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Dettaglio seduta n.250 del 05/04/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali relativi alle sedute del 19.3.1979. Se non vi sono osservazioni possiamo considerarli approvati.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione dei Consiglieri Enrichens e Castagnone Vaccarino in cui si chiedono chiarimenti circa l'assunzione di personale sanitario a seguito di concorsi in data anteriore alla pubblicazione della legge n. 833 del 1978


PRESIDENTE

Passiamo alle "Interrogazioni ed interpellanze". La prima interrogazione in discussione, a firma dei Consiglieri Enrichens e Castagnone Vaccarino, chiede chiarimenti circa l'assunzione di personale sanitario a seguito dei concorsi in data anteriore alla pubblicazione della legge n. 833 del 1978.
La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Il problema concernente la posizione giuridica del personale addetto a servizi sanitari da parte di Enti ed istituzioni operanti in detto ambito è stata trattata dal legislatore agli artt. 68 - 66 - 64 e 47 della legge 23.12.1978 n. 833, sennonché tali statuizioni rientrano tra quelle configurabili nel campo costituzionale come programmatiche in quanto non di diretta ed immediata attuazione, ma subordinate alla emanazione di successive normative sia statali che regionali.
Le medesime sono peraltro dirette a realizzare, nel quadro dell'attuazione della riforma sanitaria, il passaggio del personale operante nei presidi del Servizio sanitario nazionale nei ruoli regionali del servizio medesimo.
Va altresì tenuto presente, in particolare, che l'art. 47, per quanto attiene alla salvaguardia del rapporto di lavoro del personale in servizio in modo continuativo dal 30/6 al 28/12/1978, alla lettera C) del comma IV prevede soltanto la delega al Governo per l' emanazione di un decreto che disciplini l'immissione nei ruoli regionali del Servizio sanitario nazionale del personale previo concorso interno, nulla disponendo in ordine alle modalità procedurali ed ai requisiti di ammissibilità ad eccezione della continuità di servizio suddetta.
Per quanto attiene poi all'art. 64, che detta norme transitorie per l'assistenza psichiatrica, la medesima norma prevede al 5 comma che gli eventuali concorsi continui no ad essere espletati secondo le procedure applicate da ciascun Ente prima dell'entrata in vigore della legge.
Per quanto attiene infine all'art. 68, l'unico adempimento cui allo stato attuale deve ottemperare la Regione è la predisposizione, entro il 30.6.1979, di un disegno di legge per l'iscrizione nei ruoli regionali del Servizio sanitario nazionale del personale addetto all'assistenza sanitaria.
In mancanza di un'esplicita statuizione circa la sospensione dei concorsi e tenuto conto del tenore dell'attuale legislazione, l'Assessorato alla sanità in accordo con gli Assessorati delle altre Regioni, ha richiesto al Governo - organo competente - tramite il gruppo di coordinamento interregionale, di fornire direttive di contenuto interpretativo della legge.
Nelle more gli Assessori regionali alla sanità hanno convenuto rispettivamente: a) circa la necessità che si soprassieda all'espletamento di pubblici concorsi relativi a posti ricoperti alla data di entrata in vigore della legge n. 833/78, da personale non di ruolo in possesso dei requisiti di legge cui sia stato attribuito nelle more dell'espletamento di pubblico concorso, incaricato temporaneo in posto vacante a seguito di formale procedura prevista dalla legge e che si trovi nelle condizioni previste dal citato art. 47, 5° comma, lettera c) b) circa la necessità che in contrapposto siano normalmente poste in essere le procedure concorsuali per la copertura di posti vacanti nelle piante organiche dei servizi sanitari da trasferire alle Unità Sanitarie Locali.
I riferiti indirizzi si fondano sulle seguenti considerazioni: che l'espletamento o l'indizione di pubblici concorsi, nelle ipotesi di cui detto, determinerebbe il possibile verificarsi di doppie assunzioni per la medesima funzione, e ciò risulterebbe inammissibile ed incompatibile con la linea di rigore della spesa quale statuita dalla legge di riforma sanitaria che la norma in questione fa nascere una vera e propria aspettativa per il personale che si trovi nelle condizioni previste che non essendo ipotizzabile né ammissibile un indiscriminato blocco di tutti i concorsi e quindi di ogni assunzione fino al momento in cui saranno istituiti i ruoli regionali e costituite le Unità Sanitarie Locali ad evitare la paralisi di tutto il sistema sanitario, la norma va interpretata nel senso di differenziare il personale "addetto" ai servizi sanitari trasferiti dipendenti dagli Enti cui alle lettere a) e b) dell'art. 66 della legge 833/78 e dai Comuni, da quello "titolare" di posti specifici previsti nella pianta organica dei servizi stessi. Infatti per il personale "addetto", il trasferimento nei ruoli regionali del Servizio sanitario nazionale è dovuto solo a condizione che lo stesso sia in servizio continuativo da data non successiva al 30.6.1977, ovvero sia stato assunto a seguito di concorso pubblico, espletato entro il 28.12.1978; il personale invece "titolare" di posti previsti nella pianta organica dei servizi sanitari sarà collocato nei ruoli regionali del Servizio sanitario nazionale, anche se assunto dopo l'entrata in vigore della legge 833 nell'ambito del necessario trasferimento delle UU.SS.LL. di mobili immobili, apparecchiature e personale dei servizi sanitari che dovranno confluire nel Servizio sanitario nazionale.
In relazione a quanto sopra con circolare n. 6951 in data 30.3.79 sono stati invitati a voler soprassedere all'indizione e/o all'espletamento di procedure concorsuali per la copertura di posti per i quali si ritiene possano sussistere eventuali beneficiari delle norme di cui all'art. 47, 5 comma lettera c), della legge 833, con la precisazione peraltro che resta ovviamente salva ed impregiudicata una necessaria più precisa definizione del campo di applicazione delle norme e dei destinatari delle stesse e con l'ulteriore indicazione che appare opportuno che il personale interessato che abbia titolo alla partecipazione ai concorsi per l'immissione nei ruoli regionali previsti dalla norma in oggetto, possa, anche scaduto l'incarico rimanere in servizio in attesa dei suddetti concorsi.
La circolare è altresì in piena sintonia con gli indirizzi interpretativi che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, su quesito posto dal Commissario del Pio Istituto S. Spirito di Roma, ha formulato con nota n. 03/17/S del 26.2-78.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Mi dichiaro soddisfatto della risposta. Prego l'Assessore di farmi pervenire una copia della relazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.


Argomento: Emigrazione

Interrogazione presentata dal Consigliere Oberto per conoscere i motivi per i quali la Giunta regionale non ha partecipato al Congresso nazionale sul reinserimento dei figli degli emigranti, tenutosi a Trevi alla fine dello scorso mese di febbraio


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Oberto per conoscere i motivi per i quali la Giunta regionale non ha partecipato al Congresso nazionale sul reinserimento dei figli degli emigranti, tenutosi a Trevi alla fine dello scorso mese di febbraio.
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Devo precisare, anche per evitare future e possibili incomprensioni che mi sono giunti contemporaneamente 27 inviti a partecipare a convegni e riunioni tenutisi tutti nella settimana in cui si svolgeva il Convegno di Trevi.
In materia di emigrazione e di immigrazione si svolgono con sempre maggiore frequenza, organizzati da vari enti, incontri e convegni, il che va valutato positivamente in quanto espressione di maggiore interesse da parte delle forze istituzionali, politiche e sociali. Pur essendo un fenomeno nazionale che coinvolge tutte le Regioni queste situazioni si pongono in maniera diversa rispetto alle differenti situazioni e realtà regionali. E' anche sulla base di tali valutazioni che vengono rivendicate da parte delle Regioni specifiche competenze e, in materia di immigrazione ed emigrazione, si sono istituite o si stanno istituendo, come nel nostro caso, specifici organismi di analisi e di proposta quali le Consulte regionali. Di fronte al moltiplicarsi delle iniziative, dei convegni e delle manifestazioni, le Regioni devono fare delle scelte non potendo pensare concretamente di realizzare la presenza ovunque, anche perché al mio Assessorato toccano scadenze estremamente urgenti che riguardano problemi industriali e problemi del lavoro.
E' successo in passato, e potrà verificarsi probabilmente anche in futuro/ che la Regione Piemonte non possa essere presente a talune di queste iniziative variamente articolate, non certo per mancanza di volontà o per sottovalutazione del problema.
Ho voluto fare con correttezza questa premessa, non tanto in relazione alla domanda specifica che il Consigliere Oberto mi pone, quanto per chiarire i termini dei problemi nel loro aspetto generale.
Nel caso particolare del Convegno di Trevi la mancata partecipazione della Regione non è certo dovuta a sottovalutazione dell'argomento che veniva trattato quanto al fatto che, per un disguido di carattere tecnico organizzativo, l'invito alla partecipazione non è pervenuto in tempo tale da consentire di assicurare la partecipazione mia o di un funzionario designato dall'Assessorato. La Regione Piemonte si è mantenuta tuttavia in contatto con l'Umbria e ha acquisito la documentazione e la relazione di base presentata al Convegno.
Il secondo aspetto della domanda posta nell'interrogazione in ordine alle iniziative specifiche che la Giunta intende promuovere in questo settore riguarda invece un discorso che dovrà essere affrontato dalla Consulta. Con l'occasione sollecito le designazioni dei membri della Consulta, in quanto la legge impone di operare attraverso ad essa. Se, come noi auspichiamo, la Consulta potrà diventare operativa in tempi che mi auguro brevi, queste iniziative potranno essere collegate con quelle che si stanno promuovendo in relazione all'anno internazionale del Fanciullo secondo le iniziative sviluppate d'intesa con il Comune e l'Unione delle Province Piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

E' capitato anche a me di dover scegliere tra molti inviti e anch'io mi sono trovato nell'impossibilità fisica di partecipare in molti posti contemporaneamente.
Il problema dell'emigrazione e dell'immigrazione a mio parere stenta a prendere quota in questo Consiglio regionale e in questa Regione.
Leggo su una pubblicazione dell'Agis che al Convegno nazionale di Trevi hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni Friuli-Venezia Giulia Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Campania, le Associazioni nazionali degli emigrati, il vice direttore generale dell'emigrazione del Ministero degli esteri, dr. Angeretti, la dott.ssa Cavallone del Comitato nazionale per l'Anno Internazionale del Fanciullo, i sindacati e numerose altre personalità del mondo della scuola e dell'università.
Ho l'esperienza quotidiana del disservizio delle poste piemontesi e colgo l'occasione per invitare il signor Presidente della Giunta a denunciare questi ritardi impressionanti, perché in Piemonte che vi è una carenza notevolissima, denunciata per implicito dall'Assessore Alasia.
Prendo atto di questo contrattempo pero invito l'Assessore a tener conto che era stato nominato a far parte della Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione un gruppo di Consiglieri.



PRESIDENTE

La questione della Consulta è in discussione. I Capigruppo hanno deciso ieri di affrontarla.



OBERTO Gianni

Sono lietissimo, signor Presidente, perché la questione è sulla carta da mesi.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Mi perdoni l'interruzione, però se la Consulta non è costituita non posso convocare i Consiglieri



OBERTO Gianni

L'interruzione non la faccia a me, la faccia a chi di dovere.



BONTEMPI Rinaldo

Ieri abbiamo fatto le designazioni.



OBERTO Gianni

Perché le designazioni sono ferme da mesi? C'è la volontà di nominare la Consulta o ci sono grosse difficoltà? E' un incidente nell'incidente, più grave della mancata partecipazione al Convegno di Trevi. La mia interrogazione contiene però anche una domanda alla quale non è stata data risposta. Il Governo regionale che cosa si propone di fare nell'Anno Internazionale del Fanciullo che avrà a Torino solenni manifestazioni, che vedrà rimpatriare degli emigranti, che avrà problemi di reinserimento nella scuola, di apprendimento della lingua italiana? Per fare tutto questo occorrono tempi lunghi e non si possono sciupare i mesi così come si sono sciupati. Prendo invece atto con soddisfazione che oggi si nominerà la Consulta, mi auguro che possa essere rapidissimamente convocata e che né le elezioni europee né le elezioni politiche o altri impegni facciano slittare i programmi all'autunno, quando si sarà entrati nel periodo pre-elettorale del Consiglio regionale e che di conseguenza non si potrà concludere nulla.
La Regione deve delle risposte concrete a centinaia di migliaia di emigranti che le sollecitano anche in vista del rischio del rientro di quelli dalla Germania, dall'Austria, dalla Svizzera e dalla Francia; mentre all'interno deve fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione degli stranieri che vengono ad esercitare la loro attività nel nostro Paese.
Non posso quindi dichiararmi totalmente soddisfatto di questa prospettiva; sarò comunque pronto a ricredermi se vi sarà una puntualizzazione a costituzione avvenuta della Consulta regionale circa il programma che la Giunta si proporrà di presentare.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati - Personale socio - assistenziale

Interrogazione presentata dal Consigliere Alberton in cui si segnala la difficile situazione della sezione canavesana dell'Aias


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Alberton in cui si segnala la difficile situazione della sezione canavesana dell'Aias.
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

In relazione all'interrogazione del 19/2/1979, concernente il Centro di educazione motoria di Ivrea e la sezione canavesana dell'Aias devo far presente che ai sensi dell'art 26 della legge 23/12/1978 n. 833 le prestazioni riabilitative devono essere erogate dall'Unità Sanitaria Locale, sennonché l'Unità sanitaria competente non è ancora stata attivata.
Qualora però dopo la sua attivazione la medesima non sia in grado di fornire direttamente le prestazioni riabilitative, l'Unità Sanitaria potrà provvedervi mediante convenzioni con enti già esistenti ed operanti in questo settore sul proprio territorio, come previsto dal già citato art. 26 della legge 833/78.
In applicazione di detta normativa e in considerazione dell'attività svolta fino ad oggi dalla sezione canavesana dell'Aias, si ritiene che le costituende LAS n. 38 e 40 in corso di costituzione ai sensi della legge regionale 41/76, potranno scegliere la soluzione suesposta.
Si sottolinea inoltre che l'art. 81 della predetta legge di riforma sanitaria dispone che il trasferimento delle funzioni amministrative ai Comuni in materia di assistenza agli invalidi civili di cui all'art. 2 della legge 30/3/1971 n. 118, troverà applicazione a decorrere dall' 1/7/1979, fino a quella data quindi rimangono in atto le attuali convenzioni con il Ministero della sanità.
E' intendimento, manifestatosi in sede interregionale, di rinnovare le convenzioni per garantire la continuità delle prestazioni fino al 31/12/1979. E' indispensabile comunque che i responsabili dell'Aias convenzionata con il Ministero, intraprendano contatti con le Amministrazioni comunali per impostare accordi che dovranno essere formalizzati con apposite convenzioni a decorrere dall'1/1/1980.
L'Assessorato regionale alla sanità ha affrontato la problematica della riabilitazione nel documento "Criteri generali di programmazione e gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, ove si individua la struttura riabilitativa a livello di singola ULS" Per quanto concerne la richiesta di intervento finanziario a favore della sezione canavesana dell'Aias, si comunica che è stata disposta dalla Giunta regionale in data 13/3/1979 l'erogazione di un contributo per l'anno 1978 di lire 10.000.000 e che per quanto riguarda l'anno 1979 si esaminerà la situazione dopo il 30/6/1979, in occasione del rinnovo della convenzione, e di un eventuale adeguamento della stessa ai costi reali di gestione.
Infine si ritiene doveroso precisare che si sono già svolti due incontri con i rappresentanti dell'Associazione in questione presso l'Assessorato alla sanità, precisamente in data 17/1/1979 e 22/2/1979, nel corso dei quali sono state date assicurazioni sul rinnovo della convenzione e sull'erogazione del contributo straordinario di cui sopra. Inoltre si è comunicato che entro il 30/4/1979 verranno condotti a termine gli incontri attualmente in corso, con i comprensori per dibattere i problemi legati al trasferimento delle competenze in questione e le procedure da adottare unitamente ai Comuni per attuare concretamente il trasferimento stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Ho inteso presentare l'interrogazione per sottolineare il rischio che nel periodo transitorio venisse a mancare l'impegno degli attuali dirigenti dell'Associazione e venisse a mancare la possibilità pratica di funzionamento.
Credo che non ci siano difficoltà né da parte degli organismi pubblici né da parte delle associazioni interessate a stabilire proficui rapporti di collaborazione nell'istituenda Unità Locale dei Servizi.
Il ritardo del versamento dei contributi da parte della Regione pu creare delle obiettive difficoltà.
Mentre ringrazio l'Assessore per la risposta, lo invito a dare sollecita attuazione all'erogazione del contributo, perché con esso si possa assicurare il permanere almeno della situazione attuale.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente alla richiesta di notizie sulla situazione di crisi dell'industria Helvetia di Moncalieri


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Cerchio inerente alla richiesta di notizie sulla situazione di crisi dell'industria Helvetia di Moncalieri.
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

L'Helvetia, industria di prodotti alimentari costituita nel 1911, ha un capitale sociale che ammonta a due miliardi. La società ha la sede legale la direzione generale e gli uffici amministrativi a Varese, sono quindi in corso i rapporti con la Regione Lombardia. Gli stabilimenti di produzione sono situati a Varese, a Novara e a Moncalieri con rispettivamente 77, 105 e 70 occupati. Il 17 febbraio u.s., l'amministratore delegato della società presentava al Tribunale di Varese ricorso per l'ammissione della società alla procedura di amministrazione controllata, che avveniva il 19 febbraio 1979 con decreto del Tribunale, il quale ordinava altresì la convocazione dei creditori per il 17 marzo.
L'Helvetia produceva inizialmente estratto olandese, surrogato a base di zucchero caramellato da aggiungere al caffè coloniale. Nell'anno 1924 lo stabilimento di Varese veniva arricchito di un reparto per la produzione di senape. Nel 1953 l'Helvetia avvia la produzione di mayonnaise, di pasta d'acciughe; nel 1961 acquista in Novara uno stabilimento per la produzione di grassi alimentari e margarine; nel 1970 acquista lo stabilimento di Moncalieri, vi trasferisce la produzione di sottaceti e delle salse di cui aveva iniziato la produzione fin dal 1967.
I prodotti della società sono oggi divisi in due gruppi: prodotti di marca che si lavorano negli stabilimenti di Torino e di Varese prodotti industriali che si lavorano nello stabilimento di Novara.
Le due produzioni, secondo il parere dell' azienda, per le differenze tecnologiche rappresentano un peso difficilmente sostenibile da un'unica amministrazione e a tal fine l'azienda ha avviato trattative con industriali interessati alla produzione dello stabilimento di Novara i cui lavoratori attualmente sono in cassa integrazione sino al 21 aprile. I lavoratori occupati presso lo stabilimento di Moncalieri sono in cassa integrazione sino al 7 aprile; lo stabilimento di Varese invece continua a lavorare nonostante il blocco delle merci.
Il 2 marzo 1979 la Regione Piemonte si occupò per la prima volta della situazione della società Helvetia in un incontro con le organizzazioni sindacali. In quell'incontro, per una più approfondita e razionale verifica della situazione, si decise di trasferire le trattative presso l'Assessorato al lavoro della Regione Lombardia. Furono concordati gli incontri del 14 e 20 marzo con la proprietà, con il Commissario giudiziale e con le organizzazioni sindacali. La proprietà espresse l'impellente necessità di sbloccare le merci, le organizzazioni sindacali invece intendono mantenerlo sino a che non venga data garanzia della ripresa produttiva. Nell'incontro del 30 marzo la proprietà ha presentato un programma di massima che si dovrebbe attuare a seguito dell'approvazione dell'amministrazione controllata.
Presso la Regione Lombardia si è tenuta ieri una riunione con la partecipazione di 14 delle 18 banche creditrici, nella quale, valutate le differenti posizioni è emerso un orientamento favorevole all'amministrazione controllata a condizione che l'azienda si impegni a presentare un progetto di carattere finanziario e produttivo, trimestrale o semestrale, che dovrà essere valutato dalle Regioni, dalle banche e dalle organizzazioni sindacali.
La Giunta è sempre pienamente aperta ai Consiglieri che intendono seguire la vertenza, quindi non ha nessuna difficoltà a seguire insieme la questione sul piano operativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta articolata che ha investito tutti gli stabilimenti della Helvetia. Ci auguriamo che l'Assessorato possa continuare gli incontri con le forze sindacali e politiche e possa trovare una soluzione al problema.
Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Informazione

Interrogazione del Consigliere Oberto atta a conoscere la localizzazione dei progetti istituzionali radiotelevisivi nazionali


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Oberto atta a conoscere la localizzazione dei progetti istituzionali radiotelevisivi nazionali.
Risponde il Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Torino è stata la patria della radio che, in un primo tempo aveva il nome di EIAR e che poi divenne RAI-TV. A Torino vi era la sede legale della radio e un importante centro di produzione. Con il trasferimento a Roma della direzione della RAI-TV si ebbe anche la perdita delle capacità di programmazione nel campo della cultura, dell'informazione e della rappresentazione delle singole realtà.
Il problema sollevato dal Consigliere Oberto era già stato trattato in sede di Presidenza del Consiglio e della Commissione per l'informazione.
Ritengo sia opportuno stabilire tempi e modi di un dibattito in Consiglio regionale in ordine a questo problema non per compiere una rapina a danno di altre Regioni, ma per esaltare una capacità produttiva che il Piemonte ha saputo dare nel passato e che oggi può ancora esprimere.
Ringrazio il Consigliere Oberto per aver sollevato il problema e mi dichiaro disponibile a fissare il dibattito che potrà avvenire nel mese di maggio o di giugno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

In realtà ero rimasto sorpreso e stupito un mattino quando ho letto sulla Gazzetta del Popolo dello stato di agitazione all'interno degli uffici RAI di Torino e delle serie preoccupazioni del personale per temuti trasferimenti che si sarebbero verificati.
Sono grato al Presidente Viglione che ha voluto personalmente puntualizzare la situazione in termini succinti e con un impegno.
Nella risposta il Presidente della Giunta ha detto: "c'era una volta la RAI a Torino e oggi non c'é più".
Oggi la si mette nell'angolo, la si accantona e si privilegia, o si tenta di privilegiare, altre città come Milano, Napoli, Roma. Non faccio del campanilismo e del razzismo regionalista, dico soltanto che Torino cosi come pionieristicamente ha detto un tempo, ha ancora qualche cosa da dire oggi. Tranquillamente lasciamo che foglia dopo foglia l'albero si sfrondi tutto e completamente. L'ultima spogliazione è quella dell'Ente Moda. Leggo che a Firenze, cosi come avevo detto in quest'aula, si lancia la realizzazione di un futuro Ente Moda. Non vogliamo certamente promuovere delle lotte e delle guerre, vogliamo che il Consiglio regionale non si spogli, ancora una volta senza avere esaminato tutti gli aspetti del problema della RAI-TV.
La televisione ha da ricordare un grosso nome della mia città e del nostro Piemonte, Sergio Pugliese. Abbiamo dei doveri da riscattare, ecco perché ho presentato l'interrogazione.
Quel dibattito che lei, signor Presidente, ha preannunziato per maggio o giugno avvenga veramente entro quei termini, sia approfondito e prima di quel momento ci siano forniti dei documenti e degli elementi che ci permettano una valutazione concreta dei propositi e delle realizzazioni che si intende portare avanti.
La ringrazio per quanto mi ha detto.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente alla richiesta di chiarimenti circa l'erogazione di contributi regionali al Teatro Regio di Torino


PRESIDENTE

Dovremmo ora svolgere un'interrogazione del Consigliere Marchini alla quale però non può essere data risposta perché non vedo presente il Consigliere interrogante.
A questo punto, cari colleghi Consiglieri, mi corre l'obbligo di attuare le regole che abbiamo ripetuto più volte in queste circostanze.
D'ora innanzi, all'inizio della seduta, il Consigliere interrogante che non sarà presente perderà il diritto alla risposta e alla replica Riceverà risposta scritta.
Passiamo all'interrogazione del Consigliere Cerchio inerente alla richiesta di chiarimenti circa l'erogazione di contributi regionali al Teatro Regio di Torino Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore ai beni culturali

Rispondo molto sommariamente ai vari punti toccati dall'interrogazione In primo luogo si chiede perché si elargiscono periodicamente all'Ente centinaia di milioni. Il Consigliere Cerchio sa che la legge sugli Enti lirici non e stata approvata e che la responsabilità deve ricadere sul Governo e che il Teatro Regio, pur essendo al secondo posto in Italia, e al settimo posto per do che riguarda la graduatoria per l'assegnazione dei fondi. E' evidente che la Regione Piemonte, come il Comune di Torino, hanno l'obbligo di sopperire alla necessita di questo importante istituto regionale.
Criterio selettivo A questo proposito devo dire che non è compito della Regione intervenire sui programmi e sulle scelte dell'Ente. Tra l'altro del Consiglio di amministrazione che ha questa funzione, fa parte il Consigliere Oberto, che non e di parte nostra Credo comunque che ci sia un problema di estraneità della pubblica amministrazione sui singoli contenuti. Mi pare che non si possa parlare di non qualificazione delle scelte, soprattutto se leggiamo le critiche positive che questi spettacoli hanno avuto nel corso degli ultimi anni; le contestazioni che ci sono state in alcuni casi rientrano nella tradizione teatrale esistente da più di un secolo.
Direttore del Teatro. Il problema non e di nostra competenza, il direttore e stato nuovamente nominato a maggioranza. Il problema del nuovo contratto sarà risolto dal prossimo Consiglio di amministrazione.
Dettagliata informazione sulla situazione del Teatro Regio. Potr fargliela pervenire per iscritto richiedendola eventualmente al Consigliere Oberto entro limiti di tempo ragionevoli essendomi impossibile rispondere oralmente. Avrà risposta anche in relazione alle cause del calo degli abbonamenti; posso anticipare che il calo di abbonamenti riguarda in particolare le prime rappresentazioni.
Sulla situazione degli Enti culturali torinesi non potrei rispondere ora perché il tema, data la sua complessità, richiede una ricerca approfondita.
Con questo spero che il Consigliere Cerchio possa dichiararsi soddisfatto.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Oberto, Ne ha facoltà



OBERTO Gianni

Rappresento la Regione nell'ente Regio. Sono a contatto con il Presidente Viglione ogniqualvolta ci sono sul tappeto problemi di un certo rilievo, ultimo deca quali quello relativo alla designazione del direttore artistico a proposito del quale feci una proposta che fu accolta all'unanimità dal Consiglio di amministrazione, dopo aver conferito con il Presidente della Giunta, quella cioè di sentire il parere tecnico-giuridico dell'Avvocatura di Stato Sono pronto a relazionare non appena mi sarà richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

C'e ormai un cordiale abitudinario rapporto con l'Assessore Fiorini sulle problematiche relative agli Enti culturali, prima sul teatro Stabile ora sul Regio che è al centro di una polemica registrata anche dagli organi di informazione.
Può essere vero che la Regione debba in qualche misura intervenire sul piano finanziario per assolvere ad un'esigenza del Teatro Regio, pero e anche vero che in questi anni abbiamo sotto voci varie e attraverso Assessorati diversi registrato l'elargizione di centinaia dì milioni. E' di alcuni giorni fa l'elargizione di 250 milioni da parte dell'Assessorato al turismo, è di questi giorni l'elargizione prevista sulla base della legge regionale n. 58/78 sui beni culturali, contributi a pioggia (se non a spruzzo).
Il dichiarato "nuovo" modo di far politica di fatto ricalca il vecchio sistema e si aggancia a impostazioni date.
Il calo degli abbonamenti al Teatro Regio nel '78 è stato del 17% e questo ha un significato e testimonia l'esistenza della crisi di dirigenza artistica" Al direttore artistico dopo un anno è stato rinnovato il contratto dopo che gli era stata tolta la direzione dell'orchestra, questo testimonia la obiettiva e discutibile potenzialità di quel personaggio a reggere le sorti di un Teatro così importante.
La mia era una richiesta legittima sul modo in cui viene condotto e gestito il Teatro Regio. Nella gestione della legge dei beni culturali si dovranno verificare le possibilità concrete di un'organica partecipazione finanziaria della Regione,che non sia episodica e periodica.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Anche questo tema è molto importante e forse meriterebbe una puntuale discussione nella sede competente della Commissione. Anche la Giunta ritiene che il Teatro Regio sia un ente importante che svolge la sua attività all'interno della città di Torino, ma anche all'esterno nei confronti dell'intera comunità regionale.
Se il senso dell'interrogazione del Consigliere Cerchio è quello di dare maggior rilievo alla capacità di rappresentare un momento culturale del Teatro, lo accogliamo e trasferiamo la discussione nella sede competente della Commissione.
Ringrazio il Consigliere Cerchio di aver voluto esprimersi in questa direzione e prego l'Assessore Fiorini di prendere con la Commissione competente immediati contatti per aprire questo dibattito.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Richiesta di chiarimenti circa l'iniziativa relativa al questionario sul terrorismo"


PRESIDENTE

Concludiamo il punto relativo alle interrogazioni con l'esame dell'interrogazione del Consigliere Marchini: "Richiesta di chiarimenti circa l'iniziativa relativa al questionario sul terrorismo".
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, sarà perché la Regione è ancora giovane, - sarà perché l'informazione non arriva ancora puntualmente in tutta la comunità spesso si confonde il Consiglio regionale con la Giunta.
Un volantino divulgato in occasione dell' iniziativa relativa al questionario sul terrorismo identifica nella Giunta l'autore del progetto stesso e di tutte le iniziative che sono tese alla difesa dell'ordine repubblicano e democratico. L'iniziativa è stata invece assunta dal Comitato regionale antifascista.
Il Governo regionale del Piemonte approva le iniziative che sono state assunte dal Comitato antifascista e si è dichiarato disponibile a dare degli apporti perché l'iniziativa nei quartieri, nella comunità, nelle frazioni, in ogni momento della realtà piemontese faccia crescere un vasto movimento per sconfiggere il terrorismo.
Guai se ci riferissimo esclusivamente alla Magistratura, alla Polizia alle forze di sicurezza. Il terrorismo si vince con una vasta mobilitazione popolare che, sia pure non sola, ma con tutti gli organi dello Stato pu vincere il fenomeno eversivo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Marchini, desidero precisare che nella riunione dei Capigruppo è stato stabilito che l'iniziativa è assunta dai Consigli di circoscrizione del Comune della città di Torino in collaborazione con la città di Torino, con la Provincia di Torino e il Comitato regionale antifascista.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il problema che ho sollevato è molto delicato dal punto di vista istituzionale. Se il Presidente della Giunta avesse evitato la seconda parte della risposta avrebbe reso più facile la mia replica, perché proprio il modo in cui ha introdotto la risposta entrando nel merito ci fa riflettere sulla serietà della mia interrogazione.
La mia interrogazione, signor Presidente della Giunta, era diretta a far dichiarare se non si ritenga che la Regione come istituzione sia estranea a questa iniziativa. Correttezza vuole che non mi pronunci sul merito, anche se le posizioni politiche del mio partito sono conosciute altrettanta correttezza però non ha avuto il Presidente della Giunta, e su questo ritengo di doverlo censurare, perché la valutazione fatta da lui impone un dibattito approfondito e non una enunciazione alla quale i colleghi non possono rispondere e non può rispondere l'interrogante.
Tornando al problema meramente istituzionale, in questa situazione è emerso come sia estremamente pericoloso che iniziative di questo genere gestite ad un certo livello, dal punto di vista formale e procedurale, sono accettabili, ad altri livelli sono sicuramente inaccettabili. Sono a conoscenza di altre iniziative da parte di altri organi che hanno mandato le loro comunicazioni precisando che l'iniziativa ha l'appoggio della Regione Piemonte.
Mi pare doveroso richiamare il Consiglio e le forze politiche alla necessità di verificare in futuro l'opportunità di coincidenza tra la Presidenza di alcuni comitati, che hanno grosso rilievo esterno, e la Presidenza del Consiglio. Ad un certo punto, non si riesce a trasferire all'esterno il lavoro di un Comitato, che noi riconosciamo sovrano nelle sue competenze, che per altro non coinvolge il Consiglio, che certamente non coinvolge la Regione. Tali organismi, proprio perché si sono fatti nascere, hanno necessità di una loro autonomia e quindi di non essere troppo spesso legati, come si sarà trovato il Presidente del Consiglio nella preoccupazione di essere insieme Presidente del Consiglio, quindi il garante di questo tipo di rapporti e Presidente di un comitato che deve svolgere una sua funzione e che svolge nel modo in cui il comitato decide e non nel modo in cui decide il Consiglio. Questa situazione di confusione "fisica" deve essere evitata il più possibile nel futuro.
Richiamo ancora l'inopportunità della risposta del Presidente della Giunta sul merito. Mi auguro che il Presidente voglia riportare, se crede questo argomento con una comunicazione sulla quale tutti i Consiglieri possano esprimersi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionali

Non accettiamo la censura, né mai la facciamo Il Consigliere Marchini, non so se in veste di giudice o se in veste di presidente di una commissione disciplinare del Consiglio censura il Presidente della Giunta. Un precedente del genere non esiste negli annali parlamentari e nemmeno in quelli regionali.
Desidero rilevare che non era mia intenzione entrare nel merito per dal momento che la Giunta non ha assunto l'iniziativa, parrebbe essere estranea o all'iniziativa stessa. La Giunta invece concorda sul fatto che il terrorismo deve essere combattuto in tal modo. Non credo che possa essere censurata una dichiarazione di questo genere, che corrisponde all'opinione dei movimenti democratici e popolari del nostro Paese.



PRESIDENTE

Desidero aggiungere, senza entrare nel merito dell'argomento, che la coincidenza di Presidente del Consiglio e di Presidente del Comitato antifascista deriva dalla legge regionale che affida all'Ufficio di Presidenza la gestione dei fondi che sorregge l'attività del Comitato antifascista. E' un fatto automatico e meccanico che non ha nessun elemento di volontarietà.
Le interrogazioni ed interpellanze sono così concluse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

a) Dimissioni dei Consiglieri regionali in occasione delle prossime elezioni politiche


PRESIDENTE

La legge 361 del 30 marzo 1957 stabilisce che le dimissioni dei Consiglieri regionali, che intendono presentarsi candidati al Parlamento debbano avvenire entro i sette giorni successivi alla data del decreto di scioglimento; nel caso specifico debbono avvenire entro le ore 24 di lunedì 9.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

b) Rinvio della manifestazione nazionale antifascista di Roma


PRESIDENTE

In relazione all'anticipato scioglimento delle Camere e al conseguente svolgimento delle elezioni anticipate, la manifestazione nazionale di Roma promossa dagli Uffici di Presidenza dei Consigli regionali in collaborazione con le Associazioni partigiane e combattentistiche nazionali, proclamato per il mese di aprile, è rinviata.


Argomento: Problemi energetici

c) Rinvio della Conferenza regionale sull'energia nucleare


PRESIDENTE

Informo infine il Consiglio che l'Intercommissione per le centrali nucleari, riunitasi in data 23 marzo, aveva ritenuto opportuno di dar mandato al proprio Presidente, Consigliere Calsolaro, di sottoporre alla conferenza dei Presidenti la possibilità di un rinvio della Conferenza regionale sull'energia, che doveva tenersi nel mese di aprile, in caso di elezioni politiche anticipate.
Su richiesta del Presidente dell'Intercommissione l'argomento ha formato oggetto della riunione di ieri della Conferenza dei Presidenti, si è deciso che il predetto convegno venga rinviato al prossimo mese di ottobre e che nel frattempo la Regione proceda a una serie di inserti sui giornali e su "Notizie" del Consiglio regionale e a pubblicazioni apposite volti ad informare i cittadini piemontesi sull'argomento dell'insediamento di centrali nucleari in Piemonte.
Ho ritenuto doveroso informare di tale decisione il Consiglio precisando che la stessa informazione è stata data ai rappresentanti del Comitato antinucleare per il controllo popolare sulle scelte energetiche in Piemonte, che il 3 aprile, era venuto a consegnare un proprio documento al Consiglio ed era stato ricevuto dal Vicepresidente Paganelli, dal Presidente dell'Intercommissione Calsolaro e dall'Assessore Rivalta.


Argomento:

d) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellomo, Ferraris, Fonio, Genovese e Minucci.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 400: "Istituzione del parco naturale della Val Troncea" presentato dai Consiglieri Chiabrando, Colombino, Picco e Rossotto in data 20 marzo 1979 N. 401: "Istituzione della riserva naturale integrale del Bosco di Palanfré", presentato dalla Giunta regionale in data 21 marzo 1979 N. 402: "Gonfalone e stemma della Regione Piemonte", presentato dal Consigliere Calsolaro in data 2-3 marzo 1979 N. 403: "Disciplina delle attività di formazione professionale" presentato dalla Giunta regionale in data 23 marzo 1979 N. 404: "Integrazione alla legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 per la concessione di contributi ai Gruppi consiliari per iniziative nell'ambito della CEE e del Consiglio d'Europa", presentato dai Consiglieri Calsolaro, Picco, Rossi, Rossotto in data 28 marzo 1979 N. 405: "Provvedimenti relativi al finanziamento degli interventi resisi necessari a seguito degli eventi alluvionali dell'agosto 1978" presentato dalla Giunta regionale in data 28 marzo 1979.


Argomento:

f) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 26/2/1979: "Adeguamento misura dell'indennità di carica" alla legge regionale del 26/2/1979: "Inquadramento nel ruolo dei Comuni del personale degli Enti comunali di assistenza, dei patronati scolastici e dei consorzi dei patronati scolastici" alla legge regionale del 26/2/1979: "Norme provvisorie per l'esercizio, da parte della Regione Piemonte, delle funzioni amministrative esercitate dalle Camere di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura del Piemonte in materia di agricoltura e foreste" alla legge regionale: "Bilancio di previsione per l'anno 1979".
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale sui problemi delle aziende in crisi in Piemonte e iniziative per interventi coordinati per il loro risanamento


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto quarto all'ordine del giorno: "Comunicazione della Giunta regionale sui problemi delle aziende in crisi in Piemonte e iniziative per interventi coordinati per il loro risanamento".
Devo avvertire che nella seduta dei Capigruppo svoltasi ieri si è convenuto che nella mattinata si svolgano le comunicazioni della Giunta e il punto relativo agli ordini del giorno allegati.



BIANCHI Adriano

Sarà difficile svolgere tutti questi argomenti entro mezzogiorno.



PRESIDENTE

Avevo proposto un modo di gestire le interrogazioni per garantire alla maggioranza di svolgere il programma; l'introduzione di altre istanze e altre volontà, seppure legittimamente espresse dal Consiglio, entra in conflitto rispetto a una norma fondamentale del Regolamento che assegna al Presidente il compito di dirigere i lavori per garantire e alla maggioranza di svolgere il suo programma e all'opposizione di svolgere la sua funzione.
Non vorrei che la seduta di oggi si trasformasse nell'opposto di quello che abbiamo deciso ieri.



BIANCHI Adriano

E' quanto volevo che si evitasse. Non volevo interferire nel lavoro della maggioranza, mi preoccupava soltanto che le comunicazioni non diventassero ampi dibattiti.



PRESIDENTE

Siamo perfettamente d'accordo. La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, cercherò di dire gli elementi essenziali. Devo però precisare che le mie informazioni concernono l'economia regionale e parecchie migliaia di posti di lavoro, non si tratta quindi di questioni irrilevanti.
Il Consiglio regionale e i Capigruppo sistematicamente hanno avuto occasioni di incontro con le organizzazioni sindacali per l'esame delle singole vertenze occupazionali particolarmente gravi. Anzi una delegazione della Federazione regionale Cgil - Cisl - Uil e numerosi consigli di fabbrica chiederanno al termine della seduta un incontro con i Capigruppo.
Pertanto la Giunta intende sottoporre all' attenzione del Consiglio la situazione di alcune aziende. Un non trascurabile numero di aziende piemontesi presentano caratteri particolari che, al giudizio unanime della Regione, del Governo, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni imprenditoriali e degli organi del Tribunale, ai quali deve dare atto di essersi adoperato in parecchie circostanze per differire provvedimenti molto gravi, sono aziende non investite dalla contrazione del mercato e non presentano nel complesso strutture tecnologiche e produttive obsolete. Le cause della loro crisi sono prevalentemente di ordine finanziario e sono riconducibili a particolari gestioni aziendali.
Ne elenco soltanto alcune: PAM di Arona esporta il 98 % della produzione in Germania recentemente è stata distrutta da un incendio. Necessita di credito agevolato. Mi sono adoperato presso il Medio- credito, ho convocato una riunione tra l'azienda, le organizzazioni sindacali e il Medio-credito e abbiamo elaborato la pratica; a questo punto occorrono garanzie reali.
TEXA di Borgomanero, ha vissuto la stessa tragedia in questi giorni a causa di un incendio; l'azienda ha al suo attivo molti ordinativi e ha già reinserito in attività, grazie alla sua iniziativa e a quella dei lavoratori, l'80 degli occupati nello stabilimento di Dormelletto ha grossi problemi di approvvigionamento, di credito, di garanzie, ecc.
La VENCHI UNICA, la cui situazione non sto a ripetere. L'azienda copriva il 18% del mercato nazionale e, nel periodo difficile dell' amministrazione controllata, ha realizzato una gestione attiva recuperando tutta la rete commerciale, ripianando un miliardo e 350 milioni per salari arretrati, facendo dei modesti rinnovamenti tecnologici . Anche in questa vicenda la questione dei partners imprenditoriali è sempre al centro delle difficoltà.
La CARTIERA d'Ormea, per la quale lunedì si terrà un'assemblea aperta. La produzione è pregiata. In questo momento, con la carenza della Cartiera di Ormea, siamo completamente tributari all'estero. All'esame c' la proposta di un gruppo imprenditoriale milanese che però deve procedere celermente, perché il Tribunale non può differire oltre la sua azione per evitare il fallimento.
La GIMAC, che opera in un settore merceologico di estremo interesse.
Il Tribunale di Roma ha ripetutamente sottolineato la potenzialità dell'azienda, tuttavia il persistere delle risposte parziali da parte imprenditoriale l'hanno portata al fallimento con tutte le conseguenze del caso.
Posso ancora ricordare la MIRSA di Galliate, la REXIM, la MOSSI e GHISOLFI, per confermare che per queste aziende ci sono possibilità serie e concrete di ripresa. Sappiamo quale dispendio e quale spreco di risorse sociali e nazionali esse comportano; anni di inattività, anni di cassa integrazione durante i quali reiteratamente sia noi che le organizzazioni sindacali, denunciamo la politica assistenziale parassitaria a lavoratori sani, qualificati, fisicamente e intellettualmente, che sono tra i 18 e i 55 anni.
Il quadro è allucinante. La Singer nel corso delle sue lunghe vicende è costata in tre anni circa 30 miliardi di cassa integrazione; la Venchi Unica solo dal 30 giugno '78 al 24-2.79 e costata 3 miliardi e 280 milioni.
La Gimac dal 21 agosto 1978 al 21 febbraio 1979 è costata 365 milioni; il Cotonificio di Lanzo, del quale si discute da 4 anni, dal 1.9.1977 al 28.2 79 è costato un miliardo e 720 milioni; il Cotonificio di Rivarolo fra il 31 ottobre del 1977 e il 28.2.1979 è costato 2 miliardi e 750 milioni; la Cartiera di Ormea, nell'ultima trance, 729 milioni; la Mirsa di Galliate nelle ultime due trance, un miliardo.
Mentre in quest'aula giustamente e doverosamente ci impegniamo a discutere, a correggere anche la virgola di un provvedimento legislativo per spendere nel miglior modo le risorse regionali, sulla nostra testa, a livello delle grandi scelte politiche, economiche e industriali sovrastano queste sciagure che, se non fossero tragiche, diventano a livello internazionale la barzelletta sulla condizione italiana. La situazione non è più tollerabile: l'eccezionalità della cassa integrazione è diventata una prassi. Ciò che doveva servire da tramite per passare dall' anormalità alla normalità diventa una costante- Quali interventi? Quali forze? Quali risorse occorre attivare per giungere alla sistemazione di questi punti di crisi? La Giunta, e pare anche il Consiglio in generale, convengono sul fatto di orientare al sud gli strumenti di intervento pubblico. Non intendiamo rivendicare un intervento Gepi facendo passare dalla finestra quello che abbastanza unanimemente, le forze politiche e sindacali hanno fatto uscire dalla porta.
Però, visto che i giornali hanno informato l'opinione pubblica sul viaggio della Giunta nel Molise, respingiamo l'impostazione sudista che tende a rappresentare il nord tutto in espansione senza punti di caduta e l'ipotesi di sviluppo del sud attraverso una sorta di penalizzazione del nord- Un simile orientamento non farebbe che aggravare la situazione complessiva.
Informo che, dopo la discussione sulla legge 902 per il credito agevolato, nel corso della riunione del Comitato Interregionale il Ministro ha proposto di assegnare alle singole Regioni il 30 % in più della popolazione già individuata nella prima indicazione, ciò comporterebbe per il Piemonte un tetto di 522 mila abitanti contro i 685 mila da noi individuati falsando i criteri che abbiamo discusso. Alcuni esponenti delle Regioni meridionali hanno sostenuto che va consentito al nord al massimo un 20%, cioè circa 80 mila abitanti- La Giunta intende portare questa materia alla discussione in aula.
Purtroppo alla concezione unitaria del rapporto nord-sud si contrappone una visione che rischia di segmentare il Paese in aree contrapposte L'ultima vicenda della legge 675 è indicativa.
Da qualche parte imprenditoriale si finge stupore perché da parte mia e della Federazione Cgil - Cisl - Uil è stata sollevata questa questione chiedendo che venga affrontata in termini contrattuali. E' una situazione che deve preoccupare tutti perché decine e centinaia di miliardi sono dirottati altrove per molti anni. E' lecito quindi chiedere agli imprenditori di fare la propria parte secondo la linea che avevano enunciato con tanto rilievo un anno fa.
A livello ministeriale non esiste un'organica politica in ordine a siffatte questioni, esistono interventi saltuari, disorganici, nella maggior parte dei casi determinati da pressioni e da vertenze sindacali su problemi occupazionali. Il Ministro Prodi ha espresso, sia pure in forma generica, l'opinione che l'industria del nord, per le sue capacità e dimensioni finanziarie e imprenditoriali, dovrebbe avere un ruolo diretto a fronte di questi punti di crisi- Accettiamo questo discorso e crediamo che non debba restare una pura e semplice formulazione di auspicio, ma debba essere sviluppato.
Il problema interessa le Regioni del nord e, a nostro giudizio, occorre dargli una valutazione attenta in sede nazionale e tradurre le indicazioni in atti, in iniziative, in strumenti anche di carattere regionale.
La Regione si è già espressa; è intervenuta attivamente ricercando con la lanterna di Diogene imprenditori e soluzioni alternative senza che nessuna legge glielo imponesse; sono stati sottoscritti accordi significativi per il Cotonificio di Collegno, per la Marta, per la nuova Melco di Asti, per la Manifattura del Toce, per la Singer, per la Seat, per l'Ilte, per l'Aeritalia; ha raggiunto risultati significativi anche nel campo dell'occupazione giovanile; ha predisposto e votato la convenzione quadro per le rilocalizzazioni industriali con le estensioni e i provvedimenti integrativi, disponibile a formulare una legge più elastica per i punti periferici di caduta; è intervenuta dando le indicazioni per il credito selettivo; ha finalizzato la formazione professionale dove vi erano esigenze di qualificazione nei punti di crisi.
La gestione della legge 285 è stata attiva così come ho riferito nella seduta del 19 marzo. Oggi sono pronto a fornire il supplemento di notizie che mi è stato richiesto con il giudizio di merito sui singoli progetti.
Certo la Regione non può costituire una specie di IRI regionale sarebbe la fine della visione unitaria dei problemi di politica industriale. La Giunta continua a mantenere contatti con le forze sindacali e politiche e intende avviare analoghi rapporti con le altre Regioni inoltre intende presentare questa situazione al Governo per una verifica della volontà politica a quel livello ad affrontare il problema nella logica della programmazione industriale che per noi dia grande rilevanza.
Sabato scorso in un incontro con il Ministro Nicolazzi abbiamo anticipato il problema. I giornali hanno riferito in modo impreciso il fatto. Il Ministro ha dimostrato interesse, tanto che alcuni passi concreti sono già stati compiuti nei confronti delle aziende Pam, Texa Borgomanero e Venchi Unica; è in programma un intervento per la Cartiera d'Ormea. Il Ministro ha assicurato di voler mantenere gli impegni assunti; naturalmente questo impegno non costituisce ancora la risposta al problema generale posto dalla Regione sul quale chiederemo al Governo, qualunque esso sia, un pronunciamento preciso.
Se il Presidente e i Consiglieri lo ritengono sono pronto a relazionare sull'incontro della Giunta con la Regione Molise a proposito dei progetti Fiat e degli altri progetti di insediamento che stanno maturando.



PRESIDENTE

L'informazione dell'Assessore Alasia è stata di tale ampiezza e importanza che esige un dibattito serio. Ora i Gruppi hanno preso atto dei dati e dei fatti, hanno quindi il diritto di prepararsi per la discussione.
Nella conferenza dei Capigruppo si deciderà tempi e modi per una discussione generale sulle notizie date dall'Assessore Alasia; in quella sede saranno date le informazioni dei recenti incontri tra la Giunta piemontese e la Regione Molise.In questo modo possiamo ora procedere allo svolgimento degli altri punti all'ordine del giorno.
Vi sono obiezioni? La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Sono d'accordo. L'esigenza di una nuova politica industriale al cospetto dell' esperienza che la Regione Piemonte ha fatto richiede una procedura quale quella testé proposta dal Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La rilevanza delle questioni, gli elementi aggiuntivi qui portati e quelli che potranno essere forniti sull'esito dell'incontro con la Regione Molise, richiedono l'iscrizione di un punto specifico all'ordine del giorno per un dibattito generale. Oggi siamo stati informati su questa complessa tematica, chiediamo quindi che il dibattito venga fatto al più presto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Concordo con quello che hanno detto i Capigruppo della DC e PCI.
Mi è sembrato però che l'intervento dell' Assessore Alasia contenesse la richiesta di conforto sul modo di procedere e non la proposta di definire una nuova politica industriale. Pur demandando tutto, ma ritenendo che i tempi incalzano, credo di poter dire che è confortato, almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo, dall'azione che sta conducendo nella fase di coordinamento che va anche al di là dei poteri nostri e delle nostre strette competenze; è quella fase attorno alla quale è possibile far ruotare l'interesse e l'impegno del Ministro, che oggi è il compagno Nicolazzi, perché è di qui che emerge, in assenza di una politica generale industriale da parte del Governo, il ruolo fondamentale della nostra iniziativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Rispetto le decisioni che sono state prese desidero però ricordare che queste vicende comportano tempi e procedure. Ecco perché chiedevo di poter dare informazione al Consiglio sull'incontro avuto con la Regione Molise soprattutto perché sono state fatte delle illazioni giornalistiche che non rispondono al vero.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Confermo quanto ha detto l'Assessore Alasia. Una delegazione della Giunta regionale, unitamente al Sindaco di Torino, è stata invitata dalla Giunta regionale del Molise a discutere alcuni problemi comuni.
Nell'incontro abbiamo ribadito il nostro impegno meridionalista e la disponibilità a discutere con le altre Regioni italiane il riequilibrio del territorio. Inoltre si sono trattati i temi della politica meridionale e della svolta che il Molise intende attuare nell'economia di quella Regione.
Altri incontri sono già programmati nella linea definita con le Regioni Lombardia, Veneto, Emilia, ossia con le Regioni che vengono considerate ad economia più forte.



PRESIDENTE

Passiamo allora all'argomento successivo all'ordine del Giorno


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Informazione della Giunta regionale sulla legge 285 - servizi socialmente utili


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno reca: "Informazione della Giunta regionale sulla legge n. 285 - servizi socialmente utili".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Assolvendo l'impegno che ci eravamo assunti nella seduta del 19 marzo presento al Consiglio alcune valutazioni e considerazioni di merito sulla gestione dei problemi dei servizi socialmente utili, nel quadro della legge sull'occupazione giovanile. Tali progetti hanno decorrenze e scadenze diverse.
Essi sono: Progetto n. 2 relativo all'assistenza tecnica alle Comunità montane e comprende: n. 28 giovani che prestano servizio presso le Comunità montane in qualità di assistenti tecnici n. 12 tecnici che prestano servizio presso l'osservatorio malattie delle piante di Torino e gli uffici periferici della Regione occupandosi dell'assistenza tecnica e della sperimentazione in materia di malattie delle piante n. 4 giovani che prestano servizio presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale.
Secondo il giudizio dell'Assessore responsabile, il progetto è meritevole di proroga data l'importanza del potenziamento dell'assistenza tecnica ai fini dello sviluppo dell'agricoltura dati i buoni risultati conseguiti nel corso dell' anno trascorso e data la necessità di ampliare e completare la formazione specialistica dei tecnici in servizio.
Progetti n. 4 e n. 6/1 relativi alla tutela dell'ambiente. In attuazione a quanto è prescritto dalla legge 319, che detta norme in materia di tutela delle acque, i giovani del progetto n. 4 sono stati destinati all'Assessorato alla tutela dell'ambiente, all'Università, agli Istituti di igiene e di analisi chimica strumentale e alle Province e hanno iniziato a svolgere la parte operativa dei programmi prefissati.
Per quanto riguarda il progetto 6/1 i giovani inseriti a livello di Assessorato affrontano i problemi relativi allo studio del dissesto geologico con particolare riferimento alla revisione dei piani di bacino collaborano altresì al controllo di opere di sistemazione gestite a livello regionale.
I giovani inseriti a livello comprensoriale sono impegnati sui problemi specifici del dissesto e curano la raccolta dei dati relativi al censimento delle opere di difesa fluviale e di versante.
Progetto n. 5: vincoli pedologici. Il corso pedologico vero e proprio si è chiuso in questi giorni dopo lezioni introduttive nella produzione primaria, fisiologica, studio della vegetazione, elementi di genetica e di fitopatologia applicata. A queste lezioni tecniche si sono alternate durante i mesi scorsi ricerche bibliografiche sui testi e sui documenti. A questo punto il piano giovani è diventato veramente operativo in quanto il proseguimento dei programmi in corso per il 1979 è legato alla continuazione del loro impiego presso l'Istituto.
Progetto n. 6/2: vincoli geologici sull'uso e organizzazione del territorio. Il progetto, a giudizio dell'Assessorato responsabile, ha conseguito buoni risultati sia in ordine alle elaborazioni effettuate sia riguardo al grado di addestramento professionale del personale assunto. In particolare per quanto attiene al primo aspetto, i risultati di questo anno di attività consisteranno principalmente: a) nella carta regionale del rischio idrogeologico b) nelle carte tecniche di base per la preparazione della carta c) rilevazioni di informazioni sul dissesto idrogeologico ai fini di estendere e aggiornare l'esistente archivio del C.N.R.
Progetto n. 9 sul censimento dei beni culturali- Gli aspetti ritenuti positivi sono: grande interesse, giudizio positivo, considerazione e sottolineatura dell'importanza del progetto che è venuto da parte dell'Università, Facoltà di lettere, Politecnico, Architettura, So v r intendenza ai beni storici artistici che hanno collaborato direttamente alla direzione dei lavori attività di promozione culturale nei Comprensori, nei Comuni con associazioni e interlocutori locali che vedono nel lavoro di censimento un punto di riferimento organizzato per la loro attività. Le difficoltà possono essere così riassunte: di funzionamento in qualche equipe , dove a causa del tipo di controllo si sono dimessi alcuni laureati che svolgevano una funzione trainante di inserimento in alcuni Comprensori nella prima fase di avvio.
Progetto n. 10: ampliamenti organici dei musei locali. Aspetti positivi: data la notoria condizione di grave difficoltà in cui versano quasi tutti i musei locali del Piemonte, l'ingresso dei giovani ha consentito una rivitalizzazione di queste importanti strutture culturali.
Si è provveduto all'inventario del patrimonio conservato presso i diversi musei- Si sta ora predisponendo, d'intesa con la competente Sovrintendenza, alla schedatura degli oggetti raccolti. Si è potuto consentire, attraverso l'apertura e alla presenza di personale in via di qualificazione, una maggiore fruibilità del museo- In alcune situazioni si sente la mancanza del laureato, dimessosi o non reperito e ciò è più avvertito nei musei dove manca una stabile struttura direttiva.
Progetto n. 11. Si ritiene che l'attività dei giovani assegnati al servizio delle biblioteche abbia dato nel complesso risultato positivo. Gli obiettivi che si erano proposti non sono falliti, nella maggior parte dei casi i giovani hanno avuto una buona opportunità per una prima presa di contatto con il mondo del lavoro e per l'acquisizione di tecniche e di conoscenze, indispensabile ai fini della formazione professionale. Il taglio empirico che ha caratterizzato il primo anno di lavoro verrà mitigato nel secondo con integrazione di attività formative di ricerca e di studio.
Progetto n. 12: programmazione. I partecipanti al progetto sono ormai tutti inseriti nelle strutture organizzative della programmazione regionale. Una parte (18) collaborano direttamente all'attività del coordinamento regionale della programmazione e un'altra parte (45) ha contribuito in modo determinante a costituire gli uffici di programmazione presso i Comitati comprensoriali. Sia il coordinamento centrale che gli uffici comprensoriali sono impegnati in questi mesi nella formazione dei piani socio- economici-finanziari per l'indirizzo dell'economia e dell'intervento pubblico nei 15 Comprensori. Si tratta quindi di un'esperienza nuova in Italia per la pubblica amministrazione regionale e locale, non essendo stata finora realizzata in nessuna Regione.
Progetto n. 18: turismo. Il progetto è stato attivato a partire dal novembre 1978 ed attualmente è in fase di avanzata realizzazione la rilevazione diretta dei dati presso i singoli Comuni. Tale fase dovrebbe concludersi nel mese di maggio per consentire una prima revisione dei dati raccolti onde potere effettuare i necessari controlli e approfondimenti.
Per il periodo agosto-settembre è prevista la riorganizzazione dei dati e la loro memorizzazione nel Centro di calcolo regionale, consentendo di attuare una prima elaborazione di massima nel mese di ottobre.
La documentazione integrativa è a disposizione dei Consiglieri. A mio giudizio e valida la richiesta del rinnovo dei contratti. A questo proposito nel corso delle ultime due settimane si sono tenuti vari incontri tra le Regioni e il Ministro del lavoro. Il Ministero è favorevole alla proroga del contratto indicando la formula del contratto "formazione di lavoro" dopo la revisione della legge. E' quanto ha fatto nell'ultima seduta la Giunta inviando tempestivamente la richiesta correttiva al Ministero e al Cipi, raccomandando altresì che la questione venga esaminata tempestivamente per poter corrispondere entro la scadenza del 2 maggio 1979.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

A nome del Gruppo DC ringrazio l'Assessore che diligentemente ha illustrato gli aspetti positivi e negativi dei progetti socialmente utili.
L'esperienza ha dimostrato che soprattutto i progetti 9 - 10 - 11 non hanno dato risultati positivi, anzi favoriscono la sottoccupazione. Per esempio, alcune decine di giovani assunti con il progetto 9 - beni culturali, aggregati al Comprensorio di Torino, chiedono semplicemente di essere occupati in qualche attività perché pare che da alcuni mesi stiano censendo le statue attorno all'Istituto dei poveri vecchi di Torino. Alcuni sono stati utilizzati per lavori relativi a progetti diversi. Pertanto non riteniamo valida la richiesta di rinnovo al Cipe.



PRESIDENTE

Se nessuno chiede di intervenire, considero chiusa la discussione.


Argomento: Fondi sanitari

Consegna della relazione sulla prima gestione della spesa sanitaria


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Enrietti, in ottemperanza a quanto contenuto nell'ordine del giorno votato a conclusione del dibattito sulla sanità, ha consegnato alla Presidenza del Consiglio la prima relazione sulla gestione regionale delle spese sanitarie. I Capigruppo stabiliranno modi e tempi per la trattazione dell'argomento.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Esame ordini del giorno sul Vietnam e situazione internazionale


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: "Esame ordini del giorno sul Vietnam e situazione internazionale" Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, vorrei intanto sottolineare che il dibattito di oggi avviene a distanza di cinque mesi dalla data della presentazione della mia interrogazione alla quale era stata data una risposta interlocutoria da parte dell'Assessore Simonelli e a due mesi dalla presentazione dell'ordine del giorno.
Poco fa l'Assessore Alasia diceva che la Pam non può aspettare, io dico invece che il Vietnam ha potuto e può ancora aspettare, nonostante che proprio ieri sera la televisione abbia dato notizia di un intervento diretto e sollecito da parte del Presidente della Repubblica Italiana on.
Pertini, dietro sollecitazione di Pax Christi.
Il dibattito avviene oggi alla vigilia di impegni elettorali europei e dopo che dell'argomento si è occupato largamente il Congresso del Partito comunista italiano. Quindi è svuotato di un certo contenuto come tutte le cose ritardate che perdono di efficacia. Penso che cosa mi sarebbe successo e che cosa sarebbe successo a lei, Presidente Viglione, che era allora Presidente del Consiglio regionale, se gli ordini del giorno, le sollecitazioni e le interpellanze presentati in relazione ai profughi del Cile avessero avuto questi ritardi) Saremmo stati sommersi dallo stesso Consiglio regionale.
Non voglio mettere sullo stesso piano le due iniziative, si può avere una maggiore sensibilità in una certa direzione e una minore sensibilità nell'altra direzione. E' certamente molto difficile da parte del Gruppo di maggioranza relativa aprire un dialogo quando tutto deriva da un conflitto esistente tra due paesi comunisti portatori del concetto di pace, di libertà, del concetto antiterrorista, antimperialista, che tuttavia non sono stati capaci di far niente.
Ecco perché il secondo ordine del giorno viene di rincalzo al primo.
Non siamo ingenui. Si è voluto tamponare in qualche maniera con un discorso molto largo, molto ampio, onnicomprensivo dove non si fa il nome di nessuno, non si osa neanche fare il nome dell'America, che avete sempre detto essere il Paese più imperialista del mondo, per non fare il nome del Vietnam, della Cambogia, della Cina. Un famoso ordine del giorno che dice tutto e non dice assolutamente niente. Ma il clima è stato enormemente guastato da un intervento del collega Bontempi,se è vero quello che è stato pubblicato e virgolettato dalla stampa cittadina: "Noi non avremo, al momento della conclusione del mandato quinquennale, bisogno di varare all'ultimo momento leggi e leggine come ha fatto il governo regionale della DC alla vigilia delle passate elezioni. Noi consegneremo lo stato delle cose a chi succederà... (intanto c'è un certo timore. A succedere potreste non essere voi).., un modo nuovo di sviluppo, la correzione del passato, la sv3lta impressa al governo della cosa pubblica deve diventare la nostra arma politica".
Consigliere Bontempi, lei non c'era in quel Consiglio regionale nel quale io presiedevo la Giunta alla vigilia delle competizioni elettorali.
Permetta che le dica che voi non potrete consegnare a chi vi succederà un fatto che noi abbiamo potuto consegnare come iniziativa di Giunta e di Consiglio: il tempestivo aiuto e soccorso ai profughi del Cile. Voi per i profughi del Vietnam e della Cambogia, per quei morti siete sollecitati da parte della minoranza a fare e se farete, farete soltanto in questa direzione.
Quanto poi al vero di leggi e leggine, non dimentichiamolo mai, prima eravamo dei volontaristi, non avevamo gli strumenti per fare. Guai se oggi non si operasse con la legge n. 382 e il DPR 616! Se andiamo a Palazzo Lascaris, Presidente Viglione, è perché quella Giunta nel dicembre del 1974 ne dispose l'acquisizione e fece tutti gli adempimenti necessari e relativi.



PRESIDENTE

Consigliere Oberto, la prego di attenersi al tema del Vietnam. Il Palazzo Lascaris è cosa ben diversa.



OBERTO Gianni

Rinunzio alla parola e non chiederò mai più di parlare.



PRESIDENTE

Il Presidente ha il dovere di richiamare tutti i Consiglieri ad attenersi all'ordine del giorno. Lei stava facendo l'esaltazione dell'attività della Giunta precedente. Va benissimo, ma in altra sede, in altra occasione.
La prego di continuare, se vuole intervenire per spiegare il suo ordine del giorno sui profughi del Vietnam.
Si era anche deciso che il tema si svolgesse entro un'ora. Ma lei capisce che se l'introduzione ai temi si allarga ad altri argomenti, il dibattito potrebbe svilupparsi in tutte le direzioni.



OBERTO Gianni

Questo per i Capigruppo, a incominciare dal mio Capogruppo. Quando ero seduto al suo posto ho sempre detto che il Consiglio è sovrano.



PRESIDENTE

Infatti è sovrano, anche di decidere diversamente dai Capigruppo. Posso mettere in discussione la decisione di dedicare a questo punto più spazio e più tempo, ma, per il momento, sono vincolato alla decisione presa ieri per cui la invito ad illustrare nel modo più razionale possibile l'ordine del giorno.



OBERTO Gianni

Non ho bisogno di avere il giudizio di razionalità da altri.



PRESIDENTE

Consigliere Oberto, lei sa benissimo la considerazione e il rispetto che per lei nutro da sempre, come in tutte le circostanze ho manifestato.
Mi è parso che il riferimento all'acquisto di Palazzo Lascaris fosse un po' lontano dal tema dell'assistenza ai profughi del Vietnam.



OBERTO Gianni

Se mi lasciava andare avanti entravo in argomento, ma lei me lo ha impedito.



PRESIDENTE

Non gliel'ho impedito, ma le ho fatto un'osservazione. Se il Presidente non può fare un richiamo al tema, non vedo perché sono stati scritti articoli specifici nel regolamento su questo tema.
Faccio presente che il Consiglio desidera che lei continui a parlare.
Accolga o meno l'osservazione che il Presidente le ha fatto.



OBERTO Gianni

Una parte del Consiglio ha orecchio soltanto per ascoltare certe cose e rifiuta di ascoltarne altre.
Illustrerà l'ordine del giorno quando il Presidente, a nome della Giunta, dirà qualche cosa.
Con i Presidenti dei Gruppi socialista, socialdemocratico repubblicano, liberale e democratico cristiano, formulavo nell'ordine del giorno l'invito alla Giunta a promuovere urgentemente ogni intervento utile ad alleviare il dramma umano dei cittadini vietnamiti che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese con particolare riguardo ai bambini ed invitavo altresì il Governo nazionale ad intensificare prontamente a tal fine le iniziative intraprese.
Tutto questo avveniva al principio di febbraio 1979, a tutt'oggi ignoro quali siano le iniziative. Le caldeggio illustrando in questo modo l'ordine del giorno e riservandomi nella replica di dire quello che riterr opportuno di dire.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Oberto sa che in questa sede abbiamo ricordato le realizzazioni compiute dalla Giunta precedente che sono state poi riprese da quella attuale. Quindi siamo sensibili al tema introdotto e lo vogliamo ringraziare per quanto ha fatto in quel momento.
In precedenza, non essendo io presente, pregai l'Assessore Simonelli di rispondere all' interrogazione presentata e l'Assessore diede notizie e indicazioni che sono tuttora valide.
Ringrazio il Consigliere Oberto per l'opera che ha condotto anche in precedenza.
Nel corso della giornata valuteremo l'ordine del giorno che è stato presentato e faremo una valutazione degli aspetti a cui lei ha fatto riferimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il Gruppo comunista ha ritenuto di dover proporre all'attenzione del Consiglio un ordine del giorno di carattere generale. Possiamo condividere le preoccupazioni e gli stimoli umanitari che muovono le iniziative in favore dei profughi del Vietnam se viene sgombrato il campo dall'equivoco di fondo della strumentalizzazione dei fatti vietnamiti o, per altro verso e di un modo riduttivo di intendere la portata dei fenomeni e dei processi in atto in quella parte del mondo e, più in generale, in tutto il mondo.
Per questo abbiamo creduto di operare coscientemente per sviluppare il dibattito nella collocazione corretta.
Riteniamo che anche l'intervento umanitario in favore dei profughi del Vietnam vada ricollocato in un'iniziativa molto più generale che è quella di un nuovo ordine economico internazionale, di un nuovo internazionalismo di cui siamo profondamente convinti.
Se non compiamo uno sforzo per lasciare come cose vecchie gli atteggiamenti di pura strumentalizzazione dei fatti militari e politici di questi mesi e se non andiamo verso una proposta più ampia che poggi sulla cooperazione dei popoli, sulla distensione, sull'intervento strutturale che a livello di politica estera e di politica economica gli stati europei possono compiere, rischiamo di farci fraintendere. Qualcuno vuole dare alle iniziative un carattere strumentale. Noi non ci stiamo. Ci stiamo se viene fatta fino in fondo l'analisi di questo periodo storico di grande difficoltà in cui i fatti positivi che si sono registrati sul piano della distensione internazionale sono contraddetti dall'emergere dei grandi problemi che l'umanità non ha ancora risolto. Come non vedere che i processi in corso nel sud-est asiatico sono retaggio di grandi problemi dell' umanità mai affrontati, o meglio affrontati secondo le logiche puramente imperialistiche e militaristiche? Le risoluzioni sulla politica estera assunte dal nostro Governo sono fatti positivi che non hanno facili riscontri in altri Paesi europei.
Allora perché non partire da questo fatto per porre la questione dell'equilibrio mondiale e del problema della pace nel quadro dei fenomeni negativi che succedono oggi? Nuove forze stanno entrando come protagoniste nella storia, ma stanno entrando in maniera molto difficoltosa e, dall'altra parte, c'é un ritardo di comprensione. E' un ritardo di comprensione media culturale; questa è una fase di grandissima trasformazione e i rischi del conflitto armato, del tentativo di ricorrere alla forza per risolvere i problemi sono forti. In questo senso si qualifica un ordine del giorno o un'iniziativa.
Non possiamo dimenticare che i processi internazionali in atto tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica si stanno deteriorando. Nel momento in cui pensiamo all'Europa e nell'Europa portiamo le speranze e forse le utopie per la .risoluzione dei problemi strutturali di questa parte del mondo, affidando all' Europa un ruolo non piccolo - noi comunisti faremo la campagna elettorale per una collocazione autonoma verso la pace la cooperazione internazionale di questa parte del mondo nei confronti dell'Africa, dell'America, degli Stati socialisti - abbiamo la necessità di rimarcare questi sforzi. In questo quadro possiamo poi collocare le altre iniziative.
Il fenomeno dei profughi vietnamiti viene strumentalizzato e agitato come momento di rivincita rispetto ad un fatto storico di portata incalcolabile e positiva qual è stata la lotta durata 30 anni per l'emancipazione e la liberazione di quel popolo, la vittoria sugli Stati Uniti d'America e sul regime fantoccio di Saigon. Troppo spesso gli argomenti dei profughi vietnamiti sono stati utilizzati e agitati a questo scopo.
Chiediamo alle altre forze politiche con questo ordine del giorno di esaminare questo problema nei suoi aspetti, nel quadro di un' azione molto più generale,tenendo presente che queste strumentalizzazioni sono perdenti rispetto ai compiti e alle urgenze che ci sono poste dalla situazione mondiale.
Dalla tribuna autorevole del Congresso, abbiamo fatto proposte perch l'integrità e la sovranità degli stati siano al centro di ogni processo. Le condanne politiche vadano equamente distribuite a chi all'integrità e alla sovranità degli stati non si attiene. Da questo deve pervenirci una concezione dinamica, anche nuova, dei compiti. Non possiamo oggi per gli elementi di confusione che si stanno introducendo fare delle scelte aprioristiche di blocco o controblocco o di mantenimento di logiche politiche in questa chiave. Dobbiamo invece batterci e impegnarci perch questa logica venga superata e per uno sforzo più generale per la cooperazione e per la pace, il che vuol dire fare leva sulle esigenze di giustizia, di emancipazione, di liberazione di tanti popoli e batterci coerentemente contro chi queste esigenze di emancipazione e di liberazione cerca di osteggiare.
Dobbiamo fare sì che anche da questo Consiglio possa venire un piccolo contributo. La campagna per l'Europa non è neutra su questo problema; è una campagna importante. Dovremo metterci nella campagna per l'Europa cercando di far riconoscere l'identità delle nostre forze politiche. Non possono essere presi i problemi solo a valle, non possono essere analizzati solo gli elementi del conflitto militare senza comprendere fino in fondo gli effetti di lacerazione senza cogliere le cause oggettive, strutturali economiche, i processi di dipendenza e di sfruttamento che esistono nel mondo.
Ci sono grandi energie di liberazione non necessariamente incasellabili in certi schemi politici. Il nostro sforzo va in assonanza con quanto fatto dal Governo, con quanto deciso dal Parlamento. Anche il problema specifico dei profughi del Vietnam non doveva essere lasciato solo senza il richiamo più ampio e profondo.
Il Consigliere Oberto dice che è un ordine del giorno fumoso. Noi riteniamo che sia un ordine del giorno che prospetta queste esigenze. Se anche le altre forze politiche converranno sulle esigenze di fondo credo che sia possibile creare un clima in cui i sospetti e le possibili interpretazioni di strumentalizzazione cadono e si colgono invece i risultati concreti. Da un lato un aiuto umanitario ai profughi, dall'altro la considerazione più profonda di impegni che vanno al di là e oltre questo problema.
Il nostro è un impegno personale di chi non resta solamente a giudicare i fatti che succedono nel mondo ma è cosciente del proprio ruolo e del proprio protagonismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Proviamo innanzitutto un senso di disagio per come l'intervento del Consigliere Oberto si è concluso, assicurandolo che, malgrado lo sviluppo della sua argomentazione sia stato troncato, il Consiglio ha perfettamente inteso come non fosse mosso dalla spinta politica di strumentalizzare per rivalse e ritorsioni i gravissimi fatti e le sofferenze dei profughi del Vietnam, ma come volesse semmai su questo piano rilevare ritardi timidezze, cattive coscienze, insufficienze di tutto un mondo che era stato schierato in una sola direzione.
Non era parziale il suo intervento sui profughi del Vietnam, ma voleva essere indicativo di un taglio, di un atteggiamento politico e morale di fronte agli eventi che si svolgono nel mondo, molti dei quali sono motivo di profonda tristezza e di preoccupazione. Nessuna forza politica/ quale che sia la provenienza, può essere respinta e sottovalutata se intende cooperare ad un'azione che stabilisca rapporti di pace tra gli uomini, che avvicini intese, che allontani e scongiuri scontri, che concorra a difendere pace e libertà.
La nostra riflessione dovuta a una serie di eventi che citer rapidamente, ci porta a concludere come è difficile operare a favore della pace e della libertà partendo da posizioni sostanzialmente totalitarie con la presunzione di avere scientificamente il monopolio delle soluzioni che danno risposta a tutto e a tutti. E' stata un po' la sorte del Vietnam al quale tanti giovani hanno dedicato i migliori ideali che hanno visto rapidamente smentiti.
La riflessione amara sta in questo, che abbiamo visto una spietata e fascistica dittatura instaurarsi in Cile, dopo disordini e violenze endemiche incontrollate e incontrollabili, che tuttora permane.
Di fronte a questi eventi storici ci siamo collocati nel modo giusto giudicando e valutando; non solo noi, anche Rinascita ha fatto queste considerazioni, giudicando e valutando l'antecedente e condannando ed opponendosi con continuità al susseguente. Ma nel mondo avviene che un governo vergognoso come quello di Amin possa fruire di appoggi internazionali e di superpotenze. Avviene che in Cambogia si instauri uno dei più barbarici governi che l'umanità abbia conosciuto che si dedica al genocidio, di fronte al quale, proprio per un pregiudizio ideologico, prima di arrivare a delle condanne decise, si manifestano timidezze, congiure silenzi internazionali che agghiacciano, che rendono perplessi ciascuno di noi; poi si va all'azione punitiva che dà sollievo nei confronti di un governo di questo genere, ma che impone di ricordare che, chi la svolge non la compie in funzione tanto del ristabilimento di condizioni di civiltà sopportabili, tanto che contemporaneamente si rende colpevole di un esodo di massa di centinaia di migliaia di persone. Ma poi chi interviene a punire il punitore, altri ancora con azioni internazionalmente criticabili e moralmente da respingere. Noi italiani che abbiamo un legame storico con l'Eritrea vediamo come i democratici, i partigiani dell'Eritrea vengono schiacciati da un regime che permane anche dopo un Negus più che medioevale con appoggi internazionali. Anche la pace difficilmente trovata tra Egitto e Israele in un conflitto pericoloso è motivo di perplessità, di riserve e addirittura quasi di condanne! Le condizioni del nostro Paese sono tristi, il terrorismo è uno degli elementi di insofferenza nei confronti di una società pluralista e democratica, ma noi abbiamo ancora un patrimonio importante da difendere se guardiamo al panorama mondiale.
In tutti i Paesi dove c' è il pluralismo democratico e la presenza di varie forze politiche intanto non si danno fatti interni di persecuzione e di genocidio, non si danno fatti di diaspore, di dissensi, non si danno legittimazioni militari di repressioni.
Questa condizione ci fa riflettere proprio nella prospettiva europea.
L'importanza è che andando verso l'Europa, non nel senso di riprendere l'eredità del vecchio colonialismo o di vecchie supremazie, consolidate magari con la forza o con le armi, ma come eredi della tradizione cristiana, indicazione della rivoluzione liberale, della rivoluzione francese, eredi di una cultura e di un costume di convivenza tra varie concezioni del mondo e della vita.
Da questi banchi crediamo di dover fare le nostre riflessioni e di dover fare delle autocritiche più limitate di quante altri, di fronte alla drammaticità degli eventi anche del Vietnam, sono indotti a fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la dottoressa Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Desidero intervenire per spiegare la ragione della firma posta all'ordine del giorno dal nostro Gruppo. Non vi è dubbio che ogni argomento può prestarsi a qualsiasi tipo di strumentalizzazione, quindi anche quello dell'aiuto ai profughi del Vietnam. Noi repubblicani abbiamo firmato questo ordine del giorno semmai con intenzioni destrumentalizzanti. Noi repubblicani, pur appartenendo al mondo occidentale, nel quale ci riconosciamo, non siamo mai stati privi di critiche allorché il mondo occidentale compiva, a nostro avviso, degli errori nel campo della politica estera così come abbiamo sempre dato il nostro sostegno alle manifestazioni in favore dei profughi cileni, non ignorando naturalmente quanto fosse grande il peso della conduzione politica di Allende di forze politiche quali quelle del Mir e quindi quanto questo abbia facilitato l'intervento da parte degli Stati Uniti; ormai è chiaramente riconosciuto anche dalle Commissioni di inchiesta e gli Stati Uniti hanno fatto un'autocritica. Noi non abbiamo aspettato questa autocritica per fare le critiche.
Per quanto riguarda il Vietnam ritengo che il vagare delle navi piene di cittadini può essere strumentalizzato come elemento evidente della situazione esistente nel Vietnam.
Riteniamo che questo tipo di intervento sia sostenuto, oltreché dalla pietà, anche dall'intenzione di destrumentalizzare questo fatto che così visivamente si pone agli occhi di tutti.
Detto questo e dette le ragioni della firma che il Gruppo repubblicano ha posto all'ordine del giorno, invitiamo la Giunta ad operare in questo senso- La Giunta infatti non ha detto di avere operato in questo senso malgrado siano passati quasi due mesi dal momento in cui l'ordine del giorno è stato firmato.
Vorremmo dire alcune parole anche sull'altro ordine del giorno, che, se è ritenuto strumentale, è strumentale anche la risposta. Non vedo quale cittadino o quale Consigliere possa essere in disaccordo sull'impegno nel rilancio della politica della distensione, sul disarmo e sulla pacifica e fattiva consistenza. L'ordine del giorno non sottolinea in modo molto evidente che la situazione di destabilizzazione dipende dal fatto che due forze, sia pure con gravi difficoltà erano riuscite per un certo periodo della storia del mondo a garantire la stabilità dei conflitti locali e che oggi non sono più in grado né l'una né l'altra di dare questa garanzia.
E' una realtà che dobbiamo accettare. Chi appartiene al mondo occidentale non credo abbia mai fatto un mito della possibilità di intervento garantistico dei liberi regimi sotto ogni aspetto, così come è caduto il mito che una società socialista possa garantire all'interno del mondo socialista stesso la pace e la distensione che tutti desideriamo. Il crollo di questi equilibri ha delle conseguenze drammaticissime con gli episodi che ricordava il Consigliere Bianchi, perché non solo le truppe vaganti cubane lasciano il sospetto che il regime cubano non intenda mai più fare rientrare in casa propria, forse perché pericolose per lo stesso regime cubano, ma perché vanno in difesa di regimi ai quali qualsiasi democratico non può dare il suo appoggio (non mi importa se democratico più di sinistra o democratico più di destra, intendo dire democratico senza alcun aggettivo.
Le guerre che le grandi potenze appartenenti al mondo occidentale o al mondo socialista combattono non direttamente ma per interposto paese non possono che preoccuparci. Solo in questo senso deve andare la modestissima parola del Consiglio regionale piemontese: la considerazione che la destabilizzazione è in atto in ogni paese, la considerazione dell'inopportunità di taluni interventi da parte delle grandi forze mondiali, siano gli Stati Uniti, sia l'URSS, sia la Cina, la preoccupazione non piccola che questi interventi possono, in una situazione nazionale che lo consenta, fare anche dell'Italia uno dei campi di gioco di queste forze politiche. Quindi non solo la giusta preoccupazione per quanto riguarda l'intera umanità, preoccupazione giusta di ogni uomo, ma anche una profonda preoccupazione per quanto riguarda il nostro Paese.
Il modo con cui è stato scritto l'ordine del giorno che considera diversamente gli interventi dell'una e dell'altra non ci consente di approvarlo, Ribadiamo che non esisteva strumentalizzazione nella nostra sottoscrizione dell'ordine del giorno e dichiariamo non poter approvare il secondo ordine del giorno che è stato portato all'evidenza del Consiglio



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Esaminando i due ordini del giorno all'attenzione del Consiglio, quello dell'otto febbraio che reca come primo firmatario il Consigliere Oberto, ed al quale anch'io ho aderito insieme ad altri colleghi di vari Gruppi consiliari, e quello del 19 marzo presentato dai Consiglieri del Gruppo comunista, mi sono posto il problema di come abbia potuto accadere che siano stati abbinati in un'unica discussione dal momento che trattano problemi completamente diversi e difficilmente assimilabili in un unico documento finale; a meno di voler ammettere che il documento del 19 marzo sia stato presentato in conseguenza, e quasi in alternativa, di quello dell'otto febbraio, cosa che non credo che i Consiglieri comunisti abbiano inteso fare, soprattutto in quanto l'ordine del giorno sui profughi del Vietnam pone, quasi a modo di interpellanza, la richiesta di specifiche iniziative da assumersi da parte della Giunta regionale (che nel frattempo avrebbe anche potuto provvedere in merito in una qualche maniera), mentre l'ordine del giorno del Consigliere Bontempi e dei suoi colleghi di Gruppo esprime un generale auspicio di pace ed un conseguente impegno di tale direzione da parte del Consiglio regionale.
Sul primo ordine del giorno siamo ovviamente in attesa della risposta della Giunta. Sul problema dei profughi fuggiti dal regime di Hanoi il Partito socialista italiano ha assunto in sede nazionale e in tutte le sedi locali, un chiaro ed inequivoco atteggiamento di solidarietà e di appoggio per ogni iniziativa e per ogni tentativo "anche se - come è stato detto riuscisse a salvare soltanto una sola vita umana".
Ancora di recente (il 30 marzo scorso) il quotidiano socialista 'Avanti' "ha pubblicato un ampio servizio dal titolo "Dal Vietnam con la nave della solidarietà europea" per illustrare il significato dell'iniziativa del Comitato "Bateu pour le Vietnam" con l'attrezzatura di una nave ospedale che potrà restare in mare, con i fondi fino ad ora raccolti, per due mesi e che sarà costretta a rientrare se non perverranno nuovi finanziamenti- Ecco quindi già indicato un canale di intervento possibile Il servizio dell' "Avanti "e accompagnato da due interviste, con il leader della terza forza buddista Vo Van Ai e con l'esponente greco cecoslovacco del dissenso Ilios Yannakakis, nelle quali vengono approfondite le ragioni storiche, politiche ed umanitarie che hanno ispirato la realizzazione dell'operazione di soccorso Mi sembra, infine, che l'ordine del giorno del collega Oberto richiamando la particolare attenzione ed urgenza del problema nei riguardi dei bambini, si ponga coerentemente anche nell'ottica di quegli sforzi che la società internazionale sta facendo m occasione proprio dell'anno del bambino Essi hanno bisogno più che di tavole rotonde o di circenses, di fatti concreti di solidarietà.
Il secondo ordine del giorno affronta i problemi della pace del mondo.
Non si tratta di fare, oggi, una discussione di politica estera, ma di affermare la volontà del Consiglio regionale di operare a favore della pace e della distensione internazionale Ebbene, noi crediamo che sarebbe errato concentrarci unicamente sui problemi economici per quanto gravi essi siano, mettendo tra parentesi quelli di una trasformazione della società arricchita di contenuti democratici e di libertà individuali. Democrazia e libertà non sono beni accessori. Costituiscono al contrario le condizioni di una partecipazione effettiva dei cittadini al controllo e alla formazione dei beni sociali secondo linee orientate e fondate su risorse effettive.
Siamo giunti al terrorismo e alla crescita di un'internazionale del terrorismo contro il quale la replica più efficace è una risposta democratica a livello europeo, stabilendo collegamenti internazionali capaci di ostacolare la libera circolazione del terrorismo in Europa, la diffusione della violenza come legge della giungla, con la creazione di strumenti appropriati sui quali anche il Parlamento europeo che sarà eletto fra poche settimane dovrà intervenire.
Il dialogo nord-sud, fra mondo industrializzato e Paesi fornitori di materie prime e più in generale il Terzo e il Quarto Mondo hanno bisogno di iniziative commerciali, economiche, culturali e soprattutto politiche. Le carenze, o l'assenza di una politica estera dell'Europa in questa direttrice di marcia sono evidenti.
Il Terzo e il Quarto Mondo sono diventati troppo spesso la meta di mercanti d'armi, oggi anche sofisticate, che sono insieme veicolo di morte e regalo di tecnologia male applicata. Rinunciare a stabilire un controllo su questo come su altri mercati è una scelta politica, ma non è certo una scelta valida per chi vuole dare all'Europa un ruolo nuovo, pacifico e costruttivo in un mondo insidiato da mille paure e da mille pericoli.
Non esistono eserciti stranieri che abbiano mai portato benessere e civiltà in Africa, mentre hanno sempre portato lutti e depauperamenti.
E' necessario ridare slancio ad un processo di distensione che in questi ultimi tempi ha segnato numerose battute d'arresto senza che l'Europa facesse abbastanza per ristabilire un clima di maggiore comprensione fra le superpotenze. Non c'é dubbio che come Helsinki nell'agosto del 1975, aveva segnato l'apice delle speranze di cooperazione e di comprensione fra est e ovest, così Belgrado ha segnato un momento di delusione e di contrasto. La concezione bipolare del mondo che ai tempi di Kissinger aveva raggiunto il massimo di sviluppo egemonico (con la prospettiva dell'eliminazione delle zone grigie, le aree non allineate con le superpotenze) è entrata in crisi. Il bipolarismo è in crisi perché sono in crisi sociale interna, sia pure in misura e con forme diverse, le stesse superpotenze. Una crisi di trasformazione latente, che ci auguriamo sfoci in esiti positivi, ma che ha pur tuttavia costi politici ed economici molto elevati, come i recenti avvenimenti dimostrano.
La contraddizione in cui ci muoviamo è rivelata da due fattori: da un lato assistiamo ad una perdita di dinamismo della distensione da parte delle superpotenze, e ciò rende urgente la necessità di una partecipazione positiva e costruttiva dell'Europa al consolidamento della pace, attraverso accordi, cooperazione, comprensione; ma dall'altra la perdita di dinamismo delle superpotenze tende a ridurre i margini di flessibilità della concezione bipolare del mondo, e a ostacolare l'emergere di una combinazione multipolare capace di ridare slancio alla distensione.
Oggi, uno dei terreni sui quali si gioca la distensione è l'Africa.
Ebbene, dobbiamo ricordare che l'Europa può avere un proprio ruolo e conquistare posizioni in Africa assumendo precise iniziative politiche contro il segregazionismo bianco in Africa australe e favorendo una trasformazione politica e sociale che rispetti il gioco delle maggioranze.
Esistono problemi che ci coinvolgono anche più direttamente di quello africano, che pur ci riguarda molto da vicino. Sono i problemi del Mediterraneo per assicurarne la funzione pacifica, di area di comunicazione e di traffici. Altre volte l'Europa è rimasta assente da ciò che avveniva sulle coste meridionali e sud-orientali del Mediterraneo e ne ha pagato un prezzo esorbitante, ma anche giusto perché giustificato dall'assenza di ogni iniziativa europea.
L'Europa i suoi problemi non li ha soltanto al centro del Continente li ha anche nel suo baricentro politico che è quello del Mediterraneo.
Ho accennato all'atto di Helsinki. Sappiamo che ciò che ne ha bloccato gli sviluppi, innestando pericolosi sintomi di inversione di tendenza, è stata soprattutto la disputa sui diritti umani, che erano contenuti nel famoso "terzo cesto".
Dobbiamo lottare, pertanto, con uguale coerenza per i diritti che vengono calpestati in ogni parte del mondo: da noi, nelle nostre società libere e democratiche, questi diritti si chiamano diritto all'occupazione alla dignità nel lavoro, lotta contro l'emarginazione sociale e civile di ampi strati di cittadini. Soprattutto per noi, in Europa, la difesa dei diritti umani si configura nell'impegno continuo per conquistare un'effettiva uguaglianza fra tutti i cittadini. Così com'é, divisa e vecchia, l'Europa non ha né un adeguato peso politico né un degno modello di vita e di sviluppo da proporre. Tocca quindi alle forze politiche democratiche operare perché l'Europa abbia quell'adeguato peso politico che le compete, sia in grado di proporre un degno modello di vita e di sviluppo, di essere un fattore essenziale di pace nel mondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Com'è mia abitudine, non mi preparo gli interventi perché ritengo soprattutto in relazione a questi argomenti sia molto creativo il clima che si vive in aula. A mio avviso occorre dire qualche parola, non dico di solidarietà nei confronti del Consigliere Oberto, perché non ne ha bisogno ma di considerazione sul fatto che un uomo, nella pienezza della sua attività politica, si trova nella situazione di non poter concludere un intervento al quale partecipa portando la sua passione e la sua preparazione; e questo non per colpa di qualcuno, ma per l'innestarsi di fenomeni di intolleranza o di miopia politica; al punto poi che il Presidente, cercando di essere obiettivo e sereno per quel tanto che glielo consente il fatto di essere anche lui uomo di parte, si lascia andare a dire che capisce che l'intervento del collega Oberto è condizionato anche da preoccupazioni elettorali.



(Il Presidente interrompe)



MARCHINI Sergio

Il Consigliere Oberto illustrava l'ordine del giorno anche a mio nome e quindi sono stato coinvolto.



PRESIDENTE

Sissignore, ma lei non può travisare le parole che ho detto.
Ho interrotto il Consigliere Oberto nello svolgimento del suo intervento per richiamalo all'ordine del giorno, giacché mi era parso che il riferimento all'acquisto di Palazzo Lascaris non fosse attinente al tema all'ordine del giorno; ho usufruito di un diritto-dovere sancito in due articoli del regolamento. Le parole che ho usato nell'interrompere il Consigliere Oberto sono queste e non altre. Se il Consigliere Marchini dice che l'osservazione che ho fatto sul Palazzo Lascaris non è pertinente l'accetto come opinione sua personale, ma la mia interruzione aveva quel significato.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, mi è sembrato di sentire un'altra espressione della quale, tra l'altro, non le faccio carico. Il mio intervento voleva cercare di capire il perché di queste cose, non era un rimprovero. L'espressione che qualificava come elettoralistico l'intervento del Consigliere Oberto può essere non stata pronunciata o posso averla inventata; ma, anche quando fosse stata detta, non la voglio cogliere. In sostanza, le differenze di comportamento della maggioranza rispetto alle minoranze fanno carico all'opposizione nel suo complesso perché o l'opposizione non si fa carico di certe battaglie, o queste battaglie intende affrontarle e le deve affrontare con solidarietà soprattutto con i partiti d'opinione, che molte volte si trovano nell'ambito dell'opposizione mortificati e condizionati nel portare avanti certe battaglie. Ricordo che al posto del termine "strumentalizzare" un tempo si diceva: "andare fino in fondo, ricercare capire, analizzare" Questi argomenti sono un'occasione di analisi e di comprensione dei fenomeni e non sono strumentalizzazione. Questi fatti come diceva il Consigliere socialista, non possono tradursi in risultati in conseguenze e in decisioni, quindi in strumenti anche per modificare la realtà regionale, nazionale ed europea.
E' improprio il concetto della strumentalizzazione, si tratta di vedere se questo discorso e nella logica e nella chiarezza politica oppure se vuole camuffare un giudizio politico.
L'Europa, di fronte ai grandi problemi che sono la conseguenza della sua storia, delle sue scelte della sua politica coloniale, della sua presenza ha un complesso e nei confronti di queste vicende al massimo si possono assumere delle iniziative umanitarie. Se i profughi del Vietnam fossero precipitati nel vulcano Krakatoa non saremmo qui a trattare questo argomento. Il problema umanitario non c'entra, questo è un problema politico. Infatti il collega Oberto e gli altri che hanno sottoscritto l'ordine del giorno non hanno chiesto che venisse ricevuto in Consiglio lo studente vietnamita che a Torino fa le battaglie politiche contro regime del suo Paese.
Perché il genocidio della Cambogia diventa un fatto delinquenziale della degenerazione di qualche personaggio? Perché la cultura europea in senso ampio non ha più la capacità e la sicurezza dei propri valori viviamo un momento di trasformazione di estrema difficoltà e questa difficoltà si supera approfondendo la nostra ragione d'essere, di cultura di civiltà, di presenza politica.
L'Europa diventerà un fatto di stabilizzazione internazionale quando capirà come queste vicende hanno influito sulla sua civiltà, sulla sua cultura, sui suoi obblighi e suoi impegni verso il futuro.
Prima di chiamare il rappresentante della contestazione di un altro Paese, questa Europa, così dilaniata nei suoi valori, nella sua cultura e nelle sue prospettive, deve guardare in casa propria e quando avrà capito il suo ruolo, la sua funzione, potrà ricordare in quest'aula i bambini del Vietnam e gli esuli del Cile: fino a quel momento non saprà cosa dire e farà solo delle rappresentazioni.
Non si fa la battaglia sulla Corea divisa in due, eppure il gioco delle potenze aveva diviso la Corea in due, e il Vietnam, guarda caso, dal 1968 in poi è stato utilizzato non per mettere in discussione il sistema di potenza nel sud-est asiatico, ma certamente per rimettere in discussione i valori, le tradizioni e la funzione dell' occidente.
Qualcuno dice che il Terzo Mondo andrà ad assumere un ruolo sempre più importante. Non è vero, perché le condizioni che hanno dato la possibilità al Terzo Mondo di evolversi non ci sono più o stanno diminuendo di giorno in giorno; addirittura l'affidamento al modello occidentale viene messo ogni giorno in discussione. Quale sarà il ruolo e quale sarà il peso del Terzo Mondo? Nessuno lo sa dire. Forse giustamente l' esempio dell'Iran prenderà piede. Non capisco perché dobbiamo giudicare più arretrata la scelta di vita di Khomeini rispetto alla nostra. Quello probabilmente è il comportamento logico, l'evoluzione più attuale, il recupero di una cultura di una tradizione. Non sono in grado di giudicare. Noi non dobbiamo dire che quel Paese del Terzo Mondo va indietro perché si allontana dal nostro modello di sviluppo.
L'Europa vuol dire impegno culturale, impegno politico, riflessione, ma questo impegno deve essere coerente, deve essere logico. Non si può dire che l'Europa deve crescere mortificando in Italia il dibattito europeo e facendone un problema di preferenze verso la DC o verso il PLI.
Il sottoscritto, che non ha ambizioni di quel livello, pensava di poter fare una battaglia elettorale di tipo diverso e contribuire in una certa misura a diminuire la pressione...



PRESIDENTE

Le faccio presente che il tema all'ordine del giorno è sul Vietnam, non sulle elezioni politiche.



MARCHINI Sergio

Secondo me, ai profughi si potrà provvedere quando l'Europa avrà superato questo complesso di colpa, e quando questo bubbone sotto l'ascella non ci sarà più. Altrimenti diventa un'opera di colonializzazione e i vietnamiti, che sono cittadini che hanno combattuto la loro battaglia verranno ospitati da noi come sottosviluppati o handicappati. Noi ci vergogniamo della loro battaglia e abbiamo il coraggio di dirlo.
Questo è il nodo politico della vicenda. Il nodo umanitario è conseguente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

L'ordine del giorno che porta la firma del compagno Baldassarre Furnari tende a vincolare la Giunta su iniziative pratiche in merito al problema del Vietnam e non può essere legato all'altro ordine del giorno presentato dai colleghi del PCI, che ha un significato proprio e che generalizzando il problema rappresenta una specie di contromina.
O facciamo in Consiglio regionale un dibattito di politica estera, e credo che sarebbe estremamente interessante, oppure ci troviamo nelle condizioni di venire a sostenere tesi che sono incollate a noi dall'etichetta di partito.
Noi voteremo l'ordine del giorno sul problema dei profughi vietnamiti in quanto rappresenta un'iniziativa concreta; non voteremo invece l'ordine del giorno presentato dai colleghi comunisti,perché è il timido avvio di un discorso che sarebbe enorme e anche suggestivo da fare.
Vorrei d'altra parte dire al collega Oberto che abbiamo preso questa iniziativa nei confronti dei profughi vietnamiti, ma che siamo stati al limite di correre il rischio di provvedere ai profughi cinesi se si fossero verificati interventi che fortunatamente, per senso di responsabilità, non si sono verificati. Che cosa avrebbe potuto fare la Giunta regionale di fronte ai profughi cinesi? Il che significa che viviamo in un mondo estremamente preoccupante, in un modo in cui anche i miti più consolidati finiscono col cadere e in cui le idee continuano ad avere un sistematico rimbalzo.
Dall'illustrazione del collega Bontempi ho colto un accenno che mi ha colpito profondamente e che trovo estremamente pericoloso. Il collega Bontempi, in sostanza, invoca il ritorno a una corretta operatività fra Stati, un rispetto reciproco delle frontiere, un rispetto reciproco dei regimi. Questa invocazione, a mio modo di vedere, è un passo indietro enorme non rispetto alla rivoluzione di ottobre, ma rispetto a tutto ci che in realtà il crollo europeo del XIX secolo ha messo in evidenza l'assurdità delle delimitazioni territoriali, la necessità di organismi di carattere superiore, soprattutto un reale internazionalismo nella visione dei Paesi.
D'altra parte mi domando che cosa sarebbe successo se il 3 settembre del 1939 i soldati tedeschi invitati ad entrare in Polonia avessero buttato i loro fucili,dimostrando di essere loro gli anticipatori di un internazionalismo- Dovunque ci sono cittadini disposti a impugnare fucili contro i loro simili e tutto questo è un problema di grossa preoccupazione non dissipata dall'internazionalismo comunista. Il dramma che vivono molti compagni comunisti, e, tutto sommato, anche coloro i quali hanno colto nella rivoluzione di ottobre il significato profondo di una trasformazione ad una linea di tendenza, è proprio il venir meno di questo elemento di fondo che si è dimostrato inconsistente di fronte alla rivendicazione territoriale, di fronte al cosiddetto assedio nei propri confini, di fronte ai problemi economici che finiscono col diventare prevalenti su tutti gli altri. Se aprissimo un discorso di questo genere andremmo certamente molto lontano e ci vorrebbero le giornate e non le ore.
Il desiderio espresso nell'ordine del giorno del PCI, è condivisibile non condividiamo le ragioni politiche, soprattutto non facciamo nostra la crisi che emerge dalle considerazioni espresse nell'ordine del giorno perché dal punto di vista ideologico, anche se apparteniamo al partito del 3,5%, anche se non abbiamo dietro di noi la grande forza che hanno altre formazioni politiche, riteniamo di essere nell'alveo di un'idea e di una prospettiva che è quella fondamentale. Oggi il mondo si scontra sulla convinzione che determinati fenomeni politici possono essere stati considerati come punto di arrivo e non come evoluzione costante anche per loro; così come all'interno di quei paesi nasce fatalmente e gradualmente il dissenso nella ricerca di equilibri nuovi, nella ricerca di posizioni che l'umanità non dà mai per acquisite definitivamente, ma che non può che proiettare in una permanente evoluzione.
Come rappresentante di un partito che, con tutti i suoi difetti e le sue zoppicature, in sostanza si colloca in questa corretta previsione evolutiva, esprimo auguri in questa direzione per la futura Europa e ribadisco che voteremo l'ordine del giorno di carattere vincolativo per la Giunta per quello che riguarda l'intervento in favore dei profughi del Vietnam e non voteremo, per le ragioni che ho cercato di precisare l'ordine del giorno generico del PCI.



BIANCHI Adriano

Non credo che ci sia bisogno di ripensamenti- Attraverso le cose che si sono dette possiamo formalmente chiudere la discussione con il voto sull'ordine del giorno.



MARCHINI Sergio

Questo è giusto per quello che attiene al Consiglio; manca la risposta della Giunta in termini operativi.



PRESIDENTE

L'Assessore Simonelli rispondendo in una prima istanza sullo stesso argomento aveva fatto dichiarazioni e assunto impegni.



OBERTO Gianni

L'Assessore Simonelli era intervenuto rispondendo alla mia interrogazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Quella volta risposi in vece del Presidente della Giunta, impegnato a Roma, a una o più interrogazioni. La risposta a nome della Giunta era che sull'esempio di quanto stava accadendo in altre Regioni, la Giunta riteneva che il problema circa l'assunzione di precise iniziative sul tema del Vietnam avrebbe dovuto essere assunto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio in quanto rappresentativo di tutte le forze qui presenti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il problema della pacifica convivenza dei popoli non riguarda solo la Giunta regionale. Non intendiamo sottrarci all'impegno, ma riteniamo che il Consiglio debba esprimersi dando mandato o all'Ufficio di Presidenza all'interesse delle forze politiche che al suo interno si esprimono, di cui la Giunta farà anche parte, oppure di demandare alla Giunta le iniziative e riferire al Consiglio.
Dobbiamo intenderci su questo- Mi pare d'altra parte che sul problema di fondo siamo tutti d'accordo, non vi è dissenso sulla sostanza del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La maggioranza ha ritenuto di mettere in relazione i due ordini del giorno per l'esigenza che sentiva profonda di dare senso di unitarietà alle iniziative e di dare un richiamo più generale al nostro impegno.
Propongo una riunione dei Capigruppo per approfondire questi aspetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Vorrei rilevare che l'ordine del giorno sottoscritto dai Capigruppo liberale, socialdemocratico, repubblicano, socialista e democratico cristiano, oltre che da un gruppo di Consiglieri regionali, è venuto dopo che vi fu una risposta che ho definito interlocutoria. L'Assessore Simonelli aveva fatto la proposta di ribaltare la richiesta all'Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Non avevo condiviso quel punto di vista e ho aspettato un po' di tempo.
Non nasce niente; i vietnamiti muoiono, si verificano fenomeni di cannibalismo, i profughi sono respinti anche dalla Malesia; la legge che regola per l'Italia l'accoglimento di profughi prevede sol tanto quelli che vengono dai Paesi 9uropei e non quelli degli altri Paesi. Si cincischia su questo dopo che si sono accolti i profughi venuti dal Cile. La Presidenza del Consiglio non assume l'iniziativa, noi allora presentammo un ordine del giorno indirizzato alla Giunta la quale rappresenta effettivamente la Regione Piemonte; il Presidente della Giunta rappresenta la Regione Piemonte; il Presidente del Consiglio rappresenta il Consiglio regionale due momenti di una realtà unica contestuale, ma due momenti diversi.
Si è fatto riferimento ai cinesi. Per carità! E' una gran cosa che non sia capitato niente, ma anche un bambino, anche un vecchio, anche una donna, un solo uomo salvato attraverso l'apporto del Piemonte, che è sempre stato larghissimo nei confronti degli esuli, sarebbe importante.
La prima iniziativa venne presa dal Vescovo della mia città, Presidente di Pax Christi, iniziativa sulla quale è tornato il Presidente della Repubblica, raccogliendola ed accogliendola. C'é stata poi un'iniziativa torinese del Sermig che ha sborsato 50 milioni prima di averli raccolti; vi è una recente iniziativa del Club Turati che contribuisce a far veleggiare quella nave che muove spinta da Sartre. Non vi dice niente questo nome? Ebbene in questa direzione, avviamoci. Un esempio ci viene dalla Comunità montana dell' Alta Val Trebbia ai confini nostri, la quale, povera montagna che ci insegna anche in questo, propone di inserire famiglie di profughi vietnamiti nel tessuto della sua popolazione contadina.
La Giunta ci dica che cosa è in grado di proporre.



PRESIDENTE

Desidero portare a conoscenza del Consiglio regionale la lettera che mi è stata inviata dall'on. Riccardo Lombardi, Presidente del Comitato nazionale Italia-Vietnam. "Caro Presidente, come avrà certamente saputo dalla stampa, il Governo della Repubblica socialista del Vietnam ha rivolto un appello pressante al Governo e al popolo italiano per ottenere aiuti urgenti a favore delle popolazioni delle regioni colpite dalle recenti inondazioni avvenute nel Paese.
Il nostro Comitato, che ha sempre seguito e sostenuto durante la guerra il popolo vietnamita, pensa che ancora una volta si debba fare qualche cosa e venire incontro agli immensi bisogni delle popolazioni di fronte a questa drammatica calamità naturale che si è abbattuta sul Paese e che ha creato altre difficoltà alle già precarie condizioni economiche.
Una delegazione parlamentare si è recata presso il Governo per sollecitare con una certa urgenza un aiuto al Vietnam ed ha avuto delle assicurazioni in merito.
Da parte nostra stiamo cercando un mezzo per poter mandare rapidamente nel Vietnam gli aiuti richiesti. Probabilmente una nave partirà dall'Italia per il Vietnam con generi di prima necessità. Speriamo che anche lei voglia esaminare la possibilità di un contributo che servirebbe a comperare le cose che i nostri amici vietnamiti hanno indicato.
Certi che ancora una volta Torino possa rispondere all'appello umanitario rivolto dal Vietnam, ringraziandola in anticipo, le inviamo i nostri più cordiali saluti".
L'Assessore Simonelli nella sua replica aveva ricordato come le Regioni si stessero muovendo su ambedue gli aspetti.
Anche per questo motivo propongo una riunione dei Capigruppo per le ore 15,15 per entrare nel concreto dei problemi e per decidere i mezzi e i modi per fare in maniera che le sue istanze presentate siano contemperate.
Vi sono obiezioni? Non ve ne sono.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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