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Dettaglio seduta n.248 del 19/03/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali relativi alle sedute del 22, 26 e 27 febbraio sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta. Se non vi sono osservazioni, si danno per approvati.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Soldano, Vietti e Paganelli relativa all'assegnazione al Comitato provinciale ARCI di Torino di un finanziamento di L. 85.000.000 ed interrogazione dei Consiglieri Castagnone Vaccarino ed Enrichens inerente alla richiesta di chiarimenti sulla deliberazione della Giunta regionale n. 47/17920


PRESIDENTE

Il punto secondo all'ordine del giorno reca: "Interrogazioni ed interpellanze". Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Martini, Soldano, Vietti e Paganelli relativa all'assegnazione al Comitato provinciale ARCI di Torino di un finanziamento di L. 85.000.000 e l'interrogazione dei Consiglieri Castagnone Vaccarino ed Enrichens inerente alla richiesta di chiarimenti sulla deliberazione della Giunta regionale n.
47/17920.
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore ai beni culturali

Nella Regione Piemonte si è spesso parlato dell'esigenza di decentramento culturale. La Giunta ha recepito questo orientamento, tant' vero che alcune iniziative di maggior rilievo sono state ipotizzate per Alessandria, per la Valle di Susa e per la provincia di Cuneo.
Questa iniziativa è stata incentrata quasi totalmente sulla provincia di Cuneo perché si è ritenuto che potesse sollevare riflessioni strettamente legate ad un'opera di un famoso autore locale il quale, per i suoi precedenti letterali e per la sua capacità emotiva, può essere paragonato per ciò che riguarda la scuola a Don Milani. L'idea di questa iniziativa ci è venuta dopo aver visto le fotografie della mostra (a chi lo richiedesse potremmo offrirne un catalogo), che sono molto belle, molto emotive, che penetrano il mondo contadino e che non sono politicamente orientate, ma sollecitano una riflessione sui fatti accaduti nel passato soprattutto sul recupero dei valori.
L'iniziativa è della Regione, che però ha voluto coinvolgere i Comuni della zona. Il 10 gennaio abbiamo convocato 23 Comuni dei Comprensori del Cuneese: 13 erano presenti, 2 si sono giustificati, gli altri sono stati contattati in seguito. Con loro abbiamo concordato alcune proposte, altre ne abbiamo sollecitate ai Comuni stessi. La proposta di inserire nel programma il "Mondo dei vinti", realizzato dai ragazzi delle scuole medie è venuta dal Comune di Torino. L'abbiamo' accettata di buon grado e abbiamo trovato anche il modo di organizzare la complessa manifestazione attraverso L'arci che, come vedrete dalle spese che ora documenterò, ci guadagnerà poco.
L'iniziativa comporta: spese di allestimento della mostra (circa 10 milioni) spese per manifesti relativi alla mostra e relativi alle iniziative che abbiamo fatto stampare per tutti i Comuni della zona con il nome del Comune e la data delle manifestazioni per un costo di 2 milioni spese di montaggio e di smontaggio della mostra nei Comuni di Cuneo presso il quale è già stata inaugurata, Savigliano, Ceva, Acqui, Dogliani Alessandria, Alba, Vignale ed infine . Torino; e spese di trasporto che nonostante una valutazione preventiva, saranno calcolate a consuntivo.
Abbiamo inoltre acquistato per le scuole 1.000 copie del catalogo edito da Mazzotta.
Il secondo elemento delle manifestazioni è costituito dai due inediti di Fenoglio, che verranno presentati in prima mondiale a Cuneo e che comporteranno circa 30 repliche nei Comuni di Cuneo, Cirié, Chivasso Saluzzo, Bussoleno, Ivrea, Torino, Fossano, Piossasco, Asti, Canelli Acqui, Bra, Savigliano, Omegna, Alba, Alessandria e Collegno; il tutto è preventivato per un costo di 35 milioni circa.
La terza iniziativa comprende uno spettacolo al "Teatro delle dieci".
Apertura con lo spettacolo dei "Malnutrj" di Mario Leone, autore popolare del mondo contadino della fine del secolo scorso. Lo spettacolo contiene inoltre una serie di poesie e di canzoni di autori piemontesi, un pezzo dei "Grilli attorno alla casa" di Sarasso, un pezzo preso dal "Mondo dei vinti" di Nuto Revelli, altri pezzi presi da Pavese Arpino, Levi e Fenoglio. Questo spettacolo è molto complesso e avrà venti repliche nei Comuni di Cuneo, Garessio, Borgo San Dalmazzo Savigliano, Pinerolo, Nizza, Alessandria, Bra, Bossolasco, Asti, Busca e Torino. Queste rappresentazioni costeranno circa 20 milioni.
C'é infide lo spettacolo proposto dai ragazzi di Cuneo che si terrà in 9 Comuni.
Pensiamo di rimborsare le spese di vitto e di trasporto, oltre a piccoli ricordi per i ragazzi. Non siamo ancora in grado di valutare il costo.
In ultimo, vengono proiettati due films: "Ligabue" di Zavattini e "L'albero degli zoccoli", di alto contenuto etico e religioso. Avremo per il primo otto rappresentazioni; per il secondo nove rappresentazioni a Savigliano, Ceva, Nizza, Dogliani, Monesiglio, Alessandria, Bra e Cherasco.
Si prevede una spesa di 2 milioni e mezzo: Si terranno infide due tavole rotonde: a Cuneo sui problemi del mondo contadino nella realtà cinematografica, manifestazione che costerà pochissimo perché si rimborseranno soltanto le spese e alla quale partecipano un professore dell'Università di Torino e lo stesso Revelli a Torino si terrà un dibattito generale sulla capacità di esprimere della fotografia. Il costo si aggirerà sui 2 milioni circa.
Vi sono poi le spese di segreteria per il coordinamento dell'attività di trasporto e le spese postali che sono valutate attorno ai 5 milioni. Per mettere a punto un'iniziativa così complessa, abbiamo incaricato un'organizzazione esterna alla quale abbiamo pagato per 'quattro mesi e mezzo circa di lavoro 3 milioni di lire. Abbiamo ritenuto meritevole questa iniziativa, prima di tutto perché è calata all'interno di una realtà e in secondo luogo perché non è un'iniziativa di parte come dimostrano i vari spettacoli.
In questo caso L'arci ha funzionato unicamente come ente organizzatore e pagatore; ha svolto un lavoro che avrebbe potuto svolgere direttamente l'Assessorato se disponesse dei funzionari di cui dovrebbe disporre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Tutte le forze politiche possono concordare sulla validità di un'iniziativa di questo genere. L'Assessore ha però calcato forse un po' troppo la mano sul fatto che vengono dati dei lavori più o meno cattolici mentre sappiamo quanto sia oggi difficile dare delle etichette sia per il mondo cattolico sia per il mondo marxista.
L'interrogazione aveva però lo scopo di contestare la validità dell'organizzazione dell'ARCI.
Infatti a Boves è stato proiettato il film di Ligabue con venti persone presenti perché le locandine di propaganda sono state recapitate al Comune il giorno dopo la proiezione.
Il Comune di Cuneo era interessato a svolgere un'attività di coordinamento con la Giunta regionale, però i fondi sono mancati, mentre per L'arci si sono trovati.
Richiamandomi a quanto è detto nell'interrogazione preciso che la deliberazione è stata assunta il 1.2 dicembre mentre i Comuni, fatta eccezione per Cuneo, sono stati contattati per la prima volta il 12 gennaio, dopo che erano già stati inseriti nella parte narrativa della deliberazione che autorizza la spesa. La risposta dell'Assessore non è stata su questo esauriente. Mi dichiaro soddisfatto sulla risposta relativa agli oneri dell'ARCI.
La terza domanda si riferisce agli impegni del Comitato provinciale ARCI di Torino sui quali sussistono alcuni dubbi.
Nella parte narrativa della stessa deliberazione, al secondo capoverso si dice: "Partendo dal volume 'Mondo dei vinti' di Nuto Revelli il Comitato provinciale ARCI, d'intesa con .la Giunta regionale, intende realizzare un'importante iniziativa"; al nono capoverso si dice: "Per la realizzazione di tale programma della- Regione si è pensato di affidare l'incarico al Comitato provinciale ARCI, associazione che può fornire adeguate strutture".
A questo punto è lecito domandare: l'iniziativa è stata assunta dalla Regione per essere affidata all'ARCI, oppure è stata assunta dall'ARCI per essere finanziata dalla Regione? La deliberazione è formalmente confusa scorretta e, a mio parere, anche viziata di possibile illegittimità.
Infatti, non fa riferimento a nessuna legge regionale, quando l'intera materia è disciplinata dalla legge regionale n. 58 del 1978.
L'oggetto della deliberazione della Giunta non- trova riferimento in nessuno dei casi elencati dall'art. 4 di quella legge. La Giunta, anzich aprire dei dibattiti generali sulla promozione e lo sviluppo di tali attività, trovando necessariamente le forze politiche consenzienti, si preoccupi di dare invece giustificazione dell'applicazione della legge che il Consiglio ha approvato proprio per impedire che certe iniziative potessero essere sospette di clientelismo. Poiché il riferimento alla legge non c'é, la mia convinzione è che c'è stata la volontà di favorire tale organizzazione, tanto più in un periodo in cui altre organizzazioni del genere sono in concorrenza con L'arci per la destinazione dei circoli Enal del Piemonte, che in questo momento sono senza paternità.
Mi dichiaro quindi insoddisfatto per i motivi espressi.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Non ci pare che la scelta dei luoghi per le manifestazioni culturali attorno al libro di Nuto Revelli sia stata la più adatta a suscitare interesse a determinati problemi che esigono di essere risolti. Non si tratta in questo caso di spettacoli genericamente culturali, ma di una cultura che insiste particolarmente su alcuni tipi di strutture sociali ed economiche.
Senza dubbio il libro di Revelli è più provocatorio nei confronti della classe politica, che non ha mai affrontato quei problemi, che non nei confronti delle popolazioni che quei problemi già conoscono.
Nulla da dire sulla mostra aperta a Cuneo ineccepibile dal punto di vista culturale e chiara dal punto di vista della presentazione. Mi lascia invece perplessa il fatto che la Giunta abbia scelto quella sola associazione per organizzare la manifestazione.
La risposta dell'Assessore a questo proposito non è stata soddisfacente. Se L'arci sarà efficiente potremo dirlo alla fine della manifestazione. E' certo che anche altre associazioni sono efficienti e capaci e sono tanto più efficienti e capaci quando svolgono questi programmi unitariamente.
A mio avviso questo affidamento si configura come appoggio vero e proprio ad un'associazione culturale paracomunista, parzialmente parasocialista, direi quindi paragiunta.
Per queste ragioni non posso dichiararmi soddisfatta delle dichiarazioni dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini per la replica.



FIORINI Fausto, Assessore ai beni culturali

La legge n. 58 sui beni culturali segue ormai le sue procedure. In assenza della consulta il piano di realizzazione è stato portato all'esame della Commissione presso la cui sede sono stati giacenti i documenti per una settimana. Cinquanta milioni sono stati recuperati dai residui 1978 di un'altra legge. La decisione è stata presa rapidamente perché c'erano punti di riferimento in alcuni Comuni, in particolare l'Assessore Streri mi aveva assicurato la sua adesione preliminare.
L'ARCI è stata scelta perché già in alcuni casi avevamo rilevato la sua efficienza, così come avevamo rilevato l'efficienza dell'ENDAS in altre manifestazioni, per le quali quest'ultima associazione era meglio attrezzata.
Non vorrei che si facesse discriminazione tra un'associazione e l'altra e sul colore politico anche perché le tre associazioni che operano in questo settore il più delle volte operano assieme; in questo caso la manifestazione è stata organizzata da un incaricato e un funzionario. Se fossero state coinvolte le tre associazioni il costo sarebbe stato maggiore. Se sarà opportuno in futuro consulteremo anche le altre.
Ringrazio il Consigliere Martini della segnalazione a proposito del Comune di Boves, che, in realtà, è stato il più recalcitrante forse non a caso. Il Sindaco di Boves è stato l'unico a protestare.



PRESIDENTE

Le due interrogazioni sono così discusse.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni - Trattamento economico dei membri del Comitato di controllo

Interrogazione del Consigliere Beltrami sulle difficoltà nelle quali versa il CO.RE.CO., di Verbania


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Beltrami sulle difficoltà nelle quali versa il CO.RE.CO., di Verbania.
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' il problema degli uffici periferici per i quali è difficile trovare il personale soprattutto perché anche il personale trasferito dallo Stato ha normalmente residenza nei grossi centri.
Tuttavia devo dire al Consigliere Beltrami che in queste ultime settimane è stata ultimata la dotazione del personale del CO.RE.CO., di Verbania con otto persone, portandolo all'entità degli altri Comitati di controllo del resto del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Ad una precisazione così veloce rispondo in termini ugualmente brevi.
La carica umana del Presidente e la sua capacità di persuasione, piuttosto accattivante, tenta di convincere che i sette posti che a me risultano a Verbania, siano, come lui dice, otto.
La mia interrogazione è valsa a provocare la stimolazione perché la pratica possa essere perfezionata. Insisto, signor Presidente, perché lei continuando a pensare a problemi spazialmente più impegnativi, guardi anche al CO.RE.CO., di Verbania.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata così svolta.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione del Consigliere Cerchio per conoscere quale destinazione si intende dare ai complessi costituenti gli ex ospedali psichiatrici nei Comuni di Collegno e Grugliasco


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione del Consigliere Cerchio per conoscere quale destinazione si intende dare ai complessi costituenti gli ex ospedali psichiatrici nei Comuni di Collegno e Grugliasco.
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

In applicazione a quanto previsto dalla legge n. 883 della riforma sanitaria, questo Assessorato ha allo studio un progetto legislativo per disciplinare la materia relativa all'assistenza psichiatrica.
La legge regionale dovrà prevedere, ai sensi del primo comma dell'art.
64 della citata legge, il superamento degli ospedali psichiatrici e neuropsichiatrici e la diversa utilizzazione, correlativamente al loro rendersi disponibili, delle strutture esistenti nell'ambito del piano sanitario regionale.
Inoltre il successivo art. 6 della stessa legge prevede il trasferimento, da adottarsi con atti legislativi e atti amministrativi, al patrimonio dei Comuni in cui sono collocati con vincoli di destinazioni all'Unità Sanitaria Locale, dei beni mobili ed immobili e dell'attrezzatura degli ospedali psichiatrici dipendenti dalla Provincia e dalle Ipab.
Pertanto la destinazione degli attuali complessi dovrà essere prevista nel quadro del piano regionale, attualmente in fase avanzata di elaborazione, in ogni caso da adottarsi entro il 30 ottobre prossimo venturo, dalle disposizioni legislative regionali di attuazione della legge n. 883.
Intanto i vari elaboratori degli ospedali possono già essere utilizzati, previa convenzione, dai Comuni di Collegno e Grugliasco in attesa della gestione globale da parte dell'Unità Sanitaria Locale, nonch da parte della direzione degli Enti mutualistici.
Per quanto riguarda le attrezzature, l'Assessorato è entrato recentemente in possesso dell'elenco inventariato dal quale risulta che il complesso delle apparecchiature sanitarie di proprietà degli ospedali psichiatrici di Torino, ammonta, secondo i valori al prezzo di acquisto, a L. 167.730.300. Le attrezzature stesse sono state acquistate per la maggior parte negli anni '70, mentre pochissime di esse risultano acquistate negli anni '60 e in tempi più remoti. Anche il corretto utilizzo di dette attrezzature, molte delle quali in uso per la necessità dei pazienti tuttora ricoverati, troverà la sua esatta collocazione non solo nell'atto del trasferimento ai Comuni, ma, come si è già avuto occasione di far rilevare, anche prima dello stesso in relazione all'attuazione del superamento graduale dei presidi psichiatrici.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Sono sostanzialmente insoddisfatto e cercherò di motivare la mia insoddisfazione.
Il 29 gennaio con la nostra interrogazione chiedevamo una spiegazione sull'utilizzo di quei locali e su quanto veniva dichiarato in ordine alla destinazione in quei locali delle Facoltà di agraria e veterinaria, la cui destinazione andava pellegrinando nelle ipotesi del Carmagnolese, del Chierese e del Pinerolese.
Due giorni dopo la presentazione della nostra interrogazione l'Assessore Fiorini, rispondendo ad alcuni colleghi sul problema del decentramento delle sedi universitarie, comunicava che nei locali dell'Ospedale nuovo di Grugliasco si sarebbero localizzate le Facoltà di agraria e di veterinaria, le quali chiedevano 40-50 mila metri quadrati di terreno, ma si accontentavano di 16-17, quanti erano appunto i metri quadrati che l'ospedale psichiatrico poteva garantire.
Tutto questo avveniva senza che di queste ipotesi venissero informati né il Consiglio regionale, né la popolazione locale.
E' pur vero che il territorio non è a vocazione agricola per cui non risponde alle esigenze delle due Facoltà, ma è anche vero che i Consigli di amministrazione delle Facoltà si trovano ad avere più spazio dell'attuale per cui possono anche esprimere un parere favorevole se altre alternative non vengono proposte.
In queste settimane nei Comuni di Grugliasco, Rivoli e Collegno si è costituita una comunità di base che sta cercando di proporre alternative a questa localizzazione. La nostra forza politica aveva proposto di creare in quei locali un Centro di Medicina del lavoro, c'è inoltre la proposta di farvi un Centro di formazione paramedico.
Sarà opportuno che l'Assessorato dia una risposta concordata con gli altri Assessorati e soddisfacente su questi problemi. Non è possibile ammettere che da parte dell'Assessorato all'istruzione o da parte della Presidenza della Giunta, si dia una certa risposta in ordine alla destinazione a Grugliasco delle due Facoltà e che l'Assessore alla sanità di questo non sappia nulla e non ne faccia cenno nella risposta odierna. E' una grave carenza, un grave vuoto di programmazione che dobbiamo denunciare soprattutto nel momento in cui si stanno facendo delle scelte per nulla partecipate, per nulla verificate, sulla pelle degli abitanti della zona.
Alcuni amministratori, non della nostra parte politica, dei Comuni di Grugliasco, Collegno e Rivoli stanno protestando per queste scelte fatte dagli Enti locali superiori.
Mi dichiaro profondamente insoddisfatto.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così svolta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione del Consigliere Paganelli inerente ai bandi di concorso n. 74 e 75 per posti di laureati in medicina e chirurgia e di medicina veterinaria


PRESIDENTE

In ultimo, vi è l'interrogazione del Consigliere Paganelli inerente ai bandi di concorso n. 74 e 75 per posti di laureati in medicina e chirurgia e di medicina veterinaria.
Risponde il Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'art. 4 della legge n. 22/74 riserva alcuni posti di istruttore agli impiegati regionali con la qualifica di segretario o di capoufficio in possesso del diploma di istruzione di secondo grado e con un'anzianità di almeno cinque anni.
Poiché la legge lo prevede, questa riserva va mantenuta. La Giunta con deliberazione del 30 gennaio 1979, ha approvato un correttivo precisando che possono partecipare al concorso i dipendenti in possesso del prescritto diploma ai laurea, dati i requisiti richiesti dai bandi medesimi, e il bando è stato corretto in questo senso. Evidentemente se si richiede il titolo non servono i cinque anni di anzianità. E' un rebus che l'art. 4 della legge n. 22 ha lasciato insoluto, a cui la Giunta regionale ha dato quell'interpretazione. Se ci mettiamo però su questa strada, anche per gli altri concorsi ci sarà la riserva dei posti solo per coloro che hanno il diploma di laurea nella materia specifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Se .nell'applicazione di una legge, che può essere il portato di una diversa maggioranza, si rileva qualche meccanismo imperfetto (d'altra parte l'art. 4 dice che può esserci la riserva purché sia compatibile), si deve usare il buon senso, l'intelligenza e, se del caso, il normale meccanismo valido per tutte le leggi, relativo alla modifica della legge che all'atto pratico si rileva inapplicabile.
Prendo atto che la Giunta ha modificato il bando di concorso, ma rilevo al Presidente della Giunta, che è anche avvocato, che non si può fare il medico o il veterinario se non si ha la laurea, perché se si esercita abusivamente una professione si viola la legge e si rischiano le pene che in questo caso la legge commina.
Su una modifica di legge di questo genere penso sia facile trovare l'accordo delle parti politiche.



PRESIDENTE

Per la replica, la parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione del Consigliere Paganelli solleva un problema reale, è quindi opportuno trovare un correttivo come ha suggerito lui stesso.



PRESIDENTE

Con questa interrogazione abbiamo esaurito il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Il punto terzo all'ordine del giorno reca: "Comunicazioni del Presidente".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellomo, Fonio Moretti, Raschio, Picco, Minucci, Genovese, Franzi e Benzi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 392: "Adeguamento misura dell'indennità di carica", presentato dai Consiglieri Bellomo, Benzi, Fabbris, Paganelli, Petrini, Sanlorenzo Castagnone Vaccarino e già approvato in una seduta precedente n. 393: "Istituzione del parco naturale 'Rocca di Cavour' " presentato dai Consiglieri Chiabrando, Colombino e Picco in data 27 febbraio 1979 n. 394: "Norme per la definitiva assegnazione agli uffici regionali ed agli Enti locali del personale messo a disposizione della Regione in attuazione del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 e della legge 21 ottobre 1978 n. 641", presentato dalla Giunta regionale in data 8 marzo 1979 n. 395: "Per la consultazione della popolazione sulla realizzazione di centrali nucleari in Piemonte" di iniziativa popolare, presentato in data 8 marzo 1979 n. 396: "Modifica al terzo comma, articolo 33, legge regionale 6 novembre 1978, n. 68", presentato dai Consiglieri Calsolaro e Bono in data 14 marzo 1979 n. 397: "Istituzione del parco naturale Orsiera Rocciavré" presentato dalla Giunta regionale in data 14 marzo 1979 n. 398: "Licenza per l'esercizio della pesca nelle acque interne" presentato dalla Giunta regionale in data 16 marzo 1979 n. 399: "Norme per la diffusione di pubblicazioni concernenti organizzazione di viaggi e crociere", presentato dalla Giunta regionale in data 16 marzo 1979.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 25 gennaio 1979: 'Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative, trasferite o delegate alla Regione ai sensi dell'art. 64 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 e attualmente svolte dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura, relative alle materie 'Fiere' e 'Distributori di carburanti' " alla legge regionale del 25 gennaio 1979: "Proroga e modificazioni alle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 17 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, concernente criteri generali per la costruzione l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali costruiti e gestiti con il concorso .dello Stato di cui alla legge 6 dicembre 1971 n. 1044, e con quello della Regione" alla legge regionale del 25 gennaio 1979: "Istituzione del Centro di formazione professionale di Orbassano" alla legge regionale del 25 gennaio 1979: "Provvedimenti per l'incentivazione dell'attività degli Enti di promozione sportiva" alla legge regionale del 25 gennaio 1979: "Norme per la programmazione sportiva in Piemonte" alla legge regionale del 31 gennaio 1979: "Istituzione dell'Istituto per le piante da legno e l'ambiente della Regione Piemonte" alla legge regionale del 26 febbraio 1979: "Erogazione di un contributo straordinario al Comune di Stresa per la ristrutturazione del Palazzo dei Congressi".
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Comunicazioni della Giunta regionale su progetti servizi sociali occupazione giovanile legge n. 285 in scadenza e richiesta autorizzazione al Governo per la proroga


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: "Comunicazioni della Giunta regionale su progetti servizi sociali occupazione giovanile legge n.
285 in scadenza e richiesta autorizzazione al Governo per la proroga".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta ha il dovere di darvi questa informazione e di sollecitare il vostro parere data la scadenza, ormai vicina, dei primi contratti per servizi socialmente utili che abbiamo attuato in base alla legge sull'occupazione giovanile.
Da circa un anno sono in attività, presso la Regione o distaccati presso altri Enti, i giovani assunti con contratto a termine in attuazione della legge n. 285 per essere utilizzati in servizi socialmente utili.
I giovani oggi in attività sono 642 di cui 167 laureati, 344 diplomati e 131 con la scuola dell'obbligo, impegnati in nove progetti che ricordiamo: assistenza tecnica alle Comunità montane: 53 giovani in parte utilizzati Presso le Comunità montane tutela delle acque dall'inquinamento: 63 giovani utilizzati in parte presso gli Assessorati all'ecologia delle Amministrazioni provinciali definizione vincoli pedologici: 15 giovani sistemazione idrogeologica e forestale: 70 giovani censimento beni culturali del Piemonte: 164 giovani ampliamento organici musei: 67 giovani utilizzati presso i musei degli Enti locali ampliamento organici biblioteche: 146 giovani utilizzati presso le biblioteche degli Enti locali; - programmazione: 69 giovani censimento strutture turistiche: 29 giovani.
Del totale dei giovani, 212 operano a livello di Comprensorio, 31 a livello di Comunità montane, 34 presso Province, 181 presso le biblioteche locali, 64 presso musei locali e i rimanenti presso gli uffici centrali e periferici dell'Amministrazione regionale.
I dati analitici sono riportati nel fascicolo distribuito.
I giovani sono stati assunti con contratto a termine della durata di 12 mesi così come a suo tempo richiesto dal CIPE, per cui i primi contratti cominceranno a scadere a partire dall'inizio del maggio prossimo; in questo mese, infatti, scadranno 420 contratti, a giugno 159, a luglio 40 e i rimanenti nei successivi mesi di settembre e ottobre.
La Giunta nelle settimane scorse si è posta dunque il problema del futuro di questi giovani alla scadenza del contratto, problema della cui gravità si era peraltro consapevoli dall'avvio dell'intera operazione progetti e di cui si è fatto cenno anche in altre occasioni in questa sede.
Se ne é, inoltre, discusso fra le Regioni e con il Ministero del lavoro il quale, fra l'altro,' si è trovato ad affrontare le stesse questioni in riferimento alle scadenze dei progetti avviati dall'Amministrazione statale. Lo Stato, in effetti, fin dall'ottobre scorso, con un'apposita deliberazione del CIPE, si è orientato, per quanto riguardava i propri progetti, ad una loro proroga sia pure non automatica, ma rimessa alla valutazione discrezionale delle singole Amministrazioni dello Stato, avendo come obiettivo un complesso assorbimento dei giovani mediante concorsi nella pubblica amministrazione.
Per quanto riguardava i progetti regionali, il CIPE ed il Ministero del lavoro hanno rimesso a valutazioni discrezionali delle singole Amministrazioni le linee da seguire, pur riservandosi l'approvazione delle decisioni e i relativi finanziamenti come del resto fissato dalla legge.
Inizialmente, nei contatti intercorsi nel dicembre scorso fra le Regioni, sembrava prevalere un orientamento contrario alla proroga dei progetti, soprattutto motivato dalla necessità, particolarmente sentita dalle Regioni dove più consistente era il numero dei giovani iscritti alle liste e quindi in attesa di occupazione, di offrire a questi ultimi una possibilità, sia pure temporanea, di un'attività lavorativa.
In un successivo approfondimento del problema, anche tenuto conto della diversa situazione normativa apportatasi con le modifiche della legge n.
479/78 all'originaria legge sull'occupazione giovanile, nonché del confronto svolto con le organizzazioni sindacali, si è fatto prevalente un orientamento diverso, volto a consentire la proroga dei progetti e dei contratti di lavoro, linea sulla quale si sta attualmente muovendo la maggior parte delle Regioni e che trova favorevoli il Ministero del lavoro ed anche, si ritiene, il CIPE.
Per quanto specificatamente riguarda il Piemonte, riteniamo che una linea di questo tipo sia giustificata sulla base delle seguenti considerazioni: i nostri progetti, per le loro caratteristiche, si propongono obiettivi che richiedono un periodo di tempo superiore all'anno, tant'é che in sede di predisposizione dei progetti si era richiesto al CIPE una durata di 24 mesi che non si era potuta ottenere in quanto la decisione del CIPE stesso era stata quella di portare a 12 mesi la durata dei progetti delle Regioni si tratta di evitare la dispersione di capacità professionali ormai acquisite, anche in conseguenza dei corsi di formazione in cui i giovani sono stati impegnati nel primo periodo della loro attività e che consentono adesso di essere messi a frutto con i primi risultati operativi il permanere della difficile situazione occupazionale non permetterebbe ai giovani un facile inserimento nel mondo del lavoro mentre d'altra parte, gli Enti locali e in particolare la Regione, in relazione all'accrescersi delle competenze e, per quanto riguarda specialmente l'Amministrazione regionale, la riorganizzazione degli uffici in conseguenza dell'approvazione della normativa sulle strutture e delle dotazioni organiche, abbisogneranno di nuovo personale qualificato.
Fin tanto che i giovani dei progetti proseguiranno la loro attività potranno, almeno in parte, trovare una sistemazione definitiva attraverso i concorsi pubblici che la Regione, le Province, i Comuni e le Comunità montane potranno bandire.
Per quanto riguarda in particolare la Regione, in questi concorsi si potrà tener conto della qualificazione professionale acquisita dai giovani nello svolgimento della loro attività, pur essendo ovvio che il concorso è aperto all'esterno e quindi anche l'insieme dei giovani che figurano nelle liste che non hanno ancora avuto una collocazione lavorativa.
Queste valutazioni e linee d'intervento sono state discusse con le organizzazioni sindacali che le hanno condivise e di conseguenza, cori delibera del febbraio scorso, la Giunta regionale ha provveduto a chiedere al CIPE la proroga dei progetti ed il relativo finanziamento.
La richiesta è ora all'esame dei competenti organi governativi anche perché, in quella sede, dovranno essere superate talune difficoltà tecnico amministrative in ordine alle modalità della proroga, ovvero se questa possa avvenire mediante un semplice prolungamento dei contratti attuali (come richiesto dalla Regione Piemonte) sulla base della considerazione che già larga parte del primo periodo dell'attività dei giovani era stata dedicata alla formazione professionale, o se invece i contratti dovranno essere trasformati in contratti di formazione - lavora seguendo cioè il modello del contratto già operante nel settore privato e che comporterà pero modificazioni sia nella retribuzione dei giovani, sia nell'organizzazione della loro attività.
La Giunta sta comunque in questi giorni tenendo i contatti con il Ministero del lavoro per definire questi problemi.
Parallelamente, con particolare riferimento a quei progetti per i quali i giovani sono utilizzati a livello di altri Enti (musei, biblioteche Province, Comunità montane), la Giunta prenderà relativi contatti con gli organi associativi degli Enti locali per discutere con loro il futuro dei giovani secondo la linea sopra indicata.
Questo per quanto riguarda i servizi socialmente utili. Ma dandovi questa informazione, è utile ricordare, sia pure rapidamente perché un certo quadro lo avevamo fatto presentando nei mesi scorsi il bilancio della gestione di questa legge, che nel settore privato i dati successivi alla modifica della legge 285 nel luglio scorso confermano quanto già avevamo portato in aula indicato nella precedente relazione, e cioè un maggior interesse degli operatori per i contratti di formazione - lavoro. Infatti gli ultimi dati disponibili del Ministero del lavoro danno le seguenti cifre: giovani avviati con contratto a tempo indeterminato: 716 giovani avviati con contratto di formazione-lavoro: 311.
Come si vede, mentre continua l'andamento positivo per i contratti a tempo indeterminato, i contratti di formazione - lavoro che, come si ricorderà, dall'inizio della legge fino al luglio scorso non avevano superato il centinaio, hanno avuto un incremento rilevante che ci induce ad essere cautamente ottimisti sui risultati che si avranno nei prossimi mesi.
Naturalmente ciò non dipenderà solo e tanto dalla Regione.
Si deve considerare che, in sede di Commissione regionale per l'impiego, sono stati affrontati alcuni problemi in ordine a questa forma specifica di contratto e che se si riuscirà a trovare fra le parti speciali un accordo su alcuni suoi aspetti non ancora definiti, in modo da offrire alle parti un quadro di riferimento preciso, questo fatto potrà a nostro giudizio costituire un utile elemento di stimolo, unitamente alle iniziative delle organizzazioni sindacali, nei confronti dei datori di lavoro per accendere questo particolare tipo di rapporto di lavoro.
Io credo, signori Consiglieri, che ancora queste risultanze che aggiornano le informazioni che già avevamo fornito in questa sede confermano che, pur con i limiti della legge, la Regione ha operato attivamente per l'applicazione della stessa.
Questa che vi abbiamo fornito stamane è un'informazione su un aspetto particolare che concerne i servizi socialmente utili e che vi dovevamo date le vicine scadenze; ma desidero concludere rilevando che la Giunta se ha consapevolezza che nel campo dei pubblici servizi devono essere fatti adeguamenti e aggiustamenti, ha peraltro coscienza che in questo campo non sono ulteriormente prevedibili (e a mio giudizio non sono e non debbono essere ulteriormente auspicabili) grandi dilatazioni occupazionali.
Dobbiamo invece avere consapevolezza che si tratta di operare (prestando per esempio, gli strumenti formativi necessari, cosa che l'Assessore Fiorini ha fatto) per l'occupazione nei settori direttamente produttivi dell'industria e dell'agricoltura.
I primi - modesti ma significativi - risultati conseguiti dimostrano che questa è una strada percorribile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ci troviamo di fronte alla richiesta di proroga dei progetti per servizi socialmente utili attuati in base alla legge sull'occupazione giovanile. Sin dall'avviamento di questa operazione il nostro Gruppo aveva richiesto il coinvolgimento delle rappresentanze dei Gruppi della minoranza, coinvolgimento che nella fase attuativa ha stentato a realizzarsi. Anche se sarebbe opportuno un coordinamento fra tutte le Regioni nel proseguimento della gestione della legge n. 285, ci pare non corretto uniformare l'atteggiamento della Regione Piemonte a quello delle altre Regioni dal momento che hanno fatto scelte diverse in ordine ai progetti socialmente utili. Quindi non deve esserci proposta una proroga automatica, ma rimessa al giudizio delle istituzioni decentrate delle Regioni in modo che, se fosse stata data preventivamente, avrebbe fatto emergere alcune considerazioni e alcuni giudizi su quanto di positivo e quanto di negativo è risultato in questo anno di gestione della legge.
Alcuni progetti si sono dimostrati socialmente inutili.
Dalla relazione dell'Assessore rileviamo che attualmente sono 642 gli occupati, ma all'inizio erano molti di più, il che vuol dire che alcuni hanno trovato nel frattempo un'occupazione oppure si sono dimessi indipendentemente da un 'occupazione alternativa. L'esempio del progetto interessante i beni culturali, che prevedeva di avviare 150-200 giovani all'interno dei sistemi bibliotecari, è emblematico. C'era l'illusione di avviare un discorso di recupero in questo campo, ma si è verificata una certa ingovernabilità dei soggetti i quali non si sentono di dipendere n dalla Regione né dal Comune nella gestione delle biblioteche. In molti di questi ambienti, si sono verificate delle gestioni anarchiche.
A questo punto ci chiediamo se tutti i progetti debbano essere automaticamente rinnovati e non possiamo che esprimere dubbi e perplessità come d'altra parte avevamo già espresso sin dall'inizio di questa operazione.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Dovremmo intanto discutere se questi progetti sono effettivamente utili o se li abbiamo fatti diventare utili per forza, il problemi che ci troviamo di fronte erano già stati previsti nel corso della prima discussione sulla legge 285, quando avevamo previsto che sarebbe stato difficile dimettere i giovani dopo che erano stati inseriti nei progetti socialmente utili. E' un problema imputabile alla legge istitutiva, la quale già lasciava intravvedere i possibili risultati: o i giovani avrebbero trovato una occupazione alternativa, o non l'avrebbero trovata e sarebbe stato difficile dimetterli senza provocare, delle perturbazioni alla gestione complessiva del personale regionale.
I dati fornitici sono più di carattere statistico che di carattere qualitativo, manca infatti il giudizio della Giunta sulla effettiva utilità dei progetti e sulla capacità dei giovani assunti. Mi domando se questo che ci viene proposto è un rinnovo automatico, lasciando supporre che tutti i 642 giovani si sono dimostrati all'altezza dei compiti loro assegnati. La nostra società avrebbe così raggiunto, per la prima volta nella storia, il livello di perfezione.
Ci troviamo di fronte a persone che sono state assunte in base ad una legge precisa e senza concorso. Tuttavia questo contratto del tutto particolare, che venga rinnovato o prolungato, richiede un giudizio preciso sul lavoro fin qui svolto. Con quali criteri la Giunta intende rinnovare il contratto? Gli Assessorati che hanno gestito i progetti socialmente utili hanno fatto una valutazione del personale impiegato? Nel caso di un concorso questi giovani saranno privilegiati rispetto agli altri cittadini in attesa di occupazione e che non hanno ricevuto quel tipo di istruzione dalla Regione? Questo secondo il nostro parere non sarebbe giusto, perch creerebbe una discriminazione tra cittadino e cittadino che non saprei come potrebbe essere giustificata dal punto di vista costituzionale.
Desideriamo notizie meno statistiche e più di merito. Permane la preoccupazione che a questa proroga ne segua inevitabilmente di qui a un anno un'altra e che questa assunzione extra-concorso, rinnovata di anno in anno, finisca per diventare una assunzione definitiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Su questa materia il nostro partito a livello nazionale aveva fatto alcune critiche che anche i partiti di maggioranza hanno fatto, salvo poi votare in Parlamento la legge Anselmi. Questo mi rende un po' perplesso. A livello locale avevo ritenuto di fare uno sforzo per capire se gli Assessori preposti a questi provvedimenti si stessero muovendo nell'ambito delle loro competenze in termini positivi o negativi sia pure in un quadro disastrato, illogico e irrazionale e avevo espresso un giudizio sostanzialmente positivo.
Dopo un primo bilancio non pare corretto ribadire la mia posizione e utilizzare soprattutto argomenti polemici nei confronti della legge per dimostrare quanto fossero fondate le nostre riserve a livello nazionale e con questo, sgravare l'Amministrazione regionale delle insufficienze che nella relazione dell'Assessore sono emerse. Le forze politiche che hanno appoggiato la sua iniziativa dovevano ulteriormente approfondire e aggiornare quanto prodotto in termini di qualificazione professionale e di creazione potenziale di posti di lavoro e non di forme assistenziali più o meno larvate.
Di fatto non è dato sapere al Consiglio regionale se lo sforzo di fantasia, che avevamo apprezzato, nell'individuare dei filoni nuovi per occupare e qualificare i giovani siano effettivamente producenti nei confronti della collettività e nei confronti dei giovani stessi. Mancando tale relazione consuntiva e qualitativa è difficile dare un giudizio sull'opportunità della proroga.
Si tratta di rinnovare tout court una situazione che stato di diritto non é, come diceva giustamente la dottoressa Castagnone Vaccarino, ma che crea ulteriori difficoltà nei confronti delle nuove leve che nel frattempo si sono affacciate a questa problematica. Le forze politiche dovrebbero riflettere e leggere attentamente il testo delle norme sull'impiego dei giovani che non solo pongono ostacoli all'accesso ai posti di lavoro, ma impediscono alla collettività di valersi di persone qualificate.
E' una situazione che rischia di diventare sempre più traumatizzante nei confronti degli interessati che saranno i primi a rendersi conto dell'inutilità di alcuni servizi che non premieranno sul piano della remunerazione psicologica ed intellettuale oltre che sull'assegno di fine mese.
L'Amministrazione regionale deve essere estremamente attenta a non determinare delle situazioni di privilegio in un paese come l'Italia su cui ci sono già molti fortunati, dagli invalidi ai pensionati di 49 anni.
Il Consigliere Cerchio giustamente rilevava che non si sa bene a che tipo di istituzione risponde il giovane che non ha il senso della gerarchia,, né quello della selezione; non partecipando ai concorsi diventa sempre più difficile aderire a questa realtà soprattutto se per avere il massimo di professionalità si fanno dei distinguo tra il laureato nei trasporti e il laureato in tecniche dei trasporti e poi in definitiva impinguiamo i nostri quadri di giovani che, ahimè, hanno soltanto il merito di non aver trovato occupazione.
Mi associo alle espressioni di riserva fatte dai colleghi che mi hanno preceduto e invito l'Assessore a integrare la sua relazione a tempi brevi per darci la possibilità di meglio conoscere e meglio determinare su questo argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Sono perplesso per il modo di fare e disfare, come nella tela di Penelope, le valutazioni sull'applicazione ed attuazione della legge 285.
E' improprio e non produttivo riaccentuare gli elementi critici dimenticando i motivi sociali e politici che hanno mosso le forze componenti la maggioranza di governo ad approvare la legge. S e dimentichiamo l'eccezionalità, la sperimentalità del provvedimento e i rischi che all'atto della sua emanazione si sarebbero dovuti correre anziché andare avanti per cumulazione di esperienze, analisi critiche rischiamo di andare verso un processo di elisione o addirittura di messa in discussione dei fondamenti che la legge ha posto in atto.
Se ci riportiamo al momento del dibattito, ricordiamo che sostanzialmente per alcuni di essi era stato ribadito il loro concetto innovativo ed esterno rispetto alle motivazioni assistenziali, che incombevano, tanto che la prosecuzione di questi progetti riveste carattere di utilità e di interesse per l'istituzione regionale... C'è un problema di governo per i giovani che sta nell'eccezionalità e nell'anomalia della legge, problema di non piccolo peso specie dove le forze sono decentrate e dove manca una minuziosa e precisa attenzione per cui si corre il rischio di aggiungere elementi di non credibilità all'azione dell'istituzione.
E' un problema che sottoponiamo alla verifica e all'attenzione rigorosa dell'esecutivo e degli altri Enti. Pensiamo al progetto riguardante la pianificazione e la programmazione, tanto per citarne due più rilevanti, e possiamo dire di avere le carte in regola.
Ci sono allora dei problemi connaturati alla struttura della legge sulla quale però è inutile aprire oggi il tiro al piccione. La legge aveva delle sue motivazioni, c'è stato anche un ripensamento critico su di essa però, oggi c'è e bisogna attuarla e mandarla avanti anche perché le motivazioni che furono alla base della sua emanazione non sono cadute. E' 'ovvio che oltre ai problemi di governo dobbiamo verificare con attenzione anche i risultati. In questo senso invitiamo la Giunta che dopo questo primo atto doveroso, su cui esprimiamo parere favorevole, proponga prima in Commissione e poi in Consiglio, un rendiconto sullo stato di operatività e sui risultati in ordine a questi progetti, anche per stabilire la differenza tra un progetto e l'altro, dal momento che alcuni garantivano maggiore operatività e produttività rispetto ad altri. Sollecitiamo quindi questo confronto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

I colleghi intervenuti ricordano che sin dall'inizio sapevamo che la gestione di questa legge avrebbe creato difficoltà, problemi non facili a causa della sua natura eccezionale e sperimentale; mai si era sperimentato uno strumento simile Potrei fare la cronistoria delle difficoltà di valutazione, dei mancati rapporti, dei ritardi delle situazioni intervenute fra la Regione e il CIPE. Non dico questo per scrollarmi la responsabilità che porto in prima persona, ma per sottolineare che non si può sempre scaricare sulla gestione locale le difficoltà e gli intoppi nelle procedure che sono di carattere nazionale. Sta di fatto che il Piemonte è la Regione che ha gestito nel miglior modo la legge sull'occupazione giovanile. Altre Regioni non hanno fatto altro che pinzare assieme i progetti dei Comuni e inviarli al CIPE senza fare nessuna scelta selettiva. Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio! Ringrazio comunque il collega Marchini che per la seconda volta rileva che le difficoltà sono attribuibili ad una situazione più generale.
Desidero dire alla dottoressa Castagnone Vaccarino che non sono Assessore al personale, tuttavia condivido il suo rilievo relativamente all'utilizzo successivo dei giovani. Sin dall'inizio avevamo previsto che questa vicenda sarebbe durata due anni, ma non credo che questo costituisca un privilegio nei confronti di questi giovani rispetto agli altri in cerca di occupazione. Credo invece che questi giovani dopo 12 mesi, e probabilmente dopo altri 12, avranno acquisito, generalmente parlando alcuni titoli di merito e alcuni elementi di qualificazione dei quali presumo si dovrà tener conto nella formulazione dei punteggi nei concorsi non sarà comunque un titolo esclusivo che ignorerà gli altri 30 mila giovani.
Mi scuso se ho presentato un giudizio unicamente statistico. Il giudizio della Giunta sulla utilità dei singoli progetti è stato dato da ogni Assessore nel momento in cui la Giunta ha discusso questo problema dovendo dare una indicazione al CIPE. Non so dire se il rinnovo sarà automatico. Realisticamente parlando la nostra risposta sarà analoga a quella che avrà fatto il Governo. Comunque dopo il Convegno di ottobre tenuto a Torino con la presenza del sottosegretario Pumilia avevamo dato al Consiglio un giudizio di merito.
La positività di questa legge è dimostrata dal fatto che si sono attivati servizi socialmente utili, rapporti di lavoro a tempo indeterminato, accensione di contratti formazione-lavoro, per un complesso di tre mila giovani. I risultati smentiscono quanti dicevano che questa legge non avrebbe creato nemmeno un occupato. I risultati sono positivi malgrado la gestione sia stata complessa e contraddittoria.
Non ho nessuna difficoltà ad accogliere la richiesta avanzata dai colleghi Castagnone Vaccarino, Cerchio e Bontempi di portare una relazione di merito al Consiglio.



PRESIDENTE

L'argomento è concluso.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame deliberazione Giunta regionale: "Convenzione-tipo per la concessione relativa agli interventi di edilizia abitativa convenzionata di cui alla legge 28 gennaio 1977, n. 10"


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Convenzione-tipo per la concessione relativa agli interventi di edilizia abitativa convenzionata di cui alla legge 28 gennaio 1977, n. 10".
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Lo schema di convenzione-tipo che si propone al Consiglio attua i disposti degli artt. 7 e 8 della legge n. 10/77 e dell'art. 49 della legge 56/77.
Al voto consiliare si arriva dopo un lungo periodo di gestazione della proposta di convenzione approvata dalla Giunta circa un anno fa e trasmessa al Consiglio. Essa è stata oggetto di numerose riunioni della II Commissione che, esperite le consultazioni, si è mossa per utilizzare al meglio i numerosi contributi pervenuti dalle forze economiche e sociali, le organizzazioni sindacali di categoria, le organizzazioni delle imprese e delle cooperative, l'associazione dei Comuni e gli ordini professionali.
Non sarebbero stati possibili tempi più brevi, volendo offrire ai Comuni e alle forze economiche e sociali una proposta di convenzione che tenesse conto delle più recenti innovazioni legislative, che erano in allora in preparazione nel settore dell'edilizia residenziale e che sono oggi in vigore: la legge 392/78 sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani, e la legge 457/78 contenente il "piano decennale per l'edilizia residenziale".
Il convenzionamento introdotto dalla legge n. 10/77 si colloca tra i provvedimenti tendenti a facilitare l'accesso all'abitazione a costo controllato, e va quindi posto in coerenza con le altre disposizioni legislative in materia di disciplina delle locazioni e di edilizia a carattere economico e popolare.
E' stato fatto osservare in proposito che questo regime dovrebbe diventare usuale per l'edilizia non pubblica, concorrendo ad attuare un controllo pubblico sui prezzi di vendita e sui canoni di locazione per una fascia di edilizia destinata alle categorie meno abbienti e che viene appunto, privilegiata rispetto a quella libera, con gratuità della concessione per la parte di contributi relativa al costo di costruzione e con il sostegno, nel tempo stesso, agli imprenditori privati in un momento in cui, a causa degli alti costi dei suoli e delle difficoltà del loro reperimento, del costo del danaro e dei materiali di costruzione (e potendo essere soltanto limitatamente soddisfatte le esigenze dei ceti medi e di quelli ancor più deboli economicamente degli istituti pubblici operanti nel settore) sono invece necessari massicci investimenti per fronteggiare la domanda di abitazioni e per sostenere l'occupazione.
Da queste considerazioni è emersa la necessità che la convenzione-tipo fosse licenziata con contenuti tali che ne permettessero l'effettivo decollo, essendo pienamente consapevoli del fatto che eventuali impostazioni o valutazioni non corrette o non rispondenti agli interessi delle parti, ne avrebbero impedito l'effettiva operatività.
La legge 10/77, art. 7, primo comma, dispone che per interventi di edilizia abitativa, nuovi o di recupero, il contributo per il rilascio della concessione è commisurato unicamente all'incidenza delle spese di urbanizzazione, e non al costo di costruzione, nel caso in cui il concessionario si impegni ad applicare prezzi di vendita e di locazioni convenzionati con il Comune.
Sempre l'art. 7, al terzo comma, dispone che la Regione provveda all'approvazione della convenzione-tipo.
Nel citato primo comma dell'art. 7, sono contenuti i principi e i presupposti cui deve essere riferito il convenzionamento: a) gli interventi convenzionabili devono essere di edilizia abitativa.
La convenzione, cioè, disciplina gli interventi nel settore dell'edilizia residenziale per l'abitazione permanente b) è il concessionario che decide di sottoporre alla disciplina convenzionale il proprio intervento, avvalendosi, in tal caso, di un beneficio finanziario. Tale beneficio, in Piemonte, a norma della deliberazione del Consiglio regionale n. 179/4170 del maggio del 1977, è stimabile in circa il 6,5% del costo di costruzione c) sono i Comuni i soggetti cui è demandata l'applicazione della convenzione. Il convenzionamento, cioè, è proposto come strumento di gestione del prodotto edilizio residenziale a livello comunale.
I contenuti convenzionali sono definiti all'art. 8 della legge 10/77 precisati all'art. 49 della legge regionale 56/77.
Le convenzioni devono essenzialmente: indicare le caratteristiche tipologiche e costruttive determinare i prezzi di cessione determinare i canoni di locazione stabilire la durata del regime convenzionale (non inferiore a 20 anni e non superiore a 30).
Le Regioni nel documento unitario del luglio 1977 per l'applicazione della legge 10/77, deliberavano di orientare il convenzionamento verso i seguenti obiettivi: massima estensione del campo di applicazione del convenzionamento per favorire il controllo pubblico comunale del mercato delle abitazioni agganci delle condizioni economiche di uso dell'edilizia convenzionata alla legge dell'equo canone, allora in preparazione promozione della evoluzione della produzione edilizia per un impegno al meglio delle risorse disponibili riconoscimento e promozione del ruolo dei Comuni nella gestione del settore dell'edilizia residenziale.
Su tali orientamenti è costruita la convenzione-tipo proposta al Consiglio.
La convenzione è applicabile a tutti gli interventi di edilizia residenziale per abitazione permanente. Ne restano quindi virtualmente esclusi solo gli interventi per cui è prevista per legge la concessione gratuita, venendo così a mancare la convenienza imprenditoriale al convenzionamento (interventi di restauro, risanamento e ampliamento - in misura non superiore al 20% - di edifici unifamiliari).
Sono pertanto convenzionabili: a) gli interventi di nuova costruzione, di ogni tipo edilizio (edifici plurifamiliari, edifici uni-bifamiliari, ecc) b) gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente: dal risanamento e ristrutturazione, all'ampliamento di edifici esistenti.
La latitudine del campo di applicazione del convenzionamento ha richiesto un'articolazione complessa della convenzione: essa, pertanto negli articoli di descrizione degli interventi convenzionati, è da intendersi quale testo - quadro da cui far discendere convenzioni riferite alle specifiche caratteristiche di intervento (nuova costruzione risanamento, ristrutturazione, ampliamento).
E' il caso di rilevare che la convenzione piemontese é, tra le convenzioni-tipo regionali, finora prodotte, l'unica direttamente applicabile sia agli interventi convenzionati di recupero di cui all'art.
9, lettera b), della legge 10/77 sia all'ultimo comma dell'art. 27 della legge 457/78.
Alcuni punti sono stati più volte rielaborati ed hanno avuto una soluzione unanime; altri possono forse ancora essere oggetto di una qualche riflessione da parte del Consiglio per alcune riserve che sono state presentate in Commissione.
Mi riferisco, per esempio, alla questione del diritto di prelazione ed al suo esercizio, e a quella della modalità per la formazione del prezzo delle unità immobiliari.
Quanto al diritto di prelazione non mi sembra che la riserva a favore del Comune violi i principi che stanno alla base del nostro ordinamento giuridico, considerando in particolare che in tutta la legislazione edilizia sono certamente prevalenti profili di pubblico interesse. Si tratta semmai di regolarne con chiarezza l'esercizio: così per l'accertamento del tipo di destinazione alla quale è preordinata la costruzione. Voglio dire che se l'immobile è costruito ai fini della successiva vendita delle unità immobiliari, la prelazione non può che essere esercitata in ordine alla vendita; mentre se l'immobile è preordinato a fini locativi, la prelazione sarà esercitata in ordine alle locazioni.
Non sarebbe infatti ammissibile l'esercizio di un diritto di prelazione sulla vendita di alloggi destinati ad essere affittati, e viceversa. Si tratta ancora di fissare dei termini perentori entro i quali il diritto deve essere esercitato, pena la sua automatica decadenza. Le ragioni sono del tutto evidenti e non hanno bisogno di essere ulteriormente illustrate.
In questo quadro, ed entro questi limiti, la riserva del diritto di prelazione può addirittura risolversi in un reciproco vantaggio fra tutte le parti interessate.
Sulla seconda questione, la formazione del prezzo, che è materia essenzialmente tecnica, riferirà nella replica l'Assessore Astengo che già ha esposto le ragioni contenute nella deliberazione quadro in Commissione.
E' stata avanzata qualche osservazione in merito alla questione della fidejussione, più che altro in ordine ai costi che essa comportava. Abbiamo interpellato il prof. Predieri dell'Università di Firenze, il quale ha fatto rilevare che la richiesta del deposito di una garanzia fidejussoria può essere accettata solo se invece della garanzia fidejussoria viene costituita la garanzia ipotecaria. Il riconoscere alla convenzione carattere esecutivo non è una garanzia nel senso giuridico spiegato nell'art. 7 della legge 10: la garanzia deve essere qualche cosa che assicura l'adempimento dell'obbligazione, accrescendo quello che già è insito, secondo la legge, nella struttura dell'obbligazione.
La legge ci dice anche che gli atti ricevuti dal notaio, quindi la convenzione, sono titoli esecutivi a norma dell'art. 474, secondo comma, n.
3, del Codice di procedura civile. Aggiungendosi ancora che le garanzie reali sono due sole, o il pegno o l'ipoteca. Il titolo esecutivo non è una garanzia: è solo il presupposto per procedere all'espropriazione forzata a norma del codice di procedura civile. Sostituendo alla fidejussione la garanzia ipotecaria si sarebbero addirittura aggravati i costi a carico del convenzionato.
Un'altra questione che è stata affrontata e risolta a norma delle leggi vigenti è quella relativa alla tutela dei lavoratori contenuta appunto in uno dei paragrafi della convenzione tipo.
Abbiamo appreso in questi giorni, sull'onda delle polemiche che hanno fatto seguito ad un discusso provvedimento di un pretore di Roma, i dati relativi alla costruzione di abitazioni nel nostro Paese, al rapporto fra vendite e locazioni, ai gravi ritardi ed alle inadempienze di moltissime pubbliche amministrazioni. Di queste ultime abbiamo già parlato nel nostro Consiglio, in occasione dell'attuazione della legge n. 457, facendo rilevare come la nostra Regione sia l'unica fra le Regioni a Statuto ordinario che ha portato a termine nei termini previsti dalla legge i propri adempimenti, ma più diffusamente abbiamo parlato delle inadempienze delle pubbliche amministrazioni proprio in occasione dell'esame della legge n. 56.
Se siamo in ritardo nell'approvazione di questa deliberazione è perch abbiamo inteso esplorare con l'Assessorato competente e con gli operatori del settore tutte le vie che più sicuramente consentissero il pronto avvio delle procedure convenzionali.
Ora che tutti gli strumenti saranno ormai predisposti, emerge l'opportunità di una costante ed attenta verifica della loro effettiva operatività, e dell'eventuale apprestamento delle necessarie modifiche nel caso in cui alcuni di essi dovessero manifestarsi inadeguati . E' indubbio tuttavia, che ogni impegno è stato messo per predisporre e presentare in Consiglio una convenzione-tipo che corrispondesse allo spirito e alla lettera della legge n. 10 e della legge regionale n. 56.
Ad essa il Gruppo socialista darà il suo voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Chiedo la parola per annunciare il voto favorevole del Gruppo comunista e per fare alcune precisazioni oltre a quelle che il collega Calsolaro ha espresso con chiarezza.
Questa deliberazione giunge in sede di Consiglio regionale con un certo ritardo, malgrado che la Giunta l'avesse presentata molto tempo prima; il ritardo è dovuto al sovraccarico di lavoro giacente nella II Commissione.
Comunque questa area non è rimasta scoperta perché la legge dà la possibilità ai Comuni di procedere con una convenzione-tipo che la Regione deve approvare. La procedura è stata molto scrupolosa. In primo luogo ha accolto le richieste dei sindacati circa l'attribuzione e la regolamentazione delle opere murarie in sub-appalto, ponendo fine alla piaga dei lavoratori dell'edilizia che si trovano privi del minimo di contribuzione agli effetti pensionistici.
Mi associo a quanto ha detto il Consigliere Calsolaro e concludo ribadendo il voto favorevole del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Abbiamo seguito, in sede di Commissione, con attenzione l'iter di questo provvedimento così come è stato dato atto anche in ordine ad alcune osservazioni che riflettevano perplessità e preoccupazioni ai fini della maggiore efficacia della convenzione. Ribadiamo anche noi che l'adempimento della previsione legislativa è un fatto positivo e la risposta nel suo complesso serve ad accelerare nuovi processi volti a dare una risposta al problema della casa che per tanti segni e contraddizioni va facendosi di crescente rilevanza politica. La strumentazione, pur nel rispetto delle norme che presiedono alla materia, deve essere tale da facilitare i processi di costruzione più che a creare delle impostazioni teoriche o trasferire in questi strumenti posizioni politiche o ideologiche.
Nel complesso siamo favorevoli all'elaborazione che è stata compiuta e agli sbocchi che si sono previsti, però con alcune riserve.
Una riserva è quella cui ha dedicato la sua attenzione, con precisione e puntualità, il Consigliere Calsolaro e che riguarda il diritto di prelazione. E' chiaro che la formulazione deve essere modificata nel senso che non debba sorgere assolutamente dubbio che la prelazione per le case offerte in vendita deve essere per la vendita e viceversa la prelazione per l'affitto deve essere per l'affitto. La materia sta diventando estremamente delicata e quindi ogni norma, ogni clausola, anche apparentemente innocente e coerente, che crei ulteriori ombre, remore o timori di inoperatività diventa lesiva alla fine del risultato che si vuole raggiungere. Di qui la nostra sensibilità per questa particolare previsione normativa.
La prima formulazione prevedeva il diritto di prelazione addirittura per l'ipotesi a favore dei Comuni e a favore di elenchi da formarsi di cittadini. Sembra che un principio di questo genere poteva addirittura diventare incostituzionale perché apriva la via della discrezionalità in un settore in cui sono impegnati diritti soggettivi e possono esservi rischi politici.
La nuova formulazione, a seguito della discussione avvenuta in Commissione, introduce una sostanziale modifica perché prevede la possibilità di definire, con una deliberazione da parte dei Comuni, le categorie a favore delle quali riservare il diritto di prelazione. E' un passo in avanti. Tuttavia la formulazione resta ancora equivoca perch basterà che l'offerente le costruzioni possa contrattare con qualsiasi cittadino appartenente a queste categorie. In una successiva fase di fronte alle incertezze rientrerà per la finestra quello che è uscito dalla porta e cioè il Comune formerà degli elenchi, delle graduatorie, delle regole ulteriori per la scelta in concreto degli aventi diritto alla prelazione? Se l'affermazione resta meramente astratta, cioè se il Comune vuol garantire determinate categorie di cittadini, con motivazione particolare afferente a situazioni oggettive, costituisce una remora, uno scoraggiamento preventivo, un vincolo ulteriore in una materia già fortemente vincolata e finalizzata, ma dà qualche garanzia; se invece la via è aperta, come mi pare resti aperta, alla reintroduzione della facoltà del Comune di scegliere nominativamente e formare gli elenchi, ricadiamo nella situazione prima denunciata.
Circa l'altra preoccupazione che do per superata, della fidejussione.
Prevedere la generalizzazione di norme di garanzia di questo genere significava gravare il settore di un onere complessivo non trascurabile. Le obiezioni avanzate, cioè l'impossibilità di farne a meno e la maggiore onerosità di forme sostitutive di garanzia preventiva, non di supposta garanzia, la disponibilità del titolo esecutivo, la possibilità di bloccare i beni solo per i casi che si rivelino patologici, ci fa ritirare questa obiezione. Probabilmente la pratica porterà per questa, come per altre leggi che hanno carattere di grande innovazione sperimentale, ad affinare gli strumenti.
L'altra obiezione, parallela a quella sul diritto di prelazione, è introdotta con l'emendamento dell'art. 2 bis sulla tutela dei lavoratori.
La prima parte dell'articolo è superflua perché richiama principi generali poteri e diritti che sono ampiamente garantiti e sanzionati altrimenti, ma può essere giusto che si introducano in questa sede certi principi; la restante parte invece è di natura rigida, in un settore che ha bisogno di razionalizzazione e di aggiornamenti continui, perché istituzionalizza i sindacati chiamandoli, al di là di quelli che sono i loro compiti, alla funzione quasi istituzionale di valutare preventivamente i criteri di organizzazione, di razionalizzazione delle imprese.
Quindi saremmo per limitare questo emendamento alla prima parte perch dal momento che è stato introdotto, il sopprimerlo interamente sembrerebbe far ritenere che si vogliano ignorare problemi di tutela dei lavoratori.
In relazione agli sbocchi e alle soluzioni che questi fondamentali problemi assumeranno esprimeremo il nostro voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'intervento del Capogruppo della D.C., ha ribadito molte delle incertezze che tuttora permangono nel testo, leggendo il quale si può dare una risposta a quell'interrogativo che veniva proposto dalla stampa nei giorni scorsi. Posto che i costi dell'edilizia sono cresciuti meno rispetto agli altri, non si riesce a capire la caduta di offerta in questo settore.
L'articolista osserva- va che, qualora anche gli altri settori si fossero comportati come quello dell'edilizia, i due milioni di disoccupati probabilmente sarebbero diventati 12 milioni.
Non ci pare che tutte queste norme sulle prelazioni, il divieto, la trascrizione, la firma possano rimediare alla crisi edilizia nel Paese.
Richiamo le considerazioni fatte dall'avvocato Bianchi sull'emendamento relativo all'art. 2, per il quale ho presentato anch'io un emendamento aggiungendo una osservazione agli argomenti portati dal Capogruppo della D.C. La necessità di razionalizzazione sarebbe già sufficiente per farci superare la novità dell'articolo che ci è stato sottoposto; peraltro guardando criticamente quanto è avvenuto con la legge 457, possiamo osservare che questo emendamento taglia fuori le imprese piccole e medie perché nessuna impresa piccola e media ha la possibilità di tenere una squadra di carpentieri per il cemento armato. Visto che il Presidente della Giunta si diverte, vorrei ricordargli un fatto del quale forse si è occupato.
Nella città di Chivasso c'è stata una modifica del piano di intervento all'ultimo momento, perché è risultato che Chivasso era del tutto trascurata dalla localizzazione delle imprese. Le piccole imprese locali hanno fatto delle pressioni e Chivasso, guarda caso, ha avuto una localizzazione. Tuttavia la localizzazione non è andata a favore delle piccole imprese locali che avevano fatto le pressioni e che avevano contestato le decisioni del Comprensorio, ma è andata a beneficio delle grandi aziende che erano consorziate, che avevano il fatturato. Questi sono criteri di tipo eccezionale ai quali abbiamo dovuto piegarci, anche se non molto convinti. Con una norma di questo genere, tra l'altro, introduciamo un argomento che lascia aperto il problema sotto l'aspetto sindacale perché se esiste un problema di mano d'opera nell'ambito di un cantiere edilizio, non è sul sub appalto del cemento armato ma é, per esempio, sul sub appalto di tutta un'altra serie di lavori.
Se vogliamo togliere il sub appalto dell'edilizia non possiamo pensare di eliminarlo dalle strutture in cemento armato, ma dobbiamo eliminarlo dagli intonaci, dai muri di tamponamento, dalle piastrelle; si dice allora che è vietato ogni tipo di sub appalto. Questa norma - lo dico brutalmente sembra troppo finalizzata a premiare un problema che qualcuno si è posto.
O facciamo i legislatori o facciamo gli editori. Diteci se queste sono edizioni paoline delle leggi nazionali o se sono dichiarazioni di volontà del Consiglio regionale.
Per cui questo articolo, che qualcuno ha qualificato più giustamente emendamento, è estremamente velleitario e dimostra l'incomprensione di un grosso fenomeno così complesso e così delicato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Occorre riportare il senso di questa convenzione tipo nel quadro complessivo della legge 10 e del contesto della produzione edilizia.
Occorre tener presente qual è il significato di questa convenzione-tipo e cioè lo scorporo, l'abbonamento, il non pagamento dell'aliquota relativa al costo di costruzione, contro un certo corrispettivo da parte dei concessionari o degli imprenditori che intendono costruire.
La legge n. 10 indica i parametri e le voci; l'interpretazione di questi parametri e di queste voci, è un fatto che inerisce a situazioni locali, a un indirizzo politico per avviare un processo di razionalizzazione nel settore dell'edilizia che è il più disordinato e il più confuso sotto tutti gli aspetti, da quello progettuale a quello esecutivo. Non a caso questo settore, proprio per la sua intrinseca confusione, è oggi in crisi e dalla crisi uscirà soltanto attraverso i processi di razionalizzazione.
A livello centrale si sono accorti della necessità di coordinamento legislativo di un settore disarticolato in tante leggi; non siamo in sede di legislazione primaria, ma siamo in sede applicativa e per quanto ci concerne abbiamo individuato le caratteristiche tipologiche dei modi di produzione, del costo di costruzione, dei campi di variazione entro cui il processo di razionalizzazione può avvenire.
Gli aspetti positivi debbono essere apprezzati in questo senso. E' un processo faticoso perché è difficile concentrare in un unico documento l'ampia casistica esistente in questo campo; attraverso a certe limitazioni e a certe agevolazioni, si è cercato di convogliare non già il processo costruttivo libero, ma quello convenzionato che sta dentro determinati binari; questi binari sono dati dalle caratteristiche tipologiche, il taglio dell'alloggio, i rapporti numerici di superfici e di servizi che servono ad evitare spreco di superficie costruita rispetto al numero degli utenti. Quindi c'é una riduzione degli sprechi.
C'é un sistema di razionalizzazione anche nei modi di produzione. Le costruzioni che superano i 180 milioni (condomini dai 6/7 alloggi in su) comportano un processo di costruzione che ha delle influenze sul tipo della produzione, sulle tecniche tradizionali o sulle tecniche non tradizionali ove si assumono tecniche non tradizionali non entrano le clausole relative al sub appalto; se si è invece nell'ambito della struttura tradizionale (gabbia di calcestruzzo armato, gli orizzontamenti, i tamponamenti, ecc.) si è fatto riferimento alle norme statali per le opere pubbliche.
Anche le organizzazioni sindacali si stanno battendo perché in questi casi la dimensione del cantiere comporta un certo numero di addetti con conseguente rapporto fra imprenditore e lavoratori. Sono pure stati definiti i prezzi di cessione per quanto concerne il costo di costruzione in cui si collocano i Comuni, con propria deliberazione e con propria scelta. Il costo dell'area ha una differenziazione a seconda della dimensione del Comune; la legge statale non dava queste indicazioni, è parso quindi opportuno precisare che il campo di variazione della aliquota che per legge non può essere superiore al 20% del costo di costruzione, è compresa fra il 18% per i Comuni superiori a 20 mila abitanti, il 15% per i Comuni tra 20 e 3 mila abitanti e il 12% al di sotto dei 3 mila. Ci sono inoltre precisazioni relative alle spese generali e agli oneri di preammortamento con possibilità di alcune oscillazioni che sono lasciate alla definizione dei Comuni.
Questi elementi consentono di determinare i costi di locazione e di definire, in applicazione della legge n. 392, gli effettivi costi del canone di locazione.
Per quanto si riferisce al diritto di prelazione, vorrei fare presente che lo si potrebbe sopprimere del tutto, lasciando che coloro che hanno stipulato le convenzioni attribuiscano anche il prodotto. Questa deliberazione potrebbe comportar e in determinati casi, degli effetti negativi, casi che sono stati considerati esclusivamente per i Comuni superiori ai 5 mila abitanti laddove esistono dei complessi sovraffollati che necessitano di operazioni di sfollamento, di recupero e di riassetto.
Per queste operazioni si incorre sempre nel grosso problema degli edifici parcheggio, delle case di rotazione con oneri notevoli per i Comuni. Il processo di risanamento del centro storico di Venezia è bloccato per la costruzione delle case-parcheggio.
La precisazione delle categorie è lasciata alla deliberazione quadro del Consiglio comunale. La deliberazione consiliare potrebbe maggiormente esplicitare, con una formula aggiuntiva, il tipo di assegnatario privilegiato che vive in situazione di difficoltà di spazio e di servizi igienici e che potrebbe con questo sistema essere agevolato nel reperimento dell'alloggio e a sua volta agevolare il risanamento dell'immobile.
Questa deliberazione è suscettibile di revisioni. Potremmo anche assumere l'impegno della revisione annuale o biennale. E' necessario predisporre una circolare per l'utilizzazione di questo complesso strumento, che spieghi le casistiche, che dia suggerimenti e che faccia esempi precisi di applicazione.
Questa deliberazione non solo serve a coprire un adempimento doveroso rispetto alla legge statale, ma è momento di riflessione e di stimolo per far sì che l'edilizia passi da una produzione disordinata ad una produzione più contenuta nelle dimensioni, più organizzata nella produzione e destinata essenzialmente alle categorie che non hanno la seconda casa n aspirano agli alloggi di lusso.
Riteniamo che la messa in moto, la sperimentazione, l'applicazione della deliberazione ci darà ulteriori suggerimenti per il suo perfezionamento.



PRESIDENTE

A questo punto, per permettere di formalizzare gli emendamenti propongo di sospendere la discussione e di riprenderla alle ore 15.


Argomento:

Richiesta di iscrivere alcuni punti all'ordine del giorno


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Desidero fare una comunicazione in ordine alla richiesta di inserimento all'ordine del giorno del disegno di legge n. 394: "Norme per la definitiva assegnazione agli uffici regionali ed agli Enti locali del personale messo a disposizione della Regione in attuazione del D.P.R. 24 luglio 1977, n.
616 e della legge 21 ottobre '78, n. 641".
E' un disegno di legge di carattere strettamente tecnico in relazione agli adempimenti riguardanti il personale dei 22 Enti già sciolti in ottemperanza alla legge 641 e che viene assegnato alle Regioni e ai Comuni a partire dal 1° aprile. Il provvedimento, che è stato richiesto dalle organizzazioni sindacali, è stato presentato in Giunta ed è passato all'esame della Commissione.
Chiedo che venga approvato entro la serata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

E' opportuno approvare il provvedimento entro questa sera, nel caso contrario queste 439 persone non verranno retribuite alla fine del mese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Faccio mia la raccomandazione del Consigliere Rossi, dichiarando che il Gruppo comunista è d'accordo sull'inclusione del provvedimento nell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non ho nessuna obiezione ad iscriverlo.
Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Siccome oggi pomeriggio non sarò presente desidero che rimanga agli atti la mia opposizione a che venga iscritto l'ordine del giorno di parte comunista sulla situazione internazionale, perché c'era l'impegno dei Capigruppo che gli argomenti di carattere generale sarebbero stati introdotti dopo una serena valutazione dell'opportunità di ritornare sul metodo che abbiamo adottato. Chiedo che l'ordine del giorno venga riproposto dopo un chiarimento in questo senso da parte dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La richiesta è del tutto legittima.
La seduta è tolta, riprenderà alle ore 15.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



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