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Dettaglio seduta n.204 del 23/06/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Assestamento di bilancio

Prosecuzione esame progetto di legge n. 326: "Assestamento di bilancio per l'esercizio finanziario 1978"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prosegue l'esame del progetto di legge n. 326: "Assestamento di bilancio per l'esercizio finanziario 1978". La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi, farò un brevissimo intervento in linea con il comportamento che il mio Gruppo, ormai da un anno, tiene sulla situazione finanziaria regionale. In definitiva la Giunta, per volontà o per "fortuna" in senso latino, è sempre riuscita a sfuggire al dibattito sulle sue scelte finanziarie. Altrettanto sembra stia avvenendo con questo progetto di assestamento sul quale mi pare vada fatta una critica di fondo.
Se l'assestamento non è solo un fatto tecnico, ma è anche la presa d'atto di difficoltà operative che trovano la spiegazione o nell'obiettiva impossibilità di gestire le leggi per carenze strumentali, oppure nell'insufficienza delle provvidenze nei confronti degli Enti locali o degli operatori esterni: dovrebbe esserci un documento che chiarisca oltre alle pure cifre anche la giustificazione politica complessiva e globale delle scelte, perché, come vengono parcellate sono di difficile comprensione. Diversa sarà la valutazione dei colleghi, membri della Commissione competente. Al di là delle considerazioni sulla congruità di alcune cifre che si sono fatte slittare c'è da chiedersi quale sia la ragione che ha determinato questa necessità quantitativamente non indifferente; il che ci fa pensare che, anche alla fine di questa gestione i residui saranno non indifferenti.
Ci rendiamo conto che la Giunta opera in presenza di obiettive difficoltà quali le innovazioni normative in materia di politica finanziaria, l'avvento dei Comprensori, il D.P.R. 616. I più grossi interrogativi da sciogliere sono in merito alla rispondenza delle nostre previsioni normative nei confronti dei margini operativi finanziari degli Enti locali. In questa misura faccio mio l'intervento del collega Martini e mi complimento con lui perché ha approfondito l'argomento in modo corretto organico e puntuale ponendo un interrogativo che andrà sciolto ed allo scioglimento del quale dovrà collaborare ognuno di noi.
Mi pare inoltre che si debba riflettere sull'argomento posto dalla signora Vaccarino, in merito ai partners regionali, Promark e Finanziaria pubblica.
Mi permetto di sottolineare la necessità di fare il punto sulla situazione degli Enti esterni ai quali abbiamo affidato compiti non indifferenti e che sono la base delle mutazioni di bilancio. Continuiamo a sentire parlare di revisione delle leggi, di impostazioni diverse del bilancio e puntualmente, di sei mesi in sei mesi, gli impegni più significativi della Giunta vengono disattesi o quantitativamente modificati in modo tale da farci dubitare che ci sia a monte una scelta politica organica di tutta la problematica regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Signor Presidente, egregi colleghi, dopo l'approvazione del consuntivo con questo atto ci troviamo di fronte ad un'altra scadenza di carattere finanziario che però si discosta rispetto a quella tradizionale in quanto rappresenta la prima applicazione della nuova norma contabile.
La vicinanza temporale con l'esame che abbiamo fatto sul bilancio preventivo 1978, annuale e pluriennale e sul consuntivo 1977, rende superfluo ripetere questioni che sono già state illustrate a suo tempo e stamane dalla relazione del collega Rossotto, soprattutto ripetere considerazioni politiche e finanziarie di carattere generale.
Non riteniamo inutile però soffermarci ancora su alcuni aspetti politici, sui quali ho sempre cercato di portare l'attenzione dei colleghi.
L'assestamento del bilancio conferma ancora una volta la caratterizzazione della finanza regionale come finanza essenzialmente di trasferimento e quindi vincolata dallo Stato. Su questo punto non mi soffermo, salvo per richiamare i nodi politici ad essa collegati e per ribadire la necessità di gestire in maniera pro- grammatica i fondi settoriali in coerenza con le scelte indicate dal Piano regionale di sviluppo. Il Consiglio regionale si vede sempre più impegnato nella politica finanziaria di bilancio della Regione. Nei primi 6 mesi dell'anno abbiamo già discusso varie volte su questi temi: ciò è da valutare positivamente però nella misura in cui tali discussioni possano servire non solo per una constatazione della competenza e della cassa, ma per esercitare una verifica, un controllo e un aggiornamento delle leggi di spesa, soprattutto nell'ambito dell'aggiornamento del Piano di sviluppo e del piano pluriennale di attività. La legge di contabilità ha stabilito tempi precisi per quanto riguarda l'intervento del Consiglio regionale nel valutare sotto i molteplici atti i vari aspetti della politica finanziaria e della politica di spesa. Avrei voluto fare una richiesta all'Assessore, a questo proposito, poiché ritengo che sia opportuno già da ora cominciare a pensare al modo con cui predisporre i nuovi bilanci 79/80/81, utilizzando le esperienze acquisite. Dalla discussione di oggi sull'assestamento, al di là delle posizioni delle parti e dei singoli aspetti, si possono trarre gli insegnamenti per la predisposizione dei futuri bilanci 79/80/81.
Questo, egregi colleghi, non è un fatto puramente tecnico, ma è un fatto che tocca la rilevanza e la dignità politica e istituzionale delle Regioni.
E' di questi giorni la pubblicazione del terzo rapporto sulla finanza pubblica, della Mediobanca, di fronte all'opinione pubblica rappresenta un pesante atto di accusa alla gestione finanziaria delle Regioni. Credo che se da un lato bisogna rispondere nettamente nei confronti della polemica antiregionalistica, dall'altro non bisogna chiudere gli occhi di fronte ad alcuni ritardi che chiedono urgenti provvedimenti. Credo di dover riaffermare la nostra fiducia nel sistema delle autonomie ed in particolare delle Regioni, strumenti essenziali per una trasformazione in senso democratico dello Stato e per un'efficiente gestione della risorse pubbliche. Questo sarà però possibile solo se utilizzeremo nel modo migliore anche gli strumenti in nostro possesso. Avrei voluto la presenza della Giunta.



PRESIDENTE

Sono anche disposto a sospendere, perché lei, Consigliere sta dicendo cose sagge, che io, oltre tutto, vorrei sentire anche da altri banchi.



ROSSI Luciano

Chiedevo la presenza dell'Assessore al bilancio perché dipenderà da lui e dalla Giunta l'interpretare queste cose. Il bilancio del 1979 sarà impostato come gli altri anni? Allora si arriverebbe ad un appiattimento della Regione. Inizierà invece una nuova politica economica? E' indispensabile una gestione che utilizzi appieno gli strumenti del bilancio pluriennale dei controlli economici e finanziari sulle leggi regionali di spesa. I risultati della revisione delle leggi in corso di attuazione ed i regolamenti di attuazione della legge di contabilità, che dobbiamo quanto prima elaborare, potranno eliminare buona parte degli inconvenienti rilevati dalla Mediobanca. A questo riguardo è necessario un dibattito urgente attorno alle legge 902, alla quale il nostro bilancio è collegato per quanto riguarda le aree industriali che dobbiamo estendere al Verbano e all'area del Vercellese e del Casalese. Se la legge regionale delle aree industriali non avrà il supporto della legge 902, oltre che della legge di riconversione industriale finirà, come diceva il collega Martini in riferimento all'area del Monregalese, di assumere aspetti particolaristici e municipalistici del tutto contrari ad un discorso programmatorio. Non si può più dire che sulla legge 902 non c'é l'accordo tra le Regioni del Nord e le Regioni del Sud. I Comprensori attendono dalla Giunta gli atti della 902 per tenerne conto nelle deliberazioni programmatiche. Sappiamo tutti che cosa ha significato la politica di incentivazione delle aree depresse al di fuori di ogni programmazione. Se non si affronterà questo nodo politico i fondi non andranno a favorire il decentramento e la rilocazione industriale, ma ancora una volta saranno indirizzati gli interventi a pioggia e tutti saremo costretti ad adeguarci. Dobbiamo essere in condizione di verificare costantemente l'avvio dell'attuazione del Piano di sviluppo, le correzioni da apportare in conseguenza delle leggi settoriali di intervento e, infine, dobbiamo essere in condizione di avviare un discorso serio e approfondito per quanto riguarda il rapporto con lo Stato.
In questo modo possiamo rispondere agli inconvenienti rilevati dalla Mediobanca.
C'é poi un altro aspetto; almeno 100 miliardi dei 200 che la Regione ha investito per contributi in conto interessi e in conto capitale sono destinati ai Comuni o ai Consorzi dei Comuni. Cerchiamo allora di avere un quadro preciso delle opere appaltate, delle opere iniziate, delle opere che sono ferme perché la Cassa depositi e prestiti non ha completato il mutuo o perché altri istituti di credito non hanno concesso mutui. Non operiamo soltanto gli slittamenti dei fondi da un esercizio all'altro per aggiornare la situazione. E' possibile ottenere un quadro di questo genere? E' possibile sapere dei 200 miliardi quanto sul piano reale è messo in cantiere? Invito il Presidente della Giunta a dirci, di concerto con l'Assessore all'ecologia, quando verranno spesi i 35 miliardi che riportiamo di anno in anno per opere idrauliche ed igieniche. Se quelle opere non possono essere avviate, annulliamo la legge e smettiamo di raccontarci delle storie fra di noi. Non è problema dei limiti avuti dai democristiani prima o della Giunta di oggi; il problema sta nello stabilire se c'è la condizione di far operare le leggi, di finanziare le opere con carattere di priorietà dando la delega a quei Comuni capi di consorzio costituito o in via di costituzione, in grado di appaltare e di iniziare le opere. Ieri gli edili erano in sciopero. Avrei voluto leggere sui giornali un comunicato della Giunta e del Consiglio regionale, non solo di solidarietà con la categoria per le proprie questioni, ma un comunicato specifico del settore edilizio in cui risulti che le Regioni, malgrado i limiti stanno operando nel campo delle opere pubbliche grazie alle leggi regionali.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Sono intervenuto alla riunione degli edili durata 4 ore.



ROSSI Luciano

A me può far piacere che spieghiate la situazione di crisi agli edili ma a me interessa che la spieghiate al Consiglio regionale ed all'opinione pubblica. Queste sono le risposte che devono venire all'indagine della Mediobanca. C'é l'aspetto autocritico che dobbiamo fare, ma c'é anche l'aspetto positivo che deve risultare dalle risposte alle indagini che ai fini di un discorso politico nazionale sono quelle che contano.
L'assestamento di bilancio secondo il mio parere serve a preparare il nuovo bilancio in una certa direzione.
Devo peraltro rilevare di non poter ancora leggere nei bilanci preventivi o consuntivi o di assestamento le spese relative al trasferimento delle funzioni in base alla legge n. 382. Anche questo è un problema serio di carattere politico generale. Sarà così anche per il '79 e per l'80? Ecco dove sono importanti i rapporti con il Governo. Ogni ritardo è causa di maggiore difficoltà dell'attività politico-amministrativa della Regione e degli Enti locali.
L'assestamento di bilancio rappresenta una tappa, un momento che deve farci riflettere tutti, per dare il massimo contributo alla nuova difficile fase costituente delle Regioni la cui definizione ed il cui consolidamento rappresentano una delle più importanti trasformazioni istituzionali. La credibilità delle Regioni dipenderà dal modo con cui approderemo al bilancio del 1979 dalla verifica dello stato di attuazione del piano. Si potrà quindi andare avanti sui programmi di settore o sui programmi pluriennali di attività e di spesa che il piano indica.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Il collega Rossotto ha svolto una relazione corretta, ragionieristica una relazione che sta bene in qualsiasi Consiglio di amministrazione aziendale perché i conteggi sono esatti, manca però il taglio politico manca l'illustrazione di certe spese fatte o che si sarebbero dovute fare.
Essa ci lascia molto perplessi, così come eravamo perplessi sul bilancio preventivo anche se allora non lo abbiamo esternato, mi voglio richiamare a quella discussione politica stanca, svolta in un'aula disattenta, com'è più o meno ora. Infatti la Giunta, fino a 10 minuti fa non era presente ed il collega Marchini quando ha parlato aveva di fronte quattro persone. La Giunta aveva fatto le solite dichiarazioni polverose di buona volontà quando in realtà vi erano problemi molto più pressanti da discutere e cioè che lo Stato sta prevaricando sulle Regioni, che lo Stato non è nostro amico, che lo Stato cerca di frenare i finanziamenti e che i mezzi finanziari si impoveriscono di giorno in giorno a causa della svalutazione costante che si aggira attorno al 20%, nonostante che i giornali parlino del 12/13 per cento. La terza cosa che deve preoccuparci è che lo Stato cerca di scaricare sulle Regioni i disavanzi dei Comuni bloccandoli totalmente. Di questi argomenti non abbiamo parlato a sufficienza e ritengo opportuno da parte del Consiglio, dare alla Giunta la forza per sostenere questi principi di fronte al Governo. Così come non abbiamo discusso sufficientemente dei problemi industriali. Purtroppo l'industria che è la motrice della vita nazionale sfugge alle nostre competenze. La Regione pu intervenire in piccola parte sull'industria e sull'artigianato. Il collega Marchini ha già ricordato la Finpiemonte, specie di bandierone che sventola in quest' aula di quando in quando e che dovrebbe risolvere molti problemi.
Ma non so che cosa abbia risolto finora nel campo della piccola e media industria e dell'artigianato. La stessa domanda potremmo farla nei confronti della Promark.
E' stato detto che nella nostra Regione da tre anni non si è avuta una crisi (questa battuta mi ricorda un governo che è durato vent'anni! ), ma questa stabilita non ha alcun valore. La Giunta precedente quando aveva dei dissidi interni, ne discuteva tranquillamente e se qualche Assessore era da cambiare, lo cambiava senza nessun dramma. Questa Giunta ha ammesso che i dipendenti della Regione Piemonte sono mal pagati; altro aspetto estremamente negativo perché i nostri dipendenti devono essere pagati come i dipendenti delle altre Regioni.
Apprezzo il discorso del collega Rossi che, senza spirito di parte e con competenza ha detto delle grosse verità. In sostanza il famoso bilancio non contiene nulla di nuovo né di particolare. Il Piano di sviluppo, già ridiscusso perché non convinceva, è stato ridotto, ma questo non significherebbe nulla se poi si facesse quanto si dice di fare. Siamo quindi in una situazione di grosse promesse iniziali e con il trascorrere del tempo queste promesse vengono ristrette e la Regione vive una vita normale aspettando le prossime elezioni. La Regione ha approvato la legge Astengo che è scientificamente valida, ma che ha suscitato più malumori in Piemonte di tutte le altre leggi regionali messe assieme. La Giunta ha perso il tono trionfalistico di un tempo, perché finalmente comincia a camminare con i piedi per terra, ammettendo che incontra tutte quelle difficoltà che già avevamo incontrato noi quando facevamo parte della Giunta e tutte le nostre impostazioni erano criticate. Altrettanto criticabile è quanto la Giunta sta facendo in merito alle manifestazioni alle mostre e alle fiere. La mostra dei vini, che l'on. Costamagna faceva al Valentino già 20 anni fa, non ha avuto un interesse particolare né il rilievo che si sperava, non solo nell'ambito nazionale ma neanche all'estero. L'Italia non si è mai sentita separata dalla Svizzera e dalla Francia, neanche quando mancavano i trafori. La Regione ignora le nostre frontiere perché non ha mai fatto nessun tentativo per espandere la propria produzione al di là dei confini. La scelta meridionalistica potrebbe avere uno sviluppo anche portando lavoro dalle regioni estere. In sostanza, che cosa ha prodotto di concreto la visita in Campania fatta dalla Giunta? Ieri il Consiglio ha approvato una legge che, grazie all'impostazione corretta, potrebbe dare una piccola spinta all'artigianato. Tuttavia lo sforzo che la Regione fa con quella legge non è ancora sufficiente per venire incontro alle aziende.
Nel corso della conferenza sull'artigianato un operatore aveva osservato che l'Assessorato all'artigianato e all'industria non può, da solo, reggere alle richieste e alle esigenze di centomila aziende. Non sto rivolgendo una critica all'amico Alasia, perché riconosco che in effetti sta facendo tutto quanto è possibile.
La legge stanzia la modesta cifra di 500 milioni all'anno per un triennio in favore delle localizzazioni industriali e artigiane. Risulta che nella città di Alessandria 50 imprese, artigiane e piccole industrie senza l'aiuto della Regione, hanno acquistato 254 mila metri quadrati di terreno, con un costo di 375 milioni più 1 miliardo e 400 milioni per l'urbanizzazione primaria e secondaria, e con una previsione di costo di 4 miliardi e 300 milioni per la costruzione di 65 mila metri quadrati di capannoni; la sistemazione esterna dell'area costerà 720 milioni. A fronte di queste cifre i 500 milioni stanziati per l'artigianato, sono insufficienti e dimostrano come la Regione sia fuori quadro completamente.
A seguito del censimento fatto dalla Regione, merito dell'amico Debenedetti, sappiamo che il 20 % delle aziende, quindi 20 mila aziende dell'artigianato, sono disposte a trasferirsi in altra sede. E' un problema enorme che va affrontato con un'ottica diversa, se vogliamo favorire il trasferimento di queste aziende e dare loro un reale impulso. Qualche volta vediamo artigiani di 70/80 anni costretti a lavorare perché senza pensione perché non hanno la possibilità di vivere. E' una vergogna per la classe politica. Le Regioni potrebbero trovare un mezzo per venire incontro a queste categorie, dando contributi alle botteghe dell' artigianato per la formazione dei giovani ed assicurando l'assistenza sanitaria.
Si è fatta una disamina sui residui passivi del bilancio pluriennale 78/80; sono 100 miliardi in cassa a fronte dei quali la Regione incassa 13/14 miliardi di interessi: questo significa un anno di ritardo nell'esecuzione dei lavori, questo significa che la Regione avrebbe potuto dare del lavoro. Sentiamo dire ancora oggi, come sette anni fa, che si vuole aiutare l'esportazione, che si vuole incrementare il mercato con l'estero. L'unica iniziativa che la soc. Promark sta realizzando è la possibilità di vendere il vino in Russia. La Promark deve essere qualcosa di diverso, come in realtà è detto nello statuto.
Qualche considerazione con riferimento al turismo. Vedo che nel bilancio sono stati diminuiti i fondi e non so spiegarmene il motivo quando sappiamo che il turismo rappresenta un'industria potenziale notevole anche per i piemontesi: centri storici, cucina tipica, laghi, collide, monti. Non soltanto il sole e il mare attirano i turisti. Se ci allarmiamo che gli impianti dell'industria producono soltanto al 70%, ebbene perché non ci allarmiamo che il turismo in Piemonte lavora sotto al 30% delle sue possibilità? Il Piemonte ha dei centri storici di primissimo piano, musei e monumenti che non temono l'importanza di quelli umbri o toscani. Una statistica del 1975 dava questi dati: in Piemonte c'era il 4%dei posti letto e su 12 milioni e 440 mila stranieri, solo 385 mila erano venuti a Torino. Il turismo nazionale ha avuto un totale di 383 milioni di presenze di queste soltanto 19 milioni si sono fermate a Torino e in Piemonte. Dal mese di agosto all'8 di ottobre a Torino arriveranno 3 milioni di stranieri per l'ostensione della Sindone. La Regione sarà in grado di organizzare delle iniziative per interessare i turisti? Saprà invogliarli a tornare dando ospitalità, indicando i luoghi caratteristici del Piemonte? Sono convinto che se l'Assessorato competente saprà organizzare iniziative in questo senso, anche il turismo sarà in grado di incrementare l'attività della Regione.



PRESIDENTE

E' ora iscritto a parlare il collega Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero prima fare una considerazione di carattere umano, dare il saluto al collega Ferraris che rientra in Consiglio regionale dopo 50 giorni circa di assenza e che sta ricevendo pure il saluto dal Capogruppo della D.C.
Si riprende oggi il discorso sul bilancio 1978 interrotto purtroppo dolorosamente alla fine di aprile, per riconsiderare l'impostazione dell'attività che intende portare avanti l'Amministrazione regionale.
Le valutazioni che si possono fare sull'assestamento del bilancio non sono certamente diverse da quelle che si sarebbero fatte allora. Era infatti prevedibile che grossi mutamenti non si sarebbero avuti, non soltanto per la pochezza del tempo intercorso, ma anche perché la Giunta non ha potuto ascoltare le osservazioni che le varie componenti politiche avrebbero pronunciato anche se, per la verità, si sarebbero dovute tenere in considerazione le osservazioni assunte in occasione della consultazione sulla previsione, insistenti su un più puntuale e preciso raccordo con le linee di programmazione.
Limitandomi a considerare il settore dell' agricoltura, dico subito che apprezziamo il miglioramento apportato alle disponibilità di cassa che prevede un aumento di circa 12 miliardi, passando da 64 miliardi 213 milioni a 76 miliardi 215 milioni, tuttavia ancora molto modesto rispetto alla disponibilità totale di 215 miliardi e 291 milioni.
La previsione effettiva di spesa è quindi di appena il 35%, il che lascia aperto il grosso problema della celerità della spesa sul cui argomento non è il caso di soffermarsi ancora una volta, anche perché è in corso l'esame del disegno di legge n. 308 che può offrire l'occasione propizia per assumere iniziative nuove capaci di risolvere il gravoso problema.
A tale riguardo posso assicurare la Giunta, ed in modo particolare l'Assessore, che la mia parte politica è pienamente disponibile a dare il miglior contributo di idee e di suggerimenti per far sì che i tempi operativi sul piano burocratico ed amministrativo siano i più brevi possibili.
Prendiamo quindi ancora tempo una volta per verificare non solo la disponibilità, ma soprattutto la volontà della maggioranza a saper rispondere concretamente alle giuste attese dei coltivatori diretti mediante concrete iniziative di sostegno.
Infatti sostenere l'agricoltura significa a nostro avviso non solo migliorare il reddito di coloro che lavorano in campagna, la cui entità oltre ad essere condizionata dall'andamento climatico è anche strettamente dipendente dai più disparati fattori monetari, ma significa altresì concorrere a quello sforzo che la nostra società sta compiendo per risollevare l'intera economia dalla pericolosa condizione di recessione economica in cui versa oramai da troppi anni.
Aiutare l'agricoltura, a nostro avviso, vuole dire in primo luogo migliorare le condizioni produttive attraverso un concreto ammodernamento delle aziende ed una corretta pianificazione agricola zonale. Mediante l'ammodernamento aziendale siamo convinti che si gioca l'avvenire di tutto il settore. Non è infatti pensabile di poter vincere la concorrenza con gli altri Stati della comunità, se i costi di produzione presentano costantemente indici di aumento superiori a quelli dei ricavi e se le quantità unitarie di prodotto, in molte zone, sono ancora inferiori agli standards medi delle agricolture più avanzate.
A tale riguardo basterebbe citare le dichiarazioni pronunciate da Gaundelach, Commissario per l'agricoltura della Comunità Europea, in occasione del recente Convegno organizzato dal CESPE, quando precisò che "si deve aiutare l'agricoltura europea con misure strutturali per favorire il superamento degli squilibri geografici specie in quelle regioni meridionali dove l'agricoltura assume particolare importanza economica e sociale".
Se quindi questa è l'impostazione politica europea (anche se le impostazioni dialettiche non sempre corrispondono a quelle pratiche ed attuative come si è visto peraltro per gli interventi speciali a favore del meridione che l'iniziale stanziamento di 960 miliardi è sceso a 600 miliardi), a maggior ragione devono essere fatte proprie dalla Regione cui competono tutte le competenze operative del settore, prima fra tutte deve dimostrarsi capace la Giunta della Regione Piemonte, che ha fatto proprio il motto del "nuovo modo di governare" (anche se in questi tre anni passati purtroppo di nuovo si è visto poco).
Se negli anni passati la Giunta poteva ancora assumere la giustificazione (per la verità piuttosto labile) di pochi mezzi finanziari e di limitate competenze, con l'esercizio 1978 nessuna giustificazione pu essere ammessa, perché le competenze sono totali e le disponibilità finanziarie sono già oggi di 215 miliardi e altri 22/23 miliardi arriveranno fra breve con l'applicazione della legge quadrifoglio.
Disponibilità quindi per il 1978 di oltre 235 miliardi che dovranno essere totalmente impegnati per evitare che diventino economie di gestione.
Ma per realizzare questi presupposti è indispensabile operare mediante l'individuazione delle condizioni di ottimalità produttiva così da poter programmare specifici interventi non solo per evitare dispersione delle risorse, ma soprattutto per aiutare quelle zone e quegli imprenditori che veramente si trovano in condizioni di necessità.
L'esigenza di un più ampio impegno deriva anche dal fatto che siamo molto vicini all'allargamento dell'area comunitaria alla Spagna, al Portogallo e alla Grecia che sicuramente determineranno nuovi e più pesanti condizioni di concorrenza soprattutto per i prodotti mediterranei.
Questa logica della scelta programmatica presuppone però un'attenta verifica delle reali condizioni produttive ed economiche delle singole zone agrarie. Ecco perché eravamo e siamo ancora favorevoli ad una corretta elaborazione dei piani agricoli di zona.
E' indubbio però che l'elaborazione di questi strumenti di programmazione zonale deve vedere impegnati in prima persona i coltivatori che in definitiva dovranno essere gli artefici ed i realizzatori in un rapporto di responsabilità ben diversa da quanto non sia stato deciso dalla maggioranza.
Non si è allora accettato il nostro suggerimento di vedere responsabilmente impegnati i coltivatori attraverso la logica umana dell'autogoverno, per cui in questo delicato frangente decliniamo la nostra responsabilità se la pianificazione zonale potrà trovare resistenza e forse anche opposizione da parte degli stessi produttori agricoli.
Si è voluto imporre con il peso della maggioranza la logica pubblica commettendo così il più grosso errore non solo psicologico ma anche di vera ed autentica democrazia partecipata.
Vogliamo tuttavia augurarci che la maggioranza regionale sappia assumere concrete iniziative perché ulteriori perdite di tempo si ripercuoterebbero a tutto danno del settore che invece vogliamo migliorare.
Uno dei problemi nella logica degli interventi programmati, che merita di essere sollecitamente affrontato e risolto, è quello che riguarda l'applicazione pratica della direttiva CEE n. 159/72 che in Piemonte va avanti in modo eccessivamente lento e con il pericolo forse di non utilizzare tutte le risorse finanziarie disponibili. Non abbiamo dati precisi fino ad oggi, però da notizie raccolte pare che in tutto il Piemonte siano stati presentati poco più di 600 o 700 piani aziendali, dei quali soltanto 300 potranno essere accolti.
Devo dire che per la provincia di Vercelli che è anche una provincia agricola, ne sono stati presentati poco più di 70 e solo 7 sono stati approvati.
Ora se consideriamo che le aziende agricole piemontesi sono circa 200 mila e se pur vogliamo stralciare tutte le piccole aziende marginali di tipo "part time" riconducendoli sul dato più obiettivo di 100 mila aziende effettive, dobbiamo dire che, se anche il numero dei piani agricoli aziendali fosse 1000, sarebbe sempre troppo poco. Le ragioni di questa mancata partecipazione o disponibilità dei produttori è senz'altro da ricercare nell'eccessivo burocratismo che esiste nella presentazione di questi documenti.
Per parte nostra stiamo esaminando la questione con dei tecnici che operano nel settore, per cui ci riserviamo di fornire all'Assessore nostri precisi suggerimenti.
Sempre in tema di interventi programmati, dichiariamo il nostro assenso all'impostazione data al disegno di legge n. 308 che canalizza gli interventi a favore dell'agricoltura in attuazione della legge 984 del 1977 (cosiddetta legge quadrifoglio) che prevede specifici interventi nei settori dell'irrigazione, della forestazione, della zootecnia, delle collide, della montagna, della viticoltura e delle colture pregiate in genere.
E' necessario quindi, lavorare con impegno e tempestività nella direzione delle strutture aziendali e di mercato, perché diventa sempre più urgente perché in relazione all'impegno che la difesa dell'economia agricola attraverso la politica dei prezzi diventa sempre più difficile causa la continua flessione della nostra moneta nei confronti delle altre monete europee.
Chi segue i problemi agricoli comunitari conosce perfettamente la battaglia del Ministro Marcora per la difesa della nostra agricoltura in occasione della determinazione dei prezzi agricoli per la campagna 78/79.
L'aumento dei prezzi mediamente del 2% e l'ulteriore svalutazione della lira verde del 5 % non sono certamente sufficienti a coprire gli aumentati costi di produzione che mediamente si possono calcolare sull'ordine del 22/23 %.
Perdurando l'anomala condizione per la quale i prezzi dei prodotti agricoli vengono determinati assumendo come base un valore monetario inferiore di circa il 13 % rispetto a quello reale (valore assunto come base della lira verde ulteriormente svalutata a L. 1.154 contro un valore medio di interscambio con le monete comunitarie di circa L. 1.300), i nostri produttori continueranno a percepire prezzi inferiori di circa il 13 rispetto a quelli dei loro colleghi della Comunità, e vedranno altresì sovvertiti i corretti rapporti di mercato in conseguenza del perverso sistema dei montanti compensativi.
Ma per rendere ancora più chiara e comprensibile questa condizione di inferiorità in cui operano i nostri produttori agricoli, è sufficiente precisare che per difendere il prezzo del latte e quindi della zootecnia si è dovuta varare da parte del Parlamento una specifica legge, quando invece con l'adeguamento della lira verde al suo reale valore finanziario di L. 1.300 i produttori piemontesi avrebbero potuto percepire L. 260 al litro anziché L. 251 come stabilito a seguito di defatiganti trattative con le categorie industriali.
Lo stesso discorso vale per il frumento, per il quale potrebbero incassare L. 21.000 anziché L. 16.000, per il mais L. 19.000 anziché L.
15.000 e così via per tutti gli altri prodotti.
Ecco perché si deve operare con il massimo impegno nel settore delle strutture, perché solo aumentando la produttività i nostri produttori potranno diventare veramente competitivi.
Questo è l'impegno che la Giunta deve effettivamente e concretamente assumersi, impegnandosi ad investire nel corso del 1978 gli 83 miliardi della competenza 78, i 131 miliardi costituenti la massa dei residui passivi ed i 22/23 miliardi, tanti quanti ne verranno assegnati con la legge quadrifoglio.
Sono state espresse considerazioni ovviamente di carattere generale, ma certamente sufficienti per indicare come la Giunta deve operare. Si hanno specifiche competenze, si dispone di ingenti mezzi finanziari (qui è chiaro che la lamentela che il Governo non assegna sufficienti quattrini alle Regioni, almeno per il settore dell'agricoltura, non ha concreta so stanza).
Chiediamo pertanto che si operi come i produttori si attendono, con tempestività e sollecitudine, superando i paurosi ritardi che si sono accumulati in questi ultimi anni, ritardi che evidenziano pratiche presentate nel 1976 ancora inevase. A questo riguardo richiedo, per la terza volta, quante di quelle 15808 pratiche giacenti presso gli uffici degli Ispettorati agrari e che dovevano essere tutte istruite entro il mese di marzo 1978, sono state istruite e quante sono ancora da istruire.
Era un'assicurazione che ci aveva dato il Presidente della Giunta nel mese di novembre dell'anno 1977: sono passati 8 mesi, voglio augurarmi che tutti i produttori di quelle domande siano soddisfatti. Però il "no" dell'Assessore Ferraris mi dà una risposta implicita che purtroppo tanti produttori sono ancora in attesa di ricevere il sì tanto atteso.
Allo stato attuale, quindi, il nostro voto sarà ancora contrario, ma potrà diventare positivo al consuntivo, quando non riceveremo più lamentele dai nostri coltivatori sui ritardi dei finanziamenti delle loro domande. E' un'ulteriore possibilità che offriamo alla Giunta, perché possa ricevere anche il nostro assenso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Al Consigliere Benzi vorrei dire che non ci siamo ripromessi cose eclatanti, ma vogliamo, tassello dopo tassello, dare alla comunità regionale un contributo per la crescita nazionale. Non siamo soltanto un'azienda di servizi, siamo un Ente che ha poteri di direzione politica sociale ed in parte economica nella comunità. Per questo ci siamo dati un Piano di sviluppo. Le critiche che vengono dovrebbero essere incentrate sull'attuazione del Piano di sviluppo, che è la base stessa del nostro operare e che può essere soggetto a determinate variabili che ogni anno andremo a registrare. Si tratta soltanto di vedere se la Giunta ha mantenuto fede a questo Piano di sviluppo. L'immagine di una Regione di frontiera che non esercita la sua attività oltre frontiera è certamente negativa. Ma le cose che noi abbiamo fatto nell'ambito dell'Europa sono numerose: incontri a Parigi , a Bruxelles e, attraverso la Promark, a Mosca per il problema dell'indotto e per la presentazione di alcuni vini regionali nella società sovietica. Ma, ahimé, è giunto dal Commissario del Governo un alt deciso: guai se muoviamo un dito perché questo è di competenza ICE, guai se muoviamo un dito perché responsabilità penali e amministrative incombono sugli amministratori ! Tuttavia la Regione le cose le fa ugualmente senza scontrarsi con la competenza statale, esaltando determinati fatti, prodotti, situazioni ambientali e turistiche. Il collega Benzi ha ragione quando pone la problematica della produzione industriale dalla quale non possiamo essere slegati nel processo del Piano di sviluppo. Ma i limiti sono evidenti perché ogni nostro passo è contrastato decisamente dal Governo. Addirittura la legge per il museo ferroviario è stata rinviata con la causale che non è di competenza regionale.
L'intervento del Consigliere Martini coglie invece alcuni aspetti dell'attuazione del Piano di sviluppo, quando pone l'accento sulle grandi opere dell'acquedotto delle Langhe. Quell'iniziativa è contenuta nel Piano di sviluppo e prevede per il basso Piemonte un unico grande sistema che raccordi circa 300 Comuni: la Regione è già su quella strada, con l'aiuto del Governo.
Per quanto riguarda la problematica che pone il Consigliere Rossi, in merito alle opere attualmente in corso, devo dire che tutte le opere finanziate sono attualmente in corso, perché se vengono a scadere i termini, irrimediabilmente le opere vengono revocate e riassegnate ad altri Enti. E' opportuna una verifica costante dell'attuazione del Piano di sviluppo e delle linee che esso persegue. Le direttive comunitarie che la Regione Piemonte per prima si è data, hanno dei ritardi; i piani di sviluppo aziendali non sono sostanzialmente numerosi. Certo non ci illudevamo che la modifica della struttura agricola individuale potesse avvenire tanto velocemente. Le opere pubbliche di edilizia scolastica sono state tutte assegnate e appaltate. Le opere di edilizia abitativa hanno avuto da tempo l'assegnazione e l'attuazione. Si tratta di dare tempestiva informazione sullo stato di attuazione e pensiamo nel mese di agosto o di settembre di essere in grado di informare in merito il Consiglio.
Quindi le situazioni che possono destare scontento non appartengono a questa Giunta che, sostanzialmente, porta avanti in tutte le sue componenti il Piano di sviluppo che troverà, nel 1980, la sua puntuale esecuzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli per le conclusioni.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

La discussione sull'assestamento del bilancio 1978 avviene quasi a ridosso di quella sul bilancio annuale, mi pare quindi corretto dire che questa circostanza rende la legge di assestamento meno significativa nel senso che non introduce novità. In particolare i Consiglieri Bellomo e Martini hanno evidenziato che la presentazione tempestiva della legge di assestamento del bilancio rappresenta una prima applicazione della nuova legge di contabilità e consente una discussione in fase di verifica e di aggiornamento dei dati rispetto al bilancio preventivo, anche se i tempi stretti nei quali questa discussione avviene non consentono di avere una legge di assestamento che innovi profondamente rispetto alla legge di bilancio. Questo ha consentito di usare il termine "aggiustamento" piuttosto che "assestamento".
Abbiamo creduto di presentare un nuovo bilancio, formalmente stampato con le cifre variate, credendo che questo sistema favorisse il confronto delle cifre. In questo caso ci sentiamo come quel cantante che diceva: "se sono bello mi tirano le pietre, se sono brutto mi tirano le pietre". Non c'é speranza! Sono comunque preparato a prendere tutto quello che viene scaricato. Forse abbiamo sbagliato, vedremo un altro anno come potremo fare. Per quanto si riferisce alla relazione, in Commissione avevano convenuto di non ripresentarne un'altra a due mesi di distanza, visto che i termini generali del confronto erano stati evidenziati con il bilancio presentato nel mese di aprile.
Il dibattito di oggi ha fatto emergere una serie di questioni di grande interesse che molto brevemente vorrei riprendere, La Giunta è impegnata a presentare con il preventivo 1979, una relazione sullo stato di attuazione del piano, che metterà il Consiglio in grado di discutere la politica finanziaria e di spesa della Regione, E' stato anche chiesto un esame degli impegni pluriennali che scaturiscono dalle leggi di spesa approvati dalla Regione. Credo che valga la pena di discuterlo questo documento prima del bilancio di previsione, perché consente di avere elementi conoscitivi utili per arricchire il dibattito del bilancio di previsione 1979 e l'aggiornamento del piano pluriennale che dovrà accompagnare il bilancio 1979.
Il Consigliere Rossi ha invitato la Giunta a presentare una relazione non solo sul grado di adempimento degli impegni finanziari, ma sullo stato di avanzamento delle opere. In parte questa relazione sarebbe già fattibile alla chiusura della sessione primaverile - estiva del Consiglio. Con gli Assessori Rivalta ed Astengo, abbiamo cominciato un confronto con le organizzazioni sindacali su questi temi in occasione dello sciopero dei lavoratori del settore edile. Accanto alle ombre evidenti da noi non sottaciute, vi sono alcune luci in tema di attuazione della legge n. 513 per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, poiché il Piemonte è l'unica Regione che entro giugno appalterà il complesso delle opere di edilizia residenziale. Credo anche che non siano infondate le richieste di un confronto sul funzionamento degli enti strumentali della Regione. La Finpiemonte sta predisponendo in questi giorni dei progetti che non si sono ancora tradotti in programmi operativi precisi, ma che entro un mese credo potremo discuterne in Commissione e poi in Consiglio, in particolare per quanto riguarda due iniziative: la costituzione di un consorzio garanzia fidi per le iniziative di rilocalizzazione degli impianti produttivi e un progetto di leasing industriale.
Per quanto riguarda gli altri enti strumentali della Regione, crediamo siano stati fatti alcuni passi avanti verso un coordinamento e una razionalizzazione della politica della ricerca della Regione. Non siamo assolutamente insensibili alla sollecitazione di discutere la materia augurandoci che il programma di rilancio dell' Ires proceda secondo le indicazioni date dal Consiglio. Per quanto si riferisce ai nodi politici dell'Esap che ci preoccupano, posso soltanto dire che i nodi che hanno provocato il disimpegno dell'esecutivo dell'Esap e delle organizzazioni che rappresentano le categorie del mondo agricolo sono rilevanti e rischiano di creare dei problemi nella gestione dell'Ente di sviluppo. Questo discorso merita senz'altro di essere fatto. Ho le mie opinioni in proposito che per non ritengo corretto esporre in questa sede.
Mentre possiamo discutere sul centro di calcolo; esso sta svolgendo un'attività intensa e proprio in questi giorni stiamo definendo la stesura dell'ultima convenzione con l'Olivetti, poiché è modificata sulla base delle obiezioni che erano state avanzate in sede di I Commissione relativamente alla stesura iniziale.
Il discorso della soc. Promark può essere molto ampio, ma non voglio ripetere le osservazioni del Presidente.
Non ci sono misteri nella gestione degli Enti strumentali della Regione, né c'é l'intenzione di tenere il Consiglio all'oscuro rispetto ai progetti che si stanno elaborando. Certo ci sono dei problemi non facili da mettere a punto. La signora Castagnone Vaccarino ha posto l'accenno ad una sorta di superpartito che starebbe prendendo corpo sui temi della convenzione quadro. Se ci fosse il superpartito, dato che non ne sono a conoscenza, farei la parte del disinformato.
Insieme con il collega Rivalta ho avuto l'incarico dalla Giunta di seguire questa vicenda. Può darsi che qualche cosa sia sfuggito, ma non credo molto. La convenzione quadro comporta dei problemi di natura giuridica, tant'é vero che il superpartito, composto da me e da Rivalta stava discutendo alla mensa della Regione come redigere alcuni articoli. In realtà ci sono dei tempi più lunghi del previsto per superare alcune difficoltà nella stesura della convenzione quadro, però sono in grado di assicurare il Consiglio che nulla è stato fatto e nulla sarà fatto fuori dalle sedi istituzionali e che l'impegno che ci siamo assunti era di portare all'approvazione del Consiglio, la convenzione prima della chiusura della sessione estiva.
I temi che la discussione sull'assestamento di bilancio richiama sono molti, e possono implicare un confronto su tutta la politica economica e finanziaria della Regione. Non mancheranno le occasioni per continuare il confronto.
E' stato detto che i rapporti tra lo Stato e le Regioni sono da un lato migliorati grazie ad una maggiore disponibilità di cassa e quindi una maggiore snellezza nei pagamenti, da un altro lato sono presenti i rischi che la politica di contenimento della spesa pubblica si traduca in indiscriminate riduzioni delle risorse a disposizione della Regione. Negli ultimi incontri a livello di Commissioni tecniche miste, Regioni- Stato questi rischi sembrano in parte attenuati rispetto a quindici giorni fa. Il Ministero del Tesoro aveva prospettato una riduzione secca del 5 % dei fondi ex articolo 8, ex art. 9, ma questa richiesta nelle ultime riunioni non è stata più menzionata. Il confronto continua, informeremo il Consiglio sugli ulteriori sviluppi. La legge di assestamento ha degli elementi politicamente significativi che devono essere sottolineati, anche se la quantità delle risorse non è rilevante. Da un lato l'adeguamento alle norme di contabilità ha portato o all'incremento della cassa od alla riduzione della competenza facendo slittare le previsioni al 1979, e su questo punto non mi dilungo perché il relatore, Consigliere Rossotto è già stato più che esplicito, dall'altro lato l'introduzione di alcuni stanziamenti come anticipazione della Regione rispetto agli interventi dello Stato, ci consente di accelerare alcune opere: gli stanziamenti sull' edilizia scolastica, gli stanziamenti per l'acquedotto delle Langhe, gli stanziamenti per le Comunità montane, tre casi in cui la Regione anticipando i fondi, consentirà la messa in opera tempestiva degli investimenti. In qualche altro caso si è trattato di aggiustamenti sui diversi capitoli della spesa per consentire di ridurre quegli stanziamenti che non si potrebbero spendere entro l'anno. Il Consigliere Martini ha espresso qualche nota di sfiducia nei confronti della capacità di spesa degli Enti locali minori. La Regione sbaglierebbe se si mettesse sul terreno della verifica del grado di efficienza della spesa propria di ogni livello istituzionale: noi non vogliamo vantare una capacità di spesa superiore a quella degli Enti locali anche perché la Regione deve spendere direttamente il meno possibile, deve invece delegare e trasferire.
Abbiamo fatto alcuni ritocchi nei capitoli della spesa per andare verso una maggiore efficienza complessiva della spesa; abbiamo spostato un miliardo dalle competenze provinciali alle competenze comunali perch riteniamo che in questo modo il miliardo si potrà spendere entro l'anno in corso, mentre nell'altro caso ci sarebbe stato un rallentamento per i gravi ritardi che lamentano le Province nella spesa sulla viabilità. Nel rendiconto dell'anno 1977 abbiamo rilevato delle somme che sono state stanziate e non sono state spese risalenti al 1972: è più grave una spesa che tarda ad essere avviata riferita a sei soggetti che non una spesa che tarda ad essere avviata riferita a 1209 soggetti. Ci sono dei Comuni che sono in grado di migliorare rapidamente la viabilità, quindi abbiamo ritenuto opportuno consentire loro di spendere in quella direzione. Nella relazione è detto che quest'impostazione sarà suscettibile di verifica: se nel corso dell'esercizio le previsioni di capacità di spesa degli Enti locali non saranno sorrette dalla pratica attuazione, torneremo su questa decisione. La legge di assestamento del bilancio che approviamo oggi, non è detto che entro il 31 dicembre debba essere considerata intoccabile come la Bibbia.
Il discorso dei Comprensori si consoliderà. I due miliardi di aumento dello stanziamento del capitolo 1000 non sono rivolti a potenziare la politica patrimoniale della Regione, ma sono rivolti al completamento del programma di acquisizione delle sedi comprensoriali. Dal bilancio sono stati eliminati tre miliardi, previsti per le Comunità montane, per un rilievo esplicito del Governo che ha considerato illegittima questa previsione. Abbiamo ritenuto di stanziare un miliardo con fondi regionali in anticipo su quelli statali, per poter far fronte agli impegni di spesa assunti o assumibili entro breve tempo; nel giro di pochi mesi però si aprirà un altro problema perché le Comunità montane stanno mettendo a punto i programmi di sviluppo sulla previsione dei 3 miliardi. Se nel giro di tre/quattro mesi lo Stato non approverà la legge che stanzia quei fondi dovremo integrare tale anticipazione. La Giunta non ha difficoltà a dire che l'anticipo di un miliardo è solo provvisorio in attesa dell'approvazione della legge statale.
Le osservazioni del Consigliere Benzi sulla promozione turistica trovano un'adeguata risposta nel bilancio. Anche per quanto si riferisce alle iniziative collegate all'esposizione della Sindone, la Regione è impegnata nel Comitato operativo che è stato costituito dai diversi enti torinesi, nel tentativo di dare per quell'occasione un richiamo turistico tale che si traduca in un vantaggio complessivo per la comunità torinese e regionale.
Questo assestamento di bilancio è un aggiustamento rispetto alle cifre che abbiamo discusso ed approvato in Consiglio 2 mesi or sono, tuttavia il Consigliere Bellomo ha saputo cogliere nella sua esposizione, l'importanza di questo processo di progressiva costruzione degli strumenti contabili e finanziari della Regione. Su queste basi possiamo formulare il bilancio 1979 con una maggiore conoscenza degli impacci e dei ritardi che sono entrati in gioco in passato, consentendo di costruire quel bilancio secondo la nuova legge di contabilità e in modo più adeguato per tradurre in atti il Piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

Chiusa la discussione generale, possiamo passare all'esame degli articoli.
"Articolo 1 - Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978 sono introdotti, ai sensi dell'articolo 42, secondo e terzo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, gli aggiornamenti e le variazioni di cui alla tabella A) allegata alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La dotazione del capitolo n. 300 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1978 è ridotta di 3000 milioni; lo stanziamento del capitolo n. 12860 dello stato di previsione della spesa dello stesso anno è corrispondentemente ridotto di 3000 milioni".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Il capitolo n. 2985 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1978 è trasferito dal Titolo IV Categoria XVII - al Titolo II - Categoria IV - ed assume il numero 586.
Il capitolo n. 12865 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 è trasferito dagli 'Oneri non ripartibili' all'area di intervento 3 'Gestione e assetto del territorio' - Altri interventi - ed assume il numero 8230".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Il capitolo n. 12420 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 è trasferito dalle 'Contabilità speciali' agli 'Oneri non ripartibili' ed assume il numero 13000".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - La dotazione del capitolo n. 120 dello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1978 è ridotta di lire 832.019.660".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si e astenuto 1 Consigliere L'art. 5 e approvato.
"Articolo 6 - La denominazione del capitolo n. 10720 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 è così modificata: 'Contributi ad enti pubblici e privati per l'organizzazione ed il funzionamento dei corsi di formazione ed addestramento professionale e dei corsi per apprendisti. Contributo a carico della Regione'.
La denominazione del capitolo n. 10725 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 è così modificata. 'Contributi ad enti pubblici e privati per l'organizzazione ed il funzionamento di corsi di formazione ed addestramento professionale e dei corsi per apprendisti (leggi 29 aprile 1949, n. 264; 4 maggio 1951, n. 456; 2 aprile 1968, n.
424; 13 luglio 1966, n. 615; articolo 1 del D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 10 e articolo 1 della legge 12 febbraio 1967, n. 36)"'.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato "Articolo 7 - Negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1978 sono istituiti i capitoli di cui agli elenchi n. 1 e n. 2 allegati alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato "Articolo 8 - Nel bilancio di previsione dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta 'La Mandria' per l'anno finanziario 1978 sono introdotti gli aggiornamenti di cui alla tabella B) allegata alla presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato Prima di votare la legge nel suo complesso, do la parola al Consigliere Paganelli per le dichiarazioni di voto.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, farò una breve dichiarazione per illustrare il voto negativo che abbiamo dato ai singoli articoli e che daremo all'intiero testo di legge di assestamento del bilancio finanziario 1978.
Avevamo impostato la discussione sul fatto che il bilancio 1978 non risponde al dettato legislativo, in quanto la Giunta non aveva effettuato un approfondito esame delle obbligazioni effettivamente scadenti nell'anno per quanto riguarda le previsioni della competenza, Aveva- mo chiesto la modifica, a cominciare dall'assestamento, che si sarebbe dovuta tenere entro breve termine. Avevamo ritenuto che l'assestamento dovesse essere il motivo per una correzione che doveva essere portata a sensi di legge. Così non è stato. Non ne facciamo una grande questione, non solamente per non tirare un'ulteriore pietra all'Assessore, ma anche perché obiettivamente i due mesi trascorsi non sono stati sufficienti per l'ampio esame che l'assestamento avrebbe dovuto comportare.
Dobbiamo però dire al relatore che non ci attendevamo un profondo sconvolgimento del bilancio, ma semplicemente un adeguamento allo spirito della legge; questo adeguamento non c'é stato, o è stato solo in misura ridottissima, cosicché si parla non di assestamento, ma di adeguamento e si potrebbe tranquillamente parlare di una modesta variazione di bilancio.
Alcuni capitoli in materia di agricoltura e di trasporti sono stati toccati per entrare nello spirito della legge, ma non basta modificare alcuni capitoli perché in questo caso la modifica deve essere accompagnata da una profonda analisi del motivo per il quale non si riesce nel corso dell'anno ad effettuare la spesa. In sostanza la Giunta deve ricercare le cause dei ritardi per non porsi nella situazione di non essere in grado di dirigere i processi.
Il collega Martini ha sottolineato alcuni elementi interessanti, in merito all'anticipazione dei 34 miliardi per le opere di edilizia scolastica. Voglio augurarmi che la Giunta abbia fatto gli opportuni calcoli in questa materia e che quei 34 miliardi possano essere spesi altrimenti parte di essi li troveremo fra qualche mese nei residui. Così come è stata esatta e corretta la manovra di anticipare 2 miliardi di acconto sui 7 miliardi dallo Stato per l'acquedotto delle Langhe. Il Presidente della Giunta ha fatto riferimento al Piano di sviluppo che prevede il raccordo dei grandi acquedotti, e a questo proposito occorre fare riferimento alla preveggenza della classe politica cuneese che non solo qualche anno o qualche mese fa, ma qualche decennio fa ha cominciato a programmare opere di così ampio respiro.
L'assestamento non convince laddove prevede puntualmente l'aumento delle spese di rappresentanza, delle spese per i convegni, delle spese per le pubblicazioni. Non sollevo l'argomento per un motivo polemico, ma per collegarlo all'interrogazione presentata l'altro giorno in relazione ai manifesti inquadrati ed esposti nei Comprensori. Occorre fare un discorso ampio per chiarire le idee sulle pubblicazioni da acquistare, sui convegni ai quali la Regione deve intervenire, sul tipo di rappresentanza che la Regione deve garantire.
Il Presidente della Giunta si riferisce al Piano di sviluppo ogni qualvolta si approfondisce qualche argomento: il Piano di sviluppo deve essere un punto di riferimento, non una manovra difensiva di un difensore che nel calcio getta il pallone in calcio d'angolo.
Il nostro Gruppo vota contro per i seguenti motivi: la mancanza di un effettivo approfondimento della materia dell'assestamento la mancata analisi per quella piccolissima parte di assestamento che è avvenuta ai sensi di legge la mancata analisi dei fenomeni per i quali non si può spendere in certe direzioni l'aumento immotivato di spese correnti.
Sostanzialmente non ci eravamo sbagliati quando discutendo il bilancio ed il conto consuntivo, avevamo detto che l'assestamento non sarebbe stata l'occasione per una grossa virata di indirizzo; avevamo detto che tutto era rinviato al bilancio del 1979 e così è stato; quella sarà certamente l'occasione, Signor Presidente della Giunta, per una verifica del Piano di sviluppo.
Attendiamo la Giunta a quell'appuntamento autunnale e ci auguriamo che il dibattito di oggi, che si è svolto con tranquillità, con pacatezza e molta serenità, serva alla preparazione del bilancio 1979, così come devono servire le osservazioni ponderate e sagge dei miei colleghi di Gruppo Martini e Franzi.
Oggi sono state fatte delle meditazioni ad alta voce. Consideriamole l'inizio di una più ampia meditazione che tutti assieme, senza complessi dobbiamo fare, non per palleggiarci delle responsabilità, ma per fare camminare la Regione serenamente e seriamente.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Consigliere Bontempi, ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Intendo fare una breve dichiarazione di voto a favore dell'assestamento di bilancio. Svolgerò sinteticamente e schematicamente alcuni punti che attengono al bilancio, ma vogliono essere anche una risposta ad alcune affermazioni che negli interventi erano esplicite e sottintese.
Abbiamo un terreno di confronto in materia finanziaria molto più ravvicinato che negli anni scorsi, perché un controllo sul piano della politica di coordinamento della spesa è necessario.
Sottoscrivo quanto ha detto il Presidente Viglione, quando indicava con molta fedeltà quello che può essere oggi un esame non di parte ma tranquillo e sereno sull'attività della Giunta. Continuamente offriamo nuove occasioni di trasformazioni e di rinnovamento alla società piemontese; su alcune questioni siamo in ritardo ed è bene dirlo chiaramente; è bene anche cogliere i rilievi che vengono fatti; inneschiamo continuativamente passi successivi in un cammino di trasformazione e di cambiamento del ruolo delle istituzioni nella generale trasformazione del Paese.
La Regione Piemonte non è alla coda, non subisce i processi, cerca con tutte le approssimazioni, con tutti i difetti e con tutte le cadute di governarli e di mettersi alla guida di questi processi. Questo processo di trasformazione parte dall'istituzione, parte dal governo regionale e deve avere un alto livello di comprensione sulla posta in gioco.
Laddove abbiamo conseguito risultati positivi, anche se pochi, siamo riusciti a coniugare democrazia con partecipazione, efficienza e capacità di spesa; ebbene abbiamo innescato dei processi di trasformazione realmente nuovi in grado di essere compresi, soprattutto in grado di segnare un punto di non ritorno al cui confronto la pubblica amministrazione è chiamata.
E' l'esempio dell'edilizia scolastica e degli interventi nei casi di emergenza per le alluvioni. Ma il giudizio generale viene anche da quei settori dove ci sono cadute e ritardi. Intendiamo percorrere questa strada fino in fondo, chiamando al confronto tutte le forze politiche.
A me sembra che la ristrettezza di visuale di certi interventista velleitaria. Non ci dobbiamo stancare di chiamare le istituzioni a fare la propria parte, tenendo presente che siamo forze politiche con il dovere di essere coerenti con quanto diciamo nelle leggi e con quanto affermiamo negli interventi, e che abbiamo il dovere di creare una coscienza regionale con atti concreti.
Chiediamoci se siamo riusciti a realizzare questo disegno, se siamo stati capaci o abbiamo avuto la volontà di realizzare questo disegno, se in periferia le attuazioni che partono dalla Regione come Ente generale di programmazione, di coordinamento e di legislazione, si sono realizzate.
Chiedo, per esempio, quale sia il livello di coerenza che vogliamo esprimere perché le istituzioni siano messe nella condizione di esercitare la loro funzione. Allora noi comunisti intendiamo rilanciare la sfida perché in questi tre anni, all'interno della maggioranza, abbiamo cercato di rappresentare insieme con i compagni socialisti, gli amici dell'Uld ed anche con l'opposizione, un confronto produttivo e costruttivo.
Qualche revisione critica va fatta per non aver capito certi problemi di struttura, di assetto, di procedura e di metodo che forse sono stati fondamentali per il futuro, però puntiamo al disegno di trasformazione, nel coordinamento da un lato e nell'autonomia dall'altro, nel ruolo reale e diligente delle istituzioni e della società che lavora per unirsi sui grandi problemi, nella distinzione delle posizioni. E' giusto ricordare le opere non compiute, ma ricordiamo che molti piccoli passi sono stati fatti proprio eccedendo rispetto al rimprovero che ci è stato fatto di trionfalismo. Si è detto che non è stato fatto un comunicato stampa, ma credo che molte cose che produrranno effetti sono state realizzate nella coscienza di un lavoro oscuro, quotidiano, ma continuo in cui comunque la stella polare era questo elemento di trasformazione strutturale per dare condizioni nuove, per operare e per rispondere alla società.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto, possiamo quindi passare alla votazione dell'intero disegno di legge. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il progetto di legge n. 326 è approvato.


Argomento: Varie

Sulle sentenze emesse a Torino al termine del processo alle brigate rosse


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, pochi minuti or sono il Presidente del Tribunale di Torino ha letto la sentenza al processo alle brigate rosse.
Vi sono state 29 condanne, 16 assoluzioni e un nuovo ruolo per uno degli imputati. A Curcio e Bassi è stata comminata una pena di 15 anni, a Bertolazzi di 14 anni e 9 mesi, a Franceschini di 14 anni e 6 mesi, a Ferrari di 13 anni, a Semeria, Paroli e Gallinari di 10 anni, a Lintrani di 9 anni e 6 mesi, a Bonavita di 9 anni, a Ognibene di 8 anni, a Farioli di 7 anni, a Levati, Isa e Buone di 6 anni, a Guagliardo, Mantovani, Deponti Pisetta, Moretti, Micheletti di 5 anni, a Lazagna, Carnelutti, Cattaneo Savino di 4 anni, a Borgna e Legoratto di 3 anni.
Che il processo di Torino alle brigate rosse si sia potuto svolgere regolarmente, che si sia potuti finalmente giungere ad emettere la sentenza (indipendentemente dalle valutazioni che su questa si possono fare), che i meccanismi dell'amministrazione della giustizia non si siano ancora una volta inceppati, questi sono i risultati più importanti che occorre sottolineare oggi, giornata in cui viene ufficialmente dichiarato chiuso il processo iniziato il 9 marzo.
La lunga e drammatica serie di attentati, ferimenti, omicidi, che ha accompagnato lo svolgimento del processo, non ha sortito l'effetto di bloccare la celebrazione della giustizia, come invece era avvenuto nel giugno 1976, dopo l'assassinio del Procuratore Generale di Genova, Coco, e nel maggio 1977, in seguito all'assassinio del Presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, avv. Croce.
Questa volta magistrati, avvocati, giudici popolari, sostenuti dai partiti e dalle organizzazioni democratiche, non si sono lasciati intimidire; la stessa popolazione ha risposto con la mobilitazione a tutti i tentativi di far saltare il processo con il ricatto della paura. Il Consiglio regionale, la Regione nel suo complesso, sono stati i principali artefici della campagna di sensibilizzazione condotta in Piemonte contro il terrorismo (appello del Consiglio regionale nel novembre 1977, affinché si organizzassero assemblee su tutto il territorio e raccolta di oltre 300.000 firme nel febbraio-marzo 1978 apposte alla petizione del Comitato regionale antifascista per il regolare svolgimento del processo alle b.r.). Dalle iniziative portate avanti da tutte le forze politiche democratiche, dalla Giunta regionale e dal suo Presidente per risolvere i problemi che bisognava affrontare per rendere possibile il processo, si trae un auspicio per guardare con fiducia al futuro del nostro Paese, che ha già dimostrato e continua a dimostrare, anche con questo processo che si è svolto e chiuso non in modo "speciale", di voler difendere la democrazia con la democrazia.


Argomento:

Sulle sentenze emesse a Torino al termine del processo alle brigate rosse

Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, l'impegno era di passare all'esame della legge sulle cave e torbiere. Poiché sono stati presentati numerosi emendamenti dal Gruppo della D.C., credo di interpretare il pensiero del Consiglio e dell'Assessore competente proponendo di rinviare la legge in Commissione per un esame approfondito degli emendamenti, per far sì che il dibattito generale e l'esame dei singoli articoli della legge possa avvenire non appena esaurita la nuova fase di istruttoria.
Il secondo problema riguarda la prossima convocazione del Consiglio regionale che potrebbe essere fissata per mercoledì. L'ordine del giorno avrà come primo punto l'esame dei progetti di legge nn. 17-41-105-198-224 251 relativi a norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale, ed agli altri punti una serie di adempimenti rimasti inevasi.
La giornata di mercoledì è stata scelta perché giovedì pomeriggio si terrà un convegno di rilevante importanza inerente alla legge sulla tutela della maternità, organizzato dalla Regione Piemonte e dalla Valle d'Aosta.
Chiede la parola il Consigliere Calsolaro, ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Poiché il relatore della legge sulle cave e torbiere ha già fatto la sua relazione, mi pare che, prima di andare in Commissione, si debba concludere in Consiglio il dibattito di carattere generale, così come si è fatto per la legge sulla tutela del suolo. Il fatto poi che gli emendamenti li abbia proposti il Gruppo della D.C., a mio avviso, non è motivo sufficiente per ritornare in Commissione, perché altrimenti lo stesso problema si porrà per gli altri Gruppi e per tutte le proposte di legge che saranno licenziate dalle varie Commissioni.
Dobbiamo fare alcune proposte che intendiamo discutere in aula rispondendo al relatore Debenedetti. Successivamente la Commissione potrà affrontare gli argomenti che emergeranno dalla discussione.
Devo inoltre far rilevare l'inopportunità che la Regione Piemonte organizzi un convegno in Valle d'Aosta. Non per fare del nazionalismo regionale, ma ritengo che i convegni della Regione Piemonte si debbano tenere nella Regione Piemonte; di questo passo si potrebbe arrivare in Svizzera o in Danimarca; e la II Commissione potrebbe tenere un suo convegno nelle città satelliti di Stoccolma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' corretto quanto ha detto il Capogruppo socialista sulla questione della legge cave e torbiere, chiedo quindi che venga iscritta nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio; dato però che gli emendamenti presentati sono numerosi, nulla toglie che contemporaneamente all'esame in aula, se ne discuta anche in Commissione.
Per quanto si riferisce alla seduta del Consiglio, propongo il pomeriggio di mercoledì o giovedì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Se l'iscrizione all'ordine del giorno della legge sulle cave e torbiere è fatta per fissare l'argomento all'attenzione del Consiglio, non ho nulla in contrario. Devo far presente che la legge viene seguita direttamente dal Capogruppo Bianchi il quale, come è noto, non potrà essere presente nella prossima seduta; quindi non posso aderire alla decisione di discuterla nella seduta della prossima settimana. Escludo inoltre che si tenga seduta nella mattinata di giovedì; il Gruppo è disponibile per mercoledì pomeriggio e per giovedì pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

La scelta della località in Valle d'Aosta è stata fatta in occasione di un precedente convegno perché la struttura che ci ha ospitato appartiene all'A.M. (Associazione aiuti internazionali) ente sciolto dal D.P.R. 616 e che ha delle convenzioni particolari nei casi in cui si svolgono convegni su problemi sociali o sanitari. La scelta di quella località é, inoltre stata dettata dal fatto che il Tribunale per i Minori ha competenza nel Piemonte e nella Valle d'Aosta, ed il nostro corso riguardava anche gli interventi di autorità giudiziaria nell'ambito delle due Regioni. Quindi si saldavano due problemi, quello dell'economicità del convegno e quello di carattere strettamente funzionale a cui ho fatto riferimento. Se si considera che con una cifra molto bassa investiamo Comprensori, Comunità montane e Comuni, capisce la ragione per la quale la preferenza è stata legata a questo tipo di scelta.


Argomento: Musei

Osservazioni del Governo alla legge regionale sull'istituzione del Museo ferroviario piemontese


PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

E' stata consegnata ai Capigruppo la motivazione del rigetto della legge sul Museo ferroviario che era già stata approvata dal Consiglio. Si sono già presi accordi a livello ministeriale per la modificazione del testo. Prego i Consiglieri di voler votare la modificazione dell'art. 1 che ieri ho consegnato ai Capigruppo.



PRESIDENTE

Vi dò lettura del testo dell'articolo 1 modificato tenendo conto delle osservazioni del Governo: "Articolo 1 - E' costituita, con sede presso la Regione Piemonte l'associazione 'Museo ferroviario piemontese'.
L'associazione, con personalità giuridica di diritto pubblico, ha lo scopo di provvedere, attraverso l'istituzione e gestione di tale Museo, al reperimento ed alla conservazione di materiale ferroviario di peculiare interesse per la cultura locale, con particolare riferimento al materiale rotabile ed ai sistemi di trazione che hanno caratterizzato la storia dei mezzi di comunicazione del Piemonte, soprattutto per ciò che concerne le ferrovie concesse e la trazione trifase".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale,' )



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri Il nuovo testo della legge sull'istituzione del Museo ferroviario piemontese è approvato. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



(La seduta ha termine alle ore 18)



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