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Dettaglio seduta n.211 del 19/07/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Rinvio approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I processi verbali delle precedenti sedute non sono stati distribuiti per motivi tecnici: verranno portati all'approvazione in una seduta successiva.


Argomento: Varie

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Opportunità di provvedimenti per un'azione volta a cancellare scritte inneggianti alla violenza sui muri della città"


PRESIDENTE

Per il punto secondo all'ordine del giorno: "lnterpellanze ed interrogazioni", iniziamo con l'interrogazione del Consigliere Oberto: "Opportunità di provvedimenti per un'azione volta a cancellare scritte inneggianti alla violenza sui muri della città".
Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

All'interrogazione del Consigliere Oberto relativa alle scritte sui muri, non è stato possibile rispondere tempestivamente per diversi motivi.
Tuttavia, una prima risposta è data dalle iniziative assunte dal Comune di Torino e sollecitate dalla Giunta regionale.
Il fenomeno è incentrato particolarmente a Torino, ma si manifesta anche nelle altre città. Credo sia opportuno trasmettere un invito alle Amministrazioni comunali dei principali centri piemontesi che maggiormente accusano queste forme di non commendevole esercizio della libertà di scrivere, affinché provvedano così come ha provveduto il Comune di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Signor Presidente, il notevole ritardo della risposta alla mia interrogazione mi faceva pensare che ci sarebbe stata una risposta più completa. E' un argomento che ha una grossa rilevanza e se siamo stati battuti nel tempo dal Comune di Torino vuol dire che, mentre era in sofferenza questo stimolo da parte della Regione Piemonte, qualcun altro ha avvertito l'importanza del problema. La ripulitura dei muri non deve avvenire soltanto a Torino in vista dell'approssimarsi dell'ostensione della Sindone che farà affluire migliaia di persone da tutta Italia e da tutto il mondo, ma deve essere sentita per motivi di decoro e di civiltà.
Quando ho appreso che avrebbe risposto l'Assessore Simonelli ho avuto piacere perché nell'interrogazione ho toccato l'aspetto finanziario.
Certamente l'Assessore Simonelli avrà visto a fianco della sede del Partito socialista italiano in via Palestro la scritta: "E' un momentaccio"; è una di quelle poche scritte che si possono accettare perché vengono dall'intelligenza e non soltanto dalla violenza, dalla sgrammaticatura e dall'osceno. Si può accettare come accettano in Spagna quell'altra scritta che compare sul frontone di un manicomio che dice: "Non lo siamo tutti e non ci sono tutti".
Ma ci sono le altre scritte che rivelano il tormento polemico di tutto un mondo che si sta inquinando attraverso queste manifestazioni. Le scelte di elezione per questi imbrattamenti a Torino come ad Alessandria come nella mia città di Ivrea sono le scuole, le case comunali, le chiese: sono scelti a bella posta i luoghi frequentati dai giovani e da coloro che attraverso la lettura di questa documentazione traggono delle conseguenze non molto precise.
Recentemente accanto a quella sede di Partito ho visto scritto: "A giusta mezzadria: da una parte sede D.C., dall'altra sede P.C.I.". Ci sono le scritte sportive, che però di sportivo non hanno nulla: "Toro TBC - Juve troia"; quelle ossessive: "P.S, uguale SS"; "P 38 fatti sotto"; "Cossiga boia torna nel west"; "Lama boia torna nel Tibet"; quelle blasfeme, in corso Vigevano e in via Principe Amedeo: "Gli alpini festeggiano i massacri. Alpini disertate". Le svastiche con tanto di "Torneremo", seguite addirittura da una minaccia al, presente: "Tremate perché le legioni sono tornate", con accanto il simbolo dell'anarchia, che solitamente è muto solo, senza iscrizioni. Poi il florilegio brigatistico, rosso e nero: "Niente è nato" con la siglatura Br; "Diritto al futuro bivalente"; "Baader morto, Kappler libero"; "P.C.I, uguale polizia di Stato"; "D.C, più P.C.I uguale tasse, caro vita, fame".
Siccome anche il mondo femminile oggi si fa vivo in tutti i sensi partecipando alle manifestazioni e alle aggressioni, in un documento bibliografico si legge: "Violenza di Stato, violenza maschilista e ora violenza femminista". Poi c'é la rivendicazione: "Aborto subito, libero e gratuito" (e perché non aggiungiamo anche giocondo? ); poi c'é un intarsio politico: "Abortire la D.C., aborrire la D.C.". E poi: "Aborto libero e Fanfani clandestino"; "Bruciamo i verdetti di ogni tribunale; accusiamo lo Stato di violenza carnale" (qualunquisticamente o per ragioni di rima); "N Coca Cola né cosacchi".
Ad Ivrea sulla facciata del Duomo e a Palazzo Civico si legge: "Porci" scritto a grandi lettere. Poco vicino: "Bruciamo il Comune".
Ci sono poi le iscrizioni ecologiche: "Evviva la frutta", e accanto, un pochino più ambiguo: "Non è vero che le lucciole sono tutte scomparse".
Non appena apparve all'orizzonte una certa intesa fra la Fiat e gli arabi sono comparse anche quelle scritte. Ci sono poi quelle personali: "Martinat al rogo". E ancora: "Tedeschi ti romperemo di nuovo il violino sulla schiena".
Anche il socialismo craxiano dei quarantenni non è trascurato, ma è espresso in forma molto banale e stupida, anche se espressiva: "Craxi prendi il taxi". Ci sono le scritte accademiche: "Architetto chi legge" (una volta scrivevano "asino chi legge").
Sull'autostrada Torino-Ivrea si legge questa scritta "Forse non sapevi che Gesù ritorna. Ora lo sai". La direzione prontamente l'ha fatta espungere con tanto di nero, ottenendo lo stesso risultato che si è ottenuto per le scritte del fascismo (il fascismo di buono aveva l'inchiostro e le biacche che adoperava per le scritte le quali riemergono ancora dopo trent'anni dalla sua scomparsa).
L'intervento relativo mi ha stimolato a presentare questa interrogazione per ottenere un poco di pulizia morale, politica, estetica e financo grammaticale. Provate ad andare nelle sedi universitarie e ne uscirete stomacati da quell'ambiente pieno di iscrizioni che fanno perdere il senso dell'umano e della civiltà.
C'è il rischio dell'assuefazione nel vedere i muri imbrattati a Torino come nei paesi grandi e piccoli; e il male è ancora più grave nei piccoli paesi. Ho visto scritte di questo genere in Argentina, in Brasile, in Francia e in Germania. Non ne ho viste in Jugoslavia, e non so se ce ne siano in Russia. Ai miei tempi giovanili si diceva: "La muraglia è la carta della canaglia". Oggi, invece, si dice che bisogna lasciar scrivere queste cose perché sono l'estrincazione di libere manifestazioni di volontà.
Non dico di diventare iconoclasti del libero pensiero nel modo assoluto, ma della pulizia indubbiamente si! Certo è molto più facile imbrattare che pulire. Noi possiamo anche sorridere di questi florilegi; ma i ragazzi che vedono e che leggono questa realtà che cosa dicono? Chiedo un provvedimento di natura finanziaria oltre che un'iniziativa da parte del competente Assessore per riunire, ad esempio all'inizio dell'anno scolastico, gli studenti delle città e dei paesi accanto ai muri grondanti di espressioni di inciviltà, per cancellarli dando a questo gesto un significato non soltanto simbolico, ma anche realistico.
L'iniziativa è costosa, ma vale la pena di assumere l'impegno civico per togliere un po' di quella paura che ciascuno di noi ha accettando il permanere della mala manifestazione di intendimenti e di volontà, e per togliere qualche cosa al terrorismo che conta soprattutto sul qualunquismo.
Dobbiamo vincere questa causa altrimenti, signor Presidente della Giunta e signor Assessore, aspettiamo che si scriva anche la nostra epigrafe (dico nostra in termini regionali) e arriveremo a cancellarla quando sarà troppo tardi.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.
Non è possibile proseguire l'esame delle interrogazioni in quanto la riunione in corso dei Capigruppo e l'assenza di alcuni Assessori fanno registrare molti vuoti in aula.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi Sono in congedo i Consiglieri Benzi, Castagnone Vaccarino, Debenedetti Enrietti, Gastaldi e Minucci.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: n. 331: "Contributo straordinario al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione ai fini dell'acquisizione di attrezzature ed arredamenti di primo impianto", presentato dalla Giunta regionale in data 12 luglio 1978 n . 332 : "Variazione di bilancio in applicazione dell'articolo 62 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616", presentato dalla Giunta regionale in data 12 luglio 1978 n. 333: "Spese per il funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale" presentato dalla Giunta regionale in data 17 luglio 1978 n. 334: "Compenso orario per prestazioni di lavoro straordinario" presentato dalla Giunta regionale in data 19 luglio 1978 n. 335: "Elevazione del limite massimo di età per accedere ai pubblici concorsi banditi dalla Regione Piemonte", presentato dalla Giunta regionale in data 19 luglio 1978 n. 336: "Disciplina dei mercati all'ingrosso", presentato dalla Giunta regionale in data 19 luglio 1978.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale 8/6/1978: "Integrazione art. 1 legge regionale 5 giugno 1978, n. 30" alla legge regionale 8/6/1978: "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1977".



PRESIDENTE

5000



PRESIDENTE

Sull'attentato all'Istituto trattamento automatico dell'informazione



PRESIDENTE

L'Assessore Simonelli desidera fare una comunicazione sull'attentato all'Istituto trattamento automatico dell'informazione. Ha la parola.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Signori Consiglieri, com'é noto sabato scorso un commando di terroristi formato da 8-10 persone ha compiuto un attentato dimostrativo al Consorzio per il trattamento automatico delle informazioni.
Il gruppo dei terroristi entrato dall'ingresso dal quale accedono le persone addette ai lavori di manutenzione e di sistemazione ha preso in ostaggio, minacciandole con le armi, tre persone addette alla pulizia e fatto ingresso nei locali, ha predisposto il blocco dall'interno delle uscite di sicurezza.
Dopo aver messo sotto tiro gli operatori del Centro e alcuni utenti presenti, hanno bloccato la guardia in servizio nei locali e l'hanno immobilizzata. Il commando ha poi disposto delle bottiglie molotov e cosparso il pavimento di benzina e ha appiccato il fuoco. Inoltre ha rovesciato dell'acido muriatico all'interno delle apparecchiature. Si è sviluppato un incendio fortunatamente di dimensioni modeste perché è esplosa una sola bottiglia molotov. I terroristi si sono successivamente dati alla fuga. Dal momento dell'ingresso del commando terroristico al momento della fuga sono trascorsi circa dieci minuti. Immediatamente gli operatori del Centro, gli utenti e il personale di pulizia si sono prodigati per spegnere l'incendio. Un operaio dell'impresa di pulizia, già pompiere negli anni precedenti, ha coordinato l'attività di spegnimento utilizzando gli estintori disposti nei locali. I danni dell'incendio sono concentrati nell'impianto dove è esplosa la bottiglia molotov. Maggiori sono i danni determinati dall'acido cosparso sulle parti metalliche delle unita e sui circuiti.
E' difficile la valutazione complessiva dei danni, atteso che le unità dovranno essere revisionate in fabbrica e che alcuni danni provocati dall'acido muriatico potranno essere evidenziati nel tempo.
Il Consiglio di amministrazione del Consorzio ha calcolato un danno attorno a 250 milioni, valutazione media attendibile tra due possibili ipotesi: quella minima di 150 milioni e quella massima di 350 milioni.
Tutti i danni sono coperti da assicurazione, tranne per 6 milioni di unità video.
Uno degli elaboratori colpiti è di proprietà dell'IBM, l'altro è di proprietà della City Corp Leasing di Milano: ai danni del primo risponde L'IBM; il secondo è coperto da assicurazione sottoscritta dal Consorzio con polizza che estende il rischio anche agli attentati e agli atti terroristici.
Non è stato apportato alcun danno ai dati disponibili presso il Consorzio, quindi le misure normali di sicurezza per la loro salvaguardia hanno funzionato perfettamente, tant'è vero che martedì pomeriggio alle ore 16,30 sono stati consegnati alla Banca i tabulati relativi agli stipendi del personale ospedaliero. Grazie all'intervento del personale del Centro che nelle giornate di sabato, domenica e lunedì ha lavorato intensamente lunedì sera è stato possibile il ripristino delle apparecchiature.
Vale la pena di spendere qualche parola in merito alle questioni che questo attentato apre. Come nel caso dell'attentato alla Finpiemonte, il commando di terroristi ha sfruttato una situazione particolarmente favorevole rappresentata dalla circostanza che nei locali del Centro sono in corso lavori di sistemazione con un via vai continuo di operai e di tecnici. Le responsabilità sono al vaglio del Consiglio di amministrazione del Consorzio e la Regione si riserva di vagliarle per conto proprio. E' stato stipulato un contratto tra i Cittadini dell'ordine e il Consorzio.
Quella mattina era di servizio un allievo privo del porto d'armi e quindi disarmato. Il fatto apre un problema di responsabilità contrattuale in ordine alla violazione del contratto che si è configurata. Le misure di vigilanza e di emergenza relative ai dati hanno funzionato in modo perfetto, tant'è vero che non si è ricavato alcun danno alle capacità di elaborazione presenti e future del Consorzio. Naturalmente nella fase di regime sono state previste tutte le garanzie più sofisticate o perlomeno tutte quelle garanzie standard che vengono adottate normalmente in casi del genere e per centri che hanno le stesse caratteristiche. Mi pare superfluo elencare tutte le misure che sono state previste per il funzionamento a regime del Centro, ne citerò una sola: per il perimetro esterno del piano seminterrato è previsto un sistema di protezione con uno schermo a microonde che, in situazioni di allarme, avvia una ronda elettronica in sostituzione della ronda fisica dei sorveglianti e che attiva immediatamente le telecamere appostate in una guardiola protetta dove c' una guardia armata. La porta che dà accesso al Centro (oggi apribile con un pulsante dall'esterno per l'ingresso degli operai) funzionerà a scheda magnetica personalizzata. Sono previste quindi tutte le misure di sicurezza che rientrano negli standards normali e che, in questa fase, non possono funzionare fintantoché sono in corso i lavori.
In conclusione, ci pare che i dati e i commenti riportati frettolosamente dalla stampa, alla luce delle informazioni raccolte sul posto, siano ridimensionati. Considerando che le apparecchiature di sicurezza esistenti hanno impedito che ci fosse un danno ai dati disponibili, che il Consorzio non ha subito rallentamenti dell'attività che sul posto c'erano degli estintori che hanno permesso di adottare tempestivamente le misure di emergenza necessarie, possiamo dire che nell'insieme la situazione è risolta in modo meno grave di quanto poteva sembrare, anche se da tutto questo nasce un'esigenza di maggiore controllo anche nella fase di non funzionamento a regime del Centro per evitare che in questa, come in ogni altra attrezzatura della Regione, si ripetano questi fatti.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

La descrizione che ha fatto l'Assessore può fornire delle garanzie per quello che riguarda la situazione a regime, crediamo però che gli avvenimenti capitati al Centro come già in altre sedi, anche se ci rendiamo conto che è facile dirlo col senno di poi, avrebbero potuto consigliare nella fase attuale una prudenza maggiore. Non possiamo certamente pensare che per il periodo in cui avvengono dei lavori di sistemazione dei locali l'accesso possa essere libero a chiunque, con il rischio di fatti di questo genere a cui probabilmente non si sarebbe potuto ovviare neppure con la presenza di una guardia armata perché sappiamo che la folle violenza dei commando non ha limiti.
Invitiamo però la Giunta e attraverso ad essa i rappresentanti del Consiglio di amministrazione, a volersi garantire in tutte le maniere con il controllo delle persone che accedono al Centro, anche in questa fase transitoria. Oltre alle persone che lavorano presso il Centro anche le apparecchiature devono essere tutelate mettendo in atto, a costo di rallentare l'esecuzione dei lavori, tutte le garanzie indispensabili in ordine al controllo delle persone che accedono ai locali.



PRESIDENTE

Il Consigliere Raschio ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Già nella seduta del 6 luglio, quando il Consiglio era impegnato a ricordare l'attentato al signor Ravaioli discutendo delle misure di tutela e di vigilanza, il nostro Gruppo evidenziò l'esigenza di un piano di difesa dei centri direzionali regionali. Ci riteniamo soddisfatti delle informazioni che poc'anzi l'Assessore Simonelli ci ha dato, ma dobbiamo osservare che anche se la guardia di servizio fosse stata armata non avrebbe potuto, da sola, far fronte alla situazione.
Occorre predisporre rapidamente un piano da concertare assieme con le forze di sicurezza, che investa tutti i settori della Regione Piemonte e anche gli uffici decentrati, e non rafforzare solo il servizio armato all'esterno della Regione, perché di fronte a certi colpi improvvisi un servizio armato esterno ha poco da fare, invece un filtro con opportuni controlli alle porte degli uffici tecnici, finanziari centrali e decentrati è molto più incisivo.
Dobbiamo sollecitare un discorso molto sereno e molto fattivo su tutte le forze che vengono a creare queste preoccupazioni. Dall'interpretazione del volantino di quell'organizzazione criminale, che risponde al nome di "Prima linea", possiamo renderci conto che oggi la Regione Piemonte è nell'occhio del ciclone, quindi rappresenta un obiettivo che deve essere colpito per creare un momento di destabilizzazione a livello regionale. Non a caso viene attaccata la Finpiemonte e subito dopo viene fatto un altro attacco pesante e massiccio a uno degli strumenti più importanti dell'organizzazione del lavoro amministrativo e tecnico. Queste cose infatti avvengono attraverso un discorso farneticante e profondamente criminale che si rende conto della funzione politica della Regione Piemonte in campo politico e di che cosa essa può rappresentare all'interno e all'esterno.
Questa specie di pianificazione dell'attività di prevenzione e di vigilanza non è soltanto dettata dalle preoccupazioni dell'ultimo momento ma è dettata dall'esigenza di serietà con la quale dobbiamo rispondere a questi attacchi criminali. Questa reiterata richiesta va quindi incontro alle dichiarazioni dell'Assessore Simonelli e le rafforza. Il Consiglio unanime nelle forze democratiche in esso presenti appoggia quindi l'azione di protezione preventiva che la Giunta intende fare nei confronti dei centri direzionali e, se volete, degli uomini che rappresentano l'istituto regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Penso che sia stato doveroso, soprattutto da parte delle persone come il Consigliere Alberton che hanno lavorato più direttamente nella prima fase che vedeva gli organi provvisori della Regione impegnati nella costituzione del Consorzio, pronunciare il loro pensiero in merito. Da parte mia esprimo l'apprezzamento per la relazione fatta dall'Assessore Simonelli a nome della Giunta. Prendiamo atto con molta soddisfazione del fatto che i danni sono contenuti, tali da non intaccare il funzionamento dell'organizzazione e, nello stesso tempo, coperti da opportune assicurazioni. La Regione si trova ad avere maggiori compiti, impegni e responsabilità di coordinamento e di direzione per sopportare i quali sono necessari strumenti, metodologie, molte delle quali vanno inventate e costruite ex novo. Credo sia molto giusto non farsi paralizzare dai rischi che possono esservi procedendo con cautela, ma rapidamente per realizzare questi strumenti. Nel caso del Consorzio e in altri casi, l'anticipazione dei lavori edilizi è un'operazione corretta perché ha permesso alla Regione di ottenere dei benefici per la collettività di gran lunga superiori, sul piano politico, oltre che sul piano economico, ai danni provocati dall'attentato.
Questo è l'elemento più complicato nel predisporre le misure di sicurezza, il fatto cioè che non si tratta di piccole ristrutturazioni di un edificio, ma in larga misura dell'approntamento ex novo di una sede idonea per il Consorzio con tutti i conseguenti problemi che l'Assessore citava. Mi pare quindi che la piena sicurezza debba essere legata alla piena realizzazione del progetto e di tutte le misure che sono state giustamente solo sommariamente illustrate. Nella fase transitoria,pur valutando gli oneri non modesti, si può procedere ad ulteriori rafforzamenti. Né i Cittadini dell'ordine né altre iniziative hanno costi lievi per l'amministrazione pubblica quindi, responsabilmente, dobbiamo sapere che una richiesta da parte del Consiglio, alla quale mi associo, di maggiori misure di sicurezza, comporta anche un impiego di risorse magari sottratte a compiti che in una situazione di civile convivenza meglio sarebbero destinate all'interesse della comunità regionale. Le misure edilizie e le altre misure verranno sviluppate sulla base dei programmi e dei progetti già predisposti sapendo che la sicurezza e la garanzia sono sempre in ogni caso riferite a un certo livello di rischio e non sono mai assolute per quanto possano essere raffinate e costose. D'altra parte le strutture per l'impostazione dei rapporti con il pubblico non possono essere trasformate in una sorta di linea Maginot o di truppe disseminate.
Lo spirito dell'informazione dell'Assessore mi pare incentrato sul fatto che le misure di sicurezza debbono sempre avere al centro la capacità della struttura umana di chi deve lavorare, di chi deve poter intervenire controllare, dirigere, quindi siano giustamente organizzate e articolate.
Ci sono delle reazioni dei meccanismi automatici di spegnimento i quali oltre a certi livelli, possono statisticamente fornire un danno potenziale alle strutture maggiore di quello che è il meccanismo di difesa. Pensate se in quel giorno si fossero scatenate centinaia di bocche schiumogene e se tutti i calcolatori fossero stati debitamente riempiti di schiuma probabilmente i danni dello spegnimento alle macchine sarebbero stati superiori dei danni provocati dall'attentato.
Concludo con una raccomandazione che queste misure, proprio perch devono essere efficaci, siano mantenute sempre e in ogni caso nell'ambito delle persone responsabili all'uopo preposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Agli interrogativi che sono stati posti vorrei aggiungere un interrogativo non mio, ma della gente comune: perché questi uffici e perch la Regione? Abbiamo sempre sentito parlare di difese in termini statici, di approntamenti bellici, barriere elettroniche e cose di questo genere, ma dietro a questi fatti demenziali c'è un tipo di rapporto, di causa ed effetto, comunque la volontà di colpire un obiettivo preciso, sia pure in base ad un ragionamento distorto. A mio avviso, l'opera di difesa significa anche fare questo ragionamento distorto. Da questo punto di vista non si è fatto in quest'aula alcun sforzo per chiarire a noi stessi perch l'istituzione regionale o alcuni uffici vengono coinvolti in questi attacchi. Se valutiamo il problema da questo punto di vista è presumibile che proprio quelle attrezzature che sono state prese di mira saranno vaccinate per il resto dei loro giorni. Allora dobbiamo aspettarci la bomba in quest'aula! Se così non é, se l'obiettivo era di colpire quegli uffici, se sono vere le dichiarazioni lette sui giornali e le indiscrezioni sulle reazioni della Giunta che vengono raccontate in giro, la mia raccomandazione all'Assessore e che oltre alle barriere esterne, oltre ai cavalli di frisia, oltre ai ragazzi di 17 anni con il mitragliatore, che hanno la nostra solidarietà, ma anche un po' la nostra commozione, non sia il caso di andare ad approfondire all'esterno se le illazioni sulle ragioni demenziali di tali comportamenti non debbano essere valutate e se non sia il caso di cercare all'esterno, ma anche all'interno, come diceva il nostro amico Manzoni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Enti strumentali

Interrogazione urgente dei Consiglieri Alberton, Bianchi e Paganelli: "Motivazioni che hanno determinato le dimissioni del direttore dell'Ires: situazione complessiva dell'istituto ed atteggiamento della Giunta in merito" ed interpellanza dei Consiglieri Bontempi, Bono, Ferrero e Rossi: "Opportunità di promuovere nelle diverse sedi istituzionali un dibattito sul funzionamento dell'Ires"


PRESIDENTE

Possiamo ora esaminare l'interrogazione dei Consiglieri Alberton Bianchi e Paganelli: "Motivazioni che hanno determinato le dimissioni del direttore dell'Ires: situazione complessiva dell'Istituto ed atteggiamento della Giunta in merito", unitamente all'analoga interpellanza dei Consiglieri Bontempi, Bono, Ferrero e Rossi: "Opportunità di promuovere nelle diverse sedi istituzionali un dibattito sul funzionamento dell'Ires".
Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Signori Consiglieri, l'interrogazione e l'interpellanza sull'Ires giungono nel momento in cui le dimissioni del Direttore riaprono il problema dell'Istituto regionale di ricerca al quale abbiamo già dedicato più volte la nostra attenzione. Il dr. Beltrami ha rassegnato le dimissioni il 4 luglio al Presidente dell'Ires e al Presidente della Giunta, con due lettere che leggo: al Presidente della Giunta: "Le comunico che in data odierna ho presentato le dimissioni da Direttore dell'Ires. Nel ringraziare ancora lei e la Giunta regionale per la stima dimostratami in occasione della mia designazione all'incarico che lascio, le sarei grato se volesse cortesemente esaminare la possibilità di consentirmi di interrompere il mio comando presso la Regione Piemonte per ritornare all'Amministrazione di provenienza".
La lettera indirizzata al Presidente dell'Ires dice: "Con la presente le comunico la mia decisione irrevocabile di dimettermi da Direttore dell'Ires, in assenza delle condizioni ritenute necessarie per un proficuo svolgimento dei compiti attribuitimi. La prego di voler cortesemente portare al più presto questa mia all'attenzione del Consiglio di amministrazione dell'Istituto per la conseguente presa d'atto.
Ringrazio lei ed il Consiglio di amministrazione per l'opportunità che ho avuto in questi mesi di lavorare all'Ires e colgo l'occasione per porgerle i miei migliori saluti".
Nella riunione del Consiglio di amministrazione che si è tenuta lunedì 17 il Direttore dell'Ires ha ulteriormente motivato le sue dimissioni sulla base di tre motivazioni: difficoltà nei rapporti all'interno dell'istituto difficoltà nei rapporti con la Regione a causa del rischio di conflittualità tra il ruolo di Direttore designato dalla Regione e la posizione di dipendente della Regione stessa difficili rapporti con il Presidente dell'Istituto.
Le dimissioni giungono nel momento in cui l'istituto stava uscendo da una situazione di grave crisi che lo aveva colpito negli anni passati situazione di crisi che abbiamo illustrato e che abbiamo dibattuto in Consiglio. In termini sintetici ma espressivi i motivi della crisi erano stati individuati dal Presidente uscente on Manfredi in una relazione al Consiglio di amministrazione tenuta il 16 gennaio 1978, riportata poi nel documento che è stato distribuito ai membri del Consiglio di amministrazione e, credo, anche alle forze politiche.
Il Presi dente uscente sostanzialmente riconduceva i punti di crisi alla stasi verificatasi nel dibattito sugli strumenti e sulle metodologie scientifiche; alla crisi direzionale dovuta al naturale logoramento dei rapporti tra Gruppi e sezioni all'interno dell'Istituto e dei rapporti personali, a causa di un'eccessiva parcellizzazione dell'attività con conseguente esasperazione di compartimenti stagni a danno dell'organicità della produzione; alla carenza di aggiornamento costante dei fatti di fondo che costituiscono il materiale di., base per l'effettuazione delle ricerche, alla mancata indicazione politica da parte degli organi regionali sugli studi per la programmazione di cui all'art. 16 della legge istitutiva, anche per la non avvenuta costituzione del Comitato regionale.
Accanto a questi elementi, che configuravano la situazione di crisi dell'Istituto, venivano indicate alcune necessità di intervento che sempre a giudizio del Presidente - avrebbero potuto contribuire a fare uscire l'istituto dalla crisi. I possibili interventi venivano evidenziati in quattro punti fondamentali : 1) necessità che l'Ires torni ad essere lo strumento tecnico scientifico della programmazione regionale, con istituzione del Comitato tecnico scientifico, creando un istituto più snello rispetto a quello previsto dalla legge istitutiva 2) necessità dell'autonomia scientifica dell'Istituto 3) necessità di adeguamento della struttura interna perché l'istituto sia capace di rispondere alla nuova domanda nascente dalla Regione con revisione del regolamento interno, aumento delle risorse di ricerca, avvio di un lavoro di natura collegiale all'interno e di contatti diretti con i pubblici amministratori interessati all'attività dell'Istituto.
Inoltre evidenziava la necessità di adeguare le capacità di ricerca dell'Istituto anche in direzione dei Comprensori fornendo loro l'organica metodologia di programmazione e contribuendo alla formazione dei quadri locali.
La situazione di crisi evidenziata, nel momento in cui rassegnava le dimissioni l'allora Presidente dell'Istituto, per larga parte coincideva con le indicazioni che la Giunta aveva fornito in occasione del dibattito tenutosi in Consiglio a tale proposito; nel quale la Giunta aveva evidenziato che la crisi dell'Ires nasceva da un profondo mutamento dei ruoli che l'Istituto di ricerca si trovava ad affrontare. Non era più quindi sede privilegiata di una ricerca che precedeva l'istituzione dei livelli di governo regionali, ma sede adeguata ai nuovi compiti che l'istituzione della Regione prima e l'avvio della programmazione regionale e della programmazione comprensoriale poi comportava. Di qui la necessità di arricchire le tematiche tradizionali dell'Istituto non solo sotto il profilo delle metodologie e degli apporti culturali diversi, ma anche sotto il profilo della nuova impostazione della ricerca, non si trattava più di ricerca di base, finalizzata a offrire dei grandi affreschi socio economici - territoriali sui quali impostare l'attività delle Amministrazioni pubbliche sfornite di poteri programmatori, ma spazio a ricerche rivolte a confortare le scelte della Regione e degli altri Enti pubblici offrendo ad essi il necessario supporto tecnico - scientifico e di elaborazione.
Questa crisi continua tuttora anche se sono state poste alcune premesse per superarla.
Da parte del nuovo Presidente del Consiglio di amministrazione è stata compiuta una serie di iniziative che vanno nella direzione indicata dal dibattito consiliare in ordine alla definizione del programma di ricerca che tenesse conto in primo luogo della realtà regionale così, come emerge dal Piano di sviluppo e dall'avvio dei piani comprensoriali. Questo impegno si è concretizzato nelle riunioni che il Presidente e il Direttore dell'Ires hanno avuto con la Giunta e con i Capigruppo. Il Direttore stava Lavorando attorno ad una bozza di programma, tuttora in corso di definizione, in quanto, molto opportunamente, non è limitata all'attività annuale, ma spazia su di un arco pluriennale; è l'unico modo per affrontare concretamente questa nuova realtà. Ho letto i verbali degli incontri tra il Presidente, il Direttore dell'Ires ed i Capigruppo e credo di poter concordare con molte delle osservazioni formulate in quella sede osservazioni che abbiamo più volte fatto, ma che vale la pena di ripetere in questo momento.
L'Istituto regionale di ricerca deve avere un rapporto nuovo con la Regione, in quanto le ricerche devono servire al compito programmatorio di essa. Questo non significa che l'Ires diventi l'ufficio studi della Giunta non vogliamo questo, perché riteniamo che questo debba essere il compito dell'Ires.
L'Istituto è regionale sotto un duplice profilo - come ricordava il Consigliere Bianchi è uno strumento della Regione, ed è strumento della comunità regionale, quindi non può essere strumento esclusivo al servizio della Giunta: esso deve avere una capacità di ricerca orientata in direzione di tutti i potenziali utenti dal Consiglio regionale, alle Comunità, agli Enti locali.
Il Consigliere Bianchi molto opportunamente evidenziava l'opportunità di concentrare l'attenzione sui settori fondamentali di ricerca, ai fini dell'elaborazione degli elementi e dei dati utili per la programmazione regionale e per il governo della Regione, evitando dispersioni: tutto è suggestivo ed interessante ma si possono determinare squilibri a causa di ricerche occasionate da ragioni contingenti senza una programmazione preventiva. Mi pare allora che si ponga l'accento sulla necessità di inquadrare preventivamente le capacità di ricerca dell'Istituto, tenendo presente che l'Ires, sede privilegiata e prioritaria della ricerca per la Regione, non è e non sarà mai in grado di esaurire tutte le necessità di ricerca della Regione nel senso che è indispensabile che esistano delle capacità di ricerca finalizzate ad interventi operativi a breve termine, e collegate all'attività di gestione che deve essere propria delle strutture interne della Regione ed esiste la necessità, per le ricerche di maggiore respiro, di accompagnare le attività dell'Istituto con quelle di altri operatori della ricerca a cominciare dall'Università Infatti, a suo tempo abbiamo discusso e approvato con il Piano regionale di sviluppo l'indicazione di convenzioni-quadro con il Politecnico e con l'Università di Torino che valgono ad arricchire la fascia dei gruppi e dei formatori della ricerca per conto della Regione. Nello stesso tempo dobbiamo anche sapere che l'Ires deve conservare una sua autonoma capacità per soddisfare le esigenze di altri utenti che non siano la Regione: tutto ciò deve essere programmato perché l'inseguire, come è stato fatto in passato, tutti i lavori possibili, come per esempio i piani di sviluppo delle Comunità montane, porta a congelare le capacità di ricerca dell'Istituto in alcune direzioni impedendo di soddisfare le richieste più urgenti e più significative che venissero fuori.
Oggi ci troviamo ancora nella necessità di chiudere con molta difficoltà le partite del passato che hanno appesantito e che hanno causato ritardi all'attività di ricerca dell'Istituto pregiudicando per l'Istituto stesso la capacità di far fronte ai compiti nuovi. La strada seguita dal nuovo consiglio di amministrazione e dal nuovo Presidente di definire le priorità della ricerca e di indicare un programma pluriennale confrontandolo con la Giunta e con i Gruppi, va dunque nella direzione giusta ed è un tentativo serio di impostare su basi nuove le capacità di ricerca. E' altresì una cosa seria lo stadio avviato dei concorsi che sono rivolti a potenziare le risorse destinate alla ricerca. Com'è noto al Consiglio stanno svolgendosi concorsi per l'assunzione di nove ricercatori e di altro personale; quattro concorsi sono già stati esperiti, gli altri sono in corso di esecuzione. Con l'espletamento di essi scaturirà un quadro decisamente migliore delle capacità di ricerca dell'Istituto, anche perch con tali concorsi si cerca di coprire i vuoti che erano stati riscontrati nell'attività dell'Istituto. Mi riferisco in particolare ai settori della finanza delle istituzioni locali, del mercato del lavoro e della politica dell'occupazione, della politica industriale, del terziario e della distribuzione. Si riuscirà in questo modo a realizzare una delle condizioni indicate nella relazione Manfredi. A settembre dovrebbe essere concluso il nuovo regolamento. Non è stata viceversa avviata la riforma della legge istitutiva dell'Ires. Nella relazione Manfredi veniva ribadito l'impegno di definire le proposte dell'Istituto alla Regione per un sollecito varo della nuova legge, adempimento che però l'Istituto non ha ancora compiuto.
Credo di poter dire che la Giunta intende operare senza attendere tale definizione di proposte: come formulò nella passata legislatura il disegno di legge relativo all'Ires, allo stesso modo si deve impegnare a formulare proposte per la revisione di essa.
La legge è indispensabile per diversi motivi, ne cito uno soltanto: occorre superare l'impasse rappresentata dalla mancanza del Comitato tecnico scientifico della programmazione che, d'altra parte, cosi come è configurato nella legge istitutiva, non potrebbe funzionare. Occorre sostituirlo con un organismo più snello come dice Manfredi e - io aggiungo con un organismo tecnico scientifico che conferisca cioè il necessario conforto di competenze per concorrere alla formazione dei programmi di ricerca e per garantire un controllo tecnico-scientifico. La Giunta si assume l'impegno di presentare a settembre alla ripresa dei lavori del Consiglio il disegno di legge di modifica della legge istitutiva dell'Ires.
Nel lavoro per il risanamento della crisi dell'Istituto, va annoverata tra gli elementi positivi la chiusura della vertenza contrattuale dei dipendenti che si trascinava da 3 o 4 anni. In conclusione, se è vero che siamo in presenza di una situazione di crisi, è altrettanto vero che ad essa abbiamo posto con alcuni significativi adempimenti, come l'avvio del regolamento, l'impostazione del programma di ricerca, la sistemazione del contratto di lavoro dei dipendenti, l'indizione dei concorsi. Oggi ci troviamo in un momento di ulteriore difficoltà a causa delle dimissioni del direttore, le quali aprono problemi tali che lo stesso Consiglio di amministrazione dell'Istituto ha ritenuto di dovervi dedicare una particolare attenzione. Infatti il direttore dell'Istituto è stato invitato a ritirare le dimissione dalla Giunta e dal Consiglio di amministrazione.
Il Consiglio di amministrazione dell'Istituto è aggiornato all'11 settembre per discutere nel merito di esse. Credo che il Consiglio regionale abbia il diritto e anche il dovere di discutere la situazione complessiva dell'Istituto. La Giunta è disponibile a svolgere tale dibattito eventualmente dedicandovi una intera seduta, nel quale si potrà mettere in discussione l'assetto degli organi interni dell'Istituto, la definizione dei rispettivi ruoli del Consiglio di amministrazione, del Presidente, del direttore, del gruppo di ricercatori delle diverse sezioni di lavoro definire i rapporti tra l'Istituto di ricerca e la Regione nel suo complesso, discutere dei criteri e degli orientamenti della legge modificativa, affrontare il programma di ricerca per il prossimo triennio.
Con l'occasione, chiedo alla Presidenza del Consiglio di fissare possibilmente tale dibattito alla ripresa dei lavori del Consiglio nel mese di settembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Ad un anno e mezzo dalle dimissioni dell'ex direttore Detragiache, che furono l'occasione formale per innescare un primo dibattito sull'Ires, ci troviamo oggi in una situazione del tutto analoga. Siamo in presenza di enunciazioni che, attraverso il filtro dei dibattiti tra le forze politiche in Consiglio e tra i Capigruppo e l'Ires, erano state progressivamente messe a fuoco, per trovare una loro attuazione pratica che invece non ha trovato assolutamente incarnazione, se è vero che i motivi che hanno portato anche il nuovo direttore alle dimissioni sono ancora del tutto validi, anzi sono l'occasione primaria delle dimissioni stesse. Quando nel novembre del '76, il prof. Detragiache, si dimise, qualcuno tentò una strumentalizzazione dicendo che esse avvenivano all'interno di una polemica tra le forze politiche in occasione del dibattito sul Piano di sviluppo.
Allora rispondemmo che avevamo troppo rispetto per la serietà professionale del prof. Detragiache, per permettere che le sue dimissioni venissero interpretate in quel modo, ed eravamo convinti che interpretando in quel modo non saremmo assolutamente andati a fondo dei problemi. Oggi, dopo che l'Istituto è rimasto senza direttore per un anno, e dopo solo sei mesi di carica del nuovo direttore, ci ritroviamo di fronte ad una vicenda del tutto analoga. Sono evidenti e comprensibili le difficoltà di organizzazione di un centro di ricerca, ma noi continuiamo a credere che tali difficoltà siano amplificate perché rimangono non definite le linee di fondo sulle quali si vuol far muovere l'Istituto al di là della teorizzazione che si va facendo. L'Assessore Simonelli ha dato ancora una volta una interpretazione condivisibile; egli dice che dobbiamo abbandonare una impostazione di ricerca strategica di fondo, non direttamente finalizzata alla programmazione regionale e che dall'altra parte dobbiamo evitare di cadere nell'interpretare l'Ires come ufficio studi della Giunta regionale. Chi analizzasse gli impegni dell'Ires e il suo modo di affrontare i lavori non farebbe fatica a trovare esempi di impegni non solo su questo fronte, ma forse su fronti ancora più allargati. Non sono solo impegni di un ufficio studi della Giunta regionale, ma lavori di ufficio della Regione scaricati sull'Istituto.
Ancora una volta ci vengono ricordate le iniziative prese per aggiornare la struttura dell'Istituto di ricerca, tuttavia malgrado queste innovazioni rischiamo di ritrovarci in un clima improduttivo. Gli scollamenti nei rapporti tra la Giunta e l'Istituto dimostrano che alla teoria non segue una pratica coerente: continuano a permanere rapporti tra l'Istituto di ricerca e singoli Assessori o singoli Assessorati, e nel ventaglio di lavori di strategia da un lato e lavori quasi esecutivi dall'altro, si hanno differenze di comportamento da Assessorato ad Assessorato; alcuni commissionano ricerche a lunghissimo periodo, altri lavori strettamente esecutivi senza un coordinamento ed un filtro globale preventivo della Giunta. L'Assessore sa meglio di me che ancora oggi non esiste un quadro certo con scadenze definite delle ricerche, neppure di quelle in atto oltre a quelle che si vogliono introdurre di tipo nuovo.
Mentre si cercano nuovi ricercatori crediamo che, contemporaneamente,si debba porre anche il problema delle caratteristiche dell'Istituto di ricerca per evitare di trovarci di fatto ad amministrare un Istituto con una cinquantina di persone tra ricercatori e personale di ufficio specializzato, con un costo altissimo (circa un miliardo all'anno) senza essere riusciti a mettere a fuoco un budget complessivo delle ricerche della Regione e quelle iniziative più volte ricordate in ordine al coordinamento delle ricerche stesse nell'ambito regionale. Un anno fa abbiamo parlato dell'assenza del Comitato regionale di studio della programmazione che avrebbe dovuto funzionare da cuscinetto tra la Giunta e l'Istituto; oggi torniamo a dire che dobbiamo provvedervi, magari modificandolo rispetto a quello previsto nella legge istitutiva e ancora non abbiamo visto nessuna iniziativa concreta.
Il direttore dimissionario, oltre a denunciare le difficoltà nei rapporti interni e nei rapporti con la Regione, che non credo siano riferibili solo al suo stato giuridico di dipendente della Regione staccato all'Ires, si riferisce anche a difficoltà di rapporti con il Presidente.
Avremmo voluto che l'Assessore, a nome della Giunta, si pronunciasse in proposito. Di fronte alla previsione teorica che vorrebbe tra la Regione e l'Ires il Comitato regionale e che vorrebbe l'Istituto dotato di propria autonomia, ci troviamo in carenza di tale organismo e con un Presidente molto politicizzato (credo di non fargli assolutamente torto nel definirlo cosi).
Sia a causa di fatti caratteriali o di volontà politiche, è certo che il Presidente a volte si è comportato più come un Amministratore delegato che come Presidente di un Consiglio di amministrazione, intervenendo nella gestione dell'Istituto in un modo che non corrisponde a quanto previsto nella legge istitutiva e provocando quelle turbative che vengono denunciate.
Se i motivi denunciati sono veri, il Consiglio regionale deve pronunciarsi; poco varrebbe altrimenti richiedere al direttore il ritiro delle dimissioni o andare alla ricerca di un altro direttore, impresa sicuramente non facile, che è già costata un anno di vacanza nella direzione dell'Istituto. L'Assessore ha avuto l'onestà di riconoscere che l'Istituto era ed è tuttora in crisi nonostante gli sforzi fatti per il risanamento.
Crediamo si debba avere l'onestà e la volontà di azzerare la situazione. Il dibattito consiliare in questa situazione, alla ripresa dei lavori, dovrebbe avviare immediatamente la costituzione del Comitato regionale di programmazione, che di fatto potrà mettere in evidenza l'autonomia dell'Istituto e la sua disponibilità al servizio dell'intera comunità regionale. Venga questo dibattito, mentre auguriamo che gli sforzi per il ritiro delle dimissioni raggiungano un buon fine.
L'azzeramento della situazione deve comportare la disponibilità da parte del Presidente del Consiglio d'amministrazione e del direttore dell'Istituto. Solo così potremo tentare un intervento serio e dare attuazione alle dichiarazioni che in linea teorica sembrano vederci tutti consenzienti, ma che in linea pratica, dopo un anno e mezzo, e alla ripresa dei lavori saranno due anni di crisi, sono ben lontane dal trovare un assestamento in termini politici, amministrativi e in termini di programma di lavori e di garanzie di efficienza all'Istituto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' un peccato dovere limitare, in vista dell'urgenza di altri problemi la trattazione di questo argomento. La risposta dell'Assessore Simonelli e la replica del Consigliere Alberton meritano comunque alcune puntualizzazioni.
Il Gruppo comunista in data 29/6, quindi prima delle dimissioni del direttore dell'Ires, ha ritenuto di proporre una interpellanza alla Giunta.
Con essa ha voluto scientemente esercitare un ulteriore stimolo ai passi in avanti che su questo terreno si sono già registrati. Non concordo certamente sul fatto che ci si trovi nella stessa situazione di prima. Sono d'accordo con la prima parte dell'intervento del Consigliere Alberton e con le dichiarazioni dell'Assessore che tardare il chiarimento e la verifica sulla collocazione e sul ruolo dell'Ires sarebbe un grosso errore; va dato atto alla maggioranza e alla Giunta, anche per gli stimoli venuti dalle altre forze politiche, di aver posto mano con fatica e anche con contraddizioni alla ripresa complessiva dell'Ires, come lo dimostrano l'effettuazione di alcuni concorsi, la chiusura della vertenza contrattuale, che aveva contribuito a rendere precari i rapporti interni all'Istituto, il tentativo operato, secondo me, con molto successo da parte dell'attuale Presidenza di stabilire dei rapporti con la Giunta e con le forze politiche.
I colleghi Bianchi e Cardinali erano presenti ai due incontri richiesti dalla Presidenza dell'Ires con i Capigruppo, quindi sono al corrente dei movimenti positivi della ripresa del lavoro dell'Ires in coordinamento con la Giunta; sono fatti positivi che fanno la situazione di oggi assolutamente diversa da quella di un anno e mezzo fa.
Nella seconda parte della nostra interpellanza abbiamo posto la questione alle forze politiche, quindi accogliamo volentieri la proposta dell'Assessore di calendarizzare un dibattito ad hoc per il mese di settembre, per riuscire a definire ruolo e collocazione dell'Istituto. Il problema sta nell'organizzare concretamente il lavoro della Giunta dell'Ires, del Consiglio regionale e, in generale, degli altri Enti che si trovano, oggi a differenza di ieri, uniti in un processo di programmazione interrelato, e che è bene chiamarli ad un'attenzione specifica e particolare negli atti e nei comportamenti. L'Istituto di ricerca deve vivere e rinnovarsi per rispondere non tanto all'esecutivo quanto al Consiglio regionale, alla comunità regionale in genere. Abbiamo dell'Istituto un'opinione storico-culturale per ciò che esso ha rivestito negli anni scorsi e abbiamo fiducia e ottimismo perché, anche in una nuova realtà politica e istituzionale e di fronte a nuove necessità e compiti in relazione alla programmazione regionale,esso possa rivestire un ruolo fondamentale, certo non esclusivo.
Mi sorprende che la D.C, abbia presentato l'interrogazione partendo dall'occasione delle dimissioni, e che non abbia sentito, come abbiamo sentito noi sia pure con pochi giorni di anticipo, la necessità e l'esigenza di proporre, nel più breve termine possibile, la questione del ruolo, della collocazione e dei comportamenti dell'Ires e degli organi della Regione.
Tutti dobbiamo fare uno sforzo perché le condizioni nuove e positive che sono state create, e il rapporto che si è stabilito con le forze politiche sbocchino in comportamenti e indicazioni operative. In altre parole, l'Ires si trova in una situazione tale da poter fare un salto di qualità in cui si ritrovi identità dell'Istituto, autonomia e non braccio operativo della Giunta e ruolo reciproco dei due Enti. Le dimissioni del direttore sono un punto a sfavore negli elementi positivi che sono stati introdotti. Tutti abbiamo convenuto sulla possibilità che il metodo nuovo avviato nei rapporti con il Consiglio potesse realizzarsi in concreto.
L'insufficiente definizione dei rapporti e gli scollamenti che su questo o quell'argomento si sono verificati sono il nodo della situazione che deve avere una sollecita attenzione da parte di tutti; e già oggi, nella dichiarazione che rendo, hanno la massima e sollecita attenzione da parte del nostro Gruppo. Il Consigliere Alberton ha concluso con una dichiarazione non facendosi sfuggire l'occasione di portare con un peso sproporzionato la questione dei rapporti con il Presidente, dando un giudizio sulla sua persona. Non per difesa di bandiera (peraltro si tratta di un compagno molto caro del mio partito), ma per valutare obiettivamente la situazione, dobbiamo partire soprattutto dalle iniziative che sono state attuate e dalla volontà di affrontare i problemi che indiscutibilmente è promanata dalla nuova Presidenza dell'Ires. Lo stanno a testimoniare i giudizi positivi emessi dalle forze politiche regionali, dai Capigruppo nel corso delle due riunioni, la prima per impostare, la seconda per chiudere il problema del bilancio e dell'attività dell'Ires. Su questo fatto positivo saremmo in contraddizione se parlassimo di un anno e mezzo di stasi e di problemi non risolti nel momento stesso in cui il Presidente dell'Ires si è mosso nella direzione del confronto con il Consiglio.
Quante volte i colleghi democristiani in Commissione hanno lamentato un rapporto esclusivo con la Giunta? Questa volta invece sono stati stabiliti dei rapporti corretti con il Consiglio, che privilegiano la Regione nel suo insieme e non solo l'esecutivo. Può darsi che ci siano stati alcuni problemi di carattere personale (leggendo però la lettera del direttore non ho rilevato queste motivazioni), ma la realtà del confronto è un'altra: è quella sul ruolo e la collocazione dell'Ires che devono avviare la maggioranza, la Giunta, il Consiglio, la comunità regionale.
Mi auguro che le dimissioni siano ritirate. Mi impegno, fin d'ora, a nome del mio Gruppo, a dare il massimo contributo al dibattito che si farà a settembre. A quell'appuntamento si discuterà sulla collocazione dell'Ires e non potrà essere una pretesa strumentalizzazione - comunque non la accetteremmo e non sarebbe neanche difficile smontarla - su incompatibilità di carattere o sulla eccessiva politicizzazione del Presidente. A parte il fatto che cosi è sempre stato anche in passato, non valutiamo se questo Presidente è troppo politicizzato perché iscritto a questo o a quel partito, valutiamo invece le cose che egli ha fatto e lo spirito con cui in questi mesi sono state costruite le iniziative.
Il mio giudizio è senz'altro positivo.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Valutazioni della Giunta regionale in merito alla circolare dell'assessorato all'urbanistica in data 30/5/1978"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Valutazioni della Giunta regionale in merito alla circolare dell'Assessorato all'urbanistica in data 30/5/1978".
Risponde l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

L'interrogazione riguarda una frazione dell'attività dell'Assessorato precisamente gli adempimenti che la legge 56 chiede ai Comuni circa la perimetrazione degli abitati e del centri storici, adempimenti che investono circa 1100 Comuni.
E' a tutti noto che le deliberazioni approvate dai Consigli comunali non sono segnalate automaticamente alla Regione, ma soltanto dopo che hanno ottenuto il visto da parte del Comitato di controllo.
Poiché i termini, molto stretti, chi la legge regionale aveva assegnato ai Comuni per questo adempimento erano già stati superati, parve opponiamo chiedere un aiuto ai Comitati comprensoriali, che sono più vicini all'area in cui operano i Comuni stessi; tale aiuto consentiva una maggiore informazione su alcune situazioni di inadempienza che apparivano consistenti.
Attraverso a questi canali di informazione abbiamo avuto assicurazione che la situazione non era di amplissima inadempienza in quanto molte deliberazioni erano state assunte, molte erano in fase di esame da parte del Comitato di controllo o in attesa di ulteriori elementi d'informazione richiesti dal Comitato stesso, molte infine erano in corso di assunzione.
Il quadro complessivo, quindi, si ridimensionava fortemente.
La richiesta di eventuali professionisti per assolvere alle perimetrazioni d'ufficio derivava dal massiccio numero di inadempienze alle quali non si sarebbe potuto far fronte con i funzionari dell'Assessorato; essendosi però fortemente ristretto questo quadro (é di questa mattina la risposta del Comprensorio di Ivrea che comunica che il solo Comune di Mercenasco è inadempiente, mentre tutti gli altri hanno già provveduto), la questione si riduce ad un sollecito o eventualmente ad un aiuto a perimetrare.
Questo era lo spirito della lettera rivolta ai Comitati comprensoriali e non c'era in essa alcuna intenzione di maggiore carico rispetto alle funzioni che già hanno. L'occasione mi è propizia anche per assicurare che l'operazione delle perimetrazioni sta concludendosi in modo estremamente positivo. 388 Comuni erano totalmente privi di strumento urbanistico quindi qualsiasi costruzione o qualsiasi trasformazione si configurava illegittima; oggi sono soltanto otto i Comuni che risultano ancora sprovvisti della perimetrazione. Se teniamo conto dei ritardi dovuti al cambio amministrativo avvenuto in alcuni di essi, probabilmente questo numero, già molto ristretto, è destinato ad azzerarsi nel più breve tempo possibile.
Questa situazione comporta un'osservazione tanto più che nell'interrogazione si fa riferimento alle strutture.
Certo le strutture sono state soggette ad un carico estremamente pesante (nei collaudi dei ponti si mettono sacchi di sabbia fino ad arrivare al limite della sopportazione del carico; noi siamo carichi di sacchi di sabbia fino al limite della sopportazione); il numero delle pratiche affluite ha comportato un enorme carico di lavoro per il Comitato Urbanistico Regionale.
Durante il mese di agosto il Comitato effettuerà dei turni al fine di poter esaminare tutte le perimetrazioni e di evitare che non vi siano delle semplici approvazioni per decorrenza dei termini. Non sempre le pratiche sono complete; di circa 300 pratiche per le quali erano stati fatti successivi solleciti, 180 sono ancora carenti. E' stato fatto l'opportuno sollecito e posso ritenere che entro il mese di settembre si concluda il capitolo delle perimetrazioni e si concludano, almeno sotto il profilo dell'esame da parte del CUR. gli esami degli strumenti urbanistici, dei programmi di fabbricazione, dei piani regolatori e dei piani esecutivi, ai sensi dell'art. 90 della legge 56. Mi auguro alla fine di settembre di poter dare il quadro complessivo e rassicurare il Consiglio in merito alla conclusione di tutto quanto riguarda l'attività del passato.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La risposta dell'Assessore è l'espressione di una situazione di disagio per quanto attiene alle strutture del suo Assessorato. In sostanza viene dimostrato che l'Assessorato all'urbanistica non era in grado di svolgere un semplice censimento, che è stato poi demandato ai Comprensori. Tra l'altro, non so quali strutture abbiano utilizzato i Comprensori al di fuori di un usciere volonteroso.
La mia interrogazione voleva porre all'attenzione la necessità che la legge istitutiva dei Comprensori venga puntualmente rispettata e non fuorviata e cioè che funzioni di gestione urbanistica, come nel caso specifico, potessero far ritenere ai nostri collaboratori esterni di avere dei poteri che potrebbero ingenerare ulteriore confusione su una materia tanto delicata.
Nella riunione dei Capigruppo tenutasi ieri, un collega della maggioranza ha richiamato l'opportunità che l'Amministrazione regionale riesca a rispettare quanto meno i tempi di attuazione dello Stato (non auspicava neanche di abbreviarli).
Questa raccomandazione la faccio anche all'Assessore all'urbanistica.
Assessore Astengo, in un recente convegno un suo collega ha fatto una affermazione sullo stato degli strumenti urbanistici del mio Comune, fuori luogo e del tutto errata. La Regione dovrebbe essere organizzata in modo tale da avere un mezzo di consultazione immediato al fine di evitare queste situazioni. Invito quindi la Giunta ad acconsentire alle richieste, che l'Assessore certamente farà, perché l'Assessorato all'urbanistica che, a mio avviso, è uno dei più delicati della Regione, sia dotato delle strutture e dei mezzi adeguati. Visto che l'occasione me lo consente richiamo gli Assessori Astengo, Rivalta e Moretti e il Presidente della Giunta (che in questo momento è assente) a prestare attenzione al delicatissimo problema delle mutazioni di destinazione delle aree sotto il vincolo idrogeologico perché, a ragione o a torto, ritardiamo di almeno un anno tutte le realizzazioni in montagna per ciò che attiene alle attrezzature sciistiche.
E' un grosso problema venuto probabilmente da una insufficiente verifica, da parte delle opposizioni, del significato di certi articoli della legge sulla tutela del suolo. Anche in questo caso, però, se disponessimo di strutture e di sufficiente personale, non dico dal punto di vista qualitativo ma quanto meno dal punto di vista quantitativo probabilmente potremmo evitare di far perdere un anno di tempo agli imprenditori. Tutti sappiamo che cosa significa questo in termini economici. E' inutile quindi scollarci tutti sul problema dell'occupazione giovanile quando impediamo gli investimenti e impediamo il lavoro. Se assumiamo questo atteggiamento in difesa del territorio, sono pronto a votare a favore o contro, ma se mi si dice che certe realizzazioni non si possono realizzare a causa dei tempi burocratici e delle indecisioni, non sono più d'accordo.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso il capitolo delle interrogazioni il cui dibattito è stato ampio e ci ha portati un po' fuori tempo rispetto ai programmi di lavoro.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Valutazioni della Giunta regionale in merito alla circolare dell'assessorato all'urbanistica in data 30/5/1978"

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Nella conferenza dei Capigruppo si era concordato di anticipare le informazioni della Giunta regionale sulle procedure aperte per i progetti di settore, perché ne consegue una serie di misure, di atti che a tempi brevi impegneranno le Commissioni e il Consiglio tutto.
Chiede la parola il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, siccome ci è stato distribuito un documento voluminoso di 20 pagine da parte dell'Assessore Marchesotti, chiedo se non sia più opportuno rinviare le comunicazioni dell'Assessore alla seduta di domani mattina, dandoci cosi il tempo per esaminare il documento stesso e la possibilità di partecipare al breve dibattito con conoscenza di causa.



PRESIDENTE

Non ho nulla in contrario, purché fra oggi e domani vengano discussi tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno.
Qual è il parere dell'Assessore Marchesotti?



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

Non ho obiezioni. Il giorno 28 dovremmo firmare l'accordo. E' importante che il Consiglio nella seduta di domani, o la Commissione nella riunione di lunedì, diano un parere.



PRESIDENTE

Sulla questione sono previsti un'informazione della Giunta e un breve dibattito. Dopodiché le sedi opportune dibatteranno la questione.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Informazioni della Giunta regionale sulle procedure aperte per i progetti di settore previsti dalla legge di riconversione industriale n. 675


PRESIDENTE

Il punto decimo all'o.d.g. reca: Informazioni della Giunta regionale sulle procedure aperte per i progetti di settore previsti dalla legge di riconversione industriale n. 675.
Ha la parola l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore all'industria e artigianato

Nel mese di settembre 1977 e successivamente, in occasione della discussione della situazione Montedison, la Giunta ha illustrato la portata della legge 675 di riconversione e ristrutturazione industriale e ha dato il suo giudizio sui modi coi quali intende partecipare alla gestione della stessa.
In questi giorni è stato preannunciato dal Governo l'invio dei progetti finalizzati di settore per le consultazioni e il parere delle Regioni.
Ricordo per sommi capi la procedura prevista: il documento sullo stato dell'industria che è noto sotto il nome di documento Filippi la successiva elaborazione dei progetti finalizzati l'invio alle Regioni e la consultazione delle stesse nella sede della Commissione interregionale, così come previsto dagli art. 1 e successivi della legge.
La Giunta aveva dato tempestivamente e ampia informazione al Consiglio di tutto questo fin dal decollo della legge e ne aveva messo a disposizione dei Consiglieri il testo.
La Giunta si è fatta premura nel richiedere al Governo in quale modo le Regioni potevano essere associate all'elaborazione dei progetti di settore.
Ho ricordato al Consiglio che dopo l'incontro del Ministro dell'industria con il Commissario della CEE Davignon noi ponemmo esplicitamente al Governo il problema della fibra. Il Ministro dell'industria il 30 gennaio 1978 diceva: "La trattativa in corso con la CEE è una trattativa di politica industriale, le questioni in discussione sono di carattere generale e non toccano i livelli produttivi delle singole regioni italiane, ma l'intera produzione nazionale; non è pertanto possibile promuovere riunioni sull'argomento fibre, regione per regione.
Peraltro, le conclusioni raggiunte in sede CEE verranno recepite nel progetto fibre chimiche, al quale sta lavorando un apposito gruppo di studio istituito ai sensi della legge n. 675; una volta ultimato, il progetto sarà sottoposto all'esame del CIPI e alla valutazione delle forze sociali e della Commissione interregionale, secondo la procedura fissata dall'art. 2 della legge citata: in quella sede le regioni interessate al problema delle fibre chimiche potranno esprimere validamente il loro pensiero".
La risposta del Ministro Donat Cattin era formalmente corretta in quanto le Regioni e la forza politica alla quale appartengo hanno richiesto che fosse la Commissione interregionale la sede di discussione nella consapevolezza della dimensione unitaria nazionale dei problemi e nell'opportunità di evitare un'impostazione autarchica e localistica che sarebbe la negazione di una politica di piano.
La Commissione interregionale è e resta la sede dove le Regioni, tutte assieme, debbono produrre il loro contributo e lo sforzo programmatorio, in quanto la dimensione nazionale è e resta a nostro giudizio l'unica sede nella quale deve intervenire una politica di settore.
La Commissione interregionale non può risolversi in una sede "spolverino", ma deve essere una sede reale dove si svolge un lavoro difficile alla ricerca del giusto equilibrio fra le legittime esigenze delle Regioni e il respiro nazionale della politica economica. La Regione Piemonte si appresta al suo compito, con coscienza e conoscenza dei problemi delicati aperti dei quali abbiamo sempre fornito una documentazione tempestiva e dettagliata.
La Regione Piemonte il 15/5 ha chiesto al Governo un rapporto preventivo unitamente alle Regioni Lombardia, Liguria, Toscana e Campania ribadendo che non c'é l'intenzione di elaborare miniprogetti regionali che sarebbero un non senso, ma che c'è la volontà di partecipare attivamente all'elaborazione nazionale, che per il Piemonte parte dalle analisi di settore che sono contenute nel Piano di sviluppo. Questo non è stato possibile finora non certo per irresponsabilità o per inerzia.
Mi rendo conto delle difficoltà esistenti sul piano politico generale e non voglio dare in questo momento un significato polemico alle mie parole: c'é in effetti il rischio che venga snaturata la partecipazione attiva che la legge 675 ha cercato di introdurre.
Venendo al nocciolo dell'informazione, comunico che il Governo in questi giorni ha informato le organizzazioni sindacali sullo stato dei progetti di settore e ha inviato alle Regioni (non l'abbiamo ricevuto il 12 di questo mese) il primo e l'unico programma finalizzato dell'elettronica mentre è noto che si dovrebbero avere programmi finalizzati per il settore tessile-abbigliamento, la siderurgia, la meccanica strumentale, la chimica la carta, l'agro alimentare, il risparmio energetico, la difesa ambientale e l'esportazione. A questi progetti si aggiungeranno i progetti orizzontali (questo naturalmente mi risulta attraverso alle informazioni di stampa).
Come vedete, colleghi, mi è impossibile in questa fase dilungarmi in considerazioni analitiche, non avendo il testo dei progetti. E' indispensabile che la Giunta ponga alcune considerazioni generali per poter tutti assieme giungere correttamente alle analisi di merito (in verità è un po' difficile dissociare merito e metodo).
Stando alle previsioni del CIPE (il 12/13 agosto il progetto per l'elettronica e presumibilmente verso il 19/20 gli altri progetti), saremo costretti a riunire i Capigruppo attorno a ferragosto. L'Assessore Simonelli ed io saremo presenti durante il mese di agosto, ma non credo che in quel periodo saranno disponibili altri Consiglieri, quindi mi trover solo come mi sono trovato solo l'anno scorso per chiudere le graduatorie sull'occupazione giovanile. A parte queste considerazioni, ho il dovere di mettere il Consiglio di fronte a certe questioni e a nome della Giunta dichiaro che la stessa è pronta ad adottare il metodo che il Consiglio vorrà. Quindi ci sarà un esame in Commissione, una informazione in Consiglio, la consultazione delle organizzazioni sindacali e degli imprenditori. La Giunta è disponibile a considerare tutti i contributi che verranno entro i tempi fissati per la procedura.
La prima tentazione che potrebbe venire è quella di proporre una dilazione. Noi siamo contrari però a qualsiasi rinvio, dato che l'iter dell'elaborazione di questa legge è già durato più di un anno, per cui è necessario che decolli quanto prima. Pensiamo quindi che possa essere assunta come decorrenza della procedura la data dell'arrivo alla Regione del testo dell'ultimo progetto. Un giudizio organico non può che fondarsi sulla conoscenza dei progetti nel loro insieme. Domani si terrà una riunione, alla quale partecipa il collega Simonelli, che deve considerarsi una prima presa di contatto.
La Regione Piemonte non si presenta disarmata grazie all'impegno posto ai problemi dell'industria, del lavoro, dell'occupazione e dei punti di crisi. Partiamo dalle elaborazioni settoriali contenute nel Piano di sviluppo, opportunamente aggiornate e corredate dalle informazioni relative ai punti di crisi. Spero di darvi questo quadro entro 4/5 giorni.
Già il 9 di marzo avevamo proposto alla Federindustria e alle organizzazioni sindacali, di avviare un 'analisi per progetti finalizzati tenendo conto delle esigenze occupazionali e del riequilibrio territoriale altra dimensione importante da valutare nell'elaborazione dei progetti di settore e di riconversione produttiva. Siamo disposti a coordinare le iniziative della Regione con quelle della Finpiemonte e dell'Ires. In realtà complesse e opposte ragioni hanno fatto cadere le nostre proposte.
Ma, in qualche misura, queste proposte tornano ad essere valide nei rapporti con le forze sociali ed economiche.
Esse concernono sostanzialmente: 1) - la valutazione dei piani nell'ottica macroeconomica 2) - la valutazione dei "piani" nelle loro proiezioni locali tenendo presente: se si ritengono valide le prospettive enunciate per il settore se le indicazioni del progetto sono ritenute valide a definire strategie aziendali se si ritiene che i progetti abbiano considerato sufficientemente la dimensione territoriale dell'industria se le prospettive occupazionali sono accettabili a livello locale se si ritiene che le indicazioni dei progetti siano sufficienti per orientare le analisi degli Istituti di Credito a medio termine quali strumenti regionali per la gestione dei progetti si ritengono utili affiancare a questo complesso meccanismo nazionale.
Da informazioni giornalistiche ci risulta che il Ministro dell'industria ha voluto corredare i progetti finalizzati illustrati alle organizzazioni sindacali di una valutazione previsionale al 1981 della situazione dell'occupazione. In base a questa valutazione, si dovrebbe avere nel 1981 un saldo negativo di 75.000 unità e più precisamente: meno 2.000 nel settore della carta meno 2.000 nella siderurgia meno 10.000 nel settore alimentare meno 20.000 nella chimica base e derivata meno 6.000 nell'elettronica meno 100.000 nella moda (cioè nel tessile abbigliamento) più 10.000 nella chimica secondaria più 7.500 nell'ecologia più 7.500 nell'energia più 40.000 nella meccanica strumentale.
Non so quanto sia probante questa stima e quale significato politico debba avere poiché il Governo non ci ha investito di questo aspetto. Dal momento però che se ne parla, noi dobbiamo dire che è inaccettabile ogni posizione che porti a una riduzione occupazionale complessiva.
Dai dati forniti dal Ministero dell'industria emerge che il più forte taglio (meno 100.000 unità) si avrebbe nel settore tessile e dell'abbigliamento. Se questa previsione dovesse attuarsi, il Piemonte e la Lombardia ne farebbero massicciamente le spese. L'unico consistente incremento è previsto nella meccanica strumentale (40.000 unità) con l'esclusione del Sud. Dal momento che di tutto questo non abbiamo alcuna informazione ufficiale ci pare infondata questa previsione preoccupante e allarmistica data ancor prima di entrare nel merito dei progetti.
Ho rilevato la questione perché il senso generale del nostro intervento sulla politica industriale può essere così riassunto: nel corso dell'ultimo anno il tasso di inflazione del nostro Paese si è ridotto del 12/13 rimanendo però ancora il più alto dell'area europea il quale si aggira attorno all'8 %. E' questa pesantezza inflattiva che, come una droga, ha agito sulla nostra mini ripresa, specie in Piemonte, consentendo delle esportazioni sostenute. La ripresa presenta quindi dei limiti e soprattutto delle gravi incognite e incertezze tali da riproporre l'analisi del quadro d'insieme della nostra economia. La politica industriale deve dunque introdurre alcune novità, proporre alcuni obiettivi certi e condizionare a questi le erogazioni finanziarie. Di qui l'esigenza di una politica di incrementi selettivi, di accrescimento delle capacità tecnologiche adeguando ricerca, tecnologia e organizzazione.
Colleghi Consiglieri, questi dovrebbero essere i propositi di fondo della legge 675. E' sulla sua strumentazione che si chiedono dei pareri e insisto sul fatto che su tutta questa materia si chiedano a noi dei pareri.
I pareri - è bene ricordarlo - sono inseriti in una serie di altre condizioni e di altre circostanze che vanno tenute presenti al fine di dare agli stessi efficacia. Il compito della Commissione interregionale è assai delicato, anche perché con la gestione della legge si aprono altri problemi che possono causare dei ritardi. Voglio ricordarne uno: la questione dell'interpretazione dei poteri che la legge 675 attribuisce alla Commissione parlamentare intercomunale prevista all'art. 13, composta da 15 deputati e da 15 senatori. Ci si chiede se questa deve limitarsi a esprimere dei pareri sull'utilizzo del fondo, come sostiene il Ministro Donat Cattin o se deve esprimere pareri di merito anche sui progetti. Anche se la questione non compete alla Regione non possiamo ignorarla. Contro la legge c'é un'offensiva neoliberista.
Il Presidente della Confindustria Carli ha polemizzato pubblicamente con il Ministro Donat Cattin dicendo che con questa legge si vogliono introdurre elementi di "dirigismo". Il dott. Mandelli ha affermato testualmente che: "le scelte devono essere condotte sul campo, caso per caso, e non in base a improbabili piani di settore" (quelli che il dott.
Mandelli definisce "improbabili" sono i piani di settore fissati dalla legge).
Questo è grave. Ho detto tutto questo perché dobbiamo conoscere realisticamente il quadro nel quale la Regione si muoverà, perché non dobbiamo montarci la testa, perché dobbiamo avere il senso delle nostre dimensioni.
Sulla base di queste considerazioni generali ispireremo i nostri interventi sui progetti di settore. Non appena disporremo dei singoli progetti, apriremo su di essi la discussione e l'analisi nei limiti che saranno consentiti dal periodo estivo, comunque, cari colleghi, faremo questo nelle forme che il Consiglio vorrà proporre questa sera.



PRESIDENTE

Apro il dibattito sulle informazioni dell'Assessore Alasia.
Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

L'Assessore inquadrando l'argomento e proponendo i termini degli adempimenti che sono richiesti alla Regione, nella determinazione della politica di riconversione industriale ci ha anche esposto le sue considerazioni, come elemento di riflessione sulle implicazioni, sulle conseguenze e sulle incidenze sociali, politiche e regionali che questi interventi comporteranno.
Ci pare di poter essere concordi sulla valutazione che il Piemonte non cercherà sicuramente di accentuare gli elementi di carattere settoriale e regionale in questo concerto, ma svolgerà il proprio ruolo in funzione di una politica di settore vista nel quadro nazionale, non solo per coerenza a precedenti impostazioni che avevano questo stesso indirizzo.
Quanto alla volontà del Consiglio regionale di adempiere puntualmente al suo ruolo, già nella riunione dei Capigruppo ci siamo trovati d'accordo sicuramente non facendoci carico di ritardi che possono ripercuotersi nell'iter di approvazione di questi strumenti e cercando soprattutto di svolgere un'attività di registrazione che non sia solo rituale e formale ma sia di esame, di discussione, di partecipazione alla formazione di questi momenti.
Credo che nell'intenzione dell'Assessore il criterio dell'assunzione del termine dei 30 giorni con riferimento all'ultimo dei progetti che ci sarà rimesso, non sarà da generalizzare, per l'ipotesi che qualche progetto ci giungesse alla fine di settembre, ma si potrà far partire da quel momento poiché siamo in presenza di un vuoto fisico, che salda dei tempi più corti: questa interpretazione vale nel rispetto sostanziale della norma e non per assumere alla fine del mese di agosto e nel mese di settembre termini più lunghi di quanti ne indichi formalmente la legge. Certamente saremo pronti ad esaminare tempestivamente ogni progetto.
Non entro nel merito degli argomenti. Essi saranno oggetto di riflessione. L'Assessore ha parlato di alcune cose da non accettare.
Nessuno di noi accetta la malattia, nessuno di noi accetta le difficoltà.
Cerchiamo di respingere, di non accettare tutto ciò che la nostra volontà, la nostra razionalità, la nostra capacità d'iniziativa può evitare senza respingere velleitariamente o rifiutare ciò che invece la realtà nella sua durezza ci propone e ci impone.
Comunque siamo disponibili ad accelerare tutti i tempi, ad accogliere gli inviti a riunioni anche nel mese di agosto e a mantenere un contatto e un rapporto che consenta di dare tempestive, motivate e proporzionate risposte ai temi che ci sono proposti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Devo esprimerei opinioni diverse da quelle rese in sede di Capigruppo.
Credo che la metodologia suggerita e assunta dall'Assessore Simonelli non solo sia corretta e coerente con lo spirito della legge, ma sia soprattutto espressione della volontà di dare a questa parte della legge tutto il rilievo politico che ha la materia. Il Governo ha rispettato i tempi e credo che a tale comportamento positivo si debba rispondere con un altrettanto sollecito comportamento. Buon senso e realtà ci dicono che difficilmente sarà possibile chiudere nel breve termine che la legge ci dà un iter che altrimenti deve essere ponderato e sviluppato.
Mi pare corretto in primo luogo sfruttare i giorni che ci rimangono di questo mese, perché il parere sull'elettronica, il primo progetto di settore pervenuto alla Regione, sia confrontato in sede di Commissione e in secondo luogo, dando mandato alla Giunta di presentarsi alla riunione della Commissione interregionale, svolgere con anticipo rispetto alla ripresa dei lavori del Consiglio regionale, consultazioni per poter dare nel mese di settembre, fin armonia con le altre Regioni, il parere della Regione Piemonte.
Ringrazio l'Assessore Alasia per il suo impegno, che forse va al di là di quelli che il Partito gli ha affidato (non è prescritto che debba saltare le ferie tutti gli anni). Dalla forza della convinzione oggettiva che riusciremo ad esprimere unitariamente si potrà dare un contributo costruttivo alla definizione dei piani. In questo senso il Gruppo PCI annuncia fin d'ora che valuterà con la massima apertura e con il massimo spirito costruttivo i progetti di settore che verranno presentati.



PRESIDENTE

La discussione è chiusa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Comunita' montane

Esame deliberazioni sui Piani di sviluppo Comunità montane Valle Gesso Vermenagna, Pesio e Valle Grana


PRESIDENTE

Il punto sesto all'o.d.g. reca: Esame deliberazioni sui Piani di sviluppo Comunità montane Valle Gesso, Vermenagna, Pesio e Valle Grana. La parola al Presidente della I Commissione, Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Sono due deliberazioni concordate tra la Giunta e la I Commissione e pervenute in sede di Commissione, sono state esaminate da una sottocommissione formata dai colleghi Dadone, Martini e Rossi, la quale d'accordo con l'Assessore Ferraris, ha provveduto a redigere il testo delle deliberazioni che apportano una leggera variazione rispetto alle precedenti (in un primo tempo si faceva riferimento agli orientamenti del "futuro Piano di sviluppo"; oggi il Piano di sviluppo è già approvato). Invito pertanto il Consiglio ad approvare queste deliberazioni.



PRESIDENTE

Chi approva le due deliberazioni, che verranno allegate a verbale, alzi la mano.
Sono approvate all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Consorzi

Parere del Consiglio regionale sugli statuti di Consorzi di cui alla legge regionale 8/8/77 n. 39


PRESIDENTE

Passiamo al punto dodicesimo all'o.d.g.: Parere del Consiglio regionale sugli statuti di Consorzi di cui alla legge regionale 8/8/77 n. 39. Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

In questo elenco è incluso anche il Comune di Valenza. Se ne propone lo stralcio perché sono state sollevate alcune questioni da chiarire.



PRESIDENTE

Accantoniamo la deliberazione riguardante l'Unità locale di servizio n.
71 di Valenza.



VIETTI Anna Maria

Desidero sapere se si tratta di un ordine del giorno o di una vera e propria deliberazione.



PRESIDENTE

E' un parere che conclude in questo modo: "Il Consiglio regionale udita la relazione della V Commissione in ordine agli Statuti dei Consorzi per i servizi sanitari e socio-assistenziali delle unità locali dei servizi n. 25, 52, 53 e 71 ed in ordine all'assunzione della gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali da parte delle Comunità montane Val Pellice e Valli Chisone e Germanasca, coincidenti rispettivamente con le Unità locali dei servizi n. 42 e 43 visto il D.P.R. 24/7/1977 n. 616 vista la legge regionale 8/8/1977 n. 39; -vista la legge regionale 9/7/1976 n. 41 esprime parere favorevole ai sensi dell'art. 6, secondo comma, della legge regionale 8 agosto 1977 n.
39, agli schemi di deliberazione predisposti dai Comuni e dalle Comunità montane appartenenti alle suddette Unità locali dei servizi, facendo proprie le osservazioni espresse dalla V Commissione nel documento allegato; da mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmetterli al Presidente della Giunta per i successivi adempimenti previsti dalla citata legge".
La parola al Presidente della V Commissione, Ferrero.



FERRERO Giovanni

La legge 39 prevede una procedura articolata che, partendo dai Comuni giunge fino al decreto del Presidente della Giunta regionale. L'ufficio legislativo ha interpretato come atto della Regione il decreto e quindi come fase preparatoria il complesso delle iniziative di lavoro che Giunta e Consiglio hanno fatto in questo senso.
Questa procedura mi pare spedita e quindi potrà essere adottata anche per gli ulteriori pareri che il Consiglio regionale dovrà svolgere.
Concordo con quanto dice il Consigliere Bianchi; gli statuti sono operanti a tutti gli effetti in quanto sono approvati da tempo dai Consigli comunali e dagli organi di controllo. In un primo tempo le forze politiche avevano ritenuto opportuno di non procedere separatamente; in questo caso L'ULS di Valenza sarebbe stata isolata dal contesto del processò che sta avvenendo: non vi sono quindi ragioni di merito se non una questione di opportunità politica. Il rinvio, sul quale concordo, non significa accantonamento o condanna delle attività della popolazione della zona, ma significa soltanto ripensamento. Sulla base dell'iter della legge di riforma nazionale, non riteniamo opportuno dilazionare in termini di correttezza sostanziale.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola pongo in votazione per alzata di mano il documento relativo agli Statuti dei Consorzi delle ULS n. 25, 52 e 53, stralciando quindi il n. 71.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Il parere della V Commissione verrà allegato a verbale.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 88-12957 relativa a: "Linee di indirizzo in ordine all'art. 23 del D.P.R. 24/7/77, n. 616 per garantire in via transitoria la continuità delle prestazioni"


PRESIDENTE

Passiamo al punto tredicesimo all'o.d.g.: Esame deliberazione Giunta regionale n. 88 - 12957 relativa a: "Linee di indirizzo in ordine all'art.
23 del D.P.R. 24/7/77, n. 616 per garantire in via transitoria la continuità delle prestazioni".
Il Presidente della V Commissione comunica che il provvedimento ha avuto l'approvazione della Commissione stessa.
Vi do lettura della proposta di deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale concernente l 'approvazione delle linee di indirizzo in ordine all'art. 23 del D.P.R. 24/7/77 n. 616 sentito il parere della V Commissione delibera di approvare le linee di indirizzo in ordine all'art. 23 del D.P.R.
24/7/77, n. 616 - per garantire, in via transitoria, la continuità delle prestazioni, già precisate con deliberazione della Giunta regionale n. 171 11804 del 21/12/77.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole alzi la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti in aula.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 265: "Istituzione parco naturale Lame del Sesia"


PRESIDENTE

Il punto ottavo dell'o.d.g. reca: Esame progetto di legge n. 265 "Istituzione parco naturale Lame del Sesia". La parola al relatore Consigliere Besate.



BESATE Piero, relatore

L'illustrazione articolata che accompagna il disegno di legge n. 265 recante il titolo "Istituzione del parco naturale Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit" esaurisce le motivazioni contenute nel provvedimento all'esame del Consiglio. Di conseguenza a quel documento occorre fare riferimento per quanto concerne l'estensione dei confini, l'accessibilità, le caratteristiche fisiche, la priorietà e le presenze ambientali.
Il testo che la II Commissione sottopone al Consiglio differisce da quello originario per alcune precisazioni riguardanti l'esercizio dell'agricoltura nel territorio del parco e delle riserve nel senso di una più chiara e non contraddittoria dizione al fine di non recare intralci e indurre ambigue interpretazioni limitative dell'attività agricola.
Le altre modifiche sono logiche e normali precisazioni che la Commissione ha introdotto per coerenza con le specifiche caratteristiche del territorio del parco.
Resta da sottolineare che alla consultazione hanno preso parte i rappresentanti della Provincia di Vercelli, del Comprensorio, dei Comuni interessati, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni professionali agricole, delle associazioni, ecc.
Hanno inviato osservazioni scritte i Comuni di Oldenico, di Greggio l'Unione agricoltori di Vercelli, la proprietà della Garzaia di Villarboit e il Comitato caccia.
Il testo è approvato all'unanimità e viene raccomandato all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Il Gruppo del PSI concorda.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni. Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 - Istituzione del Parco naturale e delle riserve naturali speciali "Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, sono istituiti con la presente legge il Parco naturale delle Lame del Sesia e le riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Confini "I confini del Parco naturale delle Lame del Sesia, incidente sui Comuni di Albano Vercellese, Greggio, Oldenico, S. Nazzaro Sesia e Villata, sono individuati con linea continua nell'allegata planimetria, in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge.
I confini della Riserva naturale speciale dell'Isolone di Oldenico incidente sui Comuni di Oldenico e Villata, e della Riserva naturale speciale della Garzaia di Villarboit, incidente sul Comune di Villarboit sono individuati con linea tratteggiata nella planimetria di cui al comma precedente.
I confini del Parco naturale sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e portanti la scritta Regione Piemonte - Parco naturale delle Lame del Sesia.
l confini delle Riserve naturali sono delimitati da tabelle da collocarsi in modo visibile, a distanza di metri 100 l'una dall'altra, e portanti rispettivamente la scritta 'Regione Piemonte - Parco naturale delle Lame del Sesia - Riserva naturale speciale dell'Isolone di Oldenico' e 'Regione Piemonte - Parco naturale delle Lame del Sesia - Riserva naturale speciale della Garzaia di Villarboit'.
Le tabelle devono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Finalità "Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'art. 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, le finalità dell'istituzione del Parco naturale delle Lame del Sesia sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche delle Lame del Sesia, in funzione dell'uso sociale di tali valori 2) promuovere la valorizzazione delle attività forestali ed agricole della zona, garantendo le cure colturali e favorendo il miglioramento delle aree a bosco 3) organizzare il territorio per favorirne la fruizione a fini ricreativi didattici, scientifici e culturali.
Le finalità dell'istituzione delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare la presenza e la nidificazione degli Ardeidi e delle altre specie di avifauna attualmente rappresentate o che dovessero in futuro insediarsi 2) mantenere l'integrità naturale ed ambientale evitando interventi e presenze che possano comunque arrecare danni ed anche modifiche che non siano causate da eventi fisici o da misure di emergenza".
Si passi alla votazione .



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - Durata della destinazione "La destinazione a Parco naturale ed a Riserva naturale speciale attribuita con la presente legge ai territori individuati dal precedente art. 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Consiglio direttivo "Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente art. 3 sono esercitate da un Consiglio direttivo composto da: a) 3 rappresentanti, di cui uno della minoranza, per ciascuno dei Comuni di Albano Vercellese, Greggio, Oldenico, San Nazzaro Sesia, Villarboit e Villata b) 3 rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere dei Comitati comprensoriali di Vercelli e di Novara.
Il Consiglio direttivo nomina il Presidente, da eleggersi fra i membri di cui alla precedente lettera a), e adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione, lo statuto del Parco e delle Riserve. Lo statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
I membri del Consiglio direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio direttivo partecipa, con voto consultivo, un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio direttivo, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un Comitato tecnico-scientifico di esperti, istituito dal Consiglio regionale, con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio direttivo alle quali devono essere invitati.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo, il Consiglio direttivo utilizza il personale di cui al successivo art. 6 o può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali, provinciali nonché dei Comuni interessati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - Personale "L'ordinamento e la pianta organica del personale del Parco e delle Riserve sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio direttivo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Controllo "Il Parco ha un proprio bilancio.
Il bilancio preventivo deve essere presentato dal Consiglio direttivo sentito il Comitato tecnico-scientifico, alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono sottoposti all'approvazione, con deliberazione, della Giunta regionale.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio direttivo in attuazione del bilancio diventano esecutive dopo l'approvazione con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente debbono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono approvate".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Norme vincolistiche "Sull'intero territorio del Parco naturale delle Lame del Sesia, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave, fatti salvi gli interventi per la regimazione dei corsi d'acqua e la regolazione dell'irrigazione b) esercitare l'attività venatoria. Sono consentiti gli interventi tecnici di cui alla legge regionale 20 ottobre 1977, n. 50 c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) introdurre specie animali non autoctone e) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali operazioni connesse alle attività agricole f) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico o urbanistico g) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agro-silvo-pastorali presenti sul territorio o della fruibilità pubblica del Parco h) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada i) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture, stabili o temporanee, che possano deteriorare le caratteristiche ambientali dei luoghi.
Sull'intero territorio delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Vlllarboit, oltre al rispetto delle normative di cui al comma precedente, è fatto divieto di: 1) accedere se non per motivi di carattere didattico, tecnico o scientifico, senza l'autorizzazione del Consiglio direttivo.
Da tale divieto e autorizzazione sono esonerati i proprietari e gli aventi titolo, nonché coloro che esercitano attività agricole m) esercitare qualsiasi attività, ad eccezione di quelle agro-silvo pastorali, senza l'autorizzazione del Consiglio direttivo n) esercitare la pesca.
L'uso del suolo e l'edificabilità consentiti nel territorio del Parco e delle Riserve devono corrispondere ai fini di cui al precedente art. 3 e sono definiti dagli strumenti urbanistici generali e relativi programmi di attuazione.
Sino all'approvazione del piano regolatore generale comunale debbono essere applicate, su tutto il territorio definito dal precedente art. 2, le seguenti normative: 1) entro i limiti e le norme previsti dagli strumenti urbanistici vigenti è consentito ripristinare i fabbricati esistenti, vincolandone l'uso ai fini di cui al precedente art. 3 2) la costruzione di nuovi edifici od opere in funzione del Parco o delle attività agricole, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta regionale 3) il pascolo e l'agricoltura si esercitano nelle forme e nei terreni entro i quali sono attualmente praticati.
Le norme relative all'utilizzazione delle aree boschive del territorio del Parco e delle Riserve sono previste in apposito piano di assestamento forestale.
Sino all'approvazione del piano di cui al precedente comma, devono essere applicate le seguenti normative: 4) per quanto concerne la silvicoltura sono autorizzati i tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante, la ceduazione e i diradamenti 5) i tagli dei boschi di alto fusto debbono essere autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato ripartimentale delle foreste di Vercelli e del Consiglio direttivo.
Con apposito regolamento, sono fissate norme specifiche relative alle modalità di fruizione del Parco e delle Riserve, e sono riportate le sanzioni per i trasgressori previste da leggi statali e regionali nonché da disposizioni comunali ".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - Sanzioni "Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'art. 8 della presente legge, fino all'approvazione della specifica normativa regionale comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 3.000.000 ad un massimo di 5.000.000 per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e), f), h), l), m), ed alla limitazione di cui al numero 3) del precedente articolo 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 50.000 ad un massimo di L.
1.000.000, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere g) e) ed alla limitazione di cui al numero 1) dell'art. 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 5.000.000 ad un massimo di L. 10.000.000.
Le violazioni alla limitazione di cui al numero 5) dell'art. 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L.
1.000.000 ad un massimo di L. 5.000.000, per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni alla limitazione di cui al numero 2) del precedente art. 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 1.000.000 ad un massimo di L. 10.000.000, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni di cui ai commi primo, terzo, quarto e quinto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni che verranno formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni ai divieti di cui alle lettere b) e n) del precedente articolo 8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo sono introitate nel bilancio della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 - Vigilanza "La vigilanza del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit è affidata: a) al personale di sorveglianza del Parco e delle Riserve, previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente art. 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente art. 5 b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'art. 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità dell'art. 138 del T.U, delle leggi di Pubblica sicurezza approvato con R.D. 18 giugno 1931 n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione "Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente art. 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L.
1.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al cap. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione: 'Spese relative alle opere di tabellazione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di L. 1.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 - Finanziamenti per la gestione "Agli oneri per la gestione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit, di cui all'art. 5 della presente legge, valutati in L.
40.000.000 per l'anno finanziario 1978, si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese dl gestione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di L.
40.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano di assestamento forestale "Per la redazione del piano di assestamento forestale, di cui al quinto comma del precedente articolo 8, è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L. 10.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, e mediante l'istituzione, nella stato di previsione medesimo, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano di assestamento forestale del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit' e con lo stanziamento di competenza e di cassa di L. 10.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 13 è approvato Art. 14 - Entrate "I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente art. 9 saranno iscritti al capitolo n. 2220 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1978 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 - Norma transitoria "I membri del Consiglio direttivo, di cui al precedente art. 5, vengono nominati dai Consigli comunali di Albano Vercellese, Greggio, Oldenico, San Nazzaro Sesia, Villarboit e Villata e dal Consiglio regionale entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri Il testo della legge n. 265 è approvato.
I lavori sono aggiornati a domattina.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,40)



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