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Dettaglio seduta n.224 del 16/11/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali relativi alle sedute del 25 e 30 ottobre, se non vi sono obiezioni, sono approvati.


Argomento: Commercio

Interrogazione presentata dal Consigliere Carmen Fabbris sulla "Prossima apertura del Centro Abbigliamento Biellese in località del Comune di Verrone"


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze. Iniziamo la serie con l'interrogazione presentata dal Consigliere Carmen Fabbris sulla "Prossima apertura del Centro Abbigliamento Biellese in località del Comune di Verrone". Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Con riferimento all'interrogazione n. 550 del Consigliere Carmen Fabbris intesa a sapere "in relazione all'annunciata prossima apertura del Centro Abbigliamento Biellese in località del Comune di Verrone (Vc) 1) di quanti mq è l'area del centro 2) se è richiesto nullaosta generale per l'apertura 3) se è stato rilasciato tale nullaosta 4) quale parere è stato espresso da parte dei Comuni limitrofi e del Comprensorio di Biella" si comunica quanto segue: in data 5 ottobre 1978 il Comune di Verrone autorizzava la sas "Dress Shop" di Papa Ivo &C. (la dizione "Centro Abbigliamento Biellese" non appare mai nei documenti della pratica, si tratta di una mera indicazione insegna pubblicitaria) all'apertura di un esercizio commerciale in strada Trossi con superficie di vendita complessiva di mq 1.500 così ripartiti; mq 400 per la vendita dei prodotti previsti alla tabella IX (abbigliamento) e mq 1100 per i prodotti previsti alle tabelle X e XI (articoli tessili e in pelle e cuoio e calzature...), autorizzazione per la quale non necessita nullaosta regionale la richiesta di nullaosta regionale era stata presentata in data 4 settembre 1978 allorché la sas "Dress Shop" rendeva noto di voler ampliare la superficie di vendita per il commercio al minuto delle voci della tabella IX dell'esercizio da circa mq 400 a mq 1200, con un trasferimento contemporaneo dell'attività in nuovi locali (Strada Trossi). Questo Assessorato riscontrò la domanda ai soli fini di ricezione in attesa degli atti necessari a corredo tale nullaosta (come apparirà evidente in seguito) non è stato mai rilasciato allo stato attuale della pratica non è stato richiesto alcun parere ai Comuni limitrofi. Il Comprensorio di Biella in data 25 ottobre 1978 richiedeva a questo Assessorato di "avere a disposizione i documenti ufficiali dell'intera pratica; essere costantemente informato sull'andamento della medesima; tenere presenti le richieste fatte in merito alla sistemazione fisica dei locali dell'esercizio in questione ".
Va comunque aggiunto che si trova anche di fronte ad una non lineare impostazione del problema. All'intenzione della sas "Dress Shop " di ampliare (settembre 1978) fino a mq 1200 la superficie di vendita per i prodotti di cui alla tabella IX (con l'obbligatorio rilascio del nullaosta regionale), è seguito un comportamento abnorme, visto che la stampa locale pubblicizzava "l'apertura per il 30 settembre 1978 di un meraviglioso centro (1500 mq ) con 30 mila capi di abbigliamento per donna, uomo bambino" in Verrone, Strada Trossi, con l'insegna di "Centro Biellese dell'Abbigliamento" e che il Sindaco di Verrone, proprio in data 30 settembre 1978, doveva emettere ordinanza di chiusura dell'esercizio con successiva applicazione dei sigilli (4 ottobre).
E' pur vero, peraltro, che il Comune di Verrone accoglieva una nuova domanda della "Dress Shop" (che ritirava la precedente) datata 2 ottobre 1978, intesa ad ottenere l'autorizzazione amministrativa di cui alla tabella IX per una superficie di vendita di mq 400 e di mq 1100 per i prodotti previsti alle tabelle X e XI e rilasciava tre giorni dopo, il 5 ottobre 1978, le autorizzazioni richieste per l'attivazione in Strada Trossi.
Quando sulla stampa locale apparve la pubblicizzazione dell'apertura del citato "Centro Biellese dell'Abbigliamento" questo Assessorato, presso il quale risultava aperta una pratica analoga, dispose gli opportuni accertamenti ricognitivi. Così, oltre alle notizie di cui si è già fatto menzione, è stato accertato, dall'esame della normativa dello strumento urbanistico di Verrone, che nella zona interessata dall'iniziativa (zona D) non è prevista l'attivazione di attività commerciale in quanto zona destinata ad attività industriali e artigianali. In merito va ricordato che all'ultimo comma dell'art. 24 della legge 426/71 viene stabilito che l'autorizzazione amministrativa è rilasciata, fra l'altro, nel rispetto delle norme relative alla destinazione ed all'uso dei vari edifici nelle zone urbane.
Va poi registrata, sul caso, anche una nota della Confesercenti di Biella, nota decisamente contraria all'attuale tipo di insediamento della "Dress Shop".
Comunque allo stato attuale delle cose, vanno riferiti questi elementi: in data 19 ottobre il Comune di Verrone - dietro segnalazione della ditta interessata - richiedeva la restituzione ("per erronea compilazione") della domanda pervenuta all'Assessorato concernente il nullaosta al trasferimento ed all'ampliamento dell'esercizio commerciale. Questo Assessorato, nel restituire in data 3 novembre 1978 la documentazione richiesta, provvedeva a rammentare a scopo agevolativo la normativa vigente al fine di evitare ogni abusivismo commerciale "che verrebbe a ledere in definitiva le aspettative della categoria maggiormente interessata e cioè quella dei consumatori", sottolineando la necessità della rigorosa osservanza degli spazi della superficie di vendita riferentesi alle tabelle merceologiche indicate nell'autorizzazione. Si invitava poi a trasmettere copia dei documenti dell'intera pratica, della norma di attuazione del piano della rete distributiva e della delibera di approvazione definitiva del piano al Comitato comprensoriale del Biellese. Infine si dichiarava di rimanere in attesa "di un accertamento ricognitivo dell'esercizio con assicurazione (ove nulla osti) dell'eseguita prescrizione di separazione dei locali".



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Fabbris.



FABBRIS Pierina

Ringrazio l'Assessore della risposta e lo prego di farmene avere copia.
Ho presentato questa interrogazione perché, come ricordava l'Assessore la notizia ha suscitato molto scalpore nel Biellese e la stampa cittadina ne ha riportato l'eco.
Dopo la presentazione dell'interrogazione ho avuto una sollecitazione dalla Confesercenti, la quale ha emesso un suo comunicato.
Credo che la documentata risposta meriti una riflessione. D'altra parte sono già stata sollecitata dalla Confesercenti a riferire in merito alla risposta dell' Assessore. Verrà fatto un successivo esame e vedremo gli eventuali sviluppi della situazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione del Consigliere Colombino: "Ritardi con cui si è intervenuti in occasione dell'incendio sul Monte Curto: provvedimenti assunti per evitare disguidi in futuro"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Colombino: "Ritardi con cui si è intervenuti in occasione dell'incendio sul Monte Curto: provvedimenti assunti per evitare disguidi in futuro".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto e premesso che la legge nazionale n. 47 dell'1.3.1975 all'art. 7 stabilisce che: "L'organo forestale competente curerà l'immediato invio di propri tecnici, i quali qualora l'incendio abbia assunto o minacci di assumere caratteri tali da non poter essere circoscritto e spento con le sole forze a disposizione degli organi locali, dirigono e coordinano gli interventi chiedendo la collaborazione dei Vigili del fuoco, l'intervento dello speciale servizio predisposto ai sensi dell'art. 5 e l'intervento delle Forze armate".
Si precisa quanto segue.
L'incendio che in data 30 agosto 1978 alle ore 19,30 scoppiava sulle pendici del Monte Curto sopra Almese si presentava assai pericoloso e diffusibile e minacciava di estendersi all'intera pineta.
Il personale della Stazione CFS di Almese composto da una guardia scelta che funge da Comandante e da una guardia addetta alla Stazione stessa, si recava prontamente sul luogo del sinistro e si rendeva immediatamente conto che trattandosi di incendio di chioma con velocità di progressione attorno ai 4 Ha/ora era necessario fare intervenire altre forze.
Detto personale avvertiva immediatamente l'Ispettorato Ripartimentale e regionale delle foreste di Torino. I due uffici su richiamati inviavano istantaneamente due Ispettori forestali per il coordinamento delle operazioni di spegnimento.
Intervenivano i Vigili del fuoco delle squadre cosiddette discontinue aventi sede nei Comuni limitrofi e da Torino venivano inviate squadre di effettivi.
Le operazioni di spegnimento si protraevano tutta la notte con il solo risultato di fare passare l'incendio da chioma a sotterraneo.
Durante la notte stessa, gli Ispettori forestali avendo ravvisato la necessità di impiegare l'elicottero, risolvevano le pratiche burocratiche e l'indomani mattina, 1 settembre, l'aeromobile interveniva. Si impiegavano le tecniche di aspersione tramite secchiello al gancio e si usò nel pomeriggio, per la prima volta nella storia delle esperienze antincendio piemontesi, un prototipo di vasca smontabile che fu elitrasportata e posta nella parte più a monte dell'incendio per avere a disposizione acqua che veniva portata con l'elicottero stesso.
Intervenivano altresì il nucleo pronto intervento CFS di Verbania e l'Esercito, sempre coordinati dagli Ispettori forestali. Si sono inoltre dimostrate indispensabili le squadre dei volontari antincendi boschivi che risultano però poco attrezzate ed addestrate. Per questo sono in corso provvedimenti.
L'incendio però non fu spento definitivamente e fu necessario protrarre l'intervento delle squadre, sebbene in numero inferiore, fino a domenica 3 settembre 1978.
Premesso quanto sopra, è necessario fare rilevare che i Vigili del fuoco intervengono solo se vi è pericolo per le abitazioni e svolgono l'intervento nel bosco solo se chiamati e coordinati dai servizi forestali che in questo caso ne chiesero l'intervento e non lo ritardarono.
Relativamente all'autorizzazione di cui si fa menzione nell'interrogazione di cui all'oggetto, si precisa che secondo le vigenti leggi, da parte della forestale non deve essere rilasciata autorizzazione alcuna per l'intervento dei Vigili del fuoco.
Premesso quanto sopra si precisa che sarebbe opportuno adottare dei provvedimenti per evitare che le Stazioni forestali siano dotate di un numero di uomini così esiguo come ad esempio si verifica ad Almese, la cui Stazione è anche sede di Distretto antincendi boschivi con un territorio da servire esteso su ben 100 Comuni.
La Regione non può bandire concorsi per vigili forestali, perché tali assunzioni competono al Ministero dell'agricoltura, che più volte è stato sollecitato ad integrare i ruoli del Corpo con particolare riferimento ai vigili. Pare siano in corso alcuni concorsi al termine dei quali finalmente si potrà integrare il personale. Il cittadino piemontese però non è interessato a concorrere, sono soprattutto interessati gli immigrati veneti e dalle regioni del Sud, i quali però tendono a ritornare da dove provengono.
E' opportuno attrezzare ed estendere le squadre di volontari che risultano indispensabili per coadiuvare i forestali nell'opera di prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi.
In base alla legge regionale sulle Comunità montane la Giunta cerca di integrare il servizio con questo intervento sussidiario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Colombino. Ne ha facoltà.



COLOMBINO Michele

Al di là delle giustificazioni tecniche esposte dall'Assessore, dalla realtà dei fatti emergono indispensabili ed urgenti tre interventi che la Regione può e deve fare con coraggio e con tempestività: evitare che l'intervento dei Vigili del fuoco sia subordinato a norme burocratiche potenziare il numero degli uomini delle stazioni forestali potenziare con mezzi idonei di propaganda, anche attraverso le Comunità montane, le squadre dei volontari antincendi boschivi indispensabili nell'opera di collaborazione con i forestali.
Le squadre dei volontari sono attualmente insufficienti e scarsamente attrezzate.
Mentre mi dichiaro d'accordo con quanto esposto dall'Assessore, sollecito una più doverosa e più incisiva azione della Regione presso gli organi statali competenti perché provvedano a potenziare con uomini e con mezzi le stazioni forestali, altrimenti sarà inutile l'azione propagandistica intrapresa per il rimboschimento e per la forestazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza dei Consiglieri Ferrero e Bontempi inerente a: "Finalità e tempi di attuazione del progetto di laboratorio cartografico regionale" Interrogazione dei Consiglieri Alberton, Genovese, Paganelli, Picco e Petrini: "Delibere della Giunta regionale del 15.5, 11.7 e 1.8 u.s. relative all'acquisizione di apparecchiature per il servizio cartografico regionale"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Rilievi del Commissario di Governo alle delibere della Giunta regionale relative all'acquisto di apparecchiature del servizio cartografico regionale" Interpellanza del Consigliere Castagnone Vaccarino: "Acquisto da parte della Regione di apparecchiature per il servizio cartografico regionale e problemi connessi"



PRESIDENTE

Passiamo all'esame di due interpellanze e due interrogazioni, tutte concernenti il servizio cartografico regionale.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Per quale motivo non si procede nell'ordine dell'elenco delle interrogazioni?



PRESIDENTE

Da più parti è venuta la richiesta di approvare in mattinata le variazioni di bilancio.
Queste interrogazioni e interpellanze danno la possibilità a tutti gli interroganti di intervenire. Voglio assicurare il dibattito a più voci sempre però nell'ottica di garantire la discussione successiva sulle variazioni di bilancio. Vedremo in seguito se sarà possibile smaltire altre interrogazioni.
La parola al Consigliere Castagnone Vaccarino



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

L'interpellanza è già chiara per se stessa. Si sono poi aggiunte le altre interrogazioni. Ritengo quindi che l'Assessore Astengo sia perfettamente in grado, senza ulteriori spiegazioni, di rispondere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente e colleghi del Consiglio, le tre interrogazioni e l'interpellanza richiederanno per la risposta la somma dei tempi consentiti dal regolamento ad ognuna di esse. Spero di essere esauriente su tutte le richieste formulate.
L'oggetto è sostanzialmente il sistema cartografico che è stato deliberato in sede di Piano di sviluppo regionale il quale porta una sintesi del progetto ed una tabella di ciò che deve essere attuato entro gli anni '78/79/80 e 81.
Alcune interrogazioni fanno riferimento ad un articolo apparso sulla Stampa che riportava una lettera di un professore universitario. Occorrerà rettificare alcune affermazioni fatte da quel professore quando dice che la formazione delle carte costa mille lire all'ettaro. Abbiamo documenti ufficiali della Regione Lombardia, Regione non sospetta, dai quali tale cifra all'ettaro non risulta, salvo che per le carte al 25 mila che a noi non interessano; la cifra iniziale delle mille lire all'ettaro è smentita poi dai fatti reali. D'altra parte lo stesso commento dice che non è questo l'aspetto essenziale.
Quali sono gli aspetti essenziali? Il progetto previsto dal Piano di sviluppo è complesso. La legge n. 48 prevedeva alcune tappe di formazione la prima delle quali è quella delle carte di primo impiego. In Commissione e in Consiglio fu presentato e approvato il 13 dicembre 1977 un documento che riguardava il programma delle carte di primo intervento: alla pagina 4 del programma è specificato: ".... accennare che l'attrezzatura disponibile dovrà essere opportunamente affiancata da un adeguato sistema di archiviazione automatica dei documenti. Per comporre tale sistema è in corso un'indagine che permetterà la messa a punto di un intervento deliberativo della Giunta regionale finalizzato all'acquisto delle attrezzature necessarie entro breve termine". A quella data non è stato possibile dare una definizione precisa delle attrezzature perché l'ampio campo della cartografia automatica ha richiesto un'esplorazione molto attenta di tutto quanto è in commercio, prodotto da ditte specializzate di vari Paesi. L'allargamento dell'orizzonte oltre i confini del nostro Paese è dato dal fatto che in Italia esistono solo due ditte, la Galileo e la OMI. La Galileo fornisce stereorestitutori di antica concezione ultimamente aggiornati, i quali non si basano sulla formazione di strumentazione italiana, ma sulla collocazione di numerosi pezzi di origine nordamericana; aggiungendo questi pezzi agli stereorestitutori sono messi a punto degli apparecchi che hanno una utilizzazione in determinati campi.
La OMI si riferisce unicamente alla restituzione analitica spostando le tecniche di un settore che, per il momento, non è ancora sufficientemente provato, anche se, proprio perché stiamo esplorando le tecniche più avanzate e data l'accelerazione che hanno questi processi tecnologici, pu anche essere preso in considerazione.
Per contro l'esplorazione che abbiamo condotto ha messo in evidenza una larghissima potenzialità sia nel campo della produzione, sia nel campo dell'offerta di attrezzature di alta qualificazione.
Perché ci si rivolge all'estero? Il fatto, tra l'altro, ha avuto anche un'eco su Panorama con ampie distorsioni che attribuiscono alla Regione Piemonte l'intenzione di costituire un laboratorio cartografico nazionale il che, evidentemente, non trova riscontro in nessuna delle nostre affermazioni.
Il primo settore in cui ci siamo mossi riguarda l'archiviazione automatica dei documenti. Ho già detto che il problema dell'archiviazione è tecnico. In un documento da me steso e che consegnerò ufficialmente al Consiglio è illustrato il processo concettuale che porta all'individuazione della strumentazione occorrente per un'avanzata archiviazione automatica dei documenti grafici. Ci sono tre problemi completamente distinti: uno di archiviazione dei documenti grafici ed uno di formazione delle nuove carte.
Il problema dell'archiviazione si è posto non appena è stato costituito nei sotterranei seminterrati di corso Bolzano un enorme salone di 300 mq contenente una scaffalatura con una potenzialità di quasi mille mq. di superficie nella quale si sono via via inseriti tutti i faldoni relativi ai piani regolatori: strumenti esecutivi vari, progetti di fognature acquedotti raggruppati per Comune; in questi armadi finalmente trova collocazione fisica tutta la documentazione cartografica relativa agli strumenti che hanno un riferimento con il territorio. Nella passata legislatura, a causa dell'enorme disordine amministrativo dello Stato, che ragiona per settori, non è stato possibile fare questa raccolta, quindi non è stato possibile conoscere tutti i fatti avvenuti in ogni Comune, i piani le decisioni, le infrastrutture, ecc. Oggi finalmente abbiamo per ogni Comune un pacco di documenti che può essere consultato.
Ma come può essere consultato? Staccando i faldoni, iniziando a vedere a ragionare e sovrapporre sul tavolo luminoso i vari elementi, oppure con un sistema più rapido? Il modo tecnico in uso in Francia e in Inghilterra negli anni '60 era quello della microfilmatura dei documenti, della codificazione, del richiamo semiautomatico dei microfilms e della lettura su visore. Un archivio non deve essere un deposito, ma uno strumento in cui possono essere fatti via via tutti gli aggiornamenti necessari. La soluzione poteva venire con due diversi modi di operare: quello del laser, sviluppato dall'Università di Cambridge, e quello del sistema a scansione ottico elettronico con un procedimento analogo a quello dei satelliti, sviluppato recentemente in Germania dalla MBB.
Questi due filoni di ricerca che cosa consentono? Con il laserscan vi è la possibilità di leggere qualsiasi documento grafico attraverso diapositiva e con proiezione su uno schermo piano di m. 1x0,70. Questo disegno può essere memorizzato, richiamato in qualsiasi istante ed essere riproiettato sullo schermo. Le caratteristiche di questa apparecchiatura consistono nel fatto che la proiezione può essere in diversa scala, pu essere per parti, può essere cancellata, aggiunta, manipolata e immediatamente rimemorizzata. Il raggio laser opera con una velocità di 60 metri al secondo se una linea non trova interruzioni; se trova interruzioni o incertezze vi è un ingranditore che consente di dare le disposizioni necessarie perché la linea trovi il cammino giusto.
Abbiamo ritenuto indispensabile questo sistema di flessibilità nella manipolazione dei dati di archivio proprio ritenendo di fare un salto qualitativo. L'elaborazione non è soltanto grafica perché dentro le aree così percorse possono essere inserite informazioni socio-economiche e quantitative relative alla superficie, agli abitanti, agli addetti all'industria di quell' area. Il sistema interattivo permette, per esempio in collegamento con informazioni del Centro di calcolo o di altre banche dati, di arricchire i dati cartografici con molti altri elementi. Non solo ma, in uscita, si possono avere varie forme di archiviazione. Le diapositive, inserite nel Fastrak riproducono immediatamente il disegno sullo schermo, non sono quindi diapositive morte, ma possono essere vivificate in tempi rapidissimi.
A questo apparecchio se ne aggiunge un altro di cui abbiamo potuto avere recentemente i tests di applicazione, che consente la lettura a scansione su strisce, su bande, di grafici molto complessi, superando determinate difficoltà che il laser invece incontra. I due apparecchi sono fra loro interfacciabili, quindi è possibile la lettura di documenti grafici molto complessi e l'inserimento sul grande schermo per le operazioni successive.
Il Kartoscan permette di leggere anche i colori purché siano omogenei e non ci siano sfumature.
Tutta la documentazione può essere letta in un certo tempo e, una volta letta e memorizzata, può essere richiamata all'istante e all'istante integrata e manipolata nelle parti.
Attualmente sono approvate 844 perimetrazioni. Quanto prima, comunque entro la fine dell'anno, tutti i Comuni avranno la perimetrazione. Sarà possibile memorizzare con questo sistema i confini comunali ed avere una carta di base del territorio con l'individuazione dei centri abitati e dei centri storici e poiché i Comuni hanno svolto le perimetrazioni indipendentemente l'uno dall'altro, potremo per contro mosaicare e riunire i vari documenti, costituendo le maglie di base di cartografia, sia pure muta, ma che individua tutti gli elementi essenziali di riferimento ai confini comunali , ai centri abitati e ai centri storici.
Sulla base di questa prima operazione sarà possibile fare la lettura di tutte le carte catastali; il numero delle mappe catastali è piuttosto consistente, ma la memorizzazione può avvenire in tempo abbastanza breve.
La lettura di una mappa catastale del Comune di Torino è avvenuta in 20 minuti; le operazioni successive relative alla restituzione sul plotter richiedono un'ora e 45'.
Costituita la prima mappa del catasto, localizzata sulle coordinate geografiche, potranno essere fatte più operazioni, per esempio, la collocazione delle infrastrutture, acquedotti e fognature e così via. Così come si possono memorizzare le mappe catastali antiche per sovrapposizione individuando il processo di modificazione dei centri storici. I Comuni erano stati invitati a fare questa operazione, ma essa è fattibile soltanto dove esiste un ufficio tecnico attrezzato.
Questa prima parte dell'archivio comporta una spesa che si aggira attorno ai 900 milioni, un miliardo compreso il Fastrak, il plotter , il kartoscan. I prezzi sono di listino perché le ditte non praticano sconti tranne che ai grossi fornitori intermedi, ma non possono essere considerati tali né la Regione Piemonte né il Centro di calcolo, né gli altri organi regionali.
Esistono altri due problemi: quello del completamento delle carte di primo impiego e quello delle nuove carte. Le carte del primo impiego sono attualmente in esecuzione; c'é un documento cartografico che consente di conoscere lo stato di avanzamento. L'esecuzione delle carte di primo impiego avviene in forma artigianale con l'utilizzazione delle mappe catastali, la riduzione cartografica, il ridisegno della stessa riduzione cartografica e con il corredo con le curve di livello estratte dalle carte al 25 mila. Esistono però degli intoppi estremamente gravi: 1) le carte al 25.000 dell'IGM hanno l' equidistanza di 25 metri per cui tale equidistanza in molti insediamenti in territorio collinare non è significativa ai fini dell'individuazione delle aree o di accesso delle strade o per l'espansione. Quindi sono informazioni altimetriche insufficienti 2) l'impossibilità per certi Comuni di provvedere all'aggiornamento catastale soprattutto laddove esistono tante frazioni e quindi impossibilità di avere documentazioni aggiornate.
Abbiamo individuato un'integrazione di questo settore nel campo dell'ortofoto, tecnica ampiamente propagandata anni addietro; dal punto di vista topografico, gli istituti di topografia non sono molto favorevoli all'uso indiscriminato dell'ortofoto perché sostitutiva del processo di restituzione attraverso gli stereoscopi, tuttavia è un sistema semplificato che può essere utilizzato. L'ortofoto consiste in operazioni di raddrizzamento delle foto aeree, proiezione delle stesse su di un unico piano orizzontale, lettura dei fotogrammi in modo da individuare le curve di livello o altri elementi significativi. L'EIRA, ditta privata purtroppo fallita e da alcuni anni in disfacimento totale, aveva propagandato negli ultimi momenti della sua attività tali carte di ortofoto facendo riferimento all'ortoproiettore tedesco dato che gli apparecchi di fotogrammetria non sono prodotti in Italia. Questi apparecchi consentono non soltanto la lettura delle curve di livello a distanza di 10, di 5, di 2 metri, ma consentono anche una serie di altre letture. La precisione delle apparecchiature sta in questi elementi, mentre non si può forzare questo sistema per ottenere anche la restituzione delle carte, ossia l'ortofotocarta è imprecisa, mentre l'ortofotopiano, che è l'utilizzazione della fotografia aerea raddrizzata con indicazioni altimetriche, ha dei gradi di approssimazione estremamente soddisfacenti.
Per il completamento delle carte di primo impiego laddove non ci sono informazioni sufficienti o nei casi di carenza di carte soprattutto per le aree del basso alessandrino, oppure per i Comuni in cui vi è il grande territorio ed alcuni nuclei, le informazioni sul territorio al 25 mila sono assolutamente insufficienti per quanto riguarda l'urbanistica, cioè gli insediamenti rurali, l'individuazione delle colture, l'individuazione degli elementi paesistici, dei tracciati stradali, la progettazione di nuovi tracciati stradali. Riteniamo allora opportuno proporre che si completi l'attrezzatura del laboratorio fotografico con la lettura automatica delle fotografie aeree e per tale operazione abbiamo individuato l'apparecchio della Sail ex Zeiss ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quelli delle altre ditte europee concorrenti.
Questa parte è integrativa del documento che fu presentato a suo tempo al Consiglio regionale e in un documento aggiuntivo che ho predisposto vi è una nota esplicativa con la descrizione di ciò che ho sinteticamente detto.
Lo consegno quindi al Presidente del Consiglio perché venga distribuito.
Esiste il problema successivo della formazione della carta tecnica. In Piemonte abbiamo una diaspora di situazioni molto variate tra di loro: alcuni Comuni, i maggiori, si sono dotati di carte che provengono da voli restituzione aerofotogrammetrica. Esistono delle aree che sono state ampiamente volate in tutti i sensi, ma non hanno avuto la restituzione n si è provveduto a recuperare i negativi, quindi non possono essere riutilizzati; nel complesso la situazione cartografica è molto carente. Le carte di primo impiego servono per formare i piani della prima generazione della legge n. 56; poi esisterà la seconda generazione di piani della legge n. 56 con la messa a punto dei piani territoriali. La prima generazione si deve basare necessariamente sulle carte di primo impiego; la seconda generazione dovrebbe invece poter fruire di una cartografia tecnica di base soddisfacente. Le carte al 2 mila sul mercato avrebbero un costo attorno alle 10 mila lire l'ettaro, cifre enormi che porterebbero a quella valutazione stimata di 20-30 miliardi se dovesse essere fatta da ditte private, cosa che è fuori dalle possibilità della Regione. La Regione disponendo di attrezzatura propria riduce fortemente i costi. Sono già state compiute alcune esplorazioni attorno ad un complesso di attrezzature tuttavia non ho nessuna remora a pensare che questo settore possa avere una fase ulteriore di esplorazione e che i tempi fissati dal Piano di sviluppo fine '78, possono essere rispettati. Per questa parte sarà di aiuto la Commissione cartografica, la quale dovrà sviluppare alcuni aspetti propositivi precisi sui tipi di informazione da inserire, sui segni convenzionali, sul capitolato dei voli.
Il Rettore del Politecnico, con lettera datata 10/11, dichiara la disponibilità del Politecnico ed in particolare dell'Istituto di topografia, il cui Direttore è il Prof. Astori, a sviluppare una proposta di collaborazione che dovrebbe sfociare in una convenzione nell'ambito della convenzione quadro con il Politecnico. In questo campo vi sono apparecchiature standard che riguardano la fase intermedia tra il volo e la stereorestituzione, su queste non ci sono problemi essendo universalmente riconosciuto che pochissime sono le ditte in grado di fornirle.
In merito alla stereorestituzione invece esiste un grosso problema essa è suddivisa in due classi: per la piccola scala e la grande scala e le apparecchiature sono diverse perché diverso è il grado di approssimazione (scala al 10 mila o scala al 2 mila). Si tratterà quindi di fare ulteriori verifiche sulla base di informazioni, documentazioni, studi già compiuti e di esplorare l'utilizzazione del sistema analitico della OMI, che è stato messo a punto in tempi recenti e che potrebbe modificare profondamente il sistema analogico e analitico degli stereorestitutori più sofisticati oggi in commercio.
Chiederei che la parte relativa al laboratorio cartografico regionale possa essere oggetto di una relazione e costituisca il programma previsto all'art. 2 della legge n. 48, che dovrebbe scattare nel 1979 per stare entro i termini del Piano di sviluppo per utilizzare i fondi che sono stati inseriti nel bilancio. L'Assessore al bilancio chiede appunto che quei fondi vengano spesi o dirottati su altri investimenti.
Ritengo ci sia lo spazio per questi ulteriori approfondimenti e per la definitiva messa a punto entro la fine dell'anno.
Darei ora la risposta a qualche particolare elemento contenuto nelle interrogazioni.
La dottoressa Castagnone Vaccarino parla di programma dilatato e ridimensionato. Ho già chiarito che per la parte che riguarda l'archivio e le carte di primo impiego, il costo sarà di un miliardo 250 milioni, il resto riguarda il programma del laboratorio cartografico Ho già informato il Consigliere relativamente alle aziende italiane specializzate e al tipo di apparecchiature che forniscono. Il listino dei prezzi è allegato al documento aggiuntivo che ho fornito. Non ho parlato dei costi di gestione.
Ogni apparecchio illustrato richiede un operatore, sono quindi quattro operatori più uno o due di ricambio, tenendo conto che le ditte specializzate possono già fornire alcuni programmi e che forse ci si potrà anche avvalere di certe esperienze estere e non soltanto italiane.
Si chiede se è possibile il recupero a fini civili dell'Istituto geografico militare. Questo è un tema che abbiamo dibattuto nel convegno sull'applicazione della legge n. 382. In quell'occasione avevo avanzato una proposta per affiancare nella gestione del patrimonio dell'Istituto geografico militare una commissione in cui fossero presenti i membri delle varie Regioni. In questo modo sarebbe possibile concordare programmi di lavoro che rispettino il disegno nazionale utilizzando anche le attrezzature esistenti, potenziandole al fine di un sempre maggiore approfondimento cartografico.
E' un tema non risolvibile a livello regionale. Auguriamoci che l'Istituto geografico militare possa riprendere slancio, essere riorganizzato con la presenza delle Regioni perché le Regioni possono rappresentare la domanda effettiva delle carte necessarie a livello comunale, comprensoriale e regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Tre quarti del discorso fatto dall'Assessore Astengo è una vera e propria informazione della Giunta al Consiglio. Se non fosse possibile intervenire ora, si potrebbe intervenire in sede di discussione di bilancio riaprendo il discorso. Mi sembrerebbe opportuno, per economia di tempo e per completezza di giudizio, si chiarisca se c'é la possibilità di intervenire, ove si rappresenti l'opportunità, sulla prima parte dell'informazione.



PRESIDENTE

L'ampiezza della replica dell'Assessore Astengo non permette di contenere gli interventi nei due-tre minuti regolamentari. Però questo mette in discussione la possibilità di discutere e di approvare la variazione di bilancio in mattinata. Suggerirei questa prassi riprendere la discussione su questo punto oggi pomeriggio all'inizio della seduta dando modo ai Gruppi di meditare, di riflettere sul tipo di risposta che intendono dare rinviare l'informazione sull'occupazione giovanile discutere la variazione al bilancio di previsione per l'anno 1978, al fine di concludere entro questa mattina.
Tale procedura tiene conto di molti altri impegni già in programma sia per la maggioranza che per l'opposizione. La proposta alternativa potrebbe essere quella di contenere gli interventi e di procedere fino alle ore 14.
La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Questa procedura mi pare quanto mai strana e inusata in temi così rilevanti. Di fronte alla risposta data ritengo logico, sia pure contenendo il tempo, chiudere la discussione questa mattina. Mi parrebbe inopportuno riprendere questi argomenti in Consiglio regionale perché sostanzialmente la discussione di stamattina dovrebbe vertere sul tipo di risposte politiche che sono state date alle interrogazioni e alle interpellanze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Sarebbe effettivamente opportuno concludere l'argomento senza soluzione di continuità proprio perché l'immediatezza del dibattito porta, come dice il collega Picco, a cercare di recuperare dall'esposizione dell'Assessore quello spazio di dialogo politico che nasce "a caldo" e perché quanto c' di positivo lo possiamo rilevare immediatamente, quanto invece c'é di dispersivo lo andiamo probabilmente a recuperare in questo arco di tempo.



PRESIDENTE

Va bene. Proseguiamo la discussione.
La parola all'architetto Picco.



PICCO Giovanni

Il primo giudizio della risposta all'interrogazione dei Consiglieri democristiani è innanzitutto questo: vi è tardività ed incompletezza quindi da parte nostra c'é insoddisfazione; c'è tardività perché alcune risposte, soprattutto relativamente al rapporto con il Politecnico e ai chiarimenti sul rispetto della legge sulla cartografia, avvengono in tempi completamente differiti rispetto a quelli che avrebbero dovuto essere nel rispetto della procedura prescritta dalla legge, oppure nel rispetto della procedura politica e della metodologia che devono far parte del comportamento complessivo su questa vicenda.
Veniamo ai fatti. Siamo alle distorsioni giornalistiche. La Giunta ha presentato le deliberazioni il primo agosto con delle affermazioni che solo la sfocatura del solleone poteva giustificare. Ci trovavamo in quel periodo di fronte ad un panorama vastissimo con proiezioni addirittura internazionali in quanto la Regione Piemonte si proponeva degli obiettivi che andavano al di là delle sue competenze istituzionali e pareva dover abbracciare ambiti e compiti ben più vasti. Dal primo agosto ad oggi per tutta la vicenda si è andata ridimensionando notevolmente ed il taglio delle risposte dell'Assessore date in II Commissione ed oggi in Consiglio regionale testimoniano le perplessità e le denunce che sono avvenute sulla vicenda. Su queste perplessità non vi è stata alcuna strumentalizzazione tant'é vero che si sono attesi gli approfondimenti e i chiarimenti avvenuti anche con il contributo di alcune personalità locali particolarmente ferrate nella materia, per poter dipanare questo complesso sistema programmatico e propositivo. Le nostre critiche sono nel non rispetto dei metodi che erano stati indicati nella legge sulla cartografia i quali davano sufficienti garanzie di poter discutere se gli obiettivi che ci si proponeva erano realizzabili e perseguibili. Oggi, nonostante l'insistenza nel voler proseguire negli acquisti proposti, c'é stata l'ammissione dell'Assessore di una obiettiva difficoltà ad innescare un programma così vasto.
Queste difficoltà si riducono all'impossibilità attuale da parte della Regione di affrontare con i mezzi e con il personale disponibili un'operazione di questa dimensione. Il discorso si farebbe nel merito molto lungo; faccio semplicemente riferimento alle esperienze che sono state innescate da altre 5 Regioni in Italia che non si sono proposte obiettivi più vasti ed hanno quindi ridimensionato il campo delle proprie attività in campo cartografico ad obiettivi più realistici e più perseguibili, e cioè di trovare nei soggetti destinatari, i Comuni, un tipo di rispondenza collaborativa e di fornire loro un servizio che in termini di utilità e in termini di tempi sia effettivamente quello da loro richiesto. Sta bene impostare un programma scientifico di coordinamento e di memorizzazione dei dati, sta bene impostare un programma scientifico di memorizzazione ai fini del coordinamento e dell'utilizzazione dei dati, se però tutto questo gioca a sfavore dei soggetti destinatari per quanto attiene alla predisposizione delle carte, ci rendiamo conto in quale ottica ci si colloca anche rispetto agli obiettivi del Piano regionale di sviluppo.
La realtà, Assessore Astengo e signori della Giunta, è evidente.
Dall'aprile '77 quando fu presentato il programma per le carte di primo impiego, ad oggi,i risultati prodotti ai Comuni dalla Regione sono evidenti, a parte il livello qualitativamente basso, che già avevamo denunciato, ma anche in termini di tempestività e di tempo siamo indubbiamente a dei livelli assolutamente non adeguati alla domanda dei Comuni. Mi chiedo con quali supporti di carte i Comuni potranno affrontare la fase di predisposizione dei nuovi piani regolatori quando ancora oggi non vi è nessun atto concreto di affidamento di effettive elaborazioni di carte che possono essere utili a tal fine.
E' opportuno che il ridimensionamento degli obiettivi venga finalizzato all'esigenza di fornire in tempi ragionevoli, rispetto ai tempi che sono richiesti ai Comuni per la predisposizione degli strumenti urbanistici secondo la legge 56, degli strumenti utilizzabili che saranno di livello più approssimativo in una prima fase, come diceva l'Assessore, e di livello più perfezionato nella seconda fase, ma non possono certo andare a dei tempi al di là dell'anno o dell'anno e mezzo, perché ciò vorrebbe dire che tutti i piani verrebbero comunque predisposti con delle cartografie totalmente difformi senza il minimo di supporto di omogeneizzazione ritenuto fondamentale ai fini di un coordinamento dei dati informativi e quindi di un'eventuale utilizzazione della fase di memorizzazione. Se dovessi approfondire ulteriormente il discorso, il giudizio sarebbe più sul merito tecnico che non sulla sostanza politica. Sulla sostanza politica ritengo di dover soprattutto richiamare la responsabilità della Giunta e quindi del Consiglio sulle proiezioni a venire, quindi sulle possibilità concrete che l'istituto regionale ha di gestire un'operazione di questo tipo e richiamo queste responsabilità anche per quanto concerne la prima fase della memorizzazione.
Può stare benissimo il programma di memorizzazione di questa immensa quantità di dati, se però poi non siamo in grado di gestirne la variazione gli aggiornamenti e l'utilizzazione, ossia, se non abbiamo i programmatori queste apparecchiature rischiano di essere completamente sfasate rispetto all'obiettivo che ci eravamo proposti.
In conclusione riterrei opportuno che il ridimensionamento sulla base dei nuovi documenti che l'Assessore oggi fornirà al Presidente del Consiglio ed ai Consiglieri sia attentamente vagliato. In Commissione abbiamo richiesto che la garanzia, necessaria sul giudizio tecnico dei documenti, non sia affidata solo ai Consiglieri regionali o ad esperti di partito, ma sia affidata agli organi tecnici allo scopo preposti, in particolare all'Istituto di topografia del Politecnico di Torino nel quadro della convenzione.
In secondo luogo chiediamo che il programma della memorizzazione venga limitato allo stretto necessario per quanto attiene ai dati effettivamente gestibili; in terzo luogo chiediamo esplicitamente che per quanto attiene alla costituzione di nuove carte si vada esplorando concretamente la possibilità di un affidamento esterno, purché questo consegua a tempi ed a costi tali da rientrare negli obiettivi realistici che si vogliono perseguire. Le carte devono essere fatte da coloro che in termini di attrezzature, di personale e di operatività siano predisposti ad affrontare una tale produzione. Ci pare assurdo che la Regione si impegni con personale proprio, con tempi e logiche proprie in una operazione strettamente specializzata , che non rientra in possibilità di elaborazioni dilazionate e differite nel tempo correndo il rischio di non ottenere risparmi di tempo e di costo ma di dilatare questo problema senza dare una prospettiva di effettiva realizzabilità.
In conclusione credo che il Consiglio regionale debba predisporre un programma per la preparazione delle nuove carte, realistico nei tempi nelle modalità, negli strumenti da utilizzare e negli affidamenti perch questo piano possa essere credibile rispetto all'esigenza della comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

E' estremamente difficile per un Consigliere che non sia introdotto nella materia specifica rispondere ad una persona del livello culturale dell'Assessore Astengo. Indubbiamente però ciascuno di noi deve cercare di capire quali sono state le scelte e le conseguenze politiche di quanto è stato fatto dalla Giunta quand'anche i termini tecnici esatti delle azioni possono sfuggire alla maggioranza dei Consiglieri. Ciò che più mi ha colpito quando l'Assessore diede delle spiegazioni approfondite in sede di II Commissione, invitando anche coloro che solitamente non partecipano alle riunioni, fu l'affermazione che alcune apparecchiature erano in realtà dei prototipi finora commissionati soltanto dall'esercito tedesco e dall'esercito inglese. Questo fatto mi ha lasciata un poco esterrefatta prima di tutto perché mi chiedevo se in Piemonte esistono strutture di livello tecnico tali da competere con le strutture di altri Paesi, in secondo luogo, dato che la Regione non è un privato che rischia il proprio patrimonio su se stesso sobbarcandosi le eventuali conseguenze, chiedo se non sarebbe più opportuno basarsi su un'esperienza più consolidata che non quella che può essere data da un prototipo: sono considerazioni che desidero lasciare alla meditazione del Consiglio.
La seconda questione si riallaccia a quanto ha già detto il Consigliere Picco. La legge n. 56 prevede una serie di adempimenti che verranno compiuti su carte vecchie, allora, o bisogna mutare la legge n. 56 per usufruire carte nuove, oppure tutto questo lavoro potrà essere usufruito quando "i buoi saranno scappati", praticamente gli strumenti urbanistici saranno già fatti.
La terza domanda contenuta nella mia interrogazione alla quale l'Assessore non ha risposto appieno, è se queste deliberazioni, per un totale di oltre 2 miliardi, fanno parte di un progetto ristretto o di un progetto dimensionato e dilatato: a me sembra un progetto assai dilatato.
Per quanto riguarda la collaborazione con gli altri Enti italiani, mi chiedo fino a qual punto possa avvenire la collaborazione con l'Istituto geografico militare. Si parla di un ridimensionamento dell'Istituto in Piemonte, si parla di una struttura statica.
Sarebbe augurabile inserire e rivitalizzare l'IGM, anche perché la collaborazione con un Ente statale in questo caso potrebbe ridurre i costi regionali usufruendo quanto eventualmente esistesse. E' chiaro che la collaborazione con l'Istituto geografico militare dovrebbe essere limitata ancorché mi pare buffo il fatto che, mentre gli altri Paesi fanno fare queste cose dai militari, in questo caso invece le farebbe la Regione con una completezza di informazioni, anche riservate o addirittura segrete. E' una delle solite contraddizioni nelle quali il nostro Paese incorre ad ogni pié sospinto.
Non posso dichiararmi soddisfatta della risposta dell'Assessore, anche se amplissima, e continuo a mantenere, a nome del mio Gruppo, le riserve che già avevo precedentemente espresso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Risponderei in primo luogo in termini di merito per richiamare poi alcune considerazioni in termini di metodo.
Mi trovo consenziente con l'Assessore Astengo e con la Giunta sull'obiettivo che intendono perseguire di dotare la nostra Regione delle più avanzate tecnologie e dei più avanzati metodi di registrazione della realtà del territorio. A mio giudizio occorre cercare di superare l'opportunismo facile di seguire altre preoccupazioni perché l'ambizione dell'obiettivo comporta la necessità di un procedere per gradi realistico tempestivo, cristallino, trasparente. Infatti, la difficoltà di comprensione dell'obiettivo finale, quindi l'impiego dei metodi che si vanno ad utilizzare, se non avrà una risposta puntuale nel momento dell'attuazione, farà nascere una serie di interrogativi.
Il processo di evoluzione che si vuole attuare per registrare e interpretare la realtà deve essere un momento di promozione, di allineamento su tali metodi che non può essere proprio ed esclusivo dell'Istituto regionale, ma deve coinvolgere altri soggetti di ricerca e di gestione dei grandi problemi presenti sul territorio. Sta bene il rapporto con il Politecnico, ritengo però che nella Regione esistano altri istituti interessati e che la gestione, la conoscenza e lo sviluppo del territorio avvengano con l'uso di strumenti moderni e, in una certa misura avveniristici. In questo senso le preoccupazioni di essere troppo vicini al più moderno esercito tedesco dovrebbero essere minori che non quelle di essere vicini al più arretrato Paese d'Europa, quindi la Giunta mi trova assolutamente consenziente su questo obiettivo finale. Peraltro, proprio perché le risorse impegnate sono rilevanti, le risposte a tempi brevi, come diceva l'architetto Picco, dovranno essere altrettanto puntuali ed immediate.
La mia risposta è genericamente non positiva e non mi riferisco all'elemento specifico, mi riferisco invece allo scollamento che si avverte tra il proporre ed il perseguire un obiettivo di questa rilevanza e le difficoltà di rispondere in termini immediati e puntuali da parte dei Comuni e dei cittadini sia sull'argomento specifico, cioè sugli strumenti e sia soprattutto sulla funzionalità dell'Assessorato nel suo complesso.
Noi dobbiamo anche preoccuparci delle considerazioni che fanno soprattutto i Comuni ed i cittadini quando si trovano di fronte ad una risposta tardiva, insufficiente, generica e sottoculturata che può venire dall'Assessorato e quando, invece si trovano lo stesso Assessorato dotato di un tipo di strumentazione che si usa normalmente per ispezionare la luna. Scollamento quindi tra ambizione da una parte e prospettiva della gestione urbanistica in Piemonte dall'altra. L'Assessore Astengo mi dirà che questa è la conseguenza di una situazione di arretratezza di personale e di difficoltà che abbiamo alle spalle e che dobbiamo smaltire. Nella mia interrogazione ho anche rilevato che dobbiamo preoccuparci di rendere più credibile l'istituzione regionale sia dal punto di vista della gestione pubblica e sia, soprattutto, dal punto di vista dell'assicurazione da dare agli utenti in ordine agli obiettivi che contestualmente si perseguono e che, in definitiva, sono quelli sui quali i nostri collaboratori esterni devono rispondere in termini immediati e puntuali. Signor Presidente della Giunta e signor Assessore, se metteremo in piedi una scaletta di lavoro soprattutto informando il Consiglio puntualmente e, per quanto possibile preventivamente, potremo evitare che la vicenda, tutto sommato gratificante, finisca per essere un'occasione criticabile e censurabile presso la pubblica opinione. Quando si parla della realtà esterna, del modo in cui l'opinione pubblica reagisce ai comportamenti della Giunta - come ho avvertito anche stamattina - la Giunta ha una specie di insofferenza. Se l'esterno vede la realtà in un certo modo è perché, probabilmente, la realtà è uscita in un certo modo. Non mi sembra serio che la Giunta utilizzi i canali giornalistici per farsi propaganda elettorale e che poi si indigni e si lamenti dell'attività della stampa in genere e dell'opinione del pubblico quando si permette di fare le sue considerazioni e le sue riserve. Mi permetta, signor Presidente, a questo punto che introduca brevemente il mio totale dissenso all'iniziativa di rifondare in Piemonte la società discografica "La voce del padrone" che è fallita. La Regione deve essere aperta alle iniziative delle radio e delle televisioni private ed i funzionari devono essere disponibili ma, attenzione, siamo totalmente contrari che si diffonda la Voce del padrone dove magari al "cane" che ascolta si mette un altro animale più di moda di quanto non sia il cane, superato ormai perché amico fedele! Invito l'Assessore a verificare affinché non nasca nell'opinione pubblica la valutazione penalizzante sul piano politico, che si vuole fare moltissimo in prospettiva spendendo molti soldi e che si vuole tendere a risultati ambiziosi mentre poi non si riesce a gestire le cose di tutti i giorni sulle quali in definitiva ci misuriamo.
Mentre l'Assessore Astengo parla della necessità di una strumentazione che normalmente serve per vedere se ci sono dei minerali sulla luna, io ricordo che da 6 mesi ho depositato presso la Presidenza del Consiglio un ordine del giorno in materia urbanistica, dove chiedo chiarimenti sugli art. 30 e 31 della legge 56 e se non sia il caso di proporre una legge modificativa. Questo ordine del giorno non è ancora stato portato avanti e da parte mia non ho fatto premura perché ho ritenuto che la Giunta dovesse farsi carico delle difficoltà di gestione di una certa realtà. A questo punto, però, quando mi si dice che per la politica urbanistica c'é la necessità di strumenti che leggano una realtà nel giro di 45 minuti, io dico che la struttura politica della Regione deve essere anche in grado di vedere le realtà, interpretarle e pronunciarsi. Pertanto, mi dichiaro soddisfatto della risposta perché fa chiarezza sulla vicenda, mi dichiaro invece insoddisfatto perché anche in questa occasione non è stata data la possibilità ai Consiglieri di verificare che ci si muove a velocità non uniformi, ma programmate e coordinate, su diversi piani nella soluzione della complessa problematica del territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

La principale considerazione che ha mosso il nostro Gruppo a presentare l'interpellanza era sul metodo ed era finalizzata alla necessità che venga predisposta nei tempi e nei modi più soddisfacenti della documentazione cartografica necessaria per l'applicazione del le leggi e per porre su base conoscitiva e programmatoria nuova il processo che è stato avviato nel nostro Paese con atti politici.
Nella nostra interpellanza sostanzialmente chiediamo che venga data a tutte le forze politiche, nelle sedi più opportune, l'informazione delle iniziative che si intendono intraprendere e che in parte sono intraprese.
Non posso che prendere atto in modo positivo che, al momento della discussione delle interpellanze e delle interrogazioni, una parte considerevole di iniziative sono state intraprese dalla Giunta, vi sono state riunioni presso la Commissione e vi è stata l'informativa scritta e orale dell'Assessore. L'impegno è quindi perché questo avvio venga ricondotto all'interno di un piano organico nell'ambito delle prescrizioni dell'art. 2 della legge sulla cartografia perché i tempi della discussione vengano contestualmente ridotti e, ove lo si ritenga necessario, si provveda a rafforzamenti, modificazioni, integrazioni della Commissione che ha la funzione primaria di garantire la tempestività e la qualità tecnica del progetto.
Riteniamo che, anche se i tempi per la predisposizione del piano saranno brevi, si possa avere un incontro in sede di Commissione tra tutte le forze politiche, affinché possano, prima della definizione del progetto più dettagliato e più analitico, essere informate almeno sui presupposti e sulle scelte fondamentali.
Il secondo punto della nostra interpellanza pone la problematica del rapporto con le forze nazionali e regionali impegnate in questo settore. La nostra preoccupazione ha due capisaldi, il primo dei quali, per noi irrinunciabile, è che si deve sempre procedere contestualmente alla definizione di obiettivi tecnicamente più avanzati ed alla riorganizzazione e alla migliore utilizzazione di tutte le strutture di cui lo Stato dispone. La ragione fondamentale è quel la di stabilire un tramite formale e ufficiale attraverso al quale due Enti pubblici, mantenendo le loro finalità didattico-scientifiche e programmatorio-gestionali, possano creare degli anelli di saldatura con un effetto positivo non solo per la Regione ma anche per il Politecnico ed in generale per gli Atenei. Il rapporto con le altre strutture non è soltanto una questione legata alla possibilità di trovare questo o quel contributo ma è in generale un ragionamento, una politica di rafforzamento del ruolo programmatorio generale che la Regione può e deve svolgere di concerto con la comunità.
Il nostro Partito come altre forze politiche nazionali e regionali è impegnato nel tentativo, sicuramente difficile ma non per questo meno interessante, di utilizzare l'Istituto geografico militare anche per scopi civili, di garantire quindi che questo complesso di risorse non venga in sostanza mantenuto come spesa morta. L'Istituto geografico militare ha la tendenza ad orientarsi verso altre finalità. Questo è un discorso a cui la Regione Piemonte può contribuire con il suo lavoro. E' tuttavia una occasione nella quale, al di là di un certo limite, la Regione Piemonte o le altre Regioni che si sono mosse su questo terreno, rischiano di avventurarsi in modo isolato se non c'é un'iniziativa nazionale che riconosca l'importanza del problema. Si pongono problemi simili in geologia ed in altri settori nei quali esiste una troppo debole iniziativa di recupero e di rilancio nazionale e quindi a livello regionale non si pu che patirne le conseguenze.
La risposta dell'Assessore Astengo e gli stessi contributi che sono venuti vanno al di là del mero aspetto di procedura.
Dobbiamo esprimere alcune sommarie valutazioni: il nostro Gruppo non ritiene che si debba partire dal preconcetto che l'Ente pubblico è una struttura di serie B rispetto ad altre strutture. Questo potrebbe essere concretamente vero in questo o in quel settore, e speriamo sia meno vero di quello che in realtà emerge da tesi informative un po' scandalistiche e sommarie; molti dei compiti complessi che lo Stato svolge non vengono svolti nel nostro Paese da nessun'altra struttura privata, quindi non si possono fare dei paragoni troppo semplici fra la fase di produzione di merce e la fase più complessa che valorizza e muove delle risorse che non sono meramente economiche, ma che sono di intelligenza e di contributi che la democrazia stessa dà. Siamo del parere che sempre, dove è possibile debbano essere realizzate le soluzioni più avanzate, siano della Regione siano del Politecnico, siano del CNR o di qualunque struttura pubblica e abbiamo dimostrato in alcuni settori che questo è possibile.
Personalmente non credo ci siano dubbi sulla bontà della strumentazione che la Giunta ci propone. E' certo però che una strumentazione di questo genere pone dei problemi rilevanti di definizione chiara degli obiettivi di metodologie, di addestramento di personale, di interrelazioni con altri Enti che siano all'altezza di sopportare l'uso di strumentazioni così complicate e complesse. Ciò significa anche che i problemi dell'occupazione si spostano verso fasce di competenza più alte e su questo complesso di cose siamo in linea di massima favorevoli.
La distinzione che vorremmo operare nel caso specifico è fra due fasi tra due aspetti che ci sembrano complementari e concorrenti ma peraltro specificamente individuabili all'interno del più generale progetto. Sulla questione l'opinione che noi esprimiamo mi pare che possa essere già nella fase dell'attuale approfondimento abbastanza chiara. E' indispensabile puntare l'attenzione sulla gestione degli strumenti cartografici definiti perché la solita definizione fatta da strutture private o pubbliche tecnicamente raffinate, se si innesta in una mancata riorganizzazione delle strutture di gestione, porta alla necessità di spostare tonnellate di faldoni da un corridoio all'altro.
Questa fase di gestione culturalmente avanzata deve essere avviata in modo che produca dei risultati che siano contestuali con la definizione delle prime carte, che non siano cioè troppo anticipati, ma che non siano nemmeno troppo posticipati.
Da questo punto di vista mi pare che le considerazioni che l'Assessore Astengo svolgeva meritano un approfondimento. Al di là della valutazione dei tempi a priori, è chiaro che una gestione non elementare delle informazioni cartografiche richiede un certo tempo per essere messa a punto, richiede una fase che non è solo di collaudo delle macchine, ma che in qualche misura si sovrappone a fasi di sperimentazione e di ricerca. In un ragionamento generale si dovrebbe discutere della mole di risorse che la fase A comporta, ma la complementarietà delle macchine non modifica il ragionamento politico.
Mi pare invece opportuno che le fasi legate alla produzione delle carte vengano ricondotte all'interno del progetto generale previsto all'art. 2 della legge e che in questo progetto vengano valutate le opzioni che il Consigliere Picco poneva, che noi non saremmo in grado di valutare e non mi pare questa la sede idonea ad esaminare la disparità delle cifre. L'unico principio su cui siamo favorevoli è che vengano attuate nella struttura pubblica tutte le funzioni possibili, purché da un'analisi dettagliata risulti che costi e convenienza abbiano solide basi; analogo ragionamento abbiamo fatto per il Consorzio per il Centro di calcolo. Abbiamo detto che qualora un insieme di ragioni tecniche non rendano conveniente, possibile od opportuno avvalersi dello strumento pubblico, ci si avvale giustamente di altri strumenti, questa è la procedura logica e politica che dobbiamo seguire; se questa procedura porterà a convincerci che all'interno della Regione certe fasi di produzione delle carte o tutta la produzione delle carte non è conveniente, credo che all'interno di un discorso generale di piano, punto per punto, si possa benissimo affrontare la questione.
L'obiettivo non è di trovare un accordo, ma è di riuscire a produrre una cartografia. In ogni caso, nell'ipotesi che risulti più conveniente affidare la produzione delle carte a strutture esterne piuttosto che ad un apparato interno della Regione, riteniamo che la Regione debba mantenere la funzione di controllo della qualità e della validità delle informazioni che vengono da queste strutture, il che comporterebbe in termini di restitutori un minimo di strumentazione di alto livello all'interno della Regione. In questo caso non sarebbe più una struttura di gestione per produrre le carte, ma sarebbe una struttura di macchinario più modesta e con minor numero di operatori per il controllo di qualità. E' un'ipotesi. Attraverso la definizione delle diverse fasi si potrà stabilire se sarà più conveniente dare il lavoro all'esterno oppure svolgerlo all'interno.
Comunque anche l'ipotesi di dare i lavori all'esterno richiede il mantenimento di alcuni macchinari della fase B e C, o almeno quella degli stereorestitutori che l'Assessore contemplava.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Il Consigliere Ferrero ha puntualizzato egregiamente molti aspetti della funzione della Regione quale Ente legislatore ed Ente amministratore così come buona parte della relazione dell'Assessore non è diretta alla risposta specifica delle interrogazioni e dell'interpellanza, ma è una vera e propria comunicazione della Giunta.
Siccome, per determinarci al voto del bilancio, dobbiamo avere dal Presidente della Giunta e dall'Assessore delle risposte alla prospettiva che e stata ventilata nella relazione, potrei inserire il mio intervento ora, oppure in sede di discussione di bilancio. Ho proposto la mozione d'ordine perché si stabilisse una metodologia.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale.

Propongo di procedere ora con la discussione della variazione al bilancio ed oggi pomeriggio di proseguire il dibattito su questo argomento così importante e così interessante.



PRESIDENTE

Il Consigliere Oberto si prefigge di svolgere un lungo intervento e anche il Consigliere Cardinali è iscritto a parlare. In realtà avevo previsto che la prosecuzione della discussione ci avrebbe portati ad ora tarda, come si sta verificando, però, dopo aver esaudito la richiesta della minoranza, ho anche il dovere di tener conto degli interessi della maggioranza, la quale ha fatto presente i motivi per i quali la variazione di bilancio deve essere approvata questa mattina.
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Propongo di interrompere a questo punto il dibattito sulla cartografia e di avviare quello sul bilancio. Oggi pomeriggio si proseguirà questa discussione.



PRESIDENTE

Vi sono obiezioni a questa procedura? Non ve ne sono.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 353 "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978"


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 353: 'Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978'." La parola al relatore, Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

La relazione scritta è già stata distribuita in tempi utili per dare modo ai Consiglieri di riflettere sul documento. Mi limito a fare un rapido riassunto della stessa cercando di coglierne alcuni elementi più importanti. Questa è l'ultima variazione che si può operare sul bilancio 1978 e deve essere approvata entro il 30 novembre. E' una variazione di bilancio che presenta uno spostamento di cifre non di notevolissime proporzioni; sono modificazioni per 165 miliardi in termini di competenza e per 202 miliardi in termini di cassa: di questi, 151 miliardi e 841 milioni vanno ad incrementare il fondo nazionale ospedaliero, sono quindi parte a se stante.
Dopo l'approvazione della Commissione sono pervenute delle modifiche alla variazione, già esaminate dalla Commissione stessa convocata all'uopo esse riguardano il recupero di somme dal capitolo 12600 che vengono destinate al capitolo 8250 per il pronto intervento nella zona dell'Ossola.
Ci sono inoltre altre piccole modifiche per un totale di 47 milioni, di cui 12 milioni vanno alla profilassi e 35 milioni in favore del fondo per i valori della Resistenza. Dall'esame delle variazioni al bilancio appare evidente che forse non si è ancora afferrato in pieno quali sono le possibilità che concede la nuova legge della contabilità regionale e così pare vengano attribuite somme per le quali esistono concreti dubbi di capacità di spesa; emerge ancora la vecchia impostazione. Questo sarà l'oggetto delle osservazioni dei colleghi dell'opposizione, così come è già emerso nel corso della discussione in sede di I Commissione.
Pare che la politica del Piano di sviluppo subisca come già avevo sottolineato due mesi fa in precedenti interventi, momenti di stasi operativa e di rallentamento nella reale esplicazione. Questo si pu evidenziare con una certa concretezza nella valutazione delle voci dei capitoli di spesa che vengono modificati dove non sono state rese operative le spese di impostazioni di politica di Piano che in precedenza si erano fatte e che nella relazione in maniera molto sintetica si sono volute osservare. Anche questo è motivo di attento esame non soltanto da parte delle forze di maggioranza, ma anche da parte dell'opposizione per un chiaro riferimento agli impegni e al traguardo che le forze politiche si sono poste. Dopo il bilancio '79 questa legislatura dovrà ancora approvare il bilancio del 1980 e credo che in termini operativi di realizzazione, di costruzione, di modifica e di chiarezza, di fronte alla realtà regionale piemontese non possa che esserci questo chiaro riferimento.
Detto questo, anche per sintetizzare i punti dell'ordine del giorno farò un breve cenno al bilancio dell'Esap che costituisce un punto a se stante. E' stato presentato il disegno di legge n. 340 che rappresenta una proposta più formale che sostanziale, ma abbastanza importante. L' Esap per le note carenze che esistevano nella gestione non poté presentare il suo bilancio di previsione; esso viene oggi sottoposto all'esame del Consiglio regionale. Pare opportuno ritirare il disegno di legge 340 proposto e accettare l'emendamento aggiuntivo alla legge regionale 25 maggio 1978 n. 26 e sostitutivo dell'articolo unico dello stesso disegno di legge. In questo modo la legge n. 26 avrà un punto di riferimento oggettivo. Questi sono i termini della rapida discussione che si è svolta in Commissione, per consentire l'espletamento delle formalità imposte dalla legge della contabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Signori Consiglieri, non desidero entrare nel merito della variazione di bilancio proposta, dato che la relazione scritta e orale del Presidente della I Commissione sono state esaurienti.
Desidero brevemente accennare due questioni: la prima è un'informazione in ordine ai rapporti con il Governo per quanto riguarda i temi della finanza regionale e della partecipazione delle Regioni alla stesura del piano triennale. Nelle scorse settimane sono intervenuti alcuni confronti in seno alla Commissione interregionale della programmazione economica e un incontro nella giornata di ieri, nel corso del quale il Governo, per bocca del Ministro al bilancio Morlino ha reso nota la volontà di addivenire alla stesura del piano triennale entro il 20 dicembre invitando le Regioni ad esprimere la propria valutazione e fissando il calendario delle consultazioni. Il Piemonte è convocato il 30 novembre. La questione del piano triennale si presterebbe ad una facile ironia nel senso che le Regioni sono chiamate a partecipare all'esame di un documento inesistente al quale però dovrebbero dare il loro contributo Il discorso abbraccia la problematica posta dal progetto Pandolfi, la politica economica del Governo, la relazione previsionale e programmatica, la legge finanziaria il bilancio dello Stato per il '79, da cui dovrà derivare il piano triennale.
La partecipazione della Regione Piemonte, che avviene in tempi brevissimi senza alcuna possibilità di approfondimento, si potrà manifestare nella riproposizione dei progetti e dei programmi contenuti nel Piano di sviluppo. Sarà comunque opportuna la convocazione apposita della I Commissione. Nella relazione previsionale si dice che la ripresa della programmazione si dovrà basare su tre punti di riferimento: il bilancio annuale e pluriennale dello Stato le azioni programmatiche di settore ad obiettivo la programmazione regionale con la manovra complessiva della finanza.
Questo discorso non è però seguito da indicazioni concrete in quanto le azioni programmatiche sono tutte di pertinenza statale Il possibile contributo delle Regioni viene quindi indicato come un'esigenza nella parte introduttiva e poi viene dimenticato nell'analisi dei progetti da finanziare. Il Governo ha successivamente recuperato la mancanza di previsioni di un ruolo concreto delle Regioni indicando in seno alla Commissione interregionale per la programmazione il terreno possibile di un confronto.
A questo proposito è stata distribuita ai Gruppi ed ai membri della I Commissione copia della lettera che il Ministro del bilancio ha inviato al Presidente della Giunta e un appunto che a nome del Governo il consulente del Ministro del bilancio, prof. Reviglio, ha consegnato alla Commissione interregionale della programmazione economica. I contenuti del confronto dovrebbero essere definiti nella consultazione del 30.11. Ci stiamo quindi muovendo in tempi molto stretti. Il secondo documento, oggetto di discussione in seno alla I Commissione, riguarda la previsione delle entrate regionali del '79, anche questo documento sarà un'occasione di confronto in I Commissione e in sede di discussione di bilancio '79. In esso sono contenute le ipotesi formulate dal Governo sulla consistenza dei diversi fondi per le Regioni e sul bilancio dello Stato 1979.
Data questa informazione brevissima che dovrà essere oggetto di discussione in seno alla I Commissione, vorrei dedicare alcuni minuti al tema della proposta di variazione di bilancio senza entrare nel merito. Con gli Assessori competenti, in particolare con l'Assessore Vecchione, abbiamo fatto il punto sullo stato di attuazione di alcune spese per le quali si prevede l'iscrizione in bilancio. Si tratta di 7 miliardi a destinazione vincolata per la gestione degli asili nido, e di un miliardo per il fondo sociale dell'equo canone. Riteniamo che questi fondi, che materialmente non sono ancora stati versati dallo Stato e quindi possono anche non essere messi in entrata, non possano concretamente essere spesi interamente nel breve periodo da oggi al 31.12. In particolare, il progetto di distribuzione del fondo per la gestione degli asili nido, già in stato avanzato di elaborazione presso la Commissione, potrebbe dar luogo ai relativi decreti di impegno e comportare in tempi brevi un onere di spesa per 5 miliardi. Propongo di iscrivere nella variazione di bilancio solo questi 5 miliardi che si prevede di poter spendere entro il 31 dicembre portando gli altri 2 miliardi sia in entrata che in uscita al bilancio '79.
Il miliardo previsto per l'equo canone, materialmente non spendibile entro il 31/12, potrebbe analogamente essere iscritto al bilancio '79.
Lo stanziamento a favore dei Comuni per la redazione degli strumenti urbanistici è la terza voce che presenta analoghe caratteristiche (capitolo 7140). E' previsto uno stanziamento di 250 milioni ed anche per questo propongo lo stralcio e il rinvio al 1979. Propongo inoltre che il capitolo relativo all'assegnazione dei fondi di un miliardo e mezzo all'Esap risulti non come contributo annuale di funzionamento dell'Ente, ma come contributo all'Ente; in realtà non si tratta di spesa corrente, ma di spesa per investimenti.



PRESIDENTE

Il dibattito è aperto. E' iscritto a parlare il Consigliere Paganelli.
Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, a nome del Gruppo D.C. dico subito che non posso condividere gli apprezzamenti su questa variazione di bilancio contenuti nella relazione del collega Rossotto. In essa non abbiamo trovato tutte le prospettive favorevoli che il collega ha rilevato.
Tra l'altro il Consigliere Rossotto, per la stringatezza del dibattito ha dovuto sintetizzare la sua relazione dicendo che la stessa già era a conoscenza di tutti: credo invece che i Consiglieri l'abbiano avuta solo stamattina. Debbo richiamare la linea che guida la predisposizione del bilancio regionale e tutti i momenti di questo dibattito, in particolare l'art. 15 che stabilisce che nessuna variazione può essere deliberata dopo il 30/11. Questo perché? Perché la variazione si inserisce nella linea della legge di contabilità: scadenza dell' obbligazione nell'esercizio nel quale si delibera; l'assestamento e la variazione, nello spirito della legge, sono concepiti come aggiustamenti ma in questa linea. E' per questo che in seguito dirò qualche cosa in senso favorevole alle proposte che, per la verità, assai tardivamente l'Assessore ha fatto in apertura del dibattito.
Proprio alla luce di queste considerazioni ed alla luce delle giuste considerazioni fatte dall'Assessore, dobbiamo dire che questa variazione di bilancio solo marginalmente si inserisce nel discorso della predisposizione in modo nuovo del bilancio regionale. L'Assessore propone di non iscrivere a bilancio delle cifre perché sarebbero andate necessariamente ad aumentare i residui passivi: questo è un discorso valido ma non è sufficiente perch questo discorso si sarebbe dovuto fare in occasione dell'ultima variazione di bilancio su ogni capitolo o quanto meno su quei capitoli di maggiore evidenza, proprio per fare correzioni al bilancio; vedremo poi quanto è grave non averle fatte nel momento in cui discuteremo il consuntivo del 1978. E' un richiamo che faccio ora per allora. Se mi sarà data occasione di intervenire nel dibattito sul consuntivo del 1978 mi ricollegherò alla riserva che faccio oggi discutendo la variazione di bilancio.
Prima di entrare nel merito di alcune osservazioni debbo fare all'Assessore delle osservazioni pregiudiziali sulla mancanza di coordinamento che mi pare di rilevare nell'Assessorato che egli, con molta competenza, dirige. Seguo con attenzione l'attività di questo settore, e per quel poco che sono in grado di comprendere, ho la sensazione che operi troppo spesso dietro la spinta dell'urgenza delle scadenze e a compartimenti stagni. Faccio un esempio: la parte più rilevante della variazione di bilancio riguarda il settore ospedaliero, il cui fondo per il 1978 arriva alla cifra di 380 miliardi in entrata; quasi contemporaneamente ci viene distribuito il bilancio pluriennale dove il fondo ospedaliero rimane sui 283 miliardi in entrata e in uscita. E' evidente che non possono provenire dalla stessa fonte documenti che presentano diversità così rilevanti. Quando la Giunta dice di essere in ritardo perché non conosce i dati ufficiali, dice delle cose esatte. Quando la Giunta dice di non conoscere i dati, dice delle cose inesatte perché anche se i dati non vengono ufficialmente comunicati vengono comunque alla luce con un certo anticipo nella Commissione regionale o nei contatti con i Ministeri: l'ufficialità è una cosa ma la conoscenza dei dati è un'altra e in questo caso la Giunta conosceva con un certo anticipo i dati che si riferiscono alla sanità e avrebbe dovuto tenerne conto nella predisposizione dei documenti relativi al 1979 e al bilancio pluriennale.
Come ha rilevato anche il relatore Rossotto questa variazione mi sembra modesta in quanto ad entità, perché al di là dei 151 miliardi del settore ospedaliero il gioco è attorno ai 21 miliardi, ma il dato che maggiormente ci interessa sottolineare è che questa variazione non avviene con il metodo e nello spirito della legge. Effettivamente ci troviamo di fronte ad una variazione di poco superiore ai 21 miliardi di competenza, di cui nemmeno 8 costituiscono il recupero all'interno del bilancio approvato il 26 luglio 1978 con la legge di assestamento.
Credo che la relazione del Consigliere Rossotto tenga conto della terz'ultima o della penultima variazione di bilancio, ma non tiene conto dell'ultimo documento. In essa si parla di risorse che ammontano a 6 miliardi 868 milioni, di una cassa di 4 miliardi 943 milioni, però mentre il relatore scriveva la relazione, le cifre sono mutate, i 6 miliardi e 868 milioni sono diventati 7 miliardi e 877 milioni, la cassa è diventata di 5 miliardi e 942 milioni; inoltre vi è ancora il dato qui riportato con 20 miliardi 319 milioni che in realtà è diventato di 21 miliardi e 329 milioni, esclusa la variazione di questa mattina. La relazione va quindi riferita all'ultimo documento. La prima critica di fondo che facciamo al documento è che questa operazione è una variazione necessitata non ricercata al fine del miglioramento di tutta la complessa macchina finanziaria e contabile. In sostanza ci si è limitati a registrare e non si è fatta quell'analisi che noi ci auguriamo quanto prima si voglia fare capitolo per capitolo, per far sì che competenza e cassa si avvicinino e non vadano ognuno per loro conto come il consuntivo del '78 finirà di dimostrare.Spero di essere smentito.
Anche su una variazione di questo tipo si possono fare alcuni ragionamenti ed alcune considerazioni. Comincio con il fondo ospedaliero che costituisce sempre una parte a se stante del bilancio. Quindi una variazione di 151 miliardi per il fondo ospedaliero: da 283 miliardi si passa a 379 miliardi per il '78 con una variazione in più di 96 miliardi e 954 milioni; per il 1977 da 283 a 328 con una variazione in più di 45 miliardi; in più vi sono le sopravvenienze che emergono dal consolidamento dei bilanci degli ospedali.
Desideriamo richiamare l'attenzione della comunità regionale perch queste sono cifre di una ampiezza tale da non poter passare inosservate anche perché abbiamo la sensazione che quando si parla di questi problemi l'informazione finisca di non essere molto chiara: i fondi che arrivano dallo Stato sono sempre insufficienti, mentre abbondano i comunicati della Giunta che eroga, che fornisce agli ospedali i mezzi di sostentamento; un comunicato recente parla di un'erogazione di 34 miliardi. La Giunta, ogni qualvolta approva una deliberazione di erogazione di contributi agli ospedali, fa il comunicato stampa. Le risposte possono essere due: la materia è molto importante quindi è giusto che la comunità regionale ne sia a conoscenza l'ufficio stampa è uno dei pochi che funzionano in Regione.
A questo proposito, anche se il collega Marchini parlando sulla cartografia mi ha anticipato l'osservazione, devo fare qualche riserva sull'informazione già confezionata che viene inviata alle radio private con il titolo "Giornale della Regione". Sentiremo le radio private e se l'informazione sarà ampia e obiettiva e riguarderà tutti, approveremo il titolo "Giornale della Regione" se invece non fosse ampia e obiettiva e non riguardasse tutti, chiederemo con un'interrogazione che quello sia il giornale della Giunta regionale e della maggioranza.
Al di là di queste informazioni non sappiamo se i 380 miliardi sono pochi o sono tanti, se sono sufficienti o meno, se per il 1979 ce ne saranno di più: quindi, se la materia è così importante da ritenere di dover fare i comunicati stampa è opportuno che si faccia subito un dibattito, un'indagine. Il collega Rossi, discutendo il bilancio nel mese di maggio aveva chiesto questo e io avevo aderito. Perciò non possiamo accontentarci oggi di leggere nella relazione di maggioranza: " auspicabile che, su di una spesa che rappresenta quasi la metà del bilancio regionale (48,5% per quanto riguarda la competenza, 41,4% per quanto riguarda la cassa) che è destinata ancora ad accrescersi con la ripartizione dell'accantonamento del 5% del fondo nazionale ospedaliero voluto dal Cipe, il Consiglio regionale possa avere sulla base dei bilanci consolidati un'indicazione di massima ed una possibilità di controllo". La maggioranza non può "auspicare" un dibattito, ma deve promuovere il dibattito, deve promuovere tutte le informazioni e tutte le discussioni che sono opportune e necessarie.
La variazione di bilancio porta l'eliminazione di quote di interessi per ammortamento mutui. In contraddittorio con la Giunta, più volte ero intervenuto nella polemica in atto con il Governo sul flusso di denaro alle Regioni. In questa variazione vengono cancellate quote per interessi e ammortamenti mutui per circa 2100 milioni e ne vengono iscritte per contrarre altri due mutui, quanto mai opportuni, per circa 317 milioni.
Riteniamo che le attività che devono essere finanziate con mutuo siano già in atto (l'osservazione contenuta nella relazione sul motivo per cui non si sono contratti mutui è giusta e condivisibile), ma questo sta a dimostrare che quanto si sarebbe dovuto finanziare con i mutui si è invece fatto con ricorso alla cassa (l'immobile di via Garibaldi e la quota capitale della Finpiemonte superano i 12 miliardi; non ho i dati per fare un calcolo su quanto è stato finanziato per quanto riguarda i trasporti). E' evidente che con la disponibilità di cassa si è potuto far fronte a decine di miliardi quindi la cassa ha una discreta possibilità. Auguriamoci che l'abbia anche maggiore e che non si debbano contrarre mutui perché affrontare interessi al 15-16% vuol dire gravare la Regione e limitare le sue possibilità di intervento e di impegno.



ROSSI Luciano

Sei un amministratore serio e sai che prima o poi questi mutui bisognerà pur farli.



PAGANELLI Ettore

Fino ad oggi se ne è potuto fare a meno, quando la cassa difetterà si ricorrerà a questo sistema.
Per altri 2 mutui sono previsti 317 milioni di quote di interessi e di ammortamento, il che mi fa presupporre che per questi mutui la Giunta abbia delle trattative con gli istituti di credito per conchiudere quanto prima altrimenti non avrebbe iscritto 317 milioni in una variazione di bilancio che praticamente è valida per un mese e mezzo.
Alcuni capitoli dell'entrata iscritti sono necessitati e opportuni come la tassa di circolazione che aumenta di un miliardo e 700 milioni, il fondo dell'art. 8 e quelli degli asili nido e del fondo sociale sull'equo canone.
Dico subito che la proposta dell'Assessore di portare i 7 miliardi a 5 di eliminare il miliardo e di eliminare i 250 milioni è una proposta sulla quale esprimiamo il nostro consenso perché va esattamente nella direzione che da tempo indichiamo. Per quanto riguarda l'aumento della spesa non abbiamo nulla da eccepire sui capitoli relativi all'anticipazione alle Comunità montane, al fondo sociale dell'equo canone, al contributo all'Esap, sia pure con la precisazione fatta dall'Assessore, e ai fondi per l'acquisizione di immobili.
Oltre a questi capitoli sui quali vi può essere il nostro consenso vi sono dei capitoli che critichiamo sistematicamente e sistematicamente ce li troviamo variati in aumento, tanto che abbiamo la sensazione di parlare nel deserto. Cito alcuni esempi: Cap. 500 - acquisto libri in un anno dai 120 milioni della previsione si passa ai 190 milioni dell'assestamento e ai 285 della variazione Collaborazione con la stampa da 60 milioni si passa a 85 Spese per stampe e pubblicazioni: i 500 milioni passano a 525 e poi a 750 milioni Spese per mezzi di trasporto: da 435 milioni si passa a 697 milioni.
Su quattro o cinque capitoli gestionali vi sono 557 milioni in più perciò non posso approvare quello "sforzo di contenimento" della Giunta che leggiamo nella relazione di Rossotto.
Dobbiamo fare un altro rilievo relativamente ai capitoli 7550 - 7580 e 7590. Il rilievo non riguarda l'Assessore che, sul piano personale, è sempre disponibile e corretto nel rapporto con i Consiglieri, ma riguarda la politica della Giunta in questo settore. I capitoli in discussione nel bilancio 1977 avevano una dotazione di un miliardo e 200 milioni, nel bilancio 1978 di 1 miliardo e 390 milioni, con l'assestamento di bilancio arrivano a 2 miliardi 140 milioni, con la variazione arrivano a 2 miliardi 925 milioni; sono circa 3 miliardi gestiti senza norme di indirizzo e con larga discrezionalità, il che fa tranquillamente pensare o ad una politica clientelare o a contributi a pioggia che tante volte vengono rinfacciati alla D.C. e alle sue gestioni. Si pensi che la Presidenza del Consiglio regionale che gestisce la legge sulle attività per l'affermazione dei valori della Resistenza con una dotazione di 100 milioni ha stabilito un indirizzo di comportamento, dei limiti minimi e massimi, ha definito le iniziative da finanziare. A questo punto riteniamo che, se si vuole mantenere ai capitoli del turismo una dotazione finanziaria così cospicua la Giunta deve impegnarsi a stabilire delle norme di indirizzo.
Le nostre osservazioni integrano e completano quelle espresse nella discussione del bilancio e dell'assestamento. L'esperienza ci insegna per che le osservazioni del Gruppo D.C., al di là di formali riconoscimenti al momento della discussione, non trovano purtroppo riscontro nei documenti sostanziali. Se il bel giorno o il brutto giorno si vede dal mattino abbiamo l'impressione che neppure quest'anno con i documenti fino ad ora presentati si sia imboccata la via giusta nella predisposizione del bilancio. Comunque per un giudizio definitivo attendiamo la presentazione del disegno di legge relativo al bilancio 1979 e al raccordo che la Giunta vorrà fare all'interno della Regione circa le questioni che la Giunta tratta con il Governo.
Vogliamo nutrire la speranza che i problemi finanziari con la presentazione del bilancio 1979 non vengano, come troppo spesso è avvenuto "acciuffati" a tempi scaduti, ma abbiano la regolarità di impegno e di esame che l'importanza dell'argomento richiede ed al quale non faremo mancare la nostra collaborazione.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Questa volta le osservazioni del Gruppo repubblicano alla variazione di bilancio saranno molto brevi. Tra l'altro non sappiamo se questa è una variazione al cubo o al quadrato in quanto ce ne sono state varie edizioni.
L'ultima edizione è stata data questa mattina, ma io, secondo un principio che ho già enunciato a nome del mio Gruppo, mi sono rifiutata di partecipare alla riunione della Commissione perché ritengo che non possono essere discussi documenti di questa importanza nel giorno in cui sono all'ordine del giorno del Consiglio. Non solo. L'Assessore ci ha presentato questa mattina delle ulteriori variazioni che possiamo anche ritenere ragionevoli ma che indubbiamente mutano ancora la situazione. L'Assessore Simonelli in questo caso non presenta il bilancio dell'Assessorato come si evidenzia dalle variazioni, ma presenta il bilancio della Giunta nel suo complesso e nella sua collegialità. Quindi la mia prima osservazione è che la Giunta mette il Consiglio quasi nell'impossibilità di discutere le variazioni alla variazione di bilancio.
Detto questo ritengo che il Consigliere Paganelli non abbia sufficientemente puntualizzato le carenze della Giunta, in compenso è andato a fondo su pochi argomenti che non possono sfuggire ad un'opposizione che mette il dito sulle cose che non vanno. Vorrei fare un'osservazione in merito al miliardo e mezzo che va a rinforzare l'Esap.
Ci è stato detto che non si tratta di spese correnti e ce ne rallegriamo molto, soprattutto perché pensiamo che questo significhi lo sblocco della situazione di stagnazione in cui si trova l'attività dell'Ente. Forse il Partito comunista e la Democrazia Cristiana si sono messi d'accordo sulla sua gestione e sul suo funzionamento, considerato che dal dissidio fra queste due forze politiche derivava il fermo totale di questo essenziale strumento della Regione? Se così é, oltre a rallegrarci, vorremmo anche sapere su quali basi è avvenuto l'accordo e come verranno impiegati i miliardi che abbiamo dato in passato e il miliardo e mezzo che diamo con questa variazione.
L'altra richiesta di chiarimenti che desidero fare riguarda l'anticipo che la Regione per la seconda volta stanzia in favore delle Comunità montane. Si tratta di un anticipo su un finanziamento che dovrebbe venire in seguito dallo Stato, oppure lo Stato ha deciso di non finanziare più le Comunità montane? In questo caso non si tratterebbe di un anticipo della Regione, ma di cifre che andrebbero messe in entrata e quindi in uscita.
Sulla questione dei mutui, poniamo semplicemente un punto interrogativo.
Poiché l'Assessorato al bilancio conosce le disponibilità di cassa riteniamo che questo sia un escamotage di carattere contabile per cui i mutui si indicano o non si indicano a seconda che si debba far quadrare o meno un bilancio, diversamente non riusciremmo a capire la ragione per cui gli interessi sui mutui vengono messi e poi regolarmente tolti, mentre si vanno ad accendere pochi altri mutui e non quelli che erano predisposti.
In conclusione più che un aggiustamento formale del bilancio vorremmo finalmente una politica dei mutui, una politica finanziaria programmata.
Ci rallegriamo per il fatto che molte spese di ricerca, che avevamo ritenuto superflue ed eccessive quando discutemmo il bilancio, in questa variazione sono diminuite, questo dimostra che la nostra osservazione era giusta.
In quanto alle spese correnti, malgrado avessimo già osservato come l'aumento fosse eccessivo, ci ritroviamo delle maggiorazioni sul le spese per l'espletamento degli incarichi, per l'acquisto e la conservazione delle divise del personale, per l'acquisto di libri, rassegne e riviste, per la stampa e la pubblicazione di atti, avvisi ed altri documenti. Quando discuteremo del consuntivo valuteremo se a tutti questi aumenti che via via si vanno continuamente aggiungendo corrisponderanno impieghi veri e propri.
Queste sono le brevissime osservazioni che si possono fare alla variazione della variazione che, in conclusione, indica la mancanza di una politica finanziaria, un notevole scollamento, l'impossibilità di presentare una situazione di bilancio coerente, chiara, leggibile per i Consiglieri. Vorrei chiedere ai Consiglieri presenti che non sono membri della I Commissione se sono in grado di seguire la discussione che stiamo facendo: governare vuol dire esprimersi con chiarezza perché tutti abbiano la possibilità di giudicare che cosa e come si governa e dal bilancio si deve poter giudicare come governa la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

La variazione al bilancio 1978 presentata dalla Giunta riguarda una manovra complessiva di oltre 180 miliardi di cui peraltro gran parte è relativa all'iscrizione di somme stanziate sul fondo nazionale ospedaliero.
La parte che riguarda risorse che non hanno un rigido vincolo di destinazione è poi ulteriormente ridotta se si considera che anche le altre variazioni più significative riguardano risorse trasferite dallo Stato per specifici interventi (fondo per gli asili-nido, fondo sociale per l'equo canone, ecc.).
I trasferimenti di risorse operati nell'ambito dei capitoli del bilancio si riducono perciò ad un incremento di poco più di cinque miliardi dell'entrata di competenza e ad un corrispondente aumento complessivo della spesa (che risulta da maggiori spese per circa dodici miliardi e da minori spese per circa sette, sempre al netto degli interventi a destinazione vincolata).
Questa relativa esiguità della variazione è conseguenza della nuova impostazione data ai bilanci regionali a seguito della riforma della contabilità ed in particolare dell'approvazione della legge di assestamento di fine giugno, che ha consentito di calibrare in modo soddisfacente le necessità di spesa nei diversi settori di competenza regionale.
Una buona parte delle variazioni in aumento interessa capitoli relativi alla gestione nei quali l'incremento dei costi e una particolare ristrettezza delle previsioni iniziali hanno evidenziato l'impossibilità di far fronte alle esigenze di spesa. Si tratta indubbiamente di un settore della spesa regionale che deve essere contenuto, secondo gli orientamenti di qualificazione della spesa pubblica e che ci sembra debbano essere tenuti presenti, come esigenza primaria, anche nei bilanci futuri.
D'altra parte è innegabile che, per quanto riguarda una vasta serie di capitoli che riguardano l'acquisto di beni, ci si trova in presenza di costi in continuo aumento mentre anche le spese che riguardano contributi ad Enti locali per convegni, mostre, ecc., sono spesso l'unico strumento attraverso il quale una serie di attività culturali e promozionali pu svilupparsi, dati i limiti in cui opera la finanza locale.
Alcune delle variazioni proposte si staccano invece da questo quadro perché si collocano nell'ambito della politica di sostegno alla realizzazione del Piano di sviluppo: mi riferisco in particolare al contributo di un miliardo e mezzo all'Ente regionale di sviluppo agricolo per interventi strutturali e di mercato in attuazione delle direttive della programmazione regionale, e lo stanziamento di un miliardo e mezzo per l'attuazione dei piani di sviluppo delle Comunità montane che rappresenta una seconda anticipazione di fondi che lo Stato non ha ancora erogato per i noti ritardi connessi all'approvazione della nuova legge in Parlamento.
Grazie a questo contributo, che segue quanto già stanziato a bilancio con la legge di assestamento per un miliardo, sarà possibile mettere a disposizione delle Comunità montane le risorse necessarie a coprire praticamente quasi il totale delle spese previste dai programmi di sviluppo.
Anche altre variazioni appaiono dettate dall'esigenza di recuperare risorse non spendibili e riutilizzarle immediatamente in alcune direzioni di spesa dove ci sono viceversa necessità e concrete possibilità di immediato utilizzo. E' il caso ad esempio dello spostamento di 320 milioni all'interno del programma di edilizia residenziale pubblica e soprattutto del miliardo stanziato inizialmente per il progetto "parchi naturali" e che si propone di destinare ai pronti interventi.
In questo caso si tratta di prendere atto dei tempi di realizzazione del piano dei parchi che, seppure in fase di soddisfacente realizzazione tuttavia non comporta l'integrale esaurimento dei fondi stanziati sul bilancio '78 rendendo perciò corretta l'assunzione di impegni sul bilancio 1979.
E' proprio di oggi la notizia delle risultanze dell'indagine sull'alluvione dell'Ossola compiuta dalla Commissione del Consiglio nazionale dei geologi. In essa si afferma che la concentrazione di pioggia è stata la causa scatenante gli effetti, che i danni in realtà hanno motivazioni esclusivamente umane. La relazione contiene fra le altre proposte quella di ricostituire il servizio idrografico a livello regionale, di generalizzare l'obbligo di studi geologici presso i Comuni le Comunità montane ed i Comprensori e la mobilitazione delle strutture universitarie. Contiene inoltre altre proposte più specifiche, pure importanti ma minori rispetto al quadro generale, che necessitano di essere incluse nei piani dello Stato e soprattutto nei piani regionali. Lo stesso studio già considera non sufficiente il programma decennale di intervento per la difesa del suolo tuttora all'esame del Parlamento.
Pare opportuno incrementare lo stanziamento sui pronti interventi che a seguito anche del ritardo nell'approvazione del disegno di legge governativo, non appare idoneo a far fronte alle opere più urgenti nelle zone alluvionate, cui si aggiungono gli interventi purtroppo ricorrenti anche nelle altre località del Piemonte.
In conclusione, dai pochi cenni sopra richiamati, appare evidente che il disegno di legge di variazione, pur coinvolgendo una mole esigua di risorse, presenta tuttavia alcuni elementi di interesse per la politica di spesa regionale ed opera nella direzione di una corretta applicazione delle nuove norme della contabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Stavo ascoltando contemporaneamente il collega Calsolaro e il collega Besate, il quale mi diceva che dovremmo cercare di portare nei nostri interventi un elemento di novità. L'elemento di novità l'abbiamo trovato nell'intervento del collega Calsolaro il quale avrebbe potuto sottonotare il suo intervento come integrazione alla relazione. Il suo intervento ha fatto giustizia del problema che stiamo affrontando perché data l'insufficiente chiarezza dei documenti, il Consigliere Calsolaro ci ha dato la possibilità di affrontare nella sua reale dimensione il problema.
Tuttavia, anche riportando il problema alle giuste dimensioni, rimane pur sempre difficile alle forze di opposizione esercitare la loro attività di controllo perché, per la particolare struttura dei rapporti tra Giunta e Consiglio, la discussione sui bilanci e sui documenti finanziari sono l'unica occasione di dibattito concreto sulla gestione dell'amministrazione.
Quindi la nostra raccomandazione e che i documenti finanziari e quelli di una certa importanza vengano supportati da relazioni che ne giustifichino, ne rammostrino e ne esplicitino le ragioni analiticamente che superino quindi la tendenza a riportare tutto in una forma che potrebbe servire nei convegni ma che, in effetti, è di difficile interpretazione.
Siccome ritengo che questa caratteristica della presentazione dei documenti sia dovuta alla impossibilità di fare chiarezza, concordo con chi ritiene che dietro a questa pluralità di documenti ci sia in definitiva, se non uno scollamento (lo scollamento si riferisce a tempi in cui si pensava che le maggioranze si potessero cambiare sull'intelligenza delle persone; adesso questo non succede più), certamente una grave insufficienza.
Dicevamo stamattina in occasione della discussione sulla cartografia che, mentre da una parte andiamo proclamando obiettivi di programmazione di razionalizzazione e di intervento a lungo termine, sulle cose concrete dove vanno le risorse, perché i cittadini possano fruire di servizi, si scateni, come sempre, l'insufficienza. Da un anno a questa parte non riusciamo ad impostare un dibattito puntuale sulla materia finanziaria la quale non viene introdotta da dichiarazioni politiche ma da dichiarazioni tecniche: è chiaro che dal punto di vista tecnico si può fare un discorso ragionieristico, rimane però difficile capire il problema politico ed anche istituzionale che c'é alla base. Se questo non viene chiarito le nostre preoccupazioni, le nostre perplessità sul modo di gestire da parte della maggioranza rimangono tali. L'esempio fatto dai colleghi circa il finanziamento alle Comunità montane è chiaro. La Giunta non ritiene di dire se il finanziamento alle Comunità montane è un'anticipazione pura e semplice oppure se è un atto di volontà politica: se è una pura anticipazione per conto dello Stato deve emergere dai documenti contabili (chi ne sa di più non è riuscito a capirlo, quindi vuol dire che non è scritto), se non lo è deve emergere da una dichiarazione esplicita. A questo punto mi chiedo come può un Consigliere votare il provvedimento con questa preoccupazione. E' un interrogativo di tipo politico che giustificherebbe un dibattito in questa sede, dibattito però che non si pu fare, perché non sappiamo se la Giunta ha ritenuto di sostituirsi al Governo, oppure se sta facendo un semplice lavoro di piccolo usuraio di periferia.
La novità che dovremmo introdurre in questi argomenti consiste nello sforzo per arrivare a concretizzare, qualificare e quantificare la ragione di merito e, su temi di questo tipo, la ragione politica delle cifre che ci vengono messe di fronte, altrimenti c'è la preoccupazione che attraverso documenti generici, non definiti, la Giunta rinvii puntualmente il confronto politico con il Consiglio regionale, come d'altra parte sta facendo da un anno. Siccome si potrebbe così ingenerare un costume poco corretto nell'ambito dei rapporti tra le diverse fasce dell'istituto regionale, la preoccupazione va ben al di là della fondatezza del rilievo di tipo tecnico che si può fare su questa o quella voce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Mi ripeterò su alcuni punti, ma dirò anche alcune cose nuove.
E' corretto rilevare, così come ha illustrato la relazione, che la legge di variazione interessa una quota modesta delle risorse complessive del bilancio, fatta eccezione delle somme ospedaliere e dell'altra entrata cospicua a destinazione vincolata, ossia i 7 miliardi a favore degli asili nido destinati alla gestione ed alla manutenzione dei medesimi, grazie alla modifica della legge statale richiesta anche dalle stesse Regioni.
Parlando del piano ospedaliero dobbiamo dirci che cosa vogliamo fare.
Il fondo ospedaliero per legge è gestito dalla Giunta e non dal Consiglio regionale, ciò non toglie che esso richieda momenti di riflessione politica in quest'aula. Conviene cambiare quella legge in modo che il fondo venga gestito dal Consiglio regionale, anziché dalla Giunta, costringendo i Consiglieri a fare una valutazione politica più approfondita e più coerente? Dobbiamo decidere questo prima o dopo la riforma sanitaria? Se vogliamo deciderlo subito il mio Gruppo non ha nessuna difficoltà a questo riguardo, non vorrebbe si dicesse, però, che spingendo in questa direzione vogliamo anticipare i tempi della riforma sanitaria.
L'Assessore nel mese di luglio ha distribuito un libro voluminoso con la relazione specifica dei singoli ospedali e con il dettaglio della spesa in generale, tuttavia è difficile dare una valutazione politica quando pensiamo che, all' inizio di questa legislatura la spesa ospedaliera si aggirava attorno ai 180/200 miliardi, che nel giro di 2 o 3 anni è più che raddoppiata e continuerà ad aumentare all'infinito.
Per quanto riguarda gli asili nido suggerirei di non limitarci a prendere atto della maggiore entrata, ma di considerare che quella è stata una grossa conquista delle Regioni, del movimento autonomistico, delle forze politiche. Non bastava approvare una legge per costruire gli asili nido, ma occorreva dare i fondi per gestirli. Consideriamo che c'é stato il contributo di tutti, anche del Governo, per modificare quella legge che apre uno spiraglio nella gestione dei servizi sociali. La variazione va vista in questa luce.
Il nuovo meccanismo della legge finanziaria permetterà una più corretta programmazione della spesa nell'arco dell'anno evitando variazioni a chiusura di esercizio che nel passato stupivano tutti per il modo con cui venivano giustificate e portate a conoscenza dei Consiglieri. Ciò non di meno, alcune delle variazioni proposte hanno un rilevante significato in relazione alla politica di piano e, a nostro parere, meritano di essere sottolineate.
Nell'area di attività è significativa la decisione di destinare altri 1.500 milioni come anticipazione a favore delle Comunità montane per l'attuazione dei loro piani di sviluppo, perdurando la carenza di legislazione nazionale e, l'altra, di finanziare per altri 1.500 milioni le attività dell'Esap indirizzate ad interventi di tipo strutturale. Le Comunità montane esistono, i piani di sviluppo debbono essere fatti. C' una carenza del legislatore nazionale su questa questione, e noi invitiamo il Consiglio a superarla: ecco il modo di collocarsi, per cui è giusto l'intervento finanziario della Regione.
E' certo che una linea di questo genere, dal momento che questi sono fondi della Regione, richiederà una copertura da parte dello Stato. Potremo trovarci anche di fronte a delle sorprese; una linea di questo genere, se politicamente accettata, comunque deve auspicare un retroterra per poterla risanare.
Per quanto riguarda l'Esap, non so se esiste un accordo fra il mio Partito e la D.C.: come Consigliere regionale prendo atto che c'é uno sforzo per intervenire su quelle strutture. Mi pare una scelta giusta.
Nella stessa area di attività accanto ad incremento di capitoli di spesa corrente, dovuta alla lievitazione dei costi o all'integrazione di stanziamenti iniziali non sufficienti, si deve registrare una consistente riduzione di altri capitoli. Fra questi gli interventi relativi alla formazione dei piani comprensoriali e all'avvio della programmazione socio economica e finanziaria, nonché gli stanziamenti destinati a studi e ricerche. Ci pare che questa riduzione possa essere interpretata come adeguamento della spesa alle effettive possibilità di svolgimento delle attività di programmazione e pianificazione territoriale nell'arco dell'anno (evidenziate anche dopo le riduzioni apportate con la variazione da stanziamenti cospicui), e non invece come potrebbe apparire a prima vista ad un loro rallentamento.
Gradirei su questo punto avere comunque un'esplicita risposta da parte della Giunta, anche partendo dalla constatazione che in questi mesi si sta concludendo la prima fase della formazione dei piani comprensoriali dopo le deliberazioni adottate dai Comprensori. Presto saremo chiamati a discuterle per trovare una loro collocazione nell'impostazione del bilancio del 1979 e nella modifica del bilancio pluriennale.
Per quanto riguarda le stesse spese di carattere generale ci pare difficilmente contestabile che da un lato si sia registrato un aumento nei costi, e dall'altro, che la Regione debba essere possibilmente presente con adeguate iniziative nel campo dell'informazione. Si può criticare che i libri sono troppi o troppo pochi, che la cifra impegnata è esagerata, a me però interessa che la Regione sia sempre presente nel dibattito culturale che incrementi le iniziative degli Enti locali e, a questo riguardo, la spesa non deve essere ridotta, ma deve essere sempre più qualificata.
Quindi se la critica viene impostata in questo modo, facciamo un servizio alla comunità piemontese.
Per quanto riguarda i programmi ed i progetti delle diverse aree di intervento non vi sono spostamenti rilevanti, ma solo la correzione di alcune parti con spostamenti di risorse all'interno dello stesso progetto.
Questo fatto evidenzia la volontà di confermare l'impostazione del Piano regionale di sviluppo e del programma pluriennale di attività, per i quali non si ravvisano evidentemente sostanziali modificazioni; peraltro non è possibile in questa sede conoscere quale sia lo stato di attuazione dei programmi e dei progetti stessi che è la condizione perché il Consiglio possa esprimere un'esauriente valutazione sull' efficacia della politica di piano. A questo proposito mi pare opportuno richiedere che con la prossima discussione del bilancio di previsione per il 1979 vengano forniti dalla Giunta tutti gli elementi di conoscenza utili per compiere questo esame che deve portare alla conferma ed anche ad eventuali aggiornamenti dei programmi di sviluppo nelle diverse aree di intervento.
Mi pare opportuno ancora evidenziare come anche dalla variazione di bilancio emerga il limite della finanza regionale, stretta tra la crescita inevitabile della spesa corrente e le difficoltà di organizzare e gestire la politica di investimenti. Anche su questi aspetti invitiamo la Giunta a presentare elementi di approfondimento e di meditazione in occasione del dibattito sul bilancio 1979, che dovrà essere anche occasione per la messa a punto della normativa regolamentare per l'attuazione della nuova legge di contabilità.
Invito la Giunta a presentare al più presto il regolamento per l'attuazione della legge stessa di contabilità.
Abbiamo ritenuto di allargare, seppure in modo succinto, i temi di valutazione della legge di variazione, per la quale esprimiamo il nostro voto positivo nella convinzione che siano questi i nodi intorno ai quali il Consiglio sarà chiamato a pronunciarsi nel prossimo futuro.
Vorrei invitare l'Assessore a mantenere il miliardo nel bilancio del '78 per il fondo relativo all'equo canone, perché sarà sulla base dei nuovi contratti di locazione che verranno stipulati in questo periodo che potremo fare un controllo sulla gestione del fondo stesso. C'é il pericolo che una grossa parte di esso vada a residuo, ma ritengo che non si debba rinunciare sin d'ora al tentativo di operare nelle difficoltà di applicazione della legge, ed in considerazione dell'aspettativa delle forze sociali interessate che richiedono un rapporto più corretto nella cosiddetta guerra fra i poveri, fra i piccoli proprietari di casa e i locatari.
Con questo spirito e con queste raccomandazioni alla Giunta noi ci apprestiamo a dare voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, signori Consiglieri, ho cercato di trovare in queste variazioni di bilancio un momento politico su cui portare l'attenzione.
Francamente non sono riuscito a trovarlo se non nella constatazione di meccanismi di tipo finanziario che non sono idonei alla realtà che viviamo e ad una realtà che è così in evoluzione che ci deve far pensare se non valga la pena obiettivamente di spingere nelle sedi opportune perché le adeguate variazioni possano essere fatte. Non ho trovato il momento politico, anche perché mi pare che queste variazioni rappresentino un momento di scarsa entità finanziaria: si tratta di assestamenti e modifiche a livello tecnico, determinati o da fatti eccezionali o da valutazioni sulle quali può essere opinabile il fatto di dire che sono valutazioni che non ci riguardano nella misura in cui non siamo noi che contribuiamo a farle e che le portiamo avanti.
Credo che da questo punto di vista non si possa essere in grado di scagliare delle grosse pietre anche perché di grosse pietre da scagliare obiettivamente non ne abbiamo riscontrate. In ogni modo riteniamo che ci sia da parte di certi settori della spesa, dove le variazioni sono più sensibili, la necessità da parte della Giunta di dare risposte adeguate per quanto concerne essenzialmente la messa in moto di quei meccanismi di legge che consentano il coinvolgimento decisionale da parte del Consiglio.
Facciamo riferimento soprattutto agli articoli 7550 7580 e 7590 che riguardano il settore del turismo dove la legge che regolamenta deve essere portata rapidamente avanti e che comunque come Gruppo ci faremo carico di verificare al momento del prossimo bilancio che il meccanismo della legge sia in grado di darci tranquillità e sicurezza anche su questo tipo di decisioni. La nostra posizione a questo punto, proprio per l'esiguità della variazione che stiamo esaminando deve essere subordinata all'assicurazione che verrà portato avanti un meccanismo che consenta a tutti i livelli, per tutti gli articoli, una erogazione di spesa più controllata e più garantita da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli per la replica.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La variazione di bilancio è il risultato del susseguirsi di diverse variazioni perché, essendo l'ultima manovra finanziaria consentita dalla legge nel corso dell'anno, era giusto tener conto con il passare dei giorni delle necessità nuove che emergevano tanto che se l'avessimo approvata tra una settimana avremmo sottoposto all'attenzione del Consiglio regionale altre proposte di variazione. Questa flessibilità perciò non è un difetto ma è un pregio.
A mio parere, la Giunta ha operato nella direzione che la legge di contabilità ha indicato evidenziando quei settori nei quali la spesa deve essere avviata subito e quei settori nei quali la spesa deve essere rinviata o modificata nella destinazione. Qualche rischio indubbiamente lo si corre ancora: gli stanziamenti incrementati a fine anno rischiano di generare residui passivi, probabilmente le sollecitazioni che faceva il Consigliere Rossi per quanto riguarda il miliardo dell'equo canone sono fondate nel senso che corriamo due rischi diversi: da una parte di avere un miliardo in più di residui passivi, dall'altra di non poter fare degli interventi di emergenza che sarebbe necessario fare. Si può tenere conto di questa esigenza così come la si è tenuta per il fondo degli asili nido decidendo di far slittare due miliardi.
In verità le variazioni introdotte sono necessitate alla luce di un'impostazione di bilancio che già era conforme all'impostazione della nuova contabilità, o comunque viene progressivamente allineandosi all'impostazione della nuova legge di contabilità. Il fondo ospedaliero, a parte il fatto che richiede il più ampio confronto e la Giunta non sarà certo insensibile alla necessità di un confronto in Consiglio che potrà avvenire sulla base del materiale di informazione che il Consigliere Rossi ha richiamato e che è stato distribuito nel mese di luglio, è un problema che la legge ha affidato alla gestione della Giunta. E' vero che possiamo avere delle indicazioni in via preventiva sulle dimensioni degli stanziamenti, la conoscenza della consistenza chiesta, l'indicazione della spesa presunta, ma in bilancio, secondo la prassi che abbiamo instaurato indichiamo i fondi che sono trasmessi con legge, ossia all'inizio dell'esercizio sappiamo che il fondo indicato sarà insufficiente e che sarà integrato; abbiamo scelto la strada dei progressivi aggiustamenti per evitare che il bilancio venga fatto oggetto di contestazione per aver compreso degli stanziamenti ai quali non corrisponde un procedimento legislativo che fissa l'entità della somma.
Per il fondo ospedaliero abbiamo introdotto le variazioni che la legge del 4.8.1978 ha prodotto, aggiornando, integrando i fondi del '77 e del '78; quindi sul bilancio per il 1979 metteremo la previsione della legge 4.8.78 ben sapendo che nel corso del 1979 o del 1980 ci sarà una nuova legge che adeguerà il fondo per il '79 e per l'80 e che quindi in definitiva questa materia sarà continuamente soggetta a variazione. Non c' altra strada se non quella di prendere atto di volta in volta delle variazioni.
Per quanto riguarda le Comunità montane che sono state oggetto di perplessità negli interventi dei Consiglieri Castagnone Vaccarino e Marchini, il discorso è molto semplice. La legge per il rifinanziamento delle Comunità montane è ferma presso la Commissione agricoltura del Senato; nella previsione che questa legge passasse velocemente, noi avevamo previsto l'intero stanziamento che consentiva di finanziare i piani stralcio delle Comunità pari a tre miliardi di lire; il Governo, approvando il bilancio, ha imposto la cancellazione di quella cifra che era in entrata e in uscita, perché la legge non era formalmente approvata. Con la legge di assestamento abbiamo anticipato con risorse della Regione un miliardo per consentire alle Comunità montane di cominciare i piani stralcio. A fine esercizio avremo altre opere contenute nei piani stralcio pronte, quindi potranno essere erogati i contributi alle Comunità montane per un altro miliardo e mezzo. Mettiamo a bilancio un altro miliardo e mezzo per complessivi due miliardi e mezzo di fondi regionali a favore delle Comunità montane, nel presupposto che la legge sia approvata e quindi sia possibile recuperare questi soldi negli esercizi futuri. Se la legge non fosse approvata o se lasciasse vuoto il '78 corriamo il rischio di dover finanziare con fondi regionali questi interventi, ma è un rischio che corriamo per scelta politica, perché pensiamo che, in ogni caso, non sia un errore sostenere i piani stralcio delle Comunità montane che favoriscono il riequilibrio sul territorio della nostra Regione.
Per quanto si riferisce all'Esap, con la correzione proposta, a nome della Giunta, alla dicitura del capitolo si chiarisce che gli stanziamenti riguardano interventi nel Consorzio di cooperative, interventi per partecipazione di quote azionarie, interventi strutturali relativi a investimenti, anche perché il modesto fondo di dotazione della Regione (100 milioni) con il fondo cospicuo dello Stato sono sufficienti per la semplice gestione d'istituto.
Non conosco i rapporti esistenti tra i partiti relativamente alla gestione, da quanto mi risulta i rapporti erano piuttosto tra le forze sociali presenti nel Consiglio di amministrazione e le rappresentanze di nomina regionale. Se ci sono stati dei ritardi o dei rallentamenti nell'impegno che talune forze sociali o rappresentanze di forze sociali avevano avuto nell'assumersi responsabilità di gestione a livello di esecutivo dell'Ente, queste cose vengano modificate. Per quanto consta alla Giunta l'Esap funziona anche se potrebbe eventualmente funzionare meglio.
Il Consigliere Paganelli ha posto correttamente il discorso dei mutui tanto che non avrei da aggiungere molto a quanto egli ha detto sia in ordine alla politica finanziaria, sia in ordine alle scelte della Giunta.
La politica dei mutui comincia quest'anno. Con la nuova legge di contabilità il mutuo viene in sostanza sottratto ad una specifica destinazione, quindi è un mutuo a ripiano complessivo.
I Consiglieri Calsolaro e Rossi con i loro interventi mi esimono dallo sviluppare ulteriori considerazioni sui capitoli della spesa corrente.
Siamo in presenza di spese non qualificanti per il Piano regionale di sviluppo, ma di spese che non sono comprimibili al di sotto di certi livelli, altrimenti saremmo carenti sul piano della presenza come istituzione. La Regione, per esempio, non sostiene mostre, convegni iniziative promozionali, iniziative culturali degli Enti locali, ecc.
perché occorre qualificare queste iniziative, quindi il discorso è di merito ed occorre fare uno sforzo per andare in questa direzione.
Mi paiono del tutto corrette le argomentazioni sviluppate dal Consigliere Cardinali e, in precedenti interventi, dal Consigliere Paganelli circa i capitoli della spesa per il turismo. E' indubbio che la situazione evidenziata dal bilancio complessivo e da questa nota di variazione non deve essere considerata normale né ottimale. Siamo convinti della necessità di una legge specifica del turismo e che i 3 miliardi non debbano essere gestiti in questo modo. L'Assessore al turismo ha presentato in Commissione, da diversi mesi, una legge su questa materia. La Giunta riconferma il suo impegno totale a trasformare quegli interventi, la cui utilità non si disconosce, ma che vengono erogati in mancanza di un documento di principio, affidando ciò che oggi è alla discrezionalità della Giunta ad una regolamentazione minuta e ponendo le premesse di un intervento disciplinato in cui Consiglio e Commissione avranno il proprio ruolo. La strada da seguire è la legge e il disegno relativo, di iniziativa della Giunta, è in Commissione. La Giunta per parte sua si farà promotrice di un'azione intesa ad accelerarne i tempi di esame.
Faro un'ultima considerazione in merito alle spese per l'avvio della programmazione comprensoriale, della programmazione socio-economica, della programmazione territoriale. Al Consigliere Rossi che ha posto un interrogativo non irrilevante, posso dire che la riduzione dei capitoli consegue al fatto che gli stanziamenti iniziali esprimevano più la volontà di far tutto subito che non la possibilità di realizzare tutte le ricerche messe a bilancio; quindi, si sono in un primo tempo finanziate le ricerche che era possibile compiere nell'anno mentre gli altri adempimenti si sono fatti slittare agli esercizi prossimi, compresa gran parte della spesa per i piani comprensoriali che sono stati appena approvati con le deliberazioni programmatiche e la cui spesa avrà il clou nel corso del 1979.
Il bilancio 1979 ci metterà ancora una volta di fronte al momento della verità, che la Giunta non ha intenzione di eludere ma che si impegnerà ad affrontare con la più ampia disponibilità di dati nelle sedi della Commissione e della consultazione. Non sarà sottratto all'attenzione del Consiglio nessun elemento di quelli che compongono il quadro della finanza regionale e delle risorse a disposizione, compreso il rapporto con il Governo, realtà con la quale ci dobbiamo confrontare seriamente al di là delle posizioni che ogni forza politica assumerà nel confronto. C'é una realtà nuova: la Regione in questi anni si sta trasformando sotto i nostri occhi, non si trova più al momento della difesa accanita delle sue prerogative sul terreno del contenzioso costituzionale con il Governo, non è più al momento dello sforzo volontaristico di porsi come realtà capace di coprire degli spazi propri con autonoma iniziativa, ambizione coltivata tra la fine della prima e l'inizio della seconda legislatura: oggi la Regione attraversa un momento che qualcuno definisce di riflusso, altri di assestamento, è comunque nella condizione di fare i conti con un modo di funzionare, con un tipo di risorse e un loro utilizzo nel quadro complessivo del settore pubblico e nei rapporti con il Parlamento e con il Governo. Se la programmazione nazionale sarà varata le difficoltà che le Regioni avranno per un loro inserimento corretto nel quadro del piano triennale saranno un momento di questa verità. Altro peculiare momento sarà la rapida accentuazione degli elementi che fanno delle Regioni dei canali attraverso i quali passa gran parte della spesa corrente del settore pubblico allargato. Avranno un bel discettare sul rapporto fra la spesa corrente e la spesa di investimento, in realtà le Regioni stanno diventando, per scelta del Governo e del Parlamento, il momento centrale di riallocazione, a favore degli Enti minori, della spesa corrente per consumi sociali.
Se non prendiamo atto di questa realtà e continuiamo a ragionare in termini di spesa corrente e di spesa di investimento, quasi che l'una fosse parassitaria e l'altra l'unica qualificata, dovremmo dire che c'é un disegno generale per fare delle Regioni il canale della spesa parassitaria.
Le Regioni stanno diventando il punto di passaggio necessario e fondamentale per la spesa corrente che riguarda i consumi collettivi, i consumi sociali; mentre la spesa di investimento sempre meno sarà determinata dalla nostra autonoma capacità decisionale e sempre più sarà un momento contrattato con il Governo per progetti e programmi. Se le Regioni non acquisteranno capacità di partecipazione vera alle scelte di spesa fatte al centro rischieranno di essere delle appendici trascurabili anche della stessa manovra dell'investimento pubblico. E' un tema che non volevo introdurre, lo riproporrò in sede di bilancio.
Prendiamo atto che la realtà odierna è diversa da quella di pochi anni fa, adattiamo il nostro modo di operare, l'efficienza della nostra macchina amministrativa, il funzionamento della Giunta, delle Commissioni e del Consiglio a questa realtà nuova.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. La parola al Consigliere Bianchi per la dichiarazione di voto.



BIANCHI Adriano

Ci rendiamo sempre conto, qualche volta anche troppo, dei condizionamenti vari, delle difficoltà obiettive, delle dinamiche che sono in atto, che hanno dei riferimenti puntuali nelle notizie che l'Assessore ha fornito sulla situazione nazionale, sui rapporti con il Governo e sulla predisposizione di strumenti che fortemente influiscono sulle nostre scelte.
Il Consigliere Paganelli e altri intervenuti hanno messo in evidenza carenze di metodo, di tempestività, mancanza di coordinamento, modalità di presentazione di questa materia che mettono non solo formalmente in difficoltà l'opposizione, alle quali può supplire la competenza di singoli Consiglieri, ma che non consentono un adeguato confronto politico.
L'Assessore Simonelli se ne è reso conto e non ha risposto direttamente a queste obiezioni ma ha risposto, sia pure indirettamente, affermando che c'é un momento di verità da non eludere, che per la discussione sul bilancio, per la quale secondo un vivace scambio di opinioni avvenuto nella Conferenza dei Capigruppo ci attendevamo tutta una documentazione, saremo messi di fronte ad un complesso di documenti, di relazioni che consentiranno di affrontare propriamente questa materia.
Conseguentemente alle critiche, ci disponiamo ad un voto negativo e diamo a questo voto negativo anche un significato di sollecitazione rispetto agli adempimenti richiesti, per consentire ad ogni Consigliere un giudizio pacato, tempestivo, approfondito sulla materia, così come chiediamo che, razionalizzando i momenti della partecipazione, della consultazione, si sottragga a questa ogni frettolosità rituale, tale da non consentire alla comunità regionale di prendere atto anche di quelle tematiche e di quei problemi che l'Assessore ha affacciato, che sono presenti e che sono stati portati alla nostra attenzione in modo adeguato.
Abbiamo preso atto di una interessante indicazione che è venuta dal Consigliere Rossi, oltre alle sue argomentazioni sempre meditate e serie per ciò che riguarda il quadro delle norme e dei metodi della gestione del colossale fondo sanitario. Riteniamo che su questa materia debba essere compiuta una sollecita riflessione per non andare ad innovazioni estemporanee o a soluzioni meramente assembleari, ma per dare all'argomento un giusto equilibrio nei rapporti tra le competenze della Giunta e la partecipazione, il controllo e l'iniziativa del Consiglio regionale.
Per il bilancio, al quale si sono tutti riferiti e tutto si è rimandato, dichiariamo, con il voto negativo, che non siamo disponibili per una trattazione frettolosa o rituale per la quale si pongono delle scadenze temporali che non siano strettamente collegate ai contenuti che vogliamo affrontare. Ci pare che l'Assessore abbia, con la sua intelligente tempestività, anticipato una volontà. Molte volte abbiamo sentito peraltro dichiarazioni di questo tipo alle quali forse i fatti non hanno consentito di dare adeguato seguito. Verificheremo tra poco, perché di poco si tratta se questo seguito sarà dato all'appuntamento che ci attende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il voto positivo del mio Gruppo è già stato preannunciato dal Consigliere Rossi ed il mio brevissimo intervento intende confermarlo. Ho preso la parola perché la gran parte degli interventi, in particolare quello del Capogruppo della D.C., hanno richiamato il tema del bilancio e il metodo che intendiamo porre in atto per affrontare questa scadenza.
Desidero significare l'impegno del nostro Gruppo e la richiesta che il momento della discussione del bilancio 1979 sia diverso da quelli precedenti. Ci stiamo avviando alla fine della legislatura ed io sono profondamente consapevole che il bilancio politico delle leggi, delle innovazioni, dei cambiamenti, delle cose fatte da questa Giunta, da questa maggioranza è largamente positivo e l'occasione del bilancio 1979 sarà un momento di verifica di tutte queste cose ed un momento a cui dobbiamo dare la massima estensione, capilarizzazione e democrazia sostanziale. Se è vero che il giorno 16 novembre è stato sorpassato perché i documenti importanti e decisivi per una lettura non rituale del bilancio verranno consegnati nei prossimi giorni non dobbiamo dolercene, ma dobbiamo rimandare la discussione nella comunità piemontese oltre che nel Consiglio regionale come momento di confronto reale. Nel breve volgere di 3 anni la Regione è cambiata, sono cambiati i rapporti con lo Stato, è stato messo in moto il meccanismo dei Comprensori e del decentramento regionale. Oggi andiamo a rappresentare alla comunità regionale quello che è stato possibile fare denunciando quello che non è stato possibile fare e andando a rimuovere le cause degli ostacoli.
Annunciamo il nostro impegno ad attrezzarci in maniera che da questo bilancio escano le verifiche sui fatti, sulle realtà, richiamando la Giunta alla tempestività nell'approntamento dei documenti, alla consistenza e alla adeguatezza dei documenti stessi, perché questa discussione nella comunità abbia i risultati che si attendono dalle forze pubbliche.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Intendo prendere la parola solo per un chiarimento. Poiché il Governo ha richiesto che il discorso sul piano triennale venga affrontato congiuntamente con le Regioni, perché sia predisposto un quadro di compatibilità sociale-finanziario con gli obiettivi del Governo, le rilevanze di bilancio e gli interventi regionali, abbiamo ritenuto malgrado una grossa parte della documentazione fosse già pronta per essere sottoposta ai Consiglieri, di attendere che il Governo trasmettesse tutti gli elaborati. Si trattava di presentare i documenti oppure di attendere qualche giorno per mettere insieme il quadro di compatibilità e per dare ai Consiglieri tutta la documentazione e un giudizio complessivo dell'attuale stato di crisi del Paese.
Giovedì prossimo i Presidenti delle Regioni si incontreranno con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con i Ministri finanziari ed in quella occasione ribadiremo la nostra disponibilità a contribuire perché il Paese possa uscire rapidamente dalla grave situazione in cui si trova.
Quindi non c'é nessuno scollamento, nessun atto che venga a compromettere questo sforzo in un momento in cui si avverte, anche fisicamente, che la situazione politica presenta degli aspetti di crisi preoccupante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Nell'esprimere il voto negativo desidero fare una notazione che per un conservatore è piacevole almeno dal punto di vista del metodo della gestione della cosa pubblica. Alcuni mesi fa abbiamo sentito parlare in quest'aula di "demitizzazione del bilancio" da parte delle forze di maggioranza e che la gestione della Regione è affidata ad altri momenti decisionali che non sono esclusivamente il bilancio. Dopo pochi mesi la discussione del bilancio è nuovamente divenuta un momento fondamentale importante e decisivo. Giustamente si ritiene di recuperare questo momento: conseguentemente, però, si dovrà ridurre la valenza anche di altri momenti che forse affrettatamente sono stati qualificati più di quanto fosse il caso di qualificare.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione del disegno di legge "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978 Articolo 1 - Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1978 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella A), annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1978 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella B annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
L'Assessore Simonelli propone alla tabella B il seguente emendamento: "1) Cap. 1350: sopprimere le parole 'di funzionamento' 2) Cap. 7140: sopprimerlo 3) Cap. 9171 sostituire '5 miliardi' a '7 miliardi'." Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - In relazione alla legge 4 agosto 1978, n. 461, recante norme per il finanziamento del Fondo nazionale ospedaliero per gli anni 1977 e 1978 ed in attuazione della legge regionale 10 gennaio 1977 n. 4, negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1978 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella C) annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Dopo l'articolo 6 della legge regionale 25 maggio 1978, n. 26 è aggiunto il seguente articolo 6 bis: 'Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, ai sensi dell'articolo 15, primo comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335 e su conforme deliberazione della Giunta regionale, le variazioni al bilancio dell'esercizio in corso per l'istituzione di nuovi capitoli di entrata, per l'iscrizione di somme derivanti da assegnazioni dello Stato destinate a scopi specifici e per l'iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate dalle leggi statali o regionali in vigore".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Il capitolo denominato: 'Contributi in capitale per sopperire alle necessità derivanti dagli eventi alluvionali dell'agosto 1978' istituito nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, ai sensi degli articoli 1 e 7 della legge regionale 2 ottobre 1978 n. 59, assume il numero 8281 anziché il numero 8280".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Nel bilancio di previsione dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta 'La Mandria' per l'anno finanziario 1978, allegato alla legge regionale 25 maggio 1978, n. 26, sono introdotte le variazioni di cui alla tabella D), annessa alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Per quanto riguarda la tabella allegata viene presentato il seguente emendamento dalla Giunta regionale: Capitolo n. 9340 (profilassi) - competenza + 12 milioni - Cassa + 12 milioni Capitolo n. 10970 (resistenza) - Competenza + 35 milioni - Cassa + 35 milioni Capitolo n. 2250 (ricerche) - Competenza 47 milioni Capitolo n. 12900 (Fondo di riserva di cassa) - Cassa 47 milioni Chi approva l'emendamento alzi la mano. E' approvato con 29 voti favorevoli e 20 contrari.
Si passi alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI n. 29 Consiglieri hanno risposto NO n. 20 Consiglieri Il progetto di legge n. 353 è approvato.
I lavori riprendono oggi pomeriggio alle ore 15,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,15)



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