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Dettaglio seduta n.290 del 15/11/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame leggi rinviate dal Governo: "Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali. Determinazione della dotazione organica del personale" e "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Recepimento dei contenuti dell'accordo relativo al contratto nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto sesto all'ordine del giorno: "Esame leggi rinviate dal Governo: 'Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali. Determinazione della dotazione organica del personale', già approvata dal Consiglio regionale il 14.9.1979 e rinviata dal Commissario del Governo il 17.10.1979 e 'Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Recepimento dei contenuti dell'accordo relativo al contratto nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario' ".
Relaziona su entrambe le leggi il Consigliere Rossi, a cui do la parola.



ROSSI Luciano, relatore

Signor Presidente, egregi colleghi, la legge sulla definizione dei servizi, com'é noto, è stata rinviata dal Governo in base a rilievi di carattere generale, l'uno riguardante il numero di personale previsto per le funzioni regionali, l'altro, più sfumato, riferito a declaratorie di servizi, individuate esemplificamente (lavoro, industria etc.).
Da un lato il nuovo disegno di legge ha voluto, per quanto è stato possibile individuare, apporre le modifiche formali richieste per quelle declaratorie di servizio che avrebbero potuto creare equivoci con le competenze statali: è comunque inequivocabile la volontà della Regione di espletare esclusivamente le proprie competenze. Pertanto sono state precisate frasi e dizioni riguardo ai servizi interessati.
Per quanto riguarda la previsione di dotazione organica, considerata eccessiva in relazione alle funzioni regionali, nella linea che dovrebbe portare le Regioni a delegare molte competenze agli Enti locali, si rileva innanzitutto che la dotazione organica valutata in circa 4000 dipendenti dei 3000 esistenti attualmente (quando parlo dei 3000 faccio riferimento anche a quanti assunti con la legge 285), a ben considerare non risulta eccessiva per gestire una delle Regioni di maggior rilievo, sia per le attività economiche nei vari settori, sia per il territorio e la popolazione, sia ancora per le problematiche esistenti. Inoltre tale previsione appariva coerente con la mole di funzioni addossata alla Regione soprattutto nell'ultimo anno di attività in attuazione del DPR 616 e delle leggi sanitarie.
Infatti la dotazione organica formulata nella prima legge riguardava un complessivo disegno di attività regionale che nulla voleva tralasciare ad atti futuri e che, per esempio, già teneva conto delle 250 unità di personale delle Opere universitarie da trasferire alla Regione dall'1/11/1979, per le quali il Governo fino ad alcuni giorni fa ha dichiarato che il trasferimento sarebbe stato rinviato all'aprile 1980 mentre detto personale è stato trasferito nei termini previsti dal DPR 616 il decreto di trasferimento è pervenuto ieri e pertanto tali unità di personale dovrebbero essere immesse nei nostri ruoli.
E' chiaro peraltro che in un secondo momento, organizzate e chiarite le implicazioni di tutte le nuove funzioni, la delega agli Enti locali sarebbe avvenuta con lo stralcio delle dotazioni organiche riferite alle funzioni delegate.
D'altra parte, non è da dirsi che la nostra Regione, questo Consiglio regionale, non abbia posto attenzione ai problemi della delega, anche recentissimamente, mi riferisco in particolare alla stessa legge sulla formazione professionale.
Comunque, rappresentando la definizione della legge sull'organizzazione dei servizi un caposaldo delle attività della nostra Regione per il futuro dell'istituzione, si è ritenuto di tenere nella massima considerazione i rilievi governativi.
Pertanto si è formulata una nuova dotazione organica, ridotta da 3996 unità a 3255 partendo dalla valutazione che il personale in servizio attualmente è indispensabile allo svolgimento dei sempre più crescenti compiti regionali e che la legge in questione deve organizzare le attività e definire le responsabilità e considerando peraltro che è possibile rinviare a momenti successivi la sistemazione in ruolo e quindi il corrispondente adeguamento d'organico delle posizioni di personale già trasferito o da trasferire ai sensi del DPR 616 e della legge 641 (che constano in circa 650 unità).
Sono stati, inoltre, almeno in parte, programmate per un periodo di tempo più ridotto rispetto alla primitiva previsione, le esigenze di nuovo personale anche in considerazione delle possibilità di ulteriori modifiche alle funzioni regionali che possono derivare dalla legislazione statale.
La riduzione delle dotazioni organiche consiste in totale di ben 741 unità.
Con l'inquadramento in ruolo del personale trasferito ex DPR 616 e legge 641 si opereranno, come già detto, gli adeguamenti che si renderanno necessari, alla dotazione organica; le leggi riguardanti tale personale d'altra parte, potranno definirsi solo dopo che perverranno i decreti di trasferimento di parte di tale personale, quello proveniente dagli Enti pubblici nazionali disciolti e quando a livello nazionale e governativo saranno definite le modalità, uguali per tutte le Regioni, di immissione di tale personale nei ruoli regionali.
La dotazione attualmente indicata nella legge rappresenta inoltre la previsione di dotazione suddivisa tra Consiglio e Giunta e nell' ambito di questa tra i Dipartimenti, la Presidenza, gli Assessorati e gli uffici decentrati.
Tale suddivisione non fa parte della descrizione prevista in legge, in quanto a fini di maggiore flessibilità delle strutture alle funzioni regionali fu stabilito, con la legge n. 6, votata da questo Consiglio, di definire la ripartizione dei livelli per servizio con deliberazione di Giunta o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, per il relativo personale, con contestuale informazione alla I Commissione consiliare.
Quindi la ripartizione dei livelli nei profili professionali e la ripartizione dei livelli nei servizi regionali avverrà nei modi indicati dall'iter previsto dalla legge già approvata.
Tuttavia rispetto al documento di lavoro consegnato alla I Commissione durante la discussione del primo disegno di legge, mi pare sia possibile individuare le linee di modifica all'organico previsto, secondo le osservazioni emerse nella discussione della I Commissione.
A me pare di aver colto durante l'esame del nuovo testo di legge questi elementi: consistendo la riduzione in 741 unità, è chiaro che tutte le dotazioni organiche previste in quel primo documento di lavoro, dovranno avere una qualche modifica.
Tuttavia si è considerato: che la dotazione dei servizi decentrati, per la loro specifica funzionalità, per l'attuazione di tutte le leggi regionali, non debba subire rilevanti modifiche e che debba essere salvaguardata in primo luogo la previsione indicata per i servizi del Consiglio regionale che rappresenta, a mio parere, l'istituzione fondamentale per le attività del nostro Ente.
Per quanto riguarda gli uffici centrali della Giunta, la riduzione dovrebbe essere conforme per tutti gli Assessorati tenendo peraltro conto della situazione di partenza del personale in servizio, della legislazione in corso ed anche di particolari situazioni di emergenza in alcune attività regionali.
Ci si è chiesto in Commissione: quali saranno i concorsi pubblici che la Giunta intende bandire per coprire i posti in organico stabiliti per livelli? Nell'accordo sindacale che è stato consegnato ho visto precisato che nella dotazione organica prevista sono compresi 600 posti da mettere a concorso pubblico; per una parte di questi mi pare che la Giunta stia organizzando corsi di formazione finalizzati alle proprie esigenze di potenziamento dei servizi centrali e decentrati; da tali corsi di formazione si possono ricavare le linee del programma dei concorsi pubblici.
Il nuovo disegno di legge si presenta alla votazione del Consiglio con le modifiche richieste dal Governo.
Si tratta di un disegno organizzativo fondamentale che ha per la nostra Regione uno stretto collegamento con la legge sul recepimento del contratto: le due leggi rappresentano insieme elementi di definizione delle responsabilità e del trattamento economico del personale regionale.
L'individuazione dei servizi descritti nella legge rispecchia la scelta, già operata nella legge n. 6, di una Regione organizzata in modo snello e flessibile all'azione dell'Ente, con una dirigenza avente caratteristiche collegiali come previsto nel contratto nazionale; di conseguenza il numero dei servizi e il numero degli livelli appare del tutto coerente con tali scelte.
D'altra parte la previsione per il futuro assetto della Regione di 340 dirigenti (retribuiti poi con cinquecentomila lire al mese) è un minimo per un Ente che vuole funzionare in un territorio che ha un mercato del lavoro paragonabile a quello della Regione Lombardia (Regione che peraltro, ha previsto nelle sue leggi sulle strutture 600 dirigenti).
Questo dato non è richiamato per fare un facile confronto, ma per sottolineare le esigenze reali della nostra Regione. Pertanto sottovalutarlo o sopravalutarlo in termini di entità ci porterebbe a misconoscere un'impostazione che deve misurarsi con il metodo della programmazione.
Concludendo, l'esame fatto a nome della maggioranza della I Commissione sul nuovo disegno di legge, ha cercato di evidenziare e considerare gli aspetti che mi sembravano più importanti. In questo esame mi pare ci sia anche la volontà di interpretare quali dovrebbero essere i rapporti tra Regione e potere centrale, non in termini di contrapposizione e di parte in quanto sarebbero nocivi ai fini di un processo democratico cui le istituzioni sono chiamate a svolgere.
Certo questo processo è difficile e alle volte tortuoso, specie da parte di chi non vive direttamente i problemi della realtà periferica, ma queste difficoltà potrebbero anche essere più facilmente superate se anche da parte di tutto il Consiglio, delle sue componenti democratiche, si saprà accogliere lo spirito costruttivo che ci ha animati nel formulare anche questa legge.
E' con questo intendimento che auspico il voto favorevole da parte del Consiglio.
A questo punto dò lettura della relazione sul contratto.
Egregi colleghi, brevemente ora esaminiamo la legge di recepimento del contratto, su cui, come sapete, il Governo ha fatto rilievi soprattutto sulle norme di applicazione della nota a verbale del contratto stesso, che riguarda la nostra Regione e per quanto concerne l'inquadramento in ruolo del personale comandato.
Sulla nota a verbale, nell'ambito delle osservazioni del Governo, il nuovo disegno di legge abroga l'art. 56 del precedente disegno di legge, di conseguenza resta valida solo la riserva a favore del personale regionale la percentuale dell'80% della vacanzia organica, ossia dei posti che si possono mettere a concorso interno.
Anche l'applicazione di questa norma, che era disciplinata nel precedente testo dall'art. 47, ha subito alcune variazioni descritte dall' art. 46 del presente disegno di legge che definisce in modo più corrispondente al dettato contrattuale: i requisiti di titoli di studio, di appartenenza a livelli di inquadramento e di anzianità.
Su questi problemi un'altra variazione è stata subita dall'ex art. 48 ora art. 47, relativo alla composizione delle Commissioni giudicatrici dei concorsi interni che viene modificata riducendo da tre a uno i rappresentanti del personale nominati dalle Organizzazioni sindacali.
In merito all'inquadramento nel ruolo regionale del personale in posizione di comando (ex art. 53), il rilievo governativo riguarda: a) la non applicabilità a tale personale non ancora appartenente al ruolo regionale alla data di decorrenza del contratto (1.10.78) della norma relativa ai concorsi interni b) conseguentemente la non applicabilità dei benefici economici (aggiunzioni senza titolo e calcolo del maturato in itinere) derivanti dal contratto regionale.
Il nuovo articolo 53 prevede pertanto l'inquadramento di tale personale con decorrenza dall'entrata in vigore della presente legge escludendo quindi con tale modifica la possibilità di partecipazione a concorsi interni.
A me pare, a questo proposito, che le osservazioni del Governo abbiano inciso su un problema importante con argomentazioni non condivisibili.
Quest'affermazione non vuole essere polemica, ma vuole significare che il Governo non ha sufficientemente chiaro l'evolversi della fase di costruzione delle Regioni e in generale della mobilità tra gli Enti pubblici e con lo Stato.
Infatti la norma del comando non può essere interpretata solo come una necessità impellente delle Regioni per disporre di personale, ma va considerato invece che il personale comandato è indispensabile in una fase di riforma istituzionale ai diversi livelli: dalle Regioni agli Enti locali.
Per quanto detto, personalmente ritengo grave e ingiusta la penalizzazione voluta dal Governo che impedisce ai comandati di partecipare ai concorsi interni e di trarre quindi una giusta collocazione giuridica ed economica nell'Ente Regione, Ente in cui tra l'altro vari comandati operano da tempo, considerato che questi hanno anche perduto la possibilità di acquisire condizioni diverse nell'Ente di provenienza.
Ritengo ancora che le osservazioni del Governo sui comandati, come già prima ho accennato, può accentuare una rigidità dell'organizzazione del lavoro, non solo tra Ente e Ente, ma anche all'interno di ogni singolo Ente. Infatti risulta in questo momento che esiste un serio malcontento tra i lavoratori interessati in quanto i loro diritti sono menomati rispetto ad altri lavoratori. Ciò mi fa pensare che ci troveremo molto presto di fronte a problemi di conflittualità sindacale che probabilmente si sarebbe potuto evitare e comunque malcontenti che lasceranno un segno e peseranno negativamente nel lavoro stesso della Regione.
Non ritengo perciò sufficiente denunciare tale questione, specie quando di fatto il Governo ci costringe ad accogliere comunque le osservazioni in base ad una norma generale cui dobbiamo attenerci così come il nuovo disegno di legge riporta, ma invito la Giunta ad operare urgentemente con i sindacati, per avere una seria trattativa con il Governo, affinché il concetto di mobilità non venga sminuito e si tenga conto in misura generale dei diritti di tutti i lavoratori, problema comunque che si deve porre attentamente in previsione del nuovo contratto di lavoro.
Egregi colleghi, altri aspetti dell'articolato sono stati formalmente rivisti tenendo presente altre leggi regionali, così come precisa la relazione della Giunta, la quale chiedo sia allegata alla presente in quanto i vari problemi tecnici sono enunciati in modo dettagliato.
Desidero però ancora evidenziare un punto e cioè che anche sulle modifiche che discutiamo, l'Amministrazione regionale ha discusso con i Sindacati firmando un accordo sui punti di maggiore discussione della legge.
Valga l'esempio del lavoro straordinario, qui l'Amministrazione si impegna ad eliminare le 50-60 ore, rispondendo quindi alle richieste del contratto nazionale, salvaguardando tuttavia esigenze di lavoro straordinario per motivi eccezionali.
Ritengo però che la questione delle ore straordinarie debba essere riproposta nella sede di discussione del nuovo contratto nazionale, per trovare una soluzione più adeguata di quella prevista dal contratto che applichiamo: una soluzione che da un lato consenta un'adeguata flessibilità di azione dell'Amministrazione regionale ai fini di garantire una maggiore efficienza senza creare privilegi, considerando anche posizioni di lavoro che per la loro caratteristica possano dar luogo a una frequenza maggiore di lavoro straordinario.
Colleghi Consiglieri, ho cercato di evidenziare, anche in questa seconda relazione, gli aspetti che ritengo principali.
Sarà necessario che al Governo, anche per questa legge, la Giunta regionale alleghi la sua relazione perché i vari aspetti tecnici siano puntualmente chiariti.
Grazie, e spero che il Consiglio dia un voto positivo alle leggi su cui ho relazionato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Oggi riesaminiamo la legge regionale che in termini generali chiamiamo "sulle strutture". Non è rilevare un segreto dire che non era ancora asciugato l'inchiostro della precedente stesura, che già dagli ambienti governativi proveniva l'indicazione che questa legge non sarebbe stata approvata.
Ripetiamo brevemente le ragioni per le quali l'abbiamo approvata. Ci trovavamo di fronte ad un documento che avremmo auspicato potesse essere emanato dal Consiglio attraverso la consueta elaborazione che gli Enti locali fanno in ordine agli organici e che invece veniva presentato dalla Giunta regionale sulla base delle esperienze acquisite, sulla base dei compiti che erano stati man mano assegnati alla Regione. E noi l'abbiamo votata in assenza di un documento alternativo che, forse, per quello che riguardava la suddivisione dei servizi, avrebbe potuto accentuare alcuni aspetti negandone altri. Non ci pareva un argomento sufficiente per dare voto negativo alla legge quello dell'ipotesi dell'organico che naturalmente veniva proiettato in un ragionevole arco di tempo. La nostra preoccupazione era stata essenzialmente condensata nel modo in cui sarebbe stata applicata la legge stessa e nel modo in cui l'organico avrebbe gradualmente avuto il suo completamento. Ritenevamo che fosse indispensabile che i meccanismi per le assunzioni e per i concorsi fossero largamente portati alla responsabilità del Consiglio, maggioranza e minoranze, proprio per dissipare il sospetto da parte di una minoranza nei confronti di una maggioranza che le cose vengano fatte in termini settari e in termini che non possono essere ammissibili.
Questa somma di ragioni non ci aveva esonerati dal dire di sì a un disegno di legge che, a nostro modo di vedere, rappresentava un assetto organico molto più proiettato nel futuro che nella realtà attuale.
Oggi ci troviamo di fronte a una riproposizione della legge, tenendo conto delle osservazioni negative che ha apportato il Commissario di Governo.
Potremmo essere tentati di dire di no a questa riproposizione per le ragioni per le quali avevamo detto di sì al disegno originario, in quanto a quel disegno avevamo fatto credito di una valutazione che ci trovava sufficientemente concordi e che ritenevamo suffragata non soltanto dalle esperienze effettuate dalla Giunta, ma anche dalle logiche prospettive dei compiti che avrebbero atteso alla Regione. Avevamo votato la legge degli anni '80 e non la legge dell'immediato, perché sappiamo tutti qual è la realtà dell'immediato.
Evidentemente ci lascia sconcertati il fatto che la legge è ripresentata con una decurtazione delle previsioni. Ci rendiamo perfettamente conto di ciò che questo significa, ci rendiamo anche conto che nella interminabile diatriba che lega l'Ente Regione con il Governo, su questo e su altri argomenti, la ricerca di fasi di accomodamento, prevale su ragioni di altro genere.
Ci rendiamo anche conto che c'é una realtà e una esigenza dell'immediato. La legge è stata respinta insieme a quella che recepisce il contratto nazionale. Comprendiamo che riproporre in termini identici la legge, il batterci, potrebbe essere pregiudizievole per il complesso dei dipendenti che attendono una collocazione, uno stato giuridico, perché non sappiamo che cosa ci prospetterà, in termini contrattuali, il futuro.
Ho detto queste cose per mettere in risalto la considerazione che non tende ad attribuire al nostro Gruppo la firma fidejussoria di una polizza nei confronti dell'attuale Giunta. Riteniamo che non era emersa nel dibattito che accompagnò la prima presentazione della legge un'ipotesi alternativa che non fosse una ipotesi negativa. Non accettiamo questa ipotesi esclusivamente affidata al negativo, siamo quindi pronti ad esaminare quelle che propongono posizioni concrete, chiare ed affermate.
Detto questo, potremmo permetterci il lusso paraumorostico di dire "no ci aggrappiamo a quello". Non siamo soliti comportarci in questo modo e, di conseguenza, pur riconoscendo e mettendo in evidenza questi aspetti paradossali che sono negativi e che anche per chi votò negativamente nei confronti della legge non possono rappresentare momento di sollievo e di grossa soddisfazione, ribadiamo con lealtà il concetto di approvare la legge, così come oggi viene ripresentata in termini riduttivi, secondo aspettative che ci auguriamo possano superare l'impasse che si era verificato nei rapporti con il Governo e consentire quindi l'avvio di una risoluzione di questi problemi nell'interesse di tutti gli operatori della nostra Regione.
Sarà proprio sul terreno dell'incasellamento e dell'attuazione dell'organico che potremo verificare, con questa o con altre maggioranze la validità di quel reciproco rispetto che deve esistere in termini democratici tra chi ha responsabilità di potere e chi ha responsabilità di verificare le modalità con cui si svolge questo potere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il mio intervento sarà solo un'elencazione di cose che disturbano in questa vicenda. In primo luogo non può non disturbare il fatto che la legge, alla quale per altro avevo dato voto contrario, sia stata respinta: quando una legge non raggiunge il traguardo del visto del Governo, nasce una situazione di disagio che deve sollecitare riflessioni e non compiacimenti, anche se vanno nella direzione dei rilievi che si erano fatti. Quindi nessun compiacimento da parte di una forza politica che aveva votato contro una legge, che riteneva e ritiene insufficiente dal punto di vista qualitativo, demagogica dal punto di vista qualitativo e irrazionale dal punto di vista sistematico.
Ma le ragioni di malessere sono ancora altre e diverse. Sono in primo luogo il modo scomposto di reagire delle istituzioni piemontesi, attraverso il suo rappresentante, a comportamenti che sono pur sempre nell'ambito dei poteri dello Stato. Di questo modo di reagire che - ripeto - definisco scomposto, ne abbiamo avuto una prova ieri con la legge sulla energia: forse se in Commissione fossero state considerate certe osservazioni che venivano fatte sulla ricerca, uno degli elementi di rigetto della legge sull'energia sarebbe stato superato. Ricordo che la mia legge era quella che qualcuno non voleva venisse portata in aula perché veniva tacciata di possibili illegittimità.
Non ci è piaciuto, anzi ha disturbato molto per non dire che ha indignato, il comportamento della maggioranza, che ha, ritenuto improvvisamente di creare rapporti privilegiati tra PCI, PSI, i relativi Gruppi parlamentari a Roma e la Regione Piemonte: questo cordone ombelicale non esiste e, non a caso, questo tipo di cordone ombelicale si è voluto creare e si è voluto trasferire a Roma, dove esiste una maggioranza diversa da quella della Regione Piemonte: quasi una pattuglia avanzata dell'opposizione piemontese nei confronti del Governo. Questo, a mio avviso, significa governare senza avere il senso dello Stato. D'altra parte non sono stato l'unico a sollevare questo tipo di obiezioni.
Ciò che mi disturba di più e che dovrebbe disturbare i colleghi compreso il nostro Presidente che si richiama sempre alla centralità del Consiglio, è che dopo parecchie settimane dalla scandalosa vicenda in cui il Capogruppo del PSI si è dissociato dalle iniziative della Giunta e ha contestato le dichiarazioni del Vice Presidente della Giunta, nonostante ci sia una richiesta di chiarimento da parte del Gruppo della DC e nonostante ci sia un'interrogazione del sottoscritto, questo argomento non è venuto in aula. Veniamo invece a discutere degli strumenti tecnici che il collega Rossi, con la consueta capacità, ha cercato di istruire per superare l'impasse dei motivi politici e delle situazioni di disagio.
Non ci è piaciuto addirittura il modo con cui la maggioranza ha cercato di coprire questa situazione di difficoltà con un'intervista prima e con una dichiarazione del Consigliere Sanlorenzo poi; la Giunta strumentalizzando oltre misura, oltre il lecito, oltre il decente comportamento di maggioranza in piccoli Comuni, ha dichiarato di essere una maggioranza in grado di governare anche nel futuro; abbandonata l'ipotesi radicale del Presidente Viglione, questa triplice maggioranza ritiene che l'obiettivo è un altro, e lo ha dichiarato chiaramente, e ha incominciato a indicare le linee di comportamento attraverso due posizioni; si è detto che erano significative le collaborazioni di maggioranza con il PSDI nei centri periferici e si è rimarcata, caricandola di significato politico l'adesione di certe iniziative legislative del Gruppo repubblicano. Non è stato un incidente e non è stata un'occasione, prima lo hanno fatto i tre partiti di maggioranza insieme, poi lo ha fatto il Consigliere Sanlorenzo (spero che abbia espresso questo parere non in veste di Presidente del Consiglio, ma in veste di Consigliere).



PRESIDENTE

Non capisco a che cosa si riferisca.



MARCHINI Sergio

E' comparsa sul giornale una sua dichiarazione dove dava un giudizio sul comportamento di alcuni partiti in quest'aula, giudizio che mi è sembrato politico.



PRESIDENTE

Il mio era il giudizio di un iscritto ad un partito che ha il diritto in qualunque parte d'Italia, di esprimere il suo parere.



MARCHINI Sergio

Ho voluto rimarcare il bisticcio tra la funzione che lei ha qui nel ricercare che avvenga il massimo di convergenze, non dico politiche: quando una legge arriva al massimo di perfettibilità, lei, - come responsabile della funzione legislativa di questo consesso, si compiace, com'è giusto che una legge abbia il massimo dei consensi e, come politico, si compiace perché sull'impostazione della legge c'è il massimo del consenso politico dal punto di vista funzionale poi, si compiace perché si è arrivati ad un massimo di perfettibilità della legge (normalmente il dissenso dovrebbe rappresentare quel margine di errore che non si è riusciti, secondo qualcuno, a correggere).
Adesso arriviamo in aula con una serie di osservazioni del Consigliere Rossi con le quali si cerca di rimediare alle carenze o comunque a quella parte della legge che il Governo ha ritenuto non idonea e non legittima.
Non entro specificatamente nelle motivazioni di un voto negativo che è soprattutto un voto di coerenza con l'atteggiamento tenuto in sede di prima lettura della legge. Ribadisco che questa vicenda poteva essere ridotta e ricucita più correttamente dal punto di vista politico se sui comportamenti della Giunta fosse avvenuto un ampio dibattito che chiarisse i compiti di ogni Gruppo politico, conché il collega Cardinali non dovesse addirittura mettere tutti quanti sull'avviso dicendo che il voto favorevole non significa colleganza politica (nessuno di noi ha mai detto questo); questo significa che qualcosa in quest'aula è cambiato: se un Gruppo politico deve dire che votare a favore di una legge significa votare a favore della maggioranza, vuol dire che quelle interviste e quelle dichiarazioni hanno lasciato il segno.
Quindi esprimo il giudizio negativo sulla proposta che ci viene sottoposta, anche se devo dare atto degli sforzi che sono stati fatti, in particolare dal collega Rossi, per arrivare a una soluzione meno traumatica possibile dei rapporti tra la nostra istituzione e lo Stato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Sulle impressioni del collega Marchini ritorneremo un'altra volta anche per verificare se le sue sono impressioni calibrate su una realtà che pu anche essere mutevole nel divenire delle cose. In questo scorcio di legislatura chissà quante volte dovremo confrontarci sul piano ideologico e sul piano delle alleanze, che non sono alleanze, ma sono convergenze che diventano divergenze. Lo stesso Marchini talora parla contro le iniziative della Giunta e poi vota a favore: vuol dire che all'ultimo momento ha un ripensamento.
La Giunta ha presentato due nuovi disegni di legge l'uno sulle strutture e l'altro sul recepimento del contratto sui quali a suo tempo non era mancata un'approfondita e anche vivace disamina dialettica e sui quali ogni forza politica aveva esaurientemente e convintamente motivato la propria posizione. Il Governo, come ha rilevato il relatore Rossi, ha rinviato le due leggi in base a rilievi di carattere generale sui quali si è riaperta in Giunta, in Commissione e oggi in Consiglio la discussione e il confronto. Secondo il mio modo di pensare, si potrebbero obiettare alcune questioni di fondo alle argomentazioni usate dal Governo, ma poich questa è una sede legislativa, come ha ricordato poc'anzi il collega Marchini, credo sia più concreto puntare al centro del problema che la decisione del Governo ha posto al Consiglio e ricercare una conclusione valida come ha fatto la Giunta proponendo i due disegni di legge e soprattutto tenendo nella massima considerazione i rilievi governativi.
Per quanto riguarda la legge sulle strutture le osservazioni del Governo vertono sostanzialmente su due aspetti ben precisi, ben definiti e ben delineati dell'intero problema: quello relativo alle declaratorie, che forse erano mal espresse nel primo disegno di legge e che probabilmente hanno dato luogo a interpretazioni, che perlomeno trascendevano il pensiero della Giunta se non proprio la lettera delle definizioni declarate. Il Vice Presidente della Giunta osservava giustamente riferendosi alla legge per il collocamento dei giovani che adesso si dice semplicemente "applicazione della legge 285", che è di competenza regionale, e così non verremmo accusati di saltare nell'orto del vicino arrogandoci competenze che sono dello Stato e che comunque non sono nostre quello relativo ai criteri adottati per costruire l'immagine della Regione Piemonte sulla base di una proiezione temporale ragionevole di quattro o cinque anni.
Il Governo ha sostanzialmente detto - e qui si potrebbe anche legittimamente polemizzare, ma non lo facciamo- "Non proiettatevi troppo in là nel tempo, costruite una Regione per oggi, al massimo per domani, non per dopodomani, perciò non allargate le previsioni dell'organico a quel che verrà dopodomani". Così, pare di capire nelle motivazioni, arrivate anche a contenere la spesa pubblica (magari - dico io - si mandano anche in malora le istituzioni o una parte di esse).
E' chiaro che i 3.255 dipendenti dell'organico previsti dal nuovo testo di legge non li ha detti il Governo, ma li ha detti ragionevolmente la Giunta ricostruendo un vestito strutturale sulla nuova immagine regionale di oggi e di domani e non di dopodomani. La Giunta ha anche indicato un criterio di procedura per togliere le 700 unità che sulla proposta precedente risultano eccedenti alla nuova immagine, che abbiamo ridimensionato, ritagliato, ricostruito. La Giunta sostanzialmente dice che ha fatto delle scelte precise in ordine alla funzionalità dell'istituzione pervenendo alla conclusione che non si poteva fare una riduzione percentuale, ma valutando invece le strutture complessive nei tre aspetti significativi e nei tre aspetti più eloquenti, le strutture periferiche quelle del Consiglio e quelle centralizzate dei dipartimenti e degli Assessorati. La Giunta dice che si toglierà poco in periferia e forse punto in Consiglio e quindi il discorso del ridimensionamento organico interesserà precipuamente la fascia delle strutture centralizzate. Da queste valutazioni discendono i 3255 dipendenti del nuovo organico.
Siccome il personale di ruolo assomma a 2160 unità, siccome il personale della legge 285 assomma a 500 unità, siccome il personale precario a vario titolo assomma a 70/80 unità, siccome il personale comandato, distaccato, trasferito, che ha contribuito a far crescere la Regione in questi anni, assomma a 350 unità, si arriva a dimostrare che il nuovo organico di 3255 è, né più né meno, la somma degli attuali occupati nell'istituzione regionale il che equivale a dire che per tenere in alta considerazione i rilievi governativi, finiamo di costruire un vestito strutturale abbastanza stretto che magari successivamente si lacererà in qualche parte anche se qualcuno di noi lo vorrà candeggiare con l'Ace, come invita a fare la candida vecchietta televisiva. Se mi consentite di esprimermi con una battuta dirò che andremo a rivestire l'immagine nuova della Regione con una specie di calzamaglia, tanto è aderente e stretto l'organico che abbiamo previsto.
Per quanto riguarda le osservazioni fatte dal Governo alla legge sul recepimento del contratto, pare che esse siano articolate in due elementi di fondo. Secondo il mio modo di vedere esse sono in contraddizione tra di loro.
Ma non è tanto questa contraddizione che mi interessa quanto la portata delle osservazioni: una è riferita agli elementi della nota a verbale (art.
56 sul quale avevamo discettato per lunghissime ore nella precedente versione), l'altra è relativa ai comandati. Intorno a queste osservazioni sono state apportate delle modificazioni che ritengo adeguate. Vediamole rapidamente.
I problemi relativi ai comandati sono due, la loro ruolizzazione e la loro partecipazione a concorsi interni. Sulla ruolizzazione mi pare di poter dire che il contratto è chiaro e ammette la messa in ruolo dei comandati presso la Regione alla data del 30.9.1979, data di entrata in vigore dei contratti degli Enti locali e della Regione. Il restante personale comandato, non ancora in servizio a quella data (circa un centinaio di dipendenti), dovrà trovare locazione nel ruolo regionale attraverso un successivo provvedimento specifico utilizzando quel poco di spazio che resta nella previsione dell'organico. Sulla ruolizzazione degli esclusi occorre che tutte le forze politiche presenti prendano fin d'ora un chiaro impegno politico. A nome del mio Gruppo, fuori da ogni furbismo dozzinale, ribadisco che il PSI è disponibile per continuare questo discorso.
Non possiamo dimenticare - e lo sottolineo con forza - il problema dei concorsi interni e della determinazione della data di decorrenza dell'immissione in ruolo dei cinquanta comandati, i quali verranno immessi in ruolo ma non potranno partecipare ai concorsi interni per un meccanismo che ora non sono in grado di illustrare ma che affido all'intelligenza e alla conoscenza del problema di ognuno.
Sul problema delle ore straordinarie, come ha detto il relatore, la linea della Giunta è quella di tenere ad un limite ragionevole il ricorso alle prestazioni straordinaria. Se dovessimo chiedere di ripristinare le deroghe della legge 22, a parte la palese contraddizione nella quale cadremmo, porremmo un preciso elemento per far saltare una seconda volta questa legge, che invece tutti vogliamo vedere approvata.
Il ricorso alle prestazioni straordinarie, fino ad un tetto massimo di 150 ore, deve avvenire in casi di eccezionalità e si applica per tempi limitati. Si tratta, in altre parole, di non debordare dalla linea di contenimento, che è la nostra stella polare, e di dare un senso e un significato irreversibili alla prestazione straordinaria.
Concludendo, devo dire che la Giunta ha lavorato bene tenendo i piedi fermamente ancorati al suolo. Le forze politiche, sia quelle favorevoli sia quelle critiche, hanno dato un contributo reale e prezioso. E poich anche con i sindacati si è stabilito un clima di collaborazione, mi pare che il quadro sia completo, quindi il voto del PSI sui due disegni di legge è positivo.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Con gli ultimi interventi il discorso si è ampliato su temi più propriamente politici sui quali interverrà, in sede di dichiarazione di voto, il nostro Capogruppo.
In questo momento preme soprattutto delineare l'atteggiamento del Gruppo DC sulle due leggi che tornano all'esame del Consiglio regionale atteggiamento che sarà differenziato sulle due leggi e, per una delle due diverso rispetto al precedente.
Legge sulle strutture. La Giunta regionale, recependo le osservazioni del Governo circa il numero dell'organico, propone di fissare in 3255 il numero dei dipendenti rispetto ai 3996 precedenti. Ne prendiamo atto unitamente alle argomentazioni che accompagnano questa riduzione.
Prendiamo altresì atto - avendolo esplicitamente richiesto in sede di Commissione e pensiamo che la Giunta vorrà ripetere questo suo intendimento anche in aula - che è intendimento della Giunta di passare dai 2100-2200 dipendenti attuali ai 3255 con gradualità negli anni 1980 e 1981 e che conseguentemente non vi saranno concorsi affrettati solo nei mesi finali della legislatura né che vi saranno immissioni quasi automatiche nei ruoli regionali.
Ma i motivi di dissenso del nostro Gruppo su questa legge non riguardavano soltanto il numero complessivo dei dipendenti, ma anche la dilatazione dei servizi e il rinvio a deliberazioni di Giunta delle caratteristiche specifiche e professionali che debbono essere richieste nei singoli concorsi.
A ciò si aggiunge quanto abbiamo osservato con i colleghi del mio Gruppo in Commissione e cioè che la riduzione del personale è oggi complessivamente determinata e non specificata per settori o dipartimenti.
E la cosa anche se può essere capita, sotto il profilo tecnico e di tempo non può essere avallata sotto il profilo politico. Quindi esistono quasi tutti i motivi che portarono al voto contrario sulla legge nel settembre scorso.
Oggi rileviamo e cogliamo il significato ed il valore della riduzione che la Giunta propone in riferimento alle osservazioni del Governo, ma non possiamo, per il complesso dei motivi illustrati, modificare il nostro atteggiamento contrario.
Diverso è il nostro atteggiamento sulla legge di recepimento del contratto, sulla quale vi era già stato il nostro voto di astensione. Nel recepire le osservazioni del Governo ci pare vi sia stato un maggiore adeguamento sia alle norme del contratto nazionale sia alle norme generali sia alla nota a verbale riguardante la Regione Piemonte. Essendo venute meno alcune delle perplessità presenti al momento della discussione della legge, avvenuta nel mese di settembre, noi modifichiamo l'astensione di allora nella speranza anche che una maggiore adesione favorevole in sede regionale possa facilitare l'approvazione definitiva della legge.
Vi sono larghe attese del personale per recepire un contratto, che è già addirittura scaduto, e noi riteniamo che queste attese, nel quadro determinato oggi dal testo in esame, vadano rapidamente soddisfatte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.



FERRERO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i primi articoli della legge sulle strutture, quella cioè che abbiamo discusso e votato parecchi mesi or sono, contenevano delle norme generali che avevano come presupposto sostanziale quello della costruzione, ai sensi non solo del DPR 616 e delle facoltà di coordinamento che dà alle Regioni e quindi anche alla Regione Piemonte, ma anche delle stesse grandi leggi di riforma, tra cui quella sanitaria e altre, della definizione di un'integrazione sostanziale delle pubbliche strutture, cercando di superare l'elemento di frammentazione organizzativa che esiste oggi all'interno degli stessi Enti locali, e la frattura ancora più grave che esiste fra l'Amministrazione statale in quanto tale e l'Amministrazione degli Enti locali.
Questo processo affermato in sede di principio, approvato dal Commissario di Governo, e non vedo come altro avrebbe potuto essere il giudizio del Commissario di Governo su un'impostazione che riconosce e costruisce una strada dettata dalle leggi nazionali, è presupposto per un processo ampio di riforma amministrativa dello Stato, di miglioramento della funzionalità e dell'efficienza, che personalmente ritengo siano in qualche misura addirittura più importanti questi elementi di riforma amministrativa di quanto non lo sia una discussione a volte forse troppo ideologica degli elementi istituzionali pur rilevanti, ma che rischiano di diventare delle operazioni di ingegneria istituzionale.
E' una questione che va al di là dell'approvazione attuale dei due provvedimenti sulla definizione della pianta organica e sulla definizione quindi dei servizi e sull'applicazione in sede regionale del contratto nazionale di lavoro. Non è corretto e realistico aprire in questa sede la questione più generale, ma vorrei soltanto riprendere il discorso aperto dal Consigliere Rossi in sede di relazione sul problema dei comandati.
Purtroppo non sono aggiornato sugli ultimi sviluppi, ma all'Assessorato alla sanità ci sono 55 persone comandate e a tutt'oggi almeno 47 hanno fatto domanda, in carenza di una possibilità di inserimento stabile all'interno della Regione, di essere attribuiti a funzioni e a servizi di attività non propri della Regione, o almeno non facenti capo alle funzioni di coordinamento regionale, ma in generale alle organizzazioni decentrate del sistema sanitario nazionale.
Orbene, risulta evidente che se questa ipotesi, che pavento non si realizzerà perché sono sicuro che questo Consiglio troverà il modo di risolvere dal punto di vista del principio generale e poi anche dal punto di vista organizzativo un problema di questa dimensione, se questa operazione si realizzasse, è chiaro che qualunque discorso di legittimità addotto dal Governo contro questa o quella norma regionale, sarebbe un'operazione di carattere politico e in quanto tale andrebbe giudicata perché violerebbe gli articoli ispiratori, le finalità della legislazione nazionale; infatti deve essere chiaro a tutti i Consiglieri che in carenza dell'applicazione dell'art. 47 della legge 833, cioè dei decreti applicativi riguardanti il personale, in presenza di atteggiamenti quanto meno vergognosi da parte di organi di controllo, che pure sono organi regionali, che definiscono illegittimo ed inammissibile il passaggio di personale delle Province ai quartieri di Torino, dopo regolare operazione che ha coinvolto, nel caso del Comune di Torino, con colloqui e con iniziative tutte le forze politiche, dopo corsi di formazione ad hoc ed esperienze concrete svolte da queste persone, dicevo, deve essere chiaro a tutti che questo tipo di considerazione pone la situazione concreta in modo tale, e vorrei farlo presente, che né i Comuni potranno esercitare alcuna funzione né potrà procedersi nel senso della riforma sanitaria, e perdurerà uno stato, grave ed imbarazzante innanzitutto per i cittadini, di vuoto di potere su un meccanismo di spesa che ormai tocca i mille miliardi all'anno.
Su questo mi voglio limitare, perché è una questione di contenuto che nel momento in cui votiamo le leggi odierne dovrà essere affrontato.
Il controllo di legittimità non solo è legittimo, ma è doveroso, deve (quando si eserciti) garantire che non vi siano norme illegittime che violano le finalità, gli obiettivi, i criteri, tutto quanto è contenuto nella normativa nazionale. Ove perdurassero situazioni di fatto renderebbero impossibile l'applicazione sostanziale delle principali leggi di riforma, non vedo come potrebbe essere un provvedimento che si appella alla legittimità.
Non ho null'altro da dire, se non il fatto che altre operazioni sul personale di scala, probabilmente di scala più vasta ancora di quella che noi oggi affrontiamo, saranno davanti al Consiglio regionale nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.
Vorrei quindi fare presente l'esigenza, già da altri sollevata, di evitare contrapposizioni inutili, per non aprire delle controversie che metterebbero anche in difficoltà il complesso dei lavoratori regionali, e voglio far presente che nel momento in cui si fa questo, non si risolve, ma si dilaziona, semmai, la costruzione di problematiche assai gravi che attengono alle competenze legislative della Regione.



PRESIDENTE

La parola ora al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Vorrei tentare di contribuire al chiarimento di alcune questioni e vorrei innanzitutto precisare che non risponderò al collega Marchini per quella parte da lui stesso consapevolmente gestita nei miei confronti, come dichiarazione del Vicepresidente, iniziative assunte dal Vice Presidente su questa materia, ben sapendo che queste iniziative non sono state assunte dal Presidente, pretestuosamente si continua a gestirle in questo modo.
Credo che un'impostazione dei problemi che parte consapevolmente da un non riconoscimento di un dato noto e già noto in partenza, esima dal discutere in questa sede di questa questione. Rinvio quindi una discussione di merito su queste questioni a quell'altra occasione che il collega Bellomo ha detto esserci a disposizione quando le forze politiche lo riterranno.
Nel merito delle questioni credo che per quanto riguarda le due leggi che presentiamo, noi si debba prendere atto dello stato di necessità vedendo strettamente collegati i problemi del contratto e delle strutture di dare risposta alle attese del personale, e di affrontare la questione con pragmatismo accantonando questioni di principio che in ogni caso un giorno o l'altro le Regioni dovranno affrontare. Il sottoscritto non ha mai atteggiamenti scomposti di fronte alle prese di posizione del Governo. Ma io ritengo che anche alla luce della recente bocciatura della legge si ponga un problema politico di ordine generale a cui si è richiamato anche il collega Cardinali nel suo intervento. E forse sarà giunto il momento in cui la legge andrà alla Corte istituzionale e si vedrà se sui problemi di merito sia possibile da parte del Governo continuare a interferire nella vita delle Amministrazioni regionali; in particolare personalmente considero illegittima un'interferenza statuale sul concreto modo di organizzare l'attività della stessa Regione. E' una specifica competenza regionale, ne risponde prima ancora che agli elementi di controllo da parte statuale di fronte alla propria collettività, di fronte a se stessa; e semmai avessimo sbagliato - cosa che è tutta da discutere - avrebbe sbagliato il Consiglio regionale, ma su queste questioni di organizzazione interna che non travalicano le proprie competenze, l'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale piemontese, è dotato di una capacità di auto-organizzazione e deve prendere decisioni. Mi stanno a cuore, per esempio, le considerazioni relative alle competenze attribuite ai singoli servizi. Ci possono essere molti modi di esprimersi e ci possono anche essere dei modi che possono lasciare adito ad interpretazioni tali che la Regione possa gestire delle competenze che appartengono ad altri. Mi pare impossibile pensare una cosa di questo genere, per cui, per quanto riguarda tutti gli aspetti delle competenze attribuite ai rispettivi servizi, si è puntigliosamente corretto, usando anche gli eufemismi di chiamare una questione per il titolo, per il numero della legge e non per il suo contenuto proprio per evitare che su questo si facessero illazioni.
Per quanto riguarda il numero del personale mi pare una questione di stretta competenza regionale, che non esistono assolutamente elementi di valutazione a livello nazionale; a maggior ragione, perché il nostro discorso, a suo tempo, fu impostato in modo tale da avere al proprio interno un elemento di dialettica politica: Stato-Regione. In sostanza, a noi sono state attribuite delle competenze che abbiamo valutato nell'azione anche a trasferimenti di personale ad altre Regioni in termini di 400 persone che corrispondono a precise competenze che sono state trasferite persone che non ci sono state trasferite e che quindi comporteranno un'erogazione di risorse inferiore relativa a 400 personale, perch sappiamo benissimo che le dotazioni di risorse alle Regioni sono strettamente collegate al numero delle persone che vengono trasferite; noi avendo trasferito le competenze e non il personale dovremo fare queste cose senza il personale e senza il contributo statale e avevamo detto chiaramente che la cifra di personale che si riferiva a questo e che aveva un chiaro significato politico, si riferiva a 400 persone.
Seconda questione. Avevamo assunto un atteggiamento estremamente responsabile quando abbiamo definito l'organico complessivo nel vedere in esso compresi tutti i problemi, attuali e futuri, e per futuri intendevamo quelli che andavano in detrazione, per effetto di tutti quanti i processi di delega. In effetti dei 3996 erano contenuti una richiesta politica allo Stato, di trasferimento di 400 persone o in ogni caso delle risorse corrispondenti a 400 persone e la disponibilità della Regione a detrarre di volta in volta, in ragione dei meccanismi di delega, in ragione della loro attuazione; giustamente il collega Rossi ha ricordato la legge sulla formazione professionale, che a un certo momento ci comporterà la riduzione degli organici che oggi noi andremo a definire nel momento in cui il trasferimento delle funzioni agli altri livelli avverrà con una riduzione di 300/310, quale è la massa del personale che sarà trasferito ad altri Enti.
La Giunta esprime la propria volontà politica in questo senso; se non riusciremo, credo non sarà tanto un risultato negativo da parte della Giunta, ma complessivamente del nostro Consiglio che non riuscirà a trovare le forme per inverare quello che è un processo di decentramento.
In effetti, oggi, concretamente, noi non parliamo di 3225, ma parliamo di 3225 meno 300/310 perché questa legge non ci è ancora ritornata approvata.
Quando noi abbiamo affrontato la questione in quei termini, pensavamo fosse possibile procedere correttamente all'inquadramento di tutto quanto il personale della 616 finora trasferitoci. E' certo che noi sappiamo che esistono dei problemi seri a livello nazionale; il personale del DPR 616 legato a determinate competenze, rifletteva la storia della pubblica amministrazione nel nostro Paese. E noi sappiamo che nella Regione Lazio la cifra 616 vuol dire oltre 4 mila dipendenti; che nella Regione Toscana vuol dire oltre 1500 dipendenti e che mediamente per tutte quante le altre Regioni del Mezzogiorno, vuol dire cifre che si aggirano attorno ai mille dipendenti.
Nella concretezza del Piemonte, oggi, è una cifra che si aggira sulla base dei trasferimenti delle Opere Universitarie di 250 per la parte precedente di 182: siamo ad una cifra notevolmente inferiore rispetto a tutte quante le altre Regioni che hanno una dimensione che possa essere paragonata alla Regione Piemonte.
La cifra dei 3250 deriva proprio dalla somma di tutte queste questioni cioè dalla detrazione dai 3996 di questi problemi,gli unici carichi dei contenuti politici, la rivendicazione di 400 posti che noi riteniamo ci spettino per le competenze trasferite; il rinvio di tutta una serie di questioni che a livello governativo ci è stato detto che dovranno essere affrontati di volta in volta con leggi specifiche in ragione dei contingenti specifici che di volta in volta nei rispettivi Decreti saranno segnalati.
Ne esce quindi fuori una cifra che poi viene ancora ad essere decurtata in ragione di una riduzione della proiezione annuale del nostro intervento.
Credo, però, che a questo punto si debba prendere atto di un problema politico realmente esistente che è quello della legge 285. Noi apparteniamo a quelle poche Regioni d'Italia che hanno preso seriamente questa questione e che l'hanno affrontato non in termini di assunzioni di migliaia di persone, come è capitato in qualche altra Regione, dove il problema è stato considerato in termine assistenziale. Noi ci siamo dati da fare invece su questa questione, affrontando seriamente il problema dei corsi e i corsi nella seconda versione quale essa oggi è stata avviata. Dobbiamo ricordarci che l'occupazione iniziale della 285 era stata di 670 giovani e che si pu pensare che - in ragione delle varie iniziative che sono state avviate con le Comunità montane, con le Province e con i Comuni - la dimensione quantitativa oggi del problema possa essere, per quanto riguarda il rapporto con la Regione, voglio precisare che rapporto si intende responsabilità politica nell'ambito di concorsi pubblici aperti a tutti quanti, possa essere valutato all'interno di una cifra di 450 giovani.
La risposta al quesito posto dal collega Paganelli, credo debba stare all'interno della consapevolezza della dimensione politica della cifra dei posti per 450 giovani dell'occupazione giovanile nei confronti dei quali non può e non deve esserci nessun automatismo perché le leggi lo impediscono, e in ogni caso non ce lo permetterebbero, ma si tratta di creare le condizioni affinché alla conclusione dei corsi di formazione e di avviamento al lavoro che incominceranno a scadere nella prossima primavera l'Amministrazione regionale bandisca dei concorsi che possano dare sbocco anche a questi livelli di occupazione.
Credo che responsabilmente l'Amministrazione regionale debba operare, e opera avendo già avviato tutti i corsi di formazione-lavoro, in modo tale che il momento della formazione anche finalizzato a quelle che sono le esigenze contenute all'interno della nostra legge sulle strutture, possa offrire questa opportunità che si tradurrà in atti concreti anche in ragione della partecipazione attiva di questi giovani ai corsi di formazione-lavoro in modo da avvalersi seriamente del processo di qualificazione che questi corsi oggettivamente determineranno e quindi creeranno di fatto, non in termini giuridici, una condizione affinch questi giovani possano partecipare ai concorsi pubblici in una condizione di alta qualificazione e di corrispondenze a quelle che sono le esigenze della nostra Amministrazione regionale. Facendo questo noi, credo raggiungeremo due risultati: di dare uno sbocco concreto allo spirito iniziale della legge 285 e d'altro canto, trasformare quella che era una impostazione inizialmente assistenziale e poi voltasi in un processo di formazione professionale in un'utilizzazione diretta di questa capacità da parte dell'Amministrazione regionale che dovrà tendere ad avvalersi ed utilizzare queste competenze che sono cresciute all'interno della propria struttura sia centrale che periferica.
Si dimostrerebbe quindi il valore di un'impostazione che sta crescendo a livello sindacale e che, abbandonando concetti formali di attività concorsuali, affronta seriamente il problema della formazione professionale prima ancora di entrare all'interno della Pubblica amministrazione e non demanda il processo della formazione al periodo successivo ad un atto concorsuale.
Io credo che in relazione alla legge sul contratto sia necessario poi fare alcune altre considerazioni.
Non riesco assolutamente a spiegarmi la cattiveria con cui a livello centrale ci si è comportati sul problema dei comandati. Da un punto di vista generale lo considero un atteggiamento antitetico alla linea contrattuale emersa sia dal contratto regionale che del complesso della pubblica amministrazione dove il cardine essenziale da realizzare è quello della mobilità, dove quindi gli elementi non di stato giuridico consolidato in questa ed in quell'altra amministrazione, ma lo stato oggettivo della professionalità deve essere il punto di riferimento. Noi chiniamo la testa di fronte ad un prevalere ancora di una visione corporativa all'interno dei rispettivi Enti; credo sia lesivo degli interessi generali del nostro Paese che ha bisogno,in un momento in cui l'assetto istituzionale è in profonda evoluzione (basti ragionare sul discorso dell'Ente intermedio ed altri), ha bisogno di una unificazione contrattuale e normativa a tempi rapidi di tutta la pubblica amministrazione statale, parastato, Enti locali e i vari livelli perché questa è la condizione essenziale per poter andare a quei processi di mobilità che non impattando con le condizioni salariali e di stato giuridico diverso fra gli uni e gli altri, finiscono per scontrarsi sempre di fronte ad ostacoli insormontabili per cui finiscono col prevalere gli interessi legittimi acquisiti dal singolo lavoratore, e non gli interessi più generali della collettività.
Ma ritengo - traggo spunto dalle recenti discussioni che ci sono state a livello nazionale per il nuovo contratto - di poter sperare che verso questo processo di unificazione si deve e si può già andare. Credo che nel futuro contratto noi non potremo fare a meno, da una parte, di avvalerci anche della nostra forza per poter sottolineare aspetti funzionali che per quanto riguarda elementi marginali quali sono quelli delle ore straordinarie nell'ambito di quella che il Consigliere Bellomo chiamava "la strada maestra" della linea del contenimento, non diventi una linea di eccessiva rigidezza che non permette alla pubblica amministrazione poi di fronteggiare una domanda che in una crescita di rapporto con la collettività come essa oggi ha, non può terminare, come sta terminando in molte Regioni italiane e in molti livelli della pubblica amministrazione alle ore 14. Non è assolutamente questa la strada generale da percorrere anche se, può anche essere, che sul piano contrattuale, normativo e generale si possa realizzare qualche cosa del genere, ma non può essere assolutamente un ostacolo alla prosecuzione dell'attività della pubblica amministrazione con quelle esigenze che proseguono nel resto della giornata e vanno anche alla sera e che quindi devono con elasticità essere i vari livelli messi in condizione di poter corrispondere alla domanda che non è schematica e che deve essere articolata. Ma questo è un aspetto marginale che credo risolveremo anche a livello regionale in un rapporto corretto con le altre Amministrazioni regionali e con le Organizzazioni sindacali.
Mi preme invece di dover sottolineare due aspetti per quanto riguarda il contratto futuro: che la nostra Regione assieme alle altre Regioni affronti con estremo vigore il problema dei livelli salariali complessivi; non è possibile pensare che si costruisca questo disegno, che può avere dei dissensi e sostegni all'interno delle proposte che noi abbiamo presentato con dei livelli salariali che non permettono assolutamente nemmeno il mantenimento dell'attuale personale regionale. Credo che dove la nostra attività di programmazione e di coordinamento approda a risultati positivi noi costruiamo con le nostre mani la fuga del personale dalla Regione perché il personale prende coscienza dei propri diritti e delle proprie possibilità, e in quel momento conosce la sproporzione tra i riconoscimenti che gli dà la pubblica amministrazione e quelle che sono le proprie potenzialità. E in una condizione più aperta del mercato del lavoro noi andremo incontro a delle serie preoccupazioni. Questo come dato generale di tutti quanti i dipendenti.
In secondo luogo io credo dobbiamo porci il problema della dirigenza.
Credo che nella nostra legge abbiamo affrontato con correttezza questa questione e l'abbiamo affrontata senza ipocrisie e quando dico "senza ipocrisie" mi richiamo a quelle cifre che il collega Rossi richiamava; non ha senso fare una discussione a fondo sul numero dei servizi, anche se il numero dei servizi proposti dalla Regione Piemonte sono sostanzialmente quelli della Regione Lombardia.
La cosa che diventa difficile capire è come possa essere legittimato seriamente un rapporto quasi da uno a quattro nel rapporto tra numero di servizi e dirigenti del massimo livello, come sta capitando in altre Regioni; cose che sono state riconosciute. Credo che rapporti di questo genere non si confacciano con quelle che sono le esigenze della pubblica amministrazione e della chiarezza di certe questioni. E riteniamo di aver fatto bene nell'aver indicato un numero di ottavi livelli certamente superiore al numero dei servizi; infatti non si può parlare di strutture permanenti e di strutture flessibili, illudendosi poi che i dirigenti delle strutture flessibili siano nello stesso tempo i dirigenti delle strutture permanenti: devono essere altri, certo, con il riconoscimento di qualificazione e di livello, corrispondente a quello degli altri ancora.
Vi è una terza esigenza che i massimi di livello non possono corrispondere esattamente con la somma del numero dei servizi permanenti e il numero delle strutture flessibili, perché se così si facesse, si organizzerebbe ancora un'amministrazione interna di tipo gerarchico che non crea le condizioni di un lavoro collegiale all'interno dei rispettivi servizi, creando invece quella figura di esperto che è già prevista dal contratto cui potrà essere attribuita una funzione specifica e corrispondente a livelli di funzionalità.
Credo che questi punti di riferimento che ho voluto sommariamente richiamare, completino il quadro che già nel passato avevamo enunciato dell'impostazione delle questioni e credo ci confermino sull'utilità di un discorso coerente che, come il collega Rossi ricordava nella sua relazione vede profondamente intrecciate le due leggi: la legge del contratto e la legge delle strutture.
Non posso che essere lieto, e credo anche gli altri colleghi, della decisione assunta dalla DC di votare a favore della legge del contratto così come mi pare di aver capito dalla dichiarazione del collega Paganelli.
Sono meno lieto, proprio alla luce anche delle considerazioni che ora ho voluto fare in relazione alla legge sulle strutture, della decisione della DC di mantenere il proprio voto negativo.
Prendo atto delle dichiarazioni fatte relative alla necessità di corrispondere rapidamente alle attese del personale. Vorrei però che non ci fosse un equivoco: le attese del personale possono essere accolte dall'approvazione contestuale delle due leggi; una divaricazione eccessiva di giudizio sulle due, credo non possa e non debba dar luogo ad atti che ci mettono in condizioni tra un mese di registrare che la legge del contratto è stata approvata e la legge delle strutture viene di nuovo rimandata.
Spero che ciò non avvenga perché sarebbe indice di un'estrema gravità e di un'interferenza inaccettabile, in questo caso, non più dalla Giunta ma da tutto quanto il Consiglio; ma vorrei dire che se questo capitasse, tutte le attese del personale regionale sarebbero frustrate, perché le due leggi sono profondamente compenetrate e per il rilievo che io posso anche accettare, anche se sarei in grado di documentare che non corrisponde al vero, perché la legge del contratto oggi, ritengo, è meno coerente con il contratto nazionale e con la nota a verbale di quello che era prima, perch certi elementi di coerenza li abbiamo dovuti attenuare in ragione delle osservazioni governative. Quindi non mi pare del tutto corrispondente al vero il richiamo oggi ad una maggiore coerenza al contratto e alla nota a verbale, ma prendo atto che queste sono le vere valutazioni diverse tra persone diverse e la premessa del processo del confronto e della costruzione di un'azione che tenda al miglioramento complessivo dei nostri comportamenti. Vorrei augurarmi che l'atteggiamento della DC e degli altri partiti sia tale da permettere, con gli atteggiamenti assunti all'interno di questo Consiglio e per gli atteggiamenti più complessivi, di poter avere una gestione congiunta delle due leggi perché qualora il contratto dovesse applicarsi sulla base degli organici dei 2185, non vedo quali attese del personale regionale potrebbero essere soddisfatte, ben sapendo che oggi il personale non è certamente di 2185, ma è quella cifra approssimata ricavata dal collega Bellomo, dalla quale non ci possiamo allontanare se vogliamo procedere in tutti quegli atti di inquadramento e di svolgimento dei concorsi interni come essi sono organizzati all'interno della legge del contratto. Esprimo l'augurio a titolo personale di un comportamento diverso della DC anche sulla legge delle strutture.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della; Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio il Consiglio di aver così tempestivamente ripreso in esame questo motivo legislativo che considero nel complesso il più importante affrontato dal Consiglio regionale in questi 4 anni e tre mesi, perché senza la mano dell'uomo non si costruisce, non si risolve nulla, non si mette un mattone, non si nell'ambito della società, operatori intelligenti, preparati a costruire una realtà nuova quale quella della Regione.
Noi avevamo approvato tre leggi: la prima ha ricevuto il visto e le altre due sono state rinviate. Le tre leggi, che rappresentavano un grande affresco della Regione, pur tuttavia mutilate le ultime due da una incomprensione governativa, restano sempre tali nel quadro generale della nostra Regione, cioè il grande affresco, come lo avevamo chiamato, anche se ha subito qualche mutilizzazione, restano a nostro giudizio nella loro grandezza.
Voglio solo fare un'osservazione perché tutte le parti politiche hanno già espresso le loro opinioni.
Ancora recentemente, in un incontro con il Ministro delle Regioni e della programmazione (incontri che sia l'attuale Giunta sia quella precedente hanno sempre coltivato con il Governo per un raccordo generale) ci veniva richiesto di agire soltanto per atti generali di programmazione e non per piccole e singole leggi che tutti quanti a parole abbiamo sempre condannato, ma che poi nei fatti vanno avanti per una serie di condizioni oggettive che ciascuna parte politica attribuisce all'altra.
D'altronde, eravamo stati avvertiti in quest'aula da un Consigliere regionale che stimo moltissimo e che appartiene ad una categoria professionale assai benemerita, quella dei geometri, questo Consigliere regionale aveva detto (non proprio espressamente, ma non in termini ermetici ed oscuri): "Componete un quadro generale magari anche diminuendolo, così fate vedere che siete quegli sparagnini piemontesi che tutti hanno sempre elogiato e, man mano che se ne presenta il caso fate delle piccole leggi di aggiustamento e le cose vanno avanti senza che nessuno se ne accorga". Noi non avevamo ritenuto di accogliere questo consiglio, che poi si dimostrò essere veritiero nei fatti, perché la legge il grande affresco di programmazione che tutti i governi richiedono alle Regioni, che lo stesso Ministro della programmazione, il sen. Andreatta richiede a noi per le nostre procedure e la nostra azione di governo, ma in effetti quando poi la legge di programmazione che non prevede leggine, ma è abilitata a resistere decenni costruendo un quadro generale, giunge sul tavolo del Ministro, regolarmente questa legge viene rinviata.
Contraddizioni, inscienza del mestiere del giovane Ministro, debolezza del Governo, scollamento del Governo stesso, talché alcuni Ministri difesero questa legge a spada tratta (un Ministro stesso mi disse che forze superiori l'avevano portata ad infrangersi su perigliosi scogli di un furioso temporale).
Questo è quanto mi si disse e sono grato al Consiglio oggi di aver voluto riprendere la questione, ma non con il tono di punizione che ci eravamo attesi "siete stati incauti, un po' stolti, vi siete avventurati su questi scogli, oppure su strade non percorribili" (è anche facile dirlo perché il coltello dalla parte del manico in questo caso ce l'ha una parte sola, cioè il Governo). Ormai ho una lunga esperienza di governo, sono ormai 9 anni che mi muovo su questi banchi, quasi sempre ho partecipato direttamente, e quindi credo di conoscere molto bene praticamente tutti gli uomini di governo del Paese, ai quali abbiamo sempre dato, come abbiamo affermato, e daremo ancora tutto l'aiuto possibile perché si definisca il quadro generale del Paese. Ma sono grato perché oggi il clima è cambiato anche se il voto negativo di una parte viene a recarci ancora qualche amarezza; ma vi è la speranza, invece, che nei prossimi giorni, in modo unitario, noi possiamo fare un passo presso il Governo, rappresentando che il grande affresco della legge di programmazione è stato mantenuto, alcuni ritocchi sono stati operati, senza seguire il consiglio di quel bravissimo geometra, Consigliere regionale, che stimo assai per la sua saggezza e anche per l'umana competenza e conoscenza degli avvenimenti, però dobbiamo dire che in generale la grande legge di programmazione del personale è stata mantenuta.
Vorrei soltanto aggiungere una parola: noi non intendiamo affatto gestire questa legge perché prossimamente ci sono le elezioni. Ricordo a voi, signori Consiglieri, a quelli che hanno partecipato direttamente all'ultima parte della precedente legislatura regionale, che negli ultimi mesi si galoppò quasi in una serie di iniziative legislative che avrebbero dovuto coprire l'arco governativo con il voto popolare; si votarono provvedimenti di tutti i tipi, dai finanziamenti, alla costruzione delle singole autonomie locali, e tante altre materie, poi quel tipo di governo venne condannato dagli elettori; noi non seguiremo questa strada, non credo e l'ho già detto più volte in Giunta e lo ripeto in questa sede - che si possa costruire la fortuna di un governo approvando frettolosamente negli ultimi mesi alcune leggi. Io concluderei alla fine dell'anno la legislatura e tranquillamente andrei incontro agli elettori raccontando quel che ciascuno di noi ha fatto, sottoponendo programmi, così gli elettori saprebbero che noi non andremo a fare una cavalcata finale approvando leggi e deliberazioni, perché nella scorsa legislatura fummo proprio noi a dire che c'è un periodo neutro, che presentano tutte le democrazie, è un periodo in cui non si compiono più atti di governo che possono sembrare atti di governo, ma esiste in questo periodo il richiamo elettorale; non faremo questo errore, signori Consiglieri, questa legge è una legge maturata in 3 anni, non è di oggi, è una legge che noi volevamo portare all'approvazione già prima dell'estate e che invece, per un maggior approfondimento presentammo in autunno e, lo ripetiamo, quindi non presenta nessuna caratteristica della legge cosiddetta elettorale. Non faremo nemmeno concorsi affrettati, però votiamo degli atti che il personale oggi alla Regione Piemonte deve sapere che noi intendiamo, come Giunta, e come penso anche voi, come Consiglio e come singole forze politiche, intendete che siano portate avanti. La stranezza della composizione regionale, ha fatto sì che vi sono decine e decine di operatori regionali che in nove anni non hanno ancora avuto giustizia e che tuttora l'aspettano, perché la composizione regionale è stata tale per cui l'ordinamento sopravvenuto via via non ha potuto cogliere tutte le posizioni e soltanto con questa legge noi potremo andare a coglierli.
L'ultimo argomento che voglio introdurre è la composizione delle Commissioni di esame, che è stata modificata proprio per dare luogo ad una partecipazione quanto più larga possibile di tutte le forze presenti nel Consiglio. Se ricordate, invece, la composizione prevista dalla legge 22 era restrittiva rispetto a questo problema, abbiamo voluto invece andare in quella direzione e quindi vi è la garanzia per il personale, per quanti hanno lavorato, studiato, operato nella Regione attraverso i corsi della 285 o attraverso i corsi di formazione e lavoro, che noi andremo ad affrontare, e chiediamo a voi di farlo con noi quanto più rapidamente possibile, il problema della sistemazione generale, che non ha nulla di clientelare, ma premia chi da tanti anni ha creduto e crede nella Regione.



PRESIDENTE

Vi do lettura dell'art. 10, modificato secondo le osservazioni del Commissario del Governo: "Articolo 10 - Dotazione organica del personale della Regione. La dotazione organica del personale della Regione è complessivamente di 3.255 unità così suddivise nei livelli funzionali retributivi, di cui all'allegato 9: 1 - livello n.
2 - livello n. 80 3 - livello n. 50 4 - livello n. 700 5 - livello n. 1.080 6 - livello n. 570 7 - livello n. 430 8 - livello n. 345 _________ n. 3.255 Gli artt. 2 e 3 della legge regionale 12.8.74, n. 22 sono soppressi." Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 30 Consiglieri hanno risposto NO n. 12 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Restano da approvare, per alzata di mano, le modifiche agli allegati che avete sotto gli occhi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. Le modifiche sono approvate a maggioranza.
Prima di procedere all'approvazione dell'intero progetto di legge do la parola al Capogruppo DC, Consigliere Bianchi, per le dichiarazioni di voto.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo brevemente per alcune annotazioni integrative, il collega Paganelli ha già motivato in modo pacato e sintetico il nostro atteggiamento. Il nostro giudizio su questa legge permane, ma la nostra linea credo sia ancora una volta chiara ed in ogni caso, dopo le dichiarazioni e le riflessioni finali, conclusive del Presidente, credo sia opportuno debba essere ribadita anche con riferimento particolare a questa materia e non solo alla situazione generale e al rapporto generale che ci investe.
Noi abbiamo interesse, come opposizione, a che la maggioranza assuma tutte le sue responsabilità e svolga pienamente la propria funzione che anche ove fosse discussa, criticata e avversata è una funzione istituzionale essenziale.
Nella precedente legislatura c'è stata una corsa finale, ma, se ben ricordo, e il Presidente con senso dell'umorismo lo ricordava bene, perch non aveva cambiato banco, se ben ricordo, c'è stata una corsa proprio a dare alla Regione la sua struttura istituzionale che vide, pur in un contrasto più aspro di quello attuale, forse per il mutamento dei rapporti tra maggioranza e opposizione, vide una certa convergenza proprio perché si trattava di materie di grande rilievo, di non immediato impatto suggestivo sull'elettore per captarne la benevolenza, ma destinate a costruire l'istituto regionale.
Credo che non ci sia bisogno di invertire marcia, sotto questo profilo per non esporsi alle critiche degli elettori che si sentono oggetto di un'operazione di captazione della benevolenza.
Noi avevamo criticato l'impostazione data a questa legge per alcuni punti che riguardavano in generale il numero, l'elencazione e la polverizzazione dei servizi, le soluzioni inadeguate date in funzione della professionalità, non voglio ripetere qui il discorso fatto l'altra volta e ripreso oggi dal Consigliere Paganelli.
Il Vice Presidente ha rivendicato le competenze regionali e noi siamo stati, per quanto il nostro ruolo ce lo ha consentito, sempre solidali nel rivendicare il ruolo della Regione, le sue competenze epperò anche le sue responsabilità. Abbiamo però l'impressione che in perfetta coscienza l'attuale maggioranza in questa materia abbia rivendicato maggiormente l'ambito discrezionale della sua competenza e non un ambito che fosse garantito dalla lettera, dallo spirito, dal meccanismo, dalla struttura della legge, perché il numero indicato, così elevato (pare a noi, forse cattivi lettori), non trovava e non ha trovato sufficiente motivazione per collocazione di professionalità, per previsione di organizzazione e di sviluppi nella struttura della legge.
E ciò è stato tanto vero che nel dibattito precedente si è sentita la necessità di assicurare l'opposizione che le sue preoccupazioni non del tutto infondate in ordine alle prospettive di gestione, stante gli spazi di discrezionalità che erano aperti, potevano trovare momento tranquillante in un rapporto politico serio ed affidante in un impegno che veniva ribadito e che anche oggi è stato ulteriormente ribadito.
Noi possiamo prendere atto e fare anche credito personale su questo piano, ma preferiremmo che a livello istituzionale queste garanzie pervenissero dalla struttura delle leggi, piuttosto che dalla volontà degli uomini che passano, o meglio, che possono pervenire all'uno e all'altro momento.
Il Vice Presidente della Giunta ha fatto ancora delle riflessioni alcune delle quali non possono essere condivise, sulla condizione dei comandati, sul loro stato oggettivo, sull'opportunità di garantire un certo tipo di mobilità, ma qui e fuori di qui, ciascuno di noi, per tempi o momenti diversi, deve riflettere sulle modalità attraverso le quali si diviene comandati e poi si devono affrontare certe situazioni; così come siamo d'accordo, e non lo diciamo oggi in presenza di pubblico, perché i colleghi conoscono gli interventi fatti in Commissione, dicevo, così come siamo d'accordo sul problema dei livelli salariali e sul problema della professionalità da garantire a tutto il personale regionale, ma da garantire anche all'istituzione nel suo complesso, articolata, senza la quale non si possono affrontare compiti di crescente rilievo, di crescente importanza e responsabilità, anche ai fini della costruzione di uno Stato efficiente.
Certo, con una politica di appiattimento quale è andata avanti per concorrente responsabilità non solo di chi opera come forza politica a livello istituzionale, è molto difficile conciliare poi i livelli delle professionalità che sono quanto meno differenziazione, se non diversità di dignità: la dignità è uguale quale che sia il lavoro e l'opera.
Il Presidente ha sottolineato che il clima è perfettamente sereno e collaborativo, lo può essere anche in un'affermazione motivata e seria di divergenza, nell'augurio che l'opera degli uomini e delle forze politiche possa dar risposte positive a quegli aspetti più preoccupanti a causa dei quali noi manteniamo e ribadiamo, in riferimento a questa legge, il nostro voto negativo.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Il nostro Gruppo si astiene su questa legge



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo anch'io sia utile, alla fine di questo dibattito, da parte del mio Gruppo, ribadire alcuni concetti ed alcune posizioni che nella lunga fase che ha accompagnato l'iter, prima di discussione e poi di approvazione, di questa legge abbiamo già avuto occasione di fornire.
Intanto rilevo ancora nel momento in cui riapproviamo le leggi accogliendo sostanzialmente le osservazioni del Governo, leggi per le quali si è lavorato così a lungo, già solo questo fatto mette in rilievo che è perlomeno disturbante, perlomeno spiacevole sentire un intervento come quello del Consigliere Marchini, il quale si è ben guardato dall'entrare nel merito delle questioni, ma ha cercato, come usa fare di solito, con una disinvoltura e peraltro con una simpatia a livello personale di cui non faccio che compiacermi, di sistematicamente svincolare da quelli che erano i problemi sostanziali di questa legge. Credo che operazioni di questo genere, nella loro scoperta strumentalità - e mi fa piacere, tra l'altro che i suoi argomenti non siano stati raccolti da nessun altro- debbano essere in qualche misura anche denunciate in questa sede, per tutte le implicazioni politiche che hanno anche raccolto. Voglio dire, a nome del Gruppo comunista, che un confronto sul tema dei rapporti Governo-Regione e delle leggi rinviate dal Governo, noi non solo lo vorremmo, ma lo auspichiamo, e chiediamo che la Conferenza dei Capigruppo stabilisca il momento adatto per un dibattito politico sui rapporti odierni tra Regione e Governo, perché i segni e i contenuti che ci vengono dai rinvii governativi delle nostre leggi, a mio avviso, sono molto preoccupanti; lo è in particolare, mi sia concesso dirlo, questo rinvio e le motivazioni che lo hanno accompagnato ed il tipo delle osservazioni.
Già il collega Ferrero, e molto bene e molto ampiamente il Vice Presidente della Giunta Bajardi, nella sua replica, hanno individuato i punti dolenti di questa riapprovazione. Dico dolenti, perché sinceramente se dobbiamo oggi ribadire e votare naturalmente a favore (e anche qui dobbiamo rendere atto alla Giunta di uno sforzo di grande realismo, di grande buon senso e di grande responsabilità nell'accogliere le osservazioni del Governo), non possiamo non rimarcare come alcune di queste osservazioni avessero, a nostro avviso, e lo voglio dire con molta chiarezza, il carattere di osservazioni di merito. Le osservazioni sul numero è e resta - secondo me - un'osservazione di merito, non di legittimità, perché, se avete letto bene, certe osservazioni riguardavano competenze, servizi che la legge e quindi la Regione si sarebbe arbitrariamente arrogata, mentre invece altre osservazioni (che erano solo riportate tra parentesi, in maniera parentetica, del tutto incidentale) a proposito del numero, erano a nostro avviso, sotto il profilo della sistematica giuridica, completamente sbagliate, ed afferivano alle deleghe che, per alcune leggi, noi anche recentemente abbiamo affidato agli Enti locali, ma che presuppongono ovviamente una costruzione invece dell'assetto regionale preliminare.
Voglio dire che le preoccupazioni che ci vengono sono la riconferma delle cose che diceva il collega Ferrero ed il Vice Presidente Bajardi sul numero, sui comandati, sul processo di mobilità, e qui dobbiamo veramente far sentire la nostra voce di protesta come Gruppo, l'abbiamo già fatto non appena conoscemmo la ripulsa da parte del Governo, perché questa legge aveva un suo senso e oggi lo mantiene, certo, gli sforzi sono stati grandi nel rispetto di un disegno più generale che aveva una sua logica che partiva dall'esigenza della ragione, e credo sia difficile contestare, non è stato da parte di nessuno contestato in realtà un meccanismo che ha portato ad una delineazione, precisa, magari fallibile, di esigenze, poi di servizi, poi di mezzi e di strumenti e quindi di risorse umane per far fronte alle necessità.
Non so, Consigliere Bianchi, che cosa avremmo dovuto precisare maggiormente, la legge è stata precisata nei termini minimi, nei termini minuti in cui si poteva precisare. Credo che la garanzia derivi dal fatto che la legge, prima ed ora comunque, nel momento in cui viene riapprovata contiene con estrema chiarezza il disegno ed anche la gradualità necessaria di attuazione per dar corso alle esigenze largamente presenti in tutti e vorrei ricordare come l'Assessorato all'agricoltura, e tutti gli Assessorati che si sono occupati di materie nuove e di nuove incombenze sono enormemente sottodimensionati rispetto alle loro necessità. Ne ho citati alcuni, ma potrei citare tutta l'attività della Regione. La legge aveva ed ha certezze, non ho capito quale sia la riserva sulla discrezionalità che viene fatta. E' certo che comunque non deve essere giudicata come un modo per pararci, ma come un modo di espressione di un comportamento politico, di una grande apertura politica, quella che è stata da sempre un'offerta del nostro Gruppo e della Giunta, cioè di arrivare anche sulla gestione ad un rapporto concordato con tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale. Non vorrei che si svalutasse questo fatto e svalutare vuol dire che si ricorre a questo espediente proprio perché la legge è discrezionale. No. E' perché questo atteggiamento fa parte di un comportamento generale di questa maggioranza, una cosa in cui modestamente crediamo molto. E allora sui modi di gestione, sugli atti che dall'approvazione di questa legge,che mi auguro sollecita da parte del Governo, dovranno conseguire, credo che potremo sviluppare il confronto. Mi auguro anche in quella sede di ritrovare le conseguenze a cascata di una linea che da parte degli altri Gruppi è stata un po' confusamente espressa e che siano quelle della convenzione e dell'accordo per operare rapidamente nella maniera più trasparente, più giusta possibile per dare alla Regione le strutture di cui ha bisogno, ricordando in particolare che sui problemi del personale e sulla legislazione della Pubblica amministrazione riguardante il personale, i ripensamenti e le nuove iniziative da assumere sono molti. Un fatto nuovo, che va rimarcato, è questo: la legge è stata comunque faticato e a volte tribolato frutto di un lungo rapporto con le organizzazioni sindacali e con il personale: non foss'altro che per questo è l'elemento che dovrebbe dare a tutti la garanzia che il confronto con le varie parti, sociali da un lato e politiche dall'altro, non solo non è mai stato rifiutato, ma è stato ricercato. Andremo avanti su questa strada, e valuteremo e misureremo tutti nel modo con cui ciascuna forza politica si comporterà anche nella fase di gestione, quante siano le intenzioni reali soprattutto per sfatare una preoccupazione che a questo punto ci viene: voi avete espresso delle preoccupazioni, dei sospetti, ma io dico che la preoccupazione nostra è che tra l'azione del Governo e tra i ritardi che ci sono stati non si possa applicare la legge nel momento in cui l'urgenza invece è massima, per le aspettative al personale, certamente, ma mi permetto di dire, anche per le aspettative e le esigenze di questa Regione e di chi, Assessori o Consiglieri, in questa Regione vuole lavorare e non vuol vedere vanificato il suo impegno dal fatto che mancano le strutture e manca il personale.



PRESIDENTE

Non vi sono altre osservazioni. Si proceda quindi alla votazione finale sull'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 14 Consiglieri si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'intero progetto di legge è approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge sullo "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale.
Recepimento dei contenuti dell'accordo relativo al contratto nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario".
Votiamo gli articoli modificati tenendo conto delle osservazioni del Commissario del Governo.
"Articolo 3 - Primo livello funzionale. Sono inserite nel primo livello le posizioni di lavoro che concernono esclusivamente attività di pulizia: trattasi di prestazioni elementari che non richiedono alcuna preparazione specifica.
Per l'accesso al livello è richiesto il compimento della scuola dell'obbligo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Secondo livello funzionale. Sono inserite nel secondo livello le posizioni di lavoro comportanti esecuzione di mansioni elementari, lo svolgimento delle quali prescinde dal possesso di conoscenze tecniche preliminari Richiede utilizzazione di strumenti o apparecchiature semplici o comunque di uso elementare o comune.
L'esecuzione di compiti è svolta in modo integrato, configurando un'unica posizione di lavoro.
Il livello è caratterizzato da: iniziativa nell'ambito delle istruzioni ricevute e/o dei compiti attribuiti autonomia vincolata da istruzioni semplici apporto individuale che non comporta trasformazione del prodotto, ma la sola conservazione, riproduzione o dislocazione del medesimo.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti di anticamera e aula, regolando l'accesso del pubblico agli uffici e fornendo informazioni semplici; di custodia, di sorveglianza di locali e uffici nonché della loro apertura e chiusura, di ricezione e smistamento di telefonate da centralini semplici; di dislocazioni di fascicoli e oggetti di ufficio; di prelievo distribuzione e spedizione di corrispondenza; di commissioni anche esterne al luogo di lavoro; di esecuzione di fotocopie, di ciclostilati e di fascicolature.
Per l'accesso al livello è richiesto il compimento della scuola dell'obbligo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Terzo livello funzionale. Sono inserite nel terzo livello le posizioni di lavoro che comportano esecuzione di mansioni tecnico manuali elementari e/o amministrative semplici, lo svolgimento delle quali presuppone conoscenze preliminari non specializzate.
Richiede l'utilizzazione di mezzi, strumenti e apparecchiature anche complessi, ma di uso semplice e con carico della manutenzione ordinaria.
Il livello è caratterizzato da: iniziativa nell'ambito delle mansioni attribuite un grado di autonomia vincolato da istruzioni semplici prestazioni implicanti l'esposizione a rischi specifici conseguenti all'uso dello strumento tecnico utilizzato apporto individuale diretto alla trasformazione del prodotto.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti di conduzione e manutenzione ordinaria di macchinari semplici, di impianti tecnici di varia natura (elettrici, termici, lavanderia, centri stampa, ecc.) o assimilabili; di conduzione e di manutenzione ordinaria di automezzi e di macchine semplici che comportino abilitazioni specifiche; di esecuzione di operazioni colturali agricolo-forestali, nonché di compiti amministrativi semplici.
Per l'accesso al livello è richiesto il conseguimento della scuola media dell'obbligo e qualificazione professionale se richiesta.
Possono altresì accedere al livello 3^ i dipendenti regionali purch abbiano conseguito la scuola dell'obbligo con un'anzianità di servizio di 5 anni complessivamente maturati nei livelli 2^ e 1^- o di 3 anni nel livello 2-".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 Consiglieri hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Quarto livello funzionale. Sono inserite nel quarto livello le posizioni di lavoro che comportano esecuzione di mansioni amministrativo-contabili e tecniche o tecnico- manuali, lo svolgimento delle quali presuppone rispettivamente preliminari conoscenze nel ramo amministrativo e preparazione professionale specializzata; richiede l'uso di mezzi o strumenti complessi o l'utilizzo di dati anche complessi nell'ambito di procedure prevalentemente ripetitive.
Il livello è caratterizzato da: autonomia vincolata da prescrizioni tecniche di carattere generale ovvero da prescrizioni particolareggiate ma complesse, nell'ambito di procedure e prassi definite piena responsabilità dei propri compiti delle singole operazioni, i cui risultati sono soggetti a verifiche complete ma periodiche oppure immediate ma di massima apporto individuale consistente nella capacità di trasformazione complessa del prodotto o finalizzato a miglioramento o semplificazione delle procedure che determinano lo svolgimento delle mansioni rischi specifici derivanti dall'uso normale degli strumenti e delle attrezzature tecniche utilizzate.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti tecnici di natura specialistica nel campo agricolo-forestale e dell'installazione conduzione, manutenzione e riparazione di impianti tecnici complessi nonché a compiti esecutivi in materia amministrativa, contabile e tecnica ivi comprese le attività di stenografia e/o dattilografia, mansioni queste ultime che - omogenee o complementari - costituiscono un' unica posizione di lavoro.
Per l'accesso al livello è richiesto il conseguimento della licenza della scuola media dell' obbligo, e qualificazione professionale se richiesta.
Possono altresì accedere al livello 4^- i dipendenti regionali purch abbiano conseguito la licenza di scuola media dell'obbligo con un'anzianità di servizio di 5 anni maturata complessivamente nei livelli 3^ e 2^o di 3 anni maturata nel livello 3^ ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Quinto livello funzionale. Sono inserite nel quinto livello le posizioni di lavoro che comportano attività nei settori tecnico amministrativo e contabile di mansioni di ricerca, utilizzo ed elaborazione semplice di dati anche complessi e complessa di dati semplici. Richiedono conoscenze tecniche specializzate ed operative proprie della qualificazione professionale di base necessari per l'accesso al livello.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito di prescrizioni di massima e complesse riferite a procedure generali e prassi definite responsabilità professionale dei propri compiti: può comportare indirizzo tecnico di posizioni di lavoro a minor contenuto professionale o in casi eccezionali e per unità operative a carattere esecutivo, una responsabilità di organizzazione. Il risultato del lavoro è soggetto a verifiche periodiche ed occasionali, anche complete apporto organizzativo ampio in funzione della realizzazione dei compiti attribuiti ed iniziativa per il miglioramento della funzionalità dell'unità organizzativa in cui è inserito.
Nei corsi di formazione professionale: comporta attività di insegnamento anche con utilizzazione di apparecchiature, macchine strumenti. Richiede conoscenze teorico-tecnico-professionali riconducibili alla professionalità prevista dai piani di insegnamento.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito della funzione docente responsabilità professionale dei propri compiti apporto didattico notevole in funzione dell'impostazione didattico organizzativa del corso e, più in generale, del centro di formazione.
Per l'accesso al livello è richiesto il diploma di istruzione secondaria di 2^ grado e/o diploma professionale, se richiesto.
Possono altresì accedere al livello 5^ i dipendenti regionali in possesso di diploma di istruzione secondaria di 1^ grado oltre ad un'anzianità di almeno 5 anni maturata nel livello 4^ ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Sesto livello funzionale. Sono inserite nel sesto livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione per la preparazione di provvedimenti tecnico-amministrativi o interventi preordinati all'attuazione dei programmi di lavoro alla cui impostazione sono tenute a collaborare nell'ambito dell'unità organica in cui sono inserite. La posizione di lavoro può comportare anche l'indirizzo di altre posizioni di lavoro a minor contenuto professionale.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito di prescrizioni di massima e complesse responsabilità professionale dei propri compiti apporto organizzativo ampio in funzione della realizzazione dei compiti attribuiti e da iniziative per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica in cui è inserito.
Comporta responsabilità: delle attività istruttorie direttamente svolte o effettuate in collaborazione con posizioni di lavoro a minor contenuto professionale degli orientamenti dati, a livello tecnico, ad altre posizioni di lavoro a minor contenuto professionale.
L'attività è soggetta a controlli e verifiche periodiche e di massima.
Nei corsi di formazione professionale: comporta attività di insegnamento teorico (cultura generale, lingue, ecc.).
Richiede, in stretta connessione con le caratteristiche dell'insegnamento da impartire, una preparazione di base corrispondente a quelle stabilite da analoghi insegnamenti teorici nella scuola media unica o in istituzioni scolastiche di livello superiore e riconducibile alla professionalità prevista più in generale per l'accesso al livello.
Per l'accesso al livello è richiesto il possesso di un diploma di laurea.
Possono altresì accedere al livello 6^ i dipendenti regionali in possesso di diploma di istruzione secondaria di 2^ grado con un'anzianità di almeno 5 anni maturata nel livello 5^ ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Settimo livello funzionale. Sono comprese nel settimo livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione per la predisposizione di provvedimenti od interventi diretti all'attuazione del programmi di lavoro alla cui formulazione è tenuto a collaborare nell'ambito di un' unità organica complessa.
La posizione di lavoro può comportare anche la responsabilità organizzativa di un'unità di lavoro eventualmente prevista nell'ambito dell'unità organica complessa, con compiti di indirizzo delle attività degli addetti.
Il livello à caratterizzato da: autonomia per l'attuazione dei programmi di lavoro di competenza o assegnati all'unità organizzativa o a gruppi di lavoro, nonché per la realizzazione, sotto il profilo professionale, di attività di ricerca studio ed elaborazioni affidate; l'autonomia è comunque esercitata nell'ambito di istruzione di carattere generale o da eventuali indicazioni di priorità apporto organizzativo per la formulazione di proposte per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica complessa alla quale appartiene .
Comporta la responsabilità: delle attività direttamente svolte delle istruzioni emanate nell'attività di indirizzo dell'eventuale unità di lavoro delle attuazioni dei programmi di lavoro, esercitando controlli e verifiche periodici ed occasionali anche complessi.
L'attività è soggetta a controlli periodici e di massima sul conseguimento dei risultati previsti dai programmi di lavoro.
Per l'accesso al livello è richiesto il diploma di laurea e specializzazione e/o abilitazione professionale ove richieste dagli ordinamenti.
Possono altresì accedere al livello 7^ i dipendenti regionali in possesso del diploma di istruzione secondaria di 2^- grado con un'anzianità di almeno 5 anni maturata nel livello sesto".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presentì e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Ottavo livello funzionale. Sono comprese nell'ottavo livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione di notevole complessità diretta alla formulazione e realizzazione dei programmi nell'ambito delle competenze per materia o per obiettivo con la definizione dei processi attuativi.
La posizione di lavoro può anche comportare la responsabilità organizzativa dell' unità organica complessa di cui indirizza l'attività verificandone la rispondenza ai programmi di lavoro.
Il livello è caratterizzato da: autonomia rilevante per la formulazione dei programmi di lavoro dell'unità complessa eventualmente affidata e la conseguente organizzazione della stessa unità e per la realizzazione, sotto il profilo professionale di attività di ricerca, studio ed elaborazione affidati, secondo gli indirizzi politico-amministrativi, i piani e i programmi anche pluriennali definiti dall'Amministrazione apporto organizzativo rilevante per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica complessa, alla quale appartiene o della quale è responsabile, in rapporto all'intera organizzazione regionale.
Comporta la responsabilità: delle attività direttamente svolte delle istruzioni di carattere generale impartite della formazione dei programmi di lavoro e del conseguimento, a livello generale, degli obiettivi stabiliti operando mediante verifiche e controlli saltuari e di massima anche sul conseguimento dei risultati previsti dai programmi di lavoro.
Il livello comprende posizioni di lavoro individuate, a livello di specializzazione, analogamente a quelle elencate al livello precedente.
Le posizioni di lavoro dell'ottavo livello richiedono peraltro una professionalità più elevata e sono istituite in rapporto alle esigenze funzionali dell'organizzazione.
Per l'accesso al livello è richiesto il diploma di laurea e specializzazione e/o abilitazione ove richieste dagli ordinamenti.
Compatibilmente con i posti messi a concorso possono altresì accedere al livello ottavo i dipendenti regionali in possesso di diploma di istruzione secondaria di 2^ grado con un'anzianità di servizio di almeno cinque anni nel livello settimo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
"Articolo 12 - Accesso ai livelli del ruolo regionale e nomina. La copertura dei posti previsti nel ruolo regionale avviene per pubblico concorso per esami o per titoli di esami, fatte salve le norme sulle assunzioni obbligatorie.
Il concorso è indetto con deliberazione della Giunta regionale.
Il concorso consiste in un accertamento comparato di idoneità attraverso la valutazione di eventuali titoli e/o prove che possono essere scritte, pratiche ed orali secondo modalità e procedimenti che saranno fissate nei singoli bandi di concorso e, comunque, rapportati alla professionalità richiesta per il posto messo a concorso.
Di ogni concorso è data notizia mediante pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione con la trasmissione del bando al Commissario del Governo, alle Amministrazioni Provinciali ed ai Comuni della Regione e, con ogni altra forma di pubblicità ritenuta opportuna.
Il numero dei posti da mettere a concorso per ciascun livello funzionale viene determinato dalla Giunta regionale nell'ambito dei posti vacanti; possono essere messi a concorso anche i posti che si rendano disponibili entro un anno dalla data di approvazione del bando.
Le nomine a tali posti sono conferite al verificarsi delle singole vacanze, qualora il concorso venga espletato prima.
Possono essere conferiti, oltre i posti messi a concorso, anche quelli che risultano disponibili, salvo che per quelli derivanti da aumento di organico, entro un anno dalla data di approvazione della graduatoria utilizzando, secondo l'ordine, la graduatoria medesima.
Nel caso in cui alcuni dei posti messi a concorso restino scoperti per rinuncia, decadenza o dimissioni dei vincitori, la Giunta regionale ha facoltà di procedere nel termine di un anno dalla data di approvazione della graduatoria ad altrettante nomine secondo l'ordine della graduatoria medesima.
Per l'assunzione al primo e secondo livello funzionale, la valutazione comparativa dei candidati può essere effettuata anche sulla base dei titoli relativi al carico familiare, allo stato di occupazione del candidato e dei componenti del nucleo familiare.
I dipendenti regionali privi del titolo di studio richiesto possono partecipare ai concorsi pubblici per posti appartenenti al livello immediatamente superiore a quello di appartenenza, purché provvisti del titolo di studio immediatamente inferiore e di un'anzianità di servizio di almeno cinque anni nel livello di appartenenza.
Ai concorsi per posti del terzo e quarto livello funzionale possono partecipare i dipendenti dei due livelli immediatamente inferiori con cinque anni di anzianità complessiva nei due livelli o di tre anni nel solo livello immediatamente inferiore.
Sono esclusi dall'applicazione del precedente comma i posti per l'esercizio delle cui funzioni il possesso del titolo di studio sia prescritto dalla legge.
Un quarto dei posti messi a concorso, con arrotondamento all'unità superiore, è riservato ai dipendenti regionali di ruolo, in possesso dei requisiti stabiliti dai precedenti commi 10^ e 11 La riserva non opera se il posto a concorso è uno solo. I posti non utilizzati per la riserva vengono attribuiti ai non riservatari.
Non possono beneficiare della riserva di posti i dipendenti regionali nei confronti dei quali, nel biennio precedente la data del concorso, sia stata adottata una sanzione disciplinare più grave della censura.
Qualora l'espletamento del concorso non dovesse assicurare la copertura di tutti i posti soggetti a riserva, quelli residuali saranno assegnati ai concorrenti dichiarati idonei, secondo l'ordine della graduatoria Per l'ammissione a tutti i concorsi banditi dalla Regione, sono valide le parificazioni fra i titoli di studio di norma richiesti per l'accesso ai singoli livelli ed i titoli di studio inferiori, uniti questi ultimi ad esperienze lavorative qualificate, di cui all'ultimo comma degli artt. dal 3^ al 10^ della presente legge.
La norma di cui al comma precedente non si applica quando le funzioni connesse ai posti messi a concorso comportano, ai sensi delle leggi in vigore sull'ordinamento delle professioni, il possesso di uno specifico titolo di studio o di una specifica abilitazione professionale.
La nomina degli impiegati regionali è disposta dalla Giunta regionale.
Gli effetti giuridici della nomina decorrono dalla data indicata nella relativa deliberazione; quelli economici dalla data di effettiva assunzione del servizio.
La destinazione del personale ai Servizi e sedi viene effettuata con provvedimento del Presidente della Giunta o dell'Assessore da lui delegato.
Le destinazioni di personale agli uffici del Consiglio regionale vengono disposte su richiesta dell'Ufficio di Presidenza o, nel caso di proposte della Giunta, previo parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza.
Gli artt. 14, 16 e 18 della legge regionale 12.8.74, n. 22 sono soppressi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
"Articolo 14 - Disposizione per assunzioni previste dalla legge regionale 12.8.1974, n. 22. Il secondo comma dell'art. 13 della legge regionale 12.8.74, n. 22 è sostituito dal seguente: 'al personale come sopra assunto verrà corrisposto, per la durata del contratto il trattamento economico iniziale previsto dalle tabelle vigenti per il personale di ruolo dello stesso livello, in proporzione all'impegno orario settimanale richiesto; la malattia non interrompe il rapporto di lavoro, nei limiti previsti dalla normativa vigente'.
Il quinto comma dell'art. 11 della legge regionale 12.8.74, n. 22 è sostituito dal seguente: 'i segretari particolari del Presidente della Giunta, del Vice Presidente della Giunta, degli Assessori, nonché del Presidente del Consiglio, dell'Ufficio di Presidenza, possono essere scelti tra i dipendenti regionali di livello funzionale non superiore al settimo.
Ai segretari particolari, scelti al di fuori dell'Amministrazione regionale spetta, per la durata dell'incarico, un compenso equivalente al trattamento economico iniziale del livello retributivo al quale l'interessato pu accedere in relazione al titolo di studio posseduto; la malattia non interrompe il rapporto di lavoro, nei limiti previsti dalla normativa vigente' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Orario di lavoro. In attesa che la materia di che trattasi venga diversamente disciplinata, l'orario di lavoro è di 37 ore e 1/2 settimanali divise in cinque giorni.
La ripartizione dell'orario nella giornata è stabilita, previa contrattazione con le organizzazioni sindacali, con deliberazione della Giunta regionale.
Con le stesse procedure vengono individuati gli uffici regionali e le posizioni di lavoro per le quali esigenze funzionali richiedono l'articolazione dell'orario di servizi in sei giorni settimanali anzich cinque.
Ogni periodo di servizio continuativo, cui sono addetti particolari posizioni di lavoro (custodi, centralinisti, turnisti) non può accedere anche in deroga dell'orario di servizio complessivo, di norma le sei ore lavorative.
L'Amministrazione accerta anche con sistemi meccanici o elettronici il rispetto dell'orario di lavoro; l'accertamento deve riguardare i dipendenti di tutti i livelli funzionali.
I due giorni di riposo settimanale, di regola, devono coincidere con il sabato e la domenica. Qualora al dipendente sia richiesto di prestare servizio in un giorno di riposo o festivo o non lavorativo, egli ha diritto di assentarsi dal lavoro nel giorno feriale successivo e di beneficiare della sola maggiorazione prevista per il lavoro straordinario.
L'art. 23 della legge regionale 12.8.1974, n. 22 è soppresso".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 15 è approvato.
"Articolo 16 - Prestazioni di lavoro straordinario. In relazione ad eccezionali ed indifferibili esigenze di servizio, il dipendente, su disposizione dell'Amministrazione, è tenuto a prestare la propria opera fuori del normale orario di lavoro entro il limite massimo individuale di 150 ore annue.
La Giunta regionale, con deliberazioni periodiche e previa ricerca di intesa sui criteri tramite opportuno confronto con le organizzazioni sindacali, può disporre in deroga al limite massimo individuale di cui al precedente comma, prestazioni di lavoro straordinario fino a 300 ore annue per particolari e definite funzioni o posizioni di lavoro.
Sono abrogati il penultimo e l'ultimo comma dell'art. 9, nonché gli ultimi commi degli artt. 10, 11, 12 della legge regionale 12.8.1974,n. 22".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 16 è approvato.
"Articolo 44 - Inquadramento nel settimo livello. Il personale in servizio alla data del 30 settembre 1978 appartenente alla qualifica funzionale di Istruttore di cui all'art. 4 della legge regionale 12.8.74 n. 22, e che in base alla tabella B risulti inquadrabile nel livello funzionale sesto, viene inquadrato, a decorrere dal 1 ottobre 78, nel livello funzionale settimo se in possesso di un'anzianità di servizio- non inferiore a tre anni. Il restante personale appartenente alla qualifica funzionale di Istruttore, in servizio alla data del 30 settembre 78, sarà inquadrato nel livello funzionale settimo al compimento della predetta anzianità; nel frattempo è inquadrato nel livello funzionale sesto".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n 1 Consigliere L'art. 44 è approvato.
"Articolo 46 - Concorso interno per titoli ed esami. La Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, bandisce - per la copertura dell'80% dei posti complessivamente disponibili in organico e nel limite della dotazione organica di ogni singolo livello messo a concorso - concorsi interni per titoli ed esami riservati al personale del ruolo regionale alla data dell'1.10.1978 inquadrato nei livelli di cui al precedente art. 2, in possesso alla data dell'1.10.1978 dei seguenti requisiti per l'attribuzione dei livelli regionali quarto, quinto, sesto e ottavo: a) appartenenza al livello regionale immediatamente inferiore a quello messo a concorso, unitamente al titolo di studio richiesto per l'accesso al livello di appartenenza ovvero b) appartenenza al livello regionale immediatamente sottostante quello indicato al punto a) unitamente al titolo di studio richiesto per l'accesso al livello messo a concorso.
Oltre ai requisiti di cui sopra i candidati dovranno possedere un'anzianità di servizio di almeno 1 anno.
In ogni caso, per l'applicazione del presente articolo le anzianità richieste si intendono maturate nelle qualifiche regionali di provenienza.
Per l'attribuzione del livello quinto è comunque richiesta la provenienza almeno dalla qualifica regionale di operatore specializzato.
Le prove d'esame, graduate a seconda dei livelli regionali da attribuire, consisteranno in prove scritte e orali oppure in prove orali e pratiche attitudinali.
Le modalità di valutazione dei titoli e le prove d'esame sono determinate nel bando di concorso.
Ai fini della valutazione dei titoli, l'eventuale svolgimento di funzioni superiori è riconosciuto con deliberazione della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio per il rispettivo personale sulla scorta degli atti d'ufficio.
Il numero dei posti da mettere a concorso per ogni livello viene individuato con il provvedimento di Giunta che indice il bando.
Le domande devono essere indirizzate al Presidente della Giunta regionale e pervenire entro e non oltre 20 giorni dalla data di esecutività delle deliberazioni di indizione dei concorsi interni; le domande sono sottoposte per l'ammissibilità alla Giunta regionale.
L'inquadramento nei livelli superiori viene disposto con deliberazione di Giunta ed ha effetto dalla data del relativo provvedimento.
Sono esclusi dalla partecipazione ai concorsi di cui al presente articolo, i dipendenti che partecipano ai concorsi per l'attribuzione al livello superiore di cui al successivo art. 48".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 46 è approvato.
"Articolo 47 - Commissione giudicatrice dei concorsi interni. La Commissione giudicatrice di ciascun concorso interno previsto dal precedente articolo è composta come segue: dal Presidente della Giunta o da un Assessore da lui delegato che la presiede da due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza ed uno di minoranza, designati dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale da tre esperti nelle materie oggetto d'esame da un rappresentante del personale scelto dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario dell'Amministrazione designato dalla Giunta".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 47 è approvato.
"Articolo 51 - Valutazione servizi. Ai soli fini dell'inquadramento nella nuova posizione giuridica ed economica dei dipendenti in servizio al 30.9.1978, secondo le procedure e le modalità stabilite dall'art. 49 della presente legge, il servizio non di ruolo di cui agli artt. 66 e 71 della legge regionale 12.8.1974, n. 22 e successive modifiche ed art. 2 della legge regionale 27.12.1977, n. 63 viene valutato come il servizio di ruolo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 51 è approvato.
"Articolo 53 - Inquadramento nel ruolo regionale del personale in posizione di comando presso la Regione ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 12.8.1974, n. 22, ovvero distaccato ai sensi dell'art. 8 legge regionale 4.6.1975, n. 41.
Il personale in posizione di comando, rispettivamente ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 12.8.1974, n. 22, ai sensi dell'art. 8 della legge regionale 4.6.1975, n. 41, alla data del 30.9.1978 ed in servizio presso la Regione alla data di entrata in vigore della presente legge, può essere inquadrato, a domanda, previo assenso dell'Amministrazione di provenienza, nel ruolo regionale, nei limiti delle dotazioni organiche di ciascun livello previste dall'art. 10 della legge regionale 'Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali Determinazione della dotazione organica del personale'.
L'inquadramento ha effetto dalla data di entrata in vigore della presente legge e viene disposto per il livello funzionale corrispondente a quello rivestito nell'Amministrazione di provenienza, in base alla tabella di corrispondenza allegato C).
La posizione economica individuale nel livello d'inquadramento è determinata sulla base della posizione economica spettante al dipendente alla data immediatamente precedente la decorrenza dell'inquadramento regionale secondo l'ordinamento di provenienza.
La posizione giuridica nel livello di inquadramento è quella dello scatto o classe della nuova progressione economica corrispondente alla posizione economica individuale come sopra determinata.
Ove non si riscontri coincidenza di importi, la posizione giuridica è quella dello scatto o classe immediatamente inferiore alla suddetta posizione economica.
E' escluso, comunque, dall'applicazione del presente articolo il personale in posizione di comando presso la Regione ai sensi dell'art. 19 della legge regionale 17.8.1974, n. 386 e dell' art. 6 della legge n.
349/77".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 53 è approvato.
"Articolo 56 - Concorsi pubblici in via di espletamento. I concorsi di ammissione all'impiego regionale, in corso di svolgimento, per i quali ha già avuto inizio l'iter per l'espletamento delle prove di esame alla data di entrata in vigore della presente legge, sono espletati con l'osservanza delle norme previste dalla legge regionale 12.8.74, n. 22.
I vincitori degli stessi saranno immessi nei livelli funzionali secondo il rapporto di corrispondenza seguente: II livello custode III livello operatore IV livello operatore specializzato V livello segretario Per i livelli sesto e settimo si tiene conto delle figure professionali secondo i criteri esposti nelle note esplicative della tabella B)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 56 è approvato.
"Articolo 59 - Disposizioni finanziarie. Agli oneri derivanti dall'applicazione degli artt. 39, 42, 46, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 56 e dell'articolo 40 della presente legge per l'anno finanziario 1978, valutati rispettivamente in 660 milioni e in 10 milioni, si provvede mediante una riduzione di 670 milioni in termini di competenza e di cassa del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, dei seguenti appositi capitoli: n. 201 - 'Somme da corrispondere al personale regionale per l'adeguamento delle retribuzioni al nuovo contratto nazionale relativamente al periodo 1° ottobre 1978 - 31 dicembre 1978' con lo stanziamento di 495 milioni in termini di competenza e di cassa n. 221 - 'Oneri riflessi a carico della Regione per il personale relativamente al periodo 1° ottobre - 31 dicembre 1978, in applicazione del nuovo contratto nazionale', con lo stanziamento di 165 milioni in termini di competenza e di cassa n. 261 - 'Somme da corrispondere al personale regionale per l'adeguamento dei compensi per il lavoro straordinario in applicazione del nuovo contratto nazionale relativamente al periodo 1° ottobre 1978 - 31 dicembre 1978' e con lo stanziamento di 10 milioni in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri derivanti dall'applicazione degli artt. 39, 42, 46, 48, 49 50, 51, 52, 53 e 56 e dell'art. 40 della presente legge per l'anno finanziario 1979, valutati rispettivamente in 2.635 milioni e in 35 milioni, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12.500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e mediante l'iscrizione, in termini di competenza e di cassa, delle somme di 2.110 milioni, di 525 milioni e di 35 milioni, rispettivamente ai capitoli n. 200, n. 220 e n. 260 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1980 e successivi le somme di cui al precedente comma saranno iscritte in aumento agli stanziamenti dei corrispondenti capitoli dei rispettivi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 45 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 59 è approvato.
La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.



MARCHINI Sergio

Voto a favore e giustifico la mia contraddizione. Mi pare opportuno che almeno questo argomento ottenga l'unanimità. Peraltro le argomentazioni dell'Assessore mi hanno convinto.
Siccome sono stato tirato per le orecchie in sede di dichiarazione di voto, dicendo che non sono entrato nel merito, ricordo che la grossa differenza tra la nostra posizione sul problema del personale e quella della Giunta era sul punto dove auspicavo che la legge sulle strutture prevedesse un massimo di alti livelli per garantire quel tanto di mobilità e di crescita del personale nell'ambito delle nostre possibilità e decisioni. Questo era stato lo scontro con il Consigliere Ferrero che gli aveva fatto dire che la mia visione di una burocrazia che deve essere capace, qualificata e ben pagata era un concetto vicino all'autoritarismo francese. Procedendo con questo sistema non si cambia molto, si riduce soltanto il numero del personale addetto e certamente non si arriva a qualificare il personale al punto da evitare consulenze per 65 milioni per un progetto di formazione dei piani comprensoriali e una consulenza di 41 milioni per una pubblicazione relativa a una indagine esemplificativa sugli insediamenti di edifici rurali singoli o accorpati, il che è esattamente l'indennità di un Consigliere in cinque anni di attività.
Quindi la legge regionale non rimedia a questo e, purtroppo, non pu rimediare neanche la pur elastica ed intelligente modifica proposta dal Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto. Possiamo passare alla votazione sull'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 46 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Richiesta di esame della legge rinviata dal Governo: "Istituzione del fondo regionale per lo sviluppo dei gemellaggi del Consiglio dei Comuni d'Europa nell'ambito della CEE e del Consiglio d'Europa" (rinvio)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è stato consegnato il materiale relativo alla variazione al bilancio con l'impegno di approvarla nella seduta di oggi o di domani. Propongo di continuare i nostri lavori prendendo in esame questo progetto di legge.
Vi sono obiezioni a questa procedura? La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Nell'ordine del giorno è iscritta prima la legge rinviata dal Commissario del Governo sui gemellaggi e, a nome del Gruppo socialista chiedo di discuterla ora.



PRESIDENTE

Vorrei sapere dall'Assessore Simonelli se è stata risolta la questione del reperimento dei fondi per finanziare la legge sui gemellaggi.
La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e alla programmazione

Il finanziamento potrebbe essere disposto a partire dall'anno 1980 in quanto il finanziamento del 1979 non potrebbe tecnicamente essere speso entro il 31 dicembre e creerebbe un residuo passivo.



CALSOLARO Corrado

La proposta dell'Assessore è giustissima. Occorre modificare l'art. 2 e, in questo senso, presenterò un emendamento.



PRESIDENTE

Nel frattempo possiamo incominciare l'esame della "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1979".


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 468: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1979"


PRESIDENTE

Esame del progetto di legge n. 468: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1979".
La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la legge di variazione che viene presentata è un consueto documento di fine anno che in base alla legge di contabilità regionale non può essere discusso e votato dopo il 30 novembre. Secondo la prassi ormai consolidata, gli Enti locali predispongono in questo modo l'ultimo assestamento del loro documento contabile, che in una certa misura anticipa i risultati della gestione.
Le variazioni in questione comportano complessivamente un aumento di L.
377 miliardi circa in termini di competenza e di L. 27 miliardi circa in termini di cassa.
Come si evidenzia dalla relazione della Giunta regionale, è stato necessario prevedere, tanto nell'entrata quanto nella spesa, una notevole somma, pari a 500 miliardi, relativa alle risorse depositate presso la Tesoreria centrale, per consentire agevolmente l'introito delle somme stesse da parte del tesoriere regionale. Tale somma perciò non rappresenta una risorsa aggiuntiva, ma consegue ad una esigenza tecnico- contabile e costituisce quindi una duplicazione rispetto agli stanziamenti relativi ai singoli capitoli del bilancio (questo è evidente soprattutto a fine gestione).
Le variazioni maggiori dell'entrata riguardano soprattutto i fondi statali a destinazione vincolata, ed in particolare gli incrementi del fondo per il programma regionale di sviluppo, ex art. 9, legge 281, e il recupero di 20 miliardi erogati alle Province, che saranno invece finanziati con il fondo sanitario nazionale.
Le variazioni in diminuzione riguardano, in base ai conteggi ora disponibili, le assegnazioni provenienti del riparto dal fondo sanitario nazionale (meno 126 miliardi circa) e il provento dei mutui a pareggio (meno 25 miliardi circa). Quest'ultima variazione evidenzia come nel corso del 1979 la gestione del bilancio, sotto il profilo strettamente finanziario, abbia consentito di alleggerire l'onere inizialmente previsto: il meccanismo dei mutui a ripiano si ripropone comunque nel bilancio 1980.
Per quanto concerne la spesa, la variazione riguarda innanzitutto gli aumenti di alcuni capitoli della gestione, che sono motivati essenzialmente dagli incrementi intervenuti nei costi dei beni e dei servizi, oltre che dall'ampliarsi dell' attività della Regione. Questi incrementi di spesa rappresentano pertanto l'aspetto finanziario di un maggior peso nella comunità e di una maggior presenza politica.
Tra le spese comprese nelle aree d'intervento, vanno segnalati incrementi nei capitoli dell' agricoltura (anche in conseguenza dello slittamento di fondi dal bilancio 1978) e soprattutto i contributi e le annualità relative ad opere pubbliche finanziate con la legge regionale n.
28. In proposito vengono iscritti numerosi capitoli di nuova istituzione in conseguenza dell' inoltro da parte della Cassa depositi e prestiti dei ruoli relativi al 1978 e al 1979, che testimoniano l'avvio ormai consistente delle opere di competenze comunale finanziate dalla Regione.
Un intervento di particolare rilievo, anche per le sue dimensioni e purtroppo ormai ricorrente, è quello relativo agli interventi urgenti nelle zone soggette alle recenti alluvioni. A tal proposito, il bilancio stanzia al capitolo 9300 la cifra di L. 10 miliardi. Si spera però in un provvedimento legislativo nazionale che consenta, almeno in parte, il recupero di tale intervento.
La legge di variazione iscrive infine la somma di L. 3 miliardi relativa agli interventi straordinari per sostenere i maggiori costi di riscaldamento per le famiglie bisognose, come conseguenza della recente approvazione del relativo disegno di legge da parte del Consiglio regionale.
Ho inteso soffermarmi soltanto sugli aspetti più pregnanti di questa variazione, che per il resto presenta elementi di carattere specificatamente più tecnico e contabile. Non ritengo neppure di dilungarmi ulteriormente sulle linee generali della politica di spesa, sulle quali il Consiglio si è confrontato soprattutto in occasione della legge di assestamento, e sulle quali il confronto continuerà in occasione della prossima discussione sul bilancio di previsione del 1980.
Un'ultima considerazione merita di essere fatta, relativamente al rapporto, evidentemente non sempre facile, della Regione con il Governo più in generale dell'incertezza sul quadro nazionale di riferimento: il fatto che solo a fine esercizio si conoscano le cifre relative a importanti quote dei fondi di cui è destinataria la Regione, rende evidentemente più complessa la gestione della spesa regionale e rischia di vanificare il processo di programmazione, proprio mentre l'aggravarsi della situazione economica ne rende più evidenti l'utilità e l'urgenza.
Per i motivi su esposti, si invita il Consiglio regionale ad esprimere parere favorevole al disegno di legge in esame, approvato a maggioranza dalla I Commissione.



BELLOMO EMILIO



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, ci troviamo di fronte alle variazioni al bilancio che intervengono solitamente in questa stagione.
Il Consigliere Dadone nella sua relazione ha rilevato che lo Stato non dà notizie certe e che di conseguenza non possono essere messe in bilancio cifre certe. Se lo Stato così si comporta, la Regione non si comporta in maniera diversa dal momento che alle due variazioni presentate in Commissione si aggiungono alcuni emendamenti che in realtà sono variazioni alle variazioni, tutte intervenute nel giro di quindici giorni. Come si pu in questa situazione fare dei rimproveri allo Stato dal momento che anche noi non siamo indenni da critiche? Non ci è nemmeno consentito di entrare nel merito della spesa, sia perché la relazione è molto scarna, sia perché manca la documentazione a sostegno delle variazioni.
Rileviamo delle artificiosità di carattere contabile, come riduzione di mutui a pareggio, e aumento di due mila miliardi nelle spese della Regione forse giustificato dall'aumento dei costi, ma certo non lontano dal discorso che abbiamo fatto ieri sulle spese di gestione nelle quali ci chiediamo se non rientrano anche quelle di carattere elettorale, libri e pubblicazioni. Inoltre non ci è consentito di leggere con chiarezza la differenza che esiste fra gli scorrimenti di annualità di spesa e i nuovi interventi. Abbiamo in diminuzione la spesa del metanodotto. Quali sono le cause? Non esiste un accordo con lo SNAM? Per gli insediamenti industriali e artigianali abbiamo 400 milioni in meno sulla legge 50 e 500 sulla legge n. 21, quindi, anche in questo caso, si tratta di opere che non si è potuto iniziare. Vorrei una spiegazione a tutto questo. E' vero che si tratta di variazioni tecniche, ma anche delle variazioni tecniche ci debbono essere date le spiegazioni perché alcune di esse, in realtà, possono avere un contenuto politico.
Rileviamo poi che vi sono aumenti nel turismo per quanto riguarda le spese di carattere propagandistico, non abbiamo invece aumento di spesa per quanto riguarda gli investimenti strutturali. Le spese per fiere e mercati continuano ad aumentare e questo, sul piano politico, ci lascia perplessi.
In sostanza, si tratta di una variazione ad un bilancio al quale avevamo dato voto negativo e queste variazioni non sono tali da farci cambiare parere, quindi dichiariamo il voto contrario del Gruppo repubblicano.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

La variazione di bilancio, che avviene verso il termine utile consentito dalla legge per tale operazione, in genere non presenta elementi tali da indulgere a valutazioni e considerazioni di ordine generale e politico, e diciamo per fortuna che non presenta questi elementi, perch l'atmosfera nella quale discutiamo questo importante disegno di legge (tutti i disegni di legge in materia finanziaria e quindi legati alla programmazione sono importanti) non è delle più consolanti; pare che vi sia per le assenze e per il disinteresse una certa assuefazione a certi argomenti.
E' un atto con il quale si registrano i movimenti contabili intercorsi tra la legge di assestamento e l'attuale ed è altresì un atto con il quale si apportano quegli aggiustamenti che sono volti ad alleggerire la diversità tra la previsione ed il provvedimento attuativo in modo da attutire il fenomeno dei residui passivi sul quale poi in sede di rendiconto tutti ci affanniamo a discutere per presentarlo in una luce o nell'altra.
Per la maggior parte anche questa variazione presenta le caratteristiche tipiche di una variazione di fine anno, e sulle variazioni di un'infinità di capitoli in più o in meno, quasi tutte necessitate, vi è poco da dire.
Vi sono invece delle variazioni che sono pure esse necessitate, ma sulle quali però un ragionamento chiarificatore, un intervento politico si imporrebbe per capire, per esempio, quale diversa impostazione nel settore comporta l'erogazione di 126 miliardi in meno del fondo sanitario (capitolo 830 dell'entrata) o quali interventi in più si possono affrontare con 5 miliardi e mezzo in aumento che provengono ai sensi dell'art. 9 della legge finanziaria per il programma regionale di sviluppo (capitoli 200/205 dell'entrata): sono due voci che certo vanno registrate perché sono un riferimento ad un corrispettivo di un dato contabile nazionale, ma non possono essere registrate così meccanicamente.
Devo rilevare che anche questo provvedimento finanziario, purtroppo come tanti altri che lo hanno preceduto, segue un corso frettoloso, non approfondito e a noi non resta che rammaricarci, come faceva poco fa la dottoressa Castagnone Vaccarino, per il poco spazio, per il mancato approfondimento che a questi argomenti, forse tutti assieme, si dà; è evidente però che la delega, che la Giunta sotto i più svariati motivi, per lo più sotto il motivo dell'urgenza, ha finito di avere in questi anni in materia di bilancio, è stata troppo ampia. E le discussioni relative seppur sollecitate dagli interventi dei Gruppi di opposizione, non hanno avuto quell'ampiezza e quel confronto che gli argomenti finanziari, che non sono argomenti finanziari tecnici, ma che hanno tutto un sottofondo di volontà politica e di programmazione, richiedono.
Ancora due osservazioni su alcuni aspetti della variazione.
Nel proporre, al capitolo 2790 dell'entrata, l'iscrizione, sia come competenza che come cassa, di 500 miliardi, la Giunta rompe gli indugi e scrive: "In effetti rappresenta una duplicazione delle previsioni medesime ma solo attraverso questa rettifica di carattere tecnico, sarà possibile l'introito nella Tesoreria regionale delle somme in deposito a Roma".
Quando nella discussione del bilancio 1979, il sottoscritto avanzò per la prima volta l'osservazione per riportare l'entità del bilancio nei suoi esatti confini, per sapere quali erano le cifre esatte ed effettive di cui disponevamo, si contrastò la tesi e con varie dichiarazioni si cercò di dimostrarne l'infondatezza (anche sulla stampa si ebbero dei riflessi che dimostravano come qualcuno non avesse chiaramente capito e quel qualcuno sarebbe il sottoscritto che era intervenuto sull'argomento).
Prendo atto oggi della conversione che la Giunta fa.
La seconda osservazione non è nuova. Tutti i capitoli che consentono interventi a pioggia e clientelari (è un'affermazione che viene sovente rivolta al mio partito e in questo caso mi pare di doverla allargare) sono in questo, come nei precedenti documenti finanziari aumentati. Ho segnato tutta una serie di capitoli che voi conoscete benissimo, alcuni già richiamati dalla dottoressa Castagnone Vaccarino, dei quali ho tutta la progressione (ho preso soltanto la progressione del 1979, ma potrei prendere la progressione dal 1975/76 in avanti e vi risparmio queste cifre.
Conoscete benissimo le nostre argomentazioni in proposito). Sottolineiamo il fatto, senza chiedere maggiore attenzione e riduzione, tanto sappiamo che non avverrà, che si continuerà così, in ossequio a una certa politica dispensatrice in corso da tempo. Una politica da buona e benefica fata che noi non condividiamo e che ci pare doveroso in ogni occasione contrastare.
Il Presidente della Giunta, discutendo i precedenti disegni di legge, ha detto che la Giunta in questa fase finale di legislatura, non vorrà caratterizzarsi per una messe di proposte, di disegni di legge di carattere clientelare, che non pagano. Noi ci auguriamo che anche la Giunta non voglia caratterizzarsi in questa fase finale della legislatura nell'erogazione di contributi che attengono la loro fonte di origine in questi capitoli che però vediamo sempre rimpinguati.
Ci auguriamo che il prossimo esame del bilancio del 1980 avvenga in termini temporali ampi e che ci si consenta un documentato confronto su tutta la politica regionale. Crediamo che l'occasione della discussione del bilancio 1980 sia l'ultima globale occasione di questa legislatura un'occasione sulla quale tutte le forze politiche hanno il dovere di misurarsi e nel tempo stesso la responsabilità di non sottrarsi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il mio intervento sarà brevissimo.
Abbiamo votato contro al bilancio preventivo, con motivazione che ci sembravano pertinenti. Ora questa variazione al bilancio a noi non dice nulla di particolare. Noi siamo convinti che il bilancio, cosi com'era impostato, non andava bene; questi cambiamenti non hanno alcuna rilevanza.
Pertanto il nostro Gruppo si astiene dal voto.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con la variazione di bilancio che la Giunta propone, si verifica una complessiva diminuzione delle risorse a disposizione della Regione. Infatti non si può considerare entrata regionale la somma di 500 miliardi di assegnazioni statali reintroitate dalla Tesoreria centrale, per essere depositata presso la Tesoreria regionale.
Si tratta di un meccanismo contabile (iscrizione in entrata e in uscita) del quale non si può fare a meno per il passaggio della somma alla nostra Tesoreria, ma che in realtà si risolve in una duplicazione della previsione di bilancio.
La diminuzione delle risorse regionali è invece essenzialmente dovuta alla riduzione di 126 miliardi nella previsione della quota di riparto del fondo sanitario nazionale, conseguente alla legge 300/1979 sul finanziamento della spesa degli Enti locali per il servizio sanitario quota di cui non si conosce ancora l'effettivo ammontare - lo diceva l'Assessore Simonelli in Commissione.
Infatti, la particolare natura del fondo sanitario nazionale fa sì che la quota di riparto presenta caratteristiche contabili analoghe a quelle delle partite di giro, per cui viene iscritta per un eguale ammontare sia nello stato di previsione delle entrate che in quello della spesa. Sempre ai sensi della legge 300, la variazione di bilancio registra una maggiore entrata di 20 miliardi, che sono conseguenti al recupero dalle Province di somme erogate dalla Regione prima dell'entrata in vigore della legge stessa. Vista in quest'ottica, la variazione di bilancio presenta due caratteristiche principali: la diminuzione complessiva di 117 miliardi delle risorse e la limitatezza della sua portata, ove si prescinda dalla diminuzione delle risorse destinate all'esercizio della funzione sanitaria in quanto le maggiori entrate da impiegare nelle cinque aree di intervento ammontano solamente a 10.718 milioni.
Le risorse regionali, se non sbaglio tutto il ragionamento, avevano già subito una prima riduzione di 24 miliardi, in sede di previsione iniziale del bilancio, in conseguenza della legge 843/78, che trasferisce ai Comuni alcune funzioni in materia di assistenza sociale e scolastica, ma data la complessità del bilancio, non si è potuto valutare appieno la portata.
La nuova riduzione, invece, lascia intravedere un disegno politico preordinato dal potere centrale, per limitare sempre più la capacità funzionale ed economica dell'attività delle Regioni. Non è chi non veda infatti, come questa politica, unita a quella ormai largamente adottata delle assegnazioni di risorse a destinazione vincolata, conduca inesorabilmente ad una perdita di autonomia della Regione, e cioè ad una limitazione di quel potere decisionale che tuttavia ha consentito una sorta di politica di programmazione. E' un discorso che abbiamo già fatto cento volte e sul quale, certamente, non ritornerò oggi, avendo, capito ormai che è un discorso che non cammina, che non conquista, che non macina decisioni concrete.
I 10.918 milioni di maggiori risorse da ripartire tra le aree di intervento, sono evidentemente il risultato algebrico di maggiori e minori entrate.
Data la prevalente caratteristica di finanza a destinazione vincolata assunta dalla finanza regionale, necessariamente i capitoli più interessati alle variazioni, sono proprio quelli relativi alle assegnazioni statali a destinazione vincolata. Infatti sono interessati a questa logica ben 8494 milioni, sempreché non abbia letto male le tabelle fornite dalla Giunta.
Tra le maggiori entrate senza vincolo di destinazione, non si possono trascurare i 2500 milioni di proventi della tassa di concessione regionale per l'abilitazione all'esercizio venatorio di cui alla legge 58 recentemente approvata. Una variazione in diminuzione delle entrate è quella relativa ai mutui a pareggio del bilancio, conseguente ad una serie di variazioni in diminuzione delle spese, in relazione alla possibilità di erogazione di somme già stanziate.
Ancora una volta, mi pare di poter dire, che la gestione del bilancio 1979, consente un minor indebitamento, non come conseguenza di maggiori entrate, bensì come conseguenza di spese non effettuate o che vengono rinviate all'esercizio successivo: il tutto pone una necessità di riflessione sulle capacità di spesa della Regione e soprattutto sulla possibilità di attuazione del Piano di sviluppo, specie nei confronti dei Comuni e degli altri Enti locali, in quanto proprio di contributi a favore di questi Enti si parla, quando si tratta di spese che vengono trasferite all'esercizio successivo. In sostanza si mette in discussione la politica di programmazione stessa, da parte della Regione, quando si tenga conto che da parte del potere centrale si è operato, e si opera, per rivitalizzare con alcuni provvedimenti legislativi di carattere finanziario, e l'instaurazione di rapporti diretti tra Stato e Comuni, la centralità dei Comuni, che può avere come conseguenza il risveglio di certi municipalismi che invece, da tempo, paiono sopiti. Alludo, per esempio, all'offerta diretta fatta dalla Cassa Depositi e Prestiti dei mezzi finanziari occorrenti per realizzare opere pubbliche, ritenute necessarie e urgenti fuori da un quadro programmatorio, e magari, senza volerlo, a svantaggio di Comuni piccoli.
In proposito, occorre per altro aggiungere che, accanto ai capitoli che "slittano", la legge di variazione prevede anche l'iscrizione di parecchi capitoli nuovi, relativi a contributi e annualità a favore degli Enti locali per opere pubbliche. In pratica, è successo che la Cassa Depositi e Prestiti ha inviato alla Regione il ruolo del mutui relativo al 1978 e 1979 solo nei giorni scorsi: questo vuol dire che molte opere parevano ferme - e si traducevano in residui passivi - in realtà, invece, erano partite, il mutuo era stato fatto, ma noi non lo sapevamo ancora, perché la Cassa Depositi e Prestiti non ci aveva chiesto il pagamento degli interessi.
Ci sarebbe una serie di considerazioni da fare a proposito della variazione che riguarda la spesa, ma altri l'hanno già fatte e l'Assessore replicherà puntualmente, come è uso fare.
Mi pare tuttavia che non si possano trascurare alcune cifre significative, come, per esempio, i 10 miliardi che vengono stanziati a favore delle zone colpite dalle calamità alluvionali ed i 3 miliardi autorizzati dalla legge per interventi straordinari a favore di cittadini con reddito insufficiente, per affrontare il caro riscaldamento. Sono provvedimenti di un certo segno che caratterizzano questa Amministrazione e che produrranno effetti concreti negli strati più bisognosi della collettività piemontese.
Questa variazione di bilancio consente infine di verificare lo sforzo dell'Amministrazione diretto a mantenere inalterati tutti gli obiettivi del Piano di sviluppo.
Non va sottovalutata, peraltro, e non ci fa velo dichiararlo, la difficoltà che la Regione incontra nei rapporti con gli Enti locali sul piano della programmazione. Difficoltà che certamente verranno superate in diretto rapporto all'accentuarsi dell'attività operativa e di coordinamento dei Comprensori consapevoli e sensibili sulle problematiche locali.
Questa per noi resta la strada maestra da percorrere, che del resto è la strada a suo tempo intrapresa.
Con questa certezza, il Gruppo socialista vota la variazione di bilancio nel segno positivo.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il collega Paganelli ha sollecitato al Consiglio la questione dell'esame serio che dovrà essere fatto sul futuro bilancio e io la ripropongo in termini interrogativi. Leggo quanto è stato scritto a questo proposito: "Quale ruolo finiranno per giocare le Regioni nel sistema istituzionale italiano? Saranno Enti per svolgere raccordi tecnici tra gli apparati statali responsabili dei programmi di settore e gli Enti locali responsabili della concreta amministrazione attiva, oppure saranno Enti programmatori politici dell'amministrazione locale in armonia con gli indirizzi della programmazione nazionale?".
Dal modo in cui queste due questioni avranno una risposta sarà possibile esaminare i futuri bilanci.
La variazione al bilancio la vedo nell'ottica attuale delle prospettive della Regione, ossia di una sempre maggiore rigidità, di una maggiore dimensione tecnica per essere, nell'ambito della rigidità, esecutori di programmi di settore decisi da importanti comitati che decidono tutto e che decidono che cosa devono fare le Regioni. L'operare in modo autonomo o come raccordo con la programmazione nazionale (che non c'é) sarà il punto nevralgico di una situazione che diventa sempre più preoccupante. Ben vengano allora quelle variazioni di bilancio che indicano che certe opere sono iniziate, che alcuni mutui sono operanti, che gli interventi in agricoltura si sviluppano, non solo quelli di finanza derivata, ma anche quelli di finanza regionale.
E' vero che aumentano le spese correnti per ricerche e studi. Sono iniziative necessarie per far fronte alla carenza di personale che a fatica riesce a svolgere il lavoro normale e che non sarebbe in grado di elaborare rapidamente dei documenti analitici.
A mio modo di vedere, la Regione assume la dimensione di un Ente sempre più impegnato sul piano culturale e sociale e in molteplici attività.
Questi sono essenzialmente gli aspetti che ricavo da queste variazioni al bilancio.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola all'Assessore Simonelli per la replica.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e alla programmazione

Intanto desidero replicare alle ultime osservazioni del Consigliere Rossi che sono un anticipo dei problemi che dovremo esaminare in occasione del bilancio di previsione 1980. Alla fine della seconda legislatura possiamo fare una verifica su quanto è cambiato negli ultimi cinque anni e sul modo in cui le Regioni si presentano all'appuntamento della terza legislatura. E' un'epoca in cui i problemi istituzionali si incontrano con i problemi finanziari e possiamo verificare la fondatezza di quanto diceva il Consigliere Rossi: le Regioni hanno visto aumentare considerevolmente la loro capacità di spesa, ma non hanno visto aumentare la loro capacità di determinare autonomamente la spesa, per cui sarà tanto se il 30% delle risorse messe in movimento dal bilancio potrà essere considerato come spesa propria della Regione.
E' stato fatto un rilievo: "aumentano le spese correnti. Si tratta di spese elettorali? ". Se si vanno a vedere gli stanziamenti e i capitoli di spesa corrente, ci si accorge che si tratta per un verso di una rapida e incontrollabile crescita dei costi per l'approvvigionamento dei prodotti di economato e, per l'altro verso, si tratta di un'attività maggiore della Regione: convegni, pubblicazioni, manifestazioni non possono essere considerate spese elettorali, ma occasioni di presenza della Regione. Se vogliamo usare una parola, che mi pare si attagli al caso, la Regione è "obbligata" ad essere più presente, proprio in virtù dei compiti nuovi che via via si trova a gestire.
Vi sono poi alcuni elementi che, pur all'interno di una variazione prevalentemente tecnica e necessitata, meritano di essere sottolineati e li richiamo brevemente: l'istituzione di nuovi capitoli relativi a contributi e ad annualità che significano l'inizio delle opere corrispondenti. Nel mese di giugno, quando si predispose l'assestamento di bilancio, non eravamo in grado di valutare quali e quante opere pubbliche e di competenza comunale erano iniziate (possiamo saperlo soltanto quando riceviamo i ruoli della Cassa Depositi e Prestiti con l'indicazione degli importi da pagare).
Sono arrivati negli ultimi tempi i ruoli '78 e '79, quindi abbiamo la possibilità di apporre a bilancio le spese corrispondenti.
Il fatto che la spesa relativa al metanodotto di Mondovì è stata mandata ad economia nel bilancio 1979 non significa che rinunciamo all'opera, anzi, le trattative con la Società sono avviate a tal punto che si prevede di poter firmare la convenzione entro il mese di dicembre e di dare inizio alle opere con il 1980. Il bilancio di previsione del 1980 dovrà contenere l'intero intervento.
Al Consigliere Paganelli vorrei dire che gli effetti delle somme e delle variazioni più significative sul bilancio 1979, in più o in meno, non sono molto significativi nel senso che il minor introito dal fondo ospedaliero era stato cautelativamente previsto dagli uffici (quindi si traduce in un minor esborso agli ospedali), pertanto, più o meno, le cifre sono uguali, i 5 miliardi in più derivanti dal fondo per il piano regionale di sviluppo erano quattrini dovuti per le spese accollate alle Regioni con il DPR 616, quindi riguardano una spesa che la Regione sosteneva; che aveva già finanziato non imputandola all'art. 9.
Un'ultima considerazione per quanto riguarda i 500 miliardi inseriti in entrata e in spesa e che costituiscono duplicazioni; le considerazioni che faceva il collega Paganelli sono vere, con una precisazione, però, e cioè che a fine esercizio costituiscono una duplicazione per intero, mentre all'inizio dell'esercizio costituiscono una duplicazione parziale.
Il Consigliere Rossi ha toccato un problema reale, cioè quello della scarsità del personale. L'approvazione della legge sulle strutture consentirà nei prossimi mesi di adeguare l'organico del personale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1979 sono introdotte le variazioni di cui alla Tabella A), annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1979 sono introdotte le variazioni di cui alla Tabella B), annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - L'ammontare dei mutui autorizzati con la legge regionale 31 agosto 1979, n. 53, è ridotto di L.25.220.344.030".
E' stato presentato dalla Giunta regionale il seguente emendamento: sostituire l'ultima cifra con "L. 23.340.344.030".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - In attuazione della legge regionale 4 settembre 1979, n.
58, nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1979 è istituito il capitolo n. 55 con la denominazione 'Tassa di concessione regionale per l'abilitazione all'esercizio venatorio' e con lo stanziamento di L. 2.500.000.000 in termini di competenza e di cassa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. ..4 è approvato.
"Articolo 5 - Il capitolo denominato 'Recupero di assegni e di oneri riflessi corrisposti dalla Regione al personale comandato in servizio presso Enti di emanazione regionale e presso Enti pubblici' dello stato di previsione dell' entrata del bilancio per l'anno finanziario 1979, assume il numero 2430, anziché il numero 3430".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - La denominazione del capitolo n. 7400 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1979, è modificata in 'Annualità di spesa da erogare in corrispondenza a contributi costanti trentacinquennali precedentemente assegnati a Comuni, loro Consorzi e Comunità montane nella spesa per la costruzione, la ricostruzione, l'ampliamento ed il potenziamento degli acquedotti delle fognature, compresi gli impianti di depurazione' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7-- La denominazione del capitolo n. 10230 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, è modificata in 'Annualità pregresse da erogare in corrispondenza a contributi costanti trentacinquennali, per la costruzione, da parte di Province, Comuni o loro Consorzi, nonché da parte di istituzioni di assistenza, di opere per l'istruzione e per l'educazione dell'infanzia nonché di opere per il soggiorno di invalidi ed anziani bisognosi' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - La denominazione del capitolo n. 11070 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, è modificata in 'Contributi costanti trentacinquennali ad Enti ospedalieri per la costruzione, l'ampliamento od il completamento di opere sanitarie ospedaliere' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - La denominazione del capitolo 11120 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 è modificata in 'Contributi costanti trentacinquennali per la costruzione di cimiteri nonché di opere igienico-sanitarie (ambulatori, mattatoi, lavatoi, bagni pubblici, ecc.) di interesse di Enti locali o di loro Consorzi' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - La previsione in termini di cassa del capitolo n. 7800 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1979, approvato con la legge regionale 31 agosto 1979, n. 53, ammonta a L.
4.500.000.000, anziché a L. 4.500.022.000".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - La decorrenza dei limiti d'impegno per 1.700 milioni 150 milioni, 2.800 milioni, 900 milioni, 2.000 milioni, 2.000 milioni, 700 milioni, 1.397.246.958 e 400 milioni, iscritti rispettivamente ai capitoli numero 6070, 6220, 7440, 7540, 9320, 9330, 10250, 11090 e 11130 è trasferita all'esercizio finanziario 1980 per il rispettivo intero ammontare che sarà iscritto nel bilancio per l'anno finanziario medesimo.
Gli impegni di spesa stabiliti sullo stanziamento dei capitoli di cui al precedente comma, mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento delle rispettive decorrenze e scadenze".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presentite votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
Chiede la parola la dottoressa Castagnone Vaccarino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Una brevissima dichiarazione di voto che è la conseguenza di una dimenticanza.
Abbiamo una variazione del contributo all' IPLA dovuta al mancato trapasso alla Regione. Presso l'Istituto continua ad esserci un regime commissariale. Dato che i regimi commissariali non sono favorevoli alla buona gestione, prego la Giunta di provvedere al più presto perché tale gestione cessi



PRESIDENTE

Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La questione della gestione commissariale presso l'IPLA non spetta alla Giunta regionale, ma al Consiglio che deve nominare i rappresentanti. Se però il Consiglio ritiene che la Giunta debba sobbarcarsi anche questo onere, che la Giunta ha sempre rifiutato salvo nei casi previsti dalla legge, la Giunta è pronta a farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La questione dell'IPLA è stata posta personalmente da me nella riunione dei Capigruppo due settimane fa e, in quella sede, si era proposta un'ipotesi di ripartizione.
Per chiudere la questione è necessaria la presenza del Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il nodo della vicenda è quello di trovare un nome di prestigio che non sia legato alle vecchie forme di lottizzazione politica, che abbiamo sempre condannato.



PRESIDENTE

I Capigruppo nella prossima riunione esamineranno la questione.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere Il progetto di legge n. 468 "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1979" è approvato.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame legge rinviata dal Governo: "Istituzione del fondo regionale per lo sviluppo dei gemellaggi del Consiglio dei Comuni d'Europa nell'ambito della CEE e del Consiglio d'Europa" (seguito)


PRESIDENTE

Se nessuno chiede di intervenire, possiamo procedere all'esame dell' articolato della legge rinviata dal Governo "Istituzione del fondo regionale per lo sviluppo dei gemellaggi del Consiglio dei Comuni d'Europa nell'ambito della CEE e del Consiglio d'Europa.
Articolo 1 - Finalità. La Regione Piemonte promuove, con la presente legge, le iniziative degli Enti locali per lo sviluppo dei gemellaggi, al fine di facilitare il formarsi di rapporti con i Paesi membri della Comunità Economica Europea (CEE) a livello di base e delle varie articolazioni della società nel quadro di una generale mobilitazione dei cittadini in vista della costruzione dell'unità europea".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
L'art. 2 è presentato in un nuovo testo: "Articolo 2 - Procedura. I Comuni della Regione con popolazione non superiore a 20.000 abitanti che intendono gemellarsi con Comuni degli Stati appartenenti alla Comunità Europa (CEE), qualora intendano avvalersi della presente legge, ne danno comunicazione: a) al Presidente della Giunta regionale b) alla Segreteria generale della Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa (AICCE) c) alla Federazione regionale piemontese dell'AICCE.
Alla comunicazione devono essere allegati: 1) la copia della deliberazione del Consiglio comunale con l'indicazione del Comune o dei Comuni prescelti 2) la relazione sul programma delle attività previste 3) il bilancio preventivo dettagliato delle spese occorrenti.
La Segreteria generale dell'AICCE e la Federazione regionale piemontese dell'AICCE esprimono, entro venti giorni dal ricevimento della comunicazione, il loro parere sull'iniziativa, corredandolo di eventuali suggerimenti ed osservazioni. Il parere è trasmesso al Presidente della Giunta regionale e al Comune interessato.
Il Presidente della Giunta regionale, visti i pareri di cui al comma precedente, sentita la Commissione di cui all'art. 6, delibera, entro 60 giorni dalla data della presentazione della domanda, e determina l'ammontare della spesa ritenuta ammissibile e del contributo relativo per ogni domanda".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Contributi. L'ammontare del contributo è determinato in relazione all'importanza dell'iniziativa; al carattere bilaterale o multilaterale del gemellaggio; alla situazione demografica, geografica sociale e finanziaria degli Enti locali interessati".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Comuni associati e Comunità montane. La procedura e i contributi previsti dai precedenti articoli 2 e 3 si applicano anche ai Comuni associati e alle Comunità montane".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gemellaggi esistenti. I Comuni che hanno realizzato anteriormente all' entrata in vigore della presente legge, gemellaggi con i Comuni di cui al primo comma dell'art. 1, possono accedere, secondo le procedure previste dall'art. 2, alle provvidenze di cui alla presente legge, sia per sviluppare i rapporti di gemellaggio già stabiliti sia per nuove iniziative di gemellaggio" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Commissione consiliare per i gemellaggi. E' istituita una Commissione consiliare per i gemellaggi composta da otto Consiglieri, e presieduta dal Presidente del Consiglio regionale, per esprimere il parere sulle iniziative di cui all'art. 1 e le relative determinazioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Anche l'art. 7 è in una nuova veste.
"Articolo 7 - Impegno della spesa. Alla spesa derivante dall'attuazione della presente legge, valutata per l'anno finanziario 1980 in L. 50 milioni, si fa fronte con la disponibilità iscritta al capitolo n. 60 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
L'Ufficio di Presidenza, nell'ambito di tale capitolo, predispone annualmente apposita previsione di spesa per i contributi previsti dai precedenti artt. 2, 3, 4 e 5".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Dichiarazione d'urgenza. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 sesto comma, dello Statuto regionale ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'intero testo del progetto di legge è approvato.
Ricordo che la I Commissione è convocata per lunedì e la V Commissione per domattina. I Capigruppo sono convocati per giovedì 22 novembre. Nella stessa giornata sarà convocata pure la Commissione Regolamento per esaminare gli articoli rimasti in sospeso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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