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Dettaglio seduta n.254 del 03/05/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Se non vi sono osservazioni, il processo verbale relativo all'adunanza del 18 aprile 1979, distribuito prima dell'inizio della seduta, si intende approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli, Soldano per conoscere lo stato di applicazione del regolamento del Consiglio della Comunità Economica Europea n. 1760/78 del 25/7/1978


PRESIDENTE

Il punto secondo all'ordine del giorno reca: "Interrogazioni ed interpellanze". Iniziamo con l'interrogazione presentata dai Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli, Soldano per conoscere lo stato di applicazione del regolamento del Consiglio della Comunità Economica Europea n. 1760/78 del 25/7/1978.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Non appena ci è stato trasmesso questo regolamento abbiamo provveduto ad informare le Comunità montane, trasmettendo il regolamento stesso e sottolineando le questioni fondamentali: soggetti beneficiari, tipo di intervento previsto, ossia opere di elettrificazione, opere di riattamento o costruzione di strade interpoderali o vicinali, adduzione di acqua potabile. Successivamente, anche in relazione ad un discorso avviato sul piano nazionale abbiamo provveduto a fare un riparto dei fondi che riteniamo di ottenere per la Regione Piemonte. Dalla risorsa che viene dalla CEE e dalla quota massima a carico della Regione, si prevede che si possano realizzare opere per 18 miliardi. Si è quindi operata una suddivisione dei 18 miliardi per le Comunità montane con riferimento alla legge (50% per ogni abitante e 50% per il territorio). Alle Comunità è stata data questa informazione e questa indicazione. Abbiamo quindi invitato le Comunità a presentare i progetti. Si tratterà di mandare avanti una progettazione doppia rispetto a quella che realmente può essere finanziata; quella che rimane residua verrà caricata sull'esercizio successivo. Rimane inteso che nell'arco dei quattro anni ogni Comunità dovrà poter realizzare le opere in rapporto alla quota che è stata ripartita fra tutte le Comunità montane.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La risposta dell'Assessore sullo stato di applicazione del regolamento CEE dovrebbe essere più articolata.
Critichiamo spesso la politica comunitaria, ma quando essa offre possibilità per raggiungere gli obiettivi che anche il nostro Piano di sviluppo regionale si propone, spesso no n facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità per riuscire a realizzare i migliori risultati.
La politica agricola comunitaria, che si sviluppa sui due fondamentali filoni dei prezzi e delle strutture, è criticabile perché, secondo alcuni pareri, è eccessivamente incentrata sulla politica dei prezzi; quando per interviene questo tipo di intervento che incide sulle strutture delle zone svantaggiate e più povere del Paese e della Regione, non riusciamo a fare lo sforzo necessario perché tutte le possibilità che questi regolamenti offrono siano sfruttate.
C'è l'esigenza di divulgazione e di informazione nei confronti degli amministratori delle Comunità montane e dei Comuni montani, che su questo problema sono stati informati in maniera superficiale e per niente adatta alla complessità del problema da affrontare. Piemonte - agricoltura, il servizio socio - informativo della Regione, non dice nulla a questo proposito, non spiega alla gente il modo per ottenere i finanziamenti per costruire le strade, gli acquedotti, gli elettrodotti dal momento che ci sono centinaia di domande giacenti che attendono da anni il finanziamento.
Era sufficiente informare con lettera coloro che avevano presentato le domande della possibilità di trasferire i progetti presentati sulla legge n. 51 su questo regolamento. Questo non è stato fatto. Alcuni amministratori di Comunità hanno ricevuto una breve comunicazione contenuta in una paginetta. L'Assessorato all'agricoltura affronti questo problema e non si giustifichi dicendo che l'iter delle pratiche ha creato dei problemi: problemi circa l'approvazione delle domande ci sono sempre stati e non è il caso di scriverlo sugli organi dì informazione che la collettività piemontese paga con i propri soldi.
Visto che siamo in tema di trascuratezza vengo al discorso del regolamento 355. In Commissione abbiamo esaminato domande per finanziamenti di progetti del valore di miliardi che incidono notevolmente nella realtà della Regione quando non disponiamo ancora di una legge regionale per applicare tale regolamento. Ci sono domande che, stando alla legislazione regionale, non potranno essere accolte. Ci sono iniziative, situazioni concrete di aziende installate in zone povere che darebbero un'incentivazione all'agricoltura in quelle forme di produzione di piccoli frutti e di prodotti del sottobosco che non potranno ottenere il finanziamento. L'iniziativa legislativa deve essere presa da chi ha la responsabilità del governo regionale.
Chiedo quindi più precisione, più approfondimento sulle possibilità che ci vengono offerte dalla Comunità Economica Europea. Solo quando avremo fatto tutto il possibile per affrontare nel dovuto modo le possibilità che la Comunità ci offre, avremo il diritto, allora, di criticare la politica agricola comunitaria. A me non risulta che siano state proposte alle Comunità montane delle cifre sulle quali poter discutere. E' stato detto che c'era questa possibilità in maniera molto larvata.
Avrei voluto avere un'informazione sul numero delle Comunità montane che hanno presentato domanda. Credo però che in realtà siano poche perch evidentemente, l'informazione non è stata sufficiente. Cercheremo nel limite delle nostre possibilità di portare avanti questo discorso e invitiamo l'Assessore a fare altrettanto in maniera che gli amministratori locali, specialmente quelli delle zone svantaggiate e quelli delle zone montane, abbiano la possibilità, nel più breve tempo possibile, di usufruire di quanto offre il regolamento.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Le domande pervenute dopo il primo comunicato superano di gran lunga i 18 miliardi. Di fronte a questo fatto ci è sembrato giusto accogliere il suggerimento dell'Uncem e fare queste ripartizioni. Le Comunità montane sono state informate dall'Assessorato due volte. Attendiamo che il Ministero definisca il programma quadro e si apra la possibilità di inviare il progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Ho semplicemente fatto notare che questo problema non è stato trattato sugli organi di informazione dell'Assessorato. Inoltre è indiscutibile il fatto che ci sono domande giacenti sul regolamento 355 che non possono essere finanziate perché la Regione Piemonte, nonostante tutte le nostre sollecitazioni, non ha lo strumento legislativo adeguato.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.
****


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Chiabrando, Genovese, Franzi, Bianchi Beltrami, Martini, Lombardi e Picco inerente all'attuale funzionalità dell'Assessorato regionale all'agricoltura


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza dei Consiglieri Chiabrando, Genovese Franzi, Bianchi, Beltrami, Martini, Lombardi e Picco inerente all'attuale funzionalità dell'Assessorato regionale all'agricoltura.
La parola al Consigliere Chiabrando per l'illustrazione.



CHIABRANDO Mauro

Signor Presidente, abbiamo presentato questa interpellanza per poter fare il punto della situazione sulla conduzione della politica agraria regionale, in sede di Consiglio, visto che ognuno parla nella propria sede tutti sembrano avere ragione, ma in realtà non riusciamo a capirci.
Il primo problema riguarda il grave ritardo, negli interventi, degli ultimi anni.
Fino a questa mattina abbiamo avuto 45 risposte su 97 interrogazioni fatte dal mese di ottobre 1978. Qualcuno potrebbe ironizzare sul numero, ma abbiamo inteso dettagliare le domande per agevolare il compito, dato che in passato abbiamo presentato varie interrogazioni ed abbiamo avuto delle risposte completamente sfasate rispetto alle richieste. Le domande riguardano gli interventi in agricoltura, il numero delle domande giacenti le spese affrontate. La mancanza di conoscenza ostacola l'opera del legislatore.
Tempo fa il Presidente ci aveva detto di avere pazienza che entrasse in funzione il Centro di calcolo. D'accordo, ma se non si inseriscono i dati nel Centro, non avremo mai una risposta. La realtà è che i dati non ci sono e questo è molto grave.
Lamentiamo inoltre che la Giunta regionale non ha fornito, se non parzialmente e su richiesta dei Consiglieri, elementi sull'attuazione delle leggi agricole quindi non ha adempiuto alle precise disposizioni che prevedevano relazioni quadrimestrali, semestrali e annuali. Infatti l'art.
5 della legge regionale n. 3/76, già proposta da questa Giunta, stabilisce che tutti i provvedimenti di concessione di benefici in materia di agricoltura e foreste vengano pubblicati a cura della Giunta regionale con l'indicazione del nominativo dei beneficiari, del tipo di intervento e della relativa spesa a carico dell'Amministrazione. Le istruzioni per l'applicazione della legge, approvata dalla Giunta regionale il 26 ottobre 1976, dettano disposizioni specifiche e modalità per la pubblicità degli interventi ed esattamente a pagina 11 delle norme generali e poi nei capitoli di ogni singolo intervento; in 24 pagine diverse è stato scritto che la Giunta regionale ogni tre mesi deve dare queste informazioni.
Anche la legge n. 45 detta modalità per la pubblicità degli atti, a pagina 9 delle norme generali e poi per ben dodici volte nel volume delle istruzioni. L'art. 51 della legge regionale n. 15 prevede che, entro il 31 gennaio di ogni anno, la Giunta regionale rediga una relazione concernente l'attività di informazione socio-economica svolta nell'anno precedente: copia di tale relazione dovrebbe essere trasmessa al Consiglio regionale.
Sempre la legge n. 15, all'art. 59, prevede che gli elenchi dei beneficiari degli interventi, con le indicazioni del tipo di intervento e della relativa spesa, siano pubblicati a cura della Giunta regionale anche sul bollettino di informazione socio-economica. Cosa che non si è mai verificata. Infine le istruzioni per l'attuazione della legge n. 15 ripetono per ventitre volte la solita frase di impegno per dare pubblicità.
Tralascio tutta la parte, ormai discussa più volte, riguardante la legge n.
63. Vengo al punto che interessa maggiormente.
Nell'interpellanza chiediamo inoltre se la Giunta è al corrente del grave stato di disagio in cui operano i dipendenti degli uffici dell'Assessorato all'agricoltura per la mancanza di tempestive e chiare disposizioni per l'attuazione delle leggi, situazione che pare ammessa anche dall'Assessore stesso in pubbliche dichiarazioni. L'Assessore, come è riferito da "La sentinella del Canavese", avrebbe detto che le difficoltà sono molte e che la legge 63 avrà vita difficile sia per i ritardi amministrativi sia per i "tentativi di sabotaggio che vi possono essere in alcuni uffici". Vorremmo che l'Assessore ci desse dei chiarimenti in proposito. Chiedo inoltre alla Giunta se è al corrente delle interferenze politiche che vengono attuate nei confronti del personale dell'agricoltura e delle conseguenti tensioni a danno della funzionalità degli uffici, come dimostrano i recenti comunicati e le polemiche insorte. In un comunicato affisso in bacheca dell'Assessorato all'agricoltura a firma "per i comunisti dell'agricoltura, Archimede", è scritto, tra l'altro, con riferimento a comunicati precedenti: "I comunisti dell'Assessorato vogliono inoltre sottolineare di fronte ai colleghi come si sia scoperta la manovra politica di chi si nasconde dietro queste basse provocazioni. Gli autori fingono di ignorare che il Governo è e resta democristiano e che pertanto la responsabilità principale di ogni fatto che accade in Italia non è certo del P.C.I., ma piuttosto della D.C. Non è certo casuale che questo metodo dell'insulto attraverso biglietti anonimi affissi in bacheca viene usato soltanto ed esclusivamente contro il P.C.I., e mai contro altre forze politiche, la D.C., in primo luogo".
Poi fa un'affermazione interessante: "Incidentalmente si fa notare come nell'attacco all'introduzione della bollatrice automatica sia stato fatto il nome del Presidente del Consiglio regionale Sanlorenzo all'evidente scopo di chiamare in causa, come responsabile, un esponente del P.C.I.".
Non capisco questa distinzione tra P.C.I., e P.S.I., per la bollatrice.
Tutto Questo, secondo il mio parere, è una cosa forzata. Richiamo la Giunta e l'Assessore di vigilare perché non mi pare corretto che il personale venga diviso a scapito della funzionalità dell'ufficio.
Ho sviluppato i concetti che sono sintetizzati nell'interpellanza.
Stante una situazione di alcune gravi inadempienze, di fatti discutibili e marginali come quest'ultimo, stante il fatto che la conduzione della politica agraria regionale da parte di questa Giunta é, secondo noi, non soddisfacente, qualche volta anche disastrosa, chiediamo risposte precise dopo di che valuteremo l'atteggiamento da assumere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

In quanto alle risposte alle interrogazioni devo dire che è pronto un altro gruppo di risposte scritte. Le 97 interrogazioni richiedono un prospetto dell'attività che va dal '74 ad oggi e che riguarda le leggi in vigore da allora in poi. E' un prospetto che gli interroganti hanno costruito, come era loro diritto, su misura, che però richiede molto tempo in un momento in cui l'Assessorato è oberato di grande lavoro e di difficoltà e anche perché le prime risposte date non erano del tutto soddisfacenti.
Il ritardo c'è, non intendo nasconderlo, tuttavia il lavoro ormai sta per essere finito, quindi ci sarà la risposta completa a tutti i prospetti allegati all'interpellanza. Anche il metodo diverso di catalogazione dei dati non permetteva una risposta immediata. Si tratta inoltre di recuperare situazioni relative alla legge n. 17 che risalgono al '74, sulle quali non abbiamo più avuto occasione di tornare se non per i finanziamenti. Alla fide del 1975 abbiamo approvato la legge n. 10 per realizzare una sanatoria e per coprire le domande presentate sulle leggi 17 e 18 occorsero 10 miliardi; un blocco di domande per opere collettive che era stato sospeso dall'allora Assessore Chiabrando per un importo di 10 o 12 miliardi sta per essere esaminato soltanto adesso.
La pubblicità degli atti viene fatta ogni sei mesi e i dati arrivano direttamente all'Albo pretorio dei Comuni come la legge prevede, stiamo curandone la pubblicazione con i nomi, il tipo di intervento e l'importo.
E' necessario e opportuno arrivare alla meccanizzazione dei dati, problema attualmente in corso. E' già stato realizzato il progetto per quanto riguarda l'Albo degli imprenditori che comporta l'esame di 250-300 mila domande. Questo è il primo progetto realizzato di memorizzazione, il secondo è quello dei dati che sono stati inviati ai Comuni e ai Comprensori e che secondo il Consigliere Chiabrando non servirebbero a niente.
Per quanto riguarda le informazioni posso assicurare invece di averle regolarmente fornite in Commissione e una volta in Consiglio dietro richiesta del Consigliere Cardinali.
Il collega Chiabrando non si è quasi mai dichiarato soddisfatto dei dati presentati. Infine, quando abbiamo presentato il progetto di legge 308, diventato legge 63, incorporata nella relazione c'era una situazione completa dei dati e- appunto il Consigliere Cardinali aveva detto di essere finalmente soddisfatto.
Altri dati desunti da quelli affissi negli Albi dei Comuni furono presentati nel volume verde. I ritardi sono dovuti anche alla carenza dell'organico dell'Ispettorato all'agricoltura a livello regionale e a livello periferico rispetto alle altre grandi regioni agricole che in genere sono meno agricole del Piemonte e hanno più personale: quasi certamente in quelle regioni c'è esagerazione, in Piemonte c'è inadeguatezza, alla quale tuttavia si sta provvedendo, sia attraverso la,memorizzazione dei dati utilizzando il Centro di calcolo, sia attraverso ai concorsi indetti e quasi ultimati.
Devo smentire di aver fatto l'affermazione a cui ha fatto cenno il Consigliere Chiabrando. Non ritengo che si sia mai verificata una carenza sotto questo aspetto. Per quanto riguarda la legge 63 prima della fine del mese di dicembre sono state approvate delle norme provvisorie che hanno chiarito alcuni punti fondamentali, hanno fatto valide tutte le norme preesistenti e, dal momento che vi erano ancora molte pratiche sulla legge 51 da istruire, non c'erano problemi.
Attorno alle norme abbiamo fatto discussioni a non finire, andando a riprendere gli argomenti portati nella discussione della legge: visto che le norme di applicazione della legge ci hanno trovati tanto discordi, era naturale che la stesura fatta con i funzionari prima, poi con il Comitato tecnico scientifico e poi con la Commissione, provocassero discussioni.
Ora, comunque, la maggior parte di esse sono state approvate dalla Giunta e sono in corso di stampa.
Non ho mai fatto un'affermazione di quel tipo. Il Consigliere Chiabrando ha parlato di sabotaggio, quindi tra il testo dell'interpellanza e quello che è stato detto a voce c'è differenza. Credo di aver dimostrato che è da escludersi che siano sorti problemi con riferimento alle norme.
Vengo alla questione dei dipendenti. Non sono solito scaricare le colpe e gli errori sui funzionari, come ha fatto, ad esempio, il Ministro Marcora in occasione di una manifestazione tenutasi ad Asti. Abbiamo in Regione funzionari bravi e funzionari meno bravi e io, però, li ho sempre difesi tutti, anche nel corso dell'intervista televisiva che si tenne dopo quella manifestazione.
Le leggi 15 e 63 hanno modificato il modo di concepire gli interventi creando difficoltà sia per gli imprenditori che per gli uffici tant'é vero che sono in atto corsi di aggiornamento. Un giornale del Canavese ogni tanto pubblica articoli stesi da un funzionario che attaccano in particolare la legge n. 15 e l'assistenza tecnica, i CATA, ecc. Non mi piace fare il censore, ho soltanto fatto dire attraverso il capo di quell'ufficio che quel funzionario dovrebbe firmare gli articoli solo con nome e cognome e non come funzionario della Regione.



OBERTO Gianni

Sono molti i funzionari regionali che vanno in giro rappresentando la Giunta regionale e la Regione Piemonte, non è il caso di uno solo, ma di molti.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Nell'Assessorato all'agricoltura c'è un funzionario contestatore, forse extraparlamentare di sinistra, il quale, oltre a condurre certe battaglie sindacali, naturalmente in contrasto con i sindacati confederali e con la maggioranza di solidarietà nazionale, si diverte ad appiccicare nella bacheca insulti nei confronti di Enrico Berlinguer, di Luciano Lama e di Ugo Pecchioli, è avversario di ogni iniziativa assunta per la difesa dell'ordine democratico, a volte è anche contro i Presidenti del Consiglio e della Giunta, dimostrando un livore particolare nei confronti dei comunisti.
Un comunista, stanco di quegli insulti, sotto la sua responsabilità ha appiccicato quell'altro testo che qui è stato letto. Il fatto è limitato ad una sola persona e non credo che incida sullo spirito generale e sulla collaborazione fra i funzionari dell'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ci dichiariamo insoddisfatti della risposta, intanto perché non abbiamo i dati sulle situazioni trimestrali, semestrali e annuali, previste dalla legge, che devono essere dati al Consiglio regionale e pubblicati sul notiziario dell'agricoltura.
L'Assessore lamenta carenza di personale ma, secondo noi, non vi è carenza di personale, essendo in numero molto maggiore che nell'epoca in cui gli uffici erano gestiti dal Ministero e dalla precedente Giunta. Non si tratta di numero maggiore ma di conduzione del personale. Non serve aumentare il personale per lasciarlo poi senza direttive, senza istruzioni precise. Sappiamo che dalle province sovente la gente viene mandata a Torino perché i dipendenti non sanno dare le informazioni.
L'Assessore dice che non usa scaricare le colpe sui funzionari: devo dire invece che ogni qualvolta in Commissione sorgono dei problemi, scarica la responsabilità sul funzionario "a" o sul funzionario "b".
Inoltre non accettiamo, almeno questa volta, le accuse di ritardo da parte della Commissione, nella cui sede in ogni riunione sollecitiamo all'Assessore le istruzioni. L'Assessore ha poi introdotto un sistema nuovo un po' duro e arrogante: "dite la vostra, poi io faccio quello che voglio! ". Questa è la sostanza delle sue battute.
Per quanto si riferisce alle grane sorte in Assessorato per le frasi scritte nel comunicato penso ci sia modo e modo per esprimere la propria idea. La versione data non mi pare giusta, perché in questo caso viene coinvolta la D.C., che stando alle informazioni dell'Assessore non dovrebbe invece c'entrare.
Colgo l'occasione della discussione su quel funzionario per chiedere quando è stato assunto e in base a quale concorso, quali funzioni svolge visto che ha parecchio tempo da dedicare ad altre cose.
Ci dichiariamo insoddisfatti per i motivi che ho illustrato e ci riserviamo di presentare in merito una mozione.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi Menozzi inerente all'applicazione della legge regionale n. 63 del 1978


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando Franzi, Lombardi, Menozzi inerente all'applicazione della legge regionale n. 63 del 1978.
Chiede di parlare l'Assessore Ferraris, ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

In relazione a questo argomento chiederei di fare una comunicazione al Consiglio affinché tutti i Consiglieri, e non solo gli interroganti possano intervenire.



PRESIDENTE

Uno degli interroganti, a nome degli altri, dica se intende accettare la proposta dell'Assessore.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La proposta dell'Assessore è sensata, però, stante l'urgenza di discutere altri problemi e stante la complessità di questo argomento che comporta anche una preparazione da parte dei Gruppi politici, proponiamo di svolgere velocemente l'interrogazione e di rinviare alla prossima seduta la discussione generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Poiché il problema ha una rilevanza di carattere giuridico costituzionale, sarebbe opportuno che l'Assessore facesse precedere la dichiarazione verbale da una comunicazione scritta a tutti i Gruppi affinché anche quelli minori, che hanno difficoltà a seguire tutta la materia, abbiano la possibilità di chiedere consulenze o di verificare sotto il profilo giuridico la portata della materia stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il parere della Commissione CEE, emesso il 21/12/1978 e trasmesso dal Commissario del Governo il 16/1/1979, è stato considerato dalla Giunta ovvio e scontato. Come d'intesa con il Ministro Marcora, ho preso contatto con il MAF con il quale si è concordato questa procedura che può sempre essere modificata dal Consiglio: nessuna iniziativa autonoma da parte nostra fino al termine delle trattative in corso alla CEE per la revisione delle direttive socio-strutturali; disponibilità assegnata ai funzionari del Ministero a discutere per portare in Consiglio eventuali richieste di modifica che prima della conclusione delle trattative potessero servire a favorirne lo sviluppo. Le trattative sono in corso. E' bene tenere presente che in data 24/11/1978, quindi dopo l'approvazione della legge n. 63, è stata approvata la direttiva n. 78/1017 pubblicata il 13/12/1978; in attesa del riesame delle direttive socio-strutturali, su richiesta della delegazione italiana, ha prorogato al 31/12/1979 il periodo di scadenza degli aiuti nazionali transitori previsti dall'art. 14, paragrafo 2 lettera a), delle direttive CEE n. 1159 del 1972.
Siamo di fronte ad un parere sostanzialmente di no conformità; nel testo si dice che è un parere non definitivo, perché alla CEE mancano alcuni atti da parte nostra che, tra l'altro, non siamo tenuti a mandare quindi è un parere interlocutorio. In secondo luogo questa direttiva consente, per tutto il 1979, di non tenerne conto. Di tutto questo avevo fatto un cenno sommario in sede di Commissione, alla quale il 20 u.s. ho trasmesso il parere, tant'é vero che credevo che si fosse creata la condizione per riferir e per aprire il dibattito, cosa che non avvenne a causa dei molti argomenti all'ordine del giorno. Il problema esplose sui giornali e in quell'occasione ho fatto precise dichiarazioni, e cioè c e la legge n. 63 è pienamente valida e che nessun procedimento di infrazione pu essere avviato nel corso del '79. In ogni caso le osservazioni possono essere corrette con una semplice deliberazione perché sostanzialmente riguardano i tassi. In occasione del successivo dibattito distribuirò una nota scritta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Rimaniamo in attesa del documento scritto che l'Assessore ha promesso.
Dopodiché discuteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Chiedo che quelle comunicazioni venga o inviate ai singoli Consiglieri in maniera che si, o in grado di poterle esaminare.
Si come ci sono delle implicazioni di natura giuridica e di diritto internazionale, vorrei non soltanto che si conoscesse il pensiero della Giunta, ma che la Giunta si facesse carico di chiedere un parere giuridico a coloro che sono esperti in questa materia perché indubbiamente, come è stato rilevato dal Consigliere Chiabrando, è molto importante andare avanti con estrema chiarezza e con grande sicurezza.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza dei Consiglieri Martini, Lombardi, Soldano, Vietti e Paganelli atta ad ottenere precisazioni circa il programma annuale di intervento in materia di sistemazione di bacini montani e di opere idraulico-forestali che la Giunta deve predisporre


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza dei Consiglieri Martini, Lombardi Soldano, Vietti e Paganelli atta ad ottenere precisazioni circa il programma annuale di intervento in materia di sistemazione di bacini montani e di opere idraulico-forestali che la Giunta deve predisporre.
La parola al Consigliere Martini per l'illustrazione.



MARTINI Mario

Mi richiamo a due circolari del Presidente della Giunta in data 8 febbraio e 12 marzo. La prima dice: Legge regionale 54/75 - Programma di somma urgenza delle opere di sistemazione idraulica e forestale per l'anno 1979. Questo Assessorato, d'intesa con gli uffici regionali del Genio Civile e degli Ispettorati ripartimentali, ha predisposto in base alla legge uno schema di programma urgente di opere di sistemazione idraulica.
Prima di tutto c'è da osservare che l'Assessorato "si avvale" degli uffici del Genio Civile e degli Ispettorati ripartimentali delle foreste mentre "l'intesa" deve cercarla con le Comunità montane e con le Province.
In secondo luogo la legge non prevede programmi urgenti di opere di sistemazione idraulica, ma programmi annuali di sistemazione idraulica e forestale. La spesa di 6 miliardi non è irrilevante.
La circolare prosegue: "Per un preventivo esame si trasmette in allegato copia del predetto schema all'Amministrazione provinciale, ai Comprensori, ai Presidenti delle Comunità montane per un definitivo parere sul programma stesso".
L'articolo 1 della legge n. 54 prevede una consultazione che non si pu sicuramente esaurire in una riunione nella quale si presenta il programma e si chiede un definitivo parere.
Più avanti si parla di un successivo programma che riguarda l'anno 1979 e di ulteriori finanziamenti di 10-12 miliardi sul bilancio 1979 e si dice che il programma dovrà essere integrato e precisato dagli Enti.
Più che integrato, il programma dovrà essere sottoposto alla consultazione degli Enti che diranno il loro parere in merito entro un termine; vorrei sapere dal Presidente se questo termine è stato fissato.
Nella circolare del 12 marzo si torna a parlare di programma urgente per l'anno 1979 in applicazione del programma che era stato predisposto e si parla dei progetti, dicendo che devono essere presentati entro e non oltre il 30 aprile. Quindi o i progetti sono pronti, e mi auguro che lo siano, oppure sarà difficile nel giro di un mese poterli realizzare. "Si avverte che, trascorso inutilmente il suddetto termine, sarà proposto alla Giunta regionale la revoca del finanziamento". A chi va il finanziamento? Proprio perché è un programma predisposto dal Genio Civile e dalla Forestale, con ogni probabilità, viene gestito direttamente dalla Regione tramite il Genio Civile e la Forestale a meno che ci siano delle Comunità e delle Province che hanno i progetti quasi predisposti, il che dimostrerebbe che la circolare era attesa da due anni e che l'attesa era così costruttiva che i progetti erano già pronti.
Nella replica mi riservo di fare alcune considerazioni generali sulla legge che ha una finalità evidentemente di collaborazione costruttiva. Se c'è una legge che può essere accusata di centralismo regionale è proprio questa. Tutti assieme dovremmo opportunamente modificarla.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Devo dire che a volte qualche carenza e qualche imprecisione nei reciproci rapporti con le Amministrazioni locali e con i Comprensori c'è stata. Non sempre sono stati usati i termini giuridicamente esatti. Non sempre i Comprensori sono stati informati degli interventi che interessavano il loro territorio e non sempre è stato sollecitato il loro parere.
In questa occasione abbiamo usato il termine di "somma urgenza" termine non previsto dalla legge, spinti dai tremendi eventi naturali dell'Ossola. La somma in questione doveva già essere spesa nel corso dell'estate 1978 attraverso un programma studiato dagli uffici periferici regionali e dai Comprensori, ma le calamità dell'Ossola ne hanno impedito la realizzazione, perché i 6 miliardi e mezzo circa vennero dirottati in quella direzione.
Successivamente abbiamo ripreso il discorso per il 1979. Il Consigliere Martini ha ragione quando dice che le Comunità montane, i Comuni, la Provincia hanno i progetti pronti. E' vero che siamo andati incontro a consultazioni abbastanza rapide, ma è altresì vero che tutto il programma concordato con i Comprensori oggi è in attuazione; 6 miliardi e 500 milioni sono appaltati o sono in corso di appalto da parte delle Comunità montane degli Ispettorati ripartimentali delle foreste, dei Geni Civili, delle Amministrazioni provinciali. Entro il 30/11/1979 tutte queste opere saranno ultimate e pagate.
Abbiamo sottoposto all'attenzione dei Comprensori e delle istituzioni locali l'opportunità di un'indagine sui danni presenti nel territorio, dal punto di vista idrogeologico e forestale. In un primo tempo il termine assegnato era il 30 aprile, ma nel corso della riunione di Cuneo venne osservato che il termine era troppo ravvicinato. Quindi, adempiendo al principio stabilito dalla legge che entro il 31 maggio di ogni anno la Giunta, unitamente agli Enti locali ed ai Comprensori, formula il programma, abbiamo esteso il termine al 31 maggio. Sottoporremo i risultati dell'indagine all'attenzione del Consiglio e apriremo il dibattito nei Comprensori.
Ritengo che il Consigliere Martini volesse introdurre il secondo discorso che interessa gli Enti locali in ordine al censimento dei danni idrogeologici e forestali, per il quale abbiamo espresso alcuni criteri prioritari: completamento delle opere già finanziate interventi organici nell'ambito dei bacini per i quali sono in corso gli studi di elaborazione dei relativi piani di bacino: Dora Riparia Sesia, Toce, Scrivia, Bormida.
Per il piano di bacino della Dora, per esempio, è prevista una spesa di 80 miliardi. Dal momento che, però, non avremo la completa disponibilità di tale cifra, gli interventi dovranno prefigurare quelli stabiliti dai piani di bacino. Stabiliremo i modi di intervento. Non abbiamo modificato nulla per quanto riguarda la prima parte dell'intervento dei 6 miliardi e mezzo che saranno realizzati entro il 30 novembre di quest'anno. Il Consiglio stabilirà, nell'assestamento di bilancio, se alcune somme potranno essere date; se ci sarà l'anticipazione delle somme stabilite per il bilancio pluriennale del 1980; l'intervento globale per quest'anno potrebbe anche essere di 20 miliardi e non di 6 miliardi e 500 milioni. Abbiamo dato il carattere di urgenza a tutto questo perché l'assetto del territorio è un problema prioritario.
Ringrazio il Consigliere Martini e gli altri che hanno sottoposto all'attenzione del Consiglio questo importante problema nell'azione della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Il Presidente in linea di massima ha dato una risposta soddisfacente anche se mi sarei spettato un impegno più preciso nel coordinamento di questa legge nell'ambito della legislazione regionale che interessa gli importanti settori della forestazione e delle opere di pronto interveto che hanno una loro disciplina in altre leggi e che sono prese in considerazione in modo specifico dalla legge 54/75.
Questa legge va rivista perché è in contrasto con tutto quanto siamo venuti sviluppando dal '75 i poi sui rapporti fra la Regione e le Amministrazioni locali. L'articolo 1 stabilisce che la Regione "provvede a realizzare". Se si ritiene che la Regione debba riservarsi la capacità esclusi a di intervento lo si dica chiaramente e non si prenda in giro nessuno. Potrebbero esserci anche delle motivazioni valide, specialmente per quanti riguarda le opere di pronto intervento in cui o corre avere una tempestività che nei momenti di programmazione intermedia finirebbe per essere dilungata o esclusa.
Nell'art. 3 si parla di "programmi predisposti dall'Assessorato a tutela dell'ambiente con la collaborazione del Genio Civile e dell'Ispettorato forestale" il che rientra nella illogica centralista.
Se vogliamo adeguare questa legge alla legislazione successiva sarebbe opportuno mette la in rapporto con la legge delle procedure di programmazione. Faccio però presente che la successiva legge 7 luglio 1976 n. 36, all'art. 2, stabilisce: "Il sesto comma dell'art. 6 della legge regionale n. 54 è così integrato: nei medesimi programmi annuali il 10 dello stanziamento globale sarà accantonato per il finanziamento di interventi urgenti che si rendono necessari in conseguenza di dissesti sopravvenuti o che valgo o a prevenire possibili eventi calamitosi". Sugli eventi calamitosi abbiamo approvato una legge quindi questo articolo andrebbe coordinato. Però a me preme far rilevare che questa successiva modifica resta a significare che la legge 54 del 1975 non è da intendersi nella sua globalità come legge di pronto intervento avendo finalità specifiche da raggiungere che, in quanto tali, vanno inserite nella logica della programmazione. L'art. 3 cita i piani di sviluppo delle Comunità montane. Oggi i piani di sviluppo che n.1 1975 non esistevano ci sono e dobbiamo in qualche modo tenerne conto, non come è avvenuto per la Val Maira.
Queste contraddizioni richiamano l'esigenza di una programmazione pluriennale anche in questo settore per mettere le Comunità montane in condizione di programmare sia i tempi di progettazione sia la gestione degli interventi stessi. Ci è giunta notizia di reazioni da parte dei funzionari verso i quali normalmente esprimo pareri favorevoli, in questo caso non ne condivido le mentalità, quindi abbiamo il dovere di richiamarli a fare un piccolo sforzo mentale per adeguarsi alle esigenze della programmazione regionale. Se vogliamo che le Comunità montane abbiano una reale capacità di incidenza sulla politica del territorio dobbiamo dare loro la possibilità di fare i progetti. L'art. 6 della legge stabilisce che il 15% degli stanziamenti viene riservato agli Enti che progettano e programmano in proprio i lavori. Il 15% di 25 miliardi si traduce in 3/4 miliardi in un biennio. L'Assessore Astengo deve dire qualche cosa sugli uffici tecnici delle Comunità montane e a questo proposito sarebbe opportuno un incontro per definire un'intesa su quello che compete alla Regione e quello che compete alle Comunità montane.
Chiedo inoltre in che rapporto è questa legge con la legge del pronto intervento, con la legge n. 63 e con la legge n. 28. Poiché mi risulta che la nuova legge n. 28 comincia a tradursi in articolato bisognerà tenere presenti anche queste cose.
Per quanto riguarda il finanziamento pongo un interrogativo. La legge del '75 prevede per l'anno 1975 un finanziamento di 5 miliardi, nel '76 c'è stata una modifica per un finanziamento di 5 miliardi. Non contesto i finanziamenti, però mi domando: o c'è una legge di principio che trova il suo finanziamento annualmente nel bilancio, oppure non c'è una legge di principio e c'è una legge che determina i finanziamenti a scadenza annuale per il 1975 e per il 1976. E' corretto fare richiamo a questa legge per finanziamenti che la legge non prevede? Sono inconvenienti che dobbiamo cercare di correggere perché la politica di programmazione passa soprattutto attraverso ai finanziamenti i quali devono avere tutti i crismi di legittimità e devono offrire alla Regione l'opportunità di anticipare la disponibilità delle somme perché il processo di programmazione non si fermi a livello regionale ma si estenda anche a livello locale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La costruzione della politica del territorio ebbe momenti diversi dal '75 ad oggi.
E' certo che sarà utile realizzare un raccordo generale della programmazione. Evidentemente non si possono fare interventi ripetitivi o sovrapposti perché la politica del territorio deve essere una sola. Si dovranno valutare tutte le leggi di intervento per finalizzarle agli obiettivi, alle deliberazioni programmatiche, ai piani di sviluppo delle Comunità montane. Occorre fare un grosso sforzo per superare antiche divisioni in ordine all'idrogeologia, alla forestazione, al pronto intervento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che sono in congedo i Consiglieri Bellomo, Majorino, Minucci e Vecchione.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 410: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti per il secondo semestre anno 1977, per l'anno 1978 e per l'anno 1979", presentato dalla Giunta regionale in data 19 aprile 1979 n. 411: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai commercianti per il secondo semestre anno 1977, per l'anno 1978 e per l'anno 1979", presentato dalla Giunta regionale in data 19 aprile 1979 n. 412: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli artigiani per il secondo semestre anno 1977, per l'anno 1978 e per l'anno 1979", presentato dalla Giunta regionale in data 19 aprile 1979.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 19/3/1979: "Realizzazione infrastruttura di trasporto del metano nel Comprensorio di Mondovì per l'area industriale attrezzata" alla legge regionale del 19/3/1979: "Norme per la definitiva assegnazione agli uffici regionali ed agli Enti locali del personale messo a disposizione della Regione in attuazione del D.P.R. 24/7/1977, n. 616 e della legge 21/10/1978, n. 641" alla legge regionale del 19/3/1979: "Istituzione del parco naturale Alta Val Sesia".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 19/3/1979: "Organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta".
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 338: "Interventi a favore di Consorzi tra Enti locali per il trasporto di rifiuti solidi ad integrazione della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 338: 'Interventi a favore di Consorzi tra Enti locali per il trasporto di rifiuti solidi ad integrazione della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46' ".
La parola al relatore, Consigliere Bono.



BONO Sereno, relatore

Il disegno di legge n. 338 che è oggi all'esame del nostro Consiglio regionale è un atto integrativo ed a completamento della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46 "Interventi a favore di Consorzi tra Enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani" e del successivo "Piano operativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi sul territorio piemontese". Infatti la richiamata legge regionale n. 46/75 prevedeva soltanto contributi a Consorzi di Comuni per l'allestimento di discariche controllate e di impianti per lo smaltimento e la trasformazione dei rifiuti solidi, mentre tutte le spese inerenti alla gestione delle operazioni di smaltimento e di trasporto rimangono a carico dei Comuni conferenti. Orbene, proprio le spese di trasporto, soprattutto per i Comuni più piccoli e più lontano dall'impianto, costituiscono un grosso problemi a che spesso viene risolto con il non conferimento dei rifiuti e quindi con il mantenimento di quelle situazioni precedenti che appunto si volevano modificare con la legge n.46 975.
Con il disegno di legge oggi all'esame del Consiglio regionale ci si propone di risolvere anche questo problema favorendo la realizzazione dei servizi di trasporto dei rifiuti solidi urbani agli impianti di smaltimento e alle discariche controllate mediante la concessione ai Consorzi di contributi in conto capitale per l'acquisto delle attrezzature necessarie e come integrazione dei costi annui di gestione sostenuti per il t asporto dei rifiuti.
L'art. 2 del disegno di legge prevede infatti la possibilità di concedere contributi sotto due differenti forme: la prima, una tantum nella misura del 50% della spesa riconosciuta ammissibile, per l'acquisto delle attrezzature necessarie al trasporto dei rifiuti e la seconda come integrazione dei costi annui di gestione sostenuti dal Consorzio per il trasporto dei medesimi.
Nel caso in cui il Consorzio intenda realizzare in proprio il servizio di trasporto potrà accede e ad entrambe le forme di contributo, secondo le modalità indicate dall'art. 3. Nel caso invece che i Comuni aderenti all'iniziativa consortile si avvalgano di ditta privata per il trasporto dei rifiuti, il Consorzio potrà richiedere unicamente i contributi previsti come integrazione dei costi annui di gestione del servizi i come è stabilito dall'art. 3, punti a) e b), primo comma.
Con l'occasione dell'approvazione del presente disegno di legge è opportuno anche fare il punto sull'attuazione della legge n. 46/1975 e del relativo piano regionale approvato con delibera consiliare il 23 dicembre 1975.
In poco più di tre anni di operatività i risulta i conseguiti possono essere considerati soddisfacenti; esistono infatti oggi nella nostra Regime 18 Consorzi costituiti per lo smaltimento dei rifiuti solidi che raggruppano 184 Comuni con una popolazione complessiva che supera il 60 dell'intera popolazione piemontese e se consideriamo gli altri impianti di smaltimento sorti sul territorio regionale indipendentemente dalla legge n.
46/1975, la popolazione piemontese che è già servita dagli impianti o che sarà servita nel prossimo futuro, in quanto non tutti gli impianti sono già operanti, sale al 65%.
Tale percentuale di popolazione servita, nel primo periodo di applicazione della legge, può già essere considerata soddisfacente, ed essa sarà sicuramente e sensibilmente aumentata dall'attuazione del disegno di legge che è oggi alla nostra approvazione.
La tendenza all'espansione del servizio si registra anche negli impianti già funzionanti, dove diversi Comuni che inizialmente non avevano aderito al Consorzio, chiedono ora, di fronte ai risultati positivi che il servizio garantisce, di poter usufruire degli impianti di smaltimento.
Ad esempio gli impianti del Consorzio per il basso Toce, che è sorto con l'adesione di Comuni che insieme raggiungevano i 77.000 abitanti, oggi servono 95.000 abitanti con un aumento di oltre il 20%.
L'aumento del servizio si registra in modo sensibile anche per il conferimento dei rifiuti solidi industriali che sono assimilabili a quelli urbani.
Certo questi importanti risultati positivi acquisiti non possono far ritenere che gli obiettivi che ci si proponeva con la legge n. 46/75 e con il relativo piano approvato nel dicembre dello stesso anno, siano stati interamente raggiunti, molta strada deve ancora essere compiuta sia sul piano della ricerca di nuove tecnologie che consentano di gestire l'intero problema con maggiori economie, soprattutto puntando non solo alla distruzione ma al recupero di molte materie presenti per i rifiuti (carta stracci, vetro, metalli, ecc.), ed utilizzando tutta la parte organica contenuta nei rifiuti stessi, per la produzione di composti che potranno essere utilizzati in agricoltura quali concimanti, acquisendo così il doppio risultato positivo di smaltire, riutilizzando, i rifiuti solidi e di ridurre l'intervento di concimanti chimici che costituiscono una soluzione innaturale e quindi nel tempo nociva anche all'agricoltura stessa.
Concludendo vorrei richiamare l'attenzione della Giunta sull'opportunità di intervenire sulle Amministrazioni locali, che ancora non hanno affrontato il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi e che continuano, irresponsabilmente, a depositarli in discariche non controllate, negli alvei dei fiumi e dei torrenti, nei fossi calatori limitrofi alle strade poderali, o peggio ancora, ai margini delle grandi arterie stradali, come si può vedere anche nell'immediata periferia torinese.
Ritengo in proposito che sia necessaria un'ulteriore opera di sensibilizzazione verso queste Amministrazioni, facendo loro anche presente i vantaggi che è possibile ottenere dalle vigenti leggi regionali, per risolvere questi problemi. Con il richiamo ad una maggiore sensibilità bisognerà anche stabilire un termine preciso, che potrebbe anche essere la fine del corrente anno, per rimuovere le poco edificanti situazioni esistenti, dopodiché si dovrebbe intervenire nei confronti delle Amministrazioni inadempienti, anche facendo uso delle penalizzazioni previste dalle vigenti leggi statali e regionali sulla pubblica sanità e sulla difesa ambientale.
La II Commissione permanente del Consiglio regionale, che ha approvato questo disegno di legge, fa voti perché anche il Consiglio lo approvi contribuendo così ad avviare a soluzione un problema che ha serie implicazioni sulla situazione igienica ed ambientale della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signori Consiglieri, il disegno di legge n. 338 deve essere oggetto di particolare attenzione perché, al di là della metodologia e della logica delle provvidenze previste, può costituire anche un'occasione di consuntivo su come la politica regionale si è mossa in questi quattro anni nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi. Già nella relazione della Giunta, che accompagnava il disegno di legge n. 338, emergevano le prime contraddittorietà quando si affermava che "principio fondamentale dell'intervento finanziario differenziato è quello di favorire la realizzazione di impianti di recupero della trasformazione di rifiuti solidi e il sorgere di discariche controllate consortili". Quindi non di un preciso obiettivo di natura finanziaria per alleviare le difficoltà dei Comuni si tratta, ma dell'unica prospettiva per lo smaltimento dei rifiuti solidi con le discariche controllate.
Penso che vi possono essere divergenze di giudizio sul come possa essere affrontato questo problema che ha risvolti tecnici ed economici. Se andiamo a rileggere il "Piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi sul territorio piemontese" che è stato approvato dal Consiglio regionale con la deliberazione del dicembre 1975, notiamo come non solo in quel piano erano indicate alternative al discorso delle discariche controllate, ma si davano anche, con motivate giustificazioni pro e contro altre soluzioni che, fin dall'impostazione del piano, non avrebbero dovuto lasciarci così sicuri dell'avere imboccato l'unica strada percorribile.
Constatiamo invece quanto scarsi siano i risultati sul piano dell'effettivo risanamento ecologico della Regione.
Il piano è stato praticamente disatteso in larga misura. Ricordo alcuni punti. Innanzitutto nell'impegno assunto dal Consiglio regionale di riadottarlo dopo un anno previa verifica. Questo non è stato assolutamente fatto.
Non sono state rispettate le indicazioni di cui all'art. 1 della deliberazione e cioè di rendere di fatto obbligatori i Consorzi sulle 28 aree di intervento che erano state indicate, in modo da evitare il proliferare di soluzioni irrazionali, astratte da qualsiasi logica.
E' stato disatteso il punto n. 3 della deliberazione dove si faceva riferimento esplicito ad un impegno della Giunta alla realizzazione sperimentale di due centri (non già di discariche controllate ovviamente) di smaltimento dei rifiuti con una serie di opzioni evidenziate nel piano con aspetti positivi e negativi.
Infatti all'art. 3 si citava l'esigenza di verificare e di attuare almeno un impianto di compostaggio e un impianto di riciclaggio e nella deliberazione erano state indicate le disponibilità finanziarie alle quali si doveva fare ricorso.
Chiedo alla Giunta che fine ha fatto questa indagine e dove sono spariti gli stanziamenti finanziari che erano esplicitamente indicati nella deliberazione del Consiglio regionale e nel piano orientativo approvato.
Il punto n. 4 della deliberazione richiamava l'urgenza della rettifica delle delimitazioni delle aree di intervento, l'esigenza di definire metodi di smaltimento dei rifiuti solidi più adatti per ciascuna area; quindi non dava assolutamente per scontata come unica ipotesi quella delle discariche controllate, e richiamava al punto c) l'indicazione di interventi integrativi idonei a risolvere gli aspetti di raccolta e del trasporto dei rifiuti solidi. Semmai questo potrebbe essere il riferimento che legittima il prendere in considerazione un intervento finanziario per il trasporto.
Il piano, al di là dei suoi aspetti di merito che risalgono in larga misura ai lavori preparatori della legge n. 46 approvata il 4/6/1975, è una serie di ripetizioni e un'esercitazione verbosa sull'ineluttabile indisponibilità di risorse finanziarie e quindi sull'esigenza di orientare qualsiasi tipo di intervento sulle discariche controllate. Credo che tutto sommato il riscontro della realtà, così come si è andata modificando oggi dia chiara la misura di come questo piano avrebbe dovuto essere gestito come punto di partenza rispetto al quale era poi necessario di anno in anno operare verifiche e quindi correzioni.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione di grande caos nella nostra Regione; ovunque vi sono lamentele di come viene attuato il problema dello smaltimento, sia nelle aree di grande industrializzazione, in particolare l'area metropolitana di Torino. Soprattutto nelle aree turistiche, pur essendo comprese in Comuni di non grande densità demografica, si esige il rispetto dell'industria turistica che è di grande valore ed importanza anche per la nostra Regione. Non solo, ma le discariche controllate, pur con i limiti tecnici che sono possibili per un controllo della loro efficacia, dimostrano largamente la loro insufficienza. Valga per tutti il problema della zona nord di Torino che per alcuni mesi dell'anno, soprattutto in quelli caldi, è ammorbata da miasmi insopportabili che solo la sollecitazione dei consensi della Giunta attualmente in carica riesce a sopire ma, in realtà, si va dimostrando soluzione certamente non di prospettiva rispetto alla quale bisogna immediatamente intravedere soluzioni definitive.
Signori Consiglieri, mi preme richiamare particolarmente l'attenzione sull'impostazione metodologica delle scelte che sono state fatte con demagogia. Scelte di incentivazione incontrollabile della spesa pubblica ricorrente a scapito di investimenti che invece erano il caposaldo delle promesse e degli impegni presi nel piano approvato nel dicembre 1975.
Il Piemonte si trova ad essere la Regione più arretrata d'Italia perch non ha nemmeno un impianto di trattamento di rifiuti solidi operante. Vi sono proposte, ma non vi sono scelte ed investimenti prioritari che consentono di incentivare o comunque di sostenere in termini concreti queste iniziative. E' chiaro che se non si prevedono investimenti consistenti, la loro realizzazione sia per aumenti di spesa e sia per la modifica delle tecnologie, finirà per collocarci in una prospettiva che di fatto lascia stare le cose così come stanno. Non solo, ma la mancanza di scelte, anche per quanto attiene alle aree, ha finito per boicottare anche iniziative private che erano state proposte, mi risulta, nell'area metropolitana di Torino; iniziative che, nel gioco della conflittualità tra Comune e Comune, non riescono a trovare precise collocazioni sul territorio. Ci troviamo di fronte ad un grande "battage" pubblicitario che viene di volta in volta propinato dalla Giunta alla comunità piemontese con inserti pagati sulla stampa oppure con articoli (come quello di oggi) che ci vorrebbero convincere sulla prospettiva del risanamento ecologico immediato con stanziamenti di denaro, quando in realtà il problema è ben lontano dall'essere affrontato. Per riscontrare questa carenza e questo vuoto programmatorio è sufficiente dare uno sguardo al prospetto delle iniziative in corso, allo stato del finanziamento e soprattutto al grado di affidamento degli appalti per la realizzazione delle sole attrezzature delle discariche controllate. Si pongono due ordini di problemi: quelli delle scelte relative alle metodologie più adatte per risolvere il problema dello smaltimento. Non è accettabile che ci si collochi nella prospettiva delle discariche controllate senza n sperimentare soluzioni né indicare correttivi agibili per poter evitare gli inconvenienti peggiori. Faccio presente che molte discariche sono disposte in presenza di fiumi e di torrenti i quali finiscono per essere inquinati.
Quindi è inutile agire sul disinquinamento dei fiumi e dei torrenti e fare grossi piani di disinquinamento delle acque se poi siamo noi stessi ad incentivarne l'inquinamento con concentrazioni in terreni non sempre adatti a questo uso (la discarica di Stura è stata a suo tempo una scelta obbligata, però in lunga prospettiva non può continuare a sopportare l'aggravio dell'inquinamento che finisce per riversarsi sulle falde a monte della città e sui torrenti vicini) quelli degli impegni finanziari. La legge 366 del '41 al titolo V dà specifiche indicazioni, con riferimento al Testo Unico del '34 (articolo 93), perché i Comuni si attrezzino per la tassazione della raccolta dei rifiuti, quindi in una logica programmatoria e di contenimento della spesa pubblica alle cose essenziali. Non si vede perché esistano sperequazioni tra grandi o medie realtà, laddove la tassa è gestita più o meno con perequazione, comunque con un introito opportunamente guidato e controllato soprattutto relativamente agli aspetti gestionali e le realtà di quei Comuni che invece continuano ad ignorare il problema e continuano ad affidarsi alla casualità per quanto riguarda lo smaltimento e il trasporto senza precisi indirizzi che conseguano nel tempo risultati apprezzabili.
La Regione, avendo presunto a suo tempo di integrare la legislazione statale, non può oggi non porsi questo problema. Capisco che sia difficile parlare di obbligatorietà. Non vi è dubbio però che, fintantoché non si pongono i condizionamenti a strozzature precise, anche per quanto attiene all'erogazione della spesa, non conseguiremo nessun risultato sia in termini di coordinamento territoriale sia in termini di coordinamento delle metodologie più adatte per lo smaltimento da area ad area. Voglio sottolineare che il problema non è generalizzabile con un unico metodo su tutte le aree. Si tratta di individuare i punti di maggiore resistenza e soprattutto di maggior aggravio e adottare precise scelte in termini di investimento.
Queste sono le ragioni per le quali siamo contrari all'approvazione del disegno di legge a meno che la Giunta non ritenga di rivedere completamente l'impostazione soprattutto con una revisione seria e puntuale dei contenuti del piano del dicembre '75. Ci riproponga quindi una proposta che sia più credibile e che sia finalizzata ad una prospettiva logica per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Il grave problema dello smaltimento dei rifiuti va affrontato globalmente, perché investe anche l'agriturismo (che rischia di diventare "acre turismo"), soprattutto nei piccoli Comuni che non hanno i mezzi per provvedere al servizio.
Abbiamo letto la legge. La Giunta ha fatto un passo avanti con lo stanziamento dei sussidi per facilitare la formazione dei Consorzi fra piccoli e grandi Comuni.
Lo smaltimento dei rifiuti nella maggior parte dei Comuni è gestito dalle ditte appaltatrici. Vorrei sapere se il contributo per l'acquisto del materiale rotabile viene dato al Comune o alla ditta appaltatrice. Se il primo sussidio non è attribuito alla ditta appaltatrice dovrebbe essere aumentato il contributo per la gestione di questo servizio.
Ci sono i problemi di inquinamento come quelli della Cherasca di Alba che nei mesi estivi emana miasmi insopportabili proprio vicino al Vescovado (che la Giunta intende acquistare e già penso come resisteranno gli impiegati e la gente d'estate).
Mi associo a quanto ha detto il Consigliere Picco e cioè che il problema va affrontato con una programmazione pluriennale e con stanziamenti massicci.
I Comprensori possono essere iniziatori della politica dei Consorzi fra i Comuni, quindi invitiamo la Giunta a promuovere un'azione in questa direzione.
Ci sono Comuni che smaltiscono i rifiuti sotto le finestre delle aule scolastiche: miasmi di nozionismo da dentro, miasmi di rifiuti da fuori per cui anche dal punto di vista culturale il Piemonte non fa bella figura!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il progetto della Giunta è del tutto inadeguato e culturalmente poco coraggioso nella misura in cui non si fa carico della funzione prioritaria della Regione: individuare le tecnologie più avanzate in questo campo. La Giunta si è creata un alibi riducendo l'intervento ad una fase mediata di tutto il problema e pare dica: "questo è quanto c'è a monte; quanto c'è a valle non ci compete, quindi giudicate il progetto per quello che è".
In effetti il progetto si limita ad integrare gli interventi che dovrebbero fare i Comuni, senza farsi carico del grosso problema del recupero della situazione ambientale, dell'organizzazione del territorio e della predisposizione delle metodologie tecniche e di risorse finanziarie adeguate. A nostro modo di vedere, questa è insufficiente conoscenza del problema e soprattutto è incapacità politica di affrontarlo alla radice.
Il problema, a nostro avviso, andrebbe affrontato radicalmente sia sul piano delle disponibilità finanziarie sia sul tipo di risultato che si vuole ottenere a lungo termine, privilegiando non soltanto i Consorzi ma anche e soprattutto quei sistemi di avanzata tecnologia che, in definitiva saranno una delle frontiere su cui si misurerà la capacità di governo del territorio della Regione.
La mancanza di risorse adeguate, la mancanza di una finalizzazione tecnologica e la mancanza di scelta delle aree mi fanno convenire sulle critiche e sulle osservazioni fatte puntualmente dai Consiglieri Picco ed Enrichens.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il progetto di legge n. 338 ha una portata tale da offrire molti spunti di interesse. La legge del 1975 è stata approvata nel momento in cui esisteva già il caos più drammatico nel servizio, soprattutto nei Comuni dell'interland di Torino che erano nella situazione di dover assumere giorno per giorno, provvedimenti in questo campo. La legge ha tenuto conto dello sviluppo caotico dei Comuni, della concentrazione della popolazione dell'aumento dei rifiuti e dei maggiori consumi.
Nel momento in cui venivano definiti i piani regolatori e i piani intercomunali, l'intelligenza di chi tracciava i disegni blu o verdi sulle carte avrebbe dovuto tenere conto di che cosa avrebbero significato concentrazioni di questa natura.
I primi provvedimenti erano di natura artigianale e ancora una volta le soluzioni avvenivano sul piano municipale: il Comune di Torino scaricava nei Comuni della cintura e questi ultimi scaricavano un po' più in là: questa è la situazione che abbiamo vissuto e che in parte viviamo ancora.
Negli incontri degli amministratori affioravano vari problemi di incompetenza politica, tecnica e di scarsità economico-finanziaria.
Con questa legge è stato realizzato un numero di Consorzi che raggruppa il 60% della popolazione piemontese. E' quindi iniziato un nuovo e faticoso corso nella politica dello smaltimento dei rifiuti. Non si può risolvere il problema soltanto con i contributi finanziari: vediamo sui giornali le vignette umoristiche di New York con le immondizie fino ai primi piani quindi questo problema dal punto di vista dello sviluppo tecnologico non è risolto neanche nel più grande Paese del mondo. Non dico questo per voler giustificare i nostri limiti, ma per essere obiettivo di fronte a questa problematica difficile e complessa.
Scattando la politica dei Consorzi scatta immediatamente anche una visione complessiva del territorio. Ben vengano tutte le esperienze, tutte le capacità perché questa politica consortile si estenda sempre di più, ma non basterà questa legge, non basterà la volontà amministrativa o qualche stanziamento in più perché i Consorzi si sviluppino.
Il collega Picco ha citato la legge del '41 e il Testo Unico della legge provinciale e comunale del 1934, ma tutti sappiamo come non sia di facile attuazione il Consorzio obbligatorio: allora il problema diventa ancora una volta politico: da una parte la legge comunale e provinciale risale al '34, dall'altra la legge delle autonomie ritarda e i Comuni sono divenuti Enti di programmazione di politica economica; quindi le forze politiche devono dare una risposta concreta per la formazione dei Consorzi obbligatori. Mi ricordo quando abbiamo preso la strada dei forni per distruggere i rifiuti ma, di fronte al problema delle scorie, abbiamo fermato tutto: Consorzi, stanziamenti, mutui, perché non sapevamo dove depositarle.
Accetto i consigli e i suggerimenti che sono stati dati in questa sede al di là delle etichette politiche per fare un salto di qualità, in primo luogo per vincere i municipalismi e in secondo luogo per mettere in movimento organismi che possano risolvere con più celerità questo problema che impegnerà sempre più gran parte delle risorse comunali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Mi dimenticavo che siamo in clima elettorale, tanto che mi meravigliavo delle affermazioni che si sono fatte in ordine a questa discussione. Chiedo quindi scusa se impegnerò il Consiglio qualche minuto in più.
Mi viene lo scrupolo di ricordare come erano state impostate le cose per dire in definitiva che questa legge non ha la pretesa di essere la legge fondamentale per la soluzione del problema dei rifiuti solidi. E' una legge del tutto contingente nell'ambito delle difficoltà che si incontrano per portare avanti il disegno globale di cui abbiamo sempre parlato. Mi spiace di non essere stato incaricato di rispondere anche sulla legge n.
54, approvata nel corso della prima legislatura e trattata qui come una brutta legge della seconda legislatura, quando invece in Senato è stata citata come la legge più bella d'Italia.
Ritornando al problema dei rifiuti solidi vale la pena di ricordare che nel '71 abbiamo costituito un Assessorato apposito per definire un piano di risanamento generale del Piemonte che riguarda le acque e i rifiuti solidi.
Tutti sono concordi nel dire che il problema dei rifiuti solidi è molto più difficile di quello delle acque. Il prof. Ippolito, intervenendo in un convegno delle Province l'anno scorso, disse: "Il problema degli scarichi e dei rifiuti solidi è stato affrontato già da parecchie Regioni, ma per quanto ne so, finora soltanto la Regione Piemonte è giunta all'emanazione di una legge".
Infatti tutte le altre Regioni ci chiedono informazioni su questo tema.
La Regione Piemonte ha incominciato con il risanamento delle acque di uso civile e di uso industriale. Con fatica notevole ha individuato le aree di intervento, così come aveva fatto per le acque e ha costituito i Consorzi.
Oggi i Consorzi sono fatti ma non bisogna dimenticare che quando abbiamo avviato questo discorso c'era ancora una mentalità campanilistica nei Comuni e quindi è stato difficile arrivare alla loro costituzione.
La nostra visione era tutt'altro che ristretta, il fatto è che il piano generale di risanamento con le suddivisioni delle aree e con la costituzione dei Consorzi, comportava non poche difficoltà. Le stesse tecnologie più avanzate a cui fa riferimento il collega Picco, mettono in situazioni di disagio gli amministratori e i Consorzi.
Il piano orientativo venne rinviato e venne data la precedenza alle discariche controllate. Prima di questa decisione avevo avuto un incontro con il Ministro all'ecologia inglese. In Inghilterra la soluzione di questo problema per l'85% è basata sulle discariche controllate, per il 12 sull'inceneritore e per il 3% sui trituratori; tant'é vero che i rifiuti di Londra sono scaricati nelle paludi del Tamigi il che può creare dei dubbi in ordine all'osmosi tra le paludi e il corso d'acqua. La Svizzera ha pure fatto questa scelta e noi pensavamo che nel nostro territorio ci fossero possibilità maggiori di rinvenire aree da destinare a discariche controllate, anche per la raccolta dei liquami e per l'installazione dei macchinari. Tuttavia, abbiamo dato la precedenza ai finanziamenti di quegli impianti che creavano un recupero di energia e di calore.
Quando il piano orientativo venne in Consiglio avevamo insistito perch la Giunta approfondisse lo studio comparativo degli aspetti economici e degli aspetti ecologici dei vari sistemi di smaltimento e perch affrontasse la spesa di alcuni impianti pilota di riciclaggio tendenti al recupero dell'energia. Abbiamo ritenuto che lo studio dovesse interessare alcune aree: quella prettamente industriale di Torino, quella agricola di Cuneo, quelle di Alessandria o di Novara agricole e industriali.
L'Amministrazione di Torino ha rifiutato questa impostazione e ha lanciato l'idea di un "concorso di idee" per la soluzione del problema. Gli studi sono finiti per Alessandria, Cuneo e Novara e sono state prospettate le ipotesi di impianti di riciclaggio. Sono stati effettuati i primi finanziamenti e stanno procedendo gli appalti-concorso.
A Domodossola vi è un impianto di incenerimento che funziona qualche giorno alla settimana non ricevendo materiale sufficiente per funzionare tutti i giorni ed essendoci dei problemi relativi all'utilizzazione del personale. Poiché per lo smaltimento dei rifiuti solidi della Valle Vigezzo vi fu prima la proposta di un impianto di incenerimento e di riciclaggio poi la proposta di discariche controllate, soluzioni che comportavano spese di miliardi e problemi ecologici, si scelse la soluzione più logica del trasporto a Domodossola per dare il carico necessario a quel forno. C'è però il problema del trasporto del materiale in quanto la Regione sulla legge n. 46 poteva dare il contributo per l'impianto di smaltimento finale ma non era legittimata a contribuire per il trasporto dei rifiuti. Questa legge permette di superare questa difficoltà e incomincia ad eliminare gli impianti laddove non siano strettamente necessari favorendo l'aggregazione di Comuni negli impianti già esistenti.
E' sempre attuale la visione generale del piano di risanamento che va ad attuarsi anche in rapporto alla deliberazione del Consiglio sulle tre aree dell'Alessandrino, del Cuneese e del Novarese secondo gli studi fatti che distribuirò ai Consiglieri perché meritano di essere esaminati e di essere meditati.
Le discariche controllate sono ritenute le meno dispendiose, le più facili da realizzare e anche le più utili; certamente non va perso di vista il programma generale che richiede tempo. Questo provvedimento particolare va inquadrato nel mosaico generale dell'iniziativa.
Vorrei precisare che la Giunta ritiene di proporre al Consiglio una normativa che preveda la chiusura di tutte le discariche che non sono controllate e le sanzioni pecuniarie nei riguardi delle Amministrazioni comunali che non provvederanno nei tempi stabiliti a risolvere il problema dello smaltimento secondo le direttive e gli orientamenti che scaturiscono dalla legislazione regionale. Dal momento che l'obbligatorietà dei Consorzi non era possibile, riteniamo comunque di aver raggiunto un risultato notevole e di essere riusciti a costituirli su tutte le aree di intervento.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "La Regione promuove nell'ambito delle aree di intervento previste dal 'Piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani', approvato con deliberazione del Consiglio regionale 11 dicembre 1975, n. 54/C.R.7462, la realizzazione dei servizi di trasporto dei rifiuti solidi urbani agli impianti di smaltimento e alle discariche controllate consortili".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 -"Gli Enti di cui all'art. 2 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46, possono richiedere all'Amministrazione regionale contributi per il trasporto dei rifiuti solidi urbani agli impianti di smaltimento e alle discariche controllate consortili.
I contributi, in conto capitale, possono essere concessi: a) nella misura del 50% della spesa riconosciuta ammissibile per l'acquisto delle attrezzature (cassoni con capacità superiore a 10 mc compattatori stazionari, autocompattatori, automotrici) necessarie al trasporto dei rifiuti solidi urbani dei centri di raccolta che distano più di 15 km dal centro di trattamento b) come integrazione dei costi annui di gestione sostenuti a consuntivo dei Consorzi per il trasporto dei rifiuti solidi all'impianto o alla discarica consortile. Il contributo regionale è proporzionale alle tonnellate trasportate e alle distanze, espresse in chilometri, dei centri di raccolta dall'impianto o dalla discarica consortile. Il contributo viene calcolato moltiplicando una quota proporzionale al costo unitario di trasporto (lire km per tonnellate) per le tonnellate annue effettivamente conferite da ciascun Comune del Consorzio per la distanza che lo separa dall'impianto o dalla discarica consortile, a meno di una franchigia di 5 km viene comunque escluso dal calcolo del contributo il Comune in cui è collocato l'impianto o la discarica. La quota proporzionale è fissata fino al 1980 in 250 lire/km per tonnellata; successivamente potrà essere aggiornata, con deliberazione della Giunta regionale, tenendo conto delle variazioni del costo dei trasporti. Gli Enti interessati possono richiedere all'Amministrazione regionale acconti relativi al contributo suddetto nella misura del 50 % del contributo regionale riconosciuto per l'anno precedente. La formula per il calcolo del contributo regionale è riportata nell'allegato che fa parte integrante della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 16 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "Le domande dirette ad ottenere la concessione dei contributi di cui all'art. 2 della presente legge, devono essere presentate al Presidente della Giunta regionale, per il 1979, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, ed entro il 31 marzo per gli anni successivi.
Le domande dirette ad ottenere i contributi di cui alla lettera a) del precedente articolo 2 devono essere corredate da: a) programma di utilizzazione delle attrezzature, con specifico riferimento alla loro dislocazione nell'ambito territoriale; ed analisi dei tempi di utilizzazione b) previsione della spesa necessaria per l'acquisto delle attrezzature e analisi dei costi di gestione annui ripartiti per abitante servito e per tonnellata trasportata c) relazione sulla destinazione finale dei rifiuti solidi.
Le domande dirette ad ottenere i contributi di cui alla lettera b) del precedente articolo 2 devono essere corredate da: a) relazione relativa ai metodi e ai mezzi attuali utilizzati per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi nei Comuni aderenti all'iniziativa consortile, con l'indicazione delle tonnellate annue di rifiuti prodotti in ciascun Comune, popolazione residente e popolazione servita dalla raccolta b) rendiconto delle spese sostenute nell'anno precedente, articolato secondo le modalità di cui al io unto b) del precedente articolo 2.
La Giunta regionale delibera entro il 31 maggio di ogni anno il programma di finanziamento per il trasporto consortile dei rifiuti solidi".
I Consiglieri Picco e Petrini presentano un emendamento aggiuntivo che recita: all'articolo 3 aggiungere il seguente comma: "c) relazione sullo stato di applicazione della tassa per la raccolta ed il trasporto di rifiuti solidi urbani interni, prevista al titolo V della legge 20/3/1941, n. 366".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri si sono astenuti n. 19 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa complessiva di 2.100 milioni negli anni dal 1979 al 1981.
Per l'anno finanziario 1979 la quota di spesa è determinata in L. 700 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per la quota di 200 milioni, mediante la disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, e per la restante quota di 500 milioni, mediante la riduzione di pari ammontare del fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziano 1979, nonché mediante la riduzione di 700 milioni delle previsioni in termini di cassa d:l fondo speciale di cui al capitolo 12600 del bilancio 1979, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione per l'anno finanziario medesimo del capitolo 9130 con la denominazione 'Contributi in capitale a Consorzi tra Enti locali per l'acquisto di attrezzature per il trasporto dei rifiuti solidi' e con lo stanziamento di 700 milioni in termini di competenza e di cassa.
Per i successivi esercizi finanziari la determinazione delle quote di spesa destinate all'acquisto di attrezzature ed a contributi sulle spese di gestione del servizio di trasporto consortile dei rifiuti solidi è rinviata alle leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 47 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Il testo della legge presenta un allegato: "Formula per il calcolo del contributo regionale di integrazione dei costi annui di gestione per il trasporto dei rifiuti solidi.
Cr = K . Cc ove Cc= ? Cx= ? (dx - f) . t per cui il contributo regionale risulta: Cr = K . ? (dx - f) . t Cr - contributo regionale K = quota in lire/km . t (lire 250 fino al 1980) Cc = parametro contributivo al Consorzio Cx= parametro contributivo corrispondente al Comune x del Consorzio dx = distanza, espressa in km, del Comune x dal centro di trattamento consortile (discarica o impianto) f = franchigia di 5 km t = tonnellate effettivamente conferite, in un anno, dal Comune x al centro di tratta- mento".
La parola al Consigliere Picco per dichiarazione di voto.



PICCO Giovanni

Ringraziamo l'Assessore Fonio per le precisazioni che ci ha dato facciamo però presente che in quest'aula non si parla di rifiuti solidi e di politica di settore dall'epoca in cui si varò questo piano, i cui meriti e i cui limiti sono stati ricordati e sui quali non è il caso di soffermarsi ulteriormente. Proprio dalle risposte che l'Assessore ha dato ci si deve rendere coscienti del fatto che è pur vero che si vanno attivando i Consorzi, ma è anche, vero che la politica regionale non è stata orientata (né in termini di attuazione degli impegni presi nel piano né in termini di spesa) nella direzione della obbligatorietà che è impossibile, ma per rendere di fatto i Consorzi come unica alternativa possibile per interventi di spesa pubblica regionale. E' chiaro che non si impone il Consorzio, ma lo si consegue con una serie di obiettivi parziali per arrivare al conseguimento dell'obiettivo finale. E' vero che la popolazione è concentrata nelle aree di maggiore intensità demografica; non vi è dubbio però che i maggiori guasti sono nelle aree più diffuse dove il problema della consorzialità e della necessità di individuare le aree è quanto mai urgente e necessario.
All'art. 12 del disegno di legge 337, in discussione in Commissione c'è una norma transitoria relativa alla possibilità, tramite stralcio dei piani territoriali, di individuare le aree. Se anche per i rifiuti solidi non ci muoviamo in una direzione analoga o se per lo meno non saldiamo il disegno di legge 337 anche a provvidenze relative ai trasporti dei rifiuti solidi, potremmo avere la soddisfazione di avere dei Consorzi costituiti ma in realtà non vi è una politica finalizzata sull'ubicazione precisa delle aree, sui metodi e sui tipi di intervento necessari. Siccome ribadiamo l'urgenza indifferibile di investimenti rispetto alla spesa corrente che non è finalizzata, il nostro voto, nonostante le precisazioni date dall'Assessore Fonio, è negativo. E' anche uno stimolo perché la Giunta affronti i problemi e ponga il Consiglio di fronte a proposte coerenti con il piano a suo tempo approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Motiviamo la nostra astensione perché non è stato affrontato il problema nella sua globalità. Il voto benevolo a questa iniziativa riconosce che un passo avanti rispetto alla precedente legge è stato fatto.
Sia il nostro voto uno stimolo perché il problema dello smaltimento dei rifiuti venga affrontato con le tecnologie più moderne e perché la Regione Piemonte, che è all'avanguardia in molte iniziative, faccia uno sforzo ulteriore nei confronti di un impianto pilota per il riciclaggio dei rifiuti urbani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'astensione significa un non pronunciamento, con tutto il rispetto per la posizione repubblicana che non intendo assolutamente discutere e che apprezzo. L'apprezzamento alla relazione dell'Assessore dovrebbe meritare un risultato diverso. Rimanendo fermo il nostro voto negativo, apprezziamo la relazione dell'Assessore e soprattutto l'impegno a raccordarsi ai discorsi di programmazione e di organizzazione territoriale richiamati.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto possiamo passare alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 46 hanno risposto SI n. 28 Consiglieri hanno risposto NO n. 17 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere.
Il progetto di legge n. 338 è approvato.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Esame proposta di legge n. 405: "Provvedimenti relativi al finanziamento degli interventi resisi necessari a seguito degli eventi alluvionali del 7 agosto 1978 e integrazione della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38"


PRESIDENTE

Prima di discutere il progetto di legge n. 405 il Vicepresidente della Giunta chiede la parola. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Propongo alcuni emendamento per integrare il titolo del progetto di legge "Provvedimenti relativi al finanziamento degli interventi resisi necessari a seguito degli eventi alluvionali dell'agosto 1978", con il richiamo alla legge n. 38 del 1978. Il secondo e il terzo emendamento si riferiscono agli artt. 2 e 3.



PRESIDENTE

Chi approva l'emendamento al titolo della legge è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 4 . Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "La somma di 50 miliardi, assegnata alla Regione Piemonte, ai sensi della legge 19 gennaio 1979, n. 17, è destinata, per 7.700 milioni alle finalità di cui all'art. 4 della legge 25 maggio 1970, n. 364, secondo quanto disposto dall'art. 1 della legge regionale 3 ottobre 1978, n. 60 e per 42.300 milioni, alle finalità di cui all'art. 2, lettere c) e d) della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38.
Al bilancio per l'anno finanziario 1979 sono conseguentemente apportate le seguenti variazioni: la dotazione del capitolo n. 1030 di entrata è ridotta, in termini di competenza e di cassa, da 11 .000 milioni a 7.700 milioni lo stanziamento del capitolo n. 3890 di spesa è ridotto in termini di competenza, da 11.000 milioni a 7.700 milioni e, in termini di cassa, da 9 900 milioni a 7.700 milioni la somma di 42.300 milioni è iscritta, in termini di competenza e di cassa, al capitolo n. 710 dello stato di previsione dell'entrata e al corrispondente capitolo n. 9400 dello stato di previsione della spesa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 43 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "Ai fini della concessione dei contributi in annualità di cui all'art. 11 della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38, è autorizzata, a decorrere dall'anno finanziario 1179, l'iscrizione nei bilanci regionali di apposito capitolo con la denominazione: Contributi in annualità per sopperire alle necessità derivanti da eventi calamitosi', nonché dei capitoli relativi alle conseguenti annualità sino all'estinzione dei mutui assistiti dai contributi medesimi.
Lo stanziamento dei capitoli di cui al precedente comma sarà determinato con le leggi di approvazione, di variazione o di assestamento di ciascun bilancio.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
L 'Assessore Bajardi ha presentato un emendamento al primo comma: il primo comma dell'art. 2 è sostituito dal seguente: "Ai fini della concessione dei contributi di cui all'art. 11 della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38, è autorizzata, a decorrere dall'anno finanziario 1979, l'iscrizione nei bilanci regionali di appositi capitoli con le denominazioni: 'Contributi in annualità per sopperire alle necessità derivanti da eventi alluvionali' e 'Contributi in capitale per sopperire alle necessità derivanti da eventi alluvionali' ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Passiamo alla votazione dell'art. 2, nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
L'Assessore Bajardi presenta un emendamento aggiuntivo: Articolo 3 - "La presente legge è dichiarata urgente ai termini dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale, ed entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione dell'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo del progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Feroce assalto delle brigate rosse al Comitato romano della Democrazia Cristiana


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sono in grado adesso di darvi notizie sicure dei gravi avvenimenti accaduti questa mattina a Roma. Un brigadiere di P.S.
Antonio Mea, è stato assassinato; sono stati feriti in modo gravissimo l'agente Pietro 01lanu e meno gravemente l'agente Vincenzo Ammirato, in servizio al I° Distretto di polizia.
Gli avvenimenti, da quanto si può ricostruire dai diversi e contrastanti dispacci dell'Ansa, sarebbero questi.
Il commando dei terroristi era composto da 8-10 persone. Alcuni di essi, armati di mitra, sono entrati all'interno dello stabile che ospita fra l'altro, il Comitato romano della D.C., ha fatto uscire gli impiegati dopo averne ammanettati alcuni. Successivamente i terroristi hanno lanciato alcune bombe che hanno provocato gravi danni.
Al sopraggiungere dell'auto della polizia con a bordo il brigadiere Mea e gli agenti Ammirato ed 0llanu, i terroristi rimasti all'esterno dello stabile hanno incominciato a sparare, quindi sono fuggiti a bordo di una Simca rossa e di una moto di grossa cilindrata.
Eleviamo ancora una volta la nostra protesta e la nostra esecrazione contro questo nuovo delitto compiuto da gente che crede di fare politica e che invece esercita il mestiere di assassino. Tuttavia questo fatto è nuovo per la sua gravità e anche per i problemi che pone. Si tratta di un assalto compiuto in pieno giorno nel centro di Roma, fatto grave per il numero delle persone che vi hanno partecipato, ma grave anche perché ad affrontare dei terroristi entrati nello stabile, che avevano ammanettato diverse persone e fatto scoppiare bombe, sono sopraggiunti un brigadiere e due agenti, invece di almeno 300 poliziotti. Il fatto poi che i terroristi si siano potuti allontanare nel pieno centro di Roma, dove qualunque cittadino fa fatica a spostarsi anche solo di 100 metri, pone dei problemi di vario tipo, che abbiamo già conosciuto anche nella nostra città. I problemi delle grandi città, che sono diversi dai problemi che si pongono in altre parti del Paese, saranno riproposti con estrema concretezza nelle riunioni che si terranno alle ore 10 dell'8 maggio a Roma tra il Ministro della giustizia Morlino e una delegazione delle autonomie locali del Piemonte e dei Magistrati del Piemonte e alle ore 12,30 con il Ministro degli interni, al quale la stessa delegazione porrà i problemi che riguardano la città di Torino.
E' urgente un piano di interventi straordinari per le grandi città.
Questo fatto ci ricorda da vicino quello su cesso in Borgo S. Paolo.
Occorre un addensamento di forze e di mezzi nei punti che d, anni sono cruciali nella strategia della tensione.
Eleviamo il nostro pensiero a queste nuove vi 'time del terrorismo, che per aver compiuto il lo o dovere sono state brutalmente uccise o ferite.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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