Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.229 del 15/12/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Esame leggi rinviate dal Governo

Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

a) "Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto settimo all'ordine del giorno: esame leggi rinviate dal Governo: a) "Disciplina dell' insegnamento dello sci in Piemonte".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport

In accordo anche con alcuni colleghi del Consiglio, chiedo di rinviare questa legge, poiché martedì della prossima settimana si terrà un incontro sull'argomento a Roma con il Ministro e con il rappresentante della FISI.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Siccome su questa materia c'è una larga intesa a fare fronte comune sul piano istituzionale, vorrei dare il mio conforto all'Assessore Moretti su questo tipo di atteggiamento e dichiararmi disponibile, come penso lo siano gli rappresentanti di altre forze politiche, all'iniziativa alla quale alludeva.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

b) "Tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte"


PRESIDENTE

b) "Tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte" La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Sei mesi fa circa, e precisamente il 19.6.1978, unitamente alla relazione sulla proposta di legge per le biblioteche, ho dato alla Commissione gli emendamenti redatti in conformità alle osservazioni del Governo. Il testo deve essere modificato in rapporto a quanto ho predisposto sulla scorta delle osservazioni del Governo.



PRESIDENTE

Sentiamo in proposito il Presidente della V Commissione.



FERRERO Giovanni

Mi trovo contemporaneamente a far parte della V Commissione, della I Commissione e del sottogruppo costituito per l'esame delle strutture.
A me risulta che il nuovo testo non è stato discusso; posso anche ammettere che gli verbali che ho letto abbiano delle incompletezze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Posso consentire che questa legge venga portata al primo punto dell'ordine del giorno della seduta del 20 dicembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Desidero sottolineare l'urgenza di portare avanti questo testo di legge, data la particolare attesa nel mondo piemontese ed anche al di fuori del mondo piemontese. Condivido l'idea di iscrivere l'argomento al primo punto dell'ordine del giorno del 20/12, dopo che la Commissione abbia potuto esaminare gli emendamenti.



PRESIDENTE

La proposta viene iscritta all'ordine del giorno della seduta del 20.12. Nella conferenza dei Capigruppo, alle ore 16 di martedì, verrà discusso lo svolgimento del punto.
La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Se si iscrive l'argomento all'ordine del giorno della seduta del 20 dicembre mi domando quando convoco la Commissione, dal momento che il Presidente ed il Vicepresidente della Commissione sono impegnati anche nel sottogruppo per le strutture. Ci sono anche problemi di regolarità di convocazione della Commissione e, poiché oggi è già venerdì, rimangono lunedì e martedì; lunedì è convocata la V Commissione e martedì pomeriggio è convocata la conferenza dei Capigruppo. Non è nemmeno ammissibile pensare che l'unico meccanismo al quale la gente è sottoposta è quello di passare le notti a riscrivere documenti e trovare poi le riunioni quasi deserte. Io sono sempre presente alle riunioni alle quali sono tenuto ad andare ovviamente posso essere in un solo posto non essendo ancora in grado di moltiplicare la mia presenza. Va anche tenuto in conto che si deve discutere la legge sullo sport e si deve avviare il dibattito sulla sanità che dovrebbe concludersi con un ordine del giorno. E' chiaro che il Consiglio non può dare ad un Presidente o a un Vicepresidente di Commissione i mandati a pezzettini, ma deve anche dire che cosa non si deve fare. Per garantire gli termini di trasmissione al Consiglio relativamente alla richiesta del Consigliere Calsolaro, propongo di convocare la V Commissione lunedì alle ore 21. Se i dipendenti del Consiglio regionale per una serie di vertenze sindacali non intendono essere presenti alle ore 21, non sarà garantita né la verbalizzazione né la dattiloscrittura dei testi. Chiedo che queste cose siano messe a verbale in questa forma e, se possibile, con il tono con cui sono state pronunciate.
Detto questo, sono assolutamente d'accordo con gli Consiglieri Calsolaro e Oberto sul fatto che lo Statuto ed gli termini stessi vanno rispettati.



PRESIDENTE

L'occasione è propizia per comunicare che la Conferenza dei Capigruppo ha incominciato a mettere ordine nelle varie esigenze che stanno accumulandosi, in particolare relativamente all'aumento, pienamente legittimo, delle interrogazioni. La Presidenza del Consiglio ha dato a questo fatto una risposta coerente studiando una metodologia che consente di svolgere le numerose interrogazioni, in quanto le iscrizioni improvvise all'ordine del giorno da qualsiasi fonte provengano, mettono in discussione la sostanza dell'ordine del giorno del Consiglio. Non a caso la Conferenza dei Capigruppo, che si tiene tutti gli martedì alle ore 16, discuterà prima di tutto l'ordine dei lavori delle sedute consiliari.
Questa mattina, per esempio, l'Assessore Fiorini ha fatto presente l'opportunità di approvare con urgenza una deliberazione nella giornata di oggi. La mia risposta è stata che la deliberazione viene iscritta all'ordine del giorno, sempreché il Consiglio regionale non si opponga, e che passerà a condizioni che verso le ore 18 i Consiglieri siano in aula, a condizione che tutto ciò che è fisicamente possibile fare si faccia tenendo conto dei diritti della maggioranza e dei diritti della minoranza.
Abbiamo già preso le misure necessarie in ordine ai tempi entro gli quali gli Assessori debbono comunicare i punti da iscrivere all'ordine del giorno tramite l'Ufficio di Presidenza della Giunta. Questi e altri argomenti sono stati ancora discussi venti minuti fa con gli Presidenti dei Gruppi presenti. Tutto questo tende a dare disciplina, coerenza e sicurezza affinché le questioni vengano affrontate secondo lo spirito e la lettera del vecchio e, ancor più, del nuovo regolamento del Consiglio.
Considero iscritta la discussione di questa legge all'ordine del giorno del 20 dicembre e attendo dalla V Commissione la comunicazione dell'avvenuto esame.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non vorrei che queste difficoltà si considerassero conseguenza dell'assenteismo come avviene a livello nazionale: mi pare esattamente il contrario. E' necessario che le forze politiche in Consiglio e fuori del Consiglio riflettano sulla capacità di un consesso di governare una realtà così complessa, così delicata, così nuova com'è quella regionale.
L'attività legislativa e di promozione del Consiglio regionale è venuta meno nel modo più assoluto. Apparentemente c'é una prevaricazione da parte della Giunta nel senso che passano le proposte della Giunta e non quelle del Consiglio regionale. Non è una questione politica è una questione di funzionamento.
I Gruppi consiliari, uno in particolare, non hanno la possibilità di essere il momento legislativo dell'assemblea determinando il capovolgimento dei rapporti. Mi rendo conto che il Gruppo socialista produce la propria attività legislativa più con proposte di legge della Giunta che non di Consiglio, e do atto dell'attività del Presidente e del Vicepresidente della II Commissione. La Giunta ha la necessità di assumere funzioni legislative, amministrative, di rappresentanza, mentre il Consiglio (tolti Giunta ed Ufficio di Presidenza) si trova nella situazione di dover fungere da partner e non da contraddittore della Giunta.
I partiti devono chiedersi se un'attività a mezzo tempo come quella del Consiglio portata avanti da 60 personaggi che devono essere presenti nelle segreterie di partito, nel collegio elettorale, nel Consiglio, nella Commissione, nelle assemblee, nella famiglia che ha avuto il lutto, sia in grado di gestire una realtà così complessa e così interessante.



PRESIDENTE

Do ancora la parola al Consigliere Bontempi in via del tutto eccezionale, perché la discussione era già conclusa.



BONTEMPI Rinaldo

Vale la pena di fare una riflessione perché gli intoppi alla reale attività legislativa, anche solo in termini di presenza, di fronte all'enormità dei compiti sono molti.
In merito a questa legge, dobbiamo fare un'autocritica perché forse non si erano fatti i debiti accertamenti sull'avvenuto esame della Commissione competente. Detto questo, propongo che la legge venga iscritta all'ordine del giorno del 21 o 22 dicembre in modo che nella riunione del Consiglio regionale del 20 la Commissione abbia la possibilità di licenziarla.
A proposito della riflessione più generale che faceva il Presidente della V Commissione dobbiamo ammettere che alcune Commissioni hanno un carico notevole di lavoro, che forse non prevedevamo quando le abbiamo ridotte a 5, non solo, ma il carico di lavoro non viene ripartito in maniera equa tra gli partecipanti. Tutti devono rendersi conto che in merito a certi provvedimenti non basta gettare la pietra nello stagno e lasciare che le cose vadano per il loro conto, occorre invece la presenza e la collaborazione continua di tutti.



PRESIDENTE

La discussione è chiusa.
Ho accettato di iscrivere all'ordine del giorno questa legge unicamente perché ritenevo che venisse ripresentata negli stessi termini.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 356 "Trasferimento agli esercizi finanziari 1979 e successivi di stanziamenti relativi a contributi in capitale ed in annualità previsti a carico del bilancio per l'anno 1972 e successivi"


PRESIDENTE

Punto ottavo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 356 "Trasferimento agli esercizi finanziari 1979 e successivi di stanziamenti relativi a contributi in capitale ed in annualità previsti a carico del bilancio per l'anno 1972 e successivi".
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, non è la prima volta che ci troviamo a dover esaminare un provvedimento che trasferisce ad esercizi successivi somme corrispondenti a contributi in conto capitale conservate sui residui, ed a spostare la decorrenza di limiti d'impegno, e delle conseguenti annualità, relative a contributi in conto interessi non ancora utilizzati.
La singolarità che distingue questo provvedimento dai precedenti è nei presupposti che comunque debbano avere solo valore di transitorietà presupposti che rendono necessaria l'operazione finanziaria di cui ci stiamo occupando. Mentre nei precedenti provvedimenti lo scopo esclusivo dell'operazione era quello di recuperare risorse rimaste inutilizzate nella gestione dei residui passivi, al fine di riciclarle in nuovi impieghi di più rapida realizzazione, le motivazioni che determinano la necessità di adottare questo provvedimento sono, anzitutto, quelle di dare attuazione ad una norma della legge sulla contabilità regionale, e solo in via secondaria il recupero di nuove risorse (del resto, come avremo occasione di vedere in misura assai più limitata delle volte precedenti).
La legge sulla contabilità regionale, quale strumento che sta a supporto della politica di programmazione che l'Amministrazione sta portando avanti, detta nuovi principi per la formazione e la gestione del bilancio, ed introduce nuovi concetti relativi alle principali fasi della spesa, al fine di adeguare gli strumenti contabili, di cui la pubblica amministrazione normalmente si serve, alla politica di programmazione che essa persegue. Così, nell'ambito che interessa il provvedimento in esame l'art. 65 secondo comma prescrive che le somme iscritte nel conto dei residui possano essere conservate per non più di due anni successivi a quello in cui venne perfezionato il relativo impegno. Se colleghiamo questa norma al nuovo concetto che la legge di contabilità regionale dà dell'impegno di spesa, vediamo delinearsi un nuovo concetto di residuo passivo, e la giustificazione del termine inderogabile di due anni per la sua conservazione della gestione dei residui. Infatti la nuova legge dice che formano impegno sugli stanziamenti di bilancio per l'esercizio finanziario le somme dovute dalla Regione in base alla legge, a contratto o ad altro titolo, a creditori determinati o determinabili, sempreché la relativa obbligazione venga a scadenza entro il termine dell'esercizio medesimo.
Il residuo passivo non è più la somma che viene conservata per non perderne la disponibilità, indipendentemente dal fatto, che sia o meno impegnata, ma corrisponde ad un'effettiva obbligazione della Regione che nel volgere di non lungo tempo deve essere soddisfatta; ecco pertanto che il termine di due anni, per la sua conservazione nella gestione dei residui, è giustificato dal fatto che l'impegno di spesa viene assunto soltanto sul bilancio dell'anno nel cui esercizio finanziario scade l'obbligazione di pagamento.
Ai sensi dell'art. 95 delle norme transitorie della legge di contabilità regionale, la suddetta prescrizione, relativa alla cancellazione dei residui passivi, si applica per la prima volta con il rendiconto generale dell'esercizio 1978, per cui il bilancio di previsione dell'anno 1979 deve tener conto unicamente dei residui passivi determinatisi negli esercizi 1977 e 1978, essendo stati annullati tutti i rimanenti residui passivi sorti a partire dall'esercizio 1972, fino all'esercizio 1976 compreso.
Di qui la necessità del provvedimento legislativo che la Giunta ci propone, giacché è vero che i residui passivi, anche se cancellati dalla gestione residui, devono essere pagati quando viene richiesta l'esecuzione della relativa obbligazione, imputando la spesa al capitolo dei residui perenti. Tuttavia è anche vero che un simile capitolo dovrebbe avere una capacità finanziaria di 92 miliardi circa, in quanto tale è la somma che deve essere complessivamente trasferita agli esercizi 1979 e 1980, perch ad essa corrisponde una massa di impegni che quasi sicuramente dovranno essere pagati nei due prossimi esercizi.
L'esistenza di un capitolo di spesa la cui capacità finanziaria è pari al 10 % circa del bilancio di previsione dell'esercizio 1978 nel suo ammontare di fine esercizio, e dal quale si attinge per fare fronte ad impegni di spesa che riguardano tutte le aree di intervento, finisce per snaturare qualsiasi significato programmatorio e contabile si voglia attribuire alle previsioni di bilancio. Questo inconveniente può essere superato col dispositivo contabile previsto appunto dal provvedimento legislativo in esame, dell'iscrizione in appositi capitoli delle aree di intervento, corrispondenti a quelle di provenienza, dello stanziamento trasferito.
Si è detto in precedenza che lo scopo secondario di questa operazione è quello del recupero di risorse rimaste inutilizzate nella gestione dei residui, ed infatti se si tiene conto che complessivamente vengono annullati dalla gestione residui e trasformati in economie somme per 99.884 milioni circa, mentre sono trasferiti agli esercizi 1979 e 1980 complessivamente 91.947 milioni circa, le nuove risorse recuperate ammontano a 7.937 milioni circa, assai più limitate, come si vede, di quelle ottenute con analoga operazione nell'esercizio 1977. In effetti, nel conto consuntivo dell'esercizio 1978, le economie che concorreranno alla formazione dell'avanzo finanziario dell'esercizio ammonteranno a 21.014 milioni circa, in quanto nel bilancio di previsione dell'anno 1979 saranno trasferiti 73.687 milioni circa di contributi in capitale, e 5.183 milioni circa di contributi in interesse mediante impostazione di nuovi capitoli.
Questo avanzo finanziario di 21 miliardi non potrà però essere interamente impiegato in nuovi programmi o progetti, in quanto sarà destinato a coprire la rimanente spesa di 13.077 milioni che si verificherà nell' esercizio 1980, per la parte di contributi in capitale reimpostati in quell'esercizio (così come risulta dal disegno di legge in esame e che le tabelle allegate dimostrano).
Mi pare opportuno mettere in rilievo che tra le economie che concorreranno alla formazione dell'avanzo finanziario dell'esercizio 1978 alcune sono relative a stanziamenti di capitoli iscritti anche nei bilanci degli anni 1977 e 1978 e che si riferiscono ad annualità conseguenti ai limiti d'impegno autorizzati negli anni precedenti, giacché sarebbe stato assurdo conservare dette annualità nella gestione dei residui dei rispettivi esercizi, quando i limiti di impegno a cui esse sono riferite sono stati impostati nel bilancio dell'esercizio successivo.
Egregi colleghi, un altro aspetto dell'operazione che ritengo di porre in rilievo è rappresentato dalle fonti di finanziamento degli stanziamenti che vengono trasferiti agli esercizi 1979 e 1980: si può così accertare che 21.200 milioni circa, pari al 23%, sono finanziati con fondi provenienti da leggi statali, 46.624 milioni circa, pari al 50%, sono finanziati con mutui autorizzati con precedenti leggi regionali, 24 mila 123 milioni circa, pari al 26%, sono finanziati con mezzi ordinari di bilancio.
Si impone subito una considerazione relativamente alla politica di assunzione di mutui, in quanto occorre provvedere all'erogazione, entro il 1980, di quei 47 miliardi circa di stanziamenti trasferiti, che trovano finanziamento esclusivamente nel credito. Ora è vero che un'oculata politica, fino ad ora svolta, di utilizzo delle disponibilità liquide giacenti nei depositi bancari della Regione Piemonte ha consentito di protrarre nel tempo la contrazione dei mutui, già autorizzati, con un notevole risparmio di gravosi oneri d'ammortamento. Tuttavia già nell'esercizio finanziario 1978 si è dovuto fare ricorso all'assunzione di mutui, anche se in misura inferiore di quella prevista in bilancio probabilmente per il mancato funzionamento a regime di qualche legge, al cui finanziamento si provvede con l'assunzione di un mutuo.
Nell'esercizio finanziario 1979 la necessità di contrarre mutui si farà ancora più impellente, in quanto, anche se una parte di programmi e progetti previsti nel bilancio dell'esercizio probabilmente non saranno in condizione di pervenire alla fase di erogazione, occorre tener presente che, oltre ai programmi e progetti relativi agli esercizi 1977 e 1978 i quali invece si troveranno nella condizione di addivenire alla fase del pagamento vi è certamente gran parte dei 79 miliardi circa di contributi reimpostati nel bilancio dell'esercizio 1979 che quasi sicuramente andranno in pagamento nel corso dell'esercizio stesso.
Sarà perciò necessario procedere ad un calcolo accurato delle risorse a disposizione, che tenga conto anzitutto della possibilità di maggior accelerazione di flusso con la quale pervengono alla Regione gli fondi dello Stato; della possibilità che lo Stato eroghi fondi relativi al finanziamento di quelle leggi statali di cui si trasferiscono gli residui di spesa con il provvedimento in esame; ed infine del margine conveniente di utilizzo delle disponibilità liquide ancora depositate sui conti correnti bancari. Si perverrà sicuramente a stabilire una tranche di risorse che dovrà essere procurata con l'assunzione di un mutuo, che andrà a ripianamento del bilancio, come prescrive la legge di contabilità regionale.
Un'osservazione si impone ancora relativamente all'operazione che stiamo esaminando, e riguarda gli stanziamenti finanziati con fondi dello Stato a destinazione vincolata. Per questi fondi l'art. 64, secondo comma della legge di contabilità regionale prevede che, dopo la loro eliminazione dalla gestione dei residui, siano reimpostati d'ufficio nel bilancio dell'esercizio successivo: ecco perché gli stanziamenti finanziati con questo tipo di risorse non sono stati presi in considerazione dal provvedimento in esame.
Un ultimo aspetto dell'operazione in esame che è opportuno considerare è quello relativo alle aree d'intervento interessate dalla medesima.
Dal raggruppamento dei capitoli di spesa dai quali gli stanziamenti sono trasferiti, si può rilevare che l'area di intervento "agricoltura" è interessata per 17.300 milioni circa di contributi in capitale, e per 800 milioni di limiti d'impegno relativi a contributi in interesse.
Non siamo al corrente della somma complessiva destinata all'agricoltura, sotto forma di contributi in capitale nell'arco di tempo 1972/1976, ma se si pensa che alla fine dell' esercizio 1976 i mutui autorizzati a favore dell'agricoltura ammontavano a 60 milioni e mezzo circa, l'annullamento dei residui passivi per una tale somma, significa che ben 43 miliardi circa sono stati erogati senza che sia stato contratto alcun mutuo. Relativamente allo spostamento della decorrenza di limiti d' impegno per 800 milioni, ciò può significare che gli operatori agricoli non hanno attinto al credito mutui per 16 miliardi circa, a scapito di spese che la Regione aveva previsto e per le quali era disposta a concedere un contributo negli interessi.
L'area di intervento "Attività secondarie e terziarie" è interessata al trasferimento di stanziamenti relativi a contributi in capitale per 7722 milioni, ed a contributi in interesse per 28 milioni. I contributi in capitale riguardano sia l'industria e l'artigianato che il commercio ed anche gli trasporti, ma una caratteristica hanno in comune, quella di essere contributi a favore di Comuni o di Consorzi di Comuni, e la cui inutilizzazione non può che fare riflettere sempre di più sulla gravità della situazione finanziaria degli Enti locali, e sulla necessità di una politica di programmazione che tenda alla realizzazione di quelle opere d'interesse sovracomunale, che la finanza dei singoli Enti non riuscirebbe a realizzare se non in tempi molto lunghi.
L'area di intervento "Gestione ed assetto del territorio", che riguarda le opere pubbliche in genere, gli strumenti urbanistici e la pianificazione del territorio, l'ecologia, il turismo, etc., è la più interessata a questa operazione di trasferimento di stanziamenti agli esercizi 1979 e 1980.
Complessivamente sono infatti 46 miliardi e mezzo di stanziamenti per contributi in capitale che vengono trasferiti, e 2 miliardi e mezzo di limiti d'impegno per contributi in interesse, per gli quali viene spostata la decorrenza.
Poiché si tratta quasi esclusivamente di contributi destinati a Comuni Consorzi di Comuni, Province e Comunità montane, valgono le considerazioni fatte in precedenza relativamente alla situazione degli Enti locali.
Interessata in fine all'operazione in esame è l'area dei servizi sanitari e sociali che riguarda esclusivamente Enti locali ed Enti ospedalieri. I contributi in capitale si riferiscono esclusivamente alla costruzione, impianto ed arredamento di asili nido, ed è molto probabile che la mancata utilizzazione dei 15 miliardi, trasferiti all'esercizio 1979, sia dovuta all'impossibilità di provvedere, da parte degli Enti locali, alle spese di gestione degli asili nido, una volta costruiti. Vi è da sperare che l'utilizzazione, nell'esercizio 1978, dell'intero contributo statale a favore degli asili nido, nelle spese di gestione dei medesimi contribuisca ad incentivare anche l'impiego delle somme destinate alla loro costruzione.
A questo punto prego gli Assessori competenti e le Commissioni di predisporre urgentemente una legge quadro sulle procedure di spesa per le opere pubbliche, con la quale poter assegnare immediatamente i fondi ai Comuni ed alle Province al fine di non accumulare residui passivi.
Signori Consiglieri, la relazione relativa ad un disegno di legge come quello in esame potrebbe a questo punto dirsi conclusa, visti i prevalenti aspetti tecnici del provvedimento, che di fatto si presenta come un momento di transizione necessario per la prima attuazione della legge di contabilità regionale.
Ma non è possibile tralasciare di cogliere l'occasione per esprimere anche qualche valutazione politica di fondo su un tema a me caro da tempo (e che credo sia sentito anche da molti altri Consiglieri delle varie forze politiche), che è quello della situazione attuale della finanza regionale.
La prima osservazione che si può fare al presente disegno di legge è questa: dobbiamo prendere atto che stiamo approvando un provvedimento che sostanzialmente vuole riconfermare impegni già presi; ora questi impegni legati a stanziamenti previsti da leggi votate dal Consiglio regionale possono essere di vario tipo e non sto qui ad annoiare i Consiglieri regionali sulle differenze esistenti tra gli cosiddetti residui propri ed gli residui di stanziamento, differenze peraltro di notevole rilevanza anche ai fini di un corretto processo di programmazione regionale Voglio cioè rilevare che credo vada tenuto presente lo spirito della legge 335/76 che, a differenza di altre leggi statali sull'ordinamento regionale, è una legge compiuta e coerente nelle sue parti, nonché rispettosa dei principi costituzionali. Ebbene, obiettivo ultimo di quella legge è l'integrazione tra politica di programmazione e politica di bilancio. Ciò, come è noto deve essere garantito soprattutto da un bilancio pluriennale che non sia la somma di tanti bilanci annuali.
Tenuto presente questo, mi chiedo se questi problemi di slittamento non portino di fatto a riprodurre la vecchia logica dei residui di stanziamento, che sarebbero sottoposti ad un secondo controllo legislativo in aggiunta a quello della legge di rendiconto, anche se questo oggi risulta necessario non solo per portare a regime la gestione dei residui passivi, ma per evitare che opere già previste da leggi regionali ed iniziate, siano bloccate.
Vorrei quindi augurarmi che questo modo di operare sia veramente transitorio e non precluda ad un nuovo marchingegno che può costituire il pericolo di un prolungarsi di un metodo vecchio di operare, che tutti abbiamo denunciato.
Signori Consiglieri, non è il caso di riprendere l'annosa polemica sui residui passivi, malamente strumentalizzata peraltro da forze antiregionalistiche, ma che si fonda su una realtà esistente e che emerge dallo stesso disegno di legge in esame.
"La Stampa"giorni fa ha riportato un articolo grave e capzioso e mette sotto accusa un sistema che deve essere corretto e lo abbiamo detto senza però indicare delle soluzioni. Un quotidiano non deve solo limitarsi alla denuncia, ma ha il dovere di sforzarsi di approfondire i problemi ai fini della giusta informazione dell'opinione pubblica.
In altre parole, sono convinto che il Governo, soprattutto il Ministero del Tesoro, approverà un provvedimento tecnicamente ineccepibile come quello che abbiamo di fronte perché è coerente ad una logica del potere centrale, condivisibile o meno, che vede ancora il problema del governo della spesa pubblica come un problema di controllo finanziario, di "tetti" e di "limiti alla spesa" e non, come sarebbe auspicabile, un problema di integrazione tra programmazione economica e finanziaria. D'altro lato sono anche convinto dell'assoluta urgenza e necessità di fare nuove leggi nei settori di competenza regionale, che innovino profondamente procedure e modi di finanziamenti ormai obsoleti (si pensi al settore degli interventi infrastrutturali), i quali dovranno far scaturire necessariamente anche un confronto politico più serrato con il Governo.
E' indubbio infatti che per porsi in una posizione corretta nella polemica dei residui passivi delle Regioni, non si può fare solo il discorso della tesoreria unica a livello statale, ed accettarlo come è stato fatto nel caso dell'approvazione della legge 468/78, magari trasformando gli bilanci regionali in bilanci di cassa, come sta gradualmente avvenendo (ed il disegno di legge in esame ne è la testimonianza), ma occorre al contrario utilizzare bene il nostro strumento politico per eccellenza e cioè "la legge".
In questo senso possiamo porci come soggetti di stimolo per una trasformazione istituzionale ed amministrativa dello Stato, individuando i nodi organizzativi procedurali che non funzionano, e sviluppando un'azione adeguata per scioglierli.
Io sono convinto che una finanza pubblica unitaria non sia mortificatrice delle autonomie (non dimentichiamo l'articolo 119 della Costituzione). Certo, se si considera la nostra rete di assemblee elettive locali come un insieme di soggetti politici separati dal resto dello Stato è chiaro che la spirale al ribasso in cui si sono avviate le Regioni si approfondirà.
Se, per parlare chiaro, le Regioni non si incontreranno per discutere questi problemi con le Intendenze di Finanza, con la Cassa Depositi e Prestiti, con il sistema creditizio pubblico, ed infine con gli Enti locali, possiamo anche scordarci la lotta ai residui passivi ed alla insufficiente capacità di spesa della Regione. Non solo, ma rischiamo anche di perdere una parte di quella "trasparenza" che il bilancio regionale aveva acquistato grazie alla riforma del nostro ordinamento contabile costringendo gli Consiglieri regionali ad un defatigante lavoro di ricostruzione di limiti d'impegno e di annualità, in cui sarà in pratica difficile individuare l'esercizio di competenza dai singoli stanziamenti.
Signori Consiglieri, è evidente che la gestione contabile e finanziaria della Regione, legata alle esigenze della programmazione, è anche condizionata dalle storture della situazione economica e finanziaria del Paese, tuttavia ribadisco ancora che è urgente migliorare la capacità operativa della Regione, affinché alle difficoltà più generali non se ne aggiungano altre, che dipendono dal nostro modo di operare. Ad esempio a questo proposito basti pensare al potenziale utilizzo, per questa finalità del sistema di gestione meccanizzata del bilancio, anche attraverso nuovi e più raffinati strumenti tecnici che possono essere messi a disposizione dal Consorzio regionale per il trattamento automatico dell'informazione.
La mia relazione ha voluto illustrare quanto è emerso in sede di I Commissione per quanto riguarda la parte tecnica, di cui è indispensabile che ogni Consigliere si impadronisca in chiave di lettura politica, ma ho creduto di approfondire anche aspetti più generali della finanza e delle procedure di bilancio affinché sia sempre più positivo il nostro modo di operare.
Spero di essere riuscito nel mio intento ed auspico che l'approvazione del disegno di legge in esame costituisca un impegno non indifferente all'azione che il Consiglio dovrà esercitare nel prossimo futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, cercherò brevemente di illustrare le motivazioni che sostengono l'atteggiamento del nostro Gruppo sul disegno di legge n. 356.
Il disegno di legge è accompagnato da due relazioni, una della Giunta eminentemente tecnica ed apprezzabile, e una seconda del collega Rossi che riprende la parte tecnica con dovizia di argomentazioni anche di carattere politico.
La relazione del Consigliere Rossi è in gran parte condivisibile. Far due brevissime osservazioni. La prima è relativa alla forzatura che ad ogni costo vuole legare questo provvedimento legislativo alla programmazione. In particolare, non mi sento di condividere le prime righe della pagina 8 dove si dice che questo provvedimento "non soltanto attua una norma legislativa di natura contabile, ma rientra nel complesso dei provvedimenti di natura programmatoria la cui attuazione favorisce la realizzazione della politica di programmazione che l'Amministrazione regionale persegue". Chiedo un chiarimento su questo punto. Così come vorrei un chiarimento in merito alle contraddizioni esistenti tra le cifre riportate al termine della terza pagina e le cifre riportate prima della tabella (99 miliardi e 884 milioni nella relazione e 98 miliardi e 909 milioni nella tabella). Al di là di queste contraddizioni, la relazione del Consigliere Rossi è seria, non di maniera e non acritica. E' per questo che abbiamo espresso un atteggiamento favorevole. Le tabelle allegate sono certamente utili per ragionare sui mutui e sui residui passivi nelle singole aree di intervento. Concordiamo sul fatto che questa legge di trasferimento è diversa dalle precedenti, in particolare dalla n. 9 del 24.1,1978. Mentre là ci si preoccupava soltanto del recupero di somme, in questa il recupero è minimo. E' una manovra sostanzialmente corretta e concordo con il relatore che auspica che questo disegno di legge venga rapidamente approvato. L'articolo 94 "Norme transitorie della legge regionale di contabilità" suscita qualche motivo di perplessità, infatti il primo comma stabilisce norme sino all'esercizio finanziario 77, il secondo comma stabilisce norme per quanto riguarda l'esercizio 1978. Vi è un periodo vuoto che potrebbe non supportare sufficientemente sotto il profilo della legittimità questo disegno di legge. Chiudo la parentesi esprimendo questa preoccupazione che potrebbe inficiare l'approvazione del disegno di legge e che lascio come motivo di meditazione.
Posto che questa operazione sia sostanzialmente necessitata, è preferibile mantenere le somme sui corrispondenti capitoli dei bilanci 79 e 80 che non rimpinguare a dismisura il capitolo 12750 dei residui perenti.
Il Consigliere Rossi rileva giustamente che avremmo dovuto far confluire in questo titolo 90 miliardi senza poi avere la possibilità di seguirne la sorte. La trasparenza del bilancio ne trae beneficio anche nel controllo che gli Consiglieri debbono esercitare.
Detto questo, sotto il profilo tecnico questa legge riporta in tutta la sua gravità il discorso dei residui passivi. Cerchiamo nei nostri interventi di mantenere il filo logico che portiamo avanti da anni su questa materia. Discutendo il conto del '77 ci eravamo lasciati con queste cifre: 636 miliardi di residui, di cui 182 miliardi relativi al fondo ospedaliero. Quest'anno lo Stato ha erogato cifre rilevanti sul fondo ospedaliero, cosicché pensiamo che i 182 miliardi, o gran parte di essi scompariranno. Il fondo ospedaliero finisce per essere motivo di equivoco.
Sarebbe meglio che, nel bene e nel male, questo fondo venisse gestito con un bilancio distinto. Di quei 636 miliardi ne resterebbero 454 dei quali circa 100 non sono stati spesi (questo non vuol dire che gli altri siano stati spesi). Il relatore ricorda che per gli stanziamenti finanziati con fondi dello Stato a destinazione vincolata gli residui debbono essere eliminati e reimpostati d'ufficio nel bilancio dell'esercizio successivo.
Il trasferimento di circa 100 miliardi anticipa, purtroppo, in senso negativo, il discorso complessivo sui residui passivi che solo con il conto consuntivo del '78 potrà essere affrontato dal Consiglio regionale nella sua globalità. Registriamo, per ora, soltanto il fatto: 100 miliardi di residui che trasmigrano da alcuni bilanci in altri bilanci 79 e 80 e rinviamo al momento del discorso sul consuntivo del '78 l'esame complessivo della situazione e le nostre più ampie valutazioni.
Dirò qualche parola sulle conclusioni di carattere politico che il relatore ha giustamente ritenuto di introdurre nella relazione. Il collega Rossi esalta la legge n. 335 del 1976 che, a differenza di altre leggi statali sull'ordinamento regionale, è una legge compiuta e coerente, che ricorda, esattamente, in questo caso sì, l'obiettivo principale dell'integrazione tra politica di programmazione e politica di bilancio.
Concordiamo nella valutazione di questa legge, ma vorremmo vederne l'applicazione in tutto il suo spirito ed in tutto il suo filo conduttore.
Anche questa osservazione dovrà trovare riscontro e ci riserviamo di constatarlo proprio su quel "libro giallo" che ci è stato consegnato oggi e che è il bilancio di previsione del 1979.
Giustamente il Consigliere Rossi ricorda che il discorso dei residui passivi, malamente inteso e malamente propagandato, finisce di essere una strumentalizzazione delle forze antiregionaliste. Siamo d'accordo anche su questa osservazione. Tuttavia riteniamo che si supera la strumentalizzazione ad una condizione, che non si cerchi di giocherellare sui residui da una parte o dall'altra, che tutti sappiamo che anche in questa Regione il fenomeno dei residui passivi è un grosso discorso sul quale dobbiamo applicarci tutti con la volontà politica per ridurlo. Il Consigliere Rossi dice giustamente che bisogna parlar chiaro, che le Regioni debbono incontrarsi e discutere con l'Intendenza di Finanza, con la Cassa Depositi e Prestiti con il sistema creditizio, altrimenti la lotta ai residui passivi finisce di essere un sogno. D'accordo, occorre fare questo ma per farlo occorre avere idee chiare all'interno della Regione non minimizzando, non nascondendosi dietro il dito perché il problema esiste sostanzialmente anche in Piemonte.
Concludendo, il nostro Gruppo ritiene il provvedimento accettabile sotto il profilo tecnico. Esso però porta in primo piano il discorso dei residui passivi senza fornire elementi conclusivi, al di là delle indicazioni date dal Consigliere Rossi, perché questo discorso possa essere affrontato efficacemente. E' su questo che dovremo misurarci nei prossimi mesi. Fatte queste osservazioni, pensiamo che il nostro atteggiamento di astensione sia coerente alla nostra posizione, che riteniamo sempre seria e mai aprioristica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Le conclusioni del collega Paganelli sono anche le mie tanto che potrei ripeterne pari pari le motivazioni. Non può non essere sottolineato un giudizio positivo sul miglioramento tecnico con cui si affrontano questi problemi.
Come forza politica di opposizione soprattutto di opinione, dovrei stigmatizzare l'atteggiamento nei confronti della stampa che la maggioranza ogni tanto si lascia scappare. Alcuni Assessori hanno un efficiente ufficio di pubbliche relazioni, altri non ce l'hanno, ma il Consiglio regionale ed i Gruppi non hanno nessun ufficio di pubbliche relazioni, né buono n cattivo, quindi, collega Rossi, lei si lagna del modo con cui la stampa tratta la maggioranza, s'immagini che cosa dovremmo dire noi!



ROSSI Luciano

Mi sono riferito ad un articolo di fondo che non fa riferimento alla Regione Piemonte.



MARCHINI Sergio

Il problema dei residui passivi è una specie di caccia alle streghe, è un argomento spesso ripreso dalle forze antiregionalistiche; tra l'altro non sappiamo che cosa voglia dire questo termine: centralista? frazionista? autonomista in termini di parcellazione del territorio della società? Peraltro, per valorizzare l'istituto e l'attività della Regione, occorre analizzare l'entità del fenomeno e valutarne le cause che li hanno determinati in tempi brevi e in tempi lunghi.
Non rimprovero il collega Rossi perché quando stimola il dibattito non lo "annacqua" anche se "gesuiticamente" tende ad ottenere il risultato opposto, infatti, mentre dice che non si dovrebbe fare della polemica apre immediatamente la polemica e crea argomento di dibattito.
Indubbiamente il discorso dei residui passivi sarà uno degli argomenti più dibattuti nella discussione sul libro giallo che ci è stato distribuito stamane; documento che finalmente abbiamo conosciuto con i nostri occhi e non attraverso i giornali, il che ha dimostrato l'efficienza di public relation man che, questa volta però, forse ha esagerato; ma se avvengono certi incidenti la colpa non è del destinatario della politica della public relation man, è di chi fa la politica in quel modo.
Questi incidenti dimostrano il decrescente interesse dell'esecutivo nei confronti del Consiglio regionale sui rapporti e sui problemi che già abbiamo introdotto nelle argomentazioni in calce alla polemica sull'iscrizione o meno di una legge; non stiamo ad insistere su questa vicenda, ormai penosa, che tuttavia ci impegna fuori di qui.
Esaminando il merito del disegno di legge occorre rilevare come l'attuale trasferimento di riserve, imposto dalla legge di contabilità, sia l'occasione per sottolineare come la piaga dei residui passivi non sia soltanto occasione per un'annosa polemica, ma, purtroppo, un'amara realtà che ci porta a mettere in evidenza gli limiti di efficienza della macchina regionale a prescindere anche dalla sua capacità di gestione a livello di esecutivo.
In questo senso sollecito che la legge sulle strutture e gli adempimenti di tipo contrattuale con gli sindacati abbiano tempi più accelerati rispetto agli attuali; obiettivamente, chi guida la macchina regionale potrà essere incolpato di non avere una grossa perizia, ma dobbiamo dare atto che ha una macchina non dico sgangherata, quanto meno non rodata e non affinata. In questo senso l'impegno delle forze politiche a mio avviso dovrebbe essere più serio a tutti i livelli. Mi riservo di prendere qualche iniziativa quando capirò il senso di certi atteggiamenti che su questo argomento le forze politiche stanno tenendo in Commissione.
Questi momenti finanziari confermano i limiti della Giunta dal punto di vista politico, la quale evidentemente incomincia a vedere i limiti dello slogan del "nuovo modo di governare"; richiamo quanto ho detto questa mattina e cioè che con il tramontare del "nuovo modo di governare" possa nascere il nuovo modo di lavorare soprattutto valorizzando i nostri collaboratori.
Quindi il nuovo modo di governare non si è concretizzato e contestualmente all'incapacità di gestire il nuovo modo di governare. è venuta meno la capacità della Regione di incidere concretamente sullo sviluppo economico e sociale della Regione.
La preoccupazione che più cogliamo in questo disegno di legge è che buona parte delle somme trasferite sono quelle relative alla gestione del territorio, agli interventi, alle infrastrutture più qualificate, in definitiva quelle destinate agli obiettivi di riequilibrio territoriale dello sviluppo socio-economico, sulla destinazione delle infrastrutture nella lotta all'inquinamento e nella razionalizzazione della gestione del territorio. Nella funzione di opposizione soprattutto di tipo ideologico e politico che può rappresentare il nostro modesto numero, dobbiamo dire che la responsabilità non è soltanto dell'attuale maggioranza, ma trova radici in tempi più lontani in altre maggioranze nelle quali la nostra presenza non è stata tale da poterci coinvolgere nelle responsabilità. Gli incidenti del '72 non possono farci qualificare come partito legato alle posizioni di potere.
Questo massiccio trasferimento di fondi mette in evidenza il frutto ormai maturo, di provvedimenti sbagliati presi in tempi recenti, ma certamente anche in tempi lontani. Questo dimostra e conferma gli limiti della macchina regionale, che ormai non sono più i "foruncoli" di gioventù ma incominciano ad essere "la prima pancetta" della maturità alla quale probabilmente è più difficile porre rimedio. Questa maggioranza potrebbe curare meno la presentazione all'esterno della sua attività, che si traduce molte volte in slogan che fanno cronaca e che determinano quell'attenzione particolare che poi turba il collega Rossi quando non è equivalente e nella sostanza e nel giudizio sulla problematica. La realtà ha dimostrato quanto questi slogan siano velleitari, non tanto in quanto non rispondenti ad una precisa esigenza, ma probabilmente perché non collegati all' effettiva capacità dell'organismo regionale di rispondere puntualmente agli obiettivi quando questi vengono proposti in termini troppo presuntuosi ed in tempi non sufficientemente determinati.
Faccio un'ultima raccomandazione all'Assessore. Non vorremmo che questi trasferimenti di risorse ai bilanci successivi non fossero un'ulteriore occasione per dar modo alla maggioranza di dire nelle relazioni sui documenti che sono aumentati gli stanziamenti a favore degli interventi destinati al raggiungimento degli obiettivi del Piano di sviluppo, quando proprio con questo provvedimento, si dimostra di non essere in grado di seguire e perseguire.
Il mio atteggiamento è di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Signor Presidente, il provvedimento di cui la Giunta ci propone l'adozione, consente di mantenere in vita, in quanto ad essi corrispondono reali impegni di spesa, cento miliardi circa di stanziamento della gestione dei residui passivi; residui passivi che ai sensi della legge sulla contabilità avrebbero dovuto essere soppressi e trasformati in economie. Ma questo provvedimento non è però imposto soltanto dalla necessità di dare attuazione ad una norma di legge, ma mette in evidenza chiaramente anche il significato politico per il quale la Giunta lo ha proposto.
A mio avviso, la sola applicazione tecnica di questa norma può già essere considerato un atto che rientra nella visione di una politica di programmazione, in quanto voluto da una legge quella di contabilità regionale che costituisce uno dei cardini fondamentali della politica di programmazione stessa. Questo provvedimento mostra una precisa volontà politica di non intaccare la chiarezza e la linearità del bilancio, per le quali, a suo tempo, ci eravamo impegnati approvando la legge di contabilità regionale. Infatti, nonostante la necessità di eliminare tutti i residui passivi, formatisi fino all'esercizio 1976 compreso, quei residui passivi presi in considerazione dal provvedimento in esame, cui corrispondono reali impegni di spesa, avrebbero dovuto essere iscritti in un apposito capitolo di bilancio, al quale si sarebbe dovuto attingere ogni qualvolta fosse stato richiesto, da parte degli interessati, l'adempimento dell'obbligo di pagamento da parte della Regione.
Non riesce difficile immaginare quale elemento di perturbazione per il bilancio, costituisse uno stanziamento di cento miliardi, cioè un 10 % del suo ammontare complessivo, al quale si attinge per sostenere spese relative a tutte le aree di intervento.
Introdurre un simile capitolo di spesa garantiva l'Assessore competente significava non soltanto rendere incomprensibile la lettura del bilancio medesimo, ma annullare qualsiasi significato politico e programmatico, alle previsioni contenute nel bilancio stesso.
Infine dal documento che stiamo dibattendo, si ricava la volontà precisa di consentire la realizzazione di quegli investimenti, il cui stato fisico di attuazione è ancora limitato al livello burocratico, ma che tutto fa credere che sarà portato a compimento, perché la relativa spesa possa trovare realizzazione. Ed è questo, io credo, l'aspetto del fenomeno dei residui passivi che più fa riflettere; l'ineluttabilità della loro formazione; la necessità e l'impegno di contenere il fenomeno in proporzioni lecite e tollerabili. Circa il primo aspetto, non è il caso di soffermarsi ulteriormente poiché ne abbiamo parlato in cento occasioni, e in quanto sappiamo tutti che la capacità di operare di una pubblica amministrazione: richiede tempi non brevi per potersi realizzare, essendo a tutti note le remore e le condizioni tecniche, giuridiche e burocratiche che caratterizzano ogni pubblico provvedimento.
Voglio dire semplicemente che i tempi necessari per giungere alla fase dell'erogazione della spesa sono quelli che sono (ho qualche esperienza in proposito, maturata in coalizioni politiche diverse da questa maggioranza) e pertanto questo stato di fatto non può che portare alla formazione di residui passivi.
Il secondo aspetto deve invece stimolare tutta la nostra duttilità politica e capacità di creare nuovi meccanismi che portino, da un lato, ad un'erogazione totale delle risorse stanziate e, dall'altro lato, ad un'accelerazione del ritmo di erogazione.
E' un problema grosso e spinoso sul quale si sono cimentati amministratori, politici ed esperti e che resta tuttora aperto ad una sistemazione veramente efficace e corretta.
Nel nostro caso particolare gli cento miliardi di residui (relativi agli esercizi dal 1972 al 1976) che si riesce a trasferire ai successivi due esercizi (1979-1980) rappresentano è vero una somma limitata, rispetto alla massa complessiva esistente a conclusione dell'esercizio 1976, ma proprio questa constatazione ci induce a pensare che le leggi regionali approvate in quegli esercizi hanno operato in misura piuttosto limitata, e questo certamente non era attribuibile alla mancanza di volontà politica n di quell'amministrazione passata né tanto meno di questa amministrazione presente.
Vi è dunque, e gli esperti in questa materia lo hanno reiteratamente sottolineato, qualche ingranaggio dei meccanismi di spesa che non funziona a pieno ritmo, che tende a "spanarsi": compromettendo tutto il meccanismo stesso, e che si può certamente in qualche modo individuare soltanto con un'attenta operazione di revisione di tutte le leggi regionali di spesa per investimenti.
Operazione, per la verità, già iniziata con grande impegno dal nostro Consiglio regionale, e che, per quanto riesco a capire, dovrà essere portata a compimento nel più breve tempo possibile.
L'importanza di questa operazione, a mio modo di vedere, non sta soltanto nell'eliminare o correggere quelle leggi che non hanno operato quanto nel rivedere tutti gli meccanismi che portano all'erogazione della spesa, affinché in futuro possa estrinsecarsi nei limiti di tempo ammessi dalla legge per la conservazione dei relativi residui passivi.
Si tratta, in altre parole, di liberare al massimo l'intervento regionale da tutti quegli eventi, di ordine amministrativo, che prorogano nel tempo ogni conclusione pratica e corretta. Se esaminiamo una delle tabelle allegate a questo provvedimento, possiamo rilevare che le aree di intervento più interessate sono l'agricoltura, la gestione e l'assetto del territorio. Beneficiari del provvedimento sono gli operatori agricoli singoli o associati, e le cooperative agricole per quanto riguarda l'area dell'agricoltura, Comuni, loro Consorzi, Province e Comunità montane per quanto attiene all'assetto del territorio.
Ora a me pare che se le leggi regionali devono rispondere all'ottica programmatoria ed in tal senso deve essere diretta l'operazione di revisione delle leggi di spesa, la loro visuale non può essere limitata all'interesse della singola azienda o del singolo Comune, ma deve ampliarsi e destinare l'intervento verso quegli investimenti di interesse collettivo e che, proprio in quanto tali, danno garanzia di realizzazione in tempi ravvicinati, sia pure in senso relativo. Occorre, secondo me, dare priorità agli interventi a favore delle iniziative promosse da forme associate di operatori o di Enti locali, favorendo la formazione di forme associate magari con contributi specifici sulle stesse spese di costituzione e di impianto.
Le singole aziende ed gli singoli Comuni devono poter constatare la convenienza ad associarsi non soltanto per la possibilità di avere diritto al contributo, ma soprattutto per la realizzazione di investimenti capaci di produrre incrementi di interesse maggiore rispetto a quello determinato dalla realizzazione di una singola opera.
Ho fatto questa considerazione anche se ovviamente il discorso merita una più attenta ed approfondita riflessione perché quasi certamente una dimensione associativa porta ad un'erogazione totale della spesa impegnata ed anche una maggiore accelerazione della stessa.
E' pressoché lapalissiano il vantaggio che si può ottenere con finanziamenti relativi a pochi interventi su base associata, ma che assorbono totalmente le risorse ad essi destinate, rispetto al finanziamento polverizzato che molte volte riesce ad impegnare una sola parte delle risorse stesse.
Ritornando al provvedimento in discorso, è evidente che non si potrà influire molto sull' erogazione di questi cento miliardi che vengono trasferiti agli esercizi prossimi, in quanto ad essi, lo ripetiamo corrispondono già concreti impegni di spesa, ma forse si dovrà ugualmente pervenire a qualche meccanismo da escogitare, se si vorrà raggiungere la totale erogazione della spesa nei due prossimi esercizi. Un ulteriore trasferimento agli esercizi successivi, di una parte soltanto delle somme non erogate, non sarebbe più concepibile se non a detrimento della funzionalità e della politica di programmazione. Poiché, dunque, questi cento miliardi di stanziamenti possono costituire anche un banco di prova della nostra capacità e della nostra volontà di modificare, nell'ambito e nel rispetto della politica di programmazione, i meccanismi che presiedono l'erogazione concreta della spesa, sono favorevole alla proposta della Giunta e perciò dichiaro, a nome del Gruppo socialista, di votarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

E' la prima volta che espongo il mio eloquio a una maggioranza, sia pure "rossotta", che si mantiene su due colonne: il "buon tempo" ed il "bell'omo" che sono di auspicio per il futuro, su di un provvedimento, vedi caso, relazionato dal Consigliere Rossi. E' casuale questa combinazione omogenea e questa atmosfera creata per questo provvedimento.
Il mio voto è di astensione e dirò il motivo per il quale mi astengo.
Il disegno di legge che il Consiglio si appresta a votare pone in risalto alcuni nodi politici fondamentali sui quali è necessario esprimere alcune valutazioni.
Al di là delle necessità, dichiarate nella chiara relazione del Consigliere Rossi, di dare attuazione alla legge di contabilità regionale e, in via secondaria, di recuperare nuove risorse, la natura ed gli contenuti del provvedimento dimostrano quanto effimera sia stata la politica di programmazione che la Giunta e la maggioranza hanno dichiarato di perseguire fin dal giugno 1975.
Un provvedimento di questo tipo, infatti, non può in alcun modo configurarsi come provvedimento di natura programmatoria, poiché si colloca, ancora una volta, al di fuori di qualsiasi contesto di programmazione finanziaria: infatti, il trasferimento agli anni '79 e '80 degli 86,7 miliardi di contributi in conto capitale, per investimenti strutturali e infrastrutturali, avviene senza indicare i criteri di previsione di spesa effettiva nel periodo temporale considerato limitandosi all'enunciazione generica non documentata che "gran parte dei contributi reimpostati nel bilancio dell'esercizio 1979, quasi sicuramente andranno in pagamento nel corso dell'esercizio stesso". A tale proposito inoltre, ulteriore perplessità suscita l'affermazione che bisognerà procedere ad un calcolo accurato delle risorse disponibili. La realtà è che non è stata ancora delineata una politica finanziaria tale da consentire una programmazione integrata dell'uso delle risorse tenuto conto della loro differente natura e provenienza. Nel quadro dei rapporti che intercorrono tra previsione di bilancio, disponibilità liquide e pagamenti, il provvedimento in esame è emblematico di tale carenza sulla quale il PRI ha richiamato in più occasioni l'attenzione delle altre forze politiche e della Giunta in particolare. Gli interventi non si realizzano, la revisione delle leggi regionali non produce ed il bilancio regionale, attraverso questi tipi di operazioni contabili, perde via via di significatività e soprattutto di trasparenza. Misurare l'efficacia e l'efficienza dell'intervento della spesa regionale diventa, in una tale situazione sempre più difficile; e alcune delle osservazioni svolte dal Consigliere Rossi nell'ultima parte della sua relazione evidenziano tale problema ed i rischi connessi che si corrono. Se è vero che il problema del governo della spesa pubblica è un problema di integrazione tra programmazione economica e finanziaria, se è vero che risulta sempre più necessario fare nuove leggi nei settori di competenza regionale dopo aver individuato gli nodi organizzativi e procedurali che non funzionano, se è vero che bisogna migliorare la capacità operativa e gestionale della Regione utilizzando compiutamente gli strumenti già disponibili, è altrettanto vero che in tale direzione ben poco si è fatto, come dimostra ampiamente il tipo di provvedimento che oggi è stato discusso.
Per questi motivi il mio voto è di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

L'Assessore al bilancio interviene per tradizione anche se in verità non avrebbe da aggiungere una sola parola a quello che è stato detto soprattutto dopo la relazione svolta dal Consigliere Rossi che ha esaurito tutti gli possibili argomenti.
I Consiglieri intervenuti hanno a loro volta portato un contributo significativo a incominciare dall' avvocato Paganelli. Dal ventaglio di opinioni espresse è emerso che questa legge, a differenza di altre assunte negli anni precedenti, di contenuto analogo, ha la caratteristica di non essere un provvedimento nato dalla fantasia del legislatore regionale per fare fronte alle difficoltà riscontrate nella gestione del bilancio. Le leggi che abbiamo approvato nel passato, anche esse momento positivo per individuare gli meccanismi più idonei per la gestione della spesa, erano tuttavia parziali e isolate dall'insieme dei provvedimenti, questa legge invece si inserisce nell'insieme dei momenti finanziari e, sotto questo profilo, si colloca come adempimento della nuova normativa contabile.
Detto questo, sarebbe sbagliato ritenere che è un provvedimento dovuto e che abbia gli caratteri dell'ovvietà. E' invece una legge che affronta il problema dello spostamento delle risorse agli esercizi futuri, evita il formarsi di un macro capitolo di residui perenti mantenendo sui capitoli degli stanziamenti le risorse destinate; anche se ha comportato un'operazione più faticosa e complessa per gli uffici, ha il pregio della trasparenza e della leggibilità, soprattutto, come diceva il Consigliere Rossi, ha un'impostazione fedele alle previsioni pluriennali che sono una delle caratteristiche della programmazione finanziaria.
La legge compie anche un'operazione di recupero definitivo di quelle risorse che possiamo chiamare impropriamente economie. Sono circa 9 miliardi che aumentano le disponibilità del bilancio.
In sostanza la legge semplificherà il momento di verifica complessiva dell'esame del bilancio 79, del consuntivo 78 e dell'assestamento 79. Con essa ci troviamo completamente all'interno di quell'operazione continua nella quale gli singoli documenti finanziari si raccordano l'uno con l'altro, operazione che fa della discussione sulla politica finanziaria un processo continuo che impegna Consiglio, Commissioni e Giunta nel corso dell'intero anno.
I Consiglieri avranno infatti constatato come di questi provvedimenti si discuta ormai con frequenza a differenza del passato, quando queste discussioni si svolgevano in modo retorico e accademico nell'unica occasione annuale della discussione del bilancio.
Devo ancora una precisazione al Consigliere Paganelli che poneva un problema di interpretazione relativamente alla norma dell'art. 94 della legge 12 di contabilità regionale. L'articolo 94 al secondo comma fa riferimento al documento formale di rendiconto cioè alla legge che approva il rendiconto; pertanto l'operazione che viene compiuta con lo slittamento avendo riguardo ad una realtà che non è ancora quella del rendiconto, è corretta; non lo sarebbe se fosse già intervenuto il rendiconto '78.



PAGANELLI ETTORE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Conclusa la discussione genera, le,passiamo alla votazione degli articoli.
"Articolo 1 La decorrenza del limite d'impegno di Lire 25.000.000 autorizzato ai sensi della legge 3/8/49, n. 589 sul capitolo 11210 del bilancio 1974 relativamente all'importo di L. 7.500.000 è trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanzia, mento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1976 la somma di lire 25 milioni stanziata annualmente sul capitolo 11.210 del bilancio 1974, 11.210 del bilancio 1975, 11.210 del bilancio 1976, 11.210 del bilancio 1977 e 8330 del bilancio 1978 non sarà riportato nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 Gli stanziamenti dei capitoli 11225 del bilancio 1975 derivante dall'art. 3, primo comma, della legge regionale 4.6.1975 n. 46 relativamente all'importo di Lire 734.660.000, e del capitolo 11230 del bilancio 1976 derivante dalla stessa legge, relativamente all'importo di L.
774.050.000, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L' art. 2 è approvato.
"Articolo 3 Gli stanziamenti sui capitoli 11365 e 11370 del bilancio 1975 e 11370 del bilancio 1976 derivanti dalla legge regionale 9 aprile 1975, n.
23 relativamente all'importo di L. 20.169.000.000 vengono trasferiti per L.
13.948.000.000 all'esercizio 1979 e per lire 6.221.000.000 all'esercizio 1980 su appositi capitoli dello stato di previsione della spesa.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla" votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 Gli stanziamenti del capitolo 13855 del bilancio 1974 derivante dall'art. 15 della legge regionale 12 agosto 1974 n. 23, per l'importo di lire 250 milioni, del capitolo 13855 del bilancio 1975 derivante dalla stessa legge per l'importo di lire 411 milioni e del capitolo 13770 del bilancio 1976 derivante dalla legge regionale 20.1.1977 n. 9 per l'importo di lire 300 milioni, vengono trasferiti per lire 681 milioni ad apposito capitolo del bilancio 1979 e per lire 280 milioni ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 Gli stanziamenti del capitolo 13845 del bilancio 1974 derivante dall'art. 15 della legge regionale 12.8.1974, n. 23 relativamente all'importo di lire 269 milioni, del capitolo 13845 del bilancio 1975 derivante dalla stessa legge relativamente all'importo di 126.500.000 e del capitolo 13780 del bilancio 1976 derivante dalla legge regionale 20.1.1977 n. 9, relativamente all'importo di lire 50 milioni, vengono trasferiti per lire 315.500.000 ad apposito capitolo del bilancio '79 e per lire 130 milioni ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 Gli stanziamenti derivanti dall'art. 13 della legge regionale 4.6.1975 n. 42 del capitolo 13865 del bilancio 1975 per l'importo di L.
490.780.983 e del capitolo 13890 del bilancio 1976 per l'importo di L. 1 448.219.017, vengono trasferiti per L. 1.300.000.000 ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979 e per L. 639 milioni ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1980. Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 Gli stanziamenti derivanti dal R.D. 30.12.1923 n. 3267 dall'articolo 2 del R.D. 13.2.1933 n. 215 e degli articoli 19 e 20 della legge 25.7.1952 del capitolo 13.350 del bilancio 1974 per l'importo di L.
499.290.490, del capitolo 13350 del bilancio 1975, per l'importo di L.
455.552.400 e del capitolo 13350 del bilancio 1976 per l'importo di lire 300 milioni, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 La decorrenza del limite di impegno di Lire 350 milioni autorizzato ai sensi della legge 23. 11 . 1971 n. 1087 sul capitolo 11.905 del bilancio 1973 relativamente all'importo di L. 28.324.250 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e per la scadenza fissata nell'anno 2008.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 28.324.250 stanziata annualmente sui capitoli 11905 del bilancio 1973, 11800 del bilancio 1974, 11800 del bilancio 1976, 11800 del bilancio 1977 e 6140 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo, 9 Lo stanziamento del capitolo 11960 del bilancio 1976 derivante dall'articolo 2 della legge regionale 7.5.1976, n. 25 relativamente all'importo di L. 1.585.970.000 viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 4.61975 n. 47 art. 18 del capitolo 13665 del bilancio 1975 per l'importo di lire 2 miliardi e del capitolo 13690 del bilancio 1976 per l'importo di 1.400.000.000, vengono trasferiti per l'importo di L. 1.200.000.000 ad apposito capitolo del bilancio 1979 e per l'importo di L. 2.200.000.000 ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 Lo stanziamento del capitolo 13740 del bilancio 1976 derivante dalla legge regionale 13.11.76 n. 57 relativamente all'importo di lire 129 milioni viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 9.4.1975 n.
21 del capitolo 13620 del bilancio 1975 per l'importo di L. 1.607.000.000 e del capitolo 13620 del bilancio 1976 per l'importo di lire 1 miliardo vengono trasferiti per lire 2 miliardi ad apposito capitolo del bilancio 1979 e per lire 607 milioni ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 Gli stanziamenti derivanti dal R.D. 13.2.1933 n. 215 art. 20 e seguenti del capitolo 12620 del bilancio 1973 per l'importo di lire 100 milioni, del capitolo 12620 del bilancio 1974 per l'importo di lire 200 milioni, del capitolo 12620 del bilancio 1975 per l'importo di lire 22 milioni e del capitolo 12620 del bilancio 1976 per l'importo di lire 200 milioni, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 Gli stanziamenti derivanti dall'art. 43 e seguenti del R.D.
13.2.1933 n. 215 del capitolo 13315 del bilancio 1973 per l'importo di lire 381 milioni e del capitolo 13315 del bilancio 1974 per l'importo di lire 935 milioni, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 26.4.1973, n.
6, del capitolo 12730 del bilancio 1973 per l'importo di lire 100 milioni del capitolo 12730 del bilancio 1974 per l'importo di lire 500 milioni costituenti le somme spettanti a titolo di preammortamento dei mutui stipulati, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
La decorrenza del limite d'impegno di Lire 1.500 milioni autorizzato ai sensi della legge regionale 26.4.73 n. 6, sul capitolo 12730 del bilancio 1975 relativamente all'importo di lire 200 milioni, è trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata nell'anno 2008 Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di lire 200 milioni stanziata annualmente sul capitolo 12730 del bilancio 1975, 12730 del bilancio 1976, 12730 del bilancio 1977 e 3740 del bilancio 1978 non sarà riportata sul conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art 15 è approvato.
"Articolo 16 Lo stanziamento del capitolo 12880 del bilancio 1974 derivante dalla legge 27.7.1967 n. 622 e dalla legge 27.10.1966 n. 910 relativamente all'importo di Lire 40 milioni viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 8.9.1975, n.
51, del capitolo 13306 del bilancio 1975 per l'importo di Lire 4.879.000.000, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
"Articolo 18 Lo stanziamento del capitolo 13317 del bilancio per l'anno 1975 derivante dalla legge regionale 24.3.1975, n. 19 relativamente all'importo di lire 2.165.000.000 viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sul capitolo sopra citato mantengono la loro efficacia giuridica." Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
"Articolo 19 - Lo stanziamento del capitolo 13240 del bilancio 1975 derivante dalla legge regionale 8.9.1975, n. 51 relativamente all'importo di lire 600 milioni viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
"Articolo 20 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 4.6.1975, n.
45, del capitolo 13491 del bilancio 1975 per l'importo di lire 500 milioni e del capitolo 12870 del bilancio 1976 per l'importo di lire 1.540.000.000 vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
"Articolo 21 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 8.9.1975 n.
51 del capitolo 13525 del bilancio 1975 per l'importo di lire 400 milioni e del capitolo 13280 del bilancio 1976 per l'importo di lire 900 milioni vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
"Articolo 22 Lo stanziamento del capitolo 11050 del bilancio 1976 derivante dalle leggi regionali 23.5.1975 n. 34 e 7.6.1976 n. 31, relativamente all'importo di lire 634 milioni viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
"Articolo 23 Gli stanziamenti del capitolo 11700 del bilancio 1972 derivante dalla legge regionale 15.1.1973 n 3, relativamente all'importo di Lire 96 milioni, del capitolo 11700 del bilancio 1973, derivante dalla stessa per l'importo di lire 233.900.000, del capitolo 11715 del bilancio 1974, derivante dalla legge regionale 2.9.1974, n. 28, per l'importo di Lire 974.500.000, del capitolo 11685 del bilancio 1975 derivante dalla legge regionale 22.1.1976, n. 5, per l'importo di Lire 7.263 milioni, del capitolo 11715 del bilancio 1975, derivante dalla legge regionale 16.4.1975, n. 22, per l'importo di Lire 3.731 milioni e del capitolo 11.690 del bilancio 1976, derivante dalla legge regionale 10.1.1977, n. 3, per l'importo di Lire 2.950 milioni, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
"Articolo 24 Lo stanziamento del capitolo 13450 del bilancio 1976 derivante dalla legge regionale 8.9.1975, n. 51, relativamente all'importo di Lire 163 milioni viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
"Articolo 25 Gli stanziamenti derivanti dalla legge regionale 8.9.1975, n.
51, del capitolo 13595 del bilancio 1975, per l'importo di Lire 592 milioni e del capitolo 13410 del bilancio 1976 per l'importo di Lire 780 milioni vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
"Articolo 26 Gli stanziamenti dei capitoli 11265 del bilancio 1975 derivante dalla legge regionale 19.11.1975, n. 54, relativamente all' importo di Lire 800 milioni e del capitolo 11400 del bilancio 1976 derivante dalla legge regionale 7.7.1976, n. 36, relativamente all'importo di Lire 1.800 milioni, vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
"Articolo 27 Lo stanziamento del capitolo 10930 del bilancio 1976 derivante dall'art. 17 della legge regionale 17.5.1976 n. 27, e dall'art. 1 della legge regionale 27.12.1976, n. 62, relativamente all'importo di Lire 2.538 milioni, viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
"Articolo 28 Lo stanziamento del capitolo 10950 del bilancio 1976 derivante dall'art. 18 della legge regionale 17.5.1976 n. 27, relativamente all'importo di Lire 401 milioni è trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
"Articolo 29 Lo stanziamento del capitolo 10960 del bilancio per l'anno 1976, derivante dall'art. 10 della legge regionale 17.5.1976, n. 28 relativamente all'importo di Lire 386 milioni, viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
"Articolo 30 La decorrenza del limite di impegno di Lire 400 milioni autorizzato ai sensi della legge 3.8.1949 n. 589 e successive modificazioni ed integrazioni sul capitolo 11480 del bilancio 1972, relativamente all'importo di L. 170.922.750 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 170.922.750, stanziata rispettivamente al capitolo 11480 del bilancio 1972, 11490 del bilancio 1977, e 10000 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
"Articolo 31 La decorrenza del limite di impegno di Lire 600 milioni autorizzata ai sensi della legge 3.8.1949 n. 589 e successive modificazioni ed integrazioni sul capitolo 11480 del bilancio 1973 relativamente all'importo di L. 334.545.455 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 334.545.455 stanziata rispettivamente sul capitolo 11480 del bilancio 1973, 11490 del bilancio 1977 e 10000 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
"Articolo 32 La decorrenza del limite di impegno di Lire 600 milioni autorizzata ai sensi della legge 3.8.1949 n. 589 e successive modificazioni ed integrazioni sul capitolo 11480 del bilancio 1974 relativamente all'importo di L. 245.260.186 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 245.260.186 stanziata rispettivamente al capitolo 11480 del bilancio 1974; 11490 del bilancio 1977 e 10000 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
"Articolo 33 La decorrenza del limite di impegno di Lire 360 milioni derivante dall'art. 2 della legge 15.2.1953 n. 184 sul capitolo 12140 del bilancio 1973 relativamente all'importo di L. 176.844.475 è trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 176.844.475 stanziata rispettivamente sul capitolo 12.140 del bilancio 1973, 12150 del bilancio 1977 e 6160 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
"Articolo 34 Gli stanziamenti del capitolo 11130 del bilancio 1972 relativamente all' importo di Lire 20 milioni, del capitolo 11130 del bilancio 1973 per l'importo di Lire 320 milioni, del capitolo 11130 del bilancio 1974 per l'importo di L. 60.541.505, del capitolo 11130 del bilancio 1975 per l'importo di L. 1.026.140.655 e del capitolo 11130 del bilancio 1976, per l'importo di L. 2.549.816.668, tutti derivanti dalla legge 4.2.1963, n. 129, vengono trasferiti per L. 2.776.498.828 ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979 e per L. 1.200.000.000 ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1980.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
"Articolo 35 La decorrenza del limite di impegno di Lire 880 milioni stanziata sul capitolo 12130 del bilancio 1976 derivante dalla legge 30.8.1976, n. 49, relativamente all'importo di Lire 808 milioni viene trasferito all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di Lire 808 milioni stanziata sul capitolo 12130 del bilancio per l'anno 1976 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

PRESIDENTE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
"Articolo 36 La decorrenza del limite di impegno di Lire 500 milioni autorizzato ai sensi dell'art. 2 della legge 15.2.1953 n. 184 e successive modificazioni ed integrazioni, sul capitolo 12140 del bilancio 1974 relativamente all'importo di L. 310.487.427, è trasferita all' esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 310.487.427 stanziata rispettivamente al capitolo 12140 del bilancio 1974, 12150 del bilancio 1977 e 6160 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
"Articolo 37 La decorrenza del limite di impegno di Lire 360 milioni autorizzato ai sensi dell'art. 2 della legge 15.2.1953 n. 184 e successive modificazioni ed integrazioni sul capitolo 12140 del bilancio 1972 relativamente all'importo di L. 76.642.671 è trasferita all' esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 76.642.671 stanziata rispettivamente al capitolo 12140 del bilancio 1972, 12150 del bilancio 1977 e 6160 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
"Articolo 38 Gli stanziamenti del capitolo 12120 del bilancio 1972, per l'importo di L. 295.503.075, del capitolo 12120 del bilancio 1973 per l'importo di L. 435.971.235, del capitolo 12120 del bilancio 1974 per l'importo di L. 1.339.156.044, del capitolo 12120 del bilancio 1975 per l'importo di L. 1.150.000.000 e del capitolo 12120 del bilancio 1976 per l'importo di L. 284.841.697 tutti derivanti dall'art. 4 della legge 21.4.1962 n. 181, vengono trasferiti per L. 2.705.472.051 ad apposito capitolo del bilancio 1979 e per L. 800 milioni ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
"Articolo 39 Gli stanziamenti del capitolo 12100 del bilancio 1972 per l'importo di L. 506.849.000, del capitolo 12100 del bilancio 1973 per l'importo di L. 1.153.652.105, del capitolo 12100 del bilancio 1974 per l'importo di L. 1.378.741.560, del capitolo 12100 del bilancio 1975 per l'importo di Lire 1 miliardo e del capitolo 12100 del bilancio 1976 per l'importo di L. 770.664.227, tutti derivanti dall'art. 6 della legge 9.4.1961 n. 167, vengono trasferiti per L. 3.809.906.892 ad apposito capitolo del bilancio 1979 e per L. 1.000.000.000 ad apposito capitolo del bilancio 1980.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
"Articolo 40 La decorrenza del limite di impegno di Lire 886 milioni autorizzato ai sensi della legge 4.2.1963 n. 129, sul capitolo 11140 del bilancio 1972 relativamente all'importo di L. 95.634.280 viene trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 95.634.280, stanziata rispettivamente sul capitolo 11140 del bilancio 1972, 11150 del bilancio 1977 e 8300 del bilancio 1978, non sarà riportata sul conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
"Articolo 41 La decorrenza del limite di impegno di Lire 886 milioni autorizzato ai sensi della legge 4.2.1963, n. 129, sul capitolo 11140 del bilancio 1973, relativamente all'importo di L. 301.799.777, viene trasferita all' esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 301.799.777 stanziata rispettivamente sul capitolo 11140 del bilancio 1973, 11150 del bilancio 1977 e 8300 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
"Articolo 42 La decorrenza del limite d'impegno di 900 milioni autorizzato ai sensi della legge 4.2.1963, n. 129, sul capitolo 11140 del bilancio 1974, relativamente all'importo di L. 399.342.539, viene trasferita all' esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa, dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 399.342.539 stanziata rispettivamente sul capitolo 11.140 del bilancio 1974, sul capitolo 11150 del bilancio 1977 e sul capitolo 8300 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 42 è approvato.
"Articolo 43 La decorrenza del limite di impegno di Lire 410 milioni autorizzato ai sensi della legge 27.1.1968 n. 38, sul capitolo 12245 del bilancio 1972 relativamente all'importo di L. 76.862.889 viene trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 76.862.889 stanziata rispettivamente sul capitolo 12245 del bilancio 1972, sul capitolo 11160 del bilancio 1977 e 8310 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 43 è approvato.
"Articolo 44 La decorrenza del limite di impegno di lire 410 milioni autorizzata ai sensi della legge 27.1.1968 n. 38, sul capitolo 12245 del bilancio 1973, relativamente all'importo di L. 130.463.037, viene trasferita all'esercizio finanziario 1979, con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 130.463.037 stanziata rispettivamente sul capitolo 12245 del bilancio 1973, 11160 del bilancio 1977 e 8310 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 44 è approvato.
"Articolo 45 La decorrenza del limite d'impegno di Lire 600 milioni autorizzata ai sensi della legge 27.1.1968 n. 38, sul capitolo 12245 del bilancio 1974, relativamente all'importo di L. 270.854.743 viene trasferita all' esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica, negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 270.854.743 stanziata rispettivamente sul capitolo 12245 del bilancio 1974, 11160 del bilancio 1977 e 8310 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
"Articolo 46 Gli stanziamenti derivanti dalla legge 9.7.1908 n. 445 del capitolo 12160 del bilancio 1972 per l'importo di L. 48.588.918, del capitolo 12160 del bilancio 1974 per l'importo di L. 359.693.240, del capitolo 12160 del bilancio 1975 per l'importo di L. 478.447.701 vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni assunti sugli stanziamenti dei capitoli medesimi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
"Articolo 47 La decorrenza del limite di impegno di Lire 60 milioni autorizzato ai sensi della legge del 9.8.1954 n. 649 sul capitolo 12310 del bilancio 1972, relativamente all'importo di L. 30.152.256 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 30.152.256 stanziata annualmente sui capitoli 12310 del bilancio 1972, 12330 del bilancio 1977 e 8340 del bilancio 1978 non sarà riportata sul conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 47 è approvato.
"Articolo 48 La decorrenza del limite d'impegno di Lire 70 milioni autorizzato ai sensi della legge 19.7.1959 n. 550 sul capitolo 11170 del bilancio 1972 relativamente all'importo di L. 22.695.042 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 22.695.042 stanziata annualmente sul capitolo 11170 del bilancio 1972, 11180 del bilancio 1977 e 8320 del bilancio 1978, non sarà riportata sul conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 48 è approvato.
"Articolo 49 La decorrenza del limite di impegno di L. 100 milioni autorizzato ai sensi della legge 9.8.1954 n, 649 sul capitolo 12310 del bilancio 1973 relativamente all'importo di L. 62.733.260 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 62.733.260 stanziata annualmente sul capitolo 12310 del bilancio 1973, 12330 del bilancio 1977 e 8340 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 49 è approvato.
"Articolo 50 La decorrenza del limite d'impegno di L. 70 milioni autorizzato ai sensi della legge 19.7.1959, n. 550, sul capitolo 11170 del bilancio 1973, relativamente all'importo di L. 48.947.084 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 48.947.084 stanziata annualmente sul capitolo 11170 del bilancio 1973, 11180 del bilancio 1977 e 8320 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 50 è approvato.
"Articolo 51 Gli stanziamenti derivanti dalla legge 29.12.1904 n. 674 dei capitoli 12080 del bilancio 1974 per l'importo di L. 251.129.020 e del capitolo 12080 del bilancio 1975 per l'importo di L. 253.123.245 vengono trasferiti ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sugli stanziamenti dei capitoli stessi mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 51 è approvato.
"Articolo 52 Lo stanziamento del capitolo 12216 del bilancio 1974 derivante dalla legge regionale 15.11.1974, n. 33, relativamente all'importo di L.
1.000 milioni, viene trasferito ad apposito capitolo del bilancio di previsione per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 52 è approvato.
"Articolo 53 La decorrenza del limite di impegno di L. 150 milioni autorizzato ai sensi della legge 9.8.1954 n. 649 sul capitolo 12310 del bilancio 1974 relativamente all'importo di L. 94.876.653 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 94.876.653 stanziata annualmente sul capitolo 12310 del bilancio 1974, 12330 del bilancio 1977 e 8340 del bilancio 1978 non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 53 è approvato.
"Articolo 54 La decorrenza del limite di impegno di L. 200 milioni autorizzata ai sensi della legge 19.7.1959 n. 550, sul capitolo 11170 del bilancio 1974, relativamente all'importo di L. 162.806.185, è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa dello stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 162.806.185 stanziata annualmente sul capitolo 11170 del bilancio 1974 e 11180 del bilancio 1977 e 8320 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 54 è approvato.
"Articolo 55 Lo stanziamento del capitolo 13045 del bilancio 1975 derivante dalla Legge regionale 16.5.1975, n. 28, relativamente all'importo di L.
230.230.720 è trasferito ad apposito capitolo del bilancio per l'anno 1979.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 55 è approvato.
" articolo 56 La decorrenza del limite d'impegno di Lire 300 milioni autorizzato ai sensi della legge 9.8.1954, n. 649 sul capitolo 11720 del bilancio 1973 relativamente all'importo di L. 253.678.212 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata nell'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 253.678.212 stanziata annualmente sui capitoli 11720 del bilancio 1973, 11730 del bilancio 1977 e 10030 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 56 è approvato.
"Articolo 57 La decorrenza del limite di impegno di L. 100 milioni autorizzato ai sensi della legge 3.8.1949 n. 589 sul capitolo 11540 del bilancio 1974, relativamente all'importo di L. 86.746.411, è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978, la somma di L. 86.746.411, stanziata annualmente sui capitoli 11540 del bilancio 1974, 11550 del bilancio 1977 e 10020 sul bilancio 1978, non sarà riportata nel conto residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 57 è approvato.
"Articolo 58 La decorrenza del limite di impegno di L. 200.000.000 autorizzato ai sensi della legge 9.8.1954 n. 649, sul capitolo 11720 del bilancio per l'anno 1974 relativamente all' importo di L. 186.599.258 è trasferita all'esercizio finanziario 1979 con riferimento ad apposito capitolo dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Gli impegni di spesa assunti sullo stanziamento del capitolo stesso mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento della decorrenza fissata nell'anno 1979 e con scadenza fissata per l'anno 2013.
Nel rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1978 la somma di L. 186.599.258 stanziata annualmente sui capitoli 11720 del bilancio 1974, 11730 del bilancio 1977 e 10030 del bilancio 1978, non sarà riportata nel conto dei residui e costituirà economia di spesa".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'art. 58 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PAGANELLI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno risposto SI n. 27 Consiglieri si sono astenuti n. 16 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale: "Acquisto di immobile in Alessandria da destinare a sede di uffici regionali. Spesa L. 1.028.780.000, oneri fiscali compresi"


PRESIDENTE

Punto nono all'ordine del giorno: "Esame deliberazione Giunta regionale: 'Acquisto di immobile in Alessandria da destinare a sede di uffici regionali. Spesa di L. 1.028.780.000, oneri fiscali compresi." Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, già nella precedente seduta avevamo riconosciuto che la situazione esistente in ordine alle ubicazioni ed alle disponibilità per gli servizi e gli uffici pubblici in Provincia e nel Comprensorio di Alessandria giustificavano la ricerca di una soluzione razionale.
Non dobbiamo esprimere obiezioni al prezzo indicato per l'acquisto dell'immobile (un miliardo è una somma notevole), ma sapendo che il palazzo è ubicato in Piazza della Libertà, in questi tempi si può arrivare rapidamente all'importo indicato. La differenza di 50/100 milioni rientra nell'opinabile e in questa sede non siamo nelle condizioni di scendere all'interno di questi margini.
Il dubbio che vogliamo esprimere in questa occasione, approvando la proposta, riguarda l'onere probabilmente maggiore per la ristrutturazione dell'edificio. Se comprassimo un'area libera in quel luogo, forse gli oneri successivi sarebbero minori.
Su questo aspetto domandiamo se sono state fatte indagini e date risposte adeguate. Ci è stata fornita la documentazione sul patrimonio e sui beni regionali, curata anche tipograficamente, ma riteniamo che debba essere fatto uno sforzo di prospettazione, di coordinamento, di ricerca che investa l'intero territorio e le sue necessità perché la politica degli investimenti non venga fatta alla spicciolata ed assumendo dimensioni notevolissime, ma possa essere inquadrata in una visione pluriennale.
Rileviamo che, rispetto ad alcuni precedenti acquisti, preventivamente non si sono fatte previsioni sulle spese necessarie per ristrutturare edifici storici, castelli; per dare una destinazione economicamente oltreché culturalmente e politicamente, valida.
Vorremmo sentire anche gli esponenti delle altre forze politiche a questo riguardo per non dover prendere, in tempi successivi, iniziative che preferiremmo invece venissero prese da chi ha la strumentazione per sottoporre al Consiglio i dati necessari per un esame accurato della materia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, ha perfettamente ragione il Capogruppo D.C.
avvocato Bianchi, nel richiamare l'esigenza di una programmazione per quanto riguarda il patrimonio regionale. Circa un anno addietro abbiamo tentato una soluzione programmata per i problemi che erano sorti subito dopo il 1975 ma che ancora non comprendevano quelli connessi con il trasferimento delle funzioni e delle competenze alla Regione con il D.P.R.
616.
Entro la fine di gennaio la Giunta consegnerà ai Consiglieri un'ipotesi di programma della collocazione degli uffici regionali, conseguente anche alla legge delle strutture che ci auguriamo possa quanto prima essere affrontata.
Il costo del palazzo di Alessandria non è modificato da un anno addietro, quando venne definito in 925 milioni più gli oneri fiscali conseguenti. Una prima valutazione venne fatta dall'UTE, una seconda valutazione venne richiesta dalla Regione, ma raggiunse livelli superiori a quella cifra. Lo studio fatto un anno e mezzo addietro contiene anche le ipotesi di ristrutturazione con relativa spesa. Oggi quelle ipotesi sono modificate, perché in un primo momento si pensava di acquistare soltanto una parte dell'immobile, in un secondo momento invece si è acceduto all'ipotesi di trovare una soluzione per l'intero palazzo.
L'acquisto si aggira attorno alle 180 mila lire al mq ed il costo della ristrutturazione può variare attorno alle 200/300 mila lire a seconda dei materiali e delle opere che si vogliono realizzare; il costo generale dell'immobile potrà salire attorno alle 55 mila lire al mq.
L'unica soluzione per la Regione è di porre l'attenzione sugli edifici monumentali storici nei quali hanno sede fondazioni e istituti che vanno ad esaurire la loro opera potrei citare esempi di Biella, di Ivrea e di Vercelli gli quali comportano la sola spesa della ristrutturazione. Questa è la politica della Regione, non potendo costruire edifici nuovi. D'altra parte la Regione non può ripetere l'esperienza dello Stato, che è disseminato in tutti i luoghi impegnando nel bilancio cifre folli per sostenere i canoni di affitto. Monsignor Bettazzi recentemente ha offerto alla Regione la possibilità di usufruire gratuitamente dell'ulteriore parte del seminario e la Giunta ha già in programma l'incontro con altre strutture religiose del Piemonte per studiare la possibilità di utilizzare alcuni monumenti storici che essi non sono più in grado di mantenere.
L'offerta di collaborazione espressa dal Consigliere Bianchi è per noi importante perché potrebbe segnare una svolta in tanti rapporti.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "ll Consiglio regionale vista la proposta di deliberazione della Giunta regionale n. 75-16919 del 23 ottobre 1978, dalla quale risulta l'opportunità di acquistare, per una migliore e più conveniente sistemazione degli uffici del Comprensorio di Alessandria, e di altri uffici regionali ubicati in detta città l'immobile sito in Via Guasco n. 1, di proprietà, per una parte, della S.p.A S.A.T.E.A, e, per un'altra parte, sulla quale grava un diritto di usufrutto a favore del sig. Giuseppe Vitale, della Signora Luciana Jona Celesia, nuda proprietaria, al prezzo complessivo di lire 1.028.780.000 oneri fiscali compresi, dei quali L. 727.000.000, oltre I.V.A, di L.
101.780.000 a favore della Spa SATEA, L. 160.000.000 e L. 40.000.000 a favore rispettivamente dei Signori Luciana Jona Celesia e Giuseppe Vitale visto che alla spesa complessiva di L. 1.028.780.000 si può far fronte con lo stanziamento del cap. 1000 del bilancio 1978, così come risulta integrato con la legge di variazione allo stesso bilancio 1978 visto il parere favorevole della I Commissione ritenuto di accogliere la proposta della Giunta regionale delibera di autorizzare la Giunta regionale ad acquistare dalla Spa SATEA, dalla Signora Luciana Jona Celesia e dal Sig. Giuseppe Vitale, l'immobile sito in Alessandria, Via Guasco n. 1, al prezzo complessivo di L. 1.028.780.000 oneri fiscali compresi, con ampia delega alla Giunta stessa di compiere tutte le formalità necessarie per l'acquisizione del suddetto bene nel patrimonio regionale.
Al finanziamento dell'onere globale di L. 1.028.780.000 si farà fronte con lo stanziamento del cap. 1000 del bilancio 1978, così come risulta integrato con la legge di variazione dello stesso bilancio 1978.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole alzi la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Piani pluriennali

Esame deliberazione Giunta regionale: "Approvazione del piano pluriennale di sviluppo economico-sociale della Comunità montana Valle Varaita"


PRESIDENTE

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: Esame, deliberazione Giunta regionale "Approvazione del piano pluriennale di sviluppo economico-sociale della Comunità montana Valle Varaita".
La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

La deliberazione relativa al piano di sviluppo della Valle Varaita discussa ed approvata in sede di I Commissione, viene proposta all'attenzione del Consiglio regionale nella forma già usata ogni qualvolta veniva presentato un piano di sviluppo di Comunità montana. Con questa deliberazione si pongono alcuni vincoli legati all'attuazione del Piano di sviluppo regionale e dei piani comprensoriali. Questo si è dimostrato un metodo utile, perché ha permesso il confronto tra le varie Comunità montane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Siamo all'approvazione del quinto piano di sviluppo delle Comunità montane della provincia di Cuneo. Gli altri quattro piani di sviluppo sono stati trasmessi alla Regione o sono all'esame dei Comitati comprensoriali.
Vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio regionale sul lavoro organico che è stato svolto a livello di Comunità montane della provincia di Cuneo grazie alla collaborazione tra gli Enti e al coordinamento della Camera di Commercio e dell'Amministrazione provinciale.
Se la collaborazione fra gli vari Enti ha dato questi risultati ritengo sia giunto il momento per la Giunta regionale di trovare burocraticamente il modo per sollecitare le Comunità montane affinch ottemperino all'obbligo previsto dalla legge 43 sulle procedure di programmazione:che fa appunto obbligo alle Comunità montane di predisporre gli piani di sviluppo. Quella legge amnistiava le Comunità per le inadempienze che erano legate a termini stabiliti da altre leggi sulla programmazione delle Comunità stesse.
La deliberazione di approvazione del piano di sviluppo della Comunità montana Valle Varaita ricorda che il piano di sviluppo stesso è coerente con la deliberazione programmatica del Comprensorio di Saluzzo-Savigliano Fossano e nello stesso tempo ricorda che il piano di sviluppo viene completato da un programma di attuazione di cinque anni con apertura agli anni successivi per una spesa globale di 11 miliardi. Si incominciano a mettere in moto alcuni meccanismi sulla base della legge delle procedure di programmazione e questo è un esempio che viene dalle Comunità montane e dai Comprensori.
La deliberazione in discussione ha un dispositivo che abbiamo comunemente concordato di accettare, tuttavia è una deliberazione che dice e non dice: o ci decidiamo a dare un significato a questo tipo di deliberazione, oppure rischiamo ancora una volta di vanificare gli sforzi di programmazione che vengono dal basso e che, in quanto tali, meritano di essere tenuti nella dovuta considerazione. Una clausola della deliberazione dice che per quanto riguarda gli impegni finanziari si fa riferimento agli stanziamenti del bilancio della Regione. Relativamente a questo argomento ho presentato un'interrogazione un mese e mezzo fa circa per chiedere alla Giunta come intende avviare questa parte del dispositivo della deliberazione, che è comune a tutte le altre deliberazioni di approvazione dei piani di sviluppo. Non ho avuto alcuna risposta. Mi auguro tuttavia di vedere tradotte queste richieste in strumenti operativi e che queste esigenze nel bilancio 1979 siano tenute in evidenza per non essere costretti a salvarci in corner dicendo che tutto sommato la Regione è migliore del Governo perché il Governo ha fatto saltare gli stanziamenti del 1978 mentre la Regione, quanto meno, questi stanziamenti li ha parzialmente anticipati.



BONTEMPI Rinaldo

Il Piemonte è la Regione che più di altre ha delegato funzioni alle Comunità montane. Il problema esiste però è incontestabile che la nostra funzione è migliore.



MARTINI Mario

Preferisco non entrare nel merito.
E' opportuno ricordare la recente manifestazione di Sindaci. L'apparato organizzativo della Regione probabilmente non riuscirebbe a portare a Torino tanti Sindaci preavvisandoli nel giro di dieci giorni come è invece riuscita l'Uncem; questo dimostra che c'é una sensibilità attorno a certi problemi.
La Regione che cosa vuole concretamente indicare quando, approvando un piano di sviluppo, nel dispositivo della deliberazione dice che si deve fare riferimento agli stanziamenti nel bilancio regionale? Dal momento che questi stanziamenti nei bilanci precedenti non li ho visti in modo esplicito, mi auguro che nel bilancio 1979 queste cose vengano recepite.
Al di là del problema dei finanziamenti, seppure importante perché è la sostanza della politica di programmazione, c'é anche l'esigenza di stabilire dei rapporti più organici con le Comunità montane.
Ho visto con soddisfazione che si è stabilito un servizio per le Comunità montane, ma ho la sensazione che questo servizio abbia bisogno di un periodo di rodaggio per evitare zone d'ombra o aree vuote tra l'Amministrazione regionale e le Comunità montane.
Faccio un riferimento esplicito. Le Comunità della Provincia di Cuneo si sono avviate verso la politica di programmazione con fiducia e con serietà. La Comunità della Valle Stura è già nella seconda fase di programmazione in quanto, superata la fase del piano di sviluppo, si sta avviando verso il piano regolatore intercomunale (la fase preliminare del piano regolatore intercomunale si è conclusa nel dicembre 1977) ed ha chiesto insistentemente la collaborazione dell'Assessorato all'urbanistica.
Le risposte che ha avuto sono state soltanto burocratiche e dettate da un senso di sfiducia nei confronti degli operatori locali, che invece dovrebbero essere aiutati. Trovarci alla fine del 1978 con un piano regolatore intercomunale di una Comunità montana già approvato, anche se non perfetto, sarebbe molto meglio che non avere nell'ambito di quella Comunità montana i piani dei centri storici di quasi tutti gli Comuni delimitati, ma restituiti con un frego quasi di disprezzo con la motivazione che il centro storico è troppo ristretto.
La collaborazione è necessaria. Domenica scorsa in un Comune della Valle Stura si è tenuta una riunione nella quale si è preso atto che certi problemi che vengono dibattuti a livello regionale non trovano il momento di incontro a livello locale per una soluzione. D'altro canto, di fronte ad una Comunità che cerca, per esempio, di assorbire all'interno di un piano regolatore intercomunale una speculazione edilizia, operata in un Comune di 100 abitanti dove si stanno costruendo 100 mila metri cubi per creare una stazione turistica, dobbiamo aiutare ad assorbire questo fenomeno per inserirlo all'interno di una politica di programmazione della Comunità montana stessa. La legge n. 56 è di difficile gestione, anche il Presidente lo ha ammesso, però ha il merito di impedire che si perpetuino, come nel passato, casi di evidente speculazione edilizia.
Purtroppo nel 1978, malgrado gli sforzi di una Comunità montana per assorbirli in una politica di programmazione, questi casi vanno avanti per mancanza di coordinamento tra la Regione 'e le Comunità montane. Dobbiamo essere chiari con noi stessi e con gli Enti che hanno una loro autonomia che operano con sensibilità e nella convinzione che l'autonomia locale deve servire a rinsaldare le strutture dello Stato e non invece a indebolirle.
Il nostro voto è favorevole. Auguro a me stesso ed ai colleghi del Consiglio regionale che la politica di programmazione possa scendere nel territorio per eliminarne gli squilibri, unico obiettivo della programmazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno,Assessore all'agricoltura e foreste

Quanto riguarda la deliberazione mi pare che non ci sia niente da dire in quanto si tratta di una deliberazione di routine nelle condizioni che avevamo concordato.
Il collega Martini ha invece posto una serie di problemi che sono pertinenti ai quali mi ripromettevo di rispondere al più presto in sede di discussione della sua interrogazione, per la quale è pronta la risposta della mia parte. La Giunta ha però deciso di inviarla a tutti gli Assessori interessati perché dessero gli elementi per una successiva discussione in Giunta ai fini di una risposta complessiva.
Il Consigliere Martini ha fatto bene a sottolineare il dato positivo che emerge da questo piano per quanto riguarda le Comunità montane del Cuneese; il merito va certo alla collaborazione degli Enti ma anche al fatto che in quella zona esisteva l'Azienda della montagna della Camera di Commercio, oggi Ufficio regionale, Ufficio che deve essere ulteriormente rafforzato per quanto riguarda la sede centrale e le sedi periferiche. Si è cercato, per esempio, di mettere in movimento l'Assessorato alla montagna della Provincia di Alessandria per arrivare alla definizione, alla presentazione ed all'approvazione dei piani.
La legge n. 63 è settoriale e per gli aspetti che riguardano i territori collinari e montani privilegerà le Comunità montane che hanno il piano. Si è deciso di Utilizzare la direttiva CEE n. 1760 del 1978 per le infrastrutture, così si era già fatto per la IV direttiva. Si tratta di infrastrutture civili che con la nuova legge 63 e con la direttiva comunitaria hanno un'ampiezza che va oltre alla settorialità agricola.
Resta il problema di come si concretizza il rapporto complessivo e come si articola la spesa dei vari Assessorati. Molti ormai sono gli Assessorati che operano e che privilegiano i progetti e le pratiche che vengono presentate da parte delle Comunità montane. Si tratta di compiere un ulteriore passo avanti per articolare meglio questo rapporto politico da parte della Giunta con le Comunità stesse e avere comportamenti coerenti nella spesa di tutti gli Assessorati e nelle altre iniziative di carattere operativo.
Penso di poter illustrare ulteriormente queste questioni in sede di discussione dell'interrogazione o in occasione di eventuale apposito dibattito in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto il parere favorevole espresso in merito dalla I Commissione permanente delibera di approvare il piano pluriennale di sviluppo economico-sociale della Comunità montana Valle Varaita redatto ai sensi della legge n. 1102/1971 e delle leggi regionali n. 17/1973, n. 9/1975, n. 15/1977, n. 43/1977, n.
56/1977 e n. 12/1978 fatto salvo le esigenze di variazioni, aggiornamenti ed adattamenti da effettuarsi in sede di piano stralcio, derivanti dalle indicazioni del piano comprensoriale territoriale di coordinamento di cui agli artt. 4 e seguenti della legge regionale 5.12.1977 n. 56 'Tutela ed uso del suolo' dei piani urbanistici comunali ed intercomunali, dei piani settoriali, al fine di realizzare la necessaria compatibilità tra le previsioni e le indicazioni di intervento gli interventi previsti nel piano di sviluppo ed il relativo onere sono da intendersi come indicazioni di larga massima per le competenze della Regione, subordinate alle linee programmatiche e di spesa degli Assessorati e degli altri Enti all'infuori della Comunità montana le osservazioni e le indicazioni di merito sulla compatibilità con il Piano regionale di sviluppo, approvato dal Consiglio regionale il 17.7.1977, formulate dalla Giunta nell'allegato, visti ed esaminati gli elaborati del piano concernenti l'acquisizione conoscitiva, l'indirizzo degli obiettivi generali,la determinazione degli interventi di settore nella delimitazione temporale di 5 anni di validità del piano e l'individuazione dei metodi, mezzi e strumenti di attuazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Distributori carburante

Esame deliberazione Giunta regionale: "Proposta modifica delibera consiliare del 6 luglio 1978 relativa agli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, esclusi gli impianti autostradali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto undicesimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Proposta modifica delibera consiliare del 6 luglio 1978 relativa agli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, esclusi gli impianti autostradali".
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

La Commissione ha preso atto e accolto parte delle richieste del Commissario di Governo; per l'altra parte la Giunta regionale si è valsa della legge statale che permette di regolarizzare l'orario stabilito.
Le organizzazioni sindacali e professionali sono d'accordo, quindi non ci dovrebbero essere più obiezioni a questa deliberazione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni. Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto l'art. 54 lett. d) del D.P.R. 24/7/1977, n. 616 vista la legge 28/7/1971, n. 558 visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8/7/1978 viste le proprie precedenti deliberazioni n. 250 C.R. 9351 del 22/12/1977 e n. 329 C.R. 5071 del 6/7/1978 vista la nota del Commissario del Governo per la Regione Piemonte n.
21838 in data 24/7/1978, concernente la necessità di apportare alcune modifiche alla citata deliberazione consiliare n.329 C.R.5071del 6/7/1978 al fine di renderla uniforme alle direttive di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 1978 preso atto che le organizzazioni sindacali hanno espresso, avvalendosi della facoltà prevista dal punto 15 del più volte citato D.P.C.M. 8/7/1978 la determinazione di adottare un orario di apertura di 54 ore settimanali ripartite in 9 ore giornaliere vista la proposta della Giunta regionale in data 14/11/1978 delibera La propria precedente deliberazione n. 329 C.R. 5071 del 6/7/1978 concernente criteri per la determinazione, da parte dei Comuni, degli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, è modificata secondo i punti citati in premessa con conseguente formulazione del dispositivo in appresso indicato.
I criteri regionali sulla cui base i Comuni, ai sensi dell'art. 54 lett. d) del D.P.R. 24/7/1977 n. 616, fissano gli orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, esclusi gli impianti autostradali, sono i seguenti: 1) Orario di apertura L'orario di apertura è di 54 ore settimanali ripartite in 9 ore giornaliere. I Comuni, sentiti gli concessionari e le organizzazioni sindacali a carattere nazionale delle categorie interessate, fissano l'orario giornaliero nell'ambito di una fascia oraria compresa fra le ore 7 e le ore 20. Tuttavia, data l'esigenza di uniformità del servizio a garanzia dell'utenza, si suggerisce ai Comuni di fissare gli orari giornalieri di apertura e chiusura dalle ore 7,30 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19.
Le attività collegate, che costituiscono servizio complementare e non preminente rispetto a quello degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, devono osservare l'orario previsto per il servizio degli impianti stessi. In tutti gli altri casi di attività miste, nelle ore in cui è prevista la chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, si deve sospendere la vendita dei carburanti, se si deve tener aperto l'esercizio per svolgere l'attività prevista dalle altre autorizzazioni.
Gli impianti situati sulle autostrade debbono svolgere servizio continuativo ed ininterrotto.
2) Turnazione festiva Nelle domeniche e nei giorni festivi infrasettimanali, gli Comuni tenuto conto delle richieste avanzate dai concessionari degli impianti di distribuzione e sulla base delle indicazioni delle organizzazioni sindacali locali e provinciali delle categorie interessate, nonché di concerto con i Comuni limitrofi determinano l'apertura degli impianti in ragione del 25 di quelli esistenti e funzionanti nel proprio territorio. Nei Comuni ove risultino installati e funzionanti n. 3 o 2 impianti, detta percentuale pu essere portata rispettivamente al 33 % o al 50%.
Nei Comuni ove invece risulti installato e funzionante un solo impianto, può essere determinata l'esenzione dalla chiusura domenicale e festiva infrasettimanale. Tale esenzione è concessa a richiesta dei gestori interessati e per sopperire a comprovate necessità locali o turistiche.
Gli impianti che effettuano i turni di apertura domenicale o che fruiscono dell'esenzione di cui al comma precedente sospendono la loro attività nella giornata di lunedì o, se questo è festivo, nel primo giorno feriale successivo.
Allo scopo di evitare squilibri nel funzionamento della predetta turnazione, si ritiene opportuno che i Comuni confermino, per l'anno 1978 l'attuale turnazione determinata per ogni provincia dai rispettivi decreti prefettizi, limitando le eventuali variazioni ai casi di effettiva e comprovata necessità. Gli impianti di distribuzione di metano o di G.P.L.
sono esentati dall'osservanza degli intervalli di chiusura pomeridiana e serale, nonché dei turni festivi e notturni, purché gli impianti stessi siano abilitati all'erogazione del solo metano e/o G.P.L. e non risultino in un complesso più vasto di distribuzione di altri carburanti.
L'esenzione dai turni comporta l'osservanza almeno dell'orario stabilito in base alle disposizioni di cui al punto 1).
3) Servizio notturno L'autorizzazione al servizio notturno è concessa, su richiesta dei concessionari e di concerto con i gestori, ad un numero di punti di vendita non inferiore al 3 % di quelli installati e funzionanti nel territorio di ogni provincia; in tale numero non sono compresi gli impianti di distribuzione automatica dotati di apparecchiatura a moneta od a lettura ottica (self-service).
Tale autorizzazione viene rilasciata dal Comune nell'ambito del cui territorio è installato il punto di vendita, previa richiesta di parere alla Regione. Il servizio notturno ha inizio alle ore 22 e termina in corrispondenza dell'apertura antimeridiana.
Per poter essere autorizzati al servizio notturno gli impianti devono risultare opportunamente dislocati nei quartieri urbani e sulle vie di accesso ai centri abitati. Devono inoltre essere tenuti nel massimo conto e costituire criterio preferenziale a) il numero e il tipo delle attrezzature di erogazione dei carburanti offerti al pubblico b) la qualità e l'entità dell'organizzazione assistenziale per gli autoveicoli e le persone c) le condizioni di incolumità assicurata agli operatori addetti al servizio. Colonnine e chioschi, isolati o meno, ed impianti comunque insufficienti non possono essere abilitati al servizio notturno.
Nel caso di richiesta di abilitazione in numero superiore al 3%, a parità di servizi accessori offerti, possono essere effettuati turni annuali. L'inosservanza degli orari notturni comporta la decadenza dall'abilitazione al servizio notturno per un periodo massimo di un anno.
Nei casi di maggiore gravità, che compromettono la regolarità del servizio di distribuzione, può farsi luogo alla decadenza della concessione ai sensi dell'art. 18, comma terzo, del decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre 1971 n. 1269.
Allo scopo di evitare squilibri nel funzionamento del servizio notturno e disservizi per l'utenza motorizzata, sono autorizzati a svolgere tale servizio gli impianti già abilitati alla data del 31 dicembre 1977.
4) Impianti con apparecchiature a moneta od a lettura ottica Gli impianti di distribuzione automatica dotati di apparecchiature a moneta od a lettura ottica (self-service) sono esclusi dall'osservanza degli intervalli di chiusura pomeridiana e serale, nonché dai turni notturni, purché funzionino senza l'assistenza di apposito personale.
L'inosservanza di tale disposizione comporta la decadenza dall'esclusione.
5) Deroghe Nelle località ad economia turistica e limitatamente ai periodi di maggiore afflusso turistico gli Comuni, sentiti i concessionari degli impianti di distribuzione e le organizzazioni sindacali locali e provinciali delle categorie interessate, possono determinare deroghe all'osservanza dei turni di chiusura domenicale e festiva infrasettimanale a condizione che l'orario complessivo non superi le 54 ore settimanali di cui al precedente punto 1).
Eventuali deroghe all'orario complessivo settimanale di 54 ore possono essere concesse dai Comuni, previa richiesta di parere da parte degli stessi alla Regione.
Sempre nei limiti di 54 ore settimanali, a richiesta dei concessionari d'intesa con i gestori interessati, possono altresì essere autorizzate deroghe in favore di stazioni di servizio poste su strade di grande comunicazione, o di raccordo con autostrade, al di fuori dei centri abitati.
Per fruire di tale deroga le stazioni di servizio debbono possedere almeno gli seguenti requisiti di assistenza di mezzi motorizzati, oltre a quelli destinati ad assistere gli utenti: a) ampi piazzali di sosta b) punti di rifornimento in numero adeguato alle esigenze del traffico comprendenti la possibilità di erogare benzina normale e super, gasolio e miscele anche contemporaneamente a più veicoli c) servizi igienici d) locale per il gestore e) attrezzature di pronto intervento.
E' data facoltà ai Comuni, per tutto il territorio di competenza, di concedere, per gare sportive, manifestazioni tipicamente locali, fiere mercati od altro, temporanee deroghe alla limitazione di orario od all'osservanza dei turni festivi limitatamente ad un periodo non superiore a due giorni consecutivi. Deroghe relative a periodi maggiori possono essere concesse, per motivi eccezionali, previa richiesta di parere alla Regione.
6) Ferie Su domanda dei concessionari e di intesa con i gestori degli impianti gli Comuni autorizzano la sospensione dell'attività per ferie per un periodo non superiore alle due settimane consecutive per ogni anno solare fruibile in qualsiasi mese.
Le sospensioni per ferie vengono determinate annualmente in base ad un criterio che preveda comunque un'apertura degli impianti tale da assicurare il servizio all'utenza motorizzata, nonché lo svolgimento dei turni domenicali, festivi e notturni. Allo scopo di evitare disagi all'utenza motorizzata, gli Comuni, qualora lo ritengano opportuno e d'intesa con i concessionari ed gli gestori interessati, possono confermare, per l'anno in corso, i turni di ferie stabiliti per l'anno 1977.
7) Sanzioni I Sindaci dei Comuni della Regione Piemonte e gli organi di polizia preposti sono incaricati di far osservare le disposizioni contenute nei provvedimenti comunali e regionali in materia di disciplina orari di apertura e chiusura degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti.
Le infrazioni a tali disposizioni sono punite con la sanzione amministrativa prevista dall'art. 10 della legge 28/7/1971, n. 558, che è irrogata dal Sindaco competente per territorio, mediante la procedura prevista dalla legge 24/12/1975, n. 706. I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative spettano ai Comuni.
8) Disposizioni generali Non sono soggetti alla disciplina dei presenti criteri gli impianti siti nelle immediate vicinanze dei posti di confine nazionale, sulle autostrade e sui tronchi classificati autostrade.
Lo scarico delle autocisterne per il rifornimento degli impianti di distribuzione è consentito anche nelle ore in cui gli impianti stessi sono chiusi al pubblico. I gestori devono esporre un cartello, visibile al pubblico, ove sia indicato l'orario giornaliero di apertura e chiusura.
Sono fatte salve le condizioni economiche e normative dei lavoratori dipendenti ed, in particolare, il rispetto dell'orario previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro delle categorie interessate.
Il decreto ministeriale 28 giugno 1974, i decreti prefettizi ed ogni altro provvedimento, concernenti la disciplina dell'orario degli impianti stradali di distribuzione dei carburanti, esclusi quelli autostradali resteranno in vigore fino alla data in cui avranno efficacia i provvedimenti comunali emessi nell'esercizio delle attribuzioni di cui all'art. 54 lett. d) del D.P.R. 24/7/1977 n. 616".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 41 voti favorevoli e 2 astenuti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame deliberazione Giunta regionale: "Linee di progettazione interventi per soggetti handicappati ultraquattordicenni; richiesta di contributo al Fondo sociale europeo"


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: Esame deliberazione Giunta regionale: "Linee di progettazione interventi per soggetti handicappati ultraquattordicenni; richiesta di contributo al Fondo sociale europeo".
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Stiamo per approvare le linee di intervento per la formazione professionale e per l'inserimento nell'attività lavorativa degli handicappati ultraquattordicenni al fine di utilizzare gli contributi del fondo CEE.
Come già abbiamo affermato in Commissione, riteniamo non sia stato molto corretto che prima del dibattito in aula, ossia prima dell'approvazione della deliberazione, i Comuni siano stati invitati dalla Giunta ad approvare i piani attuativi di una deliberazione non ancora approvata.
Sottolineiamo quanto è emerso dalla consultazione. Nell'attuazione degli interventi si dovrà tener conto del raccordo con l'esistente.
Riteniamo che sarebbe errato, nel momento in cui si realizza un intervento consistente per l'inserimento degli handicappati, lasciar morire delle iniziative che già esistono e che potrebbero non avere più un adeguato finanziamento.
Pertanto il nostro giudizio è positivo sull'istituzione di nuove strutture e sulla realizzazione di nuovi interventi, che devono però essere collegati con l'esistente al fine di permettere un raccordo con quanto già funziona valorizzando esperienze esistenti. Trattandosi di un intervento così consistente, che utilizza 7 miliardi, il piano attuativo dovrà essere esaminato in Consiglio, quindi il nostro giudizio definitivo verrà sul modo con cui questo progetto verrà tradotto sul piano concreto.
L'intervento ha un'importanza sociale notevole. Non possiamo che essere favorevoli alla richiesta di contributo al fondo europeo, nella speranza che questo contributo venga quanto prima concesso e permetta interventi proficui sul territorio della nostra comunità regionale.
Riservandoci il giudizio sul piano, il nostro voto è favorevole.



PRESIDENTE

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale premesso quanto previsto dall'art. 2, primo comma, dello Statuto regionale: 'La Regione opera nell'ambito di poteri riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, esercitando la propria autonomia per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica economica e sociale della Comunità regionale e nazionale' e dall'art. 4 quarto e quinto comma dello Statuto medesimo: 'la Regione avvalendosi delle proprie competenze, in concorso con lo Stato e con gli Enti locali, opera in particolare per: realizzare le condizioni atte a rendere effettivi il diritto allo studio, il diritto al lavoro, la piena occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori ': quanto viene ripetutamente richiesto da parte di Enti locali Associazioni, forze sociali e sindacali della Regione Circa le soluzioni per i problemi inerenti l'assistenza medico-psico-sociale-riabilitativa, la formazione professionale, l'integrazione lavorativa dei cittadini handicappati come diritto sancito, non solo dallo Statuto regionale, ma dalla stessa Costituzione constatata: l'urgenza di superare il tradizionale concetto di 'passività assistenziale' nei confronti dei cittadini emarginati, allo scopo di mettere in atto una logica, che in termini sociali ed economici coinvolga oltre gli organismi tradizionalmente chiamati in causa, cioè gli Enti locali, anche le forze sociali, imprenditoriali e del lavoro, al fine di trovare ai problemi indicati una soluzione unitaria ed attiva la necessità di procedere ad una pianificazione regionale degli interventi in riferimento ai positivi risultati di sperimentazioni già avviate nel campo dell'inserimento di soggetti handicappati nella formazione professionale l'esigenza di coordinare i finanziamenti destinati a questo settore anche in riferimento all'inserimento lavorativo e sociale degli handicappati. Tale coordinamento è reso oltremodo necessario all'attuale momento che limita la dilatazione della spesa pubblica e deve tendere a non disperdere le risorse economiche nell'ottica di una successiva delimitazione degli interventi socio-sanitari e di formazione professionale nell'ambito delle ULS tenuto conto: che con deliberazione n. 35-12227 in data 11.1.1978 è stata costituita un'apposita Commissione per lo studio e la predisposizione di un programma generale di intervento su tutta la problematica relativa ai soggetti handicappati considerato: peraltro, che da parte degli Assessorati all'istruzione, lavoro sanità ed assistenza è stato predisposto l'unito progetto specifico concernente le linee di intervento per l'assistenza socio-riabilitativa all'addestramento professionale e l'inserimento lavorativo dei soggetti handicappati ultraquattordicenni, per gli anni 1979/1981 con una spesa complessiva di L. 7.058.200.000 di cui L. 3.546.600.000 a carico della Regione e L. 3.511.600.000 a carico del Fondo sociale europeo considerato, altresì, che per quanto concerne la spesa a carico della Regione si farà fronte con stanziamenti previsti su idonei capitoli dei bilanci di previsione 1979/1981, tenuto conto e sulla base delle risultanze del bilancio pluriennale.
I costi del progetto ammontano a L. 1.773.400.000 per il 1979; L.
2.364.400.000 per il 1980; L. 2.920.400.000 per il 1981; gli costi sostenuti dalla Regione equivalgono al 50% della spesa calcolata per ciascun anno.
Visti: il D.P.R. 24.7.1977, n. 616 relativo al trasferimento e deleghe delle funzioni amministrative dello Stato in materia di assistenza e beneficenza pubblica il D.P.R. 15.1.1972, n. 10, relativamente alle competenze regionali in materia di istruzione professionale le leggi regionali 8.8.1977, n. 39, 19.8.1977, n. 43 e 14.3.1978, n.
12 la deliberazione del Consiglio regionale n. 209/6149 in data 27.7.1977 l'art. 5 della decisione del Consiglio delle Comunità Europee del 20.12.1977 che modifica la decisione n. 71/66 la risoluzione del Consiglio delle Comunità Europee del 27.6.1974 che stabilisce il primo programma di azione comunitaria per il riadattamento professionale dei minorati il regolamento CEE n. 2893/77 del Consiglio delle Comunità Europee del 20.12.1977 che modifica il regolamento CEE 2396/71 il capitolo 3 paragrafo C, degli orientamenti per la gestione del FSE durante gli esercizi 1979/1981 e transitori per l'anno 1978 la deliberazione della Giunta regionale n. 65/16654 del 10/10/1978 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera a) di approvare le allegate linee progettuali di intervento per gli anni 1979/1981, concernenti l'assistenza socio-riabilitativa l'addestramento professionale, l'inserimento lavorativo dei soggetti handicappati ultraquattordicenni, con una spesa presumibile di L.
7.058.200.000, invitando la Giunta regionale a coordinare, sulla base delle suddette linee di intervento, i finanziamenti regionali nei confronti degli Enti locali e di altri Enti operanti nel settore della formazione professionale di cui alle disponibilità dei rispettivi capitoli di bilancio quali risulteranno dai singoli bilanci di previsione, sulla base e tenuto conto del bilancio pluriennale, relativo al periodo suddetto b) di autorizzare la Giunta regionale a richiedere, ai sensi della presente deliberazione, al F.S.E, il contributo previsto per le operazioni di cui sopra e nella misura massima concessa dal Fondo stesso corrispondente al 50% circa della spesa globale prevista, nonché a curare la realizzazione del progetto nella sua completezza dopo il formale impegno da parte del Comitato di gestione del FSE di corrispondere la cifra richiesta come concorso spese.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10.2.1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Pongo in votazione questa deliberazione per alzata di mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Formazione professionale

Esame deliberazione Giunta regionale: "Approvazione della convenzione per l'affidamento della gestione del Contro regionale per operatori informatici nel campo del controllo numerico all'Ente 'Giulio Pastore' di Torino Centro di formazione professionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione : "Approvazione della convenzione per l'affidamento della gestione del Centro regionale per operatori informatici nel campo del controllo numerico all'Ente 'Giulio Pastore di Torino Centro di formazione professionale" come richiesto dall'Assessore Fiorini.
La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Il voto del Gruppo D.C, sarà favorevole.
Comprendiamo i motivi che possono spingere verso una maggiore integrazione del lavoro in comune tra il Centro della Regione ed il Centro "Giulio Pastore" già esistente, verso le possibilità di utilizzo delle apparecchiature e gli scambi proficui tra le diverse esperienze. Vorremmo però raccomandare alla Giunta e al Consiglio di prestare attenzione allo svolgimento di questo nuovo rapporto, affinché l'Ente Giulio Pastore ne tragga dei benefici e perché questo rapporto non significhi una limitazione dei compiti specifici del Centro della Regione; si garantisca cioè alla "Sezione per operatori informatici" un livello di interesse regionale, che eviti il rischio di un ridimensionamento per le competenze e per la gravitazione territoriale dell'Ente Giulio Pastore.
In questo senso, abbiamo chiesto all'Assessore la presentazione alla Regione da parte dell'Ente di una relazione annuale sulla gestione delle specifiche competenza e la discussione della convenzione nel caso in cui la gestione delle competenze non si rivelasse di completa soddisfazione.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione della deliberazione, il Consiglio deve procedere all'approvazione dei due emendamenti.
Al punto a) dopo le prime tre righe aggiungere: "l'affidamento potrà essere revocato con il preavviso di almeno un anno ove mutate condizioni obiettive e motivate ragioni lo richiedano".
Dopo il punto i) aggiungere: "l) entro il 30 settembre di ciascun anno l'Ente Pastore è tenuto a presentare una relazione dettagliata sul modo in cui le funzioni affidate sono state svolte".
Chi è favorevole alzi la mano. Sono approvati all'unanimità.
Prima di passare all'approvazione della deliberazione do la parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Vorrei assicurare al Consigliere Alberton che il nostro intento è di potenziare il Centro, renderlo più snello e più aderente alle esigenze che si possono incontrare. Le difficoltà di trovare soluzioni più elastiche ci hanno indotto a cercare questa soluzione. Abbiamo chiesto appositamente una variazione dello Statuto dell' Istituto Giulio Pastore perché questa attività sia intesa come uno dei compiti istituzionali non soltanto nella Regione Piemonte, ma anche nei rapporti con le altre Regioni.



PRESIDENTE

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale riconosciuta l'opportunità di istituire il rapporto di collaborazione tra la Regione Piemonte ed il Centro di formazione professionale 'Giulio Pastore' di Torino visti gli intendimenti, le modalità e gli adempimenti che risultano dalla convenzione allegata alla presente deliberazione vista la deliberazione della Giunta regionale n. 148-18020 del 12.12.1978 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di approvare l'affidamento della gestione del Centro per operatori informatici nel campo del controllo numerico all'Ente 'Giulio Pastore Centro di formazione professionale per le motivazioni indicate in premessa di autorizzare, per le motivazioni indicate in premessa, la stipula della convenzione allegata, quale parte integrante della presente deliberazione, approvando condizioni, modalità e adempimenti nella stessa previste di dare mandato alla Giunta regionale per l'adozione di eventuali atti deliberativi occorrenti per la realizzazione delle finalità in premessa indicate.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 49 della legge 10.2.1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole alzi la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sulla situazione della Venchi Unica


PRESIDENTE

Era stata avanzata la richiesta di approvare il nuovo testo del regolamento del Comprensorio di Mondovì. Mi dicono però che la Commissione non l'ha ancora esaminato. Viene quindi rinviato alla prossima seduta.
La parola all'Assessore Alasia per una breve informazione sulla situazione della Venchi Unica.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il modo impegnato e continuo con il quale il Consiglio ed gli Capigruppo hanno seguito le vicende della Venchi Unica mi consentono un aggiornamento rapido della situazione. Essa è molto difficile., per non dire grave. Come voi ricordate, il Consiglio nella seduta del 23 novembre aveva formulato un ordine del giorno a sostegno delle iniziative che erano in corso per realizzare la società di gestione. Nell'incontro del 6 dicembre con il Ministro Prodi abbiamo preso atto della seguente situazione. L'impegno a costituire una società di commercializzazione, che pareva acquisito, è stato ritirato non essendosi costituita a monte quella che doveva essere la società di gestione.
Comprendere le varie ragioni addotte in quella riunione e il gioco delle varie parti non è stato e non è secondo me facile. Non voglio dare dei giudizi definitivi, anche perché non ci arrendiamo alle spiegazioni che ci sono state date, bensì vogliamo recuperare la proposta della società di commercializzazione,tanto che abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi ulteriormente in questo senso. Le banche per partecipare all'operazione avevano richiesto la presenza degli imprenditori. Il Consiglio unanimemente, le forze politiche torinesi, il Presidente della Giunta, il Sindaco di Torino circa un mese fa avevano specificato al Presidente del Consiglio Andreotti la richiesta, indicando come aziende possibili alla gestione la Fiat, la Olivetti, la Facis e la Pirelli.
Interpellate dal Ministro Prodi, la Fiat e la Olivetti hanno risposto negativamente. Sta di fatto però che la Finanziaria lombarda Caboto ha portato due proposte imprenditoriali che sono ritenute, come ci è stato confermato dall' Unione Industriale di Torino e dal Governo, molto serie.
Le banche non si sono ritenute sufficientemente garantite ed hanno chiesto ulteriori affidamenti che la Finanziaria Caboto ed il gruppo per il quale la stessa opera non intendono dare, avendo da tempo specificato i termini ed i limiti della loro disponibilità. Pare di assistere ad una gara dove tutti dichiarano la loro disponibilità, a condizione che siano altri ad impegnarsi. La situazione peggiora, anzi precipita e già penso alle conseguenze che si produrranno sulla rete commerciale in relazione alla campagna natalizia, ormai persa.
A questo punto crediamo si debba operare in tre direzioni: 1) ottenere una riconferma della disponibilità a costituire la società di commercializzazione con la Caboto; già esistono impegni di forze politiche per tentare questo recupero. Nell'incontro di lunedì scorso tra le organizzazioni sindacali, il Comune, la Regione, l'on. Donat Cattin ha affermato di volersi impegnare in questa direzione 2) avere una chiara verifica delle disponibilità delle condizioni delle banche. Il Presidente Viglione e il Sindaco di Torino avranno a questo proposito un incontro lunedì mattina 3) una verifica con gli imprenditori torinesi, non solo telefonica, per un impegno concreto nell'area di Torino.
In questa direzione si è impegnata la Giunta; chiediamo che nella stessa direzione si impegni a fondo il Governo.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sollecita distribuzione delle relazioni sul piano socio-sanitario


PRESIDENTE

L'Assessore Vecchione chiede la parola. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Comunico ai Capigruppo che in ordine all'impegno del Dipartimento servizi sociali di fornire una relazione sul piano socio-sanitario l'Assessore Enrietti ha già provveduto a consegnare il documento per la parte che lo riguarda. La mia relazione sarà consegnata tra mezz'ora alla sede dei Gruppi in duplice copia.


Argomento: Nomine - Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Necessità di giungere entro breve tempo:


VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

1) alla discussione sul nuovo Regolamento consiliare 2) alla nomina del Comitato tecnico consultivo dell'artigianato



PRESIDENTE

I Consiglieri hanno ricevuto oggi la bozza del regolamento del Consiglio regionale. Prima della fine della sessione il regolamento verrà presentato in aula, accompagnato da una succinta illustrazione sui criteri che hanno ispirato la Commissione nei suoi lavori.
La discussione potrà avvenire nel mese di gennaio, dopo che tutti i Consiglieri avranno potuto meditare le norme previste e maturare le osservazioni particolari o generali che il testo può loro suggerire.



RASCHIO Luciano

Entro il 20 gennaio è indispensabile giungere alla nomina dei membri della Commissione sulla gestione della legge dell'artigianato.



PRESIDENTE

Sono d'accordo con lei.
Il punto relativo alle nomine comparirà nell'ordine del giorno delle sedute del 20/21/22 dicembre.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



< torna indietro