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Dettaglio seduta n.262 del 12/07/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Artigianato

Interrogazione dei Consiglieri Bianchi, Colombino e Petrini inerente alla legge n. 47 del 28 luglio 1978


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni e interpellanze.
Interrogazione dei Consiglieri Bianchi, Colombino e Petrini inerente alla legge n. 47 del 28 luglio 1978.
Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore all'artigianato

Precisiamo, come d'altra parte è a conoscenza dei Consiglieri, che la relazione illustrativa della legge n. 47 è stata presentata in Consiglio entro il 31 marzo ottemperando agli obblighi di legge e che la nostra disponibilità alla discussione e al dibattito è sempre stata totale.
Ringraziamo i Consiglieri Bianchi, Colombino e Petrini per l'interrogazione che ci dà la possibilità di riconfermare la nostra disponibilità, ci consentirà di esporre verbalmente in Consiglio i problemi che si pongono rispetto alla gestione della legge n. 47 e ci permetterà inoltre di illustrare la politica che la Giunta intende perseguire per quanto riguarda l'artigianato.
Pertanto preghiamo la Presidenza del Consiglio e i Capigruppo di mettere all'ordine del giorno tale argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Ringrazio l'Assessore per la dichiarazione con cui si fa carico della nostra interrogazione. Prendo atto che, nei termini previsti dalla legge 47, è stata - è vero - regolarmente presentata da parte dell'Assessorato una relazione illustrativa. Siamo però ormai a metà luglio e la discussione su quella relazione non è ancora avvenuta. Associandomi alla richiesta fatta dall'Assessore, prego quindi la Presidenza del Consiglio regionale di porre l'argomento all'ordine del giorno perché ci sia dato modo di puntualizzare quanto può essere utile ai fini di un ulteriore miglioramento della legge che ha una importanza notevole in un settore altamente produttivo e che pertanto merita l'attenzione di tutte le componenti del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Sarà mia cura di porre all'attenzione dei Capigruppo l'argomento per l'iscrizione del punto all'ordine del giorno di una prossima seduta.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Marchini inerente ai problemi e ai disagi della popolazione dell'area di Crescentino e Lamporo per la frequenza alla scuola superiore di Crescentino


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Marchini inerente ai problemi e ai disagi della popolazione dell'area di Crescentino e Lamporo per la frequenza alla scuola superiore di Crescentino.
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Come il Consigliere Marchini sa, non compete alla Regione concedere l'autonomia agli istituti scolastici. La Regione può dare soltanto un parere sull'autonomia dell'istituto e, nell'ambito dei pareri che vengono richiesti ogni anno, con deliberazione n. 158 del 30 marzo ha espresso il parere perché sia riconosciuta dallo Stato l'autonomia dell'Istituto tecnico di Crescentino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Confido che l'attenzione al problema continui anche nel futuro. Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione del Consigliere Paganelli atta a conoscere i motivi del mancato svolgimento del concorso interno per l'attribuzione della qualifica di capo servizio


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Paganelli atta a conoscere i motivi del mancato svolgimento del concorso interno per l'attribuzione della qualifica di capo servizio.
Risponde il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In effetti questo concorso doveva essere espletato da qualche mese essendo però sorti alcuni dubbi sulla interpretazione dell'art. 3 della legge n. 63, la Commissione ha approfondito la questione. Le domande presentate erano più di 30 e la Commissione riteneva che soltanto 4 candidati avessero diritto di concorrere. Ha quindi richiesto un parere prima di tutto per non violare i diritti dei concorrenti e in secondo luogo per non incorrere in errori che potessero dare luogo a ricorsi al TAR.
La formulazione di tali pareri ha richiesto tempi abbastanza lunghi per la complessità della materia che investe questioni di interpretazione per ognuno dei concorrenti.
In seguito alla riapertura dei termini verso la fine del 1978 è stato nuovamente pubblicato il bando di concorso.
Assicuro che il concorso interno per l'attribuzione dei posti di capo servizio sarà espletato nel più breve tempo possibile, anche in considerazione del fatto che la Giunta sta sottoponendo all'esame della Commissione e del Consiglio (oggi alle ore 15 si terrà la prima riunione) la legge sull'ordinamento degli uffici che, tra l'altro, stabilisce il numero dei posti all'ottavo livello, favorendo quindi anche la soluzione del concorso in oggetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il Presidente della Giunta nel dare una spiegazione, dice che il ritardo era determinato dalla cautela per non violare dei diritti. Questo è un sacrosanto principio che rispettiamo ma, accanto al principio della violazione dei diritti, occorre ricordare anche il principio della legittima aspettativa. Poiché il concorso era stato regolarmente bandito potevano esserci delle legittime aspettative e il prolungato silenzio senza alcuna decisione specifica nel merito, può aver reso determinate aspettative assai più deboli di quanto non fossero precedentemente. Mi riservo di valutare se il ritardo ha danneggiato qualcuno. Se il ritardo fosse determinato da altri fini, che si potranno accertare solo nel momento dell'espletamento del concorso, mi riservo di ritornare sull'argomento.
La risposta del Presidente, allo stato attuale, è da ritenersi soddisfacente.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Raschio inerente ai problemi conseguenti allo scioglimento dell'ENPA


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Raschio inerente ai problemi conseguenti allo scioglimento dell'ENPA.
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport e turismo

Nella nuova legge, all'art. 32, è stabilito il divieto del tiro al piccione. La custodia dei cani e di altri animali rientra nelle competenze dei Comuni e la Regione, d'intesa con gli Enti locali, è disponibile per la ricerca di soluzioni.
Il controllo dei cani è materia di competenza dei vigili urbani.
Secondo il mio parere la Regione, dopo lo scioglimento dell'ENPA, deve sollecitare la creazione di un'associazione libera che deve provvedere alla vigilanza.
I vigili zoofili, nell'ambito dell'ENPA, erano volontari; altrettante condizioni devono essere conservate da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Chiedo all'Assessore di darmi per iscritto le affermazioni fatte in Consiglio. L'Ente Nazionale Protezione Animali, che è stato sciolto, deve trovare una soluzione almeno a livello comprensoriale.
Chiediamo alla Giunta che, alla ripresa autunnale dei lavori, fissi una riunione con i Comprensori per studiare forme di associazionismo volontario per la protezione dei cani, ma anche per la tutela dell'igiene e della salute dei cittadini.
Il problema della rabbia è alle porte della nostra penisola, quindi stiamo attenti di non dormire su una situazione che domani potrebbe diventare seria e grave.
I Comuni necessitano di aiuti finanziari non solo per affrontare in modo organico il problema degli accalappiacani, figura ormai storicamente superata a tutti i livelli, ma anche il problema dei centri di rifugio.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione del Consigliere Cerchio atta a conoscere quali interventi la Regione intende adottare per ovviare alle difficoltà e ai danni causati dalla disastrosa grandinata nelle campagne circostanti Rivara Canavese


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio atta a conoscere quali interventi la Regione intende adottare per ovviare alle difficoltà e ai danni causati dalla disastrosa grandinata nelle campagne circostanti Rivara Canavese.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Come in tutte le altre occasioni si è proceduto all'accertamento e la Giunta regionale in data 10 luglio 1979 ha approvato la deliberazione con la quale è stato richiesto al Ministero dell'agricoltura e foreste il riconoscimento dell'esistenza del carattere di eccezionalità della grandinata che l'11 e il 12 giugno '79 ha interessato la provincia di Torino ed in particolare il Comune di Rivara.
Con la stessa deliberazione è stata autorizzata la presentazione delle domande di anticipazione delle provvidenze della legge 364/70, art. 5 comma primo, e art. 7, ai sensi dell'art. 55 della legge regionale 63/78.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore della comunicazione e lo prego di farmi avere il testo scritto della sua risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli e Soldano per conoscere se la Giunta è a conoscenza di eventuali programmi dello Snam


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martini Paganelli e Soldano per conoscere se la Giunta è a conoscenza di eventuali programmi dello Snam.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

I programmi in attuazione da parte dello Snam di metanizzazione nel Cuneese, per quanto di nostra conoscenza riguardano il metanodotto di Mondovì, per il quale esiste un progetto di massima ed è in corso di definizione un progetto esecutivo. Martedì della scorsa settimana, presso il Comprensorio di Mondovì, si è svolta una riunione, presieduta dal Presidente Martinetti, con la partecipazione di Consiglieri regionali della zona (erano presenti la dott. Soldano e la signora Graglia) rappresentanti dei Comuni locali e tecnici dello Snam, nel corso della quale si è fatto il punto sugli aspetti amministrativi dell'iniziativa. E' emersa la necessità per lo Snam di approfondire gli elementi di conoscenza sull'utenza della zona di Mondovì, al fine di definire i costi economici dell'opera. E' risaputo che se l'utenza fosse sufficiente a remunerare l'operazione, essa sarebbe compiuta direttamente dallo Snam; la situazione di Mondovì, in realtà, è ben lontana dalla condizione di economicità aziendale dell'impianto, questo d'altra parte è il riflesso della situazione di emarginazione dello sviluppo in cui versa il Monregalese.
Quindi se non si interviene con una politica proporzionata alla gravità della situazione il processo di emarginazione del Monregalese rischia di accentuarsi, e alla fine il risultato sarebbe quello di non avere neanche più l'utenza attuale.
Gli impegni assunti in quella riunione sono: il Comprensorio di Mondovì, sulla base della indagine di mercato svolta dallo Snam, farà degli ulteriori approfondimenti, soprattutto in relazione a quelle industrie che lo Snam nel suo primo sondaggio non ha preso in considerazione a causa della localizzazione e della dimensione la Regione e la Snam, entro il mese di settembre, definiranno le linee della convenzione per l'attuazione dell'impianto la Snam prevede per la realizzazione un periodo di tempo attorno ai due o tre anni; in realtà, questo tempo lungo è conseguente ai tempi burocratici e amministrativi, a quelli di progettazione, pur già avviati e in corso, e soprattutto a quelli degli espropri.
Si stabilirà se le competenze per decretare l'occupazione d'urgenza e gli espropri rientrano nei compiti della Regione. Se così fosse, la Regione avrà la possibilità di incidere su questi tempi e di ridurli consistentemente rispetto alla prassi consolidata, rendendo possibile la costruzione del metanodotto in un periodo molto più breve. In questo caso potremmo porci l'obiettivo di far giungere il metanodotto a Mondovì entro il 1980.
Più in generale, per quanto concerne il Piemonte, risulta che la Snam non ha altri programmi se non il completamento della condotta da Bellinzago a Torino.
La questione specifica posta da questa interrogazione riguarda il problema di Piasco. Per quanto riguarda il problema occupazionale della Wild di Piasco, l'Assessore Alasia più volte ha fatto comunicazioni in Consiglio, quindi su questo argomento non ritorno.
Il 13 maggio c'è stato un incontro tra l'Assessore Alasia e i rappresentanti della Provincia di Cuneo, del Comprensorio di Saluzzo e delle organizzazioni sindacali per affrontare il problema occupazionale della zona; all'interno di questo discorso è stato anche posto il tema relativo alla fornitura del metano allo stabilimento della Wild di Piasco onde favorirne l'acquisto da parte di qualche imprenditore per inserire attività sostitutive.
La provincia di Cuneo il 30 marzo 1979 ha formalmente richiesto allo Snam di intervenire per la realizzazione di un tronco di metanodotto lungo tre chilometri da Verzuolo a Piasco. Questo problema si pone in termini operativi e amministrativi diversi rispetto alla costruzione del metanodotto di Mondovì, poiché per esso si tratta in realtà del semplice allacciamento con la rete di distribuzione esistente nella zona di Piasco.
La Snam non ha ancora preso in esame la richiesta della Provincia di Cuneo in via informale è stato detto che la risposta sarà probabilmente analoga a quella che era stata data per Mondovì e per Peveragno; ossia la Snam non opererà se non in condizione di economicità aziendale e deciderà solo in presenza della richiesta di una precisa utenza. La Snam tende anche a selezionare l'utenza sotto il profilo della opportunità che l'uso del metano sia limitato a determinati impieghi.
Il riuso dello stabilimento di Piasco è stato proposto dalla Finpiemonte all'Ipra, l'azienda metalmeccanica che deve trasferirsi da Torino e che intende localizzarsi nel Cuneese. L'azienda ha già rifiutato di localizzarsi nel Vercellese, a causa di una presunta tensione sindacale che non darebbe tranquillità all'imprenditore. Da parte nostra, per la rilocalizzazione dell'IPRA rimane fermo il riferimento a Vercelli, e subordinatamente a Piasco e all'area industriale di Mondovì, essendo aperti in questi luoghi problemi occupazionali che richiedono soluzioni immediate.
Il discorso con l'Ipra si sta complicando perché è stata prospettata a questa azienda una possibilità di insediamento a Peveragno. Il 27 luglio prossimo presso la Giunta regionale si terrà un incontro con il Comprensorio di Mondovì e di Cuneo, per cercare un chiarimento su questa questione.
La situazione è quindi questa: non è ancora possibile precisare un'utenza reale per Piasco, problema sul quale tra l'altro la Regione ha scarsa possibilità di incidenza.
Difficilmente la Snam interverrà per portare il metano a Piasco non essendoci una domanda tale da rendere economica l'operazione. Questo comunque sarà da valutare.
Stiamo elaborando, con gli Assessori alla programmazione e all'industria, la legge sulle aree industriali che dovrà sostituire la legge n. 21. Nella bozza è prevista la possibilità di contribuire alla realizzazione delle infrastrutture tecniche necessarie alla localizzazione industriale. Potrà essere questo uno strumento per favorire l'allacciamento dello stabilimento di Piasco alla rete del metanodotto.
Per quanto concerne il problema ingenerato dalla situazione di crisi alla Wild di Piasco, la Giunta, in particolare l'Assessore Alasia, stanno operando per trovare una soluzione.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Anche a nome dei colleghi interroganti ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta sulla situazione dei programmi Snam da attuarsi nell'area industriale attrezzata del Comprensorio di Mondovì.
Ho partecipato all'incontro di martedì mattina e non posso che prendere atto dell'obiettività con cui l'Assessore ha relazionato. In effetti, è indispensabile e urgente accelerare gli approfondimenti necessari per addivenire alla costruzione della parte mancante del metanodotto. E' inoltre urgente che la Regione attui una politica promozionale per realmente "lanciare" l'area industriale del Monregalese e per contribuire efficacemente e proficuamente al superamento degli squilibri economico territoriale tipici di tale zona.
Condivido l'opinione circa la necessità di accelerare i tempi e prendo atto della volontà della Regione di agire concretamente perché si possa concludere la questione entro il 1980.
Come ha rilevato l'Assessore, la nostra interrogazione faceva riferimento alla situazione specifica di Piasco e soprattutto alle preoccupazioni di ordine occupazionale che hanno tenuto impegnato recentemente l'Assessore Alasia.
Prendo atto della riconosciuta necessità di verificare le possibilità di allacciamento alla rete di distribuzione già esistente nella zona trattandosi di soli tre chilometri, l'allacciamento del metanodotto potrebbe essere possibile. E' pur vero che tutta l'opera è legata alla domanda reale e ai criteri di economicità della Snam; tuttavia mi sia consentito ribadire la necessità che la Regione porti avanti contemporaneamente, oltre la possibilità di soluzione dei problemi occupazionali, anche la politica di tipo promozionale, senza la quale corriamo il rischio di valutare i problemi settorialmente, perdendo di vista la sostanziale globalità degli stessi, che sono anche di natura umana e sociale oltre che di natura economica.
Per non commettere eventuali errori di informazione nei confronti dei colleghi firmatari dell'interrogazione, che in questo momento sono assenti prego l'Assessore Rivalta di fornirmi la risposta per iscritto. Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Martini inerente alle difficoltà in cui versa il Corpo dei Vigili del Fuoco


PRESIDENTE

In ultimo, trattiamo l'interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Martini inerente alle difficoltà in cui versa il Corpo dei Vigili del Fuoco.
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Da informazioni assunte, mi pare di poter dire che al momento attuale non esiste il pericolo di scioglimento dell'associazione, esistono invece seri problemi in ordine al funzionamento dei servizi volontari dei Vigili del Fuoco e del complesso dell'organizzazione. La legge statale ha riorganizzato il sistema della protezione antincendi per cui il Corpo dei Vigili del Fuoco interviene solo all'interno dei centri abitati, mentre nella parte restante del territorio interviene il Corpo forestale. E' in ragione di questa nuova definizione di competenze che con la legge regionale 13 si è avviata l'organizzazione del servizio con 19 distretti 50 squadre, 1600 persone organizzate in prevalenza dalle Comunità montane e articolate sul territorio. La ripartizione dei compiti del Corpo forestale e del Corpo dei Vigili del Fuoco ha determinato problemi di confine di competenza. Più di una volta infatti nel corso di questi ultimi anni sono dovute intervenire le Prefetture locali per superare gli ostacoli; non ignorando che antiche tradizioni dei Vigili del Fuoco avevano creato questioni psicologiche nei Vigili subordinati alla dipendenza del Corpo forestale. In questa complessa situazione sono sorti problemi sia per i Vigili del Fuoco organizzati nel Corpo sia per i volontari. I volontari intesi nel senso stretto della parola sono coloro che si organizzano nei modi noti, che interrompono il lavoro, che accorrono con un minimo compenso. Per questi il discorso del volontariato ha un significato molto ampio, che, tra l'altro, va incoraggiato anche negli altri campi di intervento. In molti casi però il volontariato viene inteso come base per il passaggio al Corpo.
La legislazione vigente favorisce i volontari nell'assunzione.
All'interno del Corpo però sono sorte delle riserve perché in molti casi questa attività è intesa come una sorta di lavoro nero. Nell'ambito dei Paesi europei esistono i due criteri: quello in cui prevale il Corpo senza un grande ricorso ai volontari e quello in cui il Corpo ha una limitatissima incidenza e invece ha una larghissima organizzazione il volontariato. E' un problema che le associazioni internazionali dei Vigili del Fuoco stanno dibattendo. Si tratterà di trovare un corretto equilibrio.
Per quanto riguarda la nostra situazione credo che la strada da percorrere sia di non ignorare i passi compiuti per effetto delle leggi statali e regionali che hanno permesso l'organizzazione del servizio limitatamente però alle zone montane; e di esaminare i problemi nell'ambito delle competenze che si sono venute acquisendo per quanto riguarda l'intervento in caso di pubblica calamità. Ricordo che è il Presidente della Giunta e per sua delega il sottoscritto, il Presidente di questo comitato regionale, già in altre occasioni abbiamo posto il problema di riorganizzazione pluralistica di tutti i livelli locali e regionali e statali e l'intervento in questa direzione. E' già stato impostato e si sta attualmente costituendo il sistema di collegamento radio per la prevenzione degli incendi nelle zone montane, sistema che potrà allargarsi anche per il pronto intervento, oltre che per gli aspetti sanitari e in collegamento con servizi statali ed in particolare con i Vigili del Fuoco.
In una visione di questo genere sarà opportuno trovare delle forme di intervento e di sostegno. La legge regionale 13 per la prevenzione degli incendi nelle zone montane prevede non solo la messa a disposizione delle attrezzature, ma anche piccoli indennizzi. Sarà opportuno approfondire queste questioni e individuare i modi e le forme di intervento a sostegno del volontariato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

La descrizione del Vicepresidente Bajardi in ordine ai compiti del Corpo forestale e del Corpo dei Vigili del Fuoco, con la specificazione tra volontariato in senso ampio e volontariato come premessa all'accesso al Corpo stesso dei Vigili del Fuoco, è soddisfacente.
La nostra interrogazione vuole sollecitare l'attenzione della Giunta regionale sul volontariato, perché ci erano giunte notizie di sconforto e quindi di possibilità di chiusura dell'associazione dei vigili volontari.
Meno precisa è stata la risposta del Vicepresidente sugli impegni che la Giunta regionale dovrebbe assumere in questa direzione. Non è una posizione di chiusura, e in questo senso la apprezzo, però non è sufficientemente chiara, perciò incoraggio la Giunta ad un ulteriore approfondimento della situazione per la determinazione concreta degli aiuti nella direzione che è stata delimitata sia da parte della Giunta che da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Punto terzo all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".
Sono in congedo i Consiglieri: Astengo, Castagnone Vaccarino, Majorino Minucci.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 443: "Rendiconto esercizio finanziario 1978", presentato dalla Giunta regionale in data 10 luglio 1979 n. 444: "Definizione delle attribuzioni dei servizi regionali.
Determinazione della dotazione organica del personale", presentato dalla Giunta regionale in data 10 luglio 1979.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

c) Elenco delle missioni effettuate dai Consiglieri regionali nel primo semestre 1979


PRESIDENTE

Presso l'ufficio Economato del Consiglio regionale è in visione l'elenco delle missioni effettuate dai Consiglieri regionali nel primo semestre 1979.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

d) Comunicazione da parte della Giunta regionale dell'elenco delle deliberazioni adottate nella seduta del 3 luglio scorso relative al conferimento delle consulenze e degli incarichi


PRESIDENTE

In ultimo, la Giunta regionale ha comunicato l'elenco delle deliberazioni adottate nella seduta del 3 luglio scorso relative al conferimento delle consulenze e degli incarichi.
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento:

Richiesta di sollecita risposta a due interpellanze


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il mio Gruppo aveva presentato due interpellanze, rispettivamente il 4 aprile e il 3 maggio, l'una riguardante la situazione dell'Istituto Galileo Ferraris, l'altra una deliberazione della Giunta regionale, che ancora non hanno ottenuto risposta.
Chiedo alla cortesia dei Presidenti del Consiglio e della Giunta di inserire le risposte nei lavori della prossima seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il regolamento stabilisce un'ora per lo svolgimento delle interrogazioni e siamo esattamente ad un'ora dall'inizio dei lavori.
Sono sempre disposto a rispondere a tutte le interrogazioni e interpellanze in assenza dell' Assessore competente, tuttavia sarà opportuno che i Capigruppo stabiliscano l'ordine dei lavori per importanza degli argomenti, dopodiché la Giunta provvederà immediatamente.



PRESIDENTE

Mi riprometto di iscrivere l'argomento all'ordine del giorno della prossima riunione dei Capigruppo, al fine di constatare l'opportunità di convocare una seduta del Consiglio per l'esame di tutte le interrogazioni ed interpellanze presentate.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Sul problema dello scioglimento dell'ENPA


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Tornando al problema dell'ENPA, non vorrei che non se ne valutasse la delicatezza istituzionale. Gli agenti dell'ENPA sono agenti di Pubblica Sicurezza a tutti gli effetti, quindi possono usare armi da guerra problema delicato che non dovrà essere trascurato nell'esame di tutta la vicenda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport e turismo

Lo scioglimento dell'Ente è avvenuto proprio per questa ragione. La Regione però deve assicurare la continuità della protezione degli animali incentivando una associazione libera.



PRESIDENTE

Il punto quattro all'o.d.g. reca: "Nomine".
Iniziamo con la sostituzione di due membri dimissionari (Giuseppina Sacchetti ed Amaele Abbiati), nel Consiglio di amministrazione della Finpiemonte.
I nominativi proposti in sostituzione sono: Vincenzo Ramella e Carlo Taverna.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 32 hanno riportato voti: RAMELLA Vincenzo n. 28 TAVERNA Carlo n. 28 Schede bianche n. 2 I signori Vincenzo Ramella e Carlo Taverna sono eletti nel Consiglio di amministrazione della Finpiemonte.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Consiglio di amministrazione della Promark: sostituzione di un membro dimissionario (Carlo Rossotto).
Il nominativo proposto in sostituzione è quello del signor Lerro Ricciotti.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 31 ha riportato voti: RICCIOTTI Lerro n. 26 Schede bianche n. 5 Il signor Ricciotti è eletto nel Consiglio d'amministrazione della Promark.
Vi faccio inoltre presente che la deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
In ultimo, dobbiamo votare per la sostituzione di un membro dimissionario (Giuseppe Fassino) nel Comitato regionale per il servizio della RAI-TV.
Il nominativo proposto per la sostituzione del sen. Fassino, è quello del signor Gianfranco Billotti.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 31 ha riportato voti: BILLOTTI Gianfranco n. 29 Schede bianche n. 2 Il signor Gianfranco Billotti è eletto componente nel Comitato regionale per il servizio RAI-TV in sostituzione del sen. Fassino.
Anche questa deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Le nomine sono così concluse.


Argomento: Commercio all"ingrosso

Prosecuzione esame progetto di legge n. 336: "Disciplina dei mercati all'ingrosso"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 336: "Disciplina dei mercati all'ingrosso".
E' iscritto a parlare il Consigliere Debenedetti. Ne ha facoltà.



DEBENEDETTI Mario

Signor Presidente, questo disegno di legge ha avuto in sede di Commissione un iter laborioso, prova ne è che, anche dopo l'assegnazione alla discussione del Consiglio, la Commissione ha riveduto il testo sulla base di indicazioni emerse successivamente. Si è trattato di trovare una soluzione per quanto possibile unitaria su un argomento che coinvolge una grossa responsabilità della Regione Piemonte che, prendendo atto della realtà che negli anni scorsi ha condizionato il funzionamento dei mercati tende di proiettare il funzionamento degli stessi in modo razionale rispondendo alle esigenze fondamentali dei consumatori e salvaguardando l'attività commerciale ed imprenditoriale.
In sede di Commissione il nostro Gruppo aveva espresso posizione di astensione, condizionato dal fatto che alcuni emendamenti che verranno oggi presentati in aula possono migliorare il testo di legge.
L'Assessore, tranne qualche posizione piuttosto rigida nelle prime fasi della discussione, ha dimostrato di recepire le indicazioni migliorative proposte sulla salvaguardia delle esigenze dei settori interessati al funzionamento dei mercati.
E' fuori di dubbio che la nostra parte politica ritiene preminente il ruolo della tutela pubblica nella guida e nella direzione degli stessi.
I punti che sostanzialmente possono ancora caratterizzare differenziazioni o mancanza di assenso totale sono a nostro avviso facilmente superabili nel corso della discussione. Posso anticipare che, in linea di massima, il nostro Gruppo darà voto favorevole al disegno di legge che, ovviamente, è condizionato all'andamento della discussione e all'accoglimento degli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Egregi colleghi, il Gruppo comunista concorda con la relazione del Consigliere Raschio e con quanti nelle consultazioni con le associazioni e gli Enti e in quest'aula hanno affermato che l'intento del disegno di legge in esame è quello di dare una migliore configurazione alla disciplina dei mercati all'ingrosso, che oggi si basa su una legge nazionale del 1959, in parte superata e non più adeguata all'evoluzione del settore.
A questo proposito mi sia permesso di ricordare ai colleghi del Consiglio e della Giunta l'assenza della legge-quadro nazionale. L'assenza delle leggi quadro in questo, come in altri settori, metterà sempre più in grave difficoltà le Regioni ad operare su importanti problemi economici; si giocheranno battaglie sparse che non serviranno né ai processi economici generali né al funzionamento delle Regioni.
Tuttavia alle Regioni spetta il compito di disciplinare la materia a livello locale.
Altro obiettivo fondamentale e totalmente innovativo rispetto alla legge nazionale è quello di programmare una rete di mercati efficienti ed adeguati in termini di localizzazione, servizi e attrezzature che consentano una maggiore trasparenza di prezzi e costi. E' giusto sostenere che i mercati all'ingrosso devono essere concepiti per essere al servizio della collettività, principio che giustifica e rimarca il necessario intervento degli Enti pubblici nella funzione di controllo e di garanzia.
Con questo disegno di legge si punta con nuovo impegno al rilancio dei mercati all'ingrosso, momento sostanziale del processo di commercializzazione delle derrate alimentari, per favorire una corretta promozione e selezione degli operatori grossisti e commissionari, basata sulla capacità imprenditoriale di fornire servizi, di realizzare nuove realtà. Con esso potranno trovare giusta collocazione i produttori associati, i dettaglianti organizzati, il movimento cooperativo.
In Piemonte esistono 52 mercati all'ingrosso: 20 al consumo e 32 alla produzione. Nel 1978 la quantità del prodotto trattato nei mercati al consumo è stata di circa 8 milioni di quintali; dall'inizio degli anni '70 ad oggi si rileva un leggero incremento delle quantità trattate dovuto più alla variazione della popolazione e dei consumi ortofrutticoli che all'incremento dei flussi di merci che vengono commercializzati all'interno dei mercati all'ingrosso.
Infatti, la quota di "fuori mercato" resta elevata ed è circa il 40 dei consumi ortofrutticoli. Nei mercati al consumo operano oltre 600 grossisti e commissionari, mille produttori agricoli e solamente 10 cooperative di produttori; agli acquisti operano circa 500 grossisti e 9500 dettaglianti fissi e ambulanti (16 acquirenti per ciascun venditore esclusi i produttori); tale rapporto non può dirsi adeguato se teniamo conto delle limitate quantità acquistate mediamente da ciascun operatore.
Questo è uno degli elementi che incide pesantemente sui costi generali di produzione e sui prezzi delle merci.
La situazione economica e strutturale dei mercati all'ingrosso e al consumo appare sostanzialmente arretrata se si considera, inoltre, che: le quantità mediamente trattate da ogni operatore è per quasi tutti i mercati vicina ai 10.000 quintali annui e che nel mercato di Torino la quantità media trattata nel 1978 è di circa 20.000 quintali contro i 40 mila di Milano, i 4 mila di Bologna, i 26 mila di Verona, Vicenza e Padova.
Il livello di Torino è quasi analogo a quello di Roma (17 mila quintali per concessionario) e di Napoli (21 mila quintali). Anche questi dati fanno emergere per Torino la caratteristica di una città meridionale e non di una città altamente progredita come richiede lo sviluppo economico. Occorre ricordare che un basso livello di quantità trattata per concessionario indica una relativamente bassa efficienza delle aziende interessate le strutture di mercato sono generalmente obsolete e carenti di molti servizi essenziali, dai frigoriferi agli spazi di movimentazione e parcheggio, agli impianti di lavorazione e condizionamento delle merci ecc.
i dati della maggior parte dei mercati mettono in luce che la gestione esclusivamente comunale, è in passivo ed è a volte affidata, anche nel caso di mercati di una certa rilevanza, a funzionari comunali a mezzo tempo.
Si riscontra comunque nella generalità dei casi una mancanza di linee di politica annonaria da parte delle Amministrazioni comunali che contribuisce a non spezzare il circolo vizioso prima individuato: bassa efficienza delle strutture e dei servizi, bassa efficienza media degli operatori, elevato fuori mercato, bassi canoni di concessione, gestione deficitaria .
Occorre l'impegno di tutte le forze economiche interessate, Comuni Camere di Commercio e Regione per affrontare con decisione i nodi di fondo e per sviluppare una gestione efficiente di tipo imprenditoriale, aperta alla partecipazione di tutte le forze interessate e dinamica nel cogliere le esigenze composite dei consumatori e degli operatori.
Anche nel caso dei 30 mercati alla produzione sovente è difficile persino reperire i dati sulle quantità trattate. Tale situazione è lo specchio dell'arretratezza della piccola e media impresa contadina e dello scarso rilievo del processo associativo tra i produttori. I mercati alla produzione piemontese sono comunque la realtà dalla quale occorre partire per migliorare la situazione. La maggior parte di essi è ubicata nelle province di Cuneo e di Alessandria, ha durata stagionale e commercializza quantità molto limitate di derrate. Solo i mercati di Borgo d'Ale, Canale Bra commercializzano più di 100 mila quintali annui. Diciassette mercati alla produzione non dispongono di strutture né sono forniti di impianti di confezionamento, selezione, condizionamento delle produzioni e di frigoriferi.
Alcuni di essi svolgono comunque un ruolo rilevante nella commercializzazione delle derrate prodotte nelle zone limitrofe, anche se normalmente si riscontra che le aree di produzione gravitanti attorno ai mercati sono esigue data l'eccessiva diffusione di essi. Complessivamente si può stimare che viene trattato il 20/25% delle derrate ortofrutticole prodotte nelle zone attorno a tali mercati.
Occorre lavorare con impegno al fine di far evolvere i rapporti tra i produttori e tra produttori e commercianti abbandonando sterili contrapposizioni campanilistiche e operando sulla razionalizzazione delle strutture, sull'adeguamento dei servizi, sulle capacità di gestione dei produttori associati.
Mercati efficienti che garantiscano produttori e acquirenti si hanno grazie ad ingenti investimenti nelle strutture che possano accogliere grandi quantità di prodotti e un numero rilevante di operatori, venditori e acquirenti.
Con la necessaria gradualità è opportuno programmare la concentrazione di piccoli mercati con l'obiettivo di superare l'attuale disseminazione di 3/4 mercati in un raggio di 15/20 chilometri.
Di fronte a questa situazione acquista rilievo il disegno di legge in esame. E' con questo spirito che si è lavorato intensamente. Acquista valore l'associazionismo tra produttori e tra dettaglianti. Anche i direttori di mercato devono avere più adeguata qualificazione rispetto alle maggiori responsabilità in politica annonaria. E' indispensabile che i bilanci dei mercati pareggino per uscire dal caos esistente.
Questo meccanismo permetterà in modo graduale, attraverso i regolamenti che dovranno essere adottati, e in questo senso sollecitiamo la Giunta regionale, attraverso il piano dei mercati, fare un passo avanti in questo settore economico che coinvolge interessi generali della comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Non è facile esprimere un giudizio organico sul disegno di legge relativo alla "Disciplina dei mercati all''ingrosso". Presentato dalla Giunta nel luglio 1978 e passato attraverso vari vuoti di tempo a successive consultazioni e dibattiti in sede di Commissione, venne inserito all'ordine del giorno alcuni mesi or sono. Finalmente dopo varie e travagliate tappe oggi viene presentato per il dibattito.
La relazione, presentata lo scorso mese dal rappresentante di maggioranza, rispecchia, a nostro avviso, una concezione ancora parziale della vasta problematica dei mercati all'ingrosso e pecca di imprecisione quando afferma che gode del "consenso generalizzato delle categorie economiche e delle forze sociali interessate". Il tentativo di accreditare in senso democratico partecipativo una concezione purtroppo ancora in parte "proprietaria" dei mercati, è in qualche misura presente nella relazione e nel testo di legge, né la tanto richiamata partecipazione degli operatori rappresenta una completa realtà, riducendosi ancora al concorso di carattere consultivo delle categorie o ad una loro insufficiente corresponsabilizzazione; quindi non sono coerenti ad una moderna concezione della libertà di commercio e non sempre sono valorizzati a pieno il ruolo e la funzione dell'operatore commerciale.
Che il disegno di legge intenda, come rileva il relatore di maggioranza, contribuire ad innescare processi nuovi, che ci sia la necessità di razionalizzare la rete e le strutture mercatali, che occorra legiferare in carenza di una legge quadro, sono dati indubbi. Ma riteniamo che non debba essere abbandonato il vasto patrimonio di idee e contributi che forze sociali, economiche e politiche hanno espresso in questi anni anche di fronte all'avviato dibattito in sede nazionale sulla legge-quadro.
La D.C. lo scorso anno aveva presentato a livello nazionale una proposta di legge-quadro per una gestione responsabile dei mercati all'ingrosso. Nel periodo che va dal 1959, anno dell'ultimo intervento legislativo sui mercati all'ingrosso, ad oggi, vi è stato un massiccio ampliamento dei consumi alimentari che, tradotto in cifre, corrisponde ad una crescita del 70%. Fenomeno di grandi proporzioni che non ha trovato riscontro in adeguate strutture dei mercati.
Comprendiamo l'importanza della discussione, come peraltro è dimostrato nella relazione sulla legge e nei due interventi di questa mattina.
L'ampliamento della voce "alimentari" nel deficit della bilancia commerciale con l'estero, l'intensificarsi del dibattito sulla politica dell'agricoltura, l'inflazione dei prezzi alimentari, l'esigenza di tutela del consumatore sono le cause della rinnovata attenzione verso i mercati.
La legge che oggi esaminiamo tiene conto di questa vasta problematica o piuttosto non rischia di collocarsi come una delle varie leggi regionali scoordinate fra loro, diverse sotto il profilo istituzionale e gestionale? Gli emendamenti in corso di presentazione e di esame stanno dando una risposta di successive approssimazioni.
Alcuni principi contenuti nel disegno di legge possono essere condivisi, quando è affermato che si tende ad adeguare le forme dei mercati alle nuove esigenze; ma altri principi non sono accoglibili; né ci sono intuizioni nuove quali quella, peraltro da noi sostenuta in sede di Commissione e non accolta dalla maggioranza, che l'attuale istituto della concessione sia ormai superato, mentre l'attuale legislazione tende a riconoscere la presenza di un diritto trasferibile da parte del titolare.
Possiamo dare atto alla Regione di essere stata sollecita nell'affrontare il problema. Ma, ad una disamina attenta, si rileva che sono state disattese parte delle reali aspettative dei settori commerciali e che il disegno di legge non molto innova in positivo rispetto alle nuove esigenze di mercato.
Pur convenendo nella carenza di indirizzi nazionali, ci pare che la maggioranza della Regione Piemonte abbia inteso andare avanti per circa un anno senza un reale e approfondito confronto con le categorie autenticamente interessate, e solo in queste ultime ore ha dato prova di alcune possibili, anche se ancora minime, aperture alle loro legittime aspettative.
Alcuni passaggi risultano particolarmente assurdi. Ad esempio spetterebbe al Comune la presidenza di tutti gli organi dei consorzi, o quando la rappresentanza nella Commissione regionale, prevista all'art. 9 non è adeguata ad un ruolo significativo per i grossisti. E potremo continuare su questa strada. Su questo problema c'è la presentazione da parte della Giunta di un emendamento modificativo della struttura della Commissione stessa. Possiamo concordare su alcune definizioni di principio ad esempio, quando si dice di voler razionalizzare la rete e le strutture mercantili della Regione, quando si rileva che i mercati all'ingrosso devono essere ideati, realizzati e diretti per essere al servizio della collettività, quando si dichiara di volere il recupero del sistema dei mercati, ma dobbiamo rilevare che queste affermazioni di principio non sono applicate nella normativa: è un disegno di legge di sapore sostanzialmente dirigistico.
Ci chiediamo se questo disegno di legge è collegato con gli indirizzi in sede nazionale dibattuti con l'avvio della discussione sulla legge quadro. Inoltre rimangono senza una precisa definizione le figure dell'operatore e del grossista.
La D.C. sostiene la necessità di una programmazione di interventi che veda la valorizzazione del ruolo degli Enti locali territoriali e delle loro forme associate, ma che non mortifichi gli operatori commerciali tradizionali.
In questa prospettiva riteniamo che gli emendamenti rappresentino la giusta correzione delle strutture contenute nel disegno di legge. Il giudizio sulle proposte avanzate dalla maggioranza potrà quindi adeguarsi soprattutto in relazione alla considerazione che sarà conferita ai suggerimenti che formalizziamo con una serie di emendamenti che si aggiungono alle proposte avanzate in sede di Commissione che in parte erano già state accolte direttamente, in parte recepite attraverso la presentazione di emendamenti conformi da parte della Giunta.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Seguo il dibattito in una situazione di attesa e di incertezza sull'atteggiamento che andrò ad assumere in sede di votazione. Non ho dubbi sulle finalità del progetto di legge, ma ho dubbi e perplessità, sulle possibilità di realizzazione essendo stato già molte volte rilevato che alle ideali intuizioni programmatorie e legislative non fanno seguito un sufficiente approfondimento dei temi e una coerente conclusione rispetto alle indicazioni tratte dalla realtà.
Una ragione di perplessità sta nell'apprendere che le categorie interessate hanno espresso giudizi ben diversi da quelli che vengono indicati nella relazione. Tra le contraddizioni che colgo nella relazione e negli interventi della maggioranza, macroscopica mi pare quella che da una parte prende atto del fallimento delle gestioni comunali e dall'altra vuole una rappresentanza al massimo livello degli Enti di gestione che dovranno essere comunali. Qualcosa va pur detto su alcune frecciate che incominciano a venire dalla maggioranza, in particolare dal Partito comunista, nei confronti dello Stato e del Parlamento, il che, in questo momento estremamente delicato, non mi pare opportuno.
Mi permetterei di suggerire a tutti, e anche a me stesso, di evitare il rischio di questa polemica che diventa una polemica di tipo istituzionale tra Regione, Parlamento e Governo. In definitiva questa è la conseguenza dei ritardi delle forze politiche, quindi è un problema politico che ci investe tutti quanti perché non vorrei che, di fronte alla crescita formale delle Regioni, le forze politiche non avessero la dovuta attenzione soprattutto non avessero le persone qualificate al riguardo. Questo è un grosso problema dei partiti politici. Non credo che si voglia una specie di moloc dello Stato e della burocrazia romana che tende a conservare le attribuzioni. Forse, a livello centrale dei partiti, questo moloc burocratico non lascia sprigionare a livello regionale le capacità di presenza e di operatività delle forze politiche.
Seguirò con attenzione il dibattito per verificare l'atteggiamento che dovrò assumere in conseguenza delle risposte che sverranno date ai quesiti e agli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti per la replica.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Da un confronto tra la legge che stiamo discutendo e le leggi approvate dalle altre Regioni emerge l'incontestatabile nostro tentativo di valorizzare l'imprenditorialità dell'operatore commerciale. Vi è maggior spazio su un elemento che, a nostro avviso, è determinante, sul quale la D.C. ha avuto atteggiamenti non dico contraddittori, ma diversi. E' ovvio che il mutare spesso atteggiamento rende difficile capire l'orientamento prevalente. Mi riferisco alla richiesta più volte avanzata dalla D.C. in Commissione di dare maggiore spazio al capitale privato nella costituzione delle società. E' evidente che alla maggioranza del capitale privato nella società deve corrispondere il potere dei Comuni, se così non fosse il capitale pubblico finirebbe per essere messo a disposizione del capitale privato. Noi riteniamo che occorra dare largo spazio al capitale privato tenendo però fermi i principi e questo orientamento è stato accettato dalle categorie interessate nell'ultimo incontro.
Al collega Cerchio che diceva che non c'è stato confronto tra le categorie, devo ricordare che la prima riunione su queste questioni si è tenuta con tutte le categorie due anni fa nella sala del Palazzo Lascaris e il confronto è continuato anche all'interno di esse. L'ultimo è avvenuto una settimana fa.
Se qualche elemento positivo c'è stato lo si deve alla Giunta, ma anche a tutte le forze politiche e alla IV Commissione, che hanno collaborato.
Una legge sui mercati generali è di difficile attuazione proprio perch coinvolge gli interessi contrastanti dei grossisti, degli imprenditori e dei dettaglianti, e nello stesso tempo tutela i consumatori. Le rigidezze nella gestione dei mercati generali sono inevitabili perché il potere pubblico o l'Ente gestore o il direttore devono avere capacità di mediazione e possibilità di raggiungere l'obiettivo della tutela del consumatore. Se si perde questa dimensione e non si raggiunge l'obiettivo della concorrenza all'interno del mercato non si potrà combattere in modo coerente la piaga della mafia.
Siamo comunque disponibili a discutere gli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa. Passiamo all'esame dei singoli articoli e dei relativi emendamenti.
Art. 1 - Definizione "I mercati per il commercio all'ingrosso dei prodotti alimentari freschi conservati o trasformati, comprese le bevande, nonché dei prodotti della caccia, della pesca e degli allevamenti del bestiame, dei foraggi e mangimi, dei fiori, delle piante ornamentali e delle sementi sono disciplinati dalla presente legge.
Per mercati all'ingrosso si intendono i luoghi - comunque strutturati ed organizzati - in cui più operatori alle vendite, anche per limitati periodi stagionali si incontrano abitualmente con più operatori agli acquisti ed a questi pongono in vendita, vendono o trasferiscono a qualunque titolo le merci di cui al comma precedente.
I mercati all'ingrosso, nei quali l'offerta viene esclusivamente o prevalentemente effettuata dai produttori senza intermediazione, sono definiti 'mercati alla produzione' ".
Sono stati presentati degli emendamenti al secondo e terzo comma dal Gruppo D.C.
Al secondo comma, dopo "si intendono" inserire e sostituire: "i luoghi attrezzati ed organizzati nei quali. . .".
Al terzo comma, dopo "i mercati all'ingrosso" inserire sostituendo: "situati in aree caratterizzate dalle attività produttive, nei quali.".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Le nostre proposte tendono a rendere il testo dell'articolo meno generico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore al commercio.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

L'emendamento al secondo comma, così come è stato enunciato, non pu essere accettato. Propongo invece di sostituire "i luoghi" con le parole: "aree comunque attrezzate ed organizzate".
La Giunta accetta l'altro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Capogruppo D.C., Bianchi.



BIANCHI Adriano

Accetto la modifica al nostro primo emendamento con una precisazione che alle aree "comunque strutturate" si sostituisca "aree attrezzate".



ROSSI Luciano

Il Gruppo del PCI si associa alla proposta.



DEBENEDETTI Mario

Quello che conta è che permanga il "comunque" per cui il concetto di "attrezzatura" è elastico.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento al secondo comma.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Si voti l'emendamento D.C. al terzo comma. E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Funzione dei mercati "I mercati disciplinati dalla presente legge hanno la preminente e permanente funzione di soddisfare le esigenze e di tutelare gli interessi della collettività.
Nei modi e nei tempi indicati dalla Giunta regionale o comunque previsti dalla presente legge e dal regolamento-tipo di cui al successivo art. 10, è compito degli Enti istitutori e gestori dei mercati, anche attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle categorie interessate: a - concorrere ad una attenta e rigorosa difesa della salute b - contribuire all'orientamento delle produzioni e dei consumi più razionali c - tendere all'eliminazione delle cause che possono favorire l'ingiustificato aumento dei prezzi d - migliorare le tecniche di approvvigionamento e - sostenere il commercio nelle sue manifestazioni più valide f - sviluppare il rapporto diretto fra produzione e distribuzione al consumo dei prodotti g - promuovere l'associazionismo realizzato secondo fini e con metodi di valido contenuto economico-sociale h - realizzare il maggior rendimento e il miglior utilizzo delle strutture delle attrezzature e dei servizi i - assicurare la funzionalità degli uffici e dei servizi dei mercati attraverso ogni possibile snellimento burocratico in modo che gli operatori siano indotti a preferirli ad altre sedi o forme commerciali l - favorire, ove opportuno, la concentrazione nei mercati del commercio di vari prodotti di diversi settori merceologici, anche in comparti separati e con apposite strutture, agevolando la realizzazione di veri e propri mercati generali".
Il Gruppo D.C. ha presentato alcuni emendamenti.
Al primo comma, dopo "funzione" far seguire il seguente testo: "di sviluppare e sostenere le attività commerciali atte a soddisfare le esigenze della collettività e a tutelarne gli interessi".
Al secondo comma modificare ed integrare il testo come segue: "Nei modi e nei tempi previsti dalla presente legge e dal regolamento tipo di cui all'art. 10, nonché secondo le relative istruzioni ed indicazioni della Giunta regionale, gli Enti gestori dei mercati hanno la funzione coinvolgendo e responsabilizzando tutte le categorie interessate, di: a) concorrere ad una attenta e rigorosa difesa della salute b) contribuire all'orientamento e alla razionalizzazione delle produzioni e dei consumi c) migliorare le tecniche di approvvigionamento e concorrere alla eliminazione di situazioni e cause che determinano l'ingiustificato aumento di costi e di prezzi d) promuovere l'associazionismo nei settori direttamente interessati all'attività dei mercati secondo fini e con metodi di valido contenuto economico-sociale e) realizzare il maggior rendimento ed il migliore utilizzo delle strutture, delle attrezzature e dei servizi, assicurando la funzionalità di uffici e servizi ed ogni possibile snellimento burocratico, affinché gli operatori siano indotti a preferire i mercati ad altre sedi di attività f) favorire il rapporto diretto fra produzione e distribuzione al consumo g) favorire, ove opportuno, la concentrazione dei mercati del commercio di vari prodotti di diversi settori merceologici, anche in comparti separati e con apposite strutture, agevolando la realizzazione di veri e propri mercati generali".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'emendamento si illustra da sé. Il primo comma del precedente testo mi sembrava estremamente generico e non esplicativo laddove si parla della funzione di soddisfare alle esigenze e di tutelare gli interessi della collettività.
Quanto poi alle modalità con le quali si realizzano questi indirizzi ho creduto di riordinare gli argomenti per affinità di materie, in un numero inferiore di lettere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La Giunta accetta l'emendamento al primo comma. Il secondo comma è accettato con l'aggiunta, dopo la parola "enti", delle parole "istitutori e gestori", perché questi compiti non sono solo dell'ente gestore, ma sono anche dell'ente che istituisce i mercati. Inoltre, dopo le parole "altre sedi" sarebbe bene aggiungere "di attività".



PRESIDENTE

La parola all'avv. Bianchi.



BIANCHI Adriano

Gli enti istitutori possono essere anche gestori in proprio, secondo la definizione della legge, oppure possono delegare la gestione dei mercati.
Nella definizione che ho adottato, parlando di enti gestori, non viene escluso l'ente istitutore in quanto anche gestore; l'ente istitutore non ha la gestione, quindi non concorre ad una attenta e rigorosa difesa della salute, non contribuisce all'orientamento e alla razionalizzazione delle produzione e dei consumi, etc.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola l'Assessore Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

L'ente istitutore, nel decidere di istituire un mercato, ha una sua funzione rispetto alle caratteristiche che il mercato deve avere. Credo che si debba aggiungere "istitutore" per non incorrere in contraddizione tra il momento della istituzione del mercato e il momento della gestione.



BIANCHI Adriano

Attraverso il richiamo all'ente istitutore noi indichiamo un modo di comportamento nelle fasi istitutive atte a favorire quegli esiti. Se questa è l'interpretazione, accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi approva il primo emendamento D.C. alzi la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Chi approva il secondo emendamento D.C. alzi la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Si passi alla votazione dell'art. 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Programmazione "Nell'ambito del Piano regionale di sviluppo, la Giunta regionale, sentita la Commissione di cui al successivo art. 9, predispone un piano di settore dei mercati all'ingrosso soggetto all'approvazione secondo le norme della legge regionale 19/8/1977, n. 43.
Il Piano si articola: a - nella individuazione e nella valutazione delle esigenze relative alla produzione, al commercio ed al consumo dei prodotti di cui all'art. 1 b - nelle analisi delle caratteristiche e della funzionalità dei mercati esistenti e delle strutture di commercializzazione dei prodotti di cui all'art. 1 esterne ai mercati all'ingrosso c - nella individuazione dei mercati che, per avvenuta o prevedibile espansione commerciale, ovvero per inadeguatezza dei servizi o delle strutture, necessitano di ammodernamenti, ampliamenti o rilocalizzazioni con individuazione, altresì, dei mercati che, per comprovate esigenze debbono essere ridimensionati, soppressi od unificati con altri mercati d - nella individuazione delle zone di insediamento, delle caratteristiche merceologiche e funzionali e delle strutture dei nuovi mercati.
Il piano di settore è attuato tramite gli interventi previsti nel programma pluriennale di attività e di spesa e nel relativo bilancio pluriennale e annuale di previsione ai sensi del Titolo III, legge regionale 18/9/77, n. 43.
La determinazione degli elementi di carattere contabile e finanziario avviene secondo le norme della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12.
Il primo piano di settore deve essere predisposto dalla Giunta regionale entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Il Gruppo D.C. presenta alcuni emendamenti.
Al primo comma, dopo "dei mercati all'ingrosso" inserire e modificare: "curandone in particolare le compatibilità con il relativo piano nazionale se esistente, ed il coordinamento con le esigenze interregionali.
Il piano è soggetto all'approvazione secondo le norme della legge regionale 19/8/1977 n. 43 e si articola: a). . ." Ultimo comma, dopo "dodici mesi" inserire: "e viene adottato dal Consiglio regionale entro 18 mesi dall'entrata in vigore della presente legge".
La parola al Capogruppo D.C., avv. Bianchi.



BIANCHI Adriano

La prima parte intende sottolineare l'impegno regionale al coordinamento con le indicazioni nazionali, anche in mancanza di un piano specifico, a maggior ragione quando sarà esistente, e al coordinamento interregionale perché si tratta di attività che non si esauriscono nei ristretti ambiti regionali.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La Giunta accetta gli emendamenti proposti.



DEBENEDETTI Mario

Chiedo perché si intende porre un termine all'assemblea legislativa.



BIANCHI Adriano

Porre dei termini in materia amministrativa ed ordinatoria significa quindi assumere impegni che hanno una certa rilevanza nei confronti dei cittadini e indicare all'organo esecutivo un termine oltre il quale diventerebbe amministrativamente scorretto andare.
Poiché ho la parola, mi viene da osservare che il termine di 18 mesi andrebbe a finire pochi mesi dopo l'inizio della prossima legislatura, e potrebbe rivelarsi ristretto. Suggerisco il termine di 24 mesi.



ROSSI Luciano

Il problema è che la Giunta presenti al più presto il piano possibilmente prima delle future elezioni amministrative.



DEBENEDETTI Mario

Propongo di eliminare i 18 mesi per il Consiglio, essendo previsto il termine per la Giunta.



ENRICHENS Nicola

Sono d'accordo che il termine venga fissato alla Giunta per la presentazione del piano.



BIANCHI Adriano

Ritiro l'emendamento sottolineando che l'indicazione del termine di 18 mesi, che non è breve, rischia, invece di essere il massimo, di apparire minimo e quindi di avere un effetto contrario a quello che si vorrebbe raggiungere.



PRESIDENTE

Chi approva l'emendamento del Gruppo D.C. alzi la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'articolo 4. Art. 4 - Istituzione e riconoscimento "L'iniziativa per l'istituzione dei mercati all'ingrosso può essere assunta da: a - Comuni competenti per territorio b - società o consorzi, aventi personalità giuridica, costituiti dai Comuni competenti per territorio unitamente ad altri Comuni e Province ed Enti pubblici e privati, nonché a cooperative, associazioni od organizzazioni aventi personalità giuridica, costituite tra operatori del settore.
Gli organi di amministrazione dei consorzi e delle società di cui alla lettera b sono presieduti da un rappresentante dei Comuni; nell'ambito del Consiglio di Amministrazione, indipendentemente dal capitale versato, deve essere garantita la maggioranza dei componenti ai rappresentanti degli Enti pubblici.
In osservanza delle previsioni del piano di settore, la Giunta regionale, sentita la Commissione di cui al successivo art. 9, rilascia l'autorizzazione alla istituzione dei mercati all'ingrosso, previa valutazione di una relazione tecnico-economica e di un progetto tecnico di massima.
E' istituito l'albo regionale dei mercati all'ingrosso; la iscrizione all'albo viene deliberata dalla Giunta regionale che provvede alla sua tenuta.
Sono riconosciuti mercati all'ingrosso a tutti gli effetti e, pertanto verranno iscritti all'albo regionale i mercati esistenti o già istituiti alla data di entrata in vigore della presente legge.
L'iscrizione di questi mercati avviene a seguito di una formale richiesta che i Comuni competenti per territorio devono obbligatoriamente inoltrare alla Giunta regionale entro e non oltre sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Il Gruppo PCI ha presentato due emendamenti.
Primo comma: "L'iniziativa per l'istituzione dei mercati all'ingrosso può essere assunta da: a) società o consorzi, aventi personalità giuridica costituiti dai Comuni competenti per territorio unitamente ad altri Comuni e Province ed Enti pubblici e privati, nonché a cooperative, associazioni ed organizzazioni aventi personalità giuridica costituite tra operatori del settore b) Comuni competenti per territorio".
Secondo comma: sostituire la lettera "B" con la lettera "A".
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Si tratta di una inversione. E' un invito ai Comuni ad essere cauti nell'utilizzare il DPR 616 in una materia tanto complicata.



PRESIDENTE

Chi approva il primo emendamento del Gruppo PCI, alzi la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Chi approva il secondo emendamento del Gruppo PCI, alzi la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Emendamenti al secondo e quinto comma presentati dal Gruppo D.C.
Secondo comma: "Agli Enti pubblici che partecipano alle società ed ai consorzi di cui alla lettera a) è riservata la maggioranza del capitale e dei componenti i Consigli di Amministrazione".
Quinto comma: dopo "presente legge" sostituire il punto con la virgola ed aggiungere "sempreché presentino caratteri attuali di validità e funzionalità".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Riconosciamo l'importanza che l'Ente pubblico si garantisca la maggioranza del capitale e degli amministratori negli Enti quando lo ritenga per loro dimensione, sviluppo e collocazione, quindi possa dettare condizioni di garanzia, ma l'introdurre il principio inverso, quello cioè della maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione e della Presidenza dall'esterno, rischia, secondo esperienze di cui siamo stati in parte responsabili e in parte vittime anche noi stessi, la decadenza dell'istituzione e il non perseguimento dei risultati voluti.
E' una norma di chiarificazione e di discriminazione: se l'Ente pubblico ritiene di avere interessi prevalenti, sottoscrive la maggioranza del capitale e ottiene la maggioranza dei Consiglieri; se non ritiene che sussistano queste condizioni, partecipa in via minoritaria; altrimenti si garantisce con forme di controllo, con l'indicazione rigorosa della strumentazione negli atti istitutivi e responsabilizza le parti che intervengono con maggior capitale e che possono avere anche la scelta della Presidenza.
Normalmente le parti private avranno interesse a garantire la presenza dell'amministratore pubblico, anche a capo di queste gestioni; non per come norma vincolante che finisce per deresponsabilizzare le forze politiche e costituire una occasione di non corretta amministrazione e di non corrispondenza tra competenze e funzioni.
L'esperienza ci dirà se sarà possibile raggiungere interamente il risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Comprendo le ragioni che hanno indotto la D.C. a presentare questo emendamento. Tuttavia, se si accetta il concetto di prevalenza del potere pubblico in questo settore, può essere un rischio il legare l'apporto del capitale dell'Ente pubblico alla sua presenza concreta negli organi direzionali.
In pratica può accadere che un Comune non ha la disponibilità finanziaria per avere la maggioranza finanziaria e l'apporto del denaro pubblico viene poi gestito da privati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

L'articolo presentato dalla Giunta lascia più spazio all'iniziativa privata; la maggiore partecipazione del capitale attribuito all'Ente pubblico sembra invece soffocare lo spazio dell'iniziativa privata. Siamo in una situazione assurda: la Giunta di sinistra dà più largo spazio all'iniziativa privata e la D.C. vuole invece soffocarla.
La preoccupazione cade con l'articolo presentato dalla Giunta e non con l'emendamento presentato dalla D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Nel mio intervento, più che sull'articolato, mi sono dilungato sullo stato dei mercati in Piemonte. I capitali privati hanno costituito i mercati all'ingrosso, infatti il 40% della produzione non passa attraverso i mercati generali e, nella fase attuale, i Comuni servono soltanto a pagare i passivi.
Personalmente avevo accettato la mediazione concordata in Commissione perché mi rendevo conto che la mia proposta non era graduale.
Secondo il mio parere, i bilanci debbono essere in pareggio; non accetterei nemmeno l'intervento del Comune a pareggiare il bilancio. I grossisti seri accettano la formulazione proposta dalla Giunta che comunque responsabilizza il Comune al di là del capitale.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Bianchi.
Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Posso veder bocciato l'emendamento, ma non posso vederlo interpretato in maniera erronea.
Partendo dal testo originario presentato dalla Giunta, si desume che al momento pubblico è riservata la maggioranza del Consiglio di amministrazione, anche nell'ipotesi di partecipazione di capitale minoritaria, a maggior ragione quando la partecipazione di capitale sia maggioritaria. Dal testo della Giunta e dai fatti si desume che l'Ente pubblico può non partecipare se non gli danno la maggioranza e quindi pu stabilire, istituendo un mercato, che la maggioranza nell'ente di gestione è riservata ancora all'Ente pubblico. L'emendamento della D.C. è già implicito in quello della Giunta. Se l'Ente pubblico è minoritario, sia minoritario anche nella presenza nel consiglio di amministrazione. Se vogliamo fare paragoni con quanto avviene nelle società per azioni sappiamo che è molto più efficace il controllo di una minoranza agguerrita che non la posizione di certe maggioranze che non riescono, se non attraverso composizioni difficili, a governare, per cui si darà il caso di maggioranze di capitali che governeranno il comportamento della pubblica amministrazione attraverso la presenza di uomini impreparati e di paglia al fianco dei quali ci saranno i reali gestori. Il nostro emendamento era improntato quindi ad una funzione di moralizzazione e di chiarezza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Dobbiamo decidere se vogliamo dare spazio o meno al capitale privato nell'ambito dei poteri che il D.P.R. 616 demanda ai Comuni. L'istituzione dei mercati può avvenire per conto di società di un certo tipo; con la partecipazione dei Comuni competenti per territorio come stabilisce il D.P.R. 616. Il Comune deve comunque salvaguardare i suoi poteri. In quale modo? Il nostro tentativo, che è stato esperimentato da venti anni dalla centrale del latte di Alessandria e si sta sperimentando in mercati su scala nazionale, è quello di dare spazio al capitale privato mantenendo al potere pubblico la maggioranza del consiglio di amministrazione. Non c' altra soluzione se vogliamo far fare un passo avanti al capitale privato.
La Giunta non può accettare l'emendamento così com'è stato proposto dalla D.C. Accettiamo invece l'emendamento al comma quinto.



PRESIDENTE

La parola ancora all'avv. Bianchi.



BIANCHI Adriano

Chiedo di modificare l'emendamento per ragioni di interpretazione in questo senso: "Agli Enti pubblici che partecipano alle società e ai consorzi di cui alla lettera a) è riservata, se dagli stessi enti richiesta, la maggioranza del capitale e quindi dei componenti i consigli di amministrazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

E' un emendamento concettualmente diverso. La preoccupazione del legislatore che certe finalità vengano perseguite, deve prevedere il livello di governo degli Enti pubblici, non il livello della partecipazione finanziaria. La dizione della D.C., secondo me, non focalizza sufficientemente tali rapporti.
Una cosa è il rapporto di maggioranza e minoranza nel capitale, altra cosa è la rappresentanza negli organi di gestione della società. Sono d'accordo con quanto ha detto la D.C. che la maggioranza del capitale pubblico non sia obbligatoria, ma tale sia quando venga richiesto dagli Enti pubblici.
Il secondo problema è se comunque da questa legge deve emergere che le società a partecipazione pubblica debbano avere un presidente e una maggioranza nel consiglio, espressione del Consiglio comunale.
Mi astengo sull'emendamento posto in quei termini.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento D.C. al secondo comma dell'art. 4.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 1 astenuto e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento D.C. al quinto comma è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Gestione "I mercati all'ingrosso - esclusi quelli alla produzione - possono essere gestiti dai Comuni competenti per territorio, anche con proprie aziende o mediante apposita convenzione, da società o consorzi costituiti con le modalità previste dal precedente art. 4.
I mercati alla produzione di cui al terzo comma dell'art. 1 della presente legge sono gestiti: a - da cooperative, associazioni od organizzazioni aventi personalità giuridica, costituite tra produttori locali b - dai suddetti soggetti unitamente ad uno o più Comuni c - da consorzi di Comuni.
La gestione dei mercati alla produzione è concesso dall'Ente istitutore con scelta motivata in relazione ai principi ed alle finalità della presente legge, e tenuto conto della opportunità di coinvolgere nella gestione tutte le forme previste al comma precedente; tra l'Ente istitutore e l'Ente gestore si stipula una convenzione soggetta all'approvazione della Giunta regionale.
Le convenzioni devono prevedere la durata della concessione ed i casi di revoca della stessa. E' vietata ogni forma di subgestione.
Le convenzioni sono depositate presso la direzione del mercato a disposizione di chi ne voglia prendere visione".
E' stato presentato un emendamento a firma del Gruppo PCI.
Primo comma: "I mercati all'ingrosso - esclusi quelli alla produzione possono essere gestiti dai Comuni, anche con proprie aziende, o mediante apposita convenzione coi Comuni stessi: a) dalla società o consorzio istitutore del mercato b) da altra società o consorzio costituito con le modalità previste dal precedente art. 4".
Vi è ancora un emendamento a firma del Gruppo D.C.
Primo comma: "I mercati all'ingrosso, esclusi quelli alla produzione vengono gestiti dagli Enti istitutori, anche con apposite aziende, o mediante convenzione delle società o consorzi costituiti ai sensi del precedente art. 4".
La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

La Giunta non può accettare l'emendamento presentato dal Gruppo D.C.
perché il titolare della gestione, come stabilisce il DPR 616, è il Comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

La scelta della Giunta è legittima, ma è una scelta politica e non giuridica. L'art. 54 del DPR 616 stabilisce che sono attribuite ai Comuni le funzioni amministrative, quindi le funzioni di diritto pubblico e non le funzioni di diritto privato. Quindi non c'entra assolutamente quanto dice l'Assessore. C'entra la scelta politica rispetto alla quale mi colloco politicamente. Nessuno vuole privare i Comuni delle funzioni e dei poteri amministrativi in materia di mercati. Non si dica che per effetto del DPR 616 i Comuni devono gestire direttamente i mercati.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Non abbiamo detto questo. L'emendamento del Gruppo PCI dice che pu gestirli attraverso una convenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

L'emendamento è stato formulato in questi termini su proposta della Federmercati che aveva mosso le critiche pervenute ai Consiglieri. Mi pare che il passaggio tramite il Comune non alteri nulla, anzi rispetti lo spirito della legge.
Il nostro Gruppo approva l'emendamento a firma del Gruppo PCI.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento D.C. alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astenuti.
Chi è favorevole all'emendamento del Gruppo PCI alzi la mano.
E' accolto con 24 voti favorevoli e 18 astenuti.
Passiamo alla votazione dell'art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - Costruzione, ampliamento, ammodernamento e rilocalizzazione "L'autorizzazione alla costruzione di nuovi mercati, all'ammodernamento alla rilocalizzazione ed all'ampliamento di quelli esistenti è concessa dalla Giunta regionale all'Ente istitutore o, su conforme indicazione dello stesso, all'Ente gestore, sentita la Commissione di cui al successivo art.
9 nell'ambito del piano di settore e sulla base di un progetto di massima.
La progettazione tecnica relativa è predisposta dall'Ente istitutore o su conforme indicazione dello stesso, dall'Ente gestore ed è approvata dal Comune previo parere degli organi regionali competenti in materia di urbanistica, di opere pubbliche e di sanità.
Tale approvazione equivale a dichiarazione di pubblica utilità a tutti gli effetti di legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Ridimensionamento, soppressione e unificazione "In applicazione del piano di settore la Giunta regionale, sentita la Commissione di cui al successivo art. 9, delibera il ridimensionamento, la soppressione o la unificazione dei mercati, prescrivendo il termine entro il quale l'Ente istitutore è tenuto a provvedere.
Tale termine può essere eccezionalmente prorogato per comprovate esigenze".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Aree complementari e aree protettive "Il Comune competente può destinare aree contigue o prossime al mercato per l'insediamento di aziende pubbliche o private che svolgono attività complementari a quelle del mercato stesso e finalizzate alle funzioni di cui al precedente art. 2.
Nelle aree complementari di cui al precedente comma si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni della presente legge e qualora le stesse non siano gestite direttamente dall'Ente istitutore, la gestione dovrà essere regolata da apposita convenzione in analogia a quanto previsto dal precedente art. 5.
Il Comune competente può creare intorno al mercato, per un raggio non superiore a due chilometri, un'area di protezione entro la quale non è consentita alcuna attività commerciale all'ingrosso dei prodotti trattati nel mercato.
Tale area deve essere comunque prevista nel caso di costruzione di nuovi mercati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Data l'ora, interrompiamo i nostri lavori che verranno ripresi oggi pomeriggio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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