. Sarebbe necessario tirare le somme dei risultati delle opere di promozione sui mercati interni e sui mercati esteri. Per il settore della frutticoltura, solo nella Provincia di Cuneo abbiamo 700 mila quintali di mele che attendono di essere vendute, anzi di essere svendute, a compratori che non si fanno vedere.
E' vero che è aperta l'AIMA però i nostri produttori non dovrebbero lavorare per l'AIMA. Così come non abbiamo accettato la tesi sostenuta diverse volte in Consiglio dalla Giunta che i progressi avvenuti d'altronde in misura inferiore o pari ad altre Regioni, fossero esclusivo merito di questa maggioranza, così non riteniamo di dover scaricare sulla Regione tutte le difficoltà attuali, anche se pensiamo che, proprio nei momenti difficili, la Regione deve dimostrare la sua capacità di intervento tempestivo ed efficiente a favore dei produttori agricoli.



BELLOMO EMILIO



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Signor Presidente e colleghi, la relazione dell'Assessore Ferraris, ha alcune caratteristiche che la raccomandano all'attenzione, non soltanto degli esperti o degli addetti ai lavori dell'agricoltura, ma più in generale per la sua metodologia e per i suoi contenuti. Prima di tutto si tratta di una relazione la cui caratteristica fondamentale è quella di essere ampiamente e sobriamente informativa. Credo, Assessore Ferraris, che a questo risultato si sia potuti giungere anche e soprattutto in forza dell'iniziato funzionamento del sistema informativo.
Amico Conti, tu hai avuto una grande intuizione nei primi anni della passata legislatura, quando discutendosi del decentramento universitario hai insistito su questo tema. Ci abbiamo lavorato con modestia e abbiamo consegnato il lavoro consiliare a questa Giunta che lo ha realizzato e l'ha realizzato bene al servizio di tutti. Un primo risultato lo troviamo proprio in questa relazione, che non è trionfalistica, mi permetto di dire che è persino timida, perché non dà nessun giudizio; affida a un testo che è quello dell'Istituto nazionale di Economia agraria, quindi un testo insospettabile, che è il testo che andrà sulla relazione dello stato dell'agricoltura italiana previsto dalla legge 153, che abbiamo recepito con la legge 15 delle direttive comunitarie. E' là che si dà il giudizio sulla politica agraria di questa Giunta. Ferraris ha preso quel testo, l'ha riportato tra virgolette nella sua relazione. Mi permisi nell'ultimo intervento che feci sull'agricoltura l'anno scorso, di citare la relazione dell'Inea sullo stato dell'agricoltura, che era fortemente critica sul modo come si andava avanti, sulla metodologia e sul tipo di intervento in Italia per quanto riguarda l'agricoltura. Oggi, l'Inea indica a tutta l'Italia come modello non esente da critiche peraltro, il metodo di intervento instaurato dalla Regione Piemonte; questo dice la relazione di Ferraris riportando il giudizio di un organismo di quel livello.
Trattandosi di una relazione di bilancio sarebbe stato sufficiente andare a verificare le ultime pagine, quelle che riguardano l'occupazione la produzione e il reddito. Il collega Franzi ha fatto alcune considerazioni penetranti. Egli dice: "è aumentata la produzione lorda vendibile" e questo, intanto, è un risultato positivo, "sono aumentati gli addetti", ma, il fine, lo scopo, il risultato di ogni politica economica in un settore produttivo si misura dall'aumento reale della produzione (non da quello derivante dal coefficiente inflazionistico) e dall'aumento degli occupati. Se, però, l'aumento del valore della produzione reale è inferiore in rapporto all'aumento degli occupati, può ridursi il reddito pro-capite.
Ma, dice Franzi, e qui sta l'osservazione penetrante: "sono aumentati i costi di produzione" e ha citato 22-23% dei fertilizzanti, il 50% del gasolio. Ringrazio il collega Franzi di queste informazioni che soprattutto, vengono da uno che opera in un organismo, come il Consorzio agrario, che è a contatto ogni giorno con questi problemi. Devo per ricordare che la famosa forbice tra prodotti agricoli e prodotti industriali, che è una forbice storica, dimostra come l'agricoltura continua ad essere subordinata all'industria e al capitale finanziario e dimostra anche che fintanto che strutture come la Federconsorzi e i Consorzi agrari non saranno effettivamente democratizzati, non ci sarà un intervento capace di rovesciare questa tendenza. Chi ha creato questo sistema di Federconsorzi? Sono famosi i trionfi che ha avuto in Italia la Federconsorzi.



FRANZI Piero

I progetti di legge presentati alla Camera e al Senato lasciano immutata la struttura della Federconsorzi.



BESATE Piero

Li conosco, non è proprio così, comunque sarà oggetto di dibattito.
Non mi sembra poi che l'intervento di Lombardi abbia avuto quel taglio propositivo di cui parlava Franzi parlando del metodo nuovo dell'opposizione, che tra l'altro è il metodo che troviamo nel libretto verde della Federazione regionale dei coltivatori diretti. Non mi meraviglio, prendo atto della situazione così com'è. Lasciatemi ora sbrigare alcune pratiche. Per esempio, la pratica della farriginosità delle procedure qui richiamate dentro e richiamate più volte dal collega Chiabrando e ancora stamattina dal collega Lombardi. Qui è magnificata la legge Chiabrando approvata dal Consiglio il 29 aprile 1975. All'art. 3 si diceva: "le opere e gli acquisti oggetto di finanziamento devono essere effettuati dopo il provvedimento formale di concessione, o in caso di urgenza, a seguito di una specifica autorizzazione...".
Se avessimo applicato questa norma, saremmo ancora qui a sproloquiare come spendere i residui del 1974. Si dice poi che gli uffici non funzionano ma gli Ispettorati provinciali dell'agricoltura, gli Ispettorati compartimentali dell'agricoltura, che dipendevano dal Maf come funzionavano? Voglio leggere alcune righe della relazione sullo stato di attuazione delle principali leggi di spesa in agricoltura presentata dal Ministro Marcora alla Commissione agricoltura del Senato della Repubblica: "Il decreto legge 13 agosto 1975, convertito nella legge 16 ottobre 1975 n.
493, concernente provvedimenti per il rilancio dell'economia, disponeva all'art. 9 un'autorizzazione di spesa di L. 255 miliardi per il completamento, ripristino e adeguamento funzionale di impianti relativi ad opere pubbliche di irrigazione. L'autorizzazione di spesa venne attribuita per L. 128.811.250.000 alle Regioni e Province autonome e per 126 miliardi di lire, riservate ad interventi di competenza del Ministero. Per quanto riguarda la quota ministeriale si precisa che essa è stata integrata con lo stanziamento di 40 miliardi (art. 6 della legge n. 403 dell'11 luglio 1977) e che la complessiva disponibilità di 166 miliardi è stata interamente impegnata con l'approvazione di progetti esecutivi ed infine che al 15 ottobre 1969, sono stati pagati per opere eseguite e collaudate oltre 83 miliardi pari a circa il 53% degli impegni assunti".
Vale a dire che da una disponibilità che si aveva dal 13 agosto '75 al 15 ottobre del '79, si è speso la metà: questo è il modo di funzionamento del Ministero e dei suoi organi periferici che si è ereditato allora. Si dice che noi siamo andati per le lunghe, ma non è vero perché il 7/12/78 vennero date le istruzioni provvisorie che hanno consentito di procedere con la legge 63. Inoltre, ci sono i Piani di sviluppo - che sono stati fatti da valenti tecnici. Ho qui un bel volume della Lombardia, che da esperti professionisti sono stati giudicati estremamente più complicati di quelli della Regione Piemonte. La voluminosità non è certamente inferiore.
Sempre la Regione Lombardia ha predisposto una legge agricola che abolisce ben 47 leggi vigenti e istituisce gli stessi moduli. Altrettanto sta facendo il Veneto. E' stato criticato "Piemonte agricoltura" e altre pubblicazioni, ma la Lombardia pubblica un mensile di informazione dell'agricoltura e supplementi, uno di informazione alimentare, l'altro di informazione tecnica. Come ben vedete tutte le Regioni hanno tre o quattro bollettini di informazione che sono previsti dalle leggi nazionali e comunitarie. Potrei continuare su questo tono, ma sembra che voglia fare delle ritorsioni.
Il problema delle procedure di intervento pubblico in agricoltura è un problema storico ed è stato affrontato da voi con il piano verde n. 2 in cui è stato inserito un articolo intitolato "semplificazione delle procedure", proposto dai deputati democristiani della Coltivatori Diretti.
Sono state fatte circolari in ogni direzione; 12 erano della Direzione generale sulla produzione agricola, 4 sui miglioramenti fondiari, 2 sull'economia montana ed altre emanate dal gabinetto del Maf. I modelli delle domande erano 33.
Non voglio tediare per dire quale situazione abbiamo ereditato. Questa è una situazione di cui dovete tener conto, perché in realtà la semplificazione delle procedure viene perseguita anche oggi.
Voglio sottolineare come la politica agraria perseguita da questa Giunta sia stata una politica informata ai principi di economicità dell'intervento pubblico, che viene anche affermato dal piano verde e dalla legge di Chiabrando, dove si dice che le iniziative per essere tali devono avere validità economica ed essere proporzionate. Su quale base viene dato questo giudizio? Chi lo dà? Qui si dice con il piano aziendale di sviluppo lì si misura l'economicità effettiva. Non è sufficiente la scheda aziendale a dare un giudizio di economicità e di efficienza dell'intervento.
Su questa filosofia di fondo si sono fatte le priorità. Si è detto che questa è la legge delle priorità e delle precedenze. E' vero: si è cominciato con l'azienda familiare coltivatrice e con l'associazionismo poi si è detto che si dà la precedenza ai territori collinari e montani.
Se non esistono le priorità di legge esistono altre priorità, che sono quelle delle amicizie, delle clientele.
Nella politica agricola della D.C. c'è una specie di delega ai gruppi della Coltivatori Diretti. Non faccio distinzioni tra vertice e base perché bisogna fare i conti con i vertici e con la base, ne siamo perfettamente consapevoli. E questi coefficienti operano, anche in vista delle elezioni, in un legittimo tentativo di riconquista del potere. In realtà, sono molte le ingiustizie colossali che i contadini hanno subito nelle campagne in 30 anni dove hanno visto trionfare le clientele. Sarebbe interessante, a questo proposito, fare un'inchiesta sulle case rurali fatte con i contributi agricoli per stabilire da chi sono abitate. Oggi però, qualche cosa cambia e questo è molto importante. C'è una moralizzazione della spesa. Avvertiamo tutti la necessità di uno sforzo unitario nella riforma del metodo di intervento pubblico in agricoltura che è tanta parte in un'effettiva e moderna riforma agraria.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

I lavori riprenderanno alle ore 15 con l'intervento del Consigliere Chiabrando.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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