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Dettaglio seduta n.264 del 19/07/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle adunanze del 5 luglio, distribuiti prima dell'inizio della seduta odierna, sono approvati.
Difficoltà di stampa hanno impedito la distribuzione dei processi verbali del 12 luglio 1979.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio inerente alla sollecitazione rivolta dai pendolari della linea Rubiana - Almese - Grangia - Avigliana - Ferriere di Buttigliera Alta


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze". Iniziamo con l'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio inerente alla sollecitazione rivolta dai pendolari della linea Rubiana - Almese - Grangia - Avigliana - Ferriere di Buttigliera Alta.
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione in oggetto, riguardante la richiesta di arretramento del capolinea da Torino a Rivoli da parte della ditta Girardi e Basilio concessionaria dell'autolinea Rubiana - Torino si precisa quanto segue.
Gli uffici autolinee dell'Assessorato hanno esaminato la domanda con la quale la ditta ha richiesto di arretrare il capolinea dell'autolinea in oggetto da Torino a Rivoli, a seguito degli aumentati costi di esercizio e la successiva lettera datata 12 giugno 1979 con la quale veniva annunciata la sospensione del servizio a decorrere dal 30 giugno 1979.
Considerato che la proposta fatta all'Azienda Tramvie Municipali di Torino di trasportare i passeggeri provenienti da Rubiana per Torino, con il trasbordo a Rivoli crea notevoli difficoltà sia all'esercizio della filovia Torino - Rivoli, sia all'utenza interessata in quanto la stessa verrebbe ad essere assoggettata al pagamento di due distinti titoli di viaggio, con conseguente aggravio economico e ad un aumento dei tempi di percorrenza.
Tenuto conto delle petizioni inviate dagli utenti alla Prefettura di Torino ed all'Assessorato intese a rivedere tutta la questione in tempi sufficientemente idonei al fine di trovare una soluzione del problema atta a soddisfare le esigenze dell'utenza trasportata.
Valutate tutte le proposte pervenute all'Assessorato, la ditta di cui sopra è stata invitata ad esercitare l'autolinea in oggetto con le modalità previste dal disciplinare di concessione in attesa di una diversa soluzione del problema.
Contemporaneamente è stata invitata l'Azienda Tramvie Municipali di Torino a voler esaminare la questione posta dalla ditta concessionaria dell'autolinea Rubiana - Torino intesa a dismettere il servizio a decorrere dal 30 giugno 1979, con conseguente passaggio della concessione al fine di garantire la regolarità e la continuità del servizio.
Affinché si possano raccogliere ulteriori elementi atti a risolvere le questioni suddette è stata convocata dagli uffici dell'Assessorato un'apposita riunione con le Aziende interessate, e i rappresentanti dei Comuni citati nell'interrogazione per il giorno 23 c.m.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore dell'informazione data e lo prego di tenere informato il Consiglio in caso di eventuali sviluppi.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Musei

Interrogazione del Consigliere Oberto inerente alla raccolta di bandiere vessilli e stendardi in un museo, eventualmente in quello esistente a Palazzo Carignano


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Oberto inerente alla raccolta di bandiere, vessilli e stendardi in un museo, eventualmente in quello esistente a Palazzo Carignano.
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore ai musei e beni culturali

Le bandiere sono già state restaurate. Il preventivo di spesa per l'allestimento del museo è risultato eccessivamente oneroso. D'intesa con il Presidente Agosti e con il prof. Bobbio si è deciso di provvedere direttamente all'allestimento in oggetto. A settembre prenderemo ulteriori accordi con l'avv. Agosti per realizzare l'opera che riteniamo di particolare interesse.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Sono soddisfatto di aver provocato questa informazione, sia pure sommaria.
Si tratta di uno stock di 60-70 bandiere che appartenevano a formazioni di partiti, organizzazioni di lavoratori, associazioni mutue di soccorso dei tempi passati, piccoli brandelli di stoffa senza valore intrinseco ma di importanza grandissima, così come lo sono le pagine della storia democratica.
Portare la bandiera di un partito, di un'associazione mutualistica, di un'organizzazione operaia era motivo di orgoglio. Alcuni di quei drappi durante il periodo del regime fascista erano stati nascosti. Qualcuno era anche morto per celare la bandiera. Ricordo che in un campo di concentramento una bandiera da combattimento era stata ritagliata in tanti pezzetti. I soldati e gli ufficiali li avevano conservati per ricostruirla ma risultò mancante di due pezzi perché erano morti nel frattempo gli ufficiali che li conservavano. Simboli a cui oggi non si dà più un grande rilievo perché anche le bandiere si comprano in serie. Le mogli, le sorelle, le figlie degli appartenenti agli schieramenti politici ricamavano la bandiera, era una forma partecipativa di grandissimo rilievo e di grandissima importanza.
Mi risulta che anche il Quirinale guardi a questo fatto storico che si verificherebbe a Torino. Mi auguro che il Consiglio regionale in quella circostanza sia presente e partecipe per aiutare l'iniziativa presa dal Centro Gobetti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione presentata dal Consigliere Martini inerente alla ricostituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Demonte


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Martini inerente alla ricostituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Demonte.
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Con riferimento all'interrogazione n. 777, intesa a conoscere la decorrenza dei sei mesi previsti dall'art. 17 della legge 12/2/1968, n.
132, per la ricostituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale civile di Demonte, le fornisco i seguenti elementi di risposta.
In base alla documentazione agli atti dell'Assessorato regionale alla sanità ed agli elementi emersi a seguito di un'ispezione fatta eseguire in loco da un funzionario regionale, il Consiglio di amministrazione dell'Ente ospedaliero di Demonte, con deliberazione della Giunta regionale n. 51-1365 del 13/3/1978, venne diffidato dall'adottare ulteriori deliberazioni in violazione di disposizioni legislative e regolamentari e ciò ai sensi e per gli effetti dell'art. 12 della legge 12/2/1968, n. 132.
A distanza di circa un anno il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 2438/79 del 12/3/1979, incaricò il medesimo funzionario di verificare se il Consiglio di amministrazione dell'Ospedale avesse o meno ottemperato alla diffida.
Sostanzialmente, la diffida regionale fondava su quattro rilievi: 1) la mancanza di scritture contabili relative alla gestione patrimoniale dell'Ente 2) l'imputazione di spese relative al complesso termale di Vinadio al bilancio ospedaliero e quindi con finanziamento sul F.R.A.O.
3) la violazione di norme regolamentari relativamente alla gestione del personale 4) altre violazioni di legge.
Atteso che a seguito della verifica eseguita a distanza di un anno, i rilievi di cui sopra sussistevano ancora, il Presidente della Giunta regionale, su conforme parere della Giunta regionale (deliberazione n. 110 20307 in data 30/3/1979) con proprio decreto 4/4/1979, n. 3191, provvide a sciogliere il Consiglio di amministrazione di Demonte e a nominare un Commissario straordinario nella persona del rag. Luigi Mondino, ai sensi dell'art. 17 della legge 12/2/1968, n. 132.
Detto decreto è stato notificato il 12/4/1979.
Quanto sopra premesso si precisa che il Consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Demonte deve essere ricostituito entro il termine di cui all'ultimo comma del succitato art. 17 e cioè entro sei mesi dalla data di notifica del decreto di scioglimento al Consiglio disciolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

L'Assessore ha contenuto in una relazione molto stringata le cause che hanno provocato lo scioglimento del Consiglio di amministrazione, cause sulle quali notoriamente il sottoscritto non concorda. L'Assessore sa che abbiamo cercato di ammorbidire certe punte polemiche che avrebbero rischiato di perpetuare una situazione di disagio che andava contro gli interessi della popolazione della Comunità montana della Valle Stura.
Il decreto è stato notificato il 12/4/1979. Sul luogo, fatta eccezione del Presidente uscente, nessun Ente aveva avuto questa notifica.
Poiché il Consiglio di amministrazione dovrebbe essere ricomposto entro il 12 ottobre di quest'anno, sarebbe utile notificare con una certa urgenza il decreto all'Amministrazione provinciale e ai Comuni interessati in modo che siano a conoscenza dei termini di scadenza. Sarebbe anche opportuno aprire una discussione sull'avvenire dell'Ospedale di Demonte.
La scelta della Giunta potrà essere positiva, però è opportuno confrontarla con i responsabili della vita amministrativa locale.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Franzi, Picco atta a sapere se la Giunta è a conoscenza dei gravi danni causati all'agricoltura del Comprensorio irriguo di Mazzè, nella cui zona, a seguito dell'agitazione del personale addetto al centro di pompaggio, non viene erogata l'acqua e quali provvedimenti si intendono adottare


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Franzi, Picco atta a sapere se la Giunta è a conoscenza dei gravi danni causati all'agricoltura del Comprensorio irriguo di Mazzè, nella cui zona, a seguito dell'agitazione del personale addetto al centro di pompaggio, non viene erogata l'acqua e quali provvedimenti si intendono adottare.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Mi sostituisco all'Assessore Ferraris, momentaneamente assente, avendo seguito la vicenda dell'impianto di Mazzè.
L'impianto, com'è noto, appartiene al complesso dei Canali Cavour.
Produce energia elettrica e, nello stesso tempo, distribuisce l'acqua per l'irrigazione. Al momento del trasferimento dei Canali Cavour alle Regioni interessate, sorse una disputa su quanto doveva essere trasferito: solo una parte o tutto quanto è venuto via via aggregandosi ai Canali Cavour? Risolti questi problemi rimase la questione della diga di Mazzè. L'Enel ne rifiuta l'assunzione, mentre la Regione Piemonte ha dichiarato la disponibilità ad assumere l'intero sistema per realizzare un impianto pilota in grado di produrre energia idroelettrica e utilizzare acqua per usi plurimi.
Il demanio, per la somma simbolica annua di L. 10.000, cederebbe l'impianto di Mazzè. I lavoratori della diga chiedono però di essere trasferiti all'Enel. Si sono tenute diverse riunioni con la partecipazione dei parlamentari, dei coltivatori diretti, delle associazioni contadine, ma la questione non è ancora stata definita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio il Presidente per la tempestività con cui ha risposto. Poich ha dichiarato che provvede personalmente a rispondere quando gli Assessori sono assenti, approfitto dell'occasione per chiedergli la risposta alle altre 14 interrogazioni presentate da otto mesi, risposta scritta che, tra l'altro, non interferirebbe nei lavori del Consiglio. La soluzione ideale per l'impianto di Mazzè sarebbe che l'Enel ne assumesse la gestione.
Regione e Ministero, seppure vadano tenute in conto le richieste del personale, non possono accettarne l'atteggiamento che blocca ogni tipo di soluzione. Tuttavia, nel caso in cui l'Enel non provveda, la nostra proposta è che la Regione assuma la gestione dell'impianto di sollevamento acqua e di produzione di energia elettrica, dopodiché assegni gli impianti di distribuzione ai Consorzi. Il problema sta nel sollevamento e nella produzione dell'energia elettrica.
A nome dei colleghi invito la Giunta a continuare le trattative senza perdere altro tempo, in modo che con la prossima stagione irrigua il problema sia risolto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Dopo aver assunto gli impegni a cui ha fatto cenno il Presidente della Giunta, abbiamo avuto un incontro presso il Ministero dell'industria (purtroppo però non erano presenti né i Ministri, né i Sottosegretari, ma soltanto i funzionari). Era presente il Direttore generale dell'Enel.
Nel corso di quella riunione venne stesa una bozza di accordo con il contributo del Direttore dell'Enel e dei suoi funzionari. All'ultimo momento però il Direttore dell'Enel non ha ritenuto di sottoscrivere il documento prima dell'esame da parte del Consiglio di amministrazione dell'Enel che si riunisce oggi. Il documento, nel rispetto delle norme stabilite dal decreto ministeriale del luglio 1976, prevede il trasferimento del complesso di Mazzè all'Enel, con la garanzia che nessun onere di carattere irriguo sarà a carico dell'Ente.
Nel frattempo Regione, Ministero delle finanze e Consorzio realizzeranno i progetti per separare la gestione irrigua.
Ho sollecitato le altre parti interessate affinché premano sul Consiglio e sul Presidente dell'Enel perché assuma una decisione. Entro questa sera dovremmo avere notizie in proposito.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così esaurite.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Majorino, Minucci Petrini e Vera.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 445: "Costituzione dell'Istituto cartografico regionale", presentato dalla Giunta regionale in data 11 luglio 1979 n. 446: "Nuova disciplina dell'Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte", presentato dalla Giunta regionale in data 11 luglio 1979 n. 447: "Integrazione all'art. 38 della legge regionale 12 agosto 1974 n. 22",' presentato dalla Giunta regionale in data 18 luglio 1979 n. 448: "Disciplina delle tasse sulle concessioni regionali", presentato dalla Giunta regionale in data 18 luglio 1979.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 21 giugno 1979: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di uffici regionali".


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

d) Uccisione di Carmine Civitate da parte di Prima linea e proposta di istituzione del relativo fondo di solidarietà con legge regionale


PRESIDENTE

Ancora l'assassinio di una persona innocente, Carmine Civitate, vittima del terrorismo e di una logica che in Italia abbiamo conosciuto soltanto all'epoca dei nazisti. Ancora una volta abbiamo visto un giovane uomo padre di due figli, immerso nel sangue, assassinato brutalmente perché dei delinquenti che cercano di nascondersi dietro ideologie politiche hanno voluto consumare un'ennesima vendetta dopo aver già sparso sangue innocente con Emanuele Jurilli, colpevole di essersi trovato nel mezzo del fuoco incrociato di un agguato.
Abbiamo rivisto ieri sera come tante, troppe volte in questi anni, un uomo stroncato e la sua giovane moglie sconvolta dal dolore. Abbiamo sentito parole di disperazione e frasi inquietanti che ci sconvolgevano mentre non trovavamo le parole adatte per dare consolazione ad una famiglia distrutta. Le parole per essere efficaci devono affidarsi alla ragione e non c'era una ragione se non il delirio assassino in ciò che era stato compiuto. Abbiamo sentito anche frasi che devono farci riflettere in questo rione di Madonna di Campagna, di Torino, dove fu tentato l'assassinio del Presidente del Comitato di quartiere, dove furono abbattuti due terroristi da cui prese le mosse il raid di guerriglia a Borgo S.Paolo in cui morì Emanuele Jurilli e nel quale ieri abbiamo contato un'altra delle vittime dell'ondata lunga dell'offensiva terroristica nella nostra città.
La signora diceva: "Noi dobbiamo essere per la democrazia, noi vogliamo la democrazia, ma per costoro che assassinano la democrazia significa che sono liberi di ucciderci senza pagare e senza ragione. Chi ridarà il loro padre ai miei due figli? Costoro sono liberi e quando vengono arrestati si dà più retta alle cose che dicono dalle carceri che ai problemi di chi non chiede altro che di vivere e lavorare".
Costoro si dicono di Prima linea. Prima linea di che cosa? Gruppi per la rivoluzione? Contro chi? Contro un ragazzo di 19 anni armato dei suoi libri? Contro un barista che aveva in mano il vassoio delle consumazioni? Contro una famiglia che aveva messo in piedi un povero bar e a prezzo di sacrifici enormi voleva conquistare un livello di vita dignitoso? "Prima linea" è oggi odiata da tutto un rione popolare che li ha condannati e bollati con migliaia di risposte indignate, frementi, con richieste di giustizia senza appello in documenti civili che rinnovano la testimonianza di come una città abbia cercato senza ambiguità di lottare davvero contro questo pericolo inumano e mortale.
Costoro sono dei vigliacchi assassini. Altro che amnistie! Nell'ultimo anno a Torino ci sono stati 3 delitti, 11 ferimenti, 17 attentati a persone, 9 aggressioni, 70 attentati a sedi di partito, caserme, fabbriche negozi, sedi comunali, 22 attentati ad auto, 19 gravi provocazioni. Brigate rosse, Prima linea, fascisti, delinquenti comuni: questo è ormai l'intreccio che lega i protagonisti di questa catena di delitti.
Malgrado i risultati ottenuti in questi ultimi tempi in Italia e a Torino, lo stillicidio del terrorismo non ha avuto soste. A metà del 1979 dobbiamo registrare il doppio degli attentati compiuti nel 1978.
E allora non basta ciò che è stato fatto. Non bastano i decreti del Governo che impiegano mesi a tradursi in atti concreti. Non basta dire "NO" ad una legge regionale che cerca di diminuire l'inefficienza cronica dello Stato e di aiutare le forze dell'ordine. Bisogna che nasca un Governo che voglia scoprire e colpire tutti i santuari da cui si diramano le catene di assassini che vogliono chiudere la bocca a chi sa, che vogliono stroncare la vita a chi fa o ha già fatto il suo dovere, che vogliono seminare il terrore per rovinare l'Italia.
Noi non abbasseremo la guardia, non dimenticheremo Carmine Civitate, la sua sposa, i suoi figli, come non abbiamo dimenticato le altre vittime.
Propongo che l'assemblea regionale voti subito, oggi, la legge sul fondo di solidarietà per le vittime del terrorismo e propongo che la legge porti anche il nome di questa nuova vittima innocente.


Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

In I Commissione era stato richiesto all'unanimità di anticipare la discussione sul rendiconto dell'esercizio finanziario 1978, anche per dare modo a tutti i Consiglieri di intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

L'impegno assunto dai Capigruppo era invece di svolgere prima il punto quarto all'ordine del giorno e di passare in seguito all'esame del rendiconto dell'esercizio finanziario 1978.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni possiamo svolgere subito il punto quarto all'ordine del giorno.


Argomento: Informazione

Esame progetto di legge n. 379: "Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locale"


PRESIDENTE

Esaminiamo allora il progetto di legge n. 379: "Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locale".
La parola al relatore, professoressa Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge regionale n. 379: "Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locale" nasce da due esigenze: avviare, da un lato iniziative che incentivano la conoscenza della realtà negli aspetti che hanno rilevanza locale e regionale, favorire, dall'altro, lo sviluppo dell'editoria giornalistica che versa permanentemente in stato di crisi a causa soprattutto della limitatezza dell'attuale mercato di vendita.
Mediante questo strumento si adempie al dettato dell'art. 8 dello Statuto regionale che indica nella conoscenza uno dei mezzi indispensabili per attuare un'effettiva partecipazione delle popolazioni alle decisioni.
Questo provvedimento si caratterizza per essere rivolto specialmente ai giovani, alle loro esigenze sempre più sentite di conoscenza e di informazione sull'attualità e sui problemi della realtà sociale ed economica nella quale si apprestano a inserirsi.
Il tramite di questo rapporto fra gli strumenti dell'informazione e i giovani è la scuola, alla quale vengono in questo modo offerte nuove opportunità per la sperimentazione didattica nell'ambito della programmazione delle attività educative.
Si tratta dunque di un'iniziativa coerente con le innovazioni apportate ai programmi scolastici, i quali prevedono in modo esplicito un adeguato collegamento della scuola sia con la società civile, sia con le realtà locali. L'esperimento che si propone è per ora limitato nel tempo: è evidente infatti che l'intervento regionale richiederà - per una sua concreta attuazione - una convinta adesione e un'attiva collaborazione da parte di tutto il mondo della scuola. Solo così potrà adempiere realmente ai fini che ci si è prefissi, vale a dire di promuovere e diffondere la cultura e l'informazione locale, attivando una crescita di interesse intorno al giornale, che deve essere inteso sempre più soprattutto dai giovani, che sono una vasta area potenziale di lettori, come servizio di primaria utilità e non come bene voluttuario.
L'iniziativa piemontese ha già avuto un significato precedente a Trento, con una legge analoga - approvata da quella Provincia autonoma: ma sono evidenti le diverse situazioni e dimensioni dei due interventi.
La V Commissione consiliare ha esaminato il provvedimento e vi ha apportato modifiche relativamente ai destinatari dell'iniziativa, che sono stati individuati in tutte le scuole medie pubbliche e private, di primo e di secondo grado e nei Centri di formazione professionale, alle procedure di attuazione, alle iniziative collaterali per sviluppare una funzione di appoggio e di promozione dell'esperimento e infine alla durata della sperimentazione che comprende due anni scolastici (il 1979/80 ed il 1980/81).
Le consultazioni hanno indicato l'aperto interesse del mondo della scuola per questa iniziativa e ciò fa ritenere che vi sarà un immediato e diffuso accoglimento della proposta regionale.
Indubbiamente, e ciò è stato sottolineato in sede di Commissione, la scuola abbisogna oggi di interventi ben più ampi e profondi per uscire dallo stato di crisi in cui versa, ma non si può d'altra parte negare a sforzi come questo il significato di porsi nella direzione del rinnovamento.
Uno stretto rapporto fra scuola e realtà locali, fra attività educative e problemi, situazioni sociali (economiche e culturali) è un elemento decisivo per l'arricchimento dei contenuti della scuola, per un rinnovamento dei suoi metodi di lavoro e un'occasione importante, per i giovani, per imparare ad usare correttamente i mezzi dell'informazione.
L'art. 1 fa riferimento all'uso dell'informazione locale come strumento di educazione e formazione culturale.
Gli artt. 2 e 3 indicano i soggetti destinatari dell'esperimento e il tipo di assegnazione che si prevede di attuare.
L'art. 4 indica le modalità per predisporre l'elenco dei periodici locali.
Gli artt. 5 e 6 presentano le modalità di assegnazione degli abbonamenti ai destinatari.
Gli artt. 7 e 8 trattano delle iniziative di appoggio e delle modalità di verifica dell'iniziativa.
L'art. 9 indica lo stanziamento finanziario.
Valutati tutti questi aspetti del problema, la V Commissione ha approvato il provvedimento e ne raccomanda l'approvazione al Consiglio.
Devo però precisare che sarà necessario intervenire con qualche emendamento: uno riguarda l'adeguamento delle scadenze, subordinato al fatto che il provvedimento doveva essere esaminato tre settimane fa e non oggi, l'altro è una pura puntualizzazione formale per evitare il rischio di mettere in difficoltà chi deve interpretare la legge.
E' inoltre previsto un articolo per la procedura d'urgenza.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, premetto che, nell'attuale grave situazione del nostro Paese, è inconfutabile che oltre di crisi socio economica si può e si deve parlare anche di crisi culturale e, perché no di crisi morale e spirituale, come ci è stato dimostrato con l'ultimo efferato delitto e con altre non apprezzabili testimonianze e dimostrazioni. I dati a nostra disposizione e soprattutto le non floride condizioni dell'editoria ne costituiscono un'ampia riprova.
Crisi culturale che trae prioritariamente una sua motivazione dalle carenze manifestatesi all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. Ci premesso, entro subito nel merito del disegno di legge, oggetto di attenzione e dibattito dell'odierna tornata consiliare, per dichiararmi in proposito, come fatto in V Commissione, molto perplesso sulla validità ed opportunità dell'iniziativa proposta dalla Giunta, e ciò nonostante l'encomiabile impegno profuso dalle colleghe Marchiaro e Soldano, nella riformulazione formale e, in parte, anche sostanziale dell'articolato del disegno di legge medesimo.
In sintesi, le mie perplessità traggono origine dalle seguenti considerazioni: 1) ben altro e più incisivo processo si impone per ricondurre la scuola a produrre ed offrire ai suoi utenti una maggiore e più significativa cultura. Ammessa e non concessa validità all'assegnazione di alcuni quotidiani e periodici, specialmente nelle scuole medie inferiori, si tratterebbe pur sempre di rendere trainante ciò che, invece, dev'essere trainato: non mi sono richiamato al detto "mettere il carro davanti ai buoi" per evitare il rischio di essere mal interpretato e conseguentemente, risultare irriguardoso.
Lo stimolo, la passione e l'interesse alla lettura devono essere incentivati e stimolati dai docenti e non credere che possano manifestarsi per "motu proprio" e spontaneismo dei discenti.
Per cui la relativa problematica va vista a monte e non a valle.
Bisogna dotare la scuola di adeguati ed aggiornati strumenti didattici e di "programmi" rispondenti alle odierne esigenze e seriamente e fermamente perseguiti e rispettati: bisogna cioè creare le condizioni per poter pronunciare la parola "basta" ad una scuola che insegna male, poco, o niente ed a studenti che studiano altrettanto male, poco, o niente.
Ai miei tempi si osava parodiare "lo studente come colui che non studia niente"; oggi, purtroppo, fatte le debite eccezioni, quella parodia si è tramutata in una triste realtà.
Ecco che l'impegnativo discorso culturale, da non prendere sotto gamba deve trovare il suo insostituibile supporto nel binomio insegnamento-studio e viceversa e non anche nella mera distribuzione nelle aule dei professori o nelle aule di alcuni giornali, seppure con rinomate testate.
Anzi, al limite, in rapporto a quanto detto, potrebbe costituire motivo di maggiore distrazione e disattenzione dalle lezioni, essendo arcinoto che la cronaca destinata allo sport, da non confondersi con la terza pagina risulta allettante ed invitante e portatrice di vivaci e lunghe discussioni: non mi risulta però che lo sport rientri in quel tanto di nozionismo scolastico, già eccessivo di per sé, e che comunque i Mennea, le Simeoni, i Moser, i Villeneuve, i Rossi e, perché no, in onore agli juventini, i Bettega e tanti altri eroi della domenica, per i quali e verso i quali sento anch'io un notevole trasporto, abbiano definitivamente detronizzato i "grandi" della letteratura, della scienza, della politica della sociologia, dell'economia, delle arti e delle professioni.
2) Sono a tutti note le gravi tensioni, alcune apprezzabili, ma parecchie altre deprecabili, tuttora esistenti all'interno dell'ambiente scolastico.
Non vorrei che la scelta delle testate, di cui all'art. 5 del disegno di legge in esame, da parte dei Consigli di istituto e dei restanti organismi costituisse momento e motivo di ulteriori contrasti e turbative. Mi riferisco principalmente ai periodici o giornali e quotidiani locali. La mia Provincia, per esempio, che è la più piccola del Piemonte, ha addirittura cinque periodici.
Si dovranno ovviamente fare delle scelte dato che il testo in esame ne considera soltanto tre: immaginate quali discussioni sorgeranno nell'organo preposto alla scelta, che indubbiamente si allargheranno all'interno dell'ambiente scolastico.
3) E' indubbio che minori perplessità e dubbi si sarebbero fatti strada se il problema fosse stato circoscritto agli Istituti professionali dotandoli oltre che dei giornali in questione, soprattutto di opportune pubblicazioni specializzate, arricchendo così anche le relative biblioteche, tuttora carenti.
4) Nutro altresì dubbi e perplessità nel chiedermi quale atteggiamento, se approvato il disegno di legge in esame, assumerà il Commissario di Governo.
Ritengo non infondato il timore di vederci rinviata la relativa legge, in quanto contemplante interventi in materia non di nostra competenza.
Concludendo, pur rimettendomi in tema di voto alle decisioni del mio Gruppo, dichiaro, per i motivi esposti, che la spesa prevista in un miliardo e 200 milioni è dispersiva, per cui non rispettosa di quella "scala di priorità" che una coerente politica programmatoria, più volte caldeggiata in quest'aula, e l'attuale stato di disagio della Regione e del Paese, ci induce seriamente e responsabilmente a rispettare. Non possiamo continuare ad impegnarci verso tutto e tutti e particolarmente per quelle cose che, indipendentemente dalle valutazioni che se ne possono dare, sono di portata non strettamente necessaria.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la nostra sensibilità, quella della Giunta e la creatività, più o meno fantasiose, debbono responsabilmente e puntualmente trovare la loro conciliabilità nelle valenze e credibilità delle cose che veniamo e venite per proporre e nella disponibilità della Regione.
Il disegno di legge più volte richiamato, a mio modesto ma convinto parere, presenta le stesse caratteristiche degli innumerevoli disegnini e propostine che arrivano a flutti sui tavoli di Montecitorio e di Palazzo Madama, più volte anche in quest'aula dai più stigmatizzati.
Ripeto che in tema di voto mi rimetterò alla scelta del mio Gruppo.
Evitiamo comunque di enfatizzare il provvedimento in esame; se sarà adottato, le osservazioni critiche mosse hanno voluto contribuire a rendere il più possibile seria l'attenzione che deve essere dedicata in merito.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, signori Consiglieri, sono d'accordo che il provvedimento che ci accingiamo a votare ed approvare non deve trovare un'esaltazione enfatica. D'altra parte nessuna legge dovrebbe trovare un'esaltazione enfatica: la legge è fredda per se stessa e traduce il pensiero che è maturato attraverso a dibattiti, contrasti e confronti.
Non nego che in quanto è stato detto dal mio collega di Gruppo Menozzi vi siano cose valide ed importanti. Contesto che siano pertinenti allo scopo specifico di questa legge. Certamente un dibattito sulla conduzione scolastica potrebbe tornare utilissimo. Oggi siamo però chiamati ad esprimere il parere su un articolato di legge che si propone di introdurre uno strumento nuovo di accrescimento, di informazione e di perfezionamento della formazione della popolazione scolastica.
Mi atterrò a questi termini specifici e precisi. Le devo però una spiegazione, signor Presidente. Al termine della seduta passata, quando lei propose che questa legge fosse approvata nel giro di una decina di minuti sollevai l'eccezione perché sono convinto, senza enfasi, che si tratti di una legge di grossa importanza anche se è determinata dal desiderio di volerla sperimentare. Ecco la ragione della mia impennata. I 77 anni sono prossimi; c'è il desiderio di dare ad altri interessi meno cogenti di quelli di una seduta di Consiglio regionale. Dissi allora che non si poteva, in dieci minuti, decidere su una legge di questo genere, ecco perché ho proposto che si venisse ad un dibattito nuovo. Concordo superando tutte le perplessità di fronte ad una novità come quella che ci viene presentata, sull'iniziativa e la condivido salvo alcune specificazioni per migliorarne l'impostazione normativa. Nel 1972 facemmo un primo avvicinamento con la stampa periodica, proprio con il proposito di servirci di quella grossa realtà per lo sviluppo della formazione e dell'informazione indirizzandola anche verso il mondo scolastico.
L'iniziativa non ebbe seguito e perfezionamento; oggi arriviamo a qualche passo concreto con la proposta che viene presentata.
Mi sembra opportuno che si dia alla legge un carattere sperimentale e temporaneo: validità per due anni e significato di sperimentazione che aggiunge qualche cosa alla temporaneità, a partire dall'autunno prossimo se la legge non avrà intoppi nell'iter di approvazione, come ha in un certo senso pronosticato il collega Menozzi. Mi sembra però che non impingiamo nella materia scolastica, crediamo di dare un sussidio allo sviluppo dell'attività scolastica e crediamo di poterlo fare con mezzi e strumenti della Regione, con riferimento a quanto in una certa Regione d'Italia già si verifica. Il mio ricordo va ad "Adolescenza" e al mio primo incontro con Guido Gustavo Gozzano negli anni 1912-'13. Sono passati molti anni, abbiamo camminato, siamo progrediti; nella scuola entra oggi la realtà della vita politica. Vogliamo chiuderla noi ostinatamente, pur avvertendo tutti i rischi, i pericoli, le difficoltà, le perplessità che possono essere determinate dall'applicazione in termini precisi e concreti di uno strumento come la legge che siamo chiamati ad approvare? I colleghi che si preoccupano dei problemi della scuola sanno benissimo che l'iniziativa del giornale in classe in forma spontanea si è già realizzata non senza qualche inconveniente e difficoltà e in alcune poche scuole piemontesi già questo si verifica per l'iniziativa di insegnanti che non esito a ritenere lungimiranti, se sanno accostare questa materia abbastanza incandescente alle realtà altrettanto incandescenti del mondo scolastico. La legge, è intuitivo, ha una valutazione plurima, aiutare, per quanto è possibile, la difficoltà dell'editoria, della stampa quotidiana e della stampa regionale. Sono 600 milioni, e potranno diventare di più anche questo è un avvicinamento ad una realtà che induce a pensare tutti coloro i quali credono nella pluralità delle testate, nella validità della moltiplicazione degli scritti. Gli scritti cattivi non reggono oltre i 3-4 mesi, salvo che facciano del pettegolezzo di bassa lega; ma allora non sono strumenti di educazione, di formazione, di informazione. Mi rivolgo alla stampa per sottolineare la grandissima collaborazione che può dare anche nell'applicazione di questa legge. Se vogliamo introdurre i giornali quotidiani piemontesi e i settimanali nelle scuole, bisogna che questi giornali siano fatti in spirito di informazione e di formazione con grandissimo senso di responsabilità. Non entro nella valutazione metafisica della natura e dei compiti della stampa quotidiana: informazione formazione, educazione. Ho dei dubbi profondissimi che tra i compiti specifici dei giornali si possa qualificare anche la funzione educativa. Mi fermerei pertanto alle caratterizzazioni di formazione e di informazione.
La lettura e il commento dei giornali fatti dall'insegnante e con l'insegnante, addirittura sollecitata dallo scolaro che vuole avere giorno per giorno l'approfondimento dell'informazione ai fini formativi, è certamente un momento di alto e responsabile impegno e non dovrà trovare collocazione marginale e nemmeno, salvo ragioni particolarissime, dovrà essere motivo assorbente dei programmi scolastici. Un contemperamento di saggezza non agevole. E' un'opera di integrazione difficile, ma possibile specie per talune materie. Sicché la scuola si fa veramente scuola di vita quale si vive nel 1979, specialmente se si rifuggirà dalla tentazione di una monocultura per restare invece sul piano del pluralismo che è e deve sempre più essere il fondamento democratico della vita politica e sociale travagliata da una crisi profondissima che desta motivi di preoccupazione ma che anch'io, come altri, penso sia crisi acuta, pericolosa e insidiatrice,ma, in buona sostanza, crisi di una crescita molto difficile ma sicura, al di là delle aberrazioni disumane dei teorizzatori e dei realizzatori della violenza sovvertitrice da condannare e respingere senza riserve, mentre vi sono taluni irresponsabili che un poco ammiccano a questa realtà che travaglia e insidia la vita del Paese.
Il primo augurio che formulo è che la legge sia rettamente applicata con tutto il coraggio che ci vuole e con tutta la prudenza e la saggezza che sono necessarie. In Italia si legge pochissimo libri e giornali e le statistiche piemontesi non sono assolutamente brillanti. C'è da sperare che questa disposizione di legge costituisca un elemento correttivo della tendenza. Il secondo augurio è rivolto a quanti scrivono sui giornali soggetti indiretti di questa legge. La destinazione del loro prodotto informativo e formativo ad un tempo tenga sempre presente l'esigenza della verità e della coerenza. Il ricordo della probità giornalistica oltre che umana di Carlo Casalegno può essere richiamata in questa occasione, perch è insegnamento al quale dovrebbero tutti ispirarsi nell'assolvimento del loro delicato compito.
Vorrei ancora augurare che l'iniziativa regionale non sia in nessuna maniera strumentalizzata, sarebbe il modo sicuro di affondare il senso profondo di questa norma di legge, sarebbe tradito lo spirito che ha animato i proponenti e la Commissione che l'ha approvata. All'insegnante di educazione civica immagino che toccherà in modo principale l'utilizzazione dello strumento giornale o il necessario coordinamento per la sua utilizzazione. Il giornale lo si deve saper leggere, e del giornale fa parte anche la pubblicità, grosso discorso che dovrebbe consentire l'apertura di una parentesi; quel tanto di criptografico che, entro certi limiti, si comprende che vi sia, per una certa cautela, e talvolta quasi per stato di necessità, non si tramuti mai in motivo di prevaricazione interpretativa. C'è da sperare che questo problema che entra a vele spiegate nella scuola interessi da vicino e coinvolga i consigli scolastici che non hanno saputo sin qui, salvo eccezioni preclare, commendevoli e illuminanti, svolgere la loro attività che è di altissimo rilievo ed importanza, ma che possono costituire sul piano partecipativo un apporto inestimabile per la sostanziale riforma della scuola dalla quale dipendono le sorti dell'avvenire italiano. Noi questo lo ripetiamo sovente, ma praticamente non operiamo concretamente in questa direzione. Se i Consigli scolastici lo vorranno la legge sarà una buona e utile legge.
Sull'articolato della legge rilevo, lontano da me ogni spirito polemico, che la formulazione dell'art. 1 non appare felicissima e pu addirittura determinare un'interpretazione in certo senso riduttiva laddove parla delle testate regionali e locali, quasi che le testate nazionali non avessero lo stesso compito di formazione e informazione.
Quindi questo articolo riduttivo in un senso e amplificativo in un altro quando parla addirittura di strumento di educazione, dovrebbe essere formulato nel testo contenuto nell'emendamento che mi sono permesso di far pervenire ai componenti la Commissione che ha esaminato la legge e al Presidente dell'assemblea.
Agli artt. 2 e 3 deve prevedersi il fatto, marginale ma di realtà, che durante il periodo delle vacanze estive i giornali sarebbero del tutto inutilizzati. Piccoli inconvenienti, ma certamente non educativi in termini di esempio a non sciupare.
Sono perfettamente d'accordo che entrino nelle scuole i giornali locali, settimanali, bisettimanali o quindicinali che sono quanto mai utili per l'informazione e utilissimi per concorrere a completare la formazione della cultura alla quale la Regione deve dare ascolto come patrimonio culturale regionale inalienabile. Sono però convinto che si creerebbe un grave problema se si lasciasse nel testo l'espressione di "particolare interesse". Chi discrimina, chi attribuisce il valore "particolare"? Con quale criterio? In relazione alla maggiore diffusione che un giornale ha o alla sostanza del contenuto del giornale? Vi sono in Piemonte settimanali e bisettimanali di ispirazione politica, di ispirazione non politica, laici e religiosi, di alto interesse: ne sono lettore attento; ma graduarlo questo interesse comporta valutazioni soggettive e discrezionali difficili e pericolose.
Chi la forma la graduatoria? Meglio sopprimere negli artt. 3 e 4 quel termine "particolare".
Ricordo quanto inchiostro si è adoperato per l'interpretazione di "sevizie di particolare efferatezza" nelle Corti d'Assise straordinarie che hanno tormentato gli anni '45, '46, '47. Il "particolare" è meglio lasciarlo da parte per evitare che vi possano essere delle interpretazioni distorte. Tanto più che parrebbe, ma è poco chiaro oltreché apparentemente contraddittorio, che tutti i periodici i cui direttori ne facciano richiesta entro un certo termine, che non può essere certo quello del 15 agosto di quest'anno perché non arriverebbero in tempo, vengono inclusi nell'elenco dei periodici di "particolare interesse" di cui al capoverso.
Da ultimo c'è il problema dei termini che devono essere meglio valutati, almeno per questo primo anno, in relazione al momento in cui la legge viene approvata dal Consiglio e alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. E' chiaro che se vogliamo dar corso alla legge dall'autunno 1979, dovremo tener conto dello slittamento dei termini entro i quali certi adempimenti debbono essere fatti.
Mi pare molto opportuna la disposizione prevista agli artt. 6 e 8 dell'invio della relazione sull'utilizzo didattico dei quotidiani e dei settimanali e sullo stato di attuazione dell'iniziativa, ma non vorrei che tale richiesta, non sanzionata, rimanesse inoperante come purtroppo avviene per le relazioni agli Istituti storici della Resistenza. Propongo che, ove manchi il tempestivo invio della richiesta relazione, alle scuole inottemperanti non si rinnovi la dotazione dei giornali. E' una misura apparentemente drastica e punitiva per chi non ha alcuna colpa, ma mi sembra che un sostanziale contenuto educativo possa venir fuori da questa proposta, il rispetto cioè delle norme di comportamento che non sfugge a nessuno, né al docente né al discente, tanto più che la relazione, perch abbia veramente un senso e un significato, dovrebbe essere fatta collegialmente dall'insegnante in concorso con gli allievi che esprimono il loro parere sull'utilità del provvedimento. Mi sembrerebbe anche giusto non è necessario scriverlo nella legge, l'impegno da parte della Giunta a riferire al Consiglio regionale sulle relazioni pervenute circa l'applicazione pratica della legge.
Infine un rilievo formale: la spesa di 600 milioni non è di poco conto anche in previsione degli aumenti dei prezzi dei giornali. L'art. 9 dice che la spesa sarà autorizzata con la legge di approvazione del relativo bilancio. Relativo a che cosa? Anche il rispetto alla grammatica, tanto più che questa legge è destinata al mondo della scuola, ha una sua esigenza.
Ragione pratica di opportunità suggerisce che si unisca la dichiarazione d'urgenza per l'immediata operatività.
Ho concluso, lieto, signor Presidente della Giunta, che ora che si ha maggiore disponibilità di mezzi finanziari si guardi con questo provvedimento alla scuola, così come si guardi alla realtà difficilissima del mondo editoriale dei quotidiani e dei settimanali, come non si era mancato di fare nella precedente legislatura regionale, quando si volle concordemente, rivolgendosi alle scuole e agli scolari, dare quella dotazione faticosa e faticata di libri scolastici, ponendo le premesse per chiarirci meglio le idee sulle funzioni e sui compiti a volte vitali delle scuole private, che qui non sorge più esemplarmente - desidero sottolinearlo con profonda soddisfazione - almeno in termini di sterile diatriba. E anche questo, a me che sono anziano, che ricordo tempi lontani di roventi polemiche e di ingiuste discriminazioni, è cosa che dà conforto e che affida per il domani.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, un albergo di Torino ha la consuetudine di portare con la prima colazione un giornale con su scritto "omaggio". Chi se lo trova davanti non può evidentemente pretenderne un altro o ritenere che ci sia il pluralismo di informazione, del resto la colazione diventerebbe troppo lunga se i giornali fossero più di uno.
Ho fatto questa scherzosa battuta per richiamare qualcosa di più della perplessità del nostro Gruppo di fronte a questa legge. Ci troviamo nella condizione del giocatore al totocalcio, tentati fra un 1, un x e un 2.
Direi però che si sta predisponendo una serie di fatti che ci spingono più facilmente al 2 che all'x o all'1, proprio perché di certe iniziative non riusciamo a comprendere i moventi e le intenzioni.
Non sto a sottolineare quello che così nobilmente ha detto il collega Oberto sulla necessità di intervenire nella scuola per intensificare l'informazione, ho però dei grossi dubbi che questa sia la strada idonea.
Se ci fosse sottoposta una proposta di legge per la distribuzione generale del libro "Cuore" in tutte le scuole credo che l'avremmo sottoscritta immediatamente; analogamente avremmo fatto se ci aveste proposto una presenza attraverso scelte di questo genere.
La proposta di legge, che parla di testate di carattere regionale provinciale e periodico, posta in questi termini, ci puzza di pluralismo piuttosto raffazzonato, sapendo esattamente come andranno a finire le cose.
Il che può spiegare anche il motivo per cui i colleghi della D.C. sono diventati favorevoli.
Noi, che abbiamo una certa stampa periodica che, vedi caso, non obbedisce a tutti i requisiti contenuti nella proposta di legge, che abbiamo una stampa nazionale di carattere stentato, sappiamo già con certezza che saremo tagliati fuori da qualsiasi tipo di informazione in questo senso. E questo è forse un motivo di più del perché non riusciamo ad entrare nello spirito e nel significato della proposta di legge. Credo che in realtà rappresenti un tipo di intervento non soltanto frammentario, ma di scarsissima utilità e di scarsissima validità. Non riteniamo che farci promotori dell'assegnazione di fondi per l'acquisizione di stampa di informazione periodica o di carattere nazionale rappresenti un contributo all'informazione e soprattutto alla formazione della popolazione scolastica. Riteniamo che sia un modo abbastanza significativo per valorizzare le tirature che forse sono in declino, per aiutare in un certo senso tirature che sono stentate, ma non riteniamo che l'obiettivo possa essere raggiunto.
Per tutte queste considerazioni, tenuto conto che si tratta di uno di quei provvedimenti non dovuti e che la cultura, soprattutto leggendo certi quotidiani piemontesi, non ha niente da guadagnare ma ha soltanto la possibilità di offrire l'insidiosità di tesi già predisposte e chiaramente indirizzate verso certi obiettivi, ricorrendo ancora all'esempio del totocalcio, ci troviamo nelle condizoni di dire "2", ossia di votare contro.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Per motivi di chiarezza desidero fare qualche precisazione perché nel corso del dibattito mi pare che il problema non sia stato approfondito convenientemente in tutti i suoi aspetti - sia detto, questo, con il massimo rispetto per tutte le opinioni qui emerse.
Poco tempo fa, il nostro Consiglio regionale ha varato la legge regionale sulla tutela del patrimonio naturale ed etnografico piemontese.
Orbene, anche il disegno di legge in discussione deve essere esaminato in relazione alla realtà piemontese. Anche il nostro Gruppo non appena è stato presentato il disegno di legge, ha avuto le preoccupazioni qui emerse; ma soprattutto nell'ambito della Commissione, abbiamo voluto approfondire il problema secondo una linea di coerenza logica e di aderenza alla realtà regionale.
Sussistono tuttora dei dubbi, ad esempio, sulle reali competenze regionali in questa materia, almeno per quanto concerne i rapporti tra Regione e scuola. Sono qui emerse preoccupazioni che denotano il massimo interesse per i problemi scolastici. Occorre comunque chiarire che la Regione deve promuovere e sollecitare tutti i fermenti positivi che operano all'interno della scuola, ma non ha nessuna possibilità di interferire direttamente. Il provvedimento in esame può essere quindi un mezzo per realizzare, in termini concreti, un aggancio tra scuola e società, non dimenticando, in sede applicativa, i centri di formazione professionale che rientrano invece nella sfera di competenza della Regione. Non sottovalutiamo che uno degli elementi essenziali dell'attività pedagogico didattica, ormai acquisito a tutti i livelli, è proprio quello di un'impostazione formativo-educativa che parta dall'ambiente. Dovrebbero cadere, dunque, le visioni di tipo settoriale o particolaristico, che indubbiamente hanno il loro valore, ma ci farebbero correre il rischio di frantumare il complesso problema che invece deve essere visto nella sua completezza. Dobbiamo anzi tenere presente che il vero ruolo dei docenti e degli operatori scolastici, salve le competenze degli organismi e delle istituzioni, è oggi quello dell'animazione culturale e formativa. Siano pure anche i bidelli a leggere i giornali e i periodici; tutti coloro che vivono ed operano nella scuola leggano i giornali o i periodici per capire in che mondo si vive e come si vive, con specifico riferimento alla nostra realtà regionale.
L'esposizione degli articoli del disegno di legge non è molto felice.
Ci siamo sforzati di rispettare determinate competenze, preoccupati, nello stesso tempo, di evitare sprechi. Ad esempio, nell'articolato si deve cogliere anche la possibilità di eventuali abbonamenti che, al limite potrebbero essere ristretti nell'arco di due, tre mesi. Saranno, di fatto responsabilmente chiamati in causa gli organi collegiali della scuola che comunque devono essere liberi nelle loro possibilità di scelta e di proposta. La Regione recepisce o è disponibile a recepire le istanze; ma queste istanze siano espresse liberamente dal mondo scolastico che opera accanto all'editoria e alla produzione giornalistica quotidiana o periodica a livello locale.
Siano i diretti interessati chiamati in causa a operare responsabilmente le loro scelte, ma soprattutto siano invitati a formulare quelle relazioni conclusive che, è pacifico, sono sempre il frutto di un'attività collegiale di sperimentazione, di ricerca, di verifica a livello di classi, a livello di studenti che si preparano ad inserirsi nell'attività lavorativa, a livello di docenti e di genitori, a livello cioè, degli organi collegiali che restano al centro delle decisioni da assumersi nell'ambito educativo e formativo.
Indubbiamente l'impegno finanziario, così notevole, è stato lo scoglio iniziale nel caso dei lavori della Commissione. Tuttavia, se il suo utilizzo sarà intelligente e rispondente alle esigenze che emergono dal mondo giovanile e dal mondo locale, dove anche le generazioni più anziane è giusto che riscoprano certi valori, il disegno di legge, pur nei suoi limiti, può essere accolto favorevolmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Scusate se approfitto dell'occasione di questa discussione per deliziare i colleghi Consiglieri e l'autorevole Presidente della Giunta con alcune notizie che conosco nella mia qualità di Ispettore scolastico.
Il Ministero della pubblica istruzione negli anni passati inviava alle scuole e ai centri di lettura che ancora funzionano nei paesi una serie di pubblicazioni come: "Civiltà cattolica", "La discussione", della D.C.
"Mondo operaio" del PSI, "Tuttoscuola", pubblicazione diretta dal tirapiedi del Ministro Malfatti mai abbastanza deprecato, per un costo di parecchi milioni.
Non mi stupisce l'adesione della D.C. che, evidentemente, con l'approvazione di questo disegno di legge avrà maggiori occasioni di diffusione delle pubblicazioni del mondo cattolico, grazie alle provvidenze della Regione. Famiglia Cristiana e Grand Hotel hanno uguale livello di pubblicazione (due milioni di copie settimanali), sono riviste che, a mio giudizio, rapportate al quoziente intellettuale dei preadolescenti entreranno in tutte le scuole.
E' competenza della Regione dare dei sussidi didattici alle scuole dello Stato e alle scuole private, perché così si ha l'adesione della D.C.? L'art. 8 dello Statuto regionale riconosce che presupposto della partecipazione è l'informazione sui programmi, sulle decisioni e sugli atti di rilevanza regionale e cura a tal fine l'istituzione di mezzi e strumenti idonei. Il giornale è un sussidio. Strumenti idonei non sono forse le pubblicazioni dei vari Assessorati della Regione? Approvo l'invio alle scuole e ai professori del libretto sulla Costituzione italiana integrata dallo Statuto regionale; questo sì potrebbe essere uno strumento idoneo a far conoscere le leggi fondamentali dello Stato che non tutti conoscono compresi molti professori delle scuole medie inferiori e superiori.
Il sussidio didattico è un libro e può esserlo anche il giornale. Le leggi dello Stato che introducono la programmazione nella scuola stabiliscono però che i sussidi didattici vengano scelti dal collegio dei docenti all'inizio dell'anno scolastico. Come si può giustificare l'invio del giornale a tutte le scuole a spese della Regione con la programmazione didattico-educativa anche se è richiesta una relazione? La Regione non dispone di suoi ispettori per controllare questo strumento. Quest'anno entreranno in funzione organi collegiali regionali per la ricerca, la sperimentazione e l'aggiornamento com'è previsto dall'art. 3 del D.P.R. 419 (decreti delegati).
Il secondo punto della relazione rileva che con questa spesa viene dato un sussidio al mercato dell'editoria, quando sappiamo che la causa della scarsa vendita dei giornali è dovuta ai giornali che sono fatti male. Ci pensi lo Stato a dare contributi all'editoria, ci pensi la Sipra. E' invece competenza della Giunta provvedere all'inserimento degli handicappati dotare gli Enti locali, Regioni, Province e Comuni di equipes psico-medico pedagogiche. Assessore Vecchione, devolva questi 600 milioni, un miliardo e 200 milioni in due anni, per l'assistenza e l'inserimento degli handicappati.
Questi fondi sono spesi inutilmente, non raggiungeranno nessun altro obiettivo se non quello di permettere ai professori di leggere gratuitamente il giornale a scuola. Signora Soldano, i bidelli devono leggere i giornali a spese della Regione? Che ragionamenti sono questi? La lingua italiana è così ricca di vocaboli da accontentare tutti, possiamo trovare tanti di quei sillogismi per cui, ad un certo punto, la Regione farebbe cosa utile a comprare le scarpe ai bambini che vanno a scuola! Che ragionamenti sono questi? La Giunta spreca un miliardo e 200 milioni e dice di essere la Giunta della programmazione e delle scelte prioritarie nel momento in cui si predica l'austerità! Già anni fa la Regione pubblicò un libro (costo 70 milioni) sulla conoscenza dell'ambiente che distribuì agli alunni delle terze elementari (libro stampato con caratteri piccoli in contrasto con le norme vigenti sui caratteri di stampa dei libri delle scuole elementari e in contrasto anche con quanto stabiliscono i programmi vigenti secondo cui lo studio delle Regioni inizia in IV elementare). Ricevetti allora una telefonata con la quale mi si chiedeva il numero degli alunni di III elementare, dati che raccolsi con un lungo giro di altre telefonate.
Tornando alla nostra legge invito la maggioranza a ritirare questo provvedimento, anche se in suo favore sono schierati i due partiti di massa. Il Gruppo repubblicano, dopo quanto ho esposto, voterà contro perch lo ritiene un provvedimento inutile, improduttivo dal punto di vista didattico e non di competenza della Regione. Mi auguro, come osserva anche il collega Menozzi, che il Commissario di Governo lo respinga.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Non posso dimenticare il primo pezzo di carta stampata che mi è arrivato attraverso la scuola. Erano ancora i tempi della meritocrazia e avevo meritato quel foglio di carta per aver svolto bene un temino o per aver risposto all'interrogazione meglio di altri. Ricordo questo fatto con una certa commozione, anche per il riflesso che aveva avuto nella mia famiglia e questo, mi pare, non debba essere trascurato.
Le considerazioni dei Consiglieri più vicini alla mia posizione politica, socialdemocratici e repubblicani, mi inducono a supportare la mia valutazione favorevole con qualche argomentazione di carattere politico.
Pur consentendo su quei rilievi e sulla preoccupazione, piuttosto che sull'auspicio, del non accoglimento del Commissario di Governo, ritengo che l'atto che ci accingiamo a compiere è coraggioso politicamente.
La Regione Piemonte con questa iniziativa prende di petto una serie di situazioni e di realtà ed esprime una volontà politica fuori dalla stretta maglia della Costituzione e dai suoi compiti. Anche nel caso in cui si dovesse uscire non positivamente, avremmo certamente costruito qualcosa avviando questo dibattito.
E' opportuno che questa legge venga approvata, perché certamente produrrà qualche risultato. Ci saranno momenti di riflessione sui risultati non compiuti e non sufficienti, che ci daranno modo di verificare tempestivamente, se ne avremo la capacità e la volontà, limiti ed eventuali pericoli. E' comunque specifico di una forza laica guardare alla realtà con speranza e con ottimismo.
La Regione con questa legge si rivolge a due ambienti estremamente delicati: la stampa e la scuola, supporti di una società laica e veicoli di promozione e di sviluppo della personalità umana. Qualcuno di noi, come laico, si rende conto che probabilmente di questa legge profitteranno certe forze politiche piuttosto di altre: proprio per questo è atto di coraggio politico e di fiducia tipicamente laica. Certamente non siamo soddisfatti dell'obiettività e del pluralismo dell'informazione in Italia, ma obiettività e pluralismo dell'informazione si ottengono allargando la base dell'utenza e compiendo atti come questo per dire agli operatori e ai professionisti della carta stampata che non sono al servizio di un direttore o di un comitato di redazione, ma che svolgono un servizio pubblico di informazione.
E' anche un atto di crescita della professionalità e dell'indipendenza della categoria giornalistica la quale, penso, apprezzerà questo nostro importante affidamento che noi facciamo a mani aperte e a cuore sincero.
La Regione crede nella classe giornalistica, la fa entrare in un ambiente delicato come quello della scuola e dei giovani che sono indifesi e aperti a tutto quanto avviene senza sufficiente spirito critico. Ma è anche un atto di fiducia nei confronti degli operatori scolastici. Nessuno di noi è molto soddisfatto della maturazione politica della classe insegnante che normalmente considera la politica qualcosa che attiene ai partiti. Molte volte la politicizzazione di alcuni insegnanti è un fatto di moda, se non di fascino rappresentato da un professore un po' più chic o un po' più brizzolato di altri. Con questo intervento andiamo a migliorare, a far maturare e lievitare queste situazioni. Certamente ci sono limiti e rischi perché probabilmente i partiti minori saranno meno presenti di quanto non lo siano le forze maggiori.
Queste sono le ragioni positive che devono farci votare a favore di questa legge, anche se sottoscriviamo i rilievi, le perplessità e le preoccupazioni espresse dai socialdemocratici e dai repubblicani.
E' chiaro che l'opposizione, dichiarandosi disponibile ad un atto di fiducia nei confronti delle istituzioni scolastiche e degli operatori della carta stampata, deve rivendicare il suo ruolo di controllo su quanto avverrà. Andremo a vedere come la notizia verrà data, come il periodo locale cesserà di essere bollettino delle nascite e delle morti per essere un mezzo di ricerca e di informazione sull'ambiente e sulla realtà.
In questo modo non solo avremo dato un servizio ai destinatari di questo provvedimento, ma lo avremo dato alla collettività in generale. Voto in senso favorevole la legge con la riserva di valutare gli emendamenti che verranno proposti.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.



FERRERO Giovanni

Intervengo, portando via altro tempo al dibattito sugli altri punti all'ordine del giorno, per richiedere all'Ufficio di Presidenza una pubblicazione sui tempi dei dibattiti consiliari in relazione alle materie e alla rilevanza finanziaria dei provvedimenti, perché mi parrebbe anche giusto mettere il Consiglio di fronte ai suoi comportamenti concreti.
Mi stupisce che in nome di ragionamenti di priorità, di rigore, di efficacia ci troviamo a discutere su provvedimenti che hanno un rilievo culturale, ma che, rispetto alle competenze generali della Regione, hanno una incidenza abbastanza ridotta.
Ricordo i mesi di tempo che abbiamo avuto per meditare sui problemi della sanità e penso alle ore che dedichiamo a questo argomento.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento che su un bilancio di 1500 miliardi incide per circa lo 0,3/0,4 per mille e credo che questi soldi verranno spesi solo in parte, comunque verranno spesi nella misura in cui vi sarà un'attività positiva e propositiva da parte degli insegnanti e del mondo della scuola. Ci troviamo di fronte ad una legge assai modesta che nel volume della spesa sarà un indicatore della positività dell'intervento in quanto le persone che richiederanno questi fondi avranno a cuore il problema, avranno letto la legge, avranno programmi e progetti didattici quindi sapranno sicuramente farne buon uso all'interno della scuola.
D'altra parte questo provvedimento avendo carattere temporaneo e sperimentale potrà essere migliorato sulla base dell'esperienza. Non capisco l'atteggiamento snobistico su questioni di questo genere, che mi sembra nascondere equivoci culturali abbastanza grossi. Ci sarebbe da discutere con il Consigliere Enrichens su che cosa è produttivo e su che cosa non è produttivo. Parlare di equipes psico-medico- pedagogiche è sostanzialmente una scempiaggine, semmai si tratterebbe di discutere sui criteri di intervento dal momento che la maggioranza dei fondi che vengono impegnati in quei settori, oltre a produrre per le lastre un dosaggio di radiazioni più alto di una qualsiasi centrale nucleare e consumi di sangue paragonabili a quelli dei vampiri, non hanno risultati sul miglioramento della salute dei ragazzi.
E' chiaro che questo intervento deve garantire la continuità del servizio e che l'obiettivo della Regione deve essere migliorato. La Regione è arrivata anche a pagare le scarpe in alcune zone di montagna, e non trovo che il fatto sia particolarmente scandaloso. Invece sulle questioni delle equipes psico-medico-pedagogiche a livello regionale ci siamo impegnati per far sì che gli interventi fossero più efficaci. Non so se il Consigliere Enrichens vuole parlare di sillogismi o di sofismi. Si dice che non si pu approvare questa legge perché porterebbe a far sì che i bidelli notoriamente ignoranti, e gli insegnanti, che passano il loro tempo neghittosi a leggere i giornali, vi troverebbero un risparmio individuale.
Se questa è l'opinione che abbiamo, anche il problema degli handicappati sarà insolubile, perché non ci sarà alcun intervento finanziario che risolverà i problemi del rapporto umano, dell'inserimento nelle classi.
Sarà anche questo un sillogismo. Su tutti i versanti vanno fatti sforzi per migliorare la situazione offrendo in via pregiudiziale la fiducia agli interlocutori e garantendosi che questa fiducia, qualora non venga rispettata, provochi un mutamento dell'atteggiamento della Regione, nel caso specifico degli Enti pubblici.
Se si parte invece dal pregiudizio di colpa, di neghittosità e di incapacità delle persone a cui ci si rivolge, allora né questo né qualunque altro intervento lascia una speranza. Non vedo perché ci si debba preoccupare, almeno in questa sede, del livello dei giornali, o del fatto che si possa scegliere questa o quella testata. Non mi pare che attraverso questo meccanismo passi lo schiacciamento delle forze politiche minori ad opera dei partiti più grandi, a parte il fatto che, se ci si mette su questo piano, non c'è paragone tra i consensi elettorali al nostro partito e il possesso dei mezzi di informazione che il nostro partito è in grado di esprimere.
Il confronto tra radio, televisione, testate di giornali e le copie de l'Unità e di Nuovasocietà non motiva la nostra volontà ad approvare una legge del genere. Non si tratta di sussidi didattici ma di un intervento che vuole utilizzare la scuola come canale per lo sviluppo culturale e sociale della comunità, così come lo sono la correttezza del Consiglio regionale, il servizio dei giornali sulle discussioni che si tengono, il rapporto interpersonale che ciascuno di noi può avere. La scuola è sicuramente il canale più importante. Non si tratta né di enfatizzare il provvedimento né di scatenare nel Consiglio atteggiamenti di superiorità e di distacco rispetto alle piccole cose che esistono in questo mondo.
Concludo sulla questione delle scarpe. E' stata fatta la battuta che la Regione Piemonte ha finanziato le scarpe a due ragazzini. Sono contrario a qualunque posizione deamicisiana: non è né un particolare atto di nobiltà, né un atto che qualifica l'attività della Regione Piemonte, è solo un piccolo fatto quotidiano.
Il Gruppo comunista per queste ragioni e anche per i mutamenti profondi che il testo ha avuto dopo giorni e giorni di discussione, ritiene che il provvedimento possa essere concretizzato in forma transitoria ed essere eventualmente ripreso ed arricchito quando avremo esperienze e idee più originali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens per un chiarimento.



ENRICHENS Nicola

Il Consigliere Ferrero ha una dialettica sottile e forbita per cui dato un tema, svolge discorsi onnicomprensivi.
Quando ho detto che durante le vacanze a leggere i giornali saranno solo i bidelli, non volevo recare offesa a nessuno. Così come ha posto il discorso il collega Ferrero sembra che io dica che i bidelli non devono essere avvicinati al mondo della cultura. Che ragioni sono queste? Per quanto riguarda le scarpe, è evidente che la Regione ha il compito di fornire tutti i mezzi per adempiere all'obbligo scolastico che in passato era dei patronati scolastici.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'ing. Cardinali, portando l'esempio del quotidiano in albergo con la prima colazione, mi ha fatto tornare alla mente la mia vicenda scolastica elementare quando la maestra, Suor Rosina, ebbe il compito di portare in classe la "Gazzetta del Popolo". Ignoravo allora l'esistenza dei giornali (a leggerli erano forse il notaio, l'esattore e il farmacista) e tuttavia qualche elemento di informazione l'avevo attraverso il giornale, anche se allora il Governo non inviava alle scuole certi settimanali "proibiti" come "Famiglia Cristiana" o "Mondo Operaio", come ha ricordato il Consigliere Enrichens.
Oggi, questo provvedimento di eccezionale importanza permette finalmente l'introduzione nelle scuole dei giornali locali. Né dovrei dolermi se, con altri settimanali, nelle scuole giunge, per esempio, il settimanale liberale che mi rappresenta in veste di Napoleone, molto diverso e molto più basso, vestito con una sorta di feluca, perché anche la satira politica ha la sua importanza.
In Piemonte, attorno ai 4 quotidiani, ruotano 6 plurisettimanali, circa 60 settimanali, 10 quindicinali, 6 mensili; un quarto dei periodici della Penisola (277 in tutto) esce nella nostra regione. Questo è particolarmente importante perché l'informazione è un dato di fondo della società, senza informazione non si fa niente, non si conosce, non si partecipa.
Non si può dire che i bidelli non siano capaci e che i professori siano svogliati. Ci sono svogliati fra i professori, fra gli avvocati, fra gli ingegneri, la società è fatta di attivi e di svogliati. I professori leggeranno nelle scuole anche i giornali e faranno bene, perché il giornale è un veicolo di informazione immediata e continua a differenza della radio e della televisione che danno l'informazione a minuti.
L'iniziativa, com'è stato ricordato, partì dalla Regione Trentino Alto Adige. Anche il Piemonte intende compiere questo passo. E' una svolta.
Tutti coloro che studiano in Piemonte saranno messi in grado di conoscere attraverso questa legge la realtà locale. Certo spetterà ai presidi, ai professori, ai consigli di classe e agli istituti di migliorare questo strumento.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Passiamo all'esame dei singoli articoli e relativi emendamenti.
Art. 1 - "La Regione Piemonte riconosce nella diffusione delle testate giornalistiche regionali e locali uno strumento di educazione e formazione culturale e ne promuove l'attuazione sperimentale nelle scuole".
Il Consigliere Oberto presenta il seguente emendamento sostitutivo dell'intero articolo.
"La Regione Piemonte identifica, nella diffusione dei giornali quotidiani e periodici, uno strumento di informazione e di formazione culturale, e pertanto promuove sperimentalmente, per gli anni scolastici 1979/80 e 1980/81, la diffusione nelle scuole piemontesi di testate regionali e locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
C'è ancora un altro emendamento, presentato dalle colleghe Soldano e Marchiaro: dopo la parola "scuole", aggiungere "per gli anni scolastici 1979/80 e 1980/81".
Viene ritirato.
Passiamo alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "Per i fini di cui all'art. 1, la Giunta regionale assegna ai Consigli di Istituto, o ai legali rappresentanti delle scuole medie di primo e di secondo grado e dei Centri di formazione professionale, operanti nel territorio piemontese, nel corso dell'anno scolastico, abbonamenti a due quotidiani di interesse regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "Per i fini di cui all'art. 1, la Giunta regionale assegna ai soggetti previsti dall'art. 2, nel corso dell'anno scolastico, abbonamenti a due periodici di particolare interesse locale, scelti nell'elenco di cui al successivo art. 4".
L'avv. Oberto propone di sopprimere il termine "particolare".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo alla votazione dell'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - "La Giunta regionale provvede, entro il 31 agosto, alla formazione dell'elenco dei periodici di particolare interesse locale.
Nell'elenco di cui al comma precedente sono inclusi i periodici le cui direzioni ne facciano richiesta, entro il 15 agosto, alla Giunta regionale specificando le tariffe di abbonamento e allegando un esemplare del periodico da cui risulti che lo stesso sia edito da almeno un anno e per almeno dieci fascicoli all'anno".
Il Consigliere Oberto propone di sopprimere il termine "particolare".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Le colleghe Soldano e Marchiaro propongono il seguente emendamento: al primo comma, prima riga, in luogo di "31 agosto" sostituire "15 settembre".
Al secondo comma, seconda riga, in luogo di "15 agosto" sostituire "31 agosto".
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
Passiamo alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - "Ai Consigli di Istituto, agli organismi elettivi o ai legali rappresentanti delle scuole medie di primo grado può essere assegnato un numero massimo di abbonamenti a ciascuna testata scelta, corrispondente al numero dei corsi di ciascuna scuola.
Ai Consigli di Istituto, o ai legali rappresentanti delle scuole medie di secondo grado, può essere assegnato un numero massimo di abbonamenti a ciascuna testata scelta, corrispondente al numero delle classi di ciascuna scuola.
Agli organismi elettivi o ai legali rappresentanti dei Centri di formazione professionale può essere assegnato un numero massimo di abbonamenti a ciascuna testata scelta, corrispondente al numero dei corsi di ciascun centro".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - "I soggetti di cui all'art. 2 che intendono fruire dell'assegnazione di cui agli articoli precedenti inviano alla Giunta regionale, entro il 30 settembre, richiesta scritta corredata da una relazione sull'utilizzo didattico dei quotidiani e dei periodici stessi nell'ambito delle iniziative di programmazione educativa. La Giunta regionale predispone un piano di ripartizione dei fondi e, sentita la Commissione consiliare competente, assegna i finanziamenti entro il 31 ottobre".
Le colleghe Soldano e Marchiaro presentano un emendamento al primo comma, terza riga: in luogo di "30 settembre" sostituire "15 ottobre".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo alla votazione dell'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - "Per i fini di cui all'art. 1 la Giunta regionale, su richiesta degli organismi scolastici, promuove inoltre iniziative culturali d'appoggio, per favorire l'introduzione sperimentale dei giornali e dei periodici regionali e locali nell'attività didattica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - "I soggetti di cui all'art. 2 predispongono, entro il 30 settembre dell'anno successivo, una breve relazione sullo stato di attuazione delle iniziative di cui agli art. 2, 3, 7.
La Giunta regionale redige entro il 31 ottobre dello stesso anno un rapporto e lo invia al Consiglio regionale e agli organismi scolastici".
Le colleghe Soldano e Marchiaro presentano un emendamento all'art. 8: "I soggetti di cui all'art. 2, entro il 30 settembre dell'anno successivo, inviano una relazione sullo stato di attuazione delle iniziative di cui agli art. 2, 3, 7, alla Giunta regionale che redige entro il 31 ottobre dello stesso anno, un rapporto e lo invia al Consiglio regionale e agli organismi scolastici".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Passiamo alla votazione dell'art. 8.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di 600 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di 600 milioni, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello Stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Spese per interventi diretti a favorire la promozione della lettura e la discussione dell'informazione piemontese nelle scuole' e con lo stanziamento di 600 milioni in termini di competenza e di cassa.
La spesa per l'anno finanziario 1980 sarà autorizzata, in misura non superiore a 600 milioni, con la legge di approvazione del relativo bilancio.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Le signore Soldano e Marchiaro presentano un nuovo articolo.
Art. 10 - "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 sesto comma, dello Statuto regionale, ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte" Passiamo alla votazione del nuovo art. 10.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame disegno di legge n. 426 "Istituzione del fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate"


PRESIDENTE

Per coerenza con le comunicazioni svolte, propongo di approvare ora il disegno di legge n. 426: "Istituzione del fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate".
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 - "E' istituito presso la Presidenza del Consiglio regionale un fondo di solidarietà intitolato a Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate allo scopo di: a) intervenire con concrete forme di solidarietà nei confronti delle vittime del terrorismo e delle loro famiglie b) contribuire ad alleviare le conseguenze derivanti a persone, sedi e beni materiali per fatti conseguenti ad azioni terroristiche".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - "Il fondo è gestito da un comitato formato da 7 rappresentanti del Consiglio regionale e da 1 rappresentante della Giunta regionale e presieduto dal Presidente del Consiglio regionale.
Il comitato propone alla Giunta regionale l'adozione dei provvedimenti di cui alla presente legge. La concessione delle provvidenze e l'attuazione delle iniziative relative sono disposte dal Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta regionale.
Il comitato presenta annualmente al Consiglio regionale, in occasione della discussione sul bilancio preventivo, una relazione sul proprio operato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - "Per il finanziamento delle iniziative decise dal comitato è costituito un fondo regionale formato: a) dagli stanziamenti annuali disposti nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale b) da erogazioni di Enti pubblici e privati, di persone singole e associate.
Le erogazioni di cui alla lettera b) possono consistere sia in contributi finanziari sia in aiuti di altra forma, quali prestazioni di servizi e altri interventi che si rendessero opportuni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - "Le somme versate ai sensi della lettera b) del precedente articolo saranno introitate in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione dell'entrata di ciascun bilancio con la denominazione: 'Somme versate da Enti o privati per il fondo di solidarietà Roberto Crescenzio Emanuele Jurilli e Carmine Civitate'; nello stato di previsione della spesa sarà corrispondentemente istituito apposito capitolo con analoga denominazione.
Gli stanziamenti dei capitoli di cui al precedente comma saranno stabiliti con apposite deliberazioni della Giunta regionale assunte in corrispondenza delle effettuate erogazioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - "Ai fini dell'iscrizione in bilancio dello stanziamento di cui alla lettera a) del precedente art. 3 è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di 30 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1979, mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 125150 in corrispondenza dell'accantonamento ivi iscritto, al punto 3.5., per l'istituzione di nuovi parchi regionali; nello stato di previsione della spesa per lo stesso anno sarà conseguentemente istituito apposito capitolo con la denominazione: 'Spese per l'attuazione degli interventi previsti dall'art. 1 della legge regionale istitutiva del fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate' e con lo stanziamento di 30 milioni in termini di competenza e di cassa.
Lo stanziamento del capitolo di cui al precedente comma sarà determinato, per gli anni finanziari 1980 e successivi, con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Vi è un nuovo art. 6.
Art. 6 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 45, sesto comma,dello Statuto regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 426 è approvato.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 443 "Rendiconto esercizio finanziario 1978"


PRESIDENTE

Punto tredicesimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 443 "Rendiconto esercizio finanziario 1978".
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, proseguendo nell'esame dei vari documenti finanziari della Regione, che, dopo l'approvazione della riforma della legge di contabilità, ci tiene ormai impegnati, senza soluzione di continuità, per l'intero anno, soffermiamo oggi la nostra attenzione sul rendiconto dell'esercizio 1978.
Non ritengo inutile - a tal proposito - richiamare brevemente l'attenzione del Consiglio su una circostanza che a noi pare difficilmente contestabile: la nuova normativa di contabilità, mentre, da un lato consente una maggiore trasparenza dei bilanci e rende possibile un'impostazione programmatica della spesa regionale, dall'altro si traduce in un notevole aggravio del lavoro degli uffici finanziari e dei Consiglieri regionali, specie dei Commissari incaricati delle funzioni di controllo in materia finanziaria e di bilancio.
La complessità e la dimensione stessa dei documenti, la loro frequenza nel corso dell'anno, la necessità di una verifica accurata, in sede tecnica oltre che politica, rendono estremamente arduo il nostro lavoro ed aprono un problema - che qui vorrei soltanto accennare - circa le modalità di funzionamento e l'organizzazione tanto delle Commissioni (e della I, in particolare), quanto del Consiglio, in modo da poter meglio assolvere in futuro a mansioni continuamente crescenti, per numero e per complessità.
In questa circostanza - come, del resto, in occasione della discussione della legge di assestamento del bilancio 1979, che il Consiglio affronterà la settimana prossima - non vi sono state consultazioni: ma l'impegno assunto di procedere ad un ampio confronto con le forze sociali, gli Enti locali e le diverse realtà presenti nella nostra Regione in occasione del dibattito di settembre sui documenti di aggiornamento del Piano di sviluppo, del programma e del bilancio pluriennale e sullo stesso preventivo per il 1980, che seguirà subito dopo, ci mostra fin d'ora quali compiti impegnativi ci attendono su questa materia nei prossimi mesi.
Il rendiconto per l'esercizio 1978 - che probabilmente sarà l'ultimo della II legislatura ad essere discusso in Consiglio regionale - è però il primo documento del genere ad essere interamente redatto secondo la nuova norma di contabilità.
Questo comporta alcuni vantaggi in termini di trasparenza dei dati e di comprensione degli andamenti dei flussi finanziari, che già la relazione della Giunta ha messo in evidenza.
Innanzitutto, dobbiamo rimarcare un risultato importante, che ci consente di fare giustizia di un problema che era apparso centrale nella discussione di un anno fa sul rendiconto 1977, e cioè quello dei residui passivi. Senza voler riprendere un tema che è stato così ampiamente dibattuto, è facile constatare - dalla lettura e dall'esame del rendiconto dell'esercizio 1978 - che oggi non sarebbe più possibile, né in Consiglio regionale né in sedi esterne, fare di questo aspetto il nodo centrale della politica di bilancio della Regione.
E ciò in primo luogo per la drastica riduzione operata sul livello complessivo dei residui passivi, che sono passati da 636 miliardi e 289 milioni a 316 miliardi e 255 milioni, con una riduzione di oltre il 50%, di per sé giustificativa di una netta inversione di tendenza (per altro annunciata e anticipata dall'Assessore al bilancio in sede di discussione in aula).
Portando l'esame ad un punto di ulteriore approfondimento, si pu constatare, per altro, che il complesso delle economie registrate dal consuntivo 1978 (tanto provenienti dalla gestione residui, quanto dalla competenza dell'esercizio), ammonta ad oltre 317 miliardi e 444 milioni; si tratta - come è ovvio - di risorse che non è stato possibile utilizzare nel corso dell'anno e che vengono reimpostate nella competenza degli esercizi successivi (in gran parte nel 1979).
Sarebbe, per altro, non corretto assimilare le economie ai residui deducendone la conclusione che l'ammontare delle risorse disponibili e non spese nel corso dell'anno è quasi uguale a quello dell'esercizio precedente. E ciò non solo per la circostanza che le economie di spesa consentendo la reiscrizione delle somme nella competenza dell'esercizio successivo, si traducono in un maggiore dinamismo della spesa regionale che attenua i vincoli di rigidità - già ampiamente documentati - del bilancio regionale.
L'inversione di tendenza è dimostrabile con altri, significativi argomenti: in primo luogo, dai pagamenti effettuati nel corso dell'anno.
Sulla gestione dei residui, a fronte del pagamento di circa 132 miliardi effettuato nel 1977, abbiamo oltre 326 miliardi e mezzo pagati nel corso del 1978. Sulla gestione della competenza, i pagamenti effettuati nel corso del 1977 sono stati di 396 miliardi circa su 793, pari al 49,9%, mentre nel 1978, si sono raggiunti 606 miliardi e 723 milioni, pari al 73,65%. In entrambi i casi abbiamo tenuto conto dell'intera spesa a bilancio, compreso il fondo ospedaliero e il fondo sanitario; ma a risultati analoghi si perviene analizzando gli andamenti della spesa, al netto delle risorse vincolate per l'assistenza sanitaria. In questa seconda ipotesi, a fronte di pagamenti complessivi pari al 35,7% della spesa di competenza nel 1977 abbiamo pagamenti pari al 49,9% nel 1978.
Come conseguenza dell'andamento della gestione, il 1977 si è chiuso mandando a nuovi residui 397 miliardi e 42 milioni, il 1978 incrementa invece la massa dei residui per soli 217 miliardi e 125 milioni.
Desideriamo aggiungere ancora che queste considerazioni non vogliono dimostrare altro rispetta a quanto abbiamo enunciato e cioè il progressivo affermarsi di un fenomeno connesso alla fase iniziale di vita dell'Istituto regionale che era stato in genere sopravalutato forse più dagli osservatori esterni che dallo stesso Consiglio regionale, ma che oggi appare comunque sotto controllo.
Non vogliamo, insomma, negare la persistenza di ritardi nell'erogazione di una parte della spesa regionale, specie in conto capitale: anche dall'esame del rendiconto 1978, emergono difficoltà persistenti, specie nelle aree di intervento 1 e 3 su cui ci soffermeremo maggiormente in seguito.
Anche l'area di intervento n. 4 che riguarda la sanità merita una riflessione particolare e questo per due motivi: 1) la spesa accertata nella competenza 1978 è di 824 miliardi circa e quella ospedaliera è pari a 453 miliardi circa, quindi il 55% di tutte le spese del bilancio 2) i pagamenti effettuati sulla competenza accertata nel 1978 ammontano a 607 miliardi circa, di questi però ben 421 miliardi e 623 milioni sono andati all'assistenza ospedaliera e rappresentano il 69,4% dell'intera spesa.
I due motivi esposti hanno il solo scopo di voler attrarre l'attenzione del Consiglio, al di là delle ulteriori riflessioni che in seguito saranno fatte.
Breve sarà pertanto il nostro esame sull'area di attività e sulle aree di intervento 2 e 5.
Nell'area di attività della tabella allegata alla relazione della Giunta risulta che la spesa effettuata rappresenta il 73,23% rispetto alla competenza accertata e che si è smaltito oltre il 70% dei residui passivi che si avevano all'inizio dell'esercizio.
Fare un confronto in percentuale con quanto pagato nell'esercizio 1977 rispetto alla competenza accertata non è cosa facile, data l'impostazione diversa del rendiconto a seguito delle norme stabilite dalla legge di contabilità. Tuttavia ci pare giusto evidenziare che la spesa per le ricerche per l'attuazione del programma di sviluppo regionale si riduce di circa 263 milioni rispetto alle previsioni finali ed ancora si riducono le spese di ricerca di oltre 2 miliardi rispetto ai residui passivi accertati.
Tali riduzioni non sono indifferenti e pertanto sarebbe opportuno che la Giunta spieghi se quanto si intendeva spendere era eccessivo, oppure perché non si sono riuscite a fare tutte le ricerche che erano necessarie ai fini dell'attività regionale.
Per quanto concerne l'area di intervento n. 2 le somme pagate (31 miliardi e 514 milioni circa) rappresentano oltre il 73% sui 43 miliardi accertati. Tale risultato è certamente positivo specie se si tiene conto che nel 1978 non si sono spesi i fondi del settore artigianato in quanto per la formazione della nuova legge tali fondi sono stati trasferiti al bilancio 1979 e da quanto ci risulta in gran parte sono già stati impegnati.
Anche per il "programma lavoro" non solo si sono smaltiti i residui passivi, ma anche le somme pagate sulla competenza accertata non sono indifferenti.
Così dicasi del programma che interessa i trasporti pubblici e le comunicazioni. Si sono pagati oltre 24 miliardi sui 28 miliardi e 778 milioni accertati come spesa da effettuare, ed ancora si sono pagati 11 miliardi circa sui 17 miliardi di residui passivi che si avevano all'inizio dell'esercizio.
Tuttavia dobbiamo evidenziare che per quanto concerne il programma sulla distribuzione commerciale, che fa parte dell'area di intervento n. 2 l'attuazione trova serie difficoltà anche perché gran parte dei contributi che vengono dati ai Comuni non vengono ancora utilizzati. Sarà pertanto necessario che l'Assessorato competente esamini questa situazione con la Commissione consiliare per accertare meglio la situazione.
Infine concludiamo questo nostro breve esame con l'area di intervento n. 5 che interessa la formazione e cultura.
La tabella allegata alla relazione della Giunta indica che i pagamenti effettuati sono stati 41 miliardi, rispetto alla somma di 48 miliardi accertata nella competenza.
Rispetto al rendiconto 1977 la spesa sulla competenza non solo aumenta in valore assoluto ma la stessa percentuale passa dall'82 all'84,77%. Ci sta a significare che anche nella gestione c'è maggiore capacità operativa.
Anche per quanto concerne i residui accertati all'inizio dell'esercizio questi sono stati estinti nella misura di oltre 4 miliardi.
Egregi Consiglieri, come già ho accennato precedentemente, desidero attrarre la loro attenzione a proposito delle aree di intervento n. 1 - 3 e 4.
L'area 1 interessa l'agricoltura e, sulla base dei dati forniti dalla Giunta, si può rilevare che per la competenza 1978 si sono pagati circa 23 miliardi e mezzo sui 77 miliardi e mezzo accertati, pari al 30% circa.
Confrontando gli stessi dati relativi alla competenza dell'esercizio 1977, si può rilevare che i pagamenti rappresentavano il 12,7% delle somme impegnate.
Per quanto concerne la gestione dei residui, nell'esercizio 1978 ne sono stati pagati per oltre 47 miliardi pari al 36% dei residui esistenti all'inizio dell'esercizio, mentre gli stessi pagamenti nell'esercizio 1977 rappresentavano il 32%.
I residui passivi esistenti alla fine dell'esercizio 1978 ammontano a 67 miliardi circa rispetto ai 131 miliardi esistenti alla fine dell'esercizio 1977. Questa riduzione dipende sia dall'applicazione di alcune norme della legge di contabilità regionale, sia dai trasferimenti previsti dalla legge n. 2 del 1979 alla competenza dell'esercizio in corso.
Tutto ciò ha determinato il formarsi di economie di spesa per 110 miliardi circa che sono state reimpostate nell'esercizio 1979 e successivi per finanziare i programmi previsti.
Dai dati esposti, che costituiscono un riassunto dell'esame dei vari programmi del settore agricoltura, avvenuto in Commissione, risulta che l'esercizio 1978 è caratterizzato da un considerevole incremento dei pagamenti rispetto al 1977 e che le economie trasferite al bilancio 1979 possono dar luogo ad un ulteriore incremento della spesa in quanto si riferiscono a leggi e programmi già approvati ed in via di attuazione.
E' pertanto necessario, al fine di una verifica puntuale della validità di questa considerazione, disporre dei dati relativi ai pagamenti delle somme in questione in occasione dell'aggiornamento del Piano regionale di sviluppo.
Con riferimento all'area di intervento n. 3, assetto e gestione del territorio, crediamo occorra fare alcune riflessioni e considerazioni onde avere una chiara visione della realtà.
La tabella esposta relativa a quest'area del bilancio 1978 avrebbe destinato 138 miliardi circa a seguito residui accertati relativi agli esercizi precedenti e 110 miliardi per la gestione di competenza, quindi per un totale complessivo di 248 miliardi circa.
Sempre dalla tabella si ricava che i pagamenti sono stati circa 39 miliardi per i residui e 26 miliardi per la competenza, per un totale di oltre 65 miliardi. Questi pagamenti, se raffrontati con le risorse complessive disponibili, appaiono alquanto limitati. Ma se consideriamo le caratteristiche delle opere da realizzare e delle fonti di finanziamento la loro portata reale può assumere un altro significato.
Infatti si tratta di opere la cui realizzazione si protrae nel tempo per cui i pagamenti si effettuano a lunga scadenza rispetto al tempo dello stanziamento. Si tratta di opere, per le quali è necessaria la formazione di consorzi tra Enti locali. Infine si tratta di opere il cui finanziamento avviene in genere, o attraverso la contrazione di mutui conseguente ad una complessa fase di progettazione, o attraverso assegnazioni statali a destinazione vincolata.
Questa complessa situazione ha determinato, con l'applicazione della nuova legge di contabilità regionale e delle disposizioni della legge regionale n. 2 del 1979, il formarsi di una massa di economie dell'ammontare di 75 miliardi circa, che naturalmente trovano reimpostazione nell'esercizio 1979 e successivi.
Riteniamo opportuno ricordare ad esempio che il programma di intervento sulle infrastrutture di acquedotti, fognature e di urbanizzazione primaria delle aree destinate ad edilizia pubblica e residenziale presenta uno scarso impiego di risorse. Al riguardo si segnala che su 8.110 milioni di residui passivi all'inizio dell'esercizio, solo 2.700 sono stati estinti per pagamento, e nella gestione della competenza lo stanziamento di previsione finale di 7.053 milioni viene conservato non essendosi verificato quasi nessun pagamento.
Anche nel programma per la protezione e il risanamento delle acque, su 30 miliardi di residui esistenti all'inizio dell'esercizio, ben 20 miliardi circa sono stati trasferiti all'esercizio 1979 e successivi.
Per verificare meglio questi aspetti preoccupanti della dinamica della spesa sarebbe opportuno conoscere, a tutt'oggi, quale settore presenta ancora le stesse caratteristiche, oppure, se si delinea una inversione di tendenza.
Ci pare giusto però evidenziare come in questa stessa area i pagamenti per il progetto dell'edilizia scolastica procedono in modo soddisfacente così dicasi per le spese relative al programma di pronto intervento, di quelle per il programma dei parchi e le riserve naturali, e per lo sviluppo del turismo.
Gli aspetti evidenziati pongono in rilievo la necessità che si proceda ad una revisione sia delle procedure che dei meccanismi di spesa, tenendo conto che oggi sono disponibili sufficienti cognizioni per la formazione di un testo unico delle varie leggi regionali che riguardano le opere pubbliche. Questo provvedimento è tanto più necessario anche in conseguenza delle disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti per favorire l'azione degli Enti locali attraverso l'accensione di mutui nel campo delle opere pubbliche.
A proposito dell'area di intervento n. 4, servizi sanitari e sociali già abbiamo accennato in precedenza come la spesa di quest'area sia condizionata dalla spesa ospedaliera, il cui comportamento è quasi simile ad una partita di giro. Ciò giustifica l'elevato tasso di pagamenti sia sui residui che sulla competenza.
La situazione degli ospedali è oggi assai diversa rispetto al recente passato: erogazione accelerata da parte dello Stato, altrettanto da parte della Regione, quindi disponibilità di mezzi da parte degli Enti ospedalieri.
Malgrado questa disponibilità risulterebbe che certi Enti pagherebbero con ritardo i fornitori, causa difficoltà tecniche amministrative, che provocherebbero giacenze depositate presso Istituti bancari.
Con la riforma sanitaria tutto questo sistema dovrà essere radicalmente modificato in quanto la gestione delle risorse avverrà attraverso le USL.
Tale trapasso dovrà garantire almeno il mantenimento dei servizi al livello attuale. Ed in tal senso la Giunta ha informato la I Commissione che intende operare.
La I Commissione ha preso la decisione di incontrarsi con alcuni Enti per acquisire maggiori elementi di conoscenza economica e finanziaria relativi alla gestione ospedaliera.
Inoltre la I Commissione ha richiesto all'Assessorato documentazioni per approfondire i criteri di erogazione dei fondi e della spesa degli Enti mutualistici in base alle nuove disposizioni di legge.
Egregi colleghi, rapidamente esaminiamo il rendiconto patrimoniale.
La gestione del patrimonio presenta una differenza attiva sui valori alla chiusura dell'esercizio 1977 di 20 miliardi e 717 milioni circa.
Questo risultato positivo, che rappresenta un miglioramento della situazione patrimoniale, deriva dalla differenza tra il decremento delle attività, che è di 276 miliardi e 656 milioni circa, e da analogo decremento delle passività per 297 miliardi e 373 milioni circa.
Ciò è determinato da un lato dall'incremento del patrimonio mobiliare ed immobiliare e da attività diverse, e dall'altro dalla diminuzione dei residui attivi e passivi come conseguenza della nuova legge di contabilità regionale.
Infine è allegato al rendiconto generale della Regione anche il conto consuntivo dell'IRES e dell' azienda "Tenuta La Mandria" che ai sensi di legge devono essere approvati contestualmente. Signori Consiglieri, da quanto sinora esposto sulla dinamica della spesa dell'esercizio in esame in riferimento alle varie aree di intervento, sia per quanto concerne la competenza che i residui, pur rilevandone complessivamente una accelerazione, mi sembra opportuno fare alcune considerazioni di ordine generale.
Anzitutto nessun desiderio di trionfalismo, specie per certi settori di attività dove emerge l'opportunità di adeguare meglio i rapporti tra Regione ed Enti locali e i loro consorzi al fine di rendere più operanti le leggi regionali, non solo sul piano dell'operatività finanziaria, ma sul piano del coordinamento dell'utilizzo delle risorse. Ma ciò comporta anche metodi e criteri nuovi nella stessa formazione delle leggi per superare il concetto che il bilancio regionale sia esclusivamente un bilancio essenzialmente di trasferimenti di risorse.
Sono convinto che, se contemporaneamente all'elaborazione dei piani socio-economici dei Comprensori non si avvierà la formulazione dei bilanci consolidati, sarà difficile disporre del quadro complessivo delle risorse disponibili e perciò operare in base a scelte sempre più qualificate.
E se consideriamo le stesse economie, che sono determinate dal trasferimento dei residui, dei contributi in capitale e dei limiti d'impegno agli esercizi successivi, in base alle norme della legge di contabilità, appare evidente che non sono sufficienti provvedimenti di tecnica finanziaria per garantire una più accentuata accelerazione della spesa, se gli uffici amministrativi della Regione non sono utilizzati e non operano nel senso di individuare con tempestività le cause specifiche dei ritardi nell'erogazione dei contributi e quindi per facilitare la stessa Amministrazione regionale a rendere più adeguati i rapporti politici con i soggetti beneficiari. Auguriamoci perciò con la nuova legge, che prossimamente dovrà definire le attribuzioni dei servizi regionali e la determinazione organica del personale, di fare un passo in avanti anche nella direzione indicata.
D'altronde anche considerando i criteri con cui si è determinato l'avanzo finanziario dell'esercizio in esame al di là di tutta l'illustrazione tecnica fatta nella relazione della Giunta in conformità alla nuova legge di contabilità, emerge con chiarezza che pur presentando una elevata consistenza (oltre 96 miliardi), esso non rappresenta nuove risorse che potranno essere utilizzate per finanziare nuove e maggiori spese, ma dovrà essere utilizzato per finanziare le spese trasferite all'esercizio successivo per somme derivanti dai residui passivi radiati e che vengono reimpostati nella competenza dell'esercizio 1979.
Occorre anche tener conto che operazioni di questo genere non saranno ripetibili nei prossimi esercizi in quanto le previsioni di spesa dovranno corrispondere sempre di più agli impegni che si devono assumere.
Da tutti questi aspetti considerati sull'esercizio in esame, si evidenzia però anche la necessità di modificare i rapporti tra Regioni e Stato. Intendo riferirmi al problema della rigidità del bilancio.
Da quanto abbiamo considerato sinora sul rendiconto 1978, il fenomeno rigidità sembra attenuarsi in connessione con l'applicazione corretta della nuova legge di contabilità che consente di manovrare le economie di spesa tanto nella competenza quanto nella gestione residui, reimpostandole in competenza negli esercizi successivi.
Inoltre la maggiore celerità dell'assegnazione dei fondi da parte dello Stato alla Regione, specie in alcuni settori, unita alle migliori capacità della cassa e dei fondi a disposizione della tesoreria, potrebbe far altresì apparire che il fenomeno della rigidità del bilancio sia stato superato.
Occorre ora aggiungere che tale minore rigidità è più apparente che sostanziale, in quanto permane comunque - almeno per gran parte delle somme reiscritte - il vincolo di destinazione, spesso in conseguenza di leggi statali. Basta ricordare che le entrate con destinazione vincolata nel rendiconto 1978 superano il 65% dell'insieme delle entrate di competenza.
Risulta però ribadito il limite - già altre volte denunciato - che ne consegue per l'effettiva autonomia finanziaria della Regione; limite i cui effetti sono ulteriormente aggravati per il mancato avvio della programmazione a livello nazionale, con la conseguente impossibilità per le Regioni di collocare le proprie scelte in un quadro preciso e determinato secondo priorità rispettose della scala dei fabbisogni sociali.
Egregi colleghi, concludendo vi chiedo scusa se sono stato più lungo del solito, anche per il fatto che probabilmente non tutti hanno potuto esaminare con adeguatezza i documenti sul rendiconto 1978. Spero comunque che quanto esposto offra spunti per il dibattito al fine di fare emergere sempre più chiari indirizzi politici ed amministrativi per l'attività della Giunta e del Consiglio stesso.
Il voto favorevole sul consuntivo, espresso a maggioranza dalla I Commissione, è un voto per progredire in direzione di obiettivi e finalità che ho cercato di individuare: sono obiettivi per una qualificazione sempre migliore della spesa, di ulteriore decentramento politico delle decisioni di spesa, per una sua stessa accelerazione e, soprattutto, per sollecitare in termini di programmazione e del modo di interpretare l'autonomia, nuovi rapporti tra lo Stato e le Regioni.



PRESIDENTE

I lavori sono aggiornati alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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