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Dettaglio seduta n.257 del 24/05/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PAGANELLI ETTORE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute". Se non vi sono osservazioni i processi verbali relativi alle sedute del 17/5 si intendono approvati.


Argomento:

Richiesta di rinvio ad altra seduta del punto relativo a "Interrogazioni ed interpellanze"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni e interpellanze".
Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Sono le 10,30 e l'ora delle interrogazioni e interpellanze è passata.
Formulo la proposta di passare senz'altro agli altri punti all'ordine del giorno.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Penso che potremo discutere di poche interrogazioni, posto che è in corso una riunione dei Capigruppo e della Presidenza del Consiglio, e che sono assenti molti Consiglieri; nel giro di un quarto d'ora riusciremo probabilmente ad esaurire il punto.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Variazioni di bilancio

Interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere le iniziative che la Giunta intende assumere in merito all'iniziativa "Da ogni bambino italiano un litro di latte ai bambini cileni" presentata dalla vedova del Presidente Allende


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Possiamo iniziare con l'interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere le iniziative che la Giunta intende assumere in merito all'iniziativa "Da ogni bambino italiano un litro di latte ai bambini cileni" presentata dalla vedova del Presidente Allende.
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, interpellati e sollecitati dalle forze politiche del Consiglio regionale, in seguito alla presentazione di interrogazioni nell'assestamento di bilancio inseriremo una norma finanziaria che terrà conto delle osservazioni e delle sollecitazioni che ci sono venute. Abbiamo preso contatto con i destinatari delle somme e quindi diamo assicurazione anche al Consigliere Calsolaro che i motivi di fondo che l'hanno spinto a presentare questa interrogazione sono stati apprezzati dalla Giunta regionale.
Nel momento in cui la Giunta provvederà alla variazione di bilancio inserirà anche una voce per coprire questa richiesta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola all'interrogante, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Comuni - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere se la Giunta non ritiene opportuno modificare la denominazione del Comune di Grazzano Badoglio ripristinando l'antica denominazione del Comune


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere se la Giunta non ritiene opportuno modificare la denominazione del Comune di Grazzano Badoglio ripristinando l'antica denominazione del Comune.
Risponde il Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa interrogazione mi ricorda una canzone che cantavo durante la lotta partigiana: "Pietro Badoglio, Pietro Badoglio ingrassato col fascio littorio", quindi non ho nessun timore a dire che sarebbe opportuna la cancellazione del nome aggiunto a Grazzano dato che la storia odierna e quella futura non avrà un grande apprezzamento per l'opera del gen.
Badoglio.
La Giunta si ripromette di affrontare questo problema con la popolazione locale e con il Comune dando inizio ad un'opera di chiarimento che, seppure tardiva, potrà, attraverso la partecipazione, portare alla cancellazione del secondo nome.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola all'interrogante, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta. Noi ci siamo chiesti più volte semmai fosse possibile concepire e compiere delitti "politici" più feroci di quelli dei terroristi.
La risposta affermativa ci è venuta da Roma dove è stato consumato un orribile delitto di inequivocabile stampo razzista, di una abiezione e di una crudeltà senza pari.
Si dirà che questo è un episodio isolato: ma non ci credo troppo se si pensa, per esempio, alla ignobile e lugubre gazzarra inscenata dai razzisti fascisti di casa nostra a Varese contro i cestisti israeliani del Maccabì.
Di questi episodi è ricca la nostra storia coloniale, anche se i nostri libri ufficiali di storia patria preferiscono tacere o sorvolare sull'argomento all'insegna di "italiani brava gente".
Per questo non credo né giusto né nobile che il nome del Comune di Grazzano d'Asti sia associato a quello del duca di Addis Abeba, perch allora perderemmo il diritto di stupirci o di protestare il giorno in cui i tedeschi associassero al nome di una loro città quello di Reder e di Kesserling, con la giustificazione che, in fondo, erano soldati della "grande patria germanica" ed operavano da soldati nell' esecuzione di ordini supremi contro un Paese in guerra.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione del Consigliere Enrichens inerente allo stato di ristrutturazione degli edifici scolastici del Comune di Lequio Berria (Cuneo)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Enrichens inerente allo stato di ristrutturazione degli edifici scolastici del Comune di Lequio Berria (Cuneo).
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Per quanto concerne la scuola in oggetto si conferma che la Regione fin dal 1977, ha provveduto ad assegnare al Comune il contributo di L. 10 milioni sulla base dell'art. 29 della legge 641, per le riparazioni occorrenti a rendere agibile l'edificio scolastico e consenti, re così l'utilizzo da parte degli alunni, ma tale contributo non è stato tuttora utilizzato dal Comune per difficoltà burocratiche.
A seguito di segnalazione pervenuta a firma di un abitante del Comune e denunciante il perdurare dello stato di disagio degli alunni costretti a frequentare le lezioni in locali fatiscenti, gli uffici dell'Assessorato fin dal mese di ottobre u.s., hanno preso contatti verbali con il Comune assicurando la loro disponibilità ad esaminare il problema, eventualmente anche dal punto di vista legale, per ricercare insieme con il Comune stesso una definitiva possibilità di soluzione.
Alla data dell'interrogazione non si era ancora ricevuta in tal senso alcuna comunicazione o richiesta di colloquio da parte dell'amministrazione interessata.
Successivamente in seguito ad ulteriori contatti verbali, funzionari dell'Assessorato hanno eseguito un apposito sopralluogo nel corso del quale, verificate le opere necessarie e verificata l'esistenza della copertura finanziaria delle stesse (la Comunità montana ha assegnato da parte sua 5 milioni per tali opere, che vanno ad aggiungersi al contributo regionale) è stato fissato un incontro tra Amministratori e tecnici del Comune, funzionari dell'Assessorato e Ufficio legale della Regione.
All'incontro il Comune non si è presentato.
L' Ufficio legale dovrebbe fornire un proprio parere sull'eseguibilità dei lavori, pur in pendenza del giudizio sulla causa in corso fra Amministrazione comunale e impresa esecutrice della scuola, al fine di consentire una rapida risoluzione del grave disagio in cui si trova la scuola di Lequio Berna.
Penso che anche in questo caso, come in altri già affrontati, si possa procedere attraverso una perizia dei lavori svolti e l'avvio delle opere aggiuntive con una pratica a sé stante. Il problema si potrà risolvere non appena il Comune fornirà gli elementi di conoscenza che abbiamo sollecitato.
E' certo che ci troviamo di fronte a una Amministrazione comunale che non si è preoccupata eccessivamente dell'esecuzione dei lavori.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Nel Comune di Lequio Berria si è determinata una situazione assurda di cui voglio rendere edotti i colleghi Consiglieri.
L'edificio scolastico è stato costruito una decina di anni fa con un tetto _piano, quindi quando nevica e piove l'acqua entra dal soffitto.
L'edificio non è pertanto utilizzato ed i 45 alunni sono allocati in tre locali sotto i quali si trova la discarica pubblica del Comune. Il gabinetto è sistemato sul balcone; malgrado questo l'Ufficiale sanitario ha rilasciato un certificato in cui dichiara che i locali sono idonei.
Il Comune molto probabilmente non era presente all'appuntamento perch in questi giorni il Sindaco si è dimesso.
Come ispettore scolastico e come Consigliere regionale non posso dire alle famiglie di non mandare i loro figli a scuola, però, in coscienza, io non li manderei.
Mi dichiaro soddisfatto e invito la Giunta a provvedere entro il prossimo anno scolastico a questa assurda situazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione del Consigliere Oberto inerente all'istituzione dei parchi naturali in Piemonte


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Oberto inerente all'istituzione dei parchi naturali in Piemonte.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

In relazione all'interrogazione in argomento, con la quale viene chiesto di conoscere le ragioni per cui non si riprendono le consultazioni per la già intrapresa azione diretta a costituire i parchi naturali della Serra, della Bessa e del Lago di Viverone, si precisa quanto segue: a) l'area della Bessa è tuttora inserita nel primo piano regionale dei parchi e delle riserve naturali e l'iniziativa legislativa in merito alla sua istituzione è in corso di studio e di elaborazione da parte dell'Assessorato; va peraltro rilevato che esistono oggettive difficoltà in loco manifestate anche nel corso di incontri e dibattiti. Devo dire che ho riscontrato da parte delle comunità locali direttamente interessate un'opposizione netta, tant'é vero che mi è stato impossibile parlare in un'assemblea pubblica indetta a Mongrando, che pur era stata indetta per cercare di eliminare gli equivoci e di trovare consensi. Devo dire, non certo in termini polemici nei confronti dell'avv. Oberto, che nell'opposizione si sono schierati rappresentanti della D.C. La natura del problema impone l'esigenza di un'azione di tutela e credo che il discorso debba essere ripreso al di là degli equivoci sorti o strumentalmente sollecitati. L'interrogazione del Consigliere Oberto sottolinea come la D.C., a livello regionale sia d'accordo sull'azione di tutela, quindi ritengo sia opportuno recuperare il contatto con le popolazioni e svolgere tutti insieme un'azione di chiarimento b) il progetto relativo al parco della Serra, che fu già affrontato in una prima indagine conoscitiva preliminare al primo piano regionale dei parchi, non è stato ripreso nella proposta di aggiornamento al piano stesso in quanto si prevede di procedere per nuclei, così come si è fatto per esempio per il parco delle Alpi Marittime. Il primo nucleo dovrebbe essere proprio costituito dal parco della Bessa c) per quanto concerne il Lago di Viverone i Comuni interessati hanno richiesto alla Regione di poter procedere all'elaborazione di un piano di sistemazione dell'area, da concordarsi tra la Regione ed i Comuni stessi: dopo la predisposizione di tale piano potrà essere ripreso il discorso relativo all'inclusione dell'area nel piano dei parchi.
Pertanto le tre aree sono tuttora all'attenzione dell'Assessorato e si stanno elaborando le necessarie ricerche e valutazioni al fine di concludere positivamente l'istruttoria per l'inserimento del Lago di Viverone e della Serra negli aggiornamenti dei parchi e di giungere all'istituzione del parco della Bessa.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Non mi sorprende il fatto che uomini della mia parte vedano in modo diverso il problema dei parchi naturali: in questa manifestazione c'è la caratterizzazione opinabile della pluralità delle visioni dei problemi. Io però resto fermo nel mio concetto che i parchi naturali debbano essere portati a compimento ad evitare che si perdano beni di interesse generale che vanno continuamente deteriorandosi. Con tutto il rispetto per gli amici della mia parte, ma soprattutto con il rispetto che debbo alla verità ricordo che la passata legislazione approvò la legge del 4.6.1975 per la creazione e la costituzione dei parchi naturali.
Colgo l'occasione di questa interrogazione per sollecitare un'attività di propaganda di carattere generale, attraverso pubblicazioni e incontri scolastici. Quando la realtà della Bessa venisse distrutta sarebbe distrutta la sua storia che risale a migliaia di anni addietro.
Per quanto riguarda il parco della Bessa mi permetterei di ricordare che una legge regionale può intervenire per limitare o bloccare le escavazioni che vanno innanzi spietatamente.
Nell'interrogazione ho sottolineato l'aspetto unitario delle tre realtà: la Serra, la Bessa, il Lago di Piverone, Viverone e Azeglio; la Serra è lunga 25 chilometri, la più lunga di tutta l'Europa e può essere distrutta dagli incendi boschivi ogni anno, ogni stagione. Il lago di Piverone e di Azeglio con la scoperta del villaggio palafittico ha richiamato l'attenzione internazionale tanto è vero che in occasione del primo congresso internazionale di archeologia delle acque interne vi furono due relazioni, una tenuta su "I villaggi sommersi del lago Viverone" l'altra di Carraro su "Geologia e geomorfologia del lago di Viverone". Al termine del mandato, se il buon Dio mi consente di arrivarci, rinuncer alla vita politica rappresentativa, quindi non avrò più la possibilità di portare la mia istanza. Ho creduto di farlo oggi proprio perché credo nella realtà di questa realizzazione in una visione unitaria delle tre cose che vanno sotto i nomi di Bessa, di Serra, di Piverone, Viverone e Azeglio.
Ci sono le ostilità locali che bisogna vincere e superare attraverso l'opera di convinzione, attraverso interventi di natura economico finanziaria per indennizzare chi dovesse subire danni.
La gioia e la soddisfazione di vedere realizzati questi parchi voglia darmela, Signor Assessore, non soltanto con l'assicurazione di oggi di un rinnovato interesse, ma con l'effettiva realizzazione di incontri nuovi ancora in questo scorcio di tempo. Le assicuro che, per quanto mi sarà possibile, sarò presente ad aiutarla a superare le eventuali difficoltà che ancora si sovrapponessero a realizzare qualche cosa che onorerà il Piemonte oltre che il mio Canavese.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Abbiamo così esaurito il punto relativo alle interrogazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Valetto, Beltrami, Cerchio Enrietti, Fonio, Minucci e Raschio.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 416: "Prime norme attuative del D.P.R. 24/7/1977 n. 616, concernenti il trasferimento delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza ai Comuni singoli o associati ed a Comunità montane nonché utilizzo dei beni e del personale da parte degli Enti gestori", presentato dalla Giunta regionale in data 16 maggio 1979 N 417: "Modificazione delle modalità di erogazione del contributo straordinario 'una tantum', di cui alla legge regionale 22/1/1976 n. 5 Sostituzione dell'articolo 3 della legge stessa', presentato dalla Giunta regionale in data 16 maggio 1979 N 418: "Interventi straordinari in agricoltura per le eccezionali calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978. Reintegrazione dell'anticipazione di cui alla legge regionale 3.10.1978 n. 60", presentato dalla Giunta regionale in data 16 maggio 1979 N. 419: "Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia" presentato dalla Giunta regionale in data 17 maggio 1979 N. 420: "Proroga dell'efficacia dei decreti del Presidente della Giunta regionale 2 luglio 1975, n. 2601 e 25 luglio 1975, n. 3016 (flora protetta)", presentato dalla Giunta regionale in data 17 maggio 1979 N. 421: "Modificazione dell'articolo 11, ultimo comma, della legge regionale 12 giugno 1978, n. 32" (Norme sul fondo di previdenza e di solidarietà dei Consiglieri regionali del Piemonte), presentato dall'Ufficio di Presidenza in data 22 maggio 1979 N. 422: "Modifica alle leggi regionali: es. aprile 1977, n, 22 Contributo alle imprese private per le spese di acquisto di autobus nuovi 6 maggio 1974, n. 14 Contributo agli Enti locali e alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile; 6 maggio 1974, n. 15 Contributo alle imprese private per le spese di acquisto di autobus nuovi" N 423: "Provvedimenti per l'esercizio dello sgombero della neve" presentato dalla Giunta regionale in data 23 maggio 1979.
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame deliberazione Giunta regionale: "Determinazione delle tariffe relative ai servizi di raccolta, allontanamento, depurazione e scarico delle acque (artt. 16 e 17 della legge 10.5.1976 n. 319)"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Determinazione delle tariffe relative ai servizi di raccolta, allontanamento, depurazione e scarico delle acque (artt. 16 e 17 della legge 10.5.1976 n. 319)".
La parola al relatore, Calsolaro, Presidente della II Commissione.



CALSOLARO Corrado, relatore

Signor Presidente, la Commissione, dopo l'esame e l'approvazione della deliberazione contenente la determinazione delle tariffe relative ai servizi di raccolta, allontanamento, depurazione e scarico delle acque, ha ritenuto opportuno sottoporre all'attenzione del Consiglio alcune questioni che hanno formato oggetto di particolare riguardo nel corso della discussione del provvedimento.
La prima questione riguarda l'individuazione dei soggetti tenuti al pagamento dei canoni relativi al servizio di fognatura e a quello di depurazione. Per il primo servizio non vi è dubbio che il canone vada pagato da tutti coloro che sono allacciati alle reti fognarie; per il secondo servizio si è ritenuto opportuno che in relazione ai benefici ambientali da esso arrecati, vadano considerati come utenti tutti coloro che sono residenti nei Comuni consorziati od equiparati dove sono installati ed operanti gli impianti indipendentemente dal fatto che la rete fognaria di cui sono utenti sia allacciata ad essi.
La legittimità della soluzione adottata si fonda su co-nsiderazioni di carattere politico ed amministrativo.
Si va rilevare infatti che gli oneri relativi ai servizi igienico sanitari del tipo in oggetto sono sempre stati collocati fra le spese indivisibili nel senso che hanno quasi sempre gravato total mente sui bilanci degli Enti locali, supponendosi che il vantaggio non fosse rivolto direttamente ai singoli cittadini serviti, ma alla generalità della popolazione. La legge 319 ribalta questa interpretazione disponendo il recupero dell'onere a carico dell'utente, ma non fino al punto di attenuare il carattere di pubblica e generale necessità del servizio.
E' infatti evidente che la depurazione parziale in una situazione transitoria, peraltro finalizzata alla realizzazione del piano di risanamento delle acque, costituisce pur sempre un beneficio di ordine generale. D'altra parte deve essere evitato che l'esecuzione di opere ecologiche in determinate aree del territorio possa dar luogo ad una sorta di penalizzazione nei confronti dei relativi utenti.
I tempi e i modi di esecuzione verranno stabiliti dalla pubblica amministrazione secondo criteri ed obiettivi di interesse generale.
L'adozione di una diversa soluzione quale quella che addossasse i costi ai soli utenti del servizio direttamente allacciato all'impianto potrebbe suscitare resistenze e quindi ritardi nella realizzazione delle opere, che deve invece dipendere da valutazioni tecniche e non dall' opportunità di adottare o di evitare il relativo canone.
La soluzione adottata, oltre ad apparire equa in senso sostanziale, ha anche il pregio di incentivare la domanda in direzione del sollecito completamento del sistema di tutela ecologica.
La seconda questione riguarda la struttura della tariffa costituita dai costi di capitale e di esercizio. Il costo del capitale, da intendersi secondo la deliberazione, è quello della ricostituzione delle opere di fognatura e di depurazione, ripartite in annualità costanti calcolate con riferimento a valori ed a tempi.
E' stato osservato che questa norma potrebbe essere in contrasto con le disposizioni della legge 10 e specificatamente degli articoli 49, 51 e 52 della legge regionale n. 56 sulla tutela e l'uso del suolo, in quanto essi prevedono che nella determinazione degli oneri di urbanizzazione si tenga anche conto di quelli relativi alle reti fognarie e agli impianti di depurazione, dando così luogo ad una sorta di duplicazione degli oneri a carico degli utenti.
Si tratterebbe in realtà dello stesso tipo di difformità verificatasi nel settore delle costruzioni civili fra coloro che edificarono senza corrispondere gli oneri di urbanizzazione e coloro che invece li corrisposero. Tipico a questo riguardo il caso delle strade di lottizzazione troppo spesso assunte a carico delle Amministrazioni comunali senza alcun contributo da parte dei lottizzatori.
Queste disparità di trattamento sono però state superate con le modificazioni intervenute nel quadro normativo per cui non esiste nessuna preoccupazione né di ordine politico né di ordine giuridico. Sotto il profilo tecnico invece è da escludersi che possa trattarsi nella fattispecie di una duplicazione di oneri.
Secondo l'art. 12 della legge 10 i proventi degli oneri di urbanizzazione hanno una destinazione specifica voluta dalla legge, dalla quale non possono essere sottratti. Ciò non significa però che essi debbano essere destinati pro quota alla costruzione delle singole opere delle quali si è tenuto conto per la determinazione del contributo afferente alla concessione, tanto è vero che fra le destinazioni previste dall'articolo in questione vi è quella del risanamento dei complessi edilizi compresi nei centri storici che non ha alcun riferimento con le infrastrutture primarie o secondarie.
Infine, le somme introitate con l'applicazione delle leggi 10 e 56 e quelle da introitarsi con i canoni di cui all'articolo 16 della legge 319 hanno natura diversa; mentre infatti le prime sono da ritenersi entrate in conto capitale relative al primo impianto delle infrastrutture necessarie le seconde attengono più propriamente all'esercizio comprendendosi in tale espressione anche la costituzione dei fondi per la reintegrazione del capitale.
Le tariffe vengono così a coprire gli oneri successivi, posteriori cioè alla realizzazione dell'opera.
Una terza questione riguarda l'opportunità che il sistema tariffario adottato sia idoneo ad incentivare l'accesso ai depuratori pubblici della maggior quantità possibile di liquami per l'economia di scala che in questo modo potrebbe essere conseguita.
Va osservato che l'orientamento politico della tariffazione, o meglio dell'intero piano di risanamento, è quello di minimizzare i costi globali di bonifica ecologica contemplando contemporaneamente quelli gravanti sui privati e quelli di competenza dell'Ente pubblico.
In tale logica è evidente l'opportunità di favorire l'accesso ai depuratori pubblici della maggiore quantità possibile di piccoli scarichi privati o industriali, evitando la polverizzazione di investimenti privati nel settore con una conseguente scarsa redditività ed efficienza.
La questione dell'economia di scala va valutata però con una certa cautela in quanto la maggior parte degli impianti previsti nel piano di risanamento ha già dimensioni tali da consentire le maggiori economie di scala prevedibili. Si deve infatti considerare che il valore di soglia è molto basso e che la diminuzione dei costi al di là della soglia è pressoché irrilevante, sempre che in concreto non si abbiano poi a riscontrare costi crescenti per la difficoltà di reperire grandi aree o di smaltire eccessive quantità di fanghi.
Se la raccomandazione di incentivare l'afflusso degli scarichi pu essere accolta non è molto probabile in assoluto che abbiano a derivarne vantaggi sostanziali in ordine ai costi globali di esercizio se non per quanto attiene ad una maggiore diluizione delle spese fisse e di quelle amministrative.
Per quanto si riferisce poi all'eventuale formulazione di tabelle di scarico particolari per il singolo Comprensorio o per il singolo impianto difformi cioè da quelli previsti dalla legge 319, e conseguenti ad una specifica progettazione dell'impianto stesso, va osservato che la previsione di maggiori spese per il dimensionamento del depuratore o per l'accettazione di speciale inquinante troverebbe giustificazione solo nel caso in cui vi siano grossi volumi di determinati inquinanti industriali che affluiscano al depuratore con impegni a lunga scadenza.
E' evidente che se sarebbe talora antieconomico incoraggiare talune industrie a depurare nei limiti della tabella A autoescludendosi dal depuratore pubblico, sarebbe d'altra parte imprudente procedere ad onerosi investimenti lasciando a questa utenza la facoltà di modificare in qualsiasi momento le proprie scelte.
I costi reali di depurazione possono oscillare largamente anche in breve tempo, in relazione al valore delle materie recuperate, alle modificazioni dei cicli produttivi e alle continue innovazioni tecnologiche.
L'adesione dei privati agli impianti pubblici di depurazione dovrà essere vista con favore e come tale opportunamente agevolata senza che ci debba condurre al condizionamento delle loro dimensioni, all'esigenza dei privati o alla predisposizione di tabelle di scarico particolari che penalizzerebbero coloro che, alla loro volta, nel rispetto di quanto previsto dalla legge 319, avessero predisposto i propri impianti di pretrattamento, i propri cicli produttivi in funzione di tali tabelle.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale Visti gli articoli 16 e 17 della legge 10 maggio 1976, n. 319 Visto il D.P.R. 24 maggio 1977 che, in ottemperanza a quanto prescrive l'art. 17 della legge 319/76, predispone formule tipo per la determinazione del canone e l'applicazione del le tariffe di cui all'art. 16 della legge citata Vista la proposta della Giunta regionale relativa alla determinazione delle tariffe relative ai servizi di raccolta, allontanamento, depurazione e scarico delle acque Sentita la competente Commissione consiliare delibera 1) di approvare i criteri di determinazione dei costi relativi ai servizi di fognatura e di depurazione di cui all'allegato A 2) di approvare i criteri di determinazione delle tariffe massime da applicarsi dagli Enti erogatori dei servizi di fognature e di depurazione di cui all'allegato B 3) di approvare i criteri di determinazione semplificata delle tariffe da applicarsi dai Comuni minori, nonché i criteri di riparto degli oneri relativi ai collettori consortili di cui all'allegato C 4) di approvare le modalità di presentazione della denuncia delle quantità e qualità delle acque scaricate di cui all'allegato D 5) di approvare le modalità di formazione dei ruoli nominativi per la riscossione dei canoni di cui all'allegato E 6) di delegare la Giunta a predispone gli occorrenti modelli.
Gli allegati A, B, C, D, E fanno parte integrante della presente deliberazione.
delibera inoltre 7) di dare mandato alla Giunta di procedere all'ulteriore acquisizione dei parametri tecnico-economici relativi alle infrastrutture ed alla gestione dei servizi di fognatura e di depurazione, istituendo a tal fine attraverso gli Assessorati competenti, procedure informative uniformi con i Comuni, i Consorzi e gli Enti esercenti i servizi di acquedotto 8) di impegnare la Giunta regionale a predisporre ed a presentare al Consiglio regionale per l'approvazione (entro due anni) proposte di aggiornamento della presente deliberazione".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Interventi di promozione della domanda

Esame progetto di legge n. 151: "Promozione della domanda turistica"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 151: "Promozione della domanda turistica".
La parola al relatore, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, relatore

L'art. 56 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, determina il contenuto delle funzioni amministrative trasferite alle Regioni a Statuto ordinario in materia di turismo e di industria alberghiera: esse concernono tutti i servizi, le strutture e le attività pubbliche e private riguardanti l'organizzazione e lo sviluppo del turismo regionale.
L'art. 4 dello stesso D.P.R. stabilisce che le Regioni non possano svolgere all'estero attività promozionali relative alle materie di loro competenza se non previa intesa con il Governo e nell'ambito degli indirizzi e degli atti di coordinamento di cui all'art. 3 della legge 22 luglio 1975, n. 382.
In particolare, l'art. 57 del D.P.R. n. 616 stabilisce che ferma restando la competenza regionale per l'attività promozionale turistica all'estero per le iniziative realizzate nel proprio territorio, per le quali le Regioni devono utilizzare, normalmente, le strutture dell'ENIT, ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. n. 6 del 14 gennaio 1972, e nei limiti di quanto previsto dall'art. 4 del D.P.R. n. 616 per la propaganda all'estero delle iniziative e delle attività turistico-alberghiere proprie di ciascuna Regione le Regioni si avvalgano dell'ENIT per l'istituzione e la gestione di uffici di rappresentanza, di informazione e di promozione turistica all'estero.
Il DPR. n. 616 completa così il quadro delle competenze spettanti alle Regioni in materia di promozione turistica, con alcune limitazioni, per ragioni di indirizzo e di coordinamento nazionale, quanto all'azione da svolgersi nei confronti dell'estero.
La Giunta regionale ha presentato in data 6 dicembre 1976 il ddl regionale n. 151 contenente "Interventi diretti alla promozione del turismo regionale. Promozione della domanda turistica". Il ddl è stato successivamente modificato dalla stessa Giunta regionale per il necessario adeguamento al D.P.R. n. 616 e alle norme che regolano la contabilità regionale.
Esaminato dalla V Commissione, viene rimesso per l'approvazione al Consiglio regionale.
Con il trasferimento delle competenze in materia di turismo, la Regione ha assunto il compito della promozione turistica nel mercato interno e, nei limiti fissati dal D.P.R. 616, in quello internazionale.
Fra le azioni promozionali più significative realizzate dall'Assessorato regionale al turismo della Regione Piemonte sono da ricordare le due campagne pubblicitarie invernali e quella estiva di "Orizzonte Piemonte"; la realizzazione di nove opuscoli divulgativi di sostegno, con una varietà di edizioni in italiano, francese, tedesco inglese e spagnolo, per un numero complessivo di circa 2 milioni di copie la realizzazione di cinque documentari turistici, anch'essi plurilingue; la partecipazione a mostre specializzate in Italia ed all'estero; ed infine l'organizzazione del servizio informazioni turistiche e di assistenza ai visitatori della Sindone, con la realizzazione di stampati ed opuscoli.
Quest'attività si è svolta nel quadro del programma di intervento per lo sviluppo del turismo, previsto dal Piano regionale di sviluppo i cui obiettivi sono individuati nella riorganizzazione e nel potenziamento selettivo e qualificato delle strutture ricettive e nella promozione di una domanda qualificata socialmente e culturalmente.
Tra le iniziative ed i provvedimenti da assumere il programma di intervento del piano prevede, per l'appunto, la promozione di tutte le iniziative e le manifestazioni capaci di incidere sulla domanda turistica: da campagne pubblicitarie a livello nazionale e internazionale, a manifestazioni fieristiche di vario tipo e natura; dal coordinamento delle attività svolte dagli Enti provinciali per il turismo e dalle aziende di soggiorno, alla ricerca sulla potenzialità turistica prevedibile come base essenziale per ogni intervento programmatorio.
In particolare, per la propaganda turistica dell'Ente Regione, il piano individua nella carenza di propaganda turistica uno dei fattori principali che avrebbero concorso a provocare la recessione in atto del settore e fa emergere la necessità di condurre a perfezione un apposito strumento legislativo per l'intervento della Regione nella promozione del turismo con una previsione di spesa annuale da destinare alla propaganda di 500 milioni di lire. Rilievi analoghi vengono fatti in merito all'incentivazione della Regione alle attività promozionali di altri Enti, per la quale si ritiene di dover destinare la somma annuale di 400 milioni di lire.
Il capitolo n. 8230 del bilancio di previsione per il 1979 destina per lo svolgimento delle attività concernenti il turismo e per la propaganda turistica la somma di 900 milioni di lire, con riferimento alla legge 31 luglio 1959, n. 617, e al D.P.R. 14 gennaio 1972, n. 6.
La regionalizzazione della legge statale n. 617 consente alla Regione di disporre di un proprio strumento operativo e di attuare concretamente il trasferimento delle funzioni nella materia della promozione della domanda turistica ai sensi del D.P.R. 616.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Ha chiesto di parlare l'Assessore Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

I dati statistici relativi alle entrate dimostrano che nel settore del turismo c'è un aumento di circa 5 mila miliardi.
L'iniziativa Orizzonte Piemonte ha portato un aumento di turisti del 7%, tant'è vero che la regione è passata dal settimo al quarto posto.
Per quanto riguarda gli aspetti dell'immagine turistica il Piemonte ha tenuto conto delle zone montane, collinari, lacuali e del fatto culturale.
Per quanto riguarda la presenza all'estero, la Regione Piemonte si avvale delle strutture dell'Enit, Ente per il quale il Parlamento sta discutendo una legge di riforma. La Regione è stata presente in diverso mostre: Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, con una spesa che si aggira attorno ai tre milioni per ogni presenza. Anche questo aspetto deve trovare collocazione nella legislazione regionale.
La V Commissione ha approvato all'unanimità il disegno di legge presentato dalla Giunta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Passiamo alla votazione dell'articolato: "Articolo 1 - Allo scopo di promuovere lo sviluppo del turismo piemontese, la Regione dispone interventi per: a) la propaganda turistica, sia in Italia che all'estero b) la partecipazione a fiere, mostre ed altre manifestazioni nazionali ed estere c) gli acquisti e gli approntamenti di materiale in funzione delle attività di cui alle precedenti lettere a) e b) d) ogni altra attività utile all'incremento del movimento turistico verso la Regione.
Le attività promozionali all'estero sono svolte in conformità agli artt. 4, secondo comma, e 57 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Per la realizzazione, degli interventi di cui all'art. 1 la Giunta _regionale, sentita la competente Commissione consiliare approva, entro il 30 settembre di ogni anno, il programma tecnico finanziario delle iniziative da attuare nell'anno successivo.
Il 7% dello stanziamento può essere destinato a fondo di riserva per le iniziative non prevedibili al momento dell'approvazione del programma.
Per l'attuazione del programma o di singole iniziative la Giunta regionale può avvalersi di Enti od organizzazioni idonei allo svolgimento dell'attività programmata".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Alle spese derivanti dall'attuazione della presente legge si fa fronte, per l'anno finanziario 1979, con lo stanziamento di cui al capitolo n. 8230 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Le spese per gli anni finanziari 1980 e successivi saranno determinate con le leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello no, minale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame legge rinviata dal Governo: "Tutela del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Punto sesto all'ordine del giorno: "Esame legge rinviata dal Governo 'Tutela del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte'".
La parola al relatore, professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il testo di legge regionale recante il titolo "Tutela del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte" ritorna ancora una volta all'esame del Consiglio regionale, dopo che, il 22 gennaio 1979, veniva comunicato un nuovo rinvio da parte del Governo.
Le motivazioni addotte erano, di fatto, quelle già menzionate nei precedenti rinvii e che tuttavia, da parte della V Commissione consiliare si ritenevano superate mediante adeguate precisazioni che, via via, erano state inserite nel testo o evidenziate nella relazione illustrativa.
In sintesi, le riserve espresse dal Governo nei confronti della proposta di legge regionale in esame facevano riferimento a possibilità di interferenza, da parte della Regione, nelle competenze statali previste sia dall'alt. 6 della Costituzione relativamente alla tutela delle minoranze linguistiche, sia dall'ordinamento scolastico nell'eventualità dell'organizzazione di corsi di educazione linguistica in collaborazione con le scuole.
Per tali motivi, analoga legge si era annata nel corso della prima legislatura regionale mentre, come è noto al Consiglio, la presente proposta è ormai giunta alla quinta revisione.
Oggi la V Commissione consiliare ribadisce l'importanza del problema che è stato ampiamente esaminato ed approfondito in molteplici circostanze secondo quanto risulta dagli atti e dalle relazioni precedenti, e ribadisce altresì l'opportunità di dare una risposta concreta e possibilmente definitiva alle istanze emergenti a tale proposito dalla realtà regionale che vede coinvolti Enti locali e Comunità montane, oltre a numerosi Enti Associazioni e gruppi di cultori della materia.
Nel corso dell'ultima revisione dei lavori, la Commissione ha preso atto che la comunicazione del rinvio da parte del Governo risalente al 22 gennaio scorso richiama esplicitamente, nell'ambito dell'ultimo testo approvato, il 21 dicembre 1978, dal Consiglio: l'art. 3, in quanto "pu comportare la violazione della riserva statale di cui all'art. 40 del D.P.R. n. 616/1977 in tema di formazione e addestramento professionale dei dipendenti statali ed inoltre consente forme generali di intervento eccedenti le competenze regionali"; e successivamente l'art. 4, di cui si rileva "l'illegittimità che viola la riserva statale in materia di ordinamento scolastico".
Da tale comunicazione di rinvio risulterebbe dunque che; in particolare, gli articoli 3 e 4 del precedente testo approvato dal Consiglio regionale contengono i motivi determinanti per l'avvenuto rinvio da parte del Governo; nulla viene invece eccepito nei confronti di altri articoli.
Pertanto, su proposta del primo proponente del testo iniziale, avv.
Calsolaro, la Commissione ha ritenuto opportuno procedere alla soppressione dei due suddetti articoli, mantenendo pressoché inalterata la parte restante del progetto.
Il testo odierno, se viene posto in correlazione con quello approvato il 21 dicembre 1978 e rinviato dal Governo, si differenzia nel seguente modo gli articoli 3 e 4 sono soppressi l'art. 5 diventa articolo 3, con un'aggiunta migliorativa tendente ad evidenziare il rispetto delle competenze statali l'articolo 6 diventa articolo 4, che risulta modificato in analogia con quanto stabilito dall'art. 6 della legge regionale 28 agosto 1978, n.
58 ("Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali").
Procedendo nell'ordine, gli articoli del testo che oggi si propone all'approvazione del Consiglio sono complessivamente n. 5 e presentano i seguenti aspetti: l'art. 1 indica le finalità del provvedimento, nell'ambito delle funzioni di cui all'art. 49 del D.P.R. 14 luglio 1977, n. 616 e nel rispetto delle competenze statali di cui all'art. 6 della Costituzione, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio etnografico e culturale del Piemonte, in applicazione degli articoli 5 e 7 dello Statuto l'art.2 stabilisce la concessione di contributi annuali ai Comuni e ai loro Consorzi, alle Comunità montane, agli Enti, agli Istituti e alle Associazioni che svolgono attività di studio, di ricerca, di tutela e valorizzazione nella materia l'art. 3 istituisce una commissione quale organo consultivo dell'Assessorato regionale all'istruzione e ai beni culturali l'art. 4 indica le procedure per l'erogazione dei contributi, in analogia a quanto stabilito dall'alt. 6 della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 l'art. 5 stabilisce le note finanziarie (sulle quali la I Commissione consiliare, già in occasione della precedente approvazione, espresse parere favorevole).
Il suddetto testo di legge può sembrare limitativo e anche incompleto se confrontato con quelli precedenti. Tale sarà probabilmente l'opinione dei gruppi di cultori, delle associazioni, degli stessi Enti locali e Comunità montane che vivono il complesso problema nella loro articolata realtà.
D'altra parte, sarebbe assurdo oggi persistere in un'interpretazione che, pur essendo efficace dal punto di vista operativo, potrebbe generare ulteriori incomprensioni nei rapporti con il Governo e, in ispecie, inutili dispersioni di tempo e di energie nell' ambito regionale.
La Commissione ritiene piuttosto che, se il problema è veramente sentito e vissuto e ciò è ampiamente documentato nel rispetto dei singoli ruoli e competenze, il testo attuale offre possibilità di svolgimento di un'attività di ricerca, studio e promozione, a seconda dei casi, da parte di tutti coloro ("Enti, Associazioni, gruppi, studiosi") che vogliono impegnarsi a fondo per l'avvio a soluzione del problema stesso.
Concludendo, anche a nome dei colleghi della V Commissione consiliare invito il Consiglio regionale ad accogliere favorevolmente il testo di legge nella stesura ancora una volte riveduta e, a nostro avviso, adeguata alle precisazioni pervenute dal Governo e altresì alle esigenze socio culturali della comunità regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Desidero comunicare che la conferenza dei Capigruppo ha preso in esame l'opportunità di presentare e approvare nella seduta odierna un disegno di legge concernente misure e provvedimenti a favore delle Forze dell'Ordine.
Questo comporterà necessariamente una breve riunione della I Commissione che deve esaminare la questione finanziaria e riunioni di quei Gruppi che intendano confrontarsi.
La parola al Consigliere Oberto sul provvedimento in discussione.



PAGANELLI ETTORE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta colleghi Consiglieri, mi propongo alcune rapide se non brevi considerazioni di carattere generale sulla legge di cui stiamo discutendo.
Il mio pensiero sull'essenza o sulla sostanza della legge, così come era stata concepita e portata innanzi in origine secondo linee e fini ben determinati e chiari, l'ho già espresso qui parlando in piemontese qualche tempo fa e in vari scritti remoti e recenti. Le mie convinzioni radicate restano quelle.
Ad evitare equivoci interpretativi dirò subito che se mi determinerò a votare in positivo la proposta odierna, dopo la discussione in aula, e sempre che la mia proposta che formulerò non venga seguita, lo far esclusivamente per disciplina di Gruppo e non per convinta adesione partecipativa alla soluzione che è stata prescelta. Non che sia mancata di suggestione suasiva la relazione della dottoressa Soldano, che considero tra le più perspicue personalità del nostro Consiglio, traspare per chiaramente dalla relazione lasciatemelo dire in piemontese quel tanto di "magun" perché la legge non è più quella che insieme volevamo, seguendo le piste segnate dal Consigliere Calsolaro che ne è stato il promotore.
La legge nel testo nuovo, appare, per così dire, violenta, ma mi pare attagliata al caso, come castrata, snaturata; vengono meno gli attributi essenziali che erano contenuti nel testo originario degli articoli 3 e 4 dove si prevedeva la formazione di corsi di preparazione e di perfezionamento all'insegnamento e dove si prevedeva la creazione di corsi di educazione linguistica, mancando i quali noi sostanzialmente manchiamo al nostro preciso dovere di legislatori regionali.
Io sarei qui per sollevare conflitto di competenza e di attribuzioni tra la Regione e lo Stato, facendo la proposta che si mandi innanzi il testo primitivo della legge fino a far portare, ove occorra, dinnanzi alla Corte Costituzionale la soluzione relativa a quelle che sono competenze attribuzioni che spettano ad un Consiglio regionale che senta la dignità e abbia la volontà di far valere le concezioni di fondo e di base in argomenti che non impegnano assolutamente il bilancio statale, che non impingono, anzi dimostrerò dopo che corrispondono ad atteggiamenti relativamente recenti dello stesso Parlamento italiano.
Basta con la supina accettazione e con l'adeguamento a certe ombrate visioni centralistiche che sono oltretutto espressioni di una pavida, quasi sciocca gelosia che ricorda molto da vicino un concettuale modo di comportamento adottato non molti anni fa da un sistema che non era affatto democratico.
Il Presidente della Giunta ha scritto sulla Gazzetta del Popolo all'indomani del ritorno della legge da Roma, un articolo con il titolo sdegnato: "Ci hanno bocciato la legge!", poi incalza subito dicendo: "Noi non ci arrendiamo". Ebbene vorrei chiedergli questa di oggi non è una resa? Sarà una resa a discrezione, o quasi, ma è una resa, dopo aver sbandierato quell'atteggiamento di resistenza che avevo applaudito e che oggi applaudo e che risollecito perché sia considerata come la linea sulla quale dobbiamo muoverci.
Mi interessa anche quel "bocciato" a cui è stato messo il punto esclamativo. Leo Pestelli, studioso di linguistica ed anche di dialettologia, accredita questo "bocciare" della lingua italiana come derivato dal dialetto piemontese "bucé" ricavandolo dal gioco delle bocce così come il dizionario Utet lo vuole derivato da una simile espressione dialettale toscana. L'uno e l'altro caso stanno a stabilire quale sia l'influenza delle voci regionali anche nella formazione del la cosiddetta lingua madre italiana.
Questa legge ha il primato dei rinvii: pro posta nel dicembre 1975 dal collega Calsolaro, il Consiglio l'ha votata il 19 maggio 1977 con una previsione di spesa di 50 milioni; è tornata in aula il 7 dicembre 1977 poi il 21 dicembre 1978 e oggi, 24 maggio 1979; due anni sono troppi per una legge semplice e buona nei fini e nei limiti; prendendo a prestito un'espressione che mi è piaciuta molto del Consigliere Enrichens, è una legge innocua e, sotto un altro aspetto, altamente utile.
E' una legge che ha un ancoraggio preciso e specifico nelle nostre norme statutarie, la cui realizzazione non turba i problemi d'impostazione di bilancio e non richiede variazioni di bilancio. E' una legge essenzialmente promozionale, rispettosa delle prerogative centrali spesso soltanto iattanti e non creative; è in linea persino con le norme contenute nel decreto ministeriale 9 febbraio 1979, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 50 del 20 febbraio, che ha un titolo apparentemente anodino amorfo: "Programmi, orari di insegnamento e prove di esame per la scuola media statale" che ha, a mio avviso, alti contenuti di principio, chiari e validi anche per quanto può riguardare la nostra legge. Il testo è pubblicato sull'ultimo numero della Lex.
Un preside di scuola media non piemontese, ma del Salernitano, dice: "Si è scritto: il dialetto entra nella scuola, ma il dialetto nella scuola era sempre entrato".
Ora entra per la porta principale facendo riferimento al decreto ministeriale. Il problema dell'insegnamento dell'italiano nelle scuole elementari e nelle scuole medie, specialmente in ambienti socio-culturali arretrati, era risolto in parte con il metodo della traduzione dal dialetto all'italiano corretto. La teoria del pensare in italiano era ed è un'utopia. L'affermazione "il dialetto entra nella scuola " non implica un dovere tassativo né scaturisce da una norma rigorosa, ma comporta soltanto una fra le tante indicazioni metodologiche dell'educazione linguistica. Si tratta di educazione linguistica, non più soltanto di insegnamento dell'italiano.
Il testo concordato dei nuovi programmi (decreto ministeriale 9.2.1979) reca "Parimenti non si trascureranno le varietà tipiche, ad esempio, della lingua colloquiale e familiare ".
Il che vuol dire, a mio parere, che la parlata dialettale, l'uso di espressioni familiari, il lessico locale sono da considerarsi elementi coadiuvatori all'apprendimento dell'italiano, vanno pertanto valorizzati nella loro autoctona genuinità, vanno inseriti come validità semantiche e culturali del tessuto storico-sociale della comunità scolastica anche in riferimento all'origine latina, vanno strumentalizzati e filtrati come coibenti ricorrenti nel contesto linguistico italiano, vanno utilizzati come punto di riferimento, connaturali come sono nel linguaggio preadolescenziale in un discorso interdisciplinare e globale ai fini della formazione dei discenti.
Signori Consiglieri, questa è la più piemontese delle leggi fatte finora. E' espressione dell'anima regionale per i nativi, per gli adottivi soprattutto per i giovani che frequentano le scuole, dove già parlano il dialetto.
La Regione, dopo l'approvazione della legge 382 e del D.P.R. 616, è maggiorenne, ha strumenti, ha possibilità di darsi autonomamente una linea di azione. Abbiamo detto che possiamo e dobbiamo fare il nuovo stato regionale: qualche passo, anche se ancora esitante, è stato mosso con lo strumento comprensoriale che avrà un'espressione caratterizzata piemontese quanto più la cultura piemontese sarà riconosciuta.
Non sono seguace di Macchiavelli perché sono piuttosto per le linee chiare e non per i fini che giustificano i mezzi, tuttavia accolgo, e non soltanto per l'argomento in discussione, il suo messaggio "rinnovare conservando". Cito un altro evangelista, non del mio credo, Gramsci: "Se non sappiamo di dove veniamo è ben difficile sapere dove vogliamo arrivare" e, più drasticamente ancora: "Subalterne sono le classi che non sanno di avere una storia alle spalle".
La Regione, rinunciando a questa legge così come era stata costruita dimostra di non conoscere la storia che è alle sue spalle.
E' un modo per salvare l'anima della Regione, per non essere standardizzati, perché il principio etnico-linguistico che è alla radice della vita regionale abbia la sua esaltazione; è un modo per rimanere se stessi.
Il Piemonte è il Piemonte nella storia, nella tradizione, nella cultura, nella civiltà, nel costume, nel patrimonio letterario e nel patrimonio linguistico.
Certo, ci sono i problemi gravissimi del Nord e del Sud dei quali abbiamo fatto motivo di attenzione nello Statuto, dei quali abbiamo fatto attuazioni .successive attraverso molteplici iniziative; ma desideriamo anche, come abbiamo fatto dal 1944 in poi, avere questi rapporti alla luce delle norme contenute nell'art. 5 dello Statuto regionale dove si dice che la Regione difende il patrimonio culturale anche nelle sue espressioni regionali.
Il collega Bianchi, più drasticamente, aveva proposto un emendamento al momento della formulazione dello Statuto, il quale diceva che la Regione tutela i beni culturali piemontesi, le parlate e le tradizioni popolari. E' mortificante l'atteggiamento dell'organo centrale.
Oggi, non è soltanto la pazienza che viene meno. E' cedimento.
Il Presidente Viglione che cosa dirà domenica in tema di tutela della cultura e della lingua della nostra Regione ai piemontesi riuniti ad Alba per la celebrazione della dodicesima festa del Piemonte? Sarò lieto di sentire la sua parola sdegnata, Signor Presidente della Giunta, se la legge passerà cosi mortificata nella sua essenzialità.
Il Piemonte con tutte le sue colpe di ieri e di oggi, vere o presunte piccole o grandi, non si merita la pena di morte e questa è una pena di morte che ci infliggiamo noi, perché ci mortifichiamo nella sostanza della nostra cultura.
Attenzione a non mitizzare niente! D'accordo. Ma la realtà non è un mito, la realtà è un'essenzialità. Noi creiamo dei fantasmi spegnimoccoli dell'unità nazionale: questo e quanto si dice a livello romano.
In Svizzera si parlano quattro lingue e non c'è Paese che senta di più l'unione attraverso quella confederazione.
La nostra parlata ha un contenuto, ha un interesse; è un patrimonio linguistico nella varietà delle sue espressioni: le parlate alessandrine e novaresi, le parlate astigiane e biellesi, le parlate canavesane, le monferrine, le vercellesi, le cuneesi, le albesi, le torinesi sono tutte componenti della prima radice della lingua piemontese.
Il Presidente della Giunta è andato in Russia recentemente per motivi di carattere enologico (e badate che io credo anche alla civiltà dei vini) e forse non ha colto là la notizia (riferita a noi dalla Gazzetta del Popolo, unico giornale che sente profondamente la necessità di esaltare questi valori) che 500 operai e tecnici (499 piemontesi, uno non piemontese che ha imparato il dialetto) a Togliattigrad erano seguiti da una interprete, Svetlana Pokoskina , insegnante all'Università di Leningrado di lingua italiana e che ha realizzato un corso facoltativo per lo studio del piemontese.
Signori Consiglieri, una lingua che prende il grado di insegnamento universitario in un paese tanto lontano e tanto diverso dal nostro è una lingua morta? Preferiamo l'italiano piemontesizzato? A me è capitato pochi giorni fa di sentire: "a me mi somiglia parei". Si è fatto questo scempio! Casalegno scrive: "Qualcuno accusa noi vecchi piemontesi di essere malati di nostalgia. Può darsi dice non è una colpa amare quello che rimane di un sereno mondo antico".
Quello che rimane, signori Consiglieri! Quanto rimane? Quanto si è conquistato in questi cento anni e quanto si è perduto? Emilio Chanoux, il martire valdostano di cui sono ricorsi pochi giorni fa i trentacinque anni dalla morte nel carcere di Aosta, il difensore delle autonomie, il commentatore della carta di Chivasso, ha scritto pagine eloquentissime in difesa della cultura e della lingua. La sera del 18 maggio; quando alle ore venti e trenta, vide nel corridoio del carcere per l'ultima volta la moglie che portava in grembo l'ultimo figlio rivolgendosi a lei usò il patois per dire: "mi hanno tormentato, mi hanno bastonato, mi hanno picchiato" aggiunse "zi pa prezà" (non ho parlato).
Anche in questo cogliere l'espressione inti, ma della voce materna c'è una rivendicazione del significato e del valore importante che, attraverso il testo del commentario, portano avanti i piccoli paesi piemontesi con un respiro chiaramente europeo, non soltanto sentito e avvertito, ma scritto che mandano un messaggio a tutti gli italiani e incentrano nella scuola e nella parlata locale l'essenza della loro rinascita.
Signor Presidente della Giunta, dopo il suo pubblico impegno, questo non le sembra un ammainare la bandiera? Vittorio Emanuele, Cavour, Massimo d' Azeglio, Brofferio, Giolitti Einaudi, questi ultimi della sua terra, parlavano, scrivevano, leggevano pensavano piemontese, letteratura che parte dai sermoni del 1300 fino ai testi del '700, dell'800, del '900 Nino Costa, con le poesie della Resistenza, Trabucco che, come Consigliere provinciale più di una volta ebbe a prendere la parola in quest'aula in difesa di questi valori e che stava curando una bibliografia di Costantino Nigra, autore di quei canti popolari piemontesi conosciuti in tutta Europa come espressione altissima di civiltà e di cultura di un tempo: questi uomini sono da trascurare? La loro cultura, la loro dottrina, la loro letteratura è da abbandonare? La Regione curi un'antologia piemontese, ne affidi la compilazione a centri esistenti come i Brandé, Cà da studi, Cenacoli, Mondovì Piazza e resterà una testimonianza dell'attaccamento e della credibilità nei valori della cultura. Questo mi pare che non violi la riserva statale.
Dignità della parlata torinese che fa dire a Gozzano: "Oh! il mio dolce dialet adorato più di qualunque parlare, più dell'italiano adoratissimo estraneo alla mia intima essenza di subalpino, appreso tardi con grande amore e con grande fatica come una lingua non mia. Il mio dolce parlare torinese, l'unico nel quale penso e l'unico che mi giunge al cuore suscitandomi schietto il riso e il pianto" L'Unesco, Signor Presidente della Giunta, è con lei quando nelle dichiarazioni del 1951, pubblicate soltanto nel 1953, prende l'impegno per l'Emploi des langues vernaculaires dans l'enseignement "; l'art. 87 dello Statuto Trentino-Alto Adige prevede "Garanzie per l'insegnamento del ladino nelle scuole", dove e parlato; la Valle d'Aosta con il suo bilinguismo; la Francia con la "Proposition des lois relatives all'enseignement des langues et des cultures regionelles" presentata al Parlamento.
La nostra non è un'azione vincolante, e un'azione stimolante e volontaristica Cerchiamo i docenti, prepariamoli, diamo dei contributi ad associazioni che preparino i docenti stessi.
Se si approva la legge mutilata così com'è stata proposta vale la pena di considerarne il finanziamento : i 50 milioni possono andar bene per questo scorcio di tempo essendo soltanto metà anno che potrà usufruirne.
La Giunta ha ritenuto considerevolmente aumentato l'interesse nazionale per la cultura piemontese (è scritto nella deliberazione n 17920 che stanzia per una mostra e per qual che collaterale iniziativa che muovono dalla pubblicazione di Nuto Revelli "Il mondo dei vinti", sul cui contenuto ho qualche riserva da fare in relazione al limite che mi sembra di poter vedere evidenziato per la montagna piemontese, mentre è circostante la condizione purtroppo di tutta la montagna europea e centro-europea) e proprio in considerazione dell'aumentato interesse per la cultura piemontese, ha dato un contributo di 85 milioni all'Arci.
C'è un confronto? C'è rapporto tra lo stanziamento di questa legge e quell'altro? Concludo. Leo Pestelli ha detto: "Chi ama e coltiva il piemontese nelle sue delizie è benissimo armato per conoscere l'italiano".
Nelle scuole dei centri montani e di campagna l'argomento può essere affrontato senza problemi e senza limitazioni. Più difficile l'applicazione nelle scuole dei centri con parziale immigrazione, periferia di Torino ed in alcune espressioni abbastanza importanti in varie parti del Piemonte difficoltà maggiore per Torino dove è massiccia la presenza degli immigrati (che pero parlano dialetto. Li abbiamo sentiti alla Famija Turineisa poche sere fa).
Mi spero ch'a sia l'ultima vira che parloma ancora anbele sì ad costa lege. An congedo con ad vers d'an poeta sicilian, Ignazio Buttitta,che nel suo dialetto e nella sua lingua esprime il valore della parlata dei padri proponendo il rigetto dei rilievi governativi, perché infondati e illegittimi, portando innanzi il testo della legge com'era stata inizialmente proposta dice: "un populo diventa poiru e servu quando ci arrubano a lingua adottata dai patri; e persu più sempri ".
Noi, popolo piemontese, non vogliamo perderci.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Su questo argomento ho già dovuto spendere molte parole a causa dei ripetuti rinvii da parte del Governo.
Le considerazioni del collega Oberto sono certamente giuste. Non è per possibile approvare la legge nel testo originario essendo già stato modificato due volte. Se si fosse trattato di riapprovare la legge per andare davanti alla Corte Costituzionale, lo si sarebbe dovuto fare sul primo testo e non su di un testo ampiamente mutilato.
Questa è la ragione sostanziale per la quale il nostro Gruppo accede all' ipotesi che, attraverso la riscritturazione del testo legislativo, la legge possa ottenere l'approvazione da parte del Governo.
E' evidente che, nel caso di un rinnovato rinvio, il Gruppo socialista si riserva di assumere un'iniziativa di più vasto respiro e di maggiore impegno politico-costituzionale, che si richiami alla primitiva proposta di legge, per sottoporla al voto del Consiglio regionale e per affrontare l'eventuale giudizio della Corte Costituzionale affinché sia posto un punto fermo a tale incredibile vicenda.
Nell'ipotesi odierna non resta che approvare la legge così come è stata proposta con la riserva che ho fatto.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola alla dottoressa Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura

Nel prendere in esame per la quarta volta questa proposta di legge il nostro Gruppo deve prendere atto con rammarico del fatto che a causa dei numerosi rinvii da parte del Governo questo provvedimento appare mutilato e ridotto. Vogliamo tuttavia ribadire la nostra posizione rispetto a un problema culturale e sociale che ha notevole rilevanza.
Mi preme mettere in evidenza essenzialmente due punti 1) siamo in presenza di un atto legislativo che costituendo un adempimento pure limitato degli articoli 5 e 7 dello Statuto regionale fonda il suo valore sull'avvio di un'operazione di recupero di un patrimonio culturale che rischia sempre più di essere sospinto verso aree di emarginazione e di subire quindi un inesorabile e progressivo snaturamento. Questa volontà e questo impegno, seppure oggi sono stati pesantemente limitati ci sembrano coerenti con le linee più ampie di politica culturale della nostra Regione, linee che hanno preso le mosse dalla legge sui beni e sulle attività culturali varata nel luglio 1978.
2) ci sembra che lo spirito ed i contenuti della legge, ponendo riguardo alle espressioni linguistiche delle singole comunità vadano nella direzione di una reale attivazione della cultura locale e popolare attivazione che, favorendo la consapevolezza e la conoscenza, pone Al riparo da un "consumo" pseudo-folcloristico (ricordo che il Consigliere Calsolaro nel dibattito precedente aveva parlato di consumo turistico) queste "isole" di cultura che invece passano attraverso questo processo difendere la loro dignità, i loro valori e ritrovare condizioni di sviluppo e momenti di integrazione.
Ci sembra dunque che questa legge, pure mutilata, risponda ad esigenze sentite dalla comunità piemontese che è particolarmente ricca di tradizioni locali fortemente radicate nella storia e di espressioni linguistiche varie e variamente disseminate specie nelle vallate alpine.
Queste condizioni minoritarie, queste realtà umane che per diverse vicende vivono uno stato di subalternità, ci spingono sempre alla riflessione sui modi dello sviluppo della nostra società, specie negli ultimi decenni. Processi accelerati di concentrazione urbana, sradicamenti definitivi di popolazioni che vivevano nelle campagne, impoverimento progressivo delle zone di recesso, perdita di identità.
L'inflazione del linguaggio sociologico ha attenuato molto il senso di queste parole. Ma quanti drammi dietro questi impossibili o faticosi assestamenti, quanto spreco di esperienze umane, di cultura, quanto silenzio da estraneità. Quanta gente, popolo, sradicato dai luoghi regioni, linguaggi, abitudini, gente che è venuta dal Sud, dal Veneto dalle campagne della nostra regione.
Non voglio incominciare un discorso che porta ovviamente lontano. Non voglio neppure commisurare l'ampiezza di questi problemi con il provvedimento legislativo che stiamo approvando. Voglio dire che una fra le tante cose che bisogna fare per ricostruire un tessuto sociale che in molti punti è ormai andato in pezzi, può anche essere quella di prendere nel modo giusto questi aspetti di vita di una comunità. Nel modo giusto, cioè contrastando la tendenza a distorcere la cultura popolare in immagini di maniera, a costringerla in rituali da fiera che la privano di dignità, ma invece riconoscendo priorità di interventi che consentano a ogni comunità un recupero attivo e autonomo dei propri valori.
La legge per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte ci sembra possa muovere, anche se faticosamente, in questa direzione.
Ci auguriamo che non rimanga un atto isolato, che si accompagni ad altri interventi di recupero della cultura delle classi subalterne, che corrispondano alle ricerche più avanzate di antropologia, di demologia e di linguistica.
E' questa la strada per saldare una politica culturale democratica a processi più ampi e complessi di sviluppo economico e sociale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Tutte le volte che mi sono occupato in veste di Presidente della Giunta di questa legge, negli incontri a Roma, mi sono reso conto che il Governo è lontano dal cogliere i problemi delle minoranze, le tradizioni locali, e rifiuta qualsiasi discorso su questo tema. Sarà per incultura, sarà per un immotivato rifiuto a cedere un'ulteriore competenza, un centralismo autoritario che si riscontra ancora in molti funzionari. In realtà non ho saputo dare una risposta a questo atteggiamento.
La tradizione locale non ha solo valore locale, ma assurge a valore nazionale, è una delle tante componenti che formano il Paese.
In questo momento di fronte alla Corte Costituzionale giacciono 1300 provvedimenti, quindi anche il nostro ricorso dovrebbe attendere anni.
Ritengo invece opportuno riprendere immediatamente l'esame di questa materia con la presentazione di un nuovo testo modificato, ampio e completo. Quindi non ritengo si tratti di cedimento da parte nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto per dichiarazione di voto.



OBERTO Gianni

Il mio voto non è soltanto per disciplina di Gruppo, ma è in relazione alla dichiarazione di impegno del Presidente della Giunta sull'immediata presentazione di un nuovo testo completo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato: "Articolo 1 - Finalità. La Regione, nell' ambito delle funzioni di cui all'art. 49 del D.P.R. 14 luglio 1977, n. 616, e nel rispetto delle competenze statali di cui all'art. 6 della Costituzione, si propone, con la presente legge, di dare applicazione agli articoli 5, primo e secondo comma, e 7 dello Statuto ai fini della tutela e della valorizzazione del patrimonio etnografico e culturale del Piemonte, con particolare riguardo alle espressioni linguistiche delle singole comunità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 29 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Contributi. Ai fini previsti dal precedente articolo, la Regione concede contributi annuali ai Comuni ed ai loro Consorzi, alle Comunità montane, agli Enti, agli Istituti e alle Associazioni che svolgono attività di studio, di ricerca, di tutela e di valorizzazione nella materia di cui alla presente legge mediante l'organizzazione di corsi di studio, di seminari, di incontri e di convegni culturali; l'allestimento di mostre; la pubblicazione di riviste a carattere divulgativo e scientifico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Commissione consultiva. E' istituita una Commissione consultiva, composta da : 1) l'Assessore regionale all'istruzione, che la presiede 2 ) il Sovrintendente all'Ufficio scolastico regionale, o suo delegato 3) sette esperti designati da Enti particolarmente qualificati ed impegnati nella promozione della materia.
Il rappresentante di cui al numero 2) è nominato previo consenso e su designazione dell'Amministrazione di appartenenza. La Commissione è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale, dura in carica 5 anni e scade comunque con lo scioglimento del Consiglio regionale.
La nomina degli esperti è subordinata al parere delle competenti Commissioni consiliari. La Commissione è organismo consultivo dell' Assessorato regionale all'istruzione e ai beni culturali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Procedure. I soggetti di cui al precedente articolo 2 che intendono avvalersi della presente legge presentano domanda entro il 30 giugno ed il 31 dicembre di ogni anno all'Assessorato all'istruzione della Regione Piemonte. Le domande, firmate dal legale rappresentante del soggetto richiedente, devono essere corredate da: a) programma dell'attività per cui si richiede il finanziamento b) preventivo di spesa c) eventuale relazione sulle attività culturali precedentemente svolte nella materia.
La Giunta regionale, sentito il parere della Commissione consultiva di cui all'articolo 3 e della competente Commissione consiliare, delibera l'ammontare del contributo, disponendo, su domanda del soggetto interessato, l'erogazione di un'anticipazione di fondi nella misura massima del 60 % del contributo ammesso.
I beneficiari del contributo sono tenuti a presentare una relazione documentata sull'attività svolta, ammessa al finanziamento. La liquidazione del contributo, dedotta la somma eventualmente anticipata, è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale dopo l' adempimento da parte del soggetto beneficiario di quanto previsto dal precedente comma".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Norme finanziarie. Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa annua di 50 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1979, mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Contributi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte' e con lo stanziamento di 50 milioni in termini di competenza e di cassa.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1980 e successivi sarà istituito il capitolo di cui al precedente comma, con lo stanziamento e la denominazione ivi indicati.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Suggerisco una sospensione di 10 minuti per dar modo alla I Commissione di riunirsi per dare il proprio parere sui due disegni di legge che devono ancora essere approvati nella mattinata ed ai Gruppi di consultarsi sul progetto di legge relativo ai provvedimenti straordinari a favore delle Forze dell'Ordine.



(La seduta, sospesa alle ore 12,45, riprende alle ore 13,10)


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame progetto di legge n. 420: "Proroga dell'efficacia dei decreti del Presidente dello Giunta regionale 2/7/1975 n.2601 e 25/7/1975 n. 3016 (flora protetta)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto decimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 420: "Proroga dell'efficacia dei decreti del Presidente della Giunta regionale 2/7/1975 n.2601 e 25/7/1975 n. 3916 (flora protetta)".
Passiamo immediatamente alla votazione dell'articolato: "Articolo 1 - L'efficacia dei decreti del Presidente della Giunta regionale 2 luglio 1975, n. 2601 'Approvazione degli elenchi delle specie protette della flora delle Province di Asti, Cuneo, Novara e Vercelli' e del 25 luglio 1975, n. 3016 'Elenchi delle specie protette della flora delle Province di Alessandria e Torino' è prorogata fino al 31 dicembre 1979".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge



(Si procede alla votazione per appello no-, minale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Esame progetto di legge n. 418: "Interventi straordinari in agricoltura per le eccezionali calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978. Reintegrazione dell'anticipazione di cui alla legge regionale 3.10.1978 n. 60"


PRESIDENTE

Punto undicesimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 418: "Interventi straordinari in agricoltura per le eccezionali calamità naturali ed, eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978.
Reintegrazione dell'anticipazione di cui alla legge regionale 3101978 n.
60" La parola al relatore, Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola, relatore

Con legge regionale 3.10.1978 n 60 art 1, secondo comma veniva disposta la dotazione in termini di competenza di lire 11 000 milioni da destinarsi ai sensi dell'art 4 della legge 25.5.1970 n.364 per il ripristino delle strutture danneggiate dalle eccezionali calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978.
Per l'attuazione della succitata legge erano stati istituiti, sul bilancio per l'esercizio 1979, i capitoli 1030 di entrata e 3890 di spesa con la dotazione dr lire 11.000 milioni ciascuno.
Nella seduta del 3 maggio 1979 il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge n. 405 con cui determinato in lire 7.700 milioni l'onere derivante dagli interventi conseguenti all'alluvione del 7.3 1978 ha conseguentemente ridotto a tale importo le dotazioni dei capitoli 1030 dell'entrata e 3890 della spesa per l'esercizio finanziario 1979.
Ai fini di provvedere agli interventi conseguenti agli eventi eccezionali del 1978, eccedenti quelli strettamente dipendenti dall'alluvione del 7/8/1978, è necessario reintegrare, nel bilancio per l'anno finanziario 1979, per la concessione anticipata delle provvidenze previste dall'art 4 della legge 25.5.1970 n. 364, la residua dotazione di lire 3.300 milioni (11.000 - 7.700).
La Commissione ha dato parere favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'articolato: "Articolo 1 - Ai fini di provvedere ad interventi dipendenti dagli eventi eccezionali dell'anno 1978, di cui alla legge regionale 3/10/1978 n. 60, non coperti dalle disponibilità derivanti dalla legge 19/1/1979, n.
17, che sono state determinate in L. 7.700 milioni con il provvedimento legislativo approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 3/5/1979 (disegno di legge n. 405/1979), ai fini della concessione anticipata delle provvidenze previste dall'art. 4 della legge 25/5/1970, n. 364, nel bilancio per l'anno finanziario 1979 sono iscritti i capitoli di cui appresso con stanziamento pari alla residua somma di lire 3.300 milioni e con le seguenti denominazioni: nello stato di previsione dell'entrata, Cap. 1035 'Assegnazione di fondi da destinare ai sensi dell'art. 4 della legge 25/5/1970, n. 364, per il ripristino delle strutture danneggiate dalle eccezionali calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978, ad eccezione di quelle del 7 agosto 1978' e con lo stanziamento di L. 3,300 milioni in termini di competenza e di cassa, e nello stato di previsione della spesa, Cap. 3895 'Contributi ai sensi dell'art. 4 della legge 25/5/1970, n. 364, per il ripristino delle strutture danneggiate dalle eccezionali calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel 1978, ad eccezione di quelle del 7 agosto 1978' e con lo stanziamento in termini di competenza e di cassa di L. 3.300 milioni.
In caso di eccedenza delle somme anticipate dalla Regione per gli interventi di cui al presente articolo rispetto alle disponibilità derivanti dall'applicazione della legge 25/5/1970 n. 364, l'onere delle provvidenze concesse e non reintegrate resta a carico della Regione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge è dichiarata urgente ai termini dell'articolo 45, sesto comma, dello Statuto regionale, ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione finale sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 414: "Contributi da erogare alle aziende esercenti trasporti pubblici in copertura maggiori oneri derivanti dall'accordo nazionale del 24.1.1979"


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n, 414: "Contributi da erogare alle aziende esercenti trasporti pubblici in copertura maggiori oneri derivanti dall'accordo nazionale del 24.1.1979".
Non vi sono richieste di parola? Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Per consentire alle aziende esercenti trasporti pubblici nel Piemonte di far fronte agli oneri derivanti dall'accordo nazionale di lavoro, stipulato il 24/1/1979 presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale fra le Associazioni: ANAC, FENIT, Intersind e le organizzazioni sindacali, sostitutivo del ricalcolo degli aumenti periodici di anzianità soppressi dalla legge 91/1977, la Regione Piemonte concede alle aziende un contributo annuo pari a L. .297.000 annue per ciascun dipendente. La Regione riconosce altresì alle aziende stesse il maggiore onere derivante dalle liquidazioni per il trattamento di buonuscita ai dipendenti che cessano dal servizio, prevedibile in Lire 32 milioni per ciascuno degli anni 1978 e 1979.
Tale contributo viene ad aggiungersi a quelli previsti dalle leggi n.
56 del 24.11.1975, n. 61 del 14.12.1977 e n. 64 del 31.10.1978.
La decorrenza del contributo è fissata a partire dal 1° gennaio 1978 ed è comprensiva degli oneri previdenziali a carico dell'azienda".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - L'importo complessivo dell' onere derivante dalla presente legge ammonta a L. 475 milioni per il 1978 ed a L. 475 milioni per il 1979.
L'erogazione del suddetto contributo verrà effettuata con le modalità già adottate per l'erogazione del precedente contributo di L. 3.1 90.000 di cui alla legge 61 del 14.12.1977".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Il contributo di cui alla presente legge verrà conglobato nei provvedimenti economici che entreranno in vigore con La nuova legge finanziaria in corso di elaborazione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di 950 milioni ed, a decorrere dall'anno finanziario 1980, la spesa annua di 475 milioni.
All'onere di 950 milioni per l'anno finanziario 1979 si provvede per 300 milioni utilizzando la disponibilità esistente al capitolo n.
5890 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 per 650 milioni mediante un aumento, di corrispondente ammontare, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n.
5890 medesimo e contestuale riduzione, in termini di competenza e di cassa dello stanziamento di cui al capitolo n. 5900 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame progetto di legge n. 425: "Interventi straordinari a favore delle Forze dell'Ordine mediante erogazione di anticipazioni sui fondi di cui al decreto legge approvato dal Governo in data 23 maggio 1979 per il potenziamento delle strutture, dei mezzi e del materiale di equipaggiamento delle Forze dell'Ordine"


PRESIDENTE

Esame progetto di legge n. 425: "Interventi straordinari a favore delle Forze dell'Ordine mediante erogazione di anticipazioni sui fondi di cui al decreto legge approvato dal Governo in data 23 maggio 1979 per il potenziamento delle strutture, dei mezzi e del materiale di equipaggiamento delle Forze dell'Ordine".
Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo della Democrazia Cristiana ha sottoscritto la presentazione di questo progetto di legge superando alcune perplessità di carattere formale e regolamentare, non nascondendosi anche che la legge può impingere in motivi di competenza.
Non è il momento del discorso dei "se" che tuttavia si potrebbe fare molto ampiamente, e forse non è neanche il momento in cui ci si possa fermare di fronte alla violenza costante che pone nel mirino in modo particolare la nostra città.
Tutte le leggi debbono pervenire ai Consiglieri prima di arrivare in Consiglio, ma oggi siamo in 30/40 e molti Consiglieri non sono a conoscenza di questa disposizione di legge.
Riteniamo di assumerci questa responsabilità per l'eccezionalità del caso, non perché costituisca motivo di precedente per nessun'altra circostanza.
Ci rendiamo anche conto che possono essere sollevati dei conflitti di attribuzione e di competenza, in quanto le Regioni non hanno competenza specifica per interventi in materia di tutela dell'ordine pubblico, ma se al momento in cui si pensava di potenziare la polizia in tutte le sue forme non fossero stati creati ostacoli e difficoltà per motivi strumentali, che oggi invece noi non vogliamo adottare, la polizia sarebbe stata diversamente armata.
Chiudiamo il discorso. Voglio invece sperare che questo provvedimento ancorato com'é stato disposto al provvedimento legislativo nazionale ed ancorato all'esecuzione tempestiva di quella disposizione di legge, possa trovare accoglimento, cosa che mi auguro per la concretezza della situazione. Vi sia garanzia assoluta che non ci sarà né oggi né poi una strumentalizzazione per il fatto che l'intero Consiglio regionale è schierato in questa linea sia pure con quelle riserve che ciascuno di noi porta innanzi.
Ho davanti agli occhi in questo momento le scritte sui muri di Torino: "P.S., uguale a S.S.". Ho nelle orecchie gli urli di certi cortei promissi all'insegna dell'unitarietà, dove in testa si marciava tutti insieme, con una decisione sincera e schietta e in coda, ma neanche tanto in coda, si gridava: "Tutti uniti sì, ma contro la D.C.", Lasciate che queste cose si dicano perché soltanto essendo schietti con se stessi e con gli altri si può approvare questo testo di legge e si può augurargli una rapida e pronta applicazione nell'interesse di quei ragazzi del popolo che costituiscono la polizia, strumentalmente sradicata dalla realtà del popolo per molti anni e reinserita oggi, e me ne compiaccio, da tutti quanti.
Nella relazione si fa riferimento ad un accordo che deve essere stabilito; i tempi della procedura regionale sono certamente più brevi di quelli della procedura ministeriale, la scarsità del nostro contributo non credo possa fornire più di una decina di automobili blindate. E qui si potrebbe aprire la parentesi, che sono arrivati anche nel nostro Paese dalla Cecoslovacchia proiettili e armi che perforano i mezzi blindati, per cui ci sarebbe da chiederci se valgono ancora questi interventi.
Ma lasciamo da parte questo discorso per sottolineare invece l'opportunità dei proponenti quando dicono che questa nostra iniziativa venga in accordo con il Ministero dell'interno. Non vogliamo in questa sede discutere quello che è stato fatto o non è stato fatto dal Governo, dal Ministero degli interni e dal Parlamento, anche se avremmo dalla nostra parte tanti argomenti, diciamo sì a questa legge, l'approviamo in questo spirito augurandole l'applicazione rapida e concreta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nel corso dei 9 anni in cui siamo stati insieme, nessuna forza presente nel Consiglio regionale si è mai dissociata dal concetto della difesa della Costituzione, della difesa delle libertà e di una polizia organizzata in quanto a qualità più che in quantità. E' anche vero che il provvedimento di oggi non può risolvere il caso, esso è però un provvedimento che contribuisce a far crescere nel Paese una maggiore responsabilità verso questi problemi. Nessuna forza ha mai sostenuto che certe scritte potessero appartenere a partiti politici presenti in quest'aula. C'è anche un altro slogan che ho letto: uniti sì ma senza il PCI. Sono però fatti che mi lasciano del tutto indifferente. Non possiamo fermare la mano di coloro che scrivono queste parole perché poi dopo di loro ne compaiono altri. Non è sotto questo aspetto che dobbiamo vedere il problema.
Il Presidente del Consiglio Andreotti, i Ministri dell'Interno e della Giustizia hanno sempre ritenuto che il fenomeno dell'eversione potesse essere combattuto anche attraverso l' opera delle istituzioni locali. Il fenomeno dell' eversione ha una strategia che parte dagli anni 1969 e si stende con multiformi facce, ma con un solo scopo, quello di destabilizzare il Paese, di rompere la Costituzione e di arrivare, in termini molto equivoci, alla seconda repubblica. Sappiamo che le forze che vogliono la destabilizzazione del Paese cambiano poi nome, cambiano sigla, cambiano colore; abbiamo visto l'esaurimento del filone nero da quando Almirante non ha più proposto dalle gradinate dell'Università di Roma lo scontro fisico si è quindi esaurito il filone nero e ne è comparso un altro.
Questo provvedimento è una logica conseguenza di un'azione che abbiamo condotto in tutti questi anni in collaborazione con le autonomie locali Province, Comuni, Comprensori, quartieri, senza la quale non sarà mai possibile vincere l'eversione. Non è solo un problema di polizia e di magistratura, è anche un problema che sta alla base del Paese, del suo operare e delle sue riforme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Questo disegno di legge è basata non tanto sulla storia del passato sul quale ci possono essere motivi di divergenze, quanto sulla concretezza dell'azione che a livello regionale stiamo cercando di portare avanti di fronte al problema del terrorismo. Di fronte a ritardi, incomprensioni e pericoli che esistono, dobbiamo dare una risposta con fatti concreti e non soltanto con parole nel momento in cui dobbiamo celebrare il dramma che ha colpito molte famiglie di rappresentanti dell'ordine pubblico che nel rispetto della Costituzione tutelano i nostri sacrosanti diritti tra cui quello fondamentale di poterci confrontare e misurare. Questo provvedimento ha un significato e una valenza immediati, è una risposta non soltanto politica ma responsabile che alle parole seguono i fatti, rappresenta uno stimolo di fronte all'inerzia dovuta alle leggi, alla burocrazia, alla carenza di volontà del Governo.
Pertanto, lasciando ogni valida o non valida valutazione politica su quello che si sarebbe potuto fare in tanti anni passati sulle cause e sulle matrici di ciò che avviene, tutti argomenti che credo sia più opportuno portare nelle piazze, noi diamo una risposta seria, legittima avviandoci a votare all'unanimità il progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In primo luogo vorrei qualificare questo intervento dandogli l'aggettivo "collaborativo" in riferimento a quanto, finalmente, ha approvato il governo statale.
Visto che si è voluto fare della polemica, la mia opinione personale è che, qualora questo intervento non volesse essere considerato collaborativo mi auguro che in questo Consiglio ritorni come intervento sostitutivo. Se ci sono responsabilità di forze politiche che non hanno misurato il seme di violenza fisica e politica nel loro linguaggio, non possiamo contestare che ci sia un'altra forza politica che qui viene puntualmente a dichiararsi tutrice dell'ordine pubblico e che ha impiegato un mese di tempo dopo l'omicidio dell'on. Moro per cambiare il Ministro degli Interni in un governo monocolore.
Sono perfettamente d'accordo su questo disegno di legge e lo voto positivamente segnandone l'intento collaborativo e ribadendo che lo riproporrò in aula, con una finalità di tipo sostitutivo, qualora per questioni formali incontrasse obiezioni. Con l'occasione vorrei invitare il Presidente della Giunta ad accertare se è vero che nella nostra Regione e in Torino siano avvenuti fatti di intimidazione fisica durante i recenti scioperi del pubblico impiego, con l'uso di termini come "denuncia" "mandato di comparizione" "tu di qui non passi altrimenti ti denuncio per lesioni personali", 25 insegnanti non hanno potuto entrare in un Istituto perché quattro pivelli sulla porta dicevano testualmente "Lei può entrare però se mi tocca io la querelo per lesioni".
Sempre in termini collaborativi prego il Presidente della Giunta di fare un'indagine ed eventualmente di esprimere la valutazione del Governo della Regione Piemonte. Quest'opera di crescita della coscienza sociale sia fatta fino in fondo e in tutti i settori e non soltanto in quelli sui quali, guarda caso, ci troviamo tutti concordi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Tutti, oltre ad averlo scritto nella relazione, abbiamo condiviso l'impostazione, l'obiettivo, la finalità del provvedimento e tutti abbiamo elevato raccomandazione alla non strumentalizzazione. Il nostro atteggiamento deve essere conseguente, ossia il contributo deve apparire atto di continuità rispetto ad un'azione che gli Enti locali del Piemonte e la Regione hanno condotto per combattere il terrorismo. Questo atto ha una grande novità: la concretezza e la rapidità. Sono state fatte delle valutazioni non condivisibili dalla mia parte politica; altre ne potremmo fare e potrebbe accendersi una polemica che assolutamente non deve essere iniziata. Mi auguro che anche nei comizi elettorali queste cose non avvengano.
Ogni forza politica deve assumersi la responsabilità delle cose che afferma qui e fuori di qui.
Con questo provvedimento stiamo compiendo un atto di grande serietà con l'unità di tutte le forze che l'hanno sottoscritto e con nessuna valenza di strumentalizzazione elettorale.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Il Partito repubblicano crede nella democrazia, senza aggettivi, e credo anche che le forze della Pubblica Sicurezza siano al servizio della democrazia e come tali debbano avere vigore, capacità, competenza quanta ne hanno in altri paesi in cui, ahimé, non difendono la democrazia ma difendono una dittatura. Questa è la ragione che ci porta ad invocare, sul piano nazionale e sul piano locale, una polizia dotata di mezzi che la rendano efficace come purtroppo finora non ha potuto essere, non potendo pensare che sia efficiente un corpo che non si sente tutelato dallo Stato e quindi dalle Regioni che dello Stato fanno parte. Noi facciamo parte di questo Stato, non siamo contrapposti a nessun potere centrale e attuiamo in piccolissima parte, un provvedimento che il livello nazionale ha già preso nella giornata di ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Il discorso del Presidente della Giunta ha inquadrato esattamente lo spirito che ci deve animare nell'approvare questo progetto di legge. Il Consigliere Oberto ha sollevato la polemica sulle forze che chiedevano il disarmo della polizia; si è però dimenticato di dire che chiedevano il disarmo della polizia perché nei conflitti sul lavoro restava sempre morto sul marciapiede un operaio in tuta blu. Alcuni anni fa però non c'erano le condizioni di oggi, non c'era il terrorismo. Dimentichiamo il passato.
Credo che tutte le forze democratiche hanno qualche errore da rimproverarsi ma non cogliamo questa circostanza per fare un consuntivo. Diciamo invece che con questo atto diamo il nostro contributo e non ci contrapponiamo allo Stato. Lo Stato potrebbe anche trarre da questa iniziativa un insegnamento.
Il Gruppo socialista si dichiara favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Ritengo anch'io che questa non sia l'occasione per addentrarci in una discussione sul fenomeno del terrorismo. Tuttavia la relazione che ha fatto il Presidente della Giunta, che non approvo, mi impone una considerazione: quando qualche anno fa dalla nostra parte politica si sosteneva che l'estremismo non era di una sola parte, correvamo il rischio di essere tacciati moralmente da fascisti .... Segnalavamo allora l'esistenza di una realtà che oggi i fatti confermano ed evidenziano Riflettiamo tutti assieme, interroghiamoci, aggiorniamo certe nostre considerazioni e votiamo questa legge in uno spirito però che sia di coerenza: la polizia va aiutata e rafforzata come organo dello Stato per la tutela dei cittadini.
Mi auguro che tutti, anche per il futuro, saremo su questa posizione morale prima che politica.



PRESIDENTE

Desidero ricordare il dato specifico che in qualche modo autorizza la Regione Piemonte ad assumere un ruolo di integrazione allo Stato, non in contrapposizione. In Piemonte abbiamo avuto 7 assassinati tra le Forze dell'Ordine, oltre a 6 feriti in conflitti con i terroristi ; è la Regione che ha avuto più morti e più feriti. Abbiamo sempre affrontato certi temi in positivo, sia quando eravamo solo in grado di rammaricarci e di condannare l'atto terroristico, sia quando abbiamo cercato di intervenire a favore delle vedove, dei figli, di coloro che in qualche modo avevano subito un danno, abbiamo costellato la vita di questa legislatura, come avevamo costellato la vita della precedente, di interventi sempre orientati a mobilitare l'opinione pubblica e le forze democratiche in un rapporto collaborativo con il governo ed anche di sollecitazioni per far fronte ad un fenomeno nuovo senza precedenti nella storia, sul quale occorreva intervenire con fantasia politica. Crediamo di avere le carte in regola per quello che abbiamo fatto e di essere autorizzati ad operare ancora in questa direzione. Questo provvedimento, e l'altro che sarà discusso successivamente che prevede un fondo speciale per le vittime del terrorismo, tendono a dare organicità agli interventi che la Regione ha già compiuto in questa direzione. E' eccezionalmente importante che, in periodo di campagna elettorale aspra e difficile quale quella che stiamo vivendo in questi giorni, le forze democratiche del Consiglio regionale trovino l'intesa e l'unità sui contenuti effettivi di questo disegno di legge.
Traggo da questo un elemento di fiducia sulla possibilità, di raggiungere intese su valori importanti e decisivi per la convivenza civile anche nei momenti più gravi.
Possiamo passare alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Al fine di favorire la tempestiva realizzazione delle provvidenze e degli interventi statali per il potenziamento delle strutture tecniche a disposizione delle forze dell'ordine in Piemonte, come previsto dal D.L. approvato dal Governo in data 23 maggio 1979 per il potenziamento delle strutture, dei mezzi e del materiale di equipaggiamento delle forze dell'ordine, è autorizzata l'erogazione da parte della Regione di anticipazioni sui fondi predetti nel limite massimo di L. 180 milioni.
Le anticipazioni sono disposte con deliberazione della Giunta regionale nelle forme da concordarsi con il Ministro dell'Interno".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Le anticipazioni di cui all'articolo precedente sono disposte a carico di apposito capitolo da istituire nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 con la denominazione.
Anticipazione di spese per l'attuazione delle provvidenze e degli interventi statali finalizzati al potenziamento delle strutture tecniche a disposizione delle forze dell'ordine in Piemonte", e con lo stanziamento di 180 milioni in termini di competenza e di cassa; nello stato di previsione dell'entrata per lo stesso anno sarà corrispondentemente istituito apposito capitolo con la denominazione: il rimborso di somme anticipate per l'attuazione delle provvidenze e degli interventi statali finalizzati al potenziamento delle strutture tecniche a disposizione delle forze dell'ordine in Piemonte' e con la dotazione di 180 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art, 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 424: "Integrazione alle leggi regionali 2.9.1974, n. 29 e 23.5.1975 n. 33, relative al Comitato regionale di studi sulla programmazione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n 424: "Integrazione alle leggi regionali 2.9.1974, n. 29 e 23.5.1975 n, 33 relative al Comitato regionale di studi sulla programmazione".
Non vi sono richieste di parola.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - In attesa che venga costituito il Comitato regionale per gli studi sulla programmazione, di cui all'art. 18 della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29 integrato dall'art. 6 della legge regionale 23 maggio 1975, n. 33, i compiti allo stesso assegnati dalle predetti leggi regionali sono esercitati dalla Commissione programmazione e bilancio del Consiglio regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alta votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Sono fatte salve le decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione dell' Ires fino all'entrata in vigore della presente legge che non hanno potuto tenere conto dell'avviso del Comitato regionale per gli studi sulla programmazione, in quanto non costituito Il Consiglio di Amministrazione dell'Ires trasmette, entro un mese dall'entrata in vigore della presente legge, l'elenco delle decisioni assunte ai sensi del precedente comma della Commissione programmazione e bilancio del Consiglio regionale" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n.31 Consiglieri L'art 2 è approvato.
"Articolo 3 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame legge rinviata dal Governo: "Adeguamento dell'indennità di residenza fissata dalla legge statale 8 marzo 1968, n. 221, a favore dei farmacisti titolari di farmacie rurali"


PRESIDENTE

In ultimo passiamo alla votazione della legge rinviata dal Governo: "Adeguamento dell'indennità di residenza fissata dal la legge statale 8 marzo 1968, n. 221 in favore dei farmacisti titolari di farmacie rurali".
Poiché nessuno chiede di parlare, passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - A decorrere dall'1.4.1978, l'indennità di residenza prevista dall'art. 2 della legge 8.3.1968 n. 221 per i titolari, i direttori responsabili ed i gestori provvisori di farmacie rurali, ubicate in località o agglomerati rurali con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, è fissata nelle seguenti misure L. 2.500.000 annue lorde per farmacie rurali ubicate in località con una popolazione inferiore a 1.000 abitanti L. 1.250.000 annue lorde per farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 1.001 a 2.000 abitanti L. 850.000 per farmacie rurali ubicate in località con popolazione da 2.001 a 3.000 abitanti.
L'onere della indennità di residenza grava, come spesa fissa obbligatoria, sul bilancio del Comune in cui è ubicata la farmacia rurale nella misura di L. 80.000 annue e sul bilancio regionale per la rimanente parte.
Il contributo annuo spettante ai Comuni che gestiscono direttamente farmacie rurali é elevato, in relazione alla popolazione, in misura pari alle indennità stabilite nel primo comma del presente articolo a favore dei farmacisti rurali, ridotto della quota a carico del Comune. Al farmacista gestore o al sanitario cui è affidata la conduzione di un dispensario farmaceutico, in località con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, a norma del terzo, quarto, quinto comma dell'art. 1 della legge 8.3.1968 n.
221, dall'1.4.1978 spetta un'indennità di gestione, posta a carico del bilancio regionale, nella misura di lire 500.000 annue, ridotte alla metà nel caso che il dispensario sia ubicato nei locali messi a disposizione dal Comune.
La somma di cui al precedente comma è comprensiva dell'indennità di gestione di cui all'art. 3, comma secondo della legge 8.3.1968 n. 221".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art 1 e approvato.
"Articolo 2 - Le indennità di residenza per i titolari, i direttori responsabili ed i gestori provvisori di farmacie rurali ubicate in località con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, nonché il contributo annuo spettante ai Comuni gestori di farmacie rurali in località con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, previsti dalla legge 8.3.1968 n. 221, sono aggiornati ogni biennio con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro il 30 giugno degli anni pari e con effetto dal 1 gennaio.
L'aggiornamento viene effettuato sulla base della somma dei punti di variazione dell'indice del costo della vita accertati dall'Istituto centrale di statistica, con riferimento al trimestre ottobre/dicembre 1977 considerato uguale a 100, valutati ai fini dell'indennità di contingenza del settore dell'industria e commercio al 31 dicembre degli anni dispari.
Per ogni punto di variazione in aumento l'indennità di residenza o il contributo sono maggiorati di L. 2.000. Il sistema di rideterminazione della misura dell'indennità e del contributo si applica a decorrere dall'anno pari di ciascun biennio.
In via transitoria, limitatamente all'anno 1979 del biennio 1978/1979 l'ammontare dell' indennità di cui all'art. 1 della presente legge è ricalcolato con riferimento all'indice del costo della vita accertato al 31 dicembre 1978".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Le domande da presentarsi, a norma dell'art. 4 della legge 8.3.1968, n. 221, debbono essere corredate anche da un certificato del sindaco che attesti la consistenza della popolazione residente al 31 dicembre dell'anno precedente di ogni biennio, ai sensi della legge 5.3.1973 n. 40, nonché da un certificato di residenza del titolare, gestore provvisorio o direttore responsabile.
I titolari, i direttori responsabili ed i Comuni che siano autorizzati all'apertura di farmacie rurali posteriormente al 31 marzo degli anni pari in località con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, possono presentare l'istanza per la concessione dell'indennità o contributo entro il 31 marzo dell'anno non pari.
La decisione della Giunta regionale in ordine al diritto ed alla misura dell'indennità o contributo, sarà limitata al predetto anno solare".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - In caso di trasferimento della titolarità successivamente al 31 marzo degli anni pari, l'acquirente, indipendentemente dall'avvenuto riconoscimento della titolarità, dovrà chiedere, entro il novantesimo giorno dall'atto di acquisto, l'erogazione a proprio favore dell'indennità già determinata per il precedente titolare o per la quale quest'ultimo abbia presentato l'istanza nei termini".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede, per l'anno finanziario 1979, con la disponibilità esistente al capitolo n. 10720 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Al finanziamento degli oneri derivanti dall' applicazione della presente legge per il periodo dal primo aprile 1978 al 31 dicembre 1978 si provvederà con la legge di assestamento del bilancio per l'anno finanziario 1979".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI n. 31 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio regionale sarà probabilmente convocato dopo le elezioni politiche e quelle europee. Eventuali diverse decisioni non potranno che essere assunte dalla Conferenza dei Capigruppo o dalla Giunta regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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