Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.23 del 11/12/75 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi sul territorio piemontese


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con il punto quinto dell'o.d.g.: "Esame del piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi sul territorio piemontese e relativa proposta di deliberazione".
La parola al relatore, Consigliere Bono.



BONO Sereno, relatore

Mi auguro che il collega Calsolaro abbia preso atto di tutti i documenti concernenti questa proposta di deliberazione. Comunque, annuncio che la stessa relazione è la proposta di deliberazione che viene oggi presentata al Consiglio sono state ampiamente discusse ed approvate all'unanimità dalla V Commissione.
Nell'esaminare la proposta di piano predisposto dalla Giunta regionale la Commissione è stata particolarmente impegnata nella precisazione di alcuni aspetti del problema che hanno specifica incidenza nel garantire con la puntuale realizzazione del piano stesso, il pieno raggiungimento degli obiettivi che il Consiglio regionale si è proposto con l'approvazione della legge 4 giugno 1975, n. 46: "Interventi a favore di Consorzi tra enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi".
In premessa bisogna subito precisare che il lavoro non è stato particolarmente facile, in quanto le tecnologie di smaltimento dei rifiuti solidi, fino ad ora normalmente ed episodicamente adottate, necessitano di più puntuali verifiche sul piano tecnico, economico ed ambientale al fine di evitare che un'affrettata scelta comporti onerosi dispendi di pubblico denaro senza ottenere risultati apprezzabili e rapportabili allo sforzo compiuto.
Il ritardo della ricerca che si verifica nei confronti delle diverse tecnologie è recepibile, oltre che dalla scarsità di documentazioni comparate, anche da alcuni importanti atti di qualificati organismi internazionali, quali la CEE, che in un parere del suo Comitato economico e sociale espresso il 28 novembre 1974, in merito ad una "Proposta di direttiva del Consiglio relativa all'eliminazione dei rifiuti", propone che la "Commissione-Ecologia, salute pubblica e consumo, prenda delle iniziative intese a coordinare e stimolare delle attività di ricerca nel campo del trattamento dei rifiuti, associando a tali iniziative gli ambienti economici e sociali".
In questa stessa linea il Consiglio nazionale delle Ricerche del nostro Paese ha redatto nell'anno in corso un progetto di ricerca denominato "Programma finalizzato - Promozione della qualità dell'ambiente", che tra le altre iniziative prevede alcune ricerche: "Smaltimento definitivo dei prodotti che risultano dai processi di depurazione (da realizzarsi in tre anni, con una spesa totale di 180 milioni); "Smaltimento dei rifiuti solidi organici mediante composting (da realizzarsi in due anni, con una spesa di 106 milioni); "Bioconversione orientata dei rifiuti solidi urbani (da realizzarsi in due anni, con 140 milioni di spesa)" che sono di diretto interesse della materia che stiamo trattando e che comprovano le effettive necessità di ulteriori e più puntuali approfondimenti.
Per queste fondamentali ragioni la Commissione, in pieno accordo con la Giunta, ha ritenuto, pur rispettando la lettera e lo spirito della legge che il piano da sottoporre al Consiglio non fosse eccessivamente rigido bensì aperto a successive verifiche che comportino sia gli opportuni aggiornamenti che il recepimento di eventuali nuove tecnologie.
L'altro aspetto importante che ha impegnato il dibattito in Commissione è costituito dalla definizione delle aree di intervento che, in base all'art. 2 della legge, devono essere indicate nel piano.
Nel merito, dopo ampio e costruttivo dibattito, la Commissione ha ritenuto di rettificare la prima indicazione della Giunta nel modo che oggi viene sottoposto all'approvazione del Consiglio.
Tale scelta della Commissione, attuata in accordo con l'Assessorato competente, è stata determinata dalle seguenti considerazioni: a) al fine di evitare dannose sovrapposizioni ed inevitabili confusioni, le aree di intervento del piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi debbono essere contenute entro i confini territoriali delle aree programma della Regione: Comprensori e Comunità montane.
Non essendo ancora, però, al momento attuale, realizzata la suddivisione del territorio regionale in Comprensori, la delibera che viene sottoposta all'approvazione del Consiglio prevede la possibilità che dette aree di intervento siano "opportunamente rettificate ed adeguate alle delimitazioni che emergeranno dalla costituzione dei Comprensori come previsto dalla legge regionale 4 giugno 1975, n. 41" b) le aree di intervento debbono corrispondere ad un dimensionamento territoriale ottimale che, sia per la quantità di rifiuti prodotti e da smaltire, sia per le distanze delle singole località dall'impianto di smaltimento, determinanti le spese di trasporto che si dovranno sopportare, consenta il massimo di rendimento sia tecnico che economico c) si è tenuto conto, anche alla luce dei punti sopra esposti degli eventuali impianti di smaltimento già esistenti, degli eventuali Consorzi già costituiti oppure in fase di costituzione per iniziativa spontanea dei Comuni.
La Commissione ha pure evidenziato, anche se era già implicitamente previsto dalla legge, che la scelta del sistema di smaltimento nelle varie aree di intervento è di esclusiva competenza delle Autorità consortili.
Tali scelte, che dovranno rispondere ai requisiti di efficienza tecnica ed economica, dovranno essere facilitate - ma non imposte - dalla Regione, la quale, come afferma il punto terzo del dispositivo di delibera, è impegnata ad approfondire lo studio comparativo degli aspetti economici ed ecologici dei vari sistemi di smaltimento. Tali studi dovranno essere messi a disposizione delle Amministrazioni locali per aiutarle nella ricerca del sistema più conveniente.
Di diversa natura deve invece essere il discorso sulle caratteristiche tecnologiche dell'impianto, e, conseguentemente, la concessione del contributo previsto dalla legge dovrà essere attuata solamente quando si avranno tutte le garanzie che il funzionamento dell'impianto stesso sarà rispettoso dell'ambiente che lo circonda e non costituirà, a sua volta, una nuova fonte di inquinamento.
Nella deliberazione viene sottolineata la possibilità per tutti i Comuni della Regione, purché opportunamente raggruppati in Consorzi di convenienti dimensioni, come d'altronde era già previsto dalla legge, di richiedere ed ottenere i contributi previsti per la realizzazione di discariche controllate, le quali naturalmente dovranno rispettare le norme che ne regolamentano l'istituzione ed il funzionamento, previste dall'apposito disciplinare.
Il valore di questo punto della deliberazione è a tutti evidente in quanto la produzione dei rifiuti solidi e la loro funzione inquinante si registra anche al di fuori delle aree di intervento, che, non dobbiamo dimenticare, rappresentano solamente delle dimensioni definite sul piano tecnico ed amministrativo e debbono consentire di attuare delle scelte che in rapporto al tempo ed alla disponibilità dei mezzi, permettono alla Regione di avviare verso la sua giusta risoluzione un grosso e preoccupante problema quale quello che stiamo esaminando.
Assolto il compito che ci è stato affidato dalla legge regionale per l'approvazione del piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi, non dobbiamo ritenere di avere assolto interamente il nostro dovere e le nostre responsabilità.
Infatti, sullo stesso problema dei rifiuti solidi molti aspetti attendono ancora una soluzione, aspetti che per molti versi vanno individuati negli stessi impianti di smaltimento e che la legge n. 46, che è stata approvata dal nostro Consiglio regionale nello scorso giugno, per la sua stessa natura, non è stata in grado di affrontare.
Tra questi problemi, ai quali intendiamo soltanto accennare per intelligenza del Consiglio e per completezza di analisi, senza avere la pretesa di specifici approfondimenti, noi riteniamo che meritino una particolare attenzione e magari debbano trovare conclusione in iniziative legislative le seguenti questioni: 1) considerato l'elevato costo dello smaltimento, che, con le tecniche finora conosciute, raggiunge livelli da 1.400-1.800 lire anno per abitante sarà opportuno approfondire le varie considerazioni di ordine sociale al fine di valutare l'opportunità di finanziare almeno, una parte del costo dell'eliminazione con l'intervento pubblico. Una raccomandazione in questo senso viene anche avanzata nel documento già citato del Comitato economico e sociale della CEE 2) meritano approfondimenti e considerazioni i problemi della raccolta e del trasporto dei rifiuti, che costituiscono aspetto importante nella formazione dei costi e che sono aggiuntivi a quelli già citati per lo smaltimento. In particolare, sarà opportuno promuovere la raccolta separata dei vari tipi di rifiuto (carta, vetro, ferro, plastica, ecc.), al fine di recuperare costose materie prime e promuoverne la riutilizzazione od il riciclaggio nel modo più conveniente. Questa operazione consentirà anche la separazione delle sostanze più difficili, sia perché non sono biodegradabili, sia perché corrodono gli inceneritori, sia perché la loro combustione inquina l'atmosfera 3) a monte della stessa raccolta differenziata sarà opportuno sollecitare l'introduzione, a livello nazionale, o meglio ancora comunitario, di norme legislative per una nuova regolamentazione dell'uso dei materiali impiegati per la fabbricazione dei contenitori e sulla pratica ormai troppo diffusa dei vuoti a perdere.
Con tale esame dovranno essere considerate, oltre le economie aziendali che stanno alla base di questa politica, anche i costi sociali che la comunità è costretta a sopportare per la risoluzione del problema dello smaltimento di questi prodotti.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere relatore. Prima di dare la parola a chi ne faccia richiesta vorrei giustificare alcuni dei larghi vuoti evidenti in aula. Il Presidente e i Capigruppo sono in riunione nella saletta attigua per cercar di raggiungere degli accordi che ci permettano di esaurire nella giornata odierna i punti rimasti all'ordine del giorno, senza dover più tenere la riunione prevista per domani.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

La deliberazione che ci apprestiamo ad esaminare si innesta nella logica prevista dalla legge 4 giugno '75 n. 46, che prevede interventi a favore dei Consorzi fra enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi.
Già nel corso del dibattito che si è avuto in occasione dell'approvazione della legge sopra richiamata è stato ampiamente approfondito l'esame dl grave problema riguardante lo smaltimento dell'enorme massa di rifiuti urbani che nella relazione fornita dall'Assessore si indica nella quantità annua, per i soli rifiuti solidi di circa un milione di tonnellate. Logica, quindi, è necessaria, è stata la legge del giugno scorso, che dev'essere attuata sul piano pratico. Devono essere i Comuni a darne attuazione, e la deliberazione che oggi si esamina rappresenta una concreta proposta.
Vale anche ricordare che il piano, nel suo complesso, proprio perch documentato di proposta, deve intendersi appena indicativo e suscettibile di modifiche e adattamenti a seconda dei suggerimenti che ne potranno venire dagli enti locali, primi fra tutti i costituendi comprensori, ai quali va riconosciuta ampia e totale facoltà di iniziativa.
La proposta oggi avanzata dalla Giunta consiste quasi esclusivamente nell'iniziativa di predisporre discariche controllate, il che certamente non potrà soddisfare le necessità igienico-sanitarie nonché ecologiche delle popolazioni e dell'intera Regione. Si rende perciò necessaria qualche altra iniziativa, tecnicamente più avanzata di quella delle discariche.
Diversi sono i sistemi per lo smaltimento dei rifiuti solidi: tuttavia siamo convinti che esigenze di carattere biologico devono richiamare il nostro impegno a restituire al terreno quanto da esso abbiamo asportato sotto forma di prodotti agricoli destinati all'alimentazione umana ed alle diverse lavorazioni industriali. Non possiamo quindi preoccuparci soltanto di eliminare i rifiuti ma dobbiamo anche non creare nuove fonti di inquinamento e di altri rifiuti. Si insiste, quindi, affinché la Giunta assuma precisi impegni per realizzare, anche a titolo sperimentale impianti diversi da quelli di incenerimento, i quali, oltre ad essere molto costosi, come impianto e gestione, producono grandi volumi di fumi. A tale riguardo proponiamo di sperimentare un impianto di compostaggio, che, oltre a presentare bassi costi di impianto e di gestione, può produrre complessi organici da impiegare in agricoltura come concimi chimici. In momenti in cui è necessario ricercare sistemi e modi per aumentare le produzioni pensiamo non si debba lasciar perdere questa occasione, ma si debba essere presenti per poter contribuire alla incentivazione tecnologica di tutto il settore agricolo.
Con la deliberazione presentata in sede di Commissione la Giunta viene autorizzata a promuovere la costituzione di due centri sperimentali per la trasformazione ed il recupero dei rifiuti. Tuttavia, vorremmo che tale autorizzazione venisse trasformata in un preciso impegno realizzativo ovviamente da portare avanti con gli enti locali ed in stretta collaborazione con la Commissione consiliare. E' questo un primo avvio attuativo degli impegni di salvaguardia ecologica che ci siamo assunti nella passata legislatura con la già richiamata legge del giugno '75.
Nell'esprimere pertanto il nostro voto favorevole dichiariamo anche che saremo attenti affinché queste proposte vengano concretamente realizzate.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede di parlare? L'Assessore Fonio. Ne ha facoltà.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed inquinamenti

Malgrado la ristrettezza del dibattito, penso valga la pena di ricordare in quale quadro strategico della Regione viene a collocarsi questo piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi.
I colleghi Consiglieri sanno come siamo partiti per il piano del risanamento della Regione. Nel 1971 avevamo affrontato tutta un'ampia indagine per conoscere il reale stato del nostro territorio: ne era scaturito un resoconto, elaborato dall'Ires, sullo stato degli inquinamenti, dal quale traspariva ovviamente il grave grado di deturpazione che c'era sia per quanto riguardava l'aria che l'acqua che il suolo.
Per quanto riguardava l'aria, ovviamente tutto era rimesso alla gestione della legge 615, che è di competenza dello Stato. Rimanevano i due grossi problemi dell'acqua e dei rifiuti solidi. Come i Consiglieri ben sanno, abbiamo affrontato il problema dell'acqua nel suo duplice aspetto: quello degli scarichi industriali attraverso una legge che disciplina appunto tali scarichi, e quello delle fognature urbane attraverso il piano di risanamento delle acque. Rimaneva, per completare queste iniziative in un quadro generale di risanamento, il problema dei rifiuti solidi.
Come ha già messo in evidenza il relatore, il piano dei rifiuti solidi è risultato il più difficile da impostare. Non per niente, noi, che eravamo abituati a presentare le leggi con i piani allegati, nel giugno, avevamo ritenuto di soprassedere un momento alla presentazione del piano. Non l'abbiamo sottoposto con la legge al voto in giugno e abbiamo provveduto ad una nuova puntualizzazione e rielaborazione. Per la verità, il problema è riconosciuto come tale, cioè di difficile soluzione, anche dalle altre Regioni, che in questo campo stanno chiedendo che cosa siamo già riusciti a fare. Giustamente necessitano ancora delle verifiche sul piano tecnico come del resto tutta la relazione ha messo in evidenza, e secondo quanto l'interrogante ha già ricordato essere anche le iniziative della CEE e del CNR per un approfondimento di tutti questi problemi. Per questi motivi abbiamo ritenuto che non si potesse andare più in là di un piano orientativo aperto a tutte le successive e necessarie verifiche. Le tecnologie sono in continua evoluzione. Qui si è parlato da parte del relatore in particolare della necessità della pre-selezione nella separazione di tutti i materiali che si condensano nei rifiuti solidi. In questi ultimi tempi, per esempio, c'é una revisione anche di questo concetto; infatti è risultato che quando si seleziona la carta dal vetro dalla plastica eccetera, la carta stessa viene poi collocata solo a bassissimo prezzo, con difficoltà e nel contempo viene a mancare agli impianti dei bruciatori il necessario combustibile per eliminare i rifiuti solidi per cui aumentano i costi in gasolio e nafta. Quindi è un problema veramente fluido, sempre in movimento, che richiede ulteriori approfondimenti.
Noi sappiamo benissimo, come è stato messo in rilievo, che c'é tutto il problema della raccolta e dei trasporti. Erano problemi sui quali - l'amico Menozzi mi sta facendo cenno - ci eravamo particolarmente impegnati nell'ambito della votazione della legge nel mese di giugno. Però, siamo sempre di fronte alla stessa situazione in rapporto a questi problemi, cioè con scarsità di poteri riconosciuti alla Regione e con scarsità soprattutto di risorse finanziarie. Non dimentichiamo che per la raccolta dei rifiuti è vigente la legge del 1941 n. 366, e non dimentichiamo che proprio in relazione a questi problemi, per i quali non si è potuta maturare una soluzione nell'ambito di questi pochi mesi che ci separano dal giugno, c' tutto l'impegno che viene rafforzato dalla deliberazione stessa del Consiglio, di un ulteriore studio da parte della Giunta. Per noi si trattava, oltre che di adempiere a quello che era l'impegno trasferito dalla legge che abbiamo approvato nella precedente legislatura, di delineare una strategia di intervento, di arrivare ad un primo stralcio relativo allo smaltimento finale. Parecchi Comuni infatti si erano già impegnati con iniziative autonome le più svariate e le più slegate fra di loro, e noi abbiamo cercato di avviare il problema verso una soluzione il più possibile ottimale sia sotto il profilo economico che sotto il profilo ecologico. Cioè, si tratta per intanto di evitare il proliferare disordinato e svariato degli impianti di incenerimento che nascevano spontaneamente, magari in comuni vicinissimi, nella stessa vallata, con le conseguenze che potete immaginare sul piano ecologico ed anche sul piano economico, offrendo con questo piano un quadro preciso di riferimento all'azione degli enti pubblici e privati.
Questo abbiamo cercato di offrire attraverso un'analisi statistica sulla situazione relativa alla produzione sia quantitativa che qualitativa dei rifiuti solidi in Piemonte, attraverso un'analisi delle diverse tecnologie, attraverso infine quella delimitazione delle aree di intervento preminenti in cui promuovere i.consorzi intercomunali in grado di realizzare i servizi di trasporto e di smaltimento. Tutto questo tenendo conto anche che accanto ai rifiuti solidi dovremo affrontare il problema dei fanghi della depurazione delle acque. E quindi non ci poteva essere una visione che non fosse correlata con l'altro piano di risanamento delle acque e degli impianti di depurazione che andiamo a fare, i quali produrranno questi fanghi che si dovranno aggiungere ai normali rifiuti solidi per il loro smaltimento.
E' quindi importante che i Consorzi che si formeranno nelle aree di intervento previsto dal piano per la realizzazione di idonei impianti di smaltimento da una parte si configurino nell'ambito dei comprensori istituzionali e dall'altra possano poi assumere carattere di polifunzionalità almeno per gli aspetti connessi ai rifiuti solidi e alle acque, servizi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti solidi fognature, depurazione di acque e di acquedotti.
Nell'unico intervento che c'è stato, dell'amico e collega Franzi, vale la pena di sottolineare che sembrerebbe che il piano e la legge si siano limitati al discorso delle discariche controllate. Non è così: noi abbiamo accentuato nel piano la nostra priorità, la nostra preferenza data alle discariche controllate come già abbiamo fatto con la legge, offrendo un contributo, del tutto eccezionale, in conto capitale al 90 per cento come era stato voluto dal Consiglio nella seduta di giugno con quell'aumento finale che avevamo raggiunto in pieno accordo dall'80 al 90 per cento, ma sono contemplati tutti i sistemi di smaltimento, con quella preminenza che abbiamo dato proprio agli impianti volti alla trasformazione e al recupero dei rifiuti, Franzi, proprio al compostaggio riciclato, che restano già evidenziati nella legge con la differenziazione persino dei contributi dal 6,50 al 7,50 proprio per favorire quegli impianti di recupero ai quali si riferiva il collega Franzi.
Voglio soltanto ribadire, quindi, che questo piano orientativo non esaurisce tutto il problema - del resto è già stato più volte sottolineato dei rifiuti solidi, ma costituisce una prima impalcatura nella quale andranno inserite tutte quelle soluzioni che scaturiranno dagli approfondimenti ai quali verrà impegnata la Giunta con la deliberazione che il Consiglio si accinge a prendere.
Per quanto riguarda poi l'impegno alla reale attuazione di quegli impianti sperimentali cui si riferiva il collega Franzi, spero che quello che è stato portato avanti fin qui dalla Giunta in rapporto a questi problemi ecologici ed alla formalità di quanto viene stabilito con la deliberazione possa rimuovere ogni dubbio sulla reale volontà che si andrà a verificare in ordine a queste cose con la garanzia sia del passato sia dell'impegno formale che stiamo per assumere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Associandomi alla dichiarazione testé rilasciata dal collega di Gruppo Franzi, mentre ribadisco il voto favorevole, voglio cogliere l'occasione per far presente che nonostante l'apprezzabile impegno profuso e che va profondendo l'Assessore, avvalendosi anche di una notevole esperienza acquisita in così delicati settori, per la depurazione delle acque e per lo smaltimento dei rifiuti solidi, non si potranno conseguire i risultati sperati se non si riuscirà a completare gli sforzi iniziali, con un ulteriore impegno di natura creditizia, mettendo le ditte nelle condizioni di poter sostenere i gravosi oneri che comportano gli impianti in questione: mi riferisco soprattutto a ditte artigianali ed a piccole e medie industrie ove si parla in termini di decine e decine di milioni altrettanto dicasi per lo smaltimento dei rifiuti solidi, ove anche per i Comuni si pone analogo problema creditizio, facilitando e favorendo la consorziazione dei medesimi per vedere risolto pure il problema inerente ai mezzi di trasporto degli stessi rifiuti.
Il problema dei rifiuti solidi, ricollegandomi agli interventi dell'aprile scorso, potrà trovare il suo completamento nella misura in cui si metteranno soprattutto i Consorzi fatti di piccoli Comuni, in grado di disporre dei necessari mezzi di trasporto che essi non hanno, a differenza dai grandi Comuni.



PRESIDENTE

Dò lettura della delibera: Il Consiglio regionale vista la legge regionale 4 giugno 1975 n. 46, concernente 'Interventi a favore di consorzi tra enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi' visto in particolare l'articolo 1 del provvedimento legislativo succitato il quale prevede la predisposizione di un piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti solidi da sottoporsi all'approvazione del Consiglio regionale entro il 30 settembre 1975 visto il documento predisposto dalla Giunta regionale relativo alla programmazione degli interventi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, di quelli industriali assimilabili agli urbani e dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque nel territorio piemontese sentita la relazione della competente Commissione consiliare, la quale ha evidenziato: a) che le aree di intervento per la costruzione di impianti di smaltimento devono essere di norma contenute nei confini territoriali dei costituendi Comprensori previsti dalla legge regionale 4 giugno 1975 n. 41 b) che la possibilità di allestimento di adeguate discariche controllate di carattere consortile è valida per tutto il territorio regionale c) che la scelta del sistema di smaltimento nelle varie aree di intervento di competenza delle Autorità consortili previste dalla legge regionale n.
46/1975, deve rispondere ai requisiti di efficienza economica e di rispetto dell'ambiente, adattandosi opportunamente alle condizioni socio-economiche esistenti in ciascuna area di intervento d) che l'orientamento definitivo sugli specifici sistemi di smaltimento da adottare nelle singole aree d'intervento deve essere precisato mediante ulteriori approfondimenti di indagine e concrete sperimentazioni promosse dalla Regione, in accordo con i Consorzi interessati delibera 1) di approvare la delimitazione delle aree di intervento per la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti solidi come risultano dalle tabelle Al e A2 - contenute nel piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi nel territorio piemontese predisposto dalla Giunta regionale, che costituisce parte integrante della presente deliberazione.
Le sopraddette aree d'intervento saranno opportunamente rettificate ed adeguate alle delimitazioni che emergeranno dalla costituzione dei Comprensori come previsto dalla legge regionale 4 giugno 1975 n. 41 2) che tutti i Comuni della Regione, indipendentemente dalla loro appartenenza alle aree d'intervento di cui al precedente punto 1), purch opportunamente raggruppati in Consorzi di convenienti dimensioni, possono richiedere ed ottenere i contributi previsti dalla legge regionale 4 giugno 1975 n. 46, per l'allestimento di discariche controllate, nel rispetto della normativa prevista dall'apposito disciplinare allegato alla sopraddetta legge 3) di impegnare la Giunta ad approfondire lo studio comparativo degli aspetti economici ed ecologici dei vari sistemi di smaltimento, a sviluppare i problemi connessi alla raccolta ed al trasporto dei rifiuti solidi. La Giunta è autorizzata a promuovere, nell'ambito delle aree previste d'intervento, in accordo con i Consorzi interessati, almeno due centri sperimentali per la trasformazione ed il recupero dei rifiuti (di cui uno di compostaggio ed uno di riciclaggio), avvalendosi, per le spese di costruzione degli impianti, delle disponibilità finanziarie previste per l'anno 1975 dalla legge regionale 4 giugno 1975 n. 46, e, per le spese relative ai necessari studi ed indagini anche di carattere sperimentale delle disponibilità finanziarie di cui al capitolo 382 del bilancio per l'anno 1975 e per gli anni successivi 4) di effettuare, entro un anno dall'approvazione della presente deliberazione, la revisione e l'aggiornamento del 'piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi nel territorio piemontese', allegato alla presente deliberazione, per permettere: a) l'eventuale rettifica della delimitazione delle aree di intervento, che di norma dovranno rispettare i confini territoriali dei Comprensori di cui alla legge regionale 4 giugno 1975 n. 41 b) la definizione dei metodi di smaltimento dei rifiuti solidi più adatti a ciascuna area c) l'indicazione degli interventi integrativi idonei a risolvere gli aspetti della raccolta e del trasporto dei rifiuti solidi.
La presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'articolo 49 della legge 10 febbraio 1953 n. 62.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'articolo 65 dello Statuto".
Pongo in votazione la delibera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Interventi fondiari

Esame disegno di legge n. 16: "Provvedimenti urgenti per il decentramento dell'erogazione dei benefici previsti dalle norme statali e regionali in materia di agricoltura"


PRESIDENTE

Passiamo ora, accantonando il punto sesto dell'ordine del giorno per l'assenza per congedo del relatore Oberto, al punto settimo dell'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 16: 'Provvedimenti urgenti per il decentramento dell'erogazione dei benefici previsti dalle norme statali e regionali in materia di agricoltura' ".
La relazione è stata distribuita recentissimamente.
Darei la parola al Consigliere Raschio per l'illustrazione.



RASCHIO Luciano, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, rispetto al testo presentato dalla Giunta, l'attuale stesura del d.d.l. n. 16 "Provvedimenti urgenti per il decentramento dell'erogazione dei benefici previsti dalle norme statali e regionali in materia di agricoltura e foreste" risente di notevoli modificazioni, in quanto sia la Commissione che l'Assessore competente hanno ritenuto di procedere ad alcune verifiche per quanto riguarda un maggiore snellimento delle procedure ed il minor impegno burocratico possibile.
Sia l'articolo 118 della Costituzione che l'articolo 60 dello Statuto regionale prevedono che "la Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province, ai Comuni o ad altri enti locali o valendosi dei loro uffici". L'articolo 67 dello Statuto determina quindi le procedure e le modalità di principio per l'attribuzione delle deleghe.
La delega generalizzata delle funzioni amministrative agli enti locali non è stata finora attuata, mentre in agricoltura dobbiamo rilevare ancora un notevole accentramento della gestione degli interventi, accentramento che significa, come tutti ben sappiamo, limitazione per gli imprenditori singoli od associati nella possibilità di usufruire tempestivamente delle iniziative finanziarie regionali.
Inoltre, la gestione accentrata degli interventi, che tra l'altro si pone in contrasto con l'articolo 3 dello Statuto regionale, dà luogo a diversi inconvenienti, e principalmente a notevoli ritardi nell'erogazione dei benefici, a tutto scapito di quella tempestività e di quell'efficacia che dovrebbero caratterizzare gli interventi regionali.
Con il presente provvedimento, in attesa di superare una siffatta situazione, si tende a decentrare l'attività amministrativa per accelerarne le procedure, in quanto i ritardi attuali non sono accettabili soprattutto nella presente avversa congiuntura economica.
La Commissione, dopo ampia e approfondita discussione che l'ha investita per diverse sedute, ha preso atto dell'impegno dell'Assessore all'agricoltura affinché l'istruttoria delle pratiche relative agli interventi previsti dalla legge regionale 8 settembre 1975 n. 51 sia svolta dagli Ispettorati provinciali dell'agricoltura, come d'altronde, per quanto possibile, quelli relativi alla legge regionale 4 giugno 1975 n. 45 sulla cooperazione agricola, materia che necessita tuttavia di una valutazione unitaria sul piano regionale, dovendosi esaminare gli insediamenti cooperativi nel quadro di un respiro economico pianificato regionale.
Il disegno di legge in esame, dopo aver enunciato all'articolo 1 gli scopi cui è rivolto, all'articolo 2 affida agli Ispettorati provinciali dell'agricoltura la concessione e liquidazione di agevolazioni previste dalla legge regionale n. 51 per importi di spesa preventivata non superiori a L. 75.000.000, specificando gli interventi ammessi (contributi per acquisto di riproduttori, premi di natalità, di allevamento e di mantenimento del bestiame, premi di sostituzione di bestiame infetto contributi per l'alpeggio e per l'allevamento stanziale in montagna contributi per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario esclusi gli elettrodotti rurali e gli interventi di cui agli articoli 14 lettera a) e 15 della legge regionale n. 51, contributi per acquisto di macchinari ed attrezzature agricole, per il reimpianto di vigneti, per l'impianto di specie frutticole di particolare interesse e per l'impianto di specie floricole poliennali).
Inoltre, sempre agli Ispettorati agrari è demandata l'emissione dei nulla-osta relativi a prestiti di esercizio a tasso agevolato per l'acquisto di bestiame o di macchine ed attrezzature agricole ed a mutui a tasso agevolato per la formazione, l'ampliamento e l'arrotondamento delle aziende diretto coltivatrici, o per la realizzazione di spese di miglioramento fondiario, fino ad un importo di spesa preventivata non superiore a L. 75.000.000.
La Giunta regionale rimane competente per gli interventi non specificati nell'articolo 2, per l'emissione dei nulla-osta relativi a prestiti di conduzione alle forme associative e tutti gli interventi previsti dalle leggi regionali 11 settembre 1974 n. 31 e 4 giugno 1975 n.
45, nonché per la prestazione di garanzie fideiussorie.
Entro il termine di 5 giorni copia di ogni provvedimento adottato dagli Ispettorati agrari viene trasmesso all'Assessorato regionale all'agricoltura.
L'articolo 3 prevede che le conclusioni istruttorie, i provvedimenti concessivi ed i nulla-osta siano adottati dai titolari degli Ispettorati provinciali dell'agricoltura sentito il parere di un'apposita Commissione provinciale, composta da un funzionario regionale, da un rappresentante per ognuna delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative e da un rappresentante delle organizzazioni cooperative nazionalmente riconosciute.
Tutto ciò pare a noi di rilevante importanza democratica perché accanto agli Ispettorati agrari, organi di provata capacità tecnica, vengono chiamati con questa legge a partecipare nel momento consultivo a tutte le operazioni di istruttoria ed erogative, le organizzazioni contadine e cooperative agrarie.
Si vuole, quindi, incominciare ad introdurre un momento di notevole partecipazione delle organizzazioni contadine all'impostazione stessa delle pratiche di concessione.
Con l'articolo 5, che prevede la massima diffusione dei provvedimenti concessivi dei benefici, con l'indicazione dei nominativi e degli importi si vuol dare la più ampia pubblicità possibile a chi beneficia dei provvedimenti ed agli scopi per i quali tali benefici sono stati ottenuti.
Questo rappresenta anche elemento di tutela della Regione stessa nonché un momento di grossa partecipazione democratica della base contadina all'applicazione della legge.
Ho il dovere di ringraziare il Presidente della Commissione l'Assessore all'agricoltura ed i Commissari che hanno attivamente partecipato all'esame di questo disegno di legge per lo spirito collaborativo cui è stata improntata ogni discussione, e che ha permesso alla Commissione di licenziare un provvedimento approvato all'unanimità.
Mi auguro che altrettanto positivo risultato abbia a scaturire dalla discussione consiliare, e che quindi il nostro mondo contadino possa nel più breve tempo possibile usufruire dei benefici derivanti dalla presente legge.



PRESIDENTE

Ringrazio il relatore collega Raschio.
Chiede di parlare il Consigliere Debenedetti. Ne ha facoltà.



DEBENEDETTI Mario

Devo fare una premessa: ho visto poco fa il testo della relazione ed il testo definitivo della legge. Sono sostanzialmente d'accordo sullo spirito che ha mosso questa iniziativa legislativa per i risultati che ci si ripromette da un decentramento effettivo. Mi sorge peraltro un dubbio, che vorrei esternare, anche se mi auguro che sia completamente infondato e causato forse dalla fretta.
Qui, in sostanza, si parla di delega. Mi pare improprio parlare di delega, visto che l'Ispettorato agrario è un ufficio della Regione; eppure sostanzialmente si tratta di delega, perché all'articolo 2 si demanda all'ufficio la facoltà di provvedere alla concessione, che è un atto deliberativo. A meno che io sia completamente fuori strada, il richiamo all'articolo 118 della Costituzione, a mio avviso, è fuori luogo, perch tale articolo dice precisamente che "la Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province, ai Comuni o ad altri enti locali o valendosi dei loro uffici", intendendo però uffici degli enti delegati. Se la Regione vuole strutturare diversamente il funzionamento degli uffici per le istruttorie eccetera, può prendere, come atto interno tutti i provvedimenti che ritiene più opportuni; ma provvedere ad una delega ad un ufficio della Regione mi sembra non solo improprio ma forse viziato da illegittimità, perché, ripeto, non solo lo spirito ma anche la lettera dell'art. 118 sono tutt'altra cosa.
Mi limito a proporre questo problema, nella speranza che si giunga ad un chiarimento valevole per tutti.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Io vorrei ribadire lo stesso concetto che già altre volte ho enunciato e rinnovare le più sentite rimostranze. In questo caso ci troviamo davanti ad un dispositivo di delibera che una volta ancora ci viene consegnato all'ultimo momento. Almeno ventiquattr'ore dovrebbero esserci concesse per un minimo di documentazione, di studio. Altrimenti, finiamo con il trovarci assolutamente impreparati ad affrontare alcuni problemi di fondo.
L'ipotesi di illegittimità ventilata dal collega Debenedetti non penso possa essere ravvisata, nel senso che nei successivi articoli della legge non si ritrova il concetto di delega che compare nella relazione introduttiva.



DEBENEDETTI Mario

All'articolo 2 si dà facoltà all'ufficio di provvedere alla concessione del mutuo.



MARTINI Mario

Appunto: il concetto di delega che è affacciato nella relazione introduttiva viene citato, secondo me, impropriamente, in quanto nel caso specifico si tratta di un vero e proprio decentramento di funzioni amministrative: ci sono uffici periferici che vengono incaricati di fare determinate cose che normalmente finora erano demandate all'Esecutivo regionale.
Bisogna naturalmente fare attenzione a non confondere il principio di delega con il principio di decentramento, altrimenti finiamo con il commettere grossi errori e con l'avviarci su una strada che non è quella sulla quale tutti assieme, io ritengo, abbiamo assunto degli impegni precisi con la nostra periferia e con gli enti locali in particolare. E' un po' la cosa che ho sentito lamentare a livello dei singoli comprensori. In pratica, con le proposte che vengono fatte dall'Assessore Bajardi ai Sindaci di creare dei Comitati che poi devono dividersi determinate somme messe a disposizione da parte della Regione, noi stiamo facendo, in realtà non un discorso di avviamento del comprensorio come istituto che, pur essendo organismo della Regione, ha però una sua precisa autonomia, ma stiamo facendo un puro e semplice ragionamento di decentramento amministrativo, delegando peraltro degli organi che non possono configurarsi come organi soggetti burocraticamente e neanche gerarchicamente alla Regione.
Pertanto, io sollevo la stessa perplessità, pur augurandomi di poter considerare questo primo provvedimento di decentramento amministrativo (se inquadrato in una volontà, che vorrei peraltro sentire espressa esplicitamente dalla Giunta di arrivare ad una delega agli enti locali) un primo passo, di per sé positivo. Mantengo comunque le mie obiezioni di fondo sull'opportunità di mantenere nella relazione introduttiva l'accenno all'articolo 118 della Costituzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Le stesse osservazioni fatte dai colleghi Debenedetti e Martini le avevo sollevate questa mattina in Commissione, non tanto in riferimento al fatto della delega in sé e per alla quale non troviamo richiamo né nel titolo né nei contenuti della legge, ma in riferimento ai richiami fatti agli articoli dello Statuto che specificatamente attengono al discorso della delega stessa.
A mio avviso non vi sono implicazioni di illegittimità, e quanto meno il tutto può essere avvalorato da un discorso che non riguarda tanto l'assegnazione di deleghe quanto l'accentuazione del discorso partecipativo, che rileviamo dall'articolo 5, se non vado errato, quello ove si fa richiamo alle Commissioni consultive. Se dovessero permanere dubbi circa la legittimità del provvedimento così come è stato predisposto io penso che, tutt'al più, annullando i riferimenti agli articoli dello Statuto ove si parla di deleghe, tutto dovrebbe rimanere chiaro e non incontrare difficoltà di alcuna specie.
Per quanto attiene alle lamentele mosse circa il fatto che il provvedimento, una volta ancora, sia arrivato sui banchi del Consiglio estremamente in ritardo, penso sia stato delegato il Presidente della Commissione a fornire eventuali spiegazioni in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Non volevo intervenire, ma ritengo di doverlo fare dopo gli interventi svolti dai colleghi che mi hanno preceduto, in particolare Martini e Debenedetti.
E' vero che la lettura affrettata del testo, o l'ascolto della lettura della relazione non preceduto da un adeguato esame, può avere indotto a soffermare l'attenzione sulla parola "delega" ed a pensare che si voglia presentare il provvedimento come un provvedimento di delega. Nella realtà però, non è così. Perché chi ha avuto il tempo di leggere attentamente la relazione - e i colleghi della VI Commissione l'hanno potuto fare, il che non toglie però validità al rilievo fatto dal collega Martini, che va tenuto in conto nei limiti del possibile, delle urgenze che si pongono al Consiglio, dell'operatività dei provvedimenti della Regione verso gli amministrati - ha potuto rendersi ben conto che nel testo non si parla di un provvedimento di delega, anzi, si lamenta che non si sia ancora potuto fare un provvedimento di delega generalizzata e di attuazione degli articoli dello Statuto e degli articoli della Costituzione per quanto riguarda le deleghe, ma si dice testualmente, a pagina 2, che "con il presente provvedimento, in attesa di superare una siffatta situazione, si tende a decentrare l'attività amministrativa", il che è cosa ben diversa dalla delega dell'esercizio delle funzioni.
Che cosa avviene? Si fa semplicemente un decentramento di attività amministrativa nell'interesse degli agricoltori, per la funzionalità degli uffici, per la celerità delle procedure. Per quanto riguarda poi il fatto che lo possa fare l'Ispettorato, la questione è stata sollevata anche in sede di Commissione dal collega Bianchi a suo tempo ed è stata superata.
Che cosa è avvenuto, collega Debenedetti? E' avvenuto che con il decreto di trasferimento n. 11, se non vado errato, all'articolo 1 - cito a memoria si sono trasferite funzioni; all'articolo 13, per quanto riguarda gli Ispettorati, si sono trasferiti gli uffici degli Ispettorati, compreso il personale e il cestino della carta, facendo l'inventario di tutto, cioè, è stato trasferito tutto. In analogia al rapporto Ispettorati - Ministero dell'agricoltura, si è stabilito il rapporto Ispettorati - Regioni; per cui, non essendo intervenuta alcuna legge regionale che abbia modificato questa situazione, la stessa funzione e lo stesso rapporto continuano ad intercorrere per quanto riguarda questi uffici periferici. E così come i poteri centrali, con la legge 910 e tante altre leggi cosiddette dei Piani verdi, non hanno delegato agli Ispettorati funzioni, ma attribuito competenze e compiti, così noi non "deleghiamo" agli Ispettorati la funzione di concedere e liquidare, ma "attribuiamo" competenze che costituiscono decentramento di attività amministrative. Non è quindi tanto un discorso da farsi sul piano giuridico, ma sul piano formale, che per richiedeva una risposta, almeno da parte nostra, come Gruppo che fa parte della maggioranza, per correttezza verso l'intero Consiglio, non soltanto verso i colleghi che hanno sollevato la questione.
Più importante è quello che ha detto invece il collega Menozzi su quel principio primo di partecipazione, sia pur limitato, ma importante, nelle sedi delle varie Province con l'istituzione di una Commissione alla quale partecipano le organizzazioni dei produttori agricoli, e della cooperazione agricola che interviene in varie fasi dei momenti della procedura e che esprime appunto gli interessi degli agricoltori rappresentati dalle loro organizzazioni e dalla loro cooperazione.
Per tutto il resto, si tratta, evidentemente, con questa legge e con alcune altre leggine che speriamo possano essere portate al più presto all'esame in aula, di concludere quel ciclo di gestione, diciamo, della passata legislatura per applicare il più rapidamente possibile i provvedimenti per l'agricoltura e renderli operativi affinché siano spendibili quei miliardi che purtroppo stanno ancora nelle banche (é questo il grosso problema), mentre gli agricoltori attendono; per poi riprendere immediatamente con l'anno nuovo altri grossi temi, come quello che è stato sollevato da Chiabrando nel dibattito sulla Conferenza dell'occupazione per quanto concerne i piani di zona agricoli, una vera e propria programmazione nell'agricoltura, per interferire efficacemente anche nella formulazione del piano a medio termine nazionale, per avere quindi un ruolo come Regione nella riconversione, nell'ammodernamento, nella spinta in avanti per tutto il campo agricolo, necessario complemento della riconversione industriale e quindi della riforma dell'intero apparato economico italiano.
Questo ho voluto dire anche a chiarimento dei problemi sollevati da altri colleghi.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Indubbiamente, in questa legge, o almeno nelle discussioni che si sono susseguite su questa legge, di modesta, anzi modestissima, entità, si sono mescolati due concetti completamente diversi: il concetto della delega, che deve essere data ad enti diversi dalla Regione, esterni ad essa, enti locali, ed il concetto di decentramento interno, amministrativo agli uffici che costituiscono la burocrazia regionale. Questa mescolanza è stata chiarita per il 90 per cento; è rimasto qualche aggancio tra i due concetti nella relazione quando si fa riferimento alla "delega che non è ancora stata attuata" ecc, ecc.
Nel dichiarare il nostro voto favorevole a questa legge noi ribadiamo che non si tratta di delega ma di decentramento amministrativo interno della burocrazia regionale. Delega di decentramento per la quale é, secondo me, necessaria una legge, in quanto, siccome le leggi regionali che abbiamo fatto dicono che è la Giunta regionale che delibera, è ovvio che per sottrarre ad essa alcuni poteri, senz'altro piccoli, e delegarli ad un funzionario occorre una legge.
In un primo tempo questa legge prevedeva addirittura di regolamentare il che era fuori luogo, e l'abbiamo chiarito, con l'apporto anche dell'Assessore - l'iter procedurale delle pratiche; si è concordato che questo non doveva essere regolamentato con legge, ed il punto relativo è stato tolto dal testo. Quello che rimane - l'incarico a funzionari di determinare alcune cose al posto della, Giunta - è valido, e noi l'approviamo, come approviamo la presenza collaborativa, al fianco di questi funzionari, di Commissioni provinciali costituite da operatori agricoli. Questi sono i due punti essenziali che caratterizzano la legge e in base ai quali noi diamo il voto favorevole.



PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare il Consigliere Borando. Ne ha facoltà.



BORANDO Carlo

Dirò subito il mio parere circa la discussione avvenuta intorno al problema della delega.
Intanto, qui non si può parlare di delega....



RASCHIO Luciano

E nessuno ne ha parlato.



BORANDO Carlo

Qui, a mio giudizio, si tratta di uno strumento che la Giunta utilizza per operare più rapidamente e in un ambiente più vicino alla realtà. E non si può che essere d'accordo su una soluzione di questo genere. Perché in materia di deleghe, per quanto riguarda le procedure, le modalità, i principi, sono il primo a sostenerne la validità, e la necessità di attuare quanto abbiamo stabilito nello Statuto; ma vi confesso che non sono molto d'accordo sul fatto di delegare compiti specificatamente tecnici quali sono quelli dell'agricoltura: i Comuni e le Province hanno molto da fare in molti settori, e non mi pare che siano quindi i più indicati ad operare nel settore dell'agricoltura. Gli Ispettorati agrari sono invece organi tecnici che possono, affiancati da rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria, da esperti, da tutto quello che voi volete, svolgere con sufficiente snellezza e rapidità la funzione di giudicare la validità o meno dal punto di vista tecnico delle operazioni, viste in termini economici per ogni azienda per cui sia loro affidato il compito di farlo.
Vorrei poi far notare all'attuale Assessore all'agricoltura, e, visto che è presente, anche quello della passata legislatura, in quanto Presidente della Commissione, che non sarà possibile una veloce e razionale applicazione della legge 51 sui provvedimenti agricoli, cui questa legge tende, in modo molto razionale se non si aggiorna il prezzario che prevede una serie di dati con cui attribuisce i valori per ogni voce di spesa occorrente allo sviluppo dell'agricoltura nel campo delle costruzioni, dei movimenti di terra, della zootecnia (acquisto del bestiame eccetera). Per fare qualche esempio, i lavori di scavo, che oggi costano in realtà 4.000 lire il metro cubo, nel prezzario sono considerati a 1.400 lire il metro cubo; così come sfido chiunque a fare un metro cubo di costruzione al prezzo di 20.000 lire; un metro cubo di calcestruzzo viene calcolato a poco più della metà del suo costo attuale. Quindi, o si stabilisce di dare una percentuale X sull'importo spese, oppure bisogna avere il coraggio di aggiornare i prezzi allineandoli alla realtà che oggi il mercato presenta pur tenendo conto delle leggere variazioni che si possono avere da provincia a provincia.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Robaldo. Ne ha facoltà.



ROBALDO Vitale

Ritengo che la discussione sorta su decentramento o delega sia un po' artificiosa e sia stata determinata da una frase che c'è nella relazione al secondo capoverso. Per la verità, è estremamente puntuale la dizione all'art. 1, dove si parla di un "primo decentramento dell'attività amministrativa in materia di agricoltura e foreste".
Vorrei far notare semplicemente questo: qui cerchiamo di accelerare un iter burocratico di allestimento di istruttoria di pratiche per attingere a fondi che abbiamo a disposizione e che devono essere il più rapidamente possibile immessi in un flusso operativo immediato nell'interesse degli agricoltori.
Non sarebbe stato male inserire nella legge un termine per la presentazione delle domande e per la concessione del nulla-osta o del rifiuto dell'esame delle domande, perché in mancanza di ciò le Commissioni provinciali, gli uffici, trovandosi subissati di pratiche, potrebbero essere indotti ad accantonarle, con perdita di tempo per l'escussione e l'inoltro, in contrasto con lo spirito della legge. Visto che a questo punto non è più possibile modificare il testo, poiché la Commissione ha deciso all'unanimità di metterlo in votazione così com'é, inviterei l'Assessore a svolgere personalmente un intervento in questo senso fissando egli un termine, che so, di tre, sei o otto mesi, in modo da avere ad un certo momento tempi tecnici che garantiscano veramente il ciclo.
Un'altra mia preoccupazione è questa: benissimo il decentramento agli uffici dell'Ispettorato provinciale agrario, però non vorrei che riducessimo questi uffici esclusivamente a momento burocratico di accertamento della quantità di ettari, della capacità lavorativa del nucleo, del tipo di colture più idonee. Quindi, bisogna valutare la possibilità per questi uffici di svolgere questa funzione senza per esautorarli, anzi, incentivando lo spirito, lo scopo, la funzione propria degli Ispettorati provinciali agrari, che sono momenti decentrati di iniziativa e di consulto e di presenza in quella che è l'agricoltura, non solo burocratizzandoli in uffici passacarte. Valutiamo dunque queste difficoltà, preoccupandoci che i tempi di attuazione vengano effettivamente abbreviati, e teniamo conto del momento burocratico, che non deve esaurire assolutamente l'Ispettorato provinciale, ma che deve essere solo un momento secondario rispetto alla funzione che l'Ispettorato provinciale deve svolgere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, per riguardo all'economia dei lavori preciser adesso la posizione del nostro Gruppo in ordine al progetto di legge qui in esame, evitando così di prendere la parola in sede di dichiarazione di voto. La mia precisazione sarà d'altronde brevissima, in quanto mi corre obbligo semplicemente di chiarire, al di fuori di ogni equivoco o di ogni possibile dubbio, lo spirito con il quale la Destra Nazionale ha deciso di dare voto favorevole a questo provvedimento di legge.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Me ne dispiace.



CARAZZONI Nino

Spero che il Presidente della Giunta, che stamani ha dato così brillante prova di intemperanza nel pretendere il rispetto della libertà di parola, voglia adesso riconoscere ad una forza..



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e turismo

Non ha interrotto, si è solo dispiaciuto per l'annuncio del loro voto favorevole.



CARAZZONI Nino

Farei torto alla sua intelligenza - è questo lo consideri pure un grosso complimento - se pensassi che il Presidente della Giunta potrebbe adombrarsi per un nostro voto favorevole: per carità, il nostro voto favorevole non vuol dire assolutamente posizioni di debolezza nei confronti di questa maggioranza.
Fuor di scherzo, noi diamo voto favorevole a questo provvedimento di legge avendolo interpretato come uno strumento che ci sembra valido ed efficace è dettato unicamente dall'intento di affrettare le soluzioni applicative della legge n. 51.
Il problema che qui si è posto, dopo essere stato già sollevato in sede di Commissione, se si tratti o meno di una delega agli enti, noi lo vorremmo chiarire in questi termini: non riteniamo assolutamente che questo provvedimento possa essere interpretato come delega nel senso e nel significato che noi diamo all'istituto della delega. Sicuramente non si tratta di una delega dal punto di vista politico: è unicamente un'apertura un primo avvio, più che altro di carattere burocratico e di carattere interno, sul piano del decentramento organizzativo.
Fatta questa premessa, e auspicando (questa è una vecchia richiesta che noi ripresentiamo, e in merito alla quale, fra l'altro, esisteva un impegno della Giunta della precedente legislatura) che si dia finalmente vita ad un dibattito all'interno di questo Consiglio regionale sull'istituto della delega, perché qui non si è mai affrontato in concreto ed a fondo questo problema; riconsiderato quindi in questi termini il provvedimento di legge che non può assolutamente essere presentato (non voglio usare il termine "gabellato") come attuazione, anche solo parziale, di una delega, ma avendo ricondotto questo provvedimento di legge nei suoi reali termini (di un avvio, cioè, di decentramento burocratico più che di decentramento politico), sul merito della legge noi non abbiamo osservazioni critiche da formulare. Per questo; con queste riserve, e preso anche atto delle assicurazioni date dall'Assessore regionale all'agricoltura in sede di Commissione circa il comportamento della Giunta nei confronti delle pratiche che verranno istruite, la Destra Nazionale - mi dispiace se con disappunto del Presidente della Giunta - darà voto favorevole.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare, e pertanto do la parola per la replica all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Prendo atto dei consensi venuti da varie parti. Ma, dato che essi sono stati diversamente motivati, ritengo necessario inquadrare ancora rapidissimamente il problema.
Noi abbiamo parlato, anche più ampiamente nella relazione della Giunta che non in quella del relatore, proprio della delega, nel senso che auspicava, se ho ben capito, il collega Martini di Cuneo. Nel testo originario della relazione della Giunta vi era un discorso, tutto da costruire, naturalmente, relativamente all'impegno di presentare quanto prima un provvedimento organico di delega in senso proprio: delega agli enti locali, delega ai Comprensori, delega alle Comunità montane, ma si faceva presente la difficoltà di farlo proprio per questa materia, e all'inizio. (Questo progetto nella prima stesura risale ad agosto; la seconda è dei primi di settembre e ottobre). Il testo presentato pone, mi pare in modo più che corretto, il discorso del decentramento, di un più ampio decentramento, inteso - e su questo intento mi pare ci sia generale convergenza - a snellire quanto più possibile l'iter delle pratiche.
Inizialmente era prevista anche l'istruttoria, ma poi questo elemento, sul quale non tutti erano d'accordo, è stato superato.
Quanto alla questione sollevata dal collega Debenedetti circa la delega, posso rispondere che, certo, c'é una delega interna, perché se i funzionari della Regione hanno una firma che non hanno neppure gli Assessori (poiché nessun Assessore è autorizzato a firmare un decreto di impegno o un nulla-osta) è implicito che c'é una delega, da parte del Presidente, una delega interna, impropria, se vogliamo, rispetto a quel discorso generale statutario. La questione va vista, quindi, su questi due piani. Ecco che a questo punto non c'é problema di legittimità o altro.
L'avere però inserito anche nelle finalità il riferimento agli articoli 66 e 67 anziché lasciarlo solo nella relazione, destinata a passare nel dimenticatoio, equivale ad aver tenuto presenti proprio le preoccupazioni espresse da Martini, dicendo chiaramente che questa Giunta ha la volontà di affrontare poi il discorso della delega in senso complessivo. Quello che adesso si affronta è né più né meno che un decentramento, che comporta una delega interna. In questa luce, le varie obiezioni mi paiono superate.
Accolgo le raccomandazioni che sono state fatte da Robaldo e da Borando. A Borando rispondo anzi che il prezzario è stato aggiornato l'estate scorsa è ulteriormente verificato dai funzionari alla metà di ottobre: non garantisco che i prezzi indicati siano perfettamente aderenti a quelli reali, nel senso che non sono andato a controllare di persona il prezzo dei mattoni o di altro, comunque l'ultima revisione è stata già approvata dalla Giunta e quindi è ormai applicabile nell'immediato alla legge 51 come a qualsiasi altra legge della Regione vigente o futura; dovrà subire successivamente a sua volta degli aggiornamenti.
Se i colleghi supereranno un'obiezione, quella iniziale del collega Martini, che riconosco validissima, ed approveranno già nel corso di questa seduta la delibera (dico subito che se essi preferiscono prendersi il tempo per riflettere da parte mia non avrò nulla in contrario, perché l'obiezione è motivata), avremo anche l'altro strumento definitivo. Cioè, avendo ormai le normative, avendo aggiornato il prezzario, è ridefinita con quella delibera la delimitazione della zona collina e pianura in modo che i provvedimenti che consentono un maggiore intervento, un maggior beneficio nella zona di collina vadano effettivamente in favore di quella che è zona di collina.
Concordo anche con Robaldo per quanto riguarda la valorizzazione degli uffici. Intendiamoci, collega Robaldo, questa delega interna, questo decentramento è già di per se stesso una valorizzazione degli uffici. Il discorso del collega è però più ampio, implica la necessità di avere un ruolo propositivo e via di seguito. Ma ciò è previsto al termine di un articolo che consente di delegare, su invito dell'Assessore, e coinvolge anche la Provincia, il Presidente e l'Assessore all'agricoltura ad operare con l'Ispettore capo e con la Commissione delle organizzazioni, ad affrontare anche problemi appunto di promozione, di pianificazione, di approfondimento di questioni che possono appunto rivitalizzare la funzione di questi nostri uffici periferici.
Credo di avere così risposto ad alcune delle obiezioni che sono state sollevate. Va ancora messo in risalto che questa legge realizza un più ampio decentramento e una più ampia partecipazione delle organizzazioni alla formazione delle decisioni in merito alle singole pratiche. Non mi resta, quindi, che ringraziare i colleghi che hanno voluto intervenire, ed in particolare i colleghi della VI Commissione, il suo Presidente ed il relatore, Luciano Raschio.



PRESIDENTE

La replica è conclusa. Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna.
Si può allora passare alla votazione degli articoli del disegno di legge n.
16: "Provvedimenti Urgenti per il decentramento dell'erogazione dei benefici previsti dalle norme statali e regionali in materia di agricoltura".
"Articolo 1 - Finalità La Regione Piemonte, con la presente legge, si propone di: realizzare, ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto regionale, un primo decentramento dell'attività amministrativa in materia di agricoltura e foreste, in attesa di un'organica legge regionale di attuazione degli articoli 66 e 67 dello Statuto estendere, in attuazione dell'articolo 2 dello Statuto, il concorso delle organizzazioni professionali e cooperative allo svolgimento delle attività amministrative della Regione facilitare ai cittadini, in attuazione degli articoli 2, secondo comma, e 65 dello Statuto, la conoscenza degli atti amministrativi concernenti tali materie esercitare le funzioni amministrative relative all'agricoltura e alle foreste nel rispetto delle procedure stabilite dagli articoli 2 e 3 della presente legge anche per la gestione delegata di interventi previsti da norme statali".
Nessuno chiede di parlare. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - Decentramento Gli Ispettorati provinciali dell'agricoltura provvedono nell'ambito del territorio di propria competenza: 1) alla concessione e liquidazione di agevolazioni relative a domande avanzate da imprenditori agricoli singoli od associati o da cooperative agricole ai sensi della legge regionale 8 settembre 1975 n. 51 per importi di spesa preventivata fino a L. 75.000.000 e limitatamente ai seguenti tipi di intervento: a) contributi per acquisto di riproduttori maschi e femmine b) premi di natalità, di allevamento e di mantenimento bestiame c) premi di sostituzione di bestiame infetto d) contributi per l'alpeggio e per l'allevamento stanziale in montagna e) contributi in conto capitale per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario, esclusi gli interventi relativi agli elettrodotti rurali e gli interventi previsti agli articoli 14 lettera a) e 15 della legge regionale 8 settembre 1975 n. 51 f) contributi in conto capitale per acquisto di macchinari ed attrezzature agricole g) contributi in conto capitale per il reimpianto di vigneti, per l'impianto di specie frutticole di particolare interesse e per l'impianto di specie floricole poliennali 2) all'emissione dei nulla-osta relativi a: a) prestiti di esercizio a tasso agevolato per l'acquisto di bestiame e di macchine ed attrezzature agricole b) mutui a tasso agevolato per la formazione, l'ampliamento e l'arrotondamento delle aziende diretto-coltivatrici e per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario, fino ad un importo di spesa preventivata non superiore a L. 75.000.000, esclusi gli interventi di cui all'articolo 14 lettera b) della legge regionale 8 settembre 1975 n. 51.
Rimane ferma la competenza della Giunta regionale in ordine: a) alla concessione e liquidazione dei benefici relativi agli interventi non contemplati nel punto 1 del comma precedente b) all'emissione dei nulla-osta relativi a prestiti e mutui non contemplati al punto 2 del comma precedente c) agli interventi previsti dalle leggi regionali 11 settembre 1974 n. 31 e 4 giugno 1975 n. 45 d) alla prestazione di garanzie fideiussorie e) alla liquidazione del contributo regionale in conto interessi relativo a prestiti e mutui a tasso agevolato.
Copia di ogni provvedimento adottato dagli Ispettorati provinciali dell'agricoltura ai sensi della presente legge è trasmessa all'Assessorato regionale agricoltura e foreste entro il termine di cinque giorni".
C'é un emendamento sostitutivo, presentato dal Consigliere Bianchi: "Al comma secondo dell'articolo sostituire alla dizione: "Rimane ferma la competenza della Giunta regionale' la dizione: 'Resta riservato in modo specifico alla Giunta regionale quanto segue' ".
Il presentatore intende illustrarlo? Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

C'è stata una motivata polemica in ordine ai problemi delle competenze.
La Giunta non si spoglia di nessuna delle sue competenze istituzionali. La Giunta e gli Ispettorati non sono organi dello stesso livello attorno ai quali si organizzino le competenze: la Giunta si riserva delle funzioni che in altra sede, per altri argomenti, demanda agli uffici dai quali dipende.



RASCHIO Luciano, relatore

Come relatore, non solo come rappresentante del Gruppo comunista dichiaro che siamo perfettamente d'accordo con questa precisazione del Consigliere Bianchi, in quanto è più corretta la dizione da lui proposta per manifestare quello che in realtà si intende con il progetto di legge.



BORANDO Carlo

Chiederei alla cortesia dell'Assessore che mi si ricordasse che cosa si stabilisce agli articoli 14 lettera a) e 15 della legge regionale 8 settembre 1975 n. 51.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Riguardano il miglioramento dei pascoli montani e della forestazione che viene curato dalla Forestale.



BORANDO Carlo

Sta bene. Grazie del chiarimento.



PRESIDENTE

Votiamo anzitutto, per alzata di mano, l'emendamento sostitutivo proposto dal Consigliere Bianchi.
Chi è d'accordo, alzi la mano.
E' approvato all'unanimità.
Ora votiamo l'articolo nella nuova stesura, quale risulta con l'inserimento dell'emendamento testé approvato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
"Articolo 3 - Commissioni provinciali consultive I provvedimenti concessivi ed i nulla-osta di cui al precedente articolo 2 sono adottati dai titolari degli Ispettorati provinciali dell'agricoltura sentito il parere di un'apposita Commissione provinciale nominata dalla Giunta regionale e composta da un funzionario regionale, da un rappresentante per ognuna delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative e da un rappresentante delle organizzazioni cooperative nazionalmente riconosciute.
Le Commissioni hanno sede presso l'Ispettorato provinciale dell'agricoltura.
I provvedimenti adottati in difformità dai pareri espressi dalle Commissioni suddette dovranno essere adeguatamente motivati.
Inoltre, dovrà essere sentita la Commissione in merito alle conclusioni istruttorie negative relative agli interventi di cui all'articolo 2, comma primo, punti 1 e 2, nonché alle istruttorie sia negative sia positive relative ad interventi diversi da quelli sopra indicati.
In quest'ultimo caso le conclusioni istruttorie difformi dai pareri espressi dalle Commissioni suddette dovranno essere adeguatamente motivate.
Le Commissioni provinciali di cui al primo comma potranno altresì essere consultate dall'Assessorato regionale all'agricoltura e foreste in ordine a problemi agricoli e forestali interessanti la provincia.
In tali casi, le Commissioni saranno integrate dal Presidente della Provincia o da un Assessore da lui delegato, che ne assumerà la presidenza dal titolare dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura, ed eventualmente, in relazione ai problemi da esaminare, da esperti e da rappresentanti di ordini professionali".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
"Articolo 4 - Riserva Si fa riserva di disciplinare con separato regolamento regionale la gestione contabile di fondi da accreditare - ai funzionari delegati, in esecuzione della normativa statale di cui agli articoli 56 e seguenti del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440".
C'é un emendamento sostitutivo, presentato dal Consigliere Bianchi. Ecco il nuovo testo proposto: "La disciplina della gestione contabile di fondi da accreditare ai funzionari od uffici delegati all'esecuzione della normativa statale di cui agli articoli 56 e seguenti del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, è definita da apposito regolamento".
Il presentatore desidera illustrarlo? Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

In una legge la riserva o l'impegno ad assumere altri provvedimenti non ha alcun significato nè valore cogente, mentre ha significato positivo il dire che una determinata materia o è definita da un ulteriore provvedimento o resta priva di disciplina e quindi non può essere applicata.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Accettiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Se ho inteso bene, è la stessa questione di cui ci siamo occupati un'infinità di volte in fase di elaborazione dello Statuto: volendo esprimere una volontà, ci dimenticavamo del fatto che in una legge ci si deve limitare a dire che cosa si vuole in concreto. Anziché dire che verrà adottato un regolamento, è sufficiente dire che c'è un regolamento è far riferimento ad esso. Mi pare che la questione sia sostanzialmente letterale e che comunque sia più corretta la dizione ora proposta.
Se non vi sono obiezioni, votiamo il nuovo testo anziché quello originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'articolo 4 è approvato nel nuovo testo.
"Articolo 5 - Pubblicità degli atti amministrativi Tutti i provvedimenti di concessione dei benefici in materia di agricoltura e foreste verranno pubblicati a cura della Giunta regionale con l'indicazione, tra l'altro, del nominativo dei beneficiari, del tipo di intervento e della relativa spesa a carico dell'Amministrazione.
La pubblicazione sarà affissa nell'albo pretorio dei Comuni, negli uffici regionali periferici dell'agricoltura e delle foreste, e inviata gratuitamente alle sedi provinciali e regionali delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative, delle organizzazioni cooperative nazionalmente riconosciute e delle organizzazioni sindacali più rappresentative.
A termini dell'articolo 65, secondo comma, dello Statuto regionale qualsiasi cittadino può avere copia integrale dei provvedimenti di concessione di benefici in materia di agricoltura e foreste, previo assolvimento dell'onere relativo".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
"Articolo 6 - Urgenza La presente legge è dichiarata urgente, a termini dell'articolo 45, sesto comma, dello Statuto regionale ed entra in vigore il primo giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Si vota ora sulla legge nel suo complesso.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri Il disegno di legge n. 16 è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazioni rispettivamente dei Consiglieri Calsolaro, Robaldo, Martini Lombardi, Soldano e Paganelli tutte concernenti le iniziative assunte dalla Giunta regionale in difesa dell'occupazione alla Vetreria di Vernante


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare al punto nono: "Proposta di deliberazione per la classificazione delle zone di collina depressa, collina e pianura ai fini dell'erogazione degli incentivi regionali per l'agricoltura ed altri fini eventuali"; per esaurire gli argomenti il cui svolgimento è programmato per oggi si dovrebbe poi ancora esaminare le variazioni del bilancio '75.
Questa mattina, però, il Vicepresidente della Giunta, Libertini, si era impegnato a dare risposta ad un certo numero di interrogazioni che vertevano tutte sullo stesso argomento. Il Vicepresidente della Giunta è in grado adesso di assolvere quell'impegno e pertanto gli dò subito la parola.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Dopo un lungo periodo di lotta, iniziato il 30 ottobre scorso quando venne comunicata la chiusura dello stabilimento (parlo delle vetrerie di Vernante) e che fu seguito costantemente dalla Regione a contatto con i sindacati, con gli imprenditori, con il Governo, un accordo è stato raggiunto tra organizzazioni sindacali, Consiglio di fabbrica e azienda all'inizio del mese di dicembre.
In questo accordo è previsto: dall'1 al 14 dicembre, l'impegno di reinserire nell'attività tutti i sospesi; dal 15 dicembre al 14 marzo lo smantellamento dei vecchi impianti per la ristrutturazione dell'azienda (periodo nel quale i lavoratori non strettamente indispensabili verranno messi in cassa integrazione ordinaria); inizio dei lavori di riconversione parziale con l'obiettivo di realizzare in quell'area, ampliandola un'industria per la lavorazione del legname, segheria più reparto meccanica; contemporaneamente i lavori di ristrutturazione proseguiranno anche per lo stabilimento di Cuneo. In questo periodo, che durerà dai 12 ai 14 mesi, tutti i lavoratori saranno a cassa integrazione speciale.
Terminata la ristrutturazione l'azienda è impegnata alla sistemazione di 115 dei 172 occupati oggi sospesi, nel seguente modo: 51 trasferiti allo stabilimento di Cuneo (in precedenza erano 46); dai 52 ai 57 nello stabilimento di Vernante; 12 saranno allora in fase di pensionamento o pre pensionamento; per gli altri 58 l'azienda si impegna nella ricerca di una soluzione, con l'aiuto dell'Unione Industriale di Cuneo e in modo articolato, cioè si cercherà di inserirli in altre aziende della provincia di Cuneo.
E' evidente che di questa conclusione della vicenda non si può dare un giudizio positivo, perché si è conclusa con la chiusura di un'azienda, con un progetto di riconversione assai parziale e con soluzioni-tampone che riguardano l'occupazione della manodopera.
La Regione in questo periodo ha cercato di raggiungere la migliore delle soluzioni possibili, ma nel momento in cui un accordo comunque si è raggiunto - anche se non è eccellente, voglio sottolinearlo, ma avvia un processo nuovo - noi non intendiamo cessare di farci carico della questione. Prendiamo invece in parola l'Unione Industriale e la dirigenza dell'azienda che, come sapete, non ha solo quello stabilimento, rispetto agli impegni di sviluppo futuro e in questo quadro (è questo l'annuncio che devo dare) abbiamo convocato per venerdì 19 dicembre l'ing. Faccenda che dirige il gruppo, il quale ci ha confermato che sarà a Torino (ricordo che l'ing. Faccenda è anche presidente dell'Unione Industriale di Cuneo) all'incontro ha accettato di partecipare anche l'ing. Debenedetti dell'Unione Industriale di Torino. Con questi due personaggi, oltre a discutere il problema specifico delle vetrerie di Vernante, cioè le garanzie circa lo sviluppo del piano di conversione e l'occupazione dei singoli lavoratori, vorremmo affrontare (l'abbiamo anticipato) il problema di uno sviluppo economico più complessivo di quella zona del cuneese, cioè prendiamo le mosse da questa vicenda chiusasi in modo positivo per vedere se possiamo prendere delle iniziative anche in relazione al programma che stiamo realizzando.
D'altro canto devo ricordare che prima dell'accordo, e precisamente il 21 novembre, la Comunità montana della zona (Val Vermenagna, Val Gesso, Val Grana) aveva votato la revisione dei permessi per l'estrazione di silice dalle montagne locali, di cui era stato fatto ampio abuso negli ultimi anni, dato che da questo grosso danno della cessazione dell'attività delle vetrerie almeno veniva il vantaggio di evitare scavi che avrebbero deteriorato ulteriormente l'ambiente montano.
Vi è quindi la necessità di riesaminare tutto in un quadro più complessivo. E' questo il senso della riunione che avrà luogo venerdì 19 dicembre e dalla quale ci auguriamo possa iniziare un'azione costruttiva per quella zona del cuneese colpita così negativamente da questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Non posso assolutamente dichiararmi soddisfatto della risposta e mi ricollego a quanto avevo un po' polemicamente detto quando ho interrotto il Vicepresidente che aveva posto la questione della vetreria di Vernante sul piano di tante altre questioni che sono sul tavolo della Giunta.
Indubbiamente qui ci troviamo di fronte ad una situazione di fatto gravissima: la chiusura di uno stabilimento. La ristrutturazione è a lungo termine perché di fatto si chiede prima uno smantellamento e poi una riconversione totale dell'azienda esistente; quindi bisogna prendere atto che è uno dei rarissimi casi verificatisi in Piemonte di chiusura totale di uno stabilimento.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Non rarissimi, purtroppo.



MARTINI Mario

Rarissimi, poi verremo informati sugli altri 135 casi. Io parlo delle questioni che erano sul tappeto in questi ultimi tempi e questa è quanto meno una soluzione finale drammatica, sia perché si tratta della chiusura dello stabilimento, sia perché lo stabilimento è ubicato in un comune di poco più di mille abitanti dove, naturalmente, 171 posti di lavoro rappresentano qualche cosa di estremamente importante ai fini della sopravvivenza di una comunità che, quanto meno, si vedrà costretta a vedersi riconvertita assieme all'azienda.
Io però vorrei esporre un altro motivo, quello più specifico, di non soddisfazione per la risposta. Intanto mi sembra assurdo che la Comunità montana decida di non permettere più l'estrazione della silice perché non ha questa possibilità; si tratta di contratti di affitto della montagna fatti dai singoli Comuni per l'estrazione della silice, poi ci sono leggi che regolano le cave e le miniere e che naturalmente non sono di competenza della Comunità montana.
Io avevo proposto, indirettamente, nella mia interrogazione, di fare quanto meno un'analisi sul posto della quantità di silice che viene portata via dalla Val Vermenagna. Perché? Perché qui si tratta di dare credibilità all'azione che gli enti pubblici esercitano quando si interessano di questi problemi; abbiamo faticato tutti assieme per tanti anni per farci accettare come interlocutori e direi che la conferenza regionale ha avuto questo lato positivo di aver visto gli operatori economici riconoscere, nella Regione un interlocutore; però bisogna anche avvalerci, per essere più credibili degli strumenti che sono nelle nostre mani.
Qui vi sono dei Comuni, quindi enti locali, proprietari della montagna.
L'Amministrazione provinciale è interessata al lavaggio della silice e quindi alla depurazione delle acque; la Regione è competente per quanto riguarda le cave e le miniere. Cerchiamo di presentarci al padronato tutti uniti quando si comporta senza un minimo di etica professionale. In una vallata deturpata completamente da un punto di vista ecologico, vediamo una multinazionale che non è in grado di pagare quel minimo di tributo alle popolazioni locali, garantendo 150 posti di lavoro; allora presentiamoci con le carte in regola; non si tratta di ricattare nessuno, ma di dare credibilità all'azione che viene svolta per fini sociali più generali degli enti pubblici, ma di dare alla nostra azione anche una concreta possibilità di contrattazione.
Per cui pregherei vivamente ancora il Vicepresidente di prendere in considerazione la proposta che era stata avanzata. E' indubbio che la contrattazione a livello nazionale ha comportato nel settore del vetro un sacrificio che è quello della chiusura della vetreria di Vernante. Ora per noi siamo convinti che una multinazionale che opera a livello europeo ha il dovere di chiedere non una riconversione, che di fatto non è una riconversione, ma di collocare sul posto un tipo di industria adatta alla fabbricazione del vetro, visto che sul posto c'é la materia prima. Parliamo sempre di un'industria collegata alle esigenze, alla produzione locale questo è un caso in cui abbiamo la possibilità di far si che queste affermazioni di principio diventino realtà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robaldo.



ROBALDO Vitale

Signor Presidente, io mi associo a quello che ha detto il collega Martini in relazione alle dichiarazioni del Vicepresidente: una profonda insoddisfazione per la fine di questa iniziativa; questa era una delle poche valli cuneesi che avevano un inizio di industrializzazione che di fatto con questa soluzione viene cancellato.
Noi avevamo chiesto, nella riunione che si era tenuta nella sala della Giunta, che la riconversione, che si doveva fare, si dovesse cercare nell'ambito vetrario, cioè dalla produzione del vetro piano col metodo flot, che richiede un enorme spazio (questo dicevano i tecnici della Pennitalia) a quella del vetro cavo, poiché ci risulta che non ci siano aziende del settore in provincia di Cuneo.
Si era anche detto che come provincia abbiamo un consumo notevole di vetro cavo perché vi sono molte aziende vitivinicole, dolciarie ed altre iniziative industriali che ne fanno uso. Se ci fosse una riconversione di questo tipo potremmo mantenere quelle maestranze altamente qualificate nella lavorazione del vetro insediate in quell'azienda, si tratta di fare uno studio dei costi e delle possibilità di riconversione. Infatti le motivazioni che adducevano i dirigenti di quell'azienda, quando sono venuti a dirci che erano andati a costruire una fabbrica vicina a Cuneo proprio perché avevano bisogno di spazio, non ci avevano convinti, è la domanda ovvia che ponemmo fu proprio quella. Era evidente che il termine per la vetreria di Vernante ubicata fra la strada e la ferrovia era questione di tempo ed inevitabilmente ci si doveva già porre in allora il problema. Noi non vorremmo (e questo lo vorrei sottolineare al Vicepresidente) che questa riconversione parziale finisse col portarci, a distanza di qualche anno, a dover chiudere anche lo stabilimento di 70/80 persone che dovrebbero lavorare il legno mi pare per l'imballaggio dei vetri; dire che non è più economico fare degli imballaggi di legno per chiudere lo stabilimento pu essere rimandato di qualche anno, ma può essere domani una realtà tragica alla quale possiamo trovarci di fronte.
Sono interrogativi che ci permettiamo di sottoporre proprio per l'esperienza passata, perché non ci soddisfano affatto le intenzioni che ci vengono espresse dalla controparte. La moneta di scambio che ritengo sia valida è proprio quella delle cave di silice. Il collega Viglione era presente in Consiglio provinciale e ricorderà che per decenni si è discusso del danno che la silice provocava all'agricoltura del cuneese. Tra l'altro abbiamo un'agricoltura inquinata, quella della Valie Bormida, ma abbiamo sempre subito questi danni in considerazione del fatto che c'era un'altra faccia della medaglia : il vantaggio dell'impiego industriale; ma se con le nostre cave dobbiamo solo fornire silice a tutte le industrie vetrarie dell'Europa e forse anche di altre zone d'Italia e il danno è per noi allora, dico che le autorità politiche locali devono prendere una decisione perché è vero che la Pennitalia ci ha risposto che fa solo vetro piano e non vuole fare vetro cavo, ma un tipo di riconversione di questo genere doveva essere studiato perché maestranze qualificate come quelle metterle a lavorare il legno, mi pare veramente uno spreco di energie e di qualità che dobbiamo valutare attentamente prima di perderle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Non per contrastare con quanto hanno detto i colleghi Martini e Robaldo, ritengo di dover dichiarare il mio accordo con l'Assessore Libertini, la cui risposta mi pare assolutamente puntuale e corretta.
L'Assessore Libertini non ha detto che condivide questa impostazione ma che questa è l'impostazione che intende dare la multinazionale, che egli non è d'accordo, e che proseguirà l'intervento della Regione per trovare una soluzione accettabile dal punto di vista dell'interesse delle comunità locali: in questo senso io mi ritengo soddisfatto della risposta.
L'Assessore Libertini non ha i poteri di operare in questo senso, ma il problema non è di trasferire i lavoratori da Vernante a Cuneo, ma di mantenere in loco l'occupazione.
Dissento quindi dalle repliche dei colleghi Martini e Robaldo e mi raccomando all'Assessore Libertini - che seguirà questi problemi - affinch sia garantita in valle questa occupazione, fondamentale per l'esistenza stessa del Comune di Vernante.



PRESIDENTE

La parola alla Signora Graglia.



GRAGLIA Anna

Credo che la vicenda della Pennitalia sia una delle più drammatiche per il Cuneese ed ha riproposto un problema di occupazione che interessa profondamente la nostra comunità. Nella verifica che andremo a fare dovremo tenere presente che - e ciò è già stato denunciato nella conferenza economica convocata dal Comune di Vernante - l'attuale Consigliere di amministrazione della Pennitalia, dr. Faccenda, Presidente dell'Unione Industriale di Cuneo, è stato per dieci anni sindaco della maggioranza D.C.
di quel Comune, e in questa veste abbia fatto un contratto con il Comune stesso vendendosi per dieci anni, per un milione, le montagne di quella zona per estrarre la silice. I personaggi che si collocano in questo modo nella realtà del Cuneese sono molti, non è il solo.
E' evidente che bisogna insistere con il Presidente della Pennitalia visto che interviene anche l'Unione Industriale di Torino, perché la vertenza possa avere, per lo meno per quanto riguarda l'alternativa di produzione, delle risposte più soddisfacenti. Però è chiaro che questa battaglia va fatta a più vasto raggio e deve investire anche le forze politiche che hanno responsabilità a livello governativo. Credo che questo sia un elemento da tenere presente se si vuole avere una risposta positiva ed essere vincenti in questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Libertini.



LIBERTINI Lucio, Vicepresidente della Giunta regionale

Io comprendo, Consigliere Martini, la sua profonda insoddisfazione perché altrettanto profonda è la nostra, della Giunta, per la conclusione della vicenda. Comprendo meno la sua insoddisfazione nei confronti della mia risposta perché nell'ascoltarla sembrava che la decisione di chiudere la vetreria l'avesse presa la Giunta.
A questo punto devo invece fare un'autocritica severa, personale perché nella mia prima esposizione, per ragioni d: buon gusto, ho taciuto qualcosa, che ora non taccio più: l'accordo per la chiusura non è stato concluso sul tavolo della Regione, ma sul tavolo del Governo. Noi avevamo convocato il signor Faccenda e gli avevamo detto che intendevamo giocare la carta della silice abbastanza duramente, quando il dr. Faccenda stesso ci ha telefonato da Roma per dirci che lui e una parte delle organizzazioni sindacali preferivano spostare la vertenza sul tavolo del Ministero dell'Industria e del Ministero del Lavoro. A questo punto non ho fatto che alzare le mani e da Roma ci è tornata la vertenza chiusa in questo modo conclusione che ci lascia profondamente insoddisfatti. Ecco come stanno le cose.
Quindi comprendo la sua insoddisfazione per la chiusura della vicenda non la comprendo nei confronti della Giunta.
Un'altra cosa sulla quale vorrei essere preciso è questa: lei mi accusa di avere posto, nella mia esposizione precedente, la vetreria di Vernante assieme ad altri casi. Io le dico che pongo la vetreria di Vernante assieme ad altri casi perché qui non ci sono né figli, né figliastri. Io mi rendo perfettamente conto, collega Martini, di che cosa vuol dire chiudere la vetreria in una zona come quella, però le voglio ricordare, pensando all'elenco delle fabbriche chiuse in questi anni, che cosa vuol dire in questo momento non solo la vicenda del Val di Susa, ma quella dei due stabilimenti che sembrano particolarmente segnati ed alla cui fine non ci arrendiamo, parlo di Lanzo e di Strambino. E' chiaro che noi abbiamo difeso, come Regione, lo stabilimento di Vernante esattamente come tanti altri stabilimenti. La preferenza che possiamo fare sa qual è? Tra uno stabilimento che sta in un'area di sviluppo ed un altro che sta in un'area di depressione, a quel punto difendiamo di più quest'ultimo, ma purtroppo le chiusure che stanno avvenendo è contro le quali ci battiamo, riguardano parecchie aree.
Quanto al secondo punto, evidentemente il mio italiano non è chiaro perché quel che ho inteso dire è esattamente quanto lei ha proposto: io non ho detto che la Comunità montana ha negato, ho detto che la Comunità montana ha votato perché si faccia quello che lei dice e che noi siamo intenzionati a fare, mettere cioè insieme Regione ed enti locali e la riunione di venerdì, che ha convocato, mira a questo; avendo avuto un coccio che si è rotto a Roma (ed io non l'ho detto perché sembrava che si volesse fare lo scaricabarile, cosa che non mi piace) ora vediamo sulla base di questi cocci rotti che cosa costruire.
In conclusione: insoddisfazione profonda, molto profonda da parte della Giunta, anche per la strana procedura che si è seguita, che tra l'altro tende a ripetersi in qualche altro caso (ma non voglio qui rompere altri piattini) è insoddisfazione per quello che è accaduto, però volontà della Giunta, nonostante questo, di agire per risanare una situazione nella misura in cui è possibile risanarla.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento:

Interrogazioni rispettivamente dei Consiglieri Calsolaro, Robaldo, Martini Lombardi, Soldano e Paganelli tutte concernenti le iniziative assunte dalla Giunta regionale in difesa dell'occupazione alla Vetreria di Vernante

Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Prima di passare ad un altro punto all'ordine del giorno devo, ahimè fare una comunicazione al Consiglio e nello stesso tempo dare una comunicazione al Governo la quale forse, in aggiunta a quello che pochi minuti fa abbiamo discusso, dimostra come siano difficili i rapporti con le Regioni.
Io ho ricevuto, cari colleghi Consiglieri, una lettera del Ministro delle Regioni, Morlino - di cui certamente non si può mettere in discussione la spinta regionalista -, assai curiosa, perché egli mi dice in questa lettera, che è rivolta a me, ma evidentemente perché tutti quanti la conoscano, che: "All'inizio della seconda legislatura regionale, ai fini di procedere alla riconferma od al rinnovo dei componenti delle Commissioni di controllo sugli atti regionali che attualmente rimangono in carica in base al principio della prorogatio, si provvide tramite i Commissari di Governo a richiamare l'attenzione dei competenti organi regionali a che, fra i loro primi adempimenti, procedessero in ossequio al disposto di cui al secondo comma lettera d) dell'art. 41 della legge n. 62, ad indicare le due terne di esperti da cui prescegliere i due componenti, più il supplente, della Commissione di controllo di designazione regionale. Tale richiesta sollecitata di recente (circolare n. ecc.) diretta a tutti i Commissari del Governo, non ha avuto sinora alcun effetto. Poiché tale adempimento non pu essere ulteriormente dilazionato, si pregano le S.V. illustrissime di interessare in tal senso il Consiglio regionale ai fini di una corretta applicazione della legge in parola".
La posta, come invenzione, si perde nell'antichità dei tempi, sia pure come forma di trasmissione orale del pensiero attraverso i corrieri che andavano a piedi; il telefono è invenzione più recente, non si sa bene se l'ha inventato Bell o Meucci, ma è certamente stato inventato; anche la stampa, é, tutto sommato, più recente di quanto non sia la posta per trasmissione orale, si ha notizia che un certo Gutenberg ci mise le mani e inventò qualcosa; certamente il processo di alfabetizzazione è stato diffuso dalla rivoluzione francese ed ha già toccato anche ampi margini dello Stato italiano; ma sembra che tutto questo non sia ancora giunto al Ministero delle Regioni, tanto che nessuno ha letto una decisione che il Consiglio regionale del Piemonte ha preso il 2 ottobre 1975, cioè due mesi fa, approvata il 10 ottobre 1975 con delibera che è stata da me portata "pedibus calcantibus" negli uffici qui vicini della Prefettura, in modo da essere garantito che malgrado l'insufficienza della posta e delle trasmissioni tutto fosse perfettamente in regola. I sensi sono fallaci, ma tutto ciò che io sto dicendo in questo momento è assolutamente avvenuto per tutti, salvo che per il Ministro delle Regioni. Provvederemo a far spiegare al Ministro delle Regioni che queste cose le abbiamo fatte due mesi fa e che sarebbe ora che invece ci dicessero le terne che hanno scelto, in modo da permettere ai Comitati di controllo di insediarsi e di funzionare.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 32: "Variazione al bilancio per l'anno finanziario 1975"


PRESIDENTE

Passando oltre, affrontiamo ora la variazione di bilancio del 1975, di cui mi è giunta la relazione da parte della I Commissione con i relativi articoli della legge. C'é stata un'intesa fra i Capigruppo, mi pare che ci sia stata anche tra le forze politiche per addivenire nella seduta di questa sera al licenziamento di tutto questo. La parola per la relazione è al Presidente della I Commissione, Consigliere Rossi, che ne ha facoltà.



ROSSI Luciano, relatore

Signori Consiglieri, il d.d.l. n. 32 riguardante "Variazione al bilancio per l'anno finanziario 1975" indica una compensazione tra stanziamenti ritenuti inadeguati e stanziamenti sui quali è possibile fare un risparmio di spesa.
Le risultanze complessive che derivano dall'esame delle varie rubriche e dei rispettivi capitoli, indicano minori spese per L. 15.196 milioni uguale somma però è impiegata in altri capitoli di spesa e più specificatamente: per L. 14.196 milioni a coprire variazioni interne tra i vari capitoli e L. 1.000 milioni destinate a potenziare il settore dell'assistenza scolastica.
Da un esame particolareggiato delle variazioni apportate al bilancio in base alle tabelle allegate al d.d.l., risulta che in alcune rubriche le maggiori e minori spese si compensano tra loro, per altre si registra un certo aumento della spesa, ed in altre ancora una minore spesa.
Per quanto riguarda le rubriche per le quali in una certa misura le spese si compensano, ci sembra giusto fermare l'attenzione del Consiglio sopra il settore della sanità. Infatti dai capitoli in questione risulta un aumento di spesa di L. 7.502 milioni, ed al tempo stesso una diminuzione di spesa di L. 7.265 milioni.
Al riguardo la modica più importante, di tale spesa, è quella dell'assistenza ospedaliera, che ha molteplici aspetti, ma di cui pare giusto evidenziare i seguenti: a) Assistenza da enti ospedalieri b) Assistenza da cliniche ed ospedali privati convenzionati con le mutue c) Assistenza indiretta e oneri minori.
Il passaggio interno di somme,in aumento e in diminuzione, interessa in particolare i capitoli n. 482 e 483 riguardanti rispettivamente le erogazioni agli enti ospedalieri e alle cliniche convenzionate. Infatti per il capitolo 482 la spesa, rispetto alle previsioni, si riduce di L. 6.700 milioni mentre per il capitolo n. 483 la spesa aumenta di L. 7.000 milioni.
Occorre tener conto che questa sensibile variazione nei capitoli di spesa relativi alla sanità è dovuta al fatto che, all'inizio di questa attività da parte della Regione, non era ben nota la distribuzione della spesa per l'assistenza ospedaliera nei vari settori che prima abbiamo ricordato.
Dall'esame del d.d.l. le rubriche che in modo particolare evidenziano un certo aumento della spesa sono: 1) Rubrica n. 4 - Programmazione al bilancio dove l'aumento di spesa è di L. 1.000 milioni, dovuta all'accantonamento nel fondo globale di somme destinate a potenziare il settore dell'attività di assistenza scolastica nel quale le richieste avanzate dagli enti interessati, ai sensi della legge regionale n. 27 si sono manifestati di gran lunga maggiori delle disponibilità. Ancora in questa rubrica è significativa la maggiore spesa di L. 100 milioni per le indagini conoscitive e per la partecipazione all'istituto ricerche economico-sociali del Piemonte.
2) Rubrica n. 5 - Istruzione, dove nei vari capitoli si registra una spesa in aumento di oltre 3.200 milioni, onde garantire la gestione dei corsi professionali tenuti da enti pubblici e privati. Questa variazione di spesa sottolinea l'importanza del documento relativo all'istruzione professionale preparato dalla III Commissione onde consentire agli organi del Consiglio di definire al più presto una legge organica in materia.
3) Rubrica n. 8 - Sanità, settore nel quale per l'acquisto, la conservazione e la distribuzione di materiale profilattico, si sono spese in più L. 150 milioni.
4) Rubrica n. 10 - Trasporti e Comunicazioni, settore dove la maggiore spesa di L. 937 milioni è richiesta per sopperire alle sovvenzioni relative all'esercizio delle linee automobilistiche in concessione.
Sommando le maggiori spese di queste quattro rubriche esse ammontano a L.
4.387 milioni.
A questa somma unendo le variazioni del settore della sanità dove si è registrato, per i motivi illustrati, un notevole trasferimento interno della spesa, si raggiunge la cifra di ben L. 11.884 milioni che costituisce circa il 78 per cento delle variazioni complessive previste dal d.d.l. in esame.
Se ne deduce perciò che per tutte le altre rubriche le variazioni previste assommano complessivamente a L. 3.312 milioni pari al 22 per cento circa delle variazioni complessive.
Gran parte di queste maggiori spese sono dovute alle necessità di funzionamento dei vari settori di attività della Regione.
Dall'esame delle predette variazioni pare giusto ancora evidenziare che esse rappresentano solo il 4,5 per cento del bilancio della Regione nel suo complesso per il 1975.
Da quanto esposto emerge una considerazione che pensiamo debba richiamare l'attenzione del Consiglio regionale: considerando, ai sensi di legge, le spese per l'assistenza ospedaliera una partita di giro, le altre variazioni del bilancio 1975 indicano che ormai si è arrivati ad una rigidità tale del meccanismo del bilancio per cui sarà difficile, nel prossimo avvenire poter potenziare delle spese destinate ad incrementare l'attività della Regione.
Tale considerazione, che deve farci riflettere, trova la sua giustificazione anche nel fatto che le variazioni previste per il bilancio 1975 sono possibili in quanto ben 4.250 milioni di lire destinate alle spese in conto interesse per mutui, non potranno essere impiegate. Infatti la maggior parte delle leggi che prevedono il finanziamento attraverso l'accensione di mutui, sono state approvate soltanto nella primavera avanzata, ed alcune in settembre. Anche se l'attività per ottenere i mutui dei vari Istituti di credito procede speditamente, tuttavia i relativi interessi non potranno incidere sul bilancio di previsione del 1975.
Ciò non significa che le leggi finanziate con mutuo non avranno buon esito; la loro attivazione potrà provvisoriamente avvenire, ove necessario con l'utilizzazione dei fondi di cassa ancora disponibili.
E' bene ancora evidenziare che attualmente le quote di interesse relative a mutui contratti nel 1975, che incidono sul bilancio di previsione, ammontano a L. 220 milioni e riguardano il solo mutuo di L.
3.600 milioni che è stato perfezionato ed utilizzato nel settore degli asili nido.
Abbiamo posto in rilievo tale aspetto per sottolineare quanto è già stato messo in rilievo più volte in Consiglio relativamente all'adozione di quegli strumenti che rendono più efficace e tempestiva la realizzazione delle leggi regionali. Questa ricerca si presenta sempre più necessaria ed impellente.
Il d.d.l. in esame ci indica però che si va verso una tale rigidità di bilancio per cui occorreranno altre iniziative e lotte per superare una situazione che verrà rapidamente a crearsi, se non si modificheranno con urgenza i rapporti tra potere centrale e regioni in materia finanziaria.
A tal riguardo è sufficiente evidenziare che la Regione Piemonte ha avuto dallo Stato nel 1974, ai sensi della legge n. 281 "fondo comune" L.
51.170 milioni, e nel 1975, a tutt'oggi le somme percepite sono state di L.
51.948 milioni: una somma quindi quasi uguale. L'esigua differenza non copre neppure il maggior onere derivante dalla svalutazione della moneta.
Se ne deduce perciò che le somme corrisposte dallo Stato non solo sono inadeguate alla realizzazione di congrui investimenti economici ma addirittura al sostenimento delle normali spese di amministrazione.
Nel sottolineare la difficile situazione della finanza regionale in raffronto al nostro bilancio, non possiamo non evidenziare, al tempo stesso, quella ancora più grave dei Comuni e delle Province.
L'avvenuto taglio dei bilanci per oltre 3.000 miliardi nel 1975 ed il pagamento di oltre 400 miliardi di interessi alle banche per anticipazioni di cassa necessaria alla gestione dei servizi, ha non solo peggiorato la già grave situazione esistente nei Comuni e nelle Province ma ha ridotto all'osso le loro possibilità di spesa, di investimento, e anche di funzionamento.
Se non sarà data risposta alla richiesta delle Regioni, dei Comuni e delle Province, fatta a Viareggio nell'ultimo Convegno, di attuare un sistema unitario dell'intera finanza pubblica a mezzo di un raccordo organico a tutti i livelli istituzionali, non sarà possibile affrontare con programmi urgenti di intervento e di ampio respiro le questioni che la crisi economica e sociale impone.
L'azione diretta ad impegnare il Governo a garantire maggiori entrate alle Regioni nella misura del 25 per cento, ed un più consistente finanziamento dei piani regionali di sviluppo, è la condizione indispensabile per uscire dalla già accennata rigidità di bilancio e per poter svolgere, come Regione, quell'azione propulsiva che l'attuale situazione economica richiede.
Abbiamo voluto sottolineare tali questioni proprio in occasione del d.d.l. in esame, non per sostenere posizioni settoriali, ma per ricercare gli aspetti più generali della grave situazione in cui si trovano ad operare le istituzioni di base del Paese.
Mi permetta, signor Presidente, di auspicare che l'Ufficio di Presidenza assicuri la sua partecipazione, oltre che esprimere la solidarietà alla manifestazione degli enti locali che avrà luogo sabato mattina al Teatro Regio di Torino.
Infine, ritornando al d.d.l. che è alla nostra attenzione, la dichiarazione d'urgenza prevista dall'articolo 2 trova la sua giustificazione nel fatto che i provvedimenti di variazione richiesti sul piano legislativo dovranno essere adottati entro la fine dell'anno in corso.



PRESIDENTE

Voglio intanto assicurare il relatore Rossi che la Presidenza del Consiglio sarà presente sabato a questo incontro delle Province e dei Comuni del Piemonte sulla finanza locale e che porterà un saluto non soltanto formale, almeno nelle intenzioni, ma entrerà nel merito dell'argomento che le autonomie locali piemontesi affronteranno.
La discussione è aperta. E' iscritto a parlare il Consigliere Gandolfi.
Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, voglio annunciare il voto favorevole del Gruppo repubblicano al provvedimento di variazione di bilancio. Riteniamo che le proposte formulate dalla Giunta siano per larga parte obbligate, cioè siano scelte più tecniche che di indirizzo politico, in parte residuate da decisioni assunte dall'amministrazione precedente e che per questa ragione non possa mancare un voto di approvazione, perché talune cose che sono urgenti sul piano operativo possano procedere.
Sul piano tecnico devo ancora rilevare (ne abbiamo discusso prima in Commissione) che in particolare c'è un provvedimento di accantonamento di un miliardo previsto per l'assistenza scolastica sul fondo globale; con questa revisione di bilancio manca ancora uno strumento di attuazione da parte della Giunta.
Sarebbe stato meglio, tutto sommato (in passato in qualche caso siamo già ricorsi a soluzioni di questo tipo), che il disegno di legge relativo marciasse in parallelo con il provvedimento di variazione di bilancio. Mi sembra che a settembre la Giunta fosse già ricorsa ad una soluzione di questo genere per il provvedimento riguardante i trasporti, che, se non vado errato, aveva marciato parallelamente al provvedimento che allora mi sembra riguardasse l'utilizzazione dell'avanzo di amministrazione dell'anno precedente, anzi, era stato votato addirittura in Consiglio una settimana prima. Ci troveremo nelle prossime settimane nella necessità di varare, nel giro di sette giorni, un disegno di legge sull'assistenza scolastica con problemi non indifferenti, sempre che la Giunta lo approvi speditamente.
Devo poi ribadire quello che avevo già detto in Commissione dopo l'esposizione della relazione del Presidente Rossi, su un argomento che già in parecchie circostanze abbiamo toccato, quello dei rapporti tra finanza locale e finanza statale. Dissentiamo dal tipo di proposizioni che sono state proposte con la relazione del Presidente in Commissione e siamo convinti che occorrano dei provvedimenti drastici di revisione di questi rapporti, che si debba andare, lo ripetiamo, ad un consolidamento dei debiti degli enti locali con un intervento anche della finanza statale per pagare il consolidamento complessivo, ma siamo convinti anche che vadano assolutamente varati dei provvedimenti di carattere legislativo che mettano al riparo da certi meccanismi patologici di aumento della spesa pubblica a livello locale con delle parametrizzazioni che blocchino, ad esempio l'espansione di spese per organici o costi del personale, specialmente a livello di aziende municipalizzate che oggi sono uno degli elementi che fanno maggiormente esplodere questo tipo di indebitamento collettivo che i Comuni stanno realizzando. E per altro verso non siamo neppure d'accordo su un rigido collegamento tra finanza locale e finanza nazionale perch riteniamo piuttosto che la strada da battere sia quella di riattribuire dei tributi propri agli enti locali, perché non è logico che le amministrazioni che fanno una finanza non diciamo allegra, ma certamente più propensa ad aumentare la spesa corrente, scarichino sull'intera collettività questa loro propensione ed è logico invece che le amministrazioni se decidono di spendere di più per certi livelli di servizi li imputino correttamente alla collettività che li utilizza con dei tributi propri da manovrare.
E' ovviamente un discorso del tutto aperto - e su questo siamo d'accordo -, da impostare; ci auguriamo che i prossimi mesi costituiscano veramente un momento di soluzione di questo tipo di problemi con concretezza e con senso di responsabilità da parte di tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel fare questo intervento, che sostanzialmente è già una dichiarazione di voto, vorrei innanzi tutto sottolineare il senso di responsabilità con il quale il Gruppo della D.C.
si è collocato di fronte a questo disegno di legge, senso di responsabilità che riteniamo di aver già manifestato concretamente e con la nostra determinante presenza in Commissione e che vogliamo manifestare anche in aula.
E' un disegno di legge, questo, che avrebbe certamente richiesto degli approfondimenti, dei chiarimenti in riferimento ai singoli capitoli, ma abbiamo ritenuto, in Commissione, di non fare delle particolari questioni è di accettare l'invito cortese che l'Assessore Simonelli ha rivolto per una rapida approvazione necessaria sia sul terreno pratico per l'immediato funzionamento dell'Amministrazione regionale, sia sul terreno più propriamente giuridico.
Detto questo vorrei ripetere qui alcune osservazioni che ho già fatto in Commissione. Noi ci troviamo di fronte ad un disegno di legge di variazione di bilancio che riguarda solamente una parte del bilancio, la parte della spesa, non l'entrata. Sull'entrata, l'ho già detto in Commissione e lo ripeto qui, ci sono due capitoli di bilancio: il capitolo 15 dove era stato iscritto il fondo comune per decisione politica di tutte le Regioni, con un aumento del 25 per cento, ed il 45 dove erano stati iscritti gli interessi attivi nella misura di 12 miliardi, interessi attivi che, proprio per il calo del tasso di interesse, non saranno realizzati in questa misura. Quindi ci sono due capitoli di bilancio che presentano già certamente, ad occhio, non solamente un pericolo, ma la certezza di una minore entrata.
L'Assessore Simonelli ha dichiarato di essere a conoscenza di questo pericolo ed ha affermato che il problema sarà tenuto presente in un momento successivo.
Ci tenevamo a fare questo rilievo perché riteniamo che nella completezza di trattazione di una variazione di bilancio non si potesse prescindere da questa osservazione.
Per quanto riguarda invece la spesa, una delle osservazioni che intendevamo fare riguardava la rubrica relativa all'Assessorato all'assistenza scolastica, perché non avevamo visto sostanzialmente accolte le istanze che il Gruppo della D.C. in aula, o in sede di Commissione aveva avanzato. Una riunione svoltasi alla presenza dell'Assessore Fiorini, è servita a chiarire che ci sarà l'immediata presentazione da parte della Giunta di un disegno di legge per l'utilizzazione di quel miliardo che oggi viene inglobato nei fondi globali e quindi noi siamo sostanzialmente paghi per ora, di questa dichiarazione, riservandoci di fare le nostre osservazioni allorquando il disegno di legge verrà presentato dalla Giunta e discusso dalla competente Commissione.
Per quanto concerne le spese, tenuto conto che le due voci principali riguardano oltre sette miliardi di spostamento dal capitolo degli ospedali a quello delle case di cura e oltre tre miliardi vengono destinati per i corsi di formazione professionale, sugli altri cinque miliardi noi troviamo, come dice la stessa relazione presentata dalla Giunta, un miliardo e 388 milioni per stanziamenti in capitoli, riguardanti il funzionamento, la sistemazione, l'arredamento degli uffici regionali, anche in relazione al trasferimento di servizi che è conseguito e conseguirà alla distribuzione degli incarichi tra i componenti della Giunta regionale. Non solo, ma nella variazione che ieri è stata presentata in Commissione abbiamo notato che altri cento milioni e più si destinano a mobili ed arredi. E' una spesa notevole sulla quale noi diciamo semplicemente questo: se la Giunta ha valutato che è necessaria per queste sistemazioni, noi non poniamo alcuna questione, ma allora ci sia rispetto da parte di tutti per quelle spese che sono state in ogni tempo necessarie per la sistemazione e l'impianto degli uffici e che hanno consentito l'avvio dell'attività regionale.
Queste sono le osservazioni brevissime che, stante anche il tempo in cui si siamo soffermati su questo disegno di legge, abbiamo ritenuto di fare. Poiché in particolare sul punto che più ci interessava, quello sul miliardo, per l'assistenza scolastica abbiamo avuto una risposta soddisfacente da parte dell'Assessore Fiorini e poiché si tratta di una variazione di bilancio che in una certa misura una rappresentanza della D.C., allora in Giunta, ha gestito, annuncio il voto favorevole del Gruppo della D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Con questa dichiarazione di voto desidero dare atto dell'atteggiamento responsabile del Gruppo della D.C. il quale, ritenendo valide le ragioni poste dall'Assessore Simonelli, ha consentito la rapida approvazione di questo atto della Regione. Questo atteggiamento positivo noi lo cogliamo non come fine a se stesso, cioè non come dovuto ad un valore prevalentemente tecnico di questa variazione di bilancio, ma vogliamo cogliere nell'espressione del Consigliere Paganelli un senso di responsabilità che investe le varie situazioni in cui la Regione Piemonte viene a trovarsi, a conferma che il confronto, quando si collega a situazioni da cui è difficile prescindere e che hanno delle cause obiettive e non soltanto soggettive, non può che portare a situazioni che si muovono nella direzione non di una singola parte, ma nell'interesse della Regione.
Inviterei poi la Giunta ad assumere un impegno preciso, perché è questione di tempo: i mille milioni di variazione del bilancio per essere utilizzati hanno bisogno, come è già avvenuto in precedenza, di una legge che si articoli in uno o due punti. Devo ricordare che questo atto legislativo deve essere adottato dal Consiglio entro l'anno in corso, per cui, rifacendomi anche alla riunione dei Capigruppo che abbiamo svolto precedentemente e dove si è discusso dei punti all'ordine del giorno delle sedute che entro l'anno ancora si possono fare, occorre tenere conto della necessità di approvare insieme con i criteri di ripartizione che l'Assessore Fiorini si è impegnato a portare, dopo averne discusso in Giunta, nella Commissione, anche il disegno di legge che ne consente l'utilizzazione. I tempi sono quindi obbligati e da questi non si pu prescindere.
Infine, le questioni sollevate da Paganelli per quanto riguarda l'entrata. Ne abbiamo già discusso in Commissione e lì si è anche affermato che è essenzialmente un problema di consuntivo, in quella sede emergeranno con maggiore chiarezza le questioni che sono state qui poste, tuttavia l'averne parlato è un elemento positivo perché ci riconduce all'esigenza di approfondire situazioni che abbiamo voluto; anzi, il bilancio della Giunta precedente non lo votammo, tuttavia eravamo d'accordo anche noi che il bilancio della Regione prevedesse un 25 per cento in più del fondo che lo Stato ripartisce tra le Regioni per consentire una maggiore possibilità di investimento. Questa decisione, che era di tutte le Regioni, la Giunta precedente l'accolse, noi fummo d'accordo ed il bilancio fu impostato con questa previsione di entrata che poggiava essenzialmente su un impegno delle Regioni nel loro complesso, teso ad ottenere dal Governo questa diversa ripartizione, questo aumento del fondo.
Dobbiamo purtroppo prendere atto che questa richiesta delle Regioni negli incontri con il Governo non ha avuto esito positivo, salvo cento miliardi essenzialmente per i trasporti, come veniva spiegato oggi in Commissione. Il vuoto quindi è vero, reale, abbiamo tentato un atto di lotta politica, chiamiamolo così, nei confronti del Governo, ma non è andato a buon fine, il problema del buco si porrà nel momento del consuntivo.
Partire da questa premessa secondo me è indispensabile per vedere come colmiamo un vuoto che non è soltanto da giudicare dal punto di vista contabile, il vuoto si rifà a spese di investimento che non si sono potute effettuare, e questo ripropone, per esempio alla nostra Regione, come a tutte le altre, lo stesso problema: è necessario insistere nella richiesta al Governo dell'aumento del fondo da distribuire alle Regioni, e quindi preparare il bilancio tenendo conto di questa previsione? Oppure se siamo d'accordo di mantenere la posizione dell'anno scorso, quali passi sono necessari perché non resti più una pura indicazione di volontà politica che poi non trova riscontro nelle decisioni del Governo? Così pure credo occorra, partendo dal problema giustamente sollevato da Paganelli e che attiene alla legge sulla contabilità, tenere presente che una cosa è fare una previsione di possibilità di mutui sulla base di un'entrata che intanto si basa su entrate ordinarie ed entrate per spese di investimenti e che inoltre può contare su un 25 per cento in più, come richiesto dalle Regioni, sul fondo comune; altra cosa è poter contrarre dei mutui essenzialmente sulle spese correnti, come sembra il Governo ci voglia dire. E' un nodo importante da sciogliere e che può consentire alla Regione nostra come alle altre di fare un bilancio di 300 miliardi, o di fare un bilancio soltanto di 170/180, la cosa non è di secondaria importanza e secondo me merita di essere ripresa in Commissione e fare i passi indispensabili per avere un minimo di certezza nell'impostazione dell'entrata per il prossimo bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, annuncio che voteremo a favore di queste variazioni di bilancio proposte dalla Giunta, senza intervenire nel merito dei singoli trasferimenti, ma ritenendoci obbligati ad un richiamo che, tutto sommato, stamattina ha avuto anche un certo clamore in una specie di guerra, o di polemica su guerre di comunicati; mi pare che alcuni mesi fa, al momento dell'insediamento della Giunta, fossero state fatte dichiarazioni ai giornali con le quali si dava la certezza della possibilità, attraverso le variazioni di bilancio, di realizzare finalità moltiplicative di importi finanziari che non erano stati sufficientemente valutati o sufficientemente reperiti in precedenza.
Oggi ci troviamo di fronte ad una realtà che il Presidente della I Commissione ha illustrato in termini chiari, e che conferma quello che purtroppo avevamo messo in evidenza al momento della discussione del bilancio, è cioè la notevole anelasticità del bilancio stesso. E' una realtà in ossequio alla quale oggi ci ridimensioniamo.
Io credo che se con umiltà teniamo presente questo fatto, voi potete anche comprendere il motivo per cui, responsabilmente, votiamo quanto ci proponete.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, vorrei brevemente dare alcune spiegazioni su quesiti che sono stati posti in occasione del dibattito sulle variazioni di bilancio.
Comincerò dalla prima parte, relativa alle spese così dette economali che sono lievitate in misura notevole.
Come sapete, al momento in cui venne eletta questa Giunta erano già in corso alcune collocazioni degli uffici, parlo specificamente dell'ufficio della sanità e dell'assistenza .di via Sacchi, del palazzo di corso Bolzano in cui si trovano gli uffici tecnici, ed un concetto diverso dell'utilizzazione patrimoniale ci ha portati a compiere spese che riteniamo siano utili nell'economia generale degli uffici della Regione Piemonte.
Per quanto riguarda corso Bolzano, come i Consiglieri sanno, vi è l'ipotesi di una Collocazione generale del Dipartimento della pianificazione territoriale, dell'urbanistica, dell'ecologia e dei trasporti. Per l'urbanistica ed i trasporti ciò è già avvenuto ed ha comportato il recupero di molti locali che erano inutilizzati e la razionalizzazione, per ora, degli altri uffici dello Stato che si trovavano all'interno; siccome il palazzo sta per essere trasferito, nella sua interezza alla Regione, è probabile che entro un anno, all'interno, saranno accorpati tutti gli uffici della pianificazione, dell'ecologia, dei trasporti e dell'urbanistica.
Tutto ciò ha comportato una spesa non indifferente (e ne daremo conto in uno studio sulle spese economali e di funzionamento delle Regioni: per il 1974 lo daremo alla fine del 1975 e ciò ha comportato tre mesi di lavoro, a fine gennaio o al massimo al 15 febbraio daremo conto di tutte le spese di funzionamento della Regione per quanto riguarda il 1975) ma la differenza sarà per ora data soprattutto dai costi che ci preoccupano perché si sono elevati in misura notevole. Come loro sanno per alcuni beni si è passati addirittura a tre volte il prezzo del 1972/73, per altri in misura ancora superiore; tutto ciò rientra nella logica di un'utilizzazione delle proprietà regionali per l'inserimento degli uffici. In definitiva noi tendiamo, nel tempo, a portarci a casa nostra dappertutto, nelle Province nei Comprensori e nell'interno della Regione Piemonte.
Abbiamo già avviato una serie di trattative per l'utilizzazione di palazzi nel centro storico, siamo in contatto con il demanio ed abbiamo già fatto una richiesta direttamente al Ministro delle Finanze e del Tesoro che sovrintendono a questi problemi.
Abbiamo iniziato per adesso nelle Province, ma in collaborazione con i Comuni che saranno capoluoghi di comprensorio, la ricerca specialmente di palazzi storici che possano essere utilizzati globalmente per tutti gli uffici, ciò al fine di razionalizzare un intervento perché, come sanno i Consiglieri, in tutte le Province vi sono 8/9/10 uffici regionali sparsi per le parti diverse della città, con spese di affitto, di riscaldamento di personale, di telefono e di ogni altra cosa con il disservizio totale anche rispetto alle necessità del cittadino. Questa politica ha comportato di per se stessa delle spese immediate e ne comporterà ancora, perché si prevede che nel breve volgere di qualche anno saranno per lo meno 15 miliardi che verranno spesi in quella direzione.
Per quanto concerne invece i diretti investimenti, qualche scelta è stata fatta. Noi non ci siamo ripromessi, al momento in cui siamo stati eletti, di cambiare la faccia della Regione Piemonte attraverso le variazioni di bilancio ma ci siamo impegnati anche in occasione dell'ultimo dibattito, alla liquidazione dei residui passivi e delle pratiche esistenti alla Regione Piemonte di nostra pertinenza entro la fine del 1976. Non potevamo certo assumere l'impegno di cambiare il volto della nostra Regione attraverso una variazione di bilancio, conoscendo anche i maggiori costi che si erano verificati nel 1975, di cui non facciamo colpa a nessuno, si sono verificati e li abbiamo registrati, ma evidentemente costituiscono un peso notevole. I Consiglieri sanno con quanto rigore procediamo per ogni spesa all'interno della Giunta regionale e in ogni occasione siamo disposti a darne conto al Consiglio e alla comunità regionale, tant'é che ci siamo avviati ad uno studio completo dei costi di funzionamento della Regione.
Questo perché vogliamo andare ad un controllo puntuale ed esatto di ogni spesa che si verifica all'interno della Regione, a cominciare dal foglio di carta alle spese telefoniche. Loro sanno quanti richiami continui abbiamo fatto, per quanto riguarda tutte queste spese, che poi, in definitiva, come loro vedranno, dallo studio economale, incidono in misura determinante.
Ho detto che lo studio economale costituirà una sorpresa, perché si vedrà qual è il costo effettivo dei cento uffici della Regione Piemonte sparsi per tutta la comunità e per tutte le aree. Tutto questo richiede delle razionalizzazioni. Dobbiamo intervenire per eliminare alcune situazioni venutesi a creare in determinati uffici che dobbiamo ridurre.
Siamo convinti che tutto ciò servirà per un migliore funzionamento e nell'interesse del sistema della Regione Piemonte.
Abbiamo di fronte a noi il problema dei comprensori, del personale dei comprensori, abbiamo tutto un sistema da porre in atto perché si raggiunga quel decentramento che abbiamo sempre auspicato. Ripeto, alcune scelte sono già state fatte e sono già state indicate, comunque ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti, il Presidente della I Commissione che ha lavorato attorno a questo disegno di legge; abbiamo la convinzione che queste scelte possano portare quanto meno un piccolo contributo al miglioramento della situazione di crisi di cui oggi il Piemonte risente, in misura particolarmente rilevante.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di parola, quindi si può passare alla votazione dei due articoli che compongono questa legge di variazione di bilancio.
"Articolo 1 - Variazioni alla spesa Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1975 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella annessa alla presente legge.
Nell'elenco n. 3, allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1975, sono aggiunti gli accantonamenti indicati nel prospetto annesso alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Se nessuno desidera intervenire si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 2 è approvato.
Si passi ora alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il disegno di legge n. 32 è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Proposta di deliberazione per "Classificazione delle zone di collina depressa, collina e pianura ai fini dell'erogazione degli incentivi regionali per l'agricoltura ed altri fini eventuali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto nono dell'o.d.g.: "Proposta di deliberazione per 'Classificazione delle zone di collina depressa, collina e pianura ai fini dell'erogazione degli incentivi regionali per l'agricoltura ed altri fini eventuali' ".
Relatore è il Consigliere Chiabrando, al quale dò la parola.



CHIABRANDO Mauro, relatore

La deliberazione che viene proposta è stata esaminata oggi dalla VI Commissione molto velocemente, non è stato nominato un relatore, per cui il Presidente si assume l'onere di introdurre l'argomento.
Si tratta, in realtà, di un provvedimento burocratico che viene a completare gli atti necessari alla piena e corretta attuazione, delle leggi sull'agricoltura che la Regione ha votato nei tempi passati. In sostanza vengono revisionate alcune classificazioni del territorio regionale specialmente di collina e collina depressa e vengono rese più aderenti alla realtà, con un'interpretazione più giusta e corretta del territorio regionale ai fini dell'applicazione delle leggi sull'agricoltura. Ci tengo a sottolineare che questa classificazione, così come viene proposta, non vale per altri settori, e limitata all'agricoltura.
E' uno studio fatto molto accuratamente dagli uffici dell'Assessorato devo darne atto, che dà un'interpretazione più esatta delle leggi.
Quindi, nel comunicare che la Commissione all'unanimità ha approvato questa procedura, anche se accelerata in quanto i membri non hanno potuto prendere visione di questi documenti molto voluminosi e molto dettagliati la Commissione all'unanimità ha approvato il documento e prego il Consiglio di volerlo approvare così come è stato proposto.



PRESIDENTE

Ringraziando il relatore per l'ammirabile concisione con cui ha illustrato la delibera, apro la discussione.
Se nessuno intende prendere la parola passo alla votazione per alzata di mano.
La delibera è approvata all'unanimità.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Problema dell'ESAP


PRESIDENTE

Rimarrebbe ancora da esaminare un atto importante, se c'e il consenso del Consiglio regionale. Nella riunione dei Capigruppo è stata sollevata e discussa una questione delicata che riguarda un'eventuale dichiarazione della Presidenza del Consiglio e dei Capigruppo, circa un'esposto (che i Capigruppo conoscono) presentato dal Consiglio d'amministrazione dell'ESAP che contiene tutta una serie di rilievi critici inerenti l'attività della Giunta (non abbiamo preso in considerazione l'argomento, perché la questione è inerente ai rapporti che l'organismo ha con l'Assessorato all'agricoltura) e una serie di questioni che riguardano invece i rapporti tra le forze politiche e gli organi della Regione.
Si è ravvisata l'opportunità di dare vita ad una dichiarazione che precisasse semplicemente quale tipo di rapporto vi è stato sinora tra le forze politiche e gli organi del Consiglio, nell'arrivare a determinare e a sciogliere alcuni nodi.
Io vi leggo un progetto di dichiarazione firmato dai Capigruppo Berti Robaldo, Calsolaro, Cardinali. Non vedo la firma del Consigliere Bianchi e ne intuisco il perché, ma ne discuteremo fra poco.
Vorrei prima leggere il testo di un'eventuale delibera per poi apportarvi tutte le modificazioni necessarie. Più o meno potrebbe suonare così: "La Presidenza del Consiglio regionale e la conferenza dei Presidenti di Gruppo, in relazione all'esposto presentato dal Comitato esecutivo dell'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte nel quale si rileva criticamente l'incertezza della situazione di prorogatio in cui si sono venuti a trovare gli organi dell'Ente, nonché l'inammissibilità di continuare in una situazione che da una parte condanna l'Ente all'inadempienza dei suoi fini istituzionali, e dall'altra consente che vengano attribuite ai suoi amministratori e alle organizzazioni che li hanno designati, responsabilità non loro proprie e si considera non ulteriormente accettabile che esso resti bloccato dalle incertezze politiche e dalle pastoie burocratiche, precisa: i ritardi nella messa in funzione dei nuovi organi direttivi dell'ESAP non sono imputabili a nessuna carenza istituzionale della Regione e a nessuna remora addebitabile a forze politiche si deve rilevare invece che dal 21 luglio, data di insediamento del Consiglio regionale, a tutt'oggi, tutte le nomine effettuate dalla Regione Piemonte (Comitati di controllo, enti, organismi operanti nei vari settori) per un totale di 206 componenti nominati nel complesso di 38 organi, sono avvenute nel pieno consenso di tutte le forze politiche democratiche la definizione dei membri del Consiglio d'amministrazione dell'ESAP di competenza del Consiglio regionale è avvenuta nella seduta consiliare del giorno 21 novembre, con la stessa intesa politica unitaria l'esame della candidatura per la presidenza dell'ESAP è sinora avvenuto fra tutte le forze politiche, con l'affermazione da parte dei Gruppi di maggioranza (PCI, PSI) della stessa Giunta della piena disponibilità a ricercare e trovare un nominativo che non fosse necessariamente espressione della maggioranza, che rispondesse ai requisiti di competenza tecnica, di esperienza e di espressione politica della forza maggiormente rappresentativa del mondo agricolo.
Tale disponibilità dei Gruppi di maggioranza, pure apprezzata dalle altre forze politiche, non è stata da loro accolta, intendendo quindi lasciare la designazione alle forze che sostengono la Giunta.
Tutti i Gruppi hanno comunque convenuto sui contenuti fondamentali di operatività politica amministrativa cui il Consiglio d'amministrazione dell'ESAP dovrà ispirarsi nello sviluppo della propria attività".
Questo è il testo del documento proposto. Vi sono obiezioni? La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, noi non ci opponiamo a che si dia un chiarimento in ordine alla contestazione che viene mossa ad organi ed all'istituto regionale e che si dia anche conto della realtà dei rapporti politici così come si sono svolti.
Tutti i testi sono sempre emendabili, una volta fatti, è facile anche correggerli. Io molto cordialmente propongo alcuni rilievi, alcune eccezioni che mi sembrano opportuni.
Sulla premessa nulla da dire, ovviamente.
"Precisa: 1) i ritardi nella messa in funzione dei nuovi organi direttivi dell'ESAP non sono imputabili a nessuna carenza istituzionale della Regione e a nessuna remora addebitabile a forze politiche".
Possiamo anche accettarla, non senza rilevare che è una soluzione un po' trionfalistica che ci diamo da soli, ma se non ci vogliamo bene tra di noi nessun altro ce ne vuole altrettanto.
"2) si deve rilevare invece che 'come se fosse una contrapposizione'. No io direi 'é legittimo rilevare in questa occasione che dal 21 luglio ecc." e poi tutto il comma andrebbe bene.
Infine, un punto di terminologia, il terzo, "la definizione". Cosa significa? La nomina, la scelta, la determinazione, la designazione?



PRESIDENTE

La designazione.



BIANCHI Adriano

Ecco perché "la definizione" non va.
"Dei membri del Consiglio d'amministrazione dell'ESAP di competenza del Consiglio regionale è avvenuta nella seduta consiliare del giorno 21 novembre, con la stessa intesa che ha impegnato tutte le forze politiche".
Perché se è "unitaria" nel senso aritmetico e di convergenza, di volontà non è "unitaria" nel senso specificamente politico, nel senso che non è che si perseguano delle finalità generali politiche comuni, si converge su questo punto ed è su questo punto convergente.



PRESIDENTE

Forse bisognerà aggiungere l'aggettivo "democratiche".



BIANCHI Adriano

Sì, ma c'era già anche prima, comunque non fa mai male.
Infine "l'esame della candidatura per la presidenza dell'ESAP è sinora avvenuta fra tutte le forze politiche, con l'affermazione da parte dei Gruppi di maggioranza (PCI e PSI) della stessa Giunta della piena disponibilità a ricercare e trovare un nominativo che non fosse necessariamente espressione della maggioranza, che rispondesse ai requisiti di competenza tecnica, di esperienza e di espressione politica della forza maggiormente rappresentativa del mondo agricolo". Nulla da eccepire sostanzialmente questa è la realtà.
"Tale disponibilità dei Gruppi di maggioranza, pure apprezzata dalle altre forze politiche, non è stata da loro accolta". E qui introdurrei un completamento del quadro, se no mi sembra monco, si spiega molto bene che cosa voleva fare la maggioranza ed è un po' carente, a mio giudizio, la spiegazione della posizione delle altre forze che hanno invece inteso che per obiettive ragioni istituzionali e di esercizio delle relative responsabilità, dovesse invece essere effettuata dalla Giunta, lasciando ai Gruppi consiliari di valutare i criteri adottati per la scelta del candidato e la corrispondenza della stessa scelta a principi enunciati dalle forze che sostengono la Giunta".
Questo è stato l'oggetto del dialogo che si è svolto.
Poi l'ultimo comma lo sostituirei in questi termini: "Tutti i Gruppi, pure in presenza di differenti valutazioni su questioni di merito che sono oggetto dell'esposto sopra citato, non su quelle procedurali o del comportamento delle forze politiche - vedasi, tra l'altro, quelle che riguardano la dotazione di personale e di impianto è la richiesta della designazione alle organizzazioni agricole interessate hanno comunque confermato il proposito di agire, ciascuno secondo il proprio ruolo, per contribuire ad assicurare la massima efficienza politica ed amministrativa del Consiglio d'amministrazione dell'ESAP e la sollecita operatività dell'ente".



PRESIDENTE

Le proposte sono avanzate, io apro la discussione per vedere se si possono accogliere queste modifiche.
La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Io ho firmato questo comunicato in quanto mi è sembrato che rispecchiasse, se non altro per quello che riguardava l'ultimo punto, e cioè le finalità, il modo di intervenire dell'ente, un accordo, almeno per quello che riguarda la mia parte, anche se, evidentemente, si tratta di indirizzi molto generali.
Torno però a fare una considerazione: questi comunicati, al di fuori di quello che possono rappresentare nel senso detto prima sono proprio indispensabili? Il mio terrore è che quanto prima si arrivi a contrapporci anche attraverso i caroselli televisivi, e poiché la mia parte politica non è finanziariamente forte noi saremmo tagliati fuori anche da questo tipo di contrapposizione. Non vorrei che non cogliessimo un aspetto, e mi richiamo ancora all'intervento di questa mattina, al bisticcio, se si vuole, su cui non entro nel merito, ma che ci porta forse al parossismo della richiesta di puntualizzazioni in tutte le circostanze, là dove a mio modo di vedere i resoconti, ciò che la stampa dice di ciò che facciamo è già la risposta più significativa a tutto il resto.
Ciò detto però, facendo questo inciso che non si richiama tanto a questo fatto, quanto ad altri che sono emersi o che potrebbero emergere in futuro, ripeto, non ho obiezioni da fare ne a questo ne al testo che propone il collega Bianchi.



PRESIDENTE

Vorrei soltanto ricordare a me stesso l'iter di questa vicenda. Abbiamo esaminato, appunto nella riunione dei Capigruppo con la Presidenza del Consiglio, tutta una procedura tendente a garantire che nella designazione delle candidature, nel corretto funzionamento della Commissione nomine nella ripartizione quantitativa dei vari posti si seguisse un determinato criterio che è stato da tutti i Gruppi convenuto. E' per questo motivo, è per lo scrupolo assoluto che abbiamo cercato di mettere tutti quanti nell'arrivare a formulare una metodologia nuova e, per quel che mi risulta del tutto originale fino a questo momento, che il documento che ci è stato consegnato dall'ESAP ha un suo particolare rilievo; per quanto riguarda le critiche che rivolge alla Giunta, risponderà la Giunta stessa, ma alcune affermazioni del documento paiono non conoscere a non conoscere a sufficienza, oppure atteggiarsi in maniera critica rispetto ad una procedura che a noi pare (e quando dico "noi" dico, credo, tutte le forze politiche del Consiglio) estremamente scrupolosa, corretta, attenta a non commettere errori.
In questo senso sarei del parere che una dichiarazione della Presidenza del Consiglio e dei Capigruppo comunque venisse fatta tempestivamente e puntualmente, non per prendere l'avvio è per farne tutti i momenti su tutti gli argomenti, ma su questa questione di eccezionale importanza politica circa la metodologia da seguire, credo che non sarebbe sbagliato farla.
Circa i contenuti di questa dichiarazione la discussione è aperta e do la parola al Consigliere Rossi che l'ha chiesta.



ROSSI Luciano

Desideravo semplicemente esternare una mia non esatta comprensione dell'intervento del Consigliere Bianchi: non ho afferrato se egli osservava che per ragioni istituzionali il Presidente dell'Ente dovesse essere espressione delle forze che sostengono la maggioranza.



PRESIDENTE

Forse sarebbe opportuno che il Consigliere Bianchi ripetesse quanto ha detto.



BIANCHI Adriano

Giustamente la domanda non mi è stata fatta da Consiglieri che hanno partecipato alle nostre conversazioni nei confronti di questo argomento.
Io con questo aggettivo intendevo riferirmi al fatto che la legge istitutiva dell'ESAP prevede che questo ente sia considerato uno strumento operativo della Regione e quindi collegato operativamente, strumentalmente giuridicamente alla Giunta e alle responsabilità che la Giunta esercita e pertanto, su questa base, prevede che venga demandata alla Giunta la nomina, proprio perché ci sia un collegamento istituzionale tra i due.
Questo è il riferimento. L'obiezione che avevo fatta è che noi riteniamo che la Giunta debba, poiché essa stessa l'ha anticipato ispirarsi a dei criteri di valutazione politica in ordine alla situazione esistente nel mondo rurale ecc., ma non si debbano rovesciare le cose per cui avvenga che c'é, sia pure in cordialità di rapporti, ma un netta posizione tra le forze politiche, un'opposizione sugli Assessorati e si costituisca, dal punto di vista istituzionale e non dal punto di vista politico, una specie di nuova maggioranza che riguarda il mondo agricolo o l'ESAP.
Questo è tutto il discorso che c'era dietro e in ordine al quale ho dato solo questo chiarimento, senza polemica.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Mi pare che le proposte che il Consigliere Bianchi avanza tendano soltanto a precisare ulteriormente la verità dei fatti che si sono sinora svolti nei corretti rapporti fra i Gruppi politici e la Giunta.
Poiché le sue proposte di emendamento non alterano il quadro di questa verità, ma anzi, lo perfezionano e non vi è nessuna contraddizione fra le cose che lui ha detto è lo spirito generale che ispira il documento personalmente sarei del parere di accogliere queste sue modifiche. Vedo che non vi sono altre obiezioni, per cui metterei in votazione...



BIANCHI Adriano

E' una dichiarazione.



PRESIDENTE

Certo, è una dichiarazione della Presidenza del Consiglio e dei Capigruppo che ha avuto anche il conforto dell'espressione e della discussione in Consiglio. Non è quindi il caso di votarla.


Argomento:

Problema dell'ESAP

Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Comunico intanto che il Consiglio regionale è già senz'altro convocato per giovedì prossimo con alcuni punti all'ordine del giorno: 1) approvazione verbali 2) Interpellanze ed interrogazioni 3) Comunicazioni del Presidente 4) Comunicazioni Giunta per applicazione sanzioni in ordine all'osservanza dell'orario dei negozi 5) legge della Resistenza (prevista all'ordine del giorno di oggi) 6) modifica legge 28 IPAB 7) dibattito Rai-Tv sul documento che la Giunta ci farà pervenire 8) nomina di quella questione che riguardava un organismo del turismo che era stata rinviata da precedenti punti all'ordine del giorno 9) nomina edilizia scolastica 10) iscrizione del decreto legge sulla finanziaria regionale, anche se chiaramente giovedì non tratteremo l'argomento, ma sicuramente l'argomento sarà trattato nella seduta del 22 dicembre 11) esercizio provvisorio bilancio 1976 che cominciamo a iscrivere, anche se è chiaro che anche questo non potrà che andare nella seduta del 22.
Con ciò viene comunicato che ben due sedute sono identificate con questo calendario dei lavori, quella di giovedì 18 e quella di lunedì 22.
Se saranno necessarie altre sedute, questo dipenderà dallo svolgimento dei lavori e dall'andamento degli altri punti che possono ancora essere iscritti all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

La legge IPAB sicuramente non potrà essere pronta per la prossima seduta. Siamo in attesa di alcuni documenti che sono determinanti.



PRESIDENTE

Prendo atto della comunicazione.
Prego il Consigliere Segretario di dare lettura delle interpellanze ed interrogazioni.


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta

Argomento:

Interpellanza ed interrogazioni (annuncio)


FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Interpellanza urgente del Consigliere Zanone relativa all'esposto presentato da alcuni Sindaci del Vercellese contro la costituzione di una commissione che avrebbe il compito di indicare le opere da finanzia re nel comprensorio di Vercelli interrogazione con richiesta di risposta scritta dei Consiglieri Cerchio Chiabrando, Paganelli, Martini, Soldano e Vietti concernente assunzioni e comandi di personale disposti dalla Giunta regionale in sostituzione di altro che ha cessato il servizio interrogazione del Consigliere Cerchio concernente il Centro di lavoro protetto di Pinerolo interrogazione del Consigliere Cerchio relativa al grave disagio degli utenti della linea ferroviaria Chieri-Torino, soprattutto in riferimento al ritardo abituale della corsa in partenza da Chieri alle ore 7,16 interrogazione del Consigliere Benzi su "quali sono le funzioni attribuite ai singoli uffici regionali, sia nei confronti delle direttive interne, che nei confronti delle relazioni esterne e quali sono gli indirizzi di carattere generale a cui dovranno attenersi i funzionari nella valutazione quantitativa e qualitativa alla produttività dell'organizzazione degli uffici, nelle varie fasi di controllo e, con particolare evidenza, per le pratiche giunte a soluzione finale".



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



< torna indietro