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Dettaglio seduta n.174 del 09/02/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Poiché non vi sono osservazioni i processi verbali delle precedenti sedute del 26 gennaio sono approvati.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Martini: "Atteggiamento della Giunta in ordine alle richieste avanzate dal Gruppo d'incontro per evitare la chiusura del preventorio di Limone Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanza".
La prima ad essere discussa è l' interrogazione presentata dal Consigliere Martini su: "Atteggiamento della Giunta in ordine alle richieste avanzate dal Gruppo d'incontro per evitare la chiusura del preventorio di Limone Piemonte". Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

La progressiva riduzione dell'utilizzo dei "preventori" (bisogna usare il termine al plurale perché è un fenomeno comune a tutte le strutture e non limitato a Limone Piemonte), è dovuto ai progressi della profilassi e della terapia della tubercolosi ed è un fenomeno positivo come la riduzione analoga dell'utilizzo dei sanatori di alta montagna.
E' un fenomeno di portata mondiale, tant'è che le uniche massicce riduzioni del ricovero evidenziabili dall'analisi delle attività ospedaliere dei più svariati paesi, riguardano in genere la tubercolosi e le malattie mentali. Pertanto il problema più importante per l'amministrazione pubblica non è contrastare tale positiva tendenza, ma impostare per tempo una politica di riconversione. Tenuto allora conto che l'unica ragione di dislocare perifericamente ed in montagna attività di "ricovero" è quella climatica che ha del tutto perso importanza nel contesto delle cure ospedaliere, ci si rende conto che esistono chiare indicazioni sull'indirizzo politico che la Giunta regionale dovrà adottare in materia: 1) - E' evidente l'obbligo assoluto di conservare a patrimonio pubblico le strutture esistenti, in particolare il preventorio di Limone.
2) - E' altrettanto evidente che impostare il riutilizzo sul ricovero sostanzialmente con le stesse modalità precedenti, sia pur allargandone le indicazioni, vorrebbe dire compiere un semplice trasferimento di deficit dall'Amministrazione provinciale al Fondo ospedaliero, provocando più guai che ottenendo vantaggi, data l'assoluta indisponibilità del Fondo stesso ad operazioni deficitarie.
D'altronde nello scorso anno tale via è già stata sperimentata senza ottenere alcun aumento dei ricoveri. Infatti si sono dati più di 100 milioni al preventorio. Quale impostazione va allora data al problema? a) - Rilevazione della struttura dell'Amministrazione provinciale, non tanto per sollevarne il deficit, quanto per consentire il riutilizzo flessibile della struttura stessa.
b) - riutilizzo per attività socio-sanitarie e per attività affini, nel quadro della ristrutturazione dei servizi della Unità Locale dei Servizi n.
60, tenendo conto del rapporto costo-benefici e dell'uso quindi integrato e continuativo per le diverse funzioni dell'Unità Locale, con privilegio quindi delle attività territoriali.
I livelli occupazionali sono facilmente salvaguardabili data l'attuale esiguità degli organici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore. In linea di massima, sull'impostazione data, c'è una convergenza di opinioni, non ho però capito cosa vuol dire rilevar e la struttura dell'Amministrazione provinciale. Chi la rileva?



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

La Regione, con il cambio di una struttura dell'Amministrazione provinciale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Alla Regione è stato trasferito un immobile in Alessandria, dove hanno sede il Provveditorato agli Studi e la squadra di calcio dell'Alessandria.
Poiché la Provincia per legge deve garantire i locali al Provveditorato, la Regione ha potuto effettuare gratuitamente il cambio con quella Amministrazione.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore e anche il Presidente della Giunta per l'integrazione che ha voluto dare. E' interessante che queste cose si facciano e si esca dall'incertezza, quindi sollecito la realizzazione di tale scambio e ribadisco l'assoluta necessità di mantenere quella struttura sanitaria a Limone Piemonte.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Tempi di operatività della legge sulle tossico-dipendenze"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Oberto: "Tempi di operatività della legge sulle tossico-dipendenze".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

A seguito dell'approvazione della legge 22/12/75, n. 685, le Regioni italiane, investite della responsabilità di organizzare la lotta alle tossico-dipendenze, hanno concordemente assunto un unico indirizzo operativo: attuare un intervento territoriale composito, collegando i vari presidi socio-sanitari e anticipando concretamente alcuni aspetti della riforma sanitaria.
La Giunta ed il Consiglio della nostra Regione, in particolare, hanno individuato nei Comuni e nei Consorzi di Comuni gli organi di gestione e coordinamento operativo dell'intervento stesso ed hanno adottato una serie di provvedimenti atti a realizzare tale indirizzo.
Nel febbraio 1976, con deliberazione della Giunta regionale, si provvedeva ad individuare n. 10 ospedali distribuiti su tutto il territorio regionale, cui attribuire transitoriamente l'attività di cura medica mediante ricovero o ambulatoriale, e di assistenza previste dai titoli X e XI della legge 685. Nella circolare esplicativa di tale deliberazione inviata oltre che agli Enti ospedalieri, anche agli Ufficiali sanitari, ai medici provinciali ed agli Ordini dei medici, si indicava nel coordinamento e nell'orientamento comune dei servizi ospedalieri e dei servizi territoriali dei Comuni e delle Province, l'esatto modo di procedere. Nel settembre '76, su proposta della Giunta, il Consiglio approvava la deliberazione istitutiva del Comitato regionale per la prevenzione dell'alcoolismo e delle tossico-dipendenze.
Nell'ottobre '76 veniva ratificata dal Consiglio la deliberazione di Giunta per l'assegnazione ai servizi socio-sanitari dei Comuni capoluogo di provincia, coordinati con i servizi provinciali e con i servizi ospedalieri, le funzioni provvisorie previste dall'art. 107 della legge 685. Nella circolare esplicativa di tale deliberazione e nella successiva circolare di sollecito del maggio '77, inviate ai Comuni, alle Province ed agli Enti ospedalieri, veniva ancora una volta sottolineata la necessità del coordinamento e dell'eventuale potenziamento dei presidi sociali psicologici e sanitari già esistenti in ciascuna zona socio-sanitaria, di cui alla legge regionale 9/7/76 n. 41, evitando la creazione di strutture "particolaristiche" ritenute emarginanti.
La legge regionale "Norme urgenti di attuazione della prevenzione e dell'intervento verso le tossico-dipendenze e l'alcoolismo", già approvata dal Consiglio regionale nel febbraio '77, ma respinta dal Governo per alcuni criteri innovatori circa l'inquadramento delle attività previste dalla legge 685 nell'unità locale dei servizi, è stata ridiscussa e riapprovata dal Consiglio, con alcune modifiche, in data 23/11/77 ed ha ottenuto il visto del Commissario di Governo il 21/12/77.
Per l'attuazione della legge suddetta si rendono ora necessari due provvedimenti: l'approvazione da parte del Consiglio regionale della proposta di Giunta del 21/12/77 circa il piano di riparto del fondo di L. 271.364.900 assegnato alla nostra Regione dal Ministero del Tesoro in applicazione della legge 685 la nomina dei componenti il Comitato regionale per la prevenzione delle tossicodipendenze e dell'alcoolismo, avente compiti d'indirizzo coordinamento, controllo e raccolta di dati statistici.
Con l'approvazione della legge regionale e l'adozione di questi due ultimi provvedimenti si possono considerare in gran parte esauriti compiti dell'Amministrazione regionale in questo settore, spettando ai Comuni, o meglio alle Unità locali, l'organizzazione diretta dei servizi.Purtroppo i provvedimenti regionali hanno incontrato notevoli difficoltà e ritardi nella fase d'attuazione. Tali difficoltà trovano indubbiamente una spiegazione nel complesso rivolgimento funzionale ed istituzionale che si sta gradualmente realizzando nei servizi socio-sanitari, sia a livello locale che nazionale; tuttavia la fase d'impostazione teorica ed istituzionale deve ormai considerarsi conclusa ed è indispensabile ed urgente richiedere all'Ente locale di passare alla fase operativa. Da una recente indagine compiuta da questo Assessorato presso i Comuni capoluogo di provincia, a cui dall'ottobre '76 sono affidati i compiti di promozione e coordinamento dei servizi per l'assistenza ai tossico-dipendenti, risulta la seguente situazione: Comune di Torino E' stato istituito il Centro di coordinamento per le tossico-dipendenze presso l'Ufficio d 'Igiene.
A seguito di riunioni promosse dagli Assessori alla sanità del Comune e della Regione sono stati recentemente coinvolti nel trattamento ambulatoriale o mediante ricovero, dei tossicomani tutti e cinque gli ospedali di Torino sede di D.E.A., mentre per il passato soltanto la Divisione neurologica della Nuova Astanteria Martini aveva garantito con una certa continuità il ricovero di casi urgenti ed il trattamento ambulatoriale. Per poter coinvolgere anche le équipes territoriali è prima necessario fornire agli operatori un corso di formazione ed informazione sulle tossico-dipendenze. Alla preparazione di tale corso sta attivamente dedicandosi il dott. Gianni del Centro di coordinamento del Comune di Torino con la collaborazione degli esperti del Gruppo tecnico di lavoro istituito presso questo Assessorato per l'elaborazione di un indirizzo terapeutico per le tossico-dipendenze. Si prevede l'inizio del corso per i primi giorni di febbraio.
Comune di Alessandria L'unico intervento per i tossico-dipendenti è assicurato dall'Ospedale civile. Non è stato istituito il Centro di coordinamento e raccolta dati.
L'Assessore all'assistenza e medicina preventiva del Comune ha appurato che non vi sono attualmente servizi socio-sanitari territoriali già funzionanti dipendenti dal Comune e che non è stato possibile stabilire ancora rapporti diretti con la Provincia. E' previsto un incontro presso questo Assessorato urgentemente per concordare una linea di intervento.
Comune di Asti E' stato istituito il Comitato operativo formato dagli Assessori comunali e provinciali alla sanità e all' assistenza e dal Direttore sanitario dell'Ospedale, ma ci sono state difficoltà per raggiungere un accordo. L'Assessore alla sanità del Comune si è impegnato a riunire il predetto Comitato nel prossimo mese di febbraio per la definizione di un programma benché minimo.
Comune di Cuneo Esiste il Centro di coordinamento per la raccolta dei dati; gli interventi per casi urgenti sono assicurati dall'Ospedale civile. Ci sono stati parecchi incontri fra gli Assessori comunali e provinciali , ma a causa della mancanza di personale specializzato non è stato ancora possibile effettuare la riorganizzazione dei servizi territoriali.
L'Assessore alla sanità del Comune promuoverà, a breve termine, un ulteriore incontro con l'Assessore provinciale, il Direttore sanitario dell'Ospedale, i responsabili del D.E.A. nel tentativo di definire un programma operativo.
Comune di Vercelli Il Centro di coordinamento funziona con personale amministrativo per la raccolta e lo smistamento delle segnalazioni; l'Ospedale civile garantisce il trattamento ambulatoriale o mediante ricovero.
Comune di Novara La mancanza di personale specializzato, sempre a parere dell'Assessore alla sanità del Comune, ha impedito il potenziamento ed il coordinamento dei servizi socio-sanitari (Guardia medica comunale, Condotte, Ambulatori mutue, Medicina scolastica, ecc). Le numerose riunioni con gli Assessori provinciali per il problema delle tossico-dipendenze hanno finora portato all'offerta di collaborazione di personale della Provincia per 2/3 ore settimanali.
Sono attualmente in corso le operazioni di raccolta dati circa l'attività svolta in questo settore dagli Enti ospedalieri durante l'anno 1977. Per l'inizio di quest'anno è in programma presso questo Assessorato una serie di riunioni operative degli Assessori alla sanità ed all'assistenza, dei Comuni e delle Province, per inquadrare l'organizzazione dei nuovi servizi nell'ambito della ristrutturazione del servizio socio-sanitario di base da una parte e del servizio psichiatrico dall'altra. Dopo la votazione del Comitato regionale delle tossico dipendenze, abbiamo inviato alla Questura, al Ministero, all'ANCI le richieste dei nominativi per l'insediamento del Comitato stesso che avverrà fra 10/12 giorni, non appena saremo a conoscenza dei nominativi degli Enti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Apprendo con soddisfazione, del resto ne eravamo già a conoscenza, che gli adempimenti burocratici sono stati portati a compimento da parte dell'Assessorato competente. La seconda parte della risposta dell'Assessore dà la misura, sia pure indicata cautamente, delle difficoltà che si incontrano a livello di Enti locali di una certa rilevanza e di una certa importanza, come Alessandria, Novara e Cuneo. Immaginate che cosa pu accadere nei piccoli Comuni i quali non hanno attrezzature. Il motivo della mia interrogazione, ed ero stato spinto a presentarla essenzialmente dalle critiche portate avanti dalla stampa cittadina in termini piuttosto duri ed aspri nei confronti di una specie di inattività da parte della Regione, era determinato anche dal fatto che la Regione Piemonte non può assolutamente restare ferma, se è vero come è vero che il primo documento risale all'aprile del '75, quando la Regione non aveva alcuna competenza specifica in materia, quel documento è stato successivamente rieditato e, essendo avvenute delle mutazioni nell'organo regionale, quella che era l'introduzione fatta dall'allora Presidente della Giunta appariva come relazione fatta dal Presidente della Giunta attuale; ma la Regione Piemonte ha camminato non soltanto attraverso queste pubblicazioni e attraverso quella indagine amplissima e questo impegna la Regione ad essere estremamente presente e vigile nel momento di attuazione pratica e concreta della nostra legge. Indubbiamente la mostra pittorica nella città di Torino per aiutare iniziative di carattere privatistico, come quella del "Gruppo Abele" ha avuto molta importanza, ma occorre "organare" la struttura degli Enti locali periferici, perché una legge buona, anche se imperfetta come è stato denunciato nel momento attuativo, non divenga una legge cattiva. Che la droga dilaghi è un fatto estremamente vero e ci sono ancora delle persone responsabili nel mondo della scuola e del lavoro che negano l'esistenza di questo fenomeno. Abbiamo letto sulla Stampa di ieri la denuncia di un compito in classe di un ragazzo della terza media che scrive e dà le indicazioni di quel "viaggio" fatto in cerca dell'avventura scoperto così dalla maestra che non avrebbe mai immaginato che nella sua scuola ci fosse l'uso della droga.
La mia non vuole essere una voce sonante nel deserto, ma vorrebbe suscitare l'interesse della Regione e dei Consiglieri regionali presso gli Enti locali. Dobbiamo formarci questa coscienza è bene iniziare i corsi che sono stati preannunciati a largo raggio, convincere la gente, colleghi Consiglieri che esistono messaggi allucinanti; ne cito uno solo e concludo.
Su un muro, vicino ad una scuola, con mano tremante è stato scritto: "la droga ti uccide lentamente", sotto una mano più tremante, la mano evidentemente di un drogato, ha commentato: "E chi se ne frega, io non ho fretta!".
Ho voluto concludere questa indicazione per dare la misura di quella che è psicologicamente la rilevanza del fenomeno, che tocca il mondo del lavoro della fabbrica, della scuola. Al di là dell'adempimento meramente burocratico, il mio stimolo è di svolgere dei compiti di assistenza agli Enti locali che sono sprovveduti di strumenti e di mezzi perché la legge trovi la sua piena e completa applicazione. E' sconfortante la difficoltà che si incontra a riscattare da quel mondo nel quale sono penetrate le vittime della droga. Abbiamo almeno la coscienza di aver fatto tutto quello che era nella nostra possibilità di fare.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Fondi sanitari

Interpellanza dei Consiglieri Gastaldi e Castagnone Vaccarino: "Azioni che la Giunta intende intraprendere per una riqualificazione della spesa ospedaliera"


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Gastaldi e Castagnone Vaccarino: "Azioni che la Giunta intende intraprendere per una riqualificazione della spesa ospedaliera".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

La risposta che intendo dare in questa sede, come ho concordato con la dottoressa Castagnone Vaccarino, è piuttosto succinta, rimandando ad una più ampia discussione sulla sanità, dibattito che ho già chiesto al Presidente del Consiglio e sulla relazione che ho fornito due mesi or sono ai Consiglieri circa la spesa ospedaliera nel Piemonte, un fascicolo di 110 pagine. In merito agli elementi di risposta all' interpellanza voglio così sintetizzare: 1) - Azioni in ordine alla riqualificazione della spesa sanitaria.
Pur dovendo sottolineare che la riqualificazione della spesa ospedaliera non ha senso se non è vista nell'ottica territoriale della legge regionale 39/1977, superando la settorializzazione ospedaliera dovendosi pertanto parlare di riqualificazione della spesa sanitaria, gli interventi attuati sono di due tipi: attivazione dei DEA che rappresentano un "nuovo" costo qualificato in grado di sostituire - e comunque contenere - costi poco qualificati (es.
ricoveri impropri) indicazioni in tema di bilancio date agli Enti locali volte a "premiare" (riconoscere) le spese qualificate (DEA, dialisi, ecc.) ed a contenere la crescita automatica ed indiscriminata della spesa (contenimento nelle coperture delle piante organiche, riferimenti percentuali per la lievitazione dei costi di acquisto di beni e servizi).
In particolare su quest'ultimo punto si rinvia alla relazione presentata in Consiglio.
2) - Richiesta di elementi conoscitivi.
In buona parte tali elementi conoscitivi sono già stati dati nella richiamata relazione. Entro i prossimi mesi sarà altresì disponibile un'ulteriore relazione in ordine alla composizione del personale ospedaliero, all'articolazione dei posti letto per specialità ed all'analisi dell'attività di ricovero svolta nel 1976. Successivamente sarà presentata un'ulteriore relazione che, partendo da quella già presentata in Consiglio, fornirà la situazione aggiornata agli anni 1977 e 1978, entrando anche nell'analisi economico-finanziaria di ogni singolo Ente ospedaliero.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Desidero sottolineare quanto d'altra parte ha già detto l'Assessore? che nel documento consegnato ai Consiglieri non è stata data per ora risposta alle richieste che riguardano soprattutto: - la composizione numerica ed il rapporto con i posti letto al dicembre 1976, per ogni Ente ospedaliero, del personale sanitario medico e non medico, del personale esecutivo e del personale amministrativo di ogni Ente ospedaliero e per ogni Comprensorio, sia il numero complessivo e suddiviso per singola specialità, che i valori ogni 1000 abitanti, dei posti letto, della durata di degenza media, e l'indice di occupazione dei posti letto negli anni 1975/76 l'incidenza percentuale del costo del personale sanitario medico e non medico, esecutivo ed amministrativo sulla spesa complessiva di ogni Ente ospedaliero.
Inoltre vogliamo sottolineare che viene indicata la spesa media del personale nella misura del 68,10% nel 1975 e del 65,93% nel 1976 e non vengono indicati i valori minimi e massimi. Forse perché non si vuole far sapere che vi sono Ospedali con costi del personale sensibilmente più elevati? e qual è la composizione del personale medico o sanitari o non medico, esecutivo e amministrativo? L'analisi dell'incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto al totale della spesa nell'ambito dei singoli strati (faccio riferimento alle pagine 53 - 58 del documento) evidenzia Cina difformità assolutamente ingiustificata dal 6,2% al 24,22%, pressoché simile sia per il '75 che per il '76.
I posti letto dal '75 al '76 aumentano lievemente da 32.110 a 32.333 (pag. 40 del documento) mentre l'occupazione media del letto scende (pag.
43/46) dal 73,22% al 70,28%. Considerando questi dati rileviamo che i letti tendono ad essere sempre meno occupati, l'occupazione è particolarmente bassa in ben 4 strati, che comprendono: ospedali specializzati 58,33 ospedali pneumologici ed infettivi: 64,48%; ospedali da 400 a 600 posti letto: 66,23%; ospedali non classificabili o con meno di 100 posti letto: 68,64% .
Inoltre la spesa ospedaliera, come è già stato rilevato dall'Assessore continua ad aumentare, come si rileva nelle pagine 29/33/35/37: nel 1975 dai 258 miliardi e 195 milioni passiamo ai 409.155 del 1978, di cui 352.055 per gli Enti ospedalieri. E' interessante notare che il Piemonte è superato solo dalla Puglia nelle spese per la gestione del fondo ospedaliero. C'è un rapporto con le altre Regioni che bisogna giustificare.
La dinamica delle spese del '75 e del '76 su quasi tutte le voci degli strati ha avuto sensibili incrementi. Evidentemente dato che gli strati 7-8 e 9, il 9 più degli altri, hanno avuto incrementi ancora più sensibili, se ne deduce che gli ospedali tanto più sono piccoli tanto più costano e meno funzionano. Per quanto ci è dato sapere fino ad ora, non possiamo essere completamente soddisfatti. Ci rendiamo perfettamente conto che la qualificazione della spesa ospedaliera non deve soltanto rientrare nei piano ospedaliero, ma nella riqualificazione della spesa sanitaria, come d'altra parte anche l'Assessore ha asserito. Tuttavia non possiamo non dirci preoccupati della situazione ospedaliera dal momento in cui questa ricadrà pesantemente sulla sanità in generale e riteniamo quindi opportuno affrontare questo problema prima che divenga "decotto", in modo da poter consegnare degli ospedali che siano almeno efficienti nel quadro di una riorganizzazione vera e propria all'interno della riforma sanitaria.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Colombino, Franzi: "Intenzioni del CNEN per la realizzazione di un programmatore pilota destinato alla fabbricazione di elementi per reattori nel Mezzogiorno. Atteggiamento della Giunta regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando Colombino, Franzi: "Intenzioni del CNEN per la realizzazione di un programmatore pilota destinato alla fabbricazione di elementi per reattori nel Mezzogiorno. Atteggiamento della Giunta regionale". La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Da accertamenti compiuti presso il CNEN non risulta che l'impianto pilota per la produzione di elementi per reattori veloci sia stato realizzato o sia in fase di progettazione per il sud.
Ci risulta invece che il CNEN stia provvedendo ad un potenziamento del centro di Saluggia e abbiamo chiesto in questi giorni delle maggiori specificazioni rispetto al progetto elaborato.
Voglio aggiungere che dovremmo valutare anche queste specificazioni di programmi in un'ottica non solo locale ma tenendo conto del rapporto Nord Sud come è nei nostri orientamenti generali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La risposta dell'Assessore Alasia mi pare abbastanza positiva, anzi tende a fugare le nostre preoccupazioni. I tempi sono però notevolmente diversi dal momento in cui è stata presentata l'interrogazione (26 luglio '76). La situazione è forse cambiata, ne prendiamo atto con piacere.
Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Interrogazione del Consigliere Martini: "Motivi del ritardo da parte della Giunta regionale nell'esaminare una delibera dell'IPAB 'Ospedale Civile di Boves'"


PRESIDENTE

Interrogandone del Consigliere Martini: "Motivi del ritardo da parte della Giunta regionale nell'esaminare una delibera dell'IPAB 'Ospedale Civile di Boves'". Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

In proposito va preliminarmente fatto presente che il presidio denominato "Ospedale Civile" ubicato nel Comune di Boves, è, sotto il profilo della sua configurazione giuridica, una istituzione pubblica di assistenza e beneficenza, classificata come infermeria.
Va altresì, sempre preliminarmente, fatto presente che prima dell'entrata in vigore della legge 12.2.1968 n. 132, tutti gli ospedali avevano la configurazione giuridica di istituzione pubblica di assistenza e beneficenza. La già citata norma, all'art. 1, ha stabilito che tutti i presidi che esercitavano attività di diagnosi e cura dovevano essere eretti in Enti ospedalieri, previa classificazione degli ospedali di zona provinciali e regionali. Per la maggior parte degli ospedali ciò è avvenuto; l'Amministrazione regionale non ha eretto in Ente ospedaliero l'infermeria di Boves perché non aveva i requisiti per essere classificata come ospedale di zona, per cui giuridicamente è rimasta configurata come IPAB. La legge 132/68, prevede che le strutture ospedaliere, sia edili che di personale, devono essere conformi alla programmazione ospedaliera.
La legge regionale 39/74, attuativa della legge 386/74, dice, all'art.
1 che, fino all'entrata in vigore della riforma sanitaria, è vietato agli Enti ospedalieri ed agli ospedali psichiatrici di realizzare nuove strutture e di istituire nuove sezioni e servizi ed il successivo art. 2 prevede che, comunque, il rilascio di eventuali autorizzazioni rientra nella competenza della Giunta regionale.
Pertanto, nessuna competenza ha la Giunta regionale sugli atti deliberativi delle IPAB e ciò perché, mentre gli Enti ospedalieri e gli ospedali psichiatrici rientrano nella programmazione ospedaliera, le IPAB classificate infermerie hanno protratto contingentemente la loro attività in attesa che il piano ospedaliero preveda la loro trasformazione in Enti ospedalieri od in alternativa la loro soppressione come presidi ospedalieri. La loro mancata inclusione nella programmazione ospedaliera fa si che l'Amministrazione regionale non debba dare alcun parere sulla conformità o meno del contenuto degli atti deliberativi alla programmazione stessa. Ciò stante, nel caso di specie, non si può parlare, come sostiene l'interrogante, di grave ed ingiustificato ritardo nell'esame, ma di pura incompetenza all'esame dell'atto deliberativo in argomento. Né pu configurarsi una competenza dell'Amministrazione regionale soltanto perch l'organo di controllo erroneamente, come dimostrato dalla procedura sopra esposta, ha richiesto il parere della Giunta regionale per esercitare il controllo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

E' una risposta pienamente soddisfacente, ma altrettanto sorprendente.
Prego la Giunta di prenderne atto non nel suo interno, ma per dare le dovute istruzioni all'esterno. E' evidente che i CO.RE.CO. si comportano in questo modo perché hanno ricevuto delle precise disposizioni. Se volete faccio anche l'inquisitore e vado a cercare quando sono state emanate.
Ritengo che disposizioni del genere non abbiano assolutamente giustificazione, perciò prego l'Assessore di darmi anche la risposta scritta in maniera che io possa portarla al CO.RE.CO. di Cuneo per sbloccare una situazione ferma da due anni. Si tratta di una IPAB che ha determinati limiti da rispettare, che non ha assunto nuove iniziative all'infuori della riduzione dell'orario di lavoro da 44 a 40 ore settimanali. Questo nessuno lo può contestare.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione dei Consiglieri Castagnone Vaccarino e Gastaldi: "Situazione dei contatti tecnico-politici con la Regione Liguria per la soluzione dell'inquinamento del Bormida"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Castagnone Vaccarino e Gastaldi: "Situazione dei contatti tecnico-politici con la Regione Liguria per la soluzione dell'inquinamento del Bormida". Risponde l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed inquinamenti

Riferisco sinteticamente perché avremo occasione di ritornare sull'argomento. Questo accordo viene da lontano. Quando abbiamo varato il piano di risanamento delle acque avevamo escluso la zona del Bormida, che già allora aveva creato notevoli perplessità e polemiche. Le nostre spiegazioni erano comunque valse a persuadere che non era il caso di spendere miliardi per canalizzazioni e per depurazioni degli scarichi civili di quei paesi, quando il problema era di specifica natura industriale derivante da stabilimenti collocati al di là del confine piemontese, per i quali la legge regionale del Piemonte sugli scarichi industriali, varata nel frattempo e che precedeva di tre anni la legge Merli, non era valida.
Ci eravamo impegnati a predisporre un piano di risanamento e di rispetto ecologico del bacino del Bormida e in tal senso abbiamo operato dando l'incarico ad alcuni consulenti. Frattanto in sede ligure era in discussione uno studio di fattibilità, fatto eseguire dall'ACNA alla società Italimpianti nel 1973, nel quale si prevedeva il convogliamento degli scarichi industriali, di parte di quelli civili e dei liquami delle cittadine del litorale ligure ad un impianto consortile da localizzare nell'area rivierasca del Savonese. Abbiamo esternato delle perplessità nei confronti di questa iniziativa che nasceva nell'ambito ligure, in quanto il convogliamento delle acque del Cengio e di parte del Bormida di Spigno per le industrie là esistenti e per gli scarichi civili di Altare avrebbe sottratto 8 milioni di metri cubi all'anno delle acque naturali che hanno il loro recipiente naturale nella Valle Bormida di Millesimo e di Spigno.
Quindi, nei contatti con la Regione Liguria, abbiamo sempre cercato di orientare la discussione in modo da salvare la dotazione delle acque naturali alla Valle Bormida di Millesimo e alla Bormida di Spigno. Da accertamenti fatti sulla qualità delle acque della Montedison è risultato che l'azienda scarica tre tipi di flussi: il primo (20 mc all'ora) di così elevato inquinamento da rendere necessario l'incenerimento, il secondo (300 mc all'ora) di acque inquinate che hanno bisogno di essere diluite in una notevole quantità di acque di scarichi civili ed il terzo (1700 mc all'ora) di acque scarsamente inquinate che l'azienda dice di essere in grado di restituire entro i limiti delle tabelle previste dalla legge Merli.
Sulla base di queste valutazioni, dopo lunghe e laboriose trattative con la Regione Liguria, si è raggiunto un accordo che venne poi rappresentato agli Enti locali, ai Comuni, alle Comunità montane, alle Province, ai Comprensori. Le comunità locali hanno riconosciuto la buona impostazione del progetto; si tratterà di passare all'attuazione concreta e alla realizzazione delle opere conseguenti. Con questo accordo andrebbe verso il litorale Savonese soltanto una quinta parte del minimo naturale delle acque di magra, mentre la maggior parte delle acque verrebbe riservata alle dotazioni naturali dei due rami del Bormida; si farebbero piccoli impianti a Cengio, Altare e nei paesi vicini per smaltire le acque civili perché neppure queste vadano al litorale.
Rimanendo nei limiti concessi dall'interrogazione è difficile spiegare il complesso degli accordi. Mi riservo di trasmettere la risposta agli interroganti, in quanto questo aggiornamento supera lo studio a mani degli interroganti, nel senso che sulla base dello studio è avvenuta la discussione e il perfezionamento dell'accordo tra Piemonte e Liguria. Tutti gli Enti interessati lo hanno accolto favorevolmente e hanno espresso la richiesta che la soluzione sia veloce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi. Ne ha facoltà.



GASTALDI Enrico

Ringrazio l'avvocato Fonio della risposta. Dobbiamo riconoscere che l'Assessore si era già dichiarato disponibile per una risposta nella seduta del 26 gennaio '78, prima della riunione di Cortemilia, durante la quale è stata dimostrata la possibilità di risolvere in tempo discretamente breve il problema dell'inquinamento del Bormida. La data di presentazione dell'interrogazione, 12/12/1977, ha preceduto la riunione degli Assessori alla sanità del Piemonte e della Liguria, avvenuta a Genova il 16/12/77, e quella degli Assessori all'ecologia avvenuta a Torino il 24/1/78 quindi allora l'interrogazione aveva una sua giustificazione. I fatti successivi espressi nella risposta dell'Assessore ci hanno dimostrato in modo soddisfacente che il problema del Bormida non era trascurato, anche se fino ad oggi, non conoscevamo ufficialmente le azioni della Giunta nei confronti del problema.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione presentata dai Consiglieri Alberton e Picco: "Piano regolatore di Settimo Torinese e programmi di rilocalizzazione industriale. Esigenza di collegamento con il Piano di sviluppo"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Alberton e Picco: "Piano regolatore di Settimo Torinese e programmi di rilocalizzazione industriale. Esigenza di collegamento con il Piano di sviluppo". Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Nell'interrogazione emergono delle preoccupazioni circa l'eccessivo spazio lasciato nello strumento urbanistico adottato dal Consiglio comunale di Settimo Torinese relativo alle rilocalizzazioni di impianti industriali ubicati nel Comune.
A questo proposito devo dire che lo strumento urbanistico del Comune è stato restituito dall'Assessorato, con richiesta di modifiche, il 14/10/76 e tra gli altri argomenti sottolineati nel parere dell'Assessorato all'urbanistica vi era l'indicazione dell'eccessivo spazio lasciato alle aree industriali, vuoi in relazione alla destinazione d'uso e quindi alla compromissione che in questo modo si sarebbe determinata su vaste parti del territorio comunale sottratte all'uso agricolo, vuoi in relazione alle effettive esigenze di rilocalizzazione industriale e alla mancanza di un raccordo con prospettive di sviluppo estese all'intero Comprensorio.
In altri termini, si lamentava un mancato dimensionamento delle aree per uso industriale rispetto alle esigenze produttive e ai problemi ad esse connessi e si rimarcava l'opportunità che venissero approfondite le problematiche relative alle sopravvivenze degli impianti produttivi esistenti prima di immaginare un processo di rilocalizzazione delle dimensioni indicate dal Piano.
Successivamente il Consiglio comunale di Settimo Torinese riadottava il piano regolatore generale che veniva trasmesso alla Regione alla fine dello scorso mese di novembre; nel contempo il Comune richiedeva il nulla osta per la formazione di un piano per gli insediamenti produttivi. Questo è l'iter procedurale dello strumento urbanistico.
Entrando nel merito devo sottolineare che i rilievi fatti a suo tempo dall'Assessorato all'urbanistica paiono fondati. E' indubbio che un processo di riallocazione di queste dimensioni si espone ad un duplice ordine di considerazioni critiche: l'effettiva possibilità sotto il profilo economico di procedere a riallocazioni di queste dimensioni soprattutto per quanto riguarda alcuni impianti nei quali sono investiti svariati miliardi che non sono suscettibili di facile rilocalizzazione se un processo di rilocalizzazione di queste dimensioni abbia senso nell'ambito del territorio comunale di Settimo e quindi se un processo di questa natura, date le dimensioni che innesca, non debba essere gestito in un'ottica comprensoriale.
Entrambi questi rilievi critici sono stati fatti al Comune di Settimo e nei prossimi giorni è previsto un incontro per affrontare questa problematica. Né va taciuto che l'introduzione della legge che il Consiglio regionale ha votato a settembre e l'introduzione della convenzione possono offrire l'occasione di pilotare in una certa misura il processo di riallocazione degli impianti produttivi? tenendo conto dell'opportunità di fare una operazione che per le sue dimensioni non esca da ciò che è fattibile sotto il profilo dell'uso del territorio, del migliore impiego delle risorse e quindi della valorizzazione delle risorse già allocate nel Comune di Settimo anche in rapporto ai livelli occupazionali nel Comune e nella zona. La Giunta è sensibile a questi problemi e farà presente in modo più incisivo l'opportunità di rivedere insieme tutta la problematica.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Ringrazio l'Assessore per la risposta. In effetti l'interrogazione aveva l'obiettivo di invitare l'Amministrazione regionale a porre una particolare attenzione su un fenomeno abbastanza emblematico che potrebbe interessare non solo il Comune di Settimo Torinese ma tutta la prima cintura metropolitana di Torino. L'interrogazione non mirava tanto ad entrare nel merito delle esigenze del Comune di Settimo circa la volontà di spostare dal centro cittadino una serie di insediamenti industriali, quanto a cogliere questa opportunità per allargare il discorso a impegni più rilevanti. E' evidente che, semmai si dovessero affrontare ingenti investimenti per queste rilocalizzazioni, ammesso che se ne abbia la possibilità, tanto varrebbe approfittarne per introdurre una logica più vasta non solo limitata ad una semplice razionalizzazione del tessuto comunale di Settimo Torinese. Sono in gioco industrie con occupazione rilevantissima ed emerge quindi la necessità di inquadrare questo fenomeno nell' ottica del piano territoriale di coordinamento del Comprensorio di Torino, quindi la sollecitazione a mandare avanti in forma più accelerata possibile proprio lo strumento del piano territoriale, invitare il Comune di Settimo a soprassedere ad ogni operazione che venisse fatta esclusivamente all'interno della sua logica comunale e introdurre questa eventuale riorganizzazione nel quadro più vasto delle operazioni di rilocalizzazioni industriali anche alla luce della convenzione con la Federazione degli industriali. Sarà opportuno riprendere e dibattere quanto prima questo fenomeno in sede di Consiglio regionale per fare il punto su tale aspetto che molti riflessi ha nei rapporti tra Enti locali, Regione e Federazione degli industriali. Dopo la convenzione quadro inserita nel Piano di sviluppo, il Consiglio regionale non è stato per nulla informato degli stadi di ulteriore avanzamento di questo processo, colgo quindi l'occasione di questa interrogazione per sollecitare la Giunta a fare il punto su questo problema.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione del Consigliere Lombardi: "Motivi che hanno circostanziato il parere favorevole della Giunta regionale alla vendita di alcuni immobili dell'ECA di Paesana"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Lombardi: "Motivi che hanno circostanziato il parere favorevole della Giunta regionale alla vendita di alcuni immobili dell'ECA di Paesana". Risponde l'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

La contemporanea discussione odierna dell'altra interrogazione in ordine ai problemi delle IPAB necessita di un chiarimento. E' evidente che il ragionamento fatto dalla Giunta e dal Presidente con la circolare circa le indicazioni relative a modifiche strutturali, ampliamenti di personale e a tutti i processi che gli Enti regionali svolgono nell'ambito della loro attività, era legato al concetto di programmazione che ha poi trovato corpo nel disegno di legge e che, come è noto, è stato rinviato dal Governo, come sono stati rinviati quelli delle altre Regioni, con un provvedimento la cui rilevanza politica negativa è emersa agli occhi di tutti.
La Commissione dovrà predisporre una deliberazione con la quale si fisseranno i criteri di massima per guidare un processo ordinato di riorganizzazione delle funzioni anche degli Enti pubblici di cui ci occupiamo. Nell'anno 1976, anticipando questa concezione, si era indirizzata agli Enti e ai Comitati di controllo una circolare con la quale si sottolineava l'opportunità, soprattutto dal punto di vista politico, di portare a conoscenza della Giunta i cambiamenti strutturali di tali istituzioni; la Giunta avrebbe espresso un parere politico e di merito facoltativo, non obbligatorio, non vincolante per i Comitati di controllo.
Molti Comitati di controllo, tra i quali quello di Cuneo, hanno aderito di buon grado e si sono stabiliti con essi dei rapporti molto corretti; altri Comitati di controllo invece (e mi riferisco a due in particolare) hanno disatteso il concetto della circolare. Non c'é stato nessun comportamento repressivo; la Regione si è voluta invece dare poi uno strumento di carattere legislativo.
Essendo completamente aperta la partita in ordine a questo problema essendo, a mio avviso, assurdo pensare di giungere ad un trasferimento di competenze da parte di questi Enti nell'anno 1979 senza investirli da oggi di un processo che li leghi ad un momento di programmazione e di raccordo con gli Enti locali e con la Regione (quindi si dovranno valutare le responsabilità politiche delle singole forze all'interno del Consiglio regionale perché saranno chiamate ad esprimersi su questo punto)in questo quadro credo si ricompongano la risposta che sto per dare all'interrogazione del Consigliere Lombardi e la risposta che poc'anzi ha dato l'Assessore Enrietti, oggettivamente legato al provvedimento di reiezione della legge da parte del Governo.



MARTINI Mario

Esco per non sentire la risposta dell'Assessore Vecchione. Ho fatto un'interrogazione all'Assessore Enrietti. Mi ha dato una determinata risposta e non ne accetto un'altra. Mettetevi d'accordo.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Desidero ricordare anche al Consigliere Martini, che è uscito, che il Consiglio ha votato la legge di salvaguardia, respinta dal Governo, sulla base di un ragionamento per quanto riguarda questi Enti: avvicinandosi l'importante momento di programmazione previsto dal decreto 616 soprattutto nella prospettiva che gli Enti passino ai Comuni, era misura prudenziale da parte del Consiglio regionale stabilire le modalità e i rapporti affinché non si effettuassero trasformazioni patrimoniali e cambiamenti di destinazione e non si provvedesse ad assunzione di personale senza che il Consiglio ne fosse a conoscenza. Questo fu lo specifico provvedimento che la Giunta propose al Consiglio regionale e di fronte a questa attività, decisa da tutte le Regioni, c'è stata una presa di posizione politica da parte del Governo; in Commissione è stata proposta una deliberazione e le forze politiche in quella sede debbono esprimersi per dire se l'importante partita delle IPAB debba essere lasciata all'anarchia delle loro scelte, oppure se debba essere riportata in un discorso complessivo all'interno del Consiglio. La Giunta ha sostanzialmente assunto questo atteggiamento che, alla luce del provvedimento governativo prima che altri provvedimenti del Consiglio regionale o del Governo vengano assunti in questa materia, impone una risposta anche di carattere strettamente burocratico quale quella data dall'Assessore Enrietti, nella quale non trovo delle contraddizioni sostanziali.
Rispondo ora all'interrogazione (ovviamente preparata prima dell'incidente del Consigliere Martini) dimostrando come il tipo di rapporto con l'Ente fosse strettamente politico.
In merito all'interrogazione presentata dal Consigliere Lombardi volta a conoscere i motivi in base ai quali è stato emesso parere favorevole alla vendita di immobili di proprietà dell'ECA di Paesana, considerato anche che altri Enti che avevano richiesto lo stesso parere non lo avevano ancora ottenuto, si precisa quanto segue: con circolare n. 3219 del 20/4/76 la Giunta regionale chiedeva di conoscere le iniziative assunte in merito alle alienazioni dei beni della IPAB e degli ECA al fine di esprimere pareri in relazione alle operazioni immobiliari degli Enti stessi, quindi non "autorizzazioni a", ma "pareri per", lasciando libera e autonoma l'attività degli organi di controllo. E questo, sia chiaro, dal punto di vista legislativo, tecnico e logico. Ciò per coordinare gli interventi assistenziali nella Regione.
La fase di avvio della nuova procedura determinava alcune difficoltà di tipo burocratico organizzativo che possono aver causato anche dei ritardi nell'espletamento delle pratiche inoltrate. Con l'assunzione della delibera della Giunta regionale n. 67 del 7/6/77, che prevedeva criteri per l'espressione dei pareri la situazione si è andata normalizzando e, a tutt'oggi, sono in corso di esame esclusivamente le pratiche carenti di documentazione che, peraltro, è stata richiesta.
Per quanto concerne il parere oggetto dell'interrogazione, lo stesso è motivato, come indicato nella deliberazione n. 129 del 21/12/76, dalla richiesta avanzata d'intesa tra ECA, Comune e Ospedale di Carità per permettere il completamento della Casa di Riposo che fornirà un servizio di Casa Aperta, modernamente concepito a beneficio della popolazione anziana dell'intera Comunità montana. Tale provvedimento teneva conto dello spirito della legge 22 /7/75 n. 382, le cui linee programmatiche hanno avuto conferma con l'emanazione del D.P.R. 24/7/77 n. 616.
Il parere di massima della Giunta regionale circa l'operazione immobiliare in oggetto era subordinato, ovviamente, all'adozione dei conseguenti atti deliberativi da sottoporre all'esame del competente CORECO. Da informazioni assunte in via breve risulta che detti provvedimenti sono divenuti esecutivi. Successivamente, con ulteriore deliberazione n. 34 del 5/4/77 la Giunta regionale ha espresso parere favorevole alla cessione di beni da parte dell'Ospedale di Carità all'ECA quale contropartita alla realizzazione della nuova sede dell'Ospedale.
Concludo richiamando il Consiglio ad una valutazione di merito serena in ordine a questi problemi. Le forze politiche all'interno del Consiglio regionale devono assumere una decisione di questo tipo: o ritengono che tutto ciò che esiste sul territorio regionale in materia di IPAB infermerie e strutture assistenziali, non debba essere conosciuto nonostante il decreto 616,e allora si assumono le rispettive posizioni politiche, oppure ritengono di conoscerlo nell'ambito e nel ruolo della programmazione. La Giunta non ha mai assunto posizioni autoritarie (tant'è vero che non sono giunte interrogazioni a questo proposito), tanto più che nel presentare la deliberazione in ordine ai pareri di carattere politico ha lasciato al Consiglio, quindi alla Commissione, il massimo potere nella decisione e nell'emissione dei pareri stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La mia interrogazione ha avuto un tono e una rilevanza tali, anche per quanto è successo poco fa, che probabilmente sarebbe opportuna la presenza di qualcuno meno profano di me in materia, perché non conosco tutte le circolari e le leggi che regolano questo importante problema. Sono d'accordo nel dire che il problema da me posto nell'interrogazione supera quello di Paesana e si ricollega all'interrogazione del collega Martini discussa stamattina. Esso riguarda tutte le delibere che la Giunta ha assunto in materia di Enti pubblici e privati di cui all'art. 12 del Codice Civile.
Penso che molti colleghi siano stati sollecitati ad interessarsi delle deliberazioni giacenti presso l'Assessorato all'assistenza sociale in attesa del parere richiesto dalla circolare del Presidente della Giunta del 20 aprile 1976 e dalla successiva deliberazione della Giunta del 7 giugno 1977. In base a tali deliberazioni la Giunta doveva esprimere un parere sulla congruità e sulla validità della vendita delle proprietà o comunque sulle modifiche di Statuto degli Enti e in particolare delle IPAB.
Parecchie IPAB chiedevano il motivo del ritardo delle risposte previste dalle deliberazioni, che ho testé citato, da parte dell'Assessorato all'assistenza. In questo quadro sono venuto a conoscenza che l'ECA di Paesana aveva ottenuto parere favorevole alla vendita di una azienda agricola di notevole consistenza. Il Consiglio deve sapere che l'Ente in oggetto, come risulta dalla documentazione, ha già ottenuto un finanziamento dalla Regione per il secondo lotto, subordinato però a determinate condizioni: che il progetto sia modificato e venga ridimensionato venga emesso il parere della Comunità montana sussista idoneo impegno del Sindaco ad avviare in accordo con la Comunità montana i servizi di assistenza domiciliare si realizzi pieno accordo tra il Presidente dell'Ente e il Sindaco venga modificato lo Statuto attuale dell'Ente affinché sia prevista tutta una serie d'innovazioni.
Mi viene un dubbio. Il Comune e l'Amministrazione dell'Ente rifiutano il finanziamento pubblico per procedere alla vendita di un'azienda e per non sottostare alle condizioni richieste nella lettera della Giunta del 24 marzo 1976; in questo caso il Comune non chiede il parere alla Comunità (come in effetti non l'ha richiesto), non c'è più nessun accordo d'integrazione di assistenza né attraverso la casa di riposo né attraverso l'assistenza domiciliare, praticamente l'Amministrazione dell'IPAB va oltre le richieste, che in parte condivido, espresse dall'Assessore ed ha piena libertà, certamente non in un ambito di programmazione. In questo caso si è andati oltre alle decisioni della Giunta, appunto per non sottostare a quelle che sono opportune esigenze di programmazione all'interno di una Comunità montana. A pochi chilometri di distanza da Paesana c'é un'altra IPAB che ha fatto alla stessa epoca la richiesta di eseguire determinati lavori con fondi propri e a tutt'oggi attende ancora la risposta.
Non vale il discorso secondo cui a Paesana c'è stato un accordo tra ECA e Comune perché, caso strano, nel momento in cui l'ECA di Paesana ha fatto la richiesta, non sapeva che fosse richiesto il parere dell'Amministrazione comunale. Si è operata in questo caso un'azione ih contrasto con le decisioni della Giunta espresse attraverso le circolari del Presidente.
Aggiungo che a livello locale ci sono state delle prese di posizione, è avvenuto un dibattito, ci sono delle sottoscrizioni e anche dei ricorsi al CO.RE.CO. e, guarda caso, nelle situazioni in cui tutto era pacifico, dove tutti erano d'accordo, le operazioni sono state bloccate, nelle situazioni nelle quali invece c'era discordanza all'interno dell'Amministrazione comunale e soprattutto fra la popolazione, il parere è stato dato e si è proceduto alla vendita.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vecchione.



VECCHIONE Mario, Assessore all'assistenza

Al Consigliere Lombardi fornirò una risposta scritta, esauriente, sulle cose che ha citato adesso. Nell'interrogazione mi sono riferito soltanto alla procedura per Paesana.
Sono stati però sollevati problemi di merito sui e quali darò una risposta scritta. Chiederei a questo proposito che con le interrogazioni si metta la Giunta nella condizione di rispondere. Ho comunque capito che lo spirito è quello di entrare nel processo di programmazione e, se effettivamente sussistono tentativi per eludere le disposizioni programmatiche che erano state date, la Giunta eserciterà tutti i propri poteri.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Informazioni della Giunta sulla difficile situazione della Widemann di S. Germano"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Informazioni della Giunta sulla difficile situazione della Widemann di S. Germano".
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Il Consigliere interrogante è a conoscenza, poiché abbiamo tenuto vari incontri presso la sede della Regione e presso il Comprensorio di Pinerolo (il giorno 12/1/78), che l'Assessorato è attivamente impegnato in ordine al problema della Widemann.
Lo stabilimento Widemann occupa attualmente 280 lavoratori ed ha una pesante situazione finanziaria che si aggira attorno ai 600 milioni di debiti nei confronti dell'INPS, ai 600 milioni di debiti nei confronti dei dipendenti per salari arretrati e indennità di quiescenza, e a circa 1 miliardo e 300 milioni verso le banche e i fornitori, raggiungendo il totale di 2 miliardi e mezzo.
L'Assessorato nel mese di ottobre ha effettuato una serie di interventi durante i quali ha riscontrato la difficoltà di trovare una responsabile controparte.
Nei primi mesi del 1977 il cotonificio era stato rilevato da un gruppo americano di New York del quale era presidente il signor N.T. Forsyth che dichiarava di volersi impegnare imprenditorialmente. Veniva convenuto un primo accordo che prevedeva l'impegno di far arrivare le materie prime nel giro di 15 giorni per la ripresa dell'attività produttiva; nel periodo transitorio gli operai sarebbero stati posti in cassa integrazione.
Questo impegno è stato disatteso e lo sblocco delle materie prime necessarie, nonostante un consistente carnet di ordinazioni, non è avvenuto. Il rientro dei proprietari della società negli Stati Uniti ha generato di fatto l'abbandono di ogni attività produttiva. Nel corso della riunione del 12/1/78 tenutasi presso il Comprensorio di Pinerolo l'Assessorato ha proposto una duplice concomitante linea d'intervento accolta all'unanimità dall'assemblea. I punti erano questi: operare in direzione degli imprenditori locali per esaminare la possibilità di congelare la situazione del passato ed avviare una forma di società d'affitto di gestione che può fruire dei consistenti ordinativi e di una capacità produttiva assicurata da macchinari e tecnologie che erano state rinnovate nel 1972/73 una iniziativa in direzione del Governo per collocare la Widemann nei previsti interventi a livello nazionale ed in particolare nei progetti di cui si parla in questi giorni. Questi due impegni sono stati tempestivamente perseguiti dalla Regione. In merito all'intervento presso il Governo, poiché il problema della Widemann va affrontato nel quadro della pesante crisi del settore tessile che investe il complesso della nostra area, ho dato informazioni diffuse nella comunicazione che ho sviluppato nella scorsa seduta sulla situazione occupazionale.
Per quanto riguarda invece la nostra diretta iniziativa sul piano locale, il giorno 17/1/78 ha avuto luogo presso l'Assessorato un incontro con il dottor Gutterman e il suo legale avv. Buffa, per esaminare l'eventuale possibilità di affitto e di gestione da parte di un nuovo gruppo americano che era stato contattato in quei giorni.
Intanto il 26 gennaio il gruppo Forsyth inviava un telegramma con il quale sostanzialmente dichiarava di avere disponibile una lettera di credito trasferibile per 500 mila dollari e chiedeva, in termini peraltro poco chiari, di poter utilizzare la lettera di credito a favore del cotonificio e che la Regione intervenisse per assicurare le seguenti condizioni: una moratoria su tutti i debiti, l'immediata trattativa per la ricerca di sovvenzioni finanziarie da parte del Governo, la garanzia di controllo direzionale non sottoposto ad altri controlli (ritengo che voglia dire: non sottoposto al vecchio rapporto con Gutterman) e la garanzia su ogni intervento del sindacato (anche questa è una questione strana perch al sindacato compete la libertà d'iniziativa).
Non nascondo che è stato difficile comprendere il senso delle richieste del signor Forsyth, comunque, stante la natura della questione, le abbiamo sottoposte il 26/1/78 stesso al Ministero dell'industria.
Il 6 febbraio abbiamo nuovamente incontrato i rappresentanti del gruppo Gutterman e Buffa, i quali ci hanno sottoposto un progetto di cui dò il contenuto essenziale, che è stato accettato dai sindacati per una ripresa graduale e parziale delle attività che prevederebbe con turni nei vari reparti l'avvio al lavoro di 100 operai e con l'apertura della cassa integrazione per gli altri. L'attuazione di questo progetto è condizionato all'impegno finanziario del Forsyth. In caso contrario l'esecuzione del piano potrà avvenire con l'ingresso di una società di gestione, oppure ci sarebbe l'altra ipotesi teorica del ritorno del pacco azionario del Forsyth all'originario proprietario, v il gruppo Gutterman che però lo stesso Gutterman rifiuta per non essere coinvolto nel fallimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Devo dare atto all'Assessore dell'impegno che egli pone nell'affrontare i problemi, anche perché mi tiene informato in varie occasioni al di fuori del Consiglio regionale. In questo caso si tratta di una fabbrica con delle prospettive per il futuro come ha ammesso anche il suo direttore. Questo avvio parziale dell'attività con l'impiego di 100 operai è certamente positivo. Tuttavia occorre mettere assieme tutta una serie di condizioni e credo che l'Assessore possa prendere gli opportuni contatti con il gruppo Forsyth americano e con il gruppo Gutterman per concretizzare nel più breve tempo possibile una soluzione, che anche se non totale è comunque positiva.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione urgente del Consigliere Picco: "Mancata informazione alla ll Commissione su numerosi problemi connessi al nuovo regime di elaborazione istruttoria ed approvazione di strumenti urbanistici. Iniziative che la Giunta intende assumere"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione urgente del Consigliere Picco: "Mancata informazione alla II Commissione su numerosi problemi connessi al nuovo regime di elaborazione istruttoria ed approvazione di strumenti urbanistici. Iniziative che la Giunta intende assumere". Risponde l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

Rispondo punto per punto premettendo che la prolungata assenza d'informazione non mi pare giustificata perché durante la formazione della legge la II Commissione è stata costantemente informata e il tempo che intercorre non mi sembra possa essere considerato una prolungata assenza.
Il primo punto riguarda la pubblicità della metodologia opportuna e necessaria per gli adempimenti della legge regionale. In questo senso ci sono due versanti: quello che riguarda le operazioni promozionali nei confronti delle amministrazioni locali e quello dell'aspetto interno. Per quanto riguarda l'aspetto esterno parecchie iniziative sono in corso, non ultima quella di ieri promossa dalla Lega delle autonomie locali che ha visto raccolti più di 400 amministratori con i quali si è svolto un intenso lavoro. Le metodologie per la formazione dei piani non possono essere ricondotte a delle manualistiche anche se cercheremo di fornire degli elementi che possano essere di carattere obiettivo, come sono le schede per le opere di urbanizzazione e tutte quelle operazioni per il regolamento edilizio, attualmente allo studio delle Commissione, e che, non appena definite, verranno messe a disposizione delle amministrazioni locali.
I contatti e l'azione promozionale che si sta svolgendo sono di duplice natura: una parte riguarda il tradizionale contatto con gli uffici e l'altra è la messa a disposizione di un numero di esperti (con questo rispondo anche all'ultimo paragrafo dell'interrogazione) per l'assistenza tecnica e per accelerare la formazione delle per ime trazioni.
L'applicazione della legge richiede una precisazione su molti interrogativi che vengono posti. Anche nell'incontro di ieri è emersa la necessità di raccogliere i vari quesiti, di coordinare le risposte e di pubblicizzarle.
In questo senso sono allo studio delle iniziative che mi riservo di portare all'attenzione della II Commissione non appena saranno concretate.
Nell' interno dell'amministrazione tutto dipende dalla metodologia che il Cur sarà chiamato a darsi per l'istruttoria e le redazioni dei piani. A questo punto mi permetto di sollecitarne la nomina dei membri. Le strutture regionali e comprensoriali che dovranno istruire gli strumenti possono costituire appunto una legge a sé oppure possono far parte della legge sulle strutture. In attesa di questo si stanno sperimentando una maggiore articolazione e una certa responsabilizzazione degli uffici rispetto all'ipotesi iniziale di questa Giuntà (la precedente aveva una struttura strettamente verticistica, in questa invece, vi era una struttura orizzontale che però ha comportato parecchi inconvenienti. Si sta ora cercando di adottare una sperimentazione già ampiamente discussa con gli uffici).
L'aumento degli stanziamenti è previsto nel bilancio pluriennale ed è una ipotesi che dovrà essere evidentemente votata in Consiglio. Per quanto riguarda la procedura dell'erogazione dei contributi, gli uffici stanno studiando gli strumenti per eliminare alcuni inconvenienti e accelerarne le operazioni. Il Consiglio non è a conoscenza dello stato d'attuazione e non potrà esserlo fino a quando non ci saranno dei sistemi informativi tali a livello comprensoriale che raccolgono le informazioni e le trasmettono.
Conosciamo soltanto il momento in cui la pratica completa è presso l'ufficio protocollo. E' stato istituito un ufficio verifica per impedire che le pratiche incomplete, che sono la stragrande maggioranza, si avviino verso l'istruttoria. Sono in corso le prime elaborazioni sui documenti cartografici che i Comuni, sollecitati ampiamente anche dai Comitati comprensoriali, hanno fatto affluire con precedenza in termini cronologici.
E' in corso un'inchiesta con una scheda elaborata e predisposta con la codifica ai fini della memorizzazione dei dati per conoscere lo stato della cartografia nell'intera Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Sono completamente insoddisfatto di tutte le risposte che sono state date, principalmente perché non a caso il mio testo introduceva l'argomento in discussione in Consiglio tirando in causa la II Commissione. La responsabilità sulla mancanza d'informazione, e quindi sul ruolo che il Consiglio può svolgere tramite i suoi organi che sono le Commissioni per far sì che l'applicazione della legge sia la più pertinente e la più obiettiva possibile" senza discrezionalità d'interpretazione di gestioni, è completamente elusa. Denuncio pubblicamente questo fatto perché la situazione incomincia ad aggravarsi oggi, ed avrà dei momenti sempre più delicati via via che ci avviciniamo alle scadenze che la legge ha individuato. Quindi la responsabilità della conduzione della II Commissione è di tutte le forze politiche perché si deve stabilire un raccordo tra l'Assessorato e la Commissione che sia in grado di verificare e di condizionare la gestione di un'attività che non è delegabile solo a livello di responsabilità assessorile. Richiamato questo principio e attendendomi che dalle enunciazioni e dalle dimostrazioni che sono state date verbalmente ai singoli componenti la Commissione ne risulti qualche atto concreto di impegno a portare questi argomenti in Commissione per discuterli a fondo...



BONTEMPI Rinaldo

C'é una nostra richiesta scritta.



PICCO Giovanni

Sarebbe bene che questo venisse detto pubblicamente. Non sapevo se era stata ufficializzata o meno questa richiesta. Sarebbe quindi opportuno che si procedesse a calendarizzare questi impegni. Se si decidesse di parlare di queste cose, anche solo una volta al mese, probabilmente avremmo modo di raccordarci meglio e di evitare di dovere ritornare a parlare a singhiozzo di queste cose con una discontinuità e un raccordo con la comunità piemontese del tutto impropri. Le iniziative intraprese dall'Assessorato nella struttura interna e nei raccordi con i Comuni sono da discutersi in questa sede, perché non penso che si possa avallare come ipotesi permanente la presenza degli esperti, che vengono ormai definiti cubani, i quali sono mandati nei paese sottosviluppati a portare il messaggio dell'Assessorato in campo urbanistico andando con dei ruoli che ho definito di interlocutori con i Comuni, ma che in realtà sono ruoli di estrema delicatezza che vorrei che il Consiglio valutasse. Non è pensabile che possiamo ridurre questo raccordo ad una semplicistica informazione sul modo con il quale operare le perimetrazioni dei centri storici e dei centri abitati. Il ruolo che è chiaramente politico si raccorda sui contenuti della pianificazione per quanto riguarda gli strumenti e il c o m portamento nei confronti dei singoli Comuni, raccordandosi o meno con la possibilità di collaborazione intercomunale; si raccorda sui problemi di gestione per quanto riguarda gli aspetti che saranno quanto prima tra le scadenze, cioè i programmi pluriennali. O il raccordo è assicurato in connessione con la struttura permanente della Regione tramite i suoi funzionari, oppure non è pensabile che compiti così delicati siano demandati ad esperti i quali oggi ci sono e tra un anno forse non ci saranno più, perché sono consulenti a tempo determinato, i quali, esaurito il loro incarico, pur con tutto lo sforzo di voler dare la collaborazione nel miglior modo possibile, saranno espressione di una certa interpretazione del pensiero dell'Assessore, ma non stabiliscono tra di loro, né con la Regione, né con il Consiglio in quanto tale, nessun rapporto di responsabilità.
Chiedo che vi sia una discussione approfondita a tale proposito e che si chiarisca il ruolo, di questi personaggi. Tutto sommato non mi scandalizzerei se potessero assumere dei ruoli di coordinamento per quanto attiene alla pianificazione comprensoriale, visto il vuoto che esiste in questo settore, però vorrei che il rapporto fosse chiarito anche in connessione con le responsabilità che competono in questa materia ad altri Assessorati e con le responsabilità che competono in generale alla Giunta ed ai Comprensori sul problema dei contenuti e degli indirizzi della pianificazione comprensoriale. In realtà non parliamo mai del problema della pianificazione a livello comprensoriale perché per una serie di ragioni non abbiamo la volontà di affrontare i nodi che sono alla base di tali questioni. Uno dei nodi è certamente quello delle strutture della Regione a livello centrale e a livello comprensoriale.
A livello centrale siamo indirettamente al corrente dell'esistenza di un ordine interno di servizio che ha modificato finalmente la struttura della orizzontalità in contrapposizione al verticalismo che esisteva struttura però che probabilmente ripropone qualcosa a metà tra l'orizzontale e il verticale perché rivediamo riproposti organismi di responsabilità che non sapevamo sussistere precedentemente con tutti gli inconvenienti che in questo periodo si sono verificati, sui quali taccio per ragioni di opportunità. Richiamo l'esigenza di una informazione maggiore perché su questi problemi, come Consiglieri regionali, abbiamo un ruolo nei confronti degli uffici regionali. Non possiamo non sapere a quale responsabile ci dobbiamo rivolgere per conoscere il destino di una pratica e lo stato d'attuazione di una certa procedura. Accenno di sfuggita al Cur.
E' certo che il Consiglio deve prendere l'impegno in questa seduta, oppure nella prossima, di addivenire alla votazione dei suoi membri perché la prolungata assenza di questo organo paralizza tutta la procedura di approvazione prevista all'art. 90 della legge. Richiamo all'Assessore l'opportunità non tanto di chiarire metodologicamente il senso e l'interpretazione di alcuni articoli della legge, ma di chiarire possibilmente con una circolare tutta la casistica che comunque si presenta e che dà luogo ad una serie di atteggiamenti contraddittori nei confronti dei Comuni. Ne cito alcuni. Il discorso relativo alle perimetrazioni per quanto attiene agli strumenti urbanistici adottati precedentemente e trasmessi alla Regione dovrebbe riguardare i Comuni privi di strumenti urbanistici. Ma che cosa vuol dire privi, e fino a quando? Se adesso entra in funzione il Cur e approva questi strumenti urbanistici, la perimetrazione è ancora necessaria? Faccio presente che queste incombenze sono richiamate nella legge con potere sostitutivo per il 24 febbraio quindi mancano 15 giorni. Gli stessi esperti delegati e mandati dalla Regione a portare il messaggio autentico non danno delle interpretazioni univoche.
Richiamo inoltre la scadenza relativa all'art. 83 circa l'elenco dei Comuni obbligati al programma pluriennale. Anche in questo caso siamo a 15 giorni dalla scadenza e non sappiamo ancora quando potremo discuterne. E' un argomento che nemmeno i membri della II Commissione possono rendersi autorizzati a trattare direttamente senza investire i nostri colleghi, il Gruppo e le rispettive forze politiche. Per quanto riguarda i problemi dell'erogazione dei contributi e dell'assistenza cartografica, richiamo l'opportunità d'informazioni tempestive con elenchi che diano semestralmente o trimestralmente la situazione relativa alle disponibilità.
Mi rifiuto di pensare che non sia possibile avere una situazione aggiornata dei 1209 Comuni; è una realtà grande, lo capisco, ma se non si procede comunque ad un aggiornamento di questo tipo, tutte le verifiche relative alla correttezza o meno di certe procedure da far seguire a certe pratiche diviene del tutto discrezionale di volta in volta, quindi l'informazione deve essere ufficializzata.
Con il richiamo a queste responsabilità e a tutto ciò che compete alle singole componenti del Consiglio, mi auguro che l'argomento possa essere ripreso nella prossima seduta della Commissione consiliare in modo da poter dare compiutezza a risposte che in questa sede sono state a mio avviso estremamente elusive.



PRESIDENTE

Questa mattina nella riunione dei Capigruppo è stata esaminata la possibilità di procedere alla designazione dei membri del Cur e credo che nella prossima seduta del Consiglio regionale questa nomina, venga licenziata.
In merito alla richiesta di una discussione in Consiglio sugli argomenti posti dall'ultima interrogazione, non ho difficoltà a porre il problema all'ordine del giorno della riunione dei Capigruppo. Circa l'ultima richiesta del Consigliere Picco, di sottoporre la questione alla Commissione, devo dire che ieri, nella riunione dei Presidenti dei Gruppi si è sottolineata l'opportunità che problemi di questa natura trovino la loro logica, ampia, dettagliata e minuziosa trattazione in sede di Commissione. Nulla vieta che il Presidente della Commissione e l'Assessore competente trovino data, ora e metodologia per il confronto necessario e tempestivo che la materia sollecita.
Abbiamo concluso l'esame delle interrogazioni. Se ci fossero dei Consiglieri che hanno urgenza di conoscere le risposte ad altre interrogazioni, prima della prossima riunione del Consiglio, rinunciando alla risposta orale, richiedano la risposta scritta perché tutti gli Assessori sono in grado di rispondere.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni del Presidente.


Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Carazzoni e Minucci.


Argomento:

b) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti disegni di legge: n. 281: "Prima nota di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1978", presentato dalla Giunta regionale in data 30 gennaio 1978 ed assegnato alla I Commissione in data 2 febbraio 1978 n. 282: "Modificazioni all'art. 1 della legge regionale 26 marzo 1976 n. 16 e sottoscrizione o acquisto di nuove azioni della società per azioni Promark (già Samia S.p.A.) di Torino", presentato dalla Giunta regionale in data 3 febbraio 1978 ed assegnato alla I Commissione nella stessa data n. 283: "Interventi per la promozione e la diffusione del verde ambientale attraverso la partecipazione dei cittadini. Ufficio telefono verde", presentato dalla Giunta regionale in data 3 febbraio 1978 ed assegnato alla II Commissione in data 7 febbraio 1978 n. 284: "Norme provvisorie per l'esercizio delle funzioni delegate alla Regione con D.P.R. n. 616/77, art. 76, ultimo comma", presentato dalla Giunta regionale in data 7 febbraio 1978; n. 285: "Aggiornamento ed integrazione della legge 11/9/73, n. 17 avente per oggetto: 'Delimitazione delle zone montane omogenee. Costituzione e funzionamento delle Comunità montane'", presentato dalla Giunta regionale in data 7 febbraio 1978 n. 286: "Proroga al 30 aprile 1978 dell'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1978, autorizzato con la legge regionale 6 gennaio 1978, n. 1", presentato dalla Giunta regionale in data 7 febbraio 1978 n. 287: "Bilancio pluriennale 1978/80", presentato dalla Giunta regionale in data 7 febbraio 1978.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Nuovo Regolamento del Consiglio regionale presentato dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, nella prima riunione dopo la nomina, ha provveduto alla divisione degli incarichi di lavoro fra i suoi membri. Si è elaborato un progetto che dovrebbe disciplinare meglio i lavori e l'ordine dell'aula. Su tale questione relaziona il Vicepresidente Paganelli responsabile dei lavori e dei servizi d'aula.



PAGANELLI Ettore

Lo scopo dell'Ufficio di Presidenza è di ottenere un più ordinato svolgimento dei lavori in aula e nelle sale adiacenti. Si tratta semplicemente di richiamare e di attuare quanto era stato a suo tempo predisposto dall'Ufficio di Presidenza e approvato nella riunione dei Presidenti dei Gruppi. Nell'aula, oltre ai Consiglieri,accedono con regolari tessere i giornalisti, un funzionario per ogni Gruppo consiliare e un limitato numero di funzionari della Presidenza del Consiglio regionale e della Giunta. Nei corridoi e nelle aule adiacenti potranno accedere persone munite di altre tessere che sono già state date ai Gruppi. Nell'aula nuova recentemente predisposta, accederanno liberamente i Consiglieri e potranno svolgersi riunioni di carattere assolutamente eccezionale che si terranno a lato del Consiglio regionale. Nel regolamento, allo studio da parte della Commissione competente viene addirittura stabilito che anche le Commissioni consiliari solo eccezionalmente e su autorizzazione del Presidente del Consiglio regionale potranno tenere seduta durante la riunione del Consiglio regionale.
Le persone che durante la seduta del Consiglio avranno necessità di conferire con i Consiglieri o con gli Assessori avranno accesso alla saletta dove attualmente sono collocate le macchine per scrivere e fotocopiatrici. D'accordo con l'Amministrazione provinciale tali macchine saranno collocate nella saletta adiacente al bar. I documenti che riguardano la seduta del Consiglio regionale saranno fatti trovare prima dell'inizio sul banco di ogni Consigliere; durante I a seduta si distribuiranno solamente i documenti di stretta attinenza a quanto è in discussione. Le lettere, i libri, la documentazione saranno fatti pervenire nella casella di ogni Consigliere, oppure presso i Gruppi consiliari.
Queste sono le prime indicazioni; cercheremo via via di attuarne delle altre.



PRESIDENTE

Le comunicazioni del Presidente sono terminate.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sul ritardo della Giunta regionale nel rispondere alle interrogazioni


PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola? Consigliere Chiabrando, ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

In sede di comunicazioni chiedo la parola per fatto personale. Mi riferisco alla lamentela che avevo fatto in Consiglio il 26/1, circa la mancata risposta ad alcune mie interrogazioni. A quelle lamentele il Presidente della Giunta aveva fatto seguire le sue dichiarazioni con le quali diceva: "non vi sono interrogazioni e interpellanze che non siano state mandate alla Presidenza del Consiglio per la risposta". Aggiungeva rivolgendosi a me: "se avesse letto attentamente i verbali, avrebbe scoperto che le sue interpellanze erano decadute e quindi non avrebbe mosso ingiustamente questa osservazione".
Il Presidente del Consiglio, commentando il fatto faceva un richiamo generico, che certamente era rivolto a me, che i Consiglieri devono essere presenti e puntuali alle sedute, perché in caso contrario le interrogazioni e interpellanze decadono. La stampa aveva dato notizia anche di queste discussioni e di queste dichiarazioni rilevando appunto che essendo io assente, non avevo potuto avere le risposte. Tutto ciò, signor Presidente del Consiglio, non corrisponde al vero, perché alle cinque interrogazioni che avevo segnalato non è mai stato risposto: ad una che risale al 26/7/76 ha risposto questa mattina l'Assessore Alasia, e le altre attendono ancora risposta.
Pare che ce ne fossero ancora altre giacenti, perché l'elenco di questa mattina ne comprende 31 e non credo che tutte siano state presentate in questi giorni. Chiedo cortesemente al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta che, vista la situazione dei fatti, vengano cortesemente ritirate le accuse ingiuste nei miei confronti che non ritengo di accettare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in quella riunione abbiamo affermato che tutte le interrogazioni e le interpellanze erano state mandate al Consiglio tempestivamente per la risposta. Ho detto che se non era stata data risposta "evidentemente" era perché il Consigliere era assente. La Giunta è sempre disposta a rispondere a tutte le interrogazioni ed interpellanze tuttavia può anche darsi che vi possa essere qualche disguido. Non abbiamo mai affermato di essere così perfetti da esaminare tempestivamente ogni lettera che possa giungere. In buona fede posso dire che se non è stata data risposta non è certamente per volontà dell'amministrazione ma perch non sempre è possibile svolgere tutte le interrogazioni programmate. Questa mattina ce ne sarebbero 40 o 50 da discutere, molte si svolgeranno nella prossima seduta, ma per dare luogo al dibattito alcune saranno rinviate al mese di marzo , a quell'epoca sarà in discussione il bilancio ed allora andranno ad aprile. Abbiamo chiesto che questa mattina fossero discusse tutte, ma non è stato possibile. Consigliere Chiabrando, consenta anche qualche margine di errore. Ricordo il caso di una interrogazione con risposta scritta relativa ad una espropriazione alla quale doveva provvedere un funzionario che andò nel frattempo in pensione e questo caus qualche ritardo. Se non è stata data risposta vuol dire evidentemente che è mancato il Consigliere o è mancato l'Assessore. Voglio ancora affermare la piena volontà della Giunta di dare tutte le informazioni ai Consiglieri.
Con questo spirito ho dato disposizione ai funzionari; se qualche margine di errore è accaduto lei converrà che può avvenire per colpa e non per dolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto. Acconsento ai disguidi e ai ritardi che possono capitare anche a me e prendo atto della volontà dichiarata. Non approvo il Presidente quando dice che se avessi letto i verbali avrei scoperto che le interrogazioni erano decadute, questo non corrisponde a verità, tant'é vero che l'Assessore Alasia questa mattina ha ammesso di aver trovato l'interrogazione in questi giorni per caso. Ammetto il disguido, non ammetto l'accusa nei miei confronti.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non ho detto imperativamente questo. Siccome c'é la volontà della Giunta di rispondere, non vedo come questa volontà possa essere violata. A questo punto sappiamo che c'é la volontà reciproca di rispondere e di dare informazioni di ogni tipo per iscritto o a voce di ogni atto.



PRESIDENTE

Se si ritenesse di dedicare una seduta del Consiglio allo svolgimento di tutte le interrogazioni, sentiti i Capigruppo, sarei d'accordo risolveremmo così la questione. Se invece l'intesa non c'é, è evidente che possiamo dedicarvi solo un'ora per seduta. La percentuale complessiva delle interrogazioni svolte nei due anni e mezzo di durata della seconda legislatura è elevatissima in confronto al Parlamento. Inoltre mi pare evidente che non c'é nessuna volontà politica a non rispondere a qualche interrogazione. Ci possono essere disguidi, tant'é vero che a due delle interrogazioni del Consigliere Chiabrando, la Giunta non poteva rispondere non avendole mai ricevute. E' opportuna una collaborazione fra i Consiglieri, la Giunta e il Consiglio per superare eventuali ritardi o disguidi che eventualmente si verificassero.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Comunicazioni della Giunta regionale sul programma dei lavori a Palazzo Lascaris e sulla possibilità di acquisire alla Regione fabbricati del demanio


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta per una comunicazione.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Desidero fornire una brevissima informazione in ordine ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Lascaris. Dopo il superamento delle complesse questioni burocratiche, nel settembre scorso era stato indetto l'appalto seguendo le procedure nuove che prevedono l'avviso attraverso la CEE. La Commissione di cui facevano parte, oltre al Presidente della Giunta e il sottoscritto, i Consiglieri Cardinali e Picco, ha seguito le operazioni di appalto; i lavori sono stati assegnati il 7 dicembre scorso all'impresa Borini che, rispetto alla base d'asta, aveva fatto il ribasso più alto 25,43%; portato poi al 25,91% in quanto in contropartita la ditta è esonerata dalla costituzione della prescritta cauzione a garanzia del regolare adempimento degli obblighi contrattuali.
Il 27 dicembre si è effettuata la consegna dei lavori. L'impresa ha impiantato il cantiere il 2 gennaio e ha fornito in questi giorni il suo programma di lavoro, indicato nel documento distribuito ai Consiglieri. Il programma per questo mese è stato rispettato; sono concluse le opere di demolizione più importanti che si rendevano necessarie per la ristrutturazione; tutti i ponteggi sono effettuati e si stanno avviando i lavori veri e propri di ristrutturazione. Il programma prevede il completamento delle opere, secondo le indicazioni del bando e secondo l'esecuzione dell'appalto, entro il mese di giugno 1979. Nel diagramma distribuito sono indicati i tempi entro i quali devono iniziare e devono essere finiti le varie parti componenti dei lavori affinché il tutto sia completato entro quel termine. C'é da presumere che il programma possa essere completato entro il '79. Ci ripromettiamo di seguire l'andamento dei lavori per risolvere quei problemi che potrebbero sorgere e far ritardare i tempi e per cercare di dare tutta l'assistenza possibile. A questo proposito con la deliberazione di affidamento dei lavori è stata nominata una terna composta dall'ing. Fassio, il geom. Gallo e il geom. Tibaldi che per la Giunta seguono l'andamento de i lavori. Ci ripromettiamo periodicamente di dare ulteriori informazioni sul rispetto del programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

In sede di esame finale del progetto avevamo mosso alcuni rilievi in ordine ai rapporti tra l'aula del Consiglio ed il pubblico e al tipo di utilizzazione che i Consiglieri potevano fare dei locali attigui al Consiglio durante le sedute. L'Assessore si era impegnato a portare queste esigenze ai progettisti per alcune rettifiche del progetto. Non vorremmo trovarci di fronte ad una esecuzione che manifesti gli inconvenienti che abbiamo a suo tempo denunciato.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

La Commissione nominata a questo proposito è tuttora in funzione e ha dato dei contributi positivi nella discussione degli ultimi elementi formali di progettazione prima di arrivare all'appalto. Credo sia opportuno, mentre si stanno avviando i lavori riunire la Commissione per definire la questione che il Consigliere Picco aveva già anticipato e anche per seguire con controlli periodici i lavori, le modalità e le eventuali varianti che si debbono individuare nel corso dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nella giornata di domani avremo un incontro con il Ministro delle Finanze Pandolfi, per definire quanto con i dirigenti del demanio stesso abbiamo avviato in ordine al possibile trasferimento di alcuni beni collocati nella comunità regionale per consentire alcune ricollocazioni in unica sede di uffici statali e di uffici regionali. L'ipotesi più importante è quella relativa all'ala nuova di Palazzo reale già occupata da numerosi uffici regionali dove peraltro sarebbe possibile la sistemazione di altri uffici sempre che si possa offrire qualche altra soluzione alla Corte dei Conti, all'Avvocatura dello Stato, e alle Opere Pubbliche consentendo agli uffici statali di riaccorparsi diversamente. Queste operazioni naturalmente comporteranno alcuni pesi. Il Ministro ha fatto intendere che non si potrebbe disporre dell'intero Palazzo reale senza mettere in discussione il Forte d'Exilles o il Palazzo Carignano dove il tetto è molto malandato, con infiltrazioni d'acqua e caduta di calcinacci.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame deliberazione della Giunta regionale "Revisione delle leggi regionali di spesa: obiettivi e modalità organizzative per l'attuazione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'o.d.g.: "Esame deliberazione della Giunta regionale 'Revisione delle leggi regionali di spesa: obiettivi e modalità organizzative per l'attuazione'".La parola al relatore, Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta con la deliberazione oggi all'esame del Consiglio ha assunto l'iniziativa d'indicare la metodologia che deve essere seguita per poter dare corpo e risultato finale alla volontà politica più volte manifestata dalla totalità delle forze politiche presenti in Consiglio regionale e che trova qui le prime indicazioni operative. La Commissione ha apportato alcune modifiche ed esatte precisazioni al fine di evitare incomprensioni o non facile applicazione della metodologia che viene proposta.
La Giunta s'impegna di fornire tutti gli elementi tecnici alle singole Commissioni competenti per materia per la revisione stessa che le Commissioni elaborano in un rapporto di piena collaborazione. Il tutto viene trasferito alla I Commissione per la sua funzione statutaria di coordinamento con il Piano di sviluppo e le conclusioni ritrasferite alla Giunta formeranno oggetto di un dibattito nel Consiglio regionale. Tutto questo deve avvenire entro termini che consentano alla Giunta stessa, in funzione della nuova legge sulla contabilità regionale, di preparare la legge di assestamento che deve essere votata entro il 30 giugno. Nella riunione dei Presidenti delle Commissioni tenutasi ieri si è ricordato questo stretto rapporto di responsabilità, di rispetto dei tempi da parte della Giunta nella fase iniziale, da parte delle singole Commissioni, della I Commissione e di nuovo della Giunta in modo che si possa portare la materia al dibattito entro il 15 di marzo. Orientativamente si è detto che la Giunta potrà fornire la deliberazione alle singole Commissioni tra il 10 e il 15 di marzo; dal 15 marzo al 15 di aprile si svolgerà il lavoro delle singole Commissioni; dal 15 di aprile ai primi di maggio l'esame passerà alla I Commissione, quindi il dibattito potrebbe avvenire verso la metà del mese di maggio, lasciando un mese e mezzo di tempo per l'assestamento di bilancio da parte della Giunta, l'esame da parte della I Commissione e quindi l'approvazione entro il mese di giugno. Questa metodologia deve essere approvata dal Consiglio tenendo presente che con essa e con i termini indicati si rispetta anche tutta l'attività delle Commissioni in ordine all'esame del bilancio annuale e del bilancio pluriennale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Il Presidente della I Commissione ha illustrato il motivo per il quale c'é stata la convergenza del voto da parte dell'opposizione. E' bene ribadire questa convergenza perché il testo della deliberazione proposto dalla Giunta è stato modificato ed è stato chiarito che quanto veniva detto non poteva avere un significato bivalente che potesse tornare comodo alla Commissione e nello stesso tempo alla Giunta quando si trattasse di dare delle interpretazioni che fossero favorevoli all'una o all'altra. Abbiamo chiarito che la n o mina della Commissione tecnica viene proposta dalla Giunta. La Commissione tecnica porta delle proposte anche alternative. E' evidente che un organo tecnico ha alle spalle un organo politico, quindi le proposte non sono totalmente neutre ma indicano un indirizzo preciso.
Sulle proposte fatte dalla Commissione tecnica ci sarà una discussione nelle singole Commissioni, quindi il momento di sintesi in I Commissione secondo quanto è stabilito dallo Statuto; il tutto andrà in Giunta; si terrà il dibattito in sede di Consiglio perché la Giunta, sulla base di questo dibattito possa assumere le sue decisioni. Anche l'ordine del giorno che viene approvato non è tanto rivolto alle Commissioni, è indirizzato alla Giunta, perché nel momento in cui la Giunta investe le Commissioni di un determinato compito deve metterle in condizione di operare, quindi deve meritarsi la fiducia che le Commissioni le consentono. Tutto questo ha una rilevanza politica ed evidenzia ancora una volta il nostro modo di collocarci all'opposizione. Si tratta di rivedere leggi che sono state approvate dal Consiglio regionale ed e quindi logico che vengano coinvolte tutte le forze politiche in esso rappresentate. Però il momento decisivo finale, sentiti i pareri dei singoli Gruppi e delle singole Commissioni, è un momento politico che spetta alla Giunta. Abbiamo voluto ribadire questo concetto perché continuiamo a credere nella validità dei ruoli delle forze politiche a seconda che siano collocate in maggioranza o in minoranza, che abbiano o meno responsabilità a livello esecutivo. In questo modo non soltanto manteniamo fede al classico gioco delle parti, ma guardiamo alla sostanza del sistema democratico che ha bisogno di chi stimoli e collabori per la realizzazione di leggi che rispondano alle esigenze della comunità piemontese, ma ha anche bisogno di chi si assuma la responsabilità politica dell'ultima parola nelle scelte proposte in sede di Consiglio.
Detto questo confermo in questa sede il voto favorevole del Gruppo della Democrazia Cristiana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Non ripeto quanto hanno detto i colleghi Rossotto e Martini. Desidero soltanto dire che si tratta di una deliberazione importante per la quale c'é una attesa dalla seduta del 27 luglio 1977, quando abbiamo approvato il Piano regionale di sviluppo.
Questa deliberazione impegna la Giunta nella sua iniziativa propositiva e mette in moto un meccanismo procedurale, non provvisorio e transitorio ma durevole. Essa lega l'iniziativa legislativa del Consiglio al quadro della programmazione e agli ulteriori aspetti dell'assestamento del bilancio che deve avvenire improrogabilmente entro il 30 giungo. Vorrei sottolineare la responsabilità della Giunta nel proporre le modificazioni delle leggi, fatto impegnativo e, per certi versi, delicato non potendo prescindere dal fatto che molte leggi, sulle quali porteremo la nostra attenzione e magari la scure, sono state fatte da maggioranze diverse che si sono avvicendate in questa aula. La Giunta può presentare non solo una proposta ma un ventaglio di proposte, quindi usufruisca della facoltà che le consegniamo con la deliberazione e faccia salire al Consiglio attraverso i suoi organismi, le Commissioni, il ventaglio stesso affinché le leggi che abrogheremo o revisioneremo siano il risultato di un ampio, attento e responsabile dibattito.
Questa nostra azione legislativa,oltre a farci fare quel salto di qualità nel metodo e nel modo di lavorare, dovrebbe procacciarci quelle risorse finanziarie sempre carenti, sempre poche e insufficienti per le iniziative che il Consiglio approverà nella cornice del Piano di sviluppo.
Per questi motivi il Gruppo socialista vota a favore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo repubblicano si rallegra per la presentazione della deliberazione oggi proposta che fa parte delle nostre richieste fatte come condizionanti del voto da noi dato al Piano di sviluppo. Con questa deliberazione la Giunta adempie agli impegni che si era assunti in ordine alla metodologia della discussione e alla nuova struttura che la Giunta si darà. Vogliamo soprattutto sottolineare gli obiettivi del lavoro che il Consiglio e la Giunta svolgeranno nelle rispettive responsabilità e competenze di carattere politico. Sottolineiamo soprattutto gli obiettivi che bisogna conseguire: il recupero delle risorse stanziate in passato e finora utilizzate destinate ad interventi non prioritari rispetto alle indicazioni dei Piani la riqualificazione delle risorse recuperate per gli impieghi più efficienti e produttivi; la razionalizzazione delle procedure di spesa per interventi che pur rispondendo ad improrogabili esigenze della collettività regionale, non sono di fatto giunti alla concreta fase di erogazione della spesa, problema fondamentale che attiene alla revisione delle leggi; la predisposizione di un metodo di gestione della spesa realmente incentrato sulla collegialità delle decisioni e sulla integrazione degli interventi che finalizzi la decisione di spesa ad obiettivi reali la cui compatibilità economica e finanziaria sia stata preventivamente vagliata.
Questa metodologia esige un nuovo modo di lavorare da parte della Giunta e indubbiamente esige un nuovo modo di lavorare anche da parte degli organi del Consiglio. E' opportuna la suddivisione del lavoro fra le varie Commissioni e nello stesso tempo il riassunto finale con la presenza dei Presidenti e dei Vicepresidenti delle Commissioni, alla I Commissione che dovrà vagliare compatibilità e difficoltà, lavoro non facile ma che questa deliberazione rende possibile e che, a mio avviso, potrebbe portare a notevoli benefici per la comunità regionale.
Annunciamo quindi il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano

Il parere dei Gruppi nei confronti di questa deliberazione è stato unanime. Votiamo oggi un importante atto politico della vita regionale atto politico che comporta elementi di riflessione, di verifica delle scelte nel campo legislativo fatte da questo Consiglio in questi anni. Sia questo atto politico al di là del gioco delle parti, al di là delle posizioni di maggioranza o di opposizione, un elemento positivo per riuscire a trarre le risorse non utilizzate che devono essere finalizzate nell'ambito della politica di Piano. Tutto il discorso che in ordine a questo argomento si è svolto è la conclusione di una lunga riflessione collegiale fra i Gruppi del Consiglio durante i dibattiti sui bilanci di previsione e sui conti consuntivi. Ci accingiamo ad eseguire un compito arduo, mi auguro che esso sia elemento di stimolo per realizzare risultati positivi. In questo spirito il Gruppo comunista, che ha dato contributo non indifferente al riguardo, vota a favore della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Come ricordava poc'anzi la dottoressa Castagnone Vaccarino, con l'approvazione di questa deliberazione si viene ad adempiere uno dei punti qualificanti che ha visto l'impegno della Giunta in occasione della discussione finale del Piano regionale di sviluppo e che era contenuto nella deliberazione votata dal Consiglio il 27/7/1977. Si tratta di mettere in moto un meccanismo assai importante di revisione delle leggi e di innescare un processo di formazione delle future leggi diverso da quello del passato. In altre parole emerge la necessità di rivedere i testi legislativi approvati fino ad oggi dal Consiglio dal punto di vista finanziario per il reperimento delle risorse. In occasione della discussione dei bilanci consuntivi e del bilancio preventivo, nel quale, in base alla nuova legge di contabilità, dev'essere iscritto l'avanzo presunto dell'esercizio precedente, abbiamo verificato una mole ingente di interventi per i quali sono stati posti a bilancio gli stanziamenti ma, di fatto, questi stanziamenti slittano da un esercizio all'altro. Di qui la necessità del recupero tempestivo delle risorse.
Con la revisione delle leggi, operiamo in modo organico una volta per tutte il recupero delle risorse che finora era fatto in modo disorganico al momento della presentazione del bilancio. Accanto a questa operazione di natura strettamente finanziaria c'é un aspetto sostanziale per quanto riguarda l'esame dei meccanismi attraverso i quali abbiamo organizzato gli interventi della Regione, il loro iter e la destinazione della spesa. Se sin dall'inizio ci fossimo preoccupati dell'esigenza di realizzare delle opere e non soltanto di stanziare dei fondi, se avessimo avuto presente il complesso gioco dei meccanismi procedurali attraverso i quali si arriva dalla volontà politica espressa con lo stanziamento al fatto incontrovertibile che consiste nella costruzione del manufatto o nella prestazione fisica del servizio, non avremmo oggi questa massa di residui passivi da riciclare.
La nuova legge di contabilità che consente di finanziare le legge, non nel momento della loro presentazione, discussione e approvazione, ma al momento della presentazione della legge di bilancio, toglie gran parte delle motivazioni che in modo conscio o inconscio hanno presieduto alla legislazione di spesa tradizionale: non dovremo però presentare leggi di spesa, ma dovremo presentare leggi di programma, che valgono per i loro contenuti di merito e non per il contenuto dell'ultimo articolo nel quale vengono erogati i fondi. Questo elemento di grande importanza deve valere per il futuro, non solo per il passato. E' stato giustamente sottolineato che questa azione di revisione ha un senso se si accompagna ad un modo diverso di fare le leggi.
Un terzo ordine di problemi contenuto in questa deliberazione riguarda il merito degli interventi in relazione al Piano di sviluppo. Mi rifaccio alla introduzione del Presidente della I Commissione. La revisione delle leggi riguarda non solo il recupero di risorse finanziarie e il miglioramento dell'intervento nei suoi aspetti organizzativi, istituzionali e procedurali, ma qualifica gli interventi stessi in relazione al Piano di sviluppo e quindi sottopone ad una verifica di coerenza il corpus della legislazione di spesa che è stata approvata dal Consiglio negli anni passati indipendentemente dal fatto che la legge abbia funzionato o meno.
La legge che non ha funzionato deve comunque essere modificata o abrogata non è detto che tutte le leggi che hanno funzionato siano leggi in armonia con il Piano di sviluppo che è stato approvato dopo. C'é quindi anche la necessità di introdurre questo tipo di verifica e naturalmente questo lavoro ha senso se viene condotto e pilotato con serietà e con rapidità. Il rilievo fatto dal Consigliere Rossotto circa la necessità che i risultati dell'opera di revisione delle leggi debbano tradursi in provvedimenti conseguenti in occasione della legge di assestamento del bilancio del prossimo giugno, è effettivamente inderogabile: dobbiamo riuscire a concludere tali operazioni in modo che con la legge di assestamento si possano tradurre in atti conseguenti le risultanze dell'opera delle Commissioni. In caso contrario noi avremmo un blocco dell'attività della Regione. E' evidente che fintantoché non avremo operato la revisione del corpus legislativo, salvo qualche caso sporadico di leggi particolari, non sarà possibile approvare leggi innovative. Tale operazione va conclusa in tempi brevi e deve dare i suoi risultati entro giugno. E' importante il coinvolgimento di tutte le Commissioni, perché spetta alla I Commissione l'operazione finale di verifica e di coerenza con il Piano di sviluppo, ma alle altre Commissioni spetta il merito delle leggi, che è vario.
La Giunta non ha mai inteso sottrarsi al suo dovere istituzionale di proporre le necessarie modifiche ai testi legislativi, anzi, ad essa preme e mi pare che emerga dalla deliberazione - ribadire l'importanza di una attività così complessa, per certi versi nuova ed Medita, che involge provvedimenti votati dalle diverse maggioranze del Consiglio. Questa operazione va indietro nel tempo, mette in discussione tutti i testi legislativi approvati e quindi comporta una assunzione globale di responsabilità del Consiglio nel suo insieme. Le Commissioni, sulla base delle relazioni tecniche della Giunta, devono poter approfondire l'esame di merito dei provvedimenti legislativi e il Consiglio, nella fase finale determinerà il voto.
Tutto ciò deve avvenire senza che la Giunta rinunci, in nessun momento di questo iter complesso, al suo dovere d'iniziativa legislativa e agli altri doveri che ad esso sono collegati.
Nel prendere atto con soddisfazione del generale consenso che si è manifestato in Commissione, dove il provvedimento è stato discusso ed elaborato ampiamente, e ora in aula, la Giunta s'impegna a ripetere rigorosamente i tempi perché questa operazione fondamentale e innovativa che tra l'altro può essere un interessante precedente per le altre Regioni possa costituire una prima risposta dall'interno alle critiche che anche recentemente sono state formulate in convegni di studio sull'attività legislativa delle Regioni. Attraverso questa operazione le Regioni, con l'autocritica necessaria, si adeguano alla realtà della situazione economica e finanziaria del Paese e al primo impatto degli strumenti legislativi regionali con la realtà istituzionale che in gran parte hanno ereditato.



PRESIDENTE

V i do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visti gli articoli 22, e in particolare il punto c), e 74 terzo comma dello Statuto regionale visto l'articolo 2 della legge 19 maggio 1976, n. 335 visto il titolo III della legge regionale 19 agosto 1977, n. 43 vista la deliberazione del Consiglio regionale del 27 luglio 1977, n.
209 - C.R. 6149 esaminato il documento di intenti e di metodi per la revisione delle leggi di spesa regionali - ve per l'indagine sull'andamento e sulle cause della formazione dei residui presentato dalla Giunta il 22/12/77 considerate le risultanze dell'esame del documento sopra indicato al fine di attuare i seguenti obiettivi: a) recupero di risorse stanziate in passato e finora non utilizzate e destinate ad interventi non prioritari rispetto alle indicazioni del Piano regionale di sviluppo b) riqualificazione delle risorse recuperate in impieghi più efficienti e produttivi c) razionalizzazione delle procedure di spesa per interventi che, pur rispondendo ad improrogabili esigenze della collettività regionale, non sono di fatto giunti alla concreta fase di erogazione della spesa, al fine di consentire l'avvio di procedimenti amministrativi anche anteriormente agli stanziamenti relativi di bilancio d) predisposizione di un metodo di gestione della spesa realmente incentrato sulla collegialità delle decisioni e sull'integrazione degli interventi, che finalizzi le decisioni di spesa ad obiettivi reali la cui compatibilità economica e finanziaria sia stata preventivamente vagliata sentita la relazione della Commissione I, il Consiglio regionale delibera 1) di impegnare la Giunta, nel quadro del coordinamento dell'attività di programmazione di cui alla delibera del 29 dicembre 1977 n. 201, ad istituire un'apposita Commissione tecnica, composta da funzionari appartenenti ai diversi Assessorati, che, sulla base dei criteri e metodi di cui al documento indicato nella premessa, e in costante riferimento con le competenti Commissioni consiliari predisponga una serie di relazioni tecniche articolate in corrispondenza alle competenze delle Commissioni consiliari stesse 2) che le relazioni tecniche, contenenti anche proposte alternative di revisione delle leggi suffragate da opportuni riferimenti circa il grado di funzionamento delle stesse, vengano discusse da ciascuna Commissione consiliare 3) che la Commissione I integrata dai Presidenti e Vice presidenti delle altre Commissioni consiliari esamini le conclusioni e le proposte di ciascuna Commissione, e fatte le valutazioni che le competono sulla base delle sue attribuzioni statutarie, le trasmetta alla Giunta regionale, al fine di consentire lo svolgimento di un apposito dibattito consiliare 4) di impegnare la Giunta regionale durante tutto il periodo previsto per l'attuazione delle analisi proposte, a mettere a disposizione delle Commissioni consiliari, oltre alla Commissione tecnica di cui al punto 1) qualsiasi collaborazione che si rendesse necessaria per l'adempimento dei loro lavori 5) di impegnare la Giunta regionale a predisporre la legge di assestamento dei documenti di bilancio ai sensi dell'art. 14 della legge 19/5/76 n. 335, nonché le modifiche o integrazioni della legislazione regionale in vigore che si rendessero necessarie anche sulla base delle conclusioni e delle risultanze di un apposito dibattito consiliare 6) di impegnare la Giunta regionale a presentare al Consiglio regionale entro un mese dalla promulgazione della legge di approvazione e di assestamento dei documenti di bilancio, relazioni semestrali sui risultati di cassa dell'Amministrazione regionale contenenti anche i dati aggregati relativi agli incassi e ai pagamenti effettuati, nonché alle variazioni nelle attività finanziarie e nell'indebitamento a breve e medio termine degli Enti locali trasmessi alla Regione ai sensi dell'art. 5 della legge 22/12/77 n. 951".
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti in aula.
Data l'ora, sospendo la seduta. Il Consiglio è riconvocato in questa sede per le ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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