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Dettaglio seduta n.172 del 26/01/78 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta, Per quel che riguarda il primo punto all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedente seduta", se non vi sono osservazioni, il verbale relativo alla seduta del 17 gennaio si considera approvato.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Carazzoni: "Orientamento della Giunta in ordine alla proposta di liberalizzazione delle case da gioco" ed interrogazione del Consigliere Oberto: "Orientamento della Giunta in ordine alle proposte di legge pendenti al Parlamento per la disciplina del gioco d'azzardo che prevedono l'apertura di una casa da gioco in ogni Regione"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione del Consigliere Carazzoni: "Orientamento della Giunta in ordine alla proposta di liberalizzazione delle case da gioco" congiuntamente a quella del Consigliere Oberto: "Orientamento della Giunta in ordine alle proposte di legge pendenti al Parlamento per la disciplina del gioco d'azzardo che prevedono l'apertura di una casa da gioco in ogni Regione".
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Le interrogazioni dei Consiglieri Carazzoni e Oberto si riferiscono alle leggi presentate alla Camera ed al Senato in ordine all'autorizzazione di apertura di case da gioco nelle Regioni.
Ho preso contatto con i colleghi delle altre Regioni con i quali si è venuti nella determinazione di attendere l'approvazione della legge. Sono stati presentati disegni di legge dal Gruppo degli indipendenti di sinistra, dalla D.C. e dalla Destra Nazionale, che ancora non sono stati esaminati dalle Commissioni competenti. Non appena sarà approvata la legge le Regioni saranno chiamate a discutere del problema e, per la Regione Piemonte, la Giunta ritiene che l'individuazione dell'area sia presumibilmente orientata verso località turistiche. Tuttavia oggi la Giunta non può definire e decidere in quanto l'argomento sarà oggetto di discussione in Consiglio trattandosi di una scelta sulla quale occorre un parere del Consiglio regionale.
E' dimostrato che a Venezia, a Saint Vincent e a San Remo vi è un apporto notevole di moneta pregiata, quindi la Giunta affronterà il problema con il Consiglio per l'individuazione dell'area per l'insediamento del Casinò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, credo di dovere accettare la dichiarazione resa dall'Assessore al turismo in termini di risposta interlocutoria e, sotto questo profilo, non completamente soddisfacente. Mentre è da rilevare in positivo l'affermata disponibilità dell'esecutivo ad affrontare questo problema delicato, controverso e complesso, forse, opportunamente, si sarebbe potuto o si sarebbe dovuto aggiungere innanzitutto una chiara affermazione di principio da parte della Regione sulla necessità di dare finalmente una più organica regolamentazione alla disciplina del gioco d'azzardo in Italia con una pronuncia nei confronti del monopolio tuttora in atto, senza dubbio discutibilissimo sotto l'aspetto giuridico e costituzionale.
Colgo comunque in positivo la ribadita dichiarazione che il problema verrà affrontato dalla Regione Piemonte nella sua globalità, di concerto con le altre Regioni, ferme restando (non lo si è detto ma credo sia pacifica l'affermazione) le prerogative, le competenze dello Stato in materia di deroghe a norme di pubblica sicurezza. Questo è il problema, sul quale il Parlamento da lungo tempo è stato sollecitato ad intervenire e non può essere ulteriormente trascinato anche perché la situazione che oggi si registra in Italia è anomala rispetto al quadro attuale, in quanto il privilegio riconosciuto a 4 città italiane non soltanto è discutibile sotto il profilo giuridico-costituzionale, ma soprattutto riflette una situazione storica ormai abbondantemente superata. Valga per tutti la concessione dell'apertura di una casa da gioco a Campione d'Italia che, senza dubbio ha avuto una sua giustificazione nel passato ma che però oggi può essere considerata del tutto superata.
Ritorno alla risposta dell'Assessore al turismo, nella quale non ho colto una dichiarazione chiara in ordine alla località che potrà o potrebbe diventare sede di casa da gioco. Mi rendo conto delle obiettive difficoltà che suggeriscono di limitare un'indicazione di massima ad una località di alta vocazione turistica. Non vorrei forzare quanto comunicato dall'Assessore, ma credo che, sotto questo profilo, si possa considerare accolto quel suggerimento che ho espresso nell'interrogazione, se è vero che nel contesto regionale piemontese una è la provincia turistica ad alta vocazione: la provincia di Novara, e se è vero come è vero che all'interno di quella Provincia senza dubbio il bacino omogeneo più qualificato da questo punto di vista è il bacino del Golfo Borromeo con Stresa.
L'indicazione che avevo voluto anticipare era sul nome di Stresa. Non ho avuto in questi termini una risposta esplicita da parte dell'Assessore, ma credo che questa occasione possa costituire un utile e buon precedente per la discussione da svolgersi successivamente quando il problema sarà dibattuto e risolto a livello nazionale. Come ho detto, potrei dichiararmi parzialmente soddisfatto della risposta che mi è stata data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto.



OBERTO Gianni

Evidentemente la mia interrogazione aveva una filosofia leggermente diversa da quella che animava l'interrogazione del Consigliere Carazzoni che è stata senza una pratica risposta. Desideravo conoscere che cosa la Giunta regionale piemontese pensasse in ordine alle istituzioni di case da gioco nelle varie Regioni. Era più un interrogativo di natura filosofica che non di natura contingente.
Ho inteso dire che praticamente accade, sia pure su un piano notevolmente diverso, quello che può accadere per l'energia nucleare: tutti sostanzialmente dicono che può essere potenzialmente un male ineluttabile che accettiamo e che la discussione avverrà quando si dovranno localizzare le centrali, piuttosto a Trino, piuttosto a Casale, e per le case da gioco piuttosto ad Ivrea, piuttosto a Stresa o in altri centri della Regione.
Desidererei sottolineare l'importanza che giustamente, nella fase della discussione dei diversi progetti di legge presentati, siano presenti gli Assessori al turismo delle Regioni anche per valutare se sia giustificabile l'assegnazione di una casa da gioco per ogni Regione e se accettato il male come necessario non debba esserci una diversa impostazione. Per esempio, il Molise, lo vogliamo far diventare centro per una casa da gioco? Ho citato quella Regione con tutto il rispetto per il Molise, considerandone la natura, la struttura, le possibilità turistiche, mentre vi possono essere Regioni per le quali, accettato il male necessario, che io però non accetto, l'impostazione sul piano pratico potrebbe portare a conclusioni diverse. Dico questo non senza rammaricarmi che in fondo tutto ciò che incide sul piano morale finisce per andarsene, incidere negativamente: si è fatta la lotta all'alcoolismo e poi si è tolta la tassa sugli alcoolici; si parla tanto del gioco del lotto e sembra addirittura che lo si voglia appaltare; si dice che il fumo è monopolio e si dice che si stamperà sulle bustine che racchiudono le sigarette, "il fumo è un veleno", ma le sigarette si continuano a vendere. Queste contraddizioni mi pare possano essere sottolineate senza entrare nel merito.
Ringrazio l'Assessore Moretti di quanto ci ha detto e prego di volerci tenere informati nel momento della discussione dei progetti di leggi a livello nazionale.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono discusse.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione del Consigliere Franzi: "Iniziative da assumere per assicurare la continuità del servizio farmaceutico nel Comune di Caresana"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione del Consigliere Franzi: "Iniziative da assumere per assicurare la continuità del servizio farmaceutico nel Comune di Caresana".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità e sicurezza sociale

In relazione all'interrogazione con la quale lei ha chiesto al Presidente della Giunta ed all'esponente di segnalare quali urgenti iniziative i predetti intendono assumere per assicurare la continuità del servizio farmaceutico nel Comune di Caresana, servizio che dovrebbe cessare entro il mese di novembre per il fatto che il titolare della farmacia esercita anche l'attività di insegnante nella scuola media del paese, le devo precisare quanto segue.
Il problema, oltre il Comune di Caresana, interessa anche quelli di Tricerro e Prarolo, i cui amministratori, evidentemente, non hanno interessato la S.V. Per quanto attiene alla sostanza del problema, va rilevato che l'art. 13 della legge 2.4.1968 n. 475 prevede l'incompatibilità tra il titolare o direttore di farmacia e la posizione di dipendente di ruolo dell'Amministrazione statale o di altro Ente pubblico.
E' evidente che all'atto in cui gli interessati conseguono la titolarietà o la gestione della farmacia, non ricoprono altri posti di ruolo presso pubbliche amministrazioni.
Sotto il profilo cronologico deve presumersi, quindi, successiva la costituzione del rapporto d'impiego con la pubblica amministrazione rispetto al conseguimento della titolarietà.
Orbene, è principio generale che in caso di duplice situazione giuridica incompatibile, l'interessato debba decadere da quella concretatasi successivamente e quindi, nel caso di specie, dal rapporto di impiego che si è costituito posteriormente alla conseguita titolarità od affidamento in gestione della farmacia.
Laddove, però, l'autorità che esercita la vigilanza sul rapporto d'impiego conseguito posteriormente, nel caso di specie il Provveditore agli studi, non pronunci la decadenza dello stesso, il competente organo regionale, sotto il profilo dell'ortodossia procedurale, dovrebbe pronunziare, ai sensi del già citato art. 13 della legge 1968/475, la decadenza dalla titolarità o la revoca dell'incarico della gestione.
Quando sopra concerne la formale applicazione, in astratto, della normativa vigente. L' Amministrazione regionale non ha posto in essere alcuna normativa che contempli tale situazione, pertanto deve trovare applicazione soltanto il principio generale sopra esposto e la normativa statale in vigore. Se non che, nel caso di specie, occorre tenere presente l'interesse pubblico diretto, costituito dall'esigenza dell' apertura delle sedi farmaceutiche e l'interesse subordinato ed indiretto al regolare svolgimento del corso di studio.
Per tale motivo, come .già le ho comunicato con mia nota 2.11.1977, a seguito di una sua specifica richiesta del 21.10 u.s., fin dal giugno scorso, epoca in cui sono stato reso edotto del problema dell'attivazione delle farmacie ubicate nei comuni di Caresana, Tricerro e Prarolo, mi premurai subito di interessare il medico provinciale di Vercelli perch fosse data una proroga fino all'inizio del nuovo anno scolastico nel presupposto che per quella data il problema sarebbe stato risolto.
Senonché, nel settembre u.s., i Sindaci dei tre Comuni mi hanno segnalato che il problema non era stato risolto entro il termine previsto.
Ho interessato di nuovo il Medico Provinciale di Vercelli sia con lettera in data 28.9.1977, sia con successiva conversazione telefonica. Questi mi ha fatto conoscere di aver preso contatti con il Provveditore agli studi e che pertanto il problema si può ancora una volta considerare risolto contingentemente. Ovviamente, però, la situazione, risultando fondamentalmente illegittima, non può cristallizzarsi nel tempo, per cui gli interessati devono adattarsi a dare applicazione alla normativa in vigore ed a rimuovere, conseguentemente, le cause che concretano l'incompatibilità.
In caso negativo le Amministrazioni comunali devono reperire altri soggetti cui affidare la gestione della farmacia, soggetti che non rivestano altri incarichi presso pubbliche amministrazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Prendo atto della risposta chiara e particolareggiata. Tuttavia la realtà sociale ed umana è ben diversa dalla realtà giuridica. Com'è noto si tratta di piccoli paesi di campagna nei quali i laureati in farmacia, che esercitano la loro attività nelle farmacie rurali, devono trovare un completamento del reddito familiare attraverso l'insegnamento. Se non riusciamo a trovare il modo per superare le difficoltà di ordine giuridico difficilmente le farmacie rurali potranno continuare la loro attività a scapito della popolazione, nei confronti della quale, anche se esigua abbiamo sempre assunto impegni per sostenerla e per creare condizioni di vita uguali a quelle di città.
Mi pare che in questo caso si vada nel senso opposto ossia che i servizi che esistevano un tempo, adagio adagio, vengono soppressi.
Quindi prego l'Amministrazione regionale e l'Assessore in modo particolare, di trovare una soluzione per risolvere il problema delle farmacie rurali, al fine di evitare la totale chiusura delle farmacie negli anni futuri.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Esito della nota mandata in data 21 giugno 1976 dall'Assessore all'urbanistica al Comune di Claviere"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Marchini: "Esito della nota mandata in data 21 giugno 1976 dall'Assessore all'urbanistica al Comune di Claviere".
Risponde l'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

A seguito di segnalazioni di Consiglieri comunali di Claviere e del conseguente accertamento eseguito da funzionari dell'Assessorato, sono emerse irregolarità nel rilascio di due licenze edilizie: la n. 48 del 14 luglio 1976, rilasciata alla s.r.l. Ciafal per la realizzazione di due fabbricati ad uso civile abitazione in zona soggetta ad obbligo di lottizzazione; e la n. 49 del 22.9.1976 rilasciata alla ditta Baccon per un intervento di risanamento e ripristino di fabbricato senza alterazione di volume, avvenuta, nella realtà, mediante demolizione e ricostruzione sulla base del volume preesistente e realizzando quindi un eccesso di cubatura in contrasto con le norme del P.R. adottato che prevede espressamente l'obbligo per chi ricostruisce di rispettare la nuova densità edilizia stabilita nello strumento urbanistico adottato. Nel caso specifico si è ricostruito con una densità di 10,45 mc/mq, anziché con la densità consentita di 2 mc/mq.
Tali irregolarità sono state contestate all' Amministrazione comunale di Claviere con la nota n. 2210/728 del 21.6.1976 con la quale si invitava la stessa Amministrazione comunale ad intervenire in sede di autotutela annullando le licenze in questione.
L'Amministrazione comunale di Clavière non adottava alcun provvedimento e contestava anzi, con nota n. 674 del 27.6.1977, gli addebiti mossi dalla Regione la quale, proprio in questi giorni, con deliberazione della Giunta regionale ha iniziato la procedura di annullamento delle licenze avvalendosi dei disposti di cui all'art. 68 della legge regionale 5.12.1977 n. 56.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi considero soddisfatto della risposta dell'Assessore. Poiché mi sono documentato com'era mio preciso dovere, desidero sottolineare un curioso particolare in merito ad una delle due licenze, che venne sospesa in attesa del parere della Sovrintendenza ai Monumenti, che poi è stato favorevole.
La curiosità consiste nel fatto che anziché revocare la sospensione di licenza, il Sindaco ha dato una nuova licenza. Il Comune in questa occasione è grossolanamente responsabile anche nei confronti dei privati.
Prego l'Assessore di voler considerare la mia osservazione in questo senso.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Alberton, Bianchi e Paganelli: "Intervento per l'Angelo Azzurro: opportunità di evitare interventi episodici attraverso l'istituzione di un fondo di solidarietà intitolato a Roberto Crescenzio con un provvedimento legislativo"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Alberton, Bianchi e Paganelli: "Intervento per l'Angelo Azzurro: opportunità di evitare interventi episodici attraverso l'istituzione di un fondo di solidarietà intitolato a Roberto Crescenzio con un provvedimento legislativo".
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio i Consiglieri Bianchi, Paganelli e Alberton che con questa interrogazione hanno dato modo di approfondire un problema che diventa ogni giorno più pressante.
In occasione dei fatti eversivi avvenuti pochi mesi or sono, in Via Po nel Bar "Angelo Azzurro" per i quali un provvedimento della Magistratura ha stabilito essere ignoti gli autori dell'incendio, alcuni cittadini hanno subito danni rilevanti alle cose ed alle persone. Si è trattato di un'autentica tragedia umana: un giovane studente ha subito gravissime lesioni ed è morto all'ospedale C.T.O. di Torino dopo atroci sofferenze fatto così grave che dovrebbe far meditare quanti si sono avviati o intendono avviarsi su quella strada.
L'istituzione di un fondo che non esorbiti dalle competenze regionali (non spetta alla Regione il risarcimento dei danni subiti in occasione di simili eventi) non arriverà mai a dare soddisfazione a quanti hanno subito i danni.
La proposta degli interroganti si colloca come lotta all'eversione e quindi come contributo positivo. La Giunta l'accoglie e si dichiara disponibile anche ad un incontro con le forze politiche per stabilire i termini di questa iniziativa che non vuole garantire i cittadini nella globalità del risarcimento, ma vuole dare una dimostrazione sulla costante presenza democratica della Regione.
La Giunta è intervenuta per il Bar Angelo Azzurro come è intervenuta a favore della famiglia del brigadiere Ciotta, dei due carabinieri uccisi a Moncalieri ed in tante altre occasioni, ma si è trattato di interventi effettuati nel momento emozionale.
Occorre invece razionalizzare questi interventi e posso assicurare gli interroganti che la Giunta è disponibile in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Ringrazio il Presidente della Giunta per questa risposta.
Effettivamente la nostra interrogazione, presentata nel mese di ottobre a pochi giorni dal luttuoso e tragico evento di via Po, aveva soprattutto lo scopo di consolidare in un qualche modo un'espressione di solidarietà della Comunità regionale. E' inutile sottolineare che eravamo e siamo consapevoli che qualsiasi stanziamento di fondi materiali non può servire a nessuno, n a noi, né alla comunità regionale, tanto meno ai colpevoli degli atti di violenza, come scarico di responsabilità.
Siamo disponibili a lavorare su questo progetto consapevoli della sua delicatezza. Ci preme testimoniare, soprattutto in questa fase come un qualsiasi atto di violenza politica non trovi in questa sede la minima giustificazione e ritrovi invece tutte le forze politiche del Consiglio disposte a fare il sacrificio a nome della comunità regionale e solidali nei confronti delle vittime.



PRESIDENTE

Modificando per un attimo i criteri stabiliti per gestire le interrogazioni e le loro risposte, credo di interpretare anche il pensiero degli altri Gruppi che non possono intervenire sulla vicenda, per manifestare il mio compiacimento e quello di tutta l'assemblea per l'iniziativa e per raccomandarne la tempestività.
L'interrogazione è stata svolta.


Argomento: Boschi e foreste - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi: "Invito rivolto dalla Presidenza dell'E.S.A.P. ai Comprensori per l'iscrizione all'ordine del giorno delle rispettive Commissioni agricoltura di una proposta per i piani agricoli"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi, Lombardi e Menozzi: "Invito rivolto dalla Presidenza dell'E.S.A.P. ai Comprensori per l'iscrizione all'ordine del giorno delle rispettive Commissioni agricoltura di una proposta per i piani agricoli".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Faccio un rilievo di forma, perché sarebbe stato meglio presentare una interpellanza su questo argomento, in quanto avrebbe dato modo ai colleghi che l'hanno presentata di illustrare meglio l'argomento e di entrare nel merito.
Nell'interrogazione si chiede se la Giunta è a conoscenza e se condivide il fatto che l'ESAP abbia interessato i Comprensori in ordine ad una proposta di zonizzazione nel momento in cui è ancora in corso di esame la legge con le norme per la formazione e l'approvazione dei piani zonali.
A mio parere ci si dimentica che l'ESAP ha iniziato a lavorare su una legge che affidava all'Ente stesso il compito di presenta proposte di zonizzazione e di elaborare i piani zonali. All'interno dell'ESAP c'è stata poi una discussione che ha introdotto una metodologia diversa e che ha modificato la legge relativa ed ha dato l'avvio a due proposte di legge una della Giunta ed una del Gruppo della D.C.,per la formazione dei piani zonali. Poiché nel frattempo sono entrati in vigore i Comprensori e sono venute sul tappeto tutte le questioni inerenti al territorio, tanto più che la zonizzazione riguarda i Comprensori, mi pare normale il fatto che l'ESAP abbia mandato le prime proposte ai Comprensori per un loro esame, che poteva essere soltanto consultivo. Si tratta di tener conto della primitiva legge, quando i Comprensori dovevano ancora essere costituiti.
La nuova legge regolerà i rapporti, comunque ritengo che tutto il lavoro portato avanti sarà utile In quel caso si è espressa una volontà unitaria nei confronti del quale l'atteggiamento della Giunta è del massimo rispetto. Ad un certo punto le cose si sono fermate nei confronti della legge a causa di diverse posizioni. Infatti con la nuova legge si dovranno determinare criteri nuovi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La risposta dell'Assessore mi lascia perplesso. Intanto la lettera del Presidente dell'ESAP contiene alcune inesattezze che l'Assessorato avrebbe dovuto opportunamente verificare. Non è vero che la zonizzazione proposta fosse quella decisa in accordo con le organizzazioni professionali, in quanto queste hanno dichiarato di non essere d'accordo sul tipo di zonizzazione proposta ai Comprensori e, non e nemmeno vero che l'esecutivo dell' ESAP abbia deciso all'unanimità di assumere quell'iniziativa perch da quanto mi risulta, i responsabili del settore della zonizzazione non erano a conoscenza della lettera inviata ai Comprensori. Evidentemente c' stata una prevaricazione da parte di qualcuno nei confronti di altri.
In merito a quanto dice l'Assessore che, in base alla vecchia legislazione, l'Ente di sviluppo ha portato avanti il discorso dei piani agricoli zonali e gli studi per la zonizzazione, non ho nulla da dire, anzi ritengo opportuno che l'Ente porti avanti gli studi al fine di fornire il materiale necessario a chi di competenza per le opportune decisioni, mi stupisce però che si dica che la legge stabiliva precisi compiti all' ESAP in ordine ai piani agricoli zonali. Nessuna legge ha mai stabilito che fossero i Comprensori a regolarizzare la zonizzazione, per cui io non vedo se non nella prevaricazione dell'ESAP il fatto che la zonizzazione sia stata proposta ai Comprensori ed ai Comprensori stessi sia stato chiesto di approvarla in via definitiva. Può anche essere che la legge stabilisca che sia l'organo comprensoriale il responsabile ultimo della definizione della zonizzazione, ma può anche essere che questo non succeda e di conseguenza il lavoro svolto a livello comprensoriale sarà inutile. I Comprensori sono talmente oberati di lavoro e di problemi che non ritengo debbano essere coinvolti in iniziative che potrebbero anche non dare alcun frutto. Mi pare che alle Commissioni e soprattutto al Consiglio sia dovuto un rispetto che in questo caso non è stato dato.



PRESIDENTE

Con quest'ultima è esaurito il punto relativo alle "Interpellanze e interrogazioni".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento: Varie

a) Presenza in tribuna di studenti della Scuola media "G. Piumati" di Bra


PRESIDENTE

Comunico che sono presenti in tribuna giovani studenti della Scuola media "G.Piumati" di Bra per assistere alla seduta del Consiglio. Ringrazio il Preside, Bernardino Chiavazza, per aver avuto questa iniziativa intelligente che auspico si ripeta come lezione dal vivo di educazione civica.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Paganelli, solo per la mattinata Simonelli e Minucci.


Argomento:

c) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati r seguenti disegni di legge: N. 279: "Provvedimenti per l'incentivazione dell'attività degli Enti di promozione sportiva", presentato dalla Giunta regionale in data 17 gennaio 1978 ed assegnato alla V Commissione in data 19 gennaio 1978 N. 280: "Modifica della legge regionale 10 maggio 1973 n. 8 concernente l'istituzione del circondario di Pinerolo", presentato dalla Giunta regionale in data 19 gennaio 1978 ed assegnato alla I Commissione in data 20 gennaio 1978.


Argomento:

d) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale 15/12/1977: "Nuovo termine per la presentazione delle domande di cui all'art. 29 della legge 22/2/1977 n. 15" alla legge regionale 15/12/1977: "Proroga dell'efficacia del vincolo alberghiero di cui alla legge 24/7/1936 n. 1692 e successive proroghe e modificazioni" alla legge regionale 22/12/1977: "Trasferimento all'esercizio finanziario 1978 della decorrenza di limiti di impegno autorizzati ai sensi di precedenti leggi regionali" alla legge regionale 22/12/1977: "Integrazione degli stanziamenti previsti per l'anno finanziario 1977 per la concessione dei contributi di cui agli articoli 2 e 10 della legge regionale 9/4/1974 n. 10 e successive modificazioni ed integrazioni e per la concessione della garanzia sussidiaria di cui all'articolo 8".


Argomento:

e) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale 15/12/1977: "Autorizzazione della spesa di lire 80 milioni per l'acquisizione, mediante espropriazione, di terreni siti in Comune di Verolengo per l'ampliamento del vivaio forestale denominato 'Vignoli'" alla legge regionale 15/12/1977: "Provvedimenti a favore del movimento cooperativo alla legge regionale 15/12/1977: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori" alla legge regionale 22/12/1977: "Istituzione del parco naturale dell'Alpe Veglia" alla legge regionale 22/12/1977: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali per il secondo semestre dell'anno 1977" alla legge regionale 22/12/1977: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti per il secondo semestre dell'anno 1977" alla legge regionale 22/12/1977: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli artigiani per il secondo semestre dell'anno 1977" alla legge regionale 22/12/1977: "Sottoscrizione od acquisto di nuove azioni della Promark Spa di Torino (già Samia Spa)" alla legge regionale 22/12/1977: "Definizione dei rapporti tra Regione e Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione".
Alcune motivazioni della mancata apposizione del visto possono essere opinabili, altre sono fortemente discutibili, altre danno segno di una inversione di tendenze nei confronti della facoltà di legiferare da parte delle Regioni. Senza aprire una discussione su questo, proporrei di fissare una seduta per esaminare le leggi rinviate dal Governo, queste ultime e altre precedenti, previo il lavoro delle Commissioni competenti. E' un fatto grave che rischia di paralizzare l'attività legislativa e quella esecutiva.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, il rinvio delle leggi da parte del Governo per alcune è del tutto formale, cioè il rispetto del termine del mese di novembre, oltre il quale, non era possibile procedere a variazioni a mezzo di leggi. Il Governo ci ha richiamato soltanto a una normativa di legge che fa divieto, oltre il 30 novembre, di compiere determinati atti legislativi che abbiano le caratteristiche della variazione di spesa.
Restano invece alcuni punti da discutere: i disegni di legge come quello della società Promark, del Parco dell'Alpe Veglia ed altri. Non sono tuttavia ostacoli insuperabili, come è risultato in seguito ad alcuni scambi di vedute avute con il Commissario di Governo.
Quindi non riterrei che si tratti di rifiuto nei confronti del corretto operare delle autonomie, ma piuttosto il risultato di fatti tecnici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Non sono d'accordo con l'impostazione che ha dato il Presidente della Giunta a questo fatto. Concorderei piuttosto con la proposta del Presidente del Consiglio regionale, che io stesso intendevo fare. Credo sia opportuno fissare una seduta durante la quale esaminare il blocco delle leggi respinte. In essa potrà essere affrontato il problema di carattere generale relativo ai rapporti tra la legislazione regionale ed il Governo che controlla, e ciò in quanto proprio dopo l'approvazione del DPR n. 616 abbiamo assistito ad un irrigidimento del Governo nei confronti dello sviluppo delle autonomie regionali. Per questa ragione condivido la proposta che ha fatto il Presidente del Consiglio regionale, perché mi sembra abbia un significato politico pregnante, mentre respingo quella più morbida presentata dal Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo,Presidente della Giunta regionale

Scusate, signori Consiglieri, non ho discusso l'atteggiamento del Governo verso le autonomie. Parlavo, per esempio, del disegno di legge per la farmaceutica: su alcuni punti tecnici, peraltro, ci fu anche una discussione in Commissione. Non sono del tutto favorevole al Governo perché sono del cosiddetto Partito astensionista, tuttavia non debbo attribuire al Governo colpe che in questo particolare momento forse non ha.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Di fronte ad una serie di leggi di disparato significato e contenuto che sono state respinte con una successione quasi impressionante, occorre stare attenti nel dedurre pregiudizialmente che si tratta di un fatto politico generale. Suggerirei un metodo che non contrasta né con quello del Presidente del Consiglio né con quello del Presidente della Giunta, e cioè di partire dall'analisi per arrivare alla sintesi e quindi di non partire dal pregiudizio. Facciamo l'analisi delle singole leggi e delle singole motivazioni e se, a conclusione di questa, dovessero emergere delle linee di carattere generale o dei fatti che ci consentano le conclusioni anticipate dal Consigliere Calsolaro, le trarremo; altrimenti faremo anche una riflessione sul nostro modo di approvare le leggi e sul modo di esaminarle da parte del Governo.



PRESIDENTE

Affronteremo l'argomento nei modi e nei tempi che decideranno i Capigruppo.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Sull'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Incontro a Caserta tra operatori piemontesi, amministratori delle Province e dei Comprensori piemontesi e casertani. Atteggiamento della Giunta"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Apprendo dalle comunicazioni del Presidente del Consiglio che l'Assessore Simonelli è in congedo per cui sarebbe impossibilitato a rispondere ad un'interrogazione che avevo presentato 7 mesi or sono con il collega Colombino.
Nell'ultima riunione del Consiglio regionale, abbiamo approvato un certo miglioramento nell'attività del Consiglio stesso e dell'Ufficio di Presidenza, sottolineando che il Piemonte è la prima Regione che instaura determinate importanti consulte e che approva determinate leggi prima di altre. Occorrerà forse dire che lo stesso record di tempo varrà per le risposte da parte della Giunta alle interrogazioni.
Pregherei quindi il Presidente del Consiglio di avvisare l'Assessore Simonelli, di stralciare l'interrogazione che si riferiva al piano di sviluppo perché sarebbe ridicolo avere una risposta su di un argomento di importanza così vasta e che comunque è superato almeno da mesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il problema sollevato dal Consigliere Cerchio è presente e va affrontato. La Giunta si è impegnata a mettere all'ordine del giorno tutte le interrogazioni e le interpellanze che pervengono nel termine regolamentare. L'ordine dei lavori viene fissato dai Presidenti dei Gruppi unitamente ai Presidenti del Consiglio e della Giunta. Vi sono sedute in cui i Presidenti dei Gruppi stabiliscono che non si debbano discutere interpellanze e interrogazioni, per lasciare spazio a leggi importanti.
Questa interrogazione venne inserita all'ordine del giorno da lunghissimo tempo, però evidentemente non potrà essere discussa, come tante altre, perché altre interrogazioni e interpellanze ritenute più urgenti sono state portate avanti. Solleciterò gli Assessori presenti a dare risposta, entro la prossima settimana, a tutte le interpellanze giacenti.
Possiamo stabilire la giornata di giovedì prossimo da dedicare esclusivamente alla discussione delle interrogazioni ed interpellanze.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Prendo atto della disponibilità del Presidente, tuttavia devo rilevare che non si tratta di scaricare la questione sulla responsabilità del Presidente del mio Gruppo consiliare. Devo dire che malgrado io fossi presente all' apertura dei lavori del Consiglio nell'ora della discussione delle interrogazioni e malgrado sia stato presente più volte nelle precedenti sedute anche l'Assessore Simonelli, la risposta non è mai arrivata. Dico questo per sottolineare che siete disponibili nella dichiarazione ma non nei fatti, perché più di una volta nei mesi passati l'Assessore ed il Consigliere interrogante erano presenti, ma l'argomento non è stato affrontato. Non sono intervenuto nelle precedenti sedute aspettando che la risposta venisse, con la tipica pazienza di chi ne dispone di molta, ma adesso, a quasi 7 mesi dalla presentazione (siamo a livello di un parto settimino), questa risposta ancora non c'é.



PRESIDENTE

Penso che la situazione possa essere sdrammatizzata perché dal punto di vista percentuale e sostanziale il ritmo delle risposte della Giunta è stato rilevante. Ricordo periodi nei quali era difficile svolgere le interrogazioni, perché mancava il Consigliere o mancava l'Assessore. La soluzione può essere una sola: essere presenti alle 9,30 del mattino nell' ora che normalmente viene dedicata alle interrogazioni. La Giunta fa pervenire molte risposte che si svolgono nell'ora che abbiamo stabilito. Ha ragione il Presidente della Giunta nel dire che molte volte abbiamo convenuto di togliere quell'ora per svolgere un altro dibattito, quindi non è responsabilità di un Capogruppo, ma è responsabilità collettiva. La questione può risolversi anche nello spirito di quelle misure che l'Ufficio di Presidenza intende presentare che tendono a portare modificazioni regolamentari del Consiglio ed anche a superare le imperfezioni che il Consigliere Cerchio ha evidenziato.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sulla definizione del tempo disponibile per le risposte alle interpellanze ed interrogazioni


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Il mio intervento si riferisce alle comunicazioni del Presidente perch non saprei inserirmi in altri punti all'ordine del giorno. Era mia intenzione sollevare questo problema (il mio intervento è assolutamente indipendente e all'insaputa del Consigliere Cerchio).
Devo esprimere, Signor Presidente, una protesta mi permetta questa parola perché già in altre occasioni ho lamentato il fatto che non si rispondeva alle interrogazioni ed interpellanze da me presentate in passato. Rivolgo una protesta prima di tutto nei confronti della Presidenza del Consiglio in quanto il 14.3.1977 segnalavo al Signor Presidente questo fatto e, non avendo ottenuto risposta, in data 19.7.1977 sollecitavo per la seconda volta il ritardo, ma nemmeno il secondo sollecito ebbe un riscontro: questa è una dimostrazione del funzionamento della Presidenza ossia, contrariamente alle belle parole le cose non filano lisce così come si dice e così come si pensa. Mi spiace per il Presidente della Giunta, che cade sovente in infortuni di questo genere, tant'é vero che proprio in questo momento ha affermato che non ci sono interrogazioni in sospeso.
Ricordo invece che ho presentato delle interrogazioni il 3 febbraio, il 26 luglio, il 21 ottobre 1976 ed il 16 febbraio e 31 marzo 1977, rimaste tutte senza risposta.
Signori Consiglieri, lascio a voi le considerazioni.



PRESIDENTE

Capisco benissimo quello che sta succedendo.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Secondo i termini del regolamento, nel momento in cui si apre la discussione sulle interrogazioni o interpellanze, se non è presente il Consigliere interrogante, l'interrogazione si intende decaduta.
Non vi sono interrogazioni o interpellanze che non siano state mandate alla Presidenza del Consiglio per la risposta. Vi fu una riunione dei Capigruppo nella quale si stabilì che non era giusto che la Giunta beneficiasse della non presenza, cioè che se la Giunta non era presente l'interpellanza o l'interrogazione potesse essere rinviata. Il regolamento è della precedente legislatura, cui partecipò anche il Consigliere Chiabrando. Dopo la riunione dei Gruppi, si disse che quella norma era ingiusta perché premiava la Giunta che poteva anche non essere presente. A questo punto si decise, nel caso di assenza del Consigliere o della Giunta di rinviare le interrogazioni e le interpellanze, salvo la richiesta di risposta scritta da parte del Consigliere. Occorre esaminare le situazioni in modo concreto.
Chiedo formalmente che giovedì prossimo tutte le interrogazioni ed interpellanze attualmente pendenti, non quelle decadute per via del regolamento, che tra l'altro possono essere ripresentate, siano discusse.
Il Consigliere Chiabrando riceve, come tutti i Consiglieri, i verbali: se li avesse letti attentamente avrebbe scoperto che le sue interrogazioni erano decadute, e quindi non avrebbe mosso questa osservazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Devo dare atto che l'attenzione nei confronti delle mie interrogazioni è più nel concreto che nella forma.
Vorrei tuttavia sottolineare che purtroppo la celebrazione e il rito molte volte hanno la stessa importanza del contenuto.
Certamente i tempi non sono quelli auspicabili. Peraltro, questo ballottare di accuse abbastanza pepate tra il Presidente della Giunta ed il Consigliere, deve trovare il Consiglio vigile nella verifica; poiché si attribuisce ad un Consigliere una valutazione ingiusta, deve esserci, da parte di chi esprime un giudizio, l'assunzione di precise responsabilità del Presidente del Consiglio.
Quindi richiedo che la valutazione fatta sul discorso del Consigliere Chiabrando venga approfondita, che il Presidente del Consiglio, se del caso, faccia le scuse dovute.



PRESIDENTE

Non c'e dubbio, infatti sarà subito verificato che fine hanno fatto le lettere del Consigliere Chiabrando La procedura normalmente seguita è quella di trasmettere alla Giunta tutte le interrogazioni pervenute e la Giunta stessa fa pervenire al Presidente del Consiglio le risposte. Per Signori Consiglieri, farò una ricerca anche per verificare chi era presente dalle 9,30 alle 10,30, perché se per caso scopro che questi disguidi dipendono dal fatto che la Presidenza del Consiglio e l'Assessore erano qui e che i Consiglieri mancavano, allora la censura sarà pubblica, definitiva e giuridica secondo quanto prevede il regolamento ed i rapporti di questo Consiglio saranno di altra natura, come mi è parso di capire questa mattina. Alle 9,30 il Presidente del Consiglio e presente mentre un 30% dei Consiglieri interroganti non ci sono. Siccome però l'85/90% delle interrogazioni sono state svolte, se ne deduce che la causa non è dovuta alla Giunta che non risponde, ma è da attribuire all'arrivo dei Consiglieri fuori dagli orari previsti e questo rende impossibile svolgere le interrogazioni a:meno che non si privilegino queste rispetto agli altri punti previsti all'ordine del giorno, come già in numerose sedute si è verificato.
Verificheremo queste circostanze, per ora consideriamo chiusa la discussione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale sul problema occupazionale in Piemonte


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine del giorno reca: "Comunicazioni della Giunta regionale sul problema occupazionale in Piemonte".
La parola all'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'ultimo aggiornamento fornito al Consiglio, a fine novembre, e la documentazione fornita stamane con l'elenco relativo alle situazioni di crisi che stiamo seguendo mi dispensano dal soffermarmi ulteriormente su tali vertenze.
Desta serie preoccupazioni sia l'ampiezza generale delle situazioni di crisi presenti nella nostra area, sia l'incidenza settoriale della crisi in alcuni settori, soprattutto in quello tessile e dell'abbigliamento, come provano le situazioni della Wild, della Widemann, della Mirsa di Galliate della Clifford di Villa d'Ossola, della Manifattura di S. Francesco al Campo e di numerosi complessi della Montedison - Montefibre, massicciamente presenti nella nostra area. Desta infine alcune preoccupazioni la concentrazione territoriale di queste situazioni come provano i casi estremi della provincia di Asti (ma non solo questi), dove a fronte di 24.000 addetti all'industria, 6.000 unita sono alla ricerca di un posto di lavoro; la situazione dell'area Verbano-Cusio-Ossola discussa in questi giorni con le controparti, che investe aziende del settore pubblico e del privato: nel campo della meccanica, della chimica e tessile.
Varie situazioni di crisi aziendali investono punti essenziali, quando addirittura non assoluti ed esclusivi, per l'economia della zona o delle vallate E' il caso della Wild di Piasco, della cartiera d'Ormea, della Sisma e della Clifford di Villadossola, della Sisma e dell'Assa in Val di Susa, delle cartiere CIR di Serravalle. Sono questi rapidissimi accenni che richiamano la pesantezza della situazione e la complessità che pone problemi di ordine merceologico e territoriale.
I dati complessivi della Cassa integrazione consentono alcune comparazioni indicative. Devo però avvertire che i dati che fornisco sono solo parzialmente indicativi poiché nei mesi che leggerò sono state approvate domande presentate in mesi precedenti; tuttavia entro un certo arco di tempo, danno l'andamento complessivo della situazione della Cassa compresa anche la Cassa edili: settembre 1977: 2.838.000 ore - settembre 1976: 2.465.000 ore ottobre 1977: 2.704.000 ore - ottobre 1976: 1.492.000 ore novembre 1977: 4.329.000 ore - novembre 1976: 1.200.000 ore dicembre 1977: 4.929.000 ore - dicembre 1976: 1.381.000 ore.
Più analiticamente, per certi comparti tessili abbiamo: negli ultimi 3 anni un andamento che passa da 8.729.000 ore concesse nel 1975, a 6.095.000 ore nel 1976 e a 10.957.000 a tutto il 1977. Dobbiamo considerare il quadro dell' industria italiana tenendo presente i profondi nessi e intrecci esistenti e cercando in sede regionale di individuare linee di intervento che non siano autarchiche, non localistiche, che, a nostro giudizio sarebbero prive di efficacia e di sbocco.
Al di là dell'impegno che la Regione pone sulle "singole" situazioni,si pone anche il problema di iniziative più generali in collegamento con gli strumenti nazionali, quale la legge n 675 sulla riconversione e ristrutturazione industriale che può inscrivere la realtà delle nostre aziende in una programmata politica di interventi e progetti di settore.
Il 1° dicembre il CIPI ha approvato la relazione sullo stato dell'industria, nota con nome di relazione Filippi, nella parte introduttiva della quale si rileva essere "cresciuti alcuni fattori condizionanti che riducono la capacità di evoluzione spontanea delle imprese, si pone in modo straordinario il problema (in sé permanente) della ristrutturazione e riconversione. Conseguentemente si pone l'esigenza di un più attento intervento pubblico, volto sia a rimuovere i fattori di freno sia a promuovere più adatte condizioni di crescita". Il 15 settembre dopo l'approvazione della legge di riconversione e ristrutturazione avevo portato in Consiglio le valutazioni della Giunta e le linee sulle quali intendeva operare per l'utilizzo della legge.
Dò per scontate quelle informazioni generali richiamando alcuni punti in ordine all'operatività della Regione per avere il contributo ed il conforto del Consiglio sulle iniziative che si intendono attuare. Dopo la relazione generale sullo stato dell'industria, il CIPI ha emanato lo schema di direttive per la riorganizzazione e lo sviluppo del sistema industriale.
Il 20 gennaio le Regioni italiane, hanno esaminato quel lo schema in sede di Commissione interregionale. Noi intendiamo operare secondo le precisazioni contenute nel documento delle Regioni, del quale richiamo in sostanza questi punti: 1) Le Regioni non intendono fare politica industriale e autonomi progetti di settore, ma chiedono di pesare nei gruppi di lavoro che predisporranno i programmi finalizzati di intervento 2) Il problema del credito agevolato venga affrontato nella sua globalità e quindi la materia del DPR 902 per le aree insufficientemente sviluppate sia vista in rapporto alla legge 675, così come viene richiamato dall'art. 2 della legge stessa.
Vorrei riprecisare l'orientamento della Giunta sul problema della mobilità della mano d'opera oggetto di dibattito non solo sindacale ma anche politico, uno dei punti programmatici in discussione per la formazione del Governo. Vorrei limitarmi a riassumere in modo chiaro l'opinione della Giunta.
Noi abbiamo sempre affermato in questo Consiglio che in un'economia in crisi, che deve riconvertirsi e ristrutturarsi - ma più in generale anche in un'economia in espansione - la mobilità aziendale e interaziendale è una necessità.
Coerentemente con questo assunto siamo stati, credo, la prima Regione italiana ad operare perché si costituisca la Commissione regionale prevista dalla legge 675.
Come sapete, le designazioni della nostra Giunta hanno tenuto conto della maggioranza e dell'opposizione, di esigenze esecutive proprie della Giunta e di esigenze di partecipazione del Consiglio.
Ma noi siamo ora in attesa - attesa non passiva - che il Ministero del lavoro insedi la Commissione e che ad essa venga data una base programmatica per operare. Consentitemi un richiamo: i giornali torinesi hanno scritto che io sarei fra i più tenaci oppositori della formula di "Agenzia".
Ma noi non ne abbiamo mai fatto una questione formale, ma di contenuto.
Noi siamo contrari ad ogni formula che rescindendo il rapporto di lavoro disimpegni l'imprenditoria singola e collettiva, e apra una parentesi non si sa quanto lunga di assistenzialismo pubblico parassitario. Pin di una volta abbiamo ricordato le centinaia di miliardi spesi (la Singer è il caso emblematico ma non unico), 17/18 miliardi per cassa integrazione senza che si fosse creata nel frattempo una condizione produttiva e tenendo la gente seduta nel cortile. Se "mobilità" ha un senso, significa passare da un posto di lavoro ad un altro. Se si devono aprire "ponti" di passaggio lo si faccia. Ma lo si faccia garantendo gli sbocchi, e garantendo quei momenti di formazione o riqualificazione necessari, così che anche il momento economico-salariale da assicurare ai lavoratori, sia finalizzato. Né il sindacato né la pubblica istituzione possono diventare controparte dei lavoratori che hanno bisogno di un nuovo posto di lavoro. Vorrei anche dare alcuni aggiornamenti su particolari situazioni di crisi, che vanno posti in relazione alle informazioni già date in Consiglio. Abbiamo tenuto pochi giorni fa una riunione di verifica delle situazioni delle aziende del settore tessile e dell'abbigliamento insieme con i 18 Sindaci dei Comuni interessati dalla quale è risultato che vi sono una ventina di casi di crisi. Nella sola area di Torino su 31.000 addetti, circa 8.000 sono in cassa integrazione e di questi 2.500 sono minacciati nel posto di lavoro per procedure fallimentari in corso. A queste aziende dell'area torinese si aggiungono Piasco, Alba, Novara, il Verbano-Ossola.
Quale orientamento la Regione ha assunto? A fronte di situazioni con genesi, con assetti produttivi,con mercati diversi e di aziende con dipendenti in cassa integrazione con procedure fallimentari aperte o in amministrazione controllata, tutti casi concreti che sia pure con diverse accentuazioni richiamano la crisi generale del settore tessile abbigliamento, la Regione ha orientato il proprio intervento su due contemporanei e concomitanti piani: seguire le singole situazioni nella loro specificità e nella loro varietà, tenendo presenti le condizioni tecnologiche, i mercati, le potenzialità differenti. La Clifford di Villadossola che produce jeans e che risente della pressione del mercato internazionale, della merce che arriva dalla Germania orientale, dalla Romania, dai Paesi arabi, e anche da Hong-Kong, non e nella condizione della Mirsa di Galliate che ha potenzialità di mercato in Giappone e in Usa; situazioni diverse per procedure fallimentari in corso, per amministrazioni controllate e per livelli di sospensioni e cassa integrazione.
Tutto ciò ci ha indotti a proporre alla Federazione degli imprenditori ed ai singoli imprenditori un rapporto variamente articolato affinché si possa realizzare l'ingresso di nuovi gruppi o "società di gestione" che consentirebbero la ripresa produttiva. E' il caso della Mirsa, della Wild della Wideinann. In secondo luogo abbiamo dichiarato la piena disponibilità per operazioni di mobilità che ovviamente devono essere garantite e reali.
Della relazione sulla "operazione sviluppo" lanciata dalla Confindustria abbiamo dato un giudizio positivo sulla parte che puntualizza i possibili impegni della imprenditoria piemontese. L'ing. Frignani ha affermato che la Federazione, sia pure in un quadro di non completa ripresa, vuole proporsi un piano di rilancio anche per l'occupazione.
Crediamo che le parole abbiano un senso e pensiamo che non solo nel settore tessile debba verificarsi il primo banco di prova dell'impegno imprenditoriale singolo ed associato.
Siamo pronti ad impegnarci, come abbiamo detto tante volte, anche con i "momenti" che competono alla Regione quale quello della formazione e riqualificazione professionale. Devo però constatare, almeno per ora, che vi è un solo caso concreto di contrattazione, quello della Nuova Melco di Asti, che con il concorso attivo della Regione, del Comune, delle organizzazioni sindacali e con la sensibilità che in questo caso ha dimostrato l'Unione industriale di Asti, è approdato ad un accordo che garantisce l'occupazione a 611 lavoratori e una quota extra contrattuale per le unità che non vengono comprese nell'accordo. Il secondo piano sul quale la Regione si muove è quello dell'utilizzo della legge 675 di riconversione e ristrutturazione. In questi giorni abbiamo compiuto un passo presso il Governo e presso la Federazione imprenditori per proporre il problema dei progetti di settore, partendo da un'analisi dei casi di impresa per giungere a progetti di interventi integrati per imprese. Se vi sarà la risposta positiva degli imprenditori, intendiamo impegnare anche la Finpiemonte e il 'Ires.
Dopo l'incontro avvenuto nei giorni scorsi a Torino con il Ministro dell'Industria Donat Cattin e il Commissario della CEE Davignon, abbiamo chiesto di conoscere a quale livello verrà attestata la produzione Fibre nell'ambito dell'accordo della Comunità anche per conoscere i delicati problemi che si apriranno di conseguenza. Abbiamo avviato rapporti con la CEE in ordine ai fondi di riconversione e agli interventi sociali. In merito alla situazione della Singer sarebbe lungo ripercorrere le svariate ipotesi e proposte che abbiamo vagliate in questi mesi con il Ministero dell'industria, la GEPI, le organizzazioni sindacali e l'Unione industriale. Sono pervenuti alla Regione e al Governo spezzoni di offerte per oltre 4.000 posti di lavoro che però non raggiungono i 1.200 posti che occorrono o perché si sono ritirati i proponenti o perché la GEPI non li ha giudicati positivamente. E' una constatazione che faccio con molta amarezza quale segno negativo delle difficoltà di governare e di indirizzare la nostra economia. Il 18 gennaio c'è stato un incontro con il Ministro dell'industria. Attualmente la sola proposta sicura è quella della CIR Debenedetti per 407 posti, alla quale si aggiungerebbero i 200 posti Fiat.
Altee 2 ipotesi, per 230 posti circa, l'una nel campo dei circuiti stampati e l'altra nella produzione elettromeccanica per l'edilizia, sono all'esame della GEPI. Credo che l'esame sia stato completato ieri sera e dovremmo averne conferma stamane.
La Regione ed il Comune di Leinì hanno esaminato con l'Assessore Astengo la situazione in merito ad eventuali esigenze di aree relativamente a questa operazione. Non posso che rammaricarmi che, a fronte della proposta certa della CIR - che per altro ha subito troppo ritardo l'Unione industriale di Torino non abbia voluto accogliere la richiesta di mobilità della Regione, che noi garantivamo con l'apprestamento di corsi di formazione professionale. Siamo stati ben lieti che la CORAL, con la quale abbiamo mantenuto fitti rapporti, abbia concluso l'accordo per i lavoratori ex-Pennitalia di Salerno; tutto ciò che fa produzione e occupazione al Sud è da noi salutato positivamente. Devo però comunicare che, rispetto alle informazioni che avevo dato nelle precedenti sedute, è venuta a cadere l'ipotesi Coral-Singer sulla quale peraltro la Gepi non ha dato un giudizio positivo. Questo ha chiuso una possibilità per noi. Voglio cogliere come parzialmente positiva la disponibilità che la Coral ha dichiarato alla Regione nel corso della passata settimana per adoperarsi in una certa misura anche per alcune aliquote dei lavoratori Singer. La composizione faticosa di questo mosaico e seguita dalla Regione passo a passo, quasi quotidianamente.
Infine dirò due parole sulla situazione Venchi Unica. Da quando la questione venne trasferita dal Ministero dell'industria al Ministero del bilancio approssimandosi il 10 gennaio, giorno in cui scade l'amministrazione controllata, abbiamo operato per costituire una società di gestione libera dal regresso del passato, perché nessuno ha chiesto agli imprenditori potenziali che possono subentrare di prendersi le pere marce di Cigalino e di Sindona. Nella seduta del 7 dicembre il Consiglio aveva incaricato un gruppo di Consiglieri di seguire con il sottoscritto il problema. Alcuni di essi, per la verità non molti, hanno partecipato con la Giunta all'incontro con l'Unione industriale. Scaduta l'amministrazione controllata si crea una situazione grave e paradossale, in quanto viene a mancare il lavoro per l'impossibilità di acquistare le materie prime pur essendovi i mezzi per acquistarle e un carnet di ordinazioni per la Pasqua di gran lunga superiore a quello dell'anno scorso e pur considerando che l'amministrazione controllata ha potuto ripianare 1.350 milioni di salari arretrati. Non c'è chi non vede l'assurdità di questa situazione specie se si considerano tutti i dati positivi che l'altra volta ho illustrato al Consiglio. Con il Sottosegretario al bilancio on. Scotti - al quale devo dare atto del senso di responsabilità e tempestività - e con il Presidente della Giunta abbiamo esaminato la questione soprattutto con gli istituti di credito, i quali confermano la loro disponibilità per la formula della società d'esercizio a condizione che ci sia una valida proposta di natura industriale. Questa proposta però non c'é ancora, anche se abbiamo aperto uno spiraglio che verificheremo in questi giorni. Proprio per senso di responsabilità non posso non rilevare la gravità degli atteggiamenti negativi degli imprenditori torinesi. Le banche sono pronte a fare il loro mestiere, ma non vogliono diventare imprenditrici, bensì vogliono sapere quale parte di capitale intendono impegnare gli imprenditori. L'esercizio passato è stato positivo. Il credito agevolato è disponibile sulla legge 464. Non so se qualcuno aspetta il "cadavere per tagliarsi una fetta di mercato". Certo è che tutta questa vicenda getta quanto meno una dubbia luce sulle pretese "operazioni-sviluppo". Lanciamo ancora una volta un appello responsabile da quest'aula. La società d'esercizio,se si vuole farla, si può costituire in 24 ore poiché i possibili partners sanno che non saranno coinvolti nel passivo del passato. E' un appello alla ragione che si fonda anche su validissimi motivi economici e produttivi, ma si deve anche sapere che se lo sforzo nostro, dei Comuni di Torino, di Collegno, di Novate e del Governo non verrà accolto dagli imprenditori torinesi, non ci lasceremo disarmare, perché siamo impegnati a ricercare una soluzione anche fuori dall'area imprenditoriale piemontese (gli imprenditori piemontesi si assumono in questo momento una grave responsabilità). Un azienda che ha dimostrato d'essere vitale non può essere abbandonata a se stessa, non pu essere lasciata morire per chissà quali strani giochi.
Quindi nei prossimi giorni lavoreremo ancora di concerto con i Comuni interessati e con il Sottosegretario on. Scotti.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

L'ampiezza della relazione e la pluralità dei temi trattati dall'Assessore Alasia richiederebbero una discussione molto ampia. Cercher di essere estremamente sintetico dando una risposta ai punti più significativi. Vorrei parlare soprattutto dei casi della Montefibre, della Singer e della Venchi Unica. Il rapporto in atto tra Governo e Comunità Europea per un accordo sul volume complessivo di fibre da prodursi nel nostro Paese, in relazione al volume da prodursi in sede europea, da quanto ci è dato sapere, si preannuncia non facile. E' presumibile che per quanti sforzi si riesca a fare e per quanto si riesca ad ottenere dalla Comunità Europea, la saturazione globale degli impianti in Italia nel settore fibre non verrà garantita, anche se sembra che le cifre sulle quali gli accordi sembrano possibili possano garantire una situazione migliore dell'attuale situazione attuale che, comunque, prevede l'espansione di certi impianti in fase di sviluppo e che presenterà una produzione superiore alle richieste.
Noi crediamo che il rapporto con la CEE sia obbligato. Quando sentiamo dire che c'é una concessione dell'Italia ad altri Paesi europei e c'é quasi una rinuncia dell'Italia a combattere la propria battaglia per la presenza nel settore, tali considerazioni ci sembrano molto superficiali perché non tengono conto della realtà del settore che, tutto sommato, vede un terzo della produzione italiana esportato nel contesto della Comunità Europea.
Una parola particolare credo che debba essere spesa nei confronti del caso Lidmann. E' questa una delle prime iniziative di attività sostitutive che la Montefibre ha intrapreso. Quando leggiamo che anche la Lidmann, nel contesto dell'obiettiva e difficile situazione finanziaria della Montefibre, rischia di essere cancellata per essere posta in liquidazione nel momento stesso in cui raccogliamo da responsabili del settore considerazioni positive sull' azienda, sul suo mercato, sulla sua capacità produttiva, non possiamo non manifestare preoccupazione e sgomento, perch del processo di attività sostitutive tanto si è parlato e se, come primo esempio, si dimostrasse che la prima iniziativa concretizzata viene ad essere cancellata, sarebbe tutto un processo che verrebbe messo in clima di sfiducia con una pesante responsabilità da parte della dirigenza Montefibre. Ci sono altre realtà piemontesi che non possono essere valutate, limitatamente alla loro situazione particolare. La Regione dovrà incominciare a verificare le potenzialità di sviluppo in alcuni settori sia in relazione al piano dei trasporti, sia in relazione al famoso contratto Algeria che sembra affermarsi e che indubbiamente potrebbe portare dei benefici anche alla realtà piemontese. La Regione Piemonte, nel contesto della situazione italiana non brillante, potrebbe e dovrebbe incominciare a verificare tali situazioni comprendendo la difficoltà e la ponderazione con le quali si vanno a proporre e a stimolare ulteriori trasferimenti nell'ambito regionale e sperando che sia il Piemonte stesso a ricuperare la situazione di declino.
In merito alla Venchi Unica non possiamo non rilevare la drammaticità della situazione, potendo solo valutare l'impegno congiunto tra Governo e Regione che vale anche a dissipare le polemiche del passato, quasi che la rinuncia di una parte del Governo a gestire direttamente la questione fosse un segno di disimpegno. Certo i problemi rimangono nella loro drammaticità.
Non possiamo che augurarci che continui il confronto con l'imprenditoria piemontese e nazionale.
Venendo a considerazioni più ampie, vorrei soffermarmi brevemente sulla legge di ristrutturazione e riconversione industriale, sul credito agevolato e sulla mobilità.
Non posso non manifestare una certa perplessità e contrarietà su quanto è contenuto nella relazione relativa all'incontro tra le Regioni. I primi atti in attuazione della legge di riconversione industriale sono stati compiuti: la relazione sullo stato generale dell'industria e l'emanazione delle prime direttive del CIPI. Si lanciano accuse di genericità, di mancanza di indicazioni di soluzioni alternative, delle modalità di intervento e mancanza di un quadro di riferimento delle risorse.
La relazione generale sullo stato dell'industria ha ricevuto commenti positivi da parte di tutte le forze politiche. Basterebbe citare i nomi dei Prof. Spaventa e Napoleoni, non certamente appartenenti al mio Partito, che hanno sottolineato la positività della relazione proprio perché essa è riuscita a schivare il facile rischio di esaminare la situazione industriale con l'ottica esclusiva di piano di settore, andando ad una schematizzazione della situazione industriale che avrebbe falsato di fatto un esame obiettivo, serio, razionale. La legge prevede una cadenza ritmata nel tempo degli adempimenti voluta dal Parlamento, cadenza forse eccessivamente rigorosa nella determinazione dei tempi che devono intercorrere tra un passo e l'altro. E' una successione logica degli atti che non può essere messa in discussione ed essere oggetto di accuse di genericità perché non si può presupporre e pretendere di avere subito il risultato finale del processo che viene messo in atto. Se il Parlamento, il Governo e la comunità nazionale fossero in grado di dare oggi le indicazioni delle alternative, delle modalità di intervento del quadro di riferimento delle risorse, vorrebbe dire che avrebbero già i piani di settore; invece i piani di settore, non a caso, vengono dopo una serie di indagini. Inviterei piuttosto a riflettere seriamente sulle parole e sulle indicazioni scritte nella relazione e nei documenti e sull'importanza che hanno certe indicazioni prioritarie che nel momento in cui si approvano diventano o dovrebbero diventare vincolanti per qualsiasi iniziativa successiva. Quando si parla di diffusione dell'innovazione tecnologica come uno dei parametri fondamentali da tenere presente e si approva un'indicazione di questo genere, dobbiamo essere tutti consapevoli delle conseguenze alle quali può portare, in primo luogo che non riguarderà solo alcuni settori. Troppe volte parlando di distinzione tra settori si identifica il bene nei settori avanzati e tutto il male nei settori arretrati, dimenticando che potenzialità di sviluppo o necessità di sviluppo tecnologico ci sono in uno e nell'altro. Dobbiamo essere anche consapevoli che parlare di diffusione di innovazione tecnologica può anche comportare pericoli di ulteriore diminuzione della base occupazionale oppure viene riconosciuto un dato necessario attraverso il quale passare.
Se crediamo veramente alla necessità di introdurre linee di programmazione nel Paese, dobbiamo essere consapevoli delle cadenze e dei passi che essa comporta, pur essendo consapevoli della necessità di individuare immediatamente degli strumenti che consentano di far sopravvivere alcune situazioni. E' probabile che situazioni come quelle della Montedison, che riguarda la nostra Regione, come altre che riguardano altre aziende chimiche nel nostro Paese, probabilmente non possono aspettare la stesura di un piano di settore, ma devono trovare immediatamente degli interventi di natura finanziaria che consentano alla situazione di non deteriorarsi oltre i limiti del possibile, pena il rischio di andare a programmare sull' inesistente.
Per quello che riguarda il credito agevolato, condividiamo la necessità che su questa materia si faccia un discorso molto approfondito. Non conosciamo la deliberazione del CIPI del 21.12.1977 con la quale è stata fatta la prima individuazione di Comuni: se la Giunta regionale la possiede, pregheremmo di trasmettercela. Certamente non difendiamo la validità della strada del passato circa l'individuazione dei Comuni delle aree depresse. Dobbiamo però dire con altrettanta chiarezza che non è valido rispondere, così come ha risposto la Giunta. In I Commissione consultando i Comprensori, abbiamo avuto delle verifiche su questa materia.
Da parte della nostra forza politica e di altre sono emerse critiche pesanti alla deliberazione della Giunta, deliberazione che la Giunta ha mandato in Commissione con l'intesa di portarla in Consiglio, ma che in realtà, abbiamo poi appreso, è stata trasmessa al Governo immediatamente.
Le critiche alla validità dell'impostazione di quella deliberazione le abbiamo espresse in pubblici commenti sui giornali e quindi non mi dilungo su questo argomento. Infine, il tema della mobilità ha trovato in questi giorni una risonanza notevole in relazione a momenti di ripensamento e di analisi da parte delle organizzazioni sindacali, espressi in termini giornalistici molto spinti con l'ultima dichiarazione del Segretario generale Cgil. Non possiamo non riflettere e non considerare la difficoltà obiettiva di trovare soluzioni a questo problema, soluzioni che contemperino le due esigenze: da un lato di non irrigidire il sistema dall'altro di non realizzare una società che non tenga conto di esigenze umane civili inderogabili sulla sicurezza sociale dei lavoratori. Quando si parla di agenzia ci sono dei rischi di costi di gestione del fenomeno; di fatto vorrebbe dire imboccare la strada del salario garantito a tutti coloro che entrano in età di lavoro; attenzione allora a creare strumenti che di fatto discriminano ancora di più di quanto si discriminano oggi occupati e inoccupati. Abbiamo tutti la netta consapevolezza che quando si affronta un discorso di questo genere la preoccupazione fondamentale deve essere quella di non irrigidire ulteriormente il sistema andando ad individuare strumenti di protezione per coloro che hanno il lavoro e che per caso la perdano nei confronti di coloro che non l'hanno. Tale sarebbe la situazione se si mettesse in piedi uno strumento che semplicemente gestisse coloro che vengono espulsi dal processo produttivo e non si preoccupasse invece di gestire coloro che nel processo produttivo non sono ancora introdotti. Al di là di schematizzazioni ideologiche dovremmo trovare delle soluzioni pragmatiche intermedie. Sotto questo aspetto quanto contenuto nella legge di riconversione industriale è quanto di meglio oggi le forze politiche e le forze sociali siano riuscite ad elaborare in materia. Non possiamo dimenticare - ci sia consentita questa annotazione in relazione alle ultime dichiarazioni del Segretario della Cgil - che se il fenomeno ha assunto dimensioni così drammatiche che porta quasi a dover discriminare soluzioni radicalmente alternative, è anche perché si è voluto in questi anni gestire il fenomeno in maniera eccessivamente rigida.
Lascio al Segretario della Cgil la responsabilità di trarre le dovute conseguenze quando afferma che in questi anni la politica salariale e la politica della gestione della forza lavoro è stata sbagliata. Lama in questi anni non ha fatto il giornalista, l'osservatore disincantato delle realtà, ma è stato il principale protagonista di queste vicende, e chi si permette di fare affermazioni di questo genere probabilmente dovrebbe trarre delle conseguenze coerenti anche sul piano personale. Non crediamo si possa sostenere neanche la tesi che da una fabbrica si esce solo nel momento in cui è garantito il posto successivo. Sarà indispensabile avere degli strumenti, delle camere di compensazione tra una fase e l'altra che proteggano e garantiscano gli aspetti sociali della vicenda, perché non è sostenibile la positività di mantenere in piedi un sistema falsamente in regola, falsamente tutelante la sicurezza del lavoro. Per garantire chiarezza nella gestione industriale è meglio che del costo dell'operazione finalizzata a direttive sociali sicuramente valide si faccia carico la collettività, piuttosto che le singole realtà. Condividiamo le preoccupazioni in ordine all'agenzia generalizzata, sia sul piano dei costi sia sul piano della responsabilità, soprattutto quando questa dovesse gestire fenomeni per periodi di tempo eccessivamente lunghi. Probabilmente ci sono fasi da considerare ridotte nel tempo che non potranno trovare soluzioni diverse da quel le di prevedere delle camere intermedie tra l'uscita da una certa attività produttiva e l'ingresso in un'altra. Il discorso potrebbe essere molto lungo, lascio alla Giunta l'eventuale decisione di proporre in sede di Commissione o in sede di Consiglio un confronto sugli atti che il Parlamento e il Governo stanno elaborando in questo periodo in ossequio alla legge di riconversione industriale. E' opportuno che la Regione possa seguire questi atti prendendone consapevole atto e verificando sempre le implicanze che questi atti hanno nella realtà piemontese. Trasferire, applicare alla realtà piemontese l'ottica espressa dalla relazione dello stato generale dell'industria, potrebbe dare a tutte le forze politiche, sociali e imprenditoriali del Piemonte utili strumenti di analisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

L'ampio discorso dell'amico Alberton ha considerato la situazione economica regionale e nazionale, settore difficilissimo dove ognuno la pensa come meglio crede, secondo la propria angolatura. Non ho mai invidiato il lavoro dell'Assessore Alasia che ritengo uno dei più ingrati tra quelli della Giunta in considerazione delle pochissime possibilità di intervento che ha la Regione nel campo industriale, in un momento in cui forte è la pressione di lavoratori che stanno difendendo il posto di lavoro. Ritengo opportuno chiarire la figura dell'industriale. Sono anch'io un piccolo industriale e quando intervengo lo faccio più con la mentalità dell'industriale che con la mentalità dell'uomo politico, quindi non riesco a capire quando si dice che gli industriali devono prendere un'azienda. Gli industriali, quando hanno i soldi, non possono investirli perch normalmente raccolgono le azioni dei piccoli risparmiatori che hanno più fiducia nell'industria che nei buoni del tesoro, ma se questi non danno un reddito, come da anni stiamo assistendo nelle grosse, medie ed anche piccole industrie, gli industriali non investono i propri denari per rilevare la Venchi Unica. A Torino esistono persone o gruppi che potrebbero rilevare la Venchi Unica, ma ricordiamo la vicenda di Cigalino che si è rovinato mandando in fallimento due aziende nell'Alessandrino per l'intervento che ha fatto nella Venchi Unica. Ha rischiato per un intervento fatto male, tant'é vero che è caduto miseramente.
La relazione dell'Assessore Alasia mette chiaramente in evidenza che la nostra industria, nei vari settori, sta perdendo dei colpi. In questa situazione che cosa può fare la Regione? E' una domanda che noi Consiglieri ci poniamo da 5 o 6 anni. La Regione doveva costituire la famosa Finanziaria per dare aiuto alla piccola e media azienda. La Finanziaria ora è costituita, tuttavia non ha ancora avuto modo di estrinsecarsi nel campo delle aziende industriali. I giornali di 15 giorni fa riferivano che una delegazione industriale ha realizzato in Marocco un buon numero di commesse. La Regione, disponendo dei dati relativi alle aziende in crisi che non riescono a vendere la propria produzione, dovrebbe coordinare e presiedere delle missioni commerciali le quali dovrebbero operare nei punti dove esiste un certo mercato. Questa iniziativa potrebbe aiutare in modo diretto le aziende. Non dimentichiamo che un buon venditore è capace di vendere frigoriferi in Alaska. E' una proposta concreta da valutare e studiare opportunamente con la Camera di Commercio, con gli imprenditori interessati. Badate, Signori Consiglieri che se ci muoviamo in questo senso potremo certamente portare un po' di lavoro al Piemonte. Ritengo che non ci si debba preoccupare se in questo momento non si trovano imprenditori piemontesi: a noi interessa innanzitutto difendere i lavoratori ed il loro posto di lavoro. Avrei preferito intervenire in modo più coerente e adeguato, purtroppo ho ricevuto troppo tardi la relazione dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Signor Presidente, Signori Consiglieri, purtroppo l'Assessore Alasia non può dire che i problemi sono risolti. Nella maggior parte dei casi si tratta invece di problemi nuovi che si aggiungono a quelli vecchi e tra questi c'é anche quello delle fibre sintetiche nell'ambito della CEE. Mi chiedo a questo proposito, e lo chiedo all'Assessore con una certa preoccupazione, chi è in grado in Italia di trattare di questo problema nell'ambito della CEE. Me lo chiedo con preoccupazione perché non vorrei che nel giro di poco tempo altre aziende siderurgiche, oltre alla Sisma di Villadossola e di Bussoleno si aggiungessero a questo elenco in conseguenza delle imposizioni CEE nell'ambito dei prezzi del materiale ferroso.
Imposizioni che rischiano di comportare l'impossibilità di esportare per l'Italia. Si difende la siderurgia tedesca nei confronti di quella italiana. Ci vengono imposti dalla CEE prezzi fuori mercato tali da impedirci di vendere all'interno della CEE e all'interno dell'Italia. A questo punto mi chiedo perché dobbiamo aggiornare le nostre aziende se le stesse saranno punite? Sto anticipando un problema che probabilmente verrà fuori di qui ad un mese, di qui a due mesi. Il Piemonte non è il Bresciano tuttavia ha un'industria siderurgica assai avanzata di tutto rispetto come la Ferrero, la Cravetto, tanto per citare alcuni esempi. Non essere preoccupati dei rapporti di forza all'interno della CEE e non avere persone con capacità di contrattazione in quell'ambito può portare le nostre industrie al disastro totale, non solo di quelle arretrate, ma anche di quelle più avanzate, proprio perché sono in concorrenza con altre di Paesi più forti all'interno della CEE. Se dobbiamo fare dei grandi sforzi per l'ammodernamento delle nostre aziende, sforzi che hanno un costo pesante per il Paese, non vorremmo trovarci poi con le gambe tagliate. Si tratta di rapporti che vanno molto al di là dell'ambito regionale e nazionale. Non vogliamo ricevere la beneficenza dalla Germania, ma vogliamo avere industrie funzionanti, in grado di fare concorrenza anche con la Germania.
Mi spiace di avere aggiunto questa angustia alle già tante angustie dell'Assessore, ma non dobbiamo arrivare ai problemi sempre e soltanto quando sono già completamente decotti.
Passando dal tema internazionale a quello locale, vedo che l'Assessore non ha fatto cenno al problema della Radaelli, azienda che ha due sedi in Lombardia e una in Piemonte. La direzione dell'azienda ha deciso di mantenere in efficienza le due sedi della Lombardia e di chiudere quella del Piemonte, decisione che naturalmente mette in ballo i rapporti interregionali. L'azienda occupa manodopera essenzialmente femminile non facilmente riassorbibile all'interno del Comprensorio di Ivrea dove ha sede la Radaelli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Alle considerazioni della Signora Castagnone Vaccarino sulle difficoltà della siderurgia piemontese, aggiungerei un'altra considerazione in ordine alla pressione di ordine naturale relativa al mercato del rottame che guarda caso, è collocato nelle più importanti potenze siderurgiche. Questo elemento pone l'interrogativo del Consigliere Alberton, ossia lo sviluppo delle tecnologie porta necessariamente a certe conseguenze in quanto non ritengo si possa ribaltare il discorso semplicemente non attuando la ristrutturazione in quei settori che sono penalizzati a livello internazionale. I problemi sono due e di tipo diverso, quello della politica internazionale e della gestione delle fasce di utilizzo del mercato e quello del recupero di un tasso di produttività media ottimale a livello italiano e a livello europeo.
Nel discorso dell'Assessore ho notato qualche slabbratura, in particolare dove contesta l'armonia della proposta degli industriali a livello nazionale e regionale con certi atteggiamenti. Una delle proposte fondamentali del mondo industriale era proprio costituita dal trasferimento al capitale di rischio delle aziende, agli investimenti per il rilancio produttivo di una fascia di reddito nazionale che viene sottratto ai consumi; in questo caso, si tende a superare una posizione di retroguardia che, per altro, si sente ancora ripetere da qualche onorevole comunista in dibattiti sui consumi sociali e privati.
Ovviamente si tratta di sottrarre denaro non soltanto ai consumi, ma anche ai redditi. I percettori di redditi troppo alti, secondo la valutazione che fa il mondo industriale, trasferiscono i redditi non consumati nei depositi bancari che, però, vengono gestiti in un certo modo e soprattutto ad un prezzo alto. Non è vero che non esiste nel nostro Paese la liquidità, non è vero che non esistono teoricamente le risorse disponibili per il rilancio produttivo: esistono risorse che hanno un prezzo penalizzante a monte. Se non ci fosse questo fenomeno distorto, le risorse arriverebbero autonomamente al mondo imprenditoriale; gli imprenditori richiedono che le risorse non siano consumate da una parte e che dall'altra non vadano destinate al risparmio bancario.
La Regione può fare molto: prima di tutto deve essere coerente e quando viene fatta una proposta, invece di ridurla agli aspetti demagogici deve approfondirla nell'ambito del Piano di sviluppo. La Giunta ritiene compatibile la proposta del mondo imprenditoriale piemontese con i vincoli del Piano di sviluppo? Gli imprenditori dicono che per recuperare la disoccupazione in Italia lo sviluppo deve essere del 4,50%. Poiché non possiamo pensare che questo tasso di sviluppo sia realizzabile in tutte le Regioni del Paese immediatamente, non è il caso di riflettere sul modo per raggiungere questo tasso nel Paese considerando che la nostra Regione è considerata un elemento essenziale e trainante? Mi dispiace che non si sia ancora arrivati a quel dibattito che era stato richiesto dal Consigliere Rossotto in merito agli interventi ed alle valutazioni espresse dall'Assessore Alasia e dal Presidente della Giunta sulla questione degli straordinari del sabato alla Fiat, dibattito di carattere generale che permetterebbe di avere una visione globale ed articolata forse più producente di una pur doverosa informativa, che per tende a spezzettare e sminuzzare l'ottica dei problemi.
Infine, non mi pare serio chiudere il problema con la dichiarazione contenuta nella seconda pagina del documento, dove addirittura la maggioranza porta a proprio titolo l'aver appoggiato quel tipo di lotta quando da parte di una componente politica c'era stata la richiesta di una valutazione, di un approfondimento sull'argomento. Al di là di questo intervento che conduce puntualmente l'Assessore Alasia, occorre da parte del Consiglio e del governo della Regione, la capacità e la volontà di seguire i fenomeni e le vicende coralmente.
Il discorso di Lama pone un problema anche al Piano di sviluppo regionale, così come lo pone la proposta degli industriali. La Regione incominci a verificare che la programmazione regionale si armonizzi con quelle proposte, almeno per gli aspetti accettabili, dopodiché gli interventi settoriali non saranno più affidati alla volontà politica, ma saranno affidati alla capacità, agli strumenti, alla possibilità di incidere che dipendono soprattutto dallo zelo personale e dalla conoscenza dei problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, queste doverose e interessantissime notizie in ordine alla situazione occupazionale della Regione Piemonte ed ai problemi di ampia portata quali quelli sollevati dalla collega Vaccarino e dal Consigliere Alberton, richiederebbero un esame puntuale in sede di IV Commissione, competente in materia di industria e di artigianato, e in sede di I Commissione, che ha competenza in materia di programmazione. In quelle sedi si potranno fare gli approfondimenti necessari e trarre alcune considerazioni dall'esito degli incontri con le organizzazioni imprenditoriali.
Questo invito si riallaccia ad una richiesta del collega Oberto che risale a mesi addietro affinché l'informazione non rimanga nella superficialità assoluta ed il Consiglio non assolva all'impegno serio più volte qui richiamato, pertanto avanzo tale proposta, riservando a quella sede, se questo si compierà, gli interventi precisi e le valutazioni sui comportamenti delle organizzazioni imprenditoriali, dei sindacati dell'azione del governo regionale e nazionale, al fine di poter esprimere in concreto non dei voti, ma la volontà di gestire secondo indirizzi di programmazione, di piano, in coerenza con le indicazioni che le forze politiche danno per la soluzione della crisi stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

L'ipotesi avanzata dal collega Rossotto mi pare razionale e concreta.
In linea di principio sono d'accordo con quanto è detto nella relazione dell'Assessore. E' chiaro però che questa è una fuga in avanti, mentre il discorso complesso e complicato viene da lontano, quindi sarebbe opportuno un dibattito complessivo nel corso del quale io, come Consigliere vercellese, potrei anche trovare lo spazio per dire qualcosa sulla Lidmann caso macroscopico e clamoroso di azienda sostitutiva che a due mesi dalla sua costruzione muraria minaccia di chiudere, sulla Ceramica Pozzi che sta suonando campanelli di allarme, sulla Cartina di Serravalle e su tutte le aziende del Vercellese in crisi.Un tale confronto in materia di economia e lavoro, mi pare necessario ed opportuno in ordine alle ultime prese di posizione del sindacato per valutare quanto la Regione, nella pochezza delle sue facoltà istituzionali, possa dare in termini di contributo alla soluzione di questi nodi gordiani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

I concetti espressi in ordine al dibattito che si è svolto questa mattina sulla base della relazione dell'informazione della Giunta, mi trovano ampiamente d'accordo. Il dibattito di oggi e quello che si sta svolgendo nel Paese tra le forze sindacali, imprenditoriali e politiche riguarda il tema centrale anche in ordine alla questione del Governo e del suo programma e ritengo che non possa non trovare in questa sede una sua collocazione corretta e adeguatamente preparata, non casuale. Ritengo sia giusto farlo attraverso un'adeguata preparazione in modo che sia possibile dibattere le questioni di cui siamo continuamente e puntualmente informati ma anche le questioni di carattere più generale.
Il dibattito in Consiglio deve proseguire per affinarsi e prepararsi nelle sedi opportune, per essere in grado, in quella sede ed in aula, al di là delle improvvisazioni e dei pressapochismi quali quelli che si sono uditi questa mattina, di esprimere compiutamente le nostre proposizioni e le nostre idee.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alasia per la replica.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro

Vorrei assicurare i colleghi che la Giunta coglie le sollecitazioni fatte per proseguire l'esame delle questioni nelle sedi specifiche, non coglie però tutte le considerazioni espresse.
Quelli che il Consigliere Marchini chiama "aspetti demagogici", sono invece problemi estremamente concreti, attuali, rispetto ai quali non è consentita nessuna fuga in avanti e nessuna bizzarria programmatoria: sono problemi che richiedono oggi e qui delle risposte, che la Giunta si sforza di dare.
Mi rendo conto che su questa materia è necessaria sistematicità e continuità di impegno. L'impegno che ci aveva chiesto il Consigliere Oberto di informare sull'andamento delle singole vicende, l'abbiamo assunto e l'abbiamo puntualmente mantenuto; ogni Consigliere riceve periodicamente il bollettino di notizie relative agli sviluppi vertenziali.
Signori Consiglieri, vi renderete tutti conto che siamo di fronte ad una materia che evolve e cambia non solo di giorno in giorno, ma di ora in ora. Sarei stato molto lieto di fornire, come richiedeva il collega Benzi un'informazione scritta sulla questione della Venchi Unica, ma egli sa che ieri sera a tarda notte eravamo ancora in ballo per questa vertenza.
D'altro canto, responsabilmente non sono in grado di dire più di quanto ho detto in questo momento, nella coscienza che, dicendo di più o dicendolo diversamente potrei anche pregiudicare tutto. Questo non significa che ci siano questioni segrete o misteriose, significa però che nella fase dei rapporti che intercorrono con gli istituti di credito, con i gruppi imprenditoriali, con i Ministeri, si valutano anche questioni di una determinata riservatezza.
Voglio assicurare il Consigliere Alberton che la deliberazione del Cipi del 21 dicembre è a sua completa disposizione. Avrei forse fatto bene a fornirla prima, ma si consideri che la verifica della deliberazione è avvenuta soltanto il 20 gennaio e che la materia è ancora in discussione.
Sulla questione della mobilità, sulla quale vi sono molte e svariate interpretazioni (il Consigliere Alberton rilevava anche il rischio della formula di agenzia), la Giunta ha fatto tutto quello che doveva fare sul piano formale con la designazione della Commissione; non appena la Commissione sarà convocata faremo una verifica nella sede che il Consiglio meglio crederà con i Commissari che la Giunta ha delegato. In mancanza della Commissione, la Giunta ha cercato di concretizzare quanto era possibile. Non a caso ho citato l'accordo Melco che credo vada ascritto a nostro merito. Quando si fanno sollecitazioni anche di metodo vorrei che si tenesse conto della complessità e della lunghezza di tali meccanismi.
Vorrete dare atto al sottoscritto di essere sempre stato aperto a tutti i contributi venuti dall'opposizione da qualsiasi Gruppo. Telefono a casa dei Consiglieri a tutte le ore, anche nei giorni e nelle feste comandate, come è capitato al Consigliere Chiabrando per la Widemann.La dottoressa Vaccarino sollecita delle informazioni in merito alla Radaelli per la quale abbiamo avuto due riunioni. Non ho informato in ordine a quell'azienda come non ho informato in merito a decine e decine di altri casi, perché la mia relazione sui punti in crisi aperte sarebbe durata troppo tempo.
Concludendo vorrei ancora dire alla dottoressa Castagnone Vaccarino che per il problema della siderurgia domani avremo una riunione.



PRESIDENTE

Dal dibattito è emersa la proposta di riportare alla discussione in I e IV Commissione e poi in Consiglio regionale la materia, prospettando complessivamente l'attuale situazione del Piemonte, in relazione anche all'analisi del dibattito aperto fra le forze politiche e sindacali, alla rilevanza dei temi ed alla novità della questione, tutti argomenti che possono avere importanti conseguenze sulla situazione occupazionale ed economica del Piemonte. Mi pare una proposta corretta che rispecchia anche le sollecitazioni avanzate in sede di dibattito per il rinnovo della Presidenza del Consiglio e della funzione delle Commissioni.
La Presidenza del Consiglio è pienamente disponibile, anzi suggerirei che i Presidenti della I e IV Commissione con l'Assessore Alasia concertino i modi ed i tempi entro i quali compiere questo approfondimento e comunichino ai Capigruppo e alla Presidenza la data ipotetica in cui questa materia possa trovare la sua collocazione nei lavori del Consiglio.
Convoco immediatamente i Capigruppo. Il Consiglio riprende i lavori oggi pomeriggio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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