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Dettaglio seduta n.273 del 26/09/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali delle sedute del 25 e 31 luglio, tranne quello relativo alla seduta del 31 luglio pomeriggio a cui faceva obiezione il Consigliere Calsolaro, sono approvati, se non vi sono obiezioni in merito.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ing. Ghiglieno, del giudice Terranova e del sottufficiale Mancuso vittime del terrorismo


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, teniamo oggi la prima seduta del Consiglio regionale nella nuova sede. Questo fatto lieto, positivo e costruttivo, è subito drammaticamente oscurato dai tre delitti che hanno insanguinato in questi giorni Torino e l'Italia. L'assassinio dell'ing. Ghiglieno, quello del giudice Terranova e del sottufficiale Mancuso, uno perpetrato a Torino gli altri due a Palermo, ci dicono l'estensione del partito criminale che sconvolge da anni il nostro Paese. Un dirigente capace della Fiat, un magistrato democratico e coraggioso, protagonista dell'inchiesta contro la mafia, ex parlamentare, eletto nelle liste del Partito Comunista, un onesto funzionario dello Stato, ecco il biglietto da visita delle tre nuove vittime.
Ci inchiniamo ancora una volta, ma subito dopo alziamo la testa per dire chiaro a tutti coloro che tramano, sparano, ammazzano che non ci piegheranno.
Torino ha risposto lunedì con un impegno nuovo, oggi risponderà Palermo. Occorre che tutti noi riprendiamo uniti con una solidarietà nuova senza fatalismi, senza cedimenti, l'iniziativa per isolare, individuare e stroncare con le armi della legge, con impegno politico e morale unitario non solo gli assassini, ma tutti i fattori potenti di disgregazione che operano ormai nell'intero organismo della nostra convivenza democratica.
Perché questo accada, occorre decisione estrema nel difendere le garanzie costituzionali e prima di tutto il diritto alla vita.
Costoro che sparano alle spalle in quattro contro uno non sono dei liberi pensatori, sono dei criminali. Non è sostanzialmente in discussione nel nostro Paese la facoltà di sostenere le tesi anche le più antidemocratiche. E' in discussione la possibilità per la democrazia di sopravvivere nei confronti di chi l'attacca non con le idee, ma con i mitra, i sequestri, gli assassinii, le devastazioni. Dobbiamo difendere la libertà di tutti, nessuno è colpevole se non è stato giudicato dalla magistratura, ma attenzione: l'Italia non sarà salvata dal Codice di procedura penale. Il nostro Paese uscirà da questo male oscuro solo se nelle coscienze di milioni di italiani si desterà la lucida determinazione di un impegno ideale e politico di ognuno di noi, senza ambiguità, senza viltà, senza miserabili calcoli.
Anche questo abbiamo detto al Presidente del Consiglio, Cossiga nell'incontro che abbiamo avuto insieme con il Presidente della Giunta Viglione, con il Sindaco Novelli, con il Presidente dell'Amministrazione provinciale Salvetti, al quale abbiamo consegnato il documento che i Consiglieri avranno già letto e che oggi viene loro distribuito. Abbiamo avanzato richieste precise, urgenti. Abbiamo fatto proposte concrete.
Signori Consiglieri, rappresentanti di tutte le forze politiche della Regione, da questi nuovi tragici eventi troviamo l'incitamento a stabilire una nuova unità fra di noi, fra tutte le forze politiche che qui rappresentiamo, rispetto a questo pericolo mortale. Guai se dovesse prevalere la differenza rispetto all'unità su questo tema. Nei prossimi mesi ci aspettano prove tremende. Dobbiamo avere la lucidità di prevederle.
Possiamo superarle e sconfiggere i nemici della democrazia solo se su ogni altra considerazione e prima di tutto sapremo essere uniti nell'azione.
L'unità degli uomini liberi e onesti contro tutte le forze che vogliono impedire a questo nostro paese di uscire dalla crisi con la democrazia.


Argomento: Viabilità

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi, Paganelli e Soldano inerente al piano triennale dell'ANAS ed interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino inerente all'esclusione dell'area del Pinerolese dal piano di intervento dell'ANAS


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interpellanze ed interrogazioni. Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi Paganelli e Soldano inerente al piano triennale dell'ANAS ed interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino inerente all'esclusione dell'area del Pinerolese dal piano di intervento dell'ANAS.
Risponde il Vicepresidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

La Regione con nota n. 10576 in data 26.7.1979 ha espresso il parere sul programma di lavori che L'ANAS ha predisposto per l'attuazione del piano finanziario triennale. Parere che era stato in precedenza sottoposto all'esame della II Commissione del Consiglio che aveva raccolto la sottolineatura tendente ad evidenziare il ruolo speciale che le comunicazioni internazionali debbono assumere, quindi la necessità di non coinvolgere finanziamenti nell'ambito dei piani ordinari dell'Anas. Ciò si riferisce alle comunicazioni del Sempione e del Frejus. Nella risposta fornita sono evidenti alcuni concetti fondamentali, che qui evidentemente si ribadiscono e chiariscono, tenendo altresì conto del fatto che le competenze esecutive e di programmazione finanziaria sono dell'Anas e che in base al D.P.R. n. 8/72 la Regione esprime il parere sui programmi proposti.
L'esame di un programma evidenzia sostanzialmente due vincoli dei quali occorre tenere conto : il tetto finanziario che viene deciso dal Parlamento e sul quale si esprimono le Commissioni della Camera e del Senato le priorità espresse dall'Anas dedotte da necessità di completare funzionalmente lavori intrapresi nel passato con lotti parziali già eseguiti o con lavori interrotti per mancanza di fondi.
L'Anas non ne ha più parlato ed ha presentato una proposta straordinaria e concreta di utilizzo dei 2500 miliardi decisi dal Parlamento. Le proposte presentate dalle Commissioni LL.PP., della Camera e del Senato (per il Piemonte si trattava di 146 miliardi) sono state respinte. L'Anas fu invitato a presentare una prima ipotesi per opere già dotate di progetto con caratteristiche urgenti di completamento e di sicurezza di cui la proposta è di 110 miliardi. Sul primo vincolo si è tenuto conto che la disponibilità di 146.900.000.000 era il risultato di un incremento già ottenuto rispetto alla quota stabilita dalla percentualizzazione per le Regioni del centro nord per una disponibilità complessiva di 1.000 miliardi di lire in considerazione degli impegni eccezionali, riconosciuti in sede nazionale relativi alla viabilità della valle di Susa e del Sempione.
Sul secondo vincolo la Regione ha dovuto riconoscere priorità a quei lavori che o per lotti non eseguiti o per lotti non completati per mancanza di fondi su precedenti programmi, non realizzavano un minimo di funzionalità compromettendo anche i lavori già svolti. E' il caso dei lavori sulla S.S. 419, sulla S.S. 565, sulla S.S. 299, sulla S.S. 29 della Maddalena. Fatte queste premesse si è proceduto ad individuare sulla base del documento di piano dei trasporti e della viabilità, quali situazioni si presentavano come le più gravi sul piano della sicurezza al transito veicolare o creavano condizioni assolutamente ingiustificabili rispetto ad un minimo di qualità del servizio. E in tale linea emergono con evidenza le situazioni della Valle di Susa e dell'Ossola. Nel primo caso sono stati approvati progetti di ristrutturazione della viabilità in alcuni punti neri già oggi e che diventano insostenibili con l'apertura del traforo del Frejus: tratto del traforo a Savoulx, galleria di Serre la Voute, variante di Bussoleno (primo lotto); collegamento con le tangenziali. Nel secondo caso la variante di Ornavasso sulla S.S. 33 ed infine la variante di Pont Canavese sulla S.S. 460 e l'Asti Isola, interventi di assoluta necessità per questioni di sicurezza. Inoltre avendo ben presente la condizione generale della viabilità nella Valle d'Ossola, si è ritenuto di assegnare interesse prioritario agli investimenti sulla statale 33 anche in considerazione del piano di ricostruzione in atto nella valle colpita dall'evento alluvionale dell'agosto 1978. Infine, sono stati indicati ancora come prioritari interventi da realizzare : 1) sull'asse Cuneo-Fossano-Asti-Casale, individuato dal piano regionale trasporti che riguarda la statale 20 nel tratto Cuneo - Colle di Tenda e che presenta il nodo di Roccavione e la statale 456 per il tronco Asti Isola d'Asti 2) il completamento della Pedemontana che interessa la statale 589 sul tratto Torino-Pinerolo con problematiche già studiate e con proposte già effettuate 3) il raccordo tra statale 590 Casale e l'autostrada A 26 che interessa lo sviluppo dell'area industriale attrezzata di Casale. A questi, seguono i problemi delle grandi aree o meglio delle circonvallazioni dei grandi Comuni. Esiste il problema non semplice dei rapporti con l'Anas, complicati dal cambio di quattro Ministri dei lavori pubblici, in quattro anni (difficile persino la continuità dell'informazione e dei rapporti oltrech la discussione sul merito) La proposta di piano regionale deca trasporti è decisiva al fine della costruzione di un quadro corretto di priorità regionali e comprensoriali, sulla base delle quali poter discutere compiutamente con l'Anas e con il Ministero dei lavori pubblici.
L'ipotesi di programma di lavori Anas approvata dal Consiglio nel 1975 e 76, nella maggior parte non è ancora completata. In questi giorni ho ricevuto alcune interrogazioni da parte dei colleghi che sollecitano interventi organici da parte dell'amministrazione. Si pongono problemi di funzionalità e di efficienza che ineriscono esclusivamente la competenza dell'amministrazione statale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

L'Assessore, come al solito, e stato puntualissimo dando le risposte sull'iter della pratica e sui pareri obbligati Sui difficili rapporti con l'Anas c'è tutta una storia da fare, già negli anni scorsi sì diceva che i rapporti devono essere radicalmente modificati. Oggi prendo atto che i rapporti sono rimasti tali e quali e mi auguro che ci sia il modo dì convincere l'Anas a prendere in considerazione il piano regionale dei trasporti e della viabilità quando sarà varato. Lascia stupefatti il fatto che l'Anas solo oggi ci dica che quanto era stato suggerito nel 1977 non ha nessuna rilevanza pratica.
La prima motivazione dell'interrogazione, oltre che essere legata a queste premesse di carattere generale, è legata ad un fatto molto più concreto, ma l'Anas, quando si scende nel concreto, usa dei trattamenti che non sono accettabili se rapportati non tanto al piano dei trasporti, che non esiste ancora, ma al Piano di sviluppo della Regione Piemonte che parla di riequilibrio nell'assetto territoriale. Come si può riconoscere depressa l'area del Monregalese e del Dronerese se vengono poi assegnati solo 3 miliardi di interventi? Mi, auguro che la Giunta regionale, prendendo lo spunto dal fatto che l'Anas non è ancora contattabile in ordine agli accordi da assumere per una politica di programmazione e di assetto territoriale, apporti qualche rimedio. Non possiamo dimenticare che Cuneo è l'unica città non legata ad un sistema autostradale Non vogliamo l'autostrada, ma vogliamo una strada di rapido scorri mento, per la quale esiste l'approvazione tecnica risalente a 7 anni fa da parte dell'Anas, ma che ora vediamo accantonata all'ultimo posto.
E' opportuno uscire da questo palleggia- mento di responsabilità valutando seriamente la richiesta che viene da un'area depressa e isolata della Regione e dall'unica città capoluogo che non ha collegamento autostradale, e questo lo dobbiamo tenere presente soprattutto in rapporto ai collegamenti con la Francia attraverso i colli di Tenda e della Maddalena. Questo problema deve trovare una soluzione, eventualmente attraverso un impegno specifico della Regione che dimostrerebbe di ovviare agli inconvenienti derivati dalla difficoltà di colloquiare con l'Anas



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Anche a nome del collega Colombino devo dichiarare la sorpresa per la risposta data dall'Assessore. Non discuto sul quadro relativo alla grande viabilità, ai rapporti con l'Anas, agli stanziamenti, ma devo constatare che si usa un metodo che non posso che giudicare scorretto. Mi riservo comunque di verificare la relazione scritta. E' un metodo scorretto perch il Comprensorio di Pinerolo, mesi fa, aveva votato all'unanimità un ordine del giorno con il quale prospettava quattro soluzioni di massima per il collegamento Torino-Pinerolo, soluzioni che non erano accompagnate dal calcolo dei costi, e chiedeva alla Giunta regionale di fornire tali dati in base ai quali il Comprensorio avrebbe successivamente dato un parere sulla soluzione da preferire. Questi dati non sono arrivati ufficialmente, ma sono stati consegnati a qualcuno, brevi manu, in un convegno indetto dalla nostra parte politica. Il Comprensorio non li ha mai avuti, quindi non ha avuto la possibilità di esprimersi.
Oggi apprendiamo che, seppure con i fondi dati per completamento di progetti, in questo elenco prioritario è stata inserita la 589, con una decisione presa dall'alto, con uno scavalcamento totale del Comprensorio.
In molte occasioni ho dato atto all'Assessore Bajardi della sua tempestività e correttezza, quindi mi sorprende questa procedura. Non posso accettare la risposta data e chiedo che nelle sedi competenti sia data la possibilità di esprimere il parere degli Enti e del Comprensorio



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi, per una breve replica.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Fornirò agli interroganti il testo della lettera che è successiva al Convegno della D.C., organizzato a Pinerolo, con la quale l'Assessorato ha trasmesso al Comprensorio gli atti richiesti. C'è il problema dei rapporti dei Gruppi politici con il Comprensorio emerso già all'epoca del Convegno della D.C., ma non credo sia un problema che abbia attinenza in questo caso con la discussione delle interrogazioni.



PRESIDENTE

Le due interrogazioni sono così discusse.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Beltrami inerente al risanamento del lago d'Orta


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Beltrami inerente al risanamento del lago d'Orta.
Risponde il Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, il Consigliere Beltrami, con accenti ironici e seri, pone un problema che riguarda il lago d'Orta e lo pone a seguito di alcune dichiarazioni che il Presidente ha rilasciato dopo le regate di domenica scorsa e dopo interventi che lo hanno visto frequentemente presente in quella zona. Designare che il lago d'Orta ritorni pulito non è in contrasto con il Piano di sviluppo.
La Giunta regionale ha posto l'accento su due grandi laghi, anche se pure gli altri meritano attenzione, il Maggiore e l'Onta. Per quanto si riferisce al lago d'Orta il riferimento agli anni '80 è legato alla sensibilità delle popolazioni rivierasche, che cercano di non inquinarlo anche a livello minimo e al finanziamento del collettore che dovrebbe vedere quanto prima l'inizio delle opere.
Gli scarichi industriali della Bemberg e delle Rubinetterie sono la causa maggiore dell' inquinamento del lago. Tuttavia, visitando lo stabilimento della Bemberg ho riscontrato dei notevolissimi miglioramenti in ordine al perfezionamento degli impianti anche se l'azienda non ha ancora raggiunto il limite previsto dalla tabella della legge Merli e dalla legge regionale. Anche le Rubinetterie hanno realizzato impianti antinquinanti. Sostanzialmente, se il collettore andrà in porto, come si prevede, se la Bemberg e le Rubinetterie procederanno alle ulteriori razionalizzazione tecnologiche, il lago riavrà condizioni accettabili.
Inoltre, tra poche settimane, e i Consiglieri sono invitati, sul lago d'Orta sarà messo in funzione un battello antinquinante a bocca aperta che percorrendo il lago, raccoglierà ogni sorta di rifiuto.
Se tutte queste condizioni si realizzeranno dagli anni '80 in poi avremo un netto miglioramento delle condizioni del lago. In effetti nel lago sono ricomparsi i pesci quindi il miglioramento è già in atto. Abbiamo comunque fondate speranze che il lago d'Orta possa ridiventare quello che il Consigliere Beltrami ricorda.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Sono commosso dell'intervento del signor Presidente, che ringrazio soprattutto per le numerose volte che rende visita al lago d'Orta e per l'invito che ci ha rivolto. Ho chiesto al Presidente in base a quali elementi tecnico-scientifici è in grado di dare quegli annunci che hanno del miracolistico dato che avrebbe dichiarato testualmente alla giornalista Vittoria Sincero: "Oggi la Regione adotta simbolicamente il lago d'Orta" Nel 1980, in quello che fu il bacino più pescoso d'Italia, se non d'Europa che gli scarichi hanno trasformato in un catino di ammoniaca, ritorneranno alla vita normale lucci, trote, pesce persico". Poiché studi approfonditi dicono che il rinnovo abituale delle acque del lago va attorno ai 10/12 anni questa accelerazione pare avere del miracolistico. In effetti, un giornale del luogo, con tanta delicatezza chiama il Presidente "il profeta"; un altro giornale locale lo raffigura su un mantello, come San Giulio, che raggiunge il lago veleggiando e sfidando il ritorno dei pesci.
Signor Presidente, non è che riteniamo di ridicolizzare un suo intervento, e soprattutto non intendiamo porre limite al suo modo di muoversi, semmai tentiamo di ridurre localmente con uno sforzo associato tra maggioranze e minoranze questo propinare pillole che, a mio avviso hanno dei risvolti afrodisiaci e di riportare il problema nei suoi giusti termini.
So che il Presidente segue questo problema attentamente e di questo ne do pubblicamente atto. Anche il suo predecessore lo ha fatto ricevendo il sottoscritto con altri colleghi e con una delegazione della Bemberg alcuni anni fa. Nel 1972 si diceva che erano disciolti nel nostro lago 13.374 t di azoto ammoniacale. Il processo della Bemberg è intervenuto solo ultimamente e si sta completando con uno sforzo congiunto per iniziativa privata e su sollecitazione del potere pubblico, i Comuni stanno approntando i processi di depurazione. Mesi fa sono stati immessi nel lago 15 quintali di avannotti, ma tutti i pesci vengono regolarmente a galla. Quindi non è pensabile che il 1980 possa dare luogo a quella conclusione. Uno studio fatto dall'Amministrazione provinciale avvertiva che l'azoto immesso dalla Bemberg nel lago era pari alla immissione dei rifiuti di una città di un milione di abitanti. Se fosse vero il discorso del Presidente, noi ritorneremmo ad essere un popolo di pescatori e la Lagostina fra il far la pentola a pressione e il mettere a dimora i pesci confezionandoli in forma commerciale, si rivolgerebbe alla confezione del chilo. Qualcosa si muove nel lago perché le iniziative vanno in porto però le nostre previsioni ci portano a dire che quei risultati li otterremo tra dieci o quindici anni.
Non vogliamo ridurre l'entusiasmo del Presidente, che talvolta ci trascina l'essenziale è che non ci trascini entro il lago perché ne usciremmo inquinati o rischieremmo di non sortirne più.



PRESIDENTE

La parola ancora al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Tutte le volte che abbiamo fatto una promessa in genere l'abbiamo mantenuta. Non è uno solo il momento risolutivo per il lago, ma sono diversi momenti messi assieme. La Regione Piemonte dispone di propria legge antinquinamento e, come lei sa, sul lago d'Orta sono state inflitte pesanti sanzioni da parte della Provincia di Novara, incaricata dell'accertamento.
Certamente i costi sono elevati e così come ha fatto la Bemberg spero facciano le altre 350 industrie esistenti nella zona. Ho detto che se tutto questo va in porto, negli anni '80 avremo un sostanziale miglioramento.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Beltrami inerente al risanamento del lago d'Orta

Argomento:

Sulle decisioni della Conferenza dei Capigruppo


PRESIDENTE

Nel corso della Conferenza dei Capigruppo si è concertato l'ordine dei lavori. Le decisioni sono le seguenti: dopo le interrogazioni e le interpellanze procederemo con l'esame della legge sulla disciplina dei mercati all'ingrosso esame del disegno di legge sulla classificazione delle Aziende alberghiere dibattito sulla base di una informazione della Giunta regionale sul problema dell'autostrada Torino-Savona approvazione di ordini del giorno sull'artigianato e sugli orari dei negozi presentati nel corso della precedente seduta consiliare.
Il Consiglio regionale sarà convocato nei giorni 10 e 11 ottobre, nei quali si prenderà in esame il disegno di legge sulla formazione professionale, il regolamento interno del Consiglio regionale e le leggi sull'energia.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione del Consigliere Picco sulla ristrutturazione del Forte di Exilles


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione del Consigliere Picco sulla ristrutturazione del Forte di Exilles.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta si ripromette di consegnare tra alcuni giorni un libro contenente l'elenco delle proprietà regionali con gli indirizzi e le soluzioni che si vorrebbero realizzare: esaminando quella pubblicazione avremo il quadro completo di tutti i beni.
Il Consigliere Picco pone un problema molto importante.
Il Forte di Exilles, dismesso dall'autorità militare, fu consegnato alla Comunità dell'Alta Valle di Susa che si proponeva di utilizzarlo come museo, ripristinando in tal senso un monumento di antica bellezza. La Comunità montana non poté però fare fronte a quella spesa e chiese alla Regione di intervenire nel tentativo di salvarlo.
In un incontro con i Ministri dei beni culturali e dell'istruzione si decise di assumerlo e di conservalo. La Regione per ora si propone soltanto di impedire che il tempo rovini tutto e, a questo scopo, si occupa della riparazione al tetto. Tuttavia non è cosa facile perché occorre trovare la losa locale e similare, che però in Val Susa non è più reperibile. Dobbiamo perciò riferirci alle cave di Luserna o di Bergamo.
Con la Sovrintendenza ai beni culturali ed il Comune di Exilles si è esaminata la possibilità di sostituire le lose che col tempo si sono deteriorate, di conservarle in un magazzino al fine di utilizzarle per le piccole riparazioni che fossero richieste dagli abitanti del Comune.
Questo problema concordato in Val di Susa e successivamente portato in sede di Consiglio, potrà così trovare una soluzione. Nel frattempo i Comandi e le Associazioni degli alpini si sono messi a disposizione per predisporre alcune opere di riordino dando un contributo per alleggerire i costi. Spetterà alla Comunità locale e al Consiglio regionale di determinare successivamente l'utilizzazione del forte.
Se le cose andranno nella direzione che ci siamo proposti, potremo dire di avere fatto un'opera meritoria.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Ringrazio, anche a nome del Gruppo, il Presidente della Giunta della risposta data. L'informazione attuale non differisce molto da quella data tre anni fa, ad analoga interrogazione.
Non possiamo, tuttavia, non rilevare come sia dal punto di vista della metodologia dell'affidamento di studi sia dal punto di vista di politica di interventi, la Regione stia imboccando una strada che se per certi aspetti può essere ritenuta giusta e l'unica possibile, per altri lascia sconcertati. Sarebbe infatti stato opportuno che la risposta all'interrogazione avesse coinvolto gli Assessorati ai beni culturali ed ambientali e alla pianificazione territoriale.
Il problema del ripristino dei monumenti che stanno crollando non riguarda solo la Regione, ma anche lo Stato; semmai la Regione deve rilevare tutte le necessità per poter opportunamente stabilire se gli interventi competono allo Stato o alla Regione o ad altri Enti istituzionali.
Nella fattispecie è sconcertante il fatto che si affidi un incarico professionale finalizzato ad interventi consistenti, quando, appunto, non c'è chiarezza di idee sul tipo di intervento che la Regione può realizzare.
Le risposte del Presidente per certi lati ci consolano, ma non dimentichiamo che se gli interventi non sono finalizzati all'utilizzazione finiscono per essere fine a se stessi senza produrre risultati positivi.
E' opportuna una visione di interventi in politica culturale connessa con problemi di assetto territoriale anche in relazione alle realtà delle Comunità montane e dei Comuni in cui l'utilizzazione del bene può avere finalità sociali.
Siamo preoccupati che gli interventi a pioggia su una chiesa, su un castello, sul Palazzo Carignano, su Palazzo Reale, finiscano per far diventare la politica di intervento sui beni culturali più un fatto di lavoro per le imprese che non un intervento finalizzato a precisi obiettivi.
Siamo in attesa di leggere l'elenco dei beni in possesso della Regione sui quali la stessa intende intervenire dal punto di vista patrimoniale per poter finalmente affrontare la discussione di merito sull'argomento.
Mi preme ricordare che non si è fatto ancora niente per quanto attiene alla politica dei beni culturali, all'applicazione della legge n. 22 e alla nomina della Consulta regionale. Mi auguro che questo richiamo induca ad operare per dare alla comunità piemontese le strutture necessarie per programmare e svolgere una seria politica nel settore.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non appena fu nominato l'attuale Governo, presi contatto con il Sottosegretario ai beni culturali, on. Picchioni, per un incontro che potrebbe essere fissato per il 12.10. Chiederò perciò l'autorizzazione di poter svolgere, in questa sede, l'incontro che dovrà interessare i Sovrintendenti, i Direttori generali e gli Assessori competenti. Al riguardo era già stata costituita una Commissione tra rappresentanti dello Stato e della Regione. Concorderò con gli Assessori Fiorini e Rivalta il programma per andare a quell'incontro che sarà di carattere informale, ma che affronterà anche il problema finanziario, poiché come è noto al Provveditorato alle opere pubbliche sono stati assegnati 5 miliardi.
Ci auguriamo che da quell'incontro derivino risultati positivi per il Forte di Exilles e per tutti i beni culturali che si stanno deteriorando.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Cooperazione - Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi, Paganelli e Soldano e interpellanza dei Consiglieri Bontempi, Dadone e Graglia sull'insediamento dell'IPRA a Peveragno


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Martini Lombardi, Paganelli e Soldano e l'interpellanza dei Consiglieri Bontempi Dadone e Graglia sull'insediamento dell'IPRA a Peveragno.
Desidero far presente che se la discussione occuperà molto tempo, le decisioni prese in sede di Conferenza dei Capigruppo non potranno essere mantenute.
La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Per quanto mi riguarda sarò brevissimo. Desidero soltanto invitare l'Assessore a dire chiaramente se in questo momento è possibile insediare l'IPRA a Mondovì.



PRESIDENTE

D'accordo. Pongo comunque all'ordine del giorno della conferenza dei Capigruppo modalità e tempi di svolgimento delle interrogazioni e interpellanze.
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore all'industria e ai problemi del lavoro

La vicenda IPRA necessita di un chiarimento e di una considerazione più generale che può essere così formulata: ogni atto di insediamento e di rilocalizzazione industriale ha bisogno di un quadro di riferimento generale e di un disegno di insieme coordinato che ispirandosi al complesso della nostra economia eviti localismi, aziendalismi ed ogni visione ristretta e particolaristica che sarebbero la pietra tombale della politica di programmazione democratica.
Fuori da una visione programmata ci sarebbe solo un andamento selvaggio, quale quello che ha caratterizzato per tanti anni la politica industriale determinando i poli di congestione e le sacche di depressione ed esodo, con squilibri produttivi, occupazionali e sociali e con gravi danni e contrapposizioni fra esigenze di settori diversi quali industria e agricoltura.
E ad una politica di "piano" non si possono fare omaggi formali per disattenderla poi con scelte contraddittorie e irrispettose delle sedi pubbliche, istituzionali, che se hanno il dovere di sentire e consultare i vari soggetti, hanno il dovere pure di trarre la sintesi.
E' un richiamo questo che la Giunta si sente in obbligo di fare ragionando anche al di là della vicenda IPRA e pensando a quanto potrebbe verificarsi nella nostra economia e sul nostro territorio, se le previste e consistenti ipotesi di rilocalizzazioni (che rispondono ad esigenze vitali della nostra economia) dovessero attuarsi fuori d'ogni disegno programmatorio.
Alla Regione si è chiesto di dare strumenti. E la Regione ha dato strumenti. La Regione ha elaborato un Piano di sviluppo e da questo - per quanto è di sua competenza - ha fatto e fa discendere strumenti, dalle aree attrezzate, alla convenzione quadro, al credito, alla formazione professionale.
Ma l'attivazione del Piano di sviluppo dipende anche dai comportamenti e da tante altre coerenze, alle quali sono chiamate forze sociali e istituzionali. Non varrà poi lamentare il crescere degli squilibri se di volta in volta sulle singole scelte, ognuno si sente autorizzato a difendere i propri particolarismi.
Queste considerazioni valgono in generale e valgono ora in particolare per la richiesta di nuovo insediamento IPRA. Prendiamo il problema IPRA per come si è presentato a noi. C'è chi ha sostenuto l'insediamento a Peveragno, chi lo ha sostenuto a Mondovì, chi ha suggerito una sistemazione a Piasco e chi lo vuole a Vercelli.
L'unica cosa che ovviamente non si potrà fare è avere l'insediamento in tutti e quattro i posti. E noi avevamo l'obbligo di sentire e di vagliare tutte le ipotesi, così come diligentemente abbiamo fatto.
Il 27 luglio il Presidente Viglione, l'Assessore Rivalta ed io, prima in riunioni separate e poi in riunioni congiunte, abbiamo discusso con i Comprensori di Cuneo e di Mondovì e con la Federazione regionale e quella di Cuneo della Cgl, Cisl, Uil.
Noi abbiamo ribadito e ribadiamo l'esigenza che questa operazione così come le altre di previsti possibili insediamenti, siano coerenti con le linee del Piano di sviluppo regionale e con l'impegno sottolineato nel Piano ad operare per il riequilibrio del Piemonte, per lo sviluppo delle aree più deboli, per decongestionare - o almeno non accentuare - la congestione del polo torinese.
Per questo abbiamo espresso giudizio negativo all'insediamento a Peveragno, area che presenta notevole fertilità agricola confermata anche dalla carta della fertilità dei suoli elaborata dalla Regione, e che se scelta come insediamento industriale distorcerebbe gravemente il progettato riequilibrio piemontese.
Il Comune di Peveragno prevede l'insediamento IPRA in un'ampia area sulla direttrice Cuneo-Beinette che si configurerebbe alternativamente allo stesso orientamento espresso dai quattro Consigli comprensoriali del Cuneese quando hanno sottolineato l'area del Monregalese quale area di intervento prioritario in provincia di Cuneo.
Ora nessuno può negare che l'insediamento IPRA a Peveragno verrebbe a costituire l'inizio di una scelta alternativa al Monregalese. Già si parla di interessi imprenditoriali a rilocalizzare la Bongiovanni mentre analoghe intenzioni a rilocalizzarsi sarebbero state espresse da piccole aziende del Dronerese.
E c'è già chi rileva, non senza ragioni, che anche per le esigenze di mano d'opera, che non potrebbero essere soddisfatte sul posto, si determinerebbe un pendolarismo da Mondovì. Cosa che è stata colta lucidamente dall'on, Gasco - autorevole parlamentare D.C. - quando nella seduta del Consiglio provinciale di Cuneo rilevava amaramente che già alla fine del 1971 esistevano circa 8-900 pendolari fra Mondovì e Cuneo.
Devo quindi dire ai Consiglieri Martini, Lombardi, Paganelli e Soldano che questa operazione non può certamente essere presentata - come appare dalla loro interrogazione - quale "nuovo piccolo insediamento industriale" nell' area di Cuneo.
Al contrario, il significato e la portata di questa operazione è stato colto nitidamente dal Comprensorio di Mondovì e dagli autorevoli parlamentari della D.C. di Cuneo, che sono venuti a manifestare la loro opposizione a Peveragno.



MARTINI Mario

L'on. Gasco sicuramente non è andato a portare il parere dei parlamentari della D.C., in quella sede.



ALASIA Giovanni, Assessore all'industria e ai problemi del lavoro

Non si può sostenere Peveragno e poi sostenere in "subordine" Mondovì oppure il Dronerese, in quanto le due cose hanno significati diametralmente opposti.
La Giunta ha ricordato e ricorda le priorità che devono avere le aree attrezzate nel disegno di riequilibrio. Per queste - che ubbidiscono alle linee del Piano di sviluppo - valga anche la considerazione che sono già stati assunti dalla Regione anche consistenti impegni di ordine finanziario.
E allor quando si presenta una possibilità di insediamento industriale noi crediamo sia dovere di tutti (ad incominciare dai pubblici amministratori) difendere questa scelta delle aree attrezzate, non consentendo che di volta in volta visioni e interessi aziendalistici la mettano in forse. Detto questo - e all'interno di questo ragionamento e di questa impostazione - noi abbiamo ricordato e ricordiamo che semmai il problema è di scelta all'interno delle aree attrezzate, e non di scegliere fra Peveragno e in "subordine", un'area attrezzata.
Devo ricordare che in data 17 settembre la H Commissione del Consiglio provinciale di Cuneo presieduta dall'on. Gasco ha votato unanimemente questa formulazione: "la Commissione valuta che, stante il perdurare dello stato di depressione delle aree marginali già individuate dal Consiglio provinciale e dal Consiglio regionale, gli Enti pubblici non debbano favorire la formazione di nuove aree attrezzate alternative".
La Commissione ha invitato il Comune di Peveragno a dotarsi sollecitamente del dovuto primo programma di attuazione ed ha invitato la Regione ad assumersi le responsabilità che le derivano dalle leggi regionali affinché sia garantito il corretto uso del suolo.
Io desidero assicurare a nome della Giunta gli amici del Consiglio provinciale di Cuneo che il loro sollecito è pienamente accolto dalla Regione Piemonte e che noi ci sentiamo impegnati ad attuare tutte le misure necessarie affinché questa questione non si risolva con semplici e sterili denunce e proteste formali.
Signori Consiglieri interroganti della D.C., noi abbiamo bisogno di capire quello che si muove all'interno della D.C., cuneese e che cosa esattamente si vuole L'on. Gasco affermava al Consiglio provinciale alcune cose di estremo interesse e che io condivido totalmente: "qui il problema non riguarda l'IPRA sì o l'IPRA no a Mondovì, a Ormea, o a Cuneo, ma la questione di fondo riguarda la credibilità della programmazione, la credibilità di tutti i documenti che sono stati approvati in tutte le sedi, compresa la sede del Comprensorio di Cuneo"; e soggiungeva ancora: "invece questo insediamento è naturalmente l'inizio della politica del carciofo: una foglia per volta".
E infine sempre l'on. Gasco così concludeva: "bisogna sapere chi fa la programmazione sapere se questo obiettivo di riequilibrio del territorio è ancora un obiettivo nel quale le forze politiche si riconoscono, che noi riteniamo sia ancora un obiettivo valido o se invece bisogna lasciare che le cose vengano condotte avanti in modo che i più furbi, i più dotati, i più abili o i più in gamba riescano a fare quello che vogliono".
Mi pare che più chiari di così non si poteva essere.
Si è detto altrove e penso lo si dirà nuovamente qui che Peveragno è stata inserita nelle indicazioni regionali per la 902 (credito agevolato).
E che cosa si vuol dimostrare con questo? Forse che l'IPRA deve insediarsi a Peveragno? L'indicazione per la 902 dimostra semmai una sola cosa: che nessuno di noi ce l'ha con Peveragno per il quale chiediamo che si sviluppino appieno le sue potenzialità naturali; quel credito agevolato potrebbe favorire iniziative nel campo agro-industriale, settore questo previsto anche dalla legge industriale.
Signori Consiglieri, è partendo da queste considerazioni che la Giunta ha ricordato che per ragioni strutturali sue l'area di Vercelli si presenta come la più rapidamente utilizzabile in ciò cogliendo anche esigenze di "tempi" che l'azienda IPRA ci ha fatto presenti.
Credo in secondo luogo che nessuno può ignorare la drammatica situazione produttiva e occupazionale del Vercellese, così duramente provato in passato e dove ora si aprono problemi assai acuti con l'esplicitata intenzione Montedison di chiusura totale della Fibra che coinvolgerebbe - al decollo di Acerra - non solo i 504 lavoratori già senza lavoro, ma anche i restanti 540, ai quali si aggiunge la Lidman fino ad ora senza prospettive. Nel complesso un'area di oltre 1500 posti di lavoro.
Ma noi abbiamo aggiunto, signori Consiglieri, che l'area di Mondovì ha bisogno di un analogo impegno dal momento in cui in quest' area, nel corso degli ultimi anni c'è stata una notevole caduta di posti di lavoro (Richard Ginori, Ceramiche Besio, ecc.) accompagnata da un forte esodo, che costituiscono anche le ragioni che hanno indotto il Consiglio regionale a sceglierla quale sede di area attrezzata e queste non sono parole (come testimonia lo stanziamento di un miliardo e mezzo per il metano); e che la questione deve essere attentamente valutata - senza fare la guerra fra i poveri - anche pensando alle possibilità che si aprono per le nuove localizzazioni.
Debbo infine rispondere ad un ultimo problema: noi non sottovalutiamo affatto il problema di Dronero, ma non vorremmo che in questa fase fosse ricordato solo strumentalmente.
Ora mentre il 18 settembre il Consiglio comunale di Cuneo ha deciso di vendere i terreni all'IPRA sta di fatto che a Dronero non si è fatto niente e noi crediamo sia giusto e motivato l'interesse del Consiglio provinciale di Cuneo che si interessa di questa situazione e rileva criticamente la mancanza a Dronero di una piccola area industriale che potrebbe permettere la riqualificazione di quel piccolo tessuto industriale che già c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Questa discussione, che deve essere serena e mi propongo che lo sia essendo finalizzata a risolvere un problema, assume invece motivazioni caratteriali. Il tono didascalico, moralistico sulla programmazione, il leitmotiv delle dichiarazioni dell'Assessore li respingo perché su certi principi anche la D.C., ha assunto impegni ufficiali in questa sede e nessuno li vuole sconfessare. Se c'è uno che è coerente con la linea del partito sono io, assieme ai miei colleghi della Provincia di Cuneo, quindi respingo questa strumentalizzazione che viene messa tra le righe delle risposte alle interpellanze che abbiamo il diritto e il dovere di fare per chiarirci le idee sulla programmazione.
Intendiamoci bene, la programmazione può anche essere inficiata da schemi mentali. Porto un esempio. In una interrogazione sull'autostrada Torino-Savona ho citato una dichiarazione del 1978: "fino al 1986 non si può parlare di raddoppiamento perché il traffico va venissimo così com'é".
L'impatto con la realtà ha fatto sì che la Giunta si ricredesse facesse venire un Ministro e facesse altre dichiarazioni. Non ci scandalizziamo per questo. Gli impegni sulla politica di programmazione non sono sui grandi principi, ma sui fatti concreti che fanno sì che essa risponda alle esigenze concrete e non le disattenda.
All'Assessore ho chiesto che dica se l'area di Mondovì è immediatamente utilizzabile. L' Assessore ha girato attorno al problema dicendo che c'è un'area attrezzata a Vercelli e un'area attrezzata a Mondovì, e che quella di Vercelli ormai è decollata e quella di Mondovì cerchiamo tutti di farla decollare, che ci sono delle difficoltà e che in primavera venne varata una legge per il metanodotto.



ALASIA Giovanni, Assessore all'industria e ai problemi del lavoro

Caro Martini, ho risposto alla tua interrogazione, non a quello che stai dicendo adesso. Mondovì è in subordine a Peveragno. Non giochiamo con le parole.



MARTINI Mario

Prego l'Assessore di non portarmi sempre sul piano della polemica. Mi pare di aver capito che nell'area di Mondovì per motivi di carattere urbanistico e perché il metanodotto ancora non ci sarà almeno per due anni malgrado la volontà unanime, l'IPRA non è insediabile. Una dichiarazione chiara di questo genere sarebbe una presa di atto della situazione esistente e sarebbe un primo passo per riuscire quanto meno a chiarire i termini del problema.
Mi spiego. Quando si fanno discorsi sulla guerra dei poveri, mi sento dire che ancora una volta Cuneo e il suo circondario vuole prevaricare e anziché inviare le industrie nell'area di Mondovì le indirizza ancora nella propria area.
Vorrei invece che si dicesse chiaramente che se l'IPRA non viene a Cuneo, va a finire a Vercelli perché là c'è un'area attrezzata e ci sono motivi di depressione. Sarebbe anche un altro chiarimento. Rimane l'altro problema di fondo: facciamo attenzione che la programmazione non risponda soltanto a schemi troppo rigidi che finiscono per scontrarsi con la realtà.
E' la seconda volta che si fanno discorsi del genere, la prima volta si disse che l'insediamento industriale era legato alla programmazione nazionale quando la Regione ha detto no all'insediamento del nuovo stabilimento della Vernante Pennitalia, questa volta si dice che ci si deve richiamare alla programmazione regionale e che Cuneo non ha il diritto di difendere i propri interessi nei confronti di Vercelli.
Faccio un discorso comparativo: è più depresso il Cuneese o il Vercellese? In mancanza di strutture idonee per cogliere l'IPRA o qualsiasi altro stabilimento a Mondovì, continueremo per due o tre anni ancora a dire che nell'area del Cuneese non devono decollare iniziative di carattere aziendale? Mi rifiuto di accettare questo tipo di politica perché la programmazione si fa anche predisponendo gli strumenti idonei per renderla convincente di fronte all'opinione pubblica.
Prendo atto della dichiarazione dell'Assessore che in questo momento non esiste la possibilità di insediare l'IPRA a Mondovì. Se l'Assessore potesse dire che c'è invece la reale possibilità di mandarla a Mondovì come democratici cristiani, io, assieme ai colleghi della provincia di Cuneo, diremmo no all'insediamento IPRA a Cuneo. Se questa possibilità non c'è, noi appoggeremo il Comune fino in fondo in questa iniziativa perché la porti avanti in mancanza di idonei strumenti per attuare una politica di programmazione seria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

So di chiedere una procedura che forse non è regolamentare, ma le questioni che ha posto il Consigliere Martini mi impongono di intervenire.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni do la parola all'Assessore Rivalta.



PAGANELLI Ettore

E' chiaro che se si apre un dibattito tutti hanno diritto di intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per un chiarimento.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nel momento in cui viene spiccata un'interpellanza la Giunta invita gli Assessori competenti a dare una risposta idonea. In questo caso sono state introdotte la questione del metano a Mondovì, le questioni inerenti all'occupazione e all'assetto del territorio interessando quindi vari Assessorati. Quindi non ci appigliamo al regolamento che peraltro vogliamo rispettato da tutti.



PRESIDENTE

Sarà opportuno portare M' argomento in sede di conferenza dei Capigruppo. In questo caso, tra l'altro, è difficile stabilire se si tratta di interroganti o di interpellanti, in quanto nel titolo del documento si parla di interrogazione e nel testo dello stesso di interpellanza.



GRAGLIA Anna

Il nostro Gruppo ha Presentato un'interpellanza.



BONTEMPI Rinaldo

Mi stupisce questo fatto di sostanza. Abbiamo svolto in maniera anomala altre, interrogazioni sulle quali i chiarimenti successivi della Giunta sono stati accolti. Non capisco perché su un tema così rilevante, come ha detto Martini, le precisazioni su cui ha chiesto la parola l'Assessore Rivalta non debbano essere accolte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Si tratta di chiarire la situazione di fatto e di dire qual è la volontà della Regione e degli Enti locali per far sì che l'area attrezzata di Mondovì sia agibile al più presto.
Intanto devo dire che ci sono rapporti stretti fra il Comune di Mondovì e l'Assessorato all'Urbanistica della Regione Piemonte, stabiliti per concludere l'iter di approvazione del piano dell'area attrezzata.
Per quanto riguarda il metano abbiamo avviato il rapporto cooperativo con la Snam avviato attraverso la legge per il finanziamento del condotto.
In un primo tempo ci furono ostacoli conseguenti alla difficoltà di definizione dell'utenza, ma nel corso dell'ultimo colloquio con l'amministratore delegato della Snam, quegli ostacoli sono stati superati.
C'è piuttosto il problema dell'aggiornamento dei costi. Tuttavia ci sono le condizioni per poter arrivare quanto prima alla definizione della convenzione.
Si tenga presente che l'impianto di un'industria richiede un periodo non inferiore ai dodici mesi, quindi ragionevolmente si può dire che l'IPRA non opererà prima dell'anno 1981.
Il ruolo degli organismi pubblici è proprio quello di far coincidere l'iniziativa privata con quella pubblica, affinché vengano a coincidere l'ultimazione dei lavori di costruzione del metanodotto con la messa in atto delle produzioni. E' quanto stiamo cercando di fare. Non c'è nessuna ragione di mettere in dubbio a priori l'insediamento dell'IPRA a Mondovì anzi ci sono le ragioni per pensare che possiamo realizzare un programma in grazia del quale L'IPRA non avrà rallentamento nei suoi programmi.
Tutti gli elementi di turbativa vanno eliminati. Ci sono questioni di natura diversa come, per esempio, la decisione assunta dall'Amministrazione comunale di Cuneo e di Peveragno per attrarre in questo Comune L'IPRA nonché l'eventuale atteggiamento della Snam di dilazione della firma della convenzione con la Regione. La Snam è un ente dipendente da un organismo a partecipazione statale, quindi c'è una responsabilità del Governo che dovrebbe far sì che la Snam non abbia ad operare sulla base di sollecitazioni dell'operatore privato, trascurando di dare priorità ad operazioni sollecitate dall'azione pubblica per attuare orientamenti di politica di programmazione. C'è una responsabilità politica complessiva quindi. I parlamentari piemontesi dei vari partiti devono chiedere al Governo di tener conto delle linee di programmazione regionali e comprensoriali.
Voglio tornare sull'equivoco dell'alternativa: Mondovì o Vercelli.
Nell'ambito dei discorsi di politica di programmazione, per ragioni contingenti, di grave crisi, abbiamo individuato Vercelli come riferimento prioritario. Vercelli ha urgenza di interventi di sostegno, a causa della perdita di posti di lavoro negli stabilimenti della Montefibre. La Regione sta operando con tutte le sue possibilità perché a Vercelli si localizzino le industrie. Pur prendendo atto di questa realtà L'IPRA ha dichiarato che non intende localizzarsi a Vercelli, essendo questa un'area di tensione sindacale. E come potrebbe non esserci tensione sindacale dopo la politica della Montefibre! Non accettiamo questa motivazione.



MARTINI Mario

A Mondovì non ci sono tensioni sindacali?



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Non accettiamo atteggiamenti di questo genere che non sono né civili n sociali.
Abbiamo però preso atto di questa situazione che rende difficile la soluzione IPRA a Vercelli, dove peraltro quest'industria troverebbe già l'area predisposta e il metano. Abbiamo in alternativa proposto Mondovì.
Siamo perché L'IPRA vada a Mondovì, e chiediamo a tutti di collaborare sul piano delle responsabilità istituzionali e politiche perché questo possa succedere, eliminando tutti gli equivoci e i comportamenti turbativi.
Peveragno ha una possibilità di vita che è legata alla sua natura agricola; l'area è fertile e soprattutto con l'aggiunta di impianti adeguati di irrigazione può diventare un'area di prima qualità. Tutti difendiamo da tempo le aree agricole, quindi credo che anche sotto questo profilo dobbiamo impedire l'insediamento dell' IPRA a Peveragno. Per questo Comune esistono diverse possibilità di sviluppo, anche industriali, ma connesse con l'attività agricola. Comunque queste attività dovranno collocarsi a Peveragno in aree meno fertili e in zone del suo tessuto urbano già compromesso.
Si tenga presente che se il Comune avesse approvato il piano regolatore in tempo, oggi quell'area in cui si vuole insediare L'IPRA non sarebbe agibile per insediamenti industriali, ma sarebbe destinata all'agricoltura.
Ebbene, non si incominci a comprometterla sia pur con un piccolo insediamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi dichiaro completamente soddisfatto della risposta fornita dalla Giunta.
Siamo fermamente preoccupati perché insediamenti preventivi vadano in contrasto con le scelte di programmazione. Il discorso secondo cui la programmazione è una cosa e la concretezza delle decisioni è un'altra ci sta bene nella misura in cui il risultato finale sia coerente con gli atti che si compiono giorno per giorno.
Le scelte che abbiamo fatto nella zona del Cuneese sono state unitarie.
Ragioni sostanziali hanno sconsigliato l'insediamento della Pennitalia ieri e sconsigliano quello dell'IPRA oggi.
IL Presidente del Comprensorio di Mondovì con una ampia e motivata lettera chiede che venga bloccato l'insediamento dell'IPRA a Peveragno. Il nostro Gruppo crede di dover aderire a questa richiesta e chiede che l'insediamento venga bloccato usando gli strumenti urbanistici in atto.
Dico di più. E' in discussione la modifica della legge 56, nella quale abbiamo rilevato elementi di eccessiva rigidezza ed elementi di eccessiva larghezza proprio perché i comportamenti politici non sono coerenti con le scelte di programmazione. Rivendichiamo che gli strumenti giuridici competenti vengano utilizzati affinché le scelte di programmazione abbiano conforme attuazione anche nei comportamenti della Regione e dei suoi organi.
In questo caso, come in molti altri, ci troviamo di fronte ad un Comune che non ha approvato il piano pluriennale. Chiedo al Consiglio se non sia il caso, essendo in pericolo le scelte di programmazione, di procedere ai sensi di legge perché in assenza di un piano di attuazione, si blocchi questo insediamento.
In un manifesto del 1978 firmato da Bellani (DC), Angeloni (PCI) Garino (PSI), Cerrato (PSDI), si diceva di operare per fare arrivare il metanodotto a Mondovì e, in merito alla richiesta di localizzazione di alcune aziende nel Cuneese in particolare nei Comprensori già notevolmente sviluppati, si diceva: "per essere coerenti si ritiene di dover fare quanto è possibile affinché le nuove attività vengano collocate nei punti di crisi con particolare riferimento al Monregalese".
Chiediamo che quel documento, espressione di volontà politica, trovi coerenza nei fatti in qualsiasi sede, usando da un lato gli strumenti di vincolo e dall'altro gli strumenti di promozione politica perché a Mondovì si realizzi quanto noi crediamo essere un giusto obiettivo.



MARTINI Mario

Chiedo la parola per una dichiarazione.



PRESIDENTE

Gliela concedo, Consigliere Martini, e torno a ripetere che al primo punto dell'ordine del giorno della Conferenza dei Capigruppo porrò la regolamentazione delle interpellanze e delle interrogazioni.



BIANCHI Adriano

E' un fatto singolare. Un secondo Assessore ha risposto all'interpellante alternandosi con il primo. Credo sia legittimo discutere in sede di Conferenza di Capigruppo come si regolano questi comportamenti ma è anche giusto che l'interpellante riabbia brevemente la parola, data l'importanza e la serietà degli argomenti.



MARTINI Mario

Le considerazioni svolte dall'Assessore Rivalta vanno al di là degli argomenti affrontati dall'Assessore Alasia. Non vorrei che si dicesse che il Comune di Peveragno è protetto dalla mafia che si richiama alla D.C.
Questa mafia non c'è. Per la terza volta devo far presente che chi può dare degli indirizzi politici agli amministratori di Peveragno non siede su questi banchi, ma sui banchi della Giunta.
Detto questo, farei attenzione ad assumere atteggiamenti negativi e atteggiamenti punitivi. La programmazione va avanti nella misura in cui nell'impatto con la realtà trova una giustificazione. In certi casi i problemi costringono a revisioni di atteggiamenti che possiamo assumere nella discussione. Dalle dichiarazioni dell'Assessore ho la sensazione che si sia fatto un passo avanti: non si dice più, come in quel comunicato stampa, emesso dalla Giunta regionale dopo l'incontro con gli Enti locali di Cuneo, che la scelta era per Vercelli e non poteva essere per Mondovì.
Questa è una dichiarazione più possibilistica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nessun documento parla dell'esclusione di Mondovì.



MARTINI Mario

Porterò quel comunicato al Presidente.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vercelli era l'area nella quale doveva avvenire l'insediamento.
Comunque impossibilitati ad andare nell'area di Vercelli perché vi erano state delle scelte diverse da parte dell'interlocutore, Mondovì era l'area sulla quale contavamo.



MARTINI Mario

Questo è cambiare le carte in tavola. Mi rifiuto di continuare a parlare. Prego il Presidente di farmi avere la dichiarazione ufficiale.



BONTEMPI Rinaldo

Questo dimostra che non si può programmare con la cecità dei dirigisti.



ALASIA Giovanni, Assessore all'industria e ai problemi del lavoro

Qualche giorno fa c'era ancora l'impegno dell'IPRA a localizzarsi a Vercelli.



MARTINI Mario

Concludendo prendo atto che dal dibattito non sono emerse idee chiare.
Pare che Mondovì non sia ancora condannata a morte.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La scelta è stata Mondovì, qualora non fosse possibile Vercelli. C'è qualche dubbio?



PRESIDENTE

Vorrei sapere se l'inaugurazione di Palazzo Lascaris significa lo stravolgimento delle regole di comportamento. Comunque un chiarimento c'è stato. Nella Conferenza dei Capigruppo chiariremo il modo con cui prendere la parola in Consiglio regionale.


Argomento: Commercio all"ingrosso

Esame legge rinviata dal Governo: "Disciplina dei mercati all'ingrosso"


PRESIDENTE

Punto quarto all'ordine del giorno: esame legge rinviata dal Governo: "Disciplina dei mercati all'ingrosso".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge che andiamo ad esaminare nella riedizione dopo le osservazioni del Commissario di Governo in realtà ha avuto un iter ampio ed articolato attraverso le consultazioni, attraverso il dibattito durato mesi in sede di IV Commissione e poi in Consiglio. Già in sede di dibattito consiliare il nostro Gruppo aveva espresso alcuni dubbi sulla validità di una legge sui mercati all'ingrosso, così come era stata impostata e portata avanti dalla maggioranza. Abbiamo preso atto degli emendamenti che la Giunta propone sui quali sostanzialmente concordiamo.
Gli emendamenti in parte accolgono i suggerimenti del Commissario di Governo. Nel corso del dibattito consiliare avevamo affermato la necessità di razionalizzare la rete e le strutture dei mercati difendendo efficacemente i consumatori rendendo trasparenti e possibilmente minimi i costi. Concordavamo allora e concordiamo oggi dove si sostiene che i mercati all'ingrosso devono essere ideati, realizzati e diretti per essere al servizio della collettività, principio fondamentale esistente nell'attuale legislazione nazionale, principio che giustifica l' intervento degli Enti pubblici nella iniziativa e nella gestione dei mercati all'ingrosso in funzione di controllo e di garanzia, ma che deve vedere anche presente il legittimo ruolo degli operatori dei mercati. Si devono cioè acquisire tutte le potenzialità organizzate della distribuzione che non possono essere minimizzate o considerate alla stregua di soggetti subalterni nei confronti di altri organismi o istituzioni.
Su questa base, concordiamo su alcuni emendamenti della Giunta e ci riserviamo su altri. Abbiamo presentato a nostra volta degli emendamenti all'art. 5 in tema di gestione dei mercati all'ingrosso. La proposta della Giunta accoglie solo apparentemente il suggerimento del Commissario di Governo, ma poi lo svuota in termini operativi perché subordina la partecipazione degli operatori del settore nell'ipotesi che non ci siano soluzioni già avviate da parte degli Enti locali. Crediamo quindi di corresponsabilizzare gli operatori commerciali.
Sugli altri emendamenti proposti in seguito ai suggerimenti del Commissario di Governo non abbiamo nulla da eccepire anche perché non incidono nella sostanza del disegno di legge. Rileviamo ancora una discrepanza tra l'impostazione che avevamo dato e quella che ci viene proposta.
Il nostro atteggiamento si concretizzerà sulla base degli emendamenti che verranno presentati.



PRESIDENTE

Possiamo passare all'esame dei singoli articoli.
Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Chiedo la parola riferendomi all'informazione sull'autostrada Torino Savona, che allarga il discorso anche ai problemi del Frejus e del Sempione. La relazione non potrà non fare a meno di ricordare che c'è stato un incontro con il Ministro Nicolazzi. E' un discorso che, secondo me merita un respiro abbastanza ampio e una risposta definitiva essendo l'ultima volta in cui il Consiglio regionale può esprimersi prima delle determinazioni definite. Inaugurandosi la settimana di Stresa, anche i sassi vanno dicendo che l'on. Ministro in quella sede ufficializzerà quanto è stato detto nell'incontro italo-svizzero di Briga e cioè che si propone di presentare al Parlamento un disegno di legge abrogativo dell'art. 18 della famosa legge blocco sulla costruzione e sul raddoppio delle autostrade per quanto si riferisce al completamento dell'autostrada Voltri Sempione. Propongo, anche a nome del collega Picco, che la relazione e il dibattito di questo argomento segua nelle giornate del 10 ottobre informando anche su quello che il Ministro ha detto. In una lettera aperta indirizzata al signor Presidente della Giunta proponevo che il Consiglio regionale prendesse l'iniziativa di presentare al Parlamento un disegno di legge per l'abrogazione dell'articolo 18. Se tale iniziativa parte dal governo, l'argomento cadrebbe e il dibattito si ridurrebbe moltissimo.
Propongo che il giorno 10 questo argomento sia portato per primo e che in quella sede si prendano le decisioni del caso. Oggi si strozzerebbe il discorso e non ne faremmo niente di buono.



PRESIDENTE

Mi pare non vi siano difficoltà ad accettare questa proposta del tutto ragionevole.



BONTEMPI Rinaldo

Prendo atto. In realtà se ne era già parlato in sede di Conferenza dei Capigruppo, nella quale si era stabilito un calendario molto rigido che prevedeva anche la questione del piano dei parchi. Sarà opportuno prevedere due giorni e mezzo di sedute consiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Chiedo scusa se introduco un altro argomento ora dovendomi poi assentare. Mi è stata consegnata una deliberazione relativa alla concessione di contributi per interventi di edilizia scolastica. Nel Comprensorio di Ivrea è stato inserito il Comune di Balangero erroneamente.
Inoltre vedo scritto "Borgo Franco di Ivrea" anziché "Borgofranco" Moltaldo Dora, laddove è "Montalto Dora". Ritengo indispensabile che le delibere che escono dalla Regione siano formalmente a posto.



PRESIDENTE

La ringrazio delle osservazioni.
Passiamo ad esaminare gli articoli modificati tenendo conto delle osservazioni del Governo.
"Articolo 4 - Istituzione e riconoscimento. L'iniziativa per l'istituzione dei mercati all'ingrosso può essere assunta da: a) società o consorzi, aventi personalità giuridica, costituiti da Enti locali territoriali unitamente ad altri Enti pubblici e privati b) Società o Consorzi tra cooperative, associazioni ed organizzazioni aventi personalità giuridica costituite tra operatori del settore c) Comuni competenti per territorio.
Gli organi di amministrazione dei Consorzi e delle Società di cui alla lettera a) sono presieduti da un rappresentante degli Enti locali territoriali; nell'ambito del Consiglio di amministrazione indipendentemente dal capitale versato, deve essere garantita la maggioranza dei componenti ai rappresentanti degli Enti pubblici.
In osservanza delle previsioni del piano di settore, la Giunta regionale, sentita la Commissione di cui al successivo art. 9, rilascia l'autorizzazione all'istituzione dei mercati all'ingrosso, previa valutazione di una relazione tecnico- economica e di un progetto tecnico di massima.
E' istituito l'Albo regionale dei mercati all'ingrosso; la iscrizione all'Albo viene deliberata dalla Giunta regionale che provvede alla sua tenuta.
Sono riconosciuti mercati all'ingrosso a tutti gli effetti e pertanto verranno iscritti all'Albo regionale, i mercati esistenti o già istituiti alla data di entrata in vigore della presente legge, sempreché presentino caratteri attuali di validità, e funzionalità.
L'iscrizione di questi mercati avviene a seguito di una formale richiesta che i Comuni competenti per territorio devono obbligatoriamente inoltrare alla Giunta regionale entro e non oltre sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 41 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Gestione. I mercati all'ingrosso - esclusi quelli alla produzione - sono gestiti: a) dai Comuni, anche con proprie aziende b) dai Consorzi costituiti fra Enti locali territoriali, mediante aziende consorziali c) da Consorzi, società od altri Enti costituiti fra Enti locali territoriali ed altri Enti pubblici o di diritto pubblico e cooperative ed associazioni di produttori e di altri operatori di mercato ed Enti di diritto privato. In tal caso vale quanto stabilito al secondo comma del precedente art. 4 d) da cooperative di soli operatori del mercato nel caso in cui non vi siano altre iniziative.
Nei casi di cui alle lettere b) e c) il Comune competente rilascia un'apposita dichiarazione.
I mercati alla produzione di cui al terzo comma dell'art. 1 della presente legge sono gestiti: a) da cooperative, associazioni od organizzazioni aventi personalità giuridica, costituite tra produttori locali b) dai suddetti soggetti unitamente ad uno o più Comuni c) da Consorzi di Comuni.
La gestione dei mercati alla produzione è affidata dall'Ente istitutore con scelta motivata in relazione ai principi ed alle finalità della presente legge e tenuto conto dell'opportunità di coinvolgere nella gestione tutte le forme previste al comma precedente; tra l'Ente istitutore e l'Ente gestore si stipula una convenzione soggetta all'approvazione della Giunta regionale.
Le autorizzazioni e le convenzioni devono prevedere la durata e i casi di revoca delle stesse.
E' vietata ogni forma di subgestione.
La convenzione di cui al quarto comma e gli atti di autorizzazione sono depositati presso la direzione del mercato a disposizione di che ne voglia prendere visione".
Sono stati presentati numerosi emendamenti.
Dal Consigliere Majorino: sostituire il secondo comma lettera d) come segue: "d) da cooperative formate esclusivamente da operatori del mercato".
Dal Gruppo D.C.: sostituire il primo comma con il seguente: "I mercati all'ingrosso esclusi quelli alla produzione - sono gestiti: a) dai Comuni, anche con proprie aziende b) dai Consorzi costituiti fra Enti locali territoriali, mediante aziende consorziali ) da Consorzi, società od altri Enti costituiti fra Enti locali territoriali ed altri Enti pubblici o di diritto pubblico e cooperative ed associazioni di produttori e di altri operatori di mercato ed Enti di diritto privato d) da cooperative di operatori del mercato".
Dal Gruppo P.C.I.: sostituire il secondo comma con il seguente: "Nei casi di cui alle lettere b) e c) il Comune competente rilascia un'apposita autorizzazione.
Nei casi di cui alla lettera d) il Comune competente autorizza la gestione con apposita convenzione".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, signori Consiglieri, ai fini di chiarire le ragioni che militano a favore dell'accoglimento dell'emendamento da me proposto, è necessario prendere le mosse dalle contestazioni fatte dal Commissario di Governo relativamente alla legittimità dell'articolo 5, che prevede la disciplina della gestione dei mercati all'ingrosso.
Le contestazioni, a mio avviso, hanno colto la mortificazione all'iniziativa privata che questa norma ha inferto. E le osservazioni sono di questo tenore: l'articolo 5, primo comma, contrasta con il principio di cui alla legge n. 125/1959, laddove esclude la possibilità di iniziativa per l'istituzione dei mercati, e la relativa gestione, da parte di Enti e Consorzi con personalità giuridica costituiti dai soli operatori del settore.
A mio avviso non è stata colta l'osservazione del Commissario di Governo: infatti, con la nuova formulazione dell'art. 5 si elencano i soggetti legittimati a gestire il mercato all'ingrosso (Enti pubblici, Enti misti, cioè a dire quegli Enti costituiti come persona giuridica, che sono la risultante di Enti pubblici e di Consorzi privati), poi si inseriscono come operatori di mercato, i singoli imprenditori privati, precisandosi che questi potranno gestire il mercato "nel solo caso" in cui non vi siano altre iniziative. E con questo inciso, si svuota di contenuto la norma laddove si prevede anche la facoltà per il privato.
Ma c'è molto di più: infatti, a mio avviso,in questa dizione si annida un vizio di incostituzionalità della norma, per violazione dell'art. 3 della Costituzione: che, com'è noto, enuncia il principio di eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, ossia, sviluppando il concetto enuncia l'eguaglianza di tutti i soggetti giuridici davanti alla legge.
Nell'ambito dei soggetti che sono interessati a fruire del medesimo istituto giuridico (cioè - nel nostro caso - della gestione dei mercati generali) ci sono soggetti di Ferie A, gli Enti pubblici, i quali hanno al riguardo piena facoltà; e soggetti di serie B, i privati imprenditori, i quali possono aspirare a gestire il mercato in quanto non siano state prese iniziative da altri. E' vero che la Corte Costituzionale ha più volte affermato che non c'è violazione del principio di eguaglianza ogni qualvolta la diversificazione fra i soggetti che intendono fruire di un determinato istituto giuridico abbia un fondamento logico e razionale. Ma a mio avviso, questa differenziazione non la si ravvisa, e non è ravvisabile nella nuova formulazione dell'articolo 5.
Conosco peraltro l'obiezione di merito che sarà in grado di fare l'Assessore, anche perché l'aveva anticipata in Commissione. In sostanza si è detto: nel nuovo testo non abbiamo che recepito integralmente una normativa in materia di gestione dei mercati della Regione Veneto, sulla quale il Commissario di Governo non aveva sollevato obiezioni, inserendo quindi fra i soggetti legittimati a gestire il mercato anche l'imprenditore privato, ma a condizione che non ci siano iniziative di altri.
Mi pare però che l'osservazione non regga. Se la norma che differenzia l'Ente pubblico dal privato, emanata dalla Regione Veneto, è passata, si può ritenere che il Commissario di Governo della Regione Veneto non abbia colto l'illegittimità costituzionale che, invece, nel nostro caso, ha colto il Commissario di Governo della Regione Piemonte; quindi, per emendare l'illegittimità, non basta dire "sì anche il privato ma solo a condizione che non ci siano altre iniziative". C'è poi un motivo di giustizia sostanziale: non si comprende perché, nell'art. 4, l'imprenditore privato purché costituito in consorzio avente personalità giuridica, può istituire il mercato e invece, nell'art. 5, l'imprenditore privato da solo non pu gestirlo. Mi pare una grave e manifesta disparità di trattamento.
Infine, c'è un terzo aspetto di opportunità che suggerisce di emendare questa norma nel senso che ho proposto io, e che hanno proposto i colleghi Consiglieri del Gruppo D.C. Il legislatore deve sforzarsi di confezionare delle norme e delle leggi perfette, tali che si possa attuare il principio "ne cives ad arma veniant". E poiché, con questa dizione, il privato potrà gestire solo se e in quanto non siano state prese altre iniziative, sono ragionevolmente prevedibili infinite liti giudiziarie. Una volta entrata in vigore la legge, ci sarà sicuramente la corsa dell'imprenditore privato (che cercherà di presentare la domanda prima dell'Ente pubblico) e, poi, si discuterà se per "iniziativa" dell'Ente pubblico sia sufficiente una deliberazione, o debba la stessa essere anche attuata. Perciò, sotto i tre profili della costituzionalità, della giustizia sostanziale e del prevenire liti, insisto e chiedo che venga accolto l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il nostro Gruppo vede un'azione di pressione nei confronti di una Regione in carenza della legge quadro nazionale. Se il Governo o il Parlamento vorranno approvare una legge quadro e stabilire nuovi principi saranno liberi di farla e la Regione si adeguerà, ma poiché questa legge quadro non c'è e si utilizza il metodo della discriminazione fra Regione e Regione, noi a questo gioco non ci stiamo. Pertanto rimarchiamo il concetto che se l'Ente pubblico rinuncia alla sua funzione, la Regione è autorizzata ad applicare il criterio della concessione, stabilito per legge. La nostra proposta non è illegittima, semmai richiama ancora una volta il legislatore nazionale e tutti i responsabili ad assumere le proprie responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Ho ascoltato le argomentazioni giuridiche del Consigliere Majorino e non posso non condividerle. Possiamo associarci al Consigliere Rossi denunciando l'assenza di una legge quadro che detti chiari principi all'interno dei quali le Regioni possano più correttamente legiferare. Mi pare che la mancanza di una legge quadro non possa essere assunta a motivazione per una soluzione o per l'altra in ordine alla materia specifica e cioè al fatto di dare dignità e parità di condizioni alle cooperative di operatori del mercato. Quella a cui fa riferimento il Consigliere Rossi può essere una scelta politica, ma non è una scelta giuridica fondamentale che si attenga alla definizione del servizio pubblico. I mercati generali sono un momento dell'attività economica che adempie ad un servizio, ma non sono concettualmente un servizio pubblico per cui mi sembra eccessivo trarne le rigide conclusioni cui perviene il Consigliere Rossi. Il nostro Gruppo era giunto al voto negativo sull'articolato e poi all'astensione proprio per la soluzione che la maggioranza proponeva e abbiamo riproposto l'emendamento nei termini analoghi a quelli formulati dal collega che abbiamo ascoltato.
Insistiamo su questo emendamento anche nella convinzione che non vi ostino ragioni fondamentali, ma problemi di scelta politica



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Si dice che queste sono osservazioni del Commissario di Governo, ma sono elaborate e scritte dal Governo. E' vero che ci sono diversi Commissari di Governo nelle varie Regioni ma di Governo ce n'è uno solo.
L'osservazione del Governo alla gestione per quanto riguarda l'autonomia comunale io la definisco o una provocazione, oppure una sfida del Governo, in particolare della D.C. E dirò perché. A tutte le Regioni che hanno approvato leggi sui mercati un'osservazione di questo tipo non è mai stata fatta. Si vede che Donat Cattin quando era Ministro dell'industria, perché di lì viene l'osservazione, un'osservazione di questo tipo riteneva di non farla. Invece, guarda caso, arriva la legge regionale del Piemonte che nei contenuti dice le stesse cose che dice la Regione Veneto, allora si fa questa osservazione. Voglio dire chiaramente queste cose anche per la responsabilità che il Gruppo della D.C., deve assumersi. Se è una sfida noi l'accettiamo.
Si tratta di determinare l'atteggiamento di questa maggioranza nei confronti degli operatori di mercato che siano seri e quindi del rapporto della sinistra in Piemonte con i ceti medi. Abbiamo discusso con il Governo riprendendo il testo integrale della Regione Veneto e ci è stato detto che non bastava e che si doveva dare la possibilità di operare agli operatori del mercato. Benissimo. Abbiamo aggiunto quella possibilità, ma quando i colleghi democristiani ci vengono a dire che in Piemonte non si deve subordinare questa iniziativa a quella dell'Ente pubblico, chiediamo: qual è quel mercato che è gestito dai privati? Non ce n'è uno. Perché il Gruppo D.C. assume questa posizione? Secondo me, o perché su questo problema qualcuno ritiene di fare propaganda nella prossima campagna elettorale oppure per disattenzione.
Caro Bianchi, che tu firmi un emendamento come quello che hai presentato non mi meraviglia, ma che tu non lo legga nemmeno, mi dispiace.
L'emendamento che avete presentato all'art. 5 sostituisce il primo comma e non il secondo comma.



BIANCHI Adriano

E' un errore formale.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Sì, Bianchi, è formale, ma per quanto riguarda i contenuti non siete i soli ad affrontare in questo modo la questione.



(Interruzioni in aula)



BIANCHI Adriano

E' un errore dattilografico. Un errore di dattilografia viene assunto come motivo di polemica? E' una provocazione.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Non da parte vostra, da parte di chi l'ha assunta. E' documentabile. Lo stesso errore di battitura l'ha fatto la dattilografa del Movimento Sociale.
Mi pare che si affrontano questi problemi con superficialità, quando invece dovrebbero essere affrontati in modo serio. Questo passo della sinistra e di questa maggioranza avrebbe dovuto essere apprezzato. Perch il Consigliere del Movimento Sociale italiano fa questioni di carattere costituzionale o incostituzionale? Penso che ci siano altre ragioni al di là del merito, al di là del confronto, al di là dell'accettazione della sfida. La Giunta ritiene questa legge una delle più avanzate in Italia. Non vorrei che il Gruppo D.C., per ragioni diverse dal merito, assumesse un atteggiamento che precluda o che avvii una polemica che non avrebbe ragioni oggettive in Piemonte. Pertanto la Giunta respinge l'emendamento della D.C., e quello del Movimento Sociale; accetta invece quello presentato dal Gruppo del Partito Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.



MARCHINI Sergio

Mi pare che la polemica sia andata oltre il dovuto perché dalla spiegazione nella Giunta non sono emersi gli interessi o i manovratori di fili di marionette che ci sarebbero dietro agli emendamenti Prendo innanzitutto atto di un fatto politico e, visto che questa mattina non siamo troppo cortesi, devo dire che non c'è molta coerenza da parte del Consigliere Rossi: o si dice che la gestione è pubblica o si fa una questione di principio quindi non ci si adegua alle osservazioni del Commissario di Governo, ma si porta il tema davanti alla Corte Costituzionale. Come è gestibile il programma in termini giuridici? Qual è la posizione di un destinatario di un diritto affievolito, diritto che si concreta soltanto in assenza di un comportamento e in presenza di un altro soggetto di diritto? Le osservazioni del collega del Movimento Sociale vanno considerate. In pratica il destinatario della norma, prevista dal Partito Comunista, per poter richiedere l'autorizzazione dovrebbe mettere in mora tutti gli altri destinatari della legge e verificare che questi non abbiano interesse a richiedere l'autorizzazione. Questo meccanismo si giustificherebbe qualora effettivamente esistessero delle realtà diverse rispetto a quella che ci ha descritto l'Assessore, e cioè i mercati gestiti da altri che non siano i Comuni. Abbiamo fatto uno sforzo per capire che cosa intende il Commissario di Governo ed ognuno ha dato una risposta in linea con la propria posizione politica. Mi pare però che non sia il caso di fare un processo al Governo ed alle forze oscure della reazione, che starebbero in agguato dietro alla richiesta di un'eventuale presenza di privati nei mercati all'ingrosso, in una località dove, guarda caso, non sono presenti. Quindi l'emendamento della D.C. è quello che merita accoglimento nella misura in cui fa giustizia di queste incertezze; sugli altri, siccome nascono da una non sufficiente maturazione del problema esprimo voto di astensione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli emendamenti. Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 19 voti contrari, 13 astenuti e 1 voto favorevole.
Chi è favorevole all'emendamento democristiano alzi la mano. E' respinto con 14 voti favorevoli e 19 contrari.
Metto in votazione per parti l'emendamento presentato dal. Gruppo 'comunista.
Chi è favorevole alla prima parte dell'emendamento alzi la mano. E' accolto con 19 voti favorevoli, 11 contrari e due astenuti.
Chi è favorevole alla seconda parte dell' emendamento alzi la mano. E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione dell'art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 22 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
"Articolo 9 - Commissione regionale. Con provvedimento della Giunta regionale è istituita la Commissione regionale consultiva per i mercati all'ingrosso, presieduta dal Presidente della Giunta regionale e dall'Assessore delegato e ripartita in due sezioni: a) la sezione 'dei prodotti alimentari' competente per i mercati all'ingrosso nei quali avviene il commercio di tutti i prodotti alimentari freschi, conservati o trasformati, comprese le bevande, nonché dei fiori delle piante ornamentali e delle sementi b)la sezione 'del bestiame' competente per i mercati all'ingrosso nei quali avviene il commercio del bestiame, dei prodotti della caccia, della pesca e degli animali di allevamento, nonché dei foraggi e dei mangimi.
Entrambe le sezioni sono composte dai seguenti membri: a) quattro rappresentanti dei Comuni designati dall'ANCI b) un rappresentante delle C.C.I.A.A, designato dall'Unione regionale delle Camere di Commercio c) cinque esperti nominati dal Consiglio regionale di cui due designati dalla minoranza.
Della sezione 'prodotti alimentari' fanno inoltre parte : d) cinque rappresentanti dei produttori agricoli di cui uno delle cooperative agricole di produzione ed uno delle associazioni di produttori riconosciute e) un rappresentante delle imprese di trasformazione f) cinque rappresentanti degli operatori all' ingrosso g) cinque rappresentanti degli operatori al dettaglio h) un rappresentante dei facchini i) tre rappresentanti dei consumatori.
Della sezione 'del bestiame' fanno inoltre parte: d) tre rappresentanti degli allevatori, di cui uno delle cooperative di produzione e) tre rappresentanti degli operatori all'ingrosso f) tre rappresentanti degli operatori al dettaglio g) un rappresentante dei paratori h) due rappresentanti dei consumatori.
I rappresentanti dei consumatori sono designati, per ciascuna sezione merceologica, dai sindacati più rappresentativi dei lavoratori. Gli altri membri sono designati, per ciascuna sezione merceologica, dalle organizzazioni di categoria e dai sindacati più rappresentativi.
Le designazioni debbono essere effettuate entro due mesi dalla data di richiesta; in caso di mancata designazione la Giunta regionale provvede provvisoriamente alla stessa.
La Commissione si riunisce, di regola, per sezioni.
Alle riunioni della Commissione partecipano, senza diritto di voto almeno un direttore di mercato, un medico ed un veterinario dipendenti da Enti pubblici, designati dalla Giunta regionale.
Il Presidente della Commissione può chiamare a partecipare alle sedute gli Assessori competenti per materia, o loro delegati, a seconda degli argomenti all'ordine del giorno. Quando sono in discussione problemi di natura locale, il Presidente invita a partecipare ai lavori della Commissione, senza diritto di voto, i rappresentanti dei Comprensori e dei Comuni interessati, qualora non siano membri della Commissione.
Il Presidente ha inoltre la facoltà di far partecipare ai lavori della Commissione, senza diritto di voto, tecnici ed esperti delle singole materie nonché rappresentanti di altri Enti, uffici ed organizzazioni. La Commissione resta in carica per il periodo della legislatura ed i suoi componenti possono essere riconfermati; rimane tuttavia in funzione fino alla sua ricostituzione.
La Commissione è convocata dal Presidente per propria iniziativa o su richiesta di almeno sette componenti della Commissione stessa.
La convocazione avviene mediante inviti contenenti l'ordine del giorno che devono pervenire ai componenti della Commissione almeno cinque giorni prima della data fissata per la riunione. Le funzioni di segretario sono espletate da un funzionario della Regione nominato dal Presidente della Commissione.
I membri della Commissione che non partecipano alle riunioni, senza giustificato motivo per tre volte consecutive, vengono dichiarati decaduti e vengono immediatamente sostituiti. Ai membri della Commissione ed alle persone invitate a partecipare ai lavori della stessa spetta un gettone di presenza ai sensi della legge regionale 2/7/1976 n. 33.
Le spese per il funzionamento della Commissione sono imputate al cap.
1900 del bilancio 1979 e, per gli anni successivi, al capitolo corrispondente dei relativi bilanci di previsione.
La Commissione, oltre all'adempimento dei compiti previsti dalla presente legge, è tenuta ad esprimere il proprio parere su tutte le questioni concernenti i mercati all'ingrosso che le vengono sottoposte dalla Regione o, per tramite di questa, dai Comuni e dagli Enti istitutori e gestori dei mercati.
La Commissione viene obbligatoriamente convocata ogni anno per esaminare i bilanci e le relazioni sull'attività dei singoli mercati al fine di formulare proposte volte a rendere i mercati stessi più rispondenti alle funzioni di cui al precedente art. 2".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Regolamenti. La Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, sentite le organizzazioni di categoria, sottopone all'approvazione del Consiglio regionale un regolamento-tipo per ogni settore merceologico.
I Comuni competenti, sentito l'Ente gestore e previo parere della Commissione di cui al successivo art. 11, devono provvedere all'emanazione del regolamento di mercato il quale si uniforma - in linea di massima e compatibilmente con le esigenze particolari di ciascun mercato - al regolamento-tipo di cui al comma precedente.
Per i mercati esistenti i Comuni devono provvedere all'emanazione del regolamento entro sei mesi dalla pubblicazione del regolamento-tipo sul Bollettino Ufficiale della Regione, mentre per i mercati di nuova istituzione il regolamento deve essere emanato prima dell'inizio di ogni attività del mercato.
Ai sensi dell'art. 4 della legge 25 marzo 1959, n. 125, il commercio all'ingrosso dei prodotti di cui al precedente art. 1 che si svolge fuori del mercato, ma nell'ambito territoriale di un Comune dotato di mercato, è soggetto a tutte le norme del regolamento relativo al mercato all'ingrosso locale, che non attengano al funzionamento interno di esso.
L'esercizio del commercio all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli e di altri prodotti specificatamente indicati nel regolamento di mercato è pure soggetto all'osservanza del calendario delle festività e degli orari fissati per il mercato.
Il commercio di cui al comma precedente che si svolge nel territorio di Comuni sprovvisti di mercato deve essere disciplinato dall'autorità comunale con l'osservanza, in quanto compatibili, delle norme del regolamento-tipo entro sei mesi dalla data di pubblicazione dello stesso sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Trascorsi inutilmente detti termini, si applicano, compatibilmente con la situazione del mercato locale, le norme del regolamento-tipo. Le funzioni amministrative relative all'applicazione delle sanzioni da comminare agli operatori che svolgono attività all'ingrosso fuori dai mercati sono esercitate dai Comuni ai sensi dell'articolo 54, lett. e) del DPR 24 luglio 1977, n. 616.
I Comuni sono tenuti a trasmettere alla Giunta regionale entro dieci giorni dalla data di approvazione due copie del regolamento di mercato e di ogni atto relativo alla disciplina del commercio fuori mercato".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 12 - Direttore di mercato. Al funzionamento del mercato è preposto un direttore nominato dall'Ente gestore.
Il direttore assolve alle funzioni attribuitegli dalle leggi vigenti ed è tenuto a dare esecuzione alle disposizioni dell'Ente gestore, degli organi sanitari e alle direttive regionali; in stretto rapporto con l'Ente gestore assicura all'. Amministrazione regionale nonché ad ogni altro ufficio dello Stato e degli Enti locali la più ampia collaborazione.
Il regolamento-tipo ed i regolamenti dei singoli mercati indicano i requisiti e le modalità per la nomina del direttore, nonché i compiti specifici che allo stesso sono attribuiti.
Il direttore, in particolare: provvede a sottrarre al commercio i prodotti non conformi alle norme igienico-sanitarie e collabora alla loro individuazione; organizza e dirige il servizio di controllo annonario, il servizio statistico e di rilevazione prezzi ed il servizio di informazione commerciale e alimentare e collabora a diffondere tutti i provvedimenti disciplinari adottati e tutte le condanne pronunciate a carico di chi si è reso responsabile di reati nella produzione, nella lavorazione e nel commercio dei prodotti in generale e di quelli alimentari in particolare.
Il personale dipendente dall'Ente gestore e gli agenti di polizia municipale, distaccati dal Comune competente per territorio presso il mercato, devono attenersi alle istruzioni del direttore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Uffici e servizi. I mercati devono essere dotati di uffici e di servizi adeguati alle esigenze dei settori merceologici ed all'importanza commerciale di ciascuno di essi.
I servizi sono gestiti dall'Ente gestore e possono essere dati in concessione mediante apposita convenzione. La cessione del servizio da parte del concessionario non è consentita.
Nei mercati ove avviene il commercio all' ingrosso dei prodotti alimentari l'Ente gestore, sentito il parere della Commissione di mercato può organizzare e gestire un esercizio all'ingrosso a libero servizio (cash and carry) - riservato agli operatori - per la vendita in conto commissione di generi destinati all'alimentazione e di altri prodotti di largo consumo l'Ente gestore del mercato può affidarne la gestione ad operatori commerciali, preferibilmente associati.
L'utile della gestione del 'cash and carry' è costituito dalla sola provvigione definita dall' Ente gestore e calcolata sulla base dei prezzi di vendita determinati da coloro che conferiscono i prodotti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 16 - Operatori agli acquisti e alle vendite. Sono ammessi ad operare nei mercati : a) per le vendite: i produttori singoli o associati i commercianti all'ingrosso, i commissionari, i mandatari e gli astatori le imprese di trasformazione gli Enti di sviluppo gli Enti comunali di consumo b) per gli acquisti : i commercianti all'ingrosso e al dettaglio i commissionari ed i mandatari le imprese di trasformazione i gruppi di acquisto e altre forme associative fra dettaglianti le cooperative di consumo e le comunità i gestori di ristoranti, degli alberghi, dei pubblici esercizi, delle mense e degli spacci aziendali nonché chiunque professionalmente acquista merci in nome e per conto proprio e le rivende, in sede fissa o mediante altra forma di distribuzione, direttamente al consumatore gli Enti comunali di consumo. L'ammissione degli operatori è autorizzata dal direttore del mercato.
Avverso il provvedimento di diniego l'interessato può ricorrere all'Ente gestore che decide entro trenta giorni con provvedimento definitivo; nel caso di mercati alla produzione gestiti nelle forme previste dall'art. 5, secondo comma, lettera a, il ricorso è inoltrato al Sindaco del Comune competente che decide entro lo stesso termine.
Il direttore rilascia all'operatore autorizzato un apposito tesserino munito di fotografia e completo dei dati anagrafici e qualifica professionale.
Nei mercati all'ingrosso sono ammessi agli acquisti anche i consumatori con le modalità previste nel regolamento-tipo regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 - Concessione dei posteggi e dei magazzini. La concessione dei posteggi di vendita e dei magazzini di deposito o di lavorazione è disciplinata dal regolamento-tipo regionale.
L'Ente gestore, previo parere della Commissione di mercato, determina il numero dei posteggi ed i criteri per la formazione di una graduatoria dei richiedenti la concessione.
Ai sensi dell'art. 1 della legge 27 gennaio 1963, n. 19 e successive modificazioni alle concessioni dei posteggi di vendita e dei magazzini non si applicano le disposizioni in materia di tutela dell'avviamento commerciale.
Nella concessione dei posteggi e dei magazzini riservati ai produttori ed alle imprese di trasformazione sono preferite le forme associative.
La disponibilità di posteggi e di magazzini vacanti, esclusi quelli riservati ai produttori, è resa nota dall'Ente gestore mediante comunicati esposti in tutti i mercati del Piemonte e pubblicati da almeno un quotidiano locale. I commercianti, i commissionari, i mandatari e gli astatori concessionari di posteggi che svolgono un'attività inferiore a quella minima stabilita dal regolamento di mercato possono essere trasferiti in posteggi di capacità inferiore o privati della concessione stessa del posteggio.
Nei mercati all'ingrosso è consentita la presenza di ogni forma di associazionismo degli operatori al dettaglio, anche mediante la concessione dì magazzini di deposito, di distribuzione, di lavorazione, esclusa la vendita".
Viene presentato un emendamento da parte del Consigliere Majorino: "abrogare interamente detto terzo comma".
La parola per l'illustrazione al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il Consigliere Rossi ha fatto capire, pur senza averlo detto apertamente - che in sede di Commissione c'era stata unanimità sul testo dell'art. 5, anche se non mi contestava il diritto allo "ius poenitendi", e il diritto a proporre l'emendamento.
Vorrei far presente, a titolo personale, che, arrivato in ritardo alla riunione della Commissione, ho preso atto di quanto si diceva circa la normativa della Regione Veneto, ho osservato che, a mio avviso, la norma era comunque svuotata di contenuto, ma non ho acconsentito, Questo desideravo chiarire.
Sull'art. 17, terzo comma, del quale chiedo la soppressione, si era raggiunto un compromesso. Ma ho poi fatto un ripensamento, dopo aver consultato meglio la legge cui ci si riferisce, per arrivare a questa considerazione: si dice testualmente: "Ai sensi dell'alt. 1, legge 27 gennaio 1963, n. 19, e successive modificazioni, alle concessioni dei posteggi di vendita e dei magazzini non si applicano disposizioni in materia di tutela dell'avviamento commerciale".
La legge 27.11963 ("Tutela dell'avviamento commerciale") è stata implicitamente e sicuramente abrogata dalla legge 27,7.78 in materia di "equo canone", in quanto quest'ultima disciplina interamente anche la materia dell'avviamento commerciale.
A mio avviso, però, non è nemmeno il caso di richiamare l'ultima legge perché sia la legge 27.1.63 (abrogata) e sia la legge 27.7.78 (in vigore) si riferiscono, per tutelare l'avviamento commerciale, solo ai contratti di locazione. Nel nostro caso, non ci sarà mai un contratto di locazione fra l'Ente gestore ed i privati, o gli Enti pubblici, per cui mi pare che sotto il profilo sostanziale è inutile dire: " non si applicano le norme sull'avviamento commerciale", quando queste riguardano esclusivamente i contratti di locazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Nel caso in cui una cooperativa di operatori del mercato gestisca il mercato può esserci un contratto di locazione, per cui richiamare la legge diventa doveroso. Pertanto non accettiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

La concessione non è mai un contratto di locazione privatistico. In ogni caso, si può arrivare all'istituto della concessione- contratto, al quale, però, non potrà mai applicarsi la norma dell'avviamento commerciale neppure per analogia.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino alzi la mano. E' respinto con 24 voti contrari e 15 favorevoli.
Procediamo alla votazione dell'art. 17.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 22 Consiglieri hanno risposto NO n. 2 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 19 - Vigilanza. La vigilanza sui mercati all'ingrosso è svolta dalla Giunta regionale in collaborazione con i Comuni competenti e sentita la Commissione regionale di cui al precedente art. 9 nell'ambito delle funzioni trasferite ai sensi dell'art. 51 del DPR 24 luglio 1977, n.
616, riferendola in particolare all'attuazione della programmazione di settore.
Per i mercati alla produzione la Giunta regionale, espletati gli opportuni accertamenti, adotta, ove del caso, le necessarie prescrizioni nei confronti dell'Ente gestore. In caso di inosservanza, sentita la Commissione regionale istituita con la presente legge, può disporre la revoca della gestione ovvero può nominare un commissario per la gestione straordinaria.
Il mandato del commissario non può superare i tre mesi e si svolge nei limiti indicati nell'atto di nomina. In caso di disapplicazioni e di inosservanze relative agli altri tipi di mercato all'ingrosso, la Giunta regionale, sentita la Commissione di cui all'art. 9, ne dà comunicazione ai Comuni per l'adozione delle conseguenti misure".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
"Articolo 20 - Provvedimenti disciplinari. Nei confronti degli operatori e dei loro dipendenti, degli addetti ai servizi, nonché degli utenti del mercato che contravvengono alle norme della presente legge e del regolamento di mercato, salva l'applicazione delle leggi penali, sono previsti i seguenti provvedimenti : a) diffida da parte del direttore di mercato b) sospensione da ogni attività del mercato, per un periodo massimo di tre giorni, disposta dal direttore di mercato c) sospensione da ogni attività del mercato, per un periodo massimo di tre mesi, disposta dall'Ente gestore del mercato sentita la Commissione di mercato.
Il Comune può altresì adottare le sanzioni amministrative previste agli artt. 106 e seguenti del t.u. della legge comunale e provinciale.
Durante il periodo di sospensione, i concessionari soggetti al provvedimento, pur potendo accedere ai propri uffici, che devono comunque restare chiusi al pubblico, non possono compiere alcuna operazione commerciale e devono comunque corrispondere all'Ente gestore il corrispettivo per l'uso dei posteggi.
Nei casi espressamente previsti nel regolamento-tipo regionale, l'Ente gestore - previa contestazione degli addebiti agli interessati - dispone la revoca della concessione dei posteggi" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
La parola al Consigliere Cerchio per dichiarazione di voto.



CERCHIO Giuseppe

Le prese di posizioni della Giunta ci fanno confermare la validità delle eccezioni e delle osservazioni presentate in occasione del dibattito precedente. Alcuni suggerimenti del Commissario di Governo, che avevamo già evidenziato alcuni mesi or sono, sono stati accolti, ma altri principi sostanziali non sono stati accolti.
Per questi motivi esprimo a nome della D.C., un voto di astensione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 23 Consiglieri si sono astenuti n. 15 Consiglieri La legge sulla "Disciplina dei mercati all'ingrosso" è nuovamente approvata.


Argomento: Organizzazione turistica - Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame legge rinviata dal Governo sulla "Classificazione alberghiera": rinvio ad altra seduta


PRESIDENTE

Esame legge rinviata dal Governo sulla "Classificazione alberghiera".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore all'industria alberghiera

La legge sulla classificazione delle aziende alberghiere era stata votata all'unanimità. Il Commissario di Governo osservava che non si debbono emanare leggi in assenza di una legge di principio. Una sentenza della Corte Costituzionale, a seguito ricorso della Regione Toscana, ha deciso che le Regioni possono legiferare in carenza di leggi di principio.
La Giunta ha ritenuto di riproporre il testo del disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

In Commissione si è valutato che non si tratta di sfidare il giudizio del Governo, ma di recepire una sentenza della Corte Costituzionale. Non ricordo come è stata formalizzata la trasmissione del disegno di legge da parte della Commissione al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Stante le incertezze e le scarse presenze, credo valga la pena di formulare una valutazione più consapevole da parte di tutti e di rinviare il provvedimento alla prossima seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

Allora rinviamo alla prossima seduta il riesame della legge sulla "Classificazione alberghiera".


Argomento: Edilizia scolastica

Proposta di deliberazione: "Legge regionale 12 giugno 1979, n. 31 Concessione di contributi per limitati interventi di edilizia scolastica. Programma degli interventi por l'anno 1979 - 2 stralcio"


PRESIDENTE

il Presidente della V Commissione, Ferrero, chiede venga discussa la proposta di deliberazione: "Legge, regionale 12 giugno 1978, n. 31 Concessione di contributi per limitati interventi di edilizia scolastica.
Programma degli interventi per l'anno 1979 - 2° stralcio".
La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Il programma è formulato sulla base delle indicazioni fornite dai Comprensori. Non è compreso il Comprensorio di Alba per il quale si è scelto di trasferire l'intervento al prossimo programma che partirà a gennaio, in quanto le opere non avrebbero potuto iniziare in questo periodo. Manca anche il Comprensorio di Vercelli perché ci siamo riferiti alle domande presentate entro il mese di gennaio 1979 (di fatto si tratta di uno stralcio aggiuntivo al programma '79), e quelle relative al Comprensorio di Vercelli sono già state soddisfatte con il programma ordinario.
Questa mattina da parte di un collega Consigliere è stata fatta la sollecitazione di adeguare successivamente le indicazioni del programma alle esigenze che potranno emergere nell'ambito dei singoli Comuni. Per evitare di portare in Consiglio regionale le deliberazioni per il trasferimento del finanziamento, ad esempio, da una frazione all'altra dello stesso Comune, propongo un emendamento di questo tipo alla deliberazione: aggiungere "...di conferire mandato alla Giunta regionale nel rispetto delle attribuzioni di finanziamenti ai singoli Comuni, di apportare le modifiche necessarie ad adeguare il programma alle esigenze che possono emergere nel corso della sua attuazione".



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Soldano. Ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

Accetto, a nome del Gruppo la proposta. Ritengo tuttavia di chiedere che eventuali spostamenti interni che potrebbero verificarsi nell'ambito di qualche Comprensorio, vengano regolarmente comunicati alla Commissione cosicché possa farsi un costante aggiornamento della situazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Mi impegno a informare puntualmente come d'altra parte l'Assessore sta facendo da sempre.
La difficoltà di informazione esiste per l'edilizia scolastica minore perché gli interventi sono molto frantumati e non è facile raccogliere tempestivamente dai Comuni le informazioni sullo stato di attuazione. Sulle richieste di modifica di impegno la tempestiva informazione è d'obbligo.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dall'Assessore Rivalta suona: "di conferire mandato alla Giunta regionale, nel rispetto delle attribuzioni dei finanziamenti ai singoli Comuni, di apportare le modifiche necessarie ad adeguare il programma alle esigenze che possono emergere nel corso della sua attuazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.
Vi dò lettura della "proposta di deliberazione: "Il Consiglio regionale, vista la legge regionale 12 giugno 1978, n.
31, nonché la ripartizione comprensoriale dei finanziamenti effettuata in base all'articolo 3 della legge stessa Viste le richieste di finanziamento formulate dai Comuni interessati Viste le segnalazioni in ordine alle priorità di intervento formulate dai Comprensori, ai sensi dell'art. 3 della legge 12 giugno 1978, n. 31 Viste le proposte formulate dalla Giunta regionale con deliberazione n.
125/23754 del 25/9/1979 Sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di assumere, per il 1979, il secondo stralcio del programma degli interventi ai sensi della legge regionale 12 giugno 1978, n. 31, in riferimento agli ambiti territoriali dei Comprensori di : Torino, Ivrea Pinerolo, Biella, Borgosesia, Novara, Verbania, Cuneo, Saluzzo-Savigliano Fossano, Alba-Bra, Mondovì, Asti, Alessandria e Casale Monferrato, come indicato negli elenchi che fanno parte integrante della presente deliberazione di conferire mandato alla Giunta regionale, nel rispetto delle attribuzioni dei finanziamenti ai singoli Comuni, di apportare le modifiche necessarie ad adeguare il programma alle esigenze che possono emergere nel corso della sua attuazione.
La spesa di L. 1.699,930 milioni è impegnata al cap. 7800 del bilancio per l'esercizio 1979.
Data l'urgenza di inviare le relative comunicazioni agli Enti obbligati alla realizzazione degli interventi, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'articolo 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' accolta all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Commercio - Trattamento economico e normativo del personale

Ordini del giorno sull'orario di apertura e chiusura dei negozi e sul rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri


PRESIDENTE

Sono stati presentati due ordini del giorno, uno sull'orario di apertura e chiusura dei negozi e uno sul rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri.
Ve ne do lettura: "La Regione Piemonte sollecita l'intervento del Governo e dei Ministri competenti per una pronta definizione del rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri.
Tale rinnovo si rende sempre più indispensabile ed urgente per l'esigenza di svolgere senza interruzione i servizi pubblici collettivi anche tenuto conto della grave situazione energetica del Paese.
Fa appello ai Ministri competenti affinché si adoperino fattivamente per la chiusura della vertenza ponendola nel quadro degli indirizzi finanziari governativi in materia di finanza locale".
"Il Consiglio regionale del Piemonte, attento alle esigenze ed ai nuovi bisogni emergenti dalla comunità piemontese, osserva con preoccupazione lo svilupparsi di una minaccia rivolta contro gli interessi dei consumatori e degli operatori e lavoratori del commercio, consistente nel blocco di una positiva evoluzione, in sede locale, della disciplina degli orari di apertura e chiusura dei negozi; evoluzione autorizzata da una deliberazione, approvata unanime,mente da questo Consiglio.
E' noto infatti che, su ricorso di alcuni privati, il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso un'ordinanza che, contrastando la volontà regionale e recependo un'istanza di parte, ha sospeso l'esecutività, nei punti in oggetto, e degli atti assunti da alcune Amministrazioni locali e del Consiglio regionale.
In tal modo alla Regione è stata dunque negata la facoltà di permettere l'attuazione di soluzioni sperimentali e innovative, favorite dal consenso delle associazioni più rappresentative dei commercianti, dei sindacati e delle forze politiche, in nome di una rigida e anacronistica conformità ai criteri enunciati in materia con la legge 558/71, ben sei anni prima del DPR 616/77 che ha completato i trasferimenti e le deleghe alle Regioni.
Contrapporre criteri statali a criteri regionali, che secondo il dettato del DPR 616 sono gli unici a cui i Comuni debbano attenersi nella fissazione degli orari dei negozi, pare in contrasto con l'esistenza delle autonomie locali e segnala il persistere di una mentalità condizionata unicamente dalla legge 558/71, che, in armonia con la delega piena prevista nel DPR 616, avrebbe dovuto essere profondamente modificata se non abrogata.
E' la sussistenza integrale di tale legge che permette il protrarsi di soluzioni giuridiche che non tengono conto dell'esigenza, espressa dalla stragrande maggioranza dei commercianti e dei consumatori nonché dei lavoratori del settore commercio all'interno della loro piattaforma contrattuale, di addivenire ad una nuova regolamentazione della materia.
Pertanto, preso atto di tale situazione e dell'urgente necessità di pervenire a un chiarimento generale in materia raggiungibile con l'abrogazione della legge 558/71 o la sua profonda modificazione il Consiglio regionale mentre si impegna ad operare, nell'ambito delle sue competenze in materia, con attenzione e linea coerente, invita il Parlamento, le forze politiche, il Governo ad agire al più presto onde porre rimedio alla denunciata situazione".
Chi è favorevole al primo ordine del giorno alzi la mano. E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.
Chi è favorevole al secondo ordine del giorno alzi la mano. E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.
Il Consiglio regionale è riconvocato per i giorni 10 ed 11 ottobre.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,40)



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