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Dettaglio seduta n.242 del 20/02/79 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbale precedente seduta". Se non vi sono osservazioni, il processo verbale dell'adunanza consiliare dell'8 febbraio 1979 si intende approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi



PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri: Astengo, Bellomo, Castagnone Vaccarino Debenedetti, Fonio, Graglia Artico, Minucci, Moretti, Enrichens, Oberto Tarena, Picco, Valetto e il Presidente della Giunta per le prime due ore



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:



PRESIDENTE

N. 387: "Piano regionale di risanamento delle acque. Integrazioni e modificazioni alla legge regionale 29/4/1975 n. 23", presentato dalla Giunta regionale in data 12 febbraio 1979 N. 388: "Istituzione della riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza", presentato dalla Giunta regionale in data 12 febbraio 1979.



PRESIDENTE

c) Apposizione visto Commissario di Governo



PRESIDENTE

E' stato apposto il visto del Commissario del Governo alla legge regionale del 16.1.1979: "Ordinamento degli uffici della Regione Piemonte".


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

d) Incontro a Roma tra l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed i Segretari nazionali dei partiti democratici


PRESIDENTE

Devo informare i Consiglieri regionali dell'esito della visita dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a Roma ai Segretari nazionali dei partiti democratici. L'incontro è avvenuto con il Segretario del P.S.D.I., Longo, con il Segretario del P.S.I., Craxi, con il Presidente del P.C.I., Longo, con una delegazione della direzione D.C.
capitanata dal Segretario nazionale Zaccagnini, e costituita dal Vice Segretario Donat-Cattin e dall'on. Bodrato, con il Segretario del PLI Zanone, con una delegazione del PRI, di cui faceva parte il Presidente del Partito, La Malfa, il Segretario Biasini e l'on. Mammì. A questi partiti abbiamo consegnato il volume "Una Regione contro il terrorismo", e abbiamo prospettato una serie di proposte sulle quali sarebbe opportuna da parte delle forze politiche italiane, qualunque sia l'andamento della crisi politica del Paese, un'intesa, al fine di intervenire efficacemente soprattutto nelle grandi città.
Al Presidente della Repubblica è stato presentato un documento contenente la piattaforma completa sulla quale gli Uffici di Presidenza dei Consigli regionali hanno richiesto l'intervento dei Segretari nazionali dei partiti ed altri documenti approvati dagli Uffici di Presidenza. Sono un appello rivolto al Paese firmato dai Presidenti dei Consigli regionali d'Italia che sarà tradotto in un manifesto un ordine del giorno contenente l'indicazione di una serie di iniziative da assumere nei prossimi giorni, tra le quali un incontro delle Regioni con la Presidenza della Camera e del Senato e un incontro con il Consiglio Superiore della Magistratura, da realizzarsi presso la Presidenza della Repubblica, con il consenso del Presidente della Repubblica.
L'ordine del giorno annuncia altresì una grande manifestazione sul problema della difesa dell'ordine democratico e repubblicano da tenersi a Roma il 25 aprile, patrocinata dal Presidente della Repubblica ed organizzata nelle Regioni sui luoghi di lavoro e di studio.
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando e Colombino relativa ai nuovi attestamenti per il trasporto collettivo su gomma in Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando e Colombino relativa ai nuovi attestamenti per il trasporto collettivo su gomma in Torino.
Risponde il Vice Presidente della Giunta regionale.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione presentata dai Consiglieri Michele Colombino e Mauro Chiabrando e relativa a "Nuovi attestamenti per il trasporto collettivo su gomma in Torino", si precisa quanto segue: la nuova autostazione ubicata in Corso Inghilterra è stata creata con il principale scopo di accentrare in un'unica località i vari terminali attualmente sparsi in punti diversi della città che sono causa di notevole appesantimento del traffico cittadino In particolare si è inteso procedere ad un alleggerimento della circolazione e della sosta dei bus in servizio interurbano nelle aree di Piazza Carlo Felice ed in parte in Corso Marconi all'intersezione con la via Nizza, punti nevralgici e particolarmente intasati I pareri relativi richiesti dal Comune di Torino, a cui è da attribuire l'iniziativa dello spostamento dei capilinea degli autobus facenti capo a Torino, sono stati espressi dall'Assessorato regionale ai trasporti in data 24 ottobre 1977 e 2 febbraio 1978.
Tali pareri contenevano un'affermazione di principio fondata sulla provvisorietà degli attestamenti la cui sistemazione definitiva è legata ovviamente, all'attuazione del piano generale dei trasporti nell'area metropolitana torinese, ed alcune condizioni che possono essere cosi riassunte attrezzare l'area onde assicurare il ricovero dei viaggiatori e la regolare circolazione degli autobus assicurare un celere e frequente collegamento, attraverso L'A.T.M.
con la stazione ferroviaria di Porta Nuova.
Successivamente gli uffici dell'Assessorato regionale e l'Ufficio tecnico del Comune hanno collaborato per risolvere i problemi operativi connessi ai nuovi attestamenti cercando di non creare, per quanto possibile, turbativa all'attuale assetto del sistema dei servizi. Al riguardo sono state tenute numerose riunioni anche con la partecipazione dei rappresentanti dei concessionari di autolinee interessate.
Circa il contenuto dei tre punti in cui è articolata l'interrogazione si afferma: 1) nella sistemazione dell'area e nella scelta dei percorsi di penetrazione è stato tenuto conto delle esigenze del pendolarismo operaio e studentesco mantenendo le fermate esistenti, in particolare per le provenienze del Pinerolese e consentendo una fermata in corrispondenza delle F.S., a Porta Nuova 2) è stato, come si è già detto, da parte dell'Assessorato regionale proposto un potenziamento delle linee urbane in relazione al nuovo terminal di Corso Inghilterra, ma è evidente che una soluzione diversa dall'attuale merita un attento esame dopo un congruo periodo di esperimento e di verifica del funzionamento della nuova area 3) è stata attentamente considerata l'esigenza del traffico stradale urbano ed infatti si è cercato, con le soluzioni che saranno adottate, di alleggerire il traffico sulla direttrice di Corso Vittorio Emanuele, nella zona di Piazza Carlo Felice e parzialmente nella zona di Corso Marconi.
Consultazioni con il comitato di quartiere sono state più volte tenute a cura del Comune di Torino per informare l'utenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino



COLOMBINO Michele

La risposta del Vice Presidente Bajardi ricalca naturalmente le osservazioni già anticipate sui giornali dall'Assessore alla viabilità e trasporti del Comune di Torino.
Unico fatto di rilievo è che le fermate rimangono invariate (quindi anche quella di Piazza Carlo Felice), mentre fino a prima della nostra interrogazione la fermata più vicina a Porta Nuova pareva essere in Corso Stati Uniti angolo Via Sacchi.
Non si tratta minimamente di applicare la tattica della protesta preventiva come ha lasciato intendere l'Assessore competente al Comune di Torino - ma si tratta di capire come e quanto certe scelte, per lo meno avventate e comunque mal propagandate, possano nuocere a chi ha già problemi di orario, di utilizzo di altri mezzi pubblici urbani, per i quali lo spostamento del capolinea anche di un solo isolato potrebbe creare il grave problema di perdere il mezzo che li riporta a casa, e insieme un'ora o anche più di tempo prezioso. Di queste argomentazioni si dovrebbe tener conto quando si affrontano mutamenti di un così netto rilievo almeno per i pendolari.
E non si può fare a meno di rilevare come sia al limite della logica l'aver consultato sì i "quartieri" interessati - che certamente lo sono, e la cosa è talmente ovvia, assai marginalmente - dimenticando invece di sentire quelli che fuori di ogni dubbio sono invece i veri ed unici forzatamente interessati al problema. I quali, per non essere appunto "disinformati", come li definisce l'Assessore al Comune di Torino avrebbero dovuto essere sentiti e interpellati, come le buone regole democratiche e partecipative richiedono ogniqualvolta si vengono ad operare scelte che investono i problemi altrui, e specie quando questi sono migliaia di lavoratori, studenti, comunque un vasto pubblico interessato all'esistenza di trasporti sicuri, rapidi e quanto più accessibili.
Per evitare certi intasamenti del traffico cittadino dovuti ad un evidente incalzare di autopullman specie in alcune ore di punta, rinnovo l'invito già fatto all'Assessore Bajardi a Pinerolo, nel corso di un recente dibattito sui trasporti e la viabilità, che la Regione si faccia carico presso chi di competenza per ottenere un potenziamento delle corse degli autobus e uno scaglionamento nel tempo più adeguato delle stesse. Non ci pare la soluzione ideale, ma al momento è senz'altro la più idonea a sopperire alle necessità in continuo incremento del pendolarismo.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Legge 5 agosto 1978, n. 457. Piano decennale per l'edilizia residenziale. Programma regionale di localizzazioni per l'edilizia sovvenzionata e agevolata, individuazione degli ambiti territoriali di intervento ed indicazione dei soggetti attuatori per il primo progetto biennale 1978/80


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'ordine del giorno: "Legge 5 agosto 1978 n. 457. Piano decennale per l'edilizia residenziale. Programma regionale di localizzazioni per l'edilizia sovvenzionata e agevolata, individuazione degli ambiti territoriali di intervento ed indicazione dei soggetti attuatori per il primo progetto biennale 1978/80".
Relaziona l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Nell'agosto del 1978 è stata promulgata la legge 457 che promuove un piano decennale di edilizia residenziale pubblica La legge segue a una serie di interventi, che possiamo definire estemporanei, i quali, in situazioni congiunturali difficili, avevano disposto finanziamenti per l' edilizia residenziale pubblica.
Rispetto al passato, la legge 457 costituisce un passo significativo e positivo, in quanto determina e preordina un impegno periodico e permanente dello Stato per i prossimi dieci anni, consente di dare stabilità e continuità ai programmi realizzativi, fornisce garanzie operative al settore edilizio, consente all'operatore pubblico, dalle Regioni ai Comuni soggetti promotori ed elaboratori dei programmi, ai soggetti attuatori, dai Comuni agli IACP, alle cooperative, alle imprese, di formulare propri programmi e predispone le condizioni per attuarli. Sulla base della garanzia di periodici finanziamenti, introduce uno stimolo alla ristrutturazione dei settore edilizio, che costituisce uno dei settori in cui le sacche di arretratezza tecnologica ed organizzativa sono più presenti, in conseguenza proprio ed anche della non stabilità del processo produttivo.
La legge entra in attività in una situazione di grave difficoltà del settore edilizio; in questi ultimi anni si è segnato un calo sensibile nell'occupazione nel settore. Negli ultimi 4/5 anni nella sola Provincia di Torino si sono persi 4/5 mila posti di lavoro nel settore edilizio e si è giunti oggi ad una dimensione occupazionale del settore intorno ai 22 mila occupati, mentre l'occupazione regionale è scesa intorno ai 65 mila occupati.
La legge determinerà concretamente nuove realizzazioni proprio nel momento in cui, nella nostra regione, i precedenti interventi di edilizia residenziale, relativi alle leggi 865, 166 e 492, stanno esaurendo la loro fase attuativa. La legge 865, del 1972, è attuata per il 98,6 per cento (alcune opere hanno avuto inizio solo in questi anni e sono ancora in corso di ultimazione); le leggi 166 e 492, del 1975, sono giunte anch'esse ad una soglia elevata di attuazione (96,5 per cento). L'inizio dei lavori della legge 513 del 1977 è avvenuto nel giugno del 1978 ed è al 14,3 per certo di attuazione.
La legge 457 interviene in un quadro di fabbisogni abitativi gravi e drammatici. Più volte abbiamo richiamato l'attenzione sulla situazione abitativa nazionale ed, in particolare, su quella regionale, con riferimento Sia alle aree di concentrazione, dove emergono situazioni estese di cattive condizioni abitative per l'antigienicità degli edifici e situazioni disagiate per sovraffollamento, e sia alle aree di abbandono e di stasi dello sviluppo dove una relativamente insoddisfacente condizione abitativa ereditata dal mancato rinnovo delle strutture edilizie contribuisce a creare un motivo ulteriore per l'esodo e per l'emigrazione verso le aree di concentrazione.
Il fabbisogno dei vani stimato sulla base dei dati del censimento del 1971, aggiornato in ragione dell'andamento demografico e della produzione edilizia di questi anni, indica in 127 mila i vani necessari per eliminare le condizioni di sovraffollamento (più di due abitanti per vano); in 455.000 i vani necessari per eliminare le condizioni di affollamento (tra uno e due abitanti per vano); inoltre esistono condizioni non soddisfacenti dal punto di vista igienico sanitario per 657.000 vani appartenenti ad abitazioni costruite prima del 1919 e per ben 415.000 vani appartenenti ad abitazioni costruite dopo il 1919: un quadro di fabbisogno regionale articolato in situazioni di diversa gravità, molto esteso.
La legge interviene positivamente, ma interviene con estremo ritardo.
Se da un lato introduce elementi di programmazione decennale, dall' altro rispetto a questi livelli di fabbisogno, richiamati per la nostra Regione ma che sono presenti nell'intero Paese, fornisce finanziamenti limitati. La legge prevede la formazione di un primo progetto biennale e di due successivi programmi quadriennali, ciascuno dei quali sarà attuato attraverso progetti biennali di intervento. Per la formazione del primo progetto biennale, che riguarda gli anni 1978 e 1979 (progetto biennale che si attuerà con un anno di ritardo poiché la legge è stata promulgata solo nell'agosto del 1978) sono previste procedure di carattere eccezionale.
Sono le procedure degli interventi di emergenza: per questo primo progetto la legge rimanda appunto alle procedure previste dalla legge 166 promulgata nel maggio del 1975, con il carattere dell'intervento urgente e congiunturale.
Una delle prime conseguenze di questa procedura accelerata ed eccezionale, rispetto a quelle che si dovranno applicare nell'attuazione della rimanente parte del programma decennale, è quella dei tempi ristretti entro ai quali le Regioni sono state impegnate a formulare il progetto biennale. La legge prevedeva che le Regioni, entro 90 giorni dalla comunicazione da parte del CER dell'attribuzione del finanziamento formulassero il primo progetto biennale; la scadenza dei novanta giorni è stata fissata dal CER. uniformemente per tutte le Regioni indipendentemente dalla data di arrivo della comunicazione, nel 20 febbraio, cioè oggi. Le Regioni hanno trovato difficoltà a formulare il programma in questi termini ristretti, tanto che qualche giorno fa risultava che più della metà delle Regioni italiane avevano intenzione di chiedere al Ministro Stammati una proroga dei termini. Da un colloquio avuto ieri con i funzionari del CER siamo stati informati che il Ministro Stammati non ha intenzione di concedere proroghe, sostenendo, credo giustamente, che le Regioni che non promuoveranno il progetto nei termini previsti, lo dovranno formulare immediatamente, con la colpevole responsabilità del non rispetto alle scadenze. Il Ministro Stammati ha convocato il CER per domani pomeriggio, e le Regioni saranno tenute a dare conto da un lato dell'attuazione dei programmi promossi con le leggi precedenti e dall'altro della formulazione del primo progetto biennale della legge 457. L'impegno dell'Assessorato e della Commissione competente è stato quello di rispettare i tempi. L'ultima riunione della Commissione per la formazione del progetto si è conclusa alle ore 18 di ieri; gli uffici hanno quindi dovuto lavorare dopo quell'ora per definire il progetto e predisporre la deliberazione.
Nonostante i limiti di tempo, la Giunta e la Commissione hanno avuto preoccupazione di rispettare il principio della partecipazione al processo decisionale per la definizione del progetto biennale. La Commissione consiliare in tutti i momenti dell'elaborazione ha partecipato alla definizione delle linee del progetto, promosso dal l'Assessorato. I Comprensori sono stati chiamati a collaborare alla individuazione dei riferimenti territoriali è alla predisposizione dei criteri per le scelte riguardanti i soggetti attuatori.
Sono stati coinvolti gli Istituti Autonomi Case Popolari, il loro Consorzio, gli organismi rappresentativi dei soggetti attuatori cooperative ed imprese, per cui possiamo dire che tutta la struttura operativa che sarà chiamata ad attuare il programma di edilizia residenziale pubblica ha partecipato, pure in questi ristretti termini di tempo, alla formazione del progetto.
Questa fase di definizione del progetto era stata preceduta da una prima definizione del riparto fra i Comprensori dei finanziamenti regionali disponibili; questo riparto, dopo essere stato elaborato dall'Assessorato e discusso all'interno della II Commissione, era stato presentato come proposta aperta ai Comprensori ed ai soggetti attuatori. Dopo che i Comprensori hanno svolto al loro interno dibatti, consultato i vari organismi e formulato proposte, si sono svolte le consultazioni presso la II Commissione da cui abbiamo poi tratto le condizioni ed i convincimenti per la definizione del progetto che ieri sera la Commissione ha approvato.
Il progetto prevede edilizia sovvenzionata a totale carico dello Stato(i finanziamenti sono in conto capitale): questi finanziamenti sono attribuiti agli Istituti Autonomi Case Popolari per la realizzazione di nuovi edifici e agli Istituti Autonomi Case Popolari e ai Comuni per il risanamento di edifici esistenti, di proprietà pubblica. Il progetto prevede inoltre interventi di edilizia agevolata: agevolata attraverso la concessione di contributi, volti a ridurre il costo dei mutui da contrarre presso gli istituti di credito; i contributi sono in misura diversa a seconda del reddito di chi ne fruisce: il tasso varia dal 4,5 al 6 per cento al 9 per cento a seconda che il reddito familiare annuo sia compreso fra i 4/6 milioni, fra i 6/8 milioni, tra gli 8 e i 10 milioni.
Il progetto è orientato nel senso di dare priorità agli interventi di risanamento, riconoscendo nella situazione del fabbisogno abitativo legato à cattive condizioni igieniche una priorità di intervento, e rispondendo così al principio informatore della legge, che introduce per la prima volta, nel campo d'azione dell'edilizia residenziale pubblica, gli interventi riguardanti il recupero dell'esistente. E' stato possibile programmare questi interventi nell'ambito dell'edilizia sovvenzionata in quanto gli Istituti Autonomi Case Popolari avevano già definito programmi di risanamento dei loro vecchi quartieri costruiti all'inizio del secolo inoltre alcuni Comuni della Regione avevano già predisposto propri programmi di intervento sul patrimonio abitativo comunale. Il risanamento sull'edilizia abitativa di proprietà dei Comuni riguarderà all'incirca 800 alloggi, per un complesso di 4.000 vani; il risanamento del patrimonio degli Istituti Autonomi Case Popolari riguarderà circa 1000 alloggi, per circa 5.000 vani (800 di questi alloggi riguardano L'IACP di Torino).
Per quanto riguarda l'edilizia agevolata il risanamento è più limitato interessando all'incirca 120 alloggi per 600 vani. Complessivamente si pu prevedere che gli interventi riguarderanno 3.000 alloggi per circa 12.000 vani, ai quali vanno aggiunti 5.000 vani per i quali, attraverso la legge regionale 28 e la legge 513, sono già in corso interventi di risanamento.
La parte consistente del finanziamento è comunque orientata alle nuove costruzioni: 1900 alloggi di edilizia sovvenzionata, 5.000 alloggi di edilizia agevolata (cooperative divise, cooperative indivise e imprese).
Per la scelta dei soggetti attuatori si è operato tenendo in conto quel quadro territoriale di localizzazione e insediamento che era stato definito insieme con i Comprensori. Per quanto riguarda l'edilizia agevolata, la scelta dei soggetti è stata operata sulla base delle valutazioni oggettive dei requisiti che i richiedenti avevano dovuto presentare compilando apposite schede consegnate insieme alla domanda di contributo. Si è teso a scegliere i soggetti attuatori, cooperative e imprese, riducendo quindi i margini di discrezionalità. Le cooperative sono state scelte tenendo conto delle caratteristiche sociali e della stabilità della loro composizione societaria; le imprese sono state scelte tenendo conto della solidità, del livello tecnologico conseguito, dei tempi costruttivi denunciati e di quelle altre indicazioni che permettono di valutare il profilo imprenditoriale delle imprese.
Il quadro che ne è derivato è stato sottoposto all'esame, condotto in varie sedute, della Commissione competente.
Il quadro ha tenuto conto anche dei suggerimenti e degli indirizzi dati dalle organizzazioni dei soggetti attuatori. Attraverso questa via crediamo di aver colto la realtà della situazione regionale.
E' stato possibile conseguire questo risultato grazie al largo apporto collaborativo svolto dai Comprensori che hanno operato in condizioni di difficoltà per carenza di personale e per insufficienza di tempo; grazie all'apporto collaborativo dato dagli Enti attuatori e grazie al lavoro assiduo della II Commissione. Questo lavoro è stato possibile anche grazie alla abnegazione dei funzionari dell'Assessorato, che, dopo un lungo lavoro svolto in questi mesi, hanno dovuto lavorare ancora parte di questa notte per consentire la consegna del documento questa mattina. Questo mi pare debba essere davvero il primo riconoscimento da compiere: dare atto dell'impegno, l'intelligenza, la discrezione, la capacità che i funzionari dell'Assessorato e della II Commissione hanno dimostrato in questa situazione, come peraltro avevano già dimostrato in situazioni analoghe.
Questo programma lascia delle aree di insoddisfazione. Noi stessi, pur avendo lavorato con assiduità sentiamo l'insoddisfazione di non aver potuto corrispondere alle domande che ci sono state presentate. Le domande erano circa 1000 e la possibilità di corrispondervi estremamente limitata. Seppur è vero che molte domande formulate dalle imprese richiedevano entità di interventi superiori agli effettivi bisogni ed alle effettive loro possibilità di produzione, è comunque un dato indicativo che il rapporto fra le domande e la possibilità di loro soddisfazione è stato all'incirca di 1 a 8 - 1 a 10.
Dobbiamo tuttavia considerare che questo è il primo progetto biennale il secondo sarà formulato tra un anno, prevedendo la legge che entro il mese di febbraio 1980 il CER formuli il riparto fra le Regioni e che queste entro i successivi 90 giorni formulino il secondo progetto biennale. La scadenza ravvicinata del secondo progetto può consentire di recuperare le imperfezioni che oggettivamente il primo progetto presenta. Rispetto alla prossima scadenza credo che possiamo assumerci l'impegno di operare fin dai prossimi mesi per giungere al secondo appuntamento con il progetto biennale già delineato in modo da non essere condizionati dalla ristrettezza dei 90 giorni concessi, e in modo anche di anticipare l'approvazione anche rispetto a questa stessa scadenza.
E' opportuno metterci subito in cammino per impostare il secondo progetto con orientamenti di lavoro nuovi al fine di contenere anche quella pur limitata area di discrezionalità o di empirismo che è riscontrabile nella formazione del primo.
D'altra parte è opportuno curare l'attuazione del primo progetto biennale, in modo che non ci siano ritardi nell'attuazione.
La legge prevede che i lavori inizino entro 10 mesi dall'approvazione del progetto, cioè entro il 20 dicembre di quest'anno, pena la perenzione dei finanziamenti attribuiti. Sarà quindi compito dell'Assessorato di svolgere un' azione promozionale perché la definizione tecnica delle operazioni necessarie, dalla messa a disposizione delle - aree, al completamento o all'elaborazione dei progetti, ove non siano ancora elaborati, vengano effettuati rapidamente dai Comuni e dai soggetti beneficiari dell'intervento di edilizia residenziale pubblica. In particolare ci assumiamo il compito di verificare sin da domani il programma di attuazione degli interventi di risanamento finanziati. Il risanamento riguarda il 41,9% dei finanziamenti per l'edilizia sovvenzionata e l'11,8% dei finanziamenti per l'edilizia agevolata.
Gli interventi di risanamento presentano una più complicata e più delicata fase di predisposizione tecnica; ci proponiamo di seguire passo a passo la predisposizione degli atti tecnici e, nel caso in cui, nonostante la cautela che ha indotto a limitare gli interventi di risanamento a quelli che forniscono maggiori garanzie di rapido avvio, dovesse emergere che alcuni interventi non potranno essere avviati entro il 20.12.1979, dovremo entro due o tre mesi, aggiornare il programma e indirizzare i finanziamenti su altri risanamenti effettivamente avviabili o addirittura su interventi di nuova edificazione.
L'impegno è che nessun finanziamento possa cadere in perenzione e che anche la fase di realizzazione si svolga con la tempestività con la quale la comunità regionale, i Comprensori, la Commissione, l'Assessorato e la Giunta hanno operato per l'approvazione del primo progetto biennale entro le scadenze prescritte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della H Commissione, Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

La II Commissione non presenta una propria relazione sulla deliberazione della Giunta regionale relativa al primo progetto biennale di cui alla legge 457. La ragione è molto semplice: la Commissione ha lavorato fin dall' inizio con l'Assessore regionale alla pianificazione territoriale e con i funzionari addetti al servizio, contribuendo direttamente all'elaborazione dei criteri generali e dei parametri per la formazione del programma e del progetto, alla loro applicazione sia per gli interventi di edilizia sovvenzionata, sia per gli interventi di edilizia agevolata diretti alla costruzione di nuove abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio esistente fino all'individuazione specifica dei soggetti attuatori del progetto.
La Commissione ha iniziato ad occuparsi della materia il 5 luglio scorso ed ha seguito tutto l'iter della formazione del primo progetto biennale con una attenta partecipazione alle varie fasi successive che hanno comportato, fra l'altro, l'esame delle varie circolari esplicative predisposte dall'Assessorato competente, delle numerose schede informative necessarie per una corretta attuazione della legge, dell'avviso per la formazione del progetto, ed infine delle domande di ammissione dei soggetti beneficiari degli interventi.
Si è trattato di un lavoro complesso ed impegnativo che, per la prima fase di impostazione, ha richiesto un numero limitato di sedute (cinque in tutto da luglio a novembre), mentre per la seconda fase, dal 10 gennaio ad oggi, quindi poco più di un mese, ha comportato complessivamente altre venti sedute.
Questo lavoro pressoché quotidiano ha consentito, un approfondito esame delle varie questioni, .alcune delle quali, per la novità delle disposizioni, di difficile e delicata interpretazione, ed è stato possibile per la costante presenza dell'Assessore Rivalta, con la puntuale predisposizione di tutti gli elementi conoscitivi indispensabili per l'esame della materia, della maggior parte dei Consiglieri componenti la Commissione, che non è mai venuta meno, nonostante le ripetute e continue convocazioni, dei funzionari dell'Assessorato e della Commissione, ai quali mi sembra giusto esprimere il più vivo ringraziamento.
Questo metodo di lavoro ha fatto sì che, anche se formalmente di Giunta, la deliberazione possa considerarsi,nella sostanza, una deliberazione mista, Giunta-Commissione, elaborata in un confronto continuo fra le diverse parti politiche e sociali interessate,utile premessa per il successivo biennio 1980/81, il cui progetto, come ha detto l'Assessore Rivalta, sarà portato all'approvazione del Consiglio nei primi mesi dell'anno prossimo, ma le cui linee generali saranno o potranno essere elaborate prima della fine di quest'anno.
Mi sembra anche importante sottolineare, anche se su questo punto si è già soffermato l'Assessore Rivalta, il fatto che la nostra Regione arriva entro i termini previsti dalla legge ad approvare il primo progetto. Erano stati sollevati in realtà da qualche parte dubbi sulla capacità delle Regioni di attuare la legge nei termini prescritti; nel tempo stesso l'adempimento delle funzioni delegate alle Regioni era considerato uno degli elementi fondamentali, anzi il primo elemento fondamentale per l'effettivo decollo del Piano regionale. Sono quindi d'accordo con la posizione assunta dal Ministro Stammati di evitare uno slittamento dei termini fissati dalla legge, perché, di slittamento in slittamento, slitta poi tutto il piano decennale.
Non so quante siano le Regioni che alla data odierna, che è proprio quella della scadenza, abbiano rispettato l'impegno. Certo è che la Regione Piemonte lo ha fatto e mi preme metterlo in evidenza soprattutto perché ci non è andato a discapito della serietà e dell'accuratezza del lavoro; a questo impegno è stato certamente di grande aiuto l'apporto dei Comprensori e degli Istituti autonomi per le case popolari, specialmente per la determinazione delle localizzazioni, nonché delle organizzazioni delle Cooperative, degli imprenditori e degli altri soggetti attuatori. Il fatto che si trattasse della prima attuazione della legge, ha portato al verificarsi di alcune situazioni, come, per esempio, quella della presentazione da parte delle imprese di domande diffuse su molte località per l'assenza di localizzazioni preventive, situazioni che potranno essere eliminate nel corso della predisposizione del secondo progetto e del programma quadriennale, ma che non potevano obiettivamente essere preventivamente valutate. Questo caso, ed altri ancora, potranno essere studiati proprio alla luce delle proposte avanzate per questo progetto e in occasione di esso, così che l'intervento decisionale della Regione possa delinearsi secondo gli indirizzi e gli obiettivi della programmazione della politica della casa e dell'occupazione nel settore. Il grande squilibrio fra l'entità delle domande e le disponibilità finanziarie, fra i fabbisogni e la quantità delle risorse, ha certamente reso più difficile oserei dire piuttosto ingrato, il compito della Commissione e dell'Assessore rappresentante della Giunta.
Basti pensare che per l'edilizia agevolata, pur tenendo conto dell'osservazione fatta prima sulla generalizzazione della domanda imprenditoriale, il rapporto fra domanda e disponibilità era tale da consentire il soddisfacimento del 7-8 per cento circa delle domande complessivamente presentate dalle cooperative, dalle imprese e dagli Enti pubblici e che la legge impone un rapporto obbligatorio del 50-40 e 10 per cento per ciascuna delle tre categorie per avere il quadro, non certamente esaltante, della situazione così come si presentava all'inizio dei lavori e che ha dovuto essere composto nel corso del lavoro comune. Nonostante il grande effetto delle somme espresse in numeri assoluti, il riparto per Comprensori e per Comuni quantificato in numero di alloggi da recuperare o da costruire, resta, a mio avviso, piuttosto modesto; ma proprio per questo era opportuno partire subito e per quanto possibile nel migliore dei modi e così credo sia stato fatto perché quel non molto che la legge concede sia attuato nei termini di tempo più rigorosi e puntuali.
Voglio ancora ripetere che il sollecito avvio di questo primo progetto consente l'immediata impostazione del progetto per il secondo biennio; così come una verifica fra due mesi dello stato di attuazione del primo progetto consentirà quelle opportune correzioni che eviteranno che iniziative rivelatesi, non importa per quali cause, non fattibili siano di danno ad altre che ritenute non prioritarie, ma per questo non meno degne di considerazione, potranno invece essere ammesse in loro sostituzione Una corretta applicazione dell'art. 4 della legge 457 contenente le attribuzioni delle Regioni, dà in materia ampio spazio all'iniziativa, al controllo, all'intera programmazione degli interventi regionali. Sono convinto che quanto è stato fatto fino ad oggi corrisponda allo spirito della legge nazionale e sia degno di approvazione da parte del Consiglio.
La II Commissione, per parte sua, ha già approvato all'unanimità la deliberazione.



PRESIDENTE

Secondo le intese, sospendo brevemente la seduta per consentire al Gruppo della D.C., di tenere una riunione ed alla II Commissione di approvare il programma regionale di localizzazione per l'edilizia sovvenzionata e agevolata.



(La seduta, sospesa alle ore 11,15, riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

I lavori riprendono. La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non starò a ripetere quanto è stato illustrato dall'Assessore in merito agli obiettivi della legge 457 in merito all'attesa che la legge ha sollevato, in merito a quello che possiamo definire un passo avanti verso la risoluzione del problema della casa in Italia, diventato problema annoso, complicato, che anche quando sembra a portata di mano, sembra che sfugga verso indici e posizioni non facilmente raggiungibili.
L'avvio del piano decennale trova la nostra Regione adempiente per quello che riguarda le finalità e soprattutto con la coscienza di una realtà che è emersa dalle richieste che sono pervenute, che superano di gran lunga le possibilità che, in questa prima fase, possono essere erogate e, nella loro massa, superano le possibilità che l'intero piano decennale è in grado di soddisfare. Da questo però sono emerse delle puntualizzazioni delle indicazioni che hanno consentito di elaborare il programma di localizzazione con un notevole grado di attendibilità, come risposta alle richieste, che è stato possibile raggiungere attraverso la collaborazione dei Comprensori che hanno fornito i primi dati di carattere localizzativo e attraverso soprattutto la collaborazione degli operatori che hanno dato a loro volta indicazioni o avviato accordi che hanno certamente facilitato la realizzazione del programma.
La II Commissione, i cui lavori devono essere lodati, ha obiettivamente raccolto l'insieme dei dati e delle indicazioni ed ha messo insieme quelle che possiamo chiamare le variabili indipendenti che erano emerse, contenute del resto nello stesso bando con il quale l'Assessorato aveva invitato a presentare le domande.
Queste variabili hanno permesso di creare un quadro sufficientemente attendibile ed a maggior ragione attendibile in quanto si tratta di fondi che rappresentano una piccola parte di quello che è il fabbisogno e che pertanto,anche se fossero stati accompagnati da un certo indice di errore non avrebbero sconnesso l'intero problema.
Credo che non si debba sottacere ciò che è emerso dall'insieme delle domande che si sono avviate con l'entrata in vigore della legge 457, le quali hanno messo in evidenza due aspetti di fondo che debbono essere particolarmente tenuti presenti se guardiamo al problema generale della casa, in termini che consentano suggerimenti, indicazioni per una sua obiettiva risoluzione. Questi elementi di fondo sono costituiti dal fatto che si rendono necessarie la presenza di una corretta, precisa, tempestiva non più a lungo dilazionabile strumentazione urbanistica e la possibilità di intervenire sui tassi di credito, cioè su tutta la politica generale del credito. A quanto mi risulta, dai dati che si stanno elaborando al CER per quel che riguarda i costi, emerge che la politica della casa potrebbe fare dei sostanziali passi avanti se esistessero le corrette situazioni urbanistiche nelle varie località della nostra Regione e in tutta Italia, e se i tassi di credito rientrassero in limiti sufficientemente accettabili.
Dico questo perché almeno la grande maggioranza delle iniziative tendenti a proporre le richieste per avere una casa, ha dimostrato che esiste una possibilità di partenza da parte del futuro utente dell'abitazione e l'integrazione che può essere attuata potrebbe essere anche contenuta se i tassi del credito fossero opportunamente ridotti.
Ho voluto segnalare questo fatto perché credo che i due problemi debbano essere opportunamente messi a punto e soprattutto debbano rappresentare il dato di fondo su cui orientare le possibilità attuative.
Tornando al problema che ci sta davanti diciamo che questo programma di localizzazioni è uscito non solo da una serie di consultazioni con tutti gli interessati, ma da una serie di operazioni che hanno permesso di conciliare nel modo più corretto quelle variabili indipendenti che era impensabile poter incastrare con soverchia facilità. All'approvazione di questo programma di localizzazione si debbono accompagnare alcune raccomandazioni. Intanto, come indicazione da tener presente nei prossimi programmi attuativi, si potrebbe stabilire agli operatori delle cooperative la priorità delle costruzioni a quei soggetti che abbiano le caratteristiche di reddito stabilite dalla legge. Questo elemento, che si sta già verificando in diverse località, è frutto di accordi che stanno andando avanti, ma io credo che sarebbe utile una sanzione di carattere indicativo. Sono d'accordo che entro due o tre mesi dovremo conoscere con precisione i programmi che realmente saranno realizzati per evitare dispersione e rinuncia dei fondi; che sono già modesti, per la nostra Regione. La seconda raccomandazione che faccio è quella di assicurare agli operatori che saranno beneficiari dei finanziamenti l'erogazione tempestiva in termini tali che consenta di superare quegli elementi che sono rappresentati dai punti interrogativi dell'inflazione e dal la disparità che può intervenire dal momento in cui si inizia al momento in cui occorre pagare ciò che si è iniziato dove, cioè, gli inciampi diventano maggiori e si traducono in aumenti di costi non sostenibili.
Con queste due raccomandazioni e con queste dichiarazioni il Gruppo socialista democratico approva il programma di localizzazione all'esame del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'Assessore Rivalta nell'illustrazione del provvedimento ha voluto sottolineare che la legge 457 in qualche misura risponde alla crisi edilizia. Il Consiglio regionale con l'approvazione della legge 56 è anche in parte responsabile della crisi edilizia. E' bene ricordare che essa ha ragioni precise che non sono da attribuire al fato o agli gnomi del bosco in definitiva per qualche parte è voluta, pilotata e destinata, bene o male, a modificare la nostra società.
Un amico che segue i nostri lavori molto più puntualmente di quanto non facciamo noi Consiglieri ha cominciato a capire che cosa comportano le leggi urbanistiche, sia quella regionale che quella nazionale, con tutta quella serie di lacci e laccioli che si sono imposti alla nostra collettività.
La legge 457 intende rimediare ad un settore della crisi edilizia, ma a mio avviso, la crisi edilizia ha la sua origine prima nell'indebitamento pubblico che fa sì che i risparmi dei cittadini, invece di essere destinati al soddisfacimento dei loro bisogni primari, attraverso l'inflazione e attraverso il finanziamento delle partite passive della finanza pubblica vengono riciclati e dati come prestiti a Enti parassitari. La causa del sistema bancario distorto, che non è più in grado di dare risorse all'operatore privato, è nel fatto che le banche non assolvono alle funzioni bancarie, ma assolvono in termini non economici a situazioni assistenziali: il nostro sistema bancario è assistenziale in un senso e nell'altro. Lo Stato è assistito dalle banche e lo Stato assiste le banche e chi ci va di mezzo è il povero cittadino che deposita i suoi soldi.
Il risparmio era il veicolo tradizionale attraverso il quale l'individuo pensava di poter risolvere per proprio conto a due suoi bisogni essenziali: la casa e la serenità; a questi due beni non deve più attendere, perché nei suoi confronti provvede la società con una serie di provvidenze.
Dal punto di vista culturale la provvidenza della legge 457 è destinata a discriminare nettamente il cittadino di serie A dal cittadino di serie B.
Di fatto, l'accesso al credito agevolato è destinato esclusivamente a persone che abbiano accettato di vivere in certi tipi di conurbazioni e soprattutto in certi tipi di contenitori umani. Il mio partito, a proposito della legge sull'equo canone, aveva rilevato come questa sia una politica di tipo generale. Anche con la legge urbanistica di fatto si è stravolto il modo di concepire la proprietà immobiliare.
Considerati i limiti quantitativi della legge 457, veniamo a dare il nostro giudizio su quanto si è fatto in sede regionale. In primo luogo si deve dare atto alla II Commissione della serietà con cui ha seguito i lavori; l'apprezzamento va indirizzato a tutti i funzionari nel complesso ed a qualcuno in particolare. Con questo provvedimento la Regione, come ho già anticipato in Commissione, di fatto collabora a creare un'altra situazione inaccettabile, che discrimina i buoni dai cattivi, i più informati dai meno informati. In altri termini mi riferisco a quella parte del bando che agevolava sul piano procedurale le cooperative legate alle grosse organizzazioni a livello nazionale. Forse è stato necessario farlo non voglio fare il processo alle intenzioni - per avere la certezza che il nostro lavoro avrebbe avuto praticabile attuazione, però, in linea di principio, non è pensabile e non è accettabile che alcune cooperative soltanto perché affidate a professionisti meno informati dalle linee di partito e dalle telefonate di comodo, siano state handicappate dal bando.
Mi auguro che questa realtà possa trovare rimedio a tempi brevi attribuendo a quelle cooperative coefficienti di premio nelle due fasi successive.
Fatta questa considerazione sul bando, nel dare un giudizio conclusivo al modo in cui è stato affrontato il lavoro devo dire che la Regione ha corso dei rischi abbastanza grossi. Il senso di responsabilità delle forze politiche ha evitato questi rischi debordando abilmente tra gli scogli che vanivano fuori ogni volta che ci si muoveva.
Il suggerimento della mia parte politica è che si approvi quanto prima una legge regionale che disciplini questa materia e sollevi le forze politiche dall'indagine puntuale, attenta e meticolosa sulla credibilità e sui meriti di questa o quell'impresa, di questa o quella cooperativa discorso che mi pare estremamente pericoloso. E' titolo di merito delle forze politiche e quindi del Consiglio non essere caduti su questi scogli.
Si proceda al più presto all'approvazione della legge e si attribuisca ad un ufficio apposito il compito di gestire questa materia e di informare l'opinione pubblica sui tempi e gli adempimenti per evitare che si ripetano gli inconvenienti verificati.
Ci è sembrata imprudente la risposta che l'Assessore competente ha dato al telegramma del mio partito per chiedere che i tempi di deposito dei documenti fossero fatti slittare. Probabilmente l'Assessore aveva la certezza che il programma che oggi andiamo ad approvare non avesse più alcun momento di incertezza di tipo documentale.
Posso apprezzare questa logica, però se guardo il costo politico che c'è dietro a questa necessità di certezza di adempimento, mi pare che la bilancia pesi dalla parte della nostra proposta.
Per quanto riguarda i finanziamenti per interventi sugli stabili di proprietà dei Comuni, mi pare che rischiamo di scatenare un meccanismo estremamente pericoloso, perché dietro a quegli interventi non mi è sembrato di vedere un sufficiente approfondimento dei problemi ambientali urbanistici e culturali. Il problema dell'utilizzo e della funzione dei centri storici continua ad essere aperto, se aderiamo alla linea che ci viene dalla Svizzera, il giorno dopo vengono studiosi di un altro Paese che ci dicono che abbiamo errato, e che dobbiamo spostarci su un'altra linea.
Non mi sembra di aver avvertito una sufficiente preoccupazione da parte dei Comuni in questo senso. E' condivisibile il criterio con cui si sono determinati i finanziamenti nella misura in cui tendeva a destinare le risorse ad imprese o a Consorzi di imprese che per le loro caratteristiche oggettive e soggettive e di tipo funzionale potessero garantire realizzazioni in tempi brevi e qualitativamente accettabili.
Con tutte le riserve che ho espresso e con l'invito alla Giunta ed alle forze politiche presenti in Consiglio a farsi carico, fin quando il problema è vivo, dell'impegno di predisporre la legge, concludo il mio intervento anticipando il voto favorevole.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio

Il mio intervento è collegato alla discussione che si è tenuta il 12.10.1977 su questi problemi e vuole ricordare all'Assessore che per la zona del Verbano-Cusio-Ossola l'Assessore allora disse che il discorso sarebbe stato avvertito e approfondito nella successiva elaborazione del piano, quale è quella che stiamo affrontando oggi.
Ho richiesto in sede di Comprensorio notizie sull'argomento e mi è stato detto che il Comprensorio ha dato 3 indicazioni alla Commissione comprensoriale che sono state totalmente disattese, nelle quali era compresa una richiesta riguardante Cannobio.
Dalla risposta che riceverò vorrei trarre anche delle conclusioni.



PRESIDENTE

Questo intervento sottolinea il fatto che le indicazioni di un Comprensorio non sono state recepite. Alla fine della discussione verrà data risposta.
La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo democristiano posso esprimere la soddisfazione e un giudizio positivo sulle procedure che sono state adottate per la definizione del primo progetto per l'edilizia economica e popolare conseguente alla legge n. 457. La deliberazione che viene presentata ha avuto il conforto costante della II Commissione consiliare. Devo dare atto sia della disponibilità e della correttezza con cui l'Assessore Rivalta ha consentito di lavorare, sia della precisione e dell'intelligenza dei funzionari dell'Assessorato che ci hanno dato un contributo prezioso nella valutazione di così complessi problemi. Mentre da un lato giudichiamo positivamente i risultati contenuti nella deliberazione in esame, parallelamente sentiamo un senso di insoddisfazione per l'entità delle richieste pervenute dalla comunità regionale, insoddisfazione in qualche misura collegata alla precarietà delle procedure adottate nella predisposizione del primo progetto biennale ma che costituiscono un utile momento di riflessione prima di affrontare la definizione della strumentazione operativa del secondo progetto biennale che verrà predisposto nei prossimi mesi.
Questa operazione con i contributi in conto capitale per l'edilizia sovvenzionata, e con i contributi in annualità destinati ai soggetti attuatori, cooperative o imprese, metterà in movimento 260/270 miliardi complessivamente nella Regione; questo sta ad indicare l'importanza economica delle decisioni che stiamo per assumere. Questo lavoro è stato utile e sarà utile in futuro soprattutto per la precisa conoscenza che abbiamo cominciato ad acquisire dei problemi che riguardano il settore delle forme di aggregazione che si vanno realizzando, delle forme di collaborazione che si sono andate già prefigurando nella prima fase di attuazione della legge 457.
Sono state ricordare le varie consultazioni, le numerose riunioni della II Commissione, il lavoro ingente che è stato compiuto e che ha coinvolto Enti locali, Comprensori e soggetti attuatori: dai Consorzi provinciali delle imprese che si collegano in qualche misura, ai Collegi dei Costruttori, all'Unione Edilizia, agli organismi rappresentativi della cooperazione a livello regionale. Attraverso queste fasi di lavoro è stato possibile configurare l'inizio di processi collaborativi che saranno essenziali per il futuro in quanto tenderanno a razionalizzare la domanda di abitazioni e a dare una visione più esatta dei modi attraverso i quali la domanda si organizza e delle procedure per dare una risposta economicamente producente; lavoro importante quindi anche in vista degli adempimenti legislativi che il Consiglio regionale dovrà assumere in attuazione della legge 457 per la definizione delle procedure e delle modalità e per l'effettuazione dei bandi di concorso articolati sul territorio.
L'intervento che andiamo ad approvare è largamente insufficiente rispetto alle richieste pervenute dai soggetti attuatori della Regione, in quanto l'impossibilità da parte della Regione di determinare in anticipo le localizzazioni per gli interventi ha alimentato le richieste, soprattutto da parte delle imprese private che, non conoscendo le localizzazioni, hanno teso a coprire il più ampiamente possibile tutto il territorio regionale per avere occasioni concrete di finanziamento agevolato. L'Assessore Rivalta ha rilevato che ci troviamo di fronte ad un ritardo dell'intervento pubblico che pesa soprattutto sulle abitazioni in condizioni antigieniche e di sovraffollamento.
Infatti non può essere definito insufficiente o del tutto inadeguato l'intervento pubblico conseguente alla applicazione delle leggi 865, 513 e 457, se è vero che il CENSIS nell'ultimo rapporto precisa che i provvedimenti legislativi in atto negli esercizi '78 - '79 - '80 muoveranno investimenti per un ammontare di 13 mila miliardi a cui si dovrebbero aggiungere i 1000 miliardi acquisiti per la Cassa del Mezzogiorno e 600 miliardi a favore di particolari categorie pubbliche. Ovviamente va aggiunto l'investimento privato, che non è quantificabile. Secondo alcuni studiosi potrebbero manifestarsi di conseguenza tendenze inflazionistiche che riprodurrebbero i fenomeni negativi del '68 per l'introduzione della legge ponte e per gli stimoli che essa conteneva. Giustamente l'Assessore osserva che non siamo in presenza di una situazione di scarsità o di inadeguatezza totale di finanziamenti, ma ci troviamo nella condizione di pagare il ritardo dell'intervento pubblico nell'edilizia. Tuttavia i compiti nuovi che derivano alla Regione dal DPR 616 e dalla legge 457 permetteranno di intervenire nel settore coerentemente in modo programmato attraverso alla collaborazione con i Comuni.
I problemi attuati riguardano la definizione delle procedure attuative la gestione ed il controllo dei programmi pubblici oltre alla definizione legislativa richiesta dalla legge 457. Sono altresì importanti la conoscenza della domanda di abitazione e l'organizzazione conseguente dell'offerta che deve essere perseguita sia con la manovra dei flussi finanziari pubblici, sia favorendo lo sviluppo dell'edilizia in regime convenzionato, in un quadro in cui la propensione all'investimento non pu più manifestarsi come nel passato sotto la spinta preminente delle rendite fondiarie e con scelte di carattere speculativo. Senza incorrere in facili ottimismi, possiamo dire che già con la predisposizione del primo progetto biennale abbiamo potuto intravvedere una possibilità concreta, anche se limitata e faticosa da perseguire, di organizzazione della domanda di abitazione e abbiamo preso atto di una disponibilità crescente a collaborare da parte dei soggetti attuatori, in particolare delle cooperative e delle imprese.
E' emersa la necessità di approfondire il momento della Convenzione che dovrà essere approvata in attuazione della legge 10 sul regime dei suoli che in qualche misura si interseca con i problemi posti dalle Convenzioni speciali di cui all'art. 35 della legge 865, per quanto riguarda gli interventi all'interno dei piani di zona per l'edilizia economica e popolare, e con le Convenzioni per il recupero dei centri storici previsti dalla legge 457; inoltre, anche se è di competenza esclusiva dei Comuni, va anche tenuta presente la Convenzione speciale prevista per gli interventi di restauro e di ristrutturazione dei Comuni superiori ai 50 mila abitanti.
Quindi, dovendo anche dare un quadro chiaro alle Amministrazioni comunali il primo problema che si pone è quello di valutare organicamente le diverse convenzioni che la legislazione prevede, che in qualche misura devono essere considerate ed affrontate contemporaneamente. Dovendo prendere atto che uno dei vincoli inevitabili per la localizzazione degli interventi è costituito dall'esistenza di strumenti urbanistici generali e attuativi approvati o adottati, per quanto riguarda i piani per l'edilizia economica e popolare e i piani pluriennali di attuazione raccomandiamo all'Assessorato all'urbanistica che si adottino procedure di esame e di approvazione degli strumenti in itinere deca Comuni interessati alle localizzazioni del primo progetto biennale in reale e fattiva collaborazione con le Amministrazioni comunali.
Raccomandiamo inoltre che, nello studio del primo schema dei piani territoriali e dei piani socio-economici di Comprensorio, si dia la precedenza alle analisi che riguardano il settore edilizio ed abitativo affinché con il secondo progetto biennale, che dovremo definire entro l'anno, si abbiano indicazioni di localizzazione derivanti da studi approfonditi e dal concreto avvio dei processi di programmazione che la Regione si è data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Dopo l'intervento del Consigliere Genovese potrei dispensarmi dall'intervenire, ma la complessità del discorso che stiamo portando avanti mi ha spinto a prendere ugualmente la parola.
Sono condivisibili titubanze e perplessità qui espresse, circa la metodologia seguita, circa i modi con cui si è arrivati alla discussione di oggi. Proprio la concretezza della problematica che ci sta di fronte ci deve vedere impegnati affinché non si perda ulteriore tempo e affinché si evitino quei rischi che, a causa dell'inarrestabile situazione inflazionistica e dei conseguenti aumenti dei costi, potrebbero vanificare il tanto atteso provvedimento in questione. Per cui condivido, nelle linee generali, le valutazioni positive espresse dai colleghi che mi hanno preceduto. La legge 457 viene per manifestare la sua operatività in un momento assai delicato per l'edilizia la quale, nel quadro di una crisi generalizzata, è alle prese con difficoltà particolarmente marcate e gravi.
Sorvolando sulla situazione nazionale del settore, mi soffermo su alcuni dati assai significativi che riguardano la mia Provincia. Dai dati che fornirò emerge, tra l'altro, il motivo della mia soddisfazione nel vedere avviato il processo di attuazione e concretizzazione della legge in esame.
Nella Provincia di Asti nel 1970 erano state costruite 1998 abitazioni scese nel 1974 a 691, con un calo del 65%. In detto quinquennio la cubatura delle opere non residenziali si era più che dimezzata passando da 416,360 metri cubi a 184.550. Negli ultimi anni tale andamento si è ancor più acutizzato giungendo, nel 1978, a fare registrare livelli veramente irrisori: vani ultimati 851 e volume delle opere non residenziali ventimila mc.
Sorvolando sull'analisi delle cause, peraltro ben note,é indubbio che nell'Astigiano le carenze edilizie si sono deleteriamente abbattute sul piano occupazionale, come è dimostrabile dal fatto che nel dicembre scorso il numero degli iscritti nelle liste di collocamento ha raggiunto le 5.492 unità con un aumento, nel contesto di quest'ultimo ventennio, del 92,5%.
Sulla determinazione di tali indici il comparto edile, il quale ha un rapporto percentuale di addetti molto rilevante rispetto ai restanti comparti, ha avuto un peso non indifferente. Nella mia Provincia non poche speranze sono riposte nei finanziamenti presenti e futuri del piano decennale di cui alla legge 457, speranze che potranno essere maggiormente alimentate in tutto il Piemonte non appena la Giunta porrà mano alle incombenze di cui agli articoli 26 e 37 inerenti all'edilizia rurale incombenze che mi consta siano già state espletate da alcune altre Regioni.
Pertanto concludo invitando la Giunta e l'Assessore competente a voler procedere celermente anche per rendere operativi gli interventi di cui alla citata edilizia rurale; interventi vivamente attesi oltreché dagli imprenditori e dai lavoratori del settore, dagli stessi produttori agricoli, i quali, tra l'altro, confidano di vedere, seppure in parte colmata la lacunosa situazione apertasi con la legge 63 recentemente approvata dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La relazione dell'Assessore Rivalta e quasi tutti gli interventi esimono l'ultimo intervenuto a dilungarsi, anche perché ormai tutti hanno inteso il significato della legge nazionale e la portata del lavoro svolto.
Il Consigliere Genovese ha richiamato gli aspetti della legge nazionale meritevoli di sottolineatura e di approfondimento, non ritornerò quindi a parlare della legge nazionale, limitandomi a ricordare che l'introduzione di sensibili aspetti programmatori nell'edilizia pubblica si accompagna ad una considerazione che abbiamo fatto fin dall'inizio sulla limitatezza e sull'esiguità degli interventi, non in assoluto, ma rispetto ai fabbisogni che si sono creati nel Paese.
I dati del rapporto tra l'edilizia pubblica e l'edilizia privata sono tuttora ampiamente squilibrati. In questo senso, gli interventi decisi dal Parlamento, di cui va sottolineata la positività, sono l'avvio di una strada su cui occorre insistere.
Mi pare doveroso sottolineare la tempestività con cui si compie questa operazione. Questo è un grande risultato che si è raggiunto forzando le tappe di lavoro, ricorrendo a procedure straordinarie che hanno creato anche delle difficoltà; comunque l'esserci prefissi l'obiettivo di arrivare nei tempi stabiliti per dare un segno marcatamente politico ed istituzionale della rispondenza ai bisogni emergenti, di congiuntura economica è stato un fatto positivo. Desidero sottolineare questo elemento e lo voglio ricollegare ad un altro aspetto. Mi pare che, in maniera preoccupante, si riproponga forse anche più del lecito un vecchio dibattito sul pericolo che l'affidamento a istanze decentrate con meccanismi procedurali di partecipazione e democrazia sia una strada inagibile per centrare gli obiettivi della rapidità e dell'efficienza.
Credo invece che si debba dare atto che la proposta dell'Assessore Rivalta ha realizzato concretamente l'obiettivo dell'efficienza, tanto che domani questo programma arriverà al CER e questo programma lo abbiamo realizzato non nel chiuso del palazzo di governo, non senza trasparenza, ma decidendo attraverso un lungo processo di partecipazione di grande valenza politica costruendo un altro tassello importante della legittimità della Regione. Pensiamo quali sono gli interlocutori ed i soggetti a cui ci rivolgiamo: c'è una parcellizzazione di soggetti da quelli istituzionali con i quali abbiamo i rapporti tradizionali agli altri soggetti, i cooperatori, che da tempo aspettano soluzioni ai loro problemi. Pensiamo all'imprenditoria privata che viene coinvolta in questa legge con i meccanismi dell'edilizia agevolata e di quella convenzionata. A questi soggetti abbiamo dato prova di grande valore politico, di volontà di costruire con il loro apporto collaborativo e con le loro esperienze.
La storia è quella che é, gli uomini - come dice giustamente Lama - non sono buoni, però hanno il grande pregio di ragionare. Spesso le istanze dei Comprensori sembravano lotte di campanile, apparivano municipalismi e localismi, ma nella sede della II Commissione, però, discutendo sul merito si sono superate tali posizioni: oggi non decide soltanto un funzionario del Ministero, ma decidono tutte le persone che sono state coinvolte nella decisione, un migliaio e anche più, se pensiamo ai Comitati comprensoriali alle varie categorie ed ai vari soggetti.
E' già un passo in avanti notevole, è un processo culturale di grande portata in cui governare vuol dire tener conto della pluralità degli interessi, inserendovi anche quelli che definiamo localistici e municipalistici ma in una formazione delle decisioni e della volontà più vasta che porta a far collimare gli interessi generali.
Uno dei criteri fondamentali adottati è stato quello di valutare le osservazioni dei Comprensori. Anche se il provvedimento contiene ancora delle approssimazioni, è comunque un elemento di programmazione che non deriva da atti scritti o definiti, ma deriva da un processo di maturazione a cui la gente a livello periferico comincia a credere.
La Regione dalla sua nascita ha dovuto assolvere vari compiti e quello fondamentale era di costruire la coscienza e la legittimità dell'Ente regionale nell'aspetto esponenziale della comunità. Essere partiti con l'istituzione dei Comprensori, l'aver creato le Unità Locali dei Servizi tenendo conto delle zone periferiche, ha fatto sì che si ponessero sulla bilancia con realismo e con oggettività le esigenze primarie in materia di casa della conurbazione torinese ma anche di quella periferica. La Regione assumendo decisioni sul piano dell'edilizia, va a toccare anche i Comuni piccoli che per la prima volta nel settore della casa potranno grazie a questa deliberazione fare alcuni interventi.
Democrazia ed efficienza sono i concetti base ispiratori di questo provvedimento che devono avere dei terminali pure efficaci anche nelle branche dell'Amministrazione regionale e nelle Amministrazioni comunali.
Tenendo conto della maturazione e della coscienza della comunità piemontese, abbiamo creduto che l'unico metodo possibile fosse questo quindi possiamo essere moderatamente orgogliosi di aver seguito fino in fondo nel corso delle riunioni un metodo che ci ha portati comunque a fare un salto di qualità agli occhi della comunità nella legittimazione di questo Ente e anche delle forze politiche che in molti casi sono criticate e in certi casi criticabili, tuttavia corrispondono alle esigenze di fondo del Paese, vanno non solo da me che ne faccio parte, ma da tutti riconosciute ed encomiate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta per la replica.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

La replica richiede due ordini di risposta: una sui problemi generali l'altra su alcuni problemi specifici.
Sui problemi di ordine generale, recepisco dal dibattito lo spirito collaborativo mostrato dagli interventi, e che riflette il lavoro fatto in comune; spirito collaborativo che, proiettato in futuro consentirà di migliorare la qualità del prossimo progetto La legge prevedeva per il primo progetto biennale una situazione di eccezionalità rispetto alle procedure che dovranno essere adottate in seguito. Per certi versi il nostro lavoro è stato anticipatore rispetto al testo che era in discussione alla Camera, infatti le prime riunioni della Commissione consiliare si tennero nel mese di luglio, sulla base del lavoro preventivo già predisposto dall'Assessorato, che coglieva alcuni degli indirizzi che sono stati poi introdotti nell'articolo 4 della legge 457.
L'articolo 25 della legge 457 prevede che entro 6 mesi, termine che scadrà nel mese di marzo, la Regione deve formulare la legge per definire le procedure di scelta dei soggetti attuatori per i successivi progetti Biennali. A livello nazionale le Regioni riunite hanno deciso, non appena avranno concluso la formazione del primo progetto biennale, di collaborare per la definizione della legge. In essa, cogliendo i limiti, ma anche gli aspetti positivi del lavoro fin qui svolto, si potranno introdurre quelle procedure che potranno garantire la massima oggettività e la massima chiarezza delle scelte, e che preventivamente diano certezza agli operatori del modo con cui si procederà. Il Consigliere Marchini giustamente dice che, procedendo in una situazione di emergenza, qualche operatore è stato gravato di procedure più complicate rispetto ad altri. Ma cm è dipeso dall'esigenza di conseguire uguali livelli di informazioni e di garanzia di veridicità.
A me appare poi squilibrato lo sforzo che tutti insieme abbiamo compiuto per operare su basi oggettive la scelta delle imprese attuatrici e la libertà operativa che ad esse è consentita da questo momento in poi: esse potranno intervenire sulla domanda di alloggi in una condizione di libertà, essendo ora esse a scegliere i singoli utenti a cui trasferire il credito agevolato: c'è una disparità di livello partecipativo e di livello istituzionale e decisionale fra quello, che noi abbiamo dovuto compiere per assegnare i finanziamenti alle imprese e il lavoro che si svolgerà nel chiuso dell'ufficio imprenditoriale all'atto della vendita degli alloggi.
Situazioni di questo genere dovranno essere superate e a questo proposito propongo che le imprese vengano scelte sulla base di appalti concorsi in cui tipologie edilizie, tempi, costi di costruzione, e quindi costi per l'utente, siano chiari e definiti a priori. Rimando quindi alla formulazione della legge il superamento di una serie di questioni che sono emerse come limiti della procedura adottata.
Sono giuste le sottolineature pervenute dai colleghi circa l'esigenza di adeguare l'apparato della Regione a questi nuovi compiti; segnalano tra l'altro l'attenzione con cui i colleghi hanno colto ed apprezzato l'operatività, la puntualità e l'efficienza degli uffici, ma anche i limiti, non dico qualitativi ma quantitativi, degli apparati di lavoro. Di fronte alle nuove competenze che le Regioni sono venute assumendo attorno al problema dell'edilizia, in particolare in relazione al piano decennale si tratterà di individuare nuovi apporti per lo svolgimento del lavoro amministrativo, ma anche per il lavoro di analisi e di programmazione affinché il problema della casa possa essere affrontato dalla Regione in modo compiuto, in termini di domanda e di offerta, entrando nel merito della struttura produttiva e delle tipologie abitative.
Rispondo ora brevemente al Consigliere Beltrami sulla questione specifica posta. Dai verbali delle riunioni e dalle lettere pervenute dal Comprensorio Verbano-Cusio-Ossola non appare la sottolineatura di Cannobio.
Confesso che ho dimenticato quanto avevamo detto nel 1977. Purtroppo Cannobio non ha fatto parte delle argomentazioni che abbiamo svolto.
C'é quindi l'esigenza di recuperare le informazioni e di tenerne conto nel programma futuro.
Il Consigliere Menozzi ha posto il problema della edilizia rurale.
Nell'ultima seduta del CER tenutasi 15 giorni fa, è stata presentata una ipotesi di riparto regionale dei fondi per l'edilizia rurale. Mi sono assunto la responsabilità di non accettare quel riparto perché attribuiva alla Regione Piemonte il 3 % dei finanziamenti, mentre la documentazione fornitami dall'Assessorato all'agricoltura, ricavata in base alla dimensione della superficie agraria, del numero delle aziende, del numero degli addetti, indicava una percentuale attorno al 7 %. Ho sollevato al CER la questione dell'incongruità del riparto per la Regione Piemonte. Ciò ha fatto emergere in quella sede che i criteri per il riparto dovevano essere espressi dal CIPE, per cui il Ministro Stammati ha dovuto ritirare la proposta. A tutt'oggi non sono ancora stati definiti i nuovi riparti regionali per l'edilizia rurale e nemmeno sono all'ordine del giorno del CER di domani.
Rendendoci ora liberi da questo aspetto di lavoro che non oggi abbiamo compiuto, ci dedicheremo al problema dell'edilizia rurale. Questo è l'impegno che con l'Assessore Ferraris ci assumiamo.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale premesso che: a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 231 in data 19 agosto 1978, è entrata in vigore la legge 5 agosto 1978, n. 457, 'Norme per l'edilizia residenziale' che prevede l'attivazione di cospicui finanziamenti nel settore edilizio sulla base di programmi quadriennali articolati in progetti biennali le disposizioni finanziarie che si riferiscono al primo progetto biennale (anni finanziari 1978/1979) prevedono, in sede di prima applicazione l'osservanza delle disposizioni che disciplinano i programmi di 'emergenza' finanziati ai sensi della legge 27 maggio 1975, n. 166 e 16 ottobre 1975, n. 492 l'art. 9 della stessa legge 5 agosto 1978, n. 457, stabilisce che la Regione entro 90 giorni dalla data di comunicazione da parte del Comitato per l'edilizia residenziale (CER) delle disponibilità attribuite a ciascuna di esse, sono tenute a provvedere alla localizzazione dei fondi, alla destinazione degli stessi per settore di interventi, ed alla scelta dei soggetti incaricati dell'attuazione dei programmi di edilizia agevolata che in data 14 novembre 1978, il Comitato per l'edilizia residenziale (CER) ha comunicato alla Regione Piemonte le disponibilità finanziarie per interventi nel proprio ambito territoriale, assegnando per le finalità relative all'edilizia sovvenzionata L. 83.649 miliardi in conto capitale e per l'edilizia agevolata L. 11.349 milioni di contributi che con successiva comunicazione il predetto Comitato per l'edilizia residenziale (CER) ha precisato alle Regioni nella data del 20 febbraio 1979 il termine ultimo per l'approvazione del programma in oggetto che ai fini del rispetto del termine precedentemente indicato, alla formazione del programma hanno fattivamente partecipato tutti gli Enti ed organismi interessati al settore ed in primo luogo i Comitati comprensoriali che le indicazioni territoriali fornite dai Comitati comprensoriali sono state individuate sulla base degli elementi dei fabbisogni abitativi forniti dall'Assessorato competente, della politica programmatica, di assetto territoriale e sulla base di specifiche conoscenze assunte a livello comprensoriale che per l'individuazione dei soggetti attuatori da ammettere ai benefici di legge si è provveduto ad emettere apposito bando, in data 12 dicembre 1978 con scadenza 12 gennaio 1979, 'contenente i criteri di ammissibilità e l'indicazione di elementi preferenziali che tutti gli elementi e le proposte emergenti fornite dai Comitati comprensoriali e dagli Enti ed organismi che operano nel settore sono stati organizzati e coordinati dalla Commissione consiliare competente che, oltre ad individuare definitivamente gli ambiti territoriali ed i conseguenti importi di intervento, ha provveduto ad indicare i soggetti beneficiari dei finanziamenti, nonché la relativa misura dei contributi assegnabili nei limiti delle disponibilità finanziarie previste dalla legge considerato che il programma di localizzazioni, così come formulato dalla Commissione consiliare competente è conforme alle disposizioni di legge, è congruente con la politica territoriale posta in essere dall'Amministrazione regionale, sia per la definizione degli ambiti territoriali, sia per l'individuazione dei soggetti attuatori e dei tipi di intervento vista la relazione e le tabelle allegate, che costituiscono parte integrante della presente deliberazione, contenenti i programmi di localizzazioni in argomento ritenuti pertanto validi i criteri e le proposte contenute vista la legge 5 agosto 1978, n. 457; vista la legge 22 ottobre 1971 n. 865; vista la proposta della Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare delibera di approvare il programma di localizzazioni quale risulta dalla relazione e dalle tabelle allegate che costituiscono parte integrante della presente deliberazione di conferire mandato alla Giunta regionale di apportare eventuali modifiche ed integrazioni al presente programma di localizzazioni, al fine di più coerentemente adeguarlo alle disposizioni di legge e garantire la sollecita attuazione.
Stante l'imminente scadenza dei tempi previsti per gli adempimenti di cui sopra, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Passaggio di competenze all'interno della Giunta regionale


PRESIDENTE

La parola al Presidente del la Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta regionale, all'interno del I Dipartimento produzione e lavoro, ritiene di assegnare la materia dell'artigianato all'Assessore Marchesotti Poiché l'Assessore Alasia, che attualmente gestisce 134 vertenze, si trova in una situazione assai grave dal punto di vista della ricomposizione del tessuto occupazionale e produttivo e il carico di lavoro non gli consente di esercitare, come sarebbe giusto,tutta la sua competenza, la Giunta comunica questo suo intendimento, con questa sia pur succinta giustificazione dichiarandosi disponibile, qualora fosse richiesto, di fissare un giorno in cui l'argomento venga più propriamente discusso fornendo un resoconto del carico di lavoro dell'Assessore Alasia.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Sul programma dei lavori della prossima seduta


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

In sede di Conferenza dei Capigruppo si era deciso di iscrivere all'ordine del giorno di giovedì la discussione sul problema della collocazione della Rinascente. Propongo che l'argomento venga trattato nelle prime ore del pomeriggio della stessa giornata.



PRESIDENTE

Non ho nessuna difficoltà. Ho però appurato che la richiesta di spostamento della discussione al giorno 26 è pervenuta da parte del Presidente della IV Commissione. La trattazione di questo punto verrà quindi con tale formulazione iscritta al 22 con questa intesa.
Il Consiglio regionale è convocato per il 22, alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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