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Dettaglio seduta n.228 del 15/12/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Se non vi sono osservazioni i processi verbali relativi alle sedute del 16, 23 e 30 novembre si intendono approvati.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interpellanza presentata dai Consiglieri Soldano, Vietti, Martini Lombardi, Beltrami atta a conoscere i motivi che hanno determinato la linea di condotta della Giunta regionale nei confronti dell'Ospedale civile di Mondovì a seguito dell'applicazione della legge 194


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza presentata dai Consiglieri Soldano, Vietti Martini, Lombardi, Beltrami atta a conoscere i motivi che hanno determinato la linea di condotta della Giunta regionale nei confronti dell'Ospedale civile di Mondovì a seguito dell'applicazione della legge 194.
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Con riferimento all'interpellanza urgente n. 559, con la quale i Consiglieri Soldano, Vietti, Martini, Lombardi e Beltrami hanno chiesto di conoscere la linea di condotta della Giunta regionale in ordine al problema dell'applicazione della legge 22/5/1978, n. 194, da parte dell'Ospedale civile di Mondovì, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
A seguito della pubblicazione della legge 22/5/1978, n. 194 l'Amministrazione regionale, dopo aver invitato gli Enti ospedalieri a far conoscere la situazione emergente dalle obiezioni di coscienza, ha impartito con apposite circolari, a firma del Presidente della Giunta regionale, le istruzioni necessarie alla puntuale applicazione della legge.
In particolare, per quanto attiene la problematica nascente dall'obiezione di coscienza, ha invitato gli Enti ospedalieri a ricorrere a reciproche convenzioni per assolvere all'obbligo di legge di assicurare, in ogni caso, l'espletamento delle procedure e degli interventi di cui agli artt. 5, 7 e 8, sancito dal quarto comma dell'art. 9.
Infatti, in una materia cosi delicata e complessa, l'Amministrazione regionale ha ritenuto più corretto il ricorso alla mobilità volontaria anche nella considerazione che molti sanitari potrebbero non aver sollevato obiezione, ritenendo loro dovere di pubblici dipendenti garantire l'espletamento completo dell'attività prescritta dalla legge, nell'ambito del servizio.
Inoltre una mobilità massiccia del personale, che avrebbe dovuto essere correttamente contrattata con le organizzazioni sindacali, avrebbe comportato anche una mobilità di tutto il personale, obiettore e no, per garantire i livelli di assistenza dei servizi di ostetricia, non potendosi paralizzare alcuni essenziali aspetti dell'attività dei servizi medesimi di cui l'interruzione di gravidanza rappresenta ovviamente solo un momento.
In tale prospettiva, l'Amministrazione regionale ha provveduto ad emanare le circolari n. 5250/XAS del 26/6/1978 e n. 6000/X del 26/7/1978 con le quali raccomandava agli Enti di provvedere all'attuazione del disposto di legge, attraverso la convenzione con Enti viciniori.
Inoltre il Dipartimento servizi sociali e sanitari ha programmato una serie di incontri con gli Ospedali (Amministrazioni, Direzioni sanitarie e Operatori servizi ostetrici) facenti parte di uno stesso Comprensorio, per risolvere i problemi emergenti e per facilitare le eventuali convenzioni.
Per quanto attiene all'Ospedale civile di Mondovì, contattato anch'esso con gli altri Ospedali, nei confronti dello stesso era stata più volte ufficialmente dichiarata la disponibilità dell'Ospedale S. Spirito di Bra sia da parte dell'Amministrazione sia da parte di un assistente del Servizio ostetrico.
Sulla base di tali indicazioni, e con la fattiva collaborazione delle Direzioni sanitarie interessate, atteso che anche un medico anestesista dell'Ospedale di Mondovì era disponibile ad assistere agli interventi presso l'Ospedale S. Spirito di Bra, presso gli due Enti ospedalieri sono state effettuate le interruzioni di gravidanza richieste ai sensi di legge.
L'Amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì, con lettera del 22/7/1978, pervenuta il 26/7/1978, ha notificato all'Amministrazione regionale l'impossibilità a provvedere per la dichiarazione di obiezione presentata dagli ostetrici e richiedeva all'Amministrazione regionale di provvedere.
Con telegramma in pari data (26/7/1978) l'Assessore alla sanità invitava l'Amministrazione a convenzionarsi con l'Ospedale S. Spirito di B r a, dichiaratosi disponibile anche pubblicamente in una riunione cui avevano partecipato, tra gli altri, rappresentanti dei due Ospedali, e ribadiva con raccomandata del 4/8/1978 la richiesta.
Con numerosi telegrammi l'Amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì, ogni qual volta veniva presentata la richiesta di interruzione di gravidanza, insisteva nel richiedere all'Amministrazione regionale un'equipe.
Al riguardo va precisato che sia la funzione di vigilanza, sia quella di garanzia attribuite alle Regioni - ai sensi del citato art. 9 - non fanno traslare l'obbligo dell'attuazione dall'Ente ospedaliero, soggetto cui l'obbligo stesso incombe per legge, all'Amministrazione regionale.
Laddove l'Ente ospedaliero con le strutture in dotazione, la cui efficienza va valutata anche alla luce delle obiezioni di coscienza, non è in condizioni di provvedere direttamente a tale obbligo, deve organizzarsi utilizzando la mobilità del personale prevista dal legislatore.
Poiché, pero, in base alla vigente normativa gli Enti ospedalieri sono autonomi e titolari della funzionalità gestionale dei rispettivi presidi nell'ambito di tale autonomia gestionale sono soggetti idonei a convenzionarsi per assicurare, attraverso l'utilizzazione della mobilità del personale, l'adempimento dell'obbligo.
A conforto di tale tesi va considerato che l'Amministrazione regionale cui incombe il compito istituzionale della vigilanza, non ha dotazioni organiche di riserva da poter destinare ai vari presidi.
Conseguentemente e coerentemente alle istruzioni già impartite a tutti gli Enti e all'Ospedale civile di Mondovì in particolare, l'Assessorato invitava con numerosi fonogrammi indirizzati anche all'Ospedale S. Spirito di Bra, l'Amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì a provvedere alle richieste pervenute attraverso l'accesso del medico del Servizio di ostetricia dell'Ospedale S. Spirito di Bra, nelle more della formalizzazione della convenzione, ribadendo l'invito alla stipula della convenzione.
Va all'uopo precisato che l'ostetrico in parola è assistente di ruolo dell'Ospedale S. Spirito di Bra, laureato fin dal 1973, in servizio dal marzo 1974, fa parte dell'elenco dei medici di guardia al Pronto Soccorso svolge con continuità i turni di guardia ostetrica permanente.
Atteso che nonostante i ripetuti inviti l'Amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì persisteva nel non assicurare l'obbligo discendente dalla legge 22/5/1978, n. 194, la Giunta regionale, su richiesta dei sottoscritti, diffidava, con deliberazione n. 53-16092 in data 5/9/1978 l'Amministrazione dell'Ente ospedaliero "Ospedale civile" di Mondovì, ai sensi e per gli effetti dell'art. 17 della legge 12/2/1968, n. 132, dal persistere nel violare gli obblighi derivanti dalla legge 22/5/1978, n.
194, ed a provvedere al reperimento del personale ostetrico non obiettore attraverso convenzioni con Ospedali viciniori, secondo le direttive impartite dall'Amministrazione regionale, dando fin d'ora mandato al Presidente della Giunta regionale di procedere, in caso di inottemperanza trascorsi trenta giorni dalla data di notifica della presente diffida, allo scioglimento, ai sensi del medesimo art. 17, del Consiglio di amministrazione suddetto.
La deliberazione è stata spedita all'Ospedale il 16/10/1978. A tutt'oggi l'Ente non ha provveduto a stipulare alcuna convenzione nonostante che l'Ospedale S. Spirito di Bra si sia dichiarato ancora una volta disponibile, come da comunicazione fatta all'Assessorato alla sanità da ultimo il 28 ed il 31/10/1978 e come da lettera inviata anche all'Ospedale civile di Mondovì il 3/11/1978.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Le stesse tesi da noi esposte nell'interpellanza sono emerse chiaramente nel corso del recente incontro svoltosi presso l'Assessorato regionale alla sanità, con la partecipazione personale dell'Assessore e di una folta rappresentanza di esponenti qualificati del Comprensorio di Mondovì, cioè: il Presidente del Comprensorio stesso, alcuni membri della V Commissione comprensoriale, altri del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì, fra i quali lo stesso Presidente. A tale incontro, per quanto mi concerne, ho partecipato con la collega Graglia. I motivi che hanno determinato la nostra interpellanza emergono dall'interpellanza stessa: da un lato, occorre dunque precisare la nostra volontà di interpretare correttamente la legge nell'ambito delle nostre competenze di Consiglieri regionali; dall'altro, è evidente la necessità di verificare come la legge stessa viene applicata, in sede attuativa, presso l'Ospedale civile di Mondovì. E' chiaro che l'art. 9 della legge 194, che garantisce il diritto all'obiezione di coscienza per il personale medico e paramedico, pone dei grossi interrogativi di natura morale e giuridica tant'é vero che, attraverso agli organi di stampa, veniamo ogni giorno informati di contestazioni o, quanto meno, di interpretazioni diverse che si stanno verificando, da parte della Magistratura, in varie città d'Italia. L'Assessore Enrietti ci ha ora dato lettura, in verità alquanto affrettatamente, di un testo che ripete le argomentazioni già esposte durante l'incontro suaccennato presso l'Assessorato regionale alla sanità da lui stesso e da funzionari responsabili del settore. Tuttavia, per quanto mi riguarda, ritengo sia corretto richiamare l'attenzione della Giunta affinché il comportamento del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale civile di Mondovì sia esaminato con obiettività e con la dovuta considerazione dei fatti. Evito la cronistoria degli avvenimenti perché dovrei leggere intere pagine di documentazione e non vorrei abusare del tempo che mi è concesso. E' comunque chiaro che, da parte dell'Ente ospedaliero di Mondovì, è prevalsa la volontà di una interpretazione della legge che, con l'avallo del parere di insigni studiosi della materia in termini giuridico-istituzionali, attribuisce alla Regione la responsabilità del controllo e dell'attuazione degli interventi di interruzione della gravidanza "anche attraverso la mobilità del personale" (vedi art. 9 quarto comma della legge 22/5/1978, n. 194). Nel frattempo, tuttavia l'Amministrazione del nosocomio monregalese, nell'ambito delle direttive emanate dall'Assessorato regionale alla sanità, ha constatato l'indisponibilità, da parte degli altri ospedali della provincia di Cuneo ad addivenire ad una convenzione che assicurasse l'apporto di personale medico idoneo non obiettore presso l'Ospedale di Mondovì. L'Ospedale di Bra, in particolare, si è dichiarato disponibile alla convenzione con quelli di Mondovì soltanto pochi giorni fa. E' comunque da precisare che presso l'Ospedale di Mondovì, le attrezzature per l'interruzione della gravidanza esistono e sono regolarmente (purtroppo! mi sia consentito aggiungere) utilizzate, tanto che tutti gli aborti richiesti in questi mesi sono stati effettuati; ma è altresì doveroso dichiarare che il medico che continua, di fatto, ad operare, in seguito a fonogrammi emanati all'uopo dall'Assessorato regionale, non possiede gli requisiti professionali richiesti per svolgere le funzioni che è chiamato a svolgere. Manca, presso l'Ospedale di Mondovì, un ginecologo non obiettore; occorrerebbe, cioè, un primario o almeno un aiuto. Proseguendo in questo modo, senza sufficienti garanzie giuridico-professionali, corrono gravi rischi non soltanto l'Amministrazione ma le donne stesse, quali utenti del servizio, e anche il personale non obiettore che prima, durante e dopo gli interventi abortivi svolge determinate funzioni.



PRESIDENTE

Dottoressa, la richiamo alla sintesi del suo intervento.



SOLDANO Albertina

Capisco, però la mia è un'interpellanza, alla quale peraltro si risponde con moltissimo ritardo, nonostante fosse stata dichiarata "urgente".
Devo comunque ribadire che la convenzione non è un atto dovuto dal Consiglio di amministrazione di un ospedale, che invece deve essere rispettato nell'esercizio delle sue autonome decisioni, né è assolutamente accettabile, nei suoi confronti, l'imposizione, da parte della Giunta regionale, a compiere un atto che non è dovuto, ma rientra invece nella discrezionalità delle decisioni da assumere dal Consiglio di amministrazione stesso.



RASCHIO Luciano

Obiettore di coscienza è il Consiglio di amministrazione dell'ospedale!



SOLDANO Albertina

Obiettore di coscienza è il personale me dico e paramedico. Siamo perfettamente d'accordo che non può esserlo il Consiglio di amministrazione di un Ospedale. Si tratta piuttosto, da parte di chi è responsabile di fronte alla legge, di assicurare un servizio valido e sicuro, nei limiti del possibile. Attualmente, la questione è "sub judice" presso il TAR. che adotterà le opportune decisioni sulla delicata e complessa materia. Ma per quanto ci concerne, non possiamo accettare certe disposizioni, da parte della Giunta regionale, che ledono gravemente l'autonomia dell'ente. Questo è tenuto - lo ribadiamo - a fornire le strutture per l'espletamento del servizio; ma per quanto concerne la mobilità del personale e i provvedimenti da assumere in proposito, la competenza, a nostro parere, è della Regione. Se questa, per ragioni di opportunità politica, preferisce addebitare ad altri organismi le proprie responsabilità, ritrovi almeno l'obiettività per comprendere che certe leggi, per la complessità dei problemi che intendono affrontare, possono quanto meno prestarsi a interpretazioni diverse. E' quanto, ripeto, risulta attualmente circa la legge n. 194, anche da parte di giuristi altamente qualificati, che non appartengono al nostro schieramento politico-culturale e pertanto restano di fatto, per obiettività e correttezza professionale, al di sopra di ogni eventuale sospetto.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione presentata dai Consiglieri Vietti, Soldano, Martini e Beltrami: "Motivi del ritardo dell'adeguamento dell'indennità di residenza ai farmacisti titolari di farmacie rurali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Vietti, Soldano Martini e Beltrami: "Motivi del ritardo dell'adeguamento dell'indennità di residenza ai farmacisti titolari di farmacie rurali".
La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

La motivazione del protrarsi dei tempi dell'esame del disegno di legge in oggetto, da individuarsi per il 1977 nei problemi connessi al finanziamento degli oneri conseguenti a tale provvedimento, è venuta meno con la legge regionale n. 26 del 25/5/1978 che ha approvato il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1978.
Lo stanziamento previsto in tale bilancio al cap. 9380 "Indennità di residenza ai titolari di farmacie rurali, indennità di gestione dei dispensari farmaceutici e contributi ai Comuni gestori di farmacie rurali" pari a 500 milioni di lire, consente infatti un sia pur parziale finanziamento degli oneri previsti da tale disegno di legge.
Tenendo conto delle attese della categoria ritengo pertanto opportuno che le Commissioni competenti esaminino nel più breve tempo possibile il disegno di legge apportandovi le necessarie modificazioni.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

In data 15/9/1977 l'Assessore e il Presidente della Giunta rispondevano ad una nostra interrogazione del 21/7/1977 che sollecitava il reperimento dei fondi per l'approvazione del disegno di legge sull'adeguamento dell'indennità di residenza ai farmacisti titolari di farmacie rurali.
Il disegno di legge è ancora giacente in Commissione per mancanza di finanziamenti, malgrado la V Commissione l'avesse licenziato all'unanimità fin dal 6/7/1977.
Rilevavamo allora che era abbastanza inconsueto il fatto che la Giunta approvasse un disegno di legge senza assicurare il corrispettivo finanziamento.
L'Assessore assicurava che con le variazioni al bilancio del 1977 si sarebbe provveduto. Malgrado tale assicurazione il 1977 è passato senza che il provvedimento sia stato portato in aula. Eppure la relazione della Giunta al disegno di legge metteva in rilievo l'esigenza di adeguamento dell'indennità - che non è più stata aggiornata dal 1968 - per garantire un adeguato funzionamento dei presidi per assicurare la fornitura dei farmaci agli abitanti delle località disagiate. La relazione metteva in rilievo il fatto che ci sono farmacie chiuse e concorsi che vanno deserti proprio perché le farmacie, in determinate località, non danno un reddito sufficiente.
I dati sono significativi. Nell'ultimo decennio solo nella provincia di Torino 56 sono i posti mai coperti..



PRESIDENTE

Dottoressa Vietti, la invito alla concisione.



VIETTI Anna Maria

Ho finito.
Malgrado si siano ripetuti gli concorsi ci sono nella Regione 67 farmacie chiuse per le quali non si è reperito un titolare. Ora si dice che la legge n. 26 del 25/5/1978 prevede lo stanziamento relativo.
Potremo dichiararci soddisfatti quando vedremo realizzata tale previsione nell'interesse delle popolazioni disagiate.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Quali adempimenti sono ancora necessari per la concessione dell'autorizzazione all'apertura della nuova farmacia in Pinerolo"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dal Consigliere Chiabrando: "Quali adempimenti sono ancora necessari per la concessione dell'autorizzazione all'apertura della nuova farmacia in Pinerolo".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

In riferimento all'interrogazione n. 563, riguardante gli adempimenti necessari per autorizzare l'apertura della nuova farmacia di Pinerolo, le fornisco i seguenti elementi di risposta.
La suddetta sede farmaceutica sarà oggetto del concorso verosimilmente bandito non appena sarà ultimata la nuova pianta organica delle farmacie.
Si ritiene comunque che il bando di concorso uscirà nel primo semestre del 1979; di conseguenza l'apertura della farmacia in oggetto potrebbe avere luogo entro il 1980.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La ringrazio. Devo però esprimere la mia sorpresa perché gli tempi sono molto lunghi: il concorso nel primo semestre 1979 e l'apertura nel 1980.
Gradirei avere il testo della risposta per iscritto.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Sono i tempi che trasmette il Medico provinciale.



CHIABRANDO Mauro

Mi paiono molto lunghi, comunque ringrazio della risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione del Consigliere Oberto: "A quali criteri la Giunta regionale si è ispirata nell'assumere la deliberazione relativa alla pubblicazione di un elenco di medici piemontesi che ritengono di sollevare obiezione di coscienza in materia di interruzione di gravidanza" ed interpellanza presentata dai Consiglieri Vietti, Beltrami, Cerchio, Menozzi, Soldano e Bianchi atta a conoscere i fatti avvenuti all'interno dell'Ospedale S. Anna di Torino in materia di interruzioni di gravidanza e se la Giunta non ritenga opportuno revocare la deliberazione relativa alla pubblicazione di elenchi di medici obiettori di coscienza


PRESIDENTE

Prendiamo in esame congiuntamente l'interrogazione del Consigliere Oberto: "A quali criteri la Giunta regionale si è ispirata nell'assumere la deliberazione relativa alla pubblicazione di un elenco di medici piemontesi che ritengono di sollevare obiezione di coscienza in materia di interruzione di gravidanza" e l'interpellanza presentata dai Consiglieri Vietti, Beltrami, Cerchio, Menozzi, Soldano e Bianchi atta a conoscere i fatti avvenuti all'interno dell'Ospedale S. Anna di Torino in materia di interruzioni di gravidanza e se la Giunta non ritenga opportuno revocare la deliberazione relativa alla pubblicazione di elenchi di medici obiettori di coscienza.
Chiede la parola fa dottoressa Vietti per l'illustrazione dell'interpellanza.



VIETTI Anna Maria

La motivazione dell'interpellanza è duplice: essere informati sui fatti avvenuti all'Ospedale S. Anna di Torino, ove secondo notizie di stampa si sarebbero effettuati interventi di interruzione della gravidanza alla presenza di donne estranee; chiedere il ritiro della delibera della Giunta che prevede la pubblicazione degli elenchi dei medici e del personale paramedico, obiettori di coscienza per l'interruzione della gravidanza.
Riteniamo tale decisione illegittima e discriminante.
Siamo convinti che il personale obiettore, il quale ha fatto una libera scelta di coscienza in difesa della vita, sia personalmente disponibile a dichiarare la propria scelta, ma riteniamo che un Ente pubblico non possa diffondere elenchi che la legge non dichiara pubblici potendosi prevedere anche l'esigenza del segreto d'ufficio da parte del Direttore sanitario dell'Ospedale e del Medico provinciale, cui il personale obiettore è tenuto a comunicare la dichiarazione dell'obiezione di coscienza, secondo quanto previsto dall'art. 9 della legge 194.
L'illegittimità del provvedimento è stata anche dichiarata dal Pretore Fasanelli di Genova, respingendo la richiesta di pubblicazione avanzata dall'UDI.
Ma ciò che più ci colpisce sono le motivazioni che la Giunta adotta nell'assumere il provvedimento.
La pubblicazione degli elenchi è finalizzata a "consentire alle strutture socio-sanitarie ed all'utenza di conoscere la disponibilità o meno del personale ad applicare la legge", sia ai fini del ricorso a detto personale, sia ai fini del controllo della corretta applicazione della legge (ivi compresa l'eventuale revoca automatica dell'obiezione di coscienza in caso di partecipazione a procedure od a interventi per l'interruzione della gravidanza, secondo quanto sancito dall'ultimo comma dell'art. 9), sia per la segnalazione di eventuali devianze.
In base alla deliberazione assunta non emerge che la Giunta si preoccupi di alcun controllo perché la legge 194, che pur ha anche come titolo "Norme per la tutela sociale della maternità" (per me questo titolo è uno scherno), non venga utilizzata in modo permissivo, disattendendo quanto previsto dagli artt. 4 e 5 della citata legge, si preoccupi che la legge sia utilizzata come mezzo per il controllo delle nascite, in contrasto con l'art. 1 della legge, che non si operi per far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza.
Nulla di tutto questo. La Giunta prevede solo il controllo da parte dell'utenza sull'operato dei medici obiettori.
Dissentiamo con forza dal fatto che i medici che, per motivi religiosi morali o di deontologia professionale, ossia perché intendono operare per difendere la vita e non per stroncarla, si sono avvalsi di un diritto previsto dalla legge, debbano essere indicati all'utenza come soggetti che necessitano di un particolare controllo per - come afferma la Giunta evitare eventuali abusi, per la segnalazione di eventuali devianze.
Noi condividiamo la scelta degli obiettori perché riteniamo che la vita debba essere difesa fin dal suo concepimento, ma il nostro atteggiamento sarebbe identico anche se fossimo di fronte ad obiezioni di coscienza previste dalla legge, per fatti che ci trovassero dissenzienti. E questo per rispetto della libertà e della dignità delle persone. Il provvedimento della Giunta è discriminatorio, dà implicitamente un giudizio negativo per una libera scelta di coscienza e, nell'attuale situazione del Paese, pu determinare reazioni che sarebbero causa di gravi responsabilità per la Giunta.
Il provvedimento s'inquadra nella campagna di pressione psicologica tesa a far recedere i medici obiettori dalla loro scelta, come è chiaramente dimostrato dalla "lettera aperta ad un medico obiettore" dell'UDI, pubblicata dalla Stampa del 9 dicembre u.s., lettera con cui s'invitano i medici a recedere dall'obiezione giudicando necessari i loro interventi per l'interruzione della gravidanza per "vivere fino in fondo la responsabilità sociale" e misconoscendo i motivi degli obiettori fino al punto di qualificare l'obiezione di coscienza come "disobbedienza civile".
Ma ci sono altri motivi per cui diamo un giudizio negativo sulla delibera della Giunta.
La pubblicazione degli elenchi dei medici e del personale paramedico obiettore è un argomento che è stato affrontato in sede parlamentare durante l'iter di approvazione della legge 22/5/1978, n. 194.
Gli atti parlamentari della seduta del 2/12/1976 delle Commissioni della Camera dei Deputati, Giustizia e Sanità, riunite congiuntamente rivelano che l'on. Castellina (PDUP) propose un emendamento con cui si prevedeva la pubblicazione degli elenchi dei medici obiettori; l'on.
Giovanni Berlinguer (PCI), relatore di maggioranza, dichiarò di non essere d'accordo affermando che semmai potevano essere pubblicati gli elenchi dei medici non obiettori; l'on. Tiraboschi (PSI) dichiarò che dovevano essere pubblicati entrambi gli elenchi; l'on. Bonino (Radicale) si associò alla proposta Castellina; gli onorevoli Pennacchini e Marzotto Caotorta (DC) si dichiararono contrari alla pubblicazione degli elenchi; l'on. Adriana Seroni (PCI) dichiarò la disponibilità a riconoscere le esigenze ed i problemi dei medici obiettori.
Dopo tale dichiarazione l'emendamento Castellina venne ritirato.
Come è dunque possibile che una Regione con un atto amministrativo adotti una soluzione ed un provvedimento che la Commissione parlamentare ha esaminato e non ha ritenuto fosse accoglibile? E per di più questo atto amministrativo, all'insegna della centralità del Consiglio tanto proclamata, viene assunto dalla Giunta, ossia dalla sola maggioranza, senza discuterlo in Consiglio regionale.
Per questi motivi chiediamo alla Giunta di ritirare il provvedimento perché discriminante, mezzo di indebita pressione psicologica, carico di possibili gravi conseguenze delle quali la Giunta assumerebbe la pesante responsabilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

La deliberazione assunta dalla Giunta regionale prevede la comunicazione degli elenchi degli obiettori di coscienza agli Enti deputati o interessati alla corretta applicazione della legge 194 e cioè agli Enti ospedalieri, ai consultori, ovviamente attraverso agli Enti gestori, agli Enti mutualistici, agli ordini dei medici, ai collegi professionali delle ostetriche, degli infermieri professionali, delle assistenti sanitarie e visitatrici.
Gli Enti stessi sono stati espressamente invitati a utilizzarli per le richieste di mobilità, l'avvio dell'utenza, il controllo della corretta applicazione della legge, la segnalazione delle eventuali devianze.
Inoltre, gli Enti medesimi dovranno tenere gli elenchi a disposizione dell'utenza che li richieda e fornire sulla base degli stessi tutte le indicazioni necessarie a facilitare la conoscenza delle situazioni per ricorso sia alle strutture pubbliche che agli stessi medici privati per le procedure di cui all'art. 5 della citata legge 194.
E' appena il caso di precisare che per utenza nel provvedimento in esame deve intendersi il singolo interessato; è altresì ovvio che l'interessato dovrà chiedere notizie sul singolo medico, anche se la richiesta può riguardare più di un medico, in modo che la donna sia messa in condizioni di sapere, preventivamente, a chi rivolgersi per eventuali esigenze connesse all'interruzione della gravidanza. In tal senso verranno fornite con apposite circolari precise disposizioni agli Enti interessati.
Dalle indicazioni che precedono è evidente che la Giunta regionale non ha inteso adottare una deliberazione di pubblicità degli elenchi e meno che mai un provvedimento di carattere punitivo. Ha solo inteso facilitare al massimo la corretta applicazione della legge.
Si precisa al riguardo che le stesse modalità dei termini di presentazione dell'obiezione di coscienza, previste all'art. 9, sono intese a regolare e garantire l'esercizio del diritto, a sollevare l'obiezione di coscienza, nonché a fornire alle autorità sanitarie elementi di valutazione per organizzare la corretta applicazione della legge attraverso il personale non obiettore.
Da nessuna disposizione si evince, al contrario, una normativa che tuteli il segreto dell'obiezione in quanto tale segretezza si porrebbe quale inevitabile impaccio alla corretta e puntuale esecuzione della legge 194.
Per i motivi su esposti gli Assessori alla sanità e all'assistenza non ritengono di proporre alla Giunta regionale la revoca della deliberazione del 14 novembre, ma reputano opportuno, attesa la particolarità e la delicatezza dell'argomento, in conformità all'orientamento della Giunta regionale, rimettere il testo della deliberazione stessa per eventuali suggerimenti alla competente Commissione consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Del problema si sono interessati il Comune di Torino e la Provincia di Torino e in quelle sedi hanno fatto riferimento a quello che sarebbe avvenuto nel Consiglio regionale. Nel Consiglio regionale si risponde oggi ad un'interrogazione presentata il 19 novembre, che ha avuto una risposta c'è un'interpellanza successiva, che ha pregio rispetto all'interrogazione ma gli banchi sono pressoché vuoti e l'argomento va per destinazione quasi naturale perduto, come se si trattasse di un'interrogazione qualunque laddove invece è di grandissimo rilievo. Uscita in corner, consente di non dichiararci del tutto insoddisfatti, anche se resta fermo il nostro concetto che per l'importanza e la gravità del problema, la deliberazione dovrebbe essere revocata.
Come presentatore dell'interrogazione vorrei pregare la Commissione competente di comunicarmi il giorno in cui l'argomento sarà trattato perché ho predisposto delle considerazioni, superando la mia normale diligenza, proprio per la convinzione che si tratta anche di interpretazione di natura giuridica estremamente delicata e grave.
Più grave è l'aspetto della turbativa della coscienza morale, della coscienza religiosa, della libertà di espressione e di decisione che, nel caso concreto, si estrinseca nell'applicazione di una norma di diritto, non di una semplice facoltà.
L'art. 9 della legge dà il diritto, non la semplice facoltà, di astenersi, quindi è un argomento difficile da considerare. L'avvocato Vecchione non dimenticherà che c'é stata già una pronuncia di un Pretore non so in quali termini e in quali limiti.
Un Pretore di Genova è già intervenuto dicendo che l'argomento incide addirittura nella norma penale violata del segreto d'ufficio perché la divulgazione, fatta anche da terzi avvalendosi però del documento che la Giunta porta, può costituire una violazione di norma penale.
Poiché vi è la decisione di rimettere alla V Commissione e pertanto di tenere ferma questa deliberazione (ignoro oltretutto se abbia avuto il visto di approvazione da parte dell'autorità)..



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

C'é stata una richiesta di chiarimenti da parte del Commissario di Governo.



OBERTO Gianni

..quindi non è applicabile. Domani ricevo un'attestazione dai miei colleghi del Tribunale di Ivrea per cinquant'anni di iscrizione nell'Albo.
Ricordo quanti processi di procurato aborto in questi cinquant'anni che ho fatto al tempo in cui vi era una disciplina estremamente delicata e difficile in questa materia. Ecco perché ho avvertito qualche cosa di machiavellico non tanto nell'interpretazione e nella volontà della Giunta quanto nella possibilità deformatrice da parte di altri.
Abbiamo letto sui giornali le lettere dell'UDI. Probabilmente L'UDI ha scarsa fiducia nel servizio postale e agisce in termini di economia facendo pubblicare dai giornali le lettere che non mi risulta essere pervenute n al Presidente del mio Gruppo né ai medici che sono collocati nella posizione di obiettori di coscienza. Queste pressioni esterne in qualche modo turbano la determinazione delle persone che vengono investite in questa direzione e in questa maniera.
Non posso dichiararmi soddisfatto della semplice remissione alla Commissione. Accetto però la soluzione proposta come motivo di ulteriore discussione dopo che la Commissione si sia in termini pronunciata.



PRESIDENTE

L'argomento è stato così trattato.


Argomento:

Rinvio di alcune interrogazioni al successivo dibattito sui problemi della viabilità


PRESIDENTE

Se i Consiglieri interessati sono d'accordo, propongo di assorbire nel punto successivamente trattato dal Vicepresidente Bajardi le seguenti interrogazioni: n. 568 del Consigliere Carazzoni atta a conoscere quali iniziative la Giunta ritiene di assumere per l'imminente apertura della galleria stradale del S. Gottardo n. 569 del Consigliere Carazzoni per avere più dettagliate notizie circa l'incontro avvenuto fra il Presidente della Commissione Trasporti della Camera e il Vicepresidente della Giunta sullo sviluppo delle comunicazioni in Piemonte n. 587 del Consigliere Marchini per conoscere se la Giunta non ritenga opportuna un'informazione al Consiglio regionale sulla viabilità in Val di Susa interpellanza n. 586 del Consigliere Beltrami atta a conoscere se l'Assessore Bajardi ha avuto notizia che il Sottosegretario on. Fontana, a nome del Governo, ha proposto un emendamento al disegno di legge sulle alluvioni nell'Ossola.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi, Chiabrando, Lombardi, Bertorello e Franzi atta a conoscere il numero delle concessioni di fidejussione disposte dalla Giunta regionale a favore degli imprenditori agricoli ai sensi della legge n. 51


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Menozzi, Chiabrando Lombardi, Bertorello e Franzi atta a conoscere il numero delle concessioni di fidejussione disposte dalla Giunta regionale a favore degli imprenditori agricoli ai sensi della legge n. 51.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Sulle leggi 51 e 45 sono state presentate soltanto due domande di fidejussione, una relativa alla Cooperativa Latte Verbano e l'altra relativa all'imprenditore privato Bertola Giuseppe - Case Sparse, 25 Candiolo; questa richiesta era collegata ad un mutuo con nulla-osta n. 32 rilasciato dall'IPA di Torino in data 13/9/1976 per circa 24 milioni.
Secondo il parere delle banche, la fidejussione, così com'è stata congegnata, è inapplicabile essendo in contrasto con il disposto del regolamento sul credito agrario (artt. 19 e 24) e per gli ostacoli che si creerebbero in ordine alla riserva che la Regione ha posto circa il diritto di revoca nel periodo di dieci anni nel caso in cui le opere fossero distolte dall'uso della destinazione.
Il problema riguarda soprattutto il Consorzio Latte Verbano. I colleghi ricorderanno che per il Verbano, quando si trattò di consentire al Consorzio di acquisire le strutture dal Consorzio agrario venne presentata una legge speciale in ordine alla garanzia. Con il rifinanziamento della legge 51 il problema venne affrontato e risolto in parte, ma venne affrontato e risolto esclusivamente a favore delle cooperative e dei loro consorzi demandando al Consiglio regionale di volta in volta la concessione della fidejussione.
Il caso dei singoli non fu tenuto presente in quel momento perché non era ancora sorto: la legge è stata approvata il 30/8/1976 e L'IPA di Torino emise il nulla-osta il 13/9/1976.
In ogni caso questo mutuo è andato a buon fine in data 15/2/1977, con garanzia di titoli o con deposito di un libretto bancario da parte dell'interessato. Se vi fosse ancora qualche problema per questo caso singolo, penso che si risolverà con la legge n. 63.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Lo scopo dell'interrogazione era di fare il punto sulla situazione di un'iniziativa che tutti ritenevano innovativa essendo il Piemonte l'unica Regione a prevedere questo tipo di fidejussione. In effetti l'iniziativa non ha dato molti frutti in quanto so no pervenute due sole domande, una nell'ambito della cooperazione e una nell'ambito dei privati.
Credo che in Piemonte siano numerosi gli agricoltori con insufficienti garanzie, perciò, di fronte alle difficoltà e alle incertezze che gli uffici e le stesse banche hanno posto agli agricoltori, si sono scoraggiati. A questo punto mi chiedo perché la Giunta e l'Assessore competente non hanno proposto le innovazioni necessarie. Poiché pare opportuno apportare alcune correzioni alla legge n. 63, invitiamo la Giunta a voler portare in quell'occasione un chiarimento su questo punto. L'unico privato che ha presentato domanda di fidejussione ha dovuto versare su un libretto bancario un importo pari a quello del mutuo creando notevoli problemi per l'azienda.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Menozzi, Lombardi, Bertorello e Franzi per conoscere quali provvedimenti la Giunta ha adottato per disporre la liquidazione degli interessi dei prestiti e dei mutui previsti dalle leggi nn. 6, 17, 18, 51 a favore dell'agricoltura


PRESIDENTE

PRESIDENTE.



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando Menozzi, Lombardi, Bertorello e Franzi per conoscere quali provvedimenti la Giunta ha adottato per disporre la liquidazione degli interessi dei prestiti e dei mutui previsti dalle leggi n. 6, 17, 18, 51 a favore dell'agricoltura.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Rispondo all'interrogazione così come è stata formulata, se poi l'interrogazione sottintende altre domande evidentemente la risposta potrebbe essere più ampia.
La Giunta ha approvato 45 deliberazioni per un ammontare di 1.193.446.132 per quanto riguarda il preammortamento e di 2.007.449.306 per la liquidazione di tutte le pratiche giacenti. Le deliberazioni sono datate dal 10/10/1978 al 12/12/1978; le deliberazioni datate 10, 21 e 25 ottobre sono in pagamento, mentre quelle del 12/12/1978 saranno in pagamento entro 25-30 giorni ossia dopo che avranno ottenuto il visto del Commissario di Governo e dopo gli ultimi adempimenti dell'Assessorato alle finanze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

La mancata emissione dei decreti di liquidazione aveva suscitato molte preoccupazioni. Ho sottoscritto l'interrogazione non solo perché come politico devo rendermi conto di questi fatti, ma anche perché, come responsabile di un'organizzazione professionale, in questi ultimi mesi ho avuto modo di udire giudizi non lusinghieri nei confronti dell'operato della Regione. Ci sono persone in attesa di veder si rimborsati gli interessi del prefinanziamento che attendono da 3 o 4 anni.
L'interrogazione ha colpito nel segno e ha indotto la Giunta ad emettere nel corso del mese di ottobre, cioè dopo la presentazione dell'interrogazione medesima, i decreti di liquidazione. Mentre ringrazio l'Assessore per la risposta fornita, rivolgo un monito affinché per l'avvenire si renda maggiormente conto che anche questi problemi vanno risolti entro termini accettabili. Vorrei inoltre sapere, dandomene comunicazione a parte, se nelle deliberazioni, oltre al rimborso degli interessi pagati in più durante il periodo del prefinanziamento, sono stati liquidati anche i contributi ai mutuatari che hanno riscattato anzitempo il mutuo.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così terminate.


Argomento:

Risposta scritta ad alcune interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che, a causa dell'assenza dell'interrogante, verrà data risposta scritta alle seguenti interrogazioni: dei Consiglieri Chiabrando e Colombino per sapere se la Giunta regionale è a conoscenza della grave situazione in cui si trovano gli ospedali, ed in particolare quello di Pinerolo, per la mancanza di personale ospedaliero paramedico necessario al funzionamento del nuovo servizio psichiatrico dei Consiglieri Chiabrando e Colombino atta a conoscere se corrisponde al vero che con circolare dell'Assessore regionale alla sanità sono stati sospesi i corsi per infermieri generici e puericultrici organizzati presso i vari ospedali della Regione del Consigliere Beltrami atta a conoscere quali provvedimenti si intendano assumere per ovviare all'anomala situazione venutasi a creare presso l'Ospedale di Omegna, privo da circa un anno di regolare Consiglio di amministrazione.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

a) Assassinio di due giovanissimi poliziotti da parte delle brigate rosse


PRESIDENTE

Questa mattina alle ore 5,40, davanti al carcere delle Nuove, due agenti di Pubblica Sicurezza, Salvatore Lanza di 21 anni da Catania, e Salvatore Porceddu di 21 da Sili, provincia di Oristano, sono stati uccisi a raffiche di mitra e pallettoni partite da una 127 rossa. I due agenti, a bordo di un pulmino 850 Fiat, erano di servizio alla postazione fissa all'angolo di Via Pier Carlo Boggio con Corso Vittorio Emanuele.
Alle ore 6,30 l'attentato è stato rivendicato con una telefonata alla Gazzetta del Popolo: "Siamo le brigate rosse" hanno detto "e abbiamo appena compiuto un attentato contro la scorta delle Nuove con logica di annientamento". Fino a 10 giorni fa il servizio di postazione fissa nei pressi delle Nuove era svolto da reparti della Celere con un pulmino blindato, ma poi il servizio è passato ai reparti della Questura.
Siamo qui a commemorare altre due vittime, due giovani di 21 anni, due figli di povera gente della Sicilia e della Sardegna, come tanti altri che hanno perso la vita in un modo orribile, barbaro e ingiusto, a Torino e altrove in questi anni. Assassinati per che cosa? Perché rappresentanti dello Stato? E di quali colpe si sarebbero macchiati questi due giovani secondo l'aberrante motivazione che abbiamo sentito di coloro che hanno deciso di assassinarli? Della colpa di aver sognato un giorno un lavoro qualificato, ben retribuito, che li togliesse dalla condanna subita dai loro padri, dai loro nonni, dalla loro terra, che non hanno conosciuto come meritavano progresso sociale, riscatto civile e lavoro. Quelle terre di Sicilia e di Sardegna, che ancora oggi rappresentano il punto di riferimento di un impegno comune che tarda però a produrre risultati concreti. Colpevoli dunque di non avere trovato un lavoro a casa loro, di far parte di milioni di uomini che in questi anni hanno dovuto cercarlo altrove, questo lavoro, a migliaia di chilometri di distanza dalle loro case.
Il comunicato delle - brigate rosse parla di un attentato con logica di annientamento. Ma che cosa hanno annientato? La sorveglianza di fronte alle carceri? E perché? Forse che coloro che dal '73 al '78 hanno assassinato a Torino: Cusano, Ciotta, Croce, Crescenzio, Casalegno, Berardi, Cotugno Coggiola ed ora questi due giovani, che hanno ferito Fosat, Boffa, Solera Borello, Scofone, Diotti, Ravaioli, Visca, Puddu, Ferrero, Camaioni Cocozzello, Osella, Coda, Ghirotto, Picco, Grio, Paglieri, Rossanigo Demartini, Deorsola, costoro dovrebbero stare altrove che non in un carcere? Dovrebbero forse sedere qui al nostro posto, a dirigere lo Stato? E sulla base di quali idee, di quali proposte? Sulla base dell'ideologia della legge dei mitra, per creare una società basata sul terrore sull'assassinio a tradimento, ecco la risposta che viene dai fatti, dal terrorismo. Purtroppo molti dei responsabili di questi delitti sono invece ancora liberi di uccidere.
Da questa assemblea, che ha dovuto in questi due anni molte volte troppe volte, levarsi in piedi per commemorare, per sollecitare impegni per promuovere iniziative, per sensibilizzare, per invitare alla vigilanza all'impegno, a non accettare il terrorismo come qualche cosa che debba convivere con noi, noi leviamo ancora una volta la richiesta al Governo del Paese a considerare gli problemi del terrorismo in questa città con la particolarità che deriva dall'essere stata scelta come città oggetto della più spietata azione di ogni tipo di terrorismo.
Con questi ultimi due delitti e con i ferimenti noi siamo certamente la città che ha più subito in questi anni.
Siano affrontati e risolti i problemi che stanno alla base delle ancora molte inefficienze strutturali; basta con i rinvii e gli aggiornamenti delle Commissioni parlamentari che devono affrontare il problema della riforma della Polizia. Bisogna farla questa riforma, e presto.
Signori Consiglieri, il Natale '78 questi due giovani che oggi sono morti per difendere la libertà di noi tutti, non lo passeranno al loro paese, ma al cimitero. Propongo che oggi, domani e lunedì, in tutte le scuole di Torino, i fatti di questa mattina siano discussi, formino oggetto di una presa di coscienza. Gli insegnanti parlino, dato che insegnare vuol dire prima di tutto trarre lezione dai fatti della vita, prima ancora che fornire nozioni della storia o della geometria. Si sviluppi una discussione in tutte le scuole di Torino e si parli nelle fabbriche di questo fatto.
Auspico che la popolazione di Torino partecipi in massa ai funerali dei due giovani. Facciamo sentire alle povere famiglie che verranno dal Sud a ripetere la loro disperazione, che già abbiamo conosciuto e visto tante volte il commosso cordoglio e la fraterna solidarietà della nostra Regione e della città di Torino.


Argomento:

a) Assassinio di due giovanissimi poliziotti da parte delle brigate rosse

Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benzi, Calsolaro, Castagnone Vaccarino, Minucci e Valetto.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 357: "Stemma della Regione Piemonte", presentato dai Consiglieri regionali Marchini e Oberto in data 27 novembre 1978 n. 358: "Contributo al Comune di Torino per la realizzazione di iniziativa a favore dei giovani", presentato dalla Giunta regionale in data 27 novembre 1978 (ritirato) n. 359: "Contributo ai Comuni per la realizzazione di iniziative a favore dei giovani", presentato dai Consiglieri regionali Rossi, Castagnone Vaccarino, Rossotto e Bellomo in data 30 novembre 1978 (già approvato il 30 novembre 1978) n. 360: "Modificazioni alla legge regionale 12 maggio 1975, n. 27 - Albo professionale degli imprenditori agricoli", presentato dalla Giunta regionale in data 7 dicembre 1978 n. 361: "Modificazioni alle legge regionale 27 aprile 1977, n. 20 - Norme per la formazione e l'approvazione dei piani zonali di sviluppo agricolo", presentato dalla Giunta regionale in data 7 dicembre 1978 n. 362: "Norme di attuazione del primo comma art. 12 legge 29 giugno 1977, n. 340, per la regolamentazione dell'attività libero professionale dei medici ospedalieri ed equiparati", presentato dalla Giunta regionale in data 7 dicembre 1978 n. 363: "Istituzione del Centro di formazione professionale di Orbassano", presentato dalla Giunta regionale in data 7 dicembre 1978 n. 364: "Recepimento dell'accordo concernente il contratto nazionale del personale regionale - Modifiche alle leggi regionali 12 agosto 1974, n. 22 27 dicembre 1977, n. 63 - 28 agosto 1978, n. 56", presentato dalla Giunta regionale in data 7 dicembre 1978 n. 365: "Procedure per l'adozione dello stemma della Regione Piemonte" presentato dai Consiglieri Bellomo, Benzi, Fabbris, Paganelli, Petrini Sanlorenzo, Castagnone Vaccarino in data 12 dicembre 1978 n. 366: "Disciplina delle tasse sulle concessioni regionali", presentato dalla Giunta regionale in data 13 dicembre 1978 n. 367: "Trasferimento delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza ai Comuni singoli o associati od a Comunità montane nonch utilizzo dei beni e del personale da parte degli Enti gestori", presentato dalla Giunta regionale in data 13 dicembre 1978 n. 368: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1979", presentato dalla Giunta regionale in data 13 dicembre 1978 n. 369: "Ulteriore proroga delle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 17 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, concernente criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili-nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044 e con quello della Regione", presentato dalla Giunta regionale in data 13 dicembre 1978 n. 370: "Istituzione del fondo regionale per lo sviluppo dei gemellaggi del Consiglio dei Comuni d'Europa e per le iniziative dei Gruppi consiliari nell'ambito della C.E.E, e del Consiglio d'Europa", presentato dal Consigliere Calsolaro in data 14 dicembre 1978.


Argomento:

d) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 25 ottobre 1978: "Correzioni alla legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 'Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste' " alla legge regionale del 30 ottobre 1978: "Fondo di dotazione a favore del Consorzio regionale obbligatorio fra gli Istituti autonomi per le case popolari del Piemonte" alla legge regionale del 30 ottobre 1978: "Modificazioni alle leggi regionali 20 marzo 1978, n. 14 e 23 agosto 1978, n. 55" alla legge regionale del 30 ottobre 1978: "Nuove norme per la disciplina dei finanziamenti della Regione per opere di interesse regionale connesse agli interventi delle FF.SS., dell'Anas, delle Ferrovie in concessione o di altri Enti pubblici, eseguiti direttamente dagli Enti medesimi" alle leggi regionali del 30 ottobre 1978 e 30 novembre 1978 concernenti: "Trattamento economico di missione, di trasferimento e di prima sistemazione del personale regionale. Adeguamento alla legge 26 luglio 1978, n. 417. Modifiche alle leggi regionali 20 giugno 1977, n. 33 e 26 giugno 1973, n. 14" e la successiva legge modificativa approvata dal Consiglio regionale il 30 novembre 1978.
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Informazione della Giunta regionale sul piano triennale


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto quarto all'ordine del giorno: "Informazione della Giunta regionale sul piano triennale".
Ha la parola l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Ieri si è tenuta l'ultima delle sedute previste tra i rappresentanti delle Regioni ed i rappresentanti del Governo per discutere del piano triennale e della partecipazione delle Regioni alla definizione del piano stesso: Per rendere tale confronto persuasivo in sede tecnica è stato costituito un gruppo di esperti e di funzionari della Regione e dei Ministeri designati dalla Commissione interregionale e dal Ministero del bilancio. Gli esperti si sono divisi in tre Commissioni: la prima si occupa dell'analisi delle azioni programmatiche la seconda della proiezione pluriennale delle entrate a disposizione delle Regioni la terza della messa a punto di procedure atte ad accelerare gli investimenti.
Il metodo di impostazione avrebbe potuto dare degli interessanti risultati ma i risultati sono stati deludenti e le Regioni hanno significato al Governo la loro profonda insoddisfazione poiché a fronte della mole considerevole di studi, di documenti, di materiali prodotti non è corrisposto un risultato adeguato da parte del Governo.
Le Regioni hanno ritenuto di sottolineare che il materiale predisposto costituisce un adempimento al quale si sono dovute assoggettare, ma non il loro concorso alla predisposizione del piano triennale la cui responsabilità politica sarà solo ed esclusivamente del Governo.
Illustrerò sinteticamente le vicende e gli sviluppi di quel confronto evitando valutazioni di natura politica.
La Commissione dei tecnici regionali ha redatto un documento conclusivo che sarà discusso nei prossimi giorni dai Presidenti delle Regioni e che fa il punto dei vari incontri. La relazione che è stata denominata "Primo documento sul concorso regionale alla programmazione nazionale", contiene alcune considerazioni preliminari sul documento Pandolfi, un'ipotesi di proiezione 1979-1981 delle entrate delle Regioni per trasferimenti dal bilancio dello Stato, le prime osservazioni sulle azioni programmatiche contenute nella relazione previsionale programmatica del 1979, le considerazioni sull'analisi della spesa in conto capitale e sui programmi per la sua accelerazione e alcune ipotesi di modificazione nelle procedure istituzionali per il rapporto tra organi centrali e Regioni. Il documento quando sarà fatto proprio dai Presidenti delle Regioni, costituirà un interessante contributo per la messa a fuoco di ciò che avrebbe potuto essere in questa fase l'avvio di nuovi rapporti tra Regioni e Stato; sarà in gran parte una miscellanea di occasioni perdute, di indicazioni interessanti non colte, di suggerimenti lasciati cadere nel corso di questi mesi.
Per quanto riguarda l'ipotesi di proiezione delle entrate delle Regioni per trasferimenti dal bilancio dello Stato sulla base della legislazione vigente, è stato compiuto un esame delle maggiori risorse dello Stato: fondo comune, fondo regionale di sviluppo, leggi riguardanti specifiche Regioni, leggi di programma, funzioni delegate, legge Quadrifoglio e altre leggi. Dall'analisi di questo quadro è emerso che nel periodo 1978-1981 il totale dei trasferimenti dal bilancio dello Stato alle Regioni passa da 12.712 miliardi a 15.142, con un aumento di 2.500 miliardi.
Questo vuol dire trascurare i programmi delle Regioni, prendendo in considerazione provvedimenti a destinazione vincolata che sono crescenti e tenere conto della dinamica che deriva dall'incremento che abbiamo registrato nei fondi a destinazione vincolata: quindi un minor ruolo delle Regioni.
Le Regioni hanno proposto l'ipotesi di considerare costante la quota di incidenza sul prodotto interno lordo rappresentata dai fondi '78 e cioè di mantenere ai fondi regionali una proiezione su base pluriennale dell'incidenza del 6,3% . In base a questa ipotesi dallo stanziamento complessivo regionale pari a 12.712 miliardi nel '78, si dovrebbe arrivare nell'81 ad uno stanziamento di 18.972. Nel 1979 i fondi a disposizione delle Regioni dovrebbero essere di 1.950 miliardi.
Questa ipotesi implicava da parte governativa la predisposizione di un esercizio di previsione sulle leggi esistenti partendo da alcuni punti: legge Quadrifoglio, adeguamento fondi per l'assistenza ospedaliera adeguamento fondi per la formazione professionale, rifinanziamento su base pluriennale della legge sugli asili-nido, definizione di un nuovo sistema di partecipazione del gettito Ilor. Questa ipotesi però non ha avuto seguito, quindi il documento terrà conto delle analisi formulate e non delle risposte. Non conosciamo il quadro delle previsioni pluriennali se non la proiezione neutrale che deriva dalla legislazione vigente che quindi segnala una persistente caduta dell'incidenza delle Regioni.
Per quanto riguarda l'analisi delle azioni pro grammatiche contenuta nella relazione previsionale e programmatica, si rilevano accanto a interessanti spunti di carattere metodologico e di impostazione, la necessaria coerenza tra programmi e bilanci, l'indicazione del governo dell'economia come sistema coordinato delle decisioni, il carattere di verifica della fattibilità degli interventi che viene indicato come proprio dei documenti di programmazione, col quale dovrebbe dispiegarsi l'autonoma capacità delle Regioni. Tutto ciò, fissato d'altra parte dall'art. 11 del D.P.R. 616, ma ripreso e sviluppato nella relazione previsionale e programmatica, non ha dato luogo ad un confronto nel merito che rispondesse a queste indicazioni di carattere metodologico.
Avremmo dovuto articolare il discorso su tre fasi: una lettura critica delle azioni programmatiche con individuazione di argomenti di discussione e di elementi mancanti. Questa fase è stata fatta dalle Regioni che hanno letto criticamente le azioni programmatiche contenute nella relazione previsionale e hanno fatto delle loro proposte portando arricchimenti la definizione di proposte aggiuntive o modificative da parte delle Regioni sia per interventi regionali diretti sia per interventi delle altre Amministrazioni dello Stato sulla base dei programmi regionali di sviluppo e dei bilanci pluriennali, rideterminati tenendo conto delle proiezioni delle entrate dell'81. La mancanza delle proiezioni delle entrate non ha consentito di fare questa rideterminazione dei programmi. E' il discorso che dovremo fare, se il piano triennale ci sarà, in occasione della discussione sulla legge di assestamento. Nel mese di giugno, se ci sarà una ridefinizione delle entrate su base pluriennale, potremo modificare il Piano di sviluppo e le proiezioni del bilancio pluriennale e integrare il piano delle Regioni con il piano triennale del Governo.
La terza fase avrebbe dovuto comportare l'ulteriore aggiustamento sulla base dei programmi elaborati dalle Amministrazioni dello Stato in modo che le Regioni potessero tenere conto di questi programmi, compresi quelli delle partecipazioni statali e delle aziende autonome. Anche questo tassello è venuto a mancare non solo perché il Governo non ha dato delle indicazioni analitiche sulle previsioni di spesa dei diversi Ministeri e dei diversi computi della pubblica amministrazione, ma perché esiste uno scollamento visibile tra l'azione del Ministero del bilancio e quella dei Ministeri della spesa. Questo scollamento renderà il confronto assai difficile anche in sede di stesura del piano triennale.
Durante l'incontro delle Regioni con il Ministro del bilancio è giunta notizia che il Ministro dei lavori Pubblici avrebbe a sua volta convocato le Regioni per discutere dei programmi delle opere pubbliche (che peraltro il Ministero al bilancio diceva di non avere per poterne discutere con le Regioni). Analogamente il Ministro dell'agricoltura era pronto a ricevere gli Assessori regionali competenti per discutere del riparto dei fondi della legge Quadrifoglio. Il Ministero del bilancio ha fatto sapere di non potere rispondere dei dati sull'agricoltura perché il Ministero non glieli aveva forniti. Queste cose sono state dette dal rappresentante del Ministro del bilancio e dal Ministro dell'agricoltura durante la riunione.
Soltanto la prima fase, cioè quella dell'analisi critica delle Regioni sulle azioni contenute nella relazione previsionale e programmatica, ha avuto luogo mentre le Regioni, in una serie di incontri bilaterali tra i loro rappresentanti e gli rappresentanti del Ministero del bilancio, hanno consegnato: copia del Piano regionale di sviluppo e del bilancio pluriennale (per le Regioni che l'hanno approvato) una scheda sintetica sulla programmazione regionale che sintetizza in poche cartelle gli elementi contenuti nel Piano di sviluppo.
Inoltre, su richiesta del Ministero, le Regioni hanno compilato secondo una metodologia comune, dei tabelloni, uno sull'analisi dell'andamento della spesa regionale in conto capitale relativa agli esercizi finanziari 1977-1978 e sulle previsioni di spesa regionale in conto capitale relative agli esercizi 1979 e 1980; un secondo tabellone sugli andamenti della spesa in conto capitale 1977-1978 divisi in stanziamenti, impegni e pagamenti; un altro tabellone sull'analisi delle previsioni di spesa 1 9 79-1980. Abbiamo specificato che tali previsioni sono state fatte sulla base del vecchio bilancio pluriennale e abbiamo indicato i punti ancora aperti specificando che il bilancio è in corso di revisione. Tutte le Regioni hanno fornito questa documentazione tranne la Toscana e l'Emilia che hanno motivato il loro rifiuto con una considerazione che per certi aspetti è condivisibile ma che la Regione Piemonte non ha ritenuto di condividere e cioè che in assenza dei dati del Governo, l'analisi sull'andamento della spesa fatta dalle Regioni rischia di essere una specie di esame di efficienza nell'erogazione della spesa in conto capitale alla quale le Regioni sono chiamate e potrebbe produrre dei tagli sulle risorse in base al fatto che le Regioni non spenderebbero in tempi brevi con un recupero di risorse al centro, mentre non viene fatta in corrispondenza un'analoga analisi sulle capacità di spesa dell'Amministrazione centrale. A questo discorso era collegato il lavoro della Commissione specifica mista di tecnici che doveva accelerare le procedure di spesa.
Il discorso fondamentale che abbiamo fatto ai tecnici del Ministero consegnando la relazione sullo stato di attuazione della legge 28, è che l'analisi sui ritardi della spesa deve essere condotta non solo tenendo conto degli aspetti finanziari, ma valutando anche gli aspetti procedurali gestionali, amministrativi, programmatori. L'accordo era che ci saremmo mossi in questo modo e che avremmo valutato il complesso della spesa pubblica delle Regioni, dello Stato e degli altri comparti del settore pubblico allargato. Così non è stato, quindi le Regioni Toscana ed Emilia hanno ritenuto di non sottomettersi a tale esame di efficienza.
La Regione Piemonte non ha ritenuto di seguire quella via proprio perché crediamo che non debba esserci nessun pretesto per ritenere le Regioni inadempienti rispetto alle richieste del Governo e ha prodotto i propri documenti consapevole che il gioco della verità deve iniziare da qualche parte.
Il piano triennale sarà quindi un piano del Governo. Ci rammarichiamo del fatto che si è persa l'occasione per portare la nostra collaborazione.
In aggiunta a queste informazioni desidero fare alcune altre comunicazioni. La Commissione interregionale non ha provveduto al riparto del fondo speciale per l'equo canone, disposto dalla legge 392/78, in quanto le Regioni meridionali non hanno accettato il riparto che era stato elaborato dalla Commissione tecnica Ci cui facevano parte anche gli loro rappresentanti) sulla base dei criteri adottati per il riparto stesso: l'inverso del reddito pro capite e il numero delle abitazioni in locazione che erano stati ritenuti soddisfacenti perché l'uno premiava le Regioni del Sud e perché l'altro teneva conto delle fasce di zone disagiate esistenti nelle aree del Nord. Le Regioni del Sud hanno proposto di sostituire il secondo criterio con il criterio del numero delle abitazioni degradate che a nostro avviso, ha un indice non pertinente.
Ho fatto presente la gravità di una tale decisione, infatti rinviando la ripartizione del fondo si rischia di rendere non spendibili i fondi che le Regioni hanno stanziato provvisoriamente nei bilanci per il 1978. E' stato chiesto l'impegno del Governo a riconvocare la Commissione interregionale per definire il riparto e per emanare un provvedimento formale di ripartizione tra le Regioni prima del 31 dicembre, in modo che i fondi siano spendibili immediatamente.
Il secondo punto che ha provocato stupore è stata la comunicazione data dal Ministro Marcora circa un emendamento all'art. 47 della legge finanziaria e circa il rifinanziamento della legge sulle Comunità montane ossia anziché mandare avanti la legge di rifinanziamento delle Comunità montane, che era giacente in Commissione, si è stabilito il rifinanziamento di 300 milioni della legge 1102 per il triennio '7 9 / '8 0 / '81 lasciando scoperto il 1978, rifinanziando anche altri interventi in agricoltura, come la meccanizzazione, la cassa proprietà contadini maggiori oneri per bonifica e il fondo solidarietà.
Il lato curioso, anche se positivo, è che la legge finanziaria, che aveva tutt'altri contenuti, sia stata modificata con un'azione che ho definito "da commando". Il Ministro dell'agricoltura non ha negato che si sia trattato di un'azione di commando, ne ha dato però il merito ai rappresentanti dei Gruppi parlamentari che hanno contribuito. Comunque passi la procedura inconsueta visto che il provvedimento è positivo.
Questi fondi, attraverso questa procedura, vengono sottratti alla ripartizione del CIPAA e al parere delle Regioni, perché - sostiene il Ministro dell'agricoltura - essendo stati attribuiti dalla legge finanziaria direttamente al bilancio del Ministero dell'agricoltura, non devono più passare in sede CIPE e quindi su questi fondi le Regioni non hanno più nulla da dire.
Curiosissima interpretazione che si accompagna al completo scollamento tra gli diversi Ministeri e al tentativo di non confrontare globalmente le proposte di politica economica e finanziaria. Quindi, nel momento in cui il piano triennale dovrebbe rappresentare l'avvio di una politica di programmazione, assistiamo alla disarticolazione della politica di spesa a livello centrale e al tentativo di tener fuori le Regioni dal confronto sulle scelte.
Con queste premesse il confronto sul piano triennale si avvia ad essere estremamente difficile e lacerante.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste di parola.
Raccomando all'Assessore Simonelli di inviare a tutti i Consiglieri il documento dei tecnici a cui ha fatto riferimento, perché possano discuterne e fare il raffronto con le finalità del Piano Pandolfi.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali - Viabilità

Informazione della Giunta regionale e sui problemi della viabilità (Frejus e Sempione) e sulla legge relativa ai danni alluvionali dell'Ossola


PRESIDENTE

Punto sesto all'ordine del giorno: Informazione della Giunta sulla legge relativa ai danni alluvionali dell'Ossola.
La parola al Vicepresidente della Giunta Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

I colleghi Consiglieri avranno appreso dai giornali che nella seduta del 5 dicembre il Senato ha approvato il provvedimento di legge sugli interventi in alcune zone del territorio nazionale colpite da calamità naturali. L'intervento si riferisce alle calamità del mese di agosto e a quelle avvenute in Valle d'Aosta, in Umbria, in Campania, in Abruzzo e in Sicilia. Lo stanziamento complessivo è di 190 miliardi e 270 milioni ed è ripartito: 101 miliardi e 500 milioni per tutte le altre Regioni e gli Enti statali; 88 miliardi e 700 milioni per interventi in Piemonte, di cui 50 miliardi alla Regione Piemonte e 38,7 ad altri Enti statali.
A questo risultato la Regione Piemonte ha contribuito notevolmente nel corso di molteplici contatti. Tutti i documenti che furono presentati a suo tempo nella riunione del Consiglio regionale tenutosi a Domodossola furono inviati ai Ministri, ai parlamentari del Piemonte proprio in relazione alla necessità di approfondire gli elementi. Si sono svolte due riunioni con i parlamentari della provincia di Novara e di Torino il 4 novembre e l'11 dicembre. Sono stati forniti al senatore Miroglio, che era relatore al Senato, e all'on. Botta, che sarà relatore il 19 dicembre alla Commissione lavori pubblici della Camera (spero in sede deliberante), i materiali via via aggiornati per quanto riguarda lo stato di avanzamento delle opere e dei provvedimenti che l'Amministrazione regionale, l'Anas e il Magistrato del Po hanno prodotto in questo periodo.
Debbo ringraziare i parlamentari e gli relatori per l'impegno di cui hanno dato prova a favore delle popolazioni colpite.
Nel corso delle riunioni la discussione si è sviluppata anche sull'altro punto dell'ordine del giorno, infatti le riunioni erano state programmate per conoscere gli intendimenti dei parlamentari per portare avanti la legge e per informare gli parlamentari degli studi e delle questioni che precedentemente erano state sottoposte all'attenzione dei Consiglieri e dell'opinione pubblica per quanto riguarda la viabilità nell'alto Novarese e nella Valle di Susa nel corso di due convegni, quello tenutosi nel mese di febbraio sulla Val di Susa e quello di luglio per quanto riguarda la viabilità nel suo complesso. In una di queste riunioni il Presidente della Commissione trasporti, on. Libertini, ha informato la Regione e i parlamentari dei lavori della Commissione trasporti. Il fatto che il giorno dopo l'on. Libertini abbia rilasciato una conferenza stampa sui problemi dei trasporti in Piemonte può aver indotto alcuni Consiglieri regionali a credere che l'incontro con gli parlamentari avvenne sui problemi delle ferrovie.
Informo i colleghi sullo stato di avanzamento degli stanziamenti erogati dall'Amministrazione regionale per fronteggiare la fase di pronto soccorso nell'Ossola (15,5 miliardi): sulla legge 38 (7,5 miliardi) per i danni alla viabilità, agli acquedotti, alle fognature, lo stato di avanzamento delle opere è del 72%.
Delle 192 opere autorizzate ne risultano compiute 105 alla data del 5 dicembre. Presso il centro operativo di Domodossola sono esposti i grafici delle singole opere che settimanalmente l'Assessorato provvede ad aggiornare anche relativamente a quanto si riferisce alla sistemazione della statale 337 e alla ferrovia della Val Vigezzo. Entro dicembre saranno completati i due ponti sul Rio Ragno e sul Rio Riana per cui la ferrovia della Val Vigezzo potrà arrivare a Malesco. In previsione di ciò e anche per ripristinare il traffico nella parte svizzera il Comune, fruendo del contributo regionale, ha messo a disposizione due autobus della serie nuova Fiat sulla legge 54 (4 miliardi) lo stato di avanzamento è circa al 50 considerando la complessità delle opere idrauliche sulla legge 364 (4 miliardi di anticipazione) sono in fase di istruttoria le pratiche per gli indennizzi ai privati, secondo le procedure previste dalla legge regionale.
Circa l'utilizzo dei 50 miliardi (che mi auguro non subiscano modificazioni), in aggiunta ai 15 miliardi stanziati dall'Amministrazione regionale, un gruppo di funzionari degli Assessorati maggiormente interessati, trasporti, ecologia, agricoltura, sta mettendo a punto un lavoro di coordinamento presso il centro operativo di Domodossola al fine di poter rapidamente impostare e avviare soluzioni di alcune questioni per bacini. Per la sistemazione del Melezzo è stata siglata una convenzione con l'Università di Milano.
Secondo quanto è previsto dalla legge, la Regione, entro trenta giorni dalla proposizione degli interventi da parte dei rispettivi Enti statali deve esprimere il proprio parere. Sono state presentate le proposte di intervento del Magistrato del Po in ordine al miliardo e mezzo che s'intende spendere sul Sesia, dove gli interventi sono rilevanti ma hanno carattere di saltuarietà e per i quali le proposte sono specifiche, e in ordine ai sei miliardi che s'intende spendere sul Toce. A tale proposito si è tenuta la scorsa settimana a Domodossola una riunione con la partecipazione dei tecnici dei rispettivi Assessorati e la rappresentanza della Comunità montana e del Comprensorio. I documenti sono giacenti presso il centro operativo di Domodossola.
La Giunta pensa di poter esprimere il parere entro la fide dell'anno quindi in anticipo rispetto alle previsioni, coinvolgendo anche il Consorzio dell'alto e del basso Toce.
Non si conoscono ancora i dettagli relativi alle singole opere a carico dell'Anas, per le quali sono stati stanziati 24,5 miliardi. Anche in questo caso pensiamo di poter essere in condizione di esprimere il parere prima della scadenza dei trenta giorni.
Per quanto riguarda la ferrovia Vigezzina, come ho detto, sono in corso i lavori fino a Malesco; sono pure in corso di progettazione l'attraversamento del Malesco, le Indarini geognostiche, le progettazioni che vengono compiute dai titolari dell'azienda.
Nel corso della discussione sulla legge il Sottosegretario ai lavori pubblici aveva presentato, a nome del Governo, un emendamento aggiuntivo che avrebbe permesso l'inizio dei lavori sul tronco autostradale da Gravellona a Invorio e da Invorio a Sesto Calende. Si sono in seguito aggiunti altri emendamenti in favore della Sicilia e di altre regioni. Di fronte a questa situazione il rappresentante del Governo ha ritenuto di ritirare il suo emendamento. Il Senato ha poi approvato un ordine del giorno che comprende l'emendamento, che però non avendo avuto la copertura finanziaria, non poteva essere approvato nel corso di quella seduta.
Ci auguriamo che l'utilizzo delle rilevanti risorse regionali unitamente al clima clemente possa sciogliere gli nodi cruciali che attanagliano l'Ossola e che in primavera tutte le opere possano essere compiute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, all'informazione data dal Vicepresidente Bajardi sulla legge relativa agli alluvionati dell'Ossola, noi desideriamo far seguire alcune osservazioni per dare doverosamente atto di quanto fatto, per ricordare e richiamare il molto che purtroppo rimane da fare soprattutto riservandoci su questo punto d'intervenire più ampiamente nel prosieguo del dibattito per cercare di individuare come possa una zona disastrata quale l'Ossola atteggiarsi a fronte delle provvidenze e regionali e centrali che sono state disposte.
Ci sembra di dover prendere l'avvio innanzitutto da ciò che si è realizzato a livello regionale. Dalla documentazione che noi siamo andati raccogliendo e che in talune parti l'Assessore Bajardi ha richiamato stamane, ci pare di rilevare che lo stanziamento di 7 miliardi che era stato previsto per opere di pronto intervento nell'Osso la, abbia portato all'ipotizzazione di 191 interventi, 185 dei quali, se le cifre affermano esattamente, già iniziati e 105 completati, cioè allo stadio del 75 globale in questo settore. Se questo è vero allora è indubitabile - e noi siamo lieti di farlo - che occorra dare atto alla Giunta regionale di essersi mossa in questo campo con adeguata e dovuta celerità.
Non crediamo invece che uguale celerità e tempestività sia stata dimostrata, anche per ragioni obiettivamente giustificate, per lo stanziamento dei 4 miliardi relativi alle opere pubbliche. Noi ci rendiamo conto che l'intervento regionale in questo caso debba essere più lento in quanto per intervenire in questo settore occorre predisporre con più calma e con più ponderazione l'azione da svolgere, ma tuttavia rileviamo che a tutt'oggi solo il 50% di quanto preventivato può dirsi avviato a realizzazione. Vi è poi uno stanziamento di 12 miliardi per l'agricoltura su questa parte l'informazione data dall'Assessore non ci è sembrata sufficientemente dettagliata; abbiamo sentito parlare di pratiche già avviate, ma non ci sono state fornite percentuali sullo stato effettivo della situazione in oggi e crediamo di dovere raccomandare alla Giunta la massima accelerazione per una serie di interventi che risultano essere di prioritaria importanza.
Adesso vi sarà la disponibilità, sulla quale anche noi crediamo di poter essere sicuri, dei 50 miliardi stanziati dalla legge speciale del Governo, e sarà veramente necessario e opportuno che anche questa non indifferente disponibilità di risorse venga avviata alla spesa in tempi brevi e con uno studio ponderato degli interventi da compiere. Altrettanto riteniamo di poter dire per l'ulteriore disponibilità di 24 miliardi e mezzo annunciata dall'Anas. Noi abbiamo ripreso con talune annotazioni, con talune sottolineature, alcune favorevoli altre più critiche, ciò che a tutt'oggi la Regione Piemonte ha operato per quanto di sua competenza.
L'Assessore Bajardi ha anche parlato doverosamente della portata, dei contenuti e dei limiti della legge già approvata dal Senato con uno stanziamento non indifferente a favore dell'Ossola. A questo proposito noi non possiamo non dire che se da un lato è positivo e va riconosciuto che il Governo sia intervenuto con sensibilità a favore di una zona pesantemente disastrata, dall'altro tuttavia, nel corso dell'iter parlamentare, il provvedimento si è un poco appesantito ed ha fatto perdere del tempo che ci auguriamo non debba diventare più lungo perché, l'Assessore Bajardi lo ha notato, al momento sorregge soltanto la speranza che la Commissione dei lavori pubblici chiamata a prendere in esame la legge, abbia a deliberare in via definitiva, senza cioè che il provvedimento passi all'esame anche della Camera, nel qual caso si andrebbe incontro ad un inevitabile ritardo.
Questa legge lascia tuttavia delle perplessità e solleva un grave problema. Le perplessità derivano da talune provvidenze che si sarebbero potute e dovute introdurre nella normativa e che invece sono state dimenticate: ci riferiamo all'esonero dalle autotassazioni che era stato chiesto con un emendamento e poi ritirato, ci riferiamo alle agevolazioni per i ratei dei mutui passivi che pure si sarebbero dovute prevedere ai fini di un concreto rilancio dell'economia ossolana. Ma la grave carenza di questa legge è data dalla non previsione della sollevazione del blocco autostradale che era stato chiesto con l'emendamento del Sottosegretario Fontana. Il discorso non può non diventare squisitamente politico. Nella seduta del Consiglio regionale di Domodossola venne detto autorevolmente da più parti che il problema non era tanto quello di riportare l'Ossola nelle condizioni prealluvionali, ma era di rompere lo stato di frustrazione, di depressione e di abbandono in cui questa vasta parte della regione Piemonte era ormai caduta da anni. Non bastava, cioè, ricostruire le case, le strade, i ponti, ma si doveva arrivare a togliere l'Ossola dalle condizioni di storico isolamento in cui era stata lasciata.
Ebbene, l'alluvione sembrava avere creato le premesse perché finalmente questo problema fosse affrontato e in effetti noi rimanemmo colpiti allorquando una volta tanto mantenendo gli impegni assunti, il Sottosegretario Fontana giunse a presentare il suo emendamento perché fosse tolto il blocco autostradale e fosse consentita la prosecuzione della Voltri-Sempione.
Sotto questo profilo noi comprendiamo del tutto la legittima soddisfazione del collega Beltrami, primo della classe, che non appena avuta notizia di questa.
(Il Consigliere Beltrami interrompe)



PRESIDENTE

Consigliere Beltrami, tra poco le darò la parola e avrà l'opportunità di rispondere.



CARAZZONI Nino

Lo stesso Assessore Bajardi diceva prima: "come era prevedibile l'emendamento è stato subito ritirato". Infatti era prevedibile perché non esisteva copertura finanziaria.
Noi vorremmo completare l'informazione dell'Assessore Bajardi, ne prendano nota il collega Beltrami ed i colleghi della D.C. Non ha detto che il ritiro dell'emendamento non solo è stato supinamente accettato dal Governo ma era stato prima chiesto in termini tassativi e ricattatori dal rappresentante comunista. Io non ho nulla da dire sulla posizione che il P.C.I, ha assunto in tema di costruzione dell'autostrada nell'alto Novarese. Do atto al Partito comunista di avere anzi mantenuto su questo argomento una sua lineare coerenza da sempre; non condivido ovviamente questa impostazione, ma evidenzio il fatto che anche in sede parlamentare il P.C.I., pure in quest'occasione, ha assunto questa sua posizione alla quale si è immediatamente adeguato il Governo per bocca dell'on. Fontana.
Per cui introduco marginalmente questa annotazione - lei, Assessore Bajardi mi ha dato più che un'esauriente risposta all'interrogazione con la quale chiedevo se erano esatte le affermazioni fatte dal Presidente della Commissione trasporti. In effetti, l'on. Libertini aveva perfettamente ragione e gli fatti lo hanno confermato. Egli aveva detto: "non si costruiscono altre autostrade in Piemonte" e poi c'era stata questa sorpresa, questa impennata, questa improvvisa ritrovata energia del Governo di rendersi finalmente conto delle esigenze di questa parte del Piemonte ma è finita come è finita. In sostanza ancora una volta sul problema dell'autostrada si sono sollevate delle speranze che poi sono state duramente e pesantemente deluse.
Su questo argomento ritorneremo per dire altre cose, limitandoci qui ad osservare che è proprio attraverso comportamenti di questo genere che si fa spazio all'affermazione di movimenti autonomistici, quali quelli che nell'Ossola stanno prendendo piede proprio di questi tempi e in questo periodo.
Per ritornare al tema, la nostra valutazione nei confronti della legge speciale a favore dell'Ossola non può essere positiva, pur dando atto, come abbiamo dato atto, della sua portata e dei suoi contenuti in talune parti proprio perché ha evitato, la legge speciale, di affrontare quello che era il problema di fondo che andava affrontato: la soluzione del problema autostradale dell'Ossola.
Abbiamo detto che su questo tema ritorneremo con altre considerazioni successivamente. Ci premeva soltanto mettere a fuoco una breve valutazione in ordine all'informativa data dal Vicepresidente della Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Borando. Ne ha facoltà.



BORANDO Carlo

Le cifre enunciate e i risultati sotto gli occhi di tutti sono concreti e tali da costituire un motivo di speranza per quello che non è ancora stato fatto e di certezza per quello che è stato fatto.
In particolare farò alcune considerazioni di carattere tecnico.
Il Vicepresidente Bajardi ha fatto cenno agli interventi relativi alla strada statale e al progetto per la sistemazione del Toce. La logica impone che debba esserci un collegamento tra la progettazione della statale 33 da Gravellona a Domodossola e gli stanziamenti destinati per il Toce. In altre parole la costruzione di una strada, a quattro o a due corsie, non può che seguire l'andamento naturale del terreno e l'andamento naturale del terreno in quella zona è costituito da una conca tra una catena di montagne a levante e una catena di montagne a ponente; in essa vi scorre il fiume Toce con un andamento sinuoso; quindi è inevitabile la collisione, se così la possiamo chiamare, dell'andamento del tracciato del Toce esistente e della strada da costruirsi. C'é da ritenere che parecchie opere che verranno fatte per la riparazione degli argini e per la sistemazione dell'alveo del Toce, possano costituire delle possibili strutture che interessano la strada. Dico questo per evitare che l'Anas vada avanti per conto suo e il Magistrato del Po vada avanti per conto suo; spendendo gli 6 miliardi e i 24 miliardi di cui si è parlato senza dare il massimo frutto.
Colgo l'occasione per aggiungere alle lodi alcuni rilievi. Non faccio riferimento ai movimenti dell'Uopa che si interessa di tutto e che cerca di interessare tutti per trovare delle adesioni, anche se è indubbio che l'organizzazione si occupa anche di fatti concreti. Mi riferisco ad un gruppo di artigiani, commercianti e coltivatori diretti che mi hanno fatto presente la lentezza burocratica a cui le pratiche sono soggette per sbrigare situazioni già determinate con l'alluvione del 1977 e ora con l'alluvione del 1978.
Se dobbiamo avere fiducia nelle Comunità montane o nei Comprensori i quali trovandosi in sito sono pressati da una sollecitazione quasi quotidiana, mi chiedo se non è il caso di decentrare una parte dei problemi a quegli organismi che potrebbero più velocemente affrontare alcune situazioni. Forse vale la pena di interessare a questo proposito l'Assessore all'agricoltura per quanto riguarda il settore agricolo e l'Assessore all'artigianato per il settore artigianale.
Di autostrade se ne sono fatte troppe in Italia, mi diceva un giorno il Presidente Sanlorenzo. Sono d'accordo che se ne sono fatte troppe e anche male. E' chiaro che non si devono paragonare tutte le autostrade con quella di Bari-Sibari, dove può camminare un asinello, quando invece deve favorire il turismo. La verità è che molte autostrade costruite nel meridione non hanno dato i risultati sperati. Bisogna essere ciechi e preconcetti per non ammettere che l'autostrada Voltri-Sempione, come è il progetto in origine (che in realtà è solo da Voltri a Santhià), non sarà completa fino a quando non sarà ultimata come autostrada. I dati rilevati lo rivelano, infatti il traffico si verifica da Alessandria a Voltri. Altra cosa sarebbe se l'autostrada servisse il Biellese, la Valsesia, l'Ossola e raggiungesse gli collegamenti del basso Varesotto con la Liguria.
Non è forse vero che l'autostrada Torino-Aosta minacciava di asportare completamente il traffico dalla regione lombarda? Il Comune e la Provincia di Milano però con propri fondi sono intervenuti con la costruzione a 110 chilometri dalla città di Milano della bretella da Santhià a Ivrea con lo scopo di favorire l'esodo dei milanesi verso la valle d'Aosta e con lo scopo di mantenere il traffico in zona lombarda. Quindi se una città ha ritenuto di intervenire nella sistemazione autostradale fuori della propria regione, non vedo perché lo stesso interesse non debba essere da parte della Regione Piemonte nell'ambito del proprio territorio dove, tra l'altro, un intervento in tal senso sarebbe più che opportuno nei confronti del turismo.
I territori vanno sfruttati per la vocazione che hanno: il Lago Maggiore e l'alto Novarese hanno una forte vocazione turistica. Non parliamo poi del problema dell'economia industriale e commerciale, quando vediamo che gli costi del trasporto sono onerosissimi. L'operatore economico non può avere nessun interesse ad insediarsi in una zona che comporta costi di trasporto al di sopra della sopportabilità economica. E' delle ultime ore la notizia del trasferimento nel Trentino di un opificio che occupa circa 180/200 persone. Molte altre imprese potrebbero fare la stessa fine.
Per quanto si riferisce alle comunicazioni dell'Assessore Bajardi, ci auguriamo che l'impegno profuso possa continuare allo stesso modo per sanare le molte ferite provocate dall'alluvione e porre le premesse per lo sviluppo economico dell'alto Novarese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Larga parte dell'intervento è stato portato avanti dal collega Borando quindi non mi ripeterò anche perché avevo già ascoltato in Commissione il Vicepresidente Bajardi sullo stato di avanzamento delle opere di ricostruzione dell'Ossola. Oggi siamo stati aggiornati sulla legge statale.
Mi unisco ai ringraziamenti fatti perché è soddisfacente vedere che gli Enti si muovono e portano avanti costruttivamente talune posizioni. Il nostro è stato un atteggiamento di collaborazione davanti alla tragedia senza alcuna speculazione, neanche i primi giorni quando qualche elemento degli interventi programmati sulle alluvioni del '77 era ancora in sospeso e non erano stati tradotti in soluzioni operative. Obiettivamente abbiamo taciuto, abbiamo appena sfiorato l'argomento nella riunione a Domodossola perché ritenevamo che la strada giusta da percorrere era quella della collaborazione.
Qualche motivo di doglianza - e lo dico in fase critica e costruttiva esiste sul problema dell'informazione. Molte volte i Consiglieri regionali apprendono le notizie dalla stampa; abbiamo appreso dalla stampa dell'8/12 che c'é un progetto contro le piene del Toce presentato dal Vicepresidente a Domodossola; abbiamo appreso che è stato inaugurato il Centro operativo nell'Ossola il 25/11. Noi vorremmo, nei limiti del consentito, essere presenti, partecipare intensamente alle fasi di salvataggio della zona, per cui gradiremmo che queste iniziative venissero discusse anche in questa sede che è pienamente rappresentativa di tutti i Gruppi. Ci sono dei momenti nei quali si ha l'impressione di non poter partecipare a questo sforzo. Ho sentito il grazie di Bajardi ai parlamentari per lo spirito con il quale hanno affrontato il momento di collaborazione con la Regione. Come Consigliere regionale della zona avrei voluto essere presente a quella riunione. Ho appreso degli orientamenti della Regione sulla viabilità in occasione di una riunione a Santa Maria Maggiore da un funzionario della Regione. Ritengo che questo sia il momento opportuno, nei limiti del consentito, di discutere e dibattere anche se poi ognuno rimane sulle proprie posizioni, così come ritengo opportuno - e ne faccio precisa richiesta - aprire sul grosso nodo che è in discussione in questi giorni attorno al problema della viabilità dell'Ossola, anche se non è di totale competenza della Regione, un dibattito anche all'interno delle comunità locali, nel confronto con i Comuni dai quali poter apprendere utili elementi.
Concluderei con dei flash.
Semplificazione delle procedure. In parte è stato fatto. C'é una circolare dell'Assessore Ferraris sul problema dei danni in agricoltura rivolta agli Ispettorati forestali dell'agricoltura provinciale con degli spazi di ricupero alla fedeltà dei funzionari, a rimettere su una certa traccia coloro che perifericamente rappresentano a livello burocratico la Regione. Pensavo che affidatarie di questo tipo di intervento potessero essere le Comunità montane, è stato dimostrato invece che lo potevano solo in parte compatibilmente alle previsioni della legge, ln effetti, un grosso spazio di collaborazione è stato offerto attraverso una delega operativa alla Comunità montana della Valle Vigezzo e tutti assieme possiamo registrare e cogliere gli frutti di questo tipo di impostazione di lavoro.
C'é il problema relativo alle imprese che hanno sofferto nei primi momenti il ritardo sui pagamenti. Oggi mi pare che la tabella di marcia è aggiornata e questo è un aspetto positivo.
C'é il problema dei sub-appalti che avevo sollevato già nella seduta del Consiglio di Domodossola con una lettera rivolta agli Assessori interessati. Questo argomento merita una certa attenzione.
Per coloro che sono costretti a porre mano alla ricostruzione degli edifici per modifiche dello stato geomorfologico del territorio e quindi con la non autorizzazione, chiedevo che si potesse consentire di accedere a particolari benefici. Gradirei avere notizie sullo stato di avanzamento dei lavori.
Sarebbe anche opportuno che potessimo essere aggiornati circa lo stato di attuazione dei lavori per 2 miliardi, dati in conto mutuo, che erano legati alle alluvioni del 1977. Così come mi interesserebbe sapere se tutti i fondi che erano a disposizione sulla legge 54 per la difesa del suolo fiumi e torrenti,sono stati impegnati e qual è lo stato attuale della spesa.
C'è un altro problema che è relativo all'intervento anticipatore di un intervento più organico da parte della Regione attraverso le assegnazioni di fondi della legge dello Stato, che ha visto un pool di banche gestire un certo affidamento di danaro attraverso la Camera di Commercio. Nella convenzione è stato stabilito che il tetto massimo di spesa non debba superare i 50 milioni. Ho rappresentato qualche problema direttamente al Presidente della Regione e ho trovato anche umana apertura; ci sono alcuni casi, forse gli unici in tutta la valle, dove i danni hanno di gran lunga superato quella somma, per gli quali un intervento entro quel limite non risolverebbe il problema, tanto più che manca la copertura delle garanzie richieste dalle Banche. Se di questo intervento può restare qualche cosa nella memoria, chiederei alla Giunta regionale di tenere in particolare considerazione questo aspetto che per talune persone sfiora momenti di tragicità dopo la tragedia che ha spazzato tutto.
Avevo presentato un'interpellanza sulla viabilità dell'Ossola che era strettamente connessa all'emendamento dell'on. Fontana. Questa mattina l'ho ritirata - penso con buona pace del Consigliere Carazzoni - il quale è rimasto il solo primo della classe in giuoco su questo argomento. Gli auguro di restare perennemente tale in questo Consiglio regionale. Io non ho risposto al Consigliere Carazzoni nel Consiglio regionale a Domodossola.
Ci sono pero dei momenti nei quali sfidare l'ira dei calmi può ottenere delle reazioni piuttosto pesanti. Il Consigliere Carazzoni talvolta ama giocherellare come usano giocherellare certe donnine attempate quando vedono strappare il marito ad altre loro colleghe più fortunate. Questa risposta che era dovuta da allora, oggi ho ritenuto di doverla dare. Signor Presidente e signori Consiglieri, sono convinto che la Regione, la comunità ad ogni livello, l'Anas, il Magistrato del Po, le Ferrovie dello Stato potranno misurarsi nell'azione di ripresa e di ricostruzione non tanto sulla capacità o agilità nel muoversi a ricostruire le infrastrutture di ogni tipo, che potrebbero essere spazzate all'indomani da nuovi eventi calamitosi, quanto nello sforzo di rendere articolata e operativa una visione di risanamento d'assieme che prenda avvio dall'assetto idrogeologico del bacino del Toce, sino alla disciplina rigorosa delle diverse attività dell'uomo sul territorio. Ritengo che questa sia la strada che dovremo percorrere assieme.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, oggi il Consiglio regionale prende atto della puntualità con la quale l'Assessore Bajardi c'informa sullo stato di avanzamento dei lavori nell'Ossola, argomento che è stato ripreso seppure con sfumature diverse da tutti i colleghi intervenuti.
Il risultato è evidentemente positivo se consideriamo che il 95% delle opere autorizzate sono state iniziate e che molte delle opere iniziate sono già in fase di avanzata realizzazione. Pare positivo anche l'andamento della discussione svoltasi in Parlamento circa l'emanazione della legge nazionale che è estremamente importante in quanto gli contributi anticipati dalla Regione, seppure significativi, sono modesti di fronte all'impegno per il totale ripristino della zona. Auguriamoci che quei fondi arrivino tempestivamente e che dal mese di gennaio si possa dare l'avvio ad ulteriori lavori.
Apprendiamo con piacere che la Giunta sta predisponendo con la dovuta anticipazione la fase progettuale ed esecutiva delle opere in modo che a stanziamento avvenuto e a ricevimento dei fondi i lavori possano tempestivamente iniziare. Questo ritmo accelerato di lavoro è estremamente importante perché restringe i tempi burocratici in favore dei tempi di ricostruzione di importanti opere pubbliche e private.
Molto importante è l'azione di coordinamento che la Giunta ha sempre cercato di realizzare con Enti e forze locali e, a questo proposito ritengo che debba essere concretata tempestivamente la creazione del comitato di coordinamento, così come è stato fatto nell'Alessandrino, già preso in esame dalle forze politiche a livello di Comprensorio, e rimasto temporaneamente fermo per una riserva rappresentata dal membro della D.C.
Mi auguro che sia un intoppo solo temporaneo e che quanto prima si possa giungere alla costituzione di quell'importante organismo che potrà realizzare il collegamento costante tra le forze del Consiglio regionale e le forze locali.
Per quanto riguarda la presentazione dell'emendamento governativo alla legge in discussione in Parlamento, ricordo che già nella seduta del Consiglio regionale a Domodossola esprimemmo le nostre perplessità perch in ordine alle autostrade vi sono delle implicazioni a livello nazionale che in sede locale non si possono valutare obiettivamente, soprattutto non si potevano valutare obiettivamente in quella sede e in quel determinato momento. Il ritiro dell'emendamento da parte del Governo dimostra che l'iniziativa peccava di improvvisazione, di superficialità e forse, se mi è consentito dirlo, anche di facile e demagogica ricerca del consenso, faceva parte della non responsabile gara di chi chiede di più. Ritengo che una posizione politica di questo tipo sia estremamente pericolosa in qualsiasi momento, ma sia maggiormente pericolosa nella situazione politica particolare che si è determinata nell'Ossola attraverso le ben note spinte autonomiste. La gara di chi chiede di più in provincia di Novara si è fatta per 25/30 anni sui problemi della viabilità e poiché i problemi venivano impostati con insufficiente serietà, i risultati sono stati sempre negativi.
Oggi quella strada deve essere abbandonata perché suscita e stimola rivendicazioni che non hanno oggettive possibilità di realizzazione.
Comunque, e questo è importante, il progetto della viabilità maggiore finalmente si sta avviando verso una concreta soluzione non con posizioni preconcette verso questa o quella struttura. L'autostrada non è la soluzione obbligata per il tratto dal Sempione a Invorio o da Gravellona ad Invorio, l'autostrada è un mezzo, anche secondo coloro che ne sono favorevoli, per risolvere i problemi della viabilità. L'importante è di andare a studiare qual è il mezzo più idoneo a risolvere gli problemi della viabilità dal Sempione fino ad Invorio. Sicuramente il prolungamento dell'autostrada dei laghi fino ad Invorio, il collegamento dell'autostrada dei laghi con la Voltri-Genova sono problemi di diversa natura e che andranno a suo tempo risolti, ma il problema di garantire, scorrevolezza alla viabilità fino a questo collegamento deve essere ulteriormente esaminato per cui non ritengo dannoso per la zona dell'Ossola, il ritiro dell'emendamento da parte del Governo: era un emendamento nato male e che ha conseguentemente fatto la sua fine naturale.
Mi auguro vivamente per il futuro che tutti assieme si lavori in modo positivo nella ricerca delle soluzioni che la realtà rende effettivamente attuabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

La comunicazione dell'Assessore Bajardi mi offre l'occasione, per obbligo di correttezza, di rilevare come il metodo nuovo d'intervenire concretamente nella realtà, soprattutto quando la realtà presenta i conti in modo pesante come li ha presentati nella Valle dell'Ossola, determinino non solo dei risultati laddove questo nuovo modo di lavorare viene realizzato, ma inducono e producono un diverso modo di operare della Regione nel suo complesso.
La causa dell'Ossola ha prodotto effetti da altre parti: in conseguenza di quanto è avvenuto e di come si è operato nell'Ossola, si è fatto e si è operato in Valle di Susa. In sostanza, in Valle di Susa con l'intervento tempestivo della Giunta e in particolare del Presidente, il cui impegno intendo sottolineare e apprezzare pubblicamente, nel giro di due mesi si è fatto quanto probabilmente non si era fatto nella storia della Valle: si sono realizzate briglie, si sono disalveati tutti i punti cruciali e le popolazioni e gli amministratori hanno finalmente potuto toccare con mano come la loro venuta a Torino, la loro presa di coscienza dei problemi e la mobilitazione e la responsabilizzazione possono produrre frutti concreti certi, in termini brevi. Queste cose riqualificano la classe politica e l'attività politica in genere, perché l'attività amministrativa incomincia a soffrire di una malattia alternativa tanto che ognuno di noi ha l'impressione di lavorare in termini di secoli senza ottenere risultati.
Quindi un apprezzamento alla Giunta per il modo in cui ha saputo fare tesoro dell'insegnamento dell'Ossola e, come valsusino, un ringraziamento alla Giunta e al Presidente in particolare per l'atteggiamento assunto in Valle di Susa. A questo punto mi domando se il nuovo modo di lavorare qualche volta non sia da preferire al nuovo modo di governare. Oggi approviamo un documento finanziario che rivela la difficoltà di rispettare il nuovo modo di governare. Se la Regione fosse un Ente, se non gestore al meno responsabile _ in via diretta della problematica del territorio risultati tipo quelli ottenuti nella Valle dell'Ossola e nella Valle di Susa, li avremmo più frequentemente a fronte di eventi meno calamitosi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi per la replica.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

A completamento delle informazioni date, il collega Ferraris mi ha dato gli elementi aggiornati sulla situazione dell'agricoltura.
In effetti i 4 miliardi di anticipazione della legge 364, sono stati messi a disposizione delle Comunità montane, meno 500 milioni per un progetto speciale sul Rio Cui a Druogno in via di progettazione da parte dell'Ispettorato dell'agricoltura e foreste.
In relazione alla legge 364 sono emersi i dati finali sulla base dei quali si possono iniziare i pagamenti. Per quanto riguarda gli danni ai privati, l'art. 4, primo comma, è quello delle scorte vive, case, terreni bestiame; le domande sono pari a 2 miliardi e 100 milioni; l'importo presumibile valutato dagli uffici è di 1 miliardo e 300 milioni. Per quanto riguarda i danni ai privati relativi ad opere collettive, strade acquedotto, elettrodotti, il danno valutato è sul miliardo e 105 milioni la relativa documentazione è stata presentata e si è già iniziato a liquidare i danni.
Ci si muove su una cifra complessiva che non è di 4 miliardi, ma è di 6 miliardi e più. Adesso il problema si salda, qualsiasi il tempo di conclusione. Le varie cifre saranno ricondotte nell'impostazione generale di quei danni che avevamo valutato attorno ai 65 miliardi (15 già stanziati e i 50 che ci perverranno dallo Stato) sono un punto di riferimento per una verifica che dovrà essere più puntuale.
Anch'io ho alcune amarezze. Pensavo che la tassa del 14% dell'Iva per le opere di ricostruzione fosse abolita il che significava che i 50 miliardi sarebbero stati aumentati. Esigenze di ordine più generale, di contabilità, per uniformità di contabilità, hanno suggerito al Ministero del Tesoro di non accogliere questa richiesta.
In relazione alle questioni di principio già poste sulla linea del decentramento e dello snellimento, abbiamo teso a fare in modo che tutta l'opera di ricostruzione fosse affidata alle Comunità montane. La Comunità della Val Vigezzo è stata all'altezza di questa richiesta e anche alla prova dei fatti. Le altre Comunità invece non sono state in grado di rispondere allo stesso modo. In assenza di questa responsabilizzazione e di un rapporto diretto tra Regione e singoli Comuni, si registra un maggiore ritardo nelle opere che non hanno un controllo e una responsabilizzazione da parte delle Comunità montane.
Ho fatto la proposta della costituzione di un comitato tecnico politico che possa operare a fianco del centro operativo a Domodossola e che possa garantire, con i Consiglieri regionali, una presenza aggiuntiva che possa raccogliere e non solo lasciare sulle spalle del Comprensorio e delle rispettive Comunità montane e dei Comuni una responsabilità per un rapporto più generale anche per quelle interconnessioni su cui si è soffermato il Consigliere Borando tra i vari tipi di opere pubbliche, le quali esigono a livello locale una capacità per gestire gli rapporti con l'Anas e il Magistrato del Po.
Problema dei sub - appalti. Abbiamo fatto una denuncia su queste questioni. Se qualcuno aveva intenzione di fare questo, dopo la denuncia pubblica, non siamo riusciti a registrare nessun atto che potesse essere lesivo dell'attuale legislazione.
Il tentativo di aumentare il prezzo della ghiaia lo abbiamo fronteggiato, investendo Prefettura, Ministero delle Finanze in modo che ciò fosse controllato.
La ricostruzione degli edifici e il livellamento del terreno pone il problema se possono essere accolti indennizzi per queste situazioni; i piani terreni sono diventati degli scantinati; ho riferito personalmente al collega Beltrami che il parere dell'ufficio giuridico è positivo, quindi è una situazione che ci pare legittima.
Le risorse della legge 54 sono state tutte impegnate. Immediatamente dopo l'evento del mese di agosto abbiamo tenuto una riunione tecnica alla quale hanno partecipato le Amministrazioni provinciali, i Geni Civili, i rappresentanti degli Ispettorati dell'agricoltura e foreste e abbiamo chiesto l'esposizione delle esigenze urgenti, pesanti, drammatiche da fronteggiare con il recupero di tutte le risorse che non erano ancora state utilizzate. In ragione di questo intervento non solo limitato alla Valle di Susa, ma a tutte le proposte che sono state individuate sulla segnalazione di questi tre livelli operativi, si sono utilizzate tutte le risorse disponibili. Siamo a un notevole livello di avanzamento.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'informazione relativa- alla viabilità. La parola ancora al Vicepresidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Nel convegno svoltosi a Torino il 14 e 15 luglio 1978, avente per tema "Politiche per il sistema delle comunicazioni in Piemonte" è stata presentata una specifica relazione sul problema delle comunicazioni nell'alto Novarese. Ciò in considerazione del ruolo internazionale e nazionale delle suddette comunicazioni oltre che del loro sviluppo per gli obiettivi perseguibili alla scala regionale e comprensoriale.
In tale relazione era stata presa in considerazione l'intera rete viaria interessante il Comprensorio del V.C.O, seguendo lo schema seguente: a) - situazione attuale b) - previsioni di traffico all'86 e relativi livelli di servizio c) - interventi previsti con indicazioni di priorità.
Sulla base di alcune considerazioni generali e sulla indicazione delle previsioni di traffico al 1986 si erano scelte, per il canale d'ingresso al Sempione, le seguenti caratteristiche stradali per gli vari tronchi: 1) - Sempione-Crevola caratteristica D/1 2) - Crevola-Gravellona Toce caratteristica D/2 (2 corsie) 3) - Gravellona-Invorio caratteristica E/1 (4 corsie) A partire dai contenuti della relazione suddetta si è proceduto su diversi piani: 1) - si è dato incarico all'Ires ed all'Elc di svolgere uno studio approfondito per verificare le previsioni di traffico considerando tutti i valichi dell'arco alpino, in particolare modo il traforo del Gottardo, i problemi socio-economici territoriali ed idrogeologici del territorio interessato dall'asse Gravellona Toce-Invorio, a partire dalle diverse ipotesi di tracciato. Tale studio dovrà essere consegnato entro il mese di febbraio. Qui rispondo in parte al Consigliere Carazzoni.
2) - L'Assessorato regionale ai trasporti e viabilità ha coordinato il lavoro dell'Anas e della Provincia di Novara per l'individuazione complessiva del tracciato Gravellona-Crevola e la progettazione delle priorità di esecuzione indicate.
Tale lavoro ha già prodotto il progetto esecutivo della variante di Ornavasso, che passerà al Consiglio di Amministrazione dell'Anas del 21/12/78, dopo aver avuto l'approvazione del Comitato regionale dei trasporti, la determinazione del piano quotato nel tratto Masera-Crevola con conseguente progetto di massima delle tre soluzioni possibili.
D'altra parte l'Assessorato regionale ha continuamente informato tanto i Comprensori e la Provincia di Novara, quanto i parlamentari piemontesi delle circoscrizioni di Torino e Novara sullo stato dei lavori.
Ho già riferito degli incontri che ci sono stati e ho già detto che noi non abbiamo aggiunto nulla all'informazione ai parlamentari di quello che era stato presentato al convegno e delle deliberazioni di Giunta assunte per portare avanti gli studi e poter avere un quadro completo per fine febbraio.
In tali riunioni il sottoscritto ha puntualizzato, precisandola, la posizione su tutta la questione come era emersa dal convegno.
La Regione per il tratto Gravellona - Crevola ha già espresso il suo parere e sul percorso e sulle caratteristiche della strada, basandosi sulle reali esigenze di traffico e cercando di dare una soluzione organica alle principali strozzature presenti lungo tutto il percorso. In questo senso è stato individuato un piano di priorità collegato con le disponibilità dell'Anas (comunicate sempre in via ufficiosa e mai ufficiale). A questo punto tocca all'Anas dare attuazione ai progetti in modo tale da permettere uno scorrimento del traffico consono al livello di servizio C, assumendosi quindi, la responsabilità tecnica delle soluzioni da adottare, avendo già risolto con la partecipazione di tutti il problema del tracciato.
I problemi sollevati dal collega Borando per quanto riguarda l'intreccio tra interventi di viabilità e interventi di sistemazione idraulica pongono grossi problemi. Nel progetto della circonvallazione di Ornavasso, presentato recentemente al Comitato regionale dei trasporti per il suo esame, sono emersi grossi vincoli posti dal Magistrato del Po, per cui ci si trova con un tracciato che assumendo essenzialmente la precedente progettazione della Spea fatta a suo tempo dalla Provincia e introducendo delle modificazioni che conseguono a vincoli naturali, emersi dal punto di vista dell'edificazione, e per esigenze idrauliche in alcuni punti della circonvallazione di Ornavasso non coincide esattamente con il progetto della Spea. Però, per i vincoli del Magistrato del Po, si è trasformato in lunghi tratti in un viadotto continuo per permettere spazi di espansione al Toce in zone in cui la regimazione non può trasformarsi in una canalizzazione; in quel richiamato documento che il Magistrato ha presentato come bozza di discussione nella parte bassa del Toce si ritiene di dare una sistemazione affinché possa espandersi con larghe zone di esondazione, altrimenti i problemi si aggraverebbero notevolmente nella parte inferiore del Toce.
In relazione a questo finiscono di prevalere in questo tracciato, più che i rilevati, le opere fisiche, ponti e viadotti. Si tratta di guardare più in là. Per i rilevati si può decidere con sufficiente consapevolezza per una determinata dimensione sapendo che la sua modificazione non comporterà eccessivi aumenti di costi. Per quanto riguarda ponti e viadotti, il problema deve essere seriamente valutato.
Il nostro parere è definitivo per quanto riguarda la circonvallazione di Ornavasso e il voto che il Comitato regionale dei trasporti ha formulato rinvia anche al senso di responsabilità dell'Anas la valutazione complessiva delle sezioni in ragione di quelli che saranno gli accertamenti.
La mia opinione è che il progetto può passare benissimo in questo modo perché l'esperienza ci ha insegnato, risolvendo i problemi procedurali, di fare una variante in corso d'opera in modo da poter adeguare i manufatti a quelli che sono i reali bisogni e in questo caso i bisogni non possono essere quantificati all'86 ma devono essere quantificati almeno al 90 o in scala superiore. Ragionamenti di questo genere hanno totalmente stravolto le iniziali previsioni per cui sulla presunta disponibilità di 17 miliardi per fronteggiare la circonvallazione di Ornavasso si intervenne dicendo di cercare di fronteggiare con 10/12 miliardi e riservare gli altri per una soluzione mediana, e con gli altri 8 presunti, che avrebbero dovuto essere reperiti con il bilancio 1979, risolvere i problemi della parte finale quella che è stata disastrata, mentre nella riunione di Crevola - Masera i conti vengono ad essere totalmente stravolti. Il progetto elaborato dall'Anas è previsto per le due corsie in 23 miliardi e per le 4 corsie in 33 miliardi.
Una decisione quindi di ordine tecnico, che mi pare giusto assumere però cozza con l'aspetto finanziario per cui il problema della disponibilità dell'Anas, non essendo nostro, suggerirà al Consiglio di amministrazione di assumere determinazioni graduali. Il Comitato regionale dei trasporti ha suggerito di procedere per il primo e il secondo lotto e di rinviare il terzo lotto che prevede la costruzione di tre grossi svincoli complessi e utilizzare le risorse per problemi che stanno più a monte.
Per il tratto Gravellona - Invorio viene ribadita l'esigenza di un'arteria di adduzione al sistema autostrade e tale, in ogni caso, da aderire strettamente ai problemi socio-economici e territoriali del Verbano e del Cusio e, quindi, non a pagamento. Spetterà agli organi centrali dello Stato, in primo luogo il Parlamento, individuare le forme adatte di finanziamento per la realizzazione dell'opera, come della continuazione del tratto autostradale da Stroppiana ad Arona, anche in considerazione del previsto traffico proveniente dal Gottardo attraverso Sesto Calende.
Nell'ambito della discussione sulla legge speciale per le zone colpite da calamità naturali, fra le quali l'Ossola, svoltasi in Commissione LL.PP del Senato, il Sottosegretario on. Fontana, a nome del Governo, aveva presentato un emendamento che permetteva la costruzione del tratto autostradale Gravellona - Arona, tenendo conto che altri emendamenti dello stesso tipo erano stati presentati e che il bilancio non aveva dato la copertura finanziaria, il Governo ha ritirato l'emendamento e si è andati all'approvazione di due ordini del giorno che prevedono la possibilità per di continuare l'autostrada in relazione però ad una visione complessiva della soluzione del problema delle autostrade.
Vorrei cogliere l'occasione per leggere il testo dell'ordine del giorno che è stato approvato dal Senato perché evita equivoci. Erano stati presentati tre testi di ordine del giorno. Ne sono stati approvati due, uno dei quali inerente solamente all'esigenza di affrontare problemi sulla sostanza della legge. Quello invece che è stato approvato dopo il ritiro dell'emendamento è questo: "Il Senato, in sede di discussione del disegno di legge (omissis) considerata l'esigenza di autorizzare la costruzione del tronco Gravellona Toce - lnvorio con diramazione per Sesto Calende dell'autostrada Voltri - Sempione, avvertita la necessità di riesaminare il problema anche in riferimento all'art. 18 bis del decreto legge 176, con modifica n. 492, impegna il Governo a presentare a breve scadenza, alla luce delle conclusioni dell'indagine conoscitiva effettuata dall'VIII Commissione permanente del Senato sulla situazione autostradale e le sue prospettive, un disegno di legge che preveda un piano organico di completamento dei tronchi autostradali da rendere funzionale ed economica l'attuale rete autostradale".
L'Amministrazione regionale ha presentato per il tronco Gravellona Invorio una soluzione con caratteristica E1 a quattro corsie, quello che è chiamato normalmente asse attrezzato con caratteristiche autostradali. La proposta dell'Amministrazione regionale in quel convegno era del non pagamento del pedaggio perché il mantenimento dei caselli non avrebbe risolto il problema delle strade di fondo lago, perché il traffico avrebbe continuato a intasare le due strade del Lago Maggiore e dell'Orta. Questo tratto può essere effettuato direttamente dall'I.R.I., mantenendo aperto il tracciato in modo che da tutti gli Comuni dei due fondi lago possa esserci un collegamento a pettine con decine di collegamenti che permettano il massimo utilizzo della strada in modo che decongestioni anche i gravissimi punti di congestione, come il nodo di Omegna. In questo modo avremmo per lungo tempo una non crisi della restante situazione.
In relazione ai problemi dell'apertura del Gottardo le analisi che abbiamo fatto finora individuano che la direttrice prevalente sia quella delle autostrade milanesi, del raccordo con Sesto Calende e quindi il collegamento da Sesto Calende con il sistema delle comunicazioni che fanno capo da Arona verso quei tratti già esistenti o futuri della Voltri Sempione, in modo che tutto il traffico che proviene dal Gottardo verso Milano non sia indirizzato nelle tangenziali di Milano e abbia sbocchi di traffico in altre direzioni.
Questa ipotesi l'abbiamo verificata anche nei rapporti con la Regione Lombardia in modo che non si creino problemi complessi.
Il "progetto Valle di Susa" è stato posto dalla Regione nel Piano di sviluppo quale soluzione organica ed integrata di riassetto territoriale nell'ambito comprensoriale, secondo i seguenti indirizzi generali: 1) riassetto e rafforzamento del sistema dei trasporti - viabilità e ferrovie in connessione con l'apertura del traforo autostradale del Frejus 2) riassetto idrogeologico della Valle in conseguenza del dissesto provocato dagli eventi alluvionali degli ultimi venti anni 3) rafforzamento del sistema economico locale poggiante sulla duplicità della struttura, principalmente turistica nell'Alta Valle e principalmente di produzione e servizi nella Bassa Valle, ma con elevato livello di dipendenza dall'area metropolitana di Torino.
A tale scopo, ed al fine di realizzare gli obiettivi di cui sopra, la Regione, nonostante non facesse parte delle competenze istituzionali operative sue proprie, ma bensì dello Stato, soltanto nell'ambito delle competenze in materia di pianificazione territoriale, ha avviato e portato a termine uno studio a carattere preliminare, sfociato nel Convegno del 17 febbraio 1978, volto alla determinazione delle caratteristiche del sistema viario in Valle.
Successivamente, sulla scorta delle indicazioni e delle decisioni assunte nel convegno suddetto, si è proceduto, in stretta collaborazione con gli Enti locali interessati, a dare corso alla definizione delle priorità ed alla relativa progettazione, in funzione delle disponibilità finanziarie previste dall'Anas.
Tale disponibilità finanziaria ammonterebbe a 20 miliardi da impegnare, con la massima sollecitudine, entro il 1978, usufruendo della progettazione esistente, completata per il triennio 1979-1981 con "consistenti disponibilità economiche" delle quali è assicurato un anticipo di 50 miliardi per l'esercizio 1979.
L'anticipazione delle disponibilità, comunque ridotte rispetto alle esigenze, manifestate, come minime, di 43 miliardi (1977) ha posto la Regione nella necessità di ridefinire la priorità assoluta in relazione alla mutata situazione finanziaria, tenendo conto nuovamente dei tempi tecnici che l'esecuzione della progettazione, l'affidamento lavori e l'esecuzione degli stessi richiederanno, nonché delle situazioni che presentano dei grossi problemi di sicurezza.
Sono stati definiti, pertanto, come interventi di assoluta priorità i seguenti: 1) tronco di collegamento provvisorio fra il piazzale del Traforo e la SS.
335 2) avvio dei lavori per la costruzione della galleria di Serre la Voute che, come noto, rappresenta la più grave strozzatura dell'itinerario specialmente nel periodo invernale, in particolare in occasione di precipitazioni nevose 3) variante esterna dell'abitato di Bussoleno con il collegamento su tracciato definitivo, a valle dell'abitato, fra la SS. 24 e la SS. 25 4) ristrutturazione del nodo di Borgone di Susa, volta a realizzare la continuità dell'itinerario con direzione Torino, sia fra la SS. 25 e la SS.
24, sia sulla SS. 24.
All'interno di questo programma di priorità si inserisce l'intervento finanziario della Regione, a favore del Comune di Bussoleno, per la realizzazione di un ponte, previsto dal piano regolatore comunale, per il collegamento, a monte dell'abitato, fra la SS. 25 e la SS. 24 tale da consentire la deviazione dall'abitato del transito in discesa dalla SS. 25 alla SS. 24.
L'impegno assunto per la realizzazione di quest'opera, che si presenta necessaria per motivi di sicurezza, ora, anche prima quindi dell'apertura al transito del Traforo del Frejus, è di portarla a compimento prima dell'estate del 1979, mettendo fin d'ora in atto i mezzi finanziari necessari.
Si ottiene così un itinerario avente buone caratteristiche di continuità ed efficienza e comunque in attesa dell'arrivo della fase successiva del completo tracciato definitivo secondo le indicazioni del Convegno.
Per consentire la realizzazione dei programmi indicati l'Assessorato viabilità e trasporti ha promosso un coordinamento della progettazione impegnando rispettivamente: la Sitaf sui tratti sui quali già erano stati effettuati studi progettuali e cioè: a) tronco piazzale Traforo SS. 335 e Savoulx b) galleria di Serre la Voute c) allacciamento della SS. 24 alle tangenziali l'Anas per la ristrutturazione del nodo di Borgone la Provincia di Torino per il tronco Susa - Avigliana con precedenza sulla variante di Bussoleno il Comune di Bussoleno per la progettazione ed esecuzione del ponte di piano regolatore finanziato con il concorso della Regione.
Per quanto riguarda lo stato della progettazione si è a questo punto: 1) è stato predisposto, in forma quasi definitiva, con il parere favorevole dell'Anas, Compartimento di Torino, e l'approvazione del Consiglio comunale del giorno 22 novembre 1978, il progetto della variante di Bussoleno suddiviso in due lotti del ponte sulla Dora e del passaggio in destra dell'abitato e verrà inviato al prossimo Consiglio d'amministrazione dell'Anas del 21 dicembre 2) è stato predisposto, d'intesa con l'Anas, il progetto della galleria di Serre la Voute che verrà proposto al Consiglio d'amministrazione dell'Anas del 21 dicembre c.a.
3) è pressoché predisposto dall'Anas ed all'esame di questo Assessorato il progetto del collegamento fra le tangenziali e la SS. 24 presso Avigliana e verrà proposto, quanto prima, al Consiglio d'amministrazione dell'Anas 4) la Regione ha finanziato un primo lotto di 100 milioni del ponte comunale di Bussoleno, mentre il Comune ha approvato il progetto di massima ed ha in elaborazione il progetto esecutivo 5) la Commissione geologica della Regione ha espresso il proprio parere sui progetti eseguiti ed in corso, elencati ai punti precedenti 6) il Comitato regionale trasporti del 12 dicembre 1978 ha espresso il parere definitivo sui progetti dei punti 1) e 2).
Desidero anche rispondere all'interpellanza del Consigliere Bontempi.
Vengono richieste informazioni alla Giunta sul suo comportamento in relazione alle vicende della Sitaf. E' noto che la Sitaf si è trovata in una situazione imbarazzante dal punto di vista di cassa e dal punto di vista finanziario generale. Un'indicazione del Comitato comune italo francese del 1974 imponeva l'adeguamento del capitale azionario a nuovi livelli come condizione per accedere ai finanziamenti internazionali della Bei (Banca Europea di Investimenti). Questo adeguamento non è mai stato fatto. Si è giunti al punto in cui o si fa questo adeguamento, oppure mancano i finanziamenti e il traforo deve essere sospeso.
In una riunione promossa dagli azionisti è stata esaminata la questione e dalla discussione sono emersi tre orientamenti: richiedere alla Regione di esaminare l'eventualità di diventare azionista della Sitaf. Ho detto che avrei riferito. La mia opinione personale è che la Regione non debba entrare come azionista in un momento in cui tutto il sistema autostradale e dei trafori ha una prospettiva anche giuridica di radicale riorganizzazione sulla base della situazione finanziaria a tutti nota, che investe anche i trafori. Gli azionisti pubblici (non erano presenti gli azionisti privati) hanno dichiarato la loro disponibilità a provvedere all'adeguamento dei capitali.
E' stata sollevata la questione relativa alla situazione in cui si è venuto a trovare l'Amministratore delegato e direttore dell'azienda e quindi è stato richiesto dagli azionisti di fare una riflessione all'interno del Consiglio d'amministrazione anche alla luce della scadenza delle rappresentanze. E' opportuno mettere ordine a quella situazione che ha impedito il funzionamento corretto del Comitato comune. La persona indicata non ha facoltà di espatriare, quindi tutte le riunioni del Comitato comune dovrebbero essere svolte in Italia comportando problemi di ordine pratico.
Ho manifestato la necessità che la composizione della Sitaf debba riflettere le nuove situazioni che si sono venute a determinare all'interno degli azionisti i quali hanno pieno diritto di avere rappresentanze consone alle loro partecipazioni azionarie. Credo sia opportuno mettere anche ordine negli organi dirigenti. Debbo dire il mio stupore nell'apprendere che il direttore della Sitaf è il dott. Calleri. Non riesco a capire gli motivi tecnici che possono aver indotto gli amministratori della Sitaf a nominare un direttore, lo stesso direttore che ha competenze specifiche di direzione dell'attività aziendale il che contrasta profondamente con le competenze professionali del suddetto individuo.
Ho conosciuto questa situazione in quella riunione. Mai nessuno ha informato l'opinione pubblica di questa decisione, tenuta sempre all'interno di organi estremamente ristretti tra presidenza e amministratore delegato.
Come mai decisioni di questo genere vengono mantenute all'interno di organi ristretti e perché non è stato informato nemmeno lo stesso Consiglio di amministrazione? Comprendo tutta una serie di situazioni che si sono venute a determinare ma credo che questi nodi debbano essere sciolti, anche in vista dell'accresciuto intervento di Enti azionisti.



PRESIDENTE

Data l'ora ritengo opportuno sospendere a questo punto i lavori. La seduta riprenderà alle ore 15,15. Ricordo che alle ore 14,45 sono convocati gli Presidenti e i Vicepresidenti delle Commissioni.
Comunico che il Consigliere Menozzi ha chiesto congedo per oggi pomeriggio dovendo intervenire al convegno sui trasporti di Asti.
Chiede ancora la parola il Vicepresidente Bajardi. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Come ha annunciato il Presidente, il Comprensorio di Asti ha convocato per oggi pomeriggio un convegno sui trasporti e sulle ferrovie nel quale sono chiamato a svolgere una relazione. Mi trovo quindi in una situazione imbarazzante in quanto non posso mancare al convegno di Asti e, d'altro canto, intendo anche essere presente al dibattito in Consiglio sulle informazioni che ho dato.



BONTEMPI Rinaldo

Data l'importanza di entrambi gli argomenti in discussione, propongo di rinviare il dibattito sulla viabilità alla seduta del 20 dicembre affinch l'Assessore Bajardi possa in quel giorno concludere con la sua replica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Al convegno di Asti, oltre agli Assessori relatori, sono stati invitati i Consiglieri regionali delle zone di Asti e di Cuneo gli quali però sono impegnati qui in Consiglio regionale.
Suggerisco all'Assessore Bajardi e al Consigliere Menozzi, che oggi si troveranno là, di comunicare esplicitamente che l'assenza degli altri Consiglieri è dovuta a specifici motivi, altrimenti alcuni Consi glieri si troverebbero in posizione privilegiata rispetto agli altri.



PRESIDENTE

La richiesta del Consigliere Paganelli è corretta.
Anche l'Ufficio di Presidenza troverà il modo di informare gli organizzatori del convegno di questa concomitanza di impegni.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo all'Ufficio di Presidenza che provveda a distribuire ai Consiglieri le relazioni che ho illustrato.



PRESIDENTE

Diamo disposizioni in questo senso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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