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Dettaglio seduta n.196 del 01/06/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Comprensori

Prosecuzione dibattito sulle linee programmatiche ed organizzative per i Comitati comprensoriali


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Ha chiesto di intervenire l'Assessore Rivalta per la replica. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Pur essendosi registrata qualche osservazione critica sulla funzione dei comprensori, voci peraltro limitate e non significative, la discussione sviluppatasi può essere ritenuta molto importante e positiva. Nonostante i tanti problemi operativi che affliggono i Comprensori, e nonostante che in sede nazionale sia in corso una discussione sull'ente intermedio tra Regione e Comune, è emerso ed è stato ribadito che la struttura comprensoriale costituisce uno dei punti di fondo dell'attività regionale.
Questa valutazione positiva la si può ormai dedurre dai risultati pratici e non solo per interpretazioni teoriche.
La stesura del documento della Giunta sul programma di lavoro dei Comprensori per l'elaborazione dei primi schemi dei piani comprensoriali, è avvenuta nei primi mesi di quest'anno. In attesa della sua discussione in Consiglio, l'Assessorato alla pianificazione territoriale ha intanto preso contatto con i Comitati comprensoriali. Ha dovuto anticipare quest'iniziativa perché la legge n. 56 indica in 18 mesi il termine per la formazione dei primi schemi dei piani territoriali, scadenza che corrisponde al 30 giugno '79. Sarebbe stato irresponsabile da parte mia se nell'attesa di una discussione in Consiglio che tardava ad essere posta all'ordine del giorno, non avessi incominciato ad impostare ed avviare il lavoro per la formazione degli schemi dei piani territoriali e dei piani comprensoriali.
In questi contatti con i Comitati comprensoriali è stato possibile, ai Consiglieri che hanno seguito localmente queste iniziative e a me, trarre la conclusione che i Comprensori, per il modo in cui si sono apprestati con impegno a svolgere il loro compito di formazione dei primi schemi di piano comprensoriale, realizzano positivamente gli intendimenti per cui procedemmo alla loro costituzione. Ho già avuto informalmente dai Comprensori di Vercelli e di Cuneo un primo documento di impostazione, una bozza di delibera programmatica, per i piani comprensoriali, altri Comprensori stanno elaborando tali documenti.
Comprensorio di Biella sta definendo in questi giorni un primo documento per l'impostazione del piano comprensoriale, avvalendosi dell'avanzato e particolareggiato lavoro che in questa direzione già aveva svolto il Consorzio dei comuni del biellese, che del comprensorio è stato un'anticipazione.
Questo sta a dimostrare che nella realtà comprensoriale c'é una presenza e una viva capacità d'iniziativa, tanto che non si è aspettato che il Consiglio regionale si pronunciasse Spontaneamente è stato assunto il compito di rispondere, da un lato, ad un dettato legislativo, cioè alla scadenza, e, dall'altro, all'esigenza delle comunità comprensoriali stesse di darsi primi indirizzi e orientamenti coordinati di sviluppo.
C'è quindi una realtà in movimento impegnata a darsi indirizzi di programmazione, a decidere linee di piano, a far partecipare alla definizione di queste linee di sviluppo la comunità comprensoriale.
In alcuni Comprensori si sono già svolti dibattiti e convegni pubblici è il caso dei Comprensori di Alessandria, di Vercelli, di Verbania, di Mondovì.
A Mondovì, presenti i Consiglieri Martini, Soldano, Lombardi e Dadone il convegno, incentrato sul problema delle aree attrezzate industriali, ha toccato i nodi essenziali della politica del piano comprensoriale. Anche in questo caso c'é la testimonianza di una situazione positiva per la definizione dei primi orientamenti di pianificazione comprensoriale.
In generale, questo mi sembra il dato positivo, e concreto, che possiamo segnare a favore della scelta compiuta dell'istituzione dei comprensori; rispetto ad esso la Giunta regionale deve dare una risposta altrettanto positiva e tempestiva di sostegno del lavoro da compiere.
I Comitati comprensoriali non sr sono preoccupati che si discuta a livello nazionale dell'ente intermedio, e quindi del loro stesso futuro hanno anzi mostrato di aver la coscienza della necessità di usare i due anni che mancano alla fine della legislatura, data entro la quale presumibilmente verrà predisposta la riforma istituzionale, per sperimentare e per organizzare la politica di piano, in modo da giungere al momento in cui l'ente intermedio nuovo sarà costituito con indirizzi di programmazione già delineati e operanti. Solo così l'ente intermedio potrà svolgere immediatamente le funzioni di programmazione che gli saranno attribuite dalla legge.
Alcune considerazioni, ora, relativamente ai contenuti e ai tempi entro i quali dovranno essere elaborati gli schemi dei piani comprensoriali.
Abbiamo di fronte un anno, periodo certamente molto breve. E' con riferimento a questa scadenza, che è giusto venga rispettata per ragioni sia formali sia sostanziali, che dobbiamo attrezzarci con strumenti e metodi opportuni, puntando ad obiettivi e contenuti essenziali ed affrontabili.
Le bozze dei documenti programmatici inviati dai Comprensori di Verbania, Vercelli e di Cuneo sono ispirati all'esigenza di operare in tempi brevi; in essi emergono alcuni grandi riferimenti della politica di piano relativamente ai settori principali, dell'agricoltura e dell'industria. Introducono orientamenti nuovi; diversi rispetto al passato e al presente; così, ad esempio, rispetto alla situazione che vede in ogni comune aree industriali ove possono sorgere sporadici e disordinati insediamenti, ora si propongono una o poche aree per comprensorio.
Con riferimento a questi due settori economici fondamentali dell'agricoltura e dell'industria è possibile, nel giro di un anno arrivare a delle scelte e fissare dei capisaldi della politica comprensoriale che, certo, dovranno successivamente essere completative aggiornati, ma rispetto a cui intanto operare. E' possibile operare per la difesa delle aree agricole, individuandole per potenzialità produttive e introducendo precisi vincoli e precisi obiettivi d'uso; è possibile individuare le aree di sviluppo industriale su cui far convergere le agevolazioni che provengono dalle leggi apposite: la legge regionale n. 21 che dovrà esaurire il suo compito con l'attuazione delle aree già indicate ma soprattutto la nuova legge che predisporremo e che dovrà essere di appoggio all'attuazione delle aree scelte dai piani comprensoriali, e le leggi nazionali 902 e 675.
E' anche possibile, entro un anno, dare alcune indicazioni chiave relativamente ad altri settori, come quello del terziario, in ordine alla struttura principale dei servizi sociali, di quella del sistema distributivo (ci sono sollecitazioni disparate di insediamento di grandi centri commerciali, in ordine alle quali è opportuno che il Comprensorio incominci a definire la propria posizione); quello turistico rispetto al quale, il Comprensorio, traendo insegnamento dalla negativa esperienza del degrado ambientale, della inefficienza, dell'irrazionalità che si riscontrano nelle iniziative sparse e spontanee, può incominciare a selezionare e definire quali iniziative sono da consentire e appoggiare quali da scartare, quali da rimandare.
Nel corso dell'anno che ci sta di fronte, i Comprensori non potranno esaurire tutti i problemi, ma potranno raccogliere elementi essenziali di riferimento per una politica comprensoriale, rispetto ai quali richiamare immediatamente l'attenzione amministrativa e legislativa della Regione e dello Stato, e successivamente passare dai primi schemi alle elaborazioni e formalizzazioni definitive richieste, e all' approvazione dei piani veri e proprii.
Come arrivare a questo lavoro entro un anno? Nella proposta della Giunta è indicata una prima fase, che dovrebbe concludersi nel mese di luglio , con la quale tutti i Comprensori dovranno formulare le delibere programmatiche, enucleando i problemi principali, fissando obiettivi e, ove è possibile, indicando le concrete soluzioni proposte.
Se avremo, entro il mese di luglio, i 15 pronunciamenti comprensoriali potremo, nel mese di settembre o di ottobre avere un dibattito in Consiglio regionale, o forse anche attraverso una conferenza regionale, nel quale prendere in esame le proposte dei Comprensori, valutarne la coordinabilità ed effettuarne una prima stima economica; avviare cioè quel rapporto dialettico fra Regione e Comprensori utile per la successiva fase, nel corso della quale si dovranno approfondire problemi tecnici e condurre verifiche, apportare i correttivi necessari, fare scelte fra ipotesi alternative, per giungere finalmente, nel giugno '79, alla formulazione degli schemi.
Un lavoro di questo genere richiede un apporto tecnico. La strada che è stata accettata dai Comprensori e dalle forze politiche è quella secondo cui, prima ancora di far svolgere un lavoro tecnico, al Comprensorio, quale soggetto attivo, spetta la responsabilità politica di definire i problemi e gli obiettivi dello sviluppo comprensoriale; per queste deliberazioni programmatiche e pronunciamenti politici i Comprensori si avvalgono del sostegno tecnico, delle analisi, dei dati e delle istruttorie già a disposizione, e su questa base sviluppano il dibattito e il confronto politico. I Comprensori di Cuneo e di Vercelli stanno operando con gli uffici delle Province messi a loro disposizione e con funzionari degli Assessorati alla pianificazione territoriale e alla programmazione economica. Credo pertanto che per questa prima fase potremo sopportare in questo modo l'iniziativa dei Comprensori.
Nella fase successiva il discorso si farà più complesso perché si dovrà passare dai pronunciamenti politici alle verifiche e alle specificazioni tecniche degli elementi componenti il piano comprensoriale. In questa fase le strutture regionali dovranno lavorare in rapporto ai Comprensori; ogni Assessorato dovrà articolare i propri funzionari in rapporto al lavoro dei Comprensori.
Si dovrà fare più largo affidamento sugli uffici delle Province: già in alcuni casi le province hanno dato un contributo: dovremo fare in maniera che tale contributo divenga più esteso non solo per ragioni di carattere pratico, ma anche in relazione alla prospettiva della fusione dei Comprensori e delle Province.
Intanto, sono indetti altri concorsi per l'assunzione di personale alla Regione, al fine di potenziare le strutture dei Comprensori.
Contemporaneamente, l'occupazione giovanile, se giustamente orientata, pu diventare una base qualificata per la specializzazione del personale che dovrà lavorare nei Comprensori. I progetti per la geologia, la pedologia e la programmazione sono appunto predisposti in funzione dell'approntamento di materiale per la pianificazione e, al tempo stesso, per preparare i giovani alle tematiche della pianificazione comprensoriale. Infine, se dopo le prime esperienze, valuteremo che la struttura di lavoro realizzata a sostegno dei Comprensori con l'apporto degli uffici e delle nuove assunzioni non sarà sufficiente, potremo decidere la collaborazione di singoli o di gruppi di professionisti, per incarichi e compiti specifici orientati e indicati.
Un'ultima considerazione, però: esaminando le elaborazioni già a disposizione ci si accorge che negli anni passati non sono mancate le analisi o le indagini; sono piuttosto mancati i momenti di decisione politica. E' giunto il momento di riunire le ricerche già svolte, quelle degli uffici studi, dei comuni e delle province, quelle delle Camere di Commercio, delle Unioni Industriali e delle Associazioni di categoria per esaminarle e valutarle criticamente, e su questa base procedere, anche pragmaticamente, senza ripartire da zero.
Il Comprensorio deve vivere, in questa fase, soprattutto svolgendo un'azione politica, mentre nel contempo si predispongono gli apporti tecnici necessari e autonomi. I Comprensori di Mondovì, di Vercelli, di Verbania e di Alessandria si sono confrontati con le organizzazioni di categoria, con le organizzazioni sindacali e con gli Enti locali sugli indirizzi del Piano di sviluppo e sui singoli aspetti settoriali. Questo, a mio parere, è un aspetto positivo, poiché il Comprensorio in questo modo diventa momento di confronto delle varie iniziative pubbliche e private che nel suo ambito territoriale si manifestano, ricercando le linee di accordo e svolgendo un'azione di coordinamento e di orientamento. In questo modo affronta immediatamente i problemi della programmazione comprensoriale e si confronta e partecipa a quella regionale.
In questo modo i Comprensori possono realizzare quello slogan che abbiamo lanciato e, cioè, che nella Regione si governa non attraverso i 60 Consiglieri del Consiglio regionale, ma si governa attraverso i mille Consiglieri comprensoriali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Dopo il dibattito in aula e dopo l'ampio confronto in Commissione, è chiaro che i Comprensori istituiti con la legislazione regionale del Piemonte si avviano ad operare in un campo di competenze sufficientemente delineato. Ai Comprensori spetta di svolgere funzioni rilevanti nella politica dr attuazione del Piano regionale di sviluppo, di programmazione socio-economica e di pianificazione territoriale e questo ruolo, definito dalle leggi regionali, è destinato a crescere negli anni futuri qualunque sia la soluzione che si darà al livello intermedio.
Richiamo i compiti essenziali dei Comprensori: formulare entro il mese di luglio i documenti preliminari e programmatici con l' indicazione dei problemi emergenti e degli obiettivi generali da perseguire mettere a fuoco i settori che richiedono indagini e studi particolari.
In autunno si farà una prima revisione critica dei documenti preliminari programmatici in modo che sia consentito di passare alla fase della costruzione del piano comprensoriale vero e proprio. In questa fase sarà necessario svolgere indagini e studi particolari: queste indagini e questi studi dovranno essere definiti nella deliberazione preliminare programmatica, perché sarebbe un errore se i Comprensori incominciassero a studiare ed a indagare in modo indiscriminato attraverso singole ricerche non omogenee sotto il profilo metodologico e dei contenuti; è importante cioè che l'attività di ricerca non si limiti a ripercorrere la tradizionale attività esperita nel passato, ma sia finalizzata alla costruzione del piano comprensoriale Per quanto riguarda la programmazione, sono tre i filoni importanti nei quali dovrà essere condotta la ricerca: l'analisi delle strutture industriali l'analisi delle strutture agricole l'analisi della finanza locale e della politica della spesa degli Enti locali.
Questo non significa che in ogni Comprensorio debbono essere fatte le stesse ricerche e che i documenti preliminari programmatici debbano essere uguali, c'é però un minimo comune denominatore di cui tutti i Comprensori saranno dotati; ogni Comprensorio sarà poi libero di individuare ambiti ulteriori di approfondimento e di ricerca alla luce dei problemi emergenti.
In questo modo si darà ai Comprensori il rilievo e lo spazio istituzionale riconoscendo loro un ruolo non subalterno, ma quali protagonisti nel processo di attuazione del Piano di sviluppo.
Nella fase successiva il discorso deve essere sviluppato in dialettica integrazione tra Comprensorio e Regione. Il risultato dovrebbe essere quello indicato nel documento della Giunta che tende a realizzare nei tempi previsti dalla legge 56 l'insieme degli elaborati che costituiscono il piano socio-economico territoriale del Comprensorio. In questi mesi c' stata concorrenza di approcci alla tematica comprensoriale, ma questo non è stato un male, anzi è giusto che sia stato così.
L'importante è che, dopo la definizione del documento preliminare, ci sia nel metodo e nell'impostazione un rapporto unitario tra Regione e Comprensorio che riconduca ad unità la molteplicità degli approcci.
Dopo un anno di dibattito preliminare, di impostazione, di adempimenti statutari, il Consiglio si trova d'accordo nel definire il percorso che i Comprensori devono compiere. Ribadiamo che i Comprensori istituiti dalla Regione Piemonte sono uno strumento valido della Regione, essi non costituiscono alcun passo indietro rispetto ai risultati acquisiti e ai dibattiti compiuti nei mesi scorsi e ribadiamo che il Piano di sviluppo si realizza attraverso ai piani comprensoriali. Occorre un'integrazione funzionale tra le strutture esistenti a livello di Enti locali, in particolare delle Province e dei Comprensori, perché esse non vadano disperse, anzi perché possano contribuire tutte a questo disegno.
Questo risultato sgombra il campo da equivoci che in passato si sono alimentati e cioè che i Comprensori nascevano scalzando il ruolo istituzionale delle Province e come disarticolazione del tessuto esistente: credo invece che nel momento in cui con oculatezza e ponderazione abbiamo evitato che il Comprensorio divenisse un ente pari agli altri, con una folta burocrazia e competenza indiscriminata, abbiamo attribuito ad esso un ruolo specifico limitato molto importante e quindi abbiamo operato saggiamente. La riduzione degli organici comprensoriali operata deve essere vista positivamente perché ha impedito che di fatto si assumessero da parte dei Comprensori compiti, funzioni e responsabilità che esulavano da quel li loro attribuiti. Oggi siamo in grado di avviare i Comprensori sulla strada che è loro propria e siamo in grado di dotarli delle strutture minime indispensabili.



PRESIDENTE

Conclude il dibattito il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, il dibattito che si svolge oggi nel Consiglio regionale è certamente importante sia per i contenuti dello stesso, sia per la priorità politica e di programma che la Giunta regionale ha conferito al problema del Comprensorio.
Desidero innanzitutto ricordare l'impegno di carattere programmatico assunto sin dall'avvio della presente Giunta regionale per l'attuazione concreta della legge istitutiva dei Comprensori.
Impegno ribadito, e puntualizzato nei suoi obiettivi, nel dibattito già ricordato, svoltosi nel gennaio del 1977. L'attuazione della legge sui Comprensori è stata vista dalla Giunta regionale non come un mero adempimento formale, ma come la possibilità concreta da parte della Giunta di dotare la comunità di uno strumento realmente capace di sostanziare di contenuti, rispondenti alle diverse situazioni e realtà territoriali, la politica di programmazione della Regione, caratteristica prima dell'istituto legislativo.
E' stata questa una scelta precisa, sin dall'inizio; difatti l'organismo del Comprensorio costituisce un ulteriore, positivo strumento di partecipazione e di raccordo con gli Enti locali, che tanta parte hanno per una corretta impostazione di tutta la politica regionale.
Il rapporto con le stesse dimensioni territoriali definite nella legge istitutiva si è venuto precisando proprio in relazione a quelle funzioni di programmazione socio-economica e di pianificazione territoriale che abbiamo voluto conferire al Comprensorio, la cui validità oggi confermiamo, così come ribadiamo la necessità e la scelta di proseguire in questa esperienza che, è già stato ricordato, ha delle caratteristiche di originalità che la differenziano da altre soluzioni adottate in altre Regioni italiane.
Intendiamo dunque valorizzare l'esperienza comprensoriale e riteniamo che condizione fondamentale per questa valorizzazione sia proprio la chiarezza di compiti, di funzioni, di ambiti di intervento, da conferire all'azione comprensoriale.
Il documento inerente le linee programmatiche ed organizzative presentato dalla Giunta regionale all'esame del Consiglio vuole andare proprio in questa direzione e riteniamo costituisca una traccia per l'azione che i Comprensori dovranno svolgere, anche in relazione alle scadenze ed ai compiti previsti da alcune leggi regionali, in particolare dalla legge 56.
Pensiamo ad esempio alle scadenze dei piani territoriali, alle problematiche territoriali dei piani comprensoriali, al profilo socio economico, al profilo finanziario; ricordiamo ancora i piani settoriali per quanto attiene ai trasporti e all'ambito socio-sanitario, temi di cui precedentemente hanno parlato gli Assessori e molti Consiglieri.
Sono questi impegni e competenze di grande portata che potranno rendere concreto quel progetto di programmazione di cui si è parlato anche in questo dibattito e individuare concretamente nel Comprensorio uno degli strumenti fondamentale per le scelte regionali.
Queste scadenze richiedono per la loro attuazione, che il Comprensorio sia concretamente messo nelle condizioni di svolgere i suoi compiti, con funzionalità, con un'adeguata e qualificata dotazione di personale e di strutture.
Ciò che innanzitutto va affermato è tuttavia il modo con il quale i rappresentanti negli organismi comprensoriali dovranno affrontare queste funzioni, non dimenticando che il Comprensorio non può e non deve essere uno strumento burocratico.
Esistono certamente problemi di funzionalità e di strutture che sarebbe sbagliato sottovalutare o non affrontare nella loro rilevanza, ma ciò che è insostituibile e che caratterizza il ruolo del Comprensorio, è la sua funzione di raccordo con la realtà territoriale cui esso fa riferimento e la capacità e sensibilità di interpretare e di valutare, in stretta connessione con la Regione, i problemi alla cui soluzione il Comprensorio è chiamato a contribuire.
Non abbiamo mai inteso idealizzare il contributo che questo organismo regionale avrebbe potuto fornire: è tuttavia indispensabile una rispondenza dell'attività del Comprensorio all' ottica nuova che, in relazione alla fase difficile di crisi economica e sociale, la Ragione stessa ha adottato nel rapporto con gli Enti locali, con lo Stato e con gli organismi con i quali collabora.
Anche per il funzionamento del Comprensorio dunque e per lo svolgimento dei compiti che gli sono affidati, non possiamo tralasciare questa valutazione; le stesse forze operanti all' interno del Consiglio regionale pur nella distinzione dei ruoli tra maggioranza ed opposizione si sono sempre ispirate ad un rapporto di collaborazione o di opposizione critica ma costruttiva nella consapevolezza che per superare l'attuale crisi l'attuale drammatica situazione dell'ordine pubblico, sia necessario il contributo di tutte le forze politiche e di una dialettica non lacerante all'interno delle istituzioni democratiche.
Analogo orientamento e considerazione, a maggior ragione, deve ispirare l'azione dei Consiglieri comprensoriali ed il rapporto stesso fra il Comprensorio e la Regione.
Ho ritenuto di sottolineare questo aspetto proprio per ribadire la funzione e l'esigenza di concretezza e duttilità del Comprensorio, che rappresenta un'esperienza nella quale la Regione intende proseguire conferendogli i necessari strumenti per funzioni che devono essere chiare evitando il sovrapporsi di compiti diversi o la casualità di iniziative.
A maggior ragione si dovrà evitare di riprodurre per questo nuovo organismo strutture e metodi di azione già esistenti in altre realtà o peggio ancora già superate. Con la presentazione di questo documento la Regione ha voluto quindi dare uno strumento per favorire il rapporto di collaborazione indispensabile fra la Regione e il Comprensorio, cercando di eliminare un'eventuale sensazione di isolamento che diversamente, in carenza di programmi di attività, avrebbe potuto venirsi a creare fra gli organismi comprensoriali e la Regione stessa.
Siamo consapevoli che il dibattito che si è svolto in questi mesi a molti livelli in tutto il Paese sul problema dell'ente intermedio ha interessato da vicino gli Enti locali e gli stessi organismi comprensoriali. Il dibattito sarà ancora lungo, non possiamo prevedere ora quali saranno i suoi sbocchi reali; la nostra volontà è tuttavia quella di non fermare in alcun modo l'esperienza in atto di cui riconosciamo la validità , l'originalità e le possibilità concrete di conferire un contributo alla politica di programmazione della Regione, soprattutto se la loro azione si orienterà, come il documento prevede, su settori chiaramente configurati.
Il consolidamento di questi organismi poi, oltre che attraverso l'attribuzione di compiti precisi, si avrà con l'attribuzione di personale con modalità e caratteristiche che consentano la necessaria flessibilità alle esigenze che in questo ambito via via si presenteranno.
Di qui, dall'esigenza di un dinamismo, dalla consapevolezza delle diverse realtà esistenti in ogni Comprensorio, deriverà la scelta di forme organizzative diverse in ogni Comprensorio ispirate tuttavia sempre a criteri di professionalità tali da adempiere ai compiti qualitativamente significativi che ai Comprensori vengono richiesti.
Certamente non si potrà ripetere a livello comprensoriale, né lo vorremmo una struttura numericamente pesante e quindi ribadiamo l' importanza di uno stretto rapporto del Comprensorio con gli Assessorati regionali, con il personale, le attrezzature e la documentazione relativa.
Nello stesso contesto va individuata la collaborazione con l'Istituto di ricerca economico-sociale, con l'Esap e con gli altri enti strumentali della Regione, oltre che con gli organismi che a livello locale possono fornire un contributo di studi e di strutture qualificate.
Osservando più analiticamente i dati inerenti il personale vediamo che dal 19 maggio 1978, data in cui i Comprensori sono stati consultati dalla I Commissione del Consiglio, a tutt'oggi, sono state destinate ai Comprensori 26 nuove unità. Ci stiamo quindi avvicinando velocemente alle indicazioni della proposta B del documento presentato dalla Giunta.
Al momento attuale sono destinate ai Comprensori 82 unità di cui 46 dipendenti regionali, e le altre distaccate con regolari convenzioni da altri enti: 22 dalle Province, 12 dai Comuni e 2 da enti ospedalieri.
Sulla base delle indicazioni emerse successivamente nella I Commissione, l'ipotesi di presenza del personale per ogni Comprensorio è leggermente aumentata, e la Giunta si ripromette di valutare con ogni attenzione i profili professionali che saranno richiesti. Ci impegniamo a rimettere ogni documentazione e l'intero dibattito di oggi alle unità comprensoriali.
Il personale è stato inviato gradualmente proprio per evitare inutili appesantimenti delle strutture e per meglio rispondere alle specifiche esigenze dei Comprensori. Un altro problema importante e che ha occupato una parte considerevole della nostra attenzione per consentire un concreto avvio anche funzionale al lavoro dei Comprensori è stato quello inerente le sedi. Come già è richiamato dal documento si è cercata la strada dell'utilizzazione di locali già di proprietà della Regione o in uso da parte di altri Enti locali cercando di ricorrere soltanto in casi estremi alla soluzione di affitto presso privati.
Analogamente ai criteri che adottiamo in questa materia per tutto il patrimonio regionale si è cercato di contenere al massimo i costi cercando di soddisfare al tempo stesso le esigenze di funzionalità. La situazione attuale è sostanzialmente analoga a quella descritta nel documento per la localizzazione degli uffici dei Comprensori. Si sta realizzando in questi giorni il trasferimento dei locali del Comprensorio di Ivrea siti nel palazzo vescovile, si è attuato il trasferimento del Comprensorio di Novara nei locali precedentemente utilizzati dal Co.Re.Co., stanno procedendo i lavori di sistemazione della Villa S. Remigio per il Comprensorio del Verbano-Cusio-Ossola, così come procedono le trattative per l'eventuale acquisto del palazzo vescovile di Alba. Per quanto riguarda la sede comprensoriale di Mondovì essa si trova attualmente presso i locali siti nell'ex clinica Bosio recentemente sistemati.
Infine è in corso il trasferimento del Comprensorio di Torino presso nuovi locali di via Lagrange.
Certamente anche sotto questo aspetto molto resta da fare e ribadiamo il nostro impegno di seguire tutte le esigenze attuali e quelle che verranno a prospettarsi prossimamente.
Sono stati affrontati recentemente anche i problemi attinenti l'indennità e si tratta pertanto di ovviare in un più stretto e coordinato rapporto con la Regione il lavoro dei Comprensori così come delineato nelle linee programmatiche presentate dalla Giunta tenendo conto certamente dell'apporto e del contributo emerso dall'odierno dibattito. E' previsto per il 27 giugno un incontro con l'Unione delle Province piemontesi per dibattere quei problemi che il Consigliere Martini ha evidenziato questa mattina.
Per parte nostra ribadiamo la volontà di una utilizzazione e di un impulso al lavoro dei Comitati comprensoriali che vogliamo contribuiscano oggi al processo di programmazione ed al metodo di governo partecipato che la Regione Piemonte ha voluto darsi.



PRESIDENTE

Si conclude così il dibattito sul documento illustrato questa mattina dal Presidente della I Commissione. Mi è stato consegnato un documento riassuntivo, firmato dai Capigruppo o dai Consiglieri designati dai singoli Gruppi a intervenire sulla materia, di cui vi dò lettura prima di metterlo in votazione.
"Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto delle linee programmatiche ed organizzative proposte dalla Giunta regionale per l'avvio dell'attività di programmazione e pianificazione dei Comitati comprensoriali, e delle indicazioni scaturite dai Comitati stessi valutate positivamente le indicazioni di metodo ivi contenute, in particolare sulla necessità di concentrare l'attenzione e l'impegno dei Comitati comprensoriali sugli atti di programmazione pianificazione comprensoriale previsti dalle leggi nazionali re regionali in vigore concorda sulla necessità di giungere entro il mese di luglio 1978 da parte dei Comitati comprensoriali all'indicazione dei problemi e degli obiettivi di sviluppo socio-economico e territoriale, come atto politico preliminare alla stesura vera e propria degli atti e documenti di piano e alla definizione degli studi e ricerche a tal fine necessari ritiene che, nella fase immediatamente successiva, si debba compiere in sede di Consiglio regionale un esame dei documenti programmatori dei Comitati comprensoriali, stabilendo in tal modo il giusto rapporto dialettico tra Regione e Comprensori per l'avvio della fase della definitiva predisposizione degli schemi di piano socioeconomico territoriale nei termini previsti dalla legge 56 impegna la Giunta a provvedere al più presto a dotare gli organismi comprensoriali delle Strutture funzionali minime, secondo lo schema contenuto nella proposta della Giunta e tenendo conto delle osservazioni pervenute dai Comitati comprensoriali, in ciò perseguendo l'indirizzo del più stretto coordinamento e collegamento con le Amministrazioni provinciali, anche attraverso la promozione di un Comitato di coordinamento tra Regione, Province, Comprensori, ivi col locando sollecitamente, sia pure in termini transitori, la soluzione del problema delle strutture tecniche indispensabili per gli adempimenti previsti dalla legge sulla tutela e uso del suolo e dalle altre norme interessanti la politica del territorio".
Se non vi sono osservazioni metto in votazione il documento.
Il documento è approvato.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame deliberazione Giunta regionale per acquisto aree in località Vallere


PRESIDENTE

Punto ottavo all'ordine del giorno: "Esame deliberazione Giunta regionale per acquisto aree in località Vallere".
La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Per i Consiglieri che non sono di Torino forse è bene spiegare cosa si intende per "località Vallere". Si tratta dell'area verde compresa fra il corso Polonia e il Po, nella zona dove il torrente Sangone confluisce in questo fiume.
Nella passata legislatura la Regione si era interessata a questo problema; il gruppo del P.C.I. aveva presentato la prima proposta di legge per l'istituzione di un parco: precisamente quello delle Vallere. C'era stato un dibattito, perché il piano regolatore del Comune di Moncalieri consentiva insediamenti su quell'area ed esistevano concrete iniziative edificatorie; il disegno di legge non fu approvato, ma il piano regolatore in seguito a quel dibattito fu variato, in modo da impedire la compromissione dell' area; oggi al comune di Moncalieri è in corso la variante organica del piano regolatore che sanciva che quell'area deve rimanere a verde. Ebbene, trecentoventimila metri quadri di quella zona sono stati ora posti in vendita e la Regione ne ha trattato l'acquisto. La II Commissione è stata informata dei termini contrattuali.
Sono state espletate tutte le procedure burocratiche e oggi giunge in aula la proposta di deliberazione della Giunta, assunta per poter addivenire alla definizione del contratto.
Si tratta di un tassello del parco fluviale del Po, che è previsto nella relazione di accompagnamento al piano regionale dei parchi.
Al tempo stesso, le Vallere con la Mandria, già in parte acquisita, e Stupinigi, per cui e in discussione il disegno di legge per l'istituzione del parco regionale, costituiscono tasselli importanti del tessuto delle aree verdi che dovranno attorniare Torino. A questi tasselli dovrebbe aggiungersi quello del proposto Parco della collina di Rivoli.
Questo acquisto contribuisce, cioè, a realizzare la cortina verde attorno alla conurbazione torinese che è stata sancita dal piano regionale dei parchi e ipotizzata dallo schema di piano territoriale elaborato dall'assessorato e presentato all'esame della II Commissione nel giugno del '76.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Il Presidente della Giunta sa che su questo argomento il Gruppo D.C.
aveva espresso alcune osservazioni in occasione di precedenti dibattiti in aula consiliare ed in altri incontri. La deliberazione, che è stata approvata all'unanimità dalla II Commissione, prevede l'acquisto di una parte di una vasta area appartenente ad un unico proprietario. Su questa deliberazione il Gruppo D.C. esprime parere favorevole sottolineando per le preoccupazioni che già in altra sede aveva espresso in ordine all'area restante nella quale decine di aziende svolgono attività agricole. Poich si tratta di terreni particolarmente fertili per le inondazioni del fiume Po avvenute nei decenni scorsi, riproponiamo il giudizio e le osservazioni che in altre sedi avevamo espresso affinché il problema dell'utilizzo dell'area restante venga valutato in termini corretti e garantisca il lavoro agli agricoltori.
Poiché il Presidente Viglione è al corrente dei vivaci confronti che ci sono stati su questo argomento, non ho dubbi che si farà carico del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Nell'esprimere un giudizio favorevole sull'iniziativa della Giunta e sulla conclusione a cui è pervenuta, vorrei dare un suggerimento che non serva tanto a questa Giunta, quanto a quella che governerà tra qualche decina di anni. Nella convenzione prevista una clausola che permette al privato l'uso qualificato di una parte dell'area in discussione. Non sarebbe fuori luogo, a mio avviso, introdurre un'indicazione di disponibilità e, qualora questo rapporto si concretizzi e il privato riesca veramente a creare qualche cosa di qualificato, valutare la possibilità per la Regione di rivedere in futuro la decisione attuale proprio in funzione del tipo di risultato che il privato sarà riuscito ad ottenere.
Questa indicazione di comportamento potrebbe stimolare il privato a qualificare maggiormente il suo intervento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'acquisto di quest' area coinvolge una quantità di interessi.
L'utilizzo composito del parco contribuisce a valorizzare e ad abbellire il parco stesso. Come ha detto l'Assessore Rivalta, questo secondo tassello nella cintura di Torino, con quello di Stupinigi, che si aggiungerà quanto prima, e la Mandria, formano un polmone di verde di circa 20 milioni di metri quadrati di terreno, contribuendo a fare di Torino una città con parchi come quelli delle grandi democrazie nordiche (non vogliamo riferirci a Stoccolma che ha 100 mq di verde per abitante!). Torino sta avvicinandosi ai 20 metri di verde per abitante, quindi si sta collocando in una dimensione, sotto questo aspetto, europea.



PRESIDENTE

Conclusa la discussione, pongo in votazione la deliberazione.
"Il Consiglio regionale vista la legge regionale 17/8/1977, n. 42 vista la proposta di deliberazione della Giunta regionale n. 128-14051 dell'8/5/1978 dalla quale risulta l'opportunità di acquisire, per i fini previsti dalla legge sopracitata, un' area di mq 345.041, sita nel Comune di Moncalieri, in località Vallere di proprietà, per mq 340.041, della S.p.A. Vallere Po e, per mq 4.875 della S.p.A. Cartiere Bosso visto il parere espresso dalla I Commissione nella seduta del 29 maggio 1978 visto il seguente schema di contratto di compravendita convenuto con la S.p.A. Vallere Po e con la S.p.A. Cartiere Bosso: 1 Con il presente atto la "Vallere Po S.p.A.", a mezzo del suo legale rappresentante, come sopra espressamente autorizzato, vende e cede alla "Regione Piemonte" che a mezzo suo legale rappresentante, accetta ed acquista, i seguenti beni immobili costituenti la "Cascina Vallere" della superficie complessiva catastale di ettari 34.01.66 (ettari trentaquattro are e centiare sessantasei) situati in territorio del Comune di Moncalieri distinti in catasto terreni di detto Comune alla partita 9289 come segue: F. 2 n. 14 bosco ceduo - Classe 2 - 21.86 - R.D. 52,46 R.A. 2,40 F. 2 n. 15 bosco misto - Classe 2 - 54.47 - R.D. 261,45 - R.A. 20,15 F. 2 n. 16 seminativo - Classe 2 - 9.75.88 - R.D. 6831,16 - R.A.
2342,11 F. 2 n. 18 bosco a.f. - Classe 2 - 5.65.62 - R.D. 2714,98 - R.A. 209,29 F. 3 n. 5 fabbricato rurale - 32.38 F. 3 n. 6 seminativo - Classe 2 - 4.84 - R.D. 33,88 - R.A. 11,62 F. 3 n. 7 orto - Classe 1 - 62.91 - R.D. 1195,29 - R.A. 213,89 F. 4 n. 1 prato irriguo - Classe 2 - 7.25.88 - R.D. 6351,44 - R.A.
2758,34 F. 3 n. 3 bosco misto - Classe 2 - 12.70 - R.D. 60,96 - R.A. 4,70 F. 8 n. 8 seminativo - Classe 2 - 1.15.77 F. 8 n. 271 prato irriguo - Classe 2 - 4.30.95 - R.D. 3770,81 - R.A.
1637,61 F. 2 n. 17 bosco a.f. - Classe 1 - 3.98.40 - R.D. 2589, 61 - R.A.
195,22 totale ettari 34.01.66 Il tutto formante un sol corpo a cui sono coerenti: a Nord: torrente Sangone e proprietà Comune di Torino; a Est: Fiume Po; a Sud: proprietà Miletto Riccardo, Meritano Mario, Ernesto, Natale e Ronco Maria ved.
Meritano, Chianale Carlo, Pietro, Tortello Giovanni, Caravan de Reu; ad Ovest: corso Trieste.
2 Con il presente atto, pure la "Cartiere Bosso S.p.A." a mezzo suo legale rappresentante, come sopra autorizzato, vende e cede alla "Regione Piemonte" che, a mezzo suo legale rappresentante, accetta ed acquista, il seguente appezzamento di terreno in territorio del Comune di Moncalieri indicato in catasto terreni di detto Comune a pagina 2873/8087, come segue: F. 2 n. 286 bosco a.f. - classe 1 - are 48,75 - R.D. 316,87 - R.A.
23,88 (are quarantotto e centiare settantacinque); a cui sono coerenti: a quattro lati la Società "Vallere Po" ed ora la "Regione Piemonte", per i terreni come sopra acquistati.
3 Il fondo venduto risulta delimitato in rosso nella planimetria che firmata dalle parti e da me Notaio, al presente si allega sotto "D", ed alle cui risultanze e quote, dichiarano le parti di fare espresso riferimento, precisandosi che l'appezzamento in mappa indicato con il n.
286 di proprietà della "Cartiere Bosso S.p.A." e che viene dalla stessa venduto alla "Regione Piemonte" è compreso nella delimitazione colorata in rosso.
4 Le vendite sono fatte ed accettate a corpo, per destinazione parco pubblico, attività culturali, sociali, didattiche e scientifiche con tutti i diritti, ragioni, azioni, pertinenze ed accessioni comunque esistenti, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano i beni immobili venduti, e come pervennero alla "Vallere Po S.p.A." per atto 27 marzo 1962 a mio rogito, registrato a Torino il 10 aprile 1962 al n. 27081 ed alla "Cartiere Bosso S.p.A." per atto 3 febbraio 1921 a rogito Notaio Federico Calza, registrato a Torino il 19 febbraio 1921 al n. 4959, ai quali atti si rinvia.
5 Dichiarano le Società venditrici, a mezzo loro legali rappresentanti che i beni venduti sono di loro esclusiva proprietà e disponibilità, liberi e franchi da pesi, vincoli, trascrizioni di pregiudizio ed ipoteche, ad eccezione di quanto infra, e ne promettono ampia garanzia per ogni caso di evizione.
6 Espressamente si dà atto e si conviene: a) I terreni venduti non sono soggetti a locazioni né ad alcun contratto agrario.
b) Macchinari di stretto uso agricolo, nonché le scorte, i concimi sementi, prodotti chimici, combustibili e attrezzi lavori, nonché i mobili ivi esistenti, sono totalmente di proprietà della Società venditrice "Vallere Po" c) I mappali n. 8 del F. 3, n. 1 del F. 4, n. 18 del F. 2, sono gravati di servitù di elettrodotto a favore della Sip ora Enel, per atto autenticato nelle firme dal Notaio Tabacchi di Torino in data 8.2.1957 registrato a Torino Atti Privati il 27.2.1957 al n. 34153.
d) I mappali 271 del F. 3, n. 16 e 17 del F. 2, sono attraversati dalla fognatura di S Pietro che, proveniente dall'abitato di Borgo San Pietro raggiunge l'impianto di depurazione e proseguendo sullo stesso mappale 17 si immette nel Torrente Sangone.
e) Esiste inoltre servitù nei confronti dell' Azienda acquedotto municipale della Città di Torino, per la posa in opera ed il mantenimento nel sottosuolo di conduttura idrica e di cavi elettrici a bassa tensione e servitù di passaggio con contropartita di diritto di allacciamento futuro alla condotta d'acqua, previo ottenimento dell'autorizzazione dal Comune di Moncalieri.
f) I confinanti coltivatori diretti non hanno esercitato il diritto di prelazione a loro spettante ai sensi della legge 11 agosto 1971 n. 817.
g) La "Regione Piemonte" dichiara di essere edotta, a sensi e per gli effetti della legge 6.8.1967 n. 765, che i terreni venduti non fanno parte di una lottizzazione autorizzata e dei vincoli esistenti secondo il piano regolatore di Moncalieri e relative varianti.
h) A favore del fondo sussiste servitù di passaggio per automezzi ed autocarri sulla proprietà della confinante "Caravan de Reu di Notarlo &C.
Snc" sulla striscia di terreno tinteggiata in giallo e circoscritta dalle lettere A.B.F.G.A. della larghezza di metri quattro, nella planimetria allegata all'atto 23/9/1976 a rogito Morini registrato a Torino il 13.10.1976 al n. 32599.
i) La Regione Piemonte concede alla Società "Vallere Po S.p.A.", che, a mezzo suo legale rappresentante, accetta, per la durata di anni 29 (ventinove) da oggi decorrenti, in uso gratuito, l'appezzamento di terreno della superficie di mq 90.000 (novantamila) che risulta delimitato in verde nella planimetria come sopra allegata, nonché l'utilizzazione gratuita, per detta durata, dei locali, per una superficie di circa mq 320 ubicati nel corpo entrostante la facciata dell'edificio denominato "Cascina Vallere" che risultano tinteggiati in verde nella detta planimetria, e concede pure diritto di passaggio sull'area tinteggiata in azzurro nella stessa planimetria.
Inoltre la "Regione Piemonte" garantisce alla beneficiaria della concessione l'utilizzazione dell'acqua di un pozzo ubicato sul confine sud per l'irrigazione del terreno concesso in uso, nonché l'utilizzazione dell'acqua del pozzo ubicato nel cortile all'interno della cascina per usi domestici.
Le spese per tali autorizzazioni sono a carico della "Vallere Po S.p.A." come saranno a carico della "Vallere Po S.p.A." le spese per la buona conservazione dei beni dati in concessione, per tutta la durata della stessa.
L'area delimitata in giallo sarà destinata ad autoparcheggio, e comunque accessibile al pubblico ed alla concessionaria "Vallere Po S.p.A.".
Il terreno oggetto della concessione sarà conservato a destinazione agricola ed ai fini orto-frutti-flori-vivaistici, con colture specializzate richiedenti attrezzature che consentano la conservazione di parte delle culture in ogni stagione dell'anno. La recinzione dell'area, oggetto della concessione, sarà a cura e spese della "Regione Piemonte".
I frutti pendenti al momento della stipulazione dell'atto di trapasso saranno di spettanza della Società "Vallere Po S.p.A.". Qualora la società concessionaria rinunciasse anticipatamente ed integralmente al suo diritto d'uso, con preavviso di almeno dodici mesi, verrà concordata tra le parti l'entità dell'indennizzo.
7 Il corrispettivo della presente vendita, viene tra le parti convenuto in complessive L. 285.000.000 (duecentoottantacinquemilioni) delle quali L.
3.000.000 (tremilioni) per la vendita effettuata dalla "Cartiere Bosso S.p.A.". Tale somma viene pagata seduta stante in buona valuta legale dalla Regione Piemonte per cui dell'intero prezzo le Società venditrici rilasciano ampia e finale quietanza a saldo, con rinuncia ad ogni eventuale diritto d'iscrizione di ipoteca legale e con ampio scarico da responsabilità per il Conservatore dei registri immobiliari di Torino.
"Ritenuto di accogliere la proposta avanzata dalla Giunta regionale visto che alla spesa di L. 285.000.000 si può far fronte con i residui dello stanziamento del cap. 10910 del bilancio 1977 delibera la Giunta regionale è autorizzata ad acquistare il terreno di mq.
345.041 di proprietà, per mq 340166, della S.p.A. Vallere Po., e, per mq 4.875 della S.p.A. Cartiere Bosso, alle condizioni di cui allo schema di contratto, riportato in premessa, con ampia delega alla Giunta stessa per le formalità necessarie per l'acquisizione del suddetto bene nel patrimonio regionale.
Alla spesa di L. 285.000.000 si farà fronte con i residui dello stanziamento del cap. 10910 del bilancio 1977 (imp. 3399).
La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto". Chi approva alzi la mano E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame disegno di legge n. 267: "Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte (rinvio)"


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 267: 'Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte'".
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Non ho partecipato alla riunione del gruppo ristretto e pertanto lascio al Consigliere Cerchio o al Consigliere Marchini, che seguivano il problema, di svolgere la relazione.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Questa legge implica questioni di politica sportiva e comporta una discussione lunga, perciò non ritengo opportuno affrontarla adesso. Gli articoli sono tanti come pure gli emendamenti. Sicuramente il dibattito non può essere strozzato.



PRESIDENTE

Potremmo rinviare la discussione di questa legge alla prossima seduta con l'impegno di iscriverla al primo punto all'ordine del giorno.
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo e sport

Posso essere d'accordo, mantenendo questo impegno, altrimenti corriamo il rischio di far slittare ancora la legge che doveva già essere approvata nel mese di gennaio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Concordo con la richiesta del Consigliere Calsolaro, Questa è una legge che non divide i partiti ma contribuisce alla maturazione politica.
Alla prossima riunione potremo affrontarne la discussione di primo mattino perché è ovvio che a quest'ora si incomincia ad essere un po' nervosi e non sufficientemente sereni per discutere di certi dettagli.



PRESIDENTE

Propongo di sospendere la seduta per pochi minuti per decidere la prosecuzione dei lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 16,35, riprende alle ore 17)



PRESIDENTE

La seduta riprende. La conferenza dei Capigruppo ha deciso di rinviare alla prossima seduta l'esame della legge sull'insegnamento dello sci e di procedere con l'esame di leggi che si possono approvare rapidamente.


Argomento: Emigrazione

Esame progetto di legge n. 317: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori"


PRESIDENTE

Il punto nono all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n.
317: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori".
La parola al relatore, Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele, relatore

Il 15 dicembre 1977 il Consiglio regionale approvava la legge "Interventi regionali in materia di movimenti migratori". La legge prevedeva l'istituzione del la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione e definiva le iniziative attuabili dalla Regione, in collaborazione con i competenti organi dello Stato, al fine: di studiare il fenomeno del movimento migratorio nella Regione di favorire, anche mediante interventi di carattere socio assistenziale, l'inserimento nella vita sociale e produttiva dei lavoratori emigrati all'estero (assimilando agli stessi i lavoratori frontalieri) rientrati definitivamente in Piemonte e delle loro famiglie di favorire la conoscenza, da parte degli emigrati all'estero, del patrimonio letterario, linguistico e culturale del Piemonte di sostenere e incrementare le iniziative che le Associazioni e le organizzazioni nazionali, maggiormente rappresentative a livello regionale assumono per l'elevazione sociale dei lavoratori emigrati all'estero e delle loro famiglie.
La legge prevedeva anche l'assunzione di iniziative per la tutela dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie.
In considerazione di quest'ultima disposizione e, soprattutto dell'esigenza che ogni intervento regionale in materia di movimenti migratori fosse individuato e attuato in modo organico nell'ambito della nuova normativa predisposta, la legge disponeva, all'art. 6, l'assegnazione alla Regione del personale dell'Ente italiano di servizio sociale (Eiss) che alla data del 31.12.1977, operava in Piemonte presso i servizi sociali di base rivolti agli immigrati meridionali.
Conseguentemente alla deliberazione del Cipe in data 11.07.1975, che aveva trasferito alla Regione le attività e le funzioni della Cassa per il Mezzogiorno nei confronti dell'Eiss, il personale di detto Ente, svolgeva infatti la propria attività di carattere sociale sulla base di convenzioni stipulate tra la Regione e l'Eiss e, quindi, secondo le direttive anche della Regione.
Il Governo, rilevando in sede di esame della legge, che l'Ente italiano di servizio sociale è un Ente di natura privatistica e che, quindi l'assegnazione alla Regione del personale di detto Ente prevista all'art. 6 esula dalla competenza regionale e contrasta con l'art. 97 della Costituzione, secondo cui l'assunzione del personale dei pubblici uffici deve avvenire esclusivamente attraverso pubblici concorsi, rinviava la legge al Consiglio regionale.
Al fine di tener conto del predetto rilievo la Giunta regionale, anche alla luce delle verifiche tecniche effettuate, ha predisposto in data 4 aprile 1978 il disegno di legge "Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 1977, n. 63" che consente al personale in questione di poter partecipare ai fini dell'ammissione nel ruolo regionale, ai concorsi previsti dalla stessa legge n. 63/1977.
Definito nel modo sopra accennato e, quindi, autonomamente, il problema relativo al personale dell'Eiss operante in Piemonte, si propone al Consiglio regionale il presente disegno di legge, concernente "Interventi in materia di movimenti migratori".
Gli articoli 1 - 2 - 3 - 4 - 5 e 6 del disegno di legge ripropongono integralmente i testi degli articoli 1 - 2 - 3 - 4 - 5 e 7 della legge già approvata dal Consiglio regionale il 15 dicembre 1977, e sui quali, in sede di esame governativo, non era stato formulato nessun rilievo.
L'art. 7, che prevede gli adempimenti finanziari, è stato necessariamente riformulato, stante l'intervenuta approvazione del bilancio per l'anno 1978 e pluriennale e l'entrata in vigore della nuova normativa in materia di contabilità regionale. L'art 8, di nuova formulazione prevede l'entrata in vigore della legge con carattere d'urgenza.
Si è infatti sentita la necessità di aggiungere al precedente dispositivo tale norma in relazione a due motivazioni. La prima deriva dal fatto che a seguito del rigetto, tutta la legge non ha potuto entrare in vigore e pertanto non si è potuto attuare quanto in essa previsto ed, in particolare, non si è potuto provvedere all'istituzione della Consulta.
Il secondo motivo che ha determinato la stesura dell'art. 8 è dovuto alla necessità di mettere fine al perdurare della stasi legislativa nella particolare materia e dare una doverosa risposta alle istanze sempre più pressanti che provengono da tanti interessati che si attendono che anche il Piemonte si allinei alle altre Regioni che già hanno operanti gli strumenti.
Con questa seconda e definitiva approvazione anche la nostra Regione potrà incamminarsi di concerto con le altre Regioni, sulla strada dei reciproci scambi di esperienze, partecipando con la Consulta alla prossima conferenza nazionale ed avrà la possibilità di far conoscere all'Autorità di Governo il proprio parere in merito all'importantissimo problema soprattutto in un momento così difficile per l'occupazione non solo interna, ma anche all'estero, in Europa specialmente.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola, procediamo alla votazione degli articoli.
"Articolo 1 - La Regione Piemonte, nell' ambito delle finalità fissate dal proprio Statuto in ordine al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e di progresso sociale, in collaborazione con i competenti Organi dello Stato, promuove iniziative a tutela dei lavoratori emigrati e delle loro famiglie ed attua forme di solidarietà volte a rinsaldare i rapporti tra i lavoratori emigrati e la Regione Piemonte. La Regione assume inoltre, iniziative a tutela dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie.
Per i fini di cui al precedente comma, la Regione: a) istituisce la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione b) promuove studi e ricerche sul fenomeno dei movimenti migratori ed individua le aree regionali nelle quali più intenso è il movimento di migrazione e le caratteristiche socio-economiche del fenomeno migratorio per ciascuna zona c) attua interventi di carattere socio-assistenziale, concedendo in particolare, tramite i Comuni: contributi di prima sistemazione o di accoglimento ai lavoratori emigrati all'estero che rientrino definitivamente in Piemonte e che versino in disagiate condizioni economiche, anche al fine di favorirne l'inserimento nella vita sociale e produttiva contributi per l'assistenza e la riabilitazione ai lavoratori emigrati all'estero affetti da malattie professionali, non altrimenti assistiti sussidi straordinari alle famiglie dei lavoratori emigrati all'estero che risiedano nel territorio regionale o che vi rientrino definitivamente che si trovino in particolari condizioni di bisogno assegni di studio per la frequenza delle scuole di ogni ordine e grado agli orfani e ai figli dei lavoratori piemontesi emigrati all'estero che non usufruiscono di altri analoghi benefici d) favorisce la conoscenza, da parte degli emigrati all'estero, del patrimonio letterario, linguistico e culturale del Piemonte e) sostiene ed incrementa le iniziative delle Associazioni e organizzazioni di cui alla lettera e) del successivo articolo 3 per l'elevazione sociale dei lavoratori piemontesi emigrati all'estero e delle loro famiglie.
I frontalieri sono considerati, agli effetti della presente legge, dei lavoratori emigrati che lavorano all'estero".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - La Giunta regionale, sentito il parere della Consulta di cui al successivo art. 3, propone, per la sua approvazione, al Consiglio regionale il programma annuale degli interventi di cui al precedente articolo 1.
Nel programma saranno anche previste le modalità per la gestione dei fondi da concedersi ai Comuni per le finalità di cui alla lettera c) del precedente articolo 1 e per la concessione, da parte della Giunta regionale, dei contributi previsti dalle lettere d) ed e) dello stesso articolo 1.
Alla realizzazione dell'attività di studio e di ricerca provvede la Giunta regionale avvalendosi dell'Ires o conferendo specifici incarichi a norma della legge regionale 4 gennaio 1973 n. 1.".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
"Articolo 3 - Presso la Giunta regionale è istituita la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione.
La Consulta è composta: a) dall'Assessore regionale al lavoro che la presiede b) dal Presidente della Commissione permanente del Consiglio regionale competente per i problemi del lavoro, o da un suo delegato c) da 6 rappresentanti delle Amministrazioni comunali della Regione designati dalla sezione regionale dell'Anci d) da 3 rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative in campo nazionale e) da 8 rappresentanti delle Associazioni ed organizzazioni a carattere nazionale, maggiormente rappresentative a livello regionale che operano in Italia ed all'estero a favore degli immigrati, emigrati, frontalieri e le loro famiglie f) da 5 rappresentanti degli Istituti di patronato ed assistenza sociale a carattere nazionale che assistono gli immigrati, emigrati frontalieri e le loro famiglie g) da 4 rappresentanti delle Associazioni regionali degli industriali degli artigiani, dei commercianti e degli agricoltori h) da 5 membri nominati dal Consiglio regionale.
Alla nomina dei membri della Consulta di cui alle lettere e), f), g) provvede il Consiglio regionale su designazione delle singole organizzazioni.
Le funzioni di segreteria della Consulta sono esercitate da un funzionario designato d'intesa tra l'Assessore regionale ai problemi del lavoro e dell'immigrazione ed il Presidente della Commissione permanente del Consiglio regionale di cui al precedente punto b). Ogni qualvolta sia ritenuto utile, il Presidente invita a partecipare ai lavori della Consulta rappresentanti di amministrazioni, associazioni ed enti interessati agli argomenti posti in esame.
La Consulta è convocata di norma almeno ogni quattro mesi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - La Consulta è costituita con decreto del Presidente della Giunta regionale e resta in carica per la durata della legislatura regionale.
Ai componenti della Consulta sono corrisposti, se dovuti, i compensi di cui alla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - La Consulta regionale dell' emigrazione e dell'immigrazione ha il compito di : proporre alla Giunta regionale l'effettuazione degli studi e delle ricerche di cui al punto b) del precedente art. 1 esprimere parere alla Giunta regionale sulla proposta di programma di cui al precedente art. 2 esprimere parere sui problemi di inserimento nelle attività produttive e nella vita sociale dei cittadini immigrati e dei lavoratori che rientrano dall'estero formulare proposte sul potenziamento dei servizi sociali esistenti in ciascuna zona, al fine di sopperire ai bisogni delle comunità nelle quali più rilevante è l'apporto costituito da lavoratori provenienti da altre località e dalle loro famiglie esprimere parere sui piani di programmazione regionale, formulando proposte in materia di piena occupazione nel quadro delle esigenze di un armonico sviluppo territoriale segnalare l'opportunità di proporre al Parlamento, ai sensi dell'art.
121 della Costituzione, provvedimenti ed iniziative tendenti a tutelare i diritti degli emigrati e delle loro famiglie e suggerire l'adozione di provvedimenti e di iniziative a tutela degli immigrati e delle loro famiglie, nell'ambito della competenza regionale formulare alla Giunta regionale proposte per la designazione dei rappresentanti degli emigrati all'estero e degli emigrati interni negli Enti ed organismi che hanno funzioni o competenze in rapporto ai problemi dell'emigrazione e dell'immigrazione esprimere parere su ogni altro argomento sottoposto all'esame della stessa Consulta dai competenti organi della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Per l'attuazione della presente legge la Regione si avvale: a) degli stanziamenti regionali annui di cui all'art. 7 della presente legge b) dei contributi o rimborsi del fondo sociale europeo c) degli eventuali contributi dello Stato.
Le entrate previste alle lettere b) e c) del precedente comma saranno introitate per l'anno finanziario 1978 e per ciascuno degli anni finanziari successivi in appositi capitoli da istituire nello stato di previsione dell'entrata di ciascun bilancio, rispettivamente denominati: 'Assegnazioni derivanti da contributi e rimborsi del fondo sociale europeo per interventi a favore degli emigrati e degli immigrati e delle loro famiglie'.
Negli stati di previsione della spesa dei corrispondenti bilanci saranno correlativamente iscritti appositi capitoli rispettivamente denominati 'Contributi o rimborsi del fondo sociale europeo per interventi a favore degli emigrati e degli immigrati e delle loro famiglie' e 'Contributi dello Stato per interventi a favore degli emigrati e degli immigrati e delle loro famiglie'.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Articolo 7 - Per le attività di studio e di ricerca di cui al precedente articolo 1, lettera b) è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L. 25.000.000.
Lo stanziamento del capitolo n. 2250 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978 sarà conseguentemente integrato di L.
25.000.000, in termini di competenza e di cassa, mediante contestuale riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e in termini di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo 12500 dello stato di previsione medesimo.
Per l'attuazione degli interventi di cui al precedente articolo 1 lettere c), d) ed e), è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L. 100 milioni; nel bilancio per tale anno sarà conseguentemente iscritto apposito capitolo denominato 'lnterventi in materia di migrazioni', con lo stanziamento di 100 milioni in termini di competenza e di cassa, dietro contestuale riduzione, di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
Per il funzionamento della Consulta di cui al precedente articolo 3 è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L. 5.000.000, cui si provvede con la disponibilità esistente al capitolo n. 1900 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno.
Le spese derivanti dall'attuazione della presente legge per l'anno finanziario 1979 e per gli anni successivi saranno determinate con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - La presente legge è dichiarata urgente, a termini dell'art. 45, sesto comma dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Passiamo ora alla votazione finale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 319 "Rimborso spese di viaggio e trasferta ai componenti il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto decimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 319 "Rimborso spese di viaggio e trasferta ai componenti il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo" La parola al relatore, Consigliere Dadone.



DADONE Pietro, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'art. 5 della legge 14 aprile 1975 n. 103, prevede l'istituzione di un Comitato regionale per il servizio radio-televisivo per ogni Regione, regolandone la composizione, disponendo alcuni casi di incompatibilità dei suoi componenti, disciplinando altri aspetti della materia, e stabilendo, in particolare, che il mandato dei componenti stessi sia gratuito.
E' parso opportuno che la partecipazione ai lavori del Comitato da parte dei suoi componenti, la gratuità del cui mandato imposta dalla normativa statale non viene qui discusso, non venga addirittura disincentivata dalle spese che essi possono incontrare. La possibilità per la Regione di disporre legislativamente il rimborso di tali spese deve essere valutata sulla base della compatibilità del rimborso stesso con la suddetta gratuità del mandato. Questa compatibilità può essere sostenuta: la gratuità del mandato esclude che questo possa essere fonte di reddito di tipo professionale, o comunque possa fruttare mezzi che, per quanto ridotti, possano essere destinati dal percipiente a far fronte ai propri bisogni. Il rimborso delle spese di viaggio, ed anche la corresponsione di un'indennità di trasferta, in quanto destinata a coprire i costi di soggiorno che la partecipazione alle sedute del Comitato richiede viceversa, sono destinati ad evitare solo che questa partecipazione si traduca addirittura in un aggravio economico per il partecipante.
E' anche parso opportuno parificare all'ipotesi della partecipazione alle sedute del Comitato, quella della partecipazione a sedute di altri organi collegiali, e comunque dell'espletamento di missioni che il componente il Comitato, in questa sua qualità, compia in nome e per conto del Comitato stesso, su regolare deliberazione di questo.
Per la quantificazione del rimborso delle spese di viaggio, e dell'indennità di trasferta, è sembrato opportuno far riferimento alla normativa generale adottata dalla Regione Piemonte sui compensi ai componenti di Commissioni, Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale di cui alla legge 2 luglio 1976, n. 33 s'intende solo per la parte che qui interessa.
La I Commissione ha licenziato all'unanimità questa legge e invita il Consiglio a dare la sua approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, darò voto contrario a questo disegno di legge per due ragioni: la prima è che, nonostante l'eleganza formale con la quale si è superato il contrasto della normativa statale della legge 14 aprile 1975 n. 103, parlando di "rimborso spese e di viaggio", il mandato non è più gratuito ma viene ad essere, sotto questa voce, retribuito. La seconda ragione è che nei confronti del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo, il mio Gruppo è stato costretto dalla faziosità delle altri parti politiche ad assumere una posizione decisamente critica. Questo Comitato infatti si sarebbe dovuto porre come garante dell'intera assemblea regionale sul delicatissimo problema dell'informazione; in realtà è stato lottizzato tra alcune forze politiche, motivo per cui non vediamo perch dobbiamo concorrere con il nostro voto a finanziare l'attività cui sono stati designati rappresentanti di altri partiti politici.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione dell'articolo unico.
"Articolo unico - Ai componenti il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo previsto dall'art. 5 della legge 14 aprile 1975, n. 103 spetta il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di trasferta nella misura prevista dall'art. 3 della legge della Regione Piemonte 2 luglio 1976, n. 33.
Il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di trasferta suddetti spettano: a) per la partecipazione a sedute del Comitato regionale che si tengano in luogo diverso dal Comune di residenza del componente b) per la partecipazione a seduta di altri organi collegiali e, in genere, per l'espletamento di missioni da parte del componente in luogo diverso dal suo Comune di residenza, in nome e per conto del Comitato regionale, e su deliberazione di questo".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'articolo unico è approvato.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame progetto di legge n. 320: "Modifica ed integrazione art. 7 legge regionale 16.1.1978, n. 4 'Iniziativa popolare e degli Enti locali e referendum abrogativo e consultivo"


PRESIDENTE

Il punto undecimo all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n. 320: "Modifica ed integrazione art. 7 legge regionale 16.1.1978, n. 4 'Iniziativa popolare e degli Enti locali e referendum abrogativo e consultivo".
Nessuno chiede di parlare, vi dò lettura dell'articolo unico.
"Articolo unico - Dopo il primo comma dell'art. 7 della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 è aggiunto il seguente comma: 'Per rilevanti difficoltà nella verifica della documentazione tale termine può essere prorogato fino ad un massimo di 90 giorni con deliberazione motivata dall'Ufficio di Presidenza da comunicare ai promotori o ai delegati'".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'articolo unico è approvato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,20)



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