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Dettaglio seduta n.318 del 20/03/80 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Boschi e foreste

Esame deliberazione Giunta regionale "Legge 27/12/1977 n. 984, art. 5. Adeguamento dei programmi di settore 1979/1982 dell'area di intervento agricoltura e foreste al piano agricolo nazionale approvato dal CIPAA il 13/12/1979"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prosegue l'esame dell'ordine del giorno della seduta precedente. Punto quattordicesimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale "Legge 27/12/1977 n. 984, art. 5. Adeguamento dei programmi di settore 1979/1982 dell'area di intervento agricoltura e foreste al piano agricolo nazionale approvato dal CIPAA il 13/12/1979".
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signori Consiglieri, ai sensi dell'art. 5 della legge 984, del 1977 detta "Quadrifoglio", le Regioni entro trenta giorni dall'avvenuta comunicazione dell'approvazione dei programmi e dei riparti dei fondi da parte del Consiglio dei Ministri, sulla base delle proposte del CIPAA devono provvedere ad approvare in via definitiva i programmi di settore.
Gli elaborati approvati dalla Giunta il 13/2/1980, deliberazione 42, sono stati trasmessi al Presidente del Consiglio entro i termini previsti e sono stati esaminati soltanto l'altro ieri dalla III Commissione.
Sono ora sottoposti al voto del Consiglio con qualche ritardo rispetto ai trenta giorni di cui ho detto prima. Gli elaborati che sono sottoposti all'esame e al voto del Consiglio previa consultazione delle organizzazioni sindacali, non differiscono se non per alcuni aspetti del tutto marginali a mio avviso, rispetto alle scelte, ai contenuti e agli obiettivi già individuati nei programmi settoriali approvati senza alcun voto contrario dal Consiglio regionale nella seduta del 21/6/1979.
Non così stanno le cose per quanto attiene le risorse finanziarie assegnate. Rispetto all'elaborato di giugno le risorse di cui alla legge 984 che rappresentano il supporto fondamentale dei programmi di settore sono aumentate da 60 miliardi 192 milioni a 69 miliardi 706 milioni con un incremento di 9 miliardi 514 milioni. Al contrario, rispetto all'elaborato del mese di giugno, con decisione adottata dal Cipe in data 28/12/1979 sono stati ridotti, anzi, pressoché dimezzati, i fondi in precedenza assegnati alla nostra Regione sulla legge 403 del 1977. La grave decisione che agisce con valore retroattivo, almeno per l'esercizio 1979, comporta una diminuzione di risorse di ben 33 miliardi e 84 milioni nell'arco del triennio 1979/1981 in quanto ha una durata diversa rispetto al quadrifoglio. Il riparto precedente, che aveva già agito per il 1977/1978 è stato ridotto da 21 miliardi 601 milioni agli attuali 10 miliardi 573 milioni.
Illustrerò più avanti le proposte della Giunte per rimediare almeno in parte a tale gravissima sottrazione di risorse.
La legge "Quadrifoglio", oltre all'elaborazione di un piano agricolo presupponeva la confluenza di questo in un più ampio ed organico piano agricolo alimentare, e la capacità di mettere in moto un processo programmatico intersettoriale con precisi obiettivi finalizzati allo sviluppo delle produzioni agricole, degli allevamenti e dell'industria di trasformazione capaci di concorrere al superamento della crisi economica mediante l'incremento del nostro autoapprovvigionamento in fatto di derrate agricole e riducendo di contro il crescente deficit della nostra bilancia agricola alimentare.
Persasi nel frattempo, con la caduta della maggioranza di solidarietà nazionale, ogni traccia del piano agricolo alimentare, praticamente dimenticati i piani per l'industria alimentare (legge n. 675 del 12/8/1977), ci troviamo non solo ad accusare un enorme ritardo, nello svolgimento delle procedure e degli adempimenti previsti dalla legge, ma ci troviamo di fronte da una parte al continuo tentativo di sottrarre competenze e risorse alla Regione, in ispregio al DPR n. 616, e dall'altra a lamentare la mancata disaggregazione degli obiettivi quanti-qualitativi fra le Regioni, per i relativi settori produttivi.
Il riparto dei fondi approvati dal CIPAA e dal Consiglio dei Ministri è risultato pertanto del tutto disancorato dagli obiettivi produttivi nazionali e settoriali, ed è avvenuto sulla base di parametri poco chiari e tanto meno oggettivi.
E' così andata perduta - e qui è proprio il caso di dirlo - una grande occasione per finalizzare le risorse agli obiettivi produttivi e si è vanificato lo spirito e la lettera di una importante legge dello Stato, che per la prima volta aveva introdotto un metodo di concertazione nel riparto dei fondi tra le Regioni, in rapporto a precisi obiettivi di produzione per ogni singolo settore e che prevedeva un sistema di erogazione dei fondi agli operatori agricoli o associati a fronte di piani aziendali e zonali di sviluppo.
Le risorse assegnate alla nostra Regione sulla legge n. 984 per il periodo 1978/1982, ivi compresi fondi già assegnati sullo stralcio 1978 (L.
19.040 miliardi già pressoché totalmente impegnati - al 98 - ed erogati in misura del 40%) assommano a L. 158.234 miliardi, cui si aggiungono L. 39 miliardi circa per opere irrigue a carattere nazionale, da spendersi nella nostro Regione da parte del Ministero agricoltura e foreste.
A queste somme nel corso degli anni 1982/1987, per le sole opere di irrigazione e forestazione verranno ad aggiungersi L. 69.670 miliardi per opere irrigue, in misura di L. 21.670 miliardi per opere regionali e di L.
48 miliardi per opere di competenza nazionale e Lire 14.333 miliardi per opere di forestazione di competenza regionale (Quadrifoglio 1978/1987: 281.132 milioni).
Tale riparto è piuttosto punitivo e penalizzante per la nostra Regione, ma il fatto più grave sta - come già denunciato in premessa nell'aver utilizzato tali parametri, nonostante la nostra opposizione e le assicurazioni ricevute, per il riparto dei fondi previsti dalla legge 403 con il risultato che le risorse già assegnate alla nostra Regione su tale legge sono state ridotte nella misura già indicata.
Pertanto lo schema riepilogativo relativo all'utilizzazione dei fondi della legge 984 (pagina n. 102) e quello relativo all'utilizzazione dei limiti di impegno ai sensi dell'art. 18 della stessa legge (pagina 103 dell'elaborato) restano invariati, si impone invece l'esigenza di integrare le risorse finanziarie poste a sostegno dei rispettivi programmi di settore, venute meno sulla legge 403.
A tale integrazione si cercherà di provvedere già in sede di assestamento del bilancio almeno per l'esercizio 1980, utilizzando la maggiore quota che verrà assegnata sul fondo globale, e se ciò non fosse sufficiente, destinando una quota dell'avanzo che verrà accertato in sede di consuntivo ed infine utilizzando le assegnazioni ex legge n. 153 non impegnate per assenza di domande (premio di apporto strutturale), ecc.
Per l'esercizio 1981, ultimo anno di operatività della legge 403, si provvederà con gli stanziamenti che verranno assegnati sul bilancio di quell'anno per l'agricoltura.
Le risorse finanziarie previste a supporto dei programmi settoriali per il periodo 1979/1982 sommano pertanto a L. 263.388 miliardi di cui L.
243.112 miliardi in conto capitale e L. 20.276 miliardi in conto interessi o limite di impegno.
Le risorse suddette vengono così ripartite per i singoli programmi di alla legge n. 984: Miliardi Miliardi COMPARTO in conto in conto o SETTORE capitale interessi Zootecnia 89,575 11,576 Coltivazioni pregiate (vitivinicoltura ortofrutta) 33,179 3,200 Forestazione 22,023 0,250 Irrigazione 30,586 0,900 Territori collinari e montani 49,921 4,350 Assistenza tecnica sperimentazione 17,828 243,112 + 20,276 = miliardi 263,388 Se si considerano le residue somme assegnate su altre leggi, n. 364, n.
457, n. 15, ecc., l'investimento complessivo previsto in agricoltura, nel quadriennio 1979/82, si aggirerà in Piemonte attorno agli 800/900 miliardi di lire.
A questo punto, più che indugiare nell'illustrazione dei singoli programmi, che - ripeto - sono pressoché analoghi a quelli approvati nel corso della seduta del 21 giugno 1979, e peraltro rappresentano un semplice aggiornamento del Piano regionale di sviluppo, ritengo opportuno fornire al Consiglio regionale, una rapidissima sintesi della politica agraria sin qui realizzata e qualche riflessione sui problemi emergenti.
Di fronte alla continua ripetizione di cifre inesatte in relazione alle risorse destinate all'agricoltura, nella prima ed in questa seconda legislatura, ritengo necessario dare ancora una volta la parola alle cifre.
Queste sono esattamente le seguenti: Nel quadriennio 1972/1975 (prima legislatura) gli stanziamenti erano stati (sempre considerando le sole spese operative) di 109.706 miliardi; la somma realmente impegnata era stata di 53.163 miliardi, pari al 53%; il pagato era stato di soli 22.447 miliardi, pari al 20,5%.
Nel quadriennio 1976/1979 (seconda legislatura) lo stanziamento è stato di 329.436 miliardi (3 volte tanto); l'impegno è stato di 301.601 miliardi pari al 91,54% (5 volte tanto); il pagato è stato di 187.975 miliardi, pari al 57,17% (8 volte tanto).
Nel corso del solo esercizio finanziario 1979 lo stanziamento è stato di ben 134 miliardi e su tale stanziamento le somme realmente impegnate sono 110 miliardi (82,2%); il pagato è stato pari a 59 miliardi (53%).
Nel complesso, considerando anche le annualità passive e le reimpostazioni a fronte di risorse per 221 miliardi, l'impegnato è stato di 122 miliardi; ed i pagamenti di 77 miliardi, pari al 54% dell'impegnato. La differenza fra stanziato ed impegnato riguarda esclusivamente la legge 364 (non si può impegnare, se non arrivano i progetti), la legge 153 e la legge regionale 15, per i limiti di impegno (contributi in conto interessi), in quanto il concorso sugli interessi viene richiesto dagli Istituti di credito dopo il collaudo delle opere; infine - come è noto - sempre sulla stessa legge non è stata presentata alcuna domanda per il premio di apporto strutturale (residui passivi di L. 2,7 miliardi di lire).
I dati più salienti che emergono dall'esame degli stati di attuazione sopra richiamati, possono essere così enucleati: I- OPERE DI MIGLIORAMENTO FINANZIATE (strutture) numero dei spesa ammessa contributo concesso beneficiari (in migliaia di Lire) (milioni di Lire) L 51/75 n. 2.857 (mutui) 95.401.901 7.632.000 L. 47 - L.3 n. 3.566 (c/capitale) 33.216.049 15.149.464 L 63/78 n. 188 4.577.000 n. 6.612 133.194.950 22.781.464 2 - Coltivazioni Pregiate (impianti vigneti, frutteti, serre) numero dei spesa ammessa contributo concesso beneficiari (in migliaia di lire) (milioni di Lire) L. 51 n. 1.667 (c/ capitale) 5.410.865 1.656.000 L. 63 n. 144 (c/ capitale) 847.000 350.000 L. 63 n. 12 (mutuo) 244.000 18.788 n. 1.823 6.501.865 2.024.788 3- Acquisto Proprieta' Coltivatrice numero dei spesa ammessa contributo concesso beneficiari (in migliaia di Lire) (milioni di Lire) L. 51 n. 296 (prestiti 30 anni) 11.703.998 1.053.359 L. 63 n. 53 (prestiti 30 anni) 968.000 88.000 L 590 n. 226 (prestiti 30 anni) 7.227.251 contr. statale Cassa propr.
coltivatrice n. 51 8.324.000 n. 626 28.223.349 4- Zootecnia (acquisto bestiame e riproduttori) numero dei spesa ammessa contributo concesso beneficiari (in migliaia di Lire) (milioni di Lire) L. 51 n. 1.192 (prestiti) 19.608.593 1.560.424 n. 4.200 (c/ capitale) 9.117.380 1.570.976 L. 63 n. 853 7.895.000 1.579 L. 8/8/77 Fondo rotaz. anni 76/77/78 n. 250 5.480.000 n. 6.495 42.100.000 5- Fecondazione Artificiale Legge 51 n. capi fecondati 559.658 per importo spesa L. 5.598.843.793 Legge 63 n. capi fecondati 164.550 per importo spesa L. 1.925.365.183 6- Sostituzione Capi Infetti Legge 51 n. beneficiari per capi 5.352 importo spesa L. 1.803.660.000 Legge 63 n. beneficiari per capi 6.077 importo spesa L. 1.519.240.000 7- Premi Per Alpeggio Legge 51 e 63 n. capi 664.633 (bovini 420.915) importo spesa L.
11.484.352.000 8- Premi Buon Allevamento Razze Da Carne Legge 63 n. beneficiari per capi 7.710 importo spesa L. 1.075.500.000 9- Zootecnia Premi AIMA nascita vitelli Regolamenti CEE Vitelli Controllati Per: 1975 Regol. n. 464 Premi nascita n. 312.278 L. 7.493.182.000 Premi 1° mese di vita n. 215.448 L. 5.172.313.000 Somma interamente pagata L. 12.665.495.000 1976 Regol. n. 620/76 - Premi al sesto mese di vita Totale vitelli controllati n. 226.002 (importo interamente pagato) L. 6.203.220.000 1977 Regol. n. 871 Totale vitelli controllati ed inclusi negli elenchi inviati all'AIMA per il pagamento n. 227.587 e pagati alla data del 24.10.79 per L. 2.401.117.000 Totale L. 21.269.832.000 1978 Regol. n. 997 n. vitelli per i quali sono stati espletati i controlli e trasmessi all'AIMA per il pagamento n. 59.687 1979 Regol. n. Procedure ancora in corso di effettuazione in quanto la chiusura non scadrà fino alla data del 3.9.1980 10 - Meccanizzazione (prestiti e concorso in c/capitale per acquisto macchine) n.beneficiari importo spese contributi L. 51/76 n. 5.216 (prestiti) per L. 40.139.200.000 L.
n. 90 (contr. c/capitale) L. 908.809.000 L.
L. 63/78 n. 1.684 (prestiti) per L. 15.684.000 L.
n. 159 (Contributi) per L. 1.842.000 L.
n. 7.149 L 41.060.585.000 L.
Legge 910/66 art. 12 (fondo rotaz.) n. 5.750 (prestito) per L. 40.745.000.000 Legge 493 del 16.10.1975 (mutui decennali per attrezzature) n. 234 (mutuo) per L. 2.505.000.000 n. 13.133 L. 84.310.535.000 11-ABITAZIONI RURALI (*) Rilevante è pure stato l'intervento pubblico della Regione a favore delle abitazioni rurali.
Nell'ambito dei miglioramenti fondiari di cui alla legge regionale n. 51 infatti sono state finanziate ben 2.318 domande per costruzione o riattamento di abitazioni rurali, per un importo di miliardi 43,394; altre 52 domande per spesa ammessa di 1,5 miliardi sono state finanziate sulla legge n. 63.
Inoltre sono già state approvate e finanziate n. 751 domande per la costruzione o il riattamento di abitazioni sulla legge n. 457 per un investimento o spesa ammessa di 17,083 miliardi.
Per 435 di queste domande è già stato emesso il regolare nulla-osta per la stipulazione dei relativi mutui presso gli Istituti di credito, gli altri nulla-osta sono in corso di emissione.
Complessivamente fra nuove abitazioni e riattamenti sono già state definite e finanziate ben 312 domande per abitazioni, per una spesa ammessa di circa 62 miliardi.
Altri fabbricati infine sono stati finanziati nell'ambito dei piani aziendali di sviluppo presentati ed approvati sia sulla legge n. 15 del 1978 sia nell'ambito dei Piani di sviluppo di cui alla legge n. 63/78.
(*) compresa legge 457/78 Stato di attuazione della legge n. 364 - Purtroppo le calamità atmosferiche, le grandinate ricorrenti e le ripetute e disastrose alluvioni che nel 1977 e nel 1978 si sono abbattute sul Piemonte hanno di fatto impegnato, soprattutto nel corso dell'ultimo triennio, in misura del tutto eccezionale gli uffici centrali e periferici della Regione, sui quali si sono riversate ben 36.905 domande di pronto intervento, per danni alle produzioni, ripristino di strutture aziendali, di infrastrutture e altre opere di bonifica integrale e montana.
Di queste 36.905 domande, 32.356 sono state istruite ed evase; 20.237 con esito positivo per una spesa ammessa, cioè accolta, di ben 95,215 miliardi di lire.
Le domande respinte per mancanza di requisiti sono state 12.219. La somma già erogata per soli concorsi in capitale è stata di 14,173 miliardi mentre la somma erogata a titolo di prestito è stata pari a L. 42,274 miliardi.
Debbo ricordare ancora una volta che l'enorme sovraccarico straordinario di lavoro che le suddette avversità hanno comportato per gli uffici è stato senza dubbio fra le cause che più hanno pesato nel rallentamento delle domande presentate sia sulla legge 15, sia sulle domande presentate sulla legge 63.
Per quanto riguarda la legge 15 i piani aziendali presentati al 31/12 erano 1308 per un investimento di 145 miliardi; altri 644 piani aziendali o interaziendali per un investimento di 66 miliardi sono stati presentati sulla legge 63. Nel complesso si tratta di circa 2000 piani, pari all'1 delle aziende agricole. Cifra modesta, ma non più modesta di quella registrata a livello comunitario, ove nel corso di meno di otto anni i Piani di sviluppo hanno interessato soltanto l'1,4 per cento di tutte le Aziende agricole.
Dunque anche nei paesi più sviluppati e dove da otto anni si attuano le direttive socio- strutturali i risultati sono stati assai scarsi e questi risultati stanno a confermare i limiti delle direttive socio-culturali specie la direttiva 159 e la 160 della Cee e hanno sottolineato l'esigenza di una rapida revisione. Tale esigenza, portata avanti dalle Regioni, ma con minor calore dal Governo italiano, si è finalmente imposta anche a Bruxelles, specie dopo il voto approvato a maggioranza dal Parlamento sulla relazione Barbarella che si pronuncia per adattamenti, snellimenti e soprattutto per l'allargamento della base delle aziende ammissibili sulla linea che abbiamo introdotto e anticipato con la legge 63.
La direttiva 160/72 per il prepensionamento e per l'apporto strutturale come era facile prevedere, non ha funzionato e non poteva funzionare. In piena attuazione si trovano invece le direttive 161 e 162 per l'informazione e la 268 e 275 per la montagna.
Circa i corsi di formazione e qualificazione generale economica tecnica ed imprenditoriale curati dall'Assessorato istruzione della Regione Piemonte sono stati approvati 45 corsi con una spesa di L. 1.091.250.000, mentre per i corsi di aggiornamento per coadiuvanti e i lavoratori agricoli sono stati approvati 121 corsi con una spesa di L. 1.176.055.000. Per i corsi di formazione e perfezionamento del personale docente sono stati già tenuti 3 corsi per 70 allievi complessivi per una spesa di Lire 39.850.000.
a) L'indennità compensativa per le zone di montagna è stata messa in attuazione fin dall'anno 1977. Sono state erogate lire 14,239 miliardi negli anni '77-'78-'79 a favore di 19.000 beneficiari. E' da considerare con favore la rapidità e la snellezza delle procedure applicate in proposito all'inizio del 1980, per consentire il versamento dell'indennità 1979 ad oltre 11 mila agricoltori.
Tenuto conto che il premio continua per 5 anni, l'impegno complessivo di finanziamento previsto sarà di lire 26,757 miliardi (comprese le quote devolute con la legge 15/77); di queste sono stati assegnati dallo Stato solo 19,132 miliardi. Si evidenzia pertanto la necessità di integrazioni da parte della Regione, pari a circa 7,6 miliardi di lire.
b) Per le infrastrutture, nel 1978 e nel 1979, sono stati finanziati 9 progetti per Lire 1,042 miliardi, interessanti opere di elettrificazione rurale a favore di 1.389 utenti.
Premio di insediamento e permanenza - Circa il premio di insediamento e permanenza ad agricoltori giovani in zone di montagna e collina negli anni 1978 è 1979 sono state erogate lire 2,998 miliardi, a favore di 5.937 beneficiari.
Gli incentivi regionali allo sviluppo della cooperazione e dell'associazionismo - Di particolare rilievo è stato lo sforzo compiuto in direzione della cooperazione di produzione con particolare riferimento agli allevamenti: con il finanziamento di 84 stalle cooperative per una spesa ammessa di oltre 34 miliardi, l'onere a carico della Regione è stato pari a circa 18,5 miliardi.
Gli allevamenti cooperativi, ivi compresi quelli finanziati in precedenza (10 iniziative sulla legge n. 17) assommano a 94, con circa 1.400 soci ed oltre 22 mila ettari di terreno. Oltre 40 stalle sono già in piena attività, altre 20 sono in corso di costruzione e le restanti sono già state autorizzate ad effettuare l'inizio lavori.
Complessivamente a suo tempo potranno ricoverare 10.822 bovine fattrici da latte, 17.000 capi da carne bovina, 15.592 caprini e ovini, 22.500 suini e circa 100 avicunicoli. Questo ritengo possa essere inteso come un cospicuo contributo alla soluzione del problema nazionale di approvvigionamento di carne.
Investimenti pressoché analoghi per circa 32 miliardi di lire sono stati disposti, ed in massima parte già realizzati, nel settore della cooperazione di conservazione e trasformazione della produzione agricola e zootecnica, con particolare riferimento alla viticoltura, all'ortofrutta ed al settore lattiero-caseario, oltre che per la lavorazione delle carni e per l'essiccazione dei cereali da foraggio e la produzione di mangimi; il concorso regionale è stato di 18 miliardi circa.
Alla cooperazione di ogni ordine e grado, ivi compresi l'agricoltura di gruppo e l'associazionismo minore, nel trascorso quadriennio sono stati erogati, fra spese di gestione, avviamento, acconto soci e prestiti di conduzione, invecchiamento vino, ecc., altri 14 miliardi di lire a titolo di concorso regionale.
Gli interventi per le infrastrutture rurali - Per le infrastrutture di carattere rurale, viabilità minore, elettrodotti e rifornimento idrico ed opere irrigue sulla legge 51, 63 e 512 sono stati impegnati circa 25 miliardi di lire, di cui 12,250 per la sola elettrificazione rurale; lire 4,451 miliardi per acquedotti; 4,307 miliardi per la viabilità rurale e lire 3,686 miliardi per opere irrigue e di bonifica integrale e montana.
Nel programma di settore per queste opere nel prossimo triennio '80/'81/'82 si prevede una spesa pari a circa 32 miliardi di lire, per un investimento di 50 miliardi, nella maggior parte riservati ai territori collinari e montani.
Ricerca, sperimentazione, assistenza tecnica e promozione dei prodotti - Il quadro degli interventi effettuati si completa con le iniziative ed i dati relativi all'attività svolta sui problemi della ricerca e della sperimentazione agraria, dell'assistenza tecnica e della valorizzazione commerciale della produzione agricola.
Nel corso di questo quinquennio è stato compiuto un notevole sforzo politico, operativo e finanziario, per assicurare alla stessa Amministrazione regionale e agli operatori agricoli nuove strutture e strumenti di base indispensabili per l'ammodernamento dell'agricoltura regionale.
Per la ricerca e la sperimentazione agraria si sono stanziati e spesi circa 2,366 miliardi di lire; oltre 7 miliardi sono stati spesi per la divulgazione e l'assistenza tecnica delle aziende.
Tale somma è stata prevalentemente destinata al finanziamento dell'assistenza tecnica autogestita (CATA e Comunità montane): dai 17 CATA del 1975 si è passati ai 207 centri di assistenza tecnica del 1979/80, di cui 41 gestiti dalle Comunità montane e 166 autogestiti dagli operatori agricoli associati.
Per la contabilità agraria la Regione ha speso complessivamente circa 6,559 miliardi di lire; la rete della contabilità agraria, che nel 1975 interessava poche centinaia di aziende, ha impegnato nel 1979 circa 12 mila aziende.
Sorvolo sul discorso relativo alla promozione, alla valorizzazione dei prodotti, non sto a parlare della "Vinincontri" e delle iniziative organizzate dall'Assessorato al commercio, all'agricoltura, dall'Esap e dalla Promark per la valorizzazione dei nostri prodotti in Italia ed all'estero.
Credo di poter dire che queste iniziative hanno avuto un largo consenso e iniziano a dare concreti risultati.
Per l'incentivazione dei consumi del latte fresco, alle iniziative pubblicitarie si è fatta seguire, in alcuni fra i più importanti Comuni capoluogo (Torino, Asti, Novara) la distribuzione del latte fresco nelle scuole, col concorso finanziario della Regione e della CEE.
Le varie iniziative citate nel campo della ricerca scientifica applicate alle problematiche dell'agricoltura piemontese - e ho citato soltanto gli interventi di maggior rilievo - nel loro complesso indicano un'impostazione programmatica della Giunta regionale. Essa si riconduce al dichiarato obiettivo di esprimere una nuova committenza agli Istituti universitari e di ricerca, finalizzata alle reali esigenze dei produttori e alle linee di intervento della Regione nei vari settori.
Coerenti con questo indirizzo sono in particolare: l'elaborazione della Carta della fertilità dei terreni, strumento indispensabile per la miglior utilizzazione del territorio ai fini dell'attività agricola e per una corretta impostazione della pianificazione zonale l'attivazione del laboratorio chimico di analisi dei terreni, dei foraggi e dei prodotti agricolo-alimentari l'attivazione del Centro di produzione animale presso l'Istituto zooprofilattico la ricerca demoscopica sulla conoscenza, l'immagine e i consumi del vino Barbera in Lombardia e Liguria, condotta, dall'istituto specializzato Demoskopea nel 1978, a premessa della campagna promozionale oggi in atto l'elaborazione di un modello matematico per lo studio della propagazione degli incendi boschivi nella specifica condizione delle nostre foreste allo scopo di analizzare e predisporre le tecniche di intervento e di prevenzione l'impianto di un sistema televisivo di avvistamento e rilevazioni dei principi di incendio nei boschi della Valle di Susa (provincia di Torino) sistema di avanguardia in Italia, oggi entrato in funzione l'impianto del progetto "Cerere" per il trattamento automatico dei dati dell'agricoltura e la memorizzazione di tutti gli elementi informativi circa le pratiche in corso tra gli agricoltori e la Regione.
L'attività e le iniziative realizzate dall'ESAP.
Non riprenderò a proposito dell'Esap le polemiche insorte a suo tempo attorno alla legge n. 51 dell'ottobre 1977 con la quale il Consiglio modificò l'originaria legge istitutiva di questo nostro Ente, adeguandola alla legge quadro nazionale n. 386 del 30/4/1976.
In merito mi limito solo a sottolineare la singolarità della posizione della D.C. e del comportamento della organizzazione professionale che ad essa si richiama per la sua dichiarata "collateralità"; esse al Parlamento Nazionale hanno proposto ed approvato la legge quadro n. 386 sopra richiamata, mentre in Piemonte avrebbero preteso che questo Consiglio regionale ne disattendesse lo spirito e la lettera. Ma in nome del pluralismo e dell'autonomismo si giustificano queste e ben altre cose, per cui la mia considerazione è del tutto ingenua e peregrina.
Comunque, nonostante le difficoltà insorte all'interno degli organismi dirigenti dell'Ente, per quanto detto sopra e soprattutto per le difficoltà di ordine pratico ed operativo dovute all'esiguità del suo organico iniziale ed attuale, l'Esap non si è limitato ad elaborare studi e ricerche nei vari settori della propria attività (produzione di latte, vino, carne e programmazione zonale, ecc.) o a pubblicare la rivista "Verde" peraltro assai apprezzata nell'ambiente scolastico, ma sulla base di tali studi, che sono stati debitamente distribuiti a tutti i Consiglieri regionali, l'Esap ha orientato la propria attività operativa concreta.
Nel settore lattiero-caseario ad esempio: dapprima l'acquisto del Caseificio di Crescentino (ex Caseificio Passera); il successivo apporto di capitale nella Cooperativa Consorzio regionale Latte Verbano; il più recente acquisto del caseificio S. Matteo di Vigone rappresentano alcuni punti di riferimento fondamentali per quel "Piano latte" o ristrutturazione e sviluppo delle strutture cooperative pubbliche e private (centrali del latte) ed industria del settore previste nel Piano di sviluppo per il settore della zootecnia, ed in particolare per la valorizzazione della produzione lattiero-casearia.
Alle indagini ed agli studi compiuti nel settore vitivinicolo, sul piatto operativo l'Esap ha fatto seguire: la progettazione di un impianto consortile, a dimensione regionale, per l'imbottigliamento e la commercializzazione dei vini, già approvato dal Feoga e dalla Giunta regionale l'acquisto di una quota di maggioranza dell'Enopolio Enocoop (srl) di Moriondo Torinese, strumento non meno valido per la valorizzazione dei vini da tavola prodotti dalle Cantine sociali la realizzazione e la gestione del Centro di premoltiplicazione di materiale viticolo presso l'azienda Bardelli nei Comuni di Alba e Guarene con la collaborazione dell'Assessorato agricoltura della Provincia di Cuneo: del vivaio cooperativo regionale piemontese e dell'Associazione vivaistica per la produzione di materiale di base.
Per quanto riguarda invece la programmazione agricola territoriale, dopo il convegno di Verbania del 6-7-8 maggio 1976 e l'ampio dibattito politico culturale che l'Esap e l'Assessorato organizzarono in ogni Comprensorio sia sui contenuti che sulla metodologia da seguire, soltanto con la legge regionale n. 20/78 l'Esap ha poi ricevuto precise indicazioni politiche ed operative per l'elaborazione dei piani agricoli di zona.
Nella pratica (e sarò su questo schematico) l'Esap ha curato la delimitazione delle 65 zone agrarie (compito istituzionale dei Comitati Comprensoriali), ha curato la formazione delle rispettive Commissioni di zona, coordinando a tal fine l'opera delle Amministrazioni comunali e delle organizzazioni sindacali, professionali e cooperative: il che ha richiesto una vasta azione di informazione e documentazione, scritta e soprattutto orale (attraverso innumerevoli riunioni ed incontri).
La situazione dell'agricoltura regionale. Mantenuto il livello di occupazione nel settore - Sul piano dell'occupazione in Piemonte gli addetti del settore primario sono scesi dalle 249.000 unità del 1970 alle circa 200.000 nel 1975, con una riduzione del 20% circa. La caduta occupazionale ha toccato la curva più bassa nel 1976, scendendo a 183 mila addetti.
Nel corso di quest'ultimo quadriennio si è però registrata una costante inversione di tendenza, che si è stabilizzata intorno alle 200.000 unità.
Si può pertanto - pur tenendo conto del valore limitato di tali indagini (dati Istat), peraltro le sole a disposizione - che sia stato pressoch raggiunto uno dei tre obiettivi previsti nel Piano di sviluppo 1976/1980 e cioè il mantenimento del più alto livello di occupazione nel settore.
In forte aumento la produzione ed il reddito - Per quanto riguarda il valore della produzione lorda vendibile i risultati sono stati anche migliori, la produzione lorda vendibile (in lire correnti) è passata dai 452 miliardi del 1970 ai 737 miliardi nel 1974, per salire costantemente a 920 nel 1975, a 1.121 nel 1976, a 1.223 nel 1977, a 1.476 miliardi nel 1978 ed a 1.750 miliardi nel 1979.
Le campagne agrarie 1978 e 1979 hanno poi rappresentato un vero e proprio salto di qualità e quantità, rispetto a tutte le campagne precedenti. Al fine di quantificare il reddito reale o valore aggiunto, occorre ovviamente sottrarre l'effetto dovuto alla lievitazione dei prezzi (inflazione). Il calcolo corretto va fatto pertanto sulla base del valore in lire costanti del 1970.
La situazione però non muta, preso come valore base quello della produzione lorda vendibile dal 1970 e cioè 452 miliardi. Il valore della produzione cioè il reddito reale degli operatori agricoli, è salito nel 1979 a 582 miliardi, pari cioè al 15% in più rispetto al 1970 ed al 5% in più rispetto al 1975.
Volendo fare la media, cioè dividendo a metà il decennio 1970/1979 si hanno i seguenti dati: annate 1970/74 - valore medio della produzione media in lire costanti pari a lire 452 miliardi; annate 1975/79 - valore medio della produzione: 498 miliardi. Ne risulta che negli anni su cui ha agito l'intervento di questa Amministrazione regionale l'aumento della produzione agricola è stata pari al 10%, con un incremento superiore al doppio del valore nazionale nello stesso periodo.
La PLV del 1979 è stata pari a L. 1.750 miliardi; essa si compone per circa 1.100 miliardi di valore aggiunto o reddito lordo degli agricoltori e di circa 650 miliardi di consumi intermedi.
Il reddito lordo per addetto nel settore agricolo è stato pari ad almeno 5,5 milioni, con un incremento in termini reali per addetto valutabile nell'8% rispetto al 1974 e del 30% rispetto al 1970.
Se è vero, ed è vero, che il reddito dei lavoratori extra-agricoli (industria dati 1979) è stato in Piemonte pari a circa 11 milioni di lire per addetto (2 volte tanto), non va neppure sottaciuto che dalla retribuzione lorda per gli addetti al settore industriale e dei lavoratori dipendenti in genere, occorre sottrarre sia gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro (20-25%) sia gli oneri sociali a carico dei lavoratori esiti più elevati di quelli a carico degli addetti al settore agricolo, sia gli oneri fiscali pari a circa il 20-25%.
Crescono il patrimonio zootecnico e le colture pregiate - All'interno dei vari comparti produttivi che compongono la produzione lorda vendi bile (PLV), significativi sono stati i risultati conseguiti nel comparto zootecnico e più in generale degli allevamenti.
Alla grave riduzione del patrimonio bovino che avevamo registrato fra il 1970 ed il 1974 (60.000 capi in meno), secondo l'Istat vi è un aumento di 13.000 capi rispetto al 1974, ma sulla base dei dati della Regione Piemonte al termine del 1979 il patrimonio zootecnico è pressoché salito a circa 1.300.000 capi (1.289.000 al termine del 1978).
Si è così toccata la punta più alta rispetto ai dati del 1970 ed un recupero di circa 100.000 capi rispetto al 1974.
A conferma di questi dati sta da una parte la ricerca dell'Esap sulla produzione di latte, che sarebbe passata da circa 8 a circa 11 milioni di quintali; d'altra parte la Centrale del latte di Torino, non pochi industriali, i centri e le Cooperative lattiero-casearie dichiarano un crescente supero di riproduzioni di latte rispetto alla produzione a suo tempo stimata e contrattata nella stipulazione del prezzo regionale del latte.
Risultati abbastanza positivi si sono pure registrati nel settore delle coltivazioni pregiate, con particolare riferimento al comparto dell'ortofrutta, della floricoltura (specie nel Biellese e nel Verbano) e più in generale nella vivaistica.
I problemi del mercato vinicolo - Buona è pure stata la ripresa nel comparto vitivinicolo, specie per quanto riguarda i vini a D.O.C. già affermati (Barbaresco, Barolo, Dolcetto, Grignolino, Gattinara, Sizzano Ghemme, ecc.), eccellenti i risultati e lo sviluppo degli impianti nella zona del Moscato d'Asti.
Produzione quest'ultima per la quale nel corso del 1979 si è concluso un importante accordo interprofessionale economico e normativo fra i produttori di uva e di vino singoli od associati (Cantine Cooperative) e la grande industria spumantiera.
Intanto è tornata ad essere precaria la situazione dei vini rossi ed in particolare delle uve e del vino Barbera che, come è noto, rappresentano il nerbo della viticoltura piemontese.
In merito a questo particolare problema, fino ad ora la Giunta si è mossa: 1) assicurando un adeguato intervento a favore delle Cantine Cooperative consentendo alle stesse un ampio ricorso al credito, allo scopo di assicurare congrui acconti ai soci conferenti per almeno 9 mesi, e cioè fino al prossimo raccolto (si prevede un concorso regionale di circa 1.200 milioni di lire) 2) invitando le Cantine Cooperative a mandare ad invecchiamento vini a D.O.C. nella maggiore quantità possibile (quota di concorso a carico della Regione circa 350 milioni di lire) 3) avviando una vasta azione promozionale articolata nell'arco di due anni (spesa regionale di circa 1.130 milioni di lire) 4) rilanciando specifiche iniziative nel campo della lotta contro le frodi e le sofisticazioni, coordinando gli uffici ed i servizi di vigilanza, con la collaborazione del Ministero agricoltura anche sul territorio di altre regioni 5) infine ha indetto per il 1° aprile prossimo a Torino un incontro con il Ministro Marcora per mettere a punto un programma straordinario di misure così come si è fatto per il grana padano e il parmigiano reggiano all'incontro parteciperanno anche altre Regioni viticole e le organizzazioni rappresentative dei produttori.
Se nell'insieme il consuntivo di quest'ultimo quinquennio può essere considerato, in modo articolato, complessivamente positivo per il settore primario, qualche merito ritengo possa essere attribuito alla politica agraria impostata dalla Giunta regionale, anche tramite ampie consultazioni, e approvata dal Consiglio regionale.
Espansione del eredito agrario - Per quanto riguarda il eredito agrario dopo una caduta verticale negli anni 1974 e 1975, si è avuta una ripresa che ha portato il livello 1978, secondo il Bollettino della Banca d'Italia al punto più alto in termini reali, sia per il miglioramento che per l'esercizio, soprattutto per il credito agevolato, di tutti gli anni '70.
Infatti se prendiamo le operazioni effettuate nel corso del 1978, il Piemonte è passato, rispetto al 1975, nella graduatoria tra le regioni italiane: a) dal nono al sesto posto per il credito agrario totale b) dall'ottavo al quarto posto, dopo Sicilia, Emilia e Lombardia per il credito agrario totale agevolato c) per il credito di miglioramento, dall'ottavo al secondo posto, dietro la Lombardia d) per il credito agevolato di miglioramento, dal settimo al terzo posto dietro Emilia e Lombardia e) per il credito di esercizio, dal nono al sesto posto f) per il credito di esercizio agevolato, dall'ottavo al quarto posto dietro Sicilia, Puglia ed Emilia g) se consideriamo le lire di credito agevolato per ogni 100 lire di produzione lorda vendibile (PLV) il Piemonte nel corso del 1978 è al primo posto per il credito agrario di miglioramento (23 lire ogni 1.000), al terzo posto nel credito di esercizio e primo fra le Regioni del Nord.
Se nel complesso il consuntivo di questi ultimi cinque anni può essere considerato positivo per il settore agricolo, non posso tuttavia sottovalutare la presenza di alcuni fattori negativi, insorti a partire dalla seconda metà del 1979 e che ci devono indurre a temere per una possibile inversione di tendenza. Mi riferisco alle difficoltà che hanno investito il settore lattiero-caseario, in particolare nell'andamento del mercato del grana padano e del parmigiano-reggiano, i cui effetti negativi si stanno ripercuotendo sul mercato del latte fresco. Analogamente ne sono danneggiati i prezzi del bestiame da carne alla stalla.
Indici ancora più negativi sono quelli riguardanti il comparto vinicolo: di fronte ad un raccolto eccezionalmente abbondante, ma di buona ed anche ottima qualità, il mercato dei vini rossi è sostanzialmente fermo.
Una certa flessione, sia pure assai meno grave, ha pure investito la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, del riso e di altri cereali.
A tutto ciò debbo aggiungere l'aumento del tasso di riferimento per il credito agrario, passato in meno di due mesi dal 13% al 17,5%, l'aumento dei costi di produzione per l'incremento dei prezzi industriali (macchine concimi, ecc. valutabile nel 20%), e la rigidità dei prezzi CEE; ne debbo dedurre che le prospettive della nostra agricoltura, come di quella nazionale, non sono ancora rosee.
A seguito dell'entrata in funzione dello SME è venuta meno o si è ridotta notevolmente la manovra agro-monetaria (svalutazione della lira verde) sulla quale aveva sempre abilmente manovrato il Ministro Marcora. Di conseguenza il pericolo è che l'intero peso dell'inflazione si scarichi sul Settore agricolo senza alcuna possibilità di trasferimento e di ricupero salvo che non si intenda procedere alla svalutazione tout-court, manovra quest'ultima da scongiurare nell'interesse generale del Paese.
Ribadisco quindi l'esigenza di riproporre con forza da parte del Governo italiano la revisione complessiva della politica agricola comunitaria.
La zootecnia italiana deve essere esonerata dalla tassa di compartecipazione per la produzione di latte e non può in ogni caso sopportare la sopratassa di cui si parla. Occorre procedere rapidamente al riequilibrio dei vari regolamenti di settore e ad assegnare quote produttive tutelate per i singoli Paesi.
Con riferimento alla politica dei prezzi il nostro Paese è interessato ad un prezzo il più contenuto possibile per i cereali da foraggio, di cui siamo importatori.
L'Italia produce meno del 60% del proprio fabbisogno di prodotti lattiero caseari e carnei e non può essere penalizzata per i surplus che si producono negli altri Paesi della CEE.
Per difendere i produttori di latte e la nostra zootecnia si impone inoltre a livello CEE la denaturazione con "additivo" del latte in polvere e una più efficace lotta contro le frodi, una politica dei prezzi differenziata per i cereali foraggeri di cui siamo forti importatori.
A livello nazionale e regionale occorre operare per il miglioramento delle strutture per elevare la produttività degli allevamenti, puntando sul risanamento, sul miglioramento genetico, sulla selezione e più in generale sulla lotta contro l'ipofecondità.
Per quanto riguarda il comparto vitivinicolo, rivendichiamo alcune misure straordinarie di sostegno, non basta la distillazione agevolata, occorrono misure per lo stoccaggio e l'invecchiamento, iniziative promozionali all'interno ed all'estero ed una più efficace battaglia contro le frodi e le sofisticazioni.
Per quanto riguarda il comparto ortofrutticolo, si tratta di individuare nuove cultivars ortofrutticole capaci di migliorare la qualità e soprattutto di evitare rapporti concorrenziali con le produzioni dei nuovi partners nella CEE (Grecia, Spagna, Portogallo).
Analogo impegno (agendo sul pulsante della ricerca e della sperimentazione) va esercitato in direzione della riduzione dei costi di produzione, sia attraverso nuovi sistemi di coltivazione, sia sviluppando la lotta guidata per ridurre il carico di antiparassitari e delle macchine insufficientemente utilizzate ecc.
In questo contesto un rilievo di grande peso e valore assumono i problemi relativi al risparmio ed alla migliore utilizzazione del territorio a destinazione agricola e così per quanto riguarda ogni altra risorsa rinnovabile, acqua e patrimonio forestale e silvo-pastorale.
Il patrimonio forestale e silvo-pastorale, anche se è stato piuttosto trascurato in questo mio rapporto, invece sul piano legislativo finanziario e gestionale da questa Giunta ha avuto molta attenzione e notevoli risorse - 26.231 milioni nel corso del quadriennio 1976/79 - e molto impegno. (Ampliamento dei vivai, sviluppo della ricerca, costruzione di uno fra i più moderni servizi per la prevenzione e lotta contro l'incendio, ecc.).
Tornando al problema: uso del territorio, sua salvaguardia e sua utilizzazione ai fini della produzione agricola, questa Giunta può vantare non pochi meriti al proprio attivo: dal blocco della Torino-Pinerolo a quello del centro direzionale Fiat di Candiolo, a quello relativo alla famosa città-satellite di Borgaro, all'opposizione contro l'insediamento dell'Ipla a Peveragno.
La legge n. 56 già nella sua prima stesura e maggiormente con le recentissime integrazioni; la carta sulla fertilità dei suoli ed il piano delle acque costituiscono un motivo di vanto per questa Amministrazione regionale, sia per la loro incidenza pratica e concreta, sia in quanto esprimono in sé e per sé il segno del superamento di un ritardo storico della cultura urbanistica di fronte all'uso del territorio e delle risorse rinnovabili, ai fini della produzione agricola, quindi dell'alimentazione umana, oltre che per la tutela dell'ambiente.
Oggi che queste risorse si stanno facendo sempre più scarse, si impone ad ogni livello istituzionale - Comuni, Province, Comunità montane Comprensori e Regioni - l'esigenza di capovolgere il concetto dell'uso della terra, nel senso che ciò che è stato considerato residuale (esattamente il territorio ai fini della produzione agricola) deve tornare ad essere primario.
Altrimenti che senso avrebbe mai, se non quello dell'ironia e della beffa la politica e tutta la legislazione per il recupero delle terre incolte o insufficientemente coltivate? Sono queste le linee sulle quali si è mossa e si muove la Giunta regionale del Piemonte.
A livello nazionale si impone ormai una rapida soluzione ai problemi: la riforma del credito agrario, dell'Aima e della Federconsorzi; misure urgenti per rompere l'attuale rigidità del mercato fondiario, attraverso la riforma dei contratti agrari e con la rivalutazione del contratto d'affitto; la revisione della legislazione relativa alla prevenzione ed alla lotta contro le frodi e le sofisticazioni dei prodotti agricoli.
Il problema di fondo resta pur sempre quello della centralità dell'agricoltura e cioè di una giusta collocazione del problema agricolo nel più vasto contesto della politica economica del Paese e quindi di un nuovo e diverso rapporto fra industria ed agricoltura, fra agricoltura e distribuzione, più in generale fra città e campagna.
Sono questi i veri termini dei problemi con i quali le forze sociali e non solo gli imprenditori agricoli, le forze politiche ed i pubblici poteri Comuni, Province, Regioni, Governo, Parlamento e Comunità Europea, dovranno affrontare e misurarsi per l'agricoltura degli anni '80.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lombardi, ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio

L'ordine del giorno prevede due argomenti inerenti l'agricoltura, le modifiche alla legge 63 e l'approvazione dell'adeguamento dei programmi di settore 1979/1982 dell'area di intervento agricola e foreste al Piano agricolo nazionale approvato dal CIPAA il 13/12/1979.
La relazione dell'Assessore, che ci è stata consegnata ieri, tocca tutti gli interventi effettuati nel corso di questa legislatura, oltre questi due argomenti, e noi riteniamo che possa essere oggetto di un ampio dibattito sulla situazione agricola attuale.
Sulla deliberazione iscritta all'ordine del giorno il nostro Gruppo si astiene, così come si era astenuto nel mese di giugno.
Per quanto riguarda la discussione sulle modifiche alla legge 63 e sulla relazione dell'Assessore, riteniamo opportuno il rinvio ad una prossima seduta.



PRESIDENTE

Vi sono obiezioni sulla proposta avanzata? Chiede la parola il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Siamo d'accordo anche perché l'ampia relazione dell'Assessore richiede riflessione e un approfondito dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Nel concordare su questo modo di procedere, esprimiamo l'assenso del Gruppo socialista alla deliberazione che viene proposta.



PRESIDENTE

Vi do lettura della proposta di deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la legge 27 dicembre 1977 n. 984 'Coordinamento degli interventi pubblici in agricoltura' vista la delibera del Cipaa del 26 aprile 1979 con la quale è stato approvato lo schema di piano agricolo nazionale relativo ai settori di cui all'art. 4 della legge 27 dicembre 1977 n. 984 vista la delibera del Consiglio regionale n. 479-CCR 4405 del 21 giugno 1979 con le quali si approvavano le osservazioni allo schema di piano agricolo nazionale pluriennale, approvato dal Cipaa il 26 aprile 1979, ed ai programmi regionali di Settore ai sensi e nei termini di cui all'art. 3 della legge 27 dicembre 1977 n. 984 vista la successiva delibera del Cipaa del 13 dicembre 1979, adottata definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 14 dicembre 1970, con la quale si approva il piano agricolo nazionale, delibera trasmessa con lettera del 4 gennaio 1980, prot. n. 3/027 della segreteria del Cipaa vista la copia completa degli emendamenti allo schema di piano agricolo nazionale approvati dal Cipaa il 13 dicembre 1979 e trasmessi con lettera del 17 gennaio 1980, prot. n. 3/300 della segreteria del Cipaa visto l'art. 5 della legge 27/12/1977 n. 984, ove al primo comma è previsto che 'successivamente all'approvazione del piano nazionale, le Regioni previa acquisizione dei pareri in analogia a quanto previsto dal precedente art. 4 primo comma, approvano, entro trenta giorni, i loro programmi relativi ai settori di cui alla presente legge, apportando anche eventuali variazioni e modifiche a provvedimenti già adottati in precedenza al fine di coordinarli con i programmi medesimi acquisiti i pareri delle organizzazioni sindacali e professionali maggiormente rappresentative il giorno 8 febbraio 1980, ai sensi del primo comma dell'art. 5 della legge del 27 dicembre 1977, n. 984 vista la deliberazione di Giunta n. 42 del 13/2/80 delibera 1) di approvare, ai sensi dell'art. 5 primo comma della legge 27 dicembre 1977 n. 984, l'adeguamento dei programmi di settore di cui all'allegato A approvati dal Consiglio regionale il 21 giugno 1979, al piano agricolo nazionale approvato con delibera del Cipaa il 13 dicembre 1979 e adottato definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 14 dicembre 1979 2) di formulare i seguenti rilievi: a) il piano nazionale approvato dal Cipaa e adottato definitivamente dal Consiglio dei Ministri non ha recepito le osservazioni e le proposte formulate dalla Regione Piemonte nel documento approvato dal Consiglio regionale 21 giugno 1979 relativo ad una revisione di alcuni criteri di riparto, particolarmente per quanto attiene al settore dell'irrigazione ove non è stato tenuto in debito conto il problema derivante dal trasferimento dei Canali Demaniali di irrigazione, disposto dall'art. 12 della medesima legge n. 984/77, e ricadenti per due terzi in Piemonte b) i criteri utilizzati per il riparto sulla legge n. 984/77 non debbono essere estesi ad altre leggi che dispongono finanziamenti all'agricoltura date le diverse finalità e soprattutto non essendo stati i criteri ed i parametri utilizzati per la legge n. 984/77 ricavati da una quantificazione di obiettivi di sviluppo, come già fatto rilevare a suo tempo nelle osservazioni allo schema di piano nazionale c) all'interno dei diversi settori della legge n. 984, i fondi assegnati alle Regioni ma destinati ai cosiddetti programmi regionali coordinati sostitutivi dei piani nazionali di coordinamento proposti nello schema approvato dal Cipaa il 26 aprile 1979, potranno essere destinati anche ad altri interventi sempre all'interno del settore, considerandosi l'indicazione del programma regionale coordinato non vincolante ai fini della spesa regionale.
La presente deliberazione verrà pubblicata nel B.U. della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dei tre Magistrati assassinati a Salerno, Roma e Milano


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, a Salerno, a Roma e a Milano sono caduti negli ultimi giorni altri tre magistrati, Giacumbi, Minervini e Galli, sotto i colpi dei nuovi barbari. Sconfitti nel disegno originario che era ed è quello di arrivare ad uno scontro esclusivamente militare tra Stato e organismi terroristici che, anche se all'attacco in alcuni centri metropolitani del nostro paese, sostanzialmente sono in crisi, sia per i colpi ricevuti dalle forze dello Stato, sia dalla crescente condanna morale di un popolo che non si è piegato e non si arrende, ed esprimono in questi giorni la ferocia e la pericolosità delle bande della morte di Roma che tanto assomigliano agli ultimi tempi della Repubblica di Salò e agli eccidi dei nazisti in fuga.
Cadono sotto i colpi sparati dai terroristi alcuni dei migliori magistrati italiani, impegnati ogni giorno in condizioni spesso assurde di insicurezza, di carenze di ogni tipo, di disagio materiale in un paese che destina alla giustizia meno dell'1 per cento del suo bilancio.
Mai come in questo momento la nostra solidarietà ed il nostro impegno si sono rivolti alla Magistratura, a quella che a Torino continua imperturbabile a fare il suo dovere celebrando uno dopo l'altro i processi che gli assassini avrebbero voluto che non fossero mai celebrati, e a tutti i magistrati che in ogni parte d'Italia, da Padova a Roma, lavorano pazientemente, con coraggio individuale ed alta coscienza, per cercare di ripulire il nostro paese rompendo il mito dell'impunità del terrorista e dimostrando con il loro sacrificio di essere uno dei capisaldi della difesa della libertà dei cittadini.
Non ci inchiniamo soltanto alla memoria delle vittime, domani apriremo qui in questa sala un convegno che abbiamo lungamente preparato per rendere più incisiva, più concreta, più aggiornata la nostra azione ed il nostro impegno di lotta in Piemonte. Sarà il modo concreto per rispondere ai boia e per accelerare il tempo della loro sconfitta definitiva.



(Tutti i Consiglieri in piedi osservano un minuto di raccoglimento)


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Boschi e foreste

Esame progetti di legge n. 491 e 456 relativi a "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 12/10/1978, n. 63, 'Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste' "


PRESIDENTE

Passiamo al punto quindicesimo all'ordine del giorno: Esame progetti di legge n. 491 e 455 relativi a "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 12/10/1978 n. 63 'Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste' ".
La parola al relatore, Anna Graglia Artico.



GRAGLIA Anna, relatore

La legge regionale n. 63 approvata dal Consiglio regionale il 7/7/1978 fu pubblicata l'8 ottobre e già l'8 dicembre venne emanata la prima circolare di istruzioni, a carattere provvisorio, che consentiva di applicare subito una legge organica per l'agricoltura. Circa un anno e mezzo di applicazione che hanno evidenziato gli aspetti positivi della legge per i suoi contenuti di indirizzo programmatorio e di rispondenza ai bisogni dell'agricoltura; un anno e mezzo di rodaggio per verificare le norme applicative e per correggerne gli eventuali difetti e migliorarne l'applicazione.
Poste così le cose, come è stata applicata? Sull'applicabilità e fattibilità non vi è nulla da aggiungere stante la ricca documentazione fornita dall'Assessorato. Le cifre dimostrano l'opportunità della legge, la sua rispondenza alle aspettative degli agricoltori della Regione. La legge 63, come già era stato affermato dal Consigliere Gastaldi nella sua relazione, si attaglia pienamente ai contenuti della legge nazionale 984 ha promosso la partecipazione dei Comprensori nella materia particolarmente si è dimostrata efficace laddove hanno funzionato le Commissioni comunali ai fini dell'applicazione della legge 364 sulle calamità naturali.
Premesso tutto questo, si è nel frattempo rilevata la possibilità di un ulteriore snellimento delle procedure e si è spinto sino al limite (oltre il quale non sarebbero più possibili) il controllo e la verifica della spesa e poiché trattasi di spesa pubblica, controllo e verifica devono essere rispettati.
Per queste ragioni si è posto mano alle modifiche intese a migliorare ulteriormente la qualità dell'intervento regionale in materia di spesa per l'agricoltura. Infatti entrando nel merito delle singole proposte di modifica e di integrazione, una modifica molto importante è quella prevista al secondo comma dell'art. 3, con la quale si precisa il principio che l'intervento pubblico rispetta per una parte il criterio dell'economicità cioè si interviene verso quelle aziende che hanno una reale prospettiva di sviluppo, e dall'altra, secondo un criterio di equità, in forza del quale vengono escluse dai finanziamenti quelle aziende che abbiano già una propria capacità di finanziamento.
Sempre all'articolo 3 va rilevato l'intervento per acquisto di terreni in pianura ai fini dell'ampliamento, accorpamento e arrotondamento di aziende diretto-coltivatrici quando l'acquisto rientri in un piano di riordino fondiario irriguo o in un piano aziendale o per quote ideali.
Notevole è l'introduzione dell'intervento per l'utilizzo soprattutto del biogas nelle aziende agricole. La sola notizia della possibilità di questo intervento ha mobilitato vasti gruppi di produttori agricoli che prevedono di potersi avvalere di questo prezioso intervento.
Vengono poi le note di semplificazione delle procedure, le quali sono numerose sia per quanto riguarda l'istruttoria della domanda, sia per i collaudi, sia per le liquidazioni delle somme dovute. Inoltre, tenuto conto del deprezzamento del valore della moneta, si è ritenuto di non dover più indicare cifre di intervento in numero fisso, ma di demandare alla Giunta regionale la fissazione degli importi, sentita la competente Commissione del Consiglio regionale.
Si è proceduto ad un ulteriore, sostanziale decentramento di competenze sia agli uffici, sia alle Commissioni comunali. Le Commissioni comunali possono svolgere competenze sempre di carattere consultivo che l'Amministrazione regionale demanda loro, nei casi in cui è ritenuta necessaria la loro collaborazione.
In generale poi vengono migliorati i termini degli interventi prevedendo sempre l'alternativa del contributo in conto capitale e del contributo in conto interessi. Più in generale i miglioramenti riguardano il settore zootecnico, il settore della meccanizzazione e delle attrezzature, delle colture pregiate. E' da sottolineare il miglioramento per la parte riguardante il settore della forestazione della collina e della montagna. Viene accelerata la procedura del primo accertamento dei danni per calamità naturali o eccezionali avversità atmosferiche, e ciò è molto importante, essendo la Regione a intervenire in anticipo sugli interventi dello Stato.
Per ultimo, anche se cronologicamente non ultimo, ritengo di dover sottolineare l'inserimento della facoltà della Regione di intervenire nell'acquisizione di terreni che eventualmente gli Enti pubblici intendessero porre in vendita. Tale acquisizione in proprietà o in affitto da parte della Regione dà la facoltà di assegnare in affitto ai coltivatori diretti, singoli o associati, i terreni per l'utilizzo a fini agricoli e forestali. E' un'innovazione di non poco conto tenendo in considerazione la proprietà di Enti pubblici e morali.
La legge è stata licenziata a maggioranza dalla III Commissione.



PRESIDENTE

Secondo le intese, la conferenza dei Capigruppo deciderà l'iscrizione del dibattito su questo argomento all'ordine del giorno di una prossima seduta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Distributori carburante

Esame deliberazioni: "Integrazione della deliberazione del Consiglio regionale n. 410/CR 8573 del 15/12/78, concernente criteri regionali per la determinazione degli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione di carburanti, esclusi gli impianti autostradali" e "Direttive ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di impianti stradali per la distribuzione di carburanti"


PRESIDENTE

Esame deliberazioni: "Integrazione della deliberazione del Consiglio regionale n. 410/CR 8573 del 15/12/78, concernente criteri regionali per la determinazione degli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione di carburanti, esclusi gli impianti autostradali" e "Direttive ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di impianti stradali per la distribuzione di carburanti".
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Per errore e a causa della fretta con cui spesso il Consiglio è costretto a lavorare, è stato inviato al Commissario di Governo un testo senza le modifiche che la Commissione aveva approvato all'unanimità in seguito alle osservazioni del Commissario di Governo stesso.
Nel chiedere scusa ufficialmente di questo disguido, invito il Consiglio regionale a rideliberare il provvedimento con le opportune correzioni.
La seconda deliberazione all'esame del Consiglio, "Direttive ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di impianti stradali per la distribuzione di carburanti", riguarda l'integrazione di una deliberazione regionale in ordine all'apertura e alla chiusura degli impianti stradali di distribuzione di carburanti. Con questo provvedimento si stabilisce la facoltà di utilizzo degli impianti nelle giornate infrasettimanali, che in passato erano considerate festive.



PRESIDENTE

Vi do lettura delle proposte di deliberazione: "Il Consiglio regionale richiamata la propria precedente deliberazione n. 410/CR 8573, adottata in data 15 dicembre 1978, munita di visto commissariale n. 24516 in data 28/12/78, con la quale sono stati determinati, in esecuzione all'art. 54 lett. d) del DPR 24 luglio 1977, n. 616, i criteri regionali concernenti gli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, esclusi gli impianti autostradali vista la proposta della Giunta regionale in data 12/2/1980 riconosciuta l'esigenza di provvedere all'integrazione del punto sub. n. 6 del provvedimento consiliare sopra richiamato visti gli artt. 52 e 54 del DPR 24 luglio 1977 n. 616 visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 luglio 1978 delibera di integrare il punto sub. n. 6 della propria precedente deliberazione n.
410/CR 8573 in data 15/12/78, munita di visto commissariale n. 24516 in data 28/12/78, mediante l'aggiunta, dopo l'ultimo capoverso, del periodo sotto segnato: 'Su domanda dei gestori, d'intesa con i concessionari e sentite le Organizzazioni sindacali di categoria, può, inoltre, essere autorizzata la sospensione dell'attività per un numero di giorni che consenta il recupero delle festività soppresse dalla legge 5 marzo 1977 n. 54. Resta peraltro ferma l'esigenza di assicurare il servizio all'utenza, secondo quanto già previsto al secondo capoverso del punto sub. n. 6' ".
Chi approva è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
"Il Consiglio regionale visti gli artt. 52 e 54 del DPR n. 616/1977 vista la legge regionale 10/12/79, n. 69, in materia di impianti di distribuzione di carburanti per uso di autotrazione in attuazione dell'art. 3, ultimo comma della legge regionale citata, che prevede che i Comuni esercitino le funzioni amministrative loro subdelegate sulla base delle direttive specificamente predisposte dalla Regione vista la proposta della Giunta regionale in data 21/12/79 n. 67-25828 delibera di approvare le allegate direttive ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative loro subdelegate in materia di impianti stradali per la distribuzione di carburanti.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole alzi la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame progetti di legge n. 517 e 519 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società 'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi' e alla Società 'Aeroporto di Cerrione SACE'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto dodicesimo all'ordine del giorno: Esame progetti di legge n. 517 e 519 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società 'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi' e alla Società 'Aeroporto di Cerrione SACE' ".
La parola al relatore, Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Sono due provvedimenti attesi da tempo che rientrano nel quadro generale della politica dei trasporti e dei collegamenti che la Regione ha individuato e che è già stato oggetto di esame e di dibattito da parte del Consiglio.
La Commissione ha espresso parere favorevole all'unanimità.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Prendo atto con soddisfazione che, ancora una volta, le iniziative portate avanti da dieci, quindici anni, vengono assunte dagli Enti locali.
Sono iniziative di fiducia nei confronti di gruppi privati che hanno avvertito le esigenze a livello locale, in un primo tempo per soddisfare esigenze privatistiche, successivamente rendendosi conto che quelle scelte potevano coinvolgere anche gli Enti pubblici.
Tali scelte hanno diviso le forze politiche: alcune se ne sono assunte la responsabilità, altre non le hanno condivise, anzi le hanno considerate come accondiscendenza verso interessi corporativi che si esprimevano, come d'altro canto ancora oggi continuano ad esprimersi.
Dopo quindici anni quelle scelte vengono nobilitate perché vengono assunte a livello di programmazione regionale e noi, nell'esprimere la nostra soddisfazione, ci auguriamo che non vengano soffocate da schemi programmatici: dobbiamo essere attenti affinché la visuale che abbiamo da Torino risponda agli interessi locali, che sovente possono trovare collocazione in una più ampia visione programmatica.
La partecipazione della Regione è una operazione giusta. C'è stato un momento di perplessità e di diffidenza a livello locale quando si ventilava l'opportunità di comprendere l'aeroporto di Levaldigi nella gestione dell'aeroporto di Caselle. L'intervento della Regione è una soluzione più graduale, suscettibile di ulteriori maturazioni. Ci auguriamo di poter arrivare a un sistema integrato degli aeroporti piemontesi, del Consiglio di Amministrazione e del capitale.
Con questa partecipazione azionaria la Regione compie la prima fase degli interventi nel campo degli aeroporti di terzo livello.
Nella relazione è detto che la Regione intende individuare gli aeroporti che, a medio termine, possono avere prospettive di sviluppo. La data del 1985, per il decollo dell'aviazione del terzo livello, è una data a medio termine che comporta l'esigenza di incominciare ad operare con opere non faraoniche ma intelligenti.
Si è innestato un nuovo processo programmatorio e mi auguro che il passaggio da una fase all'altra sia segnato da interventi concreti che rendano credibile la compartecipazione azionaria della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Condivido le osservazioni svolte dal Consigliere Martini.
Siamo consapevoli che tali iniziative potranno approdare a risultati più tangibili nella realtà regionale proprio perché rientrano nel quadro del piano regionale dei trasporti e del sistema aeroportuale.
Il capitolo non è risolto, si tratterà di avere attenzione affinché le prospettive che sono emerse dagli studi possano tradursi in realtà, ancora prima della data che è stata indicata e come ci lasciano presumere le evoluzioni del traffico dell'aeroporto di Caselle.
I due disegni di legge all'esame del Consiglio affrontano due dei quattro problemi del sistema aeroportuale minore. Rimangono da risolvere i problemi del trasferimento dell'impianto dell'Aeritalia e quello dell'impianto di Alessandria-Casale.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 517 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società 'Aeroporto di Cerrione SACE' ".
"Articolo 1 - In ottemperanza al piano regionale dei trasporti la Regione Piemonte assume una partecipazione azionaria nella società per azioni 'Aeroporto di Cerrione' (SACE) in considerazione dell'esigenza di : a) consentire il mantenimento in essere degli attuali impianti b) coordinare e sviluppare l'attività aeronautica più direttamente connessa con la formazione professionale, i settori del turismo, della protezione ambientale, del lavoro agricolo c) coordinare ed indirizzare, attraverso gli organi e gli strumenti della pianificazione territoriale, l'attività urbanistica degli Enti locali con termini per la salvaguardia delle aree più direttamente interessate dall'attività aerea, nonché per la tutela dell'ambiente naturale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire alla Regione l'acquisizione al proprio patrimonio di azioni della Spa 'SACE' per un valore complessivo nominale di 128 milioni di lire La Giunta regionale è altresì autorizzata a prestare fidejussioni alla Società per le eventuali necessità di finanziamenti destinati ad investimenti, nei limiti degli stanziamenti di bilancio che saranno stabiliti con apposite leggi regionali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - I membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale della Spa la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi degli artt. 2458 e 2459 del Codice Civile, saranno designati dal Consiglio regionale, assicurando la rappresentanza della minoranza.
I Consiglieri di Amministrazione come sopra nominati sono vincolati nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - All'onere di cui al precedente articolo 2, primo comma, si provvede mediante una riduzione di 128 milioni in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n. 5700 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi alla sottoscrizione di quote di capitale azionario della Spa SACE' e con lo stanziamento di 128 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo ora alla votazione finale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Votiamo l'articolato del progetto di legge n. 519 "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società 'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi".
"Articolo 1 - In ottemperanza al piano regionale dei trasporti la Regione Piemonte assume una partecipazione azionaria nella Società per azioni 'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi' in considerazione dell'esigenza di: a) consentire il mantenimento in essere degli attuali impianti b) coordinare e sviluppare l'attività aeronautica più direttamente connessa con la formazione professionale, i settori del turismo, della protezione ambientale, del lavoro agricolo c) coordinare ed indirizzare, attraverso gli organi e gli strumenti della pianificazione territoriale, l'attività urbanistica degli Enti locali con termini per la salvaguardia delle aree più direttamente interessate dall'attività aerea, nonché per la tutela dell'ambiente naturale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutte le operazioni occorrenti per consentire alla Regione l'acquisizione al proprio patrimonio di azioni della Spa 'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi' per un valore complessivo nominale di 126 milioni di lire.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a prestare fidejussioni alla Società per eventuali necessità di finanziamenti destinati ad investimenti nei limiti degli stanziamenti di bilancio che saranno stabiliti con apposite leggi regionali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - I membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale della Spa la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi degli art. 2458 e 2459 del Codice Civile, saranno designati dal Consiglio regionale, assicurando la rappresentanza della minoranza. I Consiglieri di Amministrazione come sopra nominati sono vincolati nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - All'onere di cui al precedente articolo 2, primo comma, si provvede mediante una riduzione di 126 milioni, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n. 5700 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi alla sottoscrizione di quote di capitale azionario della Spa Aeroporto di Cuneo-Levaldigi' con lo stanziamento di 126 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 4 è approvato. Procediamo alla votazione finale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio sarà convocato per i giorni 26 e 27 marzo p.v.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11,50)



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