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Dettaglio seduta n.309 del 31/01/80 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame legge rinviata dal Governo: "Disciplina delle tasse sulle concessioni regionali"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con l'esame della legge rinviata dal Governo: "Disciplina delle tasse sulle concessioni regionali".
Relatore è il Consigliere Dadone, a cui do facoltà di parola.



DADONE Pietro, relatore

Signori Consiglieri, nella seduta del 31 ottobre 1979 il Consiglio regionale procedeva all'approvazione del progetto di legge n. 448 relativo alla "Disciplina delle tasse sulle concessioni regionali".
In merito a tale provvedimento legislativo, che recava allegata, come parte integrante, una tariffa elencante tutti gli atti amministrativi di competenza regionale e l'ammontare delle relative tasse, il Governo con nota n. 20072 del 29 novembre 1979 ha rilevato che: a) all'articolo 10 la disciplina dei termini di proposizione dell'azione giudiziaria esorbita dalle competenze regionali, riguardando le materie comprese tra le attribuzioni esclusive dello Stato b) circa la tariffa annessa alla legge, il Governo ha altresì rilevato che il termine annuale delle scadenze dei provvedimenti autorizzatori contemplati alle voci 2, 9, 10, 11 e 12, in quanto volto ad introdurre tasse annuali non previste dalla tariffa annessa al D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 641, contrasta con l'articolo 3, primo comma, della legge statale 16 maggio 1970, n. 281 c) i presupposti della tassazione e le note relative alle voci 3, 16, 20 punto primo, lettera b) e 39 sono difformi dal contenuto proprio delle corrispondenti voci del D.P.R. 1° maggio 1961, n. 121, in quanto determinano l'introduzione di innovazioni non consentite dall'articolo 3 primo comma, della legge 281/1970; inoltre la voce 3 raggruppante due distinte autorizzazioni mediante il pagamento di un'unica tassa di rilascio ed annuale, prevede importi eccedenti rispetto alle previsioni della citata legge 281/1970; le voci 31 e 45 introducono fattispecie impositive concernenti le materie trasferite alla Regione dal D.P.R. n. 616 e non più soggette a tassazione all'atto di detto trasferimento, esorbitando in tal modo dalla potestà impositiva regionale determinata dall'articolo 3 della legge n. 281/1970.
Esaminate le sopra citate motivazioni che hanno indotto il Governo a rinviare la legge ad un nuovo esame, si è ritenuto di poterle accettare adeguandone il testo.
Inoltre si è preso atto dell'entrata in vigore della legge 23 novembre 1979, n. 594, relativa all'adeguamento delle tasse sulle concessioni regionali e si è proceduto ad attuarla triplicando gli importi in vigore al 1° aprile 1972 delle tasse relative agli atti e provvedimenti inerenti le funzioni trasferite alla Regione con i decreti del Presidente della Repubblica n. 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del 14 gennaio 1972 e n. 7, 8, 9, 10 e 11 del 15 gennaio 1972.
Si confermano, invece, gli importi delle tasse corrispondenti agli atti e provvedimenti relativi alle funzioni trasferite con il D.P.R. 27 luglio 1977, n. 616, nella misura in cui sono già stati approvati.
Si fa notare infine che nel presente testo non vengono riportati gli articoli 14 e 15, in quanto non più compatibili con le disposizioni contenute nella richiamata legge 594 del 23 novembre 1979, la quale prevede la facoltà per la Regione di applicare gli aumenti consentiti a partire da una data successiva a quella della sua entrata in vigore.
Le presenti modifiche alla legge sono state esaminate e approvate all'unanimità dalla I Commissione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli articoli controversi.
Articolo 3 - Modalità di pagamento "Le tasse sulle concessioni regionali alle quali sono soggetti gli atti specificati nella tariffa, che fa parte integrante della presente legge, si corrispondono con versamento su apposito conto corrente postale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 8 - Riscossione e ripartizione delle pene pecuniarie "Le pene pecuniarie irrogate dal Presidente della Giunta regionale per le infrazioni alle norme in materia di tasse sulle concessioni regionali sono riscosse dalla Tesoreria regionale ed il relativo provente è ripartito a norma della legge 7 febbraio 1951, n. 168 e successive modificazioni intendendosi sostituita la Regione all'Erario agli effetti di cui all'articolo 1 di detta legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Centri intermodali

Esame progetto di legge n. 479: "Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 479: "Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto".
Ha la parola il Consigliere Graglia Artico, relatore del progetto di legge.



GRAGLIA Anna, relatore

Con il piano regionale dei trasporti, il Consiglio regionale ha tracciato le linee dell'azione da svolgere e gli obiettivi da raggiungere al fine del potenziamento e del riequilibrio del complesso sistema dei trasporti in Piemonte, in attuazione degli indirizzi del piano regionale di sviluppo. Le linee tracciate nel piano regionale dei trasporti traducono appunto le scelte politiche della Regione nel settore fondamentale dei trasporti e delle comunicazioni, al fine di perseguire il riequilibrio economico, sociale e territoriale del Piemonte in un contesto di interventi omogenei ed ugualmente finalizzati alla definizione di un sistema di trasporto integrato volto al soddisfacimento della mobilità delle persone e delle cose, sia nell'ambito locale, sia in quello interregionale ed internazionale. In questo ambito si situa il capitolo del trasporto delle merci.
L'assetto economico-produttivo è sempre più caratterizzato da intensi rapporti tra aree diverse, ma strettamente correlate, per l'approvvigionamento delle materie prime, per la trasformazione e valorizzazione delle stesse, per la commercializzazione e distribuzione dei prodotti: tutto ciò dà al sistema dei trasporti una funzione insostituibile.
I trasporti influiscono in misura determinante sull'efficienza finale degli apparati agricoli, industriali, turistici e commerciali poiché è noto che i costi, i tempi, la regolarità della circolazione delle merci costituiscono uno dei fattori fondamentali della produttività di un sistema economico. Se è cresciuto complessivamente il trasporto delle merci, esso però si è sviluppato in maniera non programmata, né coordinata fra le diverse componenti.
Abbiamo così avuto un incremento del patrimonio di infrastrutture, di impianti e di mezzi di trasporto con un'enorme massa di investimenti e di spese di esercizio che è gravato sia sulla pubblica amministrazione, sia sul sistema imprenditoriale, sia sulla collettività, ma che non ha determinato i corrispondenti adeguati effetti positivi.
Il sistema si è rivelato insufficiente e contemporaneamente sovradimensionato, intasato e sottoutilizzato, con sprechi e strozzature.
Occorre andare ad una riorganizzazione del sistema del trasporto delle merci e, come abbiamo affermato nel piano dei trasporti, "ad una complessiva riorganizzazione e razionalizzazione che consenta un'efficiente mobilità delle merci, ottenendo nel contempo una ripartizione modale più favorevole alla ferrovia e la riduzione dei vari problemi connessi con il trasporto stradale".
In questo quadro la tematica dei centri intermodali acquista interesse ed attualità e diventa settore prioritario di intervento per il rilancio economico e produttivo del Paese. Anche la conferenza nazionale dei trasporti del '78 aveva evidenziato questa problematica e la nostra stessa legge regionale sui trasporti del 1977 teneva in giusto conto il trasporto merci.
Gli elementi da evidenziare sono: 1) il crescente costo del trasporto merci 2) la necessità di redistribuire l'incidenza che i vari modi del trasporto hanno nell'ambito del traffico merci. Si tenga conto che oggi circa l'80 del movimento totale di merci lungo tutte le direttrici, su qualsiasi distanza, avviene attraverso l'autotrasporto 3) è finito il tempo in cui si poteva considerare l'energia da idrocarburi pressoché illimitata e a basso prezzo 4) la necessità di adeguare le nostre strutture a quelle degli altri Paesi europei 5) la creazione di centri intermodali attraverso i quali realizzare il decollo delle potenzialità economiche e funzionali delle attrezzature modali di trasporto merci contribuendo anche alla pianificazione economica e territoriale.
In Piemonte l'autotrasporto di merci vede impegnate 12.381 aziende al 31 maggio 1979 di cui 9.705 imprese titolari di autorizzazione al 31 ottobre 1977 e 2.676 di nuova costituzione. La portata utile complessiva delle 9.705 imprese è di 2.357.147 quintali e il numero degli automezzi totale è pari a 23.425, con un numero medio di mezzi per azienda pari a 2,41. Come si vede un settore polverizzato e complesso.
Il disegno di legge in discussione pone l'esigenza di predisporre un sistema di infrastrutture al servizio del trasporto delle merci volto a favorire, appunto, l'integrazione di trasporti su strada e su rotaia.
E' chiaro che il conseguimento di un più ampio utilizzo della rotaia nel trasporto merci, sia a livello nazionale che internazionale, richiede la predisposizione di adeguate ed efficienti infrastrutture alla cui realizzazione debbono concorrere, in modo coordinato ed organico, non solo gli Enti locali, ma l'amministrazione dello Stato nelle sue diverse articolazioni.
La Regione ha individuato come elementi essenziali a questo scopo i centri merci nella loro ampia tipologia, prospettando, nel piano dei trasporti, un sistema articolato in centri di livello gerarchico superiore centri intermodali dove si verifica la possibilità di interscambio di unità di carico tra più modi di trasporto - con carattere internazionale e cioè dotati di servizi doganali e localizzati nel Comprensorio di Torino (Orbassano e struttura complementare a Susa), di Alessandria e di Novara, e in altri centri (quali, ad esempio, Cuneo, Asti, Casale) volti a favorire l'integrazione tra trasporti su strada e su rotaia e a facilitare i traffici internazionali.
Tale impostazione comporta un ruolo attivo della Regione che non si limita pertanto a dare indicazioni programmatiche in ordine alla localizzazione dei centri sul territorio, ma intende sviluppare un'azione promozionale, organizzativa e finanziaria, tesa a favorire la concreta realizzazione della rete di infrastrutture nell'ambito del quadro complessivo di riferimento territoriale e dei piani socio-economici e territoriali di Comprensorio.
La legge, che oggi è qui sottoposta all'approvazione del Consiglio rappresenta uno dei primi concreti elementi atti a rendere esecutive le indicazioni di piano.
In particolare, poi, la legge adempie all'indicazione che il Consiglio regionale aveva fornito con l'ordine del giorno approvato il 31 ottobre 1979, a seguito dell'ampio ed articolato dibattito sviluppatosi sui problemi fondamentali connessi al sistema della grande viabilità piemontese ed in relazione all'esigenza di predisporre un sistema di infrastrutture al servizio del trasporto delle merci volto a favorire l'integrazione tra trasporto su strada e su rotaia e a facilitare i traffici internazionali come previsto dal piano regionale dei trasporti.
Nelle consultazioni che si sono svolte in II Commissione questa legge ha ottenuto valutazioni positive, poiché da parte di tutti è stata ritenuta importante ed urgente che questa iniziativa venga portata avanti dalla Regione tramite quel suo ente strumentale che è la Finpiemonte.
La Finpiemonte, quale strumento di attuazione della programmazione regionale, concorre istituzionalmente alla promozione di quegli interventi per i quali si renda necessario un concorso coordinato di risorse pubbliche e private.
La legge prevede, in coerenza con le norme sulle procedure della programmazione, che l'attuazione degli interventi avvenga attraverso programmi annuali e pluriennali di intervento approvati dal Consiglio regionale anche nelle loro specificazioni progettuali. In questo modo si garantisce una costante possibilità di indirizzo e coordinamento degli interventi rispetto alle indicazioni di sviluppo socio-economico e territoriale definite dai piani dei Comprensori e dai piani territoriali di coordinamento.
Al fine di rispondere alle esigenze urgenti, connesse da un lato all'apertura del traforo del Frejus e dall'altro alla necessità di valorizzare al più presto le capacità di trasporto combinato determinato sia dal raddoppio della linea ferroviaria Torino-Modane, sia dal completamento di prime fasi di attuazione dello smistamento di Orbassano la legge prevede delle norme transitorie urgenti che danno immediato avvio al centro intermodale delle merci ad Orbassano e ad un centro complementare a questo da realizzarsi a Susa.
Il disegno di legge ha ottenuto il consenso unanime della II Commissione e quindi è stato licenziato con il parere favorevole di tutti i Gruppi.
All'articolo 1 sono stabilite le finalità della legge stessa all'articolo 2 sono previste le modalità per il finanziamento per l'acquisizione dei terreni e per le opere di urbanizzazione. L'articolo 3 prevede la formazione del programma pluriennale di intervento e quindi i progetti annuali e pluriennali di intervento. L'articolo 4 prevede la costituzione della società di intervento o dei consorzi appositamente costituiti per la progettazione e la realizzazione dei centri merci intermodali plurifunzionali. L'articolo 5 prevede l'acquisizione delle aree e il regime di proprietà. L'articolo 6 l'ammissione e la concessione dei contributi. L'articolo 7 la destinazione dei contributi e le modalità per la restituzione. E' chiaro che per quanto riguarda l'acquisizione delle aree fatta dai Comuni in regime di diritto di superficie, evidentemente non si chiederà la quota parte di restituzione. All'articolo 8 è prevista l'erogazione dei contributi e i relativi tempi. All'articolo 9 l'adeguamento degli strumenti urbanistici. All'articolo 10 la dichiarazione di pubblica utilità. All'articolo 11 le disposizioni finanziarie. Gli articoli 12, 13 e 14 riguardano le disposizioni transitorie particolari in collegamento con la costruzione del centro intermodale di Orbassano e di quello di Susa, per cui sono necessari tempi di intervento rapidi.
Nell'ambito della Commissione è scaturita la necessità della formazione di un ordine del giorno, che sarà sottoposto, dopo l'approvazione del disegno di legge, alla votazione del Consiglio.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Vorrei brevemente inquadrare il significato dell'apporto che il Gruppo ha dato all'elaborazione ed alla costruzione formale del disegno di legge e giustificare il nostro atteggiamento nella vicenda rispetto al quadro e ai momenti contingenti davanti ai quali si colloca questo provvedimento.
Siamo dispiaciuti di non aver avuto il testo della relazione della collega Graglia Artico perché ci pare che alcune osservazioni fatte sulla politica complessiva che si è seguita in passato non solo ci paiono ingiuste, ma credo debbano trovare considerazione rispetto all'atteggiamento ed al comportamento dell'attuale maggioranza su questa problematica.
Voglio osservare che il sistema intermodale non è certo un'invenzione di questa maggioranza, ma è un problema non dico vecchio, ma consunto per certi aspetti che ha avuto nel passato, fino al 1975, contributi non indifferenti con la realizzazione di infrastrutture quali quelle autostradali, quali le decisioni dello scalo di Orbassano, quale la definizione dell'area attrezzata attigua allo scalo di Orbassano, che risalgono agli anni 1974 e 1975.
Lo stesso problema dell'attrezzatura, del deposito di merci e dell'interscambio è stato nel passato affrontato con scelte precise in accordo tra le FF.SS. e gli Enti locali ed hanno portato alla parziale disponibilità delle aree attigue allo scalo del Lingotto, disponibilità che è iniziata negli anni '75 e che credo stia procedendo, ovviamente con tempi che sono legati alla realizzazione di infrastrutture piuttosto complesse tra l'altro legate ai finanziamenti sullo scalo di Orbassano che per la loro consistenza prevedono programmi pluriennali di attuazione.
Rispetto ai passi concreti effettuati in termini di realizzazioni in quegli anni dobbiamo constatare che, pur avendo assunto la Giunta regionale il compito di definire tutte queste problematiche in un quadro generale quale il piano dei trasporti, di fatto ci sono dei ritardi che non possiamo non segnalare.
Purtroppo debbo constatare anche come a questi ritardi si connettano alcuni ritardi che sono assolutamente ingiustificati per quanto attiene all'aggiornamento della strumentazione urbanistica che invece avrebbe potuto in questi anni, avendo tra l'altro definito delle scelte che ormai sono irreversibili, facilitare il regime di disponibilità delle aree e quindi il completamento delle attrezzature di accesso (parlo soprattutto dello scalo di Orbassano).
Quindi i ritardi delle previsioni pesano su questa iniziativa ed anche sull'operatività del disegno di legge che stiamo per approvare e pesano contemporaneamente tutte quelle insufficienze e quei ritardi che riguardano l'infrastruttura dell'accesso al traforo del Frejus. Insoddisfacente è per noi il tipo di definizione delle soluzioni tecniche che sono state indicate nel piano dei trasporti e che comunque, nell'ambiguità degli scarichi di competenze che sussistono su questa materia, non tengono certo fuori le responsabilità della Giunta regionale qualora vi fossero, come certamente vi saranno, delle disastrose conseguenze al momento dell'apertura del traforo.
La realtà è che i programmi di realizzazione, anche delle soluzioni tecniche accettabili, anche se non soddisfacenti, sono tali da non affrontare compiutamente i problemi del traffico, ma sono anche tali da ritardare delle decisioni di rilevante peso da parte dei Ministeri competenti per quanto attiene all'assetto doganale, Ministeri che ovviamente non decideranno nulla di certo e di preciso anche per quanto attiene alle strutture operative fintantoché non vi saranno sufficienti garanzie dell'assetto stradale di accessibilità, tale che dia la possibilità di gestire un servizio doganale adeguato all'importanza dell'infrastruttura.
Siamo oggi all'ipotesi dello sdoganamento che ha un certo tipo di definizione nella consegna di un certificato di transito nell'area francese e non siamo assolutamente in condizione di poter dire, nei prossimi cinque anni, quale possa essere la definizione dell'assetto di sdoganamento.
Sappiamo che esistono ipotesi di concorrenzialità nella valle, che in parte dovrebbero essere definitivamente chiuse con le indicazioni date dal Consiglio regionale, però non possiamo non denunciare come alcune insistenze da parte di Enti locali e di operatori per alternative a queste indicazioni ci preoccupino seriamente. Vorremmo che la Giunta regionale si facesse carico di queste preoccupazioni, anche perché si tratta di definire una serie di decisioni sull'assetto del territorio, sia in alta Valle come in bassa Valle di Susa, che non sono secondarie rispetto a queste problematiche.
In questo quadro di insoddisfazione e di incertezza l'ordine del giorno del Consiglio regionale di fine ottobre ha in parte sopperito al quadro di deficienze che ho cercato di delineare ed ha delineato, come quasi ineluttabile, l'esigenza di un riferimento al sistema Orbassano - Valle Susa per poter assicurare, anche in termini di decisioni future che dovranno essere prese da altri Enti, un minimo di certezza.
Quindi il disegno di legge si colloca in questo quadro e cerca di superare una serie di difficoltà dal punto di vista delle procedure burocratiche e dal punto di vista della collaborazione tecnico-operativa degli Enti locali e delle strutture che la Regione intende promuovere; ma dovrà pure rendersi conto la Regione che l'operatività non potrà superare decisioni che concernono scelte precise, autonome che i Comuni stanno prendendo per quanto attiene la propria strumentazione urbanistica e quindi il disegno di legge in sé non supera le responsabilità di coordinamento e di finalizzazione che le decisioni che paiono essere comprese nel provvedimento di legge dovrebbero produrre.
Riteniamo che la Regione debba avere la capacità di compiere certi atti di coraggio per quanto attiene al superamento di certe ruggini della burocrazia e delle procedure che non sono solo dipendenti dall'istituto legislativo regionale e quindi si debba prendere atto di questo tentativo con l'ottimismo che deve caratterizzare un tipo di intervento in un settore che non può certo attendere ulteriormente di delineare un quadro di operatività nel quale collocarsi.
Ritengo però di dover segnalare come ciò che è connesso a questo quadro specifico dell'interscambio merci, dell'interscambio modale, sia per quanto riguarda l'area metropolitana ma più in generale per quanto riguarda l'area piemontese, manca di un preciso riferimento di assetto del territorio sia nell'alta Valle di Susa come nella bassa, come anche nell'area metropolitana di Torino per poter produrre quegli effetti che potenzialmente potrebbe produrre.
Il nostro Gruppo ha cercato di dare un contributo responsabile alla definizione di alcuni aspetti che concernono la stesura formale del disegno di legge, sul quale non sono solo io titolato a commentare i risultati raggiunti. Credo che il lavoro sia stato in gran parte positivo anche se nonostante le affinità che abbiamo cercato di mantenere con i comportamenti e i provvedimenti già presi per altre infrastrutture, vedi il discorso delle aree attrezzate, non è escluso che qualche incertezza sussista soprattutto per quanto concerne il tipo di rapporto che dovrà sussistere con le nuove strutture, le società di intervento, i cui contenuti e le cui finalità non sono comprese nel disegno di legge e saranno quindi oggetto di valutazione nell'ambito dell'esame di merito dello Statuto dei consorzi e di queste società.
Diciamo anche che avremmo preferito pervenire a questo disegno di legge con una serie di definizioni dal punto di vista dei contenuti progettuali delle aree, anche perché esistono in Italia ed anche all'estero, quindi forse uno sforzo, non dico di immaginazione, ma di trasposizione delle realtà che affrontano altri Paesi poteva essere più utile per poter definire un disegno di legge più compiuto e più pertinente.
Ciò nonostante riteniamo che il disegno di legge delinei l'opportunità di un'accelerazione massima della definizione dei progetti che il Consiglio regionale approverà e quindi non mancherà occasione per ritornare sul merito di questi problemi, e speriamo presto, quando le strutture indicate avranno predisposto questi supporti.
Limitiamo l'intervento del nostro Gruppo a questa serie di indicazioni sottolineando ancora l'insoddisfazione per gli aspetti che ho indicato e per quella parte della relazione, che non sottoscriviamo, e anticipiamo voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

I lavori della II Commissione si sono fatti carico di un esame del disegno di legge che tenesse conto non soltanto dei documenti programmatici della Regione e quindi del piano regionale di sviluppo, della legge regionale sui trasporti e del piano regionale dei trasporti, ma della necessità di un corretto trasferimento legislativo del documento della Finpiemonte sul centro intermodale nel Comprensorio torinese che consenta il sollecito avvio di questa specifica iniziativa.
Mi sembra di poter dire che questa legge con i complessi problemi che comporta per una molteplicità di visuali, molte delle quali ancora inesplorate, per un certo verso addirittura non concretamente e facilmente ipotizzabili, realizzi l'impostazione di un quadro programmatico di interventi che mette in tutta evidenza quel ruolo fondamentale della Regione che è il governo del territorio.
Abbiamo avuto a disposizione un documento che vorrei definire inconsueto rispetto ai solidi documenti programmatori per la semplicità e la chiarezza con cui i problemi che stanno di fronte al legislatore regionale sono indicati ed approfonditi.
Se la collega Graglia Artico, che è la vittima consacrata di turno per tutte le relazioni che riguardano la materia dei trasporti, attenta e criticamente puntuale, me lo consente, mi permetterei di dire che la relazione al disegno di legge è già tutta in quel documento di "prime verifiche" della Finpiemonte nel quale l'impegno culturale si accompagna alla linearità formale dell'espressione.
Tutte le perplessità per le difficoltà presenti nel documento si sono presentate alla Commissione, che ha fatto uno sforzo unanime, con il concorso di tutte le forze politiche presenti, per superarle, sia per evitare da un lato la sempre incombente e molte volte disattenta e svagata censura del Governo, sia per il fine di presentare al Consiglio un testo che salvaguardando la potestà autonoma dei Comuni interessati consentisse tuttavia, a tempi di programma e non di semplici enunciazioni, la realizzazione degli interventi.
Mi sembra che il disegno di legge sia così stato seriamente esaminato e in qualche parte modificato senza alterarne lo spirito propositivo con l'obiettivo di perseguire le finalità di un equilibrato assetto del territorio.
Non intendo chiosare il documento della Finpiemonte, né il testo legislativo, né la relazione della collega Graglia Artico. Mi limito pertanto ad esprimere il voto favorevole del Gruppo socialista non avendo nulla da aggiungere a quanto già ha formato oggetto di esame da parte della Commissione e che trova nella relazione e nel testo legislativo la coerente e conseguente rappresentazione.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Ricordo preliminarmente che la materia che affrontiamo con questa legge era stata già delibata con un ordine del giorno approvato da questo Consiglio regionale.
La nostra valutazione viene a limitarsi sul modo in cui questa legge risponde in termini di soggetti, di momenti e strumenti operativi per affrontare il problema.
Il giudizio, indubbiamente, è positivo, innanzitutto perché la Regione si fa carico, con la responsabilità politica, di decisioni anche a carattere progettuale, attraverso la Finpiemonte la quale viene incaricata di mettere in movimento società di intervento, elemento nuovo della politica regionale in materia di aree attrezzate. Sostanzialmente questo tipo di aree attrezzate sono caratterizzate da un lato da una funzione specifica, ridotta rispetto a quella delle aree industriali e dall'altro dalla necessità di rispondere a tempi, che non sono quelli della programmazione regionale, ma che in qualche modo sono imposti da decisioni non regionali.
Quindi sono aree attrezzate con caratteristiche speciali ai cui destinatari è riconosciuta, dal momento iniziale della progettazione parità di cittadinanza ed attribuite responsabilità e facoltà di decisione: questo è un modo positivo e nuovo per concepire in senso ampio la partecipazione della collettività alle decisioni sui grandi problemi del territorio. L'apprezzamento che è stato fatto dai soggetti esterni alla Regione su questo indirizzo nuovo mi pare l'elemento più significativo.
Il Presidente della II Commissione ha voluto fare un riconoscimento alle forze politiche per l'impegno che hanno profuso nel cercare di fare di questa legge uno strumento di governo sui problemi del territorio e del traffico individuando i limiti della nostra possibilità di lavoro da una parte nell'ottusità con cui molte volte vengono esaminate le nostre leggi.
Per carità di patria non ha parlato delle difficoltà e delle strettoie che la nostra legge urbanistica ha posto in essere. L'insegnamento che ci pu venire dal lungo lavoro svolto dalla II Commissione, è che la prossima legge urbanistica che andremo a dibattere quanto prima sia l'occasione per cercare di dotare la Regione sul piano territoriale di strumenti decisionali, gestionali ed organizzativi che possono fare giustizia di procedure, non solo defatiganti ma anche umoristiche perché sottopongono l'organismo regionale al controllo di decisioni che lo stesso organismo regionale ha imposto.
Poiché nelle attività di governo, a qualsiasi livello, il tempo dell'attuazione delle decisioni finisce per essere uno dei criteri con cui viene giudicata la capacità di governo e di decisione, dovremmo trovare nella legge urbanistica la possibilità di introdurre strumenti e procedure tali che, qualora la Regione si trovasse nuovamente a dover agire in tempi brevi, non per colpa sua ma perché pressata da decisioni non nostre, possa gestire la realtà in tempi tali da poter dare risposte pronte alle attese della collettività.
Oltre all'ordine del giorno sui criteri che dovranno informare la costituzione delle società di intervento, ho ritenuto di sottoporre al Consiglio un ordine del giorno con il quale si invita la Giunta a considerare che nella città di Susa, in conseguenza della nuova viabilità si pongono problemi di estrema delicatezza, a fronte dei quali si chiede alla Giunta la dovuta attenzione.
E' mia preoccupazione e di quanti hanno consentito sull'opportunità della presentazione dell'ordine del giorno che la collettività segusina non pensi che l'attenzione della Regione sia posta in un ambito preciso che finirebbe per privilegiare un settore penalizzando pesantemente altri. In definitiva è un elemento per rendere producente la legge che stiamo per approvare perché se la stessa non trovasse da parte della collettività segusina un'adesione più che totale diventerebbe non gestibile.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Il disegno di legge n. 479 è stato esaminato a lungo in sede di II Commissione e, per la parte finanziaria, in sede di I Commissione. Debbo subito sottolineare a questo proposito una discrepanza in quanto il disegno di legge sulle aree attrezzate era stato esaminato dalla I Commissione in sede referente.
Questo provvedimento si riferisce in effetti ad un'area attrezzata. La conseguenza di questo comportamento è che non si è potuto fare il raffronto tra il disegno di legge, ormai divenuto legge, che abbiamo approvato l'altra settimana e quello che esaminiamo oggi.
La prima discrepanza che mi ha colpito nella lettura affrettatissima che ho dato al disegno di legge (dato che ci è stato consegnato solo questa mattina in aula e che ieri, alle ore 16, non era nemmeno ancora in I Commissione) è, per esempio, che all'articolo 4, all'ultimo comma, sta scritto: "Il Consiglio regionale all'atto dell'approvazione dei progetti di intervento annuali o pluriennali indica, su proposta della Giunta, i criteri ispiratori degli Statuti. . . .". Nel disegno di legge sulle aree attrezzate si erano indicati gli statuti tipo delle società. La legislazione piemontese a volte è dispersiva proprio perché ogni Commissione esamina le leggi di competenza senza tenere conto delle leggi già approvate o in via di approvazione.
Questo ha causato il ritorno di alcune leggi e non vorrei che la stessa fine facesse questa legge che è in ritardo così come è in ritardo tutta la viabilità della Valle di Susa.
Questo ritardo ci obbliga ad esaminare frettolosamente questa legge impedendoci di farci un'idea complessiva delle differenze che esistono fra il disegno presentato e quello che è stato trasformato dalla Commissione.
Sappiamo che la Commissione ha fatto alcune trasformazioni in ordine agli articoli che si riferiscono alla legge n. 56.
Altra questione non chiara è quella sulle società di intervento o sui consorzi: la Regione non ha fatto una scelta precisa, ossia non sa se siano da preferirsi i consorzi o altri tipi di società di intervento. Non è chiaro inoltre se le società di intervento saranno a pioggia oppure se ci sarà una società di intervento per l'area attrezzata di Susa e un'altra per l'area attrezzata di Orbassano o per altre eventuali aree attrezzate di quel tipo. Il riferimento è spaziale o consequenziale? Noi repubblicani siamo contrari alle società a pioggia nelle quali il controllo pubblico è così diluito da essere praticamente inesistente alla seconda, alla terza o quarta società.
Prima di esprimere un voto definitivo, il Gruppo repubblicano desidera conoscere l'interpretazione che la Giunta intende dare a queste questioni in modo che il chiarimento resti agli atti come indirizzo politico in ordine alla gestione di questa legge.



PRESIDENTE

L'Assessore Bajardi ha la parola per la replica.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Questa materia è già stata oggetto di discussione un mese e mezzo fa concludemmo quella discussione con un ordine del giorno che fissava delle coordinate generali e, in ragione di quell'ordine del giorno, la Giunta ha proceduto agli adempimenti che in esso erano indicati. Pertanto, per quanto si riferisce al centro intermodale di Orbassano e alla struttura complementare a Susa, il lavoro non inizia con questa legge, ma è iniziato con gli studi del piano regionale dei trasporti e poi con il dibattito e le decisioni che sono state assunte nel mese di dicembre.
Non voglio richiamare soltanto la parte urbanistica sulla quale ha lavorato la Commissione, ma anche gli aspetti più generali che sono derivati da quel dibattito; la proposta di legge iniziale, specifica, per il centro intermodale di Orbassano e per quello complementare di Susa, è diventata una legge quadro che norma tutta la materia e si conclude con una specificazione, il momento più rapido, più urgente da realizzare in relazione all'apertura del traforo del Frejus.
Su questa materia noi operiamo in condizioni del tutto particolari, con riferimenti e responsabilità limitate che sono quelle derivate dalle disposizioni nazionali (D.P.R. 616) che delegano alla Regione l'istruttoria degli albi provinciali degli autotrasportatori oltre alla legge istitutiva dell'albo che attribuisce all'Assessore regionale ai trasporti il compito di Presidente del Comitato regionale dell'albo degli autotrasportatori competenze estremamente limitate essendo tutta la materia, dal punto di vista organizzativo, nelle mani dello Stato. Quindi, noi ci avvaliamo delle altre competenze di politica territoriale e delle facoltà di intervento che abbiamo sulle aree attrezzate, essendo il centro intermodale una specie di area attrezzata, con qualche elemento in più rispetto alle aree attrezzate industriali che, seppure nella complessa e difficile materia le esperienze italiane non siano così ampie, nel campo dell'intermodalità e dell'intervento pubblico in questo campo, abbiamo due leggi regionali: la legge della Regione Emilia, approvata nel mese di novembre scorso e la nostra legge. Non esiste esempio di altra legislazione regionale su questa materia.
La questione non si può porre in termini di ritardo perché il problema è di fondo. In Italia, sulla materia dell'intermodalità, siamo agli albori.
Due sono i centri intermodali in Italia, quello di Vipiteno, tra l'altro consiste in un enorme piazzale con una roulotte, dove discutere di tipologie, di progettualità, è una cosa certamente affascinante, ma molto avveniristica, molto difficile da perseguire. E' per questo che, quando la collega Castagnone Vaccarino propose di trasformare la legge in legge quadro, colsi quella proposta come indicazione di metodo generale scegliendo la strada delle nostre reali competenze territoriali che si ascrivono in primo luogo alle localizzazioni territoriali degli impianti per ridurre il reale pericolo della proliferazione e dell'inefficienza e quindi degli alti costi del sistema.
Dopo di che sarà però opportuno fare un discorso di estrema modestia di estrema prudenza. Non possiamo ignorare che il nostro Paese, tra quelli industrializzati, è il Paese che ha il più alto costo tonnellata chilometro. E' il sistema del trasporto delle merci essenzialmente imperniato sulla gomma con grandi passivi nel settore del trasporto delle merci da parte delle F. S.
Come ridurre questo alto costo? Con un processo di razionalizzazione di crescita di efficienza, di crescita della produttività, sapendo però che il nostro sistema si fonda non più in Piemonte con le 20 mila aziende di autotrasporto (la gestione dell'albo regionale degli autotrasporti ci fa dire che in Piemonte le aziende sono solo 12 mila), il che dice chiaramente dell'approssimazione derivante dal fatto che l'UMA da dieci anni non esisteva più ed è mancato ogni controllo sul sistema del trasporto delle merci. Gli uffici della Motorizzazione non hanno svolto altra funzione se non quella puramente burocratica e di autorizzazione.
E' una materia che anche per le recenti esigenze energetiche esige da una parte coraggio nel scegliere questa strada e dall'altra parte prudenza nel mettere eventuali briglie in un'iniziativa in questo settore che interpretando per pubblico "pubblicizzazione" può anche produrre il risultato di una maggiore diseconomia.
Non posso nascondere che in generale i conti economici di tutti i centri intermodali, che non sono pubblici anche se hanno una rilevante direzione pubblica, sono conti economici molto pesanti perché si collocano in un contesto particolarmente difficile e scarsamente conosciuto. Di qui il valore di un'iniziativa pubblica orientata essenzialmente dalle esigenze di politiche territoriali, chiaramente finalizzata nei suoi obiettivi, che faccia ampio richiamo al ruolo e alla presenza delle categorie, stimolate però verso una visione generale, invitandole con azione promozionale corretta al superamento di ogni residua tentazione corporativa, che più che essere contraria agli interessi del Paese, alla fine è anche contraria agli interessi della grande massa degli autotrasportatori che sono di fronte ad una prospettiva di ampia concentrazione del settore nelle mani di più ristretti operatori, quelli che poi hanno maggiore agilità nelle comunicazioni internazionali. E' quindi un'azione che deve essere compiuta non scegliendo tra gli operatori, ma chiamando tutti gli operatori.
Un anno fa, impostata l'azione con il rapporto con la Federazione regionale delle Camere di Commercio, con la Federazione regionale dell'associazione degli industriali, ci siamo posti il problema del rapporto con la vera utenza, il settore produttivo, non l'operatore intermediario che fa il trasporto, ma con chi ha bisogno del trasporto perché è in grado di organizzare la committenza in termini nuovi. E il ruolo di questo settore è decisivo ai fini della riorganizzazione del sistema.
Abbiamo quindi fatto bene a partire da chi ha bisogno di un sistema di trasporto efficiente per affermare poi la presenza della categoria degli operatori, perché senza di essi non riusciremo a dare le soluzioni corrette e adeguate.
Nel corso di questi anni, svolgendo il mio mandato, mi sono convinto che proprio nel settore del trattamento delle merci non si può proporre uno schema di organizzazione uniforme. Esso è strettamente collegato all'economia locale o al prevalere della grande industria, della media industria, dell'artigianato al modo concreto in cui il sistema del trasporto è cresciuto. Non è possibile, quindi, prefigurare una sorta di centro intermodale come quello di Vipiteno, ammesso che quello sia qualche cosa di più di un grande piazzale e di una roulotte.
Si tratta quindi di creare una condizione affinché l'iniziativa privata nell'ambito del coordinamento pubblico abbia un grande spazio. Di qui il valore e la legittimità dell'invito che il Consigliere Picco faceva alla Giunta della responsabilità della Regione, dell'esigenza di programmi pluriennali, progetti annuali, di sottoporli al Consiglio per crescere assieme in una materia in cui professori non ce ne sono. Tutte le volte che si discute di questa materia, quando si parla di grossi competenti, molte volte non si riesce a completare le dita delle mani elencando quanti possano su questa questione.
Vorrei sciogliere alcune preoccupazioni della collega Castagnone Vaccarino.
Perché si parla di società di intervento e non di consorzi o viceversa? Per lasciare le strade aperte. Noi presentiamo le proposte in Consiglio.
Perché non uno statuto chiaramente definito e invece linee? Come possiamo adesso pretendere di presentare uno statuto tipo? Onestamente non ritengo di essere in grado di presentarlo. Sulle aree industriali attrezzate è possibile avanzare una proposta di statuto tipo. Nel corso di questo lavoro forse prenderemo coscienza che è possibile passare dalla formulazione "criteri ispiratori" a statuto tipo. Se saremo in grado di farlo, e credo di essere più favorevole allo statuto tipo, tanto meglio, ma se non saremo in grado, cerchiamo di attestarci ai criteri ispiratori per poi ragionare evolvendo la nostra competenza a livelli più elevati.
La stessa risposta darei al dilemma del rapporto tra le due società. La collega sa che parliamo di centro intermodale e di struttura complementare a Susa, parliamo con le specificazioni di "centro merci intermodale plurifunzionale per il trattamento delle merci.. . ." e di "un altro centro al primo complementare per funzioni e coordinato nella gestione localizzato nel Comune di Susa".
Se la collega Castagnone Vaccarino mi chiedesse il parere personale, io parlerei di un'unica società perché questa è la garanzia che Susa cerca di non sottrarre nulla a Orbassano e Orbassano di non sottrarre nulla a Susa.
Non si fanno operazioni sbagliate per ragioni di campanile. Ma questo obiettivo lo possiamo ottenere ugualmente, non è impossibile nella formulazione degli statuti, qualora la soluzione per avere risposte corrette e rapide che mobilitino tutti gli interessi generali del Paese, si possa trovare la strada anche qualora qualcun altro pensasse ad una soluzione opposta che riconosca essere possibile, per ugualmente raggiungere questo obiettivo: un sistema organicamente collegato, con ruoli ben definiti, in modo che le merci che hanno direzioni diverse non debbano entrare nello scalo di Orbassano, ma prendere altre direttrici, che si possano manipolare le merci nella valle quando sono destinate alla valle e quanto invece ha interesse di arrivare ad Orbassano, grosso centro di triplice intermodalità, questo possa essere realizzato.
Credo che la formulazione del testo di legge sia tale, anche per i richiamati articoli di semplificazione procedurale, dove abbiamo sperimentato un certo coraggio, e non vorrei che il coraggio sia causa di rinvio della legge, perché allora sarebbe come dire di adagiarsi sulla tradizione. Ricordo che analogo coraggio lo abbiamo sperimentato negli emendamenti alla legge 38 e in II Commissione avevamo preoccupazioni sulla loro approvazione o meno, poi quegli emendamenti che hanno sburocratizzato le procedure urbanistiche in occasione di elementi alluvionali, quindi molto più legittimati, quella nostra aspettativa non è stata frustrata.
Penso che il coraggio che abbiamo manifestato in quell'occasione doveva indurre ad avere altrettanto coraggio in questa occasione e ci permetterà credo, di registrare una risposta positiva da parte del Governo all'impegno che andiamo ad assumere con questa proposta.
Il collega Marchini richiama la Giunta sui problemi che deriveranno a Susa. A nome della Giunta non ho nessun imbarazzo a dire che sono pienamente d'accordo sull'ordine del giorno che ha presentato, non vorrei però che tutta questa materia danneggi Susa. Il discorso è da dosare, ma in senso generale, l'ordine del giorno presentato dal collega Marchini sta bene e legittima un'attenzione particolare dell'Amministrazione regionale nei confronti di questa parte della comunità dalla quale ci aspettiamo un contributo importante all'organizzazione di questi aspetti.
Per quanto riguarda il problema doganale, vorrei rassicurare il Consigliere Picco e potrei anche fornirgli copia della corrispondenza intercorsa in questi mesi con il Ministro Reviglio, che con la nostra proposta finalmente gli uffici ministeriali hanno un punto di riferimento per spendere dei soldi per la riorganizzazione sia del centro doganale di Torino in ordine alla rilocalizzazione nei pressi del centro intermodale sia per sciogliere i problemi della Valle di Susa.
Per quanto riguarda i problemi della viabilità della Valle di Susa siamo in ritardo su tutto. La Regione fa quello che può. Non vorrei si dimenticasse che assicurare la viabilità nella Valle di Susa è essenzialmente compito dello Stato e dell'Anas. Non vorrei che si rovesciassero i termini. Ricordato questo, ci stanno le responsabilità della Regione, il ruolo e il dibattito critico che dobbiamo fare tra di noi. Posso rassicurare i colleghi che al sostegno della proposta di legge presentata dal Governo per finanziare le opere in Valle di Susa l'Amministrazione regionale segue questa proposta di legge quasi quotidianamente nel corso del dibattito in Commissione con un rapporto con le varie forze politiche per cercare di far capire che i problemi della Valle di Susa non possono assolutamente essere mescolati con tutti gli altri problemi della viabilità. L'apertura del Frejus ci pone un appuntamento a cui dobbiamo fare fronte nel migliore dei modi.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

L'Assessore Bajardi ha dato risposte esaurienti eccetto che per un argomento e cioè sulla costituzione delle società di intervento. Potrebbe verificarsi l'opportunità della costituzione di una sola società, ma potrebbe verificarsi anche l'opportunità della costituzione di due società.
Il mio problema è che nascano società, anche per la gestione di alcune parti, che siano figlie delle società di cui parliamo nella legge. E' su questo che voglio conoscere l'indirizzo della Giunta.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Rispondo con le stesse parole relative al dualismo Orbassano e Susa: è augurabile che non si proceda in una strada di società a pioggia. Questa è la posizione che sostiene la Giunta. Non vorrei però assumermi la responsabilità dell'impedire ogni e qualsiasi evoluzione che ricorra alla fantasia, di soluzioni che potrebbero anche essere chiamate società a pioggia, ma che in effetti non lo siano.
Credo, presentando le proposte al Consiglio regionale nei mesi futuri che, in ragione degli adempimenti attribuiti alla Finpiemonte, con scadenze mensili di rendicontazione, si possano sciogliere nel concreto queste questioni.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - Finalità "La Regione Piemonte nell'ambito delle proprie competenze e delle finalità della legge regionale 22 agosto 1977, n. 44, in attuazione del piano regionale dei trasporti, al fine di favorire la riorganizzazione e la razionalizzazione del trasporto delle merci, tenuto conto dei programmi dell'Azienda delle Ferrovie dello Stato, promuove, in accordo con gli Enti locali, le società e le aziende interessate, la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale nel settore delle infrastrutture per il trattamento delle merci, per le operazioni conseguenti e per l'interscambio tra strada, ferrovia ed altri sistemi di trasporto, articolate in centri merci intermodali plurifunzionali e, ove occorra, in strutture complementari per funzioni ad essi collegate".
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Finanziamenti per l'acquisizione dei terreni e per le opere di urbanizzazione "La Regione, per le finalità di cui al precedente articolo 1, e per l'attuazione degli interventi previsti dal successivo articolo 3, pu concedere ai Comuni interessati contributi in conto capitale e in conto interessi su prestiti e mutui fino al 100% della spesa riconosciuta ammissibile per l'acquisizione dei terreni.
La Regione può altresì concedere agli Enti locali territoriali interessati e/o alle società di intervento e/o ai consorzi di cui al successivo articolo 4 contributi in conto capitale e in conto interesse su prestiti e mutui fino al 100% della spesa riconosciuta ammissibile per la progettazione delle opere di urbanizzazione e per la realizzazione e il collaudo delle opere di urbanizzazione.
La Regione, per gli interventi di cui al comma precedente, pu avvalersi dell'Istituto finanziario regionale - Finpiemonte S.p.A. mettendo a disposizione della medesima le somme necessarie risultanti dalle specificazioni di cui al quarto comma del successivo articolo 3. In tal caso la Finpiemonte S.p.A. entro il 31 dicembre di ogni anno, presenta alla Regione il rendiconto delle somme ricevute nel corso dell'esercizio. Al rendiconto viene allegata una relazione sullo stato di attuazione degli interventi programmati in cui vengono posti in particolare evidenza i costi sostenuti ed i risultati conseguiti per ciascun progetto.
La Regione, anche avvalendosi della Finpiemonte S.p.A., fornisce la necessaria assistenza agli Enti interessati ed assume tutte le iniziative che si rendono necessarie per la realizzazione degli interventi previsti dalla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della dotazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Programmazione regionale: programma pluriennale di interventi; progetti annuali e pluriennali d'intervento "Per le finalità di cui al precedente articolo 1, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approva, con le procedure previste dal Titolo III della legge regionale 19 agosto 1977, n. 43, il programma pluriennale di interventi per la realizzazione di centri merci intermodali plurifunzionali e strutture ad essi collegate.
Il programma pluriennale di interventi, in coerenza con gli obiettivi del piano regionale di sviluppo e in conformità delle indicazioni dei piani socio-economici e territoriali di comprensorio, individua: a) i criteri e gli indirizzi di programmazione degli interventi e delle relative priorità b) la localizzazione dei centri merci intermodali plurifunzionali e le eventuali strutture complementari ad essi collegate, anche in relazione al sistema generale dei trasporti e della viabilità c) la previsione degli interventi infrastrutturali e strutturali da realizzare e dei costi relativi d) i soggetti pubblici e privati direttamente o indirettamente interessati alle realizzazioni e) gli oneri finanziari a carico della Regione.
Il programma pluriennale si articola in progetti annuali e pluriennali di intervento per ogni centro e strutture ad esso collegate.
I progetti, predisposti dalla Regione, sentiti i Comuni interessati sono approvati con deliberazione del Consiglio regionale, su proposte della Giunta, e sono costituiti da: 1) relazione illustrativa, corredata dai necessari allegati cartografici indicante la dimensione dell'area o delle aree sulla base dell'individuazione localizzativa di cui alla lettera b) del secondo comma del presente articolo; la previsione degli interventi infrastrutturali compresi quelli di raccordo con i centri e strutturali da realizzare; i relativi tempi e costi di realizzazione specificando gli interventi da realizzarsi direttamente o indirettamente a cura della Regione e quelli da realizzarsi a cura degli altri Enti pubblici e privati interessati; le modalità previste per la realizzazione e i criteri per la gestione dei centri e delle strutture collegate 2) definizione delle disponibilità dei terreni e delle modalità di acquisizione, con la previsione dei tempi e dei costi relativi 3) progetto di massima integrato delle opere di urbanizzazione e di predisposizione delle infrastrutture tecniche con l'indicazione dei prevedibili tempi e costi 4) quadro generale del sistema delle comunicazioni entro il quale si inseriscono i centri e le strutture complementari collegate e ad essi funzionali 5) caratteristiche generali delle aree e della viabilità in rapporto alle destinazioni ed ai vincoli del piano territoriale e degli strumenti urbanistici generali 6) piano finanziario complessivo per la realizzazione degli interventi previsti e sue specificazioni annuali 7) ripartizione dei contributi di cui al precedente articolo 2 con la specificazione dell'ammontare dei contributi in conto capitale dell'ammontare e della durata dei contributi in conto interesse.
Per la predisposizione del programma pluriennale e dei progetti annuali e pluriennali di cui ai commi precedenti, la Regione può avvalersi della Finpiemonte S.p.A. quale ente strumentale per l'attuazione del piano regionale di sviluppo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 -Società di intervento "La progettazione e la realizzazione dei centri merci intermodali plurifunzionali e delle eventuali strutture collegate può essere attuata tramite società di intervento o consorzi appositamente costituiti cui possono partecipare: la Regione Piemonte, ai sensi dell'articolo 72 del proprio Statuto la Finpiemonte S.p.A.
l'Azienda delle Ferrovie dello Stato o altra Società da essa designata le Province e gli altri Enti locali interessati Istituti di credito, Società finanziarie ed assicurative Associazioni di categoria, imprese e consorzi di imprese altri enti e consorzi pubblici e privati.
La Regione Piemonte promuove la costituzione e può partecipare alle società di intervento o ai consorzi di cui al primo comma direttamente o attraverso la Finpiemonte S.p.A. ed in questo caso mette a disposizione della Finpiemonte S.p.A. le somme ritenute necessarie ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 26 gennaio 1976, n. 8.
Il Consiglio regionale all'atto dell'approvazione dei progetti di intervento annuali o pluriennali, indica, su proposta della Giunta, i criteri ispiratori degli Statuti delle società di intervento o consorzi che si rendano necessari per la realizzazione dei progetti stessi".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: al primo comma dopo le parole "l'Azienda delle Ferrovie dello Stato o altra Società da essa designata", aggiungere, inserendo una virgola, le seguenti parole: "previa autorizzazione dei competenti organi superiori".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con una astensione.
La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Il Gruppo repubblicano ha rinunciato a presentare un emendamento all'articolo 4, in ordine a quanto è detto all'ultimo comma, essendosi già espressa la Giunta nella replica. Facciamo comunque presente che in ogni caso gli Statuti vengano esaminati dal Consiglio regionale e quindi dalla I Commissione.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede di parlare passiamo alla votazione dell'articolo 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Acquisizione delle aree e regime di proprietà "L'acquisizione delle aree per la realizzazione degli interventi di cui alla presente legge avviene mediante espropriazione da attuarsi a norma del Titolo II della legge 22 ottobre 1971, n. 865 e successive modificazioni. I rapporti tra i Comuni esproprianti e le società d'intervento o i consorzi di cui all'articolo 4 della presente legge, limitatamente alle aree oggetto di esproprio e per i tempi di intervento, sono regolati dall'articolo 27 della legge 22 ottobre 1971, n. 865".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Ammissione e concessione dei contributi "L'approvazione da parte del Consiglio regionale dei progetti d'intervento annuali e pluriennali costituisce autorizzazione all'ammissione ai contributi previsti dalla presente legge.
La concessione dei contributi è disposta con deliberazione della Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Destinazione dei contributi "Entro un anno dalla data di concessione dei contributi per gli interventi di cui all'articolo 2, i beneficiari devono trasmettere alla Giunta regionale il piano di gestione degli interventi nonché lo schema di convenzione da stipularsi con gli utilizzatori dell'area.
Detto piano deve contenere indicazioni circa le modalità ed i corrispettivi di cessione dei lotti, nonché le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie risultanti dalla realizzazione degli interventi.
Entro i successivi 60 giorni la Giunta regionale, sulla base del piano di gestione, stabilisce modalità, tempi e quote di restituzione dei contributi concessi.
Le risorse derivanti saranno impegnate dalla Regione per le finalità previste dalla presente legge nell'ambito dei programmi di intervento di cui al precedente articolo 3".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Erogazione dei contributi "L'erogazione dei contributi è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale secondo le modalità previste nei commi seguenti.
I contributi per l'acquisizione di aree vengono erogati per l'ammontare complessivo della spesa riconosciuta ammissibile, all'atto dell'avvio del procedimento espropriativo di cui al secondo comma dell'articolo 10 della legge 22 ottobre 1971, n. 865.
Qualora si proceda all'acquisizione delle aree in base al primo comma dell'articolo 12 della legge 22 ottobre 1971, n. 865 e successive modificazioni, la spesa riconosciuta ammissibile è comprensiva della maggiorazione ivi prevista fino ad un massimo del 50% .
l contributi per la progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di urbanizzazione vengono erogati per il 60% previa produzione da parte degli Enti interessati dell'atto formale di consegna dei lavori; per l'ulteriore 35% previa presentazione dello stato di avanzamento emesso al raggiungimento del 60% dell'importo contrattuale dei lavori e per il rimanente 5% all'atto dell'approvazione dei certificati di regolare esecuzione e di collaudo.
I contributi in conto interessi di cui all'articolo 2 vengono erogati al beneficiario, nella misura e con le modalità previste dal progetto di intervento di cui all'articolo 3, quarto comma, punti 6 e 7, ad avvenuto perfezionamento da parte del beneficiario del prestito e mutuo.
La Giunta regionale accerta attraverso i propri uffici l'attuazione delle iniziative ammesse ai contributi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Adeguamento strumenti urbanistici "Gli Enti locali territoriali interessati sono autorizzati ad adeguare gli strumenti urbanistici, vigenti o in itinere, in conformità delle indicazioni dei programmi pluriennali di intervento e dei progetti pluriennali ed annuali di cui al precedente articolo 3, nonché a procedere alla formazione di relativi programmi e piani di attuazione ai sensi del Titolo V della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56.
Qualora per l'adeguamento si renda necessaria una variante ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, questa viene adottata senza bisogno di autorizzazione preventiva regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza "I progetti delle opere previste nei progetti annuali e pluriennali di intervento di cui al precedente articolo 3 sono sottoposti ai pareri tecnici previsti dalle vigenti leggi regionali e sono approvati con decreto del Presidente della Giunta regionale.
L'approvazione dei progetti di dette opere equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 - Disposizioni finanziarie "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1980, la spesa di 4.000 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per 3.000 milioni mediante utilizzo, ai sensi dell'articolo 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, di una disponibilità di pari ammontare esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e, per 1.000 milioni, mediante una riduzione di pari ammontare del fondo speciale di cui al capitolo n. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980, in corrispondenza dell'accantonamento 'Assegnazione alla Finpiemonte per la realizzazione di interventi di competenza regionale'.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 saranno iscritti i seguenti capitoli: 'Contributi in capitale per l'acquisizione di terreni, la progettazione e la realizzazione e collaudo delle opere di urbanizzazione relative a centri merci intermodali plurifunzionali e strutture funzionali ad essi collegate', con lo stanziamento di 3.500 milioni in termini di competenza e di cassa 'Contributi in interesse per l'acquisizione di terreni, la progettazione la realizzazione e collaudo delle opere di urbanizzazione relative a centri merci intermodali plurifunzionali e strutture funzionali ad essi collegate', con lo stanziamento di 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Gli stanziamenti di cassa dei fondi speciali di cui ai capitoli n.
12600 e n. 12900 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1980 saranno ridotti nella rispettiva misura di 1.000 milioni e di 3.000 milioni.
Per gli effetti di cui al terzo comma del precedente articolo 7 negli stati di previsione dell'entrata per gli anni finanziari successivi al 1980 sarà istituito apposito capitolo con la denominazione: 'Introito delle somme dovute dai soggetti di cui all'articolo 2, primo e secondo comma, in conseguenza della concessione di contributi per la realizzazione dei centri merci intermodali plurifunzionali e strutture funzionali ad essi collegate'.
Gli stanziamenti dei capitoli di cui al presente articolo saranno stabiliti, per gli anni finanziari 1981 e successivi, con le singole leggi d'approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio, anche relativamente alla numerazione e codificazione dei capitoli di nuova istituzione".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Disposizioni transitorie "Sino all'approvazione del primo programma pluriennale di interventi ai sensi e con le procedure previste al Titolo III della legge regionale 19 agosto 1977, n. 43, la Regione predispone ed approva, in attuazione del piano regionale dei trasporti e della presente legge, quei progetti annuali e pluriennali di intervento necessari ed urgenti per ragioni di interesse generale.
In ogni caso i progetti sono predisposti ed approvati ai sensi dell'articolo 3, quarto comma, della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 - Prima attuazione: centro intermodale di Orbassano e struttura complementare a Susa "Ai sensi del precedente articolo 12 il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approva il progetto per la realizzazione: di un centro merci intermodale plurifunzionale per il trattamento delle merci, per le operazioni conseguenti e per l'interscambio tra strada ferrovia ed altri sistemi di trasporto, collegato allo smistamento ferroviario di Orbassano di un altro centro al primo complementare per funzioni e coordinato nella gestione, localizzato nel Comune di Susa.
Il progetto di cui al comma precedente si compone degli elaborati di cui al quarto comma dell'articolo 3 e costituisce dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 13 è approvato.
Per quanto riguarda l'articolo 14 la Giunta presenta il seguente emendamento sostitutivo dell'intero articolo.
Articolo 14 - Prima attuazione: procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici "L'approvazione del progetto ai sensi del precedente articolo 13 costituisce autorizzazione della Regione per la formazione del piano delle aree da destinare ad insediamenti produttivi e congiuntamente, ove occorra costituisce autorizzazione alle varianti del piano regolatore generale dei Comuni interessati. In tal caso l'approvazione del piano costituisce altresì variante allo strumento urbanistico generale vigente.
Per il procedimento di formazione del piano per insediamenti produttivi si applicano le norme di cui agli articoli 39 e 40 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56.
Il piano per insediamenti produttivi potrà risultare in attuazione anche di strumenti urbanistici generali antecedenti alla legge regionale 56/1977 citata e ad essa non aggiornati, purché le aree in oggetto risultino con destinazioni conformi in tutto o in parte a strumenti urbanistici generali anche solo adottati ai sensi della sopraddetta legge regionale 56/1977. In tale ipotesi il piano delle aree suddette è vincolante in sede di approvazione del piano regolatore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 14.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'articolo 14 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Centri intermodali

Ordini del giorno inerenti alla legge: "Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'approvazione di due ordini del giorno inerenti alla legge testé approvata.
Chiede la parola la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Nell'ordine del giorno presentato dalla Giunta regionale, al punto b) si parla di "attività della o delle società di intervento o consorzi risponde a criteri di economicità". Chiedo se queste società devono avere un utile. In questo caso mi chiedo come possano essere consorzi, dato che non è previsto che i consorzi abbiano degli utili.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Parlando di consorzi non ci riferiamo a consorzi di Enti locali. La parola "consorzi" ha un'accezione molto più ampia, non restrittiva.



PRESIDENTE

Vi do lettura del primo ordine del giorno firmato dall'Assessore Bajardi e dai Consiglieri Calsolaro, Genovese, Bontempi, Marchini Cardinali e Picco: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 'Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto' approvata il 31 gennaio 1980 e considerata l'urgenza di predisporre strumenti operativi urgenti per la realizzazione del centro plurifunzionale di Orbassano e del centro complementare a Susa, invita la Finpiemonte a promuovere, ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale succitata, la costituzione di società di intervento o consorzi per la progettazione e la realizzazione del centro plurifunzionale di Orbassano e del centro complementare di Susa.
Nella predisposizione degli statuti della o delle società di intervento, o consorzi, del centro intermodale delle merci di Orbassano e del centro complementare a Susa la Finpiemonte dovrà operare affinché: a) sia possibile la partecipazione alla società, o consorzi, di tutti gli operatori pubblici e privati, singoli od associati interessati alla realizzazione dei centri per il trattamento delle merci. Per quanto possibile la Finpiemonte promuoverà la partecipazione degli operatori in forma associata al fine di assicurare il concorso delle diverse categorie di operatori del trasporto, trattamento, sdoganamento e spedizione delle merci nella definizione delle caratteristiche funzionali e dimensionali delle infrastrutture che dovranno essere realizzate.
b) L'attività della o delle società di intervento, o consorzi, risponda a criteri di economicità.
c) L'attività della o delle società di intervento, o consorzi, sia coerente con gli obiettivi e gli indirizzi dei programmi di intervento approvati dal Consiglio regionale anche attraverso il controllo della o delle società, o consorzi, direttamente da parte della Finpiemonte o in concorso con gli Enti pubblici territoriali, almeno nella fase di promozione, progettazione e realizzazione delle infrastrutture dei due centri.
d) L'attività diretta della o delle società di intervento, o consorzi, sia volta principalmente alla promozione, progettazione e realizzazione dei due centri di trattamento delle merci, affidando, ove possibile, eventuali attività gestionali agli operatori del settore opportunamente associati o consorziati, con l'eventuale concorso degli Enti pubblici territoriali interessati.
e) La cessione delle aree e delle infrastrutture realizzate dalla o dalle società di intervento, o consorzi, sia operata, nel rispetto di criteri di economicità, garantendo la massima fruibilità delle infrastrutture dei due centri da parte degli operatori e degli utenti del trasporto merci con l'obiettivo di ridurre e razionalizzare i costi di trasporto e di trattamento delle merci.
f) Le attività di trattamento delle merci che si volgeranno nel centro di Susa siano complementari e funzionali alle attività di trattamento delle merci in essere o previste per il centro plurifunzionale di Orbassano.
g) I benefici derivanti dai contributi regionali siano interamente destinati per il miglioramento del sistema dei trasporti".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Ordine del giorno presentato dal Consigliere Marchini, fatto proprio dalla Giunta. Chiede la parola il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Di fronte all'attuale assetto della Valle di Susa, alla caduta occupazionale, alle attuali situazioni di crisi manifestate dalle organizzazioni sindacali, imprenditoriali e dalle autonomie locali, chiedo se non sia opportuno aggiungere al secondo capoverso, dopo le parole "strutture artigianali, commerciali e turistiche" le parole "attività industriali".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Questa aggiunta mi sembra quanto mai opportuna, non solo in termini di merito, ma in termini di correttezza. Ho fatto mia, come prima enunciazione, un'enunciazione della Giunta che è sempre stata considerata comprensiva anche dell'elemento industriale. Non vorrei, facendo mio un elemento della Giunta, scorporare una parte e ridurre su questa materia quella che è un'indicazione della Giunta.



PRESIDENTE

Vi do lettura dell'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte atteso che le ipotesi di soluzione dei problemi della grande viabilità in Valle di Susa debbono considerare la necessità di un massimo di raccordo e di armonizzazione tra la struttura viaria, il traffico e lo sviluppo socio economico in atto nella Valle considerato che l'obiettivo suddetto deve essere specificamente perseguito in relazione alla città di Susa che appare come il centro che nella Valle più di ogni altro avrà la necessità di adeguare le proprie strutture industriali, artigianali, commerciali e turistiche alla nuova viabilità ed al flusso di traffico qualitativamente diverso impegna la Giunta regionale affinché la stessa: a) verifichi che la progettazione della nuova viabilità si armonizzi al massimo con la struttura industriale, artigianale, commerciale e turistica della città di Susa b) consideri con l'opportuna attenzione le iniziative che l'Amministrazione comunale di Susa e le organizzazioni di operatori ed i singoli operatori potranno promuovere supportando le stesse degli opportuni strumenti di indagine e degli interventi finanziari conformi alle competenze regionali c) promuova un'indagine conoscitiva ed uno studio previsionale sulle modificazioni prevedibili in termini qualitativi e quantitativi del flusso interessante Susa e delle conseguenze indotte sulle attività terziarie".
Chi approva l'ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame della deliberazione della Giunta regionale: "Legge 5 agosto 1975, n. 412 - Primo programma triennale di edilizia scolastica 1975/1977. Variazione scuola media consortile di Pavone Canavese"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: Esame della deliberazione della Giunta regionale "Legge 5 agosto 1975, n. 412 - Primo programma triennale di edilizia scolastica 1975/1977. Variazione scuola media consortile di Pavone Canavese".
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto l'articolo 3 della legge 5 agosto 1975, n. 412, che fa riferimento all'eventualità che si effettuino variazioni dei programmi di intervento come approvati dalla Regione vista la deliberazione n. 5 dell'8 gennaio 1976 con la quale il Consiglio regionale ha approvato i criteri di formazione ed il programma di localizzazione degli interventi per grado e tipo di scuola per il triennio 1975/1977 formulato ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 agosto 1975, n.
412 vista la deliberazione n. 494-5248 del 25 luglio 1979 con la quale il Consiglio regionale ha approvato le variazioni al primo programma triennale concernenti l'utilizzo dei fondi accantonati all'interno della quale era prevista l'attribuzione di L. 450 milioni per la costruzione di una scuola media consortile nel Comune di Banchette vista la nuova deliberazione assunta dall'assemblea consorziale dei Comuni interessati alla suddetta scuola riguardante la definitiva localizzazione della scuola in territorio comunale di Pavone anziché di Banchette come inizialmente previsto considerato di dover prendere atto delle decisioni ivi assunte comprendenti tra l'altro lo specifico impegno del Comune di Pavone Canavese a far fronte all'integrazione della spesa occorrente alla costruzione del nuovo edificio scolastico considerato il parere positivamente espresso in proposito dalle competenti autorità scolastiche, nonché del Consiglio distrettuale; visto il provvedimento della Giunta regionale n. 49-26154 del 16 gennaio 1980 sentito il parere espresso dalla Commissione consiliare competente delibera a) di approvare un'ulteriore variazione al primo programma triennale prevedendo il seguente intervento: Pavone Canavese - scuola media consortile 12 classi L. 450 milioni anziché quello inizialmente previsto con pari dimensioni in Banchette b) di darne successiva comunicazione ai Ministeri competenti della pubblica istruzione e del bilancio e programmazione, non ravvisando la necessità di raggiungere la formale intesa di cui all'articolo 3 della legge n. 412, in quanto la variazione proposta non modifica l'entità già concordata dagli interventi per grado e tipo di scuola.
Stante l'urgenza di provvedere ai successivi adempimenti, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'articolo 49 della legge 10 febbraio 1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'articolo 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Esame deliberazione relativa allo statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'U.L.S. n. 56 (Domodossola)


PRESIDENTE

Il Presidente della V Commissione consiliare, Ferrero, chiede che si esamini la deliberazione "Statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'U.L.S. n. 56 (Domodossola)".
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale udita la relazione della V Commissione in ordine allo statuto del Consorzio per i servizi sanitari e socio-assistenziali dell'Unità Locale dei Servizi n. 56 visto il D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833 vista la legge regionale 8 agosto 1977, n. 39 vista la legge regionale 9 luglio 1976, n. 41 esprime parere favorevole ai sensi dell'articolo 6, secondo comma, della legge regionale 8 agosto 1977, n. 39, agli schemi di deliberazione predisposti dai Comuni appartenenti alla suddetta Unità Locale dei Servizi, facendo proprie le osservazioni espresse dalla V Commissione nei documenti allegati; dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmetterli al Presidente della Giunta per i successivi adempimenti previsti dalla citata legge".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è accolta all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Possiamo effettuare ancora una nomina, cioè l'elezione di rappresentanti della Regione nel Consiglio d'amministrazione dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso. I nominativi proposti sono: Ione Liberatori, Pietro Valesano e Mario Rey.
Si passi alla votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base all'esito dello scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza, comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno riportato voti: LIBERATORI Ione n. 22 VALESANO Pietro n. 21 REY Mario n. 14 BORANDO n. 1 Schede bianche n. 3 I signori Ione Liberatori, Pietro Valesano e Mario Rey sono eletti nel Consiglio d'amministrazione dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso quali rappresentanti della Regione.
Prima di togliere la seduta convoco la conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,15)



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