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Dettaglio seduta n.220 del 04/10/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame progetto di legge n. 124 "Contributo regionale per la costituzione a Vercelli di un monumento alla mondina"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto settimo all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 124: 'Contributo regionale per la costituzione a Vercelli di un monumento alla mondina'". La parola al relatore, Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio, relatore

Signor Presidente, il tema che proponiamo con questo disegno di legge presentato unitariamente dai cinque Consiglieri regionali della Provincia di Vercelli, è per la sua natura un tema che invita alla discussione.
Potrei anche lasciarmi andare ad una retorica celebrativa: le mondine del Vercellese e della plaga risicola, che c'erano fino a ieri, oggi non ci sono più per l'avvento dei mezzi meccanici, per l'uso dei diserbanti e dei composti chimici in luogo della manodopera, momento che mi consentirebbe anche di rievocare la funzione sociale che hanno svolto queste lavoratrici.
La proposta di dare un contributo regionale per l'erezione di un monumento alla mondina nella Città di Vercelli, ha il significato di lasciare un segno imperituro della riconoscenza di coloro che sono venuti dopo quell'epoca e di coloro che verranno dopo di noi, che non sapranno mai di quanto sudore e di quali sacrifici grondi il prezioso chicco di riso che ognuno consuma quotidianamente. Non cederò a questa tentazione, la morale della proposta plurima è contenuta nella relazione scritta che non ribadirò. Mi permetterò invece di ricordare all'assemblea i passaggi che hanno portato i partiti del Vercellese, le centrali sindacali, le forze sociali a ritenere opportuno che nel settantennio (siamo in ritardo di un anno) di uno storico evento, di una storica ricorrenza, si faccia luogo a questo segno di riconoscenza verso quella categoria di lavoratrici.
L'idea è nata qualche anno fa in un congresso internazionale della risicoltura, laddove si dibattevano problemi di alta tecnologia produttiva laddove c'era il contributo di studiosi, di scienziati, della coltivazione del riso nel corso dei quali nessuno, nemmeno da parte delle federazioni rappresentanti la categoria, veniva portato un contributo all'elemento umano parte importante del mondo risicolo, la "mondina". Se da una parte era giusto andare a studiare la genetica della pianticella, e affermare che la coltivazione del riso, era possibile anche sugli altipiani del Tibet non ci pareva giusto che nessuno di quegli studiosi ricordasse che nel processo produttivo ci fosse anche la presenza della mondina, ci fossero le mani e le braccia delle "mondariso" che nessun cinematografaro italiano è riuscito a riprodurre fedelmente sul grande schermo.
Oggi non esiste più la mondariso, ma se non ci fosse stata la sua capacità professionale, il riso probabilmente sarebbe stato soffocato dalle erbe infestanti. Oggi c'é il diserbante e molto probabilmente non ci sono più le erbe infestanti e il diserbante soffoca non soltanto le erbe infestanti, ma inquina anche i contadini ed i lavoratori agricoli.
L'idea dunque era nata allora, volendo riconoscere sul piano storico e sul piano umano la funzione di quella benemerita categoria di lavoratrici.
Il Comune di Vercelli ha fatto propria quell'idea e di concerto con la Provincia e le forze sociali ha invitato le Regioni contigue, Lombardia Emilia e Veneto dalle cui zone le mondariso venivano in territorio vercellese a lavorare per 50 giorni, a partecipare all'iniziativa.
Il comitato che ne è nato ha invitato un gruppo di scultori a preparare un bozzetto. Due di essi hanno aderito, Murri e Agenore Fabbri, dicendosi onorati di simboleggiare la mondariso e dichiarando di svolgere l'opera gratuitamente, eccettuato il costo del materiale occorrente. La ricorrenza dovrebbe coincidere con il settantesimo anniversario della conquista delle 8 ore lavorative avvenuta nel 1907. La lunga lotta ebbe inizio nel 1905 ed ebbe ancora dei riflessi nel 1908 per cui l'inaugurazione del monumento facendosi nel 1978, rientrerebbe ancora nello spirito del settantesimo anno.
Il Comune urbanizzerà una piazza apposita dove collocherà il monumento.
La vicenda regionale del disegno di legge è annosa, era già stata dibattuta in sede di VIII Commissione, è approdata poi alla I Commissione che l'ha approvata ed ora la propone al Consiglio. Con questa proposta venivano chiesti, nel 1976, 12 milioni ed ora vorrei timidamente chiedere al Consiglio di rettificare la cifra in 15 milioni per un reale e concreto adeguamento alla lievitazione dei costi. L'opera complessiva costerà 60 milioni e sarà coperta con il contributo delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto oltre alla Cassa di Risparmio, la Provincia di Vercelli e le organizzazioni sindacali.
Se, come spero, il Consiglio approverà il provvedimento, questa richiesta, che esprimo a nome dei 400 mila abitanti della Provincia di Vercelli, 200 mila dei quali residenti nella zona risicola, credo di poter anticipare un caldo, fraterno e solidale ringraziamento anche da parte delle mondariso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Spendere dei soldi nei periodi di emergenza è sempre faticoso soprattutto quando si tratta di cose non assolutamente necessarie. In questo caso però devo riconoscere che si tratta di salvaguardare dei valori e delle tradizioni che hanno la loro importanza. L'amico Bellomo ha richiamato l'aspetto storico, sociale e sindacale, rifacendosi al mota popolare del principio del secolo allorché le mondariso cantavano "le otto ore non sono poche provate voi a lavorare". Quelle vicende le ho vissute in prima persona, anche se non ho fatto il mondariso, avendo avuto la mia famiglia un'azienda che assoldava un centinaio di donne per la cosiddetta "stagione della monda": In quei tempi il lavoro era realmente faticoso ed il salario realmente guadagnato: frutto di una fatica non indifferente. E' una tradizione che è nata nelle zone risicole del Piemonte soprattutto nella provincia di Vercelli (che produce circa 5 milioni di quintali di riso),seguita per importanza dalle province di Pavia, di Novara, quelle del Veneto dell'Emilia e ora anche della Sardegna nelle zone bonificate.
Il progresso e la tecnologia moderna hanno alleggerito le fatiche dell'uomo nel lavoro della campagna, l'avvento dei diserbanti chimici si è sostituito al lavoro manuale e ha consentito la continuazione della coltivazione e della produzione del riso: se non ci fossero stati i diserbanti oggi non si potrebbe più produrre il riso. Nell'ambito della Comunità Europea, l'Italia è la massima produttrice di riso (a fronte di 1 milione di quintali prodotti in Francia ci stanno i 10 milioni di quintali prodotti in Italia) e non se ne produce in nessun'altra nazione del Mercato Comune Europeo.
E' giusto che questo monumento venga posato a Vercelli essendo definita "la capitale europea del riso" e faccio mio l'ultimo comma della relazione là dove si dice che "la Regione Piemonte, ritenendo giusto e doveroso assecondare l'iniziativa del Comune di Vercelli, propone l'erogazione a ricordo della gloriosa e benemerita categoria delle mondariso". Mi associo all'iniziativa con la speranza che questo simbolo possa ricordare i meriti della gloriosa categoria e il passato dell'agricoltura italiana e regionale in particolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori colleghi, l'iniziativa assunta dal Comune di Vercelli in nome ed in rappresentanza dell'intera comunità vercellese intesa ad erigere in Vercelli un monumento alla "mondina", mi ha subito trovato convinto sostenitore e firmatario della proposta di legge che è stata presentata con i colleghi Bellomo e Besate; convinzione però non derivata da motivi di semplice campanilismo, quanto per rendere omaggio a quella mitica figura dei campi che tanta parte ha avuto nella storia sociale delle nostre zone e tanto merito gli si deve riconoscere nel processo di sviluppo dei nostri territori.
Ricordare la mondina, tracciare la sua storia significa in definitiva tracciare la storia della risicoltura e dell'evoluzione sociale ed economica di tutto il nostro ambiente.
Quest'attività agricola ha avuto inizio con l'avvio della coltivazione del riso che gli storici collocano verso il 1400-1500. Per secoli infatti la monda ha rappresentato la maggior occasione e possibilità di lavoro per le donne delle nostre pianure. La monda, o mondatura del riso, consiste nell'estirpare con operazione manuale le piante infestanti: giavone scirpus etc., per assicurare un normale sviluppo alla pianta di riso.
Lavoro certamente pesante, ma anche tipicamente femminile. Infatti alla monda si dedicavano principalmente le donne, mentre gli uomini accudivano a tutti gli altri lavori di campagna.
Sulla figura della mondina si è sviluppata un'ampia letteratura e tutti, compresi gli storici che in qualche modo si sono soffermati a considerare lo sviluppo delle condizioni di vita, di lavoro e di economia delle nostre plaghe, si sono anche soffermati a considerare il lavoro della mondina. Dal Dionisotti al Mandelli e per ultimo anche il Castronovo con la sua recente pubblicazione "Il Piemonte", illustrano la figura della mondina quale componente essenziale per la produzione risicola.
Certamente oggi sarebbe impensabile compiere quell'immensa mole di lavoro con maestranze che lavorassero soltanto manualmente. Lavoro difficile e pesante, che si collocava nelle eguali condizioni di profonda e grave crisi e di povertà in cui viveva la stragrande maggioranza degli operatori agricoli delle zone vercellesi.
Non va infatti mai dimenticato che la componente che ha sempre fatto la parte "del leone" è stata la proprietà fondiaria, che proprio in virtù del suo maggior peso contrattuale assorbiva la maggior parte del reddito che veniva prodotto. A tale riguardo basti consultare il Castronovo, ed in particolare il Monti nella sua memoria "Aspetti economici e sociali dell'agricoltura vercellese nel secolo XIX", il quale si soffermava a lungo sul problema della risicoltura e l'evoluzione sociale ed economica della plaga vercellese e del novarese. A fronte di un guadagno di lire 1.500: per un'azienda di circa 200 ettari percepiti dall'affittuario, il proprietario guadagnava come affitto circa 15 volte tanto. Queste erano le ragioni principali che determinavano i bassi salari e le antigieniche condizioni ambientali in cui vivevano i lavoratori. Eravamo nella seconda metà dell' 800, ma sono stati proprio quei tempi che hanno caratterizzato negativamente il lavoro nelle risaie. L'evoluzione sociale del mondo del lavoro aveva comunque già assunto una fisionomia ben definita.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

C'é stato un periodo di vera opposizione all'alimentazione del riso.



FRANZI Piero

E' vero. Le prime opposizioni al riso si hanno attorno al 1600/1700 nell'epoca della dominazione degli spagnoli, epoca a cui risale la prima ordinanza per allontanare la risaia dai centri abitati. In quegli anni infatti si erano verificati dei casi di epidemia malarica, scomparsi poi nei secoli successivi.
Alla risaia però si deve riconoscere il grande pregio di essere una coltura di bonifica, tant'é vero che la plaga di Oristano in Sardegna conosciuta da tutti come palude, è stata completamente bonificata grazie alla risaia.
Le stesse zone torbose del Ferrarese che sono state prosciugate all'incirca trent'anni fa sono state messe a coltura con il riso. Nelle zone della Baraggia del Vercellese, anche se qual che tecnico sostiene che si possa coltivare mais o foraggi, si potranno mettere a coltura solo ed in quanto ci sia un primo periodo di coltivazione a risaia. Coltura non solo economica, ma anche di bonifica:che va pertanto sostenuta.
Tornando agli anni che seguono la fine dell'800, le vertenze sindacali si fanno più cruente, gli scioperi più convinti e si incomincia a discutere in termini di politica globale del settore. In questo nuovo contesto le mondariso gettano sul piatto della bilancia il loro peso numerico per realizzare le loro istanze intese ad ottenere un orario di lavoro più sopportabile ed un salario più equo.
La grande conquista delle otto ore lavorative si realizza attorno al 1906, però trova la sua puntuale codificazione il 13.3.1913, quando andò in vigore il primo contratto di lavoro a carattere provinciale intersindacale.
Anche in questo caso, come scrivono il Ferraris e l'Alfonso, si giunse all'obiettivo dopo anni di proteste, manifestazioni, scioperi ed anche ..
poesie.
Questa velocissima panoramica sui tempi passati ha voluto soltanto essere la cornice alle condizioni in cui la mondina ha vissuto ed operato.
Parlare oggi di mondine, che ancora pochi decenni addietro per circa 40 giorni da maggio a luglio popolavano le nostre campagne, sembra parlare di un tempo arcaico quasi inconcepibile. Erano le mogli, le figlie, dei nostri coltivatori, dei braccianti e dei salariati residenti nei nostri paesi, ma erano anche le mogli e le figlie di altri coltivatori, di altri braccianti di altri lavoratori delle province emiliane, venete e di alcune province lombarde .
Ricordiamo ancora con simpatia le vivaci emiliane, le compassate venete e lombarde, legate alla risaia non solo da necessità di lavoro, ma anche da sinceri vincoli di amicizia che di stagione in stagione diventavano sempre più profondi.
E' bello citare la poetica prosa di Giorgio Sambonet nella sua introduzione alla pubblicazione "Terra d'acqua": "Da un solco all'altro chine sull'acqua, le vesti arrotolate sui fianchi con lo spago, i piedi nudi nel fango, si difendevano dagli insetti, dal caldo con calze monche e grandi cappelli di paglia". "Le mondariso cantavano; nel grande silenzio di tanto in tanto rotto da qualche grido d'uccello, il brusio delle loro voci poteva sembrare a chi si avvicinava una musica di alveare ronzante". "Prima degli ultimi raggi di sole calante sui lucenti specchi d'acqua, ritornando alle cascine, la sudata fatica veniva lavata nelle acque più limpide che accoglievano le nude femminilità mai timide sotto sguardi indiscreti".
"Finita la monda, nell'ora della partenza, le forestiere salendo sulle tradotte o sulle corriere sgolavano maliziosi ed allusivi canti tramandatisi da una generazione all'altra: 'Signorine abbassate la gelosia ..., le capitane se ne vanno via' oppure 'Sgnôur padroûn da li beli braghi bianche ..., che hai cacciato fuori le palanche...'.
Ma nel saluto e nello sventolare di fazzoletti c'era una nota di rimpianto cui faceva eco una risposta di simpatia e di amicizia delle popolazioni locali".
Questa è la mondariso che noi ricordiamo, che vogliamo ricordare alle generazioni future, così come d'altra parte ce la descrive Carlo Trinchero: "Sgranate in lunga fila le mondine stan curve sul lavoro; di mattina sul fare dell'alba quando la risaia è livida ed ostile, han cominciato ed ora le addenta il solleone. Si muovon lente tra la terra molle che male odora e che si incolla ai piedi".
Chiuso l'intervento poetico, vengo ad una nota più concreta. La richiesta già espressa dal collega Bellomo è stata tradotta in emendamento: chiediamo 15 milioni, perché ne abbiamo necessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Quando avevo 12 anni mi insegnarono a distinguere l'erba che fa riso da quella che non fa riso. A quel tempo non pensavo che un giorno mi sarei trovato a parlare di un monumento a quelle anziane maestre che mi insegnavano come si teneva l'erba in mano.
Quando si parla delle mondine bisogna parlare del medico di Bianz Fabrizio Maffi, uno dei fondatori del Pci, che soleva dire ai braccianti colpiti dalla pellagra: "se volete guarire mettetevi nella lega dei braccianti per guadagnare più quattrini, per avere un'alimentazione più consona alle necessità. Tutta la mia scienza di medico è impotente davanti alla denutrizione".
Bisogna parlare di tanti altri che a contatto con la categoria delle mondine e vivendo il loro dramma diventavano socialisti; bisogna ricordare gente come il compagno Germanetto che nel suo libro "Memorie di un barbiere", ricorda il grande sciopero del 1921, quando un giorno, tornando da Milano in calesse, attraversava le plaghe della risaia della Lomellina e del Vercellese e si trovava bloccato dai braccianti. Bisogna ricordare i tempi della lotta clandestina, degli scioperi contro il fascismo, contro l'invasore tedesco e contro il fascista repubblichino; bisogna ricordare Di Vittorio, Giulio Pastore, Fernando Santi, Oreste Lizzadri, che tante volte sono stati alla contrattazione del contratto delle mondariso.
Il mio esordio di sindacalista lo feci appunto nell'ufficio di Fanfani allora Ministro del lavoro, presenti Di Vittorio, Giulio Pastore e Oreste Lizzadri, per comporre un grande sciopero che investiva tutta la valle padana, partendo dalla risaia. Quei momenti di grandissima tensione non degenerarono mai nel disordine. La categoria era disciplinata e fortemente iega ta alle proprie organizzazioni, si esprimeva con un atteggiamento di assoluta dignità e di rispetto nel rapporto con i datori di lavoro e con i propri compagni.
Oggi questa categoria è felicemente scomparsa - dirlo può sembrare un paradosso - per l'avanzare auspicato e realizzato del progresso tecnologico, ma sicuramente ha lasciato una profonda traccia culturale : dal delta padano, da dove partivano decine di migliaia di donne per 50 giorni di duro lavoro, alle zone delle risaie vercellesi. Le mondariso uscivano di case alle 4,30 del mattino a piedi per essere alle 5,30 puntuali sul lavoro e per ritornare alle 15,30 del pomeriggio costrette ad affrontare un'altra giornata di fatiche familiari.
Con il monumento non si tratta di commemorare qualche cosa che è finito, perché se è finita la figura della mondina come prestatrice d'opera resta l'epica sua storia, dei suoi sacrifici, del contributo che ha dato per la produzione del riso. Non solo rimane un segno storico e culturale rimane come fatto di costume, come esempio di civiltà del lavoro, di lotta per l'emancipazione e l'elevazione delle classi più povere e più diseredate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Ho ascoltato con vivissimo interesse gli interventi dei colleghi su questo argomento che poteva sembrare marginale, che invece porta il Consiglio ad un livello notevole sotto il profilo letterario. Aggiungerei alcune pagine di Claudio Bragatto, un ciabattino autodidatta di Santhià che negli anni 1936/1938 ha scritto delle pagine che si possono leggere ancora oggi con grandissima commozione e con vivissimo entusiasmo.
La Regione dà un contributo per l'erezione di un monumento alla gente semplice, alla gente che ha sofferto e che soffre, alla gente che esalta nel sacrificio il lavoro, che siamo soliti dire "nobilita l'uomo" e anche la donna, ma che in determinate condizioni umilia e mortifica l'uomo e la donna quando non è accompagnato dall'assistenza, dalla tutela, dalla garanzia.
Guardandomi in giro e vedendo come sono imbrattati i monumenti, come sono dissacrati, come sono ignorati, ho avuto un momento di disagio tuttavia l'ho superato dicendomi che era opportuno.
Voterò favorevolmente alla proposta di legge proprio perché nel caso concreto non si esalta la figura dei grandi come solitamente avviene, ma si esalta la figura del l'uomo semplice, umile, modesto e povero che lavora concretamente. A Novara già esiste un monumento analogo. Vercelli attraverso le iniziative del Comune, rivendica giustamente una priorità che la porta a stabilire un termine di comparazione con la finitima regione novarese. Forse poteva essere opportuno conoscere anche le linee del monumento. Se un suggerimento potesse ancora venire, vorrei che attraverso l'esaltazione della mondina ci fosse l'esaltazione del suo sacrificio.
Un anno fa, in una piccola frazione delle 52 frazioni che costituiscono il Comune di Locana, si è inaugurato il monumento allo spazzacamino, altra figura scomparsa dall'avvento del termosifone. La mondina è stata allontanata da un altro elemento di progresso e di "civiltà", i diserbanti che costituiscono un'azione tossica. Da un poco di tempo il riso è amaro non soltanto nel titolo dello spettacolo cinematografico, ma attraverso ai veleni che ne insidiano la produzione.
Dando la mia adesione piena e completa, riservandomi di conoscere la caratteristica del monumento, richiamo l'attenzione dei Consiglieri su un fatto del quale ebbimo occasione di parlare in passato. A San Pietro Val Lemina alcuni anni addietro, Sindaco il collega Consigliere Colombino venne inaugurato il monumento all'e migrante piemontese. Analogo monumento è in corso di costruzione a San Francisco in prossimità di Cordova nell'Argentina dove vive una grossa comunità di emigrati. Con i colleghi Bono e Fonio sono andato a rappresentare la realtà regionale piemontese a quella semplice gente lavoratrice. Prendo l'occasione di questo discorso per collocare alla sua attenzione, Signor Presidente, l'opportunità di un contributo a quel monumento.
Dio non lo voglia che modificandosi le cose dovessimo pensare al monumento ad un' altra figura di lavoratore, il montanaro che scende dalla montagna e non vi risale più. Se la montagna dovesse sgretolarsi dovremo fare anche il monumento al montanaro? Non è opportuno spendere i soldi prima, invece di fare il monumento? Scusate se ho dilatato un poco il discorso. Scherzosamente si sono portate avanti delle riminiscenze non soltanto alla sofferenza e alla pena ma anche ad una specie di partecipazione effettiva di quel mondo del lavoro femminile che riusciva a vincere il momento del piano e dell'ombra con una certa serenità e una certa spontaneità. Pare a me che debba invece essere un altro l'elemento fondamentale che trova esaltazione, quello del lavoro,come è scritto nella prima riga della Costituzione italiana: "l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ", fondata sul lavoro che nobilita, che rende possibile l'acquisizione di elementi nuovi per una vita socialmente più elevata.
Comunque sia la figura della mondina, ci sia però un'espressione che richiami il valore fondamentale della pena e della sofferenza del lavoro che intendiamo esaltare con questa partecipazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Svolgerò il mio intervento come rappresentante del collegio di Novara che è una città che sembra abbia avuto sempre un poco di ruggine con la vicina Vercelli. Mi viene in mente di citare un episodio significativo.
Durante una delle ultime consultazioni elettorali, mentre la TV incominciava a sciorinare i risultati, arrivato a Vercelli un cittadino novarese scuotendo la testa, diceva: "lascian proprio votare tutti"! Vercelli merita l'elevazione di un monumento e il contributo della Regione per le evidenti ragioni che hanno detto i colleghi. Oggi non votiamo in favore di un monumento che celebra e ricorda una ricorrenza, ma poniamo un monumento a un periodo storico, a una situazione sociale che ha avuto dei grossi riflessi e che ha rappresentato una caratteristica peculiare per la vita delle regioni novaresi e vercellesi. Sappiamo che cosa ha significato, dalla Liberazione in poi, la lotta delle mondariso e tutti i problemi che ad essa erano connessi. Sono stato per lungo tempo redattore del giornale "La risaia" di Vercelli che nel titolo aveva il richiamo alla più significativa attività della zona.
Con questa legge poniamo un monumento che eternerà e celebrerà avvenimenti che sono stati peculiari di questa zona. Con il poeta Orazio mi auguro che "exegimus monumentum aere perennius" perché dovrà perpetuarsi nel futuro molto di più di quanto non sia il nostro ricordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Si è fatto riferimento a tutte le specie in via di estinzione, il montanaro, lo spazzacamino, la mondina, a titolo di scaramanzia mi pare che il "liberale" non possa non esserci. I francesi quando hanno celebrato con un monumento alla Marianna il simbolo della rivoluzione hanno utilizzato il busto di Brigitte Bardot, anche noi, lasciando da parte molta retorica e cercando di ricreare l'immediatezza di questa vicenda, potremmo sforzarci di essere più attuali.



PRESIDENTE

Silvana Mangano ! La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Al collega Oberto che ha manifestato il desiderio di conoscere le linee del monumento posso dire che il bozzetto che è stato scelto dal comitato rappresenta un piano inclinato sul quale scorre l'acqua in mezzo alle spighe; la mondina è in piedi con le braccia rivolte in avanti. La sua fissità, per me socialista, pare rivolta verso il sole dell'avvenire, sole che per la mondina poteva significare l'approdo in una fabbrica locale. Un approdo che non c'é stato perché, come è noto a tutti i Consiglieri Vercelli e la sua zona sono aree veramente depresse, attraversate da un autentico malessere sociale che più di una volta abbiamo sentito ed illustrato in questa assemblea. Nella sua fissità stanno tutti i sentimenti con i quali abbiamo voluto accompagnare questa iniziativa.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa, possiamo passare alla votazione della legge.
"Articolo 1 - Al Comune di Vercelli è as segnato un contributo di lire dodici milioni per la costruzione del monumento alla mondina, nella ricorrenza del settantesimo anniversario della fissazione dell'orario di lavoro in risaia in otto ore giornaliere".
E' stato presentato un emendamento dai Consiglieri Franzi e Bellomo: sostituire le parole "dodici milioni" con le parole "quindici milioni".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - All'onere relativo, ammontante a lire dodici milioni, per l'anno 1978, si farà fronte mediante riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa dello stanziamento di cui al capitolo n. 2250 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1978 e la conseguente istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione 'contributo alla città di Vercelli per la costruzione del monumento alla mondina' e lo stanziamento di dodici milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta è autorizzato ad apportare, con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
I Consiglieri Bellomo e Franzi presentano il seguente emendamento: sostituire "dodici milioni" con "quindici milioni".
Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI n. 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 341: "Modifiche alle leggi regionali relative a contributi di esercizio per gli autoservizi pubblici di linea"


PRESIDENTE

Punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 341: "Modifiche alle leggi regionali relative a contributi di esercizio per gli autoservizi pubblici di linea". La relazione sarà tenuta dalla signora Graglia Artico.



GRAGLIA Anna, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge in oggetto concerne le modifiche alle leggi regionali in materia di contributi di esercizio agli autoservizi di linea. Esso è stato vagliato dalla II Commissione in due sedute.
Con i DPR 4.1.1972 n. 5 e 24.7.1977 n. 616 è stata affidata alla Regione la competenza primaria per quanto riguarda i trasporti extra urbani su strada. Con il presente disegno di legge si prevede l'estensione della validità delle leggi regionali anche ad altri servizi su strada al di là del tipo di trazione, in ottemperanza ai compiti che sono stati affidati alla Regione. Il problema è stato aperto dalla richiesta dell' azienda filoviaria concessionaria della linea Torino-Chieri di ottenere una sovvenzione di esercizio ai sensi della legge nazionale 1221 del 1952.
La Giunta ha predisposto questo disegno di legge onde poter corrispondere anche alle aziende filoviarie le sovvenzioni che già sono erogate agli altri servizi su strada. Si provvede così a corrispondere, con decorrenza 1977, i contributi previsti dalle leggi regionali in materia a tutti i servizi su strada di competenza della Regione, per i quali le aziende non fruiscono di sovvenzioni già assegnate ai sensi della legge 1221 del 1952.
Infine, poiché con il primo luglio 1978 si è provveduto all'aumento delle tariffe normali e preferenziali dei servizi di linea del 10 per cento contro una previsione valutata sul 20 per cento, nel quadro di raggiungere una tariffa chilometrica unitaria per tutta la Regione, si deve provvedere ad integrare i capitoli di bilancio della legge 23 del 1973.
Il presente disegno di legge ha ottenuto il parere unanime favorevole della I e della II Commissione e con questo spirito viene affidato all'esame del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

La I Commissione aveva espresso parere favorevole con una riserva della D.C., che questa mattina però è caduta, dando un giudizio positivo a questa soluzione che dovrebbe rendere più semplici i sistemi di intervento della Regione e dello Stato a sostegno del trasporto pubblico in concessione privata.
Rimangono in sospeso le tariffe relative agli abbonamenti con rapporto all'estensione della rete viaria nelle zone non urbane che non abbiamo potuto approfondire almeno per quanto riguarda il riferimento a livello locale. Le spiegazioni date dal l'Assessore dimostrano che si arriverà ad una graduale spesa a carico dei cittadini indipendentemente dal loro luogo di residenza. Il Gruppo della D.C., voterà a favore con riserva di approfondire ulteriormente questo discorso perché è indubbio che i parametri, per quanto tendano ad avvicinarsi in linea teorica non riescono però ad eliminare un'ingiustizia di fondo: viaggiare 10 Km in città vuol dire spendere 150 lire, viaggiare 10 km fuori città vuol dire spendere dalle 450 alle 1000 lire a seconda dei casi.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Soltanto con la modifica della legislazione nazionale si potrà procedere all'unificazione delle tariffe per la parte di competenza della Regione e per la parte di competenza dei Comuni. E' giacente in Parlamento una legge quadro nazionale che prevede criteri generali per l'organizzazione dell'attività dei bacini di traffico che in larga parte coincide con la nostra legge quadro regionale. L'aspetto nuovo della legge nazionale è nel fatto che le attuali competenze dei Comuni per quanto si riferisce al trasporto urbano saranno trasferite alle Regioni con il vincolo della delega alle autorità di bacino. Solamente con la creazione di queste condizioni giuridiche potranno essere eliminati gli inconvenienti attuali. Questo sistema tariffario ci permetterà di partecipare all'incontro per l'unificazione delle competenze regionali e urbane con una situazione più unitaria e quindi minori difficoltà e contraddizioni.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 341.
"Articolo 1 - A decorrere dall'esercizio 1977, le provvidenze di cui alle leggi regionali 20 agosto 1973, n. 22 e n. 23 con successive integrazioni alle leggi regionali 24 novembre 1975, n. 56 e 14 dicembre 1977, n. 61 sono estese ai servizi pubblici di trasporto di persone su strada di competenza della Regione, indipendentemente dal sistema impiegato.
Con la medesima decorrenza le leggi regionali 24 novembre 1975 n. 56 e 14 dicembre 1977 n. 61, si applicano anche a favore delle aziende private, che hanno il personale regolato con il contratto Fenit, nella medesima misura stabilita per quelle con il personale regolato con il contratto Anac, con esclusione dei servizi per i quali viene corrisposta la sovvenzione di cui alla legge 2 agosto 1952, n. 1221".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - A modifica dell'ultimo comma dell'art. 2 della legge 14 dicembre 1977, n. 61, dall'entrata in vigore della presente legge i contributi di cui alle leggi regionali 24 novembre 1975, n. 56 e 14 Dicembre 1977, n. 61, non sono accordati per i servizi che beneficiano della legge 2 agosto 1952, n. 1221".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Con riferimento all'art. 5 della legge regionale 14 dicembre 1977, n. 61, le provvidenze di cui alle leggi 24 novembre 1975 n. 56 e 14 dicembre 1977, n. 61, già applicate nei riguardi di servizi esercitati da aziende private, continuano ad essere erogate a favore delle aziende pubbliche , che hanno rilevato detti servizi, nella misura stabilita dalle leggi medesime, non incrementata ai sensi dell' art. 1 della presente legge, sempre restando il divieto di cumulo con la legge regionale 20 marzo 1975, n. 14".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - A fronte dell'aumento dei costi di esercizio dei servizi pubblici di trasporto su strada, lo stanziamento della legge regionale 20 agosto 1973, n. 23, a decorrere dall' esercizio 1978, viene incrementato di 660 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Ai maggiori oneri complessivi di 1200 milioni derivanti dall'applicazione degli artt. 1 e 4 della presente legge si provvede mediante l'iscrizione, in termini di competenza e di cassa, ai capitoli n.
5870, 5890 e 5910 del bilancio di previsione per l'anno 1978 delle rispettive somme di 740 milioni, 400 milioni e 60 milioni, previa riduzione in termini di competenza e di cassa di 400 milioni sul cap. n. 5860, di 150 milioni sul cap. 5920, di lire 120.120.000 sul cap. 5800 e di L.
529.880.000 sul cap. 5900.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione sull'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI n. 35 Consiglieri L'intero progetto di legge è approvato.
Rinvio ad altra seduta della proposta di ordine del giorno in relazione alla cessazione dell'EAGAT e trasferimento delle relative funzioni, beni e personale alla Regione



PRESIDENTE

Punto ottavo all'ordine del giorno: "Proposta di ordine del giorno in relazione alla cessazione dell'Eagat e trasferimento delle relative funzioni, beni e personale alla Regione".
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il nostro Capogruppo ha richiesto di rinviare momentaneamente l'esame di questa proposta per poter arrivare ad un accordo tra il nostro Gruppo e l'Assessore.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

In effetti il provvedimento è rinviato.



PRESIDENTE

D'accordo, proseguiamo i nostri lavori con la trattazione del punto successivo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame deliberazione Giunta regionale: "Linee di indirizzo in ordine alla tutela della condizione del bambino ricoverato in ospedale, clinica universitaria o casa di cura"


PRESIDENTE

Punto nono all'ordine del giorno: "Esame deliberazione Giunta regionale: 'Linee di indirizzo in ordine alla tutela della condizione del bambino ricoverato in ospedale, clinica universitaria o casa di cura'.
La parola al relatore, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio, relatore

Le premesse della deliberazione, votata all'unanimità dalla V Commissione il 20.9.1978, indicano in modo chiaro e inequivocabile le ragioni, i limiti ed i problemi che con essa vengono affrontati.
La finalità è indicata al secondo capoverso, laddove si dice che la presente deliberazione intende raggiungere l'obiettivo di sopperire al problema delle carenze psico-affettive del bambino durante il periodo di degenza ospedaliera. Si è peraltro evidenziato in questa deliberazione che il procedere attraverso una proposta di legge di Consiglio o di Giunta avrebbe determinato dei problemi conseguenti alla necessità di organizzare delle strutture ad hoc, e soprattutto la difficoltà di inserirle nella programmazione regionale.
La Giunta ha quindi ritenuto che il modo più spedito per perseguire il risultato fosse quello di procedere attraverso la realizzazione delle disposizioni amministrative e costruttive formulate dalla Consulta femminile regionale del Piemonte; la deliberazione darà la possibilità ad uno dei genitori o ad altra persona delegata, di assistere il bambino 24 ore su 24. Questo risultato si dovrà ottenere con sistemi snelli adottando attrezzi elementari. Il punto 4 della deliberazione è certamente il più delicato prevedendo la formazione dell'utenza da un lato e la sensibilizzazione dall'altro.
La Commissione si è resa conto che dopo un decennio di consumismo inteso in senso lato, e di disinformazione, introdurre un diritto non tanto ad avere un servizio, ma a prestare un servizio, richiederà un'opera di sensibilizzazione della classe medica, ma forse ancor più dell'utenza.
La Commissione si è pronunciata positivamente anche in ordine al metodo perseguito della deliberazione di Giunta e quindi di Consiglio, perch sembra il più adatto a raggiungere un pronto e immediato risultato. Mi pare doveroso, in assenza della dottoressa Castagnone Vaccarino, ricordare le preoccupazioni che la stessa espresse in Commissione in ordine ai costi della gestione di tali servizi.
Anticipo che produrrò un emendamento modificativo al n. 2 della deliberazione. Riporterei l'età dei destinatari del provvedimento ad anni 10, anche per fare giustizia di un equivoco che c'é stato, in quanto la Consulta aveva indicato 6 anni come ipotesi minimale e, per un puro equivoco di trascrizione l'indicazione di 6 anni è stata considerata come età ottimale per l'intervento.
Affido alla Giunta la valutazione sul l'opportunità o meno di accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

A nessuno sfugge l'importanza della presenza di uno dei genitori o di un'altra figura significativa presso il bambino ammalato in ospedale. Tale presenza può aiutare il bambino a superare stati ansiosi, a superare la solitudine ed a evitargli traumi psico-affettivi.
Molto importante anche la volontà espressa nella deliberazione di non allontanare il neonato dalla madre o quanto meno favorire il massimo contatto tra la puerpera ed il neonato. Questa iniziativa però non potrà essere realizzata immediatamente per ché richiederà delle modifiche nelle strutture edilizie, tuttavia riteniamo sia importante la dichiarazione della volontà di realizzare tale obiettivo.
Più facile è realizzare a tempi brevi la vicinanza di uno dei genitori o di un'altra figura significativa accanto al bambino perché ciò richiede soltanto degli accorgimenti organizzativi.
La deliberazione e le successive direttive che la Giunta invierà agli ospedali dovranno sensibilizzare il personale ospedaliero perché provveda a risolvere i problemi organizzativi necessari affinché la presenza dei genitori, già prevista in alcuni ospedali, venga estesa a tutti gli ospedali piemontesi contribuendo ad umanizzare i servizi ospedalieri pediatrici. Dai dati forniti dalla Giunta alla V Commissione questo risultato pare ottenibile, perché i reparti pediatrici risultano occupati soltanto per il 47 % dei posti.
Con queste considerazioni esprimo il voto favorevole del Gruppo democratico cristiano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore al l'assistenza

Alcuni rappresentanti ospedalieri, con l'applicazione di questa deliberazione richiedono nuovi strumenti e nuovi mezzi per attrezzare i reparti. Tale interpretazione del provvedimento mi pare esagerata perch sostanzialmente il servizio può realizzarsi fornendo una strumentazione minima e contenendo la spesa.
Sull'accelerazione della spesa la Giun ta sarà particolarmente severa nel senso che al nuovo servizio sarà sufficiente rispondere con le capacità esistenti e non con strutture o attrezzature nuove.
In merito alla presentazione dell'emendamento circa lo spostamento dell'età da 6 a 10 anni, la Giunta si rimette alla valutazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La Consulta femminile ha dato un contributo specifico all'elaborazione di questa deliberazione. Questo mi consente di ricordare che la Consulta femminile piemontese è il primo organo nato in Italia che ha saputo affiancare l'attività sua propria di istituto all'attività del Consiglio definendo i problemi specifici che attengono agli interessi femminili. Mi congratulo per l'efficienza di questa organizzazione. Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini di sostituire al punto 2) "anni sei" con "anni dieci".
L'emendamento è accolto.
Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale Vista la proposta di legge n. 228, presentata dal Consigliere Marchini relativa alla tutela della condizione del bambino ricoverato in ospedale o casa di cura Considerato che tale p.d.l. intende raggiungere l'obiettivo di sopperire al problema delle carenze psico-affettive del bambino durante il periodo di degenza ospedaliera e che tale obiettivo è valido e va condiviso completamente Ritenuto peraltro che, dal punto di vista metodologico, gli strumenti che la p.d.l. prevede per il raggiungimento del l'obiettivo investono necessariamente problemi di organizzazione ospedaliera ed infrastrutturale di supporto, nonché di disponibilità e di formazione del personale paramedico, e che essi devono pertanto trovare coerenza con i criteri che la Giunta intende darsi attraverso il piano sociosanitario Considerato inoltre che i contenuti della p.d.1., trovato riscontro nei documenti di piano, dovrebbero essere al loro interno recuperati in specifici progetti (piano ospedaliero, tutela materno-infantile), onde evitare un approccio settoriale di un problema che va affrontato in termini di globalità Ritenuto peraltro opportuno, stante il fatto che le articolazioni del piano socio-sanitario non si traducono a tempi brevi in provvedimenti legislativi, realizzare delle disposizioni amministrative-stralcio, purch coerenti con i contenuti del piano stesso Considerate infine valide, sul piano dei contenuti, le osservazioni formulate dalla Consulta femminile regionale del Piemonte, in quanto più coerenti con la narrativa della p d.l.
Considerato pertanto che le direttive da impartire ad Enti ospedalieri Cliniche universitarie o Case di cura relativamente all'umanizzazione dei rapporti nell'ambiente ospedaliero ed alla corretta applicazione dei criteri concernenti l'igiene mentale, con particolare riferimento alla tutela del bambino ricoverato, possono così formularsi 1) Al fine di prevenire l'insorgere di alterazioni psico-affettive e sociali nei bambini ricoverati presso Enti ospedalieri, Cliniche universitarie o Case di cura deve essere consentita ad uno dei genitori (o altra figura significativa per il bambino) la permanenza nel luogo di degenza, 24 ore su 24, purché non sussistano forme morbose che rendano necessario l'isolamento dell'am ma lato.
2) Le disposizioni di cui al punto precedente si applicano di regola per i pazienti di età non superiore agli anni 10. Le eccezioni alla regola sono previste per quei casi che presentano problematiche particolari.
3) Occorre che Enti ospedalieri, Cliniche universitarie e Case di cura dotati di divisioni pediatriche, predispongano attrezzature idonee ad accogliere ed ospitare uno dei genitori (od altra figura significativa per il bambino) del ricoverato durante il periodo di degenza.
Più in particolare, occorrerebbe, fra l'altro, fornire un'adeguata sedia pieghevole con eventuale cuscino e coperta, attrezzare un piccolo spogliatoio con servizi igienici per i parenti e consentire l'uso della mensa con orari differenziati e con pagamento da parte degli interessati.
4) Devono essere previste iniziative di formazione e sensibilizzazione che stimolino un ruolo attivo da parte dei genitori nei confronti dell'assistenza al bambino e nello stesso tempo favoriscano la disponibilità da parte del personale sanitario ad accettare la partecipazione dell'utenza come momento prioritario del processo di riqualificazione del servizio.
Nell'ambito della tutela della condizione del bambino ricoverato in ospedale, Clinica universitaria o Casa di cura vanno adottate le opportune misure organizzative atte a non allontanare il neonato dalla madre durante la degenza di quest'ultima, o quanto meno a favorire al massimo il contatto fra i due.
Esaminata la deliberazione della Giunta regionale n. 106-16144 del 5.9.1978 concernente le linee di indirizzo in ordine alla tutela della condizione del bambino ricoverato in Ospedale, Clinica universitaria o Casa di cura Sentita la competente Commissione consiliare permanente delibera di approvare le linee di indirizzo proposte dalla Giunta regionale che impartirà pertanto ad Enti ospedalieri, Cliniche universitarie e Case di cura le direttive come in premessa indicate.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U, della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione viene approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Legge regionale "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale", rinviata dal Governo in data 1.8.1978


PRESIDENTE

A questo punto possiamo votare l'art. 4 della legge sulle "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale", modificato secondo le osservazioni del Commissario del Governo.
"Articolo 4 - Incarichi a contratto, a tempo determinato. L'incarico è lo strumento per l'affidamento a tempo limitato, in via eccezionale, di funzioni particolari che richiedono conoscenze altamente specializzate, non riscontrabili fra il personale regionale. Tali incarichi possono essere conferiti, ai sensi dell'art. 81, quinto e sesto comma dello Statuto, a persone singole, in possesso di peculiari e notorie esperienze professionali.
Vale per gli incarichi sopraddetti il divieto di cui al precedente art.
3 ultimo comma.
L'incarico non costituisce requisito per l'assunzione in ruolo, n titolo per la riduzione del limite di età per l'assunzione presso l'Amministrazione regionale.
Quando l'incarico debba essere affidato per un periodo di mesi superiore a 6 o debba essere prorogato a norma del precedente art. 2, la Giunta regionale o l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, che ha disposto l'incarico, presenta contestualmente proposte di modifica dell'organizzazione degli Uffici regionali e proposte per la formazione del personale regionale, o per l'assunzione del personale occorrente, ove si riscontri l'esigenza di continuare ad avvalersi del tipo di professionalità richiesto con l'incarico affidato.
Gli incarichi per l'espletamento di attività altamente specializzate relative al l'attuazione di programmi e procedure di carattere generale, di particolare complessità e rilievo o che comportino deroghe ai termini previsti dall'art. 2, devono essere sottoposti al preventivo parere della I Commissione consiliare, bilancio e programmazione, e comunque non possono protrarsi per più di tre esercizi finanziari ed in ogni caso cessare alla scadenza della legislatura nella quale sono stati conferiti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Pongo nuovamente in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Floricoltura

Esame deliberazione Giunta regionale n. 39-16192: "Espropriazione di terreni siti nel Comune di Verolengo per ampliamento di vivai forestali regionali. Legge 22/10/1971, n. 865 e successive modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 39 16192: "Espropriazione di terreni siti nel Comune di Verolengo per ampliamento di vivai forestali regionali. Legge 22/10/1971, n. 865 e successive modificazioni e integrazioni".
"Il Consiglio regionale, visto il DPR 15 gennaio 1972, n. 11 vista la proposta della Giunta regionale n. 39-16192 in data 13/9/1978 dalla quale risulta che per soddisfare le accresciute esigenze di piante da destinare alla difesa del suolo nei territori montani, nonché la diffusione del verde pubblico, è necessario incrementare la produzione vivaistica considerato che per conseguire tale risultato è indispensabile poter disporre di una maggiore superficie dei terreni constatato che i terreni più idonei per la produzione vivaistica e più adatti per una gestione conveniente e razionale risultano essere quelli della superficie di Ha 7.79.24 limitrofi al vivaio regionale denominato 'Vignoli' sito nel Comune di Verolengo ritenuto necessario acquisire i predetti terreni mediante espropriazione visto l'art. 4 del D.L. 2.5.1974 n. 115, convertito nella legge 27 giugno 1974 n. 247 vista la legge 22.10.1971, n. 865 e successive modifiche ed integrazioni atteso che i terreni sopraccitati sono situati in una zona esterna alla delimitazione del centro edificato vista la relazione esplicativa dell'intervento da realizzare dall'Ispettorato Ripartimentale delle foreste di Torino in data 10 febbraio 1977, corredata dalle mappe catastali sulle quali sono individuate le aree da espropriare, dall' elenco dei proprietari iscritti negli atti catastali nonché dalle planimetrie dei piani urbanistici vigenti fatte proprie le determinazioni di cui alla precitata proposta della Giunta regionale delibera 1) di approvare il piano d'esproprio dei terreni della superficie di Ha 7.79.24 occorrenti per l'ampliamento del vivaio 'Vignoli' sito in Comune di Verolengo opportunamente predisposto dai competenti uffici regionali e comprendente gli atti ed i documenti previsti dall' art.10 della legge 22.10.1971, n. 865, allo scopo di incrementare la produzione di piante da destinare alla difesa del suolo nei territori montani e alla diffusione del verde pubblico 2) di promuovere la dichiarazione di pubblica utilità nonch l'indifferibilità ed urgenza degli interventi previsti nella relazione citata in premessa e l'indicazione dell'indennità di espropriazione da corrispondere a titolo provvisorio agli aventi diritto, determinata in base ai criteri previsti nella legge 22.10.1971, n. 865 e successive modificazioni ed integrazioni 3) di dare ampio mandato alla Giunta regionale di compiere tutti gli atti occorrenti per lo svolgimento e la conclusione della procedura espropriativa di cui alla precitata legge 22.10.1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni 4) di far fronte alla spesa occorrente per l'acquisizione, mediante espropriazione dei terreni di cui trattasi, che può essere presumibilmente determinata in lire 100 milioni, con le disponibilità di cui al capitolo 13.360 del bilancio 1977 per lire 50 milioni (imp. 4098/1) e con le disponibilità del capitolo 3330 del bilancio 1978 per altre lire 50 milioni (imp. 12.341)".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame deliberazione Giunta regionale n. 158-14486 "Secondo elenco di Comuni esonerati dalla formazione del programma di attuazione ai sensi del l'art. 83 della legge urbanistica regionale 5/12/1977, n. 56"


PRESIDENTE

Esame deliberazione Giunta regionale n. 158-14486 "Secondo elenco di Comuni esonerati dalla formazione del programma di attuazione ai sensi dell'art. 83 della legge urbanistica regionale 5/12/1977, n. 56".
"Il Consiglio regionale, premesso che ai sensi dell'art. 13 della legge 28.1.1977 n. 10 la Regione deve individuare i Comuni esonerati dall'obbligo di dotarsi del programma poliennale di attuazione che la legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, fissa, all'articolo 36, i criteri per individuare i Comuni esonerati e stabilisce, all'art. 83, i tempi e le condizioni da rispettare per la formazione del primo programma poliennale di attuazione che con la precedente deliberazione n. 284, assunta dal Consiglio regionale in data 10.3.1978, è stato approvato il primo elenco dei Comuni esonerati dall'obbligo di formazione del programma di attuazione che tale elenco è stato desunto da un'indagine limitata ai 414 Comuni individuati nell'allegato 'A' della delibera del Consiglio regionale n. 284 del 10.3.1978 che è opportuno, in ottemperanza agli impegni assunti con la predetta delibera, procedere all'aggiornamento dell'elenco dei Comuni esonerati estendendo l'indagine ai Comuni, inferiori a 3.000 abitanti, che hanno provveduto a trasmettere alla Regione, ai sensi dell'art. 90 della legge n.
56, lo strumento urbanistico dopo la formazione del primo elenco che è necessario inoltre integrare il precedente elenco estendendo l'indagine anche ad alcuni Comuni che avrebbero dovuto essere considerati nel primo elenco (in quanto dotati di strumento urbanistico approvato in data precedente al D.M. 2.4.1968 n. 1444) e che, per incompletezza di informazioni, sono sfuggiti alla precedente indagine.
Precisato: che i Comuni che hanno trasmesso dopo la formazione del primo elenco lo strumento urbanistico ai sensi dell'art. 90 della legge regionale n. 56 sono 29 che i Comuni non esaminati per i motivi sopraddetti nel precedente elenco, ancorché dotati di strumento urbanistico approvato in data anteriore al 2.4.1968 n. 1444, sono 24 che complessivamente i 53 predetti e sui quali è stata estesa la nuova indagine per la formazione del secondo elenco dei Comuni esonerati, sono elencati nell'allegato "A" della presente delibera con l'indicazione dei parametri riscontrati, parametri specificati nell'allegato "B" della presente delibera e che sono, evidentemente, identici a quelli assunti per esonerare i Comuni contenuti nel primo elenco.
Tenuto conto della proposta formulata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 158/4486 del 30.5.1978 e le osservazioni della competente Commissione consiliare delibera di approvare , come segue, il secondo elenco dei Comuni esonerati dall'obbligo di formazione del programma di attuazione: Comprensorio di Vercelli: Asigliano Vercellese - Buronzo Comprensorio di Novara: Casalino; Comprensorio di Alba-Bra: S. Giorgio ScaramPi Comprensorio di Mondovì: Niella Tanaro Comprensorio di Alessandria: Bosio - Merana; Comprensorio di Casale Monferrato: Odalengo Grande - Ottiglio Comprensorio di Ivrea: Quagliuzzo; Comprensorio di Asti-Piea.
di approvare inoltre gli allegati 'A' e 'B' che formano parte integrante della presente delibera.
Con impegno a completare i tempi brevi per i restanti Comuni della Regione attualmente sprovvisti di strumento urbanistico, l'indagine relativa ai criteri di obbligatorietà alla formazione del programma poliennale di attuazione.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10 febbraio 1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 12 contrari.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Università

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 82-16322: "Accordo programmatico tra Regione Piemonte ed Università degli studi di Torino in materia sanitaria - schema tipo di convenzio- ne tra Università ed Enti ospedalieri"


PRESIDENTE

Punto tredicesimo dell'ordine del giorno:"Esame deliberazione della Giunta regionale n. 82-16322: 'Accordo programmatico fra Regione Piemonte e Università degli studi di Torino in materia sanitaria' - schema tipo di convenzione fra Università ed Enti ospedalieri".
La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Finora vigevano su tutto il territorio regionale singole convenzioni degli ospedali; da questo momento avrà valore questo accordo tra Università e Regione che definisce le linee programmatiche con le quali gli Enti ospedalieri dovranno stipulare le singole convenzioni.
Questo accordo è stato raggiunto dopo una serie di consultazioni e di riunioni preparatorie alle quali hanno partecipato i Presidenti degli Enti ospedalieri, l'Università, le Organizzazioni sindacali e le organizzazioni di categoria. Tale convenzione è approvata dal Consiglio di Amministrazione dell'Università. Questo accordo ha la finalità di inserire la programmazione ospedaliera e di chiarire i rapporti con gli ospedali clinicizzati. In Piemonte finora le malattie infettive non avevano una cattedra né letti sui quali effettuare la ricerca e la didattica. Con questo accordo vengono inseriti tre nuovi Enti ospedalieri: il San Luigi l'Amedeo di Savoia e l'ospedale Sant'Andrea di Vercelli per le malattie infettive e le malattie polmonari. Non è possibile quantificare l'onere relativo. Tutto sommato però non vi saranno oneri aggiuntivi se non nel completamento degli allegati alle singole convenzioni. Il corso delle borse di studio sarà necessariamente rimandato al momento della programmazione e della definizione delle borse di studio.
Con queste indicazioni generali prego il Consiglio regionale di approvare senza alcuna modificazione la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Il contenuto della deliberazione è molto importante per migliorare la didattica e la ricerca negli ospedali purché esso diventi operante e non sia soltanto un'affermazione di principio.
Auspichiamo che lo schema tipo possa tradursi in convenzioni tra singoli ospedali ed università. Esaminando la convenzione rileviamo l'importanza di estenderla a nuovi ospedali come l'Amedeo di Savoia, in rapporto alle esigenze della cattedra per le malattie infettive, l'ospedale San Luigi per la cattedra di pneumologia e soprattutto l'ospedale S. Andrea di Vercelli per la presenza in tale città di corsi liberi di insegnamento del corso di laurea di medicina e di chirurgia.
Rileviamo inoltre l'importanza di considerare, ai fini di stabilire il numero dei medici ammessi ai corsi di specializzazione, il numero totale dei posti letto ospedalieri relativi alla specializzazione e non soltanto ai posti letto delle cliniche universitarie. Tale decisione è importante poiché la legislazione vigente, che stabilisce la possibilità di ammissione ai corsi di specializzazione di un medico ogni 4 posti letto, ha determinato sovente l'impossibilità di tanti medici a frequentare i corsi di specializzazione e spesso ha determinato discriminazioni.
Vorremmo poi avere dall'Assessore l'assicurazione circa la garanzia dell'omogeneizzazione del trattamento economico tra i medici ospedalieri e gli assistenti universitari.
Infatti all'art. 9 si stabilisce che l'ospedale rimborsi all'università l'onere della retribuzione corrispondente al "livello medio" del personale ospedaliero. Non vorremmo che il livello medio determinasse delle discriminazioni tra dipendente ospedaliero e dipendente universitario.
D'accordo con la collega Vaccarino, che non ha potuto essere presente ci associamo alla richiesta, da lei fatta ieri in Commissione, di conoscere se siano stati valutati i costi che graveranno sul fondo ospedaliero, in seguito alla stipula delle convenzioni ed in particolare i costi per il previsto ed utile aggiornamento del personale paramedico nonché l'ammontare degli oneri per la prevista istituzione di premi e borse di studio, a carico della Regione, per gli studenti della facoltà di medicina che secondo l'accordo programmatico, dovranno essere disciplinati da un apposito regolamento.
Il nostro voto è favorevole con l'augurio che le convenzioni divengano subito operanti per il miglioramento della ricerca e della didattica e con l'invito all'Assessore di informare in seguito, se non è possibile oggi, la V Commissione dei costi delle borse di studio e degli interventi per il miglioramento della qualificazione del personale paramedico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Leggo con soddisfazione nella deliberazione proposta dalia Giunta, che negli accordi tra gli ospedali e l'Università è stato compreso anche l'ospedale S. Andrea di Vercelli, la cui iniziativa per ottenere tale riconoscimento era stata avviata 10 anni fa dagli Enti locali vercellesi. I costi non dovrebbero preoccupare, perché vanno collocati nella prospettiva della preparazione scientifica, culturale e tecnica dei medici e degli operatori sanitari, qualificando l'as setto socio-sanitario attraverso l'Università che ha competenza specifica. Il sacrificio che il bilancio regionale dovrà sopportare in questa direzione avrà sicuramente un positivo riscontro perché andrà a favore e nell'interesse dell'uomo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Siamo sempre stati favorevoli alla cooperazione tra le strutture ospedaliere e le strutture universitarie, ferma restando la preminenza programmatoria e gestionale che nella materia della sanità la Regione, e in futuro gli Enti locali, avranno; quindi siamo pienamente d'accordo sul testo che ci viene proposto. Il principio dell'estensione della convenzione ad altre strutture ospedaliere e ad altre discipline è un primo esempio di concreta cooperazione tra Enti, ciascuno nella propria autonomia, al fine di dotare le strutture ospedaliere e sanitarie di personale sufficientemente numeroso e qualificato. A volte abbiamo sovrabbondanza di medici, carenza di personale paramedico specializzato e posti in organico scoperti. La cooperazione tra gli Enti con la reciproca autonomia e con il ruolo programmatorio permetterà di affrontare in un disegno organico questioni che nella logica vecchia vedevano soltanto l'aumento del numero delle persone nella pianta organica del l'ospedale e che oggi sarebbero soltanto una promessa vuota di possibilità concrete di realizzazione. Diamo voto favorevole alla deliberazione proposta, auspicando che vengano definiti e stipulati gli allegati e che all'interno di essi trovino posto la formazione in termini quantitativi e qualitativi e le questioni di alcuni reparti specialistici che la Regione aveva già affrontato negli anni passati però senza risultati positivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Anche il Gruppo socialista prende atto del risultato positivo che ha ottenuto l'Assessore con questa convenzione quadro attraverso la quale possono agire autonomamente i singoli Consigli di amministrazione degli ospedali. Particolarmente positivo è l'inserimento dell'Ospedale S.Andrea per il quale le forze politiche dibattono da tempo. In questo schema dovrà agire la piena autonomia degli Enti pur tenendo conto delle sottolineature fatte dal Consigliere Ferrero circa l'estrema importanza della collaborazione tra Università e Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

Assicuro che la Giunta seguirà l' omogeneizzazione degli stipendi tra università e Enti ospedalieri. Non appena saranno forniti gli allegati delle convenzioni con le relative quantificazioni sarà definito il costo per l'applicazione della convenzione e immediatamente riferito alla V Commissione.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione.
"Il Consiglio regionale Vista la legge 12.2.1968, n. 132, visto il DPR 27.3.1969, n. 129, vista le legge 29.6.1977, n. 349, vista la legge 22.7.1975, n. 382, visto il DPR 24.7.1977, n. 616 Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 82-16322 del 18 settembre 1978 Sentito il parere espresso dalla V Commissione consiliare permanente delibera di esprimere parere favorevole sull'accordo programmatico tra l'Università e la Regione Piemonte in materia sanitaria e sullo schema di convenzione tra Università ed Enti ospedalieri, che fanno parte integrante della presente deliberazione.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U, della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Consorzi

Esame degli statuti dei Consorzi per i servizi sanitari e socio assistenziali delle Unità locali dei servizi n. 28 (Settimo) e n. 34 (Orbassano)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli statuti dei Consorzi per i servizi sanitari e socio-assistenziali delle Unità locali dei servizi n. 28 (Settimo) e n. 34 (Orbassano).
La parola al relatore, Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni, relatore

La V Commissione ha esaminato gli statuti dei Consorzi previsti dalla legge 39, i quali sono già stati controllati in termini di legittimità dai Comitati regionali di controllo nelle sezioni competenti, e ritiene che debba essere espresso il parere per l'emissione dei decreti del caso.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Non chiedo la parola per entrare nel merito ma per esporre una mia sensazione. I Consorzi a livello di ULS delle zone geograficamente più omogenee o con numero di comuni limitato si sono concretizzati, mentre quelli delle zone con una più complessa presenza di Comunità montane e di piccoli Comuni hanno delle difficoltà oggettive da superare le quali per non sono legate alla cattiva volontà degli amministratori.
Invito pertanto la Giunta a verificare quali sono le zone periferiche montane in difficoltà, ricordando che più volte ci è stato detto che entro il mese di settembre tutte le USL sarebbero entrate in funzione. Sarebbe opportuno verificare se le difficoltà sono superabili oppure se richiedono qualche eventuale intervento. La bozza di statuto è stata vista dalla Giunta, è stata inviata ai Comitati comprensoriali, è stata rivista dai Comitati regionali di controllo, ma poi non è stata trasmessa ai Comuni con la spiegazione dell'iter intermedio. Questo non ha certamente giovato. E' indubbio che non sempre i Comprensori riescono localmente non dico ad imporre, ma, quanto meno a dare linee di indirizzo che siano accettabili in una complessa realtà. Sono impressioni che hanno però una loro consistenza pertanto spetta alla Giunta il compito di effettuare tale verifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

La legge 39 prevede che siano i Comitati comprensoriali in quanto organismi della Regione e contemporaneamente rappresentanti i Comuni, a svolgere l'attività promozionale. In un ordine del giorno del Consiglio regionale veniva anche fissata una data. La V Commissione ha ritenuto opportuno procedere comunque, anche se le questioni istituzionalmente erano chiare, a compiere alcuni incontri con i Comitati comprensoriali per discutere gli schemi di statuto e per invitare i Comuni a procedere con maggiore rapidità di quanto non fosse la tendenza naturale.
Penso che in sede di V Commissione dovremo discutere di questo argomento e, forti della raccomandazione del Consigliere Martini, dovremo procedere ad un ulteriore incontro con quei Consorzi che non sono ancora nella fase definitiva di costituzione anche per sollecitare direttamente i Comuni con materiale scritto che provenga dalla Regione e non soltanto dal Comitato comprensoriale.
In questi processi è importante mantenere il massimo spazio alla partecipazione senza cioè soffocare con interventi amministrativi il processo che si sta avviando. Personalmente ritengo che dovremo tenere anche conto delle considerazioni che venivano fatte.



PRESIDENTE

Possiamo passare alla votazione della deliberazione: "Il Consiglio regionale udita la relazione della V Commissione in ordine agli statuti dei Consorzi per i servizi sanitari e socio-assistenziali delle Unità locali dei servizi n. 28 e n. 34 Visto il DPR 24.7.1977 n. 616 Vista la legge regionale 8 agosto 1977 n. 39 Vista la legge regionale 9 luglio 1976 n. 41 Esprime parere favorevole ai sensi dell'art. 6, secondo comma della legge regionale 8 agosto 1977 n. 39, agli schemi di deliberazione predisposti dai Comuni appartenenti alle suddette Unità locali dei servizi, facendo proprie le osservazioni espresse dalla V Commissione nel documento allegato; dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmetterli al Presidente della Giunta per i successivi adempimenti previsti dalla citata legge".
Chi approva la deliberazione alzi la mano. La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti in aula.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Chiede la parola l'Assessore Enrietti. Ne ha facoltà.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

La convenzione medico-generica prevede la costituzione dei Comitati provinciali per la gestione della stessa.
Il Consiglio regionale deve nominare i Presidenti delle sei Commissioni, è quindi indispensabile una breve riunione fra i Capigruppo per definire immediatamente tali nomine.



PRESIDENTE

D'accordo.
E' stato distribuito un prospetto che per la prima volta permette di avere il quadro completo, analitico e dettagliato delle nomine di competenza regionale. In esso sono indicati nomi, qualifiche, commissioni con gettone e senza gettone, candidature presentate e quelle da presentare.
Poiché vi sono molti ritardi nelle designazioni, domani invierò una lettera a tutti i Gruppi politici avvisando che le nomine verranno iscritte al primo punto all'ordine del giorno della prossima seduta ed i Gruppi politici che non comunicheranno i nomi dei loro rappresentanti entro quella data, perderanno il diritto a designare il loro candidato, che verrà designato dall'assemblea del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Approvo la decisione espressa dal Presidente. Vorrei pregare i signori Consiglieri, spesso attenti ad argomenti poetici, di stare attenti anche agli argomenti che riguardano le istituzioni e la nostra credibilità. D'ora in avanti questa sarà la nostra posizione perché le istituzioni non possono essere intralciate dai ritardi dei partiti. Raccolgo l'invito di iscrivere l'argomento al primo punto della prossima seduta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

A nome della D.C., comunico che il nostro Gruppo è pronto a dar luogo alle nomine in questo momento, così com'è d'accordo se si dovessero rinviare alla prossima seduta.



OBERTO Gianni

Tra le nomine vedo la Consulta regionale dell'immigrazione e dell'emigrazione dove si devono nominare 5 membri. Notizie di stampa informano che a metà del mese di ottobre si terrà un convegno a Senigallia.
Chiedo se la Regione sarà presente.



PRESIDENTE

Del problema è stata informata la IV Commissione. Il Consigliere Rossi a tale proposito darà un'informazione.



ROSSI Luciano

Nell'ultima seduta della IV Commissione è stata letta una comunicazione relativa ai criteri che devono guidarci nella formazione della Consulta.
Per quanto concerne il Convegno a Senigallia, in attesa della formazione della Consulta è stato suggerito di inviare una delegazione del Consiglio e della Giunta. Poiché la Giunta ha trasmesso alle organizzazioni interessate l'invito di comunicare i nominativi dei partecipanti, prego l'Ufficio di Presidenza di verificare se la delegazione è già stata formata. Per quanto si riferisce al Consiglio,la IV Commissione .riunitasi stamani, ha concluso il suo lavoro e ha comunicato all'Ufficio di Presidenza le sue proposte.
Non tutti i Gruppi sono rappresentati in seno alla IV Commissione provveda quindi la Presidenza del Consiglio ad integrare la delegazione perché sia la più rappresentativa possibile.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Elezione del rappresentante della Regione nel Comitato per l'edilizia residenziale (Legge 5.8.1978, n. 457)


ROSSI Luciano

Il nominativo proposto è quello del l'Assessore Rivalta. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno riportato voti Luigi RIVALTA (Assessore) n. 32 Giovanni PICCO n. 1 scheda bianca n. 1 L'Assessore Luigi Rivalta è eletto rappresentante della Regione nel Comitato per l'edilizia residenziale.


Argomento: Nomine

Passiamo alla nomina dei due rappresentanti della Regione nel Comitato di coordinamento dell'esposizione internazionale "La città ed il bambino"


PRESIDENTE

I nominativi proposti sono quelli di Maria Laura Marchiaro e Liliana Richetta. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno riportato voti



MARCHIARO Maria Laura n. 31

RICHETTA Liliana n. 31



VIETTI Anna Maria n. 1

SOLDANO Albertina n. 1 Le signore Maria Laura Marchiaro e Liliana Richetta sono elette rappresentanti della Regione nel Comitato di coordinamento dell'esposizione internazionale "La città ed il bambino".


Argomento: Nomine

Sostituzione del signor Vico Mora, membro dimissionario nel Consorzio IACP


VIETTI Anna Maria n. 1

Il nominativo proposto è quello del signor Guido Ponzo. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno riportato voti: PONZO Guido n. 29 PONZONI n. 1 CALSOLARO n. 1 schede bianche n. 6 Il signor Guido Ponzo è eletto nel Consorzio IACP in sostituzione del signor Vico Mora.


Argomento: Nomine

Elezione del rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio generale della Cassa per il credito alle imprese artigiane


PRESIDENTE

Il nominativo proposto è quello del l'Assessore Claudio Simonelli. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 35 ha riportato voti SIMONELLI Claudio (Assessore) n. 31 schede bianche n. 4 L'Assessore Simonelli è eletto rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio generale della Cassa per il credito alle imprese artigiane.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione "Variazione del secondo programma triennale di edilizia scolastica approvato con delibera del Consiglio regionale n. 221 del 28.10.1977 - legge 5 agosto 1975, n. 412"


PRESIDENTE

Terminiamo i nostri lavori con l'e same della proposta di deliberazione: "Variazione del secondo programma triennale di edilizia scolastica approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 221 del 28.10.1977 - legge 5 agosto 1975, n. 412".
La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

E' arrivata oggi l'intesa del Ministero sulle deliberazioni di variazione del programma 412, che abbiamo esaminato circa due mesi fa relative ai Comuni di Bioglio, Viverone, Ponderano, Brusnengo, Benna Carmagnola e al Comune di Murisengo.
Poiché le deliberazioni della Giunta, già approvate dalla Commissione debbono essere ratificate dal Consiglio regionale, il quale però non si riunirà che tra 15 giorni, onde evitare ulteriori ritardi, chiedo che vengano prese in considerazione nella seduta odierna.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

E' indispensabile approvare le deliberazioni proposte dall'Assessore nella seduta di oggi, al fine di non ritardare l'esecuzione di lavori importanti per l'edilizia scolastica. Esse sono conseguenti alle richieste dei Comuni, che, in certi casi, sono addirittura state verificate con sopralluogo della V Commissione per stabilire se corrispondevano alle esigenze.
Poiché la Commissione si è pronunciata unanimemente ritengo che le deliberazioni possano essere votate anche se non erano iscritte all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della proposta di deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la legge 5.8.1975 n. 412 viste le intese sull'entità degli interventi da raggiungersi con il Ministero pubblica istruzione ai sensi del quarto comma art. 3 legge n.
412, espresse con note n. 1403/Div. XVI del 13.9.1978 e n. 1547/Div. XVI del 25.9.1978 allegate alla presente deliberazione viste le deliberazioni della Giunta regionale n. 15/15152 dell'11.7.1978 e n. 133/ 15412 del 18.7.1978 che fanno parte integrante del presente provvedimento sentito il parere espresso dalla V Commissione consiliare permanente delibera di approvare le proposte di modificazione del secondo programma triennale legge 5.8.1975 n. 412 nella forma riportata nelle deliberazioni suddette e nei prospetti allegati.
Data l'urgenza dei conseguenti provvedimenti, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10.2.1953 n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell' art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Si concludono così i lavori della seduta odierna. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,50)



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