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Dettaglio seduta n.271 del 14/09/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Prosecuzione dibattito sui progetti di legge relativi al personale regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari ha deciso di portare a termine il dibattito sulle leggi delle strutture e dei mercati generali poiché è già certo che parecchi Consiglieri saranno in congedo per la seduta del 18 p.v.
Inoltre ha convenuto di fissare per la seduta del 18 settembre un dibattito sull'artigianato. Questo comporterà la trattazione di tutte le interrogazioni, evitando però il confronto, pur necessario ed urgente, sui temi della Torino - Savona, anche perché martedì sarà assente il Vicepresidente della Giunta Bajardi.
L'argomento verrà trattato il giorno 26 settembre.
La parola al Consigliere Bellomo sulle leggi inerenti al personale regionale.



BELLOMO Emilio

Questo dibattito verte sull'approvazione di due disegni di legge predisposti dalla Giunta regionale, il primo dei quali riguarda la definizione dei servizi regionali e la determinazione organica del personale, che scaturisce dall'adempimento dell'art. 38 della legge di principi n. 6 già votata dal Consiglio regionale. Tutte le forze politiche hanno particolarmente contribuito alla costruzione di questo disegno di legge che giunge oggi tra l'attesa generale dal momento che interessa i 2.468 dipendenti attuali, ma interessa anche i 3.996 dipendenti futuri e tutta la collettività piemontese.
Non diciamo che esso è finalmente arrivato in porto sottintendendo politicamente una perdita di tempo; di fatto una perdita di tempo non c'è stata dato che dai primi discorsi del mese di ottobre 1978 ad oggi c'è stato un sistematico confronto tra le parti politiche e sindacali, quindi è stato un tempo speso nel segno di un obiettivo che ci auguriamo essere valido per tutti. E' da ricordare che un anno fa la Giunta aveva presentato una dettagliata descrizione delle attribuzioni dei servizi regionali. La decisione successiva alla presentazione di quel documento fu di passare all'approvazione di una legge di principi contenente l'elencazione dei servizi regionali, elencazione che aveva dato luogo a discussioni approfondite e dettagliate a qualche polemica, a qualche contrapposizione tutto però con l'intenzione di arrivare al perfezionamento del testo di legge.
La Commissione consiliare competente ha proceduto alla consultazione delle organizzazioni sindacali, le quali hanno dato un giudizio sostanzialmente positivo a conclusione di un lungo e proficuo confronto. E' un disegno che abbiamo costruito tutti assieme che corrisponde ad una nuova e corretta organizzazione del lavoro interno ed esterno all'istituzione e del lavoro del singolo e del gruppo. E' una prima e completa articolazione dei servizi regionali come scaturiscono dalle competenze che la Costituzione e lo Statuto regionale conferiscono alle Regioni e come scaturiscono dalle innumerevoli leggi di trasferimento. Non è stato facile ed agevole comporre un quadro di evidenze e di certezze e di queste, in definitiva, ne abbiamo tutti bisogno: personale, amministratori e collettività. Nessuno ci vieta di pensare domani ad ipotesi revisionistiche in presenza di fattori nuovi e concreti che oggi obiettivamente non vediamo. L'iter di formazione delle strutture è stato lungo, complesso ed intervallato da pause perché è intervenuta tutta la vicenda relativa al D.P.R. 616, vale a dire il completamento della fase delle competenze regionali; c'è stata anche la fase di scioglimento degli Enti considerati inutili e dei conseguenti trasferimenti alle Regioni.
Crediamo, dunque, che il quadro dei servizi e delle loro attribuzioni presentato dalla Giunta regionale nel disegno di legge che oggi è sottoposto all'approvazione di questa assemblea, si articoli in maniera efficiente e non in maniera burocratica e articoli a sua volta il complesso delle competenze regionali garantendo una palmare omogeneità alle materie affini, quindi tutto ciò deve rispondere in modo positivo alle esigenze di professionalità ormai indispensabili nel settore della pubblica amministrazione.
Noi socialisti riteniamo che un grande contributo possa essere dato alla riforma democratica dello Stato attraverso il funzionamento della pubblica amministrazione secondo i criteri di una moderna organizzazione del lavoro. Il problema è sempre caldo, annoso e spinoso, sul quale o contro il quale si sono rotte negli anni '50 le speranze di alcuni Ministri, che si sono avvicendati nel tentativo della riforma burocratica e qualcuno ha dovuto arrendersi contro il cosiddetto "capo divisionismo ministeriale" che frustra ogni tentativo di miglioramento e di riforma.
Oggi la speranza potrebbe riaccendersi essendo il Ministero per la riforma della pubblica amministrazione diretto dal prof. Massimo Severo Giannini, uno dei migliori amministrativisti del Paese, uno dei fautori del completamento della riforma regionale e autore della relazione alla legge 382, da tutti apprezzata.
E' dunque chiaro nel nostro Gruppo l'esigenza di far funzionare la macchina regionale, non appesantendola con competenze o funzioni inutili ma cercando di garantire alla stessa la snellezza delle strutture produttive, l'efficienza dei servizi. Quante volte il Presidente della Giunta, Viglione, ha richiamato la nostra attenzione sul terreno della capacità, della validità, della professionalità di alcuni quadri di alto livello che spesso sollecitati dall'esterno abbandonano la nostra istituzione impoverendo anche culturalmente l'istituzione stessa.
Riteniamo che la previsione di dotazione organica del personale (3.996 unità) risponda a criteri di efficienza e di qualificazione. Del resto il numero totale dei dipendenti va messo in relazione all'ampiezza delle funzioni e dei compiti conferiti alle Regioni, compiti che si stanno sempre perfezionando e specializzando. Al termine di questa seconda legislatura le Regioni avranno assunto un grandissimo peso nella vita politica ed amministrativa del Paese e pertanto si troveranno ad affrontare sempre più vasti compiti in relazione all'accresciuto peso politico.
Il Presidente della Giunta ricordava, nella penultima riunione di Commissione, che negli anni 1980/1981 il bilancio regionale raggiungerà i 2.500 miliardi per amministrare i quali e per garantire la più efficace manovra amministrativa occorrerà avere un determinato assetto organico.
Si richiede organizzazione, efficienza, strutture adeguate, quindi un'adeguata dotazione di personale.
Va ricordato che vi sono stati trasferimenti di personale dallo Stato alla Regione e che il Piemonte ha applicato in maniera rilevante la legge per l'occupazione giovanile, elementi che incrementano la dotazione d e il l'organico. Oggi sono alle dipendenze della Regione 2.487 unità lavorative oltre ai 500 giovani assunti ai sensi della legge 285 e ai dipendenti comandati da altri Enti: in effetti i dipendenti sono circa 3.000 per cui i 4.000 previsti dal disegno di legge, non sono né una esagerazione né la manifestazione di una indeterminatezza concettuale perché rappresentano la visione concreta e disegnata di quello che deve essere la Regione.
Sempre il Presidente della Giunta diceva che questo livello quantitativo potrà anche diminuire negli anni in diretto rapporto alle deleghe che si daranno ai Comuni (per la sola gestione della formazione professionale sono 380/400 le persone che verrebbero distratte).
La Giunta regionale in questi anni ha sempre operato con una politica di contenimento, con una politica di piccoli passi, distinguendosi nel coro delle altre Regioni per la bassa incidenza della spesa relativa al personale rispetto al complesso del bilancio che amministra. Per qualcuno questo non è titolo di merito ma di taccagneria: per noi è titolo di merito perché dimostra che la Giunta fa la politica con i piedi strettamente e fermamente ancorati al suolo e non concede svolazzi di nessun genere.
Il nostro è un giudizio positivo anche se siamo consapevoli che la prima articolazione di questa complicata materia è difficile; l'esperienza ci porterà forse a dover integrare o a modificare. Nulla ci vieterà il ritorno sulle decisioni che andiamo prendendo oggi, a fronte di elementi nuovi che giustificheranno il ritorno, la modificazione e l'integrazione.
E' un adempimento fondamentale per dare certezza e chiarezza al personale regionale che, all'atto della costituzione della Regioni, ha sempre lavorato con capacità e correttezza, anche se mal pagato, anche se talora mal definito, anche se talora per certi versi bistrattato. Gli stessi amministratori hanno contato sul volontarismo, sullo spirito di iniziativa dei funzionari e dei dipendenti in carenza di una struttura che ne delineasse ruoli e responsabilità specifiche.
Questa legge costituisce inoltre un adempimento ad un preciso impegno contenuto nel programma della maggioranza che sostiene l'attuale Giunta regionale e noi, indipendentemente dalle pressioni che possono essere determinate, vogliamo essere puntuali con il programma che a suo tempo abbiamo contribuito a formulare, vogliamo essere puntuali con noi stessi e con gli altri che attendono la materializzazione delle puntualità.
Il secondo disegno di legge è automatico perché recepisce l'accordo sindacale nazionale stipulato tra Governo, Regioni e sindacato. E' una normativa che ha riscontro con quella delle altre Regioni e che, per la Regione Piemonte, si differenzia soltanto in alcuni articoli finali e specificativi della cosiddetta "nota a verbale".
Esprimiamo anche per questa legge il nostro consenso in relazione alla situazione del personale regionale che in larga misura, a fronte di un notevole impegno, non ha avuto la possibilità di avanzamento rispetto alle funzioni svolte essendo avvenuto l'inquadramento secondo il rigido meccanismo connesso al titolo di studio.
Auspichiamo che quanto prima prendano avvio le trattative a livello nazionale per il rinnovo del contratto nazionale del lavoro per i dipendenti regionali che è recentemente scaduto. In sostanza, con questi due disegni di legge si dà una risposta a precise domande e a precise attese.
Non condividiamo il giudizio secondo cui i servizi previsti sono troppi rispetto alle esigenze; non ci tocca l'osservazione che una Regione limitrofa ha approvato una legge sulle strutture più modesta e più contenuta: noi riteniamo che questi servizi rappresentano tante risposte ad altrettante esigenze che in sette anni di attività i colleghi, soprattutto quelli che erano presenti nella prima legislatura, hanno potuto constatare nel loro estrinsecarsi. Con queste convinzioni sostanziali, noi sosteniamo i due disegni di legge e diamo il nostro consenso senza condizioni.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'esaminare le due proposte di legge, che rappresentano la sistemazione della piante organica della Regione, confesso di sentirmi un tantino portato a valutazioni che hanno scarsa attinenza con il merito, trattandosi invece di corrispondere ad una aspettativa che concerne soprattutto l'impegno e la spinta che ha profuso in questa materia il Presidente della Giunta. Si tratta di portare avanti la determinazione della pianta organica della Regione intervenendo su criteri la cui elaborazione, come ebbi occasione di dire nella prima seduta della I Commissione, in tempi antichi, quando si effettuava a livello del semplice comune, veniva portata avanti da una Commissione formata da tutti i Consiglieri di tutti i Gruppi, allo scopo di costruire un disegno organico che prescindesse da valutazioni non dico di parte, ma di occasionali maggioranze.
Ciò non è stato possibile anche perché si è trattato di condensare in un disegno di legge esperienze che soltanto l'esecutivo ha avuto il tempo di valutare, almeno nei termini e nella quantità dei rapporti che si sono determinati nella seconda legislatura, quindi questa è una proposta dell'esecutivo ed è una proposta conseguentemente della maggioranza che sostiene l'esecutivo; anche se non è mancata, anzi è stata determinante, la collaborazione e l'esperienza del personale che ha portato il contributo non solo della propria esperienza dall'origine ma di ciò che rappresenta la realtà in cui il personale stesso opera.
Il giudizio che viene spontaneo è il giudizio che si ha nei confronti di una cosa a cui non si è partecipato nell'elaborazione, però non possiamo dire che non la accettiamo solo in quanto l'ha fatta una maggioranza di cui non facciamo parte.
Il Gruppo del P.S.D.I., diede voto positivo alla legge n. 6 del 1979 la quale comprendeva già una previsione futura di strutture entro le quali si sarebbero determinate le caratteristiche degli organici regionali.
Il fatto che il disegno di legge abbia avuto l'approvazione dei sindacati e del personale è un elemento aggiuntivo ma non determinante in quanto non è che di fronte a un disegno di legge proposto dalla Giunta o di iniziativa del Consiglio si debba subordinare tutto a un sì o ad un no dei sindacati. Cosa sarebbe successo se ognuno di noi avesse potuto costruirsi una pianta organica? Avrebbe portato delle esperienze di carattere diverso avrebbe portato degli elementi propri di valutazione, ma nell'insieme non avrebbe alterato sostanzialmente il quadro.
L'esperienza provata nella I Commissione mi ha lasciato sconcertato perché, di fronte ad una proposta organica che proveniva da parte dell'esecutivo, non c'è stata un'immediata disponibilità anche da parte delle forze di opposizione ad intervenire nel merito, ma c'è stata una presa di posizione aprioristica per cui si configurava già l'ipotesi che si trattava di un sì o di un no, al punto che avevo chiesto ai colleghi della D.C., membri della I Commissione, se, come Gruppo forte dell'opposizione erano in grado di presentare un disegno alternativo. Questo avrebbe rappresentato evidentemente qualche cosa di significativo attorno al quale poteva aprirsi una discussione; in realtà non è emerso il disegno alternativo e il nostro Gruppo non era certamente in grado di presentarlo e ha dovuto intervenire nel merito di quello proposto dall'esecutivo.
La mia esperienza di carattere regionale risale ai primordi di questa Regione, quando mi sono interessato ed occupato soprattutto del settore dell'urbanistica nel quale mi ero configurato una certa prospettiva di attività. Forse, nei numerosi servizi proposti per il settore dell'urbanistica, ne trovo due che ragionevolmente mi lasciano un punto interrogativo, ma sono il primo ad essere convinto che tutto ciò non pu rappresentare un ordine di valutazioni tali da inficiare l'insieme della proposta.
Il "servizio di verifica ed archiviazione di atti e documenti urbanistici" può apparire una cosa estremamente vaga, così come "l'informativo urbanistico" è un fatto certamente importante che non si pu però configurare al punto tale da rappresentare l'ossatura di un vero e proprio servizio.
Se esaminiamo il tutto ci sono delle remore di carattere generale. Io esprimo anche delle remore a latere che non hanno niente a che vedere con il disegno di legge della pianta organica. Richiamo l'attenzione della Giunta su un problema che mi sembra diventato addirittura opprimente: il centralino telefonico è diventato una pazzia; chi telefona da fuori Torino prima di poter parlare con qualcuno in termini efficaci deve preventivare 6/7 mila lire di scatti telefonici; se poi deve avere una conversazione di carattere tecnico esplicativo le somme aumentano. Capita anche spesso, e questo lo dico senza ombra di appunto perché sul personale dirò qualche cosa brevemente che non può che essere elogiativo, di sentirsi dire, dopo attese di 6/7 minuti: "E' fuori camera, può richiamare? ". E nessuno è in grado di dare spiegazioni precise.
Fatte queste brevi premesse che rappresentano un modo di intervenire certamente non organico con la discussione di oggi, ma che mi premeva di dire in termini ufficiali, la domanda che ci poniamo è: quali saranno i risultati di questa proposta di pianta organica? Sono tanti i 183 servizi? Forse vale quello che è già stato detto dal collega Bellomo che un rodaggio e una verifica dell'applicazione dei servizi regionali potrà far correggere eventuali dispersioni.
Si parla di coordinamento (questo lo dissi già nella discussione sulla legge n. 6), ma stiamo attenti che tutto questo non diventi una caratteristica esclusivamente politica: il rischio che corriamo è che si politicizzi un professionalità all'interno degli organici regionali.
D'altra parte, però, mi sono convinto che il coordinamento deve essere politico ma non può che venire dai rappresentanti eletti. Anche per ciò che riguarda la programmazione, l'indirizzo deriva da chi ha la responsabilità politica della Regione; però l'insieme dei servizi, l'insieme dei settori l'insieme delle strutture che sono proposte non contraddicono alle finalità di carattere programmatorio.
E' nota l'attesa di arrivare ad un quadro di certezze, anche se non sono certezze di grande momento dal punto di vista retributivo. In una circostanza di questo genere è meglio il varo fidejussorio di una proposta come quella contenuta nel disegno di legge, che il nulla, perché il nulla non avrebbe nessun significato.
Con questo spirito e con queste valutazioni concludo questo mio intervento accennando alla disponibilità nei confronti dei due disegni di legge che sono proposti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, questa mattina facevo rilevare che non abbiamo la parte più importante e sostanziale della legge, cioè gli allegati; ci nonostante affrontiamo la discussione ed affronteremo anche il passaggio agli articoli augurandoci che, almeno formalmente, ci sia una contemporaneità tra la disponibilità dei documenti e l'approvazione degli stessi.
Dico questo per sottolineare che ci siamo fatti scrupolo, pur in presenza dei dissensi più marcati rispetto alle proposte di legge della Giunta, di tener fermi impegni di carattere formale anche sui tempi di approvazione di questi strumenti, perché riteniamo che questa legislatura debba, quali che siano gli equilibri politici futuri, consegnare alla prossima un codice non scritto dei rapporti fra maggioranza ed opposizione e dei ruoli che hanno le parti politiche nella loro dialettica.
Abbiamo ben preciso il concetto che l'opposizione deve svolgere appieno il proprio compito, ma deve consentire nei modi e nei termini più corretti che la maggioranza faccia la propria strada ed assuma intere le proprie responsabilità. Quindi, solo in caso limite l'attività ostruzionistica, che non abbiamo mai neanche tecnicamente accennato, può avere delle motivazioni e anche le richieste di riesame e di approfondimento devono essere funzionali alla materia e non determinate da una scelta di metodo nei rapporti fra maggioranza ed opposizione.
Non sfugge neanche a noi come la materia abbia bisogno di alcune risposte, anche se riteniamo che non siano soddisfacenti perché i problemi del personale, i problemi di un quadro di riferimento sono di portata tale per cui il ritardo, senza motivazioni operative concrete, non avrebbe avuto contenuti sufficienti.
Devo dire che un successo la maggioranza l'ottiene costringendo quasi a polemizzare le forze di opposizione su un argomento come questo. Ma capita spesso che si parli a nuora perché suocera intenda e allora polemizziamo pure garbatamente tra di noi, Consigliere ed amico Cardinali.
Intanto non si può dimenticare la disponibilità ad entrare nel merito e lo sforzo per introdurre concetti o per avversarne altri nella discussione della legge n. 6 sui principi di carattere generale. Non discutiamo le scelte che ogni Gruppo può fare a favore o contro un singolo provvedimento.
Ma quando da parte di una forza di opposizione si esprime un voto favorevole ad una legge che propone un elenco nudo e che comporta un mandato politico senza contropartite in ordine alla parte sostanziale di questa materia, poi si è fortemente condizionati. Anche noi siamo fortemente condizionati rispetto ad una materia come questa per la quale solo la maggioranza e l'esecutivo possiedono tutti gli strumenti di conoscenza, di analisi, di indagine, di istruttorie e di confronto.
Ringraziamo il collega Cardinali che ci richiama a ricordare questi aspetti.
C'è stata una lunga contrattazione fra la Giunta e le forze sindacali della quale noi non avevamo conosciuto tempi, modalità, contenuti documenti, momenti, prospettive, sbocchi e neanche ora esattamente conosciamo quali soluzioni siano dovute a indicazioni, a richieste, a impostazioni sindacali e quali siano da attribuire all'esclusiva scelta politica della maggioranza. In questa situazione, ci siamo attenuti a valutazioni di carattere generale e specifico, dalle quali, per quanto modeste, potrà desumersi per chi voglia compiere una minima operazione di trasposizione, il profilo di una soluzione che avremmo concorso a proporre se avessimo avuto noi gli strumenti , e la responsabilità per addivenire a questa operazione istruttoria e di proposta.
Esprimiamo in modo diverso il nostro dissenso rispetto ai due disegni di legge che prevedono la definizione delle attribuzioni dei servizi regionali, la determinazione organica del personale, lo stato giuridico e il trattamento economico con il recepimento del contratto nazionale.
Proprio per non lasciar spazio a che si dica, come anche si è detto, che si seguono comportamenti diversi al centro o alla periferia, a seconda di come si è collocati rispetto al governo degli Enti, diciamo che ci asterremo sulla proposta di legge di recepimento del contratto, pur collocandoci criticamente per ragioni di carattere generali sulle quali, nella discussione in Commissione, abbiamo visto che ci sarebbe una larga convergenza, in particolare sull'efficacia ai fini della riforma della pubblica amministrazione, sull'efficacia ai fini della costruzione di strumenti agili, efficienti e rispondenti all'impostazione che abbiamo dato all'Ente Regione.
Credo che a una forza di opposizione sia consentita qualche accentuazione di più di quanto non sia consentito ad una maggioranza la quale carica soluzioni discutibili a livello nazionale di alcune scelte come sono state fatte con gli articoli 47, 48 e 49 di questo disegno di legge, che hanno trovato la perplessità, non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza o di sue autorevoli componenti per le incertezze le vaghezze e la mancanza di garanzia che questi offrono.
Avevamo già motivato il voto contrario alla legge n. 6 e, rivedendo le modestissime, quasi profane argomentazioni allora esposte, ci accorgiamo che assumono valore di efficacia e di contenuto a posteriori. Il principio della collegialità, l'esigenza della programmazione rispetto al quale si doveva rendere funzionale l'organizzazione delle strutture, la determinazione dei servizi, la collocazione, il ruolo e le garanzie di professionalità del personale, sono stati affermati sì, ma non hanno trovato un loro ancoraggio sufficientemente coerente, traducibile nell'organizzazione del lavoro della Giunta, nella previsione dei dipartimenti e del loro significato, nella definizione del ruolo degli Assessorati e degli Assessori.
Sappiamo che una delle caratteristiche dei vizi della legislazione regionale è quella di introdurre serie di articoli che non hanno carattere legislativo proprio, perché non sono operativi, non sono cogenti, non determinano comportamenti, ma sono dichiarativi di principi, sono didattici, sono propedeutici, sono illustrativi di linee e di condotte.
Allora, non mi si vorrà sicuramente obiettare che sarebbe stato improprio introdurre in questa legge, come ho visto fare dalle Regioni Lombardia ed Emilia, un titolo nel quale si incominciassero a prevedere i modi di organizzazione della Giunta e dei dipartimenti e ne scaturisse una definizione del ruolo degli Assessorati, meno ministeriale di quella che viene implicitamente espressa dalla soluzione che qui è proposta.
Non ho mai avuto indiscrezioni di nessuna natura sull'operato della Giunta, ma credo che si desuma facilmente da questo documento come ci sia stata una competizione fra Assessori, che ha avuto il duplice risultato di marcare da un lato il 'organizzazione di tipo ministeriale della Regione e dall'altro di enfatizzare il numero dei servizi nella ricerca di simmetrie di equilibri, di prestigio nella quantità e nella dimensione delle strutture e degli uffici affinché non apparisse l'esistenza di Assessorati di maggiore rilievo rispetto ad altri.
Si illumina, anche a posteriori, l'insistenza con la quale si volle approvare un elenco nudo e acritico dei servizi: prima l'elenco, quasi atto di imperio politico, un'affermazione senza dimostrazione di volontà aprioristica le cui motivazioni non abbiamo conosciuto né conosciamo, poi i contenuti a giustificazione di un risultato che era già stato precostituito. Non potevamo essere d'accordo allora e avevamo chiesto con insistenza che l'elenco venisse rimesso al momento della determinazione univoca del numero e del contenuto dei servizi, non possiamo che essere in maggior disaccordo ora.
Lo stesso strumento di recepimento del contratto, pur negoziato a livello nazionale tra Regioni e Parlamento, con la partecipazione del Governo, non ci può far tacere la preoccupazione per la corsa in qualche modo all'appiattimento, al livellamento e alla dilatazione degli organici con insufficiente attenzione per le garanzie di scelta e di utilizzazione adeguata della richiesta professionalità.
Questo disegno di legge contiene alcune interpretazioni e soluzioni che vanno oltre il contratto e che sono rivelatrici di un indirizzo e di una forzatura effettuata a livello regionale piemontese.
Gli articoli 47 e 48 introducono automatismi per l'accesso ai vari livelli, prevedono passaggi con salto dei livelli. Ho grande rispetto delle capacità di apprendimento altrui, ma chiunque conosca il corso delle professioni, dove le professionalità ottengono una selezione naturale, sa che non c'è nessuno che giunga più sprovveduto, dal punto di vista tecnico operativo, al lavoro di chi consegue una laurea. Non c'è nessuno che abbia più bisogno di ricalarsi nella realtà, di acquisirne e conoscerne tutti gli elementi per poi, se è munito di un'adeguata cultura generale e specifica fare passi rapidi e anche balzi. Nell'amministrazione pubblica bisogna andar molto lenti e prevedere balzi iniziali, di questo tipo, a livelli direttivi. Conosciamo qual è la realtà umana dei tempi di apprendimento, di presa di possesso di materie vaste, fino allora sconosciute.
Ci sono modalità per l'effettuazione dei concorsi che sono oggetto di emendamenti che sfumano e riducono al minimo le garanzie occorrenti; tutte queste cose si ritorcono in danno del personale: le illusorie facilità sono poi prezzi che vengono pagati più dal personale che dall'istituzione. La maggioranza, nella logica del suo strumento, ha la responsabilità e il dovere, in questa fase, di accentuare questi aspetti di garanzia che offrendo dignità di ruolo al personale, danno a ciascuno il suo.
Noi esprimeremo quindi un voto di astensione rispetto a questo disegno di legge.
Tornando al disegno di legge n. 444 che definisce i servizi e la dotazione organica, frutto di un discorso che non è stato direttamente condizionato da una contrattazione nazionale, abbiamo constatato una previsione di aumento del personale che porta quasi al suo raddoppio.
Conosciamo le argomentazioni con le quali il Presidente si affanna a dimostrare che in sostanza non è un reale raddoppio perché una serie di automatismi e di situazioni portano alla previsione di ruoli ben più ampi per cui il distacco non sarebbe così clamoroso. La Regione Lombardia, che dal punto di vista demografico è più del doppio del Piemonte, ma che dal punto di vista funzionale, per il giro di affari, per la complessità, per il livello di vita vale due volte e mezza, propone una dimensione più modesta.
L'organico indica come si è fatta una scelta che, pur proiettata nel tempo - e diremo qualche cosa su questa proiezione - è grandiosa e scarsamente educativa in tempi in cui si continua a parlare di contenimento di spese, di rigo re nella previsione delle dimensioni della sfera pubblica, di qualità e non di quantità da ricercare per rendere efficiente la pubblica amministrazione.
Questa dimensione, così macroscopica non trova una puntuale, rigorosa impegnata, tecnicamente valida motivazione rispetto alle strutture dei servizi, delle funzioni o delle metodologie di gestione, anzi, concorre a delineare quell'impostazione che lascia aperte molte decisioni e molte soluzioni al futuro, cioè lascia aperto un campo di ampia discrezionalità in questo settore.
Non possiamo non rilevare questa contraddizione che costituisce anche motivo di forte preoccupazione politica. Ricordiamo come la previsione di un organico così ampio, così vasto solleciterà, a brevissimo termine richieste di integrazione di personale, la convinzione, magari in buona fede, di vari settori dell'Amministrazione regionale di essere carenti di personale, per cui, ponendo dei traguardi di questo genere, si indicano dei traguardi che il contesto tenderà a sollecitare, ad anticipare, a far realizzare in tempi più brevi possibile, perché sarà ritenuto che è l'optimum da raggiungere e quindi prima lo si raggiunge meglio è.
Vi è poi stata la dilatazione dei servizi, alcuni accorpati, altri polverizzati; la stessa organizzazione prevista per il Consiglio regionale porta un numero di servizi eccessivo, che svaluta per un'altra via la definizione e il significato del servizio come quadro nell'ambito del quale si studia, si programma, si opera e si controlla quello che si è operato se si fanno coincidere i servizi con gli uffici, si rovescia tutta quanta la logica che si è voluta servire. Con il numero così esteso dei servizi si introducono problemi di governabilità, di produttività con forti oneri, ai quali non sarà indifferente lo stesso personale quando sperimenterà i risultati di un'impostazione come questa anche se è ragionevolmente allettato da prospettive di avanzamento e di collocazione. Non ci nascondiamo il gravissimo problema della giusta risposta alle attese del personale nella collocazione a livelli di competenza e di professionalità che ciascuno ritiene di aver acquisito in termini di giusta collegialità senza gerarchie militaresche inutili, ma in un quadro di certezza in cui chi esercita responsabilità le veda riconosciute nei risultati, in cui non vi sia l'appiattimento dei meriti, delle capacità e delle prospettive di vita e di carriera.
Infine, e qui vi è una logica ferrea che lega il tutto: la previsione del ruolo del coordinatore volutamente ed organicamente politicizzato che non trova, a nostro avviso, le garanzie per un'efficace assunzione delle proprie responsabilità nella previsione legislativa o nel quadro istituzionale, ma nella maggiore o minore capacità di convinzione, di coesione e forse di pressione politica che potrà esprimere nel contesto, in un rapporto con la maggioranza.
Queste scarse garanzie si traducono anche nelle insufficienti garanzie di valorizzazione e di ricerca della professionalità: quanto più prevale il criterio politico, tanto più rischia di essere sfumato il criterio professionale. Lo so bene che esiste un problema di direzione omogenea, di traduzione della volontà politica nei termini corretti, nei quali la maggioranza ha una sua funzione da svolgere, ma queste possibilità devono essere trovate nell'ambito di una oggettività e di una certezza di carattere istituzionale. Temo che, per la vaghezza di questo quadro, le tentazioni delle vie più semplici, delle vie più facili, saranno forti e saranno difficili da contrastare.
Dovremo ancora temere l'inflazionamento dei ruoli regionali l'impoverimento dei ruoli esecutivi e di ordine; già adesso in vari settori dell'Amministrazione regionale è difficilissimo ottenere adempimenti di carattere d'ordine ed esecutivo, perché in una certa logica, in una certa prospettiva, chi si vede chiamato a certi adempimenti di carattere meramente esecutivo, teme di essere poi schiacciato, collocato ed inchiodato a quei ruoli per cui non li svolge neanche in misura intertemporale o parziale ed integrata insieme ad altri; e non faccio esempi di nostre amministrazioni periferiche che hanno bisogno di farsi mandare dattilografe dalle banche per compilare elenchi di pratiche perch all'interno dell'amministrazione queste non si trovano più.
Prevediamo che un'impostazione di questo genere darà luogo da un lato all'inflazione dei ruoli, dall'altro all'impoverimento dei livelli esecutivi, dall'altro ancora alla necessità non eliminabile di far ricorso amplissimo o alle consulenze esterne o agli interventi degli enti strumentali al di là delle previsioni istituzionali per il lavoro di questi Enti.
Si apre uno spazio enorme di potere discrezionale, di assenza di garanzie obiettive, che dovrebbe essere avversato in questa materia quale che sia la prospettiva delle maggioranze che si costituiscono o si scompongono.
Abbiamo a questo riguardo raccolto e sarebbe ingiusto che non lo ricordassimo come la nostra preoccupazione e le nostre critiche siano state per certi aspetti recepite e come siano state offerte sul piano politico disponibilità a costruire strumenti adeguati di garanzia.
Non respingiamo queste opportunità, ma vorremmo collocarle nell'ambito fisiologico dei rapporti fra partiti e fra la maggioranza e l'opposizione.
Nell'impostazione che ci è presentata è implicito, a nostro avviso, un do ut des che vorremmo scongiurare. Da un lato l'offerta di uno spazio per avanzamenti e sistemazioni di massa e per nuove assunzioni, che dovrebbero rasserenare il personale e dar spazio al sindacato, dall'altro la proposta richiesta di una discrezionalità politica che svuota ogni attesa di autonomia, sia pure funzionale e tecnica, che costituirebbe invece la più autentica garanzia sia per il personale che per i cittadini. Questa impostazione quindi e questi temibili sbocchi trovano la nostra più ferma e convinta opposizione con il proposito di proporre tutte le possibili alternative in futuro, modifiche e correzioni e ciò con l'apporto del personale e dei cittadini che sono chiamati a perseguire le finalità, già proclamate ed ora abbandonate, di una Regione che sia di esempio anche allo Stato per un'amministrazione agile, efficiente, competente, dotata di forte autonomia e di responsabilità operativa.
Con queste motivazioni, forse insufficienti, ma espresse con tutta la chiarezza consentita, voteremo contro il disegno di legge n. 444 e ci asterremo rispetto al disegno di legge di recepimento del contratto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Signori Consiglieri, non possiamo non ricordare che questa nostra discussione si svolge all'indomani di uno sciopero generale del pubblico impiego in cui si trovano problemi di giustizia, come la trimestralizzazione della scala mobile, ma anche problemi più generali che possano trovare adeguate e corrette soluzioni soltanto nella riforma della pubblica amministrazione nel suo complesso.
Un nuovo ordinamento del personale degli Enti pubblici è certamente una faccia del difficile problema di questa riforma in tutti i suoi aspetti anche in conseguenza al trasferimento o alla delega a Regioni ed Enti locali di funzioni prima esercitate dallo Stato dal D.P.R. 616 e dalla riforma sanitaria.
Anche a livello delle amministrazioni regionali locali e tra i pubblici dipendenti c'è oggi una maggiore consapevolezza, sensibilità ed una maggiore urgenza verso i problemi della riforma dell'organizzazione e delle procedure amministrative e del loro rapporto con le questioni attinenti all'organizzazione, al trattamento economico e normativo del personale. Ci pare sia opportuno evidenziare come questa consapevolezza derivi da due componenti: da parte dei dipendenti con le loro organizzazioni sindacali è nata l'esigenza di avere una condizione socialmente più civile del pubblico impiego, che significa eliminare ogni canale di tipo clientelare, significa la fine della concezione assistenziale della pubblica amministrazione; da parte degli amministratori pubblici i processi instaurati dal trasferimento e dalla delega delle funzioni fa nascere l'esigenza di considerare come la politica di programmazione democratica non significa soltanto utilizzare e distribuire in modo diverso le risorse, ma anche creare gli strumenti che la rendano possibile.
Da questo punto di vista notevole è l'apporto specifico che alla battaglia generale per la riforma della pubblica amministrazione può e deve venire dalle strutture decentrate dello Stato e, soprattutto, dalle Regioni e dagli Enti locali. Intanto a livello delle strutture decentrate la contraddizione tra un'organizzazione amministrativa ormai sclerotizzata e inefficiente e l'esigenza di rapidità e di efficienza degli interventi del potere pubblico in una realtà fattasi sempre più complessa, è resa più acuta in quanto più immediatamente avvertita e vissuta dal cittadino.
Tuttavia dobbiamo ricordare che per gli sforzi fatti esistono oggi maggiori potenzialità nelle Regioni e nelle altre strutture democratiche decentrate e questo non per ritagliare illusoriamente isole di maggiore efficienza dell'intervento pubblico, ma per sostenere nuovi processi di ristrutturazione e di rinnovamento in grado di incidere anche nei meccanismi e nei moduli organizzativi della struttura complessiva. Se questo concetto è vero è necessario allora che le forze politiche e le forze sociali operino per la riforma del sistema delle autonomie con maggiore omogeneità di intenti. Basta aver presente che mentre siamo chiamati a discutere il disegno di legge in esame, tutti i Comuni sono altresì chiamati per legge a definire le loro strutture. Questa unità di intenti se non ha basi solide, può naufragare in dispersioni organizzative che renderebbero meno facile il processo più generale della riforma della pubblica amministrazione.
In questo senso assume rilievo anche esterno il complesso delle due leggi sulle strutture; la legge 6 del '79 e quella in esame ed il recepimento del contratto nazionale dei dipendenti regionali.
Non c'è dubbio quindi che con questi provvedimenti la nostra Regione può esprimere quelle potenzialità che promuovono e sostengono processi di ristrutturazione e di rinnovamento in grado di incidere anche sui meccanismi e sui moduli organizzativi della struttura complessiva.
Egregi colleghi, la legge regionale n. 6 del 1979, la relazione a questo disegno di legge consegnata dalla Giunta alla Commissione e la relazione del collega Rossotto a mio avviso permettono di inquadrare sufficientemente questo provvedimento in un disegno complessivo.
Nel mese di giugno dell'anno scorso, la Giunta ha proposto alla I Commissione una proposta di legge sulle strutture. La scelta della Commissione è stata che la Giunta proseguisse nei suoi lavori e formalizzasse ufficialmente un disegno di legge. Dico questo per sottolineare come quella era la grande occasione in cui le forze politiche attraverso il Consiglio Regionale e in collaborazione con le organizzazioni sindacali e con la Giunta, avrebbero potuto approdare ai risultati da tutti auspicati. Questa occasione, dopo alcune riunioni, la minoranza la lasci cadere, preferendo misurarsi su un testo predisposto dalla Giunta regionale come disegno di legge. Orbene, ritornando all'esame del provvedimento, come forza politica, ci chiediamo: quale contributo specifico viene da questa legge per il processo di riforma della pubblica amministrazione? La risposta a questa domanda ci pare vada ricercata in una serie di problemi che il disegno di legge affronta. Intanto costruisce un sistema di garanzie e di certezze che valgono sia per gli amministratori, sia per i dipendenti. Sono garanzie e certezze l'individuazione precisa dei servizi che hanno origine nel disegno di politica di programmazione regionale e nella legislazione prodotta, tenendo altresì presente i compiti nuovi che lo Stato ha assegnato alle Regioni.
Si afferma che i servizi sarebbero troppi, ci pare non sia questo il vero problema. Il problema è se sono rispondenti alle necessità e ai compiti che la Regione è chiamata ad affrontare. In tal senso, a noi pare che la legge proposta sia il risultato di un'attenta verifica, sulla base dell'esperienza di questi anni, dell'Amministrazione regionale tra le funzioni da svolgere sempre più complesse, gli strumenti a disposizione e l'esigenza di realizzare gli obiettivi nei tempi previsti. D'altra parte un'ulteriore e puntuale verifica è stata svolta con le organizzazioni sindacali. Siamo altresì convinti che la strada percorsa non risolverà tutti i problemi, tuttavia crediamo si sia operato affinché l'Ente diventi il più possibile produttivo ed efficiente.
Credo debba essere detto per chiarezza che è in questa legislatura che la Giunta regionale ha attuato il primo inquadramento di tutto il personale.
Questo è stato il primo passo necessario per costruire una politica del personale. Certo da questo inquadramento a queste leggi è trascorso tempo ma anche in questo settore, così come in altri, il tempo è stato utilizzato per studiare approfonditamente il problema, sia nei suoi aspetti interni alla Regione Piemonte sia negli aspetti di collegamento e coordinamento necessari con tutte le altre Regioni.
Evidentemente ogni Regione operando in uno specifico contesto può avere scelto strade diverse. La Regione Piemonte ha scelto una sua strada che è stata tracciata dal tipo di piano di sviluppo adottato e da altre importanti leggi.
In sede di Commissione sono state avanzate critiche al disegno di legge per l'elevato numero di dipendenti previsto. Già la relazione del collega Rossotto ha evidenziato il perché di tale aumento nel numero della dotazione organica.
A noi pare che uno degli aspetti essenziali, oltre a quello che queste dotazioni sono destinate ad essere effettuate nel tempo, vada ricercato in un tema più generale sull'attività della Regione: il fatto cioè che la Regione si è attrezzata per le sue attività con i Comitati comprensoriali.
La legge in esame per il personale di questi, così come emerge dai materiali di lavoro consegnati dalla Giunta alla I Commissione ha previsto il triplo dell'attuale dotazione. Analogo discorso vale per gli altri servizi decentrati che hanno un aumento .non indifferente e che renderà possibile per alcune materie processi di delega qualificati.
Per i CO.RE.CO., a noi sembra che il problema principale non sia solo una distribuzione (quantitativa e qualitativa) migliore di forze, che tenga conto delle singole esigenze in cui essi operano, ma sia un problema politico; del modo cioè in cui questi organi operano nel rapporto generale dei controlli sulle autonomie locali.
La dotazione organica complessiva va anche valutata tenendo conto che l'organizzazione descritta risponde all'attuale assetto delle funzioni della nostra Regione che sono ancora di gestione oltre che di programmazione. A noi pare che questa situazione dovrà subire rapidamente modificazioni non appena verranno approvate le leggi di delega proposte con ad esempio il disegno di legge sulla formazione professionale ora all'esame del Consiglio regionale dovrebbe comportare contestualmente la riduzione nell'organico di circa 350 unità.
Accanto a questo problema del numero complessivo della dotazione organica, c'è quello della sua suddivisione in livelli. Sviluppando una politica di programmazione emerge la necessità di avere un adeguato numero di personale laureato. Tale fatto può far emergere una contraddizione? A noi pare di no; se la Regione assume sempre più la funzione di Governo e di programmazione e sempre meno quella di gestione.
Questa strada, da una considerazione più generale, la si riscontra anche in altre Regioni e tale fatto ci deve far riflettere su un problema: si vuole la riqualificazione del ruolo delle assemblee elettive al livello dell'intervento economico e sociale? Se la si vuole non c'è dubbio che gli interventi sugli apparati e sulla politica del personale divengano momento centrale ed imprescindibile di programmi politici ben più ampi e complessi di un'operazione di carattere solo "interno" alle istituzioni.
Questi problemi non possono essere affidati solo a qualche reclamizzato ufficio studi. Occorre invece che ai programmi, alle piattaforme ed alle iniziative si accompagnino sempre e contestualmente impostazioni e schemi organizzativi coerenti.
Qualche parola infine e più esplicitamente sul disegno di legge sul recepimento del contratto.
Ricordiamo che i dipendenti regionali, il loro contratto lo hanno avuto siglato quando lo stesso era ormai scaduto da tempo, con un ritardo quindi, di anni. Non solo, ma il 1979 vede anche l'inizio dell'iter per il 'approvazione del nuovo contratto.
L'intesa per la definizione del contratto nazionale dei dipendenti regionali è stata resa complessa dalla legislazione frammentaria che molte Regioni si sono data. Gli sforzi di perequazione che tuttavia il contratto realizza sono certamente degli elementi importanti anche se non soddisfano adeguatamente tutti i lavoratori in eguale misura e quindi anche la mia forza politica.
Ci sono alcuni punti importanti in questo disegno di legge; intanto assicura le garanzie necessarie alla corretta applicazione di un principio che la legge regionale n. 6 del 1979 aveva introdotto, quello della mobilità. Pensiamo che un principio di mobilità tra i vari Enti locali sia necessario ad un processo di riforma della pubblica amministrazione; a questo sono però necessarie garanzie per il personale, cose che il disegno di legge appunto assicura.
Altro punto importante è, a nostro avviso, quello degli stipendi.
Osserviamo come siano ancora insufficienti ai compiti che i dipendenti regionali sono chiamati a compiere. Osserviamo anche che il contratto avvia un processo di chiusura del ventaglio salariale che si è aperto tra le varie Regioni, in modo graduale, ma lo avvia.
Su questi temi va vista la parte che nel contratto è dedicata alla Regione Piemonte. Su questa parte, pare sufficiente dire che il disegno di legge offre le necessarie garanzie di serietà per i concorsi che prevede.
Questa serietà si può cogliere nelle modalità previste per gli esami e nella costituzione delle Commissioni.
Questi elementi per la situazione generale della pubblica amministrazione, consentitemi, non sono cosa da poco. In questo modo, con questa serietà, credo si risponda alle accuse di queste leggi che vengono fatte soprattutto da parte del Gruppo della D.C.
Signor Presidente, signori Consiglieri, a conferma della consapevolezza della complessità di questa materia il nostro Gruppo si impegna a seguire attentamente la fase di attuazione, di gestione delle leggi, di organizzazione delle strutture regionali e sul personale, convinti come siamo che questo sia necessario per attuare, secondo il criterio della massima organicità, tutti i processi di riforma che sono necessari per la nostra Regione e, al tempo stesso, per contribuire anche alla soluzione che interessa il nostro Stato, quale la generale riforma della pubblica amministrazione.
Queste leggi possono anche non essere perfette, possono certo lasciare ancora problemi di non facile soluzione, ma nel campo della pubblica amministrazione quello che si è fatto è già molto e siamo sulla strada positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, difficilmente si può pensare che un disegno di legge possa essere così contrario ai principi del Partito repubblicano quanto il disegno di legge n. 444. Voglio ricordare la posizione del nostro Gruppo rispetto alla legge n. 6 del 1979, legge che stabiliva alcuni indirizzi che sono stati da noi approvati, ma che ebbe il nostro voto di astensione con la motivazione che non eravamo d'accordo sulla richiesta della Giunta di approvare anche l'allegato elenco inerente i servizi. Avevamo allora dichiarato che avremmo dato il nostro giudizio sulla legge di applicazione intendendo dare un avviso politico.
Sovente ci sono vasi meravigliosi che contengono vini pessimi: questa è la situazione di fronte alla quale ci troviamo. I servizi non sono solo diminuiti, anzi sono aumentati secondo regole non razionali.
In una legge di questo tipo o si stabilisce un modello astratto di amministrazione individuando quanto è possibile collegare con la realtà oppure si considera la realtà presente e si costruisce un vestitino su misura: la Giunta ha seguito esattamente quest'ultimo modello: ci troviamo di fronte a situazioni determinate a condizioni di promozionalità di personale che deve essere collocato. La situazione è aggravata da quanto è già stato giustamente detto dal Capogruppo D.C., in ordine all'evidente rivalità all'interno degli Assessorati che ha portato alla dilatazione dei servizi così che gli Assessorati divenissero più importanti con un più alto numero di servizi.
Il raddoppio dell'organico ha qualche cosa di buffo paragonabile a quel che può succedere in certi negozi che per non dire che un articolo costa 4.000 lire espongono il prezzo di 3.999. Ci spaventano soprattutto le ragioni del raddoppio, anche se abbiamo già avuto occasione di fare dichiarazioni di questo tipo, repetita iuvant in questo caso nel senso che la Giunta è completamente sorda ad osservazioni di questo genere.
Non sono soltanto i maggiori compiti affidati alla Regione, la necessità di maggiore organicità e decentramento (il collega Rossotto in realtà nelle sua relazione dice che i servizi non sono aumentati perché da 125 sono passati a 127 dimenticando i servizi decentrati per cui si passa a 183), ma è il voler dare per scontato che i giovani assunti con legge 285 debbano entrare definitivamente nell'Amministrazione regionale. Non abbiamo nulla contro questi giovani, anzi riconosciamo che alcuni, e non tutti hanno compiuto ogni sforzo per essere utili all'Amministrazione, hanno seguito con profitto i corsi istituiti dalla Regione per migliorare il loro servizio.
Non è tuttavia pensabile che possano esserci concorsi sanatoria per sistemare tutti.
Una struttura burocratica può crescere entro certi limiti fisiologici il raddoppio, però, sia pure previsto nell'ambito di due anni come accennava il Presidente della Giunta in Commissione, è contrario alle ragioni di severità e di austerità, alle quali si richiama non soltanto il Partito repubblicano, ma anche uno dei partiti che siede in maggioranza, il P.C.I.
Non vogliamo pensare che questo corrisponda ad una logica clientelare che ha completamente disastrato le Regioni meridionali.
Non è necessario che mi dilunghi nei particolari laddove non condivido i principi fondamentali. Mi vengono dati ora gli emendamenti della Giunta ai due disegni di legge n. 444 e 449, ma non sono in condizioni di valutare se tengano conto della discussione che c'è stata in Commissione.
Il Gruppo repubblicano darà voto negativo al disegno di legge n. 444 e voto di astensione al disegno di legge n. 449 non potendo negare il voto alla parte che è di recepimento del contratto nazionale, pur non essendo d'accordo su altre parti che anticipano di gran lunga soluzioni che, per ora, a livello nazionale non sono ancora state decise, quindi non sappiamo in quale posizione si troverebbero di fronte all'eventuale approvazione da parte degli organi governativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

L'argomentazione del collega Cardinali va sottolineata: in definitiva questa legge è particolare in quanto non è tanto lo sbocco della volontà del Consiglio, ma è soprattutto il ricevimento da parte del Consiglio regionale di un indirizzo che l'esecutivo intende dare alla propria gestione. Diventa allora difficile dare un giudizio sul meccanismo della legge che attiene ad una sfera che, al di là della buona volontà dei funzionari e della disponibilità degli Assessori, per noi Consiglieri di opposizione, è rimasta tutto sommato un'altro palazzo" o "più palazzi" come diceva il collega Cardinali riferendosi all'inorganicità della sistemazione degli uffici. Mi pare che un partito debba in primo luogo cercare la chiave di lettura della legge ossia in quale logica è stata concepita, come giustamente diceva la collega Castagnone Vaccarino: istituzionalizzare l'esistente, oppure realizzare qualche cosa rispetto ad un ipotetico obiettivo. In realtà rimane il dubbio che la Giunta con questa legge non rimedi di fatto alla situazione per quella che è. Con la concretezza, tipica del collega Cardinali, che ogni tanto dovremmo ricordarci di prendere a metodo, valutiamo come appare al cittadino o all'operatore non di infimo livello, la gestione dei servizi regionali e la qualità del lavoro prodotto dai nostri funzionari, a prescindere da ogni valutazione sulle persone che sono fuori discussione.
L'immagine che abbiamo è di una amministrazione frammentaria (per esempio un telefonista non riesce a capire se il funzionario è il segretario dell'Assessore o l'usciere) e questa frammentarietà, questo congelamento dei compiti a livello di Assessorato, questo tipo di ghettizzazione al contrario di tanti piccoli privilegi, in tante piccole sfere di retribuzione, in tante pratiche che se non c'è Tizio non si possono muovere perché Caio non le conosce, tutta questa realtà non è assolutamente superata da questa legge.
Quindi non avremo una macchina regionale più articolata, più agile e più efficiente e questa è la ragione di fondo per cui non ci può essere che un voto negativo. Venendo al personale che questa legge tenderebbe a promuovere e a premiare per la sua capacità, la sua efficienza e la sua disponibilità, esso viene "ghettizzato" in una sistemazione a cellula d'ape con perimetri esagonali che si legano l'un l'altro in una scala teorica ideale; a mio avviso, creerà dei vincoli e non degli scalini sui quali ipotizzare una progressione. Il collega Bianchi si preoccupa perch potremmo avere dei collaboratori che fanno carriera troppo in fretta e io temo che tutto l'alveare probabilmente produrrà una serie di difficoltà in cui la professionalità dei nostri collaboratori certamente non verrà premiata.
Invece di partire da un dato positivo, cioè dal contenimento del personale nella Regione Piemonte, si doveva passare ad una critica realistica della politica fin qui condotta, indipendentemente dall'elemento pecuniario che non è di competenza soltanto della Regione. Certamente non possiamo disconoscere che la Regione soffre della fuga dei cervelli e che i nostri collaboratori soffrono del complesso del "palazzo", dove il palazzo non è soltanto quello del Presidente ma i palazzi sono anche i singoli uffici assessorili.
Questa legge oltre a non rimediare a questi vizi della procedura, non ci garantisce neppure opere di escamotages accettabili. Ricordo di avere dato voto favorevole al progetto sulla cartografia regionale perché mi sembrava di intuire attraverso quell'iniziativa così qualificata, così coraggiosa, così avveniristica, la ricerca di una burocrazia di un livello alla francese (l'Assessore Bajardi giorni fa ha scoperto che un doganiere francese sa tutto sui Tir che vengono in Italia, mentre tutta Italia non sa niente sui Tir che vanno in Francia e questo avrà pure una ragione d'essere, una logica; non è soltanto problema di stipendi, è problema di volontà politica, di strutture. Quel mio voto favorevole, che mi ha determinato considerazioni umoristiche della maggioranza, è stato frustrato quando ho letto che per gestire le strutture cartografiche dobbiamo costituire un ente.
Perché costituiamo un ente? Perché dobbiamo valerci di personale più qualificato, perché più pagato di quanto non sono i collaboratori regionali.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa è la volontà governativa.



MARCHINI Sergio

Caro Presidente, facciamo una battaglia politica, facciamo il sit-in in Piazza Castello, facciamo lo sciopero, ma, se siamo ridotti a costituire delle società a larga partecipazione privata per gestire i servizi regionali, come liberale, posso essere d'accordo, ma questo significa contemporaneamente prendere atto che è inutile assumere il doppio di collaboratori in due anni se poi la prestazione qualificata viene garantita soltanto dal ricorso ad enti esterni. Quando parliamo con i dipendenti avvertiamo una preoccupazione, che non esito a definire di tipo politico perché hanno l'impressione di vivere vicino a uomini politici e non in un ufficio. Questo condizionamento va superato.
Come ultima nota di colore, esibisco, e chiedo che venga allegata agli atti, una comunicazione della triplice sindacale regionale datata 14 settembre 1979 che rivela, ahimé, che al di là delle relazioni di maggioranza e degli interventi dei relatori, con i sindacati dei dipendenti non c'è stato un confronto approfondito, armonico e definitivo. Pare che ci siano delle grosse incertezze e dei grossi argomenti di dissenso. La contrattazione con il sindacato, portata avanti dalla Giunta e non dalla Commissione, rende impossibile un'indagine più approfondita e più dettagliata della legge e ci induce ad esprimere voto negativo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Già il nostro Capogruppo ha espresso un giudizio sostanzialmente negativo sui disegni di legge n. 444 e 449 e io non posso che ribadirlo per una serie di motivi di sostanza e di impostazione.
Sono il meno qualificato a giudicarne la forma perché non sono un letterato, però, constato una serie di doppioni e di errori, ad esempio all'art. 12 e all'art. 29 (quando si riferisce ad un "monte ore annuale complessivo per tutte le organizzazioni sindacali di tre ore pro capite per i dipendenti in servizio....") e all'art. 56.
La legge è categorica perché stabilisce precise norme, in questo caso vengono invece usati verbi in forma non corretta. Mi sono soffermato sulla forma in quanto il nostro Capogruppo ha già rilevato le distanze notevoli che esistono tra gli obiettivi proposti dalla Giunta e le nostre posizioni.
Nel documento delle strutture emerge una grande massa di personale uniforme, appiattita e deresponsabilizzata che raggiungerà obiettivi opposti a quelli che tutti ci proponiamo di dare alla Regione: uffici efficienti, produttivi e possibilmente con il minor numero di addetti.
Lo sviluppo orizzontale delle carriere contrapposto a quello verticale della cui bontà l'Assessore Marchesotti è convinto, può darsi che abbia degli aspetti positivi e dei vantaggi, noi crediamo invece che produca soltanto dei danni.
La Giunta con i coordinatori vuole una burocrazia politicizzata al proprio servizio, attuando il contrario di quanto la Costituzione e anche la relazione Rossotto ricordano e cioè che dovrebbe esserci la separazione del governo dall'amministrazione e autonomia e garanzia per i funzionari.
Auspichiamo una burocrazia altamente responsabilizzata, qualificata professionalmente indipendente e al servizio della collettività piemontese.
La legge sul recepimento del contratto trae origine dall'accordo nazionale stipulato tra le confederazioni sindacali, il Governo e le Regioni; è però nostro dovere evidenziare difetti e lacune, per quanto si riferisce, per esempio, agli otto livelli, che in realtà sono sette: e qui c'è la prima finzione. Altre amministrazioni hanno rifiutato il trattamento economico inadeguato che potrà essere valido per il meridione, ma non certamente per la Regione Piemonte . Questo trattamento economico continuerà a provocare l'emorragia dei migliori elementi: ecco allora che riaffiora il discorso del Consigliere Marchini. Per raggirare l'ostacolo creiamo vari enti indipendenti, autonomi. Intanto diciamo che per l'Ires la Finanziaria, l'Ente Piante da legno, l'Esap, occorre personale qualificato per poter dare un trattamento superiore e questo non è giusto perché gli Enti che sono di corollario alla Regione dovrebbero avere trattamenti economici uguali a quello dei dipendenti regionali.
Per rimediare a questa situazione di basso trattamento si raggira l'ostacolo non coprendo i posti del primo livello e prevedendo uno strumento di avanzamento indiscriminato che porta tutti al livello di retribuzione più elevato.
Per quanto riguarda la mobilità, mi pare che stiamo facendo dei passi all'indietro: è troppo generalizzata, non dà garanzie ai dipendenti e, per quanto riguarda i comandi, stiamo togliendo le garanzie di consenso che erano previste nella legge n. 22.
Chiudo la parte che riguarda il recepimento del contratto, che ci lega all'accordo nazionale, ed entro nel campo in cui la Regione aveva ampia possibilità di operare a sua discrezione, senza sottostare a disposizioni o a direttive superiori. Il punto principale è quello relativo al numero dei dipendenti previsto: emerge in questo caso la grandiosità e la megalomania di operare. Nel documento di protocollo d'intesa tra le Regioni e i sindacati è detta una frase che contesto: "il numero dei dipendenti è corrispondente all'esigenza dell'Ente". E' tutto da dimostrare.
Se il metro di giudizio è quello usato per la III Commissione, che io presiedo e che, tra l'altro, non è stata per nulla interpellata (è previsto il raddoppio del personale da due a quattro), il conto è subito fatto e abbiamo la dimostrazione di come si possa arrivare da 2 mila a 4 mila unità.
Eccessivo è il numero degli addetti ai servizi generali (40 persone) al Telefono Verde (13 dipendenti) alla sede di Roma (9 dipendenti) tanto per citare gli esempi più evidenti. Per quanto riguarda i 600 giovani assunti con la legge sull'occupazione giovanile, ritengo che sia giusto dare loro la possibilità di inserimento attraverso le dovute procedure, i concorsi e le garanzie necessarie, ma non ritengo giusto che si creino 600 posti fittizi o in soprannumero.
E vengo ad alcuni altri esempi.
Gli uffici degli Assessorati passano da 1.191 dipendenti a 2.688 l'Ufficio di Presidenza passa da 178 a 347 dipendenti, l'Assessorato all'agricoltura da 75 a 153. Quest'ultima potrebbe essere una risposta alle lamentele che da sempre andiamo facendo sul cattivo funzionamento degli uffici dell'agricoltura. Forse il Presidente e l'Assessore sono convinti di risolvere i problemi dell'agricoltura aumentando i dipendenti dell'Assessorato? Questa è una pura illusione. I problemi dell'efficienza e della produttività degli uffici provengono dal caos creato da leggi sbagliate, soprattutto dalla legge 63 e da circolari che si accavallano una dopo l'altra, l'una che contraddice l'altra.
Ho ricevuto oggi, 14 settembre 1979, le istruzioni per l'applicazione della legge 63 approvata dal Consiglio regionale il 12 ottobre 1978. Fino ad oggi gli uffici hanno operato su circolari provvisorie, su lettere, su indicazioni di massima, con difficoltà estreme per i funzionari. La soluzione non sta allora nel numero dei dipendenti, ma sta nel modo di dare le direttive chiare, precise e tempestive. Le segreterie vengono raggruppate per dipartimenti; ogni dipartimento ha tre segreterie particolari e tre uffici affari generali. L'allegato poi non è aggiornato in quanto contiene un elenco di servizi che non corrisponde a quanto e detto nella legge: se con la legge ne prevediamo 174 non possiamo poi istituirne 186, dato che le segreterie particolari non sono previste nella legge e invece compaiono nell'allegato. Rilevo questa discrepanza e, se sbaglio, ritirerò l'osservazione. Non si parla di Assessorati, non li vedo scritti da nessuna parte: si parla di dipartimento, c'è un elenco cumulativo di servizi che si sommano con l'ecologia, l'urbanistica l'agricoltura, il commercio; non c'è una distinzione, eppure la distinzione esiste e sappiamo che questi settori funzionano in modo autonomo (qualcuno ha detto anche competitivamente e uno contro l'altro).
Per quanto riguarda i servizi dell'ottavo livello ho già fatto le mie osservazioni in Commissione e il Presidente ha risposto che si tratta di errore materiale di battitura. Non ho avuto però fino ad oggi la rettifica di questo errore: cinque servizi non hanno la copertura all'ottavo livello.
I casi sono due: o sono servizi veri e propri e allora devono avere il responsabile dell'ottavo livello, oppure sono uffici che non meritano di essere elevati al grado di servizi e allora dobbiamo depennarli.
Come si spiega che ci sono 174 servizi (o 186 o 198 a seconda dell'interpretazione) ritenuti necessari e 348 dipendenti che dovrebbero coprire quei posti di lavoro? Il Presidente dice che con l'approvazione di queste leggi almeno 250 persone andranno in pensione. Benissimo. Mi pare legittimo e approvo. Questo fatto però legittima la creazione di 348 posti a quel grado, stante il fatto che subito dopo questi dipendenti lasceranno il posto? Secondo me non legittima. C'è però una soluzione, signor Presidente: l'istituto del soprannumero per posti in esaurimento.
C'è poi una colonna che prevede 34 posizioni diverse. Secondo me le posizioni diverse hanno giustificazione oggi perché esistenti ma, approvate le leggi, fatto l'organico, inquadrato il personale secondo le procedure le posizioni diverse devono scomparire. Chiedo spiegazioni su questo.
Osservatorio per le malattie delle piante. L'osservatorio è statale con un passato glorioso, riconosciuto all'estero, Ente che ha sempre servito con tempestività e professionalità gli agricoltori piemontesi. Questo Ente che era autonomo, nell'inserimento della struttura regionale viene declassato e appiattito allo stesso livello del Telefono Verde, del servizio archiviazione degli uffici urbanistici. E' una soluzione inaccettabile che mette ancora più in evidenza l'inconsistenza di altri servizi.
Invito l'Assessore di rivedere questo problema perché il servizio rischia in questo modo di deteriorarsi, di dequalificarsi, di sclerotizzarsi, facendo perdere l'elasticità necessaria agli studiosi del settore.
Tutto ciò premesso, concludo. E' chiaro che non possiamo approvare queste leggi, quindi non possiamo entrare nell'articolato per proporre questa o quella modifica.
Il nostro no è totale e netto, specie sulla legge delle strutture perché non intendiamo concorrere alla distruzione della macchina regionale e far pagare ai cittadini un enorme costo per un pessimo servizio. Grazie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.



FERRERO Giovanni

Da parecchi interventi dell'opposizione, soprattutto dall'ultimo emerge un dato di fondo in misure diverse e questo caratterizza la diversità del modo di porsi delle singole persone, dei diversi Gruppi in un atteggiamento che mi sembra abbastanza uniforme, il dato di fondo è l'intenzione di sotterrare questa maggioranza con una valanga di obiezioni e considerazioni che per il loro stesso numero starebbero a dimostrare la debolezza, l'inconsistenza e la provvisorietà dei provvedimenti che discutiamo. Sarà difficile alla Giunta e impossibile a me rispondere a tutte le questioni. A me pare che questo modo di affrontare la questione tenda anche a dimostrare che chi queste osservazioni con tanta dovizia rovescia sulla maggioranza, non ha un punto politico, un centro del discorso. E' politicamente spiazzato, in sostanza, non ha da contrapporre in alternativa un'altra iniziativa, un'altra logica e magari un altro provvedimento. Traggo anche da una valutazione in sede storica questo tipo di convincimento, dico in sede storica perché i tempi della politica sono ormai cosi brevi che il passaggio di un anno passa ormai alla storia.
Nessuno di noi sfugge dal ricordo della discussione che c'è stata in I Commissione e in Consiglio in occasione della prima legge delle strutture quella che fissava i criteri e i principi generali. In quell'occasione in cui furono definite molte cose delle strutture, quella che fissava i criteri e i principi generali. In quell'occasione in cui furono definite molte cose delle quali il Consigliere Chiabrando si stupisce, si indigna e protesta, dimostrando anche come la lettura a volte può essere un valido ausilio della polemica politica, non emerse un disegno, una proposta e un criterio alternativo. Quindi non mi stupisce che nella fase applicativa e attuativa, con le difficoltà e le debolezze che possono esserci si riveli la stessa debolezza.
Voglio solo citare alcuni esempi, che mi sono rimasti in mente. Si dice che la Regione Lombardia ha 3.500 dipendenti e che la Regione Piemonte ha troppi ottavi livelli e questi non coincidono con il numero dei servizi; ci si dimentica che la vecchia legge prevedeva l'ottavo livello come meccanismo non soltanto per il capo servizio, ma per le competenze specifiche e lo legava quindi esclusivamente a una direzione operativa dei servizi, ma anche ad una competenza professionale specifica; ci si dimentica di dire che la Regione Lombardia ha 550 persone di ottavo livello su 3.500 dipendenti, quindi una composizione organica ancora più sfavorevole della Regione Piemonte. Ma, se si vuole raccontare della Regione Lombardia raccontiamo di interi settori della sua amministrazione e diciamo che negli interventi a livello nazionale la Regione Lombardia tende a sparire dal novero delle Regioni traenti perché appalta dal di fuori non soltanto la perforazione delle schede, ma anche la progettazione, la realizzazione e la gestione del sistema informativo per se stessa e per gli altri Enti e che ha fatto la stessa cosa in altri settori altrettanto vitali.
Allora, parlando di quella Regione perché non si dice qual è la composizione interna dei livelli e il risultato che ha o non ha conseguito in questi settori? E' poi diversa la prospettiva di tempo in cui ci si pu collocare, perché a questa Giunta viene sempre rimproverato di guardare troppo poco lontano poi, nel momento in cui fa delle previsioni che si ritengono adeguate a un certo arco di anno, viene ugualmente rimproverata.
Non possiamo nemmeno passare dalla politica alla psicanalisi della politica, cioè far nascere il sospetto continuo che quando si dichiara una cosa, in realtà, si vuole dichiararne un'altra. Questa, fra l'altro, è una discussione utilissima da farsi in sede di Commissione che però, per quanto ho potuto partecipare, non fu fatta. Fu detto che prima di entrare nella discussione sul numero e sui tempi c'erano delle pregiudiziali di tipo politico e su questa discussione si andò avanti.
Non emersero mai queste valutazioni e quindi risulta difficile pregiustificarsi. Da una parte si parla di collaboratori (lavorando in ospedale, mi ricordo che venivano chiamati così i venditori dei prodotti farmaceutici) e dall'altra si parla di burocrazia di tipo francese. Allora signori Consiglieri, mettiamoci d'accordo. Probabilmente molti Consiglieri sarebbero loro i collaboratori dei Commissari speciali nella burocrazia francese, perché risulta che l'Italia tra tanti difetti ha avuto un pregio in questi ultimi anni: l'affermarsi a livello di massa, con molte colpe che possiamo discutere, di un gruppo di persone degli Enti locali, dell'Ente Regione e dello Stato che hanno incominciato a non essere più soltanto degli spettatori passivi, ma ad essere una presenza attiva della politica come forze di direzione del Paese. Si può ritenere che questo è troppo ideologico e poco operativo e che quindi è necessaria una burocrazia più forte, ma allora non si chiami questa gente collaboratori. Siccome per suona bene dire una cosa e suona bene dire anche l'altra, allora si possono mettere tutte e due le cose assieme. Qui non si parla di strutture. A volte, ci può anche essere chi preferisce che il funzionario non sappia quanti Tir passano perché il numero può risultare su un atto ufficiale e magari su quell'atto ufficiale risulta anche il quantitativo di merci; a qualcuno poi potrebbe venire in mente di controllare il registro della dogana e scoprire che le tonnellate non combaciano; esattamente come capita nel caso degli assistiti dalle mutue che non corrispondono al numero dei viventi, ecc. A me non pare che si possa risolvere la cosa in termini di battuta dicendo che il funzionario è un incompetente: c'è anche un problema di scarsa competenza che deriva da una scarsa abitudine a considerare le cose principali certe. Si potrebbe tentare di formulare cose nuove, ma questo richiede elaborazione, inventiva e, probabilmente, anche capacità di risolvere qualche problema interno. Non posso considerare normale il fatto che rappresentanti di certe forze si scandalizzino che alcuni dipendenti regionali vadano a lavorare in altre strutture. Non è certo il mio partito che nelle altre strutture promette un livello retributivo elevato. Questi problemi non possono ribaltare su questa maggioranza o sul mio partito o su un altro partito, perché, fino a prova contraria, all'Unione Industriale alla Fiat, o in questi posti, questa maggioranza non determina la politica delle assunzioni. Cominciamo a dire che le distorsioni derivano dalle difficoltà dello Stato, incominciamo a dire che molti meccanismi interni alla pubblica amministrazione derivano da quella logica privatistica e d'assalto che considera l'uomo e il suo lavoro in termini di denaro e che attraverso il denaro, ha provocato la speculazione edilizia e altri fatti poco belli. Questi problemi toccano i temi del pluralismo, dello sviluppo della società, dell'autonomia dell'impresa, questioni serissime che non si liquidano con una battuta quando si fanno le strutture rammaricandosi del perché un padrone può gestire e tirare fuori tutti i soldi che vuole per pigliare chi vuole, mentre un Presidente della Giunta o un Assessore regionale non è nemmeno nelle condizioni di pagare i rimborsi spese ai dipendenti o trasferte decorose.
Quando si lavora non è il livello retributivo che conta, ma sono le condizioni collaterali che si possono provocare, i corsi di aggiornamento i congressi internazionali, la possibilità di viaggiare, di comperarsi dei libri e tutta una serie di altre situazioni che questa maggioranza non ha mai ritenuto sbagliate per le quali però ostano leggi nazionali.
Si dice che il sindacato non è d'accordo e, nello stesso tempo e nello stesso intervento, ci si dichiara in disaccordo con il sindacato. Che cosa vuol dire? Che dobbiamo essere contenti? Bisogna essere scontenti? Bisogna essere d'accordo con il sindacato? Non bisogna essere d'accordo? E' un modo di discutere che rende difficile una interpretazione.
Salto questa parte per entrare brevemente su alcune considerazioni.
Esiste uno spiazzamento politico che impedisce di andare a fondo di alcune questioni centrali, una delle quali - lo dicevo prima in senso umoristico è la psicanalisi della politica.
Dagli interventi emergono sostanzialmente due categorie fondamentali di leggi: le leggi quadro che contengono soltanto dei principi generali quindi lasciano autonomia a qualunque soggetto di violarle e le leggi che non essendo leggi quadro, sono responsabili di tutti i disastri che nel Paese si verificano: in sostanza, lo Stato e la cosa pubblica, per bene che si muovano, è meglio che non si muovano affatto perché, se ci provano producono e diventano responsabili di molti guai ; s e non fosse così, ci sarebbero emendamenti, proposte, cambiamenti, numeri. Avrei tanti discorsi fatti in riferimento alla legge 6 ai quali appigliarmi per tentare una discussione politica. La cosa ha veramente qualcosa di psicanalitico perché nello stesso momento in cui si parla male della struttura dello Stato, non si ha l'intenzione di abbandonarla questa barca fatiscente" anzi ci si attacca con una forza meravigliosa. Apprezzo il fatto che si consideri negativo l'apparato ministeriale. E' una concessione alla mia parte politica. Qualche volta ha ragione l'Assessore Alasia quando sul problema delle vertenze mette in rilievo le difficoltà dei rapporti ministeriali. Non vedo in che cosa la nostra legge è ministeriale: probabilmente ha l'effetto opposto, ha un appiattimento, una riduzione della verticalità e della piramidalità interna che toglie la figura dell'alto commissario, del direttore generale del ministero, la figura che caratterizza l'altissima burocrazia statale.
Questa legge non risolverà i principali problemi dell'organizzazione degli uffici pubblici, perché la maggior parte di questi problemi sta nella maturità della contrattualità sindacale, nazionale e locale, sta negli ordinamenti statali, sta in una serie di altri rapporti tra programmazione pubblica ed iniziativa privata che sono largamente esterni alle nostre possibilità. Sfido chiunque a fare una legge che risolva tutti questi problemi. Rispetto alla situazione precedente questa legge è o non è l'unico passo avanti possibile? Io dico di sì. Non credo, ad esempio, che con la forza di una legge, in questa situazione, si possa ricostruire una verticalità organizzativa. Preferisco una dinamica tra le strutture con un numero elevato di ottavi livelli piuttosto che il mantenimento di posizioni consolidate e la creazione di una situazione arbitraria, perché la verticalità verrebbe imposta con la forza del legislatore regionale il quale sceglierebbe, senza averne la possibilità nell'attuale fase di riorganizzazione profonda dello Stato, il grande capo, i due o i quattro vice-capo, ecc. Preferisco che si apra all'interno delle strutture regionali una dialettica e una discussione che metta più persone nelle condizioni di imparare davvero, di avere autonomia. In questo senso non mi pare che la posizione nostra sia sprezzante o preclusiva delle posizioni degli altri partiti, ma chiami nella fase di realizzazione il concorso, la partecipazione attiva per realizzare quegli obiettivi.
Ho sentito un'altra affermazione che francamente mi preoccupa: un politico che dica che il suo mestiere è caratterizzato dall'ingiustizia dall'arbitrarietà e dalla sopraffazione, cioè che all'elemento positivo della professionalità venga contrapposto l'elemento negativo della politica quale credito può dare all'istituzione? Al di là di questo espediente, che potrebbe sembrare retorico, c'è qualche cosa di più profondo. La professionalità, cioè la capacità critica progettuale, operativa, la capacità che sia in grado di essere al centro e punto di riferimento per la programmazione, contiene un elemento di discrezionalità molto alto tra una persona che ha professionalità e una persona che non ha professionalità. E' la persona professionalizzata che nei confronti di situazioni anomale, non prevedibili, nuove, difficili, ha la capacità di elaborare schemi di comportamento che non siano meramente ripetitivi, ma che sappiano raggiungere l'efficacia dell'intervento.
Badate bene che, in via di principio, non credo sia facile dividere e contrapporre politica e professionalità. Nella legge 6 abbiamo scritto che esistono ambiti di autonomie e di iniziative differenti fra gli eletti nella cosa pubblica e le sue strutture. Non farei tanto un discorso di politica e di professionalità, quanto, ragionando in termini di leggi delle strutture, vedrei se nella nostra legislazione questo problema non abbia già acquisito qualche passo positivo perché, nello stesso momento in cui si distanzia la politica dalla professionalità, si aprono altri tipi di abusi e di arbitri che sono, ad esempio, il fatto che in un Ente con una certa maggioranza, non entri nessuno che non faccia parte di quella maggioranza.
I direttori generali dei ministeri, i direttori delle banche, hanno o non hanno una connotazione partitica precisa? Questo è o non è uno dei meccanismi attraverso cui, mentre formalmente si divide la professionalità dalla politica, si ottiene, in via surrettizia attraverso un atteggiamento amministrativo, che quindi non è nemmeno discrezionale, pubblico, ma è discrezionale implicito, interno, arbitrario, un meccanismo di selezione? Sono del parere che il funzionario, proprio perché non è un protoplasma vivente, ha il diritto di essere attivo sul piano politico come crede e questo non tocca assolutamente la sua capacità; la sua garanzia non deriva dal non essere persona che fa politica, ma deriva dal fatto di realizzare nel lavoro gli obiettivi che in sede elettiva sono stati posti.
Concludo con una battuta: la cosa più grave non è che in nome della discrezionalità scappano i miliardi all'estero, ma è che puntualmente dietro ai miliardi che scappano all'estero riescono a scappare anche quelli che hanno fatto portare fuori i soldi.. Ci sono banchieri come Sindona i quali non solo hanno usato denaro pubblico discrezionalmente in modo illimitato ma, quando la Magistratura gli chiede di spiegare i motivi di quella discrezionalità, si sottraggono alla discrezione degli altri e spariscono.
Si dice che sono troppi i servizi e che è troppo il personale, ma non si dice quali sono i servizi di troppo. Se si dice che una cosa è troppo grossa, si deve dire come va ridotta e si deve dire che questa riduzione persegue un fine: il fine può essere la riduzione. Sono troppi i servizi periferici? Quelli centrali? Sono troppi i livelli alti? Quelli bassi? Riduciamo tutto del 30% ? Il discorso a cui si riferiva il Consigliere Chiabrando è un altro. La maggioranza ha sempre difeso e l'opposizione si è dichiarata d'accordo, gli strumenti concreti attraverso i quali passa il ruolo maggiore del Consiglio rispetto al ruolo dell'esecutivo, quindi lo sviluppo del numero degli apparati presso il Consiglio regionale in alcuni settori chiave quali quelli dell'ufficio legislativo, delle Commissioni, sono il requisito fondamentale per i rapporti con gli enti strumentali, con la comunità regionale e con le problematiche di settore a un livello qualitativamente e quantitativamente adeguato all'impostazione democratica nuova. Ho un criterio per sostenere queste cose, è chiaro che se le Commissioni sono il ricettacolo di gente che batte a macchina le lettere e spedisce le convocazioni facendo umilianti attese in Consiglio regionale per darle a mano ai singoli Consiglieri, allora mi chiedo se esiste un corrispettivo fra le iniziativa politiche e la loro realizzazione, o le Commissioni hanno qualche dote soprannaturale telecinetica per cui direttamente la volontà politica si traduce in atti concreti, cosa della quale la Giunta per sua fortuna è sprovvista, oppure ci vorranno degli apparati e degli strumenti che trasformino le idee, le cose che si discutono in qualche cosa di più che non un verbale o una convocazione. Ci vogliono uomini per fare cose del genere. Probabilmente possiamo anche abolire le Commissioni, ma qui si rientra nella ripicca politica, bisogna andare alla natura delle cose e non fermarsi agli aspetti episodici.
Su questo punto la discussione non è stata contro la Giunta. Ho sentito dire che ci sono delle persone in più e non sono d'accordo perché questo non è un criterio. La Giunta ha un criterio e di queste cose ha discusso con i funzionari, ha fatto gli elenchi e proposto delle ipotesi che ha presentato più di un anno fa. La Giunta ha seguito una procedura e come ultimo atto è arrivata attraverso la contrattazione alla definizione dei numeri. Quali sono i numeri in base ai quali il numero va tagliato? In dipendenza di quali obiettivi migliorativi? Al di là di questo ragionamento, che potrebbe sembrare di schieramento sono sicuro che votare questa legge oggi non è risolvere i problemi della Regione Piemonte per sempre, ma, con tutte le argomentazioni e le aperture in sede di Commissione e di Consiglio, è un atto responsabile nei confronti dei dipendenti, della comunità regionale ed è quanto un Consigliere è giusto che faccia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Signor Presidente, la difesa d'ufficio che ha fatto il Consigliere Ferrero non riesce a convincermi. Sono portato a fare un ragionamento molto semplice da comune cittadino. Viviamo in un Paese dove in virtù dello Statuto dei lavoratori e in virtù di certi diritti acquisiti, dopo aver assunto un dipendente non c'è barba di santo che si possa licenziare.
Un'azienda che abbia assunto un numero di persone necessarie per svolgere un dato volume di lavoro, deve mantenerlo anche quando il volume di lavoro diminuisce. Probabilmente non è il caso della Regione alla quale vengono continuamente attribuite nuove competenze da parte dello Stato, dove non si produrrà una flessione di lavoro; però dobbiamo avere il coraggio di dirlo pubblicamente che la produttività media del dipendente pubblico è assai modesta e probabilmente non per colpa sua; ci possono essere dei funzionari che si tolgono la pelle, ce ne sono di quelli che se la tolgono un po' meno e ce ne sono di quelli che non se la tolgono affatto.
Mi è capitato di entrare in un ufficio regionale dove i dipendenti chiacchieravano, fumavano tranquillamente e una ragazza, seduta sulla scrivania, dondolava le gambe, quando mi hanno riconosciuto finalmente mi hanno dato risposta. Questi comportamenti mi preoccupano perché, alla fine del mese, pago anche di mia tasca.
Sul problema del numero non voglio né dare ragione al Consigliere Chiabrando, né contestare il Consigliere Ferrero. A mio giudizio, si pu fissare un organico regionale quantitativamente meno forte perché l'Ente Regione, in qualsiasi momento, ha la possibilità di assumere altre iniziative e di richiedere l'ampliamento dell'organico. E' il contrario che non si potrà più fare, ecco allora che bisogna andare con i piedi di piombo, perché, tradotto in monete, questo vuol dire una spesa ingente per il futuro.
Per queste considerazioni sono d'accordo con il Consigliere Chiabrando.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa legge si discute ormai da tre anni, forse è la legge che ha avuto un maggior numero di interventi, di specificazioni, di documenti, vi hanno contribuito gruppi di dipendenti; non vi sono stati apporti sostanziali dall'esterno tranne qualche giudizio di costituzionalità.
Vorrei dare alcuni dati che sconfessano totalmente le opinioni espresse. La Regione Piemonte ha il tasso di assenteismo più basso tra quelli dell'industria privata e di altri uffici pubblici. Consigliere Borando, in tutte le parti del mondo vi sono lavoratori che danno di più e lavoratori che danno di meno, criticare questo dato di fondo non ha senso.
Bisogna quindi cercare di promuovere iniziative tali per cui anche quelli che danno di meno possano dare di più. La Regione è passata dai 94 miliardi di investimento a 1.800 miliardi: questo personale non lavora? Ringrazio il personale per quello che ha fatto, sia quello che ha dato moltissimo, sia quello che ha dato di meno. Nel quadro generale non sono state inflitte censure o sanzioni o sospensive, il che vuol dire che nell'insieme la macchina regionale ha funzionato.
Nel campo dell'agricoltura, tanto per parlare di un tema caro al Consigliere Chiabrando, abbiamo avuto i maggiori successi: da un prodotto lordo vendibile di 900 miliardi siamo passati a circa 2 mila miliardi.
Ammetterà il Consigliere Chiabrando che sì c'è stato il lavoro dei contadini, ma c'è stata anche la direzione politica e l'intervento pubblico che nel settore ha prodotto questo maggiore reddito. L'indice inflattivo è stato utilizzato più dal mercato che dal produttore. Ma non è di questo che si vuole parlare.
La legge definisce il quadro generale della Regione. Questa Giunta quando fu chiamata al governo dalla comunità regionale piemontese, ha trovato un inquadramento di sole 200 unità operative; ha dovuto procedere all'inquadramento dei dipendenti promuovendo una serie di iniziative atte a dare soddisfazione al personale e, oggi, dopo tre anni, giunge alla conclusione del progetto generale con queste leggi. La Giunta deve dare una risposta ai bisogni che emergono: la macchina regionale è aumentata di venti volte. Se facessimo il paragone con lo Stato, dovremmo prevedere non solo 4.000 dipendenti, ma molti di più.
Sconfiggiamo l'altra tesi che vorrebbe nuovamente le leggi e le leggine: oggi riteniamo di compiere un 'opera da legislatori dell'800 che producevano leggi che hanno resistito un secolo. Pensiamo a tutte le competenze che ancora saranno scaricate sulle Regioni: tra un mese e mezzo o due avremo da gestire l'Opera Universitaria che vuol dire assistere 50 mila studenti.
Sapete che cosa vuol dire definire alla fine dell'anno i beni architettonici e monumentali e tutte le altre competenze che il Governo delega alle Regioni, sull'edilizia scolastica, sull'edilizia abitativa sulla tutela idrogeologica (quanto prima sarà risolta anche la questione delle categorie per cui le competenze del Magistrato del Po passerebbero alle Regioni)? Vi rendete conto di che cosa vuol dire tutto questo rispetto alla pochezza di quanto andiamo definendo oggi per gli anni che verranno? Abbiamo utilizzato il metodo della contrattazione sindacale, ma non siamo plagiati dai sindacati. Come ha detto Willy Brandt, nella lunga marcia attraverso le istituzioni ci accompagniamo con le forze sindacali.
Non abbiamo verso i sindacati né blandizie né rifiuti: abbiamo il metodo del confronto che è stato fino adesso attuato e portato innanzi e che ha dato dei risultati.
Può piacere e non piacere, ma la strada che si deve perseguire, per chiunque voglia intraprendere un'azione politica non può essere che questa.
Chiunque pensi di andare alla blandizia o al rifiuto, ha perduto la sua battaglia. Si tratta quindi di costruire l'operatore regionale non come cieco burocrate, ma come intelligente interprete delle decisioni politiche questo mi pare di poter trarre da tutti gli intenventi - nel quadro di un'ipotesi istituzionale. In questi quattro anni c'è stato un solo dipendente che non abbia avuto quanto gli aspettava per la sua fede politica? Non si può ipotizzare che questa Giunta nel rapporto con i dipendenti abbia usato metodi scorretti.
Il modello istituzionale della Regione è un modello di programmazione di pianificazione, di promozione legislativa; consegue quello della delega.
Nel momento in cui la delega sarà accompagnata dalle risorse finanziarie e dal personale, non si dovranno costruire, Consigliere Borando, altre ipotesi di leggi ricercando l'operatore, dal momento che l'operatore sarà già inserito in un grandioso quadro, in un grandioso affresco e, in quel momento, scatteranno i meccanismi. Quando i piemontesi giunsero a Roma costruirono la burocrazia italiana; fu un momento valido, ma certamente da allora, progressivamente, i tempi sono cambiati.
La centralità del servizio è dove si assomma l'insieme delle ipotesi decisionali che si traducono non in un sistema di vertice, ma in un sistema orizzontale: una separazione di compiti, quindi, come è avvenuto nella burocrazia ministeriale in cui ciascuno aveva la sua fetta di potere e là esercitava (Genio Civile, Provveditorati, Medico provinciale). Non isolazionismo, quindi, perché non siamo all'ipotesi di vertice, ma scelta dipartimentale che si tenta di portare avanti anche nella scuola e nell'Università sia pure con molte difficoltà. Quando si dice dipartimento si intende lavoro collegiale, che assume nell'interezza questioni grandiose e le porta avanti; ma sappiamo anche noi che sono legate agli uomini che le devono portare avanti: questa è una variabile di cui bisogna tenere conto.
Ci sono uomini che lavorano collegialmente e uomini che invece non lavorano collegialmente. Probabilmente l'Assessore Astengo non approverebbe l'ultima definizione di Bruno Zevi: non esiste l'urbanistica, ma esistono grandi architetti che nella storia hanno fatto grandi opere, perché l'uno è l'architetto che emerge nella sua forza di uomo e di intelletto, l'altro probabilmente - e cito l'Assessore Astengo perché parliamo di urbanistica ma chiunque di noi potrebbe disdire - vede questo in un rapporto collaborativo, in un rapporto dipartimentale.
Il numero dei dipendenti quindi ha un rapporto del tutto irrilevante rispetto alle competenze che sono andate crescendo in misura enorme.
L'altro ieri a Modena alla Festa dell'Amicizia si tenne un dibattito interessantissimo, in cui il Ministro Rognoni di fronte ai Sindaci di Verona, di Padova e di Modena, che discutevano delle enormità delle competenze che erano via via cadute sui Comuni senza adeguate strutture disse: "Prima c'era la sfida delle autonomie, oggi c'è la sfida alle autonomie". Il suo discorso può essere giusto, ma bisogna dare i mezzi e gli strumenti.
Quando si viene a dire che tutto questo non potrà funzionare perché è inadeguato l'operatore e lo si dovrà creare di giorno in giorno attraverso leggi e leggine, a seconda delle necessità. Noi rifiutiamo questa ipotesi.
L'affresco che oggi presentiamo è grandioso, durerà decenni, magari potrà essere migliorato, magari ricostruito , evidentemente darà dei risultati che noi riteniamo molto importanti. Questo è quanto vi diciamo al di là dell'esistente, senza guardare a quello che il Governo trasferirà: evidentemente il numero sarebbe già coperto. Consigliere Chiabrando, il giorno che arriverà l'Opera Universitaria, farai una leggina?



CHIABRANDO Mauro

Aggiungerò.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ma è quello che non vogliamo fare: il grande affresco non si compone domani, si compone attraverso una normativa generale che inserisce quello che noi sappiamo che verrà. Rifiutiamo quell'ipotesi e andiamo incontro ad una legge che resisterà a lungo, che potrà essere migliorata nel tempo, ma che costituisce oggi la base di un nuovo processo delle autonomie.



CHIABRANDO Mauro

Non ho avuto la risposta alle mie domande.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Passiamo all'esame dei singoli disegni di legge incominciando dal progetto di legge n. 444: "Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali - Determinazione della dotazione organica del personale".
Articolo 1 - Finalità -"La presente legge definisce le attribuzioni dei servizi del Consiglio regionale, dei servizi della Giunta e del Presidente dei servizi dell'Organo Regionale di Controllo e delle sue sezioni decentrate, dai servizi dei Comitati comprensoriali nonché determina la dotazione organica complessiva e per livelli funzionali del personale regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Servizi del Consiglio regionale "La struttura del Consiglio regionale è organizzata nei servizi indicati con le relative attribuzioni nell'allegato 1)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Servizi funzionali per materia di cui si avvale la Giunta "La Giunta regionale si avvale dei servizi funzionali, per materia indicati, con le relative attribuzioni, nell'allegato 2)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Servizi di settore della Giunta "La Giunta regionale si avvale dei servizi di settore, indicati, con le relative attribuzioni, nell'allegato 3)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Servizi funzionali del Presidente e della Giunta "Il Presidente e la Giunta regionale si avvalgono dei servizi funzionali, indicati, con le relative attribuzioni, nell'allegato 4)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Servizi Affari Generali "Le attribuzioni dei servizi Affari Generali di cui all'articolo 14 della legge regionale 28 febbrai o 1979, n. 6, sono descritte nell'allegato 5)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Servizi regionali decentrati - "La Giunta regionale si avvale dei servizi regionali decentrati, indicati, con le relative attribuzioni, nell'allegato 6).
In attesa delle norme di attuazione della legge 23 dicembre 1978, n.
833, inerente l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, le unità organizzative decentrate nelle materie di medicina e veterinaria, di cui all'articolo 15 della legge regionale 28 febbraio 1979, n. 6, continuano a svolgere le funzioni espletate al momento dell'entrata in vigore della presente legge con la dotazione organica secondo l'attuale consistenza numerica, risultante dalla tabella di seguito indicata.
Consistenza numerica del personale dei servizi di Medicina: Dirigenti settore: n. 5; Capi settore: n. 1; Istruttori: n. 2; Capi ufficio: n. 7; Segretari: n. 8; Operatori specializzati: n. 4; Operatori: nessuno; Custodi: nessuno; Posizioni diverse: n. 2 - Totale: n. 29.
Consistenza numerica del personale dei servizi di Veterinaria: Dirigenti settore: n. 5; Capi settore: n. 1; Istruttori: n. 2; Capi ufficio: n. 7; Segretari: n. 8; Operatori specializzati: n. 4; Operatori: nessuno; Custodi: nessuno; Posizioni diverse: n. 2 - Totale: n. 29".
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Servizi del Comitato regionale di controllo e delle sue sezioni decentrate "Il Comitato regionale di controllo e le sue sezioni decentrate si avvalgono dei servizi, indicati, con la relative attribuzioni nell'allegato 7)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Servizi dei Comitati comprensoriali "I Comitati comprensoriali si avvalgono dei servizi indicati, con le relative attribuzioni, nell'allegato 8)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Dotazione organica del personale della Regione "La dotazione organica del personale della Regione è complessivamente di 3.996 unità così suddivise nei livelli funzionali retributivi, di cui all'allegato 9: 1^ - livello: n. .
2^ - livello: n. 100 3^ - livello: n. 85 4^ - livello: n. 920 5^ - livello: n. 1.453 6^- livello: n. 500 7^- livello: n. 590 8^- livello: n. 348 Totale: 3.996.
Gli articoli 2 e 3 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22, sono soppressi".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: sostituire al 6 livello la cifra "500" con "590" e al 7 ^ livello la cifra "590" con "500".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Vorrei conoscere i calcoli in base ai quali viene proposto questo emendamento.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Si tratta di un errore tipografico. Si tratta di inversione della cifra.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 17 astenuti.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 10 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 - Oneri finanziari "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 625 milioni per l'anno finanziario 1979 e in 3.750 milioni per l'anno finanziario 1980 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvede: per l'anno finanziario 1979 utilizzando, nella rispettiva misura di 500 milioni e di 125 milioni, le disponibilità esistenti ai capitoli n. 200 e n. 220 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno per gli anni finanziari 1980 e 1981 utilizzando le disponibilità iscritte, nel bilancio pluriennale 1979-1981, ai corrispondenti capitoli dei relativi esercizi finanziari".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Pubblicazione e dichiarazione di urgenza "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri.
L'articolo 12 è approvato.
La parola al Consigliere Paganelli per le dichiarazioni di voto.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, non sono solito fare le dichiarazioni di voto che sono di spettanza del Capogruppo, ma in questo caso il Capogruppo ha svolto l'intervento durante la discussione. Anche se non riuscirò ad imitare il Capogruppo nella profondità con la quale abitualmente fa le dichiarazioni di voto, cercherò almeno di imitarlo nella sinteticità, perché chi non è aduso a dichiarazioni di voto può anche essere portato ad una maggiore ampiezza di discussione. Cercherò dunque di imitarlo nella sinteticità.
La prima cosa che dobbiamo sottolineare noi del Gruppo D.C., in questa dichiarazione di voto è il concetto che il Capogruppo ha già svolto in cordiale polemica con il Capogruppo socialdemocratico Cardinali il quale ci addebitava sostanzialmente il fatto di non avere, come opposizione robusta presentato una proposta, un disegno alternativo. Su questo argomento sono ritornati i colleghi Rossi e Ferrero, quest'ultimo ha detto che in molte osservazioni delle opposizioni si è rilevata la situazione di chi si trova sostanzialmente spiazzato. Collega Ferrero, noi non ci troviamo spiazzati quando facciamo il riferimento che Chiabrando ha fatto lamentando fughe di personale. Sono vere alcune osservazioni che il collega Ferrero ha fatto.
Non possiamo rispondere di stipendi, di atteggiamenti che avvengono in aziende estranee alla Regione ma, e forse in questo rispondo anche marginalmente ad un intervento del Presidente Viglione, non vi è mai passato per la mente che in Regione Piemonte in questi anni vi sia stato del personale frustrato e del personale umiliato che ha ritenuto di cercare altrove la sua più dignitosa collocazione? Non ci sentiamo affatto spiazzati neanche in questa legge.
Diciamo allora che un taglio alternativo abbiamo dato, un taglio di principio già discutendo la legge precedente, quella che ha poi assunto il n. 6 di quest'anno. Quando abbiamo discusso la legge n. 6 e ci siamo battuti in più di un intervento, affinché in questa legge non fossero già determinati i servizi si è detto: "Questa è un'indicazione di principio e poi sui servizi discuteremo nel momento in cui si faranno le leggi attuative". Oggi, abbiamo sentito dire che in fondo i servizi erano stati predeterminati da questa legge e che quindi sostanzialmente ci siamo attenuti a questi servizi. Questa è una legge che non può essere minutamente preparata dall'esterno.
Ringrazio il collega Ferrero che questa puntualizzazione, sia pure per un aspetto marginale, ha voluto esattamente cogliere. Non avevamo a questo proposito né mezzi, né strutture di disponibilità interne. Avrei voluto vedere quale accoglienza potevano avere i rappresentanti del mio Gruppo se avessero provato e cercato di discutere e di penetrare sulle esigenze in singoli Assessorati e se ci fossimo addentrati in una proposta alternativa.
La maggioranza è convinta di portare avanti una grande legge. Il Presidente Viglione rifacendosi già ad un suo precedente concetto ormai afferma che noi siamo, anzi che voi (perché molte di queste grandi leggi hanno il nostro voto contrario) siete sulla scia dei grandi legislatori dell'800 e ha parlato di questa legge, con quella sua oratoria piacevole e vulcanica che lo contraddistingue allorquando si accalora alla difesa di provvedimenti ai quali tiene particolarmente, come di un affresco grandioso. Ma la pittura è un fatto soggettivo: il Presidente ritiene di trovarsi di fronte ad un affresco grandioso; noi riteniamo che questa sia piuttosto una pittura modesta, una pittura che debba essere presto ritoccata.
Il Consigliere Rossotto nella sua relazione, ad un certo punto dice che fino adesso abbiamo avuto la storia di sistemazioni provvisorie e che le leggi precedenti sono la storia di sistemazioni provvisorie. Noi vi diciamo qual è la nostra sensazione: che questa legge sia la storia di sistemazioni definitive di tanto personale che al momento dell'assunzione doveva apparire come provvisorio.
Il Consigliere Bontempi ha fatto una interruzione nel corso di questa discussione per dire che valeva un ragionamento come ne valeva un altro che poteva essere dimostrato un ragionamento come poteva essere dimostrato un altro. Sarà il tempo che dirà quale delle visioni, quella della maggioranza che si concretizza in una legge, o la nostra che anche se non è stata formalizzata in un disegno di legge è stata ampiamente delineata nel corso della precedente discussione e nel corso della discussione di oggi con l'intervento del nostro Capogruppo. Quale di queste visioni sarà vincente nel tempo e non vincente per un orgoglio di vittoria su questo o su quel provvedimento, ma nel senso che si dimostrerà idonea per una Regione efficiente. Per intanto con questa legge sentiamo allontanarci sempre più il disegno innovatore regionale che anche nel 1970, al momento dello Statuto, abbiamo perseguito e nel quale abbiamo creduto, disegno che tante speranze aveva suscitato nei cittadini in ordine al processo di riforma dello stato democratico. Strutture snelle e non gigantesche trasferimenti e non aumenti di personale. Stiamo andando invece al raddoppio del personale, verso un numero ampio di servizi. Consigliere Ferrero, lei ha posto particolarmente al nostro Gruppo una domanda nel senso che non abbiamo detto né quanti, né come si dovevano articolare i servizi. Con l'articolo 10 della precedente legge in mano, rispondiamo e diciamo che avete dato un'interpretazione ampia, articolata dei servizi e che avete ridotto gli uffici a quello che non era l'intendimento e la previsione dell'articolo 10. Noi diamo a questo articolo 10, e in questo sta la nostra risposta, un'interpretazione certamente più restrittiva della vostra e da questo discende, proprio da questa interpretazione, una logica diversa, un'impostazione diversa e questo è anche coerente all'atteggiamento che abbiamo seguito per le responsabilità che abbiamo nell'Ufficio di Presidenza.
Ricordavamo appunto con la collega Castagnone Vaccarino l'atteggiamento che abbiamo seguito nell'impostazione dei servizi dell'Ufficio di Presidenza, servizi che non vedevano in misura così ampia come oggi viene licenziata. E se è vero, collega Ferrero, che l'aspirazione di tutti i Gruppi deve essere quella di un funzionamento sempre migliore delle strutture del Consiglio regionale, perché tutti i Gruppi devono essere messi in condizione di svolgere ampiamente il lavoro per il quale sono mandati in questa aula, sento di poter dire che questo non dipende dal fatto di un servizio in più o in meno, ma dall'efficienza di tutto l'apparato e dall'efficienza di tutto ciò che si vuole creare. Forse non sarebbe stato male, se in questa direzione si fosse voluto andare, pensare ad esempio, di fornire le strutture ai Gruppi; in questo senso forse si sarebbe migliorata la predisposizione dell'apparato regionale nei confronti dei Gruppi.
Rileviamo ancora, così come rileviamo il numero eccessivo dei servizi anche in questa dichiarazione di voto l'introduzione di un nono livello che tale è un coordinamento ampiamente inteso. E' opportuno che questi dati, che questi fatti siano presenti nella comunità regionale, per le valutazioni che ognuno vorrà e potrà dare sulla legge. Poiché ci sono delle valutazioni diverse, delle valutazioni divergenti, è opportuno che la comunità regionale abbia chiaro il quadro e poi potrà dare ragione alla vostra impostazione o potrà dare ragione alla nostra.
Quello che è opportuno che sia ben presente nella comunità regionale è la chiarezza del quadro in modo che non ci siano delle sensazioni inesatte.
Quando il Presidente Viglione afferma che ci saranno dei nuovi compiti attribuiti alle Regioni, abbiamo la sensazione anche in questo caso sensazione non certezza, che in quel momento non al numero di oggi fissato in questa legge, ma ad un nuovo numero si farà riferimento. Questa è una sensazione che abbiamo e che potrà essere smentita o confermata dai fatti perché questa è una legge che deve essere valutata non solo dai Consiglieri regionali, non solo dai dipendenti regionali che sono i primi ad essere interessati alla stessa, ma da tutta la comunità regionale.
Giustamente è stato detto che questa legge non riguarda solo i dipendenti regionali, ma l'intera comunità regionale proprio per il principio che la Regione è al servizio dell'intera comunità. Noi, il nostro giudizio, modestamente, serenamente lo diamo già oggi e non mi resta che confermare il voto negativo sulla legge n. 444 e il voto di astensione sulla legge del recepimento del contratto. Certo se si fosse trattato di un rece pimento puro e semplice l'avremmo votata, ma la nostra astensione trae origine dai dubbi che abbiamo su determinati articoli e che preciseremo votando contro nel momento in cui verranno posti in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

La mia è una dichiarazione di voto già scontata per l'atteggiamento che abbiamo assunto nella votazione degli articoli, ma che mi dà il pretesto per completare alcuni concetti che non ho potuto esprimere nel primo intervento. Non ho detto nulla deliberatamente sul numero previsto per questo organico perché la valutazione che sono sempre stato portato a fare è l'incidenza che un organico a servizio di un Ente pubblico ha sull'insieme delle spese correnti. L'aumento preventivato non va al di là del 3-4%, tolta la spesa ospedaliera.
Fatta questa considerazione, resta il fatto dell'ipotesi di come verrà e quando verrà riempito l'organico. A questo proposito credo di poter riformulare lo stesso concetto gia espresso in sede di votazione del piano di sviluppo.
Vogliamo essere attenti osservatori di come si procederà in questa direzione e non daremo spazio a tentativi o manovre surrettizie, prima o dopo le scadenze elettorali, per rafforzare particolari posizioni di questo tipo. La nostra posizione è purtroppo quella del vaso di coccio che, con buona pace di tutti, viaggiava in mezzo ai vasi di ferro nella prima legislatura, in condizioni di maggioranza, e anche nella seconda, ma è un vaso di coccio che non facilmente potrà essere rotto nel momento in cui seguiremo con attenzione come verrà attuata e perfezionata la gestione dell'organico previsto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Prendo la parola per una dichiarazione di voto favorevole sui due provvedimenti. Cercherò in questo intervento, dopo quelli ampi fatti dai miei compagni di Gruppo e dal Presidente della Giunta, di tirare le fila del dibattito.
La collocazione aprioristica dell'opposizione su questa legge forse ha fatto sì che sfuggisse l'importanza degli atti che stiamo per approvare due leggi, soprattutto il disegno di legge n. 444, che sono frutto di un lavoro, come diceva il Presidente, di lunga lena.
Credo che chiunque abbia operato in maniera diretta nell'esecutivo o chiunque abbia letto con sufficiente obiettività l'azione della Regione di questi anni si sarà reso conto che un provvedimento del genere si sarebbe dovuto opportunamente varare prima, sia nei confronti dei dipendenti sia nei confronti dell'istituzione. Non ci siamo riusciti e, con tutta franchezza, dobbiamo una dichiarazione di modestia ma anche una dichiarazione delle difficoltà reali che si sono incontrate.
E' stato sottovalutato il fatto che per la prima volta si sono trovati impegnati sull'organizzazione del lavoro in un confronto diretto l'esecutivo e il personale stesso e da questo lavoro è derivato qualche cosa di meglio e di più che una semplice procedura.
E' sbagliato dare categorici giudizi negativi su questa legge: ministerializzazione, non indicazione delle professionalità, non programmazione, quando invece per la prima volta si è affrontato in concreto il tema dell'organizzazione del lavoro. Al di là delle difficoltà e dei ritardi iniziali dei primi documenti generali di discussione, di dibattito e di approfondimento dai quali era possibile far scaturire feconde conclusioni e risultati, non c'è stata la disponibilità di tutti se non in qualche fase. Il Consigliere Paganelli dice che il disegno di legge è ormai delineato nelle parole del Capogruppo. A me non sembra, perché se ci fossero stata la volontà e le idee chiare, in questi anni, ci sarebbe stata la possibilità di confrontarci anche su queste proposte. C'è stato invece un lavoro a posteriori, un lavoro che rivela pecche e limiti e credo che un senso di fastidio sia legittimo da parte di chi, come noi, ha ricercato, non solo a parole, un confronto concreto su questa legge, pari a quello che c'è stato sulla legge n. 6. Diventa improprio condurre una discussione quando tutti sappiamo che i dipendenti attuali non sono sufficienti e che i compiti che questa maggioranza si è conquistata intervenendo e governando settori nuovi, trasferiti o nuovi perché c'è stato un impegno politico generale, sono notevolmente aumentati. Chi non conosce le situazioni specifiche di certi Assessorati, che sono legati a due o tre persone che conducono settori di cruciale importanza, oppure di Assessorati che per effetto delle leggi di trasferimento hanno visto ampliare a dismisura i loro compiti? Questo lo ammettete, però poi dite che i servizi sono troppi. Accetto questo discorso solo nel momento in cui ci sia il confronto di merito, di cui solo oggi c'è stato qualche accenno. E' vero, gli strumenti a disposizione dei Gruppi sono infinitamente minori, forse però sarebbe stato proficuo porre degli interrogativi sulle questioni meno chiare e approfondire insieme con la Giunta anche il tema dei numeri. Mi rifiuto di credere che si voglia agitare questo tema in maniera demagogica, se così fosse, è bene rispondere andando sull'altro piano delle critiche che sono state formulate, dicendo che il concetto di pubblica amministrazione ce lo sentiamo molto stretto. Parlo di riforma della pubblica amministrazione non solo in termini generali, ma in termini di investimenti. Se si crede alla produttività della pubblica amministrazione, si deve credere a massicci investimenti, non per gonfiare gli organici, ma per rendere funzionale e paritetica la pubblica amministrazione con i gruppi privati.
Mi diceva un funzionario della Mobil, che tale è il livello dei funzionari dello Stato che, al di là degli eventuali interessi privati che ci sono stati nella nostra storia politica, dopo qualche mese di rapporto tecnico sulle questioni dell'energia, le posizioni del Ministero probabilmente propenderanno verso le posizioni delle multinazionali proprio perché gli interlocutori non sono adeguati. Le multinazionali hanno tecnici in grado di portare a spasso i funzionari dei Ministeri, al di là delle altre componenti. Su questi elementi dobbiamo però ricavare un discorso complessivo. Accetto il discorso del Consigliere Marchini che con disinvoltura richiama altre burocrazie, altre forme di amministrazione, ma andiamo a ricercare anche le cause politiche e storiche di quel settore.
Sono problemi che corre l'obbligo di ricordare. Andiamo incontro a limiti e a condizionamenti che la realtà pregressa ha provocato. Abbiamo dei dipendenti a cui riconosciamo stipendi inadeguati a tenere il passo con l'organizzazione privata, ma abbiamo una organizzazione che legittima i bassi stipendi che, tra l'altro, impedisce comunque il licenziamento.
Questi elementi producono la vischiosità nella pubblica amministrazione e sono elementi da richiamare in ordine alla produttività che però non vogliamo riferire ad un astratto senso capitalistico, come diceva il Consigliere Ferrero, ma che vogliamo riferire al criterio di produttività complessiva dello Stato e della sua capacità e volontà di intervenire nelle varie branche anche dell'economia. Sul problema dei dipendenti che sono stati attirati da ben altre remunerazioni non ci stanchiamo di dire che si può ovviare solo cambiando complessivamente la struttura a incominciare dai prossimi contratti.
Dissento profondamente e con fastidio dalle facili critiche a questo riguardo e mi accomuno invece sulla sostanza dei problemi per porli al giusto livello. Non si può giudicare in maniera asettica la struttura e l'organizzazione; si dice che non è ispirata a criteri di programmazione ma credo che lo sforzo maggiore di questa maggioranza è stato proprio il tentativo di avviare la programmazione. E' riuscita del tutto? In alcuni casi sì, in altri casi no. Chi la vuol far fallire? Questo elemento impronta l'essenza stessa dell'attività, abbiamo limiti e contraddizioni.
C'è insufficienza di collegialità? Probabilmente sì, però sono elementi che vediamo in un processo e che vengono costruiti da una volontà politica, che per la stessa ragione di stabilità che è durata in questi anni, ha dimostrato di essere improntata a quegli obiettivi; sono gli obiettivi da cui gli stessi funzionari hanno potuto ricevere una caratteristica impronta.
Andiamo incontro ad una stagione di rinnovi contrattuali che investiranno tutto il pubblico impiego e già prima dobbiamo porci con chiarezza le finalità e la nostra collocazione con le istituzioni periferiche. Nella legge c'è un disegno generale di tutto rispetto e di tutta dignità e ci sono dei condizionamenti. Gruppo comunista ha chiesto con chiarezza, trovando gli altri Gruppi concordi, che anche i concorsi interni avessero la garanzia della prova scritta. Questo elemento fa emergere con chiarezza il modo con cui intendiamo gestire questa legge e come intendiamo chiedere a tutti un contributo, quindi la questione non investe soltanto la Giunta, ma investe le Commissioni nel rapporto con tutte le forze politiche, perché la finalità dell'operazione complessiva è quella di dotare la Regione delle strutture adeguate ma è anche quella di operare nella maniera più trasparente possibile. Le ipotesi e le paure di discrezionalità, è giusto porle, ma è anche giusto recuperarle attraverso un autentico confronto politico per volere la trasparenza, la pubblicità l'oggettività e la non clientela. La gestione dell'articolo 72 a noi comunisti, francamente non ci è andata bene perché era il contrario dello spirito di correttezza, di garanzia e di serietà che vogliamo. Lo abbiamo gestito perché l'articolo era da attuare, però, se vogliamo mettere le carte in tavola fino in fondo dobbiamo superare quelli che sono i lacci e i lacciuoli che certe forze trattengono attorno al problema specifico del personale. Spero che questa legge sia approvata perché non vorrei che ci fosse un atteggiamento da parte del Governo che rallentasse il processo di adeguamento delle strutture alla realtà della Regione.
Devo rammaricarmi del fatto che ci troviamo oggi di fronte ad una opposizione che su questa legge non ha spostato nemmeno di un millimetro le riserve di carattere generale che aveva espresso il 7 agosto. Passi avanti non ne sono stati fatti, speriamo caldamente di recuperarli espletando i concorsi, almeno per la parte delle funzioni indispensabili, nell'interesse della maggioranza, delle istituzioni e della comunità piemontese. Chi riuscirà a governare meglio ovviamente sarà giudicato dai frutti che si raccoglieranno: sotto questo profilo noi cercheremo di farlo anche in futuro, quindi anche dopo l'80.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Dietro al mio atteggiamento non c'è alcuna riserva mentale. A differenza di altri Gruppi, ho accettato di far parte delle Commissioni di concorso e quindi ne ho condiviso le responsabilità. Tra l'altro nelle Commissioni in cui ho avuto l'onore di essere presente sono stato l'unico rappresentante di minoranza.
La mia difficoltà è di capire dalla lettura del testo e dal dibattito come questa legge migliorerà in termini qualitativi la produttività, anche dal punto di vista umano. Abbiamo fatto molto lirismo su questo argomento ma la realtà è diversa. Il Capogruppo comunista ha detto che proprio là dove abbiamo remunerato in termini psicologici e di soddisfazione il posto di lavoro abbiamo visto i dipendenti andarsene. Ecco allora che ci troviamo di fronte ad una materia estremamente delicata. Diciamo da un lato che il personale si qualifica dandogli una diversa qualità di lavoro e di vita dandogli la possibilità di informarsi, di partecipare ai congressi, di comperare libri, di avere relazioni internazionali e dall'altro lato riconosciamo che proprio il personale così qualificato e così remunerato non solo dal punto di vista mercantilistico, se ne va altrove.
Mentre confermo la mia dichiarazione di voto negativa, chiedo alla maggioranza che, in termini lirici e con quel bellissimo affresco dipinto dal Presidente (che magari trasferiremo nella nuova sede) approfondisca soprattutto per la sua responsabilità di gestione, le motivazioni che l'hanno portata a questo tipo di impostazione. Nella discussione sono emerse delle contraddizioni rimproveriamo la Lombardia di dare in appalto certi servizi e nello stesso tempo il prof. Astengo propone la creazione di un Ente per la cartografia.
Noi ci siamo presi la nostra lavata di capo dal Consigliere Ferrero e dal Presidente, ma queste contraddizioni possono servire alla maggioranza per una meditazione. Quanto più gestiamo la legge con umiltà, tanto meglio sarà per tutti.



PRESIDENTE

Sono perfettamente d'accordo con le sue ultime considerazioni Consigliere Marchini, che devono essere accolte dalla maggioranza e dalla minoranza nel senso che nella fase di approvazione e di applicazione della legge tutti dovranno essere ugualmente impegnati a tradurre in pratica ci che la legge fissa nei principi e nelle norme.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Siccome non ho avuto risposta ad alcune mie osservazioni, vorrei che risulti a verbale che negli allegati della legge mancano 13 servizi definiti "Affari Generali e servizi particolari", che risultano in altri documenti.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Lo Statuto della Regione Piemonte non definisce, per legge, il numero degli Assessorati e le loro caratteristiche. L'istituto dell'Assessorato non esiste, ma esistono le funzioni aggregate per legge attorno all'Assessore e l'Assessore ha diritto ad una struttura di affari generali.
Lo Statuto attribuisce al Consiglio regionale, nel momento in cui nomina la Giunta, il compito di definire il numero e le caratteristiche degli Assessorati, quindi è impossibile includere nella legge l'elenco degli Assessorati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei rispondere al Consigliere Marchini. La creazione di Enti come l'Istituto cartografico o l'Istituto Piante da legno, non è un escamotage per dare delle remunerazioni superiori, ma è una scelta che ha fatto la Giunta. Abbiamo detto di non istituzionalizzare più, ma di andare incontro a grandi aggregazioni di forze che possono concorrere a raggiungere gli obiettivi che la Regione si pone, quindi chiediamo alle forze culturali all'Università, al Politecnico, alle forze economiche e imprenditoriali alle banche, di partecipare e di dare un contributo economico e culturale.
Questo discorso non è di poco conto: è il riconoscimento delle pluralità esistenti nella comunità e questo principio è osservato tant' vero che nei vari istituti con caratteristiche private, la Regione offre la possibilità di accesso al governo anche a rappresentanze culturali economiche e sociali nel territorio, estranee all'istituto regionale.
In quanto ai concorsi, la Giunta si è spogliata della maggioranza nelle Commissioni di concorso; non solo ma ha chiesto di ricercare la possibilità di nominare Presidente della Commissione un Consigliere regionale riteniamo quindi che tutto l'ambito regionale, ma in particolare quello del personale non appartenga all'esecutivo, ma appartenga alla comunità regionale. Questo non è stato possibile perché occorre la presenza di almeno un rappresentante dell'esecutivo dovendoci essere un legame con la deliberazione che si assume. In una Commissione sono stati inseriti due Consiglieri regionali e un rappresentante della Giunta, oltre agli esperti nell'altra Commissione sono stati inseriti un membro della Giunta e uno del Consiglio regionale.
Non vogliamo apparire in nessun momento della vita regionale autori di atti che non siano corretti. E' certo che la presenza di due Consiglieri regionali e di un membro della Giunta garantisce la correttezza del concorso.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Passiamo alla votazione del progetto di legge n. 444 e dei relativi allegati.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 18 Consiglieri.
Il progetto di legge n. 444 è approvato.
Signori Consiglieri, nel corso del dibattito ho ricevuto una lettera firmata dalla Segreteria regionale del CGIL. CISL. UIL che credo di interpretare come un'ulteriore verifica delle modifiche di orientamento che paiono essere intervenute agli orientamenti a suo tempo presentati dalla Giunta o dal Consiglio con le organizzazioni sindacali. Se non vi fossero opposizioni, sarei per un'ulteriore verifica immediata con una breve sospensione e con un incontro dei Capigruppo e le organizzazioni sindacali.
Vi sono obiezioni a questa procedura? La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Non per entrare nel merito, ma per agganciarmi a quello che ha detto il Presidente. Sono le otto meno venti, l'ultimo treno che mi porta a Cuneo parte alle otto e dieci. Mi sembra di aver fatto pienamente il mio dovere di Consigliere, essendo partito alle 6,30 del mattino e rientrando a casa ad un'ora onesta attorno alle 10.
E' stato detto che martedì non si potranno fare determinate cose.
Capisco che a livello di fair play tra forze politiche, anche queste cose hanno una loro validità, sempre che non incidano però sulla redditività del lavoro del Consigliere. Ritengo, a titolo personale, di aver esaurito buona parte delle mie risorse per dare un giudizio di merito su quello che devo votare e la considerazione vale se si tiene presente che abbiamo di fronte oltre 60 articoli di legge da approvare.
Quindi, prego il Presidente di tener presente, oltre alla richiesta dei sindacati, anche questa umile richiesta che viene da un Consigliere.



PRESIDENTE

Mi rendo perfettamente conto della legittimità della richiesta del Consigliere Martini. Vorrei però riflettere ad alta voce sulla situazione di questo momento: da un lato c'è una legge di cui parliamo ormai da quattro anni sulla quale ci sono alle spalle lavori di vario impegno, un dibattito serissimo svolto oggi, rispettoso della dialettica del Consiglio come doveva essere. C'è il fatto che questa legge poteva passare prima delle ferie, però, si dà il caso che sta passando dopo. Se passa dopo è perché c'è stato fair play, ma c'è stata anche una valutazione ottimista di poter ottenere un risultato diverso. Come mettere d'accordo gli elementi di stanchezza fisica con gli elementi di fair play che bisogna mantenere oltre al diritto della maggioranza di far procedere le sue volontà politiche, dato che devono presiedere alla volontà politica della maggioranza e al diritto delle minoranze di esprimere fino in fondo le loro opinioni? Se non approviamo questa sera la legge, dobbiamo andare al 26 o al 27 dal punto di vista temporale sembra niente, ma dal punto di vista psicologico e politico nuoce ai lavoratori e alla maggioranza.
Concludo dicendo che i Consiglieri che se ne vanno perché non ce la fanno più, non per questo avranno la censura del Presidente. Invito però le forze politiche a fare ancora uno sforzo per approvare le leggi. La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'interruzione che lei propone, richiesta dai sindacati, o è un mero atto formale di cortesia o un incontro che, se è minimamente rispettoso del pluralismo delle loro presenze, certo non ci consente di rientrare in aula entro dieci minuti.
La discussione si è conclusa, sono definite le posizioni, viene approvato uno dei due strumenti, l'approvazione dell'altro, in qualunque situazione si trovi il Consiglio, non può comportare modificazioni, né di comportamento, né di risultati.
A questo punto, mi pare che si possa concludere questo iter martedì o venerdì 21.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Penso sia opportuno l'incontro con i sindacati. Può darsi che le questioni che ci vengono poste siano di portata tale che la loro soluzione non sia ritenuta possibile; nel qual caso potremmo aggiornarci: certamente non sarebbe possibile entro breve.
Chiedo di incontrare le organizzazioni sindacali per sentire se la portata delle loro richieste è tale da far rimandare la conclusione del dibattito o se invece, come auspico, la questione può essere sbrigata in mezz'ora di votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Non approvo questo atteggiamento. I sindacati sono stati consultati dalla Giunta e dalla I Commissione, anzi, da quanto ci è stato detto hanno elaborato con la Giunta mezza legge. Confesso che non approvo questa consultazione che avviene durante la votazione della legge, mi sembra addirittura scandalosa una proposta di questo genere. Sono tutt'altro che contraria alla consultazione dei sindacati, ma non posso approvare che un'assemblea legislativa sospenda la votazione di una legge per un'ulteriore consultazione chiesta da uno dei Gruppi interessati.
Se il Consiglio decide di incontrarsi con i sindacati, chiedo la regolare convocazione della I Commissione per lunedì prossimo.



PRESIDENTE

Effettivamente nelle procedure parlamentari non si dà luogo a un tal modo di procedere, tuttavia noi siamo in una fase in cui stiamo ripensando criticamente alle forme e ai contenuti della partecipazione e della consultazione.
Dobbiamo tutti guardare a queste questioni da una parte con l'ottimismo di chi deve cercare continuamente di aggiornare sistemi, metodi e strumenti e dall'altro con la consapevolezza che quello che ci ha dato finora la consultazione e la partecipazione è molto, ma dobbiamo lavorare a fondo innovando se vogliamo che ci dia di più.
Mi pare giusto quello che dice la signora Castagnone Vaccarino, che in ogni caso la consultazione dei sindacati può essere realizzata dalla I Commissione nella quale sono presenti la Giunta e tutti i Gruppi. D 'altra parte se le obiezioni delle organizzazioni sindacali fossero rilevanti e orientativamente contrapposte alle soluzioni che vengono proposte, questi minuti in più che useremo per un ulteriore scambio di opinioni eviterebbero il pericolo di una conflittualità che si esprime in varie forme, e quindi sarebbero spesi bene.
Ha la parola il Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

La sospensione della seduta consente intanto di non affrontare alcune questioni di principio, consente alla Giunta di tenere la consultazione con i sindacati e di riferire alla I Commissione. Siccome il Gruppo comunista è impegnato per il giorno 18, dichiariamo la disponibilità del nostro Gruppo ad una seduta intermedia che potrebbe essere fissata al 21 e che consenta di votare questa legge senza incidere sul programma di lavori previsto per il 25 e il 26.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Dal punto di vista istituzionale non è corretto che il Consiglio sospenda i lavori ed entri in consultazione, ma non è nemmeno corretto che il Consiglio si spogli della materia e la trasferisca alla I Commissione.
Mi pare che questo attenga soltanto alla stanchezza dell'ora.
Sono i Gruppi consiliari che debbono valutare se, prima del loro atteggiamento definitivo, intendono informarsi ulteriormente o no. Qualora si entrasse nell'ordine di idee di avere questo incontro, sarebbe più opportuno che venisse formalizzato come incontro dei Gruppi consiliari piuttosto che istituzionalizzato attraverso il Consiglio o, peggio ancora attraverso la Commissione. Questo significherebbe la "sacramentazione" della proposta venuta dal sindacato che il Consiglio fa propria e che la trasmette con un mandato preciso alla I Commissione, la quale deve riferire di conseguenza. Questo sarebbe un precedente più pericoloso della proposta del Presidente.
Non sia quindi una consultazione, ma una presa di contatto dei Gruppi consiliari con i sindacati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questo contratto è iniziato quasi con l'inizio di questa legislatura e ha trovato la Regione Piemonte sempre disponibile attraverso i suoi Assessori e i suoi funzionari per tutto l'arco del tempo. Chi chiede che non si proceda questa sera, deve assumersi le proprie responsabilità.
La Giunta è d'accordo perché si voti questa sera, perché questo contratto riproduce tutto il lavoro fatto dalle Regioni e dal Governo. Vi possono essere delle sfumature e l'abbiamo anche verificato con il Governo e, se si va oltre certe sfumature, le leggi non vengono approvate. Siccome vogliamo che siano approvate, non andiamo nemmeno alle sfumature. Se si vuole invece andare in un'altra direzione, la Giunta dichiara di non essere d'accordo perché vorrebbe dire la bocciatura del contratto. Quindi procediamo.



PRESIDENTE

Convoco i Capigruppo e sospendo la seduta del Consiglio regionale per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 19,45, riprende alle ore 19,55)



PRESIDENTE

La Giunta incontra le organizzazioni sindacali, dopo di che si riprenderanno i lavori.



(La seduta, sospesa, alle ore 19,56, riprende alle ore 20,15)



PRESIDENTE

Prendiamo in esame il progetto di legge n. 449: "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Recepimento dei contenuti dell'accordo relativo al contratto nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario".
Titolo I - L'impiego regionale Capo I - Ordinamento e livelli professionali Articolo 1 - Finalità della legge "Con la presente legge la Regione recepisce i contenuti del contratto nazionale per i dipendenti delle Regioni a Statuto ordinario per il triennio 1976-1978 e disciplina, in conformità, il rapporto di impiego e lo statuto del proprio personale".
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Livelli funzionali e ruolo organico "Il personale regionale è inquadrato in un unico ruolo in otto livelli funzionali distinti per contenuto professionale e retribuzione, secondo le norme della presente legge.
L'articolo 4 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22, è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato. Articolo 3 - Primo livello funzionale "Sono inserite nel primo livello le posizioni di lavoro che concernono esclusivamente attività di pulizia: trattasi di prestazioni elementari che non richiedono alcuna preparazione specifica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Secondo livello funzionale "Sono inserite nel secondo livello le posizioni di lavoro comportanti esecuzione di mansioni elementari, lo svolgimento delle quali prescinde dal possesso di conoscenze tecniche preliminari. Richiede utilizzazione di strumenti o apparecchiature semplici o comunque di uso elementare o comune.
L'esecuzione di compiti è svolta in modo integrato, configurando un'unica posizione di lavoro.
Il livello è caratterizzato da: iniziativa nell'ambito delle istruzioni ricevute e/o dei compiti attribuiti autonomia vincolata da istruzioni semplici apporto individuale che non comporta trasformazione del prodotto, ma la sola conservazione, riproduzione o dislocazione del medesimo.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti di anticamera e aula, regolando l'accesso del pubblico agli uffici e fornendo informazioni semplici; di custodia, di sorveglianza di locali e uffici nonché della loro apertura e chiusura, di ricezione e smistamento di telefonate da centralini semplici; di dislocazioni di fascicoli e oggetti di ufficio; di prelievo distribuzione e spedizione di corrispondenza; di commissioni anche esterne al luogo di lavoro; di esecuzione di fotocopie, di ciclostilati e di fascicolature".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Terzo livello funzionale "Sono inserite nel terzo livello le posizioni di lavoro che comportano esecuzione di mansioni tecnico-manuali elementari e/o amministrative semplici, lo svolgimento delle quali presuppone conoscenze preliminari non specializzate.
Richiede l'utilizzazione di mezzi, strumenti e apparecchiature anche complessi, ma di uso semplice e con carico della manutenzione ordinaria.
Il livello è caratterizzato da: iniziativa nell'ambito delle mansioni attribuite un grado di autonomia vincolato da istruzioni semplici prestazioni implicanti l'esposizione a rischi specifici conseguenti all'uso dello strumento tecnico utilizzato apporto individuale diretto alla trasformazione del prodotto.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti di conduzione e manutenzione ordinaria di macchinari semplici, di impianti tecnici di varia natura (elettrici, termici, lavanderia, centri stampa, ecc.) o assimilabili; di conduzione e di manutenzione ordinaria di automezzi e di macchine semplici che comportino abilitazioni specifiche; di esecuzione di operazioni colturali agricolo - forestali; nonché di compiti amministrativi semplici".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Quarto livello funzionale "Sono inserite nel quarto livello le posizioni di lavoro che comportano esecuzione di mansioni amministrativo - contabili e tecniche o tecnico manuali, lo svolgimento delle quali presuppone rispettivamente preliminari conoscenze nel ramo amministrativo e preparazione professionale specializzata; richiede l'uso di mezzi o strumenti complessi o l'utilizzo di dati anche complessi nell'ambito di procedure prevalentemente ripetitive.
Il livello è caratterizzato da: autonomia vincolata da prescrizioni tecniche di carattere generale ovvero da prescrizioni particolareggiate ma complesse, nell'ambito di procedure e prassi definite piena responsabilità dei propri compiti delle singole operazioni, i cui risultati sono soggetti a verifiche complete ma periodiche oppure immediate ma di massima apporto individuale consistente nella capacità di trasformazione complessa del prodotto o finalizzato a miglioramento o semplificazione delle procedure che determinano lo svolgimento delle mansioni rischi specifici derivanti dall'uso normale degli strumenti e delle attrezzature tecniche utilizzate.
Il personale compreso nel livello è addetto a compiti tecnici di natura specialistica nel campo agricolo-forestale e della installazione conduzione, manutenzione e riparazione di impianti tecnici complessi nonché a compiti esecutivi in materia amministrativa, contabile e tecnica ivi comprese le attività di stenografia e/o dattilografia, mansioni queste ultime che - omogenee o complementari - costituiscono un'unica posizione di lavoro".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Articolo 7 - Quinto livello funzionale - "Sono inserite nel quinto livello le posizioni di lavoro che comportano attività nei settori tecnico amministrativo e contabile di mansioni di ricerca, utilizzo ed elaborazione semplice di dati anche complessi e complessa di dati semplici. Richiedono conoscenze tecniche e specializzate ed operative proprie della qualificazione professionale di base necessari per l'accesso al livello.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito di prescrizioni di massima e complesse riferite a procedure generali e prassi definite responsabilità professionale dei propri compiti: può comportare indirizzo tecnico di posizioni di lavoro a minor contenuto professionale o in casi eccezionali e per unità operative a carattere esecutivo, una responsabilità di organizzazione. Il risultato del lavoro è soggetto a verifiche periodiche ed occasionali, anche complete apporto organizzativo ampio in funzione della realizzazione dei compiti attribuiti ed iniziativa per il miglioramento della funzionalità dell'unità organizzativa in cui è inserito.
Nei corsi di formazione professionale: comporta attività di insegnamento anche con utilizzazione di apparecchiature, macchine strumenti. Richiede conoscenze teorico-tecnico professionali riconducibili alla professionalità prevista dai piani di insegnamento.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito della funzione docente responsabilità professionale dei propri compiti apporto didattico notevole in funzione dell'impostazione didattico organizzativa del corso e, più in generale, del centro di formazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Sesto livello funzionale - "Sono inserite nel sesto livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione per la preparazione di provvedimenti tecnico-amministrativi o interventi preordinati all'attuazione dei programmi di lavoro alla cui impostazione sono tenute a collaborare nell'ambito dell'unità organica in cui sono inserite. La posizione di lavoro può comportare anche l'indirizzo di altre posizioni di lavoro a minor contenuto professionale.
Il livello è caratterizzato da: autonomia nell'ambito di prescrizioni di massima e complesse responsabilità professionale dei propri compiti apporto organizzativo ampio in funzione della realizzazione dei compiti attribuiti e da iniziative per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica in cui è inserito.
Comporta responsabilità: delle attività istruttorie direttamente svolte o effettuate in collaborazione con posizioni di lavoro a minor contenuto professionale degli orientamenti dati, a livello tecnico, ad altre posizioni di lavoro a minor contenuto professionale.
L'attività è soggetta a controlli e verifiche periodiche e di massima.
Nei corsi di formazione professionale: comporta attività di insegnamento teorico (cultura generale, lingue, ecc.).
Richiede, in stretta connessione con le caratteristiche dell'insegnamento da impartire, una preparazione di base corrispondente a quelle stabilite da analoghi insegnamenti teorici nella scuola media unica o in istituzioni scolastiche di livello superiore e riconducibile alla professionalità prevista più in generale per l'accesso al livello".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Settimo livello funzionale - "Sono comprese nel settimo livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione per la predisposizione di provvedimenti od interventi diretti all'attuazione dei programmi di lavoro alla cui formulazione è tenuto a collaborare nell'ambito di una unità organica complessa.
La posizione di lavoro può comportare anche la responsabilità organizzativa di una unità di lavoro eventualmente prevista nell'ambito dell'unità organica complessa, con compiti di indirizzo delle attività degli addetti.
Il livello è caratterizzato da: autonomia per l'attuazione dei programmi di lavoro di competenza o assegnati all'unità organizzativa o a gruppi di lavoro, nonché per la realizzazione, sotto il profilo professionale, di attività di ricerca studio ed elaborazioni affidate; l'autonomia è comunque esercitata nell'ambito di istruzioni di carattere generale o da eventuali indicazioni di priorità apporto organizzativo per la formulazione di proposte per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica complessa alla quale appartiene.
Comporta la responsabilità: delle attività direttamente svolte delle istruzioni emanate nell'attività di indirizzo della eventuale unità di lavoro delle attuazioni dei programmi di lavoro, esercitando controlli e verifiche periodici ed occasionali anche complessi.
L'attività è soggetta a controlli periodici e di massima sul conseguimento dei risultati previsti dai programmi di lavoro".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Articolo 10 - Ottavo livello funzionale "Sono comprese nell'ottavo livello le posizioni di lavoro che comportano attività di ricerca, studio ed elaborazione di notevole complessità diretta alla formulazione e realizzazione dei programmi nell'ambito delle competenze per materia o per obiettivo con la definizione dei processi attuativi.
La posizione di lavoro può anche comportare la responsabilità organizzativa dell' "unità organica complessa" di cui indirizza l'attività verificandone la rispondenza ai programmi di lavoro.
Il livello è caratterizzato da: autonomia rilevante per la formulazione dei programmi di lavoro dell'unita organica complessa eventualmente affidata e la conseguente organizzazione della stessa unità e per la realizzazione, sotto il profilo professionale, di attività di ricerca, studio ed elaborazione affidati secondo gli indirizzi politico - amministrativi, i piani e i programmi anche pluriennali definiti dall'Amministrazione apporto organizzativo rilevante per il miglioramento della funzionalità dell'unità organica complessa, alla quale appartiene o della quale è responsabile, in rapporto all'intera organizzazione regionale.
Comporta la responsabilità: delle attività direttamente svolte delle istruzioni di carattere generale impartite della formazione dei programmi di lavoro e del conseguimento, a livello generale, degli obiettivi stabiliti operando mediante verifiche e controlli saltuari e di massima anche sul conseguimento dei risultati previsti dai programmi di lavoro.
Il livello comprende posizioni di lavoro individuate, a livello di specializzazione, analogamente a quelle elencate al livello precedente.
Le posizioni di lavoro dell'ottavo livello richiedono peraltro una professionalità più elevata e sono istituite in rapporto alle esigenze funzionali dell'organizzazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Articolo 11 - Funzione di coordinamento "La funzione di coordinamento è disciplinata dall'art. 23 della legge regionale 20/2/1979, n. 6 'Ordinamento degli uffici regionale'.
L'incarico di coordinatore è conferito al personale che riveste il livello funzionale ottavo.
Il numero dei coordinatori non può superare il quarto della dotazione organica del livello ottavo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Articolo 12 - Accesso ai livelli del ruolo regionale e nomina "La copertura dei posti previsti nel ruolo regionale avviene per pubblico concorso per esami o per titoli ed esami, fatte salve le norme sulle assunzioni obbligatorie.
Il concorso è indetto con deliberazione della Giunta regionale.
Il concorso consiste in un accertamento comparato di idoneità attraverso la valutazione di eventuali titoli e/o di prove che possono essere scritte, pratiche ed orali, secondo modalità e procedimenti che saranno fissati nei singoli bandi di concorso e, comunque, rapportati alla professionalità richiesta per il posto messo a concorso.
Di ogni concorso è data notizia mediante pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione con la trasmissione del bando al Commissario del Governo, alle Amministrazioni provinciali ed ai Comuni della Regione e, con ogni altra forma di pubblicità ritenuta opportuna.
Il numero di posti da mettere a concorso per ciascun livello funzionale viene determinato dalla Giunta regionale nell'ambito dei posti vacanti possono essere messi a concorso anche i posti che si rendano disponibili entro un anno dalla data di approvazione del bando.
Le nomine a tali posti sono conferite al verificarsi delle singole vacanza, qualora il concorso venga espletato prima.
Possono essere conferiti, oltre i posti messi a concorso, anche quelli che risultano disponibili, salvo che per quelli derivanti da aumento di organico, entro un anno dalla data di approvazione della graduatoria utilizzando, secondo l'ordine, la graduatoria medesima.
Nel caso in cui alcuni dei posti messi a concorso restino scoperti per rinuncia, decadenza o dimissioni dei vincitori, la Giunta regionale ha facoltà di procedere nel termine di un anno dalla data di approvazione della graduatoria ad altrettante nomine secondo l'ordine della graduatoria medesima.
Per l'assunzione al primo e secondo livello funzionale, la valutazione comparativa dei candidati può essere effettuata anche sulla base dei titoli relativi al carico familiare, allo stato di occupazione del candidato e dei componenti del nucleo familiare.
I dipendenti regionali privi del titolo di studio richiesto possono partecipare ai concorsi pubblici per posti appartenenti al livello immediatamente superiore a quello di appartenenza, purché provvisti del titolo di studio immediatamente inferiore e di una anzianità di servizio di almeno cinque anni nel livello di appartenenza.
Ai concorsi per posti del terzo e quarto livello funzionale possono partecipare i dipendenti dei due livelli immediatamente inferiori con cinque anni di anzianità complessiva nei due livelli o di tre anni nel solo livello immediatamente inferiore.
Sono esclusi i posti per l'esercizio delle cui funzioni il possesso del titolo di studio sia prescritto dalla legge.
Un quarto dei posti messi a concorso, con arrotondamento all'unità superiore, è riservato ai dipendenti regionali di ruolo, in possesso dei requisiti stabiliti dal precedente comma undicesimo.
La riserva non opera se il posto a concorso è uno solo. I posti non utilizzati per la riserva vengono attribuiti ai non riservatari.
Non possono beneficiare della riserva di posti i dipendenti regionali nei confronti dei quali, nel biennio precedente la data del concorso, sia stata adottata una sanzione disciplinare più grave della censura.
Qualora l'espletamento del concorso non dovesse assicurare la copertura di tutti i posti soggetti a riserva, quelli residuali saranno assegnati ai concorrenti dichiarati idonei, secondo l'ordine della graduatoria.
La nomina degli impiegati regionali è disposta dalla Giunta regionale.
Gli effetti giuridici della nomina decorrono dalla data indicata nella relativa deliberazione; quelli economici dalla data di effettiva assunzione del servizio.
La destinazione del personale ai servizi e sedi viene effettuata con provvedimento del Presidente della Giunta o dell'Assessore da lui delegato.
La destinazione di personale agli uffici del Consiglio regionale vengono disposte su richiesta dell'Ufficio di Presidenza o, nel caso di proposte della Giunta, previo parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza.
Gli artt. 14, 16 e 18 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
Emendamento sostitutivo del tredicesimo comma, presentato dalla Giunta regionale. Il tredicesimo comma dell'art. 12 è sostituito dal seguente: "Un quarto dei posti messi a concorso, con arrotondamento all'unità superiore è riservato ai dipendenti regionali di ruolo in possesso delle anzianità previste rispettivamente dai precedenti comma decimo e undicesimo il sedicesimo comma dell'art. 12 è abrogato".
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Confermo quanto ho detto poco fa nell'incontro con i Capigruppo.
Sostanzialmente le modifiche presentate corrispondono a contatti avuti con gli uffici centrali e con le altre Regioni che hanno già approvato le leggi di recepimento del contratto. Si evitano le formulazioni che sono state cassate dal Governo e si introducono quelle formulazioni che hanno permesso l'approvazione delle leggi da parte del Governo. Le organizzazioni sindacali hanno convenuto su questo.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento alzi la mano.
E' approvato.
Si passi alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri ha risposto NO n. 1 Consigliere si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 - Requisiti generali per l'ammissione ai concorsi "I requisiti generali di ammissione ai concorsi sono i seguenti: a) la cittadinanza italiana b) l'età non inferiore agli anni 18 e non superiore ai 35, elevabile a 40 per i posti dell'ottavo livello funzionale c) l'idoneità fisica all'impiego d) il possesso dei diritti civili e politici e) il possesso del prescritto titolo di studio f) buona condotta.
I predetti limiti di età non si applicano per gli impiegati dl ruolo in servizio presso le Amministrazioni dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni, dei lo Consorzi e degli Enti pubblici anche economici. Per le categorie dei candidati a favore dei quali leggi speciali prevedono deroghe, trovano applicazione le norme vigenti per i dipendenti civili dello Stato.
I requisiti prescritti devono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito nel bando di concorso per la presentazione della domanda.
L'art. 15 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
Articolo 14 - Titoli di studio richiesti per l'accesso ai livelli "I titoli di studio per l'accesso ai livelli regionali sono quelli indicati, a fianco dei singoli livelli funzionali, nella seguente tabella: 1^ livello funzionale: compimento dell'obbligo scolastico 2^ livello funzionale: compimento dell'obbligo scolastico 3^ livello funzionale: licenza della scuola media dell'obbligo e qualificazione professionale se richiesta 4^ livello funzionale: licenza della scuola media dell'obbligo e qualificazione professionale se richiesta 5^ livello funzionale: diploma di scuola secondaria di 2° grado e/o diploma professionale se richiesto 6^ livello funzionale: diploma di laurea 7^ livello funzionale: diploma di laurea e specializzazione e/o abilitazione professionale ove richieste dagli ordinamenti 8^ livello funzionale: diploma di laurea e specializzazione e/o abilitazione ove richieste dagli ordinamenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
Articolo 15 - Disposizioni per assunzioni previste dalla legge regionale 12/8/1974, n. 22 "Il secondo comma dell'art. 13 della legge regionale 12/8/1974, n.
22, n. 74 è sostituito dal seguente: al personale come sopra assunto verrà corrisposto, per la durata del contratto il trattamento economico iniziale previsto dalle tabelle vigenti per il personale di ruolo dello stesso livello, in proporzione all'impegno orario settimanale richiesto; la malattia non interrompe il rapporto di lavoro, nei limiti previsti dalla normativa vigente.
Il quinto comma dell'art. 11 della legge regionale 12/8/1974, n. 22, n.
74 è sostituito dal seguente: i segretari particolari del Presidente della Giunta, del Vicepresidente della Giunta, degli Assessori, nonché del Presidente del Consiglio, dell'Ufficio di Presidenza, possono essere scelti tra i dipendenti regionali di livello funzionale non superiore al settimo. Ai segretari particolari, scelti al di fuori dell'Amministrazione regionale spetta, per la durata dell'incarico, un compenso equivalente al trattamento economico iniziale del livello retributivo al quale l'interessato pu eccedere in relazione al titolo di studio posseduto; la malattia non interrompe il rapporto di lavoro, nei limiti previsti dalla normativa vigente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
Titolo II - Stato giuridico Capo I - Doveri e diritti connessi all'esercizio delle funzioni Articolo 16 - Orario di lavoro "In attesa che la materia di che trattasi venga disciplinata, l'orario di servizio è di 37 ore e mezzo settimanali divise in cinque giorni.
La ripartizione dell'orario nella giornata è stabilita, previa contrattazione con le Organizzazioni sindacali, con deliberazione della Giunta regionale.
Con le stesse procedure vengono individuati gli uffici regionali e le posizioni di lavoro per le quali esigenze funzionali richiedono l'articolazione dell'orario di servizi in sei giorni settimanali anzich cinque.
Ogni periodo di servizio continuativo, cui sono addetti particolari posizioni di lavoro (custodi, centralinisti, turnisti) non può eccedere anche in deroga dell'orario di servizio complessivo, di norma le sei ore lavorative.
L'Amministrazione accerta anche con sistemi meccanici o elettronici il rispetto dell'orario di lavoro; l'accertamento deve riguardare i dipendenti di tutti i livelli funzionali.
I due giorni di riposo settimanale, di regola, devono coincidere con il sabato e la domenica. Qualora al dipendente sia richiesto di prestare servizio in un giorno di riposo o festivo o non lavorativo, egli ha diritto di assentarsi dal lavoro nel giorno feriale successivo e di beneficiare della sola maggiorazione prevista per il lavoro straordinario.
L'art. 23 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
Articolo 17 - Prestazioni di lavoro straordinario "In relazione ad eccezionali ed indifferibili esigenze di servizio, il dipendente, su disposizione dell'Amministrazione, è tenuto a prestare la propria opera fuori del normale orario di lavoro entro il limite massimo individuale di 150 ore annue. .
La Giunta regionale, con deliberazioni periodiche e previa ricerca di intesa sui criteri, tramite opportuno confronto con le Organizzazioni sindacali, può disporre in deroga al limite massimo individuale di cui al precedente comma, prestazioni di lavoro straordinario fino a 300 ore annue per particolari e definite funzioni o posizioni di, lavoro.
Unicamente per i servizi investiti di compiti aventi carattere di emergenza, a seguito di eventi eccezionali e imprevedibili, previa contrattazione con le Organizzazioni sindacali, è consentito per tempi limitati e nell'ambito della spesa prevista, derogare al tetto massimo delle ore per straordinario di cui alle norme precedenti.
Il terzo e quarto comma dell'art. 9, il terzo comma dell'art. 10, il sesto comma dell'art. 11, l'art. 12 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento soppressivo.
"Sono soppressi il terzo e il quarto comma dell'art. 17".
Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
Articolo 18 - Congedo ordinario "Il dipendente ha diritto, in ogni anno di servizio, ad un congedo ordinario irrinunciabile e retribuito di 26 o 30 giornate lavorative, a seconda che la settimana lavorativa sia articolata su 5 o 6 giornate; in tale congedo sono ricomprese le due giornate di congedo ordinario conseguenti alla soppressione delle festività di cui alla legge 23/12/1977 n. 937.
Al dipendente sono attribuite, altresì, quattro giornate di riposo da fruire nell'anno solare ai sensi della predetta legge n. 937/1977.
La ricorrenza del Santo Patrono della città in cui ha sede l'ufficio viene riconosciuta giornata festiva.
Il congedo ordinario deve essere usufruito entro il 31 dicembre di ciascun anno e, per almeno 15 giorni, in un unico periodo continuativo.
Ove non sia maturato un anno di effettivo servizio nell'anno solare spetta il congedo in misura proporzionale al numero di mesi di servizio già compiuti.
Il godimento del congedo entro l'anno può essere rinviato o interrotto per eccezionali esigenze di servizio; in tal caso il dipendente ha diritto a fruire di tutto il congedo o della parte residua entro il 1^ semestre dell'anno successivo.
L'art. 24 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 e la legge 15/5/1978 n. 25 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri sì sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
Articolo 19 - Congedi straordinari retribuiti "Il dipendente regionale ha diritto a congedi straordinari retribuiti nelle seguenti ipotesi e misure, con documentazione delle relative causali: a) per contrarre matrimonio: nella misura di giorni 15 continuativi compreso quello di celebrazione del rito b) per esami: fino a 20 giorni nell'anno per le giornate di esame e di effettuazione di concorsi od abilitazioni, oltre che nella giornata immediatamente precedente e seguente qualora la sede dove si effettua la prova disti oltre 100 Km dalla residenza c) per donazione di sangue: per il giorno del prelievo d) per cure: fino ad un mese per mutilati, invalidi civili, invalidi di guerra o per servizio, previa idonea certificazione medica e con dimostrazione delle avvenute terapie e) per gravi motivi: fino a 5 giorni nell'anno f) per cure ai figli inferiori ai 3 anni e in stato di malattia: fino ad un mese nell'arco del triennio a trattamento intero g) per gravidanza e puerperio: nei limiti della legge 30/12/1971, n.
1204, con trattamento intero nel periodo di astensione obbligatoria h) per richiamo alle armi e per obblighi di leva: nei termini e con le modalità previste dalle leggi vigenti i) per la frequenza di corsi legali di studio: fino al limite individuale di 150 ore per anno scolastico, con l'obbligo di cessare immediatamente dalla fruizione ove la frequenza venga per qualsiasi ragione interrotta. L'istituto si applica ad un numero di dipendenti non superiore al 3 % del personale per ciascun anno scolastico.
L'Amministrazione, inoltre, agevola la partecipazione degli impiegati a corsi di aggiornamento tecnico ed amministrativo di specializzazione scientifica e qualificazione organizzati da Università, Ministeri, Regioni Enti pubblici, Istituti ed Enti mutualistici.
Gli artt. 25, 26, 27, 30 e 34 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
Articolo 20 - Congedi straordinari non retribuiti "Il dipendente ha diritto a congedi straordinari non retribuiti per tutta la durata dello stato di malattia dei figli inferiori a tre anni dopo il primo mese di congedo retribuito; tale congedo è computato nell'anzianità di servizio, esclusi gli effetti relativi al congedo ordinario ed alla tredicesima mensilità.
Sono a carico del dipendente, per il periodo di fruizione del predetto congedo, le contribuzioni d'obbligo previsti, dalle norme vigenti per il trattamento di previdenza e quiescenza, mentre restano a carico dell'Amministrazione quelle di sua competenza per gli stessi titoli unitamente all'intero onere per il trattamento assistenziale.
Al dipendente possono, altresì, essere concessi congedi straordinari non retribuiti per gravi e motivate ragioni personali o di famiglia per la durata massima di un anno; tale congedo riduce proporzionalmente il congedo ordinario e non è utile ai fini della progressione giuridica, economica e del trattamento di previdenza e di quiescenza.
L'art. 31 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
Articolo 21 - Assenza dal servizio per malattia "Il dipendente, in caso di assenza dal servizio per malattia, ha diritto al seguente trattamento economico: nei primi tredici mesi: intero nei successivi sette mesi: ridotto al 50%. Il tempo durante il quale il dipendente è assente per malattia, è computato per intero ai fini dell'anzianità di servizio, della progressione economica e del trattamento di previdenza e di quiescenza.
Per motivi di particolare gravità l'Amministrazione può consentire al dipendente, che abbia raggiunto i limiti previsti dal comma precedente, un ulteriore periodo di assenza senza assegni, di durata non superiore a sei mesi, durante il quale il dipendente ha diritto alla sola conservazione del posto.
Il periodo di assenza per malattia, per la parte eccedente i sei mesi in un anno, riduce proporzionalmente il congedo ordinario.
In caso di malattia o di altro grave impedimento alla prestazione del servizio, il dipendente deve darne immediata comunicazione, con qualsiasi idoneo mezzo, all'Amministrazione, indicando il proprio recapito.
Qualora lo stato di malattia si protragga per oltre due giorni, il dipendente deve altresì trasmettere all'Amministrazione certificato rilasciato dal medico curante, attestante la durata prevedibile della malattia.
L'Amministrazione può disporre accertamenti per il controllo della malattia denunciata, attraverso i servizi ispettivi dell'Istituto assistenziale competente e, ove questi non siano in condizione di provvedere, a mezzo dell'Ufficiale sanitario o del medico designato da un ospedale a scelta dell'Amministrazione.
I predetti organi si avvarranno, successivamente, delle strutture dell'unità sanitaria locale competente per territorio.
Qualora l'esistenza o l'entità della malattia non venga riconosciuta in sede di controllo, oppure gli accertamenti non abbiano potuto aver luogo per fatto imputabile al dipendente, l'assenza è considerata ingiustificata agli effetti retributivi e disciplinari.
Gli artt. 28, 29 e 33 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
Articolo 22 - Cumulo periodi di assenza - "Due o più periodi di assenza per malattia si cumulano, agli effetti della determinazione del trattamento economico spettante, quando fra essi non intercorra un periodo di servizio effettivo di almeno tre mesi; a tal fine non si computano i periodi di assenza per congedo ordinario o straordinario retribuito.
Le assenze per congedo straordinario non retribuito e per malattia, non possono superare complessivamente i due anni e mezzo nel quinquennio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
Articolo 23 - Patrocinio legale "La Regione, nell'ambito della tutela dei propri diritti ed interessi assicura l'assistenza in sede processuale ai dipendenti che si trovino implicati, in conseguenza di fatti ed atti connessi all'espletamento del servizio e all'adempimento dei compiti di ufficio, in procedimenti di responsabilità civile o penale, in ogni stato e grado del giudizio.
Nell'esame dei singoli casi, si avrà riguardo a tutti gli elementi di valutazione disponibili, compresi quelli attinenti a possibili conflitti di interesse fra l'Amministrazione e il dipendente chiamato in giudizio.
Una particolare attenzione verrà data ai casi in cui il fatto addebitato risulti commesso in relazione ad una disposizione, ad un ordine o istruzione generale o speciale formalmente impartita".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
Articolo 24 - Inidoneità fisica "Al secondo comma dell'art. 53 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è aggiunto il seguente: 'Nei confronti del dipendente riconosciuto fisicamente inidoneo in via permanente allo svolgimento delle mansioni attribuitegli, l'Amministrazione non potrà procedere alla dispensa dal servizio per motivi di salute prima di aver esperito ogni utile tentativo, compatibilmente con le strutture organizzative dei vari settori, per ricuperarlo al servizio attivo, in mansioni diverse da quelle proprie della qualifica rivestita, appartenenti allo stesso livello funzionale - retributivo od a livello inferiore' In quest'ultimo caso il dipendente avrà diritto a conservare il trattamento economico in godimento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
Articolo 25 - Equo indennizzo "La Regione, per infermità riconosciuta da causa di servizio corrisponde al dipendente un equo indennizzo per la perdita dell'integrità fisica eventualmente subita.
Valgono al riguardo le norme contenute nell'art. 68 del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 e negli altri artt. 48, 49 e 50 del D.P.R. 3 maggio 1957, n. 686.
Si intendono estese alla legislazione regionale tutte le modifiche che le predette norme possano subire nel loro specifico settore di applicazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
La Giunta regionale presenta il seguente nuovo: Articolo 26 - Commissione giudicatrice dei concorsi "La Commissione giudicatrice di ciascun concorso viene nominata con deliberazione della Giunta regionale ed è costituita come segue: 1 - Dal Presidente della Giunta o da un Assessore da lui delegato, che presiede 2 - Da un Consigliere regionale 3 - Da due esperti della materia oggetto d'esame di cui uno può essere un dipendente della Regione, di qualifica non inferiore a quelle messe a concorso 4 - Da un rappresentante del personale scelto su terne proposte dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Assiste in qualità di segretario un funzionale dell'Amministrazione designato dalla Giunta.
Gli artt. 17, 5 e 6 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il Vicepresidente Bajardi ha già dato una spiegazione nella riunione dei Capigruppo; però mi pare di vedere che questa è la composizione normale delle Commissioni giudicatrici dei concorsi e poiché il Presidente della Giunta aveva dichiarato che queste composizioni sono fatte in modo da dare la più ampia rappresentanza a tutte le forze, la dizione "da una Consigliere regionale" non dà alcuna garanzia alle forze di opposizione.
Una dizione di quel tipo può comportare la presenza del Presidente della Giunta o di un Assessore, di un Consigliere di maggioranza e di due esperti nominati dalla Giunta; le rappresentanze non sono quindi garantite.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il problema è stato trattato con il Governo il quale pretende la presenza di due esperti e meno politici. Noi avevamo anche chiesto che alla Presidenza della Commissione fosse nominato un Consigliere.



PAGANELLI Ettore

Sono d'accordo che il Presidente della Commissione debba essere il Presidente della Giunta o un rappresentante dell'esecutivo. Faccio la questione che se non si stabilisce la presenza di due Consiglieri di cui uno rappresentante delle minoranze, non vi è la garanzia della presenza delle minoranze.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non so se sia costituzionalmente corretto il vincolo di un Consigliere di minoranza.



PAGANELLI Ettore

Si prevedono 3 esperti, di cui 2 possono essere dipendenti della Regione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non ho alcuna difficoltà, ma tenga presente che i concorsi con 500/600 aspiranti richiedono molte convocazioni della Commissione e, in caso di assenza di un membro, si deve rinviare all'infinito. Propongo la dizione "indicati dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale".



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dalla Giunta, nella veste testé concordata, cioè al punto 2 - "da un Consigliere regionale designato dall'Ufficio di Presidenza", alzi la mano.
L'emendamento è accolto.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
Capo II - Diritti sindacali e politici - Articolo 27 - Diritti sindacali "E' vietato ogni comportamento diretto ad impedire o limitare le libertà personali e sindacali dei dipendenti, l'esercizio dell'attività sindacale e del diritto di sciopero.
Il secondo comma dell'art. 36 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
Articolo 28 - Assemblea "I dipendenti regionali hanno diritto di riunirsi nei luoghi dove prestano servizio, fuori dell'orario di lavoro. Possono altresì riunirsi durante l'orario medesimo, nei limiti di dieci ore annue.
Le riunioni che possono riguardare la generalità dei dipendenti o gruppi di essi, sono indette singolarmente o congiuntamente dalle rappresentanze sindacali con ordine del giorno e secondo l'ordine di precedenza delle convocazioni comunicate a seconda del caso ai competenti organi regionali.
Le modalità per l'esercizio del diritto di assemblea sono stabilite dalla Giunta, d'intesa con le Organizzazioni sindacali interessate.
Il quarto comma dell'art. 36 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
Articolo 29 - Aspettative e permessi sindacali "I dipendenti regionale, a domanda - da presentare per il tramite della competente organizzazione - sono collocati in aspettativa per motivi sindacali. Il contingente complessivo di aspettative è fissato in rapporto ad una unità ogni 5.000 dipendenti o frazione superiore a 2.500, da ripartire fra le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale.
Il coordinamento tra Regioni e Sindacati sulle aspettative in campo nazionale avverrà presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le Organizzazioni sindacali indicheranno la ripartizione e i contingenti di aspettative nazionali.
In attesa che la materia sia regolata con apposite norme, nell'ambito della legge-quadro del pubblico impiego, un rappresentante per ciascuna delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale è collocato in aspettativa sindacale a livello regionale, su richiesta della rispettiva organizzazione.
Ai lavoratori collocati in aspettativa per motivi sindacali sono corrisposti, a carico della Regione da cui dipendono, tutti gli assegni spettanti in forza delle norme vigenti nella qualifica rivestita. I periodi di aspettativa per motivi sindacali sono utili a tutti gli effetti, salvo che per il congedo ordinario. L'aspettativa ha termine con la cessazione per qualsiasi causa, del mandato sindacale.
Oltre alle aspettative, come sopra disciplinate, i rappresentanti sindacali, su richiesta delle rispettive organizzazioni, hanno diritto, per l'espletamento del loro mandato, a permessi retribuiti fino alla concorrenza di un monte ore annuale complessivo per tutte le Organizzazioni sindacali di tre ore pro-capite per i dipendenti in servizio alla data del 31 dicembre dell'anno precedente; tale monte ore così calcolato viene maggiorato del 5% .
Le modalità per la concessione dei permessi retribuiti sono stabilite dalla Giunta d'intesa con le rappresentanze sindacali del personale regionale.
Il settimo e ottavo comma dell'art. 36 della legge regionale 12/8/1974 n. 22 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione : presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato. Articolo 30 - Contributi sindacali "I dipendenti hanno facoltà di rilasciare delega a favore della propria organizzazione sindacale per la riscossione dei contributi sindacali, la cui misura viene fissata, all'inizio di ogni anno ed a livello nazionale dalle organizzazioni di categoria.
La relativa riscossione viene effettuata dall'Amministrazione mediante ritenute mensili il cui ammontare viene versato entro 15 giorni secondo le modalità indicate dalle organizzazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
Articolo 31 - Locali per le rappresentanze sindacali " Nel capoluogo della Regione viene assicurata permanentemente la disponibilità di un idoneo locale a ciascuna rappresentanza delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
La Regione pone altresì, di volta in volta, a disposizione delle rappresentanze sindacali per l'esercizio delle loro funzioni un idoneo locale comune per ogni capoluogo di provincia, all'interno di una sede regionale.
Qualora il numero dei dipendenti di una unità, sede o altra entità organizzativa sia superiore a 10, le rappresentanze hanno diritto di usufruire, ove ne facciano richiesta, di un locale idoneo per le loro riunioni.
All'interno delle unità, sedi o altre entità organizzative, le rappresentanze sindacali hanno diritto all'uso gratuito di appositi spazi posti in luoghi accessibili a tutti i dipendenti per l'affissione di pubblicazioni, testi o comunicati inerenti la materia di interesse sindacale o di lavoro".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
Articolo 32 - Tutela dei dirigenti delle rappresentanze sindacali "Il passaggio ad altra sede o ad altro ufficio o il comando dei dirigenti delle rappresentanze sindacali può essere disposto solo previo nulla-osta della associazione sindacale di appartenenza.
Il terzo comma dell'art. 36 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Articolo 33 - Mandato politico o Amministrativo "Qualora il dipendente regionale risulti eletto a cariche pubbliche per mandato politico o amministrativo si applicano le disposizioni di cui alla legge 12 dicembre 1966, n. 1078.
L'autorizzazione ad assentarsi dal servizio per il tempo necessario all'espletamento del mandato - prevista dall'art. 2 della legge n.
1078/1966 o da altre norme legislative - non potrà eccedere le 12 ore lavorative settimanali, elevabili, in via eccezionale, per incarichi di particolare impegno e rilevanza, a 18 ore settimanali.
La Giunta regionale, in accordo con le locali associazioni ANCI e UPI procederà, con atto separato, a fissare modi e limiti per la fruizione dei permessi retribuiti di cui al comma precedente, graduandoli opportunamente in relazione alle entità locali degli incarichi svolti.
Con lo stesso atto sarà indicata la documentazione necessaria.
L'art. 32 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
Capo III - Mobilità Articolo 34 - Criteri per la mobilità territoriale del personale regionale nell'ambito dell'Ente "La 'mobilità esterna' disciplinata dal presente articolo, si realizza con l'assegnazione del dipendente ad altra sede di lavoro al di fuori del territorio comunale ove è situata la sede di provenienza.
Nel caso in cui il tempo di percorrenza dei mezzi pubblici di trasporto extraurbano dalla località della precedente sede di lavoro a quella di destinazione superi la durata di trenta minuti, l'assegnazione ad una sede esterna, come sopra definita, si effettua portandone a conoscenza tutto il personale, previa ricognizione delle richieste e delle aspirazioni del personale, attraverso opportune graduatorie tra i dipendenti di qualifica corrispondente a quella richiesta per la sede di destinazione, sulla base dei criteri oggettivi concordati con le Organizzazioni sindacali a livello regionale e tenuto conto dei seguenti fattori: residenza, condizioni familiari, età, anzianità di servizio, necessità di studio.
Qualora il settore di attività di nuova destinazione comporti sostanziali modificazioni delle condizioni di lavoro, l'individuazione del personale da trasferire dovrà comunque avvenire secondo i criteri oggettivi predetti, anche se il tempo di percorrenza di cui al capoverso precedente non supera la durata di trenta minuti.
Al solo scopo di assicurare in via d'urgenza la continuità dei servizi l'Amministrazione può derogare alle suddette procedure, mediante provvedimenti adottati di ufficio per la durata non superiore a trenta giorni, non rinnovabili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
Articolo 35 - Mobilità territoriale: condizioni di svolgimento "In relazione alle esigenze di mobilità derivanti in primo luogo dal trasferimento di personale alle Regioni, e per un periodo non superiore a due anni, il dipendente, per esigenze di servizio ed a seguito di formale provvedimento, può essere utilizzato temporaneamente presso una sede di servizio distante dal Comune della precedente sede non oltre 40 Km ovvero per un percorso non superiore a 60 minuti con mezzi pubblici di trasporto.
In tal caso l'Amministrazione presso la quale il dipendente presta servizio provvederà a rimborsare al lavoratore la spesa per l'utilizzo dei mezzi pubblici extraurbani di trasporto di linea tra la propria residenza e la nuova sede di lavoro, nella misura eccedente la spesa già sostenuta dal lavoratore per recarsi dalla propria residenza alla precedente sede di lavoro.
Nel caso in cui il tempo di percorrenza dei mezzi pubblici di trasporto extraurbano dalla località a quella di destinazione superi la durata di 60 minuti il dipendente ha diritto di usufruire di un servizio di mensa esistente in zona, al medesimo prezzo convenzionato per gli altri lavoratori degli Enti pubblici che hanno accesso al servizio.
E' impegno di ciascuna Amministrazione ricercare soluzioni di orario funzionale, anche con caratteri di flessibilità - nel rispetto del monte ore settimanale obbligatorio - che favoriscano le possibilità dei lavoratori di usufruire di mezzi pubblici di trasporto di linea.
Non rientrano nella disciplina del presente articolo: a) gli spostamenti temporanei di dipendenti per lo svolgimento in altre località di compiti propri dell'ufficio di appartenenza e configurabili come missioni, da sottoporre alla disciplina specifica di questo istituto b) gli spostamenti nel territorio resi necessari per l'ordinario svolgimento di compiti propri della qualifica professionale posseduta, da effettuarsi mediante uso dei mezzi di trasporto dell'Amministrazione, dei mezzi pubblici o autorizzando l'uso del mezzo di trasporto del lavoratore alle condizioni previste dalla normativa dell'Ente di appartenenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
Articolo 36 - Mobilità tra Enti "Il personale regionale può essere comandato a prestare servizio presso gli Enti destinatari della delega di funzioni regionali, ovvero presso gli Enti dei cui uffici la Regione si avvalga.
Ove il comando comporti spostamento della sede di lavoro, si applicano le norme dei precedenti articoli sulla mobilità.
E' consentito, inoltre, d'intesa con il dipendente interessato, il comando di personale tra le Regioni, tra queste e gli Enti locali, per comprovate esigenze connesse e specifiche professionalità e per consentire l'interscambio di esperienza, formazione e aggiornamento professionale.
I commi primo, secondo, terzo e quarto dell'art. 40 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
Titolo III - Stato economico Capo I - Trattamento economico - Articolo 37 - Onnicomprensività del trattamento economico "In attuazione del principio dell'onnicomprensività e della chiarezza retributiva, ai dipendenti regionali compete la retribuzione annua lorda derivante dal trattamento economico di livello e dalla progressione economica orizzontale, inglobante qualsiasi retribuzione per prestazioni a carattere sia continuativo che occasionale, ad eccezione del compenso per lavoro straordinario, della indennità di missione e di trasferimento e della indennità per la funzione di coordinamento.
Agli stessi dipendenti spettano, inoltre, l'aggiunta di famiglia l'indennità integrativa speciale e la tredicesima mensilità, con i criteri stabiliti per i dipendenti dello Stato.
Gli importi dei compensi e dei gettoni che dovrebbero essere liquidati ai dipendenti designati dall'Amministrazione regionale a partecipare a Commissioni e a Consigli di Amministrazione, ad assolvere incarichi commissariali o comunque a compiere prestazioni anche diverse da quelle normali, nell'interesse di altri Enti, sono versati dagli Enti medesimi alla Tesoreria della Regione.
I commi secondo, decimo, undicesimo, dell'art. 55 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Articolo 38 - Trattamento economico di livello "Al personale del ruolo unico regionale spetta il trattamento economico iniziale annuo lordo correlato a livello di appartenenza, di cui all'allegata tabella A).
Il primo comma dell'art. 55 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
Articolo 39 - Progressione economica nell'ambito di ciascun livello funzionale "La progressione economica di ciascun livello funzionale procede per scatti e classi, secondo le modalità appresso indicate: a) assegnazione di cinque classi stipendiali, oltre l'iniziale, con scadenza al compimento del 3", 6", 10", 15" e 20" anno. Il valore delle classi è del 16 % costante sull'iniziale del livello b) attribuzione di scatti del 2,50 % sulla classe in godimento. Gli scatti si conseguono ogni biennio con scadenza al compimento del 2°, 5 8°, 12°, 14°, 17°, e 19° anno di servizio e sono assorbiti all'atto dell'acquisizione della successiva classe. Gli scatti biennali dopo il 20 anno sono illimitati.
Gli scatti biennali possono essere anticipati, a domanda, a seguito della nascita dei figli.
I commi terzo, quarto, quinto, sesto e settimo dell'art. 55 della legge regionale 12/8/1974, n. 22, sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 39 è approvato.
Articolo 40 - Lavoro ordinario notturno e festivo "I dipendenti prestano servizio in ore diurne dei giorni feriali, salvo che, in casi del tutto eccezionali e/o per particolari esigenze degli uffici, si renda necessaria l'istituzione di turni notturni e festivi.
Al dipendente compete, per il servizio ordinario notturno prestato tra le ore 22 e le ore 6, un compenso pari a L. 400 orarie.
Per il servizio ordinario di turno prestato in giorno festivo compete un compenso di L. 2.700 se le prestazioni fornite siano di durata superiore alla metà dell'orario di turno, ridotta a L. 1350 se le prestazioni sono di durata pari o inferiore alla metà dell'orario anzidetto, con un minimo di due ore.
I compensi previsti dal presente articolo non sono pensionabili e pertanto, non sono soggetti a contributi previdenziali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 40 è approvato.
Articolo 41 - Retribuzione del lavoro straordinario "La retribuzione oraria del lavoro straordinario è determinata secondo la seguente formula: retribuzione iniziale di livello + rateo della 13 mensilità/175 maggiorata del 1 5%; per il lavoro straordinario prestato in orario notturno e nei giorni considerati festivi per legge, detta retribuzione è maggiorata del 30 %; per il lavoro straordinario prestato in orario notturno nei giorni considerati festivi per legge, la retribuzione è maggiorata del 50%.
Le misure così ottenute sono ulteriormente maggiorate di un importo pari ad 1/175° dell'indennità integrativa speciale mensile spettante alla data del 1^ gennaio di ciascun anno.
Le tariffe di lavoro straordinario attualmente corrisposte, in quanto risultanti superiori alle nuove aliquote derivanti dall'applicazione del presente articolo, saranno conservate fino al 31/12/1979. Dall'1/1/1980 si adotteranno le nuove tariffe previste dal presente articolo.
Il lavoro straordinario può essere compensato, in accordo con il dipendente, con riposo sostitutivo e con particolari adattamenti di orario.
L'art. 59 della legge regionale 12/8/1974, n. 22 e la legge regionale 28/8/1978, n. 56 sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 41 è approvato.
Articolo 42 - Trattamento economico di missione, di trasferimento e di prima sistemazione "Il trattamento economico di missione, di trasferimento e di prima sistemazione del personale regionale, è disciplinato dalla legge regionale 5/12/1978, n. 74 e successive modifiche in conformità alle indicazioni della legge n. 417 del 16/7/1978 e del D.P.R. 26/1/78, n. 513.
Le misure dell'indennità giornaliera di missione previste per le qualifiche regionali dalla tabella A) allegata alla legge regionale sopraccitata sono così modificate per i livelli regionali: 8°, 7°, 6°, 5°, livello L. 19.100 4°, 3°, 2°, 1°, livello L. 14.000 Le ore di lavoro straordinario compiuto in missione concorrono con quelle rese in sede al raggiungimento dei limiti individuali autorizzati.
Al primo comma dell'art. 4 della legge regionale 5/12/1978, n. 74 ed al secondo comma dell'articolo unico della legge regionale 5/12/1978, n. 75 vengono sostituiti alle qualifiche regionali i livelli regionali corrispondenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 42 è approvato.
Articolo 43 - Indennità per la funzione di coordinamento "Ai dipendenti incaricati della funzione di coordinamento ai sensi dell'art. 23 della legge regionale n. 6 del 20/2/1979 sull' 'Ordinamento degli uffici regionali' spetta per la durata dell'incarico, un compenso non pensionabile, stabilito nella misura fissa del 25% della retribuzione iniziale del livello 8°, da corrispondersi in dodicesimi posticipati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 43 è approvato.
Titolo IV - Norme transitorie per l'inquadramento del personale nei livelli funzionali Capo I - Inquadramento giuridico - Articolo 44 - Criteri generali di inquadramento "Con decorrenza dal 1 ottobre 1978 i dipendenti regionali sono inquadrati d'ufficio nei nuovi livelli funzionali, sulla base della tabella di corrispondenza di cui all'allegato B) e relative note, nonché dei criteri aggiuntivi stabiliti dagli articoli seguenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 44 è approvato.
Articolo 45 - Inquadramento nel VII livello "Il personale in servizio alla data del 30 settembre 1978 ed appartenente alla qualifica regionale di Istruttore, di cui all'art. 4 della legge regionale 12/8/1974, n. 22, e che in base alla tabella B) allegata, risulta inquadrabile al VI, livello, viene inquadrato, applicando per l'inquadramento nel livello superiore, il meccanismo economico previsto dal successivo art. 50, al livello VII, dall'1 /10/1978, se ha maturato a tale data almeno 3 anni di effettivo servizio, ovvero dalla data di assunzione".
La Giunta presente il seguente emendamento: nella penultima riga, dopo le parole "effettivo servizio" aggiungere le parole "nella predetta qualifica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 45 è approvato.
Articolo 46 - Inquadramento del personale docente "I docenti che operano nel settore della formazione professionale i quali, a norma della tabella B) allegata, dovrebbero essere inquadrati al V livello vengono inquadrati al VI se esercitano una funzione docente per l'esercizio della quale è richiesto uno specifico diploma di laurea del quale devono essere in possesso.
A questi dipendenti non si applica il disposto di cui all'articolo precedente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 25 Consiglieri si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art. 46 è approvato.
La Giunta regionale presenta il seguente nuovo: Articolo 47 - Concorso interno per titoli ed esami "La Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, bandisce - per la copertura massima dell'80 % dei posti complessivamente disponibili in organico - concorsi interni, per titoli ed esami riservati al personale di ruolo alla data del 1/10/1978 inquadrato nei livelli di cui al precedente art. 2, in possesso all'1/10/1978 dei seguenti requisiti per l'attribuzione dei livelli regionale 4°, 5°, 6°, e 8° : a) possesso del livello regionale (ovvero provenienza dalla qualifica regionale) immediatamente inferiore al livello cui il candidato aspira b) titolo di studio proprio del livello di appartenenza ovvero della qualifica di provenienza c) anzianità di effettivo servizio in Regione di almeno un anno per coloro che siano in possesso del titolo di studio richiesto dal punto b) d) anzianità di effettivo servizio in Regione di almeno quattro anni per coloro che siano in possesso del titolo di studio immediatamente inferiore a quello richiesto nel punto b).
Per l'attribuzione del livello 5° è comunque richiesta la provenienza almeno dalla qualifica regionale di operatore specializzato, e per l'attribuzione del livello 6°, nel caso previsto dal punto d), la provenienza almeno dalla qualifica regionale di Capo ufficio.
Nel caso in cui il candidato sia in possesso, alla data del bando del titolo di studio richiesto per il livello messo a concorso e abbia, svolto lodevolmente alla stessa data per il periodo di almeno un anno, presso gli uffici regionali funzioni superiori proprie del livello messo a concorso accertate con il provvedimento di cui al successivo settimo comma, oltre all'anzianità di servizio sopra indicata deve essere in possesso del livello immediatamente inferiore a quello stabilito dal precedente punto a) o provenire dalla qualifica regionale (ovvero da una delle qualifiche regionali assimilabili per carriera), immediatamente inferiori a quelle stabilite dal precedente punto a).
Per il personale inquadrato nel ruolo regionale ai sensi del successivo art. 51, valgono ai fini della valutazione del livello regionale richiesto esclusivamente le equiparazioni previste dalla tabella c) allegata alla presente legge.
Le prove d'esame, graduate a seconda dei livelli regionali da attribuire, consisteranno in prove scritte e orali oppure in prove orali e pratiche attitudinali.
Le modalità di valutazione dei titoli e le prove d'esame sono determinate nel bando di concorso.
Ai fini della valutazione dei titoli, l'eventuale svolgimento di funzioni superiori, che sarà considerato in modo rilevante, è riconosciuto sulla base degli atti di ufficio, con deliberazione della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio per il rispettivo personale.
Il numero dei posti da mettere a concorso per ogni livello viene individuato con il provvedimento di Giunta che indice il bando.
Le domande devono essere indirizzate al Presidente della Giunta regionale e pervenire entro e non oltre venti giorni dalla data di esecutività delle deliberazioni di indizione dei concorsi interni; le domande sono sottoposte per l'ammissibilità alla Giunta regionale.
L'inquadramento nei livelli superiori viene disposto con deliberazione di Giunta ed ha effetto dalla data del relativo provvedimento.
Sono esclusi dalla partecipazione ai concorsi di cui al presente articolo, i dipendenti che partecipano ai concorsi per l'attribuzione al livello superiore di cui al successivo art. 49".
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

In due punti di questo articolo vi è un riferimento a funzioni superiori. Questo è un atteggiamento molto discrezionale, ritengo quindi che bisognerà fare attenzione a non incamminarsi sulla strada della illegittimità.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta per l'illustrazione dell'emendamento.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Dopo il chiarimento avvenuto con le Organizzazioni sindacali, l'art. 47 nella parte a cui faceva riferimento il collega Paganelli, è stato così definito: "Ai fini della valutazione dei titoli, l'eventuale svolgimento di funzioni superiori è riconosciuto con deliberazione della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio per il rispettivo personale". In sostanza è identico all'art. 48 nella prima stesura.
L'art. 48 riguarda solo la composizione della Commissione e la parte restante è stata trasferita all'art. 47 nella formulazione finale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Voglio augurarmi che l'art. 47 venga approvato. Faccio notare che la modifica è semplicemente per una "captatio" approvazione da parte del Governo, perché l'illegittimità non sta nello spostare un comma da un articolo all'altro, ma sta nella considerazione che se ne darà successivamente. Se si dice che "ai fini della valutazione dei titoli l'eventuale svolgimento è riconosciuto con deliberazione...", la deliberazione di Giunta o dell'Ufficio di Presidenza si fa per tenerne conto in sede di concorso e la sostanza non muta. Se saranno sollevate questioni di legittimità non se ne potrà dare la colpa al Governo.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, appare con molta evidenza che ciò che è stato tolto è proprio l'elemento di ambiguità e di estrema soggettività di valutazione.
Inoltre "sulla base degli atti di ufficio" è un'altra garanzia precisa perché si individuano con chiarezza i titolari della responsabilità di questa valutazione dei titoli, che sono la Giunta regionale e la Presidenza del Consiglio. Questo è un principio corretto.



PAGANELLI Ettore

E' un principio discrezionale. Mi auguro che venga approvato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento con le correzioni apportate.
E' approvato.
Si passi alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri hanno risposto NO n. 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 47 è approvato.
Articolo 48 - Commissione giudicatrice dei concorsi interni - Prova d'esame "La Commissione giudicatrice di ciascun concorso interno previsto dal precedente articolo è composta come segue: dal Presidente della Giunta o da un Assessore da lui delegato che la presiede da due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza ed uno di minoranza, designati dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale da tre esperti nelle materie oggetto d'esame da tre rappresentanti del personale scelti su terne proposte dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario dell'Amministrazione designato dalla Giunta.
L'esame consiste, per tutti i livelli da attribuire, in: una prova orale una prova pratico-attitudinale attinenti alla professionalità richiesta nei bandi di concorso.
Le modalità di valutazione dei titoli e di svolgimento delle prove d'esame sono determinate con provvedimento amministrativo.
Ai fini della valutazione dei titoli, l'eventuale svolgimento di funzioni superiori è riconosciuto con deliberazione della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, per il rispettivo personale".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: "Commissione giudicatrice dei concorsi interni" anziché "Commissione giudicatrice dei concorsi interni - prova d'esame".
Emendamento abrogativo dei commi terzo, quarto e quinto dell'art. 48.
Chi approva l'emendamento alzi la mano. E' approvato.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 48 è approvato.
Articolo 49 - Concorsi per soli titoli per l'accesso al livello superiore "La Giunta regionale bandisce, altresì entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, concorsi interni per soli titoli, riservati al personale regionale in possesso di una anzianità effettiva di anni otto senza demerito alla data del 30 settembre 1978 nella carriera correlata al livello di appartenenza, inquadrato presso la Regione con decorrenza da data non posteriore al 1 aprile 1976.
L'accesso al livello immediatamente superiore a quello spettante è consentito nei seguenti casi: a) dal livello con parametro 130 al livello con parametro 142 b) dalle qualifiche non operaie del IV livello (142) al V livello (167) c) dal V livello (167) al VI livello (178).
I posti messi a concorso ai sensi del comma precedente non possono superare il 30 % della dotazione organica complessiva dei livelli di appartenenza alla data del 30 settembre 1978; in relazione agli eventuali posti soprannumerati che potrebbero derivarne saranno resi indisponibili altrettanti posti in altri livelli, i quali potranno essere conferiti a mano a mano che cesseranno i soprannumeri.
L'inquadramento al nuovo livello conseguito a seguito della partecipazione al predetto concorso interno ha decorrenza giuridico economica dal 1 ottobre 1978. In ogni caso restano immutati gli effetti economici dell'inquadramento così come stabilito nel successivo articolo.
E' in ogni caso escluso dalla partecipazione al concorso interno per l'accesso a livello immediatamente superiore a quello spettante ai sensi del primo comma del presente articolo il personale che comunque - anche per effetto della presente legge - abbia conseguito o consegua un passaggio di posizione, qualunque sia stato l'Ente o l'Amministrazione di appartenenza tale da essere in qualifica corrispondente a carriera superiore a quella di appartenenza al momento del transito alla Regione (art. 68 del D.P.R. n.
748/1972, tabelle regionali di raffronto, riconoscimento di mansioni superiori, reinquadramento per revisione con effetto retroattivo della posizione presso l'Ente di provenienza, riconoscimento dei titoli di studio)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri hanno risposto NO n. 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 49 è approvato.
Capo II - Inquadramento economico - Articolo 50 - Posizione giuridica ed economica nel livello "La posizione economica individuale nel livello di inquadramento è determinata sommando i seguenti elementi: a) stipendio tabellare lordo in godimento al 30 settembre 1978 comprensivo di scatti e classi acquisiti b) eventuali assegni personali pensionabili; c) aggiunzione senza titolo pari a quella spettante ai sensi del successivo art. 51.
La posizione giuridica nel livello d'inquadramento è quella dello scatto o classe della nuova progressione economica corrispondente alla posizione economica individuale come sopra determinata. Ove non si riscontri coincidenza di importi, la posizione giuridica è quella dello scatto o classe immediatamente inferiore alla suddetta posizione economica.
Al dipendente viene, altresì, riconosciuto il 'maturato in itinere' consistente nella quantificazione economica della frazione di tempo intercorsa, alla data del 30 settembre 1978, dalla data di maturazione dell'ultimo scatto e dell'ultima classe, rapportata ai tempi occorrenti nel vecchio ordinamento per conseguire lo scatto e la classe successivi, ovvero il secondo parametro retributivo, al fine di ridurre il tempo necessario per l'attribuzione dello scatto o classe successivi alla posizione giuridica di cui al precedente secondo comma.
La riduzione si determina secondo il seguente procedimento: a) il conteggio del tempo viene eseguito in mesi con arrotondamento per eccesso delle frazioni superiori a 15 giorni b) si calcola l'incremento monetario che nella progressione economica orizzontale di provenienza, deriva dallo scatto e dalla classe o secondo parametro retributivo immediatamente successivi agli ultimi conseguiti e si rapportano tali incrementi alle mensilità virtualmente maturate al 30 settembre 1978 per il loro raggiungimento.
Se il dipendente nella progressione economica in atto al 30 settembre 1978 ha conseguito tutte le classi ivi previste, il rateo di scatto biennale si calcola sull'incremento economico dello scatto successivo all'ultima classe o scatto maturato c) qualora i ratei di scatto e di classe (o secondo parametro retributivo) in corso di conseguimento nella progressione economica orizzontale di provenienza, e virtualmente maturati alla data del 30 settembre 1978 - definiti nel loro valore con la procedura prevista alle lett. a) e b) - sommati alla posizione economico individuale come determinata dal primo comma del presente articolo, diano nella nuova progressione, un valore uguale o maggiore ad una posizione stipendiale di scatto o classe superiore alla posizione giuridica assegnata, il dipendente acquisisce subito, ad ogni effetto, la posizione superiore d) qualora, a seguito dell'operazione di cui alla precedente lett. c) il dipendente non consegua una posizione giuridica superiore, il 'maturato in itinere', sommato alla eventuale frazione monetaria eccedente la posizione giuridica di inquadramento concorre alla riduzione dei tempi di percorrenza necessari per l'attribuzione della classe o dello scatto superiore, stabilendo a quante mensilità il predetto importo equivale nella nuova progressione economica, rispetto all'incremento economico mensile derivante dal conseguimento della posizione stipendiale di scatto o classe immediatamente successiva alla posizione giuridica di inquadramento acquisita. Ove dal saldo dell'operazione residui un resto, questo viene arrotondato per eccesso al mese intero se supera il 50% dell'importo dell'incremento mensile della posizione stipendiale successiva conseguentemente i tempi di percorrenza per raggiungere la p o si z ione stipendiale di scatto o classe successiva a quella giuridica di inquadramento vengono ridotti di un pari numero di mensilità.
e) Nel caso che, a seguito dell'acquisizione della posizione giuridica superiore con il procedimento di cui al punto c), residui una frazione monetaria che oltrepassa tale posizione, il residuo stesso riduce temporalmente i tempi di percorrenza per ottenere la posizione stipendiale di scatto o classe immediatamente successiva; in tal caso detta frazione si rapporta all'incremento economico mensile derivante dal conseguimento dell'ulteriore posizione stipendiale di scatto o classe immediatamente successiva al fine di determinare a quante di tali mensilità corrisponde e dopo aver arrotondato a mese intero il possibile resto dell'operazione suddetta se eccedente il 50 dell'incremento mensile stesso, il tempo di percorrenza per raggiungere la detta posizione stipendiale di scatto o classe immediatamente successiva saranno ridotti di un pari numero di mensilità.
Qualora la posizione economica individuale maggiorata del 'maturato in itinere' risulti inferiore alla posizione iniziale del nuovo livello d'inquadramento, il dipendente si colloca alla posizione iniziale di tale livello e consegue i successivi scatti e classi nei normali tempi previsti dal nuovo ordinamento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 50 è approvato.
Articolo 51 - Aggiunzioni senza titolo "Ai dipendenti regionali sono attribuiti, a titolo di beneficio contrattuale, i seguenti aumenti lordi mensili comprensivi dell'acconto di L. 25.000 mensili concesso con legge regionale 12/4/1977, n. 23: L. 55.000 mensili per i dipendenti già rivestenti le qualifiche regionali di custode, operatore, operatore specializzato, segretario.
L. 47.000 mensili per i dipendenti già rivestenti le qualifiche regionali di capo ufficio, istruttore L. 43.000 mensili per i dipendenti già rivestenti la qualifica regionale di capo servizio L. 40.000 mensili per i dipendenti già rivestenti la qualifica regionale di dirigente di settore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 51 è approvato.
Articolo 52 - Assegni personali riassorbibili "Per i dipendenti regionali provenienti dagli ex Consorzi di bonifica montana in servizio presso la Regione al 30/9/1978, l'inquadramento economico nei nuovi livelli si effettua sulla base dell'art. 50 primo comma punti a) e c).
L'assegno personale pensionabile di cui risulta eventualmente provvisto detto personale, viene ridotto per la parte eccedente l'importo dal beneficio spettante ai sensi dell'art. 51, e l'eventuale ulteriore differenza sarà riassorbita con i futuri miglioramenti economici a qualsiasi titolo ivi compresi quelli derivanti dal maturato in itinere".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 52 è approvato.
Capo III - Inquadramento nel ruolo regionale di personale comandato presso la Regione e di personale assunto ai sensi della legge regionale 27/12/1977 n. 63 Articolo 53 - Inquadramento nel ruolo regionale del personale in posizione di comando presso la Regione ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 12/8/74, n. 22, ovvero distaccato ai sensi dell'art. 8 della legge regionale 4/6/1975, n. 41 "Il personale in posizione di comando rispettivamente ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 12/8/74, n. 22, e ai sensi dell'art. 8 della legge regionale 4/6/75, n. 41, alla data del 30/9/1978 ed in servizio presso la Regione alla data di entrata in vigore della presente legge, pu essere inquadrato, a domanda, nel ruolo regionale, nei limiti delle dotazioni organiche di ciascun livello previste dall'art. 10 della legge regionale 'Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali Determinazione della dotazione organica del personale'.
L'inquadramento, ha effetto dal 1/10/1978 e viene disposto per il livello funzionale corrispondente a quello rivestito nell'Amministrazione di provenienza, in base alla tabella di corrispondenza allegato C).
La posizione economica e giuridica nel livello di inquadramento è determinata ai sensi del precedente articolo 50.
E' escluso comunque dall'applicazione del presente articolo il personale in posizione di comando presso la Regione ai sensi dell'art. 19 della legge regionale 17/8/74, n. 386 e dell'art. 6 della legge n. 349/77".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 53 è approvato.
Articolo 54 - Inquadramento di personale assunto in base ai concorsi di cui all'art. 2 della legge regionale 27/12/1977, n. 63 "Il personale assunto in forza della deliberazione della Giunta regionale n. 82/901 del 26/11/1975, come disposto dall'art. 2 della legge regionale 27/12/1977, n. 63, purché in servizio presso gli uffici regionali da almeno un anno, alla data di entrata in vigore della presente legge, pu a domanda, essere inquadrato nel ruolo regionale nel livello corrispondente alla qualifica regionale di assunzione.
Si applicano a tal fine le norme di cui all'art. 4 della legge regionale 27/12/1977, n. 63.
Gli inquadramenti effettuati, ai sensi dei commi precedenti hanno effetto ai fini giuridici ed economici dalla data dei provvedimenti di nomina.
Si estendono al personale così inquadrato i commi settimo e nono dell'art. 2 della legge regionale 27/12/1977, n. 63".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 58 è approvato.
Articolo 59 - Principio della contrattazione "Per tutti i problemi inerenti l'organizzazione del lavoro ed i suoi riflessi sul personale, si dà attuazione al principio della contrattazione sindacale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 59 è approvato.
Articolo 60 - Disposizioni finanziarie "Agli oneri derivanti dall'applicazione degli artt. 42, 46, 48, 49, 50 52, 53, 56 e dell'art. 40 della presente legge per l'anno finanziario 1978 valutati rispettivamente in 660 milioni e in 10 milioni, si provvede mediante una riduzione di 670 milioni in termini di competenza e di cassa del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, dei seguenti appositi capitoli: Somme da corrispondere al personale regionale per l'adeguamento delle retribuzioni al nuovo contratto nazionale relativamente al periodo 1 ottobre 1978 - 31 dicembre 1978 con lo stanziamento di 495 milioni in termini di competenza e di cassa Oneri riflessi a carico della Regione per il personale, relativamente al periodo 1° ottobre - 31 dicembre 1978, in applicazione del nuovo contratto nazionale, con lo stanziamento di 165 milioni in termini di competenza e di cassa Somme da corrispondere al personale regionale per l'adeguamento dei compensi per il lavoro straordinario in applicazione del nuovo contratto nazionale relativamente al periodo 1 ottobre 1978 - 31 dicembre 1978, e con lo stanziamento di 10 milioni in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri derivanti dall'applicazione degli artt. 42, 46 48, 49, 50 52, 53, 56 e dell'art. 40 della presente legge per l'anno finanziario 1979 valutati rispettivamente in 2.635 milioni e in 35 milioni, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12.500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e mediante l'iscrizione in termini di competenza e di cassa, delle somme di 2.110 milioni, di 525 milioni e di 35 milioni, rispettivamente ai capitoli n. 200, n. 220 e n.
260 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1980 e successivi le somme di cui al precedente comma saranno iscritte in aumento agli stanziamenti dei corrispondenti capitoli dei rispettivi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 60 è approvato.
Articolo 61 - Dichiarazione d'urgenza "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 54 è approvato.
Titolo V - Norme finali Articolo 55 - Efficacia della legge "La decorrenza degli effetti giuridici ed economici, previsti dalla presente legge, è fissata al 1 ottobre 1978.
Il periodo di validità del contratto triennale è venuto a scadenza il 31 dicembre 1978".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 55 è approvato.
Articolo 56 - Concorsi pubblici - Maggiorazione riserva dei posti "Nel primo concorso pubblico successivo per ciascun livello e ciascuna funzione, bandito successivamente all'entrata in vigore della presente legge, la riserva dei posti può essere aumentata al 35% e si applica al personale regionale di ruolo appartenente al livello immediatamente inferiore, purché in possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso a quest'ultimo, o appartenente a livello ancora sottostante, purché in possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso al livello per il quale è bandito il concorso, sempreché sussista in entrambi i casi una anzianità di un anno nel livello di appartenenza".
Viene proposto dalla maggioranza, di sopprimere nella prima riga la parola "successivo". Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 56 è approvato.
Articolo 57 - Concorsi pubblici in via di espletamento "I concorsi di ammissione all'impiego regionale, in corso di svolgimento per i quali ha già avuto inizio l'iter per l'espletamento delle prove di esame alla data di entrata in vigore della presente legge, sono espletati con l'osservanza delle norme previste dalla legge regionale 12/8/1974, n. 22.
I vincitori degli stessi saranno immessi nei livelli funzionali secondo il rapporto di corrispondenza seguente: II livello - custode III livello - operatore IV livello - operatore specializzato V livello - segretario Per i livelli VI e VII si tiene conto delle figure professionali secondo i criteri esposti nelle note esplicative della tabella B)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 57 è approvato.
Articolo 58 - Rinvio "Per quanto non previsto dalla presente legge valgono le disposizioni legislative vigenti, in quanto con esse compatibili.
Le parole 'qualifica funzionale' s'intendono sostituire con le parole 'livello funzionale' nelle leggi regionali 12/8/1974, n. 22 e 27/12/1977 n. 63 nonché nelle leggi regionali 5/12/1978, n. 74 e 75 e successive modificazioni ed integrazioni.
Sono altresì soppressi gli artt. 41 e 54 della legge regionale 12/8/74 n. 22".
Si proceda alla votazione.



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 61 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
Il testo della legge è approvato.
La seduta del Consiglio regionale è aggiornata a martedì 18 alle ore 9,30; in quella seduta si potranno esaminare i punti che ci eravamo impegnati a esaminare questa sera.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,45)



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