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Dettaglio seduta n.253 del 18/04/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali delle sedute del 5 e 9 aprile 1979, se non vi sono osservazioni, sono considerati approvati.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi e Lombardi atta a conoscere se la Giunta non ritenga opportuno mutare i criteri per la designazione dei contributi previsti dalla legge 31/75


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto secondo dell'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze". La prima è l'interrogazione presentata dai Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi e Lombardi atta a conoscere se la Giunta non ritenga opportuno mutare i criteri per la designazione dei contributi previsti dalla legge 31/75.
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Quando ho ricevuto questa interrogazione sono rimasto sorpreso.
L'interrogazione reca la data del 29 marzo 1979 e fa riferimento a un promemoria che sarebbe stato inviato dalla Federazione regionale Coltivatori diretti in merito alla ripartizione dei contributi della legge regionale n. 31 del 21 maggio 1975.
Tale documento è pervenuto all'Assessorato esattamente il 12 aprile 1979 e reca la data dell'Il aprile 1979, cioè diversi giorni dopo il fatto rilevato nell'interrogazione. Ritengo doveroso sottolineare questo aspetto per dimostrare che non sono in ritardo a rispondere, semmai sono gli interroganti che hanno delle capacità divinatorie nell'anticipare nell'interrogazione fatti che si producono successivamente.
In secondo luogo devo rilevare che tutti i riparti di fondi previsti dalla legge sono portati, prima dell'assunzione della deliberazione da parte della Giunta all'esame della Commissione prevista dall'art. 5 della legge. Se è vero infatti che la competenza della suddetta Commissione è riferita ai criteri di ripartizione dei soli contributi per attività promozionali, di cui all'art. 2, lettera b) e all'art. 4, mentre non è prevista una competenza specifica in merito all'erogazione dei contributi relativi all'organizzazione degli uffici e all'attività di patronato ripartiti secondo tabelle vistate dagli Ispettorati del lavoro e trasmesse ai patronati, l'Assessorato al lavoro ha ritenuto di portare a conoscenza della suddetta Commissione anche le tabelle di ripartizione di questo secondo tipo di contributo.
Ciò perché si è ritenuto e si ritiene che al di là di una valutazione strettamente formalistica dei compiti della Commissione sia opportuno e sia corretto che, esistendo una Commissione ampiamente rappresentativa (organizzazioni sindacali, associazioni degli artigiani, dei coltivatori diretti e dei commercianti), questa sia a conoscenza dell'intera modalità di gestione della legge stessa.
Per quanto ci risulta questa linea non è mai stata contestata da nessun membro della Commissione, neppure dal rappresentante dell'Associazione Coltivatori diretti, anzi, risulta essere stata positivamente apprezzata dai membri della Commissione stessa.
Sul punto specifico sollevato dagli interroganti e riportato dal promemoria della Federazione regionale dei Coltivatori diretti e cioè di modificare il criterio finora adottato, tenendo conto anche dei punteggi relativi alle voci delle colonne 15 e 16 delle tabelle del Ministero del lavoro, va rilevato che la suddetta esclusione, come ricordato dallo stesso promemoria della Federazione regionale dei Coltivatori diretti, è stata adottata prima dall'Assessorato all'assistenza sociale e poi dall'Assessorato al lavoro fin dall'inizio della gestione della legge entrata in vigore nel 1975, senza che mai ciò abbia dato luogo a rilievi formali od informali.
Ciò in quanto l'esclusione dei punteggi relativi alle suddette voci riferendosi a tutti i patronati e a tutte le sedi non sembra contrastare con quanto stabilito dall'art. 3 della legge, dove si afferma la proporzionalità tra contributi e punteggi assegnati dal Ministero del lavoro che consente una ripartizione dei fondi strettamente aderente all'attività svolta dai patronati.
Va infatti ricordato che mentre tutte le altre voci riportate nelle tabelle relative all'attività dei patronati e comprese nel calcolo dei contributi fanno riferimento ad attività specifiche, oggettivamente documentabili e qualificanti (pratiche per infortuni, malattie professionali, pensioni di invalidità e vecchiaia, superstiti anzianità e trattamento di quiescenza, tubercolosi, disoccupazione, assistenza di malattia, tutela lavoratrici madri, assegni familiari, ecc.), nella voce "altre attività" confluisce una serie di attività non altrettanto specifiche e qualificanti e rigorosamente documentabili (consulenze, ecc.).
Su questa valutazione si è basata l'esclusione dal calcolo dei contributi per tutti i patronati e per tutte le sedi delle voci relative alle colonne 15 e 16 relative all'attività di patronato.
La considerazione suddetta è stata condivisa da tutti i rappresentanti i patronati presenti nella Commissione e, fra questi, anche dal rappresentante dei Coltivatori diretti che, in tutti questi anni, nessuna obiezione ha mai sollevato in merito.
Essendo stato posto in termini formali il problema, esso sarà oggetto di un'attenta valutazione e poiché, da un punto di vista strettamente formale, riteniamo che l'osservazione abbia un suo fondamento, la questione sarà ulteriormente approfondita anche con il contributo della Commissione prevista dalla legge, proprio in forza del ruolo che si intende dare a tale Commissione, valutando se sia imposta dalla legge o meno l'inclusione di tutte le voci riportate sulle tabelle ministeriali. E' infatti opportuno evidenziare fin d'ora che tale scelta provocherà presumibilmente un'alterazione del riparto dei contributi tra le varie sedi di patronato anche per le diverse modalità di verifica e di controllo effettuate dall'Ispettorato del lavoro e dalle Province, e che di fatto ciò comporterà un passo indietro rispetto agli obiettivi della legge, che non voleva essere una semplice meccanica ripartizione dei contributi erogati ai patronati dal Ministero del lavoro, ma la concessione degli stessi secondo criteri omogenei e obiettivi tali da favorire sempre più la qualificazione dell'attività dei patronati a incominciare da quella di prevenzione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il problema non sta nelle date, questione che mi giunge nuova, ma sta nella motivazione dell'interrogazione, cioè nella suddivisione dei fondi previsti dalla legge regionale 31/75 che, come giustamente ha sottolineato l'Assessore, prevede due metri di valutazione: quello dell'organizzazione degli uffici e dell'attività di patronato quello delle iniziative promozionali.
Il problema è incentrato sull'organizzazione degli uffici e delle attività di patronato.
E' logico che alcune categorie hanno problemi di pensione, di infortuni, di malattia, altre categorie invece, svolgendo attività autonoma, hanno, oltre i succitati, molti problemi per i quali è richiesta l'assistenza degli Enti di patronato. Il metro di valutazione assunto creerebbe una sperequazione nei confronti dei patronati che operano in zone periferiche e che soprattutto operano a contatto delle categorie dei lavoratori autonomi.
Ci dichiariamo soddisfatti dell'ultima parte della risposta dell'Assessore e lo invitiamo a porre il problema con urgenza e a tenerci informati delle sue iniziative al fine di poter intervenire in modo costruttivo nella ricerca di un metodo giusto.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cerchio sull'opportunità di un intervento della Giunta regionale al fine di ottenere l'insediamento di un presidio di carabinieri nella città di Vinovo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Cerchio per conoscere se la Giunta non ritenga opportuno un intervento al fine di ottenere l'insediamento di un presidio dei Carabinieri nella città di Vinovo.
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione del Consigliere Cerchio pone una questione che il Consiglio regionale e la Giunta più volte hanno affrontato con i Comandi dei Carabinieri e della Polizia. Però, nel momento in cui si affronta il problema di Vinovo, dove peraltro si sono registrati dei casi notevoli di criminalità, vorremmo porre la questione dell'intera area metropolitana torinese. In questo senso, abbiamo già posto la questione al Ministro degli interni.
Riteniamo che il problema debba essere meditato non tanto in termini di crescita numerica e quantitativa, quanto piuttosto in termini di crescita qualitativa, di strumenti, di attrezzature atti a prevenire la criminalità e ad individuare i punti focali che la determinano.
Le forze politiche dovrebbero porre in essere qualche iniziativa e, a tale proposito, sarebbe opportuno che la prossima settimana una rappresentanza del Consiglio e una rappresentanza della Giunta affrontassero l'argomento con il Ministero dell'interno, con il Comando dei Carabinieri, con il Questore e con il Commissario di Governo.
Ringrazio il Consigliere Cerchio che ha presentato l'interrogazione che pone l'accento su un problema molto sentito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere interrogante, Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio il Presidente della Giunta per aver colto il significato dell'interrogazione che, anche se localizzata in un'area ristretta, pone la problematica della criminalità dell'intera area metropolitana torinese.
Condivido le osservazioni del Presidente della Giunta per ciò che riguarda la dotazione di strutture, essendo fondamentale l'azione di prevenzione di carattere sociale e culturale.
La proposta di una riunione congiunta tra i soggetti interessati, dalle rappresentanze degli Enti locali a quelle istituzionalmente comandate a questo problema, è positiva e mi pare che possa trovare un coordinamento e una periodicità di confronto, tali da poter trovare anche sul piano del territorio soluzioni per il miglior utilizzo del personale nel settore.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Boschi e foreste - Opere idrauliche ed acquedotti

Richiesta di sollecita risposta ad un'interpellanza


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Era stata da me presentata un'interpellanza sulle direttive della Giunta circa l'impiego dei fondi per gli anni 1979 e 1980 per le opere idrauliche e forestali. Quello che chiedevo è già superato, tuttavia essendoci le condizioni per rispondere, chiedo che l'argomento venga trattato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

So che l'Assessore Ferraris, oggi assente per motivi di salute, aveva pronta la risposta. Ci ripromettiamo di darla nella prossima seduta del Consiglio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellomo, Carta, Enrichens Ferraris, Fonio, Menozzi, Minucci e Valetto.



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 406: "Istituzione del parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea", presentato dal Consigliere Ariotti in data 5 aprile 1979 n. 407: "Modifica alla legge regionale n. 56 del 5/12/1977 'Tutela ed uso del suolo' ", presentato dal Consigliere Marchini in data 5 aprile 1979 n. 408: "Utilizzazione delle terre incolte od abbandonate e delle terre insufficientemente coltivate", presentato dalla Giunta regionale in data 5 aprile 1979 n. 409: "Norme sulla formazione professionale", presentato dai Consiglieri Soldano, Vietti, Alberton, Beltrami, Cerchio, Menozzi e Bianchi in data 9 aprile 1979.
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sugli aiuti ai profughi dal Vietnam


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede la parola per una breve comunicazione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In una precedente riunione il Consigliere Oberto sollevò la questione dell'aiuto ai profughi del Vietnam. La Giunta ha esaminato il problema sia sotto l'aspetto dell'aiuto ai profughi del Vietnam, sia sotto l'aspetto dell'aiuto dei bambini che nel mondo soffrono la fame e ritiene di proporre al Consiglio la destinazione di L. 100 milioni in favore dei profughi del Vietnam e di L. 200 milioni in favore dei bambini che nel mondo soffrono la fame.
Ringrazio il Consigliere Oberto di aver sollevato questo problema.
Valuteremo insieme se sarà più opportuno provvedere con un provvedimento di natura deliberativa o di natura legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Ringrazio il Presidente della Giunta di queste dichiarazioni, con riserva di approfondirle in una discussione sulle proposte concrete. Sono d'accordo sulla proposta di 200 milioni per i bambini, proporrei invece di aumentare la cifra da indirizzare a sostegno dei profughi che lasciano il Vietnam anche come significazione di natura politica e di partecipazione alla sofferenza di quella gente particolarmente colpita in questo momento.
"Venter non patitur dilationem", quindi raccomando la rapidità dell'operazione, dandone possibilmente testimonianza ai due elementi locali che per primi si sono fatti vivi con slancio: il Sermig e il Club Turati che ha promosso una sottoscrizione per far partire una nave che dalla Francia si dovrebbe muovere per portare gli aiuti.
Avanzo a lei l'istanza di aumentare la cifra e di perfezionare l'operazione nel corso degli incontri che avremo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e relativa surrogazione


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto quinto all'ordine del giorno: "Dimissioni Consiglieri - regionali ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 30 marzo 1957, n.
361 e relativa surrogazione". Vi dò lettura delle lettere di dimissioni pervenute all'Ufficio di Presidenza da Anna Maria Vietti, Augusto Dotti e Nino Carazzoni: "Egregio Presidente, prima che il Consiglio prenda atto delle mie dimissioni, le sarò grata se vorrà esprimere a tutti i Consiglieri ed anche ai dipendenti della Regione il mio più vivo ringraziamento per la collaborazione concessami e per la cordialità sempre dimostratami.
Non posso nascondere che la decisione di lasciare la mia attività di Consigliere regionale è stata vivamente sofferta perché i quasi otto anni passati in Regione costituiscono il periodo più importante della mia attività amministrativa e politica.
In questi anni i rapporti con gli altri Consiglieri, sia sul piano umano che sul piano politico, hanno arricchito la mia esperienza: per questo sono grata ai colleghi Consiglieri perché, mediante i reciproci rapporti, essi mi sono stati di valido insegnamento.
Con viva amicizia ringrazio tutti ed, in particolare, il mio Capogruppo Adriano Bianchi ed i colleghi della V Commissione con i quali, pur trovandomi talvolta su posizioni divergenti, ho però sempre intensamente collaborato.
F.to: Anna Maria Vietti".
"La sottoscritta Vietti Anna Maria, nata a Lanzo Torinese il 23/2/1923 ed ivi residente in via Roma n. 6, presenta le proprie dimissioni da Consigliere regionale per presentarsi candidata alle elezioni politiche nazionali.
Con osservanza. F.to: Anna Maria Vietti".
"Il sottoscritto Augusto Dotti, nato a Busseto (Parma) il 10/4/1914 con la presente lettera dichiara di rinunciare alla nomina di Consigliere regionale qualora, per effetto delle dimissioni di un Consigliere regionale della Democrazia Cristiana eletto nella circoscrizione di Torino, avesse titolo a detta nomina.
Con i più distinti ossequi. F.to: Augusto Dotti".
"Signor Presidente, essendomi preclusa, per legge, la possibilità di intervenire alla seduta del Consiglio regionale durante la quale- si prenderà atto delle dimissioni da me presentate, mi affido alla sua cortesia perché - dando comunicazione di questa mia lettera - voglia portare il mio cordiale e commosso saluto ai colleghi di tutti i Gruppi politici.
Le sarò grato se vorrà dire loro che chiudo, in questo momento, una parentesi della mia vita, ma che mai potrò dimenticare l'esperienza vissuta, al loro fianco, nel corso di questi nove anni: restando debitore pertanto, di ciò che mi è stato insegnato; dichiarandomi dispiaciuto se talvolta posso avere ecceduto nella polemica; ripetendo anche qui che comunque, mi sono sempre comportato secondo quanto mi dettavano la mia coscienza e le mie convinzioni politiche.
Spero d'essere ricordato, da lei e dai colleghi, come un avversario non comodo ma rispettabile: ne sarei onorato.
Se avessi potuto chiederle ancora la parola, forse sarei riuscito a dire qualcosa di più: ma è difficile - e la prego di capirmi - mettere per iscritto i sentimenti, cioè le passioni, le tensioni, le speranze, le amarezze. . . , che, tutte insieme, hanno segnato, dal giugno 1970, la mia partecipazione all'attività regionale e che, adesso, sono divenute ormai parte di me stesso.
La saluto, signor Presidente, con una leale stretta di mano e con l'augurio sincero di 'buon lavoro' che indirizzo a lei ed a tutta l'assemblea.
F.to: dott. Nino Carazzoni".
"Signor Presidente, rassegno le mie dimissioni dal Consiglio regionale.
La prego invitare l'assemblea a prenderne atto ed a provvedere alla mia surroga.
Distinti saluti. F.to: Nino Carazzoni".
Alla lettera della dottoressa Vietti debbo aggiungere che le espressioni che rivolge al Consiglio sono condivise e ricambiate. Nella frase: "in questi anni i rapporti con gli altri Consiglieri, sia sul piano umano che sul piano politico, hanno arricchito la mia esperienza", è contenuto il succo del nostro modo di vivere, di collaborare e di lavorare in Consiglio.
La dimensione del Consiglio regionale rende possibile una grande quantità di rapporti umani e politici.
Sentiremo la mancanza di un Consigliere attivo, impegnato, che diede per otto anni il suo contributo preciso e preparato. Le auguriamo il successo nella campagna elettorale e la continuazione della sua attività politica tanto preziosa in una situazione difficile come l'attuale.
Non è presente il Consigliere Carazzoni nei confronti del quale insormontabili divergenze ideologiche non hanno mai consentito di stabilire rapporti politici produttivi. Tuttavia tutti quanti abbiamo potuto, in qualche caso, rammaricarci del fatto che egli non militasse in un 'altra formazione politica. Seppure su posizioni di contrapposizione frontale abbiamo potuto arricchirci in un confronto-scontro che è durato, si pu dire, dal principio della vita regionale fino ad adesso.
Chiede la parola il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

In questi casi è contro la prassi chiedere la parola per dichiarazione di voto.
Di solito delle dimissioni si prende atto votando a favore. Per motivi semplicemente umani e di amicizia, vorrà consentirmi, signor Presidente, di votare contro la presa d'atto.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Gli otto anni di lavoro della dottoressa Vietti in Consiglio regionale e aver fatto parte di quella battaglia che fu la nervatura costituente del Consiglio sono elementi che vanno ricordati e meritano qualche parola di commento e di augurio.
Ho avuto modo di conoscere la dottoressa Vietti a Pinerolo al mio battesimo di fuoco in occasione delle tempestose consultazioni sulla legge del diritto allo studio. La dottoressa Vietti sostenne in quella sede con passione e con competenza un ruolo decisamente antitetico al mio. Eppure anche in quell'occasione, ebbi modo di apprezzare la competenza e la dedizione di chi ideologicamente e politicamente mi era distante.
Quell'impressione è stata confermata nel corso di questi anni in cui si è lavorato assieme.
Il confronto può essere aspro e difficile ma non impossibile. Questo la dottoressa Vietti lo ha dimostrato.
Non posso inoltre dimenticare la presenza costante e la testimonianza di serietà data dalla dottoressa Vietti. Dobbiamo anche darle atto della sua capacità di esprimere le istanze, molto spesso contrapposte a quelle che io sostengo, ma che rappresentano l'anima popolare della D.C.
Non le auguro il successo nella campagna elettorale perché mi spiacerebbe che la D.C., avesse un successo. Mi auguro di poterla ancora incontrare e di potermi scontrare con lei su certi temi (ritenendo sempre di avere ragione io! ).



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

L'intervento cordiale e sentito del Capogruppo del Partito comunista facilita il mio compito. Sono noti i nostri giudizi, i nostri rapporti in termini di collaborazione con la dottoressa Vietti, quindi immaginate che cosa io posso sentire e pensare in questo momento.
Devo darle atto di come abbia sofferto di questa decisione. Della dottoressa Vietti io potrei dire una cosa: che il passare del tempo nell'impegno politico non ha minimamente scalfito la carica ideale e la passione che l'anima. Capita un po' a tutti di constatare che non avviene sempre così, capita di constatare che nei momenti cruciali molti sanno ritrovare la carica, ma, subito dopo, uscendo dalle aule, lo scetticismo anche il cinismo di difesa personale, riaffiora.
Facendoci qualche volta - ce lo consenta - la dottoressa Vietti sorridere benevolmente, era costantemente impegnata qui e fuori ed era sotto questo profilo per noi veramente esemplare.
Come Gruppo non la perdiamo, perché abbiamo ottenuto la garanzia che la sua consulenza continuerà, quindi c'è meno emozione nel distacco anche se c'è molta carica affettiva nell'augurarle di poter testimoniare, con gli stessi risultati di apprezzamento che vengono da banchi non sospetti, negli impegni che potranno attenderla tra poco.
La dottoressa Vietti non ha da temere gli esiti, può riuscire o può non riuscire: appartiene a quella categoria di persone che restano se stessi quale che sia il ruolo formale che viene loro affidato e non hanno assolutamente difficoltà a trovare collocazione di ruolo in un mondo, in un paese, in un tempo in cui c'é tanto bisogno di gente che sappia impegnarsi con passione, con fede per sé e per gli altri, com'ella ha fatto.
Rivolgo un saluto anche al Consigliere Carazzoni per il quale ha detto molto efficacemente il Presidente. Più volte per la sua intelligenza, per la sua personalità ci ha fatto pensare con rammarico quale diverso ruolo avrebbe saputo interpretare in funzione di altre posizioni o ideali.



BONTEMPI Rinaldo

Mi associo anch'io nel saluto al Consigliere Carazzoni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Mi sono rammaricato che dall'inizio della prima legislatura non avessimo preso l'abitudine di fare la fotografia di gruppo come si fa nelle scuole. Sarebbe interessante questa documentazione per i 50 anni prima, i 60 poi, anche se lo scorrere le varie fotografie ci porterebbe subito ad individuare, dal colore dei capelli, dall'aspetto del volto, il passare degli anni che ha inciso sull'età di ciascuno, ma non certamente sul tipo di rapporto cordiale che ha sempre travalicato il rapporto di carattere politico.
Questo vale per me, in modo particolare, nei confronti della dottoressa Vietti con la quale ho avuto modo di collaborare in epoche migliori, nel senso politico. E' una simpaticissima persona, fumatrice accanita, sempre intenta, con qualche punta di settarismo, a far valere i propri principi ma sempre cordialmente pronta a dare il proprio contributo per la soluzione migliore dei problemi.
Alla dottoressa Vietti, memore di una passeggiata interessantissima e piacevolissima fatta con lei in terra di Romania, mi limiterò a dire sicuro che comprenderà, che per la sua prossima attività che si accinge a fare le auguro "troiaska i floraska".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

La ringrazio, signor Presidente, per aver voluto leggere la lettera della collega Vietti e per aver ricordato i rapporti estremamente umani ed importanti avuti nell'avviamento a soluzione dei problemi che il Paese conosce. La ringrazio anche per le parole che, nel rispetto della nostra istituzione, lei ha rivolto ad un avversario politico di impostazione totalmente diversa, quale il collega Carazzoni.
L'abbandono dal Consiglio regionale da parte della collega Vietti è una perdita per noi tutti, perché la sua presenza era punto di riferimento costante e preciso per la serietà con cui sapeva affrontare i problemi. La maturazione a cui accenna nella sua lettera di fronte alla sua serietà ed alla sua fermezza di giudizio, anche molte volte negativo, è stata sovente per me, motivo di serio richiamo. Questo ha un significato positivo soprattutto se da parte di avversari o di persone che pongono la realtà sociale prima delle ideologie.
Il rimpianto per una valida collega che ci lascia può essere colmato per noi che abbiamo conosciuto nella prima legislatura colui che dovrà sostituirla, il Consigliere Conti, di cui apprezzammo la fermezza morale e la chiara indicazione di un mondo culturale che ha tanta importanza nella storia sociale del nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

La dottoressa Vietti con la sua lettera ha suscitato, come suscitava sempre con la sua presenza in Consiglio e in Commissione, una risposta immediata perché, quali che fossero le divergenze di carattere politico e ideologico che potevano dividerci, non si poteva non riconoscere costantemente la sua opera appassionata, precisa, puntuale e anche stimolante. Lo stimolo nasce molte volte dal contrasto, quando il contrasto non è esclusivamente cervellotico, non è fatto soltanto per amore di propaganda e di pubblicità come purtroppo in altri casi accade, per la verità non ancora presenti nel nostro Consiglio regionale.
Alla dottoressa Vietti, oltre all'augurio di riuscire nella campagna elettorale, faccio l'augurio di rimanere nella Consulta femminile di cui è Vicepresidente, impegno che non necessariamente decade con la cessazione dell'incarico di Consigliere.
Per quanto riguarda il Consigliere Carazzoni è chiaro che le posizioni sono molto lontane; il Consigliere Carazzoni è pero molto giovane: pu anche darsi che sulla via di Damasco gli capiti qualche cosa!



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la dottoressa Marchiaro. Ne ha facoltà.



MARCHIARO Maria Laura

Nel salutare la collega Vietti voglio aggiungere ricordi e pensieri personali. Ricordo due fatti di questi quattro anni di lavoro in cui mi sono trovata molto vicina alla dottoressa Vietti malgrado le nostre differenti posizioni. Durante la lunga elaborazione della legge 39 ho imparato a conoscere la sua straordinaria capacità di rapporto con la gente e la sua profonda conoscenza della realtà regionale.
Un altro momento di presenza in cui la collega Vietti ha dato molto impegno è la Consulta femminile, dove ha sempre cercato di ricondurre a problemi generali i problemi che potevano sminuzzarsi e diventare per certi versi irrilevanti, dove ha sempre cercato, pur nella differenziazione delle posizioni di trovare momenti di unità tra le varie componenti dei movimenti femminili dei partiti.
Questi sono stati anni di lavoro politico fervido e intenso in cui la collega Vietti - credo di farle un complimento - si è sempre dimostrata donna fermamente di parte e lo è stata con profondi convincimenti, con passione politica, con competenza e con un grande senso dell'interesse generale. Ricordo di lei un fatto legato a questioni che non si interrompono con il fatto che la dottoressa Vietti lascia il Consiglio cioé le sue doti umane, la sua carica di simpatia, la passione con cui entra nelle cose e cerca per queste cose una soluzione. Mi rammarico che se ne vada perché la V Commissione, in particolare, perde un contributo di grande rilevanza e una competenza molto importante. Le auguro successo (anch'io come il mio Capogruppo distinguo tra il suo successo e il successo del suo Partito), le auguro di poter nel Parlamento portare avanti, come ha fatto qui, le sue convinzioni con la stessa passione e la stessa capacità di realizzare i risultati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Quanto è stato detto su colleghi che lasciano i loro seggi mi trova consenziente e questo vale per la dottoressa Vietti e soprattutto in riferimento a quanto ha detto il Presidente nei confronti del collega Carazzoni, il quale ci ha dimostrato come si possa sostenere una posizione difficile con stile e soprattutto con l'intelligenza viva, precisa, acuta quale egli ha.
Questa cerimonia celebrativa per i colleghi che non da adesso scopriamo essere tra i migliori e che optano per la carriera parlamentare dovrebbe farci riflettere. Al di là delle considerazioni personali, la funzione di Consigliere regionale viene considerata da qualcuno un trampolino di lancio e questo è positivo; non vorrei però che la decisione di andare in altra sede fosse la conseguenza della delusione dell'attività svolta. Dovremmo fare in modo che ancora più profondamente l'aula del Consiglio regionale possa essere quel luogo di colloquio, di vita, di lotta, di confronto, di rappresentanza degli interessi, delle tensioni, della conflittualità della nostra società.
Non perdo occasione per ribadire il mio personale convincimento che sarà forse opportuno utilizzare in quest'aula, e soprattutto in quella più decorosa quando l'avremo, qualche ora in più per dare maggiore spazio alla politica nel senso migliore del termine.
Apprezzo il modo con cui il Presidente e il suo Ufficio dirigono questa assemblea che, sul piano della produttività e dell'efficienza, è altamente encomiabile. Momenti come questo però mi fanno pensare che forse non siamo sufficientemente soddisfatti e premiati nel nostro essere di uomini politici. E' una preoccupazione che affido al Presidente e ai colleghi per la continuazione dei lavori della nostra assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non voglio ripetere le battute scherzose del Consigliere Cardinali.
Cara Anna Maria, siamo della vecchia guardia. Siamo stati al governo insieme, poi la vita ci ha divisi, ma restiamo sempre i ragazzi del '23 (tra poco saremo i ragazzi del '99).
Al governo regionale dispiace molto che Anna Maria vada al Parlamento perché in nove anni è sempre stata presente, prima al Governo poi all'opposizione dando un notevole contributo.
Voglio ricordarla non tanto al governo quanto in questo periodo. Siamo dell'opinione che un governo per essere veramente tale deve avere un'opposizione molto forte. Per la sua parte la dott. Vietti ha fatto un'opposizione molto forte e preparata.
Le auguriamo che possa trovare in Parlamento le stesse condizioni, la stessa possibilità operativa e che possa introdurre la sua caratteristica di forza, di coraggio che l'ha resa popolare nella nostra Regione e a noi tutti come persona che ha dedicato tutta la sua vita per il bene pubblico con onestà, chiarezza e trasparenza.
Credetemi,non è poco.



PRESIDENTE

I Consiglieri che hanno lasciato il Consiglio regionale in questa e in altra epoca per accedere al Parlamento sono stati sette: il Presidente Vittorelli che veniva già da una esperienza parlamentare e che fu nominato Presidente di Commissione parlamentare il Consigliere Zanone che entrò in quest'aula come pubblicista e come Capogruppo, oggi è Segretario nazionale del suo Partito il Consigliere Libertini con precedente esperienza parlamentare, oggi è Presidente di Commissione parlamentare il Consigliere Berti, che non aveva avuto altre esperienze a quel livello, oggi è Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato il Consigliere Gandolfi.
Per quanto ne so, anche gli altri colleghi, Armella e Robaldo, stanno svolgendo positivamente il loro lavoro.
Considerando la prima ipotesi del Consigliere Marchini, e cioè che l'esperienza del Consiglio regionale non è inutile, ma è valida per compiere poi quella nazionale, questi esempi sono dunque positivi.
Auguriamo ai Consiglieri, che oggi scelgono questa strada, di portare avanti nella nuova esperienza la loro attività con successo e su questo non ho dubbi,perché finora non sono mai venute dimissioni che non siano state seguite da elezioni e auguro che nel nuovo Parlamento portino avanti l'esperienza qui conseguita influendo nel processo di formazione delle leggi nel senso che tutti quanti auspichiamo.
Passiamo alla presa d'atto, per alzata di mano, delle dimissioni del Consigliere Carazzoni.
E' approvata con 39 voti favorevoli e uno contrario.
Il Consiglio proceda alla presa d'atto delle dimissioni della dott.ssa Vietti.
E' approvata con 39 voti favorevoli e uno contrario.
La seduta è sospesa, perché la Giunta delle Elezioni possa riunirsi.



(La seduta, sospesa alle ore 10,45, riprende alle ore 11,45)



PRESIDENTE

Vi dò lettura del verbale della Giunta delle Elezioni.
"Il giorno 18 aprile 1979 alle ore 10,50, si riunisce presso la sala del Consiglio regionale (Piazza Castello n. 205), la Giunta delle Elezioni.
Presiede il Presidente: Rossotto.
Sono presenti i seguenti Consiglieri: Bono - Colombino - Dadone - Rossi Oberto Tarena - Besate - Cerchio.
Il Presidente riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere regionale Carazzoni Carlo occorre procedere, ai sensi dell'art.
16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere dimissionario. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del M.S.L D.N., e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, risulta che all'ultimo eletto nel gruppo del M.S.I.-D.N., nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente il signor Majorino Gaetano, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Carazzoni Carlo subentra, ai sensi dell'art.
16 della citata legge n. 108, il signor Majorino Gaetano, primo escluso nella lista del M.S.D.-D.N., nella circoscrizione di Torino.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Carazzoni Carlo con il signor Majorino Gaetano sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Il Consiglio deve prendere atto, per alzata di mano, che al Consigliere Carlo Carazzoni subentra, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n.
108, il signor Gaetano Majorino.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
A questo punto è necessario che il Consiglio dichiari immediatamente eseguibile la surrogazione del Consigliere Carazzoni con il signor Gaetano Majorino, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62. Ricordo che la proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
La proposta è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Ricordo ancora che la convalida dell'elezione del signor Gaetano Majorino è devoluta alla Giunta delle Elezioni, che accerterà che non sussistano cause di ineleggibilità ed incompatibilità.
Invito il neo Consigliere, Gaetano Majorino, ad entrare in aula, se è presente.
Vi dò ora lettura del verbale della Giunta delle Elezioni relativo alla surrogazione della dottoressa Anna Maria Vietti.
"Il giorno 18 aprile 1979 alle ore 10,55, si riunisce presso la sala del Consiglio regionale (Piazza Castello n. 205), la Giunta delle Elezioni Presiede il Presidente: Rossotto.
Sono presenti i seguenti Consiglieri: Bono - Colombino - Dadone Rossi Oberto Tarena - Besate - Cerchio.
Il Presidente riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere regionale Vietti Anna Maria occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere dimissionario. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista della Democrazia Cristiana e nella circoscrizione di Torino. Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, risulta che all'ultimo eletto nel Gruppo della D.C., nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il signor Dotti Augusto, al qua- le deve essere attribuito il seggio vacante.
Poiché il signor Dotti Augusto ha rinunciato all'elezione di Consigliere regionale con lettera datata 6/4/1979, dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che nel Gruppo della D.C., nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente il signor Conti Domenico, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Vietti Anna Maria subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Conti Domenico, primo escluso nella lista della D.C., dopo la rinuncia di cui sopra e nella circoscrizione di Torino.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Vietti Anna Maria con il signor Conti Domenico sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Il Consiglio deve prendere atto, per alzata di mano, che al Consigliere Anna Maria Vietti subentra, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n.
108, il signor Conti Domenico.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
A questo punto è necessario che il Consiglio dichiari immediatamente eseguibile la surrogazione del Consigliere Anna Maria Vietti con il signor Conti Domenico, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62. Ricordo che la proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
La proposta è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti in aula.
Ricordo ancora che la convalida dell'elezione del signor Conti Domenico è devoluta alla Giunta delle Elezioni, che accerterà che non sussistano cause di ineleggibilità ed incompatibilità.
Invito il neo Consigliere, Domenico Conti, ad entrare in aula, se è presente.


Argomento: Rapporti con altre Regioni - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Informazioni della Giunta regionale sull'incontro con la Regione Molise per i problemi industriali


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: "Informazioni della Giunta regionale sull'incontro con la Regione Molise per i problemi industriali".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro ed all'industria

Signori Consiglieri, l'incontro che la delegazione della nostra Giunta formata dal Presidente, dal Vicepresidente, dall'Assessore Fiorini e dal sottoscritto, ha avuto martedì 3 aprile con la Regione Molise, ci era stato proposto dalla Regione Molise stessa, si inquadra perfettamente in quella politica di rapporti che la nostra Regione persegue con le Regioni e le istituzioni del Sud per affrontare il problema nazionale dello sviluppo del Mezzogiorno d'Italia, che è uno degli obiettivi fissati dal nostro Piano di sviluppo.
Già due anni fa abbiamo avuto il Convegno campano-piemontese. Poi abbiamo avuto rapporti con la Sardegna sui problemi della fibra, con il Lazio e le città di Foggia e Salerno. Domani incontrerò la Giunta campana.
Non mi dilungherò sulla situazione economico-industriale del Molise che ci è stata dettagliatamente esposta dalla Giunta regionale stessa, alla quale esprimiamo la nostra riconoscenza per averci resi partecipi di quella difficile realtà.
Basti ricordare che il Molise ha avuto un tasso di emigrazione pauroso (il più alto d'Italia): ha perso in venti anni 145.000 abitanti. Il 44,8 della sua popolazione è attualmente occupata nell'agricoltura. Solo il 21 nell'industria. Attualmente ha 12.000 disoccupati ufficiali.
Le previsioni per il 1986 del Piano di sviluppo, se non interverranno correttivi e malgrado le iniziative che la Regione ha messo in atto sia nell'agricoltura e sia in campo industriale, si aggirano attorno a 20.000 disoccupati.
Non ci siamo incontrati solo per prendere atto di questo quadro, ma per alcune precise ragioni che la Regione Piemonte vuole affrontare operativamente, come, per esempio, i progetti Fiat, sui quali da tempo è avviato un rapporto e alcune altre medie industrie piemontesi interessate a localizzazioni nel Sud, alcune in particolare nel Molise.
In merito alla Fiat va considerato che lo stabilimento Termoli Meccanica (zona Rivolta da Re e Pautano Basso) ha un'area totale di 1.360.000 mq di cui 150.000 coperti. E' in attività dal 1972 con 2.800 occupati. La produzione è di motori completi per autovetture 126, cambi e particolari di meccanica.
Lo stabilimento di Termoli ha un diretto rapporto con la Meccanica di Mirafiori e una notevole capacità e potenzialità espansiva, tanto che si erano previsti al momento dell'avvio 4.500 posti contro i 2.800 attuali.
Con l'accordo sindacale del gennaio 1979 nel settore della meccanica è stato conseguito un primo significativo risultato per l'incremento della produzione dei cambi a Termoli (cambi che passano da 700 a 900). Tale operazione ha comportato delle assunzioni attualmente in corso, che per secondo il parere della Regione Molise e delle organizzazioni sindacali sono di modesta quantità, tant'è vero che non coprono nemmeno il mancato turn over di questi anni. Tuttavia un primo risultato sindacale è stato raggiunto nel senso che la Fiat in questi giorni si è impegnata ad anticipare una parte delle assunzioni che aveva previsto per il 1981 (380 unità). Sta infatti attuando una settantina di assunzioni e prevede di effettuarne altre 80 entro il 31 luglio 1979.
Rimane da affrontare il grosso problema della produzione motori: con il passaggio dalla 126 al modello O (raffreddamento ad aria), c'è da contrattare la produzione da destinare a Termoli anche considerando l'attuale basso tasso di utilizzo degli impianti (valutato dalle organizzazioni sindacali sul 15% delle capacità produttive).
Si deve affrontare per il Mezzogiorno (potrebbe essere Termoli ma potrebbe essere anche Foggia) la destinazione della prevista produzione del Diesel Si deve affrontare il problema della produzione dei cambi a 5 marce per la "138" tenendo conto della capacità della struttura che offre lo stabilimento di Termoli. Infine c'é il problema dei motori pulmino la cui carrozzeria si effettuerà il Val di Sangro che dista da Termoli 80-90 chilometri.
Per le aziende che potrebbero insediarsi nel Consorzio di Venafro abbiamo in questi giorni nella nostra sede contrattato con la IBL (Industria Battitura Lastre) la situazione del Cotonificio di San Francesco. La IBL ha assunto l'impegno entro sei mesi di costruire uno stabilimento con l'Insud, nella regione di Venafro, per circa 60 occupati.
Sono state valutate altre due situazioni di un certo interesse produttivo ed occupazionale, per le quali erano previsti insediamenti. Su di esse sarà opportuno ritornare date le incertezze manifestate (una di queste aziende aveva addirittura acquistato l'area nel Consorzio di Venafro). La Regione Piemonte è impegnata a chiedere i necessari chiarimenti e i relativi programmi, considerando che la media industria piemontese ha ultimamente dichiarato il proprio interesse a insediarsi nel Sud, anche in altre aree di localizzazione, quale quella di Boiano in considerazione anche degli interventi già predisposti dalla Regione Molise.
Sono in corso contatti informali con gli industriali piemontesi.
Infine abbiamo precisato alla Regione Molise la nostra piena disponibilità per interventi di formazione professionale per quei lavoratori per i quali si rendesse necessaria una formazione sulle strutture produttive esistenti al Nord a condizione che contestualmente a questo impegno vi sia una contrattazione sindacale che garantisca lo sbocco occupazionale nel Sud (l'avvocato Oberto aveva sollevato questa questione) parlo del controllo numerico di S. Bernardo di Ivrea trasferito a Marcianise.
Il senso del rapporto avviato è molto concreto (tanto che nella scorsa seduta mi permettevo di dire che non eravamo andati a fare una delegazione turistica), e quindi avrà momenti di ulteriori precisazioni ed azioni anche nei rapporti con i gruppi imprenditoriali interessati.
Riferendomi alle illazioni comparse sulla stampa, mi corre l'obbligo di precisare che l'iniziativa con il Molise è solo un segmento di un'attività molto più complessa che abbiamo in corso, sia sui progetti Fiat sia sugli investimenti industriali più in generale.
Tali rapporti perseguono i due obiettivi del nostro Piano: lo sviluppo del Sud e il riequilibrio del Nord e tengono conto segnatamente delle aree di caduta e di crisi. Spero che nessuno consideri la Giunta così stolta dal non tener presente i problemi seri e gravi esistenti in Piemonte.
Devo smentire quanto ha scritto il "Corriere della Sera", e cioè che si è discusso del problema localizzativo per i cambi automatici.
Fin dal primo incontro abbiamo posto il quesito dei cambi automatici e dopo opportune valutazioni tecniche e di mercato, la Fiat ha ripetutamente detto in modo chiaro e categorico che non produrrà i cambi automatici.
Esclude questa produzione non solo per oggi ma anche per un periodo di tempo medio-lungo.
Preghiamo caldamente i giornalisti di essere chiari su questo punto per non alimentare, sia pure involontariamente, attese infondate.
Stiamo seguendo la vicenda Fiat nella sua interezza e nei particolari in modo responsabile, guardando agli interessi del Mezzogiorno e a quelli del Piemonte e cercando di mantenere una corretta visione unitaria che è necessaria davanti a problemi di queste dimensioni. Ho già detto nella scorsa seduta, riferendo sui punti di crisi, che non abbiamo una visione meridionalista che penalizzi il Nord; non diciamo una cosa a Torino e un'altra a Campobasso.
Ci auguriamo, colleghi Consiglieri, che, al di là delle inevitabili polemiche elettorali, questo sia l'atteggiamento di tutte le forze politiche per non sciuparci un grande impegno, non di portata contingente una portata che ci impegnerà per anni.
Questo è il senso dell'incontro che abbiamo avuto con la Regione Molise e questo è il senso dei rapporti che abbiamo in corso con Foggia e che avremo con la Regione campana e con Salerno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Non potendo seguire direttamente questo impegno che è importante e degno di attenzione, benché la relazione dell'Assessore sia chiara e sintetica, non siamo in condizioni di fornire un giudizio globale e definitivo sull'argomento.
Ci limitiamo a dire che questi rapporti sono importanti, interessanti doverosi ma che non devono rispondere a logiche di frammentazione; non si deve correre dove si è chiamati o stabilire dei rapporti privilegiati delle forme di gemellaggio indiretto, perché questo non risponderebbe alla visione unitaria a cui l'Assessore ha fatto riferimento; si rischierebbe invece di rispondere a criteri velleitari, di dar risposte a tutto in tutti i campi e in tutti i settori. Partendo dalla visione della logica della politica regionale piemontese che tende giustamente, ma non come priorità assoluta, al riequilibramento regionale e lo persegue in funzione di un giusto e corretto rapporto Nord-Sud, tutto è opportuno iscrivere in questa linea e in questa politica in modo che dalla Regione venga un apporto alla soluzione dei problemi nazionali.
Sono sicuramente interessanti e approvabili gli accenni alle iniziative per la formazione professionale che, quando nascono delle situazioni particolari, possono essere occasioni per sperimentare forme produttive.
Non voglio citare un vecchio detto sul modo di aiutare (invece di regalare un pesce insegna a pescare ); in questo caso, invece di fare dei trasferimenti di industrie destinate poi a perire con impoverimento dello stesso Nord, credo sia culturalmente corretto partire dalla base a contribuire per creare le condizioni per la vitalità di ciò che viene poi decentrato.
Ci riserviamo ulteriori giudizi a mano a mano che l'attività si svilupperà e al momento in cui si possa analiticamente valutare in sede di Commissione e in momenti meno concitati, anche per fare una sintesi delle iniziative della Giunta e di tutte le situazioni, le opportunità e le sollecitazioni che ci vengono rivolte dalla realtà nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche da parte mia formulo l'apprezzamento a questi rapporti con ampie riserve sulla verifica della validità delle iniziative che saranno condotte.
Questi tipi di rapporti, che il collega Bianchi ha cercato di inquadrare nella categoria dei gemellaggi (è difficile capire quale tipo di rapporto andiamo ad instaurare, anche perché disgraziatamente fino ad ora li abbiamo avuti con Regioni più deboli della nostra), danno l'impressione di essere rapporti ancora meno corretti dei gemellaggi.
Per evitare questa impressione all'esterno e a noi stessi suggerisco all'Assessore di creare dei rapporti con le Regioni più fortunate, anche se sotto certi aspetti possono essere più scomodi perché su temi a noi meno congeniali. La nostra Regione deve misurarsi con Regioni come la Lombardia.
Per esempio, il problema dell'insediamento della centrale nucleare, se valutato con la Lombardia, potrebbe avviare tutto un altro tipo di discorso; la realizzazione della Padania, nella logica dell'Europa delle Regioni, potrebbe essere un interessante discorso da affrontare.
Queste iniziative, oltre a quelle certamente apprezzabili che conduce l'Assessorato, potrebbero togliere l'impressione di rapporti che finiscono per essere di piccola colonizzazione, di piccola esportazione dei nostri problemi e delle nostre volontà.
Invito l'Assessorato ad approfondire questi temi avendo, se possibile l'intuizione di altri problemi e di altre prospettive con Regioni che hanno con noi problemi simili.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola possiamo chiudere questa discussione.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo ora alle nomine dei membri di vari organismi. Si distribuiscano le schede per la nomina di sei esperti, di cui due della minoranza, nella Commissione tecnico-consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere (legge regionale 22/11/1978, n. 69). I nomi proposti sono quelli dei signori Enea Occella, Bruno Fassi, Carlo Alberto Barbieri Giacomo Doglio, Bortolo Franceschetti e Marco Sertorio.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno riportato voti: OCCELLA Enea n. 20 FASSI Bruno n. 20



BARBIERI Carlo Alberto n. 20

DOGLIO Giacomo n. 20 FRANCESCHETTI Bortolo n. 17 SERTORIO Marco n. 17 Schede bianche n. 3 I signori Enea Occella, Bruno Fassi, Carlo Alberto Barbieri, Giacomo Doglio, Bortolo Franceschetti e Marco Sertorio sono pertanto eletti nella Commissione tecnico-consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere.
Passiamo ora alla nomina di otto rappresentanti di associazioni e di organizzazioni di immigrati, emigrati, frontalieri e loro famiglie nella Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione (legge regionale 6/7/1978, n. 42). I nomi proposti sono quelli dei signori Giuseppe Pietrobelli, Claudio Bonansea, Franco Goria, Don Michele Giacometto Rodolfo Galati, Claudio Fanti, Don Allais e Gianni Oberto Tarena.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno riportato voti: PIETROBELLI Giuseppe n. 37 BONANSEA Claudio n. 37 GORIA Franco n. 37



GIACOMETTO Don Michele n. 37

GALATI Rodolfo n. 37 FANTI Claudio n. 37 Don ALLAIS n. 37 OBERTO Gianni n. 37 Schede bianche n. 3 Li proclamo pertanto eletti nella Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione.
Passiamo ora alla nomina di cinque rappresentanti di Istituti di patronato ed assistenza agli emigrati, immigrati, frontalieri e loro famiglie nella Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione (legge regionale 6/7/1978, n. 42).
l nominativi proposti sono quelli dei signori Maria Paola Bisoglio Giuseppe Calvo, Pasquale Chieppa, Orazio Palumbo e Giuseppe Morosini.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno riportato voti:



BISOGLIO Maria Paola n. 37

CALVO Giuseppe n. 37 CHIEPPA Pasquale n. 37 PALUMBO Orazio n. 37 MOROSINI Giuseppe n. 37 Schede bianche n. 3 I signori Maria Paola Bisoglio, Giuseppe Calvo, Pasquale Chieppà Orazio Palumbo e Giuseppe Morosini sono pertanto eletti rappresentanti nella Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione.
Procediamo ora con l'elezione di quattro rappresentanti delle associazioni di industriali, artigiani, commercianti ed agricoltori nella Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione (legge regionale 6/7/1978, n. 42). Sono proposti i nomi dei signori Errico Jannone, Aldo Rapelli, Gian Paolo Aceto e Gianni Desana.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno riportato voti: JANNONE Errico n. 31 RAPELLI Aldo n. 31



ACETO Gian Paolo n. 32

DESANA Gianni n. 31 OLIO n. 2 PARIS n. 1 Schede bianche n. 5 Proclamo pertanto eletti i signori Errico Jannone, Aldo Rapelli, Gian Paolo Aceto e Gianni Desana nella Consulta regionale dell'emigrazione ed immigrazione in rappresentanza delle associazioni di industriali artigiani, commercianti ed agricoltori.
Passiamo alla nomina dei membri del Consiglio direttivo del Parco naturale Alta Valle Pesio (legge regionale 28/12/1978, n. 84). Sono proposti i nomi dei signori Donato Bergese, Antonio Bottero, Mario Giordana, Tommaso Giordanengo e Giusto Rosso.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40 hanno riportato voti: BERGESE Donato n. 34 BOTTERO Antonio n. 34 GIORDANA Mario n. 34 GIORDANENGO Tommaso n. 34 ROSSO Giusto n. 34 AMBROGIO Pietro n. 1 Schede bianche n. 4 l signori Donato Bergese, Antonio Bottero, Mario Giordana, Tommaso Giordanengo e Giusto Rosso sono pertanto eletti nel Consiglio direttivo del Parco naturale Alta Valle Pesio.
Si distribuiscano le schede per la nomina dei membri del Consiglio direttivo del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali (legge regionale 23/8/1978, n. 55). Vengono proposti i nomi dei signori Pier Luigi Macco, Maurizio Ambrosini e Pier Francesco Nodaro.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno riportato voti:



MACCO Pier Luigi n. 34

AMBROSINI Maurizio n. 34



NODARO Pier Francesco n. 34

Schede bianche n. 5 l signori Pier Luigi Macco, Maurizio Ambrosini e Pier Francesco Nodaro sono eletti nel Consiglio direttivo del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali.
Procediamo ora alla sostituzione di un membro dimissionario del Comitato direttivo del Parco regionale "La Mandria". Il nome proposto è quello del signor Luciano Rota.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 39 hanno riportato voti: ROTA Luciano n. 33 CALABRESE n. 1 Schede bianche n. 5 Il signor Luciano Rota è pertanto eletto nel Comitato direttivo del Parco regionale "La Mandria" in sostituzione di un membro dimissionario.
L'ultima nomina prevede la sostituzione di un membro dimissionario nel Collegio sindacale della Sagat. Viene proposto il nominativo del signor Michele Camera.
Procediamo alla votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 39 ha riportato voti: CAMERA Michele n. 32 Schede bianche n. 6 Scheda nulla n. 1 Il signor Michele Camera è eletto nel Collegio sindacale della Sagat in sostituzione di un membro dimissionario.
Il punto quarto all'ordine del giorno è così esaurito.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame deliberazione Giunta regionale relativa ad individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria, nonché determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale (legge regionale 27/4/1978, n. 20, art. 6)


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: "Esame deliberazione Giunta regionale relativa ad individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria, nonché determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale (legge regionale 27/4/1978, n. 20, art. 6)".
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Le posizioni in Commissione non erano unanimi. E' comunque opportuno discutere e votare la deliberazione nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Dal momento che questa deliberazione non aveva ottenuto l'approvazione unanime, ritenevamo che fosse accompagnata da una relazione da parte di chi la sostiene. Mi accingo a fare la relazione da parte di coloro che invece non la condividono.
La deliberazione in oggetto è conseguente all'art. 6 della legge n. 20 sui piani agricoli zonali. Questa legge aveva avuto il voto contrario della D.C. per alcune motivazioni fondamentali: la scarsa rappresentatività concessa alle organizzazioni professionali in quanto riteniamo che la maggioranza dei componenti le Commissioni zonali debba essere riservata ai produttori agricoli l'eccessivo numero dei componenti di tali Commissioni, che sono scarsamente funzionali; basti pensare che alcune Commissioni zonali avranno un numero di componenti che andrà dai 140 ai 150 rappresentanti, con conseguenti spese per rimborso spese e gettoni di presenza notevolissime.
Il nostro Gruppo non è d'accordo inoltre sulla composizione dell'esecutivo. La legge prevede un esecutivo unitario; noi riteniamo invece che all'interno di tali organismi sia opportuno distinguere le maggioranze dalle minoranze in maniera che le posizioni siano nitide chiare e che ci sia la possibilità di confronto con la gente. Inoltre si è voluto dare la rappresentanza ad una miriade di organismi, come le organizzazioni professionali, sindacali, cooperative, le associazioni dei produttori; queste ultime, tra l'altro, non hanno ancora ottenuto il riconoscimento giuridico, quindi non è possibile conoscerne il numero, per cui quanto deliberiamo dovrà essere rivisto a mano a mano che si costituiranno. Di conseguenza, riteniamo che il metodo che ci viene proposto per la gestione della programmazione in agricoltura sarà scarsamente efficiente e incontrerà molte difficoltà ad incamminarsi e a produrre dei risultati.
A noi sembra che le organizzazioni professionali come l'Unione Agricoltori e la Conf-coltivatori debbano avere una rappresentanza più consistente di quella delle organizzazioni sindacali che, in questo caso hanno una rappresentanza esagerata.
Vorremmo che le nostre preoccupazioni fossero infondate e che la composizione delle Commissioni desse la possibilità di iniziare il discorso dei piani agricoli zonali.
Con il timore della scarsa efficienza e della poca possibilità di funzionamento, non possiamo pronunciarci a favore della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Sono spiacente che oggi per ragioni purtroppo non liete il Consigliere Enrichens non sia presente, perché a lui spetterebbe di parlare a nome del Gruppo repubblicano in materia di agricoltura. Siccome sono sorti alcuni equivoci su un suo intervento in Commissione, desidero prendere la parola per precisare il parere del Gruppo e del Consigliere Enrichens.
L'osservazione che era stata fatta sul numero indubbiamente abbondante dei rappresentanti, sulla cui evidenza anche la maggioranza proponente non pu non convenire, è stata considerata come opinione contraria alla proposta indicata dalla Giunta.
In realtà tale osservazione pone semplicemente un dubbio sulla funzionalità delle Commissioni e propone la ricerca del modo per riuscire a comporre degli organismi numericamente non troppo numerosi.
Pertanto non ne deriva che il Gruppo repubblicano non voti a favore della deliberazione.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni? La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Non mi soffermerò sugli aspetti strettamente tecnici e formali.
Ricorderò invece lo scopo dell'art. 9 della legge n. 20 del 1978 che reca: "Tutti i programmi ed i singoli interventi degli Enti pubblici o di diritto pubblico operanti nel settore agricolo e forestale nelle zone interessate dovranno essere adeguati al piano agricolo zonale dopo la sua pubblicazione". In realtà l'intervento pubblico in agricoltura viene collocato nell'ambito della programmazione e viene sottratto al meccanismo incontrollato della spontaneità. Le indicazioni sono quelle contenute nel documento del 5 aprile 1977 che i sei partiti della non sfiducia approvarono in un documento comune sulla politica agricola realizzata in alcune leggi importanti come il Quadrifoglio, quella sulle terre incolte e sulle associazioni dei produttori, leggi di programmazione unitaria che si rispecchiano nella legge regionale n. 63.
La deliberazione in discussione costituisce l'atto conclusivo del primo impianto delle strutture dell'organizzazione che opererà nei piani agricoli zonali. I criteri sono largamente illustrati nella relazione dell'Assessore.
In ogni Comune vengono nominati tre rappresentanti, due di maggioranza ed uno di minoranza. Ai tre rappresentanti del Comune corrispondono tre rappresentanti degli organismi sociali che vengono designati dai livelli provinciali. Nei 719 Comuni e nelle 65 zone ci sono 22 Commissioni con un numero di rappresentanti che va dai 12 ai 42; 16 Commissioni dai 42 ai 78 rappresentanti; 16 dai 78 ai 108; 11 Commissioni hanno oltre 108 rappresentanti. Il dimensionamento è quindi in funzione dell'ampiezza della zona. Una certa ampiezza è necessaria per dare la possibilità alle rappresentanze politiche minori di essere presenti specialmente nei piccoli Comuni dove esistono varietà di rappresentanze che non rispecchiano quelle classiche delle assemblee dei Comuni superiori ai 5.000 abitanti, delle Province, delle Regioni e del Parlamento.
Le associazioni dei produttori non sono ancora riconosciute essendo la legge 674 di recente emanazione; con l'applicazione della legge 63 (art.
46) è stata però costituita una Commissione delle associazioni dei produttori per gli investimenti di tipo collettivo in attesa che - dice opportunamente la nota della Giunta regionale - siano stabiliti i criteri per l'individuazione.
E' opportuno togliere l'agricoltura dallo stato di separatezza in cui è vissuta per collegarla con gli altri settori economici; nell'agricoltura devono operare più forze, in agricoltura deve essere fatto un intervento di tipo programmato; gli interventi non devono più essere lasciati alla spontaneità o ai centri di potere che hanno sempre operato con la presenza nelle Commissioni dei contadini.
La presenza dell'Ente pubblico nella Commissione potrà collegare l'agricoltura con il resto della società, potrà far sì che gli aiuti vengano destinati a quei contadini che in trent'anni non hanno mai avuto una lira, potrà moralizzare l'intervento e far sì che esso sia produttivo nell'interesse del singolo imprenditore e della collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Condivido con rammarico le riserve espresse sui criteri di rappresentatività che escono dalla deliberazione in discussione, perch questo mi porta ad esprimere un voto di astensione a differenza del voto positivo dato dal mio Gruppo ai provvedimenti che riguardavano l'agricoltura.
Lamento la scarsa considerazione delle organizzazioni agricole produttive che hanno certamente un peso maggiore di altre che sono soltanto delle presenze.
Il mio voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "La legge regionale 27 aprile 1978, n. 20, dal titolo 'Norme per la formazione e l'approvazione dei piani zonali di sviluppo agricolo' all'art. 6, primo comma, lettera b) e secondo comma, prevede: 'In ogni zona agricola, il Presidente del Comitato comprensoriale o un suo delegato, su conforme parere della Giunta esecutiva, promuove ed insedia una Commissione per l'elaborazione ed il controllo sull'attuazione del piano agricolo zonale composta: (. .) b) dai rappresentanti delle organizzazioni agricole professionali cooperativistiche, sindacali e delle Associazioni dei produttori designati dalle rispettive organizzazioni provinciali, in numero complessivo uguale ai rappresentanti dei Comuni, scelti tra le organizzazioni ed associazioni più rappresentative a livello provinciale in base al numero degli associati alla struttura organizzativa ed all'operatività. Entro un mese d al il ' a p pr ovazione dei provvedimenti che definiscono gli ambiti territoriali di cui all'art. 2 della presente legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, determina per ciascuna zona agricola quali organizzazioni ed associazioni delle categorie indicate alla lettera b) abbiano titolo ad essere rappresentate nelle Commissioni, nonché quanti rappresentanti possono essere designati da ciascuna di esse'.
Ai sensi dell'art. 2, ultimo comma, della citata legge n. 20/78, i Comitati comprensoriali hanno già provveduto a definire ed approvare le zone agricole riportate nell'allegato 1). Le zone non comprendono Comuni montani per i quali vale la legge regionale 11/8/1973, n. 17 e successive modificazioni ed integrazioni e la legge regionale 24/4/1974, n. 12, art.
2, terzo comma, lettera c).
Si ritiene quindi necessario dare attuazione agli adempimenti di competenza della Giunta regionale proponendo al Consiglio regionale l'individuazione delle organizzazioni ed associazioni di categoria, nonch la determinazione del numero dei relativi rappresentanti.
A) - Individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria.
A/1 - Organizzazioni professionali agricole.
Trattasi delle organizzazioni provinciali professionali di tutela generale dei coltivatori diretti, degli imprenditori agricoli conduttori dei mezzadri e dei coloni.
Già in altre occasioni si è proceduto all'individuazione delle organizzazioni professionali di categoria. Si ritiene pertanto opportuno adottare criteri analoghi a quelli già usati per l'applicazione dell'art.
3, quinto comma, della legge regionale 25/10/1977, n. 51 (vedi deliberazione Consiglio regionale n. 257 del 26/1/1978), per l'applicazione dell'art. 46 della legge regionale 12/10/1978, n. 63 (vedi deliberazione Giunta regionale n. 121 del 28/12/1978). Inoltre si ritiene opportuno individuare oltre alle organizzazioni professionali provinciali individuate con i provvedimenti sopra citati, anche altre organizzazioni professionali provinciali in possesso dei requisiti che però per numero di iscritti e per attività non sono presenti in tutta la Regione, assicurando naturalmente una rappresentanza soltanto in alcune zone ed in modo proporzionale agli iscritti ed alle attività.
Pertanto vengono individuate le seguenti organizzazioni professionali agricole provinciali presenti in tutte le zone: 1) Confederazione nazionale coltivatori diretti - Federazione provinciale 2) Conf-coltivatori - Conf. Italiana coltivatori provinciale 3) Conf-agricoltura - Confederazione Generale dell'agricoltura italiana Unione provinciale degli agricoltori.
Presenti soltanto in alcune zone: 1) Unione Italiana mezzadri e coltivatori diretti (U.I.M.E.C.) Federazioni provinciali 2) Associazione Italiana coltivatori (A.I.C.) - Federazioni provinciali 3) Unione coltivatori italiani (U.C.I.) - Unione regionale piemontese Federazioni provinciali. A/2 - Organizzazioni provinciali cooperativistiche agricole.
Trattasi delle organizzazioni di tutela generale delle cooperative agricole riconosciute nazionalmente.
Già in altre occasioni è stato proceduto all'individuazione delle organizzazioni cooperativistiche agricole. Si ritiene pertanto opportuno adottare criteri analoghi a quelli usati per l'applicazione dell'art. 13 della legge regionale n. 51/75 (vedi deliberazione della Giunta regionale n. 19 del 13/12/1977).
Inoltre si ritiene opportuno individuare oltre alle organizzazioni cooperativistiche provinciali, individuate con il provvedimento sopra citato, anche altre organizzazioni provinciali in possesso dei requisiti che però per numero di iscritti e per attività non sono presenti in tutta la Regione assicurando naturalmente una rappresentatività soltanto in alcune zone ed in modo proporzionale agli iscritti ed alle attività.
Pertanto vengono individuate le seguenti organizzazioni cooperativistiche agricole provinciali.
Presenti in tutte le zone: 1) Associazione regionale cooperative agricole - Lega nazionale cooperative e mutue (sezioni provinciali) 2) Unione regionale piemontese della cooperazione - Unione provinciale delle cooperative.
Presenti soltanto in alcune zone: 1) A.G.C.I. - Associazione Generale Cooperative Italiane (sezioni provinciali).
A/3 - Organizzazioni provinciali sindacali agricole.
Trattasi delle organizzazioni provinciali di tutela generale dei salariati agricoli ed in genere di tutti i lavoratori agricoli dipendenti.
Già in altre occasioni si è proceduto all'individuazione delle organizzazioni sindacali agricole. Si ritiene pertanto opportuno adottare criteri analoghi a quelli usati per l'applicazione dell'art. 3, quinto comma, della legge regionale 25/10/1977, n. 51 (vedi deliberazione Consiglio regionale n. 257 del 26/11/1978).
A/4 - Associazione dei produttori agricoli.
In materia di associazione dei produttori agricoli la situazione normativa è provvisoria in quanto la legge nazionale 20/10/1978, n. 674 per l'attuazione della quale è prevista un'apposita legge regionale, è praticamente inoperante, mancando il prescritto regolamento CEE con il quale debbono essere stabiliti importanti parametri per il riconoscimento delle associazioni dei produttori (vedi art. 6 legge n. 674).
Soltanto dopo il citato regolamento CEE è possibile definire la legge regionale di attuazione della legge nazionale n. 674/78.
La Giunta regionale sta provvedendo alla costituzione del Comitato regionale delle associazioni dei produttori ai sensi dell'ultimo comma della citata legge n. 674/78.
Si ritiene opportuno pertanto definire l'individuazione delle associazioni dei produttori appena possibile. Nel caso che il regolamento CEE e la conseguente legge regionale dovesse tardare ad essere emanata, si potrebbe procedere all'individuazione provvisoria. Pertanto si fa riserva di individuare le associazioni dei produttori con successivo provvedimento.
Comunque, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 6 della legge regionale n. 20/78, la Commissione può essere insediata ed operare con pienezza di poteri purché siano designati almeno la metà più uno dei componenti assegnati.
Come verrà precisato oltre, il numero dei rappresentanti dell'associazione dei produttori è comunque in numero inferiore alla metà.
B) - Determinazione numero rappresentanti per organizzazione ed associazione.
L'assegnazione del numero dei rappresentanti per ogni categoria e la successiva ripartizione dei posti tra le organizzazioni della stessa categoria è stata operata in base ai seguenti parametri, riferiti generalmente all'anno 1977: numero degli associati struttura organizzativa operatività.
I dati relativi ai parametri sopra indicati sono stati desunti generalmente dalla documentazione in possesso dell'Assessorato agricoltura e foreste, fornita dalle stesse organizzazioni ed associazioni, in occasione di analoghi provvedimenti, integrati da altri dati e stime tenuto conto della diversa finalità che con la legge regionale n. 20/78 si vuole perseguire.
In base a tali criteri pertanto, per ogni zona, sono state elaborate le allegate tabelle (Allegato 2) nelle quali sono indicati il numero dei rappresentanti per ogni organizzazione ed associazione vista la legge regionale n. 20/78, art. 6 la Giunta regionale, unanime delibera di proporre al Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 6, primo comma lettera b), e secondo comma della legge regionale 27/4/1978, n. 20 l'individuazione delle organizzazioni ed associazioni di categoria e la determinazione del numero dei relativi rappresentanti, nelle Commissioni per il piano agricolo di zona, come viene indicato rispettivamente in premessa e nell'allegato 2".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,35)



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