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Dettaglio seduta n.190 del 27/04/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è Aperta.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali relativi alle precedenti sedute del 18 aprile sono approvati.
Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione occupazionale alla Manifattura Lane di Carignano: atteggiamento della Giunta regionale"



PRESIDENTE

Possiamo senz'altro passare all'esame di alcune interrogazioni per le quali mi pare vi sia la presenza sia degli interroganti che degli Assessori competenti. La prima è l'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione occupazionale alla Manifattura Lane di Carignano: atteggiamento della Giunta regionale".
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signori Consiglieri, a fronte della crisi che con alterne vicende ha investito il settore tessile, debbo premettere alcune considerazioni generali sul problema sollevato dal Consigliere Cerchio.
Il settore tessile, nel suo insieme, deve essere considerato come un ramo dell'economia italiana a cui non si può rinunciare nemmeno come scelta strategica di carattere generale rispetto alla configurazione complessiva dell'assetto industriale, per vari motivi: il livello di occupazione che riesce ad assicurare, il ruolo determinante che esercita in alcune aree produttive e il volume dell'esportazione.
La situazione della Provincia di Torino, pur essendo dominata dal settore dell'abbigliamento e, in seconda fila, dal ramo tessile (filatura tessitura), vede la significativa presenza in tutti i comparti del settore a eccezione della calzetteria, ed un 'alta concentrazione nel settore amiantiero con predominio interno della produzione di freni e frizioni. Gli addetti si aggirano complessivamente attorno alle 26 mila unità.
Va tenuto nel debito conto il fatto che i paesi emergenti, che sono anche nostri fornitori di cotone, lino, canapa e juta, hanno continuamente alzato i prezzi delle materie prime e tendono sempre più ad esportare prodotti semilavorati in base all'assunto che la prima fase dell'industrializzazione di una nazione è l'impianto di fabbriche tessili che sono le uniche a richiedere investimenti relativamente scarsi per ogni posto di lavoro. A ciò va aggiunto il costo totale del lavoro completamente a loro favore, e che li rende estremamente competitivi. Il salario medio di quei Paesi infatti assomma a circa un terzo dei nostri- A ciò si aggiunge la giornata lavorativa media di dieci ore per circa sei giorni alla settimana e la pressoché nulla incidenza degli oneri sociali. In tale situazione, a vantaggio dell'industria italiana resta la qualità dei manufatti che è ancora sensibilmente superiore a quella dei Paesi emergenti E' in questa situazione di carattere generale che occorre valutare la situazione della Manifattura Lane di Carignano.
Infatti tra il 1972 e il 1973 la Bona e Dellani, nome dell'azienda prima dell'intervento Gepi, ebbe una grave crisi dovuta alla situazione di mercato e a una disastrosa gestione finanziaria. La Gepi decise di intervenire concordando con le organizzazioni sindacali un piano di ristrutturazione che potesse riportare l'azienda a livelli nuovamente competitivi. Sia nel piano di ristrutturazione che negli accordi più recenti intervenuti tra la Gepi e le organizzazioni sindacali, è sempre stata confermata l'intenzione di mantenere invariato il livello occupazionale presente nell'azienda (310320 unità). Purtroppo l'accresciuto indice di crisi e il contemporaneo aumento di produttività legato all'inserimento di macchinari tecnologicamente più avanzati,ha fatto sì che dal 1976 ad oggi si siano già perdute 40/45 unità lavorative. Le organizzazioni sindacali e il consiglio di fabbrica, preoccupati per l'andamento dell'occupazione all'interno dello stabilimento, hanno ritenuto opportuno interessare l'Assessorato al lavoro, il quale ha immediatamente contattato la direzione aziendale per ottenere un colloquio.
Sono emerse le difficoltà esposte, difficoltà che, secondo il parere dell'azienda, sono state generate anche da un apparato impiegatizio assoluta me n te sproporzionato rispetto al numero degli addetti produttivi (55 su 300). L'azienda, pur essendosi dichiarata disponibile ad ulteriori colloqui per fornire altri chiarimenti, anche alla presenza delle organizzazioni sindacali, sosterrà per il futuro una politica tendente a ridurre il quadro impiegatizio di almeno dieci unità e, per quanto riguarda il personale operaio, di almeno 20/25 unità.
Alle riunioni svoltesi presso l'Assessorato era anche presente il Sindaco di Carignano il quale ha convenuto con la direzione aziendale sul fatto che il problema delle 25 unità produttive non avrebbero costituito una grossa questione poiché sarebbero state facilmente collocabili in aziende vicine o perché prossime all'età pensionabile, mentre forti preoccupazioni derivano dalla quasi impossibile collocazione in altre realtà delle dieci unità giudicate esuberanti. Un altro grosso problema anche se non pressante, è quello costituito dalla volontà della direzione aziendale di eliminare un intero reparto (rammendo) giudicato troppo oneroso. La lavorazione, che naturalmente viene mantenuta, verrebbe dirottata a piccole aziende artigiane del Biellese.
Su questo particolare problema l'azienda è disposta a confrontarsi data anche la maggiore disponibilità di tempo. L'azienda comunque ritiene che questi interventi tendenti a ridurre i livelli occupazionali siano una premessa necessaria per riavviare l'attività su base solide e competitive.
Inoltre l'azienda ritiene, superata questa fase generata dal momento particolare, di ritornare sul livello occupazionale del 1973.
L'Assessorato, in accordo con il Sindaco di Carignano e aderendo alla richiesta delle organizzazioni sindacali, ha immediatamente interessato la direzione della società Gepi per verificare la possibilità di ricercare soluzioni concrete a questi problemi. Posso inoltre informare che nella prima settimana di maggio è già previsto un incontro congiunto tra direzione e organizzazioni sindacali.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Alasia per la risposta, inquadrata in un discorso molto più vasto di quello della Manifattura Lane di Carignano. Il problema è interdipendente da altri nell'ambito del settore, queste situazioni investono anche altre realtà come quella del Chierese che è stata oggetto di un dibattito tenutosi in un Consiglio comunale aperto di Chieri, e di contatti intercorsi tra le organizzazioni sindacali e la Regione in questi ultimi tempi.
Il settore tessile non è da abbandonare, così come parrebbe invece emergere da alcune affermazioni a livello governativo, soprattutto per il ruolo che esso ha sempre esercitato storicamente ed economicamente in Italia ed inoltre perché rappresenta una alternativa alla produzione monoindustriale che è imperante nella nostra Regione.
Sono lieto di apprendere che vi è una possibilità di soluzione concordata fra Enti locali e organizzazioni sindacali e sarò grato all'Assessore se vorrà informarmi dei futuri incontri. Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.
Interrogazione urgente del Consigliere Cerchio: "Atteggiamento della Giunta sulla situazione dell'Ospedale di Castellamonte"



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione urgente del Consigliere Cerchio: "Atteggiamento della Giunta sulla situazione dell'Ospedale di Castellamonte". Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Il vuoto di programmazione da lei lamentato ha un senso se rapportato alla struttura regionale in quanto tale e non se rapportato alla Giunta regionale attualmente in carica in quanto la carenza totale di indicazioni programmatiche generali, accompagnata da una assolutamente scoordinata incentivazione di Enti ospedalieri spesso distanti pochi chilometri l'uno dall'altro, come appunto Castellamonte e Cuorgné, ha contraddistinto l'attività della prima legislatura regionale; mentre l'attuale Giunta dovendo ricuperare una situazione caotica e disastrosa, in un momento in cui grosse novità si profilano in campo nazionale e la stretta finanziaria si faceva drammatica, ha provveduto ad emanare alcune chiare linee generali contenute nel Piano di sviluppo - area 4, servizi sanitari e sociali - e approvate dal Consiglio regionale nell'estate 1973.
Tali linee sono contenute nelle pagine 282, 288 del testo stampato attualmente in distribuzione e si possono sintetizzare come segue. Ogni ospedale deve avere carattere generale e non specialistico. Ogni presidio deve essere integrato in rete regionale. Territorialmente ogni zona sanitaria deve fare riferimento ad un'unica struttura ospedaliera.
Il documento di piano attualmente indiscrezioni giornalistiche che possono riguardare materie note e anche materie non note, si tratta di una proposta fatta dalla Sorin - S.p.A, del Gruppo Fiat e proprietaria delle aree libere in gran parte site nel Comune di Saluggia, per l'utilizzo delle aree medesime a scopo industriale per industrie varie. Questo è l'unico dato esistente.
A Saluggia c'è però un altro elemento che è quello della Sorin Biomedica, società del Gruppo Fiat, la cui attività si svolge già nel Comune di Saluggia e dovrebbe ampliarsi con programmi concordati con il Comune, con il Consiglio di fabbrica e le organizzazioni sindacali Tuttavia è scoppiato un "caso Saluggia" (e l'interrogazione del Consigliere Franzi lo evidenzia), quando il Comune di Saluggia è stato compreso nella deliberazione della Giunta regionale proposta al Consiglio per le aree da considerare insufficientemente sviluppate ai sensi del D.P.R. 183, alle quali pertanto potrebbero essere concesse agevolazioni creditizie per nuovi impianti o ampliamenti di impianti esistenti di piccole e medie imprese.
Questo evidentemente non riguarda la Sorin Biomedica non trattandosi di piccola impresa, ma potrebbe riguardare ipoteticamente nuovi insediamenti nelle aree ancora libere di proprietà della società. La Giunta regionale aveva inserito il Comune di Saluggia nell'elenco delle aree insufficientemente sviluppate per le potenzialità di insediamenti produttivi, collegati alle attività di ricerca della Sorin e del C.N.R., ad alto contenuto tecnologico.
Alla Giunta è parso opportuno non tralasciare tali potenzialità che avrebbero potuto incentivare in quel Comune la localizzazione di insediamenti di un certo rilievo di cui lamentiamo la mancanza non solo nella Regione ma addirittura nel Paese. Questa ipotesi si muove su un piano nettamente distinto rispetto al possibile utilizzo che potrebbe venire da una proposta interna al Gruppo Fiat in quanto l'individuazione di quell'area ha un senso, mentre i progetti di utilizzo delle aree libere da parte dellà società proprietaria ha un senso del tutto diverso e a noi non interessa.
In particolare, non sarebbe ammissibile che Saluggia diventasse un'area industriale di grandi dimensioni con insediamenti indiscriminati, diversi da quelli legati alle attività esistenti e abbiamo dato assicurazioni che insediamenti tali da configurare Saluggia come polo alternativo al pari di quello di Vercelli non dovrebbero essere consentiti. L'area industriale di Vercelli, per i rilevanti attentati ai livelli occupazionali in atto soprattutto in conseguenza della crisi della Montefibre, ha la priorità assoluta non solo nel Comprensorio, ma in tutto il Piemonte. Cionondimento ci pareva che Saluggia, con quelle caratteristiche che ho indicato, potesse rappresentare una ipotesi diversa senza nessun intervento della Regione per quanto riguarda le infrastrutture. Se quell'area dovesse rientrare tra quelle insufficientemente sviluppate, la Regione avrebbe il controllo delle iniziative coperte da credito agevolato perché, in quel caso e non solo in quel caso, gli Istituti di credito trasmetterebbero copia della domanda contenente le caratteristiche economiche e produttive degli investimenti.
Il Cipi, contrariamente alle proposte della Regione, ha determinato l'elenco dei Comuni insufficientemente sviluppati su parametri fissi in base ad alcuni indici di presunto sottosviluppo.
Malgrado il Cipi consenta alla Regione di integrare l'elenco con altre aree individuate dalle linee di assetto territoriale, è presumibile che non sia consentito di ampliare molto la prima individuazione. Probabilmente la materia dovrà essere ripresa dal Consiglio. A questo proposito la Giunta ha già esaminato ipotesi ulteriori per ridurre il numero dei Comuni insufficientemente sviluppati e saranno presentati probabilmente oggi alla Commissione competente i documenti di lavoro sulla base dei quali poter rapidamente concludere l'individuazione delle aree. Il problema rimane ancora aperto e toccherà al Consiglio valutare se convenga o meno considerare quell'area tra quelle depresse del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Prendo atto della dettagliata relazione dell'Assessore Simonelli soprattutto dell'ultima comunicazione in ordine alla decisione che spetterebbe al Consiglio. La mia preoccupazione era scaturita da una pubblicazione della Gazzetta del Popolo circa l'insediamento di 28 unità lavorative con occupazione di 1200 lavoratori e poiché il programma era volto a sostenere le aree di Vercelli, Casale, Mondovì e Borgosesia, mi chiedevo perché la Regione non favorisse le iniziative in quelle zone secondo le idee determinate non soltanto dalle precedenti deliberazioni, ma soprattutto dal Piano di consegnato in sede di V Commissione chiarisce come alla luce della legge n. 41 del 1976 e n. 39 e 43 del 1977 esistono ruoli specifici programmatori della Regione che saranno espressi nella legge di piano di prossima presentazione del Comprensorio come decentramento dell'attività regionale della zona sanitaria. Deve essere ben chiaro quindi che il territorio è guida della programmazione sanitaria e sul territorio le entità aggregative configurate dal Consiglio regionale sono la base di riferimento per la valutazione delle strutture.
Quindi concretamente mediante gli strumenti previsti dal Piano di sviluppo e consentiti dalle attuali leggi, cioè la fusione o la riconversione, nonché con gli strumenti che la riforma sanitaria metterà a disposizione, sulla base dei criteri contenuti nella legge di piano di prossima presentazione, la zona socio-sanitaria e il Comprensorio completeranno l'attività programmatoria regionale per le rispettive competenze sottoponendo all'approvazione definitiva del Consiglio regionale il piano comprensoriale e al suo interno i programmi zonali.
Non è quindi possibile parlare attualmente dei problemi dei singoli enti ospedalieri dissociatamente dal contesto territoriale in cui si trovano.
In particolare per Castellamonte, secondo le indicazioni del Piano di sviluppo, dando per scontata la fusione con Ivrea o comunque il riferimento di entrambi gli enti all'unità locale dei servizi n. 40, secondo quanto provvederà la riforma sanitaria, il programma di riconversione e di integrazione di eventuale riunificazione o meno delle due sedi si porrà in termini realistici attraverso un'analisi complessiva delle necessità, il che consentirà di adottare dei programmi immediati a breve, medio e lungo termine calcolando l'utilizzabilità del patrimonio edilizio, lo stato dei servizi, la razionale aggregazione di essi, l'utilizzabilità da parte della popolazione.
Questa analisi vedrà la zona interessata in prima persona, n mancheranno le occasioni di confronto sullo specifico, purché si tenga ben conto fin da ora che per le esigenze locali si devono intendere non quelle dei medici di Castellamonte o di altra aggregazione spontanea, ma quelle della zona 40 e del Comprensorio n. 2 di Ivrea.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Mi consenta l'Assessore di dichiararmi insoddisfatto della risposta. In effetti quando indicavamo un vuoto di programmazione nella politica sanitaria ospedaliera della Regione intendevamo soprattutto esprimere il disappunto degli amministratori a livello periferico per la scarsa conoscenza della situazione, in quanto essi vengono purtroppo informati semplicemente da voci e non da quel confronto a cui faceva riferimento nella dichiarazione verbale l'Assessore, promettendo occasioni di dibattito con gli operatori della periferia.
In effetti sul problema specifico dell'ospedale di Castellamonte si sono intrecciate petizioni, dibattiti nei Consigli comunali della zona voci di ridimensionamenti, ristrutturazioni e creazione alternativa di un poliambulatorio al posto dell'ospedale senza che venisse una voce ufficiale dalla Regione. La specifica dichiarazione di un incontro tra le forze politiche nel Consiglio comunale di Castellamonte non si è verificata tant'è vero che si è attuato un incontro tra l'Assessorato regionale, il vecchio Presidente, socialista, il nuovo Presidente, comunista dell'ospedale, il vecchio ed il nuovo Sindaco di Castellamonte senza avere coinvolto le forze politiche e gli stessi socialisti locali che avevano sollecitato questo problema.
Ci lascia perplessi la risposta. Speriamo che l'incontro promesso possa, almeno dopo questa interrogazione, avvenire alla presenza di tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Intenzioni della Fiat di realizzare a Saluggia una nuova area produttiva: atteggiamento della Giunta"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Franzi: "Intenzioni della Fiat di realizzare a Saluggia una nuova area produttiva: atteggiamento della Giunta". Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Come ho già avuto modo di anticipare, a proposito di Saluggia, per quanto è dato sapere alla Giunta, al di là delle sviluppo regionale. Sulle attività collegate al centro di ricerche Sorin e al CNR non ho nulla da eccepire, tuttavia ritengo ci si debba preoccupare degli insediamenti rilevanti in quella zona ad evitare grossi scompensi a tutta la comunità di Saluggia. Mi pare che anche l'Amministrazione comunale non si sia espressa favorevolmente. Nel ringraziare l'Assessore Simonelli della risposta lo pregherei, unitamente all'Assessore al lavoro, di tenere in evidenza lo sviluppo delle aree di Vercelli e di Casale soprattutto per evitare insediamenti non , programmati.



PRESIDENTE

Abbiamo così concluso le interrogazioni.
Le interrogazioni dei Consiglieri in congedo saranno rinviate alla prossima seduta, mentre a quelle dei Consiglieri non ancora presenti sarà data risposta per iscritto. Gli Assessori che dovevano rispondere, secondo le comunicazioni della Giunta, e che non sono presenti, saranno da me censurati.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Intenzioni della Fiat di realizzare a Saluggia una nuova area produttiva: atteggiamento della Giunta"

Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Ariotti, Chiabrando, Ferraris Fiorini, Oberto, Petrini, Picco, Paganelli, Rivalta e Minucci.
Considerate queste assenze il numero legale per l'approvazione delle leggi è 26.


Argomento:

Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: Disegno di legge n. 310: "Legge regionale 4 giugno 1975 n. 47 modifiche - Legge regionale 15 novembre 1976 n. 57, rettifica art- 4 primo comma", presentato dalla Giunta regionale in data 18 aprile 1978 Disegno di legge n. 311: "Sanzioni per irregolarità rilevate nell'esercizio dei servizi di trasporto. Modifica alla legge regionale 6/4/78, n. 16", presentato dalla Giunta regionale in data 18 aprile 1978 Proposta di legge n. 312: "Istituzione del fondo di solidarietà 'Roberto Crescenzio'", presentata dai Consiglieri Alberton, Martini, Vietti, Petrini, Menozzi, Beltrami, Cerchio e Genovese in data 19 aprile 1978 Proposta di legge n. 313: "Modificazioni alla legge regionale 25 giugno 1976, n. 32", presentata dai Consiglieri Calsolaro, Oberto, Bono, Graglia in data 21 aprile 1978.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario di Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 22/3/1978: "Concessione di ulteriore termine per il perfezionamento delle istanze presentate ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 2 della legge regionale 31/8/77 n. 46 sulle calamità naturali, e modifica dell'art. 6 della legge stessa" alla legge regionale 22/3/1978: "Rifinanziamento per l'anno 1977 della legge regionale 19/11/75 'Interventi regionali in materia di sistemazione di bacini montani, opere idrauliche forestali, opere idrauliche di competenza regionale' " alla legge regionale del 22/3/1978: "Norme per la formazione e l'approvazione dei piani zonali di sviluppo agricolo".


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario di Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 22/3/1978: "Istituzione del museo regionale di scienze naturali".
Le comunicazioni del Presidente sono terminate.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame disegno di legge n. 300 "lnterventi a favore delle attività produttive nelle zone colpite dalle alluvioni dell'ottobre 1977 nella provincia di Alessandria" (rinvio)


PRESIDENTE

Punto quinto all'o.d.g.: Esame disegno di legge n- 300 "Interventi a favore delle attività produttive nelle zone colpite dalle alluvioni dell'ottobre 1977 nella provincia di Alessandria". Relatore è il Consigliere Debenedetti che ha facoltà di parlare.



DEBENEDETTI Mario, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'alluvione abbattutasi nei giorni 7, 8 e 9 ottobre 1977, oltre a portare lutti, rovine e disagi alla popolazione, ha provocato danni ingentissimi in tutto il Piemonte calcolati approssimativamente in 145 miliardi di lire, danneggiando opere pubbliche (per 60 miliardi), e aziende agricole commerciali, industriali ed artigiane (per 95 miliardi).
La provincia di Alessandria è stata la più colpita ed i danni alle attività produttive risultano di circa 76 miliardi, così suddivisi: Settore agricoltura - L. 50.262.000.000 Settore industriale - L. 11.128.500.000 Settore commercio - L. 7.669.000.000 Settore artigianato - L. 6.920.500.000 Per le aziende che sono state gravemente danneggiate si impongono dunque decisioni rapide e determinanti. Tali decisioni dovrebbero trovare riscontro, oltre che nelle previdenze regolate da interventi governativi anche sulla possibilità di ottenere finanziamenti a tasso altamente agevolato onde far fronte alle spese di immediato ripristino dell'attività.
La Camera di Commercio di Alessandria, i Comuni alluvionati e l'Amministrazione provinciale hanno deciso, in attesa dell'applicazione della legge governativa, la costituzione di un fondo per il finanziamento a breve termine delle imprese alluvionate della provincia di Alessandria.
Il fondo sarà dotato di 300 milioni e sarà formato dai seguenti versamenti: Camera di Commercio, industria, agricoltura e artigianato di Alessandria L. 100 milioni; Regione Piemonte L. 75 milioni Provincia di Alessandria L. 50 milioni Comuni alluvionati (n. 7) L. 75 milioni.
Il fondo che opera attraverso interventi in conto interesse sui finanziamenti che gli Istituti di credito accordano al tasso del 12,50% a favore delle attività produttive danneggiate (10% a carico del fondo più 2,50% a carico del richiedente). La Giunta regionale ha ritenuto doveroso aderire all'iniziativa ed ha pertanto predisposto il presente disegno di legge che viene sottoposto al Consiglio regionale per l'approvazione. Con l'art. 1 si autorizza la partecipazione della Regione Piemonte al fondo presso la Camera di Commercio, industria, agricoltura e artigianato della provincia di Alessandria; l'art. 2 stabilisce la quota regionale di partecipazione fissata in L.75 milioni e con l'art. 3 si dichiara l'urgenza della legge regionale.
Questa iniziativa vuol essere un significativo e doveroso contributo regionale alle popolazioni della provincia di Alessandria così dolorosamente colpite dalle alluvioni dell'ottobre scorso.



PRESIDENTE

Chiede la parola l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Com'è noto, successivamente alle alluvioni si sono verificati, in particolare nella provincia di Alessandria, alcuni danni alle attività produttive, con crolli di capannoni industriali e agricoli, e alle opere pubbliche a causa delle nevicate straordinarie. L'orientamento per quanto riguarda gli interventi dell'agricoltura e delle opere pubbliche è quello di estendere gli effetti delle leggi che si stanno formulando anche agli eventi calamitosi successivi alle alluvioni. Proporrei di attuare analoga estensione anche nei confronti di questo provvedimento, con un modesto incremento dell'onere finanziario- Se i Consiglieri membri della Commissione sono d'accordo, si potrebbe risolvere il problema sospendendo momentaneamente la votazione per formulare le modifiche del caso.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Debenedetti



DEBENEDETTI Mario

Sono d'accordo con la proposta avanzata dall'Assessore Simonelli di provvedere immediatamente all'adeguamento della normativa. Prego la Giunta di comunicare le disponibilità finanziarie.



PRESIDENTE

I Gruppi potrebbero concertare le opportune valutazione e il Consiglio procedere nel frattempo nei lavori esaminando il punto successivo all'o.d g. esame disegno di legge n. 232: "lstituzione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj"



PRESIDENTE

Il punto sesto all'o.d.g. reca: Esame disegno di legge n. 232 "Istituzione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj". La parola al relatore, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, relatore

La Giunta regionale ha presentato, in data 21 luglio 1977, il disegno di legge n. 232 relativo alla "Istituzione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj". Il disegno di legge è stato trasmesso per l'esame in sede referente alla II Commissione consiliare in data 25 luglio 1977. Esso si propone di garantire la salvaguardia e la valorizzazione di una porzione di territorio costituente un'unità ambientale di rilevante interesse sotto il profilo naturalistico soprattutto per la presenza del Faggio.
Il faggio rappresenta, sulla collina torinese, un relitto glaciale insediato sul versante padano. Il suo impiego come legname da opera e come combustibile e la disordinata avanzata del cemento ne hanno limitato la presenza in alcune aree di limitata estensione, tanto che gli unici esemplari di alto fusto sulla collina torinese si troverebbero solo nel versante nord-ovest del Bosco del Vaj, nel territorio del Comune di Castagneto Po.
Il disegno di legge delimita i confini dell'area da sottoporre a tutela, comprensiva dei versanti nord e sud del rilievo collinare, e ricoperta per l'85 % circa da boschi e per il 15% da terreni Agricoli.
La maggior parte dei terreni compresi nei confini della riserva sono di proprietà privata: su di essi sono esercitate le normali attività agricole e forestali. All'interno dell'area vi sono anche quattro nuclei rurali abitati e con specifica attività colturale.
Il disegno di legge contiene inoltre le norme per la gestione della riserva naturale, da esercitarsi dal Comune di Castagneto Po e per il controllo, da parte della Giunta regionale, degli atti del Comune relativi alla gestione del parco; nonché quelle comuni e proprie di tutte le leggi istitutive dei parchi e delle riserve naturali (norme vincolistiche sanzioni, vigilanza, finanziamenti). Il Comune di Castagneto Po ha fatto pervenire, nel corso dell'esame del disegno di legge, copia di verbale di deliberazione del Consiglio comunale n. 71 del 12 ottobre 1977 di cui all'oggetto "Richiesta di modifiche alle norme per l'istituzione della riserva naturale speciale del Vaj"- Le osservazioni presentate dal Comune di Castagneto Po riguardano la delimitazione dei confini e l'inclusione nella riserva dei terreni agricoli in riferimento alla tutela del faggio con esplicito richiamo all'art. 4, comma secondo, lettera c), della legge regionale 4 giugpo 1976, n. 43; i divieti di esercizio dell'attività venatoria, di transito per i mezzi motorizzati e di costruzione di nuovi edifici; l'esercizio dei poteri locali; la procedura per l'abbattimento delle piante; la durata della riserva e la sua fruizione pubblica. Durante le consultazioni sono stati evidenziati gli stessi problemi già individuati nella deliberazione Comunale.
La II Commissione, procedendo all'esame del disegno di legge e delle osservazioni presentate dal Comune e dai cittadini di Castagneto Po, ha provveduto ad introdurre alcune modifiche; in particolare - d'intesa con la Giunta - alla delimitazione del perimetro, escludendo quelle porzioni di terreno adibite ad esclusivo uso agricolo, nonché i relativi fabbricati. Il nuovo testo legislativo è stato rinviato per ulteriori puntualizzazioni ed affinamenti al Comune di Castagneto Po, il cui Consiglio comunale ha provveduto, in data 16 marzo 1978, a deliberare ulteriori osservazioni.
La II Commissione ha infine concluso i suoi lavori accogliendo le richieste avanzate dal Comune di Castagneto Po in merito alla propria competenza a deliberare sul regolamento in ordine alle modalità di fruizione ed alla propria partecipazione alla elaborazione del piano di assestamento forestale, rilevando inoltre che le norme relative all'esercizio della caccia sono contenute in altra legge regionale attualmente in vigore che consentono l'accoglimento delle richieste dei cacciatori locali; che per il taglio dei boschi la normativa è contenuta nella legge regionale sulla tutela e l'uso del suolo, e che è in corso da parte della Giunta la predisposizione di un disegno di legge per lo snellimento delle procedure ed il decentramento delle relative autorizzazioni; che i percorsi stradali sono già vietati, e solamente - a norma del testo predisposto - ai mezzi destinati ad attività sportive; che ogni provvidenza - quali quelle relative al miglioramento della transitabilità delle strade - deve essere predisposta nei piani di intervento di cui all'art. 5 per la gestione della riserva naturale di competenza congiunta del Comune di Castagneto Po e della Giunta regionale.
La Il Commissione ritiene pertanto di avere conseguito ogni opportuna ed effettiva intesa con il Comune di Castagneto Po, nel pieno rispetto delle competenze proprie del Comune e nel quadro complessivo delle finalità che la legge istitutiva della riserva nel Bosco del Vaj si propone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Il nostro Gruppo, cosi come si è espresso in Commissione, darà parere favorevole.
Il disegno di legge in discussione ha avuto un iter piuttosto lungo e articolato sia nel confronto in Commissione che in loco con gli operatori interessati e l'Amministrazione comunale. In effetti, la Giunta ha modificato la prima proposta in relazione alla salvaguardia dell'area boschiva e al decentramento all'Ente locale della gestione e della organizzazione delle iniziative culturali e Didattiche.
Vi sono ancora alcuni aspetti non completamente accolti dalla Commissione in ordine al decentramento delle responsabilità dell'Ente locale nella Riserva Vaj; sostanzialmente però le proposte sollecitate dalla rappresentanza del nostro Gruppo nel Comune di Castagneto Po hanno trovato accoglimento per cui esprimiamo di massima un voto favorevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli articoli e dell'intero disegno di legge.
Art- 1 - Istituzione della riserva naturale "Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n- 43 e successive, è istituita, con la presente legge, la riserva naturale speciale del Bosco del Vaj".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Confini "I confini della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj, incidente sul Comune di Castagneto Po, sono individuate nell'allegata planimetria, in scala 1:5000, facente parte integrante della presente legge.
I confini della riserva sono delimitati da tabelle da collocarsi, in modo visibile, sui punti di intersezione del perimetro con le strade di accesso, e recanti la scritta 'Regione Piemonte - riserva naturale speciale del Bosco del Vaj'.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato Art. 3 - Finalità "Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'art. 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche del Bosco del Vaj, con particolare riguardo agli aspetti forestali e botanici 2) promuovere la valorizzazione delle attività forestali ed agricole della zona, garantendo la continuità delle cure colturali al bosco 3) favorire la fruizione a fini scientifici e culturali, sociali e didattici. Le modalità di fruizione sono stabilite secondo le indicazioni del Consiglio comunale di Castagneto Po, recepite nel regolamento di cui all'ultimo comma dell'art. 7".
Il Consigliere Cerchio ha presentato un emendamento al punto 3), dopo le parole "sono stabilite", aggiungere "sentiti gli Enti e le Associazioni interessate"' Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L 'art. 3 è Approvato.
Art. 4 - Durata della destinazione "La destinazione a riserva naturale speciale, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente art. 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 4 è Approvato.
Art. 5 - Gestione " I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui al precedente art. 3 sono predisposti dalla Giunta regionale d'intesa con il Comune di Castagneto Pole attività di attuazione dei plani e di vigilanza sono esercitate dal Comune di Castagneto Po, che può avvalersi, nell'ambito degli stanziamenti annuali di cui alla presente legge, e sentita la Giunta regionale, di proprio personale o degli uffici regionali, comprensoriali o provinciali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 5 è Approvato.
Art- 6 - Controllo "Il Comune di Castagneto Po redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativi alla gestione della riserva naturale del Bosco del Vaj, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale. Il bilancio preventivo deve essere presentato alla Giunta regionale entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce; il rendiconto consuntivo finanziario, patrimoniale ed economico entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
I bilanci di cui al comma precedente sono allegati al bilancio comunale per essere sottoposti all'esame ed approvazione dei competenti organi di Controllo.
l'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio comunale di Castagneto Po, relative alla gestione della riserva naturale del Bosco del Vaj, quando comportino variazioni ai bilanci di cui al primo comma del presente articolo, devono essere adottate previo parere vincolante della Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione : presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 6 è Approvato.
Art. 7 - Norme vincolistiche "Sull'intero territorio della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria- Sono consentiti gli interventi tecnici di cui alla legge regionale 20 ottobre 1977, n- 50 c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali attività colturali e) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agricole e forestali f) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada g) costruire nuovi edifici od opere sui terreni sottoposti a vincolo idrogeologico.
Sino all'approvazione del Piano regolatore generale del Comune di Castagneto Po è fatto divieto di costruire nuovi edifici sui terreni non soggetti a vincolo idrogeologico.
Su tutto il territorio della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj è concesso ripristinare i fabbricati esistenti, vincolandone l'uso alle finalità di cui al precedente art. 3.
La costruzione di opere di qualsiasi genere che determinino modificazioni dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge, deve essere autorizzata dal Presidente della Giunta Regionale.
le norme relative all'utilizzazione delle aree boschive del territorio della Riserva saranno previste in apposito piano di assestamento forestale sentita l'Amministrazione comunale.
Sino all'approvazione del piano di cui al comma precedente debbono essere applicate le seguenti normative: 1) per quanto concerne la silvicoltura, sono autorizzati i tagli necessari per evitare il deterioramento delle piante, la ceduazione e i diradamenti 2) i tagli dei boschi di alto fusto debbono essere autorizzati dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere dell'Ispettorato Ripartimentale delle foreste di Torino.
Con apposito regolamento, approvato dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comune di Castagneto Po, saranno fissate norme specifiche relative alle modalità d'uso del territorio della riserva, e saranno specificate le sanzioni per i trasgressori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Sanzioni "Le violazioni al divieto di cui alla lettera a), primo comma dell'art. 7 della presente legge, fino all'approvazione della specifica normativa regionale, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 3 milioni ad un massimo di L. 5 milioni per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d) e f) del primo comma del precedente art. 7 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 50.000 ad un massimo di L. 1.000.000, in relazione alla gravità del fatto Commessole violazioni ai divieti di cui alle lettere e) e g) del primo comma ed alle limitazioni di cui al secondo, terzo e quarto comma del precedente art. 7 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 5 milioni ad un massimo di L. 10 milioni.
Le violazioni alla limitazione di cui al numero 2) del precedente art.
7 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 1.000.000 ad un massimo di L- 5 milioni, per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti di cui ai commi primo, terzo e quarto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino da realizzarsi in conformità alle disposizioni del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente art.
7 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse ai sensi delle norme contenute nel Regolamento di cui all'ultimo comma dell'art. 7 della presente legge saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - Vigilanza "La vigilanza della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj è affidata: a) a personale di sorveglianza dipendente dal Comune di Castagneto Po b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'art. 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità all'art. 138 del T.U, delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore" Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 - Finanziamenti per gli oneri relativi alle opere di tabellazione "Per gli oneri relativi alle opere di tabellazione di cui al precedente art. 2 è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L.
1.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo 10180 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, ai sensi dell'art. 13, quinto comma, della legge 19 maggio 1976, n.
335, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese relative alle opere di tabellazione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj' e con lo stanziamento di L. 1-000-000 in termini di competenza e di cassa; lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 del bilancio per l'anno finanziario 1978 sarà contestualmente ridotto di L. 1.000-000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 - Finanziamenti per la gestione "Agli oneri per la gestione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj, di cui all'art. 5 della presente legge, valutati in L. 25 milioni per l'anno finanziario 1978, si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 10180 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, ai sensi dell'art- 13, quinto comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, di apposito capitolo, con la denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj' e con lo stanziamento di L. 25 milioni in termini di competenza e di cassa; lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 del bilancio per l'anno finanziario 1978 sarà contestualmente ridotto di L. 25 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 11 è Approvato.
Art. 12 - Disposizioni finanziarie relative alla redazione del piano di assestamento forestale "Per la redazione del piano di assestamento forestale, di cui al quinto comma del precedente art. 7, è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di L. 10 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota di pari ammontare della disponibilità esistente sul fondo speciale di cui al capitolo n. 10180 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, ai sensi dell'art. 13, quinto comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, di apposito capitolo, con la denominazione 'Spese per la predisposizione del piano di assestamento forestale della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj' e con lo stanziamento di L. 10 milioni in termini d i competenza e di cassa; lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 del bilancio per l'anno finanziario 1978 sarà contestualmente ridotto di L- 10 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione : presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art- 13 - Entrate "I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente art- 8 saranno iscritti al capitolo n. 2220 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1978 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 289 "Delega alle Province dell'attività istruttoria relativa alla tenuta dell'Albo provinciale degli autotrasportatori di merci"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'o.d.g.: Esame disegno di legge n. 289 "Delega alle Province dell'attività istruttoria relativa alla tenuta dell'Albo provinciale degli autotrasportatori di merci"- La parola al relatore, signora Graglia Artico.



GRAGLIA Anna, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge in discussione è stato licenziato con il voto un anime della II Commissione e concerne le deleghe alle Province dell'attività istruttoria relativa alla tenuta dell'Albo provinciale degli auto trasportatori di merci.
La legge 6 giugno 1974 n. 289 prevedeva appunto l'istituzione dell'albo e il DPR 616 del 24/7/77 dà la possibilità alle Regioni di delegare alle Province le attività istruttorie già delegate dallo Stato alle Regioni stesse; in questo caso poi la Provincia risponde anche a ragioni organizzative, infatti gli uffici della Motorizzazione civile e i Comitati preposti alla gestione dell'Albo hanno una dimensione provinciale e la Provincia deve nominare un suo rappresentante in questo Comitato.
Nel decreto di legge viene attribuito al Presidente della Regione il compito di sovrintendere all'esercizio dell'attività istruttoria e a provvedere in caso di inadempienza; l'Assessore ai trasporti e alla viabilità è autorizzato invece ad emanare le disposizioni necessarie per l'esecuzione degli adempimenti istruttori anche con l'intesa degli Enti delegati, gli altri Enti pubblici e dei competenti organi dello Stato.
I rapporti finanziari sono stati valutati facendo riferimento ai decreti del Ministero dei trasporti 4/8/77 - 1/10/77 i quali determinano i mezzi finanziari necessari per la tenuta dell'Albo per gli anni 77/78.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Martini. Ne ha Facoltà.



MARTINI Mario

Desidero sottolineare l'importanza di aver ripreso il dialogo con le Province le quali dispongono di strutture che possono essere idonee ad accettare le deleghe e ad espletare i compiti relativi. Mi auguro che, al di là di quanto è detto all'art. 6 e nella illustrazione della relatrice in ordine alla assegnazione di fondi che si riferiscono ad una legge nazionale, siano anche stati presi opportuni accordi con le Amministrazioni provinciali o quanto meno ci sia la disponibilità della Giunta a rivedere questo problema, qualora le cifre avessero più un carattere burocratico che non invece di reale rispondenza alle spese che saranno riscontrate per l'esercizio della delega.
Mi pare un passo positivo, mi auguro non solo dettato da ragioni contingenti di assicurazione del servizio, ma derivato dall'indirizzo della Giunta ad attuare con maggiore celerità rispetto al passato il trasferimento di quanti più compiti è possibile agli Enti locali avvalendosi dell'esercizio della delega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Desidero rimanga agli atti, anche per completezza d'informazione per i Consiglieri, che non tutti gli ambienti destinatari di questo provvedimento ne sono entusiasti, non per il suo carattere istituzionale, ma per l'incertezza che sorge in ordine ad un comportamento uniforme da parte delle Amministrazioni Provinciali.
Raccomanderei al Presidente della Giunta di usare dei poteri che la legge gli ha conferito per garantire uniformità di comportamento e di indirizzo e soprattutto speditezza nell'espletamento delle pratiche.
Questa decisione induce le Amministrazioni provinciali a responsabilizzarsi su di una materia del tutto nuova per esse che potrebbe portarle ad un comportamento non uniforme- Questo chiarimento, nella misura in cui non venga contestato dalla Giunta o dall'Assessore competente, potrà dare ampia assicurazione alle categorie che nutrono perplessità relativamente al provvedimento in Discussione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

In merito alle ultime considerazioni del Consigliere Marchini vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che le Province provvedono all'istruttoria delle pratiche ma non assumono nessuna deliberazione quindi non vi può essere discrezionalità. L'iscrizione all'Albo è di competenza del Comitato provinciale dell'Albo degli autotrasportatori del quale fa parte il rappresentante delle Province (che rappresenta un gruppo di 15/20 persone). Le metodologie che verranno seguite per l'istruttoria in carenza di norme statali, sono quelle che ha elaborato lo stesso Comitato con il consenso della Categoria.
Per quanto si riferisce alla raccomandazione che le pratiche vengano espletate con celerità, debbo comunicare che la Regione Piemonte, rispetto ad altre Regioni, non ha nessuna domanda di iscrizione inevasa. Le modalità sono state concordate tra la Regione e le Province e lo strumento operativo è stato approvato a suo tempo con deliberazione del Consiglio regionale la quale ha già ottenuto il visto del Commissario del Governo, legalizzando una situazione di fatto che consensualmente si era realizzata all'interno dei Comitati provinciali.
Al Consigliere Martini vorrei innanzitutto dare assicurazione che per quanto riguarda le risorse vi è la piena disponibilità della Giunta in ordine ad un eventuale adeguamento dei fondi- A tale proposito occorre considerare che siamo nella fase della costituzione dell'Albo per cui solo ad avvenuta iscrizione sarà possibile determinare i costi della gestione della delega e il lavoro reale per mantenere l'Albo aggiornato; quindi i costi dovrebbero essere valutati a regime e non nel momento in cui si costituisce l'Albo durante il quale vi potrebbero essere seri pericoli di sovradimensionamento degli apparati con aggravio di costi. Si consideri inoltre che, per legge, i costi della tenuta dell'Albo ricadono sugli autotrasportatori poiché le entrate non appartengono al bilancio dello Stato ma rientrano nella partita di giro del bilancio stesso. I proventi derivano dai versamenti degli autotrasportatori in ragione del tonnellaggio e vengono utilizzati per finanziare l'attività del Comitato nazionale e dei Comitati regionali delle strutture periferiche. Ecco quindi l'esigenza di definire i costi nella fase successiva a quella dell'iscrizione.
Per quanto si riferisce alla cifra messa a bilancio dallo Stato nella formula della partita di giro, riteniamo di esserci collocati attorno al 50 dei costi nazionali e tale valutazione, a livello nazionale, è stata considerata eccessiva. Semmai le preoccupazioni dovrebbero essere rivolte in ordine ad un giusto equilibrio. La scadenza del termine entro il quale gli autotrasportatori dovevano presentare le domande di iscrizione era fissato in un primo tempo al 2 maggio ed è stata poi protratta fino al mese di settembre, quindi le misure che, in accordo con le Province, erano state predisposte affinché nell'intervallo vi fosse una struttura capace di recepire la massa enorme di domande non hanno più motivo di essere, mentre subentra una fase che permetterà un esame graduale delle domande e la presentazione, entro sei mesi, delle valutazioni.
Questa dilazione, al di là del lato negativo in quanto è la quinta o la sesta volta che viene concessa una proroga, permetterà di operare per rimuovere alcuni ostacoli non solo soggettivi ma anche oggettivi, quale quello dell'inadeguatezza dei Tribunali e degli uffici periferici finanziari dello Stato a fornire i documenti e a mettere a disposizione degli operatori la documentazione utile per la presentazione delle domande.
Per quanto riguarda il discorso della delega alle Province credo che superate determinate incertezze, al di là della denominazione "ente intermedio" o "provincia", si possano individuare esattamente i ruoli e le funzioni di tale struttura democratica, cosi importante nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell 'Articolato.
Art. 1 "Le funzioni amministrative di cui al secondo capoverso, lettera b) del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, concernenti le attività istruttorie relative alla tenuta dell'Albo provinciale degli autotrasportatori di cose per conto terzi, e con riferimento alla legge 6 giugno 1974, n. 298 istitutiva dell'Albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto terzi, sono delegate alle Province di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara Torino e Vercelli, che le esercitano sul territorio di rispettiva competenza con decorrenza dal 1 gennaio 1978 in conformità delle direttive emanate dai competenti organi dello Stato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art- 2 "Il Presidente della Giunta regionale sovrintende all'esercizio delle attività istruttorie delegate con la presente legge e provvede in via surrogatoria in caso di inadempienza degli Enti delegati nell'esecuzione degli atti istruttori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La Giunta regionale, o per essa l'Assessore ai trasporti ed alla viabilità, è autorizzata ad emanare anche d'intesa con i competenti organi dello Stato, con gli Enti delegati e con gli altri Enti pubblici, le disposizioni opportune per l'esecuzione degli adempimenti istruttori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 'All'onere finanziario derivante dall'applicazione della presente legge si provvederà con appositi stanziamenti di bilancio che verranno determinati annualmente con riferimento all'art. 131 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, e al decreto dei Ministeri dei trasporti e del tesoro 26 agosto 1977.
All'onere di cui al precedente comma valutato in 100 milioni per l'anno finanziario 1978, si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa dello stanziamento del cap. n. 12400 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario medesimo e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del cap. n. 5935, con la denominazione: 'Spese relative all'attività istruttoria per la tenuta degli Albi provinciali degli autotrasportatori di merci e con lo stanziamento di 100 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Con deliberazione della Giunta regionale sarà stabilita, sentite le Province, la ripartizione della somma sopra indicata e di quelle che saranno iscritte nei bilanci successivi al 1978, tenendo conto delle esigenze di spesa risultanti dalla presumibile entità delle attività istruttorie da esperire da parte di ciascuna Provincia. Con la medesima deliberazione sarà disposto il trasferimento alle Province, in unica soluzione anticipata, della quota dei fondi loro rispettivamente assegnati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.
Esame disegno di legge n. 300 "Interventi a favore delle attività produttive nelle zone colpite dalle alluvioni dell'ottobre 1977, nella provincia di Alessandria" (seguito)



PRESIDENTE

Poiché è stata raggiunta una intesa dai Gruppi e dalla Giunta in ordine al disegno di legge n. 300 e la conclusione è di votare la legge cosi come viene presentata, propongo di passare alla votazione.
Art. 1 "Per favorire la ripresa delle attività produttive nelle zone colpite dalle alluvioni dell'ottobre 1977 nella provincia di Alessandria ed in attesa degli appositi provvedimenti statali, la Regione partecipa alla costituzione di un fondo presso la Camera di Commercio di Alessandria operante mediante la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti accordati dagli istituti di credito a favore delle aziende agricole, commerciali, industriali ed artigiane della provincia danneggiate dall'alluvione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1978, la spesa di 75 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota, di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 14040 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, ai sensi dell'art. 13, quinto comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1978, di apposito capitolo con la denominazione: Quota a carico della Regione Piemonte per la costituzione di un fondo per il finanziamento a breve termine delle aziende agricole commerciali, industriali ed artigiane della provincia di Alessandria colpite dalle alluvioni dell'ottobre 1977' e con lo stanziamento di 75 milioni in termini di competenza e di cassa.
Lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n.
12900 del bilancio per l'anno finanziario 1978 sarà contestualmente ridotto di 75 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Vi comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'intero disegno di legge n. 300 è approvato.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Zootecnia

Esame delibera Giunta regionale: "Permuta di terreni con conguaglio tra la Regione Piemonte e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria"


PRESIDENTE

Il punto nono all'o.d.g., reca: Esame delibera Giunta regionale: "Permuta di terreni con conguaglio tra la Regione Piemonte e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria". La parola al Presidente della Giunta regionale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'Istituto Zooprofilattico ha sede a Torino in via Bologna. Da tempo viene mantenuto in quella località il Centro tori che deve trovare una collocazione altrove.
l'istituto Zooprofilattico aveva trattato con la proprietà della Mandria l'acquisizione di un terreno all'interno di essa per costruirvi le attrezzature. Poiché la Regione divenne proprietaria della Mandria, si ritenne di indicare all'esterno del muro di cinta l'area ove costruire il Centro tori e di proporre all'Istituto di cedere alla Regione il terreno all'interno della Mandria in cambio del terreno localizzato all'esterno.
La Giunta sottopone all'attenzione del Consiglio la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Il Gruppo comunista è d'accordo su questo provvedimento. Prendo lo spunto da questa deliberazione per rinnovare, come ho già fatto personalmente presso l'Ufficio di Presidenza, l'invito a porre al più presto all'ordine del giorno la legge sull'istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, che dal mese di dicembre è stata licenziata dalla III Commissione.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la proposta di deliberazione della Giunta regionale n- 108-13839 del 26/4/1978, concernente la permuta di un appezzamento di terreno di mq.
115-640, del valore di L. 59 milioni, sito nel Comune di Venaria Reale, di proprietà dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria, con un appezzamento di terreno di mq. 98.596 del valore di L- 20 milioni, 'sito nel Comune di Druento, di proprietà della Regione Piemonte con conguaglio a carico della Regione stessa, della somma di L. 39 milioni dovuta alla differenza di valore di due beni oggetto della permuta ritenuta la convenienza della predetta permuta, in quanto l'appezzamento di terreno che si acquisisce, essendo situato all'interno della Tenuta 'La Mandria', consente una organizzazione più razionale di tutta la zona della tenuta stessa, destinata alla utilizzazione diretta da parte dei cittadini visto che dalla stessa proposta" di deliberazione della Giunta regionale risulta che alla spesa di L. 39 milioni dovuti a titolo di conguaglio per l'inferiore valore del terreno di proprietà regionale, si farà fronte con lo stanziamento, del cap. 1000 del bilancio per l'anno 1978 delibera La Giunta regionale è autorizzata a permutare il terreno di mq. 98.596 di proprietà della Regione Piemonte, sito nel Comune di Druento - località 'Cascina Cancello' - del valore di L- 20 milioni, con l'appezzamento di terreno di mq- 115.640, di proprietà dell'Istituto Zooprofilattico del Piemonte e della Liguria, sito nel Comune di Venaria Reale, località 'La Mandria" - 'Cascina Brero' - del valore di L. 59 milioni, e a versare a favore dell'Istituto Zooprofilattico del Piemonte e della Liguria la somma di L. 39 milioni, a titolo di conguaglio per l'inferiore valore del terreno di proprietà regionale, con ampia delega alla Giunta stessa per le formalità necessarie al perfezionamento della permuta.
Alla spesa di L. 39 milioni si farà fronte con lo stanziamento di cui al cap. 1000 del bilancio per l'anno 1978 (impegno n. 10.892).
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto" La deliberazione è approvata all'unanimità.


Argomento:

Esame delibera Giunta regionale: "Permuta di terreni con conguaglio tra la Regione Piemonte e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria"

Argomento:

Nomine

Argomento:

a) Elezione del Comitato regionaleper il servizio radiotelevisivo


PRESIDENTE

Il Consiglio deve procedere alla nomina dei membri del Comitato RAI-TV e alla sostituzione di un componente del Comitato urbanistico regionale.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 hanno riportato voti: VERTONE Saverio n. 21 CASADEI Luciano n. 21 BOLLATI Giulio n. 21 FIGLIOLIA Luigi n. 21 SALVIO Roberto n. 20 MONDO Lorenzo n. 11 COMAND Ottavio n. 11 IVALDI Filippo n. 11 FASSINO Giuseppe n. 12 Scheda bianca n. 1 Scheda nulla n. 1 Sono pertanto eletti nel Comitato regionale per il servizio radio televisivo i signori: Vertone, Casadei, Bollati, Figliolia, Salvio, Mondo Comand, Ivaldi, Fassino.


Argomento:

a) Elezione del Comitato regionaleper il servizio radiotelevisivo

Argomento:

b) Sostituzione di Aldo Gandolfi nel Comitato urbanistico regionale


PRESIDENTE

Passiamo alla sostituzione di Aldo Gandolfi nel Comitato urbanistico regionale. Il nominativo proposto è quello del Signor Annibale Fiocchi



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 29 ha riportato voti: FIOCCHI Annibale n. 25 Schede bianche n. 3 Scheda nulla n. 1 Il signor Annibale Fiocchi è eletto componente del Comitato urbanistico regionale.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Relazione del Comitato regionale di coordinamento per i soccorsi ai terremotati del Friuli


PRESIDENTE

Il punto tredicesimo all'o.d.g, reca: "Relazione del Comitato regionale di coordinamento per i soccorsi ai terremotati del Friuli"; distribuita ai Consiglieri nel corso della precedente seduta.
Poiché non vi sono osservazioni, pongo in votazione la relazione, che verrà allegata agli atti.
La relazione è approvata.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 238 "Sanzioni per irregolarità rilevate nell'esercizio dei servizi di trasporto - Modifica alla legge regionale 6/4/1978 n. 16"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultimo punto dell'o.d.g.: Esame disegno di legge n. 238: "Sanzioni per irregolarità rilevate nell'esercizio dei servizi di trasporto Modifica alla legge regionale 6/4/1978 n. 16". La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

La II Commissione ha approvato le osservazioni che il Commissario di Governo aveva comunicato in relazione alla legge regionale approvata il 6/4/78: "Sanzioni per irregolarità rilevate nell'esercizio del servizio trasporti"- Pregherei i Consiglieri di approvare la modifica relativa.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La lettera a) dell'art. 5 della legge regionale 6/4/78, n. 16 è cosi modificata: a) quando venga a perdere i requisiti di idoneità morale, tecnica o finanziaria prescritti dalla legge" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il primo comma dell'art. 3 della legge regionale 6/4/78, n. 16 è integrato con: 'fatte salve le attribuzioni del Ministero dei Trasporti in materia di sicurezza degli impianti, dei veicoli e dei natanti, ai sensi delle vigenti disposizioni' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 238 è Approvato.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Sul ferimento del dirigente Fiat, Sergio Palmieri


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, questa mattina, il capo ufficio analisi, lavoro e relazioni sindacali della Fiat, Sergio Palmieri, è stato ferito da colpi di arma da fuoco sparati da 2-3 giovani, fra cui una donna, poco prima delle ore 8, mentre stava avviandosi al mezzo pubblico in via Plava.
Nell'esprimere al ferito la solidarietà del Consiglio regionale e gli auguri di un pronto ritorno alla sua attività, riconfermiamo che oggi, meno che mai, non vogliamo abituarci a convivere con il terrorismo e che continuiamo a svolgere un'azione di orientamento e di isolamento morale politico e concreto nei confronti dei terroristi, con la partecipazione di migliaia di cittadini nelle assemblee di fabbrica e di scuola.
Nel convegno di sabato prossimo al Teatro Nuovo, cui parteciperà il Presidente della Camera, trarremo un bilancio dell'attività svolta in un anno. Mi auguro che da esso nuove indicazioni e nuove proposte emergeranno per rendere più efficace l'azione di mobilitazione, di vigilanza unitaria contro il terrorismo che non accenna a diminuire, anche perché coloro che colpiscono sono fuori dalle gabbie. Il problema è ancora molto grave nella sua interezza, mentre incombe ancora su di noi l'esito del rapimento dell'onorevole Moro.
Comunico che sono convocate immediatamente la II Commissione e la Conferenza dei Capigruppo.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11.30)



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