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Dettaglio seduta n.216 del 07/09/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri: Carazzoni, Cerchio, Minucci e Petrini.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Boschi e foreste

Prosecuzione esame progetti di legge nn. 288, 297, 308 "Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste"


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione sui progetti di legge nn. 288, 297, 308: "Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Come già abbiamo avuto modo di dichiarare al momento della presentazione del disegno di legge 308 diamo una valutazione positiva alla portata degli interventi previsti dalla legge in discussione.
Il nostro parere è positivo perché questa legge costituisce la continuità di una serie di provvedimenti assunti in agricoltura con le leggi regionali 45 e 51 molte parti delle quali qui sono riprese integralmente e perché costituisce la continuità anche dei tanto deprecati piani verdi statali. Valutiamo anche positiva l'unificazione delle vecchie leggi, in quanto la nuova è più organica, chiarisce gli interventi, ne semplifica le procedure.
Sottolineo che la proposta della legge unica era già stata avanzata dal nostro Gruppo però, per motivi che ora non voglio discutere, non ebbe allora possibilità di attuazione.
In definitiva questa legge attua in sede regionale le disposizioni della legge Quadrifoglio, le cui scelte sono state proposte dal nostro partito. Quindi non viene ad innovare e a rivoluzionare i precedenti interventi regionali, ma li conferma perché la Regione Piemonte anche se non aveva codificato queste norme, dava già la precedenza assoluta alla zootecnia, all'irrigazione, alla forestazione, alla viticoltura e alle coltivazioni pregiate.
Oggi confermiamo questi interventi con nomi nuovi: programmazione e scelte. Che cosa c'è di diverso a parte le parole nuove e roboanti? C' l'esclusione di qualche piccolo intervento marginale che anche il Quadrifoglio non prevede più, che sono vietati dalla CEE.
Qualcuno ha parlato di "portata innovativa programmatoria" di "scelte prioritarie".
Abbiamo apprezzato la disponibilità che la Giunta ha dimostrato nella revisione del testo. La Commissione ha fatto un paziente lavoro. Qualcuno ha detto che è durato un anno ma in effetti è durato qualche mese, durante i quali il testo originario è stato completamente rielaborato e aggiornato via via sulla base delle novità dettate da Roma. Ne cito qualcuna fra le più rilevanti: la precisazione che fino a 15 o 16 milioni per ogni unità lavorativa non è necessario il piano aziendale.
Abbiamo affermato il principio che per certe opere collettive sono ammessi gli interventi degli Enti pubblici, perché diversamente non sarebbero realizzabili. Parallelamente alle Commissioni comprensoriali e provinciali abbiamo introdotto la Commissione consultiva regionale, la quale darà i pareri preventivi per attività di ampia portata. Abbiamo determinato le quantità degli aiuti. Abbiamo poi aggiornato la svalutazione della lira e adeguato ai nuovi costi i contributi per il bestiame, per la zootecnia, per l'alpeggio, per l'allevamento stabilendo un tetto massimo entro il quale la Giunta potrà, anno per anno, definire le misure.
Si è sviluppato un grosso discorso sulle case di abitazione per le quali abbiamo chiesto l'estensione, almeno temporanea, della legge per le zone di pianura. La Giunta, lo sottolineiamo positivamente, ha introdotto anche i contributi per le nuove case di abitazione.
E' stato introdotto un articolo importante in favore della elettrificazione rurale nelle zone di montagna. E' stato accolto e recepito il contenuto di due leggi che il nostro Gruppo aveva elaborato in favore delle aziende danneggiate dalle calamità atmosferiche.
Dopo questi brevi cenni sugli aspetti positivi della legge dobbiamo passare alle critiche; la critica di fondo che ha già sottolineato il collega Lombardi è quella di aver voluto legare tutti gli interventi ai piani aziendali. Lombardi ha già ampiamente spiegato che questa impostazione finirà di favorire, come già oggi avviene, le grosse aziende escludendo tutte le aziende che per motivi diversi non sono in grado di accedere ai finanziamenti e di predisporre i piani soprattutto per la complessità della contabilità dei bilanci.
Se tutta questa procedura sui piani aziendali fosse più semplice, come in altre Regioni, non staremmo oggi a fare queste discussioni. Presenteremo un emendamento a questo riguardo, anche perché per l'acquisto di un solo trattore o per l'acquisto di un capo di bestiame l'agricoltore è tenuto alla presentazione del piano aziendale e questo mi pare eccessivo. Lo stesso Assessore l'ha ammesso. Vedremo se riterrà o meno di accettare l'emendamento. E' stata annunciata la presentazione di un emendamento da parte della Giunta nel quale viene riservato il 20% dei fondi alle aziende che non hanno il piano aziendale. Questo è senza dubbio un passo positivo però non so fino a che punto potranno essere soddisfatte le domande che verranno presentate a tale titolo.
Un altro punto negativo della legge è rappresentato dal fatto che non saranno finanziate le domande presentate molto tempo addietro sulla legge 51. Gli interessati, a due-tre anni di distanza, si sentono dire che le loro iniziative non rientrano più nella legge del Quadrifoglio, quindi non otterranno più i finanziamenti. Questa posizione non è giusta perché crea delle disuguaglianze in molte aziende e in molte famiglie che magari hanno come vicino di casa un agricoltore che ha fatto la domanda un anno dopo e che avrà i contributi.
Vengo al punto centrale della legge, sul quale tutti eravamo d'accordo sul quale sono state spese molte parole e sono stati assunti precisi impegni: l'accelerazione delle procedure e l'accelerazione della spesa per eliminare o ridurre i residui passivi. Il Presidente Sanlorenzo diceva che questa sarà la prima vera occasione per dimostrare la capacità di accelerare i tempi, di ridurre la burocrazia, di fare meglio, di fare presto. Parole attorno alle quali noi ci siamo impegnati al massimo assumendoci l'onere di studiare innovazioni valide, ma che ci hanno lasciato nella totale delusione in quanto già al momento della presentazione del disegno di legge non abbiamo trovato nessuna innovazione che rispondesse a quelle esigenze. Qual è l'innovazione, dov'è l'accelerazione della spesa? L'attività regionale, in particolare nel settore dell'agricoltura, è rallentata dalla complessità delle pratiche tant'é vero che a fronte di buone leggi non corrisponde una gestione adeguata. La responsabilità maggiore ricade sulla Giunta, la quale deve preoccuparsi di questa situazione.
Ho visto poc'anzi esposti dei cartelli in piazza con scritto "accelerare i tempi" "fare presto" e questo lo dice l'agricoltore e lo diciamo noi. Nella relazione è detto che gli uffici stanno evadendo le pratiche dei mesi di aprile e di maggio 1976. Gli agricoltori stanno ancora attendendo dopo due anni di poter iniziare i lavori mentre i costi vanno alle stelle comportando problemi sempre più complessi. Dai dati di fine luglio risulta che dei 938 piani aziendali (pratiche CEE) pervenuti tra i mesi di settembre '77 e giugno '78, ne sono stati assegnati ai Comprensori 83; 35 hanno avuto il parere della Commissione e 23 sono stati deliberati 17 pratiche sono state scaricate dai Comprensori e nessuna risultava in allora avere avuto il nulla-osta, quindi nessun piano aziendale è andato in porto. Questi esempi, che potrei continuare a citare, confermano che la boutade dei 10 anni fatta dal Consigliere Franzi non è poi tanto esagerata.
La maggioranza non ha risposto a queste esigenze con iniziative adeguate.
Vengo allora alle proposte concrete che il Gruppo D.C., avanza. Per porre in qualche modo un rimedio ai ritardi a cui mi sono riferito poco fa chiediamo che i due anni siano ridotti a tre-quattro mesi e che venga stabilita una data entro la quale l'operatore agricolo sappia di poter avviare e attuare i suoi programmi, la licenza edilizia, gli appalti, gli acquisti, la ristrutturazione dell'azienda, le modifiche sul tipo di allevamento, la vendita del bestiame ammalato per acquistarne altro sano e così via.
Nelle campagne si va dicendo che la Regione spende molto ma che i fondi che stanzia servono soltanto per coprire l'aumento delle spese che gli agricoltori devono sobbarcarsi nell'attesa dei contributi. Questo non mi pare un modo serio di spendere i soldi della collettività. Sono problemi seri e per risolverli chiedo la collaborazione delle altre forze politiche.
Chiediamo perciò che le due procedure, quella tecnica dell'esecuzione dei lavori e quella burocratica degli adempimenti amministrativi, che ora hanno rispettivamente la durata di un anno e che di conseguenza rinviano di due anni la data del pagamento da parte della Regione, procedano in tempi paralleli talché mentre la Regione svolge la procedura burocratica da una parte, l'operatore agricolo possa svolgere le opere dall'altra e che alla fine dei lavori avvenga il pagamento. A questo proposito presentiamo gli emendamenti relativi.
Chiediamo anche di diminuire il numero dei documenti che devono accompagnare la domanda. Non c'é distinzione tra le domande per opere per un ammontare di 5 milioni e quelle per un ammontare di 100 milioni. Per tutte vengono richiesti gli stessi documenti (14 documenti ai quali se ne aggiungono altri 10, per un totale di 24 tra quelli di carattere tecnico e quelli di carattere amministrativo). Ritengo che dobbiamo avere un minimo di fiducia nella gente. Lasciamo che gli agricoltori dichiarino le cose come sono, senza ulteriori conferme, senza atti notori, senza certificati e dichiarazioni del Sindaco che aumentano il volume dei fascicoli. Quando si dovevano pagare i premi dei vitelli abbiamo sperimentato la fiducia degli agricoltori e abbiamo eseguito i controlli a pagamento effettuato; vi sono state alcune irregolarità, non ritengo però che la furbizia di qualcuno debba andare a danno di tutti gli altri. Chiediamo quindi che i 24 documenti siano compendiati in uno solo e che siano superate le richieste a singhiozzo dei documenti.
Già nella legge n. 15 sono previsti i pareri delle Commissioni comprensoriali le quali sono composte da più di 20 membri. L'esperienza ci insegna che le riunioni delle Commissioni troppo numerose spesso vanno deserte e questo spiega anche i motivi del non ritorno dai Comprensori delle pratiche dei piani aziendali.
Pertanto, così come è stato proposto dalla Giunta, chiediamo di ritornare alle Commissioni provinciali ridotte nel numero dei membri e che operino affiancate dagli Ispettorati che conoscono tutta la materia e che sono in grado entro breve tempo di smaltire le domande. Con un emendamento chiediamo di modificare la legge n. 15 sulle Direttive comunitarie perch anche in attuazione di quella legge si evitino procedure pesanti, lunghe e improduttive. Io stesso in Commissione avevo proposto di affidare questo compito ad un funzionario autorizzato e responsabilizzato da affiancare all'organo politico comprensoriale, ma mi domando quando sarà attuabile tale soluzione dal momento che la legge sulle strutture è stata appena presentata . Questa era stata la prima richiesta da noi avanzata ma poich non è possibile attuare la proposta perché manca l'aspetto giuridico, il nostro Gruppo propone di continuare con le Commissioni provinciali.
E vengo ad un problema grave, sorto in questi ultimi giorni e che non pensavamo di dover affrontare e di poter risolvere: il tasso degli interessi del 15 o 16% che gli agricoltori devono pagare alle banche per due o tre anni, fino a quando non viene liquidato il contributo regionale vale a dire che su un mutuo di 50 milioni l'agricoltore deve pagare per circa due anni 7 milioni e mezzo, e proprio nel momento più critico, quando deve iniziare i lavori e più che mai ha necessità di soldi. La banca glieli restituirà quando la Regione pagherà il contributo. E' indispensabile arrivare ad un accordo con le banche perché rinuncino ad incassare l'interesse dall'agricoltore e accettino di incassarlo dalla Regione.



PRESIDENTE

Si trovi pure una soluzione, purché il Governo non respinga la legge dal momento che non accetta nessun tipo di controllo sul sistema bancario.



CHIABRANDO Mauro

L'importante è che ci sia la volontà di farlo.
Inoltre questa legge doveva comprendere la nostra proposta di legge n.
287 per la modifica della legge per il risanamento del bestiame.
L'Assessore all'agricoltura dice che è competenza della sanità. D'accordo.
Provveda la Giunta nel suo interno.
Infine, sulla parte finanziaria ci sarebbe un grosso discorso da fare.
Mi ha colpito il titolo sulla Stampa di oggi: 300 miliardi per l'agricoltura! Ma questo, signori Consiglieri non è vero. Questi fondi verranno in seguito, sono fondi dello Stato, sono fondi della CEE che arriveranno negli anni '80/81/82 (se vogliamo comprendere anche quelli che verranno nel 2000 possiamo scrivere 2 mila miliardi). Voglio limitarmi a ragionare sulla portata di questa legge perché è ovvio che i fondi che arriveranno dallo Stato o da altre fonti li accoglieremo a braccia aperte e speriamo che non siano solo 300 miliardi. La portata di questa legge è molto più limitata: 138 miliardi ripartiti in 5 anni, il che vuol dire 27 miliardi all'anno, a questi si aggiungeranno gli stanziamenti dello Stato e della CEE.
Diamo atto che il Governo in questi ultimi tempi ha fatto un grosso sforzo nei confronti dell'agricoltura, e lo dimostrerò con le cifre, anche se la competenza sull'agricoltura è totalmente a carico della Regione.
La provenienza di questi soldi è la seguente: 37 miliardi sono fondi nuovi della Regione (art. 9 del bilancio regionale) 17 miliardi sono recuperati per trasferimenti di capitoli 83 miliardi sono fondi stanziati per l'agricoltura dallo Stato in base alla legge 403.
La legge contiene un articolo con il titolo "Soppressioni" relativamente alle 19 leggi che concordemente abbiamo deciso di unire in una sola legge organica. Tali soppressioni però annullano anche i 64 miliardi che erano stati assegnati in agricoltura, così, mentre da una parte la Regione stanzia 55 miliardi, dall'altra parte ne toglie 64. Vorrei una spiegazione a questo riguardo dall'Assessore Simonelli. In conclusione salvo errore, questa legge toglie 10 miliardi all'agricoltura.
Mi torna alla mente la storiella di Fanfani quando andava a visitare le stalle e le trovava sempre piene di vacche, però dicono che le vacche fossero sempre le stesse! Nel 1974 sono stati impegnati 37 miliardi, nel '75 42 miliardi, nel '76 41 miliardi, nel '77 ancora 41 miliardi e oggi scendiamo a 27 miliardi per gli interventi ordinari. Questo sarebbe il risultato della priorità che si vuol dare all'agricoltura . Se consideriamo poi la svalutazione del denaro vedremo che i 37 miliardi stanziati nel '74 avrebbero un valore pari a 70 miliardi. Quindi, andiamo adagio a parlare di priorità, di centralità, di impegni e di sforzi nel campo dell'agricoltura.
C'è, infine, il problema della casa che noi consideriamo un bene indispensabile e anche un bene produttivo, non potendo scindere la casa dalle altre strutture di una azienda agricola. Senza la casa l'azienda non vive, non produce. A questo proposito in Commissione avevamo presentato un emendamento. Proprio in questi giorni però è stata approvata una legge dello Stato che, all'art. 26, prevede la sovvenzione per le case rurali.
Abbiamo quindi ritenuto di ritirare il nostro emendamento in attesa di un pronunciamento in proposito da parte della Giunta. La Giunta dica entro quali termini intende provvedere e con quali procedure.
Ci permettiamo qualche suggerimento e cioè che la gestione dell'art. 26 della legge nazionale venga recepita e venga trasferita agli Ispettorati o agli uffici che gestiscono le altre leggi dell'agricoltura. Chiediamo inoltre che per ovvi motivi di praticità, si adottino procedure analoghe a quelle già vigenti. Pertanto, nel caso in cui un agricoltore presenti la domanda per un magazzino con inclusa la costruzione della casa di abitazione, le due pratiche dovrebbero procedere parallelamente e ottenere i benefici nello stesso momento.
In conclusione alle valutazioni positive sulla sostanza della legge fatte all'inizio del mio intervento, il nostro Gruppo ha ritenuto di illustrare tutte le altre osservazioni negative e, dichiarandosi disponibile per un confronto per trovare qualche soluzione, ribadisce la propria convinzione sulla necessità d'innovazioni procedurali che accelerino i tempi.
Invitiamo la Giunta e la t maggioranza a rimediare sulle proposte da noi fatte. In questo caso saremo lieti di dare voto favorevole alla legge in discussione. Grazie.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. La parola all'Assessore Ferraris per la replica.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per economia di tempo rinuncerò a qualsiasi riferimento allo stato generale dell'agricoltura nazionale e regionale. Mi limiterò quindi a qualche accenno replicando agli interventi di ieri e di questa mattina.
Questa legge che chiamiamo organica, unifica tutti gli interventi con le leggi precedentemente elaborate ed approvate dal Consiglio regionale ritenuti validi ai fini della realizzazione dei progetti e dei programmi del Piano regionale di sviluppo, progetti e programmi che già con questa legge vengono adeguati ai più elevati obiettivi quantitativi in fatto di produzione e d'investimenti oggetto della discussione in Parlamento in relazione all'elaborazione del piano agricolo alimentare che trova degli strumenti finanziari nella legge 934, il cosiddetto "Quadrifoglio" diventato poi "Eptafoglio". Con questa legge la Regione Piemonte - prima in Italia - e lo dico senza autocompiacimento e senza trionfalismo - finalizza i suoi interventi e la sua azione in agricoltura realizzando gli obiettivi che ha sancito nello Statuto e ha previsto nel Piano regionale di sviluppo per il miglioramento delle condizioni del reddito degli operatori agricoli per lo sviluppo dell'imprenditorialità e per contribuire a soddisfare le esigenze alimentari del Paese. Alcuni colleghi ieri ci hanno rimproverati di avere abbracciato così strettamente la politica comunitaria e le sue direttive da non lasciare più spazio né alle critiche né alle osservazioni.
Credo che il collega Menozzi si volesse riferire a una diversa strutturazione degli interventi. Ebbene, se qualcuno si era illuso, io devo disilluderlo in quanto noi siamo sempre critici nei confronti della politica agricola comunitaria anche se spendiamo il nostro impegno perch la comunità cambi; quindi manteniamo tutte le riserve sulla politica complessiva comunitaria e stiamo operando sul piano politico, istituzionale e anche legislativo per una inversione di tendenza anche con riferimento alle direttive comunitarie. Gli stanziamenti della legge n. 15, che provengono dalla legge nazionale n. 153, in parte giacciono nelle casse delle Regioni come residui passivi impropri, perché non possono essere impegnati senza responsabilità della Giunta. Mi riferisco al settore della seconda direttiva,cioè al premio per apporti strutturali che, secondo il nostro giudizio, non avrebbe potuto conseguire grandi risultati. Non abbiamo quindi sposato le direttive così come sono, ma abbiamo concorso assieme con le altre Regioni e con il Ministro Marcora, a costruire una base di discussione.
Questa legge si affianca alla legge regionale n. 15, quindi non la copia; della legge n. 15 e delle direttive comunitarie noi mutuiamo soltanto un concetto, che poi diventa schema e strumento del Piano di sviluppo. Si potranno fare tutti i discorsi possibili e noi siamo disponibili per snellire e rendere più agevole l'elaborazione del Piano perché lo consideriamo l 'unico strumento per una verifica dei costi benefici della collettività e dell'imprenditore sugli investimenti pubblici e privati.
Questa legge non è al servizio o a sostegno della media e grande azienda, come era stato detto. Questo concetto deve essere chiarito. Con il dibattito sulla legge n. 15 c'è stato un ribaltamento totale delle posizioni. Fummo accusati in Consiglio regionale e fuori di aver proposto una legge in contrasto con gli orientamenti della CEE e che voleva umiliare, penalizzare la professionalità, l'imprenditorialità. Noi invece volevamo una legge che, pur stando nella camicia stretta delle direttive comunitarie, cercasse di utilizzare tutte le possibilità per allargare la maglia delle aziende.
Questa legge dovrà avere anche il visto della CEE, quindi noi abbiamo operato anticipando il contenuto del documento che le Regioni, le forze politiche e il Governo hanno posto come base di discussione nei confronti della Comunità europea.
Di qui allora la riduzione delle classi di reddito per consentire un ulteriore allargamento in favore delle piccole e medie aziende.
In Piemonte abbiamo tre tipi di agricoltura: quella della pianura, che nell'insieme è in lieve ripresa, quella della collina e della montagna dove la situazione è assai più difficile. Ecco allora la possibilità per le altre aziende di ottenere il credito per gli investimenti anche in assenza del piano aziendale, facendo però uno sforzo che dovrà coinvolgere gli uffici, che dovrà coinvolgere, non appena li potremo istituire, i socio informatori, per portare le aziende a ragionare in termini di piano attuando in definitiva le norme della legge n. 15 che prevede l'intervento dell'Esap per la compilazione dei piani di sviluppo aziendali o interaziendali. Questa legge riconferma quelle scelte, non solo, ma migliora anche il meccanismo relativo alla cooperazione all'associazionismo, all'agricoltura di gruppo.
Questa legge è uno strumento di attuazione del piano, sia per quanto riguarda il riequilibrio territoriale, sia per quanto riguarda gli interventi di ordine fondiario e le sistemazioni agrarie. Sul problema della casa, per il quale erano state fatte presenti le giuste esigenze dicemmo che avremmo trovato una soluzione, che avremmo formulato delle proposte; le proposte sono state elaborate, infatti sono stati approvati provvedimenti per il recupero dei fabbricati della collina e della montagna, per il loro ampliamento anche in relazione all'attività agrituristica.
In conclusione, come hanno sottolineato molto opportunamente il relatore Gastaldi e il Presidente della III Commissione, nel corso della consultazione, sulle finalità di questa legge c'é stato un unanime riconoscimento.
L'intervento di questa mattina del collega Chiabrando si è incentrato sulla necessità di trovare il modo di snellire le procedure. A mio avviso alcune importanti innovazioni sono già state fatte, altre si potranno ancora conseguire, comunque i 24 documenti sono richiesti ancora in base alle norme stabilite dall'allora Assessore Chiabrando. La Giunta ha già introdotto alcune modifiche con la legge n. 3, infatti fino ai 75 milioni la responsabilità è affidata all'Ipa, che sarà affiancato da una Commissione consultiva ristretta; l'introduzione dell'istituto della pubblicità favorisce la conoscenza delle decisioni assunte; sono state apportate inoltre alcune variazioni alla precedente scheda. Le norme attualmente in vigore sono quelle che abbiamo trovato e che in parte abbiamo cercato di snellire. Con questa legge si fanno ulteriori passi in avanti sia nei confronti delle pratiche singole, sia nei confronti dei piani aziendali e interaziendali. La sede consultiva non sarà il Comprensorio, ma la Commissione comprensoriale.
Lo snellimento delle pratiche dipende dal rafforzamento e dalla riorganizzazione degli uffici, dall'ulteriore decentramento: dalla sede unica della Giunta, che fino al '75 decideva tutto, siamo passati a 6 sedi e auguriamoci di arrivare a 15 sedi, quanti sono i Comprensori. La legge sulle strutture prevede appunto che gli uffici periferici, gli Ipa, il Genio Civile, saranno riorganizzati a livello comprensoriale proprio per avvicinare il momento decisionale alla realtà territoriale e per coordinare. Con questo strumento non saremo più costretti ogni anno a rifinanziare le leggi in modo defatigante e sempre verso la fine dell'anno come avveniva in passato.
Il collega Chiabrando ha fatto riferimento alle domande presentate sulla legge 51 che sono ancora giacenti. A parte il fatto che sono convinto che nel tempo gran parte di queste domande andranno a posto, devo osservare che quella legge non prevedeva un finanziamento pluriennale; se lo ebbe successivamente, lo ebbe perché questa Giunta cercò di provvedervi, almeno per alcuni capitoli. Ma, allora, mi domando tutte le domande presentate su quella legge devono per forza essere soddisfatte, anche se sono fuori da ogni criterio, da ogni finalità, da ogni orientamento di programmazione regionale e nazionale? Quale situazione si verrebbe a creare per l'amministrazione se l'interessato, senza un parere degli uffici, con la sola convinzione di avere l'opera finanziata,iniziasse i lavori a suo rischio e pericolo? Questo snellimento porterebbe soltanto degli impegni che l'amministrazione non potrebbe assumere. Eppure casi di questo genere si sono verificati con le autorizzazioni provvisorie. D'altra parte la domanda può servire perché la Regione deve programmare, tenendo conto della realtà esistente, e adeguare annualmente i programmi, come prevede la legge Quadrifoglio.
Infine vengo alle pratiche fino ai 15 milioni; anche in questo caso si possono snellire le pratiche e le snelliremo. Certo non basterà una dichiarazione ma si dovrà presentare un progetto al Comune.
Dirò qualche cosa sui 132 miliardi dei residui passivi; di questi 132 miliardi, 32 miliardi sono le annualità e questi, che non incidono sulla operatività della legge, alcune volte sono frutto di opere non eseguite altre volte sono frutto dei ritardi delle banche; degli altri 100 miliardi: 40 miliardi sono residui impropri e sono formati in minima parte dai 38 miliardi che il Consiglio ha messo a disposizione a metà gennaio; 6 miliardi sono fondi che pervengono dalla legge 153 per l'apporto strutturale; sono state presentate due sole domande in tutto il Piemonte malgrado qualcuno fosse convinto che con la seconda direttiva si sarebbero risolti tutti i problemi di ampliamento delle aziende.
Infine si voglia ricordare che tra il maggio del '77 e l'ottobre '77 la Regione ha subito danni alluvionali per un ammontare d i 100 miliardi e nell'Ossola di 50 miliardi. Per la prima volta da quando esiste la legge apposita sono arrivati i fondi. In conclusione sono quasi 50 miliardi: 12 per i danni del mese di maggio, 27 che arriveranno, 6 che ha anticipato la Regione l'anno scorso e 12 miliardi e 800 milioni che anticipiamo per l'Ossola. Da questa situazione ritengo che si possa uscire proprio attraverso l'ulteriore decentramento, attraverso l'istituto della delega alle Comunità montane e agli altri Enti. In verità nei prossimi 3 anni avremo più di 300 miliardi. Noi dobbiamo fare un discorso globale sommando i fondi regionali a quelli della legge 403 e a quelli della legge 984.
In precedenza non c'era stato il decreto La Malti per il quale avevamo avuto 8/10 miliardi, alcuni dei quali stanno ancora arrivando? Le forze politiche che sorreggono l'attuale Governo hanno concordato un certo pacchetto che deve essere approvato a Bruxelles e che per l'Italia vuol dire piano agricolo alimentare, legge Quadrifoglio, recupero delle terre incolte, riforma dei patti agrari con la soluzione equa degli affitti legge per lo sviluppo dell'associazionismo e legge per la riforma dell'Aima e della Federconsorzi.
Questi sono i contenuti della politica nuova, patrimonio di tutti coloro che hanno fatto dell'agricoltura una questione centrale. Sono il primo a riconoscere che il livello adeguato non è stato ancora raggiunto.



FRANZI Piero

Attenzione al bilancio!



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ma perché dobbiamo attenerci al bilancio? A che cosa serve la legge Quadrifoglio? Questa legge attua il Quadrifoglio e i programmi della Regione. Mentre non abbi amo ancora una comunicazione che confermi l'assegnazione dei 27 miliardi (però ci credo perché me l'ha detto il Ministro), per questi il Ministro ha già mandato la conferma. Di conseguenza noi sappiamo che ci sono 17 miliardi per gli interventi regionali, 7 miliardi per l'irrigazione, 87 miliardi da suddividere per i programmi regionali concordati tra le Regioni. La legge Quadrifoglio prevede questa somma attribuita per quest'anno e prevede che entro il mese di ottobre si definisca il nostro parere sui programmi quinquennali o decennali a seconda che si tratti dell'irrigazione o della forestazione.
Dopo la presentazione dei programmi, che andranno a variare definitivamente il Piano regionale di sviluppo, potremo contare su un riparto in rapporto a 1100 miliardi.
Per quanto riguarda le soppressioni, leggo solo questa frase al Consigliere Chiabrando: "Con l'entrata in vigore della presente legge cessano di avere efficacia, salvo ai fini dell'assunzione di impegni a valere sulle autorizzazioni di spesa e sui limiti d'impegno di cui alla legge regionale 1/9/1978 n. 3 della liquidazione di pagamento, gli impegni già assunti a carico del bilancio". Le risorse sono state riciclate. Se c' qualcosa di diverso lo dirà l'Assessore alle finanze.
Concludo ripetendo che su questa legge c'é stata un'unanime valutazione positiva. Riconosco valida l'osservazione del Consigliere Marchini. Il collega Bellomo ha osservato che con questa legge sono aumentati i contributi in conto capitale e sono diminuiti i limiti d'impegno. Sono d'accordo con lui, però oggi c'é molta prudenza ad investire ciò che non si sa come dovrà essere pagato fra venti anni, in questa condizione si trovano ad operare tutte le Regioni e lo Stato.



PRESIDENTE

L'intendimento dei Capigruppo era di approvare la legge nella giornata di oggi. Poiché sono stati presentati 33 emendamenti da parte dei Gruppi e poiché il Consiglio dovrà ricevere una delegazione dei coltivatori diretti propongo di procedere nei lavori fino alle ore 13 e di riprenderli alle ore 15.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo alla cortesia del Presidente di sospendere la seduta per un quarto d'ora, per ricevere la delegazione. Accettiamo quanto ha proposto in ordine ai lavori del Consiglio.



BIANCHI Adriano

Propongo che il quarto d'ora venga utilizzato per una verifica sugli emendamenti.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è brevemente sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,45 riprende alle ore 12,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende. La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Signor Presidente, colleghi del Consiglio, aggiungerò poche considerazioni di carattere generale sul significato di questa legge.
Dovremo abituarci a considerare le leggi regionali alla luce del loro contenuto e non immaginare la Regione come semplice terminale di un finanziamento che parte dal Tesoro per arrivare alle tasche dei singoli operatori. In questo modo toglieremmo alle Regioni ogni ragione d'essere.
Le leggi servono per disciplinare le materie, per dare contenuti all'azione amministrativa, per programmare gli interventi, tanto più una legge come questa che pone il Piemonte all'avanguardia rispetto alle altre Regioni italiane. Essa si prefigge lo scopo di offrire all'operatore agricolo singolo o associato, sempre più visto nella funzione d'imprenditore, un quadro organico di interventi, integra le disposizioni della legge n. 15 con la quale si attuano le direttive comunitarie e si colloca nel quadro degli impegni che il Paese deve compiere per adeguare gli interventi in agricoltura a quelli fissati dalla nuova politica CEE. Su questo terreno l'Italia è paurosamente in ritardo, poiché il mancato adeguamento della normativa statale e regionale all'impostazione delle direttive comunitarie può far saltare il piano agricolo alimentare e gli interventi previsti dalla legge Quadrifoglio. Con questa legge il Piemonte sarà immune da questo rischio, non si vedrà sulla testa la spada di Damocle della CEE sempre severamente attenta perché gli impegni comunitari liberamente sottoscritti dai partners dei paesi membri siano rispettati. Alla luce di questo significato la Regione deve vincolare gli interventi più significativi alla presentazione dei piani aziendali collegati con i piani agricoli zonali, secondo quei criteri programmatori di cui tante volte ci siamo occupati.
Riassumendo si deve provvedere: all'adeguamento della normativa regionale alle direttive comunitarie utilizzando tutti i fondi a disposizione all'introduzione dei criteri di piano evitando la dispersione degli interventi a pioggia che ormai hanno assunto un carattere insostenibile.
Quando in sede nazionale si pongono problemi di austerità, di controllo e di qualificazione della spesa pubblica, il primo elemento da prendere in esame è quello di ancorare la spesa pubblica a parametri di efficacia. Se la spesa non è vincolata a piani di tipo imprenditoriale, non si può fare nessun controllo.
In questo quadro, che privilegia i contenuti e non gli aspetti meramente finanziari, si collocano le discussioni sul finanziamento. E' opportuno affrontare anche il problema della fonte di finanziamento.
Viviamo in un momento di transizione e di pericolosa involuzione nella situazione della finanza regionale, la quale è passata dalla finanza propria alla finanza derivata e ora sta avviandosi alla finanza a destinazione vincolata.
Dalla proposta di politica economica predisposta dal Ministro del Tesoro, pare addirittura di capire che si pensi ad una concentrazione a livello di tesoreria centrale di tutte le risorse a disposizione della Regione, comprese le giacenze di cassa. Nel documento non è detto nulla, ma crediamo di capire che i finanziamenti saranno fatti ad hoc a fronte di singoli interventi regionali, con una grave deformazione dei meccanismi di finanziamento delle Regioni - a mio avviso - incostituzionale. Le Regioni passerebbero dai finanziamenti generali ai finanziamenti vincolati per scopi predeterminati, per obiettivi e programmi specifici. Questo potrebbe essere un tentativo di razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica, ad un patto, però, che le iniziative vengano concordate dalla Regione con il Governo e che non siano frutto di un'imposizione legislativa o amministrativa. Su questa materia avremo da contendere nei prossimi mesi.
Queste linee di tendenze in agricoltura si erano venute affermando negli anni passati per il carattere di priorità che il Parlamento diede a quel settore anche in conseguenza della necessità di collegare il nostro Paese alle linee comunitarie al fine di utilizzare i cospicui finanziamenti CEE. Probabilmente si sarebbe reso necessario un intervento del Parlamento più penetrante, anche se la materia è affidata alle competenze regionali.
In questi ultimi anni le forze del Parlamento hanno sviluppato un'iniziativa tesa ad aumentare gli stanziamenti finalizzati in agricoltura. Sono state finanziate leggi che hanno destinato risorse in favore dell'agricoltura incaricando le Regioni della gestione, della allocazione sul territorio, della disciplina del modo con cui le risorse debbono essere destinate. Questa politica ha comportato minori risorse nei fondi globali che indifferenziatamente le Regioni possono destinare ai vari interventi.
Il discorso deve riguardare l'insieme delle risorse destinate all'agricoltura per vedere se lo sforzo finanziario complessivo è adeguato o non è adeguato ai programmi di intervento. Si tratta di stabilire se gli stanziamenti sono adeguati ai fabbisogni, se i programmi consentono di smaltire i finanziamenti. Solo così i conti fatti tengono, ossia sommando le risorse previste in questo disegno di legge con quelle previste dalle leggi regionali che restano in vigore e con quelle che arriveranno con le leggi 403 e 984 dello Stato. Sottolineo che dallo Stato ci arriveranno i fondi, proprio in virtù di questa legge. Ho già ricordato che la legge Quadrifoglio può incontrare un ostacolo decisivo in sede comunitaria. Non sarebbe la prima volta che perdiamo dei finanziamenti in sede comunitaria a causa dell'inadeguatezza della nostra legislazione.
Posso assicurare il Consigliere Chiabrando che, per quanto riguarda l'anno '78, tutte le riduzioni dei capitoli sono matematicamente trasferite nei nuovi stanziamenti della legge. Un'operazione non perfetta di trasferimento può esserci per gli anni '79 e '80. Il bilancio annuale sarà la sede propria per verificare gli stanziamenti, così come stabilisce la nuova legge di contabilità.
In conclusione, abbiamo i finanziamenti statali, che qui sono indicati per memoria e che arriveranno nei prossimi anni, abbiamo la possibilità del riciclaggio di una parte almeno dei residui passivi (con la legge di contabilità dovremmo cancellare i residui passivi di due esercizi precedenti, i quali potranno essere riciclati a integrazione di questo intervento); inoltre la legge di bilancio può consentire modifiche e aggiornamenti degli stanziamenti. Questa legge è di programma e di contenuti e il bilancio dei singoli esercizi determinerà gli stanziamenti per quell'esercizio; per gli anni '79 e '80 sorgeranno dei problemi dovendo recepire le ulteriori risorse che arriveranno attraverso la legge Quadrifoglio e alle altre leggi dello Stato , si tratterà in sede di bilancio di discutere anche gli aspetti finanziari connessi a questa legge.
Per intanto essa va in vigore nella sua valenza di carattere programmatorio e complessivo per l'agricoltura.
Queste considerazioni permettono di cogliere l'importanza che acquista questo disegno di legge non solo per il Piemonte e permette di sdrammatizzare la polemica sulle cifre. In sede di bilancio annuale si farà, senza drammi, la verifica in base agli impegni assunti, alla operatività delle norme, ai risultati che si raggiungeranno, alla capacità di smaltimento dei fondi, alle risposte degli operatori agricoli.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli emendamenti e alla votazione degli articoli.
Art. 1 - Finalità "La Regione Piemonte con la presente legge, in attuazione dell'art. 4 dello Statuto regionale, al fine di agevolare il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole, zootecniche e forestali, di aumentare la produttività delle aziende, di promuovere l'ulteriore sviluppo della cooperazione e dell'associazionismo agricolo e di migliorare le condizioni di vita, di lavoro e di sicurezza delle popolazioni rurali, con speciale riferimento alle zone montane e collinari: disciplina organicamente gli interventi di competenza regionale in materia di agricoltura e foreste, diversi da quelli di cui alla legge regionale 22/2/1977, n. 15 'Norme per l'attuazione delle direttive CEE per la riforma dell'agricoltura', per i quali rimane ferma la disciplina ivi prevista ridefinisce le modalità e le procedure di tali interventi per adeguarli alla più recente legislazione statale ed alle finalità di cui alla deliberazione del Consiglio regionale del 9/2/1978, relativa alla revisione delle leggi regionali di spesa e per coordinarli tra loro e con quelli previsti dalla restante legislazione regionale e, in particolare, con le disposizioni della legge regionale 19/8/1977, n. 43, sulle procedure della programmazione dispone il finanziamento degli interventi stessi, per il periodo 1978-82 in rapporto al Piano regionale di sviluppo ed ai programmi regionali di settore che saranno approvati ai sensi dell'art. 5 della legge 27/12/1977 n. 984".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 1 è approvato. Titolo I - Disposizioni generali Art. 2 - Beneficiari "Fatte salve le disposizioni particolari previste d ai successivi articoli possono beneficiare delle provvidenze finanziarie previste dalla presente legge: - le imprese familiari diretto-coltivatrici, singole o associate 11) - le cooperative agricole ed i loro Consorzi, costituite da coltivatori diretti, proprietari od affittuari, da mezzadri, coloni e lavoratori agricoli dipendenti, con particolare riguardo alle cooperative costituite ai sensi della legge I, giugno 1977, n. 285, sempreché siano iscritte nel registro prefettizio e nello schedario generale della cooperazione 12) - le altre cooperative agricole o i loro Consorzi, iscritti nel registro e nello schedario predetti 13) - le associazioni dei produttori agricoli riconosciute ai sensi delle vigenti leggi in materia 14) - gli imprenditori non coltivatori diretti, singoli od associati che esercitano l'attività agricola a titolo principale ai sensi degli artt. 6 e 7 della legge regionale 22/2/1977, n. 15 15) - le Associazioni fra imprese familiari diretto-coltivatrici composte da almeno 5 soci, ciascuno dei quali titolare di un'azienda agricola nella zona, costituite con atto pubblico e il cui statuto preveda il voto pro capite 16) - le società di cui all'art. 7 della legge 27/12/1977, n. 984 17) - gli Istituti ed Enti aventi per scopo la ricerca scientifica applicata nei campi delle produzioni zootecniche, agricole e forestali posti sotto la vigilanza ed il controllo della Regione 18) - i Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario 19) - l'Ente regionale di sviluppo agricolo.
Tra le cooperative agricole sono comprese quelle di conduzione e di servizio, costituite ai sensi della legislazione vigente.
Agli effetti dei benefici previsti dalla presente legge, le aziende ed i terreni condotti in affitto, mezzadria, enfiteusi, usufrutto o per usi civici, sono equiparati a quelli in proprietà.
L'affitto deve garantire una detenzione stabile e duratura del fondo ed il conduttore deve impegnarsi a non avvalersi della rinuncia di cui al terzo comma dell'art. 23 della legge 11/2/1971 n. 11, e successive modificazioni ed integrazioni.
Per il settore della forestazione i soggetti beneficiari delle provvidenze sono: le Comunità montane, i Comuni singoli od associati ed i loro Consorzi, le aziende speciali, i Consorzi forestali, le cooperative ed i loro Consorzi, con particolare riguardo alle cooperative costituite tra i lavoratori agricoli e forestali per l'attività di rimboschimento, per le lavorazioni ed utilizzazioni forestali, nonché per la coltivazione raccolta e lavorazione dei prodotti del sottobosco, gli imprenditori agricoli a titolo principale singoli od associati e ogni altro proprietario o possessore a titolo legittimo di terreni; nonché le società forestali costituite per una durata non inferiore ad anni 18.
Per la realizzazione di infrastrutture al servizio di più aziende agricole e purché l'opera risulti di prevalente uso ed interesse agricolo, pu essere ammessa la presenza di non imprenditori agricoli".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Criteri generali e condizioni "Le iniziative, per essere ammesse ai benefici regionali, devono essere in armonia con la programmazione regionale, con i piani zonali di sviluppo agricolo, di cui alla legge regionale 21/4/1978 n. 20 e con i piani delle Comunità montane, ove esistenti.
Gli investimenti agrari e fondiari devono altresì essere inseriti nell'ambito di un piano aziendale od interaziendale di sviluppo ai sensi della legge regionale 22/2/1977 n. 15, ove il loro importo superi 15.000 unità di conto per ogni unità lavorativa o l'importo che sarà stabilito dai competenti organi comunitari o nazionali.
Sono inoltre ammesse ai benefici previsti anche le iniziative comprese nei piani di sviluppo aziendali od interaziendali non finanziabili per carenza di fondi ovvero non approvabili ai sensi della legge regionale 22/2/1977 n.
15, per il mancato raggiungimento delle condizioni di reddito di lavoro purché gli altri obiettivi del piano medesimo siano conformi alla programmazione regionale e sempreché venga raggiunto almeno il 70% dei vari livelli di reddito di lavoro previsti dalla legge regionale 22/2/1977 n.
15.
Possono altresì essere ammesse ai benefici previsti dalla presente legge le domande presentate ai sensi delle leggi regionali di cui al successivo art.
68 non ancora finanziate alla data di entrata in vigore della presente legge.
Le iniziative, sia singole che collettive? devono avere validità economica ed essere commisurate alle effettive necessità delle aziende. Il giudizio sull'azienda deve tenere conto delle sue concrete possibilità di sviluppo nonché, quando trattasi di iniziative relative ad attività di produzione dell'età dei componenti la famiglia diretto-coltivatrice e del loro impegno ad esercitare l'attività agricola per almeno 10 anni.
Ai sensi dell'art. 7 della legge 27/12/977 n. 984, le unità lavorative assunte da coltivatori diretti ai fini dello sviluppo produttivo di cui alla legge 1/6/1977 n. 285 e successive modificazioni per l'incremento dell'occupazione giovanile in soprannumero a quelle previste dalle leggi vigenti per l'acquisizione della qualifica di coltivatore diretto, non sono computate ai fini della conservazione della qualifica medesima.
L'importo massimo di spesa ammissibile per ciascun tipo di intervento verrà determinato dalla Giunta regionale, salvo che non sia già stabilito da disposizioni particolari della presente legge; comunque, per le aziende singole non può superare quello previsto, in rapporto alle unità lavorative, agli artt. 12 e 18 della legge regionale 22/2/1977 n. 15 e successive modificazioni.
La concessione dei benefici previsti dal successivo art. 35 per la costruzione, il recupero, la ristrutturazione ed il risanamento dei fabbricati rurali ad uso di abitazione è subordinata alla condizione che gli aventi diritto ed i loro familiari conviventi non siano proprietari di altra abitazione idonea nel Comune di residenza od in quelli limitrofi.
Le aziende ad indirizzo zootecnico devono già avere, o dimostrare di poter raggiungere, una capacità produttiva di unità foraggere rispetto al fabbisogno alimentare del bestiame allevato, come di seguito specificato: 1) per il bestiame bovino, equino, ovino e caprino almeno del 60% se poste in pianura ed almeno del 40% se poste in montagna e collina 2) per il bestiame suino od avicunicolo, almeno del 35% se poste in pianura ed almeno del 25% se poste in collina ed in montagna.
Gli imprenditori agricoli che allevano bestiame bovino, e che non sono in possesso dell'attestazione di allevamento indenne da tubercolosi e da brucellosi, possono ottenere, sino al 31/12/1981, le agevolazioni previste dalla presente legge, sempreché abbiano in corso di attuazione un piano di bonifica sanitaria per la tubercolosi e per la brucellosi a norma delle leggi vigenti.
Per le altre specie è richiesta l'adesione ai piani di profilassi se esistenti.
Le strutture fisse, che siano realizzate fruendo dei contributi previsti dalla presente legge, non possono essere distolte dall'uso e dalle finalità per cui sono stati ottenuti i benefici, per almeno 10 anni; le attrezzature mobili per almeno 5 anni.
Per i terreni acquistati con le agevolazioni di cui alla presente legge valgono le prescrizioni ed i vincoli previsti dalla vigente legislazione statale in materia.
Il bestiame da riproduzione acquistato con le agevolazioni di cui alla presente legge non può essere alienato o comunque trasferito dalle aziende dell'imprenditore per almeno 5 anni, salvo che se ne renda necessario l'avvio alla macellazione perché ritenuto non più idoneo alla sua iniziale destinazione produttiva.
Chi contravviene agli obblighi di cui ai precedenti commi deve rimborsare l'equivalente del contributo fruito, maggiorato degli interessi legali e fatto salvo il risarcimento dell'ulteriore danno.
In deroga a quanto stabilito dal secondo comma del presente articolo nell'ambito degli interventi previsti dalla presente legge e alle condizioni ivi contemplate, possono altresì essere ammesse a finanziamento anche in assenza di piani di sviluppo aziendali ed interaziendali, le istanze presentate entro il 9/6/1977 ai sensi della legge regionale 8/9/1975, n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni.
I benefici previsti dalla presente legge non sono cumulabili con altri concessi per le stesse finalità dalla Regione o da altri Enti se non entro i limiti previsti dalla presente legge.
Il cumulo è ammesso solo nel caso di infrastrutture a carattere collettivo e comunque non oltre l'intero ammontare della spesa".
Il Gruppo democristiano ha presentato tre emendamenti: emendamento soppressivo al secondo comma: "Il secondo comma è soppresso".
Emendamento soppressivo al secondo comma: alla prima riga la parola "agrari" è soppressa.
Emendamento sostitutivo al sedicesimo comma: il sedicesimo comma è sostituito dal seguente: "In deroga a quanto stabilito dalla presente legge possono altresì essere ammesse a finanziamento le istanze presentate entro il 9/6/1977 ai sensi della legge regionale 8/9/1975 n. 51 e successive modificazioni ed integrazioni alle condizioni e con le modalità ivi previste".
La parola al Consigliere Chiabrando per l'illustrazione dei tre emendamenti.



CHIABRANDO Mauro

Chiediamo di togliere il collegamento con i piani aziendali e di introdurre la differenziazione degli aiuti: aiuto maggiore a chi fa il piano aziendale, aiuto minore a chi non fa il piano aziendale. Questo criterio è previsto dalla legge sulle direttive comunitarie.
In alternativa, se questo emendamento fosse respinto, chiediamo che venga soppressa la parola "agrari".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Accogliere l'emendamento al secondo comma significa vanificare tutto l'assunto della legge ed esporla al rischio della reiezione da parte del Governo.



PRESIDENTE

Chi è favorevole al primo emendamento democristiano, alzi la mano.
E' respinto.
Chi è favorevole al secondo emendamento democristiano, alzi la mano.
E' respinto.
Per quanto riguarda l'emendamento al sedicesimo comma, la parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' un emendamento che tende a coprire tutte le domande giacenti senza distinzione. Poiché la legge che stiamo per votare seleziona le nuove domande, chiediamo che questa selezione non venga fatta per le domande giacenti da 2/3 anni.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Non ci sono domande giacenti da anni. L'emendamento non può essere accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole a questo emendamento alzi la mano. E' respinto.
Passiamo alla votazione dell'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4- Priorità "Per la concessione dei benefici previsti dalla presente legge è adottato il seguente ordine di priorità: 1) - le opere da realizzarsi nelle zone delimitate ai sensi dell'art. 3 della legge regionale 4/6/1975, n. 43 e nei piani di ricomposizione fondiaria di cui al successivo art. 32 2) - i titolari e coadiuvanti di imprese familiari diretto-coltivatrici singole o associate, iscritti negli elenchi previsti dalle leggi 22/11/1954, n. 1136 e 9/1/1963, n. 9, le cooperative costituite da coltivatori diretti, lavoratori agricoli, coloni e mezzadri, ivi comprese quelle costituite ai sensi dell'art. 18 della legge 1/6/1977, n. 285 3) - le Associazioni dei produttori riconosciute ai sensi delle leggi vigenti in materia 4) - gli altri imprenditori agricoli singoli od associati 5) - altri beneficiari.
Nell'ambito di ciascuna delle priorità previste ai punti 2 e 4 del primo comma del presente articolo, debbono essere altresì rispettate nell'ordine, le seguenti ulteriori precedenze: a) - beneficiari che presentino un piano aziendale o interaziendale di sviluppo ai sensi dei commi secondo e terzo dell'art. 3 b) - beneficiari che si impegnino a tenere la contabilità aziendale ai sensi degli articoli 19 e 20 della legge regionale 22/2/1977, n. 15.
L'accoglimento delle domande secondo le priorità stabilite dal presente articolo sarà attuato, nell'ambito della competenza di ogni singolo ufficio regionale, sull'insieme delle istanze pervenute entro le scadenze che verranno stabilite dalla Giunta regionale, tenendo conto della natura dell'iniziativa".
Emendamento soppressivo al secondo comma presentato dal Gruppo D.C.: "Il secondo comma è soppresso".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Il discorso del collegamento con i piani aziendali qui viene appesantito con la "priorità"; questo vuol dire che non saranno finanziate le domande che non avranno il piano aziendale.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il successivo emendamento presentato dalla Giunta rimedia al pericolo ipotizzato. La Giunta respinge quindi l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Emendamento aggiuntivo presentato dalla Giunta regionale: dopo il secondo comma aggiungere: "Al finanziamento degli investimenti agrari e fondiari di cui al precedente art. 3 non inseriti in un piano aziendale od interaziendale di sviluppo può essere destinata una quota non superiore al 20% dei relativi stanziamenti, da erogarsi prescindendo dalle precedenze di cui al secondo comma".
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Emendamento aggiuntivo presentato dal Gruppo D.C.: all'ultimo è aggiunto il seguente comma: "Fatte salve le priorità previste al presente articolo hanno diritto di precedenza, in ordine di presentazione, le domande giacenti alla data di entrata in vigore della presente legge, di cui al quarto comma dell'art. 3".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Se l'Assessore vuole ripetere ciò che ha detto in Commissione ritiriamo l'emendamento.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ritengo sia naturale il rispetto dell'ordine di arrivo delle domande finalizzate rispetto alle altre che sono presentate successivamente.



PRESIDENTE

L'emendamento viene pertanto ritirato.
Chiede la parola il Consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio

Sono stato sorpreso dalla votazione dell'art. 3 sul quale in verità avrei voluto intervenire. Questi articoli sono uno dei motivi di fondo del contrasto tra la maggioranza, che vediamo molto ampia, e l'opposizione che in questo caso, si restringe alla D.C.
Non siamo d'accordo che la legge sposi la filosofia delle direttive comunitarie in quanto la filosofia delle direttive comunitarie è quella del raggiungimento del reddito comparabile il quale non sempre coincide con le esigenze di produzione agricola del Paese. Non è esatto dire che, senza questo tipo di elaborato, non potremmo usufruire dei fondi CEE, perché la Regione ha vigente la legge 15 che recepisce in pieno le direttive comunitarie, di conseguenza tutti i fondi che possono arrivare all'Italia e quindi alla nostra Regione possono trovare accoglimento e destinazione attraverso quella legge. Non è neanche vero dire che se non usassimo questa metodologia la legge potrebbe essere respinta dal Governo: se questo fosse il problema avremmo potuto trovare altre forme per far arrivare finanziamenti all'agricoltura. Vorrei che qualcuno preventivasse il numero delle aziende agricole delle zone collinari e montane che potranno usufruire di questi finanziamenti con questa impostazione. Penso che nemmeno il 10% delle aziende agricole potrà usufruire dei benefici in quanto le altre non possono arrivare al reddito comparabile. L'Assessore dice che le domande presentate avranno priorità; non dice però se avranno priorità anche sulle domande che successivamente verranno presentate con il piano di sviluppo aziendale. Per questi motivi votiamo contro a questi due articoli. Ci rendiamo conto che è necessario che i finanziamenti che destiniamo all'agricoltura abbiano un risultato produttivo, però non possiamo totalmente dimenticare i problemi sociali e di occupazione nel mondo agricolo. Il giovane che intende rimanere in agricoltura e che presenta una domanda, ma che non riesce a rientrare nei requisiti del piano di sviluppo aziendale si troverà costretto ad abbandonare l'agricoltura e continueremo così ad assistere all'esodo dei giovani specialmente nel settore agricolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche se è stata introdotta in termini amichevoli, la dichiarazione del collega Lombardi deve essere contestata. La convergenza o l'adesione su alcuni articoli della legge non significa per la mia parte che non esiste più l'opposizione, che sarebbe diventata anche in questa occasione, come in altre, monopolio della D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Le assicurazioni politiche dell'Assessore Ferraris nel rispetto delle priorità possono valere sui problemi di carattere programmatico, ma non nei confronti di norme precise previste dalla legge. All'art. 3 è detto che si deve presentare il piano. C'é la deroga del 20% ed è qui che il discorso non regge.
Abbiamo già dimostrato che il fabbisogno di interventi per coprire le pratiche è di 45/50 miliardi e, per l'esercizio 1978, abbiamo una disponibilità totale di 43 miliardi. Praticamente con il 20% riserviamo 8/9 miliardi per fronteggiare una richiesta dell'ordine di 45 miliardi. Quindi l'assicurazione politica dell'Assessore non può tranquillizzarci perch vedremo respinte migliaia di pratiche tuttora giacenti presso gli Ispettorati agrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

I colleghi della D.C., hanno fatto di questo un "casus belli" (secondo noi, confondendo le cose). Dico questo soprattutto per coloro che non hanno potuto esaminare in modo particolareggiato le norme.
Non è affatto vero che bisogna raggiungere il reddito comparabile.
L'art. 3, al comma terzo dice: ". , per il mancato raggiungimento delle condizioni di reddito di lavoro, purché gli altri obiettivi del piano medesimo siano conformi alla programmazione regionale e sempreché venga raggiunto almeno il 70% dei vari livelli di reddito". Qui stiamo precorrendo la modifica della direttiva 159. Perché insistete sul reddito comparabile quando vi è scritto il 70%? Quindi, abbiamo da una parte una fascia di aziende che non supera l'importo di 15 mila unità di conto per ogni unità lavorativa e dall'altra un gruppo di domande di aziende che non sono tenute a fare il piano per le quali c'é la deroga. Infatti è detto: "in deroga. . . , possono altresì essere ammessi al finanziamento, anche in assenza di piano di sviluppo aziendale e interaziendale, le istanze presentate entro il 9 giugno 1977 ai sensi della legge n. 51".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il ristorno della CEE lo avremo sulla legge 15, ma in base ai fondi stanziati dalla legge 153.
Noi diciamo che se non c'é il senso di responsabilità di mantenere a piano tutto quello che è possibile non si potrà avere il ristorno, che farebbe comodo allo Stato e alle Regioni. Ritengo di fare un chiarimento.
La maggior parte delle pratiche non erano per investimenti produttivi, ma erano per case. Il Quadrifoglio e il Piano di sviluppo prevedono gli investimenti produttivi. Le case possono essere tutte finanziate in quanto se si trovano in collina e in montagna la legge le finanzia ampiamente in relazione al discorso di socialità, di recupero e di creazione di condizioni nuove di vita. Quando illustrai la legge sull'edilizia sono stato deriso, anche se le stesse tesi le aveva sostenute Campagnoli in Parlamento. Adesso la legge è in vigore; si tratterà di trovare un sistema preciso e snello nelle procedure bancarie.



PRESIDENTE

Questa ultima fase della discussione è stata al limite del regolamento.
Sarà opportuno in seguito limitarsi alla pura dichiarazione di voto sull'articolo in discussione.
Passiamo alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Rimandiamo il proseguimento della votazione della legge sull'agricoltura ad oggi pomeriggio.


Argomento: Varie

Auguri al Consigliere Oberto per il suo 76° compleanno


PRESIDENTE

Prima di togliere la seduta comunico che il Consigliere Oberto non sarà presente oggi pomeriggio.
Vorrei cogliere l'occasione per fargli gli auguri per il suo 76 compleanno.
Gli anni sono tanti e gliene auguro altrettanti nella vita privata e in quella politica a testimonianza di un impegno appassionato e mai attenuato dal primo giorno dell'esistenza della Regione, come membro della Commissione per lo Statuto, come Presidente del Consiglio, come Presidente della Giunta e poi come Consigliere.



OBERTO Gianni

Ringrazio cordialmente. Ricevere auguri così calorosi ed essere riconosciuti ed apprezzati per quello che si è fatto è cosa indubbiamente gradita.
Ricambio l'augurio che tutti loro, al compimento dei 76 anni, qui o in altri consessi, abbiano la coscienza tranquilla, un po' di salute e la volontà di servire ancora il Paese.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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