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Dettaglio seduta n.176 del 23/02/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Se non vi sono osservazioni ai processi verbali relativi alle adunanze del 9 febbraio 1978, possiamo considerarli approvati.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Parchi e riserve

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Atteggiamento della Giunta sui risultati dell'assemblea della Partecipanza a Trino il 25/10/1977"


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze. La prima è presentata dal Consigliere Marchini: "Atteggiamento della Giunta sui risultati dell'assemblea della Partecipanza a Trino il 25/10/1977".
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Sono al corrente del parere negativo all'istituzione del Parco della Partecipanza espresso a grande maggioranza dell'assemblea dei partecipanti.
Certamente, il pronunciamento dell'assemblea ci impone delle meditazioni, ma sarebbe poco coerente il nostro atteggiamento rispetto agli impegni assunti in merito alla tutela ambientale e sarebbe una rinuncia allo svolgimento delle funzioni della Regione se d'altra parte non tenessimo in conto le ragioni per le quali abbiamo incluso il bosco della Partecipanza all'interno del piano dei parchi.
Non volendo ora portar via troppo tempo, rimando i Consiglieri alla relazione che accompagna il disegno di legge per l'istituzione del parco naturale del bosco della Partecipanza per cogliere, nella densità di elementi naturalistici, ambientali, morfologici, forestali, storici ed architettonici della zona, e nel paesaggio complessivo, caratterizzato dalla presenza di una collina alta 25 metri emergente nella pianura risicola, le ragioni della tutela.
Da sondaggi effettuati sono emerse indicazioni di testimonianze di insediamenti primitivi: una sedimentazione di atti si è venuta compiendo nel corso dei secoli, dalla preistoria all'insediamento di Lucedio all'insediamento della Madonna delle Vigne, agli insediamenti rurali e al residuo di un bosco planiziale che costituisce il patrimonio forestale della zona.
La caratterizzazione istituzionale della Partecipanza costituisce un altro dato di interesse storico, culturale e sociale: nella relazione del disegno di legge è richiamata la sua natura di "società di possidenti privati di un esteso tenimento boschivo, indiviso possedimento che deriva dal XIII secolo, quando appunto è stata concessa la proprietà a seguito della partecipazione della IV Crociata degli abitanti della zona". Questa caratterizzazione, che nel corso dei secoli ha rappresentato una situazione singolare di proprietà collettiva, se correttamente valutata anche dai soci partecipanti, dovrebbe essere una condizione favorevole per portare avanti la politica dei parchi e rafforzare l'azione di tutela ambientale e la funzione di fruizione culturale collettiva di questa zona naturalistica.
Ci sono tuttavia molti elementi di incomprensione che credevamo in parte superati.
L'Assessore Moretti ed io abbiamo avuto alcuni incontri con i rappresentanti della Partecipanza, uno dei quali alla fine dello scorso mese di settembre, poco tempo prima dell'assemblea in cui si è espresso il voto negativo da parte dei soci. In quella riunione c'era stata un'accettazione e, vorrei aggiungere, addirittura un atteggiamento di plauso e un'incitazione a fare in fretta da parte del Primo Conservatore della Partecipanza. Su questa vicenda si sono inserite incomprensioni e difficoltà di comunicazione. Il significato ed il valore della zona ci inducono a insistere, e, di fronte al voto negativo dei soci della Partecipanza, a ricercare una soluzione che risponda alle esigenze dei soci, forse non compiutamente espresse nel disegno di legge, e nel contempo rispondente agli orientamenti della politica regionale di tutela degli ambienti di particolare valore come questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

E' certamente difficile non essere d'accordo con l'Assessore Rivalta quando parliamo di questi problemi, anche perché lo siamo sia in aula che nei corridoi.
La situazione della Partecipanza propone la necessità di approfondire il nostro atteggiamento su questo tipo di problemi, cercando di inventare momenti di aggregazione dei rapporti umani dove troviamo delle felici occasioni di aggregazione di cittadini che portano avanti in modo così esemplare una tutela corretta e rispettosa del territorio. Di fronte ad una collettività che si è organizzata per una gestione qualificata del territorio e che ha portato una testimonianza che è la ragion d'essere di questo tipo di consorteria, che peraltro ha una funzione sociale non indifferente, dovremmo riflettere se non sia il caso di istituire un'ipotesi di "delega" riconoscendo che un determinato tipo di attività ha perseguito un certo risultato. La Regione dovrebbe limitarsi a garantire che questo risultato venga perseguito nel tempo e in questa misura, anche concedendo qualche cosa a quella letteratura ecologica "tipo popolino" che ha portato a dire che certe cose non si devono fare; è invece da dimostrare che non si debbono fare.
L'Assessore Rivalta, che questi problemi conosce appieno, certamente apprezzerà il mio intervento nel senso che non è né a favore né contro il parco (come forse lo è qualche collega che non prende la parola), ma è semplicemente un richiamo a considerare situazioni di questo tipo, laddove esistono collettività che hanno avuto la capacità di respingere soprattutto in tempi recenti, le opere di dissesto che venivano profferte tutti i giorni; in queste situazioni il protagonista è la collettività locale. Va considerato d'altra parte che il parco regionale ha soprattutto la funzione di fare vivere la collettività nell'ambiente naturale, quindi la dichiarazione di volontà di approfondire l'argomento, riconoscendo la funzione di questa consorteria e di affidarle la tutela e la continuazione dello stato di fatto, mi trova consenziente.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Richiesta di un dibattito urgente in Consiglio regionale sui problemi delle scelte nucleari"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Marchini: "Richiesta di un dibattito urgente in Consiglio regionale sui problemi delle scelte nucleari".
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

L'interrogazione del Consigliere Marchini fa riferimento, anche se non esplicitamente detto, alle dichiarazioni che la Giunta regionale ha fatto a dicembre in una riunione con le organizzazioni sindacali, nel corso della quale, alla richiesta di dichiarare la posizione della Giunta nei confronti dei problemi della produzione di energia e in particolare della linea di intervento indicata dal programma dei sei partiti nel mese di luglio come linea strategica nel nostro Paese, ribadita poi dall'ordine del giorno votato dal Parlamento il 5 ottobre, la Giunta ha risposto responsabilmente senza celare le proprie posizioni, ribadendo ciò che aveva già detto sin dall'autunno 1975, quando il Cipe aveva riunito le varie Regioni su questa questione.
La Giunta aveva dichiarato, ed ha ribadito, che non è prioritariamente e pregiudizialmente contraria alle centrali nucleari; anzi ritiene che gli indirizzi scelti in sede governativa e parlamentare siano ragionevoli e debbano essere sostenuti. In quella sede, però, ha anche precisato come il sostegno a questa linea deve andare di pari passo con la verifica e soluzione di tutti quei problemi che oggi sono aperti e non ci consentono ancora di prendere una decisione: sono le questioni che qui tralascio di richiamare e che in Commissione abbiamo già individuato.
Questa dichiarazione, nel momento in cui la Commissione procedeva all'esame del problema della scelta dei siti può aver ingenerato degli equivoci. L'intenzione nostra è stata quella di dare una risposta non reticente alla domanda delle organizzazioni sindacali e non certo quella di travalicare il lavoro della Commissione consiliare.
La Giunta, dopo aver consultato la Commissione, ha inviato alla Presidenza del Consiglio una lettera con la richiesta di dare l'avvio ad una seconda fase di lavoro attorno al problema delle centrali nucleari tenuto conto che la prima fase non aveva risolto i problemi, anzi ne ha evidenziato la complessità.
E' quindi una strada ancora tutta da compiere. Nessuno ha assunto decisioni. In queste ultime settimane abbiamo chiesto al Cnen, all'Istituto Superiore di Sanità, all'Enel, al Ministero dell'industria di partecipare al lavoro con la Regione, avendo coscienza che sulle questioni aperte occorre dare piena conoscenza a noi e alle popolazioni locali prima di decidere.
Da parte della Giunta non c'è stata nessuna intenzione di sopraffazione, ma il desiderio di stabilire un corretto rapporto di informazione.
Non abbiamo nessuna difficoltà ad aprire un dibattito in Consiglio su questo argomento; tuttavia mi sembrerebbe più opportuno dar vita a quel gruppo di lavoro di cui si è parlato, perché, unitamente le Commissioni consiliari competenti e la Giunta possano risolvere alcune delle questioni ancora aperte.
La Giunta è disponibile a porre l'argomento in discussione in Consiglio regionale, secondo le decisioni che saranno assunte nella conferenza dei Capigruppo e nell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non sono soddisfatto della risposta dell'Assessore perché non viene inteso il senso dell'interrogazione, che vuole sollecitare in definitiva una riflessione sul comportamento dell'autorità regionale a prescindere dall'obiettivo immediato. Con quell'imprudente dichiarazione la Giunta ha espresso il suo parere favorevole alla localizzazione in Piemonte di una centrale nucleare.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Se ci sono le condizioni per farla.



MARCHINI Sergio

D'accordo, però nei comunicati stampa a chi le abbiamo riferite queste condizioni? Noi chiediamo che ci vengano date delle garanzie. Dal punto di vista procedurale la dichiarazione significa avallare l'indicazione sulle aree della Commissione Bertulia quindi togliere (come abbiamo visto nei fatti) la possibilità di trattare serenamente questo problema, tant'è vero che il tentativo serio della forza politica di lavorare nell'ottica indicata dall'Assessore, sulla quale concordiamo, viene frustrato dal comportamento verso le collettività interessate. L'errore di contenuto che stiamo compiendo, ribadito dall'Assessore in questa sede, è di chiedere delle garanzie. Secondo me le garanzie dovremmo verificarle. La Regione deve dotarsi di uno strumento; la collettività piemontese chiede obiettività e garanzia sulle aree e sui siti. Qualcuno dice che i giochi sono già fatti, che una grande azienda abbia già avuto qualche anticipo sugli espropri. Non so se tutto questo sia vero o non sia vero. Anticipo che il mio Gruppo presenterà una proposta di legge per la costituzione di un gruppo di lavoro di esperti qualificati che possano garantire la Regione sia sulla definizione del problema delle aree, sia su quello estremamente più complesso della scelta del sito, perché - l'Assessore mi insegna mentre abbiamo una certa possibilità di analisi sull'individuazione dell'area, ne abbiamo molto meno nell'indicazione del sito. Piuttosto di dare maggiore potere alla II Commissione unendola alla III Commissione per i problemi agricoli, potere che poi sfugge di fronte ad una slabbratura della Giunta, a mio avviso, sarebbe più opportuno esprimere una volontà precisa con una pronuncia di legge in modo che la Regione sia dotata di uno strumento obiettivo e scientificamente qualificato di analisi e di determinazione sia delle aree che dei siti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Motivi che impediscono la nomina del Presidente dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno di Claviere"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dal Consigliere Calsolaro: "Motivi che impediscono la nomina del Presidente dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno di Claviere".
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

La deliberazione è stata portata in Giunta martedì. Il ritardo è dovuto al fatto che era opportuno conoscere il curriculum vitae delle persone che vengono designate nelle diverse Commissioni. Ricordo che il Consigliere Calsolaro diceva scherzosamente che con i sistemi in atto per nominare i membri si potrebbero trovare nei Consigli di amministrazione anche dei cavalli. Comunque, il curriculum vitae è arrivato e la Giunta ha predisposto la nomina con quella deliberazione.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore della risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Verità delle affermazioni pubblicate dalla Gazzetta del Popolo sui ritardi della Regione nell'esprimere i pareri previsti dalla legge n. 639 per le zone alluvionate"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Oberto: "Verità delle affermazioni pubblicate dalla Gazzetta del Popolo sui ritardi della Regione nell'esprimere i pareri previsti dalla legge n. 639 per le zone alluvionate".
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interrogazione del Consigliere Oberto si riferisce alle opere di competenza dell'Anas.
Nel merito si fa presente all'interrogante che le proposte di programma per l'attuazione degli interventi di cui sopra sono pervenute alla Regione Piemonte in data 10 settembre 1977 e in data 7 ottobre 1977.
A cura dell'Assessorato alla viabilità e trasporti i programmi stessi sono stati sottoposti all'esame della II Commissione consiliare e sono stati richiesti i pareri dei Comitati comprensoriali.
In esito alle suesposte verifiche in data 25 ottobre 1977 è stato comunicato al Compartimento di Torino dell'Anas l'assenso regionale sull'attuazione dei lavori di pronto intervento già iniziati, nonché su quelli dei relativi completamenti. Per quanto invece attiene alle proposte di programma relative agli interventi meno urgenti e che richiedevano l'esame di un più ampio numero di esigenze su indicazione della II Commissione consiliare si è provveduto a richiedere ulteriori precisazioni all'Anas per cui, in data 27 gennaio 1978, acquisiti tali elementi, è stato provveduto a comunicare al Compartimento di Torino dell'Anas un primo elenco di interventi sui quali la Regione Piemonte esprimeva il proprio assenso. Tale elenco comprende 26 interventi per complessive L.
4.652.900.000. Sono ancora in fase di esame congiunto con l'Anas le verifiche in ordine ad altri 20 interventi relativi a situazioni segnalate per le quali non si registrano disagi al transito, ma che invece comportano interventi che mutano sostanzialmente l'assetto locale della viabilità e che presentano delle interferenze emerse dagli studi sinora avanzati sulla rete viaria regionale. Il lamentato ritardo nell'esprimere il parere richiesto non si ritiene abbia comportato ritardi nell'esecuzione delle opere di cui al primo elenco, in quanto da contatti ufficiosi intercorsi durante i processi di consultazione e di verifica le progettazioni avevano già avuto inizio.
Per quanto infine attiene alla situazione della SS 455 (interruzione del transito in corrispondenza di Camino) si fa presente che il transito era già stato provvisoriamente dirottato su strade comunali che, a cura dell'Anas, erano state adeguate a sopportare il transito così dirottato. Si fa presente al riguardo che gli interventi lungo la SS 455 sono contenuti nell'elenco trasmesso all'Anas con la citata nota in data 27 gennaio 1978 e in quel periodo si era compiuta anche l'opera di progettazione. Non sono in grado di comunicare se l'appalto è già stato effettuato, tuttavia le condizioni tecniche e finanziarie sono maturate parallelamente all'espressione del parere della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

La risposta del Vicepresidente Bajardi non mi toglie dalla situazione di disagio nella quale mi ero venuto a trovare quando ho letto sulla Gazzetta del Popolo del 7 gennaio, quando i riflessi delle alluvioni erano ancora molto acuti: "I lavori sono bloccati. Colpa della Regione".
L'articolo incomincia dicendo che l'Anas aspetta da quattro mesi il parere che la Regione Piemonte, in virtù della legge 8 agosto 1977, deve dare al programma per gli interventi nelle zone colpite dalle alluvioni del mese di maggio 1977 senza il quale non può essere completato l'iter amministrativo e non si può procedere all'appalto dei lavori. Intanto desidero sapere se questa affermazione è esatta: se cioè il ritardo di quattro mesi vi è stato e se esso ha comportato effettivamente l'arresto nella procedura di appalto dei vari lavori. Questo, nella sostanza, mi è stato in parte chiarito dalla risposta dell'Assessore Bajardi, resta però un fatto estremamente grave e anche abbastanza curioso perché gli alluvionati aspettano con impazienza gli interventi da parte della Regione. Leggono e se non lo leggono direttamente, ci sono coloro i quali hanno interesse a fare leggere un addebito e un'accusa specifica nei confronti della Regione. Dopo il 7 gennaio 1978, non si leva una sola voce per chiarire, per intervenire, per fornire quelle precisazioni che vengono fornite oggi in aula perché un Consigliere regionale ne sollecita il pronunciamento e la determinazione: che la strada di Camino abbia avuto in passato delle situazioni distorte per cui vi sono state delle connessioni e che si sia risolto parzialmente il problema non interessa, la ragione vera dell'interrogazione era l'altra: è possibile che la Regione Piemonte resti inerte di fronte a degli addebiti di questo genere e non chiarisca, come altri Assessori hanno fatto, la situazione? Un'altra mia interrogazione si riferisce a denunce del quotidiano "La Stampa" per quello che avviene al Parco della Mandria, a quell'interrogazione però vi è stata un'immediata risposta da parte dell'Assessore Rivalta e dell'Assessore Moretti, che, se non hanno chiarito del tutto la posizione hanno tuttavia dimostrato la sensibilità della Regione, mentre in questo caso, e in materia certamente più grave, la Regione sta tranquillamente a guardare. Poiché non mi è stata data una spiegazione a questo riguardo, non posso dichiararmi soddisfatto.



PRESIDENTE

L'Assessore desidera fare una puntualizzazione. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

E' una valutazione soggettiva quella di tutelare il buon nome della Regione. I rapporti con l'Anas erano in quei termini, come ho detto.
L'esposizione dell'articolo, al di là della buona fede dell'estensore, non corrispondeva al vero, perché vi sono stati rapporti con l'Anas e ho ritenuto prudente non intrecciare una polemica perché non pertinente. Pu anche essere che la valutazione che il Consigliere Oberto fa in questo determinato momento, possa indurmi a riflettere che in situazioni del genere sia necessario invece intervenire immediatamente.



OBERTO Gianni

Non ricordo se la prudenza è una virtù cardinale, comunque l'osservazione è un invito alla prudenza. Accetto questa spiegazione prudenziale.


Argomento: Comunita' montane - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Eventualità di anticipare alle Comunità montane piemontesi almeno una parte dei fondi che ad esse competono in base alla legge 1102 del 1971"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione del Consigliere Oberto: "Eventualità di anticipare alle Comunità montane piemontesi almeno una parte dei fondi che ad esse competono in base alla legge 1102 del 1971".
La parola all'interrogante, Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Una prima parte della domanda ha trovato una sua risposta in termini concreti perché nella seduta passata vi è stata una variazione di bilancio nella quale si sono assegnati 3 miliardi a favore delle Comunità montane come appunto proponevo nell'interrogazione. L'interrogazione però ha una seconda parte della quale non so se sia competente l'Assessore all'agricoltura o l'Assessore al bilancio. Chiedo se non si ritenga opportuno di integrare almeno per l'anno 1978 i fondi erogandi dallo Stato con fondi propri della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Quando registrammo che non sarebbe più stata approvata la legge che era già passato in un ramo del Parlamento, ma che non aveva potuto passare all'esame dell'altro ramo per l'intervenuta crisi, l'Assessore competente in data 16 gennaio ha proposto alla Giunta di anticipare questo finanziamento. La Giunta non ha affrontato il problema dell'integrazione in quel contesto, tuttavia posso dire che il bilancio con le variazioni è all'esame della Commissione, quindi quel problema potrà essere affrontato in quella sede. Si tratterà di fare una scelta. Comunico che all'esame della Commissione vi è un'altra legge che riguarda la montagna, che, sia pure in misura modesta, comporta nuovi finanziamenti per l'unificazione degli uffici. In quella sede può essere quindi visto e risolto il problema di mettere le Comunità montane nella condizione di svolgere sempre meglio le loro funzioni senza però sostituirsi del tutto allo Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Prendo atto della buona volontà da parte dell'Assessore. Vorrei invitarlo a farsi parte diligente in sede di Giunta per chiedere perché in un'ipotesi di variazione di bilancio l'argomento sia esaminato e valutato.
Nella mia interrogazione non dico che si debba dare l'intera somma differente dai 5 miliardi ipotizzati, ma parlo di un'integrazione e quindi è questione di apprezzamento, di valutazione dei mezzi; è una maniera per manifestare in termini concreti la sensibilità che la Regione, attraverso l'Assessore e il Presidente della Giunta, ha dimostrato in occasione del recentissimo incontro dell'assemblea dell'Unione Nazionale dei Comuni e degli Enti montani. Di quel convegno varrebbe la pena per i Consiglieri regionali, ma soprattutto per i cittadini piemontesi che non hanno potuto presenziare, che la rivista "Notizie" desse qualche notizia in concreto e in dettaglio.
Signor Presidente, "Notizie" sta diventando una rivistone. Sono stato sorpreso dal numero di fotografie, a proposito e a sproposito di bovini, di arbusti, di alberelli, riprodotte nel numero di dicembre, bellissime fotografie che danno tono ad una rivista che non sia "Notizie", nella quale, per esempio, non si pubblicano le interrogazioni e le interpellanze nella quale non si dà notizia all'opinione pubblica del viaggio che il Consiglio e la Giunta regionale hanno disposto da parte dell'Assessore Fonio, del collega Bono e del sottoscritto, per andare a visitare gli emigrati piemontesi in Argentina. Non una sola riga degli emigranti venuti a Torino dall'Argentina, dal Brasile, dalla Francia, dalla Svizzera accolti, presso la sede della Regione, dal Presidente della Giunta, il quale, in relazione ad alcune istanze proposte, ha preso degli impegni che sono stati altamente apprezzati. Non è un aspetto personale quello che porto innanzi, lo dico con infinita modestia.
Ho visto, per esempio, in un documento di ritagli di stampa, che è stato distribuito in occasione del convegno dei trasporti, che tutti i giornali hanno parlato del traforo del Frejus; è citato un articolo fatto da me, nel quale, tra l'altro, si sottolineava come da parte della Giunta vi fossero stati dei gravi ritardi perché si preferiva in termini assoluti il raddoppio della linea ferroviaria fino al punto da tenere fermo lo sviluppo delle strade del Frejus. Ebbene in quella raccolta non vi è un cenno di tutto questo.
Mi perdoni, signor Presidente, questa uscita dall'ambito particolare della risposta all'interrogazione, ma l'occasione mi si è presentata e poiché quello che penso sono abituato a dirlo, l'ho fatto.



PRESIDENTE

Poiché il Consigliere Oberto ha posto un problema riguardante l'Ufficio di Presidenza debbo dei chiarimenti. In riferimento a quella raccolta di ritagli di stampa, la questione non riguarda l'Ufficio di Presidenza. Per quanto riguarda la rivista "Notizie", nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza in merito all'attività di stampa svolta, si è fatto un esame critico per le parti che meritano critiche; indubbiamente bisogna riconoscere che rispetto alle pubblicazioni di altre Regioni, le notizie della Regione Piemonte sono certamente di tutto rilievo.
Questo però non vuol dire che in quell'occasione non si sia sottolineata la necessità di dare una maggiore ampiezza ai dibattiti consiliari, così come deve essere data una maggiore ampiezza a tutta una serie di notizie che a volte provocatoriamente vengono richiamate con le foto degli arbusti o con le foto dei bovini, proprio per richiamare materie e settori e per evitare che tutta una serie di notizie e di fatti vengano richiamati da foto di persone che ripeterebbero il solito rituale.
L'osservazione del Consigliere Oberto si innesta nelle materie che l'Ufficio di Presidenza e la redazione del giornale hanno esaminato questa settimana e sarà tenuta in debita considerazione nell'ulteriore esame delle attività di stampa della Regione.



OBERTO Gianni

Prendo atto e ringrazio.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Vietti, Soldano, Picco, Alberton, Martini: "Intenzione della Giunta in merito ai finanziamenti per il trasporto alunni nei Comuni piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Vietti, Soldano Picco, Alberton, Martini: "Intenzione della Giunta in merito ai finanziamenti per il trasporto alunni nei Comuni piemontesi".
Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'assistenza scolastica

Avevo già risposto ad un'interrogazione analoga tempo addietro, quindi mi limito ad aggiungere poche notazioni. L'Assessorato dispone ormai dei dati necessari per un'ulteriore distribuzione di fondi ai Comuni che ne erano rimasti esclusi. La distribuzione potrà essere fatta con dei parametri oggettivi. La materia verrà portata in Commissione anche per valutare una proposta di aggiunta utilizzando i fondi del 1978.
In sede di assestamento del bilancio nel mese di giugno saranno recuperati, com'è noto, i fondi per il 1978/1979 con variazione di bilancio. Quest'anno la situazione non ha presentato punte difficili perch è vero che alcuni Comuni si sono trovati in difficoltà finanziarie, per non in modo così grave da minacciare l'interruzione del servizio come è successo l'anno scorso.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti per gli interroganti.



VIETTI Anna Maria

L'Assessore fiorini ha gia dato risposta ad un'interrogazione analoga del Consigliere Chiabrando, limitata però ad un caso particolare.
La sperimentazione di concedere i contributi per il trasporto alunni soltanto ai Comuni che avessero una spesa pro-capite eccedente le 45/50.000 ha dato, secondo me, risultato negativo. La considero quindi una sperimentazione che deve essere superata.
L'Assessore ha affermato che non si sono registrate situazioni di grave disagio. A parer mio, invece, queste situazioni si sono manifestate perch moltissimi Comuni, che già avevano avviato il servizio, nella convinzione di avere un contributo notevole da parte della Regione, si sono visti esclusi dai contributi.
Alcuni amministratori si sono sentiti quasi mortificati ritenendo vanificati i loro notevoli sforzi per contenere le spese utilizzando mezzi di trasporto propri, talvolta utilizzando per il trasporto il personale comunale. Ne è nata quasi la volontà di incentivare le spese perché si afferma che, se le spese fossero state più elevate, la Regione avrebbe pagato tutta la cifra eccedente le 50.000 lire pro-capite. Gli amministratori non determineranno certo situazioni del genere, tuttavia il metodo seguito non incentiva certamente il contenimento delle spese per il trasporto.



FIORINI Fausto, Assessore all'assistenza scolastica

Questo è stato fatto prima, quindi non c'era nessun incentivo.



VIETTI Anna Maria

Già in occasione della prima applicazione della legge 2/9/1974, n. 27 era stata necessaria un'integrazione di fondi. Perciò, se i fondi non sono stati sufficienti nel 1974 tanto più non lo sono ora e poiché si tratta di una spesa sociale di notevole importanza per garantire l'adempimento dell'obbligo scolastico, ritengo che lo stanziamento debba essere notevolmente incrementato.
Prendo atto che sono stati reperiti i fondi e che si verrà incontro ai Comuni e per questo mi dichiaro soddisfatta; per quanto riguarda invece il contenuto della risposta la nostra soddisfazione dipenderà dall'entità della cifra che sarà portata ad integrazione dello stanziamento per il trasporto alunni.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione del Consigliere Beltrami. "Informazioni sul furto perpetrato a Villa San Remigio di Verbania e notizie circa le misure di sicurezza e custodia adottate"


PRESIDENTE

Vi è ora da discutere l'interrogazione presentata dal Consigliere Beltrami: "Informazioni sul furto perpetrato a Villa San Remigio di Verbania e notizie circa le misure di sicurezza e custodia adottate".
La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Al di là del diritto di conoscere la risposta, se mi è consentito vorrei avere ulteriori notizie su questo argomento, ossia vorrei conoscere il pensiero della Giunta circa la proposta avanzata in sede comprensoriale per una gestione della Villa San Remigio tra il Comune di Verbania, la Provincia e la Regione non solo in ordine alla custodia e alla conservazione, ma anche in relazione ad una razionale sistemazione alla luce delle intuibili interconnessioni esistenti con la finitima Villa Taranto; se l'intervenuta definizione della custodia in data 14 febbraio 1978 comporta una sospensione e una rescissione della convenzione intercorsa con l'attuale gruppo cooperativistico insediato sul complesso se la prosecuzione o il perfezionamento del contratto non possa essere subordinato (articolo 7 della convenzione) alla presentazione e alla presa di conoscenza del piano colturale connesso alla cooperativa; se corrisponde al vero che il 3 febbraio è intervenuto tentativo di furto all'interno della proprietà regionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il Consiglio regionale acquistò in Verbania sul lago una villa prestigiosa, confinante con Villa Taranto, che potrebbe essere adibita ad uffici regionali del Comprensorio, del Comitato di controllo e ad altri uffici. La Giunta ritenne di dar corso ad alcuni lavori, affidando l'incarico della pulizia del parco, delle strade e di una generica e non specifica sorveglianza sulla proprietà ad una cooperativa di Verbania.
Senonché una notte penetrarono i ladri i quali asportarono alcuni tavoli tralasciando oggetti di maggior valore, tant'è che pensiamo che il furto fosse su comando e servisse a completare delle collezioni. I custodi in quel momento erano riuniti in una casa, sempre di proprietà dell'Amministrazione regionale. Nonostante le misure ulteriori predisposte vi fu un ulteriore tentativo di furto tuttavia non riuscito.
La Giunta ha ritenuto di affidare l'incarico della sorveglianza ad un guardiano, dando l'alloggio anche alla famiglia, munendolo dei collegamenti diretti con la polizia.
La deliberazione è già stata assunta e l'incaricato ha già preso contatto con gli uffici regionali.
Resta il problema di come gestire Villa San Remigio e di stabilire quali passi compiere per unire i 90.000 metri del suo giardino ai 200.000 metri di Villa Taranto, sì da costituire un polmone verde di grandissimo rilievo, che abbia omogeneamente una serie di colture botaniche, che possa costituire un luogo importante per gli studiosi. Non sarebbe da trascurare una convenzione con il Comune, la Provincia, la Regione ed il Comprensorio proposta che sarebbe da sottoporre all'esame del nuovo organismo comprensoriale che mi risulta sia stato eletto l'altra sera. Se il Comitato comprensoriale decidesse in quella direzione, la Giunta nulla avrebbe in contrario. La proposta del Consigliere Beltrami potrà essere valutata dall'organismo comprensoriale. Alla Giunta non può essere addebitata alcuna responsabilità del furto avendo provveduto a munire la villa di inferriate di chiavistelli oltreché di una rigorosissima custodia.
Devo dire che abbiamo subito anche all'interno della città di Torino a Palazzo Lascaris, che è sorvegliato da guardie armate, il furto di una tela di grande valore. A Palazzo Madama, pochi giorni fa, malgrado la sorveglianza di quattro guardiani, hanno sottratto una tela preziosa, ci significa che non sempre guardiani armati garantiscono dai furti di oggetti preziosi.
Il fatto poi che a Villa San Remiglio, dieci giorni dopo il furto abbiano tentato un nuovo assalto vuol dire che c'è un interesse forse superiore a quanto noi stessi ci attendevamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Signor Presidente, i suoi interventi pacati non riescono a nascondere la sua capacità di efficientista, un uomo che butta avanti celermente discorsi e interventi raccogliendo un grosso potere di suggestione, per cui uno l'ascolta e alla fine quasi si trova a dover dire che è soddisfatto della risposta. Tuttavia mi trovo in difficoltà a doverlo dire, perché alla fine penso a quanto è accaduto: dal cancello della villa in quella notte non è sortito un uomo appiedato con sulle spalle il fardello, così come ci ricorderebbe il ferravilliano "Tecoppa", e neppure un triciclo, ma è uscito un camion carico di mobili prestigiosi di proprietà della Regione che aveva fatto decisamente un buon affare acquistando un bene di un elevatissimo valore per una somma relativamente tenue, se rapportata al valore intrinseco del patrimonio. Però il problema esiste, è accaduto a Villa San Remigio, ieri a Palazzo Lascaris, può accadere da qualsiasi parte. Rubano al Louvre, così come hanno sottratto sul suo tavolo, signor Presidente quando lei era ancora un oscuro Presidente della pur gloriosa VIII Commissione, una raccolta di francobolli commemorativi del suo partito figurarsi se non possono arrivare a perpetrare questi furti.
Avverto nel suo intervento un sottofondo di autocritica, il che alla fine mi è motivo di relativo conforto, ma questo conforto può essere pieno totale, solo se lei volesse porre in atto tutti quegli accorgimenti atti a superare quegli aspetti negativi che io non ho portato del tutto in aula che appartengono a sollecitazioni mie, anche dello stesso Comune di Verbania, superati i quali, e risolti, potranno offrire un quadro di grossa tranquillità al problema.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Vietti: "Esigenza di intervenire nei confronti della direzione della Torino-Ceres per le questioni che riguardano gli abbonamenti festivi per i lavoratori"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Vietti: "Esigenza di intervenire nei confronti della direzione della Torino-Ceres per le questioni che riguardano gli abbonamenti festivi per i lavoratori".
Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Il provvedimento tariffario adottato contempla la possibilità di compiere un numero fisso di corse alla settimana o al mese incluse le domeniche. Viene garantita la possibilità di utilizzare di domenica il diritto di viaggio non obliterato nel corso della settimana, proprio per venire incontro a quei lavoratori che usufruiscono del giorno di riposo in periodo feriale. Possono essere sorti equivoci, dovuti all'introduzione di nuovi biglietti, ma la direzione si è dichiarata disposta al massimo di chiarificazione presso i propri uffici e sportelli.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Ringrazio l'Assessore dell'interessamento. Probabilmente il contenuto della risposta è conseguente al cambiamento del provvedimento, il quale, in un primo tempo, escludeva tutti i lavoratori dalla possibilità di usufruire l'abbonamento ferroviario per il viaggio domenicale. Questo era certamente un motivo di disagio perché molti abbonati che lavorano negli ospedali, nei servizi in genere ed alla Fiat Ferriere devono poter utilizzare l'abbonamento anche nei giorni festivi.
Dobbiamo renderci conto che ci sono dei residenti nelle Valli di Lanzo che impiegano quattro ore al giorno per recarsi a lavorare a Torino utilizzando, oltre la ferrovia, mezzi propri e talvolta devono per di più percorrere dei tratti di strada a piedi per raggiungere disagiate località di residenza.
Il provvedimento della direzione della ferrovia Torino-Ceres, in realtà, era stato interpretato secondo quanto da me esposto nell'interrogazione ed avrebbe determinato per i lavoratori interessati un aumento della spesa di viaggio di circa il 65%.
Ritengo che il problema sia stato risolto con una successiva comunicazione della direzione che ha dato un'interpretazione più lata al provvedimento, permettendo di tener conto delle esigenze dei lavoratori che fruiscono del servizio ferroviario, per motivi di lavoro, anche nei giorni festivi; perciò mi dichiaro soddisfatta della risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Motivi della mancata adesione al Convegno del F.M.V.T. a Pointe-à-Pitre"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Calsolaro: "Motivi della mancata adesione al Convegno del F.M.V.T. a Pointe-à-Pitre".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il Convegno in Guadalupa a Pointe-à-Pitre era stato organizzato dai Comuni per promuovere un incontro dei Sindaci delle città più importanti del mondo. Si è discusso a lungo se sarebbe stato opportuno accogliere l'invito da parte di una delegazione regionale, ma poiché il Sindaco e alcuni Consiglieri del Comune di Torino erano impegnati in quel Convegno ritenemmo già rappresentativa tale adesione. Ritengo che l'Amministrazione si sia comportata correttamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Non appartengo alla categoria dei Consiglieri "piccioni viaggiatori".
Ho partecipato una sola volta ad un viaggio a Bruxelles con una delegazione che andava a visitare gli uffici e gli organi delle Comunità sotto la guida del Presidente Sanlorenzo. E' un'esperienza che non rifarei, non perché il Presidente Sanlorenzo non sia un ottimo compagno di viaggio, ma perché il ritmo di lavoro e l'attività sono stati così intensi che avremmo potuto essere in qualsiasi altra città, avendo trascorso tutto il tempo rinchiusi a discutere.
Così come si è organizzato un viaggio in Argentina per visitare le comunità piemontesi, e così come si è composta una nutrita delegazione per andare a Stalingrado, si sarebbe potuto partecipare a questa manifestazione che se riguardava essenzialmente le città e i Comuni, aveva però delle implicazioni più generali di politica territoriale degli Enti locali e della loro posizione nei rispettivi Stati. Questo era il senso dell'interrogazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Informazioni sulle disposizioni che regolano il rimborso delle spese di viaggio ai Consiglieri regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Informazioni sulle disposizioni che regolano il rimborso delle spese di viaggio ai Consiglieri regionali".
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questo è un argomento che esula dalla competenza della Giunta. Non essendoci una norma che autorizza il Consigliere a rivolgere interrogazioni od interpellanze nei confronti del Presidente del Consiglio, credo che il mezzo usato dal Consigliere Calsolaro sia proprio. La questione si è normalizzata: sono state impartite disposizioni perché ciascuno possa avere quanto gli spetta di diritto.



PRESIDENTE

Se è vero che il Consigliere non può interrogare la Presidenza del Consiglio è altrettanto vero che il Presidente del Consiglio pu intervenire. Vi era un regolamento attuativo dei rimborsi che il Consiglio regionale approvava e che poi passava all'organo di controllo il quale eventualmente, faceva delle osservazioni. Il regolamento è stato finalmente approvato ed oggi si può procedere speditamente ai rimborsi.
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ho presentato l'interrogazione per una questione di principio. Poich il diritto ai cinque viaggi a Roma è uno dei pochi che competono ai Consiglieri regionali, è inammissibile attendere sei o sette mesi il rimborso previsto dalla legge. Questo rimborso non ha nulla a che fare con la successiva approvazione delle norme di attuazione, perché la legge del '72, all'articolo 3, terzo comma, riconosce appunto ai Consiglieri regionali il diritto al rimborso dei viaggi dalla località alla capitale.
Trovo assurdo il comportamento degli uffici che rifiutano il rimborso dei viaggi quando ad alcuni Consiglieri che lo richiedevano viene fornito direttamente il biglietto. E' difficile comprendere per quale ragione il funzionario fornisca al Consigliere regionale il biglietto di viaggio di andata e ritorno Torino-Roma e chi anticipa la somma dopo sette mesi debba ancora averne il rimborso. Ritengo questo un abuso commesso dagli uffici nei confronti dei Consiglieri o del Consigliere regionale che si sono trovati in questa situazione.



PRESIDENTE

Mi consenta, Consigliere, di intervenire in questo momento in qualità di Presidente dell'assemblea per difendere gli uffici regionali, perché non ritengo siano stati commessi degli abusi. E' certo che il rimborso ha avuto dei ritardi, che possono anche essere motivo di doglianza da parte del Consigliere Calsolaro, ma il caso ha voluto che tutti i rimborsi siano stati ritardati in attesa dell'approvazione del regolamento, ed anche i rimborsi che avrebbero dovuto avere un corso normale hanno finito per essere coinvolti con quelli in discussione. E' un equivoco che certamente non si verificherà più perché oggi i rimborsi di ogni tipo procedono speditamente.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Richiesta di sollecita risposta ad un'interrogazione sui danni causati dalle nevicate


PRESIDENTE

Passiamo ad altra interrogazione. Chiede la parola il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Ho diritto di precedenza perché ho ritirato un'interrogazione e ho fatto guadagnare un po' di tempo.
Mi stupisco che sia all'ordine del giorno un'interrogazione urgente presentata da quattro Consiglieri il 6/2/1978 e devo sollevare protesta. E' la prima volta che presento un'interrogazione urgente e quanto meno avrebbe dovuto avere precedenza ed essere collocata al giusto posto all'ordine del giorno. Chiedo inoltre la parola perché in questo caso c'è una scorrettezza da parte della Giunta in quanto è stata presentata un'interrogazione che riguarda i danni provocati dalle nevicate e le difficoltà che incontrano le Amministrazioni comunali, questa interrogazione viene trasmessa dalla Presidenza del Consiglio alla Giunta, la Giunta non solo acquisisce gli elementi, ma addirittura assume una deliberazione di contributi per 500 milioni. Di tutto questo si ha notizia dai giornali mentre non viene data risposta all'interrogazione. Questo modo di procedere mi pare scorretto perché va contro alle indicazioni che tutti abbiamo dato in ordine ai rapporti di correttezza che devono esistere tra la Giunta e il Consiglio.



PRESIDENTE

All'ordine del giorno vi è una serie di interrogazioni che non sono state discusse nella precedente seduta. E' ovvio che vi possono essere delle interrogazioni che hanno un carattere di urgenza e sarà opportuno anche per il futuro, inserire tra le altre quelle che hanno carattere di urgenza. Non entro nel merito dei rilievi, faccio soltanto presente che il Vicepresidente della Giunta, destinatario dell'interrogazione, ha dichiarato di essere immediatamente pronto a rispondere.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Dichiaro ancora una volta che la Giunta è disposta a rispondere a tutte le interrogazioni ed interpellanze, ma sottolineando anche che l'ordine dei lavori viene fissato dai Capigruppo unitamente al Presidente e al Vicepresidente del Consiglio.
Nella riunione dei Presidenti dei Gruppi si convenne di rispondere a tutte le interpellanze e interrogazioni che erano presenti in quel momento e di darvi corso perché già nella seduta precedente furono espresse alcune doglianze. Da quel momento sono nuovamente in corso di esame una serie di interpellanze e interrogazioni alle quali noi dichiariamo di essere già disposti a rispondere oggi.



PRESIDENTE

Dovremmo ora passare all'interrogazione del Consigliere Martini: "Motivi del ritardo da parte dell'Assessorato alla pianificazione urbanistica nell'esaminare pratica di normale amministrazione".
La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

La risposta del Presidente della Giunta mi soddisfa solo in parte perché se la mia interrogazione fosse all'ordine del giorno e se per ristrettezza di tempo non potesse avere risposta non avrei niente da eccepire. Poiché il Presidente dice che la Giunta è quasi sempre pronta a dare le risposte, ritengo che debba essere superata la fase intermedia dei Capigruppo e che le interrogazioni vengano messe immediatamente all'ordine del giorno nell'elenco delle interrogazioni, alle quali si può dare risposta. Oppure, se non è così, la Giunta trasmetta la risposta alla Presidenza del Consiglio o comunque dichiari la sua disponibilità a rispondere. Ritengo scorretto l'atteggiamento della Giunta che assume un provvedimento deliberativo, legato ad un'interrogazione, senza aver dato prima risposta all'interrogante. Il mio modo di collocare il problema si inserisce nel tentativo che tutti assieme cerchiamo di portare avanti per il buon funzionamento dei lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Riferirò al Presidente del Consiglio quanto si è detto e chiederò che nella prossima riunione dei Presidenti dei Gruppi si definiscano tali questioni di principio.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente regionale

Debbo informare che la Giunta ha avuto comunicazione dell'interrogazione dopo l'assunzione della deliberazione.
Subito dopo le eccezionali nevicate del mese di gennaio, nella seduta della Giunta del 17 gennaio, è stata disposta un'assegnazione di fondi ai Comuni maggiormente colpiti, in modo particolare a quelli del Cuneese.
Successivamente, in considerazione del ripetersi delle calamità, con deliberazione del 14 febbraio, la Giunta ha deliberato l'accantonamento della somma di L. 500 milioni da assegnarsi ai Comuni e alle Comunità montane maggiormente colpite. Poiché detta somma è insufficiente a coprire le maggiori spese che le Amministrazioni locali dovranno sopportare rispetto agli esercizi precedenti per il servizio di sgombero neve, nel corso di una riunione svoltasi lunedì 20 febbraio con i rappresentanti dei Comprensori, dell'Anci, dell'Uncem e dell'Unione regionale delle Province sono stati suggeriti i modi per procedere ad un'equa ripartizione di queste risorse. Ai fini di una conoscenza più ampia e più generale del modo in cui la questione viene affrontata non solamente nelle zone montane, ma anche nelle zone collinari e nelle zone di pianura e stato trasmesso in questi giorni ai Comuni del Piemonte un questionario attraverso il quale si vengono a conoscere elementi di informazione rispetto alle previsioni e ai reali stanziamenti degli ultimi due anni, le previsioni per il 1978 e la spesa effettuata finora dalle rispettive Amministrazioni. E' stato costituito un comitato ristretto di cui fanno parte i Presidenti dei Comprensori di Asti, di Borgosesia e di Cuneo, i responsabili dell'Uncem dell'Anci, e dell'Urp nonché due funzionari regionali, comitato che procederà all'individuazione di quei criteri. La deliberazione aveva un carattere generale di stimolo e con essa si voleva creare un meccanismo democratico che permettesse di far pervenire e attribuire gli oneri aggiuntivi. L'orientamento è quello di distribuire le risorse per le zone montane alle Comunità montane. Ma vi è un'altra ragione che suggerisce questo orientamento e cioè per alcuni Comuni l'acquisizione delle somme aumenterebbe il loro bilancio rispetto ai limiti posti dai provvedimenti per la finanza locale e ingabbierebbe quei determinati meccanismi.
Per quanto riguarda i Comuni di pianura nella tabella è richiesta la cifra complessiva della spesa generale di bilancio e la spesa relativa allo sgombero neve al fine di poter dare una valutazione dei problemi di ordine finanziario. Non appena ci perverranno queste informazioni - credo entro una o due settimane - si potrà procedere rapidamente all'erogazione delle risorse.
La Giunta, in relazione ad una sollecitazione più volte pervenuta sta esaminando la possibilità di acquisire, attraverso la legge n. 28, macchine operatrici che, nella prima stesura della legge aveva indicato come macchine per opere idrauliche e forestali mentre ora è giunta alla conclusione di togliere ogni specificazione del tipo di macchina e di permettere l'acquisizione di macchine polivalenti utili d'inverno per lo sgombero neve e nell'altro periodo dell'anno per altre esigenze generali.
C'è l'intenzione di includere nel provvedimento conseguente ai danni dell'ottobre una possibilità intermedia tra le funzioni trasferite, quelle comunemente chiamate di pronto intervento, e le funzioni delegate per le occasioni di grandi calamità, da sottoporre all'approvazione del Consiglio tramite deliberazione e non tramite legge, individuando fatti calamitosi concentrati in determinate zone. Questo potrebbe permettere un più sollecito intervento non solo in occasione di rilevanti precipitazioni nevose, ma anche in occasione di fatti come quelli che hanno investito il Comune di Limone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio il Vicepresidente Bajardi. La sua risposta è così articolata che dovrà essere ripresa in sede diversa anche perché si inserisce in un discorso che lo stesso Vicepresidente ha ripreso nelle dichiarazioni alla stampa, discorso che venne aperto dal Gruppo della D.C. con la presentazione di una proposta di legge per le calamità naturali. Il mio giudizio negativo sull'operato della Giunta cade. Credevo in effetti che il provvedimento della Giunta fosse posteriore al 6 febbraio; se è di data anteriore è una delle poche volte che i comunicati stampa arrivano dopo un mese e questo, quanto meno, ha sapore di novità.
Vorrei che la Giunta tenesse presente che l'interrogazione è fatta in considerazione delle ristrettezze finanziarie dei Comuni. E' opportuno che l'attività di coordinamento venga portata avanti dalle Comunità montane anche per i motivi legati al Decreto Stammati.
E' doveroso rilevare che alcuni Comuni della Comunità montana della Valle Varaita si sono fatti promotori di una proposta di legge per ottenere adeguati finanziamenti. L'impostazione della proposta merita una particolare attenzione perché coinvolge la responsabilità dell'Assessore Bajardi ma anche degli Assessori preposti ai problemi socio-sanitari. Lo sgombero neve nelle località montane è divenuto un problema sociale che deve essere risolto con una visione che superi quella del passato strettamente tecnica, perché la neve in montagna implica problemi diversi da quelli della neve in pianura. Grazie.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri: Bianchi, Carazzoni, Debenedetti, Franzi Graglia Artico e Minucci.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: proposta di legge n. 287: "Rifinanziamento della legge regionale 19 agosto 1974, n. 25 'Anticipazioni regionali per la bonifica sanitaria del bestiame' e modifiche", presentata dai Consiglieri Bertorello, Chiabrando Franzi, Lombardi e Menozzi in data 14 febbraio 1978 proposta di legge n. 288: "Provvidenze straordinarie per il risanamento economico delle cooperative agricole, presentata dai Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi in data 14 febbraio 1978" disegno di legge n. 289: "Delega alle Province dell'attività istruttoria relativa alla tenuta dell'Albo provinciale degli autotrasportatori di merci", presentato dalla Giunta regionale in data 16 febbraio 1978 disegno di legge n. 290: "Istituzione del Museo regionale di scienze naturali", presentato dalla Giunta regionale in data 16 febbraio 1978 disegno di legge n. 291: "Legge regionale 22/2/1977, n. 15, articolo 29, Indennità compensativa - Devoluzione quote", presentato dalla Giunta regionale in data 20 febbraio 1978 disegno di legge n. 292: "Seconda nota di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978", presentato dalla Giunta regionale in data 20 febbraio 1978.
Sono così concluse le comunicazioni del Presidente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Informazioni della Giunta regionale sulla vertenza della Venchi Unica


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: "Informazioni della Giunta regionale sulla conclusione della vertenza Venchi Unica".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

I Consiglieri sono già informati dalla stampa che la scorsa settimana è stata conseguita la soluzione della vertenza della Venchi Unica.
L'attenzione con la quale questo Consiglio ha seguito negli ultimi 17 mesi questa situazione merita un'informazione più precisa, più puntuale e merita anche talune riflessioni più generali.
Il 14 febbraio è stato resto pubblico dal Tribunale il fallimento dell'azienda. L'Assessorato aveva espresso parere contrario alla dichiarazione del fallimento al buio, in assenza di una soluzione alternativa. Questa opinione era stata espressa formalmente anche dal Governo attraverso un'iniziativa dell'on. Scotti. Analoga posizione avevano espresso la Regione, il Comune di Torino, le organizzazioni sindacali e le forze politiche della D.C., P.S.I., Democrazia Proletaria, P.C.I. In quella posizione c'era non tanto l'opposizione al fallimento, quale strumento di sanatoria per il passato, quanto la preoccupazione che, andando al fallimento senza una formula di ricambio, avremmo avuto la rescissione del rapporto di lavoro senza prospettive, la perdita dell'utilizzo della legge n. 464 con uno stanziamento di 13 miliardi e 400 milioni che la Regione ed il Governo assieme avevano stanziato, la cessazione del lavoro a fronte di un consistente carnet di ordinazione e la vinificazione della rete commerciale.
Il 14 febbraio, davanti alla dichiarazione di fallimento, non abbiamo perso tempo. L'ipotesi della "Venchi 2000" quale società di gestione, è stata subito vagliata durante il giorno e la notte successiva al Ministero del bilancio, pervenendo alla soluzione che vi riassumo: presentazione al Tribunale della domanda d'affitto assunzione in unica soluzione di tutto il personale ad esclusione di 50 unità che hanno raggiunto i limiti di età recepimento dei contratti aziendali stipulati nei tempi tecnici strettamente necessari riprenderà la produzione potendo porre in cassa integrazione fino a un massimo di 100 unità a zero ore per i negozi vi sarà un incontro al Ministero del bilancio entro dieci giorni.
Martedì 21 febbraio la "Venchi Unica 2000" ha firmato il contratto con il Tribunale il quale si è sentito garantito.
Per il rilevamento del magazzino la "Venchi Unica 2000" si è impegnata all'acquisto fornendo una fideiussione della Inim sino a 5 miliardi. Oggi dovrebbe essere deciso l'aumento del capitale da 200 milioni a 2 miliardi questo dovrebbe favorire anche l'impegno delle banche, già dato in linea di massima nei colloqui con il Governo.
La questione della Venchi è così chiusa con questa prima fase di operazioni che la Regione intende percorrere senza riserve, pronta ai successivi passi relativi all'utilizzo della legge n. 464, che si renderanno necessari per il definitivo progetto di assetto proprietario che dovrebbe intervenire a giugno.
Voglio sperare che nessuno metta il bastone fra le ruote, come ha incominciato a fare il "Sole - 24 Ore" con valutazioni e apprezzamenti che non sono né del Governo, né della Regione, né del Comune di Torino, n delle organizzazioni sindacali. Sarebbe il caso di dire che certi signori prima di muovere critiche insinuanti, imparassero a fare l'autocritica.
Abbiamo già espresso il nostro giudizio sull'atteggiamento degli imprenditori torinesi, i quali dopo essersi positivamente impegnati nella prima fase dell'autunno 1976 per evitare il fallimento, hanno poi declinato ogni impegno nella seconda fase in ordine alla società d'affitto. Vogliamo sperare che la mancata assunzione di impegno non segni un comportamento più generale verso gli altri numerosi punti di crisi aperti in Piemonte; se malauguratamente così fosse, la situazione diverrebbe assai pesante (ci sono in questo momento 59 punti di crisi e tutti i giorni se ne aggiungono altri) e non sapremmo quale senso avrebbe "l'operazione sviluppo" della Confindustria presentata nelle settimane addietro.
La Giunta doveva questa informazione al Consiglio ed in particolare la doveva a quei Consiglieri che, su mandato del Consiglio, hanno affiancato la Giunta in questa attività; a quei Consiglieri va il ringraziamento della Giunta. Mancherei ad un preciso dovere se non ricordassi esplicitamente la fattiva opera del Sottosegretario on. Scotti, che si è prodigato con intelligenza, con metodo, con sistematicità, dedicando molto tempo a questa vicenda e vorremmo augurarci di ritrovare uguale rapporto col Governo anche in altre occasioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Esprimo la soddisfazione del Gruppo della Democrazia Cristiana per la soluzione della crisi Venchi Unica. Non si può purtroppo affermare che la vicenda sia interamente chiusa, ma ci auguriamo che il contratto d'affitto e di gestione costituisca in effetti la premessa per la risoluzione definitiva della crisi dell'azienda.
Ci auguriamo che coloro che si sono assunti questo impegno rivelino capacità manageriali e consentano all'azienda di mantenere e sviluppare il ruolo che ha nell'economia piemontese e in quella nazionale.
Diamo atto alla Giunta regionale e all'Assessore dell'impegno particolare dimostrato in questa vicenda e siamo anche noi lieti della felice e fruttuosa collaborazione instauratasi tra Regione e Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

E' doveroso innanzitutto dare atto dell'attività che la Giunta e l'Assessore Alasia hanno profuso nelle trattative per giungere alla felice conclusione del caso della Venchi Unica. Vi sono tuttavia degli interrogativi che lo stesso Assessore Alasia in qualche modo ha espresso.
Secondo me non c'è una totale sicurezza nella soluzione. Per esempio, in ordine alla riassunzione dei lavoratori, quando avverrà? Secondo una voce che corre tra gli operai, le assunzioni saranno effettuate nel mese di aprile. Se questa voce è vera tutta la lavorazione pre-pasquale non ci sarà perché normalmente per i dolciari, la stagione migliore è quella invernale che va fino a Pasqua. Se tutto il personale viene riassunto in blocco, come è previsto nella trattativa, quale sarà il carico effettivo di ordini? Per quanti mesi ci sarà lavoro? Se l'azienda inizia l'attività con un carico aziendale forte senza un monte lavoro pieno, tra qualche mese saremo in una situazione pericolosa.
Inoltre non è stata chiarita la situazione dei 130 punti di vendita, i quali smerciano prodotti Venchi Unica, ma, nello stesso tempo, raccolgono gli ordini. Inoltre vorrei conoscere se i lavoratori licenziati verranno liquidati. Sono accantonati i fondi per le liquidazioni? Oppure l'azienda prende a debito le somme dovute? Vi è poi una questione non marginale e cioè come verranno pagati i vecchi creditori. E' vero che c'è un problema occupazionale che la Regione ha fatto bene a seguire, però ci sono altri creditori che per anni hanno fornito merci e dato prestazioni alla Venchi Unica, parte dei quali sono artigiani con pochi dipendenti e il fallimento della Venchi Unica potrebbe metterli in condizioni tragiche, se già non sono falliti anche loro.
I contratti aziendali mi paiono validi perché sono conquiste che vanno mantenute. Su questa parte sono d'accordo. Infine, per quanto si riferisce al capitale di 5 miliardi, non ritengo che con quella somma l'azienda abbia molte possibilità considerando il numero dei dipendenti, l'acquisto delle scorte, il canone di affitto di cui io ignoro la cifra, salvo l'intervento del famoso prestito del Governo a tasso agevolato.
Ho fatto questi rilievi, non per dar torto all'Assessore Alasia, ma proprio per stimolarlo a non lasciare nulla di intentato perché l'azienda sia risanata e possa lavorare come un tempo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti nella sua qualità di Consigliere.



MORETTI Michele

Prendiamo atto con soddisfazione delle soluzioni finali della vertenza Venchi Unica, raggiunte anche grazie alle indicazioni dei sindacati sin dall'inizio della vertenza. E' un'azienda che ha delle disponibilità e delle capacità di soddisfare le commesse, quindi si è trattato di effettuare una manovra di natura economica superata con la mediazione politica della Regione Piemonte.
Come rappresentante del Partito socialista dò atto dell'importante azione svolta da tutte le parti, anche da parte del Ministero del bilancio e del Sottosegretario on. Scotti che si è impegnato personalmente per una soluzione favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia per la replica.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Ringrazio i colleghi per il riconoscimento espresso in merito all'impegno della Regione.
Proprio perché i problemi sono ancora aperti, desidero sottolineare che non siamo per assumere atteggiamenti trionfalistici ma per rilevare l'importanza del fatto che, a 18 ore di distanza dalla decisione del fallimento, sia possibile ristabilire rapporti di lavoro per tutti e la ripresa dell'attività.
Le affermazioni dell'amico Benzi mi inducono a dare alcune rapidissime spiegazioni. Egli ha già riconosciuto che non è possibile dare spiegazione in questa sede a molti punti, d'altro canto non vorrei attardarmi su questioni che dovranno essere affrontate in sede aziendale con la contrattazione sindacale. In sintesi posso dire che il ripristino del rapporto di lavoro avverrà subito, come da impegno assunto con il Governo.
La ripresa produttiva della lavorazione necessita di tempi tecnici.
L'attività è stata interrotta per mancanza di approvvigionamenti e quindi può darsi che sia necessario anche un parziale ricorso alla cassa integrazione per alcune aliquote. Il carnet delle ordinazioni per la festività pasquale è di gran lunga superiore a quello dell'anno scorso, ci dimostra una potenzialità di mercato pregevole. Per quanto riguarda i negozi, Consigliere Benzi, devo precisare che i punti di vendita sono 49 con 130 dipendenti. Nel corso della trattativa abbiamo ravvisato un atteggiamento piuttosto drastico rispetto alla possibilità di mantenere l'attuale catena dei negozi, tant'è che non abbiamo voluto pregiudicare la trattativa generale trattando questo argomento e abbiamo convenuto con il Ministero che la "Venchi Unica 2000" avrebbe esaminato la situazione tenendo conto dei punti più o meno importanti, di quelli obsoleti e di quelli ritenuti positivi. Verificheremo il risultato in questi giorni.
Infine, né io né il Tribunale siamo in grado di dire come saranno liquidati i creditori. Il Tribunale seguirà la procedura di legge, quindi i creditori saranno garantiti secondo legge. Terminato l'iter si conoscerà la misura con la quale i creditori verranno soddisfatti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Informazione della Giunta regionale sull'attuazione della legge 1/6/1977 n. 285: "Provvedimenti per l'occupazione giovanile - Titolo IV Disposizioni in materia di servizi socialmente utili"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno: "Informazione della Giunta regionale sull'attuazione della legge 1/6/1977, n. 285: 'Provvedimenti per l'occupazione giovanile - Titolo IV - Disposizioni in materia di servizi socialmente utili'".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il 30 settembre scorso, a soli quattro mesi dalla pubblicazione della legge per l'occupazione giovanile, la Giunta aveva presentato al Consiglio il programma per l'assunzione di giovani da impiegarsi in servizi socialmente utili ottenendo il consenso del Consiglio stesso attraverso un suo ordine del giorno.
Il programma, articolato in 19 progetti, riconducibili a quattro grossi settori d'intervento (agricoltura, assetto del territorio, cultura, servizi sociali), prevedeva l'impiego di 1.537 giovani per un costo complessivo di L. 8 miliardi 964 milioni circa.
Il programma era stato elaborato dopo un'ampia consultazione con le forze sociali ed istituzionali ed in particolare con i Comprensori. Le caratteristiche quantitative dell'intervento previsto non erano casuali ma, come fu allora spiegato, derivavano da una valutazione di diversi elementi ed in particolare: i prevedibili finanziamenti assegnati alle Regioni sulla base dei criteri fissati dal Cipe nell'agosto e delle indicazioni fornite dal Ministro del lavoro alla Commissione interregionale; le indicazioni emerse nelle consultazioni con gli Enti locali; la considerazione che la legge dovesse trovare prevalente applicazione soprattutto nei settori produttivi; la convinzione che i progetti potessero trovare attuazione fin dall'ultimo trimestre del '77 così come assicurato dal Ministero del lavoro.
I tempi di attuazione della legge sia nel settore privato che in quello pubblico hanno invece subito ben noti e deprecabili ritardi. Solo alla fine di novembre il Cipe si è riunito per esaminare i programmi presentati dalle Regioni (anche perché solo parte di queste avevano rispettato la scadenza del 30 settembre). Nella seduta di novembre il Cipe, prendendo atto dello slittamento dei tempi e della complessità dei piani presentati da talune Regioni, provvedeva alla ripartizione dei fondi alle Regioni non già sulla base esclusiva dei programmi presentati, come indicato precedentemente bensì considerando l'obiettivo criterio del rapporto fra gli iscritti nelle liste speciali ed i residenti nelle diverse Regioni.
Al Piemonte toccavano così complessivamente 8 miliardi 148 milioni e 600 mila lire di cui 5.613.480.000 per il '77-'78 e 2.535.120.000 per il 1979. I programmi delle Regioni fino a quel momento presentati, tra cui quello del Piemonte, venivano approvati ma con il vincolo di ridurli nei limiti dei finanziamenti assegnati. Il Cipe fissava altresì la durata dei progetti delle Regioni in 12 mesi.
Questa decisione del Cipe, portata in modo ufficiale a conoscenza della Regione Piemonte solo all'inizio dello scorso mese di gennaio, poneva la Giunta nella necessità di un ridimensionamento del programma, tenendo altresì conto dell'aumento dei costi rispetto a quelli preventivati derivanti dallo slittamento dei tempi di attuazione nonché della definizione da parte del Cipe di alcuni parametri di spesa prima non determinati. A ciò si provvedeva con deliberazione della Giunta regionale del 27 gennaio con la sospensione di tre progetti ed esattamente quelli denominati "Interventi in montagna"; n. 2: "Attuazione legge cave e torbiere" n. 15; n. 3: "Censimento e ricerca dei servizi socio-sanitari" n.
7.
La scelta della sospensione di questi progetti rispetto ad altri rispondeva a considerazioni di carattere obiettivo.
Il numero di giovani occupabili scendeva di conseguenza, in relazione ai finanziamenti concessi, a 1148 unità. Si poneva a questo punto ancora un'altra scelta dipendente dalla divisione tra il '73 e il '79 del finanziamento Cipe; e cioè se dare avvio in ciascuno dei due anni ad una parte sola dei progetti per un costo esattamente corrispondente allo stanziamento previsto (come sembrava indicare la lettera della deliberazione Cipe) oppure se far partire comunque subito tutti i progetti anticipando tutti i fondi necessari, ed impegnando già fin d'ora lo stanziamento stabilito dal Cipe per il 1979. La Giunta ha ritenuto di scegliere questa seconda strada, pur consapevole delle difficoltà gestionali, amministrative e finanziarie che questo comporta sulla base della considerazione che, in tal modo, sia pure con uno scaglionamento nel corso dell'anno, potranno essere impiegati tutti i 1.148 giovani previsti dal programma complessivo e non solo una parte di questi. Fatto questo assai importante se si considerano i gravi ritardi che la legge ha avuto nella sua applicazione.
Lo scaglionamento dei progetti è quello indicato nell'allegata tabella distribuita e si richiama ai vincoli finanziari sopra riportati che impongono il rispetto dei tempi indicati, anche se ciò comporta gravi difficoltà operative per gli uffici regionali incaricati dell'attuazione dei progetti. Le spese di formazione sono riferite solo al '78 in quanto la formazione dovrebbe esaurirsi nella fase iniziale dei progetti mentre le spese di funzionamento sono state definite sulla base delle indicazioni del Cipe.
Nel rispetto dei tempi e delle modalità del programma su indicato trasmesso al Ministero il 31 gennaio scorso, la Giunta, nella seduta del 14 febbraio scorso, ha assunto i provvedimenti necessari ad avviare la complessa procedura per l'attuazione dei primi sette progetti che dovrebbero diventare operativi dal marzo prossimo. Questi sono: progetto n. 2: "Assistenza tecnica alle Comunità montane e coordinamento e potenziamento dell'assistenza tecnica esistente" che prevede l'impiego di 60 giovani di cui 35 da utilizzare nelle Comunità montane e 15 presso le sedi centrali e periferiche dell'Assessorato all'agricoltura progetto n. 4: "Tutela delle acque dall'inquinamento" che prevede l'impiego di 80 giovani da impiegarsi presso gli Uffici del Genio Civile e gli Assessorati all'ecologia delle Amministrazioni provinciali progetto n. 5: "Definizione dei vincoli pedologici sull'uso e l'organizzazione del territorio" per 17 giovani da utilizzarsi presso l'Assessorato regionale alla pianificazione territoriale per effettuare dopo un adeguato periodo di addestramento, indagini estese all'intero territorio regionale progetto n. 6: "Sistemazione idrogeologica e forestale" che prevede attraverso due sottoprogetti, l'utilizzo complessivo di 100 giovani progetto n. 10: "Ampliamento degli organici dei Musei" per 76 giovani progetto n. 11: "Ampliamento degli organici delle biblioteche" per 150 giovani progetto n. 12: "Programmazione" che prevede l'impiego di 70 giovani per il potenziamento dei servizi di programmazione e per il loro decentramento a livello comprensoriale.
Le caratteristiche complessive dei progetti relativamente agli obiettivi che si prefiggono e alle loro caratteristiche gestionali sono quelle indicate nel testo dei progetti stessi distribuito il 30 settembre scorso.
Nel complesso questi primi sette progetti prevedono l'impiego di 553 giovani distribuiti sul territorio e per titolo di studio come indicato nella tabella distribuita. La procedura per l'individuazione dei giovani da assumere è estremamente complessa, ma fondata su criteri oggettivi. Gli Assessorati a cui fanno capo i progetti, richiamandosi agli stessi, hanno indicato specificatamente il numero dei giovani richiesti, la sede di lavoro per ciascuno di essi e i relativi titoli di studio.
Queste richieste, esclusivamente numeriche, applicando la procedura prevista dagli articoli 5 e 26 della legge n. 285, vengono trasmesse agli uffici di collocamento competenti per territorio rispetto alla località indicata come sede di lavoro, i quali sono tenuti ad individuare i giovani secondo la graduatoria delle liste speciali.
Eventuali varianti in questa procedura possono intervenire se le Commissioni provinciali per il collocamento, a cui le richieste sono inviate in copia, ritengono, in base alla normativa generale sul collocamento, di effettuare i riparti dei giovani da assumere fra i diversi Comuni, indipendentemente dalla sede di lavoro e quindi con diversi criteri, come, ad esempio, la diversa incidenza della disoccupazione giovanile nei diversi Comuni della Provincia.
Si tratta comunque di un meccanismo del tutto affidato dalla legge agli organi periferici del Ministero del lavoro e alle Commissioni di collocamento costituite presso gli Uffici provinciali del lavoro e composte da rappresentanti sindacali e dalle categorie professionali. I nominativi dei giovani da assumere saranno trasmessi alla Regione per l'adozione dei provvedimenti d'assunzione con singoli contratti di lavoro della durata di 12 mesi.
Il trattamento economico sarà, come previsto dalla legge 285, quello del personale non di ruolo dello Stato con corrispondenti titoli di studio mentre per il trattamento normativo sarà applicato, là dove compatibile quello del personale regionale.
Dal punto di vista gestionale ogni progetto farà capo all'Assessorato regionale competente per materia per assicurare il coordinamento necessario al proseguimento del progetto, che curerà in particolare modo i rapporti con gli Enti presso i quali i giovani svolgeranno la propria attività.
Circa il ruolo degli Enti locali è già stato ricordato nella relazione introduttiva ai progetti del 30 settembre scorso come la Giunta avesse ritenuto opportuno riassorbire in progetti di carattere regionale le proposte pervenute dagli Enti locali, pur con i rilevanti tagli imposti dai vincoli finanziari, sulla base dell'ampia adesione ottenuta dall'ipotesi di progetti presentati dalla Giunta ai Comprensori ed ai Comuni nel luglio scorso, non dando quindi corso a specifici progetti locali.
Di conseguenza i rapporti di lavoro con i giovani sono instaurati direttamente dalla Regione con i contratti singoli che la legge richiede anche per uniformare e per gestire tutte le complesse procedure relative all'inquadramento dei giovani che la legge 285 comporta. Si è previsto per l'impiego dei giovani in modo decentrato sul territorio regionale perseguendo nel limite massimo consentito dalle esigenze di coordinamento di ogni singolo progetto il decentramento, nei Comprensori, nelle Comunità montane, nelle altre istituzioni locali. (Lunedì 20 febbraio abbiamo ampiamente discusso questa materia con i Presidenti di Comprensorio). In conclusione si ritiene di dover rilevare negativamente il ritardo nell'applicazione della legge sia nel settore privato sia in quello pubblico. Mentre per il settore privato si è già avuto occasione in diverse sedi di ribadire il nostro giudizio, per l'area pubblica ciò è dipeso anche in modo particolare dal fatto che la legge si è rivelata in sede di attuazione assai complessa e dall'altra non sempre le direttive ministeriali sono state tempestive e coerenti. Pur in questo contesto la Giunta ritiene di essersi mossa con tempestività, in ogni momento, per dare, per quanto di sua competenza, la sua più sollecita applicazione alla legge.
Questa informazione si limita al campo dei servizi socialmente utili perché sono questi i provvedimenti che decollano ora e questi sono i provvedimenti sui quali la Regione ha una diretta ed esclusiva responsabilità.
Non aggiungo quindi altre considerazioni se non per ricordare che a questo settore noi abbiamo sempre fatto un assegnamento relativo e che il punto centrale per l'occupazione è e rimane l'industria. In questa direzione la Giunta si sta prodigando, ed in particolare si sta prodigando l'Assessore Fiorini per i progetti di formazione-lavoro, per i quali abbiamo già avuto risultati modesti, ma secondo noi significativi; su questo potremo dare prossimamente un'adeguata informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il mio intervento sarà breve perché questa è una materia obbligatoria regolata da leggi dello Stato che ne obbligano l'iter; né mi sto a dolere se lo Stato ha diminuito l'entità dell'intervento, perché purtroppo la Regione non ha possibilità effettive di intervenire. Sarebbe comunque interessante conoscere il numero dei giovani iscritti alle famose liste speciali e il numero di coloro che nel frattempo hanno trovato un'occupazione.
Inoltre sarebbe interessante conoscere che cosa ai giovani capiterà fra un anno e se la loro specializzazione che acquisiranno in questo periodo servirà loro ancora nel futuro. A quel momento per il loro inserimento dovranno fare un altro apprendistato in un altro settore? Nessuna azienda industriale che fabbrica pezzi di ricambio, per esempio, assumerebbe una persona che ha fatto pratica in altre materie. Sarebbe molto più interessante pensare di utilizzare questi giovani che con sacrificio dello Stato e anche della Regione stiamo formando nell'ambito dei Comprensori dove ci sarà bisogno di manodopera.
La legge è positiva tuttavia, malgrado il costo a carico dello Stato e delle Regioni, riuscirà a dare un aiuto minimo.
In ultimo raccomando all'Assessore di insistere presso il Governo perché le assunzioni che verranno effettuate nella piccola industria e nell'artigianato, siano nominative. Sarei disposto a scommettere con l'amico Alasia, che non solo 1.100 persone andrebbero in Piemonte a posto ma forse 10.000. Anche il Governo si sta preoccupando di questo fatto, dopo i nostri strilli e cioè che la legge per la piccola azienda artigianale è iniqua. Se con le opportune pressioni a Roma si potesse dare alla piccola industria e all'artigianato questa possibilità, faremmo molto di più che tutte queste leggi venute fuori in modo stentato.



PRESIDENTE

E' iscritta a parlare la signora Castagnone Vaccarino. Ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ringraziamo la Giunta per la presentazione dei progetti, non possiamo però non sollevare alcuni problemi in merito al rapporto fra quanto è stato fatto dalla Regione Piemonte e quanto si è fatto per gli altri tipi di assunzione previsti dalle legge. Sappiamo che l'Assessore Fiorini sta lavorando da tempo per la formazione-lavoro, ma dobbiamo dire che siamo preoccupati delle conseguenze di questa legge che sta caricando l'Ente pubblico di notevolissime spese senza ottenere invece un risultato occupazionale nel campo dell'impresa. Non conosciamo i dati degli altri tipi di assunzione. Non possiamo che sottolineare che queste iniziative non fanno che aumentare le spese correnti degli Enti pubblici senza che siano assicurati dei risultati positivi in merito a future assunzioni da parte dei privati.
Anch'io ritengo che per l'artigianato e per la piccola impresa l'elenco nominativo sarebbe una soluzione.
Vorrei porre all'Assessore Alasia una seconda domanda e avere una spiegazione. Poiché i progetti richiedono laureati e diplomati in settori specifici, desidererei sapere, nell'eventualità che i giovani avessero già trovato occupazione, se questi progetti verranno sostituiti con altri oppure se verranno semplicemente cancellati e quali provvedimenti eventualmente saranno presi.



PRESIDENTE

E' iscritto ora a parlare il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Vorremmo esprimere alcune preoccupazioni ed alcuni dubbi sulle comunicazioni espresse dall'Assessore Alasia, sia sul metodo, sia sui risultati raggiunti in ordine ai primi progetti che secondo la stampa dovrebbero essere avviati dal 1° marzo e secondo l'Assessore Alasia più genericamente nel mese di marzo. Preoccupazioni innanzitutto sul metodo in quanto abbiamo appreso dalle dichiarazioni degli Assessori Fiorini e Alasia dei giorni scorsi che si sono presi contatti con i Comprensori e con i Comuni, ma il problema del coinvolgimento sulla gestione di un problema così importante, così delicato e così articolato, in realtà è stato formale ma non sostanziale giacché il Consiglio regionale, al di là di alcune comunicazioni in questa sede, non è stato coinvolto. La difficoltà di avviamento di questa legge doveva comportare la collaborazione di tutti nella fase gestionale. Certi ritardi da parte del Cipe sono la conseguenza dei ritardi di alcune Regioni, non della Regione Piemonte.
Queste considerazioni ci fanno sorgere un dubbio soprattutto per la fase applicativa e gestionale dei progetti. Si è appreso che 553 giovani dovranno con il primo di marzo essere collocati in queste ipotesi.
Innanzitutto per obiettività e realismo ritengo che dal 1° marzo non uno di questi giovani potrà iniziare questo rapporto, almeno per quel poco che è dato sapere ai Consiglieri regionali anche perché la comunicazione di questi progetti avviati ci è stata formalizzata soltanto alle ore 10,40 di stamani. Le nostre preoccupazioni sono soprattutto legate al fatto che quasi tutti quei giovani saranno collocati all'interno degli Assessorati regionali o nei Comprensori, togliendo la possibilità di decentramento nelle realtà comunali periferiche, soprattutto di quelle che avevano predisposto dei progetti e che quindi nutrivano aspettative in favore dei giovani di quelle stesse comunità. E' vero che tutto è stato filtrato attraverso i Comprensori, ma mi risulta che ci sia un forte accentramento in determinate situazioni legate agli Assessorati regionali o ad alcune realtà comprensoriali periferiche, quindi scarso riflesso avrà questo primo intervento soprattutto nelle realtà periferiche a volte più deboli e più bisognose di sviluppo: creeremo anche in questo caso ulteriori illusioni.
L'Assessore Alasia inoltre dice che la gestione dei progetti farà capo ai singoli Assessorati di competenza. Non accogliamo questo tipo di impostazione poiché riteniamo la gestione debba ritornare alla Commissione regionale competente nella quale era già stato fatto un confronto nei mesi scorsi. La Commissione non è convocata da un semestre ormai, tuttavia i lavori sono andati avanti e l'Assessore Fiorini ha avviato i contratti di lavoro. Noi non abbiamo avuto alcuna notizia in merito. L'Assessore Alasia diceva anche del ruolo degli Enti locali i quali sono stati riassorbiti in questa fase tant'è che c'è la preoccupazione anche in questo caso di una gestione centralizzata della Regione.
Vorremmo conoscere i criteri con i quali verranno scelti i giovani poiché l'Ufficio provinciale del lavoro dovrebbe sceglierli numericamente invece in tutti questi progetti è indicato un titolo preferenziale. Mi spiegate con quale criterio il ragioniere o il diplomato possa assolvere alla sua funzione in una biblioteca di un paese dove non c'è stato personale fino adesso, dove manca una preparazione di base? Non varrebbe la pena di chiarire queste cose in termini precisi giacché la Giunta in realtà non ha specificato le possibilità di opzione e le possibilità alternative?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Farò alcune considerazioni aggiuntive, che si ricollegano ai discorsi già fatti fin dai primi momenti in cui si era affrontato il problema in relazione all'emanazione della legge n. 285.
Torno a sottolineare come all'interno dei progetti socialmente utili proposti dalla Giunta regionale, vi siano delle profonde differenze.
Infatti ci sono interventi configurabili come veri e propri progetti per i quali si presume o si riesce a individuare un inizio e una fine con un risultato alla fine dei 12 mesi probabilmente diverso dal primitivo e quindi con la possibilità di far compiere al servizio nel quale i giovani vengono inseriti un salto di qualità tale che potrebbe apportare dei benefici a tutta l'Amministrazione. Ce ne sono altri invece che sono configurabili come veri e propri ampliamenti di organici, i quali, una volta recepite le nuove energie, non si capisce bene come potranno essere ridimensionati: di fatto si incentiva, si mette in atto un processo di ampliamento di taluni servizi che, realisticamente, non sarà facile interrompere. Sarebbe opportuno che sin da questo momento si facessero chiaramente i conti preventivi degli oneri che dovremo sostenere alla fine dei 12 mesi nell'ipotesi che questi servizi debbano essere mantenuti. Cito casi numericamente significativi come quello dei musei e delle biblioteche che raggruppa centinaia di giovani. Vorremmo sapere con chiarezza, una volta assunti questi giovani con i contratti della legge n. 285, e si dovesse o volesse fare proseguire il servizio, come la Giunta regionale intende comportarsi in caso di eventuali assunzioni definitive? Diciamo questo anche in relazione alla verifica e al confronto tra le spese che si sostengono per la retribuzione e il funzionamento dei servizi e le spese che si sostengono per la formazione. Se effettuiamo il confronto tra questi costi, ci accorgiamo che le spese per la formazione del personale assunto nei 12 mesi sono meno del 3% della spesa complessiva (150 milioni circa al fronte dei 5 miliardi e mezzo). Nel settore della programmazione si prevede una spesa di 200 mila lire pro-capite per formazione (mi chiedo che cosa si riesce a formare con 200 mila lire in un settore importante come quello della programmazione) sino a 30 mila lire pro-capite nel caso dei musei o a zero lire pro-capite nel caso delle biblioteche. O si parte dal presupposto di trovare del personale specializzato adatto a svolgere quelle mansioni oppure il personale sarà tenuto a compiere delle funzioni prive di professionalità e uscirà, dopo 12 mesi, altrettanto privo di professionalità. Vorremmo avere delle chiare precisazioni sul futuro dei progetti soprattutto in relazione al fatto che la gran parte di essi saranno direttamente gestiti dall'Amministrazione regionale, quindi peseranno sulle nostre strutture. Oltretutto desidererei avere qualche informazione sul modo con cui si intende organizzare la formazione degli assunti in questo periodo e quali saranno le strutture che provvederanno ad essa.
Farò ancora una breve considerazione in relazione all'occupazione giovanile che l'Assessore Alasia ha toccato al termine del suo intervento cioè quella parte che riteniamo debba essere privilegiata soprattutto nei settori produttivi industriali. Anche a livello nazionale risulta che vi è un utilizzo delle liste di collocamento normale al di sotto delle necessità ma comunque molto superiore a quelle delle liste speciali della legge n.
285. Nella prima discussione su questo tema avevo proposto una verifica sul funzionamento delle due liste prevedendo già allora questo funzionamento a forbice, a doppio binario, mettendo in evidenza i rischi che una certa normativa della legge per l'occupazione giovanile metteva in atto. Di queste situazioni converrebbe prendere consapevolmente atto, perlomeno introdurre nella legge sull'occupazione giovanile quelle modifiche che consentissero di non avere differenze tra la metodologia delle liste speciali e quella delle liste normali. E' strano che proprio in una legge fatta per incentivare l'assunzione dei giovani si pongano dei vincoli più restrittivi di quelli che esistono dall'altra parte, stante il fatto che almeno per alcune specializzazioni del collocamento ordinario da certi livelli in su è prevista l'assunzione nominativa. Ho avuto già occasione di dire che preferirei che si lanciasse questa sfida al mondo imprenditoriale per verificare se certe remore sono dei puri alibi o se costituiscono dei fatti restrittivi e di reale impedimento. Sarà sicuramente necessario: sembra che tutte le forze politiche oltre che il Governo stiano pensando a provvedere ad alcune modificazioni di ordine finanziario e in ordine all'incentivo dato alle imprese nella misura in cui ci si voleva confrontare. Tutti elementi da verificare con attenzione nel caso in cui ci confrontassimo con analoghe esperienze di vicini Paesi europei. Sarebbe comunque opportuno verificare la disparità di gestione tra le due liste di collocamento e i motivi che spingono ad utilizzare più le liste di collocamento ordinario che non quelle di collocamento speciale. Sarebbe inoltre opportuno che non ci si limitasse a confronti a suon di comunicati ma che le Commissioni competenti, sia quella consiliare che quella prevista dalla legge, avessero un confronto diretto con la Federazione degli industriali. Risulta che la Giunta lo abbia fatto, ma sarebbe opportuno che questo confronto potesse essere esteso anche al Consiglio per esaminare nel dettaglio i risultati di quelle indagini. Probabilmente non sono da condividere i giudizi riduttivi sui dati quantitativi. Troppo facilmente si va dicendo che di fatto le cifre dell'occupazione giovanile sono riassorbibili con quelle del turn-over annuale delle aziende. Facendo rapidi conti risulta che così non sia stante il rapporto tra turn-over disoccupazione giovanile e occupazione generale. Chiediamo comunque che ci sia data la possibilità di questo confronto per poter attuare una continua verifica della potenzialità o meno della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Vorrei porre due domande. La prima è relativa alla destinazione secondo il progetto 2, 4, 5, 6, 10, 11, cioè assistenza tecnica alle Comunità montane, tutela delle acque, vincoli pedologici, sistemazioni idrico forestali, musei e biblioteche: si prevede che la scelta di questo non indifferente numero di giovani (10 per le Comunità montane, 40 per la tutela dell'acqua, 9 per la definizione dei vincoli pedologici, 50 per la sistemazione idrico-forestale, 10 per i musei e 22 per le biblioteche) debba avvenire possibilmente nel luogo e nell'ambiente dove saranno chiamati a compiere la loro funzione? Non soltanto attraverso alla previsione teorica, ma se alla luce delle risultanze raccolte vi è la previsione in concreto di potere applicare la legge? La seconda domanda la rivolgo all'Assessore Alasia. Mi associo, non tanto per timore di perderla, alla scommessa che è stata fatta dal Consigliere Benzi, però ritorno a quello che avevo avuto occasione di dire nella precedente Queste considerazioni ci fanno sorgere un dubbio soprattutto per la fase applicativa e gestionale dei progetti. Si è appreso che 553 giovani dovranno con il primo di marzo essere collocati in queste ipotesi.
Innanzitutto per obiettività e realismo ritengo che dal 1° marzo non uno di questi giovani potrà iniziare questo rapporto, almeno per quel poco che è dato sapere ai Consiglieri regionali anche perché la comunicazione di questi progetti avviati ci è stata formalizzata soltanto alle ore 10,40 di stamani. Le nostre preoccupazioni sono soprattutto legate al fatto che quasi tutti quei giovani saranno collocati all'interno degli Assessorati regionali o nei Comprensori, togliendo la possibilità di decentramento nelle realtà comunali periferiche, soprattutto di quelle che avevano predisposto dei progetti e che quindi nutrivano aspettative in favore dei giovani di quelle stesse comunità. E' vero che tutto è stato filtrato attraverso i Comprensori, ma mi risulta che ci sia un forte accentramento in determinate situazioni legate agli Assessorati regionali o ad alcune realtà comprensoriali periferiche, quindi scarso riflesso avrà questo primo intervento soprattutto nelle realtà periferiche a volte più deboli e più bisognose di sviluppo: creeremo anche in questo caso ulteriori illusioni.
L'Assessore Alasia inoltre dice che la gestione dei progetti farà capo ai singoli Assessorati di competenza. Non accogliamo questo tipo di impostazione poiché riteniamo la gestione debba ritornare alla Commissione regionale competente nella quale era già stato fatto un confronto nei mesi scorsi. La Commissione non è convocata da un semestre ormai, tuttavia i lavori sono andati avanti e l'Assessore Fiorini ha avviato i contratti di lavoro. Noi non abbiamo avuto alcuna notizia in merito. L'Assessore Alasia diceva anche del ruolo degli Enti locali i quali sono stati riassorbiti in questa fase tant'è che c'è la preoccupazione anche in questo caso di una gestione centralizzata della Regione.
Vorremmo conoscere i criteri con i quali verranno scelti i giovani poiché l'Ufficio provinciale del lavoro dovrebbe sceglierli numericamente invece in tutti questi progetti è indicato un titolo preferenziale. Mi spiegate con quale criterio il ragioniere o il diplomato possa assolvere alla sua funzione in una biblioteca di un paese dove non c'è stato personale fino adesso, dove manca una preparazione di base? Non varrebbe la pena di chiarire queste cose in termini precisi giacché la Giunta in realtà non ha specificato le possibilità di opzione e le possibilità alternative?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Farò alcune considerazioni aggiuntive, che si ricollegano ai discorsi già fatti fin dai primi momenti in cui si era affrontato il problema in relazione all'emanazione della legge n. 285.
Torno a sottolineare come all'interno dei progetti socialmente utili proposti dalla Giunta regionale, vi siano delle profonde differenze.
Infatti ci sono interventi configurabili come veri e propri progetti per i quali si presume o si riesce a individuare un inizio e una fine con un risultato alla fine dei 12 mesi probabilmente diverso dal primitivo e quindi con la possibilità di far compiere al servizio nel quale i giovani vengono inseriti un salto di qualità tale che potrebbe apportare dei benefici a tutta l'Amministrazione. Ce ne sono altri invece che sono configurabili come veri e propri ampliamenti di organici, i quali, una volta recepite le nuove energie, non si capisce bene come potranno essere ridimensionati: di fatto si incentiva, si mette in atto un processo di ampliamento di taluni servizi che, realisticamente, non sarà facile interrompere. Sarebbe opportuno che sin da questo momento si facessero chiaramente i conti preventivi degli oneri che dovremo sostenere alla fine dei 12 mesi nell'ipotesi che questi servizi debbano essere mantenuti. Cito casi numericamente significativi come quello dei musei e delle biblioteche che raggruppa centinaia di giovani. Vorremmo sapere con chiarezza, una volta assunti questi giovani con i contratti della legge n. 285, e si dovesse o volesse fare proseguire il servizio, come la Giunta regionale intende comportarsi in caso di eventuali assunzioni definitive? Diciamo questo anche in relazione alla verifica e al confronto tra le spese che si sostengono per la retribuzione e il funzionamento dei servizi e le spese che si sostengono per la formazione. Se effettuiamo il confronto tra questi costi, ci accorgiamo che le spese per la formazione del personale assunto nei 12 mesi sono meno del 3% della spesa complessiva (150 milioni circa al fronte dei 5 miliardi e mezzo). Nel settore della programmazione si prevede una spesa di 200 mila lire pro-capite per formazione (mi chiedo che cosa si riesce a formare con 200 mila lire in un settore importante come quello della programmazione) sino a 30 mila lire pro-capite nel caso dei musei o a zero lire pro-capite nel caso delle biblioteche. O si parte dal presupposto di trovare del personale specializzato adatto a svolgere quelle mansioni oppure il personale sarà tenuto a compiere delle funzioni prive di professionalità e uscirà, dopo 12 mesi, altrettanto privo di professionalità. Vorremmo avere delle chiare precisazioni sul futuro dei progetti soprattutto in relazione al fatto che la gran parte di essi saranno direttamente gestiti dall'Amministrazione regionale quindi peseranno sulle nostre strutture. Oltretutto desidererei avere qualche informazione sul modo con cui si intende organizzare la formazione degli assunti in questo periodo e quali saranno le strutture che provvederanno ad essa.
Farò ancora una breve considerazione in relazione all'occupazione giovanile che l'Assessore Alasia ha toccato al termine del suo intervento cioè quella parte che riteniamo debba essere privilegiata soprattutto nei settori produttivi industriali. Anche a livello nazionale risulta che vi è un utilizzo delle liste di collocamento normale al di sotto delle necessità ma comunque molto superiore a quelle delle liste speciali della legge n.
285. Nella prima discussione su questo tema avevo proposto una verifica sul funzionamento delle due liste prevedendo già allora questo funzionamento a forbice, a doppio binario, mettendo in evidenza i rischi che una certa normativa della legge per l'occupazione giovanile metteva in atto. Di queste situazioni converrebbe prendere consapevolmente atto, perlomeno introdurre nella legge sull'occupazione giovanile quelle modifiche che consentissero di non avere differenze tra la metodologia delle liste speciali e quella delle liste normali. E' strano che proprio in una legge fatta per incentivare l'assunzione dei giovani si pongano dei vincoli più restrittivi di quelli che esistono dall'altra parte, stante il fatto che almeno per alcune specializzazioni del collocamento ordinario da certi livelli in su è prevista l'assunzione nominativa. Ho avuto già occasione di dire che preferirei che si lanciasse questa sfida al mondo imprenditoriale per verificare se certe remore sono dei puri alibi o se costituiscono dei fatti restrittivi e di reale impedimento. Sarà sicuramente necessario: sembra che tutte le forze politiche oltre che il Governo stiano pensando a provvedere ad alcune modificazioni di ordine finanziario e in ordine all'incentivo dato alle imprese nella misura in cui ci si voleva confrontare. Tutti elementi da verificare con attenzione nel caso in cui ci confrontassimo con analoghe esperienze di vicini Paesi europei. Sarebbe comunque opportuno verificare la disparità di gestione tra le due liste di collocamento e i motivi che spingono ad utilizzare più le liste di collocamento ordinario che non quelle di collocamento speciale. Sarebbe inoltre opportuno che non ci si limitasse a confronti a suon di comunicati ma che le Commissioni competenti, sia quella consiliare che quella prevista dalla legge, avessero un confronto diretto con la Federazione degli industriali. Risulta che la Giunta lo abbia fatto, ma sarebbe opportuno che questo confronto potesse essere esteso anche al Consiglio per esaminare nel dettaglio i risultati di quelle indagini. Probabilmente non sono da condividere i giudizi riduttivi sui dati quantitativi. Troppo facilmente si va dicendo che di fatto le cifre dell'occupazione giovanile sono riassorbibili con quelle del turn-over annuale delle aziende. Facendo rapidi conti risulta che così non sia stante il rapporto tra turn-over disoccupazione giovanile e occupazione generale. Chiediamo comunque che ci sia data la possibilità di questo confronto per poter attuare una continua verifica della potenzialità o meno della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Vorrei porre due domande. La prima è relativa alla destinazione secondo il progetto 2, 4, 5, 6, 10, 11, cioè assistenza tecnica alle Comunità montane, tutela delle acque, vincoli pedologici, sistemazioni idrico forestali, musei e biblioteche: si prevede che la scelta di questo non indifferente numero di giovani (10 per le Comunità montane, 40 per la tutela dell'acqua, 9 per la definizione dei vincoli pedologici, 50 per la sistemazione idrico-forestale, 10 per i musei e 22 per le biblioteche) debba avvenire possibilmente nel luogo e nell'ambiente dove saranno chiamati a compiere la loro funzione? Non soltanto attraverso alla previsione teorica, ma se alla luce delle risultanze raccolte vi è la previsione in concreto di potere applicare la legge? La seconda domanda la rivolgo all'Assessore Alasia. Mi associo, non tanto per timore di perderla, alla scommessa che è stata fatta dal Consigliere Benzi, però ritorno a quello che avevo avuto occasione di dire nella precedente discussione e cioè: nel quadro di una riforma della legge che il collega Alberton ha sottolineato e che tutti quanti crediamo debba avvenire proprio per eliminare inconvenienti che nel frattempo si sono potuti rilevare, non si ritiene di affermare il principio per quanto attiene all'acquisizione di questi lavoratori nel mondo dell'industria, di una scelta nominativa? Avevo detto in allora e lo ripeto oggi con il conforto dell'esperienza personale del collega Benzi che per essere nel mondo del lavoro ha conoscenza diretta. E' pensabile, non dico la modifica della logica sindacale in termini assoluti, ma un'accettazione di allentamento di questa logica sindacale per l'applicazione della legge? L'interrogazione probabilmente non può avere oggi una risposta completa.
Saranno necessari contatti e meditazioni. Ho voluto tuttavia sottolinearla perché a me sembra che possa essere un modo per dare possibilità di assunzione ad una percentuale notevole di persone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Desidero intervenire su questo argomento per un problema di coscienza dato che si tratta di spendere 5 miliardi oltre a quelli già stanziati e corre l'obbligo di spenderli nel miglior modo possibile.
Sono perfettamente d'accordo con le considerazioni del collega Alberton in merito alla sproporzione nel rapporto spesa e formazione. Ho già ricordato in altra occasione che mi sono trovato nella circostanza di far parte di un concorso indetto dalla Regione per 3 posti di geometra, nel quale erano iscritti in 90, hanno partecipato in 80, ne sono stati promossi 3 tra cui 2 donne molto diligenti, circostanza nella quale ho avuto la dimostrazione che la preparazione dei giovani non era assolutamente adeguata alle esigenze. Parlando, per esempio, di un progetto per l'accertamento delle terre incolte, mi domando: come viene sviluppato un progetto di questo genere? Viene svolto direttamente o i giovani saranno dei semplici raccoglitori dei dati catastali delle superfici, censimento che potrebbe essere effettuato dai Comuni attraverso gli uffici tecnici posto che tutti i Comuni abbiano un ufficio tecnico o abbiano la possibilità di pagare dei tecnici? Mi pongo questo interrogativo perch quei geometri e quei periti agrari che hanno partecipato a quel concorso non sapevano che cos'è un ettaro.
Signori, il non sapere che cos'è un ettaro è come non sapere cosa è un chilometro, che cos'è un quintale! Mi domando: è con siffatti operatori che intendiamo avviare un'operazione di questo genere? Colgo l'occasione per introdurre un altro argomento, quello delle terre incolte. Una volta fatti questi accertamenti, non sarà il caso di impegnare dei soldi, impegno che sarà certamente socialmente utile per l'utilizzazione delle terre incolte? Un articolo di una rivista agricola qualche giorno fa, faceva una valutazione dell'economicità o meno della coltivazione di certe terre del nostro Paese e in particolare del Piemonte.
In pianura difficilmente troviamo terre incolte, ne troviamo invece dove manca l'irrigazione, dove c'è una pendenza notevole da rendere faticoso e antieconomico il lavoro anche con i mezzi tecnici.
Trovandoci però nella necessità di impegnare comunque delle risorse ritengo sia opportuno impegnarle in questo ambito il quale non sarà economico, ma quanto meno darà una produzione. Questa proposta, se messa in atto, rappresenterebbe una svolta anche nei confronti della nostra economia.
Abbiamo sentito Luciano Lama dire che anche le persone in possesso di titolo di studio, diploma o laurea, devono adattarsi a svolgere lavori utili alla comunità. Il Ministro Tina Anselmi, dietro la spinta del sindacato, ha elaborato questa famosa legge per i giovani credendo di trovare la panacea di tutti i mali.
In realtà i giovani si sono iscritti alle liste speciali non per lavorare nelle aziende agricole dove c'è richiesta, non per usare il martello o qualche altro attrezzo faticoso, ma per fare possibilmente l'usciere di banca o l'impiegato presso la Regione.
Questo sarebbe il compromesso storico che mi piacerebbe e questo sarebbe il modo per dare un altro indirizzo alla società, contrariamente saremmo fatalmente destinati a sopportare conseguenze di un costume che finora non ha dato che risultati negativi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

E' un discorso che ormai ha radici lontane e abbiamo avuto tutti occasione di esprimere il nostro parere il quale va ribadito anche per assolvere la Giunta dalle troppe colpe che in futuro le saranno certamente imputate. Esistono dei vincoli esterni non discutibili: l'entità del problema e la dimensione delle risorse la quale, mentre da un lato ci angustia per la sua esiguità, dall'altro ci rasserena perché ci indica come la nostra realtà sia meno drammatica di quanto non lo sia in certe piaghe italiane. Certamente la struttura della legge è velleitaria e non funzionale rispetto al problema e alle aspettative del mondo imprenditoriale soprattutto. Nelle consultazioni è emerso che la collettività imprenditoriale del Piemonte si sarebbe mobilitata nel caso in cui ci fosse stato un effettivo e realistico interscambio di esperienze.
Ricordo i discorsi anche fantasiosi con i quali si cercavano due interessi, quello del tempo da far coincidere con quello dello spazio interessi che invece non coincideranno mai. Già in altra occasione avevo detto che il problema dell'occupazione giovanile non è un problema da risolversi con la bacchetta magica o con un decreto del Consiglio dei Ministri, ma è soprattutto un problema che richiede un attento esame di quanto abbiamo detto sulla funzione politica traente del Piemonte per stabilire se sia un discorso da coltivare ancora, oppure da abbandonare, se il problema delle aree forti abbia ancora una validità, se il rilancio occupazionale del Mezzogiorno possa essere realizzato: ampia tematica certamente che sfugge al dibattito odierno.
Avevo espresso a suo tempo e lo ribadisco anche oggi, il mio apprezzamento per il risultato che nei tempi e nei limiti in cui operavano gli Assessorati erano riusciti a produrre. Siamo al dunque e ci pare che quella funzione che la collettività si aspettava della riqualificazione professionale difficilmente si riuscirà a perseguire, poiché è noto che la nostra collettività ha carenza di personale qualificato. D'altra parte queste qualifiche non si perseguono attraverso un corso più o meno approfondito o più o meno accelerato. Ci sono dei ceti sociali, come quello degli artigiani, che devono recuperare nella stratigrafia collettiva ed economica il loro spazio, la loro dimensione e la loro economia. Quindi questo discorso andrà a tempi lunghi. Per conoscere quale qualificazione è richiesta basterebbe scorrere i dati del mercato del lavoro, conoscere i costi delle varie attività e di lì vediamo dove mancano i qualificati: risulteranno carenze nelle attività artigianali, qualificate per il risultato che danno e soprattutto per la rarità del lavoro.
Il nostro Gruppo ha presentato una proposta di legge per favorire il rilancio dell'artigianato come attività creatrice, per garantire la continuità e l'espansione dell'attività stessa.
La domanda qui posta è preoccupante: "che cosa succederà dopo i 12 mesi?". Non dispererei; come abbiamo visto passare una legge, che non condividiamo per il suo velleitarismo, probabilmente vedremo in futuro lo Stato impegnato in questo programma e, ahimé!? avremo di nuovo un provvedimento di tipo assistenziale, di tipo tampone che ritroverà i segretari dei Partiti fra cinque anni o sei a fare i conti con il disavanzo che non sarà più di 29 mila miliardi, ma sarà forse già di 45 mila miliardi.
Questo è un momento di eccezionalità e di emergenza, quindi non si pu fare carico alla Giunta di non aver affrontato e risolto problemi che non le competono: la Giunta non solo ha fatto uno sforzo di fantasia nel cercare di ridare alle pubbliche amministrazioni una funzione concreta nel territorio creando professioni nuove, come, ad esempio, conservatore di musei, addetto ai pubblici uffici, addetto alla tutela e alla salvaguardia del territorio, ma ha fatto uno sforzo di realismo per individuare nuove funzioni laddove la pubblica amministrazione non svolge che un servizio alla collettività puramente burocratico. In questa misura lo sforzo della Giunta è apprezzabile, pur rimanendo ferme le riserve e i limiti che su questa legge abbiamo avuto modo di esporre.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Nel prendere atto favorevolmente della proposta della Giunta, credo sia giusto compiere un esame concreto degli sforzi che la nostra società, in questo momento particolare, sta compiendo per dare una risposta ai grandi problemi aperti nel Paese. Subordinerei ad essi le pur giustificate, spesso valide, osservazioni nell'ambito dei progetti proposti. Questo sforzo concreto è un atto terminale di una procedura che ha visto un ampio coinvolgimento dei soggetti istituzionali, delle forze del lavoro e ha prodotto la definizione dei rapporti con il Governo. L'aver prodotto per primi il piano dei servizi socialmente utili è un elemento di grande importanza e di grande valore. Vorrei ricordare, non polemicamente, ai Consiglieri che hanno ravvisato all'interno dei progetti limiti e carenze che non si deve perdere di vista la coordinata fondamentale: questa legge vituperata, questa legge ampiamente inadeguata alle domande emergenti dalla popolazione giovanile dei disoccupati, dagli inoccupati trova una risposta di attuazione reale in questa Regione.
Sul tema dell'ubbidienza e della disubbidienza legislativa, dobbiamo soffermarci non soltanto qui ma più in generale. E' un elemento che pu rafforzare la fiducia nelle istituzioni e nel tessuto del Paese soprattutto in questo momento di disgregazione, di grandi difficoltà, di crisi.
La Regione ha accelerato il più possibile i tempi per arrivare a questa definizione e questo è un atto politico importante a cui vanno subordinate le osservazioni sul merito. Va rilevato subito che la legge ha dei limiti che ci preoccupano in ordine all'accettazione o meno dell'intervento assistenziale. Ci troviamo in un terreno che, data l'emergenza, data la situazione eccezionale, richiede una configurazione e una risposta di grande impatto sociale, morale ed ideale. Sappiamo che avere pronta una risposta è comunque un elemento che garantisce continuità tra istituzione statale e istituzione regionale.
Ci sono dei limiti. Come si è operato all'interno di essi? Lo sforzo compiuto dalla Giunta per definire il più possibile il "socialmente utile" come "utile" e per finalizzare l'impiego dei giovani in attività che la Regione oggi e domani intende perseguire, è di grande importanza. Non possiamo dimenticare che di fronte a una dizione del genere c'era il rischio di considerare quei servizi sociali sì, ma non utili. Mi sembra invece che, nei limiti delle compatibilità e delle possibilità della legge questa caratteristica si sia evitata.
In ordine al problema delle qualifiche, considerando i limiti oggettivi della nostra scuola e i limiti oggettivi in ordine all'inserimento nel mondo del lavoro produttivo, l'aver cercato concretamente e realmente attraverso un processo di qualificazione in campi in cui la scuola nulla dà e nulla insegna, è positivo.
Sono d'accordo con il Consigliere Alberton che è molto difficile ipotizzare la formazione di operatori nella programmazione con quelle cifre e in quel lasso di tempo; in verità devo dire che anche noi, quando abbiamo incominciato a misurarci su quei temi, ci siamo resi conto che la programmazione non significava solo fare degli studi e delle ricerche, ma voleva dire mettere in moto un complesso meccanismo politico che comportava raccolta di dati, conoscenza e analisi delle situazioni per modificare storture e trasformare e sviluppare attività. In questo senso il terreno di prova, debitamente controllato e posto all'attenzione delle forze politiche, credo possa essere di grande rilievo.
Pensiamo all'interesse che può avere questo progetto della definizione dei vincoli pedologici, come momento concreto non di ricerca commissionabile ed affidabile tout court ad un istituto, ma come momento di formazione di soggetti che operano sul territorio per dare elementi di conoscenza, di consistenza del territorio ai fini della programmazione e della pianificazione territoriale.
Ci sono poi gli altri problemi, per esempio, quelli relativi al "dopo".
Questa incertezza c'era al momento del varo della legge, c'è oggi nel momento in cui definiamo i numeri e ci sarà domani quando definiremo i nomi. Lo spirito della legge però aveva un connotato di fondo condiviso da tutte le forze politiche e sociali.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Noi non lo abbiamo approvato.



BONTEMPI Rinaldo

Direi della maggioranza allora. L'esigenza era di intervenire in un momento bruciante e scottante del Paese, per dare una risposta alle forze giovanili che erano emarginate dalla struttura del lavoro.
Credo che occorra avere un po' di fiducia nel futuro, consapevoli che il nodo del problema sta altrove, è nella soluzione dei grandi problemi strutturali dell'economia, dell'occupazione, dello sviluppo, temi che riguardano un'eventuale revisione delle leggi, la sfida da rilanciare al mondo imprenditoriale. Questa legge doveva essere ubbidita dalle istituzioni e dai soggetti sociali: è stata ubbidita dalle istituzioni con questo atto concreto, mentre dai soggetti sociali, sia pure con tutte le scusanti del caso, è stata molto meno ubbidita. Non possiamo non rimarcare che l'istituzione Regione è a posto, non altrettanto lo sono gli altri soggetti.



PRESIDENTE

L'Assessore Alasia chiede di replicare brevemente. Ne ha facoltà.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Farò rapidamente alcune considerazioni, altre le svolgerà l'Assessore Fiorini per la materia di sua diretta competenza.
Nel rispondere ai vari quesiti posti, non posso prescindere da una considerazione generale in quanto non possiamo dimenticare le difficoltà e i limiti della legge, limiti contenuti nello stesso preambolo alla relazione della Commissione competente. Sono grato al Consigliere Marchini che ha tenuto presente questo dato e ha giudicato con molta lealtà il nostro lavoro.
Questa legge, per definizione del Ministro presentatore, l'on. Tina Anselmi, si proponeva non di risolvere il problema dell'occupazione giovanile, ma di operare - cito testualmente - "per interstizi" inserendo alcuni provvedimenti nel grave problema che è strutturale. Era inevitabile e prevedibile che con il richiamare il tema dell'occupazione giovanile si finiva per richiamare anche altri problemi che vanno al di là delle questioni settorialmente esaminate e che investono i problemi della nostra struttura produttiva industriale e agricola, il problema delle terre incolte, il problema della formazione scolastica. Si possono esprimere molti dubbi sulla capacità dei corsi previsti, ma il discorso ci riconduce al momento formativo più generale della scuola.
Il Consigliere Borando che era con me nella Commissione di esame per l'assunzione di programmatori, ricorderà che un laureato in economia e commercio alla domanda: "Cos'é la programmazione?" ci rispose: "Mi pare che l'avv. Viglione ha scritto qualcosa sulla Stampa". Quindi non pretendiamo da questo progetto che poi ha uno spazio temporale di 12 mesi di realizzare di più di quanto realisticamente può dare. Non vorrei nemmeno in questa sede affrontare discorsi sul tema aperto della revisione della legge.
Ringrazio l'avv. Oberto per i richiami che ha fatto. Egli chiede se si prevede la destinazione di persone del luogo. Rispondo che questo è possibile essendo previsto dalla legge. Per quel che riguarda il quesito della scelta nominativa, non posso rispondere che con un'opinione del tutto personale. Di fronte ad un fenomeno di massa quale quello dell'occupazione giovanile, dobbiamo avere un'ottica che spazi anche al di là dei confini regionali, perciò la legge non poteva che fissare dei criteri oggettivi.
Credo però, e questa è un'opinione del tutto personale suffragata da altri interventi, che alcune considerazioni particolari, a questo proposito meriti l'artigianato. Il Consigliere Benzi chiedeva quanti giovani iscritti nelle liste hanno avuto possibilità di occupazione; devo dire che per quanto riguarda il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, sono purtroppo pochissimi, circa 250 giovani in possesso di qualifica. Si sono aperte alcune possibilità che hanno formato oggetto di dichiarazioni comuni dell'Assessore Fiorini e mie, relativamente ai corsi di formazione lavoro ma di questo parlerà più diffusamente l'Assessore Fiorini.
Non vogliamo vestirci delle penne del pavone per quei pochi risultati ottenuti. Vogliamo rimarcare questi fatti per sottolineare agli imprenditori una strada percorribile in direzione della quale vogliamo forzare. Certo è un risultato modesto come appunto il contratto di formazione lavoro dell'Ilte conclusosi dopo lunghissima trattativa durata 28 ore, con 30 assunzioni di cui 15 con un rapporto di lavoro; il contratto alla Ferrero con un rapporto formazione lavoro per 14 o 16 manutentori meccanici.
La legge comporta i tempi che sono noti e la Regione intende rispettarla. Naturalmente ciò che si produrrà dopo i 12 mesi è nelle mani del buon Dio, d'altro canto vorrei sapere cosa capiterà alla nostra economia fra 12 mesi, vorrei sapere se riprenderà il settore tessile, se dei 59 casi di aziende in crisi ne avremo risolto qualcuno, o quanto meno se saremo riusciti a mettere dei rattoppi, vorrei sapere se il turn-over sarà sbloccato: tutte situazioni difficilmente prevedibili oggi. E' vera l'osservazione del Consigliere Alberton che alcuni progetti possono assumere la caratteristica dell'ampliamento degli organici. Non posso che ripetere che la Regione intende rispettare i termini fissati dalla legge.
Peraltro abbiamo sempre sottolineato che nel pubblico impiego vi sono settori pletorici e settori carenti; se si creeranno condizioni di stabilità produttiva, sblocchi di limiti che oggi sono imposti dall'attività amministrativa, non sta scritto in nessun posto che sperimentata l'utilità di quel ruolo e di quella funzione, questo rapporto non possa tramutarsi in un rapporto definitivo.
Abbiamo assunto come punto di riferimento la conclusione alla quale è pervenuta l'indagine della Federazione degli imprenditori. E' un lavoro serio di acquisizione di dati, di quantificazione di una potenziale possibilità che per altro, per consentire alla Regione di corrispondere con il suo impegno che è il momento formativo, deve tradursi nello stabilire il rapporto di lavoro.
Per quel che riguarda il rilievo in ordine al reperimento dei laureati e dei diplomati per i servizi socialmente utili, sono convinto che li troveremo stante i risultati delle liste speciali; nell'eventualità che non si trovassero, evidentemente occorrerà fare altre considerazioni.
Il Consigliere Cerchio che ha contestato il metodo usato dovrebbe tenere conto delle scadenze e delle date in merito a tutta la vicenda tant'è vero che il Sottosegretario on. Armato ha dichiarato che la Regione Piemonte più di ogni altra ha operato in tempi precisi e corretti. Presso la Commissione interregionale sono sorte confusioni varie che hanno creato problemi anche per noi. Devo sottolineare che l'informazione è stata data questa mattina alle ore 10,40, ma il progetto era stato già illustrato verbalmente e per iscritto il 30 settembre; quella di questa mattina è un'informazione sull'attuazione di quel progetto.
Per quanto si riferisce al coordinamento dell'attività dei nuovi assunti da effettuarsi attraverso agli Assessorati di competenza, mi pare un criterio funzionale, non accentratore perché decentra l'utilizzo d'altro canto questa è un'indicazione preferenziale data dal Governo per i progetti regionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Mi limiterò a replicare molto telegraficamente dando per presupposto che la legge non l'hanno fatta le Regioni le quali, per la verità, non sono neanche state consultate, quindi abbiamo cercato di adattare la rigidità della legge alle esigenze locali.
Alla dottoressa Castagnone Vaccarino devo dire che i corsi non sono costati nulla se non nella fase progettuale, fatta da funzionari regionali quindi per il momento non ci sono costi e non ci saranno fintantoché i corsi non saranno avviati.
In ordine al problema del decentramento, vorrei che si tenesse conto che la maggior parte dei progetti regionali vengono gestiti localmente e questo permette anche, collega Alberton, di supplire con strutture regionali e locali a quella parte di formazione che se avessimo dovuto ricercare fuori (a parte il fatto che nel campo delle biblioteche e musei non ci sarebbero competenze specifiche) avremmo dovuto impegnare dei fondi.
Operando invece attraverso gli stessi bibliotecari, che sono ben preparati avendo seguito all'interno della Regione corsi tenuti dalla Sovrintendenza quindi utilizzando le strutture regionali e locali, la formazione pu essere utilmente realizzata anche se non compare come impegno di spesa. Per ciò che riguarda i musei, abbiamo ritenuto non sufficienti le strutture regionali locali e sarà richiesta la collaborazione ufficiale dell'Università. Come i Consiglieri sanno la Regione ha in corso una convenzione quadro con il Politecnico e in questo caso mi comporterò nel rapporto con l'Università come se la convenzione fosse già stata sottoscritta. Non lo è ancora, ma speriamo lo sia presto.
Per ciò che riguarda il problema della Commissione, ricordo al collega Cerchio che la Commissione è consultiva. Se ci saranno fatti nuovi sarà riconvocata. Per ciò che riguarda le altre possibilità, quelle che riguardano la stipulazione dei contratti per la formazione lavoro, siamo in continuo contatto con i sindacati da una parte e l'Unione industriale dall'altra; se ci saranno nuovi elementi, anche in rapporto all'analisi che ha fatto l'Unione industriale, siamo disposti nel caso di risposta positiva a convocare la Commissione e informare il Consiglio.
Dopo i 12 mesi cosa capiterà? In Piemonte molte biblioteche non possono essere utilizzate dalla popolazione perché sono aperte soltanto in certe ore settimanali. Si tratterà, in questo caso, di lanciare la biblioteca e se il servizio sarà attivato opportunamente, la Regione si impegnerà a fornire altri libri a quelle biblioteche in modo che i Comuni potranno bandire concorsi per l'assunzione di bibliotecari. Si tenga conto che molti iscritti alle liste di collocamento hanno già il titolo di bibliotecario quindi potremmo chiedere all'Ufficio di collocamento che gli stessi vengano inviati alle biblioteche proprio per evitare che alcuni indirizzi vengano poi abbandonati dopo i 12 mesi. Essendo la legge di carattere congiunturale e non essendo legge risolutiva dei problemi, è evidente che non tutto sarà risolvibile. Sono sempre disponibile a dare altre risposte in altre circostanze.


Argomento: Distributori carburante

Ordine del giorno relativo alle funzioni delegate in materia di impianti di distribuzione di carburanti


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è stato presentato un ordine del giorno firmato dai Gruppi e dalla Giunta relativo alle funzioni delegate in materia di impianti di distribuzione di carburanti, di cui vi dò lettura: "Premesso che con l'art. 52 del D.P.R. 24/7/1977, n. 616, concernente l'attuazione della delega di cui all'arti 1 della legge 22/7/1975, n. 382 è delegato alle Regioni, nel quadro degli indirizzi determinati dal Governo, l'esercizio delle funzioni amministrative relative ai distributori di carburante che l'arti 54 del medesimo decreto attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative relative all'autorizzazione, sulla base delle prescrizioni del Cipe e nell'ambito di criteri generali determinati dalla Regione all'installazione di distributori di carburanti nel territorio comunale Rilevato che la formulazione della lettera f), arti 54, non consente un'interpretazione univoca ai fini di una precisa definizione delle rispettive competenze di Regione e Comuni e sottolineato il silenzio ufficiale al riguardo degli organi governativi e del Cipe, anche a seguito degli incontri tra i rappresentanti delle Regioni, tenuti a Torino e a Senigallia Considerato che la gestione delle funzioni delegate e attribuite alle Regioni e ai Comuni deve raccordarsi a un disegno organico di politica economica collegata al piano energetico nazionale che la ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti viene generalmente indicata come lo strumento fondamentale per il perseguimento di tale politica senza che peraltro siano indicati o noti i termini dell'intervento da predisporre che da otto mesi dalla pubblicazione del D.P.R. 616 non sono stati emanati né gli indirizzi del Governo, né le prescrizioni del Cipe accentuando il diffuso stato di incertezza in materia tutto ciò premesso il Consiglio regionale consapevole dell'esigenza che sia svolta ogni opportuna azione politica tendente a sbloccare una situazione di grave disagio diffuso sia tra gli operatori del settore sia ai vari livelli della pubblica amministrazione, sollecita: a) il Governo a determinare gli indirizzi per l'esercizio della delega alle Regioni delle funzioni relative alle attività commerciali e, in particolare, agli impianti di distribuzione di carburanti b) il Cipe ad emanare le proprie prescrizioni in materia c) il Governo a pervenire, con la partecipazione delle Regioni, ad un'urgente definizione delle linee di piano di razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti e dà mandato alla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, in carenza delle indicazioni e prescrizioni degli organi governativi, di formulare proposte in ordine alla gestione amministrativa nonché ai criteri regionali per l'esercizio delle funzioni relative alla materia delegata".
Chi è favorevole alzi la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Orientamento professionale

Esame deliberazione Giunta regionale: "Centro regionale di formazione professionale per tecnici informatici per l'automazione di processi industriali. Approvazione organizzazione e riconoscimento quale struttura permanente" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto ottavo all'ordine del giorno reca: "Esame deliberazione Giunta regionale: 'Centro regionale di formazione professionale per tecnici informatici per l'automazione di processi industriali. Approvazione organizzazione e riconoscimento quale struttura permanente'".
La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Si tratta di una deliberazione di Consiglio proposta dalla Giunta per l'integrazione delle misure necessarie di un centro di ricerca presso il Bit. Ha carattere di urgenza ed è stata portata in Consiglio, dopo che è stata approvata dalla Commissione a maggioranza. Alcuni membri volevano ancora riservarsi in aula di precisare o caratterizzare la propria opinione. Stante il carattere di urgenza, la V Commissione ha proceduto così come procederà d'ora in poi, cioè trasmettendo in questa sede, dopo l'approvazione di maggioranza, i testi che vengono licenziati. La deliberazione è urgente. Da tempo avevo chiesto che fosse discussa in Commissione; se non è stata discussa non è per colpa mia. Sono disposto a rinviare alla settimana prossima la discussione purché la settimana prossima la discussione e l'approvazione avvengano.



PRESIDENTE

Propongo allora di passare al punto seguente all'ordine del giorno, se i Consiglieri sono d'accordo.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno reca: "Nomine".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non ero presente alla riunione dei Capigruppo. Non accetto il criterio secondo cui quello che è assente ha torto: la riunione dei Capigruppo è collegiale, quindi deve anche valutare gli eventuali problemi dei non presenti. Se i colleghi insistono non ne faccio un problema e mi asterrò.
Ricordo però che questa sarebbe l'ennesima volta in cui un partito politico che, bene o male, alle elezioni ha preso più voti di certi altri partiti non è presente in organismi decisivi nella vita della Regione. Devo anche dire che il rimprovero maggiore lo vado a fare alla minoranza nel suo complesso, che non è ancora riuscita dopo due anni a trovare un'occasione in cui trattare i propri rapporti, questo non lo possiamo fare a livello di Capigruppo. Una volta stabilita direi la tranche di competenza della minoranza, questa deve trovare e decidere una propria linea di comportamento.



PRESIDENTE

Poiché vi è la proposta di procedere, si distribuiscano le schede.



MARCHINI Sergio

Data la rilevanza dell'organismo e le qualifiche richieste dalla legge chiedo che i nomi dei candidati siano esaminati dalla Commissione nomine.



PRESIDENTE

Questo mi pare corretto. Ho sotto gli occhi anche le qualifiche.
Sospendo la seduta per convocare la Commissione nomine.



(La seduta, sospesa alle ore 13,20, riprende alle ore 13,30)



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione dei membri del Comitato urbanistico regionale (art. 76, legge regionale 5/12/1977, n. 56), lettera b): nove esperti in materia di competenza nominati dal Consiglio regionale con voto limitato a cinque nominativi.
I nominativi proposti sono quelli dei signori: Arnaudo Gianni, Todros Alberto, Detti Edoardo, Mazza Luigi, Tabusso Gustavo, Brunetti Attilio Pizzetti Francesco, Gandolfi Aldo ed Anselmo Gianfranco.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno riportato voti: ARNAUDO Gianni n. 25 TODROS Alberto n. 25 DETTI Edoardo n. 25 MAZZA Luigi n. 25 TABUSSO Gustavo n. 25 BRUNETTI Attilio n. 17 PIZZETTI Francesco n. 17 GANDOLFI Aldo n. 17 ANSELMO Gianfranco n. 17 Proclamo eletti i suddetti signori esperti del Comitato urbanistico regionale.
Comitato urbanistico regionale (art. 76, legge regionale 5/12/1977, n.
56), lettera m): tre esperti, designati dalle associazioni più rappresentative in materia urbanistica, naturalistica ed ecologica nominati dal Consiglio regionale.
La parola all'architetto Picco.



PICCO Giovanni

Volevo che si chiarisse come avviene questa votazione. Abbiamo tre segnalazioni e dobbiamo esprimere tre nomi? Quindi non abbiamo alternativa?



PRESIDENTE

L'alternativa c'è nel senso che le associazioni indicano due nomi, la Giunta indica Walter Giuliano.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Vorrei conoscere con quale criterio sono state individuate le associazioni che si occupano della natura, più qualificate. A questo proposito faccio notare che cento e più anni fa è nata a Torino la più benemerita associazione per la tutela del territorio ed è il Club Alpino Italiano al quale sono anche demandate per legge delle funzioni sul territorio e sull'ambiente. Mi pare certamente un'associazione di maggiori meriti e di maggiore attualità che non un'associazione che abbiamo importato dai paesi anglosassoni. Questi sono i criteri che segue la Giunta. Probabilmente, però, sul piano elettorale questa associazione è più valida.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

E' l'Associazione Pro-Natura che ha per scopo statutario la difesa e la tutela del territorio.



MARCHINI Sergio

Ce l'ha anche il Club Alpino. Su questa questione andremo in fondo perché tra gli esperti cartografici pilotati e le associazioni pilotate la rappresentanza effettiva regionale nel Comitato urbanistico regionale è assolutamente discutibile.



PRESIDENTE

I nominativi dei tre esperti designati dalle associazioni più rappresentative in materia urbanistica, naturalistica ed ecologica sono i seguenti: Dangelo Donatella, Corsico Franco e Giuliano Walter.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno riportato voti: DANGELO Donatella n. 37 CORSICO Franco n. 27 GIULIANO Walter n. 26 Proclamo pertanto eletti i signori Dangelo Donatella, Corsico Franco e Giuliano Walter esperti del Comitato urbanistico regionale.
Passiamo alla ricostituzione del Comitato Tecnico Consultivo (art. 7 legge regionale 9/4/1974, n. 10): n. 3 esperti in materia di artigianato di cui uno della minoranza.
I nominativi proposti sono: Bellomo Emilio, Malan Marcello e Da Mario Giulio.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 35 hanno riportato voti: BELLOMO Emilio n. 24 MALAN Marcello n. 24 DA MARIO Giulio (rappresentante della minoranza) n. 11 I signori Bellomo Emilio, Malan Marcello e Da Mario Giulio sono pertanto eletti nel Comitato Tecnico Consultivo in materia di artigianato.
Procediamo alla sostituzione del signor Adelmo Brustia nel Consiglio di amministrazione del Centro di calcolo Regione-Università.
Il nominativo proposto in sostituzione è Mario Italiani.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: ITALIANI Mario n. 32 Scheda nulla n. 1 Il signor Italiani Mario è pertanto eletto nel Consiglio di amministrazione del Centro di calcolo Regione-Università in sostituzione del signor Adelmo Brustia.
Il Consiglio sarà convocato per il 2 marzo alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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