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Dettaglio seduta n.226 del 23/11/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


BELLOMO EMILIO



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La seduta è aperta.
I verbali della precedente seduta non possono essere consegnati, a causa di difficoltà tecniche del centro stampa, conseguentemente non possiamo approvarli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Franzi per conoscere l'attuale situazione della Lidman di Vercelli


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno "Interrogazioni e interpellanze". Iniziamo con l'interrogazione del Consigliere Franzi per conoscere l'attuale situazione della Lidman di Vercelli.
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

La situazione della Lidman di Vercelli costituisce motivo di seria preoccupazione e di intervento sia per gli aspetti particolari sia per gli impegni generali che la Regione ha assunto in ordine alla situazione Montedison/Montefibre.
Anche la situazione della Lidman deve essere affrontata nel discorso generale che da tempo chiediamo di avviare con Governo e Montedison, del quale il Consigliere interrogante è informato per la sua costante partecipazione a tutte le riunioni, a quella tenutasi presso il Comune di Vercelli il 3 luglio conclusasi con la nota richiesta inviata al Presidente Andreotti ed ai Ministri competenti, ed a quella tenutasi una settimana fa.
Venendo alla situazione Lidman devo ricordare che dopo il ritiro del socio Pogliaghi (non avendo più corrisposto agli impegni di ricapitalizzazione) l'azienda è nuovamente sotto il totale controllo della Montedison.
La Montedison ha comunicato che intende lavorare a fagon, almeno sino al 31 dicembre, ed ha già deciso la liquidazione. Per unanime giudizio espresso, l'azienda, che opera nelle confezioni per bambini (pantaloncini e giubbotti) dovrebbe disporre di una tecnologia avanzata. Le difficoltà di liquidità hanno determinato la perdita di una stagione di vendita e una preoccupante fuga di tecnici che si riflette su tutta la conduzione aziendale.
Ovviamente la Montedison non può essere assolta dai suoi impegni.
Ripetiamo oggi quello che abbiamo detto in analoga circostanza per la situazione della Mossi e Ghisolfi, cioè che le responsabilità Montedison devono restare fino a quando non sarà trovata globalmente una soluzione alternativa.
E' in corso la ricerca di un nuovo partner per una soluzione alternativa ed a questo proposito ci sono dei potenziali interessi naturalmente tutti da verificare e controllare.
Il Comune di Vercelli nella persona del Sindaco sta seguendo un'ipotesi di soluzione. Va sottolineato che questa ricerca non rientra né nei compiti istituzionali della Regione né in quelli del Comune. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Governo per la situazione del Comune di Rivarolo che si faccia carico con noi delle singole vicende Montedison costringendo la direzione ad un tavolo a ragionare sui possibili spezzoni di soluzioni.
Da una valutazione ancora incerta pare che la Montedison voglia estraniarsi completamente da ogni ipotesi di partecipazione ad una soluzione futura.
Noi saremmo contrari al completo disimpegno della Montefibre anche perché la soluzione Lidman fu attuata a suo tempo con il sostegno del capitale pubblico: lo stabilimento è sorto su un'area del Comune ed il servizio trasporti con pullman è effettuato con contributo della Regione.
Questi sono gli interventi particolari per la Lidman ai quali debbono aggiungersi gli impegni più generali da parte della Regione.
Credo di essere stato franco e puntuale al convegno che abbiamo tenuto e al quale il Consigliere Franzi ha partecipato. Siccome ho appreso dai giornali di un successivo convegno nel quale si sarebbe polemizzato sulle nostre posizioni evanescenti, senza dilungarmi, devo ricordare i nostri impegni per l'area attrezzata di Vercelli sulla legge 902, gli incontri che abbiamo promosso con la CEE.
Devo dare un'informazione positiva. Il 9 novembre, nel corso di un incontro con la direzione Montedison, la stessa amministrazione ha dichiarato la disponibilità di utilizzare 490 unità lavorative almeno per tutto il 1979; il che mi fa presumere che si tratti di un provvedimento in attesa che decolli lo stabilimento di Acerra e, come avevamo previsto e come abbiamo sempre fatto presente, occorrerà per completare questa operazione un periodo di un anno circa. Ciò significa un sensibile alleggerimento dell'esuberanza di unità lavorativa, che era di 1180.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

La parola all'interrogante, Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Devo dare atto che l'Assessore Alasia si sta impegnando molto assiduamente, com'è sua abitudine. I problemi della città di Vercelli non sono solo relativi alla Lidman, ma sono molto più generali, come è emerso nell'assemblea tenutasi giovedì pomeriggio alla Montefibre nel corso della quale gli operai dell' azienda e le forze politiche hanno avuto la notizia poco confortante che la Giunta non ha la possibilità di imporre la localizzazione di industrie in Vercelli quando invece sappiamo che si sono avviate delle trattative tra la Giunta e l'Unione Industriale piemontese per l'individuazione di località esterne al Comprensorio torinese, cioè quelle aree insufficientemente sviluppate che pensiamo possano rientrare nella legge n. 902. Il discorso, a questo punto, si dovrebbe esplicitare in termini più ampi e forse anche in termini polemici. La risposta dell'Assessore Alasia è soddisfacente tuttavia devo richiamare l'Assessore e la Giunta sulla necessità che venga posta la massima attenzione sulla rilocalizzazione delle industrie che escono dall'area torinese perché si collochino nelle aree insufficientemente sviluppate indicate dalla legge n.
902. E' vero che manca il decreto, ma è altrettanto vero che la Giunta attraverso gli strumenti urbanistici, attraverso i Piani territoriali, ha la possibilità di individuare quali aree possono essere oggetto di insediamento industriale e quali non possono esserlo. Si parla di Rivarolo di Saluggia, di Carmagnola, comunque sempre di zone vicine a Torino e questo ci lascia molto perplessi. Vorremmo che attraverso i piani territoriali si dicesse che le industrie devono insediarsi a 50 km, di distanza da Torino, a Vercelli, a Casale, a Mondovì, cioè in quelle zone che da anni sono state individuate come aree per insediamenti industriali aree che per di più sono state individuate dalla Giunta ai sensi della legge n. 902. Se la Giunta non assume questi precisi impegni attraverso i piani territoriali, il nostro sarà un discorso vuoto che continuerà ad essere motivo di contraddittorio e motivo di polemica.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE BELLOMO

L'interrogazione è discussa.



PAGANELLI ETTORE


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi, Paganelli e Soldano per conoscere se la Giunta regionale non ritenga opportuno un incontro con i responsabili delle Comunità montane, per valutare le possibilità di un intervento programmatico ed organico nel settore dello sgombero neve


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi Paganelli e Soldano per conoscere se la Giunta regionale non ritenga opportuno un incontro con i responsabili delle Comunità montane, per valutare le possibilità di un intervento programmatico ed organico nel settore dello sgombero neve.
La parola al Vice Presidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale.

Già da tempo il problema, evidenziatosi con particolare forza durante l'ultima stagione invernale, è all'attenzione degli uffici regionali competenti.
Sono state già dibattute ipotesi per concretizzare l'aiuto ai Comuni ed in particolare a quelli montani, verificando nel contempo la necessità sulla base di quanto segnalato.
Per quanto riguarda l'intervento della Regione a mezzo di contributi da assegnarsi ai Comuni particolarmente colpiti dalle nevicate, ed i cui bilanci non riescono a far fronte agli oneri di sgombero neve, si ricorda che con deliberazione della Giunta regionale n. 99-12728 del 14.2.1978 è stata determinata l'assegnazione della somma di L. 500 milioni, somma già pressoché integralmente devoluta.
Come richiamato nell'interrogazione, la Giunta regionale ha già espresso il suo impegno a favore di qualsivoglia intervento atto ad eliminare o attuare i disagi derivanti da un servizio di sgombero neve carenti e quindi anche a studiare nuove forme di collaborazione con le Comunità montane e con le Province per la risoluzione del problema.
Inoltre il 31.10.1978, in occasione dell'esame da parte della II Commissione consiliare della proposta di legge presentata dal Comune di Sampeyre ed altri, su unanime parere della Commissione è stata incaricata la Giunta di predisporre un disegno di legge alternativo e completo sulla base delle indicazioni di massima discusse.
A seguito di ciò sono stati iniziati da parte degli uffici regionali competenti studi con il seguente programma: analisi delle precipitazioni nevose che, con riferimento al territorio, evidenzino una suddivisione dello stesso in zone omogenee stesura di una mappa delle disponibilità di Comuni, Comunità montane e Province, nonché, entro i limiti posti dalla regolamentazione dell'Azienda di Stato, dell'Anas; ciò visto in funzione di una ripartizione territoriale di mezzi, macchine e uomini impiegati per il servizio sgombero neve formazione di unità territoriali per l'organizzazione ed il coordinamento del servizio formazione di consorzi per l'amministrazione dei finanziamenti e dei contributi regionali avvio di un esercizio misto pubblico e privato qualora ci rappresenti una sicura garanzia di economicità per l'impiego ottimale delle risorse economiche regionali disponibili per l'affidamento dei lavori di sgombero neve a privati o per l'acquisto di macchine e mezzi da parte dei Consorzi.
In questo quadro sarà cura della Giunta regionale promuovere altresì, a tempi brevi, iniziative consultive per conoscere gli orientamenti e le necessità specifiche degli Enti locali prima della presentazione delle proposte di iniziative legislative.



PRESIDENTE

La parola ad uno degli interroganti, Consigliere Martini.



MARTINI Mario

L'Assessore ha dato una risposta che è esauriente nella globalità, per è insoddisfacente se rapportata alle scadenze temporali, che non dipendono da noi ma dal fatto che siamo ormai arrivati alle soglie dell'inverno. I Comuni non hanno ancora ricevuto i fondi e sarebbe opportuno che potessero fare affidamento sui finanziamenti ottenuti l'anno scorso.
E' stata ricordata la proposta di legge che ha come primo firmatario il Comune di Sampeyre dalla quale può emergere qualche indicazione per affrontare in modo diverso e nuovo il problema delle nevicate in montagna che non va visto soltanto come problema di carattere eccezionale, ma come servizio sociale.
L'anno scorso sono stati stanziati 500 milioni, come primo avvio alla soluzione del problema, somma che è già di per se ragguardevole ma comunque non sufficiente. Se ci limitiamo a prendere atto che sono stati stanziati 500 milioni e che c'é da parte della Giunta una buona impostazione per una visione globale del problema, ho la sensazione che lasciamo un vuoto che bisogna cercare di colmare.
Suggerisco alla Giunta di prendere in seria considerazione quanto è stato dichiarato dal Presidente della Provincia di Cuneo, che e una delle province più interessate dal fenomeno nevoso; il Presidente Falco, in occasione del Convegno nazionale dell'Uncem sulla viabilità minore, ha rilevato l'insufficienza della struttura, ossia è sufficiente il numero degli uomini ma è insufficiente il numero dei macchinari, ed ha dichiarato la disponibilità a mettere tale struttura a disposizione delle Comunità montane, a stipulare le convenzioni con i privati, purché alle spalle ci sia la garanzia della copertura delle spese da parte della Regione.
Almeno per quanto riguarda il termine intermedio, che è pure urgente anche se la neve non è ancora caduta, questa soluzione merita di essere presa nella dovuta considerazione al fine di evitare che in primavera si affrontino i problemi con la distribuzione di contributi a pioggia, che hanno pur sempre un valore sostanziale per i Comuni di montagna, ma che si esauriscono in un anno e non permettono di affrontare a fondo un problema di così grande importanza.



PRESIDENTE

L'interrogazione e discussa.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Picco, Petrini e Lombardi atta a conoscere quante opere sono state finanziate direttamente dalla Giunta sui fondi di bilancio degli anni '77-'78


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Picco, Petrini e Lombardi atta a conoscere quante opere sono state finanziate direttamente dalla Giunta sui fondi di bilancio degli anni '77-'78. Risponde il Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Rispondo all'interrogazione urgente con la quale i colleghi Consiglieri Martini, Picco, Petrini e Lombardi chiedono di conoscere se la Giunta ritiene opportuno trasmettere ai singoli Comitati comprensoriali l'elenco delle opere direttamente finanziate dalla Giunta stessa su fondi di bilancio degli anni 1977 e 1978.
Desidero a tal proposito premettere che nella riunione con i rappresentanti dei Comitati comprensoriali che ha avuto luogo nel giorno 24 ottobre u.s. presso l'Assessorato viabilità e trasporti, è stata consegnata ed illustrata una relazione contenente il prospetto delle risorse disponibili per il 1978 a favore delle opere pubbliche di cui alla legge n.
28/75, ai rappresentanti dei Comprensori. E' stato inoltre comunicato che presso il Servizio affari generali dell'Assessorato erano disponibili le copie delle deliberazioni, relative alle predette opere, assunte dalla Giunta durante il 1978.
Poiché a tutt'oggi pochi Comprensori hanno richiesto le notizie ed i dati che il Servizio affari generali era in grado di fornire, e non avendo nulla in contrario ad accogliere la richiesta formulata dagli interroganti la Giunta ha provveduto ad impartire adeguate direttive affinché i dati vengano sollecitamente messi a disposizione dei singoli Comprensori.
Analogamente si provvederà per gli elementi riguardanti eventuali finanziamenti su fondi del bilancio 1977, qualora per qualcuna tra le opere previste dalla legge n. 28/75 ne siano stati disposti, utilizzando residui derivanti da annullamenti di precedenti stanziamenti.
Ricordo infatti che per il 1977 la legge 28/75 non era stata rifinanziata essendosi dovuto provvedere al finanziamento dei lavori di ripristino delle opere danneggiate dagli eventi calamitosi che in quell'anno hanno duramente colpito il territorio del Piemonte.
Aggiungo infine che la Giunta è disponibile a fornire ai Comitati comprensoriali tutte le notizie ed ogni forma di collaborazione che gli stessi possano ritenere utile alla formulazione delle proposte di riparto dei fondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Non mi resta che ringraziare il Vice Presidente e pregarlo di darmi il testo scritto della sua risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza del Consigliere Menozzi per conoscere il numero delle Cantine sociali della Provincia di Asti che hanno beneficiato delle provvidenze di cui alla legge regionale n. 31 dell'11.9.1974 e problemi connessi


PRESIDENTE

Rimangono da trattare tre interrogazioni a cui dovrebbe rispondere l'Assessore Ferraris, quattro interrogazioni a cui dovrebbe rispondere l'Assessore Enrietti e un'interrogazione del Consigliere Cerchio: nessuno è presente, ragion per cui passiamo ad un altro punto.
Chiede la parola il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Sono pronto a capire che non sempre l'annunciata discussione di un'interrogazione si possa effettuare per sopraggiunti imprevedibili motivi, ma, quando questo si va ripetendo, come nel mio caso, da ben tre tornate consiliari, ha tutto il sapore di una presa in giro. Oltretutto mi pare che l'Assessore Ferraris sia presente.



PRESIDENTE

Se l'Assessore è presente, il problema si risolve rapidamente pregandolo di entrare in aula.
Interrogazione del Consigliere Menozzi atta a conoscere il numero delle Cantine sociali della Provincia di Asti che hanno beneficiato delle provvidenze di cui alla legge regionale n. 31 dell'11.9.1974 e problemi connessi.
Il Consigliere Menozzi rinuncia all'illustrazione, riservandosi di parlare in sede di replica. La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Nell'Astigiano sono state finanziate tre iniziative: 1) Soc. Semplice Manforte- CANELLI Soci n. 3 MONTALDO Pietro - Coltivatore diretto BARBERO Giovanni - Coltivatore diretto GIUSIO Carlo - Coltivatore diretto Superficie ha. 66 di cui ha 41 a seminativo e prato con U.F.
disponibili di 526.850 per quintali 1054 di p.v. per allevare circa 300 capi da ingrasso.
D.P.G. n. 371 ai sensi della l.r. n. 45/75 per Lire 192.442.371 di cui il 50% a mutuo ventennale al tasso del 5,75 % e 50% in conto capitale.
2) Soc. Cooperativa r.l. ALLEVATORI CASTELROCCHERO Soci n. 13 FOGLINO Francesco - Coltivatore diretto ORSI Francesco - Coltivatore diretto CHIORZO Francesco - Coltivatore diretto GAVIGLIO Mauro - Coltivatore diretto MORINO Lorenzo - Coltivatore diretto RAGAZZO Rinaldo - Coltivatore diretto BO Rino - Coltivatore diretto MARCHELLI Lorenzo - Coltivatore diretto CAVALLO Domenico - Coltivatore diretto PIANO Luigi - Coltivatore diretto FARINETTI Pietro - Coltivatore diretto FOGLINO Stefano - Coltivatore diretto GARRONE Aldo - Imprenditore agricolo Superficie ha 141.50.00 di cui ha. 85 a seminativo e prato con U.F.
disponibili 864.385 per quintali 1728 di p.v. per allevare n. 200 capi all'ingrasso e n. 200 manzette e vacche da riproduzione.
D.P.G. n. 2286 del 29.6.1967 per Lire 289.000.000 di cui 50% a mutuo ventennale al tasso del 5,75%e 50% in conto capitale.
Parte delle strutture esistenti sono state acquistate a prezzo di costo.
3) Cooperativa agricola Stalla sociale di MOMBARUZZO Soci n. 11: BENEDETTI Francesca - Coltivatore diretto BETTI Giovanni - Coltivatore diretto CIRIO Arco - Coltivatore diretto CLERICI Francesco - Coltivatore diretto LOLLO Camillo - Coltivatore diretto MONECA Annunziata - Coltivatore diretto NANI Camillo - veterinario ROBUFFO Giovanni - Coltivatore diretto VOGLINO Francesco - Coltivatore diretto ROVEGLIA G.Carlo - Coltivatore diretto ZARA Giovanni - Coltivatore diretto Superficie ha. 88 di cui ha. 74 a seminativo e prato con U.F.
disponibili di circa 900.000 per q.li 1800 di p.v. per allevare n. 400 capi fra ingrasso e riproduzione. Al fine di aumentare le dotazioni foraggere è previsto l'alpeggio per le manze e manzette.
D.P.G. n. 325 del 17.2.1978 per Lire 592.380.000 di cui 50% a mutuo ventennale al tasso del 5,75% e 50% in conto capitale.
1) In provincia di Asti hanno beneficiato delle provvidenze previste dall'art. 4 lettera a) della legge 11.9.1974 n. 31 le sottoindicate Cantine sociali, alle quali è stato concesso il contributo in conto capitale a fianco di ciascuna indicato: Cantina Soc. La Castelrocchese Castelrocchero (AT) L. 9.612.000 Cantina Soc. Sette Colli Moncalvo (AT) L. 59.937.000 Cantina Soc, di Castagnole Monf.to (AT) L. 31.011.000 Cantina Sociale di Settime (AT) L. 1.450.050 _________________ Totale L. 102.010.050 La Cantina sociale di Agliano d'Asti, che era stata ammessa ai benefici della legge con un contributo presunto a carico dell'Amministrazione regionale di lire 32.000.000, ha rinunciato in quanto la maggioranza dei soci ha ritenuto troppo gravose le condizioni previste dalla legge stessa.
Nessuna Cantina sociale ha beneficiato dei contributi in conto interessi (art. 4 lettera b) della legge 31/74.
2) Cantina sociale La Castelrocchese - n. soci 57 - conferimento medio 4.500 - 5.000 Cantina Sociale Castagnole Monferrato - n. soci 329 - conferimento medio 18.000 - 20.000 Cantina sociale Sette Colli - n. soci 534 - conferimento medio 20.000 22.000 Cantina sociale Settime - n. soci 213 - conferimento medio 4.500 5.000 A questo riguardo credo sia opportuno dare qualche indicazione in più.
La Regione approvò questa legge nel '74 proprio perché riteneva che avrebbe dato ampio sviluppo di operatività al sistema delle cantine sociali. Ma tale legge subito dopo l'approvazione, dimostrò alcune difficoltà di applicazione, tanto che si approvarono altre due leggine per modificare i termini in ordine alla presentazione della domanda. Inizialmente le domande di contributo furono poche, in seguito crebbero notevolmente tanto che fatte le istruttorie, da parte di un gruppo di funzionari appositamente designati, ci si rese conto della difficile applicazione della legge. La Commissione competente decise delle correzioni restrittive. Le prime cantine sociali che si adeguarono ai nuovi adempimenti ed alla trasformazione dello Statuto furono appunto queste e i funzionari ne proposero il finanziamento poi accolto da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non avendo illustrato preventivamente l'interpellanza, mi si vorrà concedere qualche minuto in più del previsto per questo mio intervento.
Nell'affrontare la delicata questione posta, premetto che sono a tutti ben note, ed in parte le ha già citate l'Assessore, le vicissitudini che hanno nel recente passato tristemente caratterizzato la cooperazione, o presunta tale, nell'Astigiano in particolare e nel Piemonte in generale vicissitudini le cui negative conseguenze socio-economiche, morali e psicologiche hanno costituito e costituiscono tuttora forte remora all'auspicato ed auspicabile sviluppo dell'associazionismo agricolo. E' venuto a tal proposito per manifestarsi quanto mai vero e calzante il detto che, rimasti scottati dall'acqua calda, si ha paura anche della fredda.
Infatti, è il caso di affermare che parecchi operatori agricoli, oltre ad essere ancora condizionati dall'atavico e tuttora persistente e resistente individualismo, provano un senso di timore che rende loro assai problematico il recepire il discorso cooperativistico e farlo proprio con la convinzione e la fiducia che esso comporta. Oltre alla negatività della denunciata situazione, devono pure essere evidenziati, come fattori positivi, la maggiore attenzione e l'interesse che a differenza del passato attualmente vengono per manifestarsi ogni qualvolta si diffonde la notizia di interventi dei pubblici poteri a favore dei settori in questione attenzione ed interesse che vengono anche per suscitare e sviluppare determinate critiche che ho richiamato nell'interpellanza.
Stando così le cose, reputo indispensabile sottolineare l'esigenza che la Giunta ed in primis l'Assessore competente, abbiano ad operare con la massima prudenza ed oculatezza e senza minimamente derogare dallo spirito e dalla lettera della legislazione vigente e nella fattispecie delle leggi 31/74 e 45/75 richiamate nell'interpellanza, il che mi sembra - mi sia consentito affermarlo - non si sia sempre verificato; pertanto mi auguro abbia almeno a verificarsi con l'attuazione della legge 63, recentemente approvata, la quale serba capitoli assai notevoli anche per i loro contenuti ed apporti finanziari.
Ciò premesso, ringrazio l'Assessore Ferraris per avermi preventivamente fornito alcuni dei dati richiesti, i quali mi consentono di esprimere alcune osservazioni in merito e nel contempo meglio motivare il giudizio prima espresso.
Per quanto attiene alle quattro Cantine sociali, che hanno già goduto delle provvidenze regionali, reputo che due di queste non abbiano per ubicazione, consistenza associativa e portata del prodotto annualmente trasformato, le caratteristiche indicate e volute dalla legge invocata, la menzionata 31/74 che ho ben presente per esserne stato presentatore e anche relatore. Debbo pur segnalare che una delle due Cantine opera in un Comune ove, a distanza di poche centinaia di metri, esiste un altro organismo similare e l'altra è da anni in uno stato veramente comatoso, con 213 soci parecchi dei quali si sono ormai dimenticati di essere tali, come è dimostrato dai 1500 quintali di prodotto conferito quest'anno. Con siffatto conferimento, sul quale gravano i vari costi e principalmente quelli fissi che sono o rimangono inversamente proporzionali al quantitativo di uva trasformata, vorrei chiedere all'Assessore quale dividendo, nonostante le buone intenzioni degli Amministratori, andrà ai conferenti.
Siccome questa Giunta e la maggioranza che la sostiene non si lascia mai sfuggire l'occasione per richiami all'economicità, alla produttività alla programmazione e alla finalizzazione dei vari interventi; traguardi questi riecheggianti anche recentemente nel corso della discussione dell'indicata legge 63, debbo constatare che, concedendo i suddetti benefici, si è peccato quanto mai di una lapalissiana incoerenza. Lo spirito della legge 31, amico Ferraris, che fu oggetto di lunghissime discussioni e positive convergenze in sede di Commissione, prima di venire in aula, era quello di favorire il reale risanamento delle cantine sociali in questione, quando ne sussistano le condizioni di base e non anche quello di disperdere o di elargire inutili palliativi. Non vorrei che dai condannati e vituperati interventi a pioggia di ieri, destinati non sempre dispersivamente ai singoli produttori (perché abbiamo l'abitudine di fare di ogni erba un fascio), si facessero cadere oggi nubifragi di interventi su organismi collettivi costituiti o da costituire, veramente improduttivi e conseguentemente dispersivi come inevitabilmente verrebbero per dimostrarsi ignorando le invocate cautele e prudenze e, peggio ancora, se si intendesse operare nel nome di una distorta o demagogica concezione dell'associazionismo.
Sulle tre stalle sociali, già approvate di cui alla legge 45/75, per il momento non ho nulla di sostanziale da obiettare, mentre invece lamento l'assoluta mancanza di dati per le altre 6 in parte già deliberate, o comunque già istruite e cioè l'Alta Val Bormida di Vesime, la San Martino di Moncalvo e la Val Serena di Bubbio. Avevo anche chiesto di conoscere la base associativa, la qualifica dei vari imprenditori. Trattandosi di organismi già deliberati ed istruiti, chiedo pertanto all'Assessore se pu fornirmi verbalmente alcune delucidazioni per le tre iniziative che ho qui citato. Chiedo inoltre se può indicarmi le motivazioni per le quali è stato espresso parere negativo alla domanda inoltrata dal Consorzio agrario provinciale di Asti.
Pur nella consapevolezza che queste cose sono già state dette e che comunque le ripeterò ogni qualvolta si renderà necessario, concludo con l'invitare la Giunta a voler tangibilmente e indiscutibilmente agire con serietà e senso di responsabilità bandendo superficialità e faciloneria nel deliberare interventi per la cooperazione e l'associazionismo in quanto il loro sviluppo e il consolidamento da tutti desiderato abbia a realizzarsi su di un terreno solido e non su delle sabbie mobili in quanto in caso contrario si avrebbe il definitivo affossamento.
All'erta dunque, perché è un rischio nel quale, anche per le ricordate vicende del passato, si potrebbe facilmente incappare, il che sarebbe cosa veramente grave e imperdonabile. Meglio procedere con lente e modeste ma sicure conquiste anziché abbandonarsi a disegni di veloci e vistosi risultati, il più delle volte forieri di sicure sconfitte.



PRESIDENTE

Ho il dovere di ricordare al pubblico in tribuna che può assistere senza dare segni di assenso o dissenso anche con dei manifesti; quindi prego le persone in tribuna di ritirare i cartelli ed i manifesti.
La parola all'Assessore Ferraris per la replica.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ho fornito al collega Menozzi i dati richiesti che si riferivano a quante e quali Cantine hanno fruito dei contributi.
Se mi fosse stato richiesto l'elenco delle pratiche in istruttoria glielo avrei fornito.
Ha dato al Consigliere Menozzi gli stessi dati che sto leggendo in cui è compresa la qualifica specifica dei singoli soci. L'interpellanza si riferisce ai contributi erogati. Probabilmente il collega Menozzi voleva sapere altri dati, che però nell'interpellanza non erano esplicitati chiaramente.
Pertanto mi pare che sulle pratiche finanziate non ci siano rilievi consistenti da fare, per quelle invece che sono in istruttoria, mi dichiaro a disposizione del collega nel caso volesse ulteriori chiarimenti.


Argomento:

Sospensione della seduta ai sensi dell'art.33 del Regolamento


PRESIDENTE

Data la situazione che si è creata in aula devo ricordare a tutti ed anche a me stesso che cosa è un Consiglio regionale e quali sono i suoi rapporti con la comunità.
Le norme del regolamento del Consiglio prevedono la partecipazione del pubblico senza che esso possa assentire, dissentire o compiere manifestazioni in aula.
Gli organi della Regione non sono mai stati alieni dall'incontrare qualsiasi delegazione che intenda sottoporre un qualsiasi problema attinente ai compiti regionali, con i modi, le forme e la prassi più semplice e naturale. Si tratta di stabilire tempi e modi per questo incontro.
In attesa che vengano ritirati i manifesti sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10,40 riprende alle ore 10,50)



PRESIDENTE

Constato che si sono ricostituite le condizioni per poter procedere nei nostri lavori. Riconfermo che tutte le varie componenti della Regione sono disponibili ad incontri ed a ricevere delegazioni della comunità regionale che intendono sottoporre questioni e problemi di particolare importanza.
Incarico un membro dell'Ufficio di Presidenza di prendere contatto per definire tempi e modi dell'incontro.
Procediamo con l'esame delle interrogazioni.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi, Chiabrando e Lombardi atta a sapere se risulta nota la deliberazione adottata dal Consiglio di amministrazione dell'Esap volta alla concessione di un contributo di 500 milioni a favore del Consorzio regionale Latte Verbano di Novara


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Menozzi, Chiabrando e Lombardi atta a sapere se risulta nota la deliberazione adottata dal Consiglio di amministrazione dell' Esap volta alla concessione di un contributo di 500 milioni a favore del Consorzio regionale Latte Verbano di Novara.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Alla Giunta risulta che l'Esap ha assunto l'impegno di realizzare un intervento finanziario per il Consorzio regionale Latte Verbano.
L'operazione deve ancora essere perfezionata non sono al corrente degli ultimi sviluppi al riguardo in quanto non si tratta di semplice erogazione di contributo, ma dell'ingresso dell'Esap nel Consorzio Latte Verbano, con l'apporto di capitale, evidentemente per operare la ristrutturazione secondo le linee contenute nel progetto che l'Esap ha elaborato per il settore lattiero. Tutti conosciamo la situazione fallimentare del Consorzio. Una deliberazione della precedente Giunta prevedeva di dare i fondi al Consorzio agrario con l'impegno che, qualora fosse sorta una cooperativa, il Consorzio agrario avrebbe trasmesso alla cooperativa il valore dell'esborso della Regione Piemonte. Nella Cooperativa entrò il Consorzio agrario di Novara che era il detentore del 90/98% delle quote della precedente associazione Latte Verbano, quindi la cooperativa in questi anni ha incontrato non poche difficoltà, aggravate dalle difficoltà del settore degli anni scorsi. Per il rilancio del Consorzio la Giunta ha ritenuto valido l'intervento dell'Esap.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'Assessore ha dato una risposta scarsa di elementi, comunque non ci ha fornito notizie diverse da quelle che conosciamo dai giornali. Intanto vorremmo sapere se è vero che la deliberazione formale, ufficialmente assunta, non corrisponderebbe alle volontà espresse nel Consiglio di amministrazione. Capisco che il problema è dell'Esap e non di nostra competenza, però è nostro dovere porre queste domande per accertare ed approfondire se questa difformità di atteggiamento è avvenuta o meno.
Inoltre desideriamo sapere in base a quale legge è stato dato il finanziamento.
La Giunta dice che è un contributo dell'Esap quale socio nella Cooperativa; la questione, in questo caso, assumerebbe un'altra configurazione. A questo punto, ci chiediamo a che cosa serve questa immissione di capitali freschi. E' detto in modo generico che serve per costruire e per ristrutturare, ma non abbiamo notizie dettagliate. Devo confermare che la precedente amministrazione aveva avviato il piano di rilancio della cooperativa perché diventasse un elemento stabilizzatore nel mercato lattiero-caseario del Piemonte; quelle aspettative sono deluse perché non si sono realizzate. Qualcuno addirittura lamenta che la Regione ha abbandonato quell'iniziativa che doveva risolvere tanti problemi e che in definitiva, non ha risolto nulla e non ha portato dei vantaggi agli allevatori ed ai produttori piemontesi. E' noto che la maggior parte del latte commerciato dalla cooperativa è di provenienza estera.
Cari colleghi, questo significa andare decisamente contro gli interessi degli allevatori! Dichiarandomi insoddisfatto della risposta e ponendo questi interrogativi, che non erano precisati nell'interrogazione, invito la Giunta a voler approfondire questo problema che è grave sia per l'onere che ha comportato in passato e per quello che comporterà in futuro, sia in considerazione degli interessi degli allevatori.
Invito inoltre la Giunta a voler approfondire gli elementi conoscitivi in merito al comportamento dell'Esap e alle iniziative concrete che intende avviare.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi Chiabrando, Lombardi, Bertorello e Franzi, per conoscere se i Comuni della zona a denominazione d'origine controllata del moscato di Asti sono stati invitati a nominare apposite Commissioni comunali per l'esame delle denunce di produzione


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi, Chiabrando, Lombardi Bertorello e Franzi, per conoscere se i Comuni della zona a denominazione d'origine controllata del moscato di Asti sono invitati a nominare apposite Commissioni comunali per l'esame delle denunce di produzione.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Devo confermare che la Giunta ha adottato la deliberazione in data 16 ottobre e successivamente ha invitato le organizzazioni a segnalare ai Sindaci i nominativi dei membri della Commissione, che deve essere istituita per la verifica delle denunce presso i Comuni interessati alla zona del moscato.
La Regione, assieme con le organizzazioni dei produttori, ha deciso di attuare questo primo intervento in attesa che iniziative di questo genere siano istituzionalizzate con legge dello Stato. Stiamo trattando con il Commissario di Governo per superare le osservazioni che ha ritenuto di fare a questa deliberazione. D'ora in poi la denuncia dovrebbe essere controllata dalla Commissione e agli uffici dovrebbe giungere una dichiarazione dei produttori con le osservazioni del Sindaco e della Commissione.
Le organizzazioni sono state sollecitate in data 19.10.78 a designare i loro rappresentanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La mia prima osservazione è che l'Assessorato non doveva aspettare di essere sollecitato in merito alla costituzione delle Commissioni in quanto il problema della denuncia della produzione doveva essere presente e la costituzione delle Commissioni doveva avvenire in data antecedente alla riunione fra l'Assessorato e le organizzazioni professionali.
C'é stato poi un ritardo nella richiesta alle Amministrazioni comunali di costituzione delle commissioni perché tra il momento dell'impegno da parte dell'Assessore e il momento della lettera ai Comuni è passato un lasso di tempo notevole. L'ultimo mio rilievo si riferisce alla composizione della Commissione. Com'é noto la Commissione proposta è prevista dalla legge 364 per i danni derivanti da avversità atmosferiche tra i cui membri possono risultare coltivatori e produttori agricoli che non hanno niente a che vedere con la viticoltura. A nostro avviso, questa Commissione dovrebbe essere formata solo da produttori di uva.
Ci limitiamo per quest'anno a fare questi rilievi, ma invitiamo l'Assessore a rivedere la composizione delle Commissioni per il futuro.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La difficoltà deriva dal fatto che la composizione della Commissione è fissata dalla legge statale. Questo è il motivo delle osservazioni del Commissario del Governo.



PRESIDENTE

Le interpellanze ed interrogazioni sono così concluse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerchio, Minucci, Debenedetti Fonio, Simonelli, Bono, Marchiaro, Enrietti, Astengo ed il Presidente della Giunta, che si trova a Roma per l'incontro con il Presidente del Consiglio Andreotti.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 4.10.1978: "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale" alla legge regionale del 4.10.1978: "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale" alla legge regionale del 4.10.1978: "Norme transitorie relative alle scuole libere a carattere professionale" alla legge regionale del 4.10.1978: "Contributo regionale per la costituzione a Vercelli di un monumento alla mondina" alla legge regionale del 4.10.1978: "Modifiche alle leggi regionali relative a contributi di esercizio per gli autoservizi pubblici di linea" alla legge regionale: "Coltivazione di cave e torbiere".


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 355: "Istituzione del Parco naturale Alta Val Sesia", presentato dalla Giunta regionale in data 15 novembre 1978 N. 356: "Trasferimento agli esercizi finanziari 1979 e successivi di stanziamenti relativi a contributi in capitale ed in annualità previsti a carico del bilancio per l'anno 1972 e successivi", presentato dalla Giunta regionale in data 16 novembre 1978.


Argomento:

d) Stemma della Regione


PRESIDENTE

L'art. 1 dello Statuto prevede che la Regione adotti con legge un proprio stemma. Sarebbe opportuno che l'adempimento della norma statutaria e la conseguente scelta dello stemma avvenisse in concomitanza con il trasferimento degli uffici del Consiglio regionale nella sede definitiva di Palazzo Lascaris e si cogliesse quell'occasione per inaugurare il Palazzo nuovo e lo stemma della Regione.
L'Ufficio di Presidenza avrebbe intenzione di indire, a tempi ravvicinati, un concorso scolastico fra gli studenti piemontesi del terzo anno della scuola media inferiore, delle scuole medie superiori e particolarmente degli istituti artistici, che sarebbero chiamati ad illustrare con un tema da svolgere in classe le caratteristiche che lo stemma potrebbe avere in relazione alla geografia, alla storia, alle tradizioni ed alla realtà socio-economica attuale della nostra Regione.
Un'apposita Commissione formata da rappresentanti della Giunta e del Consiglio regionale dovrebbe poi esaminare gli elaborati ed operare la scelta delle idee che risulteranno migliori e più originali. E' evidente che la successiva realizzazione grafica verrebbe poi affidata ad esperti.
Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Prendendo atto della notizia che ci ha dato circa l'applicazione del visto governativo di diverse leggi, mi permetterei di suggerire che venga sollecitata al massimo la pubblicazione degli opuscoletti delle leggi riuscendo, anche a noi, sempre difficile ricercarle sul Bollettino.
Sull'altra comunicazione che lei ha fatto, signor Presidente, avevo predisposto un'interrogazione che però non ho presentato perché sapevo che ci sarebbe stata una presa di posizione.
Personalmente concordo sull'opportunità che nell'ambiente scolastico si susciti questo dibattito, si cerchi un apporto positivo e dei suggerimenti.
Vorrei che oltre al concetto di attualità al quale lei si è riferito nella sua illustrazione, si avesse anche riguardo all'aspetto storico.
Abbiamo un pregevole studio pubblicato sulla rivista "Piemonte" del compianto Segretario generale Cicotero, che ci ricorda che lo stemma del Piemonte ha 546 anni. Vorrei anche sottolineare l'importanza che ha il vecchio drapeau (campo rosso con croce d'argento) che è ormai adottato in tutto il mondo dalle varie associazioni piemontesi come simbolo del Piemonte.
Quindi il concorso dovrebbe essere allargato ad altri ambienti culturali, oltre a quelli scolastici, e dovrebbe tener conto del dato storico e del fatto che c'é già un simbolo il quale non dovrebbe essere dimenticato nella nuova realizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Al riguardo avevo predisposto una proposta di legge che aveva la logica espressa dal collega Oberto, quindi faccio mia la sua raccomandazione pregando il Consiglio di considerare che la realtà del Piemonte ha delle radici ben precise che non è necessario ricercare 546 anni addietro, ma che già quest' anno hanno un richiamo con la ricorrenza del centenario della morte del primo Re d'Italia. Quindi l'occasione storica del dibattito tra i giovani potrà trovare un aggancio reale vicino nel tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrichens.



ENRICHENS Nicola

Signor Presidente, é la quarta volta che mi sento onorato partecipe delle riunioni del Consiglio, ma devo rilevare con rammarico che molte relazioni sugli argomenti in discussione ci vengono distribuite al momento dell'inizio della discussione; i Consiglieri non hanno il tempo di valutare e approfondire sufficientemente gli argomenti prima di approvare o non approvare.
La prego, Signor Presidente, per le prossime riunioni, di sensibilizzare la Giunta in modo che trasmetta, come dice il regolamento almeno tre giorni prima le relazioni sugli argomenti all'ordine del giorno.
La democrazia si assicura rispettando le istituzioni e questo regolamento sia pure provvisorio, è un'istituzione che il Consiglio si è dato e quindi deve essere rispettato, salvo casi eccezionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Non mi pare ci siano inadempienze se facciamo riferimento ai punti all'ordine del giorno di questa mattina: l'informazione della Giunta sulla questione dell'occupazione giovanile l'ascolteremo quando verrà svolta, le comunicazioni del Presidente del Consiglio sono sempre estemporanee; per quanto si riferisce alle interrogazioni è stata data comunicazione preventiva sulla loro trattazione. La sua osservazione forse ha un carattere generale. Lei ha ragione nel fare presente questa norma del regolamento, ma a volte l'urgenza politica può provocare esigenze diverse nel senso che, a volte i Gruppi, a volte la Giunta, sollecitano argomenti senza che i sacramentali tre giorni siano rispettati. Accolgo comunque pienamente la sostanza della sua osservazione, perché questo permette ai Gruppi, specialmente a quelli minori, di avere in tempo utile conoscenza della materia di cui si tratta.
Venendo agli interventi dei Consiglieri Marchini e Oberto, vorrei sottolineare che personalmente non sono del loro avviso, e cioè che la storia di cento o di cinquecento anni debba essere il principale punto di riferimento.
Nel bando di concorso si farà certamente invito a tener conto di tutta la storia del Piemonte, che va dalla monarchia alla Repubblica, alla Costituzione, alla Resistenza. In ogni modo questo è uno dei primi interventi in un dibattito che sarà ricco sul piano culturale e storico.
Posso garantire che sarà avviato correttamente in modo che i giovani possano esprimere liberamente la loro opinione.
Le comunicazioni del Presidente sono così concluse.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Informazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione della legge 1.6.1977 sull'occupazione giovanile


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: "Informazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione della legge 1.6.1977 sull'occupazione giovanile".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Due fatti ci inducono a proporre al Consiglio una valutazione e messa a punto sul problema dell'occupazione giovanile: 1) è trascorso un anno dalla decorrenza della legge 285 durante il quale la Regione ha operato affinché la legge trovasse la più ampia applicazione possibile 2) la legge 285 è stata modificata.
Questo fatto deve indurre a talune considerazioni e, a nostro giudizio ad un rilancio dell'iniziativa.
Ora senza riprendere argomenti e valutazioni, sulle quali questo Consiglio si è ampiamente soffermato in numerose sedute, cercherò qui di riferire le questioni essenziali, avvalendomi anche del fatto che il 24 ottobre abbiamo tenuto a Torino promosso dal Ministero del lavoro e con la partecipazione del Sottosegretario on. Pumilia - un Convegno di verifica sul problema.
Il bilancio che possiamo presentare al 31.8.78 può così essere riassunto: Attraverso la 285 hanno trovato, in Piemonte, lavoro sino ad oggi nei progetti dell' Amministrazione regionale n. 687 giovani (su 722 che erano stati chiamati in base ai singoli progetti. In questi giorni si stanno perfezionando i 2 progetti trasporti per 30 giovani che porteranno a 717.
Le 85 unità circa in meno sono dovute a cause varie, non ritrovamento delle qualifiche richieste, dimissioni, servizio militare, etc. che andranno valutate). Questi giovani hanno effettuato i corsi per i previsti periodi di formazione (le eventuali discordanze tra la documentazione scritta e l'esposizione orale sono dovute agli ultimi aggiornamenti): In progetti dell'Amministrazione statale al 31.8 n. 434 giovani nel settore privato, con contratto a tempo indeterminato (cioè per giovani in possesso di qualifica) al 31.8 n. 617 giovani e infine - con il contratto di formazione lavoro (che rappresenta il tipo di intervento più interessante) e malgrado l'impegno posto dalla Regione, sino all'agosto 1978 solo n. 70 giovani mentre una lievitazione si constata dal settembre.
Per il settore dei servizi definiti "socialmente utili" va ancora rilevato che il progetto complessivo del Piemonte che era stato accolto dal CIPE, prevede l'impegno di n. 1.148 giovani in 16 progetti.
Noi abbiamo predisposto questi progetti e valuteremo quali attuare. Va infine rilevato che nel settore del credito si aprono alcune prospettive interessanti.
In Regione l'Assessore Fiorini ed io abbiamo tenuto - alcuni mesi fa con l'Istituto San Paolo e con le organizzazioni sindacali una riunione per esaminare il problema. Non è stato possibile in questa fase, definire con il San Paolo un rapporto formazione-lavoro.
Ma il San Paolo ha egualmente assunto con una forma di preselezione n.
300 - giovani dalle liste speciali.
Per quanto riguarda il settore agricolo (che non figura nei dati pubblicati e resi a vostre mani perché il provvedimento è intervenuto successivamente), siamo davanti a sviluppi quantitativamente molto limitati ma assai significativi di una strada percorribile che potrebbe dare prossimi sviluppi interessanti.
La Giunta regionale il 30 ottobre ha approvato e trasmesso al CIPE progetti di 6 cooperative. La questione si intreccia anche con la legge regionale n. 63/78. Queste 6 cooperative prevedono un totale di n. 66 soci di cui n. 42 giovani tra i 18 ed i 29 anni.
Fra questi, 29 provengono dalle liste speciali della 285. Appena la delibera tornerà approvata faremo i passi per l'approvazione del Cipe che dovrebbe consentire per questi 29 giovani il contributo previsto dalla legge di lire 100.000 mensili per 24 mesi.
Credo che la questione assuma - al di là della limitata portata quantitativa di questo primo provvedimento - un interesse notevole, e sarà cura della Giunta (Assessorato agricoltura e Assessorato al lavoro) studiare successive iniziative per andare ad un'estensione.
Non credo di dover richiamare i settori, i titoli e le caratteristiche dei "servizi socialmente utili", perché l'abbiamo fatto altre volte. Credo invece di dover ricordare a questo proposito che nel convegno di Torino si è discusso dell'ipotesi di possibilità di prosecuzione del rapporto di lavoro, mentre senza fare anticipazioni che non sono in grado di fare, il Governo, ribadendo l'eccezionalità e la temporaneità di questo rapporto di lavoro, pare orientato su una considerazione articolata, attraverso l'instaurazione di un rapporto formazione-lavoro.
Per quel che ci riguarda noi vogliamo dire che ci pare un po' prematuro dare un giudizio oggi: abbiamo esperienze decisamente positive abbiamo situazioni che lasciano a desiderare.
A noi pare corretto dire che dovremo fare una valutazione (con tempi più utili) dei singoli progetti e decidere poi di conseguenza quelli da eventualmente prolungare. Il secondo ordine di valutazione che mi pare utile richiamare riguarda il rapporto fra la gestione di questa legge e l'andamento complessivo dell'occupazione in Piemonte (segnatamente per l'occupazione giovanile). Ora il tetto raggiunto dalle iscrizioni alle liste speciali al 30.6.1978 è di 26.611 giovani. Nel rapporto fra liste speciali e liste ordinarie va ricordato che al 31.8.1978 ben 9.383 giovani iscritti nelle liste speciali ed ordinarie sono stati avviati attraverso le liste ordinarie (o apprendistato), cioè con forma diversa da quella prevista dalla legge.
Ciò testimonia una certa consistenza di richiesta di mano d'opera. E d'altro canto è la riprova di limiti insiti nel testo della 285 nella sua originaria formulazione.
Il terzo ordine di valutazione che dobbiamo presentare riguarda il rapporto formazione-lavoro. Ma su questo potrà essere più preciso Fiorini.
E' comunque interessante rilevare che le aziende che hanno utilizzato il contratto di formazione siano risultate complessivamente soddisfatte all'esperienza, e ci abbiano già comunicato l'intenzione di procedere di nuovo all'assunzione mediante questo contratto.
A partire dal settembre '78 la legge ha avuto un indubbio impulso tant'é vero che in un mese e mezzo sono stati richiesti 105 giovani di cui 25 da una grande azienda e 80 da richieste nominative di piccole e piccolissime (26 in qualifiche impiegatizie amministrative, 29 in qualifiche operaie industriali, 25 con funzioni varie, commessi, autisti etc.). In ottobre sono state fatte altre 72 richieste.
Informo infine che all'inizio di ottobre la Giunta regionale ha proposto al Governo (Ministro del lavoro e Ministro della pubblica istruzione) di riconsiderare - con le categorie interessate - tutto l'assetto legislativo in materia di apprendistato nel campo artigianale.
I nostri giudizi e le nostre proposte discendono logicamente e coerentemente dall'indagine che il Consiglio regionale ha condotto e pubblicato all'inizio dell'anno, in materia, e che i Ministeri conoscono.
In estrema sintesi: siamo (in Piemonte) davanti ad un fenomeno assai vasto, 88.000 apprendisti sono cifra rilevante, ma assai complesso (origine immigratoria alta percentuale di mancanza di scuola dell'obbligo, etc.) siamo in presenza di una legislazione vecchia e del tutto superata per riconoscimento unanime ad incominciare da quello del Ministero crediamo che il problema del recupero dell'obbligo si ponga come elemento pregiudiziale e fondamentale per ogni successiva professionalizzazione crediamo che in taluni settori di artigianato (non in tutti) l'Istituto dell'apprendistato abbia un ruolo formativo consistente (e non abbiamo atteso oggi a dirlo. L'abbiamo detto, scritto, e stampato fino dalla pubblicazione dell'indagine).
Penso a quegli importanti mestieri che si vanno sempre più rarefacendo.
E in questi si potrebbe avere occupazione garantita e qualificata. Di qui l'ordine di questioni che abbiamo proposto al Governo per discutere - anche perché talune di queste questioni, come il recupero dell'obbligo o come benefici fiscali - o come, più in generale, la revisione legislativa, non sono di competenza diretta della Regione.
Ho cercato di rappresentare obiettivamente e realisticamente il quadro della gestione di quest'anno.
Non è presente il collega Carazzoni che aveva detto che questa legge non avrebbe prodotto neanche un posto di lavoro. Non è un quadro compiaciuto e trionfalistico, ma non è nemmeno un quadro privo di risultati e disimpegnato.
Credo di poter dire in tutta coscienza che un'area all'incirca di 2.000 giovani avviati al lavoro con questo strumento e nella situazione piemontese, non rappresentano un dato disprezzabile La Regione, nel difficile nuovo compito di gestione della legge, ha collaudato duramente gli addetti agli uffici, in particolare il dr. Ponzetto e il dr. Vanelli ai quali va il ringraziamento della Giunta per il lavoro che si sono sobbarcati in modo intelligente senza riserve e senza economia di tempo.



PRESIDENTE

Apro il dibattito sulle informazioni dell'Assessore. Chiede di parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Ho ascoltato attentamente l'informazione dell'Assessore Alasia ed ho apprezzato il suo realismo nell'affermare che il bilancio dell'anno di gestione della legge 285 non è trionfalistico, ma rivela che sono stati avviati al lavoro in Piemonte 2000 giovani in una situazione piena di luci e di ombre, forse più ombre che luci. Non ho nessunissima difficoltà a dare atto alla Giunta delle difficoltà che ha incontrato nel concretare e concentrare le sue iniziative nell'ambito della legge 285. Altra cosa è ammettere che la legge ha sostanzialmente fallito i suoi obiettivi e lo diciamo senza acrimonia. Sei mesi fa nel coro degli altri colleghi, avevamo detto, senza accreditarle capacità e proprietà miracolistiche, che la legge era un passo concreto. Personalmente, dopo un anno devo dirmi scettico sulle sue effettive possibilità, anche se ora è stata modificata, a raggiungere gli obiettivi che si era prefissa. La situazione della Regione Piemonte si ripete, in dimensione minore, nella provincia di Vercelli della quale ho questi dati: dalla terza verifica effettuata lo scorso giugno risultavano 1456 iscritti nelle liste dei giovani disoccupati: di questi ne sono stati avviati al lavoro 77 (6/7). Nello stesso periodo, forse sulla scia della legge 285 ne sono stati avviati al lavoro per le vie ordinarie dall'Ufficio di collocamento locale 677. Non so se questo sia un riflesso positivo della legge 285 o se sia effetto di una modesta lievitazione del mercato del lavoro.
Anche se qualche cosa è stato fatto, il problema rimane in tutta la sua integrità e drammaticità. Personalmente non sono riuscito a risolvere un problema di questo genere né attraverso la legge 285 né attraverso la normale richiesta del mercato del lavoro. Sono d'accordo sulla proposta dell'Assessorato circa la necessità di rimediare l'assetto legislativo dell'artigianato per dare uno sbocco all'apprendistato, che oggi non si verifica per tutte le ragioni che conosciamo. A Vercelli sono iniziati i corsi professionali dai quali auspichiamo una spinta reale in favore dei disoccupati locali.
Siamo però sempre nella sfera delle speranze, delle attese, degli auspici, mentre la situazione precipita. Tra i più approfonditi e i più esperti in questa materia si parla del famoso progetto dell'esercito del lavoro di Ernesto Rossi.
Ma oltre il problema della disoccupazione giovanile c'è anche il drammatico problema della disoccupazione non più giovanile. Auguriamoci che attraverso la modifica prospettata e con le note di ottimismo ragionato e contenuto espresse dall'Assessorato possiamo trovarci su un terreno realista, perché purtroppo siamo ancora molto lontani dall'avere risolto questo problema che travaglia la società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è doveroso riconoscere che l'Assessore Alasia ci tiene sempre informati in modo pregevole sull'evolversi della situazione. Già in altre occasioni avevo rilevato le carenze della legge soprattutto per quanto può accadere ai giovani alla scadenza dell'anno di occupazione. L'aver prestato attività per un anno presso la Regione o presso altra azienda dovrebbe costituire titolo prioritario per la sistemazione definitiva. E' chiaro che l'industria privata non ha "appetito" le provvidenze del Governo, lo dimostra il fatto che contro i 600 giovani assunti in base alle liste speciali 9 mila sono stati attinti senza quelle formalità. La Regione dovrebbe portare questa riflessione presso il Governo perché si renda consapevole del fatto che a nessuno o a pochi interessa la formazione lavoro e che normalmente le aziende preferiscono il mercato del lavoro normale. La modifica relativa alla possibilità per le aziende con meno di 10 occupati di avviare contratti di formazione su richiesta nominativa non cambia di molto la situazione. Se tale norma potesse essere estesa, almeno per un certo periodo di tempo, alle aziende con 100/150/200 dipendenti sarebbe un passo avanti notevole.
Leggevo in questi giorni sui giornali che sindacati e partiti stanno predisponendo una proposta di legge in questo senso. Ma questa impostazione non è ammissibile perché anche le piccole aziende hanno bisogno di gente particolarmente preparata. Se è vero che i partiti ed i sindacati possono assumere nominalmente non vedo perché altri cittadini non possano comportarsi allo stesso modo. Va esaminato a fondo anche un altro aspetto.
E' possibile che ad un cittadino che sia riuscito a trovarsi un posto di lavoro si neghi l'assunzione? In questo modo la legge pone un limite alla libertà individuale e non so se questa norma si possa sostenere o meno. Ci sono casi di aziende che offrono lavoro ma non trovano persone disposte ad accettare l'offerta. E' il caso del Teatro Regio che sta cercando 4 manovali per un periodo di 7 mesi. La Regione dovrebbe anche svolgere una ricerca sul doppio lavoro. Quanta gente, dopo le sette ore lavorative presso le aziende, svolge mansioni di decoratore, piastrellatore, idraulico e così via? Quanti sono i pensionati (non parliamo di quelli che hanno pensioni elevate e che sono chiamati nelle aziende in qualità di consulenti) che a 50/55 anni vengono assunti senza libretti assicurativi come magazzinieri e facchini togliendo posti di lavoro ai disoccupati? Condivido quanto ha detto l'Assessore sulla legge dell'artigianato e mi domando se la Regione, grazie alle competenze che le sono attribuite, non possa smuovere gli ostacoli esistenti per dare un assetto all'artigianato piemontese. La Regione non deve limitarsi a constatare il fenomeno, ma deve trovare qualche soluzione in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Il giudizio che possiamo dare sulla situazione dell'occupazione giovanile è fortemente influenzato dalle modifiche recentemente introdotte alla legge 285. Tutti vogliamo nutrire la speranza e la fiducia che attraverso alle modifiche la legge riesca ad avere un successo superiore a quello che ha avuto finora.
Onestà politica vuole che si dica che queste modifiche avrebbero potuto essere introdotte sin dall'approvazione della legge. Già nel corso dei dibattiti precedentemente svolti in questa sede erano stati evidenziati i rischi potenziali della legge 285, tuttavia non si riscontrò da tutte le parti politiche la disponibilità ad evidenziarne i limiti. Le modifiche introdotte più rilevanti sono: assunzioni a tempo determinato e parziale possibilità per le aziende inferiori ai 10 occupati di fare contratti di formazione su richiesta nominativa introduzione del periodo di prova.
Sin dall'inizio noi evidenziammo il rischio che si creasse una forbice e cioè che il canale del collocamento ordinario venisse utilizzato più che il canale aperto dalla legge 285. Non corretto evidenziare i due mila giovani che sono stati avviati al lavoro attraverso le liste speciali senza ricordare che a fronte dei due mila disoccupati sono stati avviati al lavoro novemilatrecento giovani attraverso le liste ordinarie.
Nessuno di noi vuole farsi eccessive illusioni che attraverso alle modifiche la legge riesca a trovare la soluzione del problema. Ci limitiamo a prendere atto che si stanno compiendo riflessioni ed atti che dovrebbero riuscire a risolvere progressivamente il problema: le norme che si stanno varando nel campo dell'artigianato, quelle sulla formazione professionale e le proposte di legge sul lavoro a tempo determinato od a tempo parziale non trovano più l'ostracismo che trovavano nel passato. Siamo convinti che si debbano sfruttare tutte le occasioni che il mercato del lavoro offre e che non si debba farisaicamente fingere di non conoscere le occasioni che sono gestite fuori dai canali istituzionali. Prendiamo atto con estrema soddisfazione del salto qualitativo che sembra aver fatto in questi ultimi due mesi il contratto di formazione-lavoro forse anch'esso legato a quella "ripresina" che in alcuni settori industriali stiamo registrando. Forse è presto per dire se la ripresa sia dovuta in dipendenza delle modifiche introdotte alla legge.
Vogliamo esprimere la speranza che l'utilizzazione delle norme avvenga da parte di tutti e che attraverso ad esse si riduca lo scollamento tra canale ordinario e canale speciale dell'occupazione.
Continuiamo a garantire il nostro massimo impegno per eliminare eventuali incertezze che sorgessero ancora attorno a questa legge.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare la dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel ringraziare l'Assessore Alasia per le puntuali notizie che ci ha fornito, non possiamo fare a meno di sottolineare alcuni aspetti che riguardano la legge 285 e la sua attuazione.
Ci auguriamo che le modifiche apportate producano dei risultati positivi anche perché la legge ha avuto maggiore applicazione da parte della Regione e dello Stato che non da parte dei privati e questo fatto ci preoccupa fortemente perché lo scopo fondamentale della legge non era di inflazionare le strutture pubbliche, ma di stimolare le aziende private.
Le aziende interpellate dalla Giunta e dal Consiglio avevano dato entusiastici giudizi sul contratto formazione lavoro, tuttavia fra l'entusiasmo verbale e l'applicazione reale c'é stata una forte differenza.
Mi rendo conto delle difficoltà dell'integrazione fra lavoro e formazione lavoro e che probabilmente i frutti si raccoglieranno con l'applicazione delle modificazioni apportate alla legge.
Ci preoccupa anche il fatto che i giovani che hanno lavorato presso gli apparati della Regione e dello Stato, come avevamo già previsto, si trovano in una situazione di impasse. In riunioni di tipo para-sindacale i giovani hanno richiesto alle Regioni la continuazione del rapporto di lavoro. Il sottosegretario Pumilia non avrebbe escluso che ciò possa essere accettato ma la continuazione del rapporto di lavoro costituisce di fatto un precedente molto grave nel campo del pubblico impiego. Questo privilegio discrimina coloro che sono ancora in attesa di occupazione.
Non abbiamo avuto notizie sul settore agricolo. Sarebbe interessante sapere se la strada della formazione delle cooperative sarà ancora percorribile oltre a quegli esigui risultati finora ottenuti. Risulta che nel campo dell'agricoltura è carente la manodopera. Inoltre non si capisce perché non è permesso il passaggio da un'azienda all'altra e perché colui che guadagna 120 mila lire al mese debba continuare a rimanere in quella situazione, quando un altro più fortunato o più sfortunato, solo perché non ha trovato posto precedentemente, si trova nelle condizioni di essere assunto con una retribuzione dignitosa.
Dobbiamo punire coloro che sono più capaci, che si sono sacrificati ad andare a lavorare con scarsa retribuzione e dobbiamo premiare invece quelli che sono stati sulle spalle della famiglia? Se un pensionato ha un reddito di 120 mila lire mensili non deve più lavorare? Non sarà meglio che ci preoccupiamo di dargli la minestra ed anche una casa,visto che l'equo canone con gli aumenti che comporta gli possono togliere la possibilità di mangiare anche solo pane e latte? Ci sono pensionati d'oro e pensionati che non hanno possibilità di vivere e ci sono pensionati di 50 anni con 35 di lavoro che hanno ancora forza e capacità lavorativa. A questo punto non sarà opportuno stabilire un tetto di età, anziché un tetto di contribuzione, visto che il tetto di contribuzione induce il lavoratore a mettersi in pensione e poi a trovarsi un lavoro nero.
Tutte queste considerazioni impongono un esame globale della situazione che comprenda il sistema pensionistico ed il collocamento oltre alla necessità di porre fine all'emanazione di leggi settoriali, di tasselli che finiscono sempre per punire qualcuno in una società che ha invece il dovere di non punire i lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Sarebbe ingeneroso richiamare tutte le critiche di fondo che erano state fatte un anno fa. Mi sembra giusto richiamare le considerazioni positive che avevo fatto nei confronti dei due Assessori che si sono occupati della questione.
A un anno di distanza, il bilancio della legge rimane positivo per quello che riguarda l'attività della Regione. Naturalmente rimane lo sfascio a monte e a valle. Un giornale torinese giorni fa parlava del tasso attivo dell'occupazione in Italia dovuto all'importazione di manodopera. Ho avuto l'impressione che non si sia scavato sufficientemente per capire se il tasso immigratorio coincide con il tasso di occupazione, se il tasso immigratorio positivo si riferisce ai lavoratori in pensione che tornano a finire i loro giorni in Italia o se corrisponde alla recessione dei posti di lavoro all'estero. Nello stesso articolo si diceva che in Italia esiste il fenomeno di importazione di manovalanza. Ho l'impressione che sul problema dell' occupazione si abbiano idee molto varie e si tenda a cogliere gli elementi più appariscenti, tant'é vero che la tendenza al positivo, pubblicizzata oltre misura, è stata contestata dai dati della Confindustria. Questo fatto crea nei confronti dei giovani una situazione psicologica peggiore di quella che crea la disoccupazione. La "guardia" su questi problemi non deve essere allentata, perché il pressappochismo e la demagogia sono pronti dietro l'angolo a riproporre i soliti vecchi luoghi comuni come è successo a Napoli. Una riflessione va fatta sul fatto che i giovani, dopo essere stati introdotti in certi tipi di servizi, non riescono a trovare un'occupazione definitiva perché quei servizi non sono produttivi di ricchezze e di risorse.
Se il museo sarà sempre considerato come luogo per pensionati, come angolo morto della società, è chiaro che non potrà produrre delle risorse.
La stessa osservazione vale per la forestazione. Siamo sicuri che gli investimenti nel settore agricolo debbano essere individuati prima nel Sud? La vocazione forestale del Piemonte non è superiore a quella di moltissime regioni del Centro Sud? La foresta esistente in Piemonte è produttrice di risorse proporzionali alle sue potenzialità? Certamente no e questo discorso, che può produrre frutti a lungo termine, va impostato oggi.
La Giunta da tempo non ci parla di procedere per obiettivi. Un recupero delle risorse forestali tale che produca risultati negli anni '80, deve vedere la Regione impegnata non più con interventi quali quello della difesa del bosco contro il fiammifero acceso o del bambino che spegne l'incendio, o con ragionamenti secondo cui il bosco tiene il fiume, ma la deve vedere impegnata con interventi sul patrimonio ambientale tali che possano contribuire a ridurre il debito della bilancia dei pagamenti e che incidano su essenze in linea con le tecnologie moderne. Il bosco deve essere riscoperto come realtà. Questo è uno di quei discorsi per obiettivi sui quali la Giunta potrà trovare concordi molte posizioni. Certamente il risultato non sarà immediato.
Ho citato gli esempi dei musei e della forestazione per invitare la Giunta a non considerare se così vogliamo chiamarla una sconfitta l'applicazione della legge, ma per esprimere un atto di assenso a quanto è stato fatto e per invitarla a vedere la situazione in termini più liberali il fatto che i giovani non pensino di poter tornare a certe attività culturalmente rattrista, perché, oltre alle risorse che se ne vanno generazioni intere non vivranno certi rapporti con la natura e certe associazioni ecologiche: dimensione dell'uomo, spazio, tempo, stagioni che cambiano ecc. Se i nostri giovani non sono più vicini a questa realtà il fenomeno è di tipo culturale.
La sconfitta dell'immediato non è colpa della Giunta, né degli addetti ma di un sistema insufficiente. Cerchiamo quindi di utilizzare le ipotesi di intervento della Regione in modo che possano, a tempo medio ed a tempo lungo, produrre posti di lavoro, tenendo soprattutto presente che l'evoluzione tecnologica non tende ad assorbire occupati, ma ad espellerne.
Nel momento del rilancio del Terzo Mondo, che non sarà lontano a venire, e nel rimescolamento delle carte su scala mondiale non si potrà pensare che il numero degli addetti all'industria aumenti con quella progressione che è necessaria per ridare al lavoro la sua ragion d'essere secondo quanto stabilisce l'art. 1 della Costituzione. L'attività del Governo, delle Regioni e della Regione Piemonte in particolare è quella di riscoprire le vocazioni abbandonate da tempo e di creare delle prospettive a lungo termine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Dobbiamo ringraziare l'Assessorato e la Giunta per averci dato un'informazione così completa sulla situazione delle liste straordinarie di occupazione. La legge nella sua stesura originaria con le modificazioni che sono state apportate e con quelle che ancora sarà necessario apportare cerca di favorire la ripresa economica garantendo da una parte l'occupazione giovanile e dall'altra lo sviluppo del Paese.
Sarebbe opportuno conoscere come questa legge ha funzionato nel quadro nazionale, tenendo presente che molte Regioni hanno ottenuto risultati limitati rispetto a quelli che ha ottenuto la Regione Piemonte.
Purtroppo il quadro della situazione nazionale non ci dà ancora la garanzia di uscire dalla drammaticità strutturale della politica economica.
I risultati che si sono ottenuti in Piemonte con l'impegno di tutti, ed in particolare di chi è chiamato a gestire la legge vanno collocati nella realtà generale. Si sono ricordati gli aspetti negativi del lavoro nero dimenticando che nell'attività terziaria è sempre esistito. Gli orari unici di certi enti pubblici, i bassi salari di certi settori hanno permesso soprattutto nel momento del boom, a tecnici altamente qualificati di svolgere un doppio lavoro. In effetti, l'ente pubblico non ha mai condotto la politica della professionalità dei propri dipendenti ancorata al giusto riconoscimento, anzi, rispetto agli altri settori di attività ha sempre mantenuto una politica più o meno assistenziale alimentando questo fenomeno. Ma facciamo attenzione perché il lavoro nero è destinato a svilupparsi anche nel mondo operaio, perché la manodopera è carente ovunque. Gli attrezzisti, tanto per citare un solo esempio, sono ricercatissimi e potrei portare molti altri esempi.
Questa legge non è sufficiente. E' indispensabile una politica imprenditoriale volta a formare una manodopera qualificata e specializzata.
Le iniziative nel campo dell'artigianato, l'apprendistato e la formazione professionale, sono iniziative importanti perché anche se nella fase attuale non garantiscono la massima occupazione perlomeno ridanno la professionalità.
In alcune piccole e medie industrie altamente qualificate per la produzione e la manutenzione di macchine utensili si gioca d'astuzia: quando un operaio raggiunge i 55/58 anni di età ed i 35/40 di attività di servizio, il datore di lavoro non disponendo della manodopera sufficiente per far andare avanti il lavoro gli dice: "Iscriviti all'Artigianato perch io possa continuare a darti del lavoro". Così come nel campo delle aziende municipalizzate, che è un settore altamente specializzato, dovrebbe essere introdotto l'apprendistato perché anche in quel campo si possa creare una manodopera specializzata. Vale quindi la pena di avviare tra gli enti pubblici il discorso della professionalità dei dipendenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini per la replica.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione e formazione professionale

Innanzitutto va chiarito che il Governo ha approvato questa legge senza neppure consultare le Regioni: certamente, se le Regioni avessero dato il loro contributo, certi inconvenienti si sarebbero evitati.
Non ci sono stati esaltatori della legge, ma semplicemente enti disposti ad utilizzarla nel miglior modo possibile, seppure con grosse perplessità. Alcune modifiche vennero apportate nel momento in cui il Governo ha aperto la consultazione con le Regioni. I risultati non potevano quindi essere molto diversi.
Prima di parlare di fallimento di uno o dell'altro progetto consiglierei al Consigliere Marchini di aspettare che sia almeno trascorso la metà del tempo previsto, dopodiché si potranno verificare gli eventuali fallimenti. Personalmente non ritengo affatto fallito il progetti dei musei.
Le modifiche alla legge n. 285 facilitano in particolare il contratto di formazione-lavoro. Il problema sta nell'interpretare il passaggio dal contratto formazione-lavoro al contratto a tempo indeterminato. I funzionari regionali si trovano oggi presso il Ministero proprio per mettere a punto questi aspetti data anche la necessità di dare alla legge un'interpretazione che sia uniforme su tutto il territorio nazionale. Sono già state fatte delle osservazioni e delle ipotesi da una parte dei sindacati e dei datori di lavoro. La Regione stessa presenterà un proprio documento. La Giunta avrà quanto prima un incontro con gli industriali dal quale si potranno trarre utili orientamenti.
La legge 285 non ha dato risultati in termini quantitativi, ha per permesso di conoscere il mercato di lavoro, di fare delle riflessioni sulla formazione professionale e ha messo in moto un meccanismo difficile da avviare. I presupposti esistono; si tratterà di verificarli nelle riunioni che si terranno con le parti sociali.



PRESIDENTE

L'informazione della Giunta regionale è svolta.


Argomento: Varie

Sull'incontro con i rappresentanti del Partito radicale


PRESIDENTE

Desidero informare il Consiglio sull'incontro che si è avuto con i rappresentanti del Partito radicale, il quale, d'altra parte, ha emesso un suo comunicato prima ancora che l'incontro avvenisse. Nell'incontro è stato contestato al Consiglio regionale ed ai suoi organi di non diffondere agli organi di informazione tutti i verbali delle riunioni e delle Commissioni e di aula, relativi alle questioni nucleari. E' stato inoltre richiesto di inserire all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale una discussione fra i rappresentanti dei vari Gruppi politici circa la possibilità di consultare i cittadini piemontesi sull'insediamento delle centrali nucleari nella Regione.
Ho illustrato la prassi ed i modi di lavoro del Consiglio regionale e degli organi della Regione, facendo presente che la pubblicità degli atti della Giunta, del suo Presidente e del Consiglio regionale è garantita effettuata e realizzata secondo le norme del regolamento e dello Statuto.
Ho anche detto che dipende dalla valutazione dei Presidenti di Commissione l'opportunità o meno di dare sintesi informative dei lavori a seconda degli argomenti e a seconda del grado di approfondimento del tema.
In questo caso specifico siamo di fronte ad una intercommissione che sta esaminando, discutendo, accertando ed acquisendo tutti gli elementi utili prima di decidere su di una questione che è di particolare rilevanza.
Ho portato l'esempio dell'intercommissione istituita nella prima legislatura per gli scandali edilizi di Bardonecchia e ho fatto presente l'evidente inopportunità in quella occasione, come in altre, di dare notizie interlocutorie su materie di carattere particolarmente delicato che l'intercommissione veniva acquisendo. Ho informato i rappresentanti del Partito radicale del fatto (di cui erano benissimo informati) che è stato sottratto agli organi della Regione o del Ministero un verbale. L'Ufficio di Presidenza ha costituito una Commissione di indagine per conoscere in che modo sono state diramate alla stampa informazioni che fanno parte della discussione della Commissione.
Ho anche spiegato che un Consigliere, attraverso il lavoro di ricerca di confronto, di maturazione di opinioni, può modificare le opinioni espresse in una seduta precedente e che questo valorizza il nostro modo di lavorare perché permette la ricerca della verità e delle migliori soluzioni da dare ad un determinato problema e che la distribuzione dei verbali delle riunioni di Commissione di volta in volta invece impedisce questa ricerca questo confronto, questa possibilità di giungere a punti di vista più approfonditi su argomenti così delicati.
In realtà la Commissione intende indire un Convegno per approfondire la materia ed ha già distribuito alla Pro Natura, a Italia nostra ed alla signora Aglietta, prima che iniziassero le consultazioni, i seguenti documenti: 1) relazione dell'Ires 2) deliberazione della Commissione dei dieci 3) documento del CNEN 4) dibattito parlamentare in fotocopia L'iter procedurale della Commissione, presieduta dal Consigliere Capogruppo del Partito socialista, Calsolaro, è da tutti i punti di vista ineccepibile. E' invece gravemente censurabile, e esamineremo tutte le misure che si potranno prendere, che alcuni documenti siano stati sottratti senza essere stati legittimamente richiesti. Un cittadino può avere un atto della Regione, purché ne faccia richiesta al Presidente della Giunta o del Consiglio, com'è previsto dal regolamento. Naturalmente la richiesta verrà vagliata; se gli atti ed i documenti richiesti non sono ancora formalizzati, non è detto che si possano dare. Questa mi pare una procedura giusta, corretta, democratica e partecipativa.
L'inserimento all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale di una discussione fra i rappresentanti dei vari Gruppi politici circa la possibilità di consultare i cittadini piemontesi sull'insediamento delle due centrali della Regione è del tutto inutile, perché la possibilità di consultare i cittadini è stata discussa e sanzionata in una legge. I cittadini che desiderano usufruire di quella legge che è appunto intitolata: "Consultazione dei cittadini del Piemonte con un referendum consultivo" non hanno che da utilizzarla nei modi e nei termini previsti.
Su questa materia i Gruppi, il Consiglio regionale e la Giunta procedono con la necessaria prudenza, con un'ampia e seria consultazione alla cui conclusione la trattazione della materia sarà iscritta all'ordine del giorno del Consiglio, non dimenticandosi di appurare tutto ciò che pu essere utile a formare una saggia decisione. Noi sappiamo quanto questa decisione sia rilevante, quindi non ci guida un principio di riduzione della consultazione, bensì il principio dell'acquisizione di ogni forma di contributo.
Questa dichiarazione mi pare doverosa non soltanto perché c'é stato l'incontro di questa mattina, ma perché della materia si interessa la stampa, perché occorre impedire la diffusione di notizie false e perché non si accusino gli organi istituzionali di non svolgere il loro dovere secondo le norme previste dal regolamento e dallo Statuto.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 274 "Istituzione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio"


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 274: "Istituzione del parco naturale dell'Alta Valle Pesio".
La parola al relatore, signora Graglia Artico.



GRAGLIA Anna, relatore

Con una consultazione ampia, vivace, largamente unitaria, svoltasi nel Comune di Chiusa Pesio, presenti gli Amministratori comunali e della Comunità montana, numerosi abitanti del concentrico e delle frazioni, i rappresentanti delle organizzazioni ed associazioni locali, la II Commissione ha avviato l'iter procedurale della legge di istituzione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, presentato dalla Giunta.
Il Parco, il primo che viene ad istituirsi nel Cuneese, tocca un'area che si estende per circa 2700 ettari, in una zona particolarmente interessante, come risulta dalla scheda di presentazione e dall'ampia bibliografia esistente sull' area.
La zona, collocata con orientamento Nord-Sud, è l'unica posta in questa direzione delle vallate delle Alpi Occidentali e ciò gli conferisce una specificità floristica e faunistica ed una ricchezza di vegetazione con molte specie di notevole importanza tanto da essere censite nell'elenco del libro nazionale dei boschi da seme.
L'area interessata a parco con caratteristica preminente di boschi (50%) e di pascoli (20%) è di proprietà dell'Opera Pia Parroci vecchi e inabili della Diocesi di Mondovì. Essa è stata affittata con apposito contratto dalla Regione Piemonte per 19 anni. Appena fuori dell'area parco sorge l'antica Certosa e il sacrario partigiano. I confini dell'area parco sono quelli individuati con l'approvazione del piano regionale dei parchi e potranno poi essere modificati interessando le aree vicine se, come auspichiamo, il parco della Valle Pesio rappresenta il primo tassello per l'avvio concreto del parco delle Alpi Marittime e del Mercantour.
Nel marzo del '75, la Provincia di Cuneo aveva tenuto un qualificato convegno sull'istituzione del Parco internazionale delle Alpi Marittime, di cui si parla fin dai lontani anni '50, affermando che occorreva avviare con i fatti tale iniziativa.
Crediamo che la legge in discussione sia un primo concreto atto in quella direzione. La legge in oggetto si compone di 17 articoli ed organizza l'area parco seguendo i criteri generali delle altre leggi istitutive dei parchi avviati dalla Regione.
Il Parco si avvale per la direzione amministrativa e gestionale di un Comitato direttivo largamente rappresentativo delle autonomie locali Comune e Comunità montana, e della collaborazione di un Comitato tecnico scientifico per gli aspetti più propriamente scientifici. Inoltre dovrà essere disposto il piano dell'area in attesa del piano territoriale.
L'articolo 17, quale norma transitoria, recepisce il dispositivo dell'articolo 4 del contratto stipulato fra la Regione e l'Opera Pia parroci col quale si afferma che fino all'entrata in vigore della legge i due dipendenti dell'Opera stessa sono retribuiti dal vecchio datore di lavoro il quale viene rimborsato dalla Regione. Per i due dipendenti Civalleri Marianna di anni 55 e Mauro Severino di 53 anni, la Regione subentra, con l'approvazione di questa legge, nel contratto di lavoro del settore agricolo. Il rapporto di lavoro di tale personale è regolato dall'art. 6 della legge.
La II Commissione ha espresso voto unanime e favorevole al d.d.l. che è ora all'esame del Consiglio stesso.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di parola, possiamo quindi passare all'esame dei singoli articoli.
"Articolo 1 - Istituzione del Parco naturale. Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituito con la presente legge, il Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Confini. I confini del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio incidente sul Comune di Chiusa Pesio, sono quelli individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge.
I confini del Parco naturale sono delimitati da tabelle da collocarsi in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e portanti la scritta 'Regione Piemonte - Parco naturale dell'Alta Valle Pesio' Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art 2 e approvato.
"Articolo 3 - Finalità. Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'articolo 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n 43, le finalità dell'istituzione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare e conservare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche della Valle Pesio, in funzione dell'uso sociale di tali valori 2) garantire la salvaguardia e la tutela dei beni immobili presenti nel territorio 3) organizzare il territorio per la fruizione a fini ricreativi didattici, scientifici, culturali 4) promuovere la qualificazione delle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni locali 5) promuovere e valorizzare le attività agro-silvo-pastorali".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 3 e approvato.
"Articolo 4 - Durata della destinazione. La destinazione a parco naturale attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente articolo 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'ad 4 è approvato.
"Articolo 5 - Consiglio Direttivo. Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate da un Consiglio Direttivo composto da: a) cinque rappresentanti, di cui due della minoranza, del Comune di Chiusa Pesio b) tre rappresentanti del Consiglio della Comunità montana Valle Gesso Vermenagna-Pesio, di cui uno della minoranza c) cinque rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale di Cuneo.
Il Consiglio Direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto del Parco. Lo Statuto e approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio Direttivo b) il Presidente, da eleggersi fra i membri del Consiglio di cui alla precedente lettera a).
Lo Statuto deve altresì prevedere le forme di consultazione e di partecipazione degli organismi interessati. I membri del Consiglio Direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio Direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio Direttivo, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un Comitato tecnico-scientifico di esperti istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico-scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, alle quali debbono essere invitati.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo, il Consiglio Direttivo utilizza il personale di cui al successivo art. 6 o può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali, provinciali e del Comune di Chiusa Pesio nonché della Comunità montana Valli Gesso Vermenagna-Pesio" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Personale. L'ordinamento e la pianta organica del personale del Parco sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio Direttivo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Controllo. Il Parco naturale dell'Alta Valle Pesio ha un proprio bilancio. Il bilancio preventivo deve essere presentato dal Consiglio Direttivo, sentito il Comitato tecnico-scientifico, alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono sottoposti all'approvazione con deliberazione della Giunta regionale.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare. Le deliberazioni del Consiglio Direttivo diventano esecutive, dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente debbono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Norme vincolistiche. Sull'intero territorio del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave e torbiere b) esercitare l'attività venatoria. Sono consentiti gli interventi tecnici di cui alla legge regionale 20 ottobre 1977, n. 50 c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico o urbanistico f) asportare rocce o minerali g) costruire nuove strade ed ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agro-silvo-pastorali presenti sul territorio o della fruibilità pubblica del Parco h) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada i) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture, stabili o temporanee, che possano deteriorare le caratteristiche ambientali dei luoghi.
L'uso del suolo e l'edificabilità consentiti nel territorio del Parco devono corrispondere ai fini di cui al precedente articolo 3 e sono definiti dagli strumenti urbanistici e dal piano di cui al successivo articolo 11.
Sino all'approvazione del piano di cui al comma precedente debbono essere applicate le seguenti normative: 1) entro i limiti e le norme previste dagli strumenti urbanistici vigenti, è consentito ripristinare i fabbricati esistenti, vincolandone l'uso ai fini di cui al precedente articolo 3 2) la costruzione di nuovi edifici od opere che determinino modificazioni dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale, sentito il Consiglio Direttivo 3) il pascolo e l'agricoltura si esercitano nelle forme e nei terreni entro i quali sono attualmente praticati 4) per quanto concerne la silvicoltura sono autorizzati i tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante, la ceduazione ed i diradamenti 5) i tagli dei boschi di alto fusto debbono essere autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato Ripartimentale delle foreste di Cuneo e del Consiglio Direttivo.
Le norme relative all'utilizzazione delle aree boschive del territorio del Parco saranno previste in apposito piano di assestamento forestale.
Con regolamento, approvato dal Consiglio regionale, sentito il parere del Consiglio Direttivo e del Comitato tecnico-scientifico, saranno fissate norme specifiche relative alle modalità di fruizione del Parco, e saranno specificate le sanzioni per i trasgressori".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Sanzioni. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'articolo 8 della presente legge, comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 3 milioni ad un massimo di lire 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e), f), ed h) ed alla limitazione di cui al numero 3 del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 50.000 ad un massimo di lire 1 milione, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere g) ed i) ed alla limitazione di cui al numero 1 dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 5 milioni ad un massimo di lire 10 milioni.
Le violazioni alla limitazione di cui al numero 5 dell'articolo 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni alla limitazione di cui al numero 2 del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di lire 1 milione ad un massimo di lire 10 milioni in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui ai commi primo, terzo, quarto e quinto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni che verranno formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel Regolamento di cui all'ultimo comma dell'articolo 8 della presente legge saranno introitate nel bilancio della Regione.".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Vigilanza. La vigilanza del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio è affidata: a) al personale di sorveglianza del Parco previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente articolo 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente articolo 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43 e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità dell'articolo 138 del T.U. delle leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Piano dell'area. In attesa dell'approvazione dei piani territoriali di cui all'art. 4 della legge regionale 5 dicembre 1977, n.
56, la Giunta regionale predispone un piano dell'area oggetto della presente legge, costituente a tutti gli effetti stralcio del piano territoriale, formato ed approvato secondo la procedura di cui ai seguenti commi.
La Giunta regionale, entro 9 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, predispone e adotta il piano dell'area, che trasmette al Comune interessato, alla Comunità montana Valli Gesso-Vermenagna-Pesio, al Comitato comprensoriale di Cuneo ed alla Provincia di Cuneo, e ne dà notizia sul Bollettino Ufficiale della Regione con l'indicazione della sede in cui chiunque può prendere visione degli elaborati.
Entro 90 giorni i soggetti di cui al comma precedente fanno pervenire le proprie osservazioni alla Giunta regionale. Entro lo stesso termine i Comitati Comprensoriali non competenti per il territorio, gli Enti pubblici, le organizzazioni e le associazioni economiche, culturali e sociali, nonché le Amministrazioni dello Stato e le Aziende a partecipazione pubblica interessate possono far pervenire le proprie osservazioni alla Giunta regionale.
La Giunta regionale, entro i successivi 90 giorni, esaminate le osservazioni di cui al comma precedente, provvede alla predisposizione degli elaborati definitivi del piano dell'area e, sentito il Comitato Urbanistico regionale, sottopone gli atti al Consiglio regionale per l'approvazione.
Le indicazioni contenute nel piano dell' area e le relative norme di attuazione sono efficaci e vincolanti dalla data di entrata in vigore della deliberazione del Consiglio regionale e si sostituiscono ad eventuali previsioni difformi degli strumenti urbanistici vigenti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione. Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente art. 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di lire 3 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 3 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Finanziamenti per la gestione. Agli oneri per la gestione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, di cui all'art. 5 della presente legge, previsti in lire 100 milioni per l'anno finanziario 1979, si provvede mediante una quota di pari ammontare in termini di competenza e di cassa della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio, e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 100 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
"Articolo 14 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano dell'area. Per la redazione del piano di cui all'art. 11 della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1979, la spesa di lire 20 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare in termini di competenza e di cassa della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 ai sensi dell'art. 40 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1979, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano dell'area del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio e con lo stanziamento di competenza e di cassa di lire 20 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
"Articolo 15 - Entrate. I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente articolo 9 saranno iscritti al capitolo n. 2220 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1978 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
"Articolo 16 - Norma transitoria. I membri del Consiglio Direttivo, di cui al precedente articolo 5, vengono nominati dal Consiglio comunale di Chiusa Pesio, dal Consiglio della Comunità montana Valli Gesso-Vermenagna-Pesio e dal Consiglio regionale entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
"Articolo 17 - Norma transitoria. La Regione Piemonte subentra nei contratti di lavoro del settore agricolo stipulati dall'Opera Pia Parroci vecchi e inabili della Diocesi di Mondovì con il personale addetto alle funzioni di custodia, vigilanza, manutenzione, amministrazione e contabilità, in servizio alla data del 1.7.1977.
Il rapporto di lavoro di tale personale sarà regolato in base a quanto disposto della legge regionale di cui all'art. 6 della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e n. 42 hanno risposto SI n. 42 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno risposto SI n. 44 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale: "Ripartizione della quota assegnata alla Regione per l'anno 1978, ai sensi della legge 27.12.1977, n. 984"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Ripartizione della quota assegnata alla Regione per l'anno 1978, ai sensi della legge 27.12.1977, n. 984".
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Con questa deliberazione vengono ripartiti i fondi assegnati alla Regione Piemonte sullo stralcio della legge quadrifoglio per il 1978. Sono 17 miliardi e 17,5 milioni di risorse che si aggiungono a quelle precedentemente stanziate.
Con questa deliberazione e con quella assunta dal Consiglio la scorsa settimana il Consiglio regionale completa gli adempimenti di attuazione della legge 63 per il 1978.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Poiché le nostre proposte di modificare la ripartizione sono state accettate dalla Giunta, dichiariamo che il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Queste cifre, assegnate quasi a chiusura dell'anno finanziario 1978 dovranno essere iscritte nel bilancio 1979, perché non divengano residui passivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Vorrei anch'io intervenire brevemente sull'aspetto finanziario per sottolineare che questi fondi vadano correttamente iscritti al bilancio 1979; tra l'altro nel corso della discussione in Commissione si era stabilito di aggiungere un inciso a tale riguardo che doveva essere trascritto sul documento in discussione. Capisco che questo è un artifizio per evitare un residuo di 17 miliardi. Vorrei però che l'Assessore garantisse l'impegno di spesa per il finanziamento delle pratiche già istruite, ai sensi dell'art. 2 ultimo comma della legge 335.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Al collega Rossi ha praticamente risposto il Consigliere Franzi. In effetti questa somma viene iscritta nel bilancio del 1979. Assicuro il collega Franzi, come ho già detto in Commissione, che da domani l'Assessorato procederà all'istruttoria delle pratiche ed alla predisposizione delle deliberazioni di impegno di spesa sui fondi dell'esercizio '79.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale delibera di ripartire, in applicazione dell'art. 66, terzo comma, della legge regionale 12.10.1978, n. 63, la quota assegnata alla Regione per l'anno 1978, ai sensi della legge 27.12.1977 n. 984 come risulta dalla tabella A allegata alla presente deliberazione per farne parte integrante.
Le predette somme saranno iscritte nel bilancio 1979".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione viene approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Enti strumentali

Nomina di 5 rappresentanti del Comitato scientifico nel Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione (comma 7, art. 6, legge regionale 4.9.1975, n. 48)


PRESIDENTE

Passiamo alla nomina di 5 rappresentanti del Comitato scientifico nel Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione (comma 7, art. 6 legge regionale 4.9.1975, n. 48. I nominativi proposti sono: Sacco, Ferro Milone, Ferrero, Alberton e Terna.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno riportato voti: SACCO Luciano n. 22



FERRO MILONE Andrea n. 17

FERRERO Giovanni n. 16 ALBERTON Ezio n. 16 TERNA Pietro n. 14 scheda nulla n. 1 I Signori Sacco, Ferro Milone, Ferrero, Alberton e Terna sono eletti nel Comitato scientifico nel Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla questione della Venchi Unica


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente ordine del giorno, firmato da tutti i Gruppi consiliari: "Il Consiglio regionale del Piemonte, valutate positivamente le iniziative finora sviluppate in sede di Ministero dell'industria per la soluzione della Venchi Unica di Torino, iniziative che, coerentemente alle sollecitazioni delle forze politiche piemontesi, hanno finora consentito di consolidare: a) l'impegno di una società di commercializzazione dei prodotti Venchi Unica, con successiva verifica di un possibile impegno nell'assetto proprietario dell'azienda b) la disponibilità finanziaria di Istituti piemontesi e di un'associazione cooperativa, a copertura del 90% del capitale di una costituenda società di gestione sottolineato come, per una seppur provvisoria positiva soluzione della vicenda, si sia ancora in carenza dell'assunzione di un diretto impegno gestionale imprenditoriale in occasione dell'incontro del Presidente della Giunta e del Sindaco di Torino con il Presidente del Consiglio dei Ministri chiede che, anche attraverso l'azione del Governo, si sviluppi una pressante sollecitazione ai maggiori gruppi imprenditoriali piemontesi, perché, con un loro diretto impegno, garantiscano la possibilità di completamento dell'operazione di costituzione della società di gestione, rilevando come determinante il loro contributo perché giungano a positiva soluzione gli impegnativi passi finora compiuti".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti in aula.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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