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Dettaglio seduta n.285 del 07/11/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con il punto primo all'ordine del giorno : "Approvazione verbali precedenti sedute". Se non vi sono osservazioni i processi verbali relativi alle sedute del 10, 11 e 12 ottobre 1979 si intendono approvati Ricordo che rimane da approvare il processo verbale dell'adunanza consiliare del 31 luglio 1979, su richiesta del Consigliere Calsolaro.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Trasporti su ferro

Interrogazione del Consigliere Enrichens relativa al ripristino della linea ferroviaria Alba-Bra


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze". Iniziamo con l'interrogazione presentata dal Consigliere Enrichens relativa al ripristino della linea ferroviaria Alba-Bra.
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

In risposta all'interrogazione n. 848 prot. 6559 del 10 ottobre 1979 presentata dal Consigliere regionale Nicola Enrichens in merito al ripristino della linea ferroviaria Alba-Bra si precisa quanto segue: 1) l'Azienda FF.SS., per evitare le frane nella zona di Santa Vittoria ha predisposto un piano per la realizzazione di una variante su terreno stabilizzato con tracciato interamente nuovo. Tale piano è attualmente all'esame della Direzione Generale delle FF.SS. ma ben difficilmente potrà essere approvato a causa del rilevante costo, che supera certamente i 30 miliardi. Parallelamente è stato programmato un intervento di ripristino della linea sulla sede attuale che sarà attuato in ogni caso. Prima dell'ultima interruzione sulla tratta Alba-Bra erano stati compiuti dalle FF.SS. interventi per circa 1 miliardo per la stabilizzazione del terreno e il ripristino della linea. I costi previsti per il nuovo ripristino sulla sede attuale sono di circa 2 miliardi su terreno stabilizzato: cioè senza tener conto dei costi necessari a stabilizzare il terreno franoso che comprende non solo la sede ferroviaria ma tutta la zona intorno a Santa Vittoria. L'inizio dei lavori di ripristino è previsto dalle FF.SS. per la primavera del 1980 e il completamento per la fine del 1981.
2) La Regione per parte sua ha predisposto uno studio apposito in questa linea e in data 23 ottobre 1979 si è riunita ad Asti la Commissione intercomprensoriale composta dai rappresentanti dei Comprensori di Casale Asti, Alba-Bra, Cuneo e Saluzzo-Savigliano-Fossano, che segue lo studio per la rivitalizzazione dell'itinerario ferroviario Cuneo-Asti-Casale, per un esame in sede ormai pressoché definitiva dei risultati del lavoro che la Regione ha svolto in proprio e fatto svolgere sull'argomento in questione.
Sono stati esaminati: lo studio svolto dal Servizio Geologico Regionale, che riguarda in particolare tutta la Bra-Asti attualmente interrotta in più punti lo studio relativo ai dati di traffico passeggeri e merci che sono stati rilevati e calcolati non solo sulla base del traffico esistente attualmente sulle strade, sulle ferrovie e sulle autolinee, ma anche prendendo in considerazione il traffico "adducibile", quel traffico cioè che potrebbe transitare lungo le linee in questione qualora godessero di un livello di servizio accettabile.
Sulla base degli studi e dei dati di cui sopra si sono concordate una serie di proposte non solo di ripristino della continuità fisica della linea, ma anche della realizzazione di due varianti limitate in località Curiot e in località Motta atte ad evitare alcune frane ricorrenti di difficile contenimento ed inoltre elementi in ordine al miglioramento del tipo di servizio da svolgere.
Tra l'altro ne derivano anche proposte di intervento, da realizzarsi comunque, per la sicurezza degli insediamenti nelle zone abitate che sovrastano in qualche caso la ferrovia (Santa Vittoria d'Alba).
Tale lavoro complessivo che dovrà essere presentato successivamente in forma definitiva, anche per essere portato alla verifica con il compartimento ferroviario - documento che sarà consegnato appena steso, a tutti i Consiglieri - conferma l'opportunità dell'iniziativa del Comitato intercomprensoriale volta ad ottenere la rivitalizzazione dell'itinerario Cuneo-Casale e conferma la posizione della Regione espressa nel documento di piano regionale tendente al mantenimento ed al sollecito ripristino del servizio su tutte le linee che compongono l'itinerario. Tale itinerario infatti, non solo svolge un fondamentale ruolo di collegamento tra i poli comprensoriale che attraversa, ma può svolgere, a condizione di avere livelli di servizio elevati, un ruolo di alternativa per i traffici merci rispetto ai collocamenti interregionali.
In particolare, è stato proposto di inserire la linea in questione tra quelle su cui le FF.SS. si impegnano ad un'iniziativa specifica, per la quale esistono già i finanziamenti, volta alla razionalizzazione, tramite soppressione e sostituzione con manufatti, della grande maggioranza dei passaggi a livello, che in media sono ben 1 al chilometro circa sulla linea.
In tal modo non solo si ottiene una maggiore sicurezza e affidabilità del servizio ferroviario ma anche una migliore scorrevolezza della viabilità. Inoltre, con provvedimenti di questo genere si ottengono elementi di economia nell'esercizio ferroviario.
In proposito di sistemi economici di esercizio molti altri provvedimenti potranno essere presi da parte delle FF.SS. sugli apparati di controllo e sui regimi di esercizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Ringrazio l'Assessore della risposta, che è stata molto più ampia di quanto avessi chiesto. Infatti avevo chiesto il programma per il ripristino della linea Alba-Bra e l'Assessore, cortesemente, ha spaziato anche sull'interruzione della linea Asti-Castagnole.
Adesso si è aggiunta una terza interruzione, nella linea Bra-Ceva, con la caduta del ponte sul fiume Stura e la zona è interrotta in tre punti verso Alessandria, verso Torino e verso Asti.
A dire il vero credo poco alle assicurazioni dell'Assessore per il fatto che le decisioni dipendono anche dal Ministero dei trasporti. Il ripristino interessa un chilometro circa e il servizio sostitutivo viene a costare alle FF.SS. L. 600.000 giornaliere. E' stato indetto un appalto che però è andato deserto, in quanto le quattro imprese hanno chiesto il raddoppio del costo. Mi chiedo: il Ministero dei trasporti che cosa fa? La linea Cavallermaggiore-Alba-Bra-Alessandria non è un ramo secco (durante l'interruzione dell'anno scorso sono transitati da Alba ad Alessandria 1.000 carri merci e il movimento dei pendolari è di 1.000 unità al giorno fra studenti e lavoratori).
Inviterei la Giunta a sollecitare al Ministero dei trasporti interventi urgentissimi anche per evitare che studenti e lavoratori occupino le stazioni ferroviarie, vadano a stendersi sui binari e si gridi poi allo scandalo. In tempo di guerra se cadeva un ponte accorreva il Genio Pontieri e i treni riprendevano a transitare. Oggi, invece di tenere i pontieri in caserma allineati a fare marcia avanti e indietro, sarebbe più opportuno impegnarli nelle situazioni di emergenza. Il Ministero dei trasporti se ne è sempre disinteressato, quindi la Regione intervenga con opportuni sistemi solleciti, perché non credo che per sistemare un chilometro di linea interrotta si debba aspettare fino al 1980. Quella è una linea mangia soldi: è già costata 1 miliardo, ora si parla di un altro miliardo. La si vuole costruire a valle? Non la si vuole costruire? Il Ministero dei trasporti si pronunci.
Si è realizzato la Cuneo-Nizza che è costata 36 miliardi e la Cavallermaggiore che costerebbe 30 miliardi non si fa, nonostante esistano lungo il suo tracciato grosse aziende come la Cinzano, la Gancia, la Calissano, la Ferrero, la Miroglio. La crisi del petrolio ci indurrà - è inutile che ci illudiamo - a tornare alle vaporiere e al trasporto su rotaie! Quindi la prego, signor Assessore, di rendersi parte diligente affinché si possa arrivare al più presto al ripristino di quella linea.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Oberto inerente al problema della nomina degli insegnanti nel circondario di Ivrea


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Oberto inerente al problema della nomina degli insegnanti nel circondario di Ivrea.
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Ringrazio l'avvocato Oberto che mi ha segnalato questo disguido del Provveditorato agli Studi. In realtà, dire disguido è un eufemismo perch quello che si verifica ad Ivrea si verifica, purtroppo, in molte altre parti della Regione.
Ho preso occasione della segnalazione dell'avvocato Oberto per telefonare al Provveditore agli Studi, il quale mi ha risposto che per le nomine ordinarie ci sono le difficoltà di ogni anno e che, tuttavia, entro il 15 di novembre, ritiene che possano essere fatte tutte le nomine.
Per ciò che riguarda le supplenze, dato che debbono essere segnalate al Provveditore agli Studi, ha inviato alle scuole una lettera di liberalizzazione a seguito della quale le scuole possono nominare direttamente avendo a priori l'assenso del Provveditorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Prendo atto delle sue dichiarazioni e la ringrazio. Certamente è più fortunato lei di me perché, prima di disturbare lei e la Giunta, ho cercato di parlare, senza mai riuscire, al Provveditore.
Effettivamente per quanto riguarda i supplenti è stato provveduto avendo avuto notizia dall'ambiente scolastico dell'Eporediese, non soltanto dalla città di Ivrea, che è stato dato l'assenso perché si facciano le nomine dei supplenti indipendentemente dalla previa autorizzazione specifica e singola del Provveditorato.
Tuttavia, dichiarandomi soddisfatto, se le scuole incominciano il 1 settembre, ritengo che al 31 agosto i provvedimenti devono essere pronti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Informazione

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi e Martini sui problemi della ricezione televisiva nel territorio piemontese


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Lombardi e Martini sui problemi della ricezione televisiva nel territorio piemontese.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

I Consiglieri hanno denunciato anormali e carenti condizioni nella ricezione dei programmi Rai-Tv in talune parti del Piemonte ed in particolare nel Comprensorio di Saluzzo-Savigliano-Fossano e chiedono alla Giunta regionale l'assunzione di provvedimenti urgenti per sanare le carenze del servizio.
La questione sollevata è intanto opportuna ed utile a sottolineare uno dei tanti handicap che interessano le possibilità operative delle Regioni che non hanno competenza costituzionale in materia di informazione e si limitano, dopo la legge di riforma n. 103 del '75, alla designazione di alcuni nominativi per il Consiglio di amministrazione della Rai. Per contro viene loro offerta la possibilità di offrire una consulenza in campo radiotelevisivo mediante il Comitato regionale costituito ad hoc. E' evidente l'ambiguità della situazione dove esiste un organismo democratico deputato nel dare consigli alla Regione in un settore che alla Regione stessa è precluso.
E' comunque grazie all'attività svolta dal Comitato piemontese che siamo in grado di conoscere la situazione radiotelevisiva nella nostra regione e di predisporre le iniziative possibili ed opportune per provvedere all'eliminazione delle carenze nel servizio pubblico. Un grosso problema rimane quello delle comunità periferiche ancora escluse dalla ricezione del 1°, o del 2° programma televisivo, o di entrambi, e da quel 62% di piemontesi che vivono nelle zone d'ombra della nuova terza rete.
Esiste altresì nel contingente il disagio provocato dalle interferenze del segnale della terza rete sui canali utilizzati dalle prime due reti nazionali e dalle televisioni locali. Tale anormalità, riferita dai Consiglieri interroganti, è stata segnalata da più parti della regione ed ancora di recente dal Consiglio comunale della città di Saluzzo.
Sul problema dei segnali interferenti non abbiamo mancato occasione per sollecitare l'intervento della Rai. A tale proposito ci è stato peraltro detto che il trasmettitore dell'Eremo è tecnicamente rispondente alle norme d'uso, compresa l'elevata potenza in grado di coprire l'intera regione. A detta della Rai le sovrapposizioni ai segnali del 1° e 2° canale sono dovute alla cattiva qualità degli impianti riceventi a larga banda. Analoga risposta è già stata fornita dalla sede Rai di Torino alla città di Saluzzo. Auspichiamo comunque una rapida eliminazione dell'inconveniente per evitare disservizi sull'emittenza, anche privata, che tanta importanza ha in Piemonte nell'ambito della comunicazione ed informazione audiotelevisiva. Va rilevato ancora che una maggior pulizia dell'etere pu essere favorita anche da una più puntuale ripartizione delle bande di frequenza a livello nazionale ed internazionale, oltre che dall'adozione urgente di una legge che regolamenta l'universo delle radiotelevisioni locali.
Un opportuno richiamo merita il grosso nodo rappresentato da quelle comunità periferiche, soprattutto se site in zone di montagna, dove per le particolari condizioni orografiche esistono problemi di ricezione delle trasmissioni diramate dal 1° e dal 2 ° canale nazionali. Accertata l'impossibilità di interventi da parte della società concessionaria, per ostacoli rappresentati dalle norme della stessa convenzione che regola i rapporti fra Stato e Rai, la Giunta regionale ha pensato fosse giunto il momento per un'iniziativa della Regione, con finanziamento sul proprio bilancio. A tale scopo è stato approvato un apposito disegno di legge predisposto dietro sollecitazione di Amministrazioni locali e Comunità montane, sentito anche - in modo informale - il parere degli uffici tecnici della sede Rai di Torino, disponibili per una valida collaborazione operativa a livello di consulenza.
La proposta è stata approvata all'unanimità dalle Commissioni I e V che ne hanno deciso l'opportuno ed immediato passaggio al dibattito dell'assemblea. L'approvazione del provvedimento in tempi ravvicinati permetterà di finanziare e quindi di avviare i lavori di costruzione di alcuni impianti - ripetitori per i quali talune Comunità montane sollecitate anche dall'Uncem regionale - hanno in corso la fase progettuale. Non è il caso di spendere troppe parole sull'importanza e l'essenzialità di un simile provvedimento: solamente con l'intervento della Regione si può ovviare ad una carenza della Rai e dello Stato, per dare ad una parte dei piemontesi la possibilità di un servizio veramente di tutti eliminando ingiusti trattamenti e sostanziali discriminazioni. Offrendo a tutte le nostre popolazioni, specie a quelle montanare già per tanti versi emarginate, identiche possibilità di utilizzazione del tempo libero informazione, formazione culturale. Non sarebbe corretto rispondere a tali richieste solamente con le vaghe promesse di un futuro dei satelliti a diffusione diretta, delle antenne paraboliche e di strumenti affini.
Dobbiamo dare un segno concreto e darlo subito.
Su tali e tante questioni di natura tecnica e più in generale sui problemi della radiotelevisione con speciale sottolineatura per l'avvio della terza rete, nei mesi e nelle settimane scorse il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo ha svolto una serie di incontri con gli agenti della struttura Rai in Piemonte, proseguendo un calendario di lavoro che aveva registrato lo svolgimento di precedenti riunioni anche a livello comprensoriale, conclusesi con la stesura di un'ampia relazione consegnataci esattamente un anno fa.
L'attenzione alla problematica è sempre viva. Infatti il 6 novembre u.s. si è svolta su questo argomento una riunione tripartita: Capigruppo Giunta, Comitato. Anche questo incontro ha rappresentato un momento di ulteriore rilancio del mai sopito impegno per la piena attuazione della riforma radiotelevisiva, affinché si possa dare alla Regione il ruolo che ad essa spetta nella gestione del servizio radiotelevisivo: condizione difficile da raggiungere con l'attuale ordinamento. Occorre perciò una nuova normativa che renda meno inconsistenti i poteri del Comitato e possibile una funzione diretta delle autonomie regionali per un nuovo modo di realizzare il servizio, radicandolo nello Stato-comunità, così come gli organi di gestione dell'Ente derivano dalle più compiute espressioni rappresentative del Paese: Parlamento ed assemblee regionali.
In questo spirito pensiamo di attivare, come già hanno deciso i Capigruppo, una Commissione consiliare che unitamente al Comitato regionale predisponga una serie di interventi atti a portare normalità nel campo dell'informazione radiotelevisiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La risposta del Presidente della Giunta ricalca sostanzialmente i temi trattati in un'altra nostra interrogazione.
L'ultima interrogazione fatta in materia poneva però il problema delle interferenze delle prove di trasmissione della terza rete che disturbano i programmi delle reti nazionali in alcune aree del Piemonte. Nel corso della discussione della precedente interrogazione avevo sostenuto l'esigenza che le trasmissioni della terza rete venissero procrastinate fino a che non fosse stata data la possibilità a molti cittadini piemontesi di ricevere la prima e la seconda rete.
La Regione, attraverso gli organi competenti, deve chiedere all'Ente televisivo che prima di procedere ad ulteriori spese per quel che riguarda le trasmissioni della terza rete, intervenga perché sia data la possibilità a tutti i cittadini di usufruire delle due reti nazionali. E' vero che la Regione non è competente in materia e che quindi non e in grado di affrontare e risolvere questo problema, tuttavia può esprimere la volontà politica e non avallare un'ulteriore ingiustizia nei confronti di quei cittadini che sono già in stato di inferiorità.
Inoltre, si deve fare presente al Consiglio di amministrazione della Rai-Tv che le prove della terza rete interferiscono negli altri due pro grammi, evidentemente per disfunzioni tecniche.
Dopo la trattazione di questo tema nell'aula consiliare è scaturito un disegno di legge della Giunta che stanzia 500 milioni per il miglioramento della ricezione nelle zone montane, tuttavia, al di là di questo, dobbiamo esprimere la nostra volontà politica affinché la Rai non proceda con la terza rete fintantoché tutti i cittadini della Regione non ottengano una visione buona sulle altre due reti.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il problema della terza rete è venuto avanti dal punto di vista istituzionale per dare adempimento ad un precetto costituzionale. E' giusto, in linea di principio, chiedere una buona ricezione anche degli altri due canali. E' anche opportuno dire che le Regioni non possono essere penalizzate nel senso che la nostra città e la nostra regione vengono rappresentate soltanto come scenari di lutto e di tragedie. E' di questi giorni il programma trasmesso dalla Rai Radiotelevisione sul delitto della "bionda signora torinese", proponendo un'immagine deteriore di Torino rappresentandola come città colpita dall'eversione, dal brigantismo, dai delitti.
Dobbiamo provvedere a cambiare "foglio", vogliamo essere la città e la regione con tante bellissime immagini da rappresentare al Paese.
La terza rete sotto questo aspetto può essere assai interessante.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Do atto al Presidente della sensibilità che dimostra su questo problema. La ricezione della terza rete però avverrà soprattutto nelle città e nei centri importanti e la periferia e le zone disagiate riceveranno la terza rete fra qualche anno. Si affronti il problema in modo che la ricezione sia contemporanea su tutto il territorio della Regione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Enti strumentali

Interrogazione dei Consiglieri Oberto, Paganelli, Bianchi e Picco relativa alla situazione dell'Ires


PRESIDENTE

In ultimo possiamo discutere l'interrogazione dei Consiglieri Oberto Paganelli, Bianchi e Picco relativa alla situazione dell'Ires.
Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e alla programmazione

Il 30 maggio 1979 il Presidente dell'Ires ha comunicato ai Presidenti della Giunta, del Consiglio regionale, della I Commissione e ai Presidenti dei Gruppi consiliari di avere rassegnato le proprie dimissioni dalla Presidenza dell'Istituto, a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio regionale, avvenuta il 24 maggio, della legge sulle integrazioni alle leggi regionali precedenti relative al Comitato regionale di studi sulla programmazione.
Il Comitato regionale per gli studi sulla programmazione non è mai stato costituito, quindi l'Ires aveva sempre funzionato con la vacanza di uno dei suoi organismi dando luogo a rilievi da parte del Collegio dei Sindaci e a procedure non sempre rituali quando veniva chiamata in causa la competenza di questo organismo.
Pur rilevando che il Consiglio regionale aveva inteso sopperire a questa carenza disciplinando questo organismo, il Presidente dell'Ires riteneva che al Comitato fossero stati dati compiti tali da ledere l'autonomia decisionale del Consiglio di amministrazione dell'Istituto.
Successivamente, la Giunta regionale approvava un altro testo di riforma della legge dell'Ires. Il testo precedente era stato frutto di un'iniziativa rapida e sbrigativa, che aveva inteso coprire quella carenza ma l'intenzione era di procedere alla revisione organica della legge dell'Ires, cosa che avvenne nella seduta del 22 giugno, venti giorni dopo l'inoltro della lettera di dimissioni. La Giunta regionale approvava il disegno di legge "Nuova disciplina dell'Istituto Ricerche Economico Sociali del Piemonte" e ne dava comunicazione il Presidente della Giunta al Consiglio di amministrazione e al Presidente dell'Ires, invitando il medesimo a recedere dalle sue dimissioni visto che la ragione del contendere si veniva esaurendo con la presentazione del nuovo disegno di legge.
Nella seduta del Consiglio di amministrazione dell'Ires del 25 giugno il Presidente dell'Ires portava a conoscenza del Consiglio tutte le questioni. Cito dal verbale del Consiglio di amministrazione: "Il Presidente ribadisce le ragioni che lo hanno indotto a comunicare le sue dimissioni e cioè la mancata considerazione che già vi è stata dell'autonomia dell'Istituto e degli sforzi da questo compiuti negli ultimi anni, condivide le considerazioni di inopportunità circa la notizia pubblicata dell'annuncio di dimissioni (evidentemente fatte da qualche Consigliere) . informa che invierà lettera al Presidente della Giunta ., il Consiglio di amministrazione unanime prende atto., e invita il Presidente dell'Ires a recedere dalle dimissioni".
Il Consiglio di amministrazione prende atto all'unanimità e incarica il Presidente di rivolgere invito ai Presidenti della Giunta regionale e del Consiglio perché il provvedimento relativo all'Ires sia approvato sollecitamente, chiedendo anche al Presidente del Consiglio di voler invitare il Presidente della Commissione consiliare, a cui viene assegnata la proposta di legge, a voler consultare in proposito gli organi dell'Istituto.
La I Commissione sta discutendo il disegno di legge sull'Ires.
L'Istituto è stato consultato e ha fatto pervenire le proposte scritte di emendamenti.
Successivamente a questa decisione del Consiglio di amministrazione, il Presidente dell'Ires comunicava al Presidente della Giunta che. "preso atto dell'avvio dell'iter di una nuova disciplina legislativa dell'Ires che consenta all'Istituto di operare in modo più adeguato alle esigenze riscontrate in questi anni e tenendo conto dell'esperienza acquisita, tutto ciò mi ha indotto a non dare seguito alle preannunciate dimissioni da Presidente dell'Ires".
Credo che la situazione sotto questo profilo si vada normalizzando.
Vorrei aggiungere che l'Istituto ha ripreso, in modo più adeguato di quanto non fosse accaduto negli ultimi tempi, il suo ruolo di centro di ricerca prioritario per la Regione e sta svolgendo una serie di ricerche in vari ambiti di competenza regionale. Tra l'altro, per quanto riguarda la programmazione, è in corso di stampa e sarà distribuita ai Consiglieri nei prossimi giorni la relazione sulla situazione socio-economica della Regione che ha visto l'Ires tornare a svolgere il suo ruolo di centro principale di elaborazione e di ricerca per conto della Regione.
Quindi anche la vicenda delle dimissioni del Presidente, poi rientrate si colloca in questo momento di recupero del ruolo dell'Istituto. Nella nuova versione in esame in sede di Commissione il problema viene risolto in termini che paiono soddisfacenti ai Gruppi che hanno partecipato alla discussione ed anche all'Ires che consultata ha espresso la sua opinione in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Prendo atto con piacere delle notizie fornite dall'Assessore sulle quali non intervengo, rinviando al momento della discussione del disegno di legge l'esame delle funzioni, delle attribuzioni, dei miglioramenti, dei peggioramenti dell'Ires. L'Assessore è andato ultra petita. Non chiedevamo nell'interrogazione quali fossero a quel momento le situazioni interne della gestione dell'Ires, facevamo una domanda molto più semplice, direi epidermica. Un mattino ho aperto un giornale e ho appreso notizie che riguardano la vita della nostra Regione e mi sono meravigliato che di un fatto così importante non fosse stata data notizia od informazione da parte del Presidente della Giunta al Consiglio regionale.
Mi dolgo sostanzialmente nell'interrogazione che l'informazione è per lo più data attraverso organi di stampa, anziché direttamente al Consiglio che è responsabile. Telefono al redattore della stampa e mi si dice che la notizia era stata captata. Io ritengo di no, che alcune di quelle notizie debbono essere date principalmente e primieramente al Consiglio e ai Consiglieri. Il Vicepresidente, che ha anche un vivo senso dell'humour, ha mandato ai Consiglieri una lettera (con la quale accompagnava il testo di certi provvedimenti relativi ai trasporti) nella quale - cito a memoria era scritto: "Come avrai saputo...". Ecco si riferiva al fatto che avevamo gia saputo attraverso a quanto in precedenza era stato detto agli organi di stampa: senso dell'humour che può piacere ma che non piace nella sostanza delle cose.
Prendo atto di queste risposte. Il tema sotteso alla nostra interrogazione si vedrà al momento opportuno.
Il richiamo, rispettoso, lo devo rinnovare: "Tenete informato il Consiglio, tenete conto che ciascun Consigliere, nella sua frazione di un sessantesimo, è una parte componente di questa realtà che è il Consiglio regionale e che certe notizie è opportuno siano previamente date ai Consiglieri prima di farne oggetto dell'organo di stampa, altrimenti facciamo un'informazione "a sbalzelloni".
Avendo la parola a proposito di informazione, devo dire che ieri sera rientrando dopo la riunione della II Commissione ho trovato nel plico della posta quotidiana il numero di "Notizie" del mese di agosto, quello che racconta tutta la storia di questo palazzo, nel quale stiamo lavorando da due mesi. Che razza di informazione è questa? Tornando all'interrogazione mi sarebbe stato di maggior soddisfazione avere una risposta più ampia sull'ultima parte. Sappiamo che le dimissioni del senatore Berti sono rientrate e la cosa mi fa piacere. Ma il resto del Consiglio di amministrazione è rimasto nelle condizioni di prima? I lavori amministrativi dell'Ires procedono con la necessaria soddisfazione? Il discorso di che cosa dovrà essere l'Ires, almeno per quanto mi riguarda e credo di interpretare il pensiero dei Consiglieri Bianchi e Picco in questo momento assenti, ce lo riserviamo al momento della discussione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono concluse.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Oberto, Paganelli, Bianchi e Picco relativa alla situazione dell'Ires

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Alasia, Alberton Beltrami, Bianchi, Chiabrando, Debenedetti, Enrietti, Martini, Minucci Petrini, Picco, Rossi, Sanlorenzo e secchione.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale del 26 settembre 1979 "Disciplina dei mercati all'ingrosso".
Le comunicazioni del Presidente sono così esaurite.


Argomento: Distributori carburante

Esame progetto di legge n. 452: "Organizzazione delle funzioni amministrative in materia di impianti di distribuzione automatica di carburanti per uso di autotrazione (ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 452: "Organizzazione delle funzioni amministrative in materia di impianti di distribuzione automatica di carburanti per uso di autotrazione (ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616)".
La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

1) Presupposti legislativi. L'art. 52, primo comma, del D.P.R. 24 luglio 1977, n 616, ha delegato alle Regioni, nel quadro degli indirizzi determinati dal Governo, l'esercizio delle funzioni amministrative relative ai distributori di carburante. Inoltre l'art. 54, lettera f), dello stesso decreto ha attribuito ai Comuni le funzioni amministrative relative all'autorizzazione, sulla base delle prescrizioni del CIPE e nell'ambito di criteri generali determinati dalla Regione all'installazione di distributori di carburanti nel territorio comunale, ad eccezione di quelli installati sulle autostrade. Tuttavia la dizione dell'art. 54 ha ingenerato una certa difficoltà di definizione delle rispettive competenze di Regioni e Comuni, in quanto il termine ivi contenuto "autorizzazione all'installazione" non è conforme alla normativa statale vigente in materia (art. 16 D.L. 26 ottobre 1970 n. 745, convertito in legge 18 dicembre 1970 n. 1034 e D.P.R. 27 ottobre 1971, n. 1269) la quale assoggetta a "concessione" l'installazione di impianti per la distribuzione di carburanti. Di fronte a tale difficoltà, si è provveduto con deliberazione del Consiglio regionale n. 251 - C.R. 9352 del 22 dicembre 1977 a bloccare il rilascio di concessioni e autorizzazioni in materia, sia da parte dei Comuni sia da parte della Regione, in attesa anche dei previsti indirizzi determinati dal Governo.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 luglio 1978 il Governo ha provveduto ad emanare i predetti indirizzi fornendo altresì una definizione delle rispettive competenze amministrative di Regioni e Comuni. Tale definizione indica le Regioni quali titolari di tutte le funzioni amministrative in materia di impianti per la distribuzione di carburanti, mentre la competenza comunale viene a consistere nel rilascio di un'autorizzazione, intesa essenzialmente come nulla-osta, in alcuni casi specifici. L'interpretazione così data dell'art 54, lettera f), del D.P.R. 24 luglio 1977 non è apparsa tuttavia corretta ritenendosi che venissero in tal modo sottratte ai Comuni delle competenze loro attribuite con l'art. 54 del D.P.R. 24 luglio 1977, n 616. Alcune Regioni hanno pertanto ritenuto opportuno presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto dell'8 luglio 1978. Va tuttavia precisato che le Regioni possono, in base all'art. 7 del D.P.R. 24 luglio 1977, n.
616, emanare norme di legge con le quali subdelegare ai Comuni l'esercizio delegato di funzioni amministrative dello Stato, disciplinando i poteri di indirizzo, nonché emanare norme di organizzazione o di spesa. A seguito del decreto governativo dell'8 luglio 1978, e in considerazione della possibilità di subdelega, sono state assunte a livello regionale tutte le funzioni amministrative in materia di impianti per la distribuzione di carburante, il che ha consentito di attuare in modo organico il trasferimento delle pratiche dagli organi dello Stato (Prefetture) e di acquisire una certa conoscenza ed esperienza in un settore di nuova competenza.
2) Obiettivi della legge. Allo stato attuale si ritiene opportuno che alcune funzioni amministrative debbano essere esercitate dai Comuni, in particolare quelle relative all'autorizzazione per modifiche, trasferimenti e concentrazioni degli impianti. Ciò sia per rispettare lo spirito di decentramento amministrativo del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, sia per esigenze di funzionalità. La gestione a livello regionale di tutte le funzioni amministrative comporta infatti una considerevole mole di lavoro con probabili rischi di disfunzioni burocratiche e di distorsione degli uffici regionali dalle funzioni istituzionali di programmazione ed indirizzo. D'altra parte pare più corretto che venga svolta direttamente dai Comuni la gestione amministrativa delle autorizzazioni per modifiche trasferimenti e concentrazioni degli impianti di distribuzione di carburanti, in quanto rappresentano operazioni che interessano in particolare il territorio comunale.
Le funzioni amministrative relative agli impianti privati, che in un primo tempo si volevano subdelegare ai Comuni, sono infine rimaste di competenza regionale su esplicita richiesta delle organizzazioni sindacali del settore e delle società petrolifere.
In secondo luogo, la necessità di predisporre una legge regionale per subdelegare ai Comuni tali funzioni amministrative, consente di conseguire un secondo obiettivo e cioè quello di organizzare sotto l'aspetto amministrativo la materia, nell'ambito di quanto previsto dalla normativa nazionale. Vengono così stabilite le procedure per la gestione da parte dei Comuni delle funzioni di loro competenza, nonché gli altri strumenti operativi connessi all'esercizio delle funzioni amministrative sia comunali che regionali (Commissione di collaudo, Commissione consultiva regionale organi di vigilanza).
Infine ci si è posto l'obiettivo di definire gli strumenti di programmazione della Regione, a cui si dovrà fare riferimento per l'esercizio dell'attività amministrativa. Viene così individuato, quale strumento di programmazione, il piano regionale di razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti, indicandone altresì gli obiettivi fondamentali, sulla base di quanto contenuto al riguardo nel piano energetico nazionale e nelle direttive impartite dal Governo con D.P.C.M.
dell'8 luglio 1978.
3) Contenuto della legge. La prima parte del disegno di legge (art. 1) indica lo strumento mediante il quale la Regione esplica la propria attività di programmazione del settore, e cioè il piano di razionalizzazione e ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti. Si è ritenuto opportuno specificare gli obiettivi fondamentali del piano, rimandando al suo contenuto obiettivi più specifici e tempi di attuazione.
La seconda parte (art. 3) indica le funzioni amministrative che sono subdelegate ai Comuni, i quali le esercitano nell'ambito delle direttive del Governo e della Regione. Per quanto riguarda le direttive regionali non si è ritenuto opportuno farle rientrare nella legge, data la probabile esigenza di una loro modificazione a tempi brevi, bensì farne oggetto di un atto deliberativo immediatamente successivo.
Gli articoli 4, 5 e 6 specificano la procedura che dovranno seguire i Comuni, e l'art 7 prevede la facoltà dei Comuni di autorizzare la sospensione temporanea dell'attività di distribuzione dei carburanti.
La terza parte, relativa a disposizioni di carattere generale, detta norme per la vigilanza e i controlli (art. 9) e norme di carattere finanziario per l'esercizio delle funzioni subdelegate ai Comuni (art. 11).
Stabilisce inoltre (art. 10) la costituzione di una Commissione consultiva regionale formata dai rappresentanti dei vari enti e categorie interessati ai problemi della distribuzione dei carburanti.
Su proposta della Commissione e visti i risultati delle consultazioni la Giunta ha presentato un emendamento all'art. 10 circa l'ampliamento della Commissione consultiva regionale con un membro dell'Associazione Nazionale distributori di GPL ed uno della Federazione Nazionale distributori e trasportatori di metano.
Detta Commissione dovrà essere consultata per la predisposizione del piano di razionalizzazione, delle direttive regionali da impartire ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative loro subdelegate nonché per il rilascio del parere della Regione previsto in alcuni casi dall'art. 4.
A conclusione, si fa riferimento, per quanto non previsto dalla legge alla legislazione nazionale vigente in materia, intendendosi comunque sostituiti agli organi dello Stato la Regione e i Comuni per le rispettive competenze.
Il presente disegno di legge è stato approvato all'unanimità dalla IV Commissione del Consiglio regionale, nella riunione svoltasi in data 12 ottobre 1979 e se ne raccomanda pertanto l'adozione al Consiglio.



PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede la parola, passiamo alla votazione dell'articolato Titolo I - Attività di programmazione Articolo 1 - Piano di razionalizzazione della rete distributiva "La Regione, sulla base delle prescrizioni del CIPE e delle direttive del Governo, in collaborazione con gli Enti locali e sentite le categorie interessate, provvede alla predisposizione e all'approvazione di un piano di razionalizzazione e ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti tendente al raggiungimento dei seguenti obiettivi fondamentali: a) garanzia del pubblico servizio in relazione alle esigenze del traffico e di sviluppo turistico, urbanistico e produttivo del territorio regionale tenuto conto della necessità di salvaguardia dei vincoli ambientali ed ecologici, di tutela e recupero dei valori dei centri storici e di non intralcio della circolazione b) sufficiente redditività degli impianti, da realizzare anche attraverso la graduale chiusura degli impianti marginali; in ogni caso deve essere garantita la presenza di impianti di distribuzione nei centri isolati o caratterizzati da turismo stagionale c) miglioramento del servizio da attuarsi prevedendo caratteristiche strutturali minime degli impianti, adeguate alle esigenze dell'utenza e degli operatori.
L'esercizio delle funzioni amministrative di cui agli articoli seguenti dovrà essere finalizzato, in via prioritaria, all'attuazione del detto piano".
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Titolo II - Attività amministrativa Articolo 2 - Funzioni amministrative "Ai sensi dell'articolo 52 del D.P.R. 24 luglio 1977, n 616, la Regione esercita le funzioni amministrative relative ai distributori di carburante salvo quelle subdelegate ai Comuni ai sensi della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Funzioni amministrative subdelegate ai Comuni "Sono subdelegate ai Comuni, ai sensi dell'articolo 7, ultimo comma, del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, le funzioni amministrative relative: a) al rilascio dell'autorizzazione per modifiche, trasferimenti concentrazioni degli impianti stradali di distribuzione di carburanti b) al rilascio dell'autorizzazione per sospensione temporanea dell'esercizio degli impianti.
I Comuni esercitano le funzioni amministrative di cui sopra sulla base delle direttive del Governo e delle direttive specificatamente predisposte dalla Regione".
All'articolo 3 è stato presentato dal Consigliere Marchini un emendamento abrogativo alla lettera a): è soppressa la parola "stradali".
La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La parola "stradali" viene direttamente dal trasferimento dei poteri alle Regioni, quindi non è che una specificazione di quanto con la legge si vuole normare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Chiedo all'Assessore se è disponibile ad accettare questo emendamento ". a tutti i distributori fatta eccezione per quelli posti sulle autostrade".



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La Giunta non accetta.



MARCHINI Sergio

Allora chiedo all'Assessore di dare una risposta al mio emendamento per quello che significa, non per quello che si vuole leggere. Il problema è già stato posto in Commissione e non si vuole riconoscere che il problema esiste con un atteggiamento da parte dell'Assessore un po' infantile. Il problema non è tra strade o autostrade ma è tra strade e distributori posti non sulla strada.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Il Consigliere Marchini vuole delle risposte senza fare le domande, non tenendo conto che l'infantilismo non è problema di età.
Il Consigliere Marchini chiede una cosa diversa da quella che sembra dal suo emendamento, chiede cioè che si subdeleghi ai Comuni l'autorizzazione per gli impianti privati, non di servizio pubblico.
Se si tolgono gli autostradali implicitamente sono compresi quelli, ma la dizione non è chiara.
Per quanto riguarda invece i contenuti di merito che lei con quell'emendamento pensava di poter far passare senza dirlo esplicitamente devo dire che, in una prima elaborazione, la Giunta aveva compreso anche i privati, che non fanno servizio pubblico.
Nelle consultazioni con le società e con i sindacati, c'è stata una richiesta esplicita unitaria di togliere dalla subdelega ai Comuni gli impianti privati per avere una posizione unitaria a carattere regionale.
C'è una corsa alla richiesta del distributore privato che, tra l'altro, non capisco. Il distributore privato si capisce quando ha macchine di un certo tipo, non targate, movimento terra ecc. Le macchine targate viaggiano su strada e devono servirsi dalla rete distributiva. Per cui se autorizziamo impianti di distribuzione privata di quel tipo non razionalizzeremmo il servizio, ma lo stravolgeremmo. Ecco perché la Giunta non ha accettato quell'emendamento nella sostanza e nella forma.



PRESIDENTE

La risposta è esauriente. Metto in votazione per alzata di mano l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini.
L'emendamento è respinto.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo 3 e approvato.
Articolo 4 - Modifiche, trasferimenti, concentrazioni "La domanda di autorizzazione per modifiche, trasferimenti e concentrazioni va presentata in carta bollata, più quattro copie in carta semplice, dal concessionario al Comune nel cui territorio è installato o viene trasferito l'impianto e deve contenere le indicazioni di cui al quarto comma dell'art.
6 del D.P.R. 27 ottobre 1971, n. 1269.
Alla domanda devono essere uniti i seguenti documenti in cinque copie: a) la documentazione tecnica dalla quale risulti la disposizione planimetrica che avrà l'impianto dopo la modifica, il trasferimento o la concentrazione richiesti b) la relazione tecnica indicante le caratteristiche strutturali dimensionali e tipologiche che avrà l'impianto c) copia di tutti i decreti di concessione o autorizzazione relativi all'impianto o agli impianti oggetto della richiesta d) l'atto dal quale risulti che il richiedente ha la disponibilità del terreno sul quale intende trasferire l'impianto, qualora trattasi di trasferimento.
Il Comune, ai fini del rilascio delle autorizzazioni di cui al presente articolo, accertato che nulla osta all'accoglimento delle domande sotto l'aspetto della viabilità, delle norme di polizia urbana e di tutte le disposizioni urbanistiche vigenti, nonché secondo quanto previsto dalle direttive del Governo e della Regione di cui al precedente art. 3, chiede il parere del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell'Ufficio Tecnico delle Imposte di Fabbricazione competente per territorio e, ove occorra, della Sovraintendenza ai monumenti. Qualora l'impianto oggetto della richiesta risulti ubicato su strada provinciale o statale, deve altresì chiedere rispettivamente il parere della Provincia o dell'Anas.
In caso di trasferimento da un Comune ad un altro, deve chiedere inoltre il nulla-osta al Comune di provenienza e il parere della Regione.
In caso di concentrazione di due o più impianti ubicati in Comuni diversi deve parimenti chiedere il nulla osta al Comune, o ai Comuni, di provenienza. In tal caso, qualora per effetto della concentrazione si venga a creare un impianto in una nuova posizione deve essere altresì richiesto il parere della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Ultimazione lavori "Nel provvedimento di autorizzazione per modifiche, trasferimenti o concentrazioni deve essere indicato il termine entro cui vanno eseguiti i relativi lavori.
Ad ultimazione dei lavori, il Comune accerta che questi siano stati eseguiti conformemente al progetto autorizzato allegato alla domanda. In caso di trasferimento o concentrazione deve inoltre accertare che siano stati smantellati i preesistenti impianti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Collaudo "Ai sensi dell'art. 24 del D.P.R. 27 ottobre 1971, n. 1269, gli impianti prima di essere posti in esercizio, devono essere collaudati dalla Commissione istituita dalla Regione per ognuna delle province. La domanda di collaudo va inoltrata dal concessionario dell'impianto all'Assessorato regionale competente".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Sospensione dell'attività "Ai sensi dell'art. 26 del D.P.R. 27 ottobre 1971, n. 1269, non può essere sospeso l'esercizio degli impianti senza apposita autorizzazione rilasciata dal Comune nel cui territorio è installato l'impianto dietro domanda, su carta bollata, del concessionario. La sospensione può essere richiesta dal concessionario a seguito, tra l'altro, di formale domanda del gestore dell'impianto.
L'autorizzazione è rilasciata soltanto per motivi che determinano un'oggettiva impossibilità di esercizio e per periodi di tempo ben determinati.
Secondo quanto previsto dall'art. 19, lettera b), del D.P.R. 27 ottobre 1971, n. 1269, è fatto salvo il diritto di chiusura degli impianti per il periodo di ferie".
Il Consigliere Cerchio chiede di parlare. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Non mi è chiara la sospensione dell'attività che può essere richiesta dal concessionario a norma di questo articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La sospensione dell'attività dell'impianto può essere richiesta soltanto dal concessionario, società o gruppo. Poiché quasi mai il concessionario è anche gestore si è previsto di comune accordo con sindacati e le società, che nel caso in cui il gestore per esigenze sue abbia necessità di sospendere temporaneamente l'attività dell'impianto possa chiederlo, ma la domanda sarà presentata dal concessionario.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolo 7.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Comunicazione alla Regione "Ai fini statistici, i Comuni trasmettono alla Regione copia dei provvedimenti amministrativi adottati ai sensi della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Titolo III - Disposizioni generali Articolo 9 - Vigilanza "Restano fermi i controlli di natura fiscale e i controlli attinenti alla tutela della sicurezza e della incolumità pubblica, affidati dalle norme di legge in vigore alla competenza dell'U.T.I.F. e del Comando dei Vigili del Fuoco.
La vigilanza amministrativa è effettuata, oltre che dagli organi di polizia secondo le competenze attribuite dalle leggi, da dipendenti regionali e comunali nell'esercizio delle loro funzioni. E' pertanto fatto obbligo ai concessionari di consentire loro il libero accesso agli impianti, nonché di fornire alle Amministrazioni regionale e comunali le informazioni richieste".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Commissione consultiva regionale "E' costituita presso la Regione una Commissione consultiva presieduta dal Presidente della Giunta regionale o dall'Assessore competente e composta da: un rappresentante degli Uffici Tecnici delle Imposte di Fabbricazione un rappresentante dei Vigili del Fuoco un rappresentante dell'A.N.A.S.
un rappresentante dell'E.N.I.
un rappresentante dell'Unione Petrolifera un rappresentante dell'Associazione Nazionale Commercio Petroli un rappresentante dell'Associazione Nazionale Industria Chimica un rappresentante delegato dalle Compagnie Petrolifere non aderenti ad alcuna organizzazione un rappresentante di ciascuna organizzazione sindacale a carattere nazionale della categoria dei gestori presente nella Regione un rappresentante dell'A.C.I.
un rappresentante dell'A.N.C.I.
Possono essere chiamati a partecipare ai lavori della Commissione esperti del settore petrolifero.
La Commissione è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale. Essa resta in carica per il periodo della legislatura e i suoi componenti possono essere riconfermati; rimane tuttavia in funzione fino alla sua ricostituzione.
Le funzioni di segreteria della Commissione sono esercitate da un funzionario dell'Assessorato regionale competente.
La Commissione viene consultata per la predisposizione del piano di razionalizzazione di cui all'art. 1, delle direttive da impartire ai Comuni di cui all'art. 3, nonché per il rilascio del parere previsto dagli ultimi due commi dell'art. 4.
Può inoltre essere consultata su ogni questione riguardante la distribuzione di carburanti.
Ai componenti della Commissione compete il trattamento previsto dalla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33 e successive modificazioni".
L'Assessore Marchesotti presenta il seguente emendamento: all'art. 10 primo comma, tredicesima riga, dopo "Industria Chimica" aggiungere a capo: un rappresentante dell'Associazione Nazionale Distributori stradali G.P.L.
un rappresentante della Federazione Nazionale Distributori e Trasportatori di Metano.
Chi approva tale emendamento alzi la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 10 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 - Spese per l'esercizio delle funzioni subdelegate "Le spese per l'esercizio delle funzioni subdelegate ai Comuni ai sensi della presente legge saranno stabilite, per gli anni finanziari 1979 e successivi, dalle leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si passi alla votazione:



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Disposizioni statali vigenti "Per quanto non previsto dalla presente legge, si applicano le disposizioni contenute nella vigente legislazione statale intendendosi comunq}e sostituiti igli organi dello Stato la Regione e i Comuni per le rispevtive gompetenze".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione pez appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: pzesenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'asticolo 12 è approvato.Passiamo ora alla votazione sull'intero testo delli legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione : presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 461: "Norme per gli acquisti di eredità, legati e donazioni"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 461: "Norme per gli acquisti di eredità, legati e donazioni".
La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con testamento in data 1 gennaio 1978, il signor Venturello Federico, deceduto in Cortandone (Asti) il 30 maggio 1979, ha istituito erede universale del suo patrimonio mobiliare ed immobiliare la Regione Piemonte allo scopo di costruire, di concerto con il Comune di Cortandone, una casa di riposo per bisognosi.
Detto patrimonio, sulla base della scheda testamentaria, risulta costituito da alloggi, fabbricati rurali, da titoli obbligazionari e da due libretti di risparmio.
Con proprio provvedimento in data 4 settembre la Giunta regionale ha deliberato l'accettazione con beneficio di inventario di detta eredità.
In tale occasione si è altresì rilevata la necessità di fissare norme per gli acquisti a titolo gratuito, lasciti e donazioni e di istituire in bilancio, a partire dall'anno in corso, appositi capitoli in entrata e in uscita.
A tale scopo si è predisposto il presente disegno di legge approvato all'unanimità dalla I Commissione, per il quale, in relazione alla necessità di provvedere agli ulteriori adempimenti concernenti la successione, viene richiesta la procedura d'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Chi è questa persona che ha fatto atto testamentario in favore della Regione?



RASCHIO Luciano

Sono i cosiddetti eredi (che poi non si sono trovati eredi) che hanno parlato del loro defunto e del patrimonio.



OBERTO Gianni

Bisogna informare la stampa di questo. E' un buon esmmpio.



DADONE Pietro

Non si è discusso di questi aspe|ti durante la discussione in I Commissione. Il disegno di legge concerne la questione in generale, in previsione che vengano altre donazioni.



PRESIDENTE

E' un disegno di legge approvato dalla I Commissione nella seduta dell'8 ottobre e già distribuito ai Consiglieri.



BORANDO Carlo

Io non l'ho ricevuto. Siccome, per ragioni professionali, ho contatti con clienti che hanno ereditato e che si sono trovati anche in circostanze drammatiche, al punto di aver maledetto l'eredità, vorrei che la Regione Piemonte, che tuttavia è in condizioni di sopportare anche eredità passive valutasse attentamente questi casi.



PRESIDENTE

L'Assessore Simonelli ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al patrimonio

Il disegno di legge ha una validità generale prescindendo dai casi specifici. L'Assessore Vecchione l'ha illustrato in Giunta e la Giunta ha deliberato l'accettazione con beneficio d'inventario.
L'obiezione del Consigliere Borando potrebbe essere tradotta in un emendamento: dopo la parola "adottare" sostituire "di volta in volta" con le parole "con le cautele di legge".



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "E' autorizzata l'acquisizione delle eredità, dei legati e delle donazioni disposti a favore della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "La Giunta regionale è autorizzata ad adottare, di volta in volta, i provvedimenti necessari ad acquisire i beni oggetto delle liberalità di cui all'art. 1, nonché ad adottare i provvedimenti necessari per l'esecuzione di eventuali oneri o per l'adempimento delle condizioni o modalità apposte alle liberalità medesime".
L'Assessore Simonelli ha proposto di sostituire "di volta in volta" con le parole "con le cautele di legge".
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "E' autorizzata, a decorrere dall'esercizio finanziario 1979, l'istituzione, nello stato di previsione dell'entrata, del capitolo n. 2545, con denominazione 'Proventi derivanti dall'acquisizione di eredità, legati e donazioni'.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - "La Giunta regionale è autorizzata ad iscrivere, con propria deliberazione, nel capitolo d'entrata di cui al precedente articolo e nei capitoli che saranno correlativamente istituiti nello stato di previsione della spesa, ove necessario, con denominazione conforme alle specifiche condizioni o modalità di utilizzo apposte alle singole liberalità, le somme corrispondenti all'effettiva consistenza dei beni oggetto, legati e donazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art.
45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Si passi ora alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 458: "Trattamento di quiescenza, previdenza ed assistenza del personale dell'ESAP e integrazione dell'art. 21 della legge regionale n. 12 del 24 aprile 1974"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ottavo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 458: "Trattamento di quiescenza, previdenza ed assistenza del personale dell'ESAP e integrazione dell'art. 21 della legge regionale n. 12 del 24 aprile 1974".
Relatore è il Consigliere Rossi in congedo, in sua vece relaziona il Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la Regione Piemonte, con legge del 24 aprile 1974, n. 12, istituì l'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP).
Successivamente, con legge 26 maggio 1975, n. 35, il Consiglio regionale ha approvato l'organico provvisorio dell'ESAP stabilendo all'articolo 1, la dotazione di personale e, all'articolo 2, che detto personale venisse equiparato, per la parte economica e normativa, al personale regionale, secondo quanto previsto dall'articolo 73 dello Statuto.
Siccome attualmente i dipendenti dell'ESAP sono iscritti, ai fini del trattamento di previdenza e di quiescenza all'INPS, si trovano, di fatto in posizione di sfavore rispetto ai dipendenti regionali.
Per superare questa situazione la Giunta, in accordo con l'ESAP, ha presentato la presente legge che prevede, all'articolo 1, la possibilità per il personale dell'Ente di chiedere, ai fini del trattamento di quiescenza, l'iscrizione alla CPDEL e, ai fini del trattamento di previdenza ed assistenza, l'iscrizione all'INADEL, fatta salva, per il personale avente un diverso trattamento di previdenza e quiescenza, la facoltà di opzione per la prosecuzione del trattamento in atto.
L'articolo 2 integra l'articolo 21 della legge regionale 24 aprile 1974, n. 12, che, in caso di estinzione dell'Ente, prevedeva unicamente la destinazione del patrimonio mobiliare ed immobiliare e non disponeva alcunché per il personale.
Per questi motivi la I Commissione che ha esaminato il disegno di legge dopo un'ampia consultazione con il Consiglio direttivo dell'ESAP, invita il Consiglio ad approvare la legge all'unanimità.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "Ai fini del trattamento di quiescenza, il personale dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP) è iscritto alla Cassa per le Pensioni ai Dipendenti degli Enti locali (CPDEL).
Ai fini del trattamento di previdenza ed assistenza per malattia il personale dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP) è iscritto all'Istituto Nazionale di Assistenza ai Dipendenti degli Enti locali (INADEL).
Per i dipendenti dell'ESAP, con in atto diverso trattamento di previdenza e quiescenza, è fatto salvo il diritto di optare per la prosecuzione del trattamento di previdenza e di quiescenza già in essere.
L'opzione può essere esercitata entro due mesi dall'entrata in vigore della presente legge".
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "Il primo comma dell'articolo 21 della legge regionale 24 aprile 1974, n. 12, è così integrato: 'Il personale, a domanda, viene posto a disposizione della Regione.
Le modalità di inquadramento nei ruoli regionali sono stabilite con leggi regionali'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 462: "Modifica all'articolo 73 legge regionale 12 agosto 1974, n. 22 - Decorrenza inquadramento ai fini del trattamento di quiescenza, per dipendenti comandati"


PRESIDENTE

Punto nono all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 462: "Modifica all'articolo 73 legge regionale 12 agosto 1974, n. 22 Decorrenza inquadramento ai fini del trattamento di quiescenza, per dipendenti comandati".
Relatore è il Consigliere Rossi in congedo. In sua vece relaziona il Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la legge 12 agosto 1974, n. 22 relativa a "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale Norme per il primo inquadramento" stabiliva all'articolo 73 che l'inquadramento del personale trasferito partisse dalla data del decreto di trasferimento e, per il personale comandato, dalla data del provvedimento di inquadramento.
Alcuni dipendenti comandati per la prima costituzione degli uffici regionali da Enti locali del Piemonte e cessati dal servizio prima di aver compiuto presso la Regione un anno intero dalla data di decorrenza dell'inquadramento, hanno riportato un notevole danno a causa dell'applicazione del D.P.R. 5 giugno 1965, n. 758, che all'articolo 6 stabilisce: "In tutti i casi di ricongiunzione di servizi, ai fini della liquidazione o della riliquidazione del trattamento di quiescenza spettante sulla base dei servizi ricongiunti, non possono essere considerati uno stipendio, una paga o una retribuzione superiore a quella posta a base della liquidazione del precedente trattamento di quiescenza se non sia trascorso almeno un anno intero dal nuovo rapporto".
A questi dipendenti (quattro persone in tutto) la pensione CPDEL è stata liquidata sull'ultimo stipendio in godimento presso l'Ente di provenienza e non su quello conseguito con l'inquadramento presso la Regione Piemonte.
Per rimediare a tale iniquo trattamento (si tenga presente che gli statali sono stati inquadrati dal 1° aprile 1972), si propone l'integrazione dell'articolo 73 della vigente legge 22/1974 in modo da consentire anche a tale personale l'inquadramento con decorrenza dalla data di inizio del servizio presso la Regione.
Simili correttivi sono stati adottati anche da altre Regioni per far fronte a casi analoghi (ad esempio Regione Liguria - legge regionale 28 dicembre 1973, n. 45; Regione Veneto - legge regionale 9 settembre 1977, n.
56).
Ad evitare dubbi interpretativi, che l'adozione di un nuovo provvedimento di inquadramento potrebbe far nascere leggendo il precedente secondo comma come modificato dalla legge 60 del 5 dicembre 1978, viene proposto l'inserimento dell'ultimo comma, dove si stabilisce che l'inquadramento non darà luogo a conguagli né attivi né passivi.
Resta tuttavia a carico della Regione e degli interessati, per le parti di competenza, il maggior onere da versare alla CPDEL ed all'INADEL per la sistemazione contributiva delle singole posizioni.
La spesa da porsi a carico dell'Amministrazione regionale viene valutata in L. 4.000.000 circa. La I Commissione ha licenziato all'unanimità il presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede di parlare passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - Decorrenza inquadramento "L'articolo 73, già modificato dall'articolo 6 della legge regionale 5 dicembre 1975, n. 60, è integrato dai seguenti commi: 'Il personale comandato o distaccato ai sensi dell'articolo 65 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, per la prima costituzione degli uffici regionali ed ivi in servizio alla data del 4 settembre 1974, che per qualsiasi motivo abbia cessato il servizio con diritto a pensione prima che sia trascorso almeno un anno intero nel nuovo rapporto, può chiedere che l'inquadramento nel ruolo degli impiegati regionali abbia decorrenza dalla data di inizio dell'effettivo servizio presso la Regione Piemonte.
La nuova decorrenza dell'inquadramento non darà luogo a conguagli intendendosi ad ogni effetto regolato il trattamento economico con la corresponsione dell'assegno 'una tantum' attribuito agli interessati ai sensi dell'articolo 73, secondo comma, della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22'".
Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Disposizioni finanziarie "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati per l'anno 1979 in L. 4.000.000, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n: 220 nello stato di previsione della spesa per lo stesso anno e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Maggiori oneri previdenziali ed assistenziali relativi alla posizione di dipendenti già cessati dal servizio' e con lo stanziamento di L. 4.000.000 in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Comunita' montane - Informazione

Esame progetto di legge n. 460: "Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto undecimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 460: "Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva".
La parola al relatore, Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

La mia intenzione era di preparare la relazione scritta per domani, se però i Consiglieri lo consentono potrei dare lettura della bozza che ho già pronta, quindi passare alla votazione della legge.



PRESIDENTE

Poiché il Consiglio non ha delle controindicazioni, la parola al Consigliere Bontempi per la relazione solo orale.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Molti sarebbero gli interrogativi ai quali rispondere nel presentare un disegno di legge che prevede l'intervento della Regione per contributi alle Comunità montane che intendano sviluppare gli strumenti connessi alla diffusione delle emissioni radiotelevisive nazionali nelle zone non servite da impianti della concessionaria Rai.
In primo luogo va detto che l'epoca nella quale stiamo vivendo pu dirsi ben a ragione l'epoca dell'informazione, dei mass-media, di una struttura enorme che, se da un lato è fonte di rilevante potere per chi sa controllarla, d'altro canto rappresenta certo una fonte di crescita civile e di cultura. L'informazione, legata ad ogni processo democratico, offre gli strumenti per comprendere la società in cui si vive e si opera, quindi per essere partecipi come soggetti del continuo cammino della società verso l'avvenire e verso il miglioramento della condizione di vita.
Se una larga parte dell'informazione viene svolta dai canali della carta stampata, sempre più importante diviene, peraltro, il settore della televisione, oggi al centro di un ampio dibattito che dovrebbe approdare ci auguriamo, ad un modo sempre più puntuale e fecondo di realizzare programmi sia da parte della Rai che da parte delle numerose iniziative private, più o meno locali.
In Piemonte, per quanto riguarda la fruibilità delle emissioni televisive Rai la situazione non è fra le migliori del Paese. Mentre si sta avviando la terza rete, destinata a raggiungere nella prima fase meno dei due terzi della popolazione (per di più favorendo l'area metropolitana torinese), parecchie migliaia di cittadini vivono in zone d'ombra per quanto riguarda la ricezione del primo o, in particolar modo, del secondo canale Tv. Si tratta di piemontesi che vivono in piccole comunità, sovente in località di montagna, dove già grande risulta lo svantaggio ambientale ed economico-civile nei confronti del resto dei piemontesi.
Un dovere di giustizia impone che si faccia ogni tentativo per dare anche a questi nostri cittadini la possibilità di ricevere le emissioni televisive nazionali, quindi partecipare ad un circuito di cultura informazione, partecipazione che fino ad oggi li lascia all'esterno, in posizione discriminata.
La Rai sta realizzando un piano triennale riguardante anche il potenziamento degli impianti di ripetizione; si tratta, in base ad apposita convenzione, di servire con primo e secondo canale tutti i centri abitati da più di mille persone. In Piemonte si arriverà, nella migliore delle ipotesi, a servire, entro due anni, il 98,7% della popolazione.
Il provvedimento legislativo che oggi si propone all'assemblea dovrebbe rispondere, almeno in parte, alle esigenze di quel restante 1,3% di piemontesi.
Questa iniziativa è frutto di un'iniziativa dell'UNCEM. Il 17 febbraio 1979 si tenne un incontro al quale parteciparono le Comunità montane, i Comprensori, la Rai, la Presidenza della Giunta e molti Consiglieri. Si decise di affrontare il problema con un intervento legislativo.
Preso in esame congiuntamente dalle Commissioni I e V, il disegno di legge ha ottenuto, in fase di consultazione, il parere favorevole anche da parte dell'UNCEM regionale che aveva già accolto positivamente l'iniziativa della Giunta, del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo, che in occasione di ripetuti approfondimenti della questione radiotelevisiva ha sollecitato l'eliminazione delle zone d'ombra, della sede Rai di Torino che, tramite particolarmente i servizi tecnici, ha dichiarato la propria disponibilità a livello di consulenza tecnica per gli impianti che dovessero venire realizzati con le provvidenze stabilite dalla legge che stiamo discutendo.
Gli stessi servizi Rai hanno sottolineato alcuni dati tecnico finanziari del problema. In particolare si è appreso che si tratterebbe di realizzare impianti sovente complicati ed in zone disagiate, con il costo dei soli materiali tra 5 e 10 milioni per impianto, cui si debbono aggiungere i costi di manodopera e gestione; talvolta si tratta anche di intervenire sulla rete di adduzione dell'energia elettrica.
Sulla base di quanto emerso dalla consultazione, appare congrua anche la spesa di 500 milioni per ciascuno degli anni dal '79 all'81. Peraltro dal momento di presentazione del disegno di legge da parte della Giunta sono già pervenute alla Regione, sollecitate dall'UNCEM, le richieste di alcune Comunità montane; così per le Valli Chisone e Germenasca, Val Chiusella, Valli Monregalesi; è preannunciata una richiesta anche per la zona di Claviere.
Ciò considerato, le Commissioni I e V hanno dato parere unanimemente favorevole per il passaggio in aula del disegno di legge, pur facendo notare che nella fattispecie la Regione svolge compito di supplenza in interventi che lo Stato dovrebbe compiere per ragioni di equità ma che, si è gia ricordato, ha rinunciato a compiere almeno per i prossimi anni.
La dichiarazione di urgenza è giustificata con la necessità di rendere operativa la legge già nel 1979.
Se le Comunità montane attraverso questo provvedimento riusciranno a colmare in tutto o in parte alcuni fabbisogni della popolazione accresceremo la credibilità non solo delle Comunità montane ma di tutti.
L'essere discriminati sul piano dell'informazione rende problematico il rapporto tra i cittadini e le istituzioni.
In questo senso il provvedimento ha un indubbio valore sociale.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Il nostro Gruppo è favorevole alla legge in quanto ritiene che copra un effettivo bisogno delle popolazioni di zone del Piemonte pressoché isolate rispetto all'area metropolitana per le quali l'unico mezzo di accesso alla cultura e all'informazione è quello rappresentato dalla Tv.
Vorrei fare un'osservazione che ho concretato, unitamente al collega Calsolaro, in un emendamento. Esistono nella nostra regione, soprattutto in Valle di Susa e nella Val Pellice, zone abitate da popolazioni francofone.
Analogamente a quanto ha fatto la Regione autonoma della Valle d'Aosta si dovrebbe consentire a queste popolazioni anche la ricezione di programmi in lingua francese. Oltretutto questo risponde ad un'esigenza che la Regione Piemonte ha affermato nello Statuto e all'esigenza di collegamento con l'Europa nel momento in cui si vanno rinsaldando i legami nell'ambito della Comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Condivido la relazione del collega Beltrami e quanto ha detto il collega Vera.
La legge attesta l'interesse e l'impegno della Regione nel settore dell'informazione e la particolare attenzione in questo ambito del Consiglio regionale verso gli interessi culturali delle Comunità montane.
Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo socialista al testo di legge e all'emendamento che è stato presentato ed illustrato dal compagno Vera al quale ho dato l'adesione come Capogruppo del Partito socialista italiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Se i montanari fossero qui a sentire parlare di questa legge esprimerebbero probabilmente la loro grande soddisfazione. Noi facciamo il nostro dovere (non per avere i plausi e il riconoscimento), ma non sarebbe neanche male che i montanari sapessero che quando si discute dei loro problemi si discute a ranghi abbastanza serrati e con delle presenze abbastanza qualificanti.
Il Gruppo della D.C. non può non essere d'accordo con questa iniziativa, anche perché in passato ha assunto iniziative del genere come si è dato atto d'altra parte nella relazione verbale.
Ci sono delle discrasie e delle difficoltà sempre, questa è una brutta cosa: c'è chi viaggia in prima classe, c'è chi viaggia in seconda. Non dobbiamo dire però che non essendo percepibile dappertutto nella maniera perfetta la prima e la seconda rete, si debba remorare lo sviluppo della terza rete.
I soldi non sono moltissimi, ma se le Comunità montane gestiranno direttamente queste somme raggiungeremmo dei buoni risultati.
Sarebbe opportuno però ampliare lo spirito della legge dandole un contenuto partecipativo, ossia le Comunità montane, diventando fruitrici dell'audizione delle trasmissioni, diventassero, entro certi limiti protagoniste delle trasmissioni, soprattutto in ordine ai problemi della montagna. Non dimentichiamo che, nonostante lo spopolamento, la popolazione montana è rappresentata da 9/10 milioni di cittadini i quali sempre meno devono sentirsi di terza categoria o di terza classe.
Formulo questo auspicio a nome del Gruppo della D.C. e vedremo di formalizzarlo. Sono certo che troveremo anche in quel caso lo stesso consenso unanime che trova la legge di oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Esprimo parere favorevole su questo progetto di legge, marcando alcune sottolineature rispetto agli interventi che abbiamo sentito.
In primo luogo, mi pare sia doverosa un'espressione quanto meno di critica nei confronti dello Stato inadempiente che dopo aver giustificato per alcune generazioni il suo monopolio con la funzione di servizio pubblico, con il servizio pubblico non ha garantito tutti i cittadini pretendendo peraltro il pagamento della tassa o della tariffa. Questa espressione di critica e di riserva nei confronti dell'Ente pubblico non è soltanto una polemica ma è soprattutto un richiamo alla nostra responsabilità nei confronti della terza rete che si sta attuando. C'è da temere che queste inadempienze di tipo tecnico si ripetano anche sulla terza rete con tutte le carenze dal punto di vista culturale e politico che ci sono sulle altre due. Non rimarcherei troppo il diritto delle popolazioni, cosiddette di serie B, a essere coinvolte in un circuito culturale qualificato e privilegiato quale sarebbe quello rappresentato dalla televisione nazionale. Direi invece il contrario e cioè che il messaggio culturale che viene dagli schermi televisivi è di tipo estremamente "banalizzante", termine che usa la Sovrintendenza ai Monumenti. Condivido il giudizio del collega Oberto che dice che la terza rete è nata e deve comunque muovere i suoi passi a prescindere dal perfezionismo tecnico delle altre due. Ma certamente il problema si fa estremamente delicato nella misura in cui, volenti o nolenti, verrà riferito ad una paternità istituzionale regionale quando sappiamo che è il terzo programma o, per meglio dire, l'appendice del settimanale del quotidiano Tv.
Il Consiglio regionale e tutta la collettività dovrebbero opporsi al tentativo di banalizzazione della pagina regionale dell'informazione di stato e garantire una presenza autentica della cultura piemontese. La cultura italiana è caratteristica (uno dei rimproveri dell'Assessore Astengo nell'urbanistica è che la cultura piemontese non è sufficientemente omogeneizzata) e di qui viene la sua ricchezza e se siamo riusciti a far sì che non fosse omogeneizzata dalla televisione di Stato, facciamo sì che la terza rete sia un momento di valorizzazione delle differenze delle particolarità della nostra cultura senza peraltro cadere nel folclorismo e nel localismo.
Noto che questo mio intervento non attira sufficientemente l'attenzione dei colleghi. Questo grosso problema decolla fra quindici giorni e ho la netta impressione che non ci sia da parte delle forze politiche, delle istituzioni culturali e della collettività in genere la consapevolezza di questa grossa occasione che va conquistata. Quindi non sarà molto corretto da parte nostra se fra qualche mese o fra qualche anno, magari in un convegno, ci lamenteremo della qualità della terza rete o delle mancate risposte alle aspettative che ognuno in cuor suo aveva e che non ha mai esposto chiaramente.
Al costo di essere poco corretto o poco cortese, richiamo i colleghi ad una puntuale presenza su questi temi e suggerisco ai Gruppi maggiori di farsi promotori di iniziative di tipo politico nei confronti del Parlamento e del Governo affinché, giacché la paternità di questa rete ci verrà data quanto meno ci sia dato di poter partecipare al battesimo di questo nascituro nella funzione di padrini, naturalmente non di marca mediterranea, ma di marca europea. Se così non fosse, questi soldi sarebbero un'ulteriore dimostrazione che la Regione non sa svolgere una funzione di promozione e di presenza, ma semplicemente di completamento di quei buchi che lo Stato troppe volte lascia nelle sue realizzazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Nel dare voto favorevole a questa legge, non possiamo però non evidenziare le perplessità che anche noi abbiamo. Andiamo a spendere 500 milioni per un'azione che per istituto spetta all'Amministrazione della Rai, la quale non si capisce perché debba sostituirsi ai produttori di film. I soldi spesi per la produzione dei film potrebbero essere spesi in ripetitori che permettano di ricevere il primo e il secondo canale nelle vallate. Ora ben venga l'intervento della Regione che supplisce il carrozzone della Rai, la quale proprio perché è un carrozzone va a rilento e spreca molti soldi. Tra l'altro non si capisce se i bilanci che presenta sono veritieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Voterò favorevolmente la legge non intendendo svolgere nessuna motivazione perché ho avuto il torto di chiedere la parola dopo il Consigliere Enrichens il quale ha già svolto sostanzialmente gli stessi concetti che volevo esporre io.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "La Regione Piemonte, esercitando la propria azione per agevolare lo sviluppo sociale delle popolazioni montane e favorirne l'informazione e l'effettiva partecipazione all'attività socio-politica regionale e nazionale, assicura lo sviluppo dei mezzi e strumenti connessi alla diffusione delle emissioni radiotelevisive nazionali nelle zone del territorio piemontese non servite da impianti ripetitori della concessionaria Rai.
Per la realizzazione dei fini di cui al comma precedente, è autorizzata la concessione di appositi contributi alle Comunità montane per gli anni finanziari 1979, 1980 e 1981".
I Consiglieri Vera e Calsolaro presentano il seguente emendamento aggiuntivo al primo comma: "nonché per le zone montane in abitati da popolazioni francofone per le teletrasmissioni in lingua francese".
La parola al Consigliere Oberto



OBERTO Gianni

Sono perfettamente d'accordo sull'inclusione; prospetto soltanto l'eventualità che possa sorgere su questa inclusione un giudizio negativo sollevato dai walser, anche in relazione al fatto che recentemente vi è stato a Gressoney un incontro a grosso rilievo dove si è addirittura prospettata una riforma, che interessa la Regione Valle d'Aosta, ma che chiede la presenza in Consiglio di un Consigliere rappresentante dei walser che ribalta senza alcun dubbio sulla Valsesia.



PRESIDENTE

Inviterei anche a considerare la legittimità di un emendamento di questo tipo. La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Presidente mi ha anticipato. In effetti con questa stesura mi pare difficile il visto del Governo. In particolare, poi, mi pare che si colga soltanto un aspetto marginale dei motivi per cui sarebbe opportuno che i ripetitori trasmettessero anche i programmi stranieri. Disgraziatamente questi motivi sono alla base delle ragioni per cui lo Stato ha fatto disattivare i ripetitori della Tv Svizzera.
Suggerirei che questo argomento fosse oggetto di una legge ad hoc.
Se il collega proponente intende insistere, suggerisco in luogo del riferimento alle minoranze etniche e religiose, che presuppone un altro argomento, una dizione più generale. Le motivazioni possono essere diverse esigenze di carattere turistico, commerciale, ecc.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vera.



VERA Fernando

L'osservazione del Consigliere Oberto mi pare valida. Se il collega Calsolaro, quale coproponente dell'emendamento è d'accordo, proporrei di modificare l'emendamento nel seguente modo: "nonché per le zone montane frontaliere per le teletrasmissioni in lingue straniere".



BONTEMPI Rinaldo

Dato che la parte proponente di questo provvedimento è stata l'UNCEM e nel corso della consultazione abbiamo convenuto un testo che non conteneva possibili obiezioni di legittimità, pur apprezzando nel merito la versione non accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 astenuti e 2 contrari.
Pongo ora in votazione l'articolo 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "Per la concessione dei contributi, le Comunità montane debbono inoltrare domanda al Presidente della Giunta regionale entro il 31 dicembre di ciascun anno. Le domande debbono essere corredate da: relazione illustrativa dell'intervento proposto copia della deliberazione dell'organo dell'Ente preventivo della spesa.
Nei limiti degli stanziamenti indicati dal successivo articolo 3, la Giunta regionale, sentita l'UNCEM, delibera la concessione del contributo sulla spesa ritenuta ammissibile a favore degli Enti richiedenti.
L'erogazione del contributo è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale nella seguente misura: 1) con acconti fino alla concorrenza del 75% all'atto della presentazione della domanda 2) fino alla concorrenza del residuale 25% del contributo al documentato compimento dei lavori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di 500 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa, dal fondo speciale di cui al titolo n. 12.600 dello stanziamento di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e mediante l'istituzione nello stanziamento di previsione medesima del capitolo n. 1825 con la denominazione 'Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva' e con lo stanziamento di 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Le spese per gli anni finanziari 1980-1981 saranno determinate con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 3 e approvato.
Articolo 4 - "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.
La seduta del Consiglio riprende domani mattina alle ore 9,30 con l'esame e la votazione del Regolamento del Consiglio regionale, per la quale è richiesta la maggioranza qualificata di presenze.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



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