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Dettaglio seduta n.265 del 19/07/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Prosecuzione esame progetto di legge n. 443 "Rendiconto esercizio finanziario 1978"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del punto tredicesimo all'ordine del giorno "Rendiconto esercizio finanziario 1978".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel discutere il rendiconto del 1978 dobbiamo giustamente tenere in evidenza, e lo ricorda la relazione della Giunta, che lo stesso si riferisce ad una gestione che è stata caratterizzata nell'impostazione e nell'attuazione dall'entrata in vigore della nuova normativa stabilita dalla legge statale 19 maggio 1976 n. 335 e dalla conseguente legge regionale 14 marzo 1978 n. 12.
Le valutazioni di ordine tecnico e politico che ogni rendiconto suggerisce non possono pertanto prescindere dalle considerazioni che sono state fatte al momento della discussione del bilancio 1978 dell'assestamento e delle variazioni. Quella del collegamento con il precedente atteggiamento è stata e vuole sempre essere la caratteristica del Gruppo della Democrazia Cristiana in una materia in cui ci si confronta con dati precisi senza che l'abilità possa in questi casi supportare errori o deficienze.
Un fatto è pacifico e per noi tranquillante: i nostri interventi li possiamo rileggere e richiamare in qualsiasi momento. Prima di addentrarci a brevi considerazioni di merito, dobbiamo segnalare ancora una volta i ritardi e la frammentarietà con cui vengono dati i documenti in materia finanziaria (la relazione con tutti i prospetti ed i dati definitivi ci è stata consegnata la mattina del 16 luglio) e che costringono le opposizioni ad un lavoro duro, stressante e concentrato nel tempo.
Noi comprendiamo le difficoltà che si prospettano all'Assessore ed agli uffici nel fornire la documentazione in una materia che va assumendo sempre maggiori proporzioni, ma diciamo altrettanto chiaramente che non possiamo accettare all'infinito un simile modo di operare. La fretta l'accelerazione si impongono solo e sempre ai tempi riservati al Consiglio (ed è qui che operano le forze che non sono in Giunta e che hanno precisi diritti che devono essere tutelati).
Occorre pertanto con urgenza trovare forme di tempestiva e continua informazione da parte della Giunta se si vuole che il confronto sia proficuo.
Il 12 aprile 1978 discutendo sul bilancio preventivo abbiamo affermato: "Da quest'anno le previsioni sono formulate in termini di competenza e di cassa. Gli articoli 3 e 17 della legge 335 evidenziano il principio della scadenza dell'obbligazione entro il termine dell'esercizio di competenza e conferiscono così alle dotazioni finanziarie dei singoli progetti un esplicito valore di realizzabilità".
E approfondendo questi concetti si è poi specificato: "Questo discorso solo ad una valutazione superficiale può apparire freddamente contabile. E' invece il discorso che incide nella sostanza del bilancio perché nella misura in cui la rigorosità della previsione delle obbligazioni scadenti nell'esercizio fa emergere una disponibilità finanziaria, ecco che allora le scelte, le indicazioni in aumento, i suggerimenti a potenziare certi programmi acquistano valore e vigore e trovano un'autonoma fonte di finanziamento".
Il 23 giugno 1978 discutendo sull'assestamento si era dovuto constatare che nessun passo avanti si era nel frattempo compiuto. Precisamente avevo detto: "Avevamo impostato la discussione sul fatto che il bilancio 1978 non risponde al dettato legislativo, in quanto la Giunta non aveva effettuato un approfondito esame delle obbligazioni effettivamente scadenti nell'anno per quanto riguarda le previsioni della competenza.
Avevamo chiesto la modifica, a cominciare dall'assestamento, che si sarebbe dovuta tenere entro breve termine. Avevamo ritenuto che l'assestamento dovesse essere il motivo per una correzione che doveva essere portata a sensi di legge. Così non è stato".
Ed infine il 16 novembre 1978 in sede di variazione di bilancio lamentavo che non fosse stato fatto un rigoroso accertamento su ogni capitolo di bilancio o quanto meno sui capitoli di maggiore evidenza ed aggiungevo "vedremo quanto è grave non aver fatto queste correzioni nel momento in cui discuteremo il consuntivo 1978. E' un richiamo che faccio ora per allora".
Tutti questi discorsi ripetuti nel corso delle discussioni finanziarie del 1978 diventano e diciamo chiaramente purtroppo di viva attualità nel momento in cui si esaminano i dati del rendiconto.
A fonte di una previsione finale di spesa di 930 miliardi 675 milioni la Giunta ha determinato un accertamento di spesa di 823 miliardi 849 milioni. Vale a dire ha deciso di non impegnare considerandoli economia di spesa circa 107 miliardi in quanto non era possibile prevedere la scadenza dell'obbligazione entro il termine dell'esercizio.
Questa manovra che presenta un minore accertamento di circa 107 miliardi (per l'esattezza 106.826.229.924) salva gli stessi 107 miliardi dal finire nominalmente secondo l'attuale legislazione nel calderone dei residui passivi, ma evidenzia che nel bilancio 1978, 107 miliardi di risorse non sono stati utilizzati perché sono stati messi là dove non si sono potuti spendere.
E tengono quindi buona compagnia ai 217 miliardi di residui passivi dell'anno cui si aggiungono (e il discorso lo riprenderemo dopo e nel quadro finale).
Non siamo d'accordo su questo punto con il relatore Rossi il quale peraltro ha presentato una pregevole e approfondita relazione sotto tanti aspetti. Penso già ad un'obiezione che potrà essere mossa dai contraddittori: 107 miliardi su 930 rappresentano l'11,4%, una percentuale che tutto sommato per il primo anno con buona volontà può essere tollerata.
Ed allora cerco di vedere meglio.
Area 4, assistenza ospedaliera. I 452 miliardi 854 milioni di previsione corrispondono esattamente alla somma accertata. Il che significa che i 107 miliardi circa gravano su tutto - ad eccezione della spesa ospedaliera - gravano cioè solo su 477 miliardi 821 milioni ed assumono il peso del 22,4 di previsioni errate, nel bilancio del 1978.
Questa ad esempio, signor Assessore al bilancio, signor Presidente della Giunta, è una delle motivazioni su cui occorre fermarsi in questo consuntivo, anziché ripetere anche ai giornali stanche cifre sulla capacità di spesa della Regione che dicono assai poco.
La Giunta ci dice che se si considera la spesa ospedaliera si hanno pagamenti pari al 73,6%, mentre senza la spesa ospedaliera la percentuale dei pagamenti è del 49,9%. Ci fa piacere che ormai il concetto della estrapolazione della spesa ospedaliera a fini di valutazioni e considerazioni sul bilancio, su cui tanto abbiamo insistito, sia entrato anche nel modo di presentare i dati finanziari, ma noi abbiamo il dovere di presentare il calcolo esatto della spesa riferito non agli accertamenti ma alle previsioni essendo questo il solo modo corretto di valutare la gestione.
Ed allora il dato con la spesa ospedaliera è il seguente: 606 miliardi 723 milioni di pagamenti su 930 miliardi 675 milioni di previsioni pari al 65,20 % (vedi tabella 1). Senza la spesa ospedaliera è il seguente: 185 miliardi 100 milioni di pagamenti su 477 miliardi 653 milioni previsti pari ad una percentuale del 38,7% (vedasi tabella 2). Detta percentuale è di poco superiore a quella del 1977 che era stata del 35,4 % (108 miliardi pagati su 305 previsti, sempre esclusa la spesa ospedaliera).
E veniamo ora ad esaminare l'eliminazione dei residui che al 31.12.1977 erano di L. 636.289.233.294.
Occorre qui richiamare preliminarmente gli artt. 64 e 65 della legge regionale di contabilità in base alla quale devono considerarsi solo le spese impegnate degli ultimi due esercizi, mentre devono essere eliminati dal conto residui le somme relative agli anni precedenti.
L'eliminazione di dette somme dal conto residui è subordinata, per le spese finanziate con fondi statali a destinazione vincolata, alla loro reiscrizione in appositi capitoli da istituirsi nel bilancio per il nuovo anno finanziario, ovvero in aumento a stanziamenti di capitoli già esistenti nel bilancio stesso ed aventi il medesimo oggetto. Che cosa è avvenuto di questi residui? Il rendiconto evidenzia che ne sono stati pagati per lire 326.571.654.576. Residuano quindi 309 miliardi 718 milioni che non sono stati spesi.
Di questi, 101 miliardi 511 milioni sono residui da riportare al nuovo esercizio (si riferiscono infatti al 1977). Degli ulteriori 208 miliardi 207 milioni, la più gran parte sono rappresentati dai 98 miliardi 909 milioni trasferiti con la legge regionale 2/1979 agli esercizi 1979 e successivi e 64 miliardi 884 milioni sono di fondi statali a destinazione vincolata non spesi che debbono essere reiscritti in forza della legge di contabilità anche questi nei successivi bilanci. I restanti 44 miliardi dovrebbero rappresentare economie.
Comunque li si vogliono vedere sono somme residue, anche se assumono una diversa denominazione e impostazione finanziaria. Il ragionamento da farsi sulle somme non spese è dunque il seguente: pagati 326 miliardi su 636 (compresa la spesa ospedaliera) con una percentuale quindi del 51,3% .
Pagati 140 miliardi su 415 (esclusa la spesa ospedaliera) pari al 33,8%.
L'eliminazione dei residui passivi nel 1977 esclusa la spesa ospedaliera era stata pari al 31,3%.
In termini assoluti il quadro finale è il seguente: dei vecchi residui risultano non spesi come già detto 309 miliardi 718 milioni. A questi si devono aggiungere le somme non spese nel corso dell'esercizio 1978 (930.675.606.723) e cioè 323 miliardi 952 milioni.
Si ottiene così la cifra di 633 miliardi 670 milioni non spesi tra residui e competenza nel 1978, cifra che è pressoché analoga ai residui che esistevano al 31.12.1977 e cioè 636 miliardi 289 milioni.
Un tempo si chiamavano residui, adesso sono somme non spese che assumono in parte la denominazione di residui, in parte sono stati trasferiti ai bilanci successivi in ossequio alla legge regionale. Altro che affermare, come è detto nella relazione del Consigliere Rossi, che vi è stata una drastica riduzione dei residui passivi! Certo questo argomento non è l'unico su cui impostare la discussione del bilancio, ma è l'argomento principale sul quale è doveroso soffermarsi nel momento in cui si discute un rendiconto.
Tutti questi dati unitamente a quello percentuale già ricordato relativo ai pagamenti del 1978 offriamo in meditazione alla Giunta.
Aggiungo altresì che questi dati rendono quanto meno estemporanea quella tabella relativa all'incremento dei residui che vuole dimostrare una notevole inversione di tendenza nell'eliminazione e formazione dei residui.
I residui si combattono nella misura in cui si pagano le somme previste in bilancio e non soltanto se sono l'effetto e cito le parole della relazione della Giunta "della nuova legge di contabilità regionale, della legge di slittamento dei contributi e dei limiti di impegno precedentemente autorizzati, dalla scelta degli Assessorati di mandare in economia somme del 1977 genericamente impegnate". Un riscontro puntuale lo troviamo a pagina 13 della relazione Rossi.
Non ci addentriamo nell'esame delle singole aree e dei singoli progetti interessando ovviamente in una discussione di questo tipo le valutazioni di carattere generale.
Osserviamo qua e là: a) Buona la gestione dell'area 5 (formazione e cultura) sia per quanto riguarda l'eliminazione dei residui che la gestione della competenza b) Insufficiente anche se un po' migliorata la situazione dell'area 1 (agricoltura) dopo che già sono andati ad economia di spesa circa 39 miliardi, vanno a residui circa 67 miliardi c) Rapidissimo trattandosi praticamente di una partita di giro e non di un fatto programmatorio, come autorevolmente affermato dal Presidente della Giunta, il pagamento dei fondi per l'assistenza ospedaliera, fondi che giungono ora puntualmente dallo Stato.
Lo stesso Assessore Enrietti in Commissione ha ripetutamente affermato che l'erogazione agli Enti mutualistici ed agli Enti ospedalieri avviene per ora sulla base della "spesa storica", non su un fatto programmatorio.
d) Preoccupanti per la non spesa alcuni programmi come quello per la distribuzione commerciale (programma 4 dell'area 2), dell'intervento per infrastrutture ed acquedotti (programma 3 dell'area 3), per la protezione ed il risanamento delle acque (programma 10 dell'area 3) e) La stessa area di attività pur così rapida nello smaltimento di somme puramente gestionali, e cioè contributi vari, perde colpi nella misura in cui attua una politica patrimoniale (vedasi la voce beni e servizi) f) Per quanto riguarda le entrate osserviamo che le stesse nel 1978 sono state riscosse nella percentuale del 76% del previsto e che la liquidità di cassa è stata certamente buona come dimostrano gli interessi introitati ma come credo dimostri maggiormente la discussione che faremo la prossima settimana sull'assestamento di bilancio che ha una previsione di interessi praticamente raddoppiata.
Crediamo di avere offerto in questo pur breve intervento utili elementi su cui ragionare. Abbiamo visto che un lievissimo miglioramento percentuale nell'erogazione della spesa vi è stato, sia per quanto riguarda i residui sia per quanto riguarda la gestione dell'anno. Non abbiamo difficoltà a ripetere quanto già detto in altre occasioni e cioè che lo sforzo per eliminare i residui da parte della Giunta è in atto.
Ma non possiamo convenire che l'obiettivo sia raggiunto solo perché la legge non consente più di iscrivere nella voce residui somme che invece residui sono. L'obiettivo sarà raggiunto quando la gran parte delle somme previste sarà spesa (questo sì come vuole la legge) nell'esercizio in cui sono iscritte.
Così come non possiamo convenire col Presidente della Giunta (e lo ha ripetuto in una recentissima intervista della quale peraltro abbiamo apprezzato, rispetto ad altre, il tono assai più disteso), quando afferma per dimostrare la capacità della sua amministrazione, che la Regione nel 1974 aveva pagato 94 miliardi, che l'anno scorso ne ha pagati 930, che quest'anno ne pagherà 1.800 e nell''80 ne pagherà 2.000.
A parte la curiosa e finora poco nota definizione di "residui propri" introdotta nell'intervista, il problema così non è correttamente posto.
Infatti se la spesa la si analizza in termini assoluti, occorre anche precisare quale è stato il balzo in avanti nei finanziamenti che lo Stato dal 1974 ad oggi ha compiuto verso le Regioni; se la si analizza invece in termini percentuali allora occorre precisare, particolare sul quale il giornalista intervistatore ha correttamente richiamato l'attenzione del Presidente, che oggi le erogazioni dello Stato per l'attuazione del servizio sanitario nazionale (che nel 1974 non c'erano) assommano ad oltre 950 miliardi che possono essere rapidamente erogati proprio sulla base della spesa storica di ospedali e mutue, così come affermato dall'Assessore Enrietti.
I termini del confronto li abbiamo indicati in questo intervento, con rigore scavando nel bilancio, evidenziando quei dati che la Giunta non ha ritenuto di mettere in primo piano. Noi lo abbiamo fatto perché crediamo che questo sia compito di una seria opposizione che collabora puntualmente dal suo posto alla gestione dell'Amministrazione regionale.
Se la Giunta vorrà portare attenzione alle cose che abbiamo detto (e ripetiamo ancora una volta con umiltà che non abbiamo affatto la pretesa che tutte le cose affermate siano perfettamente esatte), riteniamo che qualche passo in avanti nella gestione finanziaria potrà tranquillamente e rapidamente essere fatto.



PAGANELLI ETTORE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

E' iscritta a parlare la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Nei giorni scorsi (e per carità di patria non dico quando) ci sono stati consegnati un rendiconto con introduzione, un bilancio dell'Ires e un bilancio della Mandria (quest'ultimo per la verità l'ho trovato presso il Comitato tecnico della Mandria).
Ricordo che la legge di contabilità, votata dal Consiglio regionale all'art. 69 recita: "Al rendiconto generale è allegata una relazione sullo stato di attuazione del programma regionale di sviluppo, dalla quale risulti il significato amministrativo ed economico delle risultanze contabilizzate di cui vengono poste in particolare evidenza i costi sostenuti ed i risultati conseguiti per ciascun servizio (piano settoriale e progetto della Regione in relazione agli obiettivi e agli indirizzi del programma regionale medesimo)".
L'art. 23 (verifica e controlli) recita: "Ogni anno la Giunta presenta al Consiglio regionale per l'approvazione, insieme al conto consuntivo relativo all'esercizio precedente, una relazione illustrativa in cui vengono posti in evidenza i costi ed i risultati conseguiti per ciascun programma di settore e progetto in relazione alla previsione di intervento del programma pluriennale di attività e di spesa. Tale relazione viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione unitamente al conto consuntivo".
All'art. 76 (Bilanci delle società a partecipazione regionale) si dice: "Al rendiconto generale della Regione è allegato l'ultimo bilancio approvato da ciascuna delle società delle quali la Regione ha assunto una partecipazione finanziaria nonché una relazione sulle attività, sui programmi, sul bilancio di cassa ai sensi dell' art. 72 dello Statuto regionale".
Non abbiamo visto nulla di tutto questo.
Ci chiediamo il perché di queste carenze. Forse la Giunta ha dimenticato i suoi obblighi? Ha dimenticato le leggi che sono state votate dal Consiglio regionale oppure non ha avuto la possibilità organizzativa di far sì che gli Enti provvedessero a queste consegne? Siamo quanto meno scandalizzati,tanto più che proprio la Promark fa tutto quello che crede, cambia, per esempio, il proprio Statuto in presenza del suo azionista che, a quanto mi risulta, è la Regione Piemonte. Tra l'altro né sappiamo da chi fosse rappresentata la Regione Piemonte, né ci risulta che il mutamento dello Statuto sia passato all'esame della I Commissione prima di essere portato in assemblea. Interrogato sul cambiamento dello Statuto, l'Assessore al bilancio rispose di non saperne assolutamente niente: non nascondiamo il nostro stupore soprattutto in relazione alle osservazioni che dovremo fare da questo momento in poi.
Nell'introduzione, stilata diligentemente, vengono ricordate ai Consiglieri le leggi sulla base delle quali è stato predisposto il rendiconto. In questo caso sarebbe molto più opportuno che le avesse ricordate la Giunta! La sua stesura è di carattere un po' furbesco. Poich il Consigliere Paganelli si è dilungato sul suo contenuto, non mi ripeter per non annoiare il Consiglio.
Ciò che maggiormente ci stupisce è che manca una introduzione politica da parte della Giunta. Come opposizione possiamo dedurre che la mancata presentazione dei documenti che sono dovuti al Consiglio per legge significa che è venuta a mancare la struttura programmatoria del nuovo modo di impostare la contabilità regionale. Mancando questa, noi siamo chiamati ad esaminare un documento di carattere contabile, dal quale e dalle sue pecche (non voglio dire che le pieghe del bilancio nascondono qualche cosa non voglio accusare di questo la maggioranza) risulta che i residui passivi, come vengono chiamati, sono pressappoco quelli di una volta. Ma non è tanto il problema finanziario e contabile che ci interessa, quanto quello politico sul mancato raccordo fra gli accertamenti ed i pagamenti fra le competenze e la cassa.
Questo ci fa giustamente pensare che ogni Assessorato chieda la sua fetta di bilancio, al di là delle scelte e della programmazione; che poi le opere possano o non possano essere fatte, che le spese corrano o non corrano, è del tutto indifferente. Cari signori, questo è il vecchio sistema usato nell'impostare i bilanci. Che differenza c'è fra un bilancio collegato alla programmazione e un bilancio non collegato alla programmazione? Non c'è stata data la relazione perché non c'era la possibilità di giustificare la differenza fra la competenza e la cassa, fra l'accertamento ed i pagamenti? In determinate aree la differenza fra quanto si pensava di spendere e quanto è stato effettivamente speso è enorme. Ai Consiglieri è impossibile capire in quale misura ha funzionato l'attività regionale avendo la possibilità di conoscere soltanto alcuni dati.
Una larghissima parte dei fondi per la spesa sanitaria risulta uscita dalle casse della Regione; in realtà questi denari costituiscono dei passivi per gli Enti ospedalieri, per cui residui passivi, economie e scorrimenti ci danno una situazione pressappoco pari a quella dell'altr'anno. Non conosciamo peraltro l'entità dei residui passivi che abbiamo indotto agli Enti da noi sovvenzionati. Questo è uno dei problemi gravi che, del resto, la relazione della maggioranza ha sottolineato.
Dal decreto La Malfa sono passati 4 anni e prima che gli ospedali finiscano le opere appaltate o in corso, come ci ha detto l'Assessore, ne passeranno altri due: 6 anni dal momento in cui lo Stato ha preso quella decisione, che aveva carattere congiunturale. Quali effetti avrà il decreto sulla congiuntura dopo sei anni? Questo problema riguarda la Regione ma riguarda anche la CEE, se è vero che ha 16 mila miliardi di residui passivi.
A noi, come Consiglieri regionali, spetta di individuare che cos'è che non funziona; ma quello che non funziona lo potremmo dedurre soltanto da quella relazione che non ci è stata consegnata, per mezzo della quale potremmo modificare le leggi in atto per favorirne e abbreviarne l'attuazione. Di qui deriva una serie di problemi politici, per esempio, se sia opportuno per certe opere delegare Comuni e Consorzi di Comuni, se sia ancora opportuno trasferire fondi dalla cassa regionale a quella degli altri Enti valutando in quale misura l'Ente delegato sarebbe in grado di spendere meglio e più in fretta della Regione.
Alcuni impegni di spesa in effetti non danno risultati, è il caso del commercio, dei lavori pubblici e dell'assetto idrogeologico. In alcuni di questi campi la necessità di ottenere un risultato è urgente.
Siamo spiacenti che la Giunta non ci abbia dato la possibilità di giudicare il suo operato. Dal documento contabile che ci ha consegnato ricaviamo le insufficienze senza poter dare dei suggerimenti per superarle.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, eccoci qui puntualmente a discutere il consuntivo dell'anno 1978 ed a commentare il rendiconto fornito dalla Giunta.
I colleghi che mi hanno preceduto lo hanno già esaurientemente valutato e, sia pure da angolazioni diverse, lo hanno messo a fuoco in tutti i suoi aspetti più significativi.
Farò alcune considerazioni sul documento che contiene soprattutto delle cifre e dei numeri in colonna, terreno per addetti ai lavori, che per rappresentano un anno di lavoro impegnato e difficile di organi e di uffici regionali che, al di là di ogni valutazione sulle scelte operate, ci danno la misura dell'attività svolta e dell'efficienza degli strumenti legislativi che abbiamo costruito e, seppure i pareri siano discordi, della capacità dimostrata nel sapere usare questi strumenti.
Le caratteristiche essenziali del documento sono sostanzialmente due: 1) E' il primo rendiconto completamente conforme alla nuova legge di contabilità. Come ha illustrato l'Assessore al bilancio, sono stati eliminati i residui attivi e passivi dal 1972 al 1976, mandando parte delle somme in economia, perciò reiscrivendole nel bilancio 1979 e la parte maggiore mediante il pagamento dei residui che, se ho capito bene, nel corso del 1978, hanno raggiunto il livello del 50% dei residui passivi esistenti al 31.12.1977.
2) La seconda caratteristica è data dal fatto che evitando la formazione di nuovi residui, si manda in economia (anziché impegnare e poi non essere in grado di spendere) quelle somme per le quali non era realistico prevedere l'ultimazione del processo impegno-pagamento entro lo stesso anno.
E' quindi indubbio, dal punto di vista tecnico-contabile, il vantaggio che si è ottenuto dall'applicazione delle norme di legge di contabilità regionale e dei meccanismi di scorrimento di alcuni stanziamenti agli esercizi successivi, previsti dalla legge 2 del 1979.
Non sono risultati che ci inducono a trionfalismi perché proprio in quanto questi meccanismi debbono essere applicati, viene denunciata l'esistenza di alcuni impedimenti all'attività regionale, che non sono ancora stati rimossi. Si tratta di un problema politico che non andremo ad analizzare in questa circostanza. Mi auguro che gli sforzi del compagno on.
Craxi arrivino a conclusione nel suo coraggioso tentativo di formare un nuovo Governo che abbia un'altra volontà politica, che la faccia discendere fino alle Regioni, lasciando a queste le autonomie discrezionali in materia di bilancio.
Questi risultati sono serviti a portare linearità e chiarezza ai documenti contabili, sfrondando la gestione dei residui da tutte quelle somme che servivano solamente ad ingigantirla ma che nessuno era in grado di prevedere quando sarebbero state spese. Elementi di chiarezza, ma anche elementi di concretezza, se é vero che sul piano dei residui passivi il consuntivo 1978 registra 316 miliardi e cioè meno della metà dei residui del 1977 (636 miliardi).
Mi chiedo se questo non è un dato positivo del rendiconto, se non è la dimostrazione concreta della capacità di spesa della Regione che è significativamente accresciuta, come dice il Presidente nelle sue numerose interviste alla stampa e come non dicono significativamente altri colleghi che pure di queste cose se ne intendono.
Anche escludendo l'ammontare del fondo ospedaliero, come dice l'Assessore Simonelli, nel 1978 si raggiunge una percentuale di pagamento del 49,9 % contro una percentuale del 35% registrata nel 1977. Qualcuno potrà eccepire, e lo ha fatto egregiamente il collega Paganelli che non è un dilettante, che in questo modo diminuiscono i residui ma aumentano le economie. Si tratta cioè sempre di risorse che non sono state spese: è cambiata l'etichetta, ma il contenuto è sempre uguale.
Questa osservazione è parzialmente vera. Intanto perché le economie ci sono sempre state (forse abbiamo dimenticato le leggi di slittamento che hanno spostato spese non realizzabili nell'esercizio corrente all'esercizio successivo per svariate decine di miliardi).
Allora vuol dire che in valori assoluti il miglioramento della situazione dei residui è realmente una novità concreta ed apprezzabile politicamente parlando.
E poi perché le economie consentono una reiscrizione della competenza che si traduce a sua volta in maggiore libertà ed in maggiore dinamismo della spesa, mentre tutti oramai sappiamo che il residuo irrigidisce nei limiti posti dall'impegno iniziale. Ne consegue che il ricorso all'economia di spesa consente una manovrabilità maggiore delle risorse in direzione di obiettivi la cui concretezza, il cui raggiungimento sono sempre ulteriormente verificabili.
Infine vi è un dato incontrovertibile rappresentato dal pagamento dei residui arretrati nella misura del 50%. Sempre a questo proposito mi pare utile ricordare una pubblicazione fatta dalla Giunta dalla quale si pu vedere che la capacità di spesa della Regione risulta più elevata per le spese correnti che non per le spese di investimento essendo passata la prima dal 54% del 1974 al 58% circa dell'esercizio 1978 e dal 13% del 1974 al 31% del 1978 per quanto riguarda le spese di investimento. Naturalmente restano sempre dei ritardi e delle lentezze che bisogna saper superare e non siamo noi socialisti a negare l'urgenza.
Le due aree che presentano maggiori ritardi, dall'esame che sono riuscito a fare, sono quelle relative all'agricoltura ed alla gestione del territorio. Per quanto riguarda l'agricoltura il Consigliere Rossi osservava, e Paganelli confermava, che sono iniziati i pagamenti in un modo che potremmo definire significativo (su 131 miliardi 47 sono stati pagati meno, si dice, di quanto si vorrebbe fare e comunque molto di più di quanto è stato possibile fare in passato). Nell'area 3, gestione del territorio, i maggiori residui sono legati ai fondi statali a destinazione vincolata che hanno per loro natura tempi rigidi di utilizzo, come abbiamo visto, ad esempio, il pronto intervento, l'edilizia scolastica, l'edilizia abitativa dove peraltro la nostra Regione è stata la prima a localizzare gli interventi.
Si potrebbe continuare ancora con altri esempi per arrivare a concludere che si rende necessaria una revisione di tutte le procedure di spesa attraverso la revisione delle leggi regionali, operazione che abbiamo iniziato approvando la legge 63 per il settore agricolo.
Si impone però una revisione dei meccanismi della spesa, affinché i soggetti beneficiari possano usufruirne nella misura massima e soprattutto con la massima tempestività. Questa operazione comporta nuovi rapporti con i soggetti a cui è destinato l'intervento. Tali rapporti debbono essere impostati nell'ottica della realtà comprensoriale come andiamo dicendo da qualche tempo, e questo significa che le esigenze da soddisfare debbono scaturire dai piani di sviluppo comprensoriali e l'intervento regionale deve essere di integrazione alle disponibilità finanziarie risultanti dai bilanci consolidati. Si tratta in altre parole di battere la logica dei campanili per affermare il principio della programmazione. Nessuno immagina che sia una cosa semplice, tuttavia questo rappresenta il vero obiettivo per un utilizzo valido delle risorse disponibili.
Sono discorsi che non ci stancheremo di fare nella modestia della nostra preparazione, fin quando la realtà si sarà consolidata e li avrà resi superflui e inutili.
Purtroppo l'azione della Regione trova un limite alla propria autonomia discrezionale sulle risorse, un limite che viene sempre più ristretto dal prevalere delle assegnazioni di fondi statali con destinazione vincolata.
Questa situazione fa della finanza regionale una semplice finanza di trasferimento e non una finanza di scelte e di programmazione; queste caratteristiche che contrassegnano i rapporti fra Stato e Regione non possono non riflettersi nei rapporti con gli altri livelli istituzionali con gli Enti locali.
Le assegnazioni statali, compreso il fondo ospedaliero rappresentano il 78,5% delle somme accertate, questo significa che il problema della rigidità del bilancio si farà sempre più grave permanendo questa situazione.
Il problema politico essenziale è dunque quello dell'autonomia delle Regioni. Ma qui è il caso di tornare a scomodare Craxi e Zaccagnini che dirigono la cosa politica in Italia; il discorso è troppo lungo e non è opportuno farlo in questa circostanza.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

E' iscritto a parlare il Consigliere Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, colleghi, l'esame del consuntivo rappresenta una delle occasioni più impegnative per verificare il potenziale produttivo della macchina amministrativa regionale e del movimento che in essa si è verificato. Il bilancio del 1978 è ancora più importante essendo il terzo esercizio gestito dalla Giunta insediatasi nel 1975 con lo slogan "nuovo modo di governare" ed il secondo esercizio vincolato alla realizzazione del Piano di sviluppo economico 1977/1980. E' anche importante perché questa è l'ultima verifica che potrà effettuare questo Consiglio, atteso che nella primavera del 1980 si terranno le elezioni amministrative per il suo rinnovo. Se la consultazione si terrà in quell'epoca e se i tempi di presentazione del consuntivo 1979 saranno uguali a quelli del 1978 sarà sicuramente il nuovo consesso ad esaminare il prossimo consuntivo.
Il bilancio consuntivo del 1978 acquista quindi grande rilevanza politica ed amministrativa in quanto offre la possibilità di una puntuale verifica se gli impegni assunti dalla Giunta sono stati rispettati, se le realizzazioni pratiche sono state tradotte in benefici alla società piemontese.
Sugli aspetti generali si è soffermato il collega Paganelli e le osservazioni che ha fatto sugli impegni della Giunta a suo tempo annunciati con tanto trionfalismo, malgrado che il collega Rossi dica che di trionfalismo non si é trattato, e sostenuti dal "battage" pubblicitario non sono state completamente realizzate.
Personalmente mi limiterò ad approfondire l'esame dell'area 1 relativa all'agricoltura che rappresenta uno dei settori più delicati, nei cui confronti politici e tecnici la Regione continua ad assicurare i maggiori impegni e la massima concretezza operativa. La verifica dell'impegno e della concretezza operativa la possiamo fare leggendo il bilancio che chiarisce come si è intervenuti nei confronti delle singole componenti produttive e con quali volumi finanziari. Non dubito, lo voglio sottolineare, della buona volontà e dell'impegno personale del Presidente della Giunta, dell'Assessore all'agricoltura e di tutti i componenti della Giunta nel portare avanti gli interventi pubblici, ma si deve tuttavia obiettare sulla reale concretezza operativa. I rilievi sarebbero più puntuali se avessimo potuto disporre di precisi dati statistici come insistentemente richiesti in sede di Commissione. Dati statistici che siamo riusciti ad ottenere in parte soltanto per quanto riguarda l'assestamento del bilancio 1979.
E' un'inadempienza che non soltanto priva la minoranza della possibilità di conoscere l'andamento operativo della Giunta, ma soprattutto la priva della possibilità di svolgere l'opposizione propositiva volta come sempre a cercare soluzioni più idonee e capaci di rispondere alle attese dei produttori. Siamo quindi nella condizione di improvvisare.
Ho cercato con difficoltà di reperire i dati attingendo anche dalle risposte che stanno ancora arrivando in questi giorni alle interrogazioni da noi presentate sin dalla fine del 1978. In agricoltura non è tanto la politica generale che interessa, quanto la dinamica, giorno dopo giorno delle pratiche, come vengono esaminate, come vengono accolte o respinte ed i coltivatori diretti sono quelli che danno il giudizio sull'operatività della Giunta.
Il numero delle pratiche presentate in rapporto a quelle ancora giacenti presso gli uffici della Regione, conferma puntualmente quanto già in altre occasioni ho avuto modo di precisare e cioè che il meccanismo burocratico oggi introdotto dalla Regione non funziona. Devo ancora una volta richiamare le dichiarazioni della fine del 1977 del Presidente Viglione, quando assicurava che oltre 15 mila pratiche inevase sarebbero state completamente definite entro il mese di marzo del 1978.
Prendendo spunto dalle risposte dell'Assessore si apprende che, dal 1974 al 31.12.1978, le domande per miglioramenti fondiari, investimenti che più di altri possono migliorare la produttività agricola, erano 16.785. Di queste, a fine 1978, ne risultavano istruite appena 10.455, con uno scarto di 6.330. La previsione era di una futura evasione di appena 2.836 pratiche, per cui ci chiediamo che fine hanno fatto le altre 3.494 domande.
Gli ultimi finanziamenti risalgono mediamente al periodo che va dal 30 novembre 1976 al 10 gennaio 1977; per i contributi in conto interessi gli ultimi finanziamenti risalgono al 9 giugno 1977 ...



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Bisogna tenere presente le pratiche presentate fino al mese di marzo non quelle presentate dopo.



FRANZI Piero

Presidente, è stata bloccata la presentazione delle domande. Questi sono i dati che figurano sulla tabellina data dall'Assessore.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

I fondi che ci dà il Governo sono quelli. Fatevene dare di più.



FRANZI Piero

La questione dei fondi la verificheremo in seguito, dal momento che 110 miliardi figurano come economie. Nel 1975 abbiamo 8 miliardi accertati, 3 miliardi pagati; nel 1976 tre miliardi 670 milioni, pagati 2 miliardi; nel 1977 6 miliardi e 200 milioni, pagato un miliardo.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Sono opere in corso.



FRANZI Piero

Non sono opere in corso perché non sono riportate a residuo.
Anche per quanto riguarda il settore della meccanizzazione le cose non vanno molto bene, difatti al 19.3.1979 erano inevase 8 mila 389 pratiche alcune risalenti all'ottobre 1976.
Queste considerazioni non sono che la ripetizione di quanto più volte ho ricordato e confermano la giustezza dei nostri giudizi degli anni passati. L'aspetto più negativo riguarda l'approvazione dei piani di sviluppo aziendali. Alla data del 31.12.1978 risultavano presentate 1219 domande delle quali soltanto 224 pratiche istruite (pari al 18%).
Già in occasione del dibattito sul disegno di legge 308, diventato legge n. 63, mi ero soffermato a puntualizzare la lentezza con cui venivano istruite le pratiche sulla base dell'iter burocratico introdotto dalla legge n. 15. Quanto avevo previsto allora, si sta oggi puntualmente verificando. Allora avevo precisato, forse esasperando il discorso, che per approvare i previsti 1438 piani si sarebbero impiegati 121 mesi, cioè 10 anni; oggi che sappiamo che i piani presentati al 30 giugno sono 1307, che quelli approvati in 24 mesi sono 432, ne deriva che per approvare i restanti 875 piani occorreranno 80 mesi, cioè 6 anni e 8 mesi.
Nella previsione iniziale i piani erano 1438; mentre effettivamente presentati sono 1307, cioè 131 in meno, per cui se fossero stati in realtà quelli previsti, il calcolo del tempo sarebbe stato di mesi 115 anzich 121. Avevo fatto un errore di soli 6 mesi.
Se la definizione delle pratiche avviene con il sistema della rinuncia o del mancato accoglimento, allora i tempi si accorceranno anche della metà. Certo che non è questo il modo migliore di operare. E' bene chiarire che su 1307 domande ne sono state approvate 432, rinunciate 135, respinte 100. Quali sono le cause? Quando 10 mesi fa facevo queste considerazioni il Presidente Viglione giustamente dissentiva. Anch'io, per la verità forzavo il giudizio, ora però non so quali considerazioni fare. Se da un lato può tornarmi comodo portare avanti un discorso critico nei confronti della Giunta, dato che siamo all'antivigilia delle elezioni amministrative dall'altro sono preoccupato per le migliaia di produttori agricoli e coltivatori diretti, che rappresento, i quali da troppo tempo sono in attesa di una risposta sui finanziamenti richiesti. Sinora ci è stato detto che tutta la responsabilità cadeva sul Governo: giustificazione facile e comoda che però non è più credibile.
Per il solo settore dell'agricoltura infatti leggiamo sul bilancio un'economia dell'ordine di 110 miliardi e nel momento in cui buttavo giù queste memorie, nutrivo una speranza, ormai caduta, che qualche altra giustificazione fosse data.
Approfondiamo, seppure molto velocemente, l'esame delle tre componenti del bilancio: residui, competenza e cassa.
Residui. Dell'originaria previsione di 94 miliardi e 919 milioni salita in sede definitiva a 99 miliardi e 740 milioni, figurano pagati 42 miliardi, pari al 42%; se a questo importo aggiungiamo i 10 miliardi di residuo, che presumibilmente saranno spendibili nel corso del '79 (se così non fosse sarebbe una vera mistificazione quella di trasportare a residuo 10 miliardi) avremmo 52 miliardi, pari grosso modo al 52 % dell'originaria disponibilità di circa 100 miliardi: un'economia netta di 47 miliardi e 620 milioni, pari al 48%.
Competenza. Il giudizio dovrebbe essere più pesante perché dalle originarie previsioni di 66 miliardi, passati in sede definitiva a 87 miliardi e 700 milioni spendendo appena 18 miliardi e 100 milioni (circa il 20%), riportando a residui 44 miliardi pari al 50 % deriva che l'avanzo finanziario ammonta a 25 miliardi, grosso modo il 30 % dell'originaria disponibilità.
E' bene precisare che questi calcoli riguardano soltanto i programmi di intervento e non le annualità, i limiti di impegno e gli oneri di ammortamento per mutui, perché in tal caso l'avanzo finanziario salirebbe a 39 miliardi pari al 33 % della disponibilità di competenze di 116 miliardi.
Trasportando i residui e le competenze in termini di cassa, emerge che in sede di saldo definitivo la Regione disponeva di 187 miliardi e 524 milioni per l'insieme dei programmi. Sono stati spesi 60 miliardi 493 milioni pari al 32%; l'insufficienza diventa ancora più macroscopica se assommiamo i 60 miliardi per le annualità, i limiti di spesa e gli oneri di ammortamento, formano un saldo spendibile di 280 milioni con una spesa effettiva di 70 miliardi, pari al 28,54% (l'anno scorso eravamo sull'ordine del 25/26%). Sarebbe bene soffermarsi anche sullo slittamento di 14 miliardi disposti con la legge 2/1978 perché se non fossero slittati saremmo sulle identiche percentuali di spesa erogate nel 1977.
E' vero che queste disponibilità potranno ancora essere recuperate con il bilancio 1979, ma se permanessero anche nel corso dell'anno prossimo e si evidenziassero le stesse condizioni sul consuntivo 1979, avremmo una situazione di stallo che deve essere drasticamente e sollecitamente corretta.
Se dovessimo valutare queste cifre e queste percentuali con l'ottica privata, il giudizio sarebbe estremamente positivo perch un'amministrazione così stringata, sarebbe capace di realizzare utili consistenti; siamo invece nel settore pubblico ove le disponibilità finanziarie devono essere messe in circolo, non solo per procurare maggiore ricchezza, ma soprattutto per incentivare ed incrementare quei settori che non riescono a mantenere il passo con la dinamica dello sviluppo globale.
Sono certo che anche la maggioranza riconosce che 110 miliardi di economie pari al 45% della disponibilità di spesa, per un settore quale quello dell'agricoltura, sia eccessivo. Si rende pertanto necessaria una profonda verifica per individuare le cause della mancata capacità di spesa.
Le mie valutazioni sono di ordine generale e devono essere attentamente considerate per evitare di arrivare al totale blocco dell'attività regionale con tutte le conseguenze negative che possono derivare allo sviluppo dell'agricoltura. Non se ne abbiano a male il Presidente ed i componenti della Giunta, ma ancora una volta sono costretto a ripetere che se fossero stati ascoltati almeno in parte i nostri consigli sul meccanismo delle procedure, oggi non ci troveremmo nelle condizioni di vedere migliaia di domande inevase e decine di miliardi non spesi.
La funzione della minoranza nel corretto rapporto democratico non è soltanto quella di porre in evidenza le inadempienze, ma è anche quella di proporre soluzioni valide per rimuovere gli aspetti controversi. Noi crediamo di aver svolto questa funzione con impegno e capacità, fornendo indicazioni e suggerimenti per la formulazione delle leggi.
Purtroppo non sempre siamo stati ascoltati: i risultati ancora una volta ci danno ragione. Non sarebbe corretto, come da qualche parte si è sentito dire, attribuire la responsabilità dei ritardi alla scarsa funzionalità degli uffici. Va invece ricercata nelle procedure e nelle condizioni di mortificazione in cui è stato collocato il personale, che va responsabilizzato sul piano umano e creduto nella sua capacità decisionale soprattutto nel caso di persone che hanno speso tutta una vita al servizio dell'amministrazione pubblica: in altre parole, si lasci al tecnico la decisione tecnica e al politico la scelta di carattere generale, impedendo che la scelta politica interferisca e invada settori squisitamente tecnici.
Ricercare altri motivi di doglianza è facile, basti pensare che il settore della zootecnia, che rappresenta la struttura portante della stragrande maggioranza delle aziende agricole piemontesi, ha avuto finanziamenti solo per 17 miliardi e 824 milioni su 46 miliardi disponibili; che nel settore delle colture pregiate, che riguarda in prevalenza le zone collinari, sono stati spesi un miliardo e 725 milioni su 9 miliardi e 200 milioni (18%), che per l'assistenza tecnica e lo sviluppo della cooperazione e l'associazionismo si è speso solo il 19%, cioè 9 miliardi e 680 milioni su 51 miliardi disponibili; e così potrei continuare.
Per concludere, si è dimostrato che su una disponibilità di 187 miliardi sono stati spesi solo 60 miliardi in termini di programma: troppo poco se teniamo conto dei grossi problemi dei nostri produttori per mantenere in giusto equilibrio il loro bilancio, anche se fortunatamente la produzione del 1978 è stata mediamente calcolata superiore del 3% rispetto a quella dell'annata precedente.
Questo aumento di produzione in termini di reddito reale è stato molto più basso, sia per un più contenuto aumento medio dei prezzi (11% contro il 17 % dell'anno precedente) sia per l'aumento dei costi oscillanti dal 10 per i beni strumentali al 18 % per la manodopera, senza tener conto della galoppante svalutazione del 18-19%.
Mi rendo conto che questi problemi vanno ben al di là delle competenze operative della Regione. E' tuttavia indispensabile, se si vuole realizzare una politica vera e produttiva, sapersi inserire in questa realtà attivando gli investimenti con le disponibilità pubbliche, solo in tal modo possiamo mantenere la nostra economia agricola in termini di competitività.
Assicurare investimenti tempestivi, aiutare la cooperazione e l'associazionismo per migliorare il raccordo tra la produzione e il consumo, sono i capisaldi delle iniziative che la Regione può e deve tenere in particolare evidenza.
Oggi disponiamo di capacità imprenditoriali e produttive che poco hanno da invidiare a quelle di altri Stati, perciò molto resta ancora da fare sul piano della commercializzazione dei prodotti, basti pensare che la produzione lorda vendibile nel 1976, stimata in 12 mila miliardi, è stata pagata in termini di consumo 36 mila miliardi, dal che deriva che il produttore ha percepito appena un terzo di quanto in effetti ha pagato il consumatore, mentre i restanti due terzi sono stati lucrati dal processo di intermediazione industriale e commerciale.
Aiutare e sostenere il produttore ad inserirsi più in profondità potrebbe anche significare contenere almeno in parte il continuo aumento del cosiddetto costo della vita con tutte le conseguenti implicanze sulla scala mobile.
Signor Presidente, chiedo scusa se sono stato polemico e critico, ma sappia che è stata una critica proposta con volontà costruttiva perché mi stanno a cuore gli interessi dei coltivatori diretti della Regione Piemonte, perché non vorrei più sentire le lagnanze sui ritardi nel disbrigo delle pratiche; perché desidero che sia riqualificata sul piano umano, sociale e civile l'attività agricola; perché auspico che le campagne rimangano popolate; perché desidero giustizia per questi lavoratori che pur lavorando di più guadagnano di meno degli altri; perché desidero che sia salvaguardato il bene "terreno" quale strumento di lavoro e non bene di sfruttamento industriale; perché si possa produrre di più e meglio anche per aiutare a salvare dalla miseria e dalla morte per fame, centinaia di migliaia di persone che hanno il solo torto di essere nate in zone povere.
Queste le ragioni che parlando di agricoltura mi spingono a stimolare la Giunta a fare di più e meglio. Non è quindi la critica per la critica ma è critica per stimolare a realizzare migliori condizioni di vita a vantaggio della categoria agricola a favore della quale noi della minoranza ci sentiamo intimamente impegnati a dare un contributo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, tutto considerato è positivo che ai volumi che abbiamo ricevuto questa mattina non sia stata allegata l'introduzione politica: non abbiamo dovuto sorbirci elucubrazioni che non condividiamo. Secondo noi i motivi sono due: o la Giunta non era d'accordo su quello che doveva dire oppure non ha dato alcuna importanza al documento tant'è vero che ai Consiglieri regionali è pervenuto solo questa mattina.
D'altra parte non sarebbe stato possibile leggere 200/300 pagine prima dell'inizio della seduta.



ROSSI Luciano

Esiste anche una Commissione, sia un po' autocritico.



BENZI Germano

Non sono autocritico perché non faccio parte della Commissione, quindi non partecipo ai suoi lavori. Non sono obbligato a sapere le cose soltanto perché le sanno gli altri.
E' un modo di fare politica e amministrazione che personalmente rifiuto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Questo è veramente qualunquismo. La Commissione ha lavorato seriamente.



BENZI Germano

Sono lieto che il Presidente difenda la sua Commissione. Fa benissimo.



ROSSOTTO Carlo Felice

Difendo il Consiglio, non la Commissione.



BENZI Germano

Tu non difendi il Consiglio. Comincia a far pervenire i documenti nel modo giusto e poi difendi quello che vuoi.



BONTEMPI Rinaldo

Dal momento che si fa un' analisi critica sull'andamento dei lavori e sul comportamento della Giunta, tanto vale fare anche qualche riflessione sul comportamento dei Consiglieri.



BENZI Germano

Lavoro anch'io come Consigliere. Non dico che la Commissione non abbia lavorato. Dico che ho ricevuto questa mattina il documento.



PRESIDENTE

Non cambia la sostanza del suo argomentare, Consigliere Benzi. Il dibattito è libero anche sulle questioni formali, devo però comunicare che il progetto di legge è stato consegnato la scorsa settimana, mentre la relazione è stata consegnata ai Gruppi ieri pomeriggio alle ore 14,30.



BENZI Germano

Presidente, non metto in dubbio la sua buona fede, non è sulla questione dell'ora che conduciamo la nostra battaglia.



PRESIDENTE

Tenga presente che è stata la minoranza a richiedere l'iscrizione della discussione all'ordine del giorno. L'iniziativa non è partita dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio



PAGANELLI Ettore

Noi abbiamo detto in Commissione che se la discussione sul conto consuntivo doveva avvenire nella seduta di oggi, doveva avere lo spazio necessario. Non avevamo nulla in contrario se la discussione si fissava in una seduta successiva.



PRESIDENTE

Questa richiesta ha però comportato come conseguenza il restringimento dei termini della consegna del materiale.
Poiché il materiale veniva consegnato ieri e la discussione avveniva oggi pomeriggio non era ancora una forma corretta, comunque era la migliore possibile. Se addirittura il materiale veniva consegnato ieri e la discussione veniva svolta, per esempio, domani o dopodomani o domenica mattina, stante che il Presidente del Consiglio non si è mai rifiutato di convocare il Consiglio anche la domenica mattina, il problema non si poneva, perché si poteva sospendere la discussione e riprenderla quando si voleva.
Continui, Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Ringrazio per questi chiarimenti che però non mi fanno cambiare opinione. La prima osservazione è abbastanza fondata: non sono allegati ai documenti i bilanci dell'Esap, della Finpiemonte e della Promark. L'Esap tra l'altro, non relaziona per la seconda volta. Non è per mancanza di fiducia che dico questo, ma è per una doverosa puntualizzazione.
Il collega Paganelli ha detto che i residui passivi hanno cambiato nome, secondo me il nome non ha importanza; ha invece importanza la sostanza: abbiamo impegnato centinaia di miliardi però o perché le leggi non sono adeguate, o perché non c'è lo scorrimento tecnico la macchina regionale non funziona. In un momento di forte disoccupazione giovanile, in un momento in cui le aziende "girano" a ritmo piuttosto basso, perché la Regione non si è impegnata per dare un contributo in favore dell'occupazione? Con tutti i miliardi che abbiamo accantonati avremmo potuto fare la strada del Frejus! In realtà le leggi vengono approvate, poi ci accorgiamo che non funzionano, per cause diverse, e intanto i fondi non vengono spesi.
E' stato tracciato a grandi linee un progetto di massima, sul quale avremmo dovuto portare i rimedi alle parti che non funzionavano. Siamo a pochi mesi dalla fine della legislatura e riteniamo che questo sia il momento opportuno per un colloquio franco fra la maggioranza e l'opposizione al fine di definire i problemi sui quali si intende intervenire in questo scorcio di tempo.
Malgrado ci sia l'accordo di tutti per aiuti concreti al Piemonte, non si è nemmeno tentato un colloquio di questo genere. E' un invito che faccio per valutare i problemi più significativi. Confesso che sono molto imbarazzato di fronte ad un documento che non ho nemmeno potuto leggere.
Potrei parlarne male o bene, magari a torto. Dopo la replica dell'Assessore esprimerò il comportamento del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ringrazio la "Giunta ombra" che, con le relazioni di merito fatte dai Consiglieri Paganelli e Castagnone Vaccarino ha reso leggibile il documento di maggioranza. In uno degli ultimi miei interventi avevo detto che sarebbe stato opportuno sui documenti contabili differenziare la nostra impostazione dei dibattiti.
La Commissione ha illustrato al Consiglio il rendiconto, per l'illustrazione politica delle ragioni, delle cause e dei rimedi va fatta dall'Assessore. Siamo in una situazione di tipo kafkiano in cui c'è da una parte l'Assessore competente che parlerà, come ha diritto, per ultimo e dall'altra il rendiconto che è una specie di ectoplasma vagante. La realtà politica di questi documenti l'ha spiegata il Capogruppo di un partito di maggioranza e l'intuizione dell'opposizione finalmente l'ha capita. Questo metodo va superato. Ancora una volta la Giunta regionale sfugge al confronto politico con l'opposizione.
Il confronto politico non c'è stato né sul bilancio preventivo, che non era più un mostro sacro, perché condizionato dalla legge di contabilità e dal sovrapporsi di normative nazionali, né sul documento provvisorio e la discussione venne rimandata al documento consuntivo. Il confronto sul consuntivo non è che una relazione fatta dal relatore della Commissione che ha visto i problemi dal punto di vista tecnico-istituzionale e non dal punto di vista politico.
Se questa è la realtà i giudizi che si possono esprimere sul documento sono abbastanza semplici e lineari, come d'altra parte l'opposizione ha espresso in termini corali. La capacità di spesa della Regione è aumentata in termini non soddisfacenti se guardiamo al passato e in termini pericolosamente insoddisfacenti se li guardiamo verso il futuro.
Proprio dal Capogruppo socialista ci è stato detto che da parte dello Stato ci sarebbe una specie di revival antiregionalista. Di conseguenza cari amici, se non utilizziamo questo periodo di disponibilità sia in termini di flessibilità delle risorse, sia in termini di disponibilità politica ad assumere in pieno le nostre funzioni ed a gestire le nostre risorse nella loro compiutezza, quando verrà quel momento reazionario e centralista, la situazione della Regione che funziona al 53% sarà congelata. Se non ci fosse quel pericolo mi preoccuperei meno, perché posso pensare che con un'accelerazione l'istituzione regionale, dopo 3 legislature potrebbe raggiungere una dimensione produttiva e funzionale. Di fronte a questo timore, cari amici della maggioranza, una crescita della capacità di spesa del 3% all'anno è veramente troppo poco, sia per quanto attiene al recupero dei residui passivi, sia per quanto attiene all'utilizzazione della spesa corrente. Dato un giudizio critico sulla non sufficiente accelerazione della spesa, vengo al dettaglio del rendiconto.
Esso, in definitiva, oltre ai numeri dovrebbe attenere a due oggetti: il merito e la procedura degli interventi.
Sul merito degli interventi si è passato a volo radente da parte di alcuni colleghi, dal momento che già il relatore di maggioranza ha riconosciuto in modo "gesuitico", le insufficienze delle aree 1, 3 e 5.
L'avvocato sa che non c'è modo migliore di stroncare la polemica dell'avversario che nel farla propria. Di fronte all'umiltà del collega Rossi l'opposizione non si sente neanche pungolata ad andare a verificare che cosa significhino effettivamente le insufficienze. In mancanza del documento sullo stato di attuazione del Piano di sviluppo, chiedo al Presidente, in relazione all'area 3, a che cosa si riferiscono le carenze che vengono denunciate dalla maggioranza. Ci sembra che attengano alla politica per il riequilibrio del territorio, alle opere delle grandi infrastrutture, alle opere idrauliche. Ma allora in che cosa ha avuto senso la nascita di questa istituzione? Sui grandi servizi abbiamo la fortuna, di tipo normativo e istituzionale, di quel grande "vascello fantasma" rappresentato dalla "regione B", ovvero Assessorato alla Sanità, che vive una vita propria, dal quale di tanto in tanto riceviamo dei rapporti che paiono di politica estera (tant'è vero che sarebbe bene nominare un "attaché" presso l'Assessorato). Non abbiamo grosse lagnanze da fare, certamente manca un rapporto politico sugli obiettivi dell'Assessorato. Un giorno o l'altro faremo una verifica se il comportamento della Giunta che conversa piacevolmente mentre parla un Consigliere di opposizione debba configurarsi come scorrettezza politica o ingiuria! Evidentemente il campanello è come il mio telefono che riceve solo e non parla.
Tornando all'argomento in discussione, rilevo che manca la relazione dell'Ires e, detto per inciso, il Consiglio non è stato informato delle dimissioni del suo Presidente. Indubbiamente queste carenze della Giunta del Consiglio e delle Commissioni esistono. Devo anch'io ripetere che le procedure sono insufficienti e fanno sì che la domanda per tagliare dieci alberi comporti 8 mesi per ottenere una risposta, tutto questo naturalmente si traduce in residui passivi per la società.
Nell'unico caso in cui la Regione non ha fatto opposizione all'autorizzazione della Camera di Commercio, un cittadino troppo zelante che ha fatto presente la sua situazione, si è trovato in situazione peggiore di quelli nei confronti dei quali era stata fatta opposizione. Non mi sembra serio questo comportamento nei confronti dei cittadini.
Andiamo a vedere, signor Presidente, se la cifra che lei illustra a merito della Regione Piemonte per minor carico di personale nei confronti delle altre Regioni, sia qualche cosa da mettere a fregio o non sia piuttosto una dimostrazione di provincialismo funzionale. Dovremo anche chiederci se non sarà il caso di nominare il collega Rossi Vice Presidente della Commissione speciale per la verifica delle leggi; prima di lasciare ai successori questi banchi dovremo fare una relazione sullo stato delle leggi, sulla loro funzionalità, sulla loro rispondenza alla realtà: questo secondo me, è un consuntivo, questo è tirare le fila, è conoscere in che cosa abbiamo modificato la Regione, la qualità dei servizi e la qualità della vita dei concittadini che ci hanno mandato su queste poltrone.
Probabilmente alla fine della replica dell' Assessore competente molte cose mi saranno più chiare, in questo caso però mi tocca dire che c'è qualcosa che non funziona a prescindere dal tempo entro il quale vengono depositati i documenti.
Non ho mai fatto questioni di questo genere perché sono certo che chi ha tempo e capacità di occuparsi seriamente di queste cose, come alcuni colleghi hanno dimostrato, lo possono fare; altri non possono o non vogliono farlo, quindi non è corretto che ne facciano una colpa alla Giunta. Ciononostante, dal punto di vista delle garanzie istituzionali questi comportamenti non possono essere tollerati.
Prego la Giunta di accogliere queste mie considerazioni che sono state fatte con assoluta serenità. Dopo 4 anni di esperienza insieme molte cose sono da rivedere, perché ho l'impressione che ci siamo ridotti tutti a fare un po' troppo gli artigiani della politica. Mi sembra che il tempo che ci viene preso per le "de minimis" sia troppo e che le 60 persone qui presenti non abbiano modo di svolgere appieno la funzione alla quale sono state chiamate.
Il giudizio è negativo e confido che la Giunta raccolga queste osservazioni quanto meno sul metodo che è opportuno migliorare in qualche modo.



BELLOMO EMILIO



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una delle norme dello Statuto regionale, a cui tutti dobbiamo riconoscerci indipendentemente da fatti singoli di solitudine o di pluralità con cui si può esercitare una funzione, prevede l'attività della I Commissione. L'attività della Commissione deriva non soltanto dalla relazione di maggioranza, ma anche dalla relazione d'opposizione che il collega Paganelli ha svolto. Questo non vuol dire lodare l'avversario per cercare di renderlo amico in un momento particolare. Il collega Paganelli con durezza ha sottolineato le carenze della Giunta e credo sia giusto parlarne non soltanto da parte dell'opposizione, come è suo fondamentale diritto, ma anche da parte delle forze di maggioranza.
lndubbiamente si sta verificando un'accelerazione della spesa. Il merito può essere degli Assessori, dei Consiglieri di maggioranza o di opposizione come più volte abbiamo riconosciuto. Indubbiamente ci sono dei ritardi sugli obiettivi che tutti vogliamo raggiungere. Tuttavia, la lamentela che lo Stato è sparagnino, che non dà i soldi alle Regioni è caduta. Lo Stato sta erogando i fondi che la Regione può e vuole spendere.
Il che vuol dire che la querelle portata avanti da tutte le Regioni indipendentemente dalle loro maggioranze, ha avuto da parte del Governo centrale una risposta.
Come viene poi utilizzata questa liquidità? La capacita di spesa immediata per l'Ente erogatore e l'Ente di trasferimento avviene nel settore della sanità. Giustamente l'opposizione per prima e con uguale volontà le componenti politiche presenti in Commissione hanno chiesto il primo confronto in termini politici per capire come si articola la spesa sanitaria.
Per la prima volta ci siamo resi conto non tanto degli errori quanto del tipo di gestione in atto e in questo anche se esiste un ramo specifico del Consiglio che segue il modo precipuo questa attività, tutti i Consiglieri sono coinvolti. Come forza politica che aveva dei dubbi in questo settore, devo dare atto alla Giunta e all'Assessore Enrietti della coerenza con gli obiettivi di piano.
Una maggiore accelerazione di spesa dipende anche dalla capacità del Consiglio di dibattere temi specifici.
Il collega Benzi invitava a individuare i grandi temi ed a discuterne.
I grandi temi sono stati individuati. E' facile parlare di compromesso storico e di accordo di vertice, questo però è il risultato di duri scontri tra le forze politiche. Chi non è presente in Commissione non può dire che il risultato del lavoro sia il risultato di accordi di vertice. Non credo che il rapporto tra la D.C., il Partito Comunista, il Partito Socialista e questa larva politica che è l'Unione Liberale Democratica sia soltanto un accordo di vertice, è invece frutto di un confronto chiaro, responsabile che ha permesso alle forze di maggioranza di meglio conoscere i problemi.
Ci sono dei ritardi e sono stati spiegati i motivi dei ritardi, motivi che le forze di maggioranza possono giustificare e le forze di opposizione possono anche non giustificare, ad ogni modo la Commissione non è il deus ex machina che produce documenti ex novo.
Oggi discutiamo il consuntivo e tra sette giorni discuteremo la legge sull'assestamento del bilancio, questo dimostra che c'è la volontà politica e il desiderio di rendere tutti compartecipi a questo tipo di processo.
Ci sono ritardi che riguardano l'assetto del territorio. La legge 56 forse merita qualche modifica: c'è il pericolo che tutti i piani diventino operanti solo quando sono avviati i piani comprensoriali. Su questo pu esserci un punto interrogativo perché se camminiamo con i parametri degli articoli 81 e 82, dopo aver parlato di programmazione andiamo a premiare soltanto la logica precedente perché il 5 o il 10% premierà coloro che sono già sviluppati, quando invece politica di programmazione vuol dire sviluppare ciò che non è sviluppato e rallentare ciò che è eccessivamente sviluppato. Questo discorso si può fare in un consuntivo politico.
Ma il discorso deve anche essere ribaltato all'esterno del Consiglio regionale. I documenti di programmazione sono frutto della partecipazione corale non soltanto delle forze politiche che qui siedono, ma anche delle forze vive che siedono all'esterno, che non sono rappresentate soltanto dall'on. Pannella, ma sono rappresentate prima di tutto dalle categorie quali soggetti portatori di istanze e di necessità legittime o non legittime. Questo lo decideremo attraverso il confronto politico.
Mi chiedo però: il mondo imprenditoriale in quale misura è pronto a recepire la nostra capacità di attrezzare le aree? Vuole effettivamente rilocalizzarsi oppure ogni volta trova qualche obiezione come quel detto piemontese: "la grama lavandera a trova mai la buna pera'"? Altro problema che coinvolge Giunta, Consiglio e Commissione è quello del rapporto con il sistema del credito del quale più volte ho parlato. La Tesoreria regionale funziona soltanto in relazione ai rapporti diretti tra i singoli detentori del potere, tanto per usare le parole che sono care ai colleghi più vicini al pannellianesimo, ormai forma molto corrente nel fare politica, oppure è compito della I Commissione e del Consiglio? E' lecito che certi Istituti bancari chiedano alle cooperative il tasso del 18 mentre altri chiedono il 4, il 6, l'8% ? Su questi temi dobbiamo misurarci perché il sistema del credito, come i temi del sindacato e dell'economia fanno parte del sistema di democrazia.
Abbiamo firmato un protocollo con l'Istituto Bancario S.Paolo che, dal momento che ha 11 mila miliardi da gestire, ha anche l'obbligo di rendersi conto che la realtà piemontese si è data un piano di programmazione, con la Cassa di Risparmio e con la Banca Popolare di Novara. Mi risulta che si tentano delle convenzioni con questi Istituti, ma la I Commissione non ne è assolutamente a conoscenza. Questo mi sembra un motivo di indebolimento dell'esecutivo e non rafforzamento della politica di programmazione che dobbiamo portare avanti. Il rallentamento, l'incapacità, la non possibilità della spesa, le dichiarazioni del Presidente sui giornali non sufficientemente vere, sono tutti temi che rientrano nel gioco democratico che correttamente si deve svolgere per richiamare ognuno ai propri limiti.
Insieme però dobbiamo riflettere nel momento in cui andiamo ad approvare più formalmente che nella sostanza la legge sull'assestamento del bilancio.
Una delle polemiche si è incentrata sulla colpa dello Stato: lo Stato non ha colpa, lo Stato può avere altri tipi di intendimenti. Benissimo portiamo avanti il nostro disegno, rendiamoci conto tutti, e la maggioranza con maggiore responsabilità, che i problemi riguardano il progetto sviluppo Piemonte, sul quale esiste la necessità di confronti seri con il mondo sindacale (il quale ha dichiarato la sua posizione sulla politica della mobilità e sulla capacità di trasferimento dei lavoratori che, se non attuata, i problemi come un boomerang ricadranno sulle forze produttive e sulla capacità stessa della Regione), con il sistema di credito e con il mondo imprenditoriale.
Ognuno avrà le sue responsabilità, forse ce ne sono delle nostre.
L'autocritica della maggioranza, che traspare dalla preziosa relazione del collega Rossi, è una autocritica nel generale modo di esistere, ma vuole anche dire senso del dubbio e intelligenza per capire che c'è qualche cosa che è oltre e che occorre raggiungere. Ci sono risposte e responsabilità che devono venire da parte delle forze vive che sono all'esterno e che non possono considerare il Consiglio regionale come momento in cui si riuniscono 60 Consiglieri a dibattere i problemi. Noi abbiamo le nostre responsabilità che vogliono dire disegno di programmazione chiamando gli altri a risolvere quelle che sono loro proprie, con atti meno egoistici che pare siano regola fondamentale in coloro che parlano soltanto di diritti.
Credo che abbiano i loro diritti e noi dobbiamo rispettarli, ma è bene ricordare che hanno anche dei sacrosanti doveri il più delle volte scritti su carta e siglati, i quali, per una regola di buon gusto, vanno rispettati. La Giunta, rafforzata da questo dibattito, dalla conoscenza e dall'approfondimento dei problemi, può chiedere con maggiore forza alle controparti con cui ha trattato l'adempimento dei loro doveri.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola al Presidente della Giunta per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei illustrare alcune cifre per dare il quadro generale della situazione. Nel bilancio regionale non c'è residuo passivo proprio, bensì una somma vagante che non ha ancora una destinazione. Si può discutere se la destinazione avrà una realizzazione in termini brevi o in termini più ampi; questo discorso, come ho detto in altre occasioni, può essere anche l'emblema di una società che si muove più rapidamente o meno rapidamente dal punto di vista tecnico.
Vi sono invece residui impropri, peraltro molto contenuti, che si riferiscono ad opere in corso e che non termineranno entro il 31.12.1979 ma che avranno tempi di esecuzione più lunghi. A questa logica non sfugge nessuna amministrazione.
Fornirò in termini reali alcuni dati: anno 1974 - 94 miliardi anno 1975 - 345 miliardi (di cui 96 miliardi per la spesa ospedaliera) anno 1976 - 400 miliardi anno 1977 - 530 miliardi anno 1978 - 933 miliardi anno 1979 - 1800 miliardi.
C'è una Regione in Italia che abbia queste stesse cifre? La Toscana per esempio, ha approvato leggi di mero trasferimento, ma questo non significa eliminare i residui passivi. In agricoltura il prodotto lordo vendibile era di 900 miliardi, oggi siamo ai 2000 miliardi. E' vero che questo va depurato dal fenomeno inflattivo che semmai si risente al consumo, ma non all'origine.
Investimenti. Nel periodo in cui questo governo opererà se avrà la fiducia, investirà 5000 miliardi. Nemmeno il grosso colosso che abbiamo in questa città, che si chiama Fiat, non ha mai fatto investimenti di tale entità. C'è forse un adempimento che questa Giunta non ha rispettato? L'edilizia scolastica, l'edilizia abitativa, l'edilizia ospedaliera sono tutte adempiute. Il Piemonte è un grande cantiere da questo punto di vista.
Potete citarmi un caso in cui la Regione non sia intervenuta? Il Piemonte è l'unica Regione italiana che, per esempio, ha adempiuto entro il 20 febbraio agli impegni in edilizia abitativa.
Il Consigliere Benzi diceva che bisogna dare lavoro. L'edilizia scolastica non è forse tutta in corso? Capisco che i 2000 miliardi dell'agricoltura non possano essere attribuiti né al merito del Consiglio né tanto meno al merito del Governo. Certo che i miglioramenti intervenuti sono merito degli agricoltori che hanno lavorato e che, grazie all'aggiornamento scientifico, hanno prodotto maggiormente, ma è anche intervenuto un nostro contributo nel disegno generale dell'agricoltura.
Nel campo della sanità non si tratta soltanto di mero trasferimento di risorse perché la Regione ha approvato una serie di leggi sul territorio per programmare e gestire la salute della comunità, opera che l'Assessore Enrietti ha condotto a termine e che gli è stata riconosciuta molte volte dal Consiglio. Il Piemonte è stata la prima Regione che ha approvato le leggi sulle Unità Locali dei Servizi e sulla definizione generale dell'intervento socio-sanitario. Non si può non prendere atto di questi risultati.
Il Consiglio regionale del Piemonte, in campo europeo, ottiene rispetto e considerazione così come li ottiene dal Governo. Perché lo volete deprimere in questo momento? Possiamo essere più che soddisfatti soprattutto se guardiamo al quadro generale del Paese. E questo merito non va attribuito al governo regionale ma a tutte le forze politiche e il ruolo dell'opposizione è sempre stato importante e molto significativo.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il Consigliere Franzi nel suo intervento ha ripreso gli argomenti sul bilancio e sulla legge n. 63 svolti da lui e dal collega Chiabrando.
E' davvero singolare e riduttivo considerare la politica agraria come pura gestione delle pratiche e dei finanziamenti, anche se questo è importante. Una politica agraria che si rispetti è fatta di tutti quei provvedimenti che mettono in atto la valorizzazione della produzione, la formazione professionale, l'assistenza tecnica, ecc.
Non mi dilungo su questo argomento proprio perché siamo in fase di esame del consuntivo e non di discussione generale del bilancio.
L'altra questione grave, non accettabile, è che la lentezza dell'iter delle pratiche e i residui passivi sarebbero frutto dell'umiliazione inflitta da questa Giunta ai funzionari dell'Assessorato, a parte il contrasto con altre affermazioni ripetute in sede di Commissione da un collega dello stesso Gruppo che arrivò a dire che semmai la Giunta potrebbe utilizzare i funzionari per penalizzare questa o quell'altra Provincia.
Sta di fatto che questa Giunta ha iniziato a valorizzare la funzione degli uffici periferici. Ricordo che questa maggioranza (che abbia agito bene o male lascio ad altri giudicare), a fine anno 1975, ha presentato la prima legge n. 3 con la quale ha attribuito agli uffici periferici la competenza dell'istruttoria e della definizione delle pratiche per importi fino a 75 milioni. Con le leggi successive e con la legge n. 63 ha eliminato anche il tetto dei 75 milioni.
Come si può sostenere la tesi del collega Franzi? Certo, a questa attribuzione ha fatto seguito l'esigenza della partecipazione e della consultazione tanto conclamata e affermata nello Statuto, quindi l'istituzione di Commissioni consultive che coniugano decentramento ed efficienza con democrazia. Può anche darsi che il dover consultare una Commissione o il dover rinviare la decisione finale ad una autorità più politica, come è quella del Comprensorio, abbia comportato l'allungamento dei termini. Questa Giunta, semmai, ha snellito ulteriormente le procedure che esistevano e non le ha affatto appesantite. Tuttavia i nostri apparati di fronte al volume della spesa che si è determinata nel settore agricolo con l'istituzione delle Regioni, sono inadeguati e questa realtà va affrontata; due sono i mezzi: la legge delle strutture con l'ampliamento degli organici e con la meccanizzazione che peraltro stiamo già mettendo in atto la delega alle Comunità montane o ad altri organismi.
Soltanto in questo modo sarà possibile sveltire le pratiche. I 110 miliardi di cui si parla nelle economie, sostanzialmente sono fondi impegnati dalla Giunta, quindi hanno già operato positivamente nel senso che hanno stimolato investimenti concorrendo indubbiamente al rilancio dell'agricoltura. Un fatto è l'atto politico dell'impegno, altro fatto è la fase operativa del pagamento, il quale non compete più soltanto alla Giunta, ma è condizionato da altri fattori: la presentazione dei progetti la realizzazione delle opere, il collaudo con tutti i tempi connessi richiesti dalla Regione e dall'Istituto di credito.
Del resto - collega Franzi - come spiega il fatto che ci sono ancora delle pratiche da liquidare sui fondi per la bonifica montana, quando sappiamo che in quel caso la competenza era soltanto relativa al pagamento da parte della Regione? L'anno scorso si sono iniziate le revoche con tutto quel che comporta soprattutto nei casi in cui il progetto era già avviato e le opere già iniziate.
La discussione sull'assestamento di bilancio consentirà un ulteriore intervento articolato in ordine alla domanda, ai programmi, alle risorse messe a disposizione dell'agricoltura da parte della Regione e da parte dello Stato, ai ritardi e alle responsabilità del Governo ed anche nostre.
Tutte le domande che vengono presentate non possono avere diritto al finanziamento, non accetto questa impostazione come non l'accetterebbe chiunque sia responsabile della politica agraria che vuole essere politica di programmazione dell'intervento e che pertanto non deve tener conto della domanda presentata come pezzo di carta, ma che deve esigere la necessaria documentazione, la verifica che la domanda vada nella direzione delle scelte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione.

Signori Consiglieri, l'intervento del collega Paganelli ha richiamato il lavoro, duro e stressante, che accompagna la produzione dei documenti finanziari che ormai seguono l'attività dei Consiglieri con una periodicità molto ravvicinata nel tempo. Documenti sempre più complessi e sempre più frequenti richiedono un'attenzione senza soste anche da parte degli uffici che non si può pretendere siano in grado di produrre questi documenti copiando dalla Guida Monaci. Questi dati sono frutto di operazioni contabili continue, essendo la realtà finanziaria ed economica in permanente evoluzione. La Commissione, istituzionalmente competente, ha lavorato per molto tempo con impegno, anche in situazioni notevolmente divaricate.
Il Consigliere Vaccarino ha lamentato di non aver ricevuto per tempo i documenti. In verità se avessi conosciuto il luogo del suo soggiorno glieli avrei portati e sarei tornato più abbronzato e più disteso per affrontare questo dibattito! Si deve tener conto dei documenti che sono stati esaminati e discussi nella precedente tornata del Consiglio; è ovvio che non si può avere la pretesa di ricevere tutto quanto era già stato distribuito precedentemente.
Diventerebbe massacrante la sola trasmissione dei pacchi. Pertanto dei documenti che sono stati richiamati devo dire che il bilancio dell'Esap si trova attualmente all'esame della I Commissione, la relazione programmatica della Finpiemonte è stata pure consegnata alla I Commissione in occasione della discussione sul bilancio preventivo 1979. Per quanto si riferisce al bilancio della Promark, credo siano in Commissione le deliberazioni statutarie. La relazione sullo stato di attuazione del Piano di sviluppo è stata consegnata discutendo il bilancio di previsione 1979. E' stato anche distribuito un documento sulla capacità di spesa della Regione. La Giunta ha fatto presente che nei prossimi mesi occorrerà tornare su quei documenti con una ricca serie di altri documenti e cioè la relazione sulla situazione socio-economica del Piemonte, lo stato di aggiornamento e di revisione del Piano di sviluppo, del programma pluriennale e del bilancio pluriennale.
Questi documenti comporteranno un'ulteriore variazione di bilancio entro la fine di novembre, dopo la legge di assestamento, che andremo a votare la settimana prossima che, per ragioni a tutti note e che non voglio richiamare, non ha potuto essere accompagnata da una approfondita discussione.
Quindi, sono già stati consegnati e in qual che caso discussi, alcuni documenti, altri sono pronti per essere discussi a settembre insieme con gli altri che dovranno essere prodotti.
La Giunta dovrà opportunamente impegnarsi ad aggiornare la normativa relativa agli Enti strumentali con le norme della legge di contabilità sapendo peraltro che gli Enti strumentali hanno la forma giuridica delle società per azioni, quindi non presentano bilanci consuntivi, ma bilanci come tutte le altre società, ai quali si deve fare riferimento.
Tuttavia se il Consiglio lo ritiene opportuno potremo riconsegnare il materiale già trasmesso in precedenza. Devo però osservare che viene richiesto questo materiale, ma poi nessun Consigliere discute nel merito così è stato per il bilancio della Mandria e dell'Ires. Al di là del fatto formale che il documento sia allegato al conto consuntivo o meno, i temi che sono sottesi ai bilanci degli Enti strumentali coinvolgono problemi di impostazione programmatica e non solo di risultanze di bilancio e, come tali, verranno discussi con l'aggiornamento del Piano di sviluppo.
Poiché nel mese di luglio per motivi vari non è stato possibile esaminare la fase di aggiornamento del Piano, discutere e consultare l'impegno è di farlo a settembre e, in quella sede, discuteremo dei rendiconti, delle relazioni programmatiche e della politica degli Enti strumentali della Regione.
Quali sono gli elementi del rendiconto che meritano di essere sottolineati? Intanto che questo è il primo rendiconto che applica integralmente la nuova normativa di contabilità consentendo una trasparenza dei dati della gestione della spesa e consentendo, per esempio, di fare quell'operazione alla quale si richiamava il Presidente della Giunta che vorrei riprendere con una terminologia diversa. Il Presidente diceva che non ci sono più residui: vorrei dire che non ci sono più residui di stanziamento, cioè quei residui che si accompagnavano a impegni di massima e non a impegni finalizzati sull'utilizzatore. La politica di mandare in economia le somme non impegnabili, oltre ad altre conseguenze, ha anche quella di eliminare il problema dei residui di stanziamento: questo è un primo elemento importante che ci consente di richiamare il discorso dell'Assessore Ferraris.
L'Assessore Ferraris ha ragione nell'obiettare al Consigliere Franzi che i residui rilevati in agricoltura non significano opere non iniziate ma opere non ultimate. E' noto che per gran parte delle opere il momento della liquidazione è il momento conclusivo dell'opera; quindi l'investimento viene iniziato con tutti gli effetti che ne derivano quando la somma risulta ancora contabilmente a residuo, solo ad opera collaudata molte volte la somma viene cancellata dai residui e indicata nei pagamenti.
Questo tipo di residui si accompagna agli effetti sull'occupazione sugli investimenti, sulla sorte delle aziende, sulla capacità di dare servizi e di realizzare infrastrutture. Per inciso devo dire che queste considerazioni erano contenute nella relazione sullo stato di attuazione della legge n. 28 che giace da due anni in attesa di essere discussa davanti alla Commissione.
Non c'è dubbio che è aumentata la capacità di spesa della Regione, come ha riconosciuto lealmente all'interno del suo intervento fortemente critico il Consigliere Paganelli, nonostante la forte insufficienza nelle strutture degli uffici. E' ovvio che una maggiore e più consistente dotazione degli uffici regionali consentirebbe di migliorare l'attività regionale. Non escludo che se l'Assessore Ferraris avesse il doppio dei funzionari da assegnare ai pagamenti, si avrebbero risultati migliori in ordine alla liquidazione dei contributi. Vorrei richiamarmi ai dati in assoluto contenuti nella relazione. Siamo vicini ai 1000 miliardi, nei quali per concorrono fortemente la spesa ospedaliera e quella sanitaria e di questo abbiamo dato atto nella relazione distinguendo nelle tabelle di raffronto i dati con la spesa ospedaliera e i dati senza la spesa ospedaliera. Tuttavia c'è una capacità di spesa con o senza la spesa ospedaliera. Soprattutto si è verificata un'inversione di tendenza tra il '77 ed il '78 in conformità al maggior controllo dei meccanismi di spesa ed all'entrata in vigore della legge di contabilità. I residui passivi del passato crescevano di anno in anno, quest'anno invece contabilmente si dimezzano. Il Consigliere Paganelli osserva che restano uguali, ma il discorso merita un approfondimento. Infatti, fino all'anno 1977 aumentavano enormemente, nel '77 sono aumentati di poco, nel '78 sono leggermente diminuiti senza dimenticare che il bilancio nel frattempo cresce ancora e quindi un'uguale dimensione in assoluto sul totale dei bilancio significa una riduzione.
Non è neppure del tutto vero che possano essere assimilati residuo passivo ed economia di spesa proprio per la considerazione che faceva il Consigliere Bellomo; infatti consentendo la reiscrizione delle economie nel bilancio successivo non collegate all'impegno rigido si ha un maggiore dinamismo della spesa, tant'è vero che il contributo dato ad un Comune ma non tradotto in impegno, viene reiscritto nell'anno successivo per essere dato ad altro Comune recuperando i tempi e riciclando l'investimento.
Questo non toglie che ci siano dei problemi che derivano da strozzature e rallentamenti della macchina amministrativa, da meccanismi di erogazione dei contributi che non premiano la rapidità dell'investimento ma spesso lo rallentano come, per esempio, i contributi parziali ed i pagamenti a consuntivo. Il residuo è un problema che dovrebbe essere esaminato almeno ogni due anni, anche se la situazione è sempre sotto controllo perché se esaminiamo su base biennale lo smaltimento dei residui ci accorgiamo che per gran parte degli interventi la spesa scompare. La riprova l'abbiamo valutando la percentuale di smaltimento della gestione residui contenuta nel rendiconto: 626 miliardi di residui, 326 miliardi di pagamenti nel '78 compresa la spesa ospedaliera ma compresa anche la spesa relativa alle aree di attività tradizionalmente lente come l'agricoltura e l'assetto del territorio. Ci sono dei pagamenti che per le dimensioni che hanno, in assoluto, rappresentano una novità nel corso del '78.
Siamo convinti che è iniziato l'iter dello snellimento dei residui quindi stiamo per ottenere risultati positivi. L'analisi fatta in Commissione nell'area 3 dimostra che alcuni grossi residui sono collegati a fondi statali a destinazione vincolata con meccanismi di spesa, che forzatamente fanno formare i residui. E' il caso dell'edilizia residenziale e dell'edilizia scolastica per le quali l'intero programma è impostato a bilancio senza poter valutare quale sarà il momento in cui l'investimento sarà realizzato.
Tutto questo lascia aperto il problema dell'individuazione dei criteri corretti per migliorare il meccanismo di spesa e soprattutto il problema della qualità della spesa. Presi dall'efficientismo siamo portati a considerare l'attività della Regione in ordine all'entità della spesa. Non ho mai creduto alla regola della lesina ma non credo nemmeno che solo il criterio quantitativo debba essere preso in esame: occorre anche considerare la rispondenza della spesa ai bisogni della società. Spesso nelle polemiche non si chiede lo spostamento da un capitolo all'altro, da un progetto all'altro, da un'area d'intervento all'altra, ma ci si limita a dire che gli stanziamenti sono insufficienti. In realtà, colleghi del Consiglio, tutti gli stanziamenti sono insufficienti, perché in tutti i settori di attività della Regione la domanda è superiore alla possibilità di soddisfarla.
Nel mese di settembre o di ottobre si aprirà un confronto su questi argomenti. La Giunta intanto distribuirà la documentazione sulla corretta collocazione delle risorse in modo che i Consiglieri durante l'estate abbiano la possibilità di valutare se sarà opportuno fare spostamenti da un settore all'altro, da un dipartimento all'altro. Il Consiglio potrà quindi esprimere la sua capacità di scelta, funzione fondamentale che gli deriva dalla legge e dallo Statuto.



PRESIDENTE

Il dibattito generale è concluso.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, i colleghi del Gruppo e il Capogruppo in particolare mi lasciano l'onore e il piacere di fare la dichiarazione di voto.
Mi richiamo al mio intervento con il quale ho cercato di introdurre seri elementi di giudizio nel dibattito, non soltanto per convinzione personale, ma anche perché il Gruppo deve rispondere e deve collocarsi correttamente in risposta alla relazione di maggioranza che in certi punti è condivisibile, in altri lo è meno, e offre elementi di discussione. Sullo stesso tono si sono collocati gli interventi della collega Castagnone Vaccarino, con la quale sui dati finanziari c'è solitamente assonanza, del Presidente della Commissione, Consigliere Rossotto, del Consigliere Marchini.
In una dichiarazione di voto che, per regolamento e per necessità di ora, è volutamente breve, non posso riprendere e allargare il dibattito.
L'Assessore Simonelli ha riconosciuto che molte nostre osservazioni hanno un fondamento e si prestano alla discussione. Quando egli afferma che un conto è considerare un agglomerato di somme a residui, un conto è considerarle a residui e ad economie, in quanto la parte che va ad economia dovrebbe avere una spendibilità più rapida, egli dice una cosa vera. La critica di fondo che muoviamo è che i 107 miliardi, che risultano dai rendiconti, non dovevano andare ad economie quando l'anno si stava spegnendo, ma nel corso dell'anno, in tutti i momenti in cui si controllano i documenti finanziari e dovevano essere dirottati in direzioni tali da essere immediatamente spendibili.



ROSSI Luciano

Sulla base di leggi statali settoriali, che ho sempre criticato e che qui non riprendo, abbiamo avuto a disposizione 77 miliardi che, se li imputavamo a bilancio, diventavano residui perché da novembre a dicembre non si potevano spendere.



PAGANELLI Ettore

Non sto discutendo della legge 2: sto discutendo dei 107 miliardi.
L'Assessore Simonelli dice che la tendenza dei residui è fermata. Può anche essere vero. Ho fatto i miei calcoli dai quali è risultato un incremento percentuale dell'ordine del 2-3% sia sul conto dei residui, sia sulla competenza annuale. Ho i dati delle singole aree in cui si manifesta un leggero incremento. E nessuno lo contesta. L'Assessore dice che la tendenza si è fermata e anch'io, grosso modo, posso accettare questa affermazione: avevamo 636 miliardi, ne abbiamo 633 non spesi e nel frattempo la spesa e l'entrata generale si sono dilatate: certo che, sotto questo profilo, la tendenza si è fermata. Dovremmo però fare il calcolo dei residui sul vecchio e sul nuovo escludendo la spesa ospedaliera.
Dice l'Assessore che la situazione è sotto controllo: credo anche a questo. E se la situazione è sotto controllo è evidente che dei miglioramenti se ne potranno fare, così come noi invitiamo a fare da tanto tempo. Abbiamo d'altra parte riconosciuto che la Giunta sta battagliando con i residui passivi.
Ma non si può dire tranquillamente alla comunità regionale che i residui si sono dimezzati: si sono dimezzati formalmente, non sostanzialmente. Così come quando ci dite: "non si può dialogare soltanto sulla capacità di spesa, ma occorre valutare la qualità della spesa". E' un discorso altrettanto vero, ma, sul terreno della capacità di spesa, siamo scesi perché qualcuno ci ha portati. Mi spiace che il Presidente della Giunta non abbia potuto seguire il mio intervento. Non gli faccio nessun appunto, so che dovrebbe avere il dono dell'ubiquità e so perfettamente che è sempre presente quando gli è possibile.
Questa mattina osservavo che, quali attenti lettori dei giornali avevamo già colto in parecchie sue interviste quell'elencazione di dati che egli ha ritenuto di introdurre qui: 94 miliardi, 930 miliardi, 1800 miliardi, 2000 miliardi, dati che gli abbiamo contestato con precisi riferimenti. Quei dati, seppure sono veri, non servono appieno a supportare i suoi ragionamenti. Diciamo al Presidente della Giunta che non si possono buttare 5000 miliardi in investimenti senza supportarli con precisi riferimenti.
Questa benedetta spesa ospedaliera, spesa storica come ha detto l'Assessore alla sanità, incide enormemente sui 5000 miliardi e fino ad oggi non poteva essere considerata. Se poi, d'ora in avanti, sarà una spesa programmata, se, d'ora in avanti, sarà una spesa con precisi riferimenti al Piano di sviluppo o ad un disegno programmatorio che la Giunta vorrà portare avanti, il discorso sarà diverso. Non si possono citare come investimenti questi miliardi che sono andati per il solo pagamento di spese di personale ospedaliero. Con molta umiltà diciamo al Presidente della Giunta che sui termini finanziari e sui dati su cui si devono misurare la capacità della Giunta regionale e le opposizioni occorre intendersi altrimenti egli continuerà nelle interviste e nei discorsi a citare quei dati. Noi però responsabilmente avremo il dovere di rendere noti alla comunità regionale gli altri dati, quelli che riteniamo assai più probanti per misurare l'efficienza e la capacità della Giunta e del Consiglio che certamente, non vogliamo sminuire nella loro funzione.
Se vale la giustificazione data dall'Assessore Simonelli, la Giunta deve immediatamente farsi parte diligente e predisporre la modifica della legge o il raccordo della legge di contabilità regionale alla legislazione che regola gli Enti, come osservava il Consigliere Vaccarino.
Per i motivi che ho illustrato il nostro voto non può che essere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, il nostro Gruppo non è intervenuto ritenendo di identificarsi nella relazione del Consigliere Rossi. Mi scuserò se impiegherò qualche minuto in più per esprimere la dichiarazione di voto.
Nel momento in cui votiamo un documento fondamentale e importante come il consuntivo e considerando che questa legislatura sta per volgere alla fine, mi pare giusto fare alcune riflessioni sui temi che sono stati introdotti nel dibattito.
Ho sentito attentamente quasi tutti gli interventi e in particolare la dichiarazione di voto del Consigliere Paganelli che giudico apprezzabile per il taglio che ha voluto dare alle sue dichiarazioni. Non c'è nessuna difficoltà ad accettare il confronto e la discussione anche per evidenziare i punti meno brillanti, i limiti delle procedure, dei tempi, dei contenuti disposti a continuare anche in futuro in un'opera che veda tutti corresponsabili e adeguatamente impegnati. Francamente non posso dire la stessa cosa per altri interventi che mi paiono superficiali e, se permettete, faziosi nei confronti della Giunta.
Sulla questione dei ritardi l'Assessore Simonelli ha spiegato in modo tranquillo, come usa fare, la cause oggettive. Non vogliamo farcene un paravento, anzi vogliamo fare sacrifici in più per superarle. Riconosco a tutte le forze, anche a quelle della minoranza, che al momento in cui si è deciso di venire in aula, nonostante i tempi ristretti, si è fatto un atto di consapevolezza, una presa di coscienza. Qualche sforzo va fatto per capire che cosa dobbiamo fare in Consiglio. Su una massa ingente di questioni, di problemi, di interventi è richiesta alla Regione una collocazione rapida, immediata dell'esecutivo innanzitutto e del Consiglio in maniera più mediata. Questo da un lato vuol dire guardare nella realtà come si lavora e come si vive nella Regione e dall'altro capire il nostro modo di lavorare all'interno del Consiglio. Alla modernità delle richieste della popolazione, dobbiamo adeguarci complessivamente con metodi e con sistemi di lavoro. Come osservava il Consigliere Marchini, il problema delle strutture e del personale è di fondo e riguarda la Giunta, ma anche le Commissioni. Quante sono le persone che si occupano di questi temi? Sono nettamente inferiori al necessario e questo vale per tutti gli Assessorati e vale anche per le Commissioni. Non si tratta di chiedere un generico potenziamento, ma di una qualificazione del lavoro in relazione ai tempi moderni. Quindi parlando genericamente di inefficienza e di ritardi si rischia di dimenticare questi dati di fatto. Sulla qualità dell'impegno degli Assessori si può obiettare, discutere e opinare ma non sul merito sull'intensità, sul tentativo di stare concretamente dietro ai problemi.
Riflettiamo anche noi se per stare dietro alla massa dei problemi non sia necessaria, oltre a più strumenti, una maggiore funzionalità, diversi metodi. Forse occorreranno numeri diversi in Consiglio regionale, però mi rendo conto che i piccoli Gruppi non hanno la possibilità di star dietro a tutti i problemi.
Poniamo anche questo problema che non possiamo dimenticare nel momento in cui si fa un discorso generale che rischia di confondere le idee. Non vorrei che sui giornali apparisse un'immagine generica delle forze politiche, come se fare politica fosse un modo qualunque per passare il tempo. La realtà è diversa e deve essere diversa.
Le sedute consiliari hanno una frequenza di una, due, anche più, alla settimana, quindi i rallentamenti lamentati avvengono in tempi successivi e la Giunta, che si dice avere gli strumenti a disposizione, deve rispondere in prima persona di queste cose. Discutiamone in maniera tranquilla, diamo atto di uno sforzo complessivo per stare dietro ai problemi e per risolverli anche in merito alle questioni inerenti al bilancio.
Non voglio in questo momento riprendere la questione delle economie di spesa e dei residui. A me sembra comunque che si debba dare un'interpretazione diversa da quella data dal Consigliere Paganelli, un salto di qualità c'è stato e il salto è dal 35 al 49% . Si vuole tenere a parte la spesa ospedaliera e ragionare sul resto. Però anche la quota della spesa ospedaliera dimostra che in questo settore si lavora e si sta dietro ai problemi, e la prova ci viene dalla riorganizzazione del sistema mutualistico che ci ha visti impegnati in un momento di difficile transizione di fronte a quattro milioni e mezzo di utenti. Proprio la riorganizzazione del sistema mutualistico ha dato un impulso all'attività della Regione. Questo fatto non piccolo va riconosciuto a chi? Va riconosciuto alla Giunta ed anche a questo consesso.
Vorrei fare un'osservazione un po' scherzosa. Tutti gli anni, poco prima della presentazione del bilancio in Commissione, il Presidente della Giunta rilascia un'intervista citando alcune cifre più significative.
Immancabilmente tutte le volte il Consigliere Paganelli, ritaglio del giornale in mano, punta l'indice contro l'Assessore dicendo: "Vi aspetto al varco". E' uno scenario ormai familiare, è un po' come ritrovarsi in casa propria.
Al di là delle contestazioni, sempre opportune e legittime, devo dire che sostanzialmente sono d'accordo con il Presidente della Giunta. L'aver cooperato nel guidare l'amministrazione, essere stato uno degli elementi della Giunta che ha prodotto globalmente più efficienza nel sistema istituzionale piemontese, non è un motivo che legittima se non il merito comunque un giusto orgoglio? I dati nella globalità possono avere tutte le interpretazioni possibili, ma rappresentano comunque lo sforzo compiuto da questa maggioranza e da questa Giunta che non è disconosciuto a nessun livello. A Roma, nelle sedi dei partiti e fuori, la Regione Piemonte ha un alto riconoscimento. E' una vecchia tradizione, d'accordo, tuttavia va riconosciuto che salti di qualità sono stati compiuti, fatti emblematici che danno il senso della fiducia ai cittadini, nel campo degli asili nido delle scuole, delle case e nei momenti di pronto intervento per fatti alluvionali.
Ci sono anche i punti negativi sui quali avremo occasione di ritornare non è questo il momento di ripercorrere gli elementi di riflessione politica su di essi. Non possiamo però non riconoscere che quando certi interventi non precedono con celerità ci sono dei problemi di direzione politica complessi. Normalmente vengono chiamate in causa le forze politiche istituzionali, gli Assessori, i Consiglieri regionali, ma la funzione di governo appartiene anche agli altri soggetti che operano nei posti di potere economico. L'area di Mondovì è un caso emblematico.
Ci siamo impegnati iscrivendo a bilancio i fondi per risolvere anche la questione del metano, ma riscontriamo che alcune ditte collegate ai centri di potere della Provincia di Cuneo non vogliono allacciarsi all'impianto mettendo in crisi il piano Snam. Quindi discutiamo pure sull'efficienza della spesa regionale e sulla politica regionale, ma in quei termini chiamando per nome e cognome quelle ditte.
Ho citato un caso, ma potrei citarne altri. In realtà emerge la volontà di fare fallire questi impegni, ma state tranquilli il Gruppo comunista avrà tempo e modo, e spero presto, di citare nomi e responsabilità per dare una giusta collocazione alle forze del Consiglio.
Farò un'ultima considerazione sull'agricoltura. E' inconfutabile la mole di lavoro che devono smaltire l'Assessorato e le sue diramazioni periferiche e noi dobbiamo compiere uno sforzo straordinario per metterli in condizione di fare passi avanti, sforzo straordinario che non può essere inventato, predicato o frutto di evangelizzazione generica, ma deve essere frutto di riunioni specifiche della Commissione. Ritorno sui temi delle procedure, del numero delle persone, della qualità del lavoro, del controllo del lavoro. I socialisti ed i comunisti in Giunta cercano di andare incontro alle esigenze dei contadini, in ogni modo, attraverso le leggi approvate. Ebbene, non accettiamo di essere accusati continuamente come si fa con le interrogazioni e con il tipo degli interventi che ho sentito fare qui oggi.
Chiediamo un progetto speciale sulle procedure in modo che sia possibile una spedizione rapida delle pratiche. Credo di essere approvato dicendo questo e mi auguro che nella realtà, nel misurarsi con i problemi si sia altrettanto d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, Signori Consiglieri, alcune osservazioni sull'assestamento di bilancio sono state stimolate dal nostro precedente intervento, quindi in questa dichiarazione di voto mi limito a rispondere all'Assessore Simonelli.
L'Assessore Simonelli si è stupito che non si tenga conto della qualità della spesa e si discuta soltanto sulla quantità della spesa. Il mio appunto derivava proprio dal fatto che dalla relazione strettamente finanziaria che ci è stata fornita, non si potevano trarre elementi sulla qualità della spesa.
Per quanto riguarda la mancanza degli allegati relativi agli Enti strumentali, vorrei ricordare quanto stabilisce l'art. 76: ".... è allegato l'ultimo bilancio approvato da ciascuna delle società nelle quali la Regione ha assunto la partecipazione finanziaria". Si dice che questo è già stato dato ed è verissimo. L'articolo stabilisce inoltre: "..., nonché una relazione sull'attività, sui programmi e sul bilancio di cassa, ai sensi dell'art. 72 dello Statuto regionale". L'art. 72 precede leggi degli Enti strumentali e questa legge è successiva. Pertanto gli Enti strumentali dovevano adeguarsi.
Perché non si parla del bilancio dell'Ires? Il bilancio dell'Ires ci dà dei numeri, ma non ci dà la situazione di scasso dell'Ente, la quale situazione di scasso ci sarebbe stata data con una relazione come quella richiesta dalla legge. E così per quanto si riferisce all'Esap ed agli Enti che non funzionano. Quindi non ci è stata data la possibilità di discutere della qualità della spesa e non ci è nemmeno stata data l'opportunità di discutere sui motivi che impediscono il funzionamento delle aree attrezzate e sugli interventi necessari. Sono perfettamente d'accordo con il Consigliere Bontempi che non è responsabilità della sola Giunta, perch quando si parla di Regione Piemonte si parla di Giunta, del Presidente della Giunta e del Consiglio, quindi tutti siamo corresponsabili di quanto avviene in meglio o di quanto avviene in peggio nel Piemonte. E' vero che a Roma ci sentiamo dire che il Piemonte è una delle migliori, se non la migliore Regione italiana, ma, Signori, consentitemi di dire che vogliamo essere migliori per noi stessi e non per gli altri. Non si fanno agli Assessori accuse di non lavoro o di disaffezione, anzi, diciamo esattamente il contrario. Poiché l'Assessore Ferraris mi ha tirato in causa anche in occasione di una mia precedente dichiarazione, voglio dire che la qualità della spesa in agricoltura ha un conto e bisognerà vedere se le leggi regionali non inducano ad un impegno superiore a quello che la Regione ha programmato.
Le ragioni del mio intervento iniziale non sono mutate dopo la risposta degli Assessori. Mi dispiace di dover dire al Presidente della Giunta verso il quale va la nostra simpatia come peraltro a tutti coloro che operano in questa Regione, che non possiamo approvare il suo intervento nel quale egli dice che va tutto bene.
Pertanto il nostro Gruppo darà voto contrario.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame e alla votazione degli articoli.
"Articolo 1 - Approvazione del rendiconto. Il rendiconto generale della Regione, per l'anno finanziario 1978, è approvato con le risultanze di cui alla presente legge.
Al rendiconto di cui al precedente comma è allegato, ai sensi dell'art.
13 della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29, il conto consuntivo dell'Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte per l'anno finanziario 1978 e il conto consuntivo dell'Azienda regionale 'Tenuta La Mandria' per l'anno finanziario 1978".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Entrate di competenza dell' esercizio finanziario 1978. Le entrate tributarie, le entrate per quote di tributi, le entrate extra tributarie, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali, le entrate per rimborso di crediti ed accensione di prestiti le entrate per contabilità speciali, accertate per la competenza dell'esercizio finanziario 1978, risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 806.678.792.501.
Le entrate di cui al primo comma furono riscosse in L. 653.225.887.174 e rimasero da riscuotere in L. 153.452.905.327".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Spese di competenza dell' esercizio finanziario 1978. Le spese correnti, le spese in conto capitale, le spese per il rimborso di prestiti e le spese per contabilità speciali impegnate per la competenza dell'esercizio finanziario 1978, risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 823.849.049.791.
Le spese di cui al precedente comma furono pagate in L. 606.723.445.970 e rimasero da pagare in L. 217.125.603.821".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Riepilogo generale delle entrate e delle spese di competenza.
Il riepilogo generale delle entrate e delle spese di competenza dell'esercizio finanziario 1978 risulta stabilito dal rendiconto consuntivo come segue: Entrate complessive 806.678.792.501 Spese complessive 823.849.049.791 Differenza - 17.169.257.290" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Entrate residue degli esercizi finanziari 1977 e precedenti.
I residui attivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977, in L.
703.082.134.185.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati al 31 dicembre 1978, in lire: Acc. 536.873.538.896 Risc. 279.601.553.678 Da riscuotere 257.271.985.218" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Spese residue degli esercizi finanziari 1977 e precedenti. I residui passivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano stabiliti alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977, in complessive L.
636.289.233.294.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati, al 31 dicembre 1978, in L. 425.671.170.094. Furono pagati per L. 326.571.654.576 e rimasero da pagare L. 99.099.515.518".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978.
I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in L. 410.724.890.545 e si riferiscono per L. 153.452.905.327 alle somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1978, come risulta indicato nel precedente articolo 2, e per L.
257.271.985.218 alle somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi finanziari 1977 e precedenti, come risulta indicato nel precedente articolo 5".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in L.
316.225.119.339.
I residui di cui al precedente comma si riferiscono per L.
217.125.603.821 alle somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1978, come risulta indicato nel precedente articolo 3, e per L. 99.099.515.518, alle somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi finanziari 1977 e precedenti, come risulta nel precedente articolo 6".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Avanzo finanziario. L'avanzo finanziario dell'esercizio finanziario 1978 risulta di L. 96.435.617.910".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Disposizioni speciali. Sono approvate le eccedenze d'impegno di cui ai capitoli 12320 - 12390 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1978, in relazione alle maggiori entrate accertate nei corrispondenti capitoli n. 2920 - 3000 dello stato di previsione dell'entrata per lo stesso esercizio finanziario".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Attività finanziarie e patrimoniali. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale in L.
730.310.214.708.
La consistenza delle attività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 453.653.813.197".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Passività finanziarie e patrimoniali. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale, in L. 642.830.695.459.
La consistenza delle passività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale, in L. 345.457.119.339".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Risultato patrimoniale. L' eccedenza delle attività sulle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risulta stabilita, nel relativo rendiconto generale, in L.
108.196.693.858".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri Il rendiconto dell'esercizio finanziario 1978 è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 447 relativo a: "Integrazione all'art. 38 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 447, relativo a: "Integrazione all'art. 38 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22".
La parola al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

La proposta di legge è stata presentata urgentemente dalla Giunta, per risolvere il problema dell'iscrizione all'albo professionale dei tecnici della Regione. Un recente atto del Pretore di Torino pone il provvedimento in termini ultimativi con una interpretazione, per noi molto discutibile della legge regionale del 20 febbraio creando un problema molto complesso e urgente.
La questione è stata esaminata dalla I Commissione. Richiamo l'attenzione di tutti i colleghi affinché sia data immediata attuazione a questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il nostro Gruppo è d'accordo con la sostanza della proposta di legge e come ho dichiarato questa mattina in Commissione, accetta questa procedura rapida data l'eccezionalità dell'argomento. Il disegno di legge è stato votato ieri dalla Giunta, annunciato oggi in Consiglio e oggi deve essere votato. Questo non deve essere un precedente invocato stante il fatto che di questi precedenti ormai ce ne sono parecchi.



PRESIDENTE

Considero opportuno il rilievo del Consigliere Paganelli. Su questa questione c'è qualche obiezione? La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il mio è un intervento di tipo collaborativo.
La parte finale dell'articolo laddove si dice: "Non sono da considerare violazioni al divieto di cui sopra né la mera iscrizione negli albi professionali né lo svolgimento di attività professionale a favore dell'Amministrazione nell' ambito delle attività proprie" vuol dire che a questi dipendenti viene dato un incarico professionale? L'attività professionale lega il rapporto tra il professionista e il committente. A mio avviso questo è un problema che dovrebbe attenere agli organi professionali e non alla Regione.
Questa dizione probabilmente non potrà essere considerata sufficiente dal Magistrato. Come facciamo a dire che non esiste qualifica professionale? Chi esercita di fatto una professione dal punto di vista economico è regolato da tariffe professionali e non dal rapporto di dipendenza.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

L'art. 38 della legge n. 22 sancisce il divieto per il dipendente regionale di esercitare alcun commercio, industria o professione. Faccio un esempio. I nostri giornalisti e il direttore del Bollettino regionale per esercitare la funzione sono iscritti all'albo professionale. Secondo la sentenza del Pretore non dovrebbero essere iscritti all'albo. In questo caso assolvono a una funzione per conto dell'amministrazione, non a una funzione loro propria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Insisto nel dire che si deve trovare una formulazione diversa perché il professionista non ha un rapporto di subordinazione. Quindi non possiamo neanche ipotizzare che l'iscritto all'albo professionale possa essere dipendente della Regione. I nostri giornalisti nell'ambito della Regione non svolgono una professione, ma un lavoro dipendente, perché allora scriviamo "svolgimento di attività professionale"?



BORANDO Carlo

Gli ingegneri capi dei Comuni e delle Amministrazioni provinciali sono iscritti all'Albo professionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'attività professionale si svolge attraverso la redazione di un progetto oppure l'assunzione di una difesa e ciò comporta una serie di obblighi che vanno al di là del rapporto subordinato di impiego, in quanto il dipendente che stila il progetto lo sottoscrive e se ne assume tutta la responsabilità rispetto agli effetti del progetto stesso. E' il caso degli avvocati dell'Avvocatura dello Stato, degli ingegneri che dipendono dagli Enti pubblici, dei medici. La dipendenza non li libera dall'esercizio professionale e dalla conseguente responsabilità dell'esercizio di una professione. Il problema sorge in quanto attiene all'esercizio di una professione che può essere svolta in favore dell'Amministrazione, quindi non risponde più l'Amministrazione rispetto al fatto progettuale, ma risponde il dipendente che tale progetto ha stilato. Il sindacato degli architetti di Piacenza ha iniziato un'azione tendente a far decadere dagli Albi professionali gli iscritti, dipendenti da Enti pubblici. Questa normativa tende a salvaguardare il lavoro all'interno dell'Ente pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'equivoco può sorgere in quanto si parla di "esercizio effettivo della professione", questo implica i concetti che Marchini ricorda. Propongo di usare la dizione: "né lo svolgimento di attività professionale a favore dell'Amministrazione nell'ambito delle proprie attività".



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento D.C., alzi la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolato: "Articolo 1 - Il primo comma dell'art. 38 della legge regionale 12.8.1974 n. 22, è integrato come segue: 'Non sono da considerare violazioni al divieto di cui sopra né la mera iscrizione negli albi professionali, né lo svolgimento di attività professionale a favore dell'Amministrazione nell'ambito delle attività proprie' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
E' stato inoltre proposto il seguente: "Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 45, sesto comma,dello Statuto regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Sulla questione delle tariffe dei trasporti, in discussione con i sindacati


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Voglio sollevare una questione che mi pare importante. Mi risulta che la Regione ha in corso una trattativa con i sindacati sulle tariffe uniche regionali dei trasporti. Mi risulta che nelle trattative sono stati affrontati aspetti di merito che riguardano la politica dei trasporti e che possono incidere sulla stesura del piano dei trasporti. Come forza politiche chiediamo di essere informati dei rapporti intercorsi finora con le organizzazioni sindacali prima della conclusione della vertenza.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Le organizzazioni sindacali nel mese di febbraio hanno presentato un documento sulla cui base sono in corso esame e discussione.
L'Amministrazione regionale ovviamente pone come punto di riferimento la proposta di piano regionale dei trasporti presentata dalla Giunta e che sarà esaminata dal Consiglio regionale.
Sarà cura della Giunta informare il Consiglio sull'evoluzione del discorso che, per il momento, non è approdato ad un documento.



PICCO Giovanni

Chiedo che la Giunta si faccia carico di programmare l'incontro nell'ambito della Il Commissione.



PRESIDENTE

Il Consiglio sarà convocato per il 25 luglio e probabilmente per i giorni successivi. L'ordine del giorno sarà comunque formulato domani al termine delle riunioni della I Commissione e della Conferenza dei Capigruppo, i quali decideranno il calendario definitivo delle prossime sedute.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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