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Dettaglio seduta n.255 del 17/05/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbale precedente seduta". Se non vi sono osservazioni, il processo verbale del 3 maggio 1979 si intende approvato.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Enrichens per ottenere chiarimenti circa l'affidamento di un incarico di ricerca sull'analfabetismo in Piemonte


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze" La prima in elenco è l'interrogazione presentata dal Consigliere Enrichens per ottenere chiarimenti circa l'affidamento di un incarico di ricerca sull'analfabetismo in Piemonte.
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

L'Ente Regione ha competenze nel campo dell'educazione permanente, ma di questo complesso problema può parlare correttamente soltanto quando avrà dati certi sull'adempimento dell' obbligo scolastico. Questa certezza, come è noto, in Italia non c'è; non solo, purtroppo esistono ancora larghe fasce di analfabetismo. Ecco, quindi, la necessità di conoscere la situazione attuale anche per quanto si riferisce ai corsi di riconversione della legge 675, in quanto ci sono casi di analfabetismo di ritorno. Prima di iniziare i corsi professionali veri e propri abbiamo dovuto prendere accordi con il Provveditorato agli studi, non volendo assumere oneri che sono dello Stato.
Abbiamo avuto il riconoscimento ufficiale dei corsi fatti da personale statale. L'esigenza di avere il quadro della situazione in Piemonte è avvertita anche dal sindacato dato che i dati disponibili sono quelli del censimento del 1971. La difficoltà maggiore è relativamente alle persone non impiegate, per cui occorre individuare una metodologia corretta per la ricerca in questo campo.
I ricercatori, laureati in sociologia o in filosofia con esperienza in questo settore, sono Nella Pratesi, Elisabetta Lucitelli, Luigi Bobba, Mauro Ferrarese Walter Galante e sono coordinati da un assistente del Prof. Gallino sociologo noto non soltanto in Italia. Il lavoro procede parallelamente sulle unità produttive e sulle famiglie delle unità impegnate. Si tratta di ricavare dati attendibili che permettano ulteriori ricerche a dimensioni più ampie in futuro, anche perché la Regione Piemonte, come le altre Regioni, deve impostare una legge sull' educazione permanente, legge che pero non potrà essere avviata senza una conoscenza precisa del livello di scolarizzazione nei Comuni. Abbiamo chiesto la collaborazione dell'Istat dell'Ires e dei Comuni.
Per una maggior precisazione consegno al Consigliere Enrichens il progetto di ricerca ed i questionari che sono stati approntati per la ricerca stessa.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Ringrazio l'Assessore della spiegazione che ha dato ai punti della mia interrogazione, devo pero dichiararmi assolutamente insoddisfatto.
Dobbiamo distinguere l'analfabetismo strumentale dall'analfabetismo spirituale. Analfabeti spirituali siamo un po' tutti.
Quello che interessa sapere alla Regione è l'analfabetismo strumentale ai fini di programmare corsi di alfabetizzazione, Il Ministero teneva corsi di tipo A, B e C per coloro che sono completamente analfabeti e che non sanno fare neppure la propria firma, per coloro che hanno frequentato la prima o la seconda elementare, quindi analfabeti di ritorno, per coloro che non hanno ottemperato all'obbligo scolastico della quinta elementare.
La mia interrogazione chiede: è il caso di spendere 21 milioni quando i dati dell'analfabetismo strumentale si conoscono già? La Regione Piemonte nel 1931 aveva 132.902 analfabeti strumentali; nel 1971 ne aveva 60.639, cosi suddivisi: Torino 33633, Vercelli 5,282, Novara 5,629, Cuneo 4.260, Asti 3.434, Alessandria 8.401r Il Piemonte è una delle Regioni che ha il più basso tasso di analfabetismo strumentale. E' questo che interessa alla Regione Piemonte per promuovere i corsi di alfabetizzazione e i corsi di ritorno con 60 lezioni, così come operava il Ministero della pubblica istruzione, ridotte all'insegnamento della lingua italiana, della matematica e della cultura generale. I corsi dell'educazione permanente possono essere rivolti a tutti gli adulti.
Quindi ritengo assolutamente inutile la spesa di 21 milioni per una ricerca i cui dati si conoscono già.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Dal 1971 ad oggi qualcosa è cambiato in Piemonte.



ENRICHENS Nicola, C'è stata la scuola obbligatoria di base

Non penso che ci siano ancora persone che firmano con il segno di croce, a meno che questo capiti ancora in qualche paese delle Langhe, dove in una deliberazione per il sindaco analfabeta ha firmato con il segno di croce il primo Assessore.



PRESIDENTE

L'interrogazione e stata svolta


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Martini per conoscere i motivi che hanno indotto la Giunta a non rispettare i termini stabiliti dalla legge regionale n. 6 del 1979


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Martini per conoscere i motivi che hanno indotto la Giunta a non rispettare i termini stabiliti dalla legge regionale n 6 del 1979 Risponde il Presidente della Giunta



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nel breve tempo trascorso dal trentesimo giorno dell'entrata in vigore della legge che fissa i criteri generali di intervento nel campo del personale, la Giunta non e stata inadempiente Anzi, in attesa che vengano compiuti in sede nazionale alcuni adempimenti, sta attuando un preliminare confronto con i sindacati sui due testi di legge: quello di recepimento del contratto nazionale e quello sulla struttura vera e propria della Regione Questa interrogazione mi dà anche modo di accelerare questo processo perché il confronto sindacale non può esaurirsi mediante la presentazione di una legge concordata, ma deve sfociare in un disegno di legge che permetta a tutte le forze consiliari di esprimersi e di concorrere fin dalla radice alla formazione della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Mi dichiaro insoddisfatto della risposta del Presidente. Il punto qualificante della legge, votata nel mese di febbraio ed entrata in vigore il 14 3, era che entro 30 giorni, quindi entro il 14.4, sarebbe stato predisposto il successivo disegno di legge. Se ragioni obiettive ci sono queste dovevano essere presenti nel momento della votazione della prima legge. La seconda considerazione che si può trarre da questo inadempimento e questa: sappiamo sin d'ora che verranno presentati 1 o 2 disegni di legge a seconda della necessità; e, dopo le elezioni, si chiederà che, nel giro di pochissimi giorni, diventino legge assieme ad altri provvedimenti importanti come, ad esempio, il rendiconto annuale Ancora una volta, i Consiglieri non saranno in grado di svolgere un esame attento delle leggi da approvare. Tutto questo in omaggio al principio della centralità del Consiglio.



PRESIDENTE

Replica il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ho gia detto che questa interrogazione da il modo di accelerare il processo per la formazione della legge.
D'altra parte non potevamo farlo prima, altrimenti avremmo presentato un testo monco che, giustamente, avrebbe sollecitato altre interrogazioni e interpellanze. Il Ministero del Tesoro doveva definire il cosiddetto "maturato economico", che è la base per la presentazione del disegno di legge. Sono contrario alla presentazione di leggi rigide,. La precedente legge e stata discussa nella I Commissione per almeno 3 mesi e molte cose sono cambiate attraverso al confronto fra le parti. I tempi devono comunque essere rispettati.



PAGANELLI Ettore

Dovranno essere rispettati anche i tempi del Consiglio. Ricorderò in occasioni future quanto ho detto oggi.



PRESIDENTE

L'interrogazione e discussa.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Vietti e Soldano per ottenere chiarimenti circa l'erogazione di contributi quali "rimborsi spese ad alunni che partecipano alle settimane bianche"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Vietti e Soldano per ottenere chiarimenti circa l'erogazione di contributi quali "rimborso spese ad alunni che partecipano alle settimane bianche".
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport ed al turismo

Sono state escluse dall'erogazione dei contributi le scuole medie superiori private. Tutte le scuole medie inferiori, private e parificate sono state inserite nell'elenco.
All'inizio c'è stata una diversa interpretazione da parte dei presidi poi superata, tanto è vero che la prima deliberazione è passata in Giunta e la seconda passerà entro le prossime settimane.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

La risposta dell'Assessore, in realtà, non è ancora del tutto rassicurante. Indubbiamente all'inizio c'e stata una divergenza di interpretazione, ma, da quanto ci risulta, 'interpretazione limitativa era avvenuta anche a livello di Assessorato. Comunque, se la nostra interrogazione e servita a smuovere l'equivoco, ringraziamo la Giunta della sua disponibilità.
In realtà, dopo gli esperimenti effettuati, al riguardo, negli anni scorsi, per iniziativa dei Provveditori agli studi, noi avevamo espresso alcune riserve. Infatti, o si assicura a tutti i giovani la partecipazione alle "settimane bianche", in accordo con le famiglie, oppure viene meno la garanzia di offrire un vero e proprio servizio ai giovani stessi. Il motivo di fondo è sostanzialmente quello che è ritornato sovente nei nostri dibattiti, sia nel corso della prima legislatura, sia nel corso di questa con particolare riferimento all'assistenza scolastica, materia che, tra l'altro, dopo l'emanazione del D.P.R. 616/77, è di competenza dei Comuni.
Comunque, se l'assistenza scolastica è l'insieme dei mezzi che garantiscono sostanzialmente l'attuazione del diritto allo studio e se alle cosiddette 'settimane bianche" si vuole dare un più ampio significato socio culturale, il problema è aperto.
Il motivo di fondo, tuttavia, resta questo il servizio è da considerarsi come fornito direttamente ai giovani, non alle scuole, statali o non statali.
Tra l'altro, mi permetto rilevare che in Piemonte, a livello di scuola dell'obbligo, fatta forse un'eccezione per Torino, non risulta che esistano scuole "private". Si tratta almeno di scuole legalmente riconosciute.
Qualche scuola privata può esistere a livello di grado superiore soprattutto per il recupero di anni scolastici o per il completamento di una precedente preparazione culturale. Il problema in discussione relativamente alle scuole private, non esiste, anche perché i giovani che le frequentano possono provvedere a questa forma di attività con i mezzi finanziari delle rispettive famiglie.
Noi, piuttosto, ribadiamo che tutti i giovani, indipendentemente dalla scuola frequentata, soprattutto a livelli di scuola dell'obbligo, hanno gli stessi diritti, con particolare riferimento al diritto allo studio.
Ringrazio l'Assessore della risposta, che comunque non ritengo soddisfacente.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere quali iniziative la Giunta intenda assumere a seguito dello scioglimento dell'ENPA


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Calsolaro atta a conoscere quali iniziative la Giunta intenda assumere a seguito dello scioglimento dell'ENPA.
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport, tempo libero e turismo

L'ENPA e uno degli Enti parastatali sciolti con la legge n 70. I dipendenti di ruolo sono stati inquadrati nell'Ente Regione, mentre le guardie zoofile, che non sono di ruolo perché volontarie, sono in attesa di sistemazione. C'è il problema di riattivare il servizio della vigilanza volontaria attraverso una legge regionale. Sono del parere che il problema venga trattato a livello di Commissione competente o di Capogruppo per predisporre una legge di intervento per il rimborso spese alle guardie zoofile. E' chiaro che il Governo, prima di emanare le leggi di scioglimento degli Enti inutili, avrebbe dovuto preoccuparsi di non creare vuoti in certi settori. La Giunta è disponibile a risolvere il problema in termini concreti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore Moretti che ha risposto in modo corretto. Il problema era stato sollevato dai giornali cittadini in occasione dello scioglimento dell'ENPA non in quanto interessati al mantenimento dell'Ente ma in quanto interessati al controllo e all'attività di vigilanza svolti dalle guardie zoofile. La risposta dell'Assessore Moretti e la previsione di un intervento legislativo corrisponde esattamente e correttamente ad un'assunzione di responsabilità in ordine ai problemi della tutela dell' ambiente, nel cui ambito la tutela della fauna acquista un rilievo particolare.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione dei Consiglieri Bianchi, Chiabrando, Lombardi, Franzi e Genovese inerente al problema dei lavori forestali della Provincia di Alessandria


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Bianchi, Chiabrando, Lornbardi, Franzi e Genovese inerente al problema dei lavori forestali della Provincia di Alessandria.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il Consigliere Bianchi ha già avuto modo di ascoltare un mio intervento su questo tema che investe in particolare la Provincia di Alessandria e che è conseguente ad una situazione creatasi con l'applicazione del vecchio contratto dei lavoratori forestali, contratto che venne recepito dal Consiglio, a cui fece seguito una contrattazione integrativa. Il contratto che, come venne richiesto dai sindacati a livello nazionale e regionale tende a realizzare la massima professionalità e la stabilità dei lavoratori forestali, mentre è stato apprezzato in generale, è venuto a rompere un equilibrio in quella zona dove per tradizione in ogni famiglia c'era chi si dedicava per 10 15 20 giornate all'anno ai lavori forestali. Il contratto ha stabilito invece delle fasce che vanno dalle 51 giornate nel primo anno 101 nel secondo, poi 151 e 180 giornate. C'era la pratica dell'atto di sottomissione: il proprietario dei terreni, a differenza di quanto avviene in altre Province, anziché chiedere il contributo per il rimboschimento faceva un atto di sottomissione e la Forestale eseguiva le prime cure colturali e riconsegnava i terreni per il taglio. Si sta esaurendo la possibilità di trovare nuovi terreni da rimboschire e i detentori dei terreni pongono la condizione di essere regolarmente assunti.
Il problema sta avviandosi a soluzione e il contratto nazionale, già siglato, è favorevole nel senso che prevede il mantenimento della professionalità e delle varie classi. Le Regioni dovranno rispettarle unicamente a favore dei braccianti professionali. Per gli altri è previsto uno sbarramento fino a 50 giornate e chi ha 10/15 giornate non acquisisce automaticamente il diritto di proseguire. Questo varrà per i coltivatori diretti, per i pensionati e per coloro che hanno un'altra attività. In effetti si veniva a creare la situazione di una piramide rovesciata con spreco di risorse pubbliche e nessuna attività effettivamente valida. Il costo della forestazione per ettaro nella situazione attuale è ottimale in tutte le Province, tranne che nella provincia di Alessandria.
Credo che il contratto, le iniziative già assunte e la collaborazione con le Comunità montane consentiranno di risolvere una situazione che si trascinava da tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Già in altra sede abbiamo avuto occasione con l'Assessore, in presenza degli interessati diretti ed indiretti alle sorti della zona, di esaminare questo problema. Prendo atto che oggettivamente le cose vanno verso la soluzione. Non posso non ricordare che in una certa fase della vertenza incomprensioni o forse i modi di gestire la vertenza avevano portato ad esasperazioni che si potevano evitare.
Non neghiamo che esista l'esigenza di mutare le modalità d'intervento per la forestazione, che esista l'esigenza di impiegare meglio le risorse che non si possano fare soltanto interventi di tipo assistenziale, ma ricordiamo che ci sono esigenze di presidio ambientale e di passaggio da una situazione ad un'altra che non vanno traumatizzati senza far venire meno la ragione di fondo di qualsiasi intervento nella zona. Non vi è problema di soddisfazione o di insoddisfazione. Approfitto dell'occasione per sollecitare l'Assessorato alla massima attenzione perché il passaggio dalla vecchia situazione alla nuova avvenga nel rispetto degli interessi che sono stati valutati e considerati in loco, al fine duplice di mantenere il presidio umano che rischia di venire meno, e di dare delle risposte moderne e adeguate sul piano della forestazione e della difesa idrogeologica) così come i recenti studi sono andati identificando.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Marchini per sapere se la Giunta è a conoscenza dei gravi danni che sono derivati e che derivano alla risicoltura piemontese dall'applicazione non conforme ai principi CEE del decreto 22.7.1972


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Marchini per sapere se la Giunta è a conoscenza dei gravi danni che sono derivati e che derivano alla risicoltura piemontese dall'applicazione non conforme al CEE del decreto 22.7.1972.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Rispondo sinteticamente perché ho inviato al collega la risposta scritta. Il problema si prospettava in modo grave, ma ritengo di poter dire, responsabilmente, che la situazione oggi è meno pesante. A parte le violazioni alle norme CEE, il punto centrale è che in ogni caso il Governo quando ritiene che ci siano le condizioni per sbloccare le importazioni deve quanto meno consultare le organizzazioni, l'Ente Risi, il Ministero dell'agricoltura e anche la Regione Piemonte che è la maggior zona produttrice di riso.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore, anche perché ha contribuito in qualche misura a rendere tutti noi più consapevoli che la funzione regionale deve cercare di occupare gli spazi che l'opinione pubblica e la collettività richiedono.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata discussa.


Argomento: Comunita' montane - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Menozzi inerente alla localizzazione di dodici Centri di assistenza tecnica


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Menozzi inerente alla localizzazione di dodici Centri di assistenza tecnica.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Quest'anno abbiamo tentato di riequilibrare la distribuzione dei Centri di assistenza tecnica. Una prima azione di riequilibrio ha operato in modo che ogni Comunità montana abbia un Cata. Per quelle piccole si era distribuito un Centro ogni due Comunità. Le Comunità hanno insistito per avere ognuna il proprio Centro. La seconda operazione era di assegnare gli altri 12 Cata alle 3 organizzazioni che gestiscono l'assistenza tecnica attraverso i loro Enti. Fu fatta una proposta che andava verso la massima equilibrazione, proposta che le organizzazioni non erano in grado di realizzare. Venne quindi raggiunto un accordo che rispettava per il 50/60 la proposta dell'Assessorato e per il 40% la proposta delle organizzazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Sono grato della risposta dell' Assessore sotto il profilo formale, non posso esserlo sotto quello sostanziale avendo implicitamente ammesso che l'assegnazione dei Cata continua ad effettuarsi con pressapochismo, il che solleva notevoli dubbi sulla funzione dei medesimi. Si è ancora molto lontani dall'impostazione iniziale per la quale erano state impartite le relative disposizioni secondo cui i Centri di assistenza tecnica dovevano essere individuati e concessi soltanto in territori aventi dimensioni intercomunali o zonali ed aventi caratteristiche omogenee. L'Assessore fa riferimento alle organizzazioni professionali e non posso essere insensibile a questo discorso perché, tra l'altro, sono vicino ad una di quelle poche organizzazioni che hanno operato con scrupolo per individuare e richiedere i Centri di assistenza secondo la citata ripartizione omogenea territoriale e a dimensione zonale.
Visto che l'Assessore dissente col capo faccio un riferimento più preciso. Nella mia Provincia, l'organizzazione all'interno della quale opero, ha individuato 18 aree (120 Comuni) in coerenza alle disposizioni che la Regione aveva a suo tempo impartite. Reputo quindi necessario uscire dal generico. Pur riconoscendo alle organizzazioni il diritto di avanzare le relative richieste, si impone all'Assessore una linea conforme alle richiamate disposizioni, se non si vuole cadere al pressapochismo, nell' anarchia, e cioè nella confusione e nell'inefficienza. A parte il discorso delle Comunità montane, in alcune zone, anche territorialmente evolute, si sono accentrati tre e anche quattro Centri di assistenza tecnica.
Come Consigliere regionale e come membro di un'organizzazione professionale interessata, disapprovo questo modo di procedere, in quanto non può essere ulteriormente accettato.



PRESIDENTE

La parola nuovamente all' Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Farò di questo intervento Vangelo, perché questa è la linea su cui mi batto da parecchio tempo. Non accetto il concetto del pressapochismo: è stato fatto un piano preciso, le organizzazioni, compresa quella a cui è maggiormente vicino il collega Menozzi, hanno chiesto di attuare gradualmente il piano attraverso la contrattazione con i sindacati.
Comunque sono d'accordo con il concetto espresso dal collega Menozzi.



PRESIDENTE

Abbiamo esaurito il punto relativo alle interrogazioni e possiamo passare all'argomento successivo all'ordine del giorno.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi Sono in congedo i Consiglieri Bellomo, Bertorello, Besate, Cerchio Conti, Fabbri, Franzi e Minucci.
b) Presentazione progetti di legge Sono stati presentati i seguenti progetti di legge N. 413: "Norme per la tutela e l'incremento del patrimonio ittico e per l'esercizio della pesca nelle acque della Regione Piemonte", presentato dal Consigliere Calsolaro in data 8 maggio 1979 N. 414: "Contributi da erogare alle aziende esercenti trasporti pubblici in copertura maggiori oneri derivanti dall'accordo nazionale del 21/1/1979", presentato dalla Giunta regionale in data 15 maggio 1979 N. 415: "Modalità di attuazione dell'art. 47 del D P.R. 24/7/1977, n.
616 in merito a centri di lettura e centri sociali di educazione permanente", presentato dalla Giunta regionale in data 15 maggio 1979.



PRESIDENTE

c) Apposizione visto Commissario del Governo



PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale del 5/4/1979: "Attuazione legge 3 giugno 1978, n.
296. Erogazione contributo per completamento acquedotto consorziale delle Langhe ed Alpi Cuneesi" alla legge regionale del 5/4/1979: "Piano regionale di risanamento delle acque. Integrazioni e modificazioni alla legge regionale 29 aprile 1975, n. 23" alla legge regionale del 9/4/1979: "Modifica del terzo comma, articolo 33, legge regionale 6 novembre 1978, n. 68" alla legge regionale del 9/4/1979: "Interventi per la promozione e la diffusione del verde ambientale" alla legge regionale del 9/4/1979: "Proroga dell'efficacia della classificazione alberghiera 1973/74 al 31 dicembre 1979" alla legge regionale del 9/4/1979: "Disciplina del trattamento domiciliare dei pazienti"



PRESIDENTE

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo



PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 9/4/1979: "Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte" alla legge regionale del 9/4/1979: "Istituzione del fondo regionale per lo sviluppo dei gemellaggi del Consiglio dei Comuni d'Europa nell'ambito della CEE e del Consiglio d'Europa".
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.



PAGANELLI ETTORE


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Informazioni della Giunta regionale sugli sviluppi della situazione della Venchi Unica dopo l'incontro con il Ministro Nicolazzi


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Punto quarto all'ordine del giorno: Informazioni della Giunta regionale sugli sviluppi della situazione della Venchi Unica dopo l'incontro con il Ministro Nicolazzi.
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Colleghi Consiglieri, la difficilissima situazione che si è determinata nelle ultime settimane nella Venchi Unica mi induce a dare un supplemento di informazione, dopo le precedenti notizie date. E' nota la caduta dell'ipotesi che si era affacciata alla fine dell'anno scorso della Finanziaria Caboto per costituire una società di commercializzazione. In quella laboriosa e travagliata vicenda avevamo acquisito un impegno al 49 per costituire la società di gestione attraverso la Finanziaria Piemontese impegno che non era sufficiente per concretare l'operazione per una società di commercializzazione da una parte e una società di gestione dall'al tra che tuttavia vogliamo comunque considerare disponibile anche nelle prossime settimane per la ricerca di una soluzione che purtroppo si impone dati i poco promettenti risultati della proposta che abbiamo esaminato con il Ministro e con le organizzazioni sindacali. Quella proposta la posso così riassumere. Lo studio Segre ha avanzato a nome del Centro Fiduciario di Genova e su iniziativa di un primario gruppo italiano del settore alimentare alla Regione, al Comune di Torino, alle organizzazioni sindacali e al Ministero dell'industria un programma di massima per il rilancio della Venchi Unica. Con l'intendimento di operare nel campo tradizionale della Venchi Unica il Gruppo opererebbe nel precotto per la preparazione di pasti per comunità, linee calde e fredde, ponendo però una serie di condizioni di carattere tecnico e finanziario che investono Regione, Comune e Banche.
Ad alcune richieste la risposta e stata positiva. La Regione attraverso l'Assessore Fiorini, ha risposto con proposte in ordine alla formazione professionale per qualifiche corrispondenti alle nuove tecnologie ed alle nuove produzioni che dovrebbero essere avviate. Il Ministro dell'industria ha dichiarato una disponibilità di massima sulla L.
675, tenuto conto del vecchio accantonamento di 13 miliardi e 400 milioni sulla L. 464.
Sulla questione relativa all'utilizzo a scopo industriale di una parte dell'area sita nel Comune di Caselle, abbiamo interessato il Sindaco tramite l'Assessorato regionale competente.
Il punto controverso sul quale ancora è aperta la partita è quello relativo all'entità e alle modalità dell'occupazione. Abbiamo proposto di garantire il rapporto lavorativo agli attuali 1047 occupati, procedendo all'inserimento graduale per scaglioni, secondo un programma stabilito dal Gruppo offerente e inserendo gli altri lavoratori sui meccanismi della L.
675 con aggravi modesti per l'azienda.
Avevamo convenuto di richiedere un parere scritto al Ministro Scotti circa l'interpretazione della L. 675, che è sempre stata controversa.
Il 27 aprile il Ministro Nicolazzi telegrafava "Sentiti uffici competenti Ministero lavoro confermasi interpretazione art. 21 legge 675 secondo cui quote e indennità di anzianità maturate dai lavoratori durante il periodo di integrazione salariale per ristrutturazione, riconversione industriale sono poste a carico del fondo di cui all'art. 28 della legge 675 solo per quei lavoratori che non saranno rioccupati nell'azienda al termine del processo di ristrutturazione e di riconversione".
Era chiaro che per i lavoratori ritenuti eccedenti, rispetto al progetto Segre, gli oneri erano a carico del fondo previsto dalla L. 675.
Le parti interessate dovevano valutare e riconsiderare i vari punti dell'iniziale progetto Segre. Invece mi è stata consegnata una lettera del Centro fiduciario datata 26.4, con la quale mi si comunica che deve considerarsi superata ogni trattativa.
Dalle successive spiegazioni verbali fornite a integrazione del progetto Segre, risulta che l'intendimento dell'azienda sarebbe quello di occupare 800 lavoratori al termine di un programma quadriennale incominciando da un primo scaglione di 250/300 unità, entro 6 mesca; gli altri lavoratori dovrebbero andare in cassa disoccupazione speciale con la rescissione del rapporto. Anche gli organi del Tribunale essendo in corso due fallimenti, hanno manifestato serie preoccupazioni. Il 5 maggio, alla presenza del Ministro Nicolazzi, abbiamo ripreso la discussione.
Personalmente mi pare difficile percorrere l'ipotesi del gruppo Segre di una società di parcheggio tipo Geri.
Dopo il formale ritiro della proposta abbiamo mantenuto informali rapporti per stabilire se e a quali condizioni è possibile attivare interessi e definire un progetto concreto. Immaginiamo che cosa significherebbe per Torino una caduta del rapporto di lavoro per 1047 lavoratori, soprattutto donne, per i quali a giugno scadrà la Cassa integrazione e la formula della disoccupazione speciale avrà la durata di 6 mesi, eventualmente rinnovabili! Stiamo procedendo all'esame di un'ipotesi scritta formulata dallo studio Segre che dovrebbe interessare altri gruppi ipotesi che viene contemporaneamente esaminata dal Ministero dell'industria. Oggi pomeriggio presso il Ministero dell'industria riprenderemo la trattativa.
Non posso nascondere l'amarezza nel presentarmi per l'ennesima volta con le mani vuote dopo 7 anni di trattative: le seguivo quando era Presidente della Giunta l'avv. Oberto e io ero Segretario della Camera di lavoro. Mi pare una vicenda kafkiana irreale: è andato in galera Gotti Porcinari, è scappato all'estero Sindona, analoghe vicende burrascose sono toccate a Cigalino e al socio olandese, è finito in galera uno dell'Inim l'altro pare essere in Brasile. Dopo tutta questa trafila si dirà poi che l'azienda è decotta! Tutta questa vicenda pone interrogativi allarmanti su quella che viene chiamata la capacità spontanea dell'economia di mercato e purtroppo, sull'inadeguatezza degli strumenti di intervento e di coordinamento pubblico in politica industriale. La richiesta sottoscritta ih Consiglio sul finire del '78 per un diretto impegno dell'imprenditoria piemontese è stata disattesa. Questa vicenda rientra nel quadro di una ventina di situazioni aziendali che ho illustrato diffusamente nella seduta del 5/4 per le quali ricordavo l'assenza dell'intervento GEPI. La Giunta non ha preso iniziative, che pure giustamente ci vengono sollecitate dai consigli di fabbrica delle aziende, per sondare la volontà governativa e imprenditoriale di intervenire perché siamo entrati in clima elettorale e non vogliamo che una questione cosi delicata, così reale e concreta possa essere in alcun ' modo strumentalizzata. Assicuro pero che dopo il 3 giugno questa vertenza verrà riproposta, ma la questione non tocca solo la Regione. Personalmente non intendo più fare il paraurti anche per conto di altri. In questi giorni si è fatto qualche passo avanti in ordine alla vertenza della Cartiera d'Ormea. Venerdì scorso abbiamo avuto un incontro al Ministero dell'industria alla presenza del Sindaco di Ormea, delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti della società offerente. C'è un accordo di massima di tutte le parti interessate, sia pure vincolato a determinate combinazioni anche d'ordine finanziario per le quali c'e già un impegno del Sottosegretario Baldi e di alcuni istituti di credito piemontesi Questo preaccordo prevede che, non appena il Tribunale avrà dichiarato il fallimento, verrà stipulato un contratto di lavorazione a favore, cioè contratto-conto lavorazioni. Solo successivamente verrà preso in considerazione il riassetto proprietario. I lavoratori di questa cartiera hanno accettato di rinunciare all'indennità di anzianità trasformandola in un prestito obbligazionario nei confronti dell'azienda per la durata di tre o cinque anni. Questo impegno generale ovviamente non poteva essere sottoscritto senza il consenso dei lavoratori e, trattandosi di un diritto soggettivo, dovrà essere accettato da ogni singolo lavoratore.
Debbo informare inoltre il Consiglio che siamo vicini, ma ancora non ne abbiamo la certezza, alla soluzione per la Mossi e Ghisolfi di Tortona.
L'offerta che è stata avanzata dal gruppo Gamba Boldrini (per brevità rimando i Consiglieri alla pagina 83 del bollettino che ho consegnato questa mattina) è seria, ma è insufficiente perché coprirebbe solo il 50 degli occupati che rappresentano la metà di quelli che vi erano all'inizio della crisi aziendale. Ipotizzando l'assunzione da parte della Montedison della quota rimanente (maestranze maschili) rimarrebbero all'incirca 100 donne su 560. Il discorso ritorna sul rapporto con gli imprenditori locali.
Incoraggiamenti ci sono stati da parte dell'Unione Industriale di Alessandria, ma non ancora certezze. La prossima settimana si terra un altro incontro per valutare la situazione di questa azienda. Il collega Fiorini ha predisposto, così come è stato richiesto dalla Gamba Boldrini il progetto di formazione professionale necessario per le nuove lavorazioni. Domani avrò con i sindaci di Rivarolo e di Vercelli un incontro con il Ministro Medici per discutere delle vicende Montedison Montefibre e associate, quindi anche delle questioni della Mossi e Ghisolfi di Tortona e di altre vertenze ancora sospese.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Chiede la parola il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Devo dare atto all'Assessore Alasia di quanto ha fatto in un settore tanto delicato e tanto difficile. Mi soffermo soprattutto sul problema della Venchi Unica che ci riguarda più da vicino.
In realtà, non c'è ancora nulla di sostanzioso per quei lavoratori. Un dato però deve farci riflettere: quello relativo ai 1050 elementi ancora in forza. Mi domando: chi se ne è andato dalla Venchi Unica? Sicuramente se ne sono andati gli elementi che avevano capacità reali per farsi assorbire dal mercato del lavoro. Alla Venchi Unica allora mancano lavoratori capaci di assicurare la ripresa dell'attività con il ben noto ritmo.
Già in occasione della lunga vertenza Emanuel il sindacato aveva chiesto che il personale non fosse smembrato. L'allora Presidente della Giunta aveva proposto una soluzione che mirava a dare occupazione a circa 200 dipendenti, ma non venne attuata e, grazie a quella presa di posizione l'Emanuel venne smembrata completamente. E' stato un grosso esempio.
Non possiamo imporre ad un privato di rilevare un'azienda sia pure ad un prezzo conveniente. Il privato che dispone di miliardi non è uno sprovveduto, soprattutto, nei confronti di chi ha bisogno di lavorare, non ragiona con il metro del politico. La situazione della Venchi Unica si è deteriorata, perché l'azienda è inattiva, il suo macchinario è ormai obsoleto, quindi non è in grado di competere con le altre aziende del settore. Il vero problema sta nel numero dei dipendenti che è sproporzionato rispetto all'effettiva possibilità di ripresa.
Propongo quindi, nel caso in cui ci fosse un compratore disposto a rilevare l'azienda e a rimetterla in sesto, di accettare quella soluzione anche nel caso in cui vengano riassunti solo 300 o 400 lavoratori. Nel frattempo si potrà trattare con l'Unione Industriale per la sistemazione dei rimanenti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Cerco di capire se abbiamo centrato o meno il problema che oggi impedisce la soluzione della vertenza Venchi Unica. La prima domanda che rivolgo all'Assessore è se quello delle unità attualmente in forza alla Venchi Unica è il vincolo principale della vicenda o se ce ne sono altri.
Quando anche di fronte alle soluzioni precedenti ponevo l'interrogativo se erano i livelli occupazionali ad impedire il raggiungimento degli obiettivi mi si diceva che nessuno mai aveva posto un problema di questo genere. Se oggi invece ci fosse questo problema, sono convinto che si dovrebbe fare uno sforzo notevole per cercare di superarlo; più si va avanti meno l'azienda sarà in grado di riassorbire tutte le unità.
La Regione Piemonte vive una situazione non facile, ma neppure particolarmente drammatica come è dimostrato dai casi di riassorbimento naturale della manodopera. Che poi vi sia il problema del lavoro ufficiale o meno, è un altro discorso, infatti non risulta che coloro che hanno abbandonato la Singer siano andati tutti ad aumentare gli elenchi della disoccupazione.
Se la soluzione prospettata non presenterà altri punti deboli, se industrialmente e finanziariamente sarà solida, converrà riprendere una discussione attenta su questi dati, perché altrimenti nell'attesa di una soluzione complessiva e globale rischieremmo di trovarci con niente in mano. Mi stupisce l'affermazione che ci si trovi di fronte a strumenti pubblici sempre più inadeguati. Al di là delle soluzioni di intervento pubblico tipo GEPI, che concordemente riteniamo non proponibili, gli altri strumenti sono la Cassa disoccupazione e la legge 675 che consentono per un certo periodo di tempo di intervenire in favore della manodopera non impegnata. E' obiettivamente difficile dire quali altri strumenti pubblici adeguati siano proponibili. Si continua a diffondere l'impressione che solo uno strumento pubblico si dimostrerebbe sufficiente per risolvere questo problema mettendoci su una strada che contraddice le stesse considerazioni che finora hanno guidato il Consiglio regionale nel frenare rispetto a certe direzioni.
Prego l'Assessore di ripuntualizzare questi numeri e questi rapporti.
Sono anch'io d'accordo, attraverso le operazioni di mobilità nel sistema produttivo torinese di trovare gli eventuali sfoghi per quella parte di manodopera che non avrebbe copertura con le operazioni in corso.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Una seria legge sulla riforma della società per azioni avrebbe impedito gli eventi di carattere speculativo che per ben tre volte sono intervenuti nella vicenda Venchi Unica, malgrado non avessero nulla a che fare con la produzione dell' azienda: la speranza di una speculazione di carattere immobiliare, la ricerca di aziende da comprare e da vendere lucrando rapidamente sulla differenza, tutte cose che attengono più all'imbroglio che non all'attività di carattere economico-produttivo.
La Regione Piemonte non può riformare la società per azioni, certamente però può far sì che tutti premano politicamente sulle rispettive parti perché la riforma, da anni attesa, avvenga con una chiarezza tale nella proprietà, nei rapporti e nei bilanci da consentire a chiunque, a cominciare dai lavoratori e dalle loro organizzazioni sindacali, di capire qualche cosa.
Ci troviamo di fronte ad una situazione che solo in parte è affrontabile dalle forze politiche del Consiglio regionale e della Giunta.
Si aggiunga poi che le possibilità di intervento da parte della Regione nel campo dell'industria sono estremamente limitate. Tutti i meccanismi vengono poi distorti anche dalla Magistratura che fa un uso strano delle leggi esistenti e di quelle in fieri come potrebbe essere quella della riforma della società per azioni. Le vicende di come e di quando avviene un fallimento in Italia si protraggono per anni, quando l'azienda in realtà è già in situazione completamente decotta per qualsiasi ragione, comprese quelle speculative. In questo caso le ragioni speculative sono state fondamentali. Le aziende debbono essere produttive nel campo privato e nel campo pubblico. Sappiamo purtroppo quali sono i pesanti deficit delle aziende pubbliche, deficit che pagano tutti, compresa anche la classe operaia, con pesantissime tasse gli occupati e con la disoccupazione i disoccupati.
Non possiamo fare una questione di carattere assistenziale di fronte ad un'azienda produttiva. Le leggi dell'economia sono uguali all'Est come all'Ovest, un'azienda è produttiva in un caso come nell'altro, sia pubblica che privata. Questo è il discorso che oggi dobbiamo fare. L'ostacolo al rilevamento è quello dei numero dei dipendenti e della loro sorte nel caso in cui non possano essere tutti riassunti? Si è fatta un'analisi per stabilire quanti deca 1050 hanno un altro lavoro,sia pure nero? Il sindacato, più che l'Ispettorato al lavoro, sarebbe in grado di fare questa ricerca avendo continui rapporti con la maestranza. E' ovvio che finché la Cassa integrazione è disponibile nessuno sarà disposto a rinunciare ad avere l'uno più l'altra; questi lavoratori potrebbero essere solo una cinquantina, ma ben diverso sarebbe il problema se fossero 400 o 500. Come chiediamo una certa moralizzazione in altri campi, così la dobbiamo avere in questo caso perché i miliardi di cui ha parlato diffusamente l'Assessore 'nella scorsa seduta in realtà scorrono a rivoli senza fermarsi su niente, senza fruttare investimenti produttivi. In realtà sono il supporto del lavoro nero, sono miliardi buttati al vento. Non potremo mai risolvere il problema della Venchi Unica se non accetteremo una ristrutturazione che significhi anche taglio degli occupati attuali. Non sarebbe onesto da parte nostra dire qualcosa di diverso. Di fronte ad offerte produttive serie, non speculative, la riduzione del personale è assolutamente inevitabile in un'azienda in tali condizioni. In Piemonte il riassorbimento c'è. A questo proposito sarebbe opportuno porre nel nostro Paese il vincolo che esiste, per esempio, in Olanda, dove ai lavoratori per 3 volte vengono fatte offerte di lavoro, dopo di che non sono più considerati disoccupati, ma persone che non hanno voglia di lavorare. Non si riesce a capire perché un discorso a sinistra debba accettare che la gente che non ha voglia di fare niente compaia nelle liste di disoccupazione: la gente che non ha voglia di fare niente non si pu considerare né di sinistra né di destra.
A mio avviso, mi sembra serio dire alle organizzazioni sindacali che un'offerta di carattere produttivo si deve accettare usufruendo di tutte le possibili leggi perché chi è senza lavoro possa ritrovarlo nel giro di un anno.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

La Venchi Unica è ormai nella fase decotta, quindi dobbiamo pagare il prezzo meno caro possibile. I lavoratori non possono aspettare 3 anni per tornare a lavorare e d'altra parte non è pensabile pagare la gente inattiva per alti] 5 o 6 anni: questa e la conseguenza della non organizzazione nell'utilizzare risorse in momenti di transizione nei quali si deve ricorrere alla Cassa integrazione. Al punto in cui siamo, non ci sentiamo di dire all'Assessore di premere più verso una trattativa piuttosto che verso un'altra. In effetti manca un piano serio di occupazione Non mi esprimo in questi termini per fare un discorso di carattere sindacale, ma per fare un discorso di politica economica. Sulla base delle leggi vigenti sono già stati messi a disposizione di questa azienda 25 miliardi, che se fossero stati utilizzati con un impegno preciso, certamente oggi non saremmo qui a parlare di Cassa integrazione o di disoccupazione speciale La maggioranza dei lavoratori, sia per l'età, sia perché si tratta soprattutto di maestranza femminile, non potrà essere facilmente assorbita dal mercato del lavoro. Ecco quindi la necessità di un programma preciso. Ci auguriamo che le trattative nella sede dei Ministeri dell'industria e del lavoro e in sede locale si concludano in senso positivo attorno ad un programma reale seppure a determinati costi, che tuttavia permetta di ottenere dopo 7 anni di battaglie qualche risultato.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il dibattito sulla Venchi Unica avviene con qualche difficoltà di carattere preliminare dovendo dare una nostra valutazione all'opera svolta e un'indicazione su quello che l'Assessore può e deve fare in futuro. Senza dubbio le petizioni di principio qui ribadite hanno ragione d'essere tuttavia mi pare poco corretto pretendere che un fenomeno in una certa misura "ad imbuto" che ha dietro di sé tutta una serie di speculazioni fenomeni di malcostume e di sottogoverno debba risolversi con il richiamo puro ed integrale del ramo SMIT. Il discorso andrebbe benissimo in un testo di economia politica, è invece difficilmente gestibile da parte di un Assessore che fa parte di una Giunta di sinistra.
Per tornare al discorso di carattere generale, mi pare che si debba contestare (detto da un liberale sembra una contraddizione) quello che i figlioli prodighi vanno dicendo) e cioè che il settore pubblico deve essere produttivo. Fino a prova contraria l'economia di mercato trova il suo strumento di verifica nella produttività. Allora se il criterio per giudicare l'opportunità dell'intervento pubblico è la produttività, mi chiedo perché debba esserci l'intervento pubblico. Il Consigliere Rossi ha ricordato quanto la mano pubblica ha speso per perseguire risultati di produttività economica e di tipo economico-sociale.
Venendo alle proposte per il futuro, le osservazioni della collega Vaccarino mi paiono puntuali e incontestabili. Non sappiamo in quale misura le vicende speculative del passato e le azioni di sostegno e di tipo assistenziale peseranno ancora nella soluzione della vicenda Venchi Unica.
L'imprenditore, ancora una volta, nelle condizioni della sua proposta lega il mantenimento dell'occupazione a una rendita di posizione politica. In queste situazioni, cari amici, le aziende italiane, per anni, hanno sfruttato una rendita di posizione sociale, una rendita che aveva la fortuna di essere al limite tra un'azienda attiva e un'azienda sull'orlo di fallire e ogniqualvolta mettevano sul mercato un potenziale di 200 disoccupati si vedevano remunerate questa loro posizione a pronta cassa.
Questa è stata una delle forme di speculazione più redditizia e inqualificabile dal punto di vista politico e sociale.
Assessore Alasia, se ancora una volta al tavolo delle trattative arriverà un imprenditore che giocherà su queste cose, sarà facile capire che ci ritroveremo di fronte ad un ennesimo tentativo di sfruttamento della rendita di posizione politica e occupazionale.
Capisco le preoccupazioni del collega Rossi perché mi rendo conto della sua esperienza e della sua vicinanza a problemi che lo fanno più attento di noi alle questioni di carattere specifico come l'età e il sesso degli occupati, che rendono difficile il loro recupero nell'area di lavoro, ma dobbiamo renderci conto che è arrivato il momento della verità (non per niente votiamo per le elezioni europee) e la Venchi Unica potrà tornare ad essere un'azienda produttiva, in particolare nella nostra Regione, se rispetterà le regole fondamentali del gioco dell' economia politica, regole del gioco che vanno rispettate ancora più strettamente in Piemonte secondo un corretto rapporto Nord-Sud. Se la economia mista, pubblica e privata avrà ancora una ragione d'essere, l'avrà proprio laddove l'economia a partecipazione pubblica deve recuperare le situazioni di ritardo del Sud.
La mano pubblica potrà intervenire ancora e più produttivamente nel Sud nella misura in cui verrà liberata da pesi e necessità di intervento di aree, che come quella torinese, per loro fortuna, sono dal punto di vista sociale, economico e anche politico, in grado di verificare che abbiano collocazione solo ed unicamente iniziative di tipo produttivo senza l'intervento della componente pubblica. All'Assessore va il nostro appoggio per quanto fa al fine di riportare l'azienda ad una conduzione economica e produttiva. Gli riconosciamo il non facile compito di risolvere tutte quelle situazioni di carattere umano, alle quali faceva riferimento il collega Rossi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola.
La parola all'Assessore per la replica.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Voglio assicurare il Consiglio che la Giunta non ha lasciato cadere nessuna possibilità in quanto sta lavorando a diversi tavoli, a quelli in cui è stato presentato uno schema di proposta e a quelli informali, proprio perché sente il dovere di non lasciar cadere nessuna delle ipotesi che si affacciano, anche quelle parziali. Ringrazio i Consiglieri che con i loro interventi stimolanti hanno offerto elementi di riflessione in una materia nella quale nessuno conosce la verità, in una situazione poi largamente devastata nel passato.
Al Consigliere Alberton rispondo dicendo che la questione occupazionale ha assunto valore prioritario nel senso che, una volta risolta, si sarebbe passati a considerare gli altri punti. Non e pero l'unico vincolo. La richiesta di credito agevolato sulla L. 675, ex L.464, quindi il trapasso dei 13 miliardi e 400 milioni dalla L. 464 alla L. 675 con l'allargamento ai 25 miliardi, è un'altra condizione. Mi rendo conto che il Governo non può che rispondere in termini di disponibilità politica perché queste cose diventano concrete a fronte di un progetto ben definito e non solo abbozzato su 3 cartelle e mezza come quelle consegnatemi.
Vi è poi la richiesta al Governo e alla Regione di adoperarsi per attivare linee di credito; anche questa e una condizione che potrà trovare una risposta solo a fronte di un progetto analitico e preciso. C'e stata la richiesta al Comune e alla Regione di indicare come preferenziale il prodotto sulla piazza di Torino e altrove: cosa che l'Ente pubblico si rifiuta di fare Alla collega Vaccarino dico che se è vero che l'economia industriale torinese in questo momento assorbe in linea generale, esistono però fasce di differenziazioni di zona e di sesso Ringrazio la dottoressa Castagnone Vaccarino che in parte ha anticipato la risposta al collega Alberton in ordine all'insufficienza del coordinamento pubblico. Quando si presentò la soluzione Inim la difesi. Si trattava di 1580 licenziamenti per i quali poteva essere ripristinato la sera stessa il rapporto di lavoro; ci venne data assicurazione dalla Magistratura di Milano che l'operazione era credibile. Non voglio aprire una polemica con la Magistratura E' certo cari colleghi, che se questi strumenti di accertamento non li ha il Governo, non può averli l'Assessorato al lavoro della Regione.
Oggi riprenderemo la trattativa e informerò il Consiglio dei successivi sviluppi.



PRESIDENTE

L'argomento è per oggi esaurito.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame deliberazione Giunta regionale: "Regolamento per il funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Regolamento per il funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale".
La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Non entro nel merito perché l'argomento è stato ampiamente discusso in sede di Commissione.
All'art. 9, punto d) si dice: "Qualora emergano dalla discussione proposte formalizzate da parte dei membri del CUR non contenute nell'esposizione del relatore ...". Preferirei si sostituisse con: "Qualora emergano dalla discussione elementi non precedentemente esaminati in presenza dell'Amministrazione interessata e che siano presentati in modo formale dai membri del CUR. si procede ad un'ulteriore e definitiva audizione dell'Amministrazione interessata in merito ai nuovi problemi emersi".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Mi richiamo all'ampia discussione che è avvenuta in Commissione su questo testo, sul quale ci siamo soffermati per rivendicare il diritto da parte degli Enti locali di conoscere sia il contenuto delle osservazioni e delle proposte che il relatore fa al Comitato Urbanistico Regionale, sia le proposte che emergono dalla discussione del CUR che formano oggetto di valutazione per il parere finale. Insisto sull'opportunità di tenere fermo il concetto di "proposta formalizzata", in quanto ritengo debba essere esplicitata in aggiunta alla relazione scritta che il relatore presenta al CUR. Cioè proposte che non potranno essere solo verbali e che potranno essere giudicate innanzitutto uniformemente e ampiamente da parte di tutti i membri ed essere conosciute anche nel merito dalle Amministrazioni comunali. Potremmo trovarci di fronte a pareri che potrebbero sovvertire completamente l'impostazione della discussione precedentemente fatta.
Insisto su questa formulazione a meno che non si trovi un termine che dica le stesse cose come sostanza, ma che lasci inalterato il concetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

E' una discussione di merito, di valutazioni soggettive, di chiarimenti reciproci, di spiegazioni, fino a trovare una sorta di intesa. A me pare che si voglia irrigidire chiedendo che, rispetto alla relazione del relatore, qualsiasi elemento che si scosti da questa debba essere messo per iscritto, per cui i lavori del CUR. anziché concludersi in una giornata, si concluderanno in 10 sedute.
La dizione che ho indicato comprende tutte le possibilità, anche la presentazione di elementi formalizzati, ma consente anche una maggiore libertà di avviare una discussione quando questa si renda necessaria.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli emendamenti presentati dal Gruppo del PCI.
"Emendamento aggiuntivo al punto 4): al testo del secondo comma è aggiunto: "nonché ai Comuni interessati".
Chi approva e pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
Emendamento sostitutivo al punto 5): il secondo comma è sostituito dal seguente: "L'istruttoria del P.P.A è svolta dall'ufficio preposto, mentre spetta al relatore, designato precedentemente dal Presidente, la formulazione della proposta di parere" Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula Emendamento sostitutivo al punto 5): il terzo comma è sostituito dal seguente: "Gli affari, di cui alle lettere f), g), h) dell'art. 77 della legge regionale n. 56/77 sono istruiti dagli uffici del Servizio urbanistico regionale, che nella seduta del CUR. in cui essi sono trattati, è invitato ad illustrarli".
Chiede di intervenire il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Anziché : "è invitato ad illustrarli" suggerisco la dizione: "li illustra".



PRESIDENTE

D'accordo.
Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto all' unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
La parola alla Signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Fin dall'inizio del testo si parla di singoli "affari", termine che preferirei sostituire con "provvedimenti". E' una questione di pulizia almeno formale!



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Nella legge n. 56 abbiamo utilizzato il termine "affari" per indicare tutte le pratiche di tutti i tipi: strumenti urbanistici, programmi regolamenti edilizi, violazioni, deroghe, ecc I provvedimenti sono la conseguenza delle decisioni. La questione doveva essere sollevata al momento della discussione della legge 56.



PRESIDENTE

Sull'emendamento presentato dalla Giunta al punto 9, lettera d) chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

L'argomento è stato ampiamente discusso nella Commissione e il testo è stato approvato all'unanimità. Ci troviamo di fronte a modificazioni non solo formali, ma sostanziali. La formalizzazione è interna al CUR perch tutti i membri che devono votare una modificazione del contenuto della relazione siano chiaramente edotti del contenuto; non sia solo oggetto di una proposta verbale che molte volte modifica sostanzialmente il contenuto di un'istruttoria o di un parere espresso dall'Assessorato che è stato molto ponderato. Il fatto di darne comunicazione ai Comuni è la garanzia di pubblicità e di partecipazione che abbiamo sempre tutti sottoscritto e sollecitato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Dissento, perché in questo caso non ha più significato l'ultimo punto che recita: "definita la discussione, il Presidente riassume e formula la proposta definitiva" Se il Consigliere Picco non è soddisfatto, possiamo aggiungere la dizione: "qualora emergano elementi non precedentemente esaminati e che vengano presentati in modo formale dai membri del CUR ...".



PRESIDENTE

Chi approva l'emendamento proposto dalla Giunta alzi la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
Vi dò lettura della proposta di deliberazione che così recita: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 "Tutela ed uso del suolo' visti in particolare gli articoli 76, 77 e 78 di tale legge che disciplinano la composizione, i compiti e le funzioni del Comitato Urbanistico Regionale ritenuto opportuno disciplinare in dettaglio l'attività del suddetto Comitato a mezzo di specifico regolamento sentita la competente Commissione consiliare delibera di approvare il 'Regolamento per il funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale' nel testo che si allega alla presente deliberazione e di cui esso fa parte integrante".
Chiede la parola il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

La proposta di regolamento che era stata presentata dalla Giunta conteneva un articolo, che la Commissione ha ritenuto di sopprimere relativo alla decadenza dei membri del CUR eletti dal Consiglio regionale che non avessero partecipato a 3 sedute. Abbiamo tolto la norma in quanto si è ritenuto che la decadenza di membri eletti dal Consiglio regionale debba avvenire ai sensi di una legge regionale e non di un regolamento. Si tratta quindi o di inserire un comma esplicito nella legge n. 56 o di approvare una legge generale che sancisca la decadenza dei designati dal Consiglio regionale che per 3 sedute non si presentino alle riunioni di una Commissione regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione per alzata di mano. E' approvata al l'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Zootecnia

Esame della legge rinviata dal Governo: "Organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della legge rinviata dal Governo: "Organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta".
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La legge venne approvata dai Consigli regionali del Piemonte e della Valle d'Aosta. La Regione Liguria non giunse in tempo. Il Governo ha fatto un rilievo relativo all'indennità di carica che avevamo lasciato da definire al Consiglio d'istituto. L'emendamento che viene presentato è stato concordato dalle tre Regioni interessate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il rinvio della legge dell'Istituto Zooprofilattico è dovuto anche alla mancata contemporanea approvazione della legge dal la Regione Liguria. Il fatto evidenzia la difficoltà di stabilire accordi interregionali. La nostra proposta avanzata al momento della discussione del provvedimento di separare la gestione e l'amministrazione del Centro Tori è ora ampiamente motivata.
Se è stato difficile giungere ad un accordo nella formulazione del testo di legge, figuriamoci quanto sarà difficile trovare un accordo quando il Centro Tori dovrà assumere decisioni anche rapide per ristrutturazioni o per innovazioni di carattere tecnico.
Se l'Istituto Zooprofilattico non sarà funzionante, ci renderemo conto troppo tardi, che è stata intrapresa la strada del rinvio dell'inapplicabilità, della scarsa funzionalità dell'Istituto stesso che è cosi importante per la zootecnia della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla signora Graglia Artico.



GRAGLIA Anna

Il Consiglio è nuovamente chiamato a deliberare la legge sull'Istituto Zooprofilattico per una pura formalità burocratica. La causa non è certo da attribuire alle Regioni se è stata definita una certa metodologia per approvare leggi interregionali, che vuole la contemporaneità del voto dei Consigli regionali.
Questa parte deve essere nettamente separata da quella che sarà la gestione dell'Istituto che avrà organismi dirigenti nei quali saranno presenti le tre Regioni interessate. Le questioni ancora scoperte possono e debbono essere superate perché già oggi, per gli innumerevoli impegni assunti nel campo della zootecnia, la Regione ha bisogno del rilancio dell'Istituto per trovare la soluzione ai gravi problemi esistenti, che vanno dalla natalità alla progenie e al risanamento del bestiame, tutti temi posti nell' area di intervento n. 1 del nostro Piano di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola nuovamente all' Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Voglio precisare che se avessimo scelto la linea che viene proposta, la legge sarebbe stata rinviata sine die.
Il Centro Tori è frutto di una iniziativa delle tre Regioni, Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.
Il Piemonte potrebbe istituirne un altro solo per i piemontesi.
Sull'Istituto Zooprofilattico però il discorso è a senso unico.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 L'organizzazione e la gestione dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, sono disciplinate, in attuazione della legge 23.12.1975, n. 745 secondo le norme dell'accordo allegato alla presente legge che forma parte integrante della stessa.
Eventuali modificazioni alla predetta disciplina saranno disposte sulla base di accordi tra le Regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, approvati con legge regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 Per l'elezione dei rappresentanti della Regione Piemonte nel Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale, ciascun Consigliere regionale vota per un massimo di quattro nomi; risultano eletti i sette nominativi che hanno riportato il maggior numero di voti.
Per l'elezione dei rappresentanti della Regione Piemonte nel Collegio sindacale dell'Istituto, ciascun Consigliere regionale vota per un solo nominativo.
L'esperto esterno all'Istituto componente il Comitato tecnico scientifico ed il dipendente della Regione Piemonte componente il Comitato di controllo, vengono eletti dal Consiglio regionale.
I rappresentanti dei produttori zootecnici del Comitato consultivo vengono nominati dalla Giunta regionale su designazione delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative, delle Associazioni dei produttori zootecnici di cui alla L.R. 30/8/76, n. 45 e dell'Associazione regionale allevatori.
La ripartizione dei rappresentanti di cui al comma precedente è effettuata con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, sentite le organizzazioni e le Associazioni interessate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 2 è approvato "Articolo 3 Per la costituzione del fondo di dotazione del Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale, previsto dall'articolo 21 dell'accordo allegato alla presente legge, è autorizzata per l'anno finanziario 1979, la spesa di 90 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1979, mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Contributo per la costituzione del fondo di dotazione dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta', e con lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa, di 90 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Passiamo a votare le norme dell'accordo tra le Regioni Piemonte Liguria e Valle d'Aosta per l'organizzazione ed il funzionamento dell' Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.
"Articolo 1 - Competenze regionali. Le funzioni amministrative, già esercitate dallo Stato sull'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e Liguria ai sensi delle leggi 23.6.1970, n. 503 e 11.3.19744 n.
101, e trasferite alle Regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta dalla legge 23.12.1975, n. 745, sono svolte congiuntamente dalle tre Regioni secondo il presente accordo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 1 e approvato.
"Articolo 2 - Denominazione. L'Istituto Zooprofilattico sperimentale per il Piemonte e la Liguria, con sede in Torino, Ente sanitario dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, è denominato 'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Vigilanza e controllo. Le funzioni di vigilanza e controllo sugli atti dell'Istituto sono esercitate da un Comitato di controllo composto da: i Presidenti delle Giunte regionali della Regione Piemonte, della Regione Liguria e della Regione Valle d'Aosta o loro delegati un dipendente regionale per ciascuna delle tre Regioni.
Svolge le funzioni di segretario del Comitato un funzionario della Regione Piemonte.
Il Comitato ha sede presso la Regione Piemonte, dura in carica quanto il Consiglio regionale del Piemonte ed è presieduto dal Presidente della Giunta regionale del Piemonte o da un Assessore regionale da lui delegato.
Il Comitato delibera validamente a maggioranza dei componenti ed in caso di parità prevale il voto del Presidente.
L'Istituto provvede ad inviare, entro otto giorni, gli atti soggetti a vigilanza al Presidente del Comitato ed ai Presidenti delle Giunte regionali della Liguria e della Valle d'Aosta.
Le deliberazioni diventano esecutive se entro il termine di trenta giorni dal ricevimento degli atti da parte del Presidente del Comitato non ne è pronunciato l'annullamento.
L'esecutività è sospesa se, entro il termine di cui al comma precedente, il Comitato chiede chiarimenti od elementi integrativi di giudizio all'Istituto".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Art. 4 - Compiti. L'Istituto attende ai seguenti compiti: 1) ricerca sperimentale sull'eziologia e patogenesi delle malattie infettive e diffusive degli animali, con particolare riguardo per quelle che possono rappresentare maggior pericolo per il patrimonio zootecnico del territorio di competenza 2) servizio diagnostico delle malattie trasmissibili degli animali 3) preparazione e distribuzione di prodotti occorrenti per l'esercizio della profilassi, previa autorizzazione del Ministero della sanità in conformità all'art. 5 della legge 23.12.1975, n. 745 4) preparazione e distribuzione di eventuali prodotti immunizzanti stabulogeni occorrenti per eliminare circostanziati episodi infettivi previa autorizzazione del Ministero della sanità in conformità all'art. 5 della legge 23.12.1975, n. 745 5) partecipazione attiva a piani di risanamento e miglioramento del bestiame 6) servizio diagnostico delle zoonosi 7) servizio di laboratorio per gli esami e le analisi di cui alle leggi 26.2.1963, n. 441; 15.2.1963, n. 281; 8.3.1968 n. 399 8) analisi del latte 9) formazione del personale specializzato nella zooprofilassi, anche presso Istituti e laboratori di paesi esteri 10) aggiornamenti pratici per veterinari 11) cooperazione tecnico scientifica con Istituti del settore veterinario anche esteri, previe opportune intese con il Ministero della sanità 12) propaganda, consulenza ed assistenza agli alleva-tori per la bonifica zoosanitaria e per lo sviluppo ed il miglioramento igienico delle produzioni animali 13) fecondazione artificiale del bestiame e studio della fisio patologia della riproduzione e dell'infertilità 14) ogni altro compito di studio, di ricerche e di analisi in materia zoosanitaria che gli sia affidato dalla Giunta regionale del Piemonte dalla Giunta regionale della Liguria, dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta, dal Ministero della sanità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Struttura organizzativa. Per l'espletamento dei compiti di cui all'alt. 4 del presente accordo, l'Istituto è organizzato in laboratori collocati nella sede centrale ed in sezioni periferiche, tra i quali quelli previsti dall'art. 6 della legge 23.12.1975, n. 745.
Nel caso che l'Istituto intraprenda la produzione dei farmaci, il relativo laboratorio dovrà assumere il carattere di azienda speciale a norma dell'ultimo comma dell'alt. 6 della legge 23.12.1975, n. 745.
L'istituzione di centri speciali e di nuove sezioni periferiche deve essere autorizzata dal Consiglio regionale della Regione interessata, ed approvata dai Consigli regionali delle tre Regioni.
L'organizzazione e la gestione dei laboratori centrali e periferici dovrà tenere conto, al fine di evitare duplicazioni di servizi, di tutte le strutture sanitarie ed in particolare dei laboratori di igiene e profilassi, o di altri laboratori similari, dipendenti sia direttamente dalla Regione che dagli Enti locali.
La sezione zooprofilattica della Regione autonoma Valle d'Aosta rimane disciplinata dalle norme di cui alla legge regionale n. 13 del 28.6.1962".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Organi dell'Istituto. Sono organi dell'Istituto 1) il Consiglio di Amministrazione 2) la Giunta esecutiva 3) il Presidente 4) il Collegio dei Sindaci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione è composto da : sette rappresentanti eletti dal Consiglio regionale del Piemonte quattro rappresentanti eletti dal Consiglio regionale della Liguria quattro rappresentanti eletti dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
Deve essere assicurata la rappresentanza delle minoranze.
Non sono eleggibili i Consiglieri regionali.
Il Consiglio può essere sciolto in caso di persistente inattività o di violazioni di leggi e di regolamenti, con deliberazione del Comitato di controllo.
Il Consiglio di Amministrazione viene insediato dalla Giunta regionale del Piemonte e dura in carica per tutta la durata del mandato del Consiglio regionale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Commissario straordinario.
In caso di scioglimento del Consiglio di Amministrazione viene nominato, con lo stesso provvedimento di scioglimento, un Commissario straordinario per l'ordinaria amministrazione dell'Istituto.
L'amministrazione straordinaria può avere una durata massima di 6 mesi termine entro cui deve essere ricostituito il Consiglio di Amministrazione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Funzionamento del Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione deve essere riunito almeno due volte all'anno a seguito di convocazione del Presidente.
Può altresì essere convocato dal Presidente per sua iniziativa e quando ne venga fatta richiesta da almeno un terzo dei Consiglieri, dal Collegio dei Sindaci, dal Comitato di controllo o da parte di una Giunta regionale.
Il Consiglio di Amministrazione delibera validamente con la presenza di almeno otto Consiglieri.
Qualora non sia diversamente stabilito, le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione sono approvate quando sono adottate col voto della maggioranza dei Consiglieri presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente.
Alle riunioni del Consiglio di Amministrazione partecipa con voto consultivo il Direttore dell'Istituto.
Le funzioni di segretario del Consiglio sono svolte dal segretario amministrativo dell'Istituto stesso o da chi ne fa le veci.
Nella prima riunione il Consiglio di Amministrazione elegge, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, il Presidente e la Giunta esecutiva.
Qualora dopo tre votazioni non sia risultato possibile raggiungere la maggioranza di cui sopra, l'elezione ha luogo a maggioranza dei presenti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Compiti del Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione 1) approva il bilancio ed il conto consunti vo 2) determina, sulla base delle direttive programmatiche e delle specifiche richieste delle Regioni, gli indirizzi e le direttive per il funzionamento dell'Istituto 3) delibera sull'alienazione e sull'acquisto di immobili e di azioni sull'accettazione di donazioni, eredità e legati e sulle altre trasformazioni, aumenti e riduzioni di patrimonio superiori a 50 milioni nonché sulle spese che vincolano i bilanci per un importo complessivo, nel quinquennio, superiore a 50 milioni 4) approva la convenzione da stipulare con un Istituto di Credito per il servizio di tesoreria 5) delibera il regolamento organico e lo stato giuridico ed economico del personale, nei termini previsti dall'art. 10 della legge 23.12.1975, n. 745 6) nomina il Direttore dell'Istituto 7) propone alle Giunte regionali l'eventuale istituzione di centri speciali o di nuove sezioni periferiche 8) delibera lo Statuto dell'Istituto e le sue eventuali modifiche che dovranno essere sottoposti all'approvazione dei Consigli delle Regioni interessate 9) stabilisce nei limiti fissati dalle Giunte regionali d'intesa fra di loro, l'importo dell' eventuale gettone di presenza per i Consiglieri, i Sindaci ed i componenti esterni del Comitato tecnico scientifico per ogni seduta valida a cui partecipano nonché l'importo dell'eventuale indennità di carica per il Presidente dell'Istituto e per il Presidente del Collegio dei Sindaci".
La Giunta propone di sopprimere il punto 9.
Chi è favorevole alzi la mano. L'emendamento è accolto.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Giunta esecutiva. La Giunta esecutiva è composta dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e da quattro membri eletti in seno al Consiglio, dei quali uno in rappresentanza della Regione Liguria e uno in rappresentanza della Regione Valle d'Aosta.
Essa dura in carica quanto il Consiglio di Amministrazione.
In caso di assenza o di impedimento del Presidente, la presidenza è assunta dal più anziano di età dei membri presenti. La Giunta esecutiva delibera validamente con la presenza di almeno tre membri; in caso di parità prevale il voto del Presidente.
Alle sedute partecipa con voto consultivo il Direttore dell'Istituto.
Le funzioni di segretario della Giunta sono svolte dal segretario amministrativo dell'Istituto stesso o da chi ne fa le veci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Compiti della Giunta esecutiva. Alla Giunta esecutiva compete l'ordinaria gestione dell'Istituto e lo svolgimento di tutti i compiti non esplicitamente riservati al Consiglio di Amministrazione.
In particolare la Giunta esecutiva: 1) predispone il bilancio preventivo, i provvedimenti di variazione dello stesso ed il conto consuntivo accompagnati dalle relazioni illustrative da sottoporre all'esame del Consiglio di Amministrazione 2) delibera la nomina, la progressione di carriera, il trattamento economico, il licenziamento ed il collocamento a riposo del personale dell'Istituto secondo le norme del regolamento 3) approva i contratti, le convenzioni e le spese nell'ambito degli stanziamenti di bilancio entro i limiti di cui al precedente art. 10 sub 3" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Presidente. Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'Istituto, convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione e la Giunta esecutiva e dispone per l'attuazione delle deliberazioni.
Dura in carica quanto il Consiglio di Amministrazione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Collegio dei Sindaci. Il Collegio dei Sindaci è composto da un Presidente, da due membri effettivi e tre supplenti. Il Presidente ed un membro supplente vengono eletti dal Consiglio regionale del Piemonte I Consigli regionali della Liguria e della Valle d'Aosta eleggono ognuno un membro effettivo ed uno supplente. Non sono eleggibili i Consiglieri regionali.
Il Collegio dei Sindaci 1) esamina il bilancio di previsione, il conto consuntivo e le relazioni che l'accompagnano ed esprime il proprio parere al Consiglio di Amministrazione 2) controlla la regolarità della gestione finanziaria 3) predispone, ogni sei mesi, una relazione sull'andamento della gestione amministrativa e finanziaria che trasmette alle Giunte regionali del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, nonché al Comitato di controllo.
I Sindaci possono presenziare alle sedute del Consiglio di Amministrazione e della Giunta esecutiva, Il Collegio viene insediato dalla Giunta della Regione Piemonte e dura in carica per tutta la durata del mandato del Consiglio regionale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Comitato tecnico-scientifico. E' costituito il Comitato tecnico-scientifico previsto dalla legge 23.12.1975 n. 745, con i seguenti compiti 1) elaborare programmi tecnico-scientifici 2) proporre al Consiglio di Amministrazione ed alla Giunta esecutiva programmi per l'acquisto di apparecchiature e di strumenti vari 3) valutare le iniziative di carattere zoosanitario ed igieniche proposte da Enti ed organismi operanti nell'ambito delle Regioni e riferire in merito agli organi deliberanti dell'Istituto.
Il Comitato è composto dal Direttore dell'Istituto e dagli aiuti dal Direttore del Centro di cui al successivo art. 17 da due tecnici dipendenti dell'Istituto designati dal personale da un dirigente di sezione provinciale designato dai dirigenti di sezione da tre esperti, uno per Regione, esterni all' Istituto e muniti di idoneo titolo di studio, ciascuno eletto dal rispettivo Consiglio regionale.
Il Comitato tecnico scientifico è insediato dalla Giunta regionale del Piemonte. Il Comitato tecnico scientifico ha la facoltà di interpellare ove risulti indispensabile, specialisti italiani o stranieri.
Il Comitato dura in carica quanto il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto e dovrà riunirsi almeno due volte all'anno. Il Comitato è presieduto dal Direttore dell'Istituto o da un quo delegato".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
La Giunta presenta un nuovo articolo 16. "Entrate finanziarie Indennità e gettoni di presenza.. L'Istituto provvede agli scopi istituzionali con le seguenti entrate: 1) le quote attribuite ai sensi dell'art. 11, terzo comma, della legge 23.12.1975, n. 745, alla Regione Piemonte, alla Regione Liguria ed alla Regione Valle d'Aosta 2) gli eventuali contributi delle Regioni 3) i contributi alle spese per i nuovi investimenti interamente a carico della Regione interessata 4) i contributi di altri Enti pubblici o privati comunque interessati all'incremento, al miglioramento ed alla difesa zoosanitaria del patrimonio zootecnico 5) i redditi del proprio patrimonio 6) i proventi diversi per attività od interventi richiesti dalle Regioni 7) gli utili derivanti dalle attività di produzione indicate nell'art.
5 della legge 23.12.1975, n. 745 8) gli utili derivanti dalla gestione del 'Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale'.
La misura dell'indennità di carica spettante al Presidente dell'Istituto ed al Presidente del Collegio dei Sindaci nonché la misura del gettone di presenza spettante ai Consiglieri ed ai componenti esterni del Comitato tecnico scientifico per ogni seduta valida a cui partecipano sono stabilite di intesa dalle Giunte regionali del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta nei limiti fissati dai Consigli regionali. Il relativo provvedimento è adottato dalla Giunta regionale della Regione Piemonte".
Chi approva tale emendamento alzi la mano. L'emendamento è accolto.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 - Istituzione del Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale. Nell'ambito dell'Istituto è istituito il 'Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale'.
Il Centro ha lo scopo di sviluppare e potenziare la fecondazione artificiale per le specie animali allevate e di svolgere tutte le iniziative che interessano il settore della riproduzione, della selezione della genetica e del miglioramento animale.
In particolare svolge i seguenti compiti: 1) organizzare e sviluppare la fecondazione artificiale per le specie animali di interesse zootecnico nelle Regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e la gestione del relativo servizio 2) svolgere studi e ricerche nel campo della genetica e del miglioramento animale 3) per le razze bovine a) costituire un centro tori per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione del seme, garantendolo con il controllo genetico del riproduttore b) svolgere studi e ricerche per il miglioramento genetico e la lotta contro l'infertilità delle popolazioni bovine.
Il Centro può avvalersi dell'opera di organizzazioni ed Istituzioni già esistenti.
Il Centro è dotato di appositi impianti, attrezzature, personale e gestione contabile, separati dagli altri laboratori dell'Istituto. Al Centro è preposto un Direttore laureato in medicina veterinaria, in possesso di specifica preparazione nel campo di attività del Centro nominato dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, sentito il Comitato consultivo di cui al successivo art. 19".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 18 - Funzionamento del Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale. Il Centro è amministrato dagli organi dell'Istituto ed è retto da un apposito regolamento deliberato entro un anno dall'entrata in vigore del presente accordo, dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto stesso, d'intesa con il Comitato consultivo di cui al successivo art. 19.
Il Consiglio di Amministrazione e la Giunta devono sentire, prima di assumere le deliberazioni relative al Centro, il parere del Comitato consultivo di cui al comma precedente.
Gli utili derivanti dalla gestione del Centro debbono essere utilizzati per il miglioramento del servizio della fecondazione artificiale e per tutto quanto attiene direttamente od indirettamente al complesso di attività, studi e ricerche nel campo della riproduzione, della selezione della genetica e del miglioramento animale.
Il Centro interregionale per la riproduzione ed il miglioramento animale subentra all'attuale 'Centro tori regionale per la fecondazione artificiale e lo studio della patologia della riproduzione animale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
"Articolo 19 - Comitato consultivo Composizione e compiti. Per la gestione del Centro è istituito un Comitato consultivo composto da il Presidente dell'Istituto che lo presiede dodici rappresentanti dei produttori zootecnici nominati dalla Regione Piemonte quattro rappresentanti dei produttori zootecnici nominati dalla Regione Liguria sei rappresentanti dei produttori zootecnici nominati dalla Regione Valle d'Aosta.
Alle riunioni del Comitato partecipa con voto consultivo il Direttore del Centro. Le funzioni di segretario del Comitato sono svolte dal segretario amministrativo del Centro o da chi ne fa le veci.
Il Comitato viene insediato dalla Giunta regionale del Piemonte, dura in carica per tutta la durata del mandato del Consiglio regionale della Regione Piemonte.
Spetta al Comitato esprimere parere su tutte le deliberazioni relative al Centro che vengono assunte dal Consiglio di Amministrazione o dalla Giunta esecutiva ed in particolare sui programmi e sui bilanci. Inoltre il Comitato può formulare proposte sui problemi generali e particolari relativi al Centro, sia al Consiglio di Amministrazione sia alla Giunta esecutiva.
Le determinazioni assunte in difformità al parere del Comitato consultivo nonché in non accoglimento delle proposte devono essere adeguatamente motivate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
"Articolo 20 - Comitato consultivo Funzionamento. Il Comitato consultivo deve essere riunito almeno due volte all'anno a seguito di convocazione del Presidente.
Può essere altresì convocato dal Presidente per sua iniziativa e quando ne venga fatta richiesta da almeno un terzo dei componenti il Comitato, dal Consiglio di Amministrazione, dalla Giunta esecutiva o da parte di una Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 20 è approvato "Articolo 21 - Disposizioni finanziarie per il Centro. il L'Istituto destina al Centro: 1) gli utili derivanti dalla gestione del Centro stesso 2) parte delle quote previste all'art. 16, comma primo, punto 1) 3) il fondo di dotazione di lire 100 milioni, al quale contribuiscono per il 90%, pari a lire 90 milioni, la Regione Piemonte, per il 5% pari a lire 5 milioni,, la Regione Liguria e per il 5 %, pari a lire 5 milioni, la Regione Valle d'Aosta".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
La parola al Consigliere Lombardi per dichiarazione di voto.



LOMBARDI Emilio

Evidentemente la legge è stata respinta non per motivi burocratici, ma per disposizioni legislative che non abbiamo rispettato. Se la gestione del Centro tori fosse in mano alle associazioni dei produttori, sia pure appartenenti a Regioni diverse, i problemi sarebbero più facilmente superabili. Mi auguro di sbagliarmi e che il funzionamento del Centro tori possa essere perfetto.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 13 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio alle ore 15,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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