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Dettaglio seduta n.173 del 26/01/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 204: "Modificazioni alla legge regionale n. 6 del 14/1/1977 relativa a 'Norme per l'organizzazione e la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed Associazioni"'


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Passiamo all'esame del punto quinto all'ordine del giorno: Esame proposta di legge n. 204: "Modificazioni alla legge regionale n. 6 del 14/1/1977 relativa a 'Norme per l'organizzazione e la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti ed Associazioni' ". Relatore è il Consigliere Dadone, che ha la parola.



DADONE Pietro, relatore

Il presente progetto di legge, per iniziativa dei Consiglieri membri dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, è stato licenziato all'unanimità dalla I Commissione e viene ora sottoposto all'esame dell'assemblea confidando in un benevolo e pronto accoglimento.
Il Consiglio regionale ha ritenuto che utili strumenti per realizzare il nuovo tipo di amministrazione, più aperta e partecipata, prefigurato dal Titolo I dello Statuto, potessero consistere in organismi collegiali istituiti con proprie deliberazioni: per esempio, Consulta per i problemi dell'unificazione europea, Consulta per i problemi femminili, etc.
E' ovvio che l'organo regionale, che ravvisa l'esigenza di procedere all'istituzione di organismi del genere debba anche accollarsi eventualmente, solo in parte, ma più spesso in toto, le spese del relativo funzionamento e per quelle iniziative che gli stessi intendessero organizzare in accordo con la Regione.
L'art. 1 della legge n. 6 del 14/1/1977 si presta male a fornire la base giuridica dell'erogazione di tali fondi. Infatti, tali organismi, pur presentando caratteri di informalità per il tipo delle funzioni attribuite e per il tipo di atto istitutivo, tendono ad assimilarsi a strutture regionali, mutandone in particolare una relativa stabilità e continuità di funzionamento. Ora, le iniziative regionali previste da tale articolo 1 presentano tutte un accentuato carattere di episodicità.
Di qui, la necessità della previsione di un'apposita normativa, che appunto abbia riguardo ai caratteri degli organismi collegiali indicati.
Per esigenze di chiarezza, si ritiene opportuno specificare l'applicabilità del trattamento di missione per gli amministratori ed i funzionari regionali che debbano rendersi attivi per la realizzazione di tutte le iniziative previste dalla presente legge, s'intende quando sussistano tutti gli altri requisiti di applicabilità qui non considerati.
E' parso opportuno anche specificare che la Giunta e il Consiglio regionale possono sostenere la partecipazione a convegni di tali amministratori e funzionari anche provvedendo al pagamento della quota di adesione che nella prassi è spesso richiesta per l'iscrizione a tali convegni. S'intende che quando tale quota comprende anche, in tutto o in parte, le spese di soggiorno fuori sede, il trattamento di missione deve essere corrispondentemente adeguato.
La relativa assimilabilità degli organismi collegiali previsti dall'art. 1, lett. d) a strutture regionali, può implicare che gli stessi loro componenti che non siano di per sé amministratori o funzionari regionali, vengano in un certo qual modo a giuocare un ruolo corrispondente, quando operino in quanto componenti tali organismi; perci appare opportuno estendere anche ad essi il trattamento di missione previsto per amministratori e funzionari regionali e determinarne la misura.
La previsione dell'assunzione di impegni di spesa da parte del Consiglio regionale deve essere regolata alla luce della specifica disciplina della materia, in particolare alla stregua del principio dell'autonomia contabile del Consiglio stesso e dell'articolazione per capitoli del relativo bilancio predisposta dalla legislazione statale.
Di qui l'opportunità di un richiamo di questa legislazione e dell'individuazione del capitolo del bilancio nella cui previsione le iniziative ipotizzate dalla presente legge possono meglio rientrare.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza era addivenuto alla decisione di presentare questo progetto di legge per regolamentare, sotto il profilo giuridico, una materia che si poteva anche applicare altrimenti, però con rilevanti pericoli di errori di fronte ad un eventuale controllo da parte della Corte dei conti.
Poiché non vi sono richieste di intervento propongo di passare alla votazione degli articoli " Articolo 1 - All'articolo 1 della legge regionale 14 gennaio 1977 n 6 è aggiunta la seguente lettera: 'd) procedere con deliberazione consiliare all'istituzione di organismi consultivi collegiali'".
Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art 1 e approvato "Articolo 2 - All'articolo 4 della legge regionale 14 gennaio 1977 n 6 sono aggiunti i seguenti commi: 'La partecipazione di amministratori, funzionari ed esperti regionali di cui al precedente comma può avvenire mediante l'applicazione del trattamento di missione di cui alla vigente normativa regionale nonché il pagamento delle eventuali quote di adesione' 'Il comma precedente si applica anche ai componenti degli organismi coi collegiali istituiti ai sensi del precedente art. 1 lett. d), che non siano amministratori o funzionari regionali, i quali debbano recarsi fuori sede per ragioni connesse alla loro appartenenza alle Consulte stesse su designazione della Regione'.
'La designazione di tali componenti, la definizione della loro missione e l'autorizzazione a compierla a spese della Regione, sono stabilite con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale'.
'Il trattamento di missione e commisurato a quello del funzionario avente la qualifica di dirigente di settore'".
Si proceda alla votazione



(Si procede alla rotazione per appello nominale )



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art 2 e approvato "Articolo 3 - Dopo l'articolo 4 della legge regionale 14 gennaio 1977 n. 6 è aggiunto il seguente articolo 4/bis 'Nel caso dr istituzione di organismi consultivi collegiali di cui all'art. 1 lett. d) le spese per il loro funzionamento e per le iniziative dalle stesse promosse e patrocinate dalla Regione, sono poste a carico del bilancio regionale eventualmente avvalendosi di concorsi finanziari esterni" Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Dopo l'articolo 8 della legge regionale 14 gennaio 1977 n. 6 è inserito il seguente articolo 8/bis: 'Le spese delle iniziative assunte dal Consiglio regionale che rientrano nelle previsioni della presente legge, sono regolate dalla legge 6 dicembre 1974 no 853 e fanno carico al capitolo n 60 dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale.
L'Ufficio di Presidenza, nell'ambito di tale capitolo, predispone annualmente apposita previsione di spesa per i singoli organismi da finanziare di cui all'art. 1 lettera d)' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri Il disegno di legge n. 204 è approvato.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame delibera Giunta regionale: "Riparto fondo di lire 271.364.900 assegnate dal Ministero del Tesoro in applicazione della legge 22/12/1975 n. 685 (disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope - Prevenzione cura e riabilitazione dei relativi stati di tossico dipendenza)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto nono all'ordine del giorno: "Esame delibera Giunta regionale: 'Riparto fondo di lire 271.364.900 assegnate dal Ministero del Tesoro in applicazione della legge 22/12/1975 n. 685 (Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope - Prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossico dipendenza)' ".
La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Chiedo la parola per dire che il Gruppo D.C. consente sull'aspetto obiettivo della suddivisione di strumenti e di mezzi e prendo lo spunto e l'occasione per ricordare come sia assolutamente indispensabile ricuperare i tempi che sono andati persi secondo una clamorosa denuncia fatta dalla stampa quotidiana di Torino per i ritardi che si addebitano alla Regione Piemonte in relazione al compito che le viene affidato per gli interventi.
La suddivisione di carattere finanziario che viene approvata è evidentemente fatta in funzione di un preciso e concreto adempimento, il primo dei quali è proprio quello della creazione del centro al quale faranno poi capo le diverse organizzazioni periferiche. Al mio Gruppo sembra che si debba innanzitutto sensibilizzare l'Ente locale al quale con un atto di fiducia estrema è stata demandata la possibilità di intervento e di gestione in questo settore. Sarebbe la Regione stessa non sufficientemente preparata a gestire compiutamente e approfonditamente un fatto di questo genere, molto più possono esserlo i Comuni. La Regione deve essere vicina attraverso a sussidi, cognizioni, nozioni, intervento avvicinamento in maniera che l'iniziativa non resti soltanto una buona volontà e non abbia una realizzazione concreta. Non è certamente sfuggito al Signor Presidente della Giunta e all'Assessore del ramo che cosa è stato scritto con l'autorità di un magistrato: è stato un richiamo piuttosto energico, un campanello d' allarme che, suonato dalla mano che ha tirato la corda, rende ancora più pregnante il contenuto della denuncia: "la Regione ha approvato la legge con grave ritardo; contraddizioni tra dichiarazioni e fatti politici; saltate tutte le scadenze; un Comitato regionale ancora senza membri".
Chi scrive sulla Gazzetta del Popolo è Ambrosini, che tutti quanti conosciamo e che io ammiro per talune sue posizioni energiche e critiche.
Mi è sembrato di dover sollecitare l'attenzione della Giunta anche con un'interrogazione che, in questa parte, può considerarsi addirittura assorbita con la presa di posizione odierna.
Il primo quaderno edito dalla Regione Piemonte, era proprio un quaderno sulla droga che non aveva grosse pretese ma che era una presenza, una presa di coscienza della gravità del problema senza che in allora ci fosse alcun mezzo, alcuno strumento, alcuna capacità funzionale per intervenire.
Successivamente vi è stata un'indagine conoscitiva di grosso rilievo i cui risultati sono stati forse un poco "medicati",non perché non fosse riuscita perfetta l'indagine ma perché vi erano, e forse vi sono ancora oggi, delle ostinate prese di posizione da parte di taluno che non vuole dire piena e completa la verità e non vuole ammettere che il problema della droga ha invaso praticamente tutto il settore della vita, specialmente di quella giovanile. Vi sono 9 professori su 10 nella scuola che respingono persino l'ipotesi che vi sia il fenomeno della droga. Nel mondo stesso del lavoro vi sono state delle denunce da parte dei sindacati. La droga, questo terribile veleno che scompagina la persona umana, che la mortifica, che la spegne persino della sua dignità, è entrata anche nella fabbrica. La Regione che oggi ha piena e completa responsabilità, non deve tardare un momento non soltanto a prendere coscienza del problema, ma una posizione netta con gli interventi che debbono essere fatti e con la costituzione del Comitato regionale che dovrà agire rapidissimamente.
Nella mia interrogazione c'era un piccolo codicillo, non malevolo e non maligno, che vuole essere una constatazione, ossia che non sono in molti coloro che leggono tutto, anche i Bollettini Ufficiali. Sturzo, Segretario del Partito Popolare Italiano, al quale appartenni nei tempi lontanissimi diceva che la sua lettura quotidiana era quella della Gazzetta Ufficiale certamente non amena.
Rileggendo l'ultimo numero del Bollettino Ufficiale della Regione ho notato che il testo della legge sulla droga, reca uno svarione capace di creare degli equivoci, E' infatti scritto all'articolo 8 "fornire il reinserimento sociale e lavorativo in modo adeguato" laddove invece deve leggersi "favorire il reinserimento sociale e lavorativo", è un errore di copiatura che deve essere rettificato nelle forme di legge proprio perch non insorgano degli equivoci.
Chiudendo questa parentesi, Signor Presidente, accolga il mio intervento, fatto a nome del Gruppo, come uno stimolo ad agire rapidissimamente perché nessuno di noi incontrando qualcuno di questi infelici per istrada possa dentro di sé sentire un rimorso di aver tardato troppo ad intervenire per evitare danni maggiori.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi possiamo passare all'approvazione della deliberazione che recita: "Il Consiglio regionale poiché la legge 22/12/1975, n. 685, concernente la 'Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope - Prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossico-dipendenza' prevede tra l'altro: che sono esercitate dalle Regioni le funzioni di prevenzione ed intervento contro l'uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti (art.
2) che le Regioni stesse organizzano, dirigono e coordinano le attività sopra descritte, delegando i servizi alle Province ed ai Comuni (art. 90) che il Ministero della Sanità, all'inizio di ogni esercizio finanziario, ripartisce fra le Regioni una parte dei fondi all'uopo stanziati nel bilancio del Ministero stesso (ad 103).
Ai sensi della legge regionale 23/12/1977, n. 62 'Norme urgenti di attuazione della prevenzione e dell'intervento verso le tossico-dipendenze e l'alcoolismo', si rende necessario provvedere all'assegnazione della somma di L. 271.364.900, già stanziata nel bilancio per l' esercizio 1977 agli Enti elencati negli allegati A) e B). Gli Enti di cui all'allegato A) risultano già indicati nella deliberazione del Consiglio regionale n. 115 7167 C.R. adottata il 20/10/1976, in applicazione dell'art. 107 - II comma della legge 22/12/1975, n. 685, mentre quelli di cui all'allegato B) vengono indicati in via provvisoria, come sarà meglio specificato in seguito. Si ritiene opportuno ripartire la somma predetta come segue: a) il 50% dei fondi disponibili (pari a L. 135.700.000) ai Comuni capoluogo di provincia (all. A), per l'importo a fianco di ciascuno di essi indicato, in relazione alla popolazione dell'intera provincia, per l'attuazione delle funzioni previste nella predetta deliberazione del Consiglio regionale (attività amministrativa, raccolta dati, segnalazioni coordinamento, etc.).
b) Il restante 50% (pari a L- 135.664.900) ai Comuni, compresi quelli di cui alla lettera precedente, nell'ambito delle Unita locali dei servizi ai sensi delle leggi 9/7/1976 n. 41 e 8/8/1977 n. 39, oppure ai Consorzi di Comuni, se esistenti o, in difetto, ai Comuni designati dai Comuni della zona o, in difetto, ai Comuni di maggiore dimensione demografica per l'organizzazione dei servizi territoriali atti a garantire l'intervento terapeutico e le attività specialisti, che, previsti dall'art. 90 - III comma - della legge 22/12/1975, n. 685.
Tuttavia, poiché tali attività sono da coordinarsi a livello comprensoriale, appare opportuno procedere ad una preventiva suddivisione in base alla consistenza demografica dei singoli Comprensori B). Si rende quindi necessario dare mandato al Presidente della Giunta regionale per l'individuazione dei Comuni beneficiari, in base ai programmi zonali di intervento, che verranno presentati secondo le esigenze locali.
L'erogazione effettiva delle somme agli Enti di cui all'ali. A) e a quelli, da individuarsi, dell'all. B) sarà subordinata in ogni caso alla presentazione di un programma di massima relativo agli interventi previsti in ogni territorio, nel quale vengono indicate le attività da svolgere, la data di attivazione dei servizi, le modalità relative e la presunta spesa che comunque non dovrà essere superiore agli stanziamenti previsti negli allegati A) e B). Sulla spesa ritenuta ammissibile verrà erogato un 1 acconto del 70%. La seconda rata a saldo verrà corrisposta a seguito di presentazione del conto consuntivo delle spese effettivamente sostenute.
All'impegno relativo sarà provveduto con successivo provvedimento non appena possibile. La liquidazione sarà predisposta con D.P.G.R. ai sensi dell'art. 49 del R.D. 18/11/1923, n. 2440, in relazione all'art. 20 della legge 16/5/1970, n. 281.
Il Consiglio regionale vista la legge 22/12/1975 n. 685 vista la legge regionale 23/12/1977, n. 62 vista la deliberazione del Consiglio regionale del 20/10/1976 n. 115 7167 C.R.
sentita la relazione della V Commissione delibera per alzata di mano di approvare secondo gli allegati A) e B), che fanno parte integrante della presente deliberazione, il piano di riparto della somma di L.
271.364.900 ai sensi della legge regionale 23/12/1977, n. 62 'Norme urgenti di attuazione della prevenzione e dell'intervento verso le tossico dipendenze e l'alcoolismo di autorizzare la Giunta a provvedere con apposito provvedimento all'erogazione delle somme succitate in conformità alle modalità ed ai criteri indicati nella parte motiva della presente deliberazione di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 19/2/1953, n. 62".
Chi approva la deliberazione alzi, la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame delibera Giunta regionale: "Servizio mensa per i dipendenti della Regione - Determinazione del prezzo massimo per pasto a partire dal 1 febbraio 1978"


PRESIDENTE

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: Esame delibera Giunta regionale: "Servizio mensa per i dipendenti della Regione - Determinazione del prezzo massimo per pasto a partire dal 1° febbraio 1978".
La deliberazione è stata sottoposta all'attenzione della I Commissione che ha espresso parere favorevole. Sarà opportuna anche l'immediata esecutività.
Vi sono richieste di interventi? Non ne vedo.
Vi do lettura del testo della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 20/8/1976, n. 43, istitutiva del servizio di mensa a favore del personale dell'Amministrazione regionale preso atto delle proposte formulate dalla Giunta in ordine alla determinazione del prezzo di ogni singolo pasto e alla ripartizione degli oneri rispettivamente a carico dell'Amministrazione regionale e dei dipendenti utenti delibera per alzata di mano di stabilire a partire dal 1° febbraio 1978 nella misura massima di L. 1.800 il costo di ogni pasto fornito ai dipendenti regionali che intendono avvalersi del servizio mensa istituito con la legge regionale n.
43 del 20/8/1976, tale prezzo deve restare fisso fino al 31/3/1979 di stabilire che su tale costo la Regione assuma a proprio carico l'onere di 1.350 lire per pasto, corrispondente alla media delle spese di organizzazione dei servizi e dei costi fissi, mentre rimane a carico del personale regionale utente del servizio mensa il residuo costo di L. 450.
Alla relativa spesa, valutata complessivamente in L. 100.000.000 per il 1978, si fa fronte con lo stanziamento di cui al capitolo del bilancio per l'esercizio finanziario 1978, corrispondente al capitolo 630 del bilancio 1977.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva la deliberazione alzi la mano E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame progetti di legge n. 134 e n. 210 "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'argomento successivo: Esame progetti di legge n. 134 e n.
210: "Norme per il conferimento di incarichi e consulenze nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale".
Relatore è il Consigliere Mario Martini, che ha la parola.



MARTINI Mario, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il progetto di legge sottoposto oggi all'approvazione del Consiglio risponde all'esigenza di dare una corretta attuazione alle norme previste dall'art. 81 dello Statuto.
Il presente testo, approvato all'unanimità dalla I Commissione recepisce i contenuti della proposta di legge 134 e del disegno di legge 210 presentati rispettivamente dal Gruppo democristiano e dalla Giunta regionale e tiene conto dell'apporto dato dalle organizzazioni sindacali del personale regionale.
La normativa proposta si preoccupa innanzitutto di fissare limiti e modalità delle consulenze e degli incarichi stabilendo l'ammissibilità soltanto nel caso in cui la professionalità richiesta o la temporaneità "non consenta l'impiego di personale regionale o la sua formazione, o l'assunzione di nuovo personale mediante concorso pubblico". Con apposite deliberazioni si dovranno stabilire le modalità per il conferimento di consulenze ed incarichi, lo schema di convenzione ed i limiti temporali di affidamento.
La normativa ribadisce peraltro il ruolo prioritario dell'Ires e dell'Esap per l'attività di studio e di ricerca soprattutto per quanto concerne la pianificazione regionale; prevede inoltre che nel conferimento delle consulenze e degli incarichi si dovrà tener conto della legge sull'ordinamento degli uffici e dei piani di utilizzazione e formazione del personale.
In proposito sarebbe perciò opportuna una sollecita presentazione del disegno di legge sulle strutture regionali. Va sottolineato positivamente lo sforzo compiuto per differenziare i concetti di consulenza e di incarico. Per consulenza si intende "lo strumento per l'affidamento e l'espletamento di compiti di collaborazione o di indirizzo di attività svolte dagli uffici regionali; può consistere in studi, ricerche o progettazione. Prioritariamente le consulenze dovranno essere conferite all'Università, al Politecnico, agli Enti ed Istituti di natura pubblica".
Per incarico si intende invece "lo strumento per l'affidamento e lo svolgimento di attività di competenza regionale, cui non è possibile far fronte, data la natura particolare e contingente delle funzioni da svolgere, con personale regionale".
Il personale incaricato è tenuto a rispettare le norme corrispondenti per il personale di ruolo in materia di incompatibilità, orario di lavoro congedo ordinario e divieto di percepire altre indennità; tale personale è funzionalmente dipendente dalla struttura regionale.
Occorre aggiungere che la Commissione, in accordo con la Giunta regionale, ha tenuto conto delle giuste preoccupazioni dei rappresentanti sindacali, del personale in ordine al possibile rischio di costituire una struttura parallela a quella del personale di ruolo.
Tale rischio è superato dalla precisa normativa che stabilisce che "l'incarico non costituisce titolo per l'assunzione in ruolo né per la riduzione dei limiti d'età o per il collocamento prioritario e preferenziale nello svolgimento di pubblici concorsi presso l'Amministrazione regionale".
Inoltre, nel caso in cui l'incarico dovesse superare i sei mesi o dovesse essere prorogato, la Giunta o l'Ufficio di Presidenza che l'ha disposto deve presentare contestuali proposte di modifica all'organizzazione degli uffici e proposte di formazione di personale o di nuove assunzioni ad hoc.
In sostanza la normativa prevede che le consulenze e gli incarichi debbano favorire un processo di formazione e di qualificazione del personale di ruolo verso quelle forme di professionalità elevata che è stato necessario ricercare all'esterno dell'Ente.
La Commissione ha ancora individuato un secondo livello di incarico a contratto, in via del tutto eccezionale e per funzioni particolari che richiedono l'apporto di esperti altamente qualificati; tali incarichi potranno essere affidati soltanto sulla base di preventivo parere espresso dalla Commissione bilancio e programmazione.
E' altresì prevista la possibilità, da parte della Giunta o dell'Ufficio di Presidenza, di costituire commissioni consultive di studio che operino in appoggio alle strutture regionali.
Infine l'esigenza di pubblicizzare opportunamente le deliberazioni di consulenze ed incarichi ha trovato riscontro nella normativa che stabilisce che la Giunta o Ufficio di Presidenza devono comunicare in seduta di Consiglio, entro 15 giorni, sulle deliberazioni adottate. Con l'approvazione del presente testo di legge viene abrogata infine la legge regionale 9/1/1973, n. 1.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

La relazione del collega Martini è corretta e perfetta. Non c'è da spendere o da aggiungere una parola di più per sottolineare l'opportunità di approvare il disegno di legge e per scrivere la parola "fine" alla lunga diatriba che ha caratterizzato la prima parte della seconda legislatura in Commissione e in aula. In Commissione c'é stato un lungo e lento dibattito sono stati utili periodi di decantazione per esaminare la materia. Non sono mancate certe asprezze di toni alle quali non ho partecipato, limitandomi a tenere la testa china sul tavolo, scacciando la mosca dal naso per un dignitoso rispetto al concetto del pluralismo.
Siamo pluralisti, siamo pacifisti, siamo internazionalisti, siamo anche ecumenisti al limite, ma non fessi. Allora occorre stabilire le condizioni in cui avvengono i processi. Comunque la Commissione è pervenuta ad una conclusione, sperando che non si verifichi più il processo alle intenzioni alle situazioni di luci e di ombre, di non conoscenza della realtà. I contenuti sono già stati illustrati. Per noi il disegno di legge va bene e lo votiamo favorevolmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

In Commissione abbiamo espresso voto favorevole al testo legislativo risultante dall'unificazione del progetto di legge n. 134 che il nostro Gruppo aveva presentato e del disegno di legge della Giunta n. 210 Desideriamo pertanto dare una motivata spiegazione dell'atteggiamento che ha fatto si che un nostro collega di Gruppo accettasse di svolgere la relazione, circostanza che si verifica quando presentiamo una nostra proposta che viene poi assorbita in un testo unitario.
Senza acuire in questa occasione le polemiche, vorrei richiamare l'iter che ci ha portato oggi alla votazione, iter che non si è fermato al processo alle intenzioni, ma partiva da dati di fatto obiettivi.
Al collega Bellomo vorrei dire che siamo tutti pluralisti. Sin dai primi mesi di attività della Giunta attuale avevamo avvertito che il modo di procedere dell'amministrazione regionale nell'affidamento delle consulenze era abnorme e anacronistico, Infatti, attraverso le consulenze la Giunta inseriva nei quadri regionali una nuova struttura, assai retributiva, che mortificava il personale regionale sotto il profilo economico e del funzionamento. La maggior parte dei consulenti aveva si delle caratteristiche di professionalità, ma aveva soprattutto un orientamento politico. Avevamo ritenuto che questo modo di procedere non rispondesse a corretti criteri politici ed amministrativi. Limitando l' esame ai primi anni di attività della Giunta, avevamo svolto un'indagine in ordine agli affidamenti delle consulenze. E' naturale quindi che il controllo critico del nostro Gruppo di opposizione si sia attentamente soffermato su questo problema presentando una prima interpellanza il 12/11/1976 e una mozione nella seduta del 23 dicembre del 1976.
Il 20 ottobre 1976 il Gruppo democristiano aveva presentato un progetto di legge in argomento (il n. 134) col chiaro scopo di sollecitare la Giunta ad una puntuale regolamentazione della materia.
Solo l'8 giugno 1977 la Giunta ha presentato un suo disegno di legge.
La materia dopo molte incertezze è stata seriamente affrontata in I Commissione negli ultimi due mesi ed oggi finalmente viene all' esame del Consiglio.
Il testo in discussione è completamente nuovo rispetto alle precedenti proposte e rappresenta il frutto di un serrato confronto fra la Giunta (presente in Commissione nella persona del Vice Presidente Bajardi) e le varie forze politiche.
Riteniamo che anche in questa fase sia stato stimolante e notevole il contributo del nostro Gruppo, Siamo favorevoli a questo testo perch pensiamo che esso serva a mettere ordine nella materia e ad eliminare quelle discussioni che più volte abbiamo sottolineato.
Rileviamo innanzitutto che l'attuale testo legislativo presenta un pregevole carattere di sistematicità con una precisa distinzione tra "consulenze", "incarichi" e "incarichi a contratto" e riteniamo che anche la chiarezza legislativa sia opportuna in questa materia.
Sotto il profilo del controllo politico pensiamo che rilevanti (e quindi qualificanti la legge) siano la norma relativa alla pubblicità contenuta nell'art. 8 (la Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale entro 15 giorni dalla loro adozione, in seduta di Consiglio danno comunicazione delle relative deliberazioni) e la norma dell'art. 5 secondo cui gli incarichi a contratto devono essere sottoposti al preventivo parere della Commissione programmazione e bilancio.
Ritenendo questa legge una tappa significativa della lunga battaglia condotta sul tema delle consulenze il Gruppo D.C. si accinge a manifestare il proprio voto favorevole.
Desideriamo tuttavia, prima di esprimere questo voto, chiedere alla Giunta, che peraltro si è già pronunciata in Commissione, la conferma di due impegni : 1) che il ricorso a incarichi a contratto previsti dall'art. 5 abbia veramente carattere del tutto eccezionale e che con questi incarichi non si vogliano creare strutture politiche da sovrapporre in alcuni settori di attività 2) che la materia delle consulenze e degli incarichi venga poi inserita per un criterio di organicità nella prima vasta trattazione delle norme sul personale e sulle strutture che occorrerà quanto prima affrontare.
Nel momento del varo di questa legge esprimiamo certo soddisfazione per il passo in avanti che la Regione nel suo complesso compie in un delicato settore amministrativo, ma avvertiamo anche la maggioranza che la nostra attenzione e la nostra vigilanza non verranno meno.
Saremo degli osservatori attenti perché la legge abbia puntuale e corretta applicazione.
Il Consiglio si appresta a varare un buon strumento di operatività.
Occorrerà applicarlo con rigore e con correttezza per poter veramente dire che nella seconda parte della legislatura in tema di consulenze si è veramente voltato pagina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anticipo che darò al disegno di legge voto negativo, voto che mi pare confortato anche dall'atteggiamento curioso che ha tenuto il Vice Presidente Bellomo, il quale è venuto a confessare che non credeva poi tanto alla verginità di qualcuno che su questo argo mento faceva dello scandalo Penso che si riferisse al fatto che in Commissione una mosca continuava a girare sotto il naso.
Ho presentato due emendamenti che dovrebbero dare chiarezza alle modalità di fissazione dei compensi, perché la genericità dell' art. 7 e inaccettabile. Siccome poi non mi piace assolutamente quanto è stato detto e cioè che si tende a mettere la parola "fine", anticipo in questa sede che farò richiesta formale, perché su questa materia venga fatta un'indagine approfondita, per avere un punto di riferimento obiettivo nella valutazione della successiva attività della Giunta. A mio avviso occorre accertare con un'indagine corretta, obiettiva, aperta ai rappresentanti dei collaboratori regionali, ai Gruppi politici, ai sindacati, se le consulenze affidate rispondessero o meno a reali esigenze e, in secondo luogo, se vi fosse convenienza ad affidare tali consulenze e incarichi. L'indagine dovrebbe servire per rapportare il risultato pratico dato dai collaboratori al costo reale, concreto, effettivo, non solo quello che appare nelle deliberazioni.
Un'indagine precisa sulla corrispondenza delle somme deliberate e pubblicate e delle somme effettivamente corrisposte. In qualche caso si è verificato uno scollamento, non rilevantissimo, ma certamente curioso per gli effetti fiscali che esistono tra la deliberazione di affidamento dell'incarico e l' accorpamento delle diverse voci nella convenzione.
Infine, proprio per la credibilità dell'istituzione, va fatta un'indagine approfondita per accertare se sul prodotto effettivo dato dai consulenti non si sia concretata di fatto, anche contro la volontà della Giunta, la gestione di un'attività di Partito. Alcuni Assessorati hanno al loro interno molti rappresentanti di Partito e questo mi pare un aspetto estremamente delicato Un Partito non deve essere rappresentato nell'Assessorato, ma qualora lo debba essere e in effetti lo é, deve esserlo solo dall'Assessore L'Assessorato - ricordiamocelo tutti rappresenta una posizione di potere non indifferente, quindi non ci sembra serio che al vertice di un Assessorato vi siano operatori esterni, non vincolati dal rapporto di subordinazione come sono i dipendenti che devono rispondere in termini gerarchici nei confronti nostri, e non vincolati dall'impegno politico al quale è sottoposto l'Assessore che qui, risponde politicamente In qualche caso mi pare si debba andare a verificare a fondo se certe consulenze non siano finite per essere degli incarichi di Partito veri e propri, non nel senso ragionieristico di remunerazioni a persone che in definitiva si occupano pili della vita di partito che non del lavoro della Regione ma sotto il delicato aspetto politico di situazioni in cui personaggi al vertice di Assessorati rappresentano un feudo e una leva di potere di partiti politici nell'ambito della maggioranza, circostanza inaccettabile, inconveniente al quale la presente legge non mi pare ponga rimedio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Questo provvedimento di legge ha la caratteristica di dare una definizione legislativa corretta e politicamente controllabile ad uno strumento a cui si è fatto ricorso in passato e anche in questi due anni di legislatura L'intervento del Consigliere Marchini è pregiudiziale e negativo per il carattere dr non chiarezza dei giudizi e delle illazioni e per il tipo di attacco alle istituzioni,o Avremo modo di ritornare su questi argomenti con dati e documenti, Nel momento in cui si tenta di portare l'Ente Regione ad una migliore definizione, con uno strumento politicamente controllabile, in relazione alle reali esigenze dell' Ente stesso, il tipo di posizione espressa dal Consigliere Marchini deve essere battuta attraverso la forza e la trasparenza dei numeri e dei dati.
In merito alla formulazione unitaria del provvedimento penso sia giusto rivendicare da parte del Gruppo della D.C. la primogenitura della proposta ed il merito di averla portata avanti con i punti di riferimento che riemergono negli articoli del testo definitivo Ma questo non e stato soltanto un problema della D.C. perché l'intenzione di regolamentarlo e di trovare una forma politicamente controllabile dell'istituto delle consulenze è l'obiettivo di tutta la Regione, della maggioranza. E' senz'altro un interesse primario del mio Gruppo per ché ritiene che nella corretta applicazione degli istituti previsti e nella definizione legislativa stia tanta parte della credibilità delle istituzioni stesse.
I risultati ottenuti sul piano legislativo sono largamente positivi ed accettabili, ne è risultato un disegno di legge per pochi illusi articolato con una sistematica chiarezza che non avevamo nella precedente regolamentazione legislativa; in esso vi sono le responsabilità della Giunta ed anche del Consiglio perché quest'ultimo, proprio in ordine ai discorsi che abbiamo fatto sulla centralità, può e deve avere dei momenti di consulenza tecnica particolarmente qualificata. Tutto questo, però, deve avere criteri di esplicazione, di conoscenza, di informazione e quindi di controllo, perché l'uso di questo strumento deve apparire trasparente nell'azione amministrativa e politica del governo regionale. E' importante ribadire che nostro Gruppo era particolarmente interessato ad approvare la legge e lo hanno dimostrato il modo e la continuità con cui si è lavorato in Commissione. E' indubbio che l'argomento così delicato può prestarsi a strumentalizzazioni e qui abbiamo sentito una eco di momenti di contrapposizione. Il nostro Gruppo vi ha attribuito e vi attribuirà il giusto valore, e la maggioranza lo dimostrerà nel modo con cui si atterrà scrupolosamente e rigidamente ai dettati della legge, E' un salto di qualità notevole, è il superamento di steccati, di discriminazioni, di argomenti dequalificanti e scandalistici. Se si considerano con maggiore realismo le strade nuove, che la Regione vuole percorrere verso la programmazione, verso la pianificazione territoriale e verso la messa in opera di nuovi e diversi provvedimenti legislativi con un Ente attrezzato diversamente dai Ministeri e dal Parlamento, con un Ente nato da pochi anni, in questo senso si spiega l'uso che nei primi tempi venne fatto dell'istituto della consulenza e dell'incarico certamente più dimensionato rispetto a quello che riteniamo debba essere oggi, a trenta mesi dall'assunzione della responsabilità di governo. Lo sforzo che dobbiamo compiere non è tanto di approvare la legge, quanto di comprendere in un sistema pluralistico e in un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio e tra maggioranza ed opposizione che gli interessi sono comuni. Il rigore e la massima attenzione devono essere criteri di fondo del buon amministrare.
Esprimiamo dura condanna ed anche una stigmatizzazione profonda nei confronti di chi, anziché accingersi correttamente a votare la legge e garantirne l'applicazione, preferisce fare dello scandalismo e delle illazioni gravi che non hanno fondamento. Sono facili scandalismi che possono andare bene per giornali diretti da una certa parte politica che non ha mai risparmiato la sua visione del mondo soprattutto nei confronti delle amministrazioni che, correttamente, con duro sforzo e con duro lavoro, cercano di governare la cosa pubblica, anche sbagliando. La legge non è soltanto frutto della Giunta e della maggioranza, ma è frutto del contributo di tutte le forze politiche che hanno l'interesse obiettivo a votarla e ad applicarla.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Desidero fare una precisazione di carattere personale che ritengo doverosa. Ho sorriso quando il Consigliere Bellomo ha definito la relazione pluralista e pacifista. In realtà, la mia e una relazione pluralista e pacifista, ed è estremamente tecnica perché mette in rilievo il fatto che questa legge disciplina un settore che finora non era stato mai disciplinato. Se la legge sarà approvata avremo uno strumento legislativo e ritengo doveroso precisare che, sulla base di questo strumento legislativo avrò possibilità, e me ne avvarrò sicuramente, di avanzare delle interrogazioni e delle interpellanze per quei casi che già in passato hanno creato delle perplessità e che sono stati l'occasione che ci ha mossi a proporre un progetto di legge di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta regionale Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Per ricostruire la storia di questo progetto dovremmo partire dalla prima proposta della Giunta regionale che risale al 1975. I problemi complessi che si erano presentati, uno dei quali è stato l'impatto con l'esperienza della programmazione, avevano fatto sì che l'iter della legge rallentasse e che su di essa maturassero molti pensieri. Il Gruppo della D.C. ha presentato una propria proposta di legge. Su questo complesso è intervenuta la Giunta regionale e negli ultimi quattro mesi si è lavorato collegialmente all'interno della Giunta stessa. Anche se è sempre possibile fare meglio sia in questa come in altre materie, ritengo che abbiamo prodotto un documento che permette alla collettività, in primo luogo, e al Consiglio, inteso come la più alta espressione della collettività, di esercitare il doveroso controllo sull'attuazione della legge e un corretto rapporto tra Consiglio e organizzazioni sindacali.
La legge è stata integrata dalla discussione parallela che si è svolta con le organizzazioni sindacali, approdata poi ad un verbale di accordo attraverso il quale si organizza anche l'apporto delle organizzazioni sindacali ai complessi e non semplici meccanismi che debbono essere coerenti con lo spirito della legge. Essa spesso fa riferimento alla politica di programmazione,ai programmi di attuazione a livello assessorile ed a livello dipartimentale e gli incarichi e le verifiche conseguenti dovranno essere valutati in questa ottica. Mi preme sottolineare l'aspetto della formazione, non volendo con questo dare un giudizio nei confronti del personale, ma prendendo atto che con il nostro intervento produciamo nuovi livelli capaci di soddisfare esigenze della collettività e di confrontarsi con la realtà della Regione. Ciò richiede un processo di graduale adeguamento delle strutture ma anche della capacità di operare del personale regionale. E' quindi un processo di crescita permanente, di partecipazione attiva, meno subordinata alle decisioni calate dall'alto. Il personale è tenuto a rispettare le scelte politiche del Consiglio e della Giunta ma è tenuto ad operare con fantasia, con capacità creativa facendo evolvere e crescere le stesse decisioni. Questo obiettivo è da perseguire con fatica e tenacia. Sono stati concordati alcuni punti con le organizzazioni sindacali che, non essendo questioni legislative, non sono inclusi nella legge; ma con la legge si integrano. Essi sono: l'istituzione, di intesa con le organizzazioni sindacali, di un'apposita Commissione per l'esame delle questioni connesse al conferimento di consulenze ed incarichi. A questa Commissione sono anche affidati: l'esame dei piani di utilizzo in attuazione dei programmi di dipartimento e di Assessorato, nonché l'esame dei piani di formazione per il personale regionale previsti dalla legge in questione, l'esame dei criteri generali per la predisposizione degli schemi - tipo di convenzione da applicare affinché si possano realizzare le premesse indispensabili perché avvenga in concreto l'integrazione dell'attività dei consulenti o degli incaricati con quella del personale.
Si opererà affinché le consulenze e gli incarichi conferiti precedentemente all'approvazione della legge sulle consulenze siano, ove possibile ("ove possibile" ha un significato esclusivamente giuridico, in quanto sono atti già stilati) siano conformati ai principi di cui all' art.
2, 6° e 7° comma, del testo di legge presentato per quanto riguarda il collegamento con le strutture regionali e le modalità di espletamento degli incarichi. Una lettura attenta di questo verbale di accordo che integra il testo della legge crea condizioni per un controllo puntuale e sistematico e, condividendo la valutazione espressa dal Consigliere Bontempi, crea una garanzia all'opposizione, ma, prima ancora, crea una garanzia alla maggioranza che vuole essere all'altezza degli obiettivi prefissati e che quindi ha tutto l'interesse di creare meccanismi di controllo per uscire da errate interpretazioni, che possono anche essere escluse a priori usufruendo di un meccanismo corretto. I dibattiti sulla legge delle strutture e sulla legge del personale saranno rapportati a questa legge e forse potranno creare le condizioni per un suo totale superamento all'interno di un contesto più generale in una situazione più evoluta dal punto di vista della riorganizzazione delle strutture regionali e del processo di formazione del personale ossia, leggo testualmente il documento: "l'affidamento di consulenze od incarichi è strumento cui l'amministrazione intende ricorrere in forma sempre più decrescente ed esclusivamente nell'ottica di cui all'art. 1 del disegno di legge". Questo impegno è stato assunto dalla Giunta e confermato in sede di Commissione.
E' una sperimentazione che potrà registrare in un futuro, il più vicino possibile, una situazione radicalmente nuova, con un crescente adeguamento delle strutture e del personale regionale agli obiettivi e alle finalità dell'amministrazione.
Esprimo un ringraziamento ai colleghi della Commissione ed a quanti hanno contribuito alla formulazione della legge. La carica morale che ci anima quando dobbiamo risolvere Problemi che non sono solo ascrivibili a deficienze personali, ma sono il riflesso di un'evoluzione a cui tutti contribuiamo, ci fa essere responsabili, non solo personalmente, di quanto abbiamo compiuto nel periodo precedente e ci mette in condizione di corrispondere in modo più compiuto agli interessi della collettività soprattutto quando si tratta di questioni che hanno diretta attinenza con il personale al quale possiamo parlare a testa alta se riusciamo non solo a chiamarlo al massimo impegno, ma anche a creare condizioni istituzionali e Giuridiche tali da permettergli soddisfazioni materiali e morali.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Possiamo passare all'esame degli articoli e alla votazione della legge.
"Articolo 1 - Finalità. Per lo studio e la ricerca in merito a problemi di particolare rilievo scientifico, tecnico e legislativo connessi allo svolgimento di funzioni regionali In attuazione di programmi di dipartimento o di Assessorato, per la soluzione di problemi richiedenti specifica competenza professionale od iscrizione in albi professionali; per l'esplicazione a tempo limitato di mansioni specializzate, e ammesso il conferimento di consulenze ed incarichi ad Enti o persone estranee all'Amministrazione regionale, solo quando la professionalità richiesta o la temporaneità del suo utilizzo non consenta l'impiego di personale regionale o la sua formazione o l'assunzione di nuovo personale mediante pubblico concorso, oppure quando non sia possibile provvedervi con le strutture dell'Istituto di ricerca regionale e degli Enti regionali.
Nel conferimento delle consulenze e degli incarichi si dovrà tener conto della legge sull' ordinamento degli Uffici, dei piani di utilizzazione e di formazione per il personale regionale.
Per gli studi e le ricerche per la predisposizione dei piani regionali dei piani settoriali e dei piani per aree sub-regionali, la Regione si avvale di regola dell'Istituto di ricerche economico-sociali (Ires) e dell'Ente per lo sviluppo dell'agricoltura del Piemonte (Esap)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 44 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
"Articolo 2 - Disposizioni generali. Le deliberazioni per il conferimento delle consulenze e degli incarichi sono adottate dalla Giunta o dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio nell'ambito degli stanziamenti dr bilancio all' uopo espressamente previsti.
I suddetti stanziamenti debbono essere documentati con programma previsionale annuale.
Tali deliberazioni devono Determinare l'oggetto, i termini, le condizioni e le modalità per l'espletamento delle consulenze e degli incarichi, il relativo impegno dr spesa e lo schema di convenzione da stipularsi.
Lo schema di convenzione deve prevedere il programma di svolgimento della consulenza o dell'incarico nonché il collegamento dell'attività da espletarsi con le strutture degli uffici regionali esistenti o da organizzare.
Consulenze ed incarichi possono essere affidati soltanto per un periodo di tempo determinato, comunque non superiore a 6 mesi, tranne casi eccezionali, in cui possa agevolmente prevedersi, sulla base del programma di cui sopra, un impegno di lavoro non espletabile entro tale termine.
Il termine fissato può essere prorogato solo per giustificati motivi per una volta soltanto nonché per quanto riguarda gli incarichi, secondo le disposizioni di cui al successivo art. 4, comma settimo.
Consulenze ed incarichi devono essere utilizzate in modo da favorire il determinarsi di un processo di formazione e qualificazione del personale e degli apparati regionali verso quelle professionalità particolari ed elevate che risultino indispensabili, all'interno dell'organizzazione regionale, all'espletamento delle funzioni regionali, dopo un periodo di utilizzo limitato ed eccezionale.
A tal fine, al compimento di attività di consulenza o di incarico è prevista la costituzione, almeno una volta all'anno, di gruppi di lavoro (composti da funzionari regionali, consulenti, incaricati) per la predisposizione, sulla base dei risultati delle consulenze e/o degli incarichi di proposte di formazione e qualificazione per il personale regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 2 e approvato.
"Articolo 3 - Consulenze. La consulenza è lo strumento per l'affidamento e l'espletamento di compiti di collaborazione o di indirizzo di attività svolte dagli uffici regionali; può consistere in studi ricerche o progettazioni.
Le consulenze affidate dalla Giunta regionale o dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio, nell'ambito delle proprie funzioni istituzionali possono essere conferite a : a) Università e Politecnico b) altri Enti ed istituti scientifici di natura pubblica c) organismi specializzati; esperti o professionisti di provata esperienza ed elevata capacità professionale da incaricarsi individualmente o collegialmente, in relazione alla natura e complessità dei problemi oggetto della consulenza.
Nel conferimento di consulenze, dovrà essere, di regola, rispettato l'ordine di priorità previsto nel comma precedente. In nessun caso le consulenze potranno essere conferite a ex dipendenti di. Amministrazioni pubbliche collocati a riposo con applicazione dei benefici previsti dal D.P.R. 30/6/1972 n. 748".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Incarichi. L'incarico è lo strumento per l'affidamento e lo svolgimento di attività di competenza regionale, cui non è possibile far fronte, data la natura particolare e contingente delle funzioni da svolgere, con personale regionale.
Tali incarichi possono essere conferiti, ai sensi dell'art. 81 - quinto e sesto comma dello Statuto - a persone singole, secondo le disposizioni della presente legge. Vale per gli incarichi sopraddetti il divieto di cui all'ultimo comma del precedente art. 3.
Il personale incaricato ai sensi del presente articolo è tenuto all'osservanza delle disposizioni concernenti le incompatibilità e le responsabilità previste per i dipendenti di ruolo dell' Amministrazione regionale di Corrispondenti funzioni, quelle relative all'orario dr lavoro al congedo ordinario e al divieto di percepire altre indennità.
Inoltre il personale incaricato e tenuto a curare il collegamento con la struttura regionale, cui è funzionalmente dipendente, nonch collegamento con il personale regionale con cui opera, secondo quanto previsto dalla convenzione d'incarico.
L'incarico svolto non costituisce titolo per l'assunzione in ruolo, ne per la riduzione dei limiti d'età o per il collocamento prioritario o preferenziale nello svolgimento di pubblici con corsi presso l'Amministrazione regionale.
Quando l'incarico debba essere affidato per un periodo di mesi superiore a 6 o debba essere prorogato a norma del precedente art. 2, la Giunta regionale o l'Ufficio di Presidenza del Consiglio che ha disposto l'incarico presenta contestualmente proposte di modifica dell'organizzazione degli uffici regionali e proposte per la formazione del personale regionale o per l'assunzione del personale occorrente, ove si riscontri l'esigenza di continuare ad avvalersi del tipo di professionalità richiesto con l'incarico affidato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
"Articolo 5 - Incarichi a contratto, a tempo determinato. In via eccezionale e per funzioni particolari che richiedono conoscenze altamente specializzate, non riscontrabili fra il personale regionale, la Giunta ed il Consiglio regionale, possono ricorrere all'istituto dell'incarico stipulando con professionisti ed esperti contratti a tempo determinato, che comunque non si protraggano oltre la legislatura del Consiglio regionale nel corso della quale sono stati conferiti Questi incarichi saranno sottoposti al preventivo parere della Commissione programmazione e bilancio.
Nella convenzione fra la Regione e gli esperti, di cui al comma precedente, oltre il trattamento economico dovrà essere definito: il programma di svolgimento dell'incarico, l'integrazione dell'attività degli incaricati con quella delle strutture e degli uffici regionali, nonché il collegamento funzionale con le unità organizzative della Regione.
Valgono per gli incarichi di cui al presente articolo, le disposizioni previste dal precedente art. 4, 3° - 4° - 5° e 6° comma".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI



PRESIDENTE

"Articolo 6 - Commissioni consultive di studio. La Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, per le finalità e gli scopi indicati dall'art.
1, con le modalità di cui all'art. 2, comma 1° - 6° e 7°, possono altresì costituire Commissioni consultive di studio composte anche da professionisti o da esperti esterni all'Amministrazione regionale; esse operano in appoggio alle strutture e agli uffici regionali.
Ai componenti esterni delle suddette Commissioni spettano i compensi di cui alla legge regionale 2/7/1976, n. 33".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 6 è approvato "Articolo 7 - Compensi. I compensi per le consulenze e gli incarichi devono essere di regola stabiliti sulla base delle tariffe professionali vigenti per le attività oggetto dell'incarico o per quelle più affini oppure sulla base delle tariffe normalmente praticate dagli Enti, Istituti ed organismi di cui al 20 comma dell'art. 3, oppure devono essere ragguagliati sugli emolumenti reali corrisposti ai dipendenti regionali che svolgono analoghe funzioni, in riferimento al tipo di risultato richiesto ed effettuato o comunque sulla base dell'oggettiva entità della prestazione espletata." E' stato presentato un emendamento sostitutivo dal Consigliere Marchini; l'articolo 7 e sostituito come segue: "I compensi per le consulenze e gli incarichi devono essere stabiliti come segue: a) per i professionisti a piè dr parcella liquidata dal competente ordine b) per gli Enti, istituti ed organismi di cui al 2° comma dell'articolo 3 sulla base delle tariffe normalmente praticate c) per gli esperti, i compensi devono essere ragguagliati sugli emolumenti reali corrisposti ai dipendenti regionali che svolgono analoghe funzioni, in riferimento al tipo di risultato richiesto ed effettuato o comunque sulla base della oggettiva entità della prestazione espletata".
Il Consigliere Marchini desidera illustrarlo? Ne ha facoltà



MARCHINI Sergio

Ritengo che in una legge la parola "oppure" non sia molto attinente al tipo di preoccupazione che il Vice Presidente della Giunta ha espresso. La legge deve indicare esplicitamente gli strumenti di intervento in questa delicata materia e non deve lasciare niente al discrezionale (fra qualche mese tutti avranno diritto, io avrò il dovere, di scambiare le reciproche scuse su quanto è stato detto di non perfetto). Mi sono limitato, senza cambiare le parole della Giunta, a distinguere 3 categorie destinatarie di questa legge: i professionisti, i quali dovrebbero essere liquidati dal competente ordine e non dall'Assessore gli Enti che dovrebbero essere liquidati in base alle proprie tariffe gli esperti.
L'esperto o è un professore universitario o è inserito in un Ente o è un professionista; se non è niente di tutto questo è un laureato di prima nomina che la Giunta qualifica "praticante procuratore" perciò lo considererei nella categoria ultima che è comprensiva di coloro che non sono né professionisti né facenti capo ad Enti e società, quindi dovranno essere pagati in termine "inadeguato" con i criteri stabiliti dalla Giunta.
La Commissione stessa ha individuato i criteri, ragguagliabili agli emolumenti reali dei dipendenti; mi sono limitato a considerare 3 categorie e a cercare di capire se la legge intende dire questo. Se intende dire questo è bene esplicitarlo, se invece intende lasciare di nuovo tutto nell'indeterminato come prima, respingiamo pure l'emendamento; in questo caso però vorrà dire che l'articolo 7 non significa assolutamente nulla perché la Giunta sarà libera di liquidare un professionista secondo una parcella che verrà valutata discrezionalmente dall'Assessore, l'esperto come un professionista ed il professionista come un esperto.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Portare delle correzioni in tali situazioni si rischia di fare in modo che il rappezzo sia peggiore del buco. Chiedo al Consiglio il mantenimento del testo integrale. Mi pare che questa formulazione contenga già i criteri e le priorità richiamati dal Consigliere Marchini e possano già garantire un approccio alla soluzione del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Poiché il Vice Presidente della Giunta ha dato un'interpretazione del mio emendamento quale chiave di lettura dell'articolo che andiamo ad approvare, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione dell'art. 7.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
"Articolo 8 - Pubblicità. La Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale entro 15 giorni dalla loro adozione, in seduta di Consiglio, danno comunicazione delle relative deliberazioni.
Saranno inoltre comunicati rispettivamente all'Ufficio di Presidenza del Consiglio ed alla Giunta, nei casi in cui siano previsti, i testi delle relazioni e degli elaborati conclusivi degli studi, ricerche o consulenze effettuate".
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo dal Consigliere Marchini: "di seguito alla terza riga si aggiungano le parole: 'e di quelle obbligatorie, attuative delle convenzioni' ".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Torno sull'argomento che ha fatto imbufalire l'amico Bontempi. In qualche caso la convenzione non copia "letteralmente" la deliberazione.
Sono quelle frange che possono far nascere delle preoccupazioni. Il mio emendamento tende a richiedere che le convenzioni vengano approvate con deliberazione e che questa, come tale, venga pubblicata.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Marchini incorre in un errore; la convenzione è parte integrante della deliberazione ed è contemporanea. Semmai si può rilevare che alla deliberazione non è allegata la convenzione: questo è un altro discorso. Solo in occasione della deliberazione assunta per i danni alluvionali del mese di maggio, è stata assunta una deliberazione di incarico senza la convenzione, la quale però venne stesa il giorno successivo. Dal punto di vista giuridico non mi pare sia possibile una convenzione difforme dal testo della deliberazione: sarebbe un reato perseguibile.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini mantiene l'emendamento?



MARCHINI Sergio

Ritiro l'emendamento, tuttavia la preoccupazione rimane perché è un mini, rischio che può produrre delle maxi conseguenze e cioè che una deliberazione di un milione diventi nella convenzione un milione e 50 mila lire perché ci si è dimenticati del bollo. Intendo riferirmi a cose di questo genere. L'interpretazione del Vice Presidente è corretta e precisa pero, a mio avviso, non dà alla Giunta la tranquillità e la garanzia nel momento attuativo del rapporto della convenzione. La legge parla di schema di convenzione, però nel contenuto della convenzione ci possono essere queste differenze. Se la Giunta ritiene di assumersi la responsabilità di mantenere questo margine di rischio che la convenzione non corrisponda e non sia sanata da altro atto deliberativo, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente della Giunta, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vice Presidente della Giunta regionale

Alla luce dell'esperienza di questo ultimo periodo nel corso del quale ci sono state molte modificazioni nel regime fiscale, posso rassicurare il Consigliere Marchini che nel caso in cui vi fossero delle modificazioni non attinenti al contenuto della convenzione, che comportano un maggiore esborso a carico della Regione, non sono in imbarazzo nel dire che sr procederà con una nuova deliberazione e all'aggiornamento delle cifre, con la reale motivazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'art. 8.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
"Articolo 9 - Oneri finanziari. Agli oneri finanziari derivanti dall'applicazione della presente legge si fa fronte con gli stanziamenti di cui al capitolo n. 2250 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1978 e del bilancio degli anni successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art 9 è approvato.
"Articolo 10 - Norma finale. La legge regionale 4/1/1973, n. 1 è abrogata".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 44 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Commercio ambulante

Esame delibera Giunta regionale: "Legge 19/5/1976 n. 398. Indicazioni programmatiche e direttive generali concernenti il commercio in forma ambulante".


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto undicesimo all'ordine del giorno: Esame delibera Giunta regionale: "Legge 19/5/1976 n. 398. Indicazioni programmatiche e direttive generali concernenti il commercio in forma ambulante".
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Luciano, relatore

Questa deliberazione avrebbe dovuto essere approvata prima della fide dell'anno stando alle disposizioni di legge in materia. Senonché la IV Commissione ha ritenuto di aggiornare la questione per un approfondimento anche se la deliberazione era stata discussa ampiamente presso l'Assessorato con la Commissione competente della quale facevano parte Consiglieri della maggioranza e della minoranza. Tuttavia nell'approfondimento si è ritenuto dr apportare alcune variazioni tecnicamente opportune. Poiché l'Assessorato ha accolto quelle modificazioni, la Commissione ha riapprovato il testo della deliberazione e lo ha trasmesso al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Vi e ancora una proposta di emendamento al testo che viene ora illustrata dall'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

A pag. 9 riga 17, in caso di sub-ingresso venivano precisati dei criteri sulla base dei quali i Comuni avrebbero dovuto registrare le autorizzazioni. A seguito di questa determinazione può sorgere oggettivamente il problema di un secondo o di un terzo sub-ingresso.
Abbiamo rielaborato i criteri precisando le norme nel caso del secondo o del terzo sub-ingresso, che naturalmente può essere di diverso Comune o di diversa Provincia e abbiamo presentato l' emendamento che i Capigruppo hanno a disposizione. E' una pura e semplice modifica di carattere tecnico.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista le legge 19/5/1976 n. 398 e il relativo regolamento di esecuzione vista la proposta della Giunta regionale contenuta nei relativi allegati formulata previo conforme parere della Commissione regionale ambulanti delibera per alzata di mano di approvare i criteri ispiratori, le indicazioni programmatiche e le direttive generali per il commercio in forma ambulante così come risultano negli allegati A e B che si richiamano a far parte integrante e sostanziale del presente provvedimento.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'articolo 65 dello Statuto".
Chi approva la deliberazione alzi la mano. E' approvata all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame delibera Giunta regionale: "Legge regionale 25/10/1977 n. 51 Modalità relative all'applicazione dell'art. 3 comma quarto, lettera b) e lettera c)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare un' altra delibera della Giunta regionale: "Legge regionale 25/10/1977 n 51. Modalità relative all'applicazione dell'art. 3 quarto comma, lettera b) e lettera c)".
La III Commissione ha approvato a maggioranza la deliberazione in oggetto.
Ha facoltà di parola il relatore, Consigliere Besate.



BESATE Piero, relatore

Questa deliberazione applica il dettato dell'art. 3 secondo il quale la Giunta individua i criteri di ripartizione dei membri che devono essere designati dalle organizzazioni sindacali agricole e dal personale. Nulla da dire sul personale con designazione per votazione a scrutinio segreto circa la ripartizione dei 12 rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e dei sindacati dei lavoratori agricoli, la Giunta ha proposto di suddividere la ripartizione in: 3 rappresentanti dei sindacati dei lavoratori agricoli 9 rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole.
In sostanza è la ripartizione che proponeva il progetto di legge presentato dai Gruppi comunista, socialista, socialdemocratico liberaldemocratico e repubblicano, poi emendato con la dizione che demanda alla Giunta la proposta di questa ripartizione. Evidentemente quella prima formulazione aveva già tenuto conto che la ripartizione sarebbe avvenuta secondo quanto proposto dalla Giunta. Questo non significa che si è ritornati al primitivo testo, perché avendo demandato alla Giunta di fare la proposta, la ripartizione non è irrigidita da un testo di legge, ma è suscettibile di modifiche. Questa formulazione e questa ripartizione trovano l'accordo dei Gruppi che avevano presentato il progetto di legge.
L'altra fase, che oggi non è all'ordine del giorno, riguarda la designazione dei 13 esperti direttamente da parte del Consiglio regionale.
Nella ripartizione delle percentuali interverranno accordi che sostanzialmente e politicamente potranno apportare correzioni per riequilibrare ciò che per qualche Gruppo può apparire squilibrato, In particolare verrà consentito ad ogni Gruppo dell'arco costituzionale di essere presente nella gestione dell'Ente di sviluppo agricolo come riteniamo sia necessario trattandosi di Ente strumentale dell'agricoltura.
Per questa ragione il nostro Gruppo sostiene la deliberazione e ne raccomanda la votazione favorevole.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il nostro Gruppo in Commissione aveva espresso parere negativo alla suddivisione così come viene stabilita nella deliberazione.
L'aver stabilito la suddivisione attraverso una deliberazione e non attraverso una legge e un passo in avanti perché, come dice il collega Besate, sarà possibile e più facile apportare eventuali modifiche nel futuro- Tuttavia dobbiamo rilevare che tutte le organizzazioni professionali dei coltivatori hanno ritenuta eccessiva la presenza dei lavoratori dipendenti, tenuto anche conto che essi possono essere rappresentati anche da rappresentanti del personale, Praticamente le organizzazioni sindacali sarebbero rappresentate da 4 persone, mentre le organizzazioni professionali sarebbero presenti con solo 9 rappresentanti.
Per questi motivi votiamo contro la deliberazione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parola il Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Quando si parla di politica agricola si parla di politica di tutti e quindi ritengo che tra i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori agricoli vi sia anche un rappresentante dei consumatori. Per questo motivo siamo d'accordo sulla presenza di quella categoria nell'ambito di questo organismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

L'intervento del collega Bellomo mi induce a intervenire per una precisazione. Nel votare contro la deliberazione, per le motivazioni esposte dal collega Lombardi, non intendiamo affatto misconoscere il diritto della rappresentanza dei sindacati dei lavoratori agricoli. A noi però sembra sperequata per eccesso l'assegnazione di detti rappresentanti sia per le caratteristiche dello strumento in discussione sia perché i rappresentanti dei produttori agricoli sono, per buona fortuna, molto superiori a quelli dei lavoratori dipendenti. Vorrei sapere, senza abbandonarmi ad individuazioni nominalistiche, quale delle tre organizzazioni dei produttori accetterebbe di avere una rappresentanza inferiore a quella che viene riconosciuta ai sindacati dei lavoratori. Il voto contrario viene espresso proprio perché si ritiene la ripartizione non equa e non rispondente alla realtà agricola piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Prendo la parola non tanto per entrare nel merito della questione, già ampiamente dibattuta, quanto per prendere atto che viene accettata la modifica della legge la quale così com'era avrebbe irrigidito la situazione. I cinque Gruppi che l'avevano formulata l'hanno difesa nel testo originario fino alla fine e hanno poi acconsentito a non irrigidire i termini.
Però ho preso la parola per un'altra questione. All' articolo 3, punto 6, proporrei di scrivere: "La votazione è valida qualora i votanti siano almeno i 2/3". E' inoltre opportuno votare l'immediata esecutività della deliberazione in modo che nella prossima seduta del Consiglio si possa procedere all'elezione dei rappresentanti e che la Giunta possa inviare alle organizzazioni, la richiesta per la designazione dei nominativi" Si tenga presente che l'Ente è bloccato da circa due mesi e rischia di rimanere bloccato ancora per un equivalente periodo se non si procede con tempestività. Già sono in atto problemi rilevanti che andrebbero affrontati dall'Ente nella pienezza delle sue funzioni. Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Prima di procedere alla votazione della delibera, ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 24/4/1974, n. 12 che ha istituito l'Esap vista la legge regionale 25/10/1977, n. 51 che ha apportato modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 12/74 in attuazione della legge n.
386/76 visto l'art. 3, comma 4° lett. b) e lett. c) della legge regionale n.
51/77 che prevede che, tra l'altro, fanno parte del Consiglio di amministrazione: b) dodici membri designati dalle organizzazioni professionali e sindacali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, in proporzione all'effettiva rappresentatività regionale di ciascuna di esse c) un membro in rappresentanza del personale designato dall'Esap visto l'art. 3, comma 5 della legge regionale n. 51/77 che prevede: "le modalità relative all'applicazione di quanto previsto dalle lettere b) e c) saranno definite dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, entro un mese dall'entrata in vigore della presente legge.
Il Consiglio regionale delibera per alzata di mano di approvare, ai sensi della legge regionale n. 51/77 art. 3, comma 5°, le modalità previste all'allegato "A" facente parte integrante della presente deliberazione, relative all'applicazione dell'art. 3, comma 4 lett. b) e lett. c) della citata legge regionale n. 51/77 di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Chi approva la deliberazione alzi la mano. E' approvata con 31 voti favorevoli e 14 contrari.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame delibera Giunta regionale: "Legge regionale 12/6/1975 n. 27,art. 9. Proposta di modifica del regolamento di attuazione n. 119 del 26/5/1977"


PRESIDENTE

Il tredicesimo punto all'ordine del giorno reca: "Esame delibera Giunta regionale: 'Legge regionale 12/6/1975 n. 27, art. 9. Proposta di modifica del Regolamento di attuazione n. 119 del 26/5/1977"'.
Colgo l'occasione per riferire un'osservazione fatta concordemente dai Capigruppo: evitare di scrivere all'ordine del giorno dei punti che sono incomprensibili a chi non ha una memoria matematica e fotografica. E' quindi opportuno indicare chiaramente l'oggetto del provvedimento che è all'esame del Consiglio.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Si tratta di una piccola modifica al regolamento per l'istituzione dell'Albo professionale i cui termini sarebbero scaduti in dicembre. Poich gli uffici si trovano in questo momento carichi di pratiche inerenti ai danni arrecati dall'alluvione, e poiché l'apertura dell' iscrizione all'Albo professionale comporta centinaia di domande, che tra l'altro dovrebbero essere esaminate entro 60 giorni, si chiede una proroga per dar modo agli uffici di smaltire il lavoro giacente soprattutto in relazione all'alluvione



PRESIDENTE

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale delibera per alzata di mano di approvare le modifiche allegate alla presente deliberazione relative al testo del Regolamento n. 119 approvato dal Consiglio regionale in data 26 maggio 1977 ai sensi dell' art. 9 della legge regionale 12 maggio 1975, n. 27".
Pongo in votazione la deliberazione per alzata di mano La deliberazione è approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame deliberazione Giunta regionale: "Piano regionale di investimenti in attrezzature tecnico scientifiche per gli Enti ospedalieri"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quattordicesimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale: "Piano regionale di investimenti in attrezzature tecnico-scientifiche per gli Enti ospedalieri".
La parola al relatore, Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni, relatore

La V Commissione nel corso di alcuni mesi ha esaminato il testo della deliberazione trasmesso dalla Giunta. L' esame si è articolato attraverso discussioni interne alla V Commissione e attraverso la consultazione con Enti ospedalieri, Enti locali e quanti pareva utile consultare per acquisire le informazioni in ordine alla metodologia generale, alla durata temporale ed alla collocazione generale della deliberazione e, in particolare, agli elenchi che sono parte integrante delle deliberazioni che fissano per ogni struttura ospedaliera i finanziamenti e le attrezzature corrispondenti. A seguito di questa discussione si è addivenuti, in accordo con la Giunta, all'opinione comune di modificare l'impostazione generale della deliberazione. Si e mantenuta la parte stralcio che atteneva al piano 76/77 per gli impegni e per le questioni pregressi, rinunciando a fare menzione di impegni poliennali anche sulla base della considerazione che mentre gli allegati della deliberazione contengono soprattutto l'elencazione di materiale in sostituzione di apparecchiature non più funzionanti o in cattivo stato di funzionamento, la parte poliennale dovrà invece contenere elementi innovativi e progressivi Le variazioni attengono esclusivamente al Comprensorio di Vercelli nel quale, sulla base della richiesta unanime delle forze politiche di quel Comprensorio, sono state escluse alcune attrezzature che invece la Giunta aveva ritenuto opportuno indicare, ottenendosi quindi un risparmio di risorse modesto, ma comunque non trascurabile.E' opportuno approvare la deliberazione con urgenza per due ordini di motivi: il primo è che molti apparati sono da tempo inoperanti in quanto reparti interi sono inattivi; il secondo è che l'ammontare globale delle risorse che vengono destinate a questo piano stralcio e molto più basso delle medie di altre Regioni italiane. Queste considerazioni hanno consigliato di non procedere ad ulteriori approfondimenti, che pure erano possibili, ed a portare in Consiglio regionale la deliberazione con un'indicazione di favore della Commissione.
Il Gruppo della D.C. si era riservato di precisare più estesamente in aula gli elementi di perplessità e di dissenso. Per questioni procedurali voglio infine precisare che per sveltire i tempi la Commissione decise che le eventuali modifiche al testo della deliberazione, suggerite dai singoli Consiglieri, potevano essere concordate nel tempo che intercorreva tra la discussione in Commissione e la votazione in aula. Non credo siano intervenute richieste di modificazioni, quindi il testo dovrebbe essere quello che e stato licenziato dalla Commissione sostanzialmente identico alla proposta originaria della Giunta, se non per il dispositivo generale della deliberazione che fissa gli elementi stralcio degli investimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vietti.



VIETTI Anna Maria

Con la deliberazione del 27/9/1977 la Giunta regionale ha approvato un piano poliennale per attrezzature ospedaliere riferito al 76/80 per una cifra complessiva di 43 miliardi. Subito dopo questa approvazione sulla stampa comparvero ampie e trionfalistiche dichiarazioni dell'Assessore. Si poteva desumere da quelle dichiarazioni che quanto prima gli ospedali potessero avere rilevanti rinnovamenti di attrezzature e che fosse possibile il tempestivo acquisto di attrezzature superspecializzate; pareva che fossimo di fronte ad un vero e proprio piano.
Non riteniamo che la delibera citata potesse essere considerata un piano per le attrezzature in quanto un piano, in materia, ha un significato se è inserito in quello più vasto socio-sanitario ed ospedaliero.
Dopo quelle notizie di stampa sono cominciate le critiche al provvedimento: si e affermato che si volevano dotare gli ospedali degli strumenti per tomografie assiali computerizzate, quando gli ospedali mancano talvolta del materiale igienico e sanitario di prima necessità.
I giudizi negativi pervenuti da varie parti, compresi i sindacati, sono riecheggiati largamente nella consultazione. Il rappresentante dell'ospedale di Borgomanero ha rilevato che gli ordini di priorità stabiliti dagli ospedali non sono stati rispettati; il Presidente del Comprensorio di Vercelli ha dichiarato che non è possibile discutere sulle attrezzature in modo separato dal piano ospedaliero e che e contraddittorio dichiarare nella deliberazione che le scelte sono fatte alla luce di una politica sanitaria; il rappresentante dell'ospedale di Chivasso ha denunciato la mancanza di un piano ospedaliero; il Presidente della Fiaro ha dato un giudizio negativo affermando che si vuol dare l'impressione di aver varato un piano, mentre un piano non c'é.
Di fronte a queste dichiarazioni, denunciamo in modo pesante i ritardi nella presentazione di un piano socio-sanitario ospedaliero. Si potrà obiettare che sono stati presentati i primi documenti, ma essi esprimono pur sempre soltanto principi, criteri metodologici, mentre oramai è importante ed urgente arrivare ad un vero piano socio-sanitario ospedaliero.
Tutti conosciamo la grave realtà della nostra situazione che si trascina ormai da troppo tempo: l'ospedale di Acqui Terme è di nuova costruzione ed è ancora vuoto; gli ospedali di Giaveno e di Avigliana non possono operare con certezza perché non conoscono gli obiettivi che saranno stabiliti nella programmazione; fra gli altri abbiamo l'ospedale di Livorno Ferraris che ha una struttura edilizia recentemente costruita con 70 posti ben attrezzati, ma vuoti, ed attrezzature di un certo livello inutilizzate.
Abbiamo denunciato questa situazione in un primo tempo quando abbiamo approvato la ripartizione dei 40 miliardi del pacchetto La Malfa per l'edilizia ospedaliera e ancora quando abbiamo approvato la ripartizione dei fondi per il pronto intervento, In entrambe le occasioni abbiamo votato a favore sollecitando però piano sanitario-ospedaliero. In data 19 febbraio del 1976 l'Assessore presentava la sua relazione sul problema della sanità affermando di voler operare in modo programmatorio. "La programmazione diceva - non va intesa soltanto come espressione verbale di volontà politica, ma come fatto concreto della capacita di realizzare ogni intervento da parte della Regione Piemonte in un ambito programmatorio". E ancora: "L'intervento non deve essere estemporaneo, ma di carattere esclusivamente programmatorio, occorre che ogni intervento, sia quello dell'edilizia ospedaliera, sia quello delle attrezzature, sia connesso ad una visione globale del problema e non sia assolutamente un intervento settoriale. Quindi abbiamo la necessità di porre la programmazione al centro della nostra azione politica. Vogliamo arrivare alla definizione del piano socio-sanitario in termini estremamente brevi ed alcuni passi in questo senso li abbiamo fatti e li illustrerò. Ci proponiamo di definire in tempi brevissimi, nel giro di due o tre mesi, un piano se non socio sanitario in termini globali, almeno un piano sanitario, almeno un piano ospedaliero a larghe maglie che ci consenta degli interventi sia nel settore delle attrezzature, sia in quello dell'edilizia ospedaliera in modo programmato".
Sono trascorsi circa due anni.
Pertanto denunciamo questa realtà che riteniamo pesante per la situazione ospedaliera e sanitaria della nostra Regione.
La deliberazione che è stata presentata dopo le consultazioni e dopo la discussione in Commissione ha parecchio ridimensionato il problema. C' soltanto più lo stralcio per la ripartizione dei fondi 76/77, pertanto non più un preteso piano, ma l'assegnazione di contributi per attrezzature ospedaliere. Ci è stato assicurato che si tratta soprattutto di interventi per la sostituzione di attrezzature obsolete.
Sappiamo anche che l'Assessorato ha richiesto le deliberazioni degli ospedali per l'acquisto delle attrezzature sin dal '76 e siamo preoccupati dei problemi connessi alla svalutazione della moneta, ossia siamo preoccupati che i 7 miliardi e 500 milioni disponibili per il 76/77 non permettano più di acquistare le attrezzature previste, come invece l'avrebbero permesso se utilizzati tempestivamente; siamo preoccupati anche dell'esigenza della sostituzione delle attrezzature obsolete che non danno garanzia di sicurezza.
Ci facciamo carico di questa situazione con senso di responsabilità e nell'interesse della tutela della salute dei cittadini.
Vorremmo però avere dalla Giunta assicurazione che nella delibera in discussione sono veramente compresi soltanto interventi per la sostituzione di attrezzature obsolete, perché il confronto analitico non e stato possibile in Commissione.
Avevamo richiesto ai funzionari la possibilità di confrontare le priorità indicate dagli ospedali con gli interventi previsti nella deliberazione, ma il tempo non è stato sufficiente per avere gli elementi necessari e pertanto ci diventa difficile esaminare intervento per intervento.
Vorremmo anche avere l'impegno da parte della Giunta che provvederà a dare chiari indirizzi agli Enti ospedalieri perché i contributi assegnati con questa deliberazione siano impegnati per l'acquisto di attrezzature mediante appalti o licitazioni private cui sia invitato un congruo numero di ditte al fine di avere la garanzia che, a parità di qualità di attrezzature, la spesa sia la minore possibile.
Concludendo, esprimiamo la nostra denuncia per la mancanza di un piano sanitario-ospedaliero.
Conseguentemente alle considerazioni espresse il nostro è un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parola la Consigliera Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, signori Consiglieri, non c'è niente di più difficile per i Consiglieri che fanno parte di una Commissione di dover dare un giudizio senza alcun punto di riferimento. Senza il faro, è molto difficile qualsiasi navigazione. Ci troviamo di fronte a delle incongruenze abbastanza gravi, e faccio soltanto qualche esempio, abbastanza significativo. Nella città di Torino esiste l'ospedale Birago di Vische del quale nessuno dice che cosa si intende fare. Corrono voci svariate: che non sarà più un sanatorio, che probabilmente non sarà nemmeno un ospedale ma verrà integrato con altri Comunque per questo ospedale viene richiesta un'attrezzatura pari a 30 milioni per un tomografo che e un tipo di attrezzatura per attività specializzate che non è genericamente usufruibile anche nel caso in cui quell'ospedale sia trasformato. Inoltre sono previste alcune attrezzature per le alte energie quando è noto che in Piemonte non abbiamo un piano per le alte energie. Tutte le volte che le richiederà un ospedale, dobbiamo ricaricare bombe al cobalto, dobbiamo creare tipi di attrezzature nuove, senza avere la minima idea se quelle che già esistono sono usufruite? Come possiamo accettare o non accettare che vengano erogati questi contributi per le alte energie? Abbiamo ospedali di cui e discussa addirittura la futura esistenza, ai quali, tuttavia, diamo ancora delle attrezzature.
Le richieste degli ospedali normalmente sono state decurtate, mentre per quanto riguarda l'ospedale di Saluzzo, che aveva fatto una richiesta di 147 milioni, vi e una proposta di 228 milioni. Non riusciamo a capire che cosa sia intervenuto: è una precisa decisione oppure e un errore di scrittura? Le difficoltà che si sono presentate in Commissione sono le stesse che si presentano ora in aula. Sono indicate spese per attrezzature di ospedali che non danno nessun affidamento, soprattutto in ordine alla loro futura funzione.
In sostanza non abbiamo la possibilità di raffrontare i bisogni reali con la spesa che la Regione Piemonte deve affrontare. Considerando che alcune di queste spese sono assolutamente necessarie e che gli ospedali le hanno attese anche per troppo tempo e non potendo dare voto negativo al complesso della deliberazione, daremo un voto di astensione che sarà per l'ultimo, perché non possiamo continuare ad astenerci, dando alla Giunta un voto favorevole parziale quando al suo operato complessivo spetterebbe un voto politicamente sfavorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Proprio per non dare corpo ad una osservazione che faceva un collega giornalista della difficoltà nel parlare di tutto, darò a questa deliberazione il giudizio che ha dato il nostro esperto nella sede competente dell'Assessorato. Egli ha espresso un giudizio positivo poich c'é stata una valutazione serena sull'incongruità delle risorse e sull'impossibilità di ritrovare punti di riferimento così precisi come la Signora Vaccarino e gli altri Consiglieri hanno ritenuto di sottolineare.
L'occasione giustifica certamente la necessità di porre seriamente una sistemazione a questa situazione, Non consento su alcune osservazioni un po' antistoriche, che mettono a confronto la mancanza di alcool denaturato come giustificazione per non acquistare strumenti di analisi di avanguardia che sono essenziali per mantenere e per giustificare quell'indirizzo che l'amministrazione regionale si e data. Non e possibile rinunciare al ricercatore ed al computer che e quanto di più attuale e dr più moderno possa esserci nel settore, che fino ad ora non esisteva in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrero.



FERRERO Giovanni

Permettetemi di iniziare con una considerazione sullo sforzo fatto dalla Commissione per addivenire alla discussione in aula con un materiale il più possibile omogeneizzato e chiarito in modo che emergano, se vi sono i dissensi politici. Mi pare di capire dagli interventi dei Consiglieri che la V Commissione ha in parte mancato al suo compito nonostante il tempo molto lungo durante il quale è stata trattenuta la deliberazione in quella sede.
Il nostro Gruppo non può che rilevare come diverse procedure e diversi metodi dovranno presiedere in futuro alla discussione di materie che hanno sulla Comunità regionale, sulle amministrazioni ospedaliere, sugli stessi cittadini un impatto così delicato e difficile e che quando non corrisponde una mutazione o un chiarimento di opinioni paragonabile al tempo che si impegna per esaminare e per valutare gli atti possono far sorgere il sospetto che di dilazione, più che di approfondimento, si sia trattato.
Chiarito questo fatto la discussione non può essere centrata soprattutto sulle singole voci, anche se il sottoscritto ed altri Consiglieri del mio Gruppo potrebbero avanzare proposte e suggerimenti su di esse. Non possiamo dimenticare che questo atto, proposto dalla Giunta al Consiglio, proviene da una sede tecnica, istituita per la volontà della passata legislatura con legge regionale. In applicazione della legge n. 386 venne costituito un Comitato allargato e un Comitato ristretto di nove persone a presiedere alle operazioni di deroga per quanto riguarda gli organici e le attrezzature e in generale una serie di materie attinenti le spese ospedaliere. Questo Comitato allargato ed esteso in modo che potesse passare dall'esame dei singoli atti già istruiti alla possibilità di proporre, come in questo caso, griglie generali, programmi, documenti articolati e compositi che non fossero la sola somma delle cose che venivano presentate una per una e quindi collegando le diverse autorizzazioni che vanno dal personale alle attrezzature, dall'edilizia ad altre materie, potesse definire il massimo di contestualità e di programmazione possibile nella deroga, cioè in un atto che di per se non ha carattere programmatorio.
Ho voluto soffermarmi su questo dato di fatto per precisare come non sia solo per difficoltà e per mancanza di dati, ma sia forse anche per una ragione più istituzionale e più profonda che la V Commissione ed i suoi Consiglieri non possano esprimere giudizi su ogni voce che costituisce un allegato di questa dimensione perché si suppone, a meno che non emergano voci contrarie, che sia un'altra sede atta a farlo che vede la rappresentativa di tecnici qualificati. Credo non sia nemmeno opportuno un discorso di maggioranza o di opposizione, perché si suppone che la scelta di un gruppo di tecnici rappresenti il modo di pensare medio degli operatori e delle persone che sono in quella sede rappresentati per esperienza e per capacità.
Esistono rispetto a queste proposte dei margini di possibilità e dr modificazione solo ove si modifichino drasticamente criteri e posizioni che presiedono a quell'elenco, quindi, secondo me, solo nella misura in cui nella sede politica della Commissione si chiede ad un gruppo di tecnici di riformulare una nuova soluzione perché i criteri politici che sono alla base di quella vecchia non sono ritenuti opportuni Altra cosa invece e il discutere sull'opportunità o sui margini dei singoli ospedali, cosa che personalmente non mi ritengo capace di fare e non vedo come l'Assessore possa essere in grado di rispondere su ogni singola voce se non ripetendo quello che un gruppo di tecnici o i funzionari stessi possono suggerire anche altri Consiglieri avrebbero qualche difficoltà a procedere seriamente. In questa sede allora è opportuno definire i criteri di programmazione per l'attrezzatura ospedaliera e vedere se su questi criteri c'é consenso o dissenso.
Il primo elemento atto a valutare un'attrezzatura è la congruità rispetto agli obiettivi sanitari che quel presidio si prefigge, Stante il fatto che queste sono sostituzione di apparecchiature o integrazioni, i criteri di programmazione sono già definiti dalle leggi nazionali ospedaliere e sono definite da standards di criteri di funzionamento dei reparti, cioè queste attrezzature hanno una caratteristica tale da non modificare la localizzazione territoriale degli ospedali, il numero dei reparti, le piante organiche dei reparti se non in misura marginale, la scelta generale di spostamento tra una divisione e l'altra, quindi se si tratta di criteri di programmazione questi devono essere attinti dai criteri contenuti nelle leggi nazionali, in normative tecniche più che giuridiche che dovrebbero presiedere al corretto funzionamento di una divisione di medicina, di chirurgia, di laboratorio, ecc Questo è il primo punto chiaro, altrimenti la riduzione al piano, che pare così affascinante e legittima in via di principio, rischia di perdere di efficacia. Il piano regionale in materia socio-sanitaria deve contenere norme che siano ripetitive rispetto, ad esempio, al numero di minuti di assistenza per paziente o rispetto al numero di laboratori o di aiuti? Riteniamo le leggi nazionali soddisfacenti oppure ci sentiamo di introdurre delle innovazioni a carattere regionale? La stragrande maggioranza delle voci contenute nel documento non hanno problemi di localizzazione, non hanno problemi di rapporto fra specialità. La Signora Vaccarino ha citato un caso per il quale si tratta di decidere se un'attrezzatura è o non è pregiudizievole per la libertà di scelta sul destino futuro del Birago di Vische. Ma si tratta di pochissimi casi Mi pare che la Giunta ed il Comitato dei nove hanno fissato più volte nella deliberazione che non ci si pronunciava in un senso o nell'altro perché quelle attrezzature erano collegate ad un meccanismo di rilocalizzazione e di riequilibrio.
In secondo luogo la definizione di nuove attrezzature, il giudizio di obsolescenza sulle vecchie e la valutazione dei criteri delle nuove devono partire da un'indagine conoscitiva sullo stato del reale funzionamento di esse e non possono partire dalla somma delle dichiarazioni che alcune persone all'interno di ciascun Ente, senza nessuna personale responsabilità, formula. Se le forze politiche sono d'accordo almeno su una parte delle attrezzature oggi disponibili e partendo dal fatto che alcune vengono rinnovate, proporrei di procedere ad un'indagine conoscitiva in alcuni ospedali campione del Piemonte per rilevare l'effettiva utilizzazione ed i costi. Potrebbe essere un'operazione ancora preliminare all'indicazione di piano che non credo possa trovare spazio in un'impostazione generale di piano ospedaliero perché esiste anche una sorta di atteggiamento, forse non corretto, in base al quale si ritiene che chi e retribuito in misura congrua svolga anche in misura congrua la sua attività, Se sr partisse dal presupposto di sfiducia aprioristica nei confronti degli operatori, le conseguenze non sarebbero favorevoli.
Raccolgo in questo senso l'indicazione e credo sia giusto proporre non una valutazione sulle persone, sui reparti, sugli ospedali, ma una valutazione sulle attrezzature, sul loro grado di utilizzo nel passato e nel presente In questo modo la V Commissione e messa in condizione entro un certo periodo di disporre delle necessarie griglie di lettura delle richieste degli ospedali e del rapporto costi-benefici di questo tipo di investimenti. Potrebbe essere un contributo specifico alla pianificazione che potrebbe darci delle indicazioni positive. Non vedo come di per sé la semplice ripetizione dell'assenza del piano ci faccia invece fare molti passi avanti- Certo che l'individuazione di un'assenza e di per se conclusa, non richiede ulteriori proposte, mentre l'indicazione di un'analisi conoscitiva richiederà che le forze politiche, su una base esclusivamente statistica e di campione delle attrezzature, siano messe nelle condizioni di conoscere gli effetti della spesa ed anche degli accorgimenti che possono essere introdotti.
Ad esempio i problemi delle ditte non sono così semplici come vengono suggeriti. Ci sono attrezzature che non sono confrontabili tra di loro pur avendo generiche finalità simili e magari avendo anche prezzi analoghi; vi sono apparecchiature che sono a prezzi convenientissimi, fatte con estrema serietà sulle quali si potrebbe opinare sull'efficacia.
Anni fa avevo discusso con una competente persona del mondo della medicina torinese sull'utilizzazione della diagnosi automatica degli elettrocardiogrammi. Personalmente ero e rimango dell'opinione che l'utilizzazione clinica di questi strumenti sia modesta. Ciò non toglie che l'attrezzatura di cui si tratta e la possibilità di formulare esami è eccezionale e probabilmente in sede di riparto è giusto che ci sia un'attrezzatura che in altre Regioni e estremamente più diffusa: questo se non è utile come attrezzatura in se può essere utile come meccanismo propulsivo delle strutture sanitarie di quel presidio ospedaliero m generale. Ho voluto fare questo esempio per dire che i criteri con cui si guardano certi tipi da grandi attrezzature non sono semplicemente quelli del sapere se oggi è possibile far dr meglio spendendo meno, ma tengono anche conto di alcune ipotesi di aggiornamento e dr prospettiva che un'azienda da 250 miliardi di budget all'anno, come quella delle strutture ospedaliere piemontesi, deve anche tenere conto come investimento, come attività propulsiva Per queste ragioni il nostro Gruppo e d'accordo con questa proposta pur ritenendo che se si fanno proposte concrete di miglioramento sia nella metodologia che nei criteri si possono ottenere significativi passi in avanti. Ciò non toglie che non si possa ritenere negativo il giudizio su questo riparto che coinvolge un'altra questione di carattere istituzionale: la funzione dei Comitati consultivi in mate ria di saluta per cui il voto su questa materia merita una riflessione che va al di la della grande entità. Vi sarebbero altre considerazioni da fare Pur avendo toccato pochi punti credo di essermi dilungato abbastanza, quindi penso di poter concludere molto semplicemente con a dichiarazione di voto favorevole del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

Replica l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Il dibattito sulla deliberazione è estremamente interessante e suggestivo e mi consente di fare alcune precisazioni sugli interventi dei Consiglieri Tuttavia ritengo opportuno che su questo argomento si faccia un altro dibattito. Non mi si dica che non voglio il dibattito, ho già dato una voluminosa relazione sulle spese e continuamente dichiaro la mia disponibilità ad allargare il discorso su tutta la materia.
Alcune affermazioni fatte in questa sede mi lasciano estremamente preoccupato e mi paiono tendenziose e forzate. Parto da un discorso di carattere generale: la formazione del piano socio-sanitario. La Regione non è indietro nella formazione del piano socio-sanitario. E' certo che alcuni strumenti devono essere perfezionati: la legge n. 43 sulla zonizzazione, la legge n. 39 che e stata un anno in discussione, la presentazione di documenti, processi enormi che stanno andando avanti con il coinvolgimento dei Comprensori e dei consulenti presso la V Commissione.
La Giunta regionale non ha voluto portare il pacchetto delle spese già determinate, senza una preventiva discussione in Consiglio; ha voluto, a differenza del passato, predisporre un piano poliennale di investimenti che erano già stati configurati in quel piano a larghe maglie a cui facevo riferimento nel corso del dibattito del 1976.
I sette miliardi si propongono per l'acquisto di attrezzature in sostituzione di quelle obsolete e per interventi nei laboratori di analisi.
Tali attrezzature sono richieste dai Consigli di amministrazione, quindi non sono soltanto derivate da richieste settoriali di questo primario o di quel direttore sanitario. Con il piano poliennale si vuole allargare il discorso ad una maggiore consultazione e al fine di ottenere un ulteriore approfondimento di esso. La Giunta si e dichiarata disponibile per questo tipo di discorso. Farò una breve osservazione sul TAC che è stato nominato in questa sede. Questa mi pare una polemica di lana caprina. Le cliniche private di Torino hanno tre TAC e il non prevedere negli Enti pubblici tale struttura significa forzare su una linea che e contro l'iniziativa pubblica a favore di quella privata Comunque questo sarà un argomento da valutare con più attenzione e con maggiore consultazione in seguito, non essendo in discussione in questa occasione.
In merito alle consultazioni non sto a riportare le dichiarazioni di persone che erano favorevoli e sollecitavano l'approvazione di questa deliberazione, mi richiamo soltanto ad un articolo apparso su 'Famiglia Cristiana- che dava il pieno consenso a questo pacchetto.
La spesa ospedaliera per gli anni 75/76/77 è di circa 880 miliardi; gli investimenti sulle attrezzature per tutte le Regioni dal 4 al 6 per cento Considerando il minimo (4 %) l'investimento sulle attrezzature, in base al fondo nazionale ospedaliero, sarebbe di 35 miliardi e 400 milioni Le spese fatte per le attrezzature degli ospedali piemontesi risultano di un miliardo e mezzo nel 75, 2 miliardi e mezzo nel 76 e 7 miliardi e mezzo nel 77, pari a 11 miliardi, contro una percentuale di 35 miliardi. Quindi questa deliberazione va considerata in questo contesto.
Ringrazio il Consigliere Ferrero per le considerazioni che ha voluto fare, Ho esaminato, com'è mio dovere, tutte le voci, ma è chiaro che se mi chiedessero se un distillatore che costa 340 mila lire e adatto per un ospedale non saprei certamente dare la risposta, anche perché mi sono fidato dei tecnici che ha nomi- nato il precedente Consiglio regionale Sono ottimi esperti che collaborano attentamente con l'Assessore fornendo la loro consulenza con tutti gli elementi tecnici necessari, molti dei quali io non posso giudicare in quanto a me non spetta una valutazione di tipo tecnico. La consultazione sulle attrezzature può anche non essere obbligatoria per cui la Giunta avrebbe potuto adottare il piano senza portarlo all'esame del Comitato. Invece ritenne ortodossamente di arrivare alla consultazione ed alla elaborazione della spesa.
Prenderò in esame quanto dice la dottoressa Castagnone Vaccarino in ordine all'ospedale Birago di Vische. Il Consigliere Ferrero ha suggerito lo svolgimento di un'indagine conoscitiva ed io dichiaro la mia piena disponibilità per attuarla. In ordine all'indicazione di prestare maggiore attenzione agli appalti e di chiamare un maggior numero di ditte a concorrere, desidero ricordare che proprio durante il dibattito della sanità, avevo proposto anziché acquisti settoriali nei vari presidi ospedalieri, il bando di concorsi regolari di appalto da parte della Regione, per l'acquisto delle apparecchiature necessarie. Vi furono per delle posizioni negative poiché si era detto che si toglieva l'autonomia ai presidi ospedalieri. Non avevo ritenuto di forzare su quella posizione e avevo accettato l'impostazione che emergeva in quel senso. Questa deliberazione è del settembre del 1977,i prezzi stanno aumentando e quindi vi e la necessità di arrivare ad una definizione ed all' approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Ribadisco il voto di astensione del Gruppo D.C. e desidero con l'occasione fare ancora una precisazione. L'Assessore non ha colto lo spirito delle mie dichiarazioni per quanto riguarda i TAC(tomografie assiali computerizzate).
Ritengo sia quanto mai importante fornire gli ospedali di strumenti specialistici. Mi sono limitata a ricostruire la cronaca delle dichiarazioni comparse sui giornali conseguentemente alla deliberazione della Giunta ed ho dichiarato che l'acquisto di strumenti di così alta precisione avrebbero un significato se fosse rapportato ad una programmazione ospedaliera. E' ben lungi da me una posizione contraria all'acquisto di strumenti specialistici in relazione alle esigenze di salute dei nostri cittadini.



PRESIDENTE

Mi compiaccio del livello delle opinioni che sono state scambiate e del tipo di dibattito che si e svolto. L'unico rammarico è che manca la stampa per cui non sarà data notizia delle decisioni importanti di oggi dell'entità delle iniziative e osservazioni che sono state fatte. Questo ci costringerà in futuro a rovesciare gli ordini del giorno ponendo all'inizio di seduta le questioni che hanno maggiore rilevanza.
Per quanto riguarda la proposta di una ristretta indagine conoscitiva ricordo che la Presidenza del Consiglio dispone di un fondo: se la Commissione riterrà utile avviare l'indagine, potrà farne richiesta.
Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto l'articolo 14 della legge 17/8/1974, n 386 vista la deliberazione della Giunta regionale n 29-10292, del 25/9,1977 esaminata la proposta di piano relativa agli esercizi 1976/1977 formulata dalla Giunta regionale sulla base delle esigenze prioritarie di ammodernamento e/o di integrazione, delle attrezzature tecnico-scientifiche degli Enti ospedalieri sentita la relazione della V Commissione, delibera per alzata di mano di approvare l'allegato piano regionale di investimenti in attrezzature tecnico-scientifiche per gli Enti ospedalieri relativo agli esercizi 1976/1977.
Alla spesa prevista in L. 7.474.396.00, si fa fronte per Lire 1.937.000.000 con il residuo del capitolo 1159 del bilancio 1976; per Lire 3.012.500.000 con lo stanziamento del capitolo 11590 del bilancio 1977 e per la rimanente cifra di Lire 2.524 896.000 con lo stanziamento del capitolo 11591 del bilancio 1977".
Pongo in votazione la deliberazione.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 10 astenuti.


Argomento:

Esame deliberazione Giunta regionale: "Piano regionale di investimenti in attrezzature tecnico scientifiche per gli Enti ospedalieri"

Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Il Consiglio deve procedere a numerose nomine.
Cominciamo con la nomina Comitato regionale per la prevenzione delle tossicodipendenze e dell'alcoolismo (art. 13 legge regionale 23/12/1977 n.
62).
I nominativi proposti sono: Gianni, Morgando, Pascal, Scarzella Ciotti, Parmentola, Bricco, Guanti, Parietti, Borgna, Sibilla ed Eandi.
Si distribuiscano le schede e si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 40 hanno riportato voti: GIANNI Roberto n. 16 MORGANDO Enrico n. 17 PASCAL Enrico n. 17 SCARZELLA Riccardo n. 17



CIOTTI Pio Luigi n. 17

PARMENTOLA Amelia n. 17 BRICCO Antonio n. 23 GUANTI Benito n. 23 PARIETTI Isidoro n. 23 BORGNA Eugenio n. 23 SIBILLA Alberto n. 23 EANDI Mario n. 23 REGIS n. 1 Proclamo eletti esperti nel Comitato regionale per la prevenzione delle tossicodipendenze e dell'alcoolismo i signori: Gianni, Morgando, Pascal Scarzella, Ciotti, Parmentola, Bricco, Guanti, Panetti, Borgna, Sibilla Eandi.
La presente deliberazione e dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10,2/1953, n 62.
Passiamo alla sostituzione del prof. Beppe Manfredi da Consigliere del Consiglio di amministrazione dell'Ires.
Il nominativo proposto per la sostituzione e quello di Antonio Berti.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 35 ha riportato voti: BERTI Antonio n. 27 schede bianche n. 8 Il Signor Antonio Berti è eletto Consigliere nel Consiglio di amministrazione dell'Ires in sostituzione del prof. Beppe Manfredi.
Sostituzione avv. Corrado Calsolaro da esperto nel Consiglio di amministrazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso (articolo 83 del D.P.R. n. 616).
L'avv. Corrado Calsolaro ha rassegnato le dimissioni in data 16/12/1977.
Il nominativo proposto in sostituzione è quello di Pietro Valesano.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 34 ha riportato voti: VALESANO Pietro n. 29 schede bianche n. 5 Il signor Pietro Valesano è eletto esperto nel Consiglio di Amministrazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso in sostituzione dell'ava. Corrado Calsolaro.
Sostituzione dr. Luciano Manzi dal Comitato regionale di coordinamento dell'attività degli Enti mutualistici, dei lavoratori autonomi e dipendenti con la programmazione regionale e con l'attività degli Enti ospedalieri della Regione Piemonte (art. 20 legge 17/8/1974 n. 386).
In sostituzione del, dr. Manzi è proposto il signor Renzo Ciaiolo.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 30 ha riportato voti: CIAIOLO Renzo n. 25 schede bianche n. 5 Il signor Renzo Ciaiolo è eletto in sostituzione del dr Luciano Manzi.
Comunico ai Consiglieri rimasti che quest' ultima deliberazione è valida ai sensi dell'art. 27, comma quarto, del Regolamento provvisorio del Consiglio regionale, poiché vi sono 3 Consiglieri in congedo che non vengono computati per fissare il numero legale.
Comunico che il Consiglio regionale è convocato per i giorni 8 febbraio (solo mattino) e 9 febbraio 1978 (tutta la giornata).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



(La seduta ha termine alle ore 19)



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