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Dettaglio seduta n.267 del 25/07/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Sul programma dei lavori consiliari


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
Nella Conferenza dei Capigruppo sono state assunte le seguenti determinazioni in ordine al proseguimento dei lavori: esame di tutti i punti iscritti all'ordine del giorno cominciando con il progetto di legge n. 436: "Assestamento del bilancio regionale per l'esercizio 1979" e di quelli che nel frattempo si fossero aggiunti convocazione del Consiglio per il 31 luglio, per esaminare il disegno di legge sulla caccia e quei punti che non dovessero essere svolti nel corso della seduta di oggi Non si terrà la seduta di domani.
Vi sono obiezioni? Non ve ne sono.



BELLOMO EMILIO


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 436 "Assestamento di bilancio regionale per l'esercizio 1979"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

Passiamo all'esame del progetto di legge n 436: "Assestamento di bilancio regionale per l'esercizio 1979" La parola al relatore, Consigliere Rossi



ROSSI Luciano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'assestamento del bilancio di previsione dell'anno in corso, in base alla legge di contabilità, permette di assolvere a quel provvedimento di natura finanziaria che definisce quali sono le spese effettivamente erogabili nel corso dell'anno, consentendo di giungere ad una piena utilizzazione, seppure in modo elastico, di tutte le risorse disponibili per attuare quanto e possibile concretamente.
Con l'assestamento si aggiorna l'avanzo finanziario, i residui attivi e passivi in base alle risultanze del conto consuntivo recentemente approvato, nonché le variazioni in termini di competenza e di cassa.
Ma con questa operazione, seppure di natura prettamente contabile, si permette di verificare attraverso le variazioni, il modo come viene attuato il programma di attività e di spesa che l'Amministrazione regionale si è dato.
In linea di ipotesi la presentazione della legge di assestamento avrebbe potuto accompagnarsi con l'aggiornamento dei documenti fondamentali della programmazione regionale - Piano di sviluppo, programma pluriennale di attività e di spesa, bilancio pluriennale. A questa soluzione non si è peraltro giunti a causa di vicende politiche generali note che non hanno reso possibile predisporre, da parte della Giunta regionale, tutti i documenti e sottoporli alla consultazione, Se infatti è possibile ritenere che il Consiglio regionale possa esaminare e approvare un documento come il rendiconto, anche senza un confronto con le realtà sociali e territoriali del Piemonte, non può ritenersi invece possibile sottrarre a tale confronto i fondamentali documenti programmatici. In queste condizioni è parsa saggia decisione quella di rinviare al prossimo settembre l'esame dell'aggiornamento del Piano di sviluppo del bilancio pluriennale limitando per ora l'impegno del Consiglio all'approvazione di un assestamento di bilancio che ha prevalentemente valore tecnico. Infatti la parte di gran lunga prevalente delle variazioni introdotte nel bilancio 212 miliardi su 255, escluse le partite di giro, riguarda maggiori risorse statali a destinazione vincolata.
La relazione della Giunta contiene anche due documenti che non sono stati oggetto di esame in I Commissione e che costituiscono materiale di studio e di approfondimento per il dibattito di settembre: si tratta dell'analisi condotta nello stato di attuazione della legge n. 10/74 sull'artigianato e del complesso delle leggi regionali in materia di agricoltura, relativamente ai contributi in conto interesse. Si invita a questo proposito la Giunta a voler presentare documenti analoghi per gli altri più importanti settori di attività, al fine di ottenere una completa trasparenza dello stato di attuazione finanziaria della legislazione regionale.
Passando ad esaminare le variazioni dell'entrata, dai documenti in esame complessivamente risulta: la competenza aumenta rispetto alla previsione iniziale di 298 miliardi circa, pari al 16 i residui attivi si sono ridotti di L. 258 miliardi circa, pari al 39 infine l'avanzo finanziario presunto all' inizio dell'esercizio si riduce di circa 120 miliardi e l'importo assestato passa a 96 miliardi e mezzo circa.
Nella competenza del bilancio assestato - in aggiunta ai circa 37 miliardi di mutui già contratti - viene iscritto un mutuo a pareggio di 184 miliardi e 659 milioni.
Ricordiamo ora, seppure brevemente, che le variazioni più significative delle maggiori entrate che interessano la competenza sono le seguenti : 2 miliardi per l'attuazione del progetto giovani 42 miliardi e 300 milioni per i danni alluvionali 4 miliardi e mezzo a favore delle colture colpite dalle avversità atmosferiche 45 miliardi circa per l'assistenza ospedaliera relativamente agli anni 1977/78 97 miliardi circa di assegnazione fondi in conseguenza al piano decennale della casa relativi al biennio 1978/79 8 miliardi e mezzo di contributi della CEE per progetti finalizzati di formazione professionale 3 miliardi circa per l'acquisto di autobus 4 miliardi e 300 milioni per gli asili nido 30 miliardi circa per partite di giro.
Inoltre si presenta un ulteriore aumento del gettito dell'Ilor di 12.500 milioni per arretrati del 1977 e 1978. Questo tributo comincia finalmente ad essere una entrata significativa, anche a seguito del mutato sistema di accertamento. Si registra altresì un aumento di 10 miliardi per interessi attivi a seguito dell'istituzione del servizio di tesoreria che si accompagna al movimento di una massa considerevole di liquido. A questo aumento si aggiunge un incremento di 1.500 milioni per fondi non utilizzati dagli uffici periferici.
In base a queste maggiori entrate il bilancio di competenza passa da 1.559 a 1.857 miliardi circa. Tale incremento, come prima abbiamo evidenziato, è di circa 298 miliardi; di questi però ben 242 circa comprese le partite di giro, provengono da assegnazioni statali a destinazione vincolata. Ne deriva che con l'assestamento il tasso di rigidità del bilancio per il 1979 sale al 68,2% rispetto al 65%, come risulta dal consuntivo del 1978.
Infine per quanto concerne il bilancio di cassa, con l'assestamento della competenza e dei residui attivi definiti alla chiusura dell'esercizio 1978, esso ammonta a 2.248 miliardi circa e si riduce di 204 miliardi circa, rispetto alle previsioni iniziali del bilancio approvato nel febbraio scorso.
Signori Consiglieri, nella parte spesa l'operazione di assestamento ha portato ad un incremento di 255 miliardi e 556 milioni delle risorse impiegate, pari al 16% circa rispetto alle previsioni iniziali della spesa stessa. Le somme che concorrono a determinare questo incremento si possono individuare nelle seguenti partite: 1) 65 miliardi circa di residui passivi relativi ad assegnazioni statali a destinazione vincolata, radiati dalla gestione residui e reimportati nella competenza dell'esercizio 1979 2) 75 miliardi circa di contributi in capitale e limiti di impegno la cui decorrenza è slittata alla competenza 1979 ai sensi della legge regionale n. 2/79 3) 107 miliardi circa risultanti dalla differenza tra previsioni finali e spese accertate nell'esercizio 1978 e reimpiegati come nuove risorse nell'esercizio 1979 4) 8 miliardi circa corrispondenti a quote impegnate di residui relativi agli esercizi 1972/76 radiati e reimportati a competenza 1979.
Dal punto di vista della natura delle variazioni relative all'operazione di assestamento si possono distinguere tre grandi gruppi: 1) aumento delle assegnazioni statali a destinazione vincolata per 212 miliardi 2) incrementi di risorse conseguenti al rendiconto per 30 miliardi 3) variazioni di programmi e progetti per 13 miliardi.
Non tutte le variazioni al Piano di sviluppo sono diventate operanti per cui, nella prossima discussione di settembre sulle scelte di piano sarà con tutta probabilità necessario apportare ulteriori variazioni all'assestamento del bilancio.
L'incremento complessivo della spesa mette anzitutto in evidenza il forte aumento delle assegnazioni statali a destinazione vincolata, rispetto alle risorse sulle quali la Regione può esercitare il proprio potere discrezionale, incremento che ha ulteriori riflessi sulla già notevole rigidità del bilancio.
Esse sono particolarmente rilevanti per l' area di intervento n. 1 agricoltura, dove a costituire l'incremento di 27.510 milioni di risorse a disposizione, concorrono, oltre ai 9.906 milioni di nuove assegnazioni anche 33.184 milioni di residui passivi relativi ad assegnazioni statali reimpostati nell'esercizio 1979.
L'area di intervento n. 3, gestione e assetto del territorio non è meno caratterizzata da un forte afflusso di assegnazioni statali a destinazione vincolata. A costituire l'incremento di 112.833 milioni circa di risorse disponibili concorrono infatti: 11.625 milioni di residui, relativi ad assegnazioni reimpostate in competenza; nuove assegnazioni per 42.300 milioni, ai sensi della legge 364, da destinare ad opere di prevenzione soccorso e ripristino resesi necessarie a seguito delle alluvioni dello scorso anno; nonché risorse per 96.703 milioni, ai sensi della legge n.
457, devolute alla costruzione di abitazioni ed al recupero del patrimonio edilizio di proprietà pubblica, a favore dell'edilizia sovvenzionata ed agevolata. E' evidente che, data la natura delle opere e la complessità delle procedure, gran parte di queste risorse ce le ritroveremo nella gestione dei residui passivi per qualche esercizio.
Nell'area 3 sono, peraltro; presenti alcuni incrementi di spesa che corrispondono a scelte di programma: mi riferisco in particolare agli interventi per le opere pubbliche di competenza comunale (acquedotti fognature, case comunali ed edilizia scolastica minore).
Egregi colleghi, la più soggetta all'andamento delle assegnazioni statali vincolate è l'area di intervento n. 4, dove il fondo per l'assistenza sanitaria, compresa quella ospedaliera, assorbe 1.040 miliardi delle risorse regionali disponibili, pari al 56% dell'intero bilancio.
All'incremento di 61.310 milioni concorrono sia i 14.972 milioni di assegnazioni residue reimpostate in competenza, sia i 45.271 milioni di nuove assegnazioni. Le assegnazioni statali vecchie e nuove coprono quindi quasi interamente l'incremento subito dall'area, la quale, come è possibile constatare, si comporta - almeno fino a quando non sarà operante il piano socio-sanitario - alla stregua di una semplice partita di giro. In conseguenza della facilità di erogazione di queste risorse, sì rende necessario un esame approfondito delle loro destinazioni e, soprattutto, la fissazione di criteri di ripartizione tra i vari Enti, che non può basarsi esclusivamente sull'indagine storica della loro spesa.
Per quanto riguarda le altre aree, quella di "attività" è caratterizzata dagli 8 miliardi e mezzo circa destinati a finanziare lavori di sistemazione, strutturazione e di adattamento di immobili destinati ad uffici regionali e l'acquisizione di ulteriori beni, in conseguenza delle scelte di politica patrimoniale della Giunta, che tendono all'acquisizione di nuovi beni immobiliari ed alla sistemazione di quelli che già fanno parte del patrimonio regionale. Nell' area di "attività" devono essere ancora rimarcate le maggiori spese per l'attività delle Comunità montane e dei Comprensori ormai in fase di pieno esercizio dei propri compiti programmatori, e quelle connesse alle nuove ricerche collegate al Piano di sviluppo.
L'area 2, attività secondarie e terziarie al di là di una certa influenza delle assegnazioni statali, sia per quanto riguarda i contributi alle Province per la sistemazione delle strade, sia nuove per i 2 miliardi da destinare all'impiego dei giovani in servizi socialmente utili, la principale caratteristica che essa presenta è il forte incremento apportato al piano autobus, che con un aumento di 6.244 milioni, pari al 34,4% delle previsioni iniziali, viene portato a 24.404 milioni, confermandosi come uno dei settori di intervento più attivi.
Infine l'area n. 5, formazione e cultura, assorbendo nel programma per la formazione professionale il contributo della CEE di 8.422 milioni per le spese relative alla realizzazione di progetti di formazione professionale finalizzati a specifiche occasioni di impiego, ha consentito di ridurre di 2.300 milioni il contributo, a carico della Regione ad Enti pubblici e privati per l'organizzazione ed il finanziamento dei corsi di formazione e di addestramento professionale e dei corsi per apprendisti.
Mi pare opportuno esaminare ancora sommariamente la gestione dei residui che in base ai risultati del conto consuntivo del 1978 ha assunto la dimensione di 316.225 milioni con una riduzione rispetto a quella iscritta nel bilancio di previsione di 56.840 milioni, pari al 15,2%.
Due parole infine per le previsioni di cassa che, lasciando intravedere la scomparsa di ogni problema di liquidità, con una riduzione di 248 miliardi vengono portate a 2.247 miliardi circa. In proposito la Commissione ha rilevato una discordanza tra la disponibilità di cassa ed il complesso delle risorse spendibili (competenze più residui). In particolare si è valutato che la somma iscritta tra gli oneri non ripartibili per circa 350 miliardi, corrispondenti al reintroito di somme in deposito nei conti correnti accesi presso la tesoreria centrale, già ridotta di 330 miliardi possa essere ulteriormente ridimensionata. Tale fondo, infatti, rappresenta una sorta di "volano" per redistribuire più celermente le risorse via via affluenti durante l'esercizio e non esattamente prevedibili, mentre una sua eccessiva dilatazione potrebbe comportare una duplicazione di risorse.
Signori Consiglieri, questa relazione si è limitata ad esaminare gli aspetti più rilevanti dell'operazione di assestamento, prevalentemente sotto il profilo tecnico, secondo quanto si è già detto ed in base all'accordo intervenuto in Commissione, al quale spero di essere stato il più possibile fedele. Si ritiene opportuno che essa venga accompagnata nell'invio al Governo dei documenti relativi all'assestamento - dalla relazione della Giunta, almeno per la parte descrittiva di commento con esclusione dell' analisi delle leggi.
Il voto favorevole dato dalla maggioranza della Commissione scaturisce dalla concordanza tra il bilancio 1979 nella sua iniziale stesura, e lo spirito ed i contenuti delle variazioni ora apportate.
Si allega infine l'assestamento di bilancio dell'azienda "Tenuta La Mandria" che ai sensi di legge deve essere approvato contestualmente.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

Ha chiesto di parlare la dottoressa Castagnone Vaccarino Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, questo assestamento di bilancio in realtà dovrebbe chiamarsi variazione di bilancio: non essendo accompagnato dal bilancio pluriennale, non permette quel tipo di scelte politiche che si possono fare solo di fronte al bilancio pluriennale.
In compenso l'assestamento è accompagnato da un eccellente documento di carattere tecnico che dimostra che gli uffici finanziari funzionano bene.
Un pol' meno forse funziona l'Assessore che non ha ritenuto di accompagnare le variazioni con una relazione politica.
Prendiamo atto che dal momento in cui ci fu la discussione sul rendiconto alcune cose sono già accadute, tra le quali la discussione sulla variazione, dello statuto della Promark che, in realtà, è stata respinta a maggioranza per ragioni tecniche non potendo una variazione del genere avvenire che attraverso il Consiglio. Non entro nel merito delle ragioni politiche, cioè che si è trattato di un atto autoritario della Giunta che assolutamente il Consiglio non può accettare.
Nella variazione di bilancio il capitolo che riguarda le Fiere ed i Mercati aumenta di 350 milioni in previsione di ulteriori manifestazioni fieristiche. Dal momento che siamo ancora in attesa della relazione richiesta sull'attività della Promark, devo dire che questo aumento, che si aggiunge ai 350 milioni precedenti, è uno dei tanti fatti di cui infarcir la mia relazione, piccoli e grandi fatti che però hanno una notevole importanza.
In quanto andrò a dire ci sarà una lieve discrepanza rispetto a quello che ha detto il collega Rossi per il fatto che ho tenuto conto dell'ultima variazione che ci è stata consegnata a mani, mentre il Consigliere Rossi si è basato sulla relazione della Giunta.
Questo assestamento presenta nelle competenze 301 miliardi in più nell'entrata e 260 miliardi in più nell'uscita; 197 miliardi, che fanno parte dell'entrata, sono a destinazione vincolata e sono quindi riportati pari pari nella spesa; 104 miliardi sono la variazione reale che per comprende ancora le partite di giro e pertanto non è ancora la variazione reale.
Per quanto riguarda le maggiori spese stanziate con fondi di bilancio (in questo caso mi riferisco ai dati contenuti nella relazione non avendo potuto fare la suddivisione dopo l'ultima variazione) abbiamo un aumento di 14 miliardi nell'area di attività (spese stanziate con fondi propri della Regione); 7,2 miliardi nell' area dell'agricoltura; 2,9 nell'area lavoro artigianato e trasporti; 12,1 nell'area delle opere pubbliche; 3,4 nell'area formazione professionale e cultura. Non indico l'area sanità perché in fondo non è estremamente rilevante (dovrebbe essere più 1,9).
L'area di attività è quella che ha il massimo incremento: l'Ente Regione aumenta le proprie spese più di quanto ritiene di dover dare come incremento, per esempio, nell'area 3 delle opere pubbliche. Questo contrasta in qualche modo con quanto in questi giorni ha detto l'Assessore Simonelli in unl'intervista alla Stampa e cioè che la politica della Regione dovrebbe cercare di sostenere i livelli della produzione e dell'occupazione. Non vorrei pensare che si ritenga di sostenere i livelli dell'occupazione soltanto attraverso le assunzioni nell'Ente Regione! Il capitolo 1000 presenta una spesa di 19 miliardi che ho chiamato: "perché ciascuno abbia la sua casetta". E mi spiego. Avendo chiesto un giorno di avere unl'indicazione della politica regionale nel campo delle acquisizioni patrimoniali, il Presidente della Giunta mi ha risposto che anche la Regione desidera avere la sua casa come ciascuno di noi.
L'occasione di questa discussione mi induce a chiedere, e questa è la quarta volta, un dibattito nel quale la Giunta presenti la politica patrimoniale che intende perseguire.
Alcune osservazioni che farò mi daranno ragione di quanto chiedo.
Al capitolo 840, oltre ai 19 miliardi di previsione, abbiamo per il 1979 un miliardo e 300 mila lire di spese, per manutenzione e riparazioni contro i 832 milioni del 1978. Al capitolo 640 per spese di immobili canoni, locazioni, oneri condominiali, illuminazione, riscaldamento e pulizia, tutte le voci nelle quali è difficile capire quanto va attribuito all'una e quanto va attribuito all'altra, sono previsti per il 1979 2.850 milioni, contro i 1400 del 1978. Le sole spese di telefono dovrebbero aumentare da 960 milioni a 2 miliardi. Si vede che diventeremo molto più chiacchieroni!



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Tenga presente gli aumenti delle locazioni per l'aggiornamento dell'equo canone



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Certo, aumenta tutto. E' però difficile dare un giudizio sulla politica patrimoniale attraverso lo strumento che abbiamo in mano e attraverso questa divisione di capitoli perché non si riesce a capire quali sono le spese di gestione che sono connesse con il patrimonio della Regione che ovviamente, hanno molto peso e quali sono le spese per canoni.
Chiedo che per il prossimo bilancio ci sia dato un chiarimento o una relazione sulle spese di attività con una divisione tale che permetta ai Consiglieri di rendersi conto se siano più convenienti le acquisizioni oppure le locazioni.
Inoltre la Regione, al cap. 2780, prevede di reintroitare 54.283 milioni di depositi in banca e, nelle partite di giro, di reintroitare i fondi di cui al cap. 3050 per 80 miliardi. Contemporaneamente aumentano le previsioni di riscossione di interessi attivi per ben 25 miliardi e 500 milioni.
Non sappiamo quanto sia favorevole il tasso di interesse di Tesoreria perché alla nostra richiesta di venire in possesso della convenzione non ci è stata data mai risposta. Non si capisce come possano aumentare gli interessi dal momento che noi prevediamo delle riscossioni. Invitiamo l'Assessore a chiarirci questo mistero. Cap. 3050: altro mistero che vorremmo chiarire tute le volte; si tratta delle famose altre partite che si compensano nella spesa e che raggiungono i 55 miliardi. Perché sono considerate delle uscite? In realtà, siccome sono fondi che stanno nelle banche e non nelle tasche di coloro per i quali si dovrebbero spendere maturano interessi e di fatto sono residui passivi.
Per quanto riguarda la maggiore capacità di spesa della Regione potremmo fare un discorso molto ampio che riguarda tutte le aree di attività, ma vogliamo risparmiarlo sottolineando soltanto quanto appaia velleitaria la maggior parte delle previsioni della capacità di spesa.
Valga a dimostrarlo l'esempio dell'area n. 3: nel 1979, 170,4 miliardi di previsione iniziale, 112,8 miliardi di assestamento, totale 283 miliardi più 128 miliardi di residui precedenti: totale 411 miliardi. Le previsioni di pagamento per il 1979 sono 251,6 miliardi. Questo dovrebbe rallegrarci senonché se confrontiamo queste previsioni con il bilancio consuntivo vediamo che nel 1978 sono stati pagati solo 65 miliardi compresi i residui degli anni precedenti. Come possiamo pensare che la Regione, che nel 1978 ha pagato sul 1978 e sugli anni precedenti 65 miliardi nell'area 3, possa questl' anno pagarne 251,6 tenendo presente che qui sono compresi anche i fondi del piano case? A che gioco giochiamo? La realtà è quella che abbiamo evidenziato nella precedente discussione: la Regione non sa e non ha capacità di spendere; quindi è perfettamente inutile che preveda di spendere 251,6 miliardi.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi auguro che venga finalmente data risposta alle mie domande. Non essendoci nessuna corrispondenza tra la politica che la Regione dichiara di voler attuare e la politica che in realtà attua, non possiamo che esprimere il nostro voto negativo alle variazioni di bilancio.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

E' iscritto a parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, noto che nelle forze di opposizione cl'è una specie di compensazione: l'altra volta in sede di discussione del conto consuntivo avevo svolto a nome del Gruppo D.C., un intervento molto ampio, questa volta è la collega Vaccarino a svolgere un intervento molto ampio, al quale in larga misura anche noi ci rifacciamo, limitando il nostro intervento ad una dichiarazione di voto.
Abbiamo ritenuto che un più approfondito dibattito avrebbe finito per certi aspetti per essere ripetitivo di quello tenuto la settimana scorsa sul consuntivo. Si e ritenuto di dare a questo assestamento il valore di mero rispetto di adempimenti legislativi, sia pure con qualche ritardo perché l'art 14 della legge di contabilità prevede infatti l'approvazione dell'assestamento entro il 30 giugno. Di queste intese avvenute in Commissione si e fatto carico con la solita puntualità il collega Rossi nella relazione che ha presentato.
La relazione della Giunta dice peraltro chiaramente che il discorso sull'aggiornamento del Piano di sviluppo, sul bilancio pluriennale e quindi sul bilancio in corso e rinviato alla sessione autunnale dei Consiglio.
Trattasi di un ulteriore rinvio, di consultazioni non fatte sull'assestamento di cui la maggioranza si e fatta carico m Commissione e in Consiglio Correttamente va però detto che nella relazione che peraltro è stata consegnata lunedì scorso, sono già stati introdotti elementi sullo stato di attuazione delle leggi dell'agricoltura e dell'artigianato che sono la premessa per il discorso futuro.
Non resta che augurarci che i documenti a cui si fa cenno nella prima pagina della relazione vengano consegnati, al più presto per essere valutati con la dovuta attenzione.
Che questo assestamento sia più che altro un adempimento tecnico lo si deduce dalle cifre contenute nella relazione della Giunta e riprese nella relazione del collega Rossi : oltre 212 miliardi derivano da aumenti di assegnazioni statali a destinazione vincolata circa 30 miliardi sono la conseguenza di modifiche derivanti dall'approvazione del rendiconto 1978 solo 11 miliardi sono la conseguenza dell'esame e dell'aggiornamento dei programmi e dei progetti quando questa operazione dovrebbe essere la più consistente in sede di assestamento Con i nuovi aggiornamenti, compreso quello annunciato in Commissione e che l'Assessore oggi formalizzerà, il bilancio si attesta su di una competenza di oltre 1860 miliardi.
Come già detto, rinviamo un discorso più ampio sulla competenza ad una successiva occasione. Ci limitiamo ad osservare: 1) che i fondi erogati dallo Stato per l'attuazione del servizio sanitario nazionale sono di 967 miliardi, pari al 52% circa del bilancio regionale. E' stato ormai doppiato il Capo di Buona Speranza! 2) che l'aumento in previsione degli interessi attivi (cap. 2110 delle entrate) da 10 a 20 miliardi dimostra quella favorevole ed ampia liquidità di cassa che già abbiamo rilevato nella discussione del rendiconto 3) che la Giunta, nonostante i nostri inviti ad un maggiore rigore continua ad aumentare gli stanziamenti nei capitoli inerenti convegni riunioni, mostre e stampa.
I capitoli 500, 520, 540, 760 presentano un aumento di 870 milioni.
Dico una parola più ampia sulla cassa.
Il bilancio assestato presenta una liquidità di 2.247 miliardi superiore di circa 74 miliardi al totale della competenza e dei residui (1858 + 316 = 2173).
A prescindere dall'ovvia considerazione che nel corso dell'anno non ci sarà certo l'integrale pagamento delle competenze e dei residui, la cassa non può per legge (art. 3 della legge nazionale di contabilità, art. 26 della legge regionale di contabilità) prevedere una somma superiore al totale delle somme per cui è previsto il pagamento per i residui passivi e per la competenza dell'esercizio finanziario.
Ancora una volta lo sfasamento non deriva tanto dalle singole aree, ma dal titolo "oneri non ripartibili" e precisamente in massima parte dal capitolo 12870 "deposito di somme presso la Tesoreria centrale".
Nel discutere nel febbraio di questl'anno il bilancio 1979 avevo sostenuto che detto capitolo portante una previsione di 700 miliardi e quello relativo ai 22 miliardi delle anticipazioni passive (cap. 13000) erano praticamente una duplicazione e che portavano una gonfiatura della cassa.
Non ebbi in allora ascolto e soddisfazione. Noto pero che i 22 miliardi sono stati eliminati e che i 700 miliardi sono stati ridotti a 365. Affermo che non e ancora sufficiente. Il cap. 12870, che tecnicamente è necessario l'ho affermato allora e lo ripeto oggi - proprio per il meccanismo dell'introito e del pagamento, deve prevedere una cifra minima indicando semplicemente una partita finanziaria, Il collega Rossi ha parlato di "volano". Altrimenti sfalsa le previsioni della cassa gonfiando e rendendo il bilancio non rispondente a legge.
E mi fermo qui.
Ci troviamo davanti ad un adempimento tecnico che non muta l'impianto del bilancio 1979. Lievi correzioni operate, se da un lato dimostrano l'esattezza delle osservazioni che avevamo avanzato, dall'altro non sono sufficienti a variare la struttura e mutarne le prospettive.
Il nostro giudizio è sfavorevole per le brevi osservazioni di oggi, ma soprattutto per quelle più ampie prospettate al momento di discussione del bilancio preventivo 1979.



PAGANELLI ETTORE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

E' iscritto a parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, Consiglieri, devo fare una grave ammissione. In questo assestamento di bilancio più che sui documenti della Giunta mi sono preparato sul "testo del Garbarino" pubblicato sulla Stampa. E' vero che la Stampa l'ho comperata e non sono andato nei consigli scolastici a farmela prestare, però leggendo il testo del Garbarino mi sono reso conto che non cl'è un grosso momento politico in questo assestamento di bilancio. Il che non significa che le nostre conclusioni non possano essere di carattere politico aprioristico, così come ci siamo comportati in occasione del bilancio 1979.
In realtà si tratta di una variazione che ha caratteristiche soprattutto tecniche; si tratta di aumento delle entrate dovuto al trasferimento di fondi statali vincolati e, per quello che riguarda l'assestamento vero e proprio, di somme di scarsissima incidenza rispetto al bilancio generale.
Fatte queste premesse, il giudizio sulla validità della legge di assestamento, a mio avviso, non offre grossi spunti per la ricerca di elementi negativi entro cui inserire la posizione di opposizione.
Si tratta comunque di una valutazione di ordine generale che potrebbe essere liquidata con estrema facilità in coerenza con l'atteggiamento assunto nei confronti del bilancio 1979. A questo punto mi rimetto al mio Gruppo che deciderà in questa direzione secondo una certa valutazione dl'ordine politico. Obiettivamente, il riconoscimento che sono costretto a fare è che questa valutazione di bilancio ha degli aspetti estremamente modesti e circoscritti che difficilmente offrono spunti per grosse manovre e grosse puntualizzazioni di carattere politico.
Aspetteremo la Giunta al momento in cui, in autunno, discuteremo della variazione per quello che riguarda il Piano di sviluppo. Staremo molto attenti, essendo il nostro il Partito dell'opposizione che votò il Piano di sviluppo regionale, nel valutare in che misura il Piano di sviluppo, per circostanze che in parte discendono dalle scelte della Giunta, in parte dipendono da situazioni obiettive, subirà delle modifiche e avrà necessità di essere aggiornato o di essere modificato.
Fermo restando il giudizio che personalmente ho espresso, trattandosi di problema di scarso momento, rimando la decisione di votazione alla decisione del Gruppo che non sarà specificatamente tecnica, ma di carattere politico per le ragioni che ho anticipato.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, il breve periodo dì tempo che ci separa dall'approvazione del rendiconto 1978, tutte le valutazioni che intorno a quel documento sono state fatte e l'intesa intervenuta fra le forze politiche di rinviare a settembre un confronto approfondito e politico in sede di esame dell'aggiornamento del piano e della conseguente modifica del bilancio pluriennale, lasciano di fatto poco spazio al commento e alla valutazione di un documento, pure importante, quale è l'assestamento del bilancio di previsione. Eppure cento ragioni hanno indotto le forze politiche a garantirsi un adeguato spazio di tempo per riflettere su un documento ponderoso e complicato quale appunto è il documento di assestamento, che rappresenta un pregevole composto fatto dai nostri uffici che vi hanno lavorato per rendere agevole l'accesso di tutti alla logica ed ai significati dei numeri contenuti nel documento.
Posto in questi termini l'impegno del dibattito, non mi dilungherò e non andrò al di là di qualche considerazione sulla natura delle modifiche apportate al bilancio di previsione e sulle conseguenze che le modifiche potranno determinare nell'attività concreta della Regione.
L'assestamento del bilancio - affermano gli esperti - è l'operazione prevista dalla legge che ne adegua la portata e ne modifica la suddivisione tra le partite sulla base delle nuove esigenze che si sono verificate nei primi sei mesi di gestione e dai risultati definitivi contenuti nel consuntivo dell'esercizio precedente.
Questl'anno l'operazione si impone principalmente per modificare il bilancio e porlo in condizione di assorbire una gran parte delle economie formatesi nel conto consuntivo 1978 in conseguenza dell'applicazione di precisi meccanismi contabili previsti dalla nuova legge di contabilità regionale.
In effetti, la parte entrata del bilancio vede da un lato, come diceva l'Assessore Simonelli in Commissione, ridursi l'avanzo finanziario di 120 miliardi e dall'altro aumentare la portata dei mutui a pareggio del bilancio di 172 miliardi e mezzo circa, in sostituzione dei 163 miliardi di entrate per mutui che sono stati cancellati dal conto consuntivo 1978 e per finanziare, oltre a qualche maggiore spesa della competenza 1979, anche tutte quelle altre spese radiate dal consuntivo 1978 e finanziate con risorse derivanti dalla contrazione dei mutui.
Dall'altra parte la gestione dei residui attivi, sempre per adeguarsi ai risultati del consuntivo 1978, viene ridotta a 411 miliardi risultando dalle somme ancora conservate nella gestione residui degli esercizi precedenti e di quelli relativi all'esercizio 1978.
Nello stato di previsione della spesa si verifica un analogo sovvertimento in quanto devono essere reimpostati 66 miliardi di spese finanziate con destinazioni statali vincolate che sono state radiate dalla gestione residui passivi degli esercizi precedenti, e altri 75 miliardi di contributi in capitale, dei 28 miliardi la cui decorrenza è stata trasferita alla competenza dell'esercizio 1979.
Infine - questo è già stato sottolineato la scorsa settimana commentando il rendiconto - il bilancio deve comprendere anche le quote impegnate di quei residui passivi relativi agli anni 1972 - 1976 che sono stati cancellati nel consuntivo 1978.
Un risultato positivo oltre alla possibilità di riattivazione delle somme predette si è poi ottenuto dall'applicazione dei meccanismi contabili già ricordati ed è la disponibilità di nuove risorse per 107 miliardi circa che sono utilizzati nelle varie aree di intervento del bilancio di previsione 1979.
E' evidente che questa operazione di assestamento tiene conto delle variazioni che si sono verificate nel corso dell'esercizio 1979 e che si compendiano in maggiori entrate per 246 miliardi, dei quali 204 sono rappresentati da nuove erogazioni statali a destinazione vincolata; 33 miliardi costituiscono risorse regionali a carattere discrezionale e 30 miliardi circa sono entrate per contabilità speciali.
Il primo ordine di variazioni (240 miliardi) è stato giustamente riportato nel documento di assestamento in modo analitico per unl'informazione precisa alle forze politiche che del resto ne avevano espressamente fatto richiesta.
Si è poi verificata una minore entrata inizialmente prevista e rappresentata dalla contrazione dell'apertura di credito di 22 miliardi che ogni anno veniva rinnovata a pareggio della spesa ospedaliera. Questo dimostra una maggiore disponibilità dei mezzi liquidi connessa alla maggiore tempestività delle erogazioni da parte dello Stato.
A questo punto si impone unl'immediata considerazione e riguarda la rigidità del bilancio che con l'immissione di una così elevata massa di risorse a destinazione vincolata subirà inesorabilmente un processo di aggravamento.
A maggior rigore questa situazione si riscontra nello stato di previsione della spesa dove alcune aree di intervento, prima, terza e quarta, presentano incrementi di risorse a disposizione che sono inferiori a quelle derivanti dalle assegnazioni statali, sia relative a precedenti esercizi, sia relative all'esercizio in corso. Ciò significa che alcune spese finanziate con risorse non vincolate sono state ridotte per cui, se effettivamente è fondato il mio assunto, sarà opportuno al prossimo dibattito di settembre sul bilancio pluriennale e sull'aggiornamento del piano scandagliare in profondità questi elementi per avere un quadro preciso e in ogni modo attendibile.
Infine ad aggravare la rigidità del bilancio concorrono gli oneri per ammortamento dei mutui contratti, un ammortamento che raggiunge ormai una somma ragguardevole e fissa che, come tutti sappiamo, si ripete per tutta la durata del mutuo e che - sempre se ho capito bene - viene finanziata con risorse a carattere non vincolativo e, conseguentemente, vengono distratte da impieghi produttivi.
Mi pare positivo notare invece gli otto miliardi e mezzo che sono andati ad incrementare lo stanziamento destinato alla sistemazione dei beni immobili già facenti parte del patrimonio regionale, ed alla acquisizione di nuovi beni immobili. La scelta di politica patrimoniale, adottata dalla Giunta, è una scelta che condividiamo totalmente sulla quale potrebbe anche aprirsi un utile ed interessante dibattito per noi e per la comunità piemontese.
L'esame del comportamento nelle varie aree di intervento è stato ampiamente fatto dal relatore con la puntualità che lo distingue e dai colleghi che hanno indugiato su alcuni aspetti più significativi di questa variazione di bilancio, come è stata definita dalla collega Castagnone Vaccarino.
Unl'ultima considerazione si potrebbe fare circa la situazione della disponibilità di cassa che da qualche tempo non denuncia più carenze di mezzi a disposizione per lo più derivanti dai ritardi delle erogazioni da parte dello Stato.
In questl'ultimo esercizio, dice l'Assessore Simonelli - la situazione si sta capovolgendo e quindi abbiamo la "cassa piena di soldi". E' un modo sbrigativo per sottolineare una condizione favorevole che però deve essere discussa adeguatamente non essendo sinonimo di efficienza operativa "avere tanti soldi in cassa".
Sono problemi aperti per i quali ci diamo appuntamento nella sessione autunnale. Sono problemi sui quali si aprirà un interessante dibattito fra le forze politiche per consentire di conoscere la realtà della situazione di esprimere un giudizio di fondo e di dare un contributo prezioso e concreto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La critica al documento che ci viene sottoposto potrebbe essere ripresa dalle osservazioni fatte la settimana scorsa.
Il documento pone alcuni interrogativi che rivolgiamo all'Assessore e che probabilmente rimarranno in parte senza risposte.
Cl'è parecchia incertezza sullo stato di attuazione della spesa, sia per quanto riguarda la competenza dell'esercizio in corso, sia per quanto riguarda la gestione dei residui. Sarebbe utile conoscere lo stato di attuazione della spesa nelle suddivisioni tra spesa in conto capitale e spesa corrente. L'entrata dalla previsione iniziale aumenta del 15% circa e ciò è dovuto, in parte massiccia, alle funzioni nuove attribuite all'edilizia in attuazione della legge 457. Tali nuovi compiti pongono innanzitutto il problema della capacità operativa dell'amministrazione e della funzionalità degli uffici. Il mio riferimento è meramente politico quindi attiene alla Regione nel complesso e non alla responsabilità della sola Giunta.
Desta ovviamente preoccupazione la carenza di personale in alcuni settori vitali e particolarmente qualificati, carenza che viene aggravata da uno stillicidio di dimissioni, che ormai ci perseguita da anni soprattutto tra il personale più qualificato, chiaramente mortificato e che comunque trova appetibili prospettive nel mondo esterno.
Va sottolineata la voce delle entrate relativa all'aumento degli interessi attivi. Come già chiesto dalla dottoressa Castagnone Vaccarino il Consiglio regionale dovrebbe conoscere a fondo la giacenza media nonch il tasso praticato alla Regione.
Area 1 - Notiamo nell'area che maggiormente riflette le spese di funzionamento della Regione, un aumento del 19,9% . L'incremento sembra eccessivo per le spese che attengono ai servizi (circa il 55% ). Sembrano anche abbastanza criticabili, comunque curiose e non sufficientemente giustificate in termini politici gli aumenti rilevanti per le spese di acquisizioni di beni immobili. Probabilmente le giustificazioni che darà il Presidente della Giunta ci potranno in qualche misura soddisfare.
Le spese per l'acquisto di libri e di riviste del l'300 e del l'700 probabilmente non premiano un liberale. Vorremmo poi sapere se i libri e le riviste, oltre ad essere comperati e pagati, vengono anche letti.



PAGANELLI Ettore

Vorremmo anche sapere che tipo di libri si comprano.



MARCHINI Sergio

Esatto. Ci sembra altrettanto censurabile il passaggio dai 500 a 1.200 milioni per spese di convegni e mostre. Ricordo, tra l'altro, che quando ero piccolo ero convinto che le mostre fossero degli enormi orologi; oggi visitando la Vinincontri, mi sono reso conto che sono molto meno di un piccolo orologio, estremamente modesta dal punto di vista promozionale ed organizzativo. Se a me e al mio Gruppo avessero lasciato in tasca le 5-6 mila lire del biglietto dl'ingresso probabilmente le avremmo usate per acquistare una bottiglia di vino.
Preoccupa anche che si passi da 770 a 1500 milioni di spese per studi e ricerche, mentre si trascurano i problemi fondamentali, come, per esempio le strutture del personale.
Le spese per l'agricoltura aumentano solo del 6,2; sono peraltro apprezzabili gli stanziamenti per i piani di insediamento per i giovani che vanno da un miliardo e 4 milioni a 44 miliardi e 8 milioni.
Area 2 - Gli stanziamenti per le aree attrezzate scendono da 3,5 miliardi e 5 milioni a 1,9 e questo è particolarmente grave se si pensa che due miliardi slittavano dagli anni passati essendo residui non utilizzati e reimpiegati e se si pensa che la politica delle aree attrezzate è ritenuta una delle più qualificanti dall'attuale amministrazione.
La Giunta in questo modo dimostra la quasi totale incapacità di agire negli interventi di rilievo, in altri termini non è stata capace di modificare l'apposita legge; a quattro anni dall' approvazione, non è riuscita a produrre una sola area attrezzata.
Area 3 - L'aumento di spesa per il macchinario cartografico può farci condividere il giudizio che su questa voce esprime (nei corridoi) anche qualche Consigliere di maggioranza; vorremmo anche sapere quando quei macchinari saliranno dagli scantinati o dagli ammezzati alle sale di utilizzazione. L'Assessore Astengo mi darà atto che su questa tesi l'ho sostenuto e mi auguro che, prima della fine della legislatura, questo sostegno venga ripagato con risultati per la collettività Area 4 - Le spese per l'area 4, questa specie di nave nel deserto assommano al 60% circa del bilancio regionale in seguito al trasferimento dei fondi per la riforma sanitaria. Visto che l'aspetto gestionale e l'aspetto dimensionale di questo tipo di intervento sfugge sostanzialmente al controllo (e questo è un giudizio di fatto) sarebbe utile che nell'occasione di presentazione del bilancio di assestamento si fornisse una relazione sulla situazione sanitaria e sulla qualità della spesa.
Queste, sono alcune considerazioni marginali che, inserite nelle motivazioni generali di ordine politico e di gestione finanziaria della Regione fatte nelle occasioni precedenti, fanno anticipare il voto negativo del Gruppo liberale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Devo aggiungere alcune valutazioni di carattere tecnico per quanto si riferisce all'area dell'agricoltura.
Recentemente il Presidente della Giunta ha affermato che la situazione in agricoltura è soddisfacente, ha citato i miglioramenti della produttività, l'aumento del reddito ed ha detto che il prodotto lordo vendibile era stato nel 78 di 2 mila miliardi. Proprio in questi giorni abbiamo invece appreso da una pubblicazione edita da "Piemonte Italia", che il prodotto lordo vendibile è stato soltanto di 1.476 miliardi, con un aumento in percentuale - dice la comunicazione - inferiore a quello che è stato l'aumento medio nazionale.
Quindi le cose non vanno a gonfie vele. Di questa riduzione non diamo colpa alla Giunta, così come non facciamo colpe o meriti quando le cose vanno diversamente o meglio, poiché sappiamo che l'agricoltura dipende da una serie di fattori che vanno al di là dei confini regionali: fattori nazionali e internazionali. I rappresentanti a livello nazionale e internazionale dl'altra parte stanno pilotando in senso positivo la politica agraria e le precise posizioni assunte dal Governo e dal Ministero hanno fatto sì che la situazione in agricoltura migliorasse.
Veniamo all'assestamento di bilancio che ci viene proposto dalla Giunta. L'Assessore Simonelli ha detto che la Regione non è la befana che elargisce aiuti a chiunque li chieda (anche se un pol' di beneficenza in altri settori di intervento viene fatta per incarichi, consulenze, e così via). Ma se la Regione non può dare tutto a tutti, non deve nemmeno far credere che ci sono fondi ingenti quando poi i dati di bilancio e le situazioni fornite dall'Assessore dimostrano il contrario. Dalle risposte che ci sono state date alle nostre interrogazioni risulta la seguente situazione al 31.10.1978: contributi in conto interessi per opere di miglioramento fondiamo: giacenti 1.731 domande per 73 miliardi di opere (all'incirca 5 miliardi di interessi). Mancano i dati delle strade che verrebbero comunque ad aumentare questa cifra contributi in conto capitale per miglioramenti fondiari. La situazione è migliore in quanto la Regione aveva favorito questo tipo di intervento portando quasi ad esaurimento la giacenza; sono comunque giacenti ancora 2/3 miliardi di opere contributi per la meccanizzazione: 8389 domande per 72 miliardi.
Sul complesso delle domande sono state finanziate le domande presentate fino alla fine del 1976 o all'inizio del 1977.
La realtà è che oltre ai noti problemi procedurali, dei quali discuteremo in altro momento, mancano i fondi. Il Presidente della Giunta parlando di conto consuntivo, ha addossato la colpa al governo, ma quella affermazione non è in buona fede perché il governo ha trasferito parecchi fondi, come dl'altra parte l'Assessore Ferraris in più occasioni ha riconosciuto.
Riprendo un dato che avevo elaborato per il bilancio preventivo 1979 quando constatavo che i fondi regionali destinati all'agricoltura erano il 3% del totale del bilancio, esclusa la sanità, a fronte del 22, 20 e 15 degli anni precedenti. In effetti cl'è stata una forte caduta di impegno regionale in questo settore. Ovviamente si sono aggiunti i fondi assegnati dallo Stato per cui il 3% arriva al 10% del bilancio regionale.
L'assestamento del bilancio dovrebbe servire per adattare il bilancio alla situazione esistente, per impinguare i capitoli deficitari e per motivare il Trasferimento di somme in altri capitoli. In subordine chiediamo questa seconda soluzione, a cui la Giunta regionale potrebbe ancora rispondere. Vogliamo che la Regione dica dichiaratamente quali sono le sue possibilità e che non illuda la gente, perché dare i contributi in ritardo vuol dire dare un aiuto per pagare unicamente l'aumento dei costi delle attrezzature. Cito un esempio: una famiglia i cui due figli erano disposti ad organizzare unl'azienda agricola, dopo aver aspettato due anni e mezzo il contributo per l'acquisto di un trattore e per la costruzione della stalla, ha abbandonato quel progetto ed i figli ora lavorano in fabbrica.
Assistenza farmaceutica. Ci risulta che la legge è ferma nelle secche di non so quali procedure per errori nell'imputazione del capitolo di bilancio. Come si vuole rimediare? Aspettiamo una risposta dalla Giunta.
Ci sono poi i problemi dell'assistenza, dell' assegno di natalità per il quale è stato previsto il finanziamento per un certo numero di anni.
Chiediamo un chiarimento.
Il Capogruppo comunista nel, corso della discussione del consuntivo ha detto che la maggioranza conosce i problemi dell'agricoltura, non intende sottrarsi alle sue responsabilità ed è disponibile a discutere. Ebbene siamo disponibili anche noi, attendiamo chiarimenti circa le modalità ed i tempi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Sarò breve come breve è stato, secondo gli accordi, il dibattito giacché su questa materia si è discusso la settimana scorsa e più ampiamente si discuterà in autunno in occasione dell'aggiornamento del Piano di sviluppo e del bilancio pluriennale.
Inoltre il dibattito è stato contenuto nell'ambito tecnico, quindi sarebbe superfluo sviluppare argomentazioni politiche.
L'esame continuo dei documenti finanziari consente di acquisire progressivamente elementi sui meccanismi attraverso i quali opera la Regione e la Giunta è intenzionata ad offrire al Consiglio regionale il più ampio materiale possibile perché questo esame venga condotto da tutti con pari elementi di conoscenza. Per questo motivo abbiamo incominciato ad introdurre l'analisi sullo stato di attuazione di alcune leggi di spesa, in particolare di quelle del settore agricolo, lavoro che riguarderà in prospettiva le principali leggi. Concordo con i Consiglieri in merito al lavoro compiuto dagli uffici che con notevoli sforzi hanno contribuito alla predisposizione dei documenti.
Questo documento va collegato con gli altri che lo hanno preceduto e con quelli che lo seguiranno.
Sulla questione della Promark devo ricordare che con la presentazione del bilancio di previsione era stata avanzata l'ipotesi di un ampliamento dello stanziamento che viene fatto ora.
Non voglio riprendere la relazione, che ha analizzato gli spostamenti emersi, dico soltanto che gran parte delle cifre derivano o dagli effetti del rendiconto 1978 o dalla iscrizione di maggiori somme a destinazione vincolata provenienti dal bilancio dello Stato; le variazioni che possono essere classificate programmatiche, cioè ricondotte a scelte politiche degli ultimi mesi, non riguardano grandi cifre, anche se non sono senza significato, giacché avere incentivato gli interventi in opere pubbliche dei Comuni, acquedotti, fognature,l' case comunali, edilizia scolastica minore, ci pare una scelta che tiene conto delle ampie richieste contenute nei programmi pluriennali di attuazione. E' la risposta ad una domanda sociale crescente. Così come la risistemazione degli stanziamenti dell'agricoltura risponde a requisiti che hanno lo scopo della rapida spendibilità delle somme.
Nel bilancio 1979 abbiamo uno stanziamento complessivo tra competenze e residui più elevato rispetto a quello dell'anno scorso essendosi operati slittamenti e essendosi aggiunti fondi statali a destinazione vincolata.
Non abbiamo mai negato che il Governo abbia trasferito maggiori stanziamenti in direzione dell'agricoltura, proprio perché questo è frutto della scelta delle forze politiche centrali, sarebbe sbagliato considerare in modo separato i due capitoli della spesa dell'agricoltura, quello derivante dalle leggi statali e quello derivante dalle risorse regionali.
La destinazione dei fondi statali comporta da parte nostra la destinazione di risorse aggiuntive all'interno del plafond dell'agricoltura in modo proporzionato. Altra volta feci delle proiezioni dimostrando che ci saremmo resi conto che l'intero bilancio della Regione avrebbe dovuto essere destinato all'agricoltura con esclusione di tutti gli altri settori. Il problema quindi è di recuperare fondi statali e fondi regionali in un unico contesto programmatico in modo che marcino appaiati ottenendo risultati migliori. Questo è lo spirito nel quale ci muoviamo.
Naturalmente non si può soddisfare tutta la domanda. E' opportuno accelerare l'erogazione dei contributi, operazione che dipende dal complesso legislativo regionale e le pagine della relazione dedicate all'analisi delle leggi sull'agricoltura dice appunto che ci trasciniamo contributi in annualità da otto anni. Il difetto sta nella ripetitività che è stata fatta sin dalle prime leggi le quali hanno riprodotto in agricoltura il meccanismo di finanziamento dei piani verdi a livello nazionale, contributi dati ad opera ultimata, contributi decisi indipendentemente dall'esistenza di un progetto esecutivo, contributi svincolati dalla verifica tempestiva.
Dovremo affrontare il discorso in relazione alla legge 63 che ha introdotto metodologie nuove in ordine alla rapida spendibilità. Siamo obbligati ad una gestione nata in un certo modo, che ci trasportiamo appresso. Guai se pretendessimo con un colpo di bacchetta magica di migliorare la modalità di erogazione e di organizzare anche la spesa passata. La spesa impegnata purtroppo segue la sua logica. Anche la carenza di strutture rende il problema della gestione della legge 63 più difficile.
L'exploit ottenuto nel 1978 è stato eccezionale ed è l'inizio di unl'inversione di tendenza. L'Assessore all'agricoltura ha predisposto delle ipotesi di spostamenti in questo assestamento, che però non abbiamo inserito per non complicare ulteriormente un documento già per tanti versi complicato. Comunque quegli spostamenti andranno in capitoli più facilmente spendibili. Li presenteremo a settembre.
Area di attività. Tutto sommato 74 miliardi, su un totale di 1.857 miliardi non sono molti, tenendo conto che nell'area di attività sono compresi i finanziamenti agli Enti strumentali della Regione e gli investimenti nelle operazioni patrimoniali.
E' legittima l'esigenza di conoscere le linee di evoluzione della politica patrimoniale della Giunta. Sono state distribuite delle documentazioni sulle esigenze da un lato e sulle potenzialità di acquisto dall'altro. La dottoressa Castagnone Vaccarino chiede la concretizzazione su base pluriennale della linea di scelta tra le ipotesi di lavoro contenute nel volume distribuito a suo tempo ai Consiglieri. A questo programma concorrono due tipi di esigenze: da un lato di dotare la Regione anche nelle realtà periferiche, di uffici propri al fine di ridurre gli oneri dei canoni di affitto, dall'altro di intervenire con interventi di tutela, valorizzazione e protezione dei complessi architettonici e storici che possono ospitare attività regionali. La Giunta predisporrà per il mese di settembre unl'indicazione in questo senso.
Interessi attivi. Si è chiesto come fanno ad aumentare se ci sono i prelievi dagli istituti. In verità si è trattato di un prelievo dai fondi che giacevano presso le diverse banche e che sono confluiti alla tesoreria.
Il tasso praticato è dell'11,30. L'aumento rilevante degli interessi attivi non è tanto dovuto al particolare livello del tasso quanto alla dimensione della risorse che vengono movimentate.
La Regione oggi, senza particolari problemi, è in grado di spendere perché i canali che consentono l'arrivo delle risorse dal centro sono sufficientemente celeri. Viceversa si manifesta una tendenza crescente ad irrigidire il bilancio, Le risorse sono aumentate, ma molte di esse hanno destinazioni predeterminate, anche nel campo dell'agricoltura. La qualità dell'intervento regionale si misura nella distribuzione territoriale delle risorse, nell'individuazione delle priorità.
Il Consigliere Paganelli sottolineava giustamente la necessità di ricondurre gli stanziamenti complessivi della cassa ad una maggiore omogeneità rispetto ai dati competenza-residuo. Al fine di sottoporre alla I Commissione l'elenco completo delle variazioni sull'assestamento di bilancio, chiedo al Presidente del Consiglio se è possibile sospendere brevemente la seduta.



PRESIDENTE

Vi sono obiezioni a che si sospenda la seduta? Non ve ne sono. La seduta è sospesa per pochi minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17,50, riprende alle ore 18)



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Nel dichiarare il nostro voto positivo, e accogliendo la sollecitazione venuta dal Consigliere Chiabrando, propongo al Presidente del Consiglio di concordare con il Presidente della III Commissione una riunione nei primi giorni di settembre per discutere su un progetto straordinario in termini di strutture, persone, procedure per la rapida spedizione delle pratiche in agricoltura, allargando il discorso sugli uffici decentrati di vecchia struttura dove possono sussistere abitudini che, in certi casi, sono di impedimento alla rapida spedizione delle pratiche.
Chiediamo anche alla Giunta di rispettare i tempi nel 1979 presentando i documenti annunciati a settembre, e da avviare nei mesi di ottobre e di novembre la fase delle consultazioni e del dibattito sugli strumenti contabili. Non sarà questo un bilancio elettorale, proprio per questo dobbiamo essere in grado di approvalo celermente, di consegnare al nuovo Consiglio lo stato dei documenti finanziari. Questo sarà uno degli elementi fondamentali del comportamento della maggioranza e dell'istituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vera.



VERA Fernando

Riteniamo che il giudizio sull'assestamento di bilancio non possa riferirsi strettamente agli aspetti tecnici, ma debba collegarsi alla valutazione politica che ha informato il giudizio sul bilancio preventivo.
La strategia della maggioranza che regge la Regione comporta il nostro giudizio negativo, in quanto sono eluse le aspettative fondamentali della società regionale. Al giudizio negativo si è aggiunto l'elemento rappresentato dalla decisione presa in aula in ordine ai problemi dell'energia. Quindi non tanto con riferimento agli aspetti tecnici dell'assestamento di bilancio, per i quali ci potrebbe essere anche la nostra comprensione, quanto con riferimento alla strategia politica portata avanti dalla maggioranza, il nostro voto non può che essere negativo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1979 sono introdotti, ai sensi dell'articolo 42, secondo e terzo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, gli aggiornamenti e le variazioni di cui alla parte prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima e ottava, allegate alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - L'ammontare dei mutui autorizzati, ai sensi dell'articolo 47 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, a copertura del disavanzo esistente fra il totale delle spese di cui si autorizza l'impegno ed il totale delle entrate che si prevede di accertare nel corso dell'esercizio finanziario 1979 è stabilito in L. 184.659.000.000.
I mutui saranno stipulati ad un tasso massimo del 15 annuo, oneri fiscali esclusi e per una durata massima dell'ammortamento di 35 anni.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, previsti in L. 13.481.000.000 per l'anno finanziario 1979 e in L.
29.962.000.000 per l'anno finanziario 1980 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvede, per l'anno finanziario 1979, con le disponibilità iscritte in corrispondenza dei capitoli n. 13030 e n. 13040 del bilancio assestato per l'anno finanziario 1979, nella rispettiva misura di L. 12.181.000.000 e L. 1.300.000.000 e, per gli anni finanziari 1980 e successivi, con le somme che saranno iscritte, nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce Oneri non ripartibili del bilancio pluriennale 1979/81, con le leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 38 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nell'ulteriore corso dell'esercizio finanziario 1979 sui singoli capitoli di spesa, è determinato in Lire 18.878 144.261".
A questl'articolo è stato presentato dall'Assessore Simonelli un emendamento: sostituire "18.878.144.261" con "18.877.947.637". Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 9 V.B., in data 28 giugno 1979, emesso ai sensi dell'articolo 37 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, su conforme deliberazione della Giunta in data 24 aprile 1979, n. 105-20752, è convalidato".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Nel bilancio di previsione dell'Azienda regionale per la gestione della Tenuta l'La Mandrial', per l'anno finanziario 1979, sono introdotti gli aggiornamenti di cui alla parte nona allegata alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - La presente legge è dichiarata urgente ai termini dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale, ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 235 "Istituzione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo"


PRESIDENTE

Punto decimo all'ordine del giorno: esame progetto di legge n. 235 "Istituzione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo".
La parola al relatore, Consigliere Bono.



BONO Sereno, relatore

Con l'approvazione del disegno di legge che stiamo esaminando per la "Istituzione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo" inseriamo un altro importante tassello all'attuazione del nostro primo piano regionale dei parchi - comprendente 29 aree - che troverà ampia attuazione prima della conclusione di questa legislatura.
La proposta, oggi all'esame del Consiglio, interessa unl'area di circa 13.000 ettari, una tra le più vaste fra quelle previste dal nostro Piano regionale situata nella Provincia di Alessandria, sull'Appennino ligure piemontese, proprio al confine tra la nostra Regione e la Liguria.
Il parco che viene oggi proposto è inoltre confinante con il progettato parco ligure del "Praglia" per cui esso viene a costituire un importante momento, di un insieme più vasto, che sarà, dalle due Regioni, sottoposto a particolari norme di tutela territoriale ed ambientale.
Questo fatto comporta la necessità di stretti e permanenti contatti con la Regione confinante, la Liguria, per garantire, pur nell'autonomia di ogni singola Regione, i necessari momenti unitari, normativi e gestionali che possono assicurare la migliore conduzione delle due aree amministrativamente divise da una linea di confine, ma ugualmente ampiamente unitarie dal punto di vista delle caratteristiche territoriali ed ambientali.
I confini del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, incidenti sui Comuni di Bosio, Casaleggio Boiro, Fraconalto, Lerma, Mornese, Tagliolo M.to e Voltaggio, individuati nella planimetria allegata, sono stati oggetto di unl' ampia discussione alla quale, con la II Commissione e l'Assessorato, hanno partecipato i Comuni interessati, la Comunità montana Alta Val Lemme ed Alto Ovadese e la Provincia di Alessandria.
Ad intelligenza del Consiglio informiamo che circa la metà del territorio del Parco è di proprietà pubblica (Regione - Azienda statale foreste demaniali - Comuni - Ospedali civili di Genova - Acquedotto De Ferrari - Galleria) e che l'altra metà è di proprietà dei privati.
Si informa anche che la quasi totalità del territorio del Parco è sottoposta al vincolo idrogeologico, di cui al R.D. L. 30 dicembre 1923, n.
3267. I terreni ricadenti nei Comuni di Bosio, Casaleggio Boiro, Lerma Mornese e Tagliolo Monferrato sono interamente sottoposti al vincolo mentre quelli incidenti sul Comune di Voltaggio, lo sono per il 99% circa e quelli incidenti sul Comune di Fraconalto per il 90%.
Il sistema paesistico del territorio in esame è caratterizzato da alcune valli (del Nota, del Lemme e del Gorzente) che, per la buona disponibilità di acque, sono coperte da un pregevole manto vegetale, che potrà essere ulteriormente migliorato, intervenendo là ove si sono verificati processi di degradazione; da importanti monti (tra i quali il Loco, il Tobbio, ed il Monte delle Figne), che si aggirano sui 1.000 metri di altitudine sul livello del mare, mentre questl'ultimo, il Monte delle Figne, raggiunge la quota di 1.172 metri; dall' esistenza di significativi punti panoramici, che, data la particolare vicinanza ad una città come Genova, che ha notevolmente influito sull'antropizzazione dell'area, senza precise norme di tutela, potrebbero trasformarsi in aree privilegiate dalla speculazione edilizia.
La zona è inoltre costellata da numerosi laghetti naturali che ne arricchiscono ulteriormente il pregio ambientale ed è dominata dal bellissimo altipiano di Capanne di Marcarolo che, insieme alla zona della Benedicta ed alle località "Molini" ed "Eremiti", per espressa richiesta dei residenti, saranno individuate dal piano previsto dall'art. 16 come "area attrezzata".
Il clima che caratterizza l'area è tipicamente mediterraneo, infatti vi è una punta del parco che dista dal mare circa 8 Km, mentre la distanza media, dal parco al mare ligure, è di circa 15 km.
Il territorio è quasi interamente coperto da boschi - oltre il 60 sono comunque presenti alcuni pascoli significativi, ed in misura minore anche altre attività agricole.
La fauna locale è rappresentata dagli scoiattoli, dalle lepri e dalle pregiate pernici rosse che trovano nell'area progettata a parco un ambiente particolarmente adatto alla loro esistenza e riproduzione.
E' pure segnalata una discreta presenza di volpi e si sta diffondendo particolarmente negli ultimi anni, pare per iniziativa dei cacciatori liguri, la presenza del cinghiale, presenza che, se non obiettivamente calibrata, provocherà notevoli danni alla già debole produzione agricola presente.
Ma la zona interessata al parco che oggi viene proposto all'approvazione del Consiglio regionale, non è solamente una zona di elevato valore ambientale e paesistico, una zona tipica per la ricchezza della flora e della fauna. Questa è anche una zona che ha vissuto importanti momenti di storia nella vita del nostro Paese. In questa area è compresa la famosa Benedicta, probabile sede antica di una comunità religiosa, che ha lasciato alcune interessanti testimonianze culturali opere dl'arte di carattere storico, edifici religiosi e nuclei di strutture ora in gran parte abbandonate, ma che vanno rivalutate - ma è anche stata la sede di uno degli episodi più fulgidi della storia recente del nostro Paese e costituisce contemporaneamente una denuncia delle perfidie e dei metodi usati dalle truppe di occupazione naziste e dai loro servi fascisti durante l'ultimo conflitto mondiale. In quella località, nel 1944, 96 partigiani, giovani figli delle terre piemontesi e liguri, venivano barbaramente trucidati, colpevoli solo di amare la patria, e di voler combattere un regime corrotto, che aveva per principio istituzionale la violenza ed il sopruso.
Ora con l'istituzione del parco, questi valori e queste presenze diverse, storiche - religiose - patriottiche e democratiche, potranno trovare il giusto riconoscimento e la necessaria rivalutazione.
L'istituzione del parco, quindi, oltre alla sua naturale funzione di difesa e rivalutazione del patrimonio ambientale e naturalistico costituirà anche un importante momento di educazione e diffusione della conoscenza storica, dei momenti più acuti ed impegnativi della vita del nostro Paese, tra le giovani generazioni.
Il testo del disegno di legge, che oggi viene sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale nella stesura approvata unanimemente dalla II Commissione, dopo un ampio dibattito realizzato con le Amministrazioni locali ed anche direttamente con le popolazioni interessate, dibattito che ha anche avuto momenti fortemente dialettici, ma che è sempre stato impostato, sia dall'una che dall'altra parte, alla più costruttiva e sincera collaborazione, è un testo che, pur cogliendo le particolarità specifiche presenti nell'area in esame, nella sua struttura non si differenzia sostanzialmente da altre leggi analoghe già approvate dal Consiglio regionale.
Il Consiglio di Amministrazione del parco sarà pertanto formato dai rappresentanti dei Comuni, dalle Comunità montane, del Consiglio provinciale e, per espressa richiesta degli interessati, da due rappresentanti delle Frazioni di Capanne di Marcarolo e di Molini, frazioni che sono interne all'area prevista del Parco.
Tra le finalità del Parco, oltre che tutelare, valorizzare e restaurare le risorse paesaggistiche, storiche, ambientali e naturali della zona oltre che disciplinare e controllare la fruizione a fini ricreativi didattici, scientifici e culturali del territorio, ci si propone di promuovere e incentivare quelle attività produttive locali che siano compatibili con la valorizzazione dell'ambiente e, prevalentemente qualificando le attività agro-silvo-pastorali che rappresentano un aspetto importante per garantire un corretto uso del territorio e promuovendo uno sviluppo controllato del turismo, studiando itinerari di interesse culturale e ricreativo attraverso l'uso ed il recupero di strutture sentieri e mulattiere ora scarsamente usate.
La proposta di legge prevede inoltre che con l'istituzione del Parco si promuova lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali assegnando priorità agli interventi di urbanizzazione primaria e sociale previsti nell'area dai programmi pluriennali di attuazione degli strumenti urbanistici.
Dal canto suo, la Regione è già intervenuta concretamente per garantire, attraverso l'Enel che ha già iniziato i lavori, la fornitura di corrente elettrica alla frazione Capanne di Marcarolo, che, alla vigilia dell'anno 2000, anche se potrebbe sembrare strano, ne è tuttora sprovvista ed ha inoltre provveduto ad elaborare progetti completi di ristrutturazione e risanamento delle case di abitazione che sono passate recentemente dall'Azienda Forestale dello Stato alla proprietà della Regione, e che si trovano in stato di grave precarietà causa il disinteresse e l'abbandono di decenni.
Colleghi Consiglieri, con l'approvazione di questa legge, che mi auguro unanime così come unanime è stata la II Commissione che l'ha licenziata andiamo a compiere un altro significativo passo che conferma la nostra volontà di mantenere il rispetto degli impegni programmatici assunti con l'approvazione del piano dei parchi e di raggiungere l'obiettivo che ci siamo proposti di tutelare l'intero territorio regionale attraverso un suo uso, socialmente corretto, e con un particolare riguardo alle sue zone meglio dotate, quale, ad esempio, il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo.
Molti Consiglieri questa mattina hanno ricevuto da parte dei Comuni di Voltaggio, di Fraconalto e di Bosio alcune osservazioni. Il dibattito in Commissione con i rappresentanti dei Comuni, delle Comunità montane e in assemblee pubbliche con le popolazioni locali, è stato ampio ed approfondito ed ha consentito di recepire molte osservazioni.
Molte correzioni sono già state apportate sia al testo del disegno di legge sia alla perimetrazione. I Comuni di Casaleggio Boiro, Lerma, Mornese e Tagliolo Monferrato erano dl'accordo sugli obiettivi che erano stati raggiunti.
Le osservazioni del Comune di Bosio si differenziano sostanzialmente da quelle dei Comuni di Voltaggio e Fraconalto in quanto il Comune di Bosio dice di essere disposto a ritornare sulla decisione contraria all'istituzione del Parco nel caso in cui vengano modificati i confini, Ma salvo qualche correzione di ordine tecnico, non mi pare che ai possano apportare altre modifiche. Inoltre, chiede alla Regione, in relazione all'attività venatoria, di classificare il restante territorio in "zona Alpi". Abbiamo osservato che questo è di competenza dei Comitati provinciali caccia fintanto che sono operanti, oppure dei comitati di coordinamento quando saranno istituiti.
Chiede inoltre che la rappresentanza dei Comuni in seno al Consiglio di amministrazione venga espressa in percentuale in base agli ettari di territorio occupato a parco.
Infine chiede che il piano di assestamento forestale venga fatto direttamente dai Comuni interessati, contrariamente a quanto stabilisce la legge n. 56.
Le posizioni negative del Comune di Voltaggio si richiamano sostanzialmente alla rettifica dei confini, il piano regolatore del Comune di Voltaggio, che risale al 1968, contiene anche una zona industriale. Dal 1968 al 1979 in quell'area non si è realizzato nessun intervento di natura produttiva; comunque, anche se questo avvenisse, l'istituzione del Parco naturale non muterebbe la situazione perché sarebbe mantenuto il rispetto degli strumenti urbanistici vigenti.
Le ragioni addotte, in qualche caso esplicitamente, in altri aggirando gli ostacoli, sono determinate dall'attività venatoria che con la costituzione del parco si andrebbe a restringere notevolmente.
Con l'istituzione del parco vengono salvaguardati i beni ambientali, i beni naturali, la fauna, la flora, quindi, a mio avviso, il problema pu essere agevolmente superato dal Consiglio regionale. Teniamo presente che larga parte della zona che verrebbe istituita a parco è vincolata da riserve di caccia, quindi accessibile a pochi cacciatori privilegiati che possono Permettersi di pagare cifre ingenti per esercitare l'attività venatoria.
Mi auguro che le forze politiche, così come sono state unite in sede di II Commissione e negli incontri con gli amministratori, siano unite anche oggi approvando il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come Consigliere regionale residente in zona limitrofa al parco, credo di dover rappresentare in questl'aula alcune perplessità che sono maturate nell'ambito delle Amministrazioni comunali.
Se il Consigliere Bono non avesse fatto quelle considerazioni finali avrei potuto prendere a base del mio dire la sua relazione, dal momento però che riduce il problema alla questione della riservi di caccia, credo sia opportuno riprendere l'argomento. Può darsi che esista il problema della riserva ma esistono anche i problemi di altra natura. I tre Comuni non si esprimono in senso negativo all'istituzione del parco, ma in ordine alla delimitazione dei confini. In un articolo della legge istitutiva dei parchi venne volutamente indicato che nella realizzazione dei parchi si dovevano coinvolgere le Amministrazioni locali, le Comunità montane. E questo non a caso, perché ci rendevamo conto fin dl'allora che il discorso dei parchi poteva, sul piano psicologico, presentare delle difficoltà che andavano superate attraverso unl'azione di convincimento e di maturazione delle comunità locali.
Utilizzo alcuni dati offerti dalla relazione del Consigliere Bono. Si dice che la maggior parte del territorio interessato è di proprietà pubblica, in parte soggetta a vincolo idrogeologico, in parte tutelata da strumenti urbanistici. Chiedo: esiste veramente un pregiudizio alla realizzazione del parco così come è stato progettato? C'è il pericolo che l'ambiente venga deturpato? Dovrei rispondere negativamente, proprio per le ragioni espresse dal Consigliere Bono.
Il parco va realizzato con la collaborazione degli Enti locali, perch non avrebbe senso l'imposizione della Regione di scelte che contrastano con le tendenze delle comunità locali. Poiché non si ravvisa una particolare urgenza non sussistendo il pericolo di deturpazione dell'ambiente, noi abbiamo il dovere di fare ogni sforzo per rimuovere gli ostacoli alla delimitazione del parco, per cui propongo al Consiglio regionale di rimeditare il progetto per consentire alle comunità locali di esplicitare in termini più chiari di quanto non risulti dalle deliberazioni comunali le ragioni a sostegno della loro posizione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avendo approvato in II Commissione il testo di legge e la relazione che è stata letta dal collega Bono, credo per il momento di non dovermi soffermare sulla richiesta di rinvio fatta dal collega Debenedetti, su cui eventualmente il nostro Gruppo si pronuncerà nel corso della discussione, e di svolgere le considerazioni e fare le osservazioni che mi ero ripromesso, tralasciando di riprendere le osservazioni e le valutazioni di carattere descrittivo, delle caratteristiche geografiche, ambientali e storiche dell'area, che già sono state svolte dal collega Bono e che condivido.
L'importanza del provvedimento che è in discussione e all'esame per l'approvazione del Consiglio regionale è emerso evidente dalle indicazioni che sono contenute nella relazione che accompagna il testo di legge.
L'atto che dobbiamo compiere si presenta però più delicato e difficile oggi, poiché non si è riusciti a raggiungere, attraverso il confronto e l'approfondimento dei problemi collegati alla legge istitutiva del parco il consenso unanime delle Amministrazioni locali interessate.
La II Commissione però ha licenziato il progetto all'unanimità pur in assenza del consenso generale delle amministrazioni, confidando in un successivo momento di collaborazione atto a far superare le difficoltà che permanevano e non pensando mai ad imporre il parco alle popolazioni interessate e alle loro amministrazioni Questo oggi potrebbe sembrare più difficile in presenza delle deliberazioni di tre Comuni (Fraconalto Voltaggio e Bosio) che hanno riconfermato, di fronte alle proposte formulate nell'ultima consultazione, la posizione assunta oltre un anno fa e che era stata assunta rispetto a un testo di legge e alla individuazione di confini che a seguito del successivo confronto sono mutati anche in modo sostanziale e significativo.
Per quanto riguarda il testo di legge si sono infatti accolte nella sostanza le proposte modificative formulate oltre un anno fa dalla Comunità montana e dai Comuni interessati, con alcune particolarità che non si rintracciano in altre leggi istitutive di parchi regionali, almeno nella nostra Regione, come, ad esempio, l'indicazione di priorità per le opere di urbanizzazione primaria e sociale interessanti il territorio del Parco e inserite nei programmi di attuazione; la rappresentanza diretta degli abitanti delle frazioni incluse nel territorio sottoposto a salvaguardia e valorizzazione del Consiglio di amministrazione del parco stesso; la previsione di aree attrezzate interne al parco configurantesi come aree di sviluppo turistico e residenziale definite e controllate attraverso le previsioni del redigendo piano dell'area.
Per quanto riguarda i confini si è tenuto conto, nel lavoro di definizione conclusiva da parte della II Commissione e nel limite di ci che è apparso possibile e ragionevole in relazione alla definizione già contenuta nel piano regionale dei parchi, delle proposte avanzate dalla Comunità montana e dai Comuni interessati, che si discostavano dalla prima definizione ricordata in misura ragguardevole e in alcuni casi non condivisibile da parte della Commissione. Così si è pervenuti alla proposta definitiva accogliendo nella sostanza le indicazioni avanzate per il territorio dei Comuni di Tagliolo, Lerma, Casaleggio Boiro e Mornese con l'estensione integrativa all'area del Piota verso la confluenza con il Gorzente, al Bricco Grosso, di proprietà demaniale, e al confinante castello di Casaleggio Boiro.
Per quanto riguarda il territorio del Comune di Bosio, a nord si è proceduto ad una leggera rettifica dell'area proposta dalla Comunità montana e dal Comune, assumendo come confine il Rio Roverno e includendo gli Ermitti, i Campi e il Bricco della Marca, ma accogliendo lo stralcio di una vasta zona culminante sul monte Lanzone, già compresa nei confini individuati dal piano regionale dei parchi; si è invece tenuta ferma la proposta di inclusione della frazione del territorio delle Capanne di Marcarolo non ritenendo di poter accogliere l'esclusione richiesta, anche perché in consultazioni dirette si è potuto verificare che non esistevano posizioni di sostanziale avversità da parte delle popolazioni interessate all'inclusione dell'area nel parco.
Più difficile è stata la definizione finale dei confini del parco interessanti il territorio dei Comuni di Voltaggio e Fraconalto per il notevole scostamento territoriale tra le proposte degli Enti locali citati le indicazioni dei tecnici e dei naturalisti e la prima definizione dei confini operata dal Consiglio regionale con l'approvazione del piano dei parchi. Si è comunque proceduto, nell'individuazione finale dei confini all'esclusione delle frazioni di Castagnola e di Fraconalto e delle aree del Monte Alpe e del Monte Lanzone. In ogni caso, sia per quanto riguarda i Comuni di Fraconalto e di Voltaggio, come per il territorio degli altri Comuni compresi nella proposta di legge istitutiva del parco, presentata alla discussione del Consiglio, in ogni caso, dicevo, si è tenuto conto, in relazione all'esistenza di centri abitati e di frazioni all'interno del parco, dell'esigenza e dell'opportunità di non congelare situazioni che potevano sembrare punitive nei confronti della popolazione e quindi di prevedere non già solamente momenti di vincolo e di salvaguardia, ma anche precise previsioni per una politica attiva di valorizzazione di determinate aree del parco anche a fini residenziali e turistici; infatti la legge istitutiva, pur demandando la definizione precisa dei confini al successivo piano dell'area, dice con esattezza che l'area delle Capanne di Marcarolo e la zona storica della Benedicta, la frazione dei Molini in Comune di Voltaggio e la località Ermitti, a cavallo fra i Comuni di Bosio e di Voltaggio, sono definite come aree attrezzate aventi una disciplina specifica comportante concrete possibilità di sviluppo che dovrebbero incentivare le occasioni di miglioramento delle condizioni di vita e di sviluppo economico delle popolazioni interessate; popolazioni limitate ma che all'in.terno del parco avevano ed hanno giusta preoccupazione rispetto alle conseguenze di tipo economico e sociale che potrebbero derivare da una politica puramente passiva di salvaguardia e di tutela, non accompagnata da interventi attivi volti al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti residenti all'interno dell'area del parco.
Proprio per questo ritengo opportuno presentare alcuni emendamenti aggiuntivi al testo di legge che pure ho approvato all'interno della Commissione; in particolare tenendo conto che la località Tegli è una frazione geografica del Comune di Fraconalto e di quanto è stato previsto nel disegno di legge proposto al Consiglio per la frazione di Molini e per la frazione di Capanne di Marcarolo, e cioè della possibilità di l'avere una loro rappresentanza diretta all'interno del Consiglio di amministrazione e di vedere il loro territorio classificato come area attrezzata all'interno del parco, proporrò l'estensione di questa normativa anche per la frazione Tegli di Fraconalto. A questo punto per evitare giudizi sommari e non incorrere nell'errore di individuare presunte volontà di favorire fenomeni di interesse particolare o di speculazione da parte delle Amministrazioni comunali che hanno espresso più duramente e più decisamente la loro avversione all'accettazione dei confini del parco proposti dalla Regione, credo sia giusto richiamare alcune particolarità dell'area, e ricordare che tutti i Comuni dell'area, ed in particolare i Comuni che hanno fatto pervenire anche questa mattina deliberazioni di Consiglio comunale che sembrano rigettare totalmente la proposta di istituzione del parco, erano dotati anche per il passato di strumenti urbanistici e che, tra questi, il Comune di Voltaggio era uno dei cinque Comuni della Provincia di Alessandria dotato già nel 1960 di un Piano Regolatore Generale Comunale. Questi Comuni hanno svolto una politica di controllo delle trasformazioni del territorio che non si può non ritenere positiva e valida: quanti conoscono la zona possono testimoniare che non solo l'assenza nell'area interessata di particolari tendenze insediative che hanno origine in Liguria e che hanno interessato più direttamente l'Ovadese, ma anche la presenza di strumenti urbanistici e quindi l'espressione di una precisa volontà delle amministrazioni, hanno consentito una salvaguardia sostanziale dell'ambiente, cosicché lo possiamo considerare come un territorio integro sotto il profilo ambientale, che ha conservato le proprie caratteristiche naturali senza gravi fatti di alterazione o di trasformazioni del suolo che ne abbiano compromesso le vocazioni naturali.
Vorrei dire, a questo proposito, che siamo in presenza in tutta l'area del parco di alcune situazioni particolari e rilevanti di degrado ambientale, però circoscritti e riconducibili ai fenomeni di sviluppo delle attività industriali del Nord Italia; cioè i veri fenomeni di degrado e di compromissione ambientale di questl'area sono i metanodotti, gli oleodotti l'ossigenodotto, la cava della Cementir nel territorio del Comune di Voltaggio e per quanto riguarda le acque, la presenza di unl'unica cartiera sul Lemme che ha inquinato fortemente il corso di questo torrente.
Abbiamo, poi, fenomeni di degrado dovuti alle ultime alluvioni, che in alcuni casi hanno provocato effetti veramente disastrosi, particolarmente per alcune frane nella zona di Mondo- Vile e per l'innalzamento dell'alveo del Piota.
Invece, per quanto riguarda lo sviluppo residenziale ed edilizio all'interno dell'area del parco, non siamo in presenza di gravi compromissioni, ma anzi possiamo considerare l'area sostanzialmente allo stato naturale.
Quindi credo che quando ragioniamo sullo stato dl'animo e sulle preoccupazioni che vengono espresse oltreché dalle Amministrazioni anche dalle popolazioni, ciò non debba essere ricercato tanto nell'esistenza presunta di volontà o di fenomeni di carattere speculativo che interessano l'area: alcune preoccupazioni sono reali e noi dobbiamo averli ben presenti poiché in ogni caso rimane il problema della collaborazione attiva con le popolazioni e con le Amministrazioni locali da ricercare per realizzare una politica di salvaguardia e di valorizzazione del territorio del parco delle Capanne di Marcarolo.
Innanzitutto vi è la vicinanza della Liguria; il collega Bono ha ricordato nella relazione che il punto più meridionale del Comune di Bosio inserito all'interno dei confini del parco è a meno di otto chilometri dalla costa ligure mentre larga parte dell'area fa parte geograficamente della Liguria. Gli abitanti subiscono di conseguenza una serie di fenomeni che hanno derivazione esterna e rispetto ai quali temono delle compromissioni per quanto riguarda il loro futuro. Ciò, innanzitutto, per la politica dei parchi della Regione Liguria; la Liguria infatti si è dotata di una legge che prevede la libertà di caccia all'interno dei parchi naturali; che prevede unl'indennità di residenzialità per gli abitanti; ma soprattutto la Liguria prevede di istituire il parco dei "Piani di Praglia" confinante con il parco delle Capanne di Marcarolo, realizzando - se non sono cambiati i progetti negli ultimi tempi - un corridoio libero di un chilometro di profondità rispetto ai confini del Piemonte, in cui si dovrebbe verificare credibilmente una pressione insediativa e uno sviluppo di tipo residenziale che gli abitanti delle zone della Valle Lemme e della Valle del Gorzente, cioè delle zone interessate all'istituzione del parco delle Capanne di Marcarolo, temono e a cui guardano come ad un momento di potenziale speculazione ai confini con la propria area geografica amministrativa, che dovrebbe invece servire come area per il tempo libero e come area di sfogo per i residenti in Liguria, che realizzerebbero i propri insediamenti ai confini con il Piemonte.
Questo pone un problema di intervento diretto della nostra Regione e di collaborazione con la Regione Liguria, per far sì che la politica dei parchi venga armonizzata e non si realizzi attraverso fenomeni che effettivamente possono far pensare agli abitanti residenti nelle nostre zone che la politica fatta dal Piemonte possa sembrare punitiva rispetto alla politica che ai confini viene realizzata dalla Regione Liguria.
C'è poi l'altra preoccupazione su cui mi voglio soffermare, ed è quella della caccia. Sulla caccia ci sono due atteggiamenti. C'è certamente un atteggiamento che mi rifiuto di prendere in considerazione, ed è l'atteggiamento dei cacciatori della "domenica", di coloro che in massa vogliono nella nostra Regione, in Piemonte, avere occasione di libertà incontrollata come hanno avuto nel passato; e C'è l'atteggiamento dei residenti, degli agricoltori della zona, che non possono trovare uno sfogo adeguato solamente attraverso la previsione dei piani di abbattimento tecnico da prevedere all'interno del parco.
In considerazione del fatto che il territorio di interi Comuni viene sottoposto a una serie di vincoli quali quelli dei parchi e quello del divieto di caccia, nella legge regionale sulla caccia che dovremo approvare, si dovrà individuare in primo luogo nel territorio limitrofo le zone socialmente gestite per consentire agli abitanti di gestire direttamente la caccia nella parte del territorio non sottoposta al vincolo del parco e di evitare che la residua parte del territorio comunale diventi il poligono di tiro per tutti i cacciatori che provengono, in questo caso dalla Liguria.
In sostanza, non possiamo realizzare il parco senza la collaborazione attiva delle popolazioni e delle Amministrazioni locali; infatti la norma transitoria che abbiamo inserito nel disegno di legge, che nasce dall'esperienza del Parco del Ticino secondo la quale, sino alla costituzione formale del Consorzio, la Regione provvede direttamente all'amministrazione e alla gestione del parco avvalendosi degli uffici dell'Amministrazione provinciale e della Comunità montana, norma doverosa nel lungo periodo transitorio prima della costituzione del Consorzio e dell'approvazione dello Statuto, non deve essere richiamata meccanicamente ma deve fornire lo sviluppo della collaborazione tra le popolazioni ed il Consiglio di amministrazione del parco.
Devo dire che di fronte alle ultime deliberazioni che ricalcano le indicazioni avanzate più di un anno fa e che non tengono conto delle modificazioni sostanziali della normativa e dei confini del parco approvate dalla II Commissione, potremmo avere delle perplessità se fossimo in presenza di una configurazione giuridica del parco come Ente strumentale della Regione.
Tra le altre norme che credo vadano richiamate in questa sede e che dovrebbero garantire circa la necessità e la volontà di realizzare un processo collaborativo tra la Regione, le Amministrazioni e le popolazioni interessate, a meno che non si voglia ricorrere ad atti di imperio che la richiamata norma transitoria potrebbe anche consentire ma che il buon senso e la logica credo sconsiglino a tutti, vi è appunto quella della configurazione giuridica del parco come Consorzio di Enti locali; ed è per questo che possiamo superare anche le residue perplessità, perché sappiamo che proprio questa realtà costringerà la Regione, nelle sue diverse espressioni, a ricercare in ogni caso il consenso che non è stato possibile ottenere completamente in questa fase e che garantisce che il parco verrà costituito insieme con le popolazioni e con le Amministrazioni locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La legge istitutiva del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo ha visto impegnata la II Commissione e l'Assessore per lungo tempo, quindi non ho nulla da aggiungere sul merito.
Credo però che sia venuto il momento di fare una riflessione sulla politica dei parchi. Uno dei criteri ispiratori dell'istituzione dei parchi, intesi come trasformazione del rapporto uomo-natura, fruizione del territorio, fu quello del coinvolgimento e del consenso delle popolazioni.
Oggi possiamo ribadire questo concetto con particolare forza soprattutto se andiamo a vedere il numero e la qualità delle riunioni in Commissione e in loco, nelle quali si è cercato di partire dalle esigenze locali per arrivare alla delimitazione che fosse compatibile con le finalità generali del parco, che non sono solo di salvaguardia passiva, ma anche di intervento attivo e di promozione.
Oggi riaffermiamo la nostra disponibilità a discutere, a dibattere però dobbiamo anche scegliere e decidere, imperativo questo che ci deriva non solo dalla politica dei parchi, ma in senso generale in un momento obiettivamente grave per la società e per il Paese.
Il pericolo immanente nei fatti è la perdita di contatto tra gli interessi particolari, anche se non illegittimi, e gli interessi generali.
Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere innanzitutto di salvaguardare il compito dell'esercizio legislativo, amministrativo e di governo del territorio.
Credo sia giusto continuare nella politica dei parchi con tutta l'attenzione agli aspetti di democrazia ma occorre anche assumersi la responsabilità della decisione. La Regione non ha voluto il piano dei parchi per punire le popolazioni di campagna in favore di interessi delle popolazioni di città, ha voluto invece trasferire un messaggio di vita, di fruizione, una nuova coscienza di valori.
Questo è un tentativo da raffrontare con i problemi reali e da verificare nel caso concreto A nome del Gruppo comunista chiedo di votare oggi questo provvedimento. Avremo la possibilità di renderlo accettabile e comprensibile da parte delle popolazioni locali anche dopo l'istituzione del parco.
Non conosco la situazione di Marcarolo (può darsi che in quel Comune tutto sia idillico, ma non credo), ma so di altri Comuni in cui le popolazioni locali sono state agitate in maniera strumentale da gente estranea che ha la carabina o la doppietta.
Una Regione che dichiarasse la sua impotenza dopo il tentativo fatto con un rinvio che, a questo punto, diventerebbe lungo, farebbe un errore.
Il nostro Gruppo non intende farlo e intende votare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, intervengo innanzitutto per dichiarare che attraverso un esame di merito razionale, culturalmente elevato ed anche appassionato quale quello che ha svolto il Consigliere Genovese, è stata espressa anche la linea della nostra partecipazione ai lavori del Consiglio e della nostra opposizione, intesa come assunzione di responsabilità di governo. Avvertiamo che in questa vicenda è coinvolto anche un problema di popolarità o di impopolarità.
Ebbene, avendo il senso della dimensione della questione, noi scegliamo la via meno favorevole con qualche tormento, con qualche difficoltà. E' una questione fondamentale ed emblematica. Si dà il caso che le amministrazioni in discussione siano vicine molto di più all'opposizione che alla maggioranza, allora, sotto questo profilo, la nostra posizione ha un significato che deve essere valutato e riconosciuto a livello di tutta la comunità regionale. Non cl'e iattanza, non cl'è indifferenza, non cl'è presunzione nell'atteggiamento che assumiamo e che il Consigliere Genovese ha bene illustrato. E' stato seguito con pazienza, con sforzo di elaborazione culturale e cl'è la convinzione che esiste un ulteriore spazio. Anche l'ultimo appello dei Comuni, ricalcando posizioni lontane ed acritiche, non aggiungendo proposte intermedie, nulla fornendo di nuovo e quindi risultando espressivo di gruppi ristretti, non rappresentativi delle intere popolazioni, ci lascia fortemente perplessi.
Ma anche questo ultimo appello non è rimasto senza considerazione; è tutto il pomeriggio che la II Commissione esamina le deliberazioni comunali e questo tipo di dibattito, che diventa anomalo rispetto ad altri fatti, è significativo dell'atteggiamento che si vuole assumere di fronte alle popolazioni.
Se i approverà questa legge, noi abbiamo la convinzione che si possa dire che non è un punto di arrivo, che taglia un nodo gordiano, ma è un punto di partenza per costruire insieme con le popolazioni una realtà nuova alla quale, ove sorgessero esigenze di modifica e di integrazione, il Consiglio, con la sua relativa agilità, potrà provvedere facilmente. Quindi il dialogo, con le popolazioni continua e noi adempiamo alla nostra funzione ed assumiamo le nostre responsabilità anche negli aspetti che fossero meno piacevoli.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare.
La parola all'Assessore Rivalta per la replica.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Mi parrebbe improprio, dopo la discussione che C'è stata in Commissione e in Consiglio, che la Giunta non si pronunciasse esplicitamente sulle ultime questioni che sono emerse.
Il Consigliere Debenedetti ha sollevato il problema della non esigenza di un intervento attraverso le leggi sui parchi nella zona delle Capanne di Marcarolo perché il territorio sarebbe sostanzialmente tutelato. Voglio richiamare il fatto che seppur quel territorio è stato difeso dalle amministrazioni comunali, e non ha subito insediamenti residenziali anche per la difficile sua accessibilità, però è stato sottoposto a processi di degrado, dovuti alla mancata gestione forestale, all'insufficiente sistemazione idrogeologica, alla presenza della cava di Voltaggio, al passaggio di oleodotti o metanodotti, che attraversano la zona di Capanne di Marcarolo per giungere in Liguria.
Le finalità delle leggi sui parchi, in particolare quella del Parco delle Capanne di Marcarolo, non sono di tipo vincolistico, ma tendono a tutelare, valorizzare e restaurare le risorse paesaggistiche, storico ambientali e naturali della zona; a disciplinare e controllare la fruizione del territorio a fini ricreativi, didattici, scientifici e culturali; a promuovere e incentivare le attività produttive locali che siano compatibili con le caratteristiche dell'ambiente: prevalentemente le attività agro-silvo-pastorale e turistiche; a promuovere lo sviluppo socio economico delle popolazioni locali, assegnando priorità agli interventi di urbanizzazione primaria e sociale previste nelle aree del parco dai programmi pluriennali di attuazione degli strumenti urbanistici.
E' vero che quando abbiamo approvato la legge generale sui parchi non era ancora operante la legge sull'uso del suolo; oggi, invece, la legge sull'uso del suolo permette il controllo e la difesa del territorio regionale. Ma le leggi dei parchi intervengono in presenza di situazioni morfologiche e ambientali particolari.
Le leggi sui parchi hanno funzioni proprie all'interno della legge n.
56: intervenire attivamente nei territori in cui esistono caratteristiche ambientali di particolare valore o condizioni di degrado, come è appunto per la zona di Capanne di Marcarolo. Ci sono stati dei contrasti; il lavoro compiuto ha cercato di eliminare i contrasti. Abbiamo fatto il possibile.
Credo, dl'altra parte, che se la delegazione della II Commissione tornasse nella zona, si rammaricherebbe dei confini fissati, ristretti rispetto alla zona più ampia che sarebbe giusto tutelare. Abbiamo comunque fatto il possibile per trovare un rapporto con la popolazione, in qualche caso l'abbiamo trovato in modo esplicito come alle Capanne di Marcarolo, dove i contrasti erano, per altro, più evidenti.
La zona delle Capanne di Marcarolo va salvaguardata attivamente e questa sera, con l'approvazione della legge si pongono le basi per poterlo fare.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Possiamo passare all'esame degli articoli e degli emendamenti.
"Articolo i - Istituzione del parco naturale. Ai sensi della legge 4 giugno 1975, n. 43, è istituito con la presente legge il Parco naturale della Capanne di Marcarolo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, incidente sui Comuni di Bosio, Casaleggio Boiro, Fraconalto Lerma, Mornese, Tagliolo Monferrato e Voltaggio, sono individuati nell'allegata planimetria, in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge.
Con la redazione del piano dell'area di cui al successivo articolo 16 possono essere individuate aree interne al Parco naturale con differenti classificazioni: le zone delle Capanne di Marcarolo, dei Molini e degli Eremiti la cui delimitazione è de mandata al piano dell'area, sono fin dl'ora individuate come aree attrezzate.
I Confini del Parco naturale sono delimitati da tabelle portanti la scritta l'Regione Piemonte - Parco naturale delle Capanne di Marcarolol' da collocarsi in modo che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni tabella siano visibili le due contigue.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e leggibilità a cura dell'Amministrazione del Parco".
Il Consigliere Genovese presenta un emendamento: al secondo comma quarta riga, dopo la parola "Molini" sopprimere la congiunzione "e" e sostituirla con una virgola e dopo la parola "Eremiti" aggiungere "e di Tegli.Freccia".
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'art. 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43 le finalità dell'istituzione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo sono specificate secondo quanto segue : 1) tutelare, valorizzare e restaurare le risorse paesaggistiche storiche, ambientali e naturali della zona 2) disciplinare e controllare la fruizione del territorio a fini ricreativi, didattici, scientifici e culturali 3) promuovere ed incentivare le attività produttive locali che siano compatibili con la valorizzazione dell'ambiente e prevalentemente le attività agro-silvo-pastorali e turistiche 4) promuovere lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali assegnando priorità agli interventi di urbanizzazione primaria e sociale previsti nell'area del parco dai programmi pluriennali di attuazione degli strumenti urbanistici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a Parco naturale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Costituzione del Consorzio fra gli Enti interessati. I Comuni di Bosio, Casaleggio Boiro, Fraconalto, Lerma, Mornese, Tagliolo Monferrato e Voltaggio, la Comunità montana Alta Val Lemme ed Alto Ovadese nonché la Provincia di Alessandria, riuniti in consorzio, provvedono a svolgere le funzioni di direzione ed amministrazione necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente art. 3.
Il Presidente della Giunta regionale, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, invita i Sindaci dei Comuni, il Presidente della Comunità montana ed il Presidente dell' Amministrazione provinciale di Alessandria, riuniti in Comitato Promotore, a predisporre uno schema di Statuto del Consorzio, che deve essere adottato dai singoli Enti.
Tale Comitato nomina, nella prima seduta, l'Ufficio di Presidenza e la Segreteria.
Nei successivi 60 giorni il Comitato redige lo Statuto e lo invia ai Comuni interessati, alla Comunità montana Alta Val Lemme e Alto Ovadese e all'Amministrazione provinciale di Alessandria per l'adozione.
Lo Statuto adottato dai Consigli comunali interessati, dal Consiglio della Comunità montana e dal Consiglio provinciale, deve essere inviato entro 30 giorni alla Regione per l'approvazione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Lo Statuto. Lo Statuto, di cui al precedente articolo 5 deve prevedere come organi del Consorzio: a) il Consiglio di Amministrazione b) la Giunta esecutiva c) il Presidente.
Lo Statuto deve prevedere altresì le forme di consultazione e di partecipazione dei resi denti nel Parco e l'istituzione di Commissioni consultive, temporanee o permanenti, da parte del Consiglio di Amministrazione.
La sede del Parco è individuata nella frazione Capanne di Marcarolo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Il Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione è composto da : a) n. 3 rappresentanti per ciascun Comune, eletti da ogni singolo Consiglio comunale, di cui uno per la minoranza b) n. 3 rappresentanti per la Comunità montana, di cui uno per la minoranza c) n. 3 rappresentanti per il Consiglio provinciale, di cui uno per la minoranza d) n. 2 rappresentanti per ognuna delle frazioni di Capanne di Marcarolo e di Molini.
L'elezione dei componenti il Consiglio di Amministrazione, da parte dei Consigli di cui alle lettere a), b), c), del comma precedente, deve avvenire entro 15 giorni dall'approvazione dello Statuto.
Entro lo stesso termine vengono eletti i rappresentanti di cui alla lettera d) dai Comitati di frazione di cui alla legge 8 aprile 1976, n. 278 o, in loro assenza, direttamente dalla popolazione residente nelle frazioni stesse.
I membri del Consiglio di Amministrazione durano in carica 5 anni: decadono in ogni caso al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti.
In caso di dimissioni o comunque di vacanza del posto, il membro che viene nominato in sostituzione dura in carica per il periodo di nomina del membro sostituito.
Finché non sia riunito il nuovo Consiglio di Amministrazione sono prorogati i poteri del precedente".
Il Consigliere Genovese presenta un emendamento al primo comma, punto d): aggiungere dopo "Molini" "e di Tegli".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Comitato tecnico-scientifico. Il Consorzio, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un comitato tecnico scientifico di esperti, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione.
I membri del Comitato tecnico-scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio del Consorzio, alle quali debbono essere invitati".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Personale. Per l'espletamento delle mansioni riguardanti il funzionamento del Parco, il Consorzio utilizza proprio personale o pu avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali, provinciali e dei Comuni nonché della Comunità montana interessati".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Il Direttore. Il Direttore del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo è nominato dal Presidente del Consorzio a seguito di pubblico concorso. Il relativo bando è predisposto sentito il comitato tecnico-scientifico.
La funzione di Direttore può essere attribuita per incarico dal Consiglio del Consorzio ad un dipendente scelto fra il personale di cui al precedente art. 9, in possesso dei requisiti previsti dallo Statuto, previa convenzione con l'Ente di appartenenza.
Il Direttore è membro del comitato tecnico-scientifico e partecipa con voto consultivo alle riunioni del Consiglio di Amministrazione del Consorzio. Le funzioni di Direttore ed i suoi rapporti con il Consiglio di Amministrazione e con il comitato tecnico sono regolati dallo Statuto del Consorzio.
Il Direttore del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo può svolgere funzioni di direzione anche di altri parchi o riserve naturali, previa apposita convenzione tra gli Enti gestori".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Controllo. Il Consorzio di cui al precedente articolo 5 redige annualmente un bilancio preventivo ed un bilancio consuntivo relativi alla gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, da sottoporre al parere preventivo della Giunta regionale. Il parere è vincolante per le spese da assumere o assunte attraverso somministrazione di fondi da parte della Regione.
Il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico, entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario a cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono quindi sottoposti all'esame ed all'approvazione dei competenti organi di controllo.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consorzio, relative alla gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, quando comportino variazioni di bilanci di cui al primo comma del presente articolo, devono essere adottate previo il parere della Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 11 e approvato "Articolo 12 - Norme vincolistiche. Sull' intero territorio del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di : a) aprire e coltivare nuove cave e torbiere. Sono consentiti l'estrazione di pietra da taglio e da rivestimento ed i prelievi di ghiaia e di sabbia, esclusivamente per utilizzazioni all'interno del Parco, previa autorizzazione del Presidente del Consorzio, sentito il parere del C Comitato tecnico-scientifico b) esercitare l'attività venatoria. Sono consentiti gli interventi tecnici di cui alla legge regionale 20 ottobre 1977, n. 50 e) alterare e modificare le condizioni di vita degli animali d) introdurre specie animali non autoctone e) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali operazioni connesse alle attività agricole f) abbattere e comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico o urbanistico g) costruire nuove strade ed ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agro-silvo-pastorali e della fruibilità del Parco h) asportare rocce o minerali al di fuori delle attività previste alla lettera a) del presente comma, salvo che per motivi di studio autorizzati dal Presidente del Consorzio, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico i) costruire nuove condotte, anche forzate, per gas e liquidi, fuori dalle aree appositamente previste e vincolate dal piano di cui al successivo articolo 16, tranne che per gli acquedotti, per gli usi irrigui e per gli impianti tecnologici per uso domestico 1) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuori strada m) transitare fuori delle strade carrozzabili con mezzi motorizzati tranne che per lo svolgimento delle attività agro-silvo-pastorali, o delle attività di vigilanza o di soccorso.
L'uso del suolo e l'edificabilità consentiti nel territorio del Parco debbono corrispondere ai fini di cui al precedente articolo 3 e sono definiti dagli strumenti urbanistici generali e relativi programmi di attuazione e dal piano dell'area di cui al successivo articolo 16.
Sino all'approvazione del piano dell'area di cui al precedente comma l'edificabilità è consentita entro i limiti e le norme previsti dagli strumenti urbanistici comunali vigenti e dai programmi di attuazione degli stessi, con l'applicazione delle limitazioni transitorie di cui alla legge 5 dicembre 1977, n. 56.
La costruzione di nuovi edifici od opere che determinino modificazioni allo stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale, sentito il Consiglio di Amministrazione del Parco o il Comune interessato.
Le norme relative all'utilizzazione delle aree boschive del territorio del Parco sono previste in apposito piano di assestamento forestale predisposto dalla Regione, sentito il Consiglio di Amministrazione del Parco.
Sino all'approvazione del piano di assestamento forestale debbono essere applicate le seguenti normative: 1) per quanto concerne la silvicoltura sono autorizzati i tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante, la ceduazione e i diradamenti 2) i tagli dei boschi di alto fusto debbono essere autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Alessandria.
Con apposito regolamento, sono fissate norme specifiche relative alle modalità di fruizione del Parco e sono riportate le sanzioni per i trasgressori previste da leggi statali e regionali nonché da disposizioni comunali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'articolo 12 della presente legge, comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e), f), h), l), m) del precedente articolo 12 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 50.000 ad un massimo di lire 1 milione in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere g) e i) dell'articolo 12 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di Lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
Le violazioni alla limitazione di cui al sesto comma, n. 2) dell'articolo 12 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni per ogni ettaro, o frazione di ettaro, di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni alle limitazioni di cui ai commi terzo, quarto del precedente articolo 12 comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 10 milioni, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo, terzo, quarto e quinto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo di ripristino che deve essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che deve essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data di notifica, ricorso alla Giunta regionale la quale si pronunzia entro 90 giorni.
Per le violazioni di cui alla lettera b), primo comma, del precedente articolo 12 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel regolamento di cui all'ultimo comma dell'articolo 12 della presente legge sono introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Indennizzo per vincolo. Qualora i vincoli corrispondano ad una effettiva e definitiva diminuzione di reddito ricavato da attività produttive previste dall'articolo 3, numero 3 della presente legge, sono corrisposte indennità pari al mancato reddito.
Sono escluse da indennizzo le aree ed i beni assoggettati ai vincoli per la protezione delle bellezze naturali ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Vigilanza.La vigilanza del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo è affidata: a) al personale di sorveglianza alle dipendenze del Consorzio b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie nominate in conformità dell'articolo 138 del T.U., delle leggi di pubblica sicurezza approvato con R.D. 18 giugno 1931, n_ 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 15 e approvato "Articolo 16 - Piano dell'area. In attesa dell'approvazione del piano territoriale di cui all'art. 4 della legge regionale 5 dicembre 1977, n.
56, la Giunta regionale predispone un piano dell'area oggetto della presente legge, costituente a tutti gli effetti stralcio del piano territoriale, formato ed approvato secondo la procedura di cui ai seguenti commi.
La Giunta regionale, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, predispone e adotta il plano dell'area, che trasmette al Consorzio, ai Comuni interessati, alla Comunità montana Alta Valle Lemme e Alto Ovadese, al Comitato comprensoriale di Alessandria e alla Provincia di Alessandria, e ne dà notizia sul Bollettino Ufficiale della Regione con l'indicazione della sede in cui chiunque può prendere visione degli elaborati.
Entro 90 giorni i soggetti di cui al comma precedente fanno pervenire le proprie osservazioni alla Giunta regionale Entro lo stesso termine, i Comitati comprensoriali non competenti per il territorio, gli Enti pubblici, le organizzazioni e le associazioni economiche, culturali e sociali, nonché le Amministrazioni dello Stato e le Aziende a partecipazione pubblica interessate, possono far pervenire le proprie osservazioni alla Giunta regionale.
La Giunta regionale entro i successivi 90 giorni, esaminate le osservazioni di cui al comma precedente, provvede alla predisposizione degli elaborati definitivi del piano dell'area e, sentito il Comitato Urbanistico Regionale, sottopone gli atti al Consiglio regionale, per l'approvazione.
Le indicazioni contenute nel piano dell' area e le relative norme di attuazione sono efficaci e vincolanti dalla data di entrata in vigore della deliberazione del Consiglio regionale e si sostituiscono a eventuali previsioni difformi degli strumenti urbanistici vigenti".
Il Consigliere Genovese presenta un emendamento aggiuntivo al secondo comma, seconda riga: dopo "legge", aggiungere: "sentito il Consiglio di Amministrazione del Parco" Chi approva e pregato di alzare la mano. L'emendamento e accolto.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle spese di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata per l'anno finanziario 1979 la spesa di lire 5 milioni All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi dell'articolo 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n, 12 e mediante l'istituzione nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione l'Spese relative alle opere di tabellazione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolol' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 5 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 18 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, di cui all'articolo 5 della presente legge, valutati in L. 200.000.000 per l'anno finanziario 1979, si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, e mediante l'istituzione nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione l'Assegnazione regionale per le spese di gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolol' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 200 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 18 è approvato.
"Articolo 19 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano dell'area e del piano di assestamento forestale. Per la redazione del piano dell'area, di cui al precedente articolo 16 della presente legge, e del piano di assestamento forestale, di cui al quinto comma del precedente articolo 12, è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di lire 45 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente sul fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione l'Spese per la predisposizione del piano dell'area e del piano di assestamento forestale del Parco naturale delle Capanne di Marcarolol' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di L. 45 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 19 è approvato.
"Articolo 20 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 13 sono iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate di bilancio per l'anno finanziario 1979 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 20 è approvato.
"Articolo 21 - Norma transitoria. Fino alla data di effettiva costituzione del Consorzio di cui al precedente articolo 5, le funzioni di direzione e di amministrazione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo sono esercitate dalla Giunta regionale tramite l'amministrazione provinciale di Alessandria e la Comunità montana Alta Val Lemme e Alto Ovadese".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 21 è approvato.
Procediamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione: "Servizi per il soccorso e il trasporto urgente di malati. Finanziamento al Comune di Torino per la gestione della centrale operativa. Modifica della deliberazione Consiglio regionale 23.11.77 n. 234"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione: "Servizi per il soccorso e il trasporto urgente di malati. Finanziamento al Comune di Torino per la gestione della centrale operativa. Modifica della deliberazione Consiglio regionale 23.11.1977 n. 234".
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale viste le deliberazioni consiliari n. 149 del 30/4/1975 e n. 234 del 23/11/77 delibera di stanziare la somma di lire 350.000.000 da erogare all'Amministrazione comunale di Torino, delegata alla gestione del Servizio del trasporto malati urgenti sul territorio, per il finanziamento nei seguenti termini: L. 140.000.000 da liquidare all'intervenuta esecutività della presente deliberazione la somma residua necessaria, comunque entro i limiti di lire 210.000.000 da liquidare mediante decreto del Presidente della Giunta regionale, alla presentazione da parte dell'Amministrazione comunale di Torino di un dettagliato preventivo di spesa che tenga conto degli oneri derivanti dall'art. 1 delle norme transitorie previste dalla convenzione per il soccorso urgente sul territorio, nell'intesa che il Comune di Torino provvede al convenzionamento con le istituzioni di Pubblica Assistenza per il soccorso ed il trasporto urgente dei malati presenti negli ambiti territoriali delle Unità Locali dei Servizi dal n. 1 al n. 35, secondo lo schema-tipo approvato con separata deliberazione della Giunta regionale uniformandosi al regolamento tipo, pure approvato con separato atto della Giunta regionale per il servizio trasporto urgente sul territorio di modificare l'individuazione delle postazioni di autoambulanze per le Unità Locali dei Servizi dal n. 1 al n. 35 stabilite alla lettera d) del punto 1 del dispositivo della deliberazione consiliare n. 234 del 23/11/77 di autorizzare la Giunta regionale ad adottare eventuale apposito provvedimento per variare l'organizzazione del servizio, nelle more dell'attuazione della legge di riforma sanitaria, di cui alla legge n. 833 del 23/12/78, sulla base della sperimentazione concreta della fase di avvio, e delle eventuali richieste del Comune di Torino di dare mandato alla Giunta regionale di fornire al Consiglio regionale e per esso alla Commissione consiliare competente, entro il mese di dicembre 1979, una relazione corredata della documentazione relativa alla sperimentazione dei servizi per il soccorso e il trasporto urgente dei malati.
Alla spesa di L. 350.000.000 si farà fronte per L. 122.000.000 con l'impegno già assunto nel cap. 4850 del bilancio 1977 (5020 sub 501) e per L. 228.000.000 con imputazione sul cap. 10670 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1979 (43662).
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/"53 n. 62 e sarà pubblicata sul B.U.
della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame proposta di deliberazione della Giunta regionale: "Riconoscimento di calamità grave dell'evento verificatosi in Macugnaga (No) il 19/7/79"


PRESIDENTE

Su richiesta del Vice Presidente Bajardi, passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione della Giunta regionale: "Riconoscimento di calamità grave dell'evento verificatosi in Macugnaga (No) il 19/7/19".
La parola al Vice Presidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

E' stata consegnata ai Consiglieri una relazione sull'evento calamitoso abbattutosi sul Comune di Macugnaga e sulle opere di pronto intervento che sono state effettuate Nel corso della prossima riunione del Consiglio potremo raccogliere eventuali osservazioni e fare una ulteriore puntualizzazione sulle misure previste nel documento consegnato.



PRESIDENTE

Vi dà lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 29/6/78 n. 38 preso atto della proposta della Giunta regionale per dichiarare grave l'evento calamitoso del 19 luglio 1979 abbattutosi sul territorio del Comune di Macugnaga delibera 1) è dichiarato grave l'evento calamitoso del 19 luglio 1979 abbattutosi sul territorio del Comune di Macugnaga, in provincia di Novara 2) al territorio del predetto Comune si applicano le disposizioni dell'art. 9 della legge regionale n. 38 del 29/6/78.
La presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/53 n. 62 e del penultimo comma dell'art. 17 della legge regionale n. 38".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione: "Legge 5/8/75 n. 412. Primo programma triennale di edilizia scolastica 75/77 approvato con deliberazione consiliare n. 58 dell'8/1/1976. Variazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione: "Legge 5/8/75 n.
412. Primo programma triennale di edilizia scolastica 1975/77 approvato con deliberazione consiliare n. 58 dell'8/1/76. Variazioni".
La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

La deliberazione, assunta dalla Giunta il 6/3/79 utilizza il dieci per cento di quel quindici per cento che era stato accantonato per eventuali superi o per far fronte a richieste di maggiori oneri da parte delle imprese che eseguono i lavori.
A pag. 2 della delibera si dice: "Ritenute valide le motivazioni esposte e già valutata con la V Commissione consiliare". La deliberazione è stata esaminata in sede di V Commissione consiliare oppure la valutazione è stata generica? Il Ministero della pubblica istruzione, con lettera in data 4 luglio 1979, dice "questo Ministero prende atto delle variazioni apportate al primo piano triennale che hanno comportato maggiorazione dei fondi attribuiti alla scuola elementare e alla scuola media, maggiorazione detratta dalla quota accantonata in previsione di maggiori oneri".
Quindi il Ministero sulla base della deliberazione ha dato il suo assenso di massima.
In una deliberazione di questo tipo, si dovrebbe fare riferimento anche al secondo piano triennale e alla graduatoria predisposta dopo aver sentito i Comprensori e i Comuni interessati. Questa variazione alla deliberazione assunta in sede di Consiglio regionale sarebbe più accettabile; ritengo che questa delibera, così come viene presentata, abbia in parte pregiudicato l'atteggiamento del Ministero.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Qui viene richiamata la discussione svolta, in sede di V Commissione per decidere come utilizzare quei fondi; sulla base di quella discussione è stata predisposta la deliberazione della Giunta, con invio alla stessa alle autorità scolastiche e al Ministero della Pubblica istruzione, secondo quanto prescrive fa legge 412.
Il fatto che dobbiamo decidere con l'intesa del Ministero aveva posto il problema della procedura da seguire: fin dall'approvazione del primo programma triennale abbiamo deciso di discutere in Commissione le scelte di approvato re le scelte con deliberazione della Giunta regionale, di inviare al Ministero la deliberazione per il raggiungimento dell'intesa, e successivamente di procedere all'approvazione in Consiglio. Abbiamo scelto la strada che consentiva una maggiore partecipazione e l'abbiamo seguita per il primo e per il secondo programma triennale e anche per questl'ultima decisione che riguarda una somma residua.
Gli uffici hanno detratto il 15% sull'importo complessivo del finanziamento. Con il primo programma triennale, ad ogni Comune è stato attribuito un finanziamento, e si è accantonato il 15% su quel finanziamento. Ma la somma del 15% calcolato sul, singolo finanziamento non corrisponde al 15% calcolato sulla cifra complessiva. Ne è derivata la possibilità di utilizzare 1 miliardo e cento milioni. I Comuni hanno avuto il 15% del rispettivo finanziamento; 80 e più opere sono finite. Non ha senso distribuire qualche milione ai Comuni che già hanno concluso le opere o che sono impegnati a concluderle. In Commissione, abbiamo deciso di usare quella somma residua per aggiornamenti di programma. Abbiamo valutato i problemi emersi in sede di consultazione; gli stessi Consiglieri hanno fatto emergere problemi di vari Comuni: non potendo fare un programma di grande respiro, si è tenuto conto delle conoscenze dirette e si sono finanziate le opere relative.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Non avendo avuto risposte esaurienti in ordine alla lettura della deliberazione che è incomprensibile, per quanto riguarda il secondo piano triennale di edilizia scolastica, a titolo personale mi astengo.



PRESIDENTE

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la legge 5/8/1975, n. 412 viste le intese sull'entità degli interventi, da raggiungersi con il Ministero della pubblica istruzione ai sensi del quarto comma dell'art. 3 legge n. 412, espresse nel primo capoverso della nota n. 1049/Div. XVI del 4 luglio 1979, allegata alla presente deliberazione vista la deliberazione della Giunta regionale n. 39-19594 del 6 marzo 1979 che fa parte integrante del presente provvedimento sentito il parere espresso dalla V Commissione consiliare permanente delibera di recepire le proposte di variazione del primo programma triennale legge 5/8/75 n. 412 nella forma riportata nella deliberazione suddetta.
Data l'urgenza dei conseguenti provvedimenti la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n..62 e sarà pubblicata sul B.U., della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 34 voti favorevoli e unl'astensione.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 388 "Istituzione della riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza"


PRESIDENTE

Prima della fine della seduta possiamo ancora esaminare il progetto di legge n. 388 "Istituzione della riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza". La relazione scritta del Consigliere Genovese, distribuita per tempo a tutti i Consiglieri, è data per letta e verrà allegata agli atti.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Istituzione della riserva naturale. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita, con la presente legge, la riserva naturale della Garzaia di Valenza, Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Classificazione. Nella riserva naturale della Garzaia di Valenza sono individuate: a) unl'area classificata quale riserva naturale integrale in ragione dell'eccezionale presenza di nidificazioni di ardeidi e della tutela integrale dell'ambiente palustre b) una fascia del territorio circostante ed adiacente classificata quale l'riserva naturale orientatal'.
L'area di cui alla precedente lettera a) e gli immobili in essa compresi, sono preordinati all'espropriazione, ai sensi del terzo comma dell'articolo 6 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43 all'acquisizione od all'affitto.
Il piano naturalistico di cui al successivo articolo 4 può apportare modifiche ai confini della riserva naturale integrale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Confini. I confini della riserva naturale della Garzaia di Valenza, incidente sul Comune di Valenza, sono individuati nell'allegata planimetria, in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge, nel seguente modo : a) la l'riserva naturale integralE' con linea punteggiata b) la l'riserva naturale orientatal' con linea a tratto e punto.
Rimangono escluse dall'area soggetta a tutela le sedi e le pertinenze della strada statale n. 494 e della linea ferroviaria Alessandria-Mortara.
I confini della riserva sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e recanti la scritta l'Regione Piemonte - Riserva naturale della Garzaia di Valenzal'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975 numero 43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale della Garzaia di Valenza sono specificate secondo quanto segue : 1) tutelare le caratteristiche naturali e paesaggistiche della Garzaia di Valenza, con particolare riguardo all'ambiente palustre ed all'avifauna in essa presente 2) favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici.
Le modalità di utilizzo e di fruizione sono stabilite in apposito piano naturalistico, che è predisposto dalla Giunta regionale, sentito il Consiglio Direttivo, ed è approvato con deliberazione del Consiglio regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Durata della destinazione. La destinazione a riserva naturale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Gestione. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 4 sono esercitate da un Consiglio Direttivo composto da: a) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Valenza b) tre rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale di Alessandria c) tre esperti, nominati dal Consiglio regionale, in materia zoologica botanica e idrobiologica.
Il Consiglio Direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto della riserva. Lo Statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio Direttivo b) il Presidente.
I membri del Consiglio Direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio Direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con Decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio Direttivo, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, alle quali debbono essere invitati.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo, il Consiglio Direttivo utilizza il personale di cui al successivo articolo 7 e può avvalersi degli Uffici regionali, comprensoriali provinciali e del Comune di Valenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale della riserva sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio Direttivo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Controllo. La Riserva naturale della Garzaia di Valenza ha un proprio bilancio.
Il bilancio preventivo deve essere presentato dal Consiglio Direttivo sentito il Comitato tecnico-scientifico, alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono sottoposti all'approvazione con deliberazione della Giunta regionale.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo in attuazione del bilancio diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente debbono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio della riserva naturale della Garzaia di Valenza, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, è fatto divieto di : a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) esercitare la pesca, fatti salvi i diritti esclusivi privati di pesca, per i quali si applica il disposto del secondo comma dell'articolo 2 della presente legge d) accedere alla Riserva naturale, se non nei seguenti casi e previa autorizzazione del Consiglio Direttivo: 1. nella riserva naturale orientata per motivi di carattere didattico tecnico e scientifico e per lo svolgimento delle normali attività agricole secondo le modalità fissate dal piano naturalistico 2. nella riserva naturale integrale per motivi tecnici o scientifici.
Per l'accesso alle aree comprese nella riserva naturale sono esonerati dall'autorizzazione i proprietari e gli aventi titolo e) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali f) danneggiare o distruggere i vegetali di ogni specie e tipo g) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle finalità della riserva h) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuori strada i) costruire nuovi edifici od opere di qualsiasi genere se non in funzione delle finalità della riserva l) abbattere alberi, fatta eccezione per il taglio dei pioppi nella riserva naturale orientata, se non previa autorizzazione del Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Alessandria".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a), primo comma dell'articolo 9 della presente legge comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere d), e), f) e h) del primo comma del precedente articolo 9 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 50,000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere g) e i) del primo comma del precedente articolo 9 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
Le violazioni alla limitazione di cui alla lettera l) del precedente articolo 9 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti di cui al precedente articolo 9, lettere a) f), g), i) ed l) comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino da realizzarsi in conformità alle disposizioni del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni ai divieti di cui alle lettere b) e c) del precedente articolo 9 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel piano naturalistico di cui all'ultimo comma dell'articolo 4 della presente legge saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Vigilanza. La vigilanza della riserva naturale della Garzaia di Valenza è affidata: a) al personale di sorveglianza della riserva previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 7 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 6 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'articolo 138 del T.U., delle leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente articolo 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di L. 1.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione l'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale della Garzaia di Valenzal' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di L. 1.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato a apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione della riserva naturale della Garzaia di Valenza, di cui all'articolo 6 della presente legge, valutati in L. 20 milioni per l'anno finanziario 1979, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione l'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale della Garzaia di Valenzal' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano naturalistico. Per la redazione del piano naturalistico, di cui al secondo comma dell'articolo 4 della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di lire 5 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione l'Spese per la predisposizione del piano naturalistico della riserva naturale della Garzaia di Valenzal' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 5 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Finanziamenti per espropriazioni, acquisizioni, affitti.
All'onere per l'espropriazione, l'acquisizione o l'affitto, di cui al secondo comma dell'articolo 2 e alla lettera c), primo comma, dell'articolo 9 della presente legge si provvede con le disponibilità esistenti al capitolo 7930 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 e ai capitoli corrispondenti per gli anni successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
"Articolo 16 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 10 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1979 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri La votazione della legge è valida ai sensi dell'art. 27, comma quarto del Regolamento provvisorio del Consiglio.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Parere del Consiglio regionale in ordine a: "Statuti di Consorzi per i servizi sanitari e socio-assistenziali (ULS 67)"


PRESIDENTE

Punto quindicesimo all'ordine del giorno: "Parere del Consiglio regionale in ordine a: l'Statuti di Consorzi per i servizi sanitari e socio assistenziali (ULS 67)"l'.
Vi do lettura del parere : "Il Consiglio regionale Udita la relazione della V Commissione in ordine agli Statuti dei Consorzi per i servizi sanitari e socio assistenziali della Unità Locale dei Servizi n. 67.
Visto il DPR 24/7/1977, n. 616 Vista la legge 23/12/1978, n. 833 Vista la legge regionale 8/7/1977, n. 39 Vista la legge regionale 9/7/1976, n. 41 esprime parere favorevole ai sensi dell'art. 6, secondo comma della legge regionale 8 agosto 1977 n. 39, agli schemi di deliberazione predisposti dai Comuni appartenenti alla suddetta Unità Locale dei Servizi, facendo proprie le osservazioni espresse dalla V Commissione nei documenti allegati; dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmetterli al Presidente della Giunta peri successivi adempimenti previsti dalla citata legge".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
Il parere è approvato con 23 voti favorevoli e 8 astensioni su 31 Consiglieri presenti.
A questo punto, data l'ora, concludiamo i nostri lavori.
La seduta e tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20)



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