Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.184 del 05/04/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto primo all'ordine del giorno reca: "Approvazione verbali precedenti sedute". Se non vi sono osservazioni, i processi verbali relativi alle adunanze del 22 e 28 marzo 1978, si intendono approvati.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione di disagio per i pendolari della cintura Ovest di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno: "Interpellanze ed interrogazioni".
Possiamo iniziare con l'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione di disagio per i pendolari della cintura Ovest di Torino".
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

In relazione al contenuto dell'interrogazione datata 11 gennaio u.s. a firma del Consigliere Giuseppe Cerchio, si precisa quanto segue: la linea 33 che effettuava capolinea nel Comune in questione in via Magenta è stata arretrata dal 15 dicembre u.s. in via Thures in Comune di Torino: parallelamente è stato istituito un servizio a navetta da piazza Massaua per corso Francia - via De Amicis - via Pastrengo - via Tampellini piazza Repubblica - via Kennedy - corso Togliatti sino circa all'altezza di corso Francia. La navetta effettua 20 coppie di corse (tante quante erano le coppie di corse del servizio Torino-Collegno) ed ha un carico che raggiunge oggi punte anche di 700 utenti la linea Torino-Collegno, che effettuava precedentemente, come detto 20 coppie di corse, è stata ridotta a solo 5 coppie di corse che sono state integrate, dal 1° febbraio p.v., da altre 3 coppie di corse in modo da assicurare il necessario collegamento con l'Ospedale Psichiatrico è stato istituito, sempre dal 15 dicembre u.s., un servizio di collegamento tra i Comuni di Collegno e Pianezza lungo il percorso: piazza Repubblica (Collegno) - via Papa Giovanni - via Kennedy - via Alpignano piazza IV Novembre - via Venaria - via Pianezza - via Piave - via S.
Pancrazio - piazza Leumann (Pianezza). Il servizio ha lo scopo di assicurare i collegamenti tra i due Comuni interessati specie agli effetti della mobilità pendolare operaia attraverso n. 5 coppie di corse che trasportano giornalmente una novantina di utenti la linea 44, istituita dal 5 dicembre da largo Orbassano a via Gramsci (confine del Comune di Grugliasco) è stata prolungata sempre dalla data suddetta per corso Francia - via Avigliana - piazza Repubblica in Comune di Collegno nel mese scorso il capolinea della linea 33 è stato spostato in Comune di Collegno circa all'altezza di via Manzoni,in modo da ovviare agli inconvenienti segnalati dagli abitanti della borgata Paradiso.
Tutti i suddetti provvedimenti sono stati adottati d'intesa con le Amministrazioni comunali interessate, tenuto conto dell'urgenza di attuare un miglioramento dei collegamenti.
Le stesse Amministrazioni comunali hanno deliberato contributi finanziari a copertura del previsto disavanzo di esercizio.
La Regione riconosce l'esigenza di un'organica programmazione per nuovi servizi da attuare con corretto coordinamento fra gli Enti locali interessati, le aziende di trasporto e gli utenti, ed in tal senso sta operando in modo da evitare che vengano adottati provvedimenti in contrasto con le direttive poste a base del piano regionale dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Per la verità il problema ha assunto una dimensione piuttosto vasta soprattutto in questi ultimi mesi, in seguito alle reiterate proteste degli abitanti della zona di Grugliasco e Rivoli in ordine agli annunciati nuovi orari e alle nuove strutture per il collegamento dell'area Ovest con Torino. I pendolari si sono sentiti non tutelati dalle nuove soluzioni proposte, e in ripetute sollecitazioni all'Amministrazione comunale di Collegno e all'A.T.M. hanno suggerito variazioni di orari soprattutto in ordine al collegamento in penetrazione con Torino.
Risultano ancora aperti quesiti relativamente alle zone di Collegno Savonera e Paradiso. Penso che con un'opportuna iniziativa dell'Assessorato che permetta un miglioramento del servizio con riduzione dei trasbordi per i pendolari, si possa giungere in termini ottimali alla soluzione.
L'Assessorato opportunamente potrebbe agire da filtro nella situazione esasperata che si è venuta a determinare fra i rappresentanti dei quartieri di Grugliasco e Collegno e le rispettive Amministrazioni comunali.
I Comitati di quartiere e i gruppi di base hanno contestato i criteri di produttività proprio in rapporto al mezzo pubblico.
Ringrazio l'Assessore per questa prima risposta e lo invito a seguire ulteriormente questo problema.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Informazioni sulle disposizioni impartite dalla Giunta per il passaggio dei beni patrimoniali dei patronati scolastici ai Comuni" ed interrogazione urgente dei Consiglieri Vietti Soldano, Beltrami, Cerchio e Menozzi: "Circolare dell'Assessore sui patronati scolastici. Opportunità di mantenere in carica i Consigli di amministrazione scaduti fino all'approvazione regionale in attuazione del D.P.R. n. 616"


PRESIDENTE

L'interrogazione del Consigliere Marchini: "Informazioni sulle disposizioni impartite dalla Giunta per il passaggio dei beni patrimoniali dei patronati scolastici ai Comuni" è simile all'interrogazione presentata dai Consiglieri Vietti, Soldano, Beltrami, Cerchio e Menozzi: "Circolare dell'Assessore sui patronati scolastici. Opportunità di mantenere in carica i Consigli di amministrazione scaduti fino all'approvazione regionale in attuazione del D.P.R. n. 616": pertanto le due interrogazioni possono essere trattate congiuntamente.
La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'assistenza scolastica

Forse il Consigliere Marchini non è informato della circolare inviata ai Comuni in cui si diceva che i Comuni potranno iniziare dal 1° gennaio 1978 l'esercizio delle funzioni in riferimento ai provvedimenti di legge nella stessa enumerati.
In merito alla richiesta contenuta nella seconda interrogazione ritengo non fosse possibile mantenere i Consigli di amministrazione esistenti perché il disposto dell'articolo 42 parla di scioglimento, senza indicare la data; l'articolo 132 precisa che, nei casi in cui non è precisata, deve intendersi la data del 1° gennaio. Quindi questi Consigli di amministrazione sono necessariamente decaduti e, nel migliore dei casi dovrebbero svolgere semplicemente dell'ordinaria amministrazione. D'altra parte, i Comuni avevano la possibilità, con un atto formale, di nominare pro tempore questo Consiglio di amministrazione. Per ciò che riguarda invece i Consorzi provinciali dei patronati scolastici, dato il disposto congiunto degli articoli 42 e 132, abbiamo ritenuto di nominare dei commissari in carica fino all'approvazione della legge recentemente approvata dalla Giunta. In essa si prevede appunto la regolamentazione del passaggio del personale ai Comuni e dei beni dei Consorzi provinciali. In accordo con le altre Regioni, i beni dei Consorzi provinciali passano al capoluogo di provincia che deve metterli a disposizione anche degli altri Comuni della stessa provincia.



PRESIDENTE

La replica al Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Ringrazio per la risposta.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Siamo d'accordo sullo scioglimento dei patronati scolastici e sul passaggio delle competenze e dei beni ai Comuni.
L'articolo 45 del D.P.R. 616 non è molto chiaro. Esso recita testualmente: "I patronati scolastici sono soppressi e le funzioni di assistenza scolastica, i servizi ed i beni sono attribuiti ai Comuni. Entro il 30 giugno 1978 le Regioni, con proprie leggi, stabiliscono le modalità ed i criteri per il passaggio dei beni e del personale".
Con un'interpretazione un po' meno letterale ed un po' più lata si poteva anche intendere che la soppressione avveniva al momento dell'approvazione della legge regionale, comunque entro il 30 giugno. Se poi si dava, come ha dato l'Assessore Fiorini, un'interpretazione stretta e cioè che i patronati scolastici erano sciolti dal 1° gennaio, allora bisognava legiferare prima del 1 gennaio 1978. Per gli Enti comunali di assistenza la Giunta non si è comportata come per i patronati scolastici: il D.P.R. n. 616 stabilisce che il passaggio avvenga entro il 30 giugno 1978 e poiché, per volontà politica, la Giunta ha ritenuto che il trasferimento delle competenze avvenisse dal 1° gennaio 1978, prima della fine dell'anno, è stata approvata la relativa legge.
Ci pare di constatare che si ricorra con troppa facilità al Commissario. Nel disegno di legge della Giunta per le Ipab, gestite ed amministrate dagli Eca, si proponeva il Commissario; in Commissione poi è stata accolta la nostra proposta ed abbiamo superato questa posizione. Per il Consorzio dell'istruzione tecnica è stato nominato il Commissario. Ho sentito che è stato nominato anche il Commissario per i Consorzi dei patronati scolastici.
Ritengo sia giusto modificare la struttura dell'assistenza attribuendo le competenze ai Comuni e superando questi enti. Però non possiamo mortificare le persone che per lunghi anni hanno dedicato gratuitamente e con passione la loro attività svolgendo tali funzioni. Se non si era in grado di approvare tempestivamente la legge entro il 1° gennaio 1978 invece di proporre la nomina di Commissari si poteva prorogare la validità dei Consigli di amministrazione dei patronati scolastici.
Non mi pare inoltre sia stato corretto regolamentare tali funzioni, che hanno rilevante importanza su tutto il territorio regionale, con una semplice circolare, di cui siamo venuti a conoscenza tramite gli enti interessati.
L'Assessore ha dato piena soddisfazione sul piano dell'informazione sul modo con cui la Giunta si è comportata non siamo invece soddisfatti.



PRESIDENTE

Le due interrogazioni sullo stesso argomento sono discusse.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Alberton, Martini: "Opportunità che il Presidente della Giunta ricordi e richiami il personale sull'esistenza dell'articolo 12 dello Statuto circa i diritti dei Consiglieri regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Alberton Martini: "Opportunità che il Presidente della Giunta ricordi e richiami il personale sull'esistenza dell'articolo 12 dello Statuto circa i diritti dei Consiglieri regionali".
Risponde il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione probabilmente trae spunto da qualche fatto di mancata informazione o di mancato adempimento di quanto prescritto all'articolo 12.
Mi duole questo perché, se mi fosse stato riferito, sarei intervenuto. Mi sfugge il fatto singolo e quindi parlo in termini generali.
Ho fatto l'opposizione per venti e più anni, quindi la mia mentalità si è formata sui banchi dell'opposizione e scarsamente sui banchi del governo.
Secondo il vecchio principio della legge comunale e provinciale, il Consigliere che non siede sui banchi del governo o che non appartiene all'esecutivo non ha alcun accesso e non gode di alcun diritto presso gli uffici. L'altro giorno il Sindaco di Racconigi ha fatto divieto ai Consiglieri non appartenenti all'esecutivo di accedere direttamente agli uffici comunali. Ahimè! Ciò che avevo sempre combattuto da quando ero all'opposizione, me lo ritrovo ora. Sarei portato a dire che l'interesse la conoscenza, l'approfondimento, la presenza stessa, il contributo costante dei Consiglieri regionali rientrano non soltanto negli scopi che la Giunta si prefigge, ma mi trovano pienamente consenziente. Starà poi al Consigliere di comportarsi in modo tale che l'ufficio possa dare subito l'informazione o possa rivolgersi all'esecutivo, o comunque percorrere la strada corretta per un'informazione approfondita, rigorosa e precisa. Sono dell'opinione che tutto questo debba essere portato innanzi con la maggior forza possibile e anzi mi auguro che ogni Consigliere lo faccia e ritengo che un confronto continuo e una dialettica sempre più alta migliorino il governo e migliorino l'esecutivo.
Debbo dare atto dell'importanza dell'interrogazione, ne colgo appieno il significato e mi impegno ulteriormente, come d'altronde ho fatto sino adesso, a correggere questa situazione e a dare accesso, pieno e libero, ad ogni Consigliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Devo chiarire che non si tratta di un singolo fatto: i fatti sono parecchi perché hanno riguardato i Consiglieri Lombardi, Colombino, Martini e il sottoscritto. A questo punto ci siamo indotti a presentare l'interrogazione. Debbo fare una premessa doverosa. Quando vi sono dei contrasti politici non lesino le critiche: in questo caso sono fuori discussione il Presidente della Giunta e la Giunta stessa, perché se ci si rivolge al Presidente della Giunta o alla maggioranza degli Assessori si trova non solamente correttezza, ma anche cordialità e pronta rispondenza ai quesiti.
Non è così da parte del personale e questo è il punto dell'interrogazione. Ho addirittura la sensazione che parte di esso non sappia che la Regione è regolata dallo Statuto e l'interrogazione ha lo scopo di dire al personale, soprattutto a quello nuovo, che esiste l'articolo 12 dello Statuto.
Il Presidente della Giunta recentemente ha parlato addirittura di corsi di istruzione per il personale. Chiederei che in essi si includa anche l'elenco nominativo dei 60 Consiglieri regionali, con indicazione di quelli che sono all'opposizione perché, a volte, quando si telefona in certi uffici si ha la sensazione di telefonare da un altro emisfero: si deve ripetere più volte il nome del Consigliere e, alla fine, si riesce ad avere l'accesso. D'altra parte il personale regionale riceve "Notizie" dal quale può apprendere i nomi dei Consiglieri regionali.
L'interrogazione contiene però un punto particolare al quale il Presidente non ha risposto e mi spiace dover rilevare questo con il Presidente della Giunta, perché ogni volta che mi rivolgo a lui, nel giro di pochi minuti, ricevo la risposta desiderata. Gli dò atto di questa cortesia che, d'altra parte, egli esercita nei confronti di tutti i Consiglieri regionali. Il punto particolare, che il Presidente ha ritenuto di superare con una risposta ampia, riguarda l'ufficio indicato nell'interrogazione.
Vi sono ancora notevoli contrasti e divergenze di opinioni sui modi di assunzione del personale. Proprio per questo motivo l'ufficio del personale svolge mansioni delicate e chi vi è preposto deve avere sensibilità, tatto obiettività, cortesia e disponibilità. Noi esprimiamo riserva sul funzionamento di quest'ufficio e torneremo a chiedere che esso abbia un assetto di alta qualificazione che dia garanzia nel senso più ampio.
I dipendenti della Regione sappiano che siamo tutti inseriti in un'istituzione: personale, forze che governano e forze di opposizione.
Tutti sappiano che in Regione non ci devono essere dei padri eterni o magari delle madri eterne. Ritorneremo su questo argomento in sede di discussione di bilancio.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Alberton, Martini: "Informazioni circa le notizie apparse sui quotidiani torinesi di un contrasto tra la Giunta ed i delegati di servizio per la revoca di un comando a dipendente regionale. Atteggiamento in merito"


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Paganelli, Alberton, Martini: "Informazioni circa le notizie apparse sui quotidiani torinesi di un contrasto tra la Giunta ed i delegati di servizio per la revoca di un comando a dipendente regionale. Atteggiamento in merito".
Risponde il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La dipendente in oggetto fu comandata specificamente per un servizio nel campo dell'assistenza nel momento in cui il settore era carente e molti compiti venivano attribuiti alla Regione. Essendo stata la dipendente per lungo tempo anche segretario comunale in un Comune, terminato questo suo lavoro, sostituì il funzionario che si occupava dei contratti in Regione.
Ritornato il funzionario non vi era più nessun motivo per mantenere tale comando e la dipendente venne anticipatamente avvertita del rientro al Comune d'origine. I delegati del personale espressero parere negativo, ma la Giunta mantenne il suo provvedimento. Le forze sindacali tra l'altro chiedono che non si proceda più ai distacchi, salvo per i casi degli Enti che saranno trasferiti alla Regione. La Giunta si è mossa in quello spirito, anche perché si era esaurito il compito per il quale si era distaccata, in precedenza la dipendente. Ogni volta che si assume una posizione del genere nasce un contrasto, perché il provvedimento sembra punitivo. In questo caso però lo escludiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, ho presentato l'interrogazione per avere dei chiarimenti a seguito di qualche notiziola sui giornali. Mentre presentavo l'interrogazione poi mi è pervenuto senza l'indicazione della provenienza un "Promemoria dell'esecutivo dei delegati della Regione Piemonte e delle organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL sul caso Merli Tarchi".
Il documento lascia intravedere per la verità che vi sono stati dei contrasti diversi da quelli accennati, comunque non ho motivo di dubitare che la situazione sia quella precisata dal Presidente della Giunta.
Traggo due considerazioni. Mi fa piacere apprendere che questo comando cessa essendo terminata la funzione per la quale la dipendente era stata comandata. Mi auguro di trovarmi ancora di fronte a episodi del genere e non vorrei che la cessazione del comando si riferisse esclusivamente a questo caso che presenta altre contestazioni.
Collegandomi al discorso di prima faccio una seconda considerazione. In sede di discussione di bilancio chiederemo una diversa strutturazione dell'ufficio personale e che sia assicurata la qualificazione dei dipendenti che si devono occupare dei problemi del personale. Il documento delle organizzazioni sindacali mi rafforza in questa posizione, perch credo che da questo fatto si debba trarre una lezione: o nel caso in esame da quanto traspare dalle argomentazioni delle organizzazioni sindacali non vi erano delle responsabilità e allora il caso è mal chiuso, o vi erano delle responsabilità (il Presidente nella risposta pare voler dare questa interpretazione) ed allora la vicenda, così come si è svolta, lascia delle ombre ingiuste sulla persona che una diversa conduzione della specifica situazione avrebbe certamente eliminato. Da questo fatto possiamo trarre un insegnamento per un discorso più ampio che riguarda la ristrutturazione di questo importantissimo ufficio.
Non mi dichiaro soddisfatto, né insoddisfatto. Prendo atto e credo alle dichiarazioni del Presidente.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento: Resistenza

Interrogazione dei Consiglieri Soldano, Paganelli, Martini e Lombardi: "Provvedimenti che la Giunta intende adottare al fine di adeguare lo stanziamento annuo per il finanziamento degli Istituti storici della Resistenza"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Soldano, Paganelli, Martini e Lombardi: "Provvedimenti che la Giunta intende adottare al fine di adeguare lo stanziamento annuo per il finanziamento degli Istituti storici della Resistenza".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore ai beni culturali

La Giunta ha atteso l'analisi dell'ufficio legale sul reale diritto che l'Istituto storico della Resistenza poteva accampare nei confronti della Regione, prima di distribuire la somma residua come previsto dalla legge.
Risolto positivamente il problema per l'Istituto storico della Resistenza di Alessandria, non era più possibile assumere altri provvedimenti nei confronti degli altri istituti, per cui per l'anno 1977 la somma è stata ridotta.
La Giunta ha deciso un'erogazione straordinaria, al momento in cui sarà approvato il bilancio, per colmare la differenza rispetto alla situazione precedente e la modifica della legge, tenendo conto che esiste un istituto in più all'interno della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, dottoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Ringrazio l'Assessore Fiorini per la risposta. Ritengo comunque di dover precisare che, anche se l'interrogazione è stata determinata da motivi contingenti, in base alle deliberazioni citate nell'interrogazione stessa, noi escludiamo eventuali interpretazioni di tipo corporativo.
Riteniamo, piuttosto, di dover richiamare l'attenzione della Giunta sull'attività altamente meritoria, svolta dagli Istituti storici della Resistenza nei confronti della comunità regionale e, in modo specifico, dei giovani, che non hanno vissuto quel periodo.
Siamo preoccupati del fatto che la legge 44 prevede per ogni Ente un contributo ordinario di 5 milioni, ai quali si può aggiungere un contributo straordinario integrativo esclusivamente sulla base dell'attività svolta.
Il problema dell'integrazione a bilancio è indubbiamente aperto e ringrazio l'Assessore della precisazione.
Personalmente però continuo ad avere un dubbio in quanto mi risulta che gli Istituti storici per la Resistenza, per essere riconosciuti a tutti gli effetti, devono avere un avallo, per lo svolgimento della propria attività da parte del rispettivo Istituto Nazionale. Al momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione non risultava che questo avallo fosse pervenuto per l'Istituto storico in oggetto. Pertanto colgo l 'occasione per chiedere all'Assessore di verificare questo fatto, che potrebbe essere fonte di successive difficoltà. In modo particolare, richiamo quindi l'attenzione della Giunta sull'aumento dei costi dell'attività inerente ai programmi che l'Istituto storico per la Resistenza di Cuneo ha svolto in passato e che intende svolgere in futuro. Se non vado errata, da parte di tale Istituto è stato presentato alla Giunta regionale un programma di attività per l'anno 1979 che assume importanza internazionale perché permetterà agli studiosi di venire, per la prima volta, a conoscenza diretta di documenti sulla partecipazione italiana alla guerra sul fronte russo.
Prendo dunque atto dell'impegno che la Giunta, tramite l'Assessore Fiorini, ha espresso, con la raccomandazione che non venga sottovalutata l'attività svolta e quella che intende svolgere l'Istituto storico per la Resistenza di Cuneo, cioè non considerando la richiesta avanzata dallo stesso come espressione restrittiva di un'ottica provinciale (anche se, in effetti, i caduti cuneesi di quella provincia nella Campagna di Russia furono migliaia), ma in considerazione dell'autentico servizio che l'Istituto intende svolgere nei confronti della comunità regionale e nazionale. Grazie.



FIORINI Fausto, Assessore ai beni culturali

Assicuro la dottoressa Soldano che la Giunta terrà conto dell'aumento dei costi. Ho già avuto contatti con l'Istituto della Resistenza di Cuneo ed ho espresso la disponibilità della Giunta perché l'iniziativa pare molto seria e importante. L'iniziativa sarà svolta in accordo con gli altri Istituti della Resistenza del Piemonte e credo che questo importante convegno, per il quale finanzieremo gli studi, si potrà svolgere nel '79 con la nostra collaborazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza dei Consiglieri Beltrami, Cerchio, Soldano, Vietti: "Informazioni sul dipartimento del cuore all'Ospedale S. Giovanni; mancata informazione della Commissione consiliare competente"


PRESIDENTE

Possiamo passare all'interpellanza dei Consiglieri Beltrami, Cerchio Soldano e Vietti: "Informazioni sul dipartimento del cuore all'Ospedale S.
Giovanni; mancata informazione della Commissione consiliare competente".
La parola all'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

In merito all'interpellanza n. 397, riguardante il Centro cardiochirurgico Blalock, ritengo di poter fornire i seguenti elementi di risposta.
Il Centro cardiochirurgico Blalock, che ha formato oggetto di ampie polemiche sui quotidiani cittadini, polemiche che sono state sinteticamente riportate anche sulla stampa di altre regioni, fu a suo tempo istituito dall'Università degli Studi di Torino, presso la Divisione Chirurgica. Esso è stato articolato in due sezioni, di n. 25 posti letto ciascuna, aggregate alla Divisione di Chirurgia pre-interventi riguardanti rispettivamente vizi congeniti e vizi acquisiti.
Le prime avvisaglie della polemica riguardavano il contenuto di una statistica operatoria ed una presunta connessa falsificazione di alcune cartelle cliniche. Ogni valutazione su dette circostanze implicanti responsabilità penali che, come tali concernevano singoli individui rientra nella competenza dell'autorità giudiziaria.
Allorché nell'evolversi della polemica, verso l'inizio del mese di dicembre u.s., era stato messo in luce dalla stampa un non perfetto funzionamento del reparto, nella mia qualità di Assessore regionale che nell'ambito delle competenze in materia di assistenza ospedaliera attribuite alle Regioni dalla vigente normativa, ho la vigilanza sulla funzionalità tecnico-amministrativa dei vari presidi, invitai, con nota del 7/12/1977 n. 15143, il Presidente del Consiglio di amministrazione dell'Ente ospedaliero "Ospedale Maggiore S. Giovanni Battista e della Città di Torino" a disporre perché il Direttore sanitario facesse pervenire, nel più breve tempo possibile, entro una settimana dalla ricezione della nota una dettagliata relazione concernente, in particolare: a) l'idoneità delle strutture edilizie nelle quali è allocato il reparto b) l'idoneità delle attrezzature tecniche utilizzate per gli interventi di cardiochirurgia c) l'idoneità, sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo, del personale medico e paramedico assegnato al reparto, necessaria per assicurare una valida assistenza ospedaliera prima, durante e dopo gli interventi.
Detta richiesta è stata sollecitata con telegramma in data 20 dicembre 1977 e successivamente.
Il giorno 30 dicembre 1977 mi sono recato presso gli uffici dell'Amministrazione ospedaliera, dove ho avuto contatti, in assenza degli amministratori, con il Direttore amministrativo ed il Direttore sanitario dai quali mi sono fatto fornire un quadro generale della situazione.
Immediatamente dopo, però, l'autorità giudiziaria aveva emesso un provvedimento di restrizione della libertà personale di un medico coinvolto nella falsificazione e la stampa cittadina aveva fatto cenno che nel prosieguo dell'istruttoria, per i noti fatti, era prevedibile che l'autorità giudiziaria avrebbe adottato analogo provvedimento nei confronti di altri medici.
La notizia aveva determinato uno stato di disagio per il rimanente personale assegnato al Reparto, tale da non garantire il clima di distensione necessario per consentire una proficua e valida assistenza per interventi di alta qualificazione quali quelli cardiochirurgici.
In tale situazione ho ritenuto opportuno invitare con nota del 2 gennaio u.s. sia il Rettore Magnifico dell'Università degli Studi di Torino, sia il Presidente del Consiglio di amministrazione dell'Ente ospedaliero "Ospedale Maggiore di S. Giovanni Battista e della Città di Torino", a valutare, nell'ambito delle rispettive competenze (trattandosi di reparto convenzionato con l'Ente ospedaliero per quanto concerne l'assistenza ospedaliera) l'opportunità, per i motivi sopra esposti, di sospendere l'attività del Centro.
Nel contempo, il Presidente della Giunta ha incaricato, con provvedimento formale in data 3/1 /1978, funzionari dell'Assessorato di acquisire tutti gli elementi necessari per stabilire l'effettivo grado di funzionalità delle sezioni in argomento.
Va però tenuto presente che il problema dell'assistenza cardiologica e cardiochirurgica, al di là dell'accertamento sulle ipotetiche responsabilità e disfunzioni passate, va risolto per il futuro con la costituzione di un dipartimento di cardiologia presso il presidio ospedaliero delle Molinette.
In tale indirizzo si sta già muovendo l'Amministrazione ospedaliera, la quale ha già deliberato, nell'ambito di quel presidio, l'istituzione del Dipartimento in questione che concerne Reparti ospedalieri e Reparti universitari, che hanno già formato oggetto di apposita convenzione tra Università degli Studi e Amministrazione ospedaliera, in corso di rinnovazione sulla base dello schema definito nel corso di incontri tra Università e Regione, e già approvato dalla Facoltà di Medicina, la quale ultima ha anche formulato parere di massima favorevole all'istituzione del Dipartimento.
Recentemente l'Università ha preposto l'istituzione di una cattedra di cardiochirurgia e in quest'ottica l'affidamento temporaneo dell'incarico di dirigere il Centro al prof. Casarotti dell'Università di Padova.
La Regione ha dato il suo pieno appoggio a tale soluzione e si auspica che si possa, nell'interesse dei pazienti, riprendere urgentemente ad operare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Abbiamo presentato questa interpellanza circa tre mesi fa e la colpa non è attribuibile a chicchessia. Il dato certo è che ci troviamo ad affrontarne oggi la risposta con un documento dell'Assessore abbastanza diffuso e penetrante. Non sono in grado di dire se questa risposta sia di per sé esauriente. Lo approfondiremo a livello di Gruppo.
La domanda riguarda i risultati dell'inchiesta della Commissione costituita dalla Regione e delle altre due Commissioni, l'una dall'Ospedale e l'altra dalla Magistratura. L'Assessore forse sulle ultime due Commissioni non è in grado di dire qualche cosa, ma quantomeno dovrebbe notiziarci su quanto ha svolto il funzionario della Regione. La motivazione che ci ha sospinti a proporre l'interrogazione è la disinformazione totale che come Consiglieri regionali avevamo attorno, a questo grosso e serio problema che ha investito tutta la comunità piemontese e, così come ci è stato detto dall'Assessore, ha travalicato addirittura i confini del Piemonte. Leggiamo sul giornale del 12 gennaio 1978 che: "Il Dipartimento del cuore è nato. Quando funzionerà?". Leggiamo su un altro articolo sempre di un quotidiano torinese: "Le condizioni che sono state poste per la nascita e la costruzione di questo dipartimento"; apprendiamo addirittura che si è svolto un incontro convocato dal Presidente Viglione al quale hanno partecipato l'Assessore alla sanità Enrietti, il Rettore dell'Università prof. Cavallo, il Presidente dell'Ospedale ing. Poli, il Consigliere regionale Bontempi e il Vice segretario regionale del Partito comunista Revelli. Sul Bollettino Ufficiale della Regione, che peraltro riceviamo con relativo ritardo, apprendiamo che il dr. Vittorio De Martino è stato incaricato di accertare i fatti verificatisi entro il reparto Blalock. Apprendiamo ancora che la Regione chiede la chiusura temporanea del Centro di cardiochirurgia. Sempre sul quotidiano leggiamo che l'Assessore insiste sul Dipartimento di cardiologia e che dall'indagine svolta sembra ci siano in Piemonte più posti letto di quanti effettivamente necessitino, anche se a distanza di pochi giorni il primario del Mauriziano che si interessa del settore della cardiochirurgia afferma decisamente il contrario.
Quindi in questa vicenda si è agitata tutta una serie di orientamenti di indirizzi, di decisioni che investono appieno l'attività della Regione Piemonte nel settore socio-sanitario e, di fronte a questo complesso di iniziative, c'era la totale disinformazione del Consiglio regionale. Lo scopo nostro non è quello di sollevare o di acuire la polemica che già è in atto, ma è semplicemente quello di essere notiziati e di essere aggiornati.
Non riteniamo opportuno inserirci in un polverone, che può sotto alcuni aspetti essere politicamente utile, ma che nei tempi lunghi può divenire controproducente perché la generalizzazione scandalistica non pu necessariamente fermarsi al solo bersaglio fisico del primario che pu essere interessato al momento, ma prosegue e coinvolge necessariamente così come è avvenuto qualche anno fa sulla piazza torinese, buoni e non buoni, creando diffidenza e scuotendo non dico il prestigio, ma il buon nome che circonda la classe medica. I fruitori del Centro Blalock sono stati in larga parte cittadini che venivano dal di fuori del Piemonte: il 52% dal meridione, il 20% dall'Italia centrale e il 35,8% dall'Italia settentrionale. E' comunque un grosso motivo di richiamo, pur con tutte le deficienze operative nel cui merito non riteniamo di dovere intervenire.
Tutto questo sommovimento attorno ad una denuncia che doveva stabilire la verifica di una statistica operatoria, ed è in corso su questo aspetto un intervento della Magistratura, così come sono in corso ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale, tutta questa campagna polemica che è stata sollevata attraverso i giornali, alla fine condiziona psicologicamente tanto gli operatori quanto i fruitori del servizio addirittura in quei distaccamenti periferici e provinciali che avevano raccordi con il Blalock.
La cosa diventa più cocente e più crudele allorquando si gioca attorno alla vita e alla sopravvivenza degli individui.
In sostanza questo nostro intervento era rivolto all'Assessore per stanarlo dalla sua stanza dalla quale dirige pur diligentemente l'Assessorato, e per ricondurre il discorso entro quest'aula, perché al di là dei piani in fase di studio di quanto viene regolarmente promesso alla comunità piemontese, si creano strutture che dovrebbero nascere come conseguenza del piano e non possono necessariamente condizionare il piano stesso.
Per quanto attiene alla costituzione dei dipartimenti, un orientamento ministeriale con decreto del novembre del '76 stabilisce i contorni di questo tipo di intervento e noi saremmo stati lieti se la deliberazione presa dall'Ospedale, che non si sa ancora se ha avuto sbocco definitivo e concretezza operativa, è rispettosa di questi orientamenti che mi paiono basilari per l'istituzione del dipartimento.
Evidentemente non è possibile in una replica ad un'interrogazione approfondire il discorso. Ritengo che su questo argomento un ulteriore perfezionamento potrebbe essere portato nella competente Commissione consiliare o essere proposto al Consiglio in un dibattito più aperto e più approfondito. Assessore Enrietti, ritengo che non si debba tacere al Consiglio avvenimenti come questi e che i Consiglieri debbano apprenderli dalla stampa. Non è neppure un intervento polemico il mio, dico che è una necessità avvertita nell'aria da tutti. Abbiamo letto la cronaca dei giornali diffusa, illuminante, e questa era la nostra informazione. Non siamo stati aggiornati dalla Giunta e nemmeno dal Consiglio. Siamo stati colpiti particolarmente da due scritti, il primo apparso su un settimanale provinciale del Piemonte che affacciava il sospetto di un congelamento parziale del problema in vista della conclusione di una specializzazione all'estero di un giovane medico; il secondo su un quotidiano di grossa tiratura che accenna ad un vorticoso giro di cattedre e di primariati, con lo stabilimento di una testa di ponte in Torino con il successivo dispiegarsi di una più ampia offensiva che va da Catania, a Verona e a Roma. Non so quale credito possa essere affidato a tali notizie. Non intendo personalmente affidarne. Gioverà però darci sin d'ora, e ne dovremo assumere tutti l'impegno, un appuntamento in quest'aula nel caso deprecato che siffatte previsioni dovessero avverarsi e noi, scientemente o incautamente, averle tenute a battesimo.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sicurezza sociale e sanità

Ritengo sia necessario un dibattito su questo enorme problema. Gli interrogativi che ha posto il Consigliere Beltrami meritano una risposta molto più ampia che non può certamente essere fatta in pochi minuti. Non mi soffermo su questo e mi dichiaro disponibile a sostenere qualsiasi dibattito in aula o in Commissione.



PRESIDENTE

L'interpellanza è stata svolta.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione del Consigliere Castagnone Vaccarino: "Informazioni circa le notizie di un'eventuale soppressione dell'Istituto nazionale piante da legno"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione della signora Castagnone Vaccarino: "Informazioni circa le notizie di un'eventuale soppressione dell'Istituto nazionale piante da legno".
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

L'interrogazione della collega Castagnone Vaccarino puntualizza tempestivamente la situazione dell'Istituto nazionale piante da legno della Società Cartiere Burgo. Premetto che condivido pienamente la valutazione della collega in merito all'Istituto, al valore qualitativo della sua attività.
Richiamo i settori operativi di questo Istituto, che ha un'accumulazione scientifica e culturale di circa 40 anni.
L'Istituto opera nel campo della chimica, della microbiologica del suolo, della fitopatologia, del miglioramento genetico, dell'ambiente e delle risorse del suolo, in particolare, sta elaborando una carta dell'uso dei suoli, e dei corrispondenti vincoli, commissionata dalla Regione Piemonte; sta operando un inventario forestale, con particolare riguardo ai cedui di castagno e di faggio, commissionato ancora dalla Regione Piemonte sta predisponendo un corso teorico-pratico per tecnici rilevatori del suolo e cartografi, promosso con il piano giovani dall'Assessorato alla pianificazione territoriale. Conduce inoltre attività nel settore delle coltivazioni (produzione di materiale d'impianto, raccolta di seme forestale e così via), e sta conducendo delle ricerche finanziate dal Ministero dell'agricoltura e delle foreste; dà assistenza ai progetti di forestazione condotti dagli Assessorati all'agricoltura, all'ecologia e alla pianificazione territoriale e ai parchi. Si tratta quindi di una vasta gamma di lavori che interessa l'operatività e l'intervento della Regione soprattutto nel campo della pianificazione territoriale, dell'agricoltura della difesa ambientale ed ecologica.
La Giunta ha prestato particolare attenzione alle attività dell'Istituto sin dal settembre del 1975, avviando rapporti di lavoro, e valutando l'opportunità che l'Istituto divenga uno strumento permanente per l'attività della Regione.
La collega Castagnone Vaccarino richiama l'attenzione sulla già avvenuta vendita della tenuta agricola di 170 ettari di Tornavasso, che costituiva il patrimonio vivaistico più consistente della Cartiera Burgo.
Abbiamo cercato di interporre la nostra domanda, per l'acquisto o per un rapporto di cooperazione e collaborazione, così come stiamo cercando di fare per l'Istituto. I prezzi di vendita prospettati per la tenuta di Tornavasso erano esorbitanti dalle valutazioni che l'Amministrazione regionale aveva effettuato e prospettato. Prima ancora di approdare ad una fase conclusiva della trattativa, siamo stati scavalcati da operatori privati che hanno acquistato ai prezzi elevati richiesti.
Lo scorporo della proprietà così avviato tende a continuare, poich dopo la tenuta di Tornavasso, la Società Cartiere Burgo intende vendere la tenuta Spazzacamini a Prato Sesia, di 64 ettari, dove esiste un altro vivaio gestito dall'Istituto piante da legno. Esiste poi l'altra proprietà immobiliare, di 32 ettari, sulla collina torinese al confine con S. Mauro su cui insistono 10 mila metri cubi di fabbricati (una portineria, gli uffici dell'Istituto, la "Villa Sacerdote", altre attrezzature dove sono sistemati i laboratori dell'istituto). In questa proprietà, 6 ettari di terreni sono destinati alla sperimentazione di colture altamente specializzate, 5 ettari sono costituiti da prati e 16 ettari da bosco.
L'Istituto è poi dotato, oltre che degli arredi per gli uffici dell'attrezzatura dei laboratori e di una biblioteca specialistica considerata la più approfondita e più vasta in Italia, e una delle più importanti in Europa. Di livello internazionale è l'operatività di questo Istituto che non ha lavorato solo nel nostro Paese, ma che ha svolto molta della sua attività in ricerche e interventi operativi in Paesi africani e del Sud America. L'interesse della Regione, perché tale patrimonio scientifico e tecnico non vada distrutto con la smobilitazione preannunciata dalla Cartiere Burgo è tanto più presente oggi, dal momento che le stesse organizzazioni sindacali pongono il problema della difesa dell'Istituto e del posto di lavoro dei ricercatori e degli operatori.
Abbiamo avuto contatti con il Direttore dell'Istituto, delegato dalla Cartiere Burgo a trattare l'eventuale cessione del patrimonio immobiliare.
Tali contatti continueranno, anche se vi è ancora una disparità di valutazione. Non appena avremo elementi di valutazione ragionevoli mi premurerò di portarli in discussione, in Commissione e in Consiglio.
L'importanza del mantenimento dell'Istituto e della creazione di condizioni per un maggiore apporto lavorativo a sostegno della politica regionale è tale da far ritenere che, nel caso in cui i rapporti con la Cartiere Burgo non trovassero uno sbocco e una conclusione, si dovrebbe pensare alla legge istitutiva di un Istituto pedologico e forestale regionale, attraverso al quale incorporare il personale che verrebbe lasciato libero dalla smobilitazione dell'Istituto, dandogli nuova possibilità di continuare l'attività e le ricerche. L'area di insediamento dell'Istituto, in questo caso, potrebbe essere la proprietà regionale della Mandria.
Per quanto riguarda l'ultimo aspetto dell'interrogazione della collega Castagnone Vaccarino relativa alla preoccupazione che sulle aree immobiliari della Società Cartiere Burgo possano essere effettuate speculazioni immobiliari, rispondo che questa è anche una nostra preoccupazione. Mi sono informato formalmente presso il Comune di Torino il quale ci informa che il Centro sperimentale piante da legno, ex "Villa Millerose", era compreso nel piano regolatore generale della città approvato nell'ottobre del '59, in zona agricola residenziale estensiva con indice di fabbricabilità di 0,10 e 0,50 metri cubi per metro quadro (edificabilità elevata considerata la zona). Ma la variante adottata con deliberazione consiliare del 19 luglio 1977 e del 18 ottobre 1977 ha ridotto tale indice di fabbricabilità a 0,01 metri cubi per metro quadro e disciplinato la zona che è soggetta a vincoli idrogeologici con le norme dell'articolo 6 della variante stessa. Le possibilità di edificazione sono quindi di fatto inesistenti. Infine, dalla deliberazione programmatica per la revisione del piano regolatore, adottata dal Consiglio comunale il 10 novembre 1977, risulta che l'Amministrazione comunale sta predisponendo la revisione generale del piano regolatore per la parte collinare della città e che è previsto di destinare la zona dell'Istituto a parco urbano non attrezzato, regolandolo con particolari norme urbanistiche ed edilizie. Vi è quindi, ora, l'impossibilità di lottizzazioni o di edificazioni, e l'approntamento della variante per tutta la collina ci darà l'occasione per definire compiutamente la destinazione futura di questa area.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Mi ritengo soddisfatta della risposta dell'Assessore Rivalta soprattutto per l'attenzione che è stata posta al problema. Mi rallegro per quanto il Comune di Torino ha fatto per evitare speculazioni che avrebbero potuto rendere ancora più difficili le trattative tra la Regione e la Cartiere Burgo.
Avendo la Direzione della Società Cartiere Burgo dichiarato alle organizzazioni sindacali che con la fine del '78 cesserà l'attività e che il personale verrà licenziato o disperso, ritengo che alla Regione interessi non solo il problema occupazionale, ma soprattutto quello inerente alla non dispersione del personale che lo stesso Assessore ha giudicato altamente qualificato. L'intervento della Regione a questo proposito deve essere pronto e quindi deve essere previsto nel bilancio che andremo a discutere. Se non sarà previsto in quell'occasione sarà molto difficile istituire un Istituto identico o similare a quello.
Prego l'Assessore di tenere conto di questo anche per l fatto che si sta verificando una situazione alquanto strana. La Burgo, che ha un deficit di 11 miliardi, acquista altre proprietà patrimoniali in contrasto con il tipo di attività che ha svolto finora. Lascio queste notizie alla meditazione dei Consiglieri.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione del Consigliere Vietti: "Intervento per il ponte detto di 'Cafasset per il quale sono attualmente in vigore limitazioni per il transito"


PRESIDENTE

Interrogazione della dottoressa Vietti: "Interventi per il ponte detto di 'Cafasse' per il quale sono attualmente in vigore limitazioni per il transito".
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Nel merito si fa presente che il problema, istituzionalmente di competenza della Provincia di Torino, è stato da questa affrontato a mezzo della Commissione d'indagine designata dall'Amministrazione unitamente ad un rappresentante del Comune di Lanzo.
Questa Commissione, con il supporto di una verifica effettuata dal prof. Maggi del Politecnico di Torino, ha in data 12/10/1977 espresso il parere: 1) che l'opera non ha margini di sicurezza quali si richiedono per legge ad un'opera pubblica 2) che eventuali provvedimenti di rinforzo del p onte, sia con consolidamento mediante iniezioni cementizie, previa cinturazione con paratie continue a monte ed a valle, sia mediante la costruzione di una briglia in massi ed in getto a valle, non risultano né efficaci ne convenienti, senza nessuna garanzia dato lo stato di degrado del ponte esistente, di forte spesa (circa 300 milioni) e con la necessità di bloccare totalmente il transito per un periodo stimato in almeno un anno.
La proposta unanime è stata di costruire un nuovo ponte a valle di quello esistente in regione Rocasse dove affiorano banchi rocciosi che possono facilitare la costruzione delle nuove fondazioni e nel contempo limitare fortemente il transito, particolarmente quello pesante, e procedere ad un sistema automatico di chiusura del ponte collegato ad un livello delle acque oltre il quale si ritiene pericoloso consentire il transito.
Tale proposta, limitatamente alla seconda parte relativa alle limitazioni del traffico, è stata recepita dalla Giunta provinciale con deliberazione del 14/12/1977 ed è stata resa esecutiva con ordinanza del Presidente della Giunta provinciale con decorrenza dal 5/3/1978.
Non risulta sia stato preso a tutt'oggi alcun provvedimento in merito alla costruzione di un nuovo ponte.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

L'interrogazione trae origine dal fatto che, da parecchi mesi, è stato fortemente limitato il transito sul ponte di Cafasse che congiunge Torino a Lanzo. Il traffico è limitato in senso alternativo unidirezionale ed è vietato il transito degli autocarri che superano le 8 tonnellate.
Dopo le limitazioni del traffico è stata approvata la deliberazione del Consiglio provinciale di Torino, in data 23/12/1977, che prende atto della relazione della Commissione tecnica, di cui ha parlato l'Assessore nominata per esaminare la situazione del ponte. In tale delibera si assume però soltanto la decisione di stanziare 3 milioni per l'installazione di una sonda elettronica, collegata all'impianto semaforico, di modo che, in caso di elevato livello dell'acqua, scatti automaticamente il rosso.
Non mi pare questa una misura che dia sicurezza ai passanti, anche perché nessuno conosce l'installazione del meccanismo e, di fronte ad un semaforo rosso per lungo tempo, si può ritenere che il semaforo non funzioni proseguendo oltre.
La Commissione tecnica ha affermato che l'opera non ha i margini di sicurezza che si richiedono per legge ad un'opera pubblica. Inoltre mi pare evidente che la limitazione del traffico diminuisce, ma certamente non elimina, il pericolo. Tale limitazione per di più è compromettente per il commercio, per l'industria e per il turismo dei Comuni che sono a monte del ponte.
Ha ragione l'Assessore quando afferma che la competenza è dell'Amministrazione provinciale, ma è pur vero che la Regione, in base alla legge 28 del 1975, ha la possibilità di concedere dei contributi in conto capitale e in conto interessi all'Amministrazione provinciale per opere di questo genere.
Si parla della costruzione di un nuovo ponte: si facciano gli studi e si provveda tempestivamente ad assumere dei provvedimenti concreti e non soltanto a stabilire limitazioni di transito che non danno alcuna garanzia.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Enti di sviluppo e organismi fondiari

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Menozzi, Bertorello, Franzi Lombardi: "Informazioni sul numero delle domande di finanziamento per i piani zonali agricoli pervenute alla Regione ed esigenze di semplificare la relativa modulistica"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Menozzi, Bertorello, Franzi e Lombardi: "Informazioni sul numero delle domande di finanziamento per i piani zonali agricoli pervenute alla Regione e d esigenze di semplificare la relativa modulistica".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ho già inviato al collega Chiabrando e agli altri colleghi una risposta scritta nella quale sono contenute le tabelle.
Al 31/12/1977 sono pervenute 629 domande di cui 125 già completate di documentazione e 514 che dovevano essere documentate entro i 60 giorni.
Entro il 28 febbraio sono state documentate 437 domande e pertanto si possono considerare non documentate 192 domande che saranno rinviate al secondo semestre. Sono state istruite, al momento in cui è stata predisposta la risposta, peraltro pronta da molto tempo, 36 piani per un importo di 3 miliardi 652 milioni 242 mila.
Con il 1° di aprile è scattato il meccanismo previsto dalla legge per cui le pratiche non saranno decise dagli I.P.A., se inferiori ai 75 milioni, e dalla Regione se superiori, ma passeranno all'esame dei Comitati comprensoriali.
Venendo quindi all'ultimo punto dell'interrogazione, per quanto concerne la questione dell'eventuale snellimento delle procedure, informo che è stato fatto un lavoro a livello di Assessorato a cui hanno partecipato gli I.P.A., in particolare quello di Asti; è stato istituito un Comitato formato da un rappresentante di ogni ufficio periferico e da rappresentanti delle organizzazioni di categoria. Questo Comitato dovrà ridurre e trasformare i moduli non del tutto agibili, semplificare alcuni quadri rispettando lo spirito del piano e della legge. Le proposte saranno sottoposte al Comitato tecnico previsto dalla legge n. 15, e alla Commissione agricoltura che peraltro può fin da ora lavorare e fare sue proposte di riduzione o snellimento della documentazione richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Il numero delle domande istruite conferma che qualcosa non funziona come ha ammesso lo stesso Assessore. Occorre quindi rimediare e rivedere.
Tuttavia non è il numero delle domande pervenute o quelle istruite o la nuova procedura che si instaurerà con il 1° aprile che interessa; mi interessa invece la seconda parte della risposta che l'Assessore ha liquidato un po' troppo sbrigativamente, il che può essere inteso in senso buono se il problema è rimesso tutto al discorso che è in atto e che dovrà essere concluso: in questi termini posso anche accettarlo. Desidero per aggiungere qualche elemento per confermare che è necessario rivedere la procedura per agevolare l'attuazione della legge perché, così com'è impostata, non viene attuata almeno nella misura che tutti ci aspettiamo.
Le organizzazioni agricole hanno fatto proposte concrete per la modifica della modulistica e della procedura. Riteniamo che i dati e le notizie richiesti per ottenere il finanziamento agricolo siano assolutamente sproporzionati rispetto allo scopo che ci si prefigge come ad esempio, la quantità del concime o la giornata lavorativa prestata in maggio anziché in aprile: sono dettagli che complicano la procedura. Se questi dati possono essere validi sul piano scientifico, non lo sono certamente ai fini dei finanziamenti alle aziende agricole. I moduli sono assolutamente impraticabili, hanno spazi sproporzionati, insufficienti in certe parti, troppo ampi in altre. Quelli della Regione Emilia-Romagna sono, ad esempio, di formato protocollo, quindi praticabili, manovrabili e leggibili.
Inoltre su certe voci di spesa si lascia troppa libertà e troppo margine di discrezione. Quindi sarà utile indicare alcuni coefficienti di spesa al fine di rendere più credibili i piani, perché sappiamo che oggi molti sono costruiti artificialmente, cosa che dobbiamo evitare. Quali sono le aziende che oggi hanno presentato le domande e che beneficiano dei finanziamenti? Sono le aziende medio-grandi e non sono certamente le aziende familiari coltivatrici, che noi vogliamo sostenere.
Vogliamo rendere la legge operante? Riduciamo la burocrazia, rendiamo più agibile e più serio il sistema, lasciamo meno discrezione.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il difetto, caro Chiabrando, non sta purtroppo nel piano o nella modulistica perché, in questo caso, sarebbe facile correggere, ma sta purtroppo nello spirito delle direttive e della legge.
Voglio inoltre sottolineare che è vero che dobbiamo snellire la procedura, però dobbiamo snellirla assicurando una maggior corrispondenza alla realtà.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Disposizioni per il finanziamento delle pratiche in agricoltura ai sensi della legge 6/12/1977 n. 56"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Disposizioni per il finanziamento delle pratiche in agricoltura ai sensi della legge 6/12/1977 n. 56".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interrogazione è stata presentata il 23 gennaio. Il 19 gennaio gli uffici dell'Assessorato hanno chiesto alla Presidenza della Giunta e all'Assessore Astengo di unificare la normativa. La legge 56 ha inserito alcune norme per quanto riguarda il taglio dei boschi che sono diverse rispetto alle preesistenti, per cui si è venuta a creare una discrepanza o addirittura vi è il pericolo di una doppia procedura. Il problema è in corso di risoluzione con la predisposizione di una nuova normativa e di istruzioni in ordine al vincolo idrogeologico e al taglio dei boschi che semplificano la procedura.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' una risposta interlocutoria. In effetti ho ricevuto un documento in data 19 gennaio, però si tratta di un documento tecnico d'ufficio contenente delle proposte all'Assessore, quindi non sono le proposte della Giunta. Siamo in una situazione di confusione poiché in qualche caso si impone agli interessati una doppia procedura con doppia documentazione per lo stesso tipo di autorizzazione. Non vorrei che questa situazione a compartimenti stagni tra un ufficio e l'altro continuasse perché sarebbe un aggravio notevole a carico dei richiedenti.
Prendo atto della risposta interlocutoria e sollecito una definizione urgente.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Zootecnia - Veterinaria

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Situazione della procedura di finanziamento Feoga ed intenzioni della Giunta circa la localizzazione del nuovo centro di fecondazione artificiale del bestiame"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Situazione della procedura di finanziamento Feoga ed intenzioni della Giunta circa la localizzazione del nuovo centro di fecondazione artificiale del bestiame".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ho già avuto la risposta scritta: mi dichiaro soddisfatto sul merito e insoddisfatto sul metodo seguito, poiché la decisione dello scambio è avvenuta senza informare il Consiglio, né la Commissione competente.
L'interrogazione tendeva a conoscere quali decisioni la Giunta intendeva assumere, decisioni che nel frattempo sono già state assunte.
L'interrogazione è datata 16 febbraio 1977, quindi era antecedente a qualsiasi decisione della Giunta. Il cambio della sede del centro di fecondazione artificiale regionale, che dalla Mandria va altrove, comporta rilevanti problemi di finanziamento che meritavano un attento esame del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Se la risposta viene data soltanto oggi, la colpa non è da attribuire a me poiché il Consigliere Chiabrando sa che ero pronto a rispondere da tempo.
La questione si collega ad una variante approvata dal Comune di Torino che pone un vincolo urbanistico.
La Regione ha invitato l'Istituto a spostarsi in zona non vincolata perché altrimenti la pratica avrebbe corso il rischio di non ottenere il parere positivo da Bruxelles.



PRESIDENTE

Consideriamo pertanto svolta l'interrogazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BELLOMO


Argomento: Veterinaria

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Ritardi nel pagamento delle prestazioni per la fecondazione artificiale ai veterinari condotti"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Ritardi nel pagamento delle prestazioni per la fecondazione artificiale ai veterinari condotti".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ho ricevuto la risposta scritta, quindi esonero l'Assessore dal ripetersi. In essa è confermato che i pagamenti, che ammontano a 1 miliardo e mezzo circa, erano fermi dal mese di gennaio 1976, quindi contribuivano notevolmente ad ingrossare l'ammontare dei residui passivi causando lamentele dei veterinari che si rifiutavano di proseguire le operazioni.
Dalla relazione si rileva tutta una serie di scarica-barili tra un ufficio e l'altro della Regione. Non interessa sapere che l'Assessorato ha potuto deliberare solo dopo 15 giorni o che la Ragioneria ha tardato dei mesi a dare un chiarimento. La Giunta deve rispondere in modo globale per tutti gli uffici.
Dalla relazione apprendo che vi sono dei pagamenti di prestazioni degli anni '74/'75 e '76. Quando si deciderà? Anche se finalmente i pagamenti sono stati disposti, non posso dichiararmi soddisfatto per i modi in cui si sono svolte le cose.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Sono arrivati alla fine dell'anno '77 plichi di prestazioni fatte nel '74. D'ora innanzi daremo sei mesi di tempo per comunicare gli elenchi oltre ai quali non pagheremo le vecchie prestazioni.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Albo professionale agricolo

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi Menozzi: "Situazione delle Commissioni provinciali per la tenuta dell'albo professionale agricolo"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi: "Situazione delle Commissioni provinciali per la tenuta dell'albo professionale agricolo".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'insediamento delle Commissioni non si è potuto fare perché è pervenuto un ricorso da parte di un'organizzazione agricola che individuava in alcune persone elette a far parte delle Commissioni carenza di titoli e quindi illegittimità. Di fronte a tale segnalazione abbiamo trasmesso all'Ufficio di Presidenza del Consiglio in data 8/7/1977 la nota n. 9751 ed è stata sollecitata una risposta in data 17/2/1978. L'Ufficio di Presidenza si è occupato del problema richiedendo a tutti i designati di presentare i propri titoli. Sono già pervenute alcune risposte in cui si conferma la validità del ricorso.



PRESIDENTE

Confermo, perché effettivamente questo argomento è venuto ieri in discussione nella conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Il problema è in mano ad un funzionario del Consiglio che dovrà sollecitare la definizione formale di tutte le situazioni.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Sono d'accordo che la Giunta non può far niente in questo caso. Il problema della mancanza dei requisiti è stato sollevato il 15 maggio 1976.
Questa mattina ho avuto la segnalazione di una persona che deve costruire quindi deve dimostrare di avere i requisiti, di essere iscritto all'albo pur producendo provvisoriamente un atto di notorietà dovrà poi confermare l'iscrizione all'albo e se il caso sarà dubbio non potrà iniziare la costruzione fin quando non avrà la certezza dell'iscrizione e dell'accertamento dei requisiti. Quindi sollecito una conclusione.



PRESIDENTE

Prendo atto ricordando che è un problema che investe le forze politiche.


Argomento: Formazione professionale

Interpellanza del Consigliere Castagnone Vaccarino: "Motivi per i quali alcuni attestati rilasciati a seguito di corsi di formazione professionale non sono riconosciuti dalle Camere di Commercio"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza del Consigliere Castagnone Vaccarino: "Motivi per i quali alcuni attestati rilasciati a seguito di corsi di formazione professionale non sono riconosciuti dalle Camere di Commercio".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore alla formazione professionale

Alcuni attestati sono risultati falsi. La pratica è presso la Magistratura per le indagini opportune. In altri casi c'è proprio incomprensione da parte delle Camere di Commercio.
Le attività dei barbieri, visagisti, estetisti sono regolate dalla legge 1142 del 1970 la quale prescrive un corso di apprendistato. La legge 264, istitutiva della formazione professionale, richiama l'equivalenza tra un titolo conseguito nei corsi di formazione professionale e il titolo di apprendistato. Ho inviato alla Camera di Commercio tutta la documentazione come supporto legislativo. Non sta a me decidere l'iscrizione o meno alle Camere di Commercio. Se ci saranno ulteriori problemi potremo richiedere un incontro con il Presidente della Camera di Commercio.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Debbo precisare che non si tratta solo della Camera di Commercio di Torino e che sarebbe opportuno un incontro chiarificatore fra l'Assessorato e le Camere di Commercio. Gli interessati in qualche maniera sono stati illusi frequentando i corsi e ritengono di avere un titolo idoneo. In realtà si trovano in mano solo un pezzo di carta. Ignoravo naturalmente che ci fossero dei falsi.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Selezione bovina in Piemonte. Attività negli anni 1972/1977"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Selezione bovina in Piemonte.
Attività negli anni 1972/1977".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Anche a questa interrogazione ho inviato risposta scritta. Essa si divide in due punti: uno riguarda i nuclei di selezione suddivisi per razza e provincia negli anni del '72, '73, '74, '75, '76 e '77. Sono due fitte pagine di dati e credo che il Consigliere Franzi mi esoneri dalla lettura che sarebbe faticosa non dico per me, ma per chi non segue questo particolare aspetto.
Per quanto riguarda il punto 2) si precisa che, per il miglioramento del patrimonio genetico, è in atto un'azione tendente a favorire l'effettuazione di valutazione genetica di riproduttori della razza bovina Piemontese che rappresenta oltre il 50% del patrimonio bovino della Regione.
Per la razza Frisona italiana sono in corso contatti con l'Associazione Nazionale di razza per una partecipazione del Piemonte al fine di valutazione genetica di tori operanti nei Centri di F.A.
Per quanto riguarda la razza Bruno Alpina, la Regione, in attuazione dell'art. 4 della legge 51/75, provvede ad acquistare presso i Centri di Zorlesco e Rovereto dosi di seme di tori di razza Bruno Alpina, muniti di valutazione genetica al fine di migliorare le produzioni e le morfologie degli allevamenti.
Tutto il seme di tori, acquistato per la F.A. fuori Regione e distribuito gratuitamente, viene scrupolosamente scelto dalle organizzazioni degli allevatori di concerto con gli I.P.A. competenti per territorio nel limite della spesa ammessa.
Per quanto concerne la commercializzazione del bestiame prodotto in selezione si fa presente che, per le razze Bruno Alpina e Frisona, al fine di ottenere le agevolazioni creditizie previste dalla legge è richiesto il certificato genealogico; per le razze Piemontese e Valdostana Pezzata Rossa per il bestiame oggetto di finanziamento non è richiesto specificatamente detto certificato, in quanto manca la possibilità di reperimento di soggetti iscritti fuori del Piemonte e ciò renderebbe oltremodo difficile l'acquisto.
Tuttavia nella valutazione del prezzo gli Ispettorati sono tenuti a considerare il bestiame di tali razze proveniente dalla selezione di valore superiore a quello della produzione ordinaria.
Inoltre in coincidenza delle manifestazioni zootecniche a carattere regionale (Bruno Alpina, Frisona Italiana e Piemontese) e provinciali (Bruno Alpina, Frisona, Valdostana Pezzata Rossa e Piemontese) finanziate dalla Regione sono state sempre incentivate quelle iniziative tendenti a valorizzare l bestiame presentato e che gli allevatori ritenevano di poter disporre per la vendita.
Nel nuovo disegno di legge che il Consigliere Franzi già conosce è previsto l'aumento degli importi relativi all'acquisto del bestiame selezionato per sostituire quello infetto. La questione della fecondazione artificiale dovrebbe essere strettamente ancorata alla selezione e alla valorizzazione del bestiame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Non ho ancora avuto la tabella, che è la parte più importante e che mi interessa maggiormente avere, per una verifica di carattere generale sull'attività zootecnica del settore specifico della selezione. Rifacendomi alle dichiarazioni dell'Assessore circa le iniziative nei confronti delle varie razze bovine, devo dire che l'iniziativa assunta recentemente per quanto riguarda la questione della razza Pezzata Rossa meriterebbe una più attenta considerazione, perché ho la sensazione che si vada a creare una grossa confusione. L'Assessore sicuramente sa che l'art. 3 della legge 126 prevede l'istituzione di un'apposita Commissione zootecnica provinciale della quale fa parte il Capo dell'Ispettorato agrario, il Veterinario provinciale e un rappresentante dell'Associazione allevatori, che hanno il compito di controllare se i soggetti maschi addetti alla riproduzione possono essere abilitati o meno.
Con una deliberazione di Giunta, quindi con un semplice atto amministrativo, si è completamente modificata o disconosciuta una tassativa norma di legge. Nella zona del Biellese si sono introdotti, con il benestare del Ministero dell'agricoltura, dei tori provenienti dalla Baviera che dovevano avere lo scopo di rinsanguare la razza della Pezzata Rossa, in quanto sappiamo tutti che la Pezzata Rossa fa parte di un unico ceppo, quindi l'iniziativa assunta recentemente dalla Giunta deve essere riverificata, per non favorire quella confusione che già sta emergendo nel settore degli allevatori biellesi.
Per quanto riguarda il miglioramento genetico del patrimonio zootecnico, penso che la linea sulla quale si vuole attestare l'Assessore con la proposta di legge sia giusta: autorizzare soltanto soggetti che siano sani e siano iscritti nei libri genealogici. Oggi, purtroppo soprattutto nelle zone del Biellese si erogano contributi e si autorizzano iniziative di selezione anche in stalle che non rispettano la legge 33 per il risanamento zootecnico.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Disservizio sulla ferrovia Torino-Pinerolo-Torre Pellice. Passi che la Giunta intende compiere presso l'Amministrazione delle FF.SS."


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Disservizio sulla ferrovia Torino-Pinerolo-Torre Pellice. Passi che la Giunta intende compiere presso l'Amministrazione delle FF.SS.".
Risponde il Vicepresidente Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Anzitutto si ricorda che in materia di trasporti ferroviari la Regione Piemonte non ha competenze dirette sulla rete e sui servizi ma solo una funzione propositiva nei confronti delle FF.SS.
Ciò premesso, all'Assessorato ai trasporti è nota la grave situazione del servizio sulla linea Torino-Pinerolo, carente in particolare per quanto riguarda il rispetto dell'orario, l'insufficienza di carrozze per qualche corsa e talvolta la mancanza del materiale rotabile impiegato e cioè treni ordinari con carrozze.
Tale situazione è stata più volte contestata alla Direzione Compartimentale delle FF.SS.
Dal 9/1/1978 sulla linea Torino-Torre Pellice sono impiegate nuove elettromotrici leggere: i complessi Ale 801-940, in sostituzione di materiale ordinario, particolare per queste relazioni: treno 7173 - partenza da Torino 12,34 - arrivo a Torre Pellice 13,54 treno 7177 - partenza da Torino 14,04 - arrivo a Torre Pellice 15,26 treno 7180 - partenza da Torre Pellice 13,56 - arrivo a Torino 15,09 treno 7182 - partenza da Torre Pellice 17,03 - arrivo a Torino 18,35.
L'impiego di questo materiale, peraltro ripetutamente sollecitato dalla Regione Piemonte, offre ampie garanzie di rispetto d'orario e di comfort.
Per quanto attiene il problema del passaggio a livello di corso Torino a Pinerolo, che reca notevoli disagi alla circolazione, l'indicazione prospettata dalla Regione Piemonte per la risoluzione definitiva del problema è la soppressione del suddetto passaggio a livello.
L'indicazione data è stata recepita dalle FF.SS. che hanno previsto tale soppressione all'interno del piano poliennale delle FF.SS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Effettivamente le automotrici hanno migliorato il servizio, infatti il tempo impiegato è diminuito di un quarto d'ora. Siccome però sono mantenuti i vecchi orari, il tempo impiegato globalmente continua ad essere uguale pregherei quindi l'Assessore di occuparsi di questo piccolo problema.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Parchi e riserve - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Veridicità sulle notizie di stampa su una strage di cervi alla tenuta La Mandria"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Veridicità sulle notizie di stampa su una strage di cervi alla tenuta La Mandria".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e caccia

Rispondo anche a nome del collega Rivalta. La Giunta regionale con deliberazione n. 88-8147 del 3/5/1977 ha autorizzato l'Azienda regionale "Tenuta La Mandria" ad abbattere sul proprio territorio 61 femmine e 12 maschi di cervo, scelti tra quelli vecchi, infecondi o malati. I predetti abbattimenti sono stati consentiti previo parere favorevole espresso dal Laboratorio di Zoologia applicata alla caccia di Bologna. Gli abbattimenti si sono resi indispensabili per motivi di ordine tecnico e sanitario: i cervi presenti nel comprensorio dell'Azienda regionale risultano dall'ibridazione tra il wapiti americano e il cervo centro-europeo. Bench in passato fosse stato effettuato un tipo di selezione che prevedeva fra l'altro l'eliminazione dei capi che maggiormente presentavano caratteristiche tipiche del cervo wapiti, ancora oggi nascono soggetti dotati di caratteri di tipo americano (ad esempio capi con punte delle corna a forchetta).
Le più recenti ricerche dimostrano che la densità ottimale di cervi sul territorio in argomento è individuabile in un numero complessivo di 50 75 capi. Pur volendo anche prevedere la presenza di un numero massimo di 100-150 soggetti, appare evidente che l'attuale popolazione di almeno 300 capi è innegabilmente eccessiva.
Le teorie del passato che consigliavano una proporzione fra i sessi di gran lunga a vantaggio delle femmine, risultano scientificamente superate dalla recente tesi che prevede un rapporto naturale di un maschio per ogni femmina.
L'assenza di predatori naturali quali orso bruno, lince, lupo e aquila reale, rende purtroppo necessario l'intervento umano quale agente equilibratore. Va inoltre considerato che i cervi presenti nel comprensorio vengono regolarmente foraggiati durante il periodo invernale: ne discende che anche la naturale selezione provocata dalle avverse condizioni climatiche risulta in tal modo notevolmente ridotta.
E' ancora da rilevare che i capi presenti sono affetti da grave forma di parassitosi (con frequenti mortalità dei soggetti affetti da distoma) che appare favorita dall'eccessiva densità dei capi presenti.
Dei 73 capi previsti nel piano, soltanto 40 sono stati abbattuti in quanto, trattandosi di rigorosa selezione di capi preventivamente segnalati, dei restanti 33 soggetti individuati molte femmine risultavano ormai gravide.
Risulta infine infondata la notizia apparsa sulla rivista "Diana" circa la mancanza di informazione sul provvedimento adottato dalla Giunta regionale. Il provvedimento di autorizzazione degli abbattimenti è stato infatti comunicato al Comitato provinciale caccia di Torino, al cui interno risultano rappresentate tutte le Associazioni venatorie riconosciute; al predetto organo è stato inoltre demandato il compito di vigilare sull'osservanza dell'autorizzazione concessa. Gli abbattimenti medesimi, ad eccezione di 5 capi abbattuti a cura dell'Italturist, sono stati effettuati da cacciatori che ne avevano fatto richiesta all'Amministrazione dell'Azienda. A ciascun capo maschio previsto nel piano di selezione è stato attribuito un punteggio in relazione alla qualità del trofeo; per tutte le femmine è stata stabilita un'eguale valutazione. I conseguenti proventi sono stati introitati in apposito capitolo del bilancio dell'Azienda regionale "Tenuta La Mandria".
La Giunta aveva stabilito un costo per ogni trofeo, il che ha causato il motivo delle critiche di alcuni Giornali



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Ho ascoltato le risposte con interesse, ma ho anche delle perplessità sulla completezza della risposta che mi è stata data. Intanto dirò che sono stato sollecitato all'interrogazione dal fatto che molti giornali quotidiani e non, hanno sollecitato l'attenzione dell'opinione pubblica su questo problema che involge una certa complessità di aspetti nella sua soluzione. Ho anche visto che con prontezza gli Assessori Moretti e Rivalta avevano risposto all'interrogativo che era stato proposto a "Specchio dei tempi" da un lettore, certo non hanno potuto vedere tutte le altre pubblicazioni sull'argomento, ne ho una sottomano, è quella che mi aveva indotto all'interrogazione, che propone questo quesito: "La Mandria. I cervi malati sono venduti in macelleria?". Non so se questo sia stato portato a conoscenza degli Assessori competenti, certo è che, titolando a tre colonne una notizia di questo genere, si stabilisce immediatamente un certo riflesso da parte dell'opinione pubblica su un argomento delicato come è quello della caccia esercitata nel primo parco della Regione Piemonte. E' quindi un argomento di carattere squisitamente regionale che penso possa interessare i Consiglieri regionali come tali, che il parco hanno voluto.
Non entro nel merito di alcune osservazioni che sono state fatte. Mi rammarico che gli Assessori Moretti e Rivalta interessati al caso, non abbiano esaminato a fondo qual è il regime che si viene a creare circa la possibilità di utilizzare questa fauna selvatica, in relazione alla disposizione dell'art. 1 del nuovo Testo Unico della caccia, la quale ha un'affermazione sulla quale concordo perfettamente, ma dalla quale possono derivare delle implicazioni di gravissimo rilievo.
L'articolo 1 del nuovo Testo Unico della caccia dice che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Che cosa significa? Mi sono posto questo problema come Presidente del Parco del Gran Paradiso e confesso che non ho ancora trovato la soluzione, tant'è vero che ho fatto sospendere alcune determinazioni di cessione di animali a parchi nazionali ed esteri che ne avevano fatto richiesta.
L'interrogazione induce i due Assessorati ad approfondire questo argomento in maniera che sia chiarita la dizione di "indisponibilità del patrimonio faunistico".
Sempre per restare nell'argomento specifico dovrebbe essere anche esaminato il fatto che mancano l'orso bruno, la lince, il lupo e l'aquila.
Pensiamo di reintrodurre queste specie? E' un argomento che la Regione deve esaminare per il Parco della Mandria oppure lo deve esaminare per il Parco naturale del Carro ove non si verifichi l'incorporazione di quella zona nel territorio del Parco nazionale del Gran Paradiso? E' problema che ha rilevanza interregionale ed internazionale. Altrimenti dobbiamo continuare con il sistema del cosiddetto abbattimento selettivo ad opera dell'uomo che, ahimé! troppe volte si presta ad ipotesi da parte di terzi, che avvengono attraverso a favoritismi: è grave se l'opinione pubblica accarezza la suggestione di credere che ci siano dei favoritismi.
Si parla di un foraggiamento durante il periodo invernale, terzo quesito di carattere naturalistico. E' giusto che in un parco la fauna selvatica nel periodo invernale sia foraggiata con interventi umani? Questo foraggiamento è produttivo o è nocivo? Conserva in vita la specie o fa correre alla specie dei rischi e dei pericoli come abbiamo constatato moltissime volte nell'ambito del Parco nazionale del Gran Paradiso? Gradiremmo, a suo tempo, conoscere i risultati, degli esami parassitologici che dovrebbero essere fatti, che si stanno facendo, che sollecito perché si facciano, perché questi ahimali, come avviene per lo stambecco del Gran Paradiso, vecchi di migliaia di anni come specie, sono portatori di malattie e quindi soggetti ad epidemie.
Il quarto interrogativo è se si è previsto qualche rimedio contro l'aggressione gravissima della cosiddetta "rabbia silvestre", della quale in provincia di Bolzano, si sono già verificate alcune centinaia di casi.
Si tratta di epizoozia, malattia che si propaga con molta velocità e che può falcidiare completamente il patrimonio faunistico. Si dice che gli abbattimenti sono stati effettuati da cacciatori che ne hanno fatto richiesta all'Amministrazione dell'azienda. Chi sapeva che si doveva fare questa domanda all'Amministrazione dell'azienda? E, fatta la domanda, quali sono stati i criteri di scelta e come sono avvenuti gli abbattimenti sparando i classici due colpi o facendo uno sterminio quando la preda si allontanava dal tiro del fucile? Abbiamo cioè esercitato la problematica del Parco della Mandria con i criteri che presiedono sotto un profilo naturalistico all'impostazione di questi problemi, o ce ne siamo astenuti? Infine, qual è il quid che è stato richiesto per gli abbattimenti? E abbattuti gli animali, le carni vanno al cacciatore o sono destinate diversamente? Una serie di interrogativi, signor Assessore, ai quali forse non può in questa sede rispondere completamente, ma che certamente meritano una risposta, non tanto alla mia interrogazione, ma come motivo di informazione per tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

L'Assessore Moretti desidera rispondere. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e caccia

Lei, Consigliere Oberto, ha introdotto elementi che non erano richiesti nell'interrogazione, ad alcuni posso dare risposta immediata, ad altri no.
E' risaputo che i cervi della Mandria sono tutti ammalati. L'azienda sta predisponendo gli opportuni esami e sta esaminando la possibilità di introdurre una specie non malata. Non appena avremo i risultati di tali studi ne daremo informazioni al Consiglio.



OBERTO Gianni

Non vorrei che si accentuasse quella preoccupazione della specie americana.



MORETTI Michele, Assessore al tempo libero, sport e caccia

L'interrogazione è stata da lei presentata prima dell'entrata in vigore della legge, quindi non ho risposto alla sua domanda. Mi farò portavoce presso il mio collega per darle ulteriori risposte.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione urgente del Consigliere Menozzi: "Provvedimenti urgenti che si intendono adottare per i danneggiati dal recente maltempo e per il ripristino della viabilità" ed interrogazione dei Consiglieri Lombardi Bertorello, Chiabrando, Franzi, Menozzi: "Interventi che la Giunta intende assumere in favore degli agricoltori colpiti e danneggiati dalle ultime nevicate"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione urgente del Consigliere Menozzi: "Provvedimenti urgenti che si intendono adottare per i danneggiati dal recente maltempo e per il ripristino della viabilità".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signori Consiglieri, rispondo contemporaneamente all'interrogazione urgente del collega Menozzi e ad una successiva interrogazione sullo stesso argomento presentata da altri colleghi e pure da lui firmata. La risposta è già stata data in Commissione.
Con deliberazione del 21 marzo immediatamente esecutiva la Giunta ha richiesto, ai sensi dell'art. 70 del D.P.R. 616 del 27/7/1977, la declaratoria del carattere di eccezionalità delle nevicate e delle piogge a carattere alluvionale verificatesi nelle province di Asti, Alessandria Cuneo, Novara. La deliberazione non contiene analoga richiesta per le province di Torino e di Vercelli, perché agli uffici necessita ancora un periodo di tempo per accertare l'entità dei danni.
L'Assessore Bajardi ha predisposto un provvedimento per opere di pronto intervento per un importo complessivo di L. 2.895.008.694 così suddivisi: Comprensorio di Alessandria: n. 35 interventi in 31 Comuni - L.
674.632.120 Comprensorio di Casale Monferrato: n. 2 interventi in 2 Comuni - L.
25.000.000 Comprensorio di Asti: n. 79 interventi in 43 Comuni - L. 1.308.534.000 Comprensorio di Cuneo: n. 8 interventi in 7 Comuni - L. 85.305.000 Comprensorio di Alba: n. 32 interventi in 29 Comuni - L. 468.555.574 Comprensorio di Saluzzo: n. 7 interventi in 6 Comuni - L. 107.000.000 Comprensorio di Mondovì: n. 12 interventi in 11 Comuni - L.
193.982.000 Comprensorio di Pinerolo: n. 2 interventi in 2 Comuni - L. 28.000.000 Comprensorio di Borgosesia: n. 1 intervento in 1 Comune - L. 4.000.000.
Approfitto dell'occasione per informare che è stato concordato tra le Regioni il riparto preliminare in base alla legge n. 2.
In riferimento all'alluvione dell'ottobre del 1977, su 38 miliardi al Piemonte sono stati assegnati 27 miliardi, somma non troppo distante dall'ammontare delle richieste, ma molto distante dal numero delle domande.
Infatti le domande, in base agli articoli 4, primo e secondo comma, 5 e 7 ammontano a 52 miliardi, quindi la fetta toccata al Piemonte è consistente ma non lo è in proporzione ai danni. E' vero che ci sono casi in cui un'unica persona ha presentato varie domande a istituti diversi. Si dovrà operare una selezione per la quale abbiamo chiesto la collaborazione dei Comuni e dei Comprensori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Se i trasporti ferroviari dovessero seguire l'iter delle interrogazioni urgenti dovrei trarre l'ammaestramento che anziché il rapido per raggiungere più in fretta la stazione d'arrivo, dovrei scegliere l'accelerato o la fatidica tradotta di infausta memoria. Infatti l'interrogazione è stata presentata il 4 marzo e la giustificazione dell'urgenza deriva dai tristi dati emersi: nella sola provincia di Asti le insistenti piogge dei mesi di febbraio, marzo e aprile assommano danni per circa 6 miliardi.
Prendo comunque atto della proposta di deliberazione della Giunta perché sia riconosciuta l'eccezionalità dell'evento e prego la Giunta medesima di voler sollecitare il Ministero perché emetta con celerità il relativo decreto e che con altrettanta celerità si proceda alla delimitazione delle zone. Mi auguro altresì che dalla legge 59 si possano reperire i fondi necessari per le anticipazioni in favore delle numerose famiglie che hanno dovuto abbandonare le case di abitazione.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Lombardi sull'analoga interrogazione.
Ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio

Aggiungo alcune considerazioni in modo particolare in merito alle aziende agricole che hanno subito gravi danni alle proprie strutture, alle case di abitazione, e ai magazzini.
Nel concordare con l'iniziativa assunta dalla Giunta di proporre la delimitazione delle zone danneggiate, ritengo sia opportuno intervenire tempestivamente nei confronti dei casi particolarmente urgenti. Vi sono situazioni in cui i coltivatori si trovano con la casa scoperchiata e in condizioni particolarmente gravi da non poter attendere lo svolgimento della procedura normale. Sarebbe quindi opportuno dare disposizioni agli uffici periferici, che potrebbero eventualmente collaborare con le Amministrazioni comunali che hanno certamente accertato i danni, perché le opere urgenti possano essere immediatamente eseguite e che questo non pregiudichi eventuali possibilità di finanziamento pubblico, sia sulla legge 364, sia eventualmente attraverso l'accettazione della proposta di legge presentata dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Le due interrogazioni sullo stesso argomento sono state svolte.


Argomento: Artigianato

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Cerchio, Colombino: "Interventi per le aziende artigiane danneggiate dalle abbondanti nevicate dei giorni scorsi"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Cerchio e Colombino: "Interventi per le aziende artigiane danneggiate dalle abbondanti nevicate dei giorni scorsi".
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore all'artigianato

Dopo il grave episodio alluvionale dell'ottobre 1977 vaste aree dell'Alessandrino, dell'Astigiano e del Cuneese sono state interessate da un periodo di intense nevicate che, purtroppo, hanno provocato ulteriori danni.
L'Assessorato all'industria, al fine di poter valutare obiettivamente quali iniziative assumere, anche in relazione alla specifica competenza in materia di artigianato, si è immediatamente messo in contatto con Prefetture, Camere di Commercio e associazioni di categoria, per avere urgentemente il quadro completo della situazione.
I dati che, con difficoltà, è stato possibile raccogliere sino ad oggi riguardano: n. 29 imprese industriali (di cui 25 in provincia di Alessandria e 4 in provincia di Asti) per un ammontare dichiarato di oltre 4 miliardi e mezzo n. 10 imprese artigiane (di cui 6 in provincia di Asti, 8 in provincia di Cuneo e 1 in provincia di Alessandria) per un ammontare dichiarato di danni di circa 200 milioni.
Tredici aziende hanno sede in provincia di Alessandria, 7 in provincia di Asti e 2 in provincia di Cuneo.
Considerata la situazione quale emerge dai dati appena illustrati, la Giunta, per ragioni di equità di trattamento, non ritiene opportuno un intervento della Regione solo a favore delle imprese artigiane, tenuto conto che le abbondanti nevicate hanno danneggiato piccole e medie imprese industriali e commerciali, di cui non ho fatto cenno essendomi limitato al settore di competenza del mio Assessorato. La Giunta nel ribadire il proprio impegno manifestato alle aziende danneggiate, ritiene più opportuno operare affinché da parte del Governo venga riconosciuto lo stato di pubblica calamità e sia consentito a tutte le imprese produttive artigiane, industriali o commerciali, di poter fare ricorso alle specifiche provvidenze previste dalla legge 13/2/1952, n. 50. Sulla base di questo riconoscimento sarebbe anche possibile un intervento da parte della Regione presso l'Artigiancassa perché esamini con priorità le domande di finanziamento agevolato eventualmente presentate dalle imprese danneggiate.
Per quanto concerne l'applicazione prioritaria e urgente alle imprese stesse delle provvidenze regionali, previste per il settore artigiano, non esistono difficoltà e la Giunta esprime la sua più ampia disponibilità.
Essendo esauriti i fondi della legge n. 10 del '74 per ogni nuovo intervento regionale, in materia di credito agevolato e di operazioni di leasing sarà necessario attendere l'entrata in vigore della nuova legge che la Giunta ha già esaminato e ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio per l'iter di approvazione.



PRESIDENTE

La parola ad uno degli interroganti, Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore della risposta. Sono però convinto che i danni sono superiori a quelli presentati dall'Assessore: la ricerca non è certamente facile, anche perché le imprese artigiane, scarsamente fiduciose negli interventi dello Stato e degli Enti che dovrebbero venire loro incontro, si rimboccano le maniche e procedono ad eseguire i lavori di riparazione per proprio conto. Le associazioni degli artigiani, attraverso opportuni canali di informazione, dovrebbero farsi portavoce della disponibilità della Giunta e far conoscere alle aziende interessate che le pratiche avranno precedenza. Invito quindi la Giunta a far conoscere la propria disponibilità.



ALASIA Giovanni, Assessore all'artigianato

Ho anch'io la convinzione che i danni siano superiori, del resto l'avevo premesso alludendo alla difficoltà di accertamento. Comunico che le associazioni sono già al corrente della disponibilità della Giunta.
Alla prossima riunione della consulta, dove saranno presenti le tre associazioni di categoria illustrerò questa memoria.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Informazioni circa l'ipotesi di trasferimento dell'attuale sede del mercato bestiame a Moncalieri"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione del Consigliere Cerchio : "Informazioni circa l'ipotesi del trasferimento dell'attuale sede del mercato bestiame a Moncalieri".
Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio ed ai mercati

Per rispondere all'interrogazione del Consigliere Cerchio, relativa alla situazione del mercato bestiame di Moncalieri, premetto alcune considerazioni sui mercati bestiame in Piemonte.
Innanzitutto ricordo che, rispetto al totale della carne commercializzata, si sta riducendo sempre più la quota che passa attraverso i mercati bestiame, sia perché il circuito del morto tende a prevalere su quello del vivo, sia perché è diminuita la produzione zootecnica piemontese. Nel corso di quest'anno abbiamo iniziato un'indagine conoscitiva per Comune sui mercati all'ingrosso, ma disponiamo per il momento solo di dati parziali. Da questi risulta che dal 1964 al 1977 le presenze di bestiame bovino sui mercati si sono ridotte del 25%. In particolare: i mercati di Cuneo e Moncalieri sono gli unici che si sono rafforzati in senso assoluto e relativo i mercati di Chivasso, Asti e Alba si sono ridotti del 50% ed oltre e quello di Torino è praticamente scomparso gli altri mercati di una certa rilevanza hanno registrato una flessione di circa il 10-20%.
Si è assistito quindi in Piemonte ad una progressiva concentrazione della commercializzazione nei mercati più importanti e ad una riduzione o tendenziale scomparsa dei mercati medi e minori.
Parallelamente i mercati del Cuneese (soprattutto quello di Cuneo) hanno assunto un ruolo relativamente maggiore rispetto al passato.
Nel Comprensorio di Torino è il mercato di Moncalieri che si è rafforzato maggiormente, a fronte della drastica riduzione di Chivasso e della scomparsa di Torino.
Mercato di Moncalieri: bovini da macello 1.200-1.300 per settimana (62.000 annui) bovini da allevamento 90-130 per settimana (5.200 annui) area coperta 2.800 mq circa area scoperta 6.200 mq circa Totale 9.000 mq circa.
Fuori dell'area di mercato una piazza, una strada un grande piazzale sono adibiti al posteggio dei camion. Il mercato dispone di 6 pesi e di 2 piani di carico alle estremità. Non esiste un macello annesso.
Mercato di Torino: dispone di: area attrezzata coperta di 3.851 mq circa rimessini per 500-800 piccoli animali posto per 800 animali grossi.
Si tratta di un'area notevole per dimensioni e strutture dotata di macello, attualmente non utilizzata se non per 1.000-1.500 ovini in primavera.
Mercato di Carmagnola (prevalentemente per allevamento): si svolge su una piazza munita di tettoia, l'area scoperta, destinata a parcheggio, è di 4.500 mq circa. Tra un mese o due sarà trasferito su un'area di 40.000 mq allocato proprio nel centro della cittadina. Si tratta di un vecchio progetto, realizzato soprattutto in funzione del trasferimento a Carmagnola della Fiera della "Vacca Frisona".
Mercato di Chivasso (esclusivamente per macello): dispone di un'area complessiva di 10.000 mq, di cui 2.000 coperti. Nel 1976 sono stati esposti 49.854 bovini (media settimanale: 959). E' dotato di 6 pesi e del macello mancano invece un'area di parcheggio sufficiente e moderni servizi collaterali.
Ci si trova così di fronte ad una situazione paradossale: da un lato disponiamo a Moncalieri di un mercato funzionante e valido, ma privo di macello e con strutture obsolete dall'altro abbiamo a Torino una struttura moderna non utilizzata dotata di macello.
E' vero quanto dice Cerchio che si procederà entro breve tempo al raddoppio del tronco ferroviario sull'area di mercato, ma non è vero che la Regione abbia per questo richiesto il trasferimento del mercato di Moncalieri in ambito comprensoriale. E neppure ci è stata presentata alcuna domanda di contributo da parte del Comune di Moncalieri, in base alla legge n. 28.
Siamo stati interpellati sul problema, che pure conoscevamo, nel corso di un colloquio richiestoci dagli amministratori di Moncalieri.
A nostro parere la questione deve essere affrontata con una visione regionale, tenendo conto dell'importanza dei mercati e delle strutture già esistenti nonché delle nuove esigenze di funzionalità.
Di fronte alla tendenza rilevata di una progressiva concentrazione della commercializzazione della carne in pochi mercati (che dovrebbero perciò essere dotati di un macello adeguato), pensiamo che qualunque scelta di ristrutturazione debba essere esaminata almeno all'area comprensoriale e tenendo conto delle esigenze regionali. Solo così potremo evitare di riprodurre situazioni distorte come quelle attuali, con grave spreco di risorse. E' per questo motivo che non abbiamo favorito, a suo tempo, la ristrutturazione del mercato di Chivasso, per la quale era prevedibile una spesa di 2 miliardi e mezzo circa.
Il mercato di Moncalieri ha svolto un ruolo storico importante, non solo perché ha valorizzato la produzione zootecnica piemontese, ma anche perché ha dato un impulso economico a tutta l'area circostante. L'attuale struttura è del 1954, ma la sua origine risale a tempi ben più lontani documenti dell'archivio municipale parlano di esenzione dal pagamento dei pedaggi e delle gabelle in occasione di fiere fin dal 1458. Se non erro questo mercato era famoso per i suoi asini, ricordo un vecchio detto: "A van a pé anche 'i asu 'd Muncalé", per significare, credo, che, seppur famosi, erano pur sempre dei somari! La costruzione del mercato bestiame di Torino non può certo essere attribuita alla volontà di ridimensionare quadrupedi tanto nobili, né di valorizzare i corrispondenti di Torino.
Purtroppo la scelta infelice dell'ubicazione, avulsa da un contesto storico-commerciale, ha condizionato negativamente un'impostazione senz'altro valida: quella di abbinare il macello al mercato.
Sta ora a noi non cadere nell'errore opposto: permettere che un mercato, situato in una posizione favorevole, perda di efficienza, a causa dell'aumento dei costi di lavorazione e per mancanza di strutture adeguate.
Se gli errori del passato, anche recenti, servono a noi per non commetterne altri, che sarebbero a questo punto imperdonabili, mi permetto di invitare a riflettere anche gli "agitatori da campanile".
Evitino costoro di ragionare con i "paraocchi", affinché gli investimenti di un Comune non si rivelino poi inutili in futuro, o, ancor peggio, si creino ulteriori problemi da risolvere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

La risposta dell'Assessore è stata per la verità piuttosto articolata.
Le categorie degli allevatori e dei coltivatori hanno espresso le loro preoccupazioni in riferimento ad una deliberazione di variazione del piano regolatore del Comune di Moncalieri, che ipotizza una diversa collocazione del mercato e relativamente ad alcune dichiarazioni del Sindaco in ordine al trasferimento in altra zona del mercato stesso. L'Assessore, non conferma tale ipotesi, anzi la nega e ne prendiamo atto. Non vorremmo che si determinassero degli alibi quale quello della necessità di spostare comunque il mercato per esigenze legate al raddoppio della ferrovia o per motivazioni politiche e non tecniche. Lo spostamento del mercato di Moncalieri che è d'importanza regionale ed anche nazionale, favorirebbe evidentemente altri Comuni o altre province ma li favorirebbe con una distorta visione della problematica. L'ipotesi di una rilocalizzazione del mercato in regione Bauducchi, al confine con Villastellone verso l'area di Carmagnola, a nostro avviso, non sarebbe positiva perché la zona è contigua all'area industriale, è vicina al mercato di Carmagnola e non dispone di una viabilità come appunto l'attuale localizzazione, nonostante le difficoltà strutturali. L'Assessore Marchesotti ha ripetutamente sollevato il problema del mercato di Torino, praticamente scomparso essendovi la struttura nuova annessa al macello. Questo, a nostro avviso, vuol sottendere che, nell'ambito di una programmazione si vuole giungere alla riutilizzazione del mercato di Torino e a risollevare le sorti del mercato.
D'altra parte costringendo gli allevatori e i coltivatori a spostarsi a Torino si verrebbe a togliere nella zona uno dei punti di riferimento importanti e storicamente validi. Pur tenendo conto della necessità di approfondire questo problema tenuto nascosto all'opinione pubblica e agli addetti ai lavori, c'è il rischio che motivazioni di carattere non tecnico sottintendano all'operazione.
Preghiamo l'Assessore di allargare il discorso a tutte le categorie interessate e di tenere informata questa assemblea relativamente agli incontri che si terranno in ordine a questa tematica.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione della galleria del Pino per un elevato tasso di inquinamento all'interno della stessa"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio: "Situazione della galleria del Pino per l'elevato tasso di inquinamento all'interno della stessa".
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

L'installazione di elettroventilatori nella galleria del Pino sulla SS n. 10 risale circa al 1960, già quale intervento successivo alla costruzione della galleria, volta a migliorare una situazione non soddisfacente. La tipologia dell'impianto ed il suo dimensionamento sono basati sulla rilevazione dei tassi di monossido di carbonio presenti da parte di sensori che comandano l'avvio degli elettroventilatori. Progettati per un volume di traffico, e quindi un tasso di monossido di carbonio inferiori a quanto si è verificato in questi ultimi anni, gli automatismi e gli impianti sono stati soggetti ad una usura superiore alle previsioni e quindi a frequenti avarie ed interruzioni di funzionamento. Inoltre l'intervento manuale, sostituito da quello automatico avariato, ha subìto a sua volta inconvenienti e determinato un insoddisfacente funzionamento. In conseguenza di ciò l'Anas, Compartimento di Torino, ha disposto un finanziamento di 15 milioni per la revisione dell'intero impianto di ventilazione prevedendo altresì l'installazione di un temporizzatore elettronico per il funzionamento a tempo nelle fasce orarie più cariche.
L'Anas ha assicurato che i lavori sono già stati consegnati all'impresa e che avranno inizio in tempi brevi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio per la risposta dell'Assessore. Il nuovo traffico verificatosi in questi ultimi tempi lungo la statale e lungo la galleria ha creato degli inconvenienti soprattutto ai pendolari. L'Assessore Bajardi è d'altra parte a conoscenza dell'aumento della pendolarità in questi mesi sulle statali 10 e 29 e sulle altre vie collinari conseguentemente alla nota questione del pedaggio al casello di Trofarello. E' augurabile che si tratti effettivamente di tempi brevi- Ringrazio l'Assessore per la risposta e lo prego di seguire con tempestività il problema.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri è stato esaurito un rilevante numero di interpellanze ed interrogazioni. All'interrogazione presentata dal Consigliere Calsolaro: "Motivi che hanno impedito l'insediamento del Consiglio di amministrazione al Maria Adelaide" ed a quella presentata dai Consiglieri Colombino, Soldano, Vietti e Cerchio: "Esercizio della professione da parte degli ottici-optometristi", è stata data risposta scritta. A questo punto, data l'ora, ritengo opportuno sospendere la seduta. I lavori riprenderanno alle ore 15,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



< torna indietro