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Dettaglio seduta n.247 del 27/02/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Bilanci preventivi

Prosecuzione dibattito progetto di legge n. 371 "Bilancio di previsione per l'esercizio 1979"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Secondo le intese, il dibattito sull'esercizio 1979 prosegue con le repliche degli Assessori sul bilancio.
Chiede la parola il Consigliere Chiabrando.
Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Signor Presidente, sento dire che la discussione è chiusa.
Dato però che soltanto ieri pomeriggio sono pervenuti i dati sul bilancio e che ho passato la notte per esaminarli, chiedo di parlare prima che la Giunta replichi.



PRESIDENTE

D'accordo.
D'ora in avanti però i dibattiti del Consiglio regionale verranno programmati in sede di Conferenza dei Capigruppo, così come avviene in Parlamento e come prevede il nostro Regolamento.



CHIABRANDO Mauro

La mia richiesta è motivata.



PRESIDENTE

Ieri avevo chiesto il numero degli oratori nell'intento di programmare i lavori e di coordinare i tempi. Questa richiesta di parola, che naturalmente non potrà essere breve, data l'importanza dell'argomento in trattazione, comporta alcune conseguenze, fra le quali quella di far slittare alcune leggi che erano all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Chiabrando, con l'invito a rispettare i tempi.



CHIABRANDO Mauro

Cerco di contenere il mio intervento entro pochi minuti, scusandomi dell' imprevisto, dovuto al fatto che soltanto dall'esame dei documenti sono risultati gli elementi che desidero esprimere al Consiglio.
Da un po' di tempo a questa parte si direbbe che si svolga un dialogo tra sordi, la Giunta da una parte e l'opposizione, in particolare la Democrazia Cristiana,dall'altra: la Giunta va ripetendo convinta che in agricoltura tutto procede per il meglio, che i fondi sono molti (si parla di 300 miliardi), l'opposizione invece è convinta del contrario. Visto che a parole non ci si intende facciamo parlare le cifre. Sono 600 i miliardi del bilancio regionale al netto delle spese sanitarie. Quanto spende la Regione di questi 600 miliardi per l'agricoltura? Spende 18 miliardi di fondi non vincolati pari al 3 % del bilancio; inoltre ci sono 45 miliardi dello Stato, pari al 7,4% per un totale di 63 miliardi in spese operative pari al 10,4 per cento; questa è la percentuale che già avevamo rilevato in sede di approvazione della legge n. 63. Anzi, nella relazione è scritto che, rispetto alle legge 63, ci sono soltanto due lievi variazioni che riguardano l'assistenza tecnica e gli impegni per i progetti irrigui. La somma globale comprende le rate per pagare i mutui, comprende i fondi per i danni alluvionali eccezionali, tutti fondi che però non vanno a incidere in agricoltura; la cifra netta è quindi di 63 miliardi, pari al 10,4% a fronte del 22 % del '74, del 15 % del 1975, del 12,8 % del 1976, del 13% del 1977 per spese operative.
Siamo quindi ben lontani dal triplo degli impegni come è dichiarato in una relazione sull'agricoltura. Se teniamo conto delle cifre che producono investimenti, vediamo che nel primo quadriennio sono stati stanziati 108 miliardi e nel secondo quadriennio ne sono stati stanziati 148 con un rapporto da 1 a 1,37, percentuale nettamente inferiore alla svalutazione che non determina un aumento di impegno. Inoltre le somme relative al secondo quadriennio si riferiscono perlopiù ad investimenti in conto capitale e non in conto interesse, il che vuol dire che se il capitale produce il doppio di investimento, l'interesse ne produce 10/12 volte di più. La percentuale degli investimenti in conto interesse è scesa dal 14 al 6%, quindi viene ad essere annullato l'aumento dello 0,37 che il secondo quadriennio porta rispetto al primo.
La controprova di quanto sto dicendo risulta dall'esame delle situazioni delle pratiche giacenti: zootecnia, settore che vogliamo incrementare. Gli impegni della legge n. 63 per gli anni 78/79/80 sono di 2 miliardi e 500 milioni e non bastano a soddisfare le domande giacenti al 27 ottobre 1977 pari a 3 miliardi e 200 milioni case di abitazione (impegni limitati alla collina ed alla montagna) un miliardo e 200 milioni stanziati contro un miliardo e 700 milioni richiesti con le domande giacenti al 27 ottobre 19/8 infrastrutture, elettrodotti e acquedotti (escluse le strade), sono previsti 4 miliardi e 400 milioni, richiesti 7 miliardi mutui per miglioramenti fondiari: sono stanziati 4 miliardi e 600 milioni, sono necessari 5 miliardi piani aziendali: come è confermato dalla circolare dell'Assessore, va avanti totalmente il secondo quadrimestre '77 e limitatamente il primo quadrimestre '78 e solo per la montagna e la collina; quindi per il '78 non si parla ancora di piani aziendali in pianura.
Con il bilancio che andiamo ad approvare, signor Presidente della Giunta, non potremo finanziare neppure una domanda pervenuta dopo il 27 ottobre 1978! A questo punto la Giunta abbia il coraggio di ammetterlo sospenda l'accettazione delle domande e non illuda più la gente.
L'opposizione chiede queste cose da tempo, ma non è ascoltata e la Giunta continua a dire ai quattro venti che la Regione dà i contributi, che la Regione finanzia.
Venendo alle procedure, direi che andiamo di male in peggio. Quando si discuteva la legge 63 il nostro Gruppo aveva proposto degli emendamenti che non sono stati accolti. Ricordo anche le buone intenzioni del collega Rossi che in una relazione, presentata prima dell'approvazione della legge 63 aveva evidenziato la necessità di accelerare e semplificare le procedure per eliminare i residui passivi, etc. etc. Però nessuna di quelle buone intenzioni è diventata realtà, perché la legge 63 è rimasta tale e quale alle procedure precedenti che erano pesanti.



ROSSI Luciano

In I Commissione hai liquidato in 2 minuti la memoria che avevo presentato per migliorare la situazione.



CHIABRANDO Mauro

Certo, ma quelle erano buone intenzioni e non proposte concrete.
Con la nuova legge le procedure non saranno accelerate. Le pratiche per il piano aziendale saranno pesantissime, i 24 documenti richiesti resteranno tali.
Rimangono i tempi lunghi con gravi conseguenze per l'agricoltura e lei Signor Presidente, che va spesso nelle campagne, dovrebbe sapere che c' gente che ha presentato la domanda per un finanziamento nel 1976 e oggi il contributo gli viene respinto, oppure gli viene concesso ma gli serve soltanto per pagare l'aumento dei costi. Forse è più fortunato chi non ha rispettato i termini, chi ha fatto i lavori con i propri soldi perché ha speso la metà.
Per i danni alluvionali sono state finanziate 671 pratiche su 7377 meno del 10%.
Ad appesantire le procedure c'é poi la famosa e famigerata retroattività e credo che l'Assessore e la Giunta si stiano rendendo conto dell'errore commesso nel dare retroattività alla legge, perché le pratiche già istruite e pronte per essere pagate devono essere riesaminate in base alle nuove norme.
I funzionari, dopo che la pratica è istruita da un anno, sono imbarazzati a dire all'agricoltore di dover ricominciare da capo.
In merito ai piani aziendali su 1213 domande sono stati emessi 44 nullaosta e sono state istruite negativamente 40 pratiche. Tutto ciò ad un anno e mezzo di operatività.
Il mio intervento, che si è limitato a citare delle pure cifre, è stato pesante, ma i numeri non sono inventati da me, sono forniti dalla Giunta regionale e sono a disposizione di tutti.
Già nel '77 avevo suggerito in più occasioni all'Assessore Ferraris di chiudere le accettazioni delle domande e questo suggerimento lo rinnovo oggi se non vogliamo inguaiarci. Siamo disponibili a collaborare con la Giunta.
Ringrazio e chiedo scusa al Presidente del Consiglio per questo intervento improvvisato.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha chiesto di parlare.
Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio tutte le forze politiche degli apporti che hanno dato alla discussione sul bilancio evidenziando una serie di problemi che tuttavia già erano presenti.
Devo sottolineare come il Consiglio e la Giunta abbiano raggiunto, nel confronto, un clima molto positivo così come è avvertito nella comunità regionale piemontese. Parlando con i nostri Interlocutori, sindaci amministratori, cittadini, avvertiamo in genere un'opinione positiva del clima democratico, partecipato del Consiglio e della Giunta.
Nel 1978, il Piemonte, pur con tutte le difficoltà a causa della crescita del terrorismo e della situatone dell'ordine pubblico, ha affrontato dure e significative prove. Ricordo il processo alle 'brigate rosse nel corso del quale il Consiglio continuava a discutere i suoi documenti; ricordo importanti iniziative come quella del salone biennale dell'automobile, congressi di partito, l'ostensione della Sindone che ha raccolto 4 milioni di persone a Torino senza che il minimo incidente abbia turbato la manifestazione.
IL 1978 è stato il primo anno di attuazione del Piano di sviluppo fatto nettamente positivo quando sappiamo che Regioni a noi vicine come la Lombardia e la Liguria stanno ancora affrontando gli schemi di piano.
Il 1978 ha anche visto l'approvazione della legge sulla tutela e l'uso del suolo, legge che ha destato molti contrasti, ma che tuttavia ha dato finalmente un assetto generale al territorio.
Il 1978 è stato anche l'anno in cui hanno incominciato ad operare la Finpiemonte e la Tesoreria regionale, sulle quali si incentra l'amministrazione dei fondi della Regione, ma soprattutto l'indirizzo del Piano di sviluppo.
Anche la legge quadro dell'artigianato ha dato luogo a discussioni accese ma noi non vogliamo essere indolori. L'onorevole Zanone in quest'aula un giorno diceva "chi pensa che la politica non sia tensione sbaglia". Quindi una costante e continua tensione genera in noi dei processi che possono essere positivi.
Ricordiamo poi le leggi sui beni culturali, la legge socio-sanitaria abbiamo prefigurato la riforma sanitaria. E, per quanto riguarda le leggi sull'agricoltura, occorre riconoscere che le critiche non vanno tanto al fatto che non si svolgono le pratiche, quanto piuttosto alla mancanza o alla limitazione di risorse che ne impediscono l'accoglimento. Il 1978 è stato l'anno che ha avuto il balzo in avanti, come lo stesso on. Canotto della Coltivatori diretti rilevava; dicendo che in provincia di Cuneo l'agricoltura ha avuto una crescita del 20 per cento.



CHIABRANDO Mauro

Non nella Regione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nella Regione Piemonte la crescita di carattere industriale è stata del 4%, crescita che non è mai avvenuta durante la precedente gestione. Lungi da noi il voler dire che il merito è esclusivamente nostro; è certo per che i meccanismi che abbiamo posto in essere sono stati tali, che hanno concorso a generare un processo favorevole all'agricoltura.
Quando questa Giunta assunse il governo della Regione nel 1975 il prodotto lordo vendibile si aggirava attorno ai 700/800 miliardi. Oggi dopo appena 3 anni questa amministrazione, si aggira attorno ai 2.000 miliardi. Certo vi ha concorso l'opera dell'agricoltore, ma ha influito anche un determinato meccanismo che ha posto in essere questa Giunta.
In merito ai residui passivi vorrei comunicare alcuni dati molto importanti contenuti nel libretto che ha distribuito l'Assessore Simonelli nel 1972 abbiamo 57 miliardi di pagamento nel 1973 67 miliardi; nel 1974 95 miliardi, nel 1975 saliamo a 352 miliardi, nel 1976 a 400 miliardi, nel 1977 a 529 miliardi, nel 1978 a 933 miliardi circa. Il mese di gestione ci conferma che giungeremo a spendere nel 1979 1600 miliardi compresa la spesa ospedaliera.
Il Piemonte è l'unica Regione d'Italia che puntualmente, a tutte le scadenze, ha deliberato ed attuato gli obblighi che la legge richiede, come è stato anche ammesso dal Ministro Stammati e dal Direttore generale dei lavori pubblici. Residui propri o se vogliamo mine vaganti che non trovano la loro destinazione nel bilancio regionale non ve ne sono più; vi sono i residui di investimento.
Da più parti si riconosce che la Regione ha fatto un notevole sforzo.
Spesso non sono giuste le critiche che vengono fatte sotto questo aspetto.
Abbiamo d'altra parte detto, anche vergognandoci, che la spesa per il personale è solo dell'1,60 % e la spesa gestionale è dell' 1,40%. Non dovrebbe essere così. Tuttavia vi sono delle remore, che non sto qui a discutere, che ci impediscono di procedere in quella direzione pur avendo firmato il contratto per i dipendenti regionali in sede nazionale.
Non sarebbe credibile un'amministrazione che venisse, a dire che dopo 36 mesi è passata dalla spesa di 95 a 950 miliardi, così come non sarebbe credibile un istituto di credito che invece di aumentare del 10% o del 14 annuo, come Solitamente avviene, aumentasse in misura 10 volte superiore nello stesso tempo. Sotto questo aspetto dobbiamo rendere giustizia non soltanto all'esecutivo, ma allo stesso corpo degli operatori che hanno lavorato all'interno della Regione in questi 36 mesi dando un apporto altissimo attraverso le nuove meccanizzazioni. E' stato istituito il Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione, che è una delle opere più significative della Regione, il quale oltre ai dati che già oggi è in grado di memorizzare darà un notevole contributo all'utenza della sanità.
Tutto questo risultato positivo è stato raggiunto grazie al clima che si è determinato all'interno del Consiglio, al confronto con le forze politiche, all'aiuto che le forze politiche hanno dato. Mai una volta siamo scesi al livello del falso moralismo. E' riconosciuto che il Consiglio regionale si è sempre espresso in termini di alto confronto, che ha generato fatti positivi e che è sfociato in questo bilancio, e che sfocerà nel 1979 con un balzo ulteriore. Ancora in una delle ultime sedute/ il Consiglio è riuscito ad approvare una deliberazione sull'edilizia abitativa entro il termine stabilito dalla legge, senza che una minima slacciatura sia avvenuta fra le forze politiche. Ho fatto solo alcune brevissime considerazioni che era doveroso riproporre in occasione della discussione del bilancio. Chiedo scusa al Consigliere Chiabrando se ho voluto ricordare i balzi che si determinano in agricoltura nell'aumento della produzione chiedo scusa che ho voluto sottolineare alcuni momenti positivi non soltanto per la maggioranza, ma per l'opera di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signor Presidente e colleghi, pensavo che il motivo centrale degli interventi svolti sull'Assessorato di mia competenza sarebbe stato quello dei residui passivi e dei ritardi vari o presunti e tutto ciò che già ai è detto e che ancora si può dire in fatto di snellimento di procedure. Ero però fermamente convinto che avrei avuto modo di misurarmi, di confrontarmi con una problematica assai diversa, più ricca e di più ampio respiro di quella introdotta in modo pacato dal collega Franzi ieri, e risollevata oggi dal collega Chiabrando.
A proposito dei dati, voglio subito affermare che non c'é stato nessun briciolo di furbizia. I dati sono stati forniti soltanto ieri, perché li ho fermati nel tentativo, poi non riuscito, di vedere se era possibile darli come li voleva Chiabrando ed i quattro cofirmatari delle 96 interrogazioni a risposta scritta, i quali desiderano per ogni tipo di intervento regionale, la situazione dal 1974 ad oggi. Per esempio i 14 miliardi per le strade risalgono all'epoca in cui l'allora Assessore Chiabrando con una deliberazione aveva bloccato tutti gli interventi per le strade interpoderali o vicinali. E sono ancora quelli. Invece nessuna problematica nuova. Non si manca di utilizzare l'occasione, certo, per un discorso critico sui residui passivi, sui ritardi, sugli stanziamenti. Ne possiamo discutere, ma con maggior ampiezza, sulle scelte the abbiamo fatto, che stiamo facendo, essendo questo il bilancio praticamente conclusivo di questa legislazione. Niente di tutto questo o poco di tutto questo e il discorso continuamente ripetuto sugli stanziamenti e sui residui passivi.
Per quanto riguarda gli stanziamenti, se vogliamo continuare a non intenderci, possiamo continuare non intenderci; se invece gli stanziamenti si intendono come noi li intendiamo complessivamente, le cose stanno come abbiamo detto noi e come dimostrano i documenti presentati. Anzi, devo dire che i 300 miliardi di cui si è parlato, ci sono, anzi saranno assai maggiori, se come è augurabile - senza riprendere qui la polemica Stato Regione - lo Stato manterrà i suoi impegni, rispetterà le leggi già approvate e procederà con maggiore tempestività del passato al riparto dei fondi previsti dal Quadrifoglio ed alla successiva assegnazione. Se ci avverrà, lo stanziamento spendibile nel corso di questo esercizio salirà ad oltre 160 miliardi, togliendo pure tutte le annualità passive, e questi sono in parte oneri della Regione che si accumulano ai 18 miliardi, perch sono soldi che la Regione paga e sono la metà, perché l'altra metà sono dello Stato. Pur togliendo tutte queste annualità passive, che contano, che vanno pagate, avremo ugualmente uno stanziamento che supererà i 120 miliardi. Di questi fanno parte anche i fondi per le avversità, in parte anticipati in una forma che rappresenta un onere a carico della Regione che non verrà più reintegrato. E lo dico adesso (non l'ho detto prima quando li ho chiesti in bilancio): non verrà più integrato, perch occorrerà che cessi di funzionare questa legge o che si sciolgano i consorzi e sarebbe un dramma per le nostre campagne. Quando si fanno i conti, facciamoli bene, caro Chiabrando, dimostriamo di saper leggere i dati che vengono forniti. La sostanza è questa; che poi questa somma sia adeguata, è un altro discorso.
Ma questo vale in generale. Sono forse adeguati i fondi stanziati per gli asili nido? O forse sono adeguati i fondi stanziati per le opere dei Comuni rispetto alle domande per infrastrutture? Questo è un altro discorso .., e allora discutiamo.
Certo che qui c'é un bilancio che ha questa dimensione, caro Chiabrando; se sai fare i conti, la situazione è questa: nel triennio 1972/75 il totale speso dalla Regione è stato di 117 miliardi e 917 milioni e nel triennio 1976/79 la somma disponibile è di 358 miliardi, poi ci sarà ancora il 1980. Questi sono i dati. Che poi tu possa sostenere che nel triennio precedente l'onere della Regione è stato di 92 miliardi e quello dello Stato di 25, che in questo quadriennio ultimo i fondi assegnati dallo Stato sono 203 miliardi e quelli della Regione sono 155, è un altro discorso. Finalmente, mentre la Giunta precedente l'ha fatto nell'ultimo anno di attività, c'é il fatto che in quel periodo è toccato alle Regioni sostituirsi quasi interamente all'assoluta carenza di stanziamenti statali determinatasi a seguito dell' Esaurimento del piano verde. Nella nuova situazione - e consentimi di dire anche nella nuova situazione politica determinatasi dopo le elezioni politiche del 1976 - il problema della centralità dell'agricoltura ha incominciato a decollare e allora ha determinato impegni, leggi che si chiamano la 403, che stanzia 300 miliardi, e il "Quadrifoglio" che stanzia 1070 Miliardi per 5 anni ed altri per altri 5 anni (piano in parte quinquennale e in parte decennale). Allora occorre tenere presente che si è modificata la situazione e che le risorse sono queste. Che siano poi congrue ed adeguate, il discorso è diverso.
Voglio essere chiaro: al di sopra di ciò che può essere fatto e che siamo disposti a fare, non ci sono manifestazioni (del tipo di quella che è stata organizzata e strumentalizzata) che ci possano fare recedere dalla programmazione degli interventi in agricoltura. Quando mi venite a dire che c'é una opposizione ai piani zonali di sviluppo, che si sarebbe determinata in conseguenza della legge che abbiamo fatto, non è vero, perché c'é un documento, perché c'è stato un dibattito alla Fondazione Agnelli, dove il massimo responsabile della vostra organizzazione, la Coltivatori diretti ha dichiarato serenamente che ormai riteneva superato il discorso dei piani zonali di sviluppo. A mio avviso c'é una grande nostalgia dei piani verdi del tipo di sviluppo ormai passato: dopo aver voluto ed imposto a livello nazionale e comunitario le direttive comunitarie così come sono, che ci stanno strette, dopo averle rese ancora più strette nel nostro Paese, dopo avere premuto qui quando facevamo la legge 15/77 perché fossero ancora più strette, ecco il risveglio e l'opposizione nei confronti dei piani aziendali e interaziendali di sviluppo.
Noi dallo sforzo di ricondurre tutto l'intervento regionale, statale e comunitario ad una logica di programmazione, non recederemo. Del resto mentre si è insultato Maspoli e si è detto quello che si è detto al Presidente Viglione, mentre si è impedito al sottoscritto di parlare dopo essere stato invitato, e mentre si sfida la Regione ad organizzare un altro convegno di 3 mila persone, devo dire tranquillamente che da quel momento ad oggi io sono stato presente a venti manifestazioni non di 3.000, ma di 100/200 persone l'una. In quelle occasioni ho trovato largo consenso e comprensione nei confronti delle finalità e degli obiettivi della legge 63 anche da parte dei dirigenti della Coltivatori diretti a livello provinciale e a livello zonale. Su questa strada siamo disposti a raccogliere i suggerimenti, disposti come sempre a snellire tutto ciò che è possibile; però non intendiamo demordere da alcune scelte di fondo.
Invece vedo che al fondo di certi interventi ritorna sempre quel motivo. Siamo anche disposti a snellire ulteriormente, ma non possiamo accettare una logica come quella della presentazione di un documento e sulla base del quale fino a 15 milioni si dà senza controllo o con un controllo a posteriori. Già abbiamo trovato modi di snellire e di raccorciare i tempi, ma sempre rispettando il rigore e senza rinunciare ai necessari controlli.
Venendo all'intervento svolto dal collega Franzi, egli ha fatto due osservazioni che mi trovano concorde. Egli ha detto che in agricoltura andiamo ancora a spanne. Concordo con lui, non accetto il rilievo che tutti promuovono studi e consulenze, che fra l'altro sono spesso oggetto di sorrisetti di Chiabrando o di critiche nel suo Gruppo, e che a non promuovere studi sia invece il mio Assessorato. Posso dire che libri e studi sono stati fatti sulla forestazione; dalla Demoskopea per conoscere i consumi del vino in Liguria, Lombardia e Piemonte; da parte dell'Esap per quanto riguarda il latte e per quanto riguarda il settore enologico; sulla sperimentazione agraria, come la ricerca sulla risicoltura, sulla bieticoltura, sulla viticoltura. Si sta risolvendo adesso, attraverso la lotta guidata, il problema della cercospora e tante altre cose di questo tipo. Quindi da una parte le indagini conoscitive e dall'altra la costruzione di validi sussidi di base, per quanto riguarda la ricerca e la sperimentazione vera e propria.
Non accetto sotto questo aspetto il rilievo, ma sostanzialmente il discorso del collega Franzi mi trova concorde. Devo però dire che alcune di quelle ricerche che ha fatto sono proprio quelle che appartengono non più all' Assessorato come tale, ma all'Esap ed ai piani zonali; l'andare a fare il censimento sul territorio delle carenze di infrastrutture civili di uso rurale e non soltanto rurale è proprio quello che stanno facendo le Comunità montane con i piani e che si dovrà fare nei piani zonali di sviluppo. Mi auguro che possano iniziare al più presto. Già ho inviato la metodologia approvata dall'Esap, è stata distribuita la proposta della Giunta per il riparto dei posti per la gestione dei piani zonali.
Dall'andare a spanna con i piani zonali andremo più vicino ad una lettura più attenta e puntuale sul territorio; andremo anche a collocare in modo più conveniente gli obiettivi delle produzioni sul territorio, a seconda delle vocazioni. Lo stesso discorso riguarda almeno l'irrigazione minore, che poi si deve collocare a livello di grande bacino, di comprensorio e via dicendo.
Non per ritornare a fare la polemica fra Regione e Stato, ma dovete sapere che alla fine del 1977 è stata approvata la legge Quadrifoglio, la quale prevedeva che entro marzo, e poi entro il 4 di agosto, dovevano essere disaggregati gli obiettivi produttivi. E' passato il maggio del 1978, è passato l'agosto. Il Ministro ci aveva detto che a settembre sarebbe stato pronto il riparto, poi ha detto che sarebbe stato pronto entro gennaio; siamo a fine febbraio e non c'é ancora nulla di pronto.
Quindi è giusto il rilievo, però non è possibile non tener conto dell'insieme dei fattori. E' certo che se mancano le disaggregazioni degli obiettivi nazionali previsti dalla legge, indicati in un documento sottoscritto da tutte le forze politiche e approvato dal Parlamento evidentemente ci manca qualche cosa per passare dall'andare a spanne alla programmazione in modo più puntuale.
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda la politica comunitaria.
Stiamo attenti che se non lavoriamo a costruire un quadro d'assieme (politica regionale, politica agraria nazionale e politica agraria comunitaria), se non ci muoviamo nella direzione giusta della modifica dei regolamenti comunitari, se non ci muoviamo con lo SME e tutto quello che segue, rischiamo di accapigliarci attorno alla cura del filo d'erba dimenticando il prato e perdendo l'intero raccolto. Sono ben conscio e consapevole che il prato è pure formato da tanti fili d'erba e quindi sono stato sempre sensibile al problema di fondo che è stato sollevato soprattutto nell'intervento del collega Franzi e che è circolato negli interventi di tutti, ora rivolto all'area dell'agricoltura, ora rivolto ad altre aree.
Il problema dei residui passivi, e dei ritardi esiste, è grave, ma non va enfatizzato e strumentalizzato così come si sta facendo in Consiglio e fuori, almeno per quanto riguarda il settore agricolo, anche se è quello che ne denuncia i danni in misura più consistente. Non va enfatizzato perché in agricoltura i tempi sono sempre determinati dall'andamento climatico-atmosferico. Un finanziamento per M'impianto di un bosco o di un vigneto o di un frutteto si fa due volte all'anno. Nel 1977 è saltata la stagione e non c'é stata la possibilità di farlo. Siccome giustamente c' una parte che ha bisogno dell'intervento della Regione per realizzarlo, in genere presenta la domanda, attende che ci sia la garanzia per la domanda ed anche se gli dai l'autorizzazione a fare i lavori a suo rischio e pericolo, non lo fa ed attende quindi che la domanda sia accolta. Per favorirli, abbiamo abolito quanto era stabilito prima con il piano verde: ognuno presentava un progetto, quindi con una sola istruttoria il progetto veniva approvato o meno, adesso bisogna dargli il tempo per presentare il progetto che poi deve essere realizzato, poi va collaudato. Questo riguarda il caso più tipico dell'impianto, ma riguarda anche le infrastrutture in montagna per le quali i tempi sono ristretti, e riguarda in genere le opere di miglioramento fondiario. Sarà sempre arduo e difficile impegnare una spesa nel corso di un Esercizio e poterla spendere e non ci sono procedure più snelle per realizzare le opere.
L'unica cosa, come diceva l'anno scorso il Consigliere Paganelli e come abbiamo incominciato a fare e come diventerà quando tutto si adeguerà alla nuova struttura del bilancio pluriennale, è operare in modo che impegnando quest'anno per gli anni successivi, nell'arco dei tre anni si realizzi questa congiunzione. Allora i tempi coincideranno. Per il resto molto pu essere fatto, qualche risultato ci sarà, ma non illudiamoci, perché la realtà è questa e non la può modificare nessun decreto, nessuna norma nessuna legge.
Del resto la legge 63 ha previsto questa partita, quindi la Giunta pu fare come vuole: si può anche dire dall'oggi al domani che è sufficiente la presentazione di un pezzo di carta che è una pratica sacrosanta e gli si dà 15 milioni, i 50, i 100. Io certamente dirò di no, ma non si imputi ci alla legge 63, perché la legge 63 ha delegiferato quello come gli ulteriori finanziamenti, quindi lo stanziamento delle quote che arrivano dai vari riparti statali, per cui non si vivranno più le vicissitudini di questi anni. Il Consigliere Rossotto ha accennato ad una delle cause fondamentali che hanno determinato i cosiddetti residui di competenza. E' certo che se si approvano leggi di 40/50 miliardi, come la legge 51 o la legge 3, che è entrata in vigore il 12 gennaio dell'anno 1978 e stanziava 43 miliardi sul bilancio 1977, è chiaro che nessuno poteva impegnare quei fondi. La legge 68, per una serie di vicende compresa quella che tutti i Gruppi non hanno voluto discuterla a luglio, è stata approvata ed è entrata in vigore il 28 ottobre del 1978. In quel caso si erano creati i residui di competenza.
Vengo ai residui di cassa che hanno quelle ragioni. Voglio dimostrare che uno sforzo concreto è stato compiuto e risultati consistenti si sono realizzati; dalla documentazione fornita ognuno di voi avrà potuto vedere che nel 1972 i residui erano pari al 93,8 %, nel '73 all'83,9%, nel '74 all'84,2%, nel 1975 al 79,5%, nel 1976 si erano ridotti al 73,5%, nel 1977 al 60,2%, nel '78 al 46%. Mi pare che sia un'azione che è andata progressivamente a ridurre ed a smantellare il monte di residui passivi.
Non ci possiamo accontentare di questo risultato. Sono convinto che nel corso del 1979, di questo bilancio che porta stanziamenti consistenti (160 miliardi senza contare i perenti e le annualità passive al di fuori dei programmi: circa 200 miliardi) un altro grande passo in avanti sarà fatto anche tenendo conto di quelle ragionevoli osservazioni che sono venute dall'opposizione. Del resto una serie di interventi sono già stati posti in essere, quali quello di capitalizzare e versare in una unica rata il monte dei prestiti per acquisto macchine ed acquisto bestiame, come quello di avere eliminato il preammortamento per i mutui sulle leggi 51/75, 15/77 63/78, che si vanno a stipulare nel corso del 1979; altro si farà.
Certo sarebbe stato molto utile, oltre a sollevare discussioni, avviare una disamina più ampia - come esigeva un bilancio come questo - su ciò che è stato proposto, su ciò che è stato fatto, sugli obiettivi della legge 63 sulla scelta fondamentale della cooperazione. Sono state approvate 20 stalle cooperative nel mese di dicembre per investimenti pari a 10 miliardi circa; le domande per altre 20 stalle cooperative già istruite ed approvate con il consenso unanime della Commissione consultiva; per quanto riguarda le stalle cooperative c'é l'obiettivo di raggiungere le 100 stalle con un grosso intervento della zootecnia. Il 1979 è l'anno che dovrà vedere il decollo o l'avvio del secondo grado nel settore enologico, è l'anno che vedrà la realizzazione di un moderno sistema di analisi per i terreni e che deve vedere il decollo dei piani zonali di sviluppo. Soltanto con quei piani si potrà colmare quel procedere a spanna e per andare avanti più decisamente sulla strada della programmazione in agricoltura.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

L'Assessore Ferraris non ha risposto a nessuna delle domande che ho posto. Come ho detto in precedenza, con il bilancio 1979 non sarà possibile finanziare neanche una nuova domanda. Chiedo all'Assessore se intende sospendere l'accettazione delle domande oppure se ritiene di trovare i fondi per coprire le richieste.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

A questo quesito non può rispondere soltanto l'Assessore. La Commissione o il Consiglio valuteranno le decisioni da assumere.



PRESIDENTE

La questione verrà ripresa. Ha chiesto di parlare il Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Buona parte del dibattito è stata dedicata ai problemi degli investimenti, delle opere pubbliche, delle leggi regionali relative.
Ritengo opportuno uscire dalle considerazioni generiche ed andare ad esaminare specificamente le singole procedure ed i modi concreti con cui si sono attuate le opere pubbliche.
Il collega Vecchione mi riferiva sinteticamente che la Regione, per conto dei Comuni che non hanno ritenuto di procedere in proprio, e tramite i Comuni, ha costruito finora 155 asili nido; ne restano da costruire 30 che sono già in avanzato stato di realizzazione. Un esame concreto quindi del capitolo "asili nido" ci farà dare un giudizio positivo e non astratto sulle opere pubbliche.
Il ritardo della presentazione della proposta di legge non è stato casuale. L'attuazione della legge 38 per quanto riguarda gli interventi per gli eventi alluvionali dell'Ossola ci ha permesso di esaminare in un periodo concentrato i pregi ed i difetti di questa legislazione che allora, presentammo come un tutto organico e non come uno spezzone.
L'esperienza dell'Ossola ci fa sottolineare l'importanza del meccanismo della partecipazione che affronta con celerità l'esecuzione delle opere e nello stesso tempo è consapevole che si tratta di costruire opere singole ma che siano finalizzate ai bisogni della collettività e della complessiva Porzione del territorio.
La relazione sullo stato di avanzamento degli interventi regionali nell'Ossola consegnata ai Consiglieri all'inizio dell'anno può essere oggetto di riflessione e può suggerire una prima indicazione di massima alcuni criteri che sono alla base della legge 38, possono essere assunti come criteri generali per la modificazione della legge 28 e di tutte le leggi che riguardano le opere pubbliche, affrontando questo capitolo non in termini settoriali, ma in termini di leggi di procedura e leggi di spesa.
Emerge una serie di considerazioni interessanti dal punto di vista dell'attività legislativa del Consiglio che non può assolutamente rinunciare a una discussione sulle cifre e sui risultati concreti dell'uso delle risorse.
Per quanto riguarda l'Ossola informo il Consiglio che nel corso della prossima settimana e il sabato successivo in una riunione con le Comunità montane ed i rappresentanti del Comprensorio del Verbano e delle zone della Valsesia, dopo un esame all'interno delle Commissioni I e II/la Giunta presenterà il complesso delle proposte per l'utilizzo dei 50 miliardi provenienti dallo Stato ed esaminerà le proposte di utilizzo che hanno fatto pervenire l'Anas, il Magistrato del Po, le Ferrovie dello Stato ed il Ministero dei trasporti.
Nel corso dell'anno, sarà possibile spendere solo una parte dei 50 miliardi trasferiti dallo Stato.
E' opportuno prendere atto già da ora dei tempi di utilizzo perché non si venga poi nel 1980 a fare dei discorsi moralistici e questo per due motivi, intanto perché una serie di opere idrauliche è il risultato di studi e di approfondimenti; inoltre perché i lavori vengono effettuati in montagna per cui potrà anche verificarsi che nel prossimo autunno le opere non saranno ancora finite, ma dovranno essere riprese l'anno successivo. Il dato importante da sottolineare è che le opere siano iniziate, che ci sia un meccanismo che ne acceleri l'esecuzione, che l'interesse della collettività coincida con l'interesse dell'imprenditore. Visto che nel corso degli ultimi 6 anni si sono verificati elementi di contraddizione sarà opportuno creare un sistema di erogazione regionale che sia rivolto a tutti gli Enti pubblici territoriali; dipenderà dalla concreta indicazione che emergerà anno per anno se si vorranno privilegiare alcune iniziative piuttosto di altre. L'indicazione nella legge 28 dei "nuovi edifici culturali" è stata una svista - e credo che il Consigliere Petrini ne convenga con me - perché in connessione con il discorso del recupero dei centri storici, questa politica di investimento assume un particolare significato non solo per la costruzione di nuovi edifici culturali, ma nei confronti di una politica di intervento permanente che tenda ad utilizzare al massimo le vecchie strutture. Quale sarà l'importo che ci permetterà di ridurre le procedure e ci garantirà la più rapida esecuzione dell'opera? Si dovranno avviare due procedure di finanziamento, una regionale e una comunale, regolate l'una e l'altra da differenti procedure amministrative? L'una procedura in coda all'altra non diventa automaticamente un aumento della spesa pubblica? Alcuni dati statistici che verranno offerti alla riflessione ci permetteranno di ragionare su questo e di scoprire, per esempio, che gli incrementi dei prezzi per effetto di ritardi di 6/7 mesi sono maggiori della totale spesa a carico dell'Amministrazione regionale.
Mi sono soffermato brevemente su queste questioni per dire che dovremmo tentare di lavorare verso la riorganizzazione unitaria di tutte le leggi.
Farò alcune considerazioni in relazione al discorso dei residui passivi. E' innegabile la notevolissima riduzione rispetto al passato. Non mi pare cosa molto producente per noi continuare a negare i risultati raggiunti in questa determinata direzione che, tra l'altro, non ci permette di individuare quei momenti positivi del confronto complessivo che abbiamo realizzato. Non possiamo ignorare il fatto che su questa strada noi ci muoveremo in ragione di una crescita politica e culturale all'interno del Consiglio ed anche all'esterno investendo i nostri apparati, in particolare in una estensione generale delle procedure finanziarie a tutti i livelli istituzionali. Sappiamo tutti che il bilancio regionale è pluriennale; non sappiamo se lo sarà il bilancio statale e non sappiamo ancora quando saranno pluriennali i bilanci degli Enti locali: Comuni ed Enti intermedi in sostituzione dell'attuale Provincia. Dobbiamo tenere conto di questa realtà. E' un processo di omogeneizzazione e di superamento dei tempi morti che non può prescindere dall'omogeneizzazione delle norme finanziarie degli Enti locali, degli Enti territoriali, degli Enti settoriali: una politica di accelerazione della spesa ha questo necessario punto di riferimento. I ritardi nella legislazione statale si riflettono innegabilmente nei nostri confronti.
Il bilancio pluriennale regionale è quindi lo strumento principale su cui lavorare oggi guardando in prospettiva. E' opportuno procedere ancora con maggiore coraggio nella politica di programmazione spendendo di più oggi nella ricerca, al fine di spendere di meno domani nell'esecuzione delle opere. E' anche opportuno prendere atto del ruolo positivo dei Comprensori, sia pure con le luci e con le ombre; certamente è positiva la crescita collegiale avvenuta all'interno dei Comprensori. Dobbiamo compiere la fase coraggiosa relativa all'avvio ed alla presentazione entro il mese di luglio dei primi schemi di piano dei rispettivi Comprensori.
Non può essere ignorato il fatto che la Regione opera in carenza di qualsiasi piano nazionale, non riconoscere questa data ci può portare a compiere degli errori e a sopravvalutare il valore ed il peso delle iniziative che la Regione assume.
La mancanza di un riferimento nazionale comporta due inevitabili conseguenze: 1) il cosiddetto piano processo. Dobbiamo considerare inevitabile il continuo aggiornamento delle nostre ipotesi di piano, perché ogni atto centrale incide profondamente su tutto il territorio nazionale e induce agli inevitabili adeguamenti. Questo non deve essere considerato un fatto patologico, ma un fatto fisiologico e di crescita. La politica di piano è il risultato di studi condotti per anni, lustri, decenni: una generazione di programmatori non nasce da una generazione di amministratori abituati a spendere senza verificare i risultati ottenuti con la spesa.
2) Una politica di piano, in questo momento, non può attuarsi che attraverso i progetti, non può esserci un piano onnicomprensivo; lo stesso bilancio regionale esprime la profonda necessità che per un periodo abbastanza lungo la Regione potrà e dovrà operare in primo luogo attraverso i progetti: questa è la strada che ci permetterà di crescere e di lavorare sui piani settoriali per altre porzioni di territorio verso le quali si rifletteranno negativamente ancora i limiti dei piani regionali e l'assenza del piano nazionale.
Nel mese di luglio saranno approvati i primi documenti di piano dei Comprensori ed a settembre e nella prossima primavera emergeranno già i primi elementi di contraddizione. Non ammettere questo vuol dire andare incontro a delusioni ed amarezze.
Dall'alto non riceviamo molti stimoli ad avviare una politica di programmazione, li abbiamo invece fortemente da parte degli Enti locali.
Non mi spaventa questo, lo considero obiettivo e salutare. Si tratterà di rapportarci con questa pressione dal basso, che ci farà registrare richieste otto o dieci volte superiori alle risorse regionali e innescherà un inevitabile rapporto dialettico che avrà la sua sintesi in un documento di piano e non nella semplice erogazione di risorse. E' certo che ci sono dei reali bisogni che debbono essere soddisfatti. D'altra parte non possiamo ignorare i discorsi sulla riforma del sistema delle autonomie ed i discorsi sull'entità delle risorse delle autonomie; non possiamo ignorare che buona parte della spesa regionale è sostitutiva delle competenze degli Enti locali; fino a quando non sfuggiremo a questa stretta, fino a quando gli Enti locali non ritroveranno una diversa ripartizione delle risorse nazionali o fonti autonome di finanziamento, la Regione non approderà ad un uso corretto delle risorse regionali.
E' un processo che deve essere gestito con fatica e con la consapevolezza dei limiti profondi esistenti.
L'anno scorso il bilancio regionale per quanto riguarda la politica dei trasporti era austero, sobrio e contenuto, ma l'anno 1978 ha stravolto tatto: l'accordo sull'orario di lavoro dei metalmeccanici ha comportato alla pubblica amministrazione una maggiore spesa di oltre 2 miliardi ripartiti tra Regione, Comune di Torino e Ferrovie dello Stato; da un punto di vista generale sono da considerare positivi i risultati raggiunti da parte dei metalmeccanici, però un risultato così gravoso per la pubblica amministrazione deve farci riflettere! Questo significa che le previsioni del bilancio pluriennale per quanto riguarda i trasporti pubblici sono saltate e se aumenterà la benzina da 500 a 600 lire il litro salteranno maggiormente.
E' per questi motivi che non è opportuno ancorarsi alle cifre di un bilancio pluriennale. Farò alcune considerazioni finali. Il bilancio regionale tende ad una visione unitaria, é partecipe dei problemi del Paese anteponendo questi a quelli della nostra realtà regionale: certo è opportuno procedere con coraggio sulla strada del riequilibrio regionale.
In molti capitoli del nostro bilancio sono presentì orientamenti che vanno in questa direzione: il discorso del Consiglio regionale sulle aree attrezzate, i documenti approvati, la convenzione quadro sulle rilocalizzazioni, il confronto avviato con la Fiat e con i grandi gruppi per i problemi del processo produttivo, l'interesse all'evoluzione produttiva ed alla rapida introduzione di tecnologie moderne che permettono all'apparato industriale di giocare un ruolo notevole in Italia ed all'estero.
Concludendo ritengo che la Regione deve avere un'ottica complessiva deve guardare a tutti i capitoli del riequilibrio regionale e portare avanti il discorso delle zone in regresso relativo, ma deve anche avere la consapevolezza che esistono due problemi: quello delle zone in regresso assoluto, come le zone di montagna e di collina come le Langhe in cui vogliamo che la comunità continui a vivere ed a produrre perché lo spopolamento sarebbe un prezzo che non potremmo pagare; e quello delle zone congestionate. Si fanno molti discorsi sui problemi dell'inquinamento atmosferico e delle acque. Se vogliamo disinquinare l'Adriatico dobbiamo partire dai problemi delle zone congestionate. La pulizia delle acque del Po dipende dal bacino industriale di Torino e dei suoi dintorni.
Potremmo disperdere le risorse in molti rivoli ma otterremmo uno scarso risultato. Una politica di sviluppo regionale che non ignori la dimensione nazionale non può che operare su 3 livelli: 1) interventi prioritari nelle zone di regresso assoluto 2) riequilibrio regionale nelle zone di sviluppo relativo 3) soluzione dei problemi delle aree congestionate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

E' opportuno rilevare che il bilancio regionale di previsione per l'anno 1979 ha conosciuto un ampio confronto e approfondimento non solo da parte del Consiglio, ma anche da parte dei Comprensori attraverso una lunga, faticosa e interessante opera di consultazione della quale il Presidente della I Commissione Rossotto ha dato conto nella sua relazione.
La complessità dei nuovi rneccanismi di contabilità hanno reso la materia del bilancio e della finanza regionale sempre più complessa e difficile da interpretare. I Consiglieri Castagnone Vaccarino e Paganelli hanno posto alcuni quesiti sul problema dei mutui. Il rilievo fatto dal collega Paganelli è corretto, cioè i mutui non contratti in base alla nuova norma di contabilità dovranno essere eliminati dai residui attivi e che questa circostanza influirà sul livello dell'avanzo di amministrazione per il 1978. Ci pare corretto compiere questa operazione soltanto dopo che ci sarà l'unico atto formale che dimostrerà che i mutui non sono stati contratti, cioè il rendiconto dell'esercizio 1978. Prima di questo atto formale non esiste un documento dal quale possa scaturire con rilevanza giuridica la circostanza che i mutui non sono stati contratti.
La dottoressa Castagnone Vaccarino si riferiva alla consistenza dei fondi depositati e trasmessi alla Tesoreria. Confermo che si tratta di 79 miliardi, la stessa somma degli anni precedenti che sono, come abbiamo più volte ripetuto, il risultato dell'accumularsi dei fondi di cassa dei primi anni della Regione.
Nel bilancio figurano inoltre 25 miliardi nella spesa e nell'entrata: riguardano i fondi assegnati ai funzionari delegati dei quali si prevede nel corso dell'esercizio il riaccreditamento.
Il Consigliere Paganelli con la consueta acutezza ha sollevato il problema delle dimensioni della cassa e cioè la previsione formulata al titolo V delle entrate (700 miliardi) che comprende le somme presumibilmente che affluiranno sta conto corrente aperto presso la Tesoreria centrale. Come i Consiglieri sanno non vi è un'erogazione diretta dal Tesoro alla Regione, ma vi è un filtro rappresentato dal conto corrente intestato alla Regione e aperto alla Tesoreria centrale a cui vengono fatte affluire tutte le somme che lo Stato destina alle Regioni. Poiché a questo fondo vengono fatte affluire le somme che lo Stato eroga, molte volte senza indicare il titolo a cui le somme sono riferibili, sarebbe estremamente difficoltoso poter reintroitare e incassare se non si fosse costituito questo fondo di cassa che agevola e semplifica le procedure. E' un accorgimento contabile che consente al bilancio di recepire rapidamente le somme e di distribuirle nei capitoli della competenza.
I 22 miliardi che riguardano le anticipazioni sono uno stanziamento "prudenziale" del quale si spera di non dovere fare uso. In definitiva noi abbiamo ritenuto di prevedere quanto attiene alla cassa con una certa ampiezza per agevolare le procedure di pagamento; anche perché eventuali scostamenti a fine anno tra le previsioni formulate ex ante ed i risultati ex post non danno luogo a nessun residuo passivo. Questo criterio prudenziale deve anche tener conto dell'aumentata capacità di spesa della Regione, argomento sul quale desidero brevemente soffermarmi, anche perch la maggiore capacità di spesa della Regione giustifica una previsione del fabbisogno di cassa superiore a quello che potrebbe essere ricavabile tout court dall'esperienza del passato, sulla base del trend, per esempio, della media dei pagamenti in percentuale degli ultimi anni.
Credo che occorra tenere conto dell'aumentata capacità di spesa della Regione negli ultimi anni, in particolare nel 1978, il che giustifica una formulazione del fabbisogno di cassa più proporzionale all'aumenti:, del trend.
La curva, infatti, che evidenzia la capacità di spesa della Regione, ha un andamento parabolico e dopo il punto di flesso rappresentato dalla spesa del '76 segna un'impennata che è particolarmente accentuata nell'ultimo anno.
Non tenendo conto dei dati della spesa ospedaliera, che potrebbero complicare il quadro, vediamo che la capacità di spesa della Regione, cioè il rapporto tra i pagamenti sulla somma astrattamente spendibile (l'intera competenza più gli interi residui), passa dal punto di svolta del 29,6 °A del 1976, al 33,2 °Io del 1977 e al 38,7 % del 1978; comprendendo la spesa ospedaliera questa capacità di spesa raggiunge nel 1978 il 60%.
Questo è un primo indicatore sulla maggiore capacità di spesa della Regione a cui possono essere aggiunti alcuni indicatori; intanto quello che riguarda la capacità di spesa per investimenti, che indubbiamente è il punto dolente nella spesa di tutto l'operatore pubblico.
Dobbiamo registrare, sulla base degli andamenti di tutti gli anni del bilancio regionale, che, in effetti, la capacità di spesa degli investimenti, sommando competenze e residui, è sempre stata molto bassa; ha toccato il punto più basso nel 1973 con il 10,9 °Io; solo nel '77 ha raggiunto la percentuale del 19,6 % del totale, pari a quella del 1972 primo anno di attività della Regione che era del 19,8%. In termini assoluti, ovviamente, il 19,8% del 1972 valeva 4 miliardi e 900 milioni, il 19,6% del 1977 valeva 101 miliardi. Nel 1978 la capacità di spesa per investimenti ha raggiunto il 31,4%, pari a 160 miliardi. Anche sotto questo profilo abbiamo una svolta netta nel 1978 che, per quanto riguarda gli investimenti, è ancor più rilevante proprio perché su di essi non influisce se non marginalmente, il fondo ospedaliero: questi sono investimenti connessi alle attività proprie della Regione, senza alcun annacquamento della significatività del dato derivante dai fondi ospedalieri.
Due altri indicatori possono essere ricordati sull'accelerazione della spesa regionale: la capacità di smaltimento dei residui passivi della Regione che .
calcolata dal 1974 in poi perché prima non si dava conto di questi dati. La capacità di smaltimento dei residui passivi è in aumento; riferendoci ancora agli ultimi 3 anni, esclusa la spesa ospedaliera, passiamo dal 31,1 di smaltimento del 1976, al 33,5 % del 1978; includendo la spesa ospedaliera, dal 31,6 %al 51,3 % dei residui passivi.
La velocità di spesa ossia la tempestività di erogazione dei finanziamenti in relazione ai diversi esercizi.
Abbiamo calcolato che nel 1972, nell'anno di competenza si spendeva il 52%, nel 1978 l'81%. Nel 1972 per raggiungere una percentuale superiore all'80°/0 si raggiungeva, dopo 5 anni dallo stanziamento, la stessa percentuale che oggi viene raggiunta nello stesso anno della competenza.
Questi dati stanno a significare tre risultati incontrovertibili: un aumento costante sia in termini assoluti che in termini relativi della capacità di spesa della Regione anche per quanto riguarda le spese di investimento che nell'ultimo periodo, in percentuale, sono triplicate un aumento, anche se ancora insoddisfacente, in particolare nell'ultimo anno, della capacità di smaltimento dei residui passivi un aumento della velocità di spesa della Regione.
Questi dati dimostrano da un lato un perfezionamento della macchina regionale, ma dall'altro che ci sono dei tempi e delle procedure che non dipendono dalla Regione, che sono eliminabili attraverso un diverso meccanismo del riparto delle risorse e che sono legati alla settorialità ed alla predeterminazione di gran parte dei fondi che hanno tempi e procedure di erogazione e meccanismi di spesa tali da influire pesantemente sull'andamento complessivo del bilancio regionale. Naturalmente l'incidenza di questi fenomeni è crescente nella misura in cui cresce il peso delle risorse regionali a .destinazione vincolata. Se vogliamo estendere questo discorso fino a comprendervi il fondo ospedaliero, è chiaro che il ritardo nell' erogazione dei fondi ha fatto sì the gli anni 1976 e 1977 fossero anni con forti residui passivi; l'accelerazione della spesa nel 1978 ha consentito un grosso recupero anche rispetto ai residui accumulati nel passato. Quindi sono fenomeni destinati a crearci problemi sulla gestione del bilancio in modo del tutto indipendente dalla capacità della Regione.
Il 1978 è stato un anno di svolta nell'attività finanziaria della Regione così come dimostrano gli indicatori ai quali ci possiamo riferire, non solo quello dei 932 miliardi spesi, ma anche gli altri che ho richiamato sulla velocità di spesa, sulla capacità di smaltimento dei residui passivi e sulla stessa capacità di spesa dell'investimento. Il 1979 potrà essere un anno di rafforzamento e di consolidamento di questa soddisfacente linea.
Guai però se fermassimo il discorso a questo punto, guai se un malinteso senso dell'efficienza ci facesse porre mente soltanto ai dati quantitativi della spesa e non invece alle priorità ed alle scelte che devono sottendere la spesa della Regione. Occorre mettere l'accento sulla quantità e sulla qualità della spesa regionale. La Regione non è una macchina per ridistribuire in qualsiasi modo ed a qualsiasi costo delle risorse, ma è un momento di governo e di programmazione.
Occorre verificare se nell'impostazione del bilancio c'è una concreta attuazione del Piano di sviluppo, se i programmi ed i progetti finanziati contengono indicazioni di priorità che il Consiglio ha dato alla Giunta approvando nel luglio 1977 il Piano regionale di sviluppo.
In realtà la Giunta sta su quelle linee, su quegli orientamenti, porta avanti, seppure con continui mutamenti, il disegno programmatorio complessivo che si è data con il Piano di sviluppo. E lo si vede nei diversi settori: nell' area di attività il processo di ammodernamento e di qualificazione della macchina regionale prosegue con i progetti che erano stati individuati con l'attività degli Enti strumentali della Regione che cominciano a dare i loro frutti. La spesa nell'area dell'agricoltura proprio in relazione alla sua dimensione deve accompagnarsi ad una corretta individuazione programmatica e deve essere finalizzata, come ricordava giustamente l'Assessore Ferraris, al discorso dei piani zonali, dei piani aziendali, dei piani interaziendali proprio per evitare di tornare alla logica deteriore di dispersione degli incentivi che è esattamente il contrario di quanto tutti dicono di volere.
Nell'area 2 si sta realizzando la politica delle aree attrezzate per gli insediamenti industriali, che è sorretta dalla convenzione quadro e che vedrà, con la revisione della legge n. 21, un nuovo strumento legislativo insieme agli interventi in favore dell'artigianato, arricchitosi di una nuova legge sul credito agevolato. Non è possibile soddisfare l'intero ventaglio delle domande, così come il Consigliere Chiabrando va dicendo nei suoi interventi. Il discorso sul settore agricolo vale anche per l'artigianato. E' forse scritto da qualche parte che la Regione è il Babbo Natale a cui basta scrivere la letterina perché porti i doni richiesti? La Regione deve selezionare le domande e deve dare i contributi a ragion veduta. Le domande presentate sono un punto di riferimento, ma non sono l'unico punto di riferimento - anzi - come diceva l'Assessore Bajardi per quanto riguarda le opere pubbliche , impostare la politica dei finanziamenti sulle domande dei Comuni vuol dire seguire un modo esattamente opposto a quello che consente lo snellimento delle pratiche e la corretta allocazione dei finanziamenti. I finanziamenti vengono erogati sui programmi e non sulla base delle domande.
In agricoltura il discorso è più difficile perché il finanziamento deve essere filtrato attraverso un'attività di pianificazione aziendale interaziendale e zonale molto lunga da mettere in moto, tuttavia essenziale se non vogliamo fare della Regione un Ente di assistenza, un Ente erogatore di benefici e di risorse, ai quali non corrispondono risultati certi ed attendibili. A proposito dell'Ente di sviluppo dell'artigianato, sul quale la Regione non da oggi si è espressa in senso negativo, permangono le motivazioni negative già formulate a suo tempo, comunque il discorso potrà essere ripreso, così come sarà opportuno riprendere il discorso sulla Consulta artigiana.
Non comprendo la critica che ha espresso il Consigliere Petrini nel suo interessante intervento a proposito dell'indagine sulla consistenza delle infrastrutture messa a punto dalla Regione. L'Assessore Bajardi ricordava che lo scollamento esistente tra le richieste dei singoli Comuni e le procedure di erogazione dei finanziamenti, che ha portato a dar vita ad oltre 10 mila pratiche di finanziamento per opere pubbliche e la mancanza di verifiche e di controlli nell'iter delle pratiche sono una delle cause se non la principale,del formarsi dei residui passivi. A questa causa bisogna porre rimedio evitando per il futuro il ricorso a procedure inadeguate, come quelle seguite in passato recuperando in termini di conoscenza e di controllo anche le pratiche giacenti. L'indagine analitica sulla consistenza delle infrastrutture serve a questo scopo perché mette a fuoco lo stato effettivo delle opere presso i Comuni. Se un Comune chiede 100 milioni, la Regione deve sapere se vanno indirizzati ad un'opera iniziata e rimasta a metà, oppure ad una nuova opera. Non si può più erogare un contributo prescindendo dalla conoscenza precisa, esauriente analitica di tutto ciò che copre quel contributo.
Un'indagine accurata condotta presso i Comuni deve essere salutata dall'opposizione semmai come tardiva, ma non deve essere recriminata.
Dirò qualche parola sui programmi dell'edilizia scolastica dell'edilizia residenziale, sull'attuazione del piano dei parchi, sui programmi di intervento nel settore degli asili nido, nel quale la Regione Piemonte è all'avanguardia, come sui piani di intervento per la tutela dell'ambiente che cominceranno ad avviarsi nel 1979. In questo caso si tratta di un piano complessivo per alcune decine di miliardi che, finite le defatiganti procedure per la formazione dei Consorzi e per l'avvio delle opere, metterà in moto una rilevante mole di investimenti con effetti importanti anche in termini di occupazione.
Anche l'attuazione della riforma sanitaria, lungo le linee indicate dall'ordine del giorno votato dal Consiglio, consentirà una tempestiva messa a punto di quel complesso meccanismo non solo di natura sanitaria, ma con rilevanti implicazioni organizzative, amministrative e finanziarie. Nel mese di giugno, quando dovremo procedere all'aggiornamento del Piano e del bilancio pluriennale, torneremo su questo tema e terremo certamente conto come ha rilevato il Consigliere Paganelli, della maggiore quantità di risorse che nel frattempo saranno a disposizione della Regione, così come dovremo però tenere conto anche dei nuovi oneri ai quali faceva riferimento l'Assessore Bajardi, oneri che la Regione subisce come contraccolpo per le scelte compiute in altre sedi e Che comunque deve in qualche modo fronteggiar.
Avremo la possibilità di approfondire il discorso sul ruolo dei Comprensori, sul ruolo degli Enti locali, sulla problematica rilevata dal Consigliere Rossi che sta al centro delle nostre preoccupazioni; così come sul discorso degli strumenti urbanistici dei programmi pluriennali di attuazione.
La Giunta non ha approvato i programmi così come sono ma, per quanto riguarda le opere pubbliche che richiedono il contributo regionale, ha fatto riserva di definire il relativo stanziamento dopo opportuna conoscenza dello stato e delle caratteristiche delle opere ed ha chiesto ai Comuni di rispondere ad un apposito questionario.
La necessità della revisione del Piano di sviluppo e del bilancio pluriennale non deve farci dimenticare un altro dato importante e cioè che le risorse libere a disposizione della Regione sono scarse e che, quando la Regione è richiesta di interventi nuovi rispetto a quelli che derivano dalle scelte compiute a livello nazionale, deve comunque confrontare i programmi con le disponibilità del bilancio. Non c'è la possibilità di finanziare in modo indiscriminato: i finanziamenti aggiuntivi in una direzione si accompagnano a riduzioni in un'altra direzione. E' opportuno che il Consiglio abbia presente questa situazione proprio perché l'aumento delle dimensioni del bilancio non si accompagna ad un aumento delle risorse libere a disposizione della Regione. La tabella riportata nella relazione aveva attinenza alle spese vincolate, più che alle entrate con vincolo di destinazione e quindi comprendeva due realtà che non sono completamente omogenee dal punto di vista contabile.
Crediamo che ci sia un aumento del vincolo di destinazione. Dobbiamo evitare di dare all'attività della Regione un senso riduttivo. Le attività della Regione, la complessità del suo ruolo, le dimensioni del suo intervento crescono continuamente e la parte di gestione dei fondi statali a destinazione vincolata non è affatto trascurabile. Non vogliamo n sottrarci ai nostri compiti, né vogliamo sminuire il significato in termini finanziari e reali che ha l'impegno della Regione in queste materie. Ho citato l'edilizia pubblica e l'edilizia residenziale volendo indicare un impegno che la Regione deve considerare nella 'gestione dei fondi a destinazione vincolata che sono parte qualificante e importante della sua azione amministrativa. Anzi, la gestione dei fondi a destinazione vincolata e la gestione dei fondi liberi devono essere sempre più coordinate e raccordate tra di loro.
Resta il problema, per noi decisivo, di verificare e di rendere compatibile lo sforzo che vogliamo fare nella direzione del Piano di sviluppo con l'entità sempre estremamente scarsa delle risorse. Torna l'invito alla coerenza delle scelte. Quando si fa il discorso delle domande da accogliere e delle attese che vengono dalle categorie sociali, si deve tener presente che esso è completamente diverso da quello che ispira, per esempio, la logica del Piano Pandolfi, e del piano triennale intesi a ricondurre il settore della finanza pubblica a rigorose scelte di priorità ed al contenimento dei trasferimenti alle famiglie per dare invece spazio agli investimenti pubblici. Le linee date alla finanza pubblica nel nostro Paese Sono di contenimento e di qualificazione e non sono quindi linee di ampliamento delle erogazioni. Ci vuole un rapporto corretto, occorre tener presente che le risorse libere se destinate ad uno anziché ad un altro impiego, comportano una revisione in peggio delle scelte fatte con il Piano di sviluppo. Per esempio, se il discorso che è stato fatto sull'assistenza farmaceutica avesse dovuto comportare riduzione delle risorse a disposizione per gli interventi di piano, avrei continuato a manifestare l'opposizione che ho sempre manifestato verso questo tipo di spesa la quale, ricuperata invece all'interno del fondo sanitario nazionale acquista una collocazione senza ridurre le risorse indispensabili al Piano di sviluppo.
Richiamo qui il ruolo istituzionale che è affidato ai diversi livelli di governo nel Paese, ruolo istituzionale che necessariamente comporta un confronto non rispettoso tra i diversi livelli: la democrazia per vivere deve essere esercitata e i grandi parlamenti degli Stati a solida tradizione democratica e rappresentativa sono l'espressione di un confronto, anche aspro, in cui le prerogative ed i ruoli dei diversi organi sono sviluppati fino al limite delle competenze istituzionali.
Dalle pagine della parte introduttiva della relazione esce il rammarico che la politica di programmazione finalmente avviata nel Paese non tenesse sufficientemente conto dell'importanza dei livelli delle autonomie locali.
Semmai è un'occasione perduta per fare meglio insieme un certo lavoro e non una preconcetta posizione di ostilità al governo ed al livello centrale del Paese. Dobbiamo giocare questo ruolo istituzionale, dobbiamo sottolineare le indicazioni negative che emergono dal quadro nazionale.
Il discorso del piano triennale merita di essere ripreso ed approfondito; non mancano le considerazioni pessimistiche sul modo con cui il Governo ha affrontato l'avvio della politica di programmazione con riferimento alle Regioni.
Il Consiglio ha avuto, del resto, la possibilità di esaminare la relazione della Commissione tecnica degli esperti delle Regioni che, dopo l'esperienza di alcuni mesi di lavoro, hanno formulato un documento con critiche precise e circostanziate sulle inadempienze, sui ritardi, sulle spinte centraliste emerse a livello di Governo; anche la pubblicistica corrente mostra come da parte degli esponenti di tutte le forze politiche regionali siano venute critiche documentate all'assetto centralista, alla mancanza di impegni, alla persistenza di vecchi sistemi nella formulazione della spesa da parte del Governo.
Come Si può credere che ci sia la volontà di dare spazio e forza alle Regioni quando nel bilancio preventivo dello Stato per il 1979 la partita che riguarda la finanza regionale è tra quelle che riducono il fabbisogno di cassa, portando nelle indicazioni del fabbisogno che deriva dalle componenti del settore pubblico allargato, accanto al disavanzo del bilancio dello Stato, degli Istituti previdenziali, delle aziende autonome 6.300 miliardi di finanza regionale; la finanza regionale nel quadro del settore pubblico allargato viene concepita come componente che non spende e la cui liquidità consente di finanziare in parte il disavanzo complessivo delle altre componenti del settore pubblico allargato.
Nel bilancio dello Stato per il 1979 è contenuta Una paralisi nel funzionamento della finanza regionale che è indicativa della persistente volontà a non accelerare i meccanismi di spesa delle Regioni, a non metterle in condizioni di svolgere appieno la loro parte. Nel momento in Otri la Regione voglia farsi radiografare e dichiara di essere disponibile alla verifica, al momento della verità, deve esigere che la parte dei Ministeri, delle aziende autonome, delle partecipazioni statali ci sia la stessa disponibilità ad una verifica di coerenza. Vedremo dove stanno i marchingegni contabili, dove stanno gli artifici per ritardare il momento della verità, dove stanno le spese non fatte, la mancata qualificazione della spesa.
La Giunta non teme il confronto, ha fornito al Governo il documento sulla revisione della legge 28, nel quale si individuano i ritardi nei meccanismi di spesa delle opere pubbliche regionali, offrendo un grosso contributo senza il timore di mettere a nudo anche le proprie insufficienze.
Se il Governo centrale si limita a registrare i documenti regionali per tentare di ridurre le risorse a disposizione della Regione, di dire che le Regioni non spendono e che devono disporre di meno, la Regione non avrà nel suo complesso una qualificazione della spesa pubblica, ma avrà semplicemente la restaurazione dei vecchi sistemi che rimandano ai periodi peggiori della pre-programmazione degli anni '50, anche se in quegli anni la spesa del livello centrale serviva a sostenere il fenomeno del miracolo economico foriero di squilibri.
Anche attraverso questo bilancio che segna la maturazione del Piano di sviluppo della Regione Piemonte, abbiamo dato un contributo nella risoluzione dei nostri problemi.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, al termine di un dibattito di questo tipo vale la pena se non di fare un riassunto, almeno di dire qualche cosa sul senso della politica che la maggioranza ha seguito in questi ultimi quattro anni che trova una fotografia parziale ma importante nel bilancio 1979.
Tutti gli intervenuti si sono richiamati alla funzione particolare che viene a rivestire questo bilancio. Si dice che è l'ultimo bilancio che verrà gestito da questa Giunta ma io credo che sia troppo presto per fare delle previsioni.
Cogliendo l'occasione di questa discussione dobbiamo fare un ragionamento e ripercorrere con la memoria i quattro anni di questa legislatura. Le cose che abbiamo fatto sono state molte e in un'esperienza ancora molto incompleta e anche carica di qualche contraddizione hanno segnato una grande svolta, un salto di qualità obiettivo nel lavoro di questa istituzione e nel complesso delle istituzioni. Se dovessi sviluppare questo argomento non potrei non dimenticare che anche in questo bilancio sono presenti degli elementi di coerenza con il passato, di sviluppo, di iniziative assunte in questi quattro anni che vengono ad avere un grosso valore emblematico.
A me non piace l'analisi legata alla valorizzazione delle cose concrete l'una staccata dall' altra, mi pare invece importante in politica recuperare il senso complessivo dell'azione di governo. Comunque se dobbiamo restare a queste cose, che pure hanno un rilievo, non possiamo non ricordare certi interventi di grande significato come il metanodotto di Mondovì, elemento decisivo per il decollo dell'area attrezzata di quella zona; i 330 autobus che questo bilancio permetterà di acquisire; i lavori di completamento dell'infrastruttura del porto di Verbania e della viabilità che adduce al porto; la città studi di Biella; le aree attrezzate che seppure con lentezza stanno avviandosi; l'avanzamento dei lavori di due grandi opere infrastrutturali come l'acquedotto delle Langhe ed il depuratore di Torino.
Sotto un altro profilo, non possiamo dimenticare "il nuovo" introdotto nell'amministrare attraverso una cura particolare anche indotta dagli avvenimenti alluvionali e non solo da questi, che ha prodotto una qualificazione culturale nel campo degli studi e nell'approntamento delle strutture. Il .servizio geologico regionale è il migliore esistente in Italia. E a questo potrei aggiungere molti altri esempi, ma non voglio fare una disamina di questo tipo, voglio solo ricordare che questi elementi di concretezza a cui tutti abbiamo contribuito, ci possono richiamare in maniera meno epidermica, superficiale e di parte ad un giudizio su questo bilancio. Ma ciò che maggiormente mi preme sottolineare è che il dato di fondo squisitamente politico che può essere individuato come filo conduttore logico di questa legislatura, è quello che anche il Consigliere Paganelli nel suo intervento ha richiamato, è il confronto costruttivo dato largamente da quasi tutte le forze politiche. Questo spirito e questo confronto costruttivo è legato alla forza con cui Abbiamo creduto al "progetto" di governo della Regione che ha avuto uno sviluppo, una coerenza ulteriore in questi quattro anni. I pezzi di questo processo sono in atto altri sono incompleti, altri sono ancora da venire. Attorno alla programmazione ed alla riorganizzazione istituzionale del Piemonte, abbiamo lavorato con convinzione.
Ricordarci di questo oggi è un elemento essenziale per due ordini di motivi, innanzitutto perché la gravità del momento è ancora notevole non tanto perché legata alla situazione economica quanto perché legata al terrorismo, ieri il processo di Prima Linea ci ha confermato che il terrorismo continua a colpire e ad agire nel profondo della società addirittura ha indicato come nemici da additare all'odio e alle azioni punitive i massimi rappresentanti delle assemblee elettive del Piemonte.
L'altro motivo da ricordare è che questo è un anno di svolta. Gli effetti della programmazione hanno prodotto una dicotomia tra le leggi e la loro attuazione, tra l'impostazione dei problemi e gli effetti riconoscibili da parte dei cittadini. Dobbiamo però renderci conto che gli effetti della programmazione, proprio perché non è basata su un lungo processo di consensi e di acquisizione culturale, sono lunghi da venire.
Credo però che alcuni effetti reali si siano già verificati; resta il fatto che questo è un anno di svolta particolarmente importante in cui la capacità, la chiarezza e la coerenza dei nostri comportamenti si misureranno alquanto. I Consiglieri Paganelli, Petrini e Castagnone Vaccarino nei loro interventi hanno richiesto alla maggioranza coerenza con certi comportamenti e con certi indirizzi, invito alla coerenza che noi accettiamo fino in fondo.
Siamo dunque giunti in una fase cruciale in cui interpretare questo filo logico del confronto costruttivo diventa elemento importante per misurarci in maniera non staccata dai processi che abbiamo messo in atto ma confrontandoci con gli interessi generali della comunità, ognuno nella distinzione dei propri ruoli.
Che cosa significano i piani socio-economici territoriali di Comprensorio? Essi rappresentano strumenti di governo di grande rilevanza che, anche grazie al metodo politico partecipativo con cui si sono avviati hanno la caratteristica di passare alle scelte concrete, di indicare degli obiettivi, di individuare dei poli di sviluppo dei settori, dei comparti da promuovere e da attuare soprattutto in una visione dinamica, non garantistica o vincolistica del riequilibrio, in cui ci sono dei vincoli ma in cui stanno anche i svincoli cosiddetti programmatici, le proposte di opportunità e le occasioni di attività.
Arrivare a fare i primi schemi entro i mesi di giugno o luglio è un fatto politico di grande importanza, è un fatto di estrema concretezza. Già ora i Comprensori decidono Su questioni e la spesa regionale e la spesa locale decidono in conformità agli orientamenti che presiedono alla formazione dei piani, il tutto in forza di un metodo che fa emergere il dato politico della costruzione delle proposte sulla base della raccolta del consenso da parte dei vari operatori sulla base della costruzione del consenso. In questo quadro assumono un senso e possono essere compresi i vincoli che abbiamo posto nella legge 56.
Ma emerge un altro grande punto di forza dell'azione di governo connotato di squisita concretezza e non di astrattezza: la questione istituzionale. La frammentazione della vita pubblica in 1209 Comuni è un elemento non secondario per lo sviluppo del Piemonte.
Senza far polemiche sulle subalternità delle scelte del grande capitale, sull'imperialismo torinese, dobbiamo ricordare che la debolezza istituzionale nella nostra Regione è stato uno degli elementi del ritardo nell'avvio della programmazione e dell'aderenza delle risposte istituzionali ai bisogni delle grandi masse.
Accolgo i rilievi che sono stati fatti sulla non totale coerenza con il metodo comprensoriale che a volte abbiamo seguito. Dico però che l'esperienza comprensoriale ha un valore politico che sarebbe miopia non comprendere. Cosa ci dice questa esperienza? Che è possibile rompere la vecchia impalcatura dello Stato, ricomporre la parcellizzazione e la frammentazione se riusciamo a definire strutture e forme del processo decisionale, capaci di indurre alla socializzazione della politica e del potere, di costruire una qualità nuova del potere che sia riconosciuta dai cittadini e che sappia mettere in moto le forze, i consensi, le azioni e anche gli investimenti necessari.
Credo che il lavoro per solidificare questi riferimenti certi ravvicinati, agibili è un metodo per ridefinire gli obiettivi stessi del potere. Noi stiamo cercando di uscire dalla subalternità delle scelte del grande capitale attraverso questo metodo. A volte abbiamo trovato una partecipazione insufficiente per problemi di convocazione, ma anche per problemi di imperfetta sensibilità.Rendiamoci però conto che nei Comprensori abbiamo già costruito una maglia di amministratori capace di governare e di farsi carico di scelte che vanno al di là del confine comunale e,spesso, del confine comprensoriale. Quando siamo andati in Comprensori che sono qualificati politicamente come non favorevoli a questa maggioranza, abbiamo ricevuto anche lì dei contributi importanti sul piano della coerenza.
Oggi siamo ad un bivio, cioè alla fase cruciale. Andare avanti su questa strada non è solo importante per questa istituzione, ma è importante anche per le altre istituzioni, per i partiti: a questo credo dobbiamo richiamarci con energia e con forza.
Credo di dover sottolineare i pericoli che sono emersi in questo dibattito. Alcuni interventi hanno richiamato la Giunta e la maggioranza alla coerenza dei comportamenti rispetto agli indirizzi ed alle leggi e su questo richiamo sono totalmente d'accordo; diverso è stato invece l'atteggiamento con cui si vede la Regione non come elemento promotore o costruttore di questo processo, ma come controparte rispetto alle categorie.
Dobbiamo porci questo problema fino in fondo e credo che gli amici democristiani, e non solo gli amici democristiani,debbano riflettere fino in fondo sulle tendenze in atto delle forze politiche e della realtà dei loro partiti. In questo senso il rapporto del Censis è un rivelatore di qualche pericolosità. A me sembra che un certo privilegio del sociale, non inteso come il movimento di vecchia maniera o di tradizione operaia, ma inteso come privilegio di tutti i momenti circoscritti, di socialità, di ordinarietà, di normalità in contrapposizione alla politica, sia un elemento che può, se male inteso, preoccuparci fortemente perché legittima il ragionamento che faceva l'Assessore Simonelli nelle sue conclusioni cioè quello di dare alla spontaneità dei processi il peso decisivo per uscire dalla crisi: i processi spontanei in quanto tali, in quanto forti sono gli elementi per salvare il Paese e per farlo uscire dalla crisi e non invece la programmazione, l'unità delle forze politiche sugli atteggiamenti di programmazione.
Di fronte a questi processi spontanei non possiamo non rimarcare come la tendenza sul piano strutturale ed economico in Piemonte da parte della Fiat segni dei pericoli. Dato che abbiamo scelto con molta consapevolezza e convinzione la strada della programmazione democratica e pluralistica con un meccanismo che a volte può apparire tortuoso ma che è semplice ed efficiente e ha la forza della democrazia, come dimostrano il piano dell'edilizia scolastica o il piano dell'edilizia abitativa, ebbene crediamo di dover dare una risposta in cui anche gli aspetti positivi dei processi spontanei vengono recuperati, diretti e governati in un processo di decisione e di formazione delle volontà politiche che si estende gradualmente a tutti i cittadini ed a tutte le categorie.
In questo senso credo sia molto importante ragionare sul bilancio in una maniera e non in un'altra. A proposito delle considerazioni sui numeri fatte dal Consigliere Chiabrando ha già risposto l'Assessore Ferraris; non voglio fare ulteriore polemica, dico soltanto che questo non permette di vedere tutto, perché è un modo arretrato e vecchio di scagliare magari le legioni di certe categorie contro la Regione; questo non giova a nessuno.
Come ricomporremo, anche dopo l'80, in una sintesi efficace di governo chiunque sia al governo, queste lacerazioni o queste promozioni di corporativismi che a volte vengono suscitate? Dobbiamo allora porci il problema degli interessi nazionali, degli interessi regionali e della funzione di sintesi generale.
In questo senso dai Comprensori e da alcuni interventi svolti in Consiglio sono venuti elementi seri di conforto. Lo voglio dire senza nessun tatticismo. Siamo andati nei Comprensori "bianchi" e potrei citare il Comprensorio di Pinerolo, altrettanto "bianco", in cui gli interventi hanno difeso questo metodo ed hanno richiesto alla Regione la presentazione dei conti. Vogliamo raccogliere questa sfida e proponiamo alla Giunta ed alla maggioranza di raccoglierla interamente anche perché abbiamo contribuito a proporla noi.
Alcuni Consiglieri con interventi un po' troppo disinvolti - mi riferisco a Benzi - dicono che la programmazione non c'è. Ma non è così perché quando andiamo nei Comprensori gli Amministratori comunali ci dicono che incominciano ad avvertire gli effetti della programmazione,seppure in maniera imperfetta ed indiretta. C'é un processo di acquisizione culturale di grande portata.
Credo che l'elemento vincente per trasformare il Paese sarà costituito dalla riforma e dalla rifondazione dello Stato. Sarà la forza della democrazia a farci intravedere vie nuove, non battute, verso il cambiamento, verso la trasformazione e, per noi, anche verso il socialismo.
Credo che questi esperimenti, queste componenti complessive dell'azione della Regione Piemonte non vadano dimenticati.
Sono idee, ma le idee hanno la loro forza e sanno produrre fatti: per me la politica è soprattutto questo: quando la politica attraverso le idee attraverso gli slanci ideali, riesce a convertire gli animi, gli egoismi della gente, diventa un elemento di notevole importanza. Crediamo ancora di procedere, pur nelle distinzioni tra i partiti, sulla strada maestra del confronto costruttivo oppure vogliamo andare avanti aggredendo attraverso tante cittadelle di interessi particolari questa istituzione che oggi è governata da questa Giunta, ma che è un'istituzione che deve essere difesa e fatta andare avanti da tutti?



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la mia breve dichiarazione di voto è notevolmente facilitata dall'affermazione fatta ieri dal collega Benzi nel suo intervento. Egli sostanzialmente ha detto: "con questa Giunta abbiamo pazientato 4 anni. Ora basta".
Credo che, da questo punto di vista, la pazienza non vada interpretata come rassegnazione, certamente va interpretata nel senso dell'attenzione particolare che era stata data alla maggioranza dei partiti di sinistra. E per continuare su paragoni di questo genere, dall' arca di questo Gruppo partirono in diverse occasioni più di una colomba diretta a cercare la spiaggia; devo dire con franchezza che i cadaveri di queste colombe le troveremmo probabilmente in mezzo alle secche di quell'arroccamento che venne fatto attorno alla maggioranza dei 31 che, secondo me, non ha consentito alla Giunta molta elasticità nel portare avanti il proprio discorso. Il Momento ci impone delle considerazioni molto attente. Non sempre trovo punti di riferimento validi in quello che affermo - anche se lo affermo a nome del partito e a nome del Gruppo - di fronte ad una situazione nazionale in evoluzione, ad una situazione internazionale estremamente pericolosa verso le quali dobbiamo guardare con l'attenzione di chi cerca più elementi di raccordo che elementi di divisione.
Credo che non si possa sfuggire alla logica della vita del nostro Consiglio regionale, della vita di questa legislatura che obiettivamente oggi inizia la dirittura d'arrivo verso le elezioni dell'anno venturo. E' un momento in cui ciascuno deve assumere le proprie posizioni, in cui ciascuno deve assicurare la propria fisionomia.
Da questo punto di vista, una collocazione in questo senso si pone anche e soprattutto nei confronti del momento che ci trova oggi a concludere il dibattito: il bilancio del 1979.
Personalmente ho sempre avuto un rispetto forse eccessivo delle cifre e dello sforzo di chi le compone e le mette insieme. Analizzando i risultati che sono emersi dal dibattito) queste cifre non hanno delle collocazioni tali da presupporre antitesi drammatiche ed antitesi inconciliabili. In esse però vi sono indicazioni indubbiamente deludenti.
Non intervengo sul problema dei residui passivi perché non sono un esperto di tecnica finanziaria. Dalla diversità tra le cifre del bilancio di cassa e quelle del bilancio di competenza mi pare di capire che una collocazione dei residui passivi può trovare o una speranza o una possibilità concreta di riciclaggio che tutti riteniamo necessario.
Credo di dover sottolineare non tanto gli sbagli o gli errori, quanto invece gli obiettivi non raggiunti che sono quelli che ci richiamano all'impegno che assunse il nostro Gruppo nel momento in cui votammo il Piano di sviluppo: forse è stata la colomba più consistente che si alzò da questa area che, dopo un dibattito serio e serrato, ci aveva trovati concordi nel valutare il Piano di sviluppo, quindi la prospettiva che la Regione, superata la fase di decollo, avrebbe potuto realizzare.
Il bilancio del '79 mette in evidenza alcuni punti mancati. Il punto più clamoroso è il mancato obiettivo del riequilibrio territoriale. Vorrei sottolineare, soprattutto ai colleghi che sono presenti in quest'aula sin Ha prima legislatura,che in tema di riequilibrio territoriale in 9 anni possiamo considerare un solo episodio, quello, pur discusso, del trasferimento della Lancia a Verrone. Non abbiamo avuto altri indizi, altri sintomi di riequilibrio territoriale. Mi auguro che la convenzione per la rilocalizzazione, soprattutto i provvedimenti conseguenti, consentano di raggiungere questo tipo di obiettivo.
Vi sono poi altri elementi che ci lasciano notevolmente perplessi, come l'accantonamento o il ritardo con cui va avanti il piano dei trasporti che non può essere dilazionato ulteriormente. Il nostro timore è che in questo piano siano prevalenti sulla visione regionale le spinte e la forza della vicina amministrazione, affine per ragioni politiche, del Comune di Torino che persegue una propria visione ma che, a nostro modo di vedere, non è tale da garantire un'equilibrata valutazione da parte regionale per una risoluzione obiettiva di questo problema che tutti riconosciamo indilazionabile.
L'Assessore Simonelli accennava poi alla valorizzazione degli Enti strumentali della Regione; ne parlava però come qualche cosa che avrebbe dovuto iniziare da adesso. Ritengo che nei confronti degli Enti strumentali non si sia obiettivamente prestata la dovuta attenzione da parte della Giunta regionale talché oggi l'Ires, per citare l'Istituto principale nonostante l'indubbia presenza riorganizzatrice del suo Presidente continua ad essere un elemento di scomodo per l'Amministrazione regionale anziché un punto di riferimento del valore che esso merita. Un'altra preoccupazione sensibile che ricaviamo dalle cifre è quella che riguarda l'area di intervento n. 3. Tutti abbiamo esaltato l'effetto della legge 56.
Ritengo che la sua gestione possa rappresentare un problema di verifica della capacità regionale di andare avanti. I 128 miliardi di residui passivi dimostrano che c'è una paralisi nel settore che può essere foriera di grosse difficoltà e di impantanamento di tutta l'attività della Regione.
Ci rendiamo conto che le difficoltà obiettive, che l'amministrazione trova, possono e potrebbero essere risolte con un impegno che non pu essere delegato alla sola maggioranza che dirige, ma deve coinvolgere la responsabilità di tutto il Consiglio regionale. E' evidente che nel nostro discorso che anticipa il voto negativo al bilancio 1979 del Gruppo socialdemocratico, non escludiamo una risposta positiva alla prosecuzione di quell'impegno di confronto a cui accennava il Capogruppo del Partito comunista, che ci troverà sempre attenti, sempre impegnati a far sì che il movimento regionale possa andare avanti nonostante la diversificazione dei ruoli ed assuma per il nostro partito una chiarificazione che forse si era offuscata o si era attenuata negli ultimi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, colleghi, le suggestioni di carattere generale, il riferimento ai grandi temi che sono proposti al nostro Paese e quindi a ciascuno di noi ed, insieme, le infinite sollecitazioni particolari che attengono alla vita di tutti i giorni, alla logica di un bilancio, mi impongono uno sforzo di contenimento che forse sacrificherà le risposte che i colleghi del mio Gruppo sono venuti a sollecitarmi su temi particolari.
E' stato detto che il diverso significato tecnico e quindi politico che va assumendo il bilancio di previsione, la tendenza e quasi la necessità di trasferire al consuntivo il giudizio sull'operato della Giunta, sulla coerenza tra le promesse ed i fatti, hanno influito su questo dibattito però non in termini riduttivi, perché credo lo si possa definire egualmente come serio e concreto e, in diversi momenti, anche sufficientemente elevato per qualificare questa assemblea ed il suo ruolo.
Ho sentito nella dichiarazione del Presidente quasi l'angoscia di chi desidera almeno essere compreso per lo sforzo spiegato, per l'attività svolta, per la somma di fatiche affrontate, per le intenzioni poste nella propria opera politica ed in quella della Giunta che egli rappresenta. Per temperamento sono portato a capire, ad immedesimarmi nelle condizioni e nelle situazioni dei miei interlocutori, ma vorrei ricordare che c'é un detto francese che recita: tutto capire significa tutto perdonare.
Ebbene, vorrei riuscire a tutto capire, ma perdonare nei limiti che la politica consente. Lo stesso Presidente ci ha ricordato che la politica è tensione, è confronto, è contrasto, è momento di verità che trascura anche le dolcezze necessitate in rapporti soltanto intersoggettivi.
Non voglio poi rendere oscuro, con sintesi sommarie, quanto è stato espresso con tanta e' da me apprezzata chiarezza, con tanta profondità e con l'intento di attingere il massimo livello di obiettività che abbiamo trovato nel discorso di carattere generale pronunciato per il Gruppo dal Consigliere Paganelli. Questa impostazione ha poi trovato opportune integrazioni per effetto dei puntuali interventi di Petrini, Franzi e Chiabrando, nei quali l'accentuazione delle punte polemiche era funzionale alla materia trattata e magari al calore personale posto nel seguire le singole materie. Nessuno di questi interventi aveva però lo scopo di rovesciare il taglio dell'intervento generale, ma semmai di costituirne le punte che penetrano in singole materie che sono dolenti di per sé.
Il Gruppo si è così sentito interpretato ed espresso nel modo più efficace, per il contenuto, il taglio e per le finalità costruttive che ne sono emersi.
La nostra posizione e la nostra collocazione politica sono esigenti, ma non sono esigenti perché accentuino oggi un aspetto dell'opposizione o della contrapposizione tra le forze politiche, sono esigenti perché abbiamo investito un forte capitale politico in un modo di gestire l'opposizione e di partecipare al confronto, al dialogo, alla costruzione delle risposte da dare alla comunità regionale. Il mio Gruppo non intende considerarlo un capitale a fondo perduto, non intende fare passi indietro. Riteniamo che quali che siano le vicende dure che ci attendono, ed anche se queste dovessero comportare una più ferma precisazione delle differenze ideali delle differenze ideologiche e storiche che ci sono fra di noi, noi vorremmo che il capitale insieme investito e fatto fruttare di capacità di confronto, di volontà costruttiva sia integralmente conservato. Riemerge oca anche attraverso i dati il dramma del terrorismo, i problemi del rapporto tra la società e le istituzioni. Anche in questo settore nessun arretramento deve e può avvenire, né sarà da noi consentito, per quanto dipende dal nostro apporto anche se la vicenda politica dovesse comportare l'accentuazione dei motivi di contrasto.
Il dibattito ha reso evidente come gli strumenti regionali di elaborazione, di documentazione, di prospettazione dei dati vadano affinandosi. I confronti vanno quindi fatti rispetto a condizioni omogenee.
Negli anni che sono trascorsi, la costruzione di questa macchina, gli apporti culturali esterni, la maturazione di ciascuno di noi e delle forze che ci sostengono, le evoluzioni internazionali hanno creato condizioni obiettive di produttività dell'istituzione ben diverse. Stiamo quindi attenti a confrontare il 1972 con il 1978 facciamo attenzione a non piegare i dati con espedienti dialettici, oltre il consentito.
Ma questa acquisizione di strumenti più efficaci, sotto il profilo della conoscenza e della descrizione dell'esistente, ci pone un problema molto importante. Innanzitutto quel lo della traduzione di questa efficacia in termini produttivi. Il Consigliere Ferrei" non l'ha detto esplicitamente, ma ha sviluppato un discorso per dimostrare che lo sforzo comune deve essere volto a rendere questi strumenti efficienti ai fini della realizzazione, della traduzione in fatti delle indicazioni legislative o degli atti esprimenti una volontà politica.
Vi è poi la constatazione che facciamo noi dall'opposizione.
Il Presidente della Giunta, quando chiede giusta comprensione, deve tenere conto con quali difficoltà, artigianalmente operando, l'opposizione è ancora costretta ad operare per conoscere, per seguire, per tenere il passo con una macchina che diventa possente, che ha tutte le articolazioni tutti i mezzi che sono in minima parte soltanto utilizzabili dall'opposizione.
Forse, è il tempo di fare un salto di qualità.
Non chiediamo assolutamente commistioni o di partecipazioni al momento gestionale che é della maggioranza e della Giunta, ma chiediamo che strumenti sia pure opportunamente dimensionati, ma alternativi siano in qualche modo a disposizione del Consiglio, delle Commissioni, dei Gruppi attraverso le vie maestre delle istituzioni e non della loro degenerazione.
L'Assessore Simonelli stesso ha detto che il bilancio è ormai un processo di modificazione, anche culturale, di grande importanza al quale vogliamo essere adeguati e che vogliamo essere in condizioni di seguire efficacemente.
Questo dibattito serva anche a far assumere impegni in questa direzione. Non si può consentire che un Consigliere, per la sua competenza passi le notti per porsi all'altezza della strumentazione di cui dispone la Giunta per la valutazione di un bilancio che gli si muove sotto le mani e che si presenta in aspetti diversi, persino l'ultimo giorno, l'ultima ora prima che la discussione incominci.
Se le istituzioni devono avere l'efficienza che vogliamo ad esse attribuire, perché non perdano il confronto con l'efficienza quasi spontanea della società, queste risposte devono venire tempestive.
Ricordo il discorso di Paganelli sulla necessità di esattezza, di riferimento reale delle cifre di bilancio, sulla contrazione di mutui sulla polemica con lo Stato che finisce per essere qualche volta pretestuosa. L'Assessore Simonelli ne ha fatto giustizia, ha scelto la via della verità, della modestia, ha preso atto.
Ma non tutte le risposte sono pienamente convincenti come quella che riguarda i mutui e ciò che deve essere aggiunto o cancellato. Io sono ancora più lontano di altri da una conoscenza tecnica e specifica della materia, ma mi è parsa una giustificazione apprezzabile, perché ammette il fatto. Forse, è discutibile sul piano formale e giuridico se sia vero che si debba aspettare il bilancio consuntivo per procedere a queste cancellazioni.
Gli stessi interventi della maggioranza, alla ricerca non soltanto di giustificazioni, ma di soluzioni e di vie di uscita, hanno messo in evidenza che le difficoltà di realizzazione e di spesa non sono dovute all'esiguità della maggioranza, ad esempio, non sono dovute agli ostacoli frapposti dall'opposizione. Il Consigliere Bontempi od altri sono stati colti quasi dalla sollecitazione a fare una storia delle realizzazioni ed hanno usato un plurale generale che noi potremmo essere sollecitati a ripercorrere. Occorre ricordare i comportamenti tenuti nei confronti delle leggi che hanno dato l'avvio alla programmazione, che hanno costruito gli strumenti della, programmazione, le insufficienze, tenuto conto che un giudizio deve essere dato e tenuto conto del livello di maturazione e di elaborazione che la macchina regionale ha potuto raggiungere, ci portano a dare qualche peso alle cifre, non per dividere i buoni dai cattivi, i realizzatori dai non realizzatori, ma per avere insieme nozione delle difficoltà che abbiamo dinnanzi e delle necessità, anche di fronte all'opinione pubblica esterna, per enfatizzare di meno i dati, le migliaia di miliardi al fine di dare meno per scontato il problema dei residui passivi o della distorsione esistente tra i propositi ed i risultati.
A nostro avviso le difficoltà, la paralisi o la lentezza di interi determinati settori derivano in buona misura da un'impostazione che è ancora pessimistica (che l'Assessore Simonelli per un aspetto e Bontempi per l'altro hanno cercato di correggere rispetto agli interventi che ho ascoltato), che considera disordine, ad esempio l'iniziativa, la creatività di una società libera e non manipolata, giungendo così a privilegiare gli strumenti del controllo, della salvaguardia, del blocco rispetto alla dinamica degli operatori che stanno nella società.
Lo so bene, Ferrero, che è un dato di grande avanzamento l'aver chiesto la salvaguardia dei terreni fertili, il chiudere un periodo storico negativo che considerava le campagne come deserto su cui si potesse disegnare qualunque cosa da costruire secondo una logica esterna; ma dalle risposte che sono venute qui rispetto ai problemi dell'agricoltura, mi sembra chiaro che questa mentalità prevalga.
La coerenza, la capacità di sfidare l'impopolarità, Assessore Ferraris anche con caparbietà, sono valori da rispettare. Ma, attenti a non sacrificare un valore di comportamento a dei miti che invece devono essere sottoposti a revisione! Se la nostra programmazione al riguardo delle campagne non è neanche in condizione di seguire i pur lentissimi processi di sviluppo agricolo, le stesse stagioni. Se la programmazione non è in condizione di adeguarsi a questi ritmi, non possiamo imporre una cultura programmatoria, che è nata nella città, che è urbana, che è industriale in tutta la sua impostazione, a un mondo che invece ha e conosce diverse e sapienti vie per le conoscenze e l'azione.
Un giovane coltivatore di orientamento politico molto più vicino alla maggioranza che al mio Gruppo mi diceva che se si vive veramente la realtà della campagna ci si deve rendere conto del margine di individualismo, di particolarità, di diversità, che esiste: non vi è nella stessa azienda un campo uguale all'altro, non vi è azienda uguale ad un'altra. Queste realtà se riconosciute e rispettate, se trovano nelle finalizzazioni un loro spazio, costituiscono poi la ricchezza, il valore di un Paese.
Allora occorre dare risposte serie e non cercare forzature.
Vi sono polemiche con le categorie autonome. Ho sentito interpretazioni e risentimenti sul piano personale comprensibili. Ma neanche il nostro recente passato è pieno di contestazioni clamorose da parte di varie categorie.
Badi bene, Assessore Ferraris, che quella contestazione l'abbiamo sentita come un fatto che per certi aspetti ci investe tutti, che investe le istituzioni se queste si mostrano indifferenti alle esigenze specifiche del settore che richiedono risposte adeguate, comprensibili ed assimilabili. Questo sforzo noi vogliamo farlo.
Abbiamo in certa misura approvato la legge 63 concorrendo a costruirla insieme con gli altri, determinando i suoi contenuti nel merito, essendo le sue finalità, di massima, condivise. Però gli amici che vivono più da vicino la realtà dei coltivatori diretti si associano alle delusioni che nascono a causa delle modalità di attuazione. Non vi è corrispondenza tra la modernità, l'esattezza dell'impostazione generale e di merito con la capacità di attuazione e di risposta. Quindi, non siamo di fronte ad un rifiuto diretto, non vi è una mobilitazione strumentale di categoria nei confronti della Giunta per trarre degli impropri vantaggi politici.
Vi sono dunque situazioni che preoccupano tanto l'opposizione quanto la maggioranza. Guai se ci chiudiamo in noi stessi, se riteniamo di avere operato bene comunque! Si capisce, vanno relativamente bene le parti forti delle campagne con aumento del prodotto lordo. Si dice che se il Piemonte ha avuto il 4 altre Regioni hanno avuto il 5 od il 6 7/° di aumento e forse sono di segno politico diverso. Non ne faccio una comparazione per dire che nel Veneto la presenza di un certo quadro politico ha ingenerato un processo di produttività maggiore. Può anche darsi. Credo invece che sia un fattore di carattere generale, nazionale, internazionale ...



MINUCCI Adalberto

L'Emilia è al primo posto come reddito e da parecchi anni la amministriamo noi!



BIANCHI Adriano

Su questo terreno andremmo appunto a far scadere ogni credibilità del nostro confronto.
Il problema è che, sapendo che esistono delle debolezze strutturali gravissime della nostra agricoltura, se anche in un momento di apparente alleviamento delle difficoltà, non diamo le tempestive risposte per la continuità di questo sviluppo perdiamo un'occasione storica. Il problema soprattutto, di rapporto e di credibilità verso queste categorie.
Si è visto anche l'atteggiamento degli artigiani. Non c'era certo da compiacersi da parte di chi volesse sostenere posizioni di maggioranza relativa al riguardo di quelle contestazioni.
Sono momenti che richiedono meditazione da tutti e da ciascuno di noi.
Enti strumentali della Regione. Vi sono moti vi di critica sui ritardi sull'insufficienza dell'attività degli Enti strumentali. L'Ires, strumento destinato più alla comunità che alla maggioranza come tale, è lasciato in condizioni di non funzionalità. Così è la crisi dell'Esap e per risolverla occorre duttilità politica. Le disponibilità forse si possono trovare, a mio avviso, se si depongono orgogli, se si sbloccano situazioni, se non si ha troppo lunga memoria di qualche scontro avvenuto.
Si è già parlato del problema della sanità. Che i miliardi siano 913 o che diventino addirittura più di mille, che si parli di gestione separata o di gestione identificabile nella sua specificità e nel suo carattere particolare, è indubbio che l'Assessore, da solo, non può presumere di gestire una realtà di quelle dimensioni in una fase dinamica di attuazione della riforma che investe il modo di vivere di tutti noi, che investe problemi di grande vastità e di profondità.
Diciamo subito che reclamiamo un salto di qualità senza rovesciamenti di responsabilità e senza prove di sfiducia nei confronti di nessuno. Non è questo il tema.
Il tema è della risposta adeguata da dare con strumenti corretti ad un problema che si pone in termini indilazionabili e Con dimensioni colossali.
Noi contribuiremo con linearità, con coerenza rispetto alle impostazioni del passato, non ci lasceremo frastornare dalle sollecitazioni della battaglia politica della quale non rifiuteremo gli aspetti più vivaci. Credo che vorremmo contribuire a risolvere i problemi del rapporto fondamentale tra istituzioni e società in termini leggermente più ottimistici rispetto alle capacità che la società ha da suggerirci. Le soluzioni non sono da identificare sempre in elementi di disturbo spontaneistici, ma in maturazioni culturali, in capacità creative, che le istituzioni devono saper recepire, tradurre e facilitare con la loro efficienza.
Concludo e mi rivolgo al Consigliere Ferrero. E' vero che l'efficienza e l'economicità della gestione delle pubbliche amministrazioni non si misura in termini quantitativi come avviene in settori della produzione industriale od agricola. Vi sono dei fattori di induzione, di creazione di ambiente, di intermediazione, di rapporto di civiltà, che sono moltiplicatori anche degli aspetti economici e risolutori dei contrasti e delle contraddizioni che avvengono sul piano economico.
Il nostro apporto avverrà attraverso una visione più equilibrata di quello che è il ruolo delle istituzioni, di quello che è il grande spazio che, a nostro avviso, deve avere la società e in essa le organizzazioni e le formazioni che autonomamente intendono contribuire alla gestione del bene comune.



PRESIDENTE

E' iscritta a parlare la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, ogni volta che arrivo alle dichiarazioni di voto mi nasce nel cuore l'invidia verso gli altri Gruppi che hanno il privilegio, peraltro dato loro dagli elettori, di avere la possibilità di articolare e di riassumere gli interventi in quello finale del Capogruppo.
E' difficile dare una risposta per chi aveva inteso di svolgere il proprio intervento con un certo taglio. Il discorso a poco a poco si è allargato dal tema del bilancio diventando quasi un discorso sul futuro confronto elettorale e la discussione si è allargata sullo stato di attuazione del Piano, quando invece in questo momento, a mio modo di vedere, è più utile esaminare se le risposte che sono state date dalla Giunta sono adeguate alle domande che erano state fatte.
Ringrazio l'Assessore Simonelli per aver risposto in modo puntuale ad alcune precise domande che avevo posto e che mettevano in evidenza la poca chiarezza del bilancio. All'articolo 3050, per esempio, figuravano 25 miliardi, misteriosamente scomparsi nella seconda variazione al bilancio e che abbiamo poi scoperto essere fondi assegnati ai funzionari delegati.
Questo era un punto misterioso: nessuno poteva avere la possibilità di capirlo.
Tuttavia alle risposte puntuali fa riscontro la mancanza totale di altre risposte come, per esempio, sulla politica finanziaria perseguita dalla Regione e sui tassi di interesse che usufruiamo per i fondi regionali presso le banche, che assommano a cifre notevoli (79 miliardi come è stato confermato). Né ci è stata data alcuna informazione sui mutui, né su quelli che (sappiamo ora) non contrarremo, né su quelli che contrarremo (per esempio, i mutui a pareggio che possono essere contratti anche se si tratta di cifra modesta).
La gestione finanziaria non è un problema particolare, è invece un problema generale della struttura della Regione. Il funzionamento degli ospedali deve essere tale che ai costi rilevantissimi per la società corrispondano benefici per il cittadino e questo non è un argomento indifferente al quale si possa non dare nessuna risposta o contrapporre un discorso generale quale quello fatto dal Consigliere Bontempi sul modo in cui deve operare l'Ente Regione.
Ci auguriamo che il rapporto ed il confronto con i Comprensori continui e ci auguriamo che le leggi nazionali non distorcano la loro struttura, ad esempio, provincializzandoli. In quel caso il discorso che è stato avviato in Piemonte, tutta la proficua esperienza iniziata, saranno interrotti alla prossima legislatura e non per volontà di questa o di quella maggioranza ma per volontà nazionale sulle cui decisioni le forze politiche piemontesi spero sapranno premere opportunamente.
Tuttavia anche sul problema dei rapporti con i Comprensori dobbiamo intenderci. Il recente parere regionale sulla legge 902 ha indicato che il nostro rapporto con essi è distorto: la Regione non può accettare il principio che i singoli Comprensori possano far deviare la sua linea programmatica. L'elaborazione deve avvenire a livello comprensoriale dopodiché la Regione ripropone il quadro programmatico regionale, in quanto la Regione è punto di riferimento e di indicazione.
Il Vice Presidente Bajardi per la seconda volta comunica al Consiglio che l'accordo sindacale con i metalmeccanici ha comportato per la Regione una maggiore spesa di 2 miliardi. Se la Regione non deve avere complessi di inferiorità nei confronti delle aziende anche di quelle grandissime, non deve avere nessun complesso di inferiorità nemmeno di fronte a quegli accordi aziendalistici che comprendono il capitale ed anche il lavoro perché ciò che acquista singolo o il privato non deve ricadere esclusivamente sul pubblico: questo sarebbe uno strano modo di interpretare la programmazione.
Il Gruppo repubblicano, ogni qualvolta interviene è inteso come il partito della programmazione, quindi da parte sua non c'è alcuna confusione quando parla in tema di risorse libere della Regione. Le risorse libere del Piemonte non possono essere aumentate da un lato se non sono diminuite dall'altro. Nel campo dell'agricoltura, per esempio, sono in questo momento eccessive e questo non significa per il Gruppo repubblicano aggiungere altre spese con estrema facilità in seguito ad una richiesta di categoria.
Secondo il nostro parere la Regione dovrebbe contrarre questo tipo di spese e non incentivarlo. Sono una cittadina con tutti i difetti e le nevrosi di chi è nato e cresciuto nella realtà urbana, quindi non conosco il mondo contadino come invece molti Consiglieri presenti in Consiglio conoscono, in compenso conosco la realtà economica del Piemonte e del mio Paese e posso dire che l'individualismo che ancora fa parte del mondo agricolo non è un fatto positivo nello sviluppo dell'agricoltura italiana.
Se la politica cooperativistica della Regione Piemonte facesse progressi e se l'accorpamento delle varie iniziative riuscisse finalmente a dare non tanto i risultati della gestione del Partito comunista e del Partito socialista condotta in Emilia, quanto i risultati del cooperativismo di tipo repubblicano che ha le radici nell'800 l'agricoltura del Piemonte farebbe un notevole passo avanti molto più proficuo di quello che può fare attraverso le erogazioni al singolo.
Se la maggioranza che in questo momento governa la Regione Piemonte intendesse portare avanti questa politica rigorosamente, il P.R.I., sarebbe completamente d'accordo.
La risposta al bilancio di previsione 1979 del Gruppo repubblicano è quindi negativa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Questo dibattito, finalmente acceso e qualificato, mi fa pensare che la mia raccomandazione di ieri, anche se caduta intempestiva, non è stata del tutto fuori luogo perché ha dimostrato che il bilancio non è una semplice formalità contabile attraverso la quale dobbiamo passare una volta ogni tanto. A questo punto mi domando se non sarebbe stato più corretto e più rispettoso della centralità del Consiglio se si fosse invertita la logica di comportamento e cioè se non sarebbe stato più opportuno che gli Assessori, soprattutto il Vice Presidente Bajardi, avessero anteposto le loro relazioni al dibattito perché - non dimentichiamolo - un bilancio va illustrato nella sua complessità e nelle sue specificità da parte degli Assessori competenti.
Una volta ancora è scattata la trappola di far lavorare l'opposizione nella difficoltà delle pieghe di letture del bilancio per giocare poi sui limiti delle sue risposte e, magari, delle sue contraddizioni e insufficienze. Non voglio accendere una polemica, ma voglio dare un suggerimento alla Giunta che oggi ha stravolto la logica del dibattito. A questo punto l'opposizione non può contraddire.
Da questo dibattito sono emerse delle situazioni estremamente interessanti: il dichiarante il voto del Partito comunista si è riferito alla situazione nazionale e a quella internazionale come se fossero orizzonti che non ci riguardano. Che cosa provoca, per esempio, l'aumento del costo delle energie, la prevedibile riduzione della mobilità internazionale della manodopera sullo stato di attuazione del nostro programma di sviluppo? Che cosa significano per la nostra agricoltura le difficoltà di ordine internazionale con i Paesi dell'Est e con la Romania e la Bulgaria in particolare? Questo è il modo di leggere il bilancio e lo stato della Regione. Non è sufficiente dire che per il fatto che si spara su qualche frontiera probabilmente i democristiani diventeranno un po' più anticomunisti, occorre invece prendere atto che certe realtà economiche sulle quali la Regione ha impostato l'ipotesi di sviluppo triennale si stanno modificando a livello internazionale e conseguentemente comportano dei mutamenti non solo di tipo economico-politico dei quali non possiamo non tener conto.
Dal dibattito conclusivo è emersa la favola della rana e del toro: tendiamo a guardarci in uno specchio che ci fa più grandi di quello che siamo e non ci accorgiamo che la realtà si muove, va avanti, si qualifica.
Condivido la politica della Giunta quando cerca di far diventare la Regione un Ente moderno, dotato di strumenti in grado di conoscere la realtà, se non di anticiparla. Come liberale penso che difficilmente la politica riesce ad anticipare lo spontaneismo della realtà, la sua fantasia, la sua capacità di realizzazione, tuttavia condivido gli sforzi per dotare l'Ente di strumenti utili per andare avanti ed essere in grado di leggere e di operare sulla realtà. Tutto sommato l'Ente Regione è ancora nella fase costituente, anche se lo Statuto è scritto e congelato.
Probabilmente la realtà regionale incomincerà a muoversi dopo la definizione della riforma della finanza locale e dei rapporti con le autonomie locali, probabilmente entreremo nella fase di vera operatività fra una o due legislature. Ci si viene a dire che qualche settore non contesta la maggioranza ma contesta l'istituzione, questa è una colpa da attribuire all'opposizione che deve essere invece in grado di riconoscere alla maggioranza i suoi limiti; laddove non riesce a far riconoscere alla maggioranza i suoi limiti e si fa coinvolgere, a mio avviso, fa un cattivo servizio a se stessa ed alla istituzione.
Non mi preoccupo se la maggioranza e la Giunta nel corso di una manifestazione sono state contestate, questo è un fatto politico normale mi preoccupa invece se viene contestata l'istituzione: siamo alla patologia e le forze politiche che stanno creando questo clima e questa degenerazione devono assumersene le responsabilità.
Il Presidente della Giunta ci invita ad andare nelle campagne come fa lui (speriamo che non ricalchi letteralmente le orme di Vittorio Emanuele II! ), sarebbe interessante sapere se i contadini ci offriranno un bicchiere di vino, come dice lei Signor Presidente, oppure se sguinzaglieranno i cani da cortile, come dice il Consigliere Chiabrando.
Il problema dell'agricoltura non può essere ridotto nei termini di 40 domande accolte e 100 domande respinte; deve essere ben diverso. Non possiamo ridurre il discorso ormai superato all'individualismo o al cooperativismo, ma dobbiamo tendere a ricuperare l'imprenditorialità contadina; l'imprenditorialità si può concretare nell'individualismo a cui faceva riferimento Bianchi, nel cooperativismo di moderne società di capitale secondo la logica della realtà nelle sue diverse manifestazioni.
Non può esserci scelta che privilegi questo o quell'altro soggetto. Segno con soddisfazione la dichiarazione di guerra del Partito socialdemocratico il quale avendo visto le sue colombe ritornare sforacchiate dai flobert della maggioranza si è deciso a far partire qualche caprone tipo il mio (che ritorna altrettanto sforacchiato). Stiamo ancora gestendo la fase costituente della Regione. Probabilmente è difficoltoso per le forze politiche individuare la linea di demarcazione tra responsabilità comune e governo. Non ho più sentito parlare di programmazione per obiettivi (in questo caso dovremmo leggere anche una relazione sugli obiettivi mancati) perciò, d'ora in avanti, la minoranza e l'opposizione avranno una maggiore funzione di controllo sugli orientamenti della maggioranza. L'alibi del "costruire tutti insieme" si sta restringendo: il tempo fa maturare la nostra istituzione e richiama necessariamente questo consesso alla logica del la dialettica democratica.
Si è detto che sul problema del terrorismo siamo riusciti a gestire un'azione comune, ma io ritengo che i risultati non siano così rosei come vuole farci credere il Presidente. Appartengo ad un Partito che ha espresso delle grosse riserve sull'Ente Regione, dal momento però che qui siamo presenti e impegnati, chiedo a lei, Signor Presidente della Giunta, come la Regione è riuscita a cambiare la qualità della vita, come è riuscita ad incanalare la contestazione dei giovani che è un fatto fisiologico in forme di responsabilità. La lotta al terrorismo si fa su due fianchi: da una parte con le battaglie campali, che sono quelle che abbiamo combattuto e dall'altra con la guerra di movimento su grandi distanze, sui contenuti sulla mobilitazione dei giovani, dando loro degli spazi.
La Regione in questo senso che cosa ha realizzato? Ha promosso dei concorsi nelle scuole, ha stampato dei manifesti e non mi pare che su queste iniziative si possa fare del trionfalismo. Ognuno, per la parte che ha ritenuto, ha fatto il proprio dovere, ma non penso che questo sia il fronte sul quale si possano tirare dei risultati e fare dei bilanci. Il mio intervento è stato più lungo di quanto avrebbe dovuto essere una pura dichiarazione di voto. Se nella discussione dei prossimi documenti finanziari ritorneremo, come mi auguro, all'illustrazione da parte della Giunta, probabilmente gli interventi della minoranza si ridurranno a una dichiarazione di voto che, nella specie, è negativa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, le ragioni che Sostengono il nostro voto favorevole al bilancio sono già state esposte nel corso dell'intervento che ho fatto ieri a nome del Gruppo socialista.
Non mi riferirò ai numeri e alle somme contenute nei documenti contabili, sui quali il dibattito è stato ampio. Ritengo che il Presidente della Giunta e l'Assessore con il suo appropriato e lucido, come sempre intervento abbiano già chiarito in modo puntuale i termini entro i quali l'interpretazione dei dati va fatta (per esempio, per quanto riguarda l'accelerazione della spesa alla quale mi sono riferito ieri). Credo opportuno riferirmi piuttosto alle linee di direzione politica che la maggioranza e la Giunta, che di questa maggioranza è l'espressione, hanno seguito nella prima fase di avvio dell'attuazione del Piano regionale di sviluppo. Tutto quello che la Regione fa non si traduce necessariamente nei documenti contabili. Sarebbe, per esempio, curioso voler contabilizzare l'iniziativa politica della Regione, in materia di elezioni europee o in materia di terrorismo. Questo vale non soltanto per le specifiche materie che non entrano nei documenti contabili e neppure nel Piano di sviluppo, ma vale anche per altre attività che pure sono messe in opera e per le quali il collegamento con i documenti contabili è certamente scarso e non del tutto sufficiente. Pensiamo, per esempio, a tutta l'attività che è stata svolta con l'esame delle pratiche urbanistiche (dalle perimetrazioni, ai piani regolatori generali, ai piani di zona, a quelli per gli insediamenti produttivi), oltre 1200 pratiche che hanno un significato ben preciso: quello di aver messo in moto nella Regione una rilevante quantità di risorse che dalla lettura delle cifre non sono evidenziate in modo sufficiente ed il costo di tutto questo risulta dai contributi che la legge regionale dà ai Comuni ed ai Consorzi di Comuni per la formazione degli strumenti urbanistici i cui effetti non sono certamente di lieve entità.
Così dicasi per gli acquedotti e le fognature per le quali opere si è già provveduto al finanziamento di tutti i progetti approvati, per cui è possibile partire oggi in vista del finanziamento dei grandi sistemi (Langhe, Monferrato, Baraggia, Valli di Lanzo) e con un'indagine che renderà possibile nell'arco di 6 mesi di assumere le linee di un programma che consentirà la determinazione di nuovi investimenti a favore dei Comuni esclusi dai grandi sistemi, o che hanno opere vetuste e quindi scarsamente funzionali. Certo tutta questa discussione potrà avvenire in occasione della legge di assestamento, per cui si tratterà probabilmente di aumentare le quote di finanziamento (ma secondo quei criteri ai quali già ho accennato) di collegamento con gli strumenti urbanistici e con i programmi pluriennali di attuazione. Volevo far rilevare che in molti di questi casi l'evidenza dell'opera, dell'attività, dell'iniziativa è nascosta dietro i numeri che di per sé non sono sufficienti per evidenziare i programmi in corso di attuazione. Così come il documento degli industriali si riferisce alla questione della cartografia e lamenta che i Comuni non abbiano a disposizione carte assolutamente puntuali. Mai nessuno ha preteso di mettere con l'approvazione della legge immediatamente a disposizione dei Comuni le carte già confezionate. Si è chiaramente detto che si trattava dell'avvio di carte di primo impiego da mettere a disposizione dei Comuni soltanto la messa à regime del servizio cartografico regionale darà l'opportunità alla Regione di intervenire nei confronti dei Comuni. Del resto il programma è già in Commissione, sarà esaminato guarito prima e sarà portato in Consiglio regionale per l'approvazione. Il Presidente della Giunta regionale ha giustamente fatto rilevare come la nostra Regione abbia puntualmente adempiuto all'obbligo di presentare, entro il termine fissato dalla legge, il primo progetto biennale per l'edilizia residenziale.
Soltanto un'altra Regione ha adempiuto nei termini fissati a questo impegno: il Friuli Venezia Giulia.
E' stata tale la preoccupazione della Giunta e del Consiglio di non accumulare residui passivi di fronte a bisogni reali che emergono dalla realtà esistente nella Regione, che la deliberazione che è stata votata prevede proprio una costante verifica dell'avvio del progetto; una verifica che sarà indirizzata e che investirà gli Enti pubblici, Comuni e Istituti autonomi per le case popolari, nonché le cooperative di privati. Mi pare che in questo settore i residui passivi vadano a finire al monte nazionale siano cioè praticamente perduti per la Regione. Avevo citato nel corso del mio intervento l'attuazione in corso del piano regionale dei parchi. Forse che il dato politico culturale di una siffatta politica di tutela dell'ambiente naturale non fa premio su cifre (che non conosco), ma che non sono enormi e che certamente non rappresentano a pieno il significato di un'iniziativa che nella nostra Regione ha ormai acquisito un carattere di certa qualificazione dell'azione della Giunta e del Consiglio.
Mi sembra in sostanza che - a parte il mio profondo rispetto e la mia ammirazione verso i colleghi che argomentano abilmente sulle cifre - cosa che non sono mai riuscito a fare - la discussione e il voto sul bilancio è anche l'occasione per dare un giudizio politico sull'attività della Giunta ché pur trova nel documento di bilancio uno dei momenti di verifica. Questo giudizio é, a mio avviso, largamente positivo per la presenza che la Regione ha saputo realizzare nella collettività, nella predisposizione degli strumenti per l'attuazione della politica di piano e della riforma sanitaria, prefigurando addirittura alcune istituzioni contenute nella legge di riforma; con la costituzione dei Consorzi per la realizzazione delle opere di risanamento delle acque e dello smaltimento dei rifiuti solidi; per quanto è stato fatto nel complesso settore dei trasporti che ha come punto di riferimento normativo la legge generale votata nel 1977 mentre ci si appresta all'esame ed all'approvazione del relativo piano regionale portando avanti fra l'altro i diversi programmi che sono stati nel frattempo elaborati dalla Giunta; e, per quell'opera difficile delicata ed ingrata di intervento nel settore dell'occupazione, di mediazione dei conflitti sociali e del progetto "giovani", ma, soprattutto per la ricerca costante di una più precisa individuazione del ruolo dei Comprensori affinché questi siano in condizione di essere realmente protagonisti della politica della programmazione regionale.
Il senso del nostro voto è così anche quello di una rinnovata fiducia nell'azione della Giunta, per il modo in cui sta realizzando i programmi ed i progetti contenuti nel Piano di sviluppo che sono finalizzati all'obiettivo di riequilibrio del territorio, che non può ovviamente essere realizzato nel giro di un anno e mezzo, ma che è l'obiettivo di fondo del Piano di sviluppo regionale, per il quale si stanno predisponendo i programmi, i piani per il raggiungimento dell'obiettivo che ci siamo prefissi e che tutti insieme abbiamo perseguito.
Il dibattito che avrà luogo nel prossimo giugno sul conto consuntivo del '78, sull'assestamento del bilancio, sul piano triennale, sullo stato di attuazione del Piano regionale, sarà l'occasione per chiudere in pratica il bilancio di attività di questa Giunta e del lavoro che il Consiglio ha svolto in questi anni per larga parte con il consenso unanime di tutte le forze politiche a testimonianza della solidarietà e della comune aspirazione a fare della Regione l'istituzione fondamentale del nostro Stato democratico regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli per una breve precisazione.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La Giunta propone di spostare uno stanziamento di 2 miliardi e 500 milioni, che era iscritto al capitolo 7600, riguardante la ristrutturazione, il risanamento, la manutenzione straordinaria ed il restauro conservativo di complessi di edilizia residenziale pubblica, al capitolo 7610 che riguarda l'acquisizione di complessi residenziali. Sono due stanziamenti che derivano dalla legge regionale 17 maggio 1976.
L'intervento per la ristrutturazione ed il risanamento oggi è compreso nella legge piano dell'edilizia statale, quindi questo finanziamento pu essere reperito sulla legge statale; i 2 miliardi e 500 milioni, somma residuale del vecchio stanziamento della legge del '76,possono essere meglio impiegati a favore dei Comuni per l'acquisizione.



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione dell'articolato.



BIANCHI Adriano

Non vedo il bilancio di previsione dell'Ente di sviluppo agricolo per il Piemonte del 1979. Come risolviamo questo problema?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

L'articolo 53 era stato scritto nella previsione di includere anche il bilancio dell'Esap, bilancio che l'Esap aveva deliberato, sul quale doveva essere apportata una modifica. Poiché l'Esap non ha provveduto prima della giornata di oggi, l'articolo 53 va soppresso.



PRESIDENTE

Articolo 1 - Stato di previsione dell'entrata. Il totale generale delle entrate della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1979 è approvato in lire 1.558.308.000.000 in termini di competenza e in lire 2.450.967.000.000, in termini di cassa.
Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione, la riscossione dell'imposta locale sui redditi con l'aliquota stabilita dalla Regione ed il versamento, nella cassa della Regione, delle somme e dei proventi dovuti nell'anno finanziario 1979".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Stato di previsione della spesa. Il totale generale delle spese della Regione Piemonte, per l'esercizio finanziario 1979, è approvato in lire 1.558.981.000.000 in termini di competenza ed in lire 2.450.967.000.000 in termini di cassa.
E' autorizzata l'assunzione di impegni di spesa entro i limiti degli stanziamenti di competenza dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979.
E' autorizzato il pagamento delle spese della Regione entro i limiti degli stanzia-menti di cassa dello stato di previsione della spesa per l'anno 1979, in conformità alle disposizioni di cui alla legge regionale 14 marzo 1978, n, 12".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Quadro generale riassuntivo. E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 1979, con gli allegati prospetti 1 e 2 di cui all'articolo 31, secondo e terzo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 59 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Bilancio pluriennale. E' approvato il bilancio pluriennale della Regione per il periodo 1979-1981, allegato alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Riclassificazione della spesa. Sono approvati, ai sensi dell'articolo 30, penultimo ed ultimo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, i quadri di riclassificazione e di riassunto delle spese allegati allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Spese obbligatorie e d'ordine. Sono considerate spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 36 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, quelle descritte nell'elenco n. 1 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Variazioni di bilancio. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, ai sensi dell'articolo 15, primo comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335 e su conforme deliberazione della Giunta regionale, le variazioni al bilancio dell'esercizio in corso per l'istituzione di nuovi capitoli di entrata, per l'iscrizione di somme derivanti da assegnazioni dello Stato destinate a scopi specifici e per l'iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate dalle leggi statali o regionali in vigore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Garanzie prestate dalla Regione. E' approvato ai sensi dell'articolo 49, terzo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 il prospetto delle garanzie principali e sussidiarie prestate dalla Regione a favore di Enti e di altri soggetti, di cui all'elenco n. 2, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Pagamenti mediante aperture di credito. E' approvato, ai sensi dell'articolo 61, primo comma, della legge regionale 14 marzo 1978 n. 12, il prospetto dei capitoli delle spese alla cui gestione si pu provvedere mediante aperture di credito a favore di funzionari delegati della Regione, di cui all'elenco n. 3, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Fondi globali. Ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 39 e 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, è autorizzata l'iscrizione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979 a) del capitolo n. 12500 denominato: Fondo occorrente per far fronte ad oneri dipendenti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente attinenti alle funzioni normali' (elenco n. 4 allegato allo stato di previsione della spesa) b) del capitolo n. 12600, denominato: Fondo occorrente per far fronte ad oneri dipendenti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recante spese per investimenti attinenti ad ulteriori programmi di sviluppo' (elenco n. 5, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Autorizzazione a contrarre mutui a ripiano del disavanzo.
Per far fronte al disavanzo esistente fra il totale delle spese di cui si autorizza l'impegno ed il totale delle entrate che si prevede di accertare nel corso dell'esercizio finanziario 1979, è autorizzata, ai sensi dell'articolo 47 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, la contrazione di mutui per un importo complessivo di lire 12.189.000.000. I mutui saranno stipulati ad un tasso massimo del 15 % annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massima dell'ammortamento di 35 anni e minima di 15 anni.
La Giunta regionale è autorizzata a provvedere alla stipulazione dei mutui predetti nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dal presente articolo.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui si provvede mediante l'iscrizione, nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale per tutta la durata dei mutui, delle somme occorrenti per il pagamento delle rate di ammortamento".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Organizzazione e partecipazione a convegni. La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli articoli 1, lettera a) e 2 della legge regionale 14 gennaio 1977, n. 6, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 523.
La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli articoli 1 lettera b) e 3 della legge regionale 14 gennaio 1977, n. 6, è determinata per l'anno finanziario 1979, in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n.
760.
La spesa per la concessione dei contributi di cui agli articoli 1 lettera c) e 4 della legge regionale 14 gennaio 1977, n. 6, è determinata per l'anno finanziario 1979, in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n.
780".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Contributo all'Istituto di ricerche economico-sociali del Piemonte. La spesa per la concessione all'Istituto di ricerche economico sociali (Ires) del contributo di cui all'articolo 12, lettera b), della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 905 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1300".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Contributo all'Ente regionale di sviluppo agricolo del Piemonte. La spesa per la concessione all'Ente regionale di sviluppo agricolo del Piemonte (Esap) del contributo per la realizzazione degli interventi di cui all'articolo 2, della legge regionale 24 aprile 1974, n.
12, modificata dalla legge regionale 25 ottobre 1977, n. 51, è determinata per l'anno finanziario 1970, in 1500 milioni, ed è iscritta al capitolo n.
1355".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Contributo al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione. La spesa per la concessione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione del contributo di cui all'articolo 9 della legge regionale 15 marzo 1978, n: 13, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 360 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1400; è altresì autorizzata, per lo stesso anno finanziario,la spesa di 110 milioni per la concessione, al Consorzio medesimo, di un contributo per l'attività di formazione di tecnici informatici".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
"Articolo 16 - Contributo nelle spese di funzionamento delle Comunità montane. La spesa per la concessione del contributo per il funzionamento delle Comunità montane di cui alle leggi regionali 30 marzo 1974, n. 9 e 7 luglio 1976, n. 35, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 640 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1800".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 - Progetti ed opere di irrigazione e di sistemazione idraulico agraria. La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 29 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 500 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 3410".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 18 - Sperimentazione agraria, ricerca e servizi di analisi assistenza tecnica ed economica delle aziende agricole. La spesa per lo svolgimento delle attività di cui agli articoli 47 e 48 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 1.900 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 3790".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
"Articolo 19 - Contributi per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione. La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 50 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3805".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
"Articolo 20 - Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costruzione di aree industriali attrezzate. La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 1 della legge regionale 9 aprile 1975, n. 21, integrata dalla legge regionale 11 agosto 1978, n. 50 è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 1.500 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5020".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
"Articolo 21 - Contributi agli Istituti di patronato e di assistenza sociale. La spesa per la concessione di contributi di cui alla legge regionale 21 maggio 1975, n. 31, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 350 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5070".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito dea, votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
"Articolo 22 - Interventi regionali in materia di migrazioni. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 6 luglio 1978, n.
42, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 100 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5080".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
"Articolo 23 - Interventi per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato. Per ;'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 28 luglio 1978, n. 47, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1979, le seguenti spese: 300 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 13 (iscritti al capitolo n. 5100) 600 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 15 (iscritti al capitolo n. 5155) 15 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 11 (iscritti al capitolo n. 5165) 50 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 12 (iscritti al capitolo n. 5170) 125 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 17 (iscritti al capitolo n. 5175) 450 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 4 (iscritti al capitolo n. 5185) 140 milioni per la prestazione della garanzia fidejussoria di cui all'articolo 8 (iscritti al capitolo n. 5195) 150 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 9 primo comma (iscritti al capitolo n. 5200) 25 milioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 9 secondo comma (iscritti al capitolo n. 5205)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 54 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 25 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
"Articolo 24 - Interventi per lo sviluppo della rete distributiva. Le spese per la concessione dei contributi di cui all'articolo 3, all'arti, colo 6 lettera a), 6 lettera b) e 6, lettera c), della legge regionale 4 giugno 1975, n. 47, sono determinate, per l'anno finanziario 1979, rispettivamente in 1500 milioni, 100 milioni, 50 milioni e 15 milioni, e sono iscritte ai capitoli n. 5300, n. 5330, n. 5380 e n. 5420.
La spesa per la realizzazione degli interventi di cui all'articolo 6 lettera d) della legge regionale 4 giugno 1975, n. 47 è determinata per l'anno finanziario 1979 in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5430".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
"Articolo 25 - Contributi agli Enti locali per l'acquisto di materiale rotabile. La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui alla legge regionale 6 maggio 1975, n. 14, è determinata per l'anno finanziario 1979, in 6.600 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5620".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
"Articolo 26 - Contributi alle imprese private per l'acquisto di autobus nuovi. La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui alla legge regionale 6 maggio 1975, n. 15, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 800 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5630".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
"Articolo 27 - Contributi negli oneri di esercizio alle imprese concessionarie di autoservizi di linea. La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 20 agosto 1973, n. 23, modificata dalla legge regionale 31 ottobre 1978, n. 64, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 3.800 milioni ed iscritta al capitolo n. 5870".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
"Articolo 28 - Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di linea di nuova assunzione. La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 20 marzo 1975, n. 14, è determinata, per l'anno finanziario 1979 in 2.250 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5880".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
"Articolo 29 - Contributi straordinari alle imprese private concessionarie di autoservizi di linea in dipendenza della perequazione contrattuale dei dipendenti del settore. La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 24 novembre 1975, n. 56, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 5.900 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5890".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
"Articolo 30 - Contributi alle imprese esercenti autoservizi di linea per il rinnovo del materiale rotabile. La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 20 agosto 1973, n. 22, modificata dalla legge regionale 31 ottobre 1978, n. 64, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 3.100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5910".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
"Articolo 31 - Albi provinciali degli autotrasportatori di merci. Gli oneri derivanti dall' applicazione della legge regionale 5 giugno 1978, n. 30 sono stabiliti, per l'anno finanziario 1979, in 100 milioni e sono iscritti al capitolo n. 5935".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
"Articolo 32 - Museo ferroviario piemontese. Il contributo per il funzionamento del Museo ferroviario piemontese, istituito ai sensi della legge regionale 26 luglio 1978, n. 45, è determinato, per l'anno finanziario 1979, in 50 milioni ed è iscritto al capitolo n. 5940".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
"Articolo 33 - Interventi per l'esecuzione di opere pubbliche ai sensi della legge regionale 16 maggio 1975, n. 28. La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, lettera d) (costruzione, ampliamento e sistemazione di strutture commerciali e di mercati) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5460.
La spesa per la concessione alle Province dei contributi di cui all'articolo 2 (manutenzione ordinaria strade) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 3.310 milioni ed è iscritta al capitolo n. 6000.
Le spese per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, 3 e 4 (costruzione e sistemazione strade) sono determinate per l'anno finanziario 1979 rispettivamente in 2.950 milioni e 4.000 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 6010 e n. 6020.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, lettera a) (costruzione e sistemazione strade), è determinata per l'anno finanziario 1979 in 1.700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 6070.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, lettera g) (costruzione, completamento e adeguamento delle opere occorrenti per il rifornimento di energia elettrica), è determinata per l'anno finanziario 1979 in 150 milioni ed è iscritta al capitolo n.
6220.
La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, n. 1 e 2 (costruzione, ricostruzione ampliamento e potenziamento acquedotti e fognature) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 4.815 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7260.
La spesa per la concessione di contributi in interesse di cui all'articolo 3, lettera a) (costruzione, ricostruzione, ampliamento e potenziamento di acquedotti e fognature) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 1.182 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7440.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, lettera d) (costruzione, ampliamento, ristrutturazione e consolidamento di sedi municipali), è determinata per l'anno finanziario 1979 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7540.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, terzo comma, (costruzione, ampliamento o completamento o ristrutturazione di case di riposo per anziani o di edifici destinati all'assistenza ai minori) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 10250.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, quarto comma, (costruzione, completamento, ampliamento e ristrutturazione di opere sanitarie ospedaliere) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11090.
La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3, primo comma, lettera e), (costruzione, sistemazione o ampliamento di cimiteri, mattatoi, ambulatori ed altri presidi sanitari) è determinata per l'anno finanziario 1979 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11130".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
"Articolo 34 - Piani di coordinamento territoriale. La spesa per la predisposizione dei piani di coordinamento territoriale di cui all'articolo 80 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 1000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7050".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
"Articolo 35 - Cartografia regionale. La spesa per l'attuazione della legge regionale 12 ottobre 1977, n. 48, è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 2.900 milioni ed è iscritta per 2.850 milioni al capitolo n. 7110 e per 50 milioni al capitolo n. 7100".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
"Articolo 36 - Contributi per la formazione di strumenti urbanistici. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 23 maggio 1975, n. 34, modificata dalla legge regionale 7 giugno 1976, n. 31 è determinata per l'anno finanziario 1979 in 850 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7140".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
"Articolo 37 - Acquisizione di complessi residenziali di interesse storico e culturale. La spesa per la concessione dei contributi di cui al titolo I della legge regionale 17 maggio 1976, n. 27, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 2.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7600".
L'Assessore Simonelli propone un emendamento: sostituire il capitolo 7600 con il capitolo 7610. Chi è favorevole alzi la mano. L'emendamento è accolto con 29 voti favorevoli e 26 contrari. Si proceda alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
"Articolo 38 - Limitati interventi di edilizia scolastica. La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 12 giugno 1978, n.
31 è determinata per l'anno finanziario 1979 in 2.300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7800".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
"Articolo 39 - Contributo all'azienda regionale per la gestione della Tenuta 'La Mandria'. La spesa per la concessione del contributo di cui all'articolo 12 della legge regionale 25 giugno 1976, n. 32, è stabilita per l'anno 1979 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7920".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
"Articolo 40 - Interventi per i parchi e le riserve naturali. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 17 agosto 1977 n. 42, è stabilita, per l'anno finanziario 1979, in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7930.
La spesa per l'attuazione della legge regionale 20 marzo 1978, n. 14 (istituzione del Parco naturale dell'Alpe Veglia) è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 120 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7940.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del bosco del Vaj è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 26 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7950.
La spesa per la gestione del parco naturale della Valle del Ticino è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 260 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7960.
La spesa per la gestione del parco regionale 'La Mandria' è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n.
7970.
La spesa per la gestione del parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali dell'isolone di Oldenigo e della Garzaia di Villarboit è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7980".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
"Articolo 41 - Interventi per la sistemazione di bacini montani ed opere idraulico forestali. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 9 novembre 1975, n. 54, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 6000 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 8900".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
"Articolo 42 - Disciplina degli scarichi delle attività produttive. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 8 novembre 1974, n. 32 è determinata per l'anno finanziario 1979 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8950".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 42 è approvato.
"Articolo 43 - Provvidenze speciali per il risanamento delle acque. La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 2 della legge regionale 29 aprile 1975, n. 23, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 11000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8960".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito delle; votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 43 è approvato..
"Articolo 44 - Interventi per lo smaltimento dei rifiuti solidi. La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'articolo 3 primo comma, della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9050.
La spesa per la concessione dei contributi in conto capitale di cui all'articolo 3, secondo comma, della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46 è determinata per l'anno finanziario 1979 in 1250 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9100".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 44 è approvato.
"Articolo 45 - Prevenzione e controllo dell'inquinamento atmosferico e acustico. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 21 agosto 1978, n. 52, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9150".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
"Articolo 46 - Conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 6 novembre 1978, n. 68, è determinata per l'anno finanziario 1979 in lire 167.550,000 ed è iscritta per 40 milioni al capitolo n. 9170 e per lire 127.550.000 al capitolo n. 9180".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
"Articolo 47 - Pronto intervento. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 2, lettere a) e b) della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 3.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9300.
La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 2 lettera c) della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38, è determinata per l'anno finanziario 1979 in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9330.
Per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 2 giugno 1978, n. 28, è autorizzata, per l'anno finanziario 1979/ la spesa di 150 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9305".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 47 è approvato.
"Articolo 48 - Riorganizzazione e gestione dei servizi socio-sanitari. La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 8 agosto 1977 n. 39, è stabilita per l'anno finanziario 1979 in 1.310 milioni ed è iscritta ai capitoli n. 10070, n. 10180 e n. 10405 nella rispettiva misura di 110 milioni, di 600 milioni e di 600 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 48 è approvato.
"Articolo 49 - Gestione e controllo dei servizi consultoriali. Il contributo integrativo regionale di cui all'art. 18 della legge regionale 9 luglio 1976, n. 39, è determinato per l'anno finanziario 1979 in 50 milioni ed è iscritto al capitolo n. 10050".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 49 è approvato.
"Articolo 50 - Formazione professionale degli operatori degli asili-nido.
La spesa per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 17 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, è determinata, per l'anno finanziario 1979, in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11600".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 50 è approvato.
"Articolo 51 - Museo regionale di scienze naturali. La spesa per l'attuazione della legge regionale 29 giugno 1978, n. 37, è determinata per l'anno finanziario 1979, in 1000 milioni ed è iscritta ai capitoli n.
11660, n. 11670, e n. 11690, nella rispettiva misura di 100 milioni, 200 milioni e 700 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 51 è approvato.
"Articolo 52 - E' approvato il bilancio di previsione dell'Azienda regionale per la gestione della Tenuta 'La Mandria' per l'anno finanziario 1979, allegato alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'art. 52 è approvato.
L'Assessore Simonelli ha inoltre proposto la soppressione dell'art. 53 concernente il bilancio dell'Esap. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'art. 53 è soppresso all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 55 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 26 Consiglieri L'intero testo della legge sul bilancio 1979 è approvato.


Argomento: Personale socio - assistenziale - Personale del servizio sanitario

Esame deliberazione Giunta regionale: "Gestione della convenzione con i medici generici e pediatri stipulata il 31/5/78 in conformità a quanto previsto dalla legge 27.6.1977 n. 349"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Gestione della convenzione con i medici generici e pediatri stipulata il 31.5.1978 in conformità a quanto previsto dalla legge 27.6.1977 n. 349" La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Esistevano delle marginali perplessità sulla deliberazione in discussione che ora sono state superate.
Il voto della V Commissione è stato unanime.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale, in applicazione dell'art. 8 della legge 29.6.1977 n. 349, le Regioni ed i competenti Ministeri hanno stipulato, con le organizzazioni delle categorie mediche più rappresentative, l'accordo nazionale tipo per la convenzione unica con i medici generici e pediatri.
In forza dell'art. 7 della richiamata legge n. 349/77, dal 7.7.1978, i Commissari liquidatori degli Enti mutualistici hanno provveduto al recepimento del suddetto accordo nazionale.
In seguito alle impugnative esperite avverso gli atti di recepimento del suddetto accordo, il TAR del Lazio il 27 novembre scorso, ha sospeso l'efficacia dei medesimi, limitatamente agli artt. 2 lett. e) e g) concernenti le combinate incompatibilità, 33-44 concernenti imposizioni di contributi, 37-38 concernenti la previsione di organi di disciplina e, per ultimo, 14 e 15 concernenti collegi con compiti di amministrazione attiva.
Mentre in questa fase va preso atto, ad ogni conseguente effetto, della disposta sospensione di efficacia degli artt. 2, 33, 37, 38 e 44, per quanto riguarda invece gli artt. 14 e 15 della convenzione, si presume che il TAR con fumus bonis juris abbia ritenuto che le funzioni previste negli articoli in argomento non potevano essere attribuite agli organi previsti che avrebbero in tal modo avuto compiti di amministrazione attiva.
Se ne deduce pertanto che la Regione debba esercitare direttamente i compiti di amministrazione attiva già demandati ai Comitati provinciali e al Comitato regionale, con gli artt.14 e 15 dell'accordo fatto oggetto di sospensione delle menzionate ordinanze della terza sezione del TAR del Lazio.
Si pone dunque con estrema urgenza la necessità di provvedere in proposito, nell'attuale delicata fase di liquidazione degli Enti mutualistici, al fine di garantire la continuità dell'erogazione dell'assistenza sanitaria in regime convenzionale.
Il Consiglio regionale vista la legge 29.6.1977, n. 349 vista la convenzione con i medici generici e pediatri stipulata il 31 maggio 1978 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 55-19001 dell'8 febbraio 1979 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera fino a quando non sarà intervenuto un giudizio di merito dell'organo giurisdizionale circa le disposizioni contenute negli artt. 14 e 15 della convenzione unica stipulata in data 31 maggio 1978, la Regione esercita le funzioni già demandate ai Comitati provinciali ed al Comitato regionale previste in tutte le disposizioni dell'accordo nazionale tipo per le convenzioni, in ambito regionale, con i medici generici e pediatri e in particolare: tutte le funzioni indicate all'art. 14, escluse quelle alle lettere i), l), m), n); tutte le funzioni elencate nell'art. 15 eccetto quelle di cui alle lettere a), b) e ci) la Giunta regionale adotta tutti gli atti necessari all'attuazione dei compiti sopra elencati nonché di ogni altro connesso o implicato dai medesimi la Giunta regionale nell'espletamento dei compiti suddetti si avvale della consultazione periodica e regolare delle categorie interessate; si avvale altresì, nella fase istruttoria, del personale degli Enti mutualistici ai sensi della direttiva n. 9 del 19 dicembre 1977 del Comitato centrale di liquidazione la funzione decisoria dei ricorsi avverso gli atti dei Comitati provinciali già demandata al Comitato regionale si intende assorbita nel potere di riesame d'ufficio spettante alla Giunta regionale, anche su denuncia degli interessati, proposta nei termini previsti nelle singole disposizioni dell'accordo nazionale tipo in attesa dell'adozione delle decisioni definitive sulle impugnative proposte contro l'accordo nazionale unico, è sospesa l'efficacia degli atti con i quali si è provveduto alla costituzione die Comitati provinciali e del Comitato regional: l'attività già svolta ed i singoli atti adottati dai suddetti comitati sono assunti, con la presente delibera, come propri della Regione ed espressamente convalidati.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10.2.1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva é pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Comuni - Personale del servizio sanitario - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 380: "Inquadramento nel ruolo dei Comuni del personale degli Enti comunali di assistenza, dei Patronati scolastici e dei Consorzi dei patronati scolastici"


PRESIDENTE

Punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 380: "Inquadramento nel ruolo dei Comuni del personale degli Enti comunali di assistenza, dei Patronatí scolastici e dei Consorzi dei patronati scolastici".
La parola al relatore, dottoressa Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signori Consiglieri, la legge regionale 6.1.1978 ha fissato le "norme sullo scioglimento degli EE.CC.AA., sul passaggio delle attribuzioni del personale e dei rapporti patrimoniali ai Comuni ai sensi dell'art. 25 del D.P.R. 24.7.1977 n. 616". In particolare l'art. 2 della citata legge ha stabilito che il personale di ruolo o con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, in servizio presso gli EE.CC.AA. alla data del 31 dicembre 1977, é assegnato ai rispettivi Comuni a decorrere dal primo gennaio 1978 fatti salvi i diritti acquisiti nell'Ente di provenienza.
Il secondo comma di tale articolo dispone che all'inquadramento di tale personale nei ruoli organici dei Comuni di destinazione, con effetto dal primo gennaio 1978, si debba provvedere con modalità da indicarsi in apposita legge regionale.
La legge regionale 20 luglio 1978, n. 44 ha fissato invece le norme sullo "scioglimento dei patronati scolastici e dei consorzi di patronati scolastici" ai sensi dell'art. 45 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616.
In particolare l'art. 3 ha stabilito che il personale in servizio presso i patronati scolasti ci ed i consorzi dei patronati scolastici, in posizione di ruolo o a tempo indeterminato, è assegnato ai Comuni con effetto dal 14 agosto 1978. Da tale data decorre l'inquadramento, le cui modalità, come per il personale degli EE.CC.AA., devono essere fissate con legge regionale.
Con il presente disegno di legge la Giunta regionale ha stabilito le modalità, con cui i Consigli comunali dovranno provvedere, entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge. all'inquadramento del personale dei soppressi EE.CC.AA., patronati scolastici e consorzi di patronati scolastici.
Al personale dei soppressi EE.CC.AA. si applicava il contratto di lavoro degli Enti locali e quindi non si pongono problemi particolari di equiparazione fra qualifiche diverse.
Per il personale dei patronati scolastici e dei consorzi di patronati scolastici, che, com'è noto, è in numero molto limitato l'equiparazione è scontata, per cui i Consigli comunali che la devono disporre non dovrebbero incontrare difficoltà.
In particolare il presente disegno di legge regionale si compone di quattro articoli: il primo stabilisce che il personale degli EE.CC.AA., assegnato ai Comuni, ai semi della legge regionale 6.1.1977, n. 616, sia inquadrato nel ruolo organico del Comune di assegnazione, con effetto dal primo gennaio 1978, in base alla qualifica e livello posseduti presso l'Ente di provenienza alla data del 31.12.1977 il secondo stabilisce che il personale dei patronati scolastici e dei Consorzi dei patronati scolastici, assegnato ai Comuni ai sensi della legge regionale 20.7.1978, n. 44 e dell'art. 45 del D.P.R. 24.7.1977, n. 616, sia inquadrato nel ruolo organico del Comune di assegnazione, con effetto dal 14 agosto 1978, in base alla qualifica posseduta presso l'Ente di provenienza alla data del 31.8.1978 il terzo stabilisce che l'inquadramento è disposto dal Consiglio comunale entro tre mesi dalla data di entrata in. vigore della presente legge, nel rispetto dei diritti acquisiti dal personale nell'Ente di provenienza il quarto prevede che a tale personale saranno applicate le norme inerenti il contratto nazionale di lavoro per il personale degli Enti locali.
La V Commissione approva all'unanimità il presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione. dell'articolato.
"Articolo 1 - Il personale degli Enti comunali di assistenza, assegnato ai Comuni, ai sensi dell'art. 2, secondo comma, della legge regionale 6.1.1978 n. 2, in attuazione dell'art. 25 del D.P.R. 24.7.1977 n. 616, è inquadrato nel ruolo organico del Comune di assegnazione, con effetto dal la gennaio 1978, in base alla qualifica e al livello posseduti presso l'Ente di provenienza alla data del 31.12.1977".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Il personale dei Patronati scolastici e dei Consorzi dei Patronati scolastici, assegnato ai Comuni, ai sensi dell'art. 3 della legge regionale 20.7.1978, n. 44, in attuazione dell'art. 45 del D.P.R.
24.7.1977, n. 616, è inquadrato nel ruolo organico del Comune di assegnazione, con effetto dal 14.8.1978, in base alla qualifica posseduta presso l'Ente di provenienza alla data del 13.8.1978".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - I Consigli comunali provvedono entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge all'inquadramento del personale di cui ai precedenti articoli, nel rispetto dei diritti acquisiti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 -- Al personale di cui ai precedenti articoli saranno applicate le norme inerenti il contratto nazionale di lavoro per i dipendenti degli Enti locali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto SI n. 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



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