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Dettaglio seduta n.198 del 08/06/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Prosecuzione dibattito sul rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1977


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo il dibattito sul rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1977.
La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Sarebbe stato interessante poter intervenire in presenza dell'Assessore Ferraris costretto a casa per un infortunio, e con l'occasione esprimo il mio personale augurio di pronta guarigione.
Il bilancio consuntivo di una qualsiasi azienda produttiva, sia essa di beni che di servizi, rappresenta l'occasione propizia per verificare come gli amministratori hanno saputo operare. Il bilancio consuntivo della Regione Piemonte perciò rappresenta l'occasione per i Consiglieri di verificare come la Giunta ha saputo amministrare le risorse finanziarie.
Come si ricorderà nell'anno 1977 si è andati avanti con un bilancio "provvisorio" come l'ha giustamente considerato il collega Paganelli. Dopo l'approvazione dell'esercizio provvisorio 1977 infatti c'é stato un susseguirsi di variazioni che non hanno mai potuto offrire l'occasione di un preciso confronto, né l'assunzione da parte della Giunta di precisi impegni operativi. Solo ora, a metà dell'esercizio finanziario 1978 possiamo discutere sul programma di lavoro 1977. Il giudizio complessivo come è stato espresso dal collega Paganelli, non è positivo anche se alcune considerazioni della Giunta si possono giustificare e accettare. In apertura della relazione di presentazione la Giunta si sofferma sull'entità molto elevata dei residui, dichiarando che si notano segnali evidenti di miglioramento della situazione, ritmo di crescita in diminuzione e maggiore snellezza di smaltimento. A tal riguardo sarebbe stato estremamente opportuno integrare la dimostrazione contabile con una tabella che sommasse i saldi delle singole rubriche, il che peraltro sarebbe servito non solo per verificare quale settore presenta quella accelerazione di spesa cui la Giunta fa riferimento, ma anche per un produttivo raccordo al bilancio 1978 in quanto vengono richiamate con la nuova struttura amministrativa i residui degli esercizi pregressi.
Ho voluto estrapolare i dati relativi alla rubrica agricoltura e foreste non solo perché è un settore con carattere di centralità, ma anche perché non si possono trovare giustificazioni circa il vincolo di destinazione delle spese. A fronte di una disponibilità totale di spesa di 215 miliardi (i residui degli anni 1973/74/75/76 e 77) sono stati pagati appena 48 miliardi, riportando a residuo L. 133 miliardi, importo che salirebbe a 137 miliardi se non si fossero apportate variazioni in meno per complessivi 34 miliardi. In altre parole la spesa effettiva è stata soltanto del 22%, mentre i residui sono stati del 61% con variazioni in meno pari al 16%.
Anche se il collega Rossi ci ha suggerito di vedere il bilancio con l'ottica del ragioniere, il mio intervento come gli altri che mi hanno preceduto, si sofferma sui dati numerici e di percentuale. Chiedo perci venia se il discorso sarà meramente ragionieristico anche per una particolare forma mentale che mi è propria.
Se vogliamo approfondire l'indagine limitandoci ad esaminare gli esercizi 1975/76 e 77, constatiamo che i residui erano: Anni |al 31.12.76|Pagamenti



(in milioni)



FRANZI Piero

|1975 |51.784 |19.440 (37%) 1976 |61.406 |17.840 (29%) 1977 |86.373 |6.766 (7,8%)



FRANZI Piero

Anni |al 31.12.77 |Variazioni (milioni in meno) 1975 |26.780 (51%)|5.565 (11%) 1976 |30.950 (50%)|12.600 (20%) 1977 |67.240 |12.400 (77,8%) |(14,3%)



FRANZI Piero

Sono indicazioni altamente significative che confermano che la macchina amministrativa burocratica della Regione non funziona. E' perciò necessario che la Giunta verifichi, o faccia verificare da consulenti, in che modo si possono spendere sollecitamente le risorse finanziarie senza doversi trascinare per anni così ingenti disponibilità di mezzi. Possiamo comprendere che per il 1977 molti finanziamenti si sono resi disponibili solo a fide anno, tuttavia non possiamo ammettere giustificazioni sulla incapacità di saper spendere risorse relative agli esercizi precedenti quali sono riportati dall'estrapolazione dei dati.
Sui residui del 1974, figuravano 2 miliardi e 200 milioni di residui passivi per contributi in conto capitale per miglioramenti fondiari e bonifica, vi è un residuo di 1 miliardo e mezzo; per i contributi per lo sviluppo della zootecnia da un miliardo e 687 milioni sono stati stralciati un miliardo e 252 milioni; 1975 per contributo in conto capitale per miglioramenti fondiari su 12 miliardi vanno ancora a residuo 8 miliardi e 300 milioni con la spesa di appena 1 miliardo e 700 milioni; conto capitale per miglioramenti fondiari e bonifica, 4 miliardi e mezzo con 3 miliardi e 165 milioni di residuo. E potrei continuare con queste elencazioni.
Questa è la dimostrazione dell'esigenza di ricercare modalità burocratiche più sollecite ed e anche la conferma di quanto abbiamo precisato nel mese di novembre 1977 circa le lamentele dei coltivatori che a distanza di oltre due anni, erano e sono ancora in attesa di vedersi liquidati il contributo o il finanziamento per pratiche presentate nel 1975. In quell'occasione, il Presidente Viglione si impegno a fare istruire entro il mese di marzo di quest'anno tutte le pratiche giacenti presso gli uffici. A metà giugno, a distanza di tre mesi da quella data, abbiamo la sensazione che le cose non siano modificate in meglio. Non abbiamo dati aggiornati, tuttavia i coltivatori diretti continuano a lamentare lentezze burocratiche e amministrative. Come rappresentante dei produttori agricoli rivolgo ancora una volta alla Giunta e all'Assessore al bilancio un invito caloroso di trovare un meccanismo per accelerare la spesa. In occasione dell'assestamento del bilancio 1978 o della discussione del disegno di legge n. 308, pensiamo di fare un esame più approfondito.
A fronte di queste considerazioni non si può certo esprimere un giudizio positivo. Ci auguriamo tuttavia che, mediante la revisione delle leggi agricole ricondotte quasi totalmente nel disegno di legge n. 308, si possano varare procedure più sollecite. Posso assicurare che la mia parte politica è ben disposta a collaborare per ricercare le soluzioni più valide soprattutto perché anche noi siamo interessati a dare risposte positive alle migliaia di coltivatori che giustamente guardano ai legislatori regionali per la soluzione dei loro numerosi problemi sociali ed economici.
Proprio in tema di problemi sociali rinnovo ancora una volta la richiesta alla Giunta, già avanzata in sede di I Commissione, perché sia dato corso al finanziamento per l'assistenza farmaceutica ai lavoratori autonomi. A questo riguardo il relatore, collega Rossi, ha richiesto un parere al Consiglio circa l'impegno della Giunta sulla destinazione dell'avanzo di gestione. Le riserve dell'Assessore Simonelli circa la mancanza di disponibilità finanziaria vengono ora a cadere, potendo disporre di ulteriori risorse finanziarie proprio in virtù dei 2 miliardi e 841 milioni quale avanzo finanziario sull' esercizio 1977. Il rifinanziamento dell'assistenza farmaceutica ai lavoratori autonomi rappresenta la cartina di tornasole della disponibilità sociale della maggioranza verso questi benemeriti lavoratori. Mi auguro quindi che la risposta sia positiva perché non possiamo dimenticare l'apporto e soprattutto le condizioni di bisogno sociale in cui versano queste categorie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dò piena adesione alla relazione svolta dal collega Rossi, non soltanto per il rapporto di maggioranza che ci lega, ma perché ha saputo racchiudere in termini esatti e precisi domande e risposte che possono sembrare di rito.
Vorrei soffermarmi su alcuni punti della relazione che il momento del consuntivo e l'opera dell'opposizione ha evidenziato facendo di questo dibattito l'occasione di un confronto ampio tra maggioranza ed opposizione che le drammatiche circostanze in cui si votò il bilancio 1978 non consentirono. Mi pare debba essere colto il modo in cui incomincia a realizzarsi uno degli impegni che la maggioranza si era dato, cioè l'accelerazione della capacità di spese della macchina regionale per risolvere in termini positivi il problema dei residui passivi. In realtà dal consuntivo 1977 emerge che abbiamo speso più di quello che erano le possibilità di spesa per la competenza 1977: qualche cosa, magari poco, si è recuperato dopo l'avvio della macchina regionale che carenze culturali nostre, o minori impegni avevano determinato in aumento costante i residui passivi. Se l'accelerazione della spesa è un dato tecnico, di efficientismo, deve crearci alcune grosse preoccupazioni, perché riuscire a spendere di più recuperando i residui passivi deve dare dei risultati politici e sociali concreti in relazione alla politica di piano che ci siamo posti: quante opere andremo a realizzare, quanti asili nido potremo costruire e attivare con tutti i problemi di gestione che comportano? E così via.
Abbiamo affrontato il dibattito sugli asili nido e sulle sovvenzioni aggiuntive della Regione agli interventi statali, resi insufficienti per le necessità degli anni 1972 e 1973, in un momento in cui vi era la massima tensione per i posti di lavoro, momento in cui l'occupazione femminile era in fase di dismissione dalle fabbriche. Il problema era come mantenere quell' occupazione e non tanto il supporto di strutture sociali per la donna che lavora. E in questi giorni sappiamo che la più grande azienda che opera nel nostro tessuto urbano sta provvedendo ad assunzioni di cittadini residenti a Torino. Vi sono cittadini provenienti da altre zone che risultano residenti da 15 giorni, ossia si è immediatamente innescato il processo di immigrazione, in un momento di piccola tensione della domanda mentre abbiamo ancora dei nodi irrisolti. Questo dimostra il ritardo con cui i problemi vengono da noi percepiti e conosciuti, ritardo dovuto alla buona fede di chi e nostra controparte, oppure dovuto al non voler riconoscere la Regione come momento dr dinamica sociale dei problemi.
L'accelerazione della spesa deve essere anche vista in relazione ai risultati sul territorio, in relazione alla politica di piano.
Penso che conoscere i momenti negativi dell'azione svolta, sia un tentativo di serietà ma questo non è sufficiente. E' vero che la nuova legge della contabilità consente continui aggiustamenti e pertanto dà la possibilità di evitare quella politica ragionieristica a cui faceva riferimento il collega Rossi, ma è anche vero che il Consiglio regionale nella distinzione dei ruoli, deve individuare le deficienze accumulate nel passato e che andiamo ancora accumulando nella logica continua di rapporto mancato o perlomeno di ritardato impegno nella politica di programmazione.
Il dibattito che si sta articolando può sembrare noioso, disarticolato anche per una certa disattenzione della stampa perché tutto pare ritualistico. Il dibattito in corso e quello che ci attende,invece acquista un diverso e più profondo significato in ordine al problema istituzionale di rapporti concreti e di attuazione della programmazione che i Comprensori hanno posto in evidenza e acquista una luce di faticosa individuazione di linea politica che non vede i meriti soltanto nella maggioranza, ma che vede anche la costante e necessaria presenza di tutte le forze politiche.
Vogliamo spese di investimento per accelerare un processo di sviluppo o vogliamo continuare le spese correnti? Il collega Franzi ha detto che è indispensabile oggi supplire, fintantoché lo Stato non avrà provveduto all'assistenza sanitaria in favore dei coltivatori diretti, dei commercianti e degli artigiani con una spesa di 2 miliardi e 600 milioni: è indubbio che questi fondi sono a disposizione dell'Assessore al bilancio e che per nostra scelta saranno destinati a mantenere una politica di spesa corrente oppure a compiere un sacrificio nei confronti di certe categorie sociali che forse qualche cosa di più hanno rispetto ad altre. I giorni drammatici che abbiamo vissuto sui temi dell'ordine pubblico, ci fanno sentire quanto sia indispensabile dare delle risposte concrete non soltanto in termini di un consenso più ampio, ma anche in termini di soluzioni chiare e precise. Nessuno parla del dramma di coloro che,sfrattati da una casa in cui pagano 30.000 lire, vanno a pagarne 150.000; l'operaio che sfratta un altro operaio. Sono problemi che stanno correndo nella nostra realtà socio-regionale a cui improvvisamente dovremo dare una risposta che troppo lungamente abbiamo disatteso. Ecco allora che il nodo del dibattito emerge: le risorse a disposizione della Regione per una sua autonoma e volontaristica azione politica si stanno restringendo sempre di più. Le erogazioni statali trasformano le Regioni in un braccio esecutivo del potere centrale, di questo Stato centralizzato, stratificato di culture diverse da quella unitaria a quella fascista a quella successiva del trentennio della democrazia, che ha indubbiamente dei momenti di scompenso e che, attraverso il momento regionale può invece trovare l'innesco e il contatto diretto con la realtà sociale. Ci balza agli occhi per primo il problema della spesa ospedaliera. Questa mattina in risposta alla mia interrogazione, l'Assessore Enrietti ha parlato di quanto sta operando.
Questo coinvolge il Consiglio regionale, muove tutte le componenti interessate al problema sanitario che non è soltanto risolvibile con l'unità sanitaria o con un'altra struttura a questo o a quell'ospedale: c' un problema di corretta gestione, di gestione indipendentemente dal "corretto", c'è un problema di rapporti e di responsabilità che coinvolgono tutti gli operatori, da quelli che hanno avuto di più dalla vita, come la classe medica, all'ultimo portantino. Il sindacato deve farsi carico del rapporto tra servizi e mondo produttivo, così come la classe dirigente deve farsi carico dei problemi inerenti ad una diversa gestione. Siamo erogatori della volontà dello Stato per la spesa ospedaliera del 45% della capacità ma se andiamo a vedere in concreto il 45% cambia e diventa il 55/60 per cento.
Quanto della spesa generale della Regione diventa spesa ospedaliera per volontà altrui? E' necessario che tutte le forze politiche qui presenti sappiano agire per dare risposte concrete a questi problemi, non soltanto attraverso alle dichiarazioni esterne, non soltanto attraverso il tentativo di razionalizzazione demandando alla volontà parlamentare, ma vedendo i problemi come forze politiche che sono rappresentate nei Consigli di amministrazione, coinvolgendo gli operatori ed i sindacati.
Il collega Paganelli ha dichiarato la disponibilità del suo Gruppo; la collega Castagnone Vaccarino ha colto l'invito che è partito dalla maggioranza. Allora la Giunta deve compiere il passo successivo nella gestione dell'azione politica che le compete per tradurre in fatti le dichiarazioni e gli intenti e per incominciare a compiere in termini di risparmio produttivo Non sarà merito o demerito della maggioranza o dell'opposizione poter dire che nella situazione ospedaliera da 18 giorni di degenza media ospedaliera siamo saliti a 19, oppure se saremo scesi a 14 giorni di degenza nel 1980: sono termini che non competono alla Giunta comunque sono richiami per poter risolvere i problemi che ritardano.
Occorre una politica concreta di investimenti e nell'occupazione. Credo che una società industriale in crisi, ma che tenda ad essere evoluta, debba porre la massima attenzione al campo dei servizi. Queste sono le logiche dei paesi legati all'economia di mercato quando si vuole che quest'economia di mercato sia legata a strumenti obiettivi di alta risposta sociale.
Vediamo l'incapacità di spesa di certe Regioni I dati della Calabria che improvvisamente sforna un programma di 1000 asili nido, non facilitano un rapporto corretto tra gli Assessori regionali e il governo centrale.
Occorre un rapporto corretto almeno nei confronti delle Regioni più ricche Due sono i settori verso i quali si deve rivolgere l'attività regionale: quello della spesa sanitaria e quello dell'abitazione, che è l'esigenza essenziale dopo il cibo.
L'avvio del processo della legge decennale per il finanziamento dell'edilizia economico-popolare deve trovare tutti gli Enti locali pronti ad evitare che si avviino processi spontaneistici: si formino i Consorzi previsti dalla legge 167, ci siano momenti di individuazione in relazione alle linee del programma regionale.
Un passo avanti, a tre anni dall'avvio della seconda legislatura questo bilancio consuntivo lo dimostra in concreto, un arco di due anni rimane per poter dare risposta concreta ai due filoni che mi sono permesso di indicare in termini schematici.Gli altri problemi, se daremo una risposta concreta al mondo del lavoro, al mondo della produzione, sapranno dare risposte positive. Questo è il rispetto del pluralismo articolato che sa darsi obiettivi chiari di programmazione, che vuole il rinnovamento e che non fa di questo termine qualche cosa di abusato come nel tempo abbiamo lasciato abusare ; rendendoci conto che non valeva la pena di lasciar cadere nel dimenticatoio parole sempre ripetute.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il dibattito di oggi è uno tra i più interessanti e stimolanti che abbiamo potuto seguire in questi ultimi mesi, merito del relatore che ha rivolto alcuni inviti in assoluta buona fede. Il collega Rossi ci ha chiesto di non dare una valutazione ragionieristica al bilancio, di "allungare il tiro" e di cominciare a valutare i problemi rapportandoli alle scadenze nuove e diverse che sono previsti dalla legge per misurare sul piano dell'attività finanziaria l'attività politica della Giunta. Diamo atto al collega Rossi di questa serietà di impostazione.
Questo è l'unico dibattito serio sugli strumenti finanziari: l'anno scorso, per volontà della Giunta, quest'anno, ahimè!, per una volontà di tipo ben più delicato, gli argomenti finanziari sono stati trattati molto velocemente e non tempestivamente.
L'assemblea nel complesso ha affrontato questo argomento evitando il cecchinaggio su questa o quella voce. Mi pare che non ci sia stata sufficiente puntualizzazione sul tentativo che sta facendo la Giunta di tecnicizzare il dibattito e di farci ignorare che il nostro dovere preciso è quello di richiamare la Giunta ai suoi ritardi, alle assenze, e diciamolo pure ai fallimenti di certe prospettive.
Nell'anno in corso sono venute maggiori risorse per l'affidamento di maggiori funzioni. L'analisi del consuntivo, anche se rapportata a percentuali precise,dovrebbe indicare l'elaborazione di linee di tendenza ma l'affidamento massiccio di nuove risorse, di nuove funzioni e quindi di nuove aspettative nei confronti della Regione non ha in parallelo una capacità di intervento, di interpretazione di spesa; così che il processo "forbice" tra le aspettative e le realizzazioni, anche se apparentemente tende a ridursi, oggettivamente tende a divaricare notevolmente proprio per la massa di risorse e l'affidamento di responsabilità. Si dice che tutti insieme dobbiamo verificare e, a partire dall'anno prossimo, leggere i bilanci consuntivi con un occhio rivolto agli impegni pluriennali di spesa e con l'altro in funzione della programmazione regionale. Un documento deve essere in primo luogo serio, quindi non suscettibile di quel tipo di considerazione che ha fatto il collega Paganelli. Se vogliamo rendere i nostri documenti leggibili ed interpretabili dalla comunità e non soltanto da qualche Assessore specializzato e da qualche abile funzionario o amico di un abile funzionario, dobbiamo evitare questi mezzucci per nascondere 60 miliardi di residui passivi in più o in meno, che non sono corretti nei confronti dell'assemblea e non sono in armonia con quanto ci dice il collega Rossi.
Se è vero che dobbiamo prendere atto di un diverso atteggiamento dello Stato nei nostri confronti, se ci facciamo carico di un rapporto nuovo con gli Enti locali e delle loro difficoltà, dobbiamo darci delle risposte.
Certamente non si può considerare approvata tout court dall'opposizione la gestione della spesa corrente, quindi non diamo per scontato questo argomento: lo diamo per scontato solo per semplicità di discorso. Non si può accettare il grosso ritardo nel recupero dei residui passivi così come si sono consolidati, e l'incapacità di ridurre il tasso di sviluppo degli stessi. I residui passivi si riducono in due modi: da una parte con l'attività politica, dall'altra con l'attività di gestione: attività politica vuole dire revisione delle leggi.
Tuttavia la revisione delle leggi non è un fatto solo legislativo, è un fatto politico perché alla radice c'é una valutazione politica del modo in cui la Regione interpreta un fenomeno e del modo in cui intende gestirlo.
Questa attività compete al potere legislativo, al potere politico o all'esecutivo? Cari amici della Giunta, non potete continuare a trincerarvi dietro alla capacità, all'entusiasmo della pressione osmotica del Consigliere Rossi. La Giunta a due anni dalla fine del mandato elettorale deve ammettere di essere in ritardo. Non ho elementi per valutare se sia vero o meno quanto dicono gli esperti, ma se niente di serio siamo riusciti a fare in agricoltura, non è questione di funzionamento delle leggi: è incapacità politica di gestire la realtà. La spesa corrente riesce a gestire in termini accettabili quel tanto di volontà politica attuale e concreta che la maggioranza è riuscita ad introdurre in questi cinque anni? A titolo di test basterebbe comporre soprattutto da fuori Torino il numero del centralino della Regione per chiedere di un qualsiasi funzionario o di un qualsiasi Assessorato e ci si renderebbe subito conto che, probabilmente, certe pratiche non finanziate, certi fondi di residuo passivo passano anche attraverso alla gestione e non soltanto attraverso ad una oculata scelta politica. Torna in discussione il problema della scelta di tipo mercantilista che ha fatto questa amministrazione per vedere se il contenere quantitativamente e qualitativamente il personale regionale sia stata una scelta oculata o meno. La capacita di realizzare le decisioni passa anche attraverso alla sufficiente qualificazione del personale. Non mi pare serio continuare a parlare bene dei nostri collaboratori ignorando che le pratiche non vanno avanti e che le grosse decisioni e le grosse analisi vengono affidate ai consulenti.
In fase conclusiva indico gli impegni che si impongono immediatamente: controllo della spesa corrente che va rapportato alla capacità di incidenza sulla realtà, capacità della Giunta di introdurre un controllo sul fenomeno dei residui passivi ei nel momento transitorio recupero dei ritardi degli anni 75/76. Come superiamo i residui passivi? A questo punto non si pu richiedere una risposta al Consiglio. Si deve chiedere alla Giunta di riflettere su questi argomenti e certamente l'Assessore avrà qualche cosa da dirci. Dobbiamo esprimere rincrescimento che la relazione del Consigliere Rossi non sia stata integrata da una puntuale giustificazione politica dell'Assessore competente. Adesso ci verrà data come replica ai nostri interventi ed alle nostre sollecitazioni e forse sarà meno producente di quanto avrebbe potuto essere se avesse integrato immediatamente l'intervento del Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli per la replica.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Colleghi del Consiglio, il dibattito sul rendiconto 1977 non ha rappresentato un rituale stanco come accadeva per lo più in passato, ma l'occasione per un confronto approfondito sui temi della politica economica e finanziaria della Regione. Questo è avvenuto sia perché è cambiato il taglio con il quale affrontiamo i documenti finanziari, sia perché il relatore della I Commissione, Consigliere Rossi, ha avuto il merito di fare una relazione di ottimo livello. Non credo che per introdurre il dibattito si sarebbe potuto aggiungere altro, almeno da parte della maggioranza. Gli interventi svolti sono stati all'altezza dell'introduzione del dibattito, e credo che l'occasione non sia andata perduta per segnare una tappa importante nel confronto in sede di Consiglio su tutti gli aspetti della politica finanziaria regionale.
Il rendiconto di quest'anno ci ha evidenziato una situazione che dobbiamo considerare normale bilancio del 1977 è profondamente modificato rispetto alle previsioni iniziali il Consigliere Paganelli ricordava che era stato considerato dalla Giunta stessa come un bilancio provvisorio Ebbene, dobbiamo intenderci su questo punto al dr là delle vicende particolari che hanno caratterizzato il 1977: il bilancio preventivo sarà sempre un bilancio provvisorio ed a maggior ragione lo sarà se verrà presentato in anticipo rispetto alle scadenze di fine esercizio. Il bilancio sarà sottoposto a continue verifiche e a continui aggiornamenti per cui sarebbe sbagliato attribuirgli un valore sacrale al momento della discussione preventiva, atteso che il bilancio preventivo sarà seguito dalla discussione di quello consuntivo dell'esercizio precedente, dalla legge di assestamento, dalla relazione sullo stato di attuazione del programma. Se è vero che la Giunta sarà impegnata a presentare il bilancio 1979 alla ripresa dei lavori dopo le ferie, se deve imparare a lavorare sui documenti di bilancio e di spesa non solo una volta all'anno, è anche vero che non ha molto senso andare a spulciare le voci delle risultanze finali che si discostano dalle previsioni iniziali.
In altri termini, il bilancio e un documento che imposta a larghe maglie la politica di spesa della Regione, dunque non può essere considerato come risultanza di un computer e neppure come previsione della Sibilla cumana.
Le variazioni di fide esercizio sono fatte sulla base di alcune ipotesi che prevedono aumenti di determinate parti della spesa prima che sia stato fatto un rendiconto delle altre parti, per cui sullo stesso capitolo incidono oneri che per qualche verso sono in aumento e per altro verso possono risultare in diminuzione. Criteri prudenziali portano gli uffici a segnalare la necessità di incrementare una parte del capitolo prima di poter verificare qual è l'aumento delle altre parti (se aumenta il canone di affitto in alcune sedi di Comprensorio devo garantire a fine esercizio di avere i soldi per pagare gli aumenti, anche se in altre sedi ho delle diminuzioni).
Voglio dare un chiarimento più preciso alla signora Castagnone Vaccarino, sulla voce di entrata relativa agli interessi attivi che ammontano per il 1977 a 15 miliardi e 700 milioni; essi sono ricavati per 8 miliardi e 800 milioni dagli interessi sui depositi giacenti presso gli istituti di credito piemontesi, per 4 miliardi e 113 milioni sui fondi giacenti presso la tesoreria centrale e per 2 miliardi e 787 milioni sui depositi correnti intestati agli uffici periferici e gestiti dai funzionari delegati. In genere le erogazioni agli uffici periferici vengono fatte a fronte di richieste motivate e in presenza di procedimenti di spesa già avviati; pero è anche vero che questo non garantisce automaticamente l'immediatezza della spesa, quindi il problema che la signora Castagnone Vaccarino ha sollevato in ordine al controllo sui tempi è serio e rientra nel discorso complessivo dei residui.
Il dibattito ha sufficientemente arato tutti i possibili campi di approfondimento del discorso sulla gestione finanziaria della Regione e sono emerse considerazioni che riprendo brevemente.
Abbiamo evidenziato una difficoltà di bilancio che deriva in primo luogo dalla rigidità e, in secondo luogo, dal ritardo nell'erogazione dei fondi da parte dello Stato, spesso anche dal ritardo con cui veniamo a conoscenza dell'entità dei fondi Il fatto che il bilancio raddoppi rispetto alla previsione iniziale, se da un lato testimonia il crescente spazio che hanno le Regioni nella gestione dei fondi pubblici, dall' altro è indice di malessere, perché se non riusciamo a conoscere tempestivamente l'entità delle risorse a nostra disposizione rallentiamo le nostre capacita di organizzazione razionale nella politica e nella spesa. Inoltre i fondi che entrano nel bilancio di competenza sono per lo più a destinazione vincolata e, specie quelli stanziati nella seconda metà dell'esercizio, finiscono nel fondo dei residui attivi e passivi, perché sono fondi che vengono attribuiti alle Regioni, ma che in termini di erogazione non vengono esauriti nel corso dell'esercizio. Sono proprio questi fondi che non sono compresi nel bilancio iniziale e che arrivano nel corso dell' anno aumentando enormemente i residui attivi e passivi, anche se in genere hanno una capacità di smaltimento nell'esercizio successivo abbastanza rapido: la tabella che è stata consegnata evidenzia infatti come nei primi mesi dell'esercizio successivo vi sia una grossa capacità di spesa dei residui dell'esercizio precedente. Abbiamo rilevato che la categoria che presenta l'indice di smaltimento più lento è quella che riguarda le spese delegate dallo Stato alla Regione. Si tratta di spese che hanno l'uscita che corrisponde all'entrata. Il discorso dei residui è stato lungamente esaminato in sede di Commissione e in Consiglio, e abbiamo visto come essi si alimentino, vuoi per il ritardo dell'erogazione dei fondi a destinazione vincolata, vuoi per i meccanismi delle nostre leggi di spesa, vuoi per l'impostazione tradizionale dei bilanci. Abbiamo anche cercato di dare alcuni orientamenti utili per la revisione delle leggi indicando alcuni nodi principali su cui intervenire per smaltire i residui.
Sono completamente d'accordo con le considerazioni fatte dai Consiglieri Paganelli e Calsolaro, Peraltro la situazione dei residui è un aspetto contabile importante dietro al quale c'é quello reale. A noi interessano tutte e due le cose: ci interessa eliminare i residui, cioè avere una gestione contabile e finanziaria adeguata a coprire il fabbisogno sociale. I Consiglieri Marchini e Paganelli, forse con un'affermazione che andava al di là delle intenzioni, hanno rilevato che la legge è un escamotage, una furbizia tattica; riteniamo invece che essa è un procedimento contabile corretto e giusto, perché migliora i meccanismi di gestione contabile, e rappresenta un progresso nella gestione del bilancio.
Non riteniamo con questo di confondere le idee alla comunità regionale. La gestione del bilancio comporta anche la necessità di usare elementi di tecnicismo e di ricorrere ad espedienti contabili che, del resto, anche il Governo vive nei rapporti con le istituzioni monetarie internazionali. Non vedo, allora, perché non si debbano mettere a punto strumenti nuovi di controllo. Riteniamo che impedire con interventi contabili l'accumulo di residui fittizi sia corretto e politicamente giusto. La crescita indiscriminata ed incontrollabile dei residui passivi ha un ritmo sempre minore e percentualmente incide sempre di meno sulla massa delle risorse a disposizione ed in questo senso deve essere intesa la tabella riportata dalla stampa, oggetto di rilevazioni critiche. E' chiaro che dovremmo gestire il problema dei residui nell' ottica pluriennale. In Commissione si è parlato di "residui fisiologici" che sono quelli che si prolungano nella gestione dell'esercizio successivo e che vengono smaltiti con qualche mese di ritardo, e di "residui patologici" quelli invece che rappresentano i nodi da affrontare con provvedimenti adeguati perché da soli non si scioglierebbero. Questo è il dato, e la Giunta sta mettendo a fuoco l'area in cui intervenire. Quando ai residui corrispondono opere non eseguite l'accento cade su problemi reali nei confronti dei quali tutti dobbiamo assumerci l'impegno di intervenire con tre tipi di soluzioni: leggi diverse, bilanci diversi e rapporti diversi con lo Stato; occorre quindi una legislazione di spesa molto più attenta ai meccanismi procedurali che non alle cifre stanziate; non una legislazione di erogazione-sussidio ma una legislazione ricca di contenuti, di programmazione: questo è un problema che investe non solo il Consiglio ma anche la Giunta. Dalla Giunta, dalle Commissioni legislative e dall'aula, devono uscire testi di legge che siano improntati a questa logica, il che significa fare un profondo salto qualitativo nel modo di legiferare. La proposta del Consigliere Raschio è stata molto lucida. Egli si riferiva a quella parte della finanza regionale di trasferimento più significativa, cioè a quei contributi che in varia forma la Regione dà agli Enti locali e agli operatori nei diversi settori di competenza ed ha formulato due proposte meritevoli di attenzione: l'assunzione a carico della Regione dell' onere totale dei mutui contratti dagli Enti locali, attraverso ritengo alla generalizzazione degli interventi prevista nella legge 46 in materia di pronto intervento, quindi non con un contributo in conto capitale che consente di fare opere in una misura assai esigua, ma con un contributo in conto interesse che copre il 100% della spesa la necessità di anticipare i contributi prima che scattino le operazioni di mutuo Non so se questa proposta è accoglibile nei termini indicati dal collega Raschio, è certo però che il problema è reale, perch la causa del rallentamento della spesa non è soltanto da attribuire agli Enti locali che non dispongono delle risorse aggiuntive con le quali integrare il contributo della Regione, ma è anche da attribuire ai meccanismi della Cassa depositi e prestiti che interviene ad opere avviate quando il costo dell'opera è già aumentato per i rincari d'asta, per l'aumento dei costi della mano d'opera, del materiale, lasciando scoperto il periodo più difficile e più delicato del prefinanziamento. Questo meccanismo potrebbe consentire interventi tempestivi nel settore delle opere pubbliche tradizionali, acquedotti, fognature, come nel settore della tutela dell'ambiente, del risanamento delle acque, del riassetto idrogeologico e forestale nei quali, tra l'altro, le procedure per consorziare i Comuni hanno introdotto ulteriori elementi di rallentamento.
Il Comune che ha un finanziamento al 90% trova più facilmente il restante 10% che non un Consorzio di Comuni che deve affrontare una serie di problemi enormemente complessi.
La Giunta sta predisponendo le schede generali sulla legge 28 e sta procedendo nella discussione sulle leggi agricole. Il disegno di legge 308 deve essere l'occasione per riesaminare i meccanismi della spesa per l'agricoltura, per rimuovere le difficoltà congenite. Evidentemente deve essere fatto un discorso strutturale sui meccanismi dr funzionamento delle leggi.
Va inoltre sviluppato, con sufficiente ampiezza, un discorso relativamente alla diversa impostazione dei bilanci. I Consiglieri Calsolaro, Paganelli e Cardinali, in riferimento al bilancio 1979 hanno evidenziato la necessita di un'impostazione della spesa il più possibile conforme all'impostazione della cassa: è un discorso coraggioso che devono fare la maggioranza e la minoranza.
Infine c'è il discorso dei rapporti con lo Stato. Ho già ricordato prima che il ritardo nell'individuazione delle risorse e dell'attribuzione alla Regione crea difficoltà nella gestione, in realtà i rapporti con lo Stato hanno più facce. Il Consigliere Paganelli, con la lucidità di analisi che gli è consueta, ha rilevato che oggi il rapporto con il Tesoro, per quanto riguarda le erogazioni di cassa, è soddisfacente. L'impegno che il Presidente ha assunto nei mesi scorsi per ottenere tempestive erogazioni dal Tesoro ha dato i suoi frutti. Intravvediamo invece delle difficoltà sulla competenza Desidero rispondere alle sollecitazioni che sono venute dai Consiglieri Castagnone Vaccarino, Raschio e Rossotto. Nel quadro della politica di contenimento della spesa pubblica vi è il tentativo da parte del Governo di ridurre i fondi a disposizione delle Regioni, il che rischia di comportare delle implicazioni estremamente gravi.
Molto rapidamente informo il Consiglio dell'ultima riunione della Commissione interregionale della programmazione che si è tenuta quindici giorni or sono con la partecipazione dei Ministri del Bilancio e del Tesoro, nel corso della quale si sono affrontati i temi inerenti al Bilancio dello Stato ed ai problemi della finanza pubblica.
Il Ministro del Tesoro ha posto l'accento su tre problemi fondamentali: l'andamento della spesa pubblica il disegno di legge 1095 che comporta modifiche al bilancio dello Stato l'eliminazione degli automatismi nella spesa.
Per quanto riguarda la gestione della spesa pubblica ha evidenziato la divaricazione tra spesa corrente e spesa per investimenti che per lo Stato è molto più drammatica perché la spesa corrente travalica di gran lunga i limiti delle previsioni. Nel corso dell'ultimo esercizio, per esempio, la legge sui combattenti, da una previsione iniziale di 150 miliardi,è arrivata ad oltre 3.000 miliardi.
La spesa per gli investimenti ha viceversa un andamento opposto che il Ministro ha definito con un termine del tutto condivisibile, "inganno sociale": è indicata in bilancio come spesa capace di soddisfare i fabbisogni collettivi a cui però non corrisponde l'intervento. La spesa effettiva del bilancio dello Stato non ha alcun rapporto con gli stanziamenti, i tassi di realizzazione sono bassissimi, ancora inferiori a quelli che abbiamo registrato nel bilancio della Regione. Il tentativo del Governo corretto, giusto e condivisibile, è dunque quello di contenere la spesa corrente e di rilanciare gli investimenti. A livello governativo c' la tendenza a considerare la gestione della finanza pubblica come un dato indistinto, tutta quanta assimilabile agli effetti della spesa pubblica dello Stato. Le Regioni hanno invece sottolineato che la gestione della nostra finanza è diversa, in quanto esse hanno una spesa corrente che incide percentualmente meno e che non ha una lievitazione incontrollata quindi non esce dalle previsioni del bilancio; le Regioni hanno una spesa per investimenti che si realizza, seppure con ritmi lenti, ma che tuttavia non è impossibilitata ad andare avanti. Applicare alle Regioni rimedi di carattere astratto e generale, validi per lo Stato, può avere degli effetti gravi e destabilizzanti. Di questo il Governo si deve rendere conto.
Il disegno di legge 1095, in esame presso la Commissione del Senato rappresenta per lo Stato delle norme di contabilità per larga parte simili a quelle della contabilità regionale incluse nella nostra legge, introduce il bilancio annuale di cassa, il bilancio triennale di competenza. E' intenzione del Ministero del Tesoro di procedere all'analisi del settore pubblico allargato, per consentire una contabilità normalizzata, la pubblicità dei conti, la trasmissione dei dati tra il centro e la periferia, al fine di creare un modello di controllo, su supporto magnetico, per la Tesoreria centrale. Le Regioni hanno dichiarato la propria disponibilità a collaborare nel processo di normalizzazione della contabilità pubblica. Il Ministero del Tesoro intende costituire una Commissione per il controllo dei flussi della spesa pubblica, alla quale parteciperanno anche esperti di disegnazione regionale.
A questo discorso si è collegato il terzo argomento che presenta alcuni aspetti non ancora sufficientemente chiari. Il Governo è impegnato nella battaglia intesa ad eliminare gli automatismi che fanno aumentare la spesa soprattutto agli interventi del settore previdenziale e assistenziale e della scala mobile.
Eliminare gli automatismi vuol dire impegnare le Regioni in una politica della spesa che non sia calibrata su standards eccessivamente elevati, che non preveda meccanismi di automatica rivalutazione dei finanziamenti? E' un discorso molto impegnativo che possiamo accettare nel senso che la legislazione regionale prevede adeguamenti automatici dell'erogazione agli altri soggetti, ma tali da evitare tipi di scale mobili regionali. Se per automatismi si intendono invece gli effetti della riforma Morlino del 1976 che hanno ancorato le entrate regionali dei tributi erariali e che hanno consentito di recuperare, seppure parzialmente, gli effetti dell'inflazione e della perdita del valore d'acquisto, diciamo che non si tratta di automatismi, ma di requisiti minimi indispensabili perché i bilanci delle Regioni siano adeguati alla copertura del fabbisogno sociale; quindi le Regioni sono risolutamente contrarie a rivedere una legge di riforma, che tra l'altro, è appena entrata in vigore. Le Regioni avevano salutato con soddisfazione la legge 356 del 1976. Se però il Governo prevede di passarvi sopra e di modificare una riforma così recente, evidentemente le Regioni rischiano di precipitare in una crisi che non consentirà il miglioramento della finanza locale, anzi la aggraverà, perché non potranno far fronte neppure ai compiti surrogatori ai quali sono continuamente chiamate anche nei confronti degli Enti locali.
E' vero che il Ministro ha escluso di riferirsi alla modifica della legge 356, però è altrettanto vero che nella riunione mista Governo-Regioni tenutasi ieri, è stata avanzata la proposta esplicita di una riduzione del 5 % dei fondi ex art. 8 ed ex art. 9, quindi del fondo che finanzia la spesa normale e del fondo che finanzia gli investimenti programmatici, con una contraddizione palese rispetto agli orientamenti della politica economica e finanziaria. Questo discorso e preoccupante. La riduzione dovrebbe comunque comportare un provvedimento legislativo. Se il Governo ridurrà del 5% i fondi, toglierà alle Regioni la possibilità di funzionare.
Un provvedimento del genere sarà astratto e generale e non toccherà i nodi ai quali le Regioni possono dare un contributo per la soluzione dei problemi congiunturali. Infatti le Regioni sono in grado di calibrare le proprie capacità di spesa, possono differire certi interventi, possono organizzare il ricorso al credito, possono concordare con il Governo uno slittamento dei tempi di erogazione dei contributi con destinazione finalizzata nel caso in cui il Governo abbia dei problemi di controllo della spesa, ma non possono accettare un provvedimento indiscriminato, di carattere astratto e generale, perché esso, oltre ad essere lesivo dell'autonomia, è anche controproducente ai fini del controllo e del risanamento della spesa pubblica.
Il discorso è appena avviato e daremo notizia tempestiva al Consiglio degli ulteriori sviluppi. Nella seduta del 24 maggio è stata costituita una segreteria mista per la Commissione interregionale, composta da rappresentanti del Ministero e da rappresentanti esperti delle Regioni. Il Piemonte è rappresentato dal consulente della programmazione prof.
Mossetto. La Commissione si è riunita due volte ed e appunto in quella sede che i rappresentanti del Ministero hanno prospettato un decreto legge che comporti il taglio del 5%dei due fondi a disposizione delle Regioni. La segreteria tecnica mista ha lo scopo di preparare gli argomenti che vengono proposti alla Commissione interregionale, dispone gli ordini del giorno e la prima istruttoria tecnica dei documenti. Essa è nata molto opportunamente dietro istanza delle Regioni.
Nei rapporti con il Governo, alcuni sintomi evidenti di miglioramento sono intercorsi nella rapidità e nella tempestività delle erogazioni nell'accettazione della proposta delle Regioni in ordine alla costituzione della Commissione mista. Rimane però il campanello d'allarme in merito al complesso delle entrate regionali. Evidentemente si potrà fare un discorso in termini più vasti nella discussione sul bilancio 1979 nel prossimo autunno.
Da questo dibattito sono emerse delle richieste precise e puntuali. Per quanto si riferisce alla gestione del fondo ospedaliero, non ho difficoltà a dire che la Giunta è disponibile per un dibattito ad hoc che consenta di evidenziare i criteri della spesa. La Giunta è impegnata a presentare un regolamento per la gestione del patrimonio dell'economato ed un regolamento o una deliberazione per la disciplina dei meccanismi di gestione della spesa e del rapporto tra imputazione di spesa del bilancio annuale e spesa del bilancio pluriennale. Inoltre Giunta e Commissioni consiliari sono impegnate nella revisione delle leggi, in modo particolare nella predisposizione del disegno di legge 308 per il rifinanziamento degli interventi in agricoltura.
La Giunta presenterà una relazione sullo stato dr attuazione del programma insieme con il bilancio preventivo del 1979, ritenendo quel la l'occasione migliore, anche perché da quel dibattito potranno scaturire indicazioni per quanto riguarda l'impostazione della spesa per il 1979. Se il Consiglio è di diverso avviso, possiamo discuterne.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in tanti anni di milizia nei Consigli provinciali e nei Consigli comunali spesso ci siamo scannati sui bilanci di previsione mentre sui bilanci consuntivi chiudevamo la discussione con poche battute.
Il consuntivo invece rappresenta l'ora della verità.
Il dibattito di oggi, così approfondito e così ricco di interventi preziosi, ha indicato molte strade che la Giunta dovrebbe seguire. Si deve dare atto del soddisfacente rapporto esistente tra Regione e Governo, tra la Regione ed i Ministri Morlino,Pandolfi, Stammati che in molteplici incontri hanno dimostrato molta attenzione verso i problemi regionali in genere e verso la Regione Piemonte in particolare. Ricordo l'iniziativa del Governo per quanto riguarda la discussione a favore della Regione Piemonte di una quantità di beni valutati in decine di miliardi senza peraltro nulla chiedere come contropartita (l'ala nuova di Palazzo Reale, il Palazzo Carignano e molti altri stabili). Anche la situazione finanziaria si pu definire soddisfacente, soprattutto per il modo in cui si è sviluppata negli ultimi 12 mesi.
Restano due problemi: la spesa ospedaliera e la quantificazione del credito. L'espansione del credito non può essere limitata. Molte opere di ricostruzione non possono essere ultimate perché il credito non può venire allargato a dismisura anche in considerazione dei vincoli internazionali.
Il lato non soddisfacente del bilancio di previsione del 1977 è dato dal fatto che da una previsione di 442 miliardi si giunge a 815 miliardi.
Molte sono le deleghe da parte del Governo, molti meccanismi di leggi comportano spese pluriennali come, per esempio, l'edilizia scolastica che non e soltanto riferita all'anno in corso ma si proietta negli anni successivi. Tuttavia la spesa e cresciuta in modo corretto e ordinato perché, partiti da 94 miliardi dell'anno 1974, si e passati ai 345 miliardi del '75 ai 400 miliardi del 76, ai 530 del '77 e ci si sta avviando agli 800/850 del 1978 per procedere poi al mille miliardi nel 1979 "L'orario di corsa" è stato perfettamente sincronizzato. Per quanto riguarda i residui passivi, siamo partiti dal 92% del '75, siamo arrivati al 36% nel '76 e al 7% nel 1977, c'è stata quindi una netta inversione di tendenza. Lo Stato ha sempre avuto una progressione quasi geometrica dei residui passivi, tanto che oggi toccano migliaia di miliardi, la Regione invece ha ridotto la percentuale di aumento dei residui passivi progressivamente. L'impegno della Giunta e di procedere nel 1978, seguendo le grandi scelte del Piano di sviluppo, quindi passando da più 7 % a meno 20% nel 1979. L'Assessore Simonelli ha spiegato come i residui passivi non potranno mai essere del tutto sconfitti perché decidendo un'opera a giugno o a luglio di un anno sarà impossibile portarla a termine nel breve volgere di 5 o 6 mesi. Noi diciamo però che questo nostro impegno va avanti. I pagamenti effettuati in 4 mesi sono stati di 322 miliardi, il che vuol dire che se mantenessimo questa corsa alla fine dell'anno avremmo corrisposto gli 800 miliardi che ci siamo riproposti. Questo traguardo però è quasi irraggiungibile perch se la cassa oggi è in situazione soddisfacente per i rapporti con il Governo, non potrebbe più esserlo nel momento in cui la tensione finanziaria sconfinasse oltre una certa misura.
Mi pare che lo sforzo della Giunta sia stato positivo. Non abbiamo fatto nulla di straordinario né ci poniamo nella condizione di far nulla di straordinario. E' già molto aver determinato questa inversione di tendenza che si manifesterà ancora nel corso degli anni '78 e '79. Siamo forse la prima istituzione del nostro Paese che ha proceduto in questa direzione.
Questo era l'impegno che avevamo assunto nel programma e questo era il mandato che il Consiglio regionale, discutendo il programma, ci aveva dato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Farò una brevissima dichiarazione di voto perché le osservazioni critiche e propositive del Consigliere Paganelli restano riassuntive della posizione del Gruppo. Ho piacere di constatare come, concorrendo l'azione di stimolo, di critica, di pressione e di collaborazione dell'opposizione il taglio, 511 modo di affrontare i problemi, l'atteggiamento degli esponenti della maggioranza, dal Presidente all' Assessore al bilancio e alla programmazione, si sia andato adeguando ad un nuovo stile che produce anche dei contenuti. Il giudizio retrospettivo di carattere critico sui dati consolidati che il Consigliere Paganelli ha preso in considerazione resta fermo, non è modificato dalle repliche. Il nostro Gruppo prende atto ancora una volta dello sforzo di interpretazione in positivo di ciò che è già obiettivo e consolidato e della prospettazione di un impegno, di un'indicazione verso il futuro. Peraltro, ci sono dei punti sui quali forse non basta una fine trattazione dialettica ed una sottile distinzione di posizione per adempiere fino in fondo a doveri anche spiacevoli. La politica della spesa, del suo contenimento comporta una revisione degli atteggiamenti ed una solidarietà in un clima che si sottolinea essere più disteso e costruttivo nei rapporti tra Regione e Governo al fine di ottenere risultati concreti. Non basta porsi dal punto di vista formale su posizioni corrette per dire che si è esaurito interamente il proprio compito. Probabilmente occorrono degli atti di coraggio e dei sacrifici che realizzino una solidarietà a tutti i livelli senza la quale non si inverte realmente una tendenza che spinge alla rovina in Paese che invece sempre più, almeno come proposito e come intenzioni, vuole contrastarla.
Il discorso sui residui passivi, sulle inversioni di tendenza, con diversa interpretazione dei dati, è aperto. Sappiamo anche noi che si tratta di un fatto che non può essere totalmente soppresso. La lotta ai residui non è però lotta ai mulini a vento; essa investe l'organizzazione della sfera pubblica, le leggi ed il modo di farle, la struttura dei bilanci. Non è però consentito di considerare innanzitempo come risultati acquisiti, come vittorie od avvio a tendenze sicuramente risolutive l'esistenza di alcuni elementi di minor pessimismo.
L'opposizione non può, comunque, in questo momento non garantire il proprio apporto, il proprio impegno, non solo sottolineando contraddizioni o interpretazioni troppo ottimistiche, ma disponendosi a condividere responsabilità non popolari che è necessario assumere per camminare nella direzione voluta.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Intendo ringraziare a nome del Gruppo repubblicano il Presidente e l'Assessore Simonelli che hanno risposto puntualmente ad alcune domande e poiché altre volte non abbiamo avuto questa risposta puntuale, ritengo questo un miglioramento nel comportamento della Giunta nei confronti del Consiglio.
Alcuni dati mi hanno stupito, confesso che non credevo che vi fossero dei depositi così ingenti nei conti correnti degli uffici periferici. Se gli interessi sono di 2 miliardi 787 milioni, significa che vi sono almeno 27 miliardi giacenti oltre a quelli indicati nel bilancio. C'è l'impegno della Giunta a fare chiarezza ed a modificare i meccanismi. Ne prendo atto.
Ci è stato più volte garantito che quanto prima si terrà il dibattito sulla gestione del fondo ospedaliero. La Giunta si è dichiarata disponibile più volte, ma non ha mai tradotto questa disponibilità in realtà; dichiari quindi quando intende iscriverlo all'ordine del giorno.
Per quanto riguarda la revisione delle spese nel senso di non dare contributi in conto interesse ma di darli in conto capitale, vorrei sottolineare che in questo caso le scelte debbono essere molto più precise perché mentre nel momento in cui ci vengono fatte le domande per le spese in conto interessi in numero così inferiore a quelli che noi siamo disposti ad erogare, e potremmo erogare, di fatto non esiste una scelta, perché chi è in grado di fare la domanda, la fa e viene soddisfatto, ma il giorno nel quale ci venissero chiesti contributi in conto capitale, la nostra disponibilità di spesa sarebbe assai inferiore e a questo punto scatterebbe la necessità di una scelta precisa Bisogna che di questo si tenga conto nella scelta del meccanismo. C'é un generale interesse a passare dalle spese in conto interesse alle spese in conto capitale, in quel momento allora ci confronteremo sulle scelte politiche.
Il Gruppo repubblicano è favorevole a questo cambiamento e apprende con piacere che il materiale relativo alla legge n. 28 sui lavori pubblici è già pronto.
Per queste considerazioni il voto del Gruppo repubblicano non può che essere uguale a quello pronunciato in sede di bilancio previsionale; il voto al consuntivo del '77 è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche da parte del mio Gruppo il voto sarà contrario in sintonia con l'atteggiamento assunto in occasione degli altri documenti finanziari presentati dalla Giunta.
L'intervento dell'Assessore, anche se ascoltato dal sottoscritto tra una parentesi e l'altra, offre molta materia di riflessione. La modifica della legge 28 sta ad indicare che la Regione si è resa conto che dovrà porsi come soggetto indipendente dalle vicende che gli Enti locali tendono a svolgere nella loro storia. Rimaniamo fermi alla nostra affermazione che la Regione non dovrà essere Ente di gestione, ma Ente di programmazione, di coordinamento, di promozione e, in prima persona, dovrà rispondere della realizzazione dei servizi nei confronti del la collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ovviamente la dichiarazione di voto del mio Gruppo è favorevole.
Approfitto di questa occasione per fare alcune considerazioni che attengono ai problemi della finanza regionale. La relazione del Consigliere Rossi ha la capacità ed il coraggio di porre in evidenza le questioni di fondo sull'efficienza della spesa regionale, quindi sull'efficienza dell'istituzione regionale. Essa sostanzialmente pone tutti, dalla maggioranza all'opposizione, nella necessità di riflettere attentamente sulle vicende di questi anni, sulle progressioni di queste vicende, da quando è stato istituito l'istituto regionale ad oggi. Non vi è dubbio che le situazioni sono mutate, che il rapporto con il Ministero del Tesoro è migliorato. Tuttavia sono presenti pericoli per i vincoli che sul piano finanziario vengono posti all'autonomia finanziaria delle Regioni. La Giunta è riuscita a porre in essere un'inversione di tendenza significativa in ordine al controllo dei residui passivi; oltre ad essere in grado di controllarli può far registrare un sostanziale loro decremento. Ha ragione il Consigliere Bianchi ricordando che tutto questo è nato anche da un atteggiamento unitario, nel quale noi, per primi, abbiamo creduto impostando il cammino della legislatura. L'analisi del consuntivo impone anche l'esame dei problemi di fondo sull'operatività dell'istituto regionale, sui suoi rapporti con lo Stato e con gli Enti locali, sul livello di accettazione, di legittimazione e di credibilità dell'istituzione regionale nei confronti della popolazione. Il risultato positivo nei rapporti Stato-Regione è stato conquistato attraverso l'opera personale, ma soprattutto attraverso la correttezza di impostazione specialmente negli ultimi tempi. Vorrei però ricordare anche i limiti, Le Regioni si trovano oggi ad un banco di prova delicatissimo perché chiamate ad importantissimi compiti. E' un terreno di battaglia politica, di chiarezza politica dovendo rispondere in termini di efficienza e di efficacia alle decisioni prese dai partiti, in sede nazionale. Ne ricorder alcune: la localizzazione delle centrali nucleari che non attiene alla spesa, ma all'impatto con le comunità; l'attuazione del piano per la casa la legge quadrifoglio sull'agricoltura. Le Regioni sono attese con il fucile in spalla. Il neocentralismo che è giustificato dall' emergere della grave crisi economica ha portato i partiti a dare un giudizio approssimativo ed a volte negativo sull'operato delle Regioni. Su questo terreno le Regioni rischiano da un lato di vedersi tagliata l'autonomia e dall'altro di avere dei vincoli talmente circostanziati e settoriali che ogni politica di piano diverrebbe del tutto teorica e non rispondente alle esigenze di realizzazione e di efficienza. Che cosa dobbiamo fare? Innanzi tutto occorre dire come stanno le cose parlando di efficienza e di "nuovo modo di governare", che più volte è stato ricordato in termini particolarmente polemici. Il Piemonte, per iniziativa di questa Giunta e di questa maggioranza, per convinzione ferma dei comunisti, ha messo in opera atti e fatti concreti che, caso mai, dimostrano come si possa operare meglio di quanto non operi lo Stato. Per esempio, nei piani di ripartizione dell'edilizia scolastica la Regione ha saputo accoppiare democrazia ed efficienza. Sfidiamo qualsiasi esponente del centro a dimostrare che sia stato fatto meglio a livello governativo.
Questo è il cammino che dobbiamo percorrere. Il secondo esempio deriverà dall'attuazione del le Unità locali dei servizi. Su questo terreno le difficoltà da rimontare saranno enormi, però credo che lo stretto collegamento tra le decisioni ed il flusso di spesa produrrà dei fatti qualitativamente non indifferenti. In quel momento saremo su un banco di prova interessante, ampiamente positivo, anche perché dovremo agire sul fronte della revisione delle leggi, sul fronte dell'ordinamento e dell'organizzazione del lavoro all'interno della Regione. Ma dobbiamo avere il coraggio di dire che la Regione non gestisce perché la Regione, per sua natura, deve essere qualcosa di diverso.
Questo é, anche terreno di lotta politica, nel quale, noi comunisti vogliamo restare a pieno titolo, riaffermando che il processo di delega, di decentramento ai Comuni, attraverso un rapporto che pone la Regione come ente di programmazione, di legislazione e di coordinamento che è il terreno su cui marciamo maggiormente, secondo me, e la strada maestra Si possono correre dei rischi perché non siamo ancora preparati, perché manca la nuova leva di amministratori, però alcune decisioni già assunte a livello comprensoriale sono state positive L'istituzione 'dei consorzi e delle Unità locali dei servizi è una strada che può fare guadagnare terreno concreto anche sul piano della spesa sapendo che il governo della spesa è cosa ben diversa dalla gestione della spesa. La nostra attenzione deve essere rivolta ai problemi della spesa, dell'efficienza, al collegamento tra Enti Locali, categorie e Regione. Sono convinto che si è operato per merito di tutti, ma per un'iniziativa della Giunta di sinistra che ha prospettato una svolta sostanziale nell'operare nella pubblica amministrazione. Questa svolta è imperfetta, ha fatto registrare delle contraddizioni, delle cadute e delle imperfezioni su molti terreni. I ritardi sono evidenti. Il nostro impegno, di qui all' 80 quando vedremo i risultati di questa legislatura, deve ricuperare questi ritardi, queste cadute e queste contraddizioni e fare di questi argomenti, che ho enunciato molto sommariamente, un terreno di discussione e di battaglia politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Nel corso dell'intervento che ho svolto a nome del Gruppo socialista ho espresso le ragioni del nostro voto favorevole al rendiconto del 1977. Mi corre l'obbligo di ringraziare l'Assessore Simonelli per le risposte puntuali e gli impegni corrispondenti che ha assunto a nome della Giunta in rapporto ad alcune istanze che gli avevo rivolto. Il nostro è anche un voto di fiducia per quanto la Giunta farà in relazione alle linee di politica finanziaria che emergono dalla relazione al rendiconto.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, passiamo alla votazione dell'articolato.
"Articolo 1 - Approvazione del rendiconto. Il rendiconto generale della Regione, per l'anno finanziario 1977, è approvato con le risultanze di cui alla presente legge.
Al rendiconto di cui al precedente comma è allegato, ai sensi dell'articolo 13 della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29, il conto consuntivo dell'Istituto ricerche economico-sociali del Piemonte per l'anno finanziario 1977" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Entrate di competenza dell' esercizio finanziario 1977.
Le entrate tributarle, le entrate per quote di tributi, le entrate extra tributarie, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali, le entrate per rimborso di crediti ed accensione di prestiti le entrate per contabilità speciali, accertate per la competenza dell'esercizio finanziario 1977, risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in lire 794.463.489 817.
Le entrate di cui al primo comma furono riscosse in lire 392.271.382.735 e rimasero da riscuotere in lire 402.192.107.082".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Spese di competenza dell' esercizio finanziario 1977. Le spese correnti, le spese in conto capitale, le spese per il rimborso di prestiti e le spese per contabilità speciali impegnate per la competenza dell'esercizio finanziario 1977 risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in lire 793.850 474.614.
Le spese di cui al precedente comma furono pagate in lire 396.808.038.534 e rimasero da pagare in lire 397.042.436.080".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Riepilogo generale delle entrate e delle spese di competenza. Il riepilogo generale delle entrate e delle spese di competenza dell'esercizio finanziario 1977 risulta stabilito dal rendiconto consuntivo come segue: Entrate complessive 794.463.489.817 Spese complessive 793.850.474.614 Differenza 613.015.203 Il riepilogo delle entrate tributarie, per quote di tributi statali ed extratributarie e delle spese correnti è il seguente: Entrate tributarie entrate per quote di tributi statali ed entrate extratributarie 710.833.588.282 Spese correnti 545.577.014.541 Differenza 165.256.573.741" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si e astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Entrate residue degli esercizi finanziari 1976 e precedenti. I residui attivi dell'esercizio finanziario 1972 dell'esercizio finanziario 1973, dell'esercizio finanziario 1974 dell'esercizio finanziario 1975 e dell'esercizio finanziario 1976 risultavano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1976, in lire 436.373.882.502.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati, al 31 dicembre 1977, in lire 434.974.941.588, furono riscossi per lire 134.084.914.485 e rimasero da riscuotere per lire 300.890.027.103".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Spese residue degli esercizi finanziari 1976 e precedenti. I residui passivi dell'esercizio finanziario 1972 dell'esercizio finanziario 1973, dell'esercizio finanziario 1974 dell'esercizio finanziario 1975 e dell'esercizio finanziario 1976 risultavano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1976, in complessive lire 421.175.632.974.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati, al 31 dicembre 1977, in lire 3 7 1 . 2 9 1.305.554, furono pagati per lire 132.044.508.340 e rimasero da pagare per lire 239.246.797.214".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1976 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio in lire 703.082.134.185 e si riferiscono per lire 402.192.107.082 alle somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1977, come risulta indicato nel precedente articolo 2, e per lire 300.890.027.103 alle somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi finanziari 1976 e precedenti, come risulta indicato nel precedente articolo 5".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si e astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in lire 636.289.233.294.
I residui di cui al precedente comma si riferiscono per lire 397.042.436.080 alle somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1977, come risulta indicato nel precedente articolo 3, e per lire 239.246.797.214, alle somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi finanziari 1976 e precedenti, come risulta nel precedente articolo 6".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Avanzo finanziario. L'avanzo finanziario dell'esercizio finanziario 1977 risulta di lire 66.818.401.709 a cui va aggiunta la quota dell'avanzo finanziario dell'esercizio 1976 non ancora utilizzata pari a lire 2.378.005.580".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
"Articolo 10 - Disposizioni speciali. Sono approvate le eccedenze d'impegno di cui ai capitoli n. 7275 - 7284 - 9840 - 10000 - 11940 - 16800 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1977, in relazione alle maggiori entrate accertate nei corrispondenti capitoli n. 445 - 434 910 - 1000 - 370 - 2500 dello stato di previsione dell'entrata per lo stesso esercizio finanziario".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
"Articolo 11 - Attività finanziarie e patrimoniali. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1976 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale in lire 461.424.559.536.
La consistenza delle attività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in lire 730.310.214.708".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
"Articolo 12 - Passività finanziarie e patrimoniali. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1976 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale, in lire 449.746.937.699.
La consistenza delle passività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977, risulta stabilita nel relativo rendiconto generale, in lire 642.830.695.459".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
"Articolo 13 - Risultato patrimoniale. L' eccedenza delle attività sulle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1977 risulta stabilita, nel relativo rendiconto generale, in lire 87.479.519.249".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1977 è approvato.


Argomento:

Prosecuzione dibattito sul rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1977

Argomento:

Sul programma dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, in base all'intesa raggiunta nella recente riunione dei Capigruppo, dovremmo procedere all'esame del disegno di legge 267: "Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte".
Chiede la parola il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Faccio presente che la discussione della legge sull'insegnamento dello sci richiede almeno due ore.



MORETTI Michele, Assessore allo sport e turismo

Sono d'accordo di rinviare la discussione, con l'impegno però di iscrivere questo argomento al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

La legge richiedeva un minimo di approfondimento su un argomento molto discusso in Commissione: il dibattito a quest' ora in effetti falserebbe il significato della legge stessa. Concordo con l'Assessore Moretti nel richiedere alla Presidenza del Consiglio di inserire al primo punto all'ordine del giorno di giovedì prossimo questo argomento.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Di fronte a documenti importanti come il bilancio consuntivo, non si dovrebbero iscrivere all'ordine del giorno altri argomenti impegnativi. Tra l'altro questo è stato inserito con mia sorpresa perché gli accordi tra i Capigruppo erano diversi.
A nome del Gruppo repubblicano chiedo che i Consigli durino piuttosto due giorni consecutivi.



PRESIDENTE

Se i Capigruppo sono d'accordo la legge sull'insegnamento dello sci sarà inserita al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Esame progetto di legge n. 324: "Integrazione art. 1 legge regionale 5 giugno 1978, n. 30"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame progetto di legge n. 324: "Integrazione art. 1 legge regionale 5 giugno 1978 n. 30".
Il Vicepresidente della Giunta chiede la parola. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

In una precedente seduta abbiamo approvato la legge sulla delega alle Province delle fasi istruttorie per la tenuta dell'Albo degli autotrasportatori. Per errore è stato omesso il riferimento all'art. 96 del D.P.R. 616. E' opportuno provvedere questa sera alla rettifica, affinché la pubblicazione sul Bollettino regionale avvenga con questa integrazione.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono obiezioni procediamo alla votazione dell'articolo unico del progetto di legge n. 324.
"All'articolo 1 della legge regionale 5 giugno 1978 n. 30, dopo le parole: 'Le funzioni amministrative di cui al' vengono inserite le parole 'l'art. 96'".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri Il progetto di legge è approvato.


Argomento:

Esame progetto di legge n. 324: "Integrazione art. 1 legge regionale 5 giugno 1978, n. 30"

Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Iniziamo con la nomina del rappresentante in seno alla Commissione provinciale per l'artigianato integrata agli effetti e per gli scopi di cui all'art. 4 della legge 29/12/1956 n. 1533 Il nominativo proposto è quello del signor Mario Ossola. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 31 ha riportato voti: OSSOLA Mario n. 26 schede bianche n. 5 Il signor Mario Ossola è eletto rappresentante della Regione in seno alla Commissione provinciale per l'artigianato.
Procediamo con la nomina dei rappresentanti in seno al Consiglio direttivo del Parco naturale dell'Alpe Veglia. I nominativi proposti sono quelli dei signori Giuseppe Brocca, Adriano Cordoni e Mario Storno. Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno riportato voti: BROCCA Giuseppe n. 26 CORDONI Adriano n. 26 STORNO Mario n. 26 schede bianche n. 5 I signori Brocca, Cordoni e Storno sono eletti rappresentanti della Regione in seno al Consiglio direttivo del Parco naturale dell'Alpe Veglia.
Terminiamo le "Nomine" con l'elezione del rappresentante della Regione Piemonte in Commissione Regione e Province autonome (legge 27.12.1977, n.
984, art. 4). Il nominativo proposto è quello dell'Assessore Ferraris. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 31 ha riportato voti: FERRARIS Bruno n. 26 schede bianche n. 5 L'Assessore Ferraris è eletto nella Commissione Regione e Province autonome.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



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